Ecco un'altra novità proposta dal
documento, effetto indubbiamente
dei fattori accennati anteriormente.
La costituzione abbandona una con-
cezione <<tradizionale» di salvezza,
frutto dell'inculturazione della fede
in un'orizzonte di cultura di tipo elle-
nico e che la pensava come un «anda-
re io cielo>> con tutte le caratteristiche
di accentuazione dualista, individua-
le, spirituale e ultramondana che
comporta, per abbracciarne un'altra
che esprime come «intima unione con
Dio e unità d i tutto il genere umano»
(n. !). Sarà anche questa rinnovata
concezione soteriologica che le per-
metterà di riconoscere e accettare la
presenui della salvezza non solo tra
gli altri cristiani e tra gli altri credenti
in Dio, ma addirittura tra gli atei di
buona volontà (cf n. 16).
Ancora un terzo aspetto va messo
in luce all'interno di questa idea cen-
trale del documento in questione: la
Chiesa mistero di comunione e sacra-
mento di salvezza esiste nel mondo
come popolo di Dio. Ciò la mette in
rapporto con la storia e le conferisce
un carattere eminentemente dinami-
co. La ricollega, infatti, con la vicen-
da storica dell'antico popolo d'Israe-
le, ma anche con la sua vocazione
messianica da realizzare dietro le
orme di Colui che questa vocazione
visse fino alle ultime conseguenze la-
sciandola come eredità ai suoi disce-
poli (cf n. 9). R adica qui, in ultima
istanza, la vocazione della Chiesa al-
l'universalità o cattolicità (cf nn. 13-
17), e anche il suo carattere escatolo-
gico (cap. Vll).
Un nuovo rapporto
tra Chiesa e Regno di Dio
Insieme a q uest'idea centrale, già
di per sé molto pregnante, e in omo-
geneità con essa, ce ne sono altre non
meno cariche di conseguenze nella
stessa costituzione. Esse hanno a che
vedere con una serie di rapporti che,
all'interno della Chiesa, costituiscono
come la sua spina dorsale.
In primo luogo, si deve registrare
un'innovazione ne/l'ambito del rap-
porto tra la Chiesa e il Regno di Dio.
Nella anteriore ecclesiologia tale
rapporto era visto io termini di iden-
tificazione. La Chiesa era il Regno di
Dio (o di Cristo) sulla terra; lavorare
per il Regno di Dio significava lavo-
rare per impiantare, far screscere,
estendere la Chiesa nel mondo, in vi-
sta del regno definitivo dei cieli. Con
tutte le consegue02e che ciò compor-
tava nei confronti della verità e della
santità. Essere Regno di Dio equiva-
leva a possedere tutta la verità e tutta
la santità, e a ritenere ciò che non era
Chiesa, ossia tutto il resto del mon-
do, come regno del peccato, della
menzogna e del male.
La LG ha ridimensionato questo
rapporto, concependolo in un modo
diverso. Essa ha pensato la Chiesa
come uo germe (cfn. 5c), e per di più
imperfetto (cf on. 8c, 48c) del Regno.
La Chiesa è si santa, perché in essa
c'è la presenza del Dio Uno e Trino,
perché ha la Parola della rivelazione,
perché possiede i sacramenti segni
della grazia, perche ci sono stati e ci
sono in essa degli uomini e delJe don-
ne sante, a cominciare dalla Madre
del Salvatore (cf cap. Vlll), ma è
pure anche costantemente bisognosa
di purificazione, sia nell'ordine della
verità che nell'ordine delJa santità.
Essa porta in sé i segni dell'apparte-
nenza a questo mondo di peccato,
benché chiamata ad essere totalmen-
te santa.
U n nuovo rapporto
tra i membri della Chiesa
Una seconda innovazione da regi-
strare si trova ne/l'ambito del rappor-
to tra i membri della Chiesa. Abbia-
mo già fatto rilevare che l'anteriore
ecclesiologia comportava una strut-
turazione fondamentalmente pirami-
dale della Chiesa stessa.
La LG, imperniata sul fondamen-
tale principio di comunione, modifi-
cò profondamente questo modo di
concepire i rapporti tra i membri del-
la Chiesa. Un primo passo decisivo
in questa direzione lo costituisce /'ar-
ticolazione stessa del documento.
Contrariamente a come era stato or-
ganizzato negli schemi previ e per
esplicita richiesta di numerosi Padri
conciliari, il capitolo sul popolo di
D io fu colJocato immediatamente
dopo quello sul mistero della Chiesa,
e fu fatto precede.re quello sulla costi-
tuzione gerarchica della Chiesa. Ciò
non costituisce un semplice fatto re-
dazionale, ma rende visibile un pro-
fondo cambio di ottica. Ciò significa
abbattere la piramide e innalzare al
suo posto il principio delJ'uguaglian-
za radicale di tutti i membri della co-
munità ecclesiale, in modo tale che in
essa «nessuno sia al di sopra di nes-
• La LG è considerata dalla quasi to-
talità di commentatori come il documento
maggiore del Concilio Vaticano Il. Non è
il più originale, se si vuole intendere il più
nuovo o il più inedito; ma è il maggiore,
in quanto costituisce lo sfondo generale e
portante di un Concil.io, che ba voluto
dare della Chiesa «una più meditata defi-
nizione» e che se ne è proposto iJ rinnova-
mento.
Diceva papa Paolo Vl, nel discorso di
apertura del 2° periodo conciliare, il 29
settembre 1963: <<Dovrebbe essere anche
questo scopo lil rinnovamento! derivato
dalla nostra consapevolezza della relazio-
ne che unisce Cristo alla sua Chiesa. Di-
cevamo voler la Chiesa rispecchiarsi in
lui; che se alcuna ombra, alcun difetto da
tale confronto apparisse suJ volto della
Chiesa, sulla sua veste nuziale, che cosa
istintivamente, coraggiosamente dovrebbe
fare? È chiaro: riformarsi, correggersi,
sforzarsi di riportare se stessa a quella
conformità col suo divino modello che co-
stituisce il suo fondamentale dovere».
La LG è costituzione «dogmatica»:
perciò con questo documento il concilio,
adunato nello Spirito Santo, deliberata-
mente e con tutto il peso della sua autori-
tà, si è impegnato a dichiarare ai fedeli e
al mondo intero la natura e la missione
universale della Chiesa.
La dottrina ecclesiologica della LG è
ampia e distesa: otto capitoli, per un tota-
le di 69 numeri.
• Considera innanzi tutto iJ mistero di
Dio da cui nasce la Chiesa (Cap. I). La
Comunità cristiana non viene da se stes-
sa. dagli uomini o da qualche esperienza
s torica: viene da Dio, il quale chiama i
«suoh>, e li convoca nella «santa Chiesa,
la quale, già prefigurata sino dal princi-
pio del mondo, mirabilmente preparata
nella storia del popolo d'Jsraele e nell'an-
tica alleanza e istituita negli "ultimi tem-
pi", è stata manifeStata d.all'effusione del-
lo Spirito e avrà glorioso compimento
alla fine dei secoli» ( LG 2).
• Quelli che Dio ha chiamato, costi-
sun0>l in dignità (cf n. 32). Solo dopo
che è stata affermata questa ugua-
glianza, e senza intaccarla minima-
mente, va enunciato l'altro principio:
nella Chiesa c'è una diversità. che è
però diversità di servizio fraterno in
ordine al bene di tutto l'organismo
(cf nn. 12, 18. 32, ecc.).
Il sacerdozio comune o dei fedeli
Insieme a questo dato redazionale
(ma molto più che redazionale), ce ne
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