Bollettino_Salesiano_199806


Bollettino_Salesiano_199806



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M~rei;n:~sil;ei/j-,:A&n;.n:"o·2CcXomXImI a-
nr. 6
20/C legge
662/96
Spediziane nr. 6/1998
Aulorizz. Direz. Prav. P.T. 35100 Padova• C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE
DEL CilUBILEO/
••CASA, ANZI CHIESA!''
San Paolo lo dice di tutta la persona:
il pensiero, il cuore, la vita sono dimora di Dio.
Ma lo riferisce anche in forma singolare al corpo (1 Cor 6, 19).
Non è un'immagine. È un dato di fatto
e chi non lo tiene in conto ne soffre le conseguenze.
n verità que-
sto nostro
corpo lo sen-
tiamo come
un contenito-
re , un edifi-
cio dentro il
quale agi-
scono del-
le energie , si
muovono degli elementi e
persino lavorano delle "macchine"
che chiamiamo facoltà : l'intelligen-
za, la volontà, il sentimento. Nella
loro accensione e nel loro movi -
mento opera lo Spirito .
Non solo ; attraverso il nostro corpo
comunichiamo quello che queste
facoltà producono: idee , progetti ,
atteggiamenti , rapporti . E dall 'e-
sterno , sempre tramite il corpo, ci
arriva nuovo materiale di sensa-
zioni , impressioni e percezioni che
la mente e il cuore macineranno e
elaboreranno.
di elementi grandi e piccol i con i
loro tempi esatti di entrata in azio-
ne e le loro combinazioni . La vita è
un mistero !
Per queste e altre simili ragioni
il corpo è al centro di molte cure e
relative industrie: vanno dalla salute
al piacere, dalla bellezza allo sport,
dalla ginnastica alla dietetica, dai
consultori privati alla pubblicità. Ri-
spondono al nuovo interesse che si
ha per la forma, il look, il godimento.
Tra le "offerte e domande" ci sono
quelle che puntano sugli istinti :
danneggiano la salute, consumano
le energie corporali , distruggono la
bellezza . Ma soprattutto tagliano
l'energia di vita, riducono le nostre
facoltà , rendono sordi allo Spirito
che lavora dentro di esse.
È stimolante di fronte a un
uomo o una donna, o un bambino
o un malato pensare: dentro ci
abita lo Spirito . Sono di fronte a un
tempio. Il suo volto è come la porta
di un tabernacolo . Ed è tanto più fa-
cile pensarlo quanto più i suoi gesti ,
le sue scelte, i suoi atteggiamenti , il
suo portamento e la sua vita ci ri-
portano alle opere dello Spirito.
D'altro canto ogni violenza por-
tata alla persona : mutilazioni , tortu-
re , crudeltà, rapimenti , sperimenta-
Vangelo e Liturgia cristiana han-
no del corpo un'alta considera-
zione. Parlano del corpo di Maria in
cu i dimorò la divinità, del corpo di
Cristo attraverso il quale si entra in
comunione con Lui , del corpo della
Chiesa che rende visibile il mistero
dello Spirito .
Il corpo ha una straordinaria capa-
cità espressiva e di interscambio.
La ballerina riesce a trasmettere
emozioni , a creare un'atmosfera e
quasi a raccontare . Gli artisti riman-
gono stupefatti della armonia del
corpo . I biologi non riescono a sco-
prire il segreto del funzionamento
sincronico e convergente di mil ioni
GIUGNO 1998 BS
La ballerina riesce a trasmettere emozioni
con le aggraziate movenze del suo corpo.

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Il corpo, prigione dell'anima
per i greci, casa dello Spirito
per i cristiani.
zioni si configura come sacrilegio,
violazione di un luogo santo. Appa-
re dissennato, e gli effetti giustifica-
no la dura qualifica, l'i mpiego del
corpo con modalità improprie o per
finalità immediate e meschine che
distruggono le sue possibilità di
espressione, di rapporto e di lavoro:
dipendenze, sesso istintivo, abusi di
vario tipo.
Vieni, Spirito Santo ! Ne abbia-
mo bisogno per prendere coscienza
di quello che siamo e di quello che
portiamo in noi .
Giugno 1998
Anno CXXII
Numero 6
In cope11ina:
Stud iare ... Magari
in un 'aula perfettamente
attrezzata, con professori
preparati e onesti!
A quando una vera
libertà cli scelta?
(foto RC(/JÌ11i)
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE :
GIANCARLO MANIERI
Redazion e: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
8 VDB
80 anni di giovine:u.a
16 CHIESA/AMBIENTE
Per un futuro migliore
18 STORIA NOSTRA
"El Dotor", un missionario medico
21 ATTUALITÀ
Termina la scuola, non i problemi
26 PROBLEMI
A l crocevia delle nuove povertà
32 ON UNE
Ode e il terremoto
38 MISSIONI
Muyurin.a, l' avventura continua
40 SINDONE
San Francesco di Sales e la Sindone
di GIANCARLO MANIERI
di SILVANO STRACCA
di ANTONIO FERREIRA OA SILVA
di BRUNO BOROIGNON
di BRUNA GRASSINI
di GIULIANO VETTORATO
di ANGELO BOTTA
di ARNALDO PEDRINI
RUBRICHE
2 I/ Rei/or Maggiore - I/ pun to gio vani - 6 BS Domanda - LI Zoom - J2 In Italia & nel mondo
- 15 Osservatorio - 20 Le/tera ai giovani - 24 A primavera, per fare primavera - 29 Box - 30 Libri
- 3-t Come 0011 Bo.1·co - 36 Carta di Com1111io11e - ]7 I/ doctor J. - 42 / nostri Sa nti - 43 0011
Bosco a fume/li - 46 I nostri morti - 47 lii primo pia110/Foc11s
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Gattoni - Giuseppina Cudemo - Graziella Curti •
Margherita Dal Lago - Serdu - Bruno Ferrero -
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto - Angelo Montonali - Giuseppe Morante -
Gaetano Nanelti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter : Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in ollre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua ollre 10 milioni di copie)
in : Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) Boemia Bolivia
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Cina (a Hong Kong) Colombia - Croazia - Ecuador
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Bretagna Italia Korea del Sud - Lituania Malta
Messico • Olanda Paraguay · Perù Polonia
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Stati Uniti - Thailandia Ungheria · Uruguay -
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Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
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Don Bosco in the W orld
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Opere Don Bosco, Roma.
BS GIUGNO 1998

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
SE LA RAG
UCCIDE
E LA FORES
Se la ragazza uccide e la foresta
dall'ingordigia di guadagno,
i giovani devono prepararsi a vive
le guerre spaziali immaginate ora
Le cronache tristi sulla vita
feriale degli uomini
e delle donne ci raccontano
fatti sempre più incredibili
(sebbene a volte inventati
e gonfiati) con protagonisti giovani.
È scontato, per l'opinione comune,
che le carceri minorili siano piene
di ragazzi accusati
di microcriminalità o delitti penosi
che allarmano la società.
Ma crea disagio quando
a commettere delitti efferati
sono invece ragazze , pe~hé
negli stereotipi dominanti e duri
a morire le figure femminili
sono identificate con il garbo
e la dolcezza. Se la mano
assassina è donna, si ha come
la sensazione che qualcosa
di irreparabile possa accadere.
E capita più spesso di quanto
si racconti.
Come nel caso delle due
ragazze , studentesse modello
(si fa per dire, poiché non bastano
belle pagelle per essere modelli
e tanto meno per essere felici) ,
che hanno crudamente ucciso ,
per motivi poco chiari ,
una loro compagna di classe .
Per parecchi è stato come
un brutto risveglio quel giorno
di marzo.
Reso più cupo dalla coincidenza
casuale del delitto con le immagini
di migliaia di ettari della foresta
amazzonica bruciati dolosamente.
Ennesimo attentato alla vivibilità
della terra e all 'uso sapiente
delle sue risorse .
Non può acquietare il rilievo
volontaristico che , a fronte
delle due ragazze omicide
del foggiano , o dei ragazzi
assassini dell'Arkansas,
o elle banae di stupratori
e a c;:ia ori èf sassi dai cavalcavia,
ç1 so o ilioni di giovani
·1;i R r ecipano a incontri religiosi
p eventi r:ntisicali del tutto gacifici.
t: ar ' el disagi0 ,_
e ella s0fferenza psicologica
e sociale che molfiplic& la violenza,
è molto più vasta di quella che
perviene al mercato dalla cronaca.
Il male sconosciuto contende
/I primato al bene conosciuto.
E guanclo nel 2000 , con il Papa si
aduneranno due milioni di giovani,
emblema del positivo, non si dovrà
dimenticare la quantità di ragazzi
e ragazze che saranno prigionieri
del disagio e dell'infelicità.
Le lacrime di tante adolescenti
per Leonardo Di Caprio del Titanic
·ndicheranno pure qualcosa.
I viaggi sempre più frequenti
alla volta del Tibet alla ricerca
di esperienze rel igiose,
•a sete di esperienze esoteriche,
la naturalità dell'accoglienza
che sempre più si riserva
alla new age, sono 'segni'
su cui riflettere .
Questo modello sociale pieno
di contraddizioni e solo
apparentemente generatore
di felicità, venduto e diffuso
con missionaria caparbia dai
potenti anche nei paesi in via
di sviluppo , è l'eredità che gli adulti
offrono ai giovani. Una eredità
pesante già di per sé, che pare
delitto solo mettere in dubbio.
Il colmo sta nella pubblicità,
cuore del sistema, che punta
a spingere in questo modello,
come in un imbuto senza scampo,
le future generazioni, nel momento
in cui tutti sappiamo che ,
se non si cambia , la terra morirà
e noi con essa.
GIUGNO 1998 BS

1.5 Page 5

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1.6 Page 6

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.r···BS domanda···~··· ~ UNA TESTIMONIANZA sull'onda di questo feeling mi
DAL DESERTO. Gentilissi- permetto di accl uderle un a-
mo direttore, ogni anno io e crostico, sbocciato di getto ...
Signor Direttore,
(Che dir e di) quel missionario
brasiliano che a Rai 3 , nella ru-
brica "Uomini e prof eti" ha det-
to che in Brasile (e nelle alll'e
nazioni sudamericane) la Chiesa
non solo non predi ca contro
l'uso del profilattico, ma anzi lo
in coragg ia per controllare le
nascite, e lascia che venga chia-
mato familia rmente "camisin "?
Esistono in c iascuno delle con-
vinzion i morali di fondo , un nu-
cleo più o meno forte che appar-
tiene ad ogni persona in quanto
ta le . In a lcuni è fra g il e e va
rafforzato . Ma non è facile: anzi
c'è il ri schio di indebolirlo ulte-
ri orme nte. Que sta è la grand e
difficoltà che devono affrontare
gli operatori pastora li compresi i
co nfe ss ori. In que sti c asi può
mia moglie ci rechiamo a
Helwan , villaggio vicino al
Cairo per cure termali. Un
pomeriggio della scorsa estate
volli inoltrarmi nel deserto ...
Il grande silenzio mi fece ve-
nire il desiderio di pregare.
Proprio quando stavo per fer-
marmi all 'ombra di una pal-
VIVA IL BOLLETTINO SA-
LESIANO:
V erace vetrina di cime
I n seno a fervore sublime
V ivace sentiero dei lumi
A scopo di sa nti costu mi
I ncanto di cosmiche voci
L argito per tutte le foc i.
In Italia solo alcuni mariti sono
autori zzati ad usarlo dal loro
confessore. Parlo per esperienza
direi/a. (A.S ., Racconigi)
Risponde il prof. Paolo Carlotti *
In prima battuta direi che occor-
re verificare la notizia, la sua
nascere addirittu ra un obbligo a
rimandare la com uni caz ione di
una veri morale, sia perché la
persona non è preparata a rice-
ve rla, s ia pe rch é il ri sc hi o di
in generare situazioni peggiori
anche di abbandono della fede , è
reale. Si tratterà di preparare la
persona secondo la legge di gra-
ma, scorsi una moschea. Mi B ellissimo scrigno d' aromi
avvicinai. Il "scheh", custode O rnato di mistici assiomi
mi chiese in arabo: "Cosa cer- L odato siccome una serra
chi, ' ebn Rabbena', figlio di L etifica tutta la terra.
Dio?". "Vorrei pregare", ri- E ccelsa dottrina cristiana
sposi. "Ecco la 'Casa della T rasmessa con vena non vana!
Preghiera', entra e prega nella T eatro di giovane ardire
comprensione e la sua corrispon-
denza all a realtà. Mi sembra di
dover escludere che la Chiesa
brasiliana s i d isco sti in modo
così rilevante da un insegnamen-
to uffic ia le , ribadito con insi-
stenza, anche recentemente, da
Giovanni Paolo Il. Con ciò rico-
nosco pure che l' indicazione
magi steriale su ll a illiceità della
contraccez ione trova non poche
difficoltà in vasti strati di fede li .
Con questa considerazione ci
siamo spostati dalla comprensio-
ne teorica della questione all a
sua applicaz ione pratica: sono
due piani da non separare, ma
certo da distinguere.
Già sul versante teoretico si po-
trebbero lamentare argomenta-
zioni non pertinenti , anche da
parte di teologi e di operatori
pastorali , e ciò non contribuisce
a dipanare la questione . Ma la
lettera rivolge la sua attenzione
all ' ambito di un 'etica applicata ,
dove emerge il soggetto morale
concreto, da rispettare nell a sua
cosc ienza, anche quando questa
fosse erronea, cioè 1itenesse per
vero o buono ciò che vero e
buono non è, e lo fosse invinci-
bilmente, cioè senza una ragio-
dualità (Cfr. Familiaris Consor-
tio , 34) - ma senza sminuire la
legge - avendo a cuore la ricerca
sincera della verità, e non la
finalità di "andare incontro" alle
es igenze di chi è in diffico ltà.
Questo non è un "escamotage"
finali zzato all'evasione della
norma morale. Ancora una volta
è necessario rendere consapevo-
le la persona della straordinaria
importanza che ha la coscienza
in rapporto al comporta1nento e
alla sua stessa identità. E quindi
urgente recuperare una prospet-
ti va di ricerca s incera della
verità morale, da comprendere
come alleata e non come nemica
della persona.
Tuttavia ciò non implica un a
gi usti fi cazione oggettiva della
co ntraccezio ne, essa può
essere autorizzata da nessuno.
Certe prass i sono gi ust ifi cate
solo se fan no riferimento al ri-
spetto del cammino della co-
scienza di ciascuno, e non è det-
to che ciò sia dovuto a un diver-
so giudizio morale. Più ragione-
volme nte si può pe nsare alla
discrezionalità del confessore,
che valuta lo stato della coscien-
za del penitente. Discrezionale
tua lingua". Mi tolsi le scarpe, I n vista di gaio avvenire.
com l' usanza e in quella N el nome del santo patrono
casa spoglia, senza immagini , O maggia ogni sorta di dono .
senza ornamenti, riuscii a pre-
gare con tanto trasporto. Fuo-
ri il "scheh" m ' aspettava. Vo-
levo fare un ' offerta, ma ri-
fiutò dicendomi che la più
bella offerta era stata la mia
preghiera. Non ho più dimen-
ticato quell 'episodio .
S ull 'onda d' affetto sincero
A ttiva geni ale veliero
L a fede in accordo a ragione
E sprime solare miss ione.
S eguendo la via del vangelo,
I nfonde perenne lo zelo,
A I par di paterno docente
N abilita giovane mente...
Aldo Barberia, O ffrendo mariana sorgente!
Woodbredge Canada D . Enrico Camastri, Brescia
Signor Aldo, grazie per la
bella testimonianza. Mi dice
che il silenzio è una icona
della preghiera, mi ripete che
Dio è do vunque, che tutte le
occasioni sono buone per pre-
gare, ma alcune non. bisogna
proprio lasciarsele sfuggire,
mi suggerisce ancora che il
fracasso , lafrenesia, la fretta ,
l'ansia "et similia" allontana-
no dai nostri sentieri la calma
Caro amico, sono stato incer-
to se "propagandare" questa
simpatica.. . celebrazione! Poi
mi sono detto che era soprat-
tutto un omaggio ai miei pre-
decessori e ho trascritto il suo
acrostico. Costituisce un impe-
gno a non abbassare la guar-
dia , a continuare con scrupo-
lo a servire i lettori. Cercherò
di non dimenticarlo.
nevole possibilità di cambia-
mento. Il motivo di questo ri-
spetto (a ciò ri chi amano diversi
documenti) risiede nel l'inaggira-
bile riconoscimento della diretta
respon sabil ità di ogni persona
sulla propria es istenza.
Si pone dunque il problema di
come agire con colui che si trova
in una situazione di errore. non
avvertita come tale. Si deve cer-
care di comunicare la verità e la
bontà di un comportamento a chi
è "capace di sé" - cioè dotato di
consapevolezza , di responsabi-
lità e di libertà - ed è " fine in é"
(Cfr. Verirati s Splendor n° 48) -
cioè capace di autodeterminarsi
non equivale ad arbitrario, sta ad
indicare la difficoltà di una pon-
derazione concreta: il concreto è
estremamente vario e pluriforme.
Concludendo, non s i può non
ricordare la rilevanza dell ' edu-
çazione nel campo della morale.
E urgente recuperare nella cultu-
ra e nella vita la portata della
dimensione morale, che non è
mera obbedienza a una legge ma
cammino di realizzazione di sé.
È questa una prospettiva da riac-
quisire. La cultura contempora -
nea, di tipo pragmatico~ tecnico
non ci è di molto ai uto. E urgen-
te una " riv ol uz io ne cultural e"
che risulti autenticamente pro-
paziente della meditazione o-
rante e avvicinano pericolo- NON CREDO NEGLI UOMI-
samente la schizofrenia.figlia NI. Caro direttore, io credo in
primogenita di questi nostri Dio. Il mio problema è che
turbinosi tempi. La sua lette- non credo negli uomini . [... ]
ra è istruttiva e vorrei che molti La mente umana tende più al
la leggessero per convincersi male che al bene... tant'è ve-
della necessità di trovare spa- ro che malgrado l' intervento
zi di silenzio nella propria vi- di Dio il mondo degli uomini
ta per parlare con Dio . È te- è ancora malvagio. Da quan-
rapia dell'anima e del corpo. do l' uomo ha com inciato ad
essere uomo, sono cominciati
i mali ... Lui che dovrebbe es-
UN ACROSTICO PER IL sere l'immagine di Dio è in-
al bene morale visto e riconosciu- mozionale della persona.
BS. Esimio direttore, lettore
................................................................ . to. Può capitare - il caso è fre-
quenti ss imo - che il singo lo o
anche interi grnppi non riescano a
vedere il bene morale. Che fare?
:
* Prof di teologia MORALE
alla Uni versità Pontificia
ab immemorabili della sua
stupenda nv1sta .. . desidero
Salesiana, Roma farl e i complimenti di quello
._: che dice e di come lo scrive e
vece l'immagine del male.
Lettera con sigla
Caro signore/a "x" , la invito
a cambiare lenti ai suoi oc-
GIUGNO 1998 BS

1.7 Page 7

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chiali. Il mondo non è nero. dura. . . Sogno sempre mia AMARE I FIGLI COSÌ CO-
Sorge il sole tutti i giorni. An- moglie da cui vivo separato. ME SONO. Non sono abitua-
che quando la vita affoga nel- Ora la vita la div ido tra il la- ta a scri vere ai giornali . C i
le nubi, sopra di esse la luce voro e ... il gatto; mi aspetta provo. Ho una bimba "down"
continua a irradiare l' inde- quando torno la sera: un salu- affetta da grave cardiopatia:
scrivibile policromia dei suoi to, la pappa, qualche cocco- down e malata, dunque. Pro-
raggi. Il mondo, "posto sotto la ... Ma penso sempre a mia prio il BS di novembre mi sug-
il maligno" , è stato redento, moglie e mi illudo che mi ami gerisce, tram ite Elena Guenzi
conviene non dimenticarlo. ancora.
Penso alle guerre , alle stragi
come fare per ottenere aiuto
Giacomo dalla USL. La signora di Cu-
di innocenti, alle carneficine
programmate, al/' incoscienza
di tanti che gridano ai quat-
tro venti di avere una co-
scienza e non è vero , si fanno
paladini dei diritti umani e
non è vero, predicano l' one-
stà e non sono onesti... e mi
deprimo. Poi penso ai gesti
contrari : quelli acclamati, co-
me l'incredibile eroismo di P.
Direttore, la società è malata
(ad ulteri, divorzi, aborti ... ) la
fam iglia non ha più basi sta-
bili , ma frag ilissime. Io a 27
anni mi accorgo de ll a ricerca
ossessionante di una li be1tà in-
div iduale. Per questo manca-
no famig lie vere, foco lai d ' a-
more gratuito, puro, eterno ...
Rosalia
neo dice che non può guarda-
re il futuro con serenità ... È
vero: ci vog li ono molti soldi ,
ma anche molta solidar ietà.
E lla si chiede anche chi può
aiutare questi bambini più
sfortunati. Dobbiamo essere
noi i loro angeli custodi. In
questo lavoro io sto coinvol-
gendo i due fratell ini di Ro -
sanna, che per fo rtuna la ama-
Massimiliano Kolbe , la squi- Ho messo assieme le due let- no così com'è, come fanno
sitezza impressionante di ca- tere: la seconda in "g iacen- tutti gli altri famig liari , cui ho
rità di Madre Teresa , la lumi- za" ormai da quasi un anno . insegnato a non usare pietismi
nosa serenità di santa Teresi- Mi sembra che presentino la inutili ma gesti concreti ...
na, l'imprevedibile forza di stessa problematica . Casi di
Maria Goretti, la passione di famiglie spezzate sono oggi
Isa , Santeramo
Don Bosco per i giovani.. . e sempre più freq uenti . Siamo Il suo, signora, è certamente
più ancora alle migliaia di di fronte a una società forte- un esempio, un "buon esem-
santi senza nome, vicini di mente tentata dal ' individua­ pio'' , p er tutti . Non abbiamo
casa, di luogo di lavoro ... al- lismo e quindi incapace di for- nulla da insegnarle: è lei che
le migliaia di eroismi anoni- nire strumenti autentici per la in segna qualcosa a noi: il co-
mi che regalano alla vita ge - costruzione di i n' altrettanto raggio di essere mamma sem-
sti d'amore che nessuno mai autentica con.vivenza. Sono pre, coi figli san.i e ancor piiì
conoscerà, ma proprio per convinto che fintanto che il con quelli non sani, la sere-
questo più meritori. Sono traguardo di ogni sforzo, di nità con cui accetta di percor-
queste le colonne che reggo- ogni desiderio è la soddisfa- rere anche i sentieri tortuosi
no il mondo, i parafulmini del- zione personale, lo star bene della vita, la pazienza della
l'umanità. E se ;il mondo c'è individua/e, la ricerca del pro- perseveranza e le idee chiare
ancora è perché il bene supe- prio "ubi con.sistam", avremo sul'educazione , dove affer-
ra il male, non il contrario. difficoltà a convincerci che ma di insegnare ai fratellini
Solo che ''fa più rumore un l'uomo è un essere sociale e di Rosanna ad accettar/a cosl
sassolino che cade, di una fo- non un "passero solitario". com'è! So che la sua lettera
resta che cresce". Purtroppo. Gli sforzi del' educazione de- farà del bene. E sono feli ce
Perché? Diceva Mark Twain vono convergere verso questo per questo. Mi spiace solo
che una gallina che ha fatto punto di non ritorno. Ma an- che questo suo scritto cosl
un ovetto chioccia come se a- che il periodo di preparazio- nobile e cristiano, sia arriva-
vesse fatto un asteroide! Già , ne al matrimonio , il fidanza- to in redazione con un ritardo
e spesso un uomo che perde mento (esiste ancora ?), non esagerato... quasi avesse usa-
la vita per salvarne un altro può che tendere per entrambi to una tartaruga come mezzo
si perde nel chiasso fracasso- i partner a gettare le basi del- di trasporto. Non ci meravi-
ne di esperienze senza spes- la propria futura e stabile con- glia più di tanto: alle disfun -
sore. E quanti sono i sacrifici vivenza a due. Capisco che zioni postali siamo ampia-
quotidiani e silenziosi di mi- queste affermazioni aprano mente abituati . Certo le sue
lioni di mamme per i figli , la capitoli immensi... Ma tant'è. riflessioni avrebbero meritato
casa, il lavoro ?.. . Via , cambi Del resto credo sia abbastan- più tempestività e attenzione.
occhiali. È più bello, ma so- za intuitivo che un gatto, un
prattutto più vero.
cane, una gallina o. .. un pito-
ne (pensi un po'!), non possa- Non ci è stato possibile pub-
FAMIGLIE: FOCOLAI SPEN- no costituire surrogati degni
TI? Caro direttore, io lavoro per la sete naturale di compa-
con le persone anziane. C gnia dell' uomo. La compagnia
blicare tutte le lettere per-
venute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
molta soddisfazione, quando vera è quella coi propri simi- ne o alla risposta personale.
non si è stressati. Ma la vita è li: similis cum similibus.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra co rris pon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS GIUGNO 1998

1.8 Page 8

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Disperse in mezzo al mondo per essere "lievito del mondo":
B0ANNIDI di Giancarlo Manieri
GIOVINEZZA
Una Vdb in Etiopia e... i suoi orfanelli.
T utto cominciò il 20 maggio
del 19 17 con un incontro. Gli
incontri , quelli giu sti ovv ia-
mente, cambiano la vita. Quell o in
questione può essere classificato tra
gli incontri giusti , prima di tutto per
le persone che si incontrarono : don
Rinaldi , oggi beato e tre giovani , af-
fez ionate oratoriane; giusto anche
per il tem po in cui avvenne: il mese
di magg io, dedi cato a Mari a. Le
premesse erano di que lle buone.
Anche a naso qu alcuno av rebbe po-
tuto fi utare lo straordinario. Così fu!
Vennero prese decisioni importanti
che avrebbero cambi ato la vita a pa-
recchie persone. Senza clamore. Sì,
perché non s'è mai sentito dire che
nel fracasso sia nato qualcosa di
grande ... a parte la rottura dei tim-
pani! Da quell 'incontro , alquanto
anonimo, avvenuto a Torino nell ' uf-
fi cio di un sant ' uomo, poi eletto
quarto successore di Don Bosco,
nacque un ' Associazione cui fu dato
un nome mutuato dal gergo eccle-
siastico del tempo: "Zelatrici", e
poiché eravamo nel mese di maggio
non potevano essere che "di Maria
Ausiliatrice" . Così e semplicemen-
te. E fu il primo avviso di una fami-
glia nuova di zecca nella Chiesa,
per la Ch iesa e per la congregazione
sales iana.
GIUGNO 1998 BS
SECOLARI
Non nacquero suore. Non nel sen-
so che appartiene all ' immaginar io
collettivo. Allora de l resto suore e-
quivaleva a donne seriose, vestite
con vistos i cappelloni d ' altri tempi
e gonnone fino ai piedi , tutte ri goro-
samente ug uali , così ben fasc iate
che spuntava dal compl esso solo
l'ovale de lla facc ia: generalmente
limpida, graziosa, serena... anche
quando le rughe de ll a vecchi aia era-
no diventate numerose. Qu ando si è
contenti dell a propri a scelta, non
es iste splendore più grande negli
occhi , grazia più squi sita ne i linea-
menti , serenità più accentuata nel
comportamento.
Parlavamo di quel! ' incontro: chi
dunque s' aspettava una congrega-
zione pi ù o meno come le altre, sa-
rebbe stato deluso. Non nacque una
congregazione. Quell e ragazze, col
des ideri o di perfez ione e di aposto-
lato radicati nel cuore, dovevano re-
stare dov'erano e vestire com 'erano,
continuare a fa re quello che faceva -
no. Suore secolari ? Qu asi ... anche
se appare una contraddizione in ter-
mini. A pronunciarl a distrattamente
di fronte a un prelato di q uelli ferrati
nel di.ritto, si sarebbe ottenuta una
reazione tipo quelle che costringono
Una locandina in
quadricromia arriva
in tutte le case salesiane
giusto un anno fa: in alto
a sinistra, in z ona aurea,
il profilo inconfondibile
di Don Bosco che
incornicia, letteralmente,
la faccia simpatica di
uno dei suoi successori,
don Rinaldi, ormai
beato. Sulla destra due
date a testimoniare...
il genetliaco. Subito sotto
al centro una sigla vdB,
scritta proprio così,
due minuscole
e una maiuscola. Loro, le
volontarie sono piccole...
in confronto a lui, Don
Bosco, che è grandissimo.
vdB
OTTANTA ANNI DI PRESENZA NEL MONDO

1.9 Page 9

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le VDB, Volontarie di Don Bosco si presentano.
AL
JI&• _f;t 1;·,w.~1 Qjy_11ttN~·~(/4/tf,,~ ~-e ilff'f,,,,,¼~
1_,,-✓,,.4-· i..- ;,,_
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1Z· t~ , I~ ,/,t-,_ t~>:e: d.1,11❖ -,r.-· /,. p //t" t<_..-
1' ù!'PL q{ ~ -,/a. q~t, 't;,.,4.,' l ii' 1t4r./-;.,-41'~
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/t.t✓,1t11-/,.,u,ì-/4. , / 6/,;,-,,,4: ,.,:Ulltl'lut_ ,,/ ; 4r? (.-,rù,_
fr, ,. , d l#-tl'M/ t Jfl'~f •~t,f,t. -,:t..
11 Jtt i"<l'n/;,;. ...,~.,~,·• , · /[-;:,,,, , %~un, ' ,1t N#tlH,,
. ~·~·;vt;_,, -~ il (/,'Ìi' t.//,: t Ìtl'/~1 - •~ Ì1,k1• Jt ;✓,1:,11, /1"« \\ 111114 ~1'•
,ti,,... (l'-J;,,{,;,:_ ,,,/-/f,,I.-,
Verbale di fondazione,
l'incauto chiacchierone a tapparsi la
bocca: "Boccaccia mia, statti zitta!" .
Per capirci potremmo dire "fuori
convento". Comunque, quell ' incon-
tro sortì un istituto secolare di con-
sacrate. Pensatela come vi pare,
chiamatele come volete, ma di que-
sto si tratta.
SENZA NOME IN MEZZO
AL MONDO
Cioè. . . un nome ce l'hanno per
carità: quello che mamma gli diede!
Ed hanno pure un vestito. Quello
che impone la moda comune, Ma-
gari anche con un pizzico di perso-
nalizzazione, perché no? Quello che
non disdice, veste! ... E pure qual-
che ritocco (!) ... Niente di extra, in-
Regolamento autografo
di don Rinaldi.
tendiamoci, roba di tutti i giorni, E
hanno pure un lavoro: un ufficio,
una corsia d'ospedale, una cattedra,
una biblioteca, un negozio, un su-
permercato, un bar, un assessorato,
una presidenza, un p1imariato ... Sap-
piamo quel che scriviamo! Non
hanno un marito. No! Perché quan-
do si intende sposare una causa fino
in fondo e dietro la scelta c'è Dio,
un marito non aggiungerebbe nulla,
anzi forse toglierebbe qualcosa. Li-
bere di essere libere, Libere di
amare tutti, di dare testimonianza
senza proclami , senza sbattere la
propria scelta in faccia a nessuno;
senza dare sferzate a nessuno: di-
screte, proponendosi come donne
senza sforzarsi di dimostrare di es-
sere tali . Donne perché. . . donne,
non si vede?
Don Rinaldi,
il fondatore delle Vdb,
INAFFERRABILI?
Te le ritrovi a fianco. Ti attirano,
ma non sai perché. Qualcuna ti
piace pure .. . ma non hai il coraggio
di chiederle ragione di questo alone
di mistero che la circonda. Un epi-
sodio tra i tanti. Di prima mano.
"Senti , don , quella lì..."
"Che vuoi da quella lì? "
"No, niente. È che. .. cioè, insom-
.,,ma.. . Vedi ... Non so come spiegar-
nu. .
"Lo vedo! Qualcosa nonfunziona?"
, "No , no .. . Funziona pure troppo!
E proprio p er questo che i conti
non mi tornano. È innamorata di
qualcuno ?"
"Lo credo bene! Come si fa a vi-
vere senza amore ?"
"G.ta' , e' vero.I p ero' ... Clu. e' t·1fior-
tunato?" .
"E; chiediglielo! A me lo dici?"
"E che... evita il discorso!"
"E tu insisti!"
Vdb portoghesi in ritiro.
A Hong Kong , in festa.
BS GIUGNO 1998

1.10 Page 10

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A Dilla in missione.
Gruppo di Vdb del Vietnam.
Logo della IV Assemblea Generale.
Inutile continuare. Il brano di
conversazione dice già ciò che de-
ve: dice la semplicità della vita, la
serenità dei sentimenti, l'intensità
dei rapporti, la segreta passione per
qualcuno ... più precisamente, per
Qualcuno, grassetto, lettera maiu-
scola che più maiuscola non si può;
Qualcuno che basta a tutto. Rinun-
ce, sacrifici? Sì. Una vita senza ri-
nunce e sacrifici è come una vita
senza amore, un cibo insipido, un
dolce senza zucchero. Uno che si
sposa pensando di accantonare ri-
nunce e sacrifici, o gli è preso un
colpo di sole, o non ha mai capito
niente della vita. Ma sapevo bene
qual era la domanda che rodeva di
più, e non voleva venire fuori, non
so se per pudore o per timore ... Poi
d'improvviso:
"Ce l'ha il fidan zato o... il mari-
to?". Allora ho cercato di spieot:,arot:,li
1917 Primo incontro. Don Rinal-
di e tre giovani .
1918 Le prime 7 giovani si con-
sacrano a Dio attraverso i
voti.
1971 Riconoscimento ufficiale:
Istituto secolare di diritto
dio ces a no .
1978 Istituto secolare di diritto
po ntif ic io.
1990 Beatificazione del fond ato-
re (don Filippo Rinaldi) .
1995 IV Assemblea generale del-
l'Istituto .
1997 Lettera del Rettor Maggio-
re per 1'80° dell'Istituto.
1998 So no 131 O, sparse in cin-
qu e continenti e 44 paesi.
Sono divise in 2 1 regi oni e
156 gru ppi.
GIUGNO 1998 BS
quella cosa particolarissima del
"qualcuno" soppiantato da "Qual-
cuno" perché l'amore, quello gran-
de, l' ultimo stadio, è esclusivo. Im-
presa epica! Non giuro di essere riu-
scito a far capire al mio interlocuto-
re quel che volevo dire. Ma ci ho
provato.
INSOMMA
Le Vdb sono prima di tutto "V",
volontarie, traduzione moderna di
"zelatrici" o di "oblate", come si
chiamarono in un secondo momen-
to . Volontarie, volontariato oggi è
gergo comune, perché proliferano
ovunque associazioni di volontaria-
to e avranno un futuro luminoso.
Vivono nel mondo. Le puoi incon-
trare per la strada. Se " senti" qual-
cosa, se ti coglie qualche sensazione
tipo quella del mio simpatico inter-
locutore, chissà, forse ti trovi di
fronte a una di loro. Ma se glielo
chiedi, c'è caso che non ti risponda-
no: sono convinte che non ci sia bi-
sogno di mostrare alcuna carta di
identità per essere quello che si è
scelto di essere. Potrebbe essere la
tua professoressa di educazione arti-
stica, o quella di greco o addirittura
la tua preside . .. Potrebbe essere la
tua catechista. Le puoi trovare facil-
mente all'oratorio, ma anche in
spiagg~a. In costume, è ovvio. Oggi
le trovi anche in missione in prima
fila negli ambienti dove c'è bisoono
d\\ una mano , di un sorriso, di un ~o '
d1 tempo donato. Se chiedi loro qual
è il posto di lavoro, ti rispondono il
mondo. Se chiedi perché sono nel
mondo ti rispondono per incarnarsi
nella realtà... poi agoiunoono la
.,
t:,
t:,
cosa prn profonda: come Cristo si è
incarnato nell' umano. Siamo giunti
al traguardo.
IL PARADOSSO
Chiamate d~l mondo per restare
nel mondo. E questa l'originalità
delle Volontarie di Don Bosco. E,
tutto sommato, siamo in pe,jetta
consonanza col Vang elo, ti dicono.
Citando senza complessi Giovanni
(17 ,15) "Non chiedo che tu li tolga
dal mondo, ma unicamente che li
preservi dal maligno", ti raccontano
la parabola del lievito. Ora questa
storia è un po ' passata. .. i nostri
modernissimi ragazzi che sprolo-
quiano con indifferenza di file
browser, byte, backup, default'.
setup e via inglesizzando, non
sanno più a cosa serva il lievito. Il
lem~a in disuso , è archeologia
lmgu1soca. Ma il paragone resta
calzante: il lievito non si distingue
dalla pasta, è irrimediabilmente per-
duto in mezzo alla massa ma ...
poco tempo e questa fermenta, cam-
b\\a il proprio stato, proprio per colpa
d1 quel poco lievito!
Consacrate nel mondo con i tre
voti. L'espressione avrebbe fatto
rabbrividire gli antichi monaci. Ma
siamo alle porte del 2000. È la sfida
più moderna: non la fuga dal mondo
ma l'inserimento in esso; "full im-
mersion", non "full emersion" non
la santità ripudiando il mond~ ma
attraverso il mondo, senza essere
abbandonate al mondo. Esse sanno
chi sono, sanno a chi riferirsi, hanno
un Consiglio, una Regione religi:osa
a cui riferirsi , un Gruppo locale, una
Responsabile maggiore (anche lei a
casa sua!), una Responsabile regio-
n_ale_e una locale. Si radunano pe-
nod1~amente per approfondimenti,
esercizi spirituali, ritiri .. . hanno un
organo di collegamento e tradizioni
comuni ...
E scusate se è poco!
Giancarlo Manieri

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ONDO NIGERIA. La mis-
sione salesiana di Ondo in
Nigeria celebra il decimo
anniversario della sua fon-
dazione, avvenuta nel feb-
braio del 1988, anno cen-
tenario della morte di Don
Bosco. Dieci anni di realiz-
zazioni che hanno dell'in-
credibile , dalla moderna r•
scuola professionale , al ,':'
santuario di Maria Ausilia- ,:;
trice , al nuovo splendido !J'.
oratorio. Alla solenne com' 1
memorazione ha parteci- ,, ·
pato il re di Onda (nella lo- li
to), Sua Reale Maestà O- ,,
ba Festus I.A. Adesanoye. h
CITTÀ DEL MESSICO. Or-
mai l'attesa del fatidico
cambio di secolo , anzi di
millennio , sale dovunque
di tono. Dal Nord al Sud di-
ventano sempre più fre-
quenti iniziative di ogni ge-
ne re per prepararsi al
grande appuntamento: let-
ture , studio , dibattiti , libri ,
ricerche , ma anche rifles-
sioni, veglie , preghiere, riti-
ri. Come quello di questo
gruppo di giovani studenti
salesiani di Città del Mes-
sico, che partecipano a un
ritiro sul tema del Giubileo
del 2000.
ONITSHA NIGERIA. Il Pa-
pa Giovanni Paolo Il ha
beatificato a Onitsha, di
fronte a circa due milioni di
persone il 22 marzo '98, il
venerabile Cipriano lwene
Tansi , nativo della città,
primo nigeriano nella storia
della Chiesa ad essere e-
levato alla gloria degli a1;i 4 ·.
ri, morto monaco trappistq: i
in Inghilterra nel 1964; ;a!1·
61 anni, dopo averne spesi.;
tredici di ineguagliabile a- i
postolato tra i villaggi della,.!
sua terra, in difesa della di- '
gnità della donna e della·'
famiglia .
·
PORTO ALEGRE BRASI-
LE. Un ragazzo di strada si
avvicina alla macchina dei
salesiani. Il sorriso, la sim-
patia, la coraggiosa sfron-
tatezza non nascondono le
difficoltà della sua condi -
zione : una vita vissuta 24
ore al giorno sulla strada,
senz 'altra occasione per
un sorriso ricambiato che
gli incontri casuali come
questo di un gruppo di
stranieri che percorre la fa-
vela. Avrà capito che era-
no preti, di quelli che rega-
lano la vita ai giovani? (Fo-
to Burguera)
PORTO ALEGRE BRASI-
LE. La moda dei murales e
quella degli imbrattapareti
non sonq una peculiarità
italiana. E una moda uni-
versale, e meno male: così
possiamo dire di essere in
buona compagnia. La foto
ritrae le esercitazioni arti-
., Ì'!
stiche (!) dei soliti ignoti su il•
un muro di Porto Alegre\\ ;-
•r: grande città del sud Brasi, ·;'"
le. L'interpretazione? Ch'i
si azzarda? Demandiamò
volentieri il compito ai gra:
fologi e/o graffittologi per~:,
ché si esercitino. (Foto
Burguera)
ROMA PISANA. 6/1/'98 -
Non capita tutti i giorni di
cogliere i Superiori Mag-
giori ... sul canto! Animati
da don Motto, direttore del-
l'Istituto storico e guidati
da don Fedrigotti, che su
una aria "stravecchia" ha
coniato simpatiche strofe
di augurio , don Mazzali ,
don Nicolussi e don Van
Hecke cantano per monsi-
gnor Dalla Valle, il giorno
della sua elezione a ve-
scovo , interpretando la
gioia di confratelli e amici.
BS GIUGNO 1998

2.2 Page 12

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IN ITALIA&NEL MONDO
TORINO
tente di costruirsi la sua anto-
logia di testi, la sua bibliote-
ca, la sua cineteca. E lo stu-
SEI MULTIMEDIALE dente può scrivere e archivia-
re i suoi testi.
La SEI, che ha una lunga
esperienza nel campo dei sus-
sidi didattici, giunge all 'ap-
puntamento con I' introduzio-
ne dei linguaggi e delle tecno-
logie multimediali nella scuo-
la con una nuova linea di pro-
dotti. Il progetto nasce con la
convinzione che fare multi-
mediale oggi non può essere
solo riciclare enciclopedie o
monografie che si possono
trovare anche in edicola o in
libreria, ma tenere conto degli
aspetti didattici, dei tempi di
lavoro dei docenti, degli stan-
CARACAS
VENEZUELA
PREPARAZIONE
AL CONGRESSO
EXALLIEVE/I
Da mesi è partita la prepara-
zione per il Congresso lati-
noamericano exallieve/i che si
terrà in Cile nel settembre '99
e sarà animato dalle Confede-
exalumnaslos salesianos fren-
te al aiio 2000: en la vivencia
de los valores" . Uno sguardo
concreto, dunque al futuro del-
!'Associazione, ma anche a
un lavoro coinvolgente che
segna un cammino comune
per raggiungere una meta che
sa già di profezia dell' insieme.
Un grande lavoro aspetta le
due confederazioni cilene im-
pegnate nella organizzazione
di questo importante evento.
dard tecnologici dell 'hardwa-
razioni FMA e SDB insieme.
re disponibile presso le scuole
e le famiglie, delle fasce di
Gli ultimi due sono stati cele-
brati in Venezuela e in Ar-
GUALDO TADINO
età e dei bisogni educativi La linea SEI Multimedia si gentina con la partecipazione
degli studenti, delle possibi- compone oggi di 4 eserciziari di suor Contreras, consigliera IL VERDE
lità operative e di comunica-
zione offerte dal mezzo.
in CD Rom, di 4 CD Rom per
le conoscenze di base, di 4
generale per la F.S. , suor
Osio e don Alen delegati con-
SOGGIORNO
SEI Multimedia propone CD
Rom didattici, gestibili dai do-
centi nelle proprie attività di-
sciplinari e autonomamente da-
gli studenti come ripasso e ap-
profondimento. Propone inol-
tre strumenti di appoggio al
lavoro curricolare del docen-
te, ma non solo: il Laborato-
rio di scrittura consente all 'u-
CD Rom di materie curricola-
ri . Questi prodotti sono stati
appositamente studiati per la
nuova fase inaugurata dalla
circolare del Ministero della
Pubblica Istruzione n. 282 del
24/4/1997 e dalla circolare n.
908 del 23/12/1997 sul soft-
ware per la lingua straniera
nelle elementari .
federali. Si lavora sempre con
grande passione ed entusia-
smo. I giovani hanno chiesto
coralmente agli adulti di aiu-
tarli a dare qualità alla loro
vita associativa, perché sia ve-
ramente un luogo privilegiato
di formazione e di impegno
salesiano. Il tema scelto è il
seguente: "Ser y actuar de las
Il terremoto non ha fiaccato
né le mura né la voglia di ser-
vire Don Bosco del "VERDE
SOGGIORNO" di Gualdo Ta-
dino , magnifico centro in pro-
vincia di Perugia, famoso per
l' acqua "Rocchetta", quella
del "din din", le ceramiche e
il paesaggio. L' incantevole lo-
calità, risparmiata dalla furi a
del sisma, continua ad essere
"Oasi di pace, di verde, di
CHICAGO - USA
festa di Don Bosco, in cui i aria pulita, di acque purissime
salesiani hanno preso posses- e gli exallievi del locale Isti-
so della "Parrocchia San Gio- tuto salesiano continuano a
UNA NUOVA OPERA
I salesiani sono "sbarcati" a
Chicago. Finalmente. Il 1998
sarà dunque un anno memo-
vanni Bosco" nella zona nord-
ovest di Chicago, dotata di
una magnifica chiesa, nuova
di zecca, intitolata ovviamen-
te al nostro. È zona popolare
dedicarvi con passione il loro
tempo. Una parte del grande
Istituto infatti è stata ristruttu-
rata in Casa di ospitalità per
tutti coloro che hanno bisogno
rabile per la storia della con-
gregazione negli Stati Uniti,
proprio per questo evento che
segna un ' ulteriore tappa del-
! 'espansione salesiana nel
nordamerica. Mesi di prepa-
razione hanno preceduto la
storica data del 31 gennaio,
e multietnica, come ormai qua-
si tutte le zone delle grandi
città statunitensi. La prevalen-
za della popolazione comun-
que è ispanoparlante, e pro-
prio ai fedeli di lingua spa-
gnola si rivolge principalmen-
te l' attenzione apostolica dei
di cure, di riposo o di pace per
studiare, preparare gli esami,
pregare o camminare sotto le
grandi pinete subito a ridosso
della imponente costruzione.
salesiani . Presto ci sarà anche
l'oratorio, dopo la conversio-
ne di un convento dei dome-
nicani in centro giovanile sa-
lesiano. Cinque preti e un coa-
diutore sono le nuove "trup-
pe" in forza a Chicago. A loro
gli auguri del BS .

2.3 Page 13

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MENO 19
LUGO DI ROMAGNA
LETTERE AL PAPA
L'onda lunga di Parigi sem-
bra non finire mai. La più
bella metropoli del mondo ha
lasciato un ' impronta nel cuo-
re di tanti che vi hanno atteso
il Papa più " paolino" della
storia di tutti i tempi. Dopo
Parigi in Vaticano sono conti-
nuate a gi ungere lettere e te-
stimonianze, anche quella di
Emanuele, di Lugo di Roma-
gna, che per ben tre volte ha
scritto in Vaticano a Giovanni
Paolo II, dandogli confiden-
zialmente del tu, come fanno
i giovani, lui lo è, per manife-
stargli l' entusiasmo e ringra-
ziarlo di quelle giornate bene-
dette , così come del! ' ideale
prolungamento di Parigi nei
300 mila giovani convenuti a
Bologna per il Congresso Eu-
caristico Nazionale e la straor-
dinaria esperien za della serata
in musica alla presenza dello
stesso pontefice.
Giovani che dicono: "voglio
conoscere le ragioni del mio
esistere e del mio agire" al
posto di "vog lio tutto e subi-
to", cominciano ad essercene
molti e ci auguriamo sincera-
mente che siano sempre più
numerosi.
Nella foto: Area disabili a
Champ de Mars, durante il
benvenuto dei giovani al Pa-
pa. Emanuele è accanto a Lo-
redana di Faenza.
BOLOGNA
ALL' AVANGUARDIA
A quasi 100 anni dall 'apertu-
ra della prima scuola di "arti
e mestieri", i salesiani conti-
nuano a camminare col ritmo
del progresso. Sono lontani i
tempi in cui i ragazzi veniva-
no preparati come cal zolai,
falegnami, sarti, ecc. Oggi si
mira a tecnologie più aggior-
nate: i giovani chiedono di es-
sere formati nelle attività che
richiedono l ' uso del disegno
tridimensionale studiato al
computer, la conoscenza delle
più sofisticate tecniche dell'au-
tomazione o l'agilità nel di-
stricarsi u·a le novità della mul-
timedialità e dei settori grafici,
che prevedono l a competenza
su pacchetti inforniatici dai
nomi quasi impronunciabili.
Per questo motivo è stata
inaugurata la nuova aula di
Pentium dell ' ultima genera-
zione. Con un cerimonia sem-
plice e gioiosa, secondo uno
stile consolidato. Poco prima
si era svolta la consegna degli
attestati del ' 97, allietata da
canti , suoni, danze. .. Nella fo-
to due simpatici ballerini su-
damericani si es ibiscono nel
corso della manifestazione,
presenti autorità civili e reli-
giose, genitori e allievi .
SocrvsIV
f\\~U~~B~!~IA;~E~UA.~M:tA;,-~~·,1;,0:\\~~~'.f]1i,.,5,0!;1::v.::1v.
I La busta delle Poste Vaticane reca l'effigie
di Paolo Il, che stabilisce definitivamente
la scadenza venticinquennale dei giubilei
e di Sisto IV, protagonista del Giubileo del 1475.
IL GIUBILEO... "STAMPATO"
La bolla "Sava tor noster" del 1472 confermava la scaden-
za venticinquennale per la celebrazione del Giubileo, indi-
cendo quello del 1475: Papa regnante , Sisto IV, il cardina-
le Francesco Della Rovere, già generale dei francescani ,
docente all 'università di Pavia e di Bologna. Per la prima
volta venne utilizzata negli annunci , nelle istruzioni , nelle
preghiere dei pel legrini , la nuova tecnologia: la STAMPA.
E per la prima volta l'anno giubilare venne chiamato
ANNO SANTO, la dizione che si userà d'ora in avanti .
ROMA SI RIFECE IL LOOK. Papa Sisto prese una serie
di iniziative per presentare ai pellegrini una città degna del
prestigio acquisito di capitale della cristianità, ripensando
in pratica tutta l'urbanistica e l'architettura dell 'urbe. Ven-
nero restaurate le antiche chiese , tra cui Santa Maria del
Popolo , riattivato il condotto dell'Acqua Vergine da tempo
ostruito e prolungato dal Quirinale alla Fontana di Trevi ,
ristrutturato l'ospedale di Santo Spirito , lastricate le princi-
pali vie della città, costruito il Ponte Sisto, riorganizzate le
strutture ricettive . Senza dimenticare la Cappella Sistina e
la Biblioteca Vaticana .. . Una colossale mole di lavori che ,
almeno in questo campo , rendono meritoria l'opera del
pontefice , che si può definire il primo papa rinascimentale.
TEMPI BURRASCOSI. Storicamente tuttavia non tutto fu
così roseo . Sono i malaugurati tempi della congiura dei
Pazzi , che ispirata dal cardinale Girolamo Riario , nipote
del Papa, si sussurrò fosse approvata dallo stesso ponte-
fice ; del nepotismo più deleterio, che rivelò una infinita
schiera di parenti all'accaparramento di privilegi di ogni
genere; della disgraziata bolla che istituiva il tribunale ec-
clesiastico dell'Inquisizione, che se anche non compì le
efferate scelleratezze di cui si è favoleggiato , certo non è
da ascrivere nelle cose memorabili dei papi ; dell 'istituzio-
ne venale di molti uffici per la vendita delle indulgenze.
L'ANNO SANTO ebbe uno straordinario successo. Re e re -
gine, principi e nobili d'alto rango calarono pellegrini nella
città eterna per le devozioni proprie del Giubileo e l'acquisto
delle indulgenze straordinarie concesse per l'occasione.
BS GIUGNO 1998

2.4 Page 14

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lOOanntfa
Nel BS giugno 1898 abbiamo rinvenuto la notizia,
della "prima volta dei salesiani in Sardegna".
Ci.sembra degna di nota.
La ?ffriamo volentieri ai nostri lettori.
I
II
RPMACEI
È ARRIVATO
È IN DISTRIBUZIONE
È HOPE MUSIC
È~IOVANE
Lei> TROVI OVUNQUE
Ay OUISTALO !
Mplti l'aspettavano , con
un misto di curiosità e
sp'eranza. Perché, seppu-
re(a 'livello professionale ,
curato da specialisti del
g~nere, è pur sempre una
m~si'ca fatta da giovani
per giovani.
Ni)ente di più semplice
come "copertina " ma il
cdrltenuto è denso di
m~ssaggi .
È ARRIVATO
È IN DISTRIBUZIONE
È HOPE MUSIC
È GIOVANE
LO TROVI OVUNQUE
ACQUISTALO!
Il giorno 20 apri le (1898 n .d.r.) resterà memorando per
la Pia Soc ietà Salesiana. Per la prima volta due figli di
Don Bosco, il Rev .mo don Luigi Rocca, nostro Econo-
mo generale, accompagnato dal sac. don Tommaso Pen-
tore, mettevano piede in quell ' isola per trattare l' impian-
to di una Casa nella città di Lanusei, centro dell 'amenis-
sima regione dell ' Oliastra.
Già da molti anni i nostri Col legi del Continente, in
modo particolare quello di Alassio, avevano fornito edu-
cazione a un bel numero di giovani Sardi. Questi stessi
nostri alunni, riconoscenti del beneficio ricevuto, insiste-
vano per aver nel loro paese la benefica istituzione.
Sbarcati al porto Tortolì alle due di notte, malgrado
l'ora incomodissima, vennero ad incontrarlo al piroscafo
il Can. Chi lotti, rappresentante di Mons. Vescovo Salva-
tore De Pau, il Rev. Manunta, Vicario di Lanusei, e i due
Avv. Antonio Giua e Francesco Piroddi, antichi alunni di
Alassio.
Non troviamo parole per ringraziare quell'ottimo Vesco-
vo delle cordiali gentilezze usate ai nostri Confratelli pel
tempo in cui li volle suoi ospiti e pel favore e slancio con
cui accolse la loro missione.
A Lanusei furono ricevuti alla stazione dai giovanetti
delle Scuole schierati in fila, dal Consiglio Municipale
con a capo l'egregio Signor Sindaco e da tutta la popola-
zione plaudente. Fatte le prime presentazioni, furono
condotti al palazzo municipale, ove ven nero salutati con
nobili ed affettuose parole dal Sindaco, dal rappresentan-
te de l Vescovo, che unitamente a molti altri li avevano
accompagnati nel viaggio, ai quali don Rocca rispose
ringraziando e portando il saluto del Superior Maggiore,
il signor don Rua. Furono ospitati dall'ottima famiglia
Giua, e nei vari giorni che vi stettero per trattare l 'im-
pianto della nuova Casa furono circondati da mille dimo-
strazioni di affetto e di stima quali rappresentanti la Fa-
miglia di Don Bosco.
IL èGS "LIFE"
,(
In u~a ~ultura come l'attuale
fin t/-oppo opu lenta ed edoni-
stiq1; pyr portare avanti un
messagg'io di povertà ci vuole
del,: boraggio. Alcuni gruppi
impegnati lo fanno. Anche il
CGS· di Catania col suo ulti-
mo' l,av{!ro "E se non fosse un
seg/ip?';, ispirato alla vita di
Luigj Maria Grignon di Mon-
fort nel 50° della sua canoniz-
zazi<;rne. Una carovana di gio-
vani; çirca una quarantina tra
cantanti, attori, ballerini, tec-
nici ~~Iìe luci e del suono, si
è sptn~a "oltre confine", fino
a B.érg'amo e Verona per dif-
fonè:lbrei un messaggio di es-
.:ri~~. sen# ~lità, una nota di pace,
i
un canto di gwia di vivere.
Un'evangelizzazione moder-
na insomma. Il " Life" è un
CGS attivo. Già da 24 anni si
impegna nel campo dell ' uti-
lizzazione dei media a favore
del Vangelo su ll 'esempio e
sotto la protezione, come af-
fermano categoricamente,, di
Don Bosco. Sono già dieci i
musical che il cinecircolo ha
prodotto, musica e parole, e
presentato un po ' dovunque.
Ogni tour è anche un momen-
to di intensa fratern ità che
e fortifica la consapevolezza di
quello che stanno facend(? il
desiderio di continuare. E un
gran bel modo, g iovanile e
moderno, di annunciare Cri-
sto agli uomini di oggi con i
mezzi di oggi. Nella foto un
gruppo di attori del "Life" pri-
ma di uno spettacolo.
GIUGNO 1998 BS
i'

2.5 Page 15

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.
OSSERVATORIO
Luigi Colletta
Ecco il frutto di un'edu-
cazione targata Don Bo-
sco . Alberto Marvelli , un
pendolare della carità, testi-
mone convinto dell 'impe-
gno cristiano e sociale, nel-
l'ultima stagione della sua
breve e intensa vita si pro-
digò oltre ogni limite, a di-
sposizione della comunità,
per alleviare le sofferenze
dei poveri e dei bisognosi.
A 28 anni ha incarnato il
programma che sarà poi
del Concilio: impegnarsi
nelle realtà temporali per
animarle dal di dentro, per
modellare il mondo a di-
mensione umana e far cre-
scere l'uomo fino alla di-
m,ensione divina. Un anti-
cipatore del Concilio . Cer-
tamente . I santi sono tutti
I POVERI SUBITO, anticipatori di stagioni for-
tunate: sanno leggere i se-
gni dei tempi e collaborano
più di ogni altro a costruire
profeticamente il futuro .
GLI ALTRI
Assessore comunale e
ASPETTINO
no. All 'oratorio cresce e
matura a quella scuola del
sistema preventivo che ha
formato tipi come Do-
menico Savio, Magone Mi-
chele , Besucco Francesco
e moltissimi altri. A quindi-
ci anni , l'età di Domenico
Savio, era la guida di mol -
ti , l'esempio di tutti. Gran-
de organizzatore , fascino
irresistibile, adolescente
modello, che sapeva equi -
librare in modo invidiabile i
doveri familiari , quelli sco-
lastici e quelli apostolici .
"La gioia dell 'apostolato
cristiano è indicibile: l'uomo
è fatto per la conquista non
fisica ma spirituale", scrive.
ingegnere dell 'Ufficio Al-
O A chi lo esortava a li-
loggi e Ricostruzione, re- A ottanta anni dalla nascita Alberto Marvelli mitarsi nel lavoro, ripete-
sponsabile della sezione
riminese del Genio Civile ,
è venerabile. Oratoriano di Rimini,
va : "Il tempo impiegato
nell 'apostolato facilita lo
commissario per il fiume
laico modello, impegnato come pochi
studio e rende più leggeri i
Marecchia, presidente del-
lq Montecatini locale , fon-
nella Chiesa e nel mondo.
doveri familiari e profes-
sionali ". Né fatica, né pau-
d;atore della Cooperativa
ra e tanto meno scopi
cittadina, presidente dell 'Azione Cattolica. Queste le terreni hanno mai potuto ritardare la sua azione
realtà che egli ha smosso con la sua presenza, edifi- apostolica. Era versatile come pochi : sapeva adattare
c.ato col suo esempio , esaltato con la sua onestà
il suo linguaggio ai giovani quando era con loro , agli
Gente di questo calibro non scrive diari , tutt 'al più operai , agli adulti , agli intellettuali e laureati ...
lascia relazioni fredde , in burocratese .. . Lui no , lui Eccellente la sua capacità di ascolto : aveva molta
lascia il suo diario e ci scrive cose che di burocratese accortezza nel lasciar dire liberamente , senza mai
hanno ben poco : "Desidererei soffrire per tutti , alle- forzare , estremamente rispettoso delle idee altrui .
viare tante sofferenze e tante ingiustizie ...". Non per Aveva spiccato il dono del consiglio . Giovane
nulla chi era in difficoltà si sentiva dire: "Andate universitario era l'ammirazione di tutti.
dall'ingegner Marvelli!". Aveva dentro il vecchio detto
di famiglia: "I poveri fateli passare subito , .gli altri O Hanno detto di lui. L'onorevole Zaccagnini: "Non
possono aspettare".
ho mai conosciuto nessuno così compiutamente
radicato nella vita interiore: nessuno così umano e
Un camion in folle corsa gli toglie la vita , lascian- insieme così cristiano ". Giovanni Paolo //: "Alberto
do l'oratorio, la città e la Chiesa più povera. Proprio Marvelli , apostolo esemplare nella vita spirituale e
all 'oratorio Marvelli trova l'incoraggiamento necessa- nell 'impegno civile .. . ha lasciato per gli altri un
r.io a dare un senso alla vita e spessore alle sue gior- modello e una chiamata". Giorgio La Pira: "A me pare
nate. All 'oratorio egli insegna catechismo , anima le che mettere sul candelabro questa lampada risponda
adunanze degli aspiranti di Azione Cattolica. Aveva alle esigenze più pressanti della Chiesa oggi , perché
grande ascendente su tutti , mantenendo il proposito il problema delle generazioni nuove è quello della
che aveva fatto e scritto sul diario: "Propongo sempre loro vita interiore , del loro modo di unione con Dio ,
di essere di esempio ai miei compagni". La domenica della loro vita di grazia".
rende viva la messa dell'oratorio , proclama le letture,
dirige i canti. In cortile è allegro , sereno , sportivo , Alberto cammina spedito verso gli altari.
pronto anche agli scherzi senza mai offendere nessu-
BS GIUGNO 1998

2.6 Page 16

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Chi sono i responsabili del degrado ecologico che sta causando
di Silvano Stracca
,,s ognò il cielo in fiamme e
gli sp iriti che stavano
morendo". Lo sciamano
degli Yanomami aveva previsto tut-
to prima che cominciasse la lunga
notte della fo resta in fuoco. Per
giorni gli indios avevano scrutato il
cie lo. Quando si erano orma i con-
vi nti che il vaticini o non avesse sen-
so, il loro villaggio ne l cuore del-
]' Amazzon ia brasi liana fu invaso
dal fumo. AJlora si mi sero in marc ia
nell a giungla per allontanarsi dal-
1' infermo di fiamme.
"Non vediamo più il so le e il fu-
mo copre anche le montagne", comu-
nicò per radio un "cacique", un ca-
po tribù . L'area investita dall ' incen-
dio scoppi ato nello stato di Roraim a
era vasta quanto la Valle d 'Aosta, il
Piemonte e la Lombardia. Un altro
pezzo di foresta vergine stava per
aggiungersi a quel 12 per cento di
Amazzonia sparito neg li ultimi
vent ' an ni . La diffusione delle fiam-
me che minacc iava la vita di quindi-
cimil a indios e distruggeva le co lti -
vazioni di mani oca e fr umento, era
favorita dai fo rti venti e dalla più
grave siccità dell ' ultimo trentennio.
MINERADORES
E MADEREIRAS
Volgeva alla fine il mese di marzo
quando s saputo che bruc iava l' A-
mazzonia, il po lmone verde del
mondo che perde a causa del disbo-
scamento cinque milioni di ettari
l'anno. Alle fi amme provocate dalla
sicci straordinaria si agg iungono
ogni anno gli incend i appiccati per
"smatare", abbattere gli alberi per
ricavarne pascoli. Ci sono poi le
"mineradores", le multin azionali
Grandi incendi,
disboscamenti
forsennati, sfruttamento
del suolo indiscriminato,
inquinamenti
di ogni genere,
uso incontrollato
di materie plastiche,
desertificazione, così
lentamente ammazziamo
il pianeta. E la Chiesa
parla al vento.
minerari e, che inghi ottono centinaia
di ettari per sfruttare i giac imenti
del sottos uolo, e le "madereiras" , le
multinazionali de l legname che as-
saltano la preziosa riserva verde a
ritmi sempre più all arm anti.
Neg li ultimi tre anni , secondo un
autorevo le istituto brasiliano, l' A-
mazzonia ha perduto o ltre 60 mila
chil ometri quadrati di foresta, una
superfic ie pari a due vo lte il Belgio.
Una distruzione tanto rapida provo-
cherà l'esti nzione di un numero in-
calco lab il e di spec ie vegetali e ani-
mali e mutamenti climatici legati al-
l' aumento di anidride carbonica. I
danni all 'equilibri o idrogeologico di
questa regione potrebbero alterare
le caratteristiche climatiche dell'e-
misfero e forse dell ' intero pianeta.
La minaccia maggiore di uno
sconvolgimento de l clima viene pro-
prio dall a aumentata concentrazione
GIUGNO 1998 BS

2.7 Page 17

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alla Terra un rischio preagonico?
di anidride carbonica e di altri gas
negli strati bassi dell'atmosfera, fa-
cendo così salire la temperatura. L'a-
nidride carbonica è liberata dalla
combustione del carbone, del petro-
lio, dei gas naturali. Due sono le con-
seguenze preoccupanti. L' avanzare
di un processo iITeversibile di deser-
tificazione, che interesserebbe ogni
anno sei milioni di ettari di terreno.
E l' innalzamento del livello del ma-
re, che potrebbe anche portare alla
scomparsa di città e zone oggi al di
sopra ciel livello delle acque marine.
L'EFFETTO
TRISTEMENTE FAMOSO
Scenari devastanti, dunque. Sof-
fermiamoci un istante su due tra i
fenomeni più inquietanti: il surri-
scaldamento e il buco del! 'ozono.
La Terra si sta riscaldando per iI co-
siddetto "effetto serra". È ormai co-
sa notissima. I cinque anni più caldi
del seco lo fanno tutti parte degli
an ni '80 e '90. Lo strato di ozono
atmosferico che protegge la vita
sulla Terra dalle nocive radiazioni
ultraviolette, comincia ad assotti-
gliarsi. Se non si riuscirà a control-
lare la produzione di sostanze chi-
miche che danneggiano lo strato di
ozono , in futuro si avrà una diminu-
zione dei raccolti e un danno a tutte
le forme di vita che popolano i mari
e un aumento dei tumori della pelle.
Un ' altra grande minaccia per
l'ambiente e la salute umana è rap-
presentata dalle varie forme di in-
quinamento. Quello radioattivo do-
vuto all e scorie delle centrali nu-
cleari. Quello chimico legato all'im-
piego in agricoltura di diserbanti e
di pesticidi, all'immissione nell'at-
mosfera di anidride solforosa da
parte delle industrie, agli scarichi di
monossido di carbonio degli auto-
veicoli, all'uso su larga scala di de-
tersivi. Quello organico dovuto allo
scarico dei rifiuti di questo tipo nei
fiumi e nei mari . Ed ancora l 'inqui-
namento dovuto agi i idrocarburi, in
primis i prodotti petroliferi, e quello
connesso con l'uso generalizzato di
materie plastiche, praticamente in-
distruttibili, che ingombrano il suo-
lo e le acque di tutti i grandi agglo-
merati urbani.
UN PROGRESSO
MAL CONCEPITO
Il nostro insomma è un mondo a
rischio. Perché si è arrivati a un de-
grado così esteso e pericoloso? Chi
è responsabile dell 'attuale crisi eco-
logica? La distruzione dell 'ambien-
te naturale ha cause molteplici, ma è
soprattutto l'effetto di una distorta
concezione dello sviluppo, dell ' uso-
abuso del progresso scientifico-tec-
nologico. Basti un solo esempio.
Paesi con solo il 5% della popola-
zione mondiale sono responsabili di
oltre un quarto dell'emissione prin-
cipale dei gas che provocano l'effet-
to serra. Mentre paesi che ospitano
oltre un quarto dell ' umanità contri-
buiscono a un 'emissione del 5%
degli stessi gas. Di pari passo col
degrado ambientale è cresciuta nel
mondo la coscienza ambientalista.
LA CHIESA E L'AMBIENTE
La drammatica dimensione del
dissesto ecologico ha un posto sem-
pre più ampio anche nell'insegna-
mento della Chiesa. Giovanni Paolo
II ne ha parlato nelle encicliche
"Sollicitudo rei socialis" e "Centesi-
mus annus", definendo preoccupan-
te la questione ecologica. Questione
connessa col consumismo sfrenato.
Il Papa ha bollato come "insensata"
e "irrazionale" la distruzione del-
1' ambiente naturale. "L'uomo, de-
nuncia, consuma in maniera ecces-
siva e disordinata le risorse della
Terra". Per papa Wojtyla la crisi
ecologica è in radice un problema
morale. Infatti, causare il degrado
ecologico significa andare contro il
disegno e la volontà di Dio. Nel
creato c'è un ordine che deve essere
rispettato. Perché l'ordine della
creazione è per il bene dell ' uomo.
Dio vuole che la Terra sia abitabile.
E il suo progetto nel creare i beni
della Terra è che servano alla vita di
tutti gli uomini. Ora proprio il de-
grado ecologico rende vano il dise-
gno di Dio, perché rende la Terra
inabitabile e ne distrugge le risorse.
A danno non dei paesi e dei popoli
ricchi, che riescono ad accaparrarsi
i beni disponibili, ma di quelli più
poveri.
C un altro aspetto, anch'esso di
ordine morale, che non va dimenti-
cato. Il dovere degli uomini di oggi
di consegnare a quelli di domani
una Terra abitabile. Un dovere di
solidarietà che non lega tra loro sol-
tanto gli uomini che attualmente vi-
vono sulla Terra, ma anche i con-
t_emporanei alle generazioni future.
E un dovere che sorge da un diritto.
Perciò è giusto, ad avviso del Papa,
che oggi si parli sempre più insi-
stentemente del "diritto ad un am-
biente sicuro, come di un diritto che
dovrà rientrare in un ' aggiornata
Carta dei diritti dell 'uomo".
o
BS GIUGNO 1998

2.8 Page 18

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Una originale figura di salesiano: don Evasio Garrone, missionario
"EL DOTOR"
di Antonio Ferreira Da Silva
Tra le opere che i salesiani hanno
creato alla fine del secolo scorso,
I L'ospedale San José, costruito nel 1913
e demolito nel 1942, fu il campo di apostolato
del "dotor" e del venerabile Zatti.
merita un 'attenzione speciale il piccolo
ospedale di Viedma. Inaugurato quasi
per caso nel 1889, per anni fu l'unico
del territorio. Suo fondatore don Evasio,
conosciuto come "el padre dotar".
L a prima volta fu in confessio-
nale. Evasio non aveva mai
incontrato Don Bosco e quan-
do a 17 anni entrò all ' oratorio sentì
il bisogno di un po ' di pulizia ...
Andò dunque a inginocchiarsi al
confessionale del santo, imbarazza-
tissimo. Don Bosco se ne accorse:
"Non preoccuparti, parlerò io". E
per filo e per segno gli squadernò
tutta la vita. Poi gli consigliò d 'es-
sere devoto della Vergine, ella lo
avrebbe salvato da tanti pericoli.
NELL'ESERCITO
Era nato nel 1861 a Grana, paesi-
no della diocesi di Casale. Dai geni-
tori aveva ereditato un carattere e-
spansivo, integro, generosissimo: fin
da allora si prendeva cura dei com-
pagni ammalati. Chiamato al servi-
zio di leva nel 1881 , chiese il per-
messo di rimanere qualche giorno
accanto alla madre moribonda, ma
gli fu negato. Partì, e giunto a desti-
nazione trovò il telegramma che gli
annunciava la morte della mamma.
Evasio servì la patria prima a Ca-
tanzaro poi a Crotone. Nella prima-
vera venne richiamato a Torino, in
servizio presso l'ospedale militare.
Ne approfittò per studiare medicina
con risultati così buoni, che gli fu
affidata la direzione interna dell 'o-
spedale militare di Susa, superati,
davanti al consiglio sanitario di To-
rino, gli esami necessari.
IN PATAGONIA
Poteva intraprendere l'ambita car-
riera di ufficiale medico. Ma preferì
tornare da Don Bosco. Da lui rice-
vette l'abito talare e davanti a lui emi-
se i voti. Alla fine del 1888, chiese
Il ponte sul Rio Negro
che unisce Viedma a Patagones.
di partire per la Patagonia, dove, un
anno dopo, venne ordinato sacerdote
e destinato a Viedma. Anche le Fi-
glie di Maria Ausiliatrice vi erano
sbarcate distinguendosi soprattutto
nel preparare catechiste per le scuole
disperse in quelle sterminate pianure.
Per visitare le comunità di un ter-
ritorio che sembrava non avere con-
fini, i missionari, "pochi e valoro-
si", facevano centinaia di chilometri
a cavallo, prendevano spesso le di-
fese degli indigeni. Qualcuno, come
don Milanesio, fu dagli indi consi-
derato "paysano, sia perché abbron-
zato come loro, causa gli strapazzi
del deserto, sia perché parlava la
loro lingua come uno di loro". Don
Stefanelli invece fu ricordato per la
sua ingegnosità. Trasformò una lan-
da desolata in un giardino, inven-
tando un geniale sistema di iITiga-
zione che permise alJa scuola agri-
cola salesiana di produrre frutta du-
rante tutto l'anno.
L'OSPEDALE DI VIEDMA
Don Gairnne fu el dotor di Vied-
ma e Patagones, J'una sulla sponda
destra l'altra sulla sinistra del Rio
Negro. A Patagones don Fagnano

2.9 Page 19

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in Patagonia.
aveva creato una piccola farmacia,
che durò fino al 1888. Monsignor
Cagliero l'aprì a Viedma affidando-
la a don Evasio. L'ospedale iniziò
quasi per caso, il giorno in cui fu
necessario ricoverare il pittore Jaime
Sangana, che non aveva nessuno.
Don Evasio lo sistemò in una ca-
panna, in fondo al cortile e lo curò.
Un mese dopo era guarito. Da quel
momento non mancarono più i clien-
ti alla capanna-ospedale del padre
dotar. Su 36 ricoverati di quell ' an-
no , 32 guarirono: un primato.
UN POVERO
PER I POVERI
Il primo paziente del 1890 fu l ' in-
dio Atanasio Crespo. Lavorava co-
me un negro per preparare il cibo ai
"gauchos" , gli allevatori di bestia-
me. Colpito da una polmonite dop-
pia, fu abbandonato dai padroni. Lo
accolse el dotar, lo accudirono le
suore, ma era tardi. Quando ricevet-
te la notizia che doveva prepararsi
per il cielo, "Sono contento, disse.
Per lo meno muoio fra amici". Tirò
fuori da sotto il cuscino l'ultimo sa-
lario ricevuto e lo allungò alla suora
infermiera: "Questo è per lei che si
è presa cura di me". Poi, indicando
il baule: "Anche quello vi dono,
perché serva a qualche povero". La
suora e don Evasio non riuscivano a
trattenere le lacrime.
SACERDOTE E MEDICO
Era necessario un medico fisso
per l'ospedale, e la Santa Sede con-
cesse a don Gan-one il permesso per
esercitare. Ma sul piano civile le
cose non andarono così lisce: buona
parte dei pochi medici del luogo
erano anticlericali. Ci fu una denun-
cia presso il Dipartimento Naziona-
le di Igiene, il cui direttore intimò
che "il menzionato Gan-one si aste-
nesse dalJ 'esercizio della medici-
na". Grande fu la sua sorpresa quan-
do ricevette una petizione, sotto-
scritta da più di 200 persone, che
chiedeva energicamente la revoca
dell'ordine. Così il padre fu nomi-
nato medico ufficiale del governo
per il territorio del Rio Negro.
I Targhe di ri conoscimento
per l'opera salesiana di Viedma.
La copertina del libro scritto da Raul Entraigas.
Ma gli avversari non mollarono.
Nel 1893 tentarono di impedirgli di
curare i pazienti di Patagones. A
protestare stavolta furono le signore
dell 'alta società.
ESEMPI
DI CARITÀ CRISTIANA
Vedendo che con mezzi legali non
riuscivano nei loro intenti, gli av-
versari passarono a metodi più spic-
ci. Una volta il padre fu chiamato a
mezzanotte per un ammalato. Vi an-
come sempre, spinto dalla sua
carità cristiana. Sospettando però
qualche tranello, stava in guardia.
D'improvviso vide balenare la lama
di un pugnale e istintivamente alzò
il bastone, sferrò un energico colpo
e fuggì . Giunto a casa venne chia-
mato d'urgenza: un vigile recava un
uomo raccolto per strada con la
testa sanguinante .. . Don Gan-one af-
fermò che mai aveva curato un am-
malato con tanto amore.
Uno dei promotori di giustizia di
Viedma aveva scritto un libello d'ac-
cusa contro di lui. Capitò che costui
fosse ferito in una lite e avesse biso-
gno urgente di essere operato. Nes-
suno osava chiedere l'unica sala ope-
ratoria esistente, quella dell'ospeda-
le della missione. Don Gan-one an-
dò lui stesso ad offrire i servizi del
suo ospedale. Operato, il malato vi
restò degente più di un mese, tratta-
to con ogni riguardo. Del libello ov-
viamente non si seppe più nulla.
ULTIME IMPRESE
Nel 1904, monsignor Cagliero la-
sciò la Patagonia. Fu don Evasio ad
accompagnarlo in Europa, prenden-
dosi un po ' di riposo. Ma tornò pre-
sto: la sua patria era ormai in quegli
sterminati orizzonti. Purtroppo la sua
fibra cominciò a cedere e la salute a
peggiorare rapidamente. Dovette ri-
nunciare al vagheggiato progetto di
un nuovo ospedale. La notte di Na-
tale del 1910, chiamato d' urgenza
per soccorrere un 'umile donna che
abitava su un ' isola del fiume, tornò
a casa con un serio raffreddore che
si trasformò in polmonite. Il 31 di-
cembre, sentendosi meglio, volle an-
cora recarsi ad assistere un ' ammala-
ta. Tornò sfinito. Ricoverato, venne
visitato dal dottor Spurr che avvertì
subito la gravità del male. Troppo
tardi per ogni cura. Moriva all ' alba
di domenica otto. Autorità e gran
folla di popolo vollero rendere l'ul-
timo omaggio a chi si era sempre
prodigato per tutti.
IL SUO SEGRETO
Il segreto di tanti successi , affer-
ma il biografo, è stata certamente la
pietà cristiana, che ne modellava
anima e comportamento. Nel dialo-
go col Signore trovò la luce per ri-
solvere i problemi più difficili, ac-
correre nei casi più urgenti, liberare
le coscienze, complessa che fosse la
loro situazione. Una pietà piena di
gioia e speranza, che sapeva tra-
smettere ai pazienti . "Non disperate
- diceva con frequenza - se la scien-
za umana poco può fare, abbiano fi-
ducia in Gesù Sacramentato e in
Maria Ausiliatrice".
Nel 1901, il giovane salesiano Ar-
temide Zatti, ora avviato agli onori
degli altari, si ammalò di tubercolosi:
frequentissime le emottisi. Don Gar-
rone gli disse: "Se vuoi guarire, pro-
metti a Maria Ausiliatrice che rimar-
rai sempre aJ suo fianco, donandoti
alla cura degli ammalati". Zatti fece
la promessa e guarì. Fu proprio lui
il successore di don Garrone, nuovo
angelo custode dei malati di Viedma.
BS GIUGNO 1998

2.10 Page 20

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Carissimo/a,
Le conversazioni nascono
e muoiono su due piedi :
qua lche co nvenevo le e via.
La giornata è fatta di
incontri, sca mbi d i parole,
veloci strette di mano
po i... s ilenzio. L'eco di un
colloquio rim a ne solo se
j•
Giugno: il mese dell'ultimo in')pegno scolastico,
della verifica attraverso gli esami,
dello sforzo finale prima d~I riposo estivo,
il mese cui si addice pi~ di ogni altro
il dono della scif:lnza.
i
MISTERO
riscattarsi, rifarsi una vi -
ta dopo tristi esperienze.
Le sarebbe piaciuto anda~
re al l'università, iscriversi
a ps ico log ia. Il mo ndo de!
sogn i abita la fantas ia dei
bamb ini, ma è anche nel
cuore dei giovani capaci di
di re d i sì all' impegno, al
l'interlocutore ci sorpren-
de, ci colpisce.
"lo ho un punto sicuro nel-
la mia vita: Dio", mi di ce
5~
CIO
sacrificio. Stupore è pren-
dere cosc ienza dei talenti
da trafficare, è docilità
allo Spirito, rispostf alle
Elena, vent'anni, al termine
domande di futuro. E fon-
d i una conversaz ione che
te di gio ia, di fervore, di
aveva preso lo spunto dal-
ent usiasmo; è r isa li re all ç:
l'orologio che mi stringeva
sorgenti di se stesso. Non
il po lso : uno swatch a
una fuga, ma un ritorno 0
mappamondo co n paralle li
casa, a ll a vera identità. ·
e meridiani in bianco s u
fondo nero. "Ho un punto sicuro ... ". Elena mi ha LA !SCOPERTA DI
conseg nato una carta di navigazione capace di gu i- è l'a ltra coor-
darmi sui mari de l mondo: Dio. Questa sì che è din~ta di quell'in-
scienza. La conversazione ha avuto co me sfondo la contro che era co-
famig lia che le aveva lanciato una scialuppa di sal- min[iato con una
vataggio, tog liendola da sicuro naufragio in un p re1se ntaz i on e
momento di bufera e buio esistenziale: le aveva in di- sofferta e s us-
cato alcune direttrici, possibi li vie di navigazione, le
aveva rega lato Dio.
surrata co n fa -
t1.ca'; " ... E\\ una ra -
gaz~' a che ha vis-
COGLIERE LA VI TA COME MISTERO è la prima coor- sùtp l'esperienza
din ata da segu ire. Sentirsi una goccia dentro l'o- del la droga, del la
ceano, un granello di sabbia su lla spiaggia, un filo lontiananza da ca-
d'erba in un prato è illuminante. Il mistero circonda sa".: La vita è Mi-
e amplifica la vita di ognuno. Si appartiene al miste- st e'ro, è stupore
ro perché si è di Dio. Il cuore resta inquieto se non se ,parte dalla
riposa il Lui. Il mi ste ro è la vog lia di co noscerlo, è sc~1perta di .
l'entusiasmo di viverlo, è la gioia d'incontrarlo, è il Re ri dersi conto ... s e partedalla scoperta di s é.
dono dei doni, la ve ra Scienza.
di quanto vive e
Se la vita è Mistero (con la lettera maiu scola), l'e- si muove in ognuno di noi è vera scienza . Se la vita è
sistenza diventa stupore. Lo stupore era sul volto una' co rsa, un traguardo da ragg iungere, la condizio~
di Elena nel momento in cui esprimeva la voglia di ne previa è la linea di partenza. L'atleta si concentra,
si raggomitola con tutto il suo corpo, si avvita con
tutti i suoi muscoli per esplodere al via dello star-
ter. \\ a vittoria incomincia nella mente e solo dopo
arri~a ai piedi, alle lunghe fa lcate. Siamo immersi in
un qampo di energ ie enormi, quasi appartenessimo a
un 4ampo magnetico formidabile, inconoscibile. Sco-
prirlo è la sc intilla che ci rende inca ndescenti, è il
sigriificato del la vita. Circumna vigando attorno a noi
ste~si trove remo l'approdo di una vita che è sco-
perta, stupore, Mistero, cioè scienza, scienza vera.
Chiedi come dono la Scienza di Dio: molto più che il
sapere scolastico, t i fa leggere il mistero della sua
pre!?enza sul quadrante della tua vita. Tuo
I
- La vit a è mistero, è stupore ...
Carlo Terraneo
GIUGNO 1998 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Le scuole hanno bisogno di libertà, fortissimamente di libertà.
TERMINA
LA SCUOLA
RESTANO
I PROBLEMI
di Bruno Bordignon
L a scuola moderna è nata per
la liberazione e la promozio-
ne sociale delle persone. In
prima linea si è sempre trov ata la
Chiesa, soprattutto con gli ordini e
le congregazioni religiose. Nel se-
colo scorso Don Bosco ha impres so
un volto popolare alle scuole.
Gli stati moderni, dalla Rivolu zio-
ne Francese in poi, si sono serviti
dell 'istru zione come strumento di
consenso ed hanno teorizzato istru-
zione ed educazione quale loro fun-
zione e proprietà, improvvisando
uno stato educatore e maestro, che è
la forma peggiore e più subdola di
stato etico.
LA PRIMA LIBERTÀ
Come afferma Antonio Rosmini,
"la persona dell'uomo è il diritto
umano sussistente" : quindi anche
l'essenza del diritto. La persona ha
tutti i costitutivi che entrano nella
definizione di diritto: non si deve
cercare altrove. La sua dignità è in-
finita: perciò niente può stare al di
sopra della realtà personale. La per-
sona deve trovare nell e altre perso-
ne il dovere morale corrispondente
di non lederla, di non fare neppure
un pensiero, un tentativo volto ad
offenderla o sottometterla, spoglian-
dola della sua supremazia naturale.
Non possiamo limitare il termine
proprietà al dominio sulle cose; lo
assumiamo invece nella sua esten-
sione originaria: proprietà è tutto
ciò che appartiene alla persona co-
me suo proprio; quindi anche il
complesso dei diritti e dei doveri
che fasciano l'individuo come una
sfera della quale la persona è il cen-
tro inviolabile. Se questo vale per i
beni materiali, tanto più vale per le
conoscenze e per i beni immateriali
e spirituali in genere!
UNO STATO MAESTRO?
La libertà di apprend imento - e
non di insegnamento - è originaria
e costitutiva della persona um ana. E
se all'individuo reca dolore venire
distaccato dalla sua proprietà, quan-
to più non causa dolore la sua mani-
polazione attraverso l'insegnamen-
to , soprattutto in un 'età in cui il
soggetto non è ancora in grado di
difendersi !
A questo punto si pu ò valutare
l'enorme violenza che è stata e in
molti casi è ancora perpetrata su mi -
lioni di persone in nome della li -
bertà di insegnamento. Se abbi amo
orrore di coloro che hanno inventato
i lager e i gul ag o hanno scatenato
Giugno: cessano
le lezioni, gli alunni
vanno m vacanza,
ma resta la scuola
e non vanno m vacanza
i suoi problemi:
la riforma è entrata
nel vivo. Vorremmo
un esito positivo.
I problemi della scuola
possono essere riassunti
in uno solo: la libertà.
Diceva don Sturzo:
"Finché la scuola non
sarà·libera, neppure gli
italiani saranno liberi".
le ultime guerre e ne vogliamo la
damnatio memoriae, come non pro-
vare orrore di fronte ali ' indottrina-
mento massiccio, dal quale pochi
riescono a difendersi , in nome della
libertà di insegnamento! Lo "stato
maestro" non è forse un pericoloso
elemento, il più pericoloso, di "stato
etico"? (Dario Antiseri).
IL PLURALISMO
DELL'OFFERTA
Va, dunque, realizzato il plurali-
smo dell'offerta scolastica: è la con-
seguenza logica della libertà di ap-
prendimento. L'offerta di stato è im-
BS GIUGNO 1998

3.2 Page 22

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praticabile: di fatto è fallita; in linea
di principio non può essere realizza-
ta. Che l'offerta scolastica di stato
sia fallita lo dimostrano tre tipi di
documentazione:
a) Il g iudizio del Censis (1996):
"La scuol a non ri esce più a garanti-
re né una ri sposta alla domanda di
saper fare che caratterizza i fabbi-
sogni profess ionali di buona parte
dei g iov ani settentrionali né quella
del poter fare che si manifesta nella
sfi duci a di quelli meridionali" .
b) Un'indagine del CNR (1991):
l' uguagli anza del servizio pubblico
erogato, di fatto non è mai realizzata.
c) Alcune stime sui tassi di rego-
larità di frequenza degli alunni : do-
po 5 anni di sc uola il 96% degli
alunni è regolarmente inserito e fre-
quentante: solo il 4% è in ritardo.
Dopo 8 anni , al termine della scuol a
dell' obbligo , 1' 80% è regolarmente
inserito, il l2 % è in ritardo, ma
1'8 % non è più in fo rmazione. Dopo
10 an ni di scuola, al termine del
biennio superiore, solo il 50% degli
alunni è ancora inserito regolarmen-
te nei processi di formazione: il 15 %
è in ritardo e il 35% è fuori forma-
zione. Dopo 12 anni , prima di fre-
quentare l ' ultimo anno di seconda-
ri a superiore, siamo al 40% regolar-
mente inserito , il 10% in ritardo e
ben il 50% non più in formazione!
Nell'università il 30% deg li isc ritti
si laurea, ma solo il 4 o 5% in corso.
LA PIANIFICAZIONE
IMPOSSIBILE
La pianificazione dell'i struzione
non è solamente perdente di fatto, è
impossibile per defini zione. Per po-
ter pianificare bi sognerebbe essere
in possesso di tutte le conoscenze
disperse tra milioni di individui . Nes-
sun centro può pretendere di posse-
derle. Esse si modificano continua-
mente. L' unica possibilità corretta è
di coordinarle con rego le astratte,
dettate dal Parlamento, uguali per
tutti , che si astengano dall 'indica-
zione di interventi fattuali.
L' illusione che il progresso nelle
conoscenze teoriche ci metta sempre
più in grado, dovunque, di ridurre le
interconnessioni complesse a fatti
particolari accertabili , conduce spes-
so a nuovi errori scientifici, che dob-
biamo considerare, perché portano a
distruggere valori insostituibili , dai
quali dipendono l' ordinamento so-
ciale e la stessa c iviltà. Tali errori
sono dovuti al fatto di arrogarci una
conoscenza che in realtà ness uno
possiede e neppure il progresso
potrà mai dare. E la tesi per la qu ale
Friedrich von Hayek ha vinto il pre-
mio Nobel per l'economia ne l 1974.
AUTONOMIA E PARITÀ
C'è dunque bisogno dell'autono-
mia delle scuole di stato e de lla pie-
na libertà delle scuole non statali
che chiedono la parità: è la conse-
GIUGNO 1998 BS

3.3 Page 23

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guenza diretta del pluralismo del-
1' offerta scolastica.
La legge n. 59/1997 dà personali-
gi uridica alle istituzioni sco lasti-
che statali , che presenteranno deter-
minati requisiti. Con la personalità
gi uridica le attuali istituzioni sco la-
stiche statal i finiranno di essere par-
te di un ente (stato, provincia, co-
mune) e diverranno enti pubblici a
stanti: d ' ora in poi non saran no
scuo le statali , ma istituzioni sco la-
stiche a gestione pubblica, distinte
da quelle a gestione privata.
Coerentemente con questa pro-
spettiva g li ordinamenti delle ex-
scuo le di stato devono decadere,
perché la Repubblica detterà le nor-
me genera li sull ' istruzione, va levo li
sia per le sc uole a gestione pubblica
che per le scuo le a gest ione privata.
Tali norme non hanno per materi a
l'offerta scolast ica, di competenza
delle istitu zioni scolastiche, ma le
garanzie che devono essere ass icu-
rate agli aventi diritto.
LA PROPRIETÀ
DELL'ISTRUZIONE
Vi è un punto che generalmente
non viene toccato. Poiché in dottri-
na e in amministrazione si distingue
tra attività ed ente che la gestisce,
sorge una domanda: chi è proprieta-
rio dell'attività pubblica di istru zio-
ne? Se la risposta è: lo stato, ne con-
segue che l'attività di istruzione
messa in opera sia dalle scuol e a ge-
stione pubblica che da quelle a ge-
stione priv ata non è di loro pro-
prietà ma di proprietà statale.
La conseguenza è evidente: siamo
in pieno monopoli o di tutti i servi zi
pubblici. Lo stato appalta, attraver-
so convenzioni , il serv izio dell ' i-
struzione e impone un certo tipo di
offerta, ass icurata ulteriormente dal
valore legale del titolo di studio.
Tale, pure, è la fa tti specie attraverso
la qual e i comuni, le province e le
regioni "appaltano" i serv izi sporti-
vi, turistici, culturali, formativi ad
enti ri conosci uti , programmandone
di vo lta in volta la quantità e i costi.
PUBBLICO, COS1È?
Pubblico, però, non sign ifi ca stata-
le. Un serv izio si definisce pubblico
per i destinatari e gli aventi diritto
non per il soggetto che lo eroga o si
ritiene proprietario. E la qu alità del
servizio non è necessari amente lega-
ta al soggetto erogatore o proprieta-
rio . Insomma un serv izio è pubblico
non quando raggiunge la collettività
dei destinatari , ma quando risponde
all e es igenze dei singoli aventi dirit-
to . La collettività è un termine
astratto , che non esiste fuori dell a
mente . I singoli aventi diritto sono
persone fisiche es istenti con concre-
te attese, soggetti dell 'obbli go di
istruzione, paganti di tasca propri a
l' istruz ione. Il denaro è pubblico,
con riferimento alle attese dei singoli
aventi diritto; non è dunque statale.
Un servizio pubbli co di istruzione
può venire offerto da qualsiasi ente
o priv ato che ri spetti le garanzie
contenute nell e norme generali sul-
1' istru zione. Il più grande servizio
pubblico è mettere al mondo dei
figli, ma, per fortuna, questo non è
compito dello stato.
QUALE STRUMENTO?
Lo strumento giuridico-econo-
mico può essere l'introduzione di
borse di studio generalizzate o il
buono-scuola. I principali nemici
del progresso sc ientifico sono il
monopoli o della ricerca e il moni-
smo teorico. Il che sign ifica che lo
stato non deve identificarsi con una
teoria, neppure per quanto riguarda
la scuola. Neutrale nei confronti
degli ideali di vita e delle fedi reli-
giose, lo stato deve esserlo parimen-
ti nei confronti dei prodotti e dei
metodi della città del sapere e del-
1' e duc az ion e.
È il principio del pluralismo e
della concorrenza in uno stato di di-
ritto ciò che garantisce, sia nel cam-
po economico che ne l campo scien-
tifico , superiori livelli di razionalità,
nonché la possibilità di mettere in
moto la " macchin a del progresso"
attraverso il perfezionamento conti-
nuo delle so lu zioni ideate.
· Crediamo perciò, in un a forma
graduale di introduzione generalizza-
ta di borse di studio o di buoni-scuo-
la. In forma subordinata si può an-
che ini ziare con il credito di imposta.
La gradualità è programmata perché
si vuole finanziare l' innovazione.
Appare strano il di scorso di quanti
paventano il buono per le scuole ma
ne fanno uso in tanti altri ambiti!
CONCLUDENDO
Riusci remo ad avviarci verso un
nuovo scenario con le riforme in
atto? Due sono la strade:
1) la formazione culturale dei cit-
tadini, soprattutto i genitori , che in
una democrazia attiva devono eser-
citare i loro diritti di libertà di scelta
delle scuol e secondo un proprio pro-
getto educativo;
2) la formazione dei docenti che,
con competenze di qualità, siano in
grado di mirare alla professio nalità
del loro servizio.
Bruno Bordignon
Segretario nazionale de ll e Scuole salesiane
BS GIUGNO 1998

3.4 Page 24

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Festagiovane
"Uguali e diversi".
Mirabilandia (Ravenna)
15 marzo 1998.
■■■
10.000 ragazzi /e al parco di diverti-
menti di Mirabilandia. Non è una
novità per uno dei luoghi più famosi
del divertissement dei ragazzi italiani .
Ma se i 10.000 arrivano da tutta Italia,
se al parco oltre a divertirsi, si celebra
una messa, si prega e canta, si fa una
premiazione a scuole e gruppi ... qual-
cosa di nuovo c'è. Una giornata indi-
menticabile di inizio primavera, grazie
a "Primavera", la nota rivista per pre-
adolescenti .
PERCHÉ MIRABILANDIA?
Da un po' di anni "Primavera" sceglie
un Lunapark per radunare i suoi lettori.
Una scelta vincente : garantisce un
divertimento sano , per tutti i gusti , e
non impedisce di dare un taglio impe-
gnativo e "serio" a qualche momento.
Gli ingredienti sono quelli tipici salesia-
ni : la messa all'interno del parco (me-
ravigliatevi quanto vi pare, ma è così)
la premiazione dei gruppi e delle classi
che hanno partecipato alla grande
gara organizzata dalla rivista in no-
vembre , la mostra dei loro lavori e dul-
cis in fundo le famose attrazioni del
parco-gioch i.
UGUALI E DIVERSI
Intelligente il tema della giornata:
"Uguali e diversi ". I ragazzi ovviamen-
te . Uguali nella voglia di divertirsi e di
stare insieme , diversi nel modo di
esprimersi , nella provenienza: arriva-
vano , infatti , da tutta l'Ital ia, in pull -
man , in treno , in auto e perfino in
aereo. Uguali nell 'entusiasmo e nell'al-
legria, diversi nei gusti e nel grado di
partecipazione ; c'erano gli "aficiona-
dos" che , caschi il mondo , ritornano
puntualmente ogni anno , c'erano i
"nuovi abbonati" che facevano l'espe-
rienza per la prima volta e c'erano i
"curiosi ", che sono venuti per dare
un 'occhiata e sono rimasti coinvolti .
"Uguali e diversi " nel percepire il mes-
saggio della festa. Uguali nella soddi-
sfazione, nella gioia di aver incontrato
nuovi amici e di aver trascorso una
grande giornata, diversi perché molti
hanno apprezzato la messa festosa e
partecipata , altri hanno atteso con
impazienza la premiazione, altri anco-
ra si sono "accontentati" delle giostre e
dell 'amicizia.
GIUGNO 1998 BS

3.5 Page 25

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PER FARE PRIMAVERA
LA SCATOLA DI COLORI
Uguaglianza e diversità espressa
meravigliosamente dai palloncini lan-
ciati all 'offertorio della messa, mentre
veniva letta la famosa poesia scritta
da una ragazza israeliana di 13 anni
che rias sumeva il senso vero della
giornata:
Avevo una scatola di colori.
alcuni caldi, alcuni molto freddi.
Avevo il BLU per il pianto
degli orfani e delle vedove
Avevo il VIOLA per il dolore
degli emarginati e soli
Avevo il ROSSO per il sangue
dei sofferenti, dei feriti e dei martiri
Avevo i'AZZURRO per la purezza
del cuore e degli occhi
Avevo il VERDE per la speranza
delle famiglie
Avevo i'ARANCiO per la gioia
della vita
Avevo il GIALLO per i sogni
dei bimbi e dei giovani
Mi sono seduta e ho dipinto
l'amicizia e la pace!
VALORI PER TUTTI
Amicizia , pace , fraternità, condivisio-
ne, accoglienza, semplicità, santità...
sì anche santità, erano i valori che si
respiravano tra le montagne russe e la
mostra multimediale con i lavori dei
ragazzi , tra l'ascensore che "sparava" i
ragazzi verso il cielo , a tutta velocità, e
il prato dove erano seduti a pranzare
tranquillamente , sotto lo sguardo amo-
revole e vigile delle suore e -degli ani-
matori/trici ; dallo spettacolo di patti -
naggio alla premiazione dei gruppi e
delle classi . Valori che si sono respirati
dal mattino, mentre i vari "serpenton i"
si incontravano prima di entrare e
sembrava che si conoscessero da
sempre, anche se c'erano i padani e i
terroni... ma l'osservazione razziale è
di qualche adulto non certo dei ragaz-
zi; nella messa presieduta da monsi-
gnor Amaducci di Ravenna, cui certo
non capita tutte le domeniche di cele-
brare al lunapark per 10.000 ragazzi/e
e ci è sembrato contento e commosso ;
fino a sera, quando stanchi e felici ,
prendevano la via del ritorno . Valori
che hanno respirato tutti per merito di
tutti: i ragazzi , i loro genitori , i profes-
sori, le Figlie di Maria Ausiliatrice e le
suore di altre congregazioni , i salesia-
ni , i parroci e viceparroci delle varie
dioces i, il Vescovo , il sindaco e le
autorità di Ravenna , gli stessi gestori
del parco ... Tutti hanno contribuito a
rendere la giornata ricca di valori , che
dà ragione a una delle più rivoluziona-
rie intuizioni di Don Bosco : la santità
consiste nello stare molto allegri!
Manuela Robazza
BS GIUGNO 1998

3.6 Page 26

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Una suora FMA medico accanto ai malati di aids, in un centro
AL CROCEVIA
DELLE NqOVE
POVERTA
di Bruna Grassini
L'aids è ormai un 'emergenza planetaria
che cresce, nel mondo, con il ritmo
di 8.500 nuove infezioni al giorno, di cui
mille colpiscono i bambini.
I dati forniti dall'Organizzazione
mondiale della sanità parlano di
almeno sette milioni di ammalati
e di circa trenta milioni
di sieropositivi. Di questi,
800 mila sono bambini.
eifre da capogiro che provo-
cano un senso di angoscia e
di impotenza, e che posso-
no scoraggiare anche i più genero-
si e ottimisti operatori che lottano
contro questo terribile flagello.
Case-fami glia, volontariato ospe-
daliero e di ass istenza familiare,
centri residenziali, servizi di con-
sulenza e form azione, programmi
per bambini affetti da aids sono i
settori di intervento della Chi esa.
Oltre 500 sono in Italia le associa-
Tristezza, solitudine... e un filo di speranza.
zioni di volontariato che assistono
gli ammalati di aids: di queste, al-
meno il 30% sono di ispirazione
cristiana.
MEDICO A SERVIZIO
DEGLI ULTIMI
Du rante un 'assemblea di pro-
grammazione pastorale promossa
dalle Figlie di Mari a Ausiliatri ce a
Milano venne affrontato il proble-
ma delle nuove povertà con parti-
colare ri ferimento all a collabora-
zione con la diocesi . Fu come un
nuovo appello per Vanna Conso-
landi che da poc hi mesi aveva fat-
to la sua professione religiosa tra
le FMA, dopo aver lasciato la sua
atti vità di medico. "Questo mes-
saggio, di ce, mi colpì come una
sollecitaz ione ad essere salesiana-
medico nel proprio teJTitorio, in
collaborazione con la Caritas Am-
brosiana a serv izio degli ultimi".
Al momento attuale la Comunità
in cui opera ha già ospitato 70 gio-
vani , di cui 52 sono già morti. Il
decesso sopraggiunge all 'età me-
dia di 34 anni. " Qui si fa esperien-
za di dolore e di morte, affem1a
suor Vann a, ma più forte è il desi-
derio d i creare relazioni significa-
ti ve che ravvivino anche le ultime
ri sor e personali. Si tratta, spesso,
di intervenire non solo a li vello
Centro polivalente "Don Isidoro
Meschi " di Nibionno (LC).

3.7 Page 27

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della Caritas ambrosiana.
CF~-;~ -::,
DON ISIDORO MESCµI
CARITAS AMBRCS t. ·.:.
/
I
DAVANTI a quabLasi fRATHlO
obbtale' il CORAGGIO :\\:\\
cti NON CHIUDERE
ne· MENT[ ne' CUOR[
G[SU'u~ ne rende CAPACI
e ci faavere {11.svo CENTIJPLff'
Don J,idòro,Me,chi
I In ricordo di don Isidoro Meschi,
il giovane prete ucciso
da un tossicodipendente,
è vivo nella comunità.
~-tm~~~I . TUTTI OOOOIAMO
da
MS~
ad agtle' come il \\ilNTO
~ t1 a~~fRE il\\JDLTO
t d1 chi ha sofferlo mollo :;"f
al ç;(m\\çQ Jl- ;;~
di chi so ancora PR[mRt
SE N[[[SSARIO SOHR\\Rt mollo
perche· ce· ancora _ Il
MOLTO da VIVER[ -/\\,
TUTTO da CAPIR[
da COMUNICARE
da Q~GGIUNGfRE" -;:-
°"'n-.I.s.i1d,,or.o..J.1..eschi-!!!IO)
Anno
Casi
di diagnosi diagnosticati
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997*
Totale
8
37
198
457
1028
1773
2478
3136
3825
4236
4847
5609
5806
5286
2028
40.780
Primo semestre
Morti
per anno
o
2
16
89
268
563
852
1352
1866
2509
3228
3417
3981
4161
3538
796
26.638
clinico, ma soprattutto psicologico
e, quando è possibile, spirituale
nell 'ambito di un progetto ed uca-
tivo personalizzato. L'essere me-
dico mi la possibilità di acco-
stare giovani che non posso guari -
re, ma posso sostenere, incorag-
giare o anche so lo accompagnare.
Nelle re lazioni più profonde, per
un ammalato, il senti rsi curato con
particolare attenzione e disponibi-
li può diventare un momento
privilegiato in cui scorgere la pre-
senza di Dio".
CLIMA DI FAMIGLIA
"Cond ividere e accogliere il vis-
suto de ll 'altro": è il testamento di
don Isidoro Meschi e l'atteggia-
mento fo ndamentale di chi vuol
"farsi carico" dei malati di questa
teJTibile malattia e delle loro fami-
glie. La prima cond iv isione avvie-
ne a livello di éq ui pe. Anna Ma-
ria, Anna, Marzia hanno "scelto"
di lavorare come infermiere in
questa comunità di giovani malati
di aids conclamata, mentre Franca
e Pina si dedicano all a cura degli
ambienti. Alessandra, la giovane
studentessa tedesca che sta face n-
do un o stage a completamento de i
suoi studi, coll abora ne ll 'assisten-
za, e gli obiettori di coscienza dan-
no un prezioso contributo di com-
petenza in diversi settori della casa.
Con loro c'è suor Raffaella del-
l' Istituto dell a Cari tà di Mru·ia
Bambina, responsab ile de ll 'an i-
mazione e delle attività del tempo
libero. Porta con sé, in questo non
facile compito, una precedente
esperienza nel campo della pre-
venzione e della devianza a Reg-
gio Calabria.
Obiettivo comu ne è di offrire
una migli ore qualità di vita, un
clima di serenità amb ien tale e un
po' di compagnia a chi vive in si-
tuazione di grosso disagio e in
molti casi soffre la privazione
della propria fami glia.
MOMENTI DIFFICILI
La cosa più diffici le? La costan-
za nel quotidiano, quando la stan-
chezza rende più pesante il lavoro
e lo scoraggiamento sembra vani-
Suor Vanna e alcuni collaboratori del centro.
L'incontro del mattino in attesa del medico.
BS GIUGNO 1998

3.8 Page 28

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XX PELLEGRINAGGIO
A PIEDI DA MACERATA
A LORETO
13/14 GIUGNO 1998
È ormai un grande movimento ,
soprattutto di giovani , l'annuale
pellegrinaggio da Macerata a Lo-
reto , in programma proprio que-
sto mese.
È cominciato 20 anni fa , in sor-
dina, con circa 300 giovani , per
ringraziare dell 'anno scolastico.
10 anni dopo I PELLEGRINI ave-
vano raggiunto il numero di
15.000 , con la partecipazione di
personaggi famosi: Gaetano Sci-
rea , Enzo Bearzot, Gelindo Bor-
din , Michel Sabbah , patriarca di
Gerusalemme, fino a Giovanni
Paolo Il , nel 93.
Ora è una massa , oltre 30 .000
nel '96 , perfettamente organizza-
ta , pronta alla preghiera, alla me-
ditazione, alla riconciliazione.
Anche questo, nelle intenzioni
degli organizzatori , è un cammi-
no di preparazione verso l'anno
giubilare .
ficare ogni sforzo. Ma c'è anche il
sostegno di molti volontari esterni
che si occupano di tante piccole
mansioni, che mettono a disposi-
zione il loro tempo nel tessere dia-
logo, amicizia, relazione.
Suor Vanna sottolinea il valore
insostituibile di questa collabora-
zione leale e assidua, anche se non
sempre è sufficiente a colmare i
vuoti d ' amore, ad alleviare il peso
di un vissuto che grava sul presen-
te. Storie di immenso dolore come
quella di M. , una giovane slava
venduta a 13 anni dai genitori e
subito avviata alla prostituzione.
Viene "salvata" dalla strada da un
GIUGNO 1998 BS
BANCA DATI AIDS ITALIA
Da quando, nel 1982, è stato individuato nel
nostro Paese il primo paziente, fino ai dati più
recenti (1 ° sem. '97) , i casi di aids , in Italia,
sono stati 40.780 .
Le regioni più colpite sono nell'ordine: Lom-
bardia, Liguria, Emilia-Romagna e Lazio. Nel-
l'ambito di queste regioni , i casi si registrano
prevalentemente nei grossi centri urbani.
Si pensa che i motivi di questa distribuzione
geografica siano: la tossicodipendenza, la pro-
miscuità sessuale , il livello economico, alcune
abitudini di vita, la particolare facilità di contatti
umani, la maggiore circolazione di denaro.
Il maggior numero dei casi si concentra nel!a
fascia di età 30/34 anni. Nell'ultimo decennio
la proporzione di pazienti di sesso femminile è
andata progressivamente aumentando. . .
Si stima che il 63,2% del totale dei casi d1
aids sia da attribuire all 'uso di sostanze stupe-
facenti per via endovenosa (tossicodipenden-
ti) , il 16,3% sono omosessuali , 11 13% riguarda
partner eterosessuali di sog~etti_ sieropositivi o
a rischio e prostitute provenienti da paesi a n-
È in pieno svolgim~nto la
ricerca sulle Hypox1daceae
contr_o cancro e aids
(da M1ss1oni Consolata 3/98).
schio.
. hh
Casi pediatrici : 1'1,6% riguarda pazienti con età inferiore a 13 anni , c e anno
contratto l'infezione dalla madre (tossicodipendente o che ha contratto 11 male per
via sessuale) La diffusione dell 'aids fra i minori ricalca la distribuzione geografica
dell'epidemia segnalata per i casi adulti.
ragazzo. A 16 anni è già sieroposi-
tiva, a 18 diventa mamma e a 20
anni è dichiarata affetta da aids
conclamata. Nel letto sembra una
bambina e paga duramente una
scelta non sua. Muore tre giorni
dopo aver compiuto il suo 21 °
compleanno. Altrettanto triste la
vicenda di U. Abbandonato da
piccolo dalla : mamma, vive una
vita travagliata. Cercherà sempre
disperatamente e inutilmente sua
madre. Contrae da un suo compa-
gno l'aids e muore a trent'anni,
solo. Nessun parente al suo fune-
rale, nemmeno la mamma, che
rintracciata e informata della gra-
vità della malattia non ha voluto
vedere il figlio.
LA STRATEGIA VINCENTE
Suor Vanna è convinta che la
guena all 'aids si decida con la
prevenzione, prima che il male
colpisca e abbia il sopravvento.
Per questo dedica una p~r~e note~
vole del suo tempo agh mcontn
con i giovani, nella scuola, negli
oratori centri-giovanili. "Sono
chiamata per interventi di educa-
zione sessuale che hanno lo scopo
di orientare i giovani a relazioni
affettive profonde, educare alla
maternità e paternità responsabil~.
L'aids viene affrontata anche m
termini scientifici perché sappia-
mo che la conoscenza promuove
capacità e intenzioni, rende il gio-
vane consapevole della possibili~à
di fare scelte diverse e responsabi-
li. La sfida è proprio questa: aiuta-
re ragazzi e ragazze a capir~ ~he
alcune esperienze sono po~1ttv~,
perciò buone per la crescita m
quanto portatrici di un senso _che
deve essere scoperto non brucian-
do le tappe, ma nel giusto momen-
to in cui lo si sperimenta" .
Ci sono attualmente in Italia
3.600 bambini sieropositivi. Se-
condo le previsioni dell'Unaids la
percentuale si raddoppierà entro i!
2000. Ma ci sono anche alcum
dati che danno nuove speranze: in
Italia dopo il 1995 si è verificata
una diminuzione di casi di aids
conclamata. Pur con le dovute
cautele questo fatto può essere at-
tribuito, almeno in parte, alle nuo-
ve strategie terapeutiche. Ma sen-
za dubbio prevenire il male è sem-
pre meglio che risanarlo.
Bruna Grassini

3.9 Page 29

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l••~©••Z••A) - - - - - - - - - - - - -
••
BOLOGNA
RELIGION TODA Y
Si è svolta lunedì 23 febbra io
presso la sala del cons igLio del-
l'Università degli Studi di Bo-
logna la conferenza stampa di
presentazione di RELIGION
TODAY, the cinematic view,
il primo premio cinematogra-
fico legato al Cinema delle
Religioni che si terrà nelle
due sed i di Trento e Bologna
nei giorni 8-9-10 ottobre 1998.
L' iniziativa presentata dal pro-
fessor Andrea Zanotti, docen-
te di Diritto Canon ico a Bolo-
gna, nonché autore di alcune
sceneggiature e da Li a Giov i-
nazzi Beltrami, regista docu-
mentari sta, responsabile del
Festival, si artico la in tre se-
zioni: Riti e dottrine, Testi-
moni e storia, Religione e so-
cietà, ed è un 'esperienza ine-
dita per l'Europa, l' unica altra
rassegna su questo tema ha
luogo soltanto a Mosca ed è le-
gata al mondo ortodosso. RE-
LIGION TODAY, quindi , va
a colm are un vuoto culturale
e, nell o stesso tempo, aiuta a
capire se e come il sacro sia
presente nell a soc ietà sempre
LAMEZIA TERME
DUE INIZIATIVE DUE
I. "Se non possiamo fare le
grandi cose, facciamo le pic-
cole, ma fa cciamole con amo-
re". L' unione exallievi di La-
mezia Te1me ha usato l'espres-
sione di Madre Teresa conse-
gnando il "Premio della bontà
Michele Grandinetti", consi-
stente in una pergamena e una
modesta somma di denaro, a
Michele Ghiani , sette anni, di
pili multietnica e multicultu-
rale e quale cifra estetica pos-
sa assumere nell a veste filmi-
ca. Promossa da alcune pre-
stigiose istituzioni bolognesi
e trentine, la manifestazione
si avva le della collaborazione
di un nutrito gruppo di acca-
demici internazionali fra i
qu ali Pietro Bellasi, soc iologo
e antropologo, Karsten Flede-
1ius, docente di Cinema ed
Etica a Copenhagen, Erminio
Gius , docente di Psicologia
soc iale e già direttore del Di -
partimento di Psicologia Ge-
nerale a Padova, Pierre Sorlin,
docente di Soc iologia del Ci-
nema al la Sorbona, Fabio Ra-
versi Monaco, Rettore Ma-
gnifico de ll 'Università di Bo-
logna, Sidi Chirif giornalista,
reg ista, responsabile relazioni
estere e comunicazioni dell 'I-
FAD , presidente del comitato
internazionale Giochi Mondia-
li per la Pace, componente del
comitato promotore del MED
Festival , nonché gli stess i An-
drea Zanotti , Lia Giovinazzi
Beltrami , accanto ai nomi più
noti di Sergio Zavoli e Lucio
Dall a.
Alberto Piastrel/ini
Gualdo Tad ina, che ha av uto
la casa di strutta dal terremoto
del settembre '97, come gesto
di attenzione e solidarietà.
2. La stessa Unione ha donato
alla parrocchia che ospita le
sue riuni oni una statua di Don
Bosco in compagnia del suo
miglior al unno, Domenico Sa-
vio (vedi fo to), auspicio per
una presenza sempre più at-
tenta al mondo dei giovani
che rappresentano il futuro
dello stato e della Chiesa.
ROMA PISANA
CONVEGNO DI
PASTORALE GIOVANILE
22/2/' 98. L' annuale convegno
di giovani animatori , salesiani
e Figli e di Maria Ausi liatrice
per impostare l'anno pastora-
le prossimo venturo, te rzo ed
ultimo del cammino di prepa-
razione al grande Giubi leo
de l 2000, indi cato da llo stesso
Giovanni Paolo II , ha raduna-
to più di cento partecipanti. In
tre giorni intensi di studio, di-
BARCELLONA SPAGNA
DON BOSCO
NEL TEMPIO DI GAUDÌ
Una statua di Don Bosco è
stata posta nel costruendo tem-
pio dell a Sagrada Familia di
Barcellona. L'opera, in costru-
zione da più di cento anni ,
viene reali zzata con gli stessi
criteri con i quali furono co-
struite nel Medio Evo le grandi
bas iliche gotiche che impre-
ziosiscono l'Europa di gioielli
inimitabili: senza nessuna fret-
ta. La costruzione avanza man
mano che arrivano i finanz ia-
menti. E i fin anziamenti sono
quelli e so lo quelli della gen-
te. Su progetto di uno dei più
grandi , geni ali e immaginosi
architetti di tutti i tempi, An-
toni Gaudl, il tempio è stato
iniziato nel 1882. L 'arditi ss i-
battiti , approfondimenti di
gruppo, con l'aiuto degl i esper-
ti Teresa Gonçalves, Luis
Gallo, Mario Pollo, Carmine
di Sante e l'apporto sempre
determinante di Riccardo To-
nelli , certamente il nostro
maggiore teo logo di pastorale
giovanil e che dall ' inizio se-
gue, incoraggia e chiarifica le
tematiche proposte, i conve-
gni sti hanno affrontato la te-
matica sul Padre, il cui titolo
predicava: "Segni e portatori
dell 'amore di Dio Padre".
ma e innovativa architettura
(c'è chi addirittura preferi sce
parlare di scultura! ) procede
dunque, lenti ss ima, ma proce-
de. Ora è giunto il momento
cli Don Bosco: eia pochi mesi
la sua statua, tre metri di al-
tezza, campegg ia in uno dei
finestroni di destra dell a fac-
ciata eletta della Pass-ione.
BS GIUGNO 1998

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
VANGELO
DI SAN MATTEO
Una proposta
di lettura, parte prima:
Mt 1-14,16:
Chi è Gesù Cristo
di Giuseppe Giovanni
Gamba
LAS, Roma 1998
pp . 328, lire 40.000
Tra la vastissima produ -
zione biblica attuale non
è sempre facile orientarsi
tra ciò che più vale. Que-
sta pubblicaz ione , che
suppone una iniziazione
biblica, appare con il pi-
glio della novi tà: vi tra-
spare il valore fondamen-
tale della testimonianza
che stimola ad un con -
fronto personale con i te-
sti evangelici , così cultu-
ralmente lontani da noi , e
perciò sempre carichi di
mistero e di problemi
umani .
Il volume - che traccia un
identikit originale di Gesù
Cristo - suggerisce con -
siderevoli novità di meto-
do esegetico e di conte-
nuto propositivo, rivelan -
dosi testo poetico e libro
segreto , come manuale
di fede destinato agli e-
vangelizzatori e respon -
sabili della comun ità cri -
stiana, per garantire , nel
momento della missione,
una ben definita e chiara
unità nella verità.
~~~
pEsS1cPOI RLIToir1urÀ
SMPIISRISTOI UNAALJ1A
SPIRITUAAt~: FAMILIARE
coNIUG
COLLANA
"GUARIRE CON... H
l'autostima,
l'accettazione,
la preghiera, il voler bene
a se stessi, il perdono
volumetti tascabili
LDC, Leumann(To) 1998
pp. 60 a lire 5.900 ognuno
Si tratta di simpatici volu -
metti (i primi 5 in libreria)
che presentano in una pa-
gina una breve riflessione ,
commentata nella pagina a
fronte da una ironica vignet-
ta. Ogni volumetto descri-
ve in una breve introduzio-
ne i sintomi evidenti dell'ar-
gomento affrontato nel tito-
lo; poi fa riflettere su una
serie di assiomi che ne af-
frontano i risvolti spirituali .
Così : "Guarire con l'auto-
stima" invita ad andare nel
profondo di se stessi ; "Gua-
rire con l'accettazione" per-
mette di accettare le situa-
zioni viste come ostacolo
ai propri progetti ; "Guarire
con la preghiera" fa scopri-
re ogni evento quotidiano
come occasione di preghie-
ra ; "Guarire con il voler be-
ne a se stessi" aiuta a supe-
rare le concezioni distorte ;
"Guarire con il perdono "
consente di riprendere il
controllo di se stessi rinfor-
zando la scelta di star be-
ne al di là dell'amarezza.
TU, 13° APOSTOLO
Modelli biblici per una
spiritualità missionaria
di Antonella Apolloni
LDC, Leumann (To) 1998
pp. 176, lire 20.000
A.Apolloni
Sorvi1.!odlt1n!mnzlo1u1comll!11!11 rh1
TU,
13° APOSTOLO
Modelli biblici
per una spiritualità missionaria
ELLEDIC~
Questo libro si presenta
come una lettura-preghie-
ra , che aiuta a maturare
una esperienza di confron-
to a tu per tu con i perso-
naggi della Bibbia per ri -
scoprirne gli "atteggiamen-
ti " della vocazione cristia-
na, attraverso un confronto
in profondità con chi è sta-
to chiamato da Dio e man-
dato al popolo .
L'esperienza illustra i modi
più diversi con cui Dio atti-
ra a sé profeti , testimoni ,
apostoli , "forzati " a dialoga-
re con lui per sperimentare
il suo amore salvifico da
comunicare a tutti gli uomi-
ni . Dei personaggi si evi -
denziano le esigenze della
chiamata , le reazioni e le
difficoltà di testimonianza ,
facendo vedere i frutti che
Dio fa sovrabbondare dalla
risposta di ciascuno.
NON S I FA VENDITA PER
CO RRI SPONDEN ZA. I libri
che vengono seg nalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dir ett amente all e risp etti ve
Editrici.
PIETRE MILIARI
Cristo Sposo
della Chiesa Sposa
di Mariateresa Zattoni -
Gilberto Gillini (et alii)
Ancora, Milano 1998
pp. 220, lire 23 .000
Il testo raccoglie i contributi
della Prima Settimana Na-
zionale di studi sulla spiri-
tualità coniugale , propo-
nendo un solido intreccio
di vita e teologia per la for-
mazione delle coppie , dei
genitori e dei gruppi-fami-
glia; sono testi riscritti però
da due coniugi pedagogisti
con uno stile diverso : offro-
no cioè a coppie adulte
nella fede la ricchezza e la
profondità della riflessione
teologica sulla spiritual ità
coniugale, senza costrin-
gerle a doverne compren-
dere il linguaggio teologico.
Ne guadagna la spiritualità
familiare che riceve stimoli
rinnovati dal pensiero teo-
logico contemporaneo , sen-
za inaridirsi nella routine .
Ne guadagna la teologia
che impara a misurarsi con
chi vive il mistero della
sponsalità. Ne guadagna
la pastorale che trova un
libro con tracce per la di-
scussione e la preghiera.
GIUGNO 1998 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~TEIOJ'z7,.
ED ESIS
TERRE LONTANE
di Virginia Peluso
La Meridiana,
Molfetta (Ba) 1997
pp. 88, lire 16.000
In questo racconto-roman -
zo lo spazio -tempo della
vita degli esuli rivela i
suoni e i colori della pro-
pria terra lontana, che atte-
nuano la sofferenza di chi
non si sente bene accolto,
costretto a stare lontano
da casa come l'antico e
sempre attuale esule di
memoria israelitica. L'emi-
grazione è il segno natura-
le dei tempi : quello di tanti
profughi , esu li o deportati ,
che vivono drammi non
sempre compresi dai po-
poli ospitanti.
Al di là della storia, il viag-
gio raccontato è quello di
chi vive la propria vicenda
con la predisposizione d'a-
nimo che mette a confron -
to generazioni di uomini e
donne. Appare così impor-
tante non la storia in sé ,
ma il sentimento che la
anima ; quasi a testimoniar-
la e a iscriverla in un per-
corso di provvidenzialità
che tutta l'abbraccia e la
conclude.
1.-dlzlonl In nwrldl,u1u
Virginia Peluso
TERRE
LONTANE
PARADOSSI AZIENDALI
Nuove idee
dal mondo nonprofit
di Valerio Melandri
Monti , Saronno (Va) 1997
pp. 114, lire 16.000
V.W:RIOMlu.NDR.I
nuove idee
dal mondo
nonprofit
L'uomo di oggi avverte un
forte disagio : o come lavo-
ratore o come disoccupato,
si sente inevitabilmente
immerso nel problema del-
la incapacità dei sistemi
aziendali a gestire la risor-
sa umana . La realtà evi-
denzia i tanti conflitti esi-
stenti tra uffici , le incom-
prensioni e i litigi nel rap-
porto di dipendenza, la dif-
ficoltà di comunicazione , le
inefficienze burocratiche .
Nell 'affrontare il tema terri-
bilmente attuale, l'autore fa
una serie di riflessioni facil-
mente adattabili da ciascu-
no al proprio ambiente e
propone il modo di affron-
tare le sfide della società
globale. Con un linguaggio
frizzante , la narrazione
(che è piena di aneddoti)
descrive l'elaborazione di
un modello aziendale ca-
pace di liberare gli uomini
e rendere più efficienti le
stesse aziende .
QUALCHE RAGIONE
PER CREDERE
di Vittorio Messeri
(Con Michele Brambilla)
Mondadori , Milano 1997
pp. 306, lire 29 .000
Il dialogo tra i due autori
prende le mosse da una
serie di domande : l'uomo di
oggi può prendere ancora
sul serio lo "scandalo" e la
"follia irrazionale" della fe-
de cristiana? Può condivi-
dere le antiche affermazio-
ni del Credo sul Dio dei cri-
stiani (Uno e Trino) , su Ge-
sù Cristo (incarnato, morto
e risorto) , sulla Chiesa cat-
tolica (mistero del Corpo di
Cristo e istituzione uma-
na) , sulla risurrezione per
tutti nella vita eterna?
La riflessione , semplice e
tuttavia profonda, scanda-
g Iia il misterioso mondo
della vita umana. Ne nasce
un libro che non si pone dal
punto di vista della Chiesa,
ma prende di petto le do-
mande fondamentali (e
raz ional i!) del senso della
vita umana, alla scoperta
dei possibili motivi per cre-
dere in Dio, in Gesù Cristo ,
nella Chiesa. Per gli autori
il viaggio è ancora lungo;
questa ne è la prima tappa,
cioè le "ragioni " per cre-
dere in Dio .
or 1
essor1
Qualche
ragione
per
- - ._A PASSAOO
r de r
MONDIALI
DI CALCIO '98
Non possiam o dimenti-
care che , in questo me-
se , si svolg ono i mon -
diali di calcio, un avveni-
mento che mobilita l'at-
tenzione di gran parte del
mondo, giovane e no.
Una curiosità
Il prim o trofeo, una sta-
tu etta di 1500 grammi
e.ca, ven ne ru bato e non
più ritrovato .
L'attuale è dell o scu ltore
italiano Silvio Gazzaniga,
e ha più o meno lo stes-
so peso di quello ru bato.
Informazioni
per riflettere
Per l'organizzazione
della coppa del mond o,
pare abbiano partecipato
dag li 11 ai 13 mila vo-
lontari. .. Tanti .. . Possia-
mo sperare in un vo lon-
tariato più qualificato sul
versante della carità? ...
Il costo del biglietto
per assistere alla fase
finale del cam pion ato si
avvicina al mi lione di li -
re.. . Lasciamo a ciascu-
no i commenti.
33 i giorni di competi-
zione , vic ino ai 40 mi-
liardi il numero degli
spettatori previsti : più di
un miliardo al giorno !
La spesa-stadio del
campionato : 900 miliardi!
"Grandeur obblige?".
BS GIUGNO 1998

4.2 Page 32

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L/;1/E--
di Giuliano Vettorato
...
FINIRA?
QUANDO..
Fabriano
Macerata
,Tolentino
Pe~ugia Nocera, Umbr_a , Cameri no
Assisi ~nrnlo
· ··
Bastia Umbra, •
•;'~~ f:~l~i d1Ch1ent1
Colfiorito, Cesi
. Scopoli, , , $ .. Martino
Foligno • 1•verch1ano
Casenove ,Sellano
Serrone
FINIRA?
Spoleto ,
Passeranno un'estate tranquilla?
Sappiamo che gruppi di volontari
operano tuttora in zona terremoto.
Il sisma che ha colpito Umbria
e Marche e sembra non finire mai,
ha attivato le associazioni di
volontariato, quasi tutte cattoliche.
In prima fila gli scout, i gruppi
della Caritas, ma anche gli obiettori,
i nostri ode. Vi raccontiamo
qualcosa del loro servizio.
11direttore della Caritas a fine ottobre chiede ai sale-
siani di intervenire nelle zone terremotate. Dovevano
assicurare una presenza capillare sul territorio accanto
alle popolazioni colpite, coglierne i bisogn i e farsene
portavoce presso le autorità. Prima parte.
L'altra incombenza è ben pi ù "pesante" e qualificata,
GIUGNO 1998 BS
perché squisitamente caritativa: offrire una parola ami-
ca, una presen za costante , un sostegno morale, per
affrontare con lo spirito giusto i ritm i e i modi di vita
sconvolti , insomma adoperarsi perché non si sfaldi il
tessuto umano e sociale delle popolazioni colpite , sot-
toposto a una prova durissima.
L'APPELLO E LA RISPOSTA
L'appello della Caritas italiana è stato fatto rimbalzare
nelle nostre ispettorie . Hanno subito risposto il Pie-
monte , il Lazio e il Veneto Ovest. Vista la possibilità di
reggere l'impegno, sono state individuate due località
per l'intervento concreto dei nostri obiettori : San Lo-
renzo , frazione di Gualdo Tadina , in provincia di Peru-
gia e l'antica gloriosa cittad ina dei duchi di Varano ,
sede di un piccola ma antica e prestigiosa università,
Camerino, in provincia di Macerata.
S. LORENZO
I primi interventi degli obiettori sono state le operazioni
di trasferimento della popolazione dalle tende nei vari
campi container appositamente approntati . Soddisfatti i
bisogni di prima necessità, la natura dell 'intervento
doveva essere mirata, a circa due mesi di distanza
dalle scosse più devastanti , alla ricostruzione del tes-
suto umano e sociale del luogo, cosa per niente facile .
Questa infatti è stata l'altra grande devastazione ope-
rata dal sisma, in maniera forse meno vistosa, senza il
rumore o la polvere delle macerie , ma ugualmente

4.3 Page 33

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evidente, sottolineata dalla paura nascosta e costante
di una nuova scossa o dall'angoscia di una ricostru-
zione dai tempi . .. italiani! Il compito da svolgere si è
rivelato difficile, soprattutto per questo secondo aspet-
to. L'impatto con una carriola, un muro , un attrezzo ,
una penna, una pala, un piccone , comporta solo un
po ' di fatica e di buona volontà, l'approccio con una
persona e le sue segrete angosce è un mondo nuovo
che si presenta costantemente complicato e quasi
sempre ti sconcerta.
Il paesaggio era già di per sé desolante: i resti di
alcune case distrutte ; l'integrità fantasma di altre inagi-
bili e disabitate ; il silenzio sconfortante delle colline
semideserte; l'accampamento dei containers , freddo
nella sua rigida geometria e dai ritmi misteriosi delle
persone che lo abitano ; il paesaggio insolito ; la figura
curva e ulteriormente appesantita dalla disgrazia di
qualche anziano che s'aggira sconsolato tra le rovine
e vede e si interessa solo a quelle ... Questo il teatro
disarmante di chi si era presentato armato di buoni
propositi. E gli ode furono costretti a interrogarsi più
che sul senso sui modi dell'aiuto che erano stati chia-
mati a fornire.
Poi la disponibilità totale , il servizio fatto con pron-
tezza, semplicità e carità senza alcun interesse perso-
nale hanno attirato il calore umano , la riconoscenza
della gente , ed hanno ripagato il vuoto dei primi mo-
menti. E sono arrivati racconti , scambi di esperienze
sul lavoro , la famiglia, gli studi , le scelte .. . La finale?
Siamo stati costretti a domandarci : "Chi dà? Chi rice-
ve? Chi ha bisogno di aiuto?"
CAMERINO
7000 abitanti , 7000 studenti universitari , 700 metri di
altezza. Un paese freddissimo, non per la cabala dei
numeri ma per le folate gelide dei Sibillini. E dire che
gli ode venivano dalle Alpi che, quanto a freddo, non
cedono certo agli Appennini. Primo intervento : è stato
riaperto il vecchio oratorio chiuso da quasi trent'anni.
Un oratorio , oddio!, uno stanzone con un paio di biliar-
dini , un ping-pong , un biliardo, i solitissimi giochi da
tavolo, tre videogiochi , più una stanzetta per attività di
laboratorio . Tutto qui. Ma l'oratorio non lo fanno le
stanze, per fortuna!
Giovani e ragazzi, dopo le prime diffidenze , sono an -
dati via via crescendo; qualche articolo sulla stampa,
gli apprezzamenti di una radio locale, qualche ammira-
tore-sostenitore tra le persone di cultura hanno fatto il
resto. Dopo, genitori e cittadini non finivano di ringra-
ziare per quello che era stato fatto per i bambini
camerti in momenti di vera difficoltà per loro. Il compito
più delicato e importante? Preparare il futuro : quando
la "missione salesiana" fosse finita , gli ode avrebbero
voluto consegnare l'oratorio ad animatori locali.
Arrivare a Camerino in questi giorni disgraziati voleva
dire meravigliarsi di non trovare le distruzion i che si
erano verificate in altri paesi: le case tutte in piedi,
anche se alcune inagibili. Niente macerie. Quello che
sentivi palpabile era la paura. Agli abitanti era rimasta
annidata dentro. Le scosse sismiche, come si sa, sono
generalmente annunciate da un sordo boato ... ebbene
a volte bastava il passaggio di un treno per mettere
tutti in agitazione, animali compresi. I nostri ode hanno
visto la paura dipinta sui volti della gente, adulti o
bambini che fossero : l'hanno sentita uscire dalla testa
delle persone. Ora è finita. Sembra. Buona estate ,
brava gente! A non rivederci ... non per circostanze
come quella che ci ha portato tra voi!
BS GIUGNO 1998

4.4 Page 34

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111111111 COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
CON IL BUON SENSO
DELLE OCHE
Perché non prendere esempio dagli stormi di oche selvatiche
che hanno ricominciato ad apparire anche nei nostri cieli?
L e oche volano in formazione
triangolare , una formazione a
V. Si dispongono in modo che lo
sbattere delle ali di ognuna crei
una spinta verso l'alto per quella
subito dietro . In questo modo l'in-
tero stormo aumenta l'autonomia di
volo del 71 per cento rispetto a un
uccello che volasse da solo . Così
le oche percorrono migliaia di chilo-
metri . Quando la prima si stanca, si
sposta lateralmente e un'altra pren-
de il suo posto alla guida. Gli stor-
mi in volo fanno un chiasso terri-
bile : volando le oche gridano da
dietro per incoraggiare quelle da-
vanti a mantenere la velocità.
C'è anche un particolare importan-
te. Quando un 'oca esce dalla for-
mazione perché ammalata o ferita,
altre due la seguono
per prestarle aiuto
e protezione. Ri-
mangono con
l'oca caduta
finché non è
in grado di ri -
prendere il
volo oppure finché muore. Solo al-
lora raggiungono di nuovo lo stor-
mo . Grazie alle oche selvatiche
possiamo fare alcune riflessioni su
famiglia e dintorni.
1. Una direzione comune . Avere
una forte idea della meta , di un
punto d'arrivo modifica il modo di
vivere . Non si può concepire la vita
come un semplice susseguirsi di
giornate , più o meno fortunate , in
cui tutto è affidato al caso. Negli
ultimi mesi di vita, Don Bosco an-
ziano e stanco , attraversava lenta-
mente il cortile di Valdocco . Chi lo
incontrava invariabilmente gli chie-
deva : "Dove va, Don Bosco? ". Il
santo sorridendo rispondeva: "In
Paradiso! ".
È essenziale anche andare tutti
dalla stessa parte, essere orien-
tati sullo stesso punto cardinale ,
sentire il medesimo richiamo .
Avere tutti lo stesso senso,
nella doppia accezione
della parola: direzione
e significato. Nel ca-
so contrario sarebbe davvero com-
plicato "convivere".
Avere una direzione significa anche
non fare lo zapping con la vita,
cambiando programma a capriccio
o per noia. Ogni giorno c'è chi pro-
va a "cambiare famiglia". Rimanere
"in formazione ", qualunque sia il
costo da pagare, è una spinta non
una limitazione . Avere una direzio-
ne comune significa sforzarsi di cre-
scere insieme, di armonizzare idee
e caratteri , di cercare la con-cordia.
2. Una decisone unanime. Alzarsi
in volo è sempre faticoso . Il viaggio
delle oche è pericoloso e spos -
sante. Ma l'istinto è più forte di tut-
to. Tra gli esseri umani invece deci-
de non l'istinto ma l'amore . Solo
l'amore autentico consente di af-
frontare i sacrifici richiesti dalla vita
familiare . Prima di tutto bisogna
aspettarsi. Esiste il rischio di lascia-
re qualcuno a terra, ad affrontare
da solo la cattiva stagione . Aspet-
tare l'altro significa rispetto e acco-
glienza. Rispetto per i suoi ritmi di
crescita, i suoi sogni , la sua perso-
nalità. Accoglienza_è ascoltare an-
che con gli occhi . E necessario im-
mergersi negli occhi dell'altro invece
di guardare altrove mentre egli par-
la. Lao-tse argutamente ha affer-
mato : "Non c'è peggior sordo di chi
non vuol vedere".
3. Formazione a triangolo . Ci vuo-
le qualcuno che si metta davanti e
"tiri " il gruppo. Quando sarà
stanco certamente qual-
cuno lo sostituirà. La
famiglia non si ferme-
. Tirare il gruppo si-
gnifica essere un po '
leader e un po ' guru.
Un papà non può es-
sere un generale che
impartisce ordini alla
truppa, deve essere
un "trascinatore". "Sen-
tirsi in formazione" è
fondamentale . I figli
non sono una appen-
dice della famiglia.
Hanno bisogno di
quella fiducia di base
che nasce dal sentirsi
importanti e accettati .
"Hai il diritto di essere
qui". "Hai il tuo posto
nella famiglia".

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
APPASSIONATAMENTE
INSIEME?
Ho provato a riunire in salotto il mio 'comitato di redazione',
composto da marito e figli , perché mi aiutassero a raccontare
come riusciamo a vivere una reciproca solidarietà;
mia figlia ha tagliato subito corto dicendo - con la sincerità
traumatica degli adolescenti - che su questo fronte
possiamo comunicare più difficoltà che successi.
4. Tutti si danno da fare e tutti
sono necessari. Significa "prende-
re posizione" nei confronti della feli -
cità familiare. Tutti hanno obblighi e
responsabilità nei confronti degli al-
tri. Nessuno è lì solo di passaggio.
Tutti devono dividersi i compiti e
contribuire ai lavori domestici , non
per senso di dovere, ma perché
questo è il primo scalino per realiz-
zare una vera giustizia familiare . È
in famiglia che si costruisce la fidu-
cia nell'altro, la certezza che questi
risponderà ai bisogni. Nello stesso
tempo si elabora la fiducia nelle
proprie capacità relazionali , nell'atti -
tudine a dare qualcosa agli altri,
nella propria utilità in questo mondo .
5. Tutti gridano il loro incorag-
giamento . Che cosa gridiamo di
solito a quelli che sono in "forma-
zione " con noi? La tentaz ione di
"critica continua" è sempre forte.
Invece più si è apprezzati , più si ha
voglia di progredire . La svaluta-
zione crea la dipendenza. La stima
guida verso l'au_tonomia. "Mi piace
stare con te", "E un piacere guar-
darti". "Ti voglio bene ". "Che cosa
ne pensi? " e apprezzamenti simili
permettono di sentirsi forti e felici e
creano un sentimento di comunione
affettiva.
6. Si aspettano i feriti e gli stan-
chi. Ma oggi chi aspetta i feriti?
Non si conosce più la pazienza ,
spesso non c'è pietà per nessuno .
La famiglia è sempre il luogo del
sostegno reciproco , "qualunque co-
sa succeda".
Insomma, problemi ce ne sono .
Innanzi tutto , nonostante dispo-
niamo di una buona capacità critica
nei confronti dell'ambiente e siamo
anche un tantino abituati a saper
navigare controcorrente, non pos-
siamo nasconderci che siamo an-
che noi figli di una cultura indivi-
dualistica, che ci segna molto più di
quanto possiamo immaginare. Chiu-
dere le porte e le finestre non aiuta
a tenere lontani i falsi modelli di
vita che oggi circolano nel super-
market dei valori.
C'è, soprattutto nei ragazzi ,
un modo equivoco di percepire
l'esigenza di una vita in cui ci sia
concreta possibilità di autorealiz-
zarsi. Abbiamo sempre la tenta-
zione di pensare che gli altri sono
un impiccio, un limite , e non la ri-
sorsa migliore per cercare una feli-
cità vera che calzi a pennello sul
nostro desiderio di pienezza urna-
na. Su questo punto è sconfor-
tante verificare come anche una
intensa partecipazione alla messa
domenicale e alla catechesi non
riesca a produrre un ripensamento
radicale.
Per me e mio marito ci sono
altre ipoteche: proveniamo da
famiglie molto unite e abbiamo fatto
da ragazzi l'esperienza di una reci-
procità modulata sulla logica dirit-
ti/doveri e su una omogeneità cul-
turale e operativa che oggi non so-
no pensabili ; e ci siamo misurati
con una solidarietà che qualche
volta rischiava di essere soffocante .
Divenuti adulti , abbiamo fondato la
vita di coppia su una relativa auto-
nomia, per fare spazio a esigenze
e impegni diversi. Ci sembrava ar-
ricchente , oltre che funzionale , ma
l'arrivo dei figli ha smascherato al-
cune povertà che non è stato facile
colmare .
BS GIUGNO 1998

4.6 Page 36

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Credo, infine, che siamo sta-
ti condizionati da un pregiudizio
che non si riesce a mettere seria-
mente in discussione , nonostante
un certo iter culturale e legisla-
tivo : tocca sempre a me donna
farmi carico, all 'interno della fami -
glia, di ch i è costretto a rallentare
il passo o a fermarsi per ripren -
dere fiato . La maternità è ancora
percepita come il luogo di un
sacrificio incondizionato e unilate-
rale ; e se incontro difficoltà e pro-
blemi , devo arrangiarmi a risol -
verli da sola spesso scegliendo la
via della rivendicazione e del con-
flitto , piuttosto che quella del dia-
logo e della collaborazione.
Nonostante tutto , però, mia figlia
dice di desiderare il matrimonio e
la maternità, mio figlio mi dimo-
stra con molta semplicità di stare
approdando ad una interpreta-
zione meno maschilista del suo
ruolo sessuale , mio marito si è
fatto negli anni più protagonista
nell'educazione dei figli , nella ge-
stione della casa e nella disponi-
bilità a sopportare insieme il peso
di situazioni familiari laboriose .
Evidentemente facciamo fati-
ca a riconoscere il valore della
reciprocità nella trama sfilacciata
della vita quotidiana, e forse pro-
viamo un certo pudore nel rac-
contare questa nostra solidarietà
familiare , perché sappiamo che
quel che realizziamo resta abbon-
dantemente al di sotto di quel che
vorremmo vivere.
Una certezza però l'abbiamo rag -
giunta in questi ultimi anni : ogni
nostra proiezione all'esterno, indi-
viduale o condivisa che sia, è ca-
ratterizzata da questa tensione di
cui facciamo esperienza in casa.
Qualche volta i ragazzi mi dicono,
parlandomi della scuola o del loro
gruppo di amici , di percepire chia-
ramente questa 'diversità' che
manifestano quando devono af-
frontare i problemi della conviven-
za ; credo che questa dissonanza
sia anche in qualche caso fonte
di sofferen za. Ma a me sembra
che , nonostante tutto, siano con-
tenti che li abbiamo educati in
questo modo, perché confrontano
la nostra famiglia con le altre e di-
cono , la sera a cena , che da noi
c'è più calore.
GIUGNO 1998 IJS
CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
DUE PILASTRI
DI SOSTEGNO
L'articolo 17 evidenzia i pilastri
su cui Don Bosco poggia tutta l'armatura
della sua opera: Gesù, misteriosa
ed efficace presenza nell'eucarestia;
l:v,~-/>-,é:,~-<,~t.,:<c·x;~~y~.~-f.\\~~.R-l~.N--.:=A~--=--=
PI I-'-.....!..:.,•.._,"/\\,;/
/ ~ ( ~,'!
I\\\\i~:_-~1\\{\\
I~J."ii'i.i§W'~'f
1 /':::;.:
1~'.~
~:::;,f:,ir
'\\t?~.- \\\\\\, •..,. ,mt,'a
Maria, madre sempre pronta a correre in aiuto.
Articolo 17: "L'unico mio appog-
gio è sempre stato il ricorso a
Gesù sacramentato e a Maria
Ausiliatrice ".
Non è possibile separare Don
Bosco da questi due riferimenti ; da
essi trae origine la sua opera, in es-
si trova la forza di compierla. Il me-
todo dell 'indivisibile triade ragione,
religione, amorevolezza presuppo-
ne questo fondamento ultimo e pri -
mo su cui tutto poggia e si alimen-
ta : Gesù e Maria . Senza di loro il
carisma perde smalto e significato.
O Don Bosco non è un teologo , è
un operatore pastorale ; non svilup-
pa esegesi bibliche o elaborazi oni
dottrinali , capta nei giovani l'esigen-
za fondamentale : l'amore , e predi-
ca che l'amore compiuto è quello di
Cristo , così grande da farsi eucare-
stia, pane per la vera fame , e quel-
lo di Mari a, così tenero da regalare
il suo bene più grande, il Figlio.
La spiritualità salesiana ha que-
sti riferimenti giornalieri . Una gior-
nata, non può non essere scandita
da queste presenze. Tant'è che ha
raccomandato la messa quotidiana,
come luogo dell'incontro con questo
amore-pane. La comunione è vive-
re di Gesù , è essere il Gesù delle
assolate contrade di Palestina dove
s'incontra la più varia umanità.
Maria, la bella signora del sogno
profetico , è colei che Gesù presen-
ta a Giovannino come
guida. Don Bosco non si
stancherà mai di indi-
carla ai suoi giovani e a
quanti lavorano con lui.
Domenico Savio , uno dei
giovani-capolavoro del
suo metodo , così rias-
sume il nocciolo del suo
cammino : "I miei amici
saranno Gesù e Maria".
Il carisma di cui è
partecipe la Famiglia
Salesiana, ha questi fon-
damenti . Roccia dura e
non sabbia mobile. Il
carisma, dono dello Spi-
rito , non sussiste al di
fuo ri di questa certezza-
fiducia in Gesù che ope-
ra cose grandi e in Maria
che vegl ia e sorride inco-
raggiante . Senza di loro,
dice Don Bosco , tutta
l'opera è vana.

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
PARLARE DI TUTTO
IN FAMIGLIA?
<< C aro doctor J. , nostro figlio
di 15 anni racconta balle I
Eppure siamo una famiglia aperta: i
nostri ragazzi sanno di poter parlare
di tutto con franchezza. Il momento
migliore è a cena: ci organizziamo
perché ciascuno possa dire e a-
scoltare. Raccontano volentieri
quello che hanno fatto a scuola,
parlano dei soldi, degli hobby, dei
progetti per le vacanze, degli amici,
del cinema... Questo comporta una
certa disciplina : bisogna essere
puntuali, ciascuno resta al suo po-
sto finché tutti hanno finito, la tele-
visione resta rigorosamente off.
Una sera è successo il fattaccio.
Alberto era assente, senza aver av-
vertito. A/l'inizio del pasto mio mari-
to provò ad avviare la conversa-
zione, ma era peggio del silenzio.
Nostra figlia l'ha interrotto per chie-
dere i fagiolini e c'era come un rim-
provero nella sua voce. Quando Al-
berto è arrivato con una mezz'ora
di ritardo, ha lanciato il giubbotto su
una sedia, lo zaino su una poltrona
e si è esibito in una spiegazione
ben imbastita: a un compagno di
classe aveva prestato un classifica-
tore, di cui aveva urgente biso-
gno ... Ha dovuto andare a cercar-
lo: abitava lontano, il bus s'è fatto
attendere, non c'era nelle vicinanze
una cabina telefonica ... Non l 'ho
bevuta per il fatto che mentre par-
lava sua sorella, Clara seguiva con
aria complice. Ho subdorato qual-
che segreto. Abbiamo fatto finta di
credergli, io e mio marito, ma dopo
il pasto ho portato per le lunghe le
faccende : la cucina è sovente tuo-
go di confidenze. Alberto però non
s fatto vedere e ci sono rimasta
male. La sera dopo, ho preso io
l 'iniziativa: 'Allora? Preferisci non
parlare? Credo si tratti di una que-
stione di cuore, ma non ti chiedo
nulla. Se cambi opinione .. . '. Ha
mugugnato: 'Non ho niente da
dire '. Possibile che non possa far
nulla perché mio figlio viva bene i
suoi incontri? Come fanno le altre
famiglie? » (Caterina, Pistoia)
Cara Caterina, esistono famiglie
molto unite in cui si parla poco e al -
tre in cui si parla a fiume. Niente è
perfetto. Non è un segreto che par-
lare senza difficoltà tra genitori e fi -
gli è legato al livello sociale , alla
formazione raggiunta, alle tradizioni
familiari. Le conversazioni non han-
no tutte la stessa importanza: quelli
che parlano volentieri non tradiscono
chissà quale originalità: esistono,
come sai , dei bla bla insignificanti.
Ma è vero che i ragazzi parla-
no più volentieri se hanno la per-
cezione che quanto dicono venga
ascoltato: è il segno che sono im-
portanti agli occhi dei genitori o de-
gli adulti . Nella vostra famiglia voi
avete badato a creare uno spazio
che permetta ai figli di prendere
coscienza della loro importanza. Il
che non vuol dire che sia tutto ri-
solto! Esistono degli argomenti ta-
bù tra figli e genitori , p.e . le opinio-
ni politiche (anche quando coin-
cidono) o la vita sentimentale (an-
che quando si adottano gli stessi
valori) .
darsi col padre , ma quando i padri
prendono la parola in famiglia lo
fanno generalmente per dare or-
dini , il che non favorisce gli scambi .
La mamma dal canto suo parla so-
prattutto per farsi carico del benes-
sere personale e emozionale dei
figli , sebbene sia meglio piazzata
che il marito per le confidenze.
Gli adolescenti desiderano es-
sere compresi , ma hanno bisogno
di conservare qualche segreto e si
sentono a disagio quando i genitori
vogliono mettere a nudo i loro com-
portamenti. Arrivano a mentire per
proteggersi o guadagnare tempo,
perché non sanno ancora come
esprimersi su certi argomenti . È im-
portante che dire la verità non sia
peggio che dire bugie: ciò richiede
un atteggiamento flessibile che non
accetta che la menzogna venga a
scalzare la relazione, ma compren-
de che la loro verità è a volte com-
plicata e contraddittoria.
Se il dialogo a questa età diminui-
sce, non vuol dire che bisogna ri-
nunciarvi: gli adolescenti hanno
bisogno di comunicare e soffrono
del silenzio dei genitori . Ma biso-
gna anche fare attenzione a non
addentrarsi troppo nel loro territorio.
Il dialogo può essere innescato da
un film , un programma televisivo ...
Per quanto riguarda
gli affari di cuore, gli
adolescenti provano sen-
timenti complessi . Come
può un ragazzino confida-
re alla mamma, suo primo
amore , che adesso egli
ama un'altra? Non è fa-
cile. Per la ragazzina il pa-
dre è stato per lungo tem-
po l'uomo ideale : come
paragonarlo a un altro? Il
maschio potrebbe conti-
È emblematico anche il mo-
mento che i figli scelgono per
parlare: quando il padre ha voglia
di guardare la TV o la madre è oc-
cupata in cucina ; cioè quando i loro
genitori appaiono meno invadenti, e
non sono nella situazione migliore
per sviluppare discorsi ben struttu-
rati , ma devono improvvisare ... Un
modo per ristabilire la "par condi-
cio"? Forse. Quel che è certo è che
i ragazzi spesso riescono a dire
molte cose con poche parole .
BS GIUGNO 1998

4.8 Page 38

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Un centro agricolo presso Santa Cruz divenuto nel tempo
MUYURINA:
L'AVVENTU
CONTINUA
di Angelo Botta
Gli edifici sono bassi,
funzionali, con grandi
spazi tra l'uno e l'altro,
sommersi nel verde.
E in qualche posto,
tra l'erba, c'è ancora
una medaglia di Maria
Ausiliatrice
appartenente alla prima
semina. L'elenco
dei salesiani dice:
Santa Cruz-Muyurina -
Istituto superiore
agricolo, scuola
secondaria, centro
di opere sociali
per campesznos, casa
per ritiri e fa scorrere
otto nomi: tre sacerdoti,
quattro coadiutori,
un chierico.
Padre Dante lnvernizzi. Alle spalle
la chiesa da lui costruita.
U na miscela ideale quella che
diede inizio all 'opera nel
1960. All ora erano in dieci:
quattro sacerdoti, cinque coadiutori
e un chierico. Chiamati a raduno da
sette nazioni diverse, con modi
spicci perché la cosa urgeva. In Ita-
lia, per esempio, il giovane don In-
vernizzi, speciali zzato in agraria e
zootecnica, stava recandosi alla scuo-
la di Montechi arugolo . di Parma,
quando f~ dirottato in Bolivia per
un anno. E ancora là.
Si trattava di un centro di promo-
zione agricola destinato a potenzia-
re la regione nord-est, oss ia il De-
partamento de Santa Cruz, porta di
ingresso alla zona tropicale del pae-
se e chiamata anche Oriente boli-
viano. Creato dal Servizio Coopera-
tivo degli Stati Uniti e di proprietà
del governo boliviano, il centro ave-
va 480 ettari di terreno ideale per
canna da zucchero e altri prodotti
tropi cali, 150 capi di bestiame, mac-
chinari agricoli, edifici per le sc uo-
le, 15 villette destinate alle famiglie
dei docenti. Un quadro perfetto. Ciò
malgrado, maes ·- allievi, educa-
zione ed conoini non volevano
funzi0 ~art
. Il Nun-
al Papa. Era
1ovanrv ·. , I quale ne parlò
con il rehtor maggiore don Ziggiotti.
Sicché il no diventò sì e apparvero i
dieci di cui sopra.
La Muyurina: ingresso.
GIUGNO 1998 BS
Il giardino botanico.

4.9 Page 39

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un'opera sociale straordinaria.
Il complesso scolastico "Muyurina".
Il "patio " della scuola media.
Trovarono una trentina di allievi,
in età superiore ai 20 anni, abituati a
un regime di disciplina discutibile,
rappresentanti di un fallimento sco-
lastico e morale autentico. Inizi dif-
ficili, anche perché i nuovi arrivati
erano guardati con diffidenza: chis-
sà con che pretese arrivavano! Pas-
don Ziggiotti, che lasciò cadere
una medaglia di Maria Ausiliatrice,
la cessione dell'opera ai salesiani fu
definitiva, l'ambiente poco a poco
divenne quello di una famiglia aper-
ta, impegnata disciplinatamente nel-
lo studio, il numero degli allievi in-
cominciò a salire.
Anche perché si videro offrire una
doppia strada: in sei anni potevano
ottenere il titolo di tecnico medio
agropecuario o la maturità classica.
Cosa totalmente nuova e, apparente-
mente, impensabile in Bolivia. Con
molti sforzi si ottenne che il gover-
no accettasse il sistema come espe-
rimento per 5 anni; i risultati furono
tali che l'approvazione provvisoria
si trasformò presto in definitiva e
scuole di altre zone si affrettarono
ad adottarla. Già nel 1962 l 'amba-
sciatore degli St niti, venuto a
controllare che
vano facendo
i soldi spesi d-> 11•c- ...,.....,,ovemo, dopo
avere contro! . · · tigliosamente
to dicendo:
quello
vo della diocesi li vedeva senza
contratto di lavoro, senza alloggio,
senza assistenza medica: chiese al
suo clero di fare qualcosa. I nostri si
sentirono interpellati in prima per-
sona e diedero una mano. Nacque
OASI (Organizaci6n Socia! Asisten-
cia Iglesia) che, senza scontri vio-
lenti né con i proprietari terrieri
con la polizia, riuscì a migliorare la
situazione ed è attiva ancora oggi.
Per molti di questi contadini la
lontananza dalla famiglia si prolun-
gava in modo insopportabile. Si ot-
tennero 2000 ettari di terra che ven-
nero divisi tra di loro. La presa di
possesso fu solenne, in processione:
il coadiutore Feletti portava un qua-
dro del Sacro Cuore che la mamma
gli aveva fatto avere dall 'Italia, due
contadini lo affiancavano con i can-
delabri accesi. Dietro, gli altri, con
mogli e figli. Ebbe inizio così - era
il 1968 - la Missione del Sacro Cuo-
re. Con il difetto tipico delle opere
provvidenziali : quello di crescere a
dismisura. Perché i bisogni sono
molti, si scoprono uno dopo l'altro e
si fa il possibile per sopperire. Sic-
ché adesso, 1998, funzionano par-
rocchia, opere sociali e assistenza
spirituale a colonizzatori e comunità
campesine, scuole elementari , inter-
medie, secondarie, radio, televisio-
ne, centro catechisti, missione, ospe-
dale, cappellanie. Con quattro sale-
siani! Meno male che le Figlie di
Maria Ausiliatrice sono in zona da
tempo e, dove loro arrivano, i mira-
coli sono più impressionanti ancora.
TRASFORMAZIONI
Intanto alla M uyurina le cose van-
no avanti, migliorano culture e alle-
vamenti, si è creato l'Istituto Supe-
riore di Agricoltura. Senza smettere
di operare nei dintorni. La vicina
città di Montero, per esempio, alcu-
ni anni or sono aveva un quartiere
particolarmente povero che attirò
l'attenzione dei nostri. Adesso non
lo si riconosce più : centro giovanile,
asilo, centro di medicina preventiva,
oltre 300 casette familiari ·
o
vani. Q
·
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~re
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del
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c~
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atti
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mafo
~
materiai
i
1, R
tM
9 i' "
L stat _a . _ 1 on B~sco i con-
tem la ·,1f1c i errem dellt 'uyu-
rin spiJ;l ~e lo s uardo sull 'i~ ,e. ,a re-
gione c a s molti cl ìla~ano
Orie1 salesi io . Anche perché,
oltre ai salesiani e alle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice, vi sono impegnate
le Figlie dei Sacri Cuori di don Va-
riara, le Suore della Carità di Miya-
zaki e le Oblate del Sacro Cuore di
monsignor Cognata. Per non parlare
della moltitudine di exallievi ed ex-
allieve. Tutto da un sì al Papa. E da
una medaglia... seminata!
Quelli della Muyurina, infatti, non
dimenticano che a don Ziggiotti, alla
fine della messa celebrata presso di
loro, era caduta in te1Ta una meda-
glia di Maria Ausiliatrice. Il coadiu-
tore Mantovan se ne accorse, si chi-
nò per raccoglierla. Don Ziggiotti lo
fermò: "Lasciala , l' ho seminata
apposta" .
D
BS GIUGNO 1998

4.10 Page 40

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i. •:·_ - sn-tooNE
;.• I I
-~
Giugno: chiude l'ostensione 1998 in attesa della prossima
SAN FRANCESCO
DI SALES ELA SINDONE
di Arnaldo Pedrini
Al tempo di Francesco
di Sales la Sindone
era già arrivata a Torino.
Quando vi fu trasferita
da Chambery, nel 1578
per ordine del duca
Emanuele Filiberto
di Savoia, il santo aveva
undici anni. Da allora
"le Saint Suaire" sarà
una delle devozioni più
care al grande vescovo.
GIUGNO 1998 BS
F rancesco "fu consacrato al Si-
gnore davanti alla sacra Sin-
done", lo afferma il suo stori-
co principale il Lajeunie. Un fatto
provvidenziale era accaduto nel
1567. In luglio il lenzuolo della pas-
sione veniva trasferito ad Annecy,
la città natale del santo, per una
ostensione. La mamma di France-
sco, Françoise de Sionnaz, "très
bonne e très chère", prossima al
parto, non si lascia sfuggire l'occa-
sione e il giorno 21 è assieme agli
altri pellegrini a venerare la insigne
reliquia. Le ostensioni erano allora
ben più frequenti che oggi.
DAVANTI ALLA SINDONE
PRIMA DI NASCERE
Quel giorno dunque tutta la Sa-
voia si era riversata ad Annecy nella
chiesa di Notre-Dame de Lisse,
dove due cardinali assistiti da parec-
chi vescovi "déplierent le long
Suaire (et) le montrèrent à la joule" ,
spiegarono il lungo telo sindonico
per mostrarlo al popolo. Tra i fedeli
accorsi , come accennammo, c 'erano
i signori del castello di Thorens,
Msr e Mme de Boisy, lui quaranta-
quattrenne lei appena quindicenne e
incinta di otto mesi di Francesco.
La giovanissima mamma in quel-
l 'occasione chiede al Signore, da-
vanti al sacro lenzuolo, "de lui ac-
corder unfils, unfils particulièrment
sant et beni qui se consacrerait au
service des autels" , di concederle
un figlio particolarmente santo e be-
nedetto che potesse consacrarsi al
servizio dell'altare.
Questa importane circostanza la
ricorderà lo stesso Francesco: "Cer-
to ho una ragione particolare di es-
sere devoto , perché, quand ' ero an-
cora nelle viscere di mia madre, ella
mi consacrò al Signore davanti alla
Sindone". Offerto a Dio prima di
nascere, Francesco seguirà nella sua
vita l 'esempio e in qualche modo la
volontà di Françoise de Sionnaz:
sarà sacerdote e vescovo, santo e be-
nedetto da milioni di persone per la
sua ineguagliabile dolcezza di trat-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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programmata per l'anno 2000.
to, che incantò d uecento anni dopo
lo stesso Don Bosco, il quale non
es itò a dare alla sua congregazione
il nome di sales ian a, a indicare la
linea cui i suoi fi gli avrebbero do-
vuto ispi rarsi e i modi che avrebbe-
ro dov uto usare nel loro apostolato.
IN PELLEGRINAGGIO
A TORINO
Dicemm o che la Sindone fu spo-
stata a Torino, pare per fac ilitare il
viagg io a san Carlo Borromeo, che
aveva mani fes tato l' intenzione di
venerarl a in ringraz iamento per la
cessazione de ll a terribil e peste de l
I576, che aveva dec im ato Milano e
il territorio. La fa mosa peste man-
zoni ana. L' arc ivescovo di Ginevra
nel 1613 è a M ilano, in pe llegrin ag-
g io all a tomba di san Carl o, cui
aveva attribuito la mi racolosa guari -
gione de lla baronessa Jeanne de
ChantaJ. Sulla vi a de l ritorno volle
fa r visita all a Sindone, in ostensione
a Torino, e ripercorrere lo stesso iti -
nerario già compiuto dal Borromeo
l'anno della ricordata traslazione del-
la reliq ui a da Chambery.
Giunse nell a capitale dell a Savo ia
il 3 magg io nel pieno dei preparativ i
per l'ostensione che sarebbe iniziata
giusto l' indomani. "Une Jou le inom-
brable venue de tout le Piémont
avait invahi la cathédral de S. Jean
Baptiste": sempre folla attorno alla
Sindone. A Torino trovò un 'inaspet-
tata e feli ce sorpresa: Sua Altezza il
Principe Carlo Emanuele, figlio di
Eman uele Filibe1t o, saputo che il fa-
moso arc ivescovo di Ginevra era di
passaggio a Torino, l'aveva des igna-
to a tenere il discorso durante la ceri-
monia di apertura e poi ad esporre la
stessa reliquia agli sguardi dei fedeli.
LE LACRIME
Toccò dunque proprio a lui Fran-
cesco, assieme al cardinale Mauri-
zio di Savoia, a "déplier la langue
p ièce de /in oiì se voient !es em-
prein1es du Corps crucijié" , spiega-
re il lungo te lo con l'impronta del
corpo crocifisso. Francesco consi-
dererà questa c ircostanza come una
grande grazia concessagli dal Si-
gnore. Ne parl erà infatti , appena
giunto in patri a, all a stessa sua fig li a
spiri tua le Mme de Chantal. La lette-
ra piLt che un semplice resoconto
de l viagg io è un a stupenda testim o-
ni anza della sua grande pi età e ri ve-
la un evento eccezionale, la grandi s-
si ma emozione di F rancesco prova-
ta davanti a que l lino, un 'emozione
così intensa che g iunse fin o alle la-
crime. È sua la testim oni anza scritta
a un anno dall 'avvenimento e indi-
rizzata alla Chantal che: "plusieurs
gouttes de la sueur rencontrerent
dedans le Sainte Suaire mesme" .
Queste gocce di sudore, meg lio
queste lacrime che caddero sul su-
dario fu rono un 'esperienza dolce e
improvvi sa che il santo non dimen-
ticherà più, ma procurarono un no-
tevo le di sappunto al cardinale Mau-
rizio di Savo ia, che con lui spiegava
il lenzuol o.
LA SUA IMMAGINE
FAVORITA
Preziosa la testimonianza del ve-
scovo di Belley, suo intimo amico e
confidente, che ci rivela come l'im-
magine sindonica fo sse per France-
sco "son ùnage favor ite". Egli ne
possedeva quasi una collezione: in
ricamo, in pittu ra, in miniatura, a
olio, a legno, in scultura, in rilievo,
in intaglio e le aveva distribuite un
po ' dovunque, in camera, in cappel-
la, addirittura sopra il suo inginoc-
chiatoio, nel suo studio, in sala, nella
sua galleria di quadri , ovunque in-
somma. Una devozione documenta-
ta: "Grande était la dévotion du
saint Eveque à cette rélique insigne".
Ormai quasi alla vigilia della sua
morte egli invita il fratello Gian
Francesco, affiancatogli nel gover-
no della diocesi, a tenere presso di
un ' immagine della Sindone, non
solo, ma vuole procurargliela lui
stesso, commissionandola apposita-
mente quas i suo ultimo dono e suo
testamento al fratello per la sua con-
sacrazione episcopale e la nomina ad
ausiliare della grande archidiocesi. E
fu davvero uno dei suoi ultimi gesti.
"Francesco di Sales da grande, da
prete, da vescovo conoscerà e terrà
presente quel momento particolare
nell a vita di sua madre dinanzi alla
Sindone", lo scrive il suo agiografo.
BS GIUGNO 1998

5.2 Page 42

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
- Mamma Margherita.
FU DECISA
L'AMPUTAZIONE
Mio genero Paolo , per la ca-
duta di un pezzo di marmo,
aveva avuto un 'infezione al
piede che oltre ad essere
causa di forti dolori aveva
dato origine ad una cancre-
na al calcagno , anche a
causa del diabete. Ricovera-
to all'ospedale , i medici de-
cisero l'amputazione del pie-
de . Immaginarsi l'angoscia
di mio genero e dei suoi fa-
miliari a questo verdetto dei
medici! Data l'importanza
del caso si pensò di trasfe-
rirlo in altro ospedale più at-
trezzato sperando di evitare
l'amputazione. Fu allora che
io mi rivolsi alla serva di Dio
Mamma Margherita chie-
dendole la guarigione. Data
la gravità del caso, c'è volu-
to parecchio tempo ma la
guarigione è arrivata. Non
solo è stata evitata l'amputa-
zione ma anche una protesi
al calcagno che sembrava
necessaria. Ora può cammi-
nare e guidare l'auto. Rin-
grazio di cuore il Signore e
Mamma Margherita.
Giuffrida Maria Santi,
Torino
r LEI PURE
FU MAMMA
Avevo in cuore una grossa sof-
ferenza. Mio figlio sposato con
tre figli si era allontanato dalla
famiglia. Ho pregato Mamma
Margherita , Le i che è stata
mamma e che ha saputo educa-
re santamente il suo Giovanni-
no, di proteggere mio figlio e ri-
portarlo sulla giusta via. Mam-
ma Margherita ha accolto le mie
preghiere . Ora mio figlio già da
tre mesi è tornato in famiglia la
quale ha riacquistato la serenità.
M.M. , Asti
r SI È RIPRESO
IN POCO TEMPO
Il mio bambino di venti mesi fu
ricoverato per una febbre molto
alta. Dimesso dall 'ospedale
sembrava andar tutto bene ma
subito lo si dovette riportare in
ospedale perché - come fu
detto dopo - aveva preso pro-
pri o in ospedale il virus della
gastroenterite. Il piccolo era
diventato pallido e peggiorava
visibilmente . lo allora ricorsi
all 'intercessione di Domenico
Savio e gli misi al collo il suo
abitino. Il piccolo cominciò a
ristabilirsi e in poco tempo si è
ripreso del tutto.
Anna M. , Palermo
r lLLESO
PER MIRACOLO
Da san Domenico Savio avevo
già ricevuto la grazia di avermi
salvato la vita di un mio figlio vit-
ti ma di un incidente d ' auto ,
caduto in un canale pieno d'ac-
qua con poche probabilità di
sopravvivenza. E recentemente
un altro mio figlio - padre di due
bimbi - ha avuto un pauroso
incidente da cui è uscito illeso
per miracolo , nonostante che la
macchina sia andata completa-
mente distrutta. Sono infinita-
mente grata a san Domenico Sa-
vio che protegge in modo così
visibile la mia famiglia.
Adriana del Pane, Faenza
r VEDO
FINALMENTE
COM'È LA LUCE
Ero quasi cieca fin da bambina,
costretta a portare occhiali dalle
lenti spesse come fondi di bic-
chiere . Tuttavia qualcosa vede-
vo. A vent 'anni ho adottato le
lenti corneali , che pur miglioran-
do in parte il campo visivo , mi
creavano problemi di intolleran-
za, a volte dolorosi. Da qualche
anno anche queste mi erano
diventate insufficienti , ed io ero
immersa nel la nebbia. Mi sono
rivolta con molta fede alla vene-
rabile Eusebia Palomino . Ho
affrontato con fiducia l'interven-
to all 'occhio sinistro. Si trattava
di un caso quasi senza speran-
za perché la vista aveva ormai
un'autonomia di soli pochi mesi.
Oggi a distanza di quattro mesi
posso dire di aver recuperato in
maniera incredibile la vista: l'oc-
chio è salvo ed io vedo come non
ho mai potuto vedere . Ho sco-
perto com la luce e come
sono veramente i colori. Fra tre
mesi avrò l'intervento all 'occhio
destro. Sono certa che andrà
bene perché suor Eusebia com-
pleterà l'aiuto che mi ha già dato.
Marisa Paolin, Udine
r OPERATA NEL
GIORNO DELLA
SUA FESTA
Sono nata con una malformazio-
ne ai denti. Ho dovuto pertanto
sottomettermi ad un intervento
mandibo lare molto delicato e
lungo. Conoscendo san Giovan-
ni Bosco perché ricevo il Bollet-
tino Salesiano e perché mio fra-
tello è exal\\ievo salesiano, mi so-
no rivolta a Lui perché tutto an-
dasse per il meglio. Fui operata
proprio il giorno della sua festa .
lo e mia madre Lo pregammo
tanto quel giorno e in realtà tutto
si è risolto bene per cui io Lo
ringrazio pubblicamente.
Maccione Adalgisa, Roma
r UNAGRAZIA
GRANDE
Desidero ringraziare Maria Au-
siliatrice perché per sua inter-
cessione , ho ottenuto una grazia
grande. Ho quattro nipoti disoc-
cupati. Ho pregato in modo par-
ticolare per Carmelo , un giova-
ne di 25 anni , sfiduciato perché
aveva partecipato inutilmente a
parecchi concorsi. Ora ne ha
superato uno brillantemente ed
è stato assunto a tempo indeter-
minato. Ringrazio di cuore Maria
Ausiliatrice alla cui intercessio-
ne io attribuisco questa grazia.
Suor Emma Serra, FMA ,
Catania
r UNA SERENITÀ
MAI IMMAGINATA
Mia madre da poco è tornata al-
la casa del Padre . Era vedova
ed io sono rimasto solo anche
se con una casa e un lavoro .
Durante i mesi della sua malat-
tia, io mi ero rivolto a Maria Au-
siliatrice per chiedere la grazia
della guarigione o, in caso con-
trario, l'accettazione serena da
parte mia della volontà di Dio ,
qualunque essa fosse stata. Eb-
bene il giorno della morte della
mamma ho provato e provo tut-
tora una serenità, una calma in-
teriore che mai avrei immagina-
to. La sento qui presente come
se fosse viva. Mi sono avvicina-
to di più alla Chiesa accostan-
domi più spesso ai Sacramenti
e recitando il S. Rosario più vol-
te al giorno. Sì , Maria Ausiliatri-
ce mi ha fatto la grazia che io le
ho chiesto. Ora non ho più pau-
ra dell'avvenire, sono più ottimi-
sta ed entusiasta. Grazie, Maria
Ausiliatri ce .
R.V. C. , Verona
r OLTRE
LE NOSTRE
SPERANZE
Sono felicemente sposato da
due anni. Abbiamo atteso con
speranza un figlio ma la prima
gravidanza di mia moglie si è
conclusa negativamente lascian-
doci molto tristi. Tuttavia non ab-
biamo cessato di sperare e di
pregare, raccomandandoci a
Maria Ausiliatrice . Con immen-
sa gioia mia moglie inizia una
seconda gravidanza. Si riaccen -
dono dunque le nostre speranze
che però erano destinate ad es-
ser messe alla prova. Infatti si
presentarono non poche diffi-
coltà. Tuttavia si riuscì ad arri-
vare alla fine. Si rendeva però
necessario il parto cesareo: di
qui le nostre ultime preoccupa-
zioni. Invece, senza che i medici
se l'aspettassero e andando
quindi oltre le nostre stesse
speranze, il bimbo è nato in mo-
do naturale e ben sano. Di tale
miracolo - così noi lo conside-
riamo - vog lio ringraziare pub-
blicamente Maria Ausiliatrice .
Rossini Domenico, Anzi (Pz)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fi rmate e senza recapito. Su
richiesta si porrà omettere
l'indicazione del nome.
GIUGNO 1998 BS

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/6
T. Bosco, A. Gattia
OLO DI MA
DITE CHE
CAPPELLO
TO? DAVV
14 DOVE é:>P
UE':::>TA C
L.D.C.
~A AL
E DEI CA·
N/ , I FRA-
!-0.RANNO
E LACO·
IONE,
BS GIUGNO 1998

5.4 Page 44

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1----------------------
UNA SERA,ALDI LA' DEL-
LA 0/EPE CHE CIRCONDA
IL Pf2ATO, DON BOSCO
V EDE UN RAGAZZO,
FACCIO
IL SELLAIO,
MA IL PAORO·
NE Ml HA LICEN-
ZIATO PERCHE•
NON ~ LAVORAR
BENE. HO DORMI-
TO SUI GRD.DINI
DEL DUOMO,
'!:>TANOTTE ...
NGIA(
STASERA
ENSERO" I
OMANI AND
O DA UN B
PADRONE,
EDRAI CH
GIUGNO 1998 BS

5.5 Page 45

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L.D.C.
CON MO!:>SA RAPIDAJ
DON BOSCO CHIUDE LO
SPORTELLO E INCITA IL
COCCHIERE.
01 RAe.c.,ZZJ
VINANO TUT
BIA PAZIEN
LA Dl!:>PEN
DAL PAGAR
AFFITTO,
15GIO
....
LTIMO RADUNO
EL PRATO. QUELLA
ERA E ' UNA DEL·
PIU' AMARE PER
ON BOSCO.
8S GIUGNO 1998

5.6 Page 46

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r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
info1mazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1 971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
aveq,te personalità giurid ica per
Decreto 13- 1-1 924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
«... lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all 'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire... , (oppure)
l' immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del cu lto, per la formaz ione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l' uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« .. . annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentari a. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure/' Istituto
Sa lesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a quals.iasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi mi ss ionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
GIUGNO 1998 BS
I NOSTRI MORTI
ANDERLINI sac. Roberto, salesiano,
t Civitanova Alta (MC)
il 22/07/1997 a 79 anni.
Sacerdote di una sereni esemplare.
Claudicante per una leggera malformazio-
ne all'anca, ha camminato la vita con invi-
diabile vivacità e allegria. Non potendo gio-
care al pallone , giocava a "lippa" a biglie,
all'altalena, al passo volante ... In più pos-
sedeva e costruiva lui stesso con filo di
ferro , catenelle e anelli una serie di rompi-
capo che portava sempre nelle tasche
della sua talare ... profonde almeno il triplo
di quelle normali , per intrattenere, sfidan-
doli , i ragazzi che a grappoli lo attorniava-
no ovunque si trovasse . All 'occorrenza da
quelle tasche -magazzino uscivano matite ,
gomme , forbici, pinze , temperini , a volte
pure il martello e i ch iodi. Viaggiava carico ,
da "prete provveduto ". Dalla sua bocca
racconti edificanti, aneddoti , barzellette .. .
Ha voluto essere prete ad ogni costo,
quando i superiori volevano che facesse il
coadiutore. Aveva sempre il sorri so sulle
labbra anche durante prove dolorosissime,
come quando a Loreto un residuato bellico
gli uccise un ragazzo ferendone altri 12,
mentre li accompagnava a passeggio. Po-
chi riusciranno a dimenticarlo.
RIGON sig . Salvatore,
coadiutore salesiano,
t San Cataldo (CT) il 22/07/1997 a 79 anni.
In famiglia respirò nell 'aria dei campi la
presenza di Dio . Fece il contadino, fino _a
che non fu chiamato a prestare 11 serv1z10
di leva. Subito dopo cominciò a maturare
un altro itinerario. Quando gli capitò di leg-
gere ne "Il Giovane Provveduto" il famoso
trinomio salesiano "Pane, Lavoro, Paradi-
so ", promesso da Don Bosco stesso ai
suoi figli , non poté fare a meno di appunta_-
re nel suo diario che proprio quello era 11
suo sogno! Così fu salesiano. Già adulto,
imboccò questa nuova avventu ra senza
dubbi e incertezze e vi rimase fedele fino
al la fine . Coriaceo e senza fronzoli , fece
sempre il suo dovere con lo stesso impe-
gno con cui prima faceva il contadino. La
sua ric hi esta di obbedienza era se mpre
dello stesso tenore : "Mandatemi in una ca-
sa dove possa lavorare!". Dovunque fu il
"factotum "; questa è forse la qualifica
migliore per il signor Rigon.
BALDAN sac. Gastone, salesiano ,
t Savona il 28/ 11 /1997 a 81 anni.
La grandezza del suo animo sacerdotale
ed educativo emerse soprattutto nel primo
dopoguerra quando gli venne affidat3: l'or-
ganizzazione degli sciuscià, che segu i con
zelo e dedizione. Profuse la sua fede, la
sua intelligenza, il suo impegno apostolico
nella scuo la come insegnante e nella
comunità come direttore di varie opere. Più
a lungo dimorò a Pisa, dove lasciò il segno
del suo valore: l'ammin istrazione civica lo
volle "cittadi no onorario". Di don Baldan si
ricordano l'entusiasmo , le doti creative e
organizzative , la capacità di trattare con i
piccoli e con gli adulti con affabilità e genti-
lezza , sempre nel più genuino spirito
sacerdotale e salesiano.
PAGLIARI sac. Andrea, salesiano ,
t Brescia il 09/01 /1998 a 83 anni.
La popolazione del quartiere Don Bosco di
Brescia, insieme ai salesiani e a numerosi
membri della Famiglia Salesiana, in una
liturgia presieduta dal vescovo monsignor
Bruno Foresti , ha dato l'ultimo saluto cri -
stiano all 'umile sacerdote salesiano don
Andrea Pagliari , che per 39 anni ha servito
con ammirabile dedizione la gente di que-
sto quartiere , con un'attenzione tutta spe-
ciale ai poveri , ai malati , alle famigl ie più
bisognose . Guarito miracolosamente da
grave malattia, quand'era giovane prete,
per l'intercessione del beato don Michele
Rua (i l miracolo è stato riconosciuto al pro-
cesso di beatificazione) , verame nte imitò
don Rua nella dedizione incondizionata di
sé e nella santità della vita: il "santo" don
Andrea, si sentiva dire da molti. Prete sem-
plice , di poche parole , ma che venivano
dal cuore, dal colloquio interiore con Dio ,
era uomo di "consiglio", con la capacità di
sostenere, incoraggiare , dare serenità. Se
c'è una caratteristica salesiana da sottoli-
neare in don Andrea, è la bontà, l'amore-
volezza tipica del sistema preventivo di
Don Bosco. "Bravo , bravo", "bene , bene",
era l'espressione più frequente sulla sua
bocca, nell 'incontro con le persone, mani-
festazione della stessa bontà di Dio .
PATRUCCO sig . Marco,
coadiutore salesiano,
t Valdocco (TO) il 09/10/1997 a 76 anni.
Il signor Patrucco voleva essere sacerdote.
Per diventarlo iniziò il curriculum studiorum
adatto fino alla teologia, quando un forte
esaurimento lo costrinse a interrompere gli
studi obbligandolo al riposo a,ssoluto. Prati-
camente non si riprese più. E l'esempio di
un sales iano che ha vissuto la sua vi ta
come un lento calvario , sempre circondato
dalle cure e dall 'affetto dei confratelli: 47
anni di inabilità alla missione carismatica
sono una vita. La fede ci fa dire che sono
anche una benedizione: la sofferenza ha
"riscattato" il mondo: chi è crocifisso è colui
nel quale Dio si compiace.
È bello tramont are
dal mondo verso ~io
aflinché in Lm
si possa risorg~re! .
(S. Jguazio di An twcl11a)

5.7 Page 47

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Mario Balbi , salesiano,
dell'ispettoria di New Rochelle (USA),
cappellano del mare da 25 anni ,
impegnato in questo mese
in una iniziativa
che porta avanti da anni:
la benedizione delle navi.
(Nella foto , don Mario è al ce ntro).
Don Mario è un salesiano orig_inale. Dopo i settanta, continua a la-
vorare come fosse un ragazzino. E un po ' apolide. gira molto, gli piac~
il mare. Esibisce tanto di distintivo federale di cappellano di marina. E
un po ' il suo passaporto. Nel suo vagabondare è capitato all a Pisana,
la casa del Padre, come dice lui. L'abbi amo intervistato .
Padre Mario, sappiamo che per lei giugno è il mese della grande
benedizione . Di che si tratta?
Sono stato 25 anni a Savana, professore alla scuola militare e cap-
pellano del mare. La ricchezza della città (mezzo mili one di abitanti) è
l'acqua e quello che c'è sopra: le nav i. Savana ospita un porto grandi s-
si mo, du rante il periodo coloni ale era il più importante porto di cotone
del mondo...
D'accordo ma la benedizione ?
Ci arrivo subito . Proprio per le ragioni che ho detto , ho pensato di
istitu ire una benedizione delle navi .. . Un po' come la benedizione
degli animali nella fes ta di sant' Antoni o Abate .. . Quelli costituivano
la ri cchezza dei contadini , queste dei pescatori. Normale no?
Ma l' accettano tutti ?
Perché no? Mica fa male !
Sì, ma. ..
Ho capito quello che vuol dire. Le spiego. Si tratta di una bened izio-
ne, diciamo .. . ecumenica! Ho invitato a impartirla con me il pastore
metodi sta, quello battista, quell o pentecostale, il pope, il rabbino . ..
Assieme si rec ita la preghiera propi ziatori a e poi si traccia il segno di
croce con l' acqu a benedetta .. .
E il rabbino ?
Beh, lui ovv iamente usa la formula ebraica. Benediciamo solo le grandi
navi: un a ventina al giorno, quelle che contengono 3/4000 container. ..
Perché si chiama Savana Ace ?
È il nome dello scopritore. U n mascalzone cacciato dall 'Inghil terra
e fi nito in Carolina del Sud. Quasi per caso ha scope1to il passaggio
per entrare nel Rio Savana e proprio qui ha fondato la 13""' colonia della
Confederazione, chiamandola Georgia, in onore di Re Giorgio d 'ln-
ghi lterra. Così da furfante è diventato generale e poi addirittura Lord!
E lei che c' entra?
Con lui null a. Io sono prete e facc io il mi o dovere di cappell ano del
mare. Posso andare ovunque, il di stintivo è un ottimo lasciapassare.
Tutti mj conoscono ormai e mi accettano, anzi mi aspettano; sapesse
quante storie, quanta um anità, quanti problemi vengo a conoscere ! A
tu tti posso dire una buona parola, e ne dico tante sa !
Auguri, don Mario per almeno altri 25 anni!
o
PICCOLO
MENDICANTE
Mo"ise è un bambino che a
prim a vista susc ita tenerezza e
simpatia. La testa grossa di
idrocefalo non si regge sul pic-
colo corpo ipotrofico, l' emipa-
resi spastica degli arti di destra
Io costringe a una strana posi-
zione: la testa riversa, la mano
tesa come in una richiesta di
aiuto .. . La madre lo portava a
mendicare. Proprio sulla stra-
da lo trova don Mario e se lo
porta alla Maison Magone, per
vedere se es iste qualche possi-
bilità di cu ra. Mo"ise è un bam-
bino vispo, intelligente, pronto
al sorriso, che parla volentieri;
nei suoi occhi "a sole calante"
brill a un misto di tristezza e
gioia. Da quando è all 'ospeda-
le si è creato un fee ling tra noi.
Gli voglio bene a Moi·se, lo
chiamo " il mio piccolo amore"
e lui mi di ce "ciao !", l'unica
parola che sa dire in italiano. È
sensibilissimo, come lo sono
tutti quelli che soffrono. Non
vuole più vedere la mamma
che Io costringeva a fare il mi-
serabile per la strada.
La sera prima dell ' interven-
to fa una preghiera spontanea:
"Signore, dammi una testa più
piccola perché possa stare in
piedi e camminare!". L' inter-
vento riesce. Moi"se ha riacqui-
stato il sorriso e la gaiezza .. .
Quando passo in corridoio mi
chiama fo rte: "Dada Piera!":
guai se non entro a trovarlo.
Piera Tortore
da Lubumbashi (Congo)
Mo"ise con la dott.ssa Piera
e la dott.ssa Mwali.
8 S GIUGNO 1998

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
DON BOSCO E DON ALBERIONE
di Giancarlo Manieri
Due amici, due grandi , due santi .
::n=i
·~
"'·1;i;i
~
a.
.!!1
I NUOVI ANGELI
~
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"eoaO.
di Giuseppina Cudemo
Giovani qualunque per un impegno non qualunque.
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Mi,~ionc ol fcmmtnile io
inl hoilondio e Combog
INSERTO
STORIA NOSTRA
di Francesco Motto
Padre Ch iqu inho umile e grande.
VITE DONATE
di Bruna Grassini
Una serie di esempi per i tempi moderni .