Bollettino_Salesiano_199801


Bollettino_Salesiano_199801



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1.1 Page 1

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ile Anno CXXII nr. 1
In t!•P•art. 2 comma 20/C legge 662/ 96
F dl Paclova
~!%ione nr, 1/1998
Aì,torlzz. Diraz. Prov. P.T. 35100 Padova · c.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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di Juan E. Vecchi
LE PA OL
G UBILEO/ ICON---
LO S
La seconda tappa di questo triduo verso il grande giubileo
ci invita a riscoprire il grande Sconosciuto.
Lo Spirito, energia e vita della Chiesa.
aolo , arri-
vato a E-
feso , trovò al-
cuni discepo-
li e domandò
loro : Avete
ricevuto lo
Spirito San-
to quando
siete diventati
cristiani? Gli risposero : non
abbiamo nemmeno sentito dire che
esiste uno Spirito Santo (At. 19,1-2) .
È probabile che oggi i "cristia-
ni" ne abbiano sentito parlare. Chi
prende parte all 'Eucarestia ascolta il
saluto iniziale del celebrante che
augura la "comunione dello Spirito
Santo"; invoca la sua presenza per-
ché il pane e il vino diventino il cor-
po e il sangue di Gesù e perch é la
Chiesa si riunisca in un solo corpo.
~ - . · • aJ5)(J[J frll!7a11
(Rom 8, 24)
Lo Spirito Santo viene nomina-
to spesso in documenti, prediche,
racconti, testimonianze. Ci sono
movimenti , celebrazioni e raduni che
si riferiscono a Lui. Sembra un pro-
tagonista dei nostri tempi. E certa-
mente lo è, anche se diversamente
da come immaginiamo. Tale era la
percezione di Paolo VI quando scri-
veva : "Noi stiamo vivendo nella
Chiesa un momento privilegiato del -
lo Spirito".
Don Juan E. Vecchi
Rettor Maggiore
Papa Giovanni Paolo Il ha scrit-
to una lettera tutta dedicata a Lui,
dal suggestivo titolo: Signore
e dà la vita ". In questa espressione
sono già presenti tre caratteri stiche
dello Spirito : la libertà con cu i opera
nella storia dell'uomo Signore!) , il
dono segnato dall'abbondanza e dal-
la gratuità (dà) , e la vita piena se-
GENNA to 1998 BS
MiM@tl?MUW&&M
condo i desideri profondi dell 'uomo ,
a realizzare i quali tendono tutte le
sue aspirazioni , e lo stesso progetto
di Dio (/a vita) . E dà ragione dell'at-
tenzione che la Chiesa rivolge verso
di Lui : "In tal modo la Chiesa rispon -
de a certe istanze profo nde che ri-
tiene di leggere nel cuore degli uomi-
ni : una nuova scoperta di Dio , nella
sua trascendente realtà di Spirito in -

1.3 Page 3

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fi nito; il bisogno di adorarlo "in spiri-
to e verità"; la speranza di trovare in
Lui il segreto dell'amore e la forza di
una "nuova creazi one" (DV 2).
Meno frequente però è sapere
chi è lo Spirito Santo e come agi-
sce ; non è comune l'attenzione alla
sua presenza. Non lo si vede e non
ha una storia personale, databile
come Gesù. Non ha immag ine o fi -
gura che dica immediatamente quel-
lo che è. Lo si percepisce attraverso
quel lo che produce : i suoi frutti , di-
rebbe Gesù . Perciò San Paolo inse-
gna ai cristiani a riconoscere la sua
presenza elencandone i frutti in una
li sta incompleta, ma molto espressi-
va : "amore, gioia, pace, comprensio-
ne, cordialità, bontà, fedeltà , man-
suetudine, dominio di sé" (Gal . 5,22).
Un'altra lista di beni parla di saggez-
za, di intel ligenza delle cose , di con-
siglio , di fortezza , di senso di Dio, di
spirito religioso. Nell 'infondere tutto
ciò lo Spirito non agisce dall'ester-
no , ma ispira e illumina la coscien-
za, la mente e il cuore .
Nella Scrittura viene rappre-
sentato attraverso il fuoco, il ven-
to, lo scatenarsi repentino e in-
comprensibile dell'energia umana
per il bene degli uomini , in forma
di amore, zelo per la giustizia, li-
berazione dall'oppressione. Se ne
vedono la forza e gli effetti , ma la
sorgente rimane inconoscibile . È
reale , ma profondissima e misterio-
sa. È la pista che Gesù dà a Nico-
demo: "Il vento soffia dove vuole ;
uno lo sente, ma non può dire da do-
ve venga né dove vada" (Gv. 3,8) .
Alla radice di tutte le sue opere c'è
una realtà : Egli è dono. E tutto quel-
lo che fa è dono , effusione gratuita
di Dio, cose che l'uomo non sapreb-
be a chi o a che forza attribuire in
questo mondo : il desiderio di Dio,
l'amore disinteressato e totale ai
propri simili , una visione "diversa"
della vita.
Quest'anno di preparazione al giubi-
leo siamo invitati a fare attenzione
allo Spirito , a riconoscere i suoi do-
ni , ad essere pronti a gioirne e vive-
re secondo le sue ispirazioni . Se
riusciamo a farlo , cambierà la nostra
visione del mondo e della vita. Si
riempiranno di luce perché li vedre-
, mo abitati da Dio , come spazi dove
Egli opera senza sosta.
0
Gennaio 1998
Anno CXXII
N umero I
In copertina,
immag ini cl i Cuba:
giova ne mamma con
la piccola, dell ' oratori o
M ari a A uxili aclora
cl i L a Haba na, saluta
il rettor magg iore.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensil e di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE :
GIANCARLO MANI ERI
Redazione: Maria Anto nia Chinello -
Nadia Ciambri gnoni Giancarlo De Nicolò ·
Franco Lever Francesco Motto - Vito Orlando
6 LA PACE ...
In margine alla giornata mondiale
10 I FIGLI DEL CAIMANO
Cuba: giovani e futuro
14 LA SEI
In vestimento comunicazione
18 MADAGASCAR
Don Bosco in onda
26 FMA
Dire donna nel 2000
34 ON UNE
Korea: punti-luce tra i grattacieli
40 LA NOSTRA SCUOLA
A lezione sui prati della Dora
di SILVANO STRACCA
di GIANCARLO MANIERI
di SER GIO GIORDANI
di LUIGI ZUPP INI
di GRAZIELLA CURTI
di VINCE NZO DONATI
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W I nostri Sa nti - -1.1 I nostri 111orti - -1-1 D011 /Josco a f 11111elli - -17 fil pri1110 pia110/Focus
Collaborato ri: Teresio Bosco · Angelo Botta - Ernesto
Cationi - Giuseppina Cudemo · Graziella Curti ·
Margherita Dal Lago Serdu · Bruno Ferrero ·
Sergio Giordani - Anton io Mélida · Jean-François Meurs ·
Pietro Moschetto - Angelo Montonati - Giuseppe Morante -
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Silvano Stracca
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Ufticio Gratico SEI
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
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Don Bosco in the W orld
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Opere Don Bosco, Roma.
IJS GENNAIO 1998

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
VOLONTARI o
NUOVA STA ONE
G iovani e volontariato,
equazione scontata, ma i conti
non tornano . Un bel rompicapo
a credere che la matematica non
è un'opinione.
Dire volontariato sembra collimare
naturalmente con entusiasmo
e iniziativa giovanile.
In realtà il volontariato non coincide
con l'universo giovani. Anzi sono più
gli adulti che i giovani tra i volontari.
Le cifre più accreditate,
come quelle contenute nella banca
dati della Fondazione Italiana per
il volontariato (FIVOL) attestano
una presenza giovanile nella fascia
18-29 anni pari a 110.439 unità
che sommate a 13.640 volontari
con meno di 18 anni salgono
a 124.079 presenze su un totale
di circa 400 mila volontari che
con continuità di almeno cinque ore
settimanali prestano la loro attività
in modo assolutamente gratuito
nei 9.300 gruppi finora censiti
sul territorio nazionale.
Occorre dire che ci sono forme
di volontariato che non rientrano
in questo quadro, come gli obiettori
di coscienza che sono impegnati
nel servizio civile (50 mila
domande nel 1997) . Si deve però
riconoscere che nel volontariato
è vincente lo spirito giovanile,
anche se non la giovane età.
Il volontariato resta
un percorso di grande interesse
anche per i giovani che sono
poi coloro che spingono verso
la continua innovazione della
presenza volontaria nella società.
Nel nostro paese ha radici antiche ,
specialmente in campo cattolico .
Ma sono tante le forme che non
vengono catalogate nelle ricerche .
Esiste anche un volontariato nella
sfera politica, dove tanti giovani
si dedicano anima e corpo
gratuitamente al servizio di
una causa in cui credono .
Solo successivamente entra
il calcolo di una possibile carriera.
Negli ultimi anni la spinta
del volontariato è stata forte
e innovativa tanto che ha messo
a nudo i limiti dello stato sociale.
GENNAIO 1998 BS
Prima che il bisogno di far quadrare
i conti , sono stati i volontari
sul campo a chiedere di intervenire
seriamente per garantire alla società
una cornice legislativa più equa
che riducesse le grandi disparità.
Ci sono state richieste che a volte ,
vedi l'obiezione di coscienza
e il servizio civile, hanno scosso
tradizionali assetti culturali,
economici e sociali che si sono
sentiti minacciati. Forse si spiega
così la forte opposizione che ancora
continua a una nuova legge
sull 'obiezione di coscienza
e sul servizio civile. Ma l'azione
del volontariato ha anche
manifestato limiti e compromessi.
Lo hanno percepito le stesse
associazioni impegnate che hanno
lanciato una sorta di manifesto,
"il volontariato nella transizione",
che punta a riqualificare un servizio
antico. Propone un rinnovamento
che senza tralasciare l'obiettivo
finale della "terra promessa" punta
decisamente a lavorare per edificare
"la terra promessa" senza
compromissioni e sconti con i poteri
costituiti . Salvaguardando la propria
autonomia insieme alla promozione
di competenza e professionalità
del servizio .
Anche i centri giovanili
sono interrogati nel loro cammino
dalla nuova stagione che
il volontariato intende aprire.
Per non lasciarsi isolare,
contentandosi di passare
fugacemente nei problemi
del territorio. E per non precludersi
orizzonti più ampi di dialogo con
categorie altre di ragazze e ragazzi
che non sono abituati a bussare
al portone dell'oratorio.
La generosità propria dei giovani va
indirizzata a farsi carico dei problemi
del quartiere e della città,
oltre i recinti. Ridurre i giovani
in gabbie, è voler perdere
consapevolmente la possibilità
di essere creativi e significativi
da parte di qualsiasi istituzione. Più
che protezione, i giovani chiedono
promozione e partecipazione.

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Giornata della Pace 1998: intervista a monsignor Giampaolo
PACE, leggi GIIJSTIZIJl
'·~ di Silvano Stracca
UNA PROPOSTA-CHOC
A zzerare il debito del terzo
mondo in occasione del Giu-
bileo del Duemila. È il mes-
saggio-choc del Papa all'Occidente
in un mondo dove due miliardi di
persone vivono con meno di due
dollari al giorno e quasi un miliardo
e mezzo con appena un dollaro o
meno. Spezzare, dunque, la spirale
dell ' indebitamento estero che impe-
di sce la riduzione della povertà dei
qu arantuno paesi meno svi luppati e
più indebitati del nostro pianeta.
L' appello di Giovanni Paolo II alla
solidarietà internazionale, di fronte
alla situazione sempre più insoste-
nibile di tanti paesi, specialmente
africani, è urgente ed appassionato.
Nell 'esortazione apostolica "Tertio
millennio adveniente", scrive testual-
mente che "i cristiani dovranno farsi
voce di tutti i poveri del mondo,
proponendo il Giubileo come un
tempo opportuno per pensare ad una
consistente riduzione , se non pro-
prio al totale condono, del debito
internazionale che pesa sul destino
di molte nazioni".
matica della Giornata della Pace che
la Chiesa cattolica celebra per la
trentunesima volta dal 1968. Monsi-
gnor Giampaolo Crepaldi, sottose-
gretario del Pontificio Consiglio del-
la Giustizia e della Pace, ci aiuta a
coglierne le suggestive implicazioni
in questo 1998 , in cui ricorre il 50°
anniversario della Dichiarazione dei
Diritti dell 'Uomo.
Gennaio di apre con
il tradizionale messaggio
del Pontefice a tutti
gli uomini: una strada
per vivere meglio.
Qual è, monsignor Crepa/di, il
senso di fondo del messaggio ponti-
ficio di quest' anno ?
Il Tichiamo forte , alto ed impe-
gnativo, a riflettere sull 'impegno di
ciascuno nella promozione della giu-
stizia come premessa per costruire
la pace. Quella della giustizia è
certo una questione rilevante a li vel-
lo sociale e politico, ma non riguar-
da solo i soggetti collettivi: governi,
stati, istituzioni iJ1temazionali. Chia-
ma in causa ciascuno di noi nel la
propria realtà concreta. Accanto alla
giustizia da pretendere dagli altri
c'è una giustizia da offrire agli altri.
UN IMPEGNO PER TUTTI
Il tema scelto dal Papa per la
Giornata mondiale dell a Pace 1998,
"Dall a giustizia di ciascuno nasce la
pace per tutti", richiama e sollecita
la responsabilità personale di ogni
uomo e donna per la realizzazione
di una convivenza umana più giusta
quale condi zione indispensabile del-
la pace sull ' intera terra in questo
fine millennio, quando, nonostante
una crescita economica ed un pro-
gresso tecnologico senza preceden-
ti, il numero dei poveri è in vertigi-
noso aumento. Questo grande para-
dosso dovrebbe rendere ciascuno
più cosc iente dell a rilevanza sociale
ed internazionale della g iustizia. È
appun to que l che si propone la te-
GENNAIO 1998 DS

1.7 Page 7

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Crepaldi, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Accanto ali' esercizio del diritto alla
giustizia, deve esserci l'esercizio del
dovere della giustizia. La giustizia
risulta così premessa inseparabile
dalla pace. Dove manca l' una, man-
ca l 'altra; dov presente l 'una, sarà
presente anche l ' altra.
Dunque, resta attuale la constata-
zione di Paolo VI nel!' "Octogesima
adveniens": "Da ogni parte sale
oggi un'aspirazione a maggiore
giustizia" ?
Sì. L'ingiustizia si consuma quoti-
dianamente tra i popoli , tra 1e nazio-
ni, all'interno degli stati. La più
eclatante è il continuo allargarsi del
fossato tra paesi ricchi e paesi pove-
ri nonostante gli effetti positivi del
cosiddetto processo di globalizza-
zione de l! ' economia. Se ciò ha per-
messo a molti popoli di sv ilupparsi,
gli effetti negativi tendono a relega-
re ai margini altre popolazioni im-
poverendole ulteriormente. TI feno-
meno si manifesta all'interno degli
stessi stati occidentali. Basti pensare
al problema della disoccupazione che
interessa in maniera drammatica
milioni cli giovani in Italia e in Eu-
ropa e alla questione connessa della
riforma dello stato sociale, ormai al-
i'ordine del giorno cli tutte le nazio-
ni europee.
Il messaggio per la Giornata del
1998 è, quindi, un appello ad inver-
tire la rotta?
In maniera radicale. A livello mon-
diale ed all'interno dei singoli stati.
Però questa responsabilità non deve
ricadere solo sui governi, ma deve
investire tutti. Purtroppo esiste la
tendenza a scaricare su altri soggetti
le responsabilità inclivicluaJi per uno
sviluppo economico della società.
Questo gioco a scaricabarile non aiu-
ta la crescita sociale, non promuove
il bene comune, non favorisce 1a so-
lidarietà. Per questo il Papa richia-
ma le responsabilità dei governi,
degli stati, degli organismi interna-
zionali. Ma contemporaneamente si
rivolge ad ogni persona. Quel poco
o quel tanto che può fare, ciascuno
deve farlo. Se c'è questa determina-
zione, per certi versi spirituale, per
altri culturale ed etica, ad impegnar-
si, tutta la società ne godrà.
li tema di quest'anno provoca tn
modo particolare le nuove genera-
Zl.Ont'.?
Il richiamo educativo è quello a
un risposta personale sul piano della
giustizia per arrivare a.cl un mondo
segnato dalla pace. Questo richiamo
va certamente accompagnato con
precisi, puntuali, programmi forma-
tivi. E questo riguarda i giovani, ma
non dipende solo dai giovani. Di-
pende molto dai loro educatori, per-
ché sappiano inculcare in ess i il
senso ciel dovere, della responsabi-
lità e della solidarietà. Per loro stes-
si, e per il mondo che li circonda. E,
soprattutto, per un futuro di pace
per ogni uomo.
L' 8 dicembre 19!48 venne appro-
vata dall'ONU la Dichiarazione u-
niversale sui Diritti Umani. Un' oc-
casione, anche per la Chiesa , per
approfondire il rapporto tra giusti-
zia e diritti del!' uomo ?
La Chiesa ha una concezione al-
tissima della dignità e ciel valore
della persona e dei suoi diritti civili,
politici, economici, sociali , cultura-
li, religiosi. La Chiesa eia molto
tempo 1'ha messo nero su bianco,
dalla "Mater et Magistra" cli Gio-
vanni XXIII fino al magistero di
Giovanni Paolo II. Purtroppo, i di-
ritti dell'uomo sono oggi una bella
pagina, scritta dalle Nazioni Unite,
che rischia di restare confinata sul
piano dei sogni.
Basta confronta e questa pagina
con le situazioni cli oppressione poli-
tica, cli mancanza cli democrazia, cli
impedimento alla partecipazione, cli
negazione dei diritti sociali ed eco-
nomici , di ingiustizia internaziona-
le, ecc.
Che cosa può fare la Chiesa per
risolvere la questione del debito in-
ternazionale?
Giovanni Paolo II ha espresso il
suo compiacimento per gli sforzi che
le organizzazioni internazionali stan-
no già face ndo. Ma tali sforzi sem-
brano ancora insufficienti. Dal punto
di vista tecnico, la questione è com-
plessa. L'obiettivo è quello cli alleg-
gerire il debito tenendo presenti le
condizioni dei vari paesi che sono
estremamente diversificate. Là dove
il debito è un peso che rischia di far
morire un paese, non resta altro
obiettivo che l' azzeramento. In altri
casi si potrà invece perseguire qu ello
di un alleggerimento. In altri ancora,
si potranno trovare formule per il pa-
gamento in maniera compatibile e so-
stenibile con l'economia cli quei paesi.
C'è una particolare responsabi-
lità delle Chiese dei paesi ricchi in
questo campo?
Le Chiese dei paesi ricchi si stan-
no, piano piano, muovendo sotto la
spinta pressante di due sollecitazio-
ni convergenti: la prima è quella
che viene personalmente dal Papa.
La seconda arriva dai vescovi dei
paesi in via cli sviluppo. Molti epi-
scopati delle nazioni più fortunate -
dagli Stati Uniti alla Germania, dal-
la Francia ali 'Italia - si stanno inter-
rogando su ciò che la Chiesa può
fare cli più. Anche come pressione
sui rispettivi governi. Sono segnali
incoraggianti cli un presa di coscien-
za collettiva nella Chiesa che, cre-
do, sull a questione del debito inter-
nazionale, troverà nell'anno ciel Giu-
bileo la sua più co111piuta e signifi-
cativa esp ressione.
Silvano Stracca
BS GENNAIO 1998

1.8 Page 8

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VOLO TARIA E ANfMA- 1erra ? Quanle volte chi cam-
LISTA. « Sono una ra gazza mina davanti a noi spulCI sul
di 20 a1111i e mi /ro vo volon- marciapi ede , las cia cade re
taria a Ci/là del Capo (. . .) . la sigare11a fi ni/a , il fazzole t-
Le scri vo per .farle sapere la 10 11sa10 , qua 111e siringhe s i
m ia reazione dopo a ver le110 lrovano ?..
su BS di se11embre ' 96 /'cmi-
colo i111i1ola10 "Queslo pazzo Come non apprezzare sincera-
mondo " . Ne sono rimas/a col- mente un a di sponibilità verso
p ila , s ia i11 11 egc11ivo ch e in il pross im o, a du e o qu attro
posi1i vo. S0110 un ' an imalista , zampe, viss uta con tanto entu-
di una "1ribù mollo aggue/'/'i- s ias mo e abnegaz ione? Uli a- :
1a" e apparlengo ad un grup- na, non cru cc iarti per i giudi zi
po c he s i ba ll e per i dirilli superfi ciali che ta lvolta ascol-
deg li animali (.. .). Mi ha f allo ti: continua a ri spondere con i :
piacere che q ua lcuno anche fatti , c on la lin ea rit à d e ll e
nel "mondo religioso" abbia con v in z ioni e de i comporta-
pa rlalo d ell a "ve rgog nosa menti . La coerenza che dimo-
vivisez io11 e" e deg li a lleva - stri e che ti fa onore , è la pri- :
me/li i lager. Sono vegetariana ma ri sposta. Dove vorrei met-
proprio dopo a ver visto come terti in guardi a è sull a tenden-
sono trai/ali gli animali du- za, che qua e a ffiora nell a
rame i 1rasponi verso i ma- lettera , ad un certo maniche i-
celli (. . .). Non ci sono mucche smo , abi tuale ne i gruppi im-
pazze , ma uom ini fo lli ( .. .) . pegnati: sentirsi parte dei giu-
Essere ani111alis1i non è f acile, sti e giudicare negati vamente
glielo assicuro, bisogna loua- chi non è dell a nostra " tribù" e
re con ll'o l' ignoranza d ella non ci capisce , diffid a di noi
gente(. ..). Più di una volta mi e c i fa se ntire incompres i o
sono semita dire: "Fai 1110110 assedi ati , ci è stato insegn ato
per gli animali , ma per gli es- che non è cosa buona. Neppu-
seri umani?" . Questa frase mi re se nell ' occhi o a ltrui allog-
è arrivata sempre come una g ia una trave e nel nostro solo
f ucilata: mi ha fatto sempre una pagliuzza. Occorre vede-
male, ma so che la gente che re tra v i e pag liu zze in og ni
mi ha e/etio cosl è la prima a ambito e soppesiu'le con one-
non fa r nie111e, sia per gli ani- stà ed equilibrio . Ecco, pro-
mali ch e p er g li uman i .. » prio l'equilibrio è, con la coe-
(Ulian a Co lombo).
renza, il secondo va lore di ri -
fe rim e nto. Gli a nimal i no n
La lunga e appass ionata lette- sono e non saranno mai " per-
ra merita altro spazio. Prose- sone", anche se sanno dimo-
g ue così: "Chi ha cuore per strarsi spesso più teneri e af-
gli animali lo ha anche per gli fettuos i di molti umani e non
umani. Ho f a/lo molto volon- conoscono la catti veri a. Cre-
ta ria to con bambini ha ndi- do che san Fra ncesco d ' Assisi
cappati, con persone anziane, c i abbi a d ato il m ass imo e -
con bambini nei dop oscuola, sempio di amore per il creato,
qui in m iss io n e ( .. .) . Far e di cui g li anim ali sono parte
volontariato è un gesto nobile che merita ogni ri spe tto , ma
sia fa tto per gli animali sia ne ll a di stin z io ne dei ruoli .
per le persone. Non vedo per- Ripro pongo l'esempio final e
ché invece di essere apprez- dell ' arti colo, tag liato per ra-
zat i g li an im a lis ti vengo no g ioni di spaz io e res o m eno
sempre contrastati (. ..). La vo- significativo: "(Va biasimata)
ro anche com.e volontaria in l' incoerenza di qu ella studen-
un canile: si lavora duro per- tessa universitaria in vacanza
ché si è in pochi (e) nessuno che invia la cartolina di saluti
m i h a m ai de u o 'g ra zie', a l suo gatto . Dime oticandosi
neanche un sorriso (. . .). Sia- però dell a nonna che vive sola
mo in un mondo dove si criti- e c h e d a qu e l pe n s ierino
ca chi lavora per una gius/C/ avrebbe tratto assa i maggior
ca usa in vece di uno che 11011 benefi c io". Da quello che hai
f a niente (.. .). Si sa solo criti- scritto , Uliana, non ho dubbi
care lo sporco che lascia un che la tua unica cartolina an-
cane (. .. ) e non la sporcizia dre bb e alla nonn a . (Sicura-
c h e lasciamo noi p e rso n e. mente però con i saluti ai tuoi
Qua 111e ca rte s i trovano in due gatti adorati).
.•••.•••.••..............•..........•......•.......••..••.•.•
PORTORECANATI. Egregio
Direttore, andando a trov are
mia sorell a a Portorecanati ,
per caso ho trov ato e letto il
Bollettino Sal es iano . Mi è
parso interessante e istrutti-
vo. A Porto recanati c la
chiesa de i sa lesiani con una
be lliss ima immagine di Don
Bosco e di Domenico Savio.
Pe r 18 anni è stata la mi a
parrocchi a, dato che la mi a
gioventù l' ho trascorsa in
quel bel paes ino. Ho dei be l-
li ss imi ricordi , di quando an-
davo al catechi smo presso le
suore de l Preziosiss imo San-
gue per pre pararmi alla pri-
ma comunione. ho impa-
rato le mie preghiere del mat-
tino e de ll a sera che non ho
perso l'abitud ine di rec itare
ancora tutti i gio rni. m i
hanno insegnato che il lavo-
ro e il compo rtarsi bene sono
g una preghie ra, un 'offerta
a Dio de ll'intera giornata.
Tutte le domeniche pome ri g-
g io andavamo al catechi smo
e facevamo g ruppo. E grazie
a quegli in segnamenti mi so-
no sempre tro vata bene. Ho
potuto affrontare tante av ve r-
sità, offrendo preghiere e sof-
fe renze al Si gnore. Tutti i
g iorni io e il mi o nipotino
M atti a c i raccomandiamo a
D. Bosco pe rché ci protegga
e guidi tutti i giovani del
mondo.
Giuliana L.
No n possiamo che ringra -
ziarla per l' apprezzamento,
anche a nome delle simpali-
cissime suore del Preziosis-
simo Sangue che conoscia-
mo persona/men/e.
INDICATEMI QUALCUNO.
Sono una g iovane trentotte n-
ne e ho avuto modo di cono-
scere il vostro g iornalino in
una parrocchi a de lla mi a
c ittà. Ho visto che è molto
interessante e utile per chi ha
bisogno di a iuto . Per questo
mi rivo lgo a vo i per una ma-
no. Vede io fin da picco la
sono sempre stata chiusa in
un guscio, prati camente sen-
za ave re amiche (frequ enta-
vo un po' la parrocchia), pro-
babilme nte a causa del mi o
carattere c he te nde ad isolar-
si. Anc he adesso che sono
sposata con g li ami c i di mi o
marito no n mi trovo, così
sono sempre so la. Perc vi
c hiedo se potete indicarmi
ne ll a mi a città o nelle vic i-
nanze qualche o rganizzazio-
ne di g iovani de lla mia età
pe r incont ri, gite c ultura li ,
ecc. Non chi edo molto . . . pe r
un bri c io lo di fe li c ità.
Pa1rizia
Ge111ile signora , ovunque og -
gi è possibile trovare orga-
niz:azioni che si occupano di
"escursioni" culturali. Se non
sa a chi rivolgersi, provi in
Piazzale S. Benedetto, 5 , nel-
la sua cillà, dove i salesiani
hanno scuola, oratorio , cen-
tro universitario ecc. Può tro-
vare risposta alle sue esigen -
ze. Auguri e non si scoraggi.
TEMPI DI SCUSE. Gentile
Sig. Diretto re, sare i mo lto
g rato se poteste indicarmi
qu a lche fo nte pa leo-cristiana
o comunque neotestamenta-
ri a che ri ferisca c he la M a-
donna (o il suo sposo) sia an-
data a chi edere perdon o e a
po rtare confo rto ai disperati
genitori de i bambin i inno-
centi fa tti truc idare da Erode.
Oppure c he abbiano manda-
to Gesù ado lescente a com-
pi ere questo dovere, se no n
a ltro per da re un a spiegaz io-
ne de ll a necess ità (o inev ita-
bilità) di questo eccidio, o
che il Padre abbi a a lmeno in -
viato un ange lo a recare un
po ' di conso lazione ... No n
mi ri sulta che di questo si
parli nea nche ne i vange li
apocrifi .
Grazie pe r l' atte nzione, cor-
di ali saluti
Arnaldo S. Torin o
Gentile signore, le idee della
sua lettera, che può anche
apparire stravagante, sono
nella testa di molti; meri/a
perciò una risposta . No , non
so indicar/e alcuna fo nte che
riporti quanto lei dice ,
GENNAIO 1998 8S

1.9 Page 9

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posso sapere se il Padre ab-
bia o meno inviato un angelo
consolatore, questo semmai
lo potrebbero sapere quelle
~fortunate mamme, che loro
malgrado hanno dovuto of
fi-ire i propri figli come pri-
mi collaboratori della reden-
zione . Quello che so è che il
dolore ha un valore immen-
so per la salvezza (ne lla pro-
spettiva cristiana nessuna
sofferenza è inutile) e che di
Il a qualche decennio Gesù
stesso avrebbe fatto la stessa
fi ne dei bambini innocenri,
accettando "coscientemente"
un'agonia durissima. In tem-
pi di scuse L(f/iciali so che sa-
rebbe suggestivo poter sban-
dierare che anche la Madon-
na ha chiesto scusa... (non so
bene peraltro che colpa aves-
se ). Gesù , come le rip eto , ha
fatto ben di più: ha preso la
sua croce e l'ha portata sul
Golgota , questo è il vero chie-
dere scusa' Non è d'accordo ?
ONORA TUO PADRE E
TUA MADRE. Signor D i-
rettore, sul numero di ottobre
appena arrivato ho letto con
molto interesse " A MIO FI-
GLIO ORMAI GRANDE".
Tante cose corri spondono al
comportamento di mio fig lio
ventenne. In casa non fa asso-
1utamente niente, lasc ia tutto
in giro, ordini e soprattut-
to mi tante e tante botte.
Spesso piango soprattutto per
il do lore morale. L'ho avuto
tard i questo figlio , a 46 anni ,
ed è tutto per me. Quando è
fuori e tarda a ri entrare la se-
ra, non dormo e sto in ans ia
fino al suo ritorno. Purtroppo
la frase di Don Bosco che
Dio maledice chi fa piangere
i propri genitori l' ho potuta
constatare nella mia famig li a
d'o ri gine. Una mia sorella ha
più volte alza to le mani nei
confronti di mia madre e per
le i la vita non è stata affatto
faci le: a 25 anni ha av uto un
figlio, ha dovuto lavorare not-
te e g iorno in a lbe rgo per po-
ter lo a llevare, ha sa ltato tanti
pasti , fatto tanti ss imi sacrifi-
c i; il fig li o è sposato e non
va mai a trovarla, però non si
è mai rivoltato con botte e
iJ1Sulti. Oggi è la giornata del-
la famig lia .. . ed io purtrop-
po sono vittima anche di mio
marito che è anticl ericale,
bestemm ia, parla malissimo,
è vo lgare nei gesti e nelle
parole, mi insulta e mortifica
da mattina a sera. Vorrei che
qua lcosa di quel che ho sc rit-
to lo pubblicaste ...
Lettera firmata
SONO A DISPOSIZIONE.
Caro di rettore, vorrei pregar-
la di non dimenticare il mio
nominativo se mai l'opportu-
nità s i presenti di coad iu va re
la d iffu sione de l vostro Bo l-
lett in o. Forse non sono iI so-
lo a ritenere che la d iffus ione
parrocch iale non è suffici en-
te, che è possibi le e auspica-
bile una diffusio ne ex tra-par-
rocch ia le, offrendo lo pe r le
vie e le P.iazze, i me rcati e i
g iardini. È mio avviso che la
cu ltu ra re lig iosa, come la pre-
g hiera, non si deve restrin ge-
re ne l pur augusto spazio ec-
cles iale. Sono a d ispos izione
per effettuare una dimostra-
zione capace di incrementare
l ' interesse e la richiesta del
vostro Bollettino ...
Alberto, Roma
La sua lettera mi fa ricorda-
re l'istanza evangelica: Pre-
dicatelo sui tetti! , predicate-
lo "opportune et importu-
ne" . Sono cl' accordo con lei...
Si presenti con questa dispo-
nibilità a una casa salesia-
na, vedrà saranno ben .felici
di affidarle questo prezioso
incarico.
DIO CONTA. Cara redazio-
ne de " Il Bollettino Salesia-
no", ho conosciuto per caso
il vostro g iornale e devo di re
che mi è subito piaciuto. So-
no una ragazza di 20 ann i e
sto incominciando so lo ora a
comprendere quanto Dio con-
ti veramente nella mia v ita.
Frequento il MGS c he mi sta
in segnando molti ss ime cose
che ch issà dove mi porteran-
no, verso quale via e attra-
verso quale cammi no .. . Mi
piacerebbe molto ricevere
Don Bosco a casa mi a attra-
verso il Bollettino.
Ilaria
Dovunque la portino le cose
che sta imparando , se I' aiu-
teranno a seguire la sua vo-
cazione , esse saranno la su.a
felicità. Solo se si fa di testa
propria si fallisce. Lei ci ha
detto una cosa stupenda: che
ricevendo il Bolle11ino riceve
Don Bosco a casa. Non ci
poteva fare un complimento
phì bello. Davvero. Tant'è
che abbiamo provvedu!o a
segnalare il suo nominativo
al settore spedizioni. . . per-
ché Don Bosco la visiti ogni
mese a casa sua!
GRAZIE ALLE FMA. Mi
chiamo Marica e sono stu-
dentessa uni vers itari a. Abi to
in una piccola parrocchia ciel
Montefeltro in cu i la rea ltà
sales iana è sconosciuta. No-
nostante questo il mio impe-
gno verso i ragazzi è notevo-
le. Lo scopo principal e dei
nostri incontri è quello di far
incontrare Gesù per poter
camminare con lui sui sen-
tieri della vita. Incontrare Ge-
sù significa cambiare e cam-
biare significa aprire il c uore
verso l' amore.
Durante il Congresso E ucari-
stico sono stata ospitata dalle
suore cli Maria Ausiliatrice,
che mi hann o regalato il Bol-
letti no. Vi ho trovato tanti
spunti di rifless ione per i miei
ragazzi e per me stessa ...
Ma rica
Ci fa piacere, gentile signo-
rina , che lei si impegni per i
ragazzi. Se lo lasci dire, lei
ha capilo fLtllo della vi/a, ha
capito il futuro del mondo.
Aprirsi al'amore è quanlo
di più 1,1/ile possiamo sperare
di fare. Grazie anche alle
FMA che le hanno fa llo co-
noscere il Bollettino. Essere
utili al prossimo in nome di
Gesù è il nostro unico scopo.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
8S GENNAIO 1998

1.10 Page 10

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Cuba: la cui configurazione la fa assomigliare a un caimano, è
/FIGLI
di Giancarlo Manieri
IMA
Don Vecchi ha visitato le cinque opere salesiane,
parlato con la gente, pregato e celebrato coi giovani
e coi confratelli. Abbiamo ricavato alcune riflessioni
dalla conversazione avuta con lui.
Il rettor maggiore distribuisce
caramelle .. . come ai bei tempi!
PRE
associazione mentale si for-
ma spontanea nella testa di
un occidentale; il sostanti -
vo "giovani" va assieme a rock, rap,
di scoteca, miti , id oli ... Oggi , ma è
quasi un miracolo , anche a Gio-
vanni Paolo II! Se all a parola giova-
ni si aggi unge un toponimo , C uba
per esemp io, l'associazione ovvia-
mente cambia. Si può imm agi nare
senza timore di sbag li are, che al vo-
cabolo si leghi immediatamente il
volto barbuto del CHE, il guerriglie-
ro-mito, entrato prepotentemente nel-
la storia deg li anni caldi de ll a rivo-
lu z ione sessantottin a e ora tornato
con tutti g li onori nell a terra che lo
ha reso famoso. Perciò , pensi, se si
vuo l sc rivere qualcosa sui g iovani di
GENNAIO 1998 BS
Cuba, bi sogna in
qualche modo fa-
re i conti con Er-
nesto Che Gueva-
ra. Cominciare da
lui è essere a "me-
dell 'opera! ".
E invece no! La
dom anda sul CHE
e i g iovani , rivolta
al rettor maggiore
al suo ritorno dal-
la visita ai sa les ia-
ni di quell a nazio-
ne "fuori area",
non ha provocato
le risposte imm a-
ginate. Sembra che
i giovani sudditi
del vecch io Fide!
non abbiamo mol-
to radicato nei lo-
ro cromosomi il
mito del CHE, al-
meno non quanto si è portati a cre-
dere. , perché gli interrogativi si
pongono quasi sempre avendo for-
mulato in testa una propria risposta
e attendendone confonna daIJe pa-
role dell 'intervistato, magari per
compiacersi con se stess i: "Era pro-
prio come pensavo! ".
Don Vecchi , come l'edono il CHE
i giovani cubani, anche per loro è
un mito come per i nostri .7
No, non credo, non molto, nono-
stante ch e si sia cercato di propa-
gandarne la figura e le gesta con un
anno di ce lebrazioni , feste, comme-
morazioni. Mi sembra di aver colto
un certo di stacco. C'è il ricordo va-
go di un a rivolu zione passata e or-
mai improponibi le.
Allora com ' è la situo:ione dei
gio1'Cll1i? Ha avuto l'impressione che
siano più o meno omologati a tutti
gli altri giovani del mondo , oppure
le sono apparsi diversi ? Insomma
sentono il fatto di esse re sotto un
sistema politico particolare?
" Se ntono certamente cli essere
sotto un regime , ma sembra che rie-
scano a vivere questa situazione con
un certo distacco , o con rassegnazio-
ne, non so. Colpi sce com unque la
forma allegra, cord iale di affrontare
la v ita. Sono ben consapevoli dell a
limitatezza dei mezzi e della scar-
sità de ll e ri sorse a dispos iz ion e e
capiscono che ciò è dovuto al siste-
ma economico- soc ial e applicato.
Que ll o che vog li o sottolineare è che
non es iste a Cuba quella ribe llione
borghese che da noi il più delle vol-
te si esprime con gra ndi show di
protesta, confuse e co lorite manife-
stazion i ed ' occupazioni '. L'impres-
sione è che i giovani cubani abbiano
coscienza dei limiti cui sono sottopo-
sti e cerchino di 'costruirsi la vita' evi-
tando le fonne esasperate di protesta".
UNA SCUOLA
,: FR
A questo punto si è portati a pen-
sare che il partito sia riuscito a limi-
tare i danni, a far scuola di educa-
zione al ritegno , all a discrezione;
che sia stato capace di contenere le
pretese e le proteste e abbia convin-
to i giovani sudditi della necess ità e
fo rse addirittura della bontà dei sa-
crifici, piuttosto che del desiderio di
cons umismo sfrenato che porta a di-
sparità e discordie. In verità può ri-
sultare re lativamente facile sociali z-
za re questi principi in un mondo
dove i giovani non sono certo sotto-
posti al bombardamento mediatico
che subi scono i nostri , dove non

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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in fermento per la visita del Papa. A settembre aveva ospitato il rettor maggiore.
esiste TV se non quella di stato o
meglio di partito e dove non si vede
ombra di pubblicità. Cominci anzi a
credere che non si rendano conto .. .
Azzardo la domanda.
L'Avana
Si rendono conto i giovani delle
d(fferenze col mondo capitalista ?
Certamente.S'interessano e s' in-
formano di come vanno le cose al di
fu ori della loro isola e sanno
coglierne le differenze sos tanziali,
soprattutto nell'ambito delle libertà
personali , delle possibilità economi -
che, de ll a libera es press ione, dell a
ed ucazione. Ma, ripeto, è una situa-
zione in qual che modo accettata o
per lo meno vi ssuta nell 'attesa di un
cam bi amento.
I giov ani cubani insomma sanno
perfettamente di non potersi per-
mettere pazzie consumistiche: cir-
cola poco danaro e le disparità so-
ciali non sono così evidenti. A mi-
surarla con nostro metro diremmo
che è una società un po ' gri gia, ap-
piattita, omologata. Ma via, in fatto
di omologazione anche da noi non
si scherza ! E poi c'è una cosa che
ogni buon occidentale vorrebbe sa-
pere e cioè se anche nell a celebrata
isola caraibica alligna quell a cate-
go ri a di bighelloni che da noi è
schedata come " i giovani del muret-
to". Lo chiedo al rettor magg iore.
Don Vecc hi, esistono a Cuba i
giovani del muretto, che imperver-
sano nelle nostre città ?
Non si vedono gruppi di giovani
sfacce ndati a zo nzo nelle città o
nell e periferie, almeno per qu el che
ho potuto constatare. Sono stato
nelle parrocchie, ho camminato lun-
go le strade ... ebbene non ho notato
fenomeni giovanili collettivi vistosi.
Mar dei Caraibi I Mar delle Antille
CUBA PAESE GIOVANE
· e 110.922 km' , 11 milioni di abitanti (due e mezzo nella capitale La Habana) , 1250
km di larghezza massima e 32 di minima, 5900 km di coste - è più grande di Au -
stria, Belgio , Danimarca, Portogallo , Svizzera .. .
È l'isola dell'eterna primavera: la temperatura media annua si agg ira sui 25°
nelle due uniche stagioni , quella secca che raggiunge i 28° al massimo , quella
piovosa con punte sui 20°. Il mese più freddo è febbraio (media 26°!).
Le risorse: la canna da zucchero, il caffè, il cacao e il tabacco (c'è bisogno di
ricordare i famosi sigari cubani?) . Operano nell'isola 600 imprese straniere.
La sanità è uno dei settori bene org anizzati: 60.000 medici (uno ogni 178 abitan-
ti) , 270 ospedali e 423 cliniche. La mortalità infantile non supera il 7,9 per mille.
I giovani tuttavia sono la risorsa più grande . La gioventù rappresenta più del 50%
dell'intera popolazione con una media di 33 anni. Solo il 12% della popolazione ha
più di 60 anni. La scolarità raggiunge il 99% degli utenti, che sono serviti da 250
mila insegnati (uno ogni 41 abitanti!), in 12.000 scuole. Il 96% degli alunni della
primaria termina il ciclo , percentuale che è superiore perfino a quella degli USA
Insomma, par di capire, non è che
a Cuba i muretti non ci siano, sem-
plicemente non hanno clienti. A
questo punto non posso non com-
pletare la domanda.
E droga, prostituzione? ...
Nemmeno. Dell a prostituzione si
intuisco no alcuni seg ni : ci dicono
che esiste soprattutto a servi zio dei
turi sti ; ma ce rtamente non c ' è una
prostitu zione co ncl amata, si ve-
dono rivi ste pornografiche in vendi -
ta nei chioschi dei giornali o in mo-
stra nell e pubb li cità. E non c'è dro-
ga. Questo lo confermano i sales ia-
ni . Oltretutto le pene sono pesanti.
UGUALI E DIVERSI
In definitiva i giovani iso lan i sono
intelligenti come i nostri , svegli e
allegri come i nostri, capac i di pen-
sa re, vagliare, rag ionare, contestare
come i nostri ; ma i modi sembrano
decisamente altri da i nostri. Perché?
Lasciamo ai sociologi la grana. Noi,
da occidentali ben integrati ne l si-
stema capitalista, siamo autorizzati
a pensare che questa "correttezza"
sia dov uta all a mancanza di quel
bene, sia concessa un pizzico di re-
torica, per il quale molti sono morti
e moltissimi sono disposti ad accet-
tare quell e "storture" cli cui siamo
I salesiani al mercato popolare
per fare acquisti.
Il rettor maggiore con i cooperatori
di Cuba, laici protagonisti del futuro della loro patria.

2.2 Page 12

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CUBA E LA CHIESA
In maggioranza (40%) la popolazione è cattolica, divisa in
1Odiocesi , con 12 vescovi , 220 sacerdoti e altrettante reli -
giose (nel 1861 i sacerdoti erano 800 e 2000 le religiose).
Meno del 25% della popolazione ha ricevuto il battesimo .
Ora la chiesa si sta muovendo :
> 1980 REC (Riflessione della Chiesa cubana)
> 1986 ENEC (Encuentro Nacional Ecclesial Cubano,
173 delegati)
> 1992 Apertura delle Relazioni Diplomatiche
con la S. Sede
> 1996 Udienza in Vaticano di Fidel Castro
> 1997 Visita del rettor maggiore ai salesiani di Cuba
> 1998 Visita del Papa
Santuario della "Virgin del Cobre"
principale protettrice di Cuba.
ampiamente colmi : la libertà. Il ret- NON TIRATE
qualcun o ne ha parlato, ma non ne
tor maggiore dal canto suo ha più
volte insistito sulla giovialità dei
O CL SI I
sanno più di tanto.
,•
giovani c ubani che chiacchierano Immagino che qualche lettore fir-
I giovani cristian i sono impegnati
volentieri , da nzano , cantano, suona- me re bbe a occhi ch iusi una petizio- profondamente a li vello ecclesiale ?
no, recitano ... hanno sangue "ca- ne pe r la chi usura di tanti ritrovi del Lo so n o. Abb ia m o pr esso le
liente", come tutti i giovani dei no- divertissement da week-end della no s tre ope re parrocchiali un bel
stri oratori, come tutti i giovani del nostra " sazia e infe lice" gioventù. numero di g iov ani anim atori, di co l-
mondo , e sono disponibili all 'ascol- Ma ancora una volta c'è da ricorda- la bor ato ri , e aiut a nti . Manca il
to e al dialogo ... forse come non tutti re che la libertà costa cara e spesso volontariato, perché i g iovani so no
i giovan i dei nostri oratori; e sono la si p aga con la sregolatezza. Non m o lto occupati tra la sc uola e il
interessati alla evangelizzazione e so se sia sagg io rinunciare alla li- lavoro comunitario.
all a cateches i. .. come pochi giovani bertà per ev itare g li eccessi dell a li-
del mondo occidentale e perfino dei be rtà. Ancora una volta il fine non Scuola e lavoro ? S i spieghi!
._
nostri oratori! L' ulteriore domanda giustifica i mezzi, per buona pace di È un a cosa inte ressante. Tutti 1
è perciò venuta spontanea.
Gu icciardini , inve ntore della disgra- g iovani , m asc hi e fe mmine se nza
ziata formula.
di stinzione, per un certo periodo s i
Qual è il divertimento dei giovani
dedicano al lavoro della campagna,
cubani, il loro week-end? Esistono
discoteche , pub, ba,; night ?
INFINE CHIESA
raccolti e osp itati in speciali isti tuti.
Esistono luoghi di divertimento, ESCUOL
ma non chiassos i, del tutto diversi
Obbligatoriamente ?
Direi di sì!
da quelli in voga da noi. Poche
m acchine, poche moto e perfino po-
che bi c ic lette. Il mezzo comune di
trasporto è il tre no o i mezzi pubbli-
c i peraltro alquanto obso leti . La gran
massa va ancora a pi edi . In somma
Non potevano mancare le doman-
de sull ' impegno eccles iale e sulla
sc uo la. Ma stavolta lasciamo parlare
il rettor magg iore senza ulteri ori
comme nti .
Questo è in serito nel'orario sco -
lastico.?
Non sap re i. Forse. Di s ic uro fa
parte de l programma di ed ucazione .
Que l che so è che le mam me se ne
la pratica del fin e settimana , di lun-
ghi viaggi e di sballo settimanal e è
sconosc iuta. l loro spazi di diverti-
me nto so no qu e lli s portivi : campi,
Sono religiosi i giovani cu ban i?
Esistono anche ne l 'iso la di Castro
diverse tendenze relig iose tra i
giol'ani ?
la m e ntano , perché i fig li tornano
stanc hi , fa me li c i e spesso div e rs i,
c ioè pegg iori, il che fa pensare che
l'es pe ri e nza s ia negativa.
pal estre, prati e s imili .
È diffusa la re li g iosità catto li ca,
ne ho avuto la riprova partecipando
Studio e la l'OJ'O. dunque ?
a ll a festa de l la Madonna de ll a
Sì . La c hi amano "beca" . La beca
Cariclacl, patron a del!' iso la : ho vis to è il periodo lavorativo in campag na,
mov ime nti di massa. C redo tuttav ia un a spec ie di tiroc ini o pratico c he.
c he non s ia da esc lude re un a certa stando a tutti i racconti , non funziona
supe rfici alità, inev itabi le dopo tanti affatto co me mezzo di ed ucaz ione.
Il rettor maggiore assiste
compiaciuto al gioco dei giovani.
a nni di ate is mo di sta to . Le a ltre
re li g ioni invece non hanno attecch i-
to e ne mmeno le sette. Si d ice c he il
gove rno abbia vo luto favorire il cu l-
to a fricano , ma non si è diffu so gran
che. D 'a ltra pa rte le sette, non es -
se nd o faci le l'e ntrata dagli Stati
Uniti, non hanno potuto fare prose-
li ti, co me è accaduto in altre parti
del mondo. Il M ov ime nto New Age
è conosc iuto dall a gente solo pe rché
Compreso? Pe rciò sme ttetela cli
pensare c he fare bbe bene anche qui
in lt ali a e, in genere, in occ idente, nei
paes i capitali sti. Forse a qu a lc uno cli
noi fa go la, confess iamolo : dà l'idea
cli una suggestiv a operazione di li f-
ting per la nostra malandata scuola,
m a te ni amoc i le nos tre incongru en-
ze ass ie me a " Madonna L ibertà" .
Giancarlo Manieri
GENNAIO 1998 IJS

2.3 Page 13

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COMMEMORAZIONI
La Redazione
O L'elogio. Le parole
tivo l'attendeva, perché
più belle di riconosci-
potesse palesare tutta la
mento della sua preziosa
sua sorprendente versa-
opera e della sua testi-
tilità e rendere alla con-
monianza salesiana ven-
gregazione il servizio più
nero dall 'allora rettor
qualificato e sacrificato.
maggiore don Viganò :
Dopo che fu chiamato
"Tutta la vita di don Pilla
nel 1963 ad assumere la
è stata un tessuto di
carica di economo gene-
amore alla congregazio-
rale , poté annoverare al
ne salesiana (. .. ) . Non
suo attivo alcune grandi
ebbe mai la tentazione
realizzazioni: riuscì a far
del padrone, ma sempre
inserire nei piani regola-
quella de/l'amministrato-
tori urbanistici la costru-
re sorridente, generoso.
zione del tempio di Don
E poi un senso profondo
Bosco al Colle , della uni-
del valore religioso del
suo servizio, accompa-
versità salesiana del-
l'UPS, della sede della ca-
gnato da una crescente
sa generalizia alla Pisana.
competenza ".
O Le tappe. A riprova
delle sue straordinarie
doti e capacità c'è quella
I Don Ruggiero non ha mai dimenticato i giovani,
anche se il suo servizio in congregazione
lo teneva lontano da essi. La foto è del 1981.
O Il salesiano. Ma rima-
se sempre il religioso
semplice, affettuoso ver-
so i confratelli , signorile
che molti chiamerebbero
"carriera fulminante ": a
16 anni la decisione di
essere di Don Bosco , a
DON RUCiCilERO PILLA
UN UOMO
nel tratto, umile, discreto,
garbato nel comporta-
mento , cortese nelle re-
lazioni. Non ci si stanca-
29 già direttore , a 36
membro del capitolo ge-
nerale , a 40 ispettore, a
45 braccio destro del-
PER GRANDI
IMPRESE
va di sentirlo parlare,
raccontare i suoi anni
giovanili , la sua vivacità
goliardica ai tempi della
l'economo generale, a 53
economo generale. Rie-
letto per tre capitoli ge-
Sono da poco passati 1Oanni dalla morte
di uno dei salesiani "doc",
"Gregoriana". E c'è chi
ricorda la sua formidabile
capacità di "tenuta " in
nerali successivi pratica-
mente all 'unanimità. Uno
dei pochissimi voti con -
trari il suo.
cui la congregazione deve molto.
Tra le tante sue benemerenze c'è
quella di aver voluto il Bollettino Salesiano
a colori e in rotocalco.
una classe con più di
sessanta alunni , agli al-
bori della sua vita sale -
siana.
O Le capacità. A nessu-
O Il superiore. La sua
no sfuggì la sua capacità di governo , la visione concezione di governo la si evince dalle sue stes-
delle urgenze improrogabili dei luoghi dove svolge- se parole, in occasione della prima nomina a diret-
va il suo servizio e il coraggio delle realizzazioni . tore: " Vi chiedo il favore di unirmi a me nella pre-
Ebbe riconoscimenti prestigiosi: - il paese del suo ghiera .. . Sono uno di voi; scelto dal vostro fianco,
primo direttorato gli conferì la cittadinanza onora- intendo continuare ad essere al vostro fianco".
ria: aveva nel decennio terribile 1940/'50 triplicato Hanno detto di lui i suoi confratelli : "Viveva in
la struttura edilizia dell'istituto che dirigeva e realiz- mezzo a noi come il più umile di noi!"
zato un altro complesso per le ragazze , subito affi-
dato alle FMA . - Il Ministero della Pubblica O L'uomo. Chi l'ha avvicinato è rimasto impres-
Istruzione gli assegnò la medaglia d'oro per bene- sionato dalla sua cortesia e signorilità. Don Pilla
merenze culturali. - I superiori lo fecero ispettore. rimane un esempio luminoso, che a buon diritto è
- Il Signore lo gratificò, e indubbiamente fu questo entrato a far parte di quella letteratura salesiana,
il riconoscimento più ambito, di buone vocazioni ancora in gran parte nascosta, che ci auguriamo
sia di salesiani che di Figlie di Maria Ausiliatrice.
venga prima o poi alla luce in maniera organica a
edificazione di tutti.
O Le benemerenze. Ma qualcosa di più impegna-
o
BS GENNAIO 1998

2.4 Page 14

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La grande editrice fondata da Don Bosco compie novanta
SEl:90ANNI
PER LA SCUOLA
Di Sergio Giordani
UN PO' DI STORIA
I 1 31 luglio de l 1908 si presenta-
rono da l regio nota io torinese
Carlo Faà in sette a c hiede re la
costituzione di una Società Ano ni-
ma per az ion i con il nome di "So-
cietà Internaz ionale per la d iffus io-
ne della B uona Stampa", sede in
Torino e succ ursa li a Catani a, M il a-
no e Parm a. La nuova soc ietà aveva
come scopo " la pubb li caz ione di pe-
riodici, dei 'Bo ll ettini Salesian i', le t-
ture, op usco li , fog lietti e libri mora li
e reli g ios i" . Tre di loro rapp resenta-
vano azion isti in g lesi e spagnoli; g li
altri erano un a ustri aco e tre be lg i,
in tutto 25 persone. Il cap itale soc ia-
le era di 400.000 lire pe r quattromila
azion i de l va lo re d i lire 100 l' una.
La nuova Società nasceva sotto il
regno di Vittorio Emanuel e III e si
qualificava come " intern azionale" in
forza de ll a caratterizzazione de i suoi
az ioni st i. La " Società Ed itri ce Inte r-
naz ional e" S.E. I.
Ideata del Beato Filippo Rinaldi
la SEI è impegnata da sempre ne lla
produ z ione sco lasti ca. Essa crede
IL PROGETTO CULTURALE
La funzione cu lturale della SEI può
essere sintetizzata in cinque punti:
a) Essere presente in modo attivo
nel dibattito cu ltu ra le in genere e
in quello re lativo ai rapporti fede-
cultura.
b) Cooperare alla riflessione peda-
gogica sui problemi del la forma-
zione , e della innovazione e spe-
rimentazione didattica.
c) Far riscoprire e promuovere i valo-
ri propri dell 'umanesimo cristiano.
d) Cooperare al recupero della me-
moria storica, patrimonio da non
disperdere e chiave di lettura del
presente.
e) Promuovere la capacità critica
attraverso testi scolastici scienti-
ficamente corretti e didattica-
mente adeguati alle esigenze e
funzioni di una scuola che deve
misurarsi con le sfide de ll a so-
cietà pluralistica, complessa e in
rapido cambiamento.
GENNAIO 1998 BS
nell a scuola come mezzo di prom(:)-
zione umana e di crescita sociale. La
ri cerca pedagogica, la sperimenta-
z ione didattica, la fedeltà al servizio
di giovani e insegnanti hanno impo-
sto i suoi testi all ' attenzione della
scuola italian a, contribuendo anche
a superare la ri g ida contrapposizio-
ne fra c ultura lai ca e religiosa.
Il catalogo SEI propone manuali
c he da decenni non cedono il passo.
Il variare de l gusto ha imposto nuo-
ve cope rtine e una rivi sitazione del-
la veste tipografica con aggiornamenti
de l conte nuto, c he tuttavia lasc iano
ina lterato l'apparato me todol og ico e
didattico. Lingua madre, più nota con
il nome dei suo i autori Moretti-Con-
sonni , è un a grammatica itali ana adot-
tata da decenni nelle sc uole med ie
superiori . Generazioni di studenti del-
le magi strali hanno studi ato l' Arit-
metica Razionale di Nicosia-Cordo-
va. Chi si è cimentato con il greco
certamente ricorda il prontuario dei
verbi greci di Marco Pechenino.
Ripercorrendo la storia de ll a SEI
si scopre la sua capacità di far fronte
con efficacia alle urgenze del mon-
do scolastico. Lo si è vi sto in modo
particolare nel 1979, anno della ri-
forma della sc uola media infe riore ,
quando in breve tempo la SEI ha
rinnovato radicalmente i suoi testi ,
con uno sfo rzo economico e produt-
tivò da prim ato . In quegli anni è di-
ventata la prima casa ed itrice scola-
stica in Itali a.

2.5 Page 15

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anni e pensa al futuro.
Martin Luther King
IO HO UN SOGNO
5cm u e tlùcOJ-si
t'he luumo (.'l/mhiato il mondo
DIVERTONO
E ISTRUISCONO
La sua produzione non si è limita-
ta ai testi ; essa ha fornito suss idi per
gli in segnanti su tematiche didatti-
che e questioni metodologiche, sus-
sidi audiov isivi e tecnico sci entifi ci.
Qualcun o ha interpretato il marchio
SEI all a latin a, traducendolo "Sere-
nant Et Illuminant", come a dire che
i libri dell a SEI divertono e istrui-
scono. Il motto esprime la di sponi-
bilità de ll ' editrice a dialogare con
un pubblico vasto che va dai ragazzi
agli studiosi. L' attenzione ai ragazz i
ha sempre caratterizzato il catalogo
dell a SEI con pubblicazioni che
spaziano dal rom anzo al testo para-
scol asti co, dotato di note e piste di
ri cerca, al libro-strenna. Con la sag-
g istica rivolta agli adulti ha cercato
un di alogo aperto, centrato sull ' uo-
mo, con l' intento di aiutarlo a ri sco-
prire le radi ci del suo essere e dell a
s ua storia .
I BEST-SELLER
Alcuni volumi della SEI hanno formato
generazioni. Chi non ha letto Riuscire,
di Miche! Quoist, il sacerdote france-
se , riconosciuto "maestro di vita", cui
generazioni di giovani devono la sco-
perta della fede e di se stessi. Dei suoi
libri tradotti in tutto il mondo , la SEI ha
proposto i migliori: Dieci minuti con
Dio , un "Vangelo telev isivo " per il
grande pubblico ; A Cuore aperto, ap-
punti autobiografici di vita spirituale e
di preghiera; Cristo è vivo, una propo-
sta di spiritualità per l'uomo della stra-
da; Passo dopo passo, per i giovani ,
che stanno cercando di dare un 'im -
pronta alla propria esistenza; Parliamo
d'amore, testi di riflessione sull'amore .
Vittorio Messeri , noto esponente del-
la cultura cattolica italiana, si è impo-
sto al pubblico internazionale con il
suo Ipotesi su Gesù, best-seller dell'e-
ditoria religiosa dal 1976 ad oggi . La
sua inchiesta puntuale e appassionata
sul più decisivo mistero della storia
solo in Italia ha venduto oltre un milio-
ne di copie . Scommessa sulla morte,
un tema-sfida per ragione e religione ;
Inchiesta sul cristianesimo, interviste a
noti esponenti
della letteratu-
ra, della scien-
za, del diritto ,
della filosofia e
della teologia,
della politica e
della vita rel i-
giosa; Patì sot-
to Ponzio Pila-
to, una indagine sulla passione e mor-
te di Gesù .
André Frossard, ateo dichiarato, con-
vertitosi al cristianesimo, caustico corsi-
vista del famoso Le Figaro, ha pubbli-
cato con la SEI il suo capolavoro Dio
esiste io l'ho incontrato , una storia
d'amore con Dio , accolta con entusia-
smo dalla stampa internazionale, il suo
appuntamento con un Amico prima mai
conosciuto .
Del premio Nobel per la pace Martin
Luther King , profeta dei diritti civili , la
SEI ha pubblicato La forza di amare e
lo ho un sogno, due libri che raccolgo-
no i suo i famosi discorsi , dai quali
emerge un pensiero , illuminato dalla
dottrina cristiana dell 'amore operante
attraverso la non-violenza.
LE NOVITÀ
Nella collana tascabile "S.E.I. Re-
Poche settimane prima di morire , il print" vengono proposti tre libri di
noto archeologo italiano Sabatina successo.
Moscati ha consegnato alla SEI il Frammenti ritmati di Gibran Khalil
suo ultimo lavoro Così nacque l'Ita- Gibran , un volumetto che riunisce le
lia, 208 pagine corredate da 40 ta- due opere più note e suggestive di
vole fuori testo che racconta le origi- uno dei più amati profeti moderni.
ni d'Italia; il suo costituirsi , dal VII al Vittorio Amedeo Il di Geoffrey Sym-
I secolo a.e ., in organica unità na- cox descrive la personalità di que-
zionale . Franco Garelli , il più atten- sto re , modello di diligenza burocra-
to osservatore del mondo giovanile , tica e di pignoleria, ma anche uomo
in collaborazione con Marcello Offi è dall 'ira facile e dall 'energia che rag-
l'autore di Giovani, una vecchia sto- giunge il parossismo .
ria?, di grande utilità per genitori , Storia del Medio Oriente di Peter
insegnanti ed educatori , ai quali pro- Mansfield analizza le radici di un fe-
pone dati, criteri di lettura e valuta- nomeno storico che nell'ultima decade
- - - - - - - - 7 zione per una migliore comprensio-
ne dell 'universo giovanile e del
del XX seco-
lo sembra a-
sistema di relazioni che esso intrec-
cia con il mondo adulto . Pier Luigi
Baima Bollane , ordinario di medici-
na legale all 'Università di Torino ,
direttore del Centro Internazionale di
zr;
mili
l'l:."fER
MANSFlElD
STORIA
DEL MEDIO OiUFNI'E
ver raggiun-
to il suo più
alto grado
di comples-
sità , con il
Sindonologia, ha scritto per la SEI
risveglio
Sepoltura del Messia e sudario di
dei nazio-
Oviedo , un saggio che ricerca ulte-
nalismi lo-
riori elementi di supporto nei testi
cali e la
apocrifi , nella cosiddetta letteratura
prepoten-
intertestamentaria e nella letteratura
te affer-
pagana, alla storia della sepoltura di
mazione
Gesù , considerando le usanze fune-
dell'inte-
rarie giudaiche e le acquisizioni de-
gralismo
gli scavi .
islamico .
Don Sergio Giordani, garante
della missione educativa della SEI.
SOFTWARE E HARDWARE
Nata dall a pass ione editori ale di
Don Bosco, convinto che il libro
fosse uno strumento essenziale di
promozione dell e c lassi più povere
e di educazione cri sti ana, la SEI ha
allargato la sua attività ai nu ovi
BS GENNAIO 1998

2.6 Page 16

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strumenti comunicativi. Il suo cata-
logo comprende una notevo le serie
di proposte software e hardware:
dalla lavagna luminosa alla televi-
sione a circuito chiuso, ai compu-
ters, alle videocassette. Soprattutto
nel settore dell'educazione linguisti-
ca sono stati studiati e realizzati dei
laboratori dalle prestazioni diverse e
sofisticate, grazie allo sfruttamento
di metodologie didattiche molto
avanzate.
ANCORA SUL PODIO
Oggi la SEI è la terza ed itrice per
adozioni nel mercato della Scuola
Media Inferiore e la seconda di quel-
lo della Scuola Media Superiore. Il
suo marchio resta prestigioso e au-
torevo le. Tuttavia, l'alta competi-
IN INTERNET
La SEI di oggi non poteva non
essere in Internet. http://www.edi-
tricesei.com è l'indirizzo del suo
sito. Si tratta di un ambiente di
incontro dove è possibile ottenere
informazioni , aiuti e confronti su ar-
gomenti riguardanti la scuola , i
docenti , gli studenti e le loro fami-
glie. Attraverso una serie di servizi
è possibile accedere alla versione
virtuale delle riviste SEI , partecipa-
re a forum tematici sulla didattica
delle discipline, consultare i catalo-
ghi SEI e dialogare tramite le "ba-
cheche elettroniche " con i nostri
autori .
GENNAIO 1998 IJS
zione, le particolarità del mercato
scolastico che in questi ultimi tempi
si è notevolmente contratto per ef-
fetto della diminuzione della popo-
laz ione scolastica e subi sce g li at-
tacchi della produzione illegale dei
testi , ha costretto la SEI a ripensare
le sue strategie e a diventare sempre
più attenta ai costi della sua orga-
nizzazione complessiva. In questa
ottica ha elaborato da poco un piano
di rilancio , che punta a renderne più
evidente l' immag ine come casa edi -
trice scolastica di grande tradi zione
e al tempo stesso proiettata al futu-
ro. Esso prevede un impegno priori-
tario nella produzione sco lastica,
tradizionale attività della casa edi-
trice, senza abbandonare la produ-
zione di varia.
RIVOLUZIONE Al VERTICI
La direzione generale della con-
gregazione salesiana ha affidato il
compito di rilanciare la SEI a una
nuova squadra di dirigenti.
Domenico Lodato è stato nomina-
to amministratore delegato . Diplo-
mato in ragioneria, ha operato nel
campo della revisione contabile e
dell 'organizzazione e ha un a espe-
rienza decennal e quale diri gente di
divi sione operativa di una multin a-
zion ale, per la quale ha svolto inca-
richi a li 'estero.
Roberto Giulie/ori è il nuovo di-
rettore edi torial e. Laureato in lette-
re, dopo un periodo di in segnamen-
to , ha operato in Bruno Monda~ori,
Fabbri-Bompiani, Principato. E e-
sperto dei processi di ideaz ione e
produzione di testi scolast ici e non.
Ha coordinato, tra gli altri , alc uni
grandi progetti di storia, sto ria del-
1'arte e geografia.
La funzione di garantire la mis-
sione ed ucativa sa lesiana della casa
editrice è stata affidata a don Sergio
Giordani, sacerdote salesiano, lau-
reato in psicologia, direttore per sei
anni della rivista per giovani Di-
mensioni Nuove . Vincitore nel 1990
del premio g iornal istico Federico
Motta Editore "I Giovan i e l'Euro-
pa", nel 1994 don G iordani ha con -
seguito il master in editoria all a
Stanford University in California.
IL POOL OPERATIVO
Le linee didattiche e metodologi-
che sono definite da un Consiglio
Ed itoriale formato dal Rettor Ma-
gn ifico della Un iversi tà Pontificia
Salesiana di Roma don Miche le Pel-
lerey, dal decano della Facoltà di
Sc ienze dell 'Educazione dell 'UPS
don Carlo Nan ni , dalla preside della
Facoltà Auxilium delle Figlie di
Maria Ausiliatrice suor Enrica Ro-
sanna e da don Proverbio, docente
salesiano all'Università di Torino.
La SEI, che dal I908 opera ne lla
editoria, festegg ia i suoi novant'an-
ni , orgog li osa dell a sua tradiz ione e
guard ando al futuro.
Sergio Giordani

2.7 Page 17

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La Redazione
D on Antonio Domenech è
il consigliere generale per
la pastorale giovanile , chia-
mato a sostituire don Luc Van
Loo y, ora vicario del rettor
maggiore. Viene dalla Spa-
gna dove è nato , ha com-
piuto gli studi ed è stato ordi-
nato sacerdote . Le sue tap-
pe: direttore dei teologi, con-
zioni d'impegno cristian o,
come rivela la ricerca fatta in
occasione del Congresso Eu-
caristico di Bologna. Questa
è la sfida. La PG l'accetta per
indicare ai giovani la strada
del Vangelo e accompagnarli
nell a costruzione di alla
luce dei valori cristiani.
sig liere ispettoriale, delegato
ai capitoli generali 21 e 23 ,
ispettore. Dal marzo del 1996
guida il dicastero della PG. A
Qual è la più grande urgenza
della PG mondiale ?
L'estate scorsa ho avuto la
fortuna di partecipare al "Fo-
lui abbiamo rivolto qualche
rum Internazionale dei giova-
domanda in un momento tan-
to delicato, col lii mill ennio
ni' a Parigi. ho potuto per-
cepire la sensibilità e le spe-
ormai alle porte.
ranze di 250 giovani di tutto il
mondo. Ascoltandoli mi sono
L'ultimo capitolo generale ha
convinto di due urgenze fon-
scelto lei come consigliere
damentali:
mondiale per la pastorale gio-
vanile. Così è entrato a con-
Essere testimoni signifi-
cativi , capaci di rendere visi-
tatto con giovani di ogni colo-
bile la persona di Gesù . Oggi
re! Come si può pensare a
una PG unitaria tra tanta di-
versità di popoli e culture?
Don Antonio Domenech,
consigliere mondiale per la pastorale giovanile.
i giovani non cercano belle
parole o grandi programmi ,
ma persone e comunità capa-
Questo contatto con giovani
di ogni paese e colore è for-
midabile e arricchente: apre
UNA EMERGENZA
ci di incarnare il Vangelo .
Ammirano Gesù , ma trovano
insormontabili difficoltà per
all 'universalità, aiuta a ricono-
scere tanti don i diversi, co-
PLANETARIA
sperimentarlo vivente e pre-
sente. Hanno bisogno di testi-
stringe ad accettare le urgen-
moni che possano facilitare
ze e le sfide che la condizione
giovanile presenta. I salesiani
hanno un comp ito ep ocale:
Di fronte a un mondo
sempre più complesso i giovani
l'incontro con Lu i.
Avere il coraggio di fare
proposte concrete, attuali,
scoprire e far proprie le linee
che identificano la pastorale
come salesiana. Per questo
sembrano sempre più inquieti.
Che ne dice il responsabile mondiale
esigenti. C'è grande genero-
sità e capacità di azi one nei
giovani , ma molti di loro non
occorrono tre passaggi .
Da una pastorale giovanile
della pastorale giovanile?
trovano né proposte sufficien-
te mente audaci , capaci di
centrata sui singoli ad un a
impeg nare la vita e dargli un
radicata nella comunità educativa-pastorale. Al ce ntro si senso, tappe progressive in grado di offrire percorsi pos-
colloca il problema vocazionale.
sibili per un impegno personale e comunitario.
Da una pastorale giovanile imperniata su lle attività ad
una costru ita su progetti e itin erari. La proliferazione di ini- Come giudica le recenti iniziative del servizio pastorale CE!:
ziative non coordinate va a scapito di un processo condivi- cristianizzazione del rock; lancio di giovani cantanti "cattoli-
so di crescita e trasformazione interiore.
- ci"; CD sponsorizzati dalla CE/; inviti a cantanti famosi, al-
Da una pastorale frammentata ad una pastorale che at- cuni anche chiacchier{lti; progetto di una scuola permanen-
tua una si ntesi creatrice tra tutti gli elementi che la compon- te per lanciare giovaniYatenti; una TV nazionale cattolica?
gono. Tutti sono co nvinti dell a necessità di questa unità, ma Queste iniziative rispondono all 'impegno-dovere della
si fa fatica a tradurla in processi operativi veramente unitari. Chiesa italiana di voler essere in mezzo al mondo per svi-
luppare e approfondire la dimensione culturale della fede e
Oggi la PG è finalmente una preoccupazione primaria della della speranza ecclesiale. Il Vangelo non può essere co-
Chiesa. Perché è diventata il problema numero uno ? E per- stretto nel privato , deve confrontarsi per essere lievito nella
ché si parla di "emergenza pastorale planetaria "?
cultura, nei costumi , nell'econom ia, nell'arte, nella comuni-
Il Papa ha proposto come progetto pastorale per il lii millen- cazione. Lo stesso Pontefice ha parlato della presenza
nio la "Nuo va Evangelizzazione", cioè un rinnovato impe- della Chiesa nei "nuovi areopaghi", dove si creano la men-
gno per ann unciare il Vangelo con un nuovo linguaggio, tal ità e gli stili di vita della società. Come Paolo ebbe il
una dive rsa sensibilità e un ringiovanito ardore. Tale annun- coraggio di annunciare il Vangelo nella piazza di Atene con
cio coinvolge persone, sistemi di pensiero, di valori e di vita. un linguagg io adatto alla mentalità degli ascoltatori , così
La questione più rilevante è ristabilire il dialogo tra Vangelo oggi la Chiesa deve affrontare i territori dove gli uomini si
e culture. In questo progetto l'attenzione ai giovani riveste esprimono e creano cultura.
un'importanza peculiare: essi si trovano nel punto crucial e La musica è certamente uno di questi areopaghi , soprattutto
per la costruzion e della personalità e del sistema valoriale. per il mondo giovanile, che attraverso essa esprime senti-
La PG deve offrire un dialogo fecondo , affinc hé la fed e menti e pulsioni , timori e speranze. E se certe forme possono
diventi il riferimento fondamentale della vita. Molti giovani favorire la superficialità, ciò non deve impedire il confronto.
infatti, alla ricerca di ragioni per vivere, sono aperti a solu-
BS GENNAIO 1998

2.8 Page 18

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Ogni domenica trasmette in diretta l'«Angelus» di Giovanni
IN MADAGASCAR
SULLE ONDE
di Luigi Zuppini
DI RADIO DON BOSCO
Non ha compiuto ancora
un anno di vita,
ma « Radio Don Bosco
Madagascar» ha saputo
crearsi già una grande
simpatia e un 'infinità
di amici e di ascoltatori.
Eppure la partenza
non è stata facile.
Il Madagascar è grande quasi
due volte l'Italia, ma ha meno di
12 milioni di abitanti, più di un
terzo nella capi tale Antananarivo.
I cristian i sono il 45%
(25% i cattolici). Nella foto,
commercio agricolo. Solo il 5%
del territorio è coltivabile,
ma 9 abitanti su 1Ovivono
di agricoltura (riso, caffè).
Mentre la pesca ha solo
importanza locale.
L o scettic ismo è stato il primo
ostaco lo incontrato da « Ra-
dio Don Bosco ». In ambienti
non cattolici e laic i de ll a cap ital e, si
suss urrava: « C he c i sta a fa re una
rad io cattol ica? C he pretendono di
fa re i cattolici adesso? ». In ambien ti
sq ui sitamente catto li ci in vece: « Ma
che tipo di radio catto li ca questa,
c he preghi e re e canti sacri con il
contagocce? ».
LE ELEZIONI IN DIREn'A
A poco più di un anno però « Ra-
dio Don Bosco » ha imposto un suo
volto preciso di rad io ag il e, s impati-
ca , aperta a tutto campo a i proble mi
g iovanili , soc ia li e politi c i, sensibile
al messaggio re li g ioso fatto con in-
te lligenza e sobrietà, capace di un ' in-
fo rm az ione tem pestiva e inte lligen-
te. Ha dovuto supe rare vari « batte-
s imi », primo fra tutti i du e turni di
elezion i pres ide nziali co n tanto di
libe rtà di es press ione e di informa-
zio ne da ri vendi care e da impo rre,
di ri fiuto di pubblic ità partitica, di
inte rviste ai vari candidati su que-
stioni care al mondo sa les iano. E co l-
legamenti in di retta dal mini stero
deg li inte rni durante lunghe notti
pe r dare tempest ivamente i primi ri-
sultati , e poi i dibattiti e le tavo le
roto nde. C i s i è messo anche il te m-
po per te ntare di sconvolgere i pia-
ni : un a seri e di furi osi temporali , a l-
i' ini z io di novembre, mise a dura
prov a le attrezzature tecniche. Ma la
tempesta passò senza grav i proble mi .
IL CUORE ANl~A1ORE
« Radio Don Bo(co » può conta re
su tren ta g iovani mal gasc i impegnati
nella produ.z ione di programmi , ne l
giornalismo, nei reportage, nei con-
tatti con il mo ndo g iovanile della
capitale. Sono essi i ve ri protagoni-
st i. Non s i voleva in ness un modo

2.9 Page 19

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Paolo Il. Una radio africana che vuole crescere con la sua gente.
una rad io straniera che parlasse mal-
gasc io , ma un a vera radio malgascia
e g iovanil e fatta da g iov ani m alga-
sc i pe r i malgasci e per i g iovani.
Di qui un universo di contatti con
assoc iaz ioni culturali , sportive, g io-
vanil i per poter e ntrare in dialogo
con un mondo purtroppo lontano
dalla C hiesa, un mondo fe lice me n-
te sorpreso di questa capacità di
di alogo e nell o stesso tempo ammi-
rato per come una radio catto lica
possa giocare a tutto campo senza
timori revere nziali .
S impatia e profess ionalità dun-
qu e, ri conosciuta anche dal mondo
dei gio rna li sti c he premiarono allo
stadio « Mahamas in di Antanana-
rivo come mi gliore g iorn ali sta spor-
tivo deIl ' anno iI corrispondente di
« Rad io Don Bosco». Tanti interessi
quindi e a tutto campo.
RADIO CATTOLICA
Epp ure non manca un ' imposta-
z ione apertamente religiosa co n la
preghi era de l mattino , con program-
mi come « Orizzonti catto li c i», « La
Parola di Dio de l g iorno », « Il Santo
del g iorno ». Non manca la trasmi s-
s ione de lla santa messa ogni dome-
nica in diretta o dallo studio o da
qualche chi esa della capitale, la « ca-
teches i» del card inale Armand Ra-
zafindratandra e trasmissioni in di-
retta come « Hono aho mompera »
(«Sono io, il sacerdote, che ti par-
lo»), che attira tanta attenzione e
crea una vivace polemica e concor-
re nza, tanto da sp ingere i protestanti
a fa re il para lle lo su d i un 'altra
rad io con una trasmiss ione da l titolo
« Hono aho Paste ra» Sono io, il
pastore, che ti parlo »). E come co-
ro namento di questa be ll a marcia,
ecco la recente installazione di un ' an-
tenna parabolica c he capta il satellite
di Rad io Vaticana e c he permette a
« Radio Don Bosco » di sintoni zzar-
si pe r i vari not iz ia ri re ligios i e poli-
tic i dal mondo e soprattutto c he per-
mette a tanti catto lic i e non cattoli ci
de ll a cap itale di ascoltare !' « Ange-
lus » di Giovanni Paolo II ogni do-
me nica. La sfida di « Rad io Don
Bosco » continua. Essa è chi amata a
essere un autentico strumento di
evange li zzazione , una radio capace
di e ntrare in dialogo con il mondo
c ulturale e giovani le che sta allonta-
nandos i rapidamente dalla chiesa e
non ne capisce più il linguaggio.
Ma per raccoglie re nel migliore dei
modi questa sfida , non basta tra-
smettere. Bisogna mettersi in con-
tatto e frequentare la grande città
per cap ire, dialogare, interessare,
c o in v o lgere .
Qualcuno sussurra pure: «Ma quan-
ti so ldi hann o questi sa les iani .
Quanto coste questa radio? ». ,
costa! Forse non tantissi mo ri spetto
ai costi e urope i, ma s icuramente
moltissimo ri spetto all a vita in Ma-
dagascar. È il costo di una comples-
sa opera sa lesiana. Ma si tratta di una
vera impresa di educazione e di evan-
gelizzaz ione, e la provvidenza non
ci mancherà !
o
Luigi Zuppini
Ma iso n Don Bosco B.P. 60
I05 Ivato Aéroport
MADAGASCAR

2.10 Page 20

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IN ITALIA&NEL MONDO
ITALIA
del C D: ci so no profuse tutta
l' inte lligenza e la pre parazio-
ne di espe rti , educato ri , sale-
NPG IL PRIMO CD
sian i, Figlie d i Mari a Aus ili a-
DELLA SUA STORIA trice e collaboratori laici sin-
ceramente appassionati de i
Il CSPG (Centro Naz iona le di g iovan i.
Pastorale G iovan ile) di Roma L'estros ità cli Giancarlo De
ha fatto s ine rg ia con la LDC Nico lò, la competenza pasto-
di Torino Leumann e ne è rale e la pass ione inform atica
nato il primo CD-ROM dell a cli Ri ccardo Tone lli, la tec ni ca
sua storia, "per navigare in e l'esperienza dell a LDC e
Note di Pastorale giovanile", del SIS hanno creato qu esto
come recita il frontes pizio del- picco lo capol avoro , che deve
la c ustod ia (ne ll a foto). Così , esse re s ul tavo lo di tutti gli
con una re alizzaz io ne moder- ope ratori di PG , deg li an ima-
niss ima e utili ss ima la nota ri- tori , dei parroci, deg li incari-
vista cele bra il suo trentes imo cati de i giovani , de i catechi-
compleanno. Nav iga re attra- sti , dei genitori e cl i quanti
verso tanti anni di c reati vità e hanno a c uore il probl em a
un mare di idee deve essere dell a educazione. Dagli anni
suggesti vo, può lasciare in- o rmai lontani cie l co ncili o ad
d iffe re nti. 24 88 articoli (798 oggi l'educazio ne de i giovani
riportati per intero) , frutto ha un nom e, qu e llo legato a lla
della creatività e de ll a compe- propos ta ispirata a l cari sm a
tenza ed ucativa d i tante per- sales iano cli "Note di Pastora-
sone, costituiscono il tesoro le G iovanile".
fO Li o
~ID!Dm:xni
. •e
. , l / ' 1 . . . . . . _ _ 7 1'-'
) 1.ll'IH.l.!l;
' S/S
1oa1f111Mrt- 1n,r f'l, 1ru,1,,,,.,,11,u-rfor1•
La copertina del CD.
GENNAIO 1998 BS
ASUNCIÒN E ROMA BRASILE
CONVEGNO
In preparazione al prev isto
"Convegno di storia salesia-
na" che s i terrà ne l nove mbre
de ll 'ann o 2000, dal titol o "Ef-
fi cac ia e s ig nifi catività socia-
le de ll ' az ione de ll a Fami g li a
Sa les iana fra il 1880 e il
192 1", s i sono svo lti i primi
du e semin ari promoss i da
ACSSA (Assoc iaz io ne C ulto-
ri cli Stori a Sales ia na). S ia
quell o sudame ri cano, te nutosi
a Ypacaraì (As unc n) dal 15
al I 8 Iug li o 1997 , che qu ell o
e uro peo svoltos i a Ro ma dal
26 al 28 settembre hanno
visto una num erosa partecipa-
zione di sa les iani , FMA e
laici (poc hi ). Il prossimo ap-
puntame nto è previ sto per la
primavera-estate 1999 e in
esso s i do vrà definire il pro-
g ramm a deg li inte rventi cie l
Convegno che fin d'ora si
prevede ri cco di partecipanti
e cli re laz ioni clall ' alto profilo
1cu lturale.
1partecipanti
ai due seminari
(Asùnciòn - Ypacaraì
e Roma - Pisana).
VITTORIA DEI
GIOVANI INDIGENI
La mi ss ione sales iana di San-
graclouro, Mato Grosso, ne l
1994 offrì ag li indi geni de ll a
zo na, c he avevano concluso
g li studi di primo grado, un a
nu ova opportun ità : tre anni cli
sc uola cl i second o grado pe r
la fo rm az ione di maes tri onde
pote r ass ic urare ai ragazz i del -
la zona la poss ibi Iità cli prose-
g ui re g li studi. Come docenti

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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SUDAN
DOVE FINISCE
IL DESERTO
A Khartoum è stata inaugura-
ta la nuova co ll aborazione
de lle FMA a Hi ll a Mayo, uno
slum de lla capitale del Sudan.
La diocesi ha loro affidato un a
scuola con circa 800 allieve,
tra i 10 e i 18 anni. Suor Tere-
sa Manakalayatt, mi ss ionari a
indi ana, e suor Elzbieta Cza r-
nec ka, di origine po lacca, so-
no state scelte per questa nuo-
va opera grazie all a loro co-
noscenza de ll a lingua araba.
Esse contano già alcuni anni
di vita miss ionari a nel Sudan ,
tormentato da una estenuante
guerra civile e re ligiosa da par-
te di fondamenta listi islamic i.
Il quartiere Hi ll a M ayo è a
magg ioranza cristiana: profu-
ghi fu ggiti dal sud , dove più
forte è la rep ressione contro i
cristiani . Le FMA hanno ape r-
to anche una sc uol a di rec u-
pero per ragazze poco sco la-
ri zzate e lezioni di promozio-
ne per giova ni mamme. Ma
c'è difficoltà di freq uenza: la
ragazza nell a cultura sudan e-
se è emarg inata già per il fa t-
to stesso di essere donna, è
più " utile" a casa come serva
che non sui banchi di scuol a
come all ieva. La sfida per le
suore sta proprio qui: aiutare
le g iovani , la mamme, le don-
ne a scopri re nuove poss ib i-
lità al di della loro povertà.
La nuova presenza FMA a Hilla Maya.
si offrirono professori dell' U-
ni vers ità Catto lica Don Bosco
di Campo Grande. La ri sposta
fu entusiasmante: più di qu a-
ranta allievi. La minoranza Bo-
roro venne ra ppresentata da
un olo giovane. La magg io-
ran za Xava nte g iunse a 4 1
tudenti. Tra questi ultimi
sette giovani donne, di sposte
ad affro ntare un passo inedito
e di rottura nell a propria cul -
tura , que llo di eserc itare un a
professione. Ora, con un di-
ploma in mano, maestre e mae-
stri affronteranno le nu ove
generazioni per il prog resso
de l loro popolo, che vive in
più di sessanta villaggi in un a
regione più vas ta dell ' Itali a.
I Sangradouro
(Mato Grosso).
Nella foto le nuove aule
a forma di capanna.
MEN024
La prima busta col primo papa dei giubilei,
Bonifacio Vili.
Solo ventiquattro mesi ci separano dall 'anno 2000
della Redenzione. Come si sarebbe preparato Don
Bosco e come avrebbe preparato i suoi giovani? La
domanda è legittima. Siamo certi di non andare lonta-
no dal vero se pensiamo a un Don Bosco che approfit-
ta delle sue famose "buone notti" per raccontare,
magari a episodi, qualcosa sui papi del Giubileo, a
cominciare da Bonifacio VIII, che ebbe la ventura di
iniziare la fortunata tradizione degli anni giubilari. Il BS
presenta ai suoi lettori una breve rubrica ogni mese,
supportata dalla riproduzione della pubblicazione che
le poste vaticane hanno approntato per commemorare
tutti i papi dei giubilei dal 1300 al 2000.
UNA NECESSARIA PREMESSA
Praticamente tutte le religioni conoscono e valorizza-
no il pellegrinaggio nella doppia significazione di viag-
gio fisico e concreto verso una meta precisa di grande
valore storico-commemorativo , e viaggio spirituale
verso una fede più matura e convinta , sostenuta da
una preghiera più fervorosa. Viaggiare è amp li are
orizzonti e conoscenze ad ogni livello, immergersi nel
mistero del dopo, prefigurare l'ultimo viaggio e la meta
finale , che richiedono "i fianchi cinti e il bastone in
mano", sempre pronti al la partenza.
1300 ANNO PRIMO
Il pellegrinaggio dunque è sempre esistito e fu proprio
l'enorme afflu sso di pelleg rini che aumentava ogni
giorno per l'approssimarsi della fine del secolo a far
ven ire a papa Bonifacio l'idea del Giubileo, come pel-
legrinaggio verso Roma , per chiedere perdono delle
colpe e acquistare indulgenze . Così nel febbraio del
1300 scese personalmente in San Pietro e promulgò :
"L'anno centesimo a Roma è sempre giubilare. I pec-
cati sono assolti, le pene condonate. Questo dichiarò
Bonifacio e confermò ", con la bolla "Antiquorum habet
finem ". Dante nella "Vita Nova" (X L, 24: "Deh peregri-
ni , che pensosi andate") lo can , Carlo Martello volle
personalmente parteciparvi. Il Villani calcolò il numero
dei romei in circa duecentomila persone. Enorme per
quei tempi .
BS GENNAIO 1998

3.2 Page 22

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l00annifa
Abbiamo dato un'occhiata al Bollettino del gennaio 1898,
giusto cento anni fa. Vogliamo ojji-ire ai lettori qualche
episodio, fatto, articolo che ha caratterizzato
la nostra rivista e illuminato la nostra storia.
Stavolta abbiamo scelto una commovente notizia
FRANCIA
proveniente dal lebbrosario di Agua De Diòs,
che don Raffaele Crippa scriveva a don Michele Rua.
la più grande chiesa cli Niz-
~ - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~ - za. Impress iona per le sue am-
:a!~_.- , pi e navate, le vetrate, gl i af-
=!~ I- freschi e i mosaici", ha scritto
ice matin. li 25 magg io
scorso, in occas ione dell a pre-
sentaz ione ciel libro sul san-
tu ario cli N6tre-Dame-Auxi-
li atrice. L' autore, l'exallievo
Serge Romain , di ce cli ave r
voluto mettere anche lui una
pi etra per la salvag uardi a cl i
questo santu ari o. Marce! Dal-
lo, segretario ciel comitato per
i restauri , ha offerto la sua co l-
laboraz ione. Pro prio al comi -
tato andrà il ricavato della ve n-
dita ciel libro. Si tratta cl i un
volum e cl 'a rte e cli storia che
documenta vi sivamente come
s i è arri vati all a prez iosità
cli ogg i. Numerosi i di segni , le
raffigurazioni dell e vetrate,
Nelle foto, la copertina
del libro, la facciata
del santuario,
e uno degli schizzi
che ritrae Don Bosco
con le autorità
all 'inaugurazione
del Patronage
Saint-Pierre (1877).
le fo to dei molti protagonisti.
Particolare interessante, vi com-
paiono anche i di segni mono-
cromati ci fatti eia Eugène E-
tienne Doucet ( 1890- 1978), co-
me bozzett i deg li affreschi .
L'artista affetto da lebbra che ha eseguito il busto di Don Bosco,
facendosi legare alle mani gli strumenti per lavorare.
Qui è con allri due giovani ospili del lazzaretto di Agua De Diòs.
LO SCULTORE LEBBROSO
"Si ricorderà , amatissimo sig. don Rua, che una volta le
scrissi di uno scultore lebhroso, il quale s'era j,sso in
capo di voler.fare un busto di Don Bosco. Orbene, contro
le previsioni di tutti , c'è riu scito ed io sono f eli ce di
poterle mandare una piccola fo tografia in cui è ritratto lo
scultore accanto al busto di Don Bosco da lui fatt o.
Questo la voro è veram ente un miracolo, perché se si
osserva da una parte il busto, la vorato con non mediocre
pe1fezione, e dal ' altra part e lo stato compassionevole
del' autore, non si può pensare diversamente. La lebbra
lo deformò talmente negli occhi, che non ci vede quasi
piiì, e gli elimin ò piLÌ di due terzi la lunghezza delle dita,
las ciandog li so lo i m oncherini in.fl ess ibili aff atto.
S' immagini quindi quanta fati ca dovette sostenere il
poverino per riuscire nel suo intento. Tutte le volte che si
metteva al la voro era necessario che gli legassero alle
mani gli istrumenti che avea da usare. Quanta attenzione
poscia non doveva po,-,-e nel' utilizzare quel po' di vista
che ancora gli rimaneva! Eppure la sua pa zienza non
venne meno e riuscì... La sua consolazione f ii immensa,
Venne da me, e - Padre, disse, vengo a sciogliere il mio
voto: ho promesso a Don Bosco che, se mi aiutava a ter-
minar soddisfacentemente il suo busto, mi sarei confessa-
to e comunicato in onore di lui ... - Fece quan to avea
promesso, e benedicendo a Don Bosco che tanto l'a ve va
aiutato parea dicesse : - l'amore vince tutte le d(fficoltà:
io Don Bosco l' amo; ho voluto perciò scolpire le sue sem-
bianze, e quantunque pressoché privo di occhi e di mani
vi son riuscito. Osservate: Non è tutto Don Bosco?" .
GENNAIO 1998 BS

3.3 Page 23

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LETTERA Al GIOVANI
Carissima/carissimo,
Mai come in questo perio-
do la buca delle lettere ha
il suo da fare per inghiotti-
re auguri, per ricontattare
A due anni dal 2000, BS s'impegna
ad accompagnare i giovani verso
il grande compleanno del Signore,
offrendo qualche spunto di riflessione
e di approfondimento, secondo la tematica
Presenza nella vita di tutti
i giorni, di affermare: io
vivo .
La differenza tra esistere
e vivere è grande. Isaia, il
affetti e tenerezze . Rien-
trando a casa l'occh io la
privi legia per un attimo,
prima di salire in apparta-
mento, la cocco la, perché
della proposta pastorale dell'anno in corso,
per arrivare più spiritualmente preparati al grande
appuntamento. Sono le parole e il cuore
di un profondo conoscitore e appassionato
dei giovani e della loro formazione.
profeta, parla di don i che
vengono dal lo Spirito. So-
no suggestivi. Te li elenco:
sapienza, intelletto, consi-
gli o, fortezza, scienza,
sappiamo che qualcuno si
5E ALL'ARC ricorda di noi.
Mi sento emozionato al
pietà, timore di Dio. Impa-
o ra a metterli in fila, non di-
viderli tra loro come non
TOGLI UN pens iero di raggi ung erti
per esprimere vicina nza,
d ivid i i globuli rossi da i
bianchi. Van no sempre
prolungare il sapore delle
insieme, uno dentro l'altro
feste, parlarti, accompa-
come le matriosche . Se
gnarti lungo i mesi di que-
al l'a rcobaleno togli un so lo
sto 1998. Quanti pensie-
co lore, fai scomparire
ri .. . alcuni sono improwisi,
.,
i}IJJi, altri difficili e complessi.
Gli amici ci trovano spes-
l'arcobaleno.
I doni dello Spirito esprimo-
no il viagg io di Dio verso
so soprappens iero, di-
l'uomo (sapienza) e la risa -
stratti. C'è traffico inten-
so di emozioni, di intuizioni, di aspirazioni, di deside- lita dell'uomo verso Dio
ri, di preoccupazioni in ognuno di noi.
(timore-amore di Dio).
Ci troviamo spesso in mare aperto, se nza bussola, Attraverso questi do-
senza stella polare, a volte addirittura senza rem i. ni, ti senti creatura, f i-
Ma è proprio tutto vero quello che diciamo di senti- g Iio, puo i gridare in
re quando siamo frastornati, depressi, deboli?
qualsiasi momen to
" Quando sono debole è allora che sono forte" . Non della vita "Abbà, papà!".
bisogna buttarsi giù. In te ci sono risorse, punti di "Dio è Colui che è". In
appoggio che sollevano il mondo. Prenderne coscien - forza di questo è di-
za è doveroso. Quando parli con la gente in più di una gnitoso affermare "io
circostanza dici: ho avuto un presentimento, un'ispi- sono colui che non è".
razione. Co me ti accorgi di avere un corpo che cam- Questa è sapienza .
bia, così avverti non estraneo a te uno Spirito che Saper proclamare la
invoca . Se i sensi t i dicono: io esisto, lo Spirito ti grandezza del Creato-
la forza di gridare a iuto, d i sco prire un'a ltra re e la povertà de lla
creatura, questo è
consiglio; scoprire di
essere come Pietro,
un debole, un focoso,
una contraddizione vi-
vente, questa è scien-
za; invocare og ni gior-
I La gioia delle vacanze
intelligenti:
giovani del campo-scuola
in pas seggiata.
no il Signore dentro ogn i situazione d i debolezza,
questa è fortezza; diventare docil i e lasciarsi muo-
vere da lla vo lontà di Dio, questo è il do no de ll a
pietà; purificare cuore, desideri e sentimenti è porsi
in diretta dipendenza dello Spirito, il timore di Dio.
Pensaci. In somma, l'hai cap ito, la vita è prestarsi,
donarsi, identificarsi, è amare, è Amore, è lasciarsi
amare dall'Amore.
A risentirci!
La pensosità nei giovani è segno di maturità.
Carlo Terraneo
BS GENNAIO 1998

3.4 Page 24

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3.6 Page 26

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coN\\JE.GN\\
Convegno di studio promosso dalle Figlie di Maria Ausiliatrice
QUALE DONNA
PERIL2000?
di Graziella Curti
La Pontificia Facoltà
Auxilium
ha nuovamente puntato
l'obiettivo sulla
questione femminile.
"Donna e
umanizzazione della
cultura" è stato il tema
del Convegno
internazionale tenutosi
nell'ottobre scorso
a Collevalenza (Perugia).
Convegno di suore in Valponasca.
GENNAIO 1998 IJS

3.7 Page 27

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sulla umanizzazione della cultura ... al femminile.
PER UN MONDO
PIÙ UMANO
D a sempre, la Facoltà Auxi-
lium delle FMA fa da coagu-
lo ne ll a ri cerca sulla q uestio-
ne fe mminile. Attorno a ll ' istituzio-
ne unive rsitari a s i è creata infatti una
rete di donne e uomini cli cultura
c he s' interrogano sulla nuova qua-
lità di presenza dell e donne e sullo
spec ifi co co ntributo che possono
dare all e sog li e del te rzo mill e nni o.
A ppunto a questa rice rca si è dedi-
cato il Convegno di Co ll eva lenza.
Ne l d isco rso cli apertu ra, la preside
de ll 'A ux ilium , prof. Enrica Rosan-
na, defi ni sce il tag lio deg li inte rven-
ti : "L' educazione è la via pri o ritaria
pe r la costruz ione de ll a c ultura e pe r
la sua um ani zzaz io ne". U na puntua-
li zzaz io ne quindi sul senso de l-
1' educare in un mo mento in c ui , s i è
de tto, " il vuoto di vocaz ione che
sembra co lpire i g iovani cli oggi è
soprattutto un vuoto cli ed ucaz ione".
Il Convegno ha di fatto privil eg ia-
to , attraver o in terventi in terclisc i-
pl inari e intercul tura li , tre nucle i:
nod i e prospettive cie l contesto so-
c io-c ultu ra le contemporaneo; la pre-
ventività educativa; l'educazione de l-
la do nn a.
Il primo nucleo sull ' attuale c ul tu-
ra, coord in ato dall a prof. Ma rcell a
Farin a, ha comportato una tavo la
rotonda sull a s itu azione della donna
ne i divers i contesti , la rifl ess io ne
sulle condizio ni di natura economica
per la pari dig nità, un a panorami ca
sulle antropolog ie contemporanee.
La prof. E leonora Barb ieri Mas ini ,
docente di scienze soc iali all a Ponti-
ficia Università Gregoriana di Ro-
ma, dopo aver ana li zzato , attraverso
recenti stati st ic he, la poca vis ibilità
femminile in campo soc iale e politi-
co, ha affermato: " La donna possie-
de pe rò molto spesso un cap ita le d i-
verso , nella m agg ior parte dei cas i
conservatos i ne i temp i, che appare
da un a parte più umano e dall 'a ltra
più adatto alla oc ietà del futuro " .
La tesi è stata conferm ata dall a
dott. S il via Costa, presidente de ll a
commi ss ione pari oppo rtunità, che
riti ene indispensabil e " una poi itica
da parte de ll e do nne attenta al di-
verso impatto su uomini e donne"
Alcun e foto dei lavori
del convegno di Collevalenza.
se si vuole indi care " un nuovo mo-
de llo di convivenza umana" .
UN NUOVO SISTEMA
PREVENTIVO?
Per la prof. Piera Cavag lià " la
produz ione pedagogica dell ' isti tuto
delle F ig lie di Maria Ausi liatri ce è
alq uanto limitata e ridotta rispetto
a ll a v ital ità delle religiose che ope-
rano in c irca 1500 istituzion i educa-
ti ve". Le salesiane educherebbero
soprattutto secondo una pedagogia
preventiva narrata con la vita. Edu-
care sigpifica dunque insegnare a
v ivere. E q uesta, in sintes i, la tesi
del secondo nucleo d i relazioni e te-
stimonianze. Ed è propri o il sistema
preventivo a rispondere a questo
concetto di educaz ione nella con-
cretezza del quot id iano, guardando
la persona nella sua integra lità, e
va lorizzandone g li apporti specifici .
Ma allora oggi, data l'emergenza
donna, il s istema preventivo si do-
vrebbe risc ri ve re al femm inil e?
fJS GENNAIO 1998

3.8 Page 28

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Aula Magna di Collevalenza.
Durante una relazione.
La testim onianza di un professore
di fi s ica sottolinea il ri sul tato pos iti -
vo d1 un rapporto fo ndato sulla col-
laborazione responsabil e, c he valo-
ri zza la c reati v ità del ragazzo e de l-
la ragazza .
Ne ll a prospetti va dell a relaz ione
s i co ll ocano numeros i interventi : la
suora de ll a casa di accoglie nza per
tossicodi pe nde nti , l'a ll e natri ce spor-
ti va, genitori aperti all ' imprev isto d i
Di o e dei figli , la giovane volontaria
dai grandi desideri .
Il passare dall ' io al noi rim ane
dunque il cammino educativo ri -
chiesto dall ' ogg i.
Tale passaggio pre para a un cor-
retto rapporto di copp ia, ad un mé-
nage fa mili are sereno, ad un inseri -
mento atti vo in un sociale radical-
mente rivoluzionato, ali ' apertu ra
alla multic ulturalità, al diverso, al
" vill aggio globale".
La risposta v iene dal prof. Pietro
B raido, uno dei più attendibili inter-
preti di Don Bosco: "Nell ' oggi il si-
stema nato ' maschile ' è chi am ato a
ri convertirsi in un nuovo sistema pre-
ventivo al maschile e al femminile" .
Inoltre, secondo il pedagogista sa-
les iano, " particolari attenzioni van-
no riserv ate alle fo rme sempre più
generali zzate di coeducazione" dato
che ci trov iamo in un sistema edu-
cativo " sovraccarico di elementi af-
fe ttivo-sessuati: amore, amorevolez-
za, dolcezza, paternità, maternità,
am icizia, ass istenza-presenza, fa mi-
g li a-fa mi gli arità".
on s i tratta allora di separare an-
cora una vo lta la donna pre parando
pe r lei perco rsi differenziati , ma di
integrare ne l s istema educativo l'e-
le mento dell a reciproc ità.
UNA COMUNITÀ
CHE EDUCA
L' immagine della rete educativa è
tra le più ri correnti nel Conveono.
Ormai c i si rende conto che da 0soli
non è poss ibile operare, ma ancor di
pi ù ci s i riconferma che i g iovani
hanno bi sogno d i un aiuto sempre
pi ù compl eto che investa tutta la
loro personalità.
In questa prospetti va la Fami gli a
GENNAIO 1998 /JS
Sales iana ritrova le sue radic i: il si-
stema preventi vo era per don Bosco
uno stil e d 'ambiente, efficace se vi s-
suto da una comunità a largo ragg io .
" Luoghi de l! ' incontro preventi vo
sono da ritenersi in sostanza tutti gli
spazi e i tempi ne i quali l'età oiova-
.
b
ne s, trova 'a casa ' insieme a perso-
ne su c ui si può contare". All ora è
necessario che la fa mi g lia, la scuo-
la, le realtà assoc iative e comunita-
rie , la strada, i consultori e le comu-
nità terapeutic he siano co invo lte
ne ll a stessa corresponsabilità.
A Collevalenza, appunto, alcuni te-
stimoni di queste agenzie hanno nar-
rato la loro esperienza, che ha com-
pl etato con la co nc retezza de ll a vita
la riflessione teo ri ca pur necessa ri a.
Secondo la prof. Aus ilia C hano è
infa tti indi spe nsabile l' accompag~a-
me nto educati vo , un itinerari o co-
strui to insie me per poter compie re
un cammino sic uro . E questa strada
sbocca su tre corsie prefere nziali : la
re lazionalità, la be llezza, la respon-
sabilità.
L' intervento d i Liliana Cos i, g
prima ballerin a al Teatro all a Sca la
di Mi lano , dimostra che quell o dell a
be ll ezza è un lin guagg io unive rsa le.
Le nuove ge ne razioni la cercano at-
traverso strade non sempre g iu ste .
Diventa comp ito di chi educa affa-
sc inarli con qualcosa c he va le.
PROSPETTIVE
Ne l documento fin ale del Conve-
gno , che ind iv idua i disagi e le spe-
ranze presenti nell 'attu ale c ultura ri-
guardo all ' um ani zzaz ione, vengono
segnalate alcune pros pe ttive che ri -
guardano il processo di autofonnazio-
ne di chi educa; l'es igenza di una co-
munità educativa che sia in rete con
le altre istituzion i; il pensare evan-
gelico ne ll o stile de l discernime nto.
Si ritie ne in oltre che sia importan-
te riscrive re il s iste ma preventivo
tene ndo conto de i più poveri e dell a
antro po log ia che vede la donn a e
l'uomo in re lazione rec iproca.
Due appelli unanimi con cui s i
c hiude il Convegno rig uardano la
vo lontà d i m antenere ra pporti di
coll aborazione tra i partec ipanti e
con i loro centri di provenie nza e la
reali zzazione di un convegno s imile
in di ve rsi contest i c ul turali.
Viene riconfermato in si ntes i
qu anto il prof. Braido afferma nell a
sua relazione . Inevitabilme nte il d i-
scorso sul " nu ovo sistema preventi-
vo" di venta invito a un tenace sfo r-
zo, personale e comuni tario, di ri-
fl essione teori ca, costantemente con-
fro ntata con l' esperie nza, e pro posta
d i alcuni orie ntamenti operativi.
Graziella C urti

3.9 Page 29

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TIMOR EST. Sono stati
pubblicati in lingua locale e
da una tipograf ia indone-
siana due libri del premio
Nobel pe r la pace mons.
Belo. Il primo ha per titolo
"Per la giustizia e la pace"
e raccog lie le lettere pasto-
rali e altri scritti. Il secondo
"La voce di coloro che non
hanno voce" riporta invece
i suoi interventi pubblici at-
traverso i media.
ROMA. La prima chiesa
romana dedicata a santa
Maria Domenica Mazzarel-
lo. Le Figlie di Maria Ausi-
liatrice dopo 15 anni di atti-
vità nei locali di un negozio,
poi in una scuola e infine
nella cano nica, ora col la-
borano felici con questa
parrocchia, che si trova nel
quartiere popolarissimo di
Cinecittà, testimoniando il
loro carisma salesiano.
SRI LAN KA. In questa na-
zione, l'ennesima dilaniata
dalla guerra civile, l'opera
salesiana sta crescendo.
Ormai ha un suo noviziato,
e i primi due sacerdoti au-
toctoni , don Christy Fer-
nando a destra e don Em-
manue l Janze a sinistra ,
qui ripresi con don G. Giai-
me , davanti alla casa del
noviziato.
LORE TO . Tra i numerosi
ex allievi di Loreto, un tem -
po aspirantato, è sempre
vivo l'amore a Don Bosco.
La foto riprodotta è un
mosaico realizzato a Por-
denone per conto del capi-
tana Umberto Va lerii , ex
alunno di Loreto, e da lui
fatta collocare nella Chiesa
parrocchiale di S. Maria
Assunta in Spiano (Tera-
mo), suo paese d'origine.
RECIFE (Brasile). Nel l'ot-
tobre scorso è stato con-
sacrato vescovo nella cap-
pella del collegio salesiano
S. Cuore a Recife l'ispet-
tore don Valerio Breda, 52
anni , trevigiano. Dal 1983
in Brasile, si è fatto cono-
scere per lo zelo aposto-
li co. Nella foto don Breda,
accompagnato dal rettor
maggiore, rende omaggio
al papa dopo l'annuncio
della sua nomina.
ROSÀ (Vicenza). Diciotto
Figlie di Maria Ausiliatrice
delle due ispettorie ve nete
ce lebrano 40 anni di con-
sacrazione. Dal l' Uruguaj,
dal Brasile e dalla Thailan-
dia si uniscono a loro altre
tre compagne che non han-
no potuto per ovvie ragio ni
prendere parte al raduno
per festeggiare la lung a
fede ltà.
13S GENNAIO 1998

3.10 Page 30

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VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
Rivolgiti alla più vicina
casa salesiana o contatta
i responsabili della tua regione
ADRIATICA (IAD)
(Marche , Umbria,
Abruzzo , Romagna)
Wiesiek Dee
tel. 071 / 28.10.265
LAZIO (IRO)
Roberto Colameo
lei. 06/44.40.77.21
LIGURIA / TOSCANA (ILT)
Paolo Gambini
tel. 010/64.69.288
LOMBARDIA / EMILIA (ILE)
Fra nco Fontana
tel. 02/67.07.43.44
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Basilicata,
Puglia, Calabria)
Pasq ua le Martino
tel. 081 /75. 11 .970
PIEMONTE
VALLE D'AOSTA (CSP)
Egidio De iana
tel. 011 /52.24.238
SARDEGNA (ISA)
Giuseppe Casti
lei. 0783/800.238
SICILIA (ISI )
Gaetano Urso
tel. 095/72.11.201
VENETO EST (IVE)
VENETO OVEST (IVO)
(Tre ntino, Alto Adige/Friuli ,
Ve nezi a Giulia/ Veneto)
Enrico Peretti
tel. 041 /590.23.38
Robe rto Dal Molin
lei. 045/80.70.793
GENNAIO 1998 BS
MONDO
AUSTRIA
ALBANIA
FESTA A VIENNA
COMUNICARE COME,
PERCHÉ
Mons. Belo è in visita nella
capitale austri aca . Nella foto
lo ved iamo in compag ni a del
nuovo vescovo di Innsbruck,
il nostro confrate llo Alois
Kothgasser e con don Josef
Keler, già ispettore cli Vienna
ed ora responsabile della pro-
cura missionaria d 'Austria.
Presiedute da do n Martinelli ,
si sono tenute nei mes i scorsi
a Porto Alegre in Bras ile, a
Manila nelle Fi lippine, a Lion
in Francia e a Madrid in Spa-
gna le tre giorni sulla comun i-
cazione sociale, cui hanno
preso parte gli ispettori della
reg ione, gli incari cati della
comunicazione soc iale, ass ie-
me ai responsabili del dica-
stero, per studiare le linee cli
rinnovamento dell a comuni-
caz ione socia le, in vista del
III millennio. Nell a foto uno
scorcio dell a riunione a Porto
Aleg re .
PATAGONIA
Mons. Belo ha lanciato l'ap-
pello a non dimenticare chi è
povero, chi soffre, chi manca
di libertà e soprattutto ad edu-
care le giovani generazioni
all a so lidari età, alla giustizia
e all a pace.
IL NOVIZIATO
L' 8 settembre ultimo scorso
ha av uto in iz io a Scutari il no-
viziato per i giovani di lingua
albanese. I sa les iani ci sono
dal 1992, cinque anni appena
compiuti ed ecco già i primi
frutt i: cinque nov izi e 10 aspi-
ranti (nell a fo to con don Luc
e i sales iani). Il sorri so e la
carità di don Bosco continua-
no ad attirare giovan i. Il mae-
stro cli noviziato è don Rudi
Borstin k, già ispettore e mae-
stro dei nov izi in Slovenia. A
lui giunge l'augurio del BS.
TORINO
SIBERIA
127 SPEDIZIONI
L 'ORATORIO
PIÙ FREDDO
MUSEO ETNOLOGICO
Il 7 ottobre 1997 a Rio Gran-
de è stato inaugurato il mu seo
mi ss ionari o ed etnolog ico in-
titol ato "mons. José Fagnano",
considerato il più grande pio-
niere, il più intrepido e corag-
gioso mi ss ionari o sa les iano.
Gli indigeni lo chi amava no
" il capitano buono". Ha pre-
sied uto la cerimoni a il consi-
gliere genera le per le miss ioni
don Luciano Odorico, accom-
pagnato dall'ispettore cli Bue-
nos Aires e dal delegato dell a
Patagonia Meridiona le. È in
internet con questo indirizzo:
http: //www.genesysrg.com/
mision.
L'8 dicembre scorso è stato
inaugurato il centro giovanile
più freddo de l mondo, quello
cli Yak utsk (230.000 abitanti ,
cap itale di uno stato con più
cli 3 milioni cl i Km', gli inve r-
ni con punte di - 60° e I'e-
scu rsione estate- inverno che
ragg iunge i I00°), cui è stata
dedicata la giornata mi ss iona-
ri a sa les iana de l 1966: " Luci
di speran::a in Siberia". La
generos ità ha prodotto il suo
frutt o .
Il 28 settembre nell a Basi li ca
di Maria Ausili atrice il rettor
maggiore don Ju an Vecchi ha
consegnato il crocifi sso ai par-
tenti per la 127""' sped izione
mi ss ionaria, 34 in totale ( 19
sales iani , 9 Figlie di Maria Au-
siliatri ce, 5 volontari laici),
provenienti da 15 paes i di ve rsi
e destinati a 4 continenti . Da
quel lontano 11 novembre 1875
che ha segnato l' ini zio dell a
più straordinaria avventura
della congregazione ad oggi,
Don Bosco ha regalato i suoi
figli migliori alle mi ssioni.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
QUESTO MIO FISICO...
DA BUTTARE
<< C aro Doctor J, io sono brut- "Assomigli sempre di più a tuo pa-
to . Non mi dica il contra- dre ", oppure, "Hai lo stesso sorriso
rio, tanto lo so. La mattina non di tua madre ". Prima di tutto ho l'in-
avrei alcuna voglia di guardarmi tenzione di fare un intervento di
allo specchio, ma è più forte di me : estetica per accorciarmi il naso e
mi osservo malgrado tutto e ogni modellarmi le orecchie, eredità di
volta è la stessa conclusione: sono mio padre. Poi per ciò che riguarda
brutto! È un 'ossessione : mi guardo il sorriso di mia madre, non lo uso
negli specchietti retrovisori, nelle troppo, dato che porto l'apparec-
vetrine, e mi paragono agli altri. chio, non mi piace molto che mi
Magari non sono delle gran bellez- abbiano soprannominato "becco
ze, ma questo non ha l'aria di tor- d 'acciaio ", e sono stufo di essere
mentarli. lo invece, quando gli altri paragonato ai miei fratelli e cugini.
mi guardano, non so dirle l'imba- lo sono "me stesso ", ed è già ab-
razzo e la vergogna . In quei mo- bastanza duro da sopportare.
menti mi vengono addirittura dei Secondo, bisogna che capiscano
brufoli sul viso. Nonostante che mi che ho bisogno di scarpe di marca
abbuffi resto magro come un chio- e non di volgari pantofole da tennis,
do: al corso di anatomia non c che mi acquistino dei jeans deçenti,
stato bisogno di uno scheletro per e un berretto da base-bai/. E ne-
contare le costole, il prof. non ha cessario che abbia classe, per non
avuto che da chiedermi di togliere farmi segnare a dito. Non ho voglia
la tee -shirt. Certo non ho l'osses- che mi si chieda se mi sono sveglia-
sione dei chili superflui. già ab- to bene, dopo che mi sono vestito
bastanza ", mi dirà, ma è una ma- la mattina.
gra consolazione. In effetti le ho Terzo, che non mi si ripeta che se
scritto soprattutto perché dia qual- ho dei complessi è colpa della pub-
che consiglio a genitori ed educatori. blicità e della moda, da cui non do-
Primo, non è furbo ricordarci ogni vrei lasciarmi influenzare, al contra-
giorno che si è in via di cambia- rio farei bene a lottare contro ogni
mento, "stai diventando grande ", '1a complesso. Non desidero essere
tua voce è cambiata " ecc. Lo sap- un top model, non chiedo tanto, an-
piamo fin troppo bene. E va ancora che se trovo che sia facile farsi
bene se non fanno allusione ai amare quando si è secondo i cano-
nostri piedoni!... Ma soprattutto, ni correnti » (Mario).
l f che evitino complimenti del genere:
CH-/4MARM I
. ~, ftl)l)I (Jf1TcJtA
BeLLA tDfA ,'ÒI~#
AJl!JLLO !!,,
H,4 AVUTO ~-0
,_h M/4
~;ç~ ·
fv/A (){j_E', .•C/ ll V\\ )I
Mio caro Mario,
Non sei il solo
ad avere proble-
mi col tuo corpo
e a trovarti brut-
to. Se osservi at-
torno a te , ti ac-
corgerai che mol-
ti tuoi coetanei o
coetanee si tro-
vano dei difetti e
mancano di cer-
tezze . È proprio
per questo che
danno tanta im-
portanza al mo-
do di vestire. A
volte è esagera-
to, ma se questo
li aiuta a reggersi e a ritrovare fidu-
cia in se stessi non è un male. Evi-
dentemente bisogna fare qualche
bilancio , ed è un bene che tu non
cada nelle trappole della moda, che
sfrutta abilmente il tuo malessere.
Non sei tu che hai scelto il
corpo che hai e nemmeno il sesso,
né i momenti e le tappe della tua
crescita: tutto questo ti è stato im-
posto, te ne rendi conto, spero, pro-
prio per questo chiedi che non si
insista troppo SL! questi problemi.
Ed hai rag ione . E dunque normale
che ti preoccupi del tuo look, sia che
voglia vestire casual, come tutti , in
jeans , tee-sh irt, scarpe da tennis di
marca ecc., sia che personalizzi la
tua pettinatura per essere te stesso.
Le lozioni contro l'acne giovanile
possono anche aiutare, bisogna aiu-
tare la natura con piccoli incentivi.
Ma quali che siano i trucchi ,
non posso evitare di metterti di
fronte a un 'evidenza: poiché non
puoi contare sul fisico , sei obbligato
a sviluppare altre qualità più pro-
fonde e certamente più durature
della bellezza, come il senso dell'a-
micizia o dell'umorismo. Certamen-
te questo può trasformarsi in una
chance per te , se saprai essere
complice di te stesso.
Penso in questo momento a un
ragazzo col fisico da anti-eroe, come
te , che si è reso conto di piacere
alle ragazze semplicemente perché
aveva l'arte di farle parlare di se
stesse e di ascoltarle. Un altro sa-
peva metterle in scacco molto gen-
tilmente, facendole ridere di se stes-
se e sdrammatizzando i problemi.
Spetta a te scoprire il tuo "carisma".
Ricorda che tutti ne hanno uno o
più. La bellezza, se ci si abitua, pas-
sa. Mentre il fascino si rinnova , è
più solido ed è ancora più magico!
o
BS GENNA /01998

4.2 Page 32

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
~~~
Collana :
Chi è lo Spirito Santo?
Angelo Viganò
LDC , Leumann{T~ 1997
12· fascicoli tascabil i
pp. 392, lire 24.000
In preparazione al Giubi-
leo del 2000, si ce lebra il
1998 come anno dello Spi-
rito Santo. Il credente ha
bisogno di riscop rire la
sua az ione nella vita dei
cristian i e ne ll a sto ria del-
l'umanità. Stil e se mpli ce
e vivo, linguaggio conciso
e concreto , prese nta tutti
g li elementi de ll a fe de
che riguardano la te rza
persona dell a SS. Tri nità.
Nei simbo li co n cu i la
Chiesa la raffigura e la in-
d ica presente nel la vita
dell 'uomo. Gli argomenti
trattati nei 12 libretti un ifi-
cati da un cell ofan sono:
Lo Spirito Santo. Lo Spiri-
to Santo e la Chi esa. Lo
Spirito Santo e i suoi do-
ni. Il Battesimo, il Catecu-
menato. La Confermazio-
ne . L'Eucarestia , La Ri-
concil iazione. L'Unzione
degli inferm i e l'anziana
età. Il Matri monio e la Fa-
migl ia. Lo Spirito Santo e
Maria. La Speranza , do-
no dello Spirito.
EDUCAZIONE ALLA PACE
Linee culturali, itinerari
educativi, esperienze
a cura di Mauro Stabellini
e Roberto Rambaldi
PIEMME, Casale M. (Al) 1997
pp . 248 , lire 22.000
Collocandosi nel clima della
Giornata della Pace , il libro
curato dalla Caritas italiana
si offre come "cemento al
ponte che unisce carità e
pace nelle nostre comunità".
La pace come collante della
solidarietà e bisogno fonda-
mentale dell 'umanità è de-
sc ritta con esperienze , ap-
profondimenti , formaz ione,
itinerari educativi .
Fondamenti bibli ci e magi-
steri ali , modalità e conqui -
ste, elementi e problemi del-
l'educazione al la pace sono
il campo specifico per acco-
gli ere una proposta decisa-
mente alternativa: la nonvio-
lenza, una modalità che sti-
mol a la riflessione e le scel -
te delle nuove generazioni
che ad essa sono sensibili e
qu indi più disponibili . Ne ll a
con cretezza dell 'azione , e-
ducatori, comunicatori , politi-
ci, lavoratori , responsabil i di
comunità religiose e sempli-
ci credenti, possono contri-
bui re alla creazione di una
viva coscienza "pacifica e
pacificante ".
lii BIB Lil O T E C A
DELLA
,
:E SO LI D A!R I BT A
-:E
lii
a. EDUCAZIONE
ALLA PACE
Linet culturali,
itinerari cducirivi, esperienze
ftmtrl~10U.1«",ullalfiHia
cstdl-'ixx.,g.a•pa~di(.Rt
.. A,,,-..~1lillapaa
..1 D c r , - ~
•1bdi:i, lflT tb tiifilt:l:IHU' •1141'"'
flf#ina:,,, JigNiji,atlPI' I! i11.,ijçic;ÌrHU
~ r 4{ f'dftfmtl,
LA SESSUALITÀ
NEL PROGETTO
DELLA PERSONA
Testo di educazione
sessuale per i giovani
P.L. Guiducci
Ed. Dehoniane , Roma 1966
pp. 204, li re 20.000
Il Manuale pone al centro del-
l'attenzio ne la persona nel la
sua globalità, rivalutandone la
sessualità come espressio-
ne dell'unità interiore affettiva
e come sintomo di equilibrio
psicologico e soddisfazione
del bisogno conoscitivo del-
l'età adolescenziale. Vi tra-
spare la serietà nell 'affrontare
tematiche scabrose , arrivan-
do al nucleo del problema
senza nascondersi dietro
falsi moralismi , con una lettu-
ra semplice e ricca , infor-
mativa e formativamente
co involg ente nella realtà
sessuata dell'uomo e della
donna. La sua veste grafica
è ben curata ; è adatto per la
scuola (superiore) , e per la vi-
ta , potendo dare ai genitori
un aiuto per vivere con me-
no imbarazzo le richieste dei
figli , ed ai docenti un sussi -
dio per superare quei fasti -
diosi silenzi sul problema .
FORMARSI
ALLA BIOETICA E
AL VALORE DELLA VITA
Giovanni Russo
Cooperativa San Tommaso
Messina, 1996
pp. 128, lire 13.000
Il libro presenta le linee-gui-
da del valore della vita, che
ogni insegnamento, ogni ca-
techesi , ogni animaz ion e di
quartiere deve difendere
nella cultura del nostro tem-
po . Proprio perché le nuove
frontiere della biologia e
della medicina interpellano
la coscienza morale dell 'uo-
mo e il suo senso di respon -
sabilità nel rispondere al l'in-
terrogativo sulla vita e sul
senso, è necessario orienta-
re alla valutazione e alle
scelte morali . Si affrontano
prob lematiche scottanti: ini-
zio della vita umana, aborto ,
procreazione assistita, pro-
creazione artificiale, tecnolo-
gie extracorporee , ingegne -
ria genetica, nonne-madri ,
eutanasia , aids , trapianti di
midollo osseo , bioetica in
psichiatria, morte cerebrale,
testamento biologico, con-
senso informato, tecnologie
della rianimazione.
24 CAR TAS
GENNAIO 1998 BS

4.3 Page 33

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~~~
GUIDA ALLE
ASSOCIAZIONI
GIOVANILI
SALESIANE
FEDE, FELICITÀ
E SENSO DELLA VITA
Miche! Gourgues
LDC , Leumann (To) 1977
pp. 94, lire 9.000
i,-- - - Michel Gourgue . . ' ) - - - - 1
FEDE, FELICITÀ
E SENSO DELLA VITA
In questo nostro mondo plu -
ralista i credenti continuano
a sperimentare la ricerca
della felicità del discorso del-
la Montagna (Ml. cc . 5-7 ).
Nell 'incontro con i modelli-
valori della cultura attuale, la
felicità proclamata dalle bea-
titudini si sintonizza sulle ri-
chieste più fondamentali del
cuore umano . Contro violen-
ze, individualismi, sete di
potere ... l'identità cristiana
può essere credibile perché
colloca il senso della vita
nella povertà in spirito , nella
mitezza, nella purezza di
cuore e nel perdono. Chiun-
que accetterà di seguire l'e-
splorazione del le Beatitudini
sarà ricompensato nel suo
sforzo. Oltre una rinnovata
comprensione della vita , vi
troverà preziosi chiarimenti
sull'apporto del Vangelo alla
cultura di una umanità sem-
pre in stato di ricerca .
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA . I libri
che vengono seg nalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttamente alle rispettive
Editrici.
FEDE. DONO DI DIO
FORZA DELL'UOMO
Tracce di spiritualità
familiare per l'animazione
dei Gruppi Famiglia
Dario Berruto
Effatà, Cantalupa (To) 1997
pp. 96, lire 10.000.
Mostrare al mondo l'amore di
Dio attraverso i segni coin-
volgenti della sua carità è il
compito impegn ativo a cui è
chiamata ogni famiglia cri-
stiana. Il libro suggerisce al-
cune piste per partire - o ri-
partire - nel cammino coniu-
gale con più entusiasmo ed
una grande speranza. Sin-
goli e famiglie , coppie inseri-
te nei gruppi parrocchiali , vi
trovano elementi di riflessio-
ne e piste di rinnovamento
spirituale che guidano a nuo-
ve forme di testimoni anza.
Nella misura in cu i si con-
verge verso un valore, un
oggetto, un amore che la co-
munità umana vive e diventa
feconda, facendo crescere
l'unità giorno dopo giorno, la
parola di Dio si dà come ci-
bo perché ciascuno , tenden-
do la mano per nutrirsene,
raggiunga il cuore degli altri .
DarioBemuo
FEDE
@ EF F,\\TA'
EDITRI CE
DUE CUORI UNA VOCE
Il beato Filippo Smaldone,
apostolo dei sordomuti
Angelo Mantonati
S. Paolo, Cinisello B. (Mi) 1997
pp. 200 , lire 26.000
C'è oggi nella Chiesa una
certa sensibilità per gli han-
dicappati . La sua storia ha
sempre trovato stimoli per il
servizio dei poveri nelle di-
verse accezioni , specie i di-
sabili. La testimonianza di
Filippo Smaldone ne è un e-
sempio come apostolo dei
sordomuti.
La sua storia offre uno spac-
cato di grande interesse
sociale e religioso sull'Italia
a cavallo tra la seconda me-
tà dell 'ottocento e la prima
del novecento, che ha avuto
per protagonisti uomini e
donne completamente con-
sacrati , per amore di Cristo ,
al riscatto dei più emarginati .
Beatificato nel 1996, egli è
l'estrema dimostrazione che
"Dio scrive diritto sulle righe
storte" della storia. La sua
azione continua oggi nella
Chiesa e nel mondo con la
congregazione femmin il e
delle "Suore Salesiane dei
Sacri Cuori ".
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO (MGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/49.40.513
Via San Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.43.855
GIOVANI
COOPERATORI
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.09.45
GIOVANI
EXALLIEVI (GEX)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.85.22
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/49.40.522
MISSIONI
E VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS, via Appia Antica, 1
00179 Roma
Tel. 06/513.02.53
VIDES, via S. Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.50.048
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE (CGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/44.70.01 .45
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel . 06/446.2 1.79
TURISMO
GIOVANILE
SALESIANO (TGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma .
Tel. 06/44.60.946
BS GENNAIO 1998

4.4 Page 34

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WLIIIE
23 PUNTI-LUCE
TRA I GRATTACIELI
DELLA NUOVA KO
di Vincenzo Donati
I taxi si era fermato all 'incrocio dell 'autostrada diretta
al l'aeroporto, con il viale che immette nel centro del-
la città di KWANG-JU . sull 'angolo, c'era un grande
negozio di frutta e il commesso si aggirava tra le ceste
dei prodotti locali e tropicali per servire i cl ien ti, con
sol lecitudine tutta orientale.
"Scusi , chiedo , mi potrebbe indicare ... ". L'autista del
taxi si era sporto dal finestrino dell 'auto per chiedere
l'informazione, ma non aveva fatto in tempo nemmeno
a fi nire la frase ... sentendo infatti un fruscio sospetto
si era voltato di scatto e aveva sorpreso un ragazzino ,
che , allungata la mano dal finestrino opposto, cercava
di impossessarsi di un vistoso biglietto da diecimila
"Won" coreani , posato momentaneamente sul cruscot-
to della macchina.
"Ah , briccone di un .. . (le altre colorite espressioni usci-
te dalla bocca del conducente per rispetto ai lettori è
meglio non scriverle!) . Chi ti ha insegnato a rubare ?".
L'aveva agguantato, tenendolo stretto per un braccio ,
la faccia burbera e il gesto minaccioso , mentre l'im-
paurito mariuolo scalciava alla disperata per svinco-
larsi e darsela a gambe il più in fretta possibile. "Te la
farò pagare la bravata , mascalzone di un mascal-
zone ...", e tutto il resto facilmente immaginabile .
Salesiani e Figlie di Maria
Ausiliatrice hanno realizzato
nella Corea del Sud
delle case-accoglienza
periragazzieleragazze
più poveri e abbandonati,
scarti della civiltà del benessere.
Le storie di Min-Su
e Chong-Suk sono emblematiche.
dopo una breve discussione . MIN-SU ·sarebbe entrato
in una delle tante case -famiglia , ventitré per la cro-
naca, che i salesiani del sud Korea hanno aperto nelle
città più a rischio per i ragazzi "poveri e abbandonati".
* Il fatto me l'ha raccontato lo stesso don Paolo
Hwang , portandomi a visitare una di queste stupende
realizzazioni della carità salesiana, in un sobborgo di
KWANG -JU , dove le FMA mandano avanti una di que-
Il caso finì alla polizia. Ma per MIN-SU , così si chia-
mava il ladruncolo, tutto sommato la faccenda si risol-
se al megl io, perché fortunatamente il comandante
dell a stazione era un uomo burbero ma di buon senso .
"Dovrei mandarti dritto filato al correzionale , gli disse,
solo che dentro diventeresti peggiore di quello che
sei . Però così non devi continuare. Ti trovo io un posto
dove .. . ti metteranno a posto ! Ad esso rispondi , vuoi
imparare un mestiere ?". "Si .. .", balbettò il malcapitato
tremante , fo rse più per paura che per convinz ione . Il
poli ziotto incalzò : "E vuoi anche diventare galantuo-
mo? ". Anche stavolta per il ragazzo la risposta era in
qualche modo obbligata, e il sì usci dalla strozza, con
lo stesso tono del primo.
per lì, senza pensarci più di tanto , il grosso police-
man afferrò la cornetta del telefono e compose a me-
moria un numero. Lo squillo insistente arrivò a Padre
HWANG , direttore della scuola dei salesiani di
KWANG -JU. "Padre , ho qui sottomano un soggetto
fatto per voi". "Ho capito , arrivo ... Non lo tratti male, mi
raccomando! ". Arrivò poco dopo e l'affare fu concluso
GENNAIO 1998 IJS

4.5 Page 35

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Penisola di 1000 km di lunghezza e 216 di larghez-
za , montuosa per il 70% del territori o: una delle regioni
più montagnose del mondo. Il 38° parallelo la divide in
due stati sovrani , indipendenti con opposto sistema di go-
verno: la Repubblica di Korea al sud e la Repubblica De-
mocratica Popolare di Korea al nord, a regime comunista.
Il sud misura quasi centomila km2 di territorio per meno
di 50 mil ioni di abitanti di cui 11 nella capitale Seoul ,
un a dell e megalopo li del mondo . Un fe nom enale svi-
luppo economico l'ha portata alla ribalta intern azionale ,
tra i paesi che contano. Nel nord, la parte comunista, per-
mangono gravi difficoltà a live ll o econom ico e sociale.
sa, con la scritta "CASA-NAZAR ET". L'intestazione si
addiceva pe rfettame nte al luogo , il gruppo fotogra-
fico ... Beh , un po' meno!
I ragazzi ospiti della casa-accoglienza
denominata "Casetta della Condivisione".
Si trattava di una modesta casetta dalla struttura tipi-
camente coreana, attorniata da un minuscolo giardino .
Alcune ragazze erano affaccendate attorno alla loro
biancheria: chi lavava, che strizzava, chi stendeva ...
Ci salutarono con grazia e cortesia, mentre due di loro
correvano a recare l'annunzio del nostro arrivo a suor
Agata, suor Agnese e suor Teresa. In un batter d'oc-
chio tutte si misero in moto per riceverci co i dovuti
onori. Anche in Korea l'ospitalità è sacra. Le ragazze ,
una quindicina, si accoccolarono alla coreana , into-
nando qualche canto tradizionale di benvenuto . Notai
che alcune ospiti erano decisamente piccole di statura
e seppi anche di età.
I ragazz i e le ragazze che hanno trovato fa migli a ed
affetti nell e "Case di Nazaret" sorpassano ormai il nume-
ro di cinquecento e sono in costante aumento ... A pro-
posito non tutte si chi amano così. Molte han no assunto
no mi diversi ma sempre altamente significativi: "Casetta
della Condivisione", "Casa di Don Bosco", "Casetta del-
l'Amicizia"; ecc.
Sono ormai 23 punti-l uce, a Seoul, a Tejon , a Kwang-Ju,
a lnch on, insomma nelle principali città sudcoreane.
Punti-luce, le abbiamo chiamate , perché irradiati dalla
luce dell'amore. Punti-luce nella grande "coste llazi one
Do n Bosco", che ha osato affermare : "Cari giovani,
troverete persone più istruite e più sante di me, ma diffi -
ci lm ente troverete ch i più di me vi ama nel Signore".
Non stentiamo a crederlo.
ste strutture-accoglienza per bambine e ragazze in dif-
ficoltà. "Eccoci arrivati!". "Come mai tante macchine?"
domandai incuriosito da un gran numero di autoveicoli,
sparsi un po ' dovunque , fin
quasi a ostruire l'ingresso
dello stabile. sabato,
giorno di visite", rispose il
direttore.
Proprio in quel momento un
gruppo di persone dal tratto
signorile uscivano dal porto-
ne principale ; avevano tutta
l'aria di gente per bene
apparten enti alla "high so-
ciety". Seppi che erano
membri del locale LION'S
CLUB , che dopo la visita si
concedevano una fotoricor-
do sotto l'insegna della ca-
Suor Agata con
CHONG-SUK e sua sorella.
Una delle più grandicelle è CHONG-SUK, che nel bat-
tesimo aveva preso il nome cristiano di Maria. La sua
storia è un caso tipico , un sottoprodotto della società
industriale. La Korea del Sud ha realizzato il grande
miracolo di un progresso economico straordinario nel
breve spazio di una ventina d'anni. Prostrati dall 'inva-
sione comun ista del Nord , gli abitanti con una costan-
za e una tenacia uniche hanno ricostruito il loro paese
dalle fondamenta, coi parametri di una modernità spin-
ta e dell 'eleganza occidentale, e, miracolo nel mira-
colo , tutto il popolo ha beneficiato di questa moderniz-
zazione , che ha avuto il raro merito di non guastare
del tutto l'ambiente e forse nemmeno le convinzioni
della gente. Così l'anima coreana ha resistito all 'inva-
sione della modernità, rimanendo quasi indenne.
Quasi .
Ogni regola , come si sa , ha numerose eccezioni e
CHONG-SUK era una di queste. Sta lì a ricordare che
anche nelle società più evolute ci sono piaghe che solo
l'amore può curare. La mamma fuggita di casa e morta
tragicamente poco dopo , il papà alcoolizzato e lei con
la sorellina in balia delle sue stranezze non di rado
pericolose, quando, ubriaco fradicio, sbraita e picchia
senza misura, come ogni sventurato che è fuori di sé.
Facile la finale: la piccola finisce in un orfanotrofio, non
si sa quale e lei in strada. Proprio lì è stata raccolta
dalla squisita carità della Figlie di Maria Ausiliatrice
e condotta in Casa-Nazaret , dove lei non si fermerà se
non quando avrà ritrovato la sorellina. Oggi sono tutte
e due ospiti della casa di accoglienza. "Ora CHONG
è felice , confida suor Agata ; un giorno è venuta da me e
mi ha sussurrato il suo grazie, perché nessuno si era
mai presa cura di lei : non conosceva il sapore di una
famiglia e non sapeva cosa fosse una mamma. 'Qui,
disse , ho trovato finalmente una mamma !'.
BS GENNA/01998

4.6 Page 36

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COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrero
10 PROPOSITI
FAMILIARI
PER UN ANNO NUOVO
"Se non fossimo stati creati per ricominciare da capo...
Dio ci avrebbe dato il lunedì?". Ogni organismo decade
inesorabilmente se in esso non viene immessa nuova energia.. .
dato ("Papà è fatto così e non c'è
niente da fare"), abitudini fastidiose .
Ci siamo abbracciati tutti , il primo
giorno dell 'anno ... ci siamo anche
perdonati? Con la voglia di "ripartire
da zero?".
3. Semplificheremo la nostra vita.
Proveremo ad esaminare il "ritmo"
della nostra famiglia. Spesso il fra-
gore e la fretta che accompagnano
le nostre giornate sono fonte di
stress e talvolta la vita familiare si
riduce a un rapido incrociarsi nel
corridoio o in cucina. Troveremo il
modo di avere qualche momento di
calma, per parlare, leggere o man-
giare insieme . Cercheremo sempre
di dare il giusto spazio al riposo e
al sonno .
S e non fossimo stati creati per
ricominciare da capo .. . Dio ci
avrebbe dato il lunedì? non è solo
una battuta. Quante volte viene
vogl ia di dire: "Ah, potessimo rico-
minciare! ". Un anno tutto nuovo è
un 'occasione unica anche per la
famiglia, che può davvero approfit-
tarne per rimuovere ostacoli e rin-
novare abitudini logoranti. La legge
fisica dell'entropia afferma che ogni
organismo decade se in esso nor
viene immessa nuova energia. E
un po ' come ricordarsi di mettere
carburante nel serbatoio dell 'auto .
Fare dei propositi "familiari " per
l'anno nuovo può essere un'inie-
zione di energia. Il tempo della fa-
miglia è sempre un tempo di "cre -
scita insieme", non di staticità grigia
e abitudinaria. Mi permetto qualche
suggerimento , in sintonia con un
progetto secondo lo stile di Don
Bosco.
GENNAIO 1998 BS
1. Decideremo e scriveremo in-
sieme almeno cinque propositi
per l'an no nuovo. Non è un'affer-
mazione ingenua . La decisione di
fare dei propositi comuni non è
semplice e scontata. Chi ci proverà
scoprirà quanto sia difficile. Occor-
rerà trovare un tempo comune e
soprattutto la disponibilità a mettere
sul tavolo desideri segreti o senti-
menti che talvolta sono difficili da
esprimere . Ma soprattutto è una
decisione che significa chiaramente
possiamo e vogliamo cambiare e
migliorare alcuni elementi della
nostra vita familiare.
2. Ci libereremo dal ciarpame del-
l'anno passato. Non significa soltan-
to eliminare qualcuna delle carabat-
tole che si accumulano negli armadi
e nei ripostigli . Significa elimin are
vecchi modelli di comportamento ,
qualche pregiudizio ormai consoli-
4. Daremo una ripassata alle re-
gole familiari. In molte famiglie le
regole non sono mai state chiara-
mente dichiarate, ma esistono. Devo-
no esistere dei limiti o è impossibile
la convivenza. Questi non devono
riferirsi solo ai figli , come "Niente
TV prima dei compiti ". Esistono re-
gole che coinvolgono veramente
tutti. Esempio : "Togliersi le scarpe
infangate all 'ingresso e non oltre",
"Nessuna parolaccia più forte di
'perbacco "'. "Non si invita nessuno
in casa senza avvertire ". È impor-
tante trasformare i tanti "devo" in al-
trettanti "voglio". Siamo tutti respon-
sabili della nostra felicità familiare.
5. Impareremo a risolvere i con-
flitti senza litigare . Nei casi in cui
non fosse possibile, tutti dovranno
chiedersi reciprocamente scusa e
riconciliarsi, se ce n'è bisogno, pri-
ma di andare a letto.
6. Applicheremo le buone manie-
re anche in casa. Incominciando
con dire "grazie" per ogni favore
che ci viene fatto , e "buon giorno" e
"per favore". Impareremo ad essere
riconoscenti , pensando che per
ogni cosa che va storta ce ne sono
almeno cinquanta che vanno dritte.
7. Eviteremo di lamentarci , so-
prattutto ad alta voce. La famiglia
non è la pattumiera delle frustra-
zioni e delle irritazioni della giornata
di ciascuno. Partiremo dal presup-
posto che ognuno svolge il proprio
compito nel miglior modo possibile.

4.7 Page 37

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il genitore
di Marianna Pacucci
ESSERE GENITORI
O FARE I GENITORI?
Giocare con i figli è essenziale
per "fare famiglia".
Non metteremo l'accento sugli sba-
gli e sui difetti, ma sulle virtù e sui
progressi . _L'amore è l'arte di ap-
prezzare. E stupefacente scoprire
quante persone non riescono a dire
un sincero "bravo" ai figli , al marito
o alla moglie.
8. Passeremo qualche serata guar-
dando insieme un film comico.
Oppure guarderemo insieme le vec-
chie fotografie. Giocheremo insie-
me, ascolteremo musica tutti insieme
sul lettone di mamma e papà. Ma
soprattutto godremo la presenza gli
uni degli altri, raccontando quello
che ci è capitato e anche quello che
sogniamo .
9. Ci incoraggeremo soprattutto
nei momenti difficili. La cosa più
importante è accorgersi che qual-
cuno è in difficoltà. Occorre tornare
a guardarsi un po ' di più negli oc-
chi. Sentire di essere affidati gli uni
agli altri. Riscopriremo senza paura
che cosa significano "consolazione"
e "piangere insieme" (anche se sia-
mo grandi e abbiamo i baffi) perché
sappiamo di aver bisogno gli uni
degli altri e ce lo vogliamo dire. Un
abbraccio è una terapia fantastica.
10. Faremo insieme un ritiro spi-
rituale. Può essere anche solo un
pellegrinaggio a un santuario , la
partecipazione a una giornata par-
rocchiale , una festa celebrata in
modo particolare. È importante vi-
vere insieme qualcosa di spirituale.
Riscoprire la gioia profonda di pre-
gare insieme . Una breve semplicis-
sima preghiera potrebbe chiudere
anche i propositi di Capodanno:
"Aiutaci a ricordare, Signore,
che quest'anno non succederà niente
che Tu e noi insieme
non siamo in grado di affrontare".
L'educatore - Bruno Ferrere - con interventi magistrali
ha suggerito, e suggerisce ipotesi di lavoro, non senza
aver prima analizzato, riflettuto, provocato, proposto, illuminato.
Un genitore interviene nel dialogo, per dire la propria esperienza
e socializzare la propria riflessione.
S iamo una generazione un po '
malriuscita .. . ecco anche il per-
ché dei consigli così pratici e belli
dell 'educatore. La questione è sem-
plice: prima si nasceva e si cresce-
va con un istinto naturale ad essere
genitori , che era un destino quasi
sco ntato e già codificato a livello dei
valori e dei comportamenti da adot-
tare. Ora accettare di essere geni-
tori è una scelta che spesso fa
paura, crea disagio, può produrre
conflitti. In positivo però questa si-
tuazione indica che sempre più si di-
venta genitori non casualmente, ma
attraverso un cammino in cui conta
soprattutto la consapevolezza.
Dal figlio dovuto al figl io volu-
to . Il passaggio dal figlio "dovuto" al
figlio "voluto" è provocazione ad una
crescita qualitativa dell'identità per-
sonale e di coppia. Il come inter-
pretare il ruolo di papà/mamma, og-
gi più che mai è anche un potente
stimolo a darsi un perché di questa
scelta vocazionale. Venendo meno
lo "stereotipo" di un genitore codifi-
cato dai secoli, esiste però il rischio
che si assuma il com-
pito del genitore "ad
experimentum ", così
come si vive l'espe-
rienza della "coppia a
termine": il fare assor-
be troppe energie e
non lascia spazio alla
progettualità. Non solo.
dalle responsabilità - allora non
rimane che accettare la sfida di vi-
vere l'esperienza quotidiana come
scuola di autoformazione. Confron-
tarsi sui problemi dell 'educazione
dei figli è l'argomento più gettonato
sia nel dialogo fra i coniugi che nello
scambio con altri adulti ed esperti.
Ebbene c'è da operare il passaggio
dalla chiacchiera sterile alla comu-
nicazione di esperienze e tentativi
concreti di conversione. (Davvero
opportuno il "decalogo" di Ferrere).
L'audacia del confronto. Altra
possibilità concreta di autoforma-
zione è il coraggio del confronto
esplicito con i figli, su quello che si
attenderebbero dal proprio papà e
dalla propria mamma. Quando i figli
esprimono delle attese, queste ri-
guardano quasi sempre tre dimen-
sioni: avere più tempo da condivi-
dere con i propri genitori ; confron-
tarsi con uno/una che non si ponga
come infallibile dispensatore di ri-
sposte preconfezionate ; essere di
fronte a una persona con limiti e
difetti e che non bara su di essi .
Scuola di autofor-
mazione . Quando l'e-
sercizio genitoriale fa
venire il fiatone e si
sperimenta la povertà
e l'insicurezza , né ci
si può fermare - per i
genitori non esiste l'an-
no sabbatico, il riposo
Il tempo speso coi figli non è mai tempo perso.
BS GENNAIO 1998

4.8 Page 38

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CARTA DI COMUNIONE
I figli non ci giudicano sui risultati
che otteniamo , ci valutano per
quel che siamo.
Vivere accanto. Se riusciamo
a non metterci dalla parte del
figlio né di fronte a lui , ma
accanto a lu i, ci rendiamo conto
che essere genitori non è una
fatica in più per la nostra vita : è
invece la nostra chance più im-
portante per far maturare la
nostra identità di coppia . È la ric-
chezza capace di colmare la po-
vertà di significato e di relazioni
che troppo spesso accompagna
la nostra condizione di adulti.
Non è un mestiere . Se tutto
questo è vero , passare dal me-
stie re di genitore all'identità di
genitore è anche una provoca-
zione profetica per l'intera socie-
. Sempre più a livello sociale si
sottolinea l'attenzione all 'individuo
e non ai componenti della rete
familiare ; al di là delle dichiara-
zioni programmatiche si continua
a mettere in primo piano il nostro
ruolo di lavoratori e cittadini e non
si rilievo all'impegno di gene-
rare ed educare. Ma è la stessa
comunità sociale a rimetterci con
questa scelta : glissando sul no -
stro essere genitori rinuncia alla
possibilità di essere caratterizzata
da persone "esperte" nell 'arte di
"autenticare" i loro ruoli ordinari .
Una società in cui contasse più
l'essere che il fare senza dubbio
sarebbe più vivibile e utilizze-
rebbe in modo più produttivo le
sue risorse. Questo tuttavia com-
porterebbe che anche noi adulti ci
rendessimo più attenti al pubblico,
tessendo in un 'u nica trama i di-
versi fili che compongono la no-
stra quotidianità.
Una proposta . L'edu cazion e dei figli
è la grande sfida del lii millennio : oc-
corre porsi di fronte ai figli come adu lti
signi fi cativi per ai uta rli a di venire a
loro vo lta capaci di "generare genera-
zioni ". Perché non estendere gli inter-
venti a chi si sente di dare o chiedere ,
come una specie di piccolo FORUM
EDUCATIVO ? Potete indirizzare a:
Direzione Bollettino Salesiano,
Vi a della Pisana , 1111 ,
00163 Roma - Bravetta.
Oppure in E.mail : gmanieri@.sdb.org
o Fax 06/656.12.709.
GENNAIO 1998 BS
Don Bosco ai giovani ha dato il cuore e l'impegno quotidiano
per la loro promozione umana, sociale ma soprattutto
religiosa: il suo famoso motto conferma
la sua particolare visione e le sue scelte pedagogiche.
Articolo 11: La vita di Don Bosco
ha trovato origine, forma ed
espressione: "dammi le anime, il
resto non mi interessa" (nostra
traduzione).
Se il "Da mihi animas" è l'obiettivo
di tutta l'az ione pastorale di Don
Bo sco, co nsequenzi ale è per lui
l'impegno " fino alla temerità". La
Carta di Comunione raccoglie gli
stimoli più veri e profondi dell 'espe-
rienza di Don Bosco e li trasmette
alla Famiglia Salesiana.
Per la "salvezza delle anime"
Don Bosco diventa audace , teme-
rario : nulla lo ferma , a tutto è di-
sposto, e infatti consuma la vita in-
stancabilmente per questa carità
che sgorga straordinariamente ab-
bondante dal suo cuore . Non lo fer-
ma la violenza della storia e delle
storie quotidiane , non conosce len-
tezze e paure. La sua vita si snoda
sul "dare la vita per gli amici', evan-
gelicamente, ad ogni costo.
Il vero cuore oratoriano , non
avanza coi freni tirati , corre libero e
audace ... "fino alla temerità", per-
ché l'am ore chiede tutto : e allora
lui , Don Bosco, non risparmia nulla
di se stesso: per i giovani si avven-
tura in progetti e opere che hanno
dell 'incredibile , rasentano l'impossi-
bile. Ogni fibra del suo cuore e del -
le sue forz e è orientata. Profezia e
vita.
Questa esemplarità coraggiosa,
anzi temeraria , la Carta di Comu -
nion e la rilancia alla Famiglia Sale-
siana. Don Bosco non stila proget-
ti , se non quello della salvezza del-
le anime sul quale orienta parola e
azione , preghiera e gesto. La Fa -
miglia Salesiana, partecipe a diver-
so titolo della profezia di Don Bo-
sco , vive la grande avventura del
sogno dei 9 anni con questa deter-
minazione.
Don Bosco sa che la salvezza è
dono di Gesù, quindi grazia e gra-
tuità, ma sa anche che il mondo dei
giovani è distratto, attirato più dalle
cose che dal loro senso , più dal
piacere che dalla verità. Lo speri-
menta e ne scopre la volubilità. De-
cide di non restare spettatore, per-
ché la lotta tra il bene e il male è
senza esclusione di colpi: storia
ordinaria, esperienza quotidiana che
i giovani affrontano sulla loro pelle.
" Dio vince - dice Don Bosco - ma
è mio dovere impellente ridurre a
zero le vittorie parziali che il diavolo
ottiene sui miei giovam" .

4.9 Page 39

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r RISCHIAVAMO
AMBEDUE
LA VITA
medici. Ma non è tutto. Quattro
mesi dopo il bambino cadde ,
rotolando per alcuni gradini e
sbattendo fortemente il capo .
S. Eugenio con prognosi riser-
vata. Durante tutto questo fran-
gente io non feci altro che pre-
gare il beato Filippo Rinaldi. Il
Ricoverato d'urgenza all 'ospe- giorno seguente recatami in sa-
La mia gravidanza ha avuto una dale con un grosso ematoma io la di rianimazione ebbi dall'infer-
storia molto avventurosa. Ho ri- mi ri volsi nuova mente al mio miere il permess o di mettere
schiato di perdere la vita. Con santino . Ed anche questa volta sotto il cuscino di mio marito una
l'aiuto della preghiera e con la tutto è andato così bene da non reliquia del Beato . Dopo quattro
forza della vol ontà riuscii ad lasciare la min ima conseguen- giorni mio marito si risvegliò in
arrivare al quarto mese stando za. Per questa duplice protezio- discrete condizioni e venne tra-
sempre a riposo . Mi auguravo ne io non cesserò mai di ringra- sferito nel repa rto medic ina.
che ormai tutto viaggiasse per il ziare san Domenico Savi o.
Quindici g io rn i dopo veniva
meglio ed in vece intervenne
una gestosi gravidica, per di più
Virzì Rosa, Trapani
dimesso dall 'ospedale con una
normale terapia per l'ipertensio-
diagnosticata in ritardo. Ricove-
ne. La successiva visita di con-
rata in ospedale mi venne detto
trollo constatò una ripresa per-
con chiarezza che c 'era il ri-
fetta tanto da essere autorizzato
schio della vita sia per me che
a svolgere una vita normale, Noi
per la mia creatura. Iniziammo
ringraziamo il beato Filippo Ri-
una novena a san Domenico
naldi (di cui mio marito porta
Savio e io indossai sempre il
sempre la reliquia sul cuore) per
suo abitino, una reliquia in mio
il suo miracoloso intervento.
UN INTERVENTO
EVITATO
Da oltre due anni ero stato
possesso che risali va al periodo
in cui ero allieva delle FMA. Do-
r po quindici giorni, la mia situa-
zione cominciò a migliorare. Ma
fu necessario l'intervento chirur-
UN PICCOLO
gico. Mi nacque una bambina di
RITARDO E
Vilma Cerroni, Roma
r UNASPECIE
DI NOVENA
colpito da una grave forma sette mesi subito intubata e tra-
SAREBBE MORTA
PERPETUA
di "Ca papillifero vescicale sfer ita in eli cottero a Torino .
recidivo parete laterale sini-
stra e retrocervicale ". Dopo
il quarto intervento senza
alcun risultato positivo , il
professore curan te, consta-
tato che si trovava a con-
frontarsi con una forma par-
ticolarmente aggressiva , mi
propose la "cistectomia ":
"Caro don Antonio , la sua
vescica fa capricci , dobbia-
mo toglierla". A questo pun-
to con tanta fede e viva spe-
Dopo ben 50 giorni potei final-
mente portarla a casa, sana e
salva. Oggi ha quattro anni. La
sua vivacità è per me un conti-
nuo invito al la riconoscenza.
Orsola Di Grezia, Bra (CN)
Un anno fa mia sorella ha avuto
un grave incidente di auto. Por-
tata subito all 'ospedale venne
ingessata ai polsi e alle caviglie.
Dopo due settimane fu riportata
a casa. Ma qui venne il peggio
perché un farmaco le procurò
delle lesioni interne. Noi la vede-
vamo impallidire. Quando un
giorno fu colta da dolori , chia-
mammo la guardia medica ma
senza alcun risultato . Vedendo-
la però peggiorare , io la traspor-
Per quasi tre anni ho pregato ,
direi quotidianamente , suor Eu-
sebia Palomino (neg li ultimi
due an ni si era trasformata in
una specie di 'novena perpe-
tua ') per la guarigione di suor
Elena R., FMA che , proveniente
da Torino , lavorava a Dar es
Salaam in Tanzan ia. Da circa
tre anni , suor Elena era affetta
da una forma benigna di tumore
al cerve lletto. Agli inizi i sintomi
erano mal di testa ricorrent i e
ranza ho iniziato una nove-
tai in ospedale, la operarono im- noiosi , una fabbriciattola sem-
na di pregh iere in onore del
venerabile Simone Srug i,
perché mi ottenesse dal Si-
gnore la grazia di evitare la
cistectomia. Il Signore ha ve-
ramente accolto l'intervento
del Suo Servo fedele . Alla
distanza di appena un mese
da lla amara sentenza del
professore , chiamato al con-
sueto controllo "Uretrocisto-
cope ", con sorpresa grande
dello stesso professore , il
risultato è stato completa-
mente "negativo". Commos-
so e riconoscente ringrazio il
Signore e rendendo pubbli-
ca la grazia esorto il popolo
cristiano a rivolgersi al
Servo di Dio Simone Srugi .
D. Antonio Fanesi S08,
Portorecanati
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmat e e senza recapito. Su
richiesta si potrà omertere
l'indicazione del nome.
r IL PARTO È STATO
UN SOGNO
Avevo avuto il primo bambino in
condizioni disastrose : una diffi-
cile gestazione aggravata poi da
un parto cesareo. Tra le conse-
guenze: incurvamento della spi-
na dorsale con fatica nella deam-
bulazione per oltre un mese .
Quando a di stanza di quattro
anni si annunciò una nuova ma-
ternità , è facile immaginare i
miei timori pensando alle traver-
sie della precedente gestazione.
Il buon Dio vo ll e che una mia
amica, venuta a conoscenza del
fatto , mi consigliasse di rivo lger-
mi al "Santo delle culle ": san
Domenico Savio. Mi sono ag-
grappata a quest'ancora di sal-
vezza con tutta la mia fede .
Debbo co nfessar lo: il p_arto è
stato per me un sog no . E stato
motivo di meravigli a per i paren -
mediatamente : aveva una grave
emorragia interna. Mi dissero poi
i medici : "Mezz 'ora più tardi e
sarebbe morta". In tutto questo
frangente noi ci siamo raccoman-
dati a Don Bosco. A 90 giorni
dall'incidente le furono tolti i ges-
si. Ora ad un anno di distanza,
cammina bene. Tutti dicono che
è stato un vero miracolo! Pe r
questo vogliamo ring raz iare
pubblicamente don Bosco.
Giovanni Maule,
Gambe/lare (VI)
r UNA RIPRESA
PERFETTA
Eravamo in casa di amici , quan-
do mio marito fu colpito da un
attacco ischemico cerebrale con
perdita di conoscenza. Un medi-
co presente tentò un massaggio
cardiaco , ma, vista la gravità del
caso , chiamò l'autoambulanza.
Trasportato a Villa San Pietro ,
venne subito intubato e trasferi -
pre presente e inappetenza. Ma
col passare degli an ni le cose si
andavano facendo serie . Negli
ultimi tre anni suor Elena era in-
debolita al punto da avere la
malaria quasi in con tinu azione
(co n febbre normalmente a
38/39°), il dolore alla testa era
divenuto quasi insopportabile ,
ogni tanto avevano luogo una
serie di svenimenti e a volte era
affetta da disfasia . Tornata in
Italia per le vacanze, nell 'autun-
no scorso, si presentò al dottore
che l'aveva in cura quando era
ancora a Torino. Dopo un serio
esame si decise di intervenire
con laser. L'operazione , molto
delicata (più di 200 scariche di
laser per vaporizzare cinque
cisti), riuscì bene. Ora rientrata
in Tanzania , suor Elena conti-
nua a lavorare in mezzo ai gio-
vani di Temeke la bidonville
dove si trova il Centro Giovanile
FMA) con rinnovato vigore, sen-
za più malaria e, soprattutto ,
senza più alcun lancinante mal
di testa.
ti , per gli infermi eri e gli stessi to al Centro di rianimazione del D. Gianni Rolandi, S08, Kenia
8S GENNAIO 1998

4.10 Page 40

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Quando la scuola di Valdocco fu chiusa dallo zelo dell'assessore
QUEL «SIT-IN»
DI PROTESTA
di Elvira Bianco
La lotta di Don Bosco
contro chi reggeva
l'istruzione pubblica
in Italia attorno
agli anni 1879-80.
A difesa della sua
« scuola paterna», aperta
ai ragazzi in difficoltà.
Proprio durante la novena cl i
Maria A usiliatrice cie l '79, Don
Bosco si v ide recapitare copi a
cli un decreto m inisteri ale del 16
maggio che ordi nava la chiusura del-
le sc uole gi nnas iali cli Va lciocco. La
comun icaz ione ciel decreto, però, die-
tro sugge ri mento dell a magg ioranza
ciel cons igli o sco last ico prov incia le
che giudicava la ve rtenza in un a ma-
niera serena, era stata fatta in fo rma
cl i semp li ce avv iso, rin viando la co-
'I
GENNAIO 1998 IJS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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all'istruzione di Torino e ragazzi fecero lezione sui prati della Dora.
municazione ufficiale al penultimo
g iorn o di scuola, prima delle vacan-
ze autunnali.
Don Bosco cercò immed iatamen-
te di far ritirare il decreto o, almeno,
di ottenere una dilazione di due
anni: vis ite, colloqu i, ricorsi e pro-
memoria alle competenti a utori tà,
mobilitaz ione di uomini della c ultu-
ra e personalità amiche della sua
opera, artico li su giornali , lettere
aperte . Fu co involto in difesa de lle
sc uo le di Don Bosco persino un fo -
g lio di matrice liberale "Il Risorgi-
mento". Ma un posto a parte l' e bbe-
ro anc he la preghiera e il dignitoso
silenz io L' uomo onesto, quando
non è cred uto, deve porsi in ri goro-
so silenzio », scrisse in questa occa-
sione Don Bosco).
UN SOLO PROBLEMA
Interessante la visita all'assessore.
Il co ll oq uio serve a Don Bosco pe r
scandag li are meglio le posizioni
del la co ntroparte e sapere qual i
siano i punti neri della sua scuo la.
Così Don Bosco appura che l'unica
accusa, che del resto lui già cono-
sce, è questa: Don Bosco mette a in-
segnare professori senza titoli , vo-
lendo elude re la legge e ingannare
le autorità. Don Bosco ringraz ia
1'assessore per iI differimento della
comunicazione ufficiale del decreto
mini steriale, ma non accetta i suo i
suggerime nti : « Come amico, le sug-
gerisco di dire c he , pe r la maggior
comodità dei suo i professori e alli e-
vi, fate sc uola al mattino di buon 'o-
ra e alla sera tardi. Così, se viene il
provveditore al mattino, potrà dire
che la scuola la fate cli sera; e se il
provveditore viene alla sera, potrete
dire c he la scuo la è stata fatta al
mattino ». Suggerimenti che sugge-
ri scono astuzie umilianti che a Don
Bosco non sono famil iari . Piuttosto
gli dice con chi arezza che il decreto
è un atto di sfidu cia e cli biasimo nei
suo i confronti , che lui non si merita
nell a maniera più assoluta, dato l' im-
pegno costante profuso nella lotta
contro l'analfabetismo e la diffu s io-
ne della c ultura tra g li strati più de-
press i della gioventù e del popolo.
Infine, Don Bosco dichiara che
nella sua scuo la, anche se a volte è
necessa rio impegnare degli inse-
gnanti suppl e nti , i professori con i
titoli legali ci sono. L'assessore "este-
riormente", notò Don Bosco, «mi si
mostrò benevolo e mi palesò varie
cose a nostro riguardo, che importa-
va grandemente di conoscere »: « In
realtà egli e ra senza dubbio uno dei
pii:t pericolosi nel consiglio scolasti-
co e probabilmente fu lui a suggeri-
re il colpo di grazia ».
"SCUOLA PATERNA»
L' istruz ione allora era governata
dalla Legge Casati. E il suo spirito
era cli libertà. Essa riconosceva ac-
canto al l' insegnamento ufficiale an -
che quello libero , eseg uito in varie
modalità concrete, una delle quali
era la cosiddetta "scuola paterna",
giunta fino ai nostri giorni. In que-
sta forma di insegnamento, " pro-
scio lta da ogni vinco lo d ' ispezione
per parte dell o stato", sotto la re-
sponsab ilità dei genitori o di chi ne
fa legalmente le veci , si può assol-
vere al diritto-dovere del!' istruzione
dei figli o dei ragazzi affidati, pre-
parandoli poi a sostenere un esame
ufficiale, da soli , in famiglia o in
maniera assoc iati va.
Ma le circolari dei ministri e le in-
terpretaz ioni dei provveditori, o le
disposiz ioni dei consigli scolastici
andavano riducendo sempre più
nella pratica, il principio legale ciel
libero in segnamento secondario.
8S GENNAIO 1998

5.2 Page 42

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Ma le cose prec1p1tarono. A ltro
c he re voca! altro che due anni di
te mpo, come avrebbe des iderato
Don Bosco. Il ministro in persona,
sap uto c he de l decreto non era an-
cora stata data comunicaz ione uffi-
ciale a Don Bosco, ord inò al prov-
veditore di far chiudere que lle sc uo-
le tassativamente e ntro e no n oltre il
30 g iug no.
A l pensiero di tanti ragazz i buttati
da un gio rno all ' altro sull a strada ,
senza neppu re poter concl ude re I' an-
no sco la ti co, e, te ne ndo conto c he
l' Ora torio non era so ltanto un a
scuo la, ma anche una comunità d ' ac-
~o~ li e nza e c he no n e ra un qual sias i
1st1tuto c he v ivacc hi asse di compro-
messi, ma che e ra addirittura un
segno di innovazione ped aooo ica e
d idatt ica di notevo le portata1"'sicia le,
ed era conosc iuto e apprezzato e
anc he vis itato da personalità ecc le-
s iastiche, po li tiche e c ul turali , ita li a-
ne e stra ni e re, prese la pe nn a e
sc ri sse immed iatame nte al mini stro
de ll a pubb li ca istru zione Co ppin o.
In realtà tenn e con la lette ra pe r
a ltri tre g iorni , la fece sedime nta re,
la ritoccò e la spedì: con dec is ione,
chi edeva, offre ndone le motiv az io-
ni , la revoca del dec reto. Nel frat-
tempo scris e al prefetto , chi eden-
dog li di sospe ndere l' esecuzio ne
de lla de li berazione di chiu sura in
attesa de ll 'es ito del ricorso a ll 'a ~1to-
rità supe ri o re. N iente da fare.
A nco ra iI 30 giugno Don Bosco
scrisse al prefetto , facendo leva
GENNAIO 1997 JJS
sull a s itu azione concreta c he s i sa-
re bbe venuta a creare ne i vari oio-
.
b
va ni , accolti a Yaldocco, per i quali
s i vo leva lo sfratto da ll ' Oratorio. Il
prefe tto , per un eventu ale impi ego
de ll a forza nell 'ass urdo sfratto, s i
consultò con il pretore, c he, però,
no n se la sentì di infierire contro de i
pove ri ragazzi, mo lti de i qu a li , orfa-
ni. E finalmente il 2 lug lio furono
concess i alc uni giorni di proroga.
SUI PRATI DELLA DORA
Don Bosco, in soddi sfatto e forte-
mente indi g nato , in siste ne ll o scri-
ve re e sottolinea presso il min istero
il caratte re di casa d 'accog li e nza pe r
ragazz i emarg inati cle ll ' Oratorio e
cl i " sc uola pate rna" de ll e sue sc uole,
appell andos i ancora un a vo lta all a
Legge Casati. Ma, quando la sua
le ttera giun se a Rom a, il govern o
De pre ti s si e ra dimesso per la famo-
sa q uest io ne de ll a tassa sul mac in a-
to , de lla qu ale lo stesso povero Don
Bosco e ra stato precedente mente
aggravato, no nostante l' Oratorio vi-
vesse di be nefi ce nza , e g a veva
presentato ri co rso al mini stro de ll e
fin a nze Q uintin o Sell a ne l 1870, per
essern e esentato totalmente o alme-
no pa rzialme nte . E il decreto d i
c hiusura delle sc uole di Do n Bosco
venne bollato da vari quotidi a ni cat-
tolici di Torino e Mi lano come l' ul-
tim a " gloriosa impresa" de l Gabi-
ne tto Depretis. Don Bosco cond usse
questa lotta con l'abitu ale tranquil -
lità, ma nel be l mezzo di grosse dif-
ficoltà econom iche, tanto c he si de-
c ise a chi edere un prestito di I00
mil a lire, dopo aver emesso una cir-
co lare per prorogare la lotteri a di
be neficenza g ià in co rso. Inoltre, a
chi gli muove l' in sul to di chiuderg li
le scuole g innas iali di Yaldocco ,
egli ri sponde aprendo nuove case:
entro la fine di quel 1879 ap rirà
case salesiane a Randazzo, a Brin d i-
si e persino in Francia . Ma ri s ponde
anche prom uovendo c ultu ra . Aveva
acqu istato da poco tempo un a rac-
co lta di uccelli rari , imbalsamati e
classificati sc ie ntifi camente e il 5
lug lio v ita a un " mu seo o rnito lo-
g ico" nel suo liceo di Yalsali ce. A ll a
cerimonia cli in auguraz ione ciel mu-
seo pres iede , in v itato da Don Bo-
sco , il senatore G iovanni Siotto-
Pintor. I l senatore sardo, c he s'era
avvici nato all a fede graz ie a Don
Bosco e prendeva pa rte viviss ima
all e peripez ie del l' Oratorio, nel suo
di scorso inau g ural e a Va lsa li ce, si
scag li ò con veemenza , quas i da
contrappunto alla ca lm a di Don Bo-
sco, contro co loro c he erano causa
di quell e vessazioni . E poi , ne ll e
sedi competent i a Rom a, proseg uirà
la sua difesa dell '" imparegg iab ile"
Don Bosco pe r vari mes i, sia sotto il
governo Ca iroli , che otto il gover-
no Cado rn a: « La vio laz io ne de ll a
legge è mani festa », esc lamava I'e-
ne rg ico sard o, ma senza otte ne re
null a di ri so luti vo . Don Bosco in -
tanto , dopo aver sc ritto pe rs ino ~I re
Umberto I, e dopo ave r te legrafato,
1' 8 lug li o, al mini stro de ll a Rea l
Casa (« Sono costre tto a mette re pe r
le vie 800 poveri ragazz i. Urge.
Suppli co pronto provvedimento »),
o rgani zzò que lli c he ogg i potremmo
definire dei sit-in co n i g iovani de lla
sua sc uola, che, per c lass i, posti s i in
cerc hio atto rn o al professo re, co-
minc iarono a fa r lez ioni all ' ape rto ,
pe r le vie, ui prati de ll a Dora , in
campagne vic in e. Don Bosco no n
cederà, fin ché non sa ri aperta la
scuo la. Era q uesto il suo modo di
reag ire di fronte all e diffico ltà. Era
un uomo e un prete mosso da l! ' a-
more ai ragazz i pove ri e abbandona-
ti , ma anche da l suo ricchiss im o
te mperamento.
Elvira Bianco

5.3 Page 43

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I NOSTRI MORTI
BORELLO suor Renata ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Milano, 1'8/4/ 1997 a 82 anni.
Aveva una spiccata propensione per l'arte
e aveva conseguito una specializzazione
per la lavorazione della ceramica. Si dedicò
con passione all 'insegnamento , facendone
una scuola di vita. Le allieve , numerosissi-
me , la ricordano come una donna alla ri-
cerca dell'armonia, della bellezza. La gen-
til ezza traspariva da tutt i i suoi gesti. La
malattia, lu nga e dolorosa, ha testimoniato
la sua ricerca di Dio.
KRAJCOVIC Sac. Stefano , salesiano,
t Ravenna, il 4/1/ 1997 a 85 anni.
Nato in Cecoslovacchia, a Tracovice, a 13
anni inizia la sua esperienza sa les iana
entrando nell'aspirantato di Sastin , col de-
siderio di consacrare la S[!a vita ai giovani ,
nello stile di Don Bosco. E sacerdote nella
stessa casa quando nella primavera del
1952 il co llegio viene requisito e i salesiani
deportati in campo di concentrame nto. Rie-
sce a fugg ire portando con sé il ricordo
degli affetti troncati, le sofferenze della pri-
gionia e la paura. Raggiunge l'Italia dove
svo lge il suo aposto lato diffon dendo la
buona stampa (prese nta di casa in casa
la rivista "Meridiano 12"), dipingendo, incul-
cando nelle cooperatrici e nei cooperatori
salesian i l'amore a Don Bosco e all 'Ausi lia-
trice, rendendosi disponibile per il ministero
delle confessioni , attraverso cui infondeva
luce e serenità.
FRASSV don Enrico ,
salesiano missionario ,
t Cremisan, il 22/ 1/ 1997.
Lascia un grande vuoto la sua dipartita.
Segno del la sua zelante attività missiona-
ria sono il centro di Rong kho n (Assam) co n
chiesa , scuola , casa per i padri, convitto
per i ragazzi interni , conve nto e casa per le
rag azze e poi una dozzina di cappe lle in
muratura nei villaggi più grossi. La sua
figura rimane impressa nei cuori di tutti i
fedeli di Gara.
GHIRIMOLDI Emilia ,
Volontaria di Don Bosco,
t Milano, il 14/8/1997 a 84 anni.
Una delle prime VDB del Gruppo di Milano,
innamorata di M. Ausiliatrice e di D. Bosco,
ha fatto della collaborazione con i salesiani
l'impegno fondamentale di tutta la sua vita,
prima all 'oratorio salesiano S. D. Savio di
Milano, poi da pensionata, nella segreteria
dell 'Istituto Salesiano di Treviglio. Per
meglio rispondere all e es igenze pastorali
frequentò i corsi di Teologia per Laici e ne
conseguì il diploma. Offrì se stessa per le
vocazioni re ligiose e sacerdotali. Generosa
e pronta per qualsiasi buona iniziativa.
Legò all'opera salesiana la sua abitazione.
La purificò una lunga e dolorosa malattia.
SCHIAVINO Battista , cooperatore ,
t Castigliole d'Asti , il 23/4/1997 a 93 anni.
Profondamente religioso , umile e buono,
affezionato da sempre ai salesiani.
Sostenitore della "Via Lu cis" meravigliosa
e recente scultura in legno nel tempio di
Don Bosco a Castelnuovo.
GALVAGNO Rinaldo , cooperatore ,
t Castellanza, il 29/8/ 1997.
Aldo, come da tutti era conosciuto , è stato
un vero testimone del Vangelo. Cristiano
convinto , im pegnato cooperatore salesia-
no, fedele a Don Bosco che aveva impara-
to a conoscere e ad amare da suo nonno
cresciuto a Valdocco , ha contribuito a far
camminare l'Associazione secondo le
direttive del nuovo RVA. L'affermazione di
Don Bosco "ve rrà un tempo in cu i dire coo-
peratore vorrà dire buon cristia no", la si
può applicare al nostro Aldo che con il
buon esempio e la fedeltà ai suoi impegni
di battezzato ha test im oniato la fede e
attraverso l'animazione liturgica e il canto
corale ha reso solenni le ce lebrazioni tra-
ducendo in vita la liturgia.
VITTORIO , cooperatore,
t Conegliano Veneto, 1'1 /3/1997.
Aveva attraversato mo lte leghe di mare
nella sua vita. Poi con la mog lie Velleda,
anche lei cooperatrice , ha fatto una traver-
sata più breve seguendo una rotta traccia-
tagli da Dio , una rotta speciale, dove ha
intravisto orizzonti che hanno suscitato nel
suo cuore meraviglia , in ca nto , stupor e.
Con la semplicità, la rettitudine , l'ospitalità
cordiale si è circondato di numerosi amici ,
su cui riversava ininterrottamente le "sor-
prese·· del suo cuore . Destinatari preferiti : il
papa , il rettor magg io re, le studentesse
bisognose dell 'Auxilium di Roma, la comu-
nità FMA di Conegliano , raggiunta spesso
dalle sue delicatezze. Sua devozione parti-
co lare M. Mazzarello, visitata nei luoghi sa-
cri di Mornese e di cui ha vol uto far ripro-
durre l'effigie in mosaico , donata poi alla
Comunità dell 'Auxi li um.
r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-197 1 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formu le valide sono:
- se si tratta d' un legato:
« . . . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di li.re.. ., (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del cu lto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati :
« ... annullo ogn i mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data )
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
BS GENNAIO 1998

5.4 Page 44

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/1
/N SEMINAR/O, 6/0VANN/ BO-
SCO HA T/2ASCOR'::>O f:>EI
ANNI D I STUDI. ORA CON-
DENSA IN POCHE PAROLE
IL PROG.?AMMA DELLA '2:>I..La
VlrA IN UN DIARIO ...
5 GIUGNO 1841. L'ARCIVESCO-
VO DI TORINO CONSACRA
GIOVANNI BO"=>CO SAC E RDOTE
PER '2:>E./VI Pl2E
ORA
S EI DIVEN- ì --.-frl,,,..,--,.,~-
TATO
MAMMA,
LA PRIMA ME"=>-
'2:>A LA VOGLIO DI-
RE ALL'ALTARE DEL:
L 'ANGELO CUSTODE .
PEQCHE' IL SIGNO-
RE FACCIA DI ME
L'ANGELO CUSTODE
DI TANTI RA -
GAZZI
POV ERI .
GENNAIO 1998 JJS
VOI Ml AVE-
TE DETTO: R E N-
DITI UMILE, FOR-
TE, ROBU'2:>TO. HO
CERCATO DI FAR-
Ml COSI' . AD E S'::10
FATEM I CAPIRE
C0'2:>A VOLETE
DA M E.

5.5 Page 45

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ALLA SE!24, CON LA MAMMA
CHE FARA' ADESSO DON BOSCO.> CHIEDE CONSIGLIO A
UN €:>UO GRANDE AMICO, DON CAFASSO.
' 0EI PRETE,
0EI PIU' VICINO
A GE0U'. D'ORA IN-
NANZI PEN'.?A ":>OL-
TANTO ALLA '.?AL-
VEZZA DELLE ANI-
ME, NON PREN-
DERTI NESSUNA
PREOCCUPA-
ZIONE PER
ME.
VA E RIMANE '?>CONVOLTO, I SOB-
BORGHI SONO ZONE DI DESOLA-
ZIONE E DI RIVOLTA
,,
NON
ACCETTARE
NIENTE. TU '.?El FAT·
TO PER TORINO, V fE-
NI NEL MIO CON V ITTO
A 0TUDIARE ANCORA
DUE ANNI. E INTAN-
TO FA' UN GIRO
PER LA CITTA'.
GUARDATI
ATTORNO.
AccANTO AL MERCATO GE·
NERALE SCOPRE UN
VERO "MERCATO DELLE
BRACCIA GIOVANI ' '.
GUALCU
CHE Cl
PRENDA
A GIOR-
NATA.
BS GENNAIO 1998

5.6 Page 46

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.. 11----------------------------
VUOL COM -
PRARE GUALCO'::>A,
REVER E NDO." VENDO
DI TUTTO: ZOLFAN E LLI
VUOL E
LUCID I
ARP E .7 P
LDI GLIE
FACCIO
lt
GENNAIO 1998 BS
O R-
AMO
N '::>OT-
ALA
IL PA-
E Cl

5.7 Page 47

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Il cardinale
IRAUL SILVA HENRIQUEZ
Arcivescovo emerito di Santiago
ex primate de l Cile.
Il 27 settembre u.s.
ha compiuto 90 anni, festeggiato
dai salesiani e dalla società civile .
Il personaggio
A Macul , un sobborgo di Santiago, vive la sua lunga vecchiaia uno dei grandi
uomini della congregazione e della Chi.esa, il cardinal e Ra ul Silva Henriquez, no-
vanta anni compiuti il settembre scorso. Una v ita intensa, fatta di grand i reali zza-
zioni , che continu a a suscitare am mirazione e affetto e gratitudine. La televisione
nazionale gl i ha dedicato un ' ora e mezza di trasmi ss ione, la radio programmi spe-
ciali. Lo stesso presidente della repubblica si è recato a ossequ iarlo nella casa di
riposo dove da tempo risiede. La fondazione "Cardinal Raul Silva Henriquez" ha
lanciato una se ri e di ini ziative che hanno riportato alla ribalta il suo nome: un ra-
duno giovanile organizzato dall'Università Cattolica "B las Cafìas"; un significativo
incontro con i campesinos, che tanto il cardinale ha amato e pe r i quali tanto si è
battuto; un seminario di studi su "// Cardinal Si/va , una presenza nella storia del
Cile" , e numerose altre manifestazioni civili e re lig iose.
Il profeta
Fu promotore dei cambi religiosi e sociali che interessarono il suo paese, che
eg li contribuì a portare alla ribalta internazionale, dedicandogli molte delle sue
energie, la sua intelli genza, la sua coraggiosa pruden za. Lavorò per integrare nella
società i poveri e gli emarginati , fondando la Caritas, l' Istituto Cattolico dei Mi-
granti, il Banco del Desarrollo (un a banca per lo sv iluppo !). Restò famo sa una sua
omelia su " /' anima del Cile", grido profetico e chiamata di tutti a "costruire lana-
zione di cui abbiamo bisogno". Una delle espressioni più esigenti, durante le lotte
politiche che hanno scosso la nazione fu " Rispettiamo furti". Conobbe momen ti
d ifficili: andò avanti serenamente per la sua strada, cercando cli ri spondere alle
es igenze reali della società.
Il pastore
Una esuberante attività pastorale oltre a una multifo1111e azione sociale e audaci
iniziative nel campo dei diritti umani caratteri zzarono la vita di monsignor Silva.
Si dedicò corpo e anima alla sua gente, con lo zelo cieli 'apostolo e lo spirito del
mi ssionario. Credette fermamente nel Concilio Vaticano II e fece di tutto per ap-
plicarlo. Credette nella Chiesa e nell a sua mi ss ione religiosa e umana. Ecco alcune
delle sue realizzazioni: per i bimbi emarginati fondò i " Villaggi S.O .S." ; per gli
uomini di scienza I'"Accademia del'Umanesimo Cristiano"; pe r i malati la "Cli-
nica indisa"; per i giovani !'"Università Calfolica Blas Canas" . Le sue visite pa-
storali , i contatti con i poveri , gli incontri con i giovani lo hanno reso famoso.
Racconta lui stesso un episodio curioso. Morto il suo confessore salesiano, scelse
don Riccardo Ezzati, attua le vescovo di Valclivia, il quale si mostrò piuttosto titu-
bante ad acce ttare un incarico così delicato. Il cardinale tagliò corto alle remore:
« Non si spaventi, noi cardinali siamo peccatori come turti gli altri ». Significativa
la sua ultima omelia come card inal e di Santiago , quando al colmo clel l'emozione
esc lamò: « Più di una volta , Signore, ho sentito la tua voce che mi incitava: non
aver paura! Non essere codardo! Darti da fare! Signore, io chiedo di lavorare per
te, cli parlare con la tua voce, di amare col tuo amore ».
Il salesiano
La sintesi più bella della sua vita di salesiano la fa lui stesso. « Don Bosco mi ha
conquistC//o: un uomo moderno , amante di Dio, della sua patria e dei poveri; che
non si spaventava davanti a nessuna difficoltà; pieno di fede, avvolto da una ca-
rità infinita; pieno cli Dio anche se nessuno ali' apparenza l'avrebbe detto 1» .
Poi un ' aggiunta che dice tutta la sua ammiraz ione per il santo della sua vita:
« Me gusta Don Bosco! ».
o
FOCUS
PAULO, 13 ANNI,
FARMACISTA
Piccolo venditore , passa la sua
giornata dietro un bancofarma-
cia aperto nella piazza di Luanda ,
per sfamarsi e coltirnre qualche
sogno.. .
Ha so ltanto 13 anni Paulo e
abita ne l hairro "Prenda" di Luan-
da , capitale de ll ' Angola. È un ra-
gazzo sveg lio, coraggioso, inte lli-
gente, creativo . .. del resto " la ne-
cessità agu::za l'ingegno" . Nato
in provinc ia, si è trasferito in città
pe r sfuggire ag li onori della gue r-
ri g li a, trasc in andosi di e tro tre fra -
tellini più piccoli. Nel vi ll aggio
ha lasciato i suoi geni to ri , ma non
sa nemmeno se sono v ivi .
Puntuale come un cronometro,
tutti i giorni siede di etro a l banco
di vendi ta: quattro ass i tenute fer-
me alla m eglio da qualche chi odo
arrugginito e ingentilite, si fa per
dire, da una tovag li a di carto ne.
Vende fa rm aci Paulo. Proprio
così! E dice che la ve ndita tutto
sommato rende : con il ricavato
riesce a mantenere se stesso e sfa-
m are i suo i tre frate lli . A tredici
anni capofami g li a e farmacista.
Il piccolo ha anche acq ui stato
una certa dimestichezza coi far-
m aci che vende. S a a c he cosa se r-
vono, non sbag lia a prescrivere la
medi c ina e perfino la dose gi usta,
ne conosce gli effetti e ri esce a di-
stricarsi cor( disinvo ltura tra anal -
gesici , antipiretici , siringhe, aghi ,
antibio tici e simili . Ha messo a
frutto le nozio ni apprese a sc uo la :
su uno sc iroppo riesce a guada-
gnare anche 20.000 kwanza, e su
una confez ione di Bactrim anche
di più. Non è m o lto, cons iderato il
bassi ss imo va lore de lla mon eta
angolana, sufficiente tuttavia per
vivere e co ltivare qualche sogno.
Uno ce l' ha Paulo e non lo na-
sconde: un giorno vuo le essere
farm ac ista vero . E ha le idee c hi a-
re anche su c che non vuo le di-
ventare: un "gatuno" , un ladro .
"La necessità fa l' uomo ladro"
(pare che il proverbi o sia univer-
sale): Paul o non vuole soccombe-
re a questa necessità, rifiuta nella
maniera più assoluta di diventare
uno s bandato. E anch e noi g lie lo
aug uri amo e facciamo il tifo per
lui. li suo coraggio l'avrà v inta
s ull a sfortuna.
IJS GENNAIO 1998

5.8 Page 48

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TAXIE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
-'
NEL PROSSIMO NUMERO ,
POPOLI NELLA FORESTA
di Ervino Martinuz
La domenica missionaria salesiana
risveglia la solidarietà verso Xavante e Yanomami .
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FMA IN INDIA: PROGETTO DONNA
"$"
di Maria Antonia Chine/lo
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Da sempre le FMA si occupano dell'educazione dei giovani .
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Un punto d'onore è l'emancipazione della donna.
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MAGICA SCUOLA PROFESSIONALE
di Vito Orlando
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Le scuole salesiane per il lavoro nelle missioni
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sono il nostro fiore all 'occhiello, ci aprono tutte le porte.
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LE AMERICHE IN ASSEMBLEA
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di Silvano Stracca
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Il Sinodo interamericano è un 'occasione di rilancio
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e di nuova evangelizzazione per la Chiesa del continente .
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