Bollettino_Salesiano_196902


Bollettino_Salesiano_196902



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Noi non ci fermiamo mal;
vi i, sempre cosa che incalza cosa...
D al momento che noi ci fermassimo,
l a nostra Opera comincerebbe a deperire
DON BOSCO
BOLLETTINO
SALESIANO
Spedizione In abbonamento postale Gruppo 2• 2• quindicina
EDIZIONE PER I DIRIGENTI
A. XCIII. N. 2 • 15 GEN NAIO 1969. DIREZIONE GENERALE: 10100 TORINO, VIA MARIA AUSILIATRICE, 32. TELEFONO 48.29.24
L'EUCARISTIA È SIGI LLO DI UNITÀ
($. Ag ostino)
Compagni o fra telIi?
Questa è cronaca bianchissima; un
fatto di poche settimane fa.
Si presentano al Direttore di M. 12,
autore di una collana biblica, due gio-
vani universitari. Sono le ore 20,30: di
fronte alla portineria c'è una macchina
pronta per trasportarlo a "parlare di
Gesù, e... solo di Lui", a un gruppo che
attende nel salone di una villa di peri-
feria. Il sacerdote si lascia prelevare
senza difficoltà. perché la richiesta è
troppo avvincente: parlare di Gesù a
degli universitari. spontaneamente ra-
dunati e famelici del vero essenziale: il
messaggio di Gesù agli uomini.
éon suo grande stupore e alta soddi-
sfazione vi trova radunati ad attenderlo
ben 50 giovani. Egli comincia a leggere
il capitolo 17° di San Giovanni: « che
tutti siano uno». Lo ascoltano e lo fanno
spiegare per due ore e mezzo. Vorreb-
bero che continuasse fino a mezzanotte.
Riesce a sganciarsi solo con la pro-
messa di tornare a parlare di Gesù tutti
i giovedl (essi gli avevano chiesto di
tornare addirittura ogni sera). Il giovedl
seguente invece di 50 universitari, ve
ne trovò 70. Continuò con essi il dia-
logo "eucaristico" tra Gesù e il Padre,
base di ogni comunione umana e di-
vina. Prima di congedarsi da loro, do-
vette ascoltare una ventina di con-
fessioni
Il terzo incontro fu degno di Natale:
Don Carlo andò pronto a confessare e a
celebrare la Messa, perché volevano ri-
vivere la Cena del Signore per sentirsi
davvero fratelli in Cristo, concorporati
in Lui e suoi consanguinei.
I giovani bruciano le tappe: hanno sete
di ideali e fame di tradurli in atto. Da
semplici compagni vogliono diventare
Questo numero è dedicato particolarmente ai problemi che inve-
stono la gioventù e di essi indica qualche prospettiva di soluzione.
fratelli, il che è infini~amente dì più. Il
termine compagno (dal latino medievale
cum-panis) è nato dal gergo militare;
chi mangiava la stessa pagnotta e com-
batteva la stessa battaglia. Compagno
va bene per la caserma e per la lotta
di classe; per la vita occorre sentirsi
non massa ma uno; occorre un pane
che sia « Pane di Vita». L'Eucaristia è
l'unico Pane che ci riunisce senza ap-
piattirci, rendendoci anzi l'un l'altro fra-
telli di corpo e di sangue in Cristo.
È a questa luce che si comprendono
due grandi affermazioni, l'una del Card.
Leger al termine del Congresso Mon-
diale delle Chiese a Montreal nel 1963:
«Solo l'Eucaristia ci porterà all'unità in
Cristo,>; l'altra è del Priore di Taizé;
«Solo l'unità di fede nella presenza
reale di Cristo nell'Eucaristia farà l'unità
delle confessioni cristiane». Con que-
sto spirito partecipiamo all'ottavario di
preghiere per l'unità delle Chiese che
dal giorno 18 al 25 prossimo vedrà fon-
dersi in un cuore solo quanti sono ansiosi
dell'evangelico « Ut unum sint ».

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Essi contestano e noi. che facciamo per loro?
ASSOCIAZIONE GENITORI
Sempre più oggi la famiglia si accorge che l'istru-
zione dei figli non è solo affare della scuola: com-
prende frnaùnente di avere il dirit1:o-dovere di inter-
venire, con sempre maggiore consapevolezza, all'in-
terno della vita scolastica.
Tanto più che non sono mancati, in questi ultimi
mesi, richiami da istituzioni di alto livello, sia eccle-
siastiche che laiche. Così la conferenza dei Vescovi
tedeschi a Fulda, la settimana sociale dei cattolici
d'Italia a Catania, la Presidenza nazionale dell'UCIIM:
(Unione Cattolici Insegnanti Medi). C'è stata pure
nel settembre scorso la presentazione da parte di al-
cuni senatori di un disegno di legge per la istituzione
del Comita"to Scuola-Famiglia e del Consiglio degli stu-
denti negli istituti di istruzione primaria e secondaria.
Sotto queste pressioni in diversi isthuti scolastici
sono sorte Associazioni di Genitori che vogliono affian-
cate l'opera dei docenti nella i~truzione e formazione
dei figli.
È necessario favorire il sorgere di queste associa-
zioni e comitati. Il genitore, se ~ anche Cooperatore
SCUOLA E FAMIGLIA
Salesiano, d-eve sentire in il bisogno di entrare in questi
organismi per portarvi « quell'anima cristiana» che
purtroppo p er tanto tempo è stata estromessa dalla
scuola italiana.
I problemi educativi, perchè siano tali, vanno seu•
titi nella loro integralità, quindi anche nel campo
dello s pirituale, oltre che in quello strettamente mo-
rale e civico. Davanti a una scelta di programmi,
nella interpretazione dell'uso dei mezzi di comunica-
zione di massa e del tempo libero, guai se ne risultano
esclusi i valori dello spirito: la formazione ne scapite-
rebbe, soprattutto per quei giovani che vengono da
una tradizione cristiana integralmente vissuta. Quindi
non solo è opporti.mo, ma addiritt1ira necessario che il
genitore-cooperatore si faccia. avanti e dimostri fattiva.-
mente la siia presenza a. questi comitati. Che se poi è
anche insegnante, ha un dovere di più per favorire
e appoggiare nella scuola il sorgere di questi orga-
nismi, lontani però da ogni preminenza paternalistica
di docente, ma invece con l'animo di tma collabora-
zione fattiva e concorde.
ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI (a. ge.)
Siccome poi i Comitati Scuola-Famiglia non pos-
sono esaurire tutto quanto i genitori devono dare
alla scuola, perchè esistono fattori così generali che
condizionano l'educazione dei figli, sui quali le singole
famiglie non possono intervenire, è necessaria una or-
ganizzazione a livello nazionale, capace di potersi
presentare agli organi centrali preposti all'istruzione
(l\\'linistero della P. L, Cen'tri Didattici, ecc.) e alla
stessa opinione puhblica. Per questo è sorta in Ita•
lia, in seno al Fronte della Famiglia, l'Associazione
Italiana Genitori (A. GE.) con sede centrale in Roma
via Cassiodoro 15: essa vuole investire tutti i campi
della istruzione e formazione, ma soprattutto nella
scuola vuole portare il proprio contributo, nello svi-
luppo degli Orientamenti pedagogici, dei programmi
di insegnamento e d'esame, e dei metodi didattici.
È necessario quindi che i singoli Comitati aderiscano
o si colleghino con questa assocfazione, perchè dal-
l'unione di tante e ben avviate iniziative locali, si
po~sa raggiungere quella vitalità di azione che oggi è
necessaria, per garantire alla scuola tutti quei v antaggi
di cui ha bisogno l'educazione dei giovani.
È tutto un campo aperto all'iniziativa e all'apostolato
clei nostri Centri Cooperatori.
Don Ivo PALTRINIER1
Delegato Naz. Scuole Salesiane
Della RIUNIONE PLENARIA del CONSIGLIO NAZIONALE che si è svolta nei giorni scorsi ad Ariccia (Roma)
daremo iJmpia informazione nel prossimo numero.
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IL DIVORZIO
È UN MALE
INEVITABILE?
Giorgio Campanlnl ha preparato per noi 3 articoli
sulla indissolubilit/J del matrimonio,
che offrono materia assai valida per illuminare
e le menti degli lncBlli. Il seguente articolo Il primo della serie.
Qualche tempo fa suscitò non poco
scalpore !"articolo di una rivista catto-
lica bolognese con il quale si prospet-
tava l'Ipotesi che nella società dei con-
sumi ìl divorzio fosse un male inevita-
bile. Si trattava. è vero, soltanto di una
ipotesi, non di un'affermazione apriori-
stica; e per di più di un'ipotesi avvalo-
rata da serie considerazioni di ordine
storico, psicologico. sociologico. è
un mistero che molti, cattolici e no, si
pongono seriamente il problema se
!"istituto dell'indissolubilità non rappre-
senti ormai un residuo. destinato a essere
presto rimosso, di una società feudale
e autoritaria, tradizionalistica e patriar-
cale, che ha fatto ormai il suo tempo.
Indubbiamente la famiglia attraversa
oggi. anche in Italia. un periodo di ra-
pida e profonda trasformazione. Vecchi
valori scompaiono e altri ne prendono
il posto; principi ritenuti sino a ieri im-
mutabili vengono inesorabilmente tra-
volti; i rapporti dei coniugi fra loro e
con , figli sono assoggettati a un brusco
mutamento, quantitativo e qualitativo.
L"lstituto dell'indissolubilità finisce cosl
con l'apparire un assurdo e anacroni-
stico punto fermo in una società che.
viceversa, è in vorticoso movimento.
Nulla di più naturale, a prima vista, che
diagnosticare una crisi irrimediabile del
valore stesso dell'indissolubilità in Italia
analogamente a quanto è avvenuto in
altri Paesi sotto la spinta della nuova
società dei consumi.
Un po' di storia
Ecco un primo accostamento - quello
fra divorzio e società dei consumi -
che merita di essere verificato storica-
mente. ~ proprio vero che l'indissolubi-
lità è posta in crisi dalla società dei con-
sumi? Se il discorso viene condotto sul
piano sociologico, non vi è dubbio che
fenomen i come l'urbanesimo, il lavoro
della donna, il mutato rapporto fra i
sessi mettono in crisi la tradizionale
stabilità dei rapporti familiari; ma una
attenta analisi storica rivela che dal
punto di vista del regime giuridico della
famiglia. nessuna reale connessione in-
tercorre fra divorzio e società dei con-
sumi. li divorzio è stato introdotto in
occidente (nell'unica regione del mon-
do, cioè, in cui, per indubbia influenza
del cristianesimo, l'istituto familiare è
stato modellato su un rigido schema
monogamico) assai prima che si affac-
ciasse all'orizzonte la società dei con-
sumi: baste scorrere la storia del di-
vorzio (o del tentativi di divorzio). da
Giustiniano e Enrico VIII. dai principi
tedeschi del Seicento alla rivoluzione,
per constatare che l'indissolubilità è
stata rifiutata quando ancora la strut-
tura economica e sociale dell'occidente
non aveva iniziato quel vasto processo
di trasformazione che ve sotto il nome
di rivoluzione Industriale. Questa ha
determinato un salto qualitativo anche
in ordine al divorzio. portando a livello
di massa fenomeni di rottura che erano
prima di /Jlites ristrette; ma si è trattato,
è bene ripeterlo, di una scelta compiuta
in una società ancora sostanzialmente
pre-industrlale. Il divorzio, dunque, sto-
ricamente non rappresenta il punto di
arrivo della rivoluzione industriale, ma si
colloca a monte di essa ed è fenomeno
che ha radici religiose. filosofiche, mo-
rali, assai complesse.
Proprio questa riflessione storica del-
l'istituto del divorzio mette in evidenza
come in realtà questo isli\\vto ;ibbia rap-
presentato in passato assai più un'im•
posizione di ristretti gruppi dirigenti
che non una consapevole scelta popo-
lare. Quasi ovunque il divorzio è stato
imposto da principi o da dittatori e i
pochi liberi parlamenti che nell'Otto-
cento lo hanno introdotto nelle legisla-
zioni europee erano generalmente espres-
sione di una base popolare assai ri-
stretta. Basti pensare che nè in Francia,
In Svizzera, ad esempio. le donne
parteciparono alla formazione dei par-
lamenti che poi decisero il divorzio e
furono dunque estraniate da una scelta
che le toccava da vicino.
Due fatti
La storia dell'istituto del divorzio ri-
vela dunque due fatti che a molti (so-
prattutto a coloro che sono stati varia-
mente suggestionati da una certa sot-
tlle propaganda divorzista) potranno ap-
parire sorprendenti: che il divorzio non
è il "fatto nuovo" del nostro tempo ma
l'eco di decisioni e dl atteggiamenti
assai lontani; che il divorzio non è mal
stato una libera e consapevole scelta
popolare, ma l'effetto di imposizioni di
minoranze più o meno illuminate. E
proprio questa considerazione mette in
crisi l'affermazione - o, se si vuole.
l'amara constatazione - che il divorzio
rappresenti appunto un "male inevita-
bile". Non è mai stato in passato e non
si vede perchè debba esserlo in futuro
~ un "male evltablle" Il divorzio
Il divorzio, dunque, nell'Italia di oggi
è un male "evitabile", come avrebbe
potuto esserlo per altri popoli che non
hanno invece potuto di fatto compiere
questa scelta. E appunto ciò accresce
la responsabilità di quanti si interrogano
sul destino della famiglia italiana Per-
chè se il divorzio fosse un male inevita-
bile, non resterebbe che r1;1S$egnarvisi;
ma se è un male evitabile spetta a cia-
scuno e a tutti di assumere le proprie
responsabilità perchè sie evitato.
Tutto ciò presuppone ovviamente
un ottimismo di fondo sull'uomo e sulla
storia, che è ciò che sopranutto manca
ai fautori del divorzio. Non è un caso
che. da taluni giuristi bizantini a Lutero
e sino ad alcuni contemporanei soste-
nitori del divorzio, l'argomento conti- 3

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Aiotiamoll aformarsi una sana famiglia
Prepararsi seriamente alla famiglia è oggi più che mai una necessità per il giovane.
I cooperatori non trascurino questa occasione di vero apostolato per la giovenu).
Alcune persone che godono già i frutti di una seria preparazione. testimoniano la pericolosità
di un matrimonio "alla cieca", tra l'altro, rispondendo alla seguente nostra domanda:
Nella vita della famiglia molti problemi non esisterebbero o troverebbero più facilmente la loro soluzione
se I coniugi, usando un "sistema preventivo", si fossero a suo tempo preparati adeguatamente al matrimonio.
t d'accordo su questa tesi 7 E ae al, cosa può dire circa una seria preparazione 7
SPADA PAOLA - coniugata con figli - Consigliere
l spettor iale Cooperatori, organizzatrice di Corsi
per fidanzati.
Sono pienamente d'accordo.
Il periodo del fida11zamento, sia breve o lungo, è asso-
lulame11te pn·vo di sig11ifu:alo se vismto passivamente
come semplice attesa delle 11ozze.
t Il 111alrimo11io t u11a i11cog11ita », si dice a giustifica-
zione dei numerosi fallimmti: ma quanti fidanzati in
re(lltà si domandano: ~ che cosa è il matrimonio?•>, e
quanti cercano la risposta a questa domanda?
Oggi 11on c'è pi,ì giustificazùme per questa grave la-
c1111a: in Italia, per 1wn parlare dell'estero, in tutti gli
ambienti sociali e culturali si co11111,cia a parlare con con-
vinzione dell'importa,~a della preparazione al matrimonio.
Cosa significa «preparazione al matrimonio ? •>
Vuol dire: scoprire insieme la propria maturità e
quella dell'altro, scoprire ins.ieme i valori essenziali della
vila del matri11101Lio, scoprire insieme clie il 1llatri111onio
è 1111 Sacramento, prepararsi insieme ad affrontare le
responsabilità di 1111a famiglia propria, e a risolvere i pro-
blemi che questa porrà.
Come avviene in pratica la preparazione al matrimonio ?
I fidanzati sono ù1vilali mediante le più varie forme
- inviti personali, avviti sacri, ma11ifesli, awisi sui gior-
nali ecc. - a partecipare ai corsi che sono organizzati
presso ce11tri specializzati, o presso parrocchie, Istituti,
Associazioni ecc.
Le le:::ioni, temile da esperii - psicologo, medico, sa-
cerdote, sociologo, coppie di sposi, pedagogista, ecc. -
hanno il flue di proporre gli argomenti, che debbono essere
approfonditi e analizzati nel .Mcondo momento, pitì deli-
cato e costruttivo, dell'i11co11tro, cioè durante la di.scussione
con i partecipanti al corso.
Le lezioni debbono essere corredate da tulli i sussidi
necessari a uri approfo11dime11to personale: libri, riviste,
dispe11se, ùifor111azio11i sui Consultori esisteuti, ecc.
Purtroppo ancora è scarsa la partecipazione dei fidan-
zati ai Corsi di preparazione.
I responsabili siamo noi, organizzatori dei corsi, che
dovremmo saperci moltiplicare, consapetJo!i che siamo
forse gli w1ici veri difensori della famiglia e dell'amore
coniugale.
I NADIA E CARLO BELLONI (tre anni di matri-
monio)
Per qua11to si chiede COTI la priTlw domanda, la risposta
nostra può essere solo que.ta .- d'accordo completame11te.
Per la seconda: la prima cosa è che in og11i fatto uma110
è necessaria la co11oscmza del fatto stesso, nelle cause,
nelle co11segue11ze. Se ciò è valido per og11i azione umana
tanto più si richiede tale conoscenza per il matrimonio,
che oltre a essere 1111'azione umana, è 1m sacramento
operante negli uomini la fJÌ/a della Grazia.
In esso, infatti, i co11iugi oltre a giurarsi amore e aiuto
scambievole, soii chiamati alla sublime missione di colla-
boratori di Dio nelle crea::iio11i piìì. belle.
IL DIVORZIO ~ UN MALE INEVITABI LE? (segu dJ P~J. 3)
nuamente ricorrente è quello secondo
cui l'indissolubilità rappresenta un peso
troppo gravoso per le fragili spalle del-
l'uomo. La "durezza del cuore" di quella
povera ' 'razza dannata" che è l'umanità
è cosi invincibile che altro non rimane
che prendere atto dell'impossibilità. per
i più, di sostenere il peso di una fedeltà
che duri per sempre: questo è il sottin-
teso tema di fondo di tanti discorsi sul
divorzio. Ma. ripetiamo, tutto ciò ri-
sponde a una visione essenziale pessi-
mistica dell'uomo e della storia, nasce
dal rifiuto di riconoscere che l'uomo e
4 la storia precedono e consentono la
faticosa ma sicura emerg!lnza di taluni
gravi valori.
Da questo punto di vista proprio la
riscoperta del valore profondo del-
l'amore coniugale - e insieme la libertà
di scelta del coniuge che la società di
oggi, a differenza di quella di ieri, as-
sicura in misura sempre più larga -
rappresenta una fondamentale acquisi-
zione del nostro tempo. Soltanto oggi,
si può dire. il senso profondo dell'in-
dissolubilità emerge in tutto il suo va-
lore, pur nella crisi che travaglia la fa-
miglia. Da un certo punto di vista, è
l'Indissolubilità, non il divorzio, che si
muove sul piano dei valori: nè è un
caso ohe. anche nei paesi divorzisti, la
maggior parte delle famiglie creda an-
cora fermamente, e pratichi di tatto, la
mutua definitiva donazione dei coniugi
fra loro e per i figli. Certo non mancano
le ombre e i sintomi di crisi; ma l'awe-
nire non à un dato, bensl una scelta.
Di fronte ella storia non vi sono mali
inevitabili ma solo mali che possono,
e dunque devono. essere evitati, al-
meno sino a quando l'uomo voglia e
sappia rimanere artefice del proprio de-
stino.
Giorgio Campaninl

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È veramente inspiegabile come in una epoca in cui
la frenesia del sapere si è manifestata in ogni branca
dello scibile e in ogni strato sociale divenendo un fe-
nomeno di massa, tale desiderio di scienza non si proietti
anche sul matrimonio, data la sua altissima finalità.
Abbiamo ritenuto necessaria questa premessa per porre
in luce la profonda importanza che abbiamo dato alla
preparazione del 1tostro 111alrimo11io.
Essa è iniziata, potremmo dire, nel momento stesso in
cui ci siamo conosciuti quando, frequentandoci, esprime-
vamo la nostra personalità, ìl nostro carattere senza fin-
zione, ond-e vedere se essi erano tra loro compatibili in
vista di una vita futura comune, che avrebbe presentato,
11aturalme11te, situazioni e difficoltà diverse da quelle che
si manifestano durante il fidanzamento.
Ci siamo resi conto che il fidanzamento era im periodo
di preparazione e lo abbiamo vissuto con un obiettivo ben
preciso: conoscere t1ttto ciò che è fondamentale per un
matrimonio <• senza sorprese•>, esprimendo vicendevol-
mente le nostre idee riguardo ai fini del matrimonio, l'ed11-
cazio11e dei figli, la fedeltà coniugale, le virtù. della pa-
zienza, della umiltà.
Queste nostre idee si sono chiaramente accresciute e
11UU11rate attraverso letture e la frequenza a co11feren;;Ie
specifiche.
Ora, sposati da circa tre anni, abbiamo una convalida
che il <• sistema preventivo >► ci è stato veramente utile,
permettendoci di vivere tra11quillame11te nonostante il ve-
rificarsi di situazioni che, altrimenti, àvrebbero detenni-
nato crisi più o meno gravi (lontananza del marito per
motivi di lavoro, la nascita di u11a figlia che, w1itame11te
alfa impossibilità di un aiuto domestico e al lavoro della
moglie fuori casa, ha portato o un certo clima di nervo-
sismo e slanc!tez:::a; la necessità che anche il marito coa-
diuvi attivamente alle faccende domestiche...).
MASSIMO DI GIORGI - ELISA PANDOLFI: fidan-
zati prossimi al matrimonio.
Lui: D'accordissimo per qua11to riguarda il sistema
preventivo applicato alla preparazione del matrimonio.
In concreto, tenendo presente la nostra esperienza di due
anni di fidanzamento e prossimi come siamo alla vigiliq
del matrimonio, vorremmo fare alcun-e osserva.,.,~oni.
A) Da parte degli adulti in generale, della soci-età
1Lel suo complesso e degli educatori in particolare, dovrebbe
riscontrarsi una maggiore comprensione e dedizione al
problema, in modo da creare un clima che faciliti e 11011
intralci i primi passi, tanto decisivi di una vita inswme,
una società più sana e priva di complessi e di tabù (tra-
dizioni, errate concezioni religiose ecc.), ma eh.e soprat-
tutto sia in grado, di dare anche dei sussidi, quali l'edu-
cazione sessuale, consultori anche per visite prematrùno-
niali (da tioi fatta co11 entusiasmo e speriamo con pro-
fitto), sensibilizzazione dell'opi11io11e pubblica ai problemi
dei fidanzati (da quelli di costume a quelli finanziari).
Un discorso a parte merita il problema della guida
spirituale.
I fi.da11.zati hanllo bisogno d'un "supervisore" spm-
tuale, ma che sia veramente ali'altezza del compito, so-
prattutto come "forma mentis". A noi è capitato di sen-
tirci dire delle cose diametralmente opposte in confessione
e da questi equivoci nasce spesso /'allo11tanamento dei
giovani prima dai Sacramenti e poi dalla vita di cri-
stiani praticanti.
B) Per quanto riguarda i giovani solo un accenno al
fatto che ci vogliono idee chiare e decisione. idee chiare
nel configurarsi l'amore come donazione e quindi piccoli
sacrifici co11tinui per penetrare 11el mondo dell'altro, che
è tanto diverso, e non già vedere solo, come si è portati,
la gioia immediata.
E poi qualcosa che è anche un consiglio :
decisione, nel rispetto degli altri, nella lotta a quanto
può ostacolare e pregiudicare il nido che si vuole costruire.
Lottare colltro l'egoismo sensuale e contro tradizionali
fòrmalismi che inceppa1w il se11time11to, che deve aprirsi
il più possibile verso gli altri.
Lei : Sono perfettamente d'accordo riguardo la tesi.
Penso che un'adeguata e concreta preparazione debba
essere la fase che precede ogni matrimonio. Intendo per
essa una conosce,zza a due di quelli che sono i problemi
di due persone, che a 1m certo momento decidorw di stare
imùme.
In che modo si posso110 scoprir.e questi problemi? Due
persone per stare insieme, penso, debborw cercare una
armonia, sia dal punto fisico che spirituale (idee, pensieri,
teorie ecc.) ossi,a qualcosa che li unisca, e nello stesso
tempo scoprire ciò che li divide; e se ciò che li unisce è
più forte e più positivo di ciò che li divide, penso che l'ar-
monia sia stata trovata. Tutto consiste, appunto, nel
vagliare queste due forze, co11sapevolmente e seriamente.
Tullo questo porta infine al concetto di rinuncia =
amore. Quindi:
Preparazione = educazione dei propri sentimeriti e
della propria personalità.
Preparazione = Educazione e conoscenza dell'essere
umano (1101110-donna).
E con quali mezzi?
Dalla ricerca fatta con l'altro, alla lettura, allo studio.
alla freqzte1Jza di corsi per fidanzati.
In aiuto ai giovani,
per gli educatori dei giovani
TRE FASCICOLI
DI ATTUALITA E UTILITA
per chi desidera imparare ed esercitare
l'apostolato di orientare i giovani nella vita
(32 pagine - L. 100 netto)
È già uscito il primo fascicolo, destinato agli Inse-
gnanti A fine gennaio usciranno gli altri due de-
stinati ai Ge nitori e Zelatori per l'Orientamento.
Richiederli a:
Ufficio Nazionale Cooperatori
Viale dei Salesiani, 9 00175 ROMA
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NULLA SENZA DI LEI
Una pi·opos ta
a conclusione del Centenai·io della Basilica
di Maria Ausiliati·ice
<i Senza Maria Ausiliatrice noi Salesiani siamo nulla ~.
soleva dire il Servo di Dio Mons. Luigi Versiglia, mar-
tirizzato nel 1930. E i Cooperatori, come «salesiani
esterni» sono nelle identiche condizioni dei loro con-
fratelli: fanno stupire il mondo se sono fedeli conti-
nuatori di Don Bosco; non combinano più nulla se
staccano la corrente della spiritualità salesiana. È
questa una corrente trifasica ad altissimo potenziale:
l'Eucaristia, l'Ausiliatrice e il Papa. Se manca o si
spezza anche uno solo di questi tre bianchi cavi, il
salesiano non c'è più: nè il salesiano interno, nè quello
esterno.
La manifestazione più convincente di questo spirito
salesiano nei Cooperatori d'Italia si ebbe il 25 aprile
scorso, all'apertura dell'anno centenario della Basilica
di Maria Ausiliatrice, che vide radunati a Torino più
di 3000 Cooperatori in rappresentanza di 607 centri
della penisola. Spiccavano fra essi due gruppi quali-
ficati: quello dei genitori di Salesiani e di Figlie di
Maria Ausiliatrice e quello (molto numeroso) degli ex-
allievi divenuti Cooperatori. Un gruppo invece non fi-
gurava ma era spiritualmente il più presente di tutti:
quello dei Cooperatori infermi. Sono giunte al Rettor
Maggiore lettere commoventissime di Cooperatori e
Cooperatrici che offrivano per tutto l'anno centenario
le loro sofferenze per l'animazione cristiana del mondo
per opera delle tre famiglie di Don Bosco.
Un chierico della Diocesi di Padova, immobilizzato
dalla paralisi, ha offerto il suo olocausto per tutto l'anno
centenario allo scopo di ottener buone vocazioni alla
triplice Famiglia salesiana. Una mamma ha offerto allo
stesso fine il suo più grande dolore: la morte improv-
visa del suo primogenito.
È in vista di questo spirito altamente salesiano, per-
chè squisitamente mariano, che desideriamo chiudere
l'anno centenario in onore di Maria Ausiliatrice con una
proposta già attuata in parecchi centri: l'iscrizione dei
Cooperatori all'Associazione dei Devoti di MaJia Ausi-
liatrice. Si stanno preparando apposite pagelle su car-
toncino plastificato, di formato tascabile: verranno
mandate a richiesta dei singoli centri, tramite il Dele-
gato o Delegata locale.
È tanto vero che la devozione all'Ausiliatrice conduce
all'Eucaristia e lega al Papa, che il nuovo anno sociale
è l'anno dello studio e della pratica dell'Enciclica papale
Mysterium Fidei ossia dell'Eucaristia. Ogni centro di Coo-
peratori diverrà così una centrale che sprigiona e diffonde
~ l'energia della carità» proprio secondo l'espressione di
Don Bosco, che amava ripetere:« L'opera dei Cooperatori,
l'opera del Papa, èfatta per scuotere dal languore e diffon-
dere l'energia della carità >>.
A. P.
VITA DELL'ASSOCIAZIONE
UN ESEMPIO DA IMITARE
Sotto la sigla"Iniziativa EMME-O"
(Medio Oriente) si nasconde l'at-
tività caritativa che stanno svol-
gendo i Giovani Cooperatori di
Genova-Sampierdarena e di Mon-
tecatini Terme.
Prendendo lo spunto dal boom
reclamistico per il consumo nata-
6 lizio, essi hanno rivolto /'appello
ad amici e conoscenti a voler ri-
nunciare allo scambio tradizio-
nale di doni "per vestire e sfa-
mare Gesù" nella persona dei
bambini poveri degli Oratori di
Alessandria d'Egitto e del Cairo.
Medicinali, indumenti, cibarie ven-
gono ora raccolti e inviati a de-
stinazione quale testimonianza con-
creta di un vero cristianesimo.
VI RICORDIAMO :
29 e 31 gennaio : Festività di S. Fran-
cesco di Sales e di S. Giovanni Bosco.
30 gennaio: giornata del suffragio (le
Messe celebrate dai sacerdoti salesiani
sono anche in suffragio dei Coopera-
tori). Ricordare i defunti dell'anno in
corso.
In febbraio: quasi ovunque si svolge
la giornata missionaria salesiana. Non

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si curi soltanto l'aspetto assistenziale,
ma si approfondiscano i concetti teolo-
gici sulla totale vocazione missionaria
della Chiesa.
In m arzo : Il tema della conferenza
mensile sia: le ragioni umane. sociali
e religiose del/a indissolubilità del ma-
trimonio. SI inviti a tenere la conferenza
un laico, particolarmente esperto (giu-
rista, insegnante...); ma la trattazione
del tema sia dì carattere tale da
dare ai Cooperatori concrete motiva-
zioni per chiarire dubbi ed eliminare
incertezze in materia tanto delicata e
importante.
• Il trim est re scolastico è il più
adatto per gli INCONTRI-INSEGNANTI
(orientamento vocazionale), alla cui pre-
parazione occorre pensare a tempo e
con cura.
L'Ufficio Nazionale ha preparato un fa-
scicolo sul tema vocazionale, di piccola
mole (32 pagine), a carattere divulga-
tivo. da diffondere largamente tra gli
insegnanti (lire 100 la copia. Richiederli
tempestivamente).
NOTE D I SEGRETERIA
1. Entro ge nnaio occorre inviare al-
l'Ufficio Nazionale l'elenco dei corsi di
Esercizi Spirituali programmati questo
anno. (Si dia particolare incremento ai
corsi per coniugi, onde sensibilizzare
questi ai problemi urgenti del mo-
mento).
2. S i p rega di completare l'invio dei
moduli dei Consigli locali (2 copie), e
il fascettario del Bollettino Dirigenti
opportunamente aggiornato.
LA CERIMONIA DELL ~IMPEGNO
Entrare nell'Associazione è una cosa seria
Siamo prossimi alla conferenza annuale che, quasi
ovunque viene svolta in prossimità della festa di Don
Ilosco. Tale circostanza sembra la più favorevole per
la cerimonia dell'impegno dei nuovi Cooperatori, con la
consegna del relativo attestato di iscrizione. È conve-
niente fissare allora l'attenzione su qualche indicazione
di particolare importanza a questo riguardo.
Premesse
a) È un momento, quello dell'entrata tra i Coope-
ratori, che va preparato e maturato nel soggetto.
Nessuna improvvisazione, superficialità.
b) Don Bosco aveva previsto, in una prima stesura
del Regolamento per i Cooperatori, l'emissione di una
"promessa" che doveva fissare l'impegno di apostolato.
Molti auspicano che questa prassi venga introdotta
perchè i candidati acquistino più coscienza del passo
che fanno. Tuttavia è anche ora indispensabile che chi
chiede di far parte dei Cooperatori si prepari e sia con-
sapevole del passo che compie ed emetta quindi, priva-
tamente, una promessa di apostolato nella nostra Asso-
ciazione. Il Consiglio con il Delegato si rendono garanti
di questa idoneità e ne sono responsabili.
Indicazioni pratiche
Un ritiro (sia pure di poche ore) dovrebbe prece-
dere e preparare prossimamente la giornata scelta per
la cerimonia dell'entrata.
Non è stato fissato in uno schema vero e proprio lo
svolgimento di questa cerimonia e lo si affida alla sen-
sibilità dei Consigli. Tuttavia, fermo restando che bi-
sogna assolutamente eliminare ogni maniera che sotto-
valuti l'atto tanto importante, si potrebbè tener pre-
sente nello svolgere la cerimonia quanto segue, sempre
che le situazioni e le circostanze rendano ciò possibile:
a) Situazione ambientale: cappella o sala riunioni pre-
parata con particolare solennità. In posti distinti co-
loro che riceveranno l'attestato.
b) Svolgimento della cerimonia: brevissime parole
che diano ai presenti il "tono" dell'incontro. S. Messa
comunitaria ben preparata o una liturgia della parola
(con passi della scrittura e brani conciliari intonati alla
dottrina del Corpo Mistico e dell'Apostolato).
Durante la Messa o la Liturgia, Omelia del cele-
brante. Quindi una pausa in silenzio durante la quale
i neo Cooperatori privatamente offrono al Signore il
loro Ì.mpegno a un apostolato nell'Associazione Coope-
ratori e all'osservanza delle Regole, mentre i Coope-
ratori presenti rinnovano a loro volta il proprio impe-
gno. Al termine della Messa o della Liturgia: Veni
Creator.
li Superiore quindi consegna le Regole, l'attestato
e il distintivo ai neo Cooperatori.
La cerimonia non dovrà durare più di 45 minuti
se si celebra la Messa; 20 minuti se si ha solo la li-
turgia.
Può seguire poi la conferenza annuale (o mensile)
con qualche familiare complimento ai nuovi Coope-
ratori.
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Spedizione In allbonamento po•
slale 6roppo 2" • 2• quindicina
PASQUA IN TERRA SANTA
CON I COOPERATORI
Seguendo una prassi diventata ormai tradizionale, si è organizzato anche quo•
sfanno un ITINERARIO RELIGIOSO, un pellegrinaggio cioè con scopi forma•
tivl, e si è scelta la Terra di Gesù.
Sarà cura degli organizzatori dare un volto nuovo e proficuo all'iniziativa dispo-
nendo:
un grande spazio di tempo alle solenni celebrazioni lilurgiche della Settimana
santa nei vari riti (in particolare alla Veglia del Sabato di Resurrezione);
un RITIRO (probabilmente sul Colle Tabor);
l'aiuto di sacerdoti-guida, particolarmente esperti, residenti In Palestina;
maggiori contatti con le opere salesiane della zona.
li pellegrinaggio si articolerà in due gruppi:
VIA MARE Partenza da Napo/I il 25 marzo sera e scalo a Palermo per even•
tua/i altri imbarchi. - Arrivo in Italia (ritorno) il 13 aprile. con sbarco unico a
Genova (ore 15).
Itinerario: Napoli - Palermo Kusadasasi (Turchia, con escursione a
Efeso, casa della Vergine) Haifa (inizio della permanenza di OTTO
giorni completi in Israele-Giordania) Haifa - Cipro (Famagosta) -
Creta (escursione a Knossos) Grecia ( Katacolon - Olimpia) - Genova.
+ Quota L. 171.000 ( 4.000 di iscrizione) in cabine quadruple
+ L 195.000 ( 4.000 di iscrizione) in cabine doppie.
(rimborso ferroviario per il tragitto Genova-Roma-Napo/I).
VIA AEREA (aerei di linea extra Jets) Partenza da Milano e da Roma, pome-
riggio del sabato 29 marzo, diretti in ISRAELE Te/ Aviv. - Arrivo di ritorno (scalo
a Roma e Mil,mo) nella mattinata di lunedl 7 aprile.
+ Quota L. 155.000 ( 4.000 di iscrizione) da Roma a Roma;
+ L. 160.000 ( 4.000 di iscrizione) da Milano a Milano.
La quota dei due gruppi comprende ogni •pesa di i.itto (esclu~ bc,·nndc), aD~aio (t4•
mere doppie con bogno) in nllierirhl di pri11tn cmtegoria, trasporti, trau>rtrl s. guida, m11nre,
taBU. (Supplemcnlo per camere singole).
Sono richiesti due documenti: passaporto iodividnale per Israele e c:erti6cato di vaccina•
v.ionc antivaiolo~n (dnto non anteriore a tre nnni).
I due gruppi si riuniranno nella Settimana Santa. per partecipare insieme alfe ce•
leb,azioni liturgiche e alle visite.
località storiche che saranno visitate. Monte Carmelo - S. Giovanni d'Acri -
Nazareth - Monte Tabor - Cana Giordano - Lago di Tiberiade - Cafarnao
- Monte delle Beatitudini - Naplusa - Gerico Betanla - Gerusalemme
(tutti i luoghi della Passione) - Mar Morto Beersheba (capitale del
deserto del Negev) Giaffa Cesarea.
Insieme si svolgerà la solenne VIA CRUCIS nella Via dolorosa di Gerusalemme,
il Venerdl di Passione.
Le iscrizioni ddibono e-•e-rc effett1iatc prcM!!O 11li uffici is-pcttoriali ricrnpicndo l'apposito
modulo di domanda e venando la quotn•nc.-nnto di L. 20.00U. Mlm il mNft di ft.W,raio.
8 L>ntn la limitato di,po1ubilità dri posti , •i cnn•iglia di iwriYcrl'i c,on sollecitudine.
BOLLETTINO SALESIANO
S1 pvbbl,ca:
V 1• del mese p,r I Cooperator, Salsslan
V 16delmeso periDirigentideiCoopor11Ior1
S'invia gratuitamente ai Coo-
peratori, Benefattori e Amici
delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione:
Via Maria Ausiliatrice, 32
10100 Torino - Telef. 48.29.24
Direttore responsabile
Don Pietro Zerbino
Autorl.aulone dal Trib. di Torino
n. 403 del 11 febbraio 1949
Per lm,lare offerta SffYirsl dal conto
corTanta postala n.2-1355intelltaltoa:
Direziona Genere!•
Opere Don Boaco Torino
Per cambio d'lndlrlno inviare anche
l'lndirino precedente
Officine Grafiche SEI Torino