Bollettino_Salesiano_199905


Bollettino_Salesiano_199905



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RDNIAEVLISST1. AG8I7FO7OVNADNANTIABOSCO

1.2 Page 2

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
VERSO IL GIUBILEO:
••MOSTRACI IL PADRE!''
Lo chiese Filippo, in un momento in cui Gesù aveva incominciato
un bel discorso (come tutti i suoi!) sul Padre (Gv. 14,8).
Filippo aggiunse: "Questo ci basta". L'espressione alquanto
misteriosa stava a significare che l'incontro personale
o un'immagine visibile avrebbe risolto ciò che le parole
non riuscivano a tradurre; o forse Filippo esternava un desiderio
che Gesù, con le sue spiegazioni, aveva provocato in Lui.
Gesù gli risponde: "Chi ha visto me ha visto il Padre.
Come puoi dire mostraci il Padre? " (Gv. 14,9).
P er "vede-
re " il Pa-
dre bisogna
dunque guar-
dare l'esi -
stenza di
Gesù , i suoi
atteggia-
menti ri-
guardo a Dio ,
i suoi gesti verso l'uomo.
Gesù però mostrò il Padre anche
attraverso parole e insegnamenti.
Doveva decodificare una immagine
di Dio che i discepoli avevano e
costruirne un'altra in base alla nuo-
vissima esperienza dell 'umanità,
l'Incarnazione. Altrimenti i discepoli
non avrebbero colto il significato
dei suoi gesti .
Com'è il Padre di cui Filippo
voleva vedere l'identikit o la foto?
Gesù lo presenta come potenza di
vita. Nel Padre ha avuto origine e
trova la sua permanente sorgente :
"Come il Padre ha la vita in se stes-
so, così ha concesso al Figlio di
avere la vita in se stesso" (Gv. 5,26).
Il Padre porta la vita verso la pie-
nezza in coloro che, cercandola, si
avvicinano a Lui. Dà il gusto e la
possibilità di comunicarla. "Come il
Padre risuscita i morti e dà la vita,
così anche il Figlio dà la vita a chi
vuole" (Gv. 5,21) . Sopra tutti i titoli
L'immagine che i discepoli si
erano fatta raccoglieva quanto di
saggio tramandava la tradizione del
loro popolo. Andava però purificata
perché gli uomini l'avevano conta-
minata in molte maniere: mettendo-
la a servizio del potere civile e reli-
gioso , legandola ai riti più che alla
vita, facendola garante di un siste-
ma sociale che opprimeva i deboli ,
dividendo l'umanità tra quelli che
erano "figli di Dio" e quelli che non
lo erano. L'i mmagine di Dio aveva
bisogno di un restauro sostanziale .
Ciò non significava semplicemente
ritoccare un ritratto , una rappresen-
tazione di Dio, ma rinnovare i rap-
porti con Lui , su nuovi criteri , con-
vinzioni e atteggiamenti .
MAGGIO 1999 BS

1.3 Page 3

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gli va bene quello di "il Vivente". Ge-
sù stesso riceve la sua vita umana
e divina da Lui e grazie a Lui la dà
ai suoi: "Come mi ha mandato il Pa-
dre che è il Vivente, ed io vivo grazie
al Padre, così colui che si ciba di me
anch 'egli vivrà grazie a me" (Gv.
6,57) . La sua potenza di vita arriva
a risuscitare i morti , a mantenere in
vita per l'eternità coloro che a Lui si
affidano, chiamandoli a una comu-
nione con Lui : il Dio dei vivi , non
dei morti , perché tutti da Lui ricevo-
no la vita" (Le. 20, 18).
O Questa potenza di vita non è
ingegneria biologica, sforzo di la-
boratorio, ma amore fecondo . La
paternità non è in Lui una qualità
che si aggiunge alla divinità e che
Egli mostra in determinate circostan-
ze, ma la costituisce internamente e
interamente. È Padre, Madre, allea-
to, amico, protettore fedele , difenso-
re e vindice : insomma quanto noi
possiamo immaginare sulla donazio-
ne di sé e sull'attaccamento visce-
rale alle sue creature. Amore e vita
vanno in Lui di pari passo. Ama do-
nando la vita, dona la vita per amo-
re . Gesù lo ripete con affermazioni
veloci , semplici e toccanti : il Padre
vi ama (Gv. 16, 17) .
O Per questo il Padre opera sem-
pre nel mondo (Gv. 5, 17) . Non sta
a guardare e ad attendere. Prende
l'iniziativa. È come un contadino
che vigila il suo campo , come un vi-
gnaiolo che cura la sua pianta (Gv.
15, 1). Il campo sono tutti gli uomini,
ciascuno in particolare. Su di essi ,
indipendentemente dalla loro bontà,
fa sorgere il sole e piovere (Le. 5,45),
provvede cioè quello che sostiene e
diffonde la vita, lo splendore e la
gioia che essa porta. Egli conosce i
nostri bisogni prima che noi glieli
raccontiamo (Le. 6,8) ed è disposto
a concedere quanto di buono e ne-
cessario gli uomini gli chiedano (Le.
7, 11). Più ancora quando si accor-
dano come fratelli , perché vuole la
nostra pace e la nostra concordia
(M.18, 19) .
O Filippo ha parlato per noi. Ab-
biamo bisogno di ritornare sempre a
Gesù per vedere il Padre in maniera
vera, capace di parlare alla nostra
vita .
o
Maggi o 1999
Ann o CXXIII
N umero 5
ln coperti na:
La droga... Tuili ne parlano,
o meglio, sono costretti
a parlarne. Anche le grandi
firme del giornali smo
affrontano iI mostro,
magari con delicati racconti
come quello di Igor Mann.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE:
GIANCARLO MANIERI
Redazione : Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
12 SOCIETÀ
Un catechismo sociale
14 COPERTINA
Il ragazw che parlava con Gesù
16 ON UNE
Lafelicità è un fiore
18 FAMIGLIA SALESIANA
CDB, un'altra sigla
23 INSERTO/GIUBILEO
Santa Maria Maggiore
27 FMA
Gioco di squadra alla città dei ragazzi
38 MISSIONI
Tra una nuova tribù
di SILVANO STRACCA
di IGOR MANN
di GIANCARLO MANIERI
di CORRADO BETTIGA
di NATALE MAFFIOLI
di MARIA ANTONIA CHINELLO
di THOMAS VATTOTH
RUBRICHE
2 IL Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere - 8 In Italia & nel mondo - 11 Zoom - 20 Box
- 2 L Osservatorio - 22 Lettera ai gio1•ani - 27 li do ctor J. - 30 Libri - 32 Prima Pagina I
- 33 Prima Pagina 2 - 34 Come Don Bosco - 36 Carta di Comunione - 37 Scheda 2 - 40 Cultura
salesiana - 42 I nostri morti - 43 Don Bosco a fu metti - 46 I nostri Santi - 47 fil primo
piano/Focus
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Gattoni -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Bruno Ferrero -
Sergio Giordani - Bruna Grassini - Natale Maffioli -
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci ~ Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione :
Pier Bertone
Diffusione : Giuseppe Corò (Roma)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie)
in: Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Boemia - Bolivia -
Brasile - Canada - Centro America (in Guatemala) - Cile -
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Filippine - Francia - Germania - Giappone - India
(in inglese, malayalam, tamil e telugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
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Portogallo - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Sri Lanka -
Stati Uniti - Th ailandia - Ungheri a - Uruguay -
Venezuela Zaire.
Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 - 00185 Roma -
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Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Fotocomposizione : EDIBIT - Torino
Stampa: MEDI AGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
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Opere Don Bosco, Roma.
8 S MAGGIO 1999

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
TI FRUGO
IL CUORE
E LANCIO
LA MODA
Mentre gli adulti di tutte le tendenze
si azzuffavano in parlamento
per la nuova legge sulla procreazione assistita,
sui tavoli delle redazioni giungeva
l'indagine di una radio privata
nella quale si sosteneva che per una relazione duratura
i giovani preferiscono una quarantenne.
A ppariva una vera ironia
della sorte : da un lato
gli adulti che si preoccupano
sempre di più di fronteggiare
la sterilità della coppia con
il ricorso a tecniche riproduttive
artificiali , e dall'altra i giovani con
"la voglia dell'amante mamma".
Negli Stati Uniti poi ha fatto
scandalo - finendo in tribunale ,
ma anche in un bel business
editoriale - la storia di una
maestra trentaseienne che aveva
sedotto (o si era lasciata sedurre)
da un suo allievo quattordicenne.
O I dati diffusi dalla radio
privata (1500 i giovani maschi
tra i 18 e i 22 anni interpellati
in tutta Italia) rivelavano che il
35% dei ragazzi intervistati
"desidererebbe una relazione
con una donna di 40 anni";
meno di uno su tre (27%),
invece , "considera una coetanea
la partner ideale", e il 32%
si dichiara indeciso tra
le due possibilità.
O Le ragazze di oggi - secondo
i maschietti - sarebbero
immature, avide , arriviste .
E questo spiegherebbe il ricorso
alla donna mamma.
O La moda delle inchieste
che frugano velocemente
tra i sentimenti giovanili ,
più che garantire la serietà
MAGGIO 1999 BS
scientifica per conoscere
un universo tanto complesso ,
servono a moltiplicare occasioni
di parole e a lanciare modelli
spesso virtuali , ossia che
non esistono nel reale quotidiano.
Si punta piuttosto a fare tendenza
con piccole avanguardie ,
presentandole come diffuso
comportamento.
O Con il risultato
che l'immagine prevalente
che si ha dei giovani è di solito
Riù negativa della realtà.
E vero che il rapporto
tra ragazzi e ragazze oggi
è cambiato rispetto a qualche
anno fa, in misura proporzionale
all 'affermarsi delle donne
in ruoli non tradizionali.
O Il riequilibrio tra due
tradizioni - quella dei maschi
garantiti da una cultura
patriarcale ormai in disarmo
e quella nuova delle donne
che rivendicano ruoli
e riconoscimenti paritari -
appare importante per
una rinnovata capacità di incontro
tra i sessi, specialmente
nel periodo dell'adolescenza
~ prima giovinezza.
E su questo percorso
che i giovani chiedono compagni
di viaggio capaci di suggerire
discreti consigli. Oltre le battute
e i numeri pubblicitari.
O

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1.6 Page 6

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ETTERE
BS domanda ....~ =....
MADRE NOSTRA CHE SEI camente "patriarcale" .. . Man
::
.#
:: NEI CIELI! Gentile direttore, mano che questo ancestrale
siccome vedo che lei risponde patrimonio si "depatriarcaliz-
Signor Direttore,
no; si arriverebbe all 'assur- alle lettere che riceve, mi fac- za" sarà possibile accostarsi
ho letto su una rivista di do di un bambino/a di 10/11 cio coraggio e voglio anche io con maggior naturalezza alla
mia fig lia una cosa che mi anni che si sentono pronti. scri vergli per es primere una realtà anche f emminile di
ha fa rro letteralmente sob- La maturità va in qualche perplessità che tengo dentro Dio ... Ma non dimenticare
balzare. Titolo: "Una notte modo misurata. E se è pos- di me da molto tempo. Però che, fatta la conquisra, anche
con lui" . Sotrotitolo: "Come sibile misurare la maturità lei non mi prenda per femmi- questa sarà ancora una con-
aggirare l' ostacolo genito- fisica, quella psicologica, so- nista spinta, è solo curiosità venzione : il mistero di D io re-
ri" . I genitori sarebbero la ciale, morale è un problema di una ragazza liceale che sterà (fortunatamente!) tale
barriera tra i figli e la loro un po' più complesso.
condivide tuttav ia con qual- in tutta la sua interezza e in-
felicità, e la felicità sarebbe Un rapporto sessuale non è che amica . .. Insomma io vor- tangibilità. E comunque il
andare a letto con l'amico mai una pura prestazione rei fargli una domanda, che, modo migliore per attingere
del cuore. Punro e basta. corporea, ma costituisce sem- fatta al nostro prete, per poco Dio non è la "disquisitio" sul
Guardi che non dico scioc- pre una relazione globale e non ci lincia. Eccola la do- suo principio sessuale, ma
chezze, le in vio la fotocop ia coinvolgente. Come si può manda: perché non potrei dire l' amore puro e profondo, che,
del... "corpo del reato" , do- misurare la maturità globale "Madre nostra che sei nei cie- come ben sai, non è ma-
ve, come può leggere, si in- della persona? Suggerisco li", invece di " Padre" ecc.? ... schio né f emmina .
segna ai fig li il modo di alcuni parametri che posso-
truffare i genitori. Ne ho no caratterizzare la qualità
Laura , Cagliari
parlato con mia fig lia ed è
stato scontro , poi rottura ov-
viamente. Risultato : lei non
parla più , ma, non esce più.
Mio marito è cl' accordo con
me. Mia figlia dice che ho
sbagliaro tutto e non capisco
niente. Ma lei che avrebbe
fatto? (Amelia, Genova)
Risponde il prof.
Ottavio Losana*
In un questionari o a corsi di
educazione sessuale nelle me-
die superiori abbiamo chie-
sto "Quando, secondo te, un
rapporto sessuale può essere
valido?" Le possibili rispo-
ste erano: "Dopo i 14 anni/
Dopo i 18 ann i/ Dopo il ma-
tri monio/ Altro". La grande
maggioranza ha risposto "Al-
tro", e le specificazioni di
questo tipo: "Quando si è
maturi", "Quando ci si sente
pronti", "Quando c l'amo-
re", e simili . Dunque i ra-
del rapporto e dunque aiuta-
re genitori e figli a riflettere.
La sincerità: se in una rela-
zione c'è chi inganna e chi
viene ingannato il rapporto
non può essere valido. Quan-
te volte nelle relazioni gio-
vanili si cerca di farsi più
belli , più esperti , più fu rbi di
quel che si è? II disinteres-
se: se c'è chi ci guadagna e
chi ci perde il rapporto non
è valido. Quante volte tra i
giovani si cerca prima di
tutto la propria soddisfaz io-
ne senza essere ancora capa-
ci di farsi carico delle esi-
genze dell 'altro? La respon-
sabilità: la capacità di af-
frontare le conseguenze del-
le proprie azioni , sapere che
non è un gioco ma una cosa
terribilmente seria. Può coin-
volgere molte altre persone:
genitori, parenti, amici. ..
Siamo disposti ad ammette-
re responsabilmente i nostri
Cara Laura, la f ede in Dio
non si connota in base a una
determinazione sessuale. Dio,
Principio di ogni principio,
Sorgente senza origine , non
può essere qualificato co-
me maschio né come femmina.
Le parole umane, proprio p er-
ché umane, sono inadeguate
per descrivere o definire ciò
che umano non è. Oltretutto ,
come tu saprai, il linguaggio
è una convenzione che ci per-
mette di comunicare, ma
certo non di definire compiu-
ramente una realtà che tra-
scende il linguaggio stesso. Di
Dio è piiì logico non-dire che
dire (la chiamavano teologia
apofatica, del tacere) , in quan-
to si sa solo quello che non è,
non quello che è. Comunque a
Dio è applicabile - sempre
p er restare ne l'ambito della
convenzione orale - sia il prin-
cipio maschile che quello fem -
"DON" BOSCO O "SAN"
GIOVANNI BOSCO? Caro
Direttore, sono cresciuta a
Torino, v icino ai salesiani , ho
preso parte ai fes teggiamenti
per la canoni zzazione di san
Giovanni Bosco nel 1934. Lo
scorso mese, ospite di parenti
ho sentito uno sproposito: Don
Bosco non è santo. Infatti il
nuovo ospedale è stato intito-
lato solo a "Giovanni Bosco".
Apro il vos tro Bollettino e non
trovo mai davanti a Giovanni
Bosco il titolo "San". Insom-
ma! ... Gradirei una spiegazio-
ne, per contestare quanto det-
tomi recentemente, anche in
privato. Vi ringrazio e saluto.
Laura, Saronno
Cara signora, Don Bosco è
santo, altro che se è santo!
Una santità guadagnata sul
campo... Badi che non parlo
in senso metaforico . Se l' è
gazzi pensano di poter sce- atti o cerchiamo di fare tutto
gliere il momento e la mo- di nascosto? Conseguenza
minile, e questo per un ragio- guadagnata a ricreazione, a
namento logico alquanto ele- passeggio, giocando, fa cendo
dalità della prima esperienza potrebbe anche essere met- mentare: se è Padre ed è uni- catechismo all'aperto. Se l'è
sessuale, in piena autonomia, tere al mondo un fig lio: sia- co, è indubbio che sia anche guadagnata in cortile. Pro-
senza tenere conto delle re- mo disposti ad affrontare an- Madre : una cosa non va sen- prio per questo la sua è una
gole. I genitori che sperano che questa responsabilità? ... za l'altra nell'ordine natura-
di rimediare a suoni di ordi- Insomma, il dialogo educa- le. Del resto nominare Padre
ni o limitazioni peggiorano ti vo è ancora l' arma più va- e Figlio vuol dire proclamare APPELLI
il rapporto con i fig li e non lida a disposizione di geni-
hanno un ris ultato garantito. tori ed educatori . Ovviamen-
Qual è la strada? Bisogna te certe riv iste che purtrop-
aiutarli a dec idere nel modo po girano tra i nostri fig li di
più corretto possibile. È am- educativo non hanno proprio
missibile affidarsi unicamen- nulla, il loro fi ne è ben altro.
te alla propria sensazione di
essere pronti ? Chi aramente
*Psic/iia1ra - C.PM. Torino
·······-·.... ························.............._. ............;
anche la Madre. E questo è
supportato dalla Scrittura . Ti
cito Isaia 66,13 : "Come una
madre_ consola un figlio , così
io (Dio) vi consolerò" . E se
mi chiedi il perché di questa
radicata convenzione maschi-
lista, ti posso ricordare che
veniamo da una cultura tipi-
Anticipatamente ringrazio
chi , del proprio paese, vor-
inviarmi una cartolina o
foto del monumento ai ca-
duti e una immaginetta del
santo Patrono. Giuseppe
Filardi, Via Carasole, 47
- 89025 Rosarno RC.
MAGGIO 1999 BS

1.7 Page 7

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PON B.
I,:URBI ffi
Ce/li, che ricorda con straor-
dinaria gratitudine la forma -
Rl~CONO 11
A SR/f:M/Rt
zione culturale e religiosa ap-
presa da i salesiani al Vomero
di Napoli e a Villa Sara (Fra-
4UA &JIJSTl~IA)
UMRNA
~
scati), citando alcuni "gran-
di" della nostra storia. Mari-
nella Saija (e/o Giuffré, Via
Caronie, 7, pal. 29 - 98121 ,
MESSINA) che, come tanti,
MA NON
4LLA
4-JV5Tl~IA
manifesta disagi per la mobi-
lità cui è stata costretta dalle
circostanze e speranze per
una ritrovata serenità... Si
l>/lltHA: J
offre di corrispondere con chi
ne ha voglia, per condividere
esperienze cli gioia e di soffe-
renza. Come anche Augusto
D'A niello (via Fracanzano,
QtJEJ>TA E'"
2 - 80127 NAPOLI) di 19
anni: che ha il desiderio di
O~l2i-A7'A
UNPo'
M13(:d,lo A -
scambiare scritti via lettera o
e-mail (vialabis@tin.it) con
quanti vogliono confrontare
idee, pensieri, opinioni. Osval-
do Alessandria, che spesso
scrive in redazione, face ndo
osservazioni puntuali, sempre
dettate dal/' amore al BS e a
Don Bosco, su affermazioni dei
santità popolare, come del essere "Padre e Maestro" è ri- lettori o dei giornalisti che
popolo "più popolo" erano i masto soprattutto "Amico", co- scrivono sulla rivista. E avreb-
suoi ragazzi, santità senza se- me dice la canzone, e a nes- be una gran voglia di rispon-
gni esteriori, che penetra den- sun amico si danno titoli... dere anche lui sul BS a qual-
tro e non sai perché... o me-
che lettera. Rosa Scarso (via
glio lo sai: le vette cli S. Tere-
sina, S. Francesco di Sales , S.
Agostino le ha raggiunte an-
che lui , ma seguendo percorsi
diversi, quelli dei ragazzi. Lei
sa bene che i ragazzi non co-
noscono titoli e anzi sono in -
sofferenti a darne (eccetto i...
titolacci!). Ricordo a Porto-
recanati, quando il vescovo
RINGRAZIAMENTI 2. Do
un secondo elenco di lettori
che scrivono in redazione.
Sdebitarmi un po' è il minimo
che posso fare, se non altro
per avvisare che le loro missi-
ve sono giunte a destinazione,
anche se non ho la possibilità
di rispondere a tutti .
Calanchi, 145 - 97010 Fri-
gintini RG) che interviene
ancora su Andrea e si offre di
corrispondere con lui, se egli
vorrà scriverle. Giuseppe Di-
tolve , che dà atto al BS di
avergli suggerito tanti spunti
di riflessione , il che non può
che farci piacere. Annalisa
Mossang, che, ispirandosi a
Carboni venne per una serie Vog lio dunque ringraziare Don Bosco, afferma di aver
di incontri. Disse: " lo sono Antonella Melis che mi parla fondato una "Organizzazione
Tarcisio. Di fronte a Dio sia- di sofferenze e problemi cli non lucrativa" che, in Fran-
mo tutti uguali". Il primo che depressione per qualche di- cia, si chiama "Jeux Creati-
intervenne fu un giovane del- sgrazia avuta e mi prega di vité Partage" , che si occupa
[' oratorio: "Senti Ta rcisio , tu pubblicare il suo indirizzo dei bambini del quartiere -
hai detto .. .". Ci fu chi diven- (via Pio Piras, 45 - 09036 soprattutto extracomunitari -
ne paonazzo, chi sbiancò, io Guspini CA) per poter scam- a livello culturale e anche lu-
stesso provai qualche disa - biare lettere e per chiedere dico, e afferma cli trovare nuo-
gio . .. L'unico ad esserne feli- immaginette sacre di cui fa ve idee di animazione e titoli
ce del "non titolo" fu proprio collezione. Vitaliano Dorelli, utili di libri nel BS. (Continua)
il vescovo. Tarcisio vescovo, accenna ancora alla scuola
si firmava. Non cessava di es- cattolica, dicendo che non ha
serlo per non averlo chiama- potuto frequentarla né farla
to monsignore o eccellenza. frequentare perché costa...
San Giovanni Bosco nel/' im- devo anche chiedergli rispet-
maginario popolare è rimasto tosamente scusa di non aver
Don Bosco , non perché non compreso del tutto il senso
sia santo, ma perché oltre ad de lla sua lettera. Lorenzo
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo . Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MAGGIO 1999

1.8 Page 8

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IN ITAI.IA&NEl MONDO
MARIBOR, SLOVENIA
L'ORATORIO
IN CARROZZA
A Maribo r, un a bellissim a
città de ll a S loven ia (per im-
portanza la seconda de lla na-
zio ne) i sa les iani da 13 anni
hann o a pe rto un a presenza in
un nu ovo qu artiere, un o tra i
più popo lari de ll a città. No n
hann o qu asi nulla, nemmeno
la chiesa, solo un piccolissi-
mo pied- à-terre pe r loro. Pe r
l'oratori o . .. li ha soccorsi la
fa ntas ia.
Qualc un o ha av uto la gen iale
idea di chiedere in rega lo un
vecchio vago ne fe rrov iari o
per un 'opera sociale. Av uto lo
l' hann o trasfo rm ato in orato-
ri o. È di ventato un a gra nde
sala mul tiu so che serve suc-
cess iva mente eia salone giochi
(due calcetti e alc uni g iochi
eia tavo lo), sa la ad un anze,
aul a magna, sa lone fes te, sala
celebraz ioni , sala lavoro e
perfin o, ogni venerdì, sa la ci-
nema. L ' hann o battezzato
"V/ak Veselja" , cioè " treno
alleg ri a" . È certamente un o
de i più ori g inali orato ri de ll a
c o ng re g a z io ne.
CUZCO,PERÙ
GENTE DI VETTA
C uzco, ubi cata a 3800 m di
altitudi ne, in lingua quechua
significa "om belico del mo n-
do", ed è l' anti ca capitale de l-
1' impero Inca . Le fa nn o coro-
na i picchi delle Ande. Sa le-
siani e F ig lie di Mari a Ausi-
li atri ce sono prese nti da più di
90 anni , le loro scuo le hanno
fo rm ato in tere ge nerazio ni di
g iovani . La continua ri cerca
di un a qu alità ed ucati va con-
tradd isti ng ue e coinvo lge la
comu nità ed ucante del Coll e-
g io Ma ri a Ausili atri ce. Q ui
poche uo re condivido no con
numeros i laici e laiche la fa ti -
ca quotidi ana di esse re al pas-
so coi tempi , cli preparare
gente pe r il futu ro. Accolgono
g li ospiti , orga ni zzano le fe-
ste , coord inano alc une aree di
insegname nto. Questa un ità di
inte nti tra suore, co ll aborato-
ri , collaboratri ci, genitori e stu-
de nti si ri ve rsa come un se-
g no per l' in tera città. Da circa
un ann o, ri chies ta dalle auto-
rità munic ipali , fu nzio na an-
che un a sc uola po me ridi ana
pe r i bambi ni più poveri di
C uzco, grazie, ancora un a vo i-
ta, ag li insegnanti, alle exallie-
ve e ai cooperatori.
Ne lla fo to : la com uni edu -
cante de l " Co leg io Mar fa
A u x ili adora " .
SALAMANCA, SPAGNA
UN ALTRO
CENTENARIO
In q uesto mese e prec isamen-
te il 24 magg io si concludono
i fes teggiamenti pe r i cento
anni d i presenza sa les iana a
Salamanca. Un ann o in tenso
di commemorazioni , ini ziati-
ve c ultu ra li , feste , rappresen-
MAGGIO 1999 BS
raz ioni , di battiti , fes ti va l, mo-
stre, process io ni.. . Una lunga
teo ri a d i atti vità aposto li che,
ed ucative e lud iche c he hann o
tes tim on iato la vita lità de lla
presenza sa lesiana e il suo
ina rres tab ile cammino d i cre-
sc ita da qu ell a prima modesta
presenza d i d ue sa les iani , un
sacerdo te e un coad iutore che,
a rri vati il 30 d icembre de l
1998, no n aveva no nemme no
un buco per dormire.

1.9 Page 9

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MEN08
SLIEMA, MALTA
ONORE AL MERITO
PADOVA
UC VOLONTARIATO
UNIVERSITARIO
Il governo maltese ha deli be-
rato in seduta plenaria l'asse-
gnazione della onorifi cenza
statale "The National Order
of Merit'' al St. Patrick's ln-
stitute. Il collegio sales iano
"San Patrizio" di Sliema ha
infatt i celebrato i 100 anni dal-
la posa de lla pri ma pietra, ed
è via via di ve ntato una scuola
tra le più prestigiose e fre-
quentate dell ' intero arcipela-
go, avendo ass un to notorietà
e autorevolezza per la serietà
dei suoi studi e professiona-
lità dei suoi insegnanti. Non
per nulla la motivazione del-
l'onorificenza parla di "ecce l-
lente lavoro educativo svo lto
a favore dell a gioventù malte-
se". Nella foto l'ex ministro
George Hyzler consegna l' o-
norificenza al delegato dell ' i-
spettore per l'isola di Malta
don Alfred Sacco, già preside
della stessa scuola.
L'organizzazione "Universita-
ri Costru ttori" che lavora or-
mai da più di un decennio nel
campo del volontariato dedi-
candosi alla ristruttu razione
di edifici per handicappati ed
emarg inati , anche quest'anno
si attiva chiedendo a tu tti
quelli che hanno voglia di re-
galare una settimana delle lo-
ro vacanze per un 'esperienza
di lavoro e di vita comuni ta-
ria, di contattarli ai numeri
te!. 049/65.14.44; fax: 049/
87.53.092, o scrivendo diret-
tamente presso la loro sede.
Universitari costruttori, via
Donatello, 24 - 35123 Pado-
va PD .
I1750. Le poste vaticane hanno effigiato papa
Benedetto XIV, card. Prospero Lambertini dopo più
di sei mesi di conclave (Volete un santo? eleggete
Gotti; volete un politico? Eleggete Aldobrandini ;
Volete un buon uomo? Eleggete me!). L'aveva detta
come una freddura e invece fu eletto all 'unanimità.
IL GIUBILEO DELLA GRANDE CROCE
QUADRO GENERALE:
La pace di Aquisgrana del 1748 chiude la san-
guinosa guerra per la successione austriaca che
aveva infiammato l'intera Europa coinvolgendo
praticamente tutti i regni .
Nel 1749 ad Asti nasce Vittorio Alfieri e a Fran-
coforte Wolfgang Goethe.
Fu un papa buono, un vero pastore. Un fecondo
apostolato, esercitato con zelo e tenacia, caratte-
rizzò l'intero arco del suo regno . Fu un uomo pra-
tico , senza peli sulla lingua, abituato a dire "pane al
pane e vino al vino !".
Indetto il Giubileo con la Bolla "Peregrinantes a
Domino", che rivolse anche a "eretici e scismatici",
ne perseguì gli scopi senza mai deflettere dall'im -
pegno, partecipando ai riti e alle processioni come
un semplice penitente , mescolandosi alla folla dei
pellegrini coi quali volentieri parlava, raccomandando
una vita cristiana convinta e responsabile. Fu , se-
condo gli storici , un'autentica scossa per il papato.
Impegnò i più grandi predicatori dell'epoca a te-
nere corsi di esercizi spiritual i per tutta la durata
dell'anno santo in 14 chiese di Roma . Il più ascol-
tato fu il francescano Leonardo da Porto Maurizio,
che diventerà santo . Accorrevano folle a sentirlo
tanto che fu costretto a scegliere come chiesa
Piazza Navona. Durante l'anno eresse ben 572
croci tra cui la più celebre fu quella innalzata in
mezzo al Colosseo, che il papa dichiarerà "pubblica
chiesa" ed è venerata anche oggi. Fu lui a rendere
popolare la via crucis .
Elevatissimo il numero dei pellegrini . Il solo ospizio
della Trinità ne accolse ben 200.000.
BS MAGGIO 1999

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS maggio 1899 dedica un articolo al cardinale
di Bologna Svampa, illustre ammiratore e benefattore
dell' opera salesiana, per il suo giubileo sacerdotale.
Ricevette doni da tutta Italia. Alla gara di riconoscenza
parteciparono anche i ragau i del collegio salesiano
di Bologna, che il cardinale amava particolarmente.
GEVZING, INDIA
verno nel 1991, chiamate dal
vescovo per un ' opera educati-
va. Trovarono solo due caset-
SCUOLA
te abbandonate piene di topi.
DI ALTA QUOTA
Dopo un mese aprirono la
scuola materna, poi aggiunse-
A Geyzing, villaggio indiano ro, una all ' anno, le classi del-
a 2070 m di quota, nello stato la scuola primaria . Giusto un
del Sikkim, ai confini col Ne- anno fa , alla presenza del Mi-
pal , le FMA hanno dato vita nistro dell 'Educazione, è stata
ad una scuola di qualità in un posta la prima pietra di un e-
ambiente dove l' alfabetizza- dificio che ospiterà i corsi su-
zione era fino a qualche tem- periori .. . uno sv iluppo straor-
po fa considerata un lusso . Ci dinario dovuto alla "caparbie-
si arriva dopo 24 ore di bus apostolica" delle suore che
da Calcutta a Bagdora più moltiplicano gli sforzi a se-
altre 5 ore di jeep per arram- conda delle necessità. La
pi carsi fino al St. Mary 's scuola "d ' alta quota" di Gey-
Convent. Le FMA ci arrivaro- zing offre meravigliose pro-
no con un mandato del Go- spettive di futuro.
"I piccoli ricoverati hanno scelto per loro dono all 'Em.m0
un semplice inginocchiatoio. Pensandoci, i buoni giovi -
netti hanno certo veduto, nelle fervide menti , chino sopra
di esso il padre loro venerato e amatissimo, ed hanno in-
dovinato con fe rma sicurezza il suono delle preghiere
che gli usciranno frequenti dal labbro ... Il loro dono
quindi è grata, espressiva memoria del bene, di cui godo-
no già per l' intercessione dell'eminenti ssimo, è segno
della profonda fiducia che essi nutrono che nuove inter-
cessioni non saranno per mancare giammai.
Alla devota intenzionalità del dono si aggiunge pure un
soffio di gusto artistico che compie la compiacenza nel-
1'ammirarlo. L 'inginocchiatoio attira infatti l'occhio a
fermarvisi sopra con singolar compiacenza per la purez-
za del di segno, per la semplice eleganza della ornamen-
tazione, per la finezza e la precisione dello scalpello fino
nei più piccoli particolari. Sulla faccia anteriore campeg-
gia lo stemma del cardinale, incorniciato da uno svelto
rifascio ad ornati ... sul cassettone si leva una svelta ci-
masa, con due scudetti sulle due facce; in quella anteriore
sono scolpite le sigle di Maria Ausiliatrice, e su quella
posteriore le sigle dell 'Istituto Salesiano...
Il pregevole regalo è accompagnato da una semplice per-
gamena con queste parole: - Al loro Protettore e Padre,
il Cardinale Domenico Svarnpa, nel suo giubileo sacer-
dotale, i fanciulli ricoverati, nel!'Istituto Salesiano della
E .V. di S. Lu.ca. - Lavoro eseguito nel laboratorio di
scultura del/'Istituto Salesiano di Bologna.
MAGGIO 1999 BS
MADRAS, INDIA
EXALLIEVE
INDIANE
Foto di gruppo di Gabriella
Eramo, Presidente Confedera-
le e uor Teresita Osia, Dele-
gata Mondiale, con un gruppo
di exallieve a Madras, durante
la loro visita alle Unioni delle
cinque ispettorie indiane di
Bombay, Bangalore, Madras,
Shillong e Calcutta. Raccon-
tano di aver trovato exallie-
ve/i appassionatamente sale-
siani , non solo cattolici ma
anche induisti, alcuni bene-
stanti altri mo lto poveri . Per-
sone che lavorano fianco a
fianco di sacerdoti e suore ne-
gli slums, nelle case-famiglia
per le bambine di strada. Non
manca la loro presenza in ini-
ziative di alfabetizzazione at-
traverso corsi serali per gio-
van i occupati di giorno nel la-
voro; incontri formativi e in-
formativi su problemi di pre-
venzione, ecc. Una realtà
consolante.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ROMA , UPS. L'ultimo
corso di formazione per
missionari promosso dal
dicastero delle missioni
e tenuto presso l'Univer-
sità Pontificia Salesiana,
ha visto la partecipazio-
ne di 63 missionari e
missionarie appartenenti
a 28 diverse congrega-
zioni e istituti provenienti
da Asia, Africa e Ameri-
ca Latina. Cento ore di
lezione in quattro modu-
li : antropologico, storico,
teologico e pastorale.
Nella foto i partecipanti
salesiani col Rettor Mag-
giore Don Juan Vecchi.
RODEO DEL MEDIO,
ARGENT INA . Sempre
più famosa e ricercata la
"Escue/a Vitivinicola Don
Bosco", una grande
scuola agraria, situata
nel la provincia di Men -
doza, e conosciuta per i
suoi vini pregiati . Il com -
plesso comprende anche
una facoltà di enologia e
industrie ortofruttico le.
La bontà dei suoi pro-
dotti è sempre più ap-
prezzata tanto che la fa-
ma ha superato ormai
da tempo i confini della
provincia e della stessa
nazione .
,..
TBILISI , GEORGIA. Suor
Teresa Filippozzi e suor
Teresa Solniczek, in ser-
vizio presso la nunziatu-
ra di Tbilisi, partecipano
alla inaugurazione del
Poliambulatorio "Redem-
ptor Hominis ", presenti
le massime autorità civili
ed ecclesiastiche tra cui
il Presidente e il Patriar-
ca Ortodosso della Geor-
gia . Il servizio medico ,
affidato ai padri cam illia-
ni , sarà rivolto a favore
di tutta la gente della ca-
pitale georgiana.
,r
MA DRAS , INDIA. Mani-
festazione a Madras so-
stenuta da fedel i di di -
verse confessioni religio-
se per protestare contro
continui e ripetuti episodi
di violenza ai danni di
comunità cristiane che
sembrano intensificarsi .
Non passa mese che
-..,
bande di integralisti non
assaltino o infastid isca-
no comunità religiose ,
famiglie cattoliche e cen-
tri missionari. In India la
convivenza tra le diverse
religioni è sempre più
problematica . In corteo
anche le FMA (foto) .
TORINO. 1115 novembre
scorso è stata celebrata
la Giornata del Migran-
te. Iniziata a S. Salvario
con la messa cui hanno
partecipato tanti stranieri
assieme a tanti italiani , è
proseguita all 'oratorio
San Lui gi , il cui cortile si
è riempito di danze , can -
ti struggenti , balli coin-
-..,
volgenti e dei co loratissi-
mi costumi di molti immi-
grati che hanno voluto
così ricordare i lontani
paesi di origine . La pre-
ghiera interconfession a-
le ha chiuso la giornata.
(Pa//isco)
MARTÌ CODOLAR , SPA-
GNA . La XXI edizione
delle giornate di spiritua-
lità della Famiglia Sale-
siana, tenuta in Spagna,
si è vo lu ta configurare
come tappa verso il Giu -
bileo. Profonde a livello
contenutistico e impe-
gnative a livello operati-
vo le relazioni , dettate
dal Rettor Maggiore per
la linea apostolico/pasto-
rale , dal prof . Giraudo
per la linea spirituale,
dal prof. Lui s Gal lo per
la linea teologica , dal
prof. Garcia per la pro-
spetti va pedagogica .
124 i partecipanti prove-
nienti da varie nazioni
europee .
BS MAGGIO 1999

2.2 Page 12

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L'esortazione di papa Woityta "Ecclesia in America" contiene
UN CATECHISMO
SOCIALE
di Silvano Stracca
C'è un filo rosso
che viene da lontano
e attraversa non solo le
grandi encicliche sociali,
ma tutto l'insegnamento
di Giovanni Paolo II che
proclama di continuo
con inusitato vigore
la connessione tra
annuncio evangelico
e promozione dell'uomo,
tra nuova
evangelizzazione e
impegno per la giustizia,
lo sviluppo
e la solidarietà. Il Papa
ha con grande coraggio
indicato i più gravi
peccati moderni.
L e espressioni più significative
si leggono nella lettera enci-
clica Centesimus annus: "La
dottrina sociale della Chiesa ha di
per il valore di uno strumento di
evangelizzazione". E ancora: "La
nuova evangelizzazione di cui il
mondo moderno ha urgente neces-
sità, deve annoverare tra le sue com-
ponenti essenziali l'annuncio della
dottrina sociale della Chiesa". "Non
c'è vera soluzione della questione
sociale fuori del Vangelo".
LA FONTE DELLA
DOTTRINA SOCIALE
Questi esempi illustrano chiara-
mente la portata sociale dell ' inse-
gnamento evangelico, che mira alla
conversione degli uomini come a
quella delle culture. Tutta la forza
MAGGIO 1999 BS
del Vangelo è necessaria per trasfor-
mare le coscienze, le mentalità, e le
istituzioni al fine di farvi regnare la
giustizia e la pace. Tale intuizione è
al centro di tutto l'insegnamento
della Chiesa sulla nuova evangeliz-
zazione degli uomini e delle culture
e di ogni realtà sociale.
In breve, la fonte primaria della
dottrina sociale della Chiesa sono il
Vangelo e i principi che vi si attin-
gono per guidare, modificare, eleva-
re i rapporti sociali. Questo fatto
teologico fonda il necessario rappor-
to esistente tra l'evangelizzazione e
la dottrina sociale. Giovanni Paolo
II ricorda continuamente la centra-
lità di Cristo nella soluzione dei
problemi della giustizia e dello svi-
luppo. "La Chiesa reca il suo primo
contributo alla soluzione dell ' urgen-
te problema dello sviluppo, quando
proclama la sua verità su Cristo, su
'\\
\\ ....
\\
'-v·•.
-·-~
I ..,._: v:<· <i
' --✓
\\
j
se stessa e sull'uomo, applicandola
ad una situazione concreta.
"ECCLESIA IN AMERICA"
Un'applicazione dei principi ge-
nerali della dottrina sociale ad una
situazione concreta si trova nell'ul-
timo documento di papa Woityla,
l'esortazione apostolica Ecclesia in
America, frutto dell 'assemblea spe-
ciale del Sinodo dei vescovi svoltasi
in Vaticano a fine '97, vera "magna
charta" del programma di evange-
lizzazione dell ' intero continente a-
mericano dall 'Alaska alla Terra del
Fuoco, alle soglie del III millennio.
Scrive Giov anni Paolo II: " Da-
vanti ai gravi problemi di ordine so-
ciale che, con caratteristiche diver-
se, sono presenti in tutta l 'America,
il cattolico sa di poter trovare nella
dottrina sociale della Chiesa la ri-

2.3 Page 13

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spunti importanti per l'etica moderna.
sposta da cui partire per individuare
le soluzioni concrete. Diffondere ta-
le dottrina costituisce pertanto un 'au-
tentica priorità pastorale. Perciò è
importante che in America gli ope-
ratori di evangelizzazione - vesco-
vi, sacerdoti, laici ecc. - assimilino
questo tesoro che è la dottrina so-
ciale della Chiesa e, da essa illumi-
nati, si rendano capaci di leggere la
realtà attuale e di cercare delle vie
per l'azione".
UNA PROPOSTA
ORIGINALE
La complessa realtà sociale del-
l'immenso continente americano ap-
pare al Papa un "campo fecondo"
per l'analisi e l'applicazione dei
principi universali di questa dottri-
na. A tal fine insiste in modo parti-
colare sulla necessità di formare i
laici nei principi e nei valori della
dottrina sociale della Chiesa, affin-
ché siano in grado di assumere ruoli
direttivi nella società e di incidere
nella vita pubblica, orientandola al
bene comune.
Per raggiungere questo obiettivo
Giovanni Paolo II lancia una propo-
sta originale, la preparazione di un
compendio o di una sintesi autoriz-
zata della dottrina sociale cattolica.
Compreso un "catechismo" che mo-
stri la relazione esistente tra di essa
e la nuova evangelizzazione. Punto
di partenza di questo "Catechismo
della dottrina sociale cattolica" po-
trebbero essere le pagine che il nuo-
vo catechismo della Chiesa cattolica
dedica a tale materia, a proposito
del settimo comandamento del de-
calogo "non rubare".
I PECCATI MODERNI
Il Papa non si limita a una propo-
sta generica, ma appunta lo sguardo
sulla gravità dei " peccati sociali"
che gridano al cielo al Nord, al Cen-
tro e al Sud dell 'America (ma certo
anche dell 'intero globo). Il commer-
cio della droga, il riciclaggio di
guadagni illeciti, la corruzione po-
litica e amministrativa, la violenza,
la corsa agli armamenti, la discri-
minazione razziale, le disuguaglian-
ze tra i gruppi sociali all'interno di
ogni nazione e tra le nazioni, l' irra-
gionevole distruzione della natura.
E, soprattutto, il fenomeno del "neo-
liberismo" che eleva il profitto e le
leggi del mercato a "parametri ass~-
luti a scapito della dignità e del n-
spetto dei popoli".
UN QUADRO
DA RABBRIVIDIRE
La miglior risposta, a partire dal
Vangelo, per questa drammatica si-
tuazione è la promozione della soli-
darietà globale in vista dell'effettiva
realizzazione della giustizia. Come
non vi è stato di diritto senza un ' au-
tentica democrazia, così non vi è
democrazia autentica senza giustizia
sociale. È dunque indispensabile che
la Chiesa in America "rivolga mag-
giore attenzione alla formazione del-
le coscienze, prepari dirigenti sociali
per la vita pubblica a tutti i livelli,
promuova l'educazione civica, l'os-
servanza della legge e dei diritti uma-
ni , attui un maggiore sforzo per la
formazione etica della classe politica".
Ai principi della dottrina sociale
della Chiesa il Papa si richiama per
denunciare le violazioni dei diritti
umani, per riaffermare l'amore pre-
ferenziale per i poveri e gli emargi-
nati , per condannare il debito estero,
per sradicare la piaga della corru-
zione, per combattere il narcotraffi-
co e riciclaggio del denaro sporco,
per deplorare la corsa agli arma-
menti , per rinnovare il no alla cultu-
ra di morte, per porre fine alle di-
scriminazioni dei popoli nativi e de-
gli Americani di origine africana.
Potrebbero essere altrettanti punti
di quel "Catechismo della dottrina
sociale cattolica" che il Papa propone
di elaborare non solo per il continen-
te americano, affinché l' insegnamen-
to della Chiesa non resti appannaggio
degli specialisti e si riveli con sem-
pre maggiore evidenza come un ele-
mento della nuova evangelizzazione".
BS MAGGIO 1999

2.4 Page 14

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Igor Mann ha presentato su "La Stampa" un'esperienza che può
IL RAGAZZO CHE di Igor Mann
PARLAVA CON GESU
Lo chiameremo Abele
ma il suo nome è Silvio.
Silvio D. M. Un ragazzo
di vita colto dalla morte
il 25 di marzo del 1998.
A 38 anni. Ognuno di
noi è fratello di se stesso
e così accadde che il
nostro Abele venisse
ucciso dal Caino ch'era
in lui, pulito fanciullo di
17 anni. Ucciso nella
mente e nel cuore, dico.
Da un'arma senza
misericordia: la droga.
Perché un "bravo ragazzo" fi-
glio di "brava gente", a un
certo momento decide di far-
si? Spesse volte si entra nella droga
per la porta del dolore (fisico e non)
ma quasi sempre è per una ragione
misteriosa che si imbocca la via
crucis dell'eroina. Così com'è mi-
sterioso e lo sarà forse in eterno - il
perché del suicidio. Se n'è discusso
di recente, a proposito di Primo Le-
vi: ampiamente, rispettosamente, pie-
tosamente. Ma senza costrutto poi-
ché nessuno degli interrogativi pro-
posti (o arrischiati) ha avuto rispo-
sta. Forse un giorno gli scienziati
scopriranno il rimedio contro il ge-
ne dell'autodi struzione che l'uomo
porta in sé; sicché molti potranno
salvarsi, impedendo al Caino che ci
portiamo dentro di uccidere (lentis-
simamente, inesorabilmente, impie-
tosamente) l'Abele che nasce con
noi.
MAGGIO 1999 BS
A pensarci bene la vicenda umana
di Abele-Silvio è macchiata da una
diffusa banalità tragica. La prima
pera a 17 anni , poi il percorso mise-
rabile del pusher per garantirsi la
dose, successivamente lo scippo,
persino il furto, infine il carcere. Un
inferno mesch ino sferru zzato di
bugie (ai genitori, alla ragazza, agli
amici) , di umiliazioni, di ributtante
pena fi sica eccetera. Finché un gior-
no Abele-Silvio non si sente dire
dal solito passante· infastidito dalla
petulanza del drogato , invece dell 'a-
bituale: ma va' a lavorare, un altret-
tanto sdegnato: ma va ' a pregare.
PARLA CON LUI!
Abele-Silvio ha dimenticato come
si fa a pregare: Caino gli ha ucciso
la vita vera lasciandogli soltanto una
vita finta. Apparente. Abele-SiJvio
non ha più messo piede in una ch ie-
sa da qu ando era un pulito fanciullo
di 17 anni, ma quel va ' a pregare ha
su di lui l 'effetto di " una scarica di
calci nel culo", che lo spingono ~
varcare la soglia d'una chiesa. E
una sfatta giornata di scirocco, ma
nella chiesa trova il ristoro della fre-
scura antica. E un prete trova, e gli
dice tutto e quello, il prete, gli spie-
ga che nel Vangelo di Luca è scritto:
"Signore, insegnaci a pregare", e
questo vale per tutti .

2.5 Page 15

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essere utile per i nostri lettori.
Cerca di parlare con lui, forse ti
aiuterà, disse il prete. Lui chi? È
semplice: Gesù. Ma io non so da
dove cominciare, disse Abele-Sil-
vio. È più facile di quanto tu non
possa credere. Provaci, disse il pre-
te. Uscito dalla chiesa, Abele-Silvio
decise di disintossicarsi , subito en-
trando nella comunità "Rinnovamen-
to dello spirito" di Brescia.
(Qui giunto mi rivolgo al lettore
agnostico, mi rivolgo al lettore cre-
dente, mi rivolgo al lettore tout-court,
dovunque sia e chiunque sia: nessu-
no pensi al famoso film Marcellino
pane e vino dove il piccolo [e non
di rado irritante] protagonista parla
con un Gesù Crocefisso che gli ri-
sponde con la voce mielata del miti-
co Ruggero Ruggeri. Il vecchio cro-
nista che racconta questa storia vera
non sa come si faccia a parlare con
Gesù, tuttavia lo consola immagina-
re che Abele-Silvio ci sia riuscito).
ALL'ORATORIO
La felicità della guerra contro la
droga è breve perché arriva, subita-
nea, la "conclamazione della ma-
lattia": l'Aids, indomabile peste del
nostro Secolo Breve. Abele-Silvio,
disperato, torna nella chiesa dove
pregò e da entra nell'Oratorio sale-
siano di via Appia, a Roma. A quei
giovani volontari dice che vorrebbe
aiutarli. Però, spiega, io ho poco da
vivere, un anno, otto mesi, forse di
meno: l'Aids mi sta divorando e, poi
(ecco la domanda più difficile), può
un malato di Aids lavorare come
volontario salesiano? Certo che può,
gli rispondono Nicola e Franchin~ e
Daniele e Katia, benvenuto fra noi.
Abele-Silvio ha lavorato per i co-
siddetti emarginati una nuova pe-
riferia che inarrestabile cresce, gior-
no dopo giorno, ai margini, appun-
to, di Roma) fin quando - e come -
ha potuto. Poi è entrato in quel re-
parto dell'ospedale Spallanzani dal
quale non si esce vivi. Io li ho visti,
i malati di Aids, nei loro letti con-
fortevoli, la tv sempre accesa accan-
to, il viso color della medusa morta
attendere "quel preciso momento".
E ho visto i giovani volontari tener
loro la mano per aiutarli a passare:
dalla vita amara e spesso disperata,
alla morte carica di mistero ma for-
se misericordiosa, chissà. Del resto
la parola Pasqua, che sintetizza la
vita la morte la resurrezione di Ge-
sù, viene dall'ebraico verbo pasah:
passare oltre.
Un mese prima della sua fine fi-
sica, Abele-Silvio ha scritto ai suoi
giovani amici dell 'oratorio. Una let-
tera-testamento. "Caro Nicola e com-
pagni, vi ringrazio per l'amicizia e
l'amore che gratuitamente mi date.
Indosso il bel pigiama con le mon-
golfiere (che mi avete regalato) e
spero che un giorno mi portino las-
sù, dove l'aria è più pulita.( ... ) Ge-
bussa alla mia porta ma non ho la
faccia di guardarlo negli occhi. (. ..)
Mi piaceva fare il cinico e quando
pensavo al momento che non ce l'a-
vrei fatta più mi dicevo: tanto prima
o poi morirò nel cesso di un bar.
(... ) O Signore non son degno di
partecipare alla tua mensa ma dì
soltanto una parola e io sarò salvato.
Queste parole mi sono sempre pia-
ciute e mi danno l'idea esatta di
tutta la misericordia del nostro Dio.
Un grosso ciao da Silvio ...
CAINO NON HA VINTO
Viviamo un difficile tempo borea-
le. In attesa d'un nuovo Montaigne
la deregulation (dei sentimenti, dei
valori) avanza inesorabile. Ruba
anche chi ha il dovere di perseguire
i ladri; genitori vendono i figli a chi
li violenterà in cambio di (poco) de-
naro; bambini normali giuocano
agli assassini fucilando i compagni
di classe, la maestra; per 30 dinari
(rivalutati) il figlio uccide il padre
che gli nega l'automobile. Non c'è
pietà. Ma, poi, inciampi in una sto-
ria vera e scopri che Caino non ha
ancora vinto l'ultima battaglia. Sco-
pri che Abele muore sì nel buio di
noi ma, a volte, resuscita.
Un mese dopo la lettera-testamen-
to, il volontario salesiano Luca arri-
va allo Spallanzani con una busta di
fotografie scattate insieme con Abe-
le-Silvio. Luca è triste, tristi sono
gli altri volontari e lui, il condanna-
to a morte: ma perché siete così
seri, perché non sorridete? Su ra-
gazzi, la vita è bella, siate lieti di vi-
verla. Così Nicola, un seminarista,
racconta il passaggio dalla vita alla
morte di Abele-Silvio. Erano vicini
al suo letto, Nicola e gli altri com-
pagni dell ' Oratorio quando, di col-
po, con poca voce, Abele-Silvio:
spegnete la tv, dice. Poi, recitiamo
l ' Ave Maria, implora, recitiamola
insieme, vi prego. La preghiera du-
rerà un lunghissimo quarto d'ora
giacché il condannato a morte stenta
a dire le care parole eterne che da
bambino ripeteva con sua madre.
Amen, sospirerà infine Abele. Sil-
vio. E sarà questa la sua ultima pa-
rola da vivo.
O
BS MAGGIO 1999

2.6 Page 16

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.L/;1/E
41\\FELICITA
EUNFIORE
CHESBOC
di Giancarlo Manieri
La storia di Paola è facile da narrare. Una ragazza
cu i sorrideva la vita e che ha fatto sorridere la vita.
S'è affacciata: "Ciao mondo! Ciao gente! Ciao a tutti! ",
ha gridato , poi è ripartita. A 15 anni . Lasciando nel
cuore di quanti l'hanno conosciuta una struggente
nostalgia di bontà. Fiore delle cime , il suo profumo
continua ad espandersi raggiungendo luoghi impensa-
bili ... il Ken ia, l'Uganda, la Tanzania, il Brasile , il Giap-
pone .. . I tristi ricordi si scordano, i ricordi deliziosi non
muoiono mai e conquistano sempre più spazi .
C'È QUALCOSA DI STRAORDINARIO
IN QUESTO FIORE
La sua freschezza ha fatto da calamita. Giuseppe è un
giovane di Alessandria, sempre in giro per motivi di
lavoro. Ha incontrato Paola quasi per caso a Martina
Franca, perché tutti parlavano di lei. Lei non c'era già
più . Se n'è innamorato : "Paola è diventata la mia ami-
ca ovunque, perché sono costretto a vivere sempre
fuori casa ... Ora non sono più solo ... lo e Paola sulla
terra, su un punto luminoso sospeso nello spazio , ci
siamo dovuti incontrare e stringere un'amicizia reale".
Germano è uno studente . Nella cameretta ha collocato
un maxiposter di Paola. Ma lei non era nel poster,
precisava, gli era entrata nel cuore, tanto da spingerlo
20 anni sono lunghi e i fiori
appassiscono presto.
Solo pochi resistono: appartengono
a una specie rara che, scesa
dal cielo, al cielo presto ritorna,
coi petali intatti... Quaggiù
sembrano essersi presa solo
una breve vacanza.
a scrivere un libretto di più di cinquanta pagine :
"Quello splendido capolavoro di figlia".
Ma sono ormai migliaia i giovani che l'hanno cono-
sciuta e sono rimasti conquistati dal suo sguardo sola-
re , dalla sua spontaneità, dal suo amore alla vita e alle
cose belle . Paola, un libro aperto, una di loro, con le
sue crisi , i suoi pianti , i suoi piccoli purissimi amori di
adolescente , i dialoghi , i sogni , le delusioni .. . E sono
ormai tante le lettere arrivate ai genitori , cooperatori
salesiani , di professione architetti , a testimoniare che il
loro miglior progetto e la loro più riuscita costruzione è
stata proprio lei, Paola.
IL CAPOLAVORO
Educata, stavo per dire costruita, con amore intenso
ma senza sdolcinature e orpelli , un amore forte e
sicuro fatto più di esempi che di parole, nutrito di fede
fresca e convinta. I suoi genitori erano certi di una co-
sa, di volere una donna non una bambola. Capita po-
che volte che il parroco, per la preparazione alla prima
comunione di una fanciulla, nomini catechisti suo papà
e sua mamma. Capitò per Paola. E il commento dopo
l'esame di ammissione fu : "Paola... la sua anima si è
aperta alla grazia come un fiore profumato". La santità
normale è quella più difficile. Per questo ce ne sono
così pochi di santi "normali", santi del quotidiano : una
santità conquistata passo dopo passo , nella giungla
infinita di una società che sembra aver definitivamente
smarrito i valori. <:3li _anni della sc_uola, i pochi che gli
furono concessi di vivere , furono 1I palcoscenico della
sua "straordinaria" normalità .

2.7 Page 17

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A COMINCIARE DALLA FAMIGLIA
"Mi sono decisa a scrivere le prime cose segrete di cui
papà e mamma solo possono sapere .. .". Non sono
molti i diari delle adolescenti che girano liberamente
nelle mani dei genitori . Una ragazza senza segreti ,
Paola , un 'anima come acqua cristallina di sorgente .
Un cuore che aveva trovato il nido proprio in casa :
"Prima di tutto ho spolverato i mobili della mia camera ,
poi ho lavato i vetri e il pavimento e quando comincerà
il film alla televisione me lo vedrò ". E nei genitori:
"Penso a come sarei /senza di te , papà,/ senza te che
m'infondi/ pace , sicurezza, amore ./ Ma poi guardo i
tuoi occhi/ e si perdono i pensieri/ nell'amore del tuo
caldo abbraccio ,/ papà". "Un suono melodioso/ un
suono delicato, una poesia/ per dire tutto/ per far capi-
re/ che nel mio cuore soltanto tu sei mamma".
Aveva inventato il "tribacio", il bacio di tutti e tre, acco-
stando le labbra, il rito di ogni sera, prima di infilarsi sot-
to le coperte e chiudere la giornata pregando. Il "triba-
cio", in arte è ancora inedito ... Chissà, se fosse vissu-
ta l'avrebbe creato lei ... magari una scultura sul tipo di
quella che modellò per la festa della mamma del 1978.
Paola suonava la chitarra ... Tante volte la suonò per
la mamma. Quando lei , architetto e insegnante come il
papà , era intenta ai lavori di casa , magari stirava ,
Paola veniva a farle compagnia suonando per lei i
suoi pezzi più belli . Quelle note scaturite dall'amore
della figlia erano per mamma Lucia più incantevoli dei
virtuosismi di Segovia.
A SCUOLA
L'architettura che amore!/ La matematica che godi-
mento!/ La storia dell 'arte che delizia!/ L'italiano che
bellezza!/ Le scienze, la figura , il modellato che pas -
sione!/ La religione che gioia infinita! Non sono molte
le studentesse disposte a cantare la scuola con que-
ste note! Scelse il liceo artistico Lisippo, là dove inse-
gnavano papà e mamma e dove le capitò di tutto:
pianti , contrasti , semplici purissime cotte , innocenti
gelosie ... "Signora, scrisse a mamma Lucia una com-
pagna dopo la sua morte , io ho preso Paola come il
mio angelo custode e la prego tutte le sere... La sua
immagine è sempre nella mia mente e nel mio cuore".
Seconda liceo, suo ultimo anno. Paola alla lavagna sta
cancellando un disegno. Sente da una delle compagne
una bestemmia... senza pensarci nemmeno un secondo
si volta e le caccia rapida il cancellino pieno di gesso in
bocca. "Ma che fai , sei pazza? Che ti prende?". "Lo fa-
rò un 'altra volta, se torni a bestemmiare". La sfida è
raccolta, purtroppo, e Paola tornò a cacciarle in bocca il
cancellino, tra lo stupore ammirato della classe. La scuo-
la chissà perché porta ad essere sboccati : tende verso
lo zero la capacità di scegliere i vocaboli migliori per
esprimersi o comunicarsi esperienze e scoperte ; preva-
le il gergo dello "slum". Ma al liceo Lisippo c'era se~pre
chi avvisava le altre : "Tacete , c'è Polly! ". Testimonian-
za più bella non potevano dare alla sua anima candida.
DIO
.
,, · Ave
"Chi crede in Dio ha il mondo in pugn~ , scnss~ . . -
va nove anni. Deve essere un'eta cruciale per I giova-
ni. Anche Domenico Savio cominciò a nove anni con
una frase che gli plasmò la vita. E anche Don Bosco a
nove anni ebbe quel sogno ...
Il Dio Paola non l'ha mai tradito, forse proprio per que-
sto Lu i l'ha chiamata presto , quasi avesse fretta di
averla vicina. Tanto non aveva più nulla da imparare
sulla terra, era sbocciata del tutto. Con le amiche che
invitava sull 'ampio terrazzo all'undicesimo piano del
palazzo dove abitava, discorreva non di cose futili , di
svaghi o di amori : "Se Dio è la sorgente di tutte le
cose, solo Lui ci potrà fare davvero felici , non il dena-
ro , il potere, il piacere ... ". Difficile capirla con queste
idee da ... alieni! Le amiche pur senza comprenderla
fino in fondo intuivano qualcosa di grande .
UN ANATROCCOLO DIVENTATO CIGNO
La morte se la portò via in fretta, quasi avesse timore di
perderla. Lei la sentì arrivare: "Ciao, mamma, Cié3:0, papà,
ciao zio, ciao zia Maria ... ". Alcune compagne d1 scuola,
quelle che più l'avevano osteggiata, capirono che cosa
avevano perduto. La sintesi è in una lettera indirizzata
a casa sua, quando lei era già volata in paradi~o . Ri-
cordando come la isolassero per la sua scelta d1 stare
con le più emarginate, confessarono di essersi accorte
finalmente che l'anatroccolo era in realtà un cigno.
La portarono nella chiesa dei salesiani doppiamente
sua, perché l'aveva progettata e costruita il ~uo for_mi-
dabile papà , è perché era la sua parrocchia , abita-
zione del suo padre spirituale don Giuseppe e del suo
amico Don Bosco. Non le fecero un funerale normale,
no. Don Giuseppe che la conosceva bene ."d~ntro''.
decise che Paola doveva avere i paramenti b1anch1
della festa e del candore, e la messa degli Angeli , non
quella dei defunti . Solo una concessione allo strazio ,
quando papà e mamma andarono a Gerusale_mme per
fare la Via Dolorosa in memoria d~lla t1glla e dire
grazie a Dio di aver ricevuto il d_ono d1 Paol~. .
o PooIa.. . A 20 anni dalla morte il suo cammino diventa
sempre più luminoso.
BS MAGGIO 1999

2.8 Page 18

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La FS aumenta: sono nati i "Volontari Con Don Bosco" approvati
CDB
di Corrado Bettiga
UN'ALTRA
SIGLA
sistenti sociali, operatori massme-
diali, commercianti, operai, studenti
universitari, impiegati, coltivatori di-
retti . . . davvero tante le categorie
rappresentate. Alcuni hanno all 'atti-
vo qualche periodo di volontariato
vissuto in zone di miss ione. In ogni
caso il tocco salesiano qualifica la
loro azione.
Il carisma di Don Bosco continua
così il suo vigoroso espandersi in-
ventando sempre nuove forme di
aggregazione e nuovi modi di appli-
cazione. Sembra che il tempo non
24 maggio 1998.
È una data da ricordare:
segna il riconoscimento
come Associazione
Pubblica di Fedeli Laici
nella Chiesa dei
"Volontari Con Don
Bosco". Il Decreto
di approvazione porta
la firma dell'Arcivescovo
di Caracas monsignor
Ignacio Velasco,
perché proprio in quella
diocesi si sono mossi
i primi passi.
Sono diffusi in otto
nazioni del 'America
e dell'Europa.
MAGGIO 1999 BS
N ei pochi anni trascorsi dal
1988, alla prima dozzina di
giovani se ne sono aggiunti
altri con gli stessi ideali. Soffrono le
difficoltà di tutti i giovani, ma vivo-
no con un po ' più di grinta, senza
egoismi, col desiderio di realizzare
se stessi in modo nuovo, dando una
mano, perché l'ambiente in cui ope-
rano possa diventare migliore. Non
è nemmeno detto che ci riescano,
ma almeno ci provano: non cercano
miracoli , ma si considerano ne lla
categoria del seme che ha bisogno
di tempo e sacrificio per nascere,
crescere rigoglioso e maturare . ..
VIVONO COSÌ
Alla regola da loro scelta e stilata,
adeguano lo stile di vita consacrata,
senza abbandonare le condizioni abi-
tual! n~ll~ _quali vi vono: sono pro-
fes s1omst1 , mfermieri, insegnanti, as-
oeo:
ueo:
1',SSOClAZlOME PUBBLICA
Ol féOELl \\..'slCl
MELLA C fl lESA
Attualmente i " Volontari Con Don Bo-
sco " sono presenti in Argentina, El
Salvador, Guatemala, Italia, Malta,
Paraguay, Perù, Repubblica Ceca,
Venezuela. In Italia sono presenti a
Catania, Lecce, Milano, Roma, To-
rino . In tutto sono una sessantina, 20
dei quali impegnati con voto privato di
castità e promessa di obbedienza e
povertà, secondo le Costituzioni ad ex-
perimentum, gli altri impegnati nel cam-
mino di discernimento o formativo.

2.9 Page 19

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giusto un anno fa.
fltllf•dl
Manlio Sodi . Achille M . Trl ~
wmuct ELLE DI a . wmua. vtLAR
Un 'opera colossale
passi, e che Don Bosco sia ancora festa sarà la testimonianza quotidia-
vivo e operante all ' interno della so- na di ciascuno.
cietà moderna.
CRESCONO COSÌ
La loro vita è una donazione totale
anche se nascosta, reale anche se le
apparenze non la manifestano , che
agisce al di dentro delle cose e della
vita di ogni giorno, proprio perché chi
la vive non ha alcun particolare segno
distintivo: essi vivono "tra" gli altri
"come" gli altri. L'unica distinzione
è lo stile di vita, la concreta testimo-
nianza di un cristianesimo vissuto.
Sono gli ultimi nati, il 19° Gruppo
della Famiglia Salesiana, alla quale
partecipano come fratelli minori, ma
con uguale iniziativa ed entusiasmo,
presentando " un volto inedito di
Don Bosco". Sulla copertina del vo-
lume che raccoglie la loro regola
hanno impresso a metà il volto di
Don Bosco.. . essi sono, vogliono
essere il volto nascosto di Don Bo-
sco, reso visibile dal vissuto di ogni
giorno ... E Don Bosco diventerà
tanto più visibile quanto più mani-
SI INCONTRANO COSÌ
I "Volontari Con Don Bosco" si
sono incontrati a Roma, con lo sco-
po di darsi un assetto più consisten-
te in vista del riconoscimento come
Istituto secolare salesiano. La loro
esperienza, che si è già confrontata
in incontri locali, è diventata pro-
gramma di vita come regola comu-
ne; hanno messo a punto un piano
di formazione, più che mai necessa-
ria a dei laici esposti al confronto
vivo Chiesa-mondo; hanno trovato
delle iniziative per mantenere i con-
tatti tra di loro e sentire il senso vi-
vo di com unione, nonostante la di-
versissima dislocazione geografica
e i differenti impegni.
In bocca al lupo, diciamo noi che
forse vediamo poco chiaro nella lo-
ro identità e rimaniamo un po' scet-
tici di fronte alle novità. "Siamo nati
sotto buona stella" ci dicono loro,
che hanno come data di nascita il 24
maggio.
O
DIZIONARIO DI OMILETICA
Manlio SODI - Achille M.TRIACCA
(a cura di)
LDC-VELAR , Leumann (To) , 1998
pp. 1728
"Ci sono dizionari che si consul-
tano per cercare una risposta
rapida e chiara... E dizionari che
si leggono. Le diverse voci vi so-
no trattate con ampiezza , alle
questioni di rilievo è dedicato uno
spazio non avaro , un corredo di
rimandi propone diversi itinerari
di ricerca. È il caso di questo di-
zionario dedicato all 'eloquenza
sacra che raccoglie il fiore dell 'a-
nalisi critica e della riflessione
teorica su tutta l'arte del dire e
del che cosa dire" (S. Zavoli) .
A chi è chiamato ad essere pro-
fessionista della Parola di Dio, la
preparazione è indispensabile
perché essa sia parola fraterna e
autorevole, che annuncia e testi-
monia, che è dottrina e profezia,
che è esortazione, invocazione,
rendimento di grazie ...
L'opera, realizzata da oltre 240
collaboratrici e collaboratori , spe-
cialisti a livello internazionale e
interconfessionale, consta di oltre
400 voci ordinate alfabeticamen-
te . Si presenta come uno strumen-
to di lavoro unico per l'aggiorna-
mento di chi è chiamato al servi-
zio della predicazione , una pre-
ziosa fonte di informazione per
studenti e professori di teologia ,
storia, patristica, scienze della
comunicazione, catechetica, pa-
storale , spiritualità ; e , soprattutto,
omiletica.
BS MAGGIO 1999

2.10 Page 20

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BREVISSIME DAL MONDO
USA . Aumenta il numero dei cesso sui mezzi di comuni-
cattolici nella grande nazio- cazione. È un cantautore che
ne, tanto che al Congresso con stile vivace e moderno
costituiscono ormai la con- canta il Vangelo. I suoi CD
fess ione religiosa più nume- si vendono a milioni cli co-
rosa sia nelle file democra- pie e fanno concorrenza a
tiche che in quelle repubbli- quelli d i musica leggera. A
cane. Attualmente 153 par- Natale ha radunato alla sua
lamentari sono cattolici , 58 messa più di 60 mila fede li
repubblicani e 95 democra- e milioni cli teles pettatori.
tici, così coIJocati: 25 sena-
tori e 128 deputati all a Ca- ROMA . In questo mese si
mera dei Rappresentanti. Gli tiene il summit mondiale
stati con più rappresentanti del volontariato catto lico
cattolici sono New York con cui parteciperà lo stesso pon-
18, la California con J6, la tefice. A ottobre inoltre è in
Pennsylvania con 11.
programma il vertice mon-
diale di tutte le religioni , un
BARCELLONA . Su ini zia- altro app untamento cli gran-
tiva del Pontificio Consiglio dissimo rilievo destinato a
per le Comunicazioni So- fare storia come q uello cli
ciali è stata reali zzata una Assisi.
indagine in di stinte parti del
mondo per individuare il AMERICA LATINA . li
santo che meg lio riflette le tributo cli sangue pagato
inquietudini e gli ideali de- dalla Chiesa in America
gli utenti informatici. È ri- Latina duran te il 1998 è
sultato vincente s. Isidoro stato p esan te: sono stati
di Siviglia.
assassinati mons. J uan Ge-
rardi, ausiliare di Guate-
CITTÀ DEL VATICANO . mala, il 27 april e; padre
Monsignor Crescenzo Sepe, Gerardo Boumans, olan-
segretario del Comitato Va- dese, iI 15 gennaio a Incar-
ticano per la Preparazione al nazione (Paraguay); mons.
Giubileo, ha ann unciato la Alberto Guerra Marrero a
pubblicazione di due sussidi Puerto Cabe llo in Vene-
per seguire le grandi mani- zuela, il 29 marzo ; l' italia-
festazioni previste dal ca- no padre Leo Commissari
lendario: "Pellegrini a Ro- a Sao Bernardo, Bras ile, il
ma" per le vis ite ai luoghi 26 g iugno; don Jean Pier-
religiosi e "Pellegrini in o- re Louis a Puerto Principe,
razione" per seguire le ceri- Ha iti , il 3 agosto; don Al-
monie religiose e i riti litur- cide Jim enez Chicangana
g ici prev isti. Una speciale a Puerto Caicedo , Colom-
" carta" conterrà info1mazio- bia, I' 11 settembre; padre
ni sui trasporti , i telefoni, i Miguel Quiroga Gaona,
luoghi di ristoro, il pronto marianista, a Llor6-Choc6,
soccorso, le assicurazioni . . . Co lombia, i l 18 settembre;
I pell egrini inoltre saranno frate! Bernardin Hudon a
fornit i di uno zaino e di un La VaJlette, Ha iti, il 27 no-
seggio lino portatile utili ss i- vembre; i relig iosi Alvaro
mo per i momenti di lunghe Lopez Sora e suor Celina
attese. Sarà anche distribui- Posada in Bolivi a, il 2 1
to gratuitamente un quindi- dicembre. Le ultime stime,
cinale " Il gio rnale del pelle- second o l'Agenz ia Zenit,
grino" in 7 lingue .
parlano di 200 m ili oni di
cristiani perseguitati ne l
BRASILE . P . Marcello Ros- mondo e 400 milioni che
si, 31 anni, appartenente al trovano diffico ltà ad espri-
Movimento Carismatico, sta mere la loro fede, trovando-
ottenendo un incredibile sue- si in paesi fondamentalisti .
MAGGIO 1999 BS
VALENCIA, SPAGNA
100 ANNI DI BENE
Sono passati cento anni dal
giorno in cu i Yal encia ha dato
il benvenuto ai sales ian i, cen-
to an ni di ininterrotto lavoro
educativo e aposto lico. Tra le
numerose ini ziative messe in
cantiere, ne segnaliamo una
partico larmente simpatica: l' i-
naugura zione del mo numento
a Don Bosco nell a piazza o-
monim a. Circa tremila valen-
ciani sono conven uti attorno
all 'opera d 'arte ass ieme al Ret-
tor Magg iore don Juan Yec-
chi , alle autorità religiose e
c ivi li e all a stampa accorsa
numerosa. I mezz i di comuni-
cazione hanno dato massimo
rilievo all 'avvenimento, data
la fama che i sa les iani si sono
conquistati sul campo attra-
verso le loro scuo le, i loro
oratori, le loro ini ziative a fa -
vore dei giovan i più bisogno-
si. A ltri avvenimenti di gran-
de richiamo sono stati la X
edizione dei Giochi interna-
ziona le de ll a Gioventù Sale-
siana, cli cu i diremo in altro
numero, il mu sica l su Don
Bosco " Il sogno continua" e
le Giornate Pedagogiche.
NOVARA
100 ANNI DI NOTE PER
MARIA AUSILIATRICE
Sono g iu sto 100 anni che il
gra nde compositore Lorenzo
Perosi con un concerto magi-
stra le in aug urava la Ch iesa di
Maria Au siliatrice a Novara,
consacrata appena due anni
prim a. E sono I00 anni che la
" preziosa" statua della Ma-
donna cli Don Bosco, fatta
sco lpire per suo espresso de-
sider io, da un artista di San
Benigno Canavese venne in-
coronata, presente il beato
Miche le Rua, con una corona
donata da ll a signo ra Bacc he i-
la, da l costo di 4000 li re. La
preziosità de ll a statua? li fa tto
che fosse quella che Don Bo-
sco usava per la processione
annuale di Maria Ausiliatrice
a Torino . Essa fu clonata dal
suo successore don Rua al ve-
scovo cli Nova ra monsignor
Edoardo Pulicano proprio per
il santuario appena costruito,
che il Vescovo stesso aveva
fortemente vo lu to e contribui-
to a completare. La centenaria
chiesa custodisce dunque un
"
'
prezioso cimeli o de lla congre-
gazione sales iana.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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OSSERVATORIO
Domenico Ricca
e' è stato un calo visto-
so degli ingressi in
carcere : sono 475 i ragaz-
zi/e presenti quotidiana-
mente nelle carceri minorili
italiane. Se negli anni '88-
'89 sono entrati 5500 tra
ragazzi e ragazze nei vari
istituti penali per minori ,
nel '97 non hanno supera-
to le 1900 unità tra italiani
e stranieri . Attualmente la
situazione carceraria mino-
ri le deve fare i conti con
due tipi di delinquenza:
quella dei ragazzi italiani
collegati alla criminalità or-
ganizzata nel sud d'Italia e
quella dei ragazzi stranieri
per lo più autori di delitti
connessi allo spaccio di
sostanze stupefacenti nel
nord d'Italia.
Tempo di Pasqua:
è saltata la pietra del sepolcro per
una liberazione che sembrava impossibile
nali con i loro compiti di
progettazione , sostegno e
coordinamento, quelle del-
la società civile, del volon-
tariato , di quanti animano
le diverse presenze.
Si stanno studiando mo-
difiche alla situazione
M A LE SBARRE carceraria minorile, non
di sostanza, ma puramente
NON SALTANO correttive ; per governare
meglio, non certo per abo-
lire il sistema attuale . Per
questa seconda ipotesi in-
fatti occorrerebbe fare i
conti con gli umori della
gente, e chiedersi che im-
Il dibattito sulla funzione del carcere
per i minorenni periodicamente riaffiora
per lo più tra gli addetti ai lavori.
patto potrebbe avere una
proposta di totale aboli -
zione della pena carceraria
I sacerdoti che operano in tali istituti,
in una nota del '92 esprimevano tutta
per minori sugli abitanti la loro perplessità: "Pare a tutti evidente
delle metropoli , che sono
quotidianamente alle prese
con la fastidiosa micro-cri-
l'inutilità e talora la nocività del carcere
per gli adolescenti". E lo hanno ripetuto
minalità di ragazzini che
in un recente incontro.
l'immaginario comune - ali-
mentato dai media - generalmente cataloga come
nomadi , albanesi o marocchini , comunque stranieri.
E non è vero : 1'83% delle denunce riguardano gli ita-
liani e solo il 17% gli stranieri.
Ai salesiani si presenta
un altro modo di fare ora-
torio, scuola, animazione.
È il sistema preventivo che
assume facce complemen-
tari, in linea di continuità
con il "prendersi cura" dei
ragazzi, delle loro storie di
vita, delle loro povertà, ma
anche delle loro risorse ,
che possono essere ine-
sauribili se soltanto riuscia-
mo ad appassionarci un
po ' a loro. E l'utopia delle
sbarre che saltano potrà
sembrare meno lontana.
Domenico Ricca salesiano
cappellano Istituto Penale Minorile
"Ferrante Aporti" di Torino
Se sono diminuite le entrate in carcere sono tut-
tavia numerosissime le denunce. Solo nel '96 circa
45.000 sono stati i minorenni denunciati , 33.523 di
questi sono minorenni imputabili cioè ragazzi che
vanno dai 16 ai 18 anni. Il problema è ricostruire le
relazioni tra vittime e autori dei reati , attivare patti di
solidarietà sociale, e reti di collegamento che renda-
no i territori soprattutto urbani più vivibili. Non esisto-
no molte altre formule . È un percorso dove tutte le
risorse sono importanti e necessarie: quelle istituzio-
BS MAGGIO 1999

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
Carissima/o,
Dovessimo are la nomi-
nation alle parole più In-
flazionate t occ herebbe a:
giovane, gioventù-, efiovinez-
za, mondo giovanile. Il ter-
mitw "giova ne" è diventato
un1ter.mi na le. Cent o, mille
parole possano precederlo
MAGGIO 1999
Il giorno 6 la Chiesa ricorda Domenico Savio
e lo ripropone ai giovani di oggi.
Giusto 150 anni fa, il più bel frutto
della pedagogia di Don Bosco stilava
quei famoai propositi nel giorno della sua prima
comunione che manterrà fino alla morte.
La stessa conclusione di
Don 6oeco a l primo in-
contro con Domenico Sa-
vio. Siamo nel 1854. Do-
menico ha 12 anni e Don
Bosco 39. Que l dialogo
appartiene a tutte le ge-
4; nerazioni. "Che pensa
me1", chiede Domenico. E
ness un'a ltr segui rl o, I
vece · ne parla come di
ABITA
un par d iso Ptfduto. Gli
adulti h nn o u1 filo di A-
IL MIL
"IL SARTO rianna d mettere tra le
dita dei I ro fiJli per farli
la madre di tutte le do-
mande. Ch iu so in quell'in-
terrogativo c'è tutto il
suo mondo: la vog lia d i
vivere, di diventare gran-
de. Ma è un a domanda
uscire dal labi r i~to della
ca pestro: il nodo da scio-
loro vita . I gi(ovan vorreb-
gliere è l'accettazione, la
bero restare Jern re tali: il
,. ,
4efj mito di Peter f'; n resiste!
L'indice di asco ~ alto
per convegn i, co nfere nze,
r
sti ma, la fiducia. Don Bo-
sco lo ap re a Ila vita,
all'i mpegno: "In te c'è una
stoffa buona ...". Po i insi -
ste: "E a che coaa può
questionari se l'argomento
aervire1 Ne facciamo un
tocca i giovani . La moda li veste, il gergo li segna, il l;,el/'al;,ito da regalare al Signore". Domenico era
mercato li cerca. Se ti fermi con loro ti fanno do- stoffa ottima: a soli 7 anni aveva ricevuto la prima
mande e hai l'impressione che non accettino rispo- comun ione (a quel tempo si era ammessi solo dopo
ste. Il loro credo è ricco di va lori che vengono adora- i 12 anni). L'amore a Gesù e a Maria avevano reso la
ti, come istanza, come soggettività . Crescono nella sua vita irradiante, festosa .
so lidarietà, sono pronti a partire come volontari per
aiutare, sostenere, condivide re. Nello stesso tempo Domenico chiude la conversazione con un inno al-
avverti che hanno bisogno di ascolto, di accoglienza, l'educazione, alla vita come sc uola . "Dunque io so-
di consigli. La voglia di vivere è scritta a lettere no la stoffa e lei il sarto". Presente e futuro sono
maiuscole. Credono nella giustizia e la vogliono. cuciti con lo stesso filo. Egli accetta la res pon-
Credono in Dio, e vog li ono il cielo. Quando un genito- sabilità del presente e esprime la scelta del futuro.
re, un educatore, un sacerdote trovano uno scam- "Se il Signore mi aiuterà, desidero diventare ea-
polo di tempo e di dialogo con un ragazzo è facile cerdote". Muore qua,ndo gli mancano 24 giorni per
che si lascin o sfuggire un'esclamazione di sodd isfa- comp iere i 15 anni. E santo nel 1954. Un episod io
zione: "Qui c'è della buona stoffa".
non è una vita, come un reperto archeologico non è
l'opera d'arte o un graffito non è tutta la storia
antica . Però è un annuncio, come la nota di un co n-
certo è la chiave che ti permette di entrare in un
mondo ricco di incredibile armonia.
La giovinezza diventa senza senso Il giorno in cui
si dice no all'impegno, al sogno, all'ideale. Nessuno
mi porta via il cielo, se tengo i miei occh i in alto:
essi vedono il so le di giorno, la luna e le stelle di
notte. A rubarti il sole, la luna e le ste lle sono le la-
crime che puntua lm ente arrivano qua ndo si soffo-
cano i sogni, si spengo no l'impegno, l'innocenza, la
vita di grazia. Qual è il tuo futuro? Non sarà diverso
dal tuo presente, se lo carichi di responsabil ità. Il
duemila ti aspetta. Il terzo millennio è tuo. Portaci i
tuoi talenti, i tuoi sogni, tutti i tuoi coeta nei.
A presto.
Cario Terraneo
MAGGIO 1999 BS

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••••••••••••••••••••••
Le nevicate a Roma sono rare anche durante l'inverno,
figurarsi durante il mese di agosto!
Secondo un'antica tradizione,
la basilica di Santa Maria Maggiore sarebbe sorta
sul luogo segnato da una abbondante nevicata proprio
nel mese di agosto e il fondatore sarebbe stato
papa Liberio. È per questo che la chiesa
è anche chiamata basilica liberiana.
L'itinerario giubilare, fa tappa stavolta a
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ••••••••
•••••••••
ITINERARIO
VERSO--·
LA MADONNA
DELLA NEVE
di Natale Maffioli
Leggenda a parte, la basilica di Santa Maria Maggiore
fu tra le prime chiese ad essere dedicate alla Madonna,
e gli studiosi danno per certo che fu fondata non da papa Liberio,
ma da un suo successore, Sisto Il (432-440),
••••••••••••••••••
subito dopo il pronunciamento del concilio di Efeso (431)
che dichiarò Maria "Madre di Dio".
Fronte este rno de ll'abside di Po nzio,
Rainaldi, Fontana (sec. XVII ).
.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 1999 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
LA GRANDE PIAZZA
Una corretta visita alla basilica
deve iniziare dalla pian:'a antistan-
te dove, nel 1613, fu eretta una
colonna di marmo (pçoveniente
dalla Basilica di Massenzio, un
edificio-di età imperiale i cui resti
maestosi si trovano al rl] argine del
Foro
Romano),
1
sormontàta
da
una
Madonna col Bambinq in bron-
zo, opera dello scultor~ Gugliel-
••••••
Miracolo della neve, scultura di Mino del Reame (sec. XV) nell'Abside.
mo Berthelot.
,,
La facciata attuale della basi Iica
è opera settecentesca, :fu proget-
tata da Ferdinando foga e co-
struita in travertino tra ll 1743 e il
1750. Senza sforzo, si possono
La basilica, nonostante abbia
superato i 1500 anni di vita, si
presenta, sostanzialmente, co-
da Jacopo Torriti. Sisto IV, con i
soldi del cardinale Guglielmo
d' Estouteville, rifece l' altare mag-
intravedere nel portico, superiore
gli antichi mosaici trecenteschi di
Filippo Rusuti ; l' intervento con-
me l'ha progettata il suo architetto: giore, arricchendone iI ciborio servativo del Fuga è di una attua-
tre lunghe navate divise da una con i bassorilievi di Mino del Iità sorprendente, anche se, qua e
duplice fila di 36 colonne di mar- Reame.
là, ha dovuto smozzi carli per in-
mo greco e 4 di granito, tutte mu- Gli interventi più significativi si serire le nuove muragliJ.
nite di splendidi capitelli ionici. ebbero però tra il 1500 e il 1600.
Dopo Sisto Il altri papi non Vicino al presbiterio due papi , Si-
mancarono di dimostrare la loro sto V Peretti (1585-1590) e Paolo IL PRIMO SGUARDO
attenzione alla basilica. Pasquale
I (817-827) rinnovò l' abside e fe-
ce ampliare il presbiterio; così
come, quasi cinquecento anni do-
po, fece Niccolò IV (1288-1292)
che ordinò di arretrare l' abside,
rendendola meno angusta e la fe-
ce decorare di splendidi mosaici
V Borghese (1 605-1621 ), fecero
costruire due splendide cappelle,
una per parte, chiamate Cappella
Sistina e Cappella Paolina (da
non confondersi con quel le che
sono in Vaticano, l' una edificata
per volere di Sisto IV della Rovere
e l'altra di Paolo lii Farnese).
Attraverso uno dei cinque in-
gressi del portico (all 'estrema de-
stra è la Porta Santa che viene
aperta solo nell'Anno ,Santo), si
entra nel la penombra avvolgente
del la basi Iica. Superati i monu-
menti dei papi Niccolò •IV (a sini-
stra) e Clemente IX (a destra), la
fuga di colonne marmoree attira
verso l'altare e il cammino fa pas-
sare di sorpresa in sorpresa: i I pa-
vimento, opera dei Cosmati, risa-
le alla metà del secolo Xli ed è
stato fatto con marmi pregiati, al-
cuni dei quali introvabili altrove.
Sopra la trabeazione della navata
mediana corre una serie di splen-
didi mosaici: 27 riquadri (in origi-
ne erano 42), risalenti al V secolo
e commissionati da Sisto 111, raffi-
gurano scene tratte dall 'Antico e
dal Nuovo Testamento. Altri mo-
saici, sempre dell ' epoca di papa
.
Sisto, decorano l' arco trionfale. I
mosaicisti romani con 'quest' ope-
••
ra vollero esaltare Maria come
Madre di Dio, rappresentando le
vicende che narrano l'infanzia di
Gesù . Curiosamente manca la
Portico d'ingresso e statua bronzea
di Filippo IV di Spagna (sec. XVIII).
I
Visione di Abramo del Querceto
di Mambre, mosaico (sec. V)
navata centrale.
raffigurazione della natività, l'epi-
sodio più importante. L'assenza
viene spiegata con il fatto che
• • MAGGIO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••••••
Cappella Sistina (Sisto V) di D. Fontana (sec. XVI)
e Ciborio dorato.
Altare Papale (sec. XVIII)
fra 4 colonne monolitiche in porfido.
L'Abside veduta della calotta; mosaico di I. Torriti (sec. Xlii). Cappella Paolina o Borghese (Paolo V) di F. Ponzio (sec. XVII).
nella basilica esisteva una cap-
pellina che riproduceva la grotta
di Betlemme, in questo ambiente
erano anche custodite le reliquie
di san Girolamo, che vicino alla
grotta della natività si era ritirato
in penitenza e studio e aveva tra-
dotto l'Antico e il Nuovo Testa-
mento in latino. Il nome di papa
Sisto 111, fondatore e decoratore
della basilica, è scritto in cima al-
l'arco: Il vescovo Sisto lo dedica
al popolo di Dio: il mosaico e la
chiesa sono dedicati a quella
stessa moltitudine che vi si radu-
e il sole stanno ai loro piedi. Due
gruppi di angeli assistono stupiti
alla scena ed è lo stesso stupore
che coinvolge anche il fedele da-
vanti a tanta bellezza; tutto intor-
no l'artista ha rappresentato la
Terra come un giardino fiorito fat-
to di girali di acanto in fiore e
abitati da numerosi uccelli. Il sen-
so della raffigurazione è chiaro:
Maria è stata coronata dal Figlio
"Regina del cielo e della terra" .
Anche il maestoso soffitto ligneo
a cassettoni con decorazioni ad in-
taglio (disegnato da Giuliano da
L'altare maggiore, opera di F.
Fuga, è sormontato da un baldac-
chino, disegnato dallo stesso ar-
chi tetto, sorretto da quattro co-
lonne antiche di porfido; la con-
fessione (quella sorta di cripta
aperta davanti all'altare) è opera
di Virginio Vespignani (1864).
LE CAPPELLE
La cappella Sistina (chiamata
anche cappella del SS. Sacramen-
to), iniziata nel 1585, si apr~ sul-
•••••••••••••••••••••••••••••••
nava per pregare Maria, la Madre Sangallo, un grande architetto ri- la navata minore di destra. E uno
di Dio.
nascimentale) contribuisce alla ric- splendido edifico progettato dal-
chezza della struttura. Il fregio di l'a rchitetto Domenico Fontana, lo
stucco che corre a ridosso dei cas- stesso che riuscì a spostare, senza
TRIONFO DI MARIA
settoni, e lo stemma al centro del- spezzarlo, l'obe lisco che si trova
la cassettonatura dicono che è sta- al centro di piazza San Pietro. La
Lo splendore della navata cen- to costruito sul finire del 1400, al notevole deco razione marmorea
trale termina nel mosaico a fondo tempo di papa Alessandro VI Bor- è stata realizzata con i marmi
oro del catino absidale, opera di gia. La tradizione vuole che le do- provenienti da alcuni edifici anti-
Jacopo Torriti: raffigura /'Incoro- rature siano state fatte con il primo chi. Il papa fece collocare sotto
nazione di Maria da parte di Ge- oro giunto dall 'America con Cri- l'altare l'antica cappella del pre-
sù; Madre e Figlio sono seduti su stoforo Colombo e donato al Papa sepio con alcune statue di Ar-
un trono po$to nel firmamento, dai reali di Spagna. I re spagnoli nolfo da Cambio. Ai lati sono
lontano ldalla Terra e dalle cose hanno ancora un feeling speciale stati ri cavati i monumenti funebri
terrene: I l cerchio che racchiude con la basilica di Santa Maria dello stesso Sisto V e di san Pio V.
la scena raffigura l' universo per- Maggiore: Juan Carlos di Borbone La cappella Paolina, terminata
fetto, pieno di stelle dove la luna è anche canonico della basilica. nel 1611, si trova su I versante op-
• • • • • • • • • •,. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 1999 • •

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La cappella Sforza, che si apre
su ll a navata di sini stra, è un'a ltra
importante opera di architettura:
uno de i meno co nosci uti ed ifici
•••••••••••••••
progettati dal grande Michelange-
lo e realizzato da Giacomo della
••
Porta tra il 1564 e il 1573.
Nella basilica merita no di essere
visti i bassorilievi di Mino del Rea-
me: un tempo orn ava no il ciborio
che sovrastava l'a ltare maggiore
ora sono inseriti nella parte inferio-
re dell ' abs ide; in fondo all a nava-
ta di destra si può am mirare la
tomba del card inale Consa lvo Ro-
driguez (t 1299); poco distante, u-
Sepolcro gotico del Cardinale Rodriguez (sec. Xlii).
na scritta sull a lastra del pavimen-
to indi ca la semp li ciss ima sepoltu -
posto dell a bas ili ca; l'a rchitetto
Flaminio Pon zio, per ragioni di
simmetria fu costretto a farla ugua-
le alla Si stina, ma sopperì all a
mancanza di originalità con la
sovrabbondanza della decorazio-
ne. Ai marmi preziosi e all e scul-
ture di arti sti come Stefano Ma-
derno e Camilla Mariani, si ag-
giungono gli affreschi del Cava-
li er d'Arpino, del Cigo li, di Guido
Reni e del Lanfra nco . Sull'altare
maggiore è co ll ocata l'a ntica im-
magine della Madonna Sa/us Po-
puli Romani (sa lvezza del popolo
di Roma), che la leggenda attri-
buisce ni entemeno che al pen-
nell o dell ' eva nge lista Lu ca; in ve-
rità è un dip into bizantino del IX
seco lo.
ra del grand e arti sta Gian Loren-
zo Bernini: per gli altri ha scolpito
monumenti funebri superbi , per
ha vo luto una tomba nell a ter-
ra segnata da una sempli ce croce.
La basilica è ricchi ss ima di ope-
re d' arte d'ogni genere ed è dav-
vero il caso di dichiarare l'es i-
guità di queste pagi ne per descri-
ve rl e tutte.
GLOSSARIO
Il nostro glossario questa volta è costituito dalle notizie
sui grandi artisti che hanno reso un capolavoro la basili-
ca di Santa Maria Maggiore.
Jacopo TORRITI , lavorò a Roma nel Xlii secolo . È l'au -
tore del mosaico con L'incoronazione di Maria del catino
absidale della basilica di Santa Maria Maggiore. In qu e-
st'opera del 1295 il pittore riprende le caratteristiche della
più antica pittura romana : le forme saldamente impostate
(basta osservare le figure di Gesù e di Maria sedute sul
trono) dal disegno sicuro ; gli elementi decorativi che si ri -
fanno a quelli della tradizione paleocristiana (del cristia-
nesimo dei primi secoli) . Non manca neppure un richia-
mo alla tradizione bizantina nelle lumeggiature, con tes-
ca liberiana. Fu uno dei grandi artisti del rinascimento
fiorentino ; progettò fabbriche religiose come il chiostro
fiorentino di Santa Maria Maddalena de' Pazzi e la chie-
sa di Santa Maria delle Carceri a Prato ; collaborò alla
realizzazione della sacrestia di Santo Spirito , sempre a
Firenze ; preparò i disegni di palazzi cittadini e di ville di
campagna : per i Medici progettò la villa di Poggio a Gaia-
no ; si interessò anche alla progettazione di importanti
fortezze militari. A Roma, oltre che studiare i monumenti
antichi , da cu i traeva ispirazione per il proprio operare ,
seg i primi momenti della nuova fabbrica di san Pietro
e si deve a lui la progettazione della custodia che doveva
proteggere l'altare papale durante il periodo di ricostru -
zione della basilica.
Domenico FONTANA (1543-1607) invece è di origine ti-
.• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
sere a fondo oro , del panneggio delle figure. Assieme a
fra Jacopo da Camerino firmò il mosaico absidale della
Basilica Lateranense.
Filippo RUSUTI , pittore, attivo a Roma tra il Xlii e il XIV
cinese; anche lui architetto, è giustamente famoso per
l'impresa dell 'e rezione dell 'obelisco di fronte alla basilica
di San Pietro in Vaticano. Il monolito era a fianco della
fabbrica antica, egli progettò un l'insieme di marchingegni
•••••
secolo, approntò i cartoni per i mosaici della facciata della che ne perm isero lo spostamento senza danneggiarlo . Fu
basilica liberiana; assieme ad altri colleghi della schola anche un urbanista insigne, a lui si deve la sistemazione
romana probabilmente lavorò agli affreschi della chiesa della città sotto il pontificato di Sisto V: Roma fu dotata di
superiore di san Francesco ad Assisi ; ultimamente gli lunghi rettifili che avevano come punto di riferimento le
sono stati attribuiti anche alcuni dipinti nella chiesa napo- basiliche. Oltre le numerose fabbriche, progettò la cap-
letana di Santa Maria Donna Regina.
pella del SS. Sacramento in Santa Maria Maggiore e il
Mino DEL REAME era uno scultore attivo verso la metà nuovo palazzo papale annesso alla basil ica lateranense.
del 1400, forse lavorò nella bottega di Mino da Fiesole, Ferdinando FUGA (1699- 1781 ) fu uno degli architetti
autore delle transenne della cappella Sistina in Vaticano . più vivaci del tardo barocco romano . A lui si deve la co-
Lavorò in Santa Maria Maggiore, al ciborio dell 'altare struzione di un 'ala del Palazzo del Quirinale e la proget-
maggiore voluto dal cardinale Guglielmo d'Estouteville.
tazione del Palazzo della Consulta. Oltre alla facciata di
Giuliano GIAMBERTI detto Giuliano da Sangallo (1445- Santa Maria Maggiore, per il suo protettore papa Cle-
1516), architetto fiorentino , ha creato il soffitto della basili- mente Xli progettò il palazzo di famiglia .
•••
MAGGIO 1999 BS • • • • • • • • • • • • .• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
A PROPRIO AGIO CON
GLI ANFIBI SLACCIATI
« e aro doctor J. , mio figlio
Cédric, 12 anni, ha preso
l'abitudine di portare gli anfibi slac-
ciati. Se li adatta accuratamente
infilando dentro le estremità dei
lacci pendenti... più comodo ",
spiega. Appena gli ho fatto notare
che non era il top per le caviglie,
ha ribattuto: "Mamma, bisogna che
io sia alla moda!". È che così mi
pare che assuma l'aria di duro . Ac-
cetto che provi ad affermare la sua
personalità misurando prima di tut-
to l'effetto che fa a se stesso e
quello che fa sugli altri. Ma ho
paura che scantoni dalle regole e
sfugga alle sue responsabilità. Gli
ho fatto scherzosamente notare
che così conciato lo avrei riacciuf-
fato subito se fosse scappato per
sottrarsi al suo turno di pulizia ...
Fin qui, suppongo, niente di grave :
fa parte della sua evoluzione natu-
rale far colpo sui compagni. Ciò
che mi fa problema è l'atteggia -
mento di un vicino di 15 anni, con
cui a volte Cédric parla e che la-
scia navigare i suoi scarponi putre-
scenti senza lacci, dentro i quali fa
rientrare un paio di pantaloni spor-
chi e stracciati apposta, almeno mi
sembra. Qui siamo proprio al limite,
mi pare... Vorrei davvero capire un
po ' meglio... perché la cosa mi in-
quieta. (Rosa, Pistoia)
Caro Doctor J, da dove viene la
moda che consiste nel portare gli
scarponi senza lacci? Ho visto que-
sto presso gruppi rap, e so che in
generale, quando fanno qualcosa i
giovani, c un messaggio da ca -
pire. Ha un significato particolare ?
(Antonio, Molfetta)
Due desideri che si sviluppano par-
ticolarmente presso gli adolescenti
si uniscono per favorire un fenome-
no come quello descritto. C'è da
una parte il loro bisogno di confon-
dersi nella massa, che favorisce il
propagarsi delle mode , dall 'altra il
loro desiderio di distinguersi dagli
adulti. Un terzo fenomeno apparen-
temente opposto al primo, la volon-
tà di distinguersi dalla massa, esige
una creatività nei modi di apparire
che non sono che variazioni sul
medesimo tema.
Ora i lacci sono un accessorio
ideale , perché permettono delle va-
riazioni multiple , che non costano
tanti sforzi e davanti alle quali i ge-
nitori restano perplessi: quello che
combinano appare insignificante, è
perciò ridicolo innervosirsi per qual-
che stupidaggine. Ma questo non è
che una scaramuccia destinata a
tastare la reazione dei genitori e/o
degli adulti . È necessario dunque
vigilare . I giovani giocano su due
tavoli : si impongono senza troppi
risch i e ottengono l'attenzione dei
genitori ...
Con i lacci tutto è permesso,
anche di farne a meno . Colorati ,
segnano la preferenza per questo o
quel gruppo musicale o sportivo . I
più fantasiosi li incrociano a forma-
re figure geometriche. Le ragazzine
li ostentano con i colori del reggae,
riempiendoli di perline rosse , gialle
e verdi e alternandol i alle treccine
della pettinatura rasta. Oppure met-
tono un laccio giallo in un piede e
uno rosso nell 'altro . Con lacci fo-
sforescenti ragazzi e ragazze attira-
no gli sguardi e dichiarano il loro
gusto per la notte , che sta diven-
tando sempre di più il loro habitat.
La moda dei lacci non anno-
dati o assenti del tutto dalle cal -
zature deriverebbe dagli ospiti re-
golari delle prigioni americane. Co-
storo infatti sono obbligati , durante
il forzato soggiorno nelle patrie ga-
lere , a separarsi dalla cintura dei
pantaloni e dai lacci delle scarpe ,
per rag ioni di sicurezza. Sono loro
che hanno ispirato gli am ici dei
ghetti neri rimasti in libertà : per soli-
darietà, o anche per giocare ai duri ,
questi ultimi hanno gettato i loro
lacci alle ortiche . Da verrebbe an -
che la moda négligé del rap, con i
pantaloni lenti alla vita e le scarpe
sportive che ... sbadigliano.
Può darsi che alcuni abbiano
coscienza di questa origine, e gli
diano questo significato. Perciò di-
chiarano la loro simpatia per quelli
che considerano vittime della socie-
tà o resistono alla egemonia dei
ricchi. Insomma tutte le sfumature
sono possibili, dal semplice gioco,
ai messaggi politici , ai sentimenti
personali. In questi casi un solo in-
dizio non è sufficiente . Bisogna tro-
vare conferma da altri comporta-
menti ... Per esempio, vostro figlio ha
un'immagine negativa di sé? Non si
cura dell 'igiene? Moltiplica gesti
provocatori per il puro piacere di
provocare? E deliberatamente e si -
stematicamente villano? Gli strappi
sui vestiti , le aggressioni volontaria-
mente maldestre alla pettinatura, i
gesti di automutilazione (come in-
figgersi dei tagli con un temperino)
non sono per caso i segni di una ag-
gressività rivolta contro se stesso?
Però più sovente, si tratta so-
lo di un gioco attraverso il quale
l'adolescente segna la distanza da-
gli adulti , afferma la sua apparte -
nenza a un gruppo, assaggia diver-
se personal ità prima di adottarne
una sua propria. Senza dubbio , un
messaggio da decodificare.
O
BS MAGGIO 1999

3.8 Page 28

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A Genova-Sampierdarena una esperienza di collaborazione
GIOCO DI SQUADRA
~
ALLA CITTA DEI RAGAZZI
Suor Michela e Pawel Sufleta con i chierichetti alla Valponasca.
D on Bosco chiamava Sampier-
darena la "seconda Valdoc-
co"; le prime Figlie di Maria
Ausiliatrice, invece, la "desiderata".
I laici, che oggi collaborano con i
salesiani e le suore dicono: "Che
bello vedervi lavorare insieme! ".
Un giovane animatore, esprimendo
il sentimento di tanti suoi amici ed
amiche, dice: il risultato esatto di
una somma: fma + sdb + giovani =
Comunità-Collaborazione-Parità".
Ecco gli ingredienti del "Don Bo-
sco" di Ge-Sampierdarena, una casa
storica, che custodisce la memoria
del fondatore , di madre Mazzarello
e di tanti missionari e missionarie in
partenza per il mondo. Il campanile,
infatti, è stato costruito su ordine di
Don Bosco, mentre la chiesa è stata
rifatta dopo i danni subiti durante i
bombardamenti del secondo conflit-
to mondiale.
Il complesso dell 'opera salesiana
si incastona nella zona industriale e
centro marittimo di scambi e com-
mercio. Oggi la città porta i segni
del disagio dei giovani, forse in mo-
do più marcato che nella metà del-
1'Ottocento: le nuove povertà "uma-
ne", il loro disorientamento, la preca-
rietà del futuro, l'emarginazione, la
mancanza della famiglia per troppi .
Gli anni della presenza salesiana
sono 01mai 126 suonati, ma non sem-
brano pesare sulle spalle delle co-
munità fma ed sdb. Anzi. Nel set-
tembre 1997, con il lancio del nuo-
vo progetto di pastorale giovanile
unitario , la proposta educativa ha
acquistato in vivacità, ma soprattut-
to in significatività per poter rispon-
dere alle richieste che il quartiere e
la città rivolgono all 'opera.
Al "Don Bosco", come è familiar-
mente conosciuto nel territorio, c'è
proprio tutto, dalla scuola matern a
all ' Università della Terza Età; c'è la
nuova palestra, il "Paladonbosco", che
accoglie ogni settimana circa 3200
ragazzi e giovani, il Centro Cultura e
la Sala del Cinema, il Centro lingui-
MAGGto 1999 TJ.,S
Al "Don Bosco" di
Genova-Sampierdarena
ci si sente in famiglia.
Da oltre un secolo,
inserito dentro le pieghe
del tessuto sociale,
lo spirito del Santo
dei giovani, vissuto dalle
comunità fma (suore)
ed sdb (salesiani),
ha contagiato la città
e continua a sollecitare
la chiesa locale a dare
una risposta al grido
di aiuto che sale
dal pianeta giovani.
stico europeo, il Centro di orienta-
mento e, ancora, cortili e campi ver-
di ... C 'è, insomma, in una città pri-
va di spazi , un ambiente per incon-
trarsi, giocare, crescere, conoscere.
IL CORAGGIO
DI CAMBIARE
"Siamo venute a Sampierdarena -
esordisce suor Michela De Astis - più
I Don Mario Carattino insieme
ad un gruppo di volontari adulti
a La Visaille.

3.9 Page 29

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targata Famiglia Salesiana.
Un gruppo di giovani a La Visaille.
Una catec hista con un gruppetto di bimbi
durante la giornata di riti ro.
di un anno fa, aderendo al progetto di
collaborare con i sales iani Sin da ll ' i-
nizio ci siamo accorte che la nostra
opera insieme, sull e linee prec ise
dello stesso ca ri sma, doveva avere
una tenace prospettiv a di futuro". E il
fu turo si è costruito passo dopo passo,
accettando le diffico ltà degli ini zi.
"Primo passo è stata l' unjficaz ione
dei due oratori , per tradi zione e per
impostazione tenacemente divisi. Ora
un passagg io sempre aperto tra i due
cortili e i murales dipinti dai ragazzi
e dall e ragazze segnalano che c'è un
uni co carisma ali ' opera, che cerca
di rispondere ai bi sogni dei giovani
nell o stil e sales iano: l'oratorio Don
Bosco e Mari a A usiliatrice".
Dice il direttore dell 'opera: "Una
dell e prime necess ità avvertite dalle
DON BOSCO E SAMPIERDARENA
Il primo drappello di salesiani con alcuni
giovani raggiunse Sampierdarena 1'11
novembre 1872, proveniente dalla zo-
na di Marassi mentre sulla città si sca-
tenava un vero e proprio nubifragio.
Quella sera non avevano da mangiare.
Se ne accorse un signore, Stefano Del-
canto, che li provvide del necessario .. .
Ma il legame della città con Don Bosco
ha radici ancora più lontane. Furono
tre vescovi di origine genovese a con -
cludere quel collegamento che legherà
definitivamente il Santo alla città marit-
tima. L'impegno per i giovani più biso-
gnosi troverà sostegno e conforto in
tanti sacerdoti e in numerose famiglie
dell'aristocrazia genovese. Nella catte-
drale di San Siro il popolo incontrerà
varie volte Don Bosco.
Quando la Conferenza di S. Vincenzo
riuscì ad ottenere in affitto per 500 lire
una villa a Marassi, Don Bosco decise
due comunità è stata quella di pregare
insieme, solo questa poteva reggere il
lavorare uniti che si basa sull a com -
partecipazione e sull a programmazio-
ne seria dell e atti vità e sulla veri fica
continua degli obiettivi pastorali " .
"Possiamo dire d i avere mo lto la-
voro - afferm a suor M iche la-. L'o-
ratorio è aperto tutti i giorni dell a
settim ana nel pomerigg io. La Parroc-
chi a conta circa 16 mil a abitanti. Il
centro è frequentato quotidianamente
da circa 500 tra ragazzi/e e giovani .
Le attivi sono mo ltepl ici: sport,
danza, teatro, musica, gioco, cate-
chesi. Per tutti i giovani , una vo lta al
mese, c'è un incontro chiamato "Co-
munità giovani" in cui ci si confro nta
su un tema, si discute la vita orato-
riana, si prega e si cena insieme".
la fondazione di un Ospizio di Arti e
Mestieri. Era il mese di agosto 1871 .
Nel settembre il Santo venne a Geno-
va. Vide i locali, li trovò un po' fuori
mano per un ospizio per artigiani ... Il
26 ottobre inviò don Albera con due
giovani salesiani , tre capi laboratorio
ed un cuoco. Al momento di partire al
giovane neo-direttore Don Bosco rac-
comandò di non darsi pensiero di nien-
te e di riporre tutta la fiducia nel Signo-
re. Gli chiese poi se avesse bisogno di
qualcosa. "No, signor Don Bosco - ri-
spose - . La ringrazio , ho con me 500
lire". E Don Bosco guardandolo con un
sorriso : "Non è necessario tanto dena-
ro. Non ci sarà la Provvidenza a Geno-
va? Va' tranquillo, la Provvidenza pen-
serà a te". Ritirò le 500 lire e gli lasciò
una somma molto inferiore.
E la Provvidenza non mancò.
(da "L'Eco di Don Bosco",
n. 2, luglio-dicembre 1997)
RADDOPPIARE LE FORZE
Il carnet d i marc ia de ll a comunità
fma prevede, o ltre l ' animazione del-
1'oratori o, anche il coordinamento
della cateches i e dell a liturgia in
Parrocchi a. A lcune sore lle sono an-
che im pegnate nell a scuo la con ore
di jnsegnamento .
E im pensabile, da so li , arri vare a
tu tti e a tutto. I collaboratori laic i,
edu catori , giovani anim atori , inse-
gnanti e geni tori , sono in prim a
linea a fia nco di salesiani e fma. " Il
cambio" lo si deve anche a loro:
"C 'era bisogno di lavorare insieme
- racconta Eugenia, che coadiuva al-
1'orato ri o e nella catechesi - . li con-
siglio oratori ano sta continu amente
inten-ogandos i su q uesta unità. Tra i
componenti è orm ai chiara l' idea
che l' oratori o è uno, ora bisogna
fare in modo che questa comunica-
zione attivi circolarità e partecipa-
zione da parte di tutti" .
"Il carisma salesiano aiuta a cre-
scere in umanità - asserisce suor
Michela -. Con gioia constato che
la collaborazione dei laici non si ri-
duce alla pura attività. Tanti genito-
ri, anim atori , catechisti stanno assu-
mendo non solo le mani salesiane,
ma anche l'occhio e soprattutto il
cuore".
Molti sono ancora gli adulti che
gravitano attorno ali 'oratori o e alla
parrocchia senza lasc iarsi coinvol-
gere dalle proposte e dalle ini ziati-
ve. Si sta prospettando allora una
pastora le fa mili are che, puntando
sull 'appun tamento de l grande giubi -
leo de l 2000, ri svegli qu ante più
persone possibili.
O
/JS MAGGIO 1999

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
PREVENIRE
NON REPRIMERE
Il sistema educativo
di Don Bosco
di Pi etro Braido
LAS, Roma, 1999
pp. 440
L'autore di questo sag -
gio è uno dei più grandi
studiosi del sistema e-
ducativo di Don Bosco :
un prog etto che è cre -
sciuto e si è progressi -
vamente dilatato e spe-
cificato nelle più svaria-
te opere realizzate dai
molti suoi collaboratori e
discepoli in ogni parte
del mondo . Ma la vitalità
del progetto può essere
garantita nel tempo dalla
fedeltà alla legge di ogni
autentica crescita : cioè
rinnovamento , appro-
fondimento , adattamen-
to , continuità confronta-
ta con le sue origini .
È proprio questa la fina-
lità del saggio : provoca-
re un vivificante contatto
con le radici primitive
dell'esperienza preventi-
va di Don Bosco e dei
suoi tratti fondamentali ,
nel confronto con gli e-
lementi storici originali
essenziali dai quali trag-
gono validità e credibili-
progetti presenti e fu-
turi destinati a contesti
diversi .
MA GGIO 1999 JJS
~ ~ ~ ~,sue,
~,us1LARE
E SETTE
TEOLOGIA DELL'ANTICO
TESTAMENTO
di Marco Nobile
ELLE DI Cl, Leumann
(To) , 1998
pp.262
Indicato con il n. 8/1 della
collana Logos (corso siste-
matico di studi biblici) , il te-
sto si pone al servizio di
quelli che si preparano ad
essere o sono operatori
pastorali . L'autore accom -
pagna i lettori lungo le gran-
di traiettorie che attraver-
sano i testi veterotestamen-
tari ; e, con un linguaggio
vivo e accattivante, appro-
da ad una sintesi che porta
a "vedere Dio con i propri
occhi e non soltanto per
sentito dire ... ".
Riferendosi a studi attuali e
alla ricerca esegetica più
recente , nel rispetto della
interpretazione più recente
del Magistero ecclesiasti -
co , l'autore delinea il mes-
saggio teologico dell 'Antico
Testamento nella sua tripli-
ce articolazione (Torah ,
Profeti , Scritti) relativo ai
grandi temi che caratteriz-
zano il dialogo tra Dio e
l'uomo .
MAR(ONOl!JI.E
NOSTRO PADRE DIO
di Luis Antonio Gallo
ELLE DI Cl, Leumann
(To), 1998
pp. 238
NOSTRO
PADRE
L'autore, mosso da grande
sensibilità pastorale , con-
statando che oggi la con-
fessione cristiana di Dio
come Padre scontra con
parecchie difficoltà, forni -
sce ai credenti le ragioni
solide su cui costruire (o ri -
costruire) un rapporto con
Dio , simile a quello vissuto
da Gesù col Padre .
Per essere pronti a rispon -
dere "a chi domandi ragio-
ne della speranza che è in
noi" bisogna imparare a ri-
spondere prima di tutto a
se stessi su che cosa sia
la fede e come si vive il
rapporto di figliolanza con
Dio . Naturalmente ... per
imparare a superare le dif-
ficoltà di tipo psicologico e
sociologico che l'attuale
cammino storico dell 'uma-
nità pone come sfida ai
credenti .
NON S I FA VEND ITA PER
CO RR IS PONDEN ZA. I libri
che vengono seg nalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattol iche o vanno richiesti
direttamente alle ris pett ive
Editrici.
TECNICHE
DI PERSUASIONE TRA
I TESTIMONI DI GEOVA
di Lorita Tinelli
Libreria Editrice Vaticana,
Città del Vaticano, 1998
pp. 310
L'autrice vuole introdurre il
lettore nel processo di cam-
biamento a cui psicologica-
mente è sottoposto chi a-1
derisce al gruppo dei testi-
moni di Geova per il pro-
gressivo coinvolgimento
del neofita. E lo fa analiz-
zando i mutamenti compor-
tamentali che si verificano
in lui ed i forti vincoli che in
seguito gli impediscono di
venirne fuori. Sfruttando ri-
cerche psicologiche, aiuta a:
riconoscere tecniche di
persuasione che sono in
atto sia in gruppi organiz -
zati che in singo li individui.
I.ORITA TINELLI
(v<li,r,,11,.1.o,~J;lldiuri.,J}."""".....i
TECNICHE DI PERSUASIONE
TRA I TESTIMONI DI GEOVA
~ LllllUHUA EDITRICE V,\\TICAN/\\
Si mette il lettore davanti
ad un fatto oggi ambivalen-
te : molte istituzioni si spe-
cializzano nel persuadere
persone utilizzando tecni-
che (spesso manipolatorie)
per trarne delle conclusionr
a proprio vantaggio. Proprio
come fa la Società Watch
Tower, che vende l'illusio-
ne di vivere sempre su una
terra paradisiaca , a chi in:
cambio offre una adesion~
incondizionata al gruppo .

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~~
E soc1ETA
SUI MIN
MODER
L'ACCESSO NEGATO
Diritti, sviluppo, diversità
Pietro Vulpiani (a cura di) ,
Armando Editore, Roma,
1998
pp. 160
Il rapporto tra società in svi-
luppo e diritti dei cittadini
interessa sia i paesi poveri
che quelli che vivono oggi
la crisi del proprio stato
sociale . Manca, forse , la
consapevolezza che nega-
re i diritti spesso è alla ba-
se del proprio impoveri -
mento e della propria crisi.
Serve una politica dell'edu-
cazione che favorisca una
cittadinanza globale, con-
sapevole di diritti propri e
altrui.
Perché alcuni diritti fonda-
mentali (come la libertà di
parola, di opinione, di reli -
gione, di sicurezza per la
propria vita e dignità) sem-
brano ampiamente rico -
nosciuti , mentre un torpore
s'impossessa di molti se si
tratta di condannare sopru-
si e violazioni di altrettanti
diritti fondamentali come
l'autodeterminazione, il la-
voro , l'identità culturale , le
discriminazioni verso le
donne , gli anziani , i minori ,
i disabili , gli immigrati?
PREADOLESCENZE
Problemi, potenzialità
e strategie educative
Diega Orlando Gian
(a cura di)
Edizioni Unicopli, Milano ,
1998
pp. 334
Quest'opera indaga sul
mondo personale, interper-
sonale e sociale dei prea-
dolescenti , sulle loro fami-
glie , sugli spazi del loro
tempo libero, sulla scuo-
la ... Riflettendo su proble-
mi , potenzialità e prospetti-
ve , offre un esempio di rin-
novamento didattico e strut-
turale nell 'ambito educati -
vo in generale e in quello
sessuale in specie.
A partire dalla comprensio-
ne in chiave pedagogica di
che cosa leggono i ragazzi
liberamente ; quali difficoltà
li portano a chiedere aiuto
anche a neuropsichiatri ;
quali comportamenti inade-
guati si rilevano nelle fu-
ghe reali e psicologiche ...
si fanno emergere vie edu-
cative valide, per aiutare
ragazzi e ragazze, dagli 11
ai 14 anni , a costruire la
propria peculiare identità.
MINORI
Sludlc rkerchc
1ull'l nf11 n1l1e l'1doleKenta
i - - PREADOLESCENZE
PROftLfMI,
l'Otl!N.tJAUfÀ
CltllATfCU!~ OUCATIY E
EDIZIONI UNICOPLI
RACCONTI
SUL SAGRATO
di Nardo Masetti
Edizioni dell' Immacolata,
Borgonuovo (Bo), 1998
pp. 174
Con tatto , l'autore legge
dentro la vita di una cate -
goria di persone che fa no-
tizia , perché spesso oggi è
sulla frontiera : il prete. Ne
evidenzia gli elementi che
ne costituiscono la voca-
zione e la missione , por-
tando ad interessare la
gente che lo vede solo dal
di fuori della sua missione .
Il racconto appare come
una parabola che si snoda
lungo la sua vita, con le fa-
tiche e le soddisfazioni ,
con le tentazioni e gli eroi-
smi quotidiani , con le de-
bolezze umane.
Il lettore è condotto dentro
un mondo che , nonostante
le difficoltà culturali, appa-
re ancora sulla frontiera
della civiltà e lo fa presen-
tando ne globalmente la
figura ed il ruolo , le relazio-
ni con i confratell i e la ge-
rarchia , gli ambienti .. .; in-
ducendo alla riflessione
ma anche orientando al
sorriso , con osservazion i
profonde e qualche volta
anche accorate.
QUANDO LA TERRA
... Tre storie di ragazzi
in Cielo
di Paolo Gariglio
Effatà Editrice, Cantalupa
(To), 1998
pp. 144
Il quadro del mondo giova-
nile attuale evidenzia una
carenza di sign ificati esi-
sten ziali , per ct:Ji spesso i
giovani si lasciano vivere ,
senza riuscire a dare un si-
gnificato all 'esistenza , o-
scillando fra disturbi di ali -
mentazione e dipendenze
varie , tra proposiJi seri e
tormenti di dubbi. E una si-
tuazione diffusa che fa da
contrasto con la vita di
questi loro coetanei , così
ricca di gioie semplici e
così prematuramente reci-
sa . Saprà parlare al loro
cuore , infondendo la cer-
tezza che vale la pena di
donare e di donarsi?
Non si può non essere pro-
fondamente toccati dalle
pagine di questo libro , che
contiene le storie di tre
ragazzi "normali ", morti in
tenera età, ma che ci ap-
paiono quasi come perso-
ne da sempre conosciute ,
tanto da individuarne pen-
sieri , stati d'animo , scelte ,
parole ...
BS MAGGIO 1999

4.2 Page 32

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P\\iE,LO (.,Dl-1 Lt HOTh
-----, \\_
Marco del Vaglio
esaltando la drammaticità
del testo ; nel Novecento
Poulenc ha preferito co-
gliere l'aspetto di dolce ras-
L'Ave Maria e il Magni-
ficat sono i dialoghi di
segnazione del dolore della
madre del Signore.
Maria: il primo con il miste-
rioso messaggero divino ,
l'altro con la cugina Elisa-
betta. Di Ave in musica ne
esistono tante , le più fa-
mose sono quelle di Schu-
bert e di Bach-Gounod ,
che spesso accompagnano
il matrimonio . Anche Verdi
ha musicato un'Ave , aveva
75 anni! Il Magnificat è più
vicino alla realtà di quanto
possiamo immaginare, se è
vero , secondo recenti studi :
che la lingua parlata da
Maggio, mese tradizionalmente dedicato
alla Madre di Gesù,
I Vespri mariani sono stati
musicati da grandi autori . Il
più importante è senza
dubbio il Vespro della Beata
Vergine di Monteverdi ,
rivoluzionario nella conce-
zione musicale del tempo.
Altri nomi famosi: il porto-
ghese Carvalho " Vesperas
de nassa Senhora", Rubino
" Vespro dello Stellario della
Beata Vergine", Dupré
"Quindici versetti sui Vespri
della Vergine".
Maria, l'aramaico , in occa-
sioni particolarmente impor-
offriamo ai lettori questo
I canti gregoriani mariani ,
numerosi e stupendi pun-
tanti assumeva l'andamento
tipico di una cantilena. È
bello pensare che la prima
ad aver cantato il Magni-
ficat sia stata la stessa
NOTE
PER MARIA
teggiavano qua e là l'antico
"liber usualis", Era fatto per
il clero , ma le sue monodie
più belle , in primis quelle
mariane, vennero insegnate
protagonista del Cantico.
Tra gli autori famosi citiamo
Difficile trovare una produzione musicale
al popolo . Ne ricordiamo
qualche titolo : Ave Regina
Bach , Vivaldi , Pergolesi , vasta quanto quella mariana e forse nessun coelorum , Salve Regina,
e, ai nostri giorni , Part.
La Salve Regina ha una
sterminata quantità di tra-
sposizioni musicali ad ope-
ra di oscuri maestri , ma an-
che di grandi geni, tra gli
altri Charpentier, Leo ,
Scarlatti , Donizetti ...
genere è riuscito ad accordare così bene Magnificat, Ave, Maria, Sub
devozione popolare e tradizione colta.
tuum prae sidium , Tota
pulchra, Salve mater .. .
Più che far riferimento ad una storia Furono lentamente sostituiti
della musica mariana ci pare maggiormente dai "canti mariani" in
utile citare alcune composizioni
volgare , tanti , che risulta
impossibile an che solo
tra le più note.
accennare ad alcuni .
D'altronde la devozione ma-
Molte e solenni le Messe
riana è di gran lunga la più diffusa delle devozioni . A dedicate a Maria, come quelle di Machault , Desprez ,
cominciare dal Medioevo le raccolte musicali rifere n- Frescobaldi , Haydn .. . e tanti altri. Sen za contare
tesi a Maria sono innumerevoli . Abbiamo le "Cantigas altri brani che non rientrano in alcuna classificazione,
de Santa Maria", pietre miliari della musica spagnola, ma rivestono un notevole interesse , come Le "Sonate
scritte in buona parte da re Alfonso X. Esse si divi- del Rosario" di Biber, i "Marienleben" di Hindemith , "Il
devano in "Cantigas de milagre" che narravano gli Miracolo di Nostra Signora" del ceco Martinu .
eventi miracolosi della Vergine , e "Cantigas de loor",
veri e propri inni che entrarono a far parte del reper-
torio dei pellegrini che viaggiavano verso Compostela.
Alla stessa epoca appartengono i brani extraliturgici
della settimana santa, i "Planctus Mariae ", dedicati
alle grandi sofferenze della "Mater Dolorosa". Si pensi
al celebre Stabat Mater attribuito a Jacopone da Todi ,
che rievoca le pene di Maria ai piedi della croce .
Grandi nomi della musica hanno impreziosito questa
stupenda lirica del dolore sovrumano. Lo Stabat più
famoso è di Pergolesi , ma lo hanno musicato compo-
sitori come Palestrina , Scarlatti , Rossini , Dvoràk ,
La liturgia slava dedica alla Madonna numerosis-
sime festività. Una delle più importanti è quella del
patrocinio di Maria, che ricorda il miracolo di Costan-
tinopoli (sec. X), quando la Vergine , app arendo al
Beato Andrea , si tolse il velo dal capo per distenderlo
sui fedeli che celebravano i Vespri . Ciò ha dato lo
spunto al britannico Tavener per comporre " The
Protecting Veil". A lui si deve anche "Akàthist of
Thanksgiving ", che si riferisce al celebre Akàthistos,
inno greco a Maria che è cantato in piedi in segno di
venerazione .
MAGGIO 1999 BS

4.3 Page 33

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... E COLORI
Adriano Gelmini
Un nome significativo
consegnava simbolicamen-
Primula ... perché è la pri -
ma a fiorire . E un po' il fio-
te la corona di ir;p peratrice
delle Indie alla regina Vit-
re della primavera : la riem-
toria: un gioiello senza
pie, la veste, la colora, la
uguali , oro , diamanti , pie-
impreziosisce. Il Petrarca
tre preziose ... La regina
scrive che la primavera si
con un gesto regale , quasi
presenta "candida e vermi-
religioso , si tolse dal qo -
glia", in realtà essa ha il
setto un mazzolino eli pri-
colore della primula e del
mule e lo porse con affet-
ranuncolo , e del tarassaco
tuosa gratitudine al suo fe-
e della primaverina, del
dele collaboratore. Il mini-
guado e del navone , della
stro gradì questo omaggio
forsizia , dell 'aconito , del
- regale , accogliendolo con
calicanto ... insomma è più
gialla che bianca.
Il giallo è il colore più cal-
do, è il più costante, il più
commozione.
L'episodio passò alla sto-
ria : da quel giorno in In-
ghilterra le primule diven-
calmo , il più espansivo. È
tarono un emblema , un
il colore dell'oro , del divino,
simbolo , una moda, una
della regalità ... Ben visi-
passione , e non ci fu giar-
bile, egli si offre agli insetti ,
dino pubblico o privato
diventa il loro cibo e la loro
che non ostentasse bor-
salvezza. Il giallo è il colo-
dure , aiuole o riquadri di
re del sole , cioè il colore
primule .
della vita e della felicità.
Un fiore per Maria
Qualche nozione
Maria è regina, primo fiore
di botanica
della redenzione, annuncia
Di primule ne esistono
la Grande Primavera; riem-
centinaia di specie , le più
pie , veste , colora , impre-
comuni e spontanee sono
la "primula vulgaris" e la
"primula veris". È un fiore
PRIMULA
ziosisce la Terra : gli porta
la vita, gli restituisce la lu-
ce , gl i rinverdisce la spe-
ermafrodito, con calice ga-
mosepalo e corolla gamo-
VULCiARIS
ranza, gli si offre come aiu-
to e soccorso nelle quoti-
petala. Possiede cinque
diane battaglie. Fiore della
stami per sé e nettare per gli insetti. L'impollinazione regalità, la primula è certo uno dei suoi fiori , un fiore
è curiosa per il fenomeno della eterostilia, avendo le per maggio.
O
antere inserite a metà del tubo coronino e lo stilo
allungato che sporge dal tubo ... Gialla è la corolla con
lobi obçordati e una macchia più marcata alla base.
Le foglie sono unite in una corona basale, lo scapo
che porta il fiore è afillo, l'infiorescenza ad ombrella.
E un po' di simbologia
La primula è il simbolo della primavera, della giovi-
nezza, della speranza : si insinua tra sterpi di rovi ,
colora le foglie scure ai piedi del castagno, imprezio-
sisce un sentiero di collina, si accasa nel cavo di
una roccia ... Veste la natura . Per coglierle senza
rovinarle bisogna chinarsi , inginocchiarsi : è la posi-
zione di giusta amm irazione , di rispetto , quasi di
culto per questi fiori magici. Dice un proverbio: "Chi
raccoglie primule non ha bisogno del medico".
Si racconta ...
Nel 1876 il ministro inglese Beniamino Disraeli (e-
breo di origine ital iana) in una apposita cerimonia
BS MAGGIO 1999

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrero
I DIECI
COMANDAMENTI DEI
FICiLI RICONOSCENTI
Un'antica fiaba orientale può aiutarci a riscoprire una virtù,
necessaria come l'aria che si respira, ma sempre più rara,
perché i nostri ritmi di vita ne provocano la rapida estinzione.
La riconoscenza può fare mira-
coli. Per Don Bosco era una virtù
fondamentale nel rapporto educati-
vo e doveva essere accuratamente
coltivata. Voleva che ogni anno fos-
se organizzata una festa "della ri -
conoscenza" e scrisse : "Che i ra-
gazzi riconoscano quanto i Supe-
riori , i maestri , gli assistenti fatichi-
no e studino per il loro amore, poi-
ché se non fosse per il loro bene
non si assoggetterebbero a tanti
sacrifici ".
D ue genitori allevarono il figlio
con tutto l'amore e la cura pos-
sibili e, pur essendo molto poveri ,
lo mandarono alla scuola di un
saggio perché crescesse anche
nello spirito. Il ragazzo , tornato a
casa, aveva un unico desiderio :
sdebitarsi in qualche modo con i
suoi genitori. 'Che potrei mai fare
di realmente gradito per voi?" chie-
se . "Niente ci è più caro della tua
stessa presenza", risposero i geni-
tori ormai anziani. "Se però vuoi
proprio farci un regalo , procuraci un
po ' di vino . Tutti dicono che fa
bene e sono tanti anni che noi non
ne beviamo un goccio ... ". Il ragaz-
zo non aveva un soldo. Un giorno,
mentre andava nel bosco a far
legna, attinse con le man i l'acq!Ja
che precipitava da un 'enorme ca-
scata e ne bevve : gli parve avesse
il sapore del vino più dolce e schiet-
to. Ne riempì un orcio che aveva
con sé e tornò in fretta a casa. "Ec-
co il mio regalo , disse ai genitori,
un orcio di vino per voi ". I genitori
assaggiarono l'acqua e, pur non
sentendo altro gusto che quello del-
l'acqua, gli sorrisero e lo ringrazia-
rono molto. "La prossima settimana
ve ne porterò un altro orcio", disse
il figlio . E così fece per molte setti -.
mane di seguito . I due vecchietti
stettero al gioco : bevevano l'acqua
con grande entusiasmo ed erano
felici di vedere la felicità fiorire sul
volto del figlio. Avvenne così un
fatto strano: i loro acciacchi
scomparvero e le loro rughe si
appianarono, quasi quell'acqua
avesse qualcosa di miracoloso.
Il segreto della famiglia riuscita .
La gratitudine è una virtù che na-
sce dalla gioiosa umiltà di sentirsi
amati e di lasciarsi amare . Non è
merce di scambio e non è "dovere",
ma purissimo , gratuito amore. L'e-
goista è ingrato non perché non gli
piace ricevere, ma perché non gli
piace riconoscere di dover qualco-
sa ad altri . La gratitudine è un 'eco
della gioia di chi dona, l'ingratitu -
dine invece è una specie di "buco
nero" dell 'egoismo : assorbe e di -
strugge la gioia di chi ama. La rico-
noscenza è la vera reciprocità del-
l'amore.
Educare alla gratitudine è educare
alla bellezza della vita : la persona
riconoscente sente la vita e l'esi -
stere come grazia. Per questo la
riconoscenza è un sentimento più
forte della speranza : chi è ricono-
! --=------- ----- -~~~,. scente sente di possedere già tan-
to . Questo sentimento si trasforma
t in felicità di base e sicurezza. Gli
0
ingrati , al contrario , sono incapaci
di sentirsi soddisfatti e felici . Vivono
perennemente inquieti , pieni di rim-
pianto per quello che non hanno e
di ansia per quello che vorrebbero.
La riconoscenza è il segreto di una
buona atmosfera familiare mentre
l'ingratitudine è un corrosivo spie -
tato della famiglia . La nostra è
un'epoca distratta e quasi nessuno
diventa riconoscente per istinto . Ai
figli la rara virtù della riconoscenza
deve essere insegnata. Una canzo-
ne , di qualche tempo fa , procla-
mava: "L'amore ha i suoi comanda-
menti". Quelli che riguardano la ri -
conoscenza dei figli potrebbero es-
sere come quelli che seguono .
MAGGIO 1999 BS
1. I tuoi genitori ti hanno fatto il
dono della vita . La mente umana
non riesce ad immaginare niente di

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
più grande. Non è il dono di un
istante, una volta e basta. Ogni
giorno ti hanno dato e ti danno
pezzi della loro vita . C'è un solo
modo per ricambiare questo dono ,
almeno in parte : vivere in modo
splendido .
2. Sei legato per l'eternità al tuo
papà e alla tua mamma . Tu sei un
dono di Dio nella loro vita, loro so-
no un dono di Dio nella tua. Dai un
nome a questo legame. Riconoscilo
come sorgente della tua esistenza.
Soprattutto riconosci che come loro
si sentono responsabili di te, tu sei
responsabile di loro. Come dimostri
questa responsabilità?
3. I tuoi genitori sono creature
umane, qualche volta sono stanchi ,
qualche volta sfiduciati. Non sono
degli inesauribili fornitori del frigori-
fero e del tuo portafoglio . Hanno
abbondanti diritti e grandi riserve
d'amore. Per molte ore della gior-
nata tu sei l'unico oggetto dei loro
pensieri . Sono disposti a sacrifici
incredibili per un tuo sorriso. Tu sei
il loro orgoglio, la loro felicità. Ti
comporti sapendo di esserlo?
4. Hanno bisogno del tuo amore.
A partire da questo giorno, ogni se-
ra dirai loro che li ami . Fai loro l'e-
lemosina di un grazie, ogni tanto.
Incomincia da un sonoro "Grazie di
esistere ".
5. Confidati con loro e ascoltali:
non c'è nessun altro a questo mon-
do che vuole il tuo bene quanto lo-
ro . Nelle loro braccia puoi trovare
quella protezione e quell 'incorag-
giamento che così spesso cerchi
altrove.
6. Ubbidiscili : la loro autorità di og-
gi sarà la tua forza di vivere domani.
Conoscono la vita e la realtà. Ti in-
dicano la strada. Sono gli unici che
veramente vogliono la tua felicità.
7. Onorali, comprendili, valorizza-
li, stimali , usa cortesia e onestà
anche con loro.
8. Aiutali con l'impegno e il lavo-
ro in casa. Non lasciarli soli. La fa-
miglia è di tutti e tutti devono con-
tribuire alla sua felicità.
9. Quando sono anziani, cocco-
lali . Condividi con loro la dolcezza
dei ricordi. Sopportali , come loro
hanno sopportato te .
1O. Perdonali sempre, perché an-
che loro possano perdonare te.
VIVA
LE BUONE MANIERE
Credo di essere riuscita, in tutti questi anni, ad attrezzare i miei
figli sul piano delle buone maniere: quando ricevono qualcosa,
non fanno fatica a pronunciare un educato grazie.
Ciò non significa purtroppo che abbiano ormai maturato
e interiorizzato l'atteggiamento della riconoscenza:
questo valore richiede ben altra comprensione dell'esistenza
e una disponibilità affettiva qualitativamente diversa.
11 problema è che i nostri figli ri-
tengono che la gratitudine si ac-
compagni ad una elargizione straor-
dinaria, ad un di più che viene re-
galato in modo inaspettato. La quo-
tidianità è invece ormai considerata
un diritto acquisito e inalienabile; la
famiglia è il luogo nel quale i piccoli
hanno solo diritti e gli adulti solo
doveri; in casa si moltiplicano atte-
se e pretese che magari sono state
maturate in altri contesti ma sono
rimaste deluse e inevase.
Faccio molta fatica in questo
gioco delle parti : non mi piace che
la mia disponibilità sia confusa con
il ruolo di una Cenerentola costretta
ad esaudire tutte le richieste di una
famiglia composta solo da matrigne
e sorellastre ; non mi ritrovo con que-
sta rigida comprensione dei compiti
domestici che esclude ogni possi-
bile reciprocità; ritengo sbagliato
entrare nella prospettiva di dover
rispondere a richieste particolari so-
lo per accattivarmi la simpatia dei
figl i. Credo invece che fra persone
che si vogliono bene lo stare insie-
me sia frutto di un andarsi incontro
che chiama in causa la responsabi-
lità di ciascuno ; che l'educazione
delle domande conti più della sod-
disfazione dei bisogni ; che la grati-
tudine vada espressa non solo a
seguito di benefici tangibili. Vorrei
che la riconoscenza fosse manife-
stata , più che a parole , mediante
comportamenti concreti che dimo-
strino l'impegno di condiv idere le
fatiche della vita domestica.
Nel mio modo di sognare la
famiglia , c'è il rifiuto di tutto ciò
che suona come atto dovuto e che
risponde a una logica gerarchica in
cui si creano poteri e forme di di-
pendenza. Il mio cuore di casalinga
non rifugge dall 'esperienza della
gratuità nel servizio ; mi piacerebbe
che , almeno qualche volta, i figli ri-
conoscessero che l'ordinarietà di
una casa ben rassettata e di una
cena saporita, la compagnia nelle
ore di studio e il sostegno nelle dif-
ficoltà di ogni giorno , sono segno
della profondità dell 'affetto che nu-
tro per loro.
Vorrei che imparassero a percepire
la salute , il successo degli studi ,
l'amicizia dei coetanei , il lavoro di
noi genitori e il benessere di cui
godono in casa, le vacanze estive
e le feste domenicali come dimen-
sioni non scontate del vivere e, so-
prattutto , come una manifestazione
straordinaria dell'amore di Dio.
BS MAGGIO 1999

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
/.~-~I RNA_
I PLINTI DI BASEj'(J-.-~..~\\:-~~-1{ir;¼?2,-:::.::·-~ La "Carta di Comunione" ci dice
/:fè.~/ che la Famiglia Salesiana ha una sua base
ton dativa, che ne qualifica il pensare
'\\'S- e l'agire. Il primo scopo dunque
,,
"/
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1.
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~'::.~('- --
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/
~
~~
;v .:
t,··w
del nostro agire è chiaro e inequivocabile: ~,:;\\ ~,
,.
formare il cristiano.
\\, ~- ,\\
Per modificare la loro sensi-
bilità, ne ho provate tante: accre-
scere da parte mia la testimonian-
za di parole e gesti che dimostra-
no gratitudine , inserirli in contesti
educativi ed ecclesiali in cui que-
sto valore fosse espresso con
maggiore forza e chiarezza, co-
stringerli a confrontarsi con chi vi-
ve esperienze di precarietà esi-
stenziale e affettiva. Purtroppo
ogni strategia ha rivelato effetti
poco duraturi e talvolta anche an-
tipatici effetti collaterali , come in-
sicurezza, frustrazione o aumento
dell'aggressività nelle pretese ma-
nifestate. Devo dunque arrender-
mi e considerare questa nuova
generazione ormai incapace di vi-
vere la vita come dono?
La tentazione è di risponde-
re affermativamente, e non sarei
la sola a sposare questa tesi. Ma,
rileggendo questa riflessione , mi
rendo conto di aver usato troppi
ormai e purtroppo. Propongo allo-
ra ai lettori, e a me stessa, un e-
sercizio istruttivo : provare a rileg-
gere il tutto sostituendo a queste
parole l'espressione 'non ancora '.
A ben vedere , basta questa pic-
cola diversificazione avverbiale per
trasformare radicalmente il senso
della nostra esperienza di genitori
e aiutarci a traghettare dalla cul-
tura della rassegnazione a quella
dell 'impegno. Non sia mai detto
che rinunciamo a scommettere
sulla praticabilità dell'arte della
speranza .
MAGGIO 1999 BS
Articolo 26: "Il radicamento nel
mistero di Cristo e l'affidamento
a Maria".
Lo stare con i giovani , il vivere
e lavorare per loro è mirato e rientra
in quel desiderio irrefrenabile che
ha dominato la vita di Don Bosco :
preoccuparsi delle anime, preoc-
cupandosi dei corpi. È, come ab-
biamo ripetuto più volte, la sua gran-
de sfida di prete, la sua passione di
maestro di spirito. Lo scopo ultimo
è un monumento di fede : far brilla-
re sul loro volto il fascino di Gesù ,
farli innamorare di lui. Il che molto
semplicemente vuol dire che il gran-
de amore per i giovani è attraver-
sato da un più grande amore, quel-
lo per Cristo. La missione salesiana,
pur contemplando obiettivi interme-
di di socializzazione , è finalizzata
alla salvezza.
munione più profonda con lui , l'Eu-
carestia, perché questa radice fon-
da la comunione con i fratelli ... so-
prattutto i fratelli più giovani . Se in-
fatti questa comunione è profonda,
nasce l'esigenza di verificare conti-
nuamente i rapporti , attraverso l'al-
tro pilastro, la confessione , per cor-
reggere i "fuori pista" che spesso
ostacolano il cammino .
Accanto alla centralità di Cri-
sto , Don Bosco addita e consegna
a giovani e collaboratori la sicurez-
za di una presenza materna, con-
sapevole che, se è vero che una so-
cietà non può durare senza padre, è'
altrettanto certo che non può esiste-
re senza madre. Non per nulla Don
Bosco chiama Maria con l'appella-
tivo di Ausiliatrice , colei che aiuta,
che non si tira mai indietro, la vera
mamma sua e dei suoi ragazzi.
Don Bosco chiede ai suoi col-
laboratori di "radicarsi" non sui
giovani ma su Cristo , fino alla co-
La congregazione e la famiglia
q salesiana poggiano su questi,
plinti di base.

4.7 Page 37

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SCHEDA DUE
Fabio Sandroni
F acendo seguito all'arti-
colo apparso sul BS di
marzo1 presentiamo l a se-
conda parte di un rapid0
excursus su alcune pelli-
cole che possono essere
utilizzate per una riflessiene
sul tema dell'anno. Sicu-
ramente i film i teressanti
non sono tutti qui. Il criterio
seguito per la selezione si
basa sulla reperibilità e
sulla necessità di evitare
pr,oposte troppo datate.
PER RAGAZZI
EROE PER CASO
Stephen Frears (93)
Dustin Hoffman interpreta
un fallito , che vive di espe-
dienti , al quale hanno usur-
pato il ruolo di eroe, assun-
to involontariamente , nel-
l'unico momento luminoso
della vita. Sarà solo per di-
mostrare al proprio figlio di
essere degno di stima che
sfiderà i luoghi comuni di
una società dominata dal
RIFLESSI NI
SOTTOVOCE
media system e dalla logi-
ca perversa della verità
sacrificata allo spettacolo.
APRILE
di Nanni Moretti (98)
FILM DRAMMATICI
Aprile '96 . L'Ulivo vince le
LA VITA È BELLA
elezioni e nasce Pietro ,
di Roberto Benigni (97)
primo figlio di Nanni Moret-
Un cameriere ebreo, depor-
ti . Il regista "celebra" que-
sto mese narrando il con-
trasto tra la sua disillusio-
ne per la nuova sinistra e
la gioia per il nuovo venu-
to : è l'arrivo del piccolo
Pietro (e non di Prodi ... )
l'evento in grado di man-
dare all 'aria i pessimismi
dell'autore. Riflessione grot-
tesca ed autobiografica se-
gnata dall'esperienza della
prima paternità.
IMMAGINI
DI PADRI,
IMMAGINI
DEL PADRE
tato con la fam iglia in un la-
ger, inventa un gioco im-
maginario per impedire ·che
il suo bambino si spaventi
in quell 'inferno . Benigni ci
regala un piccolo padre con
un grande dono-eredità:
una "visione salvifica" ai un
mondo altrimenti mostruo-
so1 ctie permetterà al pro-
prio figlio di conservare la
vita e la propria innocenza.
STA NO TU I BENE
PER RIFLETTERE
SORRIDENDO
IL PADR' DELLA SPOSA
di Charles Shyer (91)
La paternità attraverso il Cinema:
relazioni umane come frammenti riflessi
di un legame divino.
di GiusepP,e Tornatore (90)
a Un padre, doRo am1i di si-
lenzio, va trovare i cinque
figli sparsi in varie città
italiane. Le situazioni in cui
Commedia leggera, remake
li troverà f0 r,meranno un
molto debole dell'omonimo famosissimo film del '50, quadro di irreversibile degrado umano. Incapace cli
sulle angosce di trn padre quando la figlia si sposa. fare qualcosa per loro , dovrà solo prerndere atto del
MIO PAD'R':f CHE 1:ROE di Gerard Lauzier (91)
Commedia francese garba a sulle peripezie che un
padre deve affrontare a causa delle bugie della figlia.
fallimento familiare; "stanno tutti bene" è la pietosa
bugia che pronuncerà, al termine dell'amaro viaggio,
sulla tomba della moglie.
Spunti di riflessione, malgrado la leggerezza dei toni. A TINTE FORTI
PER I PIÙ f'ICCÌ 1, MA NON SOLO
LA SIRENElTA di Jlohril Musker e Ron Clements (89)
Il padre Tritone, per amore della figlia, accetta infine
di aiutarla a diventare èlonna, rinunciando a lei per
sempre .
IL RE LEONE di R0ger Allers e Rob Minkoff (94)
La figura paterna rimane nel piccolo Simba come
una guida spirituale per tutta la vita.
LITTLE ODESSA di James Gray (94)
Il killer Joshua Shapira deve tornare per un "contrat-
to" nel suo quartiere , Little Odessa, ove ritroverà la
sua famiglia: il padre dispotico che odia, la madre
malata di cancro , il fratellino sul quale esercita un
fascino negativo ... "Moderna tragedia edipica am-
bientata sullo sfondo dell'emigrazione russa di origi-
ne ebraica negli Stati Uniti. " (E . Natta) Film duro :
tragica e senza speranze la visuale.
(Continua)
BS MA GGIO 1999

4.8 Page 38

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I salesiani si sono spinti nell'inospitale Arunachal Pradesh e
~.
TRAIWANCHO
Janlllll e~shmir
Na aland
Ha
di Thomas Vattoth
I Wanchoo hanno vissuto per se-
co li nel distretto Tirap di Arun a-
chal Pradesh, sepolti in fi tte
giungle; alcuni villaggi sono costi-
tuiti da poche dec ine d i case, i più
grandi ne hanno qualche centin aio,
di sseminate su colline coperte da
inestricabili intrichi di bambù . Ogni
villaggio è un regno indipendente,
con il suo re e i suo i consig lieri ,
spesso in guerra con i v icini , un
tem po impegnati nell a cacc ia di te-
ste umane, che venivano es ibite nei
morung (spazi comunitar i) , con sel-
vagge grida di giubilo, grandi fe-
stegg iamenti e bev ute c lamorose,
mentre i tam tam diffo ndevano lon-
tano la noti zia, all ertando gli altri
vill agg i.
Vivono in case d i bambù col tetto
di frasche che dopo 4/5 anni è total-
mente fradicio e la casa va ricostrui-
ta. Lo spazio interno è diviso in tre
parti: un a è occupata da un grosso
pezzo di legno sul quale pestano il
riso, un 'altra è la cucina con il fu o-
co nel mezzo, la terza è ri servata
agli uomini che vi si riuni scono per
fum are l'oppi o, bere lo zu - orribile
birra di riso - e d iscutere. In un mi-
nuscolo cubicolo dormono i genitori
e i bambini piccoli ; mentre ragazzi
e ragazze hanno differe nti do rm itori
comun i, i morung. L'i ntero vill ag-
g io è d iv iso secondo il numero di
morung, ciasc uno dei quali raggru p-
pa alcune fami g lie che svo lgono il
medes imo lavoro. Per cui un mo-
rung si occ upa de i campi , uno dei
sentieri , uno de ll a cacc ia ...
IL RUOLO DELLE DONNE
_Abitanti di Mingtong
di fronte alla chiesa del villaggio.
Esse anneri scono i loro denti con al-
cune res ine d 'albero, credendo che
questo accresca la loro bell ezza e
sia segno di abbondanza. I denti
bi anchi al contrari o sono segno di
caresti a. Tatu arsi era di rito fin o a
qu alche tempo fa. Le donne veniva-
no tatu ate 4 vo lte in di fferenti perio-
d i: la prim a volta alle caviglie, poi
alle cosce, quind i all 'ombelico e in
ultimo al petto.
Dal momento in cui cominci ano a
camminare da sole , le bambine han-
no l'obbligo di accompagnare la ma-
dre nei campi e contribuire co n la
loro parte di lavoro, preparare g li at-
trezzi, togli ere le erbacce, portare la
legna . .. Le più piccole si accoll ano
i bambini . Poiché manca acqua po-
tabil e, essa viene rifo rnita in lunghi
recipienti di bambù. Secchi di pla-
sti ca o d'alluminio stanno raggi un-
gendo lentamente la zona, ma non
sono ancora comuni .
È una vergogna per un uomo por-
tare q ualcosa, lui cammina dietro le
donne con un ' ciao' (colte llo) in ma-
no e un fu cile arti gianale in spalla.
•na·1BS1ha
1..,
' ..
ev· ..
~.
.
B1bar
(, 1
Gujaral ' • Madhya PradeSII
..-, .
aharashtta .
la a , 1. n1rnur
{\\ llhzoram
j\\ [
pura ~
t,,
\\_/
È difficile credere
che in India oggi possano
esistere tribù come
gli Yanomami
del Brasile. Ci sono.
Vivono nella parte più
interna dell'Arunachal
Pradesh, ai confini col
Tìbet. Sono i Wanchoo.
I libri di antropologia
li classificano come una
delle tribù mongoliche
del Nordest dell'India.
I Wanchoo sono un a società a do-
minio assolutamente maschile; le
do nne non hann o parola in ness una
questione, sono semplicemente i "ca-
valli da lavoro" del vill aggio. Il loro
comp ito è occupars i dell a fam igli a,
che comprende fig li e mari ti - la
poligamia è usuale - la magg ior par-
te de i quali si drogano con oppio.
MAGGIO 1999 BS
USI E COSTUMI
Il figlio maggiore eredita l'intera
proprietà e i suoi fratelli sposati pos-
sono rim anere co n lui, colti vare un a
parte de ll a terra e mangiare, cuc i-
nando separatamente, sotto lo stesso
tetto. Se i più giovani vog li ono ave-
re una casa prop ri a, devono lavora-
Bambini a scuola con i piccoli
fratellini , mentre si esercitano.
re, guadagnare, comprare un pezzo
d i terra e costruire l'abitazione. In
genere le fa mi gli e sono numerose -
in med ia 7-9 persone, e potrebbero

4.9 Page 39

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hanno contattato una nuova tribù.
essere di più, se non fosse per l'alto
tasso di mortalità infantile che rag-
giunge anche il 400 per 1000.
I corpi dei defunti non sono se-
polti o cremati, ma, avvolti in stuoie
di bambù , vengono posti su piat-
tafo1me a 5 o 6 piedi di altezza, co-
perti con un pezzo di stoffa e lasciati
a decomporsi. Questi strani cimi-
teri sono ubicati alla periferia dei
villaggi, lungo il sentiero principale,
spesso vicino alle case. L'odore che
emana dai corpi in decomposizione
è talmente nauseabondo che costrin-
ge chi passa a otturarsi strettamente
il naso. Presso la salma, vengono
accatastati gli averi del morto: sca-
tole, ombrelli rotti, piatti, abiti, e
perfino il fucile. In tempi passati gli
altri villaggi erano soliti fare scon-e-
rie per rubare le teste dei defunti , e i
parenti erano costretti a vigilare per
difenderli. Finita la decomposizione
i parenti prelevano il teschio , lo pu-
liscono e lo mettono al sicuro sotto
alcune pietre. Il resto del corpo vie-
ne lasciato sulla piattaforma che
funge anche da ossario.
ARRIVANO I SALESIANI
Circa 10 anni fa, alcuni capi vil-
laggio sono venuti a contatto con il
cristianesimo, si sono convertiti e
hanno cominciato a diffonderlo tra i
sudditi. Così molti vennero battez-
zati proprio da questi capi-catechi-
sti. Lo Stato corse ai ripari: una leg-
ge proibì di cambiare religione e
l' amministrazione cercò di sradicare
la nuov a religione imprigionando i
capi, bruciando le capanne usate
come chiese, le Bibbie e gli oggetti
reli giosi, confiscando i registri dei
battesimi - tanto che molta gente di-
menticò il nome assunto col sacra-
mento. Ma la fede non si perdette.
Negli anni scorsi ci furono visite
occasionali di salesiani a questi vil -
lagg i. Fu in queste circostanze che il
re del vil laggio Mintong chiese ai
salesi ani dell 'Ispettoria Dimapur di
aprire un centro tra la sua gente. Nel
1996 Padre Thomas Vattoth si av-
venturò tra questa nuova tribù per
un'esperienza mai tentata prima...
Fu il passaggio dalla civiltà del 20°
secolo a quella del]' età della pietra:
un vero shock. La gente viveva in
ambienti sporchi, in case senza fine-
stre, in abietta povertà, senza vestiti
sufficienti per coprirsi, ignoranti
delle norme igieniche, primitivi nel
modo di coltivare, di trasportare co-
se, di cucinare e mangiare i miseri
pasti e di allevare i figli che soprav-
vivevano ai primi anni di vita.
FESTE
Pur tra tanta miseria i Wanchoo
non mancavano di feste. La più so-
lenne è 'On .sh', la festa tribale. Gli
abitanti mangiano finalmente carne
e fanno grandi bevute di 'Zu '. Nel
pomeriggio gli uomini escono dalle
loro case, vestiti dei costumi tradi-
zionali con ornamenti di piume, cap-
pelli , cesti decorati, un a campanell a,
un grande coltello chiamato 'dao', e
un fucile artigianale. Così bardati
danzano attorno al vill aggio cantan-
do antiche nenie tribali , urlando a
squarciagola, scuotendo le loro cam-
pane e sparando coi fucili , mentre le
donne assistono mute tenendosi ai
margini . Altre feste sono indette
alla fine della semin a e dopo il rac-
colto. Matrimoni e nascite sono oc-
casioni più piccole di celebrazioni.
Fumare l'oppio fa dimenticare
agli uomini i loro affanni: essi sono
capaci di trascorrere tutto il giorno e
parte della notte in quell 'attività.
TBC, malaria, dissenteria, fe bbre,
scabbia decimano adulti e bambini .
Non esistono medici. I salesiani vi
hanno sistemato un dispensario con
dosi sufficienti di medicine salva-
vita, e la gente fa anche un giorno di
cammino pur di avere poche pasti-
glie. Dio solo sa quanti bambini
sono stati salvati!
Una donna wanchoo
con denti neri e segni tatuati.
Suor Gemma che nutre
un bambino denutrito.
ALFABETIZZAZIONE
ED EVANGELIZZAZIONE
L'alfabetizzazione è abissalmente
bassa. A Mingtong gli uomini che
sanno leggere sono l' 1,66 % e le
donne lo 0,95%, e in altri villaggi la
percentuale è ancora più bassa. Di-
cono che per il lavoro dei campi
non c bisogno di saper leggere e
scrivere. Per le ragazze c ancora
meno bisogno, esse devono lavorare
continuamente. Fu chiesto a un ge-
nitore che mandasse sua figlia a
scuola, rispose: "Se tu puoi andare a
fare il lavoro che lei sta facendo,
puoi portarla a scuola". Eppure quan-
do si iniziò la prima elementare nel
luglio 1998, si sono presentati 145
bambini con grandi bocche aperte e
occhi sgranati .. . alcuni avevano i
fratellini più piccoli legati alla schie-
na. Ma nessuna famiglia vuole spen-
dere soldi per l'educazione, né per
abiti, né per libri.
Girare per i villaggi di stanti anche
una giornata di cammino per la ca-
techesi e i sacramenti, è un lavoro
esaltante.
Tutti sono desiderosi di ascoltare,
di possedere un 'immagine religiosa,
poiché non hanno proprio nulla.
Anche se illetterati, i Wanchoo por-
tano orgogliosamente con loro il
Vangelo. La tribù conta circa 90.000
persone disseminate su un ' area di
3.000 km quadrati, ma l'attività dei
salesiani è limitata a qualche centi-
naio di persone. Sarà interessante
assistere al trapasso di una società
tribale verso la moderna civiltà at-
tuato attraverso il metodo di Don
Bosco.
BS MAGGIO 1999

4.10 Page 40

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Una chiacchierata con il gruppo di Giovani Cooperatori che
CAMMINARE e@ di Emilio Chiodo
E PENSARE
ic. 91·• S •• selene
:La ••
pubblicazione di un giorna-
:
le su problematiche giovanili
:
diffuso gratuitamente nelle
: scuole e nei locali pubblici di Sul-
: mona, "Spaziozero", dapprima mez-
zo privilegiato di espressione e co-
: municazione, poi anche strumento
: educativo per un cammino di cresci-
: ta nello stile dell 'animazione per al-
: tri giovani. Il teatro comunale scelto
come luogo privilegiato per presen-
: tare le produzioni teatrali e musica-
: li; i rapporti con il gestore privato (e
: attento, pertanto, anche al profitto)
dell ' unica sala cinematografica cit-
: tadina, con cui "contrattare" l'orga-
: nizzazione della rassegna Frammenti
' I : dalla Biennale (realizzata assieme
: agli altri circoli CGS delle Marche e
dell'Abruzzo, giunta a Sulmona alla
: 6° edizione), delle manifestazioni
: culturali e dei cineforum; le propo-
: ste di attività alle scuole pubbliche.
Queste le scelte.
Un interrogativo legato in modo
particolare alla realtà sociale ed
economica del territorio, è maturato
di recente, ali' interno del circolo.
Utilizzare le competenze acquisite
come animatori o operatori culturali
può essere un tentativo di risposta
alle difficoltà e ali 'incertezza del la-
voro che i giovani oggi si trovano
ad affrontare? Lo stanno sperimen-
tando i giovani animatori del CGS
SELENE. Come? Con tre idee for-
za: rendere professionale la collabo-
razione di alcuni di loro con le isti-
tuzioni scolastiche, creare un 'ulte-
riore associazione per l'animazione
estiva e l'organizzazione di colonie
e con cui convenzionarsi con le
strutture pubbliche per la gestione
degli spazi per i giovani e fondare
una cooperativa di servizi per I'ani-
mazione del tempo libero.
Tutto questo non in contrasto con
le scelte di volontariato e di anima-
zione compiute fino ad ora dall'as-
sociazione, ma un passo più in là,
per continuare ad operare anche nel
mondo del lavoro con lo stile sale-
siano di attenzione ai giovani.
I PERCORSI
Questi percorsi chiariscono - se-
condo i ragazzi del CGS di Sulmo-
na - che cosa significhi essere anima-
tori culturali nel territorio per scelta
carismatica, compiuta nello spirito
di Don Bosco, maturata in un cam-
mino di crescita nella realtà orato-
riana; una scelta di apertura all 'e-
+
Il progetto culturale
del CGS SELENE
di Sulmona (centro di
circa 25. 000 abitanti ai
piedi della Majella) non
è nato all'improvviso,
ma è frutto di un lungo
cammino di esperienza,
riflessione e maturazione
dei suoi animatori e
dirigenti, e naturalmente
di molti tentativi e
qualche fallimento.
E su questo cammino,
più che sulle singole
piccole o grandi attività,
che ci piace sviluppare
la riflessione.
sterno, in cui si cerca di conservare
tutti i legami e le radici del proprio
stile, nella convinzione che una real-
giovanile smetta di crescere pro-
prio quando si chiude in se stessa.
"Così nel magma di idee e modelli
indistinti, riflessi di ciò che succede
altrove, quasi mai originali, dove su
tutto prevale l'apatia, dove anche la
chiesa locale spesso fatica a farsi
capire dai giovani, ci siamo accorti
del grande "salto di qualità" che è
stato per la nostra formazione I' ap-
partenere al mondo salesiano, con le
sue associazioni, con le strutture i-
spettoriali e nazionali, la possibilità
di mantenere una finestra aperta su
~GG~1~9~ •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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•••••••••••••••••••••••••••
dirigono il CGS SELENE di
•••• •••••••
Sulmona.
•••
••
••
••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
-
realtà diverse dalla nostra." In una del cambiamento; aiutare i giovani a gazzi delle scuole medie e superiori
piccola città ci sono però anche dei incontrare il mondo degli adulti e (giunti al 3° anno di realizzazione),
vantaggi: primo fra tutti che anche degli educatori.
partecipando ai Progetti Giovani".
la voce di una piccola associazione
può contare, che non si perde nella
moltitudine delle proposte e delle
attività di un grande centro.
PRESENTI E ORIGINALI
Dall ' acquisizione di consapevolez-
PER LA RICERCA
DEI VALORI
za della realtà giovanile cittadina al-
PER E NEL TERRITORIO
I' urgenza di offrire delle proposte Un'ulteriore importante collabora-
culturali serie e autonome il passo è zione avviata in questa ottica è quel-
È proprio partendo da queste breve: proposte serie perché non la con il Sulmonacinema Film Festi-
esperienze e considerazioni che è scopiazzate dai mass media o im- val, all'interno del quale il CGS SE-
maturata la scelta dell'animazione portate secondo l ' ultima moda, con LENE collabora in modo specifico
culturale, per e soprattutto nel terri- la convinzione che fare cultura nel alla proposta per i ragazzi delle scuo-
torio, con le modalità descritte. Per mondo di oggi significhi gettare dei le (dalle elementari alle superiori). :
esserci occorre, infatti, in primo luo- piccoli semi perché emerga nei gio- "A questi giovani occorre anche
go essere presenti dove si compiono vani, in tutti i giovani, una ricerca dare la possibilità di misurarsi con :
le scelte politiche e culturali della di senso. Essere animatori culturali messaggi che invece sappiano vei- :
città. A riprova di ciò ci raccontano del territorio è significato , per il colare e proporre dei valori. Per :
che " ... è stato necessario e profi-
cuo sviluppare rapporti con chi si
CGS SELENE, ritagliarsi uno spa-
zio nelle strutture culturali cittadine
questo la
Biennale
rassegna Frammenti dalla
è proposta in via privile-
occupa dei giovani, partecipare alla (il cinema, il teatro, le scuole).
giata ai giovani delle scuole, si or- :
Consulta Giovanile, incontrarsi con È stata un ' impresa complessa, di- ganizzano periodicamente cinefo- :
le altre associazion i cittadine, entra- versa rispetto all'animazione della rum e dibattiti , si collabora con gli :
re in contatto con le amministrazio- sala parrocchiale o della scuola sa- studenti per organizzare le assem-
ni e collaborare con le istituzioni , lesiana, perché è stato necessario, in blee di Istituto.
:
presentare progetti al Servizio Affari un certo senso, " mettersi sul merca- L'animazione culturale assume al- :
Sociali del Comune e gestire attività to", entrare in dialogo o in concor- !ora piena valenza nell'ottica della :
congiuntamente al Centro Servizi renza con le altre realtà culturali del pre-evangelizzazione, nello stimolo
Cultura/i della Regione". Per esser- territorio, sia per le attività proposte alla riflessione, nella proposta di va- :
ci occorre poi far sentire la propria che per l ' uso delle strutture.
lori, con l'obiettivo di predisporre :
voce; e le cose da dire sono molte: "Ad esempio, essere presenti nel- alcuni giovani a fare delle scelte di :
presentare esempi di iniziative, atti- la scuola - prosegue la testimonian- vita più impegnative, e aiutare la :
vità, associazioni o gruppi che vivo- za dei giovani del SELENE - signi- maggior parte degli altri ad allarga-
no in modo diverso la solidarietà, il fica avere la possibilità di entrare in re almeno un po ' il proprio orizzon- :
volontariato, l'attenzione ali 'altro; contatto con il maggior numero pos- te culturale o di vita.
:
presentare delle riflessioni e affron- sibile di giovani. A questi giovani Siamo coscienti che questa sia :
tare i problemi del mondo giovani- occorre, in primo luogo , offrire gli una strada lunga e poco appagante, i :
le , discutere su quelli che sono i strumenti che permettano loro di rag- cui risultati non sono visibili, che
messaggi della cultura giovanile e giungere quella capacità critica ne- spesso ci si trova a combattere con- :
cercare di avvicinarcisi con spirito cessaria per distinguere e valutare i tro i mulini a vento della cultura dei :
critico; far parlare e incontrare i messaggi veicolati quotidianamente media; siamo coscienti che di un la- :
giovani, parlare loro della propria dai media. Per questo sono stati pro- voro del genere si rischia di non ve-
città perché possano incominciare a posti i corsi di educazione al lin- dere mai la fine, ma accettiamo la :
passare da spettatori a protagonisti guaggio cinematografico per i ra- sfida."
D:
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 1999

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
«.. . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all 'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino ) a titolo di legato
la somma di lire... , (oppure)
l'immobile sito in... per gli scopi
perseguiti dal! 'Ente,
e particolarmente per 1'esercizio
del culto, per la fonnazione del
Clero e dei Religiosi , per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« .. . annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e paiticola1mente
per l'esercizio del culto, per la
fonnazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
MAGGIO 1999 BS
I NOSTRI MORTI
LERIA GALLANTE Margherita,
cooperatrice salesiana,
.
t Torino , il 18/11 /1998, a 73 anni.
Generosa, attiva, disponibile ad ascoltare
e a dare consigli mirati a tutti coloro che in
numero sempre crescente le confidavano
pene e dubbi. Si aprì come la corolla del-
l'umile fiore di cui portava il nome. Il suo
impegno , sempre sostenuto dalla _preghie-
ra, si diresse dapprima alla fam1gha, dove ,
assieme al marito , curò l'educazione cri-
stiana dei propri figli, poi anche dei nipotini:
Alla morte del marito si fece canea dei suoi
impegni in parrocchia e neU'oratorio, esten-
dendo il suo campo d1 azione a tante _atti-
vità nuove. Il suo contributo fedele e disin-
teressato risultò prezioso. Sempre presen-
te accanto ai malati e agli anziani fino al
pomeriggio precedente la sua prematura
scomparsa, non subì le limitazioni imposte:
le dal suo cuore malato, ma, pur curandosi
scrupolosamente , tenne per le proprie
sofferenze , poiché riteneva che quelle de-
gli altri fossero più gran_di delle sue. Nel
cuore di tutti rimangono 11 suo sorriso e le
buone parole che lasciava al mome_nto del
commiato. Sempre pronta alla chiamata
del Signore, se n'è andata a Lui serena e
abbandonata alla Sua volontà.
DEFILIPPI Sac. Aldo , salesiano,
t Torino Valsalice , il 16/03/1998, a 87 anni.
Ultimo di sei figli , senza papà ad 8 anni,
viene donato generosamente dalla mam-
ma a Don Bosco. A Valsalice ha regalato
più di mezzo secolo della sua vita, apprez-
zato insegnante di matematica, preside e
sacerdote esemplare , amico silen_zioso ,
delicato , sincero. Allergico a ogni tnonfah-
smo, fu educatore di prim'ordine, diresse 11
prestigioso liceo salesiano con mano fer-
ma e sicura competenza nonostante fosse
ricordato come "l 'esatto contrario della
severità, del rigore , dell'autoritarietà". Era
un mite ma non un debole e sapeva ge-
stire co~ energia e abilità le situazioni dif-
ficili. Il Ministero della Pubblica Istruzione
lo insignì della Medaglia d'oro che gli ven-
ne appuntata dallo stesso Ministro ne_l tea:
tra di Valdocco , in riconoscimento dei suoi
È bello tramontar~
d I mondo verso ~10
a affinché in Lui
i ossa risorgere! .
(S.sIgPnazw. di Antioclua)
grandi meriti scolastici dopo trent'anni di
presidenza esemplare. Ha conservato ge-
losamente per tutta la vita quaderni con
una gran mole di appunti di vario genere,
che testimoniano la sua scrupolosa diligen-
za e la sua preparazione. Resta v_ivo_ nella
memoria e nel cuore degli exall1ev1 e d1
quanti l'hanno conosciuto e apprezzato co-
sì come nel ricordo dei confratelli della sua
comunità.
CASIRAGHI sig. Domenico, salesi_ano
t Tampa (USA) il 10/11 /1998, a 83 anni.
Ha trascorso la maggior parte dei suoi 58
anni di vita religiosa negli Stati Uniti , conti-
nuando il suo lavoro e il suo apostolato fi-
no all'ultimo. Gioviale, sereno, sportivo, ha
continuato a usare la sua bicicletta fino alla
settimana prima di essere ricoverato _in
ospedale. Tipografo apprezzato, ha realiz-
zato stampe di ogni genere, tenendo alto
l'onore della scuola. Uomo di preghiera, ha
dedicato la sua vita ai giovani , come ogni
buon salesiano. E i ricordi migliori di un
buon salesiano li hanno proprio i ragazzi.
Alcuni di loro hanno testimoniato di aver
trovato in lui sempre un difensore , un
amico un alleato, un fratello , che sapeva
aiuta(li con la parola e con l'esempio.
Amante della natura, era un uomo ricco di
sapienza e di umane qualità.
FARINA Valentino,
exallievo e cooperatore salesiano ,_
t Spin (VI) il 25/08/1998, a 85 anni.
Exallievo dell 'istituto salesiano "Don Bo-
sco" di Verona apprese in profondità lo spi-
rito del santo dei giovani. Uscito con la qua-
lifica di Maestro sarto dalla scuola profes-
sionale salesiana, fece della sua professio-
ne una scuola di formazione cristiana per
quanti l'avvicinavano. Affettuosamente
legato ai salesiani e devoto d1 Mana_Aus1:
liatrice, parlava con entusiasmo _dei_ suoi
anni di scuola, dei suoi insegnanti, d1 Don
Bosco. Padre esemplare, educò cristiana-
mente i suoi numerosi figli soprattutto con
l'esempio, perché diventassero "buoni. cri-
stiani e onesti cittadini ". Sapeva cogliere
tutte le occasioni per suggerire una buona
parola, per offrire garbatamente qualche
consiglio e qualche aiuto , il tutto fatto col
sorriso sulle labbra. Il suo volto sereno e
luminoso manifestava tutta la bontà del
suo animo.
BOERO sr. Margherita,
Figlia di Maria Ausiliatrice
.
t Alassio (SV) il 28/8/1998, a 89 anni.
Indimenticabile suor Margherita: è stata
per moltissimi anni insegnante di lettere
nella Scuola Media, ricordata da uno stuo-
lo di exallieve, cui ha dedicato cuore, intel-
ligenza e fede. Nella scuola ha lavorato
con crescente passione apostolica e con
grande responsabilità, avendo cura soprat-
tutto delle ragazze più vivaci o in difficoltà,
a cui impartiva "lezioni supplementari"_per
portarle a esiti positivi. Le sue exalheve
l'hanno accompagnata, riconoscenti , nei
suoi ultimi mesi di vita, segnati dalla malat-
tia che non lasciava tregua.

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/13
T. Bosco, A. Gattia
CoN LE PRIME PIOGGE
O'ALJTUNNO,IL COLE-
li?tl. '::JPAfZl'!>CE. IL '!>INOA·
CO TIENE UN PUBBLICO
Ol'!>C0/.!00.
IME TLJTrt GLI ANNI, DON e,Qf>C-0 '!>I li?E
:>TA DE.LLA MADONNA DEL
IO ACCET
RAGAZZ I C
NO '::JPEQAN
IVENTARE
. A MONDONI
N RA.GAZZO
12 TE.:>/ C
L.D.C.
DI DON BO~O
O PRODIGATI PER
TIZI AMMALATI,
UNO DI E:>€>1 !!'
LPlrO DALLA MA
UNA BEI-JEVOLEN
Cl ELO A CUI VO
10 AGGIUNGEl2E
GRAZ/E DE
8S MAGGIO 1999

5.4 Page 44

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DOMENICO l<ECITA A
MEMORIA LA PAGINA,
OIMO'i:JTl<ANDO ANCHE
DI AVEQLA CAPITA.
9 OTTOBRE. DOMENICO SA-
IO E SUO PADIZE GIUNGO
;~MAN
A AR.OVIN
MARCIAPI
~I ALCUN
ENTI Bl<A
IENTI ...
e
DOMENICO DIVIE-
NE AM reo DI 12UA ,
CAGLIE/201 120C-
C/·UETT/ E DI ALT/Zf
Bl24VI GIOVANI,
L '0124T0/2/0 OSPITA
63 '::JTUDENTI E
90 PICCOLI LAVO-
QA TO/Zf Cl SONO
ANCHE DEI 124 -
GA2ZI GQO'::J'i:JO-
LANI E '::JGUAIAT/
E DON BOSCO
LO SA,
MAGGIO 1999 BS
CON LA "CQ,1/f PAGNIA", DOMENICO ~ -
V/O f?EALIZZA IL SUO CAPOLAV0/20. GLI
RIMANGONO DA VIVEl2E SOLO 9MESI,
MA LA "COMPAGNIA DELL'IMMACOLA-
TA" SA.?EBBE DUl2ATA PIU' DI CENT 1AN-
Nl, COME ''ANIMA" O/OGNI Ol<ATOR/0
E CASA f:!ALESIANA.

5.5 Page 45

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SULLA ~TRA DA TORINO- f:JTLJPINIGI C'E'
IL 'RIF0l?MATOQ/O", UNA VE-'24 P!i!IGIONE
PER RAG4ZZI, DON BOXO LA F!i?EGUEJ./·
TA REGOLAl<'MENTE.
L.D.C.
DoN sosco 'bi RECA DA RAT·
TAZZI E GLI ESPONE CON
TRANG.UILLITA' IL PROGETTO.
LA OOLA CONDIZIONE
CHE PONE E' CHE NESSUNA
GUARDIA "PROTEGGA" LA
PASSEGGIATA.
VA BENE.
Ml FIDO DI LE/,
E Ml FIDO AI-J·
CHE DE/ GENDAl<-
MI, CHE JN CA~O DI
FUGA NON Cl MET-
TERANNO MOLTO
A RIACCIUFFARE
G.UArTRO RAGAZ-
ZOTTI.
BS MAGGIO 1999

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r CHIEDILO
A MIA MADRE
marito che non vo levamo nean- di due anni da questo nostro
che pensare a una simile solu- proposito possiamo dire che le
zione , ci siamo affidati a san malattie so no ormai superate .
Domenico Savio , quale protet- Oggi , infatti , i nostri cari , che non
Sono un missionario salesiano,
tore delle mamme e delle culle. stavano bene, conducono una vi-
da molti anni in Venezuela e de-
Per tutta la gravidanza ho porta- ta normale e lavorano. La sere-
sidero far conoscere una grazia
to il suo abitino e lo abbiamo nità, inoltre , sta tornando nelle
speciale ricevuta per interces-
pregato insieme a tutta la fami- nostre famiglie e ci basta uno
sione di Mamma Margherita.
glia, compresa la mia cara non- sguardo su coloro che abbiamo
All'inizio di novembre mi sono
na. Nel settembre 1994 è nato visto soffrire e che ora hanno
r ammalato: in un primo momento
sembrava una semplice influen-
za perciò non ho interrotto le
mie attività, ma poi è subentrata
UN'ATTESA
MOLTO
un bambino belli ssimo e perfet-
tamente sano: Andrea. A gen-
naio del 1996 è nato anche E-
doardo. Anche per questa gravi-
recuperato la salute , per prova-
re un sentimento di gratitudine
nei confronti della Madonna, di
Don Bosco e di Mamma Mar-
una fortissima bronchite accom-
PROBLEMATICA danza ho sempre portato l'abiti- gherita nella cui protezione con-
pagnata da una laringite acuta
no e lo conservo tuttora a prote- tinuiamo a sperare.
che i medici , nonostante la som-
ministrazione di massicce dosi
di antibiotici, non riuscivano a
vincere. A complicare le cose ,
sono sopraggiunti un improvviso
calo della pressione sanguigna
e una preoccupante tachicardia.
Come è facile immaginare , ero
ve ramente preoccupato e ho
chiesto preghiere a tutti. Un gior-
no in cui mi lamentavo con Don
Bosco , m'è parso di capire la
sua risposta: "lo ho molto da fa-
re con i giovani di tutto il mondo,
chiedi aiuto alla mia mamma,
che sa molto bene come curare
queste malattie". Così mi sono
Posso dire finalmente di essere
una mamma felice , grazie ad
una eccezionale grazia ricevu ta
da san Domenico Savio . Ho
vissuto una gravidanza colma di
problemi , sono vissuta perenne-
mente con l'ansia di perdere il
mio bambino , sono stata ad un
passo dal coma. Ma in mezzo a
tutti questi problemi , io mi sono
sempre rivolta con fiducia a Do-
menico Savio perché salvasse li
mio bambino. E così è stato. E
nato con appena un kg di peso
ma è pieno di vita: quella dona-
tagli da Domenico Savio.
zione dei miei bambini. Quanti
motivi per dire, anche pubblica-
mente , il nostro grazie a san
Domenico Savio.
Bine/lo Monica, Buriasco (To)
r GUARITA
CONTRO OGNI
PREVISIONE
Ero affetta da diabete . Avevo
perciò parecchie lacerazioni alla
gamba che mi procuravano forti
dolori oltre quotidiane e fastidio-
Eugenia R. e Benedetta C. ,
Genova
r NON È RIMASTO
CHE UN PICCOLO
SEGNO
Nell'aprile del 1997 mi sono ac-
corta di avere sul polpaccio del-
la gamba sinistra un grosso neo
nero , infiammato. Poiché mi fa-
ceva male , mi sono recata dal
medico che dichiarò trattarsi di
cancro e decise subito l'inter-
rivolto con fiducia a Mamma Mar-
Patrizia Mandarano, se medicazio ni. Un giorno mi vento. Nel mese di maggio sono
gherita e proprio il giorno anni-
Caltanissetta sono rivolta con fede al beato solita andare in pellegrinaggio al
versario della sua morte, il 25
Michele Rua servendomi della Santuario della Madonna di Zo
r novembre, ho incominciato a mi-
gliorare sensibilmente e ora pos-
so di nuovo lavorare con i gio-
COME UN
sua reliquia. Egli mi ha esaudita Ze. Non ho vo luto rinunciare ,
ed oggi posso dire di essere per cui ho rimandato l'interve nto
guarita .
fino al 2 giugno. Operata, sem-
vani per il Signore.
P. Matteo Marzano,
Los Ruices-Caracas, Venezuela
r RIMANEVA SOLO
UNA CARCASSA
ANNERITA
Percorrevo in auto la superstra-
da Foligno-Perugia. Ad un certo
punto mi sono accorto che il mio
automezzo prendeva fuoco.
Istintivamente ho invocato Don
Bosco e Domenico Savio ; poi,
con molta difficoltà, sono riusci-
to a fermarmi. Mi sono precipita-
to fuori con i vestiti bruciacchia-
ti , ma assolutamente incolume.
Le fiamme avevano avvolto to-
talmente l'auto. Dopo l'interven-
to dei pompieri , rimaneva sol-
tanto una carcassa annerita. Al-
cune ore dopo , tornato su l po-
sto , ancora in preda allo choc,
osservando il rottame , ho notato
con meraviglia nel porta-oggetti
del cruscotto due immaginette
che io ero solito tenere in mac-
china : quella di san Giovanni
Bosco e quella di san Domenico
Savio.
RAGGIO DI LUCE
Era una mamma già provata dal
dolore , avendo una figlia non
veden te per essere nata anzi-
tempo . Ora eccola in attesa di
un'altra bambin a. Non mancano
i problemi: reni a rischio e pres-
sione alta. Immaginarsi il timore
che si ripetesse la stessa trage-
dia della prima figlia. Ad aumen-
tare tali preoccupazioni , anche
questa volta il parto avviene pri-
ma del tempo. Ma la piccola na-
sce sana, grazie a quell 'abitino
di san Domenico Savio che la
mamma ha indossato per tutto il
periodo di attesa. Ora la piccola
Valentina è davvero come un
ragg io di luce che ha illuminato
tutta la famigli a.
Loredana Cantoni, Saltrio (Va)
r UNA DECISIONE
PREMIATA
Dopo due an ni di felice matri-
monio , eravamo al settimo cielo
per la gioia dell 'attesa di un fi-
glio! Ma alla prima ecografia, il
responso fu infausto. La dotto-
ressa mi consigliava ca ldamen-
Nina Alaimo, Caltanissetta
,
r DALLA
TRISTEZZA
ALLA SERENITÀ
Siamo due am ich e e insieme
vog li amo ringraziare pubbli ca-
mente Maria Ausiliatrice, Don
Bosco e Mamma Margherita
per le grazie che abbiamo ricevu-
to . Abbiamo attra versato un
periodo in cui la tristezza e le
preoccupazioni si facevano for-
temente sentire a causa di gravi
e serie malattie che avevano
colpito, nelle nostre famiglie , al-
cune persone a noi care ed an-
che per situazioni difficili con al-
cuni parenti. Abbiamo pensato,
allora , di chiedere l'aiuto ai santi
protettori della Famiglia Salesia-
brava fosse andato tutto bene ,
ma la ferita non si chiudeva ,
anzi la gamba cominciava lenta-
mente ad andare in cancrena.
Una mia amica dal Giappone mi
ha parlato del venerabile don
Vincenzo Cimatti , un salesia-
no, mi diceva, molto onorato e
ve nerato. Mi sono rivolta a lui
piena di fidu cia, ho promesso
che se fossi guarita, avrei fatto
pubblicare la grazia . Verso la
metà di luglio l'infiammazione
cominciò a diminuire e la ferita a
chiudersi , tuttavia continuavo a
camminare con fatica. Ho raffor-
zato la mia fiducia e aumentato
le mie preghiere. Finalmente a
settembre mi sono trovata gua-
rita completamente. Ora, dopo
13 mesi , non sento più nessun
male e della ferita non rimane
che un piccolo segno . Per man-
tenere la promessa scrivo que-
sta breve relazio ne per ringra-
ziare don Ci matti che ha esaudi-
to le mie preghiere e ha riporta-
to la serenità nella mia vita.
Caterina Cheung, Shanghai
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza r ecapito. Su
richiesta si po1rà omette r e
Un giovane medico oratoriano, te di abortire perché c'era una na: li abbiamo molto invocati , sia l'indicazione del nome.
S. Martino in Colle (Perugia) malformazione nel feto. lo e mio insieme che da sole. A distanza
MAGGIO 1999 BS

5.7 Page 47

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IDott.ssa Piera Tortore, vdb.
20 anni di professione medica
a Cuneo, da 8 anni in Africa
nella capitale dell 'Ex Zaire,
a contatto con una realtà
difficilissima e con una umanità
prostrata dalla sofferenza.
Signora, lei è medico. Com' è accaduto che ha scelto l'Africa come
su.o campo professionale ?
·
Non sono io che ho sce lto l'Africa, ma l'Africa che mi ha chiamata.
Inf~tti, pur essendo il desiderio di lavorare in un paese in via di svilup-
po ti 11110 sogno nel cassetto, pensavo piuttosto ali' America Latina: al
Messico dove avevo vissuto una lieve esperienza di vita miss ionaria o
alla Bolivia dove operano alcuni salesiani del cuneese. Quando mi è
stato proposto di andare a lavorare a Lubumbashi ho dovuto andare a
c~rcare sulla c~rta geo~rafica dove si trovava questo paese ... Ho tutta-
via accettato d1 andarci con molto entusiasmo.
Da quanto_ tempo c'è e, se non siamo indiscreti,fino a quando inten-
de nmanerc, ?
S?no a Luburnbashi nella Repubblica democratica del Congo da 8
an_n1.. . N?n h? posto limiti alla Provvidenza e finché posso essere
utile c?ntmuero a svol~ere l:a mia professione con lo stesso impegno
con cui ho lavorato tanti anm nell 'ospedale di Cuneo.
l ei ha dato se stessa ali' Africa nel volontariato. Che cosa le ha dato
l'Africa?
~ '_Afr!ca m( h~ dato una dimensione nuova di vita: ha allargato i
m1e1 onzzo~t1 d1 donna, di cristiana, di bianca, di medico. Di questo
sono grata immensamente a questa ten-a che considero mia patria di
adozione.
(n ace/dente si conosce questo continente per i "negri", le guerre
trtbal1, t deserti , la malaria, la miseria. Dovesse definirla lei che di-
rebbe? Per che cosa ricorderebbe l'Africa?
Dovessi definire l'Africa, almeno la parte in cui vivo direi che è un
" paradiso in terra" che l'egoismo di alcuni ha trasform; to in un infer-
no. L'attuale R.D.C . mi ricorda il volto di Cristo in croce. L'Africa re-
sterà_sempre nel mio cuore soprattutto per il ricordo dei bambini che
ho aiutato a nascere, che ho curato ammalati, che ho accolto rifiutati.
Barnbi_ni c!1e ~o~sidero figli , bellissimi , i cui occhi immensi esprimo-
no des1deno d1 vita mentre muoiono di farne.
Avrebbe qualcosa da dire ai giovani occidentali?
.~i giovani occide~tali direi anzitutto di amare il paese in cui vivono,
d1 1mpegn3:fe bene 1 mezzi di cui dispongono (e sono tantissimi), di
non d1ment1care che chi ha gratuitamente ricevuto deve "oratuitamente
dMe".
'
o
(Ritroviamo su. un trafìletto di una
sconosciuta rivista questa piccola
chicca, che volentieri trascriviamo)
UN GESTO INSOLITO
28 dicembre al mattino: so-
no in attesa del bus 719 per ar-
rivare a San Pietro, per un con-
vegno della Fidae sulle scuole
cattoliche. Si ferma d'improv-
viso un taxista: "Salga, reve-
rendo! ". Gli risposi con un cen-
no negativo, pensando soprat-
tutto al costo della corsa. Lui
si staccò dalla colonna di mac-
chine ferma dinanzi al semafo-
ro e si avvicinò al marciapiede
dove mi trovavo. "Salga pure,
sono a sua disposizione ... ".
Poi, vista la mia incertezza
continuò: "Beh, non posso fare
un 'opera buona a un prete,
portandolo dove desidera an-
dare?". Allora salii e in poco
tempo per vie secondarie arri-
vammo rapidamente in piazza
San Pietro. Durante il tragitto
seppe che ero salesiano. Allora
mi di sse: "Salesiano? Bene. Io
sono un exallievo di Lanusei e
Arborea, in Sardegna. Non so-
lo, ma addirittura mi sarebbe
piaciuto faimi salesiano, però
non mi fu possibile, avevo
problemi in famiglia , la mam-
ma molto malata... La vita mi
ha portato a fare quello che
faccio adesso. Tuttavia mi sen-
to sempre unito ai miei antichi
educatori. Guardi un po' cosa
tengo qui davanti? Prese una
rivista. Era il Bollettino Sale-
siano: "Lo leggo nei momenti
di sosta".
BS MAGGIO 1999

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
DALLE MISSIONI
di Julian Fox
In viaggio nelle missioni del Pacifico .
cri
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u"i'
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c.
.!!!
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o·.(:J::)
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L'EPOPEA DEI MONACI GUERRIERI
J!l
e
di Roberto Saccarello
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A 900 anni dalla loro fondazione.
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(J)
"u '
E
UNA PERLA NELLA BROUSSE
di Maria Antonia Chine/lo
Una casa per le ragazze.
INSERTO STACCABILE
di Natale Maffioli
La basilica di San Paolo Fuori le Mura.