Bollettino_Salesiano_198210


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BOLLETTINO
ANNO 106 N 10 QUINDICINA 1 5 GIUGNO 1982
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2" (70)
SALESIANO
R I V I S TA DELLA FAMIGL I A SAL E SIANA F ONDATA D A SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1877
I I BS-CC
Cooperatori: contin uate a vivere
il meraviglioso ideale salesiano nella famiglia,
nella società, sul lavoro, nella scuola...
Giovanni Paolo Il
(3 settembre 1980)
Una Lettera che ci interpella
La Lettera sulla Famlglla Salesiana scritta recentemente dal Retto, Maggiore don Egidio Viganò
coinvolge ogni Cooperatore e l'Intera AHoclazlone.
Nell'Invitare tutti ad una lettura approfondita pubbllchlamo, intanto, la presentazione fattane
da don Giovanni Ralnerl conslgllere generale per la Famlglla Salesiana assieme ad uno stralcio
della stessa Lettera che può essere richiesta al Consigli lspettoriall.
Nella Famiglia Salesiana nessuno dei Gruppi che la
compongono può essere indifferente di fronte ad avve-
nimenti e riflessioni di un certo rilievo che riguarda uno di
essi, per il fatto della partecipazione ad una dimensione
vocazionale comune a tutti.
Questa lettera riguarda Il PROGETTO COMUNE, anche
se si rivolge direttamente a coloro che per vocazione sto-
rìca e volontà di Don Bosco vi hanno «particolari respon-
sabilità», come «centro di unità» e di stabilìtà di tutta la
Famiglia, una funzione - ricorda il Retto, Maggiore - ri-
conosciuta da tutti i Gruppi che vi aderiscono.
Nel richiamare inoltre alla Congregazione questa re-
sponsabilità, il Retto, Maggiore mette Il suggello della sua
voce di Successore di Don Bosco a tutta una serie di ap-
pelli identici del Gruppi della Famiglia ai Salesiani; il che
significa che la voce del Padre unisce, rendendole più au-
torevoli, le voci di tutti i fratellf già pienamente presenti, e
di quelli che rapidamente stanno raggiungendo la casa
comune.
Questa voce in cui rutti si riconoscono usa poi argo-
menti da tutti condivisi, che, se mai, per i Salesiani hanno
una forza vincolante maggiore perché sono i primi re-
sponsabili - con la loro fedeltà vocazionale - della vita
della Famiglia. Ed è proprio entro un disegno di fedeltà
vocazionale che si svolge tutto il discorso - storico, reo--
logico e pastorale - della lettera.
Il Rettor Maggiore ricorda anzitutto fortemente le vi-
cende storiche del carisma salesiano con la fondazione di
gruppi fatta da Don Bosco in vista della sua missione, e la
sua volontà di tenere unite queste forze - a cui altre si
aggiunsero in seguito - In un progetto unitario.
Gli si presenta cosi l'opportunità di approfondire il
concetto di FONDATORE, di riflettere sulla ricchezza, la
fecondità e l'ecclesialità del carisma di Don Bosco. e del
suo nucleo centrale - la carità pastorale - che diviene
forza d1 convocazione... La salesianità é comprensiva di
una missione e di una spiritualità che nella pratica diven-
nero «il cuore oratoriano di Don Bosco.., quello del «da
mihi animas... e che deve divenire il cuore di ogni suo di-
scepolo. Ricordato cosi il progetto di Don Bosco, si rifà la
storia del rilancio e si indicano le prospettive. od obiettivi.
da perseguire e i problemi da risolvere nell'immediato fu-
turo.
Questo futuro interpella in modo speciale le respon-
sabilità dei Salesiani, ma tutto avverrà solo se si «potranno
percepire due movimenti complementari da curare nel ri-
lancio: una chiarificazione progressiva dell'Identità del
singoli Gruppi e fa crescita del processo di Integrazione e
comunione con qualche supporto di unità istituzionale.., in
modo da poter veramente andare «avanti, insieme!•, nella
santità, nell'azione, nella comunione.
Il quadro dentro cui tutto può realizzarsi è quello della
FEDELTA DINAMICA A DON BOSCO, cioè la attuazione
della vocazione salesiana di sempre nell'oggi, con la
creatività e concretezza di Don Bosco.
La fedeltà è anzitutto «memoria»: «Ogni confratello -
a pari, ogni membro della Famiglia Salesiana - deve
pensare che la sua professione religiosa (o altro tipo d,
convocazione) lo incorpora simultaneamente alla Con-
gregazione - o al suo Gruppo - e alla Famiglia Salesia-
na, nella quale gli offre una vasta area di stimoli alla san-
tità e alla collaborazione apostolica, mentre gli spalanca
davanti un orizzonte operativo quasi temerario e di vero
protagonismo ecclesiale e civile• .
La fedeltà è anche «rinnovamento». Poiché la storia ha
fatto cadere la forma di relazioni che Don Bosco stabill
secondo i moduli del suo tempo - ma non ha fatto cadere
la sua volontà di convocare genti e gruppi diversi, né il
senso di appartenenza reciproca tra le forze da lui fondate
e convocate - converrà inventare relazioni nuove perché
quella convocazione si rinnovi come arto di fedeltà sale-
siana al nostro tempo nella Chiesa col carisma di Don
P A RT ICO L A RM EN T E I ND ICATO PE R
COO P E R A TOR I SALESIANI
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Bosco: «Se consideriamo la profonda evoluzione sociale e
culturale avvenuta sotto /'impulso dei tempi. gli apporti
ecclesiologici del Concilio Vaticano li, il rinnovamento
della vita religiosa. il rilancio del laicato nel popolo di Dio,
la promozione della donna nella Società e nella Chiesa, la
cangiante novità della realtà giovanile, il salto di qualità
nella coscienza e nel dinamismo dei popoli, la situazione
problematica di alcuni continenti e delle masse giovanili, il
pluralismo ideologico e gli schemi politici di tanti Stati,
troveremo molti elementi di sfida che ci interpellano anche
sulla identità, funzionamento, promozione ed efficacia
apostolica della Famiglia Salesiana».
Tra gli obiettivi proposti dal Rettor Maggiore uno sem-
bra particolarmente attuale perché risponde alfa tendenza
del nostro tempo di creare vasti movimenti di rinnova-
mento spirituale. Si tratta di «privilegiare la formazione
specifica di ogni Gruppo e Il coinvolgimento del laicato» in
vista di configurare un grande MOVIMENTO SALESIANO,
articolato ma unitario, di «AMICI DI DON BOSCO» facen-
dovi confluire tutte le forze e i Gruppi già di fatto esistenti
o che verranno in seguito nell'area salesiana.
Don Giovanni Ralnerl
Hoscelto questi due avverbi stimolanti per qualificare dina-
micamente il nostro impegno nel rilancio della Famiglia Salesiana.
La comunione e la missione ci interpellano.
«Avanti,, ci orienta specialmente alla missione; «insieme,, ci
ricorda la comunione.
Anzi, «avanti e Insieme,, simultaneamente nella comunione per
una maggior efficacia dì missione.
La nostra missione tra la gioventù bisognosa dei ceti popolari
deve espandersi in iniziative, in presenze nuove, In Inventiva apo-
stolica.
La comunione, nella Famiglia, deve crescere in autenticità e In
organicità. Certo ogni gruppo ha una sua identità con una corri-
spondente giusta autonomia. Ma per noi oggi l'accento va messo
sulla comunione: c'è una memoria da salvare per incrementare,
rinnovandola, l'unione che Don Bosco aveva voluto.
Il mio contatto con i vari gruppi nel diversi continenti mi sug-
gerisce di proporvi quattro obiettivi concreti da raggiungere «in-
sieme. e da portare più «avanti•.
PRIMO OBIETIIVO: Rinvigorire la conoscenza di Don Bosco e,
conSt19uantamente, la nostra carità pastorale.
È, questo, un obiettivo di verità e di santità perché si tratta di
promuovere, Insieme con tutta la Famiglia Salesiana, una miglior
visione del carisma comune e una maggior intensificazione in ogni
persona e in ogni gruppo di quel tipo dì carità praticata In sommo
grado da Don Bosco, che caratterizza e definisce il «cuore orato-
riano,.
Ora, è bene considerare che /a carità non è mai ntl antiquata né
arbitraria; essa è una realtà viva ed ecclesiale.
«Viva», perché è dono attuale dello Spirito del Signore in vista
del presente e dei futuro. Essa è in se stessa creativa, come lo
Spirito Santo che la infonde; ama e serve le persone dì oggi, quelle
eterne del Dio trino amorosamente curvate sullo scorcio di secolo
in cui viviamo, e quelle del giovani d'oggi lanciali verso l'avvento
del 2000.
«Ecclesiale•, perché è partecipazione ed espressione della vita
e della santità, della Chiesa come Corpo di Cristo in unità orga-
nica, sotto l'Influsso vitale dello Spirito Santo che la inabita per
farla crescere armonicamente come organismo vivo.
È, quindi, una carità non solo «attuale•, ma anche «orientata•
dalla Chiesa attraverso il ministero della sua Gerarchia e alla luce
dell'ecclesialìtà di Don Bosco: una carità vitalmente connessa con
due centri ecclesiali di riferimento, I Pastori e il Fondatore!
Rinvigorire la nostra carità pastorale non è sempllcemente ri-
petere e ricordare, ma amare ricercando sotto la guida del Papa e
dei Vescovi e dei successori di Don Bosco, creando e rispondendo
alle Interpellanze delle persone e dei tempi, appunto come ha fatto
il nostro Padre nel secolo scorso. Ma questo è possibile alla con-
dizione dl alimentare intensamente la nostra santità privilegiando
la profondità quotidiana dell'incontro con Cristo e l'impegno
ascetico.
Cari confratelli, ricordiamolo bene: rinvigorire In noi il carisma
di Don Bosco non può significare altro che «riprogettare insieme la
santità salesiana•: «O santi salesiani - disse una volta Don Bosco
- o niente salesiani•.
Ecco il primo obiettivo dì crescita della Famiglia Salesiana:
«avanti• e •Insieme• nell'intensificare quel tipo dì carità pastorale
che cl fa sentire con Don Bosco la passione travolgente del «da
mìhi animas. coetera tolle»!
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«Avanti»,
e SECONDO OBIEfflVO:
L'evangelluulone educatrice della gioventù!
La carità salesiana porta in se stessa una speciale sensibìlità
apostolica delle necessità giovanili. Le sue scelte operative devono
sorgere anche oggi. come ieri a Valdocco, dalla lettura appassio-
nata, concreta e pedagogica, del bisogni dell'ora. Se la «carità
oratoriana• è una risposta esistenziale a certe sfide della realtà
giovanile, non cl sarà mai, per una Famiglia apostolica evangeliz-
zatrice della gioventù, una fissazione definitiva e stabile della sua
opera educatrice. C'è bisogno che la nostra capacità di azione sia
sempre come una zolla in primavera da cui sbocci un germoglio di
fresca attualità.
Ecco una enorme impresa per tutta la Famiglia:
- Ripensare insieme il Vangelo perché appaia come il più ve-
ro e il più indispensabile «messaggio• per la gioventù d'oggi.
- Studiare insieme Il metodo di ricollocare /a fede al centro di
quella cultura che cerchiamo di elaborare insieme con I giovani
perché riscoprano il vero senso dell'esistenza umana.
- Aiutarci mutuamente a reinventare la nostra capacità di co-
municazione attraverso una struttura linguistica adeguata e ac-
cessibile.
- Ricercare insieme, con coraggio e costanza, ì/ rinnova-
mento delle nostre strutture di mediazione, che sono entrate in
crisi, come ben sappiamo, con il trapasso culturale in atto da anni.
Questo complesso e vasto obiettivo cl ha già portati a riattua-
lizzare il Sistema preventivo cercando di formulare con paziente
intelligente un rinnovato «Progetto educativo-pastorale»; ci ha
portati anche a riformulare e proporre uno schema aggiornato di
«Spfritualità giovanile•. Facciamone oggetto di interscambio tra ì
vari gruppi della nostra Famiglia; procederemo più avanti e cre-
sceremo insieme come specialisti nell'evangelizzazione dei gio-
vani.
È da notare al riguardo che, essendo la Famiglia Salesiana una
realtà-ecclesiale, la sua pastorale giovanile dovrà essere pensata e
programmata dal di dentro della Chiesa locale (nazionale, regio•
nale e diocesana). L'avere In cura una porzione giovanile del greg-
ge e l'agire in essa con uno stile proprio d'azione, non può signi-
ficare prescindere o essere insensibili al coordinamento e alle
mete apostoliche promossi dai Pastori di tutto Il gregge. Purtroppo
sussistono ancora tra noi, qua e là, in questo campo, delle diffi-
coltà che risentono di un certo passato e che vanno superate con
coraggio.
e TERZO OBIETTIVO: Prlvllaglere la formazione specifica di
ogni gruppo e Il colnvolglmanto dal lalcato.
È fondamentale per tutta la Famiglia che ì gruppi curino la pro-
pria identità, la formazione specifica e le iniziative di relazione. È
questo un compito decisivo per la buona salute e l'Incremento
della comunione: avere la coscienza chiara sulla propria identità
per saperla apportare alla comunione e per farla diventare ope-
rativa.

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L'unità nel •Carisma di Don Bosco. non sopprime, come ab-
biamo visto, le differenze, bensl le assume, le rinvigorisce e le
mette in relazione di fecondità apostolica.
Oltre alla cura dell'identità d'ogni gruppo, una meta oggi par-
ticolarmente impellente da raggiungere con il concorso di tutti è
quella dì far conoscere e condividere i valori salesiani al maggior
numero possibile di «laici•. Parlo qui del laicato nell'accezione
precisata dal Concilio.
Nella Famiglia Salesiana c'è un vasto spazio per I laici sia tra i
Cooperatori, sia tra gli Exalllevi. sia (in un ambito più ampio) tra i
collaboratori delle nostre opere e tra gli svariati simpatizzanti che
si considerano volentieri «Amici di Don Bosco•.
«insieme!»
Vale la pena non sottovalutare l'importanza di un «vasto mo-
vimento di Amici di Don Bosco. che costituirebbe una specie di
alone o Famiglia Salesiana In senso largo; esso può sorgere dalla
convergenza di tanti fermenti, interessi, simpatie, collaborazioni e
movimenti.
Nelle associazioni dei Cooperatori e degli Exallievi c'è, poi, una
possibilità di articolazione In sottogruppi, che può dinamizzare e
approfondire la loro appartenenza salesiana. Alcuni di questi sot-
togruppi esistono già; altri si potranno moltiplicare; per esempio: i
•Giovani Cooperatori• (un po' ovunque), i «Focolari Don Bosco»
(per gruppi dì matrimoni in Spagna), gruppi di Exallievl particolar-
mente impegnati nell'ambito culturale e della scuola, varie Asso-
ciazioni di tipo mariano, ecc. Inoltre. nell'ambito del simpatizzanti e
degli Amici di Don Bosco, c'è tutta una bella possibilità di Iniziative
urgenti, come per esempio attraverso i mezzi di comunicazione
sociale.
In tutto questo campo va favorito, innanzitutto, un accurato
impegno di formazione del laicato In quanto tale. alla luce dell'ab-
bondante dottrina del Vaticano Il e del posteriori documenti ma-
gisteriali, specificando tale formazione con l'angolatura propria del
carisma di Don Bosco, memori che il nostro Padre Insisteva nel-
l'orientarli praticamente a concrete iniziative di bene: egli ripeteva
sovente, al riguardo, la necessità di concretezza in un impegno di
«opere di carità»I
Tale lavoro di coinvolgimento laicale amplifica gli orizzonti delle
attività di ogni gruppo nella Famiglia e ci invita a convincerci d'af-
frettare un miglior coordinamento del lavoro e d'insieme.
Siamo una Famiglia di apostoli non rinchiusi esclusivamente
nelle esigenze Immediate di un'opera o di un gruppo!
e QUARTO OBIETTIVO:
Una pastora!• voculonal• unitaria!
Infine. ricordiamo che la vocazione salesiana è caratterizzata
da quel tipo di carità che è a monte di tutto il patrimonio spirituale
di Don Bosco. Essa è fondamentalmente comune a tutti i membri
della Famiglia; si realizza. però, con modalità diverse a seconda
del gruppi, delle categorie e delle persone. Questa comunione dif-
ferenziata offre dei vantaggi non indifferenti per una collaborazio-
ne pratica soprattutto nelle lni.ziative di pastorale vocazionale.
Se pensiamo che Don Bosco è stato «un eccezionale e fecondo
suscitatore di vocazioni nella Chiesa( concluderemo facilmente
che la sua Famiglia dovrà caratterizzarsi per un particolare Im-
pegno nel curare la dimensione vocazionale di tutta la pastorale
giovanile. Non dimentichiamo che il dovere di educare e guidare I
giovani al discernimento della propria vocazione «nasce dal diritto
della gioventù ad essere orientata, prima che da una particolare
situazione delle vocazioni nella Chiesa. Tale azione va fondata
negli aspetti essenziali della realtà della vocazione: è un'iniziativa
divina che sollecita l'adesione umana, una chiamata che esige una
risposta legata a dinamismi psicologici e religiosi, che richiedono
un'azione pedagogico-pastorale appropriata•.
Ma è poi urgente migliorare la mutua preoccupazione nella
Famiglia Salesiana per le vocazioni specifiche di ognuno dei
INCONTRO EUROPEO
GIOVANI COOPERATORI SALESIANI
Arévalo (Spagna) 9-12 luglio 1982
PROGRAMMA
Venerdì 9
17,30 Benvenuto - Introduzione - Saluti degli Ospiti
- Presentazione personale e dei Gruppi
20,00 Liturgia della Parola
22,00 Manifestazione mariana
Sabato 10
9,00 Presentazione delle realtà dei Giovani Coo-
peratori in Europa
10,30 Relazione di base
12,15 Testimonianze (1" parte)
16,30 Gruppi di studio
20,00 S. Messa
22,00 Veglia di preghiera
Domenica 11
9,00 Pellegrinaggio ad Avila, nel Centenario di S.
Teresa
16,30 Assemblea - Testimonianze (2" parte)
18,30 Gruppi di studio per le sintesi e gli impegni
20,00 Finalissima del Mundial di calcio
22,00 Serata di fraternità
Lunedì 12
9,30 Assemblea - Sintesi
11 ,30 Mozione e Conclusioni
12,15 Concelebrazione
16,00 Partenze
TEMA Con Don Bosco nel 2000:
la missione del giovane cooperatore
gruppi. In questo campo possiamo fare molto di più se lavoriamo
insieme: Incontri di preghiera, di studio, di animazione. di pro-
grammazione, d'informazione, di comunione d'esperienze. di
centri comuni di orientamento. di movimenti giovanili, ecc.
In particolare la cura dei sottogruppi di Giovani Cooperatori e di
Giovani Exallievi merìta un'attenzione speciale; è provato che una
buona animazione di questi sottogruppi, mentre è il presupposto
per la crescita delle due organizzazioni, è vocazionalmente fecon-
da anche per gli altri gruppi. In questi ultimi sette anni, per esem-
pio, 70 Giovani Cooperatori sono entrati nei noviziati salesiani, 52
in quelli delle Figlie di Maria Ausiliatrice. 18 nei seminari diocesani,
:~:~:.~,:~,rt•M,,.,....~ "Lr~· oàl• - e 30InaltreCongregazioni.
VI Invito a prendere in molta considerazione le «Conclusioni» a
sa. cui si è arrivati, al riguardo, nell'ultima. la «Settimana di spiri-
tualità• della Famiglia Salesiana lo scorso gennaio. Tali «Conclu-
~ . 3/51

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Spedlz. in ebbon. postale • Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
l'edizione di metà mese del BS è partico-
larmente destinata al Cooperatori Salesiani
Direzione e amministrazione: Via della Pi•
sana, 1111 • C.P. 9092 • 00100 Roma-Aurelio
rei. 69.31.341
Direttore responsablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: Armando Buttarelli Viale dei Sale-
siani, 9 • 00175 Roma • Tel. (06) 74.80.433
Autorizz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 lebbralo 1949
C. C. Postale n. 2-135S Intestato a: Direzione Generale
Opere Don Bosco Torino
C.C.P. 462002 lnte,t. a Dir, Gen. Opere D. Bo..ao Roma
Per cambio d'indirizzo inviare anche l'lndlrlz20 precedente
\\-_MONDO NUOV0 _ _ _-'11
C811Dstanll
NUOVA SERIE
delle
LETTURE CATTOLICHE
FONDATE
DA DON BOSCO
Sono usciti I numeri 46 e 4 7
VACANZE ESTIVE PER
COOPERATORI SALESIANI
FONTANAZZO (Trento)
presso Soggiorno Don Bosco
DOLOMITI - Val di Fassa
dal 3 al 31 luglio
Informazioni e iscrizioni presso il
proprio ufficio ispettoriale
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