Bollettino_Salesiano_199902


Bollettino_Salesiano_199902



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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
VERSO IL GIUBILEO
UN'IMMAGINE DI DIO:
PADRE ONNIPOTENTE
Nell'esodo e dopo di eisso, attraverso il ministero dei profeti,
Israele imparò per tutti noi che Dio è sommo e unico.
È al di sopra dell'universo e di qualsiasi potere conosciuto
o occulto. Da essi si distacca: è trascendente,
in un altro ordine, santo. Né potenze umane né forze
della natura hanno dominio minimo su di Lui.
I , uomo
I . sente Dio
come datore
della sua vita,
alleato gra-
tuito e inat-
teso , punto
di arrivo
delle sue
brame di feli-
cità e giudice ultimo dei
suoi atti e intenzioni . Ancora oggi
noi confessiamo questa verità: cre-
do in un solo Dio Padre Onnipoten-
te. L'espressione si riempie di nuo-
vi significati , se consideriamo gli
"assoluti" che hanno preteso di sot-
tomettere l'uomo o in cui l'u omo
pone l'ultima speranza: il denaro, il
potere , la tecnologia, il mercato, lo
stato.
Così Israele imparò pure per noi
che Egli è Creatore del cielo e del-
la Terra : principio e termine ultimo
di quanto esiste. Amore libero e
fecondo , gratuito e universale. Nes-
suno poteva obbligarlo a dare l'es-
sere. Di niente si poteva servire per
dare origine alla vita . Noi dunque
veniamo da Lui e verso di Lui ci
muoviamo .
che i gentil i adoravano déi muti . I
profeti accuseranno gli idoli di es-
sere senza parola né messaggio ,
senza suggerimenti né stimoli. Il
Dio di Israele è colui che ha mosso
i Padri , che ispira i profeti , che par-
la al popolo, che in sogni e visioni
indica strade possibili specialmente
negli snodi della storia.
È il Dio che educa e fa crescere: il
Pastore che conduce ad acque cri-
stalline e a prati erbosi ; che non
consente all 'uomo di fermarsi , ma
mostra orizzonti verso cui cammi-
nare ; che accompagna stimolando
ad avanzare , che richiede fedeltà
all 'alleanza nel quotidiano e in inat-
tese rotture col passato verso im-
prese impossibili . È il Dio che ha
ordinato di rompere con la schia-
vitù, di avventurarsi nel deserto , di
conquistare la terra promessa.
O È un Dio che raduna e unisce,
crea solidarietà e armonia. L'ordi-
namento del caos e la creazione del
genere umano come una famiglia
unica sono una prima manifestazio-
ne. Convoca gente dispersa e la
rende un popolo . Vuole la salvezza
di tutti , anche di coloro che al pre-
sente non riescono a riconoscerlo .
Per tutto questo di Lui si afferma
che è Padre. Si sente la sua pater-
nità nel fatto che dà la vita, la con-
serva, la sviluppa, impegna la sua
O È il Dio che si comunica all'uo-
mo : ha parlato e parla nella storia.
Gli avvenimenti della vicenda uma-
na hanno significati e conseguenze
oltre il loro aspetto visibile. L'uomo
se ne rende tanto più conto quanto
P,iù fa spazio al pensiero di Dio.
E il Dio che si rivela, si mostra at-
traverso persone che hanno una
particolare missione storica di libe-
razione e illuminazione. Paolo dice
FEBBRAIO 1999 BS

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DON B.
MA 6rl4' SJ
'RA-
c::> e
CU-2] ~ L..'AlZ/4 PEL :?.000
potenza in favore di essa, la porta
a pienezza richiedendo la collabo-
razione dell'uomo .
L'uomo lo cerca "come la cerva le
sorgenti d'acqua". Lo sente nel pro-
prio pensiero e nei battiti dell'anima.
Quando l'ha percepito "ha sete di
Lui . A Lui anela come terra deser-
ta, arida senz 'acqua". Si accorge
che in Lui risiede la vita e il senso .
Questo è il Dio che avevano in
mente gli ascoltatori di Gesù
quando Egli faceva la sua sconvol-
gente rivelazione di chiamarlo "il
Padre suo". Perciò le sue parole ri-
sultavano esorbitanti e l'autorità reli-
giosa del suo tempo lo condannò
per bestemmia.
Farsi un 'immagine di Dio, bella e
vera, trasmetterla con le parole e
gli atti è uno degli impegni dei cre-
denti in questa vigilia del 2000: mi-
sericordioso, ma non indifferente al
male ; amico e vicino , ma non u-
guale a noi ; pronto all 'aiuto , alla
grazia, ma non "a servizio" di pro-
getti ritagliati sulla nostra piccola
misura; fonte e garanzia della liber-
tà ed esigenza di responsabilità.
Una siffatta immagine trasmi-
se a Don Bosco Mamma Marghe-
rita. La natura, la notte stellata, la
bella stagione, gli suggerivano il pen-
siero della sua bontà. Dal raccolto ,
dal caldo del focolare , dal cibo trae-
va motivo per ricordare la sua Prov-
videnza. Dalle forze scatenate della
natura risaliva alla sua potenza. Co-
sì Don Bosco imparò a vivere alla
sua presenza e ad affidarsi a Lui .
Febbraio 1999
Anno CXXIII
Numero 2
In copertina:
L'oriente esercita
un 'attrazione fa tale
sui giovani ,
che sembrano ammaliati
dalle nuove re ligion i.
Quali le ragioni?
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE :
G IANCARLO MANI ERI
Redazione: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
12 ATTUALITÀ
Stato, scuola e famiglia
14 RELIGIONE
Islam: la convivenza è possibile
16 SOCIETÀ
I colori degli States
20 STORIA NOSTRA
100 anni a Bova Marina
23 INSERTO/GIUBILEO
Santa Sabina all'Aventino
28 COPERTINA
A ttrazione fatale
32 MISSIONI
10 anni sulla strada
di DANIELA BERNASSDLA
di CHEUBINO MARIO GUZZETTI
di MARIA ANTONIA CHI NELLO
di GIANCARLO MANIERI
di NATALE MAFFIOLI
di CLAUDIA ALESSI
di ANGELO BOTTA
RUBRICHE
2 li Rei/or Maggiore - 4 Il punto giol'llni - 6 Lei/ere - 8 In Italia & nel 111011do - 11 Prima. pagina
- 19 Zoom - 22 Le/tera ai giovani - 27 Box - 30 Libri - 34 Come Don Bosco - 36 Carta. di
Comunione - 37 li doctor J. - 38 Cultura salesiana - 40 Osservatorio - 41 I nostri Santi - 42 I nostri
morti - 43 Don Bosco a fum etti - 46 Solidarietà - 47 In primo piano/Focus
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ern esto Cationi -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Bruna Grassini - Natale Maffioli -
Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Giuseppe Morante - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione :
Ufficio Grafico SEI
Diffusione : Giuseppe Cerò (Roma)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 1O milioni di copie)
in : Anti lle (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Boemia - Bolivia -
Brasile - Canada - Centro America (in Guatemala) - Cile -
Cina (a Hong Kong) - Colombia - Croazia - Ecuador -
Filippine - Francia - Germania - Giappone - India
(in inglese, malayalam. tamil e telugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
Messico - Olanda - Paraguay - Perù - Polonia -
Portogallo - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Sri Lanka -
Stati Uniti - Th ailandia - Ungheria - Uruguay -
Venezuela - Zaire.
Edizione Cooperatori. A cura dell 'Ufficio Nazionale
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 - 00185 Roma -
Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione : Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Fotocomposizione : EDIBIT - Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
parte del prossimo numero.
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Opere Don Bosco, Roma.
BS FEBBRAIO 1999

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
UN FUTURO
STRAPPATO
Al TOPI
,1
1999 ultimo anno di questo secolo. Per scelta delle Nazioni Unite
è dedicato all'anziano. Non si tratta di una goliardica
trovata per celebrare la fine di un millennio decrepito.
È piuttosto un segnale di allarme: il secolo 21 °,
avvertono i demografi, sarà il secolo degli anziani.
S i prefigura una lunga stagione
nella quale le persone anziane
in larga parte dei paesi del mondo
saranno più dei ragazzi con meno
di 15 anni di età. .
Una condizione impensàbile
se non ci fosse un generale
e progressivo allungamento
della vita media di uomini e donne.
Ma l'allungamento della vita
è un fatto positivo e non una colpa.
Può preoccupare il segnale
simbolico che accompagna
l'invecchiamento della vita.
È come se l'umanità, nonostante
i prodigi della scienza bioetica,
sia paradossalmente stanca e con
le pile della speranza scariche.
O L'anno che verrà , dal nome
Duemila, farà svegliare i giovani
non solo in un tempo
anagraficamente nu.ovo , ma diverso
per la condizione che inaugura.
Dalla scontata certezza che
il futuro è dei giovani , si entra
in una lunga stagione nella quale
si potrà a ragione dire che il futuro
conta se non sei giovane.
Ai giovani si chiede di abituarsi
a una "coscienza rovesciata".
Se i giovani non l'acquisteranno
diventando protagonisti positivi
di una svolta graduale,
per la terra potrebbe affrettarsi
la fine della vita umana.
Rester'ebbe dimora dei topi .
O I giovani d'ora in poi
non potranno più essere soltanto
eredi degli anziani. L'allungamento
della vita con il conseguente ritardo
nell 'ingresso nel mondo produttivo,
pone problemi inediti al modo
tradizionale di essere uomini
FEBBRAIO 1999 11S
e donne e di fare società. Cambia
radicalmente la condizione
giovanile che sta trasformandosi
sotto le conquiste della scienza
e le leggi del mercato.
O Se prevarrà la contrapposizione
tra giovani e anziani,
la terra rischierà la disintegrazione
prima sociale e poi ambientale.
E si potrà avverare l'immagine
evocata da Gunter Grass di una
terra diventata appunto il regno
dei topi, eredi di una umanità
agonizzante ed estinta.
O La spartizione delle risorse vitali
tra le generazioni , come le antiche
lotte per la sopravvivenza,
potrebbe innescare una spirale
di violenza incontrollabile.
Riflessioni lungimiranti hanno
cominciato da tempo a parlare
di solidarietà intergenerazionale
per un riequilibrio delle risorse
disponibili.
La cultura della rapina
dell'ambiente e dell'accumulo
di un immenso superfluo di beni
i consumo, finora dominante,
ostacola il futuro.
O Ai giovani resta un compito
nel quale i grandi finora hanno
faticato o fallito : dare vita sul nostro
pianeta a uno sviluppo sostenibile,
çon tutte le conseguenze.
E certamente una scelta più difficile
che rifugiarsi nelle avventure
spaziali.

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UN PO ' Df STORIA, PER
FAVORE. Egregio direttore,
mi sono imbattuto in una co-
pia della sua rivista ne ll a sala
d 'aspetto del mio medico. L ' ho
sfogli ata e non ho resistito a
scrivervi. Come fate ad essere
così tranquilli , a scrivere cose
sulla g iusti zia, la pace, la non
violenza, voi che avete am-
mazzato nel M.E. milioni di
streghe, di ebrei, d i eretici ,
che avete gestito la schi avitù
negra per secoli , che avete
torturato [. .. ].
Cenzino , Napoli
Mon Dieu1 Caro signore.fos-
si in lei prima di dar/iato al-
la bocca (o alla penna), veri-
fi cherei che nel cassetto del
cervello sia tutto in ordin e.. .
se non altro il reparto stori-
co -matematico !
TEOLOGIA DEL CORTILE.
Caro Direttore, voi salesiani
che teologia fate? Di fronte ai
grandi ges uiti , ai do menicani ,
ai benedettini , ai francesca-
ni... che hanno lasc iato un se-
gno nell a stori a del pensiero
teologico, voi chi o che cosa
siete? Io sono stato per qu al-
che tempo in un vostro orato-
rio, e ho visto spesso il sale-
siano a sgambettare in cortil e,
giocare, arbitrare, essere di
parte, tifare, url are qualche
improperio a que lli più esagi-
tati .. . Poi d i colpo in terrom-
peva tutto per le pregh iere
della sera. E tutt' al piL1 fa-
ceva per qualche minuto un
po ' di moraletta spicc iol a e ...
sempre quella. Mai alcun vo-
lo . . . teologia da corti le!
Renzi, Trenro
Egregio signor Renzi, un al-
tro signore, cerio Renaio M .,
tempo fa mi ha scritto di teo-
logia da cortile, in una lette-
ra, per la verità un po' diffi ci-
le, citandomi addirittura le
sottigliezze dialettiche di Ba-
nez e Molina... Allora che di-
re? Prima di tutto spero che
lei non pretenda lezioni di
teolog ia durante i Ire minuti
del saluto della sera fatt o dal
C,C,,.,Y-..,;;;,A.11' - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ,
l~~- 1
1111 I 'lii
I
Jillill
~I
VL- \\
.~ >ri
-_)
~~
direttore del' oratorio ai suoi
scatenati ragazzi.
Secondo. Credo, senza nulla
togliere a ges uiti , dom enica-
ni, ecc ., che anche noi sap-
piamo "teologare" : le circa
30 università salesiane spar-
se nel mondo spero bastin o a
testimoniarlo .
Terzo . No n fa cciamo teolog ia
"da cortile" .. . semmai "del
cortile" : siamo sicuri che Dio
è in cortile come in chiesa e
che un' anima in cortile la si
prende phì f acilmenre che
non in chiesa.. . perché in
cortile ci va , in chiesa .. . mica
tanto! Certo è un terreno sug-
gesti vo, e quasi una provoca-
zione tentare un trattato su
"La teologia del cortile".
No n ho memoria di avern e
letto, ma certamente l'abbia-
mo fatta. Forse anch' io, che in
cortile ci ho passato vent' an-
ni e. .. ho ancora qualche no-
stalgia. Se non hai motivazio-
ni teologiche non ci resisti
molto in mezzo a centinaia di
ragazzi in libertà , pronri a
scatenarsi senza troppi con-
trolli di gesti , parole, pensie-
ri. . . (quello he non dicono
glielo leggi dentro) . Mi piace
pensare che il nostro Dio sia
"Dio del cortile" , un Dio in
libertà, che gioca con noi il
gioco della Fifa, dopo essersi
giocata la vita per noi. Un
Dio che sprizza fanta sia crea-
tiva e gioia , un Dio che cerca
I' 110 1110 , dove tutti cercano
il giocatore, il tecnico, I' illfel-
ligente. .. Un Dio che ama e
milita in liti/e le squadre, per
dire a li.ti/i che non devono
esistere nemici... Un Dio che
mi piace : viva la reolog ia del
cortile!
UNA GENERAZIONE SEN-
ZA PRINCIPI? Egreg io diret-
tore, ho letto qu alche g iorno
fa una ri vi sta e mi sono an cor
più con vin to d i que ll o d i cui
da tempo sono convinto, che
c ioè sempre più si va verso
una genera zione di gove rnanti
senza principi o, quanto me-
no, con una doppia moral e,
una ad uso pri vato, in cui tut-
to o quasi è perm esso e una
pubblica, con la maschera del
perbeni smo . Non esiste più
vizio privato , ma solo scanda-
lo pubbli co. Non mi dica che
sono pess imi sta. C linton, che
pred ica a tutto il mondo, pra-
tica una moral e a suo uso e
consumo; il nuovo cancelliere
tedesco Schroder è già alla
quarta mog lie; una serie di
ministri del governo di Sua
Maestà B ri tannica se la fa con
uomini . . . Morale: in privato
si può far tutto, in pubblico
no ! Mi pare troppo comodo.
Le dirò che la cosa non mi
piace proprio . Non sarà un
nuovo colletti vismo? Che co-
sa devo insegnare ai mie i fi -
g li , che priv atamente possono
fare tutto qu e l che g li pare,
ma pubbli camente devono es-
sere dei santi ?
(senza firma )
Caro signore, ho tagliato il
resto della sua lunga lette-
ra . . . Quello che ho riportato
basta e avanza per poterle
comunicare, riguardo alla sua
affermazione su una genera-
zione Jekil e Hyde (cioè con
una doppia morale) che c'è il
rischio , ahimé, che lei abbia
ragione!
APPELLI
Co ll e z iono immagini sa-
cre, specialmente della fa-
miglia sa les iana, soprattut-
to con reliqui a. Disposto a
scambi di materiale. Dotti
Luca, Via Montenero, 13
- 15067 Novi Ligure (AL).
Colleziono e scambio im -
magini sac re e santini.
Chiedo ai lettori interessat i
di contattarmi . Antonell a
Melis, Via Pio Piras, 45 -
09036 G uspini (CA).
Giovane in e sper ienza
vocaz iona le desidera en -
tra.re in corris pondenza e-
pistol are, pe r condividere
esperienze di vita, di servi -
zio apo toJico, di fede. Se-
bastiano Ferrara, Mona-
stero S. Margherita, Via
del Poio, 33 - 60044 Fa-
briano (AN).
FEBBRAIO 1999 BS

1.7 Page 7

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PON B. d, dd~o
NON N"Tt!4VIJHO
NEll6 TIWOl E
'---
ebrei, scriva al rabbino che
controlli le date: Pio Xli nel
J938 non era Pio Xff , essen-
do stato eletto Papa nel 1939.
In più dovrebbe leggersi bene
le quasi 20.000 pagine di
scritti sulla questione, prove-
nienti da tutti gli archivi, Va-
ticano compreso... Ma so-
prattutto dovrebbe conoscere
alcune fo nti ebraiche che
parlano di almeno 800.000
ebrei salvati dal papa in que-
stione... e mi scusi se è poco.
Pé.RL.lt:/
HO F,cr,ro
IL Rl4 SSUHTO
00
LA SCUOLA PRIVATA. Ca-
ro direttore, monta la marea
sulla scuola privata. Benché
sia cattol ico, non posso tollera-
re che la scuola pri vata sia trat-
tata come la scuo la pubblica.
Vctleri , Ravenna
PINOCHET E IL RABBINO. fuori delle righe . Vede, il ca-
Caro direttore, perché mai la so Pinochet (badi, non so co-
sua rivi sta no n fa nessun cen - me si sarà risolto quando lei
no al caso Pinochet? Eppure è leggerà la risposta che io sti-
importante. O no? Cosa si de- lo ai primi di dicembre e lei
ve pensare di quei governi legge in febbra io, ma non im-
che arrestano uno stran iero porta ), il caso Pinochet, dice-
che è andato a curarsi nel loro vo, è emblematico, perché apre
paese? Voi che dite di essere I' ori: :onte di una giustizia
educatori dei g iova ni.. . edu- globale. Questa è la vera le-
cator i d i che, se sfuggite sem- zione da apprendere, sia che
pre di educare all a po li ti ca? il prorago11isra risulti colpe-
Visto che ci sono gliene sfor- vole sia che risulti innocente.
no un ' altra, così se non vuole In tempi di "g lobali:zazione" ,
rispondere su Pi nochet rispon- non si può pretendere che
derà su Pio XTI. Il rabbino qualcosa sfi,1gga alla sua re-
Meir Lau ha den unciato pub- te; dunque anche la giustizia
blicamente a Berli no che P io di venta sempre piiì globale,
XII restò indifferente, forse planetaria, superando i confi-
per convenienza, di fronte al- ni nazionali. Insomma, ci piac-
la " notte de i cristalli" iI IO cia o no, la sovran ità nazio-
no vembre 1938 ; una sua pa- nale sembra restringersi sem-
ro la av rebbe potuto sa lvare pre piiì , con buona pace di
migli aia d i ebrei, invece ...
tutti i nazionalismi, i regiona-
Mariolino, Genova
lismi, i campanilismi di ogni
genere. Il professor Mos coni,
Il BS , caro signore, 110 11 è una titolare di diritto internazio-
ri vista politica. Questo non nale ali' Università di Pa via,
signifìca che noi non educhia- afferma che la sovranità na-
mo alla politica. Insegnando zionale in campo giuridico è
ai giovani l'arte (e la virtiì) di stata superata o sta per esser-
essere "onesti cittadini", noi lo. Il che può anche non pia-
educhiamo alla politica. Ec- cere , ma "cosl è se vi pa-
come! Alla sua domanda ri- re" . . . E anche se non vi pare.
sponderò con la mia sensibi- Per quanto riguarda la se-
lità di educatore, anche se po- conda questione, la fam osa
trebbe apparirle, come rispo- "notte dei cristalli", l' inizio
sta , non pertin ente, o un po' delle persecuzioni contro gli
Perché mai ? Come dovrebbe
essere trattata? È questione
annosa e non ho tempo né
spazio di attivare una polemi-
ca che rischierebbe di essere
infinita. E poi tutti ne scrivo-
no , anche a sproposito. (A
proposito , e' è un articolo an-
che su questo numero, a pag .
12 1). Mi limito perciò a in-
riarle il giudizio di uno che
11011 odorara di Chiesa nem-
meno un po' , Bertrand Rus-
se/, il jìlosofo che ha scritto
'Perché 11011 sono cristiano':
"L' insistenza dello Stato per-
ché i bam.bini vadano a scuo-
la è pienamente giustificata,
ma non è giustijìcato preten-
dere che la loro istruzione miri
a una squallida uniformità" .
Siamo, ovviamente, per la li-
bertà di scelta della scuola .. .
Non riesco proprio a capire
perché in una fase della no-
stra storia economico-sociale
che potrebbe essere definita
"di privatizzazione globale",
solo la scuola debba fèire ec-
cezione, e solo in Italia .. . man-
co fossimo all'avanguardia!
Non ci è stato possibile pub-
blicare rufle le lettere per-
venute in redazione. Ce ne
scusiamo. Prov vederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vost ra corri spon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00 163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail : biesse@sdb.org
8S FEBBRAIO 1999

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IN ITALIA&NEL MONDO
BUENOS AIRES,
ARGENTINA
AUDACIA
APOSTOLICA
Presso il collegio San Gio-
vanni Evangelista nel Barrio
de la Boca i salesiani hanno
avviato la scuol a serale di re-
cupero con orario dalle I8,00
alle 22,30 per i giovani dai 16
ai 18 anni rimasti ritardati ne-
gli studi per difficoltà di varia
natura. Ma es iste anche un
oratorio notturno che apre i
battenti alle ore 21,00 e chiu-
de alle 24,00 per tutti quei
piccoli girovaghi senza casa o
per piccol e band che si aggi-
rano senza meta nei quartieri
della grande metropoli. Di che
natura sia il lavoro che i sale-
siani intendono fare lo si può
ev incere fac ilmente dal rego-
lamento estremamente chiaro
e semplice affisso sull a porta,
al cui rispetto è condi zionata
la possibilità di entrare: nien-
te droga, niente armi , niente
alcool, niente risse! Chiaro no?
Ovviamente, affermano i re-
sponsabili di queste iniziati-
ve, ogni notte è un 'avventura
diversa.
SALAMANCA,
SPAGNA
MEDAGLIA D'ORO
I cento anni di presenza dei
salesiani a Salamanca sono
stati ricordati con una sugge-
stiva e importante cerimonia
lo scorso settembre. L'assem-
blea plenaria del Consiglio
Comunale ha infa tti concesso
la medag li a d 'oro della città
all a congregazione salesiana.
L ' importante onorificenza: co-
stitui sce il dovuto riconosci-
mento da parte delle autorità
cittadine ma soprattutto del-
1'intera popolazione a tanti
sales iani di ieri e di ogg i che
hanno dato il megli o di all a
gioventù della bella e colta
città. La medag li a, consegna-
ta ali ' ispettore sales iano dal-
l' alcade stesso (il sindaco), è
stata attribuita all a congrega-
zione per i suo i meriti nel
campo educati vo, il che costi-
tuisce una ulteriore conferma
che i sales ian i hanno lavora-
to ... da sa les iani , cioè da edu-
catori , e come tali hanno la-
sciato il segno.
PILA, POLONIA
CELEBRAZIONI
CENTENARIE
Lo scorso mese, con la festa
di Don Bosco si sono chiuse
in tutta la Polon ia le celebra-
zioni centenarie della presen-
za salesiana. Grandi feste so-
no state celebrate in po ' do-
vunque nella generosa nazio-
ne che in un secolo di storia
ha visto i figli di Don Bosco
protagonisti di incredibili vi-
cende. Per un lungo periodo
hanno anche sopportato la qua-
si totale chiusura delle loro
pur pres tigiose presenze: col-
legi, scuole di ogni grado,
oratori, gruppi giovanili , or-
gani zzazioni caritative ... Ma
la loro tenacia ha vinto tutti
gli ostacoli . Ora la patria di
Giovanni Pao lo II rifi ori sce
nella libertà: tornano in primo
piano le numerose attività e
sempre nuove iniziative por-
tano ov unque il nome di Don
Bosco dal Nord al Sud della
grande nazione. Nella foto
una serata di festa per il cen-
tenario a Pil a, ne l nord ovest
della Poloni a dove quas i 1000
g iovani hanno celebrato il cen-
tenario in un c lima di grande
entusiasmo .
FEBBRAIO 1999 8S

1.9 Page 9

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12 Febbraio ,
anniversario della Bolla
. - - - - - - - - - - - - - - - -' con cui Bonifacio VIII
MENO 11
indisse nel 1300
il 1° Giubileo.
SANTIAGO DEL CILE
UN MARE DI GIOVANI
Circa 4000 giovani del MGS
provenienti da varie regioni
dell'America Latina hanno
partecipato al grande incontro
intercontinentale della gioventù
svoltos i dal 6 al! ' 11 ottobre
1998 a Santiago e che ha vi-
sto la partecipazione di oltre
350.000 giovani , cui il Presi-
dente della Repubblica Eduar-
do Frei, accompagnato dalla
first Lady, ha portato il suo
sa luto e quello del popolo ci-
leno. Simpatico e tutto sale-
siano il segno-ricordo del-
1' importante incontro: circa
500 giovani hanno piantato
l 0.000 alberi , inaugurando
così il Parco Continentale, nei
terreni ove sorgerà il santua-
rio di Laura Vicuììa, opera
delle Figlie di Maria Ausilia-
tri ce. ess i hanno pregato
pe r la pace e la gi usti zia.
MONTEVIDEO,
URUGUAY
FIERA
DELL'INFORMAZIONE
r g iovani preuniversitari del
colleg io sales iano Giovanni
XXJIT di Montevideo han no
organi zza to una apprezzatis-
sim a FIERA DELL ' INFOR-
MAZlONE. Attraverso car-
telloni , bacheche, grafic i, po-
ster, tavoli, opuscoli e altro
materi ale informativo i giova-
ni hanno illustrato i diversi
curricoli delle vari e facoltà
universitarie della capitale, co-
me pure le possibilità di lavo-
ro c he potevano esse re reperi-
te nell a città e nel c ircond a-
ri o. L ' ini ziativa utili ssima è
stata acco lta con e ntusiasmo
dai numeros i interessati. Ad
essa hanno partecipato circa
700 alunni. Nella foto un ta-
volo di info rm az io ne.
L'effigie sulla busta commemorativa
delle Poste Vaticane è di papa Clemente X
(cardinale Emilio Altieri), che aprì le celebrazioni
dell'anno giubilare 1675 il 24 dicembre dell'anno
precedente, presente l'ex regina di Svezia, Cristina.
IL GIUBILEO
DEL GRANDE COLONNATO
AVVENIMENTI SOTTO PAPA CLEMENTE X
1671 Grandi canonizzazioni a Roma.
1673 Test Act: i funzionari inglesi costretti a giura-
re fedeltà all 'anglicanesimo.
1674 Eletto in Polonia Giovanni lii Sobieski, futuro
vincitore dei Turchi.
Su uno scenario europeo influenzato dalla politica
spregiudicata del Re Sole e punteggiato come al solito
di guerre (franco/olandese, franco/spagnola e, più a
nord, svezio/danese e prussiano/svedese) , venne ce-
lebrato uno splendido anno santo, fatto preparare con
ogni cura dal vecchio e austero papa coadiuvato dalle
80 arciconfraternite, dalle 27 compagnie di beneficen-
za e dal nipote, cardinale Paluzza Paluzzi , cui il ponte-
fice aveva affidato il potere, volendo egli dedicarsi alle
opere di carità e alle funzioni liturgiche. In effetti sotto
la spinta del suo esempio si moltiplicarono i gesti di
accoglienza, la raccolta di viveri , indumenti , danaro
per alleviare i disagi dei romei .
Roma , sotto la guida del cardinale nipote, vive co-
me sempre il grande fermento delle opere di pulizia,
aggiornamento, risistemazione , adattamento , costru-
zione .. . Stavolta i pellegrini furono il doppio del giu-
bileo precedente . Ma il papa volle da parte sua pre-
parare l'evento con la grande canonizzazione del
1771 che portò sugli altari Gaetano da Thiene , fon-
datore dei Teatini ; Francesco De Borja, gesuita; Ber-
Iran Ludovico , domenicano ; Filippo Benzi , generale
dei Servi di Maria; e soprattutto Rosa Da Lima, pri-
ma santa latinoamericana.
La Città Eterna è al culmine della stagione del ba-
rocco. San Pietro accoglie i pellegrini, quasi un milio-
ne e mezzo, per la prima volta nelle grandi braccia del
colonnato berniniano, diventato ormai il grande anfi-
teatro del mondo, in contrapposizione all 'antico Colos-
seo pagano.
BS FEBBRAIO 1999

1.10 Page 10

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l00annifa
Troviamo nel BS del febbraio 1899 la simpatica notizia
che riportiamo, riguardante uno stupendo la voro
di ricamo eseguito dalle FMA su una pianeta.
"SU E ZO PER I PONTI"
Siamo alla 21 ° edizione di que-
sta fes tosa passeggiata giova-
nile che tocca gli ango li più
remoti e suggestivi dell a no-
stra più bella c ittà. La man ife-
stazione è ormai un appunta-
mento fisso e atteso e racco-
glie più di 20.000 partec ipanti
che ogni anno invadono coi
loro costumi sgargianti le call i
dell a città lag unare. Una sim-
patica tradi zione salesiana che
ha conqui stato anche le sc uo-
le stata li . Non per nulla il vo-
lantino che l' annuncia è stato
reali zzato dall ' Istituto Statale
d'Arte di Venezia. La manife-
stazione, ri servata principal-
mente a gruppi fo lk, ma non
esc lusa a singoli partecipanti ,
è a tema, dunque educativa. Il
tema di questa grande vigi li a
era quasi obbligato: "Gioia e
speranza verso il 2000".
LA PIANETA ARTISTICA
delle Figlie di M.A.
premiata all'Esposizione d'Arte Sacra.
Questa pianeta era esposta in ve tri na, addossata ad una
parete della gran sala de i lavori a ri camo concorrenti al
premi o speciale de lle dame patronesse. - Dessa è in seta
candida ed a (sic !) sfoggiati e variopinti rubeschi , che si
agg irano alla raffaellesca su pei due lati del dorso e de l
dinanzi. - Nella gran lista centra le del dorso spi cca la
soave immagine de i Mari a SS . Ausiliatrice .. . co llocata
entro un elegante edi col a, la quale si e leva su di un gra-
zioso e legg iero piedi stallo. Ai lati sono sospesi in atto di
venerazione due be lli ss imi profi li di fi gure d 'angeli... Il
tutto con arte e pazienza mi rabile è ricamato in seta a co-
lori sia ne i vo lti, a punto rasato, che nei panneggi, a
punto gobelins, da parere un a miniatura. L 'oro vi è usato
con parsimoni a, ma in compenso con singolare grazia e
fin ezza si introdussero fiori gentiliss imi e variopinti in-
setti . TI nitido contorno, la snellezza de lle curve e delle
volute fra tutti i pregi sono il più bel vanto cli questo la-
voro, che lo caratterizza no fra i p leggiadri ed eleganti
di stile cl ass ico del 500. T ali pregi, debitamente ricono-
sciuti dall a commi ss ione agg iudicatrice, procacciarono
al Pio Istituto il premio di Diploma d' Onore e L, 250,
premio dell e sullodate Dame Patronesse.
YOKOHAMA,
GIAPPONE
le d ifficoltà poste dalla fa mi-
gli a, è diventato sacerdote, e
ha potuto battezzare ne l Nata-
le del 197 1 i suoi genitori.
TRA GLI EMIGRATI
BRASILIANI
Sette anni dopo ha amm ini -
strato la prima comunione al
papà sessantottenne, lo stesso
Don Eva risto Higa, giappone- giorno della sua ordinazione
se, sales iano, nato in Brasi le sacerdotale. L'obbedi enza dal
dove la fa mig li a, d i re lig ione Brasil e lo ha inviato nell a sua
buddi sta, era emigrata al tem- patria d 'ori g ine a occuparsi
po della cri si economica pri- deg li immigrati . ha anc he
ma della 2" guerra mondi ale, ini ziato a fondare e seguire
si occupa de lla numerosissi- gruppi di giappones i (foto)
ma comunità brasili ana (quas i che, eg li affe rma, sono attratti
70.000 persone) che vive in dai valori cri stian i e, dopo ap-
G iappone. D on Evari sto, in- pena un anno, ha av uto la
viato a studi are in un collegio gio ia di ammin istrare i primi
sa les iano, si è innamorato cl i battesimi.
Don Bosco. Superando tutte
FEBBRAIO 1999 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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PRIMA PAGINA
Silvano Stracca
e on lo sguardo fisso
sul mistero dell'incar-
nazione, nella notte di Na-
tale 1999 il Papa varcherà
la soglia della porta santa
nella basilica di San Pietro
in Vaticano, dando inizio al
grande Giubileo del 2000
che si concluderà il giorno
dell'Epifania del 2001 .
"Come successore di Pie-
tro, scrive il Papa, chiedo
bito delle nazioni più pove-
che in questo anno di mi-
re diventa così un obiettivo
sericordia la Chiesa, forte
immediato e comune .
della santità che riceve dal
La "memoria dei martiri",
suo Signore, si inginocchi
"numerosissimi" del secolo
dinanzi a Dio ed implori il
che volge al termine. Mar-
perdono per i peccati pas-
tiri del nazismo , del comu-
sati e presenti dei suoi fi -
nismo, delle lotte razziali o
gli. Tutti hanno peccato e
tribali. Autentici "campioni "
nessuno può dirsi giusto
della fede di ogni età, lin-
dinanzi a Dio".
gua, nazionalità. Una testi-
Parole che rammentano a
monianza da seguire "qua-
chi ne dubitasse, o lo aves-
lora le circostanze lo ri-
se dimenticato, il vero sen-
ch iedessero".
so del cammino della Chie-
sa verso la svolta epocale
Accanto a queste novità
del terzo millennio . Cam-
mino di gioia, di penitenza,
di perdono , di riconcilia-
LO SGUARDO
ce ne sono altre legate al-
la solennità della "scaden-
za bimillenaria del mistero
zione , di conversione , di
esame di coscienza. Cam-
SUL MISTERO centrale della fede cristia-
na", l'incarnazione ed il
mino di solidarietà. Ce n'è
passaggio dal secondo al
bisogno!
"lncarnationis mysterium", è la Bolla terzo millennio.
Ai tre elementi "costitu-
di papa Woitita che indice l'anno giubilare.
La prima è il carattere "ecu-
menico" dell'imminente Giu-
tivi" di ogni Giubileo , il Come tutti i suoi predecessori Giovanni bileo che andrà vissuto
pellegrinaggio, il passaggio
attraverso la porta santa,
l'acquisto de/l'indulgenza, il
Papa ne aggiunge altri tre
Paolo Il, un anno prima del suo inizio,
indice l'anno santo attraverso una lettera
apostolica rivolta a tutti i fedeli.
come "cammino di riconci -
liazione e di genuina spe-
ranza" per tutti i cristiani .
Un'altra novità riguarda l'in-
come "segni " di riconosci -
vito a "gioire della nostra
mento per coloro che cercano lo spirito dell 'Anno gioia" rivolto anche ai "seguaci delle altre religioni ,
Santo che celebrerà il bimillenario della nascita di come pure a quanti sono lontani dalla fede in Dio".
Cristo .
L'ultima è il bipolarismo della celebrazione a Roma e
La "purificazione della memoria", innanzitutto. Un in Terra Santa, con pari dignità ed importanza.
esame collettivo e individuale, storico e personale, su
tutte le "controtestimonianze nei confronti del cristia- Da sempre il Giubileo invita il fedele ad opere di
nesimo", portando anche "il peso degli errori e delle carità come andare a trovare i carcerati , gli infermi ,
colpe di chi ci ha preceduto". I cristiani sono dunque gli anziani. Ora la Bolla d'indizione indica altre inizia-
chiamati a farsi carico, dinanzi a Dio e agli uomini , tive "che attuano in modo concreto e generoso lo
delle mancanze commesse. "Senza nulla chiedere in spirito penitenziale che è come l'anima del Giubi-
cambio ".
leo". Dopo quelle tradizionali compare Aiutare gli im-
La carità. Essa da sempre è simbolo e corollario di migrati bisognosi. Devolvere una somma proporzio-
conversione. Il Papa ora la inserisce come secondo nata ai poveri. Dedicare una "congrua parte " del
segno giubilare, recependo la "nuova cultura di soli- tempo libero ad attività "che rivestono interesse per
darietà e di cooperazione internazionali" e coinvol- la comunità ". Astenersi "almeno per un giorno " da
gendo nell'evento Giubileo anche le strutture e i "consumi superflui" come il fumo e l'alcol. Si scende
paesi , non più solo i singoli. La cancellazione del de- al concreto , nel cuore della civiltà odierna.
/JS FEBBRA IO 1999

2.2 Page 12

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Scuola, sempre scuola, fortissimamente ... famiglia! I cooperatori
QUESTO MATRIMONIO...
S'HADAFARE!
di Daniela Bernassola
I l malessere della sc uola ri ve la il
malessere della società. La crisi
che viviamo è crisi di fo nda-
menti e di fini. Nel mondo di oggi
famigli a e scuola, catturate da una
società che punta tutto o quas i sul-
1'effimero, sembrano incapac i di af-
frontare i veri problemi , immobili
spettatrici di una deriva di valori e
di motiv azioni che le all ontana reci-
procamente e ne disperde le poten-
zialità educative.
PU.: e,e.t-1>1(..
FEBBRAIO 1999 8 S
È NECESSARIO
CAMBIARE
L a disaffez ione all o sforzo, al sa-
crificio, l ' individuali smo morale, la
frenesia del " tutto possi bile" hanno
portato ad uno stato di acquiescenza
delle coscienze. Mancano motiv az io-
ni solide, i vizi all a moda passano
per virtù , si è portati a "sentimenta-
li zzare" il sociale ma non a ri solver-
ne le contraddi zioni . È tempo di in-
vocare una " rivoluzione culturale",
di ridare forza proposi tiv a alle agen-
zie educative tradizionali e rinnovar-
ne o ricostruirne il tessuto fo rmativo.
Tale rinnovamento o ricostruzione
non può prescindere dal recupero di
que i valori morali che sono poi i va-
lori dell a persona. Senza il loro ri-
scatto non può avvenire alcun rin -
novamento . Ri appropriarsene è un
imperativo in una società dove gli
educatori non riescono più a dare un
orientamento all 'educando; dove è
venuto meno il rapporto coll aborati-
vo scuola-famiglia, perché la scuola
è di ventata un monopolio stata le
La scuola riveste
un ruolo strategico
nella formaz ione delle
nuove generazioni. Tutte
le componenti sociali
e politiche ne chiedono
a gran voce la riforma,
da decenni. Poco prima
della chiusura estiva,
lo scorso anno,
il Parlamento ne ha
varata un "pezzetto" che
non risolve il problema,
anz i, forse l'aggrava
scontentando tutti,
docenti, allievi
e famiglie. Scuola
pubblica e privata:
un matrimonio difficile.
inattaccabile, l'unico rim asto, non si
sa iI perché (o fo rse si sa anche
troppo bene !), e la famig lia è prati-
camente costretta a scegliere la
sc uola pubblica, per non pagare due
vo lte l'istruzione, la prima cori le
tasse la seconda con le rette.
PRIMA LA FAMIGLIA
La fa miglia, componente fond a-
mentale de lla soc ietà, è titolare del
diritto-dovere di educare ed istruire
i fig li secondo valori e riferimenti
di sua insindacabil e scelta, con l' u-
nico limite del ri spetto dei principi
costi tuzionali .
Pu rtroppo le varie rifo rme dal
lontano 1859 ad oggi non sono riu-
scite a fare una scuola veramente li-
bera: la fa miglia è stata sempre più
emarginata, e si è assistito al raffor-
zamento de l monopoli o statale che
ha lasc iato sempre meno spazio al-
l' ini ziativa privata, come se questa,
invocata in tutti gli altri campi ,
fosse ne l campo dell ' istruzione un a
bes te mmi a.

2.3 Page 13

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salesiani scendono in campo.
È risaputo che tante famiglie non
dispongono di tutti i mezzi per rea-
lizzare i propri fini, primi fra tutti
l'istruzione e l'educazione. Lo Stato
è chiamato perciò ad intervenire se-
condo il principio di sussidiarietà,
senza togliere alla famiglia il diritto
naturale e civile del primato educa-
tivo nei confronti della prole. Nel
contesto di un servizio pluralista è
necessaria la parità giuridica ed eco-
nomica della scuola non statale pro-
prio per rispettare il diritto della fa-
miglia alla libertà che le compete.
NON SOLO STATO
È sotto gli occhi di tutti ... anche
dei ciechi: il monopolio ha provoca-
to effetti negativi; la scuola è andata
perdendo mordente fonnativo. E-
marginando la famiglia lo Stato si è
dimostrato incapace di sostituirla.
Essa invece va stimolata a una pre-
senza sempre più responsabile e co-
struttiva in una società democratica
e pluralista come è la nostra. Ci pare
che il rinnovamento della scuola non
possa prescindere da questi dati.
PRECISE RICHIESTE
Per questo i rappresentanti dei
cooperatori salesiani nel Forum del-
le Associazioni Familiari, assieme a
quelli delle Associazioni di settore
AGESC - AGE - FAES si sono riu-
niti più di un anno fa a Bologna per
affermare il diritto a un maggiore ri-
conoscimento del ruolo delle fami-
glie e per chiedere di prevedere nel-
la riforma della scuola l'autonomia,
attraverso la gestione di docenti , ge-
nitori e studenti; la libertà per tutte
le famiglie di scegliere per i propri
figli il percorso educativo più con-
geniale ai loro intendimenti; il po-
tenziamento degli organi collegiali
per una conduzione oculata e tra-
sparente del!' apparato amministrati-
vo e didattico.
Compito dello Stato è controllare
e garantire la professionalità delle
scuole statali e non statali per quan-
to riguarda la struttura e l'organiz-
zazione. Il rapporto tra scuola stata-
le e non statale è un problema che
lo stesso Parlamento Europeo chie-
de agli stati membri di risolvere con
proprie leggi ponendo all'attenzione
di tutti che: "Il diritto alla libertà di
insegnamento implica, per sua na-
tura, l'obbligo per gli Stati membri
di rendere possibile l'esercizio di
tale diritto anche sotto il profilo fi-
nanziario ..." (Risoluzione del Par-
lamento Europeo 1984,9).
ANCHE
LA COSTITUZIONE...
Affermare il diritto delle famiglie
alla libertà di scelta è chiedere l'ap-
plicazione di un articolo della Co-
stituzione in cui è sancito il diritto-
dovere dei genitori di istruire ed
educare la prole. Allo scopo serve
una legge che "rimuova gli ostacoli
di natura economica e sociale affin-
ché non impediscano il pieno svi-
luppo della persona" (Cost. art. 30).
Del resto la piena libertà consenti-
rebbe un più razionale impiego del-
le risorse economiche, e innesche-
rebbe una sana competizione tra le
varie scuole, costringendole a mi-
gliorare, e facendo aumentare l'ef-
ficienza dell ' intero sistema. Lo Sta-
to, attuando la parità ai sensi del-
)'art. 33, comma 4, della Costituzio-
ne, spenderebbe sicuramente meno
e meglio. Così letto, il principio di
sussidiarietà diventa un principio
pedagogico che pone l'attenzione
sui bisogni dell'altro e lo aiuta nello
svolgimento dei suoi compiti.
La concreta attuazione di una ef-
fettiva parità per le scuole non stata-
li non è dunque, come amano defi-
nirla, una "questione cattolica" ma
un dovere civile.
D
8S FEBBRAIO 1999

2.4 Page 14

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Sempre più cristiani in Italia anzi in Europa devono imparare
..A.
INSHA'
di Cherubino Mario Guzzetti
Visioni contrapposte
alimentano l'orizzonte
del pensiero occidentale
riguardo all'Islam.
Da una parte
l'attenzione critica
si concentra sui casi
purtroppo frequenti
di intolleranza
e integralismo
che caratterizzano
alcune nazioni
musulmane; dall'altra
la consapevolezza
che la religione coranica,
presentando Dio come
il Clemente,
il Misericordioso, non
possa non essere nella
sua essenza clemente
e misericordiosa,
quindi tollerante.
E'-
I
il Corano che riconosce ol]e-
ranza per la "gente del i-
bro", cioè per ebrei, cristiani,
zoroastrian i. "Non ci sia costriztone
nella religione", ordina la sura
2,256; "Tu [Maometto n.d.r. ], non
se i stato inviato per costringerli alla
fede", ribadisce la sura 50,45.
IGNORANZA
E AMBIGUITÀ
Que l che è vero è che spesso la
rec iproca avvers ione musulm an i/cri-
stiani nasce dal! ' ignoranza. Da un
lato, infatti , l' ignoranza genera a-
spetto, razzismo, sfiduc ia, q uando
FEBBRAIO 1999 BS
non odio; dal! ' altra un fa lso ireni-
smo che tende a minimizzare le pur
grand i differenze che a live ll o teolo-
gfc;o e morale dividono le due reli-
gioi;ii. Il che vuol dire che si fa ogni
g iorno più /urgente per i cristiani la
necessità di conoscere la religione
d i 'Alla}, senza dimenticare di fare
ogni sforzo per far conoscere la pro-
pria. èliaJogo resta la base di ogn i
tentativo , per instaurare una convi-
venza rispettosa e,Pac ifica, in nome
dello s esso Dio ,conosci uto ugual-
me t da musulmani e cristiani co-
me " Clemente e Misericordioso".
È anche vero che nel Corano - il
libro sacro dell ' Islam - alcune affer-
mazioni risultano per lo meno am-
bigue. Così , mentre la sura 5 ,82 di-
chiara: 'Troverai che i più cordiali
amici di coloro che credono [cioè dei
musulmani n.d.r.] sono quelli che
dicono: siamo cristiani", e questo
non può che far piacere, per contro
la sura 3, ll 8 affe rm a co n a ltrettanta
deci sione: " O vo i che credete! Non
sceg li etevi per amici intimi quelli
che sono estranei all a fede e che non
risparmieranno sforzi per danneg-
giarvi ". Per non incappare in questa
ind iretta maledizione, l' unica cosa
da fare è dimostrare con la vita e la
parola che si fanno sforzi uni camen -
te per favorire non per danneggiare
i musulmani! I fatti concreti servo-
no più di ogni altra cosa a convince-
re i seguaci di Allah che la fratellan-
za può esistere e con essa la tolle-
ranza, e che fratellan za e tolleranza
fanno nascere la reciproca stima.

2.5 Page 15

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a convivere coi musulmani.
IERI
CONVIVERE È BELLO
Lo sguardo al passato, fino prati- La convivenza si è sempre rivela-
camente ad arrivare ai nostri oiorni ta difficile, perché grande è la di-
evidenz ia relazioni avvelenatt e re~ stanza culturale, differente lo sfon-
ciproca avversione. Tra i fattori sca- do etnico, sociale e religioso. L'I-
tenanti dobbiamo, ancora una volta slam, infatti, non è solo una religio-
purtroppo, ribadire l'ignoranza reci- ne, è anche uno stile di vita. Basti
proca. Basti pensare che il primo pensare alle minuziose norme ali -
tentativo cli traduzione latina del mentari , al salot, la preghiera da
Corano fu fatto solo nel 1143, più di compiere cinque volte al giorno, al
cinquecento anni dopo la morte di rigoroso digiuno dell'intero mese di
Maometto. Uguale ignoranza nei ramadàn , al gihàd, la cosidetta
confronti dei cristiani regnava e "guerra santa" (o meglio Io "sforzo"
regna anche tra i fedeli musulmani. per la causa di Allah) che considera
Ma l' ignoranza non è certo l'unica dar a/-harb, "casa della guerra", le
causa del conflitto cronico che dan- terre degli infedeli da conq ui stare
neggia le relazioni tra le due più alla vera fede; alla convinzione che
grandi religioni monoteistiche del l' Islam è una religione superiore che La Mo~chea di Roma, interno.
mondo. L'inguaribile sete di domi-
nio , il coloniali smo, le guerre di
conquista e riconquista, l'insanabile
avidità di terre, di vie di comunica-
zione per i propri commerci, di ric-
chezze esotiche, hanno contribuito
in maniera determinante a incancre-
nire un 'ostilità che ha fatto tanti
danni materiali e morali, creando
fratture pressoché insuturabili. Il re-
ciproco sospetto, la sfiducia, la pau-
ra non sono mai venuti meno.
concede tutt'al più dhimma, " prote-
zione", ma non uguaglianza alla
"gente del Libro"; infine alle restri-
zioni cu i sono sottoposti i "non fe-
deli" nei paesi islamici in fatto di
pratica e, ancor peggio, di annuncio
della propria religione. Sono restri-
zioni che i fede li di Allah hanno in
modo molto più soft, o non hanno
è tradotto in un intercalare molto
usato e molto noto anche in occi-
dente, inshàllah (in sha' a Allah),
"se Dio vuo le".
Tutto ciò può costituire un punto
di partenza per un dialogo che ogni
giorno diventa più necessario. Lo ha
cap ito bene il Papa che non cessa le
affatto, nei paesi cristiani . Le loro
colpe - e non poche - le hanno an-
che i cristiani: non ultime quelle con-
attestazion i di stima e si sforza di
sottolineare le ' cose che possono
unire e n o □ quelle che dividono .. .
nesse con il periodo di colonialismo ·
IL VENTO NUOVO
occidentale del mondo islamico.
Eppure non è possibi le non lavo-
È TRA NOI
rare per una convivenza pacifica. L'Islam è comunque tra noi, ci
Solo il Concilio Vaticano II, negli Ne va della sopravvivenza dell'u- piaccia o no. E con l' Islam è urgente
anni sessanta ciel nostro secolo, in manità. Del resto alcuni concetti confrontarci. Sempre di più nei no-
due documenti principali, Lumen espressi nel Corano sono certamen- stri oratori si mescolano ragazzi
Gentium e Nostra Aetate, ha avuto te condivisibili e possono quindi co- musulmani (cji·. articolo di Carlo
il coraggio di esprimere ai musul- stituire il punto di partenza per un Nanni in BS novembre '98 pag. 16),
mani la stima della Chiesa cattolica avvicinamento, non so lo strategico, le nostre sp iagge sono letteralmente
e di formulare l'augurio di mutua del le due religioni. Condivisibile è battute da terzomondiali che vendo-
comprens ione e collaborazione.
la professione in un Dio unico: La- no un po' di tutto - sono i famosi
Questi auguri aspettano ancora una ilaha illa Allah , "Non vi è div ini "vu' cumprà"; le ditte di costruzio-
.
traduzione pratica. Vi si oppongono all'infuori d i Dio"; la fedeltà alla ne hanno operai che sempre più fre-
le differenti condizioni economiche preghiera giorna liera, dov unque ci q uentemente provengono dai paesi
e tradizioni cu lturali tra i paesi mu- si trovi; l' affermazione categorica e musulmani; anche i braccianti agri-
sulm ani e cristiani . In più, l'elevato ripetuta che solo Di o è grande, anzi coli sono sempre più degli immigra-
benessere, la libertà religiosa e poli- il "più grande" : Allahu akbar; il ti fede li di Allah ... E dunque il
tica dei paesi occidentali e il loro concetto dell'elemosina e dell ' ai uto tempo di c.om inciare a trarre le con-
calo demografico attirano un nume- ai poveri: "Se fate l'elemosi na in seguenze d i questa situazione che,
ro sempre maggiore di immigrati
dai paesi della mezzaluna. Essi in
segreto e la date ai poveri, sarà an-
cor meglio per voi" (sura 2,271);
oltretutto, si presenta coi caratteri
dell a irreversibilità.
E uropa superano ormai i 15 milioni , "Ciò che date in elemosina a fin di
l' Italia ne ospita quasi un milione, bene sia per i genitori, i poveri e i
con un'elevata percentuale di clande-
stini: molti , troppi, vedono in questa
emigrazione un ' invasione striscian-
te, capace di mettere a repentaglio ,
prima o poi, la sovranità nazionale.
viandanti. Ciò che fate di bene, Dio
certamente lo sa" (sura 2,215). Al-
trettanto condivisibile è l'abbando-
no del fede le musulmano alla vo-
lontà di Dio, che nella vita pratica si
Per saperne di più : // Corano, C. Guzzelli (a
cura di), LDC 1989; C lslàm , Silvia Scarnari
lntrovigne, LDC 1998; Cristo e Alléih , C. Guz-
zetti , LDC 198 3; Per conoscere l'lslàm, Di
Liegro-Piuau , Piemme 1991.
BS FEBBRAIO 1999

2.6 Page 16

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Le Figlie di Maria Ausiliatrice negli States con un programma:
I
di Maria Antonia Chinello
{I)
1ES
Gli Stati Uniti sono
da sempre terra
di immigrazione. Tale
fenomeno ha plasmato
una nazione dai tratti
molteplici dovuti
alle razze, alle culture
e alle lingue che, lungo
gli anni, approdavano
sulle sue coste. Le Figlie
di Maria Ausiliatrice
educano ancora oggi
ali'accoglienza
della diversità
e alla valorizzazione
della persona.
A ntistante il porto di New
York, adagiata ne ll a baia di-
segnata dall ' Hudson, si tro-
va il Mu seo Nazionale dell'Immi-
graz ione di Elli s Island . Dal 1892 al
1954 qu esta piccola iso la di fronte
all a grande metropoli ha visto pas-
sare l' ondata di immigrazione più
mass icc ia nell a stori a degli USA.
Qui sono sbarcati c irca dodic i mi-
lioni di persone; oggi i loro discen-
denti costituiscono qu as i il 40 %
della popolaz ione del paese.
Le Fi glie di Mari a Au sili atri ce de-
gli Stati Uniti rivelano, ne ll e storie
personali , esperienze di immigra-
zione: figli e di itali ani , co lombiani ,
cubani, messicani sono approdate,
alcune ancora bambine, in terra
ameri cana. La soc ietà attu ale mul-
ti etni ca e multicultu rale fa riaffiora-
re, per tante di loro , il dramma di la-
sciare la propria patria portandosi
appresso ideali e incertezze per il
fu turo, ma le trova nello tesso
tempo pronte all 'accoglienza della
d i ve rsità .
FEBBRAIO 1999 BS
NEL CUORE
DI MANHATTAN
L'educazione, soprattutto nell a
sc uo la primari a e secondari a, è l' op-
zione fond amentale per le FMA sta-
tunitensi. Giovani , bambini , adole-
scenti vengono accolti ne lle scuole,
ne i centri di insegnamento re ligioso
e di spiritualità, ne i centri giovanili
e nelle colonie esti ve.
Suor Mari a ciel Roble Cavazos è
nata in Mess ico, vic ino a Pu ebl a,
dove ancora ri siede la sua numerosa
fa mi glia. Lei, dopo aver conosc iuto
le FMA , si è trasferita negli Stati
Uniti e attu almente dirige la scuola
"M ary Help of Christians" di New
York.
Inca tonata tra la 12111a strada e la
Avenue A, la piccola costruzione e
il cortile sembrano rubare spazio al
cie lo, competendo in altezza con i
vertiginosi grattacieli. Ogni giorno
New York City. Il cortile della
scuola salesiana e la parrocchia.
la scuola della parrocchi a salesiana
è frequentata da circa 170 bambini e
bambine dai 4 ai 14 anni.
Le statistiche sono presto fa tte.
Basta parl are e guarcl,are i piccoli
nell e classi, in co rtile. E un orizzon-
te colorato, quell o che si presenta,
mentre le lingue si mescol ano. M a
parl are inglese è d'obbligo.

2.7 Page 17

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educare alla diversità.
"Il panorama multietnico della
nostra realtà educativa - esordisce
suor Roble - rispecchia quello di
tutte le scuole degli Stati Uniti, non
si tratta solo di una coordinata che
si incontra qui a New York. In parti-
colare, dei 5.475 studenti, che fre-
quentano le 12 scuole diocesane,
parrocchiali rette dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice nella parte est
della nazione in cui siamo presenti,
1'8 % è di origine nera, il 51 % ispa-
nica, il 4 % asiatica, il 36% america-
na, l' 1% di altre razze . Riguardo al
paese di provenienza dei genitori il
36% è nato negli Stati Uniti , ma il
48,5% arriva dai paesi dell ' America
Centrale, Caribe e Latina (12,32%
Perù e 8,92% Colombia).
Delle 3.100 famiglie, circa 957
(24%) sono composte da un solo
genitore, usualmente la mamma".
ST. MARY'S SCHOOL:
QUALITÀ o.o.e.
Suor Helen Godin è canadese, ma
da molti anni si è trasferita qui, nello
stato del New Jersey. E preside di
una scuola elementare e media di
31 O tra ragazzi e ragazze. Anche
qui, stando in mezzo ai bambini e
alle bambine, incontrando i genitori
e gli insegnanti si percepisce un ' aria
mondiale.
St. Mary's School è una scuola
parrocchiale di Paterson, la cittadina
che, all ' inizio del secolo , era cono-
sciuta prima come quartiere irlande-
se poi italiano. Ora, i suoi abitanti
Newton. Giovani al campo estivo di Camp Auxilium.
hanno cambiato pelle e nazionalità:
predomina la presenza ispanica.
Qui, come in ogni altra istituzione
salesiana, la missione delle FMA
verso chi proviene da altre nazioni è
contraddistinta dalla cura della per-
sona, con un'attenzione particolare
al soddisfacimento dei bisogni pri-
mari , ma anche a fornire le chiavi
per diventare protagonisti del pre-
sente e del domani. La creazione di
un ambiente fami liare, permeato
dalla serenità dei rapporti, dalla pu-
lizia degli ambienti e dalla fonna-
zione a una vita cristiana, è la scelta
prioritaria.
I programmi scolastici si focalizza-
no sull ' apprendimento della lingua e
delle altre discipline. Sono previsti
corsi di recupero e di sostegno per
rafforzare la comprensione della lin-
gua inglese, in modo particolare.
Si provvede quotidianamente al
pranzo dei bambini, e in alcune
scuole anche all a colazione. Per le
famiglie con un reddito basso è un
grande aiuto. Anche l'accoglienza
al pre e al post-scuola dei figli di
coloro che lavorano è apprezzata.
Un numero significativo di alunni
riceve servizi sanitari gratuiti, sussi-
di per l'acquisto dei libri scolastici e
l'assistenza per il trasporto da casa
a scuola e viceversa.
I genitori pagano una retta scola-
stica che è stabilita attraverso una
graduatoria: maggiore è il numero
dei bambini in famiglia, inferiore è
la quota da pagare. E una scelta per
democratizzare l'accesso ali'educa-
zione e permettere a tutti di ricevere
un'istruzione di base.
CAMP AUXILIUM: DOVE
IL MONDO È DI CASA
A Newton ci si arriva dopo un
viaggio di circa un ' ora e mezza, la-
sciando New York al le spalle. La
BS FEBBRAIO 1991

2.8 Page 18

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Newton. Suor Mary Ann e suor Louise Ann durante il campo estivo a Camp Auxilium.
città, la "grande mel a" è lontana, vi-
sibile all ' orizzonte solo nei giorni di
cielo sereno. Ma se differente è
l'ambiente naturale che ci accoglie,
identi ca è la pass ione per i giovani .
La giorn ata di suor Louise Ann e
della sua comunità comincia presto:
al m attin o i bambini arr ivano quan-
do ancora fa buio e le suore sono
impegnate nell a preghi era. Al Camp
Auxilium , un ' int€ra co llina sales ia-
na, le ore e i minuti sono ritmati
dalle voci e dai volti dei più piccoli .
U na m appa variegata di provenien-
ze che , soprattutto durante il perio-
do estivo, registra accenti che porta-
no in casa il mondo.
Al termine dell 'anno sco lastico,
infatti, le aule dell a scuola vengono
trasformate, quasi per incanto, in
dormitori e laboratori. Un vero eser-
cito di suore, giovani leader, in sie-
me con un sacerdote sa lesiano, sono
impegnati nel progettare il "s um-
LE ROTTE DELL'IMMIGRAZIONE
Si stima che le persone di origine ca-
raibica rappresentino il 20% della po-
polazione migrante negli Stati Uniti.
Repubblica Dominicana, Haiti, Giamai-
ca e Cuba figurano tra i dieci paesi in
testa ai flussi migratori verso questa
nazione .
Nella sola Repubblica Dominicana si
calcola che circa due milioni di cittadini
vivano oltre le frontiere nazionali. In
un'inchiesta svolta in alcuni quartieri di
Santo Domingo, la capitale, il 76%
degli intervistati ha dichiarato di avere
almeno un familiare all'estero.
Porto Rica, una tra le più piccole isole
del Mar dei Caraibi , conta 2 milioni 700
mila connazionali negli Stati Uniti , con-
tro 3 milioni 500 mila che permangono
in patria. Allo stesso tempo , uno studio
svolto sulla popolazione ha rilevato che
i cittadini provenienti dalla Repubblica
Dominicana sono una minoranza privi-
legiata nella nazione portoricana: essi
occupano posti di lavoro nell'industria
manifatturiera e nel settore terziario,
riempiendo così il "vuoto" lasciato da
chi si è spostato all 'estero.
La fuga di milioni di cubani dall 'isola,
coincisa con la rivoluzione di Fide/ Ca-
stro, ha. d_isseminato professionisti e
1mpresan sia negli Stati Uniti, soprattut-
''EBBRA/O 1999 BS
to nella vicina Florida con centro di ir-
radiazione la città di Miami, sia nelle
altre isole delle Antille. In Porto Rica, la
colonia cubana ha saputo organizzarsi
in piccole imprese a conduzione fami-
liare che sono simbolo di efficienza di
mercato e garanzia di qualità dei pro-
dotti.
Haiti vive un continuo esodo: viaggi
clandestini, visti ottenuti a somme altis-
sime, boat-people sono il prezzo paga-
to per avventurarsi in cerca di una vita
migliore.
In Costa Rica si contano circa 3 milioni
500 mila abitanti ; di questi attualmente
circa 900 mila sono emigrati dal vicino
Nicaragua: causa la povertà e la paura
della dittatura sandinista. Ma la piccola
nazione incastonata nell 'istmo ameri-
cano è stata nei decenni precedenti
terra d'asilo per chi fuggiva da un con-
testo di violenza: colombiani , cubani ,
peruviani , argentini, cileni, guatemalte-
chi , salvadoregni .
Anche Panama, ultimo lembo di terra
che lega il nord con il sud del continen-
te, è zona di passaggio, frontiera aper-
ta per palestinesi , cinesi , arabi , israe-
liani in cerca di fortuna commerciale.
Attualmente, la migrazione più forte
proviene dalla vicina Colombia a causa
della guerriglia e del narcotraffico.
m er-camp" per circa 450 ragazzi e
ragazze dai 6 ai 14 anni, proveQienti
da Newton e dai dintorni. E un
lungo giorno , della durata di circa
un m ese e mezzo, che perm etterà ai
giovani di sperim entare aria di casa
e di vacanze.
Suor L oui se An n, a cui l ' altezza
perm ette di "perdersi" in mezzo alla
folla dei partecipanti, è l 'anima di
questo grande movimento di attività
e di persone. Un 'animazione la sua
e quella dei volontari portata avanti
con il cuore, i gesti e lo sguardo della
preventività. Le storie che, al termi-
ne dell'estate, si potrebbero raccon-
tare sono m olte. Quest 'anno, una ha
riempito gli animatori di speran za,
nonostante la fatica e la stanchezza.
UNA STORIA SEMPLICE
Li se è una preadolescente, svo-
gliata, insofferente, a vo lte anche
aggress iv a. La sua esperienza di fa-
1:niglia è reg istrata alla voce disagio.
E stata m andata dalla direz ione del-
1' ist ituto reli gioso in cui è in terna al
Camp Auxilium per r espirare "aria
buona" ... Lise ha trovato non so lo
ci ò che era necessa rio per la sua sa-
lute, m a soprattutto una famiglia
dalle dimensioni straordinariam ente
grandi , vivace e chiassosa. H a in-
contrato ami ci e amiche che l ' han no
guardata negli occhi e le hanno
detto, sempli cemente, "c iao, benve-
nuta!". E l ei ha cominciato a crede-
re in se stessa e ad avere fiducia
negli altri.

2.9 Page 19

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MACERATA. Il cardinale
Tonini invitato dai gio-
vani animatori salesiani
al loro incontro annuale.
Giovane tra i giovani!
Hanno impressionato la
sua vivacità intellettuale ,
la sua apertura mentale ,
la sua carica spirituale ,
la facilità con cui ha sa-
puto affrontare un tema
non scontato: "I giovani
e il perdono".
S. GIORGIO DI PER LE-
NA (Vicenza) . Dopo 63
anni si sono finalmente
ritrovati i coadiutori sale-
siani Aldo Roman e Giu-
seppe Guerra, compae-
sani e compagni di
scuola elementare che
l'obbedienza religiosa
aveva separato: l'uno in
America l'altro in Italia.
Grande festa e grande
gioia per i due amici.
VIGLIANO BIELLESE.
La magnifica chiesa di
San Giuseppe Operaio ,
affidata ai salesiani , ha
compiuto i! suo 70° ge-
netliaco! E una splen-
dida costruzione , vera
festa di stucchi , figure ,
decorazioni in marmo e
ferro lavorato. I salesiani
sperano di poterla re-
staurare per il Giubileo.
MARSALA. In occasione
della Giornata Missiona-
ria Mondiale i simpatici
membri del gruppo "Ra-
gazzi missionari" del
Don Bosco di Marsala
hanno voluto far visita al
cuore pulsante della con-
gregazione , dove fanno
capo tutti i missionari del
mondo. Nella foto: un
gruppetto di loro posa
col Rettor Maggiore.
TULÉAR (Madagascar) .
Inaugurata la 10° comu-
nità della circoscrizione
salesiana del Madaga-
scar e il sernìnar\\o d\\
propedeutica per la for-
mazione del clero d1oce-
sano , affidato dai vesco-
vi ai salesiani. 3 salesia-
ni per 33 seminaristi di 8
diocesi. Un grande ono-
re e un grande onere .
LUGO DI ROMAGNA.
Alla PGS locale l'inca-
rico di organizzare la
parte sportiva della ma:
niles t a z.ion e " Lugo cJtta
d'Europa", giunta alla
edizione. Un successo :
sono arrivate (foto) rap-
presentanze del Porto-
gallo (Estorill) , della Slo-
venia (Lubiana) . della
Po\\on\\a {.C racovi a), de\\\\a
Spagna (Madrid).
BS FEBBRAIO 1999

2.10 Page 20

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Bova Marina ha celebrato 100 anni di storia ... salesiana: la sua
UNA VOCE
di Giancarlo Manieri
DAL PROFONDO SUD
Seminario Vescovile " Immacolata Concezione" di
Bova Marina (prima sede dei salesiani dal 1898 al 1947).
I Don Vecchi e il corteo
per le vie di Bova Marina
iI 24/10/1998.
I Ogni storia è un groviglio
di vicende la cui trama
più segreta sfugge
all'indagine dell'uomo...
C'è una mano che dirige
gli eventi, c'è una mente
che dà senso alle
vicende, c'è una volontà
che non oscura
le imprese, non disperde
gli eroismi,
c'è una Provvidenza
di cui possiamo
scorgere tracce.
Anche a Bova Marina...
,'L àdove c'era l'erba (anzi
il bovile, il vaccarizio),
ora c'è una città!" Ce-
lentano non c 'entra, c 'entra invece
Bova, o, per dir meglio, Bova Mari-
na che di Bova è discendente. Sia-
mo nel profondo Sud della Cala-
bria: più a sud c solo il mare
Ionio. Il mare dunque gli fa da ba-
Ju ar?o: coUine di viti. ulivi , 111an-
dorl1 da corona; gelsom ini e gine-
FEBBRAI0 1999 BS
stre, oleandri, prati di sulla e ... ber-
gamotti da tappeto; argille, marne,
arenarie ne costituiscono le difese.
L'insediamento a mare si deve alla
lungimiranza di un vescovo che nel
1820 costituisce la parrocchia di san
Costantino sulla marina, col segreto
intento di spostare dal monte armi e
bagagli per iniziare a vivere in una
zona che intuiva destinata a grande
sviluppo. Tutti contro naturalmente.
Ma il vescovo non s'arrese e qual-
che anno dopo costruì nella nuova
località il seminario. Una sfida. Il
futuro era sul mare non in collina.
ARRIVANO I NOSTRI
ALia fine del seco lo XIX in un
Borgo di circa 1500 anime arrivaro-
no anche i salesiani, inviati da don
Rua e chiamati da monsignor Rossi,
vescovo colto, giovane e dinamico,
per gestire il nuovo sem inario, volu-
to per il rinnovamento del clero bo-
vese. Ovvio. I nuovi arrivati, figli di
un "prete da cortile", non potevano
esaurire la loro carica carismatica
dentro le mura di un seminario dio-
cesano. Arrivarono in quattro e si ri-
trovarono in un posto paesaggistica-
m e nte incante vole m a economica-
mente debole e socialmente fragile.
La punta dello stivale d 'Italia, geo-
graficamente marginale e social-
mente marginata, per molto , troppo
tempo perduta in uno sv iluppo sen-
za speranza:
"... la fami cu.' la pala
si pigghia e cu' la zappa ,
cu' e gg iovani si la scappa
a Novajorca!"
Un paese dove cibo ordinario era-
no "fichidindia , erbe di campagna,
pane d'orzo , castagne, lenticchie", e
i vestiti e le scarpe, quando c 'erano,
ci si industriava a farli durare intere
generazioni .
A Marina di Bova i salesiani arri-
varono in quattro nell'autunno del
1898: un prete come direttore, don
Motta, e tre chierici . Arrivarono co-
me professori del seminario per cui
divennero "i professori" per antono-
masia, tant'è che il titolo è diventato
quasi un sopran nome e anche oggi i
salesian i sono più facilmente chia-
mati "professore" che "don". Alla
direzione del seminario restarono
per cinquant'anni. Li sloggiarono i
bombardamenti e il degrado.
In realtà chiusi " in convento" a
fare gli insegnanti non ci rimasero
molto. I professori erano prima di
tu!to salesiani, e, fedeli al ca1isma,
sciamarono verso la marina a incon-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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voce è forte e chiara.
'~
'\\
~ . - --"".:.
f'
~~
trare i figli del popolo. L' attrazione
verso la missione loro più congenia-
le li portò ben presto a fondare l' o-
ratorio. Il primo, poco più che una
baracca, intitolato a sant'Emilio, sor-
se in località Mesofugna, due chilo-
metri circa dal seminario. I salesiani
incaricati lo raggiungevano ogni
giorno a piedi, estate e inverno, col
bello o il cattivo tempo: un andiri-
vieni durato 36 anni fino alla co-
struzione e inaugurazione del nuo-
vo, nel 1947, intitolato stavolta, più
salesianarnente, a Domenico Savio.
Fin dai primi tempi scesero anche in
parrocchia che aveva abbandonato
si fa per dire, il protettore primitivo'.
san Costantino, per porsi sotto il
manto dell'Immacolata. Nel 1933
sotto l'episcopato del salesiano mon~
signor Cognata, passò comp leta-
mente ai salesiani.
VICENDE
DI STORIA ORDINARIA
li vecchio seminario si prese tutte
le ingiurie del tempo e della sto-
ria... l'incuria - i salesiani davvero
non possedevano nemmeno i mezzi
per una manutenzione ordinaria -
l'alluvione, i bombardamenti l'ave-
vano reso precario e quasi fatiscen-
te ... certamente invivibile. Tanto per
capirci, non ebbe mai la luce elettri-
ca: il poco chiarore appena suffi-
ciente per non accecarsi venne sem-
pre fornito da lampade ad acetilene
e a petrolio. Né ebbe le tubature
del! ' acqua: per lavare e dissetarsi ci
si accontentò sempre dell'acqua pio-
vana o di quella portata dall ' asino .. .
povero frate asino! Baraccati nel
1908, dopo il pauroso terremoto di
Messina, che lesionò alcune delle
sue strutture murarie, le baracche,
Ragazzi dell'oratorio.
"""
provvisorie, restarono fin oltre il
1922! Facile immaginare in che
stato fossero ridotte. Solo la minac-
cia di ritirare i salesiani fece scatta-
re un po ' tutti, autorità municipali e
semplici cittadini, o forse è meglio
dire cittadine: si mossero più le
mamme che i papà.
Eppure la vita dei seminaristi ri-
fiorì. I salesiani misero in pratica il
loro metodo, in qualche modo "sa-
lesianizzarono" il seminario: musi-
ca, canto, teatro, accademie e le fa-
mose "compagnie", gruppi di impe-
gno apostolico di matrice tutta sale-
siana, crearono ali' interno affezione
e ali' esterno ammirazione.
, Rabberciato alla meglio nel 1926,
i salesiani resistettero nel complesso
fino al 1947, poi lo restituirono al
vescovo e con l'aiuto dei buoni, co-
struirono dalle fondamenta la loro
attuale presenza. Non li fiaccarono i
terremoti, non i bombardamenti, né
le alluvioni, come quella terribile
del 1951, quando "a Bava Marina
piovve come un diluvio tre giorni e
tre notti consecutivamente, senza
requie"; non li sgomentò l'immigra-
zione verso le città del triangolo in-
dustriale del Nord alla ricerca di un
po' di refrigerio economico.
UN BOOM
NON ECONOMICO
Il boom apostolico di Bava Mari-
na cominciò negli anni '50 ... dieci
prima di quello economico. La gio-
ventù bovese e quella dei dintorni
ebbero prima la nuova scuola media
parificata, poi il ginnasio, comin-
ciando a diventare il centro propul-
sore di cultura giovanile e scolastica.
Immune da ideologie, per quella an-
tica furbizia di Don Bosco che pre-
feriva la politica del "paternoster"
allo schieramento politico dei suoi
figli. Il che significava non tanto
non far politica, quanto non parlare
Veduta dell 'istituto costruito
nel 1949-50 da don Luigi Alessi .
Fu sede della scuola media
dal 1950 al 1964.
Oggi è l'edificio dell'oratorio.
di politica, o parlarne il meno possi-
bile, ma agire il più possibile da po-
litici consumati: il Padre Nostro non
è una ideologia ma una vita!
Insomma è stata, è e continua a
essere buona norma per i sa lesiani
tenersi fuori per quanto è possibi-
le dagli impicci di partito per pri-
vilegiare la politica dei valori e
creare testimoni che tali valori in-
verino nella vita di ogni giorno, a
qualunque schieramento scelgano
di appartenere.
LA TERZA FASE
Non bastarono i salesiani e nem-
meno gli anni del boom economico
né l' apprezzato e prestigioso inse-
m gnamento della scuola salesiana. R'lt
Quando la nuova scuola media si
affermò ovunque a Bova Marina per
i salesiani iniziò quella che può es-
sere considerata la terza fase della
loro storia bovese, quella che li co-
strinse a rinunciare alla scuola per
dedicarsi all'oratorio e alla parroc-
chia, opere più strettamente eccle-
siali. L'offerta di una scuola gratuita
ebbe il sopravvento sulla serietà, la
profondità, il prestigio della scuola
dei preti.
Contemporaneamente lo sviluppo,
l'industrializzazione, le grandi ope-
re pubbliche, il porto e i villaggi tu-
ristici, strade asfaltate, e le infra-
strutture hanno aggredito anche Bo-
va col loro corteo di bene e di male.
Tensioni sociali, speculazione edili-
zia, instabilità civile, droga, sopraf-
fazioni ... si paga uno scotto ben alto
alla modernità. I salesiani hanno
continuato - e lo fanno tutt'ora - a
impegnare fino in fondo le risorse
della loro creatività e del loro zelo.
Cooperatrici ed exallievi tennero e
tengono alto il nome di Don Bosco.
Oggi comunque a Marina di Bova
poche persone possono non dirsi
exallievi per studi o fotmazione: a
scuola, in parrocchia o ali' oratorio
ci sono passati tutti o quasi.
BS FEBBRAIO 1999

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
Car issimo/a,
Seguimi in un piccolo ra -
gionamento. "Voglio diven-
FEBBRAIO 1999
S. Gabriele dell'Addolorata è il eanto del meee.
Naece ad Aeeiei il 1/2/1838, è battezzato
ta re un medico, non un
laureato", mi ha confidato
un giovane. Tanti scelgono
una facoltà per inerzia, in
attesa di temp i migliori,
perché non c'è lavoro ... Il
nel eantuario di S. Marone a Civitanova Marche,
dove i genitori e'erano epoeati.
Vive fino a 18 anni col padre, poi entra
a Morrovalle (MC) nel noviziato dei paeeionieti.
Muore il 27/2/1862 a leola del Gran Saeeo.
È patrono d'Abruzzo.
pericolo oggi è che un'inte-
ra generazione possa
A61Tf\\-
È facile oggi leggere che
siamo di fronte a un
gestire il proprio presente
senza farsi carico del fu-
lL 3° Ml
uomo senza vocazione, a
un giovane senza iden-
SENTI?.... turo, di vivere una stagio-
ne della vita senza portare
tità, a una generaz ione
senza qua lità. La litania
nel proprio grembo la sta-
del "senza", si è sostitui-
gione che verrà dopo.
ta a quella del "contro"
,il "Segui la tua vocazione".
, ·',,:,
Sono le parole che Ga-
briele, 18 anni , be ll o, bril-
degli anni '70. La sfida è
altissima: in pa li o è il
futuro del l'uomo.
lante, intelligente, aperto,
avverte dentro me ntre
I
Nel terzo mi llennio si
continuerà a scrivere sul
segue la processione dell'Assunta .
diario delle giovani generazioni come Gabriele a
Tra il "vogl io" espresso dal giovane laureando e il suo padre: "Le 24 ore di cui è composta la giorna-
"segui" di Gabriele non c'è divario né di tempo, né di ta, mi sembrano 24 brevi istanti che rap idamente
sens ibilità. In tutti e due urge la stessa domanda: si succedono".
"Chi sei tu?".
Mi teng o come una reliquia , su un fogl io ingia ll ito
da l tempo, la composizione d i un a lunno di scuo la
media. Te la regalo.
"Chi sei tu?"
Per tua madre, sei un figlio.
Per tuo padre, sei una speranza.
Per me, sei un compagno.
Per la gente, sei solo un ragazzo.
Per il mondo, sei uno dei tanti.
Per Dio no, non sei come gli altri!
Tra uomo e uomo c'è più differenza che tra una
città e un monte, tra il mare e le stelle. Curare la
propria identità è custodire e vigilare su i propri
talenti, è prendersi cura delle proprie ricchezze, è
rispettare il mistero cui si appartiene, è concedersi
stupore e meraviglia.
Scegliere la propria vocazione è vivere intensamen-
te. E intensamente vive Gabriele ne l suo bel-
l'Abruzzo. Muore a soli 24 anni, la stessa età di Te-
resina del Bambin Gesù. "Non baratterei un quarto
d'ora del la mia vita data al Signore con un anno e
quanto volete, tra spettacoli e divertimenti de l
mondo", scrive al padre poco prima di morire.
La svolta nella vita non è la morte, ma la decisione di
vivere. A 24 anni la vita può dirsi compiuta , il dise-
gno è divenuto capo lavoro. Un giorno Gabriele aveva
serenamente detto ai suoi confratelli che in tutto il
corso della sua vita , gli avvenimenti più notevol i era-
no stati sei, il settimo sarebbe stato la sua morte.
Il santo è ricordato come san Gabriele del l'Addo-
lorata, perché ha messo al centro della sua vita i do-
lori di Maria, che hanno trafitto il suo cuore di Madre.
A 24 anni si può essere santo, ma può capitare a
qualcuno di non sapere ancora scegliere la propria
vocazione. li grido d'a llarme va lanciato ai vari Luca,
Alessandro, Chiara, Davide ... È proprio il caso di
dire: "Salvate il so ldato Ryan", perché la vita ancora
oggi ha le sue vitt ime e il mondo intero corre il
risch io di non essere soccorso e liberato dai vo lon-
tari dell'amore come dono di sé. È l'u ltima chiamata
prima d i spiccare il volo per gli anni 2000.
"Segui la tua vocazione": è la rotta per il terzo
millennio.
A risentirci!
Carlo Terraneo
FEBBRAIO 1999 BS

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•••••• •••••••••••••••••
Il nostro itinerario pre-giubilare continua
con la visita alla chiesa di Santa Sabina all'Aventino,
una delle più antiche e meglio conservate di Roma.
Offriamo ai futuri pellegrini, ma anche
a quelli che non potranno recarsi
a Roma nel 2000,
questa nostra fotografia di. ..
••••••••••••••••••••
ITINERARIO
VERSO--·
UNA BASILICA
QUASI PERFETTA
di Natale Maffioli
Santa Sabina. L'Aventino è il colle reso famoso dal...
primo sciopero della storia, quello di Menenio Agrippa.
Ora accoglie una delle basiliche più belle e suggestive de/l'antichità cristiana,
quella di Santa Sabina .
- - - - - ... - ... - ... - - - - - - - ... - - .. - • - - ............... • • • • .. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 1999

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Interno della Basilica.
SANTA SABINA
Il martirologio romano al 29 agosto
riporta solo due righe sulla poco
nota martire romana dell 'Aventino:
"A Roma , sul colle Aventino , il na-
tale (cioè la morte n.d.r.) di Santa
Sabina martire , che sotto Adriano
imperatore, colpita con la spada,
ottenne la palma del martirio". E in
realtà poco più si sa di questa don-
na. Si trattava probabilmente di
una nobile pagana, moglie del se-
natore Valentino , convertita al cri-
stianesimo dalla sua ancella Sera-
pia. Nella sua casa si raccoglieva
un gruppo di cristiani per la pre-
Abside della Basilica.
Sepolcro del Cardinale
D'Auxia (t 1483).
ghiera e la liturgia. Accusata pres-
so il prefetto Elpidio, dopo aver de-
posto nel sepolcro il corpo della
A I tempo degli imperatori , il DOPO IL SACCO!
co lle Ave nti no era coperto
serva ucci sa per essersi dichiarata
appartenente alla nuova fede , fu a
sua volta arrestata e subì il martirio
dalle sontuose dimore dei La costruz ione della basilica ini - il 29 agosto 125. Le sue reliquie
mercanti e dei banchieri. Tutto ziò una dozzina d'a nni dopo il sono sotto l'altare dell a basilica a
finì tragica mente quando Roma
fu messa a sacco dai Goti di Ala-
ri co (4 1O). Di quello sp lendore
non rim asero che rovi ne e, come
seme nascosto sotto terra, la me-
moria di un a santa che... diede
molto frutto.
Le più anti che memorie dell a
devozione a Santa Sab in a risalgo-
no a prim a de l sacchegg io dei
sacco di Alarico, ad opera di un
sacerdote dalmata, Pietro D' Illi -
ri a, sotto il papa Ce lestino I. La
nu ova fabbrica, a grandi linee
nell e stesse condi zioni di come la
vediamo anco r oggi, fu consacra-
ta da Sisto lii . Le murature, lungo
i seco li, non ebbero pace; nel se-
co lo X la chi esa venne add irittura
trasformata in fortezza. GIi inter-
lei dedicata, che venn e costruita
proprio sulla sua casa, intorno agli
anni 422/32. Una sua immagine
museale è a S. Apollinare Nuovo di
Ravenna, nella basilica che ospita
all 'interno il meraviglioso mosaico
raffigurante la lunga teoria dei primi
martiri cristiani. Il diseg no riportato
è quello raffigurato in Santa Sabi-
na, opera dello Zuccari .
Goti e sono legate ad un'ampia venti più pesanti si ebbero nel
sa la, ad ibita al culto cristiano, 1500, sotto Sisto V, che fece rive- resta uro hanno restituito all a chi e-
che faceva parte di un'abitazione sti re gli interni di pitture e stucchi sa il suo aspetto primitivo.
signorile; nonostante la venera- dopo aver murato quasi tutte le fi- Una dell e date importanti della
zione, le notizi e sulla santa sono nestre. Soltanto agli inizi del no- chi esa è il 1222, quando papa O-
molto imprec ise.
stro secolo, importanti lavori di norio lii l'affidò all'Ordine dei
• • FEBBRAIO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
una chiesa è sempre un luogo di
preghiera e di incontro, sia quan-
do è fatta di lamiere, come in
terra di missione o abbia la foggia
di un capan none-fabbrica come i
tanti ed ifi ci sacri del le periferie
delle nostre città, ma è pur vero
che ogni edificio dove l' umanità
vive è parlante. Parlano i condo-
mini de lle nostre periferie, segno
del disinteresse per le persone
che vi abitano e degli interessi
degli speculatori; gli appartamenti
dove viviamo, alcune volte tanto
angusti da non poter ospitare se
non una famiglia fatta di poche
persone.
Poco si è salvato dell ' antica do-
tazione della basilica di Santa Sa-
San Domenico riveste San Giacinto dell'abito domenicano.
bina; il monumento più prezioso
è l'antica porta lignea, scolp ita al
Predicatori, i Domenicani, che fino al termine dell'elemento ar- tempo della costruzione (432
costruirono gli amb ienti conven- chitettonico, verso l'ambone, da circa), uno dei pochissimi cime li
tuali a ridosso della basilica e do- dove viene proclamata la parola di scultura lignea dei primi tempi
tarono la navata centra le di un
tramezzo per le esigenze liturgi-
che della comu nità.
del Signore e l' altare, simbolo di
Cristo e mensa del la ce lebrazione
eucarist ica.
de l cristianesimo. Nei pannelli, di
diversa grandezza, sono scolp iti a
rilievo alcuni fatti dell 'Antico e
de l Nuovo Testamento. Vi è pure
una delle primissime rappresenta-
CARATTERISTICHE
UN EDIFICIO PARLANTE
zioni del la Crocifissione. Nel la
navata principale è da vedere la
La struttura dell'edificio sacro è L'edificio sacro è sempre par- decorazione marmorea del recin -
quella tipica delle prime basili-
che cristiane, anzi, Santa Sabina
rappresenta il più perfetto esem-
pio di basilica cristiana del V se-
lante, ha da comunicare non solo
le intenzio ni autocelebrative di
una comunità (espresse soprattut-
to nell a decorazione), ma pure in
to della " schola cantorum " del IX
secolo, vo luta da Eugenio Il e le
tarsie di marmi policromi che or-
nano gli spazi tra gli archi delle
colo: una vasta au la, sviluppata
longitudin almente e divisa in tre
navate da una doppia fila di co-
lonne. Quelle di Santa Sabina,
chi nella comunità crede e come
la comunità ce lebra. È vero che
navate. Sulla contro facciata, so-
pra l' ingresso principale, vi è una
tutte uguali e corredate di eleganti
cap itelli corinzi, non provengono
da un edificio classico andato in
rovina, ma sono state prodotte
per essere co llocate nella basili-
ca. Al fondo del la navata pri nc i-
pale, un'ampia abs ide si curva
sull'altare maggiore. L'illumina-
zione è data da una doppia teoria
di finestre, poste vicino al soffitto,
ognuna delle quali è messa in
corrispondenza degli interva lli tra
le co lonne.
Lo svi luppo in orizzontale della
navata senza interruzion i di sorta
fa risaltare un momento della li-
turgia: la processione. La ritmica
scansione delle co lonne invita pri-
ma il ce lebrante e poi la comu-
nità tutta, ad andare ava nti senza
indugio, un passo dopo l'altro Mosaico del V secolo (particolare). Madonna del Rosario (Sassoferrato).
' • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 1999

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- Porta istoriata del V secolo. La Crocifissione e (a destra) rapimento di Abacuc.
grande scri tta a mosa ico con tes- pa la co n la M adonna del Rosario Bambino e, a fi anco, le sa nte Ca -
sere d'oro su fo ndo blu che ri co r- e i sa nti Domenico e Caterin a del terina da Siena e Caterin a d' Al es-
da la fo ndaz ione della chiesa ad Sassoferrato (1643 ).
sa ndri a; il prelato fa co noscere la
opera di Pi etro d' lll_iri a; agli estre- In fo ndo all a navata di destra è sua v ita esemplare attraverso la
mi dell ' iscri z ione due figure fe m- co nservata la tomba del card inale personificaz ione dell e virtù cardi-
minili rappresenta no la Chiesa Poggio del M onte di Auxia, arci- nali: Pru denza, Giu stizia, Fortez-
dei Gentili e quell a del Gi udai- vescovo di M onrea le, morto nel za e Temperanza . La sc ritta sull a
smo. Un tempo, prim a degli in- 1483. Le scultu re, opera d i un ar- cassa è il motto de ll a sua vita vir-
terventi cinquecenteschi , tutta la t ista v icino ad Andrea Bregno tuosa: UT M ORIENS VIVERET
fasc ia sotto le finestre era decora- (1418-1 503) rappresenta no la sa l- VIXIT UT MORITURUS: " Per ave-
ta a mosa ico co n scene d i cui ma de l po rporato adagiata sopra re la vita dopo la morte, visse
non si co noscono i soggetti.
un sarcofago d i fo rm e classi che e come se fosse semp re in pun to di
veg li ata dall a M adonna co n il morte".
OSPITI ILLUSTRI
GLOSSARIO
O vunque a terra ci sono lastre
sepo lcrali; la più inte ressante è
Le Stazioni Liturgiche
••••
quell a di Muni o de Zamo ra, ge-
nerale dei domenica ni , morto a
Sa nta Sabin a nel 1300. È di mar-
mo, ma la fi gura del frate è in mo-
sa ico po li cromo. Q ua e là lungo
le pareti, sono inserit i i resti de ll a
decorazione che lungo i seco li ha
reso prezios i gli altari e l' appa ra-
to decorativo dell a chi esa: un a
Il mercoledì delle Ceneri, il papa si reca processionalmente a Santa Sabina
e dall 'ambone della schola cantorum esorta i fedeli a vivere nella conversione
il tempo quaresimale. Il primo a compiere questo rito nella basi lica fu papa
Gregorio Magno (590-604) . La consuetudine però è più antica. Fin dai primi
tempi della diffusione del cristianesimo nella capitale dell'impero, durante la
quaresima, i cristiani usavano radunarsi nelle case , e poi in quelle che sa-
rebbero diventate le più venerande chiese di Roma, per celebrare una parti-
colare liturgia penitenziale. Sia le case che le chiese furono denominate Sta-
zioni Liturgiche. Le Stazioni Liturgiche più importanti sono le basiliche pa-
triarcal i: San Giovanni in Laterano , San Pietro in Vaticano , Santa Maria Mag-
spl endida ed ico la di marm o co n giore, San Paolo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Lorenzo
inta rsi musivi oppu re la decora- al Verano.
zione cos matesca di un alta re.
Nell a co nca abs ida le vi è un af-
fresco di Taddeo Zuccari del 1559,
co n raffigurato Gesù che predica
da l monte: una chi ara all us ione
Oggi il papa partecipa solo ad alcune delle liturgie stazionali ; un tempo inve-
ce era un suo compito particolare ; nelle chiese stazionali si esponevano le
reliqu ie dei martiri e si cospargeva il pavimento di foglie di alloro ; al mattino
si celebrava la Messa stazionale e la giornata si concludeva con una proces-
sione che vedeva partecipi tutti gli abitanti del rione .
all ' im pegno prioritari o dei dome- I Titoli
nica ni , il cui nome prec iso è "Or- Le antiche chiese di Roma non hanno soltanto il privilegio effimero delle litur-
din e dei Predicatori". Di un altro gie stazional i, alcune sono Titoli, nel senso che sono indicate come sede di
membro de ll a fa migli a Zucca ri , un cardinale .
Taddeo, so no gli affreschi dell a Le origini dei Titoli si perdono nella notte dei tempi e gli studiosi non sono
ca ppe ll a di sa n Gi acinto co n sce- concordi nel definire come siano nati . Alcuni affermano che con il term ine Ti-
ne tratte dall a vita e da ll a liturgia
di ca noni zzazione del sa nto. Un
altro ambi ente importante, la cap-
pe ll a di santa Caterin a da Siena,
si apre sull a navata opposta : oltre
agli affreschi d i Giova nni Odazz i,
sull 'a lta re è co ll ocata una bell a
tolo erano designate le abitazioni dei primi 25 preti romani ordinati da Cleto , il
terzo papa, su ordine di san Pietro stesso. Ne consegue che i primitivi edifici
con questo nome non erano chiese ma case private.
Lungo i secoli i Titoli crebbero di numero; alcuni furono soppressi , altri furo -
no spostati da una chiesa all'altra. Anche la chiesa del Sacro Cuore al Ca-
stro Pretorio fondata da Don Bosco è moderna sede di un Titolo , e il titolare ,
attualmente, è il cardinale arcivescovo di Torino.
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FEBBRAIO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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-1
ORTONA
frutti anche nell 'era de ll a ci- che via via sono stati appron-
viltà informatica.
tati: il collegio, l'oratorio , la
I PRIMI 50 ANNI
Arrivati il 15 novembre de l parrocchia, il teatro, lo sport,
r
1948 per interessamento d i il centro di asco lto ...
Ortona l5 novembre 1998: Pio XII in una città che asso-
L
inizia l' anno cinquantes imo migliava più a un cumulo di
dell a presenza sa les iana nell a macerie che un insed iamento SAMPRAN, THAILANDIA spettrice e le suore gi unte per
c ittadina abruzzese. La catte- umano, i sales ian i si sono
drale gremita di fede li ha rimboccati le maniche. Co- UNA VISITA
visto la partecipazione attenta raggio e inventiva hanno ca- D'ECCEZIONE
l' occasione fin o all 'entrata del
Centro. Qui l' illustre ospite si
è intrattenuta con le ragazze,
e commossa di autorità, ex-al- ratterizzato l'avv io. La prima La comun icazione era uffic ia- parl ando con loro e rallegran-
lievi , fedeli e... vocazioni cura venne riservata ag li orfa- le: la Regina Fabiola, consor- dosi per i lavori eseguiti, fa -
maturate in questo mezzo se- ni , tristi frutti della gueITa, col te ciel defunto re Baldov ino cendosi raccontare anche
colo di servi zio pastorale. Il "v ill aggio de l fanciu ll o". La del Belgio, avrebbe visitato il de lla loro attività di abil i mas-
grazie al S ignore si è mesco- g ioventù ortonese e q ue ll a de i Centro di riabi litaz ione per le saggiatri ci e fisioterapiste. Ri-
lato all a preghiera per capire dintorni hanno sempre trovato g iovani c ieche di Sampran, vo lta alle suore la Reg ina ha
le attuali urge nze giovanili e speranza di funiro ne l centro che è sotto la protezione de ll a detto: " Vedo la luce dell 'a-
il nu ovo approcc io pastorale, di formaz ione professio nale, regina Sirikit, ma la cui re- more dipinta sul vostro vo lto
perché l' albero sales iano di a e negli spaz i sempre magg iori sponsabilità e direzione sono e la gioia di essere tutte cli
affidate alle FMA th ailandesi . Dio. Pregate, pregate molto! ".
BREVISSIME DAL MONDO
Via ai preparativi e all 'orga- I g iornali , dicono le FMA,
ni zzaz ione ne i min imi detta- hann o parl ato molto cli questo
Y.\\TICANO . L' Agenzia Va- alla promozione dei valori
ticana spagno la "Zenit" ha umani e sp iritua li , rispettan-
dato not izia ne i mesi scorsi do la correttezza de lle mo-
che tra g li oggetti personali da lità es press ive".
g li ... fino a l grande gio rno.
Le alunne de ll a scuola hanno
accompagnato la reg ina, il
personale del comitato, l' i-
avvenimento e, so prattutto,
hann o presentato in modo po-
sitivo l' attività e la dedizione
de lle suore.
di Lacly Di ana a Kensington BA ,\\ 'GALORR. Continuano
Palace è stato trovato anche i co ll oq ui ecumenici budd i-
un catechismo de ll a Chiesa
cattolica. li dettag lio è stato
rivelato da l g iorna le "The
Times", ri nfocolando alc u-
smo/cri stianes imo . Il secon-
do incontro si è tenuto nel
monastero benedett ino cli A-
sirv anan cli Bangalore (i n-
ne illazioni secondo le quali dia). Und ici cattolici ·e sette
la principessa stesse pen- buddi sti cl i div erse parti ciel
sando alla conversione.
mondo si sono confrontati
BR:\\SILE . Degne cl i nota su meditazione e contempla-
due notizie battute da una zione nelle due re li gion i. li
Agenzia internaziona le se- primo incontro avvenne a
condo cui in Brasil e alcune Taiwan nel 1995.
archidiocesi hanno esortato
gl i elettori a non votare per
i politici bugiard i: di un po-
litico va sempre tenu ta pre-
sente sia la professionalità
che l'onestà. Non male !
MESSICO . Il cardinale pri -
mate monsignor Rivera Car-
rera ha dichiarato c he I' ido-
latri a del denaro è incompa-
tibi le con la religione e l'am-
BERLINO . Abb iamo appre-
so con orrore la noti zia dif-
fusa eia alcune agenzie g ior-
nalisti che e ripresa da l gior-
na le ABC, che i quasi 4000
aborti annuali de lle c liniche
berlinesi servivano come ma-
teriale organ ico per la com-
posizione cli un granu lato
che si uti lizza per asfa ltare le
strade. Nessun commento!
HARARE, ZIMBA WE
PORTE SPALANCATE
" Io ho un vivo desiderio, quel-
lo di vedervi fe lici in questo
mondo e nell' eternità". Que-
sto il tema de ll ' incontro con
c irca 400 g iovani di Harare
ranza: " Handei ku Bosco",
andiamo da Don Bosco, per-
ché siamo sicuri di essere ac-
colti. I giovani hanno manife-
stato il loro grazie come san-
no fa re loro : a ritmo di mbira ,
marimba e tamburi facendo
acrobaz ie eia funamboli .
bizione personale ma so-
prattutto è incompatibile con
la so lidarietà, aggiungendo
con coraggio che il traspor-
to dei capitali all ' estero è
un peccato sociale.
ROlHA. " L ' ente del cinem a"
di ispirazione cattoli ca ha
premiato la pell icola " f giar-
dini dell ' Eden" come opera
cinematografica che " ha con-
tribuito in modo più chiaro
BUENOS AIRBS. Una re-
ligiosa africana cl i 58 anni,
che ha scelto il serv izio tra
i più bi sognosi e abbando-
nati, è stata eletta " Donna
dell'anno" in Argen tina. Suor
Teresa Varela da due anni
diri ge una nuova fondazio-
ne religiosa che si occupa
di più di mill e ragazzi cli
strada, vera Madre T eresa
a f r o a m e r ic a n a .
av venuto in occas ione della
visita straordinaria del supe-
riore regiona le; ed è di quelli
che la dicono lunga sul pro-
gramm a apostolico dei sale-
siani nell o Zimbawe, che pro-
prio ad Harare da un anno
hanno spalancato la loro casa
ai g iovani , usand o il piano
terra come oratorio-centro gio-
vanile. Adesso i ragazzi sono
fe li ci e hann o imparato un a
canzone che li apre all a spe-
BS FEBBRAIO 1999

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Giovani stregati da forme di religiosità esotiche... un fenomeno
ATTRAZIONE
FATALE di Claudia Alessi
Molti giovani di oggi
sembrano soggiacere
a una magra... vengono
fa talmente attratti
da altri stili di vita,
da valori esotici,
da religioni orientali
i cui impenetrabili
e suggestivi misteri fanno
da calamita,
convogliando nel loro
grembo fedeli di ogni
ceto, ma in prevalenza
di quello medio-alto.
Che sta succedendo?
N ata più come una moda,
oggi quella dei " nuovi mo-
vimenti religios i" sta pro-
gress iv ame nte diventando una realtà
che suggestiona frange sempre più
consistenti di giovani , una realtà
dunque con la quale fa re i conti.
A partire da personaggi famosi
de l mondo de ll o spettaco lo e de ll o
sport (l'attore Richard Gere, il cal-
ciatore Ro berto B aggio si sono con-
vertiti al buddismo), l' interesse per
quello che è diverso e soprattutto
FEBBRAIO 1999 BS
" re li giosamente diverso" sembra fa-
re sempre più proseliti, alcuni per
pu ra curios ità inte ll ettuale, ma no n
pochi per ig noranza dottrinale . L'a-
nalfabet ismo re li gioso di rito rno nei
_nostri giovani , che dopo la cateches i
sacrame ntale fuggono lettera lmente
dall ' istruzione re li giosa, fa più vitti-
me di quanto si creda.
L'AMERICA
DELLE SPERIMENTAZIONI
E non fini sce qui . Molta parte di
qùesto s ingo lare ripudio delle anti -
_c he convin zio ni sembra essere do-
vuta all a progressiva trasformazione
delle realtà nazio nali in soc ietà
" multietniche, multirazzia li" e, di
conseguenza, " multire li g iose". In o l-
tre, l' imperiali smo culturale ame ri-
cano, di cui s iamo in qualche modo
inev itab ilm ente suddi ti, ha pe rmes-
so a un a delle espress io ni religiose
più accattivanti , la famosa New Age
o Next Age, cli impadronirsi della
televisione e de ll a mu sica e, attra-
verso questi mezz i, sta influenzando
i nostri stessi mod i di v ivere .
I più inc uri os iti e, per certi versi,
suggestionati sembrano essere g li
adol escenti , proprio per il s ingo lare
periodo evo lutivo, ri cco cli aggiu sta-
me nti , virate improvv ise, impennate
affettive, ri vo luzioni fisiche, incer-
tezze psichiche, travagli moraIi...
continui cambi amenti in somma che
sono, loro malgrado , costrett i a su-
bire e che coinvo lgono pesanteme1J-
te anche la dimensione religiosa. E,
questo, un periodo in c ui ess i, non
più ragazzi e no n ancora giov ani ,
operano scelte affettive e re lig iose
proprio nel momento in c ui sono più
so li , in virtù di quei process i di con-
quista dell 'autonomi a e di cresc ita
cognitiva , che li caratte ri zzano.
BISOGNI
SEMPRE BISOGNI
Cosa c'è sotto? Quali urgenze gli
adolescenti cercano di soddi sfare,
entrando in queste realtà? Molti stu-
di e ricerche a li ' inte rno della ps ico-
logia della re ligione e della moti va-
zione, hanno indi vid uato alc uni bi-
sogni fonda mentali che fa rebbero
da sfondo a questo tipo di sce lta.
11 primo è l'appartenenza. L' ado-
lescente sente mo! to fo rte l' es igenza
di stare con gli altri in un contesto

3.9 Page 29

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che non accenna a diminuire.
di comunione, condivisione e accet-
tazione senza riserve. Entrando in
un movi mento religioso, egli trova
quel che cercava: accog lienza in-
condizionata, calore um ano, am ici-
zia, sostegno mate ri ale e psicologi-
co. Il senso di appartenenza, fort is-
simo, crea una grande compattezza
tra i membri , che vengono sp inti a
intrecciare tra loro legami pressoché
insci ndibili.
Il secondo è il bisogno di unicità
e novità. L'adolescente vuole essere
riconosci uto distinto , uni co, autono-
mo . . . e rifiuta d'istinto qualsiasi le-
game con ciò che è "trad izionale",
consueto, normale. I mov ime nti re-
ligios i, soprattutto quelli di matrice
orie ntale, consentono di rompere
con le direttive de lla c ultura tradi-
zionale e stimolano ad acq ui sire una
nuov a identità, assai diversa e ben
delineata c he, in quanto alternativa,
è anche fortemente a utoaffermativa.
COME UNA MAGIA
Un terzo bisogno fondamentale
per un ado lescente è quell o di avere
un a guida spirituale, che, dirigendo-
lo, lo approvi e valorizzi. Ha biso-
gno insomma di qualcuno che sia
d iverso da gen itori e insegnanti , dai
quali sta progress ivamente cercando
di staccars i all a ricerca di se stesso.
Anche qui la risposta dei " nuov i
movime nti religios i" è pronta e im -
mediata. Il maestro di spirito, il gu-
ru , cost itui sce un a guid a sicura, ca-
pace di facilitare il cammino. Il rap-
porto è di sottomi ss ione, obbed ien-
za, fiducia cieca. Pochi riflettono
c he co l tempo un tale attegg iamento
può annic hilire la vo lontà de l sog-
getto c he s i trasforma così in adep-
to, legato anim a e corpo al gruppo,
e da esso fa talme nte co ndi zionato.
Come una mag ia ...
L'ARMA
DELL'EDUCAZIONE
Il va ntagg io è rec iproco: il di sce-
polo usa il maestro per delegare le
sce lte importanti della vita, il mae-
stro a sua vo lta sfrutta l'adepto co-
me strumento del proprio potere
personale.
A ltri ele menti intervengono ne ll a
sce lta di aderire ad un movime nto
re li gioso alternativo: il rapporto con
la fam ig lia, l'ambie nte soc iale, l'e-
ducazione ricevut~, la maturità per-
sonal e raggiunta. E quindi necessa-
rio, che i ragazzi vengano educati a
una " religios ità matura". Non servo-
no i gi udi zi o le condan ne, ma il
dialogo, la comprensione, la dispo-
nibilità a cap ire e spesso anche ad
accettare alcune dive rsità , come av -
vio di un a fase di revisione delle po-
sizioni , in vista di un a poss ibil e ri-
composiz ione.
A ldo Rabino, un salesiano c he ha
sc ritto un Iibretto inti to lato " Sogna-
re per cont inua re a vivere", scrive:
"Sog nano ancora, i giovani, che
tutto è possibile, che si può rico-
min ciare, che nulla è mai completa-
mente perduto, che mai bisogna
perdere la fiducia in se stessi. No-
nostante il chiasso, il mondo dei
giovani aspira ancora al silenzio;
legge la vita in maniera pu lita e
pura; liberi da ogni malizia , i gio-
vani ricercano la vog lia e la gioia
di impegnarsi e di lottare per chi è
più debole, inclffeso, solo. I giovani
cercano ancora Dio... saremo ca-
paci di mostrare loro il suo volto?".
BS FEBBRAIO 1999

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
~ fARlO ·FIORf
t'1Qt
er
~f
~~~
DI DIO
DEL MALE
SÌ, DIO ESISTE
di Giuseppe De Rosa
LDC - La Civiltà Cattolica,
Leumann (To) - Roma, 1998
pp. 296
PAROLA DI DIO
E VITA QUOTIDIANA
di Armido Rizzi
LDC, Leumann(To) 1998
pp. 80
35 PROVE
CHE IL DIAVOLO ESISTE
di André Frossard
SEI , Torino , 1998
pp. 136
ETICA PER GIOVANI
Appunti e spunti per
una educazione morale
di Carlo Fiore
LDC, Leumann (To) 1998,
pp. 318
Violenza, corruzione ,
teppismo, criminalità mi-
norile, serial-killer, stu-
pri , erotismo ... Come
mai questa recrude-
scenza di male? Gli ad-
detti ai lavori definisco-
no il momento nero che
stiamo attraversando
come "la notte dell 'eti -
ca". Proprio per questo,
come reazione, in alcuni
Paesi europei , si parla
di introdurre l'etica co-
me materia scolastica
per una educazione gio-
vani Ie più efficace . A
partire da questo stato
di cose, l'autore analiz-
za il vissuto giovanile e
sociale in vista di una
autentica valutazione
morale .
La riflessione copre
tutta la gamma dell 'e-
sperienza umana dei
giovani e degli adulti. Le
analisi e le valutazioni
fatte e gli interventi of-
ferti provengono sia dal
mondo cattolico che da
quello laico più sensibi-
le. Si trovano materiali
di approfondimento per
gruppi giovanili , educa-
tori e genitori che vo -
gliono decifrare il mon -
do dei ragazzi in vista di
un aiuto concreto .
Il titolo ribadisce categori-
camente la verità dell 'esi-
stenza di Dio , trattandosi di
una verità essenziale sulla
quale soltanto è possibile
lanciare il fondamento della
vita umana. Affermato , per-
ciò , che la fede dà l'assolu -
ta certezza di Dio, e che la
ragione può provare con
argomenti razionali la sua
esistenza , la riflessione si
snoda sull 'ateismo , sul-
l'indifferenza religiosa, sul-
la cultura del dubbio che
per tanta parte caratterizza
la vita del nostro tempo .
E per queste tematiche di
non credenza , in buona
parte conseguenza del
drammatico mistero del
male , si offrono alcune li-
nee concrete di pastorale.
A molti infatti il male pre-
sente oggi nel mondo ap-
pare come uno scandalo
sia per la ragione che per
la fede , perché sembra
mettere in questione il ca-
rattere essenziale del Dio
cristiano: l'amore.
Con una metafora illumi-
nante, quella dell'udito (dal
momento che senza orec-
chio non esiste musica, e
senza musica l'orecchio è
orfano e vuoto) l'autore af-
fronta il rapporto tra "vita
quotidiana" e "parola di
Dio". Questi i punti della ri-
fless ione : la parola di Dio
nasce dalla vita , rivive nel-
la vita , senso alla vita, è
vita quotidiana , dona la
vita eterna (che non è solo
la vita dopo la morte, ma il
senso radicale e ultimo
della vita umana) .
In più , anche la vita umana
dialoga con la Parola di
Dio , donandole qualche
cosa: cioè un terreno per
nascere dentro le parole
umane , un orecchio vigile
pe r farla sempre di nuovo
rinascere lungo le giornate
di questa storia , un orec-
chio che è anche attento a
cogliere la parola di Dio
oggi per farla diventare vita
quotidiana.
Andr.
ho.... d
35 PROVE
CHE IL DIAVOLO
ESISTE
L'autore, famoso per un suo
precedente best-seller in
cui affermava di "aver in-
contrato Dio ", constata e
descrive la presenza del
diavolo in molti aspetti del-
la vita e del costume del-
l'uomo contemporaneo . Il
male vi è presentato come
un oggetto normale della
vita di tutti i giorni e di tutti i
popoli , ma su cui gli uomini
non sanno riflettere ade-
guatamente per prenderne
le dovute precauzioni .
Con un piacevole stile epi-
stolare il diavolo a scri-
vere!) , il libro porta un con-
tributo concreto al dibattito
sull 'uomo e sulla fede nel-
l'oggi della chiesa, attraver-
so una lettura originale dei
problemi più attuali della
cultura e del modo di vive-
re , arrivando a concludere
che la vita sembra muo-
versi e comportarsi come
sotto una guida satanica.
FEBBRAIO 1999 JJS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~NEIMA
GIOVA
GIOVANI
QUALE FUTURO?
Un libro per i giovani
che devono leggere
anche gli adulti
di Carmelo Celauro
Sovera, Roma, 1998
pp. 110
L'autore guida il lettore die-
tro le quinte del palcosce-
nico dove si recita la storia
dell'umanità, per mostrargli
ciò che dalla platea non si
vede , ma che è di fonda-
mentale importanza per il
suo futuro. Lo scenario ap-
pare come il risultato di un
lento asservimento dell 'uo-
mo al potere economico col
risultato di una gioventù
debole, insicura, incapace
di aggregarsi e di pensare,
intontita dal consumismo e
sempre più dalla droga,
indifferente alla politica e
alla sua stessa vita.
L'inversione di tendenza
deve partire dal fatto che
essa non solo è senza va-
lori , ma soprattutto perché
non è stata aiutata a resi -
stere e a non soccombere
alla nuova schiavitù ; ed è
stata abbandonata a se
stessa e a quegli strumenti
pseudo-formativ i che il
sistema via via predispo-
neva ad esclusivo proprio
vantaggio.
CARMELO CEIAURO
GIOVANI
quale futuro?
rm libro~igiovani
che deoorro leggere
anche gli adulti
,,}ovt:KA
~oEAGLEI D1JLTI
CATECHISMO
DEGLI ADULTI
E ITINERARI DI FEDE
Guida
di Lucio Soravito
LDC , Leumann(To) 1998
pp. 190
In una prima parte, il libro
descrive le tappe di un pos-
sibile itinerario di catechesi
per il battezzato del nostro
tempo, ma dopo aver pre-
cisato di quale tipo di cate-
chesi hanno bisogno gli a-
dulti d 'oggi e come vi ri-
sponda l'articolazione del
catechismo della CEI "La
verità vi farà liberi ". A que-
sto scopo richiama i criteri
pedagogici , in base ai quali
si può educare la vita di
fede , anche nello spirito di
preparazione al Giubileo.
W00SORAVl70
C TECHISM;D
D EGLI ADUID'l
E
Nella seconda parte si tro-
vano i criteri di utilizzazio-
ne del catechismo , con la
descrizione degli itinerari
per alcune forme specifiche
di catechesi : la re-iniziazio-
ne cristiana, la catechesi
sistematica in preparazio-
ne al giubileo , la formazio-
ne dei catechisti , la cate-
chesi dei centri di ascolto,
la catechesi di gruppi bibli -
ci , la catechesi dell 'inizia-
zione cristiana, l'esperien-
za del pellegrinaggio.
~
IL PRETE DEL SORRISO
DI FANCIULLO
di Marino Codi
LAS, Roma, 1998
pp. 336
MARINO CODI
IL PRETE
DAL SORRISO
DI FANCIULLO
Questo profilo biografico di
don Giuseppe Quadrio ,
scritto con stile piacevole e
coinvolgente , si prefigge di
far conoscere la figura di
un sacerdote salesiano
che è stato maestro di san -
tità, modello di vita cristia-
na presbiterale e religiosa ,
uomo esperto di bontà e di
sofferenza umana, mae-
stro di teologia. "Si accen -
de una lucerna per metter-
la sopra il candelabro ..."
(Mt 5, 15), perché l'uomo
di oggi ha tanto bisogno di
questa luce.
Don Quadrio è figura del
genuino figlio di Don Bo -
sco, che nutre nel cuore la
stessa passione per le ani -
me , per la salvezza delle
quali offre la vita in olocau -
sto. Nella sua breve storia
terrena , pu r rimanendo nel
nascondimento , spand e
tanta luce attorno a sé con
l'esempio , con la parola,
con la penna .. . , per cui ,
dove essa rischiara, porta
gioia, serenità, pace , con -
forto , rassegnazione , avvi -
cinamento a Dio.
~MZ~'NtKLE
MASS-
COME PETER PAN
Educazione,
media e tecnologie oggi
di Pier Cesare Rivoltella
Grafica Santhiatese E.,
Santhià (Ve) , 1998
pp .166
Le trasformazioni in atto
nel campo della strumenta-
zione della comunicazione
sociale fanno pensare che
ci troviamo di fronte ad una
cultura in camb iamento . I
contributi di questo volume
forniscono un aiuto soprat-
tutto agli educatori perché
vedano queste trasforma-
zioni in un ambito preciso,
quello dell 'educazione. Ed
in particolare la scuola, alle
prese con fattori come l'in-
tegrazione dei linguaggi
audiovisivi , il protagonismo
della televisione , la spinta
alla innovazione promossa
dalla multimedialità.
"""- =="="''""'-'"'-"-"'--"'--~ ...
Le riflessioni pedagogiche
sono offerte come spunti
didattici per la ricerca e la
sperimentazione .
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA . I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno rich iesti
direttamen te alle ri spettiv e
Editrici.
8S FEBBRAIO 1999

4.2 Page 32

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Santa Cruz in Bolivia, casa Michele Magone: una scuola per
10 ANNI SULLA STRADA
di Angelo Botta
,,A vevo sei anni quando
mi a m adre mi ha porta-
to da un id ra ulico a im -
parare un mestiere. Ha detto c he sa-
rebbe ritornata a prendermi dopo un
po ' ... Sono passati nove anni da al-
lora , ma anco ra non l' ho vi sta" .
"Mi chi amo Luigi , ho 17 anni . Ne
avevo 8 quando ho incominc iato a
far cuci na per mio papà e mia sore l-
la. Non ho conosciuto la mamma.
Mio padre mi picchiava quando non
gli piaceva quello che gli avevo pre-
parato. Un giorno sono scappato.
Così ho cominciato la mia vita ran-
dagia. Ho trovato altri come me:
campavamo lucid ando scarpe e ru -
bando. Sei mesi. Poi la polizia mi
ha preso e sono finito in un corre-
zionale. Non mi piacevano gli ed u-
catori , sicché sono scappato a Santa
Cruz. Dormivo per strada, a volte
sotto un pullman, mangiavo quello
che trovavo, lavoravo come potevo.
La polizia mi ha beccato di nuovo e
mi ha portato al Michele Magone.
Sento la nostalg ia della strada. Ma
FEBBRAIO 1999 BS
qui voglio rimanerci per diventare
un buon meccanico. Ho un sogno:
riuscire a incontrare mia sorell a, po-
terla ai utare" .
COME LE ACCIUGHE
A Santa Cruz, nella Bolivia, fun-
zionano da tempo varie opere sa le-
siane di proporzioni e incidenza no-
tevoli . Una di esse, posta nel settore
lndependencia (q uindi cimil a abitan -
ti) , si svi luppa in sette ettari di terre-
no con c hi esa parrocchiale, centro
g iovanil e, scuo le elementari e me-
die. Attiva dal 1964, affronta un
grave problema: il numero di ragaz-
zi che aum entano sempre di più . Il
peso degli zainetti non preoccupa,
semp licemente perché non esistono
za inetti . E neppure quello dei cartel-
lini identificativi di cui s i parla per
altre scuole. Ma quando ogni sezio-
ne ha 55 allievi , come si fa ad ac-
contentare i genitori che spingono
disperatamente per farne entrare an-
cora di più? La soluzione è tutta da
Assalto alla scuola:
ogni classe ha 55 alunni
e tanti spingono a più
non posso perché
si facciano classi ancor
più numerose... Dove
il bisogno è disperato
tutto diventa disperato.
I giovani del collegio
Magone passano
dalla strada alla scuola.
Non sembra vero.
Tristi storie le loro storie.
trovare. Intanto si è fatta sempre più
preoccupante la realtà di altri ragaz-
zi c he i genitori non li han no e c re-
scono come cani randagi. Nel 1988,
come omaggio a Don Bosco nel
centenario della sua morte, si è in-
cominciato a raccoglierne qualcuno
e si è costruita una casa per loro,
con laboratori di meccanica, elettri -

4.3 Page 33

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ragazzi di strada.
cità e grafica pianificati per un totale
di 72 apprendi sti in tre gruppi.
Nome della nuova opera: Michele
Magone , il piccolo sbandato che
Don Bosco ha racco lto proprio sull a
strad a e ne ha fatto un modello.
STORIE DI ORDINARIO
ABBANDONO
Sono venuti alla sve lta, con espe-
rienze vecchie che pesavano sui
loro g iovani anni . Le confidenze ar-
riv ano soltanto dopo un lungo pe-
riodo di contatto con la bontà degli
educatori. All ' inizio si nasco ndono
gelosamente le fe rite dietro un a bar-
ri era di bugie bene orchestrate.
" Alberto e Zoilo Arredondo si sono
presentati come fratelli provenienti
dalla città di Tarija. Quando chiede-
vo a Zoilo di raccontarmi la sua in-
fanzia, rispondeva invariabilmente:
"Chi edi lo a mio fratello A lberto, lui
sa tutto". Dopo anni abb iamo sco-
perto che non veniv ano da Tarija
ma da Cochabamba, che non si
chiamavano AITedondo ma Qui spe
e Marnami e che, naturalmente , non
erano fratelli ".
Hanno dai 14 ai I 8 anni. Qualc uno
lo porta direttamente la poliz ia.
Altri sono av vic inati s ulla strada dai
sa les iani. Si cerca di conquistare la
loro fiducia e di convincerli che
questo è un internato fatto su mi sura
per loro . Prima di essere ammess i al
Magone devono completare e le-
mentari e med ie, poi rimangono qui
per tre anni . Gli inizi sono diffi cili.
Il ragazzo di strada si è abituato a
impi egare il tempo come vu o le lui ,
a lavorare il minimo indispensabile
per mangiare . Entrare a l Magone
vuol dire invece sottomettersi a un
orario, studi are seriamente, lavorare
tutto il g iorno.
INTERVENIRE
CON METODO
In partenza affrontano impegni bre-
vi e ricreaz ioni lunghe. Il più delle
volte il sistema fo ndato ul trinomio
ragione-religione-amorevolezza ri-
porta lentamente il sorriso e apre il
cuore all a fiducia. Dopo cinque mesi
si passa al programma completo:
sc uola professionale al mattino, la-
voro ne l pomeriggio. Possono sce-
gliere se farlo nei nostri stess i labo-
ratori o in quelli dell a città, dove
so no seguiti uno ad uno.
Il lavoro li forma, permette di mi-
surare forze e attitudini , offre la pos-
sibilità di guadagnare qu alcosa per
spese personali. Alla fine de i tre an-
ni sono ai utati a trovare un impiego
nel campo della loro spec ialità.
La Provvidenza ha mand ato a iuti
generos i all ' ini zio, quando le spese
erano più fo rti . Po i le offerte si sono
assottig liate: gli ado lescenti non i-
spirano sempre molta simpatia. Ep-
pure c bisogno di agg iorn are in-
stall azioni , è indi spensabil e rinno-
vare macchinari ne i laboratori . Un
benefattore tedesco, visitandoli re-
centemente , ha chi esto: " Preparate
questi ragazzi per il passato o per il
futuro ?"
Evidentemente, per il futuro, an-
che se c aumenta le spese. Faceva
così anche Don Bosco. Intanto cre-
sce il numero dei g iovani che, com-
pletato il programma di tre anni,
stanno affrontando la vita. Alcuni
hanno persino ritrovato la fa miglia.
Mentre al Michele Magone si è fatta
una grande festa intitolata: "Dieci
anni di miraco li" .
O
BS FEBBRAIO 1999

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrero
ASCOLTARE
PER COMPRENDERE
D ue passerotti prendevano bea-
tamente il fresco sullo stesso
ulivo . Uno si era appollaiato sulla
cima, l'altro in basso su una bifor-
cazione dei rami. Dopo un po ', il
passerotto che stava in alto , tanto
per rompere il ghiaccio , dopo la
siesta, disse: "Oh , come sono belle
queste fogl ie verdi! ". Il passerotto
che stava in basso la prese come
una provocazione . Gli rispose in
modo seccato : "Ma sei orbo? Non
vedi che sono bianche?!". E quello
di sopra, indispettito: "Sei orbo tu!
Sono verd i!". E l'altro dal basso con
il becco in su : "Sono bianche! Tu
non capisci nulla. Sei matto! ". Il
passerotto della cima si sentì bolli-
re il sangue e senza pensarci due
volte si precipitò sul suo avversario
per dargli una lezione . L'altro non
si mosse. Quando furono vicini ,
uno di fronte all 'altro, con le piume
del collo arruffate per l'ira, prima di
cominciare il duello ebbero la lealtà
di guardare nella stessa direzione,
verso l'alto. Il passerotto che veni-
va dall'alto, emise un "Oh" di mera-
viglia : "Guarda un po ' che sono
bianche". Disse però al suo amico:
"Prova un po ' a venire lassù dove
stavo prima". Volarono sul più alto
ramo dell 'ulivo e questa volta dis-
sero in coro : "Guarda un po ' che
sono verdi ".
È facile dimostrare che molte
sofferenze degli esseri umani ,
grandi e piccoli , sono provocate da
quello che chiamiamo "incompren-
sione". La comprensione è prima di
tutto un atteggiamento mentale, un
frutto della volontà, una delle voci
più significative del verbo amare .
L'impegno più serio per i genitori è
proprio quello di creare nella pro-
pria famiglia una cultura della com-
prensione. Le relazioni familiari non
possono essere profonde e costrut-
tive senza una vera comprensione.
Le persone commettono errori con i
figli , i congiunti e altri membri della
famiglia non perché sono cattive .
Semplicemente non fanno sforzo al-
cuno per comprenderli veramente.
Sono gli analfabeti del cuore . Oc-
corre un cambio di logica. Normal-
mente si pensa che quando due
persone sono in disaccordo , una
ha per forza ragione e
l'altra torto . Invece
spesso hanno ragio-
ne tutti e due , cia-
scuno dal suo pun-
to di vista. Come
nella storiella dei
due passerotti .
Comprendere significa non
giudicare . Chi giudica vuol solo
proteggere se stesso : invece di
confrontarsi con qualcuno si accon-
tenta di incollargli un 'etichetta. 11
problema è che quando si giudica
e si attaccano etichette , si finisce
per interpretare tutto in modo con-
forme al "pre-giudizio". Se un papà
pensa che il figlio sia pigro finisce
per reagire vedendo tutti i compor-
tamenti del figlio all 'insegna della
pigrizia e il figlio lo troverà senz'.3-
dubbio autoritario, ferocemente cri-
tico , tirannico. Il comportamento del
papà provocherà una forte resisten-
za nel figlio , che sarà vista come
una ulteriore prova della pigrizia,
così il padre raddoppierà critiche e
atteggiamenti autoritari. Può diven-
tare un ingranaggio infernale .
Il primo risultato di una reale volon-
tà di comprensione è la confidenza
e il sistema educativo di Don Bo-
sco è soprattutto una pedagogia
della confidenza.
Si deve cercare di compren-
dere prima che essere compresi.
Se non si comprende veramente
l'altro non sapremo mai ciò che
conta veramente per lui . Tutti han-
no la tendenza a proiettare i propri
sentimenti sugli altri. "Quando la
mia mamma ha sonno , manda a
dormire me" afferma un ragazzino.
Anche in questioni importanti si
pensa: "Se è importante per me ,
deve essere importante per loro".
Se si vuole veramente aiutare un
figlio bisogna entrare nel suo
mondo .
Ogni persona è unica, ciascu-
no ha bisogno di essere amato a
modo suo . È dunque indispensa-
bile cercare di comprendere e par-
lare il linguaggio d'amore dell'altro.
Per comprendere è neces-
sario imparare a controllarsi. Il
cattivo umore, il nervosismo, l'irrita-
zion e, il rancore , la collera e so -
prattutto il bisogno di aver ragio~e
a tutti i costi complicano terribil -
mente la comprensione . Le forti
emozioni fungono da filtro per ciò
che il bambino dice.
FEBBRAIO 1999 BS
La comprensione nasce dall'a-
scolto. Le uniche persone in grado
di fornire informazioni , naturalmen-

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
L'ASCOLTO ATTIVO
La vita familiare appare sempre più condizionata dal rumore
che caratterizza la vita dei nostri ragazzi, immersi per tutta
la giornata in 'effetti sonori' di ogni genere.
Come in un suadente e insistente spot pubblicitario,
è ormai onnipresente una discreta musica di sottofondo
che accompagna sensazioni, emozioni, sentimenti, incontri.
te, sono proprio i figli . E l'unico mo-
do per ottenere queste informazioni
è ascoltarli attentamente . Quando
siamo occupati o distratti , quasi
inevitabilmente udiamo senza in
realtà ascoltare ciò che i bambini ci
stanno dicendo. Alcune ricerche
hanno dimostrato che i genitori af-
ferrano solo un quarto di ciò che un
bambino dice.
Per ascoltare veramente biso-
gna imparare a tradurre . È il pri-
mo momento di quello che viene
chiamato l'ascolto "empatico ". Il
bambino non ha bisogno solo di
esprimersi: deve essere sicuro che
i genitori lo abbiano compreso. La
mamma e il papà devono dimo-
strargli concretamente di averlo
capito, meglio di quanto possa aver
espresso con le sue parole. Si può
ottenere questo riformulando quello
che il bambino ha detto , chiarendo
il suo punto di vista e i suoi argo-
menti. Chi agisce così ha la con-
creta speranza di essere a sua
volta ascoltato .
Si deve evitare in modo asso-
luto di interrompere, saltare di
palo in frasca, porre domande sen-
za aspettare la risposta , minimiz-
zare, preparare la risposta o fare
altro mentre i figli stanno parlando.
Significa saper ascoltare non solo
con le orecchie, ma anche con gli
occhi . Occorre dedicare il tempo
necessario per prestare piena at-
tenzione. Significa mettere momen-
taneamente tra parentesi pregiudizi
e certezze . Sentendosi meno mi-
nacciati , i figli sono incoraggiati a
rivelarsi e sentendosi davvero a-
scoltati hanno la prova di essere
stimati dai genitori .
o
e reano quasi una dipendenza i
tintinnii di varia natura che im-
prigionano pensieri ondivaghi e irri-
solti sulla direzione di marcia che
dobbiamo assumere per dare un
senso alla nostra esistenza, troppo
spesso spesa in una fastidiosa e
meccanica routine .
Irrompono prepotentemente i
battiti ossessivi deputati a ritmare la
fatica del correre quotidiano e i
diecimila impegni che lasciano tutti
senza fiato , negando ai bambini e
agli adolescenti il diritto di giocare ,
di amare e di lasciarsi amare, di
contemplare il mondo al quale ap-
partengono in modo ancora acerbo
e approssimativo . Del rumore si è
fruitori, ma allo stesso tempo pro-
duttori. La casa è sempre più vis-
suta come un mi xer di suoni che
peraltro non sempre risultano affet-
tivamente significativi .
I figli fanno coscienziosamen-
te la loro parte, partecipando con
grinta ed entusiasmo a riprodurre
fra le mura domestiche l'inquina-
mento acustico delle strade, ormai
considerate dai più l'unico luogo
abituale di aggregazione. Il risultato
è che questa continua overdose di
stimoli sonori , inevitabilmente, ren-
de tutti più sordi.
L'invito a fare silenzio, peraltro, non
solo è largamente disatteso , ma
spesso è improduttivo, perché non
contribuisce a vivere nuove scoper-
te e a inventare rinnovate forme di
relazione: nella contraddittoria si -
tuazione che accompagna il nostro
essere famiglia, il silenzio coincide
troppe volte con una spiacevole
sensazione di vuoto.
Il problema dunque non si
risolve mettendo la sordina alle
nostre azioni abituali ; al contrario
mi sembra che abbiamo bisogno di
far riemergere in noi la capacità e
la disponibilità a saper distinguere i
diversi rumori che ci accompagna-
no nelle varie situazioni , passando
BS FEBBRAIO 1999

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
dall 'indistinto al distinto , dall 'in-
significante al significativo , da una
sonorità stratificata e neutra al
riconoscimento cordiale di voci ,
segnali e ritmi capaci di appassio-
narci e di scaldarci il cuore.
L'attenzione all 'ascolto non
dipende solo, a mio avviso, dall'a-
bilità intellettuale con cui decodifi-
chiamo il contenuto di messaggi
più o meno intenzionali . Credo
che invece nasca dall'attitudine a
familiarizzare con il timbro e la
tonalità affettiva che accompagna
ogni produzione sonora all 'interno
della casa. Affinando questa
sensibilità, dovremmo preliminar-
mente reimparare a identificare il
colore e il calore delle voci dome-
stiche , cercando un nuovo orien-
tamento e una nuova sintonia per
il nostro agire comunicativo: in
famiglia non conta tanto quel che
ci si dice , ma come lo si dice.
Solo dopo aver maturato
questa abitudine ad 'addome-
sticare' la sonorità passando
dalla sovrapposizione caotica dei
rumori ad una ricomprensione
'simpatica' delle diverse occasioni
e modalità comunicative, è possi-
bile sviluppare la propensione ad
un ascolto vigile , in cui il
confronto sul contenuto di quel
che si cerca di mettere in comune
si fa inevitabilmente più esigente
e critico. E a questo punto l'emer-
genza della differenza non è più
doloroso riconoscimento di una
distanza, di una estraniazione ; al
contrario , può essere percepita e
vissuta come consapevolezza
della complementarità o almeno
come attesa di un avvicinamento,
speranza di un incontro.
Quando si entra in questa logica,
perfino i rumori della famiglia si
trasformano miracolosamente in
rumori fam iliari e ci fanno compa-
gnia piuttosto che renderci nevro-
tici. La televisione accesa durante
la cena non è più un 'intrusione
che ci impedisce di parlare , ma
occasione per ospitare il mondo
nell'intimità della casa e perfino lo
stereo dei figli o i videogame a
volume alto diventano una sfida
interessante per comprendere
meglio il complicato mondo delle
nuove generazioni .
FEBBRAIO 1999 BS
ICARE
La "Carta di Comunione" ci presenta
una pedagogia rovesciata, rispetto
a quella imperante ai tempi di Don Bosco.
Pedagogia dell'amore, della fiducia,
dell'empatia... Il termine che usa
Don Bosco "amorevolezza" è in totale
smobilitazione nel lessico attuale, ma la sostanza c'è ancora tutta.
Articolo 16: "L'ascesi della
bontà "
"Amorevolezza" ha un che di
dolce e richiama lo stile di Dio, libero
e gratuito , tenero e sicuro, puntuale
e totale. Don Bosco l'ha imparata
dalla mamma, che l'ha abituato ad
assaporare il gusto della presenza
di Dio nella sua vita, nella natura,
negli avvenimenti . Non è una tecni-
ca di animazione , è semplicemente
vivere con i giovani per trasmet -
tergli l'amore tenero e forte di Dio.
"Amorevolezza" è voler bene
soprattutto quando c'è sbanda-
mento morale , perché è in quel
frangente che si avverte la neces-
sità assoluta della "mano amica", di
una gratu ita presenza d'amore.
In un tempo di educazione violenta
e forzata il piccolo prete dei Becchi
rovescia il sistema pedagogico ,
affermando con incredibile audacia
che "l'educazione è cosa di cuore",
è stabilire un rapporto empatico coi
giovani , far sentire che qualcuno
crede in loro ...
"Amorevolezza" è lo scrigno
che racchiude tutto il metodo e la
spiritualità salesiana . È lo stile di
un rapporto che chiama al contrac-
cambio : non solo amare i giovani ,
ma che essi sappiano che li si
ama, altrimenti questo che è il più
nobile e puro dei sentimenti rischia
di cadere nel vuoto . Don Bosco
vuole bene ai suoi giovani , un bene
mirato : cerca per loro un lavoro ma
esige che il datore di lavoro li lasci
liberi per la messa: salvezza del
corpo e dell'anima.
"Amorevolezza". Questa affa-
scinante intuizione suscita inte-
resse anche in campo laico. Imita-
ta, ripresa da più parti , accettata
nelle università, essa tuttavia si ri-
vela inconsistente se viene consi -
derata una pura tecnica educativa :
la sua fo rza è a monte , in quell 'a-
more di Dio da cui , solo, l'amorevo-
lezza può sgorgare . Don Bosco
giocò la sua vita su tale convinzio-
ne , e si prodigò perch é venisse
compresa dai suoi figli .

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
,
C A L A T I Il dialogo offre sempre chance ulteriori
per temperare i sentimenti più viru -
NELLE SUE BRACHE! lenti. Del resto non sempre i persecu-
tori si rendono conto di quello che fa n-
no. Perciò bisogna educarli a capire che
c una grande diffe renza tra la canzo-
natura e la persecuzione. L ' ideale sa-
(Co ntinuo la mia risposta a Ronaldo nuazioni !". "Occ upatev i degli affari rebbe che si cal assero, come si suol di-
riguardo alle prepotenze subite in
classe. Ecco una testimonianza che
chiarisce le diffico ltà viste da lla parte
dei genito ri de lle vittime e dei sopraf
vostri". Oppure cont rattacca no: " Siete
sicuri che vostro fig li o non abbia fa tto
null a? Forse se l'è cercata! " . Altri infi-
ne, come i genitori di cui sopra (e spe-
re, nelle brache altrui, per rendersi con-
to che non sarebbero mai più a proprio
agio, che perderebbero tutti gli amici,
che rimarrebbero soli.
fa ttori ).
ri amo siano rari), approvano la condot-
<< I I giorno in cui Didier, mio
fig lio, è rientrato con la T-shirt
strappata e varie ecchimosi sul volto ,
mi sono lasciato persuadere da mia
moglie e ho preso in mano il telefono.
Ali' inizio il padre di Timoteo, il ragaz-
zo persecutore, non credeva ai suoi
orecchi . Poi però ha cominciato a
ta del loro rampollo e talvolta incorag-
giano certi co mportame nti : "No n la-
sciarti sopraffare ... la migli or difesa è
l'attacco! ".
Sono ovviamente cose assai spia-
cevoli . Dovete anche pensare a qu anto
costi ammettere che il proprio fig lio sia
un persecuto re, o un perseguitato. B i-
Dite loro i rischi che corrono com-
porta nd os i in q uesto modo : c he non
avra nn o più de i ve ri ami ci, che non
sapra nn o più vive re in società; che si
fa ranno una pess im a reputaz ione, che
saranno più fac ilm ente bocciati a
scuola e che, prim a o poi fi niranno con
l' avere noie con la giusti zia. In defi ni-
tiva i torti che causano si rito rceranno
prendere le difese del figlio. Ed ecco la sognerà fa rsi un ' idea più chiara possi- contro di loro.
sua risposta alle mie rimostranze : bil e di que llo c he succede,
"Preferisco molto di più che mio fig lio parlando ne con lu i per avere la
dia schiaffi piuttosto che ne prenda! " .
Per lui la questione era chiusa. Qual-
che giorno appresso, davanti al presi-
de della scuola, ha ripetuto il suo ra-
sua vers ione dei fatti , ma anche
co n gli amici, i professor i, i
respo nsa bili , g li altri geni to ri .
ln questa fase non si fo 1111ulano
~}Y F(t;LJO CMA-tol/5MAI HA
PMS8WWR.e? ) fOTVtO IMPARA-
~- RE UN {!OMPOR, -
gio11amento. E non pensiate che si sia acc use, ci si info rm a e basta ,
srnsaro... (Filippo, Bari ).
tene ndo presente che i ragazz i
sono abili ss imi a di ss imulare
A nessun genitore fa piacere ap- quell o c he hann o in mente d i
prendere che suo figlio tormenta gli fare.
altri: si sente rimesso in questione nel
suo ruolo di educatore, e la vergogna si Purtroppo i genitori sono
mesco la alla delu s ione. Di sorientati , sempre gli ultimi ad accorgersi
alcuni preferiscono ignorare la gravità di avere un fig li o prepotente,
~
j
dei fa tti e cercano sc use o a rgome nti perché in genere a casa non s i
rass ic ura nti : " Lasc iate che s i accap i- comporta così, s ia per la seve-
glino, così imparano a risolvere da soli rità a vo lte eccess iva che vi regna, sia Le sanzioni, spesso inevitabili,
i loro problem i". "Non dra mm ati zzia- anc he per l 'esatto op posto cioè un a devono pre ndere di mi ra i comporta-
mo, non è poi così grave!", ecc . Certo eccess iva libertà, no n sem pre suppor- menti negati vi, ma rispettare sempre il
avete già inteso afferm azioni sim ili .
tata da altrettanto affetto. Mentre pro- ragazzo. P iuttosto che un a privaz ione
prio d i q uesto i fig li ha nno più bi so- (togliere la paghetta settimanale, impe-
Altri preferiscono negare: "Si amo gno. Insomma è complicato essere ge- di re di usc ire, ecc.), bisognerebbe tro-
una buona fa mi gli a! Queste sono ins i- nito ri , sia di un fi gli o persecutore che vare delle azioni dove possa imparare a
d i un fig li o perseguitato. pensare e rispettare gli alt1i (svolgere un
U na cosa pe rò deve essere lavo ro utile, leggere un libro, scri vere
chiara: la vos tra ri provazione una lettera di scuse .. .). Ma è necessa-
per una aggressiv ità che crea rio cominciare a monte: che in famigli a
vittime innocenti.
si vi va il ri spetto gli uni degli altri , si
apprenda ad essere attenti a quell o che
Bisogna coltivare il dia- gli altri provano, ci si aiuti a vicenda.
logo in famiglia per da r
l'occas ione ai fi gli di parlare Avrete bisogno della collaborazio-
dei loro sentime nti agg res- ne di tutti , poiché no n è fac ile da re
sivi e negativi, e insegnargl i una svo lta all a propri a vita e convi n-
a ri conoscerli . In questo mo- cere i compag ni che tutto è cambi ato.
do di ve nta no pi i:1 trattabili , No n ci si arriva da soli , l' accompagna-
perc hé li si all eggeri sce di mento di professori ed educatori è ind i-
una parte delle loro tensioni . spensabile.
O
BS FEBBRAIO 1999

4.8 Page 38

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•••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Il CGS AGAPE dell'oratorio di Santeramo di Bari opera tenendo
i DIVERTIRE FORMANDO
FORMARE DIVERTENDO i•••••••••••••••••
di Massimo Leone
La storia del Cinecircolo
Socioculturale Agape
comincia ufficialmente
il 26 gennaio 1978,
quando un gruppo di
.•••••••••••••
:A••••
lti e bassi caratterizzano le
eia aveva trasmesso tanto ai suoi
adulti legati all'oratorio
salesiano costituì
legalmente l'associazione
nell'ufficio di un notaio
del paese. Li aveva mossi
il desiderio di arricchire
la presenza salesiana
a Santeramo di momenti
:
istituzioni e le attiv ità umane
e quasi nulla sfugge a questa
: che è, si può dire, una legge di natu-
: ra! Anche l'associaz ione cultural e
figli quanto ai s uoi ragazz i.
Era una proposta forte, affasc i-
nante ed esigente per i giovani del
paese. E proprio così ven ne recepi -
culturali significativi,
ma in modo particolare
la passione per il teatro,
: Agape, che si ispira al sistema di
: Don Bosco, terminata la fase di fe r-
ta. Ne l 1990 l'a nnu ale campo estivo
di fo rm azione condusse gli anim a-
che diventò l'attività
vore post-fondazione, col ricambio tori ad una rifl essione sul rapporto qualificante.
naturale o per "obbedienza religio- fra ambiente ed ucativo e territorio e
sa" deg li uomini che ne avevano sti- all a presa di coscienza che la grande che , guidati dagli animato ri "cigies-
mol ato e seguito il progetto, iniziò il sfida di educare i giovani passava sini ", partirono lungo itinerari di
periodo di " lun a calante" fino all' e- per il rad icamento critico nella cul - scoperta e conoscenza storico-am-
stinzione delle attività. L'associazio- tura circostante , humus che nutre e bientale del proprio paese. Seguiva-
ne resisteva so lo sulla carta, nel ro- dà senso a scelte e progetti.
no, come segugi, le tracce di un ' i-
g ito notaril e che l'aveva lega lizzata.
dentità comune, lasc iate dal tempo
L'ARTE
DI FORZARE I SOGNI
ALLA CONQUISTA
DEL TERRITORIO
L' an im azione del territorio costi-
tra i vicoli del centro storico, i sen-
tieri dei boschi o gli spazi aperti
della campagna santerm ana, suddi-
visi dal correre antico dei muretti a
secco, segno di una vecchia civiltà
A ridare corpo e speranza al CGS tuì la grande sfida, che spinse quel contadina. A casa poi i ragazzi s'im-
ci pensò un gruppo dei anim atori gruppo di volenterosi a dotarsi di pegnavano in lavori di sintes i de i
: de ll 'oratorio. Vivendo sulla propri a uno trumento che permettesse di conten uti , che success iv amente ve-
: pe lle le idee del sistema preventi vo, in serirsi legalmente nel sociale e di ni vano diffusi al pubbli co.
: i metodi dell'animazione cultura le e fa re animazione cultu rale. Non po-
soprattutto i sogni di Don Bosco, fu teva essere che un 'assoc iazione ci-
: relativ amente facile per loro lan- vilistica. Così vennero rispo lverate IL CARNEVALE
: ciarsi nel! ' avventura di forzare i so- le vecchie carte dove il cinecircolo SANTERMANO...
: gni fino alla realtà, dandogli inoltre era seppel lito e ... fu richiamato in
: una prec isa identità educativa e pa- vita!
Quei primi tentativi d'animazione
starale. Del resto, questo aveva sem- I primi destinatari delle sue atti- furono il germoglio di una pianta
: pre fatto Don Bosco e questa auda- vità furono i ragazzi dell'oratorio che è cresciuta in diverse direzioni ,
FEBBRAIO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 4

4.9 Page 39

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
alto il nome di Don Bosco.
pur rimanendo fortemente legata
alle sue radici. Il recupero di un'i-
dentità storico-culturale si è trasfor-
mato man mano in affezione e cura
per il paese. Oggi si concretizza nel
Carnevale dei Ragazzi e nel Festi-
val della canzone oratoriana: due
grandi manifestazioni, giunte nelle
mani dell ' associazione tre anni fa,
con il peso di una lunga storia: en-
trambe sono alla 32a edizione. Co-
stituiscono 01mai appuntamenti che
travalicano l'ambito locale. Prota-
gonisti assoluti sono bambini, ra-
gazzi e giovani delle scuole, delle
parrocchie, delle associazioni, e .. . i
"cani sciolti" dell'oratorio, che nelle
due grandi sfilate di carnevale colo-
rano le vie e le piazze, gremitissi-
me, di Santeramo. Organizzati per
gruppi mascherati a terna, ogni anno
in numero mai inferiore al migliaio,
riportano la festa più mondana del-
1' anno al la dimensione rigenerante
del divertimento sano e collettivo,
lontano da eccessi sfrenati e consu-
mistici. Un evento capace di offrire
messaggi positivi.
IL FESTIVAL
Protagonisti sono ragazzi e giova-
ni. I più piccoli stipati nel coro, i
più grandi lanciati come solisti a
presentare canzoni d 'autore, in uno
spettacolo lungo tre serate nel primo
week-end d'agosto. Sul palco s'al-
ternano anche giovani attori, imita-
tori, gruppi di ballo. Riescono a
coinvolgere nella gioia dello spetta-
colo gente di ogni età e provenien-
za. L'originalità di queste proposte
educative, l'ottimo livello qualitati-
vo raggiunto da entrambe le manife-
stazioni , la loro popolarità nel senso
della partecipazione e della fruizio-
ne, la fitta rete di rapporti con ·1e
istituzioni che s 'intesse attorno ad
esse, ne fanno due spazi irrinuncia-
bili di espressione e protagonismo
giovanile.
DUE GRUPPI TEATRALI
Il legarne stretto con la vita e le
scelte educative dell'oratorio ,. che
ogni animatore dell'associazione si
sforza di incarnare nel proprio stile
di vita, la passione per il teatro, il
cinema, la musica, la danza porta-
rono a ripensare la cultura come
luogo di formazione e di crescita
per i giovani.
Sono nati così i due gruppi teatra-
li , uno di ragazzi della scuola me-
dia, l'altro di giovani dai vent'anni
in su. Svolgono la loro attività nel -
l'oratorio. Entrambi, partendo dal -
l'attività teatrale, guadagnano una
forte identità formativa, in cui sono
maturate esperienze di preghiera co-
mune e di volontariato, senza rinun-
ciare ad una fitta attività culturale.
Sono infatti diventati protagonisti
in città di spettacoli di vario genere,
dalla riduzione teatrale del Piccolo
Principe di Saint-Exupéry, ali 'anali-
si profonda del Processo a Gesù di
Diego Fabbri, alle commedie in ver-
nacolo di 'produzione propria', rap-
presentazioni capaci di radunare
molta gente e renderli presenza si-
gnificativa nella cultura locale.
Nella convinzione che i linguaggi
mediali siano oggi ' il nuovo volto
della cultura', habitat naturale dei
giovani, via obbligatoria di educa-
zione, sono state pensate nuove for-
me di aggregazione attorno al cine-
ma, che ha fruttato fra l' altro l'espe-
rienza importante di un laboratorio
con giovani tossicodipendenti, e
alla musica, che ha inventato labo-
ratori di composizione i cui elabora-
ti hanno spesso raggiunto la ribalta
del Festival.
Il tentativo, in sostanza, è quello
di abilitare i ragazzi ad una produ-
zione artistica di spessore, che riela-
bori e personalizzi contenuti e com-
petenze.
LA FORMAZIONE
È IL SEGRETO
Per raggiungere questo traguardo
il cinecircolo cura la formazione
permanente di animatori , pre-ani-
rnatori e dirigenti attraverso riunio-
ni, incontri di preghiera, campi
scuola. Su questa base si è costruita
e definita man mano l'identità, e si
regge il suo impegno diviso fra ora-
torio e territorio. Nuovi campi d'a-
zione si aprono. La scuola per
esempio. In questi ultimi anni si
sono tenuti corsi sulla figura dell'a-
nimatore del tempo libero, tanto in
scuole secondarie superiori che in
stage regionali di formazione speci-
fica, oltre a lezioni nelle scuole ele-
mentari e medie. S ' intessono nuove
relazioni con le istituzioni: alcuni
animatori sono in consulte comunali
di area culturale; con altre associa-
zioni del paese, con gruppi di vo-
lontariato, per collaborare in inizia-
tive particolari; e, finalmente, con
gli altri cinecircoli della regione, cui
si è legati dal comune progetto e da
una storia parallela.
Queste sono le linee di sviluppo.
Ali' orizzonte rimane l'utopia di una
cultura che migliori l'ambiente e la
vita.
D
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 1999

4.10 Page 40

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OSSERVATORIO
Vito Orlando
L o si attendeva da
tempo ed è stato
Dall 'insieme delle rifles-
sioni si è compreso che
provvidenziale . L'ultimo
per raggiungere alcuni o-
incontro mondiale dei
biettivi di qualità, di diffu-
direttori dei BS si era
sione , di efficacia, è indi-
tenuto nel gennaio
spensabile essere attenti
del 1986 e, in alcu-
alle esigenze attuali della
ni, cominciava a
comunicazione , dell'orga-
serpeggiare un atteg-
nizzazione, della redazione.
giamento di resa: si fa il
BS perché lo si deve fare ,
ma viene dopo tanti altri
compiti. Alla fine, neanche
la lunga permanenza (dal
26/ 11 al 5/ 12), è pesata
più di tanto: la conoscen-
za reciproca , lo spirito di
famiglia e i momenti di
fraternità hanno dato al -
l'incontro una valenza su-
periore alla stessa finalità
formativa per il rilancio del
BS .
Le riflessioni e gli ap-
profondimenti hanno por-
tato quasi naturalmente a
riconoscere l'importanza
dell'informazione per la vi-
sibilità della missione sale-
siana attraverso il BS. Il
direttore della sala stampa
vaticana Joaquin Navarro
Valls ha offerto con chia-
rezza e semplicità le con-
dizioni per un 'efficace in-
formazione istituzionale e
don Antonio Martinelli , re-
I partecipanti al conve-
sponsabile del dicastero
gno sono stati 52 di cui
della comunicazione, ha
41 direttori di BS prove-
sottolineato il "potentissimo
nienti da 39 nazioni diverse
mezzo del Bollettino" per
dal Sud al Nord e dall'Est
questo scopo.
all'Ovest del mondo: due
L'ultima attenzione è an-
dall'Africa, 16 dall'America,
data alla possibilità e mo-
9 dall'Asia e dall'Australia
dalità di valorizzare Inter-
e 14 dall'Europa. Insieme
net come canale di comu -
hanno vissuto intense gior-
nate di riflessione , ascolto
50 DIRETTORI
nicazione, di collegamen-
to e di interazione tra i
e confronto. E subito ci si
BS . È una prospettiva af-
PER 50 EDIZIONI è resi conto della reale po-
tenzialità del Bollettino:
fascinante per far acqui -
stare al BS una dimen-
una vera multinazionale
dell'informazione salesia-
Convegno mondiale dei direttori del BS.
sione mondiale. Anche i
lettori saranno coinvolti
na. È emersa l'esigenza di
nel rilancio del BS, perché
elementi comuni di riferimento per dare a tutti sicu,- lo si fa per loro e si vuole rispondere sempre meglio
rezza e chiarezza di obiettivi nella realizzazione . E alle loro attese .
apparsa evidente anche l'esigenza di qualità, di pro-
o
fessionalità, di organizzazione che la realizzazione
del BS oggi richiede .
Gli snodi fondamentali del convegno sono stati i
seguenti : nell'orizzonte attuale della globalizzazione
e della multimedialità (tracciato dal dott. Sergio
Lepri , già direttore dell'ANSA) si sono valutate le
possibilità per il BS. Si sono richiamati i dati della ri-
cerca , ci si è confrontati su "unità" e "diversità" per
far emergere le linee di convergenza e cominciare
così, individualmente e in gruppo , a elaborare una
"prima bozza" di rinnovamento . L'intervento del Ret-
tor Maggiore ha illuminato i compiti e aperto orizzonti
che hanno dato nuova spinta alla ricerca di conver-
genze e collaborazioni .
FEBBRAIO 1999 8S

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I NOSTRI SANTI
r
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r CICADDE
ADDOSSO
Siamo · una coppia sposata da
quattro an ni e mezzo. Deside-
ravamo tanto avere un figlio ma
questi non arrivava mai. Decisi
di andare da un medico , poi da
un altro , poi ancora da un altro,
ma se nza alc un risu ltato. Un
giorno ci dissero chiaramente
che non avremmo potuto avere
fig li: que l gi orno mi cad de il
mondo addosso! Mi rivolsi allora
con grande fiducia a san Do-
menico Savio pregandolo con
tanta fede e portando sempre
con me il suo abitino . Gi orno
dopo giorno la situazione miglio-
rò e dopo qualche mese giunse
la bell a notizia : era in arrivo il
fig lio che tanto avevamo deside-
rato. Ora abbiamo una bel lissi-
ma bambina di nome Jessica e
desideriamo ringraziare pubbli-
camente Domenico Savio per
questo inestimabile dono.
Simone ed Ermanno Si/va,
Lugagnano Val d 'Arda (PC)
r LIBERATO DOPO
UNA NOVENA
Eravamo stati compagni di teo-
1og ia. Insieme abbiam o fatto
un a novena in onore di suor
Eusebia Palomino per ottenere
la liberazione di don James Pu-
lickal, SDB, che era stato fatto
prigioniero dai guerriglieri suda-
nesi da più di un anno. Su di lu i
si avevano notizie contrastanti e
non si sapeva se i guerriglieri lo
avrebbero un giorno rilasciato .
La novena ebbe luogo verso la
metà di febbrai o e ag li inizi di
marzo don James era già libero!
D. Gianni Rolandi, SDB, Kenya
r UNASPECIE
DI NOVENA
PERPETUA
Per quasi tre anni ho pregato ,
direi quotidianamente, suor Eu-
sebia Palomino (negli ultimi
due an ni si era trasformata in
una specie di "novena perpe-
tua") per la guarigione di suor
Elena R., FMA che , proveniente
da Torino , lavorava a Dar es
Salaam in Tanzania. Da circa
tre anni , suor Elena era affetta
da una forma benigna di tumore
al cervelletto. Agli inizi i sintomi
erano mal di testa ricorrenti e
noiosi , una frebbriciattola sem-
pre presente e inappetenza. Ma
col passar degli anni le cose si
andarono facendo serie . Negli
ultimi tre anni suor Elena era in-
debolita al punto da avere la ma-
laria quasi in continuazione (con
febbre normalmente a 38°-39°),
il dolore alla testa era divenuto
quasi insopportabile, og ni tanto
aveva luogo una specie di sve-
nimenti e a volte era affetta da
disfasia. Tornata in Italia per le
vacanze nell'autun no scorso , si
presentò al dottore che l'aveva
in cura quando si trovava anco-
ra a Torino . Dopo un serio esa-
me si decise di intervenire col
laser. L'intervento molto delicato
(più di 200 scariche di laser per
vaporizzare cinque cisti) riuscì
bene. Ora rientrata in Tanzania,
suor Elena continua a lavorare
in mezzo ai giovani di Temeke
la bidonville dove si trova il
Centro Giovanile FMA) con rin-
novato vigore , senza malaria e,
specialmente, senza più alcun
lancinante mal di testa.
D. Gianni Rolandi, SDB, Kenia
r MISENTO
PERFETTAMENTE
GUARITA
Sono stata sottoposta a due in-
terventi chirurgic i alle anche .
Qualche mese dopo , è insorta
una febbre altissima. Ho vissuto
momenti di grave preoccupazio-
ne perché il futuro appariva buio.
Ho pregato fervorosamente la
venerabile Eusebia Palomino,
di cui sono tanto devota, perché
mettesse fine alle mie sofferen-
ze e mi ottenesse la grazia della
guarigione. In realtà tutto si è ri -
solto bene ed io mi sento perfet-
tamente guarita. Esprimo tutta
la mia riconoscenza a suor Euse-
bia che ha interceduto per me .
Francese Maria, Vercelli
r UNA DIAGNOSI
TERRIBILE
Gabriele aveva appena compiu-
to quattro anni . Erano i suoi ulti-
mi gior ni di scuo la materna
quando si ammalò di due malat-
tie infettive contemporaneamen-
te . Il bambino peggiorò subito
ed ebbe due giorni di crisi con-
vu lsive. Dopo ripetuti encefalo-
grammi e una tac al cervello la
diagnosi fu terribile : epilessia.
Noi genitori, parenti ed amici
eravamo disperati. Venne all'o-
spedale a far visita, suor Milena
FMA direttrice della scuola ma-
terna frequentata da Gabrie le.
Ci portò l'abitino di san Dome-
nico Sav io . Con tanta fede
abbiamo affidato il nostro Ga-
briele a questo giovane Santo
perché ci ottenesse dal Signore
la grazia della guarigione .
Questa si è fatta attendere ma
la fede non è mai venuta meno
in ciascuno di noi. Dopo quattro
anni di preghiera e di cure ,
Gabriele è stato dichiarato com-
pletamente guarito. Ora sono
sei mesi che il bambino non
prend~ alcun farmaco e sta
bene. E una vera grazia che noi
attribuiamo all 'intercessione di
san Domenico Savio . In casa
abbiamo eretto una nicchia per
una sua statuina e non manca-
no mai i fiori per renderg li gra-
zie. Inoltre abbiamo donato alla
scuola materna del paese una
sta tua simi le pe rché abbia a
proteggere tutti i bambini.
Campagnaro Fabrizio,
Travettore di Rosà (Vi)
r LA GRAVIDANZA
NON SAREBBE
STATA FACILE
Siamo sposati da alcuni anni e
già gen itori di una be llissima
bambina di nove anni. Quando fu
possibile avere un secondo figlio ,
eravamo felici ma anche preoc-
cupati perché consapevoli che la
gravidanza non sarebbe stata
facile. Fin dai primi mesi una reli-
giosa ci donò un santino di san
Domenico Savio invitandoci a
rivolgerci al lui con grande fede e
fiducia . Giorno dopo giorno fu
affrontata con coraggio la gravi-
danza e tutte le diffico ltà che
essa comportava. Nel luglio '97 è
nata la nostra bambina cui abbia-
mo posto nome di Ludovica .
Desideriamo ringraziare pubbli-
came nte Dome nico Savio per
questo inestimabile dono ricevuto
nonostante le difficoltà incontrate.
C. F., Belluno
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle letrere non
firmat e e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni , annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1 97 1 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER
LE MISSIONI con sede in
TORINO, avente personalità
gi uridica per Decreto 13- 1-1 924
n. 22, possono legalmente
ricevere Legati ed Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
« .. . lascio alla Direzione
Generale Opere Don Bosco,
con sede in Roma
(oppure all 'Istituto
Salesiano per le Missioni
con sede in Torino) a ti tolo di
legato la somma di lire... ,
(oppure) l' immobile sito in ...
per gli scopi persegui ti
dal l'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto,
per la formazione
del Clero e dei Religiosi,
per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
- se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due Enti su indicati:
«... annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentari a. Nomino mio
erede uni versale la Direzione
Generale Opere Don Bosco
con sede in Roma (o ppure
l'Istituto Salesiano
per le Missi on i con sede in
Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi persegui ti
dal )'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto,
per la formazione del Clero
e dei Religiosi, per scopi
miss ionari e per l'ed ucazione
cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. TI testamento deve essere
scritto per intero di mano
propria dal testatore.
BS FEBBRAIO 1999

5.2 Page 42

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I NOSTRI MORTI
ZENNARO Guido, cooperatore,
t Padova il 26/09/1998 a 86 anni.
Cooperatore da 30 anni , il Signore l'ha im-
provvi_samente chiamato dopo un tragico
1nvest1me nto sulla strada. Soccorso e por-
tato all 'ospedale, prega il ro sario fino al
quarto mistero , poi improvvisamente: "Di-
ciamo la salve Regina! ". "Ma c'è ancora un
mistero!". "No, subito". Finita la tradizionale
preghiera egli spira. Chi lo ha conosciuto e
frequentato ricorda la sua delicatezza d'a-
nimo , la sua discrezione e gentilezza, la
sua integrità morale, la sua profonda fede ,
11 suo attaccamento al la fam iglia , al la
Chiesa, all 'Ass ociazione . Ha animato la
comunità parrocch iale come sacrista.
Lascia in tutti un ricordo indelebile.
PAGANO sr. Vittoria ,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Catania, il 18/10/1998 a 83 anni.
Entusiasta della sua vocazione e ottimista
per natura, fu una apprezzata insegnante
d1lettere, co lta e ricca di esperienza. Amò
profondamente i suoi alu nni e fu per loro
maestra di vita per lung hissimi ann i. La
sua anima li mpida e generosa continuerà a
riempire il nostro ri cordo. Dal suo profilo :
"La lampada della vita si mantiene accesa
co n l'olio della fiducia in Dio". "Nel mio oriz-
zonte il meraviglioso arcobaleno dell'amo-
re di Dio mi ha sempre ripag ata di tutto".
"La mia occupazione principale è stata l'in-
segnamento che ho reali zzato sempre con
passione . Ho guardato agli uomini come a
dei fiori, nel momento in cui aprono piano
piano i loro petali alla luce".
GAIBA sac. Francesco salesiano
t Loreto (Anco na), il 28/06/1998 a 88 ~nni.
Se n'è andato lasciando dietro di solo
benedizione. Vi sse la sua lunga giornata in
serenità, nell'impegno umile e costante di
sa lesiano insegnante prim a, poi per 22
anni segretario ispettoriale , "fedele e mai
serv ile", co me sottol ineò lui stesso; poi
co nfessore ri ce rcato e apprezzato ; sempre
scrupoloso nel con se rva re scritti e cose
"come scrigni " di valori umani , cristiani e
salesiani. La mole incredibile di posters ,
paginoni , rivi ste, ritag li , fotografie , cartol i-
ne, santini, stampe che conservava gelo-
È bello tramontar~
dal mondo verso ~IO
affinché in Lui
.
\\ . si possa risorgere! .
~ S- Ignazio di A ntwcl~ )
i
samente alimentò fino ag li ultimi giorni le
bacheche della casa sottolineando feste,
c_ommemorazioni , onomastici , compleanni ,
ricorrenze civili, ecclesiali , salesiane e
quant'altro meritasse un ricordo. Lo faceva
come un apostolato. Mancherà a tutti la
sua affabilità.
PANCERI sig. Felice, salesiano,
t Como, il 25/12/1997.
"Uomo di casa" dotato di profonda umani-
tà; "re liQiO~o" caratterizzato da un forte spi-
nto d1 p1eta ; "salesiano" contraddistinto dal
perenne buonumore ; "uomo", infine , reso
attraente da una simpatica dose di umori-
smo . Il signor Felice era proprio così. Ap-
parteneva alla categoria di quei salesiani
che san no fare di tutto , e sanno farlo bene:
gli antichi e indimenticati "factotum ", per
cui di lui non si poteva fare a meno : prov-
ve ditore , infermiere , magazziniere , com -
missioniere , postino , attore , cantautore ,
assistente di studio , di passeggio, di came-
rata , di cortile ... era "con tutti " e "per tutto ".
Lu i stesso diceva simpaticamente di ave re
"occhio panoramico", che è il tip ico occhio
salesiano. E tra le tante cose aveva anche
appreso l'arte più raffinata , quella di susci-
tare vocaz ioni al sacerdozio e alla vita re li-
giosa. Ci mancherà.
D'ERAMO sac. Edmondo , salesiano
t Roma, 8/09/1998 a 86 anni.
Musico, esecutore e compositore, poeta
brillante di ispirazione sempre sana, edu-
cativa, elevante, sapeva tradurre con vena
facile e gioiosa e con preoccupazion e
pastorale la grande attività intellettuale che
gli bolliva dentro. Fu un sacerdote apprez-
zato e ricercato , un salesiano artista, che ,
evangelicamente , ha sapu to far fruttare i
suoi talenti per il Regno. La sua fervid a
fantasia poetica, espressa spesso nella lin-
gua popolaresca del Belli , non era esibizio-
ne di facili rime , ma esp licito impegno di
apostolato. Visse gli ultimi anni della sua
vita nel buio: il forte diabete che da tempo
lo affligg eva gli tolse la vista e lo costrinse
all'inattività. Non potendo far altro , allietava
ancora le feste e le ricorre nze dettando
con scrupolo professionale perfino la pun-
teggiatu ra dei suoi versi di saluto , augurio,
commemorazione per so lennizzare un a
ricorrenza di famiglia , una festa liturgica,
un avvenimento degno di nota ..
GALASSI Giammaria,
Animatore salesiano
t Faenza, 13/10/1998 a 22 anni .
Un tragico incidente al pass aggio a livello
ha posto fin e all 'es istenza preziosa di
Giammaria, giovane appass ion ato della
vita , animatore eccezio nale, trascinatore
generoso, esuberante , sempre al servizio
di chi aveva bisogno di lui , che all 'oratorio
aveva trovato modo di crescere nell 'altrui-
smo, di credere nei valori, di donarsi gene-
rosamente. I giovani che hanno partecipa-
to numerosi al le sue esequie nella chiesa
dell'oratorio salesiano, gli hanno espresso
il grazie co llettivo per la sua presenza atti-
va e fedele tra loro. In suo onore un gesto
ha caratterizzato il mesto addio : le offerte
raccolte durante la funzione sono state
inviate alla missione salesiana di Onitsha
in Nigeria.
MARENGO mons. Oreste,
t Tura (India) il 30/07/1998 a 91 anni.
Di monsignor Marengo e della sua lunga e
feconda attività mi ss ion a ria troppo ci
sarebbe da scrivere. Preferiam o una sem-
plic e testimonianza giunta in redazione .
"Mi giunge solo ora la notizia della morte di
mons. Marengo. Guardo il suo ritratto e mi
commuovo, me lo immagino proprio così:
una figura ieratica di sacerdote, con un
sorriso incredibilmente buono e una e-
spressione pensosa. Conservo le sue let-
tere da dieci anni, in ognuna di esse c'è la
storia della sua opera missionaria, di ogni
'mattone ' che chiedeva per la costruzione
di chiese, ospedali, scuole, collegi, senza
stancarsi, e stimolando la nostra carità e
partecipazione. Monsignor Marengo lascia
un 'orma profonda che non si cancellerà; è
stato un sacerdote e un vescovo missiona-
rio salesia no che ha saputo con gioia
comunicare il Cristo in ogni vicenda, anche
la più difficile, per seguirlo, imitarlo, amarlo
nei poveri, ma anche per associarci al suo
cammino di apostolo".
E. Menichini Trinchieri
CEREGHINI sr. Giuseppina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Lecco , il 04/07/1998 , a 77 anni.
Suor Giuseppina si è donata al Signore in
giovanissima età. Assistente , catechista,
insegnante di lettere, delegata dei Coope-
ratori , consigliera dell'USMI del Decanato
di Lecco , ha vissuto pienamente il carisma
salesiano con l'amorevolezza e la dolcez-
za, con il desi derio di portare a tutti il dono
della pace , animata da viva passione apo-
stolica e da un forte senso di appartenenza
alla Chiesa, al l'Istituto e alla comunità.
CARENA sr. Maria ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Nizza Monferrato (AT) ,
il 09/07/1998, a 68 anni.
La vita di suor Maria è sempre stata se -
gnata dalla bontà serena e dalla pace che
ispirava fiducia , sempli cità e limpidezza.
Ha saputo armonizzare equilibrio e costan -
te dominio di sé, pazienza e fiducia , capa-
cità di dono gratuito , profondità di com-
pren sione e arte di sdrammatizzare, sem-
pre. Dedicata all 'oratorio e poi all'insegna-
mento nella scuola elementare, fu ben pre-
sto nominata animatrice di comunità. Dal
1978 prestò un servizio di responsabilità
accanto alle giovani che viveva no il cam-
mino di formazione per essere FMA . Suor
Maria, aperta ai segni dei tempi , con ama-
bilità e prudenza , si prodigò nel delicato
lavo ro formativo , pri vilegiando sempre la
persona, con l'occhio al futuro per il bene
dell ' Ist ituto.

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/10
T. Bosco, A. Gattia
'1851. PEl2 OSPITARE SUO/ FUTURI
"AIUTANTI'~ DON BOSCO DEVE AVEl2E
UNA CASA SUA.
SIGNOR PINARDI,
'?E Ml FA UN PREZ-
ZO ONE"1TO,COM-
PRO TUTTA
LA CA<:>A.
E•uNA SOMMA MOLTO GRANDE,C/R.-
CA 100 MILIONI DI OGGI. MA IN ':JETTI -
MANA, DON BOSCO 12ICEVE LA Vl'::Jl1itl.
IN'!:>OLITA DI DON CAFAS'::JO,
NA PIA PEl2-
NA,LA COI--IT
A"1AZZ
L.D.C.
E'UNA
LOTTéi<IA
COLOSSALE,
3'300 DONI, Tl2A CUI
UN DONO DEL PAPA,
E QUELLI DEL
/;,E E DELLA
REGINA.
LA RE.SA E'
IMPONENTE.:
26 MILA LIRE,
PER
SEDICI
ANNI
':::JAREBBE
STATA
IL CUORE
OELL 'OPElc!A
DI DON BOSCO.
BS FEBBRAIO 1999

5.4 Page 44

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~AR20 1853, DON BO~O
INIZIA A SCRIVERE UNA COL·
LANA DI VOLUMETTI. SI
CHIAMH?ANNO "LETTU/2E
CATTOLICHE". IL MONf:JI·
GNORE DI CURIA INCA/21·
CATO DI CONCEOE/2E IL
PERME':JSO DI STAMPA,
E' PEQPLESSO.
STIA IN
GUARDIA, DON
BOfJCO. I e>UOI VO·
LUM ETTI SONO OT-
TIMI, MA LEI f:JFIDA
E PRENDE DI FRON-
tE I NEMICI DELLA
GHIEf:JA. GIUALCU
NO POTREBBE FAR·
LE DEL MALE.
OR D'ORO"
'UNA MORI·
DA CHE HA
GNO DI UN
TE.VENGA
RESTO,
FEBBRAIO 1999 IJS

5.5 Page 45

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L.D.C.
EiEVIDENTE
CI-IE G.UALCUNO
VUOLE FA/2GL/ DEL
MALE. UNA SE/2A
O!:;,CURA MENTRE
ESCE DA TORINO,
UN G/2OSSO C4N E
Gli BALZ4 .
INCONT/20 , MA
q,ENZA ASSALIRLO.
ANZI SI METTE A
FARGLI FESTA,
COME SE FOSSE IL
'::>UO PAD/20NE.
LI' PE/2 LI'
LO BATTEZZA
"IL GRIGIO".
Ml INbE -
GUONO DA
QUANDO bONO
USCITO DALLE
PORTE DI CITTA',
CHE VORRAN-
NO.". .. MEGLIO
ACCELE/2Al2E
IL PAb'::10,
BS FEBBRAIO 1999

5.6 Page 46

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GUIDA ALLE
ASSOCIAZIONI
GIOVANILI
SALESIANE
~
SOLIDARI ETA
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
Ma ri a Aus ili atr ice , Sa nta
Ma ri a Mazza re llo e tutti i
Santi Salesiani , a cura di Bal-
bo Maria Piera. L. 200.000.
Ma ria Ausili atrice , Don Bo-
sco, Domenico Savio, a cura di
Nicas iro Mati lde. L.200.000.
Borse missionarie da
L.100.000
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
Tel. 06/44.70.35.06
Tel. 06/57.43.855
e-mail : gpussino@pcn.net
GIOVANI
COOPERATORI
Tel. 06/446.09.45
e-mail: exfedita@rm.nettuno.it
GIOVANI
EXALLIEVI
Tel. 06/446.85.22
e-mail: exfedita@rm .nettuno.it
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Tel. 06/49.40.522
e-mail: cnos-npg@rm.nettuno.it
MISSIONI
E VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS : 06/513 .02 .53
VIDES : 06/57 .50 .048
e-mail : vis@volint.it
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE (CGS)
Tel. 06/44.70.01 .45
e-mail : mspreafico@pcn.net
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
e-mail : cnos-npg@rm.nettuno. it
TURISMO
GIOVANILE
SALESIANO (TGS)
Tel. 06/44.60.946
e-mail: cnos-npg@rm.nettu no.it
FEBBRAIO 1999 BS
SS. Cuor i di Gesù e Maria ,
Don Bosco, a cura di Co lom -
bano Renzo. L. 1.000.000.
S. Cuore, Maria Ausil iatrice,
Don Bosco, a cura di Mi suraca
Mari a. L. 1.000.000.
Maria Ausi li atrice , Don Bo-
sco, in suffragio dei defunti di
fami glia, a cura di Scolari Giu-
seppe. L. 1.000.000.
Don Bosco, per giovani mi ssio-
nari , a cura dei cooperatori sa le-
siani di Brindi si. L. 1.000.000.
Maria Aus iliatrice, in suffra-
gio cli Di Nardo Dante e G ia-
cinta, a cura di Di Nardo Ubal-
do. L. 1.000.000.
Maria Ausili atrice, a suffra-
gio di mamm a, papà e frate l-
lo, a cura di Ri zzo Pasqualina.
L. I .000 .000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , per sue parti colari inten-
zion i, a cura di Guadagno Anna
Lucia. L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco
e Domenco Sav io , a c ura d i
Parlanti llia e Amelia. L. 500.000
Ma ria Ausiliatrice e Santi Sa-
lesia ni , a cura di Berto Lino e
Dia. L. 500.000.
Don Bosco, per protezione a cura
cli Spriana Luciano. L. 400.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco
e Mamma Margherita, a cura
di Vacca Angela. L. 300.000.
Mamma Marg herita , in suf-
fragio di suor Ines e suor Ausi-
1ia, a c ur a de l L a boratori o
Mamm a Margherita, Torton a.
L. 300.000.
Ma ria Ausi li atrice, Sa n Do-
menico Sav io, suor Eusebia
Palomino, a cura di Ferrari G.
Franca e Pierlui gi. L. 300.000.
S. Cuore, Maria Ausiliatrice,
e Santi Sa les iani , a cura di
Cellerino Teresio. L. 200.000.
Gesù Sacramentato , Maria
Ausil iatrice e Santi Salesian i,
a cura d i Attag nile Giovanna
Mari a. L. 200.000.
Maria Ausili atrice , San Do-
menico Sav io , a c ura di Di
Barto lo Mari a e Vittoria - Ma-
ria Ausiliatrice , per as pirante
miss ionario, a cura di Va lentini
Mari a - Maria Ausili atri ce ,
per giovani mi ss ionari , a cura
di Sciava rello Anna - Don Bo-
sco, a cura di Melandri Aurelia
- Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, a cura di Mapelli Domeni-
ca - Maria Ausiliatrice, Don
Bosco, suor Va lsé, per gra zia
ri cevuta, a cura di Peretta Ar-
gentina - Maria Ausiliatrice,
San Giovanni Bosco, a cura di
Cavanna Gi useppina - Maria
Ausili atrice, Don Bosco , San
Domenico Savio, a cura cli Fe-
deri go Olga - Maria Ausilia-
trice, Don Bosco e Sa nti Sale-
siani, a cura di Parl ani Giorgi-
na - Maria Ausiliatrice e San
Giovanni Bosco, a cura di Cle-
mente Nerina - Maria Ausilia-
trice, per grazia ri cevuta, a cu-
ra cl i Tesi Chiara - Don Bosco,
a cura cli Marin o Giov anna -
San Domenico Savio, a cura di
Da l Pane Ad ri ana - Suor Eu-
sebia Palom ino, a cura di Ger-
loni Anna Mari a - Maria Au-
sili atrice, Don Bosco, a cura di
B e rg am asc hi M a ri a Ro sa -
Ma ria Ausiliatrice e Santi Sa-
lesian i, a cura di Testa Rolando
- Maria Ausiliatrice e Sa nti
Sa lesian i, a cura di Zulian An-
toni o - Mar ia Ausiliatr ice e
Don Bosco, a cura di Piccinini
Fausta.
Borse missionarie da
L. 50.000
Maria Ausili atr ice , San
Gio va nni Bosco, a c ura d i
Cas ale Arciera Luci a - Santi
Salesiani , a cura di Marcolivio
Anastas io.

5.7 Page 47

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I Monsignor Angelo Comastri
Amministratore Apostolico
di Loreto .
Presidente della Commiss ione GEI
per il Giubileo .
È iniziato l'anno caldo per il Giubileo del 2000: un evento di importanza capi-
la/e per la storia della Chiesa e del cristianesimo. Non possiamo non seniire una
voce autorevole che alla preparazione del grande evento sta dedicando molte
delle sue energie e della sua imelligenza. Lo abbiamo intervistato per voi.
Monsignore, quali sono i compiti del Com itato Nazionale per il Giubileo del
2000 ?
n Comitato ha il com pito di sensibilizzare la Chiesa italiana perché faccia pro-
prie le indicazioni date da l Papa e le traduca in un ca mmino di preparazione e con-
versione in vista dell 'evento giubilare. In tal senso abbiamo promosso l'approfon-
dimento de lle temati che giubilari e offerto sussidi per a iutare a cogliere la ricchez-
za teolog ica e pastorale de l triennio di preparazione tracciato dal Pontefice.
Certo non possi amo illude rci di cambi are il mondo in tre anni , né di santifi ca re
tutti i cri sti ani con un Giubileo. Cerchiamo so lo di fa rc i voce perché "venga ac-
co lta la grande sfida dell'anno 2000 a cui è sic uramente connessa un a particolare
grazia de l Signore per tutta l' umanità"; dall 'altra parte però non ci stanchi amo di
in vocare quotidianamente il dono dell a conversione per noi e per tutti.
Vuo le chiarire il senso profondo del!' evento, per evitare equivoci e.false attese?
Il Papa ha scritto: " Nell 'anno g iubilare i cri sti ani si porranno con rinnovato
stupore di fede di fronte all 'amore de l Padre, che ha dato il suo Figlio, perché
chiunque crede in Lui abbia la vita ete rn a". È chi aro , allora, che ne l 2000 la Chie-
sa non celebra la c ifra tond a - la soglia mag ica, miti ca ... che non es iste! -, ma
coglie l' occas ione per ricordare a se stessa e al mondo la Persona, che ha spaccato
la sto ria introducendo una nov ità che lascia perl omeno tutti pensos i: Gesù C ri sto!
Il Giubileo non è l' avvenimento, ma l'occasione propi zia per sottolineare c
che, entrato ne lla stori a, attende di entrare anche ne ll a vita di ciasc uno, per far
nasce re ancora ... Francesco d ' Assisi o Caterina da Siena o Vincenzo de' Pao li o
Teresa di Lisieux o Mass imiliano Kolbe o Luigi Orione o Teresa di Calc utta, o ...
Dobbiamo di ventare tutti più cri sti ani . È poss ibile solo mettendoci davanti a
Gesù per ri conoscere quello che s iamo: peccatori , e accogliendo il dono de ll o
Spirito che c i rinnov a con la potenza dell 'amore.
Qual è l' obiettivo principale di Giovanni Paolo Il nell' indire l'ormai imminente
Anno Santo ?
Dag Hammarshjold, seg retari o generale de ll ' ONU , morto per sabotaggio in un
incidente aereo in Congo nel 196 1, ne l suo diario ci offre questa luc ida rifl essione:
"D io non morirà il giorno in cui non crederemo più ... sa remo no i a morire quel
g iorno ... ". L ' uomo contemporaneo sta vivendo questa drammatica es perienza:
sta fin endo l' illusione di un mondo felice attraverso il benessere e la tec ni ca,
mentre faticosamente riemerge il desiderio di un fo ndamento ultimo e di un si-
gnifi cato trascendente de ll 'es istenza.
Mario Soldati , scrittore piuttosto agnostico, ha il merito di aver colto il senso
re ligioso della nostra generazione: "Tutto il guaio del mondo, oggi , è propri o
ques to: il mondo soffre per aver perduto la relig ione. E quasi tutta la poesia di
ogg i è, in un modo o in un altro, rimpi anto di una religione perduta". In questo
scenario di fine millennio, siamo chiamati ad annunciare che il tempo è pieno (e
non vuoto, come dicono tanti cultori del niente), perché " il Verbo si è fatto
carne". Il Giubileo deve mettere tutti in atteggiamento di sincera conversione per
ritrovare la parola convinta e convincente - cioè, la testimonianza - per annun-
ciare che Gesù è il Salvatore.
D
Aggiornamenti
Anche le vecchie opere di mi-
sericordia possono essere tran-
quillamente aggiornate, come
suggerisce un libro della "Cari-
tas" edito da Piemme. Alcune
sono terribilmente attuali e...
provocatorie. Ne presentiamo
qualche stralcio dando prima in
neretto la formula zione antica.
LE OPERE
DI MISERICORDIA
CORPORALE
1. Dar da mangiare agli affamati
Devolve re a i poveri il ricavato di
" pranz i di so lidari età" e sostene re
le cooperativ e di "comme rcio e-
quo e solida le".
2. Dar da bere agli assetati
Finanziare la cos tru z io ne di pozzi
ne l Terzo Mondo.
3. Vestire gli ignudi
Costitu ire cooperative bancarie pe r
vincere l' usura e lo strozz inagg io,
lottare contro la po rn ografia.
4. Alloggiare i pellegrini
A lloggiare ragazze mad ri e/o crea-
re sc uo le di ita liano pe r immigrati .
5. Visitare gli ammalati
Pratica re il vo lontari ato os pedalie -
ro, ado ttare bambini "a di stanza".
6. Visitare i carcerati
Offrire la casa pe r un " affido so-
c ia le" sostitutivo de ll a detenzio-
ne; crea re centri di asco lto; ass i-
ste re grati s un imputato povero.
7. Seppellire i morti
F a re ges ti di ca rità co nc re ta in-
vece di comprare fiori e ghirlan-
de pe r i mo rti ; pulire le tombe
abbandonate .
8S FEBBRAIO 1999

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C . M . P.
NEL PROSSIMO NUMERO
DOSSIER NIGERIA
di Giancarlo Manieri
Una grande nazione, un popolo numeroso e diverso ...
Quale futuro?
LA PATERNITÀ NEL CINEMA
di Fabio Sandroni
1999 anno del Padre : ricerca nel cinema contemporaneo .
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INSERTO
BASILICHE GIUBILARI
di Natale Maffioli
Santa Prassede, un gioiello nascosto.
PORTAS ABIERTAS PARA TI
di Graziella Curti
Mamme per chi non ha mamma...