Bollettino_Salesiano_197011


Bollettino_Salesiano_197011



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1.1 Page 1

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BIllETTIN I SALESIAN I ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI
ANNO XC I V• N. 11 1° GIUGNO 1970
Spediz. In abbon. post.• Gruppo 2° (70) 1• quindicina

1.2 Page 2

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IN QUESTO NUMERO
Paolo VI << segno di contestazione JJ
<r Chiamatemi sempre padre I J!. Nel centenario degli Exal/ievi di Don Bosco
Giovani Cooperatori: un incontro nazionale che ha scoperto
nuove prospettive
Questi, i preti del '70
Il Rettor Maggiore festeggiato a Valdocco
Giovani Giapponesi missionari nell'America Latina
Gli Sbandieratori Petroniani di Bologna
Educhiamo come Don Bosco: salvateli dalle bande giovanili
I pesci della Madonna
Quel che ho imparato a Formosa
IN COPERTINA
West Bengala Tempo di mietitura.
In attesa che lo sviluppo e il pro-
gresso portino le mietitrebbie...
« Ebbene, io ve lo dico: alzate gli
occhi e contemplate; i campi bion-
deggiano per la mietitura.
G il mietitore riceve il salario e
ammassa il grano per la Vita eterna ;
cosi il seminatore condivide la gioia
col mietitore ».
(Parole d1 Gesù in S. Giov. cap. 4, 35-36)
II.IITA!1.IIA
Llilr~II Il!
Non lasciatevi prendere da al-
cun turbamento. Il momento
che attraversiamo - la Chie-
sa, il mondo, - è 1m momento
di grandi mutazioni. Possiamo
soffrire di vertigini, come quan-
do si naviga nella burrasca.
E per di più in questo mo-
mento la Chiesa, dopo il Con-
cilio, si è prefissa di riavr,;ici-
11are il mondo; il mondo quale
è. Vi può essere il pericolo che,
per avvicinare il mondo, ci as-
similiamo al mondo anche nei
suoi aspetti frriducibili all'in-
tegrità del nostro cristianesimo.
Occorre, anche a questo ri-
guardo, vigilare. Tutto ciò
che è bene, tutto ciò che ha
autentico valore umano, anche
se profano, è nostro; cioè è da
noi accessibile, è da noi soste-
nibile, è da noi "consacrabile":
la famosa "consecratio mun-
di" merita zm'arte particolare
di discrezione, di rispetto, di
libertà, ma insieme di collega-
mento col disegno superiore del
reg110 di Dio.
PAOLO VI ai laureati della
Sardegna il 24 apri.le 1970

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PER IL GIUBILEO SACERDOTALE DI PAOLO VI
Paolo VI
:: << segno di contestazione ►► ,,
11
116
11 29 maggio scorso il Papa ha celebrato il suo giubileo sacerdotale. Non ci sono state
dimostrazioni grandiose, ma il mondo cattolico ha manifestato con sincerità la sua gioia,
f da tutti i continenti sono pervenute espressioni di felicitazione e di augurio, dettate da
autentica stima per u,z Uomo che non solo occupa uno dei pù'-t alti posti di responsabilità
mondiale, ma si impone ali'attenzione di tutti per le sue eccezionali doti personali.
Cinquant'anni di sacerdozio sono motivo di seria meditazione per ogni sacerdote che abbia
la ventura di celebrarli. Ma se questo sacerdote è colui che di grado in grado è arrivato
.fino al vertice della Chiesa, fino a diventare il vicario di Cristo, il successore di Pietro, è
evidente che i motivi 4i riflessione si fanno ben più vasti e profondi.
Quando il 29 maggio 1920 Don G. B. Montini fu consacrato sacerdote, era certo lonta-
nissimo dal pensare che un giorno sarebbe diventato P apa. E quando il 30 giugno 1963,
davanti alla immensa folla che dalla piazza S. Pietro straripava fino alla via della Conci-
liazione, fu posta sul suo capo la tiara pontificia, nessuno avrebbe sospettato quanto do-
vesse diventare-pesante quel segno di gloria.
Nel Conclave del 1963 qualcuno aveva detto che papa Roncalli era morto lasciando spa-
lancate le porte del Concilio; e che sarebbe toccato al suo successore il compito di
chiuderle.
Sette anni di pontificato hanno dimostrato che il compito va facendosi sempre più, difficile.
La contestazione è scoppiata violenta all'esterno e all'interno della Chiesa. Se il Concilio
aveva l'intenzione di <i togliere le rughe >> dal suo volto, oggi non sono pochi quelli che ne
vorrebbero addirittura cambiare la fisionomia.
Paolo V I si è trovato così nella necessità di prenaere ferma posizione contro ogni estremismo,
nella ricerca di un equilibrio tanto difficile quanto necessario.
Nelle encicliche come nei documenti minori e nei f requentissimi discorsi, dai più impegnati
al breve saluto domenicale, Egli ha costantemente indicato la via da seguire, in quel dia-
logo autorevole eppur paterno, serrato eppure affettuoso, che gli è caratteristico.
Ma Paolo V I, e sta qui la nota veramente nuova del suo pontificato, non si è contentato
di dialogare con il mondo dall'alto della cattedra o dalla finestra del suo studio. Ha vo-
luto incontrarsi con gli uomini di tutti i continenti, di tutte le razze e di tutte le cate-
gorie sociali, per portare a tutti un messaggio essenziale: la pace, condizione prima e
indispensabile per ogni progresso umano e religioso.
Questo inestimahile dono di bontà è stato ricambiato spesso con la diffidenza, la critica, la 1

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disobbedt'enza, l'incomprens1:one, che hanno procurato al Papa non soltanto impopolarità,
ma anche profonda sofferenza. Nel dicembre del 1068 riconobbe di essere diventato << segno di
contestazione >>. R ecentemente, parlando ai Vescovi, disse: <1 oi notiamo ogni giorno ,zeli'eser-
cùrio del nostro ufficio apostolico come sia diventato grave e difficile il ministero del ve-
scovo... Un ufficio che oggi non solo per le sue intrinseche esigenze, ma anche per le tante
estrinseche difficoltà, sembra. diventato incomportabile >>.
Ma se Paolo V I non fa mistero della sua sofferenza, con altrettanta chiarezza manifesta
la sua fiducia, il suo ottimismo, e perfino la sua gioia. J,ì'duria in Cristo, anzitutto, «no-
stra speranza, nostra forza, nostra pace >>. E fiducia anche negli uomini. Il 10 settembre
del/'amw scorso diceva: i1 Vi sono nella Chiesa odierna, postco11ciliare, innumerevoli schiere
di anime forti e fedeli, accese nella preghiera, 'Colate all'osservanza di ogni autorevole pre-
cetto, allenate al sacrificio sile11z?°oso e volenteroso, tese verso le linee del Vangelo. 'l'Tgili a
ogni possihilità di servizio nella carità, sempre rivolte verso un ideale di perfezione cri-
stiana; am·me sante. E quante sono! Sono l'onore e la gioia della Chiesa. Sono la forza
del Popolo di Dio. Sono la 1wstra fiducia >>.
Don Bosco vuole che noi f areiamo parte di questa schiera di << anime forti e fedeli >>. In
occasione del giubileo sacerdotale di Leone Xlll scriveva: << Intendo che gli alunni del-
l'umile Congregazione di San Francesco di Sales non si discostino mai dai sentimenti di
questo grande santo, nostro patrono. 1·erso la sede apostolica; che accolgano prontamente,
rispettosamente e con semplicità di me1lte e di cuore non solo le decisioni del Papa circa il
dogma e la disciplina, ma che nelle stesse cose disputabili abbraccino sèmpre la sentenza
di lui anche come dottore privato, piuttosto che l'opinione di qitalunqzte teologo o dottore del
mondo. Ritengo inoltre che questo si debba fare non solo dai Salesiani e dai loro Coope-
raton·, ma da tutti i fedeli, specialmente dal Clero: perché oltre il dovere che hanno i figli
di rispettare il padre, oltre i doveri che hanno i cristiani di venerare il vicario di Gesù
Cristo, il Papa merita ancora ogni deferenza perché scelto di mezzo agli uomini più illu-
minati per dottrina, più accorti per prudenza, più cospicui per virtù, e perché nel governo
àella Chiesa è in modo particolare assistito dallo Spirito Santo)►.
L'insegnamento di Don Bosco trova piena conferma nel docmnento più importante del Vati-
cano 11, la Costituzione dogmatica sulla Chiesa: << Al magistero autentico del Romano
Polltefice, anche quando non parla "e.\\ cathedra", è dovuto, a titolo speciale, religioso osse-
quio dell'intelletto e della volontà; tale cioè che il suo su.premo magistero sia rispettosa-
mente ammesso e sia data adesione sincera ai giudizi da lui pronunciati 1> (LO, n. 25).
Diciamo la verità : tanti cattolici non stimano il papa perché ne conoscono l'insegnanumto
soltanto attraverso le parziali e spesso deformate relazioni che ne fanno i giornali laicisti.
Don Bosco ci insegna a vedere nel papa il prolungamento di Cristo nel mondo. (1 J nostri
Pastori - diceva - e specialmente i vescovi, ci uniscono col papa, il papa ci unisce con
Dio >►. Perciò Pio X I poteva testimoniare che egli ,, al di sopra di ogni gloria pone'l,a quella
di essere il fedele servitore di Gesù Cristo, della sua Chiesa, del stto 1·icario >>.
Nel 18861 parlando a un gruppo di exallievi, espresse questa convinzione: <( l Cooperatori
saranno quelli che aiuteranno a promuovere lo spirito cattolico. Sarà una mia utopia,
ma pure io la tengo. Più la Santa Sede sarà bersagliata, più dai Cooperatori sarà esal-
tata; più la miscredenza in ognilato va crescendo e più i Cooperatori alzeranno la fiaccola
della loro fede operativa >>.
<< I Salesiani (e i Cooperatori ne sono parte integrante) sono per la difesa dell'autorità
del papa, dovunque lavorino, dovunque si trovino >>.
Tocca a noi oggi tradurre in pratica l'insegnamento di Don Bosco, perché non nmanga
2 una " utopia " .

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Una foto introvabile; l'unica di Don Bosco tra gli Exalllevi. Sotto si legge: H Dimostrazione flliale degli
Amichi Allievi che /'indimenticabile e caro Padre D. Giovanni Bosco ebbe In Torino-Valdocco ,.
\\.
La ''Società degli Antichi Allievi del Salesiano Oratorio" è nata e cre-
sciuta attorno a Don Bosco e per Don Bosco. È un fenomeno singolare
venuto su con il minimo di organizz_azione, sostenuto e vitalizzato da un
unico fattore: l'amore di Don Bosco, che i figli volevano ricambiare.
Il · MO\\·im.ento ExaJlievi di Don
Bosco in questo mese di giugno
compie cento anni. La prjma 1nani-
festazione collettiva risale al 2-1- giu-
gno del 1870, onomastico di Don Bo-
$CO; ma il movimento era già nato
prima nel cuore di Don Bosco e aveva
trovato piena corrispondenza nel cuo-
re dei figlj, Tra ili essi c'era chj ri-
cordava «quei tratti di bontà inef-
fabile, quelle parole affettuose con le
quali c'incoraggiava alla virtù, quella
pazienza con cui tollerava i nostri di-
fetti, qudla sollecitudine per la nostra
educazione i>, e a tali ricordi si sen-
tiva <• intenerito e commosso 11. Altri
portavano " indelebilmente impressa
nel cuore la cara immagine di quel-
l'angelo in umane sembianze •>, che
era stato per loro Don Bosco. E c'era
chi professava infinita riconoscenza
a colui che per otto anni continui
gli era stato «pane alla bocca, scuola
alla mente, consiglio nei dubbi. nei
trascorsi indulgenza, nella scienza
guida sicura, in lutto sapiente edu-
catore, amico disinteressato, affettuo-
sissimo Padre•>.
Dal canto suo Don Bosco non ces-
sava di dare ai suoi Antichj Allievi
segni di affetto paterno. Li invitava
a fargli visita, li accoglieva festosa-
mente, s'interessava delle loro per-
sone, delle loro famiglie, dei loro
affari; con l'antica confidenza entrava
presto nell'intimità, trattando come 3

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un tempo gli interessi della loro anima.
Se li sapeva i_n necessità, con bontà
paterna li soccorreva direttamente o
li raccomandava a persone benefiche.
Così si manteneva padrone dei loro
cuori.
La prima manifestazione collettiva
del 1870 fu quindi come un frutto ma-
turato al calore dell'affetto che legava
i figli al padre. La festa onomastica
di Don Bosco era il trionfo della ri-
conoscenza di quelli chi: formavano
la famiglia dell'Oratorio; ma ogni
anno andava crescendo la partecipa-
zione degli Anùcb.i Allievi, finché 11
24 giugno di quell'anno decisero di
presentarsi a Don Bosco in gruppo.
«Alcuni operai torinesi - scrive
don Ceria negli A.1111ali della Società
Sa/osia,w - che erano stati fra i
primi alunni di Don Bosco, si pro-
posero di festeggiarne anch'essi con
la presenza t: con doni l'onomastico.
Erano una dozzina. Si diedero un
ca~, che fu Carlo Gastini, accolto
ali Oratorio fin dal 18+7. Concerta-
rono di cercare adt:renti quanti più
potessero, sicché il 24 giugno ne con-
venne un bel nucleo. Riunitisi in una
sala adiacente la chiesa di Maria Au-
siliatrice, mandarono a pn·garc Don
Bosco che avesse La bontà di passare
un momento da loro. Egli acconsentì,
ne ascoltò le filiali espressioni, gradì
un umile dono e disse loro quello che
il cuore commosso e consolato gli
dettava •·
Quello che nel 1870 fu un moto
spontaneo di pochi, divenne presto
un fatto organizzato e colletlivo, che
aveva ogni anno la sua ese_ressione
nella «Dimostrazione di aJJello dei
Vecchi Giovani del Salesiat10 Oratorio
al loro amato Padre Do11 Bosco •·
« Sono la pupilla dei miei
occhi »
Questi .incontri avevano i tratti in-
confondibili della spontaneità e del-
l'affetto. Il Bofletti110 Salesiano di que-
gli anni ci ha tramandato le conversa-
zioni che Don Bosco teneva in quelle
circostanze. Sono espressioni sgor-
gate dal cuore del più affettuoso dei
padri.
Lascerò da parte- dice,1a agli An-
tichi Allievi dell'Oratorio nel 1879 -
qualunque pensiero (e troppi mi si
affacciano alla mente) che possa es-
sere tenero e commovente, perché
temerei che mi avvenga come altre
volte, che dovetti troncare a metà il
mio discorso... •·
E nel 1880 agli Exallievi sacerdoti:
Non potete immaginarvi, miei cari
figliuoli, la contentezza che io provo
nel rivedervi intorno a me; io stesso
4 non saprei esprimervela... Sapevo già
Torino Dopo ,1 Congresso inte,naz,onDle degli ExalhDVl (1911). a cui partec,parono rappresen1an11
di 22 nat,oni. don Paolo Albera, secondo successore d, Don Bosco, SI roca a chiudere Il Cong'\\uo
a Valsaltce, presto la 1ombe do Don Bosco. Per lo ,n~rsten11 preghiere dei d,rigom, sl deçrde ad appro-
fittare dell'automobile (un campione delle auto del 19111).
di volervi bene; ma oggi il mio cuore
me ne dà una prova incontrastabile.
Io sono e sarò sempre vostro padre
affezionatissimo... •. ·
Al convegno del 1883 non si tenne
dal palesare la sua gioia bisbi~liando
all'orecchio dd teologo Revigbo, che
gli sedeva a fianco: «Questi sacerdoti
sono la pupilla dei miei occhi •>.
L'anno prima aveva svelato agli
exallievi laici la ragione della sua
gioia: «Voi non potete immaginarvi
il contento che io provo nel rivedervi
oggi intorno a me. Mi è sempre dolce
il trovarmi in mezzo ai fanciulli, ma
è una grande e inesprimibile consola-
zione per me il trovarmi circondato
dai mie.i figliuoli adulti, perché non
sono più solamente la speranza, rnn.
il frutto delle mie fatiche e delle mie
sollecitudini... ».
Questi frutti erano una realtà. Ne
parlava con legittima soddisfazione
alla festa del 1884: • Una cosa della
quale dobbiamo ringraziare grande-
mente il Signore, e che forma la mia
più grande consolazione, si è che
dovunque io vado, ascolto sempre
buone notizie di voi: da tutte le parti
si parla bene dei miei antichi figliuoli...
Sì, lo ripeto, questo mi dà la più
grande consolazione, è l'onore e la
gloria dei miei ultimi anni•·
In una certa occasione solenne
Don Bosco aveva protestato di voler
essere «semp.re prete •, tra i suoi
ragazzi come nel palazzo del re e dei
ministri. li Santo non si smentiva.

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L'amore tenens:iimo che portava ai
suoi antichi allievi era un amore so-
prannaturale. Li amava da prete. Nel
convegno del 1880, dopo aver esor-
tato gli Exallievi laici a essere apo-
stoli nel loro ambiente, diceva: <• Al-
lora voi vi dimostrerete buoni sale-
siani, veri figli di Don Bosco, che
desidera solo di popolare il cielo
e disertare l'inferno. Il nostro lieto
banchetto è terminato; ma v'invito
a un altro che non avrà mai fine: a
nome di Dio e di Maria Ausiliatrice
v'im·ito al banchctyo del C'iclo, e
prego e supplico che nessuno manchi •>.
« Chiamat emi sempre padre! »
In questi incontri annuali del Pa-
dre con i figli i sentimenti di filiale
attaccamento si manifestavano sem-
pre più intensi a mano a mano che
il re della festa appariva accasciato
sotto il peso degli anni. «Guardo
Don l3osco - disse il prof. Nicola
Fabre nel 1884 - e il cuore mi si
stringe per ineffabile tenerezza. Quan-
to è mutato da quello che noi abbiamo
conosciuto da fanciulli! La sua per-
sona s'incurva, i suoi capelli s'im-
biancano e il passo è stentato e va-
cillante... 1>. Ma anche Don Bosco
nella risposta osservava: ,, Vedo che
molti di voi hanno già la testa calva,
i capelli incanutiti e la fronte solcata
da rughe. Non siete più quei ragazzi
che io tanto amavo; ma sento che
ora vi amo ancor più, perché mi fate
vedere che il vostro cuore è sempre
per Don Bosco 1>.
Al pranzo del 17 luglio di quello
stesso anno don Felice Reviglio rese
effervescente l'cntusia.<,mo dei pre-
senti quando si alzò e disse: i, Io sono
ben fornmato e vado orgoglioso di tro-
varmi al tianco dì Don Bosco... È
ben giusto però chc:: a mc sia data
questa preferenza, perché appartengt1
ai primi giovani dell'Oratorio e fui
i.I primo a essere ordinato sacerdote.
Mi ricordo sempre di quando era-
vamo piccolini intorno a lui e corre-
vamo fra le sue braccia. Orbene, io
in questo giorno sono ancora più
felice per la parola che mi fu dato
ora di u~lire dalle sue labbra. lo l'ho
interrogato: "Dica, Don Bosco, come
potremo noi ricompensarla cli quanto
ha fatto e patito per nostro vantaggio"?
Ed egli mi ha risposto: "Chiu.matemi
sempre padre, e io sarò feliff!" ,,.
Nell'agape familiare del 1886, che
fu [!ultima a cui Don Bosco poté
partt:cipare, si accese una piacevole
disputa tra gli Exallievi e i Coopera-
tori: gli uni e gli altri erano convinti
di essere i prediletti del Padre.
Don Bosco godette molto di quella
gara filiale, a cui pose termine da
pari suo dicendo: <• Ho in1:0&e e gu-
state le vostre espressioni, le vostre
proteste. Il signor Curato della Gran
Madre di Dio ha detto che nessuno
supera in amore verso di me glj An-
tichi Allievi dell'Oratorio. Il signor
ing. Buffa asserisce che gli amici
Cooperatori non sono secondi a nes-
sun<> nel portarmi affezione, t: che
questa affezione di mille e mille è
senza limiti. Ora tocca a me rispon-
dere chi sia da me più amato. Dite
voi: questa è la mia mano. Quale
di queste dnque <lit~ è piì1 amata
da me? di quale fra •{lUeste mi pri-
verei ? Cerro di nessuno, perché tutte
e cinque mi sono care t necessaril!
egualmente. Orbene, io vi dico che
vi amo tutti senza grado e senza
misura 11.
Nd c887, Don Bosco, ormai ùn-
possibilitato a muoversi, ~on poté
scendere da Lanzo <love s1 era re-
cato per un periodo di riposo. Ci fu
uno scambio di telegrammi. Don Bo-
sco rispose ai sacerdoti: «Spiace11te
assenza, auguro cordialissima convi-
venza e allegria"· E agli exallievi
Laici: «Cari figli, mi rallegro, auguro
appetito, felicità, santità, timor di
Dio•>.
Ma gli Exallievi non furono sod-
disfatti. Una delegazione di sacerdoti
e di laici partì per Lanzo ed ebbe
La gioia di intrattenersi con Don Bo-
sco nei prati e sotto il pergolato,
presso l'Istituto:« Vi ricevo - disse -
qui nel verde dei prati come vi ri-
cevevo nei primi tempi dell'Oratorio
nei prati di Valdocco... •>.
Fu l'ultimo incontro comunitario
degli Exallicvi con Don Bosco. Ma
alla morte dr! Santo, gli iniziatori
del gruppo et Antichi Allievi» si ac-
corsero cli un fatto di cui per li
si meravigliarono essi stessi: si accor-
sero che· nelle loro manifestazioni una
idea li aveva guidati fino allora e che
il loro affetto per Don Bosco non era
legato solo alla persona, ma a rutto
un sistema, a tutta la sua famiglia.
E così decisero di continuare le loro
dimo,;trazioni di amore a Don Bosco
impersonato nei suoi successori, per-
ché erano convinti - e lo sono tut-
tora gli Exallievi cli oggi - della
verità cli quanto, pochi mesi prima
che Don Bosco lasciasse la terra, gli
aveva detto il parroco della Gran
Madre di Dio, don Piano: <1 Amare
te noi lo ritenia11111 come 1111 seguo
dell'amor di Dio ,,.
EXALLIEVO PREMIATO CON MEDAGLIA D'ORO AL VALORE
Il dr. V ito Gaetano M ottola di Montalbano Jonico (Matera) nostro affezionato Exallievo
di Taranto, st è reso protagonis1a di un atto di civile eroismo salvando da sicura morte tre
persone che, al largo del lido di Scanzano. erano andati a pescare a bordo di un canotto.
I tre stavano disponendo le reti, quando uno di essi perdeva l'equilibrio, facendo capovol-
gere la fragile imbarcazione e tutti e tre cadevano in acqua. Per circa tre ore si ressero a galla
aggrappandosi ai bordi del canotto, intirizziti dal freddo e appesantiti dal vestiti.
Per loro fortuna li scorse dalla riva il dr. Monola, e sebbene la distanza fosse di oltre 500 metri
e l'acqua fosse fredda, incurante del pericolo, a larghe bracciate raggiunse i tre che stavano
per annegare. Dopo averli incoraggiati e consigliati· sugli accorgimenti inerenti alla situa-
zione, il dr. Mottola da bravo ed esperto nuotatore. affrontando sforzi enormi. riusci a con-
durre a riva i tre uomini. Il fatto ha suscitato grandissima ammirazione per lo slancio
disinteressato del Mortola che, mettendo a repentaglio la propria vita, ha salvato le tre
persone da sicura morte. Per questo la Giunta Municipale di Montalbano Jonico ha
deliberato all'unanimità di conferirgli la Medaglia d'Oro al valore civile.
Il dr. Mortola nei cinque anni che fu nostro allievo fu più volte premiato per condotta e stùdio,
anche con medaglia d'oro.
5

1.8 Page 8

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GIOVANI COOPERATORI:
UN INCONTRO NAZIONALE CHE
HA SCOPERTO NUOVE PROSPETTIVE
Niente retorica, molta vivacità, confronto di esperienze
I'
GROTTAFERRAT A (Roma)
Sotto. Giovani Cooperatori
di quasi tutte le regioni d'Italia
al primo incontro nazionale. In una sosta
dai lavori posano col Rettor Maggiore.
Sopra a destre. Accoglienza festosa
al Rettor Maggiore don Luigi Ricceri.
Sol/o a destra. Un angolo della sala
durame un incontro di studio.
6

1.9 Page 9

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..
APPUNTI E RIFLESSIONI DI UN
CONVEGNISTA SINCERO
Il Bollettino ha parlato più volte di giovani << a ser-
vizio di altri giovani>>, riferendo esperienze di nascenti
gruppi giovanili di cooperatori.
Ma esistono veramente questi gruppi giovanili ? e se
esistono, hanno ~sostanza», sono validi? Si tratta di
veri gruppi di cooperatori o si confondono con le mi-
riadi di gruppi, più o memo spontanei, che nascono e,
talvolta, muoiono senza neppure crescere ? E che pro-
spettivo.:: hanno in un mondo come il nostro in cui i
giovani (alcuni almeno) dicono di non volersi << eti-
chettare •> ?
È per conoscere questa realtà e i;tudiare <• un cam-
mino nuovo sulla strada di sempre» - come qui si
dice - che ci siamo riuniti da ogni regione d'Italia,
rappresentanti di numerosi centri giovanili (siamo
circa 150), dal 19 al 21 marzo, nella sede di Grotta-
ferrata (R.oma) dove tre anni fa furono gettate le basi
dei centfi giovanili cooperatori.
Nella parete di fondo del salone degli incontri una
scritta significativa - A servizio dei Giovani - esprime
l'ansia di chi si prepara a dare una mano ai giovani.
Un'altra frase del Concilio - I Giovani... i primi e im-
medùzti tlpostoli dei giovani - è sotto ipi occhi di tutti
ed incoraggia a operare.
Qui non si tengono vere conferenze, ma si discute
seguendo alcune piste preparate da noi. C'è da regolare
i dibattiti e gruppi di studio, animare la liturgia, pre-
sentare mozioni, attendere ai servizi tecnici: ci pensiamo
noi stessi.
Bastano poche ore e siamo già una farniglia sola.
Partecipazione I Chi si era preparato ne dimostra molta
con la vivacità dei suoi interventi. Altri, titubanti, ascol-
tano; taluni, sorpresi; ma poi danno il via ai loro in-
terventi.
Don Luigi Fiora, direttore generale, è presente fin
dall'inizio e cosi otto Delegati ispettoriali. Il Rettor
Maggiore resta con noi un'intera giornata (sembra che
tiri un respiro di sollievo; ha aperto una parentesi nel
suo quotidiano responsabile lavoro, e torna giovane tra
i giovani. È • tra noi, uno di noi>>, nel canto, nella liturgia,
a tavola, nella serata d'amicizia).
Tre i temi trattati
Idee chiare, prima per noi, poi per gli altri.
Cooperatore chi è - Assumiamoci le nostre responsabilità.
Un modo, un carisma per andare ai giovani: quello di
Don Bosco.
Il primo (la macchina all'inizio del cammmo non è
ancora calda) ci mette a dura prova. Tocchiamo con
mano che bisogna anzitutto avere idee chiare per fare
qualcosa di buono, e questo non ci è facile. Comunque
interventi, scontri, repliche servono a farci approfondire
due idee: a quali condizioni si può essere veri coopera-
tori; facendo apostolato come cooperatori, siamo Chiesa
e facciamo la Chiesa. Anzi più saremo cooperatori
autenticj, meglio realizzeremo il nostro personale cri-
stianesimo.
7

1.10 Page 10

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Obiezioni circa la validità e l'attualità dei Coopera-
tori, e perplessità a proposito di giovani in questo mo-
vimento, cadono subito: i giovani hanno bisogno di
giovani. Don Bosco è valido oggi come ieri (tutto sta
a tradurlo nel linguaggio del '70 e inserirlo nel mondo
di oggi); i nostri ideali, comuni a tutti i giovani di oggi,
sono rispettati e sostenuti nella forma di vita che abbiamo
abbracciato, perché ci sentiamo inseriti n<:lla missione
giovaniJe-popolare :,alesiana. S'intende che educatori
perfetti non lo siamo; tra l'altro conosciamo poco, specie
nella pratica, il metodo educativo di Don Bosco.
Assumersi le proprie responsabilità
Ci si ripete: l'Associazione è vostra e voi ne siete
i primi responsabiJi. Lo sapevamo, ma tutto questo
è ora chiarito alla luce delle esperienze fatte e di quelle...
proibite. Proprio così. Infatti la vivacità cresce di tono
e di volume proprio quando più di uno reclama il di-
ritto di cittadinanza nelle Comunità educative operanti
negli oratori e parrocchie salesiane. Anche la mozione
presentata aJ Rettor Maggiore è chiara a questo pro-
posito, e il superiore non è affatto scontento. Tant'è
vero che afferma: << Facciamo e faremo del nostro meglio
perché tutto il nostro mondo acquisti, nl'igliori e intensi-
fichi questa sensibilità di cui sentite il bisogno 1).
Ma è anche a proposito di corresponsabilità che ve-
diamo tutti i nostri limiti. Sentiamo che don Ricccri
ha ragione quando spiega, da pari suo, senza tanti giri
d i parole, cosa vuol dire in fin dei conti correspon-
sabilità: « Ve lo dico in maniera semplice, ba11ale: vuol
dire "Tutti alle stanghe!" Tutti diano il loro apporto
nei limiti d.el possibile i>.
Un Santo troppo grande
Da Palermo è venuto tra noi Nino Barraco, deJ Con-
siglio fspettoriaJe cLi quella regione, e ci parla di Don Bo-
sco. Lui ci crede allo stiJe, al modo di andare ai giovani
che fece la fortuna di questo grande educatore. Bravo
Barraco! Gli applausi con cui ti ringraziamo alla fine
del tuo parlare ti dicono che ci sei piaciuto e ci hai
fatto del bene. Te li meriti perché ci hai parlato del
Santo in un modo nuovo: non hai soffocato l'uomo che
era in Don Bosco, né hai dimenticato il capolavoro che
ne tirò fuori lo Spirito Santo. (Ecco perché nel primo
intervento che segue iJ tuo parlare ci sentiamo dire:
Don Bosco è tròppl) grande per 11oi!).
Tutto qui?
I G ruppi di Studio (per la prec1s1onr !>Ono 12, su
quattro temi) sono il hanco di prova del nostro im-
pegno. Non riusciamo - comi:: al solito, del resto,
tra giovani - a svolgere per intero il teina scelto. Ma
di lavoro se ne fa ugualmente molto, e le relazioni ven-
gono lette ai convegnisti. 1 gruppi 9, 10, 1r hanno il
tema forse più impegnativo: I giovani cooperatori cercanQ
una loro via. Alcune affermazioni della loro relazione
piacciono molto: « Il Giovane Cooperatore neil'imposta-
8 zione della sua vita e nello svolgimento dell'apostolato,
deve sapersi aprire agli elementi umani in stretto rapporto
con gli elementi soprannaturali. in un periodo in cui è
viva la promozione sociale, il carattere eminentemente po-
polare di Don Bosco colpisce, e si giustifica la validità
e soprattutto l'attualità del suo metoiw. - I giovani coo-
peratori cercano la loro via e la cercano 11ell'attività,
rivolta a11zi.lullo ai gio·vani, ma non esclusivamente ad
essi. Essi debbono essere diffusori di un umanesimo cri-
stiano•>.
La rassegna delle esperienze ci porta da un capo aJ-
l'altro dell'Italia. Piacciono di più quelle che parlano
di tentativi in fase di superamento, di fallimenti dopo
cui non ci si arrende, e queJle che hanno per prota-
gonisti giovani eh.e vanno ai giornni.
E dopo l'incontro ? Profeti di opere
Don Ricceri ci lancia un invito fatto su misura per
noi: << Avete parlato di "carisma"; non avete parlato di
pmfeti... Ìo vi invito a essere tutti profeti; ma vo"ei che
voi giovani foste i profeti dille opere, 110n delle parole,
perché oggi c'è una inflazione paurosa di parole, parole,
parole. Vi invito a essere opera/ori, cooperatori, profeti
delle opere. Sarete in compagnia di Don Bosco, che aveva
11110 slogan che dovete te11erl' sempre davanti a voi: Poche
parole, mnlti fatti>).
Manterremo la parola data? La prima lettera ricevuta
dopo il Convegno (lo scambio di indirizzi ha giovato)
mi dice: g In questo incontro sono uscita ricaricata cLi
entusiasrno, di buona voJontà... di fiducia•>. E l'impor-
tante penso sia proprio questo. Tutti i temi, le discus-
sioni, non sono stati che dei mezzi per metterci in con-
tatto, ma il clima, i discorsi e i 4-0ntatti avuti negli in-
termezzi sono stati forse il più. Ci siamo sentiti in tanti
a voler fare qualcosa, ci siamo sentiti uniti, abbiamo
dato un indirizzo alla nostra esuberanza e al nostro
voler fare, ci siamo impegnati, parlando .l'uno con
l'altro d elle esperienze, a fare di più e meglio i►.
nostri limiti
Sono molti e ci piace riconoscerlo.
Anzitutto siamo inesperti, anche se con una voglia
matta di fare e fare hene; qualcuno è ancora vittima
della g via facile>>, quella cioè che vorrebbe essere la
più valida soltanto perché (così sentono dire) è senza
etichettature.
La scoperta di una chiamata alla santità e all'aposto-
lato, propria di ogni battezzato, da realizzarsi nel ca-
risma e nello spirito di Don Bosco, nell'aJveo comune
dell'ampia famiglia salesiana, ci arride, ma non sempre
e ci possibile chiarirla a noi stessi. Dobbiamo appro-
fondire.
Errori di metodo da correggere? Ci sono anche questi
e il l'onvegno di Grottaferrata li ha evidenziati. Ne
dobbiamo tener conto assoJutamente.
Ora ci aspettano i campi estivi di lavoro, che saranno
per noi scuola di formazione personale è tirocinio per
un lavoro tra i giovani. Proprio come ci ba indicato
l'incontro nazionaJe: ~ A servizio degli altri giO'Vani i>.
A. T.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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CORSO DI FORMAZIONE PER LAICI MISSIONARI
IL CENTRO DI SERVIZI << TERRA NUOVA ►> (VIA APPIA ANTICA, 78 • 00179 ROMA)
HA ORGANIZZATO UN CORSO DI FORMAZIONE PER LAICI MISSIONARI
I Laici M issionari sono i giovani e le ragazze che s'impegnano a svolgere compiti
di animazione cristiana in "terre di missione" o in qualsiasi altra regione o nazione;
tali compiti sono normalmente accompagnati dall'esercizio di attività professionali.
Il Laico Missionario si differenzia dal Volontario anche per le responsabilità "eccle-
siali" che gli vengono conterite, per la necessaria stabilità del soggiorno (almeno tre
anni), per la specifica preparazione (circa un anno). per la sede del servizio (nazione
o regione in ogni caso diversa dalla propria)
a) FINALITA Preparare dei giovani ad un impegno qualificato e stabile di ani-
mazione cristiana, in regioni povere del Terzo Mondo.
b) DURATA Ottobre '70 - primavera '71.
c) SEDE Centro Terra Nuova (Via Appia Antica 78. Roma)
d) PARTECIPANTI Requisiti: Età. dai 21 anni in su Costituzione fisica idonea
Sanità psichica e morale · Sufficiente maturità umana e cristiana Capacità di
amicizia, dialogo, lavoro comunitario Spirito di servizio e di adattamento Atti-
tudini professionali idonee ad un impiego valido nel paese di destinazione.
e) FORMA D I VI TA Vita comunitaria, come tlfocinio alla testimonianza ed
al servizio com. · P artecipazione e gestione comunitaria di b eni economici,
come espressione concreta di fraternità e di liberazione da/l'egoismo del benes-
sere St udio per la formazione culturale, sociale, linguistica, religiosa Speri-
mentazione di forme comunitarie di servizio sociale in Roma Lavoro p erso-
nale : per il proprio sostentamento economico, e per la eventuale integrazione
della preparazione tecnico-professionale.
I giovani provvederanno alle spese personali e contribuiranno alle spese comu-
nitarie, nella misura consentita dalle proprie risorse, eventualmente integrate dai
rispettivi gruppi di provenienza.
t) PROGRAMMA DI STUDIO · Aspetto teologico · S. Scrittura · Teologia
della Chiesa e della Comunità cristiana Dottrina sociale della Chiesa: Mater et
Magistra, Pacem in Terris, Populorum Progressio, Gaudium et Spes.
A spetto storico-sociologico-economico Sociologia dello Sviluppo, con
particolare attenzione alla vita politica, economica e religiosa dell'America Latina
Storia politico-economica dell'America Latina Sociologia religiosa e Geografia
politico-economica del/'A.L. Nozioni di organizzazione del lavoro.
Aspetto psicologico Corso pratico di "dinamica di gruppo" Cenni di psico-
logia e sociologia della Religione.
Asp etto operativo Un corso pratico di lingua Un corso d'infermeria e pronto
soccorso Nozioni elementari di economia domestica Nozioni elementari di ap-
plicazioni tecniche (meccanica, elettricità, ecc.) Un tirocinio guidato, possibil-
mente abbinato al lavoro (che si suppone svolto in una parte della giornata: la
mattinata)
I giovani interessati a questo Corse,, sono invitati a segnalarlo. comunicando i seguenti
dati al Centro u T e rra Nuova», Via Appia Antica 78 - 00179 ROMA
Tel. 5136836:
Cognome. Nome. Data e luogo d1 nascita. Situazione familiare (celibe• nubile). Fidanzato/a. Coniugato/a
con o senza prole. Persone a carico. ntolo di s1udio. Professione. Eventuali attività o attitudini extra-
professionali. Situazione militare. Motivi per cui si intende vivere un'esperienza di Servizio Missionario.
Tempo per cui s'intende impegnarsi. Eventuali esperienze precedenti d1 servizio sociale e missionario.
Eventuali referenze. lndiriz-zo. Telefono.
Sono considerate non pertinenti, e quindi inaccettabili. le richieste che risultino ispi-
rate da intenzioni di evasione, di avventura e di sistemazione professionale.
Un accurato esame delle condizioni psico-fisiche garantirà inizialmente, ai giovani
ed al Centro, l'effettiva idoneità dei candidati.
Durante il Corso saranno definiti, d'intesa con i singoli interessati : il paese di destina-
zione, il contratto di lavoro {durata, retribuzione, condizioni di lavoro, ecc.), le assi-
curazioni, le prospettive di reinserimento in patria.
9

2.2 Page 12

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.-..-..
.a..-.-.
C.-.'-.-:.-1.
10
Essere preti nel 1970: la nostra
gioia, il nostro timore.
Entrano in gioco, da una parte,
una fede lineare tradotta in convin-
zioni e scelte di coerenza, e la de-
cisione di dedicare la vita a capire,
amare, alleviare le pèrsone che an-
cora attendono d i incontrare sui loro
passi l'immensa presenza di Gesù
Cristo; ma d'altra parte anche la
paura di essere integrati >1 <lalla ci-
viltà alienante.
Consci del momento pi:esente, esal-
tante pa i fcm,enti, le agitazioni,
In ricerca di chiarezza e a11ten1icità,
ahbiamo risposto all'appello di Cristo,
fiduciosi, ottimisticamente prOtt.-si a
soddisfare le grandi richieste del
mondo, che ci pare soprattutto malato
di nostalgia di Dio e dei valori umani
più alti.
Il 21 marzo, in '-+• nella Ua:-ilica
di '.\\laria Ausiliatrice, siamo stati or-
dinati sacerdoti dal cardinale Pelle-
grino, arcivescovo <li Torino.
Alcuni di noi, intervistati, hanno così
t es timoniato:
Marcello: Sacerdote e missio-
nario.
,, Sono sacerdote a servizio dei gio-
vani per essere, su/l'esempio di
Don Bosco, segno' vivente dell'a -
more di Gesù Cristo È uno slogan
vecchio, ma che per me, giunto già
adulto a realizzare la mia vocazione,
conserva tutta la sua importanza e
attualità. Mi sembra anche naturale
che sia stato concretizzato nel de-
siderio di andare dove la mancanza
di sacerdoti e l'abbondanza di gio-
vani sono maggiormente forti.
Ed eccomi allora, da ogg,: sacer-
dote e missionario».
Luigi: Prete per i giovani.
" Non certo casuale è per me la
scelta di un impegno sacerdotale
e salesiano. La vedo pienamente
inserita in quella vocazione più am-
pia, per cui tutti gli uomini sono
chiamati a darsi da fare per la co-
struzione di un mondo più umano
e perciò più cristiano.
È poi salesiana perché mi pare che
il mio posto sia il servizio dei gio-
vani».
Andrea: Totalmente disponi-
bile.
"Il prete ha una fisionomia molto
concreta. È un "chiamato" da Gesù
e ha accettato di realizzare la sua
vocazione mettendosi a servizio
degli altri: nella totale disponibilità,
nel ministero della Parola e dei Sa-
cramenti, nell'amore massimo a
Dio e ai fratelli 11.
Luigi (jugoslavo): Segno di Dio.
<< A L1ubljana, un giornalista al ter-
mine de'lla celebrazione della mia
prima Messa, ha condotto una in-
chiesta fra i giovani presenti. Tra
l'altro ha poi pubblicato queste pa-
role di una ragazza diciottenne:
..Per me è stata una cosa fanta-
stica: ho ringiovanito la mia fede
perché ho sentito lo Spirito di Dio
aleggiare in quel nuovo prete".
Appena ordinato sacerdote, mi è
parso di aver profondamente sen-
tito quello che in teoria già sapevo:
"Sacerdote, sei veramente il segno
di Dio in mezzo al mondo. Non te
ne accorgi nemmeno; e meno male
che sia cosi" 11.
li prete i: e resta un mistero. Perché
la sua storia è essenzialmente una
storia di Dio. Della sua bontà, della
sua provvidenza, della sua scelta mi-
steriosa nei confronti di uomini che
già di per sé sono un impasto di bene
e di maJc e si ritrovano •inviati• di-
retti di Cristo. 1\\listero, sì, ma d'a-
more. Smisurato come quello dj Cri-
sto, al cui servizio il prete orienta
rutta la sua vita con cuore indiviso.
Per questo - lo hanno ricordato
i Vescovi d'Italia nella loro ultima
assemblea - «il sacerdQte, sQsle1111l<1
dalla gra::ia .tacramentale, deve rtpro-
durre Cristo il più fedeltne,i/o possibile:
esser11e i111111agi11e ed erprestione, segno
leggibile, pur nella fragili/a della canie,
ma cerio in qualche modo credibile,
dell'infaticalo impegno di conformarsi
a Lui•>.

2.3 Page 13

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I giovani ordinandi, prostrati in preghiera, sembrano disporsi a fare pro-
prio il proposito fatto da Don Bosco nel giorno che fu ordinato prete;
KFBre, paiirc, umiliarsi sempre quando si /ratta di sa/vàre anime».
I quattordici Sacerdoti novelli, dopo l'Ordinazione, posano con il card.
Pellegrino, l'Ispettore don L Chiandouo e il direttore don G. Marchisio.

2.4 Page 14

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Coraggio, Don Ricceri !
L'annuale
.
omaggio
della
fan1iglia
salesiana
al
Rettor
l\\Iaggiore
,
II complesso attacca deciso e centinaia di giovani
riempiono la Basilica del loro canto di gioia. Cinquanta
sacerdoti si raccolgono attorno all'altare, e don Luigi
Ricceri presiede la santa assemblea che rinnova il me-
moriale della morte e della risurrezione di Cristo. Al
Vangelo, don Dario Composta illustra la grandezza del
sacerdozio. Più tardi. tutti i presenti si comunicano con
il Corpo di Cristo, in gioiosa processione, mentre l'ac-
cordo delle voci esprime nel canto la letizia della famiglia.
f; il primo atto, il più profondo e significativo. che
dice al Rettor l\\laggi<>re l'amore e la gratitudine dei figli:
salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, giovani, cxallievi
e cooperatori.
Il secondo atto si S\\•olge la sera, nel trattenimento ac-
ca4emico. Parole diverse e musiche <l'oggi ~i alternano
nel rendere omaggio al Superiore.
Un augurio si fa particolarmente insistente, espresso
prima dal Direttore della Casa generalizia, e ripetuto
poi con filiale semplicità dai chierici di Foglii1zo: ,, Cn-
raggio, don Ricceri I ,.
I motivi di coraggio, nelJe innegabili difficoltà del mo-
mento, non mancano. Sale sul palco un gio,·ane sale-
siano, un diacono che presto sarà ordinato sacer-
dote in Roma, dal Papa. Parla a nome Ji tutti. ma
in modo speciale dei salesiani della sua patria, persegui-
12 tati per la giustizia, come tanti altri. in tante parti del
mondo. Processi, carcere, lavori forzati stato dentro
anche lui) per piegare questi uomini e staccarli dalla
Chiesa, da Don Bosco, dalla FeJe. :--:icnte dn fare.
Nessuno cede. l carnefici si rassegnano a dichiararli
«incorreggibili, irricuperabili )).
Quando scende dal palco, il Rettor :\\faggiore lo
stringe .i sé in un lungo, affettuoso abbraccio, mentre la
commozione generale si scarica in un applauso inter-
minabile.
Prendono la parola i rappresentanti degli exallievi,
dei çoopcratori, degli amici: il prof. Angelo Jacomuzzi
e l'avv. Valdo Fusi.
È ancora un caloroso invito al coraggio, alla fiducia:
«Abbiamo bisogno di voi, per salvare ·1a gioventù insi-
diata da una propaganda ùistruggitrice di ogni valore
umano e cristiano. Abbiamo bisogno di preti come Don
Bosco, che ci facciano conoscere meglio Cristo e i1 suo
\\'angelo; che ci aiutino a tradurlo nella realtà quoti-
diana; che ci ric<>rdino le grandi verità, sale e luce di
questa vita: l'aldilà, la croce, la santificazione. Noi pos-
siamo aiutarvi: abbiamo ricevuto molto tla voi, pos-
siamo dare molto: siamo a vostra disposizione».
Don Ricceri ha accolto di gran cuore questi auguri,
dichiarando di aver motivo non solo di fiducia, ma
anche di ottimismo. Ai motivi scaturiti dalla manife-
stazione stessa, ne aggiungeva un altro, assai indicativo:

2.5 Page 15

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secondo una recente inchiesta DOXA, solo il 43/o dei
giovani dice di non sentire il problema religioso. Tutti
gli altri sentono un crescente bisogno di evangelizzatori,
ma ben preparati e aggiornati.
E infine ha voluto dissipare un'ombra che sembrò
velare la letizia della manifestazione: il dispiacere dei
torinesi per il previsto trasferimento del Rettor Mag-
giore con il suo Consiglio a Roma. «Il nostro c110re
rimarrà a Torino, ha detto. Anzi, saremo anche noi
dei "pendolari": torneremo sovente alla Basilica del-
1'Ausiliatrice e all'Altare di Don Bosco. Valdocco ri-
marrà sempre la capitale del mondo sales.iano >>.
TORINO-VALDOCCO CONVEGNO DI SACERDOTI EXALLIEVI SALESIANI
Il 23 aprile, primo giomo del mese di
Maria Ausiliatrice, in apertura del
centenario della Federazione Exallievi
Sale.1iani, si è tenuto a Valdocco un
convegno di Exallievi Sacerdoti, pro-
11mienti dalle varie regioni d'Italia.
Dopo il saluto del prof. Sergio Vinci-
guerra e dell'Ispettore don Mario
Bava, don Giacomo Medica ha pre-
sentato il documento di base del Ca-
techismo italiano. Seg11ir0110 vari iu-
terveriti. Concluse il Rettor l\\1/.aggiore,
che ha fatto sua l'espressione uscita
dal cuore di Don Bosco in un co11-
veg11.o di Exallievi Sacerdoti: «Questi
Sacerdoti sono la pupilla dei miei
occhi,>. Mon.~. Luigi Piovesana, rap-
pri!.simtanle nazionale degli Exallievi
Sacerdoti, si è reso interprete dei sen-
timenti di tutti i Sacerdoti E.~allievi
d' Ttalia. Il convegno ebbe il suo mo-
mento più solenne nella concelebra-
zione presieduta dal Vescovo ausiliare
mons. Livio j\\llaritano, che nell'omelia
ha messo in evidmza la carità che
anima il metodo educativo di Don
Bosco e tutta la sua vita di apostolu.
I
13

2.6 Page 16

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UNA
DIMENSIONE
NUOVA
DELLA
ESPANSIONE
GIAPPONESE
Prìmi gradi del Battesimo a giovani glapponesì. I padrini,
loro compagni, amministrano Il segno di croce. Questi
giovani fanno parte di associazioni caritative sorte in rela-
zione con la partenza del primo di loro per l' America Laùna.
Non so se chi legge questa mia
chiacchierata verrà in Giappone
per l'Esposizione Internazionale di
Q,,aka. Se viene sappia che tutto il
popolo giapponese si è impegnato ad
accoglierlo da amico e a fargli vedere
tutte le cose più originali e più im-
portanti del Paese. Tutti i giorni alla
radio nazionale si ripetono appelli ad
accogliere gli stranieri in modo che
essi conservino per sempre simpatia
per il Giappone.
Se chi legge fosse venuto in Giap-
pone come amico dei salesiani negli
anni 1950-1964, la famiglia salesiana
si sarebbe impegnata a fargli vedere
le migliori nostre opere e senz'altro
qualche confratello l'avrebbe accom-
pagnato nel seminario di Chofu, dove
risiedeva monsignor Cimatti, cuore
dell'opera salesiana giapponese, e ne
avrebbe conservato un ricordo no-
stalgico: il più bello del Giappone.
Fino a quando la salute glielo per-
mise, monsignor Cimatti si trovava
sempre in cortile durante le ricreazioni
14 della comunità. Generalmente pas-
seggiava conversando. Negli anni
1959-1960, impedito per malattia di
partecipare ai giochi movimentati dei
chierici, diventai il suo più fedele
compagno di ricreazione.
Ai molti amici di monsignor Cimatti
penso che farà piacere sapere che lo
trovai un gran sognatore.
Nel 1960 tante e tante volte mi
parlò dell'America Latina.
- Carlo, bisogna che dal Giappone
mandiamo dei missionari nell'Ame-
rica Latina.
- Ma le pare, monsignore ? Ab-
biamo cento milioni di abitanti qui.
Monsignore, se vogliamo predicare il
Vangelo, mettiamoci vicino alla sta-
zione di Shinjiku: li passa oltre un
milione di passeggeri' al giorno. Tutta
gente da evangelizzare. Senza bi-
sogno di andare :nell'America Latina
dove, per trovare qualche pagano,
bisogna fare cavalcate interminabili
col pericolo di essere sbranati dai
puma.
l\\fonsignore sorrideva, passava ma-
gari a un altro discorso, ma poi,
dopo qualche tempo, ritornava sul-
l'argomento:
- Bisogna che un giorno dal Giap-
pone mandiamo missionari nell'A-
merica Latina.
- Ma, don Cimatti, ragioniamo:
Chi mandiamo? . 1oi salesiani qui in
Giappone siamo quasi tutti stranieri.
l giapponesi sono pochissimi. Ora
che finalmente abbiamo quattro giap-
ponesi, dovremo mandarli nell'Ame-
rica Latina? E d'altri chi mandare?
Gli stranieri? Guardi, monsignore: io
ho domato questa intricata lingua
sudando per tanti anni ; e ora dovrei
rinunciare al beneficio che mi reca ?
Se qualche salesiano andrà nell'Ame-
rica Latina, questo non sarò certo
io. E credo che tutti i salesiani non
giapponesi la pensino come me.
- Carlo, vedrai: andranno missio-
nari sia stranieri che giapponesi.
Perché trovi strano che vadano i
giapponesi? Andare io un'altra na-
zione per annunciare il Vangelo è
una grazia di Dio. Perché vorresti
negare ai confratelli giapponesi questa

2.7 Page 17

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grazia? E poi anche nell'America La-
tina ci sono tanti giapponesi, per cui
la lingua non sarà inutile.
Una volta che mi parlava ancora
dcli'America Latina, gli dissi chiaro
e tondo che la sua mi pareva una
utopia e che l'argomento non mi in-
teressava. Ricordo che rimase mor-
tificato. Da quel giorno monsignor Ci-
marti, sempre tanto gentile, per evi-
tarmi conversazioni poco interessanti,
con me non fece mai più alcun ac-
cenno all'America Latina. E anch'io
non ci pensai più.
Nel 1966, quando venni in questa
casa, mi proposi di interessare i pochi
cattolici che abbiamo ai problemi
della Chiesa Universale, citando so-
prattutto i documenti pontifici. Stu-
diando insieme con i giovani questi
testi, mi sono interessato per la
prima volta :i.li'America Latina. E,
cosa stranissima, mi è venuta la voglia
di andarci. 11 mio Ispettore in un
primo tempo acconsentì, ma poi mi
disse che da Torino aveva avuto or-
dine di rinviare alle loro ispettorie
di origine i confratelli che volevano
cambiare la terra di missione. Per
non correre il rischio di essere allon-
tanato dal Giappone senza potermi
recare nell'America Latina, per allora
rinunciai all'idea.
Ma ceco che questo interess<: è
passato ai giovani. All'inizio dell'anno
scorso uno mi venne a trovare:
- Padre, io vo!!:lio dare un signi-
ficato alla mia vita. Vivere solo per
me stesso non ha più alcun valore.
Voglio vivere p<:r gli altri. Voglio
mettenni al servizio dei poveri e del
Vangelo in un'altra nazione.
- Dove vorresti andare ?
- Cercami un posto nell'America
Latina.
1 salesiani del Perù l'hanno già
accolto fraternamente nella loro ispet-
toria. Ora si prepara a lavorare stu-
diando lo spagnolo e la cultura pe-
ruana nella nostra casa di Chosica.
A distanza Ji poche settimane,
altri due vengono a parlarmi negli
stessj termini.
- Servire i poveri ? Ma voi scher-
zate. l poveri li potete servire sola-
mente abbassandovi e facendovi po-
veri prima voi. Servirli dal1'alto si-
gnificherebbe umiliarli. Siete capaci
di rinunciare a tutto? Alla macchina,
ai soldi, all'hobby, a intercss~ agli
studi predi.letti per servire i poveri ?
- Noi ci pensiamo da Natale.
Vuoi dire che dohbiamo farci piccoli
come Gesù, non è vero? Sì. Abbiamo
già deciso.
Ora sono entrati all'Università.
Quando l'avranno finita partiranno.
E il numero a poco a poco aumenta.
Non credo eh<: questi si facciano
molte illusioni perché io parlo chiaro:
«Dire di si a Cristo seguendo una
vocazione missionaria è mettersi sulla
strada più sicura della rovina. Cristo
incomincia a chiederti il dito e poi
ti porta via tutto il braccio. In poco
tempo non ti rimane più niente. Un
giorno ti capiterà di trovarti solo,
pov<:ro e magari inchiodato in croce,).
Se si pensa alle necessità della
Chiesa universale, questo movimento,
per ora rncchiuso nei limiti di questo
liceo, è una goccia nell'oceano. ,l\\,la
qui in Giappone ha già riscosso riso-
nanze di una certa entità. Tutti quelli
eh<: ne vengono a conoscenza non
ne rimangono indifferenti. Qualche
esempio.
cssuno dei ,·olontari ha la famiglia
completamente cristiana. Un mese fa
sono stato invitato in casa di Ken-
jiro, un giovane che avrebbe dovuto
partire questa primavera. Ha dovuto
rinunciare per ora, poiché la Com-
pagnia in cui ìl padre lavora ha fatto
fallimento e cosi il padre non può
più pagargli il viaggio e assicurargli
la vita in Perù. Il padre, pagano,
mi dice: « Mio figlio non può più
andare adesso. Ne sono dispiaciuto.
In seguito rinuncerà forse all'idea.
Non si sa mai. Ma il solo fatto di
aver desiderato tale bene lo avrà
fatto migliore. In quanto a me, io
oramai credo che il Dio dei Cri-
stiani è vivente ~- E continuammo a
parlare di Dio per cinque ore! '.'l'o,
mi correggo: luj, pagano, parlava; io,
missionario, a~coltavo. Era una fiu-
mana di riflessioni che quell'uomo
intelligente aveva fatto su Dio da
quando il figlio aveva deciso di an-
dare volontario nell'America Latina.
li giorno seguente ricevetti tèh:fonate
dalla moglie e dai figli. Tutti erano
stupiti. La moglie mi diceva: «Siamo
sposati da quasi trent'anni. Non ha mai
dato finora il minimo ~egno di inte-
ressarsi di Dio. Ora sembra che la
sappia più lunga d1 te che sei prete •>.
e Masashi figlio unico. Vuole par-
tire anche lui. li padre, pagano, si
consiglia con la vecchia madre, sicuro
che e$Sa dirà di no. .:\\la ecco questa
nonnina pagana, di ottantaquanro
anni, <lire commossa: <• Vn desiderio
cosi non può venire che dal cielo.
Devi aiutare il figlio ad ,muare il suo
sogno. Se tu e tua moglie non riu-
scite a sopportare la lontananza, andate
piutto~to anche voi con lui ~.
Questa è una scuola salesiana.
Quindi vengono molti ;;rudenti catto-
lici. Sono settanta. Moltissimi in pro-
porzione alla percentuale dei cattolici
in Giappone. '.\\Ila tuttavia una piccola
minoranza rispetto ai pagani in que-
sta stessa scuola. 1n alcune classi di
quaranta allievi non ce n'è uno solo. In
questo mare di paganesimo è diffi-
cile smuovere i cattolici. Ma da quando
è nato questo movimento, le cose
sono cambiate. Tra i cristiani è nata
una vera passione per le opere di
carità. Passione che sta investendo
~nche i pagani. Si sa che in Giap-
pone le vacanze sono assai più poche
che in Italia. Ed è edificante vedere
questi giovani rinunciare a molte di
esse per lavorare in orfanotrofi, ospe-
dali, ricoveri; fare volentieri, senza
rimunerazione, per il solo gusto di
rendersi utili, lavori ai quali nessuno
sarebbe riuscito a indurli in casa
loro.
I cattolici dell'ultimo anno hanno
già organizzato due associazioni aperte
anche ai pagani, per continuare, una
volta sparpagliati nella società, le
opere- di carità che hanno iniziato
qui. In esse i pagani hanno forse il
primo contatto con i cristiani. l.n-
contrano una fede operante, dina-
mica e attrat:nte. In un paese dove 1a 15

2.8 Page 18

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filosofia non ammette il principio di
contraddizione, questa può essere
l'unica prova valida dell'esistenza di
Dio.
Proprio ieri è venuto a trovarmi
Kazuo. È figlio unico. Il solo cri-
stiano in famiglia. Ha ricevuto il bat-
tesimo lo scorso giugno. Ha qualità
eccezionali per la pittura. Doveva
entrare nella facoltà di Belle Arti in
aprile. È sempre stato il suo sogno.
Mi sorprende dicendomi:
- Ho rinunciato alla facoltà di
BelJe Arti.
- Cosa ti è capitato?
- Vedi, voglio entrare nella fa-
coltà di Opere Sociali. Io sono cri-
stiano. Noi abbiamo uno spirito di
carità che nessuno conosce.
- Non puoi farlo conoscere facendo
il pittore?
- Con la pittura non posso par-
lare molto. Bisogna fare conferenze...
Ci vuole una formazione specifica.
La pittura la farò a tempo perso.
- Nt! hai parlato ai genitori?
- Sì. Sono rimasti di stucco tutti
e due. :'.\\Ila poi hanno capito.
Appena una settimana fa sono ve-
nuti il presidei:ite e il vicepresidente
di una grossa associazione giovanile
per consigliarsi sul come organizzare
anche loro, nella loro associazione,
oper,a di carità. Non so dire q_uanto
questo mi abbia fatto gioire. Quei;ti
giovani sono pagani tutti e due. Fi-
nora molti pagani si sono associati
all'opera dei cattolici, ma sempre a
titolo personale. È la prima volta che
si parla di organizzare tali opere in
una loro associazione. . on si creda
che tutti si facciano un giorno bat-
tezzare. Ma qui in Giappone dove
è tanto difficile interessare la gentr
di Dio, dove noi missionari non par-
liamo tanto di catechizzare quanto
invece di trovare vie alla preevange-
lizzazione, il solo fatto che a imita-
zione dei cattolici un gruppo di pa-
gani voglia organizzare opere di ca-
rità, è un avvenimento che dilata il
cuore: dove c'è la carità, Dio è già
presente.
E di esempi potrei contarne tanti.
Le parrocchie a cui appartengono
questi giovani sono state un po' ter-
remotate all'inizio. Ma ora i parroc-
chiani li guardano con simpatia e le
attività caritative si divulgano a li-
vello parrocchiale favorendo L'unione
ecclesiale. L'altra settimana un parroco
che non ha cattolici che frequen-
tano questa scuola, ne ha richiesto
uno in prestito alla parrocchia limi-
trofa che ne ha due, affinché aiuti
a galvanizzare i giovani della sua
parrocchia.
Sono in Giappone dal 1954. li
problema costante, più assillante dei
missionari in questo paese è questo:
come destare interesse nella Chiesa ?
Si sono fatti studi. Si sono fatti espe-
rimenti. Nessuno I: molto convincente.
Per me la soluzione ormai si profila
chiara: suscitare un movimento missio-
nario tra la gioventù giapponese.
Questa è una forza din.amitaria che
scuote cristiani e pagani. La novità
del progetto nella storia delJa Chiesa
in Giappone può suscitare dubbi sul
piano speculativo; ma svaniranno da-
vanti all'evidenzà dei fatti.
Quest'anno seicentonovanta mila
giovani dànno gli esami di immatri-
colazione· nelle università giapponesi.
Che fra tanta gioventù qualche de-
cina di ragazzi si sia votata a un ideale
superiore potrà sembrare ben piccola
cosa. Ma non è così: è una fiamma
quella che si è accesa. Potrà suscitare
un incendio. Ed è difficile prevedere
quali proporzioni prenderà questo
incendio.
Parenti e volontari mi tempestano
di domande sul!'America Latina. Alla
maggior parte non so rispondere. Non
ci sono mai stato. In Giappone il pro-
verbio dice: Un << aver visto>> vale
cento << aver sentito•>. Il mio Ispettore
mi ha detto di andare a fare un giro.
Quando riuscirò ad avere i soldi del
viaggio partirò. Forse di ritorno po-
trò organizzare le cose s11 più vasta
scala. Così il bene in Giappone si
moltiplicherà.
Monsignor Cimatti sognava i sale-
siani del Giappone in America Latina.
Il suo sogno si avvererà? Non saprei.
Ma questo so di sicuro: che il suo era
il sogno di un apostolo e che St:
questo sogno si avvera, sarà nelJo stile
della più genuina salesianità. Infatti
i salesiani non partiranno soli, ma
accompagnati dai giovani. E questa
piccola modalità << con i giovani '\\ alla
quale teneva tanto monsignor Ci-
matti, gli farà un gran piacere e più
ancora piacerà a Don Bosco.
DON CARLO CHIESA
Salesian High School, 1765 Mukalgaoka
Kanagawa 213 (Japan)
Le Missioni viste da vicino
Per una conoscenza più diretta dei problemi missionari, per incrementare l'interesse per le
Missioni e per una più concreta collaborazione missionaria.
Il contatto con i missionari può avvenire in molti modi. Ma
una cosa è ascoltarli in patria. altra cosa è andare nelle Mis-
sioni e. guidati da loro e dai laici del luogo. approfondire 1
problemi della Chiesa missionaria.
C"è chi spende per crociere e viaggi dì piacere, e c'è chi ama
spendere il proprio denaro in viaggi che lo arriçchiscono e gli
offrono nuove possibilità concrete per un apostolato illuminato.
Come altre volte in passato, i Cooperatori salesiani hanno
ora lanciato l'iniziativa di una visita alle Missioni del Congo.
Di questo interessante viaggio diamo qui alcune informazioni
di massima, riservandoci di essere prossimamente pili precisi.
Itinerario: Madrid - Kinshasa - Lubumbashi -
Mokambo - Sakania - Kafubu.
Incontri: con le comunità cristiane locali e con la
geràrchia. Liturgie comunitarie. Conferenze sui pro-
blemi missionari.
Periodo: 10-26 settembre possibile qualche va-
riazione di 1-2 giorni).
L'Organizzazione è curata, per lo studio e l'assi-
stenza religiosa, da sacerdoti missionari delle nume-
rose Missioni salesiane del Congo, per la parte logi-
stica da un'Agenzia turistica italiana. Ogni cura sarà
messa perché gli scopi siano raggiunti col massimo
gradimento sfruttando l'esperienza delle precedenti
visite alle Missioni.
Per informazioni e iscrizioni: Ufficio Nazionale Cooperatori - Viale dei Salesiani, 9 - 00175 ROMA

2.9 Page 19

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CONVEGNO NAZIONALE SUL
RINNOVAMENTO DELLA CATECHESI
Si tenne a Roma dal 19 al 21 marzo scorso. Intervennero circa duecento membri della Congregazione
Salesiana e dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, responsabili della pastorale giovanile e
catechistica. I principali obiettivi del convegno erano:
- informare sui nuovi orientamenti pastorali della Chiesa in Italia nel settore della pastorale ca-
techistica;
- preparare <<animatori>> capaci di illustrare a livello periferico il tema studiato;
- studiare, soprattutto a livello di ((responsabili>>, le incidenze pastorali del << documento di base>>
sulla presenza e l'attività dei salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella Chiesa in Italia.
Aprì il convegno mons. Aldo Del Monte, direttore dell'Ufficio Catechistico Nazionale. Gli altri re-
latori furono don Groppo, don Gianetto, don Alberich, don Giannatelli, don Viganò e don Negri.
Furono presi in esame gli aspetti più importanti del documento di base: <, II ri11no1•amento della Ca-
techesi>>. Alle relazioni segul un intenso lavoro di gruppo. Tra le mozioni finali ricordiamo le seguenti:
1. Il <• documnzto di base >> sia oggetto di studio e di rifl.essionP personale e romunitaria a tutti i li•velli
della Congregazione salesiana e delL' Istituto delle F.M.A., sia attraverso iniziative a raggio regionale
e locale, sia con la partecipazione a raduni diocesani.
2. Le famiglie religiose salesiane prendano maggiore coscienza della catechesi come carisma specifico del/n
Loro attività apostolica ed educativa.
3 . L'attività catechistica delle famiglie salesiane in Italia si esplic/1i anche in funzione del servizw della
Chiesa a lutti i Lii1e/li.
4. Venga promossa di conseguenza una preparazione adeguata del personale specializzato a Livello di-
rettamente operativo e a livello di studio e di ricerca.
Ha chiuso il convegno il Rettor Maggiore, il quale ha rilevato che esso segna solo l'inizio di un Ja-
voro che dovrà essere continuato sui binari della tradizione catechistica salesiana e in rispondenza
alle attese della Chiesa nel mondo d'oggi, con speciale riguardo alla gioventù.
<< l'impegno della cateclzes,' - ha affermato don Ricceri - nel senso più ampio della parola non solo
di pastorale ma di evangelizzazione, è lo scopo numero uno delle nostre famiglie. Ed è l'impegno numero
uno al punto che Don Bosco l'ha assegnato anche alla terza famiglia dei Cooperatori. Sono d'arcordo
quindi che la Congregazio,ie deve mettersi a dispos1:zio11e e servire molto la Chiesa e la gerarchia in questo
settore. Per questo occorre la collaborazione attiva, efficace, saggia, i11tellige11te, generosa, sarrificata di
tutti 1).
17

2.10 Page 20

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T Iantico << gioco delle bandiere >> ha e tele del tempo presentano giovani
L radici profonde nel costume ita- sbandieratori; pergamene e dipinti li
liano.
raffigurano all'incoronazione dell' im-
Si è soliti pensare, quando si parla ratore Carlo V in San Petronio. Le
degli <<sbandieratori», solo alle città cronache bolognesi di feste popolari,
toscane e umbre; non si deve dimen- palii, ingressi di sovrani e notabili
ticare però che quasi tutte le città parlano della loro partecipazione sino
italiane, all'epoca dei liberi Comun.i al tramonto del secolo XVI II.
e delle Signorie, avevano le loro cor- Facciamo ora un salto di quasi
porazioni di (( giocatori delle ban- due secoli.
diere».
Arcivescovo di Bologna è il car-
18
Bologna non fa eccezione: affreschi dinal Lercaro. Egli ha già dato vita

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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11iani di Bolouna
a tante iniziative; per l'Epifania del
1954 lancia la proposta di rappresen-
tare « l'Arrivo dei Re Magi>>: agli
albori del 2000 si fa rivivere un << mi-
stero sacro •>.
Nell'intento dei suoi organizzatori
esso vuol rappresentare un ipotetico
.incontro dei Bolognesi con i Re che
vengono dall'Oriente.
I notabili e il popolo, tutti in co-
stume del '400, vanno incontro agli
Ospiti, poi, attraverso le vie e le
piazze della città, li accompagnano
in San Petronio, per unirsi loro nel-
l'adorazione del Bambino Gesù, pre-
sentato da un presepio vivente com-
posto sotto il baldacchino dell'altare
maggiore della basilica.
Per la realizzazione di questa ma-
nifestazione il Cardinale si è rivolto
all'Oratorio Salesi-mo, che nei primi
anni ha dato la quasi totalità dei par-
tecipanti.
Col passar del tempo matura un'i-
dea: perché non inserire nel corteo
le bandiere delle Corporazioni dell'an-
tico Comune di Bologna?
Coi.ì nell'Epifania del 1961, set-
tima edizione dell'<• Arrivo dei Re
:Magi ,i, sono comparsi i piimi porta-
bandiera.
Sono ancora tutti giovani dell'Ora-
torio e dell'Istituto Salesiano. Sulle
primr sono timidi e impacciati; col
passare degli anni cominciano a pren-
dere confidenza con quelle modeste
bandiere, sotto la guida del prof.
Renato Zuenelli, loro insegnante di
educazione tisica, exallievo dell'Ora-
torio.
Cominciano a partecipare dal '64
al '66 ad alcune manifestazioni sto-
riche nelle cittadine della Romagna,
finché, notati da alcuni maestri to-
scani dell'Arte, sono invitati a iscri-
versi alla Federazione Italiana dei
Giuochi Antichi e Sports della Ban-
diera, che ha sede in Arezzo.
La vita del <t Gruppo ,), dopo la sua
iscrizione (t5-x-66) prende un'inten-
sità d'impegno che nemmeno i suoi
dirigenti osavano sperare.
Altri giovani affluiscono, anche da
altre scuole della città e da amoienti
estranei aJ mondo studentesco.
Le modeste aste vengono sostituite
da aste regolamentari, bilanciate; i
drappi sono ora di seta; gli allena-
menti si susseguono e ritmo serrato,
tanto che per «l'Arrivo dei Magi ,1
del 1967 i Petroniani si trovano
a fianco degli Sbandieratori di
Arezzo, quelli della Giostra del Sa-
racino.
Ancora più impegnativo sarà lo
spettacolo oiterto in Piazza Maggiore
ai partecipanti al Congresso Europeo
di Educazione Fisica, svoltosi il
7 aprile successivo. I nostri si. trovano
ancora a fianco degli Aretini.
I cuccioli si sono fatti onore, tanto
da meritarsi non solo le ovazioni di
tanta gente del <i mestiere•>, ma da
ricever.e l'invito di partecipare ai
primi Giochi internazionali della Ban-
diera, programmati in Arezzo per il
luglio seguente.
I Petroniani si fanno coraggio, si
allenano seni;a rispannio, fanno le
ossa presentandosi in diverst: manife-
stazioni della zona e, a suo tempo,
partono.
Il batticuore è forte, le pretese
ben modeste, e invece riescono à piaz-
zarsi ai posti d'onore m;lla classifica
generale e a guadagnare un primato 19

3.2 Page 22

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mondiale: questo fra 25 squadre di
6 nazioni diverse (5-9 luglio 1967).
Ma chi sono poi questi cam-
pioni?
Sono studenti delle scuole medie,
inferiori e superiori, diplomati, uni-
versitari, alcuni insegnanti di Edu-
cazione Fisica e anche impiegati e
operai; in tutto una cinquantina di
giovani fra i 14. e i 25 anni.
Essi fanno una meravigliosa ginna-
stica complt:mentare, sacrific.rndo i
pomeriggi di vacanza, sacrificando
tanti giorni di festa per partecipare
alle manifestazioni. Questo senza pre-
tendere un soldo, rimcttcndoci persino
qualcosa di tasca propria.
Pensiamo che Don Bosco sorride-
rebbe di compiacenz11 se dovesse tro-
varsi nei cortili dell' Istituto Salesiano
di Bologna in un giorno di allena-
mento.
li rullo dei tamburi e le evoluzioni
delle handierc in mano a tanti gio-
vani gli farebbero rivivere le eserci-
tazioni dei « bersaglieri >l di Giuseppe
Brosio nel cortih.: dell'Oratorio di
Valdocco; manca l'orto adiacente, ma
non manca «ì'vlamma 1\\largherita >>
nella persona d<:lla consorte del prof.
Zuenelli (tenente dei bersaglieri), che
confc.--ziona stendardi e costumi, coa-
<liuvata da tutta la fami~lia; non
manca neppure il << coadiutore Buz-
zetti >> nella persona del nostro coa-
diutore Aldo Piatti.
Ritorniamo ora a un po' di cro-
naca.
Nel 1968 gli Sbandieratori P etro-
niani passano da una località all'altra
dell'Emilia: sono palii in città come
Ferrara, cortei storici come a Castel-
vetro e a Castell'Arquato.
Escono anche fuori regione, ma la
loro impresa più hella sarà l'esito dei
Campionati :-,.;azionali di Faenza, nei
quali conquistano il posto in clas-
sifica generale e ben tre medaglie
d'oro, battendo dut: records mon-
diali.
Anche i1 1969 è un anno di grande
attività; vengono persino invitati ai
Festival folcloristici internazionali <li
Torre dt>I Greco e di Acqui Terme;
Marostica, la città del Giuoco vivente
degli Scacchi, li vuole $UOi ospiti.
Si presentano lungo l'anno in più
di trenta località diverse.
Quest'anno è iniziato con la partt:-
cipazionc a molte manifestazioni; nu-
merose prenotazioni costellano il ca-
lendario; ma tutto l'impegno degli
organizzatori e <ll·i giovani atleti è
rivolto alla preparazione del prossimo
GIOVANI COOPERATORI
Campi di lavoro e di animazione cristiana
ESTATE '70
URZULEI (Nuoro) • 1 luglio (arrivo) • 27 sera
seg. chiusura 28 part. (26 giornate t- arrivo e part.}
Per Cooperatori e simpatizzanti
PALMA DI MONTECHIARO (Agri gento)
20 luglio (arrivo) 16 agosto chiusura 17 agosto
partenza (25 giorni + arrivo e partenza) • Per Coo -
p e ra t o r i
CUPONE DI CERRO {Isernia) , 20 luglio (ar-
rivo) 16 agosto chiusura • 17 agosto partenza (27
giornate -, arrivo e partenza) • Per Coope ratori e
simpatizzanti
TALANA (Nuoro) 30 luglio (arrivo) 26 agosto
chiusura • 27 agosto partenza (27 giornate i arrivo
e partenza) • Per Cooperatori
RIESI (Caltanissetta)• 3 agosto (arrivo) 30 agosto
chiusura 1 settembre partenza (27 giornate ,. ar-
rivo e partenza) Per Cooperatori e simpatizzanti
ESTERO 7 agosto (partenza) • 4 settembre (chiu-
sura) 5 arrivo in patria (27 giornate r andata e
ritorno) • Per Cooperatori
20
Campionato (3° in campo nazionale,
2" come internazionale) che si svol-
gerà agli inizi di autunno proprio a
Bologna.
Questa volta però gli Sbandieratori
Petroniani non saranno dei semplici
concorrenti; la loro Associazione dovrà
fare gli onori di casa e provvedere
a tutta l'organizzazione della com-
plessa manifestazione. Che l ddio li
aiuti I
La giovane associazione non ha
solo finalità sportivo-folcloristiche. Es-
sa vuol essere un'istituzione forma-
tiva nel senso umano, sociale e cri-
stiano, come è chiaramente espresso
nel suo statuto.
I giovani sbandieratori vengono
educati al senso del « bello» per la
varietà dei costumi, i colori e i di-
segni delJe bandiere, la scelta dei loro
esercizi. La vita comune che essi
conducono durante gli allenamenti,
nei frequenti spostamenti in comitiva,
ndlc loro prestazioni, sono motivo di
vicendevole assistenza e di fraterno
aiuto. La presenza nei viaggi dei ge-
nitori, desiderata e promossa, fonde
in una le famiglie di tutti i soci.
La partecipazione attiva ai problemi
del loro Gruppo e le frequenti as-
semblee preparano i giovani a una
vira responsabile. Nelle loro trasferte
sono a contatto con popolazioni di-
verse, imparano a trattare con gente
di differenti mentalità, toccano con
mano tanti problemi sino allora igno-
rati.
Inoltre l'ambiente salesiano in cui
vivono in.fluisce visibilmente sui gio-
vani e sulle loro famiglie. Con le
loro bandiert' partecipano con disin-
voltura a celebrazioni sacre, delle
quali non si sentono semplici spetta-
tori, ma veri attori.
Essi sanno di praticare un'attività
moralmente sana e sono consapevoli
di dare un efficace buon esempio a
tanta gioventù che cerca di evadere
dalla monotonia della vita quotidiana
con mezzi ben diversi.
Ora il GRUPPO S8ANl'>r1:RATORl PE-
TRONIANI ha assunto fonna legale, il
suo Statuto è regolarmente depositato;
per di più ha ottenuto l'autorevole
appoggio del Centro Studi per l'E-
ducazione Fisica di Bologna, alcuni
membri del quale sono entrati a far
parte attiva della giovane istitu-
zione.

3.3 Page 23

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Educhiamo
come
Don Bosco
Salvateli
dalle bande
giovanili
Una sera di aprile del 1847, Don Bosco
tornava a tarda notte dalla visita a un
malato. Presso i quartieri di via Dora
Grossa, ora via Garibaldi, all'angolo di
corso Valdocco, in Torino, incrociò una
banda di giovani nottambuli. Quei gio-
vani videro un prete che veniva avanti e
cominciarono a lanciargli frizzi poco
gentili:
I preti son tutti avari.
quattro compongono una banda con nomi
fantasiosi. Fissano degli obiettivi che non
potranno mai raggiungere. Il capo cambia
tutti I giorni. Avvengono le prime batta-
glie contro bande rivali. Per un fanciullo,
la banda è una tappa normale per cui fa
passare il suo bisogno di sfida.
Nell' età critica, i ragazzi e le ragazze
si organizzano nella formazi onè delle
- Spocchiosi e intolleranti.
- Facciamone una prova con quello Il.
Don Bosco rallentò il passo come per evi-
tare quell'incontro; ma accortosi che non
ne aveva più il tempo, tirò avanti corag-
giosamente. Scoccò un saluto. che quei
giovanotti non si aspettavano:
- Buona sera. cari amici; come state?
- Poco bene, reverendo - rispose un
capoccione; - abbiamo sete e non ab-
biamo soldi. Ci paghi lei un litro, una
pinta.
bande. I loro statuti si ispirano alla so-
cietà degli adulti, ma sono nella maggior
parte diretti contro gli adulti: rilasciano
dei lasciapassare, formulano un codice
d'onore. Mentre da fanciullo il ragazzo
« si identìfrcava » con i genitori e doveva
regolarsi in tutto secondo i loro desideri.
da adolescente « si identifica >l con la
banda e obbedisce alla banda più che.ai
genitori e agli insegnanti. Nella banda si
sente forte; fuori della banda si sente
debole.
- Sl, si. ci paghi una pinta. reverendo -
gridarono tutti a voce alta; - una pinta.
una pinta, altrimenti non la lasciamo più
andare.
E subito lo accerchiarono, impedendogli
di fare un passo.
- D'accordo - rispose imperturbabile
Don Bosco, - ben volentieri. Anzi, dal
momento che siete in molti, vi pagherò
due litri, due pinte. Ma voglio bere an-
ch'io con voi.
- Si figuri. reverendo. Oh, che buon
prete è lei. Se tutti fossero così I
- Andiamo allora all'Albergo delle Alpi,
qui vicino.
Se li trascinò dietro. Entrato in albergo,
fece portare due bottiglie; quando li vide
un po· allegri e più mansueti di prima,
usci in queste parole:
- Ora dovete farmi un piacere.
- Dica, dica, Don Bosco, non solo un
piacere, ma due, tre g liene faremo. D'ora
innanzi vogliamo essere. suol amici.
- Se volete essere miei amici, dovete
farmi il piacere di non bestemmiare più
il nome di Dio e di Gesù Cristo, come al-
cuni hanno fatto questa sera.
- Ha ragione - interloquì uno dei gio-
La banda diventa allora un problema
sociale; il giovane vuole usare la banda
per attaccare gli adulti e farsi con la scure
una specie di passaggio attraverso la
giungla della società che lo mortifica e
lo respinge. Uno psichiatra che condusse
un'inchiesta su un gran numero di bande,
arrivate fino a commettere dei delitti, sco-
prì in quasi tutti i loro componenti una
identica caratteristica: i genitori si erano
mostrati indifferenti o disinteressati di
loro; spesso erano ragazzi di famiglie
scucite oppure orfani. Insomma, dei nau-
fraghi della vita; è chiaro che o prima o
poi sarebbero entrati in conflitto con la
società e con la legge.
Nella massa un ragazzo si ritiene
meno colpevole quando tutti lo sono
al pari di lui. Spesso, la strada del vizio
e del delitto comincia con una prova di
coraggio a cui la banda sottopone l'ini-
ziato. Un ragazzo deve dimostrare di non
aver paura e di sfidare la legge degli
adulti: perciò provoca un poliziotto, com-
mette un furto, si lancia per le strade al
volante di un'auto rubata.
vani più moccolosi - ha ragione, Don
Bosco. Che vuole 7 La bestemmia ci
scappa senza che ce ne accorgiamo;
d "ora in poi non sarà più cosi. Ce ne
emenderemo mordendoci la lingua.
Tutti promisero.
- Ora usciamo, - concluse Don Bo-
sco, - e voi, da bravi ragazzi, tornate a
casa.
- Ma io non ho casa, - d isse uno.
- E nemmeno io, - a99iunse un altro.
Come venire in aiuto ai giovani du•
rante la crisi dell'adolescenza 7 Bi-
sogna fare come Don Bosco: affrontare
quei ragazzi in strada o nei locali fumosi
in cui si raccolgono; conquistarli. farsi
loro intermediario presso il mondo degli
adulti. che si mostra diffidente; mostrarsi
sempre disponibile quando i giovani ven-
gono a confidargli le loro preoccupazioni;
sapere talvolta scomparire quando i ra-
gazzi vogliono rimanere tra loro soltanto;
E altri ancora.
trattarli con rispetto, come veri uomini.
Don Bosco intul i pericoli di quei ragazzi
vagabondi e offri subito un rimedio: «Ve-
nite allora col) me». E se li portò a casa,
con sé, a Valdocco, dove lo attendeva
in ansia Mamma Margherita.
La nostra società spreca troppo
tempo a psicanalizzare una gioventù
che si dimostra violenta. Fa troppo
poco per aiutare quei ragazzi. Dovrebbe
dare una mano ai giovani sbandati. La loro
*
punizione. se ci dev'essere, non dovrebbe
mai consistere in rappresaglie, ma in un
Le bande giovanili sono di tutti i ricupero formativo ed educativo. Occorre,
tempi. Càpita che già a otto anni i ra- come Don Bosco, «portarseli a casa.
gazzi si organizzino in bande. In tre o con sé».
21
I
,
I

3.4 Page 24

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NEL
MSOANLDE-SO-I-A--N--O-----
Selargius (Cagliari)
Inaugurata l'aula magna
al Centro Professionale E. Piovella
l Il Centro di Addestramento Professionale Sa-
lesiano di Selargius (Cagliari), autorevolmente ,
definito «un punto nuovo di irradiamento dei
valori umani e cristiani in tuna la Sardegna».
il 14 marzo scorso ha fatto un passo avanti
con l'inaugurazione dell'Aula Magna• Teatro.
Alla cerimonia erano presenti le massime au-
torità regionali e provinciali, tra cui il Presidente
del Consiglio Regionale on. Contu e il Pre-
fetto dr. Prlncivalle. Glì allievi del Centro si
esibirono per la prima volta con cori e balletti
popolari sardi, seguiti con molto interesse da
tutte le autorità.
Alla manifestazione doveva intervenire an-
che il cardinale Saggio, arcivescovo di Ca-
gliari, ma ne fu Impedito dalla coincidenza
con la Conferenza episcopale sarda. Volle tut-
tavia visitare il Centro il giorno pr.ima per espri-
mere personalmente il suo rammarico per la
forzata assenza. Fu ricevuto con entusiasmo
dai giovani, che glì offrirono un artistico pic-
colo pozzo, opera degli allievi tornitori, sim-
bolo dell'acqua misteriosa della Grazia, di cui
Sua Eminenza è il primo e più qualificato di-
stributore alle anime della sua arcidiocesi.
Riesi (Caltanissetta) •Asilo Infantile
e Casa di riposo per anziani
~ stato inaugurato a Riesi un complesso assi- ~
stanziale, realizzato dai salesiani con la col-
laborazione dei cittadini. Alla manifestazione
erano presenti le autorità cìttadine e della
provincia. Il vescovo della diocesi mons. Ca-
tarella ha benedetto i locali. li complesso è
costituito da un Asilo infantile adiacente alla
Chiesa del SS. Rosario e da una Casa di riposo
per anziani, realizzati con l"aiuto di benefat-
tori di Riesi, che hanno collaborato con i can-
tieri-scuola regionali e i salesiani. Cosi altri 80
bambini di famiglie bisognose possono essere
assistiti. Con quelll dei tre asili già esistenti
gestiti dalle Suore Riparatrici del S. Cuore:
dalle Salesiane e dal CIF, si è raggiunto il nu-
mero di 380 bambini. Grazie all'interessamento
del Comitato Rlesino Femminile Assistenziale,
del direttore dei salesiani che ha messo a di-
sposizione un terreno sito nella parte più sa-
lubre del paese, nonché del Prefetto e del-
l'Assessorato -Regionale, è stata realizzata an-
che l"altra opera di urgente necessità, la Casa
22 di riposo per anziani, intitolata a Papa Giovanni.

3.5 Page 25

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Andria ( Bari)
Mostra di pittura e recital
di poesie religiose moderne
L'unione Exallievi salesiani di Andria sl è fatta ~
promotrice di un11 iniziativa che ha riscosso in
città viva simpatia tra gli appassionati di arte
e di letteratura. Avvalendosi della collabora-
zione del Centro di Cultura SS. Croce e della
Galleria d'Arte " Magna Grecia" di Taranto, è
stata allestita presso la sede della Pro Loco
una elegante Mostra di pittura. Hanno esposto
Magda Garcia de la Rosa, Marcella Merlini
Musolino, Margherita Pavesi Mazzoni. Alla
inaugurazione hanno presieduto varie perso-
nalità della cultura e della politica. È seguita
nella sede dell'Oratorio Salesiano la brillante
conversazione del dr. Giovanni Acquaviva, di-
rettore del « Corriere del Giorno» di Taranto,
su « La poesia religiosa nei secoli». A con-
clusione della serata l'attrice M . Luisa Vaino
ha declamato brani di poesie religiose mo-
derne. Il Presidente degli Exallievi dr. A. Ma-
riano e il direttore dell'Oratorio Salesiano
don Gaetano D'Andola hanno espresso in fine
il loro plauso agli artefici della serata.
Mogliano Veneto Convegno
di genitori dì Salesiani
e di Figlie di Maria Ausiliatrice
I primi e più benemeriti Cooperatori salesiani ~
sono senza dubbio i genitori dei salesiani e
delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il 31 gen-
naio u. s., festa di Don Bosco, nell'Istituto di
Mogliano Veneto se ne sono riuniti una qua-
rantina. L' incontro, molto cordiale, si è svolto
in tre fasi: una conversazione diretta dal Dele-
gato ispettoriale dei Cooperatori sulle varie
forme della cooperazione salesiana; la conce-
lebrazione con alcuni sacerdoti figli di geni-
tori presenti; ricevimento e rinfresco offerto
dall'Istituto.
Vietnam • Un apporto indiretto ma
sicuro alla pace in un prossimo
domani
I figli di Don Bosco nel Vietnam, pur tra te dii- ~
ficoltà della guerra, svolgono su vasta scala
l'apostolato delle vocazioni. E Dio benedice il
loro zelo. Infatti a Thu-Duc, a 15 chilometri da
Saigon, sorge un aspirantato per chierici fre-
quentato da 280 aspiranti. Un' altra casa per
aspiranti coadiutori fiorisce presso la Scuola
Tecnica per orfani di Go-Vap (Saigon) con
120 aspiranti. Nella foto: i 22 aspiranti della
terza liceo, che sono entrati quasi tutti nel nostro
noviziato o nel seminario della diocesi di Saigon.
NEL
MONDO
SALESIANO

3.6 Page 26

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L a fede cattolica in Giappone, portata 120 anni fa
da San Francesco Saverio, ehJ,e ncl suo inizio
uno sviluppo che fu ritenuto meraviglioso. Sau Fran•
ccsco e i suoi collaboralori e continuatori nel lavoro di
evangelizzazione furono dei veri apostoli. Da qui la
spiega2ione del loro successo. Ma il risultato di questo
lavoro apostolico doveva essere quasi completamenlc
distrutto da una crudele persecuzione che durò poco
meno di trecenlo anni. La fede cristiana esteriormente
scomparve, ma un nucleo di cristiani resi.stette fino alla
.6ne de1la persecuzione ,-ivendo una v ita simile a quella
degli antichi cri!ltialli di Roma, al tempo delle cata•
comhe.
La fede dei cattolici giapponesi fu così eroica perché,
oltre la profonda convinzione, hanno avuto una parli-
colare devozione alla Madre di Dio.
Tra i cimeli cristiani del tempo della persecuzione che
ci sono pervenuti. i più numerosi, oltre alla croce, sono
medaglie della Vergine e rosarL che dicono l'amore degli
antichi kirishitan (cristiani) giapponesi verso Maria.
San Francesco Saverio aveva introdotto la devozione
alla "Madonna attraverso la r ecita dd rosario, e questa
devozione si radicò e fiorì soprattutto nel secolo XVII
con la fondazione delle confraternite del rosario per
opera dei Domenicani.
Nel 1832 Rom.a affidò ai Padri delle Missioni Estere
di Parigi l'evangelizzazione della Corea e del Giappone.
In Giappone la persecuzione contro i cattolici era an-
cora jn vigo:re e nessun mi~sionario vi poteva sbarcare.
Nel 1844 il padre Fourcade sbarca nell'isola di Okinawa
con l'intenzione di studiare il giapponese; vi rimane
due anni senza riuscire a rompere l'ostilità del governo
delle isole Ryu-kyu. Da Okinawa il padre Fourcade
consacrò il Giappone al Cuore Immacolato di Maria,
perché la Madre di Dio ottenesse la grazia di entrare
in Giappone, e nel 1859 i missionari poterono metter
piede su terra giapponese. Finalmente il 17 marzo 1865
a Nagasaki, nella chiesa dedicata ai 26 martiri giappo·
nesi, venne fatta la sensazionale scoperta degli antichi
cristiani. La carta di identità della Joro fede fu questa
domanda che un gruppo spaurito di ·una dozzina d:i in-
dividui fece a padre Petitjean: « Dov'è la statua di
Santa Maria? ». La Madonna li aveva aiutati a mante•
nere la fede ricevuta dagli avi e ora li aiutava a sco-
prire l'esistenza della Quesa nella loro terra dopo gli
anni terribili della persecuzione.
Se gli antichi cristiani giapponesi ebbero un grande
arnore alla Madonna. i cattolici di oggi non sono da
menu dei loro antenati.
Un episodio tra i tanti. Tra le catecumene della nostra
parrocchia d:i Maria Ausiliatrice di Tokyo c'era una si-
gnora molto fervorosa che desiderava ardentemente il
battesimo, ma il marito pagano si era opposto al desi-
derio della moglie, minacciando perfino di d:ivo:rziarc
se avesse avuto la velleità di attuare il suo desiderio.
Non c'era altra via che attendere, pregare e soffri.re.
Nella nostra parrocchia i gruppi di catechismo non
sono composti di soli catecumeni, ma hanno anche degli
elementi cattolici che hanno il compito d:i stringere ami-
cizia con i catecumeni per aiutarli, guidarli e diventare
24 i loro confidenti. Questo metodo dà dei risultati conso-
Questo fioretto
missionario,
èlovuto alla
fede di una
catecumena
giapponese,
fa pensare
al racconto
evangelico
della pesca
miracolosa

3.7 Page 27

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lanti perché quasi la totalità dei catecumeni arriva -fìno
al battesimo.
L'8 dìccmhre, festa dell'Immacolata, alla messa so-
lenne delle dì!'ci la chiesa è al completo e lr:. giornata è
luminosa e tiepida. Dopo la S. Messa, il sagrato della
cl.ticsa c il giardino adiacente diventano il ritrovo di
tanti amici chi! si scambiano i saluti e si raccontano i
loro piccoli avvenimenti della settimana. C'è moha al-
legria e i bimbi scorazzano felici in quella luminosa gior-
nata dì dicembre. C'è però un gruppo a cui la lumino-
sità del giorno non riesce: a comunicare la gioia. Al
centro di que~to gruppo c'è la catecumena di cui ho
parlato. Il suo viso è nu:sto e nei suoi occhi $ono visi-
hili le lacrime. Le amiche cattoliche s.i erano accorte
del suo stato d'animo, l'avevano circondata e stavano
interrogandola: « Che co~a ti è successo? Ti senti male?
C'è qualche cosa che ti fa soffriie? ». La sisnora scoppia
in pianto e confessa che dopo un ennesimo tentativo, il
marito le ha assolutamente proibito di ricevere il bat-
tesimo.
Domande e suggerimenti sono intercalati da parolr
di conforto. Finalmente un'amica le chiede: « Tuo ma-
rito non ha dei momenti euforici in cui il suo stato
d'animo permetta di chiedergli cose che in altri mo-
menti non riusciresti• a ottenere? Ci saranno, immagino,
delle circostanze che lo rendono di buon umore e lo di-
spongono a concedere quello che gli si chiede ». La ca-
t ecumena rimane un momento in silenzio. poi s'illu-
mina in volto e risponde: « Sì, s.ì, forse bo trovato la ~o-
luzione. Mio marito è un appassionato della pesca;
quasi ogni sabato parte per il mare e ritorna la dome-
nica sera. Quando la pet<Ca è abbondante di,·enta J!lO·
viale e socievole, e in_ quei momenti le mie bambine pos-
sono chiedergli tutto, sicu.re di essere accontentate.
Aspetterò anch'io l'occasione di una buona pesca per
ritentare di strappargli il permesso del battesimo.
<< Tuo marito anche oggi è andato a pescuc? ».
« Sì, è partito ieri dopo pranzo ».
Come se avcs~ero avuto un'ispirazione le amiche in
~oro esclamarono: « Ma allora entriamo subito in chiesa
a recitare il rosario all'Ausiliatrice affinché gli ouenga
la brrazia di una pesca abbondante ».
Detto fatto, entrano in chiesa e con grande fervore
recitano il rosario.
Lunedì 9 dicembre, ore 6,20 del mattino. In chiesa
davanti alla statua della Madonna trovo un cestello
con tre gross.i pesci, due grigi e uno dì un rosso vivo
lucente come se fosse laccato. La meraviglia mi ai,saJe:
è la prima volta che mi capita di vedere una simile of-
ferta ai piedì della Madonna. Di fiori davanti alla statua
dì Maria Ausiliatrice ne ho vi~ti tanti, ma pesci!... E
andavo pensando chi mai avessr. avuto q_uesta idea pe-
regrina.
Verso le nove di quel mattino squilla il telefono.
e una voce a me nota, dopo i saluti d'uso, mi
dice: « Padre, questa mattina ti sarai meravigliato di
vedere dei pesci davanti alla statua della Madonna e
, avrai pensato a qualche malato di nervi, non è vero?
Ma stai tranquillo perché l'offerta è mia. Non avendo
a disposizione che pochi minuti, ho deposto i1l fretta il
cestello e sono tornata a casa. :f: un dono alla Ma-
donna per grazia ricevuta. Ti spiegherò poi tuUo. Ora
puoi prendere i pesci e mangiarli perché penso che la
Madonna abbia gradito l'offerta ». E la spiegazione
venne. La sera dell'8 dicembre il marito della catecu-
mena rincasò verso le dieci di sera, stanco, trafelato
sotto il peso di tma ventina di chili dì pesce. Nonostante
la stanchezza il suo volto era raggiante. Sembrava un
conquistatore che ritorna carico di bottino. Il racconto
,·he con grande espansività fece alla moglie aveva sa-
pore di favola. TI pomeriggio del 7 dicembre, seduto su
una roccia aveva gettato l'amo. ma le ore passavano
senza che n eanche una volta avesse potuto avere la gioia
di sentirsi stnppare dalle m,ani la canna. La giornata
finì in un completo insuccesso per il pescatore. Il buio
e il freddo avevano invaso il suo essere, ma non aveva
perso la fiducia. Domani - pensava - sarò più for-
tunato.
8 dicembre. La giomata è tiepida, luminosa e pro-
mettente. L'amo scende in acqua, ma pare che tutta la
popolazione marina si sia data la voce sul pericolo in-
comhente. Il fatto è che fino alle nndici nessun pesce
si è avventurato in quelle acque infide. AIJ!' undici e
qualche minuto un forte strappo improvviso fa quasi
cader di mano al pescatore la lunga canna: il filo si è
teso e la canna si è piegata come un grande arco da cui
stia per scoccare la freccia. Un bellissimo esemplare ha
abboccato e ha ridato al pescatore la fiducia. Questo
fu l'inizio di una pesca miracolosa, di un successo fino
allora mai ~perimentato. Venti e più chili di pesce: un
bottino insolito e improvviso.
A questo racconto la moglie sente salire una commo-
zione che a stento riesce a controllare. Comprende tutto
e la circostanza del tempo della cattura dei pesci le fa
t occare con mano l'intervento della Madonna. La Madre
di Dio ha ascoltato le suppliche dellr sur figlie. È l'ora
di agire e di sfruttare la grazia. U cuore le batte forte,
ma domina la commozione e con un ampio sorriso clice
al marito: « OmedetM Gokurà sama deshita! È stato
molto faticoso per te, non è vero? ». li marito sorride
con co1npiacenza. È il momento giusto per l'attacco e
con la medesima voce dolce continua: « Che ne dici.
posso ricevere il battesimo per Natale? ». U marito non
risponde ma dice: « Hai del caldo?». La sua qualità
di capo assoluto della famiglia, il suo onore di uomo
non gli permettono di dare apertamente un permesso
che prima aveva con assolutismo dìspotico negato; ma
il suo· Rilenzio e la richie5ta del volevano dire il s uo
tacito assenso alla richiesta della moglie. La grazia fi.
nalmente è arrivata. La moglie è felice e con coraggio
insolito va oltre nelle sue domande: « Senti, anche le
nostre bimbe possono ricevere il battcsimo con me?».
« Questo tè è molto buono », fu la risposta.
La Madonna aveva fatto la grazia completa. In occa-
sione del battesimo della moglie, iJ marito cucinerà lni
stesso un grosso pesce da lui cattw:ato per festeggiare
la gioia della moglie e delle figliolette.
E ora le amiche di tanto in tanto ricordano con la
neo-cristiana i pesci della Madonna.
DON GIOVANNI MANTEGAZZA
parroco salesiano a Tokyo

3.8 Page 28

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g «v edrà Taipei - mi dicevano a
e,
oa:
lfo111-:kong - , cdriì la Ciria
di Ciani:! Kai-"hek ». ,\\ll'aeroporlo.
m
~
et
ceco pu111ualissimo il clirt-'ltorc del
Centro Gio, anile Don Clo,co della
w parrocchia di Tun Ilua, tlun Pietru
Q Pomati: u1l t>i>pertti di ci11ese. un
..,o nlfinato ,10110scitorc J t•Uo lingua e
a: della l'Uh ura della Ci110. Facc,·a
et
(J
caldo. \\111 l'incontro 1·011 11011 Pomat i
z fu CtHIH.' u11a lwccata t1·aria fresca.
oo Don romati (' un ti1m all1•p-o. OIIÌ·
;o
mi;,ta. coru<' lutti qudJi che hanno
l 'occhio agli avvc11.i111cn1i dt·lla sto•
ria t' (l1l1• prome~sc confortanti di
>z Gesù: « Non temere. prrcolo greg·
o
a:
gt> ». ~1i rorcontava che YC:nt'anni
prima, e pr,•d;,amentc nel dicemhr,•
~
~
1949, il gc·ucralfasimo Ciang Kai-
..,oz
sbek Na sbarcato a Tai\\\\an - il
nome' cinosc ili Formoso - con
o<
500.000 soldati s<·oofìtti e piir di un
miliom• di profughi per un'ultima
dis1,erata n·,-i-.tenza rontro i comu•
nisti; brandi, a aurora la spada,
te1wnc1o pnò in ri;;crva il ramoscello
d'ulivo.
Ogf(i l' i~olu è uno !lei maggiori
ca ,,i,..ahli militari nell'E!òit rrmo Orien-
te. Dopu i CiapponeQi, i 13.000.000
di ciltadin.i di Formo,c-n hanno il
più elr:, alo Lt>nore di , ita dl'lr \\_sia.
Jn Lui I a l 'i,wla, luniza 390 l'hilometri
e la.rf(a 145, c'è uu !!rande fervore
economi< o. Spuntano fabbriche con
tanta rapidità che m1•11tre ~li cd.ifici
80no a:nc:ora in co,.1 ru:riune. i mac•
ch.inari vengono montati sol IO tet-
Loil' di bambù. Taipei, In capitale,
si sta rapidamente trasformando.
« Era una hru ti ina ci li à pro,·incialC'
- dice dun Pomati - fotta di pic-
cole ca..;e, Oggi s ta dhentando un·im-
poncntc metropoli 1lagli ahi palazzi.
con nuovi~simi alberghi e, alla peri-
feria, Vllbli compliissi C'ilili11i ». La
parrocchia San Giovanni Bosco è

3.9 Page 29

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f
J
r
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7
O)
b
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h.
proprio in periferia, v1c1ru:,1~1ma al-
l'aeroporto: si potosono comodamente
contare tutti gli aecei che vi de-
collano.
Ncllt, campagne il progresso e
anche maggiore. Dove 11rima la
earatteristica ùel paesaggio cranv
i contadini che arrancavano nel-
l'acqua delle risaie dietro i loro hufali,
ora i;i estendono fiorenti azieude
agricole con trattori, motorette e
solide case di malloni rossi. Mattina
e sera 11, strade sono gremite di
ciclisti: agricoltori che vanno e ven-
gono dai mercali piìl vicini., operai
che tornano o s i recano al lavoro i11
nuove fabbriche i;orui 11elle cam•
pagne.
SAGGEZZA CINESE
Don Pomati conosce molto bene
il cinese; insieme con don Suppo di
Hong Kong è uno dei più indiscu-
tlhili competenti. Ha 1radott◄> in
cinese la bioi,rrafia ,Li Don Bosco
edita· a Torino nella t·ollana Colibrì,
di cui vennt>ro h,ià diffuse in Italia
pii1 di 150.000 ropie. Nella piccola
casa s alesiana di Taipei ,-ivono an-
che due chierici salesiani, Lanfranc<,
Fcdrigotti, originario del Trentinn.
e Carlo SoroI, che v ient: dal Fl"iuli:
lutli " ùue frequl"ntano l'univcr$ità
ùi mandarino. ì\\li dice dou PomaLi:
« Sonu due cannoni in fatto di stu-
dio· del cineRe. Sapesse come lo im-
parano bene e rapiilaine ntc>! D'al-
tronde son" gi,,vaui ». E i ricor,L.
lontani di ciuando, giovanissimo an-
che lui, venar in Cina gli galleggiano
uelJa mente.
Parliamo tlella Cina. La Cina per
don Pomati è ~tata ,:<l è tuuora In
sua grand.c passione. Mi conduce a
visitare alcun.i tc-111vli huddisti a
Taip1;>i e il grande museo cinest>. Si
pas~a di mera, iglia in meraviglia:
una enorme quantità cli ::;clLlture,
sfavillio di lamine d'oro, di lacche e
di giade. Mentre osservo i clcYoti
che bruciano bastone i11i d'incen,s(),
leggo in un foglietto ìnglrse le beai i-
tudini dcl burlclismo. Contengono
una saggezza piì1 elevata di quella
dei sa~gi dell'antica Grecia, pitt di
qt1ella dei filoso6 atei o agno~tici
dell'epoca modcn1a. Sono , icinissi-
mt' al eristianesi mo, per cui si po-
trebbe quasi pensare a venature ,:
filoni di cristianesimo penetrati nel
tessuto ùcl buddismo. Eccole:
« Beata la solitudine ili colui il rni
c1,1,ore trabocca di gioia; co11osre la
Verità e tiene su qriella fi.sso per sem-
pre il suo spirito.
Beata la libertà di colui che ha ab-
b,mdonata la malvagità dl'I mondo e,
pieno di rispetto. non fa riel ma-le ad
alcun essere uit·ef'!te.
Beata la felicità di col,ii che no,i
cerca alcun piacere terrestre e che.
al di sopra di tutti i desideri. s'è spo·
glitito di q,iell'orgoglio segreto rhe ri
fa dire: Suno io... In l'erità, è questa
la suprema beatitudi11e ».
In f.i 11a è dilfuso il hudJismo
1W'ahayana o del uoi,idùcl'lo « Gran-
de Vei◄:olo ». caratterizzato claU' a-
more per t\\Jt1 i gli el'seri 6.no al ~acri-
1:icio cli sé. Asanga, n,etafis iro in-
cliruio, fondalore del « Grandr Vl"i-
colo » (che conta oggi pii1 di 1,()0
milioni di adepti, sottu forma di
Jamaismo, in Cina. Giar)pone, ln-
docina e Tibet) na solito dire: « Nl"l
.buddis ta, la tcn,lcmia al dono <'
insaziabile ccl egli è piì1 felice uel
dare che le creature nel riceven.
La s ua lenc>rezza per le creature è
la nwraviglia supr,·ma tlel mondo.
Al fondo e-lei suo rnillollo egli pos-
si,·de l"arnore per le creature, un
amore come per un figlio unico ».
3700 A -Nl DI STORIA CINESE
Quando nel Cinquecento gli esplo-
ra tori po1toghesi avvistarono per
la prima volta l'i6ola di Taiwan; la
bauezzarono senza ebitazione « Illw
l?ormos(J, », che ,;ignifica « Isola Bel-
la ». E anche oggi si è (lclla stessa
opinione. Don Pomati mi informa
che, apprna us,.iti <la Taip,'i, la
popolo,,a capitale dell'isola, ,-i rimane
affascina Li dalle dis tese selvaggi" e
ancora intat1e di Formosa, clalle
sue montagne roperte di 61 te fore-
s te, dalle ca~catc e dai laghi in,·an-
tevoli, dai pianori stracolmi cli lus-
,-ureggiante vegrtazione r smaltai i
di fiori ~ere.datissimi.
Mi in,,ita: « Vuole però fru-~i
w1.'irlca anrb<: sommaria di tutta
J'ru1111:a rivihà cinese?». Com'ì-- 110,-.
i;ihile? pc-n~o fra mc. E lui subito:
« Andiamo a visitare il l'ilusco del
Palazzo Nazionale». E mi vi ci
conduce.
n museo sorge ai piedi della sce-
nografica monta~na Gra!'S; ha <la-
vanti a s~ il pa11orama meraviglio~o
rleUa vE":rde valla1 a sotl ostanti'; 11<··
cupa un'estensione di 20 ettari ed
1: s itualo a Waishuangchi, a meno
di mezz'ora <li aulomobile da Taipei.
L'c-dificio. completa1,, uel settembre
del 1965 con una spesa di circa 940
miliorù, assomma in s,~ i caratteri
lkll'a.rchi1e1 tura classica cinese e
quelli òcll'archil rL tura moderna. Rac-
chiude la più vai;ta collezione di
t('sori d'arte cinese. Essa abbraccia
circa 3700 dei 5000 anni della sturia
della Cina e contiene pi11 di 250.000
ogget li di valore int·alr·olabilc: brouzi 27

3.10 Page 30

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antichi e sculture, porcellane e giade,
dipinli e opere calJigrafìcl11•, a.razzi
e ricami, librira:ri e docume11ti storici.
U museo è dedicato alla memoria
di Sun Yal-sen, fondatore della
Hepuhhlica Cinese; riunisce due col-
lezioni; quella del vecd1io l\\'luseo
del Palazzo Nazionale di Pechino
e quella del Museo Centrale di Nan-
chino.
Quando nel 1947 i comunisti si
stavan~avvicinando a Nanch.ino,
]a collezione venne trasferita a For-
mosa; i tecnici selezionarono per
la .spedizione il 95 per cento dei
pezzi migliori. AJ]a fine di febbraio
del 1949 tre ~penizioai sPparate
erano in salvo a Formosa.
IL SEGRE'l'O DEL :.\\H~SCONARIO
Don Pomati mi fa vedere i ricchi
tesori di calligrafia che fin dai tempi
più antich.i fiorì in Ci.ria come lllla
grande arte e non semplicemente
come uno stile di scrittura. Posso
dare un'occh.iata alla collezione di
149.514 libri rari, alcuni dei quali
stampati con il procedimento xilo-
grafico quasi 200 anni prima che
Gutenberg stampasse la sua famosa
Bibbia delle 42 linee alla metà del
Quattrocento.
« Questi tesori - commenta don
Pomati - sono i resti di una civillà
che era già antica quando la civiltà
moderna non era ancora nata»; poi,
spinto dall'onda dei ricordi, mi parla
a l11ngo della Cina, della penetra-
zione missionaria in quel vasto con-
tinente, dei primi salesiani che vi
avevano lavorato e delle illni.menti•
cabili soddisfazioni apostoliche d.i
quegli a.uni ormai lontani.
« Anni da-vvero indimenticabili -
aggiunge don Pomati - i nostri
primi anni della missione salesiana
in Cina ». E gli si riaffacciano alla
memoria le gra.11CI i figure di mons.
Versiglia, don Caravario, ecc.
-Qual era il segreto della vita
apostolica di mons. Versiglia? -
gli chiedo con u11a domanda un po'
fuori tema. E lui subito; - La pre-
ghiera. 11 mis~ionario dev'essere un
uomo di pregbie:ra: questa è un'esi-
genza incontestabile. La conve:ri'ione
è grazia. E quando si tratta di
grazia, couta soltanto la fede,
e la pregh.iera fondata sul1a fede;
non l'arte di convincere, la forza
della parola, il fascino della perso-
nalità, la padronanza del metodo.
n missionario non potrà trovare
sempre lunghe e indisturbate ore
di preghiera d.i cui godrà un monacv
nella su.a cella, ma questi tempi di
preghiera gli saranno comunque nP•
eessari. Egli deve « pregare il suo
apostolato», come faceva mon~. Ver-
siglia. Bisognava vederlo raccolto
in pr eghiera: Lutto il suo attrggia-
mento e il suo modo di fare presup•
poneva un profondo legame con Dio.
Mentre scendiamo le scale del
Musco del Palazzo Nazior1ale ve-
diamo dei tempietti pagani; c'è
sempre gente che brucia bastoncini
d'incenso e che si raccoglie in pre-
ghiera. Don Pomari mi suggerisce
un pensiero che non mi è possibile
dimenticare; « li missionario deve
penetrare nella vita e nella missione
di Cristo. Ciò ~ignifìca che, per llll
verso, il SignQre svolge la propria
attività tranute il mi$sionario. ma
anche, per un altro verso, che il mis-
sionario deve essere tale secondo
l'esempio di G-esii: deve cioè vivere
in un continuo legame con Dio, io
un perenne allacciamento di amore,
-in una preghiera piena di fiducia I'
di confidenza filiale ».
F ormosa Una visione panoramica del Museo del PalalZO Nailonale. Vi sono raccolti 1
tesori d'arte degli antichi imperatori della Cina. Alcum de, bronzi sono vecchi di 4000 ann,.
28

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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PER
INTERCESSIONE
DI
MARIA
AUSILIATRICE
E DEL
SUO APOSTOLO
SAN
GIOVANNI
BOSCO
LA MACCHINA AVEVA COZZATO ERA RIMASTO SEI SETTIMANE PROPRIO IN QUELLA NOTTE...
V IOLENTEMENTE CONTRO
Il MARGINE DELLA STRADA
SENZA CONOSCENZA
All'inizio del mio secondo noviziato fui
11 23 ottobre 1969. dovetti recarmi con chiamata d'urgenza al capezzale di mia
Percorrendo in macchina la strada che una nostra alunna ferita alla testa nel re- sorella di 21 anni, in fin di vita per pe-
collega la località Trentinara a Capaccio parto « Pronto soccorso» dell'ospedale ritonite e altre complicazioni. Tutte le
in provincia di Salerno. scorsi sulla di-
rittura di marcia un masso che cercai
di schivare. sterzando a sinistra e con-
trosterzando successivamente a destra.
Ma, siccome il fondo stradale era vi-
scido per l'incessante pioggia, non riuscìi
a raddrizzare la macchina che cozzò
violentemente contro il margine della
strada. L'urto fronta le ed il trauma psi-
chico furono tali che ebbi la netta sen-
sazione di morire; invece potei aiutare
civile. Dovemmo attendere perché era
stato portato proprio allora un bambino
di 5 anni caduto da un muricciuolo. La
mamma del ragano che attendeva con
noi, ci raccontava che dalla ferita alla
testa era uscita parte del cervello. Cercai
di consolare quella povera mamma in la•
crime, soprattutto quando la suora infer-
miera e poi Il dottore diedero poche spe-
ranze di vita. Le assicurai le nostre pre-
speranze di salvarla erano perdute e un
intervento ne avrebbe accelerato la fine.
Nel colmo del dolore ci rivolgemmo fi-
duciosi a Maria Ausiliatrice supplican-
dola di lasciarcela, con la promessa d1
rendere pubblica la grazia. Pregai con
le mie sorelle e con tutte le mie conso-
relle. Le condizioni peggioravano e nella
notte fra il 16 e il 16 agosto. dopo l'am-
ministrazione degli ultimi Sacramenti,
temevamo di perderla da un momento
a trarre fuori dai rottami le due persone ghiere e le lasciai il nostro indirizzo.
all'altro. Ma proprio in quella notte
che viaggiavano con me. Ce l'eravamo Mentre attendevo la macchina del Pronto l'Ausiliatrice intervenne con la sua po-
cavata con poche ferite e tutte di lieve soccorso, rividi i genitori del bimbo, che tente intercessione. La sorella infatti
entità. Il cozzo era avvenuto il 31 gen- mi mostrarono i suoi abiti dove si pote• cominciò un lento ma costante miglio-
naio, festa di Don Bosco. Tutti coloro vano vedere tracce di cervello. La stessa ramento che la portò alla guarigione.
che hanno visto la macchina ridotta a
un autentico ammasso di rottami, hanno
gridato al miracolo. Il mio pensiero com-
mosso e riconoscente è andato subito
a Don Bosco, di cu, mi sento e mi
sentirò figlia spirituale e che invoco
infermiera, alla mia domanda se il bam-
bino potesse guarire bene. mi rispose ne-
gativamente.
Essendo l'indomani il 24 del mese, rac•
comandai a tutte le nostre ragazze di pre-
La protezione della Madonna. oltre che
nei due interventi subiti d'urgenza dalla
sorella allora, è stata evidente ora nella
sua prima maternità. A distanza di due
anni continua a stare bene e stringe fe-
lice la sua prima bimba. Siamo grati a
continuamente con tenerezza e abban- gare intensamente Maria Ausiliatrice per Maria Ausiliatrice per questa grazia e
dono. Don Bosco mi ha fatto sentire questo bambino. Tornando. dopo una set- per una serie di altri favori.
la sua presenza paterna in un momento
per me assai decisivo e per questo gli
I sono doppiamente riconoscente.
I Torre Annunziata (Napoli)
timana. all'ospedale. potei vedere Klaus
sempre senza conoscenza (rimase in que-
sto stato per 6 settimane). Una volta vi-
sita, il ragazzo insieme a due giovanette.
Aveva gli occhi semichiusi ed era ancora
Palermo
Sr. ANGELA SCACCIA F.M .A.
Il sac. Antonio Rabesco (Lecco-Diate)
I Prof. GIANNA PANUCC/ incosciente. Frequenti crampi lo scuote- ringrazia la Madonna Ausiliatrice che,
CICLISTA INVESTITA DA UN'AUTO
vano tutto. Le ragazze ne furono così
colpite che tutte insieme decisero d, fare
una novena a Maria Ausiliatrice. Le ra-
gazze furono fedelissime alla preghiera;
pregata da Don Rinaldi e Don Berruti. gli
affrettò la guarigione da una grave forma
di diplopia.
E. Brunello (Lupia di Sandrigo-Vicenza)
Il 13 gennaio scorso, mentre verso sera
tornavo a casa in bicicletta, fui investita
posteriormente da un'automobile, il cui
conducente non mi aveva vista a causa
del parabrezza ostruito dal nevischio.
che in quel momento aveva sollevato
un'altra macchina in sorpasso. Fui get-
tata violentemente a terra, ma riportai
solo parecchie contusioni alla base cra-
nica e ln varie parti del corpo. Ricoverata
all'ospedale di Biella, vi rimasi alcuni
giorni. passati i quali, potei essere di-
messa, essendosi tutto risolto per il me-
glio. Ritengo ohe solo la particolare pro·
tez.ione di Maria Ausiliatrice e di S. Gio-
vanni Bosco, che invoco ogni giorno, mi
abbiano salvata da più gravi conseguenze.
Con la presente. intendo perciò soddi-
sfare un doveroso debito di riconoscenza
e dichiarare che continuerò a invocare la
loro potente intercessione.
neppure nei giorni di vacanza dimentica-
rono la promessa fatta. Durante le va-
canze di Natale pensai ogni giorno a
Klaus. Ritornando le ragazze dalle va -
canze, corsero a chiedermi sue notizie.
Decidemmo di andarlo a trovare e per si-
curezza telefonammo all'ospedale. Ve-
nimmo cosi a sapere che fin dal 2 gen-
naio era ritornato a casa perfettamente
guarito. Dottore e infermiera erano stati
assai sorpresi del rapido miglioramento
del bimbo. Quest'ultima anzi mi fece
comprendere che la guarigione era certo
da attribuirsi a un intervento sopranna-
turale.
A metà gennaio, insieme con 16 ragazze,
mi recai a Walding (Linz) per fargli una
visita. Non credetti ai miei occhi quando
lo vidi alla stazione insieme con la mamma
e la sorella.
Quanta riconoscenza dobbiamo a Maria
rende note due grazie: dopo tre mesi di
ospedale per malattia al cuore, poté tor-
nare a casa in condizioni di salute abba-
stanza buone; una sua congiunta ebbe
salva la vita in un pauroso incidente
stradale.
Cl HANNO PURE
SEGNALATO GRAZIE
Abba Maria Adinolli O m nine - A,ostir\\icllo
Pier Luigi • ~ll,ani Sèrgio - Alberghi Dehrmi
Rina • Ali.mio Pierin" - Albirn T ~rl'lì~ - ,\\1-
bizzatì Adelaide e Mariann:a • Alfieri Cristino
- AHo to Giust;pptt .. Allolio Giovnn:nn - Amnto
Rosa Amorotto Marcello e Rosa.nnu • Andnollo
S ìlvestrò - Armilnd Angelica - .\\nnanni Maria
• Arpino Enrico • A.ssàrotti fam. - Attina Lino
.. Avesan i Cnterinn ... Bacq,lirù 1'1etro - Badn-
1.imt nll Fil1pp:1 - Badide Ja ie • Bndolnio Ro,a
Dagn11 Riccardo • Bagna,i Caterina - Bnlanzoni
Faustino - Balla.rio Guido - Baloooo Rosa M:1riB -
Bllrge~gio Ho"" - Bortoli Antonietta Basso Cami-
lotto Lucìa - Basso Micbc.:lc ... Rec,hì Natalina ..
Bellomo Mana - Benelli Pngmi Adele - Benedetti
Linn - tlergs Cottino Mario - Be rgamasco Pierina
- Bi,mardi Attilio • Bertino Presi/ Ro,a • Bertoli
Vigliano Biol/ese (Verce/1/)
Ausiliatrice I
CRISTINA BONDONNO Linz (Austria)
Poma Rina - Benotim:1li Abn:u110 - Denotino Ninfa
- Benolusso Sergio • )k,,.onc M aria - Bezzi
SR. MARIANNA WAGNER Giulio - Bianclu Caccia Anna • Bi.inch ini Amalia
29

4.2 Page 32

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- ni.lneo Rosa e Vincenzo .. Bieler Joseph - Bionaz
Pantaleone - Bi>eetti Eugenio - Blosucci Elena -
Boari Alma .. Boccia Amelia - Bonas.sin Elisabetta
- Bonm:zi Eltma - Bondonno Anna -- Bonifacio
Marino Concetta - Baroni Pizzini MariA - Bosco
i1aria - Brivio Lrene - Broccardo Dom~ca -
Bruna Catc-rinn - Buc:<'i Rombai Anitu - l3unie:rci
Giovanna - Buonorno Adele - Busoto don Gona
e :'\\1aria - Bu.scernn Margherita - Cacopardo Con-
Cétto - Cnlderonc Gabriella - Calhpiris Maria -
Calogero Giuseppe - C•lrobcllottn Laura - c~tvo
Annn - ùmisa.sco fo.m. - Camola Sorrenuno -
Campagnola Luigia - C•nevori Edda - Cantoni
Peppino e Rosangela -- Capani Angiolina - Caponeui
Gian Bntllsta Cuppnrelli Luciana - Capra Ceci-
lia - Capra Lucia - Cammello Morionna - Carcb
M:::rzzone Anna iv1arin - Cnrdillo Raimondo -
Cnsctta Secondo - Cassato Antonino - Cassato
Domenico - Ca.sin Mario - Castro Antonino -
Cattaneo Gisella - Cattazzo Ennìmo - Cauda
Vincnnza • Cavaglì•no Dornenico - Cavnllo Palma
- Cavallotto Elgida - Cetra Angiolina - Cerri
Antonio [.,uciano - Cesana Adele .. Cestari Giuseppe
- Chiabrnndo Angiolina - Chicco Battist<t - Chiesa
Ester Chies2 Comillo - Chini Rita - Chioda
Agostino - Chirico Sassì Agnese - Cima Barbara -
Cinti Rosetta - Ciocca Vittorhw • C'ivita Ruggiero
- Colla Giudittn - Colombo Liliana - Colombo
Rosn. vcd. S:dm.oiraghi • Comaunni Lina - Con,;iu
Severina - Conversano Emma - Corlone:sl! Adolfo -
Coninovis Erme1ind-a - Corvino A niello - Costa
Mirrlln - Cruseclli Giu,eppe - Cuiai., Teresa -
D:Jmianl Cinzia e Alessandro - Dnmrnni Eltdis -
D 'Amico Caterina - Danna .Emilio - De Blasio
Raffuelinn - De Copuo Susanna Jolando - Oc Cassai
Ciac-omo - Delfu Tereso - Del Giudice Lucrt:l:Ìa
- Del Prete Grosso Maria - De Mattia Pasquale
- Di Leonardo Adelina - Di Rosn Giuseppina -
Di Simone Dicga Dittli Carlotta - Donadoni
Caro lina - Epicoc;o Maionc Pietrina - Fadanelli
Enrica - Fallctnt Rosa - Folzoni Sernlino • l'ava,a
Cnrmefa - Favre PaJmira - J'-"'echino Domenica -
Fedcrfci Roso • Forrnnre Romilda - Ferrnri Giu-
seppin3 - h!rr~ri Venture - Ferrino EnrJCO -
Fior~ntino Matilde- ... Fonono Anuclo - Formcntiln
Cla.ra - F'oti Grazb - Frsie-u.a "rercs-a - Frandino
Crolla Pierin• - Gadotti Marisa - G•ll•reto Ter<:$D
- Gallo Anqela - GallutzJ Angelo - Gandolfo
Lnes - Gangi .Rosina - Garisto Concetto • Gana
Vincenzina - Gasparini Mnrina - Gaz.zoln Rita -
Genh:ii Francesca c. Gaetana .. Germano Giu-
seppi.na ~ Gfannini Angela -- Ofonnini Ciovanru
. Giannini Rnffaelina Ginellu Cl•ro 'l'eres• -
Giraudo Andrea - Giustetto Pcroln - Gramoglio
Gianni e Ann" - Crnnati Gaetana - Crassi Concet•
rin• - Gr•••i Màrla Teresa - Grasso Fmncesco
- Grnzioli Carmen - Grilli Resta Caterina. - Gròsso
Roscttn - Guarene Pietro - Guenznni Ester -
G<1enz:i Kelly - Guercia FnmcèSca - Guglidmetrl
Pierin.t - Culi Caterina - Gunod Leonilde - laco-
bitti Concerta .. Imbod~no Duilio - hnpcri'ale
Bciano - Lachner hant11 - Lw Domenico -
Lavy Desiderato - Leoni Altoe - Leoni Anna -
Leu~ Anna - Lodetti Carla • Loçro Riccardo
Lombardi .-\\da - Lombardo Adelchi - Lo Monaco
Anijela - Lon~o .:'v!a.ria. - Lorenzato Mario - l.A)-
wlcnti Carmela - Lucianai Carolin., • Maggiore
Giuseppe - rvtalacab.a Adriana e Giovanna -
Maldini Olga - MangJno l\\ngclo - Mangeri Do-
menicB - M::tnicl Pierina • Mannino !Vlnna -
Mn.ntiruut Salvatrice - Marciana Rin3 - 1\\.1..arcolini
Tovasso Virginia - Ma.reucci Antonicttll • !\\,fan
lvo Giorgio - Manuru Margherita - Murini Giu-
seppina .. 1\\1:ura t\\ngeJn - Marras l\\.'laria Luìgi:l -
Martinènghi Carlo - Mcrola Vincenza - Messina
Maria - Minddu Angela - ~1.ice1i Elisabetta -
Miglietta Giacinta - Milanesio Mari - Milim11?..zo
Albo Maria - Mirani Ortolli Mnrlà - Mion Antonio
.... Maglione Fmncesio Oomc.nica - Molo Tononi
Giuseppim, - Morabito Ro~ii - More Gru%.iA -
Mori Erminio - Muo Sergio • Mu;sano Albin:I -
vf.u.sumeci An~elina - Muzzo lolanda .. Nardelln
Marm - Nespoli Picrn - Nodarl Cecilia ved. BçrtòC•
chi - Nobili M_ Margherita - Nosengo Cattaneo
Angela - Olivieri Mori,a - OHviero Francesco -
Paoni S,mdrn - Paganotto Lucio - Pngllolunga
Antonietta - Paln.rru\\ Linn - Pani MarU, Ciuseppim1
- Panzeri Caterina • Paolicclli Saltina - Passnfreddo
Maria - P<:llcgrino Llbcr:, Mario - Peragallo Fe.
dcdco - Peroni Maria - Perotti Letizia - Pettìnnto
llianca MnriJt - Pevcti Teresa - Picciolo M. Rosa-
ria - Pirnllli Livia ... Pieruc:ci IV{adda.leno - Pietro-
grande Assunta - Pi2rnurn. Uel.fina - Pinello Ar-
mid• - Pirrone At1gela - Polt.:roncr, C<:sare - Pozzi
Edvige - Pon:oti Giuseppe - Pramotton Maria
fu Pietro - Prat()Jungo Giovanna - Prizzi Carmela
- Pucci Rosy - Puccio Mandali ;\\dcle • Quaranta
Rina - Quaresirm.ni l'olsirui Maria - Rabicti Dolfi
Elide - Rainero Angelo - Ramdlo Domenica -
Raspini Vittoria ved. Consoli • Ravcra Francesco
- Rcina Olga - Rendlna Angda - Rinaldi Maria
Roso - Rippa c'vlario - Rjv•si M. Antònietta -
Rivetti Oggeto Laura Rizro ;\\Ilaria - Roi;,aldi
Paolo - Rocchelli Luisiro ~ Romeo Llna - {{onco
Pina - Rosoce Angela - Rossi Elena - Rossi Gèn-
naro - Russo Antoninu - Rutim Robe.no - Sa.ec::ta
Giuseppa · Saglibc:ne 0Bola - Saluss<>lia Olga -
Sompò Fclietta • Sandri M;,risn. Sanna Francesca -
Sanna Scipione - Sc•nii Wilma - Sanvito Albertino
• Saporiti ("amillo e Olgu - Sardo Maria - Scacchi
M=tnn - Scarpa Adelina - Schiaffino Maria -
Rcb,avello "Eugenio - Scierre Carmela - Secchi
Paola - Semino Clorinda - Sfara Naral• - Sgroi
Rosa veci. Leto - Siffredi Ricca Bianca - Simbula
r\\ntonio - Sisi Anm1 Maria. - Spatafo.ra Ros.orh, -
Spigante Gnziella - Spreafico Giovanni - Sttoc-
cb1a Oiuseppinn - Strumia Felice - Stuppia Con-
<~ttn • 'l'asllO At1gelo e Cbdis - Terranova Stella
- 'l'errugi Bernardo - Thea Sumno - Tfoozzelli
Tavngn~ Moria - Tìta Concettina - T ondi Elvirn -
Toppi Erminio • Toppi Pin Torbino Giudittu -
Torbo! Carmela - 'l'ornari Giuseppina - Tosi
Giuseppe - Trabaldo Vittorio . T umminello
C.t"11na - Turco Emmo veci. Il-Osco - UUis lmeldo
- Valinotri G iacomo - \\ 'ollet Pietro - Vannlli
Marta - V1ugi.n Battistina • Venturini Cristiana -
Vergeti Nazzareno - Vicini \\fsncenzo - Violu
Perazzo :\\lichèlina - Viotrl fum. . Virgillito Filip-
pina - Visconti Zefirina - Volpe Ada - Wotr Maria -
zu. Zaff'o.1;'3 Fmnca - Zanclli Giovannj - Zina Lina
ved Pend~ - Zini Antonia - Zini Meri~tta -
lian Giovanni . Zulian sr~ Elisa,
ESERCIZI SPIRITUALI • GIUGNO - LUGLIO - AGOSTO
PER COOPERATORI
Como: 26-29 giugno
Cison di Valmarino (Treviso): 19-23 agosto
Rocca di Garda (Verona): 3-6 agosto
Monterico di Monselice (Padova): 27-30 agosto
Bologna: 11-14 agosto
Calci (Pisa): 30 luglio - 2 agosto
Loreto: 22-26 agosto
Albano (Roma) Oasi Frattocchie: 27-30 giugno
Ostuni (Brindisi): 1-4 luglio
Potenza - Casa S. Cuore: 26-29 agosto
(Cooperatori e familiari)
Zafferana (Catania): 28 giugno - 2 luglio
(Cooperatori e famiglie)
Zafferana (Catania): 1-5 agosto
(Cooperatori e famiglie)
PER COOPERATRICI
Mùzzano Biellese (Vercelli): 26-30 luglio
Muzzano Biellese (Vercelli): 31 luglio - 4 agosto
Muzzano Biellese (Vercelli): 31 agosto - 4 settembre
Salun:o (Cuneo): 25-29 agosto
Como: 10-14 agosto
Cesuna (Vicenza): 6-9 luglio
Bologna: 27-30 giugno
Calci (Pisa): 5-9 agosto
Loreto: 27-31 agosto
Pacognano di Vico Equense (Napoli) : 27-31 luglio
Ostuni (Brindisi): 1-4 luglio
Zafferana (Catania); 28 giugno 2 luglio
PER CONIUGI
Muzzano Biellese (Vercelli): 14-18 agosto
Muzzano Biellese (Vercelli): 18-22 agosto
Cison di Valmarino (Treviso): 26-30 agosto
Sestri levante (Genova) : 22-26 agosto
Albano (Roma) - Oasi Frattocchie: 27-30 giugno
PER GIOVANI
Genova-Voltri (Villa Azzurra): 19-21 giugno (per gruppi
giovanili d'impegno sociale)
ORIENTAMENTO VOCAZIONALE
Albano (Roma) - Oasi Frattocchie: 27-30 giugno (gio-
vani e signorine)

4.3 Page 33

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PER
INTERCESSIONE
DI
SAN DOMENICO
SAVIO
È uscito
CANTARE GIOVANE · 1970
Pag. 200 L 300
,.'Raccolta completa e aggiornata di canti
,liturgici e di auualit/J. Adatto per gruppi
giovanili. campi di lavoro, centri sociali.
Richiederlo: Ufficio nazion. cooper.
.-Viale Salesiani 9, .Roma, c.c.p. 1j 52186
AVREBBE DOVUTO RIMANERE nesse la guarigione del figliuolo. le mie banale operazione. Ore angosciose In cui.
INVALIDO A 33 ANNI
preghiere sono state esaudite. Dagli ul- aggrappata alla corona del Rosario, sup-
Un nostro conoscente, padre di tre figli,
mentre viaggiava in macchina, perse il
controllo e si scontrò con un"altra mac-
china. Fu portato all'ospedale. dove g li
estrassero la milza e gli fu riscontrato un
polmone perforato con altre complica-
zioni. I dottori lo davano per spacciato e
dissero che solo un miracolo avrebbe po-
tuto salvarlo. lo consegnai a mio marito,
che era andato per donare il sangue. la
reliquia di San Domenico Savio, e pre-
gammo con fervore. Quel giovane padre.
che secondo i medici avrebbe dovuto ri-
manere invalido a 33 anni, sta rimetten-
dosi e tutto fa sperare che guarirà bene.
Ma quello che conforta di più è che la
fede si è riaccesa nell'infermo, ìl quale
teriori controlli eseguiti dal cardiologo è
risultato: guarigione completa senza trac-
cia alcuna della malattia sofferta. Ora il
mio bambino gode_ottima salute. è vivace
e può esercitare qualsiasi genere di sport.
Ho già mantenuto la promessa fatta: a
Torino, ai piedi delraltare di San Dome-
nico, ha ricevuto la prima Comunione in
un·atmosfera d1 letizia e di grande spiri-
tualìtà, fra la commozione dei familiari e
di fedeli occasionali.
Vibo V11lentia (Cat,inzaro) DOMENICA ARCURI
MAMME PREMIATE
NELLA LORO FEDE
plicavo S.D.S. e Padre Pio d'intercedere
per noi. Sono certa che soltanto la bontà
divina ha fano sì che mia figlia, madre
di due bambini, fosse salva».
I coniugi Greppi Giuseppe e Anna
Accornero (Milano) sentono Il bisogno
di rendere pubblica la loro vivissima rico-
noscenza a S.D.S. per l'evidente prote-
zione accordata alla loro piccola Monica.
Giovanni e Maria Luisa Gai (Vinovo -
Torino) esprimono la loro sentita gratitu-
dine a S.D.S. avendo ottenuto, con pre-
ghiera perseverante, che la loro unione
venisse allietata dalla nascita del piccolo
Michele Luigi.
Famiglia Brambilla (Erba - Como) at-
prega con devozione San Domenico
Savio e ne porta con sé la reliquia.
Taranto
TINA COFANO
Dopo aver avuto un bimbo nel dicembre
del '67 e una bimba nell'ottobre del '69,
mortì tutti e due dopo poche ore dalla
nascita, avevo ormai perso ogni speranza
tribuisce a S.D.S. la guarigione della pic-
cola Maria Grazia, che da quel giorno si
è fatta più buona perché vuol essere
come S.D.S., che voleva tanto bene a
ERA STATO GIUDICATO
IRRECUPERABILE
Un bambino minorato, il quale aveva per-
duto qualche anno prima di iniziare la
scuola per minorati. era stato colpito da
encefalite. Non parlava, ma farfugliava.
Essendo stato giudicato irrecuperabile. lo
si voleva mandare in un istituto di mino-
rati. l genitori si opposero dicendo di vo-
di es.sere mamma. Leggendo però sul
vostro Bollettino le grazie che di volta in
volta vengono pubblicate, mi rivolsi an-
ch'io fiduciosa a San Domenico Savio,
indossandone l'abitino. le mie preghiere
non sono state deluse. A novembre dello
scorso anno è nata, con immensa gioia
mia e di mio marito, Daniela Domenica,
cosi chiamata in onore del Santo. Ora,
a c1rca sei mesi dalla nascita. gode ottima
salute. Continuerò a pregare San Dome-
nico Savio perché vegli dall'alto sulla
papà e mamma e li ascoltava sempre
in tutto.
Andena Giuseppina (Paullo - Milano)
attribuisce a S.D.S. la grazia della guari-
gione della mamma da un male che po-
teva lasciarla parahuata.
Domenico e Domenica Bertonì
( S. Pier Laguna - Faenza) inviano of-
ferta, grati a S.D.S. per la felice ma sof-
ferta nascita del loro Danilo.
lerlo preparare essi alla prima Comunione.
Quando la mamma me lo disse. ebbe
l'ispirazione di mettere al collo del ra-
gazzo l"abitino di San Domenico Savio e
la invitai a pregare. Appena ebbe indos-
sato !"abitino il ragazzo incominciò a par-
lare. E ora è stato dichiarato « ulterior-
mente recuperabile», frequenta la scuola
e si rivela intelligente e buono. Si chiama
Mori Roberto. Appena mi sarà possibile,
Io farò fotografare e manderò la foto.
Pescarolo (Cremona)
ADELE VIGOLINI
GUARITO DA ENDOCARDITE
REUMATICA
M,o figlio Giuseppe cresceva sano e ro-
busto. ma all'età di sette anni fu colpito
da endocardite reumatica. La malattia si
manifestò in una forma acuta con serie
conseguenze per il cuore. La febbre. a
nostra piccola.
Scalenghe (Torino)
CONIUGI GIANFRANCO E RITA SARACCO
e L"attesa della mia prima bambina stata
piena di tribolazioni. I medici mi assicu-
ravano che non l"avrei portata alla luce
se non fossi stata a letto. Una sera mia
sorella mi procurò dalle Figlie di Maria
Ausiliatrice l'abitino di San- Domenico
Savio assicurandomi che, se avessi avuto
fiducia, avrei ottenuto la grazia. In pochi
giorni il mio soffrire diminul e potei al-
zarmi. Tutto si svolse normalmente. È
nata una bambina vivace e bella. Non ho
parole per ringraziare la Madonna,
San Giovanni Bosco e San Domenico
Savio.
Aciceste//o (Catania)
LUCIA NASELLI
Coniugi Franco e Iride Camellini
(Genova) hanno riconosciuto l'assistenza
di S.D.S. in occasione del primo parto,
che si presentava assai complicato con
probabile intervento medico.
Enza Mangia (Lecce) ricoverata in ospe-
dale per gravi complicazioni della sua ma-
ternità, s1 rivolse con tutto lo slancio del
suo cuore a S.D.S. e ottenne di superare
felicemente ogni difficoltà. Riconoscente,
promette di diffonderne la divozione.
Giuseppina Gabbiadini (Bergamo) at-
tribuisce a S.D.S. l'incolumità di un ni-
pote, vittima di un incidente stradale.
Maria Savini (Parma) da quattro anni
era costretta. per impegni di lavoro, a vi-
vere lontana dal marito. Vedendo vani i
tentativi fatti per una sistemazione mi-
gliore, affidò il suo caso a S.D.S. Nel giro
dì qualche settimana fu esaudita.
volte molto alta, lo tenne per parecchio
Elsa Petta (Torino) colpita da coliche
tempo nella sua morsa. Dinanzi a tale si- M. Teresa Pogliano (Tonno) dichiara addominali col bambino di pochi mesi e
tuazione, grande è stata la mia sofferenza, con tanta riconoscenza: « Nel mese scor- non trovando un rimedio efficace ai suoi
ma non mi sono disperata. Con viva fede so ho passato una giornata tremenda, in mali, si affidò a S.D.S. e in breve trovò
mi sono rivolta a S. Domenico Savio: l"ho cui sono stata sul punto di perdere mia un professore che ne individuò il male
invocato, l"ho supplicato perché mi otte- figlia, per complicazioni in seguito a una e la guarl.
31

4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Mons. Emilio $osa, Vescovo titolare di Scrgcm:a t a Ypa-
carai (Paraguay) a 85 anni e 39 di episcopato.
(Di lui 1>nrfr-rtt1to in un prossìmr> ltll1"MO).
Don Gi u seppe Ber tola t a Sam,ago (Cile) a 8~ al')ni.
Pa.rclto nel 1910. agli albori ùclla sua vitu sacerdotale, per In Colombia,
vi profuse le doti della sua ricca personalità nelle case di formazfone,
consolidando le Opere salesiane in quello Repubblica. Nominato ls-pet-
tore nd 10~7, po rtò quellu lspetto ria :i un li vello s-traordinario nel-
l'espansione e consol idamento delle nostre opere.
Negli anni della seconda guerns mondiale il RtlCOr Ma~1,iore don Rì-
caldone lo v.olle- suo rappresentante nelle ls.pettorie deU'area nord
de-li' Ame_rica Latina. 1'e1la delicata nuova miJs-1one si dhninae per lt:
sue doti d1 goven>o e por l'esemplare fedeltà a Don 80$00,
1 suoi mèril i furono riconosciuti anLhe negli ambienti civili con pub-
bliche voorìlicenze# Nel 1050 fu trasft"!lriro nel Cile, ove resse quel•
l'lspctrorja _pex dieci anni. Col brio dd suoi a11ni più bcllj, $eppe in-
fonder e entus iasmo in t-utre le imprese. particolarmente ne1l'orJla-
nlzzaz1one delli' Associa1.jon1 g-,ovanili, nelln formR2ione dc-J peuonale
s:alc~iano e nella cura degli e.x.allievi.
Trasuorse gli ultimi anni nelle case di formazione, ese111p10 mìrnhile
n lle nuove u:eneraz1oni di virtù relutiose e di sincero amore: ù.lla Con-
gregazione e a Don Bosco. la cui pat~mità seppe cos1 bene ricop~are
in se da divenire modello di bon tu e di sapienza salesiana. La fìRura
di questo insigne figlio di Don 8osro menta l'onore di un" b1ogrutio1
che po1d portare un note\\'ole contributo a mezzo secolo di storia
8dles1ena nell'America L-:Hina.
Don G. B . Gugllelm e tto t a Torino a 77 aani.
\\llievo dclla Cas.a madre vivente il venernbile don Rua. vi attinse
l'umore a Don Bosc.u e all'osservan.za religio.s-a1 che ne divenne h, \\!a•
rnt1c.risti('a più spicèata, Duro con se stesso, esigente ma compren•
&ivo con gli altri, lavoTÒ negli Stati Uniti e in l talia, dnndo ovunque
l'esempio di una , irn religiosa VÌ$S11ta 1n ri$1:ida cocr-Cn7,a e 10 assoluta
filiale fedclh\\ a Don Oo•co.
Don Giuseppe. Della M aestra t a Veruna a 62 cin n i.
Ern uno dei ~a lesiani più conos1.:1uti e srirn-ad in Vcrooa. Furono la
sua lungìmiran:t.;1 l" 1:&ttent-a ~ensibilità al mut nmenti de.Ila ~ociet.à, c:he
spinsero a modificare il rrndizion11le assetto scolastico del • Don Uosco
parificando I' lstitutv teCOJ'{.;Q i.;ommer cfalc prima e qu.indi iJ Liceo .scien-
tifico. Don De.Ila IVlaestra era, an~hè nell'aspetto gioioso, ta pe:r$oni-
ficazione delt'ortimismo, fo n dato sulla fede in Dio e sulla fìducfa negli
uomini. ,\\lhe..,ri cd c.:rnlli~vi ne portano impr f:ssa nel cuore , la carn
immagine paterna ♦•
Don Eugeruo Giov annlnl t o Veronn • 58 anni.
Fu un cdt11..·atore cscmplnre, dall'~n.imo mite e buono, gioviale e se-
reno, um ile e attivo, c.he g li nuirb amici In ogm amhtente. La sua at ...
tivid più specifi~R s-i era i ndiri.ziata nella cuJ'a. delle mighai:.t di exalli~vi.
che aveva saputo meravigliosamente unir~ f' organizzare. l\\itons. Car-
rara. vescovo di Verona, lo defini,ce· , ditttinta. omnta e stimata figuru
dt .:duunort, che Vt-ronl\\ ricorder à -,:un peren ne ricom)$oenza ,.
Don Callisto Schlncarlol t a Cornodnrn Rìvadavia (Argenrina) a
62. eoni.
Nativo di Pe1:;cincanna-J:iume Veneto (Por denone). parti ancora g1c,..
,,ane per- la Patagonia. dove realizzò una ricca missione di bene in
casa e f1..1ori. rivcbndo doti umane e s~lesio.ne atte R au~c-it·are entu-
siasmo e fervore d1 vita cristiana.
Don Diego Gra nuna cica t a Bahlu Bianca (Argentina) a 84 anni'
Oriuudo dj Cu.Jtngirone (Catania), lavorò circa (lo anni nella Patagonia•
estmp10 àmm1revoh... di umiltà. di amore al bwuro e Ji zdo mjssjonaricr
NeK li ultimi ilOni si dedicl1 alla diffusioni! dello buona st ampa e B por•
rare ani me a Dio con la testimonianza de11n carità..
Don Virgilio A gn o le tto t a Concllliano (Treviso) a 62 •nni.
Per vent'unn i missionario in Bra.siJc, ritornato in patria per salu te
moriva vit tima d.i una se1agurA S.trnd-ale. Mite e umile, si)est: ' le iut
energie in nuività v:trie fino al1'csaurimen10. I confratelli è i i<it)\\1ani
di Mogljano e di Gonzia lo rimpiangono ricordando la ricchezza in-
te..Tiore del suo animò, fatu di povertA, ~empl1cità. preghieru.
Sac. Giorgio Fuchs t a Landser (F'rnncia) " 8M anni.
Coàd . Gio achino DevaUe t a Bagnolo Piemonre a 81 anni.
Sa c , GiovannJ Colombo t a L',\\quila a 71 u.nni.
Sac. Giuseppe Arien tJ t • Bagn1>lo Piemonte a 6 2 a nni.
Saç . Giovanni F lssore t • Torino • 48 anni.
COOPERATORI DEFUNTI
Conun. rag. Gino Nannlnl t a Na poli a 73 sani.
Era presidente de.ll' Uaion e Exallievj di Napoli- Vomcro e Cooperatore.
ll direttore della locale c.asa .Galc$iana ne fa qucgro elogio: • Uomo di
sjngolari \\'irtù. si donò se.nzn risparmio aUa famiglia e alla Chiesa#
Am:tntissimo della t:ongrég;u-:ione sa.lesfnna, deditèJ il suo tempo libero
all'Unione Exallìcvi, che volle fiorcntt e a ttiva. Con altrettanto entU-
siasino curò le Associ:t.zioni di A. C., p.er le q uali profuse mol te delle
8uc fresche energie. Ln tutto questo suo lav·oro egUl cdstiono di fede
vivo., aon dimenùcava che solu LJio d;\\ l'ioccemcnto alle o p el"e. Quindi
lo si veJcvi spe.&so in chiesa a dialogare con Dio e a servire sante Messe,.
Pas qua le Nlcbi solo t a Lendinara (RoYigo).
" Ge~ù. ho tanto male, ma se C per la mia famiglia e per tutti quelli
che hanno bisogno di te, fammi soffri re ancora di più•· Questo ripe-
teva Pasquale Nic.hisolo nej mome.nti in cui la sotfer enz.i diveniva
auoce. Giovane di 28 anni, Aeppe di esse.re colpito dalla sclerosi a
p lacche, che gli avrebbe paralizzato a poco 9 poco l'intero corpo. Da
quel momento intese che il SiRnore voleva da l u.i un-a donazione com-
pleta. E con eroica volonca si caricò di unn aroce: terribflmente oner os.a,
i1 cui peao aumenta.va di giorno in giorno, mentre ogni momento se-
gnava per lui unn nuova conquisto dellu sua fede. Rimane cosl esempio
e incentivo a un cristianesi mo più ìmpegmto per quan t.i l'hanno co-
nosciu to.
Dr. Giuseppe Giargla t a ::,onremo a 75 anni.
Exallievo della Casa mad~ ne èonservò lo spirito profondamente c.ri-
s11ano, che lo re.se pnd..re tsemplare, ninico benefico dell'Opera di
Don Bosco e stimato çondirertore dello Banca di America e d'Jtalia
e Cenovu e a Torino.
Conun. Filippo Foncanella t a Varese.
Ere pr esident e degli Ex,,llievi di Va:resc e rnl·ml>ro del Cor,isiglio loco.le
dei Cooperatori. ExalLiC\\' 0 di Verorut., ricordava con affetto i suoi an-
tichi educatol'"i, tra i qunli il ven erato don R enato Z ìggiotti, Rettor
Maggjore emerito~ UQmo di rede semplice e solida1 era santamen te
ors:ojJlioso di avér dato a San Gio,•ai1ni Bosco I.e figlia Sr. Franca.
Gi uditta Ro5a P o llastrelll ved. Clcc arelli t • R o ma a 93 anni.
Donna semplice, guidata d a u n a ft:de seni.a c:omprome-S$i, attingeva
nella Messa e Comunione qunridiana la forz.a per affron tare i sac.r'ifici
richiesti d;:alle nec;es.sitfl dellà proprin cAsa e per assistere le famiglie
dei nipoti rimasti senza madre. Del Cris,ianes,ìn,o sentl le istanze di
apostolato e si distinse nel porta re AUa Chiesa coloro che vivevan o sen zB
essersi sposati rcligiosamen.te. Donò alla Famiglia Salesiana la prima
e l'ultimo di sette figli. Negli anni de.Ila tar c;la. vecchioia hl p r eghiera
fu la sua. occupazione. quasi c:..ont1nua e la corona del Rosa.rio lo stTu-
menro abituale della s ua devo.liane.
Adele Marta Scoppa t nd Arborea (Ca~li•ril n 79 anni.
C.:rlstinna esemplare per la sua pr-ofonda religiosità, f-u di esempio no n
so l<> corne madre di n u merosi figli. mn s o prattutto ootne Coopera:1rice.
.,-'\\mò Oç,n Bosco e ne ri~op1ò In leti?ia e lo zelo per la salvezza delle
anime.
Sebasrian a Belardo v e d . Glbe.rtl t a Torino.
Devot issimo. di Don Bos-co, seppe compier e con fede 1a s ua m 1ss10ne
di spos:. e di madre lasciando al figlio - c.h" volle educato alla •cuoia
dèl Santo - l't.,semplo di una vita in tessuta di bontà, carità, rettitu-
dine e lavoro,
Cblarlna A rad o t a V.arozze a n an ni.
Visse una vita l'ristianamente attiva. Venèrava 0cm Bosco e alla sua
1n tercession c s,resso Dio attribuiva ogni favore di o r dine tempora.le
e s p1rituule.
Euge nio Vallino t a Varazze a 88 anni.
l ntègerri.mo diriR"ente di uffici Jtatnli , Cu primo segretario delPUnione
E.xollievi di Varazie. Consen.,ava un nostalgico .ricordo dei va.ri d iret-
rnri tlèl Collegio ed era felice quando poteva tornare a ser vir loro la
santn Messa.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Air o ldi Carolina ved. Molinatto - Almini F rane-esca Giulia - Antonini
Ada· - Bar beris cav. Romolo .. Bctti ni Letizia - Bianchi Angiolina 4
Careglio Guglielmo - Ciao Maria - O'Ascenzo Giuseppina - Oio-
g u a.rdi Anna - Ferriero Carmela - Fo5fa Amabile - Fuschìllo nvv.
cav, Antoniu - Fusco Cesare - Crifoni Maria Annu nziata - l a verar di
Anna - Llmi ti .Erne.st:a - M.arcini Assunta - M ar-rinoli Giuseppina -
Organti ni Armando - Organ tini Giuseppa - Palmisano Giulio - Pen-
nazio Mario - Pilfari Jlona Maria - Portalu p i Angelo • Saviolo G uido
- Scarzello Anna - Sehiapparelli Lucia - Solianl Raschln.i Carmen -
Sampò A ngeh1 - Zor z1 Luc-ia.
L'ISTIT UTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TOR INO, e retto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può legalmente rice-
vere legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si cons igliano le seguenti formule:
»: Se trattasi d'un legato: , ... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede ìn Torino a titolo dì legato la somma di lire... (oppure) l'Immobile
s ito in...
Se tra11asl, Invece, di nominare e rede di ogni sos1anza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa:
«... Annullo ogni mia precedente disposjzlone tes ta mentaria. Nomino mio e rede univérsa.la l'Istituto Salesiano per le Miuionl con sede in Torino
lasciando ad esso quanto ml appartiene a quals iasi titolo».
32 (luogo e data)
( firma per esteso)

4.5 Page 35

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TOTALE MINIMO PER BORSA
L. 50.000 Avvertiamo che la
pubblicazione di una Borsa in•
completa si effettua quando Il
versamento inl2iale raggiunge
la somma di L. 25.000, ovvero
quando tale somm!,J'iene rag-
giunta con offerte successive.
Non potendo formare una Borsa, si
può contribuire con qualsiasi som•
ma a completare Borse già fondate
BORSE COMPLET E
13orsa: Andreina Melanj, in memoria, in oc.ca-
sfont deU'ordi11az-ione sacudotale del figlio tkm Mar-
cello. a cura dl parenti e amici. L. 268.000.
Borsa: Linda Toffalonl Rossi, in ricordo e
s,effragio, cur:, di N. N. L. 100.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in
.Ju/Jroiio dti mie.i <).i.ltJUÌ dt/umz', p~r la salvezza
del'anima mia e dei miti dut fratelli superstiti, n
cura di don Salvatore Soibettn, Arciprete (Sutcra -
Caltnnissetlll). L. 100.000.
Borsa: Ven. Don Andrea Beltrami, curn della
cognata Ester Giavnni ved. Bèltrnmi (l\\,lilano).
L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, o cura di Luigi
Lonfrnnco (Torino). L. 50.000.
"Borsa: Maria Aus.lliatrlce. a cura di Luigi
Lanfranco (Torino), L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco e S. D.
Savio* i11U.rced~tl! per tutti i nostri bisogni, a cum
di Giovanna Minotti (Campob30so). L. 50.000.
Borsa: Gesù Sacramentato, Maria Auslliatriee
e S. G. Bosco, fo ringra~iamertt.o, invocando gra~n.'a
t in suffragio dei propri defunri, a curn di Giovanna
Minotti (Campobru.so). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cum di M.T.P.
J-,. 50.000.
Borsa: San Domenico Savio, a cura di M.T.P.
L. 50.000.
Borsa: Prof. Mario Biglia, • cura dclla sig.ra
Marill ved. Biglia (Torino}. L. 50.000.
Borsa: Vacha Cristoforo, Concerta ed Enea,
p,r protaione, a curn della famiiilia (Torino).
L. 50.000.
Borsa: Montesantl Agata e Perricone Luigi,
in mw1oriu e suffragi.o, a cura della famiglia (To-
rino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura
di Gicanolo Maria (AléSsandria). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausllialrlce e Santi Salesiani, a
rit.ordo ~ suffragio dei miei e.ari t dei dt/u11t1' di molte
famiglie o/frrenri, a cura di Te.res-a Fe.rrero (Mo-
rena - Cuneo). L. 55.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e Ss. Sa•
lesianl, per i bi.sogni' miei e della mia fauu"gUa9 a
cura .di Giovanni Vignoli Cv.i Spezis). L. 50.000.
J!ors;,: M!ll"la i\\us11iatrice, S. G. Bosco e D. Se•
riè, i11voiando protezion~, a cura di Ada Scelsi
(Alessandria). L. 50.000.
BÒcsa: Don Amilcare BertoluccJ, in tn~moria,
per<hi Pr•glti p,r Cattri11a Pavia, a cW'll di N. N.
(Torino). L. S0.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, n cura
di Assunta Re, L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in
,-i:ngraziamenco , implorando grazie. 11 cura di Mons.
Francesco Borg (Gozo-Malta). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di N. N.
(Pordenone). L . 100.000.
Borsa: Michele Losavio, iu ricordo e 111Ura1io, a
cura della moglie Lina Losavio Naizza (Monopoli -
Bari). L. 50.000.
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i miei cari, n cura di N. N. (Piacenza). L. 50.000.
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menico Savio, n curn di N. N. (Torino). L. 50.000.
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protezio11esu rmagiouane., a cura di N. N. L.50.000,
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trlce, invocando una grazia, a cura di N. N.
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S. D. Savio, invo,cmdo pr.ot.czit.mi!, sopra di me e
,i, sopra i mt'ei /amiliorr', s cura di O.S.M. L. 50.000.
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propri rle./mui, n curo del dottor Maneo Pietrnroia1
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Michele Rua, p. g. r. e in ,rif!rogi,, del marito
Antonio Brigno>1e, a cura di Maria Gedda (Trino-
Vercelli). L. 50.000.
Bors3: Maria Ausilialrice, in ringro.::i11n1Prto e
supplico11do protuio•~ • curn di Raffaella Sortore
(Alghero-Sassari). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
S. D . Savio, 111audita, proteggtt.e e guidate la mia
famiglia e tutti i miei cori, a cur:, di R. R. (Abbiate-
grasso-Milano) L. 50.000.
Borsa> Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in
suffragio delle Anime del Purgatorio e invrxando
protezione, a CW'll di Cubeddu Sofia (Seneghe-
Cagliori). L. 50.000.
Borsa: Roberto e Mari.a Gllardoni, in ricordo
s,effragio, a curn di Clotilde Gilardoni, (Bellagio-
Como). L. 50.000.
Borsa: Maria Immacolata, aiuto del crlstianl,
iffl.JOCando grazia di guarigior,e , ita ruffragio di
Maria, Orlando, Orazio Lavagetto, a cura di
L. L. L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, a ·cura di Rivetti
Lucia Parusso (A lba-Cuneo). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, con
ritono1cmza, a cura. di Marisa MariQni (Novara).
L. 50.000.
Borsa: Marìa Ausillatrlu e S. G. Bosco, Plr
penitmza e protaionè, a cura di N. N . (Cagliari).
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e irwocando protezionee aìuto. a curadi N . N. (Acqui
Terme.4Jessandrill). L . 50.000.
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propri defunti, a cura di Bice e Elisa Trabucchi
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g,nitori, a cura di N. N. l... 50.000.
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S. D. Savio, c0Nti1mate a prottggere. le nostre fami~
gli,, a cura della famiglia Condolfo (Ovada-
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detemi una tanta morte, a. cura di N. N. (Padovn).
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noi t iuscitaU 11w,ve uotazioni~ a cura di Evaristo
Musso (Castelnuovo Don Bosco-Asti), L. 50.000.
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da Padova. ir1 ringro::iamtnto e r'n suffragio dei
propri tkfunti, a curn di Ugo Brocciali (Monte
S. Savino-Arezzo). L. 50.QOO.
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• cura del nipote Daniele Romani (Roma).
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prow:ioru,, a cura di N. N. (Sondrio). L. 50.000.
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plorando grazia, a cura di Nella Bemardi (Pio.
vene Rocchette-Vicenzo). L. 50.000.
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stbio Viazzi, e ,nw,a.ttdo protr-ione, a cura della
sorella Margherita (Carcsana-Vercelli}. L. 50.000.
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Savio, p. g. r. e invQCando protezione sulla pro-
pria famiglia, a cura di Augusto e Dina Touscoz
(Gaby-Aosto). L. 50.000.
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ringra:ziamento e supplicando prottzione, a cura di
Anna Colonnello Broell (Milono. L. S0.000.
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t~nete buoni e santi i Stun-dot1~ che 1ia.no nempio
di vt'ta cris·tiana, a cura delle soreUe Gasparoni
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cando protezione, a cura di Adele Invernw:i (Mi-
laoo). L. 32.000, e di Nazzareno Giovanni Parra-
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4.6 Page 36

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