Bollettino_Salesiano_195904


Bollettino_Salesiano_195904



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Noi non ci fermiamo mai;
vi è sempre cosa che incalza cosa...
Dal momento
che noi ci fermassimo,
la nostra Opera comincerebbe
a deperire
DON BOSCO
f IE ti AJfNO LmUJ . N...
O 195
EDIZIONE PER I DJlUGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI
DmEZJ.ONE GENERALE: TORINO 714 VIA MARIA AUSILIATRICE 32 TELEF. 22-117
IL NOSTRO COHBONO NAZIONALI
Il Bollettino Salesiano ne ha già parlato nei numeri di gennaio e di febbraio.
Il Convegno rientra nel programma del 1959 e soddisfa l'anelito di migliaia di
Cooperatori desiderosi di assistere in Roma ali'inaugurazione della prima chiesa
dedicata a Don Bosco nella città eterna, risponde all'invito del Rettor Maggiore, il
quale desidera ardentemente che nel prossimo maggio Don Bosco nel suo nuovo
grandioso tempio riceva anche l'omaggio dei Cooperatori di tutta l'Italia.
E ne sarà contento il Santo Padre, così buono con la nostra Famiglia. Egli sarà
lieto dell'omaggio filiale che i Cooperatori, uniti con tutta la Famiglia Salesiana, gli
offriranno nel solenne incontro, che rappresenta uno dei numeri più importanti e
cari de programma romano. E poi Roma è sempre un potente e dolce richiamo.
Chi avrà la fortuna di vivere quei giorni sarà felice del sacrificio che forse avrà
dovuto affrontare per partecipare al Convegno,Pellegrinaggio.
La spesa è relath·amente modesta. Oggi un viaggio a Roma non è un problema di
difficile soluzione.
I Dirigenti della Pia Unione si sentano tutti mobilitati per mobilitare a loro volta
i nostri cari Cooperatori. Già varie Ispettorie raccolgono numerose e fervide adesioni
e si prevedono treni speciali in partenza da vari centri.
I giorni festivi 1o e 3 maggio col sabato in mezzo faciliteranno la partecipazione
anche di coloro che hanno impegni di lavoro e di impiego.
I Delegati Ispettoriali, di cui abbiamo dato nel Bollettino Salesiano di febbraio gli indi,
rizzi, hanno l'incarico di organizzare la partecipazione dei Cooperatori delle rispettive
regioni. Essi daranno ai loro Centri le direttive ed istruzioni convenienti pubbli,
cando Jjrogrammi e norme. Ma tutti i Dirigenti si adopreranno per portare a Roma
numerosi gruppi di Cooperatori.
IMPEGNO Pa1·lare del Convegno-Pellegrinaggio Nazionale a Roma
DEL MESE I suscitm·e l'entu siasmo dei Cooperafo1·i del p1·oprio Cenfro
I e roccoglie1·e ,mm.erose adesioui
I
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progrannnn L'arrivo dei Convegnisti a Roma è previsto nella serata del Venerdl
·
maggio, e la partenza da Roma nella ser.ita del lunedl 4 maggio.
JI programma di massima comprenderà:
a) L'Assemhlea generale dei Cooperatori Salesiani convenuti.
b) Solenne funzione nel nuovo Tempio di S. Giovanni Bosco.
e) Partecipazione all'omaggio della Famiglia Salesiana al Papa.
Su questo
programma
si daranno ancora
prcclsaz.lon.i
d) Incontro dei Consiglieri Ispettoriali dei Cooperatori.
e) Incontro dei Salesiani Delegati Locali della Pia Unione.
/) Ricevùnento alle Delegazioni Estere dei Cooperatori.
organizzaziont- L'organizzazione è affidata ai Delegati Ispettoriali e Regionali, i quali
cureranno nella propria Ispettoria la propaganda, le iscrizioni, fo pratiche per
il viaggio, alloggi, pensioni, trasporti in Roma.
I Delegati locali, i Decurioni, le Dele~ate possono raccogliere adesioni secondo
le norme che ciascun Delegato Ispettorialc diramerà nell'ambito della propria Ispettoria.
Si ric!lr~ che non si accettano bambini e neppure ragazzi non accompagnati dai
loro ge01torL
Le iscrizioni presso i rispettivi Delegati Ispettoriali si dovranno cruudere impro-
rogabilmente entro il 31 marzo 1959.
La prima Conferenza annuale sarà una buona occasione per la propaganda.
6u A Roma funziona il Comitato Convegno Nazionale Cooperatori presso l'Ufficio
Ispettoriale (Don Armando Buttarelli) via Marsala, 42.
viaggi
Il viaggio per le zone più vicine a Roma si può organizzare in pulman col vantaggio
di usufruirne durante la permanenza nell'Urbe.
L~ Ferr()'t)ie dello Stato accordano le seguenti riduzioni andata-ritorno in comitiva:
30°/o per Comitive di almeno 10 persone = Tariffa I V
400/u
»»
>> 25
>>
>) V
50°/u
>>
•>
>> 400
>>
-
•> VI
NB. - Il rilascio dei biglietti per Comitive fino a 50 persone si effettua a vista dalle
Stazioni di partenza, su presentazione di elenchi dei nominativi in doppia copia fir-
mati dal Capo-comitiva.
Per Comitive di oltre 50 viaggiatori deve essere presentata alla Stazione di parten7,a
domanda scritta i11 doppia copi.a con l'elenco nominativo, pure i11 doppia copia, a/111e110
c-i11que giorni prima dell'effettuazione del viaggio.
Carrozze riservate - Per avere carrozze riservate si debbono presentare al Capo
Stazione le domande per iscritto almeno cinque giorni prima della effett1.1azione del
viaggio, indicando classi, estremi di viaggio, data di partenza e di ritorno, treno,
orario, ecc.
PtlillO DARGl!LLINI. 11 Sanco del lavoro. 1' un libreuo te.no e scintillante! del ben noto scrittore cattolico.
Presenta un bellwuno profilo di S. GiOfJanni Bosco, Patrono tkgli apprendiJJi. Ottanta pagine, carta a msno,
con illustrazioni, copertina pla•ticata, L. 200.
11 _,,ccolo senerale di Carmas nota. La romanùcn storia cli un autentico monello di atrada che la santa
pecùigogia di Don Bosco condusse a un alto grado di perfe>~ione •· .Elegante rìsrampn dclfa biografia, ri-
fatta sulla scorta delle !Cllti,nonianzc raccolte dal 8111110. Novanta pagine, illustrazioni, copertina plasti-
cata, a due colori, L. 250.
Presso la Libreria O.C. Via Maria Ausiliatrice, 32 - Tonno - c.c.p. 2-27196.
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Lavoro elavoratori nell'Antico Testamento l:~i!~;~:~~ansile
PREMESSA - TI Vecohlo Testamento è via e
preparazione al Nuovo e rappresenta nei riguardi
quesVultimo quello che l'alba e l'a,urora, sono
per il giorno pieno e assolato. Sarà, utile quinili.
in contrapposizione al mondo pagano e alla sua
concezione del lavoro, scoprirn sotto quale luce
il Yeccbio Testamento ci presenta il lavoro e i
lavoratori, J)erchè si possa poi fare un confronto
con il Nuovo Testamento.
A) IL LAVUBU PRIMA llEL PlmCATO
La S. Scrittura si apl'e con una affermazione
a] t.Tettanto solenne quanto definitiva: il lavol'O
non ha, in sè nulla di avvilente, è anzi un privi-
legio e un onore 1Je1· tutti, se Dio stes$O non ha
Yoluto, in un certo senso, sottrarai alla sua
legge universale. È fa Bibbia stessa che ci 11re-
senta, l'operà della creazione come lavoTo di Dio,
quando afferma. che , Tddio nel setti.mo giorno
si riposò da tutte le opere che ayeva fatte; e il
settimo giomo lo benedisse e santificò, appunto
perchè in esso si era riposato da ogui sua opera
elle ornando aveva fatta~ (0en., Il, 2-3). E cosi
tutte le volte che nella S. Scrittura si accenna
alla creazione, la si presenta sempre come opera
delle mani di Dio (Salmo 19, 2; PToverbi, 8, 22-31;
Isa-ia, 45, 9-13). Gesù stesso, parlando del Pa.dre,
clirà: ~ Il Padre mio lavora sin adesso; e anch'io
lavoro>> (Grov., 5, l 7).
Naturalmente non si tratta di lavoro pesante
e faticoso, così come non lo era neppure il laYoro
a cui Dio stesso aveva chiamato l'uomo prima,
del peccato, p1·endendolo quasi a suo coJlabora-
t:ore: G Prese dunque il Signore Iddio l'uomo e
lo po.se nel giardino di Eden (il paradiso ter-
restre) por <'oltivado e custotli.tlo» (Gen., 2, 15).
11 profeta Isaia presenta l'uomo intento ai suoi
vari la,vori agricoli, dinanzi ai quali però sente
conlinua,mente bisogno che 1ddio lo illumini e
lo aiuti: ~ Ara forse h1tii i giorni l'agricoltore,
o sempre fende e sarchia il suo poderei Quando
n'ha agguagliat>1 la superficie, non vi semina
egli l'aneto e spande il comino, e mette i suoi
terreni a frumento, a spelta, a orzo, a miglio, a
veccia, Tutto regola con g·iudfoio come il su,Q Dio ·
l'ammar,.<tra» (Isaia, 28, 24-26).
B) IL LAVORO DOPO Il PECGA'l'O
luterviene però il peccato di Adamo, ed ecco
che., mentre la concupiscenza angustierà lo spi-
rito dell'uomo, il dolore e le mala.ttie e il lavoro
stes.,;o affaticheranno il suo corpo, trasformanùosi
in pena per espiare il pecoato: «)ialecletto il
Ler.re.no per .cagion tua; con travaglio ne trarra.i
il vitto in tuLti i giorni della tua vita» (Gen..
;1, 17). Da allora, e per tntti, il lavoro è tliven-
tato non solo una necessità penosa, ma una
pena necessaria elle tutt'al più pot1·à essere dal-
l'uomo stesso alleviata, non mai eliminata.
Ed ecco che sin da principio la Bìbbia mede-
simit ci presenta appunto l'uomo intento a cer-
care 'ii modo di alleviare il sno lavoro, mediante
le nuove s6ope1'/e te01ii.che destinate attraverso i
secoli a uno sviluppo sempre in continuo pro-
gresso. Solo però che in ques.to 1:1uo sforzo l'uomo
avr:ì sempre bisogno ueIJ'assistenza, della bene-
dizione e dell'aiuto di Dio, senz:i, dei quali i suoi
stessi presunti progressi si trasformeranno in
motivo di co.nùanna da parte del Signore, e
quindi, in definitiva, in un vero regresso. È il
caso dei discendenti Caino, i cui progressi
f,ecnici finiranno per scatenare tra. di loro le
pitL basse passioni di gelosia, di egoismo e di
furore fratricida, che daranno inizio a quella
che S. Agostino chiamerà ~ la Città di Satana,~,
con rma, civiltà, che, sia pur tanto decantata,
sarà sempre la ciYiltà di Caino maledetto da Dio.
:Non cosi inveco per i discendenti di Set, aJtro
figlio cli Adamo datogli da Dio al posto dell'in-
nocente .Abolo. Tra i suoi discendenti compare
appunto Noè, a, proposito del quale così si esprime
la $ . Sorittnra: « Lamec in età di 182 an.n.i ebbe
un iìglio, e lo chiamò Noè (il cui nome in ebraico
fa assonanza col verbo alleviare o 001bsol<ire),
dicendo: " Questi ci allevierà il nosti·o lavoro e
le faticl1e delle nostre bra,ccia per il suolo male-
"* detto da Dio (rJe'/b., G, 28-29).
Possiamo dire che da questi due filoni proce-
derà d 'ora innanzi la storia, del lavoro umano,
che rimarrà sempre col suo ormai innato carat-
t-ere espiatorio, ma con quali e con quante dif-
ferenze!
a) La1Jo1·0 de ll'uomo lib e ro
Avremo da una paxte uu genere di lavoro che
rispetterà le insopprimibili esigenze dell'umana
dignità. L'uomo, certo, non potrà rifiutarlo, as-
serendo l'autore dei Pro·verbi: «Il pigro non ara
d'autunno; alla mietitura poi va in cerca e (trova)
niente!» (20, 4); ma non poLrà nsppure idola-
trarlo, per non ripetere l'amara esperienza del-
l'autore deU'EGolesiaste: «Intrapresi grandi lavori,
mi fabbricai palazzi, mi piantai vigneti, mi feci
orti e giardini, e vi piantai ogni sorta d'alberi
fruttiferi... Allora ri!iettei a tutte le opere com-
piute dalle mie mani, e a tuL-te le fatiche sostenute
per compierle, ed eooo t1utto vawità e affanno cli
spirito, e niun profitto sotto il solo (2, 4-ll ).
Tanto meno do1Trà pensare l'uomo di fare del
suo lavoro un mezzo per opprimere il suo si-
mile: «Guai a chi fabbrica la sua, casa senza
giustizi;i, - grida il profeta Geremia - e le
sue altane senza equità; che fa, lavorare il pros-
simo per niente, O' non gli dà la sua mercede~
(22, 13).
L'uomo retto, invece, e amico di Dio, saprà
tràSformare il suo lavoro in palestra di virtù
e _preservativo dal vizio, come saggiamente os-
serva l'autore dell'.Ecclesiaslico: G Mettilo (il servo)
,tJ lavoro, perchè non stia ozioso, poichè moJt;o
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la di Lit dio
PER ZELATORI E ZELA'T'RICI STAMPA PRESIEDUTA DAL RETTOR MAGGIORE
La domenica, 11 g6ll.llaio a Tol'ino, nella Casa
1\\tadro dolio Figlie di i\\:I. A. si è tenuta la prima
giomatn. ili studio per Zelatori e Zelatrici stampa.
Dopo In S. Messa, celebrala dal Rev.mo Ret-
tor .Moggiore Don Ziggiotli nella cripf a della
Basilica di 11.Iaria Ausiliatrioe, hanno avi1to iofaio
i favori so1,to la presidomm dello stesso Rettor
1tnggioro.
.Aprl In seduta il s io1uw Don Hiee('ri, im-
postanrlo l'argomento con chiara concretezza e
predsione. • Dopo Milano, disse, 'l'orino, che ac-
coglie anche Zelatori di tutto il Piemonte. Questa
giorna,ta ci raccoglie non per udire l>ei ùiscot·si.
ma per ~t,uùiore il problema della stampa e Yonii:e
a conclusioni pratiche o concrete. Giorortta, ba-
,;:ilare per quello che deve essere l'a-postolato
dei Cooperatori•.
E dopo a\\'er salutato i convenuli come • gli
arditi dell'apostolato, in quanto si datlicano
ad nn lavoro che imporla coraggio e artlimento,
esponov11, alcune idee Jr111tlrr1nent-ali per l'ilnpo-
s-blziono della giornata.
10 Unlamod. Don Bod('O iniiiste mollì!',-imo
1mlla nc.>Ces$ità che i buoni si nuiscano per fare il
bene. Di qui il titolo Ili ll11io11c dato alla ,ma Terza
Famiglia,. Siamo qui per unire le nostre forze, dico
forze perché cli forzo ue abliia.mo ed og11ì ooslnt
forza unita forma un enol"me cum11lo tli energia.
La Pia Unione non è una, r(mjraler11il1i ma 1m eser-
cito, un esercito di apoi,toli per la vittoria del
bene 11u.l male. Se, per ipotesi, un l'ooperntore
sentis~e ripugnanza a fnre dell'apo~tolato, sa-
rebbe un non senso, peroltè Don Uosco i suoi
Cooperat,ori Ji ha vohlt,i apostoli.
20 AtUvlzziamocl Siamo qui nnzituUo per
cono11rnl'i · abbiamo ,•isio quale intensifknzione
di collaborazione è venuta. da Lourdes e Bra.-
xellos;... e per co»oarttro, cioè farci ùello idee,
senza di cui l'azione roata monca o frMtaglia.ta...;
e pt'r co11vi1lceroi: le convinzioni In <letto -
sono come le sbarre di ferro che sostengono u.na
statua, un monumento. Le convinzioni non solo
ci sostengono, ma ci spingono all'azione: llbi è
conviuto, fa mu·acoli. E qui convim::inne s'iden-
tifica con /ed~; ed è la fede che a]jmenta l'amore
o muove lo zelo. Noi vogliamo farci delle con-
vinzioni perehè vogliamo lavorare; noi non vo-
gliamo appartenere alla ea.tegorin dei censori.
Don Bosco diceva: invece di sprecare il tempo
a ceoaura.re, impieghiamolo a lavorare. E ne_p-
pm·e vogliamo es.sere solo «abili n,i sorvizi seden-
tari~: sono troppi i cal!,olici che stanno comodi
ad attendere. Dunque formiamoci idee ben chiare:
ùalle idee ve:uanno le ronvinzio11i; dalla con-
vinzione aarà facile passare all'azione.
:lQ Aggiorniamoci. l gusti cambiano coi
tempi. Questo è vero anche nell'apoRLolato. « Con
Don Bosco e coi tempi i: dunque uniformjamoci
alle e-'ligenze di oggi, opponendo arma ad arma.
J; questo vogliamo farlo nel settore dello strunpa.
che è 1•iffllc per l'ioclividuo, la famiglia, la Chie..'111,
1n patria, la. sociotò. ,itale per uo1 sale.sian.i.
Giova ripet-erlo: conto anni fa, qua,nùo il pro-
1.Jlema stampa appeno, ai dolineavt\\, Don Bosco
1100 si dava tregua come RCrittore, stampatore,
e(litore. Come poi troYasse il tempo 1,er curare
lu propaganda delle l,t'tt11re Culloliche 1,crivendo
centinaia di lettere e girando pel"llonalmente,
resta un misLero per chi non conosce lo zelo
\\lei santi...
n sig. Don Ricceri concludeva laucin ndo una
paroll\\. d'ordine ispirat.a, alla festa delln. Sacra
Famiglia. Si clice tanto: Difendiamo fo f11miglia.!
Ora. l'apost-0lato della stampa è un mc1,z-0 effi.
(cot1llt11<1Ji:fon8 di pag. 14)
male ra lit disoccupa1,iono: impiegalo nei lavori
<:he gli coùvengono, (33, 28-29). E comunque
il lrnon 11:;raeliLa nelle sue fatiche si rallegrava,
pensando c.b.e la condizione del lavoratore r- una
t'ondi1,iouc provvisoria: la stretta e fenclo os-
servanza ùel sabato imposta da Dio mede.simo,
sanzionandola coi ptù severi castighi, non ò che il
richiamo nl riposo di un sabato che non ,wr:\\ fine.
b) Lf11·0l'O d ello schi<lt'<>
Purtroppo anche il Popolo di Dio conobbe la.
piaga so('iale della schiavitù, per cui, ~auto
al ltworatore che lavorava sul suo (dall'ngricol-
Lore, nl pnatore e all'artigiano di ogni Rpecie),
c'em pure lo schiavo che curvava le spalle allo
scudi~cio tlel padl'One, secondo Ja. dura e.~pros-
siono 1lc-ll'Ecolesias/ic(): Ffo1w, scru.discio r som-a
all'asino; pane, corre;:i{)llt e lavoro allo schiavo.
Dà lavoro al tuo servo, perchè non cerchi riposo:
se gli rlài corda, oeroherà libertà. Oon giogo e
redini M ,piega il collo, e il cattivo sarvo co11 ceppi
e battitwrc (33, 2;i-27). t vero la condizione
dello schiavo pre,i~o il popolo ebrnico era più
mito che non tra i popoli pagani: ba•ti pensare
alla inet1uivocabile aliormazione di Giobbe (31,
13-23), secondo cui per nascita e dinanzi a Dio
l,u!,ti gli 11omini sono ugna.li, servi e liberi, ill
quonto tutta sono ugualmente i;reature di Dio.
Rimane comunque sempre vero che anche il
pndrone ebreo fw:ova, uao, nei suoi rapporti con
lo ~chia-vo. 11 di ceppi e di batlit1ue.
l'ON1.,t.nS10NE Como rimane, nuche ila questo
punt.o di vista, giusLineatal'angosciosa invocazione
a Coliti che anebbo 1lovnto ve11ire a a11er,iare quei
ceppi e a, sanare le pi11gbe di quelle battiture:
• Vieni, o Signore, a liberarci dalla nostra schia-
\\'ittì, con la. forza del tuo braccio dist.eso! •·

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oacissimo per difendere la famiglia, perchè come
nei singoli, cosi nelle famiglie entra il veleno
attraverso il veicolo della sta.mpa non buona.
Prendeva quindi la, parola Don Carlo De
An1brogio, Direttore cli Merùliano 12, che pre-
senhwa nn panorama. interessantissimo, ma non
mollo incoraggia.nte della stampa quotidiana e
periodica nel mondo. Seguirono alcuni inter-
venti che sottolinearono la necessità. di diien-
dersi dal dila.gare di tanta. stampa neutra o im-
morale e di diffondere la stampa buona.
Subito dopo 1\\llons. Cai•lo Chiavazza a.f-
frontava per oltre un'ora il problema doll'apo-
Rtolato stampa oggi in Piemonte. Con parola
incisiva e calda cli zelo l'illustre e noto Direttore
ùill N ostTo TC'f/1110 presentaval'apostolato stampa,
che forma il nobile ideale della sua vita, quale
u:rgl)llte apostolato del cattolico militante. Il
relatore s'introduceva con lllla. precisazione. La-
vorare per la stampa nostra, ·che porta l'idea
ca,ttolioa nel mondo, non vuol dire solo ùiffon-
derla, ma cbe tutti dobbiamo essere in llll certo
senso giornalisti e collaborare informando i re-
dattori. mettendoli in grnc1o di raggiungere una
sempre più piena aderenza con la psicologia dei
Jettmi. Dicendo ques!.o Mons. Chia.vazza pensava
alla Vergine, che fn la prima <• cronista~. La
pal'ola de-tta a Cana,: << Manca il vino! ,1 è una
notizia di c.ronaca. Va dal c1irettoJ·e del giornale
Gesù e lo informa. Come fu attenta! Con la sufi
preveggenza ha ~anato una sit1mz-ione.
Oggi la stampa è una -necessità: per gli uo-
mini, per le donne, per i giovanotti., pe:r le signo-
rine e persino per i ragazzi. Per questo influisce
potentemente sulle masse e forma L'opinione
pubblica. Siccliè a poco a poco un'intera nazione
penserà come pensano i giornali. Di qui la ne-
cessità dì essere presenti per influire sull'opi-
nione pubblica. Per noi a,postoli, preti o laic,i.
è mezzo indispensabile. Come possiamo -porLare
la dot1,rina cattolica alle masse! Nelle chiese
si arriva solo ad una minoranza; perciò bisogna
trovar modo di arrivare itnche alla maggioranza
e ci si arriva attraverso il giornale. E ci si deve
arrivare, perchè tutta questa gente non abbia
ùa dire: «Io non lo sapevo!•>. Quest11, è carità.
Viceversa, quanti egoisti anche tra i cattolici!
Non si ha idea del Corpo Mistico, di cui ognuno
è parte; e d'altronde non i:,i può aspettare che il
sacerdote faccia tutt.o perèhò non ci riu.<mirà mai.
Patta poi WJ'an,'llisi. concreta della situazione
della stampai cattolica in Piemonte, invita.va a
moltiplicare 10 industrie e le occasioni pe1' far
entrare il giomale <'atLolico in tutte le famiglie.
E narrava, l'episodio di una comunista milita.nte
a cui la propagandista. mandava Il Nostro Temvpo.
Seccatissima, essa si presenta al suo Parroco
Mons. Pinardi e fa una scenata. Il venerando
Pastore risponde calmo: • Non lo rifiuti: è sempre
un pezzo di carta utile che entra in casa!>>. Una
sera, non sapendo che bue, prende in mano il
giornale e legge una novella. La settimana se-
guente, quando arriva il giornale, pensa: 4 Ve-
diamo se c'è un'altra novella interessante come
la precedente». Alla fine dell'anno sente n bi-
sogno di chiede.re scusa, a l\\fonsignore, disd.ic.e
l'abbonamento a L'Unità, paga l'abbonamenLo a
n Nostro Te-m;po e torna alla pratica religiosa.
Qui Mons. Chiavazza previene gli Zelatori in-
vitandoli a non 11coraggiaxsi se troveranno gravi
difficoltà dovi1te al fatto cLe non c'è mentaJitò.
matura per comprendere l'importanza del gior-
nale cattolico, al quale spesso è riservata la
sorte ehe toccò a S. Giu$eppe e a l\\iaria a Be-
tlemme: non è ricevuto, non int,eressa... B si
augma che c1agli Zela,tori e dalle Zelatrici SLa.mpa
c1ella P. U. escano anime infuocate e piene di
coraggio che compiano questa missione, oggi
sempre più lll'gente. Non veITanno forse frutti
immediati; nellà Chiesa, a'è chi semina, e chi
miete. Il Signore non ci domanderò. conto i,o
avremo otternito ma se avremo fatto.
Negli interventi che seguirouo si agitò il Jll'O·
blema <lell'unifica~one dei giornali cattolici e tutti
ne riconobbero la necessità :per dare ai cattolici
giornali che, per ricchezza, d'informazione, mo-
nernità e perfezione tecnica, non siano inferiori
a q_ualunque altro. Mons. Chia.vazza fece un gra-
zioso paragone. Nella novena del S. Natale unu
sera, stanco, preoccupato, era sceso a Maria
Ausiliatrice. La sera- prima in altra chie;.a. la
funzione non gli aveva detto nulla; qui invece
quelle luci, quell'-esatto:,;za di cerimonie, (111el
canto... gli avevano tonificato lo spirito. Cosi
avvi.ene per i giomali: la, verità è sempre quella,
ma c'è modo n modo di presentacla.
Segtd la relazione di Don Favini che pa,rlò
dell'apostolato stampa in relazione al aoope-
ratore salesiano e pl'esentò un quadro completo
del mera.viglio.so apostolato compiuto ai suoi
Lempi da Don Bosco per opporsi alla st(l.mpa
non buona e diffonùere la stampa buona.
Gli Zelatori debbono sentire nel cuore questa
passione e questo iuoco cho ardeva. nel cuore
di Don Bosco; deve diventare come una. seconda.
natura. La crociata della buona, stampa non è
meno importante di quelle che si organiz:,;avano
contro i barbari e gl'infedeli: oggi si tratta di
l:!tragi non meno gravi e della roviua,della gioventù.
TI pomeriggio fu dedic.a.to S!)prattutto all'or-
ganizza,7.ione dell'apostolato stampa. II signm•
Don Tiiec.-eri tenne una esauriente trattazione
del metodo, dei mezzi e dello spirito che dove
anima.re ogni Zel11,tore e Zelatrice Sta.mpa nel
suo lavoro di penetrazione, diffusione e pro-
pa.ganda.
Chiudeva la giornat.a il Rettor 1laggiore ieli-
eitando tutti i relatori per le cose magni.fiche,
concrete, 11ratiche da, loTo det.te e sottolineando.
con l'importanza e l'urgenza dell'apost.olalo
stampa, anche la salesianità di quei:;to apostolalo,
sia por il meraviglioso esempio datoci dal ~a.nLo
Fondatore, sia per la sua volontà espressa che
questo apostolato fosse continua.to dai Salesiani
e dai Coop01·atori,
77

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esempi
Convegni Regionali di Zelatori e Zelatrici nelle Tre Ven11ie
Con molto successo, per il nu•
mero e per l'entusiasmo dei pnrte-
cipnnti, si sono tenuti i Convegni
Regionali degli Zelatori e delle
Zelatrici nelle Tre Venezie.
Argomenti trattati:
1. Vita dellu P. U. nelle Tre Vi:-
nezie.
2. L a personalità dello Zelatore • il
Consiglio Locale.
3. Attività proposte agli Zela-
tori e Zelatrici per il r959:
a) sviluppo spi ri tuale dei Centri
con In fedeltà e l'esempio nelle
pratiche fondnmentali: conferenze,
ritiri, eseroi:d spirituali;
b) diffusione delle devozioni .i
:\\Iaria Ausiliatrice, a Don Bosco
patrono degli Apprendisti , a
Domenico Savio trll gli scolari e
studenti ( • Amici di DomcniC()
Savio&);
e) cura delle vocazioni, snlesiam•
in particolare;
d) propaganda dei sussidi catechi-
stici della L. D. C.;
e) campagna Rivendite di Mer,-
dit:mo r2;
/) apertura di nuovi laboratori per
bambini poveri (prime Comunioni).
A TRENTO (pe.r il Trentino-
Alto Adij!e e Yerona) ernno rap-
presentati i Centri di Verona,
Trento, Bolzano, Rovereto, Taio,
Ziano, con il membro del Consiglio
Ispettoriale sit{.na Avesani.
Ha preparato diligentemente l'o-
spitalità al Convegno il Dclegnto
Locale Don Murara.
Simpatico omaggio di canti dei
ragazzi dell'Aspiranraro.
Con,•incenti interventi su!ln ne-
cessità dello spirito di m17,rnt1vo
ncll'incoraggiore le vooa7,Joni1 suJ-
l'attunlità della devozione a Do-
menice> Savio nelle scuole, attm-
\\·erso gli • Amici •• a favore di
.l-1ei·idio110 12 e per i sussidi della
L. D. C., saluto cordiale del sig.
D irettore Don Bosc:aini. Vìaita al
Direttore Diocesano Mons. Dom-
pieri.
A UDINE (per i! Friuli-Vcne-zm
Giulia e Trieste) erano presenti
Zelatori e Zelatrici di tutti i Centri
dello Regione: Udine, Trieste, Go-
nzia, Tolmezzo, Pordenone, Co-
negliano, YigonO\\'O, Lorcnznga, con
il membro del Consiglio Ispetto-
riale Cav. Cressoni.
E:semplurc interessamento d1
rutto l'istituto Bearzi e special-
mente del Direttore Don Trivel-
lato, del Dlt!egato IQcalt: Don
Furlan e dello Zelatore col. Be-
nuzzi.
Alla S. !\\lessa, preghiere e canti
di un gruppo di ragaz1.i.
A pranzo, con Mons. Trovani,
Direttore diocesano, cbe disse toc-
canti parole di solidarietà, e col
ca". Ca\\'azzini, donatore del nuovo
padiglione per 120 saldatori, la
simpatica compagnia di musiche e
scherzi dei ragazzi del Dearzi.
Animatissima la seduto con in-
terventi sugli Esercizi Spirituali,
sulla sltuuzione degli iscritti lon-
tani dai Centri organilw.nti e su
,·ari argomenti interessanti le Coo-
pennrici.
A MONTEORTONE (per la
Venezia Euganea) dai Centri di
Padova, Este, Bcvilacqun, Chioggia,
Mogliano, S. Donà di Pia,·e, Del-
luno, Castello di Godego, Monte-
belluna, Conegliano, Schio, Val-
dagno, ComedQ, Bnrbano, con il
membro del Cons. !spett. sig.na
Capodaglio, accolti signorilmente
nella Casa salesiana Terme
Mamma Margherita ,.
I l sig. Ispettore ha espresso la
sua soddisfazione e hn roccoman-
dato un'intensa vite spirituale, fon-
data sulla grazia di Dio e su una
grande ammirazione - che s1 con-
creti in imitarione - del senso apo-
stolico di Don .BoscQ.
li Delegato ispettoriale quindi
ha svolto la trattazione degli argo-
menti indicati dal proATnmma su-
scic.ando pre2:iosi interventi: sulle
Conferenze annuali, Ritiri mensili,
Esercii;i Spirituali; sul prngetta.to
pellegrinaggio a Torino: sulle vo-
cazioni.
Ln largtt rnppresenzanza di in-
segnanti elementari inren'Ìene
spesso con interesse sulle proposte
circa In diffusione del Bollettino,
il pellcbrrinaggio a Torino, la festa
di Don Bosco patrano degli ap-
prendisti, la diffusione della devo-
zione u Domenico Sa,,o tru sco-
laci e studenti, la cnmpngnn per le
voenzioni, l'apostolato srnmp:i.
Questi Convegni, hanno ft.\\'ore-
volrnente sorpreso gli organizzatori
per aver riscontrnto canto affiata-
mento, concretezza di idl?c, serietà
di impegno che fanno bene spe-
rare per l'avvenire dcll'ntth;, tà
della P. U. Cooperatori nell'Ispet-
toria.
CATANIA - 6• Mostra degli
indumenti confezionati dalle
Cooperatrici per i bimbi po-
veri della periferia di Catania
Nili salone- teatro dcli' Istituto
Mario Ausiliatrice di Catania, il
Laboratorio Mamma l\\ largherita ~
ha tenuto lo sua 6• l\\lostrn degli
indumenti confeziollllti d,11le Coo-
ptratrici salesiane del Centro ;\\laria
Ausilintriee. Gli indumenti esposti
erano 790 e sono senti distribuiti
fra le 6 ione della periferia cata-
nese, nelle quali si recano le Suore
per il catechismo, la S. Messa e
l'omtono.
Con gli indumenti di~tribuiti
lungo l'anno, si ha un totale di
1752 indumenti {la mn,-:gior parte
nuovi e il resto riadattati) confe-
zionnti lungo l'anno 1958.
Come meritato premio n tonto
la,•oro e i;elo, la Mo~tra fu onorata
dalle visite di S. E. l\\lons. Guido
Luigi Bentivoglio, Arcive.~covo d1
Catania, di S. E. l'avv. Pietro
Rizzo, Prefetto di Catania, accom-
pagnato dnlltt gentile consorte, en-
trrimbi Cooperatori salesiani, e da
Mons. Nioolò Ciancio, Direttore
diocesano dells Pia Unione.
ZAMORA (Spagna) - Cinque-
cento Cooperatori assistono alla
benedizione della prima ban-
diera della Pia Unione
Ci scrive il Delegato lspettoriale
di Znmorn Don l gnn1.io Dicz:
• L',, gennaio scorso abbinmo te-
nuto lu 1• Conferenzu, o cui as•
s1stencro numerosi Coopcnttori. li

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18 dello stesso mese fu giomo
memorando per la nostra Pia
Unione, che inaugurò la sua ban-
diera, presenti 500 Cooperatori e
Cooperatrici. Intervenne 11 signor
l&pettore, che celebrò la S. Mes,;a
e disse opportune parole. Segui la
benedizione della bandiera e il so-
lenne conferimento del diploma di
Direttore Diocesano dei Coopera-
tori al Rev.mo Don Francesco Ro-
mero, Arciprete della Cattedrale.
Alla sera per tutti i Cooperatori
della città si svolse un tratteni-
mento nel s.alone-teatro.
Per il 30 gennaio stiamo prepa-
rando varie celebrazioni in onore
di Don Bosco Patrono degli Ap-
prendisti con conferenze e proie-
zione di documentari salesiani
Abbiamo nominato in tutta l'I-
spettoria gli Zelatori e le Zelatrici
ed è già in funzione il Consiglio
Ispettoriale dei Cooperatori. Don
Bosco ci aiuta suscitando ovunque
buona corrispondemm al nostro la-
voro... ~.
VERONA - Una consolante
realtà
li 16 gennaio, dopo fervente pre-
parazione, è nato il Laboratorio
Mamma 1'\\,fargherita di Verona.
La prima tornata di lavoro si
svolse il venerdì pomeriggio, dalle
ore 14,30 alJc 18, nel parlatorio
gentilmente concesso e allestito
dalle Figlie di Maria AU.$iliatrice
in Rigaste S. Zeno. Il Direttore
dell'Istituto Don Bosco diede la
benedizione e disse efficaci parole
d'occasione.
Il Delegato locale fece trovare
un buon corredo di stoffe e tele
per la confezione di indumenti
per i fanciulli poveri della città,
in attesa di allestire anche para-
menti sacri da donare alle chiese
povere e ai missionari. C'è anche
un libretto di banca per raccogliere
le offerte.
Un'autentica famiglia di dodici
buone mamme e sorelle, già inti-
mamente unite nel nome di Don
BoscQ e dell'Ausiliatrice, a cui of-
frirono, durante il lavoro, un
devoto Rosario.
CATANIA - Convegno Zelatori
e Zelatrici stampa deUa Sicilia
Si tenne il S gennaio u. s. presso
le Figlie di M. A. a Cibali. Erano
rappresentati i principali Centri
P. U. dell'Isola.
Don Favini illustrò ampiamente
la necessità e l'urgenza di incre-
mentare la stampa cattolica nel
momento attuale. L'esempio e l'o-
pera del santo Fondatore sono me-
ravigliosi anche in questo settore.
11 Delegato regionale Don Rasà
diede un impressionante quadro
del nun1ero e tiratura dei roto-
calchi, giornali e fumetti più in
voga: è un fiume che, se non ar-
ginato, minaccia di distruggere la
fede e il buon costume, stimolando
per lucro le più basse passioni.
Segul la discussione dei mezzi
adatti per incrementare l'aposto-
lato della stampa e in particolare
le rivendite di Meridia,w u.
Chiuse il convegno il sig. Ispet-
tore incoraggiando i presenti a farsi
abili e costanti predicatori della
Parola di Dio attraverso la diffu-
sione della stampa buona.
TORINO - VALDOCCO - Ca-
ritatevole iniziativa del Centro
di via Maria Ausiliatrice
Con pensiero gentile e cristiano
il Consiglio locale dei Cooperatori
del Centro che fiorisce presso
l'Istituto Maria Ausiliatrice di To-
rino - Valdocco, organizzò una
visita alJe Cooperatrici ricoverate
nel!' Istituto di Riposo per la Vec-
chiaia. Fatte le debite ricerche, ne
risultarono ben r8, la maggior
parte degenti nell'infermeria. La
Delegata e i due membri del Con-
siglio furono accolte con esplosioni
di gioia. Le Cooperatrici vecchie e
ammalate si commossero fino alle
lacrime e benedissero la carità di
Don Bosco che lega sì fortemente
tra di loro i membri della sua
Terza Famiglia. Le visitatrici eb-
bero anche il conforto di sentii-e
dalJe suore Vincenzine ottime no-
tizie delle Cooperatrici ricoverate,
di una in particolare che ha 97 anni
e che fino ai 90 fu, in laboratorio,
un'ottima collaboratrice e, nella
corsia, zelante segretaria di chi
ricorreva a lei per l'invio di no-
tizie ai propri cari.
CATANIA - Prima riunione
del Consiglio ispettoriale
Il 5 gennaio all'Istituto S. Fran-
cesco di Sales di Catania conven-
nero i Consiglieri della Pia Unione
per la prima riunione del Consiglio
ispettoriale, cosi composto:
Sen. prof. dott. Alfio Di Grazia,
Catania - On. ing. Francesco Co-
starelli, Catania - Dott. Rocco Ga-
rufi, Messina - Sig.ra Titina Rosolia
Mangano, Catania - N. D. Maria
Fiammingo Bonanno, Catania -
Dott. Francesco Cantone, Catania
- Dott. Vincenzo Arculeo, Catania
- Avv. Raffiotta, Palermo.
n Rev.mo sig. Ispettore apre la
seduta sottolineando l'importanza
di questo primo incontro che in-
dica una maturità organizzativa dei
Cooperatori della Sicilia. Per meglio
attuare il programma che S. Gio-
vanni Bosco ha dato a coloro che
nel cuore chiamava «salesiani
esterni », emerge prezioso il triplice
compito del Consiglio ispettoriale:
consulenza, rappresentanza, colla-
borazione qualificata.
Quindi il Delegato regionale il-
lustra la vitalità della Pia Unione
nell'isola. Oggi sono 135 i Centri,
dei quali ben 52 ove non esistono
case delle prime due Famiglie
salesiane; 322 fra Zelatori e Ze-
latrici. Nel 1-958, fra nuovi ed ag-
giornati, si è avuto un aumento
di 2512 iscritti. Il Consiglio ispet-
toriale rappresenta i 18.065 Coo-
peratori e Cooperatrici della Si-
cilia.
Tiene la seconda relazione Don
Favini, che traccia un quadro sto-
rico dei progressivi sviluppi della
Pia Unione e presenta la necessità
di una soda org-anizzazione, lu-
meggiando il compito del Consiglio
ispetto6ale.
Si pa,;sò quìndi ad esaminare il
programma del 1959.
Chiuse il Consiglio il sig. Ispet-
tore, che fece risaltare come anche
la Terza Famiglia S. G. Bosco,
abbia i Consigli locali, il Consiglio
ispettoriale, il Consiglio Superiore:
un'organizzazione completa, base
salda di un apostolato fruttuoso.
M[CllELll MARIA 1'AVBRO, barnabita
PREGANDO PER I MORTI PARLIAMO Al: VIVI:
Manuale ad uso dei Parroci. Acquapenden te, Tip. La commerciale t, 1958.
Il manuale che presentiamo fu preparato perchè i Parroci profittino di uno dei
passi obbligati, ai quali: tanti hanno ridotw la vita cristiana, per istruire i
fedeli sulle verità eterne necessarie a sapersi. Uno di ques~i incotztri _tra Par-
roco e fedeli è il funerale. I piccoli discorsi, che compendiano le verità eterne
e vi richiama,zo i presenti, consola11doli, si riferiscq,u, alla morte di persone
care. Al Parroco la scelta del discorsino più adàtto. La varietà, evita11do la
noia della ripetizione, manterrà l'efficacia dì richiamare potentemente i circo-
stanti a pensieri di cielo. Molti s0110 oggi i cristiani che si limitano ad en-
trare in chiesa solo dietro 1411a bara. Il Parroco non è meno responsabile
della salvezza di queste anime.
ADTORIZZAZIONll l)F.L TRJfll/NALE DI TORINO IN DATA 16-2-1949, N. 403. - CON APPROVAZIONB ECCLESlASTICA
DIRETTOaB llllSPONSABII.El SACBRDOTB D01'1 . PIETRO ZERBINO, VIA MARIA AUSILIATRICE, 3,. T-ORINO (714). OFFI CI NB GRAFICHE S. R.i.
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EMILIO GARRO
NOVITÀ
A R NE,
D
Vo!una lo,., pag!ne 275, con lUustrulonl In bianco e nero e a colort, carconato
IJ.re 1500
pe1· ordi11azio11i
rit:olgersi alla
SEI
Lo scop<1 pratic<1 inteso dall'Autore - dice il prescntatC>rè D. Domenico Rertett<1,
not<1 mariologo - lo ha inJotto ad nrtin11cre non oolo dallo fonri genuine della
Rivela,eionc dhina e del ]\\~istero Ettlesianico ma anche dalle annche testimonianze
tiella traduioru, cri~tiilM, da ri\\'dazioni pri,-ote e da racconti apocrifi, che, pur non
godendo della pieno garan210 1tor1ca e teoloeica, propria dell'in~egnamenro divino,
cònferisco110 turuwia qualche n1>porto por soddisfare nlln ,nsaziobile curiosi i• ed in-
teresse dei llgli nei riguardi della Cele,tc !Iladre•· E.eco dunque la novita di questo
volume, nd quale l'Autore, con<><ciuto per molte altre rubbli.cazi<)ni lctterane, insieme
coi d.nu atond ed o~cn'ftZioni, riflession, e Ctlmmenù per,onali, raccogli~ e fonde or-
l!llnicnmcnte tante ,·arie notizie tratte anche dillle plivutt, rivelazioni dellll \\"cm. D'A-
grecla ~ delln Emm,•ncb, dai v11ngeli apocrifi, dn teologi, da sscri orutori e du lou,·rati
antichi o moderni. l'er tutto c:iò I• narrazinnc vìcne lumcl(~iata di umti particolari poco
noti delln vita della Madonna che ne rendono la leuurn - di per •è scorrevole e di-
mn: lettevole - ìntc!res,anti'!SimB. • Il lavoro - afferma I'.\\utore - è mie che può wddi-
<li,·crsl ceti di persone, quali lo studioso. l'oscem, il mistico, ,1 curioso, il lene--
rato, lo !lh)rico, e può ~ervirc, 11 trotti. come lettura :tpirirunle o comi: informazione sto-
riea " come meditazione individuale o come oppaqamcoto di portiool.ari curlo,irh ese-
getiche. Ad ogni modo, in qualunque lettore, e,;so ,or-vini • far conoscere sempre più
In grandezui e la bellezza spiriruole di :\\1aria. SS. e a suscitare nel cuore qualche nuo\\'o
palpito di ernmin1:tione e di amore verso la nostra caro .\\ladn, <.:eleste .
n volume, che può esser letto do tutti con •oc.ldisfazionc e con profiuo, non dovrebbe
mancare in ogni famiglia, in ogni lstitutCI, In ogni Scuola, in ogni biblioteca 1,trande
o piccola. l'uò eslltn: inoltre il regalo migliore da farsi • uno persona cnnt, alla cui mente:
e alla cui anima •i voglfa ponarc maggiore el~onc •piritualc • l.:oop<:rare allo svi-
luppo ddlu devorionc mariana - aggiunge 11 prcscnunor,o - è compiere <lpcra tem•
pestivo e ~nlut3TI: a varuaggio dell'intera umanità, per il trionfo dei valori ddlo ~pi
rito e della civiltà criatiana contro gli orrori del mntt,rialiamo cd ateismo mode.mo•
SOCIETA EDl.TRlv.t!.i .l.J.'l:i'J!iH.NA2ilU.l'iAL.l!i
Torino '714 - Corso Regina Margherita 176 - o. o. p. 2/171
BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI 01 SAN GIOVANNI BOSCO
Direzione: via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino - Telefono 22-117
Al del mese: per i Cooperalori e le Cooperelr,ci Salesiane
Al 15 del mese: per I Dirigenti delle Pia Unione
Si invia gretvitamenle. Spedbione In abbonamento postale. Gruppo 2°
*Facciamo nolo ei benemerlli Cooperatori e alle benemerite Cooperalrici
che le Opere Salesiane hanno il Conio Correnle Postale con il numero 2-1355 (Torino)
sollo la denominazione: Direzione Generale Opere di Don Bosco - Torino 714
Ognuno puto valersene con risparmio di spese, nell'inviare le proprie offerte,
ricorrendo oll'ufficlo postale localo per 11 modulo relativo
*IMPORTANTE - Per correzioni d'Indirizzo si prega d'inviare anche l'lndlrlzzo vecchio.
SI ringraziano I Sig. Agent postali che respingono, con le notificazioni d' uso, I Bolle1tinl non recapitati.