Bollettino_Salesiano_194111


Bollettino_Salesiano_194111



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EJ i7..ione rl-t.lottu Sl'"C.Ondo 1H prt~IZÌ'?nj 01uù11tcriall
Anno I.XV• n. 11 Pubhlic.i:aone mL';t.,th.'
I" NOVEMDRE l1)1T-X,
Spc,14 in alilmn:.imento posralc - Gruppo 3•

1.2 Page 2

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PEIHOOICO l\\,rEN-
SU.E PER I COO-
PER.\\TORI DELLE
OPEHE E l\\llSSIONJ
DI S. GIO. BOSCO
BOllE~f~flNO
SJ\\lESI J\\N O
Anno LX\\' - ::-.; 11
1• NOVEMBRE
1941 . xx
SO.MMARIO: La Causa di Canonizzazione dello Ocam Marl,i Mai,zarello. . La Passiflora Satcsian·,.• ' 1n famiglln.
La l\\,f-,daglin d'Oro alla Societll Editrice lnterrut2lonale. • Dall10 no~lre Missioni. Ginppone .
Tesoro spirituale. Lèltcra di D. Giulivo. • N<:crologio. Crociata missionaria
La Causa di Canonizzazione
della Beata Maria Mazzarello.
'cl ter7o anniver-
delle anime, con una
sario della Beatifica-
ulteriore ascensione.
zione di l\\ladre l\\Iana
negli onori dell'altare.
l\\ lazzarello 20 no-
Infatti, dopo l'esal-
Ycmbre - abbiamo
tazione della Beatifica-
la gioia di sapere uffì-
zione, non solo crebbe
cialtnente ripresa la
la divozione del po-
Causa per la sua Cano-
polo cristiano verso la
nizzazione. U r6 lu-
Beata, ma pili nume-
glio u. s. il Santo Pa-
rose sorsero le voca-
dre Pio Xll, ratifi-
zioni religiose e si
cando il parere della
moltiplicarono le gra-
Sacra Congregazione
zie che si dicono ot-
dei Riti, si è degnato
tenute da Dio per sua
di cegnare di sua au-
ink:rcessione, alcune
g.ista mano la Com-
delle quali si pro:.pet-
missione per la riassun-
tano come veri mira-
zione della Causa della
coli•>.
Beata Jlfan·a Dome-
I nostri Coopera-
nica Mazzarello, Ver-
tori, che leggono il
gine, Coujondatria
periodico l'Ilaria il.u-
del/'lstìtulo delle Fù;lie
siliatriu, ne h'.mno g;à
di ./Ilaria Ausiliatri-
viste registrate pa-
ce. Il Decreto rileva
recchie; ma l'istituto
la convenienza di de-
delle Figlie di l\\ la-
corare la Beata <• che
ria Ausiliatrice ne ha
in vita si era m mifc-
raccolte tante relazio-
stata figlia spirituale,
ni da riempire ogni
e vigile e diligente
mese un fascicolo di
discepola, anzi quasi
dodici e pili pagine
pedissequa di S. Giovanni Bosco ,1 della . che \\'Ìen dirl'uso nelle varie Case insieme al
stessa gloria del Padre assurto nel 1934 loro notiziario, per far conoscere le grazie
al fastigio della Canonizzazione. Perchè, attribuite all'intercessione delle Sen·e di Dio
sog5iunge. <• par proprio_ che Iddio voglia dell'Istituto. Preghiamo quindi perchè la
ricompensare la fedele ed umile ancella Causa ripresa possa procedere normalmente
eh~ h:i emulato La santità della vita del e con una certa celerità, si da concederci
nuestro cd il suo zelo per la salute presto anch'.! la gioia della Canoniz7.azione
22,

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LA PASSif LORA SALESIANA
1111111,ro pu, ,dente}.
Tornato a Fol!lizw, .\\ndrea Ilcltrarui
conchiusc il no, iziato colla promessa di o~-
scrvare i \\'oli di po,ertà, e.li castità e ùi
ohhedicnza secondo le Rt.'golc della ~o-
cictà Salesiana, foct•ndo la profcssimw re-
ligiosa il 2 ollohrt> 1887 alla prco;cnza di
Don Bosco nella c-appdla d~I Collegio di
Yal~alicc, do,c poi :;j trattl'llfll' per gli
studi lice.ili. •\\ \\'alsalice gi11n:,c in qud-
l':1utunno ancht· il Principe .\\ug11sto Czar-
toryski. aspirrtntt· alla , ila s~lt-siana. li
buon chierico fu uno e.lei primi ad apprez-
zare reroisrnn della sua ,·ucazionc cd a cir-
condarlo ddlc pii1 delicate.! attenzioni.
Oltre alle conH:rsazioni :,pirituali, nelle
on: cli ricreazione, che \\'olgcvano di prt!-
forenza sulla dhoz1011c al Sacro Cuore,
.\\ndrea clava :1' ,Principe pobcco lezioni
d'italiano cd apprendeva, in cambio da
lui il tedesco e l'inglese. fl fraterno af-
fiatamento delle due nobili anime consigliò
i superiori r1 chiedere al eh. Beltrami,
n:ntenne t' giil impegnato non solo nello
studio ma unchc ncll'in,;cgnamento di a l-
cune materie ai compagni <lei con.o info-
riore, la c:iri1à di assistere il Principe
:lilo scoppio della insidiosa malattia che in
hreve I<> consunse. Fdicc di poter eserci-
tare una ,irlù tanto preziosa, il eh. Bel-
trami lo aSf\\istctl.: per tutto il periodo dell:J
prima crisi, a l .anzo, durante le vacanze
del 1889. n:glianùo1o giQrno e notte e
prestandogli le cure nece-.sarie, come un
prO\\-etto infermiere, colle più affettuoc,e
~ollecitmlini cd nmmirahilc ahne~azione.
Quando il Principe si riprese, egli \\'enne
mandato a Foglizzo col triplice incarico
di far scuola ai ncn-izi, studiare teologia
e conse~uire la licenza liccak per frequen-
tare poi l'Università <li Torino nella fa-
colui <li Lettere e Filosofia. \\'i si iscrisse
infatti per l'anno scohistico 1890-91, ae-
l!inngen<lo al g1:1 ingente larnro lo strapazzo
clella frequenza Sl'ttim1111alc delle lezioni
che gli impone\\'a lunghe corse a pie<lj
per rag,giungc1c d.1 Foglizzo l'unico mezzo
di trasporto a Torino, il tram di Lcynì.
~..\\ll'Uni,·er:;itn rifulse subito .col suo in-
gcgno e colla sua , 1rtu e, preoccupato
della sorte <legli studenti cattolici, c.ilùcg-
gii> fcr\\'i<lamente la costituzione <li un c1r-
c:oln \\lni,·crsitario che si realizzò pit1 tordi
colla fonùazione <ld Circolo II Cesare Ilal-
ho 1>. ;\\la la mole del la,·oro cù il disagio
dei , iaggi, accrcscimo dalle intcmpcru:
della ~tagionc invernale. diedero alla s,u1
~alute la scossa fatale. Il 20 fehbraio 1S91.
,c111w asc;alito da uno prima ,;olcnta emor-
ra!,{i:t che, tra ,1ltcrnatiw Ji trcgua e cli
riprese. l'an·iò lentarnctllc per l'erta del
suo cah-ario.
Per l'erta del Calvario.
11 pronto intcrV\\:Uto delle cure pii'.1 indi-
cate, !:loggiorni climatici ,1d Alassio prima,
e poi a San Remo e ad .1\\ix-les-hains, ove
si ritrovb a fianco dd Principe Czano-
ryski, scongiurarono l'imminenza <li una
catastrofe: ma non gli ridiedcro pii, le
sue forze. Gli gip,•arnno soprattutto le
cure tiella mamma nel clima del paese
natio. Pìù del -suo male però lo angustia-
,·ano la costernazione dei superiori e con-
fratelli e l'angoscia <lei suoi cari cui non
pareva Ycro che una gioYinezza così pro-
meltentc dovesse essC're hrutalmentl" stron-
cata dal male che non perdona. Scri~se
quindi fin da principio al suo antico di-
rettore del collegio di Lanzo: <• Non si
aflligga, nùo padre ~olcissimo in Gesù
Cristo, della mia malattia; anzi ne gioisca
nel Sib>11.ore: l'ho chiesta io stesso al huon
Dio per aver occa,;ione di espiare i rnici
pccc.1ti in questo mondo, dove il purga-
torio si fa con merito. Propriamente io
non ho domandato questa infermità, per-
chè non ne aveva neppur l'idea; ma ho
chiesto molto da soffrire, ed il Signore mi
ha esaudito in questo modo. Si.i ùunque
hcncùeuo in eterno, e lei mi aiuu sempre
.1 ronar la croce con gioia. Creda, che in
meno ai miei dolori, io sono felice <li
una felicità piena e compiuta, di modo che
mi ,iene <la ridere, <1uando mi si fanno
condoglianze ed a11J_rt1ri di guarigione. 11
pensiero dei miei pece.ili e di fame peni-
226

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tenza, e la m;!ditazione dei dolori di Ma-
ria SS. e di Gesù Cristo rendono dolce
qualunque pena». Alht mamma e<l ai pa-
renti poi faceva coraggio in tutti i modi;
nascondeva più che poteva delle sue sof-
ferenze e li esortava a farsi dei meriti pel
Paradiso soprattutto colla carità verso i
poveri. Kelle rare passeggiate che le forze
gli consenti,,ano si recava al cimitero e
si sedeYa pressCl le tombe in preghiera ccl
in meditazione. ,, \\~ado dalla morte cLl-
ceva - a domandar consiglio sul modo di
farmi santo. Il Sil!nore ci an-crte che i:
sempre huono il consiglio che ci dà la
morte,,. Gli sembrava avere più po-
chi giorni di vita. l1wece il Signore gli
C<>ncesse la grazia dell'ordinazione sacer-
dotale. Nei periodi di miglior.unento, a
casa, ad Alassio, a Torino, condusse a ter-
mine gli studi di teologia, sicchè quando
i superiori chiesero a Roma le dispense
necessarie per anticipargli quella conso-
lazione, potè scrivere in coscienza: <• Du-
rante tutta Ja malattia non f:Ono mai stato
ozioso, ma ho sempre studiato e lavorato
come non dovessi giammai morire, secondo
il consiglio di S. Francesco di Sales, non
perdendo minuto di tempo, come promise
sant'Alfonso, passando costantemente dalla
preghiera allo studio e viceversa. Ho stu-
diato tutta la teologia dogmatica e morale:::
Gury coi casi di cosciem:a, Gouscet, Fras-
s inett1, la storia ecclesiastica del Rorh-
bachcr ed in tutte le biografie di Pontefici
e di Santi illustri che potei a\\lere, la Sac1a
S;rittura passandola tre volte con le note
del 1\\lartini e fermandonù soprnttutto sui
libri sapienziali e sulle epistole di S. Paolo.
ermeneutica, diritto canonico. Tnoltrc lessi
le opere ascetiche di S. Teresa. di S. Fr:111-
cesco di Sales, d1 S. Alfonso, del Faber ,,.
Cosi preparato e sublimato dalla sofì",: -
renza. venne ordinato sacerdote ne11a cap-
pellina attigua alla stanzetta oY'era morto
Don Roseo nell'Oratorio di \\'aldocco, in To-
rino, l'S gennaio 1893, dal Vescovo salesia-
no l\\Ions. Cagliero. Celebrò la prima e la
seconda l\\Ie«sa nella cappe) la deIla Pietà
sulla tomba <li Don Bosco in Yalsalicc,
tra la più viva commozione dei suoi cari
ed il più gran fervore dell'anima sua.
Passò ancora Je ,·acanze di quell'anno
al paese natio, edificando 1-utto il pac:
colla sua pietà e rassegnazione alfa volontì
di Dio e celebrando nella Cappella delle
Orsoline prima, poi, quand'ebbe il privi-
legio, nella sua cameretta.
L cll'autunno tornò a Yalsalice, donde
non si mosse più. Gli fu as~egnnta una
camera oonti{{ua alla chiesa colla quale
comunicava mediante un coretto donde s1
vedeva tutto quello che vi si faceva. Poc<1
lungi corre\\'a una galleria chiusa che ter-
minarn in un finestrone da cui lo sguardo
sp:izia\\'a sul preshitero e si pos;iva como-
damente su tutto l'altar ma~giorc. Presso
il finestrone, Don Beltramr poteva af.sistcre
a tutte le funzioni e trascorrC::re le ore in
adorazione a Gesù Sacramentato. In que-
sti ambienti si ridusse, si puo cifre, la su:1
vita durante gli ultimi quattro anni. Ra-
ramente infatti gli riusciva di portarsi per
la casa, e, di solito, non andava oltre l'm-
fermerin a far visita ai malati. Scorreva
le sue giornate tra l'orazione e l'immola-
zione. Dalle cinque del mattino, ora della
levata, pregava fino alle noYe concentrando
il maggior fervore nella santa l\\Iessa che
celebrava ad un altarino a!Jcstitogli nella
camera stessa. Tornava a pregare dalle do-
dici e mezzo alle diciassette; e dalle Yenti
alle ventiquattro se ne stava in adorazione
davanti a Gesù Sacrament1to. Il resto
.della giornata, salvo le ore dei pasti e del
riposo, lo occupava a leggere e scrivere,
preferibilmente ad uno scnttoio che si
era fatto collocare nel coretto per non di-
stogliere neppure allora il pensiero dal
Signore. Dalla sua corrispondenza ai su-
pc1·iori ed alla famiglia si ricava con quale
spirito porta!,SC la sua croce: «1111 ofjrt
?"ittima per la ConKreg a::.iouc... lo sono
co11te11to di fare u11 po' di penitenz a d,,,
miei peccati: la mia malattia l: 1111a gra .ù1
grande... T'i adoro. nuo Dio, ,;•i amo co11
tutto il rnorP, 'l'i ringra-::io di m:ermi creato,
fatto rristùmo, religioso, sacerdote e tl't1rermi
dat,1 questa malattia come 111e::-:;o di sa11ti-
fica::itme... L'unico mole /, il pi!Ccnlo, l'unico
bene In gra~Ùl di Div. Ch0 11w111a del rl'-
sto i' La mia malattia ,. meno di 1111, p0 tcato
'l.0enie1le... Io sono trnuquillo, rnsse,r,:nato 11elù:
mani del Signore, e, direi quasi, rontento d,
- questa malallia, persuaso che soffrire e pri'-
227

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gare sia più utile per me e per la Congre-
gazione che 11011 il lavorare 1>. Alla mamma:
11 Prega anche tit per me pere/:~ io poss:,
rrar fruito dalla mia malattia. Come ved,,
il s,:gnore mi vuol bene e mi conduce per la
via dei s11oi cari. 11 soffn·re è tm dono, 110n
è una disgrazia. Consideralo con !'occh;o
della fede il patire dii·enta prezioso diventa
m1 tesoro di 'l'ifa etema. lo mi rep:tfo sem-
pn felict, privile~iato da Dio /)l!1 questa
malattia. .Von è forse meglio salire il Cal-
•vario clze il 1'abor? Se il Signore vuole che
io sia ammalato, perché desider<m, la salute?
!J'import,m/e si è di farci dei meriti, di sal-
<1ar l'anima. Quando mi scrivi, pc1rlami pur
sempre di ras.w1g11azio11e al 'l'v/erp di Dio,
chè la tua parola mi è sempre cara P mi fa
del bme >). Ai suoi diceva: 1, Vi prego di
non addolorar1•i e di llon pensare ft me.
Entrale nelle mie vedute: quPsta malatt;a
mm e una s'l.·ent11,ra, ma una grazia pcuti-
Cl)lare del Signore il qua/;- mi fa così espùwe
le mie colpe. Io non sono infelire ma fortu-
nato. Og11i 11e ringra:::ic il Sig11ore al mat-
tino ed allo: sera .,,,cit1111do il " Vi adoro". Il
so.f)r1re in umo11e a Gesù Cristo di,z•e11la go-
dere: i pMimenti sono il dono piti prezioso
che Dio possa fare tul un'anima. Non bi
,ogna guardar la croce con occhio mo11da110,
ma coll'occhio de//(I fede, ed allora qpparirà
doler, amabile. PPrriò ,,,.,; supplico di 11nn
afl{iggeri,i e cli star tranquilli ;1,l mio routo.
Io 11011. ho bisogno di 11ulla, d~sidero solo chtt
preghiate per me njfì11cl1è il Signore mi dia
una piena peife1ta conformità al suo santo
volere. Quella é l'1,11ica cosa die io desidero
da "<"Oi, l'aiuto delle 1•ostre or«o.irmi per m:er
for:::a di pa,tare con gioia-fa mia croce 11.
l\\fa valga per tutte la lettera scritta al
s,:~. s:.1ccc..~sore di Don Bosco, nel gil?gno 1897:
« Rcr.1110 Don Rua. Le mando un saluto
ri1:ere11te dalla mia cameretta. La mia salute
è sempre eguale. Ebbi forti sboahi di san-
gu.e, ma ora gra::;ie a 11/aria Ausiliatrfre
sonr1 q11asi interamente guan·lo. Jlli rima11e
un po' di debolPz-:ra perché il sangue perduto
fu assai. (;ur.timw a tradurre .S'an Fran-
cesco di Sales. Io sono contento e felice e
faccio sempre festa. morire, nè gua-
rire, ma vivere per soffrire: nei pati-
menti ho trovato la vera contentezza 1>.
Ci fu qualche momento in cui le ultime
-
228
risorse fisiche gli diedero l'impreos1onc di
poter ancora servire a qualche ufficio nella
\\'ita comune e chiese umilmente del la-
voro; ma furono illusioni passeggere. Egli
a\\·cva tra mano un lavoro assai più pre-
zjoso, oltre alle sue soffcren7.e. E non si
sa come sia riuscito a far tanto. L'accenno,
nella lettera a Don Rua, alla tradw~ione
delle opere di San Fr:mceoco di Sales
indica solo una parte di quel che fece in
quei quattro ,inni. Kcl 189+ compo~c la
Vita della Beata .1/argh!>rita tl!aroque. ~eJ
1895 preparò: Vu Serafmo ili le17a (Vita
popolare di S. Francesco d'Assisi) - Il me-
de/lo degli ammalati (Vita di S. Li<luYina) -
L'amante di Jlaria (Vita di S. Stani31ao
Kostka) - Il ,:ero •colere Ì' potere - J.:ùifem:>
esiste - La banca piri. fmttifera e infallibi, '
(L'elemosina) - To1111114so .lloro (Dramm1).
Nel 1896-1897: Esempi e studi di let-
teratura. stra11iera - Il peccato i:e11inle -
Massime di Don Bosco - S. Gi<n:armi Bat-
tista de la Sa.Ile - S. Benedrtto da Xorcia -
Due fti((f1di astri del secolo IV (Vita dei
~anti Giulio e Ciuliano) - Gim:amza d'Arco -
l•lapoleone I - Perle e diamanti - L'<4:lrora
de1;li ast,:
Di altr1:. upere aveva g:à abbozzato lo
schema, ma la morte gli impedl di condur:c
a termine. Quelle pubblicate fecero un
gran bene alle anime. Parecchie sono tut-
tavia in commercio; ma tutte meriterebbero
la ristampa. Il Signore gli aveva dato il
prezioso talento di saper scrivere da sa-
lesiano: con chiarezza, semplicità ed ef-
ficacia, non priva di eleganza. <1 La parola
mi vien facile ed elegante - scrisse ap-
pena ne sentl fa vena. - SJrei contento
se potessi trafficare questo talento che
lddio mi ha dato, a sua gloria ed onore.
Le malattie di petto non danno disturho
alla mente, anzi pare tolgano le forze del
corpo per aggiungerle allo spiriti:> che ac-
quista maggior lucidità e penekaz.ione,
nelalmeno quando non c'è mai febbre come
caso mio~-
\\nchc il semplice elenco delle suaccen-
nate composizioni rappresenta un bello
stato di servizio per un malato in quel le
condizioni I E fu certamente un premio
al proposito sempre da lui mantenuto:
di non perdere mai un minuto d1 tempo.

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L'olocausto. la Chiesa, la Congregazione tutta e in
particolare le car.e di studio con i novi"-
Ma ciò che impreziosì soprattutto i suoi ziati, tutto offrendo per la conversione dei
giorni, furono indubbiamente le sofferenze peccatori, pei povt..ri moribondi ed in
sopportate con sl eroica rassegnazione e suffragio delle anime del purgatorio 1>.
lo spirito di preghiera. Nel 1896 volle ce- Il 29 dicembre precipitò. Fece la sua
lebrare l'anniversario della sua malattia confessione e, dopo una notte di spasimi,
20 febbraio - con tre giorni di festa baciando e ribaciando il Crocifisso, il corpo
recitando il Te Deum, il Benedirite, il Lau- cedette n1 volo dell'anima che si librò a
dMe Domi111m1, e l'Agimus Libi gratias, con Dio, il mattino del giorno 30. << Nella casa
grande consolazione. Nel 1897 ottenne di - nota Don Ceria, compagno dell'estinto,
essere condotto nel santuario di l\\Iaria nella biografia pubblic:Ha l'anno scorso
Ausiliatrice per ringraziare la Madonna di sulla scorta delle biogrnlìc precedenti, de-
:l\\'erlo conscn·ato infermo fino a quel giorno gli atti ciel proces!:O canonico e della C'Jrri-
in cui terminavano i sei anni e cominciaYa spondenza epistolare aYuta dalla famiglia
il settim? della sua inf~·rmità. Inviando Beltrami
fu come quando in chiesa
pi•'.l tardi gli auguri pasquali a Don Rua, al cadere del crcpm,colo serale un buffo
gli scriveva: <1 l.a mia salute è sempre allo di vento spegne la lampada. Prima la
st::;;so modo: tosse continua con catarro, fiammella diffondcrn dall'altare un mistico
difficoltà di parlare, di camminare, di re- chiarore che faceva volgere lo sguardo al
!lpiro. 11 Signore mi aiuta e m.i la ras- tabernacolo e invitaYa a pregare; dopo il
segnazione, anzi la gioia nel soffrire. Vorrà sacro luogo piglia l'aspetto di fredda soli-
sapere come passo il tempo: quando po3So tudine. La presenza ininterrotta di un'anima
prego per la Congregazione, per le quattro santa entro una dimora di persone reli-
Case che Ella mi raccomandò; la mia giose irTadia silenzio:;amente all'intorno
orazione però è semplicissima, si riduce influssi salutari, che si sperimentano senza
ad occupare la punta dell'intelletto e della avvertirli; se ne avverte però il subito
volontà, evitando l'uso della fantasia, le
commozioni, il fervore sensibile, la pre-
ghiera vocale, se no mi stanco subito; e
quando non posso pregJre faccio la statua,
la guardia al Sacramento, nel corridoio:
la sentinella onora il re unicamente colla
cessare, appena la sorgente onde emana-
vano vien meno». Così fu a Valzalice; cosl
nelle Case salesiane ove giungen l'eco ed
il frutto <li tante sofferenze. La fama della
scomparsa di un santo si diffuse non solo
al pae:.e natio, mte ,·enne trasportata la
presenza fisica•>. Da tempo, ad ogni colpo salma per desiderio della famiglia, ma in
di tos:.e, ringraziaYa l ddio con un Deo I talia ed all'estero. Nd 191 r, la Diocesi
grotias. Ne,ll'offrirgli le sue sofferenze aveva di Novara iniziò il Processo informati\\·o
un'infinità ili intenzioni scrittt: e deposte in integrato a Torino; e Benedetto ),._""V, il
un borsellino che portarn sempre sul petto 28 luglio 1920, autorizzb il Processo Apo-
per rinnovarne l'offerta ad ogni respiro: stolico che si chiuse il 19 fobaraio 1929
volern esser vittima per tutto il mondo I colla ricognizione della salma già trasfe-
1\\Jcll'autunno del 1897 senti appros- rita alla chiesa parrocchiale il 26 aprile
simarsi la fine. Le sofforenzc aumeotarono 1 921. Roma com·alidò il Processo Apo-
a tal segno che a Don Barberis confessò stolico il 31 gennaio 1939. In attesa della
candidamente: e, È Orribile quanto debbo glorificazione, noi raccogliamo le parole
i;olfrire, quando il cuore mi si spezza in che il Servo di Dio disse un giorno al
tal modo: è co~a che lingua non può espri- confratello Don Amilcare Bcrtolucci, oggi
m'!re ! AJlora io ripeto al Signore la mi;1 associato nella sofferenza: <1 Alla Congn:-
solita preghiera, che me li faccia ancor gazione salesiana sono necessari non molti
crescere quei patimemi, se pure è possibile che lavorino, ma molti che soffrano e ...
poter soffrire di più senza morire, e che che sappiano soffrire>>. Saper soffrire! Ecco
mi faccia provare quei dolori fino al giorno .il grande insegnamento non solo pei Sa-
del giudizio: allora raccomando al Signore lesiani, ma per tutti i fedeli cristiani!
229 ---

1.7 Page 7

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IN FAMIGLIA
Ri e s i - Festa patronale e presa di
possesso parrocchiale.
I.a graziosa cittadina di Rb,i - che, mc:.i
.,ùdietro, come abbiamo annunciato, :iccol-
,c con tanta deferenza i :;alcsiani - nello
~cor.,o mese di settembre cclehrÌ> t.xm tutta la
solconic:, I.J sua festa patronale durante la
quale il \\ icario Gcnerak· dl'lla Diocesi im-
mise in po!-scsso della parnH;d1ia il nuovo
parroco. I,a popolazione venm· preparata da
un mduo predicato da S. E. '.\\lons. Felice
.\\mhrog10 Gucrni. .\\rci\\'csL'O\\'o t1.1k"-i.ino, il
lluale giunse in Riesi la sera tld 10 :;eucmbre
11. s. rrcan.Iu 11n'insl!!ne Rdiquia di ::-.,in Gio-
,-anni Host.'O, accolto da tutl.1 In pl•polazioni:.
con a cupo il Podestà .\\v\\'. Ca,. Janni, il Pre-
tore, il :\\lares\\.'iallo comandante la zona e le
altre autorita. Rappresentava il \\'t sco\\'o Dio-
cesano il \\'il·Jrio Generale '.\\Ions. Fonuacani.
Entrato pnicc:,s1onalmcnll' nell,1 Ba-..ilic.1 :\\la-
trit:\\.·, s . E . :\\Tuns. Guerra tenne un dn·ato
discor~o sul centen:iri'l rldl'( >pera Salesiana,
quindi comini.:ii> il triduo per la fcs t.1 patro-
n.ile <li ~o~tra Si~nora ùella Cntcn.1. Il gior-
110 13, :\\lnn~. Fonùacaro, c.:,m 0 olcn~c et·ri-
monia, im111ise in post<c~so <ldl'.\\rc1prctura
Jdl.t l'arrnci.:hi;i :'.\\fatricc il 110?-.lr<> pn>f. Don
Crispino Ciu_crra, . fratello ,.ùcl'.',\\r(.'i\\'csc~vo,
nommandolo sn pan tempo \\ 1cano ùdl:i duesa
parrocchiale del Rosario. Pron11116ò quindi
un fervido ùi:;co1·so il rcv. Don Ferdinando
Cinqul", hcn lieto di ,·edl.'rl· affi<latu ai Sa-
k-:siani la cura delle ani1m: .i lui tanto carc;
e :'\\.lonlò. \\lit.-ario Generale porse i rnllegra-
menti e glt auguri di S. E. ;\\lons. Stnrz<', \\'c-
scovo Diocesano. Chiuse la funzione il nuovo
parro,o ringraziando autorità popolazione
n l ao;sicurnmlo da pa rte ùcll.1 Sol'ict~l Salesiana
il pii1 fervido zdo pd hcnc ddl~ .~1~ime.
Il giorno 14. la festa patronale :,;1 m11.1ò .:on
lln bel concori-o alla sant:1 Comuoionc c<l alle
lunzìom pontifiC'.111. ~- E. .l\\lon,. Felice Guerra,
rnn brio gio, anile, fcCl' il p;mcl.(irico della
Vergine S:irui~,.;ìma, e .l\\ lC111'-. Vicario Ge-
nerale chiuse h celebrazione culla Benedi-
zione E11caristica.
Grottaf e rr a ta - L'Em.mo Card.
Marmaggi alla celebrazione di San
Giovanni Bosco.
Con devota >-0lcnnità e wprattutto con
crandc concorso <li foddi s'è cclebrat,1 a Grot-
- - tafrrrata. 11dla nostra chir;;a parrocchiale del
230
S. Cuore, h1 duplice data centenaria della prima
:\\lessa di San Giovanni Bosco e Jcll'inizio
Jell'Oralorio Salesiano. \\'i portò lo splendore
della Sacra Porpora S. Ern. Rcv.ma il Sig.
C1rd. FrallCl'Sco !\\formaggi. Prd'cuo ùcll.1
S. C. dd C:ondlio.
Durante il triduo prc,licò I' 1·pcttore sale-
si.mo Don Evaristo ;\\Jan:oaldi cd imparù l.1
hcncdizionc eucaristica :--. E. :\\lons. Ba...ilio
C,1ttan, \\ rcivc,,covo tit. d,i P11,conncso. Lu
tè:.,ta si iniz1i1 colla Co11111nio11c generale alla
S. ;\\Tcstta cclchrata dall'l~cc.mn i\\Tons. Bttdl'-
lacd, ,\\usiliàre ùi Frasc,.lli, il quale assistette
pontilìc,1lmc11te a quella cu11tata da :\\Ions. l'io
Ro,,signani, Canonico \\ ",itic.mo. Pr~·~cnti. le nu-
toriti1 dviii e politidw tt'3 le quali il p<11k,-1à
Comm. Giova!:,rnoli 1•d il "cgret.1rio politico
C:". ·ranz1.
,\\ll;1 ,-cr.t, Jopo il Jis.,:t1r:.11 di (.'(11u,-ura tc111110
cl.ilio ~t(:s:-o f-.pcttorc, ~11.1 l.rni11enza Re, .ma
il Cardinale 17rancl-sco è\\ larn1ag~i imparti
la Hcne<l1zio11c eu caristie.i. L'indimenticabile
fest,1 h'lll\\t: rallegrata da un patt·tno telegramma
del ~.,nto Padre, in\\'iato a S. E. .\\fr>n~. Bu-
dclacci, i: tla i.:11i :\\fous. Rossignaui diede let-
tura, Jopo la :\\kssa cantata, nd ln...:ali :ulia-
H·nti :lita sacrestia
:'\\cl mc~s.,~cio sua ~antit:1 :,i cornp1accva
dclb centt.n.1ria celchr:izionc in onon.; di S. G io-
,anni Bosco e in memoria del primo Oratorio
Ralcl'i.1no, cd, invocando la prnpiliia intcrccs-
,i,111c dd grande Ranto, inviava di tutto cuore
la implor:1ta Benedizione ,\\ pwnolica.
Crociata Catechistica.
C o r t o n a - TI primo congresso ca-
techistico diocesano.
l>all' 11 a l 13 settembre 11. s. ::.i ~ celdll·ato
111 Cortona il primo Congresso Catechistico
Din..:c,,ano, come una contin11a;,i,mc del Si-
nl)Jo, D iocesano del HJ35, cd anchl' per umn.1
alla 110:irra Crociata.
L'Ecc.mo Ycscovo ;\\lons. Franciolmi intcn-
silid1 la preparazione immediata visitando tulle
k scuole catcchistithc parrocchiali, sottopo-
nendo gli alunni all'esame annuale, l' portando
ovun q u e la sua parola incit,1t ricc, compia:
ccndo:.i del la,·oro attuato. Il Ctmgressn s1
apcr,;c ~olcnnemente in C'.1.tt<·J_r-.1le. Il numt:-
ro::,o Clero ascoltò con Ù1\\ozionc la parola
d 1 S. E. ;\\Jons. Yescorn d1e. dopo a,er dato
il ~aiuto a nome dei pn: e11li l' tiella Diocc...i
ai figli Ji S. Giovanni Hos<·o, maestri delle
giornate di studio, si di~c lclicc di poter

1.8 Page 8

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continuare l'oper:i a \\ antaggio dd Catechi-
smo già imziata con il ::ìinodo Diocesano e
promossa insistentcmcnk con la sua ptcmura
nelle ,isite Pastorali e occasionali; e adcJ1tò
S. Giovanni Bosco, sotto la cui protezione
erano po~te le giornate, .come modello del
sacerdote catechista. S'intoni> quindi il Veni
Crurtor per invocare l'aiuto dello Spirito
:-ìanto sui :\\lacstri e- sui partecipanti.
Prima di iniziare i lavori, ebbe luogo l'inau-
guraziorn: della .\\lostra Cakchistica dcli'.\\s-
sociazione lnterparrocchialc di Città. Yisi-
tata 1-a mostra, il Clero si riunì nel teatrino <lei
Seminario.
I nostri confrat<:lli trattarono i temi: r·11u
sneerdot(l/t• e i11se_!!11amento "ated1istico - Cntt--
el11s111n nelle pt1rrocd1ic - Orgw11!::ur:sioni> di
1111 Centrn cateclmtico - Catechismi di pNsct·c-
ra11za - C'otechismo agli adulti.
li Sc~ret,trio ddlTfficio Catechistic<> Dioce-
sano <lieùc rdaziurn.: dello statn attuale dell'in-
segnamento catechistico in Diocesi. Intc.:n:s-
santi le discussioni sc~uite aù oiroi kzionc.:
nelle quali i Parroci poterono anche for cono-
scere ed apprezzare quanto in proposito ave-
vano di ~-spcriem:a. Conclusero l'T~pcttoie
dei Salesiani e S. 8. l\\Ions. Vescovo, i quali
si augurarono nuo\\·o spirito e nu()\\'a volontà
nel campo dell'ins<"gnamenlo catechistico.
Per la seconda giornat::i di studio furono
adunate le Suore, Insegnanti delle.: scuolc.:
elementari, catechiste e g-iovani di AziOn\\
Cattoli,.:a k quali nel teatrino del Seminario
:il mattino ebbero il saluto da ì\\Ionsittuor
Vescovo , isihilmcnte soddisfatto per il nu-
mero delle partecipanti, alcune venute da lon-
tano anche con non lil'vi sacrifici Dopo In
lezione di D. Panzarasa su La missione del
Catecflistn, Suor RinalJi, Figlia di Maria Au-
siliatrice, parlò del CatPrhim/() ai fm1ciufli,
e Don Bottini presentò cd 1llustrì,. come nel
giorno precedente, la filmina sulla organizza-
zione di un centro calechi!òtic1>. Xci pomt-
riggio D. Luzi parlò della Fo1111t1-.:io111· di li,•
Catcc/Jistl' ., la Suora trattò dc·l CatPr:liiw111
le alle adulte. Lu mal'stra Pia '.\\1irri, Insegnante
in Diocc~i, espose·con molta chiarc·1.1.a l~spt-
rimzr del/li 11ostrn smoln. Scgul una lezione
pratica per le alunne di terza, quindi la gior-
nata si chiuse con parolt• di Don '\\larcouldì
e di .:\\lon~. Ycscorn. il quale dopo aver se-
guito le lezioni della giornata portando la sua
esperienza nelle varie discussioni, impartì la
benedizione pastorale. Degna di csscn· addi-
tata è la generosità di :--. E. ~lons. \\"cscovo
che, oltre a mettere a disposizione vistosi
premi per gli esami annuali del Catechismo,
farà . in quest'anno pervenire a lutti i parrot
p.:r le cateclnste, e alle insegnanti delle ele-
mentari una copia dd Re dei libri.
Il ('ongresso chhc termine il ~iorno 13.
).el mattino una schiera molto numerosa e
scelta di bambini provenienti dalltc scuolt-
catcchistiche parrocchi.ali di tuua la Diocesi
si raùunò al Centro per l,tt Gioruufll della
Frmei111!1!'::::n, la quale si iniziò colla S. l\\Iessa
in Cattedrale, celebrata da l\\Ions. \\"escovo
che rirnlse al \\"angelo par{)\\c <li saluto ai fan -
ciulli già ben disposti in Chiesa cd assistiti
dai propri parroci, suore e catechiste. Dopo
la refezione i hamhini furono adunati in !-:le-
minario per assistere a lezinni illuHrate con
6lmii1c sulla Santa Messa. la vita di Dome-
nico Savio, ecc. :\\cl pomcrigg10, dopo van
canti sacri, Don Panzarasa con un discorso
dialogato riconti, ai bamhini i loro <lO\\'Cn
di alunni della scuQla di Catechismo. CQl canto
del Chri.~tus t·i11rit tutti i partecipanti ritor-
narono quindi in Cattedrale per la solennl'
conclw.-ione del ConJ:1;rcsso. Dopo il triplice
ricordo tli D. I.uzi: «Studiare il Catechismo -
\\ i\\·ere il Catechismo - Difendere il Catechi-
smo », ì\\Ions. \\"escovo intonò il 7'(' De11111 ed
impartì la Bt:nrdizione Eucaristica.
Sua Hantità si degnò di im·iarc n mezzo di
Sua Eminenza il Cardinale Re~retario di Stato,
il suo plauso e la Rcncdizione Apostolica.
Dal NOTIZIARIO
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Quantunque piì1 lunghe ciel solito per l'an-
ticiparn chiusura delle scuole, le vacanze non
resero deserte le Case delle Figlie di l\\Iaria
Ausiliatrice, poiché dappertutto, seguendo i
sugi;:erimcnti dati dalla ~Tadre Generale, esse
aprirono fiorenti dopn-scuola, prc nidi labo-
ratori estivi di vario genere; e, nclrintento di
v.:nir in aiuto alle mamme occupale straordi-
nariamente nel lavoro, in molti luoghi, sp1:dc
rurali, protrassero senz:1 so~tc l'a~sistcnza nc-
J?li asili infantili, prolungandone l'orario assai
più d<:I consu1:to, anche fino a sera.
Dovunque cominuò m tal modo l'affiutnz-J
dd bimbi e delle fanciulle, e quindi la felicc.:
possibilità di fare un po' di Catechismo quo-
tidiano e di SV{)lgerc quell'opera educativa.
che è posta Sl'mprc n fondamento <lcllc loro
\\·arie attività.
]\\folto frcqucututi poi furono i Corsi' spr-
eiali per Suore i11seg11a111i, nelle ,·arie Ispct-
toric, con programmi specializzati, e parti-

1.9 Page 9

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colarmeote di Disegno, di Lavoro, di Eco-
nomia domestica e di aggiornamento per Mae-
stre di Scuole Materne, allo scopo di rendere
gli Asili Infantili atti a servire, nel nuovo
anno scolastico, d'esperimento secondo il
nuovo indirizzo <lelln C<1rta della Scuola. Al-
tri Corsi ebbero io programma materie pura-
mente culturali, artistiche e soprattutto di
studio per rispondere alle particolari esigenze
della Scuola l\\Ie<lia.
Tutti si svolsero col più vivo interesse e
la più grata soddisfazione.
Mentre la Patria è in armi.
Le necessità della guerra hanno fatto riab-
bracciare alle Figlie di .Maria Ausiliatrice
un'opera, che in tempi ordinari non entre-
rel:>be nel programma dell'Istituto: l'assistenza
negli Ospedali Militari. Al presente io lta-
lia sono cinque quelli affidati alle loro cure:
uno a Tori110 nell'Istituto << Card. Richelmy >>
del Martinetto; tre a Baveno sul Lago Mag-
giore negli alberghi «Lido >>, « Bella vista •> e
*Sempione~; e uno ad Acerra presso Napoli.
Fra tutti prestano servizio circa una cinquan-
tina di Suore, le quali vi si prodigano senza
posa con spirito di cristiana carità e vivo e
grato sentimento di amor patrio.
I rispettivi Superiori militari, ammirati del
loro generoso spirjto di dedizione, espressero
ripetutamente il pieno compiacimento per
l'opera che vanno prestando, e se una racco-
mandazione ebbero motivo p1u volte d1 npe-
tere, fu solo quella di risparmiarsi e di aver
riguardo alle proprie forze. Yisile illustn,
quali quella dcli'A. R. la Duchessa di Pi-
stoia negli Ospedali di Baveno 1'8 ma~gio
u. s., confermarono con lusinghiere parole
<li plauso l'cncQmio delle autorità locali.
E non meno gradita la voce di piena soddi-
sfazione delle centinaia e centinaia <li soldati
degenti, che risposero e vanno' rispondcndo
con fervida e cordiale riconoscenza alle cure
di cui furnno e sono oitgetto. Lo manifesta-
rono in special modo nella festa di Maria Au-
siliatrice, in cui si ebbe in ognuno dei vari
Ospedali una Comunione veramente generale,
ripetuta in altre solennità e nel vencrdl
di ogni mese. Del resto è dovunque quoti-
diana, fra i convalescenti, la numerosa af-
fluenza alla Cappella per la santa 1\\fcssa, la
recita del santo Rosario e la Benedizione della
sera; il che, se è ceno ponato dal fervido spi-
rito religioso che anima in questa grande ora
i nostri soldati, è pure in alcuni efficace n-
sposta verso chi medicando le ferite del corpo
non di1n.entica di giw1gere anche a quelle
dell'anima. Ed ecco registrate qua e con
caratteri d'oro alcune poche, ma preziose
prìme Comunioni, e altri forse più frequenti
ritorni a Dio, anche dopo anni e anni di
lontananza; episodi di grazia e di misericordia
divina non sempre noti, ma sempre fioriti
dall'immutato programma: da mihi animasi
- Cl rena i ca • U Vlcarlo Ap. Ecc. Mons. Lucato con S. E. jJ Gen. Rommel, a &da Littoria. dopo la r,conquism.
232

1.10 Page 10

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L• ~" c:cntrJle della S. E. 1.
La Medaglia d'Oro dei Benemeriti dell'Educazione
Nazionale alla SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
Siamo davvero lieti di poter dare a tutti 1
nostri amici notizia ùi un'ahn disLinziom: toc-
cata alla Società J:.'dilrirr /nltmazi<,mik:
S1· r1mrosT\\ DELL'Ecn11.F"-ZA BOTTAI, \\T1-
NISTRO nm 1.'EotcAztoxF N.,r.10:-iALE, 1 ,, M,\\f:-
STÀ on RH l!\\ll'ER.HORE SI l DEGNATO cor--
C'EDEIUl Al I \\ .')', F.. [. I.i\\ :\\JEDAGLIA D10RO
DEI Be.,nttHITI DEIL'Em C\\ZIO:S.'E :N'.\\ZIOX\\1.1',
QCALE Nl{'O:,;Q~l:\\IEXTO l>F.1.1.'ATil\\ IT,\\ :,PIE-
G.\\T•.\\ .\\ \\'\\'\\T\\GGIO DEI.I.\\ SCUOLA li.
Lo stesso Ecc.mo .ìvlinistro, inaugurando
il 5 ott•>hre u. s. a Torino il nuovo nnno
scola1-tico, ne ha consegnato person;1lmcnte
il Decreto al Direttore Genaale Comm. Giu-
seppe Caccia, cui la. Società deve la sua ra-
pida affermazione eù il cn.:seente sviluppo.
Anche ti.ti conciso linguaggio della comu-
nicazione fatta dalla più alta autoritì1 della
Scuola è facile intendere nella loro comples-
sità rutti gli dementi che c~li seppe far con-
correre a collocare la S. E I. fra i pochissimi
istituti c<liloriali ritenuti <legni di tanta di-
stinzione.
Chi ha motivo di uccuparsi di cose scola-
stiche e vin: della Scuola per magistero quo-
tidiano o per l'interesse chl' può e deve porre
agli s111ùi e: all'avvenm.: dl:i fie-li, sa quale im-
portante posto occupi ormai la Sonetà l.'di-
tr:ce /11/cnw::;ùmale nel ruolo della nostra \\·di-
toria scolastica. Xon .,. scuola del Rel,'ltO pub-
blica o privata ove non si usino lihri ùi sua edi-
zione. Nel vario cd assiduo cvolvcrs1 dtlla
scuola essa ha seguito con !>Cmpre maggiori:
alacrità e copiosità di contributi la volontà del
lct?islatore, provvedendo la popolazione stu-
diosa d'Italia d'un corrcdu di opere che costi-
tuiscono una completa attrezzatura di i-trn-
menu dd :.;1perc messa 111 servizio delle nuove
generazioni.
~el campo dell'alta culturn la S. E. 1. è
ormai entrata con opere di riconosciuto uni-
- - versale valore; nel campo religioso vanta ccn-
2 33

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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tinaia <li pubblicazioni, molte delle quali \\'c-
ramente fondamentali; mentre nella lc:tti:ra-
turn ricreati,·a ha hen llimostrato che si
può giungere ul grande pubblico che legge
sen7..a rinunciare ai principi Jcll'oncstà e <ldla
purcn.a.
f~ davvero pl'r noi motivo di roddisfazione
cOn!ltatare che il !-{rande istin1to editoriale
addituto dalla pii1 alta Gerarchia della ~azione
all'ammirazione e alla ricono:-ccnza dl:gli Ila-
liani studiosi e della Patria intera, ha portato
innanzi, anche tra , icemk ,. tempi talora a,·-
vcrsi, durante una fervida \\'Ìta ultra trrntcn-
nalc, quelli che sono suti i principi e.li D. Oo-
sco sulle funzioni morali <.' civili <lei libm:
illuminare di fede il sapere; a:-secoml.1rc il
gusU.1 del leg~crc, temperumlolo nel sano in-
tento di educ.:1rc e e.li guidare il popolo
'\\'enio alti ideali: ~cn·irc la ~cu'lla nelle i.uc
nece:-~ità matcriah e spirituali fornendole testi
degni delle sue rinnovate fortune.
L.i Sorietà Editrice Int1·n111-::io11oli: nata sul
ceppo delle librui1.: di D. Bo-:co ha raccolto
e fatto ,:;uo umo l'ammat·stramento che le
veniva dall'atti\\'ita editoriale i pirata dal Santo;
attività che sollo l'inst:gne della <• Ruonu ~tam-
pa& \\'alsc a c.lifToncll.'re a centinaia lihri dei
quali molti sono tuttora ,;, i e operosi di bene.
;\\fa quale ahro ritmo di lavoro e di produ-
zione, da alloni!
Le officine gr:ifìchc della S. R. /. snno oggi
in Italia tra le più e meglio attrezzate: prov-
vedute di rotative, di macchine fotolitografiche
e dei piu moc.lerni impianti pt.:r la stampa e la
compo1,izione mcccanica e la leg.itoria.
li nostro Bollrtt/110, le pitt imponanti pub-
blicazioni periodiche sak·siane, i libri che d.illc
nostre pagine wniamo consigliando oi lettori
e amici nostri, escono dagli stabilimenti dcli,,
S. E. I. b cui attività ,:;j rirnlgc al ramo sco-
lastico, rcli1,tinso. teatrale, mu,-icale, tecnico,
ricrc:ttirn e cuhuralt:. in un ritmo altii:simo di
proc.luzione. i':t•l 19-40 la S. E 1. lrn puhblicat,,
un totale di duecentocinquanta opc:rc assolu-
tanwnce nuove di carattcrl' rclil!:ioso, cli ar~o-
mcnto sLOrico, economii.'O, letterario e scien-
tifico, di genere scola91ico, di amen.i lcuur.i,
di anc, musica e teatro.
La sua organizzazione librari:.i e commc:r-
ciale si i: fatta ,·.ista, profonda, capillare, sta-
hill'ndo centri di diffusione dd libro in ogni
l'itt:1 italiana e grandi filiali nl'lk· · maru,?iori,
e rapporti con tutti gli illtituti di i~trnziono.:.
di t·duca.zione e di cultur,1 d'Italia.
Questa. in r.ipida sintesi, la ma~ni1Ì1."a strul•
tura clell'isùt11tC1 editoriale che la i\\ l.1cstà dd
Hc Jmpcratorc, su proposta dcll'fa·ccllcn:m
llottai, ha in!lil!nito della :\\Ieda~lia e.l'oro dei
Benemeriti dell'Ec.luc.1zio111: '.\\azionale.
'.\\oi ci associ.tmo 411inlli di gran cuore ;11
plauso che olla Soc,, t,i Etlitria lntrr11a:::i,,-
11a/c giunge da ogni parte cl'I1alia per \\'Occ
e consenso eh gerarchi della C'hit·sa, della
politica e della scuola. mentre pat tecipiamo I1
nostra gioia .1i Cooperatori, agli amil'i clell.1
Famiilia salc,i:111:1, perche vcggano nel premio
clat"Rito da cn~l alta cntH·drn all.1 benemerita
Casa un nuovo e consolante segno della pc·
renne e cn:sccmc ,·it.1liù del pensiero di Don
llo:-co, un riconoscimento della hontà di ogni
11pc:ra che attinga al suo consiglio e al :mo am-
maci;tramcnto.
Ai Reverendi Direttori Diocesani
e Decurioni dei Cooperatori Salesiani.
Stiam" c11ra11du la rùtampa dt>t:li tlendii u,:.t:iomc1ti de, Dire/fori /Jinceçaui. /)ec11-
rio11; r. 7.elatori delle t'<lllr lspetttJrit' d'Italia. Si e .::iti i11i-:.iat1, il /m;,,ro w/1, Ispct-
torir: J) L(r::11rr-tvs,·rma; z) Rm11a11<1,· 3) .Ya/'(J/1 /mm.
.tlbbia111u riui/to im·/to r,i Direi/ori IJi1Jres,111i, o, /)ecwiuni r ui P,urori dt•ll1 Diu-
cui ddln tre f..ipl'ltorie ,li cm~femwrci o darci Ili foro adrw,ne.
l'rtg/1ia1110 rol11ru nd, per d1\\"t;t1idu, 11011 fossao pert·F1111te le 11ostrr circolari, di jOl-
cela /Jl'l"i. cnirc con rnr/1'.W wllecit11r/ill(.
In-- iarc inc.liriuo coi dati chiari e completi pc:r la ~rompa: Al/11 J>irezio11e Gwernlc
dei Cooperatori Snlesfo11i - Yia Cottolcngo 32 - ToRr~o ( 109).
2 34

2.2 Page 12

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DALLE NOSTRE MISSIONI
GIAPPONE
l111atùs11110 Padre,
gruzi..: all'assistenza n1atcrna di :'vfaria .\\u-
i.-iliatricc, tutto procede bene. La vecchia ba-
racca primitiv;i fu abbattuta cd ora, sul posto
Ji prima, sorge una bella casetta con tlicci
:;tanzc. .\\bbiamo una media di dicci-dotlici
battesimi al mctW: cc>mersicmi che sono ,·eri
prodigi ddla ~ra1.ia ùi D111. L'orfanotrofio
e delle suore ampli.1to: si inaugurerà a Pa-
1'qua. Cli ortani son già novanta e \\'Ìvono
della c:mtà che provit:nc Jn tutto il Ginppont·.
Le :mtorita municipali e prò\\•inciali aintano
l' proteggono l'opera che i: la meglio organiz-
zata ùi tuno l'itnpt'ro, 11 Giappone non :n·c,·a
ancorn opere Ji questo ~cncrt·; ora le apprezza
c si \\'a orientando vcrf:o istituzioni di carità
in cui noi c1ltolici siamo • ll'avanguanlia. Il
tuh:rco!osario conta sessanta ricov~nni e fun-
ziona assai be11e. Fu ampliatn e dntatn di chiesa,
1.:asa Jcl cappdlanr), L,1~a dt'llc infrn11iere. Si
continua a fahhricare per favorire maggior
numero ùi ammalati. C'c i11 prngctto :rnchc
un sanatorio per bìmhi f!Tacili, un asi!,) d'in-
fanzia, cd 11n Piccolo Cottokngo. La scuola
femminile, diretta dalle rm:<lesime signorine
infermiere, i: molto fiorente e frc4ucntata dalle
giovani che si preparano al m.itrimonio. L'Ora-
wrio è ornui quotidiano 1tcl assai frequentato.
Se avessi ancora un sacerdote, un chierico
cù un coadiutore potnmmo far di più; ma
:'.tons. Cimatti mi ha ,,ktto che per oni ncm
può aiutarmi. L'anno ~corso abbiamo avuto
oltre un centinaic> Ji battesimi; quesr'anno
speriamo di più. Aiutateci colle rnstre pre-
ghiere e benedite qut:st'opcra pron idcnziale.
Bt>ppu, :?j-n•H)+J.
.\\tf.mo in G . C.
mie. ALn.,;,.;;o CeceIIF.TT,
.1/issimumo Slllniwro.
li culto dei morti in Giappone.
Rt..:.1110 ed amai .1111) sig. D. Riwldone,
om1ai tutte h:: n<>strc residenze hanno il
loro cimitt:"rn. terra hencdc:tta; e alJ'ombra
della croce, che maternamente allarga le sue
hmccia, riposano i nostri angioletti, gio-
\\'ani e rogazze, speranze ùdk loro famij?Lie,
babbi e mamme, ,·cechi ddl'ospizio o mnma-
1:iti che ebbero la grazia della fede poco prima
di morire... ncati loro! In pianura, tra il
\\'crJe dei colli, in piccoli boschi stanno alli-
neate le crod, i munumentini, le stde sepol-
crali, circondate di liori svariati. ll cimitero
cattolico di \\liyazaki nel decorso degli anni,
pl'r gli ampliamenti del cimitero pagano, e
venuto a trovarsi proprio nel ccntro, e la
cappella sormontata dalla croce domina cosi
~u tutto, e benedic,\\ tutti qul·i che riposano
rll'lla pace: eterna.
Il culto dei morti in Giappon1:! Ci sarebbe
da scri\\'crc un ~rosso \\'olumc. Ci/1 che è sen-
timento naturale per ogni popolo qui viene
ad assumer<: un temo, un colorito tutto parti-
cc•larc. Lo si estrinseca nella credenza della
sopravYi\\'cnza delle anime, e nel cerimoniale
dei funer.i.li più o meno sontuosi secondo
le varie sette religiose e 111tti permeati di pro-
t,in<lo simbolismll.
La salma e circtJndarn di fiori e profumata
<la incenso offerto st>tto forma di can<lcktte
o sparso sui carho111. Si mettono in \\'ista <la-
\\·anti al ddunto Il, o!frrte dei doni pit1 gustosi
di manie e cli mart·. Si fanno discorsi di apo-
tl·osi del defonto. ~ci grandi cc:nln le ùistanzc
ohhligano a sen irsi dd carro funebre e delle
automobili, toghenùo tanto ùi quelle pitto-
resche processioni funebri, d1e si possono
o:;.strrnrc nei nllaggi.
Tolgo da~li appu11l1 ùi un missionario giap-
ponese la relazione schematica di 11na sepol-
tura di rito buddistic;o (setta Zen è Jodo).
I I nostro D. '.\\l arcga sta prepanrn<lo auivun\\cntc
uno studio esauriente su1 hucJùismo giappo-
nese; ben Yenga a grande \\·anta~gio dei mfa-
sioruiri e Jcglj studio::1i l'importante opera!
1) A\\'\\'Cnuta la morte st rivolge il 1.11davcre
in modo che la Lesta guardi a settentrione.
l )avanti al morto si mtttonn fiori <li carta e
l'offerta di riso e incenso sull'appnsitn tavo-
lini,:tto; vicino al letto una spada o un coltello
o un rasoio, affinchè gli spiriti di animali non
imadano il corpo del morte>. L'allarino do-
mestico vico nascosto con e.irta, perchè non
sia macchiato per b morte.
Giunge il bonzo, che, dopo varie oraz.ioni,
impone il nuovo nome al dcfunto. Si prepa-
rano le vesti al morto e lo si riveste, facendole
indossare c;ome il grembiule dei fanciulli. Ve-
glia notturna,
2) Prima di deporre il defunto nella. cassa,
2 35

2.3 Page 13

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M I y a i a k 1 • li Cimitero amoUcu
pii si raJc la ..ipip;liatura. Lo si lm·a con ac-
<1ua calda pn:ndcnùola cd effondendola colla
m:mo sini~tra, Il morto è v'--stito degli :ihiti
del viandank, hastonc, ombrello, la horsa del
mendicante al collo, qualch1: alimento e tJual-
d1, soldo rJ oggetti a lui cari durante 111 , ita.
.,) Trasporlo Jel defunto al tempio: la pro-
hssione t: formata dai ponatori di offcm:
(unJ scodella di riso e l'incenso\\, dci gonfa-
loni con iscrizioni, delle u1volcttc cc,n le scritte
lili nomi degli antenati; dai parenti che ree-
eono dei cordoni che partono dalla bara: <lai
honzi che prceano. Giunti al tempio i parenti
f.tnno un triplice j?iro aue>rno. La salm::, dc-
pobl:l sulla vc,;ncfa del kmpio, è csm·ciz1.ita
dul honzo con preghiere cd aspersioni; tutti
offrono l'incenso e così l'anima è degna di
l·ntrarc nel tempio.
4) La $.lima o è inumata secondo le solite
formalità (cd è uso ch1.; va sempre pii1 C!\\tcn-
(kndosi) oppure s1 procc<lc :illa cremazione
(data dal 700, fu proibita nel 1873 e riperm,:.,sa·
nel 1875: si brucia cas.--a e corpo): i par,;nti
mila sinistra prendono alcune ossa e le 1111.;ttnno
in apposita urna, che v1t·ne poi con,wrvata
in c.isa o nd tt·mpio o inH·rrata.
Kcl frattempo, quelli cht· restano :1 t·ai::-1,
con ~:ile e cenere purificano l'ambiente. Quanti
p:mccipann al funerale, ritornano a caRa pcr
ahrn via (per illudcre lo spirito del mono) e sì
purificano Il' mani con acqua e sale. Poi gr:mJc
cena con esclusione di carni, aJ onore di.:I de-
funto cù a snllic,o dei \\"ivi. Hd incomim·ia il
tempo del lullo (7 settim;mc per i p:m.-nti,
5 per i conìugt, 5 per gli ascendenti, 3 ptr i
figli) accompagnato da cerimonie particol:iri
all'altnrc <li famiglia.
Non meno inccn:ssaoti sono i funcr:ili in
rito shintoista. Davanti all'anima (ndl;1 ma1-
tinatn del 3° giorno) il kannoshi (prete :-h1mo)
wst ito del bianco costume di nto con in mano
In scl'ttro Jcll':1utorità, compie la funzione.
Dietro, o Ji fianco a sè, ha la cassa; dietro
a lui stanno ~e<luti i parenti. Si fanno le of-
fertl· di alim\\:llli graditi al dcfunto (pesci,
frutta, legumi, dolci ccc.) e la preghiera <lei
funzionante è accompagnat,1 da strumenti mu-
sicali ud indicare le sovrabbondanti gioie <lei
ciclo. La pn:~hiera non è sen1..1 intcrc,-st: sotto
tanti nspetti, se la s1 medita hcne: • Io dico:
questa tavoletta lit-gli antennl i è statn pnri-
ficatu e santificata ed ora l'anima <li N. :\\.
vi h.1 preso ùimorn. Con nostro vi\\'o rincrc:ci-
nll·nto dopo lunga malattia e numerose soffc-
rcnzt· (,.. o altro di analogo) h:1i voluto abban-
donarci, come !a corrente d'acqua che viene
e se ne va, coml· la luna che si attenua nello
splendore e SCl)mparc all'arrirn del giomo;
è per 4uesto che la tua anima è ancora picna
di tristezza... A noi StCMi tutto que~to st•mbr:t
un .sogno, perchè non possiamo pei1sarc come
reale la tua ~comparsa. l\\la poichè l'uomo

2.4 Page 14

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non può vivere che temporaneamente a que-
sto mondo e non per sempre, noi reprimiamo
fortemente il nostro dolore e ti prepariamo que-
sta festa funebre. Ed ora che la tua anima è
resa degna di abita1·e in questa tavoletta noi
ti offriamo questi doni (e sono nominati) af-
finchè tu sia nel riposo e nella pace ». :[,i
avanzano i parenti che offrono il ramo sacro,
ornato di bindelle di carta bianca, e le offerte
presentate prima vengono divise fra loro: col-
l'inclinazione profonda e· tl battere a due ri-
prese le mani in segno di rispeltO è compiuLa
la prima parte della funzione. Segue la levata
del cadavere e l'addio del corpo alla sua
famiglia e casa. At1omo alla cassa sì rinno-
vano le solite puri-ficazioni <li persone e cose,
si rinnovano le offerte (i poveri 1-ioffrono quelle
usate prima) al suono degli strumenti. Nuova-
mente il kannosbi esprime, con una nenia
m duplice recto tono alternante, il dolore
della famiglia e le conseguen11,e che si verifi-
cano per quella morte: « tu hai terminato il
corso della vita, e ci hai preceduti in quella
via che tutti dovremo percorrere dopo la
morte... Il tuo focolare è divenuto vuoto e
lugubre. Ecco i tuoi cari senza guida e simili
a coloro che non han più la barca, che po-
trebbe trasportali aU'altra riva del fiume. Ma
siccome l'uomo riceve dagli Dei la sua forza
e il suo principio vitale, egli non è per nulla
padrone dcUa sua vita. Facendo con tutta
umiltà queste considerazioni" noi pensiamo
a te, noi rimasti soli e abbanclonali, come pic-
cola nube isolata errante qua e là sotto l'im-
mensa volta del cielo... Ma come la rugi?.da
che copre al mattino le erbe, lentamente scom-
pare e svapora, possa cosl il nostro dolore
avere un termine, noi che ora ti presenti.1mo
questa funzione e queste offertt,... 1>.
Si inizia il corteo funebre. Anticamente si
fcceva verso sera e allora due uomini prece-
devano con torc1e. Ora in generale si fa al
mattino e rimane il ricordo della torcia col
bruciare un rotolo di carta rossa affisso a un
bastone davanti alla cassa. Due uomini pre-
cedono con scope (richiamo antico alla pu
lizia delle strada per cui passaYa il corteo).
Seguono ornamentazioni varie, rami verdi,
quattro gonfaloni, due bianchi e due g:alli
senza scritta (forse simbolo di vestimenta c',c
anticamente si seppellivano col morto), le ta-
volette colle offerte, i suonatori di strumenti,
nuod gonfaloni come prima, i port,1tori di
archi, frecce, lance, ccc., nuovi kanaosbi,
portatori di corone e fiori; il gonfalone bianco
su cui è scritto il nome del defunto, la ta\\·o-
lctta col nome degli antenati e fim>lmcmc
la bara, portata da quattro uomini; poi un
uomo portante un·assicclla, su cui è scritto
il nome e le qualità del defunto, che sarà
issata sulla tomba. Seguono la famiglia, p:i-
renti, amici, vicini.
Be p p u Visita al Chn.hero nel ciorno dei morii.
---- 2 37

2.5 Page 15

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Giunti sul luogo della sepoltura Sl npetono
sommariamente le purificazioni ed offerte <li
prima, e il kannoshi intona l'elogio finale del
defunto con un cenno sommario delle prin-
cipali attività manifestate... << l\\Ia noi esseri
umani non abbiamo il potere di fissare la du-
rata dalla nostra 1.:sistcnza... ed anche tu ca-
desti ammalato e nonostante lt! cure dei tuoi,
nonostante le preghiere rivolte agli Dei, nono-
stante le salutari medicine che furono date al
tuo corpo, tu hai lasciato questo, il giorno...
come clisparc la goccia <li rugiada quando
l'astro del giorno riscalda il mondo coi suoi
raggi ... Pensando ai giorni che vivc\\"i con noi,
evochiamo la tua vita esemplare... Dona uno
sguardo di benevolenza su que!'t.l cerimonia
funebre, accetta questi doni che come addio
ti offriamo, frutti dt:I man: e fnnti dei campi,
e riposa in pace >>.
Hi susseguono disco~i in elogio del defunto
e l'offerta del ramo sacro.
La cassa è posta d,l\\'anti alla fossa: ultimo
saluto, aspersione della bara e fossa eon acqua
salata, simbolo della purificazione del defunto
<lai suoi pcccmi e della tomba dalle impurità
naturali, manate dì term sulla bara deposta
nella fossa e con l'inchino profondo di rito
finisce la cerimonia al cimitero.
Ritornati e casa, il kannosbi, annuncia: «Tu
sei entrato nel lungo cammino senza fine della
morte. I tuoi che ora han celebrato i funerali,
eccoli intorno a te, non ti dimenticheranno,
e ogni giorno e semprl! ti manifesteranno onore
e afféttuosa attenzione. Tu pure sii per que-
sta casa e per i sopraniwnti una foddc pro-
tezione».
li 10°, 50°, 1000 giorno dopo la morte,
il e 5° anni,·ersario, si fanno feste comm.e-
morati\\'c.
Queste le lince schematiche ddle manife-
stazioni funebri, \\'arianti poi nei particolari
a seconda delle condizi<mi delle persone, dei
luoghi e delle credenze religiose del dcfonto
o dei parenti.
Kon sono meno solcn1,i le rnanifestru-ioni
che si fanno alle ceneri dei soldati motti in
guerra. Al passaggio dei treni, alle stazioni
di partenza e d'arrivo si radunano il popolo,
le associiizioni. e, con prcghii:rc, offerte d'in-
censo, manifest:ino i sensi del loro cordoglio
e del loro ri~pctto; oltre le funzioni funebri
in famiglia, per conto della città o provincia
se ne fanno delle pubbliche solennissime, cui
partecipano autorità e popolazione.
All'altare di famiglia poi ogni giorno si tri-
butano ai defunti omaggi diversi a seconda
-delle credenze religiose cd, a date fisse, a:l
c1m1tero; i morti sono considerati spm11 tu•
tdari della famiglia, cui si confidano le nuo\\'e
di c.isa; in occasione di viaggio il buon ,riap-
ponese prende congedo dalle tombe cd invoca
prottzionc dai suoi cari morti.
Culto dei morti dunque in pieno. educativo
e formativo, in casa e al cimitero, frequente
contatto dell'anima giapponese colla morte...
anche questo spiega assai del <.-arattcrc giap-
ponese. !\\on ~ raro il caso chc i pagani al
cominciare con noi ·discorsi d'assaggio sulla
religione cattolica domandino: t E , oi che
fate per i morti ? Buona occasione per par-
lare dell'argomento. I cristiani giapponesi nella
preghiera dopo i pasti aggiungono anche il
pensiero ai loro cari morti.
:\\"on mi parvero inutili questi accenni a1
nostri lettori del Bo!lettiuo, pcrchè si pensa
volentieri ai defunti. In atte~a della nostra
ora, aiutateci, amatissimo sig. D. Ricaldonc,
colle preghiere e coi mezzi a chiamare alla
vita le tante anime a noi affidate.
.Aff.mo nel Signe>rc
l\\Ions. V1_:,.;icEJ\\.--ZO C1MA-n-1.
TESORO SPIRITUALE
I C:ooperatori che, co1ifesst11i e m1111111irati, , isitano
uua chiesa o pubhlic:1 cnppclla (, Rcli~ios, e I, Re-
ligiose, la loro cappella privato) e quivi pregano se-
condo l'intenzione <le! Sommo Pontefice possono
:cqui~torc:
L"l~DlJLGENZA PLE!\\ARTA
I) :-.:et giorno in cui dhnno il nome allo Pia C11io11e
tl~i Cooptmtori.
2) Nel giorno in cui per In primn volta si consacrano
al Sncro Cuore di Gesù
3) Tutt~ le ,·o!tc che per otto giorni continui nr-
tc11dtmo al{li EscrciY-i spirituali.
4) /11 p1111to di morlt se, confossnti e comunicati, o
ahn<Jno contriti. invocht>rnnno divotnmentc il
SnntiRsimn Nome di GC-llù, colla bocca, ~e: pn-
1rnnno, od almeno col cuore
Oc:-. 1 ,1E.s1-::
1) In un giorno del mcso n loro scelta.
2) li momo in cui fanno l'Esercizio ,Miti Rurmn
morte.
3) li '-'forno in cui pllrt~cipuno alla Co11fert11;n 111t11-
si/e snlesinnn.
NF.L \\l~F UI NOVP.\\IORI-: A'.;C'm:
1) li giorno 21 • Pre~cnrnzione di )!aria SS.
2) Il giorno 22 - Santa Ct:cili,1.

2.6 Page 16

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Leffera di Don Giulivo ai giovani.
Carissimi,
quel't'(lfmo, ,·e11t1cmques111w dtlla morte di
Guido -Vegri, il illi11isil-ro ha autorizzato la
riflà di Este a dedicar,· t,i piaz:w de{ Castdlo
11/ 110,ne del i, Capitano J<.mto ~. Non ~·o Si>' tu/li
roi conosciate questa I roica figura di ufficiale
rnttolico, caduto il 27 giugno 1916 sul monte
Colnmbam. ,-l/le diffuse edù::ùmi delle sue me-
morie biografiche (1) sta pa ,iggìungersi in que-
sti giomi 1m riuscitissimo profilo s!mnpa/tJ ap-
postll pei so/d,iti. J: una fif:!ura di .primo pwno,
tutta luce e /11/ta for:::a. Tempra adr1111a11ti11a,
serbò lu sua purezza 11/ibt1tu fino (ll/t1 morie '<'l-
1·1·11do di Gtsit Sacramentalo. C1J.,cie11-::ra mte-
merata, crebbe al culto dr/ dm•ne fino al sacri-
firio. Cuore 11obilis.rimo, si aderse ali'amore dì
Dio fino alla ptusùme dei santi. La Ft>de fu !ti
suo bandiera che portò alta, spiegata dt .fro11tP
fl tulfi, dalla famiglia nella scuola. dalla ca-
ser111C1 alla ti i11cl'O, all'w.wltu. Basta ricordare
e/te propriu in quella pwz:::a (',,ste/1(), che ngg1
porta il suo nome, t•glì appan.•e, /Jll mt•se pnma
di 1w1rirl'. r, ggn1do, nt:lla s1ta hrillanfe divisa
di capitano, l'1Jmbrella cJ/ curaf() tu•/ Duomo
che portava il SS. f'ù1tìco ad 1111'inft>r11u1 fuori
città.
[ nico 1w1110, oltre il prt·te, in 1111 gruppo di
pie donne!
l.,11 mese dopo egli dat'<l la i•ita per In Pt,-
tna che gli etmfe,·fr·a la .lfednglia d'.l1:f;u1lu
colli., srgue11tt 111t;fiv:u::rio111: ,, Primo fra i primr,
rol 110111e de/fa Pt✓tria sulle labbra, lràsci11m,a
c,m t•sempw fu~iridb e nwg111Jico la sua compa-
gnia al/'aswlto d, una fortissima· posir:ione m;-
nn,wia. Colp,to al cuore dal piombo ,wmìco.
/t1sciava la girri;u11e niste,1;a sotta ; reticolati.
:\\!onte Colombara, 27 gi11.ttno 1916 •>.
.lliei cari: 'i:ui che adt•.uo ammirate SO'<'tnte
111 china 11fjici<1li e suld11ti, i11 di1:ist1, a compiere
ccm tanta td1jìcazio11t· i !om doJ-eri rel(rtiosi,
forse 110n misurate a wfficie11:::tl il ,;:a/ore del
gesto del Capil11110 Guido .i\\'egri. .lla dm·ete
wprr" c/11' a q1wi tNnpi ci •co!e'l.·a di:/ fegato in
11•1 1111/itare f!er a11da1"e in chiesa, e tanto poi
p:r acrompag11n1P il Santissima Sacramwto 111
pubblico, in dii•isa: il minimo che pole'l.'a rnpi-
/are l'ra 1111 dìlm:io di ,chemi r di derisioni;
11011 di 1·ado costm·iJ la ca, riem. J,'esonpio del
Capitano Guido .\\egri 1:i sproni pertanto a
professare sempre coraggio.m111e11te la •,.:ostra fede,
t:d a rrl'sare dtgni delle gloriose tradizioni dei
110,1·tn mi1:liori wldati.
l ·ostm <~ff.1110 Do:!'. G ll LI\\'O.
s. r(:t.lr.G-ll
'~LPl"E
L. , z..
(;IIIBAUUO
-
l.i11 Ca/>illl!UJ S/IU/0, -
N E C R O O G I O
Salesiani defunti:
Sar. CRll'P.J D. GIOI. I \\ \\ I, ùa As0 0 (Como),
I u Trcs J.a11oas (\\fot:o Gro~s,,) 11 1-Ylll-f'l,p n
So ~nni.
Sotto la guida ùi Don Bosco si u:mnrò nito ,·itn
sah~sìana e missionnri,1, dl\\',·ntando un \\'<•ri'l opn,-tolo
dt.>gli Orntori fc~tivi e delle :.\\l,~si,mi. J,'l ' ru11uuv
ed 11 Rrasile i,:odettcro i11 panicolorc del suo zcl~
e 11..- ~1.'rhano i,<ratissìm.t rn,·mori:i_; ma ,npmttuno
le nostre m1ss1oni [ l;!U I Uc~os )dc! :\\Jatto~rosso NO
o\\i, si prudil(Ò <t'n?.:l n~pilnnin p.-r l'cv11112.-lizzazione
e la civilizzo,..,onc dcl(h 1n<ln1-,11i con rnirabik fer--
")rt•, dolct•,:,:a ,. ~onvit,ì cl, m<Kli. 'l ra~corse stil
ultimi , c11t'anni 111 Campo Grande, preforcndo ol
m,>dcmis~imu Co!lcl(io, h· privnJ1011i, gli $Lc:nti, 1.-
larichc <lcll\\111ostnlato SllO prediletto fra I h1mb1
pi(, po,cri dt'll'On1t•>rio f,·&IÌ\\ o e gli adulti anaifobe1i.
Sae. FRTGERU) D. C.IRLO. dn l\\1slt•trn (Cumo),
t a ilucno:. ,\\1n·~ (Rcpuhhhcn .~rgcm,nn) 11
1-\\'-1()41 a 7'.' annt.
:\\lu~mlicu u·mpr,i'd, mtssi,rnario, .mch" D. J:ngerio
çr..hhc tra i l·i11li di :\\lur,u tWl(h ultimi nnni della
dta di D. Bosco e, dopo aver cscrcitoto l'uflic,o di
ammin,~tnlton.- ,u,1 nostro CollcuitJ di Sampierda-
renn, nel JtJO(> ral(qiuru,e lu Pat<ll(onia o, e profuse
il suo zelo apostolico e la sua ab,litu r,ella scuol,1
a1?ricolo di Ro~ 1t \\'icdm:i, proJiJ,iundo~i con \\'ero
spirito salcsmno per oltre +o nnnt st:nUl ma1 concc-
d,·Ni u11 po' di , dcanza. P,1rticoinn"Ìncn•mcnto dre<le
:ille vnric C:nsc che diresse cd 11!1n r,nrrocchia di
.-\\llt·n on, in due ,11111i orJ!anizzò nitra l'alli\\'ità
parrQcchmlc ,. l'Azione C,ncolka con ed,fìcnnte fer-
vore.
Cnrul. DE.' L./R,l GJOr'.1,\\,\\1, Ja l.ondn1 (ln-
l(hilterru), J a Chieri (Tonno) ,I 15-1x-19.p a
fi6 nnm.
Con lui si i: estinta una milknorio Famiglia di
nobile ori~ine spaunuoln, che sm1nvc:rn fra i suoi
antenati S. Isiduro d, Siviglia, S. Enm·ncgildo
.\\l::trtirc e il Re Alfon~o I il ( attohco. ·
'-cl XV secolo I Dc Lar.i po$sarono in Francia,
m1parenrati con le più nobili famil!hc: francesi. ii
nonno fu P,tggio <ldl'inìclice Re Lu1g1 X\\ I e gran
Sewetnrio <lelia Lc1uon d'Onor.-. 11 nostro ottimo
confratello ha chn,so l'alh.!ro g,mcalogico con il
nome di Erwil{c, Principe e Conte dc Lar-De
L::1ra, Duca Ji Amaya, Barone Arrièrc. :\\la non
fece nuu pompti de, suot m1tali. Rimasto orfano
di madre ndl'anno stcs$11 della nascita, ,cntl !(io-
v11netcn l'aspirazione alla vita religiosa. A ouo anni
,I Padre lo affidò alle cure materne Ji una !iantn
donna: Luisa-Teres;1 dì :\\fontuignnc, fondatrice di
numerosi istituti di educazione, orfanotrofi, scuole
apostoHche per ragazzi, onere per le chiese povere,
grande cooperatrice del P. GautreleL odio fonda-
zione e propaga,:ione ,kll'Apostolatn della Pre-
~hiera. La Serva d, Dio, di cui è introdotta la
causa ùi Beatificazione, l'affidò nd 1889 al diret-
tore della Caso salesia,rn ùi La :'.\\°t1\\'!lrre donde il
239 ---

2.7 Page 17

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Signore lo chiamb a far parte ddla Famiglia Sa-
lesiana.
l'ussb 35 anm nella Cnsa-mndre di Torino diri-
gendo con amore " compe:enza la scuol:t tipo;.;rafica
salesiana, fedele allo spirito ed ui criteri del snnto
fondatore Don Bosco nell'npostolato d<•lla buona
stampa. D1votissimo cli l'vlariu Ausilmt.rice, lascm
l'tscmpir, d, una pietà semita e profonda, ù1 unn
grnndissima umiltù e Yt!ro spirito salesiano.
Coad. s~IVT.IS LUIGI, da :'llasem<la (Treviso),
t a ;\\loglium, Veneto (Trenso) il 27-\\ m-19.p a
80 anm.
Tra 111 Chiesu e l'orto di~·idcrn le: ~ue i,'Ìomate,
consacrate, nell'um,hà elci lnvoro domest,co, cune
al Signore, con cui vivevA 111 ft:n-it!:.1 uruonc di
mt!.ltte e di cuore, felice di essere lit1lio 1..h D. Bosco.
Cond BERTOa\\; .I.VGELO, da \\'as (Belluno!, t
a Snntia110 (Cile) il 15-Vl•l'J.fl n 77 :mm
Passò -17 unni come mE,t:stro fulcgnnnc n..Jlc
nostre scuole professionali di Santmqo, tutw de-
dito al bene dei giovanj cui ~i p1·odignva cr,n n:ro
spirito salesiano.
Cot1d. PET lZZJ .-1,\\"SEl,JfO, d.n l\\lcnai;:crio (Como),
a Port Che.~tcr (S. U. A.) 11 20-\\'-HJ.µ a 6+
nnni.
In America gj a!Tez.ionò tanto all'opera di Don
Bosco, che domandb di forsi salesnmo. E fu un \\'ero
apo~tolo della giove1\\tù in quelle nostre purrocchte
dov'egli rivelò subito un'abihtù p,u-t,colare nell'at-
tirar.- i fanciulli 1111n chie:;à, m,ll'insegnarc il Cate-
chismo e nl:I preparar!, ai santi Sacramenti.
Cooperatori defunti:
."ofom. GIAC01"10 kfOGL!A, 1" a Gcno"n il
r9 agosto u. s a 60 anni.
Eletta figum del Clero p;enoYe$l-, Canonico Teo-
logo della l\\ letropolitan:i, Dottore Collefriato e Pro-
fe!iSOrt! ù1 Teolol(ia l\\Torak e Lirurgin nel S<:min:irio
Arcivescovile, Officiale dd Tribunnle hcclcsias11co
L:gure, rifulse sulle catted!'ll e nel sacro m1nisu:ro
per sodczz:i d1 dortrino, ampiezza di cultur:,, in-
si.u1cabile zelo, pietà \\ h·issima cd ineffabile bontà.
l\\lo il suo nome è particolarmente legato alla dilfu-
sirinc del senso e dt:lla preghiera hturgica in mezzo
al popolo che curo soprattutto coll,1 fondmmme
dell'Associazione dell'Apostolato Liturgico. Noi lo
annt'.lYcrnvamo onche fra L pi(1 can cd affez1onat1
Cooperatori t' perciò lo rnccoman<lìamo calJamente
ni cristiani suffrngi degli iscritti alla Pm Cn1onc.
P,·of. Do/I GUIDO RF.IYA, t a Lodi 11 17-vrn u. s.
Primnrio e Direttore dell'Ospedale l\\la1!1uore,
univa nlla valentia professionale una coscienza pro-
fond11mentc cristiana educato rn:l nostro Collegio
d1 Trevil?ljo. Presidente degli fu-ullje,; e <lei Coo-
pemtori dt Lodi, nonostante gli impegni della suo
professione, era sempre primo in turte le iniziative
che potc\\'nno ridondare: n gloria di :-i. G10\\'a1im
Dosco cd a fan,rc dell'Opera sua. Lascia col Inrgo
rimpianto il ricordo indelebile di una vnu esemplare
e cli un edificante apostolato professionale.
MAIOCCHI ERl'v'ESTA ·1.:ed. SllRA, t a Broni
il 28-vm u. s.
Donna di profondi sentimenti cristiani, fu be-
nedetta da Dio colla \\'Ocaz1one del figlio Don Pie-·
tro allo Società Snlesiana e d1 una fi::rlia all'Tstinao
delle Figlie dj l\\1aria Ausiliarri,;e.
NOBILDONNA ELr--IRA SPASARI t·ed, DEL-
t L'APll., a Chiaravalle Centr. il t.}-VI u. ~. a 61) anni.
Anima eletta, t1.1tta di Dìo, consacrò la sua vita
alla pietà ed alle opere di carità prediligendo con
particolari! nfft:tto quelle di Don Bosco cui profes-
sava vivi~sima rnnerazione. i\\fonunn dt,1 po, t.:ri,
dirigevo la Pin Unione c!,,i Coopernton con f,rviùo
zelo, esempio ll tutti d1 quello 1,piP1to evangelico
cht- rende doppiamente prl.'zioso l'apostnlc1to.
\\'ORILLER, -t a Dol:rni o n
71 anm.
I
Allievo dell'Oratorio cli Torino quando vivern an-
cora JJ. BQsco, consen·ò sempre tener:., ùivozione ~I
Santo e fu fervente cooper::1torll dc-Ile Opere Sulcs,anc.
Altri Cooperatori defunti:
Aicardi Stefano, Cipresso (Imperia) - Amclotti
Giuseppe, f'afen:;a (Alessandrin) - Andrionc Lui-
i_,i, Arignano (l'orJllo) - Astorn Mana, Tr,..·ito -
lloninsegna Bonina, Prednzzo (Trento) - Bortolutto
Sartori Htlda, Jilalo (Vicenza) - Tlrcsciam D. Gio-
,·anni, Odolu (Bre~cia) - Gabiddu Antonio. Lanusei
(:-...uoro) - Campo D. Giuseppe, Vilfnpriolo (Enna)
- Caodrilli Anuro, T'illarOM1 (Enna) - Cominot-i._i
Giulia, Preseglie (Ilresci,~) - Croceo Zcfirina, Croce-
jìesehi (Gcno,,a) - Cuchetti Riccardo, Tr,rino - Dt-
nesini Ercole, Torino - Dc i\\lurn Marietrn ve<l.
Manca, Cagliari - Ve Sancris N:coln, Cflg!i (Pesaro)
- Dcstefom Paolina, Lc/:,rnago (Verona) - Dcstefar.o
Dott. Annibale, At·elli110 - fangnreggi Rosa, Tori, o
- Fmncesctti Giovanni, Ribordoue (Aosta) - Ga.,-ltardi
:\\Tarale, C:hirrr,n•alle Centrale (Catanzaro) - Gal!ottì
Giuseppe, Trom,.l/o (Pavia) - Gamba Giuseppe,
Sem1111 (Asti) - G~rrone Antonietta, Torillf, - Gia-
ncllo Giuseppe, Schio (Vicenza) - Giova.muru
Anna - Giu~ti \\'irginin, Pist1 - l\\lngrlnelli Gae-
tane,, Som•e (\\'crona)
l\\,Jcnga Ferdinando,
li1ontug1110 (Avellino) - r-saccan l\\.laria, Chioggin
(Venezia) - No\\'elli Cav. Enrico, Fifello (:'.\\lassa) -
Oliva Clt:mcntinn, Coa:::::::e (Torino) - Ortu Anca
Maria, Mi!is (Cagliari) - Pallavicini Doralice, Bre-
srw - Piccioni Giuseppe, CmtP/plrmio (Ancona) -
Pogolotti Dott. Puolu, Gia~•eno (Torino - S;ilusso
Giovanni fu Domenico, Barye (Cuneo) - Scnrn-
muni i\\'T:u-ia, S11lzo11n (Brescia) - Scclfo D. Fran-
cesco, J"ilfarosn (Enna) - Speziale Ce.~arma, Cmnpo
Tor/a110 (Sondrio) - Stefanonì Dott. G ..rnrdo, Jvfi-
la110 - Tattara l'onznno Cont.sa Nilde, Bassano del
Grt1ppt1 (Vicenzu) - Testa Giuseppe, Seritlte (Ber-
gumo) - Torello Giuseppe, Seriate (Bc-r1a;nmol -
TraV111111 Federico, JII(l_~ia:e G<1t1ico (:t\\o,ara) -
Yalmacchino Giovanna ved. Verderone, Leinl (To-
rino) - Valsavin Casetta Domenica, l'tfo1tcali1'T1
(Torino) - Vuncheri C.aloi;(ero, Villmwa (Ennn) -
Zonghi Mons. Giovanni, Uoma.
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Con pem1e&So del!'Autorita Eccl,siasticn. • OtT. Grafiche S.F..l., Corso Re~. ll1ar~hllr,rn, 171,
Direttore re•ponsab,le: O. GUIDO FA V I 1'. I V•• Cot1olengo. 32. - Tor.no lxoo)