COOPERATORE,
DIMMI CHI SEI
« RIAGGREGAZIONE »
SALESIANA
12
J. A ubry
10
Don Carlo Borgettl
Sorella e fratello carissimo,
tredici anni fa, a Parigi e in tutta la Francia, c'è stato un
famoso mese di maggio, chiamato poi il ..maggio caldo • del
'68, Inizio della • rivoluzione studentesca •. Quest'anno, in Ita-
lia, c'è stato un mese di maggio che diventerà tristemente fa-
moso, e che si potrebbe chiamare ii «maggio nero • .
I fatti sono ancora freschi nella nostra memoria: 13 maggio,
Inconcepibile attentato contro il Papa; 17 maggio, referendum,
con l'approvazione a forte maggioranza de/l'abominevole leg-
ge 194 sull'aborto; pochi giorni dopo, scandalo clamoroso
della Loggia P2: un migliaio di uomini di tutti i settori della vita
sociale misteriosamente collegati fra di loro per acquistare i
• buoni posti• e forse per vendere l'Italia, e crisi del governo;
29 maggio, attentato delle Brigate Rosse contro l'istituto Gerini
di Roma: un nostro fratello salesiano è gravemente ferito.
Molti di noi sono rimasti sconvolti, scioccati. E ne conosco
alcuni che sono stati invasi dalla tentazione dello scoraggia-
mento: ..Perché tanto male? Tanta violenza? Tanta degrada-
zione morale? Perché il trionfo del male sul bene?... ».
Secondo una visuale umana, in effetti, cl sarebbero ragioni
valide per disperare: • Ormai la decadenza è in cammino, è un
movimento irreversibile. Diventa inutile resistere. Acconten-
tiamoci di proteggere noi stessi, per salvare la nostra fragile
felicita e quella del nostri cari!•
Ma questo tipo di reazione non è cristiano, né salesiano.
Non è che dovremmo rifugiarci In un ottimismo facile e sem-
plicista: «Le cose non sono tanto gravi come sembrano!... ..
Guardare I fatti in faccia, oggettivamente, è la prima condi-
zione dell'ottimismo autentico, il quale non vela la verità, ma
vuole conoscerla per affrontar/a.
Tanti fatti tristi potrebbero c ondurci forse a non gettare
tutta la colpa sugli ..altri». Facciamo un breve esame di co-
scienza! Qual'è stata la nostra attenzione alle situazioni
drammatiche che esistevano molto prima del maggio? Qual'è
stato il vigore della nostra lotta per il bene sociale? Qual'è stato
il nostro senso della coesione nel combattere, tanto sottoli-
neato da Don Bosco?...
Ma poi, sarebbe mancare totalmente di tede cedere allo
scoraggiamento! Cesserebbe Dio per qualche momento di
essere il Creatore e il Redentore? L'Eucaristia di questa mat-
tina mi assicura che, oggi come ieri, questo nostro mondo è
coperto dalla misericordia di Dio, che la Pasqua di Gesù agisce
in esso e lo trascina nella corrente impetuosa della salvezza.
Proprio per questo mi viene chiesta più che mal la mia
cooperazione. Più il mondo va male, più il mio umile e corag-
gioso amore viene richiesto e stimolato. Mi sia presente questa
parola di Gesù: • Nel mondo avrete dolori. Coraggio, però! lo
ho vinto il mondo • (Gv 16,33). E come un'eco quest'altra di
don Bosco: "Coraggio/ Combattiamo! Non siamo soli, Dio è
con noi. La vita è breve, le spine del tempo sono fiori per l'e-
ternità • (lettera a un Cooperatore, 5 ott. 1868, Epist I, 583).
Net precedente articolo si parlava di «dinamica • salesiana.
SI concludeva invitando ancora una volta chi lavora con spirito
salesiano, per scelta di fede, in prospettiva aposto//ca, a trarre
le conclusioni logiche d1 questa opzione di vita anche in campo
associativo. Si era già in precedenza perlato delle urgenze
• missionarie • poste dal mondo che cl circonda e dello spreco
di energie e di possibilità educative, se mancano nel nostri
ambienti intese profonde, convergenza di sforzi. una chiara
strategia apostolica nella complementarietà delle nostre pro-
posta. SI parla tanto di «rlaggragazlone cattolica • : dovremo
anche parlare di • riaggregazlone. a In qualche caso s emp/1•
cementa di «aggregazione • salesiana?
A un lavoro più unito, e soprattutto alla convergenza nei
gruppi della Famiglia Salesiana, in particolare nel Giovani
Cooperatori, di animatori o giovani impegnati con molta serietà
nei nostri ambienti si obiettano non poche difficoltà, e non
prive di fondamento. Prima di essere sottovalutate con suffi-
cienza, devono suggerire un'attenta riflessione. Sarebbe pue-
rile Immaginare che solo altri siano tenuti a superare dubbi,
mentre il « nostro gruppo» è già " a posto•. Certi valori sono da
raggiungersi con lo sforzo di tutti.
Gruppi di Giovani Cooperatori con un loro cammino co-
munitario (preghiera, fraternità, attività) possono prevedere
anche giustamente difficile l'inserimento di altri giovani che,
pur con la stessa spiritualità, compiono un diverso cammino di
maturazione (P.G.S., C.G.S., gruppi catechistici o di anima-
zione liturgica ecc.), per fermarci alle sole più comuni realtà
del nostri ambienti.
D'altra parte è inutile negare che i più impegnati di questi
giovani si sentono già Cooperatori, proprio perché considera-
no quella di Don Bosco la propria famiglia spirituale, e risulta
loro piuttosto difficile capire come differenziazioni o maggiori
meriti possano nascere da promesse pubbliche o attestati so-
lennemente consegnati. Ciò suggerisce In certi casi l'impres-
sione di un esibizionismo un po' anacronistico, di un pizzico di
civetteria da vecchio mondo formalista. Chi lavora in ambienti
salesiani è portato a definire un po' salottiero il ritrovarsi di altri
gruppi, e troppi giudizi possono essere precipitati e superfi·
ciall, anché perché non sempre ben ispirati. Talora però le
obbiezioni sono più serie e mettono In discussione impegni
associativi che impedirebbero di proseguire con la stessa in-
tensa attività già in atto. Ma è sottovalutata la consistenza vo-
cazionale della vera Cooperazione e della Famiglia Salesiana.
Cosl una divisione, una non convergenza di laicato sale-
siano giovanile crea seri problemi e dispersione. Riflettiamoci
in ogni ambiente. Tenteremo anche In questa colonna prossi-
mamente di proporre una strategia per il cammino comune e
!'organ izzazione.
3/ 51