Bollettino_Salesiano_199903


Bollettino_Salesiano_199903



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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
VERSO IL GIUBILEO:
ERA DAVVERO
FIGLIO DI DIO
Lo disse l'ufficiale romano alla vista della morte di Gesù.
Forse aveva sentito le sue parole: "Padre, perdonali", "Padre,
nelle tue mani affido il mio spirito". Forse conosceva la causa
della condanna di Gesù: "Si dichiarò Figlio di Dio".
O forse è stata una sua conclusione personale, da conoscitore
dei condannati, intuendone l'innocenza, vedendo la dignità
di Gesù di fronte a una morte violenta, il suo atteggiamento
verso i carnefici, il suo gesto di offerta. In altri un miracolo
aveva motivato la confessione che Gesù era il figlio di Dio.
Egli fu mosso dalla visione della morte.
rio romano in
quel momen-
to non abbia
fatto piutto-
sto un com-
mento "a
caldo" sulle
pretese regali di Gesù ; e
invece abbia raccolto
la voce che lo diceva
figlio di Dio. Egli , ispi-
rato dallo Spirito, e-
spresse la fede della
Chiesa : nella morte,
donandosi totalmente
per noi , Gesù rivela
che Dio è amore e
che in quanto tale è
suo Padre nell'eternità
e nel tempo .
Il rapporto filiale di Ge-
sù con Dio nella storia
umana inizia con la
sua disponibilità a fare
la volontà del Padre e
l'invio al mondo da
parte di questo ; cre-
sce durante tutta la
sua esistenza e ha il
momento più eloquen-
te nella morte . Questa
porta già in sé la nuo-
va vita che risplenderà
nella Risurrezione.
ns MARZO 1999
O Nessuno sa cosa vuol dire che
Dio è nostro Padre finché , per la fe-
de , non ha capito che Gesù è il suo
Figlio e come da Figlio Egli è vis-
suto in questo mondo. I discepoli ri-
masero stupiti di come Gesù parla-
va di Dio e trattava Dio : confidenza
singolare, linguaggio affettuoso pur
nel riconoscimento dell'infinita po-
tenza, adesione totale ai suoi pro-
getti , conversazione frequente ed
esclusiva, conoscenza senza pari,
partecipazione totale al suo potere,
esperienza diretta del Padre, capa-
cità di rivelazione e di racconto su
chi è e come opera il Padre , identifi-
cazione : "lo e il Padre siamo una
sola cosa". Il Padre è il filo condut-
tore del Vangelo. Senza di Lui la
Buona novella per la vita dell 'uomo
svanisce. Vivendo da Figlio , Cristo
rivela il Padre . Conviene approfon-

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dire alcuni aspetti della sua espe-
rienza filiale .
Il primo è il rapporto, il senti-
mento, l'apertura del cuore , la fidu-
cia, l'affidamento. In Gesù era vivo ,
caldo , radicato , messo a fondamen-
to dell 'esistenza, invariabile di fronte
alle diverse vicende della vita. Era
la sicurezza della fedeltà del Padre ,
cantata mella Bibbia, ma vissuta da
Lui in forma singolare. Egli vede il
Padre presente nella natura, che si
orna di uccelli e gigli , rende feconda
la terra, splende r-iel sole e nei cieli .
Lo vede nel mondo e. nella storia u-
mana: nelle intuizioni 1.,ci ei "piccoli ",
nella fede di Pietro ch é"' pr,qclama la
sua divinità. Se,nte la p6tenza del
Padre quando opera un miracolo
come la risurrezione di Lazzaro e
nell'efficacia salvifica delle proprie
parole. Dal Padre si sente protetto.
E comprende il suo amore anche
nell'agonia, nella sofferenza e nella
morte .
Vive nel Padre, gli è immanente. Il
Padre è pure sempre dentro di Lui ,
e non semplicemente come un pen-
siero : "Il Padre è in me e io sono
nel Padre " (Gv 10,38); "Non credi
che io vivo nel Padre e il Padre vi-
ve in me?" (Gv 14, 1O).
Il rapporto filiale ha una e-
spressione piena nella missione.
Il Padre affida a Gesù la salvezza
del mondo e Gesù la assume con
totale adesione e determinazione .
Ne è cosciente e lo sottolinea con
affermazioni che non lasciano posto
al dubbio : sono stato mandato ...
per annunciare il Vangelo , per sal-
vare chi era perduto, per servire e
dare la vita per gli uomini. Tutto si ri -
collega alla volontà, al disegno , al
mandato ricevuto dal Padre.
Non solo , mandando il Figlio , Dio
manifesta la sua paternità verso di
Lui e verso gli uomini ; ma Gesù , in -
terpretando bene e portando a ter-
mine la missione , rivela il suo esse-
re Figlio . Attraverso di essa quindi ,
noi uomini veniamo a conoscere
anche l'aspetto essenziale del mi-
stero intimo del Dio unico.
È il cammino indicato anche a
noi per crescere come figli : ricono-
scimento della presenza del Padre
nella nostra vita e senso di una mis-
sione da compiere nel mondo.
Marzo 1999
A nno CXXIII
Numero 3
fn copertina:
Nigeria: un acervo
di razze, chiese, sétte,
lingue, culture...
Una povertà endemica,
la fo resta, il deserto,
la malari a, eppure...
Una nazione piena
di giovani.
UOto Ciancarlo 1\\1an ieri)
IL BOLLErrlNO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE:
G IANCARLO MANIERI
Redazione: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrig noni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
13 DOSSIER
N igeria, tra povertà e ricchezza
18 STORIA GIOVANE
Il capitolo dei gio vani
20 ATTUALITÀ
Il padre nel cinema
23 INSERTO/GIUBILEO
La basilica di Santa Prassede
28 MISSIONI
Puertas abiertas para ti
38 SOCIETÀ
Madre e figlia, donne
di GIANCARLO MANIERI
di TIZIANA MERLINI
di FABIO SANORONI
di NATALE MAFFIOLI
di GRAZIELLA CURTI
di GIUSEPPINA CUDEMO
RUBRICHE
2 li Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere - 8 In Italia & nel mondo - 11 Prima pagina
- 12 Zoom - 27 Lettera ai giovani - 30 Libri - 32 Osservatorio - 33 Box - 34 Co me Don Bosco
- 36 Carta di Comunione - 37 li doctor J. - 40 Cultura salesiana - 42 I nostri morti - 43 Don
Bosco a/umetti - 46 I nostri Santi - 47 In primo pia110/Foc11s
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Bruna Grassini - Natale Maffioli -
Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Giuseppe Moran te - Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morse lli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione : Giuseppe Coro (Roma)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
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in : Antille (a Santo Domingo) - Argen tina - Australia -
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Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
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Don Bosco in the W orld
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BS MARZO 1999

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
IL QUADERNO
DI MICHELE
"Il quaderno di Michele". Meno di cento pagine pubblicate
da un papà e una mamma che hanno messo insieme scritti
e poesie di un loro giovane figlio, rubato da un tumore a 15 ann_i.
Le sue grandi passioni - ricordano i genitori - erano la lettura,
la matematica, la musica, il computer e l'astronomia.
Possedeva un telescopio e si dedicava alla "scoperta del cielo! ".
U n ragazzo come tanti.
Gli piaceva scrivere ma
faceva i compiti brontolando
e con la mente rivolta al gioco
che aveva appena lasciato
o a quello che aveva intenzione
di, iniziare succ.essivamente .
Se il quaderno capita nelle
mani di un adulto aiuta a sfatare
il mito che i giovani d'oggi
non pensano. O che non siano
capaci di profondità.
"Il fiore - si legge in una poesia
- è il cuore / di una pianta /
innamorata. / Tra qualche giorno /
appassirà". I suoi scritti , affidati
anche a un diario , hanno sorpreso
gli stessi genitori che hanno
scoperto un Michele molto più
maturo della sua età,
e di quello che lasciava trasparire .
Ora a Lucca c'è un osservatorio
su adolescenti e adulti del loro
tempo che porta il nome
di Michele Sonnenfeld.
O Oggi che il pensare pare
emigrato lontano , vincono
la parola e l'immagine, il telefonino
è diventato uno snob e riempie
di bla bla ogni spazio in cui
si potrebbe stare in silenzio,
è difficile sapere chi è maestro
e chi discepolo.
Nel dubbio la cosa migliore
è affidarsi a chi testimonia
con la vita ciò in cui crede .
E in questa congiuntura,
anche i giovani possono
essere considerati maestri .
Imparare dai giovani non
è una mortificazione.
Ci sono giovani che pensano
MARZO 1999 BS
più di donne e uomini adulti ,
si pongono domande essenziali
e inquietanti sull'esistenza,
mentre va per la maggiore
il modello di adu lto rassegnato,
integrato, appagato.
Specialmente per scrutare
il futuro, la scuola dei giovani può
aiutare i grandi al senso della
misura, evitando la tentazione
dell'enfasi , ad essere disponibili.
Paradossalmente, gli adulti
di oggi hanno cose da dire
se si ricollocano
in un atteggiamento di ricerca
e di scoperta che è propria
dell'età giovanile: accomuna
piccoli e grandi.
O Pensare fa paura perché
in una società di apparenza,
forza a guardare in faccia
la realtà, ciò che le cose sono
e non quello che sembrano.
Quando si trovano giovani
che amano pensare prima che
guardare immagini o bere
qualsiasi ricetta, si dice che sono
ragazzi d'altri tempi.
Penso che lo si dica con un filo
di rimpianto. Anche dai giovani.
Ma per lasciare il segno,
la via obbligata è pensare.
Il quaderno di Michele lo prova.
Pensando si esce dal banale
in agguato.
O Pure i santi, anche quelli
morti in giovane età
(ce ne sono davvero un bel
numero) , erano straordinari amici
del pensiero , capaci di vedere
tutte le cose dal di dentro, oltre
l'apparenza. E perciò di cambiarle .

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APPELLI
Sono una bambina di 11
anni e anch ' io colleziono
appassion atamente imma-
ginette sacre. Chi mi può
ai utare inviandomene? Pos-
RINGRAZIAMENTI. Non po- glia , che, con squisita sen- bisogna prima di tutto saper
tendo rispondere a tutte_ le sibilità materna, si preoccupa bene dove ci si ti(ffa e poi come
lettere, ne arrivano tante , al- di Andrea; il giovane Gaeta- nuotarci in mezzo.. .
so contraccambiare. Ro-
berta Saba, via Pio Piras,
4 - 09036 Guspini (CA).
meno voglio ringraziare alcu- no Notero di Messina che mi Tu scrivi: "A noi spetta il dif- Le chiedo, caro direttore,
ni... Calogerina di Canicattì chiede di pubblicare un arti- fi cile compiro di amare" . Sa- di inserire anche me nel-
che mi fa i complimenti per il colo su Domenico Savio , per- crosanto! Ma per quale ragio- l'elenco di chi raccoglie e
BS e certi articoli giovanili e ché è un esempio affascinante ne credi che le suore abbiano scambia santini . Vetrano
certe risposte; Giuseppe Guar- di santità giovanile che an- fatro quel che hanno fatto? Maria, Via San Paolo, 68 -
diani di Torre S. Patrizio che drebbe imitato; Maria Anna No n sono andate a scuola di 92010 Caltabellotta.
mi invia una breve (m ica tan- Carollo, via S. G. Bosco, 142 , rap per imparare a ballare, Ecco fatto! È caccia ai
to) relazione sui diversi tipi di 90011 Bagherla, cordialissi- ma per imparare a capire, santini!
inquinamento sulla quale con- ma , che si offre di corrispon- per avvicinarsi a dei linguag-
cordo ; Gianpiero Fiore di dere con. persone che "aves- gi che sono propri dei giovani
Vico Equense che lamenta la sero bisogno di qualcuno che e sji1ggono spesso agli educa- al loro dio ... le svariate centi -
perdita della presenza delle parli con loro" .
tori . In definitiva l'hanno fat- naia di migliaia di morti per
FMA a Vico, ricordando con E tanti altri che non posso ci- to proprio per imparare il d!f- costruire le Piramidi [... ] i 30
commozione il bene fatto e tare... per moti vi di spazio. fi ci/e compiro di amare.
milioni (s ic!) di persone arse
esprimendo il suo grazie sin- Ci proverò più avanti.
C'è di piiì . Don Bosco esorta- vive dalla Inquisizione, I' ac-
cero; suor Petronilla [sonni,
va i suoi salesiani ad amare canita e feroce opposizione
missionaria in Brasile, per la
quello che i giovani amano, ad ogni forma di progresso
magn!ftca lei/era in cui rac- SUORE E RAP. ANCORA? affinché essi a loro volra ami- scientifico [... ]; il perché so-
conta la sua avventura in Caro BS.. . sono un giovane no quello che gli educatori no stati scomunicati i comu-
nave mercantile, tra disagi e di 25 an ni e ti sc ri vo in merito propongono.. . Capito la sotti- nisti e non anche i nazisti;
pericoli di ogn i genere ma alla notizia app resa al tele- gliezza? Prepara re il terreno perché la Chiesa abbia dete-
con la gioia nel cuore, alfri- giornale di alcune suore sale- perché Dio ci semini su. Per- nuto un ferreo potere politico
buendo la sua vocazione alla siane che sono andate a un ché è vero: Dio che con- con eserciti , ghig liotti namen-
lellura del BS; Giusy di Ma- corso di musica moderna . . . verte", ma non senza la col- ti , impiccagioni . .. morti in-
letto , che fa i complimenti al No n è certo con un corso di laborazione del/' uomo. Stai spiegate come quelle di Papa
BS perché lo trova "diverso ", musica che si ri esce a capire tranquillo: le suore salesiane Luciani ... Mi creda, scriverei
e promette di farlo conoscere il mondo giovanile, ma . . . non tralasciano i veri proble- volumi . . .
ai suoi c11nici; Lorenzo Celti buttandocisi dentro, mettendo mi, tutt'altro; esse fanno delle E poi osservi ... siccità, allu-
di Padova che ricorda con al centro loro e non noi . . . scelte furb e e 11·1.irate per ca- vioni , gelo, vento, grandine,
commozione e affetto i suoi ex stando in cortile con loro pirli i veri problemi, quindi parassiti .. . tutto colpa del pec-
insegnanti e dai nomi che fa anche quando fa freddo . . . A non solo non "fanno deridere cato. Ma che colpa ne ho io
(Ug uccioni, Liviabella, Chia- mio avv iso questi sono atteg- la Ch iesa" ma la fa ranno a- se Adamo mangiava le me-
ri , Biavati, De Bonis, Pil- giamenti che vogliono farc i mare e proprio da quelli che le? .. . (e via continuando con
la ... ), pezzi da novanta nella apparire moderni , ma che ser- la amano meno.
amenità del genere .. . n.d .r.)
congregazione, deve esser an- vono a poco ... Più che corsi La vocazione salesiana richie-
che lui un grand' uomo! ; il di musica ci servirebbero cor- de precisamente di capire i
Antonio, Gioi
simpaticissimo Anzalone Mi- si per farc i veri cristian i, forse giovani "in situazione", non Beh, caro lettore, legga libri
chele di San Cataldo , che mi così gli oratori sarebbero più in maniera astratta: i giovani che raccontino meno panza-
racconta il suo sogno di lau- pieni di 9iovani ... Dio 'so lo hanno una loro cultura e ab- ne! E, se vuole un consiglio, a
rearsi in teologia e pure quel- converte, a noi spetta il diffi- bastanza esclusiva, tu dovre- proposito del fatto che avreb-
lo di una "Bella Signora" che cile compito di amare ... Que- sti saperlo bene, non cono- be da scriverne per interi vo-
lo assicura della promozione , ste suore che rappresentano la scer/a è tagliarsi fuori dal lumi , prima di avventurarsi in
nonostante la quasi certezza Chiesa, rischi,ano di farla de- loro mondo. Quante volte ti è un terreno così alieno per lei,
di essere bocciato.. . sogno ridere' e tralasciano i veri pro- venuto di dire, sentendo un le conviene rattoppare un po'
avveratosi!; Silvia Craveno blemi che assillano i giovani. sermone, una predica, un in- il suo deposito storico-cultu-
di Varazze che, congratulan- A una suora o sacerdote non tervento: quello Il parla di rale: la storia non si fa con i
dosi con l'impostazione del si chiede che appiano l' hip- cose di cui non capisce nien- romanzi.
BS, invoca qualche articolo hop ma che sapp iano fare ciò te. .. Allora, io dico , meno Anche per quanto riguarda la
rivolro alle giovani coppie... che la loro vocazione richie- male che abbiamo delle suore teologia o più semplicemente
che speriamo prima o poi di de. Alla fine de lla vita il Pa- che quando aprono bocca la dottrina cristiana, il suo
realizzare ; Nello Governatori dreterno chiederà conto di sanno quel che dicono . Per- eloquio fa acqua come una
di Roma che mi in via una sua quanto hai amato non ballato. ché non si ama "comunque" , schiumarola! ... Ripeto : scel-
significativa poesia in dialet-
to roman esco con applicazio-
Nicola . Venezia si ama sapendo come amare.
ga meglio i suoi testi di lettu-
ra così poi potremo ragiona-
ni moderne: "M ' hanno arie- Sei fuori strada, caro Nicola:
re. Però le do atto che alla fi-
corto immezz ' a la cartaccia/ le FMA non hanno alcun biso- LA CHIESA, CHE CATA- ne della lettera una cosa la
abbandonato in fon no a ' n vi- gno di apparire moderne: lo STROFE! [... ] Comi nc io, Di- dice proprio giusta: "lo , scri-
coletto!/ Gnisuno m ' accarez- sono, e "dentro i giovani", co- rettore, co l ricordare i chilo- ve , continuerò a sforzarmi di
za e me s'abbraccia , gnisuno me dici tu, ci si sono buttate... metri di file di volonta ri azte- trattare gli altri come vorrei
me rega la baci e affetto! "; Ma tu 111' insegni che non basta chi che andava no a farsi essere tra/lato io stesso". Per-
Tumelero Graziella di Gra- bui/arsi, cosi' alla garibaldina: strappare il cuore per offrirsi f etto, questa sarebbe la cosa
MARZO 1999 BS

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Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
migliore da lei detta .. . se non
l' avesse già detta Cristo! Per
cominciare potrebbe leggere
l' enciclica di Pio Xl sul nazi-
smo (Mit Brennender Sorge,
17 marzo 1937) cosi può ren -
dersi conto cli come la Chiesa
amasse il nazismo(!).
NON BASTANO PAROLE.
Spett.le BS, mi rifer isco alla
risposta ad Andrea di Brescia
(BS nov . '98) ... La depressio-
ne è una malattia... È inutile
dire a una persona depressa
che sta sbagli ando, che sta
sprecando la vita, che deve
agire, deve lottare ... è inutile
parl argli dell ' amore di Dio ...
Il depresso cerca aiuto, ma non
cerca aiuto di parole . . . I de-
pressi hanno bisogno di un 'a-
zione concreta. Non basta dir-
gli "Ti voglio bene", bisogna
dimostrarglielo. Per esempio:
"Andiamo a fare una passeg-
giata, così parliamo un po "' ...
Annarita , Terni
Gentile signoralina, alla gua-
rigione di un malato, soprat-
riuto quando si tratta di certe
malattie, concorrono molti
fauori .. . Non esiste una ricet-
ta unica. Ciascuno deve fare
la sua parte. Brescia dista un
bel mucchio di km da Roma ...
Certo non potevo scrivergli:
"Caro Andrea, stasera uscia-
mo insieme!". Se è vero che
al depresso non basta dirg li
"Ti voglio bene" , o "Scuoti-
ti", è altrettanto vero che non
basta dirgli "Usciamo insie-
me!" . Tutto ci vuole: le paro-
le, i fatti, i farmaci, la pre-
ghiera ... e una buona dose
di fortuna.
È proprio perché non sotto-
valuto la depressione che tra
le decine e decine di lettere
che arrivano in redazione ho
pubblicato quella di Andrea...,
perché qualcuno vicino, ma-
gari sotto casa, faccia la sua
parte , e gli dica : "usciamo
insieme!". Qualche altro: "Ti
capisco", altri ancora: "Quel
dottore potrebbe suggerirti un
rimedio.. ." . Nemmeno lei da
Terni può far e molto di più
che scrivergli . Un altro ra-
gazzo mi ha inviato una lei/e-
ra perché la girassi ad An-
drea. È quello che ho fatto.
Era uno che.. . desiderava fa-
re la sua parte.
ANCORA PER ANDREA. Ri-
cevo un 'altra lettera. La pub-
blico, su richiesta dell a scri-
vente, augurandomi che possa
fa r del bene al destinatario.
Ca ro Andrea , ho vissuto an.-
ch' io con la morte nel cuore,
gli incubi e le allucinazioni
per molti anni; a differenza di
te ho avuto la fortuna di
avere due genitori e una so-
rella che mi sono stati sempre
vicini. lo sono uscita dal "tun-
nel" grazie anche alle cure
mediche; ho anche pregato
molto.. . Credo che anche per
te farebbe bene questa strada.
Per ora lascia perdere gli
studi, c'è sempre tempo, quan-
do avrai trovato la serenità
interiore , di continuarli. Spe-
ro che ti abbia fatto piacere
questo intervento sul BS e mi
auguro che tu risponda alla
mia lettera: Puiatti Elena (non
giuro sul cognome che ho ten -
tato di interpretare), Strada
delle Calandrine, 8 - 33080
Prata di Pordenone.
DISCRIMINAZIONI IN PAR-
ROCCHIA? Genti lissimo di-
rettore . .. siamo al le soglie del
2000 e ancora es istono discri -
minazioni nella casa di Dio ...
Ne lla mia chiesa (fanno ser-
vizio) sempre e solo i soliti
appartenenti ali' Azione Cat-
tolica ... Ma che gli altri non
sanno leggere? Non sono dei
fedeli come tutti ? E non sono
ali ' altezza di farlo? Quando
sono nella mia chiesa ho
l' impressione di fa re la bell a
statuina ...
Lettera firmata
Mi trova pe,jettamente d' ac-
cordo, signora. La messa è
presieduta dal sacerdote ma
celebrata da tutti. Quindi il
suo discorso non fa una piega.
Le pieghe.. . le fa qualche im-
provvisato lettore quando , in-
vece di "proclamare" la Pa-
rola, la smozzica, si mangia le
parole, tossisce, soffia, ripete ,
balbetta, o quando trovi sem-
pre un rifiuto ad ogni richie-
sta di collaborazione. Capita
sa? In questi casi la cosa da
fare è farsi avanti, chiedere di
partecipare, di leggere, di ac-
cogliere i fedeli, di fare volan-
tinaggio, di servire. ..
Anch' io sono contrario alle
"belle statuine": gente che
fuori della chiesa ride, scher-
za, si agita , parla a valanga,
ma appena si ritrova nella
navata gli si sclerotizzano le
corde vocali , e... subisce un
processo di mummi,fìcazione ,
che sparisce, come per incan-
to , appena riguadagna l'uscita!
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail : biesse@sdb.org
BS MARZO 1999

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IN ITALIA&NEL MONDO
PGS, RIMINI
PER UNO SPORT
EDUCATIVO
1400 polisportive, 11 8.000 tes-
serati in 89 prov ince. Questi
alcuni numeri de lla PGS ita-
li ana, l'organi zzazione che
raccoglie lo sport educati vo
che si ispira al sistema sal e-
siano. L ' assemblea di Rimini
ha scommesso sulla fa ttibilità
d i un " patto" tra le fo rze edu -
cati ve , abbandonando antago-
ni smi vecchi e nuov i per unir-
si in una forza d ' urto fo rmati-
va, che renda access ibile la
cresc ita integrale, organica, e-
quili brata della persona uma-
na. L' urgenza di uno sport fo r-
temente orientato ai valori è
presente ormai con forza: for-
se il momento è propi zio per
dare una svolta.
È que llo che si propone la
PGS.
SANTIAGO, CILE
IL CUORE GIOVANE
DELL' AMERICA
Nell 'ottobre scorso si sono
svolti l'incontro continentale e
il congresso latino americano
de i giovani. A decine di mi-
gliaia hanno invaso pacifica-
mente la capitale del Cile. Le
case delle Fig lie di Maria Au-
siliatrice e dei sales iani vicine
a Santiago hanno messo a di-
sposizione le loro strutture per
l'accoglienza. Numerose suo-
re hanno fatto parte delle é-
qu ipe organizzative, una di
esse era nell 'équipe centrale
di coordinamento. Nella fo to
suor Giorgina Mc Pake con
alcune giovani partecipanti al-
i ' incontro continentale.
COLLE DON BOSCO,
ITALIA
CICLO PELLEGRINAGGIO
28 giovani italiani e 7 sloveni
sono partiti dal Co lle per un
pe llegrinaggio in posti dove
la fede per motivi diversi è
stata ed è parti co larmente
splendente. Le tappe della sin-
go lare fati ca: Rajecka Lesna,
in visita al presepio di legno
più grande d'Euro pa; Nowa
Huta , nella chiesa costruita
dall 'attu ale papa contro il vo-
lere del regime con l'aiuto di
tutti i polacchi; Wieliczka , in
visita alla miniera con galle-
rie di statue di salgemma scol-
pite dai minatori ; Auschwitz ,
per non dimenticare il terribi-
le campo di sterminio e la di-
sastrosa inutilità de lla guerra;
Czestochowa , centro di fede e
di preghiera all a Madonna ne-
ra di Polonia; Warsawa , in
visita al famoso Ghetto degli
ebrei; infine Kryziu Kalnas ,
la Collina delle Croci (foto)
in Lituania, dove mi gli aia di
croc i si affas tellano in manie-
ra impressionante, infi sse sul
terreno, o semplicemente ap-
poggiate, o appese alle più
grandi. Sono il simbolo della
resistenza Lituana contro o-
gni oppressione. Regolarmen-
te spianata dalle autori tà la
collina risorgeva il giorno do-
po : una gara che ha un vinci-
tore: i reg imi sono passati, le
croci sono ancora là.
MARZO 1999 BS
PACOGNANO, ITALIA
CONGRESSO VIDES
V0 congresso internaz ionale
de l VIDES (Volontariato in-
ternazionale per la Donna, l'E-
ducazione e lo Sv iluppo) . Te-
ma: "Globalizzaz ione, c'è di
più ?". 400 partecipanti da 27
diversi paes i di provenienza.
Un incontro multireligioso: per
la prima volta infatti erano
presenti giovani di credo cat-
tolico, protestante, musulm a-
no e ortodosso. Alcuni relatori
hanno aiutato l'approfo ndi-
mento del tema, per sfuggire
ad una visione semplicistica
che lo riduce a una corrente
capace di inglobare il pianeta
in un ' unica prospettiva.

1.9 Page 9

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WAU, SUDAN
IN PRIMA LINEA
Nella cittadina di Wa u, al di
là de lla già precaria condizio-
ne causata da oltre due anni
d i sicc ità totale (per cui da
tempo la fame mieteva le sue
vittime), l' affl usso dai vari
villaggi di gente perseguitata
sia da lle truppe de l governo
come dai ribell i, si aggira su l-
le mig liaia al giorno. Gi ungo-
no al centro della miss ione
scheletriti , nudi ed esausti e,
no nostante i posti di acco-
glienza improvvisati sotto le
tettoie, non possono essere
curati tutti. Nella fo to suor
Miri am, una de lle tre FMA
che si dedicano ali ' assistenza
di migliaia di rifugiati nel ten-
tativo d i salvare le loro vite
minacciate da ll a fame e dagli
stenti. Stanno su lla breccia
per 10 ore al giorno, atten-
dendo malati gravi nel di-
spensario, assistendo i mo ri -
bandi , imbocca ndo ad ulti e
bambini troppo deboli per nu-
trirsi da soli, distribuendo cibo
e vestiario .. . Una vita da eroi.
MENO10
PALMA DEL RIO,
SPAGNA
GITA PREMIO
Un gru ppo di 42 al unni de ll a
fo rmazione profess ionale de l
collegio salesiano San Luis Rey
di Palma de Rfo (C6rdoba),
appartene nti al gru ppo teatra-
le "Pigmalione", dopo aver
vi nto il premio "Euroscuola"
de l Parlamento Europeo, è sta-
to invitato nella sede di Stra-
sburgo, ass ieme ad altri gio-
vani provenienti da tutta la
comunità europea, per parte-
cipare a una sessione di detto
Parlamento che aveva per
tema le problematiche più ur-
genti della loro condizione di
giovan i del 2000. ella foto
gli alunni della scuola salesia-
na davanti alla sede parlamen-
tare dopo la visita.
ISulla busta commemorativa delle poste vaticane
campeggiano due figure di papi: Innocenzo Xli,
cardinale Antonio Pignatelli, di famiglia napoletana,
che indisse il Giubileo del 1700 e Clemente Xl ,
cardinale Giovanni Albani di Urbino,
cui toccò concluderlo.
IL GIUBILEO
DEL SECOLO DEI LUMI
SCONVOLGIMENTI...
L'Europa è in fermento : è in gestazione la grande
trasformazione che avrà il suo culmine nella Rivolu-
zione Francese e inaugurerà l'era moderna.
La Chiesa è attraversata dai fremiti di due grandi
controversie , una di carattere teologico, il "gianse-
nismo", una di carattere ecclesiologico, il gallicane-
simo o cesaropapismo .
Calamità naturali turbano Roma e l' Italia: la solita
peste , il terremoto , e soprattutto proprio nel mezzo
delle giubilari , una grave inondazione del Tevere.
Papa Innocenzo fu un "papa buono" e benemerito.
Con una bolla dalle norme rigidissime abolì , finalmente ,
la triste piaga del nepotismo che aveva devastato il pa-
pato per secoli. Già vecchio e malandato in salute , indis-
se il Giubileo del 1700 e si applicò con ogni cura alla sua
preparazione. Tra le altre cose emanò una significativa
disposizione che durante l'anno santo permetteva ai re-
ligiosi che avevano abbandonato il loro ordine di potervi
rientrare senza subire alcun provvedimento punitivo .
Le complesse vicende politiche e sociali, ma so-
prattutto quelle di carattere culturale - leggi Illumini-
smo - preannunciavano grandi evoluzioni e rivolgimenti
che avrebbero fatto del 1700 "i l secolo dei lumi" e pre-
parato alla lontana la Rivoluzione per antonomasia, che
avrà infl uenze profonde e durature sull'intero pianeta.
Il Giubileo fu, come al solito, solenne e partecipato .
Scrive un viaggiatore inglese : "La folla continua a pas-
sare in ginocchio la Porta Santa di San Pietro con tale
affluenza che non sono riuscito ancora a farmi strada
per entrare". Innocenzo morì il 27 settembre, pochi mesi
prima della ch iusura dell'anno santo , che toccò al suo
successore , Clemente Xl. Tra i pellegrini illustri le cro-
nache ricordano il Granduca Cosimo di Toscana , il
pri ncipe Antonio Farnese , e la Regina Maria Cristina
di Polonia , che , con sbalordimento di tutti, volle passa-
re la Porta Santa a piedi nudi .
BS MARZO 1999

1.10 Page 10

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l00annifa
Troviamo nel BS del marzo di cento anni fa un articoletto
decisamente interessante intitolato:
"L'OPERA PIÙ CARA AL CUORE Dl DON BOSCO".
È la trascrizione di un articolo del periodico torinese
"La Voce dell'Operaio", che proponeva a tutti i "sodalizi
cattolici" di fare come face va Don Bosco. Ne trascriviamo
la parte centrale. Le parti in corsivo sono tali nel testo.
SULLE ORME DI CRISTO
Dieci video per una esplorazione dei luoghi santi, alla
maniera dei pellegrini di un tempo, per incontrare la
persona di Gesù e il suo messaggio.
I Questa la foto che illustrava il numero in questione,
con la legenda: S. Giusep1>e.
Statua e trono eseguito (s ic) dagli scultori
(della scuola salesiana) di Sarrià - Spagna.
Dopo avere co' suoi Collegi provveduto a rifornire di
giovani devoti i Seminari del Piemonte, Don Bosco in-
spirato dall a Divina Provvidenza si accinse ad attuare un
disegno da lungo tempo meditato, quello cioè di "pro-
muovere e colti vare le vocazioni ecclesiastiche fra gli
adulti." Riuscitogli l'intento, intitolò la nuova istitu zio-
ne: Opera di Maria Ausiliatrice; la quale, se negli inizi
si contenne in ri stretti limiti, ora si estende e fruttifica in
modo merav iglioso. Dal Bollettino Salesiano dello scor-
so gennaio apprendiamo che nel 98 furon o oltre 300 i
Figli di Maria chiamati allo stato ecclesiastico. L a casa
di Trecate ne diede 30, quasi egual numero le Scuole
Apostoliche del Martinetto in Torino, per tacere di quelli
formati a Val salice, Chieri , Lombriasco, Foglizzo, I vrea,
Sampierdarena, Lugo, in altre parti d'Italia, in Francia,
in Spagna. Giovani che sono passati per l a dura e perico-
losa prova del servi zio militare, altri che esercitarono arti
manuali, adulti che sono stati in pubblici e privati impie-
ghi, sentendosi chiamati al ministero sacerdotale, trova-
no nelle Case di Don Bosco ciò che il loro cuore da lungo
tempo des iderava: essi possono considerarsi come gli
operai chiamati sul mezzodì e nel pomeriggio a lavorare
nella mistica vigna del Signore; è l'Opera di Maria Au-
siliatrice una novella prova della perenne assistenza del
Signore sopra la sua Chiesa.
MARZO 1999 BS
La serie di video "SULLE ORME 01 CRISTO" (1 O titoli - 30 min.
ciasc.) ripropone in forma nuova e affascinante la figura di
Gesù e i temi del Vangelo. Percorrendo i luoghi d'Israele,
con una macchina da presa indagatrice, ci si avvicina al suo
mondo e, soprattutto, con una rilettura vitale dei Vangeli, si
rievoca la sua Persona e la forza trascinatrice del suo mes-
saggio per i suoi contemporanei e per noi. Attraverso un
testo letterario ben curato e immagini di prima bellezza, lo
spettatore si sente inconsapevolmente testimone - dopo
ben duemila anni - di eventi che hanno lasciato il loro se-
gno sul destino del mondo.
Per i credenti di tutte le confessioni cristiane queste video
sono una via per riscoprire e gustare il Vangelo , quasi un
moderno corso di catechesi e formazione biblica sul Mae-
stro , visto nella sua terra e nel suo tempo.
Oltre che in italiano, la serie è disponibile in inglese, spa-
gnolo, portoghese, polacco, ucraino, tamil, francese, catala-
no, coreano, giapponese.
Titoli
• E AVVENNE
Il contesto storico del-
la nascita di Gesù
GIOVANNI IL BATTEZZATORE Il Precursore e la sua
testimonianza
QUEGLI ANNI NASCOSTI
La vita della S. Fami-
glia a Nazareth
DALLA SOLITUDINE AL MONDO Predicazione e miracoli
• LA LEGGE E L'AMORE
La novità dell 'insegna-
mento di Gesù
• BEATI VOI
Il discorso della mon-
tagna e i racconti del
lago .
• TU SEI IL CRISTO
La trasfigurazione.
• GRIDERANNO LE PIETRE
Il preludio alla passione
• LA PASSIONE
Dall 'osanna delle Pal-
me al Processo
• LA CROCE E POI
La morte e risurrezio-
ne di Gesù
Le video sono corredate da una Guida didattica, con testi inte-
grativi del tema trattato e spunti per la riflessione personale e
la discussione nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi biblici .
Paoline Audiovisivi - in tutte le librerie religiose .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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PRIMA PAGINA
Serena Manoni
JV'ostalgia
di <Paradiso...
"E.....
stupendo un giar-
dino! Vestito di si -
lenzio . La luna lo veglia di
notte e il sole è come un
guardiano del giorno". So-
no sempre di più gli uomini
che invece di rimanere
estasiati di fronte allo spet-
tacolo della natura, ai suoi
colori , alle sue luci , ine-
briati dai suoi profumi , ri-
mangono disgustati dallo
spettacolo sempre più fre-
quente di montagne di ri-
esaltante, sforzo virilizzan-
te , fel icità di crescere . È
ciò che attrae, ciò che rin-
fiuti , occultate, ma denun-
ciate dall 'odore mefitico
nova, ciò che unisce , ciò
che fiorisce", la natura è
che emanano ; da coll ine
un 'i nvasione di vita. E sta
ferite , alberi rinsecchiti,
morendo ... Perduti in mez-
terreni sconvolti .. . Sempre
zo alla civiltà tecnolog ica,
meno suoni si odono che
presi d'assalto dalle mac-
non siano quelli delle sire-
chi ne , guidati da esse, ve-
ne o dei clacson , sempre
stiti di esse, uomini sempre
meno luci che non siano
più numerosi si ribellano ,
quelle artificiali , sempre
cominciando un faticoso
meno odori che non siano
cammino a ritroso per ritro-
le esalazioni mefitiche dei
vare le primitive sorgenti.
gas di scarico , dei fumi
Vogliono ritemprarsi nella
densi delle cimin iere e del-
monotonia sempre uguale
lo smog.
e sempre diversa del crea-
E sempre più esseri u-
mani avvertono una no-
NOSTALGIA
to , risentire odori dimen -
ticati o mai imparati , ine-
briarsi di colori sconosciuti ,
stalgia struggente di ge-
nuino , di naturale , i fruscii
DI PARADISO
perdersi nelle infinite varia-
zioni della natura.
misteriosi , i colori dell'iride,
Un grande ritorno? Forse .
le stelle non più offese dal-
"Il mondo era una favola bella!".
Magari! Tornare alla natu-
le luci della città. L'uomo
torna a desiderare la cam-
pagna che da un secolo
È triste parlare al passato, ma la realtà
attuale ti costringe. La terra non è più
ra per ridarle ciò che gli
spetta di diritto : la sua bel-
lezza non infastidita da
fugge : rivuole la terra dalla
quale si era allontanato
inseguendo miraggi di fata
morgana. Torna a piacergli
un giardino: i tempi dell'Eden sono
tragicamente scomparsi sia dall'anima
che in natura. Il degrado sembra infinito.
supplenze supererogatorie,
il suo ciclo perenne di
morte/ risurrez ione .
piantare alberi , coltivare
fiori , curare cespugl i. .. Ri-
scopre l'intima soddisfa-
zione di imparare nomi di
Eppure ... Sempre più numerosi sono
gli uomini che combattono una battaglia
solitaria per salvare il salvabile.
Luciano Grandene è uno
di questi amanti solitari
che ha preso come motto
un proverbio amish: "Non
piante, fiori , alberi , erbe ...
abbiamo ereditato la terra
il bosso nano, l'acero negundo, il tasso aureo, dai nostri padri; l'abbiamo semplicemente presa in
l'edera variegata, il cotoneaster, la pachisandra, la prestito dai nostri figli ". Per conservare la memoria
felce, il pittosforo, la skimmia japonica, il berberis, il di un paradiso perduto, egli tenta di conservarlo ge-
centocchio, l'aubrezia .. . nomi sconosciuti e sugge- losamente intatto , difendendolo dall'assalto delle di-
stivi, lemmi con un sentore di magico .. . E non rischi scariche, dell'asfalto, delle grandi pale meccaniche,
più: "Lì c'è la skimmia.. .". "Papà, si dice scimmia, e della plastica, della gomma, delle lattine .. . Ha com-
non ne vedo nessuna !".
prato un terreno in collina dove concede alla natura
di trionfare coma sa. mormora il ruscello , cantano
L'uomo moderno sa dialogare col computer, fra gli uccell i, odorano le piante di 300 specie diverse, e
poco col teleputer, ma ha disimparato a dialogare i fiori fanno una gran festa ... Un pezzetto di para-
con la natura. Eppure essa è "gioia fisica, co ntatto diso è un luogo per il riposo , i sogni, la fede .. . O
BS MARZO 1999

2.2 Page 12

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ROMA , S. CUORE Un
momento del "Meeting
Internazionale sui Ra-
gazzi di Strada", orga-
nizzato dal VIS (volon-
tariato internazionale per
lo sviluppo). Circa 200 i
partecipanti, provenienti
da circa 40 paesi , che
hanno discusso con la
presenza di esperti di
fama internazionale , sul
dramma e sui possibili
rimedi di questa piaga
sociale che sembra in
espansione , interessan-
do ormai le zone più di-
verse del mondo, anche
occidentale.
HO CHI MINH , VIET-
NAM. Non è il nuovo a-
bito proposto per i sale-
siani , è un segno della
profonda inculturazione
di cui è stato capace
Don Bosco e che ha la-
sciato in eredità ai suoi
figli: eg li era torinese a
"" Torino, francese in Fran-
eia, spagno lo in Spa-
gna .. . Oggi è etiope in
Etiopia, indiano in India,
vietnamita in Vietnam ...
Così il Rettor Maggiore
ha partecipato alla festa
Giovani organizzata in
occasione della sua visi-
ta nella città di Ho Chi
Minh .
,..
PORTO VELHO , BRA-
SILE. Padre Joao Carlos
lsoardi, direttore del Don
Bosco di Porto Velho , ha
richiesto in tutto il mondo
copie dei Bollettini Sa-
lesiani nelle varie lingue
ed edizioni , per appron-
.., tare una mostra (nel la
foto) che sottolineasse
l'interesse unico di Don
Bosco per la "Buona
stampa" attraverso la
pubblicazione di gran
lung a più famosa , più
prolifica e longeva da lui
fondata e di cui fu il pri-
mo direttore .
LOS TEQUES , VENE -
ZUELA . Continuano le
giornate della "comuni-
cazione sociale" presso
le varie nazioni del mon-
do, organizzate _dal dica-
stero apposito. E un mo-
do di prepararsi al lii mil-
lennio che sarà , senza
ombra di dubbio, il seco-
lo della comunicazione.
Vedrà cambiamenti radi-
cali che già si preannun-
ciano e che rivoluzione-
ranno , secondo le previ-
sioni , la vita del pianeta.
BRASILE. I salesiani del
Brasile assieme alla
associazione "Unioao
pela vita" hanno lanciato
una campagna per l'ac-
quisto di libri scolastici
per gli studenti poveri e
di raccolta fondi per i ra-
gazzi abbandonati. Nel
corso del 1998 hanno
potuto aiutare 15.000
alunni regalando loro i
libri e altre migliaia ne
hanno sfamati .. . La cam-
pagna è sempre in atto ,
perché troppo gratifi-
cante vedere un bambi-
no felice".
MARZO 1999 BS
VALENCIA , VENEZUE -
LA. I salesiani dell "'Obra
San Juan Bosco" sono
impegnati da quasi
trent'anni al barrio "El
Consejo", situato nella
periferia della città . Si
tratta di uno dei quartieri
più popolari, e difficili, in
certe sue frange anche
violento, dove la presen-
za salesiana si specifica
attraverso la parrocchia,
il centro giovanile , e la
scuola primaria per e-
sterni , povera nelle strut-
ture, ma dignitosa e per-
fettamente organizzata.

2.3 Page 13

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DOSSIER MISSIONARIO
di Giancarlo Manieri
IL GIGANTE
-DELLJAFRICA
La Nigeria è il più grande stato del continente africano, il più popoloso, .
il più impossibile... Nato artificialmente dalla volontà degli inglesi,
complici altre nazioni del mondo, che raggrupparono circa 250 tribù diverse
e s'inventarono una nazione. Ingenuità o calcolo politico? Una cosa è certa:
bisognava credere ai miracoli per pretendere di fare di centinaia di razze,
lingue, culture diverse un popolo unico, di mescolare tanta variegata umanità,
tante diverse tradizioni religiose, tante differenti vie di spiritualità.
È che la Nigeria ha un grande "torto", ahimè, quello di possedere centinaia
di pozzi di petrolio, centinaia di km di foreste, centinaia di migliaia di ettari
per l'agricoltura e i pascoli, e... più di cento milioni di individui:
è quanto basta per cadere sotto il mirino di chi fa del profitto la filosofia e...
la teologia della vita. Con la Nigeria prima o poi toccherà fare i conti.
BS MARZO 1999

2.4 Page 14

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SURELYTHERE IS
POWER IN PRAYER
' ' I ndubbiamente c'è potenza
nella preghiera!". Questa
singolare professione di fe-
de scritta a mano sulla fiancata ac-
ci~ccata di un taxi-pullmino, la dice
lunga sulla religiosità profonda della
cultura nigeriana. Una parola miste-
riosa racchiude tutto ciò che è dovuto
a Chukwu-D io . La paro la è Omenala.
Dice preghiere, sacrific i, impetraz io-
ni , offerte; dice il rispetto rigoroso
del le tradizioni , la venerazione degli
anziani , la memoria degli antenati ,
l'obbedi enza all ' autorità; di ce la vita
quotidi ana intrisa di sp iritualità, di at-
tenzione all a tradi zione, e di richi ami
a Dio disseminati ov unque: sui cofani
arrugginiti delle autovetture, le fian-
cate rabberciate dei camion, i muri
scrostati delle case, i frontespizi arti-
gianali de i negoz i.. . Formule da ri -
I tenere a memoria, da possedere e usa-
re come intercalari; formu le che costi-
tui scono il coll ante dell a Umunna-co-
munità, imbastita sulla memoria viva
degli antenati.
Tutto questo, che fa parte dell a
cultura igbo, in termini e nomi di versi
appartiene anche alla cultura yo ruba e
a quella hausa, tanto per citare le tre
più numerose tribù della Nigeria, che
ass ieme assommano al 60% dell ' inte-
ra popolazione. Sulle già citate car-
rozzerie degli automezzi campeggia-
no scritte come God is ab /e, Dio è
bravo; To obey is better than sacriji-
ce, obbedire va le più che offrire sacri-
fi ci (prov ate a dirlo ai nostri giovani ,
e, giacché ci siete, anche ag li adulti! );
The Lord is my sheperd, il Signore è
la mia guida; God f trst! Dio è il mi -
gliore! Truly God is good, davvero
Dio è buono .
Jesus is the way , Gesù è la strada, è
sulla fiancata di un pullmino che ha
tutta l' aria di reggersi solo " per grazia
ricevuta" . Appare come un ' invocazio-
ne e una speranza, soprattutto se si
getta un 'occhiata alle strade, somi-
g lianti più a percorsi di guerra che a
vie di comunicazione. Tante altTe scntte
si trovano e dell o stesso tenore, a ri-
prova di una spiritualità diffusa, senti-
ta, e incarnata nelle situazioni rea li e
quotidia ne. Del resto so lo in Ni geri a è
dato vedere tutti i giorni , mattina e
sera, fil e di gente avviarsi verso la
chi esa cantando e pregando. Le chie-
se nigeriane sono sempre zeppe. I fe-
de!i attendono pazientemente, fuori ,
che finisca la celebrazione in corso
per correre a prendere i posti per
quell a success iva . .. Manco andassero
al cinema. Non per null a il primo
beato africano è un ni geriano, il beato
Tanzi , contempl ativo c istercense di
etnia igbo, la cui devozione sta mon-
tando come una marea.
La religione è il vestito dell'afri-
cano . Facile co nvincersene. Akure, ca-
pitale dello stato di Ondo, poco più
di 200.000 abitanti , ospita non meno
di 5000 diverse confessioni e sétte re-
ligiose, quas i tutte di importaz ione.
Così è dovunque. Religioni diverse
hanno potuto attecchire perché I' am-
bi ente familiare e sociale è impregnato
di religiosità e il sacro permea l' uomo
e le sue attività. Una considerazione.
Duecento anni fa i nostri padri hanno
vissuto la stagione de llo sfruttamento
dei corpi degli africani , una mal edizio-
ne conosciuta col triste epiteto di "trat-
ta dei negri ", tanto efferata da giunge-
re, a volte, a episodi incredibili, come
barattare una bottiglia di liquore per
uno schiavo (vedifoto). Oggi in Nige-
ria si celebra la stagione dello sfrutta-
mento delle risorse: le grandi compa-
gnie sanno far bene il loro mestiere!
Dio non voglia che accettiamo supina-
mente di consumare anche la stagione
dello sfruttamento della religiosità
africana. Sarebbe imperdonabile.
MARZO 1999 BS

2.5 Page 15

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UNA SOC/ETA' PER
LA SOPRAWIVENZA
I n Nigeria osservare la strada e
quello che vi succede vuo l dire
cap ire molte cose. Qui due bimbi ,
otto/nove anni , si dirigono al mercato;
recano in eq uilibrio sulla testa due
grossi panieri piatti , più grand i di
loro, co lmi ali ' inverosimile di ortaggi
diversi. Là una donna sul capo senza
cerc ine regge un grappolo di banane
di incredibile grandezza; avanza len-
tamente concentrata sul peso eccessi-
vo e sulla strada traditrice: basta un
piede in fallo e.. . Dietro, guardingo,
un raoazzo: ha per cappello una lunga
asta, fo rse un a can na di bambù , visto-
samente curvata dal peso di due enor-
mi zucche in bilico all e due estremità;
quella davanti sembra ostruirgli la
vista benché sia a c irca un metro e
mezzo di distanza dagli occhi : proce-
de con movenze da giocoliere, attento
a non far rotolare via dalla testa il
prezioso carico.
Ovunque people, people, people:
Vedi sbucare la gente dai vicoli, dag!J
anool i delle vie, dai portoni (s i fa per
du~! ) delle case, a frotte. Tutti haru~o
qualcosa . Da vende1:e. Le. n~~rcanz,e
sono le più varie e mcred1bd1 , com~
quei ragazzi ni che P?rgon_o ma~z, d1
bastoncini di una decma d1 cent1metn
di lunghezza, artigianalm~nt~ sgros-
sati· sono stecche e rametti d1 non so
quaÌe albero o canna; li vendono co~
me spazzolini da denti : mast1candol1
i sfilacciano e ... il gioco è fa tto!
La vita in Nigeria si svolge all' a~
perto, sulla strada, nelle piazz~, per 1
campi, lungo i fossi, sulla nve de l
Nioer dentro la fo resta. Le case sono
be~ p~ca e povera cosa: cubicoli per
dormire o poco più. Palazzi a più pia-
ni sono rari come le mosche bianche e
si trovano so lo ne lle grandi città.
L'imperativo è il cibo quotidiano.
Ogni mattina comincia la grande cac-
cia che si protrae fino a sera. Impegna
anche i bambini che sono tanti: affo l-
lano i mercati , le strade, le piazze, le
chiese, i negozi, le case e ... gli alberi.
I più piccoli vivono perennemente ap-
pi ccicati alla schiena delle mamme o
delle sorelline. L 'istituto del "figli o
uni co" non esiste: "La mia fam iglia -
scrive un raoazzo
b
co italiano - ha la
nigeri ano
.
fortuna d1
a un a
avere
mi -
.
sei
fio li! ". Qoni famiglia vanta - è il ver-
b; gi ustob - cinque, dieci, e perfino
quindici figli. Essi _sono la vera gran-
de risorsa della nazione, cost1tu1scono
circa iI 60% del! 'intera popolazione.
La Nigeria è una nazione giovane.
La scuola c'è per chi ci va. L'oc-
cupazione comune per i bambini
fare i " piccoli portatori d_'acqua"_ pn-
ma ancora che fare g li scola n. Il
mezzo di trasporto? La testa natural-
mente. Come contenitori bastano vec-
chi bidoni di materiale, dimensioni e
colori diversi. Non è infrequente scor-
gere ragazzine impuberi con una gran~
de tanica sulla testa, un bustone d1
pl astica in m ano e il fratel lino appeso
alla schiena! Nella grande magg10ran-
za delle case non esiste l'acq ua cor-
rente. C'è il pozzo, il fiume, e ... la
fontana della mi ss ione.
Ognocha è il padre bia~1co. Se lo
scorgono per la strada, lo circondano,
lo chi amano con quell o stra no appel-
lativo, gli carezzano estasiati i peli del-
QUALCHE DATO
923 .768 km2, più di 100 milioni di_abi-
tanti , già colonia e protettorato bnta~-
nici, indipendente dal 1960, Repubbli-
ca federale dal 1964 composta da
una trentina di stati autonomi e centi -
naia di lingue e etnie diverse. Nove
presidenti, quattro colp! di sté:to1 2 re-
pubbliche , 2 regImI d1ttatonal1 , una
sanguinosa guerra civile, quella d_el
Biafra. Moneta nazionale la na,ra, cir-
ca 19 lire. Le tribù più numerose Yo-
ruba (21 %), Hausa (21 %), lgbo
(18%) . Religione musulmana al nord,
cristiano-cattolica al centro-sud. Con-
figurazione delle risorse : 43% del ter-
ritorio prati e pascoli , 35% agric_oltura,
11 % boschi e foreste. Il resto incolto
e improduttivo, praticamente deserto.
.,.
-
le braccia ... forse chissà per loro _as~
somioliarno a sc immie, o a pupazzi d1
pelo:che ... Qualu1~que cosa gl~ regali
Ii fa fe lici: una biro, un pettme, un
fermaoJio, un orecchino (sì anche uno
solo), 0un anello (anche di "vi_l metal-
lo", purché luccichi), una sp illa, una

2.6 Page 16

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medaglietta... T utto va bene per chi è
alle prese col rompicapo giornaliero
di procurarsi qualcosa per vivere.
Gli adulti si arrangiano facendo un
po ' di tutto . Alcuni anche i l adri. An zi
il furto è una piaga sociale, e per
combatterl a si è giunti a mettere in
moto una giustizia un po' sommaria:
colto in flagrante il " mariu ol o" può
rimetterci l a pelle, senza che nessuno
al zi un dito di misericordia. Il gover-
no sta l ottando per stroncare il feno-
meno.. . ma sarà dura; l a povertà e la
fame giocano contro. "Non di solo
ignami, vive l ' uomo!". L a parafrasi è
forse irri verente, ma rende l a realtà.
L o ignami è una specie di patata, il
cibo nazionale. Spesso l 'unico !
L a corruzione, ovviamente, dil aga.
I n Ni geria, come del resto un po'
ovunque nel mondo, puoi comprare
tutto, anche i poliziotti. Qualche naira
ti evita la multa, l a coda, l ' ispezione,
la discussione; accelera la pratica, ti
apre la porta degli uffici am ministrati-
vi, i l sorriso dei fun zi onari, i battenti
dell 'ospedal e. Insomma se tutto il
mondo è paese, la N igeria lo è ancor
più.
L'economia nazionale dipende dal
petrolio , ci oè dalle grandi compa-
gnie. L a coloni zzazione non ha certo
preparato una classe politi ca ali ' altez-
za di reggere l ' urto dell a modernità.
Così i Nigeri ani si ri trovano condan-
nati a scoprire a loro spese i val ori
della democrazia e a imparare a ev i-
tarne gli eccessi . Per ora è una econo-
mi a di sopravvivenza. In N igeria fun-
zi ona tutto come può. Anche il traffi-
co. Lo ~hiamano " marmellata", trafic
Jam , e s1 snoda quas i senza segnaleti -
ca, con can-eggiate... a quattro sensi
di marcia, perché s' infi lano anche tra-
sver salmente senza pudori . Si procede
a sl al om, a salti (l e buche hanno pro-
porzioni colossali) e contromano con
disarm ante tranquillità. Nessuno osa
meravigliarsi! L ' Africano ha impara-
to da millenni una pazienza senza
scosse, quasi rassegnata. Fa riflettere
la frase sul frontespizio di una casa ad
Onitsh~: in destiny no competition,
contro Il destino non c'è ni ente da fa-
re! Con a disposizione l 'equi valente
di 3000 lire al giorn o per vi vere (mille
ce ne vogliono per un chilo di pane),
se non hai una pazienza secolare,
scordati di resistere. . . Date queste pre-
messe, non si stenta a capire perché
tante ni geriane riempi ano l e strade di
periferia delle nostre città.
Nella cultura, ancora in gran par-
MARZO 1999 BS
te tribale, c'è rad icatissimo il concet-
to dell 'autorità. Tanto che appena qual-
cuno, chiunque sia, a qu alunque ceto
appartenga, si ritrova con un briciol o
per guanto piccolo di responsabilità,
si procura subito lo strumento per
eserc itarl a: " il bastone del comando",
che può essere una verga, una canna,
un ramo, una bacchetta, un randell o...
L o trovi in mano ai chief dei vi llaggi,
ai poliziotti , ai capi ufficio, ai mae-
stri; ma anche al catechista, al portie-
re d'albergo, al custode dell a missio-
ne; e ancora al piccolo capobanda, al
capoclasse. Senza una verga in mano
sei nessuno! 1
LA MIA AFRICA ... PENNELLATE
di Manieri/Scaglioni
Eppure l'Africa, e la Nigeria in
particolare , ti offrono indimenti-
cabili emozioni . Attraverso la festa
infinita dei suoi colori. "Africa nera",
è stereotipo millenario, ma l'Africa
non è nera se non nella pelle dei
suoi abitanti. La natura non ha nulla
di nero, è un arcobaleno inimitabile
e luminoso, una fiera di tinte e gra-
sue mucche, i suoi panorami selvag -
gi e delicati ad un tempo , e... l'anima
candida dei suoi figli neri. Restii a mo-
dellare siepi , sistemare vasi di fiori ,
comporre fantasie di aiuole, inventare
bouquet nuziali , essi preferiscono le
geometrie spontanee della natura, i
giochi molto più creativi del Creatore.
dazioni che la sensibilità squ isita del-
1'Africano ha trasportato nei vestiti ,
nelle stoffe, nelle celebrazioni , nei
canti , nelle danze rituali .. .
In principio Dio creò l'universo;
quindi la luce, le stelle, gli animali
della foresta. Al sesto giorno il Nige-
riano . E c'era il silenzio ... ma al set-
timo giorno, mentre Dio riposava, il
Nigeriano inventò il rumore . Nessun
rumore è simile al rumore della Ni-
geria. Un uomo di successo in occi-
dente compera la casa di campa-
gna, sceglie un posto silenzioso per
la sua tranquillità . li Nigeriano no :
per lui è importante gridare, cantare ,
suonare, stare insieme.
li mercato ne è il segno. È la secon-
da casa : ci vive per sei giorni . Al set-
timo trasferisce il canto, il suono, la
danza, insomma la festa in chiesa!
Lagos è la città di tutti. Ha il rumore
di 1O milioni di abitanti. A Lagos si
compera, si vende , si studia, si cer-
ca fortuna. Tutto vi arriva e tutto vi
I colori di inimmaginabili fiori , le erbe
più diverse e sconosciute, il mistero
delle sue foreste , con la vitalità ca-
pricciosa del Mbe Mbe che spara ai
quattro venti i suoi frutti amarissimi
quasi a segnalare le difficoltà quoti~
diane degli abitanti ; il furtivo girova-
g~re del bush-cat, gatto dei cespu -
gli , ~empre affamato e sempre in
caccia; le processioni innocue delle
grosse lizards, verdissime lucertole
parte ... Il cuore geografico e politico
della Nigeria è Abuja ma il cervello
rimane a Lagos.
La tribù è sopra tutto e tutti ; è al cen-
tro dei pensieri e dei discorsi. Quan -
to l'Europeo parla di smog , del tem-
po, di sport, tanto il Nigeriano parla di
tribù , razza, lingua, antenati .. . Il fatto
tribale è costitutivo , addirittura più
importante dell 'identità personale.
guidate da un capo diversamente
colorato, le agilissime Ewu, caprette
della foresta, nere o maculate, con
le corna o senza; i canti d'amore dei
più impensabili uccelli , poi le scim-
mie, le mucche, i serpenti, le terribili
zanzare della malaria...
La ricchezza dell 'Africa è la bellezza
dei suoi colori , il verde delle sue fo -
reste , il rosso dei suoi deserti, l'iride
delle albe e dei tramonti ... i palazz i
ocra delle sue termiti, i pascoli delle

2.7 Page 17

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SALESIANI
IN SITUAZIONE
I n questo ambiente socio economi-
co, sotto questo cielo spesso offu-
scato dall 'armathan, la polvere
rossa del deserto, tra questa gente
semplice e bisognosa, hanno messo
radici i salesiani. Tre, per ora, le pre-
senze: Akure e Ondo nello stato omo-
nimo, Onitsha, nello stato di Anam-
bra. Ma sono in fase avanzata i lavori
per la quarta presenza a Ibadan, nello
stato di Oyo.
AKURE
Capitale degli Yoruba, prima etnia
del paese. I salesiani sono presenti dal
1982, chiamati dal vescovo Francis
Alonge. Animano una parrocchia con
annesso un santuario dedicato a Maria
Ausiliatrice ... concepito per amalga-
marsi con l'ambiente circostante e le
case vicine. Completano il complesso
la scuola professionale, il centro stam-
pa e l'oratorio-centro giovanile, forse
la cosa più bella. Don Bosco in Nige-
ria è ripartito dalle origini. Molti gio-
vani nigeriani, hanno ritrovato ad
Akure nuova linfa e rinnovati motivi
di speranza.
Akure è stato il primo pied-cì-terre
dei salesiani i_n Nigeria e l'oratorio la
prima opera iniziata: un prato , un pal-
lone e due sale per il catechismo ...
come a Valdocco. Poi è venuta la
banda musicale, la tipografia, quindi
il santuario, come ringraziamento e
propiziazione per il futuro . Ultima,
anche l'abitazione per i salesiani, no-
ve anni dopo il primo "sbarco".
Ora sono conosciuti come Don Bo-
sco Training Centre, una denomina-
zione prestigiosa. I laboratori di car-
penteria metallica - lavorazione del-
! 'alluminio, quelli di elettricità e di
informatica completano la gamma dei
servizi didattici del centro e gli confe-
riscono autorità e indiscusso prestigio.
ONDO
A 45 km da Akure sorge Ondo, ini-
ziata nel 1983 con l 'affido alla comu-
nità salesiana inviata da Torino della
parrocchia St. Patrick' s, e, annessi, una
quindicina di outstations (villaggi).
Nello stesso anno si pone la prima pie-
tra del Centro Don Bosco, sulla co!Jina
St. John. La gestazione di Ondo segue
quella di Akure: dopo la parrocchia,
l'oratorio e la scuola professionale.
poteva essere diversamente. La scuola
di "arti e mestieri" sta alla Nigeria
come la farina al pane! Meccanica e fa-
legnameria sono i suoi fiori all ' occhiel-
lo. Ha raggiunto un così alto grado di
pe1fezione che l'Osemawe di Ondo
quando ha voluto un cancello, degno
della sua posizione di Chief riconosciu-
to e venerato, l'ha ordinato alla scuola
professionale salesiana. I grandi porto-
ni scolpiti, opere pregiate della scuola
di falegnameria, hanno superato da
tempo i confini dello stato. E il nome di
Papy, il salesiano laico che ha ini ziato e
animato la scuola, è ormai una griffe.
Ondo è una fucina: a gennaio di
quest' anno è nato il laboratorio di
motomeccanica, ma l'opera clou è
un ' altra. L 'esigenza di pensare al fu-
turo della congregazione ha indotto i
salesiani a progettare anche una casa
di formazione. Alle tante opere socia-
li, parrocchiali , culturali e didattiche,
è stata aggiunta perciò, con decisione
unanime, l'opera formativa. Ora On-
do è anche un noviziato: prepara lo
sviluppo del III millennio, pianta se-
mi per un rigoglio da perpetuare.
ONITSHA
A Onitsha i salesiani sono arrivati
nel 1989. La città è un mercato tra i
più grandi della Nigeria. Al fervore di
attività, che attira decine di migliaia di
giovani, molti dei quali praticamente
allo sbando, non potevano non andare
le attenzioni dei figli di Don Bosco.
La loro avventura cominciò su cinque
ettari di ten-a, che ali' inizio si vollero
denominare " il prato del sogno". Fu di
buon auspicio. In tappe successive è
stata costruita la casa, scavato il poz-
zo, allacciata la corrente elettrica, op-
portunamente supportata da un grosso
generatore (perché lì la corrente " con-
tinua" non esiste, c'è solo quella "al-
ternata", nel senso più rustico del ter-
mine, perché ora c'è e ora non c'è).
Poi, manco a dirlo, s'impose l'esigenza
cli una scuola che qualificasse i giovani
per il lavoro. E venne la scuola pro-
fessionale, grande fame della Nigeria.
Gli abitanti di Onitsha sono gran-
di improvvisatori: s'improvvisano mec-
canici, elettricisti , falegnami, sarti .. .
Ma soprattutto "venditori", perché al
contrario degli altri mestieri , basta un
po ' di faccia tosta e tanta fame . Gli
Igbo di faccia tosta ne hanno da ven-
dere e la fame è atavica! Per fare in-
vece i meccanici, gli elettricisti, i pro-
grammatori , i sarti ecc. non basta la
buona volontà, ci vuole la competen-
za. L ' improvvisazione non paga. Così
Onitsha ha seguito 1'esempio di Aku-
re e Ondo. Una ragazza che vuole es-
sere sarta, occorre che studi se vuole
sperare in un futuro meno nero! A lei
alla fine del corso viene donata la mac-
china da cucire su cui ha imparato.
A Onithsa la scuola degli ognocha è
sempre più ricercata . .. I corsi di mec-
canica fanno gola agli Igbo, che sem-
brano possedere una predisposizione
nativa a questa materia. Quella di
informatica dà prestigio a chi la fre-
quenta ma anche a chi la organizza,
poi la scuola di taglio e cucito appena
ricordata, il settore di elettromeccani-
ca, i corsi per segretaria d 'azienda...
E la missione, prima quasi perduta
in cinque ettari di prato, ora è fervida
di vita, tanto che si deve provvedere
un tetto a quelli che arrivano da lonta-
no e non hanno certo la possibilità né i
mezzi Rer fare avanti e indietro tutti i
giorni. E nato il collegio. I frutti anche
per la congregazione sono al cli sopra
cli ogni previsione_ e speranza: una ca-
tena ininterrotta d1 vocaz1om rendono
l' opera di Onitsha ciel tutto singolare.
Giancarlo Manieri
BS MARZO 1999

2.8 Page 18

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1 giovani. .. sono il problema di oggi, di domani e di sempre.
DUEANNI
PER UN... CAPITOLO!
di Tiziana Merlini
È la prima assoluta di un
"Capitolo dei Giovani".
Un consistente gruppo
di ragazzi e ragazze
appartenenti
al movimento giovanile
salesiano della
Toscana/Liguria ha
scelto la grande vacanza
d'agosto per preparare
il futuro. In un clima di
inusitata "par condicio"
tra salesiani e giovani,
sono stati decisi nuovi
orientamenti educativi e
pastorali per reggere alle
sfide del III millennio.
L a lunga strada che _ha condot-
to a questo avvenimento era
iniziata da due anni, quando
salesiani e Figlie di Maria Ausilia-
trice, in un momento di verifica, si
erano convinti della necessità im-
prorogabile di ripartire dai giovani,
affidando loro più spazio e mago-iori
responsabilità. Si stava verifica~do,
MARZO 1999 lJS
infatti, che la Spiritualità Giovanile
Salesiana, pur rappresentando una
attraente proposta di vita cristiana,
sembrava esaurirsi, sommersa da
una serie di iniziative belle e lonta-
ne dagli interessi dei destinatari!
Appariva sempre più improcrastina-
bile l'urgenza di mettersi in ascolto
dei loro bisogni e delle loro aspetta-
tive, ma anche e soprattutto di deci-
dere con loro, in piena corresponsa-
bilità, quali percorsi intraprendere
che fossero in sintonia con la loro
sensibilità, e da essi fossero sentiti
come propri.
PRIMO CONOSCERE
Obbedendo ali 'imperativo "cono-
scere per cambiare", il primo passo
è stato quello di fotografare la realtà
giovanile, sia interna (scuole, orato-
ri, parrocchie salesiane) che esterna:
tendenze, mode, inclinazioni, aspi-
razioni, percorsi sociopolitici e reli-
giosi . .. Gruppi di ascolto e indagini
guidate hanno permesso di accumu-
lare materiali utili per l' indagine e
l'approfondimento successivi. Nei
gruppi di ascolto i giovani hanno in-
contrato i loro coetanei per ascoltar-
ne i pareri a proposito di temi come
i giovani, la fede, la Chiesa.
La prima delle due ricerche pro-
grammate, coordinata dal sociologo
Franco Garelli , ha lavorato sugli
"esterni" interessandosi della situa-
zione giovanile generale; la seconda
ha sondato l'opinione di chi fre-
quenta gli oratori e le scuole sale-
siane. Altre iniziative "leggere" han-
no curato l'aspetto aggregativo, e
l'appartenenza, punti deboli del
frammentato quadro sociale della
odierna generazione giovanile. La
mensa, il gioco, la festa hanno per-
messo lo scambio di pareri con i
frequentatori abituali della piazza,
del bar, del muretto ... In ogni città
della Toscana e della Liguria dove
sono presenti realtà salesiane sono
stati programmati e realizzati incon-
tri aperti a tutti i giovani del teITito-

2.9 Page 19

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La ricerca di nuove strade di approccio.
I
rio: la musica ha fatto da collante, la
gioia dello stare insieme ha fatto il
resto. Le preziose testimonianze
raccolte sono risultate decisive per
la fase ulteriore.
SECONDO PREPARARE
Il secondo anno è stato impegnato
soprattutto nella elaborazione dei
documenti da sottoporre alla assem-
blea capitolare. In ogni oratorio,
scuola o parrocchia i giovani si so-
no incontrati per dare il loro apporto
al documento-base, dal quale avreb-
be preso avvio la vivace e parteci-
pata discussione del Capitolo Giò.
Anche questa fase ha visto una gran-
de mobilitazione. A La Spezia un
gruppo di oratoriani si è prodigato
per avvicinare i loro coetanei margi-
nali, frequentatori abituali della pe-
riferia della Stazione; a Varazze si
sono mossi i giovani cooperatori,
ottenendo in una TV locale uno sp~-
zio dove tutti i giovani potessero h-
beramente esprimersi; a Firenze la
stessa iniziativa è stata accolta e
sponsorizzata da radio Monteserra;
a Figline Valdarno ha preso il via e
funzionato un punto di ascolto ...
Due lunghi anni non sempre faci-
li. Spesso il timore del fallimento e
il dubbio che tutto si sarebbe potuto
risolvere nella confezione della soli-
ta, bella scatola vuota, ha inquietato
i sonni dei più sensibili.
I più però ci hanno creduto. Tante
istanze, nuove e significative, che si
andavano man mano consolidando,
non potevano essere buttate al vento.
TERZO REALIZZARE
Infine Alassio. llO giovani ed una
quarantina tra salesiani e Figlie di
Maria Ausiliatrice si sono confron-
tati con franchezza per individuare
e definire le linee di pastorale gio-
vanile del 2000. Cinque intense
giornate per tre tematiche: "L' uni-
verso giovanile" , " Come comumca-
re Dio ai giovani", "Protagonismo
e corresponsabilità dei giovani nel
Movimento Giovanile Salesiano". Il
confronto è avvenuto attraverso ta-
vole rotonde animate da esperti, la-
vori di gruppo e discussioni assem-
bleari, fino a giungere al documen-
to finale.
Quattro le priorità da attuare fin
da subito: la realizzazione in ogni
centro e opera salesiana di un orga-
nismo di partecipazione, una con-
sulta locale per portare alla ribalta
le esigenze e le priorità giovanili; lo
sforzo di garantire la formazione a
tutti i giovani ed in particolare agli
animatori; lo studio sulla condizio-
ne giovanile locale, per l 'elabora-
zione di un progetto percorribile; la
richiesta di una maggiore fiducia
nei giovani, che apra gli spazi della
partecipazione e della responsabilità
diretta nel lavoro educativo. Indub-
biamente il Capitolo Già più che
una meta è un punto di partenz a.
Ora viene il difficile!
o
BS MARZO 1999

2.10 Page 20

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La paternità attraverso il cinema: relazioni umane come
IMMAGINI
DI PADRI,
IMMAGINI
DELPADRE
di Fabio Sandroni
1999: anno del Padre.
La Chiesa si prepara
al Giubileo indagando
e riflettendo su questo
I tema. Per sviluppare
un itinerario che possa
coinvolgere a diversi
gliw.vevlalinaz.,npcohseszi.apmo
chiederci quale sia il
sentimento, quale l'idea,
quale il bisogno di
paternità che la cultura
"Kolja ": divenire padre
rivedendo tutta la propria vita.
che ad una vasta ed indifferenziata
platea, magari parrocchiale.
La proposta viene svi luppata a
partire da un presupposto: nei film
si incontrano spesso figure paterne
significative, nel bene o nel male, che
Più adatta al mondo giovanile è
un ' analoga figura patema presente ne
l ' attimo fu ggente (sicuramente già
visto dai più) o nel più recente Shi-
ne , ove il padre che distrugge la vita
del figlio musicista agisce per la sof-
contemporanea
ha elaborato fino ad
rimandano ad una dimensione uma- ferenza di un passato che lo ha se-
na della paternità, rispettata o disat- gnato: tragicamente il dolore dei
tesa dai personaggi, da dilatare ver- padri diverrà dolore dei figli.
oggi; ed un approccio
so il suo "divino"; e di qui può par- Per i più piccini alcuni spunti più
interessante lo si può
leggere attraverso
il cinema. Ecco
tire il dibattito di una assemblea.
(ONNl)POTENZA
in positivo li traiamo da La sirenetta
Disneyana, con un padre che sa ri-
nunciare perfino alla "patria pote-
stas" per la felicità della propria fi-
una proposta di percorsi
cinematografici
DEL PADRE
glia, e sa utilizzare il suo potere per
il bene di lei più che per soddisfarne
È un primo aspetto che può salta- i capricci.
alla ricerca
del "padre perduto".
re agli occhi in questo insolito viag-
gio. In chiave solamente umana è
una visione che "danna", da cui li- COMUNICAZIONE
N aon tutti i film si presentano
di facile fruizione ed alcuni ,
berarsi, e subito viene alla mente Pa-
dre-padrone dei Taviani, ove la ri-
bellione al padre-tiranno, dispotico
retaggio della tradizione sarda, è un
E INCOMUNICABILITÀ
È questo un secondo versante su
cui sviluppare la riflessione, a parti-
che avremo cura di segnala- imperativo che non rinnega le radici re dall'incomunicabilità tra il padre-
re, possono destare perplessità per del protagonista; il film sembra sug- Mastroianni ed il figlio-Troisi di Che
situazioni o linguaggio e risultare gerire, per contrasto, il terna biblico ora è di Ettore Scola, e dalla figura
più a d egu a ti a d un pubblico 111a turo
MARZO 1999 BS
della ribellione al padre.
di vecchio disilluso di Stanno tutti
)

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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frammenti riflessi di un legame divino.
I " Il re leone": l'amore
e gli insegnamenti
di un "Grande Padre".
I "Jona che visse nella balena":
il ricordo del padre
aiuta a ricominciare.
I "Nel nome del padre":
un padre debole nel fisico
ma forte nei valori.
ben e di Giuseppe Tornatore al quale
non resta che raccogliere i cocci di
una famiglia di strutta, fino al rac-
conto di caduta e resurrezione del
padre de L'o ttavo giorno. In questa
pellicola il protagoni sta ricostrui sce
il proprio ruolo paterno scoprendo
la gratuità delle relazioni umane
(grazie alla forzata permanenza ac-
canto ad un originale ragazzo down)
e rinunciando ali 'ottica efficientista
ed "aziendale" che lo aveva allonta-
nato dalle sue bambine. A questo
proposito la tesi del film è inquie-
tante e fa pensare: il finale , infatti, è
solo apparentemente consolatorio e
poetico; in realtà il protagonista ri-
sulta incapace di reintegrarsi in un a
società che riconosce solo chi accet-
ta i fa lsi valori del successo e della
produttività e nella qual e non c
posto per i diversi, down o no non
importa.
Più sul versante del cinema fanta-
stico ed adatto ad un pubblico molto
giovane è lo spielberghi ano Hook,
con un papà avvocato , chiamato a
ritrovare il suo lato "bambino" recu-
perando il Peter Pan che è in lui , per
riconquistare l'affetto dei propri fi-
g li . Biblicamente, è un po ' il Padre
che com unica perché si fa simile ai
suoi figli , senza rinunciare nel con-
tempo ad essere Padre; e affrontan-
do anche il rischio che i figli possa-
no all ontanarsi e perdersi.
LA MORTE E IL DONO
Il padre della sofferenza , accettare
la morte del padre, la buona morte,
l'eredità spirituale e la permanenza
del padre nella memori a: tante le
s uggestioni legate ad un ampio nu-
mero di film , alcuni anche di grande
qualità, che permettono percorsi in-
teressantiss imi, tutti sv iluppabili ver-
so aspetti che trascendono la realtà
umana e che ai utano a far ri suonare
alcune note dell ' imperscrutabile rap-
porto tra ogni uomo ed il Dio Padre.
Così, se film come Dad-papà in-
dugi ano troppo sugli aspetti più uma-
namente lacrimogeni , My life (an-
ch 'esso troppo legato alle corde del
sentimento) ha il pregio di poJTe la
questione dell'esigenza di un rap-
porto che vada oltre la morte del ge-
nitore. Per palati più fini, Daddy no-
"La vita è bella": donare al figlio
una "visione salvifica" della realtà.
BS MARZO 1999

3.2 Page 22

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"Bronx": aiutare il figlio
che sceglie strade sbagliate.
"Mrs. Doubtfire": travestirsi da
donna pur di stare vicino ai figli.
"L'ottavo giorno": caduta
e risurrezione di un padre.
stalgie ha il pregio della profo ndità,
della delicatezza e dell 'eleganza di
un autore come Bertrand Tavernier
nel trattare le stesse tematiche.
Di fro nte a queste domande ulti-
me affiora in vari film la capacità di
lasciare al figlio/a un Dono, un 'ere-
dità spirituale, una sorta di capacità
di guard are all a vita in modo nuovo .
Emblematica a questo proposito è
la be lla favola di Roberto Benigni
La vita è bella; ruolo del padre è
quello di donare al figlio una " visio-
ne salvifica" in grado di permetter-
·gli di sopravvivere alle atrocità del
campo di concentramento, nel corpo
e nello spirito.
In un ' altra stori a di deportazione
nazista, narrata in Jona che visse nel-
la balena, se è la madre a sostenere
con parole di speranza il piccolo
protagonista durante gli anni della
prigionia, sarà il ricordo del padre
che gli consentirà di ricominciare a
vivere dopo le terribili esperienze
p a s s ate.
Come non associare la necessità di
avere un 'eredità spirituale dai padri ,
un patrimonio di valori che accom-
pagni per la vita, alle risposte che
Dio Padre propone nell a Bibbia?
Tracce di questo bisogno primario
sono evidenti in altre grandi pellico-
le. Nel nome del padre di Jim Sheri-
dan , ad esempio, racconta il sacrifi-
cio estremo di un padre debole nel
fis ico ma forte nei valori , in grado
di divenire riferimen to e testimo-
nianza per il proprio figlio nel mo-
MARZO 1999 BS
mento della prova. Portarsi dentro
un grande padre signi fica qui pre-
servare l ' identità. E rifless ione ana-
loga può essere proposta anche ai
giovan issimi con Il re leone o con
Bambi.
Per affrontare con una pellico la
meno nota, ma molto bella, la capa-
cità di un uom o di divenire padre ri-
vedendo tutta la propria vita, inol-
tre , si suggeri sce il fi lm Kolja. Sul
versante "leggero", invece, lo stesso
tema viene sv iluppato in Tre scapoli
e una bimba. Da non trascurare nep-
pure Mrs D oubtfire (mal grado alcu-
ni ambigui intenti autoassolutori re-
lativi all a cul tura americana).
Per completare il quadro del cam-
biamento totale di chi accetta di di-
venire padre e diventare da centro
dell a propria vita a "fun zione" dell a
vita altrui , si ved a anche Aprile di
Nanni Moretti, mentre, per i più
piccini, può risultare utile lavorare
sulla figura di Geppetto nel Pinoc-
chio Disney.
GUIDA E MODELLO
Sottesa a qu anto detto è l'idea di
un padre capace di presentarsi co-
me un modello per i figli, anche se
questo aspetto viene esplorato spes-
so in negativo: il cinem a è pieno di
figure di padri mancati , causa di fru-
strazione e sofferenza (come in Papà
è in viaggio cl' affari di Em ir Ku-
sturica). L' importanza dei modelli ,
ad esempio, è il tema conduttore d i
Clockers di Spike Lee (fi lm be ll o,
ma con un ling uaggio mo lto crudo)
ove, in assenza di fig ure paterne,
vari personaggi ne svo lgono le fun-
zioni di gui da: nel bene e nel male.
Un padre è capace di ai utare il fi -
glio che sceg li e strade sbagli ate? In
B ronx di Robert De Niro la fig ura
de l padre viene messa a confro nto
con " maestri d i vita" fuorvi anti , con
cui questi dovrà mi surarsi nel cuore
del fi g lio. È un tema centrale ne ll a
Bibbia: il Padre accetta la li bertà dei
fi g li che si all ontanano da Lui , ma
non è ind iffere nte all a separazione.
Music box presen ta, infi ne, una fe-
rita più profonda: il tradimento dei
valori e della verità da parte del pa-
dre. Ci sono , poi, padri d ' od io come
in Lift/e Odessa: sono spesso padri
che rifi utano il proprio ruolo e le re-
sponsabilità conseguenti. L'argomen-
to dell a respon sabilità e del modell o
paterno viene sviluppato anche in
Eroe per caso di Stephen Frears,
in chiave di ri cerca di ri scatto, così
come suggestioni pos itive sull 'argo-
mento posso no essere co lte nel già
citato Mrs Doubtfire.
Insomm a sono tante le possibilità,
a partire dal ci nema, di arrivare al
cuore di problemi religios i che coin-
volgono il li vell o profo ndo dell ' uo-
mo . Se pensiamo di essere Sue im-
magini , nei nostri bisogn i, nei nostri
senti menti , ne ll e sensazioni e ne i
pensieri sapremo trovare riflessi del-
1' Imm agine che ci ha generato.
Fabio Sandroni

3.3 Page 23

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••••••••••••••••
Il pellegrino che "devotamente" percorre
il tradizionale itinerario giubilare
delle basiliche romane, giunto a Santa Maria Maggiore
non può ignorare Santa Prassede,
ubicata praticamente a un lato della stessa piazza,
quasi di fronte al campanile della famosa basilica.
Dovrà cercarla però, perché non si nota subito,
come capita per tutte le altre, è...
•••••••••••••••••••••
ITINERARIO
VERSO-··
UNA BASILICA
NASCOSTA
••••••••
di Natale Maffioli
A Santa Prassede si arriva per caso. È occultata dai palazzi
che circondano la piazza di Santa Maria Maggiorei non ha facciata,
ma due antiche colonne di granito segnano l'accesso all'ampio portico,
unito alla basilica da una ripida scalinata. L'accesso più frequentato
è quello laterale, di modo che nella chiesa si entra in punta di piedi,
quasi timorosi di essere degli intrusi...
Veduta della navata centrale.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 1999

3.4 Page 24

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........•..........•.................................................................... ,
••••
- Facciata principale.
e onoscere la struttura della
bas ili ca di Santa Prassede e
comprendere i tanti parti -
-
Abside con i mosaici e il ciborio settecentesco.
creare un organi smo a tre navate. IL SACELLO
Nonostante gli element i fosse ro
diversi per origine e forma, il com-
DI SAN ZENONE
co lari che ne compo ngono l'ar- plesso ri sultò unitari o. Qui si co n- Pasquale I fece anche decora re
chitettura vu o l dire possedern e la stata come si possa stab ili re un'a r- l' abside, l' areane tr ionfa le e il sa-
stori a. L' edifi cio è passato attra- mo ni a nella diversità. O gni pez- ce llo di sa n Zeno ne co n spl endi-
verso numerosi ri fac imenti e re- zo di marmo e di pietra ha una di mosaici. Il pi cco lo ambi ente,
stauri . L'ultima ri costru zione è del- sua fi sio nomi a e una sua stori a, edifi cato co me mauso leo di Teo-
1'822 , sotto il pontifi cato di Pa- ma tutti concorrono a creare un in- dora mamma del papa, fu detto
squale I; dell ' edifi cio più antico sieme di classica, anche se un po- di sa n Zenone perché in esso fu-
non rimangono tracce, anche per- co rustica, bell ezza .
rono posti i resti del santo, recu-
ché il nuovo fu costruito in luogo
perati dal cimitero di Pretestato.
diverso, benché non lontano dal
precede nte .
TRA RIFACIMENTI
Il papa recuperò dagli edi fici E RISANAMENTI
La meravigli a è moti vata non solo
dal ri vestimento musivo, ma an-
che per la co ncezio ne dell 'archi-
ant ichi, ormai in irreversibil e ro- Lun go i seco li che ci separano tettu ra del loca le. Si entra per una
vina, 16 co lonne di granito, cap i- dall a ricostru zione, la chi esa subì porta mass iccia costitu ita da due
telli e architravi marmoree, di spo- importa nti intervent i di restauro co lonne di marm o nero che sor-
nendo li su due f il e in modo da che ne modi fica rono in pa rte l'a- reggono uno spesso architrave di
spetto. Il risa namento piu visibil e marm o preg iato. Un lunettone a
SANTA PRASSEDE
è de l XlI secolo: per sa lvaguarda- mosa ico, co n un doppi o giro di
Secondo la tradizione era sorella di re la stati ca dell 'edifi cio furono medagli oni , ci rcoscri ve una f ine-
santa Pudenziana e figlia del sena-
tore Pudente, che san Paolo nomi-
na nella seconda a Timoteo. Il mar-
tirologio romano al 21 luglio ne tes-
se l'elogio in questi semplici termi-
ni: "A Roma santa Prassede vergi-
ne, che educata alla castità e alla
legge divina, dedicava il suo tempo
mess i in opera gli arca ni che at-
traversano la navata e inglobano
alcune dell e co lonne di gra nito
fatte co lloca re da papa Pasquale.
Sul finire del 1500 le pareti late-
rali, quell a intern a dell a facciata
e i pil astri furono ri coperti di af-
stra centinata, occupata da un' ur-
na ci nera ria co n due sotti Ii anse e
la superfi cie stri gil ata, cioè a fles-
suose sca nalature pa rall ele. A i
quattro angoli dell ' ambiente prin-
cipale, quattro co lonne di porfi do
rosso, montate su ba si fin emente
••••••••
all'orazione e al digiuno. Morì nella
grazia del Signore e venne sepolta
accanto alla sorella Pudenziana
sulla via Salaria.
freschi raffiguranti stori e dell a pas-
sione, figure di aposto li ed ele-
menti tratti dal vasto repertorio
dell a pittura tardo mani eri sta .
sco lpite, si staccano dag.li angoli,
plasmando lo spaz io co n una
modernità ta le da essere•preso in
co nsiderazione dallo stesso Mi-
• • MARZO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • '

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
chelangelo, quando progettò la
cappe lfa Sforza in Santa Maria
Maggiore.
UNA FESTA DI COLORI
I mosaici, tra i più belli cli tutta
la cristianità medioevale, furono
eseguiti da artisti romani utiliz-
zando tessere a fondo oro. Que-
sta profusione di sostanza prezio-
sa crea, assieme all e figure, una
sorta di paradiso in terra; non per
nulla l'edificio è denominato Giar-
dino del Paradiso. La struttura del-
la volta è segnata da quattro an-
geli che, poggiandosi sulle co lon-
ne, sostengono un medaglione con
il volto del Salvatore. La sp lendi-
da Madonna (mosaico del Xlii se-
Catino absidale: san Pi etro
accoglie santa Pudenziana.
co lo) della nicchia dialoga con le
Mosaici absidali che illustrano
un brano dell'Apocalisse.
due sante sorelle Prasseae e Pu-
denziana; altri ritratti di santi e cli
membri della fam igli a papale ri-
vestono le pareti. In un piccolo
ambiente attiguo è co nservata una
co lonna che la tradizione dice
essere quella a cui fu legato Gesù
durante la flagellazione, portata a
Roma da Gerusalemme nel 1223.
Sull'arco trionfa le, in una festa
di colori, compare la Gerusalem-
me celeste dalle mura gemmate
entro cui stanno, ai pi edi di Cri-
sto assistito da due angeli, la Ma-
donna, san Giovanni Battista, i do-
dici apostoli, Mosè ed Eli a e le due
sante Pudenziana e Prassede. A
destra e a sinistra schiere dei mar-
tiri, accompagnate dagli angeli e
dagli apostoli Pietro e Paolo.
L'ABSIDE
La parte centra le dell'abside è
occupata da una imponente figu-
ra di Gesù benedicente, immerso
nell e acque del Giordano, per ri-
cordare il battesi mo. A destra e a
sinistra sono raffigurati gli aposto li
Pietro e Paolo: if primo presenta
sa nta Pudenziana che è seguita
da sa n Zenone; il secondo santa
Prassede, seguita da papa Pasqua-
le offerente un modelletto della
chi esa. La seq uenza dei personag-
gi non è disposta a caso: la Chie-
sa di Roma ha avuto il suo inizio
graz ie all a predicazione dei due
aposto li ed è stata fecondata da l
sangue dei martiri. Fuori da l cati-
no il mosaico illustra alcun i passi
cie li ' Apocalisse: ventiquattro ve-
gliardi offrono le loro corone al
c:livino Agne ll o assiso su l libro con
i sette sigi lli , in mezzo ai sette can-
delabri e ai simboli degli evange-
listi. Tutti i mosaici sono del l'epo-
ca cli Pasquale I che Ii ha "firma-
ti" facendo apporre il suo mono-
gramma al co lmo degli archi.
L'ampia cripta posta sotto l' alta-
re maggiore raccog li e, entro sar-
cofagi paleocristiani, il corpo di
santa Prassede, e i resti di tanti
altri martiri , qu i trasportati quan-
do le invas ioni barbariche aveva-
no reso insicuri i cimiteri sub ur-
bani, cioè que lli col locati al di
fuori delle mura di Aure li ano.
.•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Particolare della decorazione musiva
del sacello di san Zenone.
Sacello di san Zenone: raffigurazione
degli apostoli Pietro e Paolo.
••••••••••••••••••••
' • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 1999 • • •

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·• •
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··············
PERSONAGGI
···
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····
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:••••••
La basilica ha visto passare sot-
to le sue navate i più illustri per-
sonaggi della cristi anità; san Carlo
Borromeo ne ebbe il titolo ca rdi-
nalizio, e fu uno dei promotori dei
restauri e dell ' aggiornamento del-
la decorazione. I monumenti fu-
nebri più rimarchevoli sono quelli
del cardinale Pantaleone Anchier
de Troyes, assassi nato in questa
chiesa nel 1286. L'opera è attri-
buita ad Arnolfo da Cambio, l' ar-
tista che progettò la cattedrale di
Firenze e Palazzo Vecchio . Alla
Sacello di san Zenone: volta con la
figura di Cristo sorretta dagli angeli.
cerchia di Andrea Bregno, che
Volta della cappella Olgiati
affrescata dal Cavalier d'Arpino.
operò a Rom a nel tardo '400, è
attribuita la tomba del card inal e Parte dell ' arredo liturgico non è tato da un baldacchino barocco
Alano Cetine di Taill ebour: il cor- più quello antico; nuove norme posto su co lonne di porfido, opera
po del defunto è custodito dagli liturgiche volute dal Concilio di di Carlo Fontana. All'altare fanno
apostoli Pi etro e Paolo e darl e Trento ne hanno modifi cato l'a- la guardia quattro ange li opera
sante Prassede e Pudenziana .
spetto. L' altare maggiore è sormon- del Rusconi (1730).
GLOSSARIO
semplici tratti , l'uno perpendicolare all 'altro , a quella dai
significati complessi, come la croce gemmata, arricchita
Elementi architettonici
dalle lettere apocalittiche (alfa e omega) , e da pietre mul-
•••
Il corredo architettonico della basilica cristiana è quanto ticolori . Esemplari di questo tipo di croce sono in un mo-
mai complesso; in alcuni edifici sono presenti elementi saico del catino absidale di Santa Pudenziana, nell'atrio
destinati ad aumentarne la monumentalità. Uno di questi del battistero di San Giovanni in Laterano , nell 'arco trion-
è l'arco trionfale. Si situa tra la navata e il presbiterio , fale di Santa Maria Maggiore , nella cupola del mausoleo
quasi a fungere da accesso al luogo della celebrazione . di Galla Placidia a Ravenna.
Sovente è decorato con scene tratte dalla Scrittura, co- Una croce con i simboli apocalittici è dipinta ad affre-
me in Santa Prassede. Tutte le basiliche sono chiuse al sco sulla parete di un cubicolo del cimitero di Ponziano ; i
fondo da un 'abside a pianta semicircolare . La parte alta, bracci sono arricchiti con pietre preziose, all'estremo due
una fetta di sfera, si chiama catino absidale. Roma è torce e alla base un cespo di arbusti . Il senso è evidente :
colma di splendidi esempi di catini absidali decorati con le lettere apocalittiche alfa e omega dicono che quella è
mosaici preziosi. La parte bassa è sovente occupata la croce di Cristo principio e fine di ogni cosa ; le gemme
dalla cattedra papale, un sedile di marmo arricchito di stanno a significare che da segno d'ignominia è diventato
sculture e decorazioni a mosaico. L'altare maggiore delle segno di gloria; gli arbusti che il legno della croce è vivo
più importanti chiese romane è sovrastato dal ciborio , non morto (cfr. Rm . 6,5) . In Santa Prassede , la croce è
una sorta di baldacchino , sorretto da quattro colonne, posta sul faldistorio (un prezioso trono pieghevole) , e
fatto di marmi preziosi scolpiti. Celebri sono quelli di San viene esaltata dai gesti dei due apostoli Pietro e Paolo.
Paolo Fuori le Mura e di San Giovanni in Laterano. Una Il monogramma (dal greco monos "unico" e gramma
versione barocca è quello grandioso in bronzo che so- "segno"), formato delle lettere dell 'alfabeto greco X (chi)
vrasta l'altare papale nella basilica di San Pietro , opera e P (rho) , intrecciate insieme, è simbolo di Cristo .
di Lorenzo Bernini.
I simboli cristiani
Nell 'arte figurativa è diffuso l'utilizzo del simbolo: una
cosa che ne rappresenta un 'altra, con la quale è, in qual-
che modo, collegata. I cristiani dei primi secoli hanno fatto
Come anche il pesce (in greco ixthùs) , il cui acrostico
(una parola formata con le iniziali di quelle che compon-
gono la frase) significa "Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salva-
tore"; una professione esplicita nel Signore risorto .
L'ancora, simbolo della speranza per chi è in cammino ,
sulle lapidi cimiteriali rappresenta l'approdo , la salvezza
••• • • • • •
largo uso del simbolo sia per motivi di sicurezza perso- ormai raggiunta ; la croce appesa all 'estremità superiore
.•••••••••••••••••
nale che per desiderio di sintesi . Purtroppo i simboli figu -
rati antichi hanno perso oggi gran parte della loro valen -
za comunicativa . Diamo una brevissima descrizione di al-
cuni simboli più in uso nei primi tempi del cristianesimo .
Il segno della croce: l'atto più eloquente e popolare del
culto cattolico. I ministri benedicono persone e cose trac-
ciando questo segno . Il cristiano è invitato a "farlo " all 'ini-
zio delle sue azioni. Diverse sono le varianti: attraverso
tappe successive si è passati dalla croce formata da due
sta ad indicare che la salvezza è stata raggiunta grazie
alla morte e risurrezione del Signore Gesù .
L'anfora da cui nascono i tralci di vite, simboli dell 'Euca-
restia, ricorda la splendida urna cineraria in marmo posta
sopra l'architrave della porta di accesso al sacello di san
Zenone in Santa Prassede.
La fenice, raffigurata sulla palma sinistra del catino absi-
dale , rappresenta Cristo sole sorto e risorto , come l'ara-
ba fenice che risorge dalle sue ceneri.
• • MARZO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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Carissi mo/a,
Il timore e il coraggio sono
le mani della vita quotidia-
na, senza cui non si può
arriva re a tutto e con cui
si può dare una mano a
tutti. La "e" è importante:
MARZO 1999
È il meee della feeta del papà,
della feeta della donna ...
È il meee di ean Giueeppe,
l'uomo che ebbe la reeponeabilità di Geeù.
L'affrontò tra coraggio e t imore.. . eenza paura!
eenza Il timore il coraggio
si traduce in protagoni smo
fine a se stesso, presu n-
A61T
IL Ml zione delle proprie risorse,
e perfino incosc ienza e
"NON sfrontatezza. Senza Il co-
raggio si diventa perdenti,
buon i a niente, pau rosi co-
me il do n Abbo ndi o del
Manzoni: "il coraggio uno
non se lo può dare"!
San Giuseppe, il giusto, il
si lenzioso, nella notte più
lu nga della sua vita, d u-
O:
"
futuro, sì anche la pau-
ra del futuro
• la pa ura di sposarsi
• la paura di fars i prete
• la paura di non sentirsi
utili
• la pau ra di se stessi
la pa ura dell'esi lio
la pa ura di avere un fi-
glio, sì la paura di avere
un f iglio.
San Glueeppe el è ritro-
rante il sogno, si sente affidare le sorti di Gesù: vato In quella notte di sog no co n tutte queste
"Non temere, prendi ... fuggi in Eg itto". Il cuore del paure: la paura di Dio, la paura del futuro, la paura
falegname diventa la cu ll a di queg li im perativi, la di avere un fig lio, Gesù il Figlio di Maria . Affronta re
cu ll a dove il timore e il coragg io trovano contempo- le nostre paure è il compito della vita . Occorre im -
raneamente casa.
parare a non lasciarci sc hiaccia re dalla paura, ad
Timore non è uguale a paura . Il timore è la paura
consegnata a Dio, come la notte che si consegna alla
lu na e alle stelle. La vita stessa porta nel suo seno
la paura . Piccole e grandi sono le paure che fanno il
affidarci alla prowidenza, a non temere. Il ca mmino
che interco rre tra la paura e il timore è la scoperta
di una luce che illu mina il tuo bui o. Ti viene affidat o il
eogno perché tu ne sia il custode.
tessuto dell'esperienza. La paura del bu io, la paura Se Il timore porta a Dio, il sogno dona il coragg io del-
di uscire di casa, la paura di vivere, la paura di
le scelte successive. Nella fuga in Eg itto Giu se ppe
non farce la. Paure, tante paure, sempre
rifarà, a ritroso, il camm in o del l'Esodo. Il sorgere
pau re. Di pa ura ci si ammala. Quando si è
del sole tardò a venire, ma quando arrivò, il volto
picco li, i grandi dicono che le loro paure so-
di Giuseppe divenne radioso e i suoi polmoni si
no piccole paure, paure da niente. E da
r ie mpirono di forza e coraggio per la terra
gra ndi quali sono le paure? Sono
d'Egitto che tornava ad essere visitata
le stesse paure dei piccoli:
dalla din astia di David e. Il t im ore e il
• la pau ra di stare soli
coraggio portarono Giuseppe dentro la
la paura di non saper cosa fare
storia di Gesù. G iuseppe come 2000
la paura di dire sì
ann i fa abiterà con noi il li i
la paura di averl o detto
mill enni o, conseg nerà ad
la paura del la vita
og nun o il compito di affi-
la paura del la morte
dare alla storia, attraver-
la paura dell'amore
so la trepidazione e il ti-
la paura di non amare
more di Dio, la buona no-
la paura di Dio, sì an-
vella. È il custode per ec-
che la paura di Dio
cellenza. Suo compito è vi-
la paura della guerra
gilare la vita, la famig lia, il
la paura deg li altri, di
sog no di Dio, il futuro dei
un prepotente come
figli. Vigilare perché è sem -
Erode
pre possib il e una nu ova
la paura di ri manere
strage di innocenti: Erode
senza lavoro, senza ca -
è sempre nei paraggi, in
sa, senza patria
og ni paese, in og ni t empo.
la paura del doman i, del
Tuo Carlo Terra neo
BS MARZO 1999

3.8 Page 28

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Colombia: il coraggio, riconosciuto, di andare incontro alle
PUERTAS
ABIERTAS
PARATI
di Graziella Curti
È l'anno 1980.
Per le strade di Medellin,
in Colombia, vagano
centinaia di bambine
e ragazze in cerca di
cibo, di aiuto, di casa.
Nel contesto di
un cambio culturale
veloce e nel contrasto
tra la ricchezza di pochi
e l'impoverimento di
molti, le Figlie di Maria
Ausiliatrice si sentono
provocare da ogni
piccola donna che vive
nell'abbandono e non
trova soluzione neppure
bussando alle porte delle
case salesiane. Che fare?
Come rispondere
a questa nuova
generazione di poveri?
E nasce il progetto
"Casa Mamd Margarita ",
un cammino di recupero
e reinserimento per
bambine e adolescenti.
L ily, negli anni '60, è all ieva
delle sales iane di Medellfn ,
unica ebrea fra più di mille
cattoliche. Ritiene quel periodo un o
dei più bell i della sua vita, soprat-
tutto per il legame di amicizia con
MARZO 1999 BS
le suore, fo rte tuttora. Da 26 anni
vive negli USA, sposata con figli e
ogn i anno torna a far visi ta all a sua
sc uola. Da lontano tiene corrispon -
denza specialmente con suor Maria.
Quando, nel 1980, viene a sapere
che le sue anti che insegnanti si stan-
no impegnando per reali zzare un a
casa per le bam bine dell a strada de-
cide di interessarsi più a fo ndo della
cosa anche perché sente un a parti-
co lare predisposizione per la giusti-
zia sociale soprattutto ne ll ' ambito
fe mminile.
Da allora ini zia a sognare di scri-
vere un libro sull 'opera che subito
l' affasci na per il clim a di fam igli a
che vi si respira. Ora c'è un album:
fatto di ricordi, brevi flas h, foto
evocative. L'ex allieva ha impegna-
to ore e giorni nelle intervi ste alle
bimbe, nello stare con loro per co-
glierne i sentimenti e le attese.
" Ho iniziato a visitare 'Casa Ma-
ma Margarita' 16 an ni fa - scrive
Lily - . Da allora ci torno ogni anno.
Quando ho visto per la prima volta
le bambine, pensai all a mia infanzia
e a quella dei miei figli e all a nostra
buona fortun a. In circostanze diffe-
Per saperne di più
SULLA STRADA... INCONTRI
Armida Magnabosco,
LDC, Torino
Collana "Vite donate"
È un agile testo sulla storia della
Casa Marna Margarita, il progetto
educativo in quattro tappe gestito
dalle FMA di Medellfn (Colom-
bia) . Nella parte finale del libro
sono riportati alcuni punti del pro-
getto educativo che si segue alla
Casa Marna Margarita.
renti queste bimbe avremm o potuto
essere noi. Ne l conoscerl e, la mia
prima reazione fu di dubbio. Mi pa-
reva impossibil e che quelle belle per-
soncine con il viso di bambola aves-
sero potuto trascorrere la notte nell a
strada oppure, con pericoli ancora
maggiori, sotto un tetto, ma insidia-
te e piene di paura. "
Stando con loro, Lil y trova che
las niiias sono curiose e indagano su
tutto. Il loro interesse si concentra
sulle relazioni che a loro sono state
negate o che non hanno mai av uto:
la :famigli a, i genitori , una casa. Pro-
prio con questo materiale umano fe-
rito, le suore hanno dovuto fare i

3.9 Page 29

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piccole donne della strada.
conti e, secondo Lily, le somme so-
no tornate perché il rapporto educa-
tivo cosa del cuore" e non una
serie di combinazioni matematiche.
È stato ed è un lavoro paziente che
sana anche la memoria di conviven-
ze impossibili: perché spesso le abi-
tazioni delle bambine sono anguste,
senza luce e sovrappopolate. In una
stanza possono stare anche sette o
otto persone. A volte, le donne che
esercitano la prostituzione aspettano
i loro clienti nello stesso luogo dove
dormono i figli. Nella maggioranza
dei casi le famiglie sono senza padre.
Proprio a questo genere di povertà
le suore hanno voluto andare incon-
tro e perciò hanno inventato anche un
approccio originale. Hanno stampa-
to bigliettini da visita con il disegno
di una casa e la scritta "Puertas a-
biertas para ti" (porte aperte per te).
Indirizzo e telefono sono i primi
punti di riferimento di quanto suc-
cessivamente si rivela come fami-
glia e come dimora. Accanto alle
suore, che si recano nei punti strate-
gici per consegnare il messaggio
alle bambine, ci sono pure le stesse
ospiti , che a loro volta si fanno ga-
ranti della bontà della proposta.
Così il cerchio negli anni si è allar-
gato attraverso un passaparola che
fa ritornare alla vita.
STORIE
Amanda ha 9 anni quando arriva
dalle suore. Dice che abita "al tea-
tro", un buco davanti ad una sala
pubblica. Un giorno, la mamma la
manda a fare una compera e quando
lei torna non trova più nessuno. Ma
Amanda è forte, ha imparato fin da
piccola il copione dell'abbandono e
invece di piangere si intrufola in
una banda di piccoli mendicanti co-
me lei. Per mesi vive una vita ran-
dagia condividendo con gli altri il
poco cibo che riescono a trovare e
raggomitolandosi la sera sotto i gior-
nali per dormire al riparo dal fred-
do. Poi qualcuno la raccoglie e la
porta a Casa Mama Margarita . A
chi le chiede guanto tempo è stata
sulla strada risponde: " Venticinque
anni". E non ne ha ancora dieci.
Non si tratta infatti di tempo crono-
logico, ma della lunghezza infinita
di un dolore.
La prima sera, la suora l'aiuta a
svestirsi perché possa fare una buo-
na doccia e andare a letto. Quando
tenta di toglierle le scarpe non ci
riesce; vede che la pelle dei piedi
aderisce letteralmente alle calzature.
"Non le ho mai tolte - spiega A-
manda - avevo paura che qualcuno
me le rubasse".
La storia di Laura è ugualmente
triste. Abbandonata dalla mamma a
9 anni , viene portata dalle suore.
Quando qualcuno accenna alla sua
famiglia si chiude come un riccio e
piange. Sul volto bambino ha le ci-
catrici della tortura. Qualcuno si è
divertito a spegnere le sigarette sul-
la sua pelle.
Anche Ofelia è sempre un po'
cupa e un giorno, mentre cammina
con le altre ragazzine per la strada,
corre improvvisamente dove il traf-
fico è intenso e le macchine soprag-
giungono a forte velocità. La suora
la richiama: "Vieni indietro, è peri-
coloso! " Lei abbassa la testa e dice
in un soffio: "Ma io voglio morire!".
È la storia di tutti i giorni di fronte
alla quale le suore e l'éguipe degli
educatori hanno dovuto fermarsi, ri-
flettere, ricominciare da capo.
Non si illudevano quando hanno
incominciato, ma l'impegno è stato
più duro di guanto pensassero. Cer-
tamente qui anche un piccolo passo
sembra già la conquista di una cima.
UN DOTTORATO
MERITATO
Nel novembre dello scorso anno,
l' università "Auxilium" di Roma
conferisce i suoi primi due dottorati
I Suor Fabiola Ochoa,
fondatrice e animatrice
della "Casa Marna Margarita ".
honoris causa in scienze dell 'edu-
cazione. Uno dei candidati è suor
Fabiola Ochoa, responsabile da qua-
si vent'anni del progetto Casa Ma -
ma Margarita.
La storia ha camminato. Dopo i
primi pass i incerti e pieni di ostaco-
li, le suore e i vari collaboratori
hanno costruito giorno per giorno
un progetto che ha ricevuto numero-
se approvazioni . A coronare il buon
esito di un cammino educativo vie-
ne pure il riconoscimento della Fa-
coltà di Scienze dell 'Educazione do-
ve suor Fabiola ha studi ato e da cui
ha preso ispirazione.
Tra le motivazioni espresse nel
decreto di conferimento del titolo di
dottore si dice: "L' istituzione da lei
diretta accoglie e riabilita alla con-
vivenza sociale bambine e ragazze
in situazione di alto rischio median-
te un progetto di educazione inte-
grale sperimentato e verificato al-
i' interno di una comunità educante
in dialogo con le istituzioni locali".
Viene pure confermato che l'espe-
rienza educativa di suor Fabiola è
un segno profetico dell 'attualità del
"sistema preventivo" di Don Bosco
realizzato per l'educazione della don-
na in ambienti di emarginazione.
Non si tratta dunque di un progetto
costruito in solitaria, ma di un 'espe-
rienza coordinata e in rete che trova
le sue radici nel contesto salesiano.
In questi diciotto anni molti sono
gli attestati di valorizzazione dell ' o-
pera da parte anche di associazioni
laiche e civili, tuttavia, al di di
tutto si può affermare che il vero
motore di questa casa dalle porte
aperte è "la pedagogia del cuore"
accompagnata dagli apporti delle
scienze dell'educazione. Suor Fa-
biola ha voluto dedicare il ricono-
scimento ufficiale anche alle bambi-
ne e alle adolescenti, che, come ha
detto nella sua relazione "ci hanno
rivelato il volto vivo di Gesù". D
llS MARZO 1999

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cu ro di Giuseppe Morante
OtC,hel® •ooist
Costruire
l'uomo
Utfttatnento 'Pirituolle di Hid1W QuoJsc
COSTRUIRE L'UOMO
Il testamento
spirituale
di Michel Quoist
di Miche! Quoist
SEI , Torino1998
pp. 160
In questo testo, una spe-
cie di testamento spiri-
tuale, il noto autore in-
tesse un dialogo, soprat-
tutto coi giovani, per inse-
gnare a vivere partendo
dalla vita quotidiana.
L'uomo esiste in quanto
"essere in relazione" ver-
so l'interno di se stesso
(dimensione interiore) ;
con la natura e gl i altri
uomini (dimensione o-
rizzontale) ; con la sor-
gente della vita (dimen-
sione verticale) . L'uomo
non si costruisce a pez-
zi , ma si sviluppa con-
temporaneamente nella
totalità delle sue relazio-
ni all 'interno di queste
dimensioni .
Nata attorno alle do-
mande fondamentali del-
la vita , la riflessione si
presenta come un valido
contributo per costruire
su basi solide la propria
identità personale irro-
bustita dalla fede; per
spiegare lo sviluppo del-
1a persona su tutti gli
aspetti della sua esi-
stenza; per conoscere
meglio se stessi e pren-
dere coscienza del pro-
prio destino .
MARZO 1999 8S
~~
AL
uGI
R
a
f
&
~
~coTNDE~PLAZfONE
PARLARE, CAPIRE,
COMUNICARE
Vademecum
per chi vuol imparare
a dialogare in famiglia
di Jacques Salomé
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 140
Il te sto si presenta come
una specie di vademecum
per una comunicazione vi-
va ed efficace tra i diversi
livelli della relazione edu-
cativa umana , e cioè tra
genitori e figli , adulti e gio-
vani , insegnanti e allievi .
Nel caso che queste rela-
zioni umane dovessero di-
ventare materia di studio ,
questo libro potrebbe costi-
tuire la base per una Gram-
matica Relazionale.
Parla. re,
I lettori , invitati con garbo a
riflette re sul proprio grado
di incapacità comunicativa,
sono aiutati a prendere co-
scienza di alcune semplici
regole di igiene re lazionale
che servono a reinventare
rapporti in buona salute con
se stessi e con gli altri. Ne
nasce un vero e proprio
"galateo relazionale " che
riguarda tutti coloro che vo-
gIiono scoprire , curare e
far fiorire il giardino della
propria comunicazione .
IL VANGELO
DEL PADRE
di Angelo Amato
ED , Roma 1998
pp . 144
L'allegoria è nota dai tempi
biblici: l'uomo è un viandan-
te , la sua vita un pellegri-
naggio verso terre e oriz-
zonti nuovi alla ricerca del-
l'amore, della giustizia, della
felicità, della pace, della co-
munione. Illuminato dalla
sua fede , anche il cristiano
cammina nella storia alla
ricerca dei sentieri, lungo i
quali "misericordia e verità
si incontreranno", nella risco-
perta quotidiana dell'amore
incondizionato del padre
per ogni cre atura, soprat-
tutto per i figli perduti.
Perciò il credente non è un
naufrago in balia delle on -
de della vita, ma un figlio
guidato e sostenuto dalla
provvidenza del Padre. La
sua meta non è una terra
sconosciuta e lontana, ma
l'abbraccio compassione-
vol e del Padre. Nonostante
tempeste e valli oscure, egli
avanza sicuro sulle ali del-
la verità e della carità.
ANC~LO AM AT O
IL VANGELO
DEL PADRE
ici) EDIZIONI DEHON!ANE ROMA
LE FONTI DI TAIZÉ
di Frère Roger di Taizé
LDC , Leumann(To) 1998
pp. 108
Nella prima parte , questo
libretto contiene le fonti che
aiutano a comprendere la
vocazione "contemplativa"
di Taizé , controcorr ente
nella nostra cultura. Si pre-
senta come una lettera per-
sonale che Frère Roger,
suo fondatore , indirizza ad
ogni lettore , per orientarlo
a sup erare gli scoraggia -
menti e i dubbi esistenziali.
Nella seconda parte l'auto-
re si rivolge in modo parti-
colare ai fratelli della comu-
nità, riflettendo sull 'essen-
ziale che rende possibile la
vita comune . Con uno stile
molto personale , cerca la
parola che va diretta al cuo-
re dell'interlocutore , e ve -
glia attentamente affinché
ogni pagina non contenga
alcuna parola che egli non
abbia dapprima cercato di
vivere personalmente .
NON S I FA V ENDI TA PER
CO RRI SPO NDENZ A. I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dirett ame nt e all e rispett ive
Editrici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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I GIARDINI DELL'EDEN "IL FANTASTORIE "
ANNUNCIARE
DEVIANZA
di Miro Silvera
Collana
A PARTIRE DAL CUORE E PEDAGOGIA
PIEMME, Casale M. (Al) 1998 SEI , Torino 1998
di Rinaldo Paganelli -
di Maria Luisa De Natale
pp. 192
Una piacevolissima lettura Giancarla Barbon
per i più piccoli .
EDB, Bologna 1998
La Scuola, Brescia 1998
pp . 248
È questo un Gesù nasco- I titoli usciti :
pp. 218
sto, un Gesù ebreo che en-
tra nel cuore del lettore e
non lo lascia . Con il rac-
conto della sua vita giova-
nile, che egli stesso fa da-
vanti al consesso degli Es-
seni, l'autore permette al
lettore di scoprire il filo
indissolubile che lega un
ragazzo come tanti a quel-
lo che si svelerà in seguito
come l'uomo-Dio.
È un romanzo che , con gar-
bo e freschezza straordi-
naria, dipinge immag ini di
vita quotidiana, sullo sfon-
do di un periodo storico di
grande inquietudine , e trat-
teggia i personaggi -chiave
della vita del giovane Yeo-
shua, quelli che si ritrove-
ranno con ben altri ruoli al-
l'interno dei Vangeli . Vi si
scopre quello che i Vangeli
non dicono : cioè il raccon-
to degli anni della forma-
zione dell'esperienza uma-
na e storica di Gesù ; la vita
all 'interno della famiglia ; e,
dopo la morte di Giuseppe,
il suo andare per villaggi
annunciando la verità che
viene dal Verbo.
MIRO SlhVERA
Lorenza Farina
Marameo dalla luna
pp. 48
Sandra Frizzera
Quella diga nella valle
pp. 96
Ruggero Ouintavalley
Fatevi i fatti vostri!
pp. 96
La collana offre strumenti
di lettura per la riflessione
dei più piccini , in una dimen-
sione altamente istruttiva
ed educativa. Dei testi qui
presentati , il primo offre una
serie di filastrocche , di
scherzi e giochi rimati per
ridere , per imparare che le
parole sono materiali da co-
struzione di cui non si deve
avere paura.
Il secondo presenta un
Gli autori riprendono i temi
classici del cammino spiri-
tuale del cristiano, per rie-
sprimerli nello specifico
carisma dell'esercizio edu-
cativo e comunicativo della
fede ; un percorso interiore
che aiuta il cate chista a
ritrovare il proprio centro ,
nella profondità della sua
vita aperta all'incontro con
Dio , per essere capace di
avere cuore per le persone
che avvicina.
La riflessione si costruisce
attorno a temi sui quali i ca-
techisti si interrogano mag-
giormente e che sono pas-
saggi obbligati per una cor-
retta riflessione sulla spiri-
tualità. Il tutto è attraversato
dall 'attenzione educativa:
chi incontra Dio aiuta ad
incontrarlo , chi ascolta il
cuore aiuta ad avere cuore ,
chi sa pregare aiuta a dia-
logare con Dio. Annunciare
a partire dal cuore è dare
profondità a un 'azione
ecclesiale che molti cate-
chisti vivono come comuni-
cazione di una fede ricevu-
ta, ma anche come sovrab-
bondanza di amore che dal
cuore si riversa ai fratelli.
Devianza
e
Pedagogia
EDITRICELA SCUOLA
La triste realtà della de -
vianza viene affrontata nel-
la prospettiva dell 'educa-
zione permanente e del di-
ritto all 'educazion e, e non
può non provocare una
reazione negli educatori .
Interagendo con il quadro
giuridico , si individuano gli
itinerari da percorrere per
avvalorare sia gli spazi
aperti dalle innovazioni
della giustizia minorile, sia
le competenze em ergenti
dalle nuove professionalità
educative , e quindi anche
le esperienze di educazio-
"giallo " come genere let-
ne in quelle comunità che
terario che può aiutare i
piccoli a scoprire ed a svi-
Ciuucnrb UarlHJn - lli11nl1lo l~1gmwlli
alimentano il dialogo interi-
stituzionale . Si dà così uno
luppare e valutare la forma-
spessore etico a quella
zione del pensiero logico .
La lettura infatti aiuta a for-
mulare diverse ipotesi che
~CJARE
A PARTIRE
speranza di cambiamento
per la quale la persona
deviante può imparare ad
potranno essere valutate
alla fine . Il terzo invece è
oAL C uoRE
esprimere la sua respon-
sabile libertà. Speranza di
un romanzetto piacevole e
riuscita che si basa anche
istruttivo sul rapporto uomo
sulla valorizzazione , nella
e natura, esigenze indu -
teoria educativa, del lavoro
striali ed equilibrio ecologi-
in rete di cui si offrono e-
co , sull 'amicizia e sul rap-
sempi di reali zzazioni . Ba-
porto tra generazioni diver-
sati sui principi della sussi-
se , con tante emozioni .
diarietà e della solidarietà.
/JS MARZO 1999

4.2 Page 32

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OSSERVATORIO
Adriano Gelmini
f
1 Una storia sempli~'
Lilìum candìdum lo ,ha· bat-
tezzato Lir-ineo, il famoso
naturalista, svedese che
ha classificato i vegetali
in base alle caratteristi-
che rnorfologréhe degli o r-
gani' riproduttori. Il nome
derivereb be dal celtico Li
che · vuol .dire "bianco",
qu ìnçiì i g igli più antichi ,
quelli .spontanei , in Siria,
in Palestina, in Grecia, e-
rano certamente bianchi.
Più tardi, per operé\\ della
selez ione natural (?,..B per
opera dell 'uomo ! apP,ar-
vero gigli di tutti i color\\ :
gialli, arancioni , rossi , vio-
letti , variegati. ..
Si racconta...
Il giglio si presenta con
fusto cilindrico , eretto , al -
to anche un metro e per-
fino un metro e mezzo.
Ha foglie sparse sotto l'in-
florescenza, lineari , ob-
lanceolate, lunghe dai 1O
ai 25 cm. I fiori sono di -
sposti in racemi lassi. La
corolla è formata da sei
tepali bianchi candidi , lat-
tei , lunghi 6/8 cm , con
l'apice revoluto , talvolta
spruzzati di violetto.
È un fiore attraente , ele-
gante, molto profumato: il
LILIUM
troppo profumo può stor-
dire. Si racconta di un po-
tente che a Roma aveva
CANDIDUM
invitato i suoi nemici a
una grande festa. La sala
Il "giglio" delle convalli.
di ricevimento era piena ,
anzi strapiena di gigli. Lì per lì il profumo piacque ,
poi però , a stanza chiusa , diventò sgradito , insop-
portabile , micidiale. E la grande sala si trasformò in
una camera a gas: una trappola mortale.
Tra simbolo e leggenda
Per gli antichi popoli mediterranei il giglio era sim-
bolo di candore e purezza, di potenza e regalità.
Simbolo, inoltre , di fecondità: attributo nei culti fem-
minili delle Grandi Madri. Gigli votivi dì terracotta
sono stati trovati a Paestum e negli scavi di Fratte.
Esistono anche statuette femminili portaprofumì a
forma dì giglio . I Greci ammiravano la bellezza del
giglio per la simmetria dei tre sepali e dei tre petali .
MA RZO 1999 BS
Non poteva essere che
un fiore regale , divino .
Secondo loro era nato da
una goccia dì latte sfug -
gita dal seno dì Era men-
tre allattava il figlio Era-
cle. Presente nei giard ini
reali dì Micene , rappre-
sentato su un prezioso
vaso di Cnosso , affresca-
to nel palazzo reale, è il
motivo principale nella
stanza del Principe dei
gigli .
La cultura cristiana
lo riprese e lo arricchì di
nuovi significati. In ogni
Annunciazione l'angelo
si presenta con un giglio
in mano : un fiore adegua-
to a Maria, pura come un
giglio, Vergine e Madre,
Regina sopra ogni regina.
In un testo del Medioevo
si legge : "Fissando il gi-
glio con attenzione , sì po-
teva veder uscire da esso
una luminosità capace di
purificare il cuore e sana-
re le ferite del corpo".
È unito al culto di diversi
santi : sant'Antonio, san
Luigi Gonzaga, san Filip-
po Neri , san Bruno , san
Giuseppe e moltissime
sante, tra cui santa Cate-
rina da Siena, santa
Chiara , sant'Agnese .. .
Ma in mano a Maria, il
fiore più prezioso di I-
sraele , è certamente al
suo posto migliore.

4.3 Page 33

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SAN PAOLO, BRASILE
STAZIONE
DON BOSCO"
Il governo ha vo luto intitolare
una delle stazioni della linea
Est/Ovest della moderna Me-
tropolitana della città di Sao
Paulo a Don Bosco in una del-
le zone più popolari e popolo-
se della città. Nel quartiere
della stazione, Itaquera, esiste
una presenza paJTocchiale sa-
les iana viva e amata, tant che
è stata anche la pressione del-
la popolazione a far decidere
l'ammini strazione, dopo che
migli aia di firme erano giunte
sui tavoli della commissione
che doveva assegnare il nome
alle nuove stazioni della me-
tropolitana.
,
BREVISSIME DAL MONDO
NEW YORK. Una delega- Bosco, il quale non ha lesi-
zione, guidata da suor Pre- nato nell'organizzare lotte-
jean, la suora U.S.A. che si rie quando si trattava di
batte contro la pena di mor- mantenere i suoi tantissimi
te, e dal segretario dell'or- ragazzi . .. Beh, ecco, la dif-
ganizzazione "Nessuno toc- ferenza è proprio qui: di
chi Caino" , Sergio D 'Elia, Don Bosco si sapeva bene
ha presentato all'ONU una quel che faceva e perché lo
petizione in favore di una faceva ... Non giocava, Don
moratoria della pena capi- Bosco, per bramosia di da-
tale per l' anno 2000, fir- naro , piuttosto faceva il
mata da 100 personalità di questuante, diciamo, in
tutto il mondo, tra cui pr- grande stile per procurare
emi nobel , scienziati, capi pane ai suoi ragazzi . C'è
religiosi , scrittori, politici ... una bella differenza!
S.E.I. TORINO
"ROTOFLASH"
PER LE SCUOLE
Interessante ini ziativa della
S.E.I. La Società Editrice In-
ternazionale, di matrice sale-
siana, ha istituito un concorso
a prem i a carattere nazionale,
propagandato da un simpatico
logo che richiama una rotativa,
e ri servato alle scuole medie
inferiori e superiori. L' obiet-
tivo è educativo e didattico;
lo si deduce dal regolamento
che ri chiede agli alunni parte-
cipanti un breve racconto (eia
16 mila a 40 mila lettere)
cie l genere avventura, o fanta-
scienza, o giallo, o fiaba con
ric hiami ai valori di amicizia,
famig lia, so lidarietà, rispetto
dell 'ambiente ... Di tutto ri-
spetto i premi: un computer
del! ' ultima generazione (Pen-
tium 350) e una stampante a
colori , oltre alla pubblicazio-
ne dell 'elaborato, al vincitore;
addirittura tre PC Pentium II,
stampante a co lori , scanner,
modem/fax per la sua scuol a.
Gli elaborati devono perveni-
re entro il 30 aprile alla S.E.I. ,
in corso Regina Margherita,
176 , 10152 Torino.
ONU. L 'agenzia Vaticana U.S.A. Sempre più avanza-
Zenit ha battuto una noti- ta l'ingegneria genetica e ...
zia sulle esecuzioni capital i sempre più pericolosa. Si
avvenute nel mondo duran- parla di alcuni scienziati
te il 1998. Esse risultano che provano a mescolare le
così distribuite: 197 in Ci- cellule umane con quelle
na, almeno 60 nella Re- di un a mucca ... Lo scopo è
pubblica Democratica del riuscire a produrre organi
Congo, 54 negli Stati Uni- per i trapianti umani. Sta-
ti, 34 in Egitto, 33 in Bie- volta la vecchia, abusata,
lorusia, 24 in Siena Leone, irritante domanda retorica
22 in Arabia Saudita.
ha una sua ragion d'essere:
"Dove andremo a finire?".
IRAQ . Su una popolazione
di 22 milioni di abitanti i U.S.A. Il "Wall Street Jour-
cristiani in Iraq sono circa nal" ha pronosticato come
750 mila in maggioranza di prossimo papa il cardinale
rito caldeo. I cristiani pos- nigeriano Arinze, uno dei
sono praticare la loro fede cinque responsabili della
senza alcun impedimento. Il pianificazione dei progetti
vicepremier Tarek Aziz è per il Giubileo, affem1ando
cri stiano, e le persone inter- che sarebbe un adeguato
rogate in strada affe1mano successore di Giovanni
di vivere in armonia con i Paolo II, perché è un con-
vicini musulmani senza su- servatore e un carismatico.
bire alcuna discriminazione. Non sapevamo delle doti
divinatorie di detto giorna-
ITALIA . La "superenalot- le, né che i criteri per una
tomania" ha scatenato non successione fossero quelli
poche polemiche. C'è an- indicati. La storia della
dato di mezzo anche Don Chiesa dice il contrario.
CHIVASSO, ITALIA
UN DISCENDENTE
DI DON BOSCO
Il 22 novembre 1998 è morto
all ' ospedale di Chivasso, al-
i' età di 79 anni il signor Carlo
Bosco, discendente diretto di
Anton io Bosco, frate llo di San
Giovanni Bosco. Abitava con
la fam igl ia a Gassino, in bella
posizione tra campi e boschi.
Di professione era agricolto-
re. Era un uomo sereno e sem-
pre allegro, stimatissimo dai
suoi conterranei , uno che go-
deva quando poteva essere uti-
le al suo prossimo. Il suo ram-
marico più grande era di non
veder più celebrare la messa
nella chiesetta di fam iglia an-
nessa alla sua casa colonica.
Vigoroso e di sanissim i prin-
cip i morali , questo lontano di-
scendente della famiglia Bosco
ha fat to sempre onore al pre-
stigioso cognome che portava.
SANTIAGO DEL CILE
JAMBORE
Dal 26 dicembre al 6 gennaio
34 mila giovani appartene nti
agl i scout e provenienti da
165 paesi si sono riuniti per la
celebrazione del loro XIX ra-
duno internazionale, dallo stes-
so Baden Powell chiamato col
termine zulu "Jambore" riu-
nione, e tenuto ogn i quattro
anni. Molte opere salesiane,
soprattutto oratori, hanno for-
ti contingenti sco ut.
BS MARZO 1999

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
Siamo abituati a incominciare tutto "nel nome del Padre".
Anche nella cultura e nell'educazione contemporanea esiste
un importantissimo fattore "P", come padre. Dopo un'epoca
definita della "società senza padre", oggi tutti gli studi
di sociologia, psicologia, antropologia dimostrano il peso
del ruolo paterno sull'equilibrio psicosociale dei figli.
G li esseri umani manifestano
l'evidente bisogno di una pre-
senza affettiva ed educativa defi-
nita "padre ", indipendentemente da
chi la esercita. Sono tante le mam-
me che ammettono tristemente : "Gli
devo fare anche da padre ... ". San-
no benissimo che cosa significa e ne
sentono tutto il peso. Inoltre il siste-
ma preventivo di Don Bosco è una
magnifica, unica, originale , attuale
spiritualità della paternità. "Ho scrit-
to la storia del nostro amorosissimo
padre Don Giovanni
Bosco. Non credo
che al mondo vi sia
stato uomo che
più di lui abbia
amato e sia
stato riamato
dai giova-
netti " (Don
Lemoyne) .
Amare è un
verbo . E la
paternità lo co-
niuga in un modo
che le è proprio. La pri-
ma caratteristica della
paternità è esprimere la forza del-
l'amore . In un modo molto concreto .
La presenza. Il padre è l'importan-
tissimo terzo incomodo che fa da
passaporto per la realtà . La sua
presenza è sentita dai figli come
vera necessità. Un papà assente o
emotivamente distante è vissuto co-
me un tradimento . Non è questione
di tempo : è questione di effettiva co-
municazione. La qualità del rapporto
di un figlio
con il padre
sembra
essere
l'elemen-
to più im-
portante
per de-
terminare
co me
quella per-
sona reagirà.
La madre è un
"bozzolo " caldo . Il
padre spinge verso
l'esterno , lo scono -
sciuto , l'avvenire .
La protezione. "Le carezze di mio
padre sono ruvide: le sue mani so-
no piene di calli perché fa il mano-
vale . Ma per l'ne sono leggere co-
me la seta, perché mi vuole bene",
afferma un bimbo di 8 anni . La pre-
senza di un padre non è neutrale.
Url padre a!Tl{J. come una madre .
Ha la vera tenerezza di chi dice :
"Qualunque cosa capiti, io sono qui
per te! ". È la presenza di chi af-
ferma: "Non avere paura, ci sono! ".
Da qui nasce quell 'atteggiamento
vitale tra padre e figli che è la fidu-
cia e anche l'incredibile spinta che
ha sui figli l'incoraggiamento pater-
no . Che cosa non farebbe ciascuno
di noi per un bel "bravo " detto dal
papà?
Il modello. Il papà è naturalmente
un modello di "mascolinità" per i
figli e le figlie. In un certo senso è
chiamato a fare da specchio: i figli
sentono sempre il padre come e-
sempio forte e decisivo . Nel passa-
to per trasmettere i "valori" bastava
imporli. Ora si deve dimostrarli , vi-
vendoli. Per i figli il padre è deposi-
tario della sapienza pratica della
vita, è colui che conosce la meta e
la strada per arrivarci. Il primo vero
grande "cartello indicatore" della
vita, la prima guida in linea.
Il generatore. Anche il padre "ge-
nera". La paternità è una forma
d'arte : la materia è la nascente
umanità e personalità dei figli , ricca
di stimoli, stupori , segnali , germogli ,
talenti. È questione di formare una
struttura che consenta una vera au -
tonomia della persona. Un sistema
di valori che faccia da bussola. Un
centro, una coscienza. E con l'uni-
co strumento adatto : la capacità di
pensare . Sono molti i libri che por-
tano titoli come: Dire no ai figli, o
anche Se mi ami dimmi di no. Non
è così semplice. È molto più impor-
tante decidere quali sono i "grandi
" che i genitori devono assoluta-
mente comunicare ai figli . A volte il
padre deve "imprestare" ad un figlio
la propria forza , fargli da centro vi -
cario. Sostenerlo come il muro so-
stiene l'edera.
MARZO 1999 BS
L'autorità. L'epoca dei padri-padro-
ni e dei padri-caporali è terminata ,
ma perché una famiglia funzioni dal
punto di vista educativo è indispen-

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
sabile che qualcuno dei suoi mem-
bri si rassegni a comporta rsi da
adulto. Il padre che vuole apparire
soltanto quale "miglior amico dei
suoi figli ", un po ' come un rugoso
compagno di giochi , serve a poco.
Si tratta di un atteggiamento psico-
logicamente comprensibile , ma la
formazione della coscienza morale
e sociale dei fig li non ne esce ben
stabil izzata .
Nella sua essenza , l'autorità non
consiste nel comandare: etimologi-
camente deriva da un verbo latino
che significa un po ' come "aiutare a
crescere ". L'autorità nella famiglia
dovrebbe appunto aiutare i membri
più giovani a crescere , configuran -
do nella maniera più affettuosa
possibile ciò che in gergo psicoa-
nalitico si chiama il loro "principio di
realtà".
Se i genitori non aiutano i figli con
la propria amorevole autorità a cre-
scere e a prepararsi per essere
adulti , saranno le istituzioni pubbli-
che che dovranno imporre loro il
principio di realtà , e non con l'af-
fetto , ma con la forza. In questo
modo si ottengono solo vecchi bam-
bini disobbedienti , non liberi citta-
dini adulti .
C'è qualche aspetto sgradevole in
tutto questo. Lo scontro con la real-
tà qualche volta è fonte di paura.
L'obiettivo dell 'educazione è impa-
rare a rispettare, per gioioso inte-
resse vitale , ciò che in iziamo a ri-
spettare per qualche forma di pau-
ra. La maggior parte delle forme di
apprendimento inoltre implicano
sforzo. Crescere ha ampie possibi-
lità e grandi orizzonti. Un papà è
importante soprattutto perché aiuta
"a salire".
Forse nessuno ha innate le doti di
un buon padre. Per diventarlo ci vo-
gliono pazienza, attenzione e amore.
Ma poche cose sono emotivamente
gratificanti quanto la gioia che un
uomo prova nel guidare i suoi figli
dalla nascita, attraverso le varie fa-
si dello,sviluppo, fino al giorno della
loro conquistata indipendenza.
Senza contare che la paternità por-
ta in sé un premio "dell 'altro mon-
do". Quello contenuto in una delle
frasi più sign ificative , e più terribili ,
del Vangelo: "Ogni volta che avete
fatto queste cose a uno solo di
questi miei fratelli più piccoli, l'avete
fatto a me" (Mt 25,40) .
O
DA MAMMA
PARLARE DEL PADRE
Mi mette un po' a disagio parlare della paternità in famiglia .. .
mi sembra un'intrusione "nell'altra metà del cielo".. .
Farne parlare a mio marito? Ma no! Meglio complicarsi
la vita e assumere da mamma la responsabilità
provocante di parlare da padre!
In fondo non c'è niente di meglio
degli occhi di una donna per rivi-
sitare in modo creativo questa e-
sperienza che troppe volte viene
messa in secondo piano e finisce
col rendere asimmetriche le gioie e
le fatiche della vita domestica.
Comincio con una constata-
zione ovvia : nella nostra cultura è
senz 'altro più evidente che non ci
può essere paternità senza mater-
nità, che non il contrario. E forse è
proprio questa la ragione per cui i
padri si sentono spesso più limitati
delle consorti nell 'affrontare i com -
piti della crescita e dell'educazione
dei figli . Difficile dire invece se da
questa consapevolezza derivi una
sofferenza o un opportunistico defi-
larsi di fronte alle responsabilità
familia ri. Sta di fatto che la pater-
nità viene spesso vissuta come sup-
plenza de l ruolo materno o come
disponibilità a ritagliare alcuni spazi
specifici della relazione affettiva.
I figli dal canto loro si abitua-
no a sentire la presenza dei papà
come intermittente , selettiva, quasi
opzionale : sia nella versione autori-
taria che in quella "compagni di
gioco" la figu ra paterna rappresenta
uno snodo importante del processo
della crescita e dell 'identificazione
personale dei ragazzi , ma non c'è
la rich iesta di una condivisione abi-
tuale della vita quotidiana. Questa
distanza , a mio parere , comporta
per molti uomin i una perdita che
non sarà interamente risarcita sul
piano della comun icazione affettiva;
ma, d'altro canto, favorisce un pro-
cesso di emancipazione di cui le
nuove generazioni hanno oggettiva-
mente bisogno.
Se questo è vero bisogna ri-
conoscere onestamente, che la
paternità è un potente fattore di rie-
quilibrio dell 'esperie nza della ma-
ternità, che rischia di essere un po '
ridondante , eccessivamente co in-
BS MARZO 1999

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
volgente e quindi potenzialmente
logorante . Per il bene di tutti i
membri della famiglia , forse ci
vorrebbe una razione meno ab-
bondante di amore materno : co-
me per i medicinali. Quando si
superano le giuste dosi aumen -
tano i rischi di effetti collaterali. Il
"mammismo" che deteriora il vis-
suto di tante famiglie , potrebbe
essere curato proprio con una rin-
novata distribuzione di compiti ,
ruoli e responsabilità all 'interno
della coppia, fermo restando che
la logica da incentivare non è
tanto quella della parità, quanto
quella della reciprocità.
Infine bisogna decidersi a
trovare la ragione per cui il Dio
cristiano ha preferito comun icarsi
come padre piuttosto che come
madre, anche se nella Bibbia non
mancano espressioni di grande
intensità che riassumono la com-
presenza della paternità e mater-
nità di Dio . Mi sembra di capire
che la preponderanza della figura
paterna nell 'esperienza religiosa
offra ai credenti la possibilità di
riconoscere il senso del proprio
radicamento nel tempo e nello
spazio, la continuità nel raccordo
tra le generazioni e nello sviluppo
della storia comune , un 'identità
che non può certo coincidere con
la pretesa di un figlio-fotocopia ,
ma suppone la disponibilità a tra-
vasare con amore il passato nel
futuro , poiché ciò che è eterno
trovi degna accoglienza nella con-
tingenza dell 'esperienza perso-
nale di ogni uomo.
La paternità è un bene pre-
zioso proprio perché crea nei fi-
gli , rispetto alla maternità, una mi-
nore dipendenza. Fra un padre e
i suoi bambini c'è forse una mino-
re complicità, ma nello stesso tem-
po una maggiore comprensione e
solidarietà dell 'esigenza di farsi
persona nell'autenticità e nella li-
bertà. Peccato che gli uomini spes-
so siano un po ' rinunciatari nel
comunicare questa ricchezza inte-
riore e preferiscano la riservatez-
za alla condivisione piena del pa-
trimonio di valori educativi che si
portano dentro!
MARZO 1999 BS
A FONDO
PERDUTO
L'articolo 24 affronta un problema cruciale:
allora come oggi il lavoro costituisce
la cartina di tornasole per misurare
l'equilibrio psicofisico della persona;
è anche un elemento portante
dell'azione pastorale di Don Bosco dove, nella sua spiritualità,
occupa un posto di primo piano.
Articolo 24: "Lavoro e tempe-
ranza ".
Il lavoro come impegno fisico
e mentale, come assistenza e vici-
nanza ai giovan i, come perdere
tempo e stare con loro , perdersi e
dimenticarsi per loro ... è lo spazio
ascetico concreto nella vita del sa-
lesiano , della FMA, e del laico e
rende significativa la giornata. Don
Bosco è un lavorare assiduo e non
conosce o non permette a se stes-
so spazi di ozio.
Ma il lavoro salesiano è impre-
gnato di preghiera , di offerta ; la
pregh iera lo final izza, lo sublima .
Per Don Bosco il lavoro quotidiano
così affrontato è strumento di santi-
ficazione: tutto l'impegno di vita per
i giovani e con i giovani è azione a-
postolica, è nella dimensione della
testimon ianza , è annuncio dell 'A-
mor di Dio che il salesiano trasmette.
Allora, dice Don Bosco, non
c'è bisogno di penitenze straordi-
narie , di sacrifici autotassanti , per-
ché la fedeltà quotidiana al servizio
di Dio e dei giovani è essa stessa
fonte di santità. Don Bosco lavora
sodo, giorno e notte , quasi non co-
nosce la stanchezza, ma non solo
perché il lavoro è tanto , bensì per-
ché il lavoro è mezzo di purifica-
zione, è pratica costante e continua
donazione , è orientare il cuore e la
mente nel servizio apostolico.
La spiritualità salesiana porta
questa connotazione pratica: lo
stare con i giovani è il primo impe-
gno dei salesiani , delle suore , dei
laici che ad essa si rifanno . A cui si
aggiunge la connotazione ascetica
che dà il tono : lo stare con gioia ,
con coraggio , con pazienza, dediti
totalmente alla loro salvezza. So-
prattutto in una gratuità d'amore che
è il vero e genuino tocco di classe
che Don Bosco ci ha trasmesso .

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
MASCALZONATE
A SCUOLA
<< e aro doctor J. , per molto la spia non è accettato da alcun
tempo non ho saputo nul- gruppo. Alcuni arrivano a conside-
la di ciò che succedeva a mia figlia rare normale di addossarsi tutta la
Giulia. Aveva raccontato di essere colpa : "Non merito di meglio , non
caduta da un albero del giardino . sono capace di nulla". Il loro silen-
Poi il medico di famiglia mi ha aller- zio è rafforzato dalla convinzione di
tato: trovava anormale che i lividi non essere capiti.
fossero concentrati solo nella parte Ma la cosa più sorprendente è che
bassa delle gambe. Dev'essere ter- alcuni sopravvivono , diciamo , alle
ribile cadere vittima di angherie. A- torture disattivando i sensi. Arri-
vrei voluto porvi subito rimedio, an- vano a rimuovere dalla coscienza
dando a scuola per far presente la le esperienze troppo angosciose .
situazione, ma Giulia non voleva Questi ragazzi non hanno nulla da
che intervenissi. Quando però l'ho raccontare perché non ricordano
vista ancora una volta piena di livi- nulla . Non hanno sofferto niente ,
di, mi sono decisa. Durante il collo- non ne sono al corrente .
quio con il direttore e l'insegnante,
sentivo che non mi ascoltavano. Tro- Che fare? La prima preoccu-
vavano che esagerassi. Per essi era pazione deve essere quella di
Giulia a sbagliare. Fortunatamente investigare: vostro figlio è effettiva-
ho potuto parlare con la psicologa mente aggredito? Dove? Da chi?
della scuola che ha avuto tutt'altro Potete provare ad informarvi a
atteggiamento: ella era al corrente scuola, o presso altri genitori , o
di questi problemi. Con lei ho potu- presso amici e amiche, che spesso
to veramente dialogare. Non potete sanno tutto . Ma vi consiglio di par-
immaginare con quale sollievo. Gra- larne prima con lui: se voi lo mette-
zie a lei le cose sono cambiate. Ma te da parte la sua confidenza in voi
perché mia figlia ha taciuto per svanirà.
tanto tempo? (Nicole, Genova)
Non domandate mai: "Cosa
Cara Nicole ,
hai fatto perché ti trattino così?"
un ragazzo perseguitato ha molte Procedete in modo non colpevoliz-
ragioni per tacere. Si tratta spesso zante: "Racconta ciò che sta succe-
di un bravo figliolo , mite, sottomes- dendo . Come è cominciato? ". Non
so, ma troppo impacciato e ansioso l'interrompete. Per le domande di
per parlare di questi problemi coi chiarificazione aspettate che abbia
genitori. Pensa di deluderli , teme finito . Durante il racconto lasciategli
che reagiscano male magari met- esternare le sue paure e i suoi
tendo in piazza i suoi problemi . Op- sentimenti di rivolta ... Non comin -
pure teme che i compagni che lo ciate subito a cercare soluzioni ,
perseguitano possano vendicarsi . rinforzereste in lui l'idea che lui è
Oltretutto sono persuasi che ch i fa incapace di porci rimedio . Siate
prudenti quando fate pro-
messe a vostro figlio , sal -
vatelo da altre disillusioni:
non dite che tutto si risol -
verà in un giorno .
E tenete anche presente
che voi non siete i meglio
piazzati per intervenire :
questo compito compete
più alla direzione, ai profes-
sori , agli allenatori , agli ani -
matori. Ma soprattutto non
/4w,.
fate mai un passo senza la
sua approvazione.
TU
f'ION INDO.S.S I
MA-I ,SOTTA!JE
7...
~oi~J:O;J
Hl
V4
IN/El
;,
Ci vuole tenacia, perché si ri-
schia la doccia fredda . Nessuna
scuola infatti , nessun club ama am-
mettere che certe cose succedano
presso di loro e casi tanto eclqtanti
sfuggano alla loro vigilanza . E un
attentato alla loro reputazione, per-
ciò si preferisce minimizzare o più
semplicemente negare. Senza dub-
bio bisognerà coinvolgere altri geni-
tori. Agite con l'intermediazione de-
gli organi collegiali : consigli di clas-
se , assemblee degli alunni , consi -
glio d'Istituto , comitato dei genitori.
In casi eccezionali la soluzione
può essere quella di far cambiare
scuola a vostro figlio , o di ritirarlo dal
gruppo. Ma non lo raccomando per-
ché sarebbe un altro fal limento per il
ragazzo : se informate i nuovi edu -
catori correte il rischio che vostro
figlio venga superprotetto , se non lo
fate egli rischia di essere di nuovo
malcompreso. In più si lascerebbe
irrisolto il problema : i persecutori
avranno modo di scegliere una nuo-
va vittima. Se si opta per un cam-
biamento, non c'è sicurezza di suc-
ces~o che a condizione di prevedere
un buon accompagnamento per il
ragazzo , messo in atto dalla dire-
zione , dagli insegnanti , dai genitori
e da uno psicologo .
Quando le cose sono arrivate
lontano, l'aiuto di uno specialista è
indispensabile per ridare confiden-
za al ragazzo e per sostenere i ge-
nitori nel loro sforzo . Ma in tutti i
casi costoro dovranno mettere in
opera delle attitudini educative eh~
rendano il fanciullo più resistente. E
bene cercare di inserirlo in un 'atti -
vità sportiva o in un gruppo forma-
tivo: i ragazzi hanno bisogno di
compagni che li accettino.
O
BS MARZO 1999

4.8 Page 38

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Marzo come donna ... Forse.
EEFIGLl
ONNE Siamo in un consultorio
cattolico per intervistare
madri e figlie sul loro
di Giuseppina Cudemo
rapporto. Molto della
vita familiare e sociale si
eristina ha 16 anni e difficoltà
di rapporto con la mamma.
La mamma ha le sue ragioni.
gioca su un interscambio
genitori figli fatto di
colloqui veritieri, sguardi
d'intesa, sorrisi d'affetto,
"Quando ero bambina mia madre
mi faceva indossare abitini tutti
pizzi e merletti. Mi piacevano. Li
portavo volentieri. Ora no. Lei con-
tinua a compranni cose femmin ili,
ma io preferisco jeans e maglioni,
così quando ha visto i vestiti chi usi
greecsit.pi rcooclalabcoomraptirvein, si.one,
silenzi meditativi...
Educare è un 'arte.
Non impossibile.
nell'armadio e mai indossati ha
smesso di comprarmeli. Ma il pro-
blema vero fra me e mia madre è se capisco che le bugie che le dice-
che non riusciamo a capirci. Se vo non erano una cosa buona perché
provo a dirle che mi piace un ragaz- andando di nascosto tradivo la sua
zo, già mi vede con l 'abito bianco e fid ucia". Marta è la madre di Danie-
con la fede la dito, mi dà mille con- la: "Sto costruendo pian piano il
sigli, mi tratta come una bambina, e rapporto con mia figlia, le concedo
questo non lo sopporto, così finisce qualche uscita, se mi dice che v,.a a
che non le racconto più niente". La studiare da un'amica, mi faccio la-
madre di Cristina spiega: " La q ue- ~ sciare il numero telefonico. La città
stione dei vestiti l'abbiamo supera- è piena di pe,ricoli, così le do un
ta, non la ritengo tanto importan,te. orarj o per il ritorno e devo dire che
Per i ragazzi no, i nostri sono teippi lei c0'1labor,a a farmt stare tral}q ui.lla,
dasa diffici li e così cerco d!,. guidarl~ aJ; per quanto, quando sta fuori di
l ·•:J/ n_on fidarsi del primo venuto, ma lei ~~!P_selì\\pre Fon il fiato: sospe' o: ma
n batte che la tratto qome una 9)0R-
pante perché, d~ce, a badare a se
,càp sco
pre,con
che~h on
me":
poss1~
te nerla
s'era-
~
stessa da sola. E proprio ve,ro che
~
non possiamo ev itare ai figli .. le · Tanj~ ne ha 4c di ami . uest'an-
esperienze negative vissute da noj. o~ requenta le scuoi superiori. Di-
Malgrado le raccomandazioni, in - · ce sua madre: "Prima er,a sempre in
,·e fatti , i ragazzi vogliono fare espe- Gasa,' studfava"per imparare a suona-
rienza da soli. La discoteca, I.e u 'ci-
la chitarra, ora i-Flwpce mi chiede
..,
~-
1
Roberta è la madre di tre raga-z-
21e: "€on' nessuna delle mie tre f1-
te di gruppo , tutto fa stare· con il spessQ_,-di uscire 0or;ui"compagni{ la glie, Chiara .Priscilla e Alice, 16, 15
fiato sospeso".
·
chitana e h~, a_BQa:1cto~ata ~a temp_?-·~ l _anni, no avuto mai grossi pro-
Daniela ha 15 anni. Anche per lei ·
la mamma sbaglia a non volere che
vada in discoteca, con il risul tato
e non h p7u ft ~ 1tudme d1 raèeo n-
ta~ ~lé s_ue ~'btte erle suei i_ff\\coltà;
se le faccio unilci an~ , 1111 nspon-
de in modo sgarb to , m1 tratta come
bleµu çer qu~nto concerne la scuola
o i,I mo-do di ves_tire. Le l~scjo !are.
Non sono cose 1mportant1. Pern su
un punto non transigo, il rispetto. 1(1
che ci va di nascosto. Poi, un gior- un 'intrusa. Credo ct? avere il diritto casa nostra on si è mai detti:D 'su-
no, il compromesso: "Ci siamo a - di sapere dov(i va, solo che pri ma pi do' nemmeno per scherzo. C 1è
cordate, ci andrò solo con i compa- ; usavo un lingua&gio inquisitorio... molto dialogo. E anche una grande
gni di sc uola che lei conosce, e solo A q uesta età le di~ oltà tra madre e al1egria, perché la nostra casa è
una volta ogni tanto. Mi dispiace figlia sono q uasi normali , tutto sta sempre aperta ad amici , pare ti
che non abbia fid ucia in me, an'cbe ad avere tolleranza ed ~ tuito".
amici degli amici. Mia figlia Pnscil-
M~ RZO 1999 BS
1 fh..1)

4.9 Page 39

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cadendo, ma la questione donna è sempre viva.
la ama molto questa 'fo lla' che le
sta intorno. Tant'è che lei è una bam-
bina molto estroversa e allegra. A
volte vorrei avere 80 anni per ve-
derle tutte e tre sistemate. Con loro
parlo molto , sto attenta a chi fre-
quentano , se vanno in crisi per un
fowncolo· o perché devono portare
la macchinetta ai denti , sdramm atiz-
~o: dài! È solo per qualche mese.
· Dopo sarai più bella" .
fascino. Poi c'è la mamma paurosa.
Quella eh.e si è conqui stata, lavoran-
do , l'indipendenza, ha lottato negli
anni '70, ma ha pagato queste ribel-
lioni con molta sofferenza. Alla fi -
glia trasmette messagg i negativi, del
tipo: "Stai attenta perché gli uomini
mentono, non devi credere a chi di-
ce di amarti " . Con esempi materni
di questo tipo le figlie crescono sen-
za certezze, senza riferimenti preci-
si, con il risultato di sentirsi sempre
insicure.
ERE
I.LA .SCIENZA
FARE AllEANZA
Relazioni sempre più labili,
'I'Te psi;o.l~giié"-~mericane, madri Che fare dunque con una ragazzi-
di ,ire ragazzine tra i 1O e i 15 anni, na nell'età dell ' incertezza? Che ma-
dicono gli psicologi ,
come bolle di sapone...
qualche tempo fa hanno scritto un gari non vorrebbe crescere per con-
sJ:ibro: Madri e figlie una rivoluzio- tinuare a godere della calda prote-
ne. Dal OQrJfjitto ali' alleanza, edi- zione di mamma e papà? O invece
zioni Baldini e astoldi. Il libro si si sente tanto adulta da chiedere più
basa sulla ricerca coJ1dotta dall a psi- libertà, per andare in discoteca o per
co loga dell'Università di Harvard, andare al mare con gli amici. Ac-
Carol Gilligan, fra le adcr1escenti di contentarla o ostacolarla? Non ci so-
guell a scuola. Si chiedono •le autrici , no regole fiss per tutti , la psicolo-
~ercné lé bambine, solitf!m.e nte così gia attuale propende per l'alleanza,
y forti, vo litive e sicure dl sé, a 15/-16 è bene cioè che la mamma lasci cre-
anni diventano fragili e incerte-? La scere la ragazzina in tutta la sua
risposta è che con il passaggio dal- spontaneità. Questo può rafforzare
.J )nfanzia ala' adolescenza, le figlie la bambina, ma anche la madre nella
che sono· na é negli anni ' 80 ricevo- sua identità femminile. Va bene quin-
no dall e madri dei messaggi con - di l'alleanza, purché la mamma sap-
traddittori·. l'.)a un lato le rnamme pia esse re distaccata. Altrimenti ri-
ammirano la loro forza, dall 'a ltro le schia di favo rire la simbiosi, Ul) rap-
vogliono educare ad essere dolci , un porto che impedisce a entram!Ie di
po ' ,gattine.1 in altre parole a ma- crescere.
scl~erare ,la loro es uberanza per es- <S>uardandoci attorno vediamo che ,
se ·e più , attraenti agli occhi dei ra- l 'allea12a i0c parte .es·ste già.' Ke
gazzi. Ri sultato: le figlie non sanno 111.amme ·e le' bambine fhe abbian)o ·'
bene che pesc i prendere. Ma tutto inte~vistato-·ne 'consultorio, dimo,st:_ra-
quest si può ev itare, sostengon0 le no di,.~ e e un rappo~to molt afte,
tre s ud ·o.se. -Basta che le mam'me•/ di rispfo :reciproc,<:>: le mamme di
È difficile evitare a figli
e figlie le esperienze negative
vissute dai genitori.
facciano lo sforzo di conservare nel! fronte 'al a p~rson~lità della figli
le oro figlie l' at;1tenticità e co1tivare molto diversa dalla loro, cercano di
a itudini e tendenze. Un po ' come capire. E le ragazze da parte loro, EXEMPLA TRAHUNT
, ccade in "Piccole donne", dove una non sentooo cos-ì forte il desiderio
mamma straordi naria r' esce più co~ di ribelfarsi , "s0 o so jjdali ,e ,un po ' Ricordi amo che non servono tante
l'alleanza che con l'opposizion
cornp-Jici. Anche se ,non, possono es- parole, ma un comportamento coe-
tirare su delle figlie molto forti. ' ia- se(è arn iche .in tutto. \\Pe ·cl é tra loro rente . Molte mamme cristiane riten-
scuna con un carattere ben defo;ito . e uno spazio c.he s~'tto1ine{--Ia 'lo - gono la messa domenicale di estre-
ro indiviàualità. d &~iust0 che sia ma importanza. Ed è giusto che sia
Per Anna Bel Bo Boffino7 studio- così , la ma?hma non deve tendere così. M a fondamentali per la figlia
sa della psicologia femminile, ci all 'arnicizia con la propria fig lia, sono l'esempio e la coerenza con
sono due tipi di mamme, l'emanci- ma deve essere per lei un punto di quei valori irrinunci abili a cui ab-
pata che lancia alla fi glia un mes- riferimento, wna presenza viva e for- biamo sempre fatto riferimento e
s'a:ggio ambivalente del tipo: devi te che accompagrlél con delicatezza c~e h.anno determinato le scelte fon-
arti :valere per la tua intelligenza, e rispetto la cr scita della bambina. damentali della vita.
però con gli uom ini devi puntare sul Insomma , to pi~ che un 'amica.
BS MARZO 1999
I

4.10 Page 40

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
La nostra indagine sulla cultura salesiana in Italia continua con
di Davide Tonet*
Oltre dieci anni di lavoro nei
gruppi d'interesse: ecco il
punto di partenza dell'asso-
ciazione CGS Rondinella sorta a
Sesto San Giovanni, città post-indu-
striale di circa 80.000 abitanti alle
porte di Milano. Educazione alla
nonviolenza, mondialità, animazio-
ne teatrale e attenzione al disagio
~iovanile sono gli ambiti che hanno
visto crescere numerosi dirigenti,
oggi impegnati con professionalità
nel settore delle comunicazioni so-
ciali. La finalità educativa permea
tutto l ' intervento sul territorio, arti-
colato fra cinema, teatro, musica e
cultura.
Si parte subito con il cinema di
prima visione insieme a don Dario
Viganò, responsabile CEI per il set-
tore. In soli due anni, alcune decine
di migliaia di spettatori hanno potuto
ammirare le migliori pellicole euro-
pee premiate ai festival, le più pena-
lizzate dalla distribuzione. Il con-
fronto diretto con i registi Silvio Sol-
dini (Le acrobate) e Davide Ferrario
(Figli di Annibale) ha permesso an-
che di far conoscere al pubblico il
mondo degli autori cinematografici.
Impegno costante e programma-
zione coerente favoriscono le occa-
sioni d'incontro con i giovani che
amano il cinema di qualità. Il Cine-
ma Rondinella si è così trasformato
Stile, qualità e servizio
sono le parole chiave
nel progetto di
animazione culturale
del "CGS Rondinella".
L'associazione coniuga
cinema, teatro e musica
per raccogliere la sfida
delle comunicazioni
sociali all'inizio
del terzo millennio.
nella più promettente sala di comu-
nità della diocesi ambrosiana. Uno
spettatore ha dichiarato: "Finalmen-
te ho trovato una sala dove puoi
chiacchierare con chi è alla cassa,
al banco dei libri oppure al bar del
film e di ciò che significa".
Il progetto in assoluto più ambi-
zioso per l 'associazione è il Cinefe-
IN RAPPORTO
CON IL TERRITORIO
L'ampio progetto ha coinvolto sin
dall'inizio la sala della comunità. Pri-
mo obiettivo è la riconversione di
un vecchio cinema teatro parroc-
chiale ristrutturato solo esternamen-
te in un ambiente ape1to e acco-
gliente, articolato come l'associa-
zione CGS in quattro settori con un
calendario di proposte per ogni gior-
no della settimana. Si possono rea-
lizzare così svariate opportunità con-
crete d'aggregazione, formazione e
crescita in stile giovanile e popolare
per sviluppare il senso critico e la
maturazione delle persone.
MARZO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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•••••••••••
la visita al
••••••••••••••••••••••••••••••
CGS di Sesto San Giovanni.
•••
••••
•••
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••••
•••
stivai Rondinella, il festival cinema-
tografico di Sesto San Giovanni per
le pellicole premiate alle ultime
edizioni dei festival di Cannes e Ve-
nezia. L'idea di fondo è il coinvol-
gimento dello spettatore in qualità
di protagonista attivo. Il critico e il
giornalista cinematografico inter-
vengono all ' inizio, lasciando ampio
spazio dopo la proiezione per la di-
scussione fra il pubblico. Ciascuno
ha una scheda per esprimere il pro-
prio giudizio e valutare la pellicola.
L'incontro si svol ge nell ' atrio , per
favorire la comunicazione fra i par-
tecipanti , con l 'assaggio di un vino
DOC scelto accuratamente da un
sommelier diplom ato.
UN PALCO APERTO
Il teatro è un altro ambito d' inter-
vento diretto sul territorio . I criteri
di programm azione sono analoghi a
quelli applicati per il cinema: atten-
zione alla qu alità, alle tematiche af-
frontate e al tipo di lavoro svolto dal-
le compagnie. Di qui la scelta prefe-
renziale per i laboratori e i gruppi
giovanili , che hanno le maggiori dif-
ficoltà nel reperire spazi d 'accesso
al pubblico, malgrado offrano con-
tr ibuti originali su argomenti come
la comunicazione interpersonale, la
rilettura dei romanzi classici e mo-
derni e la memoria storica del terri-
torio. Esempi significativi di lavori
di ricerca sono le rappresentazioni
del Teatro Officina: Cuore di fabbri-
ca, sulla travagliata storia del mon-
do operaio a Sesto San Giovanni e
Come gli uccelli nel!' aria , ispirato a
episodi della vita di Papa Giovanni.
UNO SPAZIO GIOVANILE
Al fine di creare spazi rispettosi
della sensibilità, fantasia e gusto dei
ragazzi, sono state progettate e rea-
lizzate rassegne specifiche di cine-
ma per ragazzi , con il sostegno di
Provincia di Milano e Regione Lom-
bardia, cineforum e proiezioni mat-
tutine per le scuole. Ecco quindi
scorrere sullo schermo le immagini
belliss ime di Microcosmos, La frec-
cia azzurra e La gabbiane//a e il
gatto .
Il protagonismo dei ragazzi e dei
giovani si realizza nel teatro me-
di ante la fo rma del laboratorio. L'a-
nim azione teatrale è un percorso di
ricerca e studio che co involge oltre
sessanta ragazzi dalla prima ele-
mentare al triennio superiore , suddi -
visi in qu attro distinte fasce d 'età.
Fra i lavori svolti si distinguono gli
Atti deg li Apostoli , Farenheit 451 di
Ray Bradbury, Il cavaliere inesi-
stente di Italo Calvino e La fa mosa
invasione deg li orsi in Sicilia di Di -
no Buzzati .
Nell 'ambito della musica tre even-
ti come Musicineteatrando, Rondi-
rock e Rondirock Ice hanno visto la
partecipazione di oltre venti rock-
band giovanili alla presenza di di -
verse centinaia di spettatori. La rete
di contatti già costituita raggiunge
oltre trenta gruppi musicali sul terri-
torio, cioè circa centoventi giovani .
È un lavoro prezioso di attenzione
al mondo giovanile e alla sua tipica
espressività. Vuole essere anche un
progetto di accoglienza delle istanze
dei giovani che cercano spazi per
potersi esprimere in modo dignitoso
medi ante il linguaggio musicale. In
particolare, le manifestazioni realiz-
zate hanno la caratteristica di facili-
tare la partecipazione dei genitori e
quindi l'incontro e il dialogo fra ge-
nitori e figli attorno alla musica e ai
suoi significati.
SFIDE DI OGGI
Il settore del l'animazione socio-
culturale ha assunto un ruolo com-
plesso nel progetto dell'associazio-
ne e un obiettivo specifico: mediare
le tematiche di riferimento tramite
gli strumenti della comunicazione
soc iale. Questioni attuali e scottanti
come lo sfruttamento dei minori, la
finanza etica, i drammi dimenticati
in Kurdistan e Kosovo sono stati af-
frontati con i linguaggi del cinema,
del teatro e della musica. Lo sforzo
progettuale si concentra sulla ricer-
ca della giu sta miscela di fo rma e
contenuto, in modo che anche la
fo rma stessa di presentazione del
problema ne aiuti la comprensione,
con partico lare attenzi one all a sen-
sibilità giovanile. Il terreno è molto
fe rtile perché numerose associazioni
sul territori o sono disponibili a col-
laborare e interessate a realizzare la
contaminazione fra le diverse mo-
dalità comunicative.
RUOLI PER IL FUTURO
La continuità e la professionalità
sono dimensioni fondamentali in un
progetto educativo. Per questi moti-
vi , i dirigenti del CGS Rondinella
hanno scelto di costituirsi in comi-
tato promotore per una cooperativa :
di servizi culturali. L'associazione, :
in effetti, è il luogo adatto per dedi-
care il proprio tempo libero serale ai
progetti e alla formazione. La coo-
perativa, invece, è la forma migliore
per investire e sviluppare maggior-
mente le capacità professionali cre-
sciute ali ' interno dell ' associazione
e inventare altri nuovi spazi lavora-
tivi a partire dall'animazione cultu-
rale. Incamminarsi lungo questo
sentiero è accettare una sfida per
dei giovani impegnati in un servizio
educativo nel settore delle comuni-
cazioni sociali.
* Presiden re Regionale CGS Lombardia
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 1999

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità gi uridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
«... lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco , con sede in
Roma (oppure all'fsrituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire..., (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e parti colarmente per l'esercizio
del cul to, per la fonnazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristi ana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l' uno o l'altro dei due Enti su
indi ca ti:
«... annullo ogni mi a
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede uni versale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l' Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasc iando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dal! 'Ente, e particolarmente
per I'eserci zio del culto, per la
fmmazione del Clero e dei
Religios i, per scopi mi ssionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propri a
dal testatore.
....
MARZO 1999 /JS
I NOSTRI MORTI
SEPE sr. Rosaria ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Ottaviano (NA) , il 04/08/1998, a 69 anni .
Suor Rosaria lavorò come maestra di scuo-
la materna e, dopo aver conseguito il diplo-
ma art1st1co , fu un 'insegnante di disegno
originale e competente . Il tempo che non
era assorbito dalla scuola lo impegnava
come animatrice all 'oratorio e catechista
instancabile in Parrocchia. Il suo fervore
apostolico fu troncato dalla malattia che la
costrinse a nove lunghi anni di dolore.
CIURCIOLA sac. Tarcisio , salesiano
t il 04/11 /1998, a 85 anni.
'
Salesiano di tempra robusta , don Tarcisio
ha amato e servito con energia e dedizione
Don Bosco e la congregazione . Confidava
spesso di non aver conosciuto riposo ,
vacanze , viaggi. Quando l'età e le forze
non gli hanno più permesso l'attività pasto-
ral_e_dire_tta o il servizio in ruoli di responsa-
bll1ta s1 e dedicato con tenacia all'appstola-
to della penna e delle confessioni. E stato
un carattere "forte ", un temperamento deci-
so, a volte battagliero, il che non gli ha re-
so sempre facile la vita. Ha però messo
tutto a generoso servizio del Signore. Ha
avuto per oltre vent'anni la responsabilità
di direttore di comunità. Ha avviato con co-
raggio e sacrifici notevoli l'opera di Civita-
nova - san Marane , felice e fiorente realtà
salesi ana. Ha operato scelte di rilievo a
Gualdo Tadina , Ancona e Perugia. Ha eser-
citato un rilevante apostolato della parola e
della direzione spirituale e dato il suo con-
tributo alla croce del Signore con non pic-
cole sofferenze e un lungo periodo di pa-
ralisi quasi totale.
DI GRADO sac. Andrea ,
t Palermo il 25/12/1997, a 82 anni.
Soave sacerdote e prezioso educatore , è
stato protagoni sta degli anni migliori del-
l'Istituto "Sampolo" di Palermo, dove ha in-
segn ato latino e greco per oltre quaranta
anni. Punto di riferimento di allievi, parenti ,
amici , figli spirituali , a tutti testimoniando la
gioia dell 'appartenenza a Cristo e alla sua
Chiesa. Considerò un privilegio particolare
potere condividere con il Santo Padre la
festa per il giubileo sacerdotale di tutti gli
ordinati nel 1946. Il Signore lo ha conser-
vato fino all'ultimo fervido di opere e di in-
teressi e dopo averlo generosamente do-
nato, lo ha chiamato nel giorno della festa
più bella, il Natale .
ROMA sr. Maria ,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Conegliano (TV) , il 21 /07/1998, a 95 anni.
Fin _dai primi anni della vita religiosa , suor
Maria investe le sue attitudini educative e
la sua profonda sensibilità umana prima
nella scuola materna, poi nella scuola ele-
mentare, in seguito con diversi compiti di
responsabilità nell'animazione delle comu-
nità: Dopo un'esperienza a Padova, tocca
a lei iniziare l'organizzazione e la sistema-
zione dell'ispettoria di Conegliano che com-
prende anche le case della ex-Jugoslavia.
Una personalità, quella di suor Maria dai
tratti austeri e da una umanità teneris;ima,
capace di commuoversi di fronte alla soffe-
renza e ai bisogni dei poveri.
TOIGO sac . Antonio , salesiano
t Torino il 24/06/97 , a 93 anni.
Fu personaggio di spicco nel mondo sale-
siano e non. Direttore a Valdocco , ispettore
a Napoli e successivamente nella Centra-
le, guidò con fermezza opere e confratelli
in periodi delicati. Esuberante e focoso , mi-
se nell 'apostolato tutta la carica del suo ca-
rattere. Da buon salesiano godeva di stare
in mezzo ai ragazzi e di conversare con lo-
ro in vivaci botte e risposte. Gli exallievi lo
ricordano "burbero" ma buono e l'hanno
sempre avvicinato come padre e amico che
sapeva trasmettere sicurezza e serenità.
Fortemente radicato nel suo tempo , le cui
impostazioni mentali ed esperienze aveva
vissuto con entusiasmo e successo, soffrì
non poco per il rivoluzionario cambiamento
che dagli anni settanta in poi interessò il
mondo e dunque anche la congregazione .
Passò gli ultimi anni nel prezioso apostola-
to delle confessioni , in cui ritrovò la sua
carica apostolica e profuse la sua intelli-
genza e la sua nascosta ma viva paternità.
È bello tramontar~
dal mondo verso ~10
affinché in Lui
si possa risorgere! .
(S. Ignazio di Antioclua)
DI RIENZO sac. Nicola, salesiano ,
t Napoli il 01 /05/1998, a 82 anni.
~
' ~ Si è spento serenamente, don Nicola, nel
~ primo giorno del mese dedicato a Maria,
---; nell'offerta consapevole della sua vita dedi-
cata al Signore . Aveva da poco celebrato il
50 ° di sacerdozio . Salesiano sempre
disponibile , amico di tutti , gioviale , genero-
so , ha fatto del lavoro il suo campo di san-
tificazione, impegnato nel servizio scrupo-
loso verso i giovani e nel ministero parroc-
chiale . Le case di Torre Annunziata e di
Napoli - Rione Amicizia, dove ha trascorso
gli ultimi 30 anni di servizio educativo e
pastorale, lo ricordano con affettuosa grati-
tudine e ne accolgono l'edificante testimo-
nianza di carità e di impegno generoso e
fedele .

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/11
T. Bosco, A. Gattia
~E NE SCAPPANO LESTI,
MENTR E IL GRIGIO URLA
COME UN L UPO ARRAB-
BIATO,
L.D.C.
JL Gl012NO
DODO SEPPI CHE
UN MAL INTENZIONA·
TO ARMATO DI PISTOLA
Ml e,,AVA ATTENDEN -
DO AD UNA "1VOLTA.
CERCAI DI SAPERE DA
DOVE VENISSE QUEL
CANE MA NON RIU-
'.:ICII MAI A SA-
DEl2LO. '.:!COMPAl2VE
COME Ei<A VENU-
TO, IMPROVVl-
e,AMENTE /
LAe.ORAT
DOPO DI QUE
ETE QUANTI
E APRIREMO.'
PARA A DIVEN
OLAI. ORAATT
co.MESJMAN
LA LE!:>INA E
I CUCE CON
J E INDIFESI
NI DEL PA
VOGLIO CO!:>T
LABORATORI
VANI POe>=-A
:O.RARE UN ME
SENZA FAR
!:>FRUTT,
BS MARZO 1999

5.4 Page 44

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QUE'!:>TO E ' IL NO-
':>ECONDO LAOO
A ~QTOQIA , PRI
IM PARIAMO ACUCI
MPARATO A CA"'TE
~L BRAVO ':>ART
OVANNI ROBE
PRIM AVEl<A 1854. TEl<ZO LA-
E30f<'ATOl<IO : LEGATORIA .
FARE IL LEGATORE NON E'
DIFFICILE. VEDETE.7 QUE!:7TI
FOGLI GRANDI 01 CHIAMANO
"0EGNATURE ", BISOGNA PIE ·
GARLI A META' UNA VOLTA,
POI A MET..ot UNA SECONDA
VOLTA, POI ANCORA A META'
UNA TERZA VOLTA E IL LIBRO
E' FATTO. ADE':>SO BISOGNA
CUCIRLO, UN AGO E DEL
FILO BIANCO E' TUTTO
QUELLO CHE OCCORR'E.
DAI, PROVATE.
AIJE':>':>O TU MESCO-
LA UN PO' D 'ACQUA
UN POCO DI FA·
NA BIANCA.~-
LA COLLA
RATTAC
ORIO,LA FA
ERIA. QUE
VO ARTIGIANO
012 CORIO . =iA
RO NUOVO M
O . MA V ERRO'
IO , PERCHE' DA
ZO HO IMPA
-1861. C'E' VOLUTO
UN ANNO PS?AVE-
l<E IL PEF2ME:7SO DI
APR/f<E LA TIPOGRA·
FIA . MA Oi<A SI CO-
MINCIA '::JUL SE.RIO,
MARZO 1999 BS

5.5 Page 45

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L.D.C.
IA DI FANCIULLI
PETTANO. VI P
NIJA Cl MANO
!AZIOSI, CHIESE,
ORI ••. E GUEST
UROPA EAN
:ANZA DI
!:>CO , ROCC
,ARTIGLIA,
LIERO E RUA ••
N 60~CO Cl H
TODI FARE U
ROVA DI CARI
ERSO IL PR
O. A COLO
HE FANNO
PROVA,E
FARANNO I
GUlfO,E' ST.
IATO IL NO
"COMINCIAI A CAMMINA-
RE, MA !!:>LJ/3ITO f>ENT/1 CHE
GLJELLE ROSE NA!!:>CONDEVA-
NO '::JPINE ACUTISSIME •••" .
Turn G.LJELLI CHE Ml VEDEVANO
CAMMINAf<E DICEVANO: "DON 80-
!::CO CAMMINA SULLE /20=,E ! Turro
GLI VA 13ENE."~NON VEDEVANO CHE
I PIEDI Ml SANGUINAVA.N01LEGAM·
BE SI IMPIGLIAVANO NEI /2LI.MI CHE
<;;AL/VANO DA TERRA • .,
BS MA RZO 1999

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r PORTALO
AL CIMITERO
Sono un sacerdote salesiano ,
missionario in India dal 1936 e
attualmente cappellano delle
F.M. A. a Wellington , lspettoria
di Viadras. Scrivo per pubblica-
re , dietro promessa che ho fat-
to, una grazia ricevuta per inter-
cessione della ven. Eusebia
Palomino dalla quale ho già ri-
cevuto varie grazie. Circa un me-
se fa mi portarono un bambino
di due anni e pochi mesi in uno
stato fisico veramente misere-
vole: le braccia e le gambe rat-
trappite e come paralizzate , gli
occhi sbarrati , solo un debo le
rantolo diceva che era vivo. Lo
mandai subito in un ospedale
per bambini , ma i dottori , al ve-
derlo, dissero alla madre : "Per-
ché l'hai portato qui? Va ' al ci-
mitero , quando arriverai sarà
pronto per essere seppellito ".
Anche a me fecero capire che la
situazione era senza ritorno. Mi
dispiaceva ; la famiglia aveva
ricevuto il battesimo di recente e
la morte del bimbo sarebbe sta-
ta una prova troppo forte per la
loro fede non ancora adulta. Mi
rivolsi allora a suor Eusebi a e
con fiducia affidai il bambino
alla sua intercessione . I dottori
accettarono mal vole nt ieri di
prendersene cura , e, con loro
grandissima meraviglia, il bam-
bino rispose prontamente e
bene alle cure tanto che nel giro
di due settimane poteva lasciare
l'ospedale. Ora ha ripreso tutti i
movimenti , riconosce tutti , parla
correttamente.
Don Fiorenzo Zola, S08
Wellington, India
r UNVOLTO
RITROVATO
I miei occhi non vedevano da al-
cuni decenni il volto di Domeni-
co Savio. Ero infatti ancora una
bambina quando mia nonna ri-
cevette l'abitino di san Domeni-
cò Savio e raccontava a noi ni-
potini di questo ragazzo esem-
plare per bontà e devozione a
Gesù. Ora alcuni giorni fa sono
andata a trovare , con mio mari-
to, una mia amica alla quale ho
parlato delle mie sofferenze. L'a-
mica, per risposta, mi conduce
nella sua camera da letto e mi
fa vedere la foto di Domenico Sa-
vio. Ad un tratto si risvegliarono
dentro di me i ricordi della mia
infanzia ed esperimentai le stes-
se emozioni di quando mia non-
na mi parlava di questo san to
giovinetto. Avendone avuto l'a-
bitino e il libro , ho cominciato ad
invocarlo per le mie necessità
ed ho subito esperimentato la
sua intercessione. Infatti un ca-
so , fonte di molta sofferenza
all'interno della mia famiglia e
durato vari anni , quasi improvvi-
samente si è risolto per un in -
spiegabile atto di condiscenden-
za della persona interessata. lo
continuo a pregare con fiducia
questo piccolo santo.
La Scala Rosalia, Villabate (Pa)
r GRAZIE
A CATENA
Esprimo la mia riconoscenza a
Maria Ausiliatrice per essere
stato aiutato in tre circostanze
particolari. Il figlio maggiore in -
vali do dopo un intervento deli -
cato alla fossa cranica, lasciava
il lavoro nella pubblica ammini-
strazio ne e sottoposto ad una
visita medico-collegiale era rico-
nosciuto non idoneo al lavoro
ed avente diritto ad una pensio-
ne vitalizia maggiorata come
avesse fatto il massimo del ser-
vizio . lo poi sono stato operato
all 'anca sin istra per la terza
volta a seguito di una frattura al
femore e dopo un periodo di ria-
bilitazione sono tornato alla mia
vita di ogni giorno con buona riu-
scita dell'intervento. Mia moglie
infine ha dovuto sottoporsi a due
interve nti addomi nali con esito
buono e attende ancora la riabi-
1itazione con la fiducia di una
buona riuscita. Grazie vivissime
alla Madonna Santa mentre con-
tinuo ad invocare la sua prote-
zione sulla mia famiglia.
C. G. , Fiesso (Ve)
r MITROVAI
IN UNA POZZA
DI SANGUE
Eravamo nel gennaio 1988. Sta-
vo per scendere le scale della
mia abitazione quando misi un
piede in fallo , sbattei la testa sul-
la parte destra della scala e sci-
volai rovinosamente fino in fon-
do, ritrovandomi con una grossa
ferita e immersa in una pozza di
sangue. Appena mi sono riavu-
ta, il primo pensiero fu a Don Bo-
sco : "Siamo nei giorni della tua
novena, dissi , aiutami tu! ". Tra-
sportata all 'ospedale mi misero
vari punti. La radiografia alla te-
sta accertò che non c'era nulla
di grave. Ebbi infine le congratu-
lazioni dei medici che mi riten-
nero una miracolata, avendo io
evitato una probabile commo-
zione cerebrale quanto mai peri-
colosa per la mia età. Nel mag-
gio successivo , durante il cente-
nario della morte di Don Bosco,
mi reca i a Torino davanti alla
sua salma e adesso, anche se
con ritardo , desidero pubblicare
la grazia.
Maria Mafena, Roma
r UNASERIE
DI FAVORI
Mi sono rivolto con tanta fidu cia
a Mamma Margherita per delle
necessità familiari. Attesto di
essere stato esaudita in ognuno
di questi casi. Una prima volta
per malattia, si è reso necessa-
rio lo svuotamento dell'utero , ma
poi non ce n'è stato più bisogno.
Un 'altra volta in preda ad un'e-
sofagite me la sono vista scom-
parire completamente. Una ter-
za volta mi era stato riscontrato
un polipo alle corde vocali che
mi fu causa di tanta preoccupa-
zione, ma un 'endoscopia ha ri-
velato qualcosa di molto margi-
nai e e in via di soluzione per
semplice terapia.
O. A. , Tena/ba (Or)
r MATERNA
ATTENZIONE
AD UNA MAMMA
SOFFERENTE
Ringrazio Maria Ausiliatrice
per aver seguito con occhi ma-
ternamente attenti , i risvolti di
mia madre sofferente. Tantissi-
mi anni fa , all'età di 12 anni, una
forte otite costrinse mia madre
ad un intervento chirurgico che
la privò dell'orecchio destro. Es-
sendovi ora sorta un'escrescen-
za e sottoposta a Tac si è reso
necessario un altro intervento il
quale si è complicato a causa di
un'ernia cerebrale. Ciò l'ha co-
stretta ad un mese di immobilità
con conseguenze nella deam-
bulazione per una sopravvenuta
flebite. Ma finalmente è giunta
la guarigione, completa e dura-
tura per cui non finirò mai di rin -
graziare la Mamma celeste per
aver dato la forza necessaria e
la guarigione alla mia mamma
terrena.
M. L. , Gela (Cl)
r lN~SPETTATAMENTE
SI E PRESENTATO
LUI STESSO
Avevo dato in prestito del dena-
ro ad un signore. Ho atteso per
sette anni la restituzione dei miei
soldi . L'ho sollecitata tante volte
ma inutilmente. Un giorno aven-
do avuto tra le mani per caso
un 'immagine del ven. Luigi Va-
riara , l'ho pregato con tanta fe-
de perché mi aiutasse a riavere
la somma di cui avevo veramen-
te bisogno , essendo anziana ,
so la e cagionevole di sa lut e.
Con mia grande sorpresa, quel
signore si è presentato lui stes-
so e mi ha restituito tutto il de-
naro che gli avevo prestato.
Morardo Maria, Torino
r TUTTO
SEMBRAVA
VOLGERE AL
PEGGIO
Sono venu to a tro varmi, mio
malgrado, in una grave situazio-
ne familiare per motivi economi-
ci in cui erano anche coinvolti
alcuni miei cari. Ad un certo
punto tutto sembrava volgere al
peggio con conseguenze preoc-
cupanti. Mi rivolsi allora con
fiducia al beato Filippo Rinaldi.
E proprio quando l'oscurità era
diventata più fitta , il problem a
trovò la sua inaspettata soluzio-
ne. Esprimo la mia riconoscen-
za verso il Beato che continuerò
a pregare per essere degna
della sua protezione.
A. F. , Casale M. (Al)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmat e e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
MARZO 1999 JJS

5.7 Page 47

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Suor Zdenka Kusovà
È nata a Vimperk, nella Repubblica
Ceca. Figlia di Maria Ausiliatrice
dal 1990, è attualmente incaricata
della formazione delle giovani.
Ha partecipato al Capitolo
Generale XX del '96, con un
primato, quello di essere con i suoi
29 anni la capitolare più giovane .
Come hai conosciuto Don Bosco e le suore?
Abitavo in una piccola città e le salesiane erano delle illustri sconosci u-
te. Mia arella e suo marito erano, di nascosto, cooperatori salesiani . Du-
rante gli anni della scuol a superiore ho preso parte a un gruppo animato
da due salesiani , ma di questo non sapevo nulla. Mi colpiva il loro modo
di fare e stare in mezzo a noi. Poco a poco è cresci uta la fiducia in loro e la
voglia di saperne di più: ho così potuto conoscere altre persone ed entrare
nei "segreti di famiglia" a condividere il lavoro apostolico e, alla fine,
anche il progetto di vita.
Hai vissuto i primi anni nella clandestinità. Che ricordi hai? Che cosa
h~~wwato?
Quegli anni hanno segnato fortemente la mia vita. E maturata in me una
forte convinzione di fondo: se Dio vuole qualcosa la fa, anche se sembra
umanamente in1possibile. Ci volevamo bene tra noi e avevamo molta spe-
ranza da vendere. La clandestinità mi ha insegnato a fare il bene, nono-
stante le difficoltà, e a confrontarmi nei dubbi e nelle incertezze con l'U-
nico Maestro.
La tua patria è ormai indipendente e libera. Che signij1.Ca per te e per i
giovani?
Quando una barca è solita solcare sempre le acque di un piccolo lago,
con i confini limitati, e non è abituata a prendere il largo, è logico che,
trovandosi a navigare in mare aperto, sperimenti un po' di disorientamento
e incertezza. Così è per i giovani: non abituati a scegliere, a confrontarsi,
rischiano di sbandare vistosamente. Ogni proposta è accolta, spesso acriti-
camente. So che la mia missione è quella di aiutarli ad aprire gli occhi e
quella di testimoniare che Gesù è l'unico che ci fa interamente liberi.
Sei stata la più giovane capitolare della congregazione. Come hai vis-
suto l'evento?
Scelgo un 'immagine: mi piace pensare all'alba, quando nasce il sole;
c'è nell'aria l'attesa del giorno nuovo, tutto è luce, bellezza, stupore...
Sei stata chiarissima, grazie. E che immagine ti sei fatta della congre-
gazione cui appartieni?
Quella di una realtà viva, dai molteplici volti, ma con un unico cuore e
con molta vitalità. Mi sembra di aver scoperto una logica misteriosa: ogni
membro arricchisce l'altro anche senza saperlo, perché ci sostiene un
unico ideale.
Se tu fossi la portavoce delle suore più giovani del tuo Istituto religioso,
che cosa chiederesti alle superiore?
Due cose: che lascino agire in piena libertà lo Spirito Santo ... In lui è la
sicurezza di non sbagliare, di crescere fino alla perfezione. La seconda
non è una richiesta, è semplicemente un grazie a tutte, perché sono pre-
senti in ogni angolo della terra e perché amano i giovani .
FOCUS
Aggiornamenti
Continuiamo la presentazione
di alcune opere di misericordia
"moderne". La fantasia di cia-
scun cristiano dovrebbe essere
sollecitata a re-inventare secon-
do le moderne condizioni di vi-
ta, modi sempre più attuali di fa-
re il ben.e. Presentiamo qualche
stralcio delle opere spirituali. In
neretto la formulazione classica.
LE OPERE
DI MISERICORDIA
SPIRITUALI
1. Consigliare i dubbiosi
Faci litare la direzione spi rituale,
anche fatta da laici;
organ izzare dei "sidewalk coun.-
selling" vicino alle cliniche per
aborti.
2. Insegnare agli ignoranti
Impegnarsi per l ' alfabetizzazione
del terzo mondo;
spiegare il catechismo agli ad ulti ;
oppors i all 'abbandono scolastico.
3. Ammonire i peccatori
Ammonire chi spende troppo o chi
guida pericolosamente;
contrastare le evasioni fiscali, le
raccomandazioni e le tangenti.
4. Consolare gli afflitti
Creare uffici di consulenza per fa-
miglie in difficoltà;
istituire centri d'ascolto per sin-
goli e famiglie ...
5. Perdonare le offese
Praticare e predicare la logica del-
la non violenza.
6. Sopportare pazientemente le
persone moleste
Evitare di vendicarsi per torti su-
biti sul lavoro;
cercare di trane profitto anche dal-
le prediche troppo lunghe.
7. Pregare Dio per i vivi e per i
morti
Non soltanto aiutare, ma pregare
per chi si aiuta.
BS MARZO 1999

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
PASSIONE A MALTA
di Giancarlo Manieri
Riti suggestivi nell 'isola dei crociati.
MAGDEBURGO
di Maria Antonia Chine/lo
-
Oltre il confine , verso i marginali.
I
a.
:uE
w
azwuN::
e
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cuu::3:.,
«i
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e
"E '
'6
o
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()
E
INSERTO STACCABILE
di Natale Maffioli
La basilica di Santa Maria in Cosmedin.
NON IMBOSCATI MA...
di Daniele $androni
Gli obiettori di coscienza, una risorsa.