NON PERDERE L'OCCASJONE
I CAPITOLI
ISPETTORIALI SALESIANI:
" Punto focale
di rinnovamento ,,
La frase è ripresa dagli Atti del
Capitolo Generale Speciale (p. 529),
ed è quanto mai indovinata. Cosa si-
gnifica mettere a fuoco un'immagine?
Farla apparire nitida, ben definita e
quindi visibile.
Conclusi i lavori del Capitolo Ge-
nerale i salesiani mettono a fuoco,
sul piano ispettoriale, la situazione
dell'Ispettoria, con i suoi problemi,
i suoi interessi, i suoi settori opera-
tivi ...
La luce che illumina è la «parola»
del Capitolo Generale; l'obiettivo
attraverso cui essa passa è la capa-
cità e la volontà di rinnovarsi dei
Salesiani.
Grande avvenimento, quindi, un
Capitolo ispettoriaJe, perché è esso
che attua o meno, in pratica, il rin-
novamento. Questo spiega il fervore
di iniziative, di incontri, di sondaggi
che vi è un po' ovunque: tra qualche
mese infatti inizieranno i vari Capi-
toli io tutta l'area salesiana.
• Un appello ai Salesiani. Cam-
bio di mentalità
I Cooperatori saranno oggetto di
attenta riflessione, con conseguente
presa di posizione, da parte dei Sa-
lesiani interessati. Ma << ci vuole un
cambio radicale di mentalità a tutti
i livelli 1>, è scritto nella dichiara-
zione capitolare ai Salesiani a pro-
posito dei CC. E cambio di mentalità
vuol dire <<conversione».
È questo che noi cooperatori chie-
diamo a voi, cari salesiani, pronti
ovviamente a fare la nostra buona
parte di << conversione i>, perché ne
abbiamo bisogno anche noi. In que-
sto tempo di preparazione, occorre
un vero dialogo voi-noi e viceversa.
Se è vero che la famigli.a è una,
consultateci, invitateci, informateci! Il
vantaggio saFà reciproco. Soprattutto,
mostrate a fatti che sapete recepire
il Capitolo Generale speciale, per-
ché la delusione delle nostre attese sa-
rebbe fatale per tutti.
• Un « discorsetto » chiaro a Ge-
nova
Fu fatto in occasione di una gior-
nata dì studio per i direttori della
lspettoria, in preparazione al Ca-
pitolo. Riguarda i cooperatori e gli
exallievi. Lo riportiamo volentieri
perché ci sembra concreto e assai
pertinente, riprendendolo da una cir-
colare del delegato ispettoriale don
G. Giusto. Pur rispecchiando in al-
cuni punti la particolare situazione
locale, essa agita problemi di vivo
interesse.
Il questionario in preparazione al
Capitolo ispettoriale pone una serie
di domande anche sullo stato attuale
dei cooperatori ed exaJlievi. Rile-
vare la situazione puo essere inte-
ressante, ma l'essenziale è «prospet-
tare >> alla luce delle indicazioni del
Capitolo Generale speciale (vedi Atti,
Famiglia salesiana oggi, nn. 151-177;
1 cooperatori, documento 1-8, on. 727-
745; L'azione salesiana per gli exal-
lievi, documento 19, nn. 746-758).
Tutto resterà sul piano delle belle
ipotesi, se il discorso non diventerà
nella concretezza della realtà salesiana
ed ecclesiale un'onesta presa di co-
scienza ed una s·eria volontà opera-
tiva.
È proprio il momento giusto per
accantonare definitivamente quei pre-
giudizi e quelle diffidenze che fa-
cilmente si incontrano, da anni,
appena si apre l'argomento << coope-
ratori-exallievi ~-
Pur mantenendo fino all'esauri-
mento, con rispetto, la tradizione
del convegno annuale degli exallievi
e delle due conferenze annuali ai
co<;>peratori, su programmazione mi-
nima per la massa, è definitiva la
scelta nuova e diversa di un lavoro
per i salesiani e di impegno per
cooperatori ed exallìevi, presentata
del Concilio Vaticano II e dal nostro
Capitolo Generale speciale.
Su questa impostazione, facciamo
alcune indicazioni:
• Differente è la posizione dei coo-
peratori e degli exallievi: l'azione sa-
lesiana deve tenerne conto.
• Per tutti, ma in modo preciso ai
primi, dev'essere dato << spazio vi-
tale » dentro le opere e più che tutto
nella << famiglia ll salesiana.
• La <• casa •> salesiana è centro di
vita spirituale, di formazione ecclesiale
e sociale, e di proposte per impegni
ed esperienze.
• È una pia illusione il lavoro per
e con i cooperatorì ed exallievi, se
la intera comunita salesiana non viene
investita e responsabilizzata nella
mentalità e nell'azione; come è il-
lusione se dentro ai << centri n non
vive un delegato ben preparato ed
efficiente.
• È richiesto uno «spazio fisico •>
dentro la casa salesiana, specie per
e fare agire i consigli e le presidenze;
ma soprattutto necessaria la «con-
dizione•> per la maturazione perso-
nale e per la · comunione con i sale-
siani negli impegni che comporta
la vocazione popolare e giovanile,
specie per i cooperatori, nello spirito
e nella missione di Don Bosco.
• Pur mantenendo i legami naturali
di unione (senza impacci burocra-
tici) pensiamo che i cooperatori deb-
bano vivere nella comum:tà ispetto-
riale, che per omogeneità e imme-
diatezza, li porta ad essere concreta-
mente impegnati in un lavoro pre-
ciso e a raggiungere il necessario
inserimento nella chiesa locale.
• Nelle comunità grandi e piccole,
attuali e possibili, il gruppetto dei
laici sarà veramente in comunione
con i salesiani e per loro potrà es-
sere di verifica e di completezza nello
spirito e nell'azione.
Proposta: fare per salesiani e laici
dell'ispettoria, un rninicorso di al-
meno due giorni, per riflettere su
questo discorso e iniziare finalmente
a scoprir e e realizzare. Maestro po-
trebbe essere P. Aubry. (Sono a di-
sposizione le sette conferenze te-
nute da P. Aubry nelle giornate di
studio per cooperatori a Grottafer-
rata, 9-r3 febbraio).
69