Bosco: «Se consideriamo la profonda evoluzione sociale e
culturale avvenuta sotto /'impulso dei tempi. gli apporti
ecclesiologici del Concilio Vaticano li, il rinnovamento
della vita religiosa. il rilancio del laicato nel popolo di Dio,
la promozione della donna nella Società e nella Chiesa, la
cangiante novità della realtà giovanile, il salto di qualità
nella coscienza e nel dinamismo dei popoli, la situazione
problematica di alcuni continenti e delle masse giovanili, il
pluralismo ideologico e gli schemi politici di tanti Stati,
troveremo molti elementi di sfida che ci interpellano anche
sulla identità, funzionamento, promozione ed efficacia
apostolica della Famiglia Salesiana».
Tra gli obiettivi proposti dal Rettor Maggiore uno sem-
bra particolarmente attuale perché risponde alfa tendenza
del nostro tempo di creare vasti movimenti di rinnova-
mento spirituale. Si tratta di «privilegiare la formazione
specifica di ogni Gruppo e Il coinvolgimento del laicato» in
vista di configurare un grande MOVIMENTO SALESIANO,
articolato ma unitario, di «AMICI DI DON BOSCO» facen-
dovi confluire tutte le forze e i Gruppi già di fatto esistenti
o che verranno in seguito nell'area salesiana.
Don Giovanni Ralnerl
Hoscelto questi due avverbi stimolanti per qualificare dina-
micamente il nostro impegno nel rilancio della Famiglia Salesiana.
La comunione e la missione ci interpellano.
«Avanti,, ci orienta specialmente alla missione; «insieme,, ci
ricorda la comunione.
Anzi, «avanti e Insieme,, simultaneamente nella comunione per
una maggior efficacia dì missione.
La nostra missione tra la gioventù bisognosa dei ceti popolari
deve espandersi in iniziative, in presenze nuove, In Inventiva apo-
stolica.
La comunione, nella Famiglia, deve crescere in autenticità e In
organicità. Certo ogni gruppo ha una sua identità con una corri-
spondente giusta autonomia. Ma per noi oggi l'accento va messo
sulla comunione: c'è una memoria da salvare per incrementare,
rinnovandola, l'unione che Don Bosco aveva voluto.
Il mio contatto con i vari gruppi nel diversi continenti mi sug-
gerisce di proporvi quattro obiettivi concreti da raggiungere «in-
sieme. e da portare più «avanti•.
• PRIMO OBIETIIVO: Rinvigorire la conoscenza di Don Bosco e,
conSt19uantamente, la nostra carità pastorale.
È, questo, un obiettivo di verità e di santità perché si tratta di
promuovere, Insieme con tutta la Famiglia Salesiana, una miglior
visione del carisma comune e una maggior intensificazione in ogni
persona e in ogni gruppo di quel tipo dì carità praticata In sommo
grado da Don Bosco, che caratterizza e definisce il «cuore orato-
riano,.
Ora, è bene considerare che /a carità non è mai ntl antiquata né
arbitraria; essa è una realtà viva ed ecclesiale.
«Viva», perché è dono attuale dello Spirito del Signore in vista
del presente e dei futuro. Essa è in se stessa creativa, come lo
Spirito Santo che la infonde; ama e serve le persone dì oggi, quelle
eterne del Dio trino amorosamente curvate sullo scorcio di secolo
in cui viviamo, e quelle del giovani d'oggi lanciali verso l'avvento
del 2000.
«Ecclesiale•, perché è partecipazione ed espressione della vita
e della santità, della Chiesa come Corpo di Cristo in unità orga-
nica, sotto l'Influsso vitale dello Spirito Santo che la inabita per
farla crescere armonicamente come organismo vivo.
È, quindi, una carità non solo «attuale•, ma anche «orientata•
dalla Chiesa attraverso il ministero della sua Gerarchia e alla luce
dell'ecclesialìtà di Don Bosco: una carità vitalmente connessa con
due centri ecclesiali di riferimento, I Pastori e il Fondatore!
Rinvigorire la nostra carità pastorale non è sempllcemente ri-
petere e ricordare, ma amare ricercando sotto la guida del Papa e
dei Vescovi e dei successori di Don Bosco, creando e rispondendo
alle Interpellanze delle persone e dei tempi, appunto come ha fatto
il nostro Padre nel secolo scorso. Ma questo è possibile alla con-
dizione dl alimentare intensamente la nostra santità privilegiando
la profondità quotidiana dell'incontro con Cristo e l'impegno
ascetico.
Cari confratelli, ricordiamolo bene: rinvigorire In noi il carisma
di Don Bosco non può significare altro che «riprogettare insieme la
santità salesiana•: «O santi salesiani - disse una volta Don Bosco
- o niente salesiani•.
Ecco il primo obiettivo dì crescita della Famiglia Salesiana:
«avanti• e •Insieme• nell'intensificare quel tipo dì carità pastorale
che cl fa sentire con Don Bosco la passione travolgente del «da
mìhi animas. coetera tolle»!
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«Avanti»,
e SECONDO OBIEfflVO:
L'evangelluulone educatrice della gioventù!
La carità salesiana porta in se stessa una speciale sensibìlità
apostolica delle necessità giovanili. Le sue scelte operative devono
sorgere anche oggi. come ieri a Valdocco, dalla lettura appassio-
nata, concreta e pedagogica, del bisogni dell'ora. Se la «carità
oratoriana• è una risposta esistenziale a certe sfide della realtà
giovanile, non cl sarà mai, per una Famiglia apostolica evangeliz-
zatrice della gioventù, una fissazione definitiva e stabile della sua
opera educatrice. C'è bisogno che la nostra capacità di azione sia
sempre come una zolla in primavera da cui sbocci un germoglio di
fresca attualità.
Ecco una enorme impresa per tutta la Famiglia:
- Ripensare insieme il Vangelo perché appaia come il più ve-
ro e il più indispensabile «messaggio• per la gioventù d'oggi.
- Studiare insieme Il metodo di ricollocare /a fede al centro di
quella cultura che cerchiamo di elaborare insieme con I giovani
perché riscoprano il vero senso dell'esistenza umana.
- Aiutarci mutuamente a reinventare la nostra capacità di co-
municazione attraverso una struttura linguistica adeguata e ac-
cessibile.
- Ricercare insieme, con coraggio e costanza, ì/ rinnova-
mento delle nostre strutture di mediazione, che sono entrate in
crisi, come ben sappiamo, con il trapasso culturale in atto da anni.
Questo complesso e vasto obiettivo cl ha già portati a riattua-
lizzare il Sistema preventivo cercando di formulare con paziente
intelligente un rinnovato «Progetto educativo-pastorale»; ci ha
portati anche a riformulare e proporre uno schema aggiornato di
«Spfritualità giovanile•. Facciamone oggetto di interscambio tra ì
vari gruppi della nostra Famiglia; procederemo più avanti e cre-
sceremo insieme come specialisti nell'evangelizzazione dei gio-
vani.
È da notare al riguardo che, essendo la Famiglia Salesiana una
realtà-ecclesiale, la sua pastorale giovanile dovrà essere pensata e
programmata dal di dentro della Chiesa locale (nazionale, regio•
nale e diocesana). L'avere In cura una porzione giovanile del greg-
ge e l'agire in essa con uno stile proprio d'azione, non può signi-
ficare prescindere o essere insensibili al coordinamento e alle
mete apostoliche promossi dai Pastori di tutto Il gregge. Purtroppo
sussistono ancora tra noi, qua e là, in questo campo, delle diffi-
coltà che risentono di un certo passato e che vanno superate con
coraggio.
e TERZO OBIETTIVO: Prlvllaglere la formazione specifica di
ogni gruppo e Il colnvolglmanto dal lalcato.
È fondamentale per tutta la Famiglia che ì gruppi curino la pro-
pria identità, la formazione specifica e le iniziative di relazione. È
questo un compito decisivo per la buona salute e l'Incremento
della comunione: avere la coscienza chiara sulla propria identità
per saperla apportare alla comunione e per farla diventare ope-
rativa.