Bollettino_Salesiano_199901


Bollettino_Salesiano_199901



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:t;;:t-J'/.:t;.., Mensile • Anno CXXIII • nr. 1
art. 2 comma 20/C legge 662/96
Speclizlone nr. 1/1999
Autarizz. Diru. Prov. P.T. • 35100 Podova c.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
VERSO IL GIUBILEO
UNA LUNGA MARCIA:
CREDO IN UN SOLO DIO
Quest'anno si medita sul Padre. La riflessione solleva subito
il pensiero o la questione di Dio: la credenza, l'interrogativo,
il dubbio, la negazione, le immagini umane di Dio ...
11 Padre è
l'origine e il
principio den-
tro la Trinità
e verso l'e-
sterno. È
Colui ch e
genera. È il
primo che
si rivela nella
storia degli uomini. È Colui
che invia il Figlio. Da Lui procede lo
Spirito. A Lui appartiene la potenza,
che è la possibilità di tutto il resto .
A ragione nel Nuovo Testamento
tutte le volte che si dice Dio , senza
aggiunte, ci si riferisce al Padre.
D Il Papa mette la riflessione di
quest'anno in rapporto col seco-
larismo : il prescindere da Dio nel-
l'organizzazione della vita sociale, il
relegarlo nel privato, l'irrilevanza del-
la ricerca su di Lui , il disinteresse
per chiarirsi il significato di una sua
eventuale presenza nella nostra vi-
ta. La connette al dialogo con le
grandi religioni , in particolare l'ebrai-
smo e l'islamismo (cfr. TMA n. 52 e
53). Con esse ci si trova nell'accet-
tare l'esistenza di Dio e un suo cer-
to rapporto con il cosmo e la storia
degli uomini.
~r.i=:-~n~~e~&l,0\\/)B.
• ~ ~ CEf1,3)
VOLGIAMOCI A \\.U\\
CON AMORE DI I\\~\\,\\
D Congetturare, scorgere e con-
cludere che Dio esiste e compren-
dere che cosa tale esistenza signifi-
chi per noi non è stata una ricerca
facile per l'umanità. E non lo è an-
cora : le sole forze della ragione non
bastano . Eppure mai è stata abban-
donata o considerata indifferente.
Alcuni , e ce ne sono ancora, identi-
ficarono il divino con le forze scono-
GENNAI0 1999 BS
sciute della natura o con le energie
misteriose dell'uomo. Non arrivaro-
no a percepirlo come persona. È un
filone non assente anche nella ga-
lassia religiosa di oggi. Magia, oc-
cultismo , animismo e altre erbe si-
mili ne sono indizi.
D Il secolo XX si è caratterizzato
per l'esclusione di Dio dal pensie-
ro e dalla vita e, in particolare, per
la violenza su coloro (di varie reli-
gioni) che avrebbero voluto costrui-
re una qualsiasi realtà storica sulla
fede o l'ipotesi di Dio . Ha il primato
nell'ateismo organizzato e violento.
Per non pochi Dio è indefinibile,
quasi un plasma, un'energia. Per
questo, ma non solo, oggi è fre-
quente trovare chi tenta di costruir-

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selo su misura. Non interessa sape-
re chi è né come è, ma come lo
sento e come serve al mio caso .
O La Bibbia documenta il percor-
so dell 'uomo verso la conoscenza
di Dio : a tentoni , nel buio, per strade
impervie e con bussola precaria.
Mostra il fascino dell'uomo di fronte
alle forze della natura, la sua per-
plessità davanti alla voce della sua
coscienza, gli interrogativi che solle-
va la sua storia. Racconta lo svela-
mento o rivelazione su Dio che l'uo-
mo ha avuto, non tanto attraverso
"una dottrina", quanto piuttosto attra-
verso una esperienza singolare al-
l'interno di un avvenimento storico.
O L'avvenimento è la Pasqua : l'e-
sodo dall'Egitto e l'alleanza del Si-
nai nell'Antico Testamento; la morte
e risurrezione di Gesù nel Nuovo.
L'esperienza umana che vi si fa è di
liberazioni molteplici nel nome di
Dio, per grazia sua e per essere
suoi : passaggio dalla schiavitù alla
libertà, dalle condizioni di morte a
quelle di vita, espansione di questa
vita fino alla pienezza, cammino
verso tutto ciò con la solidarietà e la
compagnia di Dio. Sono avvenimenti
che non si possono dimenticare o
mettere in secondo piano senza tra-
dire la memoria che dell'esperienza
di Dio hanno l'umanità e la Chiesa.
O Alla luce di questi eventi si so-
no letti gli inizi del mondo e quan-
to in esso avviene . Sono infatti la
sigla, il segno del farsi presente di
Dio nell'umanit::i. del suo rapporto
con la vicend;;i ·Jell'uomo . Se Cristo
non fosse morto e risuscitato e i di-
scepoli non ne avessero avuto l'e-
sperienza, nemmeno ricorderemmo
' le espressioni con cui Egli si dichia-
rava Figlio di Dio; la sua stessa pre-
ghiera, il Padre Nostro , se venisse
ricordata avrebbe un significato si-
mile a quelle che abbiamo ereditato
da altri pensatori religiosi.
O Paolo ad Atene, credette neces-
sario partire da un discorso su Dio
invocando la ragione e proponendo
la fede nella rivelazione per introdurre
la missione di Gesù Cristo. È un itine-
rario, insieme ad altri, ancora fecondo
e necessario per una giusta com-
prensione della paternità di Dio. O
Gennaio 1999
Anno CXXIII
Numero I
In copertina:
Volti giovani , fresc hi ,
luminosi, solari .. .
Eppure amano la notte.
Perché? Il parere
cli un educatore.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE :
GIANCARLO MANIERI
Redazione: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
12 CHIESA
L'enciclica Fides et ratio
14 COPERTINA
I giovani e la notte
16 ATTUALITÀ
Il millenarismo sullo schermo
20 STORIANOSTRA
Don Baratta
23 INSERTO/GIUBILEO
San Giovanni in Laterano
28 MISSIONI
Istantanee per il futuro
32 ONLINE
Ritorna l'arancia
40 SOCIETÀ
Welfare, nuovi protagonisti
di SILVANO STRACCA
di MANUELA ROBAZZA
di FABIO SANDRONI
di FRANCESCO MOTTO
di NATALE MAFFIOLI
di MARIA ANTONIA CHINELLO
di MARIO SCUDU
di GIANCARLO PANICO
RUBRICHE
2 Il R ettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere - S In I ta lia & nel 111011do - 11 Zoom
- 19 Lei/era ai giovani - 22 Box - 27 Prima pagina - 30 Libri - 34 Come Don Bosco - 36 Carta
di Com11nio11e - 37 Il doctor J. - 38 Cultura salesiana - 42 I nostri Sa nti - 43 Don Bosco a fumetti
- 46 I nostri morti - 47 In primo piano/Focus
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ern esto Cationi -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Bruno Ferrero -
Sergio Giordani - Brun a Grassini - Natale Maffioli -
Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Giuseppe Morante - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie Franco Marzi -
Carla Morse lli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Giuseppe Cerò (Rom a)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie)
in: Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Boemia - Bolivia -
Brasile - Canada - Centro America (in Guatemala) - Cile -
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(in inglese, malayalam, tamil e telugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
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Stati Uniti - T hailandia - Ungheria - Uruguay -
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Edizione Cooperatori. A cu ra dell'Ufficio Nazionale
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Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
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Opere Don Bosco, Roma.
BS GENNAIO 1999

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
UN PROGEI IO
UMANO PER L'EURO
Parte l'euro che da questo mese affianca le monete nazionali
europee. Cambia la musica dei soldi con il 1999.
Chi ne ha tanti continuerà ad averne, chi ne ha pochi continuerà
a contare spiccioli. Ma si allargano i poteri dei templi del denaro.
Le banche cominceranno il superlavoro di conteggiare
(e accumulare) in lire e in euro.
M a non tutto fila liscio :
in giro per l'Europa comincia
a prendere quota l'idea
di non prostrarsi davanti ali 'euro
nuovo idolo , tanto da scordare
le dimensioni altre e la centralità
di popoli e persone di qualunque
razza e lingua.
Non si possono, tuttavia, chiudere
ingenuamente gli occhi davanti
Ma ha pure i piedi piantati per terra
e dice le cose prendendole
di petto . Pensa a un futuro nuovo ,
"dove la gente si possa difendere
dal capitalismo selvaggio che taglia
occupazione e stipendi , aggrava
il solco tra ricchi e poveri.
Anche il trattato di Maastricht è
stato un progetto liberale disegnato
per ammassare capitali".
alla forza della moneta che -
lo diceva il vecchio Marx -
determina l'organizzazione
e i conflitti sociali in maniera
preponderante.
Presi un po' tutti dalla frenesia
di sopravvivere per essere presenti
e puntuali al giro di boa
del millennio , non si pensa che in
realtà quello che sta per giungere,
non potrà non essere affidato
ai ragazzi e ai giovani di oggi .
E bisogna ammettere
che qualche idea ce l'abbiano dal
momento che capita di incontrare
ragazze come Veronyca Palm ,
25 anni, svedese , deputata
al Parlamento Europeo .
È diventata eurodeputata come
prima dei non eletti nella lista
socialdemocratica del '94, dopo
il recente passaggio al parlamento
nazionale di una sua collega.
Pensa di cambiare il mondo
con la politica.
Lavora nella commissione cultura,
perché prima era maestra d'asilo,
ma dice subito di non voler piegarsi
ai compromessi, tipici
di una politica affaristica.
Veronyca ha piena la testa
di ideali . "Prima di ogni cosa - dice
- io credo nella forza dell'uomo,
nella sua capacità di agire
per il bene della comunità.
Anche di chi appare animato
da uno sfrenato egoismo ".
Tanti altri giovani la pensano
diversamente, ma se a Strasburgo
dovessero, col tempo , crescere
giovani che pensano come
Veronyca, l'euro ne vedrebbe
delle belle . Perché ciò accada,
ci vorrebbe un ritorno dei giovani
alla politica da cui si sono
allontanati per lo più disgustati .
Ora anche in Italia abbiamo
un giovane, Enrico Letta,
che è ministro per le politiche
comunitarie a 32 anni .
Viene smentito il mito inconsistente
che non ci siano giovani assennati
capaci di sedersi al tavolo
delle decisioni .
Il recente romanzo "Alexandros"
che celebra la figura
del giovanissimo e antico re dei
macedoni, rilancia la grande forza
progettuale che i giovani portano
con sé , quando gli adulti sanno
accompagnarli guidandoli verso
il futuro e non verso il passato .
La nuova era, aperta nel segno
dell'euro è carica dunque di
possibilità e anche di incognite.
I giovani battono un colpo
per assicurare la loro voglia di
presenza attiva. Non commettiamo
lo sbaglio di chiudere loro ogni
spazio, facciamoli invece salire
con noi sulla tolda della nave
Europa perché siano anch 'essi al
timone per guidarla verso il futuro .
GENNAIO 1999 BS

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DON BOSCO E GLI IMMI-
GRATI. Un articolo della
Stampa di Torino a proposito
dell a situaz ione con g li immi-
grati "cattivi " afferma, pole-
micamente con l'attuale "buo-
ni smo", che anche Don Bosco
era un duro e che i ragazzotti
cattivi li piegava alla discipli-
na dell 'oratorio .. . Questo con-
trasta con l'iconografia di
santino che troppo spesso ci
hanno presentato.
Pasquali, Torino
(ricevuta via e-mail)
Caro Pasquali, non ho letto
l'articolo, rispondo a quel che
lei ha scritto. Non mi risulta
che Don Bosco fosse un duro.
Tutt' altro . Era dolcissimo. Si
è lasciato "mangiare" dai
suoi ragazzi. Fuggivano , ru-
bavano, scomparivano al mo-
mento delle preghiere. .. ma
non si hanno notizie di sfuria-
te da duro o di discip lina fer-
rea . A Valdoc co vigeva molta
libertà e bastava la presenza
di Don Bosco a fare da cal-
miere. È vero eh~ era deciso,
coriaceo, ostinato, ma non
duro : duro è un'altra cosa.
Phì tardi, quando la massa
dei ragazzi crebbe a dismisu-
ra , vennero gli interni, s' im-
pianlarono le scuole, anche
lui non poté fa re a meno della
disciplina e nacquero le rego-
le: il silenzio , le.file, gli orari,
il tutto però applicato secon-
do quel capolavoro che è il
sislema prevenlivo.. .
E poi non so se sia legittimo
paragonare i ragazzi dell'ora-
Iorio di Valdocco agli immi-
grati di oggi che sono di raz-
ze, culture, religioni, costumi,
men!alità diverse... Don Bo-
sco aveva a che fare con i
muratorini e i piccoli spazza-
camini delle valli piemontesi
o valdostane, o con i fig li del
popolo Liguri o lombardi, ecc.
Un'ultima precisazione . Po-
che volte, per non dire mai,
ho sentito presentare Don Bo-
sco come santino, ma sempre
come uomo di sane e salde
viruì contadine e cli solide
basi morali, fo rte nel fisico e
nello spirito, dinamico, crea-
ti vo, furbo, coraggioso fino
alla temerità ..
GENNAIO 1999 BS
NON TUTTO CAPISCO. E-
gregio direttore, devo confes-
sarle che non tutto capisco del
BS, eppure sono abbastanza
giovane ... È che purtroppo mi
è sempre capitato, fin eia pic-
co la, cl i non capire la gente,
non so lo gli scritti. Perfino
con i mie i non c dialogo.
Che fare? Io sono sing le. Un
po ' per scelta ma anche per
incomprensione e difficoltà di
comuni cazione interpersona-
le, ed anche per una certa in-
valiclità che mi porto dietro
dalla nasc ita. Con le persone
non me ne va bene una. Sono
stata fidanzata ma le interfe-
renze dei genitori di lui hanno
distrutto tutto: dialogo e rela-
zione. Che c 'entrano i genitori
in queste cose?
M. Giovanna, Roma
Gentile signorina, non si me-
ravigli più cli tanto se non
tutto riesce a capire ciel Bol-
lettino. Anche se è vero che
noi scriviamo per tutti, indub-
biamente alcuni argomenti ri-
sultano un po' ostici per chi li
PON B. d-,
ME4-UO
AMARE Il
PROSSIMO
l0Mf5 ~I Af1A
5t ST655I
( OME SI AMA
IL PR0~511'10
'---
affi·onta per la prima volta...
Non sempre tutto è compren-
sibile da tutti. A tutte le riviste
capila così, almeno a quelle
che trattano gli argomenti più
disparati, come fa il BS. Ma
non è nemmeno necessario
capire tutto. Ciò che conta è
che uno capisca quello che gli
inleressa: gli argomenti che
gli sono più vicini, più conge-
niali, e/o più utili.
Per quanlo riguarda il dialo-
go .. . Vorrei esserle cl' aiuto
ma, la questione della comu-
nicazione interpersonale, del-
la relazione con gli altri è un
vero mistero: avventurarvisi e
dar giudizi significa rischiare
delle grandi "gaffe" . Come
comportarsi quando si produ-
cono delle rotture nel dialo-
go? La cosa più ovvia è cer-
care di ricucire. Con calma,
senza fa rsi prendere dalla
schizo.fi·enia, senza strafare.
Più le relazioni sono naturali
più sono feconde e f elici. Cer-
chi di essere sempre control-
la!a , discreta, profonda nel suo
dire, aperta ali' accoglienza ,
alla comprensione, al 'aiuto.
Ma queste cose lei le sapeva
già .
Anch' io sono cl' accorcio che
non si può rimanere in elerno
sotto tutela: "Libertà vo' cer-
cando , eh' è sì cara...", scri-
veva Dame. Ed è vero e giu-
sto che le questioni cli cuore a
una cerla età vanno riso/le
senza inte,jerenze e inlerm e-
diazioni più o meno interes-
sate. Bisogna crescere, diven-
tare adulti ed essere pronti a
dirigere la propria vila , im-
primendogli la direzione che
risponde alla nostra vocazio-
ne . L'aiuto lo dobbiamo tro-
vare anche nel consiglio disin-
teressa/o cli chi ci vuol bene,
ma sopra/tutto dentro di noi,
nei valori che possediamo ,
nella fede che abbiamo, sere-
namente .fiduciosi in Dio, nel-
la nostra buona stella , e nella
nostra determinazione...
LA SOLITUDINE UNA MA-
LATTIA? Gen tile direttore,
mi chiamo Laura, 2 1 anni ; da
quattro mesi ho rotto con fi-
da nzato e am ici e da all ora ho
sperimentato la peggior ma-
lattia che esiste: la solitudine.
La cosa positiva è che ho ri-
scoperto Dio, ho imparato co-
sa signi fica pregare, soffrire ...
Così ho dimenticato le brutte
compagn ie, la droga che sta-
vo per avvic inare, ma anche
la gente in genere e la gente
ha dime nticato me. A vo lte
penso di non farce la e di aver
fa lli to, di non essere all ' altez-
za deg li impegni crist iani ...
L. Milano
Cara signorina, la solitudine
è un male serio solo in un
caso , quando si impadronisce
della mente; altrimenti ha tut-
te le caratterisliche cli una be-
nedizione. Non sto scherzan-
do. In un mondo così caotico ,
in cui non e' è più privacy ,
tanfo che si è costretti a .fare
delle leggi per cercare di ri-
tagliarsene qualche spicchio
(non si è più soli nemmeno...
al bagno!!!), riuscire a sentir-
si soli può essere un privile-
gio. La solitudine bisogna sco-
prir/a per apprezzar/a. I Pa-

1.7 Page 7

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dri del deserto a vevano capi-
to tutto! E ci hanno traman-
dato pagine di inenarrabile
amore alla solitudine . Ebbe-
ne, impari a non subire la so-
litudine ma a valorizzarla , a
scoprirne i segreti, a gustarne
i lati positivi... E visto che ci
sono le do anche un sug-
gerimento : legga il libro di
Derek Webste r: "Giovanni il
Nano e l'Abate Nicola" , edi-
trice San Paolo, che ha per
sottotitolo "Storie di saggez-
za nel deserto" . Le farà bene.
Ho anche notato che lei ha
nobilissimi sentimenti. Per cui
non credo che abbia, come
afferma, dimenticato la gente
o che la gente abbia dimenti-
cato lei. .. La gente scaccia
dalla mente alcune cose , ma
non dimentica. Quando meno
te l'aspetti certe esperienze,
certi affetti, certe parole, cen i
sorrisi, certi atteggiamenti tor-
nano alla soglia del conscio e
incidono.. . Noi lasciamo una
traccia nostro malgrado .
E , da ultimo, Dio è l'unico che
non crederà mai che un uomo
possa falli re. Non l'ha creato
per fa rlo fa llire ma perché
sapeva bene che poteva esse-
re un capola voro . E gliene ha
dato i mezzi. Tutti siamo al-
i' altezza!... lasciamo una trac-
cia, nostro malgrado .
APPELLI
Salve, mi chiamo Giuseppe,
17 anni, seminarista. VoJTei
co1Tispondere con ragaz-
zi/e al] 'estero: Germ ani a,
Francia, Canada, Spagna ...
purché sappiano un po ' di
italiano. M i pi acerebbe ri-
cevere lettere per conosce-
re, dialogare, fo1marmi .. .
Giuseppe Ditolve, Via
Antica Tribuna, 8, 75022
IRSINA - MT
CLINTON SHOW . Caro di-
rettore, che ne pensi degli
show sessuali di C linton? Che
hai da d ire? Certo questi mesi
passati ne abbiamo sentite d i
tutti i co lori. T i lascio imma-
g inare la diffico ltà che ho
av uto con mi a sore llina più
piccola che mi chiedeva di
certe paro le e il s ignific ato d i
certe spiegazioni raccolte tra
le ami chette e a scuola. Ti
facc io presente che fa _la se-
conda e lementare ... Ti vog li o
confida re una cosa: è da qu al-
che tempo che rifl etto che
orm ai ne l mondo modern o è
de l tutto inutile po rtare i ve-
stiti... tanto siamo nudi di
fronte a tutti.
Mico/, Genova
Cara Micol, uso anch' io il
"tu " visto che...
Di quelli che chiami show di
Clinton quel che penso è me-
glio non scriverlo. .. In quan-
to a quel che ho da dire.. . c'è
da dire qualcosa ? Ci hanno
squadernato talmente tutto e
detto ·ta lmente tanto che non
c'è rimasto proprio più nulla
da aggiungere.
Per conto mio è una storia,
meglio "storiaccia", che non
fa né ridere né piangere (co-
me vedi qualcosa di quel che
penso lo dico ),forse fa arros-
sire chi ha ancora qualche
briciolo di pudore in serbo
nell' anima.
Quel che mi preoccupa è il
f atto che sembra siamo avvia-
ti, nella società occidentale, a
un individualismo m.orale che
non ha l'eguale, e a puntare
unicamente sul comportamen-
to sociale, com e se non esi-
stesse più una morale indivi-
duale. . . Ogg i abbiamo un sac-
co di pseudo prof essori cli
morale : gente che giudica gli
altri ma rifiuta di giudicare
se stessa . Ed è proprio in
nome di questa morale che si
concedono o si negan o aiuti,
si affamano popolazioni inno-
centi, si inviano minacce , si
lanciano anatemi. .. Indubbia-
mente qualcosa non quadra.
Certo non vorrei essere nei
tu oi panni costretta, com e di-
ci, a dare spiegazioni. queste
spiegazioni, alla sorellina di
seconda elementare. Qualcu-
no dice che così i bimbi si
svegliano presto e si attrezza-
no meglio.. . lo dico che è co-
me insegnare la matematica
quantistica agli analfab eti.
Siamo proprio nudi, ind(fesi.
L' iperbole dei vestiti oggi i-
nutili mi fa riflettere... E allo-
ra ci conviene difenderci da
questa invasione perversa , e
mi sa tanto che le antiche vir-
tiì cristiane...
UNA VITA FORTUNATA.
Caro Direttore , vog li o confi-
da rl e alcune cose de ll a mi a
lunga vita di medi co :
- A Torino ho steso io il sacro
lino di Gesù, molti anni fa . ..
- Ho portato il corpo di Don
Bosco, tog liendo lo da l locul o
a Val salice (conservo ancora
la lettera cli ringraz iamento
de l vostro Rettor Magg iore di
all ora).
- A Ceri gno la un fra te mi
pregò di accompagnarl o a S.
G iovanni Rotondo. Lo fec i.
Era Padre Pio. E divenimmo
amic i.
- A Torin o da g iovane ho si-
stemato i corpi cli san G iu-
sep pe Cafasso e d i altri santi
to rinesi.
- A Rom a ho av uto la ventu ra
di accompagnare Madre Tere-
sa a San Pietro.
- Ho conosc iu to tre pa pi G io-
vanni XXIII, Papa Montini e
Papa Luc iani ...
Prof Dott. Carlo M .
Quando si dice nascere con
la camicia. ..
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere per-
venute in reda zione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon -
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS GENNAIO 1999

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IN ITALIA&NEL MONDO
LAMEZIA TERME
NUOVA OPERA
"Il nostro sogno è diventato
realtà". Così recitava il testo
del manifesto che il gruppo di
exallievi di Lamezia Tenne ha
sti lato per festeggiare l'evento
eccezionale al quale lavorava-
no eia dieci anni "con ottimi-
smo costante ed efficiente".
Lamezia è ora la sesta casa sa-
lesiana della Calabria. La nuo-
va parrocchia, intitolata a San
Giuseppe Artigiano - buon
auspicio per iniziare un lavoro
che ha tutte le caratteristiche
di un 'opera artigianale - ha
accolto i tre salesiani inviati
per l' avventura dell 'evange-
li zzazione e clell 'educazione
secondo il metodo di Don Bo-
sco. Una grande partecipazio-
ne di popolo e autorità, sinda-
co e vescovo in testa, hanno
ass isti to ali' inaugurazione.
MOZAMBICO
OPERAZIONE
CHANGARA
Suor Maria Lui sa Spitti è eia
alcuni anni m1 ss10naria a
Changara (Mozambico). Si-
tuata nel nord-ovest del pae-
se, a 1500 km dalla capitale
Maputo, è una regione molto
povera, ma irrigabile. "Grazie
a questo particolare come co-
munità FMA abbiamo scorto
la possibilità di costruire un
complesso polivalente, com-
prensivo di una infermeria, un
centro nutrizionale, un dormi-
torio, alcuni locali per l'assi -
stenza e servizi cli pronto soc-
corso per la gente. Il centro
potrebbe diventare economica-
mente inclipenclente, attivando
un piano cli sviluppo agricolo
del terreno , fornendo così la-
voro ad una cooperativa cli
giovani ".
Il Mozambico si sta ripren-
clendo dopo la guerra civile:
c'è ora una relativa stabilità
politica, ma alcuni problemi
richiedono soluzioni immedia-
te. Tra questi è urgente quello
cieli 'alimentazione: sono finiti
gli aiuti internazionali del pe-
riodo post-bellico, il paese
deve fare i conti con i debiti
contratti e la mancanza cli in-
frastrutture.
Il Centro verrà destinato apri-
mo soccorso, magazzino, pun-
to cli censimento e riabilita-
zione dei bambini denutriti e
luogo di ritrovo. Qui si potrà
dar vita ad una scolari zzazio-
ne primaria, in una zona che
sta diventando popolosa ma
priva cli servizi.
Il terreno destinato alla colti-
vazio ne - circa IO ettari - di
proprietà della diocesi di Tete
- è articolato in canali di irri-
gazione e si rivela già fertile .
I giovani che vi lavoreranno
potranno guadagnare denaro
per le famiglie e sostenere le
attività ciel centro.
MACERATA
SCAMBI CULTURALI
Felice inizio delle lezioni
presso i salesiani di Macerata.
Dal 23 al 27 settembre, nel-
1' ambito del "Progetto Euro-
peo Comenius" si è tenuto
nell ' istituto un meeting di do-
centi con la partecipazione
dei licei di Ribe (Danimarca),
Bergen (Norvegia), Viana do
Caste/o (Portogallo) e, ovvia-
mente, quelli ciel liceo sale-
siano della bella cittadina mar-
chigiana. Le escursioni verso
i numerosi luoghi cli interesse
artistico, archeologico, stori-
co-letterario e paesaggistico
dei dintorni hanno lasciato
stupefatti gli ospiti.
Un mese dopo, scambio
culturale con una scuola cli
Frankenthal , in Germania. In-
tenso iI calendario dalla ac-
coglienza alla partenza che
ha coinvolto docenti, alunni e
genitori. Hanno lasciato il
segno la visita alla città ospi-
tante, l'escursione ali' Abba-
zia di Fiastra, agli scavi di
Urbisaglia, alle ricchezze let-
terarie, artistiche e paesaggi-
stiche cli Recanati , Portoreca-
nati e Firenze, alla suggestio-
ne religiosa di Loreto. Siamo
ormai decisamente cittadini
d ' Europa.
GENNA/O 1999 BS

1.9 Page 9

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MEN012
CITTÀ DEL VATICANO
MEDIA E BIBBIA
Le vacanze de l Papa sono fe -
conde. U na delle sue provv i-
denz iali iniziative durante il
ri poso a Castelgandolfo, è sta-
ta quell a di radunare una c in-
quantina di esperti di eseges i
biblica e di comunicazione
masmed iale. Grande estima-
tore de i media e grande co-
mu nicatore, Giovanni Pao lo
II ha manifes tato il suo con-
vinc imento che i media pos-
sono e devono entrare a pieno
titolo nella comunicazione bi-
blica e religiosa in genere. Il
loro corretto uso può portare
abbondanti fr utti di bene. Il
dibattito e le di vergenze si in-
centrano propri o sull "'uso
corretto". Diverse, come si sa,
sono le opinion i e le valuta-
zioni in proposito. Ma la r i-
cerca e lo studio possono ap-
pi anare le diffico ltà e inse-
gnare a manegg iare i mezzi di
comunicazione con la stessa
sicurezza con cu i un tempo si
maneggiava il catechi smo.
CAGUAS,
PORTORICO
OR ATORIO
A CIELO APERTO
Un oratorio insolito: per pareti
le case e per soffitto il cie lo.
La situazione precari a in cui
si è ve nuta a trovare la comu-
ni tà delle FMA dell a Barri ada
Mora les di Caguas (Porto Ri-
co) , per via della sistemaz io-
ne d i alcu ni locali, non ha
spaventato ragazzi, animatori,
animatri ci. Il progetto di a lcu-
ne settim ane di convivenza
all ' insegna de ll 'allegri a si è
realizzato ugualmente.
Gl i animatori e le animatrici
più g iovani sono venu ti in
aiuto dell e suore che, attra-
verso p rogrammi di formaz io-
ne e di ed ucazione, li hanno
accompagnati nel compito del-
l'assistenza e de ll 'animazione
de i più piccoli.
La comunità FMA, inseri ta da
alcuni anni in un quartiere tra
i più poveri della peri fe ri a di
Caguas, sta cercando di inter-
veni re, con programmi di al-
fabe ti zzazione e d i prevenzio-
ne, a favore de l disagio fam i-
li are e soprattu tto giovanile.
Ogni iniziati va viene accolta
con entusiasmo e susc ita, nel-
le autorità civili locali , grande
ammi razione per la dedi z ione
incondizionata de ll a comunità
all 'edu cazione dei giovani e
de lle famiglie.
I L'effigie sulla busta commemorativa
delle Poste Vaticane è di papa Innocenzo X,
(cardinale Pamphili, romano). Egli proclamò l'anno
giubilare aprendo la porta santa nel Natale del 1649.
IL GIUBILEO DELLA PACE
GRANDI AVVENIMENTI SOTTO PAPA INNOCENZO X
1643 Inizia in Francia l'epoca del Re Sole , Luigi
XIV, di appena 5 anni.
1646 Decapitazione di Carlo I d'Inghilterra : inizia
l'era di Cromwell.
1648 La pace di Westfalia conclude la guerra
franco-spagnola dei 30 anni .
' o scenario europeo presenta una relativa calma per
effetto della pace di Westfalia . Ma il pontefice re-
gnante, il romano Innocenzo X Pamphili , deve assi-
stere impotente alla proliferazione degli stati europei
che arrivano a circa 350, alla loro "secolarizzazione"
e alla progressiva, inarrestabile emancipazione del
sistema politico dal papato.
"Né brillante né felice " (Pastor) , il diffidente e incerto
pontefice, già anziano , commette l'errore di affidare
alla cognata, donna Olimpia Maidalchini, ambiziosa e
venale , le questioni temporali del papato , ivi com-
presa la preparazione al Giubileo del 1650.
Roma , comunque , ancora una volta vive il fervore
delle opere preparatorie. I 700.000 pellegrini che , se-
condo le cronache , invasero la città eterna, videro la
Basilica di San Pietro sostanzialmente nel suo aspet-
to odierno. Anche la basilica lateranense, restaurata
finalmente dalla sua fatiscenza dal Borromini , torna
ad essere la caput et mater omnium ecclesiarum. Le
chiese barocche di S. Ignazio e S. Andrea della Valle
si presentano nuove, e la più bella di tutte le piazze
romane , Piazza Navona, dove Olimpia fece innalzare
il palazzo della famiglia Pamphili , assume la sua
fisionomia attuale, con la magnifica fontana berni-
niana dei quattro fiumi. Ad aprire la porta santa a S.
Maria Maggiore il Papa invia il nipote, appena dicias-
settenne, cardinale Maidalchini. Tra i pellegrini illustri
vanno ricordati la regina Cristina di Svezia, la princi -
pessa Anna , figlia dell 'imperatore Ferdinando lii e la
principessa Maria di Savoia, assieme a un gran nu -
mero di altri pellegrini di tutte le estrazioni sociali.
BS GENNAIO 1999

1.10 Page 10

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lOOannifa
Da una relazione di don Ambrogio Turriccia,
missionario in Chaco, a don Rua, stralciamo
l' interessante descrizione degli indi Chamacocos,
"i primi a ricevere i benefizi di una missione salesiana".
eRAS\\LE .
br
nttp ·.l/sa\\e s1anos. org .
A\\"lUttpS·./l/R...,..A,.,.,U,•,.Aozerna1·1•corn.au/- aa\\rel
u.s.A. n o1<-ect.netH rnrasor/in
\\)\\\\p://WWW , O
ctex.nrnl
\\RLANOA \\'net ie/- sdbrnedia
nttp1/nornepage . i .
URUGUA'f . ar corn.uy/sdb
\\)\\\\p:1/WWW,SICO ·
\\'TAL\\A
nttp :11www .sdb.org
fRANC\\A \\dneUr/- sa\\esien/
n\\\\p:1/wWW .wor
SPAGNA
\\la es/sa\\esianos
\\)\\\\p:/IWWW3Plana ·
KOREA donboscorea.org
n\\tp·.1/WWW•
8ELG\\0 NOdRo~bosco.be
nttp:1/WWW·
tA02AM8\\C0 . I rnz/~sdb\\aribs
nttp:IIWWW·trop1ca .co.
DEL
Gltl~. o CIAC - 1-"....._.n:-:e,__ _ - .....
.,.
Sono alti , ben fo rmati , agili e di bell a e fo rte com-
pless ione. Come la magg ior parte degli lndii de l Chaco,
sono di color bronzo brill ante meravi gliosamente ai
ragg i de l sole. L a capigliatura hanno nera e fo lta, che g li
uni portano sciolta e g li altri allacciata sopra il capo,
oppur in form a di treccia, all a cui estremità sogliono at-
taccare un mazzo di penne ... Come gli altri lndii, giunti
ad una certa età si strappano i peli delle sopracciglia e
de l volto con un istrumento simile a una pi ccola tenaglia.
Sogli ono andare completamente nudi e solo in di verse
occas ioni si orn ano con mo lte penne. A questo li obbliga
quas i la necess ità poiché dovendo attraversare grandi e
fitti boschi , le vesti sarebbero loro di imbarazzo: per la
tessa ragione camminano sempre gli uni di etro gli al tri
badando di porre i piedi sulle orme de l primo e piegando
all'opposto di no i la punta dei piedi indentro. Gli uomini
sogliono portare uni camente le loro armi , una lunga lan-
c ia di quas i tre metri, un arco e frecce. Usano anche una
frecc ia, se così può chi amarsi, che invece di terminare in
punta, termina in una mazza, che adoperano per uccidere
gli uccelli senza fer irli e così procurars i le penne senza
alcuna macchia di sangue [.. .] T ra le altre curi osità os-
servai pure in essi quella di avvolgersi attorno al ventre
molte corde e quando sentono g li effetti della fame strin-
go no i nodi per non sentirla; la qual cosa, secondo alcuni
es ploratori che ne fecero l 'esperi enza, diminuisce appa-
rentemente l 'appetito.
GENNAIO 1999 BS
CAMPOS, BRASILE
pace d i fa r recuperare la fi du -
c ia in sé e nelle propri e capa-
c ità, d i a ll argare il campo d i
PROGETTO STELLA sociali zzazione, di sognare un
DEL DOMANI
domani mi gliore. Abbiamo no-
tato un cambi amento ne i g io-
Il Collegio Mari a Auxili adora vani che da un anno seguono
di Campos ha avv iato da al- il progetto: alcuni di loro
cun i anni un lavo ro sociale sono meno aggress ivi, meno
con i ragazzi, g li ado lescenti tristi ri guardo la propri a con-
e i giovani de lle fav elas di di zione soc iale. Q ua lcuno ha
Oriente e T amarin o. Per in- chiesto g di poter riprendere
tensifi care l' azione di preven- g li stu d i interrott i". Il proget-
zione de l d isagio e de ll 'emar- to si sudd ivide in alcune le-
ginazione giovanile, è stato zioni di tecni ca sportiva , im-
creato, con il coordinamento partite da professioni sti, e in-
de lla professoressa E lizabeth terventi sul pi ano educati vo,
Landim , il progetto " Stell a coordinati da un 'équipe di
de l Domani " che prevede la suore FMA con alcune as pi -
partec ipazione di ragazzi e ranti e postul anti .
g iovani da i 7 a i 18 anni.
Non sono mancate sodd isfa -
Sono g 400 i ragazz i e le ra- zioni: in vitate a partec ipare
gazze che hanno aderito e fre- ali ' Il ° Coppa d i Ginnastica
quentano le lezioni di volley e nel Co ll egio Militare d i Ri o
ginnastica o lim pica. " Voglia- de Jane iro, la fo rm azione di
mo educare attraverso lo sport Campos, 4 ragazzi e una ra-
- racconta Eli zabeth - perché gazza, si è posizionata tra i
lo credi amo un o strumento ca- primi tre c lass ificati.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ROMA PISANA. Nel lu-
glio dello scorso anno , in
piena estate , è stato or-
ganizzato e celebrato
dall'apposito settore il se-
condo incontro delle isti-
tuzioni universitarie sale-
siane (/US) presso la Ca-
sa Generalizia, con la par-
tecipazione del Rettor
Maggiore e di rappresen-
tanti qualificati (ispettori,
presidi e ordinari di catte-
dra, e rettori) delle 30 uni-
versità salesiane sparse
in 18 paesi del mondo.
PANAMA, CANALE. I
viaggi portano il Rettor
Maggiore in ogni angolo
del mondo e gli permet-
tono esperienze ed emo-
zioni intense . Eccolo sul
Canale di Panama , du-
rante la sua visita in Cen-
troamerica , mentre gira
la manopola che permet-
terà a una nave di transi-
tare attraverso i diversi
livelli delle famose chiu-
se dall 'oceano Atlantico
al l'oceano Pacifico , o vi -
ceversa .
AMAZZONIA, BRASILE.
L'esperienza del "campo-
bosco ", iniziata in Spa-
gna una quindicina di
anni fa, si va estendendo
ovunque, sulla falsariga
dei Grest estivi , ribattez-
zati da alcuni "Estate ra-
gazzi". Il "campobosco",
rispetto al grest , è un 'e-
sperienza più forte di co-
munità , di preghiera , di
meditazione e studio ,
praticamente un campo-
scuola. Nella foto un mo-
mento di gioia di un cam-
pobosco in Polonia.
ROMA, S. CUORE. Ai pri-
mi di ottobre si sono svolti i
"tre giorni di Comunica-
zione Sociale" per la con-
ferenza ispettoriale della
Regione Italia (CISI). Il
problema della comunica-
zione nel mondo di oggi
sta diventando globale. La
discussione è stata ampia
e approfondita con lo
sguardo volto al futuro . Al-
cuni esperti hanno inqua-
drato i problemi prima di
ogni dibattito sui vari a-
spetti della comunicazione.
BUENOS AIRES , AR-
GENTINA. Continua la
maratona attorno al mon-
do del Dicastero della
Comunicazione Sociale,
per animare le realtà re-
gionali , sensibilizzandole
a quella che è ormai una
questione planetaria. Le
precedenti tappe sono
state , nell'ordine , Brasile,
Filippine, Francia, Spa-
gna, India, Argentina, Ita-
lia (vedi sopra). La foto si
riferisce all 'ultima in or-
dine di tempo, la tre gior-
ni svolta in Venezuela.
ROMA TERMINI. Si i-
naugura il 31 gennaio la
nuovissima sede della
LDC , proprio davanti alla
stazione centrale di
Roma. È dedicata a Don
Bosco . Non è stato fatto
un semplice restyling ,
della vecchia LES , ma
una nuova collocazione ,
con locali diversi , più am-
pi , modernissimi , con più
di 400 mq di esposizione
sviluppati su due piani, e
una saletta per presenta-
zioni , convegni , incontri ,
ecc. Restare al passo coi
tempi è essenziale.
JJS GENNAIO 1999

2.2 Page 12

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L'ultima enciclica di Giovanni Paolo Il affronta il problema dei
di Silvano Stracca
Sempre con lo stesso coraggio ~~~
e la medesima lucidità, papa Woitila
affronta i problemi cruciali del rapporto
tra il pensiero contemporaneo e la fede
nella sua ultima lettera, indirizzata ai vescovi,
ma di non impossibile lettura anche per tutti
quelli che desiderano riflettere sulla Verità
e sulle vie per raggiungerla.
,,L a fede e la ragione sono
come due ali con le quali
lo sp irito umano s' innal-
za verso la contemplazione della
Verità". Un incipit poetico per la
tredicesima encicli ca di Giovanni
grido appass ionato contro il " pen-
siero debole" della nostra epoca, e
un grande atto di fiducia nella ra-
gione um ana.
Paolo II, dedicata alla storia, assai CONOSCI TE STESSO
tormentata nei seco li , dei rapporti
tra fede e ragione. "Fides et ratio", L'enciclica si apre simbolicamente
fede e ragione è appunto il titolo la- con il monito scolpito sul tempio di
tino di questa riflessione, bell a e Delfi, che ispirò uno dei grandi del
com plessa, sulla verità. Centocin- pensiero, Socrate: Conosci te stesso.
quantacinque pagine che sono un Si tratta di una verità bas ica, fo nda-
mentale, affenna il papa. Conoscere
se stesso è tipico dell'uomo.
Il tema potrebbe sembrare a prima
vista em inentemente intellettuale.
Argomento riservato agli addetti ai
lavori: vescov i, teologi, filosofi, uo-
mini di cultura. In realtà l 'enciclica
interpella tutti gli uomini del nostro
tempo, tentati dallo scetticismo e
dal relativismo, perché in ogni uo-
mo, delle diverse parti della terra e
delle diffe renti culture, alberga in -
contenibile il des iderio di conoscere
la verità. Di trovare risposta agli in-
terrogativi fo ndamentali dell 'esi-
stenza, quelli di sempre: Chi sono?
Da dove vengo? Dove vado? Qual è
il senso dell a presenza del male,
della sofferenza, del dolore? Cosa ci
sarà dopo questa vita?
~
o
oV)
~
(Il
--.J
GENNAIO 1999 BS

2.3 Page 13

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rapporti filosofia/teologia.
UN MONDO IN CRISI
Sul fi nire del millennio preocc upa
il Papa la diffusa "cri si di fi ducia
nella ragione" che spesso offusca la
ricerca dell a verità. Perciò eglj si ri-
volge soprattutto ai giovani esortan-
doli ad avere il coraggio di pensare
in grande. A volare verso mete alte.
A non accontentarsi d i proposte che
SECONDO L'ENCICLICA...
li pensiero debole
E un movimento filosofico contem-
poraneo che idealizza lo stato di de-
bolezza della ragione "impedendole
di conoscere il vero e di ricercare
l'assoluto ".
Il fideismo
"Non riconosce l'importanza della
conoscenza razionale per l'intelligen-
za della fede , anzi per la stessa pos-
sibilità di credere in Dio".
Lo scientismo
"Riesce a far accettare da molti l'i-
dea secondo cui ciò che è tecnica-
mente fattibile diventa anche moral-
mente ammissibile".
Il nichilismo
negazione dell'umanità dell'uomo
e della sua stessa identità".
Il marxismo
"Diverse forme di umanesimo ateo
hanno prospettato la fede come dan-
nosa e alienante ... e sono sfociate in
sistemi traumatici per l'umanità".
Lo storicismo
"Nega la validità perenne del bene".
Il modernismo
"Scambia l'attualità per la verità".
11due più grandi filosofi
greci, Platone e Aristotele (centro)
e i due più grandi filosofi cristiani,
Agosiino e Tommaso D'Aquino.
e levano "l 'effimero al rango di va-
lore". A non smarrirsi nell e "sabbie
mobili" del generale scetticismo.
Giovanni Paolo II critica gli " ismi"
moderni : l'eclettismo, lo scienti smo,
l' agnosticismo, il relativismo , lo
stori cismo, il modernismo, il prag-
mati smo, il fideismo, il marx ismo e
il nichilismo, dandone di ciascuna
una lucida definizione, come ten-
denze pericolose di pensiero che ri-
ducono la possibilità di conoscenza
dell'uomo , la sua apertura al tra-
scendente, alla rivelazione di Dio.
II Papa precisa poi che la cono-
scenza della " verità certa" non porta
all ' intolleranza, ma fo nda la vera
poss ibilità di dialogo tra pos izioni
diverse. Accusa gli " umanesimi atei
dell 'età moderna", che presentano
la fede come alienante per l'uomo,
d ' aver generato mostri : cioè i siste-
mi totalitari .
LA GRANDE TENTAZIONE
Una delle maggiori minacce in
questa fine di secolo è la "tentazio-
ne dell a disperazione". Ed ecco il
principale dramma dell 'esistenza u-
mana contemporanea: "l'uomo vive
sempre più nella paura" perché "te-
me che i suoi prodotti , pro prio quelli
che contengono una speciale por-
zione della sua geni ali tà e de lla sua
ini ziati va, possano essere rivo lti in
modo rad icale contro di lui".
Nessun contrasto dunque tra fede
e ragione. È propri o questo uno dei
leit-motiv dell 'enciclica, che defini -
sce " nefasta" la separazione tra fede
e ragione che, a partire dal tardo
Medio Evo, ha impoverito anche la
fede, che è andata sottolineando " il
sentimento e l 'esperienza, correndo
il ri schi o di non essere più una pro-
posta uni versa le". Per stimolare la
ragione ad aprirsi a Dio è indispen-
sabile che la Chiesa si confro nti con
le correnti del pensiero postmoder-
no. Secondo mo lte di queste tenden-
ze " il tempo delle certezze sarebbe
irri mediabilmente passato e l' uomo
dov rebbe ormai imparare a vivere in
un orizzonte d i totale assenza di
senso, ali ' insegna del provvisorio e
del fu ggevole".
IN DIALOGO
Se non comprende adeguatamente
il fenomeno, la Chi esa non può
agire efficacemente nella società
contemporanea. Il pensiero fi losofi-
co, scrive con convinzione il Papa,
è spesso " l'unico terreno di intesa e
di dialogo con chi non condivide la
nostra fede". Ed i problemi che si
pongono con più urgenza all ' uma-
nità - quell o ecologico e quello
della pace e dell a convivenza delle
razze e delle culture - "trovano una
poss ib ile solu zione alla luce di una
chi ara e onesta co ll aborazione de i
cri sti ani con i fede li d i altre reli gio-
ni e con quanti , pur non condi viden-
do un a credenza re li giosa, hanno a
o cuore il rinnovamento de ll ' umani tà.
BS GENNA IO 1999

2.4 Page 14

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I ragazzi/e amano la notte. C'è una dimensione educativa
I GIOVANI ELA NOTTE
di Manuela Robazza ·
M i fermo in un angolo a os-
servare inosservata: a poco
a poco le figlie a1Tivano,
fuori di per l 'entusiasmo. Urlano,
cantano, saltano, sbucano all ' im-
provviso quasi spaventando il geni-
tore, gli girano intorno raccontando
immediatamente e velocemente tut-
to, senza accorgersi che lui non ha
capito neanche una parola. Se i ra-
gazzi sono più di uno, continuano a
parlare tra loro e il genitore svolge
perfettamente il suo ruolo di autista.
Muto. La scena è simpatica e mi
pare possa servire come metafora
dell ' atteggiamento degli adulti nei
confronti del mondo giovanil e e in
particolare nei confronti della notte:
sono "fuori" a guardare con aria di-
sgustata, senza capire cosa ci possa-
no trovare di bello, nella speranza
che decidano presto di " uscire".
DALLA PARTE
DEI RAGAZZI
La notte, nell 'immaginario degli
adulti , è sinonimo di male, di pecca-
to , di morte. La vita appartiene al
giorno. La notte è fatta per dormire.
Non sono d'accordo, ovviamente i
ragazzi: per loro la notte è il luogo
della libertà, dell'i ntimità, dell ' ami-
cizia, del di vertimento, della verità.
Sembrano quas i dire: "Volete cono-
scerci veramente? Guardateci di
notte, noi siamo così". Non voglio
qui affro ntare il discorso della di-
mensione trasgressiva della notte.
Non parlerò del problema dell 'al-
cool e delle droghe che trovano il
loro . .. habitat naturale nella notte
dei giov ani, né parlerò dei giochi
pericolosi, delle corse pazze in mac-
china, degli incidenti del sabato
sera. Di questo si può parlare solo
in negativo. Ma c un universo
notte più no1male, più tranquillo,
eppure ugl!almente affascinante per
i ragazzi. E la notte dopo le 23 .00,
GENNAIO 1999 BS
11 aprile. Esterno notte.
Ore 23.30. Uscita
del Forum di Assago.
È terminato il concerto
degli Articolo 31.
Davanti a me
uno spettacolo che
mi fa pensare, sorridere,
interrogare. Premetto
che i partecipanti
al concerto sono ragazzi
e ragazze tra i 13 e i 16
anni. Lo spettacolo sono
centinaia di genitori
con la faccia assonnata
e spazientita, schierati
dietro le transenne
in attesa dei loro figli
e figlie. L'atteggiamento
è quello di chi aspetta
di essere visto, perché
di cercare non
ha neanche le forze.
fino all ' I o alle 2 al mass imo. È un
tempo che è molto di più di un sem-
plice spaz io di tempo: è clima, è
ambiente, è esperienza. E la notte,
questa notte, assume per i ragazzi
ruoli importanti , perché li fa sentire
"liberi", "autonomi ", "veramente se
stessi".
Chi di noi, da adolescente, non ha
vissuto il brivido delle notti dell e
gite scolastiche? E quale insegnante
non ha tribolato, durante le gite sco-
lastiche nel tentativo di costringere
gli alunni a rimanere nelle proprie
stanze e dormire? O quale educatore
non ha passato le notti in bianco,
prima per assistere nei dom1itori e
poi per lunghe riunioni notturne di
verifica e altro? Che cosa c nell a
notte di tanto mag ico?
Alcune categorie tipiche della not-
te diventano interessanti.

2.5 Page 15

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della notte , tutta da scoprire . Riflessioni di un 'educatrice.
NOTTE, CIOÈ SILENZIO
La notte è il tempo del silenzio e
quindi del dialogo, dell'incontro in-
timo. Tacciono le voci del quotidia-
no frenetico . Unico sottofondo è la
musica. Ed ecco che i cuori si apro-
no in preziose confidenze. Gli inna-
morati sussurrano frasi che, dette di
giorno, non avrebbero la medesima
poesia; gli amici si raccontano av-
venture segrete, progetti futuri , so-
gni impossibili; qualcuno trova lo
spazio ideale per raccogliersi o per
incontrare Dio. Il film "Prima del-
l'alba" sottolinea con arte questa di-
mensione: in un ' unica, grande, lun-
ga, meravigliosa notte un ragazzo e
una ragazza si conoscono, si inna-
morano , si raccontano tutta la vita,
fanno l'amore e all'alba si lasciano.
Una bella avventura. Questo è forse
un altro strano aspetto del silenzio
della notte: rischia di essere un si-
lenzio troppo leggero, quasi vuoto.
Domani è un altro giorno, forse non
ci ricorderemo neppure dell'inten-
sità della notte, ma l'intensità c'è
stata e l'abbiamo vissuta tutta.
NOTTE CIOÈ MISTERO
Il buio ti impedisce di vedere
chiaramente le cose: le ombre po-
trebbero essere strani personaggi,
stregoni cattivi o fatine buone. La
canzone di Jovanotti "L'ombelico
del mondo" qescrive bene questa di-
mensione: "E qui che s'incontrano
facce strane I di una bellezza un po'
disarmante I pelle di ebano di un
padre indigeno I e occhi smeraldo
come il diamante I facce meticce di
razze nuove I come il millennio che
sta iniziando I e questo è l'ombelico
del mondo I e noi stiamo già ballan-
do. Questo l'ombelico del mondo I
dove non si sa dove si va a fin.ire I e
risalendo dentro se stessi alle sor-
genti del respirare I è qui che si in-
contrano uomini nudi I con un ba-
gaglio di fantasia I è qui che c' è il
pozzo del' immaginazione I dove con-
vergono le esperienze I e si trasfor-
mano in espressione I dove la vita si
fa preziosa I e il nostro amore diven-
ta azione I dove le regole non esi-
stono I esistono solo le eccezioni...".
La luna assume bene la dimensione
mi teriosa della notte. Chi di noi
non l'ha guardata almeno una volta
affidandole paure e segreti?
NOTTE CIOÈ LUCE!
Una ragazza raccontava in manie-
ra paradossale l'importanza della
notte: "Solo la notte è luce!". Nella
notte prende risalto la persona, di-
venta protagonista, perché tutto il
resto è in ombra. I ragazzi, così as-
setati di protagonismo finalmente la
sera lo conquistano. E non importa
che sia tra le luci psichedeliche
della discoteca, o tra i lumini tenui
del concerto, o sotto la luce pallida
dei fari della piazzetta... al centro ci
sono loro! Loro con le loro storie da
raccontare, da ascoltare, da inventa-
re; loro con le canzoni cantate a
squarciagola; loro con i movimenti
frenetici del corpo alla ricerca di
un 'unica grande emozione: "Io ci
sono". La notte diventa "notte di
stelle" perché quando ci si sente ap-
prezzati, considerati, amati ... tutto
brilla. E la dimensione forte e fon-
damentale dell'amicizia, del grup-
po. Quel gruppo che a volte rende
capaci anche di cose assurde ... Nes-
suna trasgressione viene compiuta
se non si è almeno in 2 !
VISTA DAGLI EDUCATORI
L' anno scorso ho avuto la fortuna
di partecipare al Festivalbar di Na-
poli da dietro il palco. Ero vic ino
alla passerella da cui i vari cantanti
accedevano al palco. Davanti, inve-
ce, migliaia di ragazzi. Il vero spet-
tacolo per me erano loro: agitavano
le braccia, strillavano, ballavano e,
quando sentivano l'occhio della te-
lecamera su di loro, l 'entusiasmo
saliva alle stelle, salutavano e si
sbracciavano mille volte di più. Mi
pare che il grande appello che la
notte lancia agli educatori a nome
dei ragazzi sia proprio questo: ac-
corgetevi che noi esistiamo! La
notte rappresenta un invito per gli
educatori, ma possiamo dire per la
generazione degli adulti in generale,
a perdere qualche ora di sonno per
andare là dove loro sono. La notte è
una metafora che rappresenta tutto
il mondo dei ragazzi sconosciuto
agli adulti. I ragazzi continuano ari-
peterci, più con l ' atteggiamento che
con le parole, che sono stufi che si
parli di loro: vogliono che si parli
con loro. Come non ricordare che
Nicodemo andò da Gesù "di notte"?
TI Dj Albertino mi diceva in un 'in-
tervista: "Secondo me gli adulti do-
vrebbero sforzarsi di conoscere i
gusti dei ragazzi, non dico che
debba piacere loro per forza tutto
quello che piace ai giovani, ma che
non lo rifiutino senza conoscerlo. In
fondo gli adulti desiderano che i
giovani conoscano le cose del mon-
do degli adulti ... ". In altre parole,
usando la metafora dell ' inizio, i pa-
schierati fuori dal Forum di As-
sago, potrebbero fare lo sforzo di
"mettere dentro il naso" ... potreb-
bero addirittura rischiare di divertir-
si un po' .
O

2.6 Page 16

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Cinema: specchio dei timori del nostro tempo o amplificatore
I
Sicuramente forte
è l'esigenza
di spettacolarizzazione
della "settima arte", che,
essendo anche
un 'industria,
deve "acchiappare"
pubblico toccando
la corda delle emozioni:
proprio per questo
il cinema proietta
sullo schermo le ansie,
i timori, le schizofrenie,
le superstizioni proprie
del nostro tempo,
estremizzandole.
Se tra alc uni secoli qualcuno
volesse farsi un 'idea deJla no-
stra epoca a partire dalla pro-
duzione cinematografica, ri schie-
rebbe d i avere un qu adro a tinte al-
quanto fosc he, con uomini sospesi
GENNAIO 1999 /JS
tra paure di catastrofi imminenti e (1997)? Le città sono caotici e con-
di mutazioni genetiche mostruose; flittuali alveari tecnologici dominati
paure indicatrici di inquieti sensi di da multinazionali : labili appa iono i
colpa ispirati da religiosità ingenue confini tra notte e giorno, tra uomi-
o sinistramente cupe e maniacali; ni e macchine, tra reale e virtuale ,
potrebbe anche scoprire uomini ci- tra vero e falso , tra bene e male.
nici o nichilisti, rassegnati o titanici, Se non incombe uno scenario cao-
ne lla lotta senza speranza contro un tico ecco le ben più plumbee atmo-
destino già scritto o contro una na- sfere di un mondo post-atomico di
tura comunque osti le o resa tale.
pellicole come Waterworld di Kevin
Reynolds (1995) o l'uomo del gior-
IL MONDO CHE VERRÀ
no dopo di Kevin Costner (I 997),
con la terra ri spettivamente som-
Limitandosi ad osservare le ulti-
me tre stagioni, e senza approfondi-
re i mille richiami al passato anche
recente, come non scorgere segnali
di un inquietante futuro in pellicole
come Strange days di Kathryn Bi-
gelow (1995*), come Nirvana di
Gabriele Salvatores (1996), come
Johnny Mnemonic di Robert longo
(1995) e, in parte, anche come Il
quinto elemento di luc Besson
mersa dalle acque o ridotta ad un
deserto arido e g li uomini , soggetti
a inquietanti mutazioni , regrediti
alla primitiva legge del più forte.
Oppure la fine della civiltà è rappre-
sentata dal virus che in l 'esercito
delle 12 scimmie di Ten y Gilliam
(1995) costringerà i reduci dell ' u-
manità in una sorta di prigione sot-
terranea. In mo/ti di questi fi lm si
cogli e l'odore di un ecologismo
apoca Iittico.

2.7 Page 17

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di superstiziose paure?
MOSTRI, VIRUS E SIMILI
Restando in tema di virus, poi, è
fin troppo facile associare quelli le-
tali del Cinema alla realtà, ove il se-
colo, iniziato nel mito del progresso
scientifico e de lla conquista del-
!' immortalità, si chiude nell ' incapa-
cità di sconfiggere l'AIDS o il can-
cro. Simbolo cinematografico di
questa illusione perduta e di un 'epo-
ca che ha visto affondare drammati-
camente tutte le certezze è proprio il
Titanic di James Cameron (1997),
che ribadisce il valore eterno del
solo amore.
Una menzione a parte, in chi ave
di metafora, merita la saga di Alien,
che, iniziata alla fine degli anni '70
con la paura di un mostro che riu-
sc iv a a nascondersi come un orren-
do parassita dentro l'uomo, forse
profeticamente a paventare quegli
stess i virus di cui dicevamo, si è
proposta quest'anno con il quarto
episodio, Alien - la clonazione di J.
Pierre Jeunet, in cui la "malattia"
più autodistruttiv a si scopre essere
l'appartenenza al genere umano, al
quale la tecnologia consente di var-
care le insidiose soglie dell ' inge-
gneri a genetica, guidato solo dalla
presunzione e dalla logica del pro-
fitto (si veda anche il giallo-noir de l
'96 Extreme measures di Michael
Aptecf). Sullo stesso registro (il vero
mostro è nell ' uomo) Il mondo per-
duto di Steven Spielberg (1997) ed
il pretenzioso Sfera di Barry Levin-
son (1997).
La rinnovata verve del genere ca-
tastrofico ci riporta ali' ecologismo
apocalittico cui accennavamo sopra:
all ' uomo-mostro la natura violenta-
ta si ribella. Uno stereotipo di sicu-
ro effetto sul quale sono state confe-
zionate le eruzioni di Dante's Peak
(1997) e di Vulcano (1997) e i ben
più evocativi uragani di Twister di
Jan De Bont (1996).
La distruzione estrema arriva in-
vece dallo spazio: e se in Indepen-
dence Day di Roland Emmerich
(I 996) sono gli alie ni invasori a mi-
nacciare la Terra, nei recentissimi
Deep lmpact di Mimi Leder e Ar-
mageddon di Michael Bay la so-
pravvivenza di tutte le spec ie è
messa a rischio da giganteschi aste-
roidi in rotta di co lli sione con la
terra. Se a tutto c aggiungiamo il
risveglio . del buon vecchio sauro
Godzilla (1998), anch'esso diretto
da Roland Emmerich, l'istantanea
che se ne ha non trasuda certo otti-
mi smo. Non mancano, a ri gore,
spunti autoironici, sia in alcune
delle citate pellico le che in film più
attenti a prendersi g ioco di tanta di -
stru zione, come la di ssacrante inva-
sione aliena di Mars attacks! di Tim
Burton (1996), ma la linea di ten-
denza è comunque que lla di raccon-
tarc i " la fine" .
BUDDA, GLI ANGELI
O GLI ALIENI?
In molti dei titoli citati, di fronte
all'imminente catastrofe, si rivela
un bisogno di scoprirsi uniti e so li -
dali, ricostruire legami familiari, te-
stimoniare un credo religioso, valori
Da "Titanic".
Da " Il mondo perduto".
che però sanno di soap opera e che,
associati alle situaz ioni narrate, ri-
mandano ad un mill enarismo che
non appartiene al vissuto di tutti i
giorni. E mentre di fro nte all'estin-
zione l ' uomo ri scopre un Dio cui
aggrapparsi fin troppo simile ad un
amuleto, in altre pellicole come
Contact di Robert Zemeckis (1997)
- ma anche nel meno riuscito Phe-
nomenon di Jon Turteltaub (1996)-
trionfano una sconcertante spiritua-
lità new age e la fede nell 'incontro
con esseri alieni (descritti in altri
film come tutt'altro che affidabili).
Quindi non resta che affidars i ai
nuovi mix di sp iritualità che guar-
Da "Sette anni in Tibet".
BS GENNAIO 1999

2.8 Page 18

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Da "Armageddon".
Da "Vulcano".
dano a oriente (Kundun di Martin
Scorsese e, per certi versi , a Sette
anni in Tibet di J . J. Annaud del
'97, accanto al già citato Nirvana) o
che si rivolgono ai benefici influssi
di più o meno diafane presenze an-
geliche (si pensi a Michael e a Uno
sguardo dal cielo del ' 96 o a La
città degli angeli di Braci Silberling
del ' 98 , ma altre pellicole sono in
arrivo).
IL MALE
Altro tema ricorrente è quello del
male che incombe sull ' uomo (o me-
glio del Male, come ne L'avvocato
del diavolo di Taylor Ha ckford del
' 97 e nel già citato li quinto elemen-
to) , e qui il Cinema attinge a piene
mani a simbologie religiose, non
senza un pessimismo di fondo . Un
esempio emblematico è Seven di
David Fincher (1995) nel quale so-
no i sette vizi capitali a guidare l'a-
zione di un serial killer e degli inve-
stigatori in una progressiva discesa
agli inferi dell ' animo umano che, su
un piano di significato, rimanda ad
un'ottica che supera la contingenza
della storia narrata per assumere i
contorni di una vera e propria visio-
ne del mondo: la figura del serial
killer sembra attrarre particolarmen-
te il Cinema in questi anni (vedasi
Scream e Scream 2 di Wes Craven o
Il collezionista) , forse perché, ucci-
dendo senza un motivo ma per il
solo gusto di farlo, rimanda ad una
idea assoluta del Male.
COMPLOTTI OVUNQUE
Ultimo tema è quello delle cospi-
razioni. Inquietanti gli scenari de La
seconda guerra civile americana di
Joe Dante (1997) e soprattutto quel-
GENNAto 1999 BS
Ii di Sesso e Potere di Barry Levin-
son ('97) in cui, per coprire l'enne-
simo sexgate del presidente USA,
un curatore d'immagine e un pro-
duttore cinematografico inventano
una finta guerra contro l'Albania,
con tanto di finte battaglie, finte vit-
time e finti reduci, tutto puntual-
mente trasmesso in TV (alcune del-
le situazioni del film , uscito la scor-
sa primavera, ricordano in modo
sconcertante quanto è poi avvenuto
ad agosto). Poi vi sono le mille co-
spirazioni dei normali film d ' azione
come The game, Ipotesi di complot-
to , Codice M ercury, The Peacema-
ke,; li domani non muore mai... : c'è
sempre un Grande Fratello a con-
trollarci e televisione, infonnatica,
mondo dei media gli sono totalmen-
te asserviti: fino a suggerire un at-
teggiamento di scetticismo totale nel-
!'epoca di massimo afflusso incon-
trollato dell'informazione.
DENTRO E FUORI
DALLE METAFORE
Certamente la recente produzione
non è tutta su questi toni: interessa
qui evidenziare una tendenza presen-
te in molti film di successo e quindi
apprezzati dal grande pubblico .
Resta il fatto che il Cinema di
questi ultimi anni racconta paure e-
streme ed ingenue speranze che,
probabilmente, non appartengono
più soltanto alle culture d 'oltreocea-
no. Nello stesso tempo tenta rispo-
ste anche religiose, ma spesso poco
credibili. Raccoglie incubi e sensi di
colpa di fine millennio, cerca di
esorcizzarli, li enfatizza spettacola-
rizzandoli, Ii trasforma in belle me-
tafore o li banalizza. La cultura in
preva lenza laica rivela così timori
quasi superstiziosi; forse gli stessi
che ha erroneamente attribuito agli
ambienti cristiani dell ' anno mille.
Il Cinema, infine, non fa altro che
dare risalto a quanto raccontato in
altre forme espressive, spesso anche
più popolari: dalla letteratura al fu-
metto, dalla musica alla televisione
(si pensi ai serials TV X-files e Mil-
lennium o a quelli sugli angeli). Que-
ste forme espressive contribuiscono
a rafforzare un immaginario collet-
tivo, un ' idea di spiritualità spesso
intrisa di predestinazione o di magi-
smo, ed esigono, soprattutto sul ver-
sante giovanile, una proposta di fe-
de matura e incarnata culturalmente,
lontana da sentimentalismi e da
paure irrazionali. Altrettanto robusti
devono essere gli strumenti di lettu-
ra ed interpretazione di queste me-
tafore artistiche, rese sempre più ve-
rosimili da una tecnologia ad altissi-
mo livello di illusione ed "inganno"
per lo spettatore medio. Il fruitore
"ingenuo", specialmente giovane,
che si ferma allo stupore, rischia in-
fatti di tralasciare una parte impor-
tante di senso; la "meraviglia", da
sempre obiettivo ricercato in ogni
forma d'arte, soddisfa immediata-
mente Io spettatore, lo coinvolge
nella storia e lo fa "svegliare" a film
finito , con l'impressione di aver vis-
suto in un'atmosfera di sogno. La
riflessione, l' analisi critica, la valu-
tazione del "prodotto" richiedono
invece un lungo lavoro di educazio-
ne al gusto della ricerca e del prota-
gonismo nella fruizione, ovviamen-
te senza perdere il piacere della vi-
sione e anche dell'immedesimazio-
ne, necessarie per entrare nel lin-
guaggio dell ' arte.
Fabio Sandroni
(*) per anna dei fi lm si imene/e
quello di produzione:
l'uscita nei cinema avviene vari mesi dopo .

2.9 Page 19

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LETTERA Al GIOVANI
Carissimo/a,
Il 2000 è alle porte.
Pochi mesi e una nuova era
inizierà con noi la sua sto-
ria, la sua attualità. Come
sarà'? Cosa sarà'? Un nuo-
vo umanesimo, un nuo vo
GENNAIO 1999
Il primo mese de/l'ultimo anno del Il millenio:
tutto è vertigine, nevrosi, problema:
la complessità ha messo in ginocchio
profeti e profezie!
E noi vogliamo darvi
INDICAZIONI PER IL lii MILLENNIO
carta dell'uomo" e ha la
chiave per capire lf sto-
ria, Dio, l'etern ità. E gen-
na io, cominc io con Don
Bosco .
rinascimento? Ci sarà
posto per la giustizia, per
la tolleranza, per la pace,
per la so li darietà, per la
sa ntità, per l'eroismo?
ABIT
IL 3° M
A 9 anni ha la vita se-
gnata . Da un sogno: ra-
gazzo tra ragazzi ha una
grande vog lia d i portare
in mezzo a loro un contri-
buto di qua lità, di ossige-
Gli interrogativi di fronte
ad una porta ancora chiu-
sa re ndono più viva l'atte-
IN
no, e di futuro per farli
buoni cristiani e onesti
cittad ini. Il sogno ha, più
sa e più consapevo le la
che un baricentro un epi -
responsabilità di abitare il
centro, perché un ve ro
terzo millennio. Se dipen-
terremoto è stato don
desse da te - mi sento
Bosco nel campo della
ch iedere nell'ambito di una
formazione professiona le,
conversazione - chi porte-
dell'oratorio, della educa-
resti nel nuovo millennio: Romolo e Remo,
zione, del lavoro e del
Carlo Magno, Cristoforo Co lombo, Dante
tempo lib ero, de lla
Aligh ieri? O Un generale, un poeta, un o
comun icazione, de lla
sc ienziato, un presidente, un santo?
cultura. "Renditi umi-
Senza far torto a nessuno vorrei che
le forte e robusto " è
fosse data nuova cittadinanza a quanti
l'imperativo categori-
contribuiscono a rendere l'uomo sempre
co del sogno e del suo
più uomo nel rispetto della vita e della
progetto di vita. "lo
morte, dell'amore e della solidarietà, dei
non sono che il povero
diritti e dei doveri. A i santi insomma.
Don Bosco", ripeteva a
quanti volevano incon-
In questa ipotetica convocazione Don
trare il santo di Torino.
Bosco, san Francesco, san Benedetto,
Ai suoi figli raccoman-
santa Teresina, santa Chiara,
dava "umiltà, lavo ro,
sant'Antonio troverebbero spazio e
temperanza".
ruoli, con tutto il loro carisma e corre-
do di virtù . Perciò vog lio dar voce a ch i
Portare nel terzo millen-
con la sua vita ha scritto per noi "la
nio l'umiltà è assicurarsi
tutte le altre virtù. L'u -
mi ltà è un pung iglione che
impedisce al l'uomo di
~ompiacersi, di fermars i.
E il r if iuto d i esistere al -
l'infuori di Dio. "Ho trovato Dio il giorno che ho perso
di vista me stessa", ripete santa Teresa. A bussare
all a porta del 2000 sono tutte le virtù, ad aprirla è
l'umiltà .
Essa aiuta la persona ad amare la vita, a fidarsi di
Dio, a conservare la pace per offrire pace, a far del
bene, a dare senso e gioia alle cose di tutti i giorni.
Renditi umile e t i trovera i forte e robusto per tutte
le travers ie che la vita t i presenta.
A presto, tuo
Carlo Terraneo
BS GENNAIO 1999

2.10 Page 20

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Parma celebra un salesiano dal cuore grande e dall'intelligenza
UN EDUCATORE
DA RISCOPRIRE
di Francesco Motto
N ovarese di nascita (Druogno
1861), salesiano di professio-
ne (Lanzo Torinese 1877),
sacerdote per vocazione (A lbenga
1884), ammiratore di Don Bosco, ar-
rivò ventottenne a Parma come pri-
mo direttore della neonata fondazio-
ne salesiana. Si mise all'opera imme-
diatamente, trasfo1mando il povero
caseggiato del collegio di San Bene-
detto in vera struttura educativa e
sobbarcandosi il lavoro faticoso di
direttore, insegnante ed educatore.
Il nome del collegio salesiano si
diffuse rapidamente e aumentarono
gli alunni interni ed esterni. Nello
spazio di pochi anni furono aperte
le scuole elementari, il corso ginna-
siale, le scuole d'arti e mestieri , il
corso triennale d 'Agricoltura. Oltre,
ovviamente, la tipica opera salesia-
na, l'oratorio e la parrocchia assunta
nell'ottobre 1888.
LA PRIMA SCUOLA
DI RELIGIONE IN ITALIA
Era appena arrivato a Parma che
il vescovo monsignor Miotti lo in-
vitò a tenere un corso di religione
per studenti . Nonostante i moltepli-
ci impegni e la malferma salute, ac-
cettò. Quella "Scuola vescovile di
Religione" - la prima in Italia -
avrebbe dato alla diocesi giovani
istruiti nella fede, in tempi di vio-
lento anticlericalismo e di feroce li-
beralismo. Allievi erano studenti dei
corsi secondari , del Conservatorio
musicale, del regio Istituto di Belle
Arti, studenti universitari. Dalle
loro fila sarebbero usciti significati-
vi esponenti del movimento cattoli-
DON BARATTA
(1861-1910):
un convegno di studio
a Parma nell'aprile '99,
ne illustrerà la figura.
Parteciperanno
professori universitari
e studiosi, locali e non.
La città onora
così un'altra volta
alla fine del secolo
(e del millennio)
il suo illustre
concittadino "adottivo",
che per un quindicennio
sul finire dell'Ottocento
mise le proprie doti
di scienza, azione
e pietà al servizio
della gioventù parmense.
co locale (Giuseppe Micheli, Pio
Benassi, Pietro Borri, Jacopo Boc-
chialini, Giovanni Longinotti, Anto-
nio Boselli, Francesco Zanetti... ) e
una serie di iniziative che avrebbero
creato le premesse, già sul finire
dell'Ottocento, di una ripresa di ini-
ziativa del cattolicesimo parmense.
I tempi erano difficili, ci voleva
del coraggio a partecipare aperta-
mente a manifestazioni religiose, era
"fatto nuovissimo [quello] di giova-
ni studenti che si pennettevano di
attraversare le vie della città impa-
Don Baratta in gita a Canossa
con 43 e 53 ginnasio del 1897.
GENNAIO 1999 BS
Un gruppo di seminaristi cinesi in visita col loro vescovo.
Don Baratta è il primo a sinistra, seduto.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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pronta.
D1UNA NUOVA M\\S.S\\ONE
[)EL CLERO DINNANZI ALLA
Q!JESTIONE SOCIALE.
I
Il.
~~
!}_ I:!il!1rJ
l \\ F\\Trll \\\\\\PO\\H.\\'.\\TE
Il 1,L, ... n·u \\\\~I
\\'Rlll\\\\.E\\\\,\\ SOCI.\\LE
vidi a fianco di un a veste nera". Si
accettarono senza troppo scomporsi
gli attacchi della stampa ostile, della
massoneri a e si continu ò. La scuola
assunse presto una fi sionomi a di al-
to profi lo cultu rale: da puro corso
apologetico si trasformò in ciclo di
conferenze sulla dottrina sociale
cattoli ca, o, meglio ancora, in ap-
passionante tiroc inio per giovani at-
tirati dall a presenza di prestigiosi
confere nzieri: Meda, Crispolti, Ar-
cari , don Cerruti .. .
INGEGNO MULTIFORME
A don Baratta non dife ttava la
cultura. Laureato in lettere all 'Uni -
versità di Genova, appassionato alla
lingua latina, lo stesso anno che
giungeva a Parma dava alle stampe
un 'edi zione di alcuni libri dell e Sto -
rie di Tito L iv io, adottata come
libro di testo in diverse pubbliche
sc uo le.
Dotato poi di inc linazione natura-
le alla musica, con già alle spalle
esperienze di composizione e di
maestro di coro, trovandosi in una
c ittà "de ll a musica" come Parma
non solo fu in grado di curare un 'e~
di zione cri tica de i canti principali
della Chiesa e di scrivere opuscoli
per la sc uola di canto, ma operò at-
ti vamente a favo re di un rinnova-
mento de ll a mu sica in chiesa. Riu-
ni to un numero sufficiente di giova-
ni dell'oratori o fes tivo istituì e di -
resse una schola Cantorum, che con
l 'esempio de ll a musica gregoriana e
polifo nica di Palestrina potesse farsi
diretta portatrice de l progetto nelle
vari e locali in cui si presentava.
Al congresso di musica sacra tenuto
a Parma ne ll 'occasione del quarto
centenario della morte del Palestri-
na, don Baratta sedeva accanto a
personalità del calibro dell 'abate be-
nedettino Mauro Serafini , dei mae-
stri Galli gnani , Mattioli e Tebaldini.
NEOFISIOCRATICO
Ma la risonanza del nome di don
Baratta è forse più legata al fatto di
essere stato discepolo e ilivulgatore
delle intuizioni agrarie di Stanislao
Solari . Si trattava di trovare il modo
_. .. 1, .. ,,., ...
r,N<l•'"'..'u..,.,..,,,u,),111,
di restituire alla terra gli elementi
asportati , soprattutto l'azoto, per con-
servare ad essa la sua fecondità.
Stanislao Solari elaborò una sua teo-
ria. Una volta ridata vita all 'agricol-
tu ra, sarebbe stato poss ibile fre nare
l' esodo de lle popolaz ioni dell a cam -
pagna verso le città, e con ciò stesso
si sarebbero messe le premesse per
una ricristianizzazione dell a società.
Dunque da semplice tecnica agraria
a sistema soc iale teori co e pratico.
Grazie all 'amic izia con don Ba-
ratta, il Solari iniziò una spec ie di
miss ione nel co lleg io San Benedet-
to. Dal 1894 prese a incontrarsi set-
timanalmente con giovani : agricol-
tori, mu sic isti , letterati , artisti, stu-
diosi di sociologia, studenti dell e
scuole superi ori . La fa ma del Cena-
colo Parmense superò i limi ti della
cinta del co llegio e dell a città di
Parma.
Don Baratta si adoperò con gli
scritti e la parola ad accrescere in-
torno al Solari la schiera de i disce-
poli. Con l' opuscolo Di una nuova
missione de l clero dinnanzi alla
questione sociale si fece personal-
mente "apostolo" del sistema sol a-
ri ano. Volle anche istituire una pic-
cola scuola agrari a, tu tta info rmata
alla dottrina solari ana, per i figli
della classe di piccoli proprietari, di
fattori , di mezzadri. La scuola co-
minciò molto modestamente, ma in
capo a tre anni del programma fis-
sato si ebbe il corso completo, fre-
quentato già da oltre 40 alunni .
Col sorgere del 1902, di fro nte al
rischio che La Rivista d' Agricoltu-
ra, per le stesse vicende dell 'Opera
de i Cong ressi, cessasse, don Baratta
e i sales iani di Parma si r isolsero ad
assumerla. La portarono da quindi-
cinale a settimanale, con nuove ru-
briche e una veste grafica migliore
grazie ai tipi dell a Fiaccadori. Oltre
alle numerosissime questioni agra-
rie, la Rivista trattava ampi amente
alcuni punti della teori a Solariana.
Più tardi per cura de lla Rivista si co-
,1,•,,\\,f,l\\_\\,\\,.,,a,
minciava la pubblicazione di una
piccola bibli oteca solariana in ele-
ganti fasc icoli. La congregazione sa-
lesiana, trami te il Bollettino Salesia-
no, incominciò una serie di mt icoli
per divulgare in modo elementare i
principi dell a nuova agricoltura.
UNA DOLOROSA
PARTENZA
Nel settembre del 1904 venne tra-
sferito a Torino come ispettore e
rettore dell a Chiesa di S. Gi ovanni
E vangelista. Lasc iava la città di
Parma, che l' aveva adottato, dove
aveva vi ssuto 15 anni di grandi gioie,
ma anche - come sempre - non po-
che amarezze e incomprensioni. A
Parma tornò qu alche volta in quel-
l 'anno per la scuola di Religione.
Non poteva star lontano dalla città
dove si era accattivato la stima e
l' affetto degli am ici, la riverenza e
l 'ammirazione degli avversari .
A Torino la malattia che lo tor-
mentava da tanti anni incrudelì. Fu
inviato all a natia Valvigezzo, ma
neppure dall 'm·ia balsamica delle
pinete ebbe solli evo. Il 23 aprile
1910 la morte l o co lse, quarantano-
venne, a Salsomaggiore, nella cano-
nica parrocchi ale, mentre si acc in-
geva a celebrm·e. A lla fede, come
elemento unifica nte della persona,
aveva dedicato il libretto Credo,
Spero , Amo, nel quale aveva offerto,
sotto fo nna di preghiera, quasi un
compendio dell a verità che aveva
insegnato agli allievi de lla "Scuola
di Religione".
Don Baratta: un educatore aperto
alla condizione giovanile, un con-
vinto assertore dell ' urgenza di an-
dare verso i giovani , un p romotore e
animatore di molteplici attiv ità di
apostolato, di studi o, di preghiera,
di tempo libero: dunque un portato-
re di patrimonio perenne di valori
educativi sempre attuali.
BS GENNAIO 1999

3.2 Page 22

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CITTÀ DEL VATICANO
I NUMERI DEL PAPA, DOPO 20 ANNI DI PONTIFICATO
Giovanni Pao lo II ha svolto una mole di lavoro che probabil-
mente nessun papa nell a storia è riuscito a eguag liare.
877
sono state le udienze generali concesse
13.800.000 le persone che vi hanno assistito
7
i conc istori celebrati
TORINO-HARAMBEE condo appuntamento a chiu-
sura de ll ' Harambee è stata la
157
i cardinali creati
Come ogni anno il convegno suggesti va cerimonia de lla
2.650
su 4.200 vescovi de l mondo sono stati nominati di qu anti hanno regalato le consegna dei crocefi ssi ai mis-
da lui
loro vacanze alle missioni , co- sionari partenti . Quella di que-
12
i sinodi dei vesco vi presieduti
me vo lontari organizzati dal st' anno è la 128 ° sped izione:
84
le vi site pastorali ali 'estero
VJS (Volontariato lnternazio- 37 i partenti di cui 24 sa lesia-
134
le vi site in Italia
nale per lo Svi luppo), si è ni, 8 Figlie d i Mari a Au-
700
que lle nell a città e dioces i di Roma
svolto a Valdocco per verifi- si li atrice, 3 laic i e 2 coniugi;
274
(s u 325) le parrocchie de lla sua diocesi visitate care il lavo ro estivo e fa re 14 i paes i di destinazione:
218
i vi aggi pastora li in totale
progetti d i futuro . Vacanze di Angola, Lituania, Ghana, Mo-
1.118.130 i km percorsi, che corri spondono a
lavoro, carità ed esperienza di zambico, Kenia, Argentina,
27
volte la circonfe renza de ll a Terra, e a
cresc ita. T ra i poveri si va Siberi a, Isole Solomon, Rus-
2,8
volte la distanza Terra-Luna
non solo per dare e insegnare sia, Albania, Etiopi a, Sri Lan-
720
i giorni fuori del Vaticano, quas i 2 anni
ma anche e fo rse soprattutto ka, Sierra Leone, Madagascar.
di pontificato
per ricevere e imparare. Il se-
3.078
i di scorsi pronunciati
1.000.000 in medi a di pe llegrini ali ' anno ve ngono ricev uti
180.000 persone all ' anno di media riceve in gruppi
pa rti co la ri
BREVISSIME DAL MONDO
64
i nuov i paes i con i quali ha all acc iato re lazioni
175
d iplomatiche
le nazioni con cui il Vaticano intrattiene rel az ioni
ROSARIO. A Rosario, Ar- portante il tema: "F ine mii-
gentina, arrestato un medico lenni o: tempo e modernità".
280
798
13
uffi c iali
i beati canonizzati in 35 celebrazioni
i servi di Dio beatifi cati in I09 cerimon ie
sono le encicliche scritte e un numero
incalcolabi le di di scorsi. Ha fo ndato o isti tuito
dopo il ritro vamento ne lla
sua c linica di ossa di picco-
le dimensioni , crani, schele-
trini , in un pozzo cieco ne i
sotterranei de ll 'edificio.
LONDRA. La sc ultura d i
Oscar Romero arcivescovo
di E l Salvador è stata posta
nell a abbazia di Westm in-
ste r co n altre di 1O perso-
- L 'lstituto Giovann i Paolo II per il Sahel.
VA T/CANO. Il Santo Padre naggi cri stiani di questo se-
- La fo ndazione "Popu lorum Progressio" per g li indigeni de l- ha riconosc iuto come lsti - colo considerati martiri dal-
!'America Latina.
tuto d i d i ritt o pontifi c io la C hi esa ang li ca na. C ' è
- La Pontific ia Accademia per la vita e le sc ienze sociali.
(dec reto 19/6/98), la fa mi - anche la statua di san Mas-
- La Gi ornata Mondi a le del Malato ( 11 fe bbraio).
g li a re li g iosa fo nd ata da l similiano Kolbe.
- La Giornata Mondia le de ll a Gioventù .
ERITREA
L'Etiopi a sta es pe llendo dal
suo territorio tutt i gli Eritrei. I
salesiani hanno aperto le por-
te de l loro nuovo collegio per
sistemare alla meglio c irca
2000 profu ghi . " È commo-
vente, scrive don Angelo Re-
gazzo, vedere la statua di Don
Bosco nel corr idoio de ll ' isti-
tuto attorni ata da materass i,
stuoie, borse e stracc i, stracc i,
stracc i. . . I profu ghi arri va no
in condizioni pietose dopo
giorni e giorni di viaggio, si
fe rmano il tempo per ri metter-
si. Gli si offrono due coperte,
qualche utensile da cuc ina, un
po' di soldi e po i si avv iano
verso le abitazioni di loro pa-
renti e/o amic i. Ne ll a foto il
campo profughi allesti to ne l
cortile del collegio sales iano.
cardinale Gu arino : "Le A-
pas to ie de ll a Sacra F ami -
g lia". L a congregazione,
fo ndata a Messina nel 1886,
cond ivide lo spirito salesia-
no e la mi ssione educati va.
BARCELLONA, SPA-
GNA . L ' Istituto Superiore
di Sc ienze Re lig iose lavora
a ll a c reaz io ne di un pro -
gramma d i stud i di teologia
pe r via te lematica. Il corso
BONN. La proc ura missio- sarà in Interne t dal pross i-
nari a de i sales iani e l 'ente mo mese.
"Gioventù III Mondo" han-
no orga ni zzato una marcia
contro lo sfruttamento de l
SEOUL. Il premio del Con-
siglio Nazionale per la Pro-
lavo ro de i ba mbini in c ui tezion.e dei Giovani è stato
so no imp li cate purtroppo assegnato e consegnato dal
noti ssime industrie . .. più di
6000 i manifestanti che a
Primo Mini stro de ll a Corea
de l Sud a l coadiutore sale-
I
metà percorso hanno incon- siano Hwahg Bok M an. A
trato 50 bambini di strada. don Benjamin Kim Keon è
andato il premi o per l'edu-
CASTELGANDOLFO. Si cazione cultu ra le e turistica
è svo lto ne ll a res idenza esti- de i g iovan i, a d o n Kim
va de l papa I' VIII incontro C he in g Soo qu e ll o pe r il
inte rn az iona le de ll 'Is titu to lavoro svolto come incarica-
pe r le Sc ie nze U m a ne di to centra le dell 'assistenza ai
Vi e nn a. S uggestivo e im - carcerati.

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•••••••••••••••••••••••
Iniziamo con questo primo numero di gennaio 1999
una rubrica che ci accompagnerà idealmente
nella visita alle più importanti basiliche giubilari.
Nel corso dei secoli sono state meta di milioni
di pellegrini, giunti anche attraverso mille peripezie,
da tutte le parti del mondo. Uno specialista ci guiderà
per prepararci al grande evento. Ai nostri
lettori l'esortazione a leggere
queste pagine per meglio capire
il Giubileo 2000! ,
••••••••••••••••••••••
ITINERARIO
VERSO-··
••••
LA MADRE
DI TUTTE LE CHIESE
di Natale Maffioli
San Giovanni in Laterano nella sua grande piazza accoglie concerti rock,
adunate sindacali, cortei di protesta, manifestazioni religiose e profane...
Ma da sempre ospita anche folle di pellegrini venuti nella città di Pietro
e per ascoltare la sua voce o rivivere le origini del cristianesimo.
i fu un tempo in cui tutte le
strade portavano a Roma:
era il tempo dei grandi
viaggi compiuti non per obbedire
a interessi econom ici, ma per ra-
gion i di fede. Nei secoli prece-
denti l'Anno Mi Ile e nei cento an-
ni che lo seguirono, quando le
•••••••••••••••
crociate non avevano ancora lan-
ciato il ponte tra Europa e Terra
Santa, le mete naturali dei pelle-
grini erano Santiago di Compo-
stela, nel nord-ovest della Spagna,
e Roma. La prima conservava, se-
condo la tradizione, il corpo del-
l'apostolo Giacomo, la seconda,
sede del Papa, era il centro della
cristianità, dove si trovavano le
tombe dei martiri, in primo luogo Facciata della basilica (A. Galilei, 1736).
quelle di Pietro e di Paolo.
la Città Etern a: le liturgie fantasti- LA CHIESA ANTICA
META DI FEDELI
che, i monumenti grandissimi, gli
imponenti resti del tempo dei Ce-
I primi sguardi saranno per la
Le grandi basiliche fatte costrui- sari e i tesori conservati nelle nu- basilica di San Giovanni in Late-
re dall'imperatore Costantino era- merose sue chiese. E molti, per rano, la cattedra le di Rom a e di
no la meta desiderata da ogni cri- pietà, penitenza o desiderio di tutta la Cristianità. Il più antico e-
stiano. Nelle lunghe sere d'inver- avventura, partivano a loro volta. dificio fu edificato, subito dopo
no, chi era tornato dal grande Anche in occasione del prossimo l'ed itto di Milano del 313, sul ter-
viaggio raccontava le meraviglie Giubileo in tanti si metteranno reno della fam igl ia dei Plauzi La-
viste. C'era anche chi ripeteva il sulle strade per Roma; le mete sa- terani (da qui la denominazione),
•••••
racconto di altri, lasciando libero ranno, come sempre, catacombe donato dall'imperatore Costantino
sfogo all a fantasia nel descrivere e basiliche.
a papa Melchiade. In origine era
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 1999

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••
Navata principale della basilica.
Mosaico del catino absidale U. Torriti sec. Xlii).
dedicato al Sa lvato re e solo più va nni di Stefano, cui si deve anche la voce in difesa del monumento
tardi assunse il tito lo de i due Gio- il disegno del grande tabernacolo anti co, ricco di stori a e di memo-
va nni: il Battista e l' Eva ngel ista . marmoreo che sormonta, ancor rie : sotto le sue navate erano ri-
La vasta chi esa era a cinque na- oggi, l'a ltare maggiore. Fino all 'oc- suonate le preghiere miti di Fran-
vate fo rm ate da quattro file d i co- cupazione francese di fine '700 il cesco d'Assisi, le parole di biasi-
lonne di marmo con splend id i ca - monumento custodiva due sp len- mo e di scomunica di Inn ocenzo
•••••••••••••••
pitelli, secondo un modello che
si ri faceva ad un tipo d i ed ificio
pubblico roma no, detto appunto
basilica. L' alta re si trovava al cen-
tro di un lungo transetto (il brac-
cio trasversale) nel qual e term ina-
vano t utte e cinque le navate.
L' abs ide era decorata con mosaici
e corredata della catted ra papale.
Vicino all a chi esa sorgeva il mo-
didi busti d'argento con quelle che
erano ritenute le reliquie degli
aposto li Pietro e Paolo, eseguiti, tra
il 1369 e il 1372, dall 'orefice se-
nese Bartolo di Giovanni .
Infine, per il Giubileo del 1650,
papa Innocenzo X la fece rimo-
dernare rad ica lmente dal Borro-
mini (1599 -1 667). Nessuno alzò
lii , di Boni fac io VIII. Fu per seco li
la residenza dei papi , visitata dal-
la gente semplice e dagli impera-
to ri . Dante Alighieri ricord ava la
folla del primo anno santo del
1300, Francesco Petrarca lamen-
tava lo stato di abbando no di
questa basilica da lui definita ma-
dre di tutte le chiese.
numenta le battistero a pianta ot-
tagonale, che servì da modello
per tutti i battisteri cri stiani del-
1'antich ità.
VICENDE
Fino all a metà del XVII secolo la
basilica fu distrutta e ricostruita
così rad ica lmente che l'attuale
ed ificio ha poco da spartire con
l'antico. Saccheggiata dai Vandali,
restaurata da Leone M agno, ri co-
struita da papa Sergio lii nel 905,
andò di nuovo distrutta da un pau-
roso incend io nel 1308. Rifatta, fu
ancora incendiata nel 1360; al-
••••
l'en nesima ricostruzione pose
mano un architetto senese, Gio-
Ciborio sopra l'altare maggiore.
Altare de l Sancta Sanctorum.
• • GENNAIO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ••• ••••
••••••••
••
Mosaico del Cristo Pantocrator
nel Sancta Sanctorum.
Al posto delle fi le di co lonne
dell a lunga navata centra le (130
m.), ormai intaccate e rese insta-
bili dai ripetuti incendi, il Borro-
mini eresse dei pil astri, al centro
dei quali ricavò delle ni cchie, cir-
condate da co lonne di marmo
verde antico e da un coronamen -
to fa ntas ioso. Nell e ed ico le co l-
Esterno del Battistero.
.••••
locò le statue marm oree dei dodi-
ci aposto li, opera dei migliori
sc ulto ri del momento: Ru sconi,
Legros, Ottoni, Mazzuo li, M on-
not, De Rossi, M oratti. Sopra le
nicchie fece mode ll are de i basso-
rili evi con scene da l Vecchi o e
Nuovo Testamento. Non toccò il
soffitto di legno dorato messo in
opera quas i un seco lo prima, ai
tempi di papa Pi o IV. Anche il pa-
vimento rimase quell o antico dei
Cosmati, la fa migli a ro mana di ar-
ti giani de l marmo, che aveva rea-
li zzato i pav imenti di tutte le chie-
se importa nti dell a città . La ristrut-
turaz ione terminò nel 1736 con la
costru zione dell a facc iata in tra-
vertino, su progetto dell ' architetto
Alessa ndro Galilei, che ricorda
quell a di San Pi etro al Vaticano.
OGGI
Dall a finestra centrale del log-
giato superiore si affaccia iI papa
per la bened izione, quando pren-
de possesso dell a sua catted rale
all ' in iz io del pontificato . Dal por-
tico al pian terreno si aprono cin-
que porte. Q uella centrale in bron-
zo, antichi ss ima, proviene da ll a
Curi a Senatoria del Foro Romano.
È im poss ibi le descrivere tutti i
monumenti disposti lungo le na-
vate latera li e nel transetto; alcun i
sono stati co ll ocati dopo gli inter-
venti de l Borro mini , altri proven-
go no da ll a bas il ica antica. L'a r-
chitetto per il nuovo arredo uti -
li zzò elementi provenienti da ll a
vecchi a basili ca: affreschi ed edi -
co le di gusto cosmatesco de l se-
co lo Xlii con le tipiche decora-
zioni geometriche rea li zzate a
mosa ico, inserite in monumenti
di fattura barocca; sa lvò un bra no
prez ioso dell a decorazione anti-
ca : l'affresco attri buito a Giotto
dove è rappresentato papa Boni-
fac io VIII che ind ice il primo Gi u-
bil eo dell a stori a cri stiana nel-
l'ann o 1300.
Acca nto all a sepo ltura di Pao lo
Me ll ini, morto di peste nel 1527
al tempo del Sacco di Roma, e
che conserva una Mado nna con
Bambino proveni ente da l Co los-
seo, co ll ocò il sepolcro del giova -
ne ca rdin ale Acq uav iva, compo-
sto da alcu ne scu lture quattro-
centesche di Isa ia da Pisa. La ba-
sili ca conserva anche le tombe
dei pap i Sergio IV, Alessandro 111 ,
Innocenzo lii; e il curioso monu -
mento a Sil vestro 11, al quale la
trad izione attribui sce strani rum o-
ri ad ogni morte di papa . All a fine
de l seco lo scorso, papa Leone
Xlii commi ss ionò al Vesp ignani il
prolungamento dell'abside.
ADIACENZE
Il complesso di Sa n Giovanni in
Laterano non si riduce all a so la
bas ili ca. Co llegati all a chi esa vi
so no il gra nde Palazzo Pont ifi cio,
il Chiostro, il Battistero, la Sca la
Sa nta con il Sa ncta Sanctorum.
11 Palazzo Pontificio fu fatto rie-
difi ca re da Sisto V nel 1586 dal-
l' architetto Domeni co Fontana, in
sostituzione di un complesso reso
fa ti scente da l tempo e da ll ' in cu-
ri a. Lo splendido Chiostro, co-
struito tra il 12 15 e il 1232 da i
Vassa ll etto, padre e fig lio, si di-
sp iega sui quattro lati del porti co
co n un a teoria di co lonne bin ate
(dopp ie) dall e fo rm e pi ù va ri e: al-
cune li sce, altre attorcigli ate, altre
ancora ri vestite di mosa ici. La co-
struzione del Battistero, detto san
Giova nn i in Fon te, ri sa le all 'epo-
ca costa ntin iana; la struttura at-
tuale, a pianta ottagona le, è pas-
sata attraverso numeros i rifac i-
ment i. L'inte rn o è ideal mente di-
viso in due da una seri e di mae-
stose co lon ne di porfido rosso e
••
.••••••••••
••••••••••••
••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 1999

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•••••••••••••••••••••••••••••••zVMreddsaCeiaGddv,LppleeIrlniUlozierAtiialliùcnorslfoLcloinalhotiepCoeacBorndOveolicbnactigAuiaceslvosheehaimsSivnSoietumlteoinotoaervaàIeoSpsnLgap,asulviedelgIoAadlopiteCrelaertlbson,oreuttlARldeloaeemengsc'adoirogdgnehntICmllareairOmaeReeriiiovRgatmuseitlouna;iitesemI.nfeiS1moaunacnaeiLr5mTltatrotBloaaiidl3eIdrmetaAa.aeia8eripsnoadaNal.plpMldiilsrl'elaAiiraeniPicfeùialsdfezaal,aeaobrszairpafrnacairidiaipmcaomgtndoesitiaicnicotosiaeSbeilaneiiicAnziigntbctsitdetzhnufàtadtzaoaaooeaa,,-s-aicvaielialsclvevaefpbCssXnllauaoaatilreecVmenoarsrcihdiallmisctaaocioiceootsetvias1arliaal.clselemnia5iosnu,tonevciE,ot8secziiaonanbiTanco8.ineallalrtuiorfSeitosgablesptfrz1moieet,1eitlilaiaz,ieatlùaccsorovetpinloeaofaoagsedeainctrngnaczeadonrcalolpaltizrniotaniii,iosTsissùdilctl,petlteeCrliaioaootacronbdatriTrecnomoreiiuedsdusatalllotavaiteaetCdaroamCrrveutRlcI'oe;ptuVa,Einohceosurnagaecinsatbimnzn,ravoiebctaelcoItnR'aullpVotooaillMectioo.n.p3in.hsindnmEialnA5ieaeiootsrleao7oaa,--li ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Scala Santa.
della basilica pagana. A metà del 1800, ripresa l'indagine sugli edifici più anti -
chi della cristianità, si avanzarono nuove ipotesi: la più interessante afferma
che fu il culto a determinare la struttura essenziale della basilica cristiana.
Teorie a parte, la liturgia, scopo principale delle basiliche paleocristiane, do-
veva segnarne profondamente la struttura, ma anche una destinazione prati-
ca così particolare non poteva prescindere da tipologie ed elementi architet-
••••••••
tonici preesistenti . Alla form azione della struttura basilicale rom ana hanno
dunque concorso fattori spirituali e materiali insieme. I fattori spiritual i sono
le speciali esigenze della liturgia ed una certa avversione dello spirito cristia-
no più antico verso lo sfarzo mondano . Fattori materiali sono i singoli ele-
menti architettonici.
Gli elementi fondamentali della basilica paleocristiana erano tre: ingresso,
navate e presbiterio. L'ingresso era normalmente preceduto da un elemento
arch itettonico ch e serviva a dare l'idea di separazione tra lo spazio profano e
il recinto sacro. Poteva essere costituito da un ampio atrio o da un portico.
Era anche chiamato nartece ed era il luogo dove sostavano i penitenti.
Le navate, formavano il corpo dell 'edificio basilicale. Normalmente erano tre ,
come nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, ma San Pietro, San
Giovanni in Laterano, San Paolo Fuori le Mura ne avevano cinque, separate
da colonne collegate con arco o architrave. La navata mediana aveva uno
sviluppo maggiore in larghezza e altezza delle rimanenti , dette minori. Le
Veduta della decorazione interna
del battistero.
sue pareti principali erano suddivise orizzontalmente in tre zone sovrappo-
ste : la teoria delle colonne , lo spazio uniforme decorato ad affresco o a mo-
saico con scene tratte dalla vita dei santi o dall'Antico e Nuovo Testamento , e
la fascia delle fin estre generalmente chiuse da sottili lastre di alabastro e di-
marm o bia nco, im postate su due
pi ani. Il fo nte in ba salto verde è
frutto di una ristru tturaz ione rin a-
sc imentale; l'edificio è il più anti-
co che la chi esa rom ana abbi a
sposte in sintoni a con gli intercolunni sottostanti .
Le navate convergevano verso l'altare come centro ideale di tutto l'edificio.
Quando le navate erano numerose, sfociavano nel transetto , a forma di
vasta sala, aperto sulla navata centrale da un grande arco detto arco trionfa-
le. La copertura delle navate era a capriate a vista oppure piatta, arricchita
da una fitta cassettonatura.
destinato a questa funzione.
Ultimo elemento era il presbiterio , un vano semicircol are o poligonale nel
La Scala Santa è fo rm ata dai quale sfociava la navata principale . Sul fondo era collocata la cattedra (il
gradini che la tra di zio ne di ce es- trono) del vescovo fra due bancate per i presbiteri. All'inizio dell'abside (la
sere quelIi perco rsi da Ges ù nel parte curva del presbiterio) c'era l'altare, sormontato da un ciborio (una
palazzo di Pil ato a Gerusa lemme sorta di baldacchino) di marmo o materiale prezioso. Attorno all'altare della
il Venerdì Sa nto; il Sancta Sanc- Basilica Vaticana, per esempio, c'era una pergula formata da colonne tortili
torum (anti co oratori o pri vato del di marmo bianco collegate da un architrave.
papa) è decorato da spl endide Attorno all'altare si disponevano i sacerdoti e i chierici assistenti alle liturgie.
••••
pitture, opera di arti sti de ll a scuo-
la romana del 1300; ancor oggi si
custod iscono all ' inte rn o numero-
se reliquie di sa nti. Q uesti due
In seguito anche i cantori ebbero il loro spazio nel presbiterio , al punto da
dare il nome ad una sua parte, detta appunto coro .
Nessuna città del mondo ha conservato tante vestigia dell'architettura cristia-
na pi ù antica qu anto Rom a.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
• • BS GENNAIO 1999 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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Redazionale
11 MGS veneto in bici per
1600 km .
Per chi fa un cammino di
ricerca per un intero anno ,
sorge ad un certo momen-
to la necessità di un 'espe-
rienza forte , di un periodo
diverso , per fare il punto ,
Poi Lisieux , dove un'i-
approfondire , verificare , ri -
gnorante secondo i para-
pensare , vederci chiaro,
metri correnti , per la Chie-
insomma. Viene subito in
sa è "Dottore": aveva den-
mente un posto tranquillo ,
tro la scienza di Dio, la più
lontano dal chiasso , maga-
alta e sublime delle scien-
ri immerso tra il verde dei
ze, perché è quella su cui
monti , rotto solo dai rumori
poggia l'universo e la vita.
terapeutici della natura ...
Lisieux risuona del canto di
, anzi lassù , quasi na-
una giovane donna inna-
scosto al mondo , ti senti
morata della Vita. Lisieux,
predisposto a fare ciò che
dove una piccola donna
normalmente non fai o fai
vale più di una regina.
con fatica: per esempio fai
a meno della TV, del com-
Infine Taizé, quasi un
puter, della discoteca, del
sogno : una comunità di
motorino , della sala gio-
giovani che hanno dimenti-
chi. .. e riesci a pensare , a
cato il colore della pelle,
concentrarti su te stesso ,
perché la pelle di Dio non
a scavare in profondità, a
ha colore , hanno dimenti-
pregare ... Solo la casa in
cato le origini diverse , per-
UN CAMPOSCUOLA montagna, o il convento
tra i boschi offrono questi
ché scavando più a fondo
hanno scorto l'un ica comu-
privilegi? No . Anche la bici.
È proprio così!
SPECIAL
ne origine ; che hanno di-
menticato la lingua diversa,
perché investiti dal vento
Possono attestarlo in
I campiscuola si fanno generalmente dello Spirito si sono accorti
molti ormai : giovani impe-
gnati del movimento giova-
nile salesiano, in ricerca,
in montagna, comodamente ospitati
in strutture costruite ad hoc, con orari
che per intendersi non c'è
bisogno di una lingua par-
lata.. . il linguaggio del si-
come tutti dovrebbero es- precisi per le sessioni, le lezioni, il gioco, lenzio, della musica, del
sere, che durante l'anno
parlano, discutono, leggo-
no, studiano, ogni estate, si
il riposo, le passeggiate, la liturgia ...
Ma si può fare anche diversamente.
gesto , e soprattutto della
preghiera è universale.
mettono in marcia. È il
Un camposcuola del
tempo della prova: "tra il parlare e il vivere ci sta in tutto speciale, un tour de France che non ha visto
mezzo il provare", dicono. E così caricano lo zaino di un vincitore, perché ha regalato la vittoria a tutti.
tutto quello che occorre per "sopravvivere", tenda
compresa, inforcano la bici , e via... a provare. Che
cosa? Provare la fatica, la precarietà, il viaggio ... e
ancora provare a riflettere , a tirare conclusioni , a rag-
giungere delle mete.
Già, le mete! Quest'anno sono state tre , che hanno
dietro una storia gloriosa, che più gloriosa non si
può: Cluny, Lisieux, Taizé...
Cluny prima di tutto . Quasi una civiltà. Cluny che
ha "formato" l'Europa: splendore di potenza, faro di
cultura, antenna di spiritualità. Cluny mille anni di sto-
ria : quella dell'evangelizzazione d'Europa. Cluny di
cui restano solo rovine ... Non vorremmo che fosse
presagio .
8 S GENNAIO 1999

3.8 Page 28

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Un itinerario attraverso il Perù salesiano da Lima a Cuzco,
ISTAN itNEE
PER IL FUTURO
di Maria Antonia Chinello
Quando la casa fu
trascinata via dal fango
e dall'acqua, sogni
e progetti sembravano
essere crollati con lei.
Suore, assistenti sociali
e volontari guardavano,
sconsolati, il disastro.
Era la casa dei
"chorrillos ", i bambini
che vivono ai margini
della città di Lima,
nella zona più estrema
del litorale, dove
l'oceano si sa che c'è,
per via del rumore
più che per il panorama
che offre.
U na casa costruita quasi in
riva al mare .. . Sono bastati
alcuni anni , l ' um id ità dov u-
ta a infi ltrazioni di un corso d ' acqua
sotterraneo , un po ' di pi oggia, così
rara a Lima, e giù . . . come un giun-
co piegato dal troppo peso.
Ma, dopo il primo momento di
smarrimento, si sono rin sa ldati l' au-
dacia e il proposito di ricostruire per
offrire un ambiente educativo ai
bambini e alle bambine de lla strada.
La voce è ci rco lata: " C i s i ritrova
sull a spi aggia: le atti vità continua-
no". Arri vano in 700.
UNA CASA
PER I "CHORRILLOS"
Il sindaco della città aveva fa tto
costruire un edific io da adibire a ca-
sa per i ragazz i e cercava una con-
gregazione religiosa che potesse ge-
stirla. Le Figlie di M aria Ausiliatri-
ce, a loro volta, cercavano locali pe r
un 'opera a fa vore dell ' infa nzia e del-
l' ado lescenza a ri schi o.
Da questa coinc idenza è nata, ne l
I993, la "Casa del bambino" ne l
ri one Chorrill os. II qu arti ere è ai
confini , punto cli ri fe rimento per g li
ultimi che g iungono all a capi ta le in
GENNAIO 1999 BS
cerca cli lavoro , casa, fo rtuna. Qui i
m ezz i pubblici stentano ad a □-i vare .
La c ittà sta fat icosamente cercan-
do un nu ovo assetto politi co e so-
ciale. "Lima rinasce e la sua gente
agisce". Lo slogan campeggia agli
sv inco li delle grandi arteri e, sovra-
sta i palazzi del centro storico, oc-
chiegg ia tra la pubblicità dell e ban-
che, delle paraboliche . . . M a c
sempre un prezzo da pagare, anche
in costo umano di povertà e di
esclusi.
La crisi economi ca ga loppa, si in-
sinu a il fe nomeno del lavoro nero e
l' in stabilità occupazionale diventa
sem pre più grave. Le fami glie cer-
cano nuovi mezzi cli suss istenza:
anche i bambini devono aiutare a
raci molare il magro pasto quotid ia-
no . C resce l' abbandono sco lare, si
accentuano i fenomeni d i d isag io.
La situ azione è ad alto rischi o, so-
prattutto per i g iovani.
L' Hogar de l N ino è uno tra i ten-
tati vi che le F iglie di Mari a A usili a-
trice di Lima avanzano per ri spon-
dere all a situazione d i bambini e
adolescenti semi abbanclo nati dalle
fa mi g li e, per i qu ali la strada di venta
casa. Il progetto è chi aro fin dagli
ini zi. Suor Rosa Ball on, l' ideatri ce,
lo cond iv ide con a lcune sore ll e , e
assieme a loro e a tanti laici ini ziano
l' avventu ra di creare un tetto per chi
ha solo povertà, so litudine e abban-
don o lungo le strade faticose e tri sti
del! 'emarg inazione e del bi sogno.
IL MARE Al PIEDI
Il crollo non ha impedito cli co nti-
nuare a pensare un futu ro per i
"Chorrillos" . Mentre prosegui vano i
lavori di restauro, i laboratori , le
aul e di studio, il refettorio hanno
tras locato sulla spi agg ia. Se prima il
mare lo si scorgeva dall e ampi e fi -
nestre, ora lo si aveva ai piedi.
"La Provv idenza ci ha aiutato -
confida commossa suor Hortensia - .
Con tutti i ragazz i, le bamb ine e i
g iovani che continuavano a fre -
quentare con assid uità la nostra 'ca-
sa ' c i chiedevamo come av remmo
affrontato l' inverno. In vece, mai un
g iorno di pioggia o di freddo. Su
quell o scampo lo di spi aggia e cli
mare c 'era sempre il so le".
"Con i ' Chorrillos' si vive la peda-
gog ia cie li 'amore in concreto - d ice
suor Virg ini a - . Andiamo avanti con
affetto e pazienza. Constati amo che
ne i ragazzi e nelle bambine diminui -
sce l' aggress ività. I momenti più at-

3.9 Page 29

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dal mare alle vette silenziose delle Ande.
tes i, oltre al gioco, sono quelli dello
studio. Li seguiamo e li aiutiamo a
reinserirsi nell ' ambiente sco lare,
abbandonato anche da molto tempo.
Noi, e gli altri operatori sociali, cre-
di amo che l'educazione sia la carta
per pensare un domani migli ore".
Carl os, Edgar, Zoila, JoeJ e tanti
altri l' hanno capito presto. Accanto
allo studi o c ora la voglia di impa-
rare una professione e di guadagnar-
si da vivere con le pro prie mani.
Sorgono così i laboratori di produ-
zione di ciabatte e portachiavi. Sono
loro stessi a venderli agli incroci,
nelle piazze, dove c'è fo lla e dove
arrivano i turisti .
C'è addirittura una banda: tanti
tamburi , trombe e strumenti a fiato
tipici dell a cultura peruvi ana. Con i
ragazzi e le ragazze si va all a ricer-
ca delle proprie radici, per riappro-
priarsi della prop ria storia e di _quel-
la del popolo di appartenenza. E una
fes ta poter cantare e danzare, coin-
vo lgere nel cammino di scoperta
anche i genitori.
Un 'attenzione particolare è rivolta
alle fa miglie. L' intento è quello di
aiutare a ricostituirle dove non ci
sono e rafforzarle dove vacill ano . Se
un giovane, una ragazza non hanno
un punto di rife rimento affettivo si-
curo, li aiuti amo a ritrovarli. Per
questo c'è tutto un lavoro fo mrntivo
con papà e mamma che va dall 'edu-
cazione religiosa a quella sanitari a
dei fi gli. L'opera, nata nell ' ottica
della preventività e soprattutto per
offrire "spazi di fa mi glia" ai ragazz i
e alle ragazze più poveri , è proietta-
ta verso il futuro.
I Lima (Perù). Attività di laboratorio
alla casa "hogar del nino"
di Chorrillos.
Cuzco (Perù). Suor Rosa suona
durante un momento di festa.
LA CASA SULLA COLLINA
Per arrivare ci si deve arrampicare
su , per le stradine irte di Cuzco . La
città, infatti, conserva ancora intatti gli
antichi camminamenti incas. La casa
è una macchia bianca, un approdo
invitante per chi vuole anche solo go-
dersi una splendida vista dell'intera
vallata.
Accanto alla grande scuola professio-
nale, rinomata in tutta la regione, al
vivace oratorio salesiano dal cortile
traboccante di ragazzi , da alcuni anni
c'è la "Casa Don Bosco" ed è un am-
biente aperto per tutti quei ragazzi
costretti ? scegliere la strada per abi-
tazione . E la scelta dei salesiani di of-
frire ai giovani una opportunità in più
per entrare nel mondo del lavoro e
per affrontare il domani con prospetti-
ve maggiormente umane.
I ragazzi, circa una ventina, sono ac-
colti in un ambiente di famiglia. Stu-
diano, lavorano, giocano , fanno vita
di casa. I salesiani programmano con
loro attività e progetti a lungo termi -
ne. Per dare significato al tempo e
valore al domani.
CUZCO SCUOLA
Lima (Perù).
Un gruppo di "Chorrillos".
AD ALTA QUOTA
meglio per le ragazze che accogli a-
Dopo alcune ore di volo da Lim a, mo nell a scuol a".
si atterra nel cuore delle Ande.
E questa unità di intenti tra suore,
Cuzco, che in lingua quechua si- collaboratori, collaboratrici, genitori
gni fica "ombelico del mondo", con- e studenti si riversa come segno nel-
serva intatto lo splendore di antica l'intera città.
capitale de l1 ' impero Inca. Situata a Le autorità locali hanno chiesto
3.800 metri di altitudine, la città si alle suore di istituire la scuol a po-
presenta custodita dai picchj delle meridi ana per i bambini più poveri.
Ande, che le fa nno corona. E meta Si è potuto rispondere positi vamente
continua di turisti all a ri cerca di bel- alla domanda perché gli insegnanti ,
lezze arti sti che e culturali , testimo- le exallieve e i cooperatori hanno
nianze di un popolo profo ndamente dato la loro disponibilità di tempo e
legato all o spirito della natu ra.
di competenza professionale.
Sales iani e Figlie di Maria Ausi- Sono numerose le manifes tazioni
li atri ce ci sono da anni . Le due in cui pubblicamente si rende ragio-
sc uole hanno formato ormai genera- ne dell a proposta culturale attu ata
zioni di uomini e donne. La conti- dalla comunità del Collegio. Per
nu a ricerca di una qualità educati va esempio, la partecipazione come
contraddi stingue e coinvolge la co- scuola all e manifestazioni dell 'lnti-
munità educante del Co ll egio Mari a Raimi, la festa del sole, un 'antichis-
Ausili atri ce. Qui , poche suore con- sima tradi zione quechua. Nella Pla-
di vidono con numerosi laici e laiche za de Armas, il centro ideale di
la fatica quotidi ana di stare al passo Cuzco, ci si incontra per momenti
coi tempi .
di rivi sitazione cultural e, stori ca e
Sono loro che accolgono gli ospi- arti stica. Qui, le istituzioni scolasti-
ti , organizzano le fes te, coordinano che possono presentare danze folk-
alcune aree d' insegnamento. Anto- lori che che sono il c ulmine di tutto
ni etta, pres idente del gru ppo dei do- un lavoro svolto du rante l' anno nel-
centi , è entusiasta. Crede all o spirito la scuola.
sales iano e all a forza del metodo Sempre pi ù spesso, sales iani e Fi-
preventiv o: "Ci sentiamo comuni tà glie cli Maria Ausili atrice suscitano
che ' in sieme' pensa, attua e verifica ammi razione e stima per il loro la-
il progetto ed ucativo. Si ricerca il voro ed ucativo e fo rm ativo.
O
BS GENNAIO 1999

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità o c uro di Giuseppe Moronte
i5NRJco jifgo1.1.,1
--~ IL PROBLEMA
~.,,..,,.., ~ON È MIO
,,....~i-i.,ll,g)I E Tuo · · ··
c.~-,1 •.>;,,
,~,_-
f't"«ot../~n•
-z,::-
fZ:'J,,.,._,t/
1411,-fr/Ht:J
,N.,tt.v,t,,r.l
~ lil>e-t-1,i
l'ff r,/•
"'.p5Ei1
IL PROBLEMA
~ON E MIO ...
E TUO
Romanzo
Come far soffrire
gli altri e...
perdere il vizio
di Enrico Rolla,
SEI, Torino 1998
pp. 206
L'autore di questo libro
risponde ad alcune do-
mande importanti rela-
tive all'analisi dei com-
portamenti che spesso
si usano per far star
male gli altri : per quan-
to tempo si può star
male per la perdita del
lavoro, di denaro o di
un affetto? È possibile
diventare persone posi-
tive? Abbiamo fiducia in
noi stessi?
Con linguaggio ironico,
il testo orienta a com-
prendere i meccanismi
del nostro comporta-
mento: il cattivo com-
portamento (1°); come
è possibile imparare il
buon comportamento
(2 °); come allontanare
tutto ciò che ci impe-
disce di essere in pace
con noi stessi (3°).
Usando uno stile descrit-
tivo gradevole e diver-
tente, passo dopo pas-
so, si imparerà a volersi
bene, a non fare propri i
problemi degli altri, a svi-
luppare un atteggiamen-
to personale positivo.
~~~
INFANZIA
L' 'AN~~DRE
pROBLrE,Mvi
DEL p,-.
EDUCA
DALLA PARTE
DEI BAMBINI
Per difendere i nostri
figli dalla violenza
di Vittorino Andreoli
Rizzali, Milano 1998
pp. 230
Si tratta di una guida com-
pleta e aggiornata per ge-
nitori, insegnanti ed opera-
tori sociali; una storia del-
l'infanzia e dei principi e-
ducativi con una denuncia
coraggiosa dell'indifferen-
za nei confronti dei bambi-
ni, perché analizza con ri-
gore e capacità divulgativa
la loro condizione nella
nostra società.
VIT TORINO
ANDREOLI
J?alla parte
dei bambini
Pu difendere i nostri figli dalla violenzci
Rizzoti
È una ricerca dalla parte
di bambini , orientata a pre-
sentare alcuni modelli e-
ducativi che possono con-
durre ad un armonioso
sviluppo della personalità
infantile: un bambino ama-
to , rispettato , nutrito nel
corpo e nello spirito , non
si lascerà sedurre da falsi
simulacri di amore. In real-
tà, solo una società at-
tenta ai bisogni dei più
piccoli è una società viva,
vitale , che può ancora
sperare di avere un futuro.
CHI È DIO PADRE?
di Angelo Viganò
LDC, Leumann (To) 1998
12 fascicoli di 32 pagine
Nel cammino di prepara-
zione al Giubileo , il 1999 è
l'anno dedicato a conosce-
re il Padre . Questi 12 fa-
scicoli , in modo agile, per-
mettono ai cristiani una co-
noscenza che consente di
cogliere meglio il senso del
nostro esistere nella fede .
I temi dei fascicoli (D io
cammina con gli uomini ,
Dio Padre , Dio Creatore ,
L'uomo nuovo , La legge,
La coscienza morale , Il
progetto cultu rale , La pre-
ghiera, Il rispetto della vi-
ta, L'impegno sociale e
politico , Maria nel disegno
del Padre, La carità: amo-
re di Dio e dell 'uomo) of-
frono una lettura riflessa
che , mese dopo mese , fat-
ta personalmente o in fa-
miglia o nei gruppi parroc-
chiali, può avvicinare i cre-
denti , in forma semplice ,
alla Persona di Dio Padre ,
per una adesione di fede
più cosciente e coerente.
IL MANUALE
DELLA MAMMA
QUASI PERFETTA
di Anne Schapiro-Niel
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 240
Per la prima volta una gui-
da (che si rivolge alle madri
che non sanno come con-
ciliare la vita di madre , la
vita di moglie e la vita pro-
fessionale) unisce aned-
doti , consigli pratici , calore
ed entusiasmo , tenerezza
comunicativa di una madre
per quelle mamme che
vogliono vivere la stessa
esperienza.
Vi si trovano centinaia di
consigli quotidiani per
semplificare la vita, rima-
nere positivi in tutte le cir-
costanze , dare ai figli i
mezzi per crescere bene,
creare e mantenere un
rapporto di scambio e di
comprensione, dar loro
passione per gli studi , lo
sport e le relazioni sociali ,
discernere i conflitti , in-
staurare il dialogo.
NO N SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
di retta ment e all e ri spe tti ve
Edi trici.
GENNAIO 1999 8S

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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ACCOMPAGNARE
DIETRO L'APPARENZA TI OFFRO IL MIO CUORE
I GIOVANI
L'approccio centrato
O SIGNORE
NELLO SPIRITO
sulla persona nel lavoro di Madre Teresa di Calcutta
di Jesus Manuel Garda con gli anziani
Ed . Oscar Mondadori 1998
LAS, Roma 1998
di Gian Luca Greggio
pp. 85
pp. 264
La Meridiana,
Molfetta (Ba) 1998
È una raccolta di pensieri,
Chi vive coi giovani si ren- pp. 96
lettere , preghiere di quella
de conto di quanto siano
piccola grande suora co-
per loro importanti perso-
nosciuta come Madre Te-
ne che sappiano trasmet-
Gian Luca Greggio
resa. "Matite nella mani di
tere valori , che aiutino a
Dio", ella continua a realiz-
gustare la vita, a dare sen-
zare il prezioso progetto
so allo studio , al lavoro,
che l'ha portata sulle stra-
all 'amicizia, al divertimen-
de della sofferenza di tutto
to, al denaro, all 'amore, al
il mondo , per appagare la
tempo libero , alla disoccu-
sete di carità che ha con-
pazione , allo stesso falli-
trassegnato la sua esisten-
mento . La presenza di un
za . Un libro da leggere
accompagnatore diventa
d'un fiato , poi da sorseg-
così fratello nell 'avventura
giare, mentre la narrazione
della fede , compagno di
diventa preghiera, ascolto ,
viaggio , guida per scoprire
silenzio. "La parola di Dio
le vie che portano all 'e-
non ha bisogno di discorsi,
sperienza di Dio.
si alimenta nel silenzio, si
Di fronte alle diverse pro-
nutre di semplicità". Una
poste culturali, il volume
testimonianza che le sorel-
descrive il ruolo di questo
le Missionarie della Carità
accompagnatore spirituale
hanno raccolto in questo
che ha il compito di aiuta-
re il giovane a fare ordine
nella propria mente e nella
propria esperienza di vita,
sottraendolo ai rischi del
soggettivismo e sostenen-
dolo nelle scelte . Si tratta
di un "direttore spirituale"
che ripropone in forma nuo-
va il problema della peda-
gogia della fede, intesa
come esperienza spirituale.
Mettendo al centro del pro-
cesso educativo la perso-
na, l'autore riflette sul mo-
do con cui la relazione di
aiuto , mettendo in primo
piano le persone anziane ,
produce reali cambiamenti
nelle persone anziane, ne-
gli animatori ed operatori
sociali , nei geriatri, negli
amministratori ed infermie-
ri, negli psicologi: in tutti
volumetto e che offrono al
mondo . È l'eredità della
Madre. Un 'esistenza tra i
più poveri dei poveri , i non
desiderati , i non amati.
l a dr e Te r esa
di Calcull:t
coloro cioè che in qualche
modo si relazionano con il
mondo degli anziani .
La metodologia del rac-
conto , abbondantemente
usata in questo testo, in-
troduce il lettore nel con-
T ì o ((ro i l mi o c u~Hc
o S ig 11tu-e
creto e quotidiano mondo
della terza età, aiutando a
leggere il proprio punto di "Siamo chiamati a toccare
vista, il proprio bisogno di con mano il corpo di Cri-
affetti e di relazioni ; favo- sto sotto forma dell'uma-
rendo la disponibilità per- nità sofferente". Un apo-
sonale perché ciascuno di- stolato nel mondo del do-
venti protagonista della lore con la gioia sul volto
propria età e del proprio e lo sguardo al cielo .
tempo .
Luigia ferace
Il progetto dell 'opera in
tre parti si allarga all 'in-
tero orizzonte educati-
vo. A partire dalla re-
sponsabilità specifica
della comunità cristiana :
• integra l'apporto delle
diverse istituzioni por-
tando il confronto sul
contesto culturale e so-
ciale che conferisce o
sottrae credibilità al dato
religioso ;
• verifica il versante ec-
clesiale e scolastico in
cui l'educazione religio-
sa viene tematizzata;
specifica queste dimen-
sioni che risultano com-
plementari e distinte.
La prima parte ha carat-
tere interpretativo (in•
troduzione, nuclei te-
matici): descrive l'espe-
rienza umana nel suo
processo di maturazio-
ne, in cui la religione ap-
pare come dimensione
decisiva.
Nella seconda parte
vengono descritti i pro-
cessi che facilitano il
rapporto educativo e si
offrono itinerari secon-
do una strategia specifi-
ca per ciascun ambien-
te: parrocchia, scuola,
ecc.
La terza è informativa (il
lessico).
L'enciclopedia è affian-
cata da una rassegna
bibliografica (verrà ag-
giornata ogni anno) con
un repertorio ragionato
sugli strumenti operativi
più recenti. I destinatari
di questo modernissimo
strumento di lavoro sono
gli educatori , sia quelli
che si attestano sul ver-
sante della ricerca (stu-
diosi , pedagogisti, cate-
cheti) che quelli che o-
perano nella prassi (pa-
stori , catechisti , inse-
gnanti di religione) .
BS GENNAIO 1999

4.2 Page 32

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L/;1/E-
Molti episodi
di intolleranza
-
hanno caratterizzato il '98
soprattutto in ambito g1.ovam.·:/e.
. L'ARANCIA
___J
ETORNATA
di Mario Scudu
La violenza sembra caratterizzare
frange sempre più numerose
del mondo giovanile e fasce
d'età sempre più basse...
Piccoli bulli non solo di
periferia si aggirano per
le strade, negli stadi, in
famiglia, ma soprattutto
si annidano nelle scuole.
Che sta succedendo?
"A rancia Meccanica", quando uscì nei primi anni
'70 , vietato ai minori di 18 anni , fece scandalo .
È diventato un "cult movie": la sua riedizione nel 1988,
proibita ai minori di 14 anni , ha attirato un grande
pubblico . Molti i giovani. Conclusione allarmante: la
soglia di tolleranza alla violenza sugli schermi è da
aggiornare anche per i minori: la metabolizzano e,
purtroppo, la riproducono più facilmente .
ALLARME ROSSO
È suonato l'allarme rosso per l'esplosione di baby
criminalità in varie nazioni. Il triste primato appartiene
agli USA: ragazzi che hanno ucciso a scuola compa-
gni e insegnanti , a casa genitori e nonni, per strada i
"nemici" delle bande rivali. Ma nessun paese ne è più
esente : "Mr Muscle Man" ha larghissima audience , in
Francia, in Giappone, in Belgio ; in Germania Der Spie-
gel gli ha ded icato una copertina dal titolo "I piccoli
mostri". Psicologi e sociologi appaiono sconcertati.
Anche in Italia l'aumento è esponenziale . La Doxa ha
rivelato , in ambito scolastico , non solo l'aumento di
una generale indisciplinatezza e insubordinazione , ma
anche di pestaggi , minacce , estorsioni , che vanno sot-
to il nome di bullismo, sul quale psicologi ed educatori
riflettono e invitano a riflettere . La cosa che colpisce di
più è la presenza di tanti "mini aspiranti bulli" già nelle
scuole elementari. In una recente ricerca condotta da
Differenza Donna di Roma e dalla psicologa Anna
Baldry dell'Università La Sapienza, si è scoperto che
su un campione di 600 alu nni della capitale il 45% ha
dichiarato di aver subito prepotenze a scuola, e il 64%
ha ammesso di essersi comportato almeno una volta
da "bullo" a danno dei propri compagni.
GENNAIO 1999 BS
CONTRO HOLLYWOOD
In occasione della visita ad alcune famiglie vittime del-
la criminalità il presidente USA affermò : "Quando am-
mazzamenti senza senso diventano l'elemento princi-
pale dell'intrattenimento in famiglia , e i ragazzini con -
tinuano a vedere i conflitti del cinema risolti non con le
parole ma con le armi , non dobbiamo sorprenderci se i
figli , per impulso o per calcolo , fanno altrettanto". L'ac-
cusa a produttori , attori e dirigenti di quella Mecca del
cinema che è Hollywood fu di produrre solo per esi-
genze di cassa film , show e spettacoli che romanticiz-
zano il crimine, alterando così le coscienze e le menti
di tanti fragili teen ager. Lo stesso Presidente ha
imposto alle reti nazionali l'uso del V-chip, un micro-
processore che segnala con la V la presenza appunto
di violenza nello spettacolo . Hollywood si è difesa af-
fermando che loro fotografano la realtà e la descrivo-
no , non la influenzano . A smentirli la confessione di
chi dichiara di ispirarsi ai film per le proprie azioni
criminose.
È stato denunciato anche il videogame inglese Carma-
geddon che consiste nell 'investire con l'auto il maggior
numero di pedoni possibile . Il realismo è agghiac-
ciante : sangue sulla strada, ossa rotte , urla di dolore,
facce terrorizzate ... Il procuratore Guariniello ne ha
commissionato la visione al neuropsichiatra infantile
Paolo Crepet per verificarne la pericolosità sui minori.
Giudizio: il videogame in questione è inutilmente ag-
gressivo , assolutamente diseducativo, eticamente inac-
cettabile , in quanto premia l'efferatezza del bambino-
pilota rischiando nello spettatore-attore delle sintoma-

4.3 Page 33

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tologie psichiche di tipo ansioso e aggressivo. Quanti
videogame di questo tipo o peggiori sono nelle mani
dei nostri ragazzi?
STATISTICHE ...
Secondo alcuni ricercatori un teen ager che guarda
mediamente la TV vede in un anno 3 mila assassini e
200 atti di violenza. Non si dica che tutto questo fiume
di sangue e di morte non lascia segno . Alcuni studiosi
sono conv inti che la violenza è da considerarsi un
problema di salute pubblica nazionale la cui responsa-
bilità va per una grossa fetta alla TV. Il reg ista Oliver
Stone ha affermato : "Tutti condanniamo la violenza,
ma abbiamo sviluppato una specie di assuefazione, è
come se provassimo un perverso piacere nella soffe-
renza altrui".
Il tasso di omicidi negli USA è cresciuto in 1O anni del
124%. Spesso il criminale adolescente era stato pre-
potente e violento, già da piccolo . Sembra che questo
perverso piacere della sofferenza degli altri stia con -
tagiando molti bambini delle elementari . "Ogni giorno
nelle aule delle nostre scuole si registrano episodi di
violenza, tentativi di sopraffazione : piccoli tiranni terro-
rizzano i cqmpagni di classe arrivando perfino all 'e-
storsione". E il cosiddetto fenomeno del bullismo, stu-
diato dalla psicologa Ada Fonzi , che afferma : "Igno-
ranza e indifferenza hanno prodotto una cultura della
sopraffazione". Stiamo andando verso una società do-
ve l'unica legge sembra quella della giungla, dove
regna non il diritto ma la legge del più forte. Siamo figli
della società permissiva dove è proibito proibire . In
campo educativo il permessivismo è stato teorizzato
da Benjamin Spock, che però prima di morire ha
rinnegato le sue tesi , affermando che "si era sbaglia-
to". Bravo! Meglio tardi che mai.
RITORNARE Al TABÙ
Insegnanti e genitori ogg i hanno timore di parlare di
regole , di rispetto , di disciplina, di doveri : sta nascendo
un permessivismo mascherato : I'indulgentismo o il
discolpazionismo. Quando il cantante Vecchion i de-
nunciò alcuni giovani perché durante un party dato per
i figl i avevano messo a soqquadro la casa rubando
anche vari oggetti , la reazione di alcuni genitori fu :
"Sono solo ragazzate , non bisogna farne una trage-
dia". lndulgentismo appunto. Genitori ed educatori de-
vono tornare alle parole tabù: disciplina, regole, doveri,
sanzioni, giusto o sbagliato .. . Ha scritto William Da-
mon , psicopatologo infantile : "Le teorie bambinocen-
triche hanno incoraggiato i genitori a preoccuparsi
troppo dei sentimenti passeggeri dei fig li e scoraggiato
ogni tentativo di spronarli a raggiungere un obiettivo
minando alla base la disciplina in famiglia". E l'amba-
sciatore Sergio Romano : "Abbiamo pericolosamente
diminuito i livelli di qualità e di impegno nel nostro si-
stema scolastico , cedendo in parte le armi a una
pedagogia che assolve e perdona".
Urge recuperare la parola (esponsabilità nei discorsi e
negl i interventi educativi . E prioritario , perché , come
scrive il teologo Carmine Di Sante , "sono sempre più
numerose le coscienze che nel meccanismo della
discolpa vedono la causa del progressivo degrado del-
l'Occidente e solo la coscienza di una responsabilità
che spezzi la catena dei dete rminismi è in grado di
reali zzare la fuoriuscita dalla cri si in atto ". Insomma,
discolparsi sempre meno e responsabili zzarsi sempre
più .
o
BS GENNAIO 1999

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
IL CONTO CORRENTE
DELL'AMORE FAMILIARE
"Alla sera, quando sono a letto mi tiro la coperta sulla testa
e immagino di essere morto", confessa un ragazzo.
"Già estenuata dall'ufficio, appena entro in casa mi piomba
addosso la valanga domestica: cena da preparare,
frigo mezzo vuoto, lavare, stirare, fare i compiti ai figli.
Ho solo voglia di strillare ... ", ammette una donna.
"Il mio lavoro è duro ... ma a casa è peggio.
Qualunque cosa si conquista con snervanti contrattazioni
· e urlate varie ... Mia moglie si lamenta di tutto ...
Se non fossi il padre scapperei di casa", dice un uomo.
Le ore serali della famiglia sono
spesso un cocktail pericoloso di
irritazioni , frustrazioni e stanchezze
varie . Il rischio è che la famiglia
svuoti il deposito di pazienza, com-
prensione , condivisione e amore
che ne alimenta la vita.
Ci può aiutare un pizzico di imma-
ginazione . È come se ogni famiglia
possedesse un conto co rrente d'a-
more a cu i tutti i componenti pos-
sono attingere per sopravvivere. Un
conto bancario in rosso crea una
motivata apprensione . Il conto cor-
rente familiare rischia di prosciugar-
si perché si effettuano troppi "pre-
lievi" e pochi "depositi".
I depositi sono tutti i comportamenti
che accrescono il capitale d'amore
e di confidenza, i prelievi sono i
comportamenti che sottraggono fi-
ducia, pace, la capacità di risolvere
insieme i problemi e la "voglia di
stare insieme".
Chi , agendo in maniera rude e
scortese, umilia le persone, manca
di rispetto , critica e si lamenta sen-
za posa, non mantiene gli impegni
presi , si esprime sempre urlando ,
serba rancore e scarica in casa il
nervosismo della "sua" giornata,
opera consistenti sottrazioni dal
patrimonio d'amore della famiglia .
Chi ha un saldo del conto corrente
fam iliare in attivo gode di una co-
municazione famil iare facile e sod -
disfacente . Chi ha il conto corrente
in rosso è come se camminasse su
un campo minato. Deve sempre
stare in guardia, pesare ogni parola
e anche le sue migliori intenzioni
sono mal interpretate .
Il primo versamento riguarda la
gentilezza. I piccoli niente che si
fanno ogni giorno con tenerezza
non sono niente. Le piccole atten -
zioni sono essenziali per creare un
clima di fiducia e di amore reci -
proco. "Qualche volta arrivo a casa
e trovo la mia cameretta ordinata e
pulita, con un biglietto sul cuscino
che dice : Bacioni, la tua fata. Ca-
pisco che la mamma lo ha fatto
perché sa che passo un momen -
taccio . Allora entro in camera di -
cendo semplicemente : 'Grazie, gra-
zie, grazie!', racconta una ragazza.
Ci sono persone che cucinano , la-
vano , stirano per altre persone per
anni e non si sono mai sentite dire
grazie. È una di quelle paroline ,
con per favore, scusami, posso aiu-
tarti?, prego, che possono provo -
care effetti miracolosi.
Ci sono mille modi per essere gen-
tili. Moglie e marito devono rispol-
verare spesso i "rituali romantici ":
biglietti d'auguri , un mazzo di fiori ,
una scatola di cioccolatini , un ab-
braccio anche se non è Natale ,
ascoltare musica insieme. E soprat-
tutto : guardarsi mentre ci si parla,
evitare di interrompere o finire le
frasi al posto dell 'altro , aiutarsi nei
lavori domestici , telefonare per dire
che si è in ritardo , o semplicemente
per dire " ti amo".
I figli hanno bisogno di diversivi
piacevoli e piccole sorprese; tutti di
carezze quotidiane. Sono nei gesti,
nelle parole , negli sguardi , nell 'at-
mosfera. Per sopravvivere abbiamo
bisogno di ricevere dagli altri un
nutrimento affettivo , comunque si
presenti .
Non dimenticate mai che amare
è un verbo . È troppo facile lamen-
tarsi con frasi del tipo: "L'amore
non c'è più". Amare è un atto di vo-
lontà. L'amore sentimento è il frutto
GENNAIO 1999 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
del verbo amare . Amare significa
ascoltare, comprenqere , apprez-
zare , valorizzare . E importante
adottare una strategia basata su
iniezioni di prestigio. Sono il miglior
ricostituente familiare.
Tutti i bambini hanno bisogno di
essere aiutati e incoraggiati a di-
ventare responsabili. Discipl ina si-
gnifica essere responsabili del pro-
prio comportamento e capaci di
comprendere le esigenze degli altri .
La lode è un'esigenza fondamenta-
le degli esseri umani . Se manca
nessuno dà il meglio di sé. Al con-
trario se c'è, tutti lo fanno, e di buon
grado . Hai un aspetto stupendo, Il
pranzo è stato indimenticabile! Sei
una cannonata!: pensate all 'effetto
che parole simili o un braccio attor-
no alle spalle, un abbraccio, posso-
no avere su voi , sugli altri , e so-
prattutto su bambini piccoli . Loro
hanno bisogno di parole che li ap-
provino e li incoraggino, di compli-
menti , di vedersi apprezzati per le
cose che fanno bene , o anche solo
per il fatto di essere quello che so-
no . Non esagerate con le lodi , ma
usatele . Non serve pensarle . Oc-
corre farle sentire.
Interessatevi positivamente. Cioè
consigliate, indirizzate, aiutate i figli
ad avere il senso delle priorità e
delle proporzioni , fate sentire che
siete al loro fianco nelle difficoltà. I
"versamenti " d'amore , secondo la
saggezza di Don Bosco , funziona-
no costruttivamente : " Essendo
amati in quelle cose che loro piac-
ciono, imparino a vedere l'amore in
quelle cose che naturalmente loro
piacciono poco; quali sono la disci-
plina, lo studio... e queste cose im-
parino a farle con slancio e amore".
Abituatevi a chiedere scusa . Al-
cuni genitori pensano che chiedere
scusa vanifichi la loro autorità: in
realtà, facendolo, mostrano rispetto
per i sentimenti del bambino . Scu-
sandosi , i genitori ammettono che
tutti possono sbagliare e che non
c'è niente di male a riconoscerlo .
Verificate spesso il vostro conto
corrente dell'amore familiare . Fate
di tutto perché sia sempre attivo .
Se mai capitassero degli incidenti
di percorso, la "riserva d'amore" sa-
rà la vostra salvezza.
FAMIGLIA
BANCA DI AFFETTI
Tutti, o quasi, i figli hanno vissuto in famiglia l'esperienza
in cui il volersi bene emergeva solo occasionalmente.
Spesso alle prese con padri autoritari e madri protettive,
si è schivato il loro affetto, rivendicando autonomia
anche a costo di pagarla con la solitudine.
O ggi noi genitori , forti di certe
esperienze , cerchiamo di e-
sprimere l'affetto verso i figli facen-
do più attenzione alle loro esigenze
e alla fame di libertà che ne carat-
terizza la fase adolescenziale , di-
mostrandoci discreti e tolleranti.
Forse anche troppo, tanto da dare
l'impressione di abbandonarli a se
stessi, soprattutto quando, a causa
delle nostre occupazioni, ci riducia-
mo a dedicargli solo qualche scam-
polo di tempo.
Abbiamo maturato una migliore
consapevolezza affettiva e realiz-
zato una maggiore democrazia in
famiglia ; ma non basta, purtroppo .
Andando a fondo nell'analisi dell'e-
sperienza familiare che viviamo
giorno dopo giorno, dobbiamo pren-
dere atto di alcune difficoltà e po-
vertà evidenti: le relazioni fra marito
e moglie e fra genitori e figli sono
spesso improntate ad una sorta di
consumismo affettivo o ad una reci-
procità che ricorda la regola dei di-
ritti e dei doveri e non la logica del-
la gratuità e del servizio.
Inoltre si ha spesso la sensa-
zione che il tempo donato alle per-
sone che amiamo sia una perdita
piuttosto che un guadagno, perché
non ci viene restituita una porzione
eguale di gratitudine. Non è un ca-
so che le attuali generazioni siano
convinte che è meglio rimanere
single piuttosto che affrontare l'av-
ventura del matrimonio e che co-
munque la famiglia spesso costi-
tuisca un ostacolo per la realizza-
zione personale.
Questo rende più insoddisfacente
la vita, e crea un'ipoteca sul contri-
buto che siamo chiamati a dare al-
l'educazione dei figli: possiamo
davvero guidarli ad un'affettività
matura senza offrire loro l'espe-
rienza di relazioni familiari profonde
e gratificanti? Anche in molte fami-
glie cristiane si verifica questa di-
scontinuità e il conseguente impo-
verimento dell'esperienza affettiva.
Abbiamo dunque bisogno, an-
che noi adulti, di dare nuovo impulso
agli affetti impegnandoci per una
migliore qualità della vita domestica:
è fondamentale, prima di tutto ,
chiedersi fino a che punto si è
disposti a scommettere sulla pro-
spettiva del Vangelo , fino a che
punto cioè si è convinti che chi
ama fino a perdersi in realtà si riap-
propria dejla vita e la assapora fino
in fondo. E un rischio che fa paura
solo a chi resta abbarbicato a pic-
coli calcoli umani : il cuore sa bene
che senza audacia e generosità le
BS GENNAIO 1999

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Barelli
nostre energie affettive rischiano
di disperdersi in mille rivoli e
rimanere improduttive ;
se accettiamo di volare alto, di
essere più esigenti con noi stessi,
impareremo presto che la rela-
zione affettiva è valida se si ha il
coraggio di .. . togliersi le
maschere, di essere autentici.
Rimanere se stessi vuol dire chie-
dere all'altro di accettarci come
siamo, ma contemporaneamente
di aiutarci a ricercare il meglio
delle nostre possibilità;
affetto vuol dire comprensione:
ma questa non può esaurirsi nella
capacità di ascolto o nella messa
in comune di interessi e impegni ;
chiede invece una disponibilità di
accoglienza e di solidarietà che
abbraccia tutta la persona e va
ben oltre i suoi interessi immediati;
infine un genitore non si con-
quista l'affetto dei figli attraverso
la tolleranza incondizionata verso
il loro modo di pensare e di agire,
ma nell'attenzione a saper espri-
mere il "ti voglio bene" con "voglio
il tuo bene". L'affetto che si vive
in casa è in qualche modo diver-
so e vale più di molte altre espe-
rienze di relazione : ci spinge a
guardare in avanti e oltre, nella
certezza che il tempo condiviso è
sempre, in qualche modo, un cam-
minare verso la meta.
Se si riesce a creare un cli-
ma di questo tipo, l'affettività
familiare non è più una trappola
da cui bisogna prima o poi libe-
rarsi , ma è il luogo che custodi-
sce e moltiplica un tesoro immen-
so: la nostra capacità di crescere
attraverso l'amore .
Una proposta. L'educazione dei fi-
gli è la grande sfida del lii millen-
nio: occorre porsi di fronte ai figli
come adulti significativi per aiutarli
a divenire a loro volta capaci di
"generare generazioni". Perché
non estendere gli interventi a chi si
sente di dare o chiedere ? Vi invi-
tiamo a intervenire. indirizzando a:
Direzione Bollettino Salesiano,
Via della Pisana, 1111
00163 Roma - Bravetta. Oppure
in e-mail: gmanieri@sdb.org
o Fax 06.656.12.709.
GENNAIO 1999 BS
LA GIOIA
ABITA QUI
Articolo 22: "L'ottimismo e la
gioia della speranza".
Don Albera, lii successore di
Don Bosco, cogl ie nel sistema pre-
ventivo che l'educazione al senso
di Dio , chiamato con terminologia
ormai desueta "timor di Dio", è un
punto nodal e. Crescere nella per-
suasione che l'amore di Dio fascia
la vita dell 'uomo in tutte le ore del
giorno e della notte, dal primo
istante del concepimento all 'ultimo
alito , è una iniezione di fiducia, ch e
orienta verso l'armonia compiuta
della persona. Il timor di Dio non è
paura di Dio , è quel sentimento
squisito e sublime che nasce da
una intim ità così profonda che
anche la minima scortesia verso
l'amato apparirebbe intollerabile.
La gioia e l'ambiente in cui
prospera il timor di Dio ,
il biglietto da visita dei
salesiani e laici collaboratori , che
dà tono all 'azione pastorale. Non è
abito da indossare, è pelle che ap-
parti ene costitutivamente alla per-
sona. Frutto della grazia di Dio ,
esperienza del suo amore . Nel
quotidiano anche più comples so,
pregare , riflettere , adorare sono co-
stanti che garantiscono un rapporto
peculiare col Padre .
La carta di comunione indica
gli atteggiamenti che ogni educa-
tore è chiamato a fare propri .
LA FIDUCIA . In ogni giovane c'è
una breccia che permette di pene-
trare nell 'intimo , per incontrarvi la
bontà che vi è celata . Don Bosco
ha la certezza, sperimentata, che in
ogni giovane "Havvi un punto
sensibile al bene".
L'OTTIMISMO . Don Bosco è un
pratico e osserva che i giovani
amano le cose belle e nuove. Non
ha remore sui sani divertimenti
in voga. Anche i salesiani e
quanti partecipano del carisma
devono fare altrettanto . In
"quel che piace ai giovani" sta
il punto d'incontro educativa-
mente più costruttivo .
LE GIOIE UMANE. Don Bosco
crede al valore della vita e alla
bontà del Signore provvidente che
l'ha disseminata di gioie ; perciò
sprona i salesiani a valorizzarle nel-
l'educazione .
C'è nello spirito salesiano una
ricchezza cui attingere, non c'è
posto per il pessimismo , la rasse-
gnazione e il piagnisteo ; siamo
chiamati a estrarre la gioia dal cuo-
re dei giovani , per fargli ela gustare.

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
APPELLO
Al ••NEUTRALI''
~pOC/tf; 1-/a
TA17D tsrALJ.ARE.
.,.CISOfJ09 IL pvNCff BM
NEU.A SALA
DI
RJ(i/._EAZJO/--IE., .
t,,IOlTE
/A,ASCAL.10-
~
N/+TE IN
/vtENO
NELJ.E WSSt!
<< C aro doctor J. , mi chiamo
Rana/do *, ho 15 anni. Da
qualche anno un ragazzo più gran-
de di me mi fa delle carognate. Da
semplici burle o prese in giro, si
sono tra_sformate in ingiurie e colpi
bassi. E riuscito a influenzare gli
altri, che hanno cominciato ad e-
scludermi dai loro giochi, si sono
messi a sgraffignare le mie cose, a
nascondere la mia cartella, a
rinchiudermi nello spogliatoio dopo
la ginnastica . Mi era rimasto un
amico, ma da poco anche lui ha
cominciato a evitarmi. Però non mi
ha mai tormentato, forse perché
anche lui è stato vittima di soprusi
e sa quanto si soffre. Ho provato a
parlarne a casa . Mio padre ha
risposto che dovevo imparare a di-
fendermi e che questo mi avrebbe
temprato il carattere. Ma se rispon -
do ai colpi è peggio . Se ne parlo
coi professori, gli altri sicuramente
si vendicano: non si fa la spia : tra
noi è una legge. Così mi sono
chiuso nel silenzio e mi sento solo.
Alla fine di ogni vacanza mi viene il
mal di stomaco a pensare all'indo -
mani. Non riesco più a concentrar-
mi in classe e i risultati vanno a
picco, benché sia considerato un
bravo alunno. Quelli che sono trop-
po gracili hanno la vita difficile. Non
so più che fare : sento che sto af-
fondando .. . perciò ti ho scritto. Non
pubblicare il mio nome : non vorrei
che qualcuno mi riconoscesse.
Caro Ronaldo*
Quello che subisci è intollerabile , e
non c'è ragione di accettarlo, nem-
meno col pretesto di temprarti il
carattere (perdonami se disapprovo
tuo padre ; però non lo condanno
perché i genitori sono disorientati di
fronte a questo problema , e la
risposta che ti ha dato è un 'opi-
nione molto diffusa). Bisogna che
tutto ciò finisca e io vorrei che tutti ,
anche chi non crede di esserci
direttamente implicato , lo affermino
con forza e si mobilitino per ferma-
re queste persecuzioni . Non posso
prometterti che avverrà in fretta : in
realtà hai davanti un lungo cammino.
Comincio col dirti che fai be-
ne a ribellarti. Ma tu mi offri anche
l'occasione di allertare l'opinione
pubblica. Perché ci sono molta i-
gnoranza e molti pregiudizi al ri-
guardo . È un male diffuso : uno su
23 alunni è un "teppista". Molti pur-
troppo chiudono gli occhi dicendo
che non è affar loro . Perciò hai ra-
gione a chiedere aiuto: da solo non
puoi cambiare le cose .
Anche i tuoi compagni devono in-
traprendere un lungo cammino , so-
prattutto quando certi modi di fare
durano da tanto tempo . Chi dà fa -
stidio trova tali e tanti vantaggi dal-
la situazione che ben difficilmente
ci rinuncia .
Ci guadagnerebbero a smet-
tere , ma probabilmente non se ne
rendono conto. Se fossero lungimi-
ranti e onesti , riconoscerebbero che
in realtà sono dei perdenti. Essi so-
no considerati dei duri perché gio-
cano un ruolo predominante, ma è
bene che tu sappia che sono an-
ch 'essi fragili quanto te . Sono so-
vente angosciati , mancano di con -
fidenza tra di loro , mal sopportano
la critica. Insomma hanno tutti gros-
se difficoltà a intrattenere vere rela-
zioni . I loro compagni non sono dei
veri amici ; li temono e li odiano se-
gretamente per il timore che ispi-
rano . E se una volta mostrano un
segno di debolezza , i loro antichi
complici saranno senza pietà verso
di essi . Anche essi fanno fatica a
farsi accettare e rispettare e non
hanno che la violenza come mezzo
J(f!Ut. .
per cercare di stabilire qualche re-
lazione . Inoltre, a lungo andare , il
loro atteggiamento non porta alcun
vantaggio . Lo provano le statisti-
che : presto o tardi entrano in
conflitto con la società per qualche
comportamento criminale , e subi-
scono condanne o sprofondano
nell'alcolismo. Ma senza andare co-
sì lontano , costoro certamente in-
contreranno non poche difficoltà nel
lavoro , perché lì si esigono il ri-
spetto delle regole e dell'autorità, lo
spirito di collaborazione e di accet-
tazione della critica. Hai capito?
Inoltre credo che tu abbia
ragione anche riguardo a quelli
che non ti fanno direttamente del
male , ma assistono senza interve-
nire . I neutrali. Costoro sono tor-
mentati da un senso di colpa; si
rendono conto che queste mascal-
zonate distruggono il gruppo e can-
cellano il clima di confidenza: è
come un'infezione! In una atmosfe-
ra simile si lavora male. Una classe
unita ottiene risultati molto migliori.
I tuoi genitori e professori po-
trebbero intervenire ma non sem-
pre possono essere presenti per
impedire certe cattiverie e non
potranno cambiare le cose se al-
meno una parte della classe non è
con loro . Gli alunni o i compagni
"neutrali " sono i più suscettibili a
rendersi conto della situazione e
del vantaggio che avrebbero a
cambiare . Spesso si crede che co-
storo non abbiano da giocare alcun
ruolo , invece sono una delle chiavi
per capovolgere la situazione.
Mio caro Renaldo , sei tu che
devi decidere da dove cominciare e
io sto aiutandoti a riunire delle per-
sone favorevoli per rendere questo
cammino possibile.
(continua)
BS GENNA IO 1999

4.8 Page 38

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•••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Una nuova rubrica svela alcune iniziative di spessore delle
"Insomma, esistiamo
oppure no? E quanto
crediamo veramente
nella necessità di
esserci?". Sono queste le
espressioni più vicine
allo stato d'animo degli
animatori e responsabili
del C.G.S. DORICO di
Ancona quando parlano
del senso della presenza
salesiana nel mondo
della cultura,
specialmente giovanile.
Forse pensano di avere
S ulJ'onda di tanti interrogativi,
circa venti anni fa, sotto il se-
gno degli " anni di piombo"
non solo cinematografici , il Ci necir-
colo Giovanile Socioculturale "Do-
rico" di Ancona (fondato nel 1967,
operante fino al 1972, ma poi inatti-
vo fino al '77) cominciava a cercare
di "esserci" , appunto, in un momen-
to storico difficile, che non lasciava
molta speranza di futuro a progetti
di animazione culturale che non fos-
sero estremi nelle prese di posizio-
ne, anche politiche e paititiche, "con-
tro": contro il Sistema, contro tutte
le forme di "poteri" organizzati (e la
Clùesa-istituzione era tra i primi
della lista); erano ancora accese le
questioni delle leggi sul divorzio e
sull ' aborto, si dibatteva sull ' identità
sess uale .. . Su tutto si apriva la di-
scussione, spesso setTata, e i cattoli-
ci, "quelli che vanno dai preti",
erano chiamati in causa: bisognava
esserci, non ci si poteva chiamai·e
fuori.
Di la presenza nelle nascenti
consulte giovanili di quartiere, con
ragazzi appartenenti a tutte le forze
politiche, anche se quelli dei CGS
un partito dietro non ce l'avevano
né lo volevano; l'interesse stava nel-
le iniziative culturali-sociali pensate
e realizzate insieme, nella presenta-
zione dell ' oratorio e delle associa-
zioni salesiane agli enti pubblici,
agli amministratori, nel lavoro co-
stante con i ragazzi dell 'oratorio-
centro giovan ile e con quelli della
città nei settori del cinema, del tea-
tro, della stampa, delle prime Ra-
dio .. . E su questa strada del "volerci
essere" il circolo ha continuato a
cercare la sua col locazione, con fati-
ca e attraverso fasi alterne, lavoran-
do per crescere nel numero di ani-
matori responsabili e nella qualità
delle proposte cu lturali elaborate.
GLI SVILUPPI
E LA CRESCITA
Nel tempo il marchio CGS DORI-
CO si è fatto conoscere. Compare
sui manifesti affissi in città con ac-
canto i marchi dell' Assessorato alla
Cultura, del Patrocinio del Comune.
È uno spazio conso lidato nella pro-
grammazione di proposte cul tura li
di interesse cittadino. Il riconosci-
mento del ruolo di interlocutori " al-
la pari" con le istituzioni del territo-
rio e con le altre associazioni cu ltu-
rali, l' inserimento nel vivo del tes-
suto civile con una dichiarata iden-
tità educativa e salesiana, sono stati
gli obiettivi a lungo termine che ~I
circo lo si è posto in questi anni . E
maturata nel tempo, infatti, la con-
vinzione supportata dall'esperienza
che esistere vuol dire farsi conosce-
re, presentarsi , pretendere di essere
chiamati nei luoghi in cui si pensa-
dentro più domande che
risposte, ma è questa
la sfida del nostro secolo.
no e si progettano le politiche cultu-
rali per i giovani . Per questo la
"frontiera " del Dorico è la città e sul
territorio arrivano le proposte, ela-
borate gradualmente attraverso erro-
ri ed insuccessi, che, però, sono stati
anche gli indicatori della direzione
migliore da prendere.
CINEMA, TEATRO,
STAMPA ...
Nel settore Cinema, ad esemp io,
quelJo più tradizionale di attività, le
rassegne periodiche autu nnali , in-
vernali ed estive sono oggi appunta-
menti fissi per la città.
"Frammenti dalla Biennale" è for-
se l' ini ziativa più prestigiosa e pro-
pone in rassegna alcune delle pelli-
cole della Mostra del cinema di Ve-
nezia sce lte dagli anim atori del cir-
colo che partecipano ogni anno al la-
boratorio veneziano organizzato dal-
l'associazione nazionale; iniziata nel
1988 con pochi film programmati
ad Ancona, "Frammenti dalla Bien-
nale" è divenuta da almeno 5 anni
un circuito interregionale ed è di-
stribuita in nove aie delle Marche,
tre in Abruzzo ed una in Liguria.
Tropicittà è invece una proposta
GENNAIO 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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, .................................................................................... .
. associazioni
culturali
di
matrice
salesiana sparse in Italia.
,----,;;:;;;:--.,.,...,-...---- - - -- --
....----
..,----- -- -- - - - , ••••••••
Gli animatori del CGS DORICO con
il Presidente Nazionale del CGS.
estiva di cinema all 'aperto capace di
Conferenza Stampa dei responsabili CGS DORICO
per la presentazione di "Frammenti della Biennale".
••••••••••••••••••••••
cercano, così, produzioni originali, La formula elaborata prevede, in- :
aggregare fino a 20.000 spettatori in oppure da riscrivere ed adattare "su somma, un CGS fortemente radica-
due mesi, in prevalenza famiglie, e misura" alla situazione reale; si cer- to nell'oratorio, centro vivo della :
che si è guadagnata un posto di pri- cano e si coltivano competenze mol- chiesa locale, e nel territorio, che la- :
maria importanza nel panorama e- teplici , musicali, recitative, gestuali vora assieme alle altre associazioni :
stivo della città. Quando, undici an- ma anche tecniche, perché ciascuno salesiane e costituisce un volano a :
ni fa, venne proposta per la prima trovi il suo modo di essere protago- livello interregionale (coordinando ,
volta, il quartiere la sera era deserto nista, sopra o dietro iI palco.
ad esempio, i campi scuola ispetto- :
e le strade buie erano frequentate da La fonnula del musical ha saputo riali , il comitato regionale, le inizia- :
piccole bande giovanili: oggi è un finora ri spondere meglio a questa tive comuni ... ); un CGS presente :
appuntamento per le serate estive di serie di esigenze e la riuscita di "In anche nella vita diocesana, con ag- :
tutta la città e anche per questo maniche di camicia" (un riadatta- ganci nella pastorale giovani le,
l'amministrazione, a sua volta, ha mento del musical spagnolo su Don nella scuo la di formazione politi- :
gradualmente migliorato le infra- Bosco che ha coi nvolto circa 50 ra- ca ... Si delinea così l'identità di un :
strutture esistenti nel quartiere. Può gazzi e che da tre anni gira per i pal- giovane protagonista di scelte cultu- :
essere un esempio di applicazione chi dell ' Italia salesiana) e di " Vo- rali e politiche concrete per il suo :
del metodo preventivo al lavoro di gl io la libertà" (liberamente tratto territorio, se necessario scomodo
animazione cu lturale: un ambiente da un copione di Tonino Lasconi) per i partiti , ma presente e " altro" :
socioculturale meno degradato , ar- indica che, per il momento, è questa rispetto agli sfiduciati del disimpe- :
ricchito di una proposta aggregativa la strada da battere.
gno o agli arrabbiati dei centri so- :
e di adeguate strutture può contri-
buire a prevenire situazioni di di sa-
gio e devianza.
LE STRUTTURE
ciali.
CGS
Le
nel
nuove sfide lanciano il
difficile compito di rein-
••
ventarsi, tra certe politiche egemo- :
Accanto a quelle descritte figura- E LA PROPOSTA
no anche altre proposte cinemato-
niche "laiche" che troppo spesso :
creano monopoli.
:
grafiche. Su questo terreno lavorano
i giovani animatori culturali, impe-
gnati nella selezione della pellicole,
nella scelta delle tematiche, nell ' e-
Come per ogni realtà comunicati-
va, ciò che si propone non può esse-
re separato dal mezzo con cui viene
presentato. In questo senso, "fanno
SEMPRE A SCUOLA
••••
In un teJTeno di questo tipo è :
laborazione del materiale critico da parte" dell ' identità del CGS Dorico tanto più necessario un percorso di
fornire al pubblico: in questo peren- anche le struttu re attraverso le quali formazione permanente, itinerante, :
ne " laboratorio" è continuo il con- si artico lano le sue proposte. Il cine- un lavoro incessante di asco lto, cap- :
fronto con le produzioni culturali ma, che certamente non serve al cir- tazione, aggiornamento su tutti i :
che si riversano sul mercato e di- colo per fare soldi, ma come " ala fronti della produzione culturale del :
venta pressante l' acquisizione di della comunità", luogo di incontro e nostro tempo, senza poter tralascia-
competenze specifiche di lettura, di scelte culturali; le sale dell'orato- re nulla: musica, cinema, teatro , tee- :
per poter operare scelte che non ri o-centro giovanile attrezzate per nologie d'avanguardia, libri , riviste, :
si~no "di tendenza" ma di spessore. una proposta educativa credibile, giornali, mostre, convegni, scuola ... :
E così anche per il settore Teatro, che pos a ospita.re incontri, prove A più livelli: cittadino, regionale, :
in cu i il taglio educativo e socializ- teatrali , laboratori ; una sala di inci- nazionale .. . Con più " interfaccia":
zante guida la conduzione dei grup- sione per la musica ... La prospetti- oratorio, quartiere, città, regione, :
pi di ragazzi coinvolti: "gruppi", ap- va a lungo te1mine è quella di rea- diocesi .. . Certo una sfida, un richia- :
punto, più che "compagnie" teatrali, lizza.re un centro in cui sia possibile mo a disegnarsi uno spazio di pre- :
in cui il centro del lavoro è la cre- "produrre" cultura, rendendo prota- senza ben delineato, sempre dialo-
scita delle singole personalità attra- gonisti, anima.tori e responsabili i gante ma dai contorni precisi. Per :
verso un cammino fatto insieme. Si giovani stessi.
esserci.
D:
~ • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 1999

4.10 Page 40

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soc\\EiÀ
Terzo Settore, non-profit, ONLUS ... vocaboli un po' misteriosi
WELFARE di Giancarlo Panico
NUOVI PROTAGONISTI
Smessi i panni
dell'operaio
e del professionista,
dell 'insegnante
o della casalinga, sono
sempre di più le persone,
adulti e giovani,
ma anche anziani, che
mettono a disposizione
il loro tempo.
Il volontariato ha ormai
acquistato grande
rilevanza sociale.
I I boom è dei primi anni novanta,
definiti "gli anni dell 'altrui smo":
una ri sposta all a sfrenata corsa
all a produ ttività e al consum o. Ma
questa fo rma d i partecipazione alla
vita soc iale, de l tutto nu ova, era
espl osa neg li anni '80 con il fio rire
di as ociazioni d i vo lontariato so-
prattutto di isp irazione cattolica.
GENNAIO 1999 BS
Attualmente, secondo un recente
sondagg io, il 40 ,3% de i vo lontari e
il 60,9% dell e associazioni si di-
chi arano aconfess ionali. Dunque più
" laic i" che catto lici. Oggi secondo i
dati IREF, l' Istituto di Ricerche E-
du cati ve e Formative, in Itali a circa
5 mili oni di persone sono impegna-
te, a diverso titolo, ne l mondo del
vo lontariato ; di esse solo il 40% lo
fa con continuità. Per gli altri , si
tratta di esperi enze saltuari e e occa-
sionali . C'è da dire che la gran mag-
g ioranza dei volontari sono giovani .
PER CAPIRE DI PIÙ
È omrni riconosc iuta la valenza
sociale di que llo che viene definito
"Terzo Settore". Esso è nato dall a
cri si del Welfare. Come lo stato so-
ciali sta ha mostrato crepe tanto v i-
stose da provocarne la qu as i totale
rov ina, così anche lo stato capitali-
stico, lo "stato del benessere", ha
ev idenziato carenze tali eia fa rne tra-
ball are le strutture soprattutto socio-
economiche. In soccorso, se così si
può dire, è aITi vato il Terzo Settore
che comprende tutta la miriade d i
associazioni senza scopo di lucro ,
che si affiancano all e istituzioni
pubbliche, senza sosti tuirle, per rac-
cogliere e dare ri sposta alle doman-
de emergenti dal territorio e dai
soggetti soc iali che stato ed enti go-
vern ativi non ri escono a soddisfare.
La magg ioranza di coloro che sono
impegnati ne l volontariato ha già
un ' occupazione e dedi ca a questo il
tempo libero. Ma c'è anche chi
orm ai fa de ll a so lidarietà un lavoro.
Il "non-profit", le prestazioni sen-
za scopo di lucro che possono costi-
tuire una alternativa al problema di-
socc upazione, cominc ia con l'espe-
rienza delle cooperati ve sociali, nate
dall 'es igenza dell o Stato di affidare
la gestione de i servizi di " interesse
sociale" a strutture private senza
scopo di lucro. Esse raccolgono l' e-
redità delle vecchi e coop e hanno il
fi ne d i "perseguire l' interesse gene-
rale della comunità alla promozione
umana e ali' integrazione sociale dei
cittadini", come rec ita l' aiti colo 1
de ll a Legge che ne regolamenta !'e-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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ma carichi di futuro.
sercizio. Un traguardo importante.
L'attenzione dell o Stato si è di re-
cente concreti zzata con I'emanazio-
ne de l Decreto Legge che ha dettato
le nonne per il ri ordino dell a di sc i-
plina tributari a degli enti non com-
merciali , istituendo le ONLUS "Or-
ganizzazioni Non Lucrative di U-
tilità Sociale". In quest' ultim a cate-
gori a rientrano assoc iazioni , comi -
tati , fo ndazioni , soc ietà cooperati ve
e tutti gli altri enti di carattere pri va-
to con o senza personalità giuridica,
i cui statuti prevedano espressamen-
te Io svolg imento di atti vità di ass i-
stenza soc iale e socio-sanitari a; be-
neficenza; istruzione; fo rmazione;
sport dil ettantistico; tutela, prom o-
zione e valori zzaz ione dell e cose
d ' inte resse artistico, storico, am-
bientale; prom ozione e tutela dell a
cultura e dell 'arte; de ll a natura , de i
di ritti civili ; ricerca scientifica di
_q -
I
WOTlLD
f.fi\\ff~rfl~' l f~J H?,U1~TI~'
"'JI ~O H I PAUL
;
.
parti co lare interesse. In questa cate-
goria, è ovvio, possono rientrare gli
oratori , le assoc iazioni civilistiche e
gli enti promozionali di vari o gene-
re di area cattoli ca .. . La caratteri sti -
ca comune consiste ne ll 'esc lusivo
pe rseguimento di fin alità di so lida-
rietà sociale e nell 'obbligo di impi e-
ga re g li utili o gli avanzi di gesti one
economica per la rea li zzazione de ll e
attività istituzionali e di quell e ad
esse connesse.
PER UNA QUALITÀ
MIGLIORE
A causa dell a catti va gestione, so-
prattutto economi ca, de ll a cosa pub-
bli ca, lo Stato ha finito per offrire
un ' ass istenza assa i modesta a fronte
di costi elevatissimi . Gli enti pub-
blici, soprattutto loca li , per superare
l' impasse , hanno dec iso di fare con-
venzioni con le cooperati ve sociali e
attraverso queste persegui re q uei
fi ni che lo stato mostrava d i non es-
sere in grado di perseguire. I costi
dell 'ass istenza ad anziani , portatori
di handicap, ammalati , toss icodi-
pendenti , minori in diffico ltà, per
citare solamente il campo oc io-sa-
nitario, potevano diminuire notevo l-
mente ma soprattutto la qu ali tà dei
serviz i avrebbe potuto essere mi -
gliore e più capill are.
Oggi le cooperative sociali sono
oltre 5000, centinaia di mi gli aia i
soc i, tra volontari e lavoratori retri-
buiti, ed il fenomeno è in verti gino-
sa espansione. Costituirà la vera no-
vità de l III millenni o.
.[ ~ s '
È il "privato sociale", costituito da or-
ganizzazioni di ogni tipo (associazio-
ni, cooperative, fondazioni, agenzie,
e in genere, tutto il volontariato senza
scopo di lucro) che contribuiscono
fortemente alla crescita di occupazio-
ne . Occupano in Italia 1'1,8% (negli
USA il 6,8%) della forza lavoro (e.a
500 .000 persone) .
:)
e
Tutti gli enti senza fine di lucro (non-
profit) , non commerciali , appartenenti
perciò al Terzo Settore , possono en-
trare a far parte delle ON LUS ( g.,
'i
r
jj
à
i ), istituite dal Decreto Legisla-
tivo 460 del 4/ 12197, che ne ha modi-
ficato la disciplina tributaria, appor-
tando semplificazioni e agevolazioni ,
ma anche definendo i requisiti per in-
quadrare una qualsiasi organizzazio-
ne come ONLUS .
C' p L
È il termine usato per indicare le pre-
stazioni , il lavoro , i servizi erogati dal-
le ONLUS e in genere da tutte le in-
numerevoli organizzazioni apparte-
nenti al Terzo Settore che devono es-
sere rigorosamente e 1z, 1 n 1 /11
. Riferito alle persone indica la
prestazione volontaria o retribuita e.a
il 10% in meno rispetto agli altri lavo-
ratori (proprio a causa delle agevola-
zioni previste dal Decreto Legge
ONLUS) ; riferito alle organizzazioni
indica che queste non devono avere
come fine il guadagno .
N -A
Welfare State , "Stato del Benessere",
o "Stato Sociale" designa un sistema
socio-politico-economico in cui la pro-
mozione della sicurezza e del benes-
sere sociale ed economico dei cittadi-
ni viene assunta dallo Stato , come
propria prerogativa e responsabilità.
Le gravi carenze di questo modello,
adottato nei paesi capitalistici , lo han-
no fatto degenerare in "stato assi-
stenziale" e hanno provocato o acce-
lerato la nascita del Terzo Settore.
BS GENNA IO 1999

5.2 Page 42

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
- Don Luigi Variara.
Ml TROVÒ
DEL TUTTO
MIGLIORATO
Andai in frenologia per otte-
nere i risultati del mio ultimo
test di sangue. Il dottore mi
aveva preavvertito che se
non ci fosse stato migliora-
mento, avrei dovuto sotto-
pormi a dialisi. Si può imma-
ginare quindi con quale tre-
pidazione io entrassi nel suo
ufficio. Avevo tanto pregato
il nostro venerabile Luigi
Variara perché con la sua
intercessione mi ottenesse
la guarigione. A forma di
supplica avevo anche tradot-
to e pubblicato in inglese il
breve opuscolo biografico
scritto da Anselmi. Il frenolo-
go mi trovò del tutto miglio-
rato. Ho tanto ringraziato il
Signore e don Variara per la
sua valida intercessione. Ho
celebrato anche una Messa
di ringraziamento. Spero ora
che il miglioramento abbia a
continuare.
Don Innocente Clementi
SDB Miami, Florida
r UN INCIDENTE
EVITATO
Mi trovavo con un gruppo di per-
sone molto qualificate, in visita
alla casa salesiana di Beit Ge-
mal dove riposa la salma del ve-
nerabile Simone Srugi. Erava-
mo alla fine della visita: la par-
tenza per l'aeroporto era già in
ritardo per altri impegni della
giornata, perciò il commiato con
l'ispettore, col direttore e i con-
fratelli della casa avvenne in
modo affrettato. Il corteo di au-
tomobili era pronto. Alla richie-
sta generica di dove si trovasse
una valigia, risposi che era sulla
pri ma vettura e mossi l'indice
della mano sinistra che però in
quel momento, per inavvertenza
di un 'altra persona del seguito ,
fu schiacciato con violenza dallo
sportello della vettura sulla qua-
le ero già salito. Gridai per il do-
lore, convintissimo di una frattu-
ra. Ma nello stesso tempo mi
sovvenni di Simone Srugi , la cu i
tomba avevamo appena visita-
to . Poco prima avevo ricevuto in
dono la sua immaginetta e una
minibiografia. Dissi in cuor mio:
"Non è possibile che ciò avven-
ga proprio a casa tua". E in ef-
fetti mi accorsi che non era suc-
cesso nulla di grave. Il dito pre-
sentava una ferita ed era in par-
te annerito per l'ammaccatura,
ma ci rendemmo subito conto
che l'articolazione non ne aveva
ri se ntito . All 'indom ani fu già
possibile liberarmi della vistosa
fasciatura e la ferita nel volgere
di due o tre giorni scomparve
del tutto (e dire che dei graffi
accidentali impiegano settimane
per guarire!). Nei giorni seg uen-
ti , riferii con commozione l'incre-
dibile evoluzione all 'eminente
personalità che si trovava con
noi e che si era tanto preoccu-
pata dell 'accaduto. Siamo rima-
sti tutti convinti di essere stato
oggetto di una particolarissima
protezione da parte del nostro
venerabi le.
Graziano Motta, Gerusalemme
r BEATITUDINE
EGIOIA
Attendevamo con gioia la nasci-
ta di due gemelline, ma al quin-
to mese di gravidanza della
mamma, una delle due piccole
cessò di vivere, mettend o ad
alto rischio la vita della sorellina
e della mamma stessa. I medici
dissero che per scongiurare l'in-
fezione non c'era altra via che
ricorrere all 'intervento , dichia-
rando però che in questo caso
avrebbe dovuto essere elimina-
ta anche la sorellina vivente ,
perché entrambe si tro vavano
ne ll a stessa sacca . I genitori
non se la sentirono di prendere
questa decisione e con coraggio
e fiducia si ri volsero a Dio. Alle
loro preghiere si unirono parenti
e conosce nti per in vocare la
protezione di san Domenico
Savio, del quale la mamma por-
tava con sé l'abitino -re liqui a.
Settimanalmente sottoposta a
controlli medici , portò avanti la
maternità semp re sperando e
con fid ando nel l' aiuto divino.
Scoccati i nove mesi , nacque la
bimba : bella, sana e vispa! Ri-
cevette il nome di Beatrice. E
vera mente la sua nasc ita fu
"beatitudine e gioia" per i genito-
ri e per tutti. I medici che hanno
seguito il caso sono concordi
nel dire che questa "nuova vita"
grida il miracolo della natura
rispettata e la forza della pre-
ghiera. Riconoscenti a Dio e a
san Dom en ico Savio per aver
ottenuto questa grande grazia,
desideriamo sia resa nota sul
Bollettino Salesiano.
Anceschi Rudy e Lucia Tolin
Piombino Dese (Pd)
r UN IMPATTO
ESTREMAMENTE
PERICOLOSO
Il giorno 20 ottobre 1997, nella
mia casa di Roma, mentre mi
trovavo in camera da letto caddi
pesantemente sul pavimento.
L'impatto con il parquet fu vio -
lenti ssi mo. Il mio piede destro
scivolò fuori dalla pantofola e mi
provocò un vero e proprio vo lo,
conclusosi con un impatto estre-
mamente pericoloso sul pavi-
mento , a circa un metro da dove
mi trovavo, battendo la testa del
femore sinistro. Sentii il rumore
dell'urto dell'osso ed avvertii un
dolore lancin ante . A mia figlia
Sabina, accorsa al mio urlo , si
presentò una scena che ancora
oggi ricorda come un incubo. Il
mio pallore le fece pensare che
fossi svenuta, ma non credo di
aver perso i sensi: era il dolore
che mi aveva stordito , ma an-
che la paura, perché essendo
affetta da anni da osteoporosi ,
ero sicura di essermi fratturato il
femore. Prima di provare a muo-
vermi , chiesi a Sabina di pren-
dere l'immag ine del venerabi le
Simone Srugi, che ten evo sotto
il mio guanciale. Alcuni mesi
prima, durante una visita all'isti-
tuto salesiano di Bei! Gemal a-
vevo avuto occasione di vis itare
anche il sepolcro del venerabil e
nella cripta della chiesa di santo
Stefano. Stavo attraversando un
periodo verame nte difficile , di
grande sofferenza fisica e mora-
le. Accusavo disturbi gastro -
intestinali ed un forte dimagri-
mento , che mi facevano seria-
mente temere per la mia salute.
Non so ancora oggi spiegare
cosa abbia sentito dinanzi a
quella tomba. So soltanto che
iniziai a pregare, chiedendo il
suo aiuto. Poi , chiesi un'immagi-
netta del venerabile per portarla
con me e da quel momento , o-
gni giorno , ho recitato la pre-
ghiera riprodotta sul retro per la
sua beatificazion e. Durante la
mia vacanza a Roma (dal 1995
sono in Israele insieme con mio
marito ), cont inu an do a stare
particolarmente male, avevo
pregato il venerabile Srugi con
particolare insistenza e fervore
ed avevo posto la sua immagi-
netta sotto il guanciale del letto ,
dove , stanti le mie condizioni ,
dovevo trascorrere molte ore.
Ecco perché - dopo la caduta -
chiesi subito l'immaginetta. Poi ,
lentam ente, con l'aiuto di Sabi-
na e della colf, fui rialzata e ste-
sa sul letto. Capii che era suc-
cesso qualcosa di grave , avver-
tendo dolori lancinanti al femore
e in tutta la gamba sinistra. Ac-
corse l'ortopedico, che, visto il
mio stato ed i sintomi che pre-
sentavo , ritenne necessario ac-
compagnarmi subito al Gemelli
per accertamenti radiologici. Sia
nell 'attesa di esse re sottoposta
all'esame e sia dopo , nell'attesa
dei risultati , non smisi di invoca-
re il venerabile: se il femore si
fosse fratturato e si fosse reso
necessario un intervento chirur-
gico, avrei dovuto essere ane-
stetizzata e sapendo di essere
un soggetto allergico (la leggera
anestesia durante un parto mi
aveva provocato uno choc ana-
filattico da cu i mi ero salvata a
ste nto) temevo per la mia vita.
Dall 'esame radiologico , pur in
presenza di una grave forma di
osteoporosi e nonostante la ro-
vinosa caduta, ven iva esclusa,
con gran meraviglia dei medici ,
l'esistenza di frattura , conside-
rata in una situazione del gene-
re inevitabile. Oggi sono certis-
sima di aver ricevuto una gran-
de grazia. Ringrazio Dio e Si-
mone Srugi che tutto si sia con-
cluso sen za serie conseg uenze.
Anche se non mi sento comple-
tamente guarita, il mio stato di
salute continua a migliorare.
Michela Campanile, Roma
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
GENNAJO 1999 BS

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/9
OTl2EM
UTTAl2E
VOGLIA
12A.
TENUTO DAL
O 200 FUCILI
IPO,CON UN
CINO AL PO~,T
LA CANNA.
!:>AVANO PE
TUA DIVl~A
12~AGLIERE E
A TROMeA,F
PICCOLO l2E
E"'TO DI 12AGAZ
I FAI MAl2CIAl2
MANOVRAR
TRA GRA"'DE
ENTUSIASMO
COMINCIA
L'ADDESH2A -
MENTO,
LA GENTE
ACCORRE
ATTIRATA
DAGLI
SQUILLI,
E BATTE
LE MANI.
L.D.C.
/(OTIZIE TRAGICHE DAL Ff<ONTE,
I 1 '1 MI LA 'bOLDATI DELLO 'bl'A·
TO PONTIFICIO VENGONO RIT/f<A-
TI. LE TRUPPE DI CA/2LO ALBE/2-
TO SULLE COLLINE DI CU'bTOZA
SONO ANNIENTATE DAGLI
AUSTRIACI. E' IL LUGLIO
1.046,
DON /30SCO NON
f2IESCE A Dlf<E
NEMMENO UNA
PAROLA, INDICA
A SUA MAD/èE IL
CROCEFISSO. E
GUELLA VECCHIA
CONTADINA Cl-1/NA
LA TESTA E CON-
TINUA A CUCl/èE ,

5.4 Page 44

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A TOl<INO I POLITICI ex:ATE-
NANO BANDE 01 GENT,a,GL/A
CONTfi!O NOBILI E Pf<ETI. NE
FA LE SPESE ANCHE
L'ORATOfi!/0 O/ DON
BO!:>CO. MENTRE
STA FACENDO CA-
TECHl!:>MO NELLA
CAPPELLA ...
CISO DI DI
TARE <;:,ACERO
IO GLI FARO I
RE LA VESTE N
IERICl,ED E
TEQA' TR
V/CE-
BO':>
IL 2 NOVEM B/2E
DON BOSCO
INVl7'A I SUOI
GIOVANI AMIC11
AL /</TORNO
DAL CIMITERO,
A MANG/AQE
LE CASTAGNE
COTTE,
GENNAIO 1999 BS
NEL MAl2ZO DEL 184-9, IL
PIEMONTE 12/PQENDE LA
GUERRA CONTRO L'AUSTRIA ,
E' UN Oi€J.4STRO. LA BATTA-
GLIA DI NOVARA f:,/ CONCLU-
DE CON UNA SCONFITTA
OISASTROf:JA.
CARLO ALBERTO PARTE PER
L'ESILIO. GIOVANE QE E' VIT-
TORIO EMANUELE Il . IL PIE-
MONTE E'00TTOPOSTO A TAf:J-
::,E PESANTI PER PAGAQE AL I
L'AUSTRIA I RISARCIMENTI DI
GUEl21<A, LA VITA DIVENTA
DIFFICILE Pf!.R TUTTI.

5.5 Page 45

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DON B05CO NON~ CI-IE LE CA~TA-
GNE COTTE ':xJNO ~LO TRE CHILI, E
COMINCIA LA Dl!:>Tl2/8UZ/ONE:.,
L.D.C.
AL DENA-
120 Cl PEN-
~ 10. ru
CHIEDI '::>0-
LO IL PE12-
MESSO A
TUA MADl2E.
/L PERME'!:,5O
VIENE.
DON B05CO MAND4
MICHELINO RUA A
FREQUENTARE LA
'::>CLJOLA PRIVATA DEL
PROF. BONZANINO,
/N'!,IEME AD ANGELO
'::>AVIO, FRANCE':7/A E
ANFO'::>'::,/, PENf:JAVA:
"<oAl?ANNO QUESTI r-~-...,
I PRIMI AGNELLI
CHE DIVE=NTE- CONTINUA
RANNO
PA'::>TORI? "
BS GENNAIO 1999

5.6 Page 46

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,
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L 'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d 'un legato:
« . .. lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire ... , (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la form azione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l' altro dei due Enti su
indicati:
« .. . annullo ogni mi a
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure/' Istitu/o
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolaimente
per l'esercizio del culto, per la
fomrnzione del Clero e dei
Religiosi , per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(f irma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
GENNAIO 1999 BS
I NOSTRI MORTI
ANSELMI POLLASTRO Regina,
t Nov1 Ligure (AL) il 09/09/1998 a 97 anni.
La Madonna è venuta nella novena del-
l'Assunta a cercare chi tanto l'ha invocata
durante_la sua lunga vita terrena , vissuta
da cristiana convinta. 97 anni di fede ada-
mantina, spesi tutti per i suoi cinque figli ,
che ha curato con amo re e dedizione as-
~oluta, in~ulcando nel loro cuore la pietà,
I operosIta, la devozione a Maria , la vita
sacramentale. Essi sono testimoni della
santa vita di questa impareggiabile mam-
ma. Rosetta l'ha donata al Signore ed è Fi-
glia di Maria Ausiliatrice. Scrive: "Ci è stato
facile amarti , ci sarà impossibile dimenti-
carti. Grazie mamma".
SOLARINO sac. Franco, salesiano,
t Modica il 10/07/ 1998 a 73 anni.
Ha impegnato _la sua vita per i giovani negli
oratori della S1c1ll a. Ha ideato il Gr.Est. , e
per oltre 50 anni ha fatto vivere a migliaia
di ragazzi l'esperienza della vita cristiana e
dell'incontro fraterno. Negli ultimi tempi vari
malanni lo hanno prostrato nel fisico , ma
non nel cuo_re , sempre teso ad aiutare gli
altri. In cortile , che considerava il suo re-
gno , c'era con qualunque clima. Felice di
pote_r fare del bene, era sempre pronto, ac-
cogliente , premuroso. Diceva di aver avuto
in dono dal Signore la penna facile (ha
scritto diversi volumetti di facile lettura con
riflessioni morali ed esempi di vita cristia-
na ). A v ev a propensione per la musica:
suon_ava molti strumenti soprattutto la fisar-
monica. Portava sempre con sé un qua-
dretto col motto della sua vita: "Se non hai
niente da donare , dona un sorriso ". È ciò
che ha sempre fatto.
ARDISSONE sr. Maddalena,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Napoli il 12/05/1998 a 66 anni.
Stroncata da un male incurabile , contro il
quale ha lottato con tutte le forze , è stata
pronta a dire il "sì" sorretto dalla fede . So-
c ievole e co rdiale , suor Maddalena si è
fatta amare senza pretese , ricamb iando
l'affetto ricevuto. Come responsabi le del
Centro Diffu sione della rivista per adole-
scenti "Primavera " d i Napoli, ha dato il
meglio di sé, riuscendo a relazionarsi con il
mondo della scuola statale con stile sale-
siano, sia nelle circostanze favorevoli che
nelle difficoltà , di cui era irto il suo cammi-
no quotidiano per la diffusione.
DONNINI sr. Pierina,
Figlia di Maria Ausiliatri ce,
t Milano il 30/06/1998 a 90 anni.
Suor Pierina nel co rso della sua lunga vita
religiosa è stata l'incaricata delle commis-
sioni , e ne ha fatti di passi incontro e in
mezzo alla gente. Proveniva da una fami -
9lia di sani principi cristiani , segnata dalle
1nev1tabll1 prove della vita , e lì imparò il
lavoro intenso, la pietà schietta, lo stile di
vita semplice , schivo , arguto, quasi sbriga-
tivo e senza nessuna concessione per sé.
Il suo segreto è stato trasformare in carità
pura ogni gesto di attenzione, di aiuto di
fatica , di disponibilità piena a tutti. 'Ha
sap_uto "rubare i sacrifici " e senza che gli
altri se ne accorgessero , schiva di ogni
riconoscimento e lode . Il Signore ha riem-
pito di tenerezza e dolcezza i suoi ultimi
giorni , donandole una pace e una voglia di
paradiso intensa, ma ancora una volta
semplicissima e normale.
ARNABOLDI sac. Paolo, salesiano
t Roma 1'11 /04/ 1998 a 80 anni.
Svolge il suo ministero a Torino presso il
Santuario di Maria Ausiliatrice , poi a Mon-
teortone come professore di Teologia mo-
rale . Lì nel maggio del 1948 dà inizio al
movimento FAC. Da allora dedica la vita
alla formazione e al rinnovamento pastora-
le per un ritorno al Vangelo. Vive gli ultimi
anni nell'infermità e nel silenzio. Il FAC na-
sce dalla parola del Vangelo "Va e fai an-
che tu cosìl" (Le. 10,37) , espressione chia-
ve della parabola del Buon Samaritano. È
a servizio di questo stile di carità concreta
che il movimento FAC si pone , attraverso
un richiamo appassionato al Vangelo della
carità . La carità è l'unica energia che
costruisce la Chiesa e il movimento di don
Paolo _(Fraterno Aiuto Cristiano) prende l'i-
spIrazIone e Il nome dalla Santa Famigli a
d1 Nazareth, come sorgente e luce che illu-
mina il _cammino di ciascuno e di ogni
comunita.
BERTA TERZANO Rita,
cooperatrice salesiana,
t Asti il 12/05/ 1998 a 72 anni.
Proveniente da una famiglia profondamen-
te cri stiana , mantenne sempre una fede
semplice e genuina, che andò via via ap-
profondendo fino a scoprire il senso pieno
della presenza di Dio nella sua vita. Que-
sto le ispirò per il resto dei suoi giorni una
profonda coerenza morale e un'intensa
vita spirituale. Sposa e madre esemplare
ebbe modo di svolgere nella sua parroc'.
chia attività di aiuto concreto e di apostola-
to genuino. Quando si trasferì a Nizza
Monferrato continuò in questa linea offren-
do alla nuova parrocchia la sua preziosa
collaborazione. Poi improvvisamente ven-
ne colpita da un male che minò progressi -
vamente la sua fibra e fu per lei motivo di
offerta a Dio e di aumento di interiorità.
Devotissima della Madonna, a lei si abban-
donò affidandole le sue sofferenze fino alla
morte.
È bello tramontar~
dal mondo verso ~ 10
affinché in Lui
si possa risorgere! .
(S. lgnazio diA11twcl~ia )

5.7 Page 47

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Don Jacques Rey
Già direttore del Bollettino
Salesiano francese,
esperto di comunicazione
sociale e masmediale,
fotografo - regista.
Autore del cd-rom su Don Bosco
che proprio in questo mese esce
in versione italiana, edito dalla LDC.
Hai realizzato il primo cd-rom su "Don Bosco, l'amico dei giovani" .
Perché un cd-rom ? Come ti è venuta l'idea ?
Il cd-rom è un nuovo media che amplia il mondo della comunicazione
sociale: su uno ,stesso supporto si trovano convogliati media diversi: testi,
immagini fisse , suoni, video e in più la possibilità di far interagire ciascu-
no di questi elementi secondo il desiderio di ogni utente. D'altro canto il
cd-rom offre un incontestabile lato ludico atto a suscitare l'interesse dei
giovani. L ' idea risale al 1988, anno centenario della morte di Don Bosco.
Presentando un 'esposizione su " Don Bosco nei fumetti", mi è venuta l'i-
dea di provare a trasportare questo lavoro su l computer. Per tre anni, nei
tempi morti, ho preparato un abbozzo di come avrebbe potuto essere un
prodotto multimediale su Don Bosco, poi finalmente l'ho realizzato .. .
Si tratta di una semplice storia di Don Bosco o è qualcosa di più?
Quali tecniche hai usato ?
No, il cd non è una semplice storia di Don Bosco, ma una lettura a tre
livelli della vicenda del nostro Santo. Il filo conduttore è costituito dalla
sua biografia, peraltro assai condensata, supportata da documenti storici,
clip musicali, interventi virtuali di personaggi dell 'epoca. A ciascun anno
importante della sua vita corrisponde un "giornale" che documenta il con-
testo sociale, economico, politico, culturale e religioso nel quale si è svi-
luppata la vocazione di Don Bosco.
Infine a ciascuna realizzazione importante di Don Bosco corrisponde un
reportage attuale che mostra l'azione di educatori che si trovano in situa-
zioni molto simili a quelle che lui stesso ebbe nel suo tempo.
L'informatica pe1mette di navigare su questi tre livelli di informazione
in modo facile e attraente. Ognuno può scegliere il proprio percorso in
funzione del suo interesse. Io stesso ho curato la sceneggiatura, la grafica e
la digitalizzazione delle immagini e del suono. Un giovane programmatore
si è occupato della programmazione interattiva. I disegni, davvero belli e
pertinenti, sono di Alarico Gattia.
Per quali destinatari ?
Per giovani e adulti sensibili alle nuove tecnologie della comunicazione
legate ali ' informatica.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione ?
Due anni per la realizzazione pratica... ma l'idea ha sedimentato molto
di più.
Di chi ti sei servito per portare a termine l'opera ? Hanno collaborato
anche dei professionisti ?
Sì: tecnici programmatori per l'impostazione, attori professionisti per le
voci e un cantante belga di talento per i clip musicali della versione francese.
Che cosa attendi da questo cd-rom ?
Un nuovo approccio per parlare dei santi, che faccia comprendere che
Dio suscita vocazioni per rispondere ai bisogni di ogni epoca. Non esiste
vera santità che non sia figlia del suo tempo. La vita di un santo è capace
di suscitare interesse, di ispira.re progetti di vita, di dire con forza nuova e
attuale il Vangelo al mondo moderno.
D
UOMO DI COLORE
(Riportiamo la poesia che ha
vinto il concorso " Ulivo d'Oro
LIDH 1998" per i 50 anni
dalla Dichiarazione Univer-
sale dei Diritti dell'Uomo , ap-
pena trascorsi. Ne diamo una
traduzione dal francese) .
Amico bianco, vuoi tu sapere
Il co lore della mia storia?
Nero sono quando vengo
al mondo,
divento grande e il fosco nero
resta inalterato,
di nerezza tota lmente impregnato,
Nero di co ll era, nero di furore,
nero resto pure nel tenore.
Stanco o malato nero
è il mio colore.
E muoio nero; porto nella tomba
l' inchiostro nero d ' una vita
in ombra.
Am ico bianco,
roseo quando nasci ,
diventi nero quando d'età cresci.
Rosso di co llera a vo lte diventi,
verde ti fai se ge losia senti . . .
Giallo nel dolore
o quando sei malato,
vio la o blu quando il respiro tace
e ti si spegne il cuore.
Allora, amico, spiegami perché
"uomo di colore"
tu ci chiami me!
Ornella Venturini (Annecy)
BS GENNAIO 1999

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
r,
;,iNEL PROSSIMO NUMERO
.~~,.' -. 1'Z.k,t,
I
...
GIOVANI E NUOVI
MOVIMENTI RELIGIOSI
di Claudia A/essi
Perché i giovani scelgono le sette?
SCUOLA E FAMIGLIA
di Daniela Bernasso/a
A quando una vera libertà di scelta?
I COLORI DEGLI STATES
di Maria Antonia Chine/lo
Il lavoro al femminile nella grande mela.
DIECI ANNI SULLA STRADA
di Angelo Botta
Lavorare per i ragazzi più abbandonati.