Bollettino_Salesiano_198804


Bollettino_Salesiano_198804



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ANNO 112 N. 4 2• QUINDICINA • 15 FEBBRAIO 1988
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE .GRUPPO (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
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LA VICENDA DI DON BOSCO
Teresio Bosco
Un mercato di ragazzi ·
Nell'autunno del 1841 arrivò a Torino un gio-
vane prete di 26 anni. Si chiamava Giovanni Bo-
sco, veniva da una famiglia contadina poverissi-
ma di Castelnuovo d'Asti, era orfano di padre fin
da quando aveva due anni, e aveva un chiodo
fisso: i ragazzi poveri.
«Fin dalle prime domeniche - testimoniò un
ragazzo che incontrò in quei primi mesi, Miche-
lino Rua - andò per la città, per farsi un'idea
delle condizioni morali dei giovani». Ne rimase
sconvolto. I sobborghi erano zone di fermento e
di rivolta, cinture cli desolazione. Adolescenti va-
gabondavano per le strade, disoccupati, intristiti,
pronti aJ peggio. Li vedeva giocare ai soldi agli
angoli delle strade con la faccia dura e decisa di
chi è disposto a tentare qualunque mezzo per
farsi largo nella vita.
Accanto al mercato generale della città (che
in quel momento aveva L17 mila abitanti) scoprì
un vero «mercato delle braccia giovani». «La
parte vicina a Porta Palazzo - scriverà anni
dopo - brulicava di merciai ambulanti, vendito-
ri di zolfanelli, lustrascarpe, spazzacamini, moz-
zi di stalla, spacciatori di foglietti, fasservizi ai
negozianti sul mercato, tutti poveri ragazzi che
vivacchiavano alla giornata».
Quei ragazzi per le strade di Torino erano un
«effetto perverso» di un avvenimento che stava
sconvolgendo il mondo, la «rivoluzione indu-
striale». Nata in Inghilterra, aveva passato rapi-
damente la Manica e scendeva a sud. Avrebbe
portato un benessere m·ai pensato nei secoli pre-
cedenti, ma l'avrebbe fatto pagare con un pauro-
so costo umano: la questione operaia, gli am-
massi di famiglie sotto-povere alle periferie delle
città, immigrate dalle campagne in cerca di
fortuna.
Ragazzi in prigione
L'impressione più sconvolgente, Don Bosco
la provò entrando nelle prigioni. Scrisse: «Vede-
re un numero grande di giovanetti, dai 12 ai 18
anni, tutti sani, robusti, d'ingegno sveglio, veder-
li inoperosi, rosicchiati dagli insetti, stentare di
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. .-~=~~~~~
Colle Don Bosco. Monumento e casetta natia.
pane spirituale e materiale, fu cosa che mi fece
orrore».
Uscendo, aveva preso la sua decisione: «Devo
impedire ad ogni costo che ragazzi così giovani
finiscano là dentro». Le parrocchie in Torino
erano 16. I parroci sentivano il problema dei gio-
vani, ma li aspettavano nelle sacrestie e nelle
chiese per i catechismi comandati. Non si accor-
gevano che, sotto l'ondata della crescita popola-
re e dell'immigrazione, quegli schemi di com-
portamento erano saltati. Occorreva tentare vie
diverse, inventare schemi nuovi, provare un apo-
stolato volante tra botteghe, officine, mercati.
Molti preti giovani tentavano.
Don Bosco avvicinò il primo ragazzo immi-
grato 1'8 dicembre 1841. Tre giorni dopo attorno
a lui erano in nove, tre mesi dopo venticinque,
nell'estate ottanta. «Erano selciatori, scalpellini,
muratori, stuccatori che venivano da paesi lonta-
ni», ricorda nelle sue brevi Memorie.
Nasce il suo oratorio. Non è una faccenda di
beneficenza, né si esaurisce alla domenica. Cer-
care un lavoro per chi non ne ha, ottenere condi-
zioni migliori per chi è già occupato, fare scuola
-clopo il lavoro ai più intelligenti diventa l'occupa-
zione fissa cli Don Bosco.
Alcuni dei suoi ragazzi, però, alla sera non
sanno dove andare a dormire. Finiscono sotto i
ponti o negli squallidi dormitori pubblici. Tenta

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due volte di dare ospitalità: la prima gli portano
via le coperte, la seconda gli svuotano anche il
piccolo fienile.
Ritenta, ottimista testardo. Nel maggio 1847
ospita nelle due stanze che ha affittato nel quar-
tiere basso di Valdocco, e dove abita con sua
madre, un ragazzotto immigrato dalla Valsesia.
- Avevo tre lire quando sono arrivato a To-
rino - dice il ragazzo seduto accanto al fuoco -
ma non ho trovato lavoro, e non so dove andare.
Il problema dei soldi
Dopo il ragazzo della Valsesia, in quel 1847,
ne arrivano altri sei. In quei primi mesi i soldi
cominciano a diventare un problema drammati-
co per Don Bosco. Lo saranno per tutta la sua vi-
ta. La sua prima benefattrice non è una contes-
sa, ma sua madre. Margherita, povera contadina
di 59 anni, ha lasciato la sua casa ai Becchi per
venire a far da madre ai barabbotti. Di fronte
-àl.la necessità di mettere qualcosa in tavola per i
ragazzi, vende l'anello, gli orecchini, la collana
che fino allora aveva custodito gelosamente. I
ragazzi ospitati da Don Bosco diventano 36 nel
.centesimi 40, con data 8 febbraio 1852; altri con
date successive. Sono tra i primi contratti di ap-
prendistato che si conservano in Torino. Tutti
sono firmati dal datore di lavoro, dal ragazzo ap-
prendista e da Don Bosco. In quei contratti, Don
Bosco mette il dito su molte piaghe. Alcuni usa-
vano gli apprendisti come servitori e sguatteri.
Egli li obbliga a impiegarli-~910 nel loro mestire.
I padroni picchiavano, e Don Bosco esige che le
correzioni siano fatte solo a parole. Si preoccupa
della salute, del tiposo festivo, delle ferie annua-
li. Ma nonostante ogni sforzo, ogni contratto, la
condizione degli apprendisti, in quel tempo, ri-
mane troppo dura.
Martellare una suola e maneggiare la lesina
Nell'autunno del 1853 Don Bosco rompe gli
indugi e inizia nell'Oratorio di Valdocco i labora-
tori dei calzolai e dei sarti. Quello dei calzolai è
piazzato in un locale strettissimo, accanto al
campanile della prima chiesa che aveva appena
costruito. Don Bosco si siede a un deschetto, e
davanti a quattro ragazzini martella una suola.
Poi insegna a maneggiare la lesina e lo spago
Don Bosco tra .i suoi ragazzi!
Il primo laboratorio per calzolai!
1852, 115 nel 1854, 470 nel 1860, 600 ~nel 1861,
fino a toccare il tetto di 800.
E tra quei ragazzi, qualcuno chiede di «diven-
tare come lui», di spendere la vita per altri ragaz-
zi in difficoltà. Nascerà così la Congregazione
Salesiana. I primi a farne parte sono Michelino
-Rua, Giovanni Cagliero (che diventerà cardina-
le), Giovanni B. Francesia.
Nell'archivio della Congregazione Salesiana
si conservano alcuni documenti rari: un contrat-
to di apprendistato in carta semplice, datato no-
vembre 1851; un secondo in carta bollata da
impeciato.
Dopo i calzolai e i sarti vengono i legatori, i
falegnami, i tipografi, i meccanici. Sei laboratori
in cui i posti privilegiati sono per «gli orfani, ira-
gazzi totalmente poveri e abbandonati». Per que-
sti suoi laboratori, che presto trapianta in altre
opere salesiane fuori Torino, Don Bosco «inven-
ta» un nuovo genere di religiosi: i coadiutori sa-
lesiani. Di uguale dignità e diritti dei preti e chie-
rici, ma specializzati per le scuole professionali.
(Alla morte di Don Bosco, le scuole professionali
salesiane saranno 14, distribuite in Italia, Fran-
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eia, Spagna e Argentina. Cresceranno fino a toc-
care il nwnero di 200, sparse nel mondo).
Parola d'ordine: «Subito»
Nel dialogo tra Don Bosco e il primo ragazzo
immigrato (l'ha lasciato scritto lui stesso) c'è la
parola «subito». Sembra una parola come tante
altre, invece diventa parola d 'ordine di Don Bo-
sco: tirato dentro l'azione dall'urgenza, dall'im-
possibilità di aspettare. Nell'incertezza della pri-
ma rivoluzione industriale, nell'impossibilità di
Tonno. I funerali di Don 80$C0.
trovare belli e fatti piani e programmi di azione,
Don Bosco e i primi Salesiani gettano tutte le
loro energie per fare «subito» qualcosa per i ra-
gazzi in difficoltà. Sono le necessità urgenti dei
giovani che dettano loro i programmi di azione.
I ragazzi hanno bisogno di una scuola e di un
lavoro che aprano loro un avvenire più sicuro;
hanno bisogno di poter essere ragazzi, cioè di
scatenare la loro voglia di correre e saltare in
spazi verdi, senza intristire sui marciapiedi; han-
no bisogno di incontrarsi con Dio, per scoprire e
realizzare Ja loro dignità. Pane, catechismo,
istruzione professionale, mestiere protetto da un
buon contratto di lavoro diventano quindi le «co-
se» che Don Bosco e i Salesiani danno con ur-
genza ai giovani. «Se incontri uno che muore di
fame, invece di dargli un pesce insegnagli a pe-
scare», è stato detto giustamente. Ma è anche
vero il rovescio della frase: «Se incontri uno che
muore di fame, dagli un pesce, perché abbia il
tempo di imparare a pescare». Non basta il «su-
bito», l'intervento immediato, ma non basta
nemmeno «preparare un futuro diverso», perché
intanto i poveri muoiono di miseria.
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«lo non ho fatto niente»
Negli anni che seguono, con un lavoro a volte
estenuante, Don Bosco realizza opere imponen-
ti Accanto ai Salesiani fonda l'Istituto delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice e i Cooperatori Salesia-
ni. Costruisce il santuario di Maria Ausiliatrice in
Valdocco e fonda 64 case dei Salesiani in sei na-
zioni. Inizia le «Missioni Salesiane» inviando pre-
ti, coadiutori e suore nell'America Latina. Pub-
blica e scrive lui stesso collane di libri popolari
«per la gente cristiana e i ragazzi del popolo». In-
venta un «sistema di educazione» familiare, fon-
dato su tre valori: Ragione, Religione, Amorevo-
lezza, che presto tutti riconoscono come il «siste-
ma ideale» per educare i giovani.
Quando qualcuno gli elenca le opere che ha
creato, Don Bosco interrompe brusco: «lo non
ho fatto niente. E la Madonna che ha fatto tut-
to». Gli ha tracciato la strada con un misterioso
«sogno», quando era un ragazzetto di nove anni.
Gli ha fatto vedere un esercito di ragazzi dispera-
ti trasformati in una turba di ragazzi allegri e fe-
lici. Gli ha detto: «Tu farai questo per i miei figli.
A suo tempo comprenderai tutto».
Morì all'alba del 31 gennaio 1888. Ai Salesia-
ni che vegliavano attorno al suo letto, mormorò
nelle ultime ore: «Vogliatevi bene come fratelli.
Fate del bene a tutti, del male a nessuno... Dite
ai miei ragazzi che li aspetto tutti in Paradiso».
Messaggio di Don Bosco
A distanza di cento anni, Don Bosco ha un
messaggio da rivolgerti:
«lo ero 11na persona come te.
Ho voluto dare un senso pieno alla mia vita. Con
l'aillto di Dio ho rinunciato ad avere una famiglia mia
ptr di11entare papà,fratello, amico di chi non a••eva pa-
pà, fraulli, amici.
M PIIOi essere come me, andremo insieme a spett-
tkre la Pita in 1,na /ape/a sudamericana, tra i kbbrosi
dell'India, o nella periferia di 11na città italiana, do11e
troveremo tanti poveri, anche se nascosti: po11eri di af-
fetto, di senso tiella 11ita, poveri che ha11no bisogno di
Dio e di te per vivere.
Ma se aAClte non ti senti di rischiare la vita com'io
l'ho rischiata, ,; ricordo 1UU1 verità importantissima: la
vita, questo grande dono che Dio ci "4 dato, bisogna
spenderla, e spenderla bene. La spenderai bene non
chmtkndoti nell'egoismo, ma aprendoti all'am<Jre, al-
l'impegno per chi è più povero di te>~.

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Alcuni pensieri che nascono
dal cuore di un santo
nutrito di Vangelo e di amore
aHa gioventù
In ogni gioarane, anche il più disgraziato, ari è
un punto accessibile al bene: è doarere primo
dell'educatore ricercarlo.
li maestro visto solo in cattedra è maestro e
nulla più. Ma se ara in ricreazione con i gioara-
ni, diventa come fratello.
In educazione nulla di solito ci sarà mai, fin-
ché ilgiovane non abbia abbandonato il cuore
alla confidenza.
Ricordatevi che l'educazione è cosa del
cuore.
La prima felicità per un fanciullo è di sapersi
amato.
1 giovani non solo siano amati, ma essi stessi
conoscano di essere amati.
lo ritengo che senza religione nulla si può
fare di buono tra i giovani.
Chi ha vergogna di esortare alla pietà, è in-
degno di essere maestro.
Chi vuol essere amato, bisogna che faccia ve-
dere che ama.
Gli educatori amino ciò che piace ai giovani,
e i giovani ameranno ciò che piace agli edu-
catori.
Don Bosco
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Laici e Salesiani
Missionari dei giovani
1. Orientamento generale
Favorire una coscienza rinnovata della presen-
za e della missione del laico secondo la dottrina
conciliare del Vaticano Il, ed insieme un cambio di
mentalità e di azione per il coinvolgimento dei lai-
ci nel vaslo movimento salesiano; che tenga conto
delle esigenze provenienti dal territorio, dalla
Chiesa e dalla Congregazione.
A questo scopo:
a) promuovere, con iniziative concrete e rea-
listiche, la vocazione del cooperatore salesiano e
la conoscenza dell'Associazione; la 'proposta' va
esplicitata con coraggio, specialmente ai laici che
operano nei nostri ambienti, e ai giovani impegna-
ti, soprattutto a quelli che fanno riferimento al
Movimento Giovanile Salesiano.
b) far conoscere, tra i salesiani, il nuovo Rego-
lamento di vita apostolica dei cooperatori, per assi-
curare un'adeguata animazione e accompagnamen-
to che privilegi la formazione salesiana, lo sviluppo
personale di una ricca spiritualità salesiana laicale
ed un attivo servizio apostolico, secondo le parti-
colari condizioni di vita e di lavoro di ciascuno.
e) assicurare la scelta di delegati salesiani con
vera capacità di animazione verso i cooperatori.
Questo esige da parte dei delegati stima per la Fa-
miglia Salesiana, esperienza apostolica, entusia-
smante spiritualità, sensibilità verso i !aici special-
mente giovani, capacità di assistenza pastorale allo
scopo di offrire quei servizi che oggi vengono solle-
citati con urgenza da parte dei laici impegnati nel
territorio e nella Chiesa (disponibilità di ascolto,
direzione spirituale, discernimento, esperienza di
fonnazione permanente, ritiri, giornate, ecc. ecc.).
d) ogni ispettoria assicuri corsi qualificati di
formazione per delegati. E allo scopo di servire
con qualità d'interventi sia i cooperatori sia gli
exallievi, si veda la convenienza di nominare dele-
gati diversi per questi gruppi, specialmente a livel-
lo ispettoriale.
e) per quanto riguarda i nostri impegni verso
gli exallievi si tenga conto degli orientamenti con-
tenuti nella lettera del RM del 19.03.1987.
Si tratta di promuovere un rilancio nel modo
di considerare e di animare gli exallievi.
L'adeguata comprensione della 'educazione ri-
cevuta' (titolo base di appartenenza alla Famiglia
Salesiana) richiede un cambio di mentalità e di
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atteggiamenti da parte dei salesiani, per saper ac-
compagnare la crescita della dimensione educativa
salesiana negli exallievi, collaborare nello sviluppo
dei valori assimilati, portandoli fino alle conse-
guenze positive di influsso negli ambienti di lavoro
e di vita, in campo socio-culturale ed ecclesiale.
Gli exallievi apostolicamente impegnati siano
invitati a far parte deU-Associazione cooperatori.
2. Laici e Salesiani Missionari dei giovani
2.1 La COMUNlTÀ EDUCAT1VO-PASTO-
RALE è il luogo di incontro, lavoro e formazione
dei salesiani e laici.
Va assicurata in ogni nostra presenza la sua
costituzione.
Si sottolinei:
- il ruolo orientatore del Direttore,
- la corresponsabilità di tutta la comunità sa-
lesiana nell'animazione,
- il coinvolgimento di un numero di laici re-
lativo alla fisionomia della comunità e all'impiego
migliore delle forze apostoliche,
- la corresponsabilità di tutti nella program-
mazione, attuazione, verifica educativa.
2.2. Alle lspettorie si chiede:
- di prevedere in modo organico la presenza
dei laici in quegli ambienti dove essa appare an-
cora ridotta,
- di coinvolgere i laici qualificati in ruoli
direttivi,
- di sperimentare forme partecipate di ge-
stione,
- di sperimentare la separazione tra ammini-
strazione dell'opera e amministrazione della co-
munità religiosa.
2.3. Speciale attenzione sia data alla formazio-
ne cristiana, professionale e salesiana di laici e di
salesiani «insieme».
Perciò:
- si suggerisce un programma intenso duran-
te 1'.anno 1988-89. Ciascuna ispettoria offra a tutti
i laici delle diverse presenze nei nostri ambienti
un'opportunità di formazione cui prenderanno
parte anche i Salesiani:
- si chiede che le Ispettorie stabiliscano e
verifichino le strutture di partecipazione per ogni
tipo di presenza.
2.4. Cura speciale va dedicata agli animatori e
ai direttivi delle associazioni giovanili sia per il
loro numero sia per il loro influsso diretto sull'e-
ducazione dei giovani.
Comunicato CJS/ a conclusione della visita-insieme
Ispettori d'/ralia e Superiori Maggiori

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L'aurora
di un giorno nuovo
«Con i giovani raccogliamo
e continuiamo l'eredità del Concilio»
I Concili ecumenici, ogni qualvolta si radunano, sono celebrazione solenne dell'unione di Cristo
e della sua Chiesa, e perciò portano all'universale irradiazione della verità, alla retta direzione della
vita individuale, domestica e sociale, all'irrobustimento di spirituali energie, in perenne elevazione
verso i beni veraci ed eterni.
Così stando le cose, la Chiesa Cattolica, innalzando, per mezzo di questo Concilio Ecumenico,
la fiaccola della verità religiosa, vuol mostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, paziente, piena
di misericordia e di bontà verso i figli da lei separati. Al genere umano, oppresso da tante difficoltà,
essa come già Pietro al povero che gli chiedeva l'elemosina, dice: «Io non ho nè oro nè argento, ma
ti do quello che ho: nel nome di Gesù Cristo Nazareno levati e cammina» (Act. 36).
La Chiesa, cioè, agli uomini di oggi non offre ricchezze caduche, non promette una felicità solo
terrena; ma partecipa ad essi i beni della grazia divina, che, elevando gli uomini alla dignità di figli di
Dio, sono validissima tutela ed aiuto per una vita più umana; apre la fonte della sua vivificante dot-
trina, che permette agli uomini illuminati dalla luce di Cristo di ben comprendere quel che essi real-
mente sono, la loro eccelsa dignità, il loro fme; infine essa, per mezzo dei suoi figli, estende dapper-
tutto J'ampiezza della carità cristiana, di cui nulla maggiormente giova a strappare i semi di discor-
dia, e nulla è più efficace per fomentare la concordia, una pace giusta e l'unione fraterna di tutti.
(DAL DISCORSO DI APERTIJRA DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO Il)
Durate
e documenti approvati
11 Concilio Vaticano II (1962-
1965) fu condotto da due Papi:
Giovanni XXITT e Paolo Vl. Il
primo è stato riconosciuto come
l' ideatore, il secondo come l'il-
luminato e convinto realizzato-
re. Quattro furono le sessioni o
periodi: la prima daU' 11 ottobre
alJ'8 dicembre 1962; la seconda
dal 29 settembre al 4 dicembre
1963; la terza dal 14 settembre
aJ 21 novembre 1964; la quarta
dal 14 settembre all'8 dicembre
1965. Il tutto per un totale di
168 assemblee generali.
1 documenti elaborati, appro-
vati e promulgati furono 16.
Quattro costituzioni: sulla sa-
cra liturgia («Sacrnsanctum
Concil ium)>), sulla Chiesa («Lu-
men Gentium»), sulla divina ri-
velazione («Dei Verbum»), sulla
Chiesa nel mondo contempora-
neo («Gaudium et Spes»).
Nove i decreti: sui mezzi di
comunicazione sociale («Inter
Mirifica»), sull'ecumenism.o
(«Unitatis Redintegratio»), sul-
le Chiese orientali cattoliche
(«Orientalium Ecclesiarum»),
sull'ufficio pastorale dei vescovi.
(«Christus Dominus»), sul rin-
novamento della vita religiosa
(«Perfectae Caritatis»), sulla for-
mazione sacerdotale («Optatam
Totius)>), sull'aposto lato dei laici
(«Apost olicam Actuositatem»),
suU'attività missionaria della
7/23

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21 ... CONCILI
ECUMENICI
...GLI ULTIMI TRE A CONFRONTO
19. Concilio di Trento: 25 sessio-
ni, dal 13 dicembre 1545 al 4 di-
cembre 1563 in tre periodi di ses-
sione: I-VIII sessione a Trento
(1545-1547); IX-Xl sessione a Bo-
logna (1547-1548) tutte sotto Papa
Paolo lii (1534-1549); XII-XVI
~ione a Trento (1551-1552) sot-
to Papa Giulio m (1550-1555);
XVII-XXV sessione a Trento
()562-1563) sotto Papa Pio IV
(1559-1565). Partecipanti: in nu-
mero vario, da alcune decine a
poco più di cento.
Dottrina sulla Sacra Scrittura e
sulla tradizione, peccato originale,
giustificazione, sacramenti e sacri-
ficio della Messa, culto dei Santi,
indulgenze. Condanna degli errori
di Lutero. Decreti di riforma (cfr.
Denz. 782-992).
20. Coocllio Vaticano I: 4 sessio-
ni. dall'8 dicembre 1869 al 18 lu-
glio 1870. Pio IX (1~1878).
Partecipanti circa 770 Padri.
Definizione de.Da dottrina della
fede cattolica contro IJ razionali-
smo e sulla Chiesa; primato e infal-
libilltà del Romano Pontefice (cfr.
Denz. 1781-1840).
21. Concilio Vaticano D: 4 ses-
sioni: 1) dall'l 1 ottobre al 7 dicem-
bre t962; sotto Giovanni XXIII
(1959-1963}; 2) dal 29 settembre al
4 dicembre 1963; 3) dal 14 settem-
bre al 21 novembre 1964; 4) dal 14
settembre all'8 dicembre 1965, tut-
te sotto Paolo VI. La dottrina pa-
storale del Concilio Vaticano Il è
contenuta in 4 Costituzioni, 9 De-
creti e 3 Dichiarazioni conciliari.
La costituzione sulla Chiesa, il de-
creto sull'Ecumenismo, la costitu-
zione della Chiesa a confronto con
il mondo contemporaneo sono le te-
stimonianze di un profondo rinno-
vamento dottrinale e pastorale di
questo Concilio che vide la parteci-
pazione di 2.500 padri circa, quanti
mai ne furono raccolti in un Conci-
lio ecumenico.
8/24
Chiesa («Ad Gentes»), sul mini- congregazione dello Spirito
stero e la vita dei presbiteri Santo, 34 domenicani. Al conci-
(«Presbyterorum Ordinis»).
lio, accanto ai Padri, ci sono
Tre le dichiarazioni: sull'edu-
cazione cristianna («Gravissi-
mum Educat,ionis»), sulle rela-
zioni delle chiese con le religioni
non cristiane («Nostra Aeta-
te))), sulla libertà religiosa («Di-
gnitatis Humanae»). Tutti que-
sti documenti furono firmati da
Paolo VI. Nella prima sessione
infatti - quella presieduta da
Giovannii XXIII - non ne fu
approvato alcuno.
poi numerosi esperti: sono 20 l
quelli designati dal Papa. Si
tratta di teologi, moralisti, bi-
blisti. liturgisti, giuristi. Essi
vengono consultati 'sui diversi
problemi, partecipano aU'elabo-
razione e alla correzione dei te-
sti in ciascuna delle dieci com-
missioni nominate dal Papa
stesso a tale scopo, commissioni
che sono la continuazione delle
10 che avevano preparato in
concilio. Al concilio sono pure
presenti, su invito esplicito, gli
I partecipanti al concilio
osservatori delegati delle comu-
nità cristiane non cattoliche:
TI concilio Vaticano II si pre- alla prima sessione essi sono 49.
senta subito con alcune caratte- A tale scopo viene istituito il se-
ristiche peculiari per ciò che gretariato per l'unione dei cristia-
concerne il numero di coloro ni. L'organo ufficiale del conci-
che vi partecipano e la loro pro- lio per il contatto con questi os-
venienza. Vediamo brevemente servatori che possono assistere
alcuni dati. Coloro che di dirit- aJle sedute pubbliche e alle con-
to (vescovi) avrebbero dovuto gregazioni generali, nonché, su
intervenire erano 2.908, una ci- domanda esplicita, al lavoro
fra questa che si è poi di fatto delle dieci commissioni. Per
ridotta a causa di assenze dovu- completare l'aspetto organizza-
te a decessi, malattie e impedi- tivo, va poi ricordato il consi-
menti di ordine politico. Alla glio di presidenza del concilio,
sua apertura erano così presenti consiglio composto da IOcardi-
2.540 vescovi e, in più, 97 supe- nali nominati dal Papa. Essi, a
riori generali di istituti religiosi. turno, presiedono a nome del
Era un'assemblea poi caratte- Papa le congregazioni generali e
rizzata dall'internazionalità. I cioè le riunioni plenarie dell'as-
padri si presentavano così sud- semblea in cui i Padri esamina-
divisi per continenti: 1.080 dal- no e discutono i testi definitivi
l'Europa; 489 dall'America del prima che questi vengano sotto-
sud; 89 dall'America· centrale; posti all'approvazione del Papa.
404 dall'America del nord; 296 Vi è, infine, il segretariato per le
dall'Africa; 374 dall'Asia; 75 questioni straordinarie il cui
dall'Oceania. Per quanto ri- compito è di vagliare e valutare
guarda l'età: il 60% non supera tutti quei problemi che i Padri
i 63 anni, mentre un migliaio ri- conciliari intendono portare in
sulta nato nel secolo scorso. aula, problemi non presenti tra
Solo 21 Padri hanno meno di 40 quelli ufficiali proposti dalle
anni. I religiosi - vescovi o no commissioni. A comporre que-
- sono 940: 80 francescani, 54 sto segretariato sono 7 cardinali.
cappuccini, 50 gesuiti, 60 sale-
siani, 45 padri bianchi, 40 della

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CON
I GIOVANI
NELL'ORBITA
DEL
VATICANO II
A/cune preziose riflessioni
del Rettor Maggiore, D. Egidio Viganò,
alla 13" Settimana di. Spiritualità
·
della Famiglia Salesiana
Volto ringiovanito deUa Chiesa
Il volto ringiovanito della Chiesa bisogna indi-
viduarlo innanzitutto partendo dalla globalità del-
la profezia del Vaticano II. 11 Sinodo straordinario
dell'85 ci ha indicato autorevolmente il modo di
poterlo fare bene. È indispensabile conoscere ed
assimilare le grandi linee orientatrici dei documen-
ti conciliari per assicurare una più profonda accet-
tazione del Vaticano Il. Come dice la Relazione fi-
nale dei Vescovi: «L'interpretazione teologica del-
la dottrina conciliare deve tener presenti tutti i do-
cumenti in sé stessi e nel loro rapporto stretto con
gli altri, in modo che sia possibile comprendere ed
esporre il significato integrale delle sentenze del
Concilio, spesso molto complesse. Si deve dedicare
un'attenzione speciale alle quattro costituzioni
maggiori del Concilio, le quali sono la chiave in-
terpretativa degli altri decreti e dichiarazioni. non
è lecito separare l'indole pastorale dal vigore dot-
trinale dei documenti» (Relazione finale, I, 5).
C'è, dunque, un indispensabile lavoro da fare
con i giovani per accompagnarli nel leggere il Va-
ticano II in forma organica, genuina e profetica,
che alimenti la loro intelligenza e il loro cuore con
le linee centrali dell'evento conciliare. Senza que-
sto studio di fedele competenza corriamo il rischio
di non essere docili alla straordinaria visita dello
Spirito Santo per preparare la Chiesa di Cristo al
Terzo millennio.
Nella rilettura organica proposta dal recente
Sinodo straordinario possiamo percepire i grandi
tratti individuanti il volto ringiovanito dalla Chie-
sa. La loro presentazione, pur nei limiti di uno
sguardo sintetico, ci modo di indicare alcune
grandi piste del nostro impegno di consegnare vi-
talmente il Concilio ai giovani.
Seguendo )!orientamento di «dedicare un'at-
tenzione speciale alle quattro costituzioni maggio-
ri del Concilio», possiamo individuarre quattro
tratti caratterizzanti la fisionomia del volto ringio-
vanito della Chiesa. Eccoli:
- primo: «Immagine», nella storia, del Dio
vivente, ossia, una Chiesa testimone e portatrice a
tutti d~lle ricchezze salvifiche del Mistero (cf. «Lu-
men gentium»);
- secondo: •<Mediatrice» dell'Alleanza defini-
tiva della Pasqua, ossia, una Chiesa esecutrice del-
1'originalissimo sacerdozio della Nuova AIJeanza
(cf. «Sacrosanctum Concilium»);
- terzo: «Profeta» per i tempi nuovi, ossia,
una Chiesa proclamatrice della Parola di Dio
come messaggio attuale dell'uomo nel contesto del
suo divenire (cf. «Dei Verbum»);
- quarto: «Concittadina» dei popoli in cam-
mino, ossia, una Chiesa esperta in umanità che
fermenta la cultura emergente e guìda tutti alla
vera liberazione (cf. «Gaudium et spes»).
9/25

1.10 Page 10

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Questo ringiovanimento conciliare del volto
della Chiesa ce la deve far amare come l'unico ge-
nuino Corpo di Cristo in questo nostro scorcio di
secolo. E siccome noi stessi siamo Chiesa, sarà in-
dispensabile sentirci coinvolti, insieme ai giovani,
nel far crescere in noi stessi i tratti caratterizzanti
del suo ringiovanimento: una faccia da «santi»
nella storia; una faccia da «ljturghi» deU'attività
umana; una faccia da «profeti» del Terzomillen-
ruo; una faccia da «concittaruni» nel rinnovamen-
to e ristrutturazione della società.
L'esperienza ministeriale di questi annj mi ha
convinto sempre più che il Vaticano II chiede a
tutta la Famiglia Salesiana, se vuole presentarsi
veramente nel Popolo di Dio come un vasto movi-
mento dj missionari dei giovaru, le seguenti linee
fondamentali d'impegno:
- una «nuova santità»;
- una «nuova sacramentalità»;
- una «nuova evangelizzazione»;
- una «nuova socializzazione»;
- e, come concretizzaz.ione unificante, una
«nuova educazione».
Sono piste ampie ma indjspensabili per l'entra-
ta in orbita del Vaticano II con i giovani Qui, evi-
dentemente, ci dedjcheremo a presentare solo al-
cuni suggèrhnenti sintetici.
Nel parJare di «novità», non si intende inven-
tare dal nulla una santità «nuova» o una evange-
lizzazione <<nuova», ecc., ma sottolineare forte-
mente la finalità pastorale di «balzo innanzi» ri-
chiesto da Papa Giovanni XXIII all'apertura del
Concilio: «il nostro dovere non è soltanto di cu-
stodire, come se ci preoccupassimo urucamente
dell'antichità, ma di dedicarci con alacre volontà e
senza timore a quell'opera, che la nostra età esige,
di approfondire e presentare in forma nuova tutto
l'insegnamento della Chiesa. Altra cosa è infatti il
deposito stesso della fede, e altra cosa è la forma
di presentarlo conservando lo stesso senso e la
stessa portata. Bisognerà attribuire molta impor-
tanza a questa forma e, se sarà necessario, biso-
gnerà insistere con pazienza nella sua elaborazio-
ne» (Guovanni XXIII, 11 ottobre 1962).
Ecco, dobbiamo saper coinvolgere i giovaru in
questa «novità dj forma».
Intuito delJ'energia profetica del Vaticano Il
I membri della Famiglia Salesiana entrano nel-
l'orbita del Vaticano II con i giovani. Quest'orbita
è un tracciato dj movimento in avanti sorretto dal-
l'energia profetica del Vaticano H.
La mia esperienza personale mi ha fatto costa-
tare che, nel passare da una sensibilità ecclesiale
latino-americana (poggiata sugli orientamenti epi-
scopali di Medellin e di Puebla) a prendere contat-
10/26
to con la mentalità di certi ambienti ecclesiali del-
l'Europa occidentale, si sperimenta una strana dif-
ferenza nella recezione dell'evento conciliare e nel-
la risposta da dare. Là ci si è sforzati subito ru
traddurre nel vissuto lo spirito profetico dell'assise
vaticana; qui dà l'impressione che ci si è mossi a
rilento dando più spazio alle problematiche e alla
lettura critica dei documenti che al loro stimolo
profetico, fino ad arrivare, da parte di alcuru, ad
affermare, dopo così pochi anni, di sentirsi già «al-
trove», quasi insinuando di attendere un Vaticano
III da farsi in maggior conformità alla razionalità
documentata dei pensatori, più che alla preoccu-
pazione salvifica dei Pastori.
Detta così, questa mia impressione può risulta-
re una specie di caricatura; tuttavia ci può aiutare
a sottolineare un atteggiamento necessario. Non
pretendo qui difendere l'oggettività ru questa im-
pressione, e meno ancora offrire urna polemica
che svii dal tema della Settimana, proprio nel mo-
mento della sua conclusione.
Desidero far risaltare, a favore dell'attività pa-
storale della Chiesa e (in Essa) della Famiglia Sa-
lesiana, il primato assoluto della profezia del Con-
cilio sugli eventuali discutibili limiti dei suoi docu-
menti, della visita che ha fatto lo Spirito Santo
alla Chiesa di Cristo per incamminarla in una
nuova epoca storica, sulle problematiche inerute
che vanno nascendo come se si dovesse aspettare
per ognuna una formula specifica, dell'urgenza di
raccogliere con i giovani l'eredità conciliare, sulla
moda di parlare con loro solo di problemi cam-
bianti (ogni cinque anru, si può dire, ce ne sono
dei nuovi). È impellente inserirli innanzitutto nella
grande orbita ecclesiale del futuro.
L'orbita, è un vasto tracciato di movimento di-
namizzato da una sintonia mistica con lo Spirito
Santo per saper entrare in una nuova era di storia
e assumerne le problematiche anche inedite, certa-
mente con senso critico ma senza frenare la veloci-
tà del movimento. Per i lanciati nell'orbita il Con-
cilio offre luce e capacità ru risposta alle continue
sfide emergenti della vita. Non ha formule. Esige
ricerca, studio e creatività. Assicura però l'ottica
giusta per un discernimento adeguato ed accom-
pagna la fatica dell'impegno con l'assicurazione
che ci accompagna la potenza dello Spirito del
Signore.
La Chiesa è stata lanciata in quest'orbita; il
carisma di Don Bosco vi si è situato e ci interpella
per 1'88.
Il pericolo sta proprio nel situarsi «altrove»,
fuori da quest'orbita che, per noi credenti, è stata
progettata dall'alto per i prossimj decenru.
Appare così fortemente giustificato l'esaltante in-
vito ru questa nostra Settimana di spiritualità: «Con
i giovani raccogliamo la profezia del Concilio»!

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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VITA ASSOCIAZIONE
SICILIA
I laici
nel «Progetto Africa»
A nome di tutti gli Amici, i Bene-
fattori, i rami Laici della Famigh"a
Salesiana, i Cooperatori Salesiani
di Sicilia accolgono l'invito a pro-
muovere la costruzione di una
CASA «Mamma Margherit8J> che
sia segno e riferimento per 11 vo-
lontariato laico missionario.
Non poteva esserci iniziativa
più significativa per i LAJCI: farsi
promotori di un Laicato impegna-
to in terra di missione.
Finora sono circa una trentina i
Laici che sono partiti per il Mada-
gascar. Hanno fatto di tutto, sem-
pre d'intesa con i missionari sale-
siani e inserendosi in diversi modi
nel ((Progetto Africa». Ma, mentre
la loro generosità è stata grande,
la loro testimonianza «laicale» non
sempre è stata valutata pienamen-
te dalla gente del posto.
Abituata a vedere «mompèra»
(sacerdote), «monfrèrcl)> (religioso
coadiutore) e «masèra» (suora), la
gente non sempre è riuscita a ren-
dersi conto che può esistere un
«credente» che viene da lontano,
lascia comodità, parenti, amici, la-
voro... per «essere con loro».
Gianni, dopo tre mesi di perma-
nenza in mezzo alla gente di Tu-
lèar, finalmente si è sentito dire
dal capo-villaggio che gli dava un
saluto a nome di tutti: «Tu non sei
né mompèra né monfrèra... Ti au-
guriamo che possa tornare tra di
noi ed essere mompèra o mon-
frèra» .
Progetto Mrica: Nuova frontiera.
11 /27

2.2 Page 12

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Angela (vita comune con le suo- nuovo CONSIGLIO ISPETTORIALE TREVISO
re malgasce di Saint Paul de Char- DEI COOPERATORI SALESIANI CASTELLO DI GODEGO
tres nel villaggio di Ankililoaka) PER LA REGIONE EMILIA costi-
per sei m~si si è sentita chiamare tuito:
«Masèra Angela».
Due anru fa, Tanino e Rosa, gio-
vane coppia di sposi, hanno perso
l'occasione di dare una testimonian-
za di vita «familiare» per mancanza
di una struttura idonea (lui stava
con i Padn e lei con le Suore).
D progetto laici in Madagascar
- dal nuovo Delegato Jspetto-
riale SDB Don Guido Zanoni;
- dalla riconfermata Delegata
lspettoriale Suor Maria Conti,
FMA; animatori spirituali, respon-
sabili soprattutto della formazione
salesiana apostolica;
All'inizio del nuovo anno sociale
(ottobre '86) abbiamo proceduto,
a segwto del suggertmento per-
venutoci dal Centro Ispettoriale,
alla elezione del Consiglio del-
1'Associazione per 1due rami de-
gli anziani e dei giovani: primo
tentativo di osmosi tra le specifi-
ha una ambizione: costruire ad
Ankililoaka una casa dove i Volon-
tari la1c1 possano trovare un modo
d1 stare insieme per lavorare,
pregare, venficare, vivere da
- da sette consiglieri eletti uno
per CJascun Centro cosnnuto m
Emilia, m rappresentanza dei ri-
spettivi Centri;
che attitudini e realizzazioni di en-
trambi. Il 7 dicembre ci si ritrova.
Salesiani, Figlie di Maria Ausilia-
trice e Cooperaton nella Cappella
dell'Istituto Salesiano per il Cer-
«laici» con tutti i problemi di ogni
famiglia. La loro presenza, le loro
realizzaz1oni si inseriscono sem-
pre nel progetto più vasto, elabo-
rato dalla comunità missionari del
- da due consiglieri ad inte-
grazione, proposti dal Delegato
per la loro particolare attività ed
esperienza.
chio Mariano e la consegna del
nuovo Regolamento di Vita Apo-
stolica svoltosi in un contesto di
paraliturgia. La cena in comunio-
ne chiude in piena alegria la bella
posto
«Progetto laici» mira inoltre a
formare laici miss10nari e Volonta-
ri per il Madagascar e promuove-
re una mentalità di impegno e di
spiritualìtà laicale.
La casa si chiama «MAMMA
MARGHERITA» perché prende il
nome della mamma di Don Bosco,
la fedele e intelligente cooperatri-
ce del Santo.
EMILIA
Rinnovato
il Consiglio lspettoriale
n 28 novembre I 987, dopo una
riunione preparatoria del 24 otto-
bre mtesa a fare partecipare i vari
Cons1gl1 locali alle relative elez10-
ru, è stato ufficialmente insediato il
Preso atto delle norme regola-
mentari, della posizione e dispo-
nibilità dei singoli Consiglieri, è
stato designato a Coordinatore
del Consiglio lspetton'ale, Vincen-
zo Baratta di Parma, che ha subito
assunto le funzioni relative.
Il nuovo Consiglio, tramite il
Delegato e il Coordinatore, ha ri-
tenuto doveroso ed in perfetta sin-
tonia con lo spirito salesiano,
esprimere vivissima riconoscenza
a Don Giuseppe Bassi e alla Sig.na
Luisa Rigon, che per tanti anni
hanno animato e sviluppato l'As-
sociazione Cooperatori in Emilia,
nei rispettivi incarichi di Delegato
lspettonale e d1 Segretario Coor-
dinatore Ispettonale, e che, ancor
oggi, lasciando ad altri, in base al
regolamento, tali compiti, assicu-
rano la loro preziosa e competen-
te collaborazione.
ricorrenza.
I nostri incontn mensili, con sca-
denze regolari, sono improntati
all'azione formativa e operativa
fissata all'inizio dell'anno dal pro-
gramma ispirato alle linnee gene-
rali delineate da codesto Centro
Nazionale.
L'Associazione collabora con le
lillZiative dell'Istituto salesiano e
degli ex-allievi in favore dei gio-
varu durante l'anno. Attività speci-
fiche e prevalenti dei cooperatori
anziani si esplicano nel Laborato-
rio Mamma Margherita che ha ini-
ziato la sua attività nel 1980. Coo-
peratrici e altre persone simpatiz-
zanti si ritrovano ogni settimana
in locali messi a disposizione da
buone persone a confezionare
mdumenti, preparare involti da
spedire alle missioni. Il nostro
raggio di azione a loro favore si
estende dall'America Latina (Ci-
le, Bolivia, Brasile, Uruguay) all'A-
frica (Capo verde, Togo, Tanza-
ma, Zambia, Madagascar) e all'ln-
La nuova frontiera è... l'Africa
dia.
Non mancano prestazioni per i
«Amici della Famiglia Salesiana, lasciatemi formulare un 'afferma- bisogni di enti locali e, a suo tem-
zione solenne: il Progetto Africa è oggi, per noi Salesiani, una
grazia di Dio. Cent'anni fa la vocazione salesiana prendeva la via
dell'America Latina, e vi si è stabilita robustamente. Cinquant'an-
ni dopo si è indirizzata verso l'Asia, e si è già radicata con fecon-
po, abbiamo spiegato una mtensa
attività in favore della Polonia.
Le spese non indifferenti per i
pacchi postali, le offerte in dena-
ro a parecchi missionari, le spese
dità in vari paesi. Adesso si rivolge verso il Continente nero e si cli corrispondenza e per le neces-
propone di inserirvisi umilmente, con fedeltà a Don Bosco, per
divenire opportuna.mente e genuinamente africana...».
sità del Laboratorio sono possibili
con. gli introiti ncavati dal reperi-
mento e dalla vendita di cartoni e
Don Egidio Viganò - 1980
stracci, e dalle offerte manuali di
generose persone.
12/28

2.3 Page 13

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Altre modeste attività è la rac- Paolo Zoli, coordinatore ispetto-
colta di francobolli e medicinali riale uscente, per ragioni di lavo-
favoritici da medici locali e la dif-
fusione di Mondo Nuovo che l'As-
sociazione diffonde fino dal suo
apparire.
Tutte queste attività, come è fa-
cile prevedere, comportano un la-
voro non indifferente a cui si sob-
barcano con costante impegno le
nostre brave cooperatrici.
ro che lo tengono lontano dall'i-
spettoria per vari periodi del me-
se, chiede di essere esonerato
dall'incarico, i Consiglieri ispetto-
riali eleggono all'unanimità, coor-
dinatore ispettoriale per il trien-
nio 1987-90, il consiglìere Tei An-
gelo che, prima di accettare pre-
senta la seguente proposta: nomi-
nare due «responsabili>> per ogni
regione: gli otto cooperatori no-
ADRIATICA
Rinnovato
il Consiglio Ispettoriale
minati costituiranno tra di loro, un
«Comitato di Coordinamento» che
sarà presieduto dallo stesso coor-
dinatore ispettoriale: questo orga-
nismo dovrà riunirsi periodica-
Il giorno domenica 22 novem-
bre 1987, alle ore 9, presso la
Casa salesiana di Loreto, si è riu-
nita l'assemblea dei delegati dei
Centri dell'Ispettoria, per il rin-
novo del Consiglio lspettoriale.
Sono presenti il Delegato ispetto-
riale, Don Luigi Colucci, e la Dele-
gata ispettoriale FMA, suor Maria
Conti.
Dopo l'introduzione del Delega-
to incentrata soprattutto sull'esa-
me dell'attuale situazione dell'As-
sociazione dell'Ispettoria, sul fun-
zionamento dei Centri con riferi-
mento alla emanazione dei Decre-
ti di erezione e la presa d'atto di
quelli «in formazione», Don Co-
lucci puntualizza l'esigenza di as-
similare, meditare, approfondire
il Regolamento di Vita apostolica,
ciò, in particolare, per rispondere
con completezza alla «chiamata»
e viverlo con sempre maggiore
fedeltà; questi valori vanno mag-
giormente attuati e praticati nei
mente per concordare iniziative,
attività, situazione di ogni Centro,
scambio di esperienze, ecc,.. Vie-
ne precisato che questo «Comita-
to» non si sostituisce al Consiglio
ispettoriale che si riunirà almeno
due volte l'anno e, comunque
quando si renderà necessario; il
<<Comitato di coordinamento» sarà
di supporto e, soprattutto, di pre-
senza nelle singole regioni.
Il Delegato ispettoriale e la De-
legata ispettoriale FMA provvede-
ranno, per ogni singola regione a
indicare un SDB e una FMA per
curare l'animazione spirituale e la
formazione salesiana apostolica
dei cooperatori, in collaborazione
con i delegati e delegate dei Cen-
tri della Regione.
La proposta di Tei viene appro-
vata all'unanimità, per cui si passa
subito a nominare i «responsabili»
regionali tra i nominativi indicati
dai Centri di ogni regione per il
Consiglio ispettoriale.
Centri dove ancora il «Regola-
mento» deve essere fatto proprio
da ciascun cooperatore, con la ce- PUGLIA
lebrazione del rinnovo o per la Giornata mariana
prima volta della «PROMESSA», regionale
appunto alla luce del nuovo testo.
Dopo approfondita discussione
circa l'organigramma da attuare Domenica, 20 dicembre, la Fa-
per una efficace ed efficiente pre- miglia Salesiana di Puglia ha vis-
senza e vitalità dell'Associazione suto un momento comunitario mol-
nell'Ispettoria, soprattutto in rife- to significativo; il tradizionale ap-
rimento alla particolare configura- puntamento natalizio quest'anno
zione geografica che si suddivide ha avuto un sapore tutto partico-
in ben quattro regioni (Romagna - lare, un sapore squisitamente ma-
Marche - Umbria - Abruzzo), con- riano in piena sintonia con lo
statato con vero rammarico che straordinario evento che il mondo
cristiano celebra: l'anno di MA-
RIA.
Noi tutti sappiamo la grande e
filiale devozione di Don Bosco per
la Madonna e la singolare predile-
zione della Stessa per l'opera sa-
lesiana.
Non è dunque un caso, una stra-
na coincidenza se 1'88, anno di
SAN GIOVANNI BOSCO, viene
pienamente a coincidere con l'an-
no di MARIA; il tutto è certamente
opera di un disegno divino, di
un piano provvidenziale che farà
dell'88 un anno di grazia e di
benedizione per tutta la Famiglia
Salesiana.
La giornata ha avuto inizio con il
raduno presso il grandioso e sug-
gestivo santuario dell'Incoronata
(FG), centro mariano di fama na-
zionale. Alle ore 10,00 circa 800
tra S.D.B., F.M.A., A.C.S. , EX Allie-
vi, giovani oratoriani e simpatiz-
zanti ci siamo riuniti per vivere
una giornata alla insegna della
preghiera, della comunione fra-
terna, della gioia salesiana. Come
per incanto, guidata dalla voce
del delegato Ispettoriale don Fer-
dinando Lamparelli, la marea di
presenze si è trasformata in una
lunga e devota processione con al
centro della stessa la bellissima e
dolcissima statua della Madonna.
Una scena, a dir poco, unica e pe-
netrante che suscitava sentimenti
ed emozioni indescrivibili.
Un canto mariano ha preceduto
la recita del Santo Rosario i cui mi-
steri gloriosi sono stati commenta-
ti da don L'ARCO, l'innamorato
della Madonna. Con voce vibrante
e ricca di commozione, don L'Ar-
co ha cantato la gloria di Maria, la
sua incondizionata disponibilità al
disegno divino della redenzione,
la sua universale maternità per i
figli della terra, la sua incontestata
regalità che la rende sovrana del
cielo e della terra.
Secondo un antichissimo rito bi-
zantino, la processione, durante la
recita del Rosario, ha compiuto
due dei tre giri previsti intorno
alla superba Basilica; ad ogni mi-
stero la bellissima statua della Ma-
donna veniva portata a spalla dai
vari esponenti la Famiglia Salesia-
na (S.D.B.. F.M.A., A.C.S., Ex Al-
13/29

2.4 Page 14

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·~ Coop eratorl. P.ùg/ia. Giornata Ma.riana al Santuario Incoronata.
lievi, Giovani); con le litanie ed un
canto mariano si è conclusa l'ori-
ginale e bella preghiera.
Dopo aver lasciato un margine
di tempo per la riconciliazione,
alle ore 11,45 in processione si è
fatto il solenne ingresso nella Basi-
lica e , in un'atmosfera di devoto
raccoglimento e di intima parteci-
pazione ha avuto inizio la conce-
lebrazione euçaristica presieduta
da don L'Arco. È stato il momento
culminante e più significativo del-
la giornata; il gruppo giovanile di
Taranto ha animato la liturgia con
canti eseguiti con rara bravura e
maestria. Bellissima e suggestiva
·1a processione offertoriale; ogni
gruppo ha dato prova della più
fertile creatività nella ricerca di
doni originali d a p resentare all'al-
tare come espr essione di filiale af-
fetto e come ricerca di p ace e di
intima serenità.
Dopo un'intera mattinata dedi-
cata alla preghiera ed una foto ri-
cordo sulla scalinata della Basilica,
alle ore 13,15 una lunga fila di pul-
lman ha lasciato il Santuario per
dirigersi a Cerignola. Qui, in un
elegante ed accogliente ristoran-
te, circa 430 partecipanti hanno
consumato il pranzo in un distensi-
vo clima di famiglia e di schietta
gioia ed allegria salesiana.
· Verso le 16,30 altra sosta presso
l'Istituto delle F.M.A. di Cerignola
per vivere l'ultimo momento della
giornata: la festa insieme.
Alcuni gruppi si sono cimentati
in canti, scenette, parodie dando
prova di grande simpatia e di spi-
rito di famiglia.
La suggestiva giornata si è con-
clusa in bellezza con i doverosi
saluti, lo scambio degli auguri na-
talizi ed un deciso impegno a vi-
vere tutti gli appuntamenti che le
celebrazioni dell'88 prevedono
per esternare la nostra devozione
verso Don Bosco «Padre e mae-
stro della gioventù».
Mangia Anna
Al CONSIGLI ISPETTORIALf E RESPONSABILI DEI CENTRI!
Vi preghiamo di farci avere «notizie» corredate possibilmente di fotografie (ben fatte!)
...invitiamo i Centri a essere più presenti offrendo materiale per favorire attraverso
l'informazione la comunione tra tutti gli Associati!
14/30

2.5 Page 15

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In cifre...
ooN eosco
Padre, Maestro,
Amico dei giovani
.I'-.._•~ I
-__-.........._...
'
;:::-,
/
·,
.
,.
',
.
, ' .,. '\\
.
Diceva cosi...
Vi presentiamo
un modesto frutto dello spirito
d'iniziativa e dell'impegno apo-
stolico dei Cooperatori, segno del
loro amore al Fondatore.
Il Consiglio Ispettoriale del La-
zio ha realizzato un sussidio infor-
mativo su Don Bosco.
Si tratta di un agile dépliant, nel
quale figurano: una breve biogra-
fia del Santo dei giovani, talune
sue frasi significative, qualche fo-
tografia delle opere realizzate da
Don Bosco, la presentazione della
Famiglia Salesiana, oltre ad una
piccola indicazione bibliografica
per coloro i quali, sensibilizzati
alla figura di Don Bosco, desideri-
no approfondirne la conoscenza
ed avvicinarsi alla sua spiritualità.
Destinatari di tale sussidio do-
vrebbero essere non tanto gli
amici di Don Bosco, ma quanti an-
cora non conoscono affatto la figu-
ra del nostro Fondatore.
Il modesto costo del foglietto
ne permette ampia diffusione nelle
scuole pubbliche, nelle parroc-
chie non salesiane e in tutti gli am-
bienti normalmente frequentati da
giovani.
Chi è interessato all'iniziativa e
vuole utilizzare questo sussidio,
sappia che il foglietto costa L. 200
a copia e può essere richiesto an-
che telefonicamente al Consiglio
Ispettoriale Lazio dell'Associazio-
ne in
Via Marsala, 42 - 00185 Roma
Tel. (06) 49.50.185.
I 5/31

2.6 Page 16

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2
e
..i:."o
,;;
Spedlz. In abbon. postale Gruppo 2° (70) 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di Informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del BS à particolarmente de-
sUnata al Cooperatori Salesiani. Direzione e ammlnl•
strazlone: Via della Plaana, 1111 C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel. 89.31.341.
Direttore responaablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO Via Marsala, 42
00185 ROMA Tel.: 495.01.85: 49.33.51.
Autortzz. del Trib. di Toltno n. 403 del 18 lebbrlllo 1949. - e.e.
Poetale n. 2-1355 lntntato e: Direzione Generale ()peni Don Bo-
eco Torino. - e.e.P. 482002 Intestato a Dir. Gen. Opera Don
Boaco - Roma. - Per cambio d'lndlltzzo Inviare anche l'lndlrtzzo
p,ecede,,te.
dalle pareti
un messaggio di fede
I POSTERS
IIOIIDO
IIUOYO
50 MANIFESTI
a quattro colori
formato 45 x 65
I posters, esposti
nelle parrochie,
nelle sedi
delle associazioni
e· dei gruppi,
nei punti di incontro
e di passaggio,
offrono spunti di
riflessione e motivi
di discussione.
Con immagini
fortemente
evocative, illustrano
temi di attualità.
Con slogan ispirati
alla Bibbia
o alla vita cristiana,
esplicitano la
proposta di fede.
COME RICHIEDERE I POSTERS
O Prezzo fino a tutto il 1988: ogni poster Lire 1.200.
O La raccolta dei Posters "Mondo Nuovo» è disponibile presso le librerie LDC e LES, e Librerie religiose.
O Vendita per corrispondenza. Inviare richiesta scritta a Editrice Elle Di Ci, 10096 Leumann (TO), specificando
i titoli (o i numeri d 'ordine) e quantità. Non si accettano ordini inferiori a lire 15.000.
Forme di pagamento:
- anticipato, a mezzo assegno. Spedizione a spese dell'Editrice;
- oppure contrassegno (pagamento al postino): contributo spese di spedizione L. 2.000.
O Per ordinazioni urgenti telefonare a Ufficio Vendite: 011/959.10.91.
16/32