Bollettino_Salesiano_193909


Bollettino_Salesiano_193909



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Anno LXIII Numero 9
1° SETTEMBRE 1939-XVII
Spedii. la abbonnmcnlo pos~le

1.2 Page 2

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PF.RIODICO MEN-
SI[.E PER I COO-
PERATORI ·DELLE
OPERE E MlSSlONI
DI S. GlO. BOSCO
BOttET~fJNO
SJ\\ t ESJ J\\l'I O
Anno LXlfJ - N. 9
SE T TE M B RE
1939 - xvn
$ped1~1one m
abbonamento po~tnle
SOMMARIO: La romanità d..i D. Bosco. - In famig!Ja: Ad onore d ella Beata Mazzarello - Francia, Portogallo,
Spagna. - Dallo nostre Missioni: Cina, Equatore, Giappon.e, A."5am, Krisnhagar, Bengala. - Crociala Missionaria. -
Lettera di D. Giulivo aj 1'iovaru. - Tesoro spirituale, - Necrologio.
La romanità di D. Bosco*
Don BoscQ e R<>ma sono due nomi, come due
p ersonalità che si richiamano a vicenda; perchè
nel pensiero del Santo la Città Eterna è cosa
di Dio, e per la Sede dei mccessori di San Ae-
tro il nome e l'opera di Don Bosco è nell'età
presente 1tna delle più penetranti forze di azione
11el 111ò11do. Nelle ttltime ore di ma '()Ìta, il Santo,
che 'Uisse tutto e s/mpre per la Chiesa e per
gl'iuteressi di Dio che vi si. assommano, racco-
mando al Cagliero, e ripetè al Card. Alimonda,
di far sapere ai figli suoi, al mondo, al Papa,
che la Società Salesiana era sorta e 11011 aveva
altro fine che di sostenere il Sommo Pontefice e
la Sa11ta Sede. E Leone XIII, nell'iritimo col-
loquio con Lui, il 9 maggio 1884, gli diceva:
~ ... Voi, o Dori Bosco, siete necessario... della
wostra vita ha bisogno la Chiesa... Il Papa,
la Chiesa, il mondo intero pensa a voi e allavostra
Congrega--io11e, e vi ammira. E il wom:lo o
vi ama o vi teme... ,1.
/.,a romanitd di Don Bouo fu il tèma di una Con-
ferenza applauditiMima tenuta il 24 marzo u. s. in
Ronu, nella sede ddt'lstituto Superiore di Srudi Ro-
mani, d.AI salesiano Dott O. Alberto Cavigli•, alla pre-
senza d, S. Em. il Card. La Puma; di S. E. il Conte
P,srnntri Morano di Custoza, Ambasciatore d'Italia presso
la S. Sede; di S. E. Mons. Celso Costantini, Segretario
della S. C. di Propo~ncln Fide; del Gr. Uff. Comm.
Sant101, in nippresentanza del Ministro dell'Educazione
Kaz1onale; dj vari Ecc.mi Arc1vcscovi e Vescovi. Gene•
rt1li, Accademici i, Diplom:mci. cui faceva corona un
tolto eletrissimo pubblico.
Dalla confo.renza provengono alcuni spunti d1 questo
articolo.
È questa la romanità più vera e maggiore d-ei
grandi Santi, e particolannente dei Santi di
azione e dei Fondatori degli Ordini: romanità
di apostoli.
Tutti i Santi appartengono a Roma, perchè
solo la Chiesa Roma,ia, cioè cattolica, è la
Madre dei Santi, capace di produrre la santità,
e, come og11i altro, cos), ma con più evide,i::.a,
anche Sa,i Giovanni Bosco attinge da R oma
I.e vie della Ftde e il lume delle opere, ed a Roma
le riconduce con l'~ione commessagli dalla
Pr0'T.JVid1m.za. E si può parlare d'ima Romanità
dei Santi, come f ece qualche anno fa l'Em.1110
Card. Salotti in ima tomata dell'lstit1,to di
Stitdi Romani: dove tt,ttavia, a r(l1J'{}a/01·are
le sue argo11umtazioni, finì con mettere in primo
piano appunto il mo caris~ù110 Don Bosco,
come uno dei massimi restauratori ed edt4cato,i,
tutto compe11etrato dello spirito romano.
A questi lumeggiamenti della figura st01ica
del nostro Santo, gli st1,di più. approfonditi
sul pensiero di h,i, espresso negli scritti e nel
moto d 'idee da hli s-u.scitato o promosso, ci met-
tono in grado di aggiungere dei raggi nuovi,
che riescono a spiegare o sono essi stessi derivati
dal suo senso di devozione e venerazione catto-
lica verso la Roma dei Papi e il Papato in Roma.
Do11 Bosco, uomo di genio riconosci1tto, ebbe e
coltivo, pur nell'mm:/tà volu.ta delle S1le apparen:::e,
concetti ed intenti vasti e profondi, ai quali
- - ispirò le pagini de' moi scritti popolari ed edu-
2 57

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cativi, e donde pure attinse i motivi della ma
attività nel mo,ido della coltura e dell'educa-
:Jione. In questo ser,so la romanità di Don Bosco
è, da più. d'mi lato, caratteristica, e apporta al
SllO nome di Santo anche la gloria dei grandi
i1zg~1ii.
La Roma cristiana gli si adergcva davanti
agli occhi quand'egli contemplava la storia della
Chiesa, e la vedeaa quasi una realtà concreta
ed operante nella vita dei popoli. La storia
stessa della Roma antica, donde venne al mondo
la parola della consocia=ione umana, gli appariva,
come già a Dante, quale una prepara::;ione al
compito sovrano d'essere la Sede
u' sicùc il successor del maggior Piero.
Concezione primaria e f ontal.e, idea madre, di
C!lÌ visse l'am'ma e il pmsiero di Don Bosco
cattolico, sacerdote e Santo, e che trapassò nella
sua concezione sto,,ica (gù1cchè per la storia
egli ebbe una vera voca,.,-ione), fu la centralità
del Papato Romano nella vita del Cristia1&el'imo:
della Chiesa, cioè, e della storia. Cotesta centra-
lità non può essere che in Roma e di Roma, ed
è questo il concetto dominante della ma romanità.
'Roma come centro di convergen::a e come centro
d'irradiazione, tanto nella storia umana, quanto,
e soprattutto nella i'Ìta storica del Cristiane-
simo.
È un'idea veduta e coltivata da ltti Jfo dalla
sua prima forma=ione culturale ed ecclrsiastica:
quando, gùn,•011e ancora, si ribe{/ava allo spirito
mztfromano o assmteistu:o delle Storie Ecclesia-
stiche dominanti ,zelle scuole: il Fleiiry, il Ber-
castel, l'A/:;;og, e, 11el mondo manualistico, il
Lhomond, e quei che, secondo la moda, li se-
gui'i,,·ano, erario -per lui nitti f11or di strada, come
fioriti dallo spirito antiromano del secolo pre-
cedente. Qllella ribellione lo portò al concetto
,mitarw della Chiesa e alla visione della centra-
lità roma11a del Papato, fino a concretarlo nei
singoli P01itificati. Co11tro quella corrente, eh.e
1·it1scwa di tanto nocumento alla si1u:era e piena
cattolicità, egli avrebbe voluto una storia della
Chiesa avente per linea direttiva, quasi rma spina
dorsale, la storia dei Pontificati Romani: la
storia della vita d1dla ChiA!sa raccolta intorno
al centro vitale di essa, che sono i Papi e la
Chiesa Romana. I Papi e il Papato romano
debbo110 essere la storia della Chiesa e tutta
-la storia.
-
Di codesta S1la concezione abbiamo il docuwrnto
nei quaderni s,,perstiti, in parte autografi, di
quella Storia Ecclesiastica, eh'egli pensava di
far uscire in quattro grossi volumi, e che rimase
i11 abbo:rzo. La Prefazione autografa (r), dJce:
,e Una storia qualunque panni debba fondarsi
si, qz,esti dt1e principii: fare centro della storia
quel luogo e quei personaggi a etti tutti gli av-
'VP1i:i11umti in modo particolare si riferiscono;
conmltare, ecc. 11. E continua: «Partendo da
questi principii io dico che la Chiesa Romana
dev'essel"e il centro della Storia Ecclesiastica;
i Romani Pontrfici le colomie che il mistico
edificio sostennero da Cristo fino ai tempi 11ost1 i...
Per la qual cosa abbiamo altamente a lagnarci
di parecchi ruttori, i quali intitolarono le loro
opere Storia della Chiesa, e intanto trasa11da-
ro110 q,,asi interi secoli sen~a fa,· men:::ione della
Romana Chiesa e dei Romani Pont&fici 11. E
il piano della sua Storia sarà adw1quc: « I Ro-
mani Pontefici colomie inespugnabili della Chiesa:
gli errtici sfor:::a11tisi per rompere l'unità cat-
tolica; ai quali si oppone conti,mamente. l'auto-
rità dei Conci/ii e dei Padri che tale tmità, vit-
toriosamente co11servaro110. A costoro dànuo
mano i Santi ed i Jl.Iartiri, i quali colle azioni
e collo spa;-gimento del prO'/)rio sangtte la fede
di Crist~ ù1tN•pidamente affermarono 11.
La concez,:one della centralità, con Le me con-
vergenze e irradiazioni, è così chiaramente defi-
,i.ita. Ed è la visione di Roma quale fu in Don
Bosco: sovrana e do11n:natiice, e centro della
Storia e della vita cristiana.
Ed egli la vide nella storia circostantr, so-
pratt1'tto dell'Italia, nrlla qiwle la vita del Pa-
pato si inserisce da Pirtro in poi così intimamentr,
da con.lenere i11 sè uno dei pri,u:ipii di vita e la
ragion d'essere della sua gra11dez::::a. Così ha
faNo sentire nella si,a Storia d'Italia, tiota,ulo
come le vicende dr/ Papato s'intreccia110 con la
vicenda storica d'Italia, e come l'al/onta11a-
11umto dei Papi da Roma fu sempre per l'Italia
una fonte di scissiire o di rovù,e. La Roma
dei Papi sottentra alla Roma dei Cesari, e la
llfo11archia universale della Chiesa Romana si·
ad.erge sulle rovi11e del Colosso Romano, co71.Le
aveva profetato Datu"c/e. È sempre la centralità
di Roma nella storia, chefinalmente risplende del!.
(,) Pubblicata col resto d~h abbozzi nel Voi. I.
Parte n, di Ope-re e scriui di Don Bosm, a cura dj Ol)n
Alberto éaviglin: Tonno, S. E. I., 192c9.

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luce predirposta dalla PrO'lJVidnu:a per lo Città
da cui s'intitola la cattolicità della Chiesa.
La lingua stessa di Roma ft, per ltti ttn argo-
m -nto di fede e unio11e alla Chi.esa, e il wlto
della latinità fu ima del/,e direzioni pìù diiare
della STJa mente e della sua azione educativa.
Egli la vo[k coltivata in pieno nella w,ola,
dO'lJe prestmto con le edizioni purgate dei classici
istesso a coltivare le fru;/illar:ioni ossia le voca~ioni
delle anime migliori per la vita del sacerdozio.
E di più altri aspetti di (J1Jesto spin"to rommw
di Don Bosco si potrebbe dire, se lo spa::w lo
conse11tisse: per esempio, dello studio eh'egli
pose a far co110scere i monume11ti della Roma
antica, perchè servissero di cornice e di sfondo
alla storia viva dei primi secoli della Chiesa,
SOTTOSCRIZIONI
PER LA BASIL I CA DI MARIA AU SILIATRICE
Nei mesi di giugno e luglio abbiamo ricevute le seguenti sottoscrizioni:
P e r un a s t a z i o n e d e 11 a " V i a C r u e i s ,, (Lire .,2000) :
gli Allievi del Collegio salesiano di Caracas {Venezuela).
Due grandi vetrate a colori nella navata principale,
una coi simboli dell'Eucaristia, l'altra di Maria Immacolata (L. 10.000): N. N. - Genova.
Per il pavimento della Cappella Beata Maria Mazzarello:
Angiolino Maestretti (Verscio Ticino): due mq. e mezzo: L. 500.
Mons. Gaetano Piluso (Caltagirone): un mq. L. zoo.
Lina Bonini, Maestra (Ole~io): un mq.. L. zoo.
Abbiamo assegnata al pavime.nlo della Cappe.Ila della Bf!ala Maz::nrello - speriamo
con gradimento dm ge11erosi oblaton' - a11che l'offerta di L. 500 per una lampada votiva,
inviata qua111lo la. sottoscrizio11e era già defi11itivanumte chiusa da:
I S. E. Mons.Angelo Dartolomasi Arciv. - Roma. S. G. - Chieri. In suffragio dei cari Defunti.
Bonom1 notaio Luigi - Bergamo.
Gina Mazzucco - Venezia S. Croce.
Bori Giovanni - $. Bernardino di Ravenna. Giuseppe Dal Maistro - Bassano del Grappa.
Santambrogio Rosetta - Angera.
Dott. Battista Lupo - Rosasco.
La sottoscriz.ione d el ricco payimento nella Cappella della Beata Mazzarello
resta cosi esau rita. Le altre sottoscrizioni sono indicate nel l!ollettino di luglio.
pagani la sapienza e l'arte antica di Roma, e
dove introdusse la lati11ità c-ristiaoo dei gran.di
pensatori dell'età patristica: volle lo studio della
lingua. della Chiesa a,,chR nei paesi dove le sci,ok
hanno altri indirizzi da quelli della coltura uma-
nistica. Perchè col sapere la lingua dovwa
avverarsi la simpatia per la Romanità, e per
qu.esta l'ori1mta.me11to più completo verso Roma
e verso la Chiesa di Roma: quand'anche 11·
pnm che crm tali indiri?:Zl egli mirava nel tempo
e come di teatro del dramma dei martiri; ma
tutto può comprendersi in tmtz parola che esprime
l'animo lui verso Roma, e il concetto eh'egli
ne ha n ella mente non solo co,ru: studioso e come
italia,10, ma più ancora come cattolico e come
Santo, che la vmera 11ella luce cristiana ami'è
per divino volere la Sede del Vicario di
Cristo.
Ed è ima parola che traduce 1,no stato d'animo
- e ima visione più che uma,,a: Roma, cosa di Dio!
2 59

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IN FAMIGLIA
l'a<lova La chiesa degli Ercmhanl parata per la lesta
della Beata Manarello.
Ad onore della Beata Mazzarello.
ITAL1A
A Crusinallo le ex-allieve hanno dato il
massimo contributo per la riu~cita della festa
in onore della Beata Maria Mazzarello, che,
preparata da un triduo predicato da Don Gar-
neri, si S\\'Olse con fervore 1'11 giugno. La
:\\lessa della Comunione genc-ralt: venn. alliewta
lai canti delle Novizie delle Figlie di l\\laria
Ausiliatrice. Celebrò la !\\lessa solenne l'Ar-
ciprete Can. I ,apidari.
Dopo le funzioni del pomeriggio, chiuse la
festa un trattenimento musico-letterario.
A Padova i festeggiamenti in onore della
Beata 1\\fazzarello culminarono, la domenica
1 r giugno, nella chiesa monumentale de~li
Eremitani e riuscirono, anche per la spontanea
e calorosa partecipazione del pubblico, un
attestato di riconoscenza e d'affeuo verso le
Figlie ùi Maria Ausiliatrice che da tanti anni
spendono le loro energie a vantaggio della gio-
ventù femmini le della città.
S111l'altar maggiore era stato elevato il grande
quadro della gloria della Beata, del pittore
padovano F . Pendini. Predicò il triduo di pre-
parazione il nostro Don Capuzzo.
Partecipò sempre in massa l'Istituto Fem-
minile Don Bosco con le alunne interne
ed esterne.
Il giorno della festa, volle rendere omaggio
alla Beata I'fstituto Teologico dei l\\Iinori
Conventu:ili, che si recò di buon mattino al
suo altare per la celebrazione cli una Santa
Messa. Alle 8, l'I spettore Salesiano Don An-
tonioli celebrò la ::vlessa della Comunione ge-
nerale. Segul il solenne Pontificale dell'Ecc.mo
YescO\\'O diocesano, Mons. C.1rlo Agostini. I
nostri studenti dell'Istituto Teologico Interna-
zionale di l\\Tonteortone sostennero egregiamente
anche la parte musie3Je, sotto la direzione del
M0 Gaberlotto, organista della Cattedrale.
Foltissime le rappresentanze delle Famiglie
religiose e degli Istituti fernrninili della città,
Al Vangelo l'Ecc.mo Presule tenne l'Om:!lia
in lode della Beata tcattegRiandone a larghe
pennellate la vita e facendone ri..altare le virtù
che la resero d~gna d'essere scelta a pietra
angolare dell'Istituto delle Figlie di Maria Au-
siliatrice, modello quindi preziosissimo alle
anime rhc fanno loro il motto di S. Gio-
vanni Bosco: Da mihi a11i111as, caetera tolle.
Alla sera, dopo i Vespri l'antati da Mons.
G. Bdlincini, disse il panegirico il nostro
Don Secondo Rastello, direttore del Collegio
di !\\fogliano Veneto. Chiuse la benedizione
eucaristica pontificale impartita da S. E. Mons.
Vescovo cd il bacio della sacra Reliquia.
INGHILTERRA
A Londi:a i festeggiamenti in onore della
Beata Mazzarello ebbero un esito superiore
ad ogni aspettativa. Si svolsero, la domenica
25 giugno u. s., nella Parrocchia di S. Patri-
zio e nel grande salone-teatrc> " Victoria Hall •·
Qua!chegiorno prima era stato appositamente
adornato un altare alJ'ingrc.'>so della chiesa, e, in
un trionfo di palme, di gigli e di luci, vi era
stato collocato un bellissimo quadro della
Beata che attrasse subito fedeli e devoti.
Celebrò la Messa della Comunione gene-
rale, allietata dal canto di devoti mottetti,
l'Ispettore Salesiano, Don Enea Tozzi, e vi
parteciparono- rappresentanze cl.:lle Figlie di
Mana Ausiliatrice di tutte le Case d'Inghil-
terra e d' rrlanda1 ~ovizie, Postulanti ed Aspi-
ranti al completo; tutte le sezioni de~la Gio-
ventù Femminile di Azione Catwlira, le Donne
di Azione Cattolica, g li alunni delle Scuole
serali e gran folla di fedeli.
260

1.6 Page 6

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Nel pomeriggio il Victoria Hall n si greml
letteralmcnle di i;ccitissimo pubblico inglese
e italiano.
Presieclette il Delegato Apostolico della
Grnn Bretagna S. E. l'Arcive.<,covo Mons.
Godfrey, accolto al suono della l\\larcia Pon-
tificia. Cli facevano corona: il R. Console Gt:-
nerale d'Italia, Comm. Biondelli, l'lspctwre
SJlcsiano, il Parroco Can. Reard1,n, il.Segrc-
t.mo del Fascio, della G. l. L. e Preside del
R. Liceo Littorio, Prof. MagnocavaJlo, con
alcuni Professori, parecchi DireLtori e Sacer-
doti delle Case Salesiane e una larga rappre-
sentanza ciel Clero, e dei Rcli~osi e Religiose
di altri Istituti, nonchè tutte le Direttrici delle
Fi~lie di Maria Ausiliatrice d'Inghilterra e
d' lrland.3, ecc.
Dopo l'indiri7,7,0 d'omaggio letto da una
Figlia di Maria Au~iliatricc u S. E. il Delegato
Apostolico, le allie,·e cd ex-allieYe eseguirono
la Carità• del Rossini accompagnate dalla
rinomata Orchestra italiana « Colombo 11, ri-
scuotendo ripetuti applau,;i. Segui un saggio
ginnastico delle alunne del collegio di Chertsey
ed un coro delle giovinette di Battersea. Ap-
p1auditissimi i quadri su ~ La chiamata di
Dio II e La Beata nella Gloria• preparati con
fine scn~o d'arte.
li primo raffigumva l'apparizione di un An-
gelo a l\\ladre l\\1azzarello canwndo: 1'1nria,
,1logistrr adest rt tJ(>CaJ Tt, per a\\'cme m ri-
sposta: Eccr vl'nio od Tr, dulcissimr Jem, q11ia
vncasti mr ». Mentre gruppi di bimbe, europee,
cinesi, l!Ìa;-,pon\\.-si, indian;:, intre1.'<:iavano gra-
ziosissime cunzc, ~condo I loro costumi, so-
praggiun•:ero quattro Suore, due vestite in nero
e due ìn bianco, che, portando il Crocefisw,
il Catechismo, il Rosario e l'lmaginc di \\Taria
Ausilia,rice, si po:;ero in mezzo a quelle himhe
e insieme alJ'Angelo e a Madre J\\lazzarcllo
cantarono in coro il: Lo11dote purn Do,m1111111.
Nel secondo quadro, al canto del Veni
Spo11sa... accipe coro11am, l\\llarin Ausiliatrice
cingeva d'una corona di rose la Beata in un
trionfo d1 Angeli.
Parlarono in seguito l'oratore ufficiale sig.
E. J. Olderne:1dow K. C. S. G. che illustrò
l'aposrolato di ;\\ladre Mazzarello tra le fan-
ciulle, e l'Ispettore Salesiano che illustrò gli
umili inizi ed il rapido svolgersi dell'Istituto
ddle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Sali quindi il palco S. E. i\\lons. Delegato
Apo..-.;tolico che el>presse il suo alto compiaci-
mento per la splendida riuscita delle feste e
la sua ammirazione per Madre :\\1azzarello.
Lieto di aver potuto presiedere all'accademia,
raccontò come S. S, Pupa P io Xl, ndl'ult1ma
udienza concessagli, prima che partisse co,i.c
Delegato per l'Io~hilterra, gli aveva dato pa-
recchie medaglie di :\\ladre :\\Iazzarello e guar-
dandone una con particolare compiacenza,
gli aveva dello: «Essa fu veramente grande!"·
Bella questu coincidenza - commentò l'illu-
stre Presule - l'ultimo ricordo avuto dal Santo
Padre fu per mc l'imaginc ùi l\\laria Mazza-
rcllo; cd oggi è toccato proprio a me l'onore <li
presiedere ai suoi fe'>teg~i.imemi in questa
grande città! ».
~- E. raccomandò l'amore al Papa, la feucltà
alh S. Sede ed impanl a rum l'Apostolica Be-
nedizione.
I.I(> ringra;,;iò per tutti i presenti, a nome, spe-
cialmente delle Figlie di Mar ia Au'liliatrice,
il rev.mo Parroco Can. Rear<lon, il quale ri-
levò il gran btme che le Suore fann o nella sua
Parrocchia.
La corona alla bella giornata si pose nell:1
chiesa di 8. Patrizio, con una solenne funzione
assistita pontificalmente dallo stesso Delegato
Apostolico. Dopo il canto di Compit'ta, ese-
guito dal rinomato coro della Parrocchia, tenne
il paneginco il rev.mo Padre Francesco l\\(c-
Enernev, P rovinciale dei Servi di Maria. Segui
la pro~essione con la reliquia della nuova
B~ta portatn da S. Eccellenza in mezzo a una
folla numerosissima cd insolita. Cantato quindi
il 'lì D e11111, S. E . imp.1rtl la Benedizione Eu-
cari~tic.a ed i fedeli 1ofilarono al bacio della re-
liquia mentre il coro ed il popolo si altcrna-
v;rno nel Cttnto ddl'inno alla Beata composto
per la circostanza.
VE:'.\\'EZUE LA
Caracas . Prece<lm-a da un triduo predicato
nel nostro Santuario di ::\\1arkt Ausiliatrice dal
26 al 28 gennaio u. s., la festa della Beata as-
surte alla massima solennità.
l I primo ciomo. celebrò la :\\lessa della Co-
munione generale :'\\ lons. L. G. wstillo, Ye-
scovo di Coro. Ernno presenti il Collegio di
Maria Ausiliatrice di Los 'I'éques (Miranda),
e rapprc,wntanze d1 rnri collegi di Caraca.~,
colle loro Superiore, Corporazioni religio:-e
e ragguardevoli personalità.
li secondo giorno celebrò 1\\lons. N. Navarro,
Protonotario Apostolico. Presenti: l'Opera del
Buon Consiglio, rappresentanze di vari Collegi
cd Associ.azioni, Religiose <li diverse Congre-
gazioni e numeroso popolo.
li terzo giorno, celebrò S. E. l\\[ons. Filippo
Rincon Gonz:ilez, Arcivescovo tli Caracas.
Presenti: le Dame Catt-0liche, l'Arc1eonfratcr-
nita di Maria Ausiliatrice, le Madri Cristiane
- - e rappresentanze di alunne cd ex-alunne dei

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Collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice di
San Crist6bal, Mérida, San Felipe, El To-
cuyo e Coro colle Direttrici e varie Suore
di ogni Casa. Ogni sera, predica e Benedi-
zione Eucaristica.
Le sacre funzioni culminarono in Cattedrale
col solenne Pontificale di S. E. Mons. Luigi
Centoz, Nunzio Apostolico. La scuola di <:anto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice svolse egre-
giamente tutto il programma musicale.
Fece il pan-egirico il Padre V. lriarte, S. J.
Terminato il Pontificale, si intonò il Te Demn.
FRAN CIA - Coat-an-Doc'h . - Posa de11a
prima pietra della cappella dell'Istituto
M i s si onari o .
11 1+ u. s. S. E. Mons. Serrand, vescovo di
St-Brieuc, ha benedetto solennemente la prima
pietra della cappella definitiva dell'Istituto
Missionario di Coat-an-Doc'h, che ospita
ormai 1 50 giovani aspiranti alle nostre mis-
sioni. L'insigne bcnefattr;ce, Damigella di
Saint Jouan, come già aveva fatto per la prima
Coal·an-Doc' .h. - U direttore dell'lslltuto S._ Glovannl Bosco dà il bcnvenu10 a S. E. Mons. Serrand.
Sull'altare maggiore campeggiava la te la della
Beata dipinta dall'insigne pittore venezolano
Marifio. Alle porte della Cattedrale si distri-
bul a profusione un Numero Unico comme-
morativo. molto ben riuscito.
Nel pomeriggio il salone teatro del " Buon
Consiglio >> si gremì di pubblico peruna brillante
accademia musico-letteraria, presieduta da S. E.
il Nunzio Apostolico e dal Ministro d'Italia.
Cantato l' Inno Pontilir.io, parlò l'Ispettore
Salesiano D . Santolini; quindi la signora Lu-
cina Pérez Dfaz, nobile Dama, grande scrit-
trice e benemerita dell'Azione Cattolica nel Ve-
nezuela, tratteggiò Ja Beata come maestra d i
virtù religiose e salesiane.
La ff'sta ebbe il suo epilogo fra i canti e le
declamazioni delle allieve cd ex-allieve.
--
ala dell'Istituto, ha incaricato l'artista benedet-
tino Dom Bellot di farne un gioiello per
ispirare ai futuri missionari tutto jl fervore
della pietà apostolica. La Cappella avrà 32 m .
di lunghezza per 12 m. di larghezza e 15 m.
di altezza. Quando si completerà il fabbricato
con l'altra ala in progetto, sarà al centro del-
l'Istituto ed abbraccerà le due ali con un bel
porticato. La cerimonia della posa della prima
pietra ha richiamato uno scelto numero di Coo-
peratori e di amici dell'Opera salesiana. 11 Di-
rettore D. Pastol diede il benvenuto a S. E.
e Mons. Vescovo, felicitandosi colla benefat-
trice, espresse tutta la sua gioia per la siste-
mazione di un'opera che gli sta tanto a cuore
e soprattutto per la costruzione della casa di
Dio.

1.8 Page 8

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PORTOGALLO - Mogofores. - Due nuo-
ve fondazioni.
La munificenza di due ottime Cooperatrici
- Suor Maria di Gesù, della Congregazione
di S. Giuseppe di Cluny, e sua sorella, signora
Maria Giovanna 0 .;orio cl!! Mello - che
offersero alla Società Salesiana la loro villa in
Mogofores, ha consentito di sistemare il novi-
ziato dell'lspettoria Portoghese in una tran-
quilla posizione fatta apposta pel raccoglimento.
E la carità di due altre Cooperatrici - la
signora Emilia de Bourbon Furtado e la signora
Eugenia Reis - completò l'opera ddla Prov-
videnza offrendo a poca distanza un'altra casa
con un bdl'appezzamento di terreno per l'Ora-
torio festivo. Autorità e popolo accolsero a
festa i Salesiani che cominciarono dall'ot-
tobre scorso a prendersi cura della gioventù.
Fin dai primi mesi le nuove Case ebbero
l'onore d'una visita di S. E. Mons. A. M. P~-
reira Ribeiro, vescovo di Funchal, che inco-
raggiò l'opera dei nostri confratelli colla sua
patema parola e bened izione.
Semide. - Scuola agricola affidata ai Sa-
lesiani.
Per iniziativa del Presidente della Giunta
Provinciale di Coimbra Dott. Bissaya Barreto,
nell'ottobre u. s. ci venne affidata la direzione
della Scuola Agricola di Semìtle, per dare ai
giovanetti una buona formazione morale ed
un'adeguata preparazione professionale. Ri-
modernata convenientemente, la Scuola vide
subito affiuire un maggior numero di alunni
che cominciano già a godere dei benefici effetti
del sistema educativo di S. Giovanni Bosco,
con soddisfazione di tutti.
SPAGNA - Le Figlie di Maria Ausilia-
trice in Madrid.
La maggi.cr parte delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice spagnole son tornate in patria dopo la
vittoria finale. Altre, rimaste in Italia, attmdono
di seguirle al più presto. Commlichiamo ai nostri
Cooperatori le notizie più recenti girmte dà
Madrid:
«Abbiamo avuto la grande fortuna di rien-
trare in Madrid - scrive la Superiora -
dopo tre giorni appena dalla sua liberazione.
11 nostro fu forse uno dei primi abiti religiosi
a rivedersi nella capitale, perciò divenne og-
getto di stupore e quasi d'un sopravvissuto
Semlde. - L a Scu ola agricola affidata al Sa lcsian ì.

1.9 Page 9

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,
SPAGNA - DOPO LA TORMENTA DELLA GUERRA
Barcellona - Prima riunione degli ex-<1.llievi del nostro Collegio di Sarri.i dopo la rivoluzione.
-
Malaga. - Gli or1;ini di guerra accolti aell'lstituto salesian<>.
-

1.10 Page 10

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senso di trepidazione in taluni; ma per la mag-
g;or parte fu motivo di conforto \\fivissimo. La
gente correva a baciarcelo, a rallegrarsi con
noi, a raccontarci, tra le lacrime, le angoscie
sofferte nei trentadue mesi del terribile dominio
rosso, dì cui restavano orrende tracce ndle
macerie disseminate per ogni dove.
,, Più commovente, però, d'ogni altro fu
l'incontro con parecchie delle nostre care ex-
allicvc, provate esse pure nelle loro famiglie
da sofferenze io licibili, ma rimaste ferme nella
fede, coraggiose ed invine nell,1 pratica dei
doveri rcligio::i. Alcune riuscirono persino a
r' unirsi di n-:u:costo per fare insieme i loro
E ercizi Spirituali, celebmre il triduo e la
fe-~ta di S. G. Bosco e della Beata M. Mazza-
rello.
>> Tutto ciò, grazie specialmente all'eroismo
di qualche 8al.:siano che, e(.pOnendo d'ora in
ora la p:opria vita, continuò nel segreto a eser-
citare il sacro ministero, facendo rivivere in
pieno le pagine gloriose dei primi tempi del
cristian~imo.
» Proprio vicino alla nostra Casa di via Vil-
lao.mil, col pretesto di preparare un rifugio
contro le incursioni aeree, il proprietario, d'ac-
cordo con alcuni vicini, anch'essi molto buoni,
ottenne il permesso di far scavare un sotter-
r.meo. Quando il locale fu pronto, vi colloca-
rono un piccolo altare e tre mf)destj!lsime im-
mag~n,: quella del Sacro Cuore nel centro, e
le altre due della Vergine del Pilar e di San
Michele ai lati. Nella nuova e vl'!ra catacomba,
alcuni dei pochissimi Salesiani della città, scam-
pati al furore rosso, scesero ogni giorno a ce-
lebrarvi la S. Messa, in qualche particolare so-
lennità perfino cantata, e vi custodirono in
un povero improvvisato tabernacolo il SS.
Sacramento, facendone un ignorato, ferven-
tissimo focolare di vita cristiana nel borgo.
si cel!!brarono matrimoni, si amministra-
rono battesimi e prime comunioni; di là, molte
volte, si tolse la SS. Eucarestia per portarla
come Viatico ai moribondi.
11 Certo la Provvidenza deve, aver vegliato
in modo particolare su quel sacro rifugio,
poichè, malgrado il moltiplicarsi ddle perqui-
sizioni e delle indagiJ1i terroristiche, rimase
sempre indiGturbato lino alla• vittoria. Con
vivissima commozione ci prostrammo davanti
a quell'umile altare, conforto e sostegno di
tante vite, forse di non pochi martiri, e vi ado-
rammo Gesù Sacramentato, prima che ne
fosse tratto per esser traspo_rtatq nella nostra
Casa, ancor spoglia e priva di tutto.
11 Ora, confortate dalla sua adorabile pre-
senza, .ricominciamo per la terza volta l'opera
nostra, già così bella--e . fiorente. La casa, ab-
b:.mdonata in fiamme nel tragico 4 maggio
,936, appena risorta sulle rovine del primo
Moitofores. - S. E. Mons. Vescovo di Funchal ira i Salesiani.
-
-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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incendio del 1931, fu nel 1937 requisita e fatta
restaurare in parte, per adibirla a Scuola
« Racional-Libertaria ~- La Vergine Ausilia-
trice non pennise però che, da tempio di ve-
rità e di virtù, divenisse teatro d'errore e di
corruzione; poichè tutte le sei maestre inca-
ricate dell'insegnamento furono ottime signo-
rine, già da noi conosciute, costrette solo dal
bisogno ad accettare quella scuola. Ed esse
stesse, appena seppero del nostro ritorno, cor-
sero a dirci che, se la severissima vigilanza a
cui erano soggette non permise loro di com-
piere tra i fanciulli il bene desiderato, pote-
rono nondimeno impedire molto male, tute-
lando la moi·alità e non permettendo che ve-
nissero pronunciate bestemmie o parole in-
giuriose contro la religione.
•> Noi non _possiamo ancora riaprirvi la
'Scuola, giaccbè ci manca tutto, e siamo appena
in tre Suore; la Casa però si va ripopolando
d'infanzia e di gioventù. Ogni giorno un con-
solante stuolo di fanciulle è fedele alla pia pra-
tica del mese di maggio: l'oratorio festivo è
sempre in aumento, e i catechismi, specie quelli
in preparazione alle prime Comunion i, che
si tengono ripetutamente a gruppi, ci condu-
cono bambine in gran numero.
» Con l'opera nostra che risorge, è doveroso
ricordare l'impareggiabile benefattric-c Con-
tessa F loridablanca, che per ben due volte
aveva già dato tutto il suo aiuto per promuo-
verla e rialzarla dalle rovine. Ed ora, dopo il
turbine rosso, colpita nella famiglia con tre
dolorosissime fucilazioni, e negli averi con
molte cd ingenti perdite, eroica nella sua for-
tezza cristiana, non mai scoraggiata nè stanca
nel suo fervore per il bene, assicurò ancora il
suo valido appoggio all'opera tanto persegui-
tata, e quindi - come essa stessa dice - cer-
tamente di Dio>,.
LIBRI
per le nostre bibliofeche.
Le biblioteche dei no stri Studentati fl losofìci
e teologici, dei nostri Istituti scientifici, d eUe
nostre Scuole c lassich e, professionali ed agrarie
c ercano libri di c ultura. Chi ne pote sse rega-
lare abbia la bontà d 'inviarli al
Rettor Maggiore della Società Salesiana
Via Cottole ngo, 3 2 - Torino xo9
266
Mogolores. La casa di formazione del giovani salesiani por toghesi.
-

2.2 Page 12

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DALLE NOSTRE MISSIONI
CINA
Notizie dal Vicariato di Shiu-Chow.
RetJ.mo Sig. D. Ricaido,u,
dopo il forte bombardamento del z5 u. s.
in cui, come le foci sapere, cadde una bomba
nel giardino dell'Episcopio, si è scaLenato oggi
dalle 9 alle 9,20, un furioso bombardamento
che è il XXXV0 della serie.
Una ventina di aeroplani e un buon centi-
naio di bombe di ogni calibro.
11 Signore ,·olle mettere alla prova l:i nostra
fode e la nostra pazienza assai seriamente.
Ben sei bombe caddero nel nostro territorio:
una diretta sulla pro-cattedrale, che andò di-
strutta; l'altra sulle case sccon,larie del Col-
lei;io ad Ovest; la terza nell'orto dell'Episcopio;
la quarta sull'asilo dei vecchi, distruggendone
una gran parte; la quinta sulle ca3C secondarie
del Colle~io stesso l'Ilaria Ausiliatrice, recando
gravi danni; la se:;ta dietro J'Episcop10.
li danno materiale è questa \\'Olta molto
grave; ma, grazie a Dio misericordio:.o, ncs-
.:unn vittima, anzi nemmeno un ferimento
serio.
Preghiamo lo Spirito Santo pcrchè ci in-
fonda una santa e vera conformità ai voleri
di Dio, sicchè possiamo acl'ettare con umiltà e
p.11.ienza le prove che ancora ci vorrà inviare.
Lei ci aiuti colla sua carità raccomandandoci
in modo particolare ai nostri cari Cooperatoti.
Suo aff.mo in J. C.
S/u'u-CltOfJJ, 29-v-1939.
)!< l CNAZIO CAl'HZRI
Vicario Aposloluo.
CINA
Da Hong-Kong.
Amatissimo Padre,
feriti, rifugiati, orfani hanno assorbita t\\ltta
la beneficenza ed è impossibile - presente-
mente - atlirare o deviare anche minime
contribuzioni per altri scopi.
Anche i nostri alunni esterni, ogni giorno,
col soldino e con speciali digiuni mensili,
contribuiscono a sollevare la misera condizione
di tanti fratelli, che hanno duplicato la po-
p olazione di Hong-Kong e ci fanno sentire gli
orrori della guerra.
In tulle le ore della giorn:lln, i più sfortu-
nati, che non hanno trovato posto nei campi
dei rifugiati, supplicano alla porta, per un
po' di riso, qualche soldo per sfamarsi cd
indumenti per coprirsi.
Non ostante q uesta triste situazione, col-
l'aiuto della Provvidenza abhiam potuto co-
struire una nuova casetta per installarvi la
Scuola i\\Icdia e così aumentare di molto la
nostra popolazione. Vn discreto porticato
può riparare una parte ùci giovani per la ri-
creazione, nei giorni delle grandi piogge.
Il nuovo armo cinese ci diede la gioia della
solenne inaugurazione, con una cerimonia di
famiglia, ma entusiastica e toccante.
Fu un assalto di nuove domande. In tre
giorni si do,cttc sospendere ogni acccttaz1onc,
essendo ormai le aule strapiene, tutte con più
di 60 alunni.
Le classi elementari passano tutte il cen-
tinaio e sono divise in due sezioni.
Mancò però il locale per dividere la 1n ele-
mentare; cd il maestro, cedendo alle insistenze
dei parenti, che andaYano a tormentarlo m
casa, nono:;tante ì rifiuti del direttore, si sob-
barcò ad una eccezionale fatica di insegn:m:
a 96 alunni, parte dei quali sarebbero piuttosto
per un asilo infantile. Cosl i nostri a lunni
sommano a 760 contando il centinaio d'iscritti
alla Scuola Media e gli So interni. Ma pensi
che ne abbiamo dovuto rifiutare circa 300;
e s'immagini il nostro imbarazzo di fronte ad
intere famiglie, accompagnate sovente da amici
o benefattori che insistev-.tno, pregavano di aver
compassione, almeno pd loro raccomal'l-
dato e di fargli Wl posticino comunque in
classe.
Si accontentò il maggior numero possibile.
Ma le aule sono letteralmente stipate!
~ci cortili ce la caviamo ancora.
Non sono straordinari:imente grandi; ma i
ragazzi si adattano abbastam::i, e tutti riescono
a trastullarsi negli intcnnezzi e neUc ore libere.
:f: ' un formicolio impressionante, ed anche
preoccupante. Ma si sente la protezione di
Maria SS.ma Ausiliatrice su queste anime
che ogni giorno, incon:.ciamentc molte, la in-
- - vocano con l'Ave ~fa.ria, prima e dopo la

2.3 Page 13

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scuola; sicchè non sono mai successe disgrazie
e regna una grande cordialità fra tutti. Il
guaio è nei giorni di pioggia, che non sono
pochi, e, con Lemporaloni, rovesciano diluvi di
acqua. La vita scolastica allora diventa dura.
Il porticato non accoglie che un quarto degli
alunni; gli altri son co!!tretti a rimanere ndle
aule, con grande danno della disciplina e
del materiale scolastico.
Tra gli esterni si delinea seriamente qualche
conversione. Tra non molto forse avremo nu-
merosi battesimi. Però manchiamo di uno dei
mezzi più efficaci per guadagnare giovani
e famiglie: il teatro. Chi può concepire una
Casa salesiana senza teatro? Tan!o meno una
scuola èon più di 700 alunni senza un sa-
lone per adunanze, saggi, feste, accademie,
ricevimenti, ecc.
La cappella non accoglie più di 200 pernone
e sarebbe solo per cristiani e catecumeni. E
gli altri ?
Si supplisce con una adunata generale ogni
lunedì all'aperto, in cortile; e.d è unò spetta-
.:.olo meraviglioso. Ma i poveretti, pur godendo
dell'affuttam~n~o e degli insegnamenti del
direttore e dei maestri, che si succedono per
tu-no, devono er.ercitarsi alla disciplina e alla
pazienza, in p:ed;, sotto il sole, oppure al
freddo per un'oretta.
Accademi•'! e teatri si tentano pure, con gravi
spese, all'aperto; ma il tempo non bada alle
feste; ed è raro, chtl mar.zo al luglio, irnberciar
giorni sereni. Sicchè si perdono splendide
occa::.ioni; e molte volte sul più bello della
rappresentazione, bisogna troncare tutto e
scappare via in fretta e furia.
TI cinese ha naturali attitudini per la scena.
Sono teatranti nati; come si rivelano artisti
già dalle scuole elementari. NQ,i potremmo
quindi trame profitto per la loro educazione.
Le nostre produzioni drammatiche, specie
in costume romano, attirano assai ed impres-
3ionano profondamenle.
Un bel teatro sarebbe fattore di numerose
conversioni. Non ci sarà un'anima generosa
che voglia legare il suo nome a quest'opera
cosl utile?
Col teatro noi potremmo ricavare anche
aule e cameroni per interni, le cui conversioni
sono assai più facili che fra gli esterni.
Amatissimo Padre, noi clomandiamo sem-
pre e forse parrà che insistiamo troppo; ma
farebbe certo assai di più chi si trovasse al
nostro posto di fronte a tante anime, che non
-
-
hong-Kong. - A1unn, dell'l sti<u,o Salesian o n ef i 939.

2.4 Page 14

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--«:..
_ ::..-... ...,;r ..:......;..:....-1::11111l-...
Equa t or e. - Mons. ComJn lungo la spiaggia del tlom bofaa.
5'$"60
s:mo ancora di Gesù, perchè non abbiamo
modo di avviarle alla sua scuola
Un'ultima cara notizia. Come ricordo del
cinquantesimo della morte di Don Bosco,
abbiamo inaugurato una bellissima statua del
nostro Santo, opera artistica del noto cav. F.
Monti. Non avendo ancora un posto adatto,
l'abbiamo collocata all'entrata del.la casa sotto
il portone. Ci sta assai bene: accoglie e sorride
a tutti i passariti; ed i nostri frugoli si soffer-
mano sempre rispettosamente a salutare e a
bearsi del sorriso di D. Bosco.
Amato Padre, le bacio la mano con tutti
i confratelli cd alunni , ed imploro su tutti
una speciale benedizione.
aff.mo in C. J.
Sac. G1ovANNI GUARONA.
Hong-Kong, 8-v-1939.
EQUATORE
Visita a Gualàquiza.
R /!'0. 1110 sig. Don Ricaldone,
ho compiuto nel mese di Maggio u. s. la
mia visita a Gualaquiza e tolgo dai miei ap-
punti alcune noti1,ie che le faranno piacere.
Partii con Bonato da Sigsig alle 6,30 del 19
nuggio. La pioggia ci sorprese un'ora prima
di giungere a Granaùilla. Ma fummo confor-
tati dalla notizia della scoperta di un antico
sentiero che doveva essere migliore de ll'at-
tuale. Fatta una petlu<,t.razione, il capo di
una Commissione di Sigseguos ci disse infatti
che il sentiero, con poca spesa, poteva servire
,;i maraviglia. Da Granadilla proseguimmo
quindi a Gallocantura, così denominata perchè
ai tempi dei tempi si dice che vi si sia udito
cantare il cosl detto "gallo del bosco ,,. Arri-
vammo alle tre pomeridiane accolti cordial-
mente dall'ottima famiglia Brito.
TI 20 ripartimmo per S. Miguel de Agua-
cate. Viaggio ottimo. Al t( Bo1ichc )), piccolo
caseggiato, ci fu offerta una buona refezione,
che gustai nonostante il dolore di una sdruc-
ciolata maiuscola sul suolo umido. Fortuna-
tamente non ebbi conseguenze.
A S. Miguel di Aguacate p:issai la domenica,
che mi servl di 1.111 po' di r iposo e mi permise
di parlare cogli abitanti.
A GUALAQUIZA. - Arrivai a Guala-
quiza iJ 22 con un viaggio più tollerabile
per le migliorate condizioni della mulat-
tiera. Molti vennero incmJ.tro al Vescovo
fino al cosl detto « Cutan 11, un tratto di fan-
ghi profondi, nei quali la cavalcatura può
sprofondarsi se non si ha una buona gui-
da. Grazie ai buoni amici, potei perco1-rere
il t( Cutan » senza pericolo. La Missione era
in festa.
--

2.5 Page 15

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Il 23 maggio cominciarono le visite. Verso
sera venne il Kivaro Bosco, mi salutò e mi
presentò i suoi. « Come stai eh ?! 11 gli chiesi.
Mi rispose: « Vedo che bisogna far buon viso
a contrarietà che non mancano mai. Del resto
grazie a Dio che di salute sto bene e la
mia casa è in pace ». ~ E con gli altri Kivaros ? ».
«Cerco di star neutrale e procuro di fannela
buona con tutti ».
Nella «buona notte» ricordai a tutti che
la lotta per la vita morale ci merita l'aiuto
speciale della Madonna e li incoraggiai.
LA FESTA DI MARIA AUSILIATRICE.
- Il 24 maggio, potei distribuire molte Co-
munioni anche ad altri Kivaros oltre ai Kiva-
retti e alle Kivarette interne. Commovente la
loro devozione I Penso ai tempi antichi di
grande sterilità nel lavoro spirituale e mi con-
forto nel vedere oggi i frutti. Alla festa di
Maria Ausiliatrice accorsero molti Kivaros
con mogli e figli. Alle coppie unite in matri-
monio crjstiano distribuii una sommetta di
danaro. A tutti, i soliti regali. Se ne tornarono
alle loro capanne promettendomi di essere
sempre buoni e cli frequentare la Missione.
I Kivaretti intemi eseguirono, bene into-
nati, la Messa Te Deu.1(1 Lauda11ms del Perosi.
Com'era bello vedere altri Kivaretti fare da
accoliti alla Messa cantata I
Si portò in processione per Je vie del pae-
ser.o la statua della Vergine Ausiliatrice. I
1-:.rn_retti ai quali facevan coro i cristiani cli
1..· • 'aquiza, assai numerosi, cantavano I'« Ave
.a n.
, ·ccome il 24 maggio è pure festa patriottica,
,;,o la processione si fece una solenne rivista
con discorso ufficiale. Grande edificazione per
tutti il vedere le autorità civiLi ed ecclesiastiche
unite nel celebrare la festa religiosa e quella
patriottica.
Il gruppo di l{jvaretti eseguì assai bene
vari esercizi ginnastici.
Predicò il mese di Maria D. Gardini. lo
tenni un fervorino prima della santa Comu-
nione. Si ebbe sempre presente la Crociata,
specie dei piccoli, per la pace: preghiere e Co-
munioni furono offerte secondo la mente del
Papa Pio XII. D. Dardé cantò « le glorie del-
l'Ausiliatrice ,,. Una novità: nei tempi andati
i Kivari credevano che il Battesimo potesse
causare la morte ai battezzandi. Quindi face~
vano resistenza quando noi, vedendo qualche
bambino in pericolo di morte, cercava.mo di
amministrargli il santo Battesimo. Per man-
dare in Paradiso quelle creaturine dovevamo
- - ricorrere a sotterfugi. Ma un giorno si battezzò
un bambino che credevamo prfssimo a mo-
rire e guarì invece completamente. Ora i Ki-
varos sono convinti che it Battesimo dia la
salute e quindi accorrono alla Missione a por-
tare gli ammalati e pregano di battezzarLi. Si
fa di tutto per istruirli spiegando loro gli ef-
fetti reali e ben più importanti del Sacramento,
e qualcosa si ottiene.
IN FAMIGLIA. - I Kivaretti, contèntis-
simi, studiano, lavorano, e mostrano una pietà
edificante. Il 25, andai a visitare i Kivaretti
durante i lavori di agricoltura. Lì vidi nei loro
campi a svellere le male erbe <lalla yuka, (la
desbierba). Uno d'essi, il Chiarupi, mi mo-
strava gli orti della yuka e del maiz. «Siamo
noi - drceva con piacere - che abbiamo
piantato e seminato. E continueremo a la-
vorare sino al raccolto che desideriamo sia
abbondante 11. Un assistente accompagna sem-
pre i piccoli agricoltori. Gli vogliono un
gran bene. Lavora con loro, e nei piccoli
la lezione entra, più che colle parole, col-
l'esempio. L'anno scorso raccolsero il maiz
da loro ste:;si seminato e colfr'1ato. E il
prodotto della vendita l'inviarono a Lei come
obolo loro per l'ampliamento della Basilica
di Maria Ausiliatrice.
Il loro numero oggi è cresciuto: son più di
una trentina. Donnono in un locale dove po-
trebbero stare non più di una quindicina.
Essi stessi mi dissero che occorre ampliare
il dormitorio: « Non già - soggiunsero -
perchè noi vogliamo stare più comodi; ma per
accogliere con noi altri Kivacetti ».
Ma io so bene che non basta aumentare j
locali. Bisogna trovare il necessario per man-
tenere gli ospiti che vengono a costare in
media noJl meno di 30 lire m-:nsili ciascuno.
Con 300 lire mensili verrebbe assicurata l'edu-
cazione cristiana di to Kivaretti e quinài la
salvezza delle loro anime. La Missione deve
provvederli di tutto; se manca alimento e ve-
stito, ci piantano in asso e se ne Vru\\nO, Ho
sorpreso al lavoro, il giorno 27, un gruppo di
operai sterratori, occupati a ricomporre la
mulattiera danneggiata dalla pioggia. La sera
precedente, uno di loro aveva avuto una grande
disgrazia: mentre attendeva a tagliare gli era ca-
duto addosso un albero. Non ebbe tempo, il po-
verino, a ritirarsi. L'enorme tronco gli strappò
la pelle della testa e gliela rovesciò sugli occhi,
sicchè non riusciva neppure più a vedere.
Ò. Dardé corse a medicarlo. Egli è il medico
provvidenziale per tanti poverelli che ricorrono
in simili disgrazie tanto frequenti.
L'anno scorso un povero giovane ebbe la

2.6 Page 16

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mano completamente triturata in un molino
da zucchero. D. Dardé tagliò, cucl, ricompose
c... oggi il giovanotto, quantunque monco
d'wta mano, vive in buona salute. Ne vidi un
altro colle viscere fuori del ventre per una
coltellata ricevuta in una rissa. D. Dardé in
poco tempo mise tutto a posto ed il povero
uomo sano e s'alvo 'ancor oggi è sempre ricono-
scente al suo bravo medico; anzi volle testimo-
niare la sua gratitudine anche a Maria Ausi-
liatrice adornando il quadro della Madonna
con una ghirlanda di magnifiche rose artificiali.
Un lungo colloquio ho avuto verso sera col
veccnio Andros. Ricordammo gli antichi mis-
sionari D. Mattara, D. Giaccardi, D. Allioni
e, primo di tutti, il veneratissimo Mons. Co-
stamagna.
1< E Giacinto Panchcri ? » mi domandò
l'Andros. a È a Mendcz coi suoi 83 anni e spe-
riamo che Dio ce lo lasci ancora 11. «E il Padre
Gioacchino? ,1 «D. Spinelli vive a Cuenca, ti
ricorda molto. Gli porterò il tuo saluto ».
«Come? te ne vai presto? 11. <t No, starò con
voi ancora una settimana n. « Mani buone, sai ,?
Ma ho una gamba ammalata che mi rese il
viaggio fio qui faticosissimo 1>. ~ Che ti è acca-
duto? ,1. «M'arrampicai per tagliare un ramo
d'albero; mi si schiantò il ramo sul quale m'ero
appoggiato e caddi. Oggi mi duole un po' meno;
ma mi- duole. Dovetti venir qua appoggian-
domi sul mio figlio Ciriapa che dovette farmi
da bastone. Domani tornerò a casa mia dopo
aver udito la santa Messa. Andando a Cuenca
salutami il Padre Gioacchino che battezzò
tutti i miei figli e insegnò loro ad essere buoni
cristiani. E quando andrai a Mendez ricor-
dami a Giacinto Pancheri. Gli altri son tutti
morti». E tornò a ricordare gli antichi mis-
sion-ari, e deplorò la loro dipartita e ricordò
la loro bontà. 11 E tua moglie?>•. «Poverina!
non può più muoversi di casa: è vecchia e
piena d'acciacchi». Gli diedi la sommetta per
lui e per sua moglie ed alcuni regalucci. Ri-
mase soddisfattissimo. Dopo qualche minuto
di conversazione: <( Te ne ritorni a casa? n gli
chiesi. u No - rispose - dammi un cantuccio,
una coperta, e... dormirò qui per ascoltare la
messa, domani. Capirai che alla mia età non è
possibile andare a casa e ritornare domattina
per ascoltare la santa Messa. Di più, come
vedi, ho tutta la gamba destra _indolenzita».
Cenò e si ritirò ~ passare la notte avvolto
in una povera coperta.
Il giorno di Pentecoste, tornò anche il Bosco.
Fece la Comunione con gli altri; poi mi
disse: «Ho paura che le verità di nostra santa
Religione se ne vadano dalla mia memoria.
e Non vorrei. Non avresti un catechismo da
darmi per rileggere di tanto in tanto ribadire
ben bene quello che mi fu insegnato ? ». « Non
l'ho - gli dissi - ma te lo manderò. Pro-
mettimi di studiarlo e d'insegnarlo ai tuoi. E
che i tuoi e gli altri apprendano da te non solo
un po' di dottrina; ma anche a vivere come
buoni cric.;tiani. Dà loro sempre buon esempio».
Tornò a casa sua contento non senza promet-
termi che mi avrebbe fatto visita un'altra volta
prima della mia partenza da Gualaquiza.
A BOMBOIZA. - Il 29 maggio, partii
per Bomboiza. Gli abitanti sparsi lungo la
strada che va al fiume Bomboiza felici della
visita, sgobbarono a rendere più transitabile
il difficile sentiero. Tagliarono i rami che lo
coprivano e improvvisarono ponti sui ruscelli.
Non mancò qualche arco con foglie e fiori
della foresta. In un attimo s i apprestarono
le cavalcature e s'incominciò il viaggio. Feci
una puntatina in ogni casa. Dappertutto, rice-
vimento cordialissimo. M'interessai di tutto
e ciò che loro C'aro ed utile, li esortai a vi-
vere sempre da buoni cristiani. Quando mi
disponevo a partire, chiedevano la benedi-
zione con grande spirito di fede.
Al Bomboiza ci ospitò la famiglia Espinosa,
che aveva preparato la mensa che ci rimise
in forze per continuare, dopo qualche ora, la
nostra marcia lungo il fiume fino a1 " Lavadero
de oro n dell'ottimo cristiano l\\'lichele Illezca.
Questi ci venne incontro e ci accompagnò fino
alla sua casetta che vidi migliorata assai dal-
l'anno scorso. Dall'altro lato del Bomboiza
accorse un ~ruppo di cercatori d'oro che, no-
tato l'arrivo del Vescovo, vollero la benedi-
zione. Erano in canoa ed io montai con essi
per avvicinarli e benedirli. Diedi loro una me-
daglia, m' informai della loro salute e dei frutti
del loro lavoro e raccomandai loro le orazioni
del mattino e della sera che m i promisero di
non lasciare mai. Li licenziai; ma es;;i non
vollero tornare al loro posto di lavoro sino a
che io non presi congedo dalla famiglia 11lezca
pel mio viaggio di ritorno. Quando fui a ca-
vallo s'inginocchiarono tutti; li benedissi, ve-
ramente com.mosso. Poche volte ci è dato di
visitare questa povera gente, per la scarsità
di missionari. Di questi cercatori d'oro ve
n'ha lungo tutto il Bomboiza e il Zarnona.
Una volta o due all'anno il missionario riesce
a recarsi da loro per predicarvi brevi corsi di
mis,ione. Ma è consolante il vedere come
approfittano del la sua presenza per arricclùrc
le loro anime di ciò che vale assai più dell'oro,
la grazia di Dio.
-
-

2.7 Page 17

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in pace. Passava le ore tristé e tutto solo.
Giunta fora del pranzo non ci fu verso di in-
durlo a mangiare un boccone., Anche la ser:i
non si semi di ccn:ire. l\\ln lasciò intravvedere
che non avrebbe durato molto a lungo quello
stato d'animo. Difatti non prese la fuga; ri-
mase in casa aspettando che la pace tornasse
a sorridergli. Fu un gran successo, dato il
loro camtterc. Ci vuole una carità asrai paziente
perd1è il lavoro di formazione lungo e faticoso
non si perda in un attimo. Il poverino s'accorse
che si continuava a volergli bene e s'era di-
menticata la scappatella e.. finalmente la tcm-
GuAlaqu b11, Mons, Com ln si llccndn dn D. Dardé,
PAZIENZA E CARJTA. - Ora, eccole
qualche episodio che le farà comprendere
quanta pazienza e carità ci vuole nel nosrro
difficile apostolato.
Giorni fa si presentò un Kivaro a D. Dardé,
dicendosi ammalato. D. Dardi! lo ecaminò e
gli disse che per liberarsi dal male gli obbico-
gnava una medicina che occorreva chiedere
per posta a Cuenca. [I Kivaro accettò e d.ied<!
il denaro necessario che fu tosto mandato a
Cuenca. Dopo pochi giorni gium,e la medi-
cina e giunse pure alla missione l'ammalato.
M:1 egli non ne ,·olle più sapere della medicina
e volle che gli si restituisse il denaro. Gli si
osservò che il denaro era onnai stato spedito
a Cucnca e che quindi doveva acécuare la me-
dicina che, avendola egli pagalà, era sua . ! on
ci fu verso di persuaderlo. Egli volc,1a il da-
naro che era suo e non la ml!clicina. Fortuna-
tamente giun-.e lo stesso di un altl;'(l Kivaro,
pure ammalato come lui, e, ben contento di
r:cevere la medicina, diede il danaro corrispon-
dente all'altro. Così terminò tulto.
~ono bambini grandi e bisogn:1 rassegnarsi
ad accontentarli quanto si può per evitare che
se ne vadano di mal urne.re, il che li indurrebbe
ad avversare il missionario e a screditarlo
presso ,litri.
Il 31 maggio, un Kivaretto interno ebbe
una correzione in classe. L'impressione fu un
vero dis.istro pcl p!>verino. L'amor proprio n'!
sofferse Lanto che si temette gli facesse cer-
care la porta per tornarsene alla sua foresLli.
Yi fu chi l'avvicinò e cercò di tranquillizzarlo;
ma, pur riuzcendo a fargli capire ohe non era
il caco di angustiarsi tanto, Mn potè ved•~rlo
Mons. Comio s ulla spla1t,tln di,I Bombol:ta.
pesta pas~ò e tornò la calma... Dio gliela con-
sen,i !
Alle loro passioni infrenate cd infrenabili
si devono gli cecidi che fra i selvaJ?gi avvengono
frequentemente.
Solo la carità di Cri!>IO potrà render loro
possibile il tollerare un nffromo, il perdonare
un'ingiuria. Parve a noi e fu un vero proili!{io
che uno dei nostri Kivaros, crcsciuloci in car.a
e formato cristianamerue, sia riuscito a per-
donare poco prima di morire a chi l'ave\\·a
fatto vittima d'un colpo di fucile. Ci com-
mosse . ùa,-vero; non l'avremmo creduto ca-
pace ùi tanto. In questi casi s1 ringrazia Dio
come del frutto più squisito ed inaspettato
del nostro lavoro, che ci anima n continuare
la nostra difficile missione di bene.
Qualcuno si meravigliò pcrchè nè il vecchio

2.8 Page 18

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Ciriapa nè il Tibiama siano venuti a visitan
il Vescovo almeno per avere i soliti regali.
Ma la ragione è che i due si odiano e non vi è
modo di riconciliarli. Ce1·cano ogni mezzo per
sfogare il loro odio. L'uno desidera d'uccidere
l'altro. Stanno sempre in agguato e non andrà
molto che uno dei dm: cadrà. Poi, le famiglie,
caduto uno dei due, continueranno ad odiarsi
ed a cercare l'opportunità d'eliminare gli av-
versari. Parlar loro di amore ai nemici, di
perdono delle ingiurie, è buttare il fiato. Solo
un miracolo potrà cambiare questi cuori.
RJTORNO. - Il tre giugno ho ripreso
la via del ritorno. Pioveva; ma i calzoni di
caucciù e l'impermeabile, più una coperta pure
di caucciù con un buco nel mezzo per· far pas-
sar la testa, ci difendevano. A sera giungemmo
a. S. Miguel de Aguacate, dove un gran nu-
mero di coloni mi ai;pettavano per far cresi-
mare i loro figliuolini. Mi fermai la domenica
della SS.ma Tr;nità a disposizione dei co-
loni.
II luncdl 5 giugno, c'incamminammo il con-
fratello Banato ed io a Granadillas, dove
molti altri coloni aspettavano per le Cresime.
Fino a notte inoltrata ascoltai le confessioni
ed il di seguente ebbi la consolazione di dare
Gesù in Sacramento a molti di quei poverini
che non finivano di ringraziare il Vescovo del
gran bene fatto alte anime loro.
lo ringraziai lddio che !fiantiene in questi
poveretti tanta fame di giustizia e montai sul
mio mulo per partire pel Sigsig attraversando
la gran CordiJlera a 4000 metri sul mare. Non
mancò la piQggia, non mancarono i venti freddi
delle Ande; ma, coll'aiuto di Dio, quantunque
col corpo spo§sato, giungemmo, per strada che
è difficile i=aginare, al Sigsig dove l'affot-
tuosa accoglienza dei nostri confratelli ci fece
dimenticare la fatica del viaggio.
Preghi, amatissimo sig. D. Ricaldone, perchè
le nostre fatiche abbiano la benedizione di
Dio. Suo aff.mo in G. C.
~ 00MENICO COMlN
Vescovo di Obba e Vicario Apostolico di
Jl.1endez e Gualaquiza.
GIAPPONE
Importante avvenimento
nella Storia delJa religione.
Mons. Comin a colloquio col KlvarL
Rev.mo ed amat.1110 si.g. D. Ricaldone,
il 23 marzo p. p. il parlamento giapponesi:i
ha approvato il progetto di legge sulle religioni:
importante avvenimento per la storia delia
religione in Giappone, perchè•finalmente anche
il Cattolicismo avrà il medesimo trattamento
legale del Shintoismo e del .Buddismo. Chi,
come noi, vive in questa atmosfera Shinto-
buddista e chi ne cono$Ce il valore nella vita
di questo popolo che ne è tutta impregnata
fino al m idollo, non può non rallegrarsene
e concepire buone speranze per l'avvenire.
L'applicazione pratica della legge dirà degli
effetti reaH. Ma intanto la stessa legge fatta
con spirito di tolleranza e, ::enza immischiarsi
in alcun modo della vita interna delle religioni,
collo scopo di proteggere e controllare in ma-
niera uniforme le attività esteriori delle cor-
porazioni religiose, è certo per il Cattolicismo
di una portata straordinaria. Per convincer-
sene pienamente bisognerebbe rifare la storia
della evangelizzazione del Giappone, che 1?ià
- i nostri Cooperatori conoscono dalle relazioni
2 73

2.9 Page 19

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Giappone•• La pre.ghlera In un •~mpio buddilma .
del Bollettino. Da S. Francesco Saverio alla
mirabile c~pan~ione ùella rdigionc cattolica
( 1549-1587) aI secolare periodo di persecu-
zione (1587-1873) le vie mirabili della Prov-
,·idenza nella con~rnzione dei germi di ,·ita
cattolica e la scoperta dei cristiani al ritorno
dei missionari (1865) hanno fatto trionfare
il faticoso la\\'oro di ricostruzione cd espan-
sione della vita cattolica fino alla legge di
protezione che $Cgna una nuova pietra miliare
colla data del 23 marzo 1939.
La legge, composta di 37 articoli, era stata
sballottata dal 1902 tra la camera ùei deputati
e il senato. Coll'appro,·azione atniale ora:
1) riconosce la personalità legale alle as-
sociazioni religiose propriamente dette (Shin-
toismo, Buddismo, Cristianesimo) e la sem-
plice protezione governativa ad associazioni
simili (società rdigiosc) che, avendo uno scopo
religioso, offrano serie garanzit: di dottrine
e di morale che non siano di danno all'ordine
pubblico;
2) assicura la buona ·amministrazione dei
beni delle associazioni religiose, pcnnettendo
l'esenzione da imposte di ogni sorta per ter-
reni ed edifici necessari al culto ed allo svolgi-
mento delle cerimonie (pensi che i Buddisti
beneficieranno della legge per oltre 10 milioni
di ettari di terreno e per un \\'alorc di 180
- 274
milioni di yen); ne proibisce il sequestro o
p·gn<,ri1mcnto; il fallimcnLo finanziario dt una
associazione religiosa non porta con sè la sua
soppressione o il ritiro della personalità le-
gale;
3) garantisce alle :issocinzioni religiose la
protezione del governo;
4) commina p.!ne (multe e prigioni) ai
contravventori e a quanti con la propuganda
o l'esercizio del culto turbano l'ordine pubblico
e la pace.
S. E. 1\\1. Matsuo, direttore dell'ufficio delle
religioni all'Istruzione pubblica, in un largo
commento della legge, fano alla presenza dei
vescovi e capi missione radunati a Tokyo in
occasione della riunione annuale, espresse la
sua simpatia verso la religione cattolica e la
fiducia che il Governo ha dei reali vantuggi
che la legge porterà in ogni senso anche al
Cattolict.-simo, ed ebbe deUe espressioni signifi-
cative, come le seguenti, che ne chiariscono
lo spirito e dimostrano In buona volontà del
legislatore: <- Noi vogliamo assicurare il pa-
cifico svolgimento delle buone attività reli-
giose e rimunerarle colla nostra protezione.
Non è degna di premio quella associaz10nc
religiosa che non manifesta attività pratjca , e
noi abbiamo il diritto di domandare ai suoi

2.10 Page 20

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rappresentanti: - Che fate voi per la vostra
associazione religiosa? - Il ministro di una
INDIA (Assam).
religione deve presentarsi al pubblico mondo
da quanto potrebbe denigrare l'onore suo per-
sonale e dell'associazione di cui è rappresen-
Nel Cinquantenario della Missione
d e l l 'A s s a m .
tante. Come vi sono i nemici della patria,
così vi sono i nemici della religione: è nostro
dovere di difenderla con la nostra protezione 1►• L'avventurosa spedizione del primo
Non meno chiaramente si esprimeva l'at- martire assamese verso il Tibet.
tuale ministro dell'Educazione nazionale S. E.
Araki riguardo al progetto delle Associazioni
religiose: <1 La nostra politica religiosa è di
Amatissimo ng. D. Ricaldvne,
rispettare la tradizione, di provvedere all'ele- . il Tibet ha sempre esercitato una misteriosa
vazione del carattere dei ministri della reli- attrattiva su tutti gli esploratori e missionari.
gione e di sccondare con tutte le nostre forze Nel 1850 arrivò in Assam un sacerdote fran-
gli scopi voluti dalla religione 11. Sempre più cese, Padre Nicola Krick delle Missioni Estere
sentito aduuquc il bisogno della religione e di Parigi, che da Gauhati si mise in cammino
sempre più riconosciuta l'efficacia della re- verso il Tibet. Marciava da solo, armato del
ligione. Quale? Per lo spirito giapponese, nel suo coraggio, di una croce, di una bussola e
novero delle associazioni religiose, riconosciute d'una cassetta di medicinali. Arrivò al punto
come tali, quale si presenta più adatta a sod- dove il Bramaputra sbocca nel pia.no, dopo
disfare questo bisogno e ad armonizzarlo con aver percorso un migliaio di Km. nelle valli
lo spirito e il culto nazionale? Lunga, faticosa dell'Imalaia. A quel tempo le sorgenti di questo
via di penetrazione. lenta trasformazione di fiume erano più misteriose di quelle del Nilo. Il
idee e di cosciell7..c... li Signore sa...
Padre I..rick si trovò in mezzo ad una tribù
Ma, come dissi prima, l'applicazione pra- selvaggia detta degli Abhors. Ecco come de-
tica della legge che entrerà in vigore col scrive le sue avventure:
aprile 1940 e che ne dimostrerà l'efficienza - Nessun Europeo ciuscl mai a mettere piede
reale, non si può negare, contribuirà effica- in questa regione, perciò è molto difficile farsi
cemente a valorizzare sempre più e sempre un'idea della sua configurazione orografica. I
meglio anche l'apostolato missionario cattolico. selvaggi poi sono molto sospettosi degli Eu-
Del resto l'interesse e la simpatia che la stampa ropei. «Timeo danaos et dona ferèntes ». Se
giapponese in generale ha testimoniato alla permettiamo, così dicono, che un inglese entri
morte del grande Pontefice Pio XI per le sue nel nostro paese per un motivo qualsiasi, la
grandi encicliche, specie quella sul comunismo, falla è fatta; un'annata sarà ai suoi calcagni.
per la soluzione data alla questione romana, Ogni bianco, ogni naso un po' troppo spor-
per le testimonianze di viva s.impalia che sem- gente, per loro è un inglese. Potete quindi im-
pre ha manifestato verso il Giappone e nella maginare quali difficoltà io abbia incontrato
formazione del clero indigeno e nella ·solu- per poter entrare. La croce che io portava,
zione data al culto patriottico dei templi simile a quelle del loro tatuaggio, la mia ri-
Shintoisti, sono indici signifìcantissim,i del- putazione di sacerdote francese, erano i miei
l'espansione delle idee religiose cattoliche, che unici passaporti. Il mio ingresso fu accompa-
vengono man mano stabilizzandosi riella co- gnato dalle cerimonie più curiose ch'io po-
scienza del gran pubblico.
tessi mai immaginare.
Avanti dunque nel nome di Dio che nella
sua Provvidenza guida avvenimenti e persone. LA CACCIATA DEl DIAVOLI. - 18
E che questa nuova legge segni davvero un giovanotti vennero ad incontrarmi ai piedi
passo innanzi nell'affermarsi e propagarsi del della montagna. Non avevo ancora fatti due
regno di Dio in questo grande Impero. Fa- passi, quando i tre più giovani di quella banda
ciliteranno l'impresa la sue preghiere, quelle si misero a coprire il mio corpo con foglie,
dei nostri confratelli e giovani, quelle dei nostri cantando parole del tutto ostrogote per me.
Cooperatori e delle nostre Cooperatrici.
Era evidente che volevano purificarmi e libe-
Suo aff.mo nel Signore
rare il mio corpo da ogni diabolica influenza.
Questo esorcismo doveva presto essere seguito
l\\fon.c;. VtNCJ.NZO CJMATTI
da qualche cosa di più pauroso e strano, per
scacciare i diavoli più terribili che avevano
Prefetto Apostolico di Miya,:;aki.
- - resistito al primo assalto. Al termine della fo-
275

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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· ,;:;.ta mi fecero pa:;sare sotto forche caudine
fatte dt archi e di frecce e decorate con ogni
sorta di orribili mostri: diavoli trapassati da
frecce, figuracce in ibridi attorcigliamenti.
Tali mostri dovevano intimorire anche il più
ostinato diavolo che avesse osato oltrepassa.re
il primo ostacolo. Le donne irruppero sulle
porte ad assistere al mio passaggio, e cosi
a studiare ogni dettaglio della mia persona.
La turba vegliò l'intera notte; le pulci mostra-
vano non minore ardore per attaccarsi alla
mia pelle; naturalmente, assediato da tanti
ospiti, non potei dormire a lungo. Il giorno
dopo si te;nne parlamento. Tutto il villaggio
era convocato... I sei capi sedevano nel centro.
Il presidente di questo rozzo senato mi fece
cenno di sedere alla sua destra e senza com-
p]imenti mi ficcq_ sulla testa un elmetto di vi-
mini, di una grossezza enorme, coronato con
un batuffolo dipinto a rosso di peli di capra,
un altro di peli di orso e due zanne di cin-
ghiale, incrociantesi sulla mia fronte. Era il
segnale dtll'apertura del comizio. Ci furono
molti discorsi per esortare i membri del Con-
siglio a dare il loro voto. Infine i Capi si ap-
partarono per pronunciare il verdetto. Ritor-
narono con una risposta favorevole. « Migom
(re), cosl mi dissero, siamo convinti che le tue
intenzioni sono pacifiche; ti permettiamo
perciò di viaggiare attraverso il nostro paese ».
Ma io aspettavo l'arrivo de l mio confratello
e con gioia mi lasciarono abitare nel villaggio
purchè curassi gli ammalati.
UN MEDICO IMPROVVISATO.
Quando potei accomodarmi nella nuova d i-
mora, affluirono da ogni parte gli infermi.
Questi poverini, quando sono ammalati, non
usano m~dicine. A che pro? Le malattie son.o
causate dai cattivi spiriti, o anche dai buoni
spi1·iti che, essendo, secondo loro, molto ira-
scibili, si vendicano per la minima mancanza.
L'esorcismo è perciò l'unico rimedio; i cat-
tivi spiriti devono essere cacciati e gli altri
propiziati con sacrifici. Lo stregone che pre-
siede ai sacrifici è l'unico dottore. Mentre io
I
Tipi as.sames\\.
scrivo la mia stanza i;embra con'lertita in un
or.pedale d'ammalati incurabili. Qui vi è una
fra due ali di curiosi spettatori, di bambini
urlanti e di cani ringhianti, fui condotto alla
capanna del popolo, dove già gli anziani mi
aspettavano Il I'rtio arrivo fu salutato da tale
esplosione di urla selvagge da sembrare tuoni;
da fischi e rumori simili ad una scarica di
artiglieria. Era l'ultimo assalto contro il dia-
volo, caso mai fosse ancora ben trincerato in
me. Anche il diavolo più indemoniato avrebbe
battuto in ritirata a quell'assordante frastuono
di voci. Ormai non c'era più pericolo di spi-
riti cattivi e perciò io era a disposizione del
pubblico.
giovàne donna dal braccio coperto da luride
ulceri. « Come avvenne questo? ». << Tre anni
or sono, rispose, il giorno in cui uccisi un
topo ». è un povero scrofoloso, uno sche-
letro ambulante. «Da quanto tempo siete am-
malato? ». « Migom (re), io ero bello e grasso
e un coraggioso guerriero; l'anno scorso lo
spirito maligno entrò in me e compl l'opera
nefanda ».
Mi misi all'opera: purgativi, unzioni; qualcbe
pillola operarono prodigi. Tale fu l'entusiasmo
di quella gente che un g iorno mi vollero por-
tare in trionfo. Cominciarono a credere che
il solo contatto con le mie mani avesse efficacia
IL PARLAMENTO. - Fui subito circoo- curativa.
dato da uno stuolo di uomini e donne intenti « Tu · sei il più potente D ondai (Prete);

3.2 Page 22

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Assam - Shlllong. - Donne di Azione CanoUca.
SblUone. - Fanciulli dell'Oratorio festivo.
- - 277

3.3 Page 23

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nessun spmto può resistere a te ». Povero
me! Dovetti avere pazienza e toccare ogni
cosa con le mie mani, anche le più ributtanti
ferite. Ma il diavolo, che non ha peggior ne-
mico del missionario, non si lascia vincere
facilmente.
NOVELLI DON CEIISCIOTTE. - Un
giomo, mentre gli uomini stavano lavorando
nei campi, il villaggio prese fuoco. Accorsi
sul luogo e grande fu la mia meraviglia nel
vedere uno o due uomini ritti sul tetto di ogni
casa con la spada sguainata, impegnati in una
fiera tenzone contro il diavolo fuoco. «Por-
tate acqua I » urlai; ma erano troppo assorti
nella loro chisciottesca impresa contro il dia-
volo per ascoltarmi. Allora mi rivolsi alle
donne che ammiravano pacifiche' il vaJore dei
mariti e, con le buone e con le cattive, le mandai
a prendere acqua. Quando videro ciò che
l'acqua faceva, corsero tutte al torrente. Anche
i bravi don Chisciotte, visto èhe l'acqua aveva
più valore delle sciabole, si appigliarono ai
.recipienti. Molte case furono cosi salvate ed
io fui l'eroe della giornata! Certamente il de-
monio del fuoco ha paura dell'acqua. Il giorno
dopo bisognò imprigionare lo spirito del fuoco.
Le case bruciate furono cintate con emblemi
di spaventa-diavoli Ma c'era pericolo che
scappasse e si rifugiasse in qualche altro an-
golo del villaggio, perciò tutti gli uomini ar-
mati fino ai denti, fra il rullio dei tamburi e
urla ' selvagge, si misero a cacciare a spada
tratta l'invisibile diavolo entro la foresta. Le
due famiglie, le cui abitazioni erano state preda
delle fiamme, furono esiliate per un anno
perchè uccelli di male augurio.
CADUTO IN DISGRAZIA. - Ma poco
per volta quella povera gente, che vive sempre
sotto l'incubo degli spiriti, venne in sospetto
che la mia presenza potesse essere stata causa
dell'incendio. La perdita di due vacche sacre,
aumentò la diffidenza. Non sapevano più come
fare; da una parte mi amavano, dall'altra la
paura soffocava ogni sentimento di amicizia.
Le cose peggiorarono di giorno in giorno
finchè mi si diede l'ordine di partire. L'unica
concessione che mi fecero fu di permettermi
una guida per il Tibet. Ancora prima della
partenza curai le loro ulceri e poi mi allonta-
nai. Avevo il cuore gonfio, benchè potessi al-
fine liberarmi da quello sciame di pulci che
mi divoravano. A notte piantammo la tenda
nella foresta. Il mattino seguente scoppiò un
- furioso temporale. Quando ripigliammo il
278
cammino non potei fare a meno di rivolgere
uno sguardo a quel villaggio ch'io sentivo di
amare.
LA CORONA. - Però il santo sacerdote
non doveva ritornare più. Raggiunto dal com-
pagno si mise in moto con gioia verso la meta.
Ma un capo della tribù Mishmi, che l'accom-
pagnava, per derubare i missionari, uccise
con una daga Padre Krick, mentre si chinava
a raccogliere un fiore. L'altro sacerdote ripo-
sava ancora nella capanna: tentò di fuggire,
ma, raggiunto, colse anch'egli la palma del
martirio. « Salvete flores Martyrum I » Si erano
guadagnata la corona di gloria che Gesù, giusto
giudice, promette ai suoi seguaci. Era l'anno
1853.
UN GIUBILEO D'ORO. - L'Assam con-
tinuò ad aver visite periodiche di altri valorosi
atleti, finchè nell'anno 1889, la Santa Sede
fondò la Prefettura Apostolica deU'Assam e
l'affidò alla Società del Divin Salvatore. Nel
1890 giunsero a Shillong i Salvatoriani e in-
cominciarono la nuova storia dell'Assam Cat-
tolica che registrò pagine gloriose.
Quest'anno celebreremo dunque il giu-
bileo d'oro della Missione Assamcse. Ma an-
cora quelle tribù Abhors, Mishmi, ecc. abitano
nelle loro montagne ed il sacerdote non le
può visitare. Li ho visti tante volte discendere
al piano. Alcuni avevano un vestito (chiamia-
molo cosl) di vimini intrecciati e strane accon-
ciatu1·e di cappelli e tatuaggi. Con loro chissà
quante altre tribù vivono in continua paura
degli spiriti cattivi. Solo in Gesù Cristo tro-
veranno la liberazione. Intanto in Dibrugarh,
la bella cittadina sulle rive del Bramaputra di
fronte a quelle montagne che videro l'eroismo
dei due primi apostoli, si stanno preparando
grandi feste per la benedizione di un magni-
fico santuario al Sacro Cuore. Dibrugarh,
siede sulla via del Tibet e della Cina, come
una regina, circondata dai colossi dell'Ima-
laya. Sarà l'inizio del giubileo d'oro nel nome
e sotto l'egida di quel Cuore che tanto ha
amato gli uomini ed a cui i missionari con-
traccambiano l'amore fino all'effusione del
loro sangue-.
Preghi, signor D. Ricaldone, e faccia pre~
gare perchè Egli trionfi davvero di tutte le
superstizioni.
Dev.mo in C. J.
ffi STEFANO FERRANDO
Vescovo di ShillMg.

3.4 Page 24

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INDIA - Krisnhagar.
Nel cuore del Bengala.
Amatissimo Padre,
penso di farle cosa gradita inviandole al-
cune notizie della nostra Missione di Krisbna-
gar che ba un titolo tutto speciale alla carità
dei nostri Cooperatori per le immense d.if-
.ficoltà e le frequenti calamità che la rendono
più meritoria.
Il Krishnagar occupa la parte centrale del
Be~g~ propriamente detto con una lWlga
striscia che, attraversando la regione dei ' Sun-
derban', si spinge sino al mare. Non c'è forse
missione dell'India che abbia incontrato tanti
ostacoli cd abbia segnato iJ proprio cammino
di tante croci come il Krishnagar. È il «Paese
di Krishna » (incarnazione di Vishnu}, vera
rocca-forte dell'Induismo! Gli dèi falsi e bu-
giardi vi si sono trincerati da millenni e l'in-
ferno ha scatenato tutte le sue ire ~ontro i
Messaggeri di Cristo. Fu giustamente osser-
vato che il Bengala, se è uno dei paesi più
fertili del mondo per il riso, la yutta, la canna
da zucchero, è al contrario uno dei più aridi
per il 'seme evangelico'.
Fin dal 1855 i buoni e zelanti Padri delle
lV[issioni Estere di Milano vennero a lavo-
rare in questa vigna e a versare sudori e
sangue nel duro solco. Il lavoro fu lento, dif-
ficile, da veri pionieri. Ma essi non si perdet-
tero di animo: continuarono fidenti a darsi
e a sacr-ificarsi: i frutti non sarebbero man-
cati. E non mancarono. Nel 1927 il movimento
di espansione e di conveuione specialmente
al nord fra le tribù aborigine prese tali pro-
porzioni che la Santa Sede decise di smem-
brare l'immensa diocesi e, mentre ai Padri di
Milano assegnava la nuova diocesi di Dinajpur
al nord del Gange, il cuore del Bengala l'affi-
dava alla nostra Società.
KHULNA: LA PORTA DEL "SUN-
DERBAN". - Giorni or sono - in compa-
gnia del nostro amatissimo Ispettore Don Scu-
deri - ebbi la gioia di visitare tre stazioni
mis!ionarie del Krishnagar orientale e ne ri-
portai la più consolante impressione. Toccam-
~ anzitutto la Missione di Khulna - la più
giovane-essendo stata aperta soltanto il 21 feb-
braio del 1937. Grande centro fluviale e com-
merciale alle porte del « Sunderban », da lunghi
anni Khulna aspettava i missionari cattolici. II
loro arrivo fu salutato con vero entusiasmo
dai nostri cristiani e catecumeni della regione,
lieti di avere finalmente il sacerdote in mezzo
a loro. Anche i pagani li accolsero con defe-
re11.;-a: essi avevano sentito parlare degli ospe-
dali e delle scuole industriali che i missionari
cattolici avevano costruito in altri centri e
desideravano la stessa fortuna per la loro città.
Una vecchia casa presa in affitto fu il primo
punto di partenza: Don Righetto e Don Bian-
chi si diedero subito a visitare l'immensa pia-
nura disseminata di simpatici villaggi e attra-
versata da innumerevoli fiumi e canali. « È una
delle più belle regioni del mondo - mi diceva
Don Paoletto di ritorno da una escursione
protratta per ben 33 giorni. - Qualcuno vor-
rebbe tradurre 'Sumler-ban' in 'Belle foreste'
ed io g li do' pienamente ragione! Dalla mia
barchetta non mi stancavo di ammirare quelle
sterminate foreste piene di vita e d'incanto che
si s~sseguivano presentando aspetti sempre
nuovi e sempre tanto suggestivi...
» Ilo potuto visitare venti villaggi e ammi-
nistrare i SS. Sacramenti a parecchie centi-
naia di neofiti che da lunghi mesi non vedevano
il Missionario. Ora però che abbiamo un bel
motoscafo - soggiunse con un sorriso di
gioia - potremo visitare molto più spesso le
cristianità vecchie e fame delle nuove. li Mis-
sionario è tutto per questa povera gente. To
ho dovuto fare da medico, giudice, paciere,
avvocato, maestro... Com'erano felici di vedere
il 'Padri Sahib' arrivare nei loro villaggi! Ap-
pena segnalavano la mia barca in distanza,
tutti accorrevano aUa sponda del fiume per
poi portarmi tra canti e suoni al loro villaggio
all'ombra dei bambù giganti e tra i palmeti
di 'betel'. Là, accoccolati sulle stuoie, passa-
vamo lunghe ore parlando prima delle 'cose
loro' e poi' di religione. Qualche volta facevo
cenno di alzarmi, ma essi insistevano che con-
tinuassi a parlare di quelle cose ch'cssi sen-
tivano cosi di rado e facevano loro tanto bene...
» Ancora una volta ho potuto constatare gli
effetti mirabili del nostro sistema! Sono sem-
pre i giovani che preparano la via al Missio-
nario ed attirano i grandi. Per introdurmi nei
villaggi pagani non ho trovato mezzo migliore
che quello di circondarmi di ragazzi e fare
con essi ... l'entrata solenne. Il primo passo
è fatto; il ghiaccio è rotto. Ora posso gettare
a pief\\e mani il 'buon seme' e lasciarlo crescere
sotto l'influsso benefico della Grazia! i,_
UN GRANDE AVVENIRE. - Khulna
ha senza dubbio un grande avvenire: oltre
ad essere un magnifico centro di irradia-
zione cristiana per tutto il 'Sunderban', que-
sta città è destinata a divenire un gran
centro dell'Opera Salesiana. È infatti il posto
- --- ideale per gli studi e per il commercio. I gio-
2 79

3.5 Page 25

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vani bengalesi sono assai avidi d'imparare.
Le nostre scuole sparse nei villaggi sono molto
frequentate. Speciale menzione merita la
scuola di Malgaji, grosso villaggio nei pressi
di Khulna. Oltre 200 ragazzi - molti dei quali
ancor pagani - la frequentano con costanza
mirabile. Durante la stagione delle piogge
tutta la regione circostante diventa un mare.
Allora i nostri scolaretti non si perdono d'ani-
mo: barche, zattere, tronchi d'albero, tutto
serve loro per arrivare alla scuola. Non è raro
il caso di vederli giungere a nuoto: una mano
a fior d'acqua sorregge il vestiario éd i libri
ben avvolti dentro; l'altra serve da remo ...
Oggi a Malgaji c'è una bella chiesetta dedi-
cala a S. Giovanni Dosco. Dall'altare il Buon
Padre sorride a tanta gioventù che ogni mar-
tina si raduna a cantare le sue lodi!
contro ogni bufera ed otterranno per essi
una pesca abbondante.
A mezzogiorno D. Scuderi benedisse anche
la nuova campana portata dall'Italia e, in
attesa del campanile, sospesa ad un... albero.
Dopo la benedizione tutti i presenti passarono
a dare un rintocco... Possa il suo suono argen-
tino spargersi lontano e scuotere dal mille-
nario torpore tante povere anime éhe ancor
brancicano nelle tenebre ed ombre di morte.
In un'altra lettera le p:irlcrò delle altre
stazioni missionarie. Intanto la prego a bene-
dirci ed a credermi, per tutti, f,uo aff.mo in G. C.
Don Lurc1 RAvAuco
Jl;lis!tionario uil.1sia110.
Lillooah, maggio 1939.
INDIA - Bengala.
Pio XI e l'opera dei catechisti.
Khisnh.aga,. - Il motoscafo offerto dagli alunni
del CollegJo salesiano dl Veron a.
La Missione di Khulna segnò un bel passo
in avanti con la compera di un pezzo di ter-
reno situato nel centro della città. Cosi si è
lasciata la casa presa in affitto. È vero: non c'è
ancor la chiesa ed i due missionari devono
abitare in una stalla aggiustata alla meglio.
Ma la carità dei buon.i non mancherà di venir
loro in soccorso. Già w1 bel dono - vorrei
dire il più importante - fu loro fatto dai bravi
giovani del Collegio di Verona che vollero
regalare un magnifico motoscafo. La cerimonia
della benedizione della imbarcazione e del
nuovo motore assunse un significato tutto
S?eciale: l'Arca di Noè, la Barca sul mare di
Tiberiade, la Pesca JV[iracolosa diventavano
simboli vivi e concreti, e le preghiere della
Liturgia risuonavano al nostro orecchio come
un augurio, anzi... una certezza I Maria Au-
s-iliatrice, Don Bosco, San Zeno non manche-
ranno di proteggere i e, Pescatori d'anime n
Amatissimo sig. D. Ricaldone,
=l giorno dj S. Stefano u. s. una simbolica
e commo\\'ente funzione - la prÌnla del genere
in questa diocesi di Krishnagar - poneva il
suggello a due anni di sforzi, di ansie e di
speranze intorno a un'opera di prim'ordine
per il progresso della missione: i primi quattro
alli.evi della nostra Scuola Catechistica di
Jessore, inginocchiati di fronte all'altare, dopo
aver promesso ubbidienza ai loro Superiori
ecclesiastici e fedeltà aJ loro lavoro, riceve-
vano dalle mani di Mons. Scuderi il Vangelo
e il- Crocifisso, simboli della loro missione e
sostegno del• loro apostolato.
Era proprio il giorno indicato: la festa di Santo
S~efano, il diacono pieno dello Spirito Santo, che
primo d iede la vita per il nuovo evangelo. Ife-
deli che gremivano la cattedrale, ancora pavesata
a festa per il S. Natale, seguivano con curiosità
e soddisfazione ciò che avveniva in presbitero.
MEJl,fORANDA UDIENZA PONTIFI-
CJA. - Commovente per tutti, ma specie per
gli studenti fu la notizia ddl'interessamento
speciale del S. Padre Pio XI il quale, bene-
dicendo la scuola, aveva consegnato a Mons.
Scuderi, nell'udienza del 10 settembre 19J8,
un ricordino per ciascun allievo. In quel-
l'occasione, Monsignore, fra le altre opere,
aveva seg11.alato al S. Padre anche la nuova
Scuola Catechistica di Jessore. E<l iJ Papa:
- Bene, bene: questo mi fa molto piacere.
Cercate di mantenerla e di migliorarla.
Prese quindi a parlare dell'importanza dei
catechisti; e domandò:
2.80

3.6 Page 26

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- Quar.ti sono gli studenti ?
- Una quindicina, Santità.
- Una quindicina? È un bel numero.
E, tolto dal tavolo un mazzetto di imma-
gini, le contò una per una fino a quindici,
poi le consegnò a Mons. Scuderi dicendo:
- Prenda e le dia agli studemi come ricordo
del Papa. Le ho contate ad una ad una affinchè
essi sappiano ohe ciascuna di esse è passata per le
mani del Papa.Nel loro lavoro apostolico siano
sempre fedeli al Papa, e lo difendano, perchè
chi è col Papa è con Pietro, è con la Cluesa.
Fissando infine un'altra immagine presa dal
mazzetto rùnasto, concluse:
- Ecco la Madonna del Soccorso. Dica
loro che amino sempre la Madonna e che la
invochino nel loro lavoro.
Mons. Scuderi consegnò le immagini ai
quattro fortunati e agli altd allievi del corso,
che erano pure presenti.
Se le misero in serbo come uno dei più pre-
ziosi ricordi che potessero avere, per mostrarle
poi con legittimo orgoglio alle loro famiglie
)e1>sore. - I primi quam-o Ca<ecb isd dip lom au.
e ai loro cristiani, come segno dell'amore del
Papa per loro e per la loro terra.
Già qualche ottima persona invia regolar-
mente la rata di L. 30 mensili, c-he è il m'nimo
LA SCUOLA. - La Scuola Catechistic:1
di Jessore fu aperta nel Genn:i.io del 1937 con
un atto di coraggio da Mons. Scuderi. Dopo un
anno di difficoltà e incertezze, dovute in gran
parte ad incomprensione - difficoltà e incertezze
che del resto non mancano mai all'inizio delle
opere di Dio - si assestò tanto bene che
la fine dd r938 potè vedei;e già i primi
quattro allievi spiccare il volo per il loro non
per il manten:mento di uno studente. Ma que-
ste anime generose sono ancora troppo poche.
Lei, amato Padre, ci raccomandi a i cari be-
nefattori affinchè non venga a morire un'opera
cosi caldamente benedetta da S. S. Pio XI. E
intanto benedica gli studenti tutti, e. con loro iJ
suo dcv.mo e aff.mo
Sac. RUGGERO DAL Zovo,
.1tfiss. Salesiano nel Bengala.
piccolo e non facile campo di lavoro.
La scuola viene così a sciogliere un grande•
problema e a sopperire a una grave necessità.
Il problem,i sta nel fatto, del resto comune a
tutte le missioni, che un popolo è sempre
meglio avvicinato da chi appartiene ad ,esso.
Lo straniero è in generale soggetLo a sospetti,
è sovente malvisto, se pure n,on odiato, e ciò
specialmente fra popoli che, come quelli del-
l'India, anelano all'indipendenza.
La necessità deriva dalle condizioni in cui
la nostra missione si trova tuttora: la man-
canza cioè di abili e zelanti catechisti, anche
per accudire alle comunità già formate. « Ah,
i catechisti! - diceva recentemente un pre-
latq dell'India - essi sono tanto importanti
quanto il clero indigeno ». E chi ha esperienza
di missione capisce veramente che è così.
La scuola è dunque avviata; ma ciò è il
meno; il più è che continui. Purtroppo
le condizioni finanziarie in cui si trova ora la
m:ssie,ne m ·nacciano la sua esistenza.
- Jessore. • G U a ll ievi Catech isti.
-

3.7 Page 27

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Crociata missionaria Don.a DO.V BOSCO S.iJLVATE T VOSTRT PTGLT
(z•) - Somma prec.: n183,50 Campo Anno,
15 - G. C. Clu~on.:, 15 - Savazzo Coalo, zo -
Borse complete.
1'ot. L. 6233,50
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Dorq SCIOLLA CASIMIRO ED ELISA, n cura
da Maria Sciolla. in memoria degli amati genitori.
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D. B. di Palem\\n
1408,50 ~ Casari Batti<ta, so - Tot. L. 1458,50.
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Tot. L 3755.
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Borse da completare.
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11250 - Salvaneschi Giuseppina, 10 - Tot.
Doraa ALBERT TEOL. FEDERICO (2') - Somma
prcc.: 100 - Caretto Bice, 7,50 - Tot. L. ro7,50.
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N. N Torino - Sommo prec.: 8ooo - Nuo,'O
V<)l"!lllmento, 2000 - Tot. r.,. 10.000.
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Somma prec.: 2837,90 - Bar~gli Vinoria, 16 -
N. ".'I:. z - S111111 J.indn, 30 - G. C. Clu~one, 15
- Pnto Teiesa. 30 Tot. L. 2930,90.
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Qu11drini Rnffuele, S - Off.!:rte vurat; 205 -
L. 1326o.
Borsa GAMBrl CARD. GTUSEPPE - Somma
r,rec.: 1210 - luliano Guido, 10 - Tot. L. 1220.
Borso G.-lR.VERO CESARE - Somma prec:..
3805 - Giovale J\\lcrlo, 25 - Ferro.odo Nilda, 5
1'01. L. 3835.
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BOSCO (3•) Sommu pn:c.: 8.F8 - .\\ Guzw,
Columbus, 350 1',nrduzzo Sewr1ru1, 10 - '-· N .,
4 Maria Gavi, 5 - G. C. Clu,;one, 15 - Tot.
L. 8802.
Don;n GI ANNINI EMILTA - Somma prec.:
7'01. L . .:350.
5000 - Ve:snmcnto, 5000 - T(Jl. I,. 10.000.
Borsa BLANDINO GTOVANNI - Soanma prec.: Dor811 GmAUDI DO/I.. FEDELE (3•) Somma
2835 - T. U., 50 - l\\f. P. G. Blandino, 100 -
Rru.o E~-clina, 20 Riui e Pietro Blandino, 50
M. Cana,•es10 Picco, 100 Tot. L 3r55.
pr.:c.: 69,15 - Mil(lino Francesco, 181 - Tot.
I •• 250,15.
Dorl>ll LAIOLO DO\\' AGOSTISO Somm11
Bonn BEATA M.-1Rl.·1 ,l-lAZZARELLO - Somma
prec.: 2490 - &,donè Giuseppina, 15 Patta-
r,rec.: 2Fo7 - Tere~B Lanternino, 20 - Tot.
r.. 28.27.
rino Mario, 1co
I,. 26z5.
Fo~liolli Pierina, zo - Tot.
Bon.a JJELT.RA.'111 DON ANDllliA (4•) Somma &rAA J\\IADONN.•1 DELLE GRAZTE' Dl CASTEL-
prec.· 3-.30- Orlandi Rc:nt-detto, 50 Tot L. 348o.
,'\\.IONTE, a cura d~li cx allie,·i salesiani d1 Udine
Borsa C.1R."1.VA.RIO DON CALLISTO Somma
- Somma prec.: (1825 - :--. X ,o - 1'. N 20
prec.: 1529 - Zabarino Anitelo, 65 - Bertoldo
Domenica, s - Tot. L. 1599.
- N. :--. e; - Bertoni Sante, 10 -.;, N. 10 -
Picco Ant~nio, 25 Benu7..zi Ines, s G. B.
Dor1111 COLOMBO DON SISTO - Sommn prec.:
Din"nschi, 1o Giordani Sabinn, 25 - Piccolo
,oo - Pozzi Francc8CO, 100 - Tor. L. 200.
J3orga COSTAMAGNA MONS. GIACO,\\-TQ (2") •
'l\\:rc.~3, 17 - Di Gnspero Don. Francesco, IO
- Picco Giu$tinn. s Adami Ott11vio. 10 -
Somma prec.: 621 Yodopi\\'CC Vincen20, 10
Rina Collo, 10 - l\\lolinis Amulia, 5 - Livin
Tot. L. 631.
Born DAL NEGRO MONS. GIOVANNI, a cura
Furlani, 10 - Omet C<.-:sare, 10 - R•>S~i Um-
berto, 50 - Della :1.-lJestra Ani:tclma, 1 s - Treppo
della pia unione per l'adorazione del SS. Sacra-
mento nella c:hfosa da S. Spirito an Udmc -
Sommu prec.: 3942,50 - 1\\1. Perntoner, 50 -
Sorelle Mor.-tti, s - ltann Collo, 10 - N. N., 50
Scubassi Olga, 22 N. N. 25 - Tot. L. 410.ç,50.
Eorsa DfVINA PIWVVIDE.VZA - Somma prec.:
Beatrice, 40 - P111inut11 Alessandro, 10 - Offerte
varie a mez1.o llauaiilia Oua,;o, 165 - G . B.
Polgo, 4 - Tot. L. 7306.
Dorso Md.RIA AUSIL/r1TRJCE o cum del Cnv.
D'Ur.!O Sebastiano - Somma prnc.: 4200 - Giu-
seppe Li Pera, 10 - Tieri TerC!Sll, 10 - Tot.
L. 4220.
9458,50 - Dome Fiorenza, 10 G. C Clu -
-.one, 15 - C ,t. 20 - Tot. L. 9503,50
Borsa MARIA AUSILIATRICE a curu di E. P.
- Somma prcc.· 7000 - ?\\uovo ven.amento, 500
Borsn DOGLTANI CAV. GIUSEPPE, n cura di
Tot. L. 7500.
Po1.zi Francesco - Somma prec.: 547 1,50 - P. F.
100 L11ntieri Germano, s - Ex allievo Remon•
Dorsn MARIA AUSILI.1TRICE IN S. DONA
DI PIAVE- Sommu prec.: 12121 - Sue. Luigi
dini, 100 - Tot. L. 5676,50.
Benvenuti, offe1 te \\'Urie, 2250 - Tol. L. 14.371.
Borsa DO.V BOSCO EDUCATORE (4•) - Somma P.or.lll PISCETTA DO.V LUIGI, 11 c:ur.1 del SJc.
prcc.: 4061,~o - R:111. Guido Betta, 30 - Rosa
Dott. G. B. Calvi (2•) - Somma prec.: 14615,10
Srroi-.zi, so - Prof. <..:ommi Amleto, 50 - Pan-
- B. G. Polesine, 200 - Cos111 Fnllblinn, 10> -
grazi Augusta, 30 - Tot. L. 4221,50.
l'e1-raris An{fiola, 50 - Cristinn .Fermri, 4-0 -
Bo~n DON BOSCO PROTETTORE DEI GIO-
Maria Bòtta, 47 - E. Ptona, 50 - N. Anlfi0lina,
VANf - Somma prc:c:.. 5924 - N. N. Fa~gnn,
15 - Offerte vnrie, ::70 - Tot. L. 15387, 10.
- - ,ooo - Tot. L. 6924.
(Sigue).

3.8 Page 28

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L ettera di D. Giulivo ai giovani. Chissà che la scena dl'l giovane Bororo non
,
Carissimi,
abbia la forza del buon esempio!... >>.
tra le rclazio11i della f erv:ida adesione degli
Oratori e dei Co/l(gi Salesiani alla « Crociata
catechisti.ca» indetta dal Rettor l\\Jaggiore, è
gùmta dal Jl,[atto Grosso la f otog,.afia che vi ri-
produco, accompagnata da una lettera del nostro
Che ne d,:te? N011 lasciatevi bagnare il naso.
Applicatevi anche 11oi con ttttto l'impegno allo
studio della Religione ed imparerete la vera sa-
pien;::a della vita.
Vostro a-ff.mo
missional'io Do11 Albisetti, il quale i,1 data 17
Don Gmuvo.
apn'/e 1939 così gli scrisse: « ... ho il piacere
di assicurarla cbe il suo invito all'incremento
dello studio del catechismo, con le relative
«gare», fu accolto con entusiasmo da&li alunni
TESORO SPIRITUALE
e dalle alunne delle nostre scuole per figli di
civilizzati e di Bororo che in questo anno rag-
giunsero un numero consolante. Tutti. vi si
sono impegnati.
Un giovanetto Bororo, dotato di buona me-
moria, vi dedica persino le ore che passa al
I Cooperatori che, confl!ssali e cormmicati, v1s1-
tano una chiesa o pubblica cappella (i Religiosi e
le Religiose, la locQ cappella privata) e quivi pre-
wino secondo l'intenzione del Sommo Pontefice
possono acquistare:
lavoro, davanti ai buoi aggiogati. L'ho sor-
preso io stesso qui in casa ed ho voluto fissare
L'INDULGENZA PLENARIA
la scena.
0CN1 MJ:;SE:
Sembra un'imitazione della ben nota illu- r) In un giorno del mese a loro scelta.
strazione della vita di D. Bosco fanwullo. E 2) Il giorno io cui fanno l'Esercizio di Btio11a Morte.
lo è davvero. Poicbè l'esempio l'ha tratto di là. 3) Il giorno in cui pattecipano alla Co,,fere11:::a
Ogni volta che faccio <.-atechismo con pro-
mtmsile saluia11a.
iezioni, passo anche qualche quadro della
NEL MESE DI SETTBJ\\,I.BRE ANCltlr:
vita <li D. Bosco fanciullo. Or quando il gio- 1) li giorno 8: Narività di Mario SS.
vane Bororo vide il quadro di Giovannino 2) H giorno 12: SS. Nome di Maria.
intento a studiar-e davanti ai buoi, lo volle 3) 11 giorno 14: Esaltazione di S. Croce.
imitare applicandosi anche in quei momenti 4) Il giorno t 5: I sette dolori di Maria SS.
allo studio del Catechismo.
- 5) li giorno 29: S. Michele Arcangelo.
-

3.9 Page 29

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NECROLOGIO
Sa l esiani d e funti :
KLEPL D. ARTURO GIOVA.J,,TNI, sac. da
Dresdn (Germania), t a Londra (Inghilterra) )'8-v-
1939 a 82 anni.
Cresciuto nel protestantesimo e impiegato come
perito chimico, fu tocco dalla grazia di Dio che lo
chiamò alla vera Chiesa, alla vita religiosa e sacer-
dotale. Vendette quanto possedeva e lo diede alle
Piccole Suore dei Poveri, poi si fece Salesiano e
consacrò il re,<to della sua vita al Signore con tutto
il fervore dell'anima sua.
KOPF D. CART.O, sJc. da Belheim (Germania),
t ivi il 5-v1-1939 a 65 anni.
Dopo n.lcuni anni passati alla redazione del Bol-
lettino Salesiano tedesco, esercitò il sacro ministero
in Oriente ed in patria con profondo spirito religioso.
BAEZ D. NIARCELLINO, sac. da Bdèn de
Cerinza (Colomhì,J), t a Mcdellin (Colombia) il 27-
,v-1939 a 75 anni.
Parroco in diocesi, sentl la vocazione alla vita
reli1dosa e si fece Salesiano. La Provvidenza gli affidò
la cura spirituale nella nostra chiesa parrocchiale
di N. S. del Suffragio e le anime ebbero in lui il
buon Pastore secondo lo spirito di D. Bosco.
TOJGO D. RODOLFO, sac. da Arten (Belluno),
t a Cuneo 1'11-rv-1939 a 31 anni.
Rispondendo generosamente alla vocazione mis-
sionaria, era partito chierico per l'Assam; ma la sa-
lute non ili resse, e tornò in Italia a prodigare le
sue belle doti di mente e di cuore nei nostri studcn-
tuti filosofici e teologici e nel nostro Convitto di
Cuneo ove la morte lo sorprese nel fiore ·della vita.
ULl~OA D. ALFREDO, sac. da Alajuela (Costa
Rica), t a Duran (C-Osta Rica) il 7-1V-1<)39 a 42 anni.
Gran cuore animato da viva fede, prodigò le sue
migliori energie nell'Oratorio festivo e nelle stuole
eu,mentari per giovani poveri.
TREVJSAN ANTONIO, eh. da $. Benedetto
Cascina (Pisa), t a Bolzano il 15-v1-r939 a 21 anni.
MONS. FRANC. GIOV. BATTISTA GIA-
NOMBELLO t ad Avigliana il 16-vtt-u. s.
Prevosto dei Santi Giovanni e Paolo, fu zelante
pastore e padre affettuoso per le anime alle sue cure
affidate. Conobbe personalmente Don Bosco e la
venerazione che nutrivA peJ Santo lo legò cordial-
mente alla Famiglia Salesiana. Decurione dei Coo-
peratod, sostenne e favori le Opere nostre con co-
stante fervore.
MONS. ANTONIO SANGIORG/0 t a San
Giorgio Canavese il 17-vn-u. s. a 7z anni.
Arciprete vicario foraneo, oltre alla cura della
parrocchia si prodigò con ammirttbile zelo nella pre-
dicazione delle missjoni al popolo e nel) 'oi:-ganizza-
zione dell'Azione Cattolica. Nostro fervido Coope-
ratore sostenne cordialmente le opere di D. Bosco.
DAMTGELLA PAOLA AVOGADRO DI VAL-
DENGO t a Biella il 4 luglio u. s.
Fervente Cooperatrice, rifulse per la su:i pi<-tà
eucaristica e per l'ese1cizio evangelico della cai:-ità.
CAV. UFF. AUGUSTO LISTA t a Napoli il
28 l(iugno u. a.
D irettore del Banco di apoli a riposo, era fer-
vente Cooperatore salesiano. Educato cristianamente,
seppe ispirare tutta la sua vita al Vangclo, accredi-
tandosi altissima stimn nel suo ufficio, cordiale of-
fctto in famiglia e vivissima gratitudine fra i poveri
e gli istituti di beneficenza cui soccorreva con carità
generosa e modestia incomp,irabilc.
PROF. DOTT. FRANCESCO ZANGRT t a
Catania il 7-v-u. s. a 73 anni.
Libero docente alla R. Università profuse attorno
a i tesori della sua fede e della sua scien:u1 con
spirito prof~mdamente cristiano.
Per vari decenni medico zelante e affettuoso delle
nostre Case di Ca1ania e cli quelle delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, accorre,•a ad ogni richiesta cotle
più aff!ttuose sollecitudini.
ARDUINO ANTONIOt a Foi;:lizzo il z2-v1-u. s.
a 51 anno.
Padre do:?! nostro Don "Michele, missionario in
Cina, menò vita esemplare nelhl prati.Cli di nostra
santa Retil{ionc, nell'amore e nella cura della fami-
glia e nel lavoro quotidiano.
C o o p e ratori d e funti :
MONS. ELISEO MA:JA t a Biella it 4 luglio u. s.
R~ttore del S<mt,wrio di Oropa - Direttore diocesano
dei Co<rpl!Tatori.
Eminente figura del Clero Biellese, [u compagno
di S. S. Pio XI al Collegio Lombardo, poi professore
nel Seminario diocesano. Canonico Pre,osto della
Cattedrale fu dei primi assertori dell'Azione Catto-
liacl in diocesi e direttore de L'Osservatore Catto-
lico Biellese ,. Ma le sue cure più geniali ed affet-
tuose le consacrò per oltre 6o anni aJ Santuario di
Oropa zelando la divozione alla Madonna con io-
stnncabilc fervore. D.:!votissimo di S. Giovanni
Bosco, dal 1900 dirnsse il movimento dei nostri
Cooperatori ed ebbe parte efficacissima nella fon-
dazione dell'Opera salesiana in Biella.
Altri Co operatori defunti:
Bessi Macrina, Jolo S. Pi'.etro (Pistoia) - Busi D.
Valentino, Sa11 Zenone al Po (Pavia) - Caltabiano
Rosario, Riposto (Catania) - Cassa Lombardj Clelia,
Troia (Potenza) - Deleddu Dina, Abbasanta (Ca-
gliari) - Demonte Adriana, Ca:uallermaggiore (Cuneo)
- Filini Pietro, Provaglio d' fseo (Brescia) - Ghio fo.
landa, Pozzolo Formigaro (Alessandria) - Matté An-
tonio, Torino - Moliruu:i Antonio, Soprapo11te (Bre-
scia) - P avia Angela, Aglia110 d'A;li (Asti) - Rossi
Pedrina Maria, Ospedaletto Euganeo (Padova) -
Rosso Luigia, Palazzolo (Vercelli) - Rosso Antonia
ved., Pira110 (Pola) - Salandra Tortorella Sandrina,
Troia ( Potenza) - Strauss Paolo, Rovereto (Trento)
- Tabasso Antonietta, Tori110 - Ughes Carlo. Torino
• Zaina Giacomina, lvfolom10 (Brescia) - Zancrè
Camilla, Castellammare del Golfo (Trapani).
-
(on permes,,o dell'Au 1or i Ecclesiastic a. Tip. S.E. I., Corso Regin a Marg heri ta , 176
u trcuore respo~Oe: O . GU ID O FA VINI , Via Cou olengo, 3:2, Torino 10Q