Bollettino_Salesiano_193906


Bollettino_Salesiano_193906



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Anno LXIII • Numer, 6
GIUGNO 1939-XVII
SpodlL In,abbon~mento postale

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f'ERIODICO MEN-
SILE PER I COO-
PERATORI DELLE
OPERE E MISSIONI
DI S. GIO. BOSCO
BOllET~fJNO
SJ\\tESJ J\\N O
Anno LXIII - :-.. 6
GIUGNO
1939 - XVII
Spedizione in
abbonamento postale
SOMMARIO: San Giovannj Bosco e il Papa. - Tesoro spiri1uale. - In famiglia: lrnlia, Argenlin<1, Colombla, Perù,
Spagna, Uruguay. - Ad onore della Beata Mazz:irello. • Dallo nostre Missioni: Equatore, Assam, Birmania1 Cina,
- - - - - - - Giappone. - Lettera di Don Giulivo. - Crociala missionari:,, - Necrologio. - - - - - - -
San Giovanni Bosco e il Papa
Nel mese di gi11g110, che ci riporta la festa del
primo Papa, sta bene ricordare quali fossero i sen-
tù11e11ti di Don Bosro t,erso il Vicario di Gesù
Cristo. S. Giovanni Bosco del Papa venerava la
dignità, sosteneva l'autorità, prediligeva il pen-
siero, amava la persona. Diremo subito che egfi
in questo 11011 fece che conformarsi allo stile dei
santi; ma ciò che diede risalto ai suoi atteggia-
menti furono le peculiari circostanze in cui gfi
avvenne di 111a11ifestare quello die sentwa in fondo
al cuore.
Venerava la dignità del Papa. Se ogni sacer-
dote deve studiarsi di essere alter Christus, il
Papa lo è sew:::'altro. Diventare Papa è diven-
tare issofatto alter Christus h, lutto il senso della
Jwrola: if Papa,perch/> Pt1pa, è legittimo ed 1111ico
f'icario di Gesù Cristo in terra. Riguardandolo
sotto tale aspetto, Don Bosco 11011 credette 111ai
di fare troppo in rendere e f art> rendt•re onore al
Papa. Era questione di fede. I tempi correvano
avversissimi al Papato. Passioni politirlze e odi
settari gli seminavano contro errori, pregiudizi,
ostilità, 110n lascia11do più rar.lvisare nel Papa il
Rappresenta,rlt1 di nostro Sig11ore, 111a il prete11-
de11te temporale, il nemico della libertà e del
progresso civile, l'oppressore delle coscienze. Don
Bosco reagì con tutte le sue forze contro sì f1t-
11estc drfonna:::ioni, adoperandosi a presentare il
Papa nella sua vera luce.
Come nella nostra chiesa Gesù Sacramentato
1"/'oggetto primo e centrale del culto, così nella
Chiesa Cattolica egli vedeva la dignità del Vi-
cario di Gesù Cristo grandeggiare su tutto e su
t.utti: di qui prQVe11iva il 110 11 volere che si sciori-
nassero in pubblico i difetti dei Papi. Non già che
temesse la verità; ma, distinguendo in essi l'ec-
celsa dignità e la comww condizione umana, sti-
111ava cosa abbominevole mettere in vista le debo-
lezze dell'uomo a detrime11to dell'11fficio aposto-
lico, che nessuna fragilità personale valtva ad
obliterare. Per lo st,mo motivo era di difficile,
difftcilùsima contentaflira in fatto di Storie Ec-
clesiastiche. Quella del/'Alzog, per esempio, è
ortodmsa quanto mai; tuttavia, perchè l'autore
trdnco 1wn tratta sempre i Papi con i riguardi
dovuti all'altez:::a della loro dignità, non la
mntLVa. An-::i, fece di più. Avendo udito che in
uno dei principali semù1ari d'Jtalù, si tra in pro-
cinto di adottarla come testo, 11011 si diede pace
fi11chè 110n indusse l'Ordinario a sostituirla. Ecco
perchè 1111 tempo vaglu,ggib l'idea di scrivere una
storia universal.e della Chiesa a scopo di divufga-
zione: mirava a far sì che fe figure dei Ro111a11i
Pontefici vi campPggiassel'O degnamente in una
sfera superiore alle umane competizioni e mi-
serie.
Il manua/.etto di storia ecclesiasti.ca da lui pub-
blicato non è che un tenue abbozzo dell'opera che
avrebbe voluto comporre, se ne avesse avuto fa
possibilità. Non si domandava egli già se una
simile pregiudiziale fosse o no conforme ai criteri
scientifici: a lui semhrava di suprema impor-
tan:::a che una realtà qnal è la dignità pontificia
non fosse menomata 11.ell'estima:::ione del popolo
da scrupofi di sciew,:a. A parer suo, in una Storia
della Chiesa necessitava soprattutto mostrare in
161

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clze modo i Papi avessero esplicate le funzioni,
per le quali erano quello che erano: il resto gli
oppariva di secondaria importanza per la co-
11nme dei fedeli.
Sosteneva l'autorità del Papa. Alloichè Don
Dosco andava orientando il suo apostolato, le
potenze delle tenebre si affannavano a iscalzare
l'autorità del Papa, negandone o calpesta11do11,e i
diritti. Era pericoloso navigare contro corrente,
perchè si aveva l'aria di muovere contro gl'inte-
ressi della patria. J,,ppure Don Bosco senza in-
tempernnze di linguaggio, ma, anche swza esita-
::::ioni di sorta si let•ò t1 difl'Sa della santa causa in
faccia a chicchessia. Cortese nei modi, era franco
e concludente nelle sue dù:hiarnzioni di principi,
11è della propria franchezza paventa'i.'a le conse-
guenze. Osò affronlare lo stesso Giobnti, quando
questi comù1ciava a S'l1ela1'e i suoi sn1time11ti ostili
al supremo Gerarca della Chil'Sa. Si guardò bene
dall'offe11derlo, ma gli parlo con t.ttta sincerità
e col cuore alla ma110, nella speraw::a di risvegliar-
gli nell'animo 1m po' d~•gli spiriti sacerdotali e
rimuoverlo dalla via per la qnale s'incamminava.
Non co11seg11ì l'intento; nondimeno tornò a suo
grande merito l'averlo tmtato. Istruiva poi i gio-
'llani S11l!a natura e portata della giurisdi:;:;io11e
papale e di quando in quando inviava al Ro111a110
Pontefice lettere firmale da essi per attestargli
obbedienza e fedeltà. A chi durante una odio-
sissima perquisizione gli rinfacciava il suo attac-
camento all'autorità del Papa, prott:stò co11 ener-
gia che come cittadino era pro11to a dif.mdere la
patria anche cou la sua vita; ma che come cri-
stiarw e sacerdote non avrebbe mai approvato atti
lesivi de' suoi diritti. Quanto fosse lo zelo suo
nel sostenere l'autorità del Papa, stanuo a pro-
varlo le lunglU! e laboriose pratiche da lui saggia-
mmti e sa11/a•ne11t~ condotte con gli uomini del
Gover,w italùmo p1ima jnr le nomino e poi per
le tem/w·tilùà déi Vescovi, ù11p1,dite da mÒtivi
più setta i c/12 politici. In tutta l'aggrovigliata
faccenda si regolò it1 guisa che s11izc1 mai venir
mmo al rispetto verso le autorità coslituùe, 11011
compromise, anzi tutelò P_fficacemente le ragioni
della Santa Sede. Nlofto fece poi col suo esempio
pu tenere alto il prestigio dell'autorità del Papa.
Dato il concetto c/1e 11e avc"Va, 11011 aspettava co-
mandi pir agire; ma ogni desiderio del Papa gli
era legge. Basterebbe l'erezione della chiesa del
Sacro Cuore a Roma per farci toccare co11 ma/IO
/'e;·oùmo di questa st,a esemplare dipendew:m. In
un'età e con una salute che av1·ebbero richiesto
,m-vivere più nposato, a che via crucis di guai
11011 si sottopose per cercar di compiacere al Papa!
- - Comumove sempre il leggere una scena a·ove-
1mta durante la sua lllfima malattia. Accanto al
suo cape:::zt1le si.ede il cardinale A limonda, Arà-
vescovo di Torino; a piè del letto sta Mons. Ca-
gliero. ll dialogo si svolge fra lui td il Porporato
ed è tra i più interessanti. Ad 11,11. tratto l'infermo
esclama: t( Tempi difficili, Eminenza! Ho pas-
sato tempi difficili... ma l'autorità del Papa...
l'autorità del Papa!... Lo dica al Santo Padre
che i Salesiani, dovunque lavorino, dovunque si
trovino, sono sempre per la d1Je.w dell'autorità
del Papa >>. In quegli accenni vibrava im senti-
mento che l'aveva animato ÙI tutta la vita.
Prediligeva il pensie1·0 del Papa. No11 ·vo-
gliamo intendere i casi i11 cuì va applicat.o il noto
Roma locuta est, Ro111a, cioè il Papa, ha parlato,
e basta. Esistono materie su cui è per111e!,Sa la
discussione ed è lecita la dispal'ità. dei pareri.
Don Bosco, seguace del quaestiones <levita di
S. Paolo, quàlora in controversie simili gli risul-
tasse avere i11 proposito il Papa 1111'opi11ione sua
personale, v i aderiva ad occhi chiusi. Abbiamo
in argo1J1e11to da patte s1ea due 111a11ifestazioni
esplicite, una orafe e l'altra scritta. Si era accesa
wt giorno di11an;;:i a lui una disputa fra autorwofi
ecclesiastici sopra u11a controversia, che allora si
agitava astiosame11te nel campo cattolico. I con-
tendmti non arrivavano ad intmdersi. Egli ta-
ceva. Alla fine fu interpellato e dovette esprimere
il suo giudizio. Parlò cosl: «lu una questione
filosofica o teologica molti filosofi e teologi teu-
gouo 1111a sentenza che credono la migliore, mentre
altri ne tengono per migliore un'altra, a <[llella
contrada. Ambedue le stmte11ze hanno patroni
dotti; ma una di esse conta fra i suoi sostenilo, i
auclie il P(lpa. Da Superiore prudente che cosa
dovrei io consigliare ai miei soggetti? quale r<'gola
prati.ca di condotta dare? Io non starei in forse;
111a direi: "Figliuoli, s,guite fa senten::a che ar-
n:de al Papa, anche solo come filosofo, come teo-
logo, come dottore privato". Cosl .facendo, ol-
trechè mostrerei rispetto al Papa, mi sembra clu
batterei una v ia più sicura. Cosl, o non si erra
o si erra con onore».
Qu,esto avveniva nel 1881. Sei anni dopo ribadì
e spiego ancora meglio i medesimi concetti. Pre-
gato di mandare 1m suo scritto, da pubbHcarsi in
1m Numero Unico per il giubileo sace1'dotalr di
Leone XIII, dettò fm l'altro il passo segnente:
«Intendo che gli alunni dell'umile Congregazione
di S. Francesco di Sales accolgano prontamente,
rispettosamente e con semplicità di mente e di
cuore, non solo le decisio11i del Papa circa il
dogma e la disciplina, ma che nelle cose stessl:;,.
di.sputabifi abbracci/IO sempre la senten:::a di lui

1.4 Page 4

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auch.e come dottore p1ivato, pi11ttoslo che l'opi-
11io11e di qualmigue teologo o dottore del mondo.
Ritengo i11oltre che questo si debba fare non solo
dai Salesiani e dai loro Cooperaiori; ma da tutti
i fedeli, specialmmte dal Clero, perchè oltre il do-
VPre che }!(umo i figli di rispettare il J1adre, oltre i
doveri che hanno i cristiani di ve,ierare i'l Vicario
di Gesrì Cristo, il Papa merita a!lcora ogni defe-
re11.:::a, perchè scelto di mezzo agli uomini pùì
illuminati per dottrina, più accorti per prnde11::w,
più cospicui per ·virtù, l' perchè nel governo della
Chiesa è in modo particolare assistilo dallo Spi-
rito Santo
1,tons. J\\Ianacorda, Vescovo di F'ossano, che
conosceva intimanw11t11 Don Bosco, disSI' de!la
sua totali' dipmde11::a dal Papa nell'elogio fu-
nebre del Servo di Dio: "Nessuno fra guanti
l'avvicinavano udi pa-ola da lu·i che non fosse
ùnpronlata all'obb:1din1za pe1f1 tra e alla docilità
d'ùmocente f ancinllo 11.
Ama•l.'a la persona d!'l Papa. Do1i Bosco amava
il Papa regnante con l 'amo,e di mi figlio verso il
padre. Il L'escovo or ora citato diceva pure:
,, Don Bosco Tlli pensieri ,, nelle parole, negli af-
fetti e 11ell'ti::io1u era il ritratto dell'uomo umìfe.
Tutto iu lui em w11ifuì; ma questa si vestiva
d'amore ardente, appenagli suonasse all'orecchio
la parola sacra: Pontefice Ro11112110. S'accendeva
allo-:-a, pr1:11dei•a t·,:ta, parlat•a con calore ,1. In-
fatti 11ulla di più 11'1/ero che le sue relazioni di
11dimze accordategli da Pio IX e da Leone XIII,
tanto riboccano di ajfetluosi stntimenti:. E questi
stessi smtimenti i'.ffli si studi.ò sempre d'infondere
nPi lettori dei rnoi libri e negli uditori delle sue
prediche. Nella prrfa:::ùme alla sua Vita di San
Pietro scrisse: ~ Si.come un figlio dtve essere 11a-
tltra/111c11te portalo ad ascolta,•p con piacere le
gloriiJse a::io11i di suo padre, così noi, come figliuoli
spiritual,: di S. Pietro e de' suoi successori, dob-
biamo godere msai mll'ani1110 nostro lttggendo le
azioni gloriosi di q;1esti sommi uomini, che da
diciotto sec11/i governano la Chiesa di Gesù
Crùto i>. Pl'r porecchi anni ùi istruzioni domeni-
cali narrò ai gim•a11i di!ll'Oratorio le vite dei
p, imi Papi. Di queste 11arrozù)//1: i•e1111e fomumdo
qunllordici volumetti, che pubblicò di 111ano in
mano 11elle Letture Cattoliche. Giunse jino a
S. iYielc/1iade. SarebhP stata sua i11ten:.io11e di
contùmare; 11UJ nel 1864 dovette con ra111111an".co
rinunciarvi. Orbene la uota dominante di tali
pubb!ica-::ioni popolari è l'affetto filiale al Papa;
ma piri viiin e veemente gli scaturiva dal cuore
l'onda di questo affetto 11ell'esposizione orti/e. Ce
ue f aceva110 fed! alc1111i dei fortunati che l'ave-
'ila/lO ascoltato. Ma ecco il punto. 1 Papi della
storia pigh'avano co:·po, per così dire, nella per-
sona del vivente Pio IX; onde in casa bastava
nominare Pio IX, perchè gli animi si volgessero
a lui con 1111 trasporto Ù1 fffabile di eutusias1110.
E questa a::ione di Don Bosco diw,me col tempo
così nota che un liberalissimo giomak torinese
non si pPrito di scrivere, certo seuza inten::ione
laudativa:(<111 Do11 Bosco l'arte d'innamorare del
Papato è tutto ,,.
Noi immaginiamo facilmente con quanta gioi·a
il nostro Santo avrebbe assistito alfe dimostrazioni
mondiali, di cui siamo stati tutti testimoni, nella
morte dell'undecimo Pio e nell'esafta:::-ione del suo
Successore. Come sembrano remoti i tempi suoi,
quando denigrare il Papa, ribt:llarsi alle Stle di-
sposizioni, travisame il pensiero, inc~ppanie -il
ministern e il magistero erano cose quotidiane e
generali! La vitalittì d.'lla Chic.sa si è rivelata
una '<'/Jlta di più nel trio11fa,e di tante 11equitose
111acchi11a...--ioni. ,'\\/a a chi bf"ne intende, piace
pe11sare che l'opera di S. Giovanni Bosco 11011
sia stata senza e_fficacia 11el mantenere vivo in
Italia il fuoco sacro della venerazione ciffettuosa
al Vicario d1: Gesù Cristo, fuoco che doveva
divampare, 1lflll appena f assero Plimùzate le cause
molteplici che lo teni'vano quasi sepolto sotto la
cenere.
TESORO SPIRITUALE
Cooperatori che, confessati e comwticati, visi-
tano una chiesa o pubblica cappella (i Religiosi e
le Re ligiose, la loro cappella priVllta) e quivi pre-
gano secondo l'intenzione del Sommo Pontefice
possono acquistare:
L'INDULGENZA PLENARIA
1) Nel giorno in cui dànno il nome all'U11io11e dei
Cooperatori.
2) Nel giorno in cui per la prima volta si consa-
crano al Sac,o Cuore di Gesù.
3) Tutte le volte che per otto giorni continui at-
tendono agli Esercizi spirituili.
4) /11 p,wto morte, se, confc~sati e comunicati,
o almeno contriti, invocheranno clivotamentc il
Santissimo nome di Gesù, colla bocca, se po-
tranno, od almeno col cuore.
0CN1 l\\lllSE:
1) In un giorno del mese u loro scelta.
2) li giorno in cui fanno l'Eserdzìo di Buo11a l\\Jorlt'.
3) Il giorno in cui partecipano alla Co11fere11za
mensile salesiana.
Nru. MESE Ol GIUG:--1O A"ICHE:
1) Il giorno 4: 88. Trinità.
2) Il giorno 8: Corpus Domini.
3) Il giorno 17: SS. Cuore di l\\laria.
4) fl giorno 24: S. Giovanni Battista.
5) li giorno 30: Conversione di S. Paolo.
-

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IN FAMIGLIA
ITALIA Torino-Oratorio. - Festose ac-
coglienze.
Festose accoglienze ha fatto la Casa-~•fadre
agli Ecc.mi nostri Arcivescovi Mons. Mathias,
e l\\lons. Tavella che, d iretti a Roma per la
visita ad limi11a la prima volta dopo la loro
consacrazione episcopale, hanno sostato all'O-
ratorio durante il mese di Maria Ausiliatrice.
S. E. Mons. Matllias, Arcivescovo di l\\ta-
dras (India), giunse quasi ùi sorpresa la mat-
tina del 27 aprile e si recò subito in basilica a
celebrare all'altare di S. Giovanni Bo::co. Al-
l'uscita dal tempio il Rettor Maggiore ed i
Superiori lo accompagnarono in mezzo ai gio-
vani che gli tributarono calorosi applausi e gli
diedero il benvenuto con un affettuoso indi-
rizzo. S. E. rispose con paterne parole di rin-
gra1.iamento e colla pastorale benedizione. Il
29, giunse S. E. Mons. Ta,·ella, Arcivescovo di
Salta (Argentina) salutato dalle note brio::e
della banda e dalle acclamazioni dei giovani.
Circondato dal Rettor Maggiore e dai Supe-
riori, ascoltò anch'egli, ai piedi del monumento
di D. Bosco, un festoso indirizzo cli omaggio e
rispose dicendo tutta la sua gioia di trovarsi
nella Casa-Madre ed impartendo la pastorale
benedizione. S. E. Mons. Matllias parti quasi su-
bito per la Francia ed altri Stati d'Europa e
d'America in propaganda missionaria. S. E.
Mons. TavelJa rimase invece fra noi anche
per le feste di Maria Ausiliacrice.
- La traslazione della salma del Ven.
Domenico Savio.
Un'intima +:erimonia ha raccolto i Superiori
nella Basilica di Maria Ausiljatrice la sera del
2 maggio per la traslazione della salma ciel
\\'en. Domenico Savio alla nuova tomba rica-
vata nella parete della cappella di San Fran-
cesco di Sales dal lato dell'Epistola. P resie-
dette l'Em.mo Card. Arcivescovo Maurilio
Fossati as$jstito dagli Ufficiali della Curia
Can. Pio Ba 1:ist, Cancelliere, e Teo!. Quaglia.
Col nostro Rettor Ma3giore era anche S. E.
'..v[ons. T avella, Arcivescovo cli Salta (Argen-
tina). Estratta dal locùlo praticato ai p iedi di
uno dei grandi pilastri della cupola maggiore,
la cassetta contenente i resti mortali dell'an-
gelico giovinetto, sorretta dal Direttore Spiri-
tuale Generale D. T irone, dal Direttore de'.-
1'0:atorio Don Santini , da D on Amaclei e da
D. F elice Cane, sotto la direzione dell'Eco-
nomo Generale Don Giraudi, dopo la verifica
dei sigilli, fu immediatamente collocata nella
nuova artistica tomba in attesa dell'ora della
glorificazione.
~L~\\S
11!1';'1",\\
m !mtl'I
!MC- lf' 10, 1'1<:V
lOANN.I $OSCO AH e1rnJ-1•l
~ SAJ.~
s,, UT
VOCE T1'STATVS
SEMIN~RI\\~
"""''.._r, 1'\\,),\\RJLIO i:~~u
~, HIRPf~C;)l't> 1 -• P ~1.NSl
fl\\'NC 1.A"'l'lM SAC-R~~P'-M <."Vl'A\\lf
' P, f\\ l'fQM ltllllllt.
Chieri. Lapide a ricordo dull'apparl%1one del
- - eh, Comollo aJ clJ. Bosco nel s.,minario Arcivescovile.
Chieri. - li centenario della morte di
Luigi Comollo.
~ei giorni 16 e 17 aprile u. s. il venerando
Seminario Arcivescovile, in collaborazione col-
l'Istituto Teologico Salesiano, ha commemo-
rato il cen tenario della morte ciel grande amico
di D on Bosco ancor seminarista, il chierico
Luigi ComoUo, santamente spirato nel mede-
simo Seminario il 2 aprile 1839.
L a salma di lui, com'c noto, venne tumulata
nella chiesa cli S. Filippo, ove ancora riposa
sotto il presbitero. La notte dal 3 al 4 aprile
seguente egli comparve, fra bagliori cli luce
soprannaturale, al chierico Bosco ed ai condi-
scepoli annunziando la sua eterna salvezza con
queste parole: «Bosco, Bosco, Bosco, sono
salvo! 11.
L'Apostolo della gioventù ne perpetuò la
memoria serivenclone quella biografia, che è
anche la prima pubblicazione uscita dalle mani
ùi Don Bosco.
La sera di domenica 16, nel teatro salesiano

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-
:~~,'Ò..~'~'-i @ lì~~ . ~ U, . I.~ - ,,.... ~ ' I \\
I
.j
.;
I
Lima (Perù). - Benedizione del vessillo del nostri G io va n i Esplor a t ori
affollato d'invitati, dopo fervide parole d'intro-
duzione pronunziate dal Direttore Generale
degli Studi salesiani, Dottor Don Renato
Ziggiotti, ed alcuni brani di scelta musica
egregiamente eseguiti dagli alunni del Semi-
nario e dell'Istituto Salesiano, tenne la comme-
morazione ufficiale il Can. Prof. Perino-Bert,
Delegato Arc;vescm·ile per l'Istruzione rcli-
gioza nelle Scuole Medie. Fece seguito Il ri-
poso di 1111 Santo, bozzetto drammatico di
D. R. Uguccioni, interpretato dalla filodram-
matica dell'Oratorio Salesiano.
Il martedl successivo alle ore 10, nella chiesa
di S. Filippo, addobbata a lutto, fu celebrato
un solenne funerale con assistenza di S. Em.
Rev.ma il Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo
di T orino e con la partcipazione dei Rev.mi
D. Ziggiotti, D. Candela e D. Seriè del Capi-
tolo Superiore, del Ven. Seminario, degli I sti-
tuti salesiani della città e delle Autorità e fedeli
di Cinzano, paese nativo del Comollo. Ce-
lebrò la S. Messa il Rev.mo Teol. Tosco,
ed iJ Prof. D. Ettore Bechis tenne l'orazione.
Le Scholae Cantorimi del Seminario e del-
l'Ist.ituto Teologico salesiano eseguirono rispet-
tivamente il canto gregoriano e la :Messa fu-
nebre a 3 v. p. del Pagella.
Dopo l'assoluzione al tumulo, impartita dallo
stesso Em.mo Cardinale, i pre8enti salirono al
primo piano del Seminario e nel luogo dove il
Lima (Per ù). - S. E. Mo11s. Ce1110, Nunzio A11oslolic0,
- - benedice il mo-nun1ento di San Giovanni Bosco.

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Comollo apparve a S. Giovanni Bosco assi-
stettero allo scoprimento e<l alla benedizione
ùi una lapide-ricordo. Diede il saluto agli in-
tervenuti un seminarista e disse indovinate pa-
role il Rettore <le! Seminario. Coronò la ceri-
monia con paterne esortazioni S. Em. il Car-
dinale Arcivescovo.
Tutta la celebrazione, improntata di viva
spontaneità, fu come un tacito voto perchè
l'angelico chierico, che cosl nob!lment~ influ!
sull'animo del suo grande amico G1ovanm
Bosco, abbia un giorno a seguirlo sulla via
della glorificazione.
ARGENTINA - Bariloche. - Bene dizione
della prima pietra del nuovo tempio
in N ahuel-H uapi.
Il 16 dicembre u. s. Bariloche ha rr:butato
festose accoglienze a Sua Eminenza Reve:-en-
<lissima il Signor Cardinal Luigi Copello, Arci-
vescovo di Buenos Aires, che, assistito dal Ve-
scovo di Vieùma, S. E. Mons. E~andi, il
giorno 18 benedisse la nuova cappella di Llao
Llao e, il giorno seguente, la nuova nave Jlfo-
desltl Victoria e l'Ospedale Regionale. Proce-
dette quindi alla cerimonia più solenne e più
attesa, la benedizione della prima pietra del
nuovo tem-,io a Maria Immacolata in Nahuel-
Huapì, <les'tinato non solo a sostituire l'attuale
piccola chiesa, ma a perpetuare nei secoli il ri-
cordo dei martiri missionari e l'annc:::Dione
della Patagonia ali'Argentina. Funsero da pa-
drino e da madrina lo stesso Ecc.mo Presidente
della Nazione colla sua Ecc.ma Signora, rap-
presentati dal Ministro degli Esteri e Culto
dott. Cantilo e dalla sua Signora. li Cardinale
chiuse la cerimonia con un paterno discorso di
au.,picio e di benedizione.
COL OMBIA - Bogotà. - Il n1Js tro Collegio
Leone Xli, Medag lia d'Oro.
A chiusura delle feste commemorative del
rv Centenario della fondazione tiella capitale,
cui ha partecipato con solenni manifestazioni,
il nostro Collegio Leone XIII - unico fra gli
Istituti educativi - è stato decorato della
Medaglia d'Oro.
O1ll'alta distinzione la città ha voluto pre-
m;are le speciali benemerenze della Società
Salesiana nel campo dell'educazione nazionale.
'Il conferimento ebbe luogo nel teatro « Col6n ,,
gremito dì sceltissimo pubblico, durante la ce-
rimonia della distribuzione delle onorificenze
al Presidente della Re?ubblica e ad altre illu-
stri personaIità.
166
PERU' - Lima.
vanni Bosco.
Ad onor e di S. Gio-
L'8 dicembre u. s. il nuovo collegio San
Giov. Bosco, aperto pei figli del popolo in un
importante centro popolare della capitale, ha
inaugurato un artistico monumento di marmo
onore del Santo, la banda, il vessillo e 24
biciclette degli Esploratori dell'Oratorio.
Alla cerimonia assistettero il rappresentante
dell'Ecc.mo Presidente della Repubblica Pe-
ruana, il Nunzio Apostolico S. E. Mons. Fer-
dinando Cento e distinte personalità. Una folla
di centinaia e centinaia di persone <li tutte le
classi sociali ha fatto corona alla moltitudine
dei giovani del fiorente Oratorio acclamando
alla Vergine Immacolata ed a S. G. Bosco.
SPAGNA - Jerez. - Posa della prima
pietra de ll'Oratorio " Domenic o Savio ".
li 6 febbraio u. s. colla benedizione rituale,
è scesa nel suolo di una delle più popolo:::e bor-
gate di Jerez la prima pietra dell'Oratorio
«Domenico Savio n destinato ad accogliere tutta
la gioventt1 del r ione per la cristiana santifi-
cazione dei giorni festivi. Assistettero alla ceri-
monia tutte le autorità civili, religiose e mili-
tari ed una folla di popolo. Parlarono il Diret-
tore dell'Oratorio, il Sindaco dd la città e il
Comandante militare della piazza, esaltando il
sistema educativo di S. G. Bosco ed elevando
inni di gratitudine a Dio e <li omaggio al Capo
della nuova Spagna, generalissimo Franco.
URUGUAY. - Fervori eucaristici.
Tutti i nostri Istituti hanno dato il maggior
contribu to alla celebrazione del I II Congresso
Eucaristico Nazionale eh.e ebbe il suo trionfo
in Montevideo. Assemblee speciali e plenarie
hanno raccolto giovani, cx-allievi e Cooperat0r i
alla trattazione dei terni proposti infervorando
i cuori a solenni manifestazioni <li pietà euca-
ristica nelle cappelle e nelle pubbl:che chiese.
J congressini eucaristici locali furono coronati
dal Congresso Eucaristico Ispettoriale aper-
tosi nel nostro Istituto Professionale di Monte-
video nello scorso settembre e chiusosi con un
pellegrinaggio al santuario nazionale di Maria
Ausiliatrice. Commovente fra tutte, la Comu-
nione di r500 fanciulli nella chiesa cattedrale.
NB. - Direttori, Dernrio11i, Coo/)<>rlllori e Cooperatrici
ci l,a,mo i11t-io10 11wnerose relazioni della J«ta afllmale di
Sa11 Giova1111i Bosco. ,,la """ abbiamo .,p,,::io per ospitarle.
J?..isertiù.wio quindi Ju rrli1wca solo t1 qudlr. che Tivrstouo c:a-
rattcre ec.ce::ìcmafe per bw-ugr,ra:rioue. di opere o di pratiche
di culto speciale o pt:r circostam:~ affatto parlicQ/t,ri.

1.8 Page 8

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Ad onore della Beata Mazzarello.
1l1e11silme,,te ci gùmgono giornali e periodici
co11 ampi,e rel1izio11i di feste ad on<>rf' della Beata
Co11/01uiatrice dell'Istituto delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. Ov1mq11c è ,ma Casa salesiana o
delle Figi~ di Moda Ausiliatrice è una gara di
sacre f u11::ioni e di solnmi cerimonie decorate
dalla presmza di Em.mi Principi di Santa
Chiesa, di Ecc.mi Vescovi e di autor(!'l)o[i perso-
1wlità. Ci è mal ,,io/mente impossibile far posto
a llltte. Prrciò ci limitiamo a qualche rapido
ce11110 di quelle di etti ci perviene cronacfl mc-
cinta direttamentr.
di chiusa benedisse dal pulpito centinaia di me-
daglie per la buona popolazione che invoca la
Beata come sua speciale patrona. Celebrb le
solenni funzioni il Rev.mo Priore. A sera, acca-
demia organizzata dalle Figlie di l\\1aria Ausi-
liatrice.
A Varese la basilica di San Vittore vide un
concorso imponente di fedeli tanto alla l\\lessa
solenne cantata nei giorni del triduo dal Diret-
tore dell'Istituto Salesiano, da Mons. Prevosto
e dal Can. Sonzini, come alle f~nzioni serali.
Il giorno della festa, dopo la l\\lessa della Co-
munione generale celebrata da l\\1ons. Prevosto,
tenne pontificale S. E. Mons. Stoppani, delle
SOTTOSCRIZIONI PEI LAVORI DEL
SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE.
Ricordiamo ai nostri Cooperatori le nuove sottoscrizioni offerte dal
Bollettino dello scorso mese, pag. 132-133, e le raccomandiamo caldamente
alla loro carità. - In questi ttiomi ci sono pervenute le seguenti:
Il1onastrrolo Do111r11ico - Torino - L. 2000 per
la Stazione XI della Via Crucis ».
N. N. - Torino - L. 500 per una lampada
nella cappeHa della B. Mazzarello.
Pampigliont Severi110 - L. 500 per una lam-
pada nella cappella del S. Cuore. In suf-
fragio della compianta sua consorte Maria.
Sorelle C. - L. 1000 per due lampade voli\\·e.
In suffragio dei loro cari defunti.
Boglio11e F1a11cescu - Torino - L. 500 per una
lampada votiva.
M. O. Torino - L. 500 per una lampada vo-
tiva.
Crfspi 1:.gidio fd Angioletta - Villa Cortese
(l\\Iilano) - L. 500 per una lampada vo-
tiva.
I Semeda Emma - Torino - L. 500 per una lam-
pada voth--a.
NB - Rimangono ancora a sofloscrivcre 2 lampade vofive da L. 500 funa.
Ogni offerta si prega d'indirizzarla personalmente al
Rettor Maggiore della Società Sa/fna11a - Via Cotto/;mgo 32 - Torino 109.
ITALIA
A Genova Sampierdarena non bastò la
parrocchiale di San Gaetano a contenere la folla
accorsa fin dalla prima sera del triduo. Il
i:iomo della festa intervenne lo stesso Em.mo
Card. Arcivescovo Pietro Boetto che celebrò
la Messa della Comunione generale e S. E.
\\Ions. Canes~a che assistette pontificalmente
a quella solenne. Coronò la splendida giornata
una riuscitissima accademia organiz1.ata dalle
Figlie di ì\\Iaria Ausiliatrice.
A Collegno (Torino) il predicatore del
Lriduo D. Eusebio Vismara, dopo il panegirico
Missioni di Verona, presente tutto il Capitolo.
li programma musicale venne distribuito tra
le novizie <lellc Figlie di l\\Iaria Ausiliatrice e
la rinomata cantoria della Basilica. Una gra-
ziosa rappresentazione raccolse dopo i Vespri
un'altra folla nel locale Istituto Salesiano.
A Civitavecchia ha predicato il triduo
nella nostra parrocchia della S. Fam:glia S. E.
Mons. Olirnrcs, Vescovo di Nepi e Sutri, il
quale ha pure tessuto il panegirico della Beata
in cattedrale dopo i solenni pontific.ali della
festa celebrati dal Vescovo diocesano S. E.
Mons. Drago. Folla immensa di fedeli, clero,
- istituti religiosi, autorità e personalità.
-

1.9 Page 9

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Genova-Sampìerdarena•• L"aliar maggìorc di s. Gac1ano
pron10 per la festa della Beata Mazzarello.
EGITTO
Ad Eliopoli (Cairo). Preceduta da un triduo,
predicato nella cattedrale latina di Eliopoli dal
nostro D. Trancassinj, direttore della Scuola
maschjle italiana di IsmaiJja, dal 13 a1 16
aprile u. s., la festa della Beata Maria D. Maz-
zarcllo ha attirato una folla di fedeli ai santi
Sacramenti ed al solenne Pontificale di S. E.
Mons. Giulio Girarci, Vicario Apostolico del
Delta del Nilo.
Rappresentava S. E. !'On. Mazzolini, impe-
gnato al Cairo, il R. Vice Console d'Italia,
marchese De Ferrari, delegato anche dal comm.
dott. Morganti. Col Segretar-io di Zona, cav.
prof. Del Sarto, erano tutti i Dirigenti del
Fascio di Eliopoli ed una folla di connazionali.
La cruesa addobbata a cura dei connazionali
Salvatore Saya e Giulio Coppa era sfarzosa-
mente illuminata e le miriadi di lampadine
elettriche irradiavano luci sul granùe quadro
ad olio della Beata Maria Mazzarello ese-
guito con rara perizia da una Suora della
Scuola « Alessandro Manzoni ,,. Il signor Os-
sola, della Società di Eliopoli, aveva agevolato
l'addobho del presbiterio mettendo a disposi-
zione il materiale che poteva occorrere e gareg-
giando con i due italiani a far del suo meglio
per la festa salesiana.
La corale della Scuola delle Figlie di Maria
Ausiliatrice ha eseguito la J\\1cssa a 3 voci del
M.o Ravanello.
---
-Elfopoll (Caìro)• • La cattedrale latina durante le feste della Beat a Mauarello.

1.10 Page 10

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DALLE NOSTRE MISSIONI
Equatore. - La missione d.i Mendez e la colon ia nella valle del fiume Paute.
EQUATORE
A 111atissi1110 Padre,
le mando alcune notizie dalla Missione di
Mendez con gli appunti dell'escursione apo-
stolica Murupaza-Chinimbi, diretta da Don
Ghiriassi, per visitare le numerose Kivarie di-
sperse in quc~le foreste.
UNA VJS/1'A GRADIT/1. - Alcuni
giorni prima della partenza, la Missione ebbe
l'alto onore di una visila ufficiale de,] Co-
loncllo Samrniego, incaricato dal Ministero
della Difesa Nazionale per l'incremento e
il progresso di queste terre. Egli preferì
essere ospite della Missione, anzichè con-
vi\\·cre con la guarnigione militare. Visitò le
nostre Scuole e quelle delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, compresa la scuola dei kivari,
ed ebbe parole di encomio e di incitameJ1to
per la Missione e per i Missionari che, con
immensi sacrifici, attendono alla civilizzazione
dei kivari. Traduco le sue testuali parole,
lasciate come ricordo nell'album della Casa:
«La mia profonda sincera ammirazione alla
molto benemerita Missione salesiana, la cui
fede e la cui virtù sono esempio di abnegazione
e sacrificio e gettano nelle selve cquatoriane
la semente creatrice delle future popolazioni
che saranno la gloria della Patria... 11.
Auspicando all'opera nostra una sempre
maggior diffusione, ci propose la fondazione di
nuove case missionarie a Zamora e a Yaupi;
ma il Vicariato non ha personale. Il Colon-
nello partì entusiasta e ci assicurò d'ogni sua
protezione presso il Governo.
L'ESCURSIONE APOSTOLICA. - Ai
primi di gennaio, sotto la protezione di l\\1aria
Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco, impren-
demmo il viaggio per l'escursione apostolica
nella regione Murupaza- Chinimbi, che durò
una settimana. La nostra casa ambulante era
composta delle cose più necessarie: alcuni cari-
chi di vi,·eri, altare portatile, medicine e regali.
Partimmo con i venti kivat"etti della Missione,
che, ove passavano, lasciavano tracce inù.i-
mcnticabilj di buon esempio e di propaganda
missionaria salesiana.
1I primo giorno lo si passò tutto sotto iJ
caldo-umido ùella foresta, che presentava uno
spettacolo incantevole: un vero labirinto di
alberi dj tutte le forme e misure, intreccian-
tisi in tutte le direzioni. Per rifocillarci sostam-
mo lungo il fiw11e per usufrujre della fresca e
limpida bevanda.
-
-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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C1TECHISMO E MESSA NELLA KI-
Vl1/UA. - Arrivammo alla l{.ivaria <li Uam-
buzrik, che già il sole s'era nascosto dietro i
monti, stanchi e madidi di sudore. Fatta La
cena, recitammo le preghiere della sera: poi
ci stendemmo sopra il duro suolo della Kivaria,
mentre il Missionario chiamava a raccolta un
buon numero di kivari e insegnava Loro le
verità di nostra santa Religione. Dopo la le-
zione di catechismo cominciò la conversazione
interrotta di tanto in tanto da qualche sonora
risata dei selvaggi.
AL mattino, svegliatici per tempo, prepa-
rammo l'altare per la S. Messa. I kivaretti
inginocchiati e ben raccolti pregavano nella
propria lingua, cantando lodi a Gesù e a Maria
SS.ma mentre alcuni s'accostavano alla santa
Comunione. Finita la S. Messa distribuimmo
alcuni regali e consumammo in fretta la co-
lazione. Il viaggio <lei secondo giorno fu i-,iù
lungo e faticoso anche pei fiumi da guadare.
Più di venti volte ci trovammo con l'acqua
fin sopra le ginocchia, che, nei luoghi più pe-
ricolosi, riusciva a strappare il carico dalle
spalle di qualche kivaretto.
LA PECORELLA SMARRITA. - In
uno dei guadi, assistemmo a un episodio molto
significativo per la nostra opera missionaria:
il ritrovamento di w1 kivaretto di nome Puén-
giara, che, tempo addietro nostro alunno, era
fuggito dalla l\\1is~ione e non aveva più dato
notizie di sè. L'intenso affetto che tutti i
bimbi kivari portano ai genitori e lo spirito
di assoluta indipendenza l'avevano deciso
alla fuga. Chissà quante volte avrà pensato ai
benefici ricevuti nella Missione, all'allegria
che vi regnava, ai Superiori che tanto lo ama-
vano I E quante ,·alte avrà desiderato di ritor-
nare! Olfertasi l'occasione, ne aprrofittò.
Appena ci vide passare dalla sua K.ivari;i ci
corse incontro, ùeciso a seguire il missionario
e tornare alJa missione per farsi più buono.
Peri> egli aveva fatto i conti senza l'oste: sua
madre, un tipo forte e fiero delle tradizioni
kivare, che se fosse stata presente al colloquio
non l'avrebbe di certo lasciato partire. Lo seppe
quand'egli era già in marcia dietro di noi;
montò su tutte le furie, e, urlando e piangendo
disperatamente, lo ineeguì fino a raggiungerlo
nascosto sotto un piccolo <• ranko ,1. Come
l'ebbe fra le mani, se lo strinse al petto, decisa
a riportarselo a casa. Noi, comprendendo la
delicatezza della situazione, riprendemmo il
cammino, rinunziando a ragionare col cuore
della mamma che non era in grado di apprez-
-zare il vantaggio della civile educazione del
170
figlio. Ma il ragazzo era ormai irremovibile
nel proposito di tornare alla missione e, colto
un momento favorevole, si divincolò dalla
stretta della madre, raggiunse di corsa il fiume,
Io attraversò in fretta e si uni alla nostra co-
mitiva, mentre le grida della madre e di altre
kivarc risuonavano nel silenzio della foresta
in richiami disperati. Non andò molto che
quelle lagrime di dolore si trasformarono in
lagrime di gioia: quando la madre potè vedere
i frutti della buona educazione che il figlio
riprese a seguire alla missione con sua e
nostra consolazione.
Il viaggio procedelte senza alcun incidente
fino alla mèta: Chinimbi, la nostra stazione mis-
sionaria, fra Mendez e Macas. Arrivammo
stanchi e spossati, verso sera, e mangiammo
un po' di minestra con « yuca », preparata su
cucina all'aperto. Più che di cibo sentivamo
bisogno di riposo. Ma i ragazzi non ne vo-
levano sapere.
LA TIGRE NELLA MISSIONE. - Ave-
vano sentito dire che da alcuni giorni giron-
zolava nei dintorni una tigre affamata che,
la notte precedente, aveva carpito un maiale
al custode della nostra casa e se l'era mangiato.
Non era a stupire che i giovinetti avessero
paura e preferissero vegliare per evitare qualche
tragica sorpresa. I più coraggiosi volevano
montar la guardia. Io mi sfor7,ai di assicurarli
che non sarebbe successo nulla e li ezortai a
raccomandarsi a Maria Santissima Ausilia-
trice. Su quelle testoline stanche, che per cu-
scino avevano il duro suolo del piccolo cor-
ridoio della casa, vegliavano gli Angeli Custodi.
L'indomani mattina, si alzarono tutti contenti,
sani e salvi. La bestia venne poi sorpresa il
giorno dopo la nostra partenza da Chinimbì,
mentre faceva strage cli galline, ed uccisa a
colpi di scure dal nostro custode, un tipo forte
e coraggioso, che s'azzardò ad affrontarla. Si
salvò per miracolo, e, com'egli affermava, par-
ticola1mente per intercessione di Maria Ausi-
lialrice, di cui era tanto divoto.
A Chinimbi ci riposammo due giorni. I ki-
varetti ebbero quindi agio <li far valere la loro
maestria nella pesca e nella caccia. Da ogni
piccola escursione tornavano fomiti di pesci
e di uccelletti, che in un momento passavano
sul fuoco per saziar l'appetito della comitiva.
Durante la nostra permanenza a Chinimbl
fu un continuo accorrere di kivari a salutare
e a conversare col l\\1issionario, che per tutti
aveva la sua buona parola e tutti invitava a
tornare il giorno appresso, festa dell'Epifania,
ad ascoltare la santa Messa.

2.2 Page 12

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Il mattino seguente, se ne diede per tempo
il segnale con un vecchio corno. Il suono cupo
del rudimenlale stromento rimbombava nel-
1'immensa foresta per annunziare a tulti l'im-
minenza della celebrazione del santo sacrificio.
Alcuni kiv.ui furono puntuali; altri arrivarono
quando la :\\lessa era finita.
IL RITORVO. - Ripartiti dn Cltinimbl,
prendemmo un'altra direzione e visitammo
le varie Kivarie disperse. li viaggio ci fu anche
più faticoso pel fango e per le piof{ge. Di notte
dormivamo sotto una misera capanna col fuoco
acceso ai piedi, secondo il costume dei kivari.
I ragazzi si divenivano un mondo perchè sem-
brava loro cli tro,·arsi nelle loro case, e di rivi-
vere un poco della loro vira selvaggia.
I giorni pa,;sarnno e i viveri diminuivano:
bisognò vincere la stanchezza e marciare a
tappe forzate.
Arrivammo alla Missione il sabato sera, ac-
colti dal direttore e dai confratelli con affet-
tuoso entusiasmo.
L'escursione ha risvegliato nei nostri cuori
maggior fervore per la nostra vocazione e
mauior spirito di sacrificio, ed ha recato ai
poveri seh·aggi un po' di conforto crilltiano.
Ci benedica, amato Padre, e ci raccomandi
alla carità dei Cooperatori.
Aff.rno in C. J.
l\\1n1d1'::, 20 gennaio 1939.
BENVE:-.UTO SCARPARJ
_Uissio11ario Salesia110.
ASSAM
Fervore edificante.
Amatissimo Padre,
giorni or sono abbiamo celebrato con grande
trasporto ed entusiasmo qui sulle sponde del
Bramaputra, la festa di S. Giovanni Bosco.
È per noi motivo di grande gioia e conforto il
vedere quanto il buon Padre sia amato dai
nostri cristiani e specialmente dai nostri gio-
vani. La festa in suo onore assume di anno in
anno maggior splendore ed attira un sempre
maggior numero di fedeli.
BUO 'I CATECHI STI. - Quest'anno
l'abbiamo fatta precedere da una muta di
esercizi spirituali pei catechisti seguita da una
seconda pei giovani delle nostre varie scuole
sparse per la missione. Oltre u1\\ centinaio di
zelanti catechisti indigeni ci edificarono col
loro contegno raccolto e la loro pietà fervente.
Sono essi i nostri m igliori coadiutori nell'opera
della propagazione della fede. Ora che hanno
assimilato cosi bene il nostro spirito noi non
abbiamo alcun timore per l'avvenire della
nostra missione. La vita cristiana si è ormai
cosl fortemente rassodata che saprà resistere a
qualsiasi prova. Le nostre 150 comunità sono
altrettante oasi cristiane esuberanti di vita.
E la propagazione eva11gelica ci dà ogni anno
circa 2000 anime che lo zelo ardente e il
- Equatore. Vb1ila del Colonnello S3manlc(lo llll 3 MJs,lono d i Mcn~oL.
171
-

2.3 Page 13

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grande spirito di sacrificio dei nostri catechisti
preparano al S. Battesimo.
Data l'estensione della nostra missione ab-
biamo pensato di dividerla in dodici zone o
sotto-distretti, ponendo a capo un catechista
~celto. Questi capi-catechisti faMo le nostre
veci: visitano mensilmente le varie cristianità e
sciolgono i casi e le difficoltà che possono capi-
tare. Il primo venerdì di ogni mese, vengono
aJ centro a fare il loro rendiconto al mis3io-
nario ed a ricevere le necessarie istnizioni e
disposizioni. Al ritorno, tengono 1;ubito una
riunione generale nella loro zona e portano a
conosce1iza <li rutti i nostri desideri ed i no~tri
avvisi. In tal modo noi possiamo moltiplicarci
ed essere al corrente di tutto.
,, Un esercito di catechisti, capitanato da un
pugno di missionari - fu giustamente osser-
vato - ecco la salvezza immediata delle ::Vlis-
sioni 11. Il catechista indigeno I Soltanto noi
missionari possiamo apprezzare appieno la sua
importanza e necessità. È lui che ci prepara
la ,-ria, che ci dissoda il terreno, che ci conduce
per mano! Noi passiamo veloci da w1 villaggio
all'altro: predichiamo, battezziamo e... conti-
niamo il cammù10! Il catechista invece r imane
sul posto: egli ha istruito i catecumeni; li ha
preparati al battesimo e continua la loro forma-
zione cristiana. L'India si trova ad una svolta
decisiva della sua storia: c'è nell'anima indiana
un desiderio di rinnovazione, W1 orientamento
sempre più spiccato verso l'ideale cristiano.
" I nostri dèi non ci ascoltano più n mi diceva
un vecchio bramino. Egli, senza saperlo, espri-
meva la sfiducia comune ormai e l'anelito del-
l'India nuova verso qualcosa cli più elevato e
puro! Oh, se avessimo un esercito di cate-
chisti da lanciare alla santa conquista! AIlora
potremmo assistere ad una meravigliosa fiori-
tura di vita cristiana I
LE NOSTRE SCUOLE. - Nella nostra
Missione di T ezpur abbiamo una cinquantina
cli scuole diurne e serali nei villaggi e nelle
piantagioni di tè. In questi ultimi anni abbiamo
aperto nei centri più importanti delle scuole-
convitto con lo scopo di radunare i g iovani dei
villaggi vicini e di dar loro una istruzione più
adatta e completa. Queste scuole sono come
piccol i collegi all'apostolica. Un capannone
serve eia dormitorio e sala <li studio, un altro
v:ene diviso mediante una leggera parete <li
bambù, e le aule scolastiche sono pronte: al-
cune stuoie per terra, una lavagna cd un croce-
fisso... C'è un campo per i giochi, un fiume
vicino per la pesca, la foresta per la caccia, ed
i nostri indianetti sono pil'.1 che felici. Es~i stessi
s;:,accano la legna, fanno la cucina, curano la
pulizia dei locali, ccc...
Quest'anno pensammo di raccogliere i più
grandicelli per un corso di Esercizi spirituali
al centro. Non ci vollero molti preparativi per
la partenza: su un bastone di bambù infilarono
una leggera coperta, una grossa scodella di
rame, w1a piccola stuoia e... la sera stessa arri-
varono a T ezpur stanchi e coperti di polvere,
ma raggianti di gioia. D on Bosco dall'alto del-
l'altare sorrideva contento di trovarsi in mezzo
a tutti quei vispi indianetti ch'egli aveva visto
nei suoi sogni tanti anni addietro. Era la prima
volta ch'essi facevano gli Esercizi spirituali;
ma dal loro contegno cosi raccolto e devoto, dal
silenzio prolungato sembravano tanti fratini.
Sono le speranze della nostra missione! Da
172
Tezpur. • S. E. Mons. Ferrando 1icne l'omelia al fedeli duranle il Pontific ale.
-

2.4 Page 14

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queste scuole noi potremo ;-ifornirci di nume-
rosi e zelanti catechisti che faranno un ben:
immenso nella comunità cristiana e tra le
popolazioni pagane. Stanno sbocciando le prime
vocazioni e saranno anche presto trapianlate
nei nostri noviziati e seminari di Sonada c
di Shillong...
UNA f'ISTT.d JL/.,USTRE. - In questi
giorni la nostra missione Yenne onorata dalla
visita del signor \\V. Shaw, - il Depuly Co111-
111isiouer - che rappresenta la più alta carica
governativa della regione. Egli è un nostro
grande amico e ammiratore dell'opera educa-
tiva tli Dcm Bosco. Fu lui che ci aiutò in mu-
menti difficili e ci regalò Yari appezzamenti di
terreno per le nostre scuole. Accompagnato
dalla sua signora, egli ,·enne ossequiato al por-
tone d'ingresso dai missionari ed acclamato
dai nostri gio,·ani. \\'olle visitare i lavori del-
l'erigenda ch:csa a S. Giovanni Bosco compia-
cendosi v:vamente che son~a qui in Tezpur
un temrio dewcato al grande educatore cella
Assam. - Un buon cateChista
colla sua r"miglfa.
LA FESTA DI D.
BOSCO E DELLA
BEATA 111. MAZZA-
RELLO. - Così si
giwice al gran giorno.
l nostri catechisti ave-
vano portato la lieta
novella tla un capo al-
l'altro della nostra mis-
!:ione: per la festa di
Don Bosco nessuno do-
veva mancare. I mem-
bri di Azione Calto-
lica si erano dati d'at-
torno per preparare i
catecumeni a 1·icevere
Tczpur. - Gli orfanelli in preghiera.
degnamente il santo
battesimo ed i giovani
giovenù. Segui w1 breve trattenimento durante ad accostarsi aIla santa comunione per la
il quale i nostri giovani cattolici 11ella loro prima volta.
nuova e bella divisa eseguirono alcuni saggi Intanto la collina della l\\iissione aveva su-
ginnastici e lessero degli indirizzi di omaggio bito una pittoresca trasformazione. Archi trion-
in inglese, hindi e assamese. Nel ringraziare, fali, iscrizioni, bandierine multicolori facevano
il signor Shaw ebbe parole di grande encomio bella mostra di cd attiravano un gran nu-
per l'opera altamente educativa che i .figli di mero di curiosi. li pendio della collina era let-
Don Bosco svolgono nell'Assam e nel!'India teralmente coperto di tettoie impron·isate e di
tutta e fece voto che anche qui a Tezpur capanne di paglia destinate a raccogliere i nu-
sorga presto una scuola industriale sull'esem- merosi pellegrini. Nel grande r.piazzo di fronte
pio di qudle di Gauhati e Shillong.
all'erigenda chiesa era sorto W1 immenso altare
1 73

2.5 Page 15

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sul quale troneggiava La dolce immagine del
Santo. I folti gruppi e le numerose comitive
<lei nostri cristiani giunsero al rullo <lei loro
grossi tamburi, sventolando bandiere, dopo
aver percorso a piedi delle distanze di 10. 20
e più chilometri. « Don B osco ki jay!: Viva
Don Bosco! », era il saluto che prorompeva da
tutti i cuori.
L'in<lonuni accogliemmo in trionfo S. E.
Mons. Ferrando, nostro amatissimo Vescovo,
felice cli tornare in mezzo alle sue pecorelle ed
ai suoi agnelli! Questi ultimi si disputarono il
loro Pastore con un mondo di feste. Per desi-
derio di Monsignore quest'anno abbiamo preso
per tema delle conferenze e discussioni « il
catechismo nella casa, nella scuola e nella
chiesa,,. L'importante argomento fu trattato
con conoscenza e convinzione da vari catechisti
e membri di Azione cattolica. Ogni sera poi
gli alunni nelle nostt·e scuole-convitto svolge-
vano un programma di canti e recitazione,
suscitando vivissimi applausi. Le alunne elci-
l'orfanotrofio tenuto dalle Figl:e di Mar:a Au-
siliatrice vollero commemorare la Beata l\\1aria
Niazzarello con una simpatica accademia.
Il sabato e la domenica furono giornate trion-
fali l Un buon numero di catecumeni vennero
rigenerati dal santo battesimo. Il pontificale
non poteva riuscire più imponente: numerose
prime comunioni, mentre 5 sacerdoti erano
impegnati per lungo tempo a spezzare il Pnne
dei forti ad un:1 innumerevole turba di fedeli.
P tardi, oltre 300 neofiti ricevettero il Sacra-
mento della Con formazione.
ALL'ESPOSIZIONE. - In giornata si
anelli pure a fare una visita all'esposizione gover-
n:niva alla quale la l\\Iissione cattolica aveva
preso una parte importante con due padiglioni:
uno per le nostre scuole industriali e l'altro
per il labora~orio di ricamo delle suore. J\\m-
bedue attirarono una fiumana cli visitatori
che furono assai larghi <li lodi e di ammi-
razione.
Poi verso il tramonto si organizzò la proces-
sione eucaristica attraven;o le vie della città e
lungo le sponde <lei Bramaputra che riusci
un'imponente manifestazione <li fede cattolica.
Pochi giorni prima, per la festa del Pujah, gli
hindù avevano fatto lo stesso percorso per por-
tare ad immergere nel fiume i loro idoli di
fango... ~oi portammo il Re della gloria in
un tripudio osannante accompagnato da mi-
gliaia di sudditi fedeli...
La piccola campana della l\\11.issione avrebbe
voluto superarsi e moltiplicarsi: dopo l'ultima
- - benedizione, riecheggiarono gli inni sacri e gli
ultimi poosenti t( Jesu ki barai: Sia lode a Gesù ,,
e «Don Bosco kijay: Viva Don Bosco! >>.
Oh, amato Padre, ci aiuti a rendere sempre
più ardenti e possenti questi inni di lode.
Aff.mo in G. C.
Don LUIGI &\\VALICO
l\\Jissionario Salesiano.
BIRMANIA
L'inizio dell'Opera Salesiana.
Amatissimo Sig. D. Ricaldo11e,
mentre il piroscafo lentamente si allontana
dalla banchina di Rangoon il mio sguardo si
posa ancora una volta su quella foresta di gu-
glie d'innumerevoli pagode ricoperte di lamine
d'oro che scintillano al sole come un giorno
le mura dorate del tempio cli Gerusalemme,
in una paziente e prolungata attesa di divenire
altrettanti tabernacoli del Dio vivente...
UNA PREZIOSA. EREDITÀ. - Il mio
pensiero però corre ai cari confratelli che
ieri notte ho lasciato a Mandalay co11a pa-
rola d'ordine: « Facciamo come faceva Don
Bosco e trionferemo anche in Birmania n.
Ora la grande metropoli binnanel:e è scom-
parsa all'orizzonte: eccomi solo nel golfo del
Bengala diretto verso Calcutta. La nave mi
porta lontano, mio malgrado: io sento però di
rimanere in questa gioiosa terra della Bir-
mania, nuovo campo di lavoro per i Figli di
Don Bosco! Da anni lavoriamo in Cina, nel
Siam, nell'India: una sola nazione ci separava
gli uni dagli altri; oggi non p iù. Don Bo!:co
per mezzo dei suoi figli, col suo [,pirito e col
suo metodo, ha preso i primi contatti con la
gioventù di un popolo nuovo, il birmanese,
ch'egli vide nei suoi sogni e che oggi bene-
dice sorridente dal Cielo. È per n:>i motivo di
g rande incoraggiamento e di viva gioia il s:1-
pere che il buon Padre in una mirabile visione
vide i suoi fi61i dell'India andare a stringere la
mano a quelli della Cina. La nuova casa di
Mandalay segna appunto il tratto cli unione
collegando questa città, mediante una nuova
strada, con Yunnanfu alla frontiera cinese dove
sorge una fiorente scuola professionale sale-
siana.
Da dieci anni un ottimo sacerdote, il buon
Padre Lafon, delle Missioni estere di Parigi,
scriveva continuamente lettere all'ispettore dei
Salesiani in India e - lei lo sa - ai Superiori

2.6 Page 16

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di Torino, msioso di consegnare ai figli di
D :>n Bosco un orfanotrofio fondato da lui
medesimo molti anni addietro e che, a causa
della sua età troppo avanzata, 11011 poteva diri-
gere più a lungo. Alle sue insistenti richieste
si aggiunsero quelle di S. E. Mons. A. Falière,
Vicario Apostolico di Mandalay e poi ancora
quelle più pressanti della S. Congregazione di
Propaganda Fide.
L'anno scorso, in una visita a Mandalay,
S. E. Mons. Kierkels, Delegato Apostolico
delle Indie Orientali, volle onorare la nostra
Congregazione congratulandosi vivamente col
Padre Lafon per la scelta fatta nel chiamare i
Salesiani a continuare l'opera da lui comin-
ciata a pro' di tanta povera gioventù.
L'ARRIT'O DEI PRIMI SALESIANI IN
BIRMANJA. - Eravamo dunque molto at-
te&i e desiderati, e fummo assai cordialmente
ricevuti la mattina del 27 gennaio, quando
l'Amra gettò l'ancora nel porto di Rangoon
sulle sponde del maestoi;o fiume Irrawaddi. Un
gruppo di cx-allievi della scuola di Mandalay
ed un bel numero di amici ed ammiratori ci
diedero il bem·enuto in terra birmanese e ci
colmarono di gentilezze ed affettuo:;e atten-
iioni per tutto il giorno. lVIa mentre ci accom-
pagnavano da un punto all'altro di questa
grande e bella città a visitare le varie ed impo-
nenti opere canoHche, il nostro pen5iero cor-
reva alla mèta del lungo viaggio: la tanto sospi-
rata Mandalay.
Una notte di treno ci portò tra le braccia del
venerando Padre Lafon che ci aspettava an-
sioso alla stazione con un folto gruppo dei suoi
giovani. Don Bosco ci aveva preceduti da pa-
recchi anni e fu lui a darci il benvenuto nella
bella chiesa, vero monumento d'arte, costruita
dallo stesso Padre Lafon con tanta cura e con
profondo senso cli pietà. « Sono cinque anni
- mi disse il pio Ye.~liardo - che que~ti poveri
orfani s'inginocchiano davanti a questa imma-
gine e pregano Don Bosco di mandare i suoi
figli in mezzo a loro I 11. Queste parole mi richia-
marono alla memoria la visione profetica del
Padre; mi parve cli udire quel coro giovanile:
« Ti abbiamo aspettato tanto... ora non ti la-
sceremo più... n, e la com.mozione mi salì dal
cuore.
LA PRIMA FESTA DI DON BOSCO IN
BJRMANIA. - Pensammo quindi cli ren-
dere un primo solenne omaggio a Don Bosco
celebrando nella chiesa dell'Orfanotrofio la
prima festa del nostro Santo Fondatore in Bir-
mania. Il nostro arrivo coincise con la data
Mandalay (Birmania).• La cblesa parrocc_hiale d1 San
Giuseppe affidata dal P. Lafon ai Salesiani.
liturgica, e S. E. Mons. Fal;ère volle esternare
la sua gioia per l'arrivo dei Salesiani celebrando
un solenne Pontificale a cui presero parte tutte
le comun:cà religio~e del luogo ed un folto
stuolo di ferventi amici. A sera, nello spazioso
cortile dell'Orfanotrofio si tenne un simpatico
trattenimento con grande concorso di popolo
e la partecipazione quasi totale delle Autorità
del luogo. Con accento commosso il Padre
Lafon parlò della Società Salesiana e delle varie
sue opc1·e a vantaggio della gioventù povera ed
abbandonata e si disse felice di consegnare ai
figli del grande educatore e padre degli or-
fani la sua scuola cd il suo orfanotrofio, di-
sposto a cantare il mmc dimàtis, perchè sapeva
cli la~ciare nelle migliori mani il suo patri-
monio!
Io mi sentii profondamente commosso nel
ringraziare S. E. Mons. Falière che ci aveva
dimostrata tanta paterna bontà e specialmente
Pad:e Lafon che ci ha fatto un dono tanto caro
al nostro cuore cli figli di Don Bosco. << Noi
siamo felici - ho detto - cli raccogliere la
sua eredità spirituale, perchè in tal modo por-
tiamo a compimento la visione profetica del
nostro Santo Fondatore. I sei Salesiani desti-
nati a Man<lalay spiegheranno tutte le loro
energie per questi cari giovani bim1anesi.
- Presto accanto alla scuola superiore sorgerà
175

2.7 Page 17

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Mandalay, • Interno della chlesa parrocchiale d1 San Giuseppe.
una scuola industriale che perpetuerà l'opera
ed il nome del D on Bosco della B;rrnania,
Padre GioYanni Lafon >>.
PRESA DI POSSESSO E DIFFICOLTÀ.
- Lo stesso giorno ebbe luogo la solenne presa
di possesso dell'orfanotrofio e delle varie opere
annesse. Oltre all'orfanotrofio c'è infatti la
chiesa e la parrocchia pei cattoEci cinesi, la
Casa per le vedove, il Catecumenato, la Scuola
pubblica.
Il nuovo Direttore e Parroco, Don Antonio
Alessi, ed i cinque giovani confratelli si misero
subito al lavoro con grande entusiasmo e spi-
rito ili sacrificio. No:-i potevano mancare prove
e difficoltà, necessarie per dare il suggello di-
vino alla nuova opera. Quella che maggior-
mente ci turbò fu la repentina e grave malattia
cli un confratello coaruutore che, colpito da
febbre tifoidea, cor3e grave pericolo di vita e
si salvò, a detta dei medici curanti, rer un
vero miracolo di Don Bosco.
A questo si aggiunse la lingua nuova e diffi-
cile è.a imparare, un caldo opprimente e sner-
vante, un periodo di sconvolgimenti politici e
di scioperi che minacciarono persino la pace e
Guglie di una pagoda.
Tipi caratteristici di una tribù blrmancse.

2.8 Page 18

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l'ordine della nostra casa... ì\\Ia Don Bosco, che
ci aveva preceduti e ci aveva chiamati, ci aiutò
in tutto. Lo potei constatare personalmente du-
rante quel primo difficile mese di permanenza
a Mandalay. Mai come in quei giorni potei
esperimentare la bontà del nostro sistema,
fatto di vigilanza e di amore. I giovani si con-
vinsero subito di una cosa: che i Salesiani li
amavano e che desideravano iJ loro bene; e
furono guadagnati.
Potei quindi ri.prendere la via del ritorno
pcrsua~o che .l'opera di Mandalay, voluta e
henedetta da Don Bosco, ed iniziata nel suo
dies natalis, avrà un radioso avvenire. Il campo
a noi affidato nel cuore della Birmania, amato
Padre, è assai vasto ed importante. La nostra
Società è destinata a scrivere pagine gloriose
in questa terra dalle pagode dorate e dai verdi
campi, in mezzo a questo popolo così ospitale
ed allegro...
Mandalay è il piccolo seme che dovrà svi-
lupparsi in albero gigante ed estendere i suoi
rami dall'lrrawaddi al Chindwin. Ai nostri
cari Cooperatori inaffiare con la loro carità
questo seme. La nostra casa ha urgente bisogno
di molte cose: la più importante è l'acqua.
Prima di partire, Don Alessi mi pregava di
trovargli al più presto 600 rnpie (L. 5000)
per la costruzione di un pozzo artesiano ed i
relativi acquedotti.
Amato Padre, voglia estendere un'ampia e
speciale benedizione ai suoi Figli di questa
incipiente casa della Birmania settentrionale
ed a quanti verranno generosamente in nostro
soccorso.
In Bir-
mani a:
Stalua
di
Budda.
F ron te
di uni
pagoda
di Man•
dalay.
Da bordo del << Kerapara », 1 marzo 1939.
J\\fons. V1NCE:-.zo ScuoE1n
A111111i11istratore Apostolico di Khrisuagar.
Du.e sposi birmanesi.
- Un 'al tra p agocl3 buddista.
177
-

2.9 Page 19

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CINA
Due anni di guerra.
Un rapido cenno dell'odissea delle Figlie di
Maria Ausiliatrice residenti a Chapei dal primo
bombardamento di Shanghai nell'agosto 1937
al gennaio 1939.
Fino alla vigilia, si può dire, dell'inattesa
bufera, la loro vita scorse normalmente nel
nuovo osped11le « Cuore Immacolato di Ma-
ria >1, dovuto alla muni.ficenza del benemerito
comm. Lo-Pa-Hong, dove si erano trasferite
appena da un anno. Tutto, anzi, faceva spe-
rare uno sviluppo sempre maggiore delle varie
opere che, i.n breve tempo, cominciarono a
mscitare intorno all'ospedale: l'orfanotrofio,
una piccola scuola elementare, l'oratorio fe-
stivo, la visita dei malati a dom:cilio, ecc. Nu-
merosi i battesimi tra gli infermi, anche adulti,
e non pochi i cattolici, sviati e dispersi dalle
tristi vicende della guerra cino-giapponese del
Mandalay. - P. Lafon in piedi con Mons. Scudcrl;
- - S. E. Mons. Faliérc seduto col Sig. D. Candela.
1932, vennero r;condotti alla fede ed alla pra-
tica della vita cristiana.
Ai pri.mi gruppi di neo-comunicandi, altri se
ne stavano preparando in occasione della pros-
sima solennità dell'Assunta; ne mancavano le
primizie di vocazioni indigene: due giovanette
cinesi di Shanghai, aspiranti alla vita religiosa
salesiana...
Tutto questo fervore di vita fu arrestato bru-
scamente la sera del 12 agosto, quando giunse
inattesa la notizia del pericolo imminente in
cui versava l'ospedale e la necessità di abbando-
narlo al più presto. Con due auto-ambulanze
le suore, aiutate dai Salesiani, provvidero anzi-
tutto a porre in salvo ammalati e bambini, fa-
cendoli ritirare in ospedali e ricoveri, situati
i.n altra parte dell'estesa città, e poi, col cuore
angosciato, dovettero allontanarsi anch'esse,
trovando ospitalità presso le ottime Madri
Francescane d i Maria, che già. le avevano ac-
colte al loro arrivo in Shanghai.
All'indomani ritornarono all'ospedale, cer-
cando di poter salvare qualche cosa, almeno
delle più indispensabili; ma furono costrette a
ritirarsi presto, perchè il fragore della guerra
si avvicinava, e tutto il quartiere stava per es-
sere accerchiato e tagliato fuori dal resto ùella
città.
Due giorni dopo, proprio nella festa del-
1'Assunta, dovettero lasciare in tutta fretta
anche l'ospedale « Sacro Cuore i, delle Madri
Francescane che sta,-a per essere distrutto
dalle bombe e dalle fiamme. Si rifugiarono al-
lora nella così detta « Concessione francese »,
la parte relativamente più sicura, accolte nella
Casa centrale delle buone Suore della Carità.
Pr;ve di tutto, giacchè nella ripetuta fuga
perdettero anche quel poco già faticosamente
salvato, non perdettero lo spirito missionario.
E, richieste per l'assistenza dei numerosi sol-
dati cinesi feriti, raccolti nella v icina Univer-
sità cattolica dei Padri Gesuiti trasformata in
ospedale, si prestarono attivamente nella pie-
tosa opera di carità. Ben pochi dei poveri sol-
dati morenti passarono all'altra vita senza il
santo battesimo che chiedevano sovente essi
stessi. Anche tra le migliaia di profughi ammas-
sati all'intorno poterono guadagnare anime a
Dio.
Il ro dicembre, durante una tregua, ri.ntrac-
ciarono la loro residenza di Chapei; ma non
vi trovarono che desolazione e rovine. Muri e
tetti squarciati da larghe fenditure, pareti crol-
late, pavimenti sfondati... Dell'arredamento,
più nulla; i centoventi letti, i mobili, le suppel-
lettili lasciate nell'affrettata fuga, perfino le
porte e le intelaiature delle finestre: tutto aspor-

2.10 Page 20

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tato per consolidare il terriccio delle circo-
stanti improvvisate trincee. Anche !'alture della
cappella e il tabernacolo erano finiti nei rialzi
di terreno trasfom1ati in barricate, insieme alle
casse da mono, dissotterrate dal vicino cimi-
tero pagano e usate allo stesso scopo... Tutt'in-
torno, del popoloso borgo non rimanevano che
ruderi; la bufera della guerra cuno a\\"crn deva-
stato e travolto...
Per colmo di sventura, una mano assassina
aveva troncato anche la nobile esistenza del
loro benefattore, comm. Lo-Pa-Ilong.
Fidando nella Provvidenza, esse continua-
rono generosamente a prodigarsi fra le vittime
della guerra; p:>\\'ere anch'e,;w fra i poveri, do-
nando, però, abbondanti ricchezze di conforto
e tesori spirituali. Ferrti, profughi e gli stessi
colerosi offersero largo campo al loro fervore
di carità, ispirato dall'esempio di S. Giovanni
Bosco, e confortato da quella soprannaturnle
immunità dal contagio, assicurata dal Santo, frn
l'infierire dell'epidemia, nella fuga del peccato
e nella devozione alla '.\\Iadonna. Ogni giorno
tre o quatlro battesimi, non di soli fanciuJl.i,
ma anche di adulti morenti, conquistati alla
fede dalla luce tiella carità, furono la ricom-
pen':la divina dei loro sacrifici; e la notizia
della professione rdigiosa delle prime quattro
suore cinc$i nel Vicariato Apostolico <li Shiu
Chow, il più grnn<lc conforto.
.11 23 febbraio, poterono finalmente trovare
nel quartiere di Yant7..cpoo un'umile casetta,
prO\\'\\ isoriamente occupata da truppe cli pas-
sa(!gio dell'armata giapponese, e off.:rta senza
affi-.to dal padrone cattolico. Allogate in un
\\·icino minuscolo alloggio, le nostre Suore atte-
sero che la casa fosse sgombrata <lai soldati, e
subito dopo incominciarono il lavoro di sgros-
samento e di 1mlizia, più facile forne a imma-
gin.arc che a dc.,;crivere. Come una vera provvi-
denza si considerarono le povere masserizie
rrorntc\\·i: mobili più o meno sgangherati, pen-
tole, catini, piatti, scodelle...: cm.e tutte che,
diliia-cntemcntc ag_giuuate e di:tinfottate, pre-
starono otumo ~-cn·izio.
Bi tratla\\'a intanto di pensare all'opera da
iniziare; cd ecco, subito la prima ùomen;ca,
andando in parrocchia, incontrare due ragazz..:
opl.!raie occupate in una vicina fubbr:ca giap-
ponese. Seppero che, come loro, ve n'erano
altre cauoLche, part1colarmcnte bisognose di
protezione e d'assistenza. Pensarono quindi di
aprire un piccolo com-itto operaio, che rac-
colse in brcn.: 24 ragaz7.e cinesi, quasi tutte
crii,tianc, meno alcune catecumenc e pochis-
sime ancora pagane, le quali cominciarono
quasi subito a frequentare la chiesa con le
altre, dando speranza di conversione. Oltre a
queste interne, alla domenica, le suore aper-
sero le porte ad alcw1e esterne che, insieme alle
prime, venivano condotte in parrocchia e as-
sistite nel compimento dei loro doveri reli-
giosi.
La Provvidenza benedisse il loro spirito di
apostolato e dopo alcuni mesi di questo adatta-
mento permise loro di affittare un'altra casa,
poco <listante da quella <lei Salesiani. Qui\\·i,
non essendovi più in tulto il quartiere nessuna
scuoln femminile, per venire in aiuto alle po-
vere bambine prive ili assistenza abbandonate
per le vie, apersero subito, presso alla nostra
parrocchia, una scuolena, accontentandosi, nel-
l'estrema penuria di locale, di una mix ra pa-
goda, già adibita a scuola pagana, dove, fra
idoli, incensieri cd altro, ebbero la ben poco
gradita sorpresa di trovarvi anche... un depo-
sito di casse da morto... da anni in attesa di
sepoltura... Iniziarono pure un po' d'Oratorio
festivo per bimbe e bimbi dello strada, ed atti-
rarono anche le mamme...
Queste, le ultime notizie delle Figlie di
l\\.Iarin Ausiliarrice resid<:nti a Shanghai.
Delle missionarie, residenti nel Yicariato
Apostolico di Shiu-Chow, ora in piena zona di
bombardamenti aerei, sappiamo solo che nel
settembre del 1937, per disposizione del Vi-
cario Apostolico, tutte, suore, novizie, orfa-
nelle e cicche, lasciarono la capitale dove i
frequenti bombardamenti continua\\·ano a fare
vittime, e si rifugiarono a Pak-1Jeong, io uno
sperduto villaggio dell'intcmo. Qui trascorsero
due mesi, in mezzo a privazioni d'ogni genere,
colpite anche quasi tulle dalle febbri m.aJa-
richc, contratte in quelle grandi estensioni di
risaie.
Il 18 novembre, ancora per l'inLcrcssamento
del Vicario Apostolico, ~;embrando ce::sato il
più grave pericolo dei homb,ud:unenti aerei,
fecero ritorno a Shiu-Chow, e poterono fer-
marsi qualche tempo, malgrado le nuove, ripe-
rute incun;ioni aeree. Quivi il J, gennaio 193S,
nella ricorrenza giubila.re di S. G. Bo~co, S. E.
Mons. Can:17,ej ricevette la profcs!lione religiosa
delle prime.: quattro novizie cinc.:t;i.
In seguito, sempre sotto il fuoco delle fre -
quentissime incun;ioni aeree, e pur prodigic•-
samcnte protette da l\\laria ,.\\usiliatr:ce, prova-
rono le tristi conxguen7..e dei dolorosi avvcn·-
menti: dovettero più \\!Oltc trovar scampo a'-
tro\\'e, e per parecchio tempo, prive <li comuni-
cazioni, non poterono inviare aie ma notizia.
Le ultime ricevute sono quelle.: della lettera di
S. E. l\\Ton,;. \\' icario Apostolico pubblicata nel
- BollttLùw di marzo, pag. 80.
179

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Mandalay. - li gruppo delle vedove cinesi dell 'Opera fondata dal P . L afon.
GIAPPONE
Cause ed e ffetti, frutti e speranze.
Rev.mo ed a111at.1110 si.g. Don Ricaldone,
dopo la lettura del resoconto missionario del
decorso anno, da varie parti mi si domanda
perchè in Giappone il ritmo delle conversioni
non è cosi celere come in altre parti del mondo.
Rispondo volentieri, tanto più che non vorrei
che la domanda rappresentasse un senso di ti-
more o ùi stanchezza per parte di amici o bene-
fattori nostri, quasi che, vedendo l'inutilità
degli sforzi o la scarsità dei risultati, fossimo
tutti autorizzati a rallentare, o, convinti del
lavoro a vuoto, fossimo tentati a desistere dal-
l'impresa dell'apostolato. Oh no! am'ci e Coo-
peratori carissimi: le difficoltà anzi devono ecci-
tare e proporzionare scmp1·e più gli sforzi e
formare quel senso sicuro e calmo di resi-
stenza, conùizione prima, dopo la grazia di
Dio, del successo dell'apostolato missionario.
Rispondo quindi al desiderio espressomi.
l\\Iettiamo prima di tutto le cose a posto.
1) Bisogna dire chiaramente che anche in
Giappone il ritmo ascendente delle conversioni
c'è, pur essendo assai lento, e si può valutare
ad un 1500 persone all'anno con lieve ten-
denza a crescere. Poco, certo; ma meglio che
-
niente: parlo dei battesimi di adulti (esclusi i
bambini e quelli amministrati in articulo
mortis).
z) Bisogna pur dire che questo ritmo, seb-
bene lento e di modestissime prop:nzioni, è
sempre stato aòcendente.
3) In ultimo finalmente bisogna conoscere
questa terra benedetta a cui ci ha im·1ato il
Signore e conoscere lo spirito dei suoi abitanti
e le reali posizioni di pensiero, di cuore e di
azione nei riflessi religiosi di questo popolo
coJì poco conosciuto.
IL PROGRESSO DEL POPOLO GIAP-
PONESE. - È noto a qual pw1to di progresso
si sia portato questo pop())o in ottant'anni, in
ogni genere di manifestazione sociale, militare,
politica, commerciale, educatirn: il problema
religioso è pressochc stazionario. La religione
nazionale è basata su principi e fondamenti
indiscutibili che sono inculcati, ribaditi, fissati
fin dai libri di morale, storia ecc. delle elemen-
tari, resi abitudinari e tradizionali nelle mani-
festazioni familiari, scolastiche, ciYili, militari
e sociali. Sono principi basilari questi: il Giap-
pone è il primo ed unico paese creato dagli dei,
paese unico al mondo senza paragone. I so-
vrani <lei Giappone discendono dalla dea so-
lare (Amaterasu) da cui hanno ricevuto i sim-
boli del potere imperiale, trasmessi per inin-

3.2 Page 22

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., ~
rr'~
~
.:, : ~ _ ;1'}Af4
Miyazakl . La festa del fedeli al primo sacerdote salesiano giapponese dopo l'Ordioaziooe
Ci,appone. Le aspiranti alla nuova Congregazione di .. Suore Gfapponesi della Ca.ric.à n colla loro Direttrice.

3.3 Page 23

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terrotta dinastia fino al presente. Il governare
è opera divina ed i sovrani sono le manifesta-
zioni visibili: essi governano e pregano per il
benessere del popolo, che fonna col sovran:>
una cosa sola. Base della morale è la lealtà
assoluta verso il sovrano manifestata non solo
col fare atti di valore in guerra; ma colla
pietà filiale, coll'unione tra i fratelli, colla pace
tra i coniugi, fedeltà verso gli amici, economia,
studio, beneficenza, lavoro, colla pratica della
virtù, col favorire il benessere della società;
col rispetto alle leggi e col dare sviluppo al-
l'industria e al commercio. Le regioni non sot-
tomesse al sovrano sono infelici. Le guerre
fatte e quelle che si fanno hanno per scopo il
benessere dei popoli. Quando tale impero
benefico sarà esteso su tutta la terra, solo allora
sarà adempiuta la volontà di Dio. Per chi desi-
dera orientamenti fatti sul Shintoismo è fon-
damentale la lettera del Krojiki (trad. ital. del
salesiano missionario Don Marega, che nell'in-
troduzione e nelle copiose note chiarisce tutti
questi principi. Ediz. Laterza, 1938).
Al lettore dedurre le conseguenze di tali
principi, conseguenze che sono già in parte
realtà storica. Si pensi alla popolazione del
Giappone; si pensi che alla stregua di questi
principi si forma la famiglia, la scuola, la so-
cietà, lo Stato; si pensi al carattere attivo di
questo popolo, alla sua potente forza di assi-
milazione in tutto, alla sua politica di espan-
sione. Non è difficile rispondere al problema
propostoci. Nelle circostanze attuali si con-
stata nel popolo un movimento religioso note-
vole, espresso in pellegrir.aggi e visite ai
templi; in offerte; in un ritorno più sentito
alle tradizioni religiose, familiari, alle feste tra-
dizionali assai numerose. Si può dire che ogi,i
mese ha le sue cerimonie caratteristiche nazio-
nali che vengono inquadrando in una tinta
r.::ligiosa tutta la vita giapponese.
SIMBOLISMO MORALE. - C'è un ca-
lendario nazionale, che sulla base dei princfpi
esposti è un elemento importante di educa-
zione nazionale e morale. Un'analisi, anche
superficiale, fa riscontrare elementi impor-
tanti di simbolismo morale elevato di cui s'in-
contrano spesso usi corrispondenti nei nostri
paesi cristiani (naturalmente nome e data cam-
biata). Mi pare interessante farne un rapido
cenno. Il ge1maio inizio delle feste di Capo
d'anno che si prolungano in funzioni e forme
diverse; il 2 1 inizio dell'anno commerciale; il 3
festa del Capo d'anno a corte; il 5, inizio del-
l'anno per i funzionari, ecc.; il 10, entrata
- - delle nuove reclute in caserma; il 171 il giorno
considerato più freddo; l'u febbraio ricordo
della fondazione dell'Impero. In marzo, la
festa delle ragazze (3)1 la festa di S. M. l'Im-
peratrice, la festa dell'Armata (10)1 l'anniver-
sario delle stagioni (9-11-12), la festa dei morti
della famiglia imperiale (21) ccl in alcune pro-
vince quella dei morti per la patria.
In aprile, l'inizio dell'anno scolastico (1), la
festa del primo Imperatore (3), la festa di S. 1\\1.
l'Imperatore (29).
In maggio la festa dei ragazzi (5), la festa
della marina (27), quella delle sementi (una
specie delle nostre Rogazioni). In giugno, la
stagione della pioggia ( r2) con preghiere e
pellegrinaggi ai templi per domandare prote-
zione contro le intemperie, inondazioni, ecc.;
la festa dell'Imperatrice madre (25). In luglio
la festa delle stelle, delle bellezze della natura
e la grande festa dei morti (13-15), che si
chiude a fin di mese coll'anniversario di sta-
gione (20) giorno più caldo dell'anno. In ago-
sto, al mare e ai monti. In settembre, inizio
dei raccolti; l'anniversario del gran terremoto
del 1923 che distrusse Tokyo e Yokohama; il
mese dei grandi cataclismi (tifoni ecc.); il ri-
cordo delle stagioni e dei morti della famiglia
imperiale (24) richiamano nel popolo preghiere
e lavoro. li 17 ottobre è il giorno di ringrazia-
mento per i raccolti e per l'offerta dei medesimi
alla divinità.
Novembre è caratteriz.zato dall'anniversario
della morte del grande Imperatore della Risto-
razione, Meiji (3), dell'inizio degli sports in-
vernali. In questo mese S. M. l'Imperatore
mangia la prima volta il riso dell'anno (23).
In dicembre, chiusa dei conti e ritorno dei
soldati a casa per fine ferma (30). A questo si
aggiungono poi le feste o anniversari locali. cele-
brati, come le precedenti, al tempio, nelle scuole
o nei saloni pubblici con preghiere, purifica-
zioni, processioni, pellegrinaggi, discorsi, ecc.
Altri riti speciali (purificazioni, divinazioni,
danze, musiche, offerte di cibi e di stoffe, pre-
ghiere) accompagnano la celebrazione del ma-
trimonio al tempio, la presentazione al tempio
dei neonati, i funerali, le processioni, la ceri-
monia della pr;ma pietra ecc. Ed anche qui,
ripeto, voglia il lettore fare le sue conclusioni
sui problema cui ci siamo proposti di rispon-
dere.
Aggiun5o due altre considerazioni senza
commento. r) Il prossimo anno si festeggerà
il 2600° anniversario di Gimnu x0 Imperatore
del Giappone. Avrà parte notevole in tali fe-
steggiamenti anche la provincia <li Miyazaki,
ove nacque e da cui partì per la unificazione
dell'Impero. A K3shiwabara dove è cretto un

3.4 Page 24

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tempio assai noto in suo onore, mèta di fre-
quenti pellegrinaggi, se ne costruirà uno più
grande; un'associazione dì 70.000 soci s'inca-
rica di preparare il terreno. Già 700.000 yen
(4-5 milioni di lire) sono in bilancio per la co-
struzione degli edifici supplementari (biblioteca
storica, museo <l'antichità, sale e terreni per
di\\·enirnenti cd esercizi sportivi ccc.).
Ogni mese il 1°, 1'11, il 21, vi si celebra una
funzione che commemora l'unità dell'_l_mpcro
con l'offerta ai partecipanti del vino di lunga
vira e del della felicità. La domenica 5 feb-
braio cli quest'anno, giorno consacrato in tutto
l'Impero all'esnltazione dell'anima giapponese,
oltre 5000 persone cogli strumenti da lavoro si
recarono in po:;to per il livellamento del ter-
reno, prestandosi volenterosi fino a lavoro
compiuto. :.\\lolte province si sono quotate per
l'impianto di bosco di 2600 alberi a perenne
ricordo del millenario avvenimento.
L'ATTITUDINE RELIGIOSA DEGLI
STUDENTI GIAPPONESI. - Fu fatta una
inchiesta fra gli studenti dell'università impe-
nale di Tokyo. Alla questione: A quale reli-
gione appartenete voi? u sci si dichiararono se-
guaci di Confucio, otto Shintoisti, se.;santa
Cristiani, trecento Budtlisti; ma r500 si di-
chiararono utei e più di tremila si professarono
agnostici. Da un'altra statistica religiosa risulta
che su trentamila studenti delle università
dello stato, 27.000 non hanno alcuna religione.
Le concluaioni? Quanto ho detto può dare
una risposta al nostro quesito: vi si aggiunga
l'esiguo numero dei missionari (statistica t938:
su 81.99.p20 abitami - cattolici 03.+88 -
appena 336 sacerdoti); la difficoltà della lingua;
l'essere il missionario straniero; il grado ùi ci-
viltà raggiunto, pur non derogando alla mille-
naria sua tradizione e spirito, ccl i mezzi di cui
dispone lo Stato per la formazione dc_i suoi
cittadini, in raffronto a quelli di cui dispone la
propaganda callolica. Eppure anche in Giap-
pone s1 deve cantare il Clzrist;is vincit, e quanto
più difficile sarà l'impresa, tanto più ne verrà
gloria a lui nostro Sovrano.
UNA DATA STORICA NEJJ,A MIS-
SIONE SAJ,ESIANA DEL GIAPPONE. -
Intanto, ceco un passo ben confortante nella
via dell'apooitolato. La domenica 19 marzo segnò
per la storia della nostra cara Prefettura Apo-
stolica una data memorabile e la posa di quella
prima pietra spirituale eh.e, a seconda della
volontà di Dio, inizierà il cominciamento vero
della diocesi indigena: voglio dire la consacra-
zione del primo pn:tc giapponese della nostra
IlllSS1one. Goda con noi, am.'\\t1ss1mo padre, e
con noi godano quanti direttamente o indiret-
tamente furono cooperatori di questo avveni-
mento e quanti potrebbero cooperare in questa
opera santa di formazione del clero indigeno.
Nell'assistere alla funzione, mentre dal più
profondo del cuore ringraziavamo il Signore
per il dono prezioso concesso alla nostra mis-
sione, il pensiero di noi tutti corrc\\·a ai ze-
lanti misionari delle Missioni estere di Parigi,
che, dopo il doloroso periodo delle persecu-
zioni, ritornati, Dio solo sa attraverso quali
eroici sacrifici, alla terra dei martiri, dopo a,·er
scopeno i discendenti dei vecchi cristiani a
Xagazaki, vollero ricostruire su salde basi la
Chiesa Cattolica in Giappone incominciando
dalla fomuzione del clero indigeno. Tre gio-
vani giapponesi furono il fondamento ciel primo
seminario indigeno inau~rato nel dicembre
1865 1tcll'ottava dell'Immacolata. l i 5 febbraio
1866, anniversario dei beati 26 martiri giap-
ponesi, fecero la loro prima Comunione: final-
mente, dopo secoli, Ge~ù Eucaristico trovò
di nuovo dimora in anime giapponesi, deside-
rose di consacrarsi a lui e di la\\·orarc con lui
per il bene dei loro compatrioti.
Poco n poco il numero aumenti> ed il 31
dicembre 1882 le prime tre primizie della
Chiesa risuscitata in Giappone furono elevate
al sacerdozio. Chi può immaginare la gioia di
quei v,tlorosi missionari? Identica a quella
provata da noi tutti la domenica 19 marzo!
Una decina d'anni di lavoro ci ha condotti a
questo risultato. Il Signore sia benedetto! Fin
dagli inizi dd nostro lavoro ci siamo dati at-
torno per cercare vocazioni indigene e mettere
le basi del nostro piccolo seminario. Sa il
Signore le cUlìco!Là, le cli~dette, gli insuccessi,
gli sbagli dei primi tentativi. Sa il Signore il
dispendio di forze, di person:ile, di mezzi: ora
siamo incamminati sulla via sufficientemente
battuta e domandiamo al riguardo al Signore
solo buone vocazioni indigene e la perseve-
ranza delle medesime, disposti ad intensifi-
care fino alla morte la vita di sacrificio e di
responsabilità per questa importantissima for-
mazione del clero indigeno, voluta dalla Chiesa
ed indispensabile per lo stabilirsi della Chiesa
nella zona a noi affidata. f:; questo anzi il fine
della mit;sione; è questo il nostro primo dovere,
è necessità urgente per accelerare il ritmo delle
conversioni, per salvaguardare il lavoro com-
piuto dagli immani sforzi dei missionari pre-
cedenti e dei nostri nel caso che avvenimenu
poUtici determinassero un esodo forzato. !\\Ii
piace dirlo, è anche l'omaggio della nostra
Prefettura all'Opera di S. Pietro Apostolo per

3.5 Page 25

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zaki che non poterono
non santamente invidiare
il loro primo sacerdote e
rafforzarsi più intensa-
mente neUn loro voca-
zione. Può immaginare lo
~volgersi delle altre mo-
dalità della festa, alla sa-
lesiana, pervase di quella
pura gioia che sprizzaYa
dal volto, dalle parole,
dalle manifestazioni lii
tutti. Il Signore, in altra
cede, a Tokyo, ci ha
regalato un altro clono
magnifico nella consa-
crazione sacerdotale del
nostro confratello Dal
Fior e in quella di cin-
M iyazaki. - L"altare della cappella del Seminario
que suddiaconi. In mezzo
dedicato ai Ss. Mar tìri Giapponesi.
alle diffi...:oltà, alle anr.ie,
agli sforzi per l'aposto-
il clero indigeno nell'anno giubilare dell'opera lato, queste sono ondate di frescura, che fanno
stessa, iniziato proprio quest'anno, il passato del bene. Sono stimolanti efficaci a proseguire
18 gennaio.
nel lavoro, a corrispondere alla grazia cosi re-
S. E. :vrons. Breton, delle ,\\'Tissioni estere di galmente generosa del Signore.
Parigi, Vescovo di Fukuoka, sempre pronto ad Continui ad aiutarci, amatissimo Padre, e,
accorrere paternamente in aiuto dei poveri figli con lei, quanti amano Gesù che dobbiamo
di Don Bosco, tenne solennemente il sacro rito, predicare a questo gran popolo: preghi e faccia
presenti la massima parte dei missionari, i pa- pregare molto per 1toi.
renti del nuovo sacerdote, tutta la cristianità
con rappresentanze delle cristianità vicine. P1·e-
starono inappuntabile servizio per le cerimonie
Suo aff.mo in G. C.
Mons. VL'<CEJ,ZO Cn1ATTI
e per il canto i nostri cari seminaristi di J\\II;ya-
Prefetto Apostolico.
-Fuji, il n1onte sacro del Giappone. con un caratteristico panoran111.

3.6 Page 26

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Le ttera di D. Giulivo ai giovani.
Carissimi,
il mese di giugno ci porta ogni anno frl festa
del Papa, il dies natalis del primo Papa, l'Apo-
stolo Sa11 Pietro. Ed io vi invito a celebrarla con
tulio il feroore della vostra pietà cristia11a, prm-
dendo lo spunto da 11110 bellissima s:,rprrsa fatta
11Plla vetusta metropolitana cattolica di Salisburgo
fa domenica 5 marzo tt. s. alla sole1111e sacraf11n-
:::io11e di ringraziamrnto per la fausta elezione
del 11111Jvo Sommo Pontefice Pio Xli.
Alrn11i co11cittadi11i, reduci da 1111 recente pelle-
t:n"11aggio a Roma, a'l'l'f.'0110 acceso all'altare- della
Co11/essio11.e nella basilica di Sa11 Pietro, ad 1111a
delle lampadù~ pere1111i che circondano la tomba
del p1·i1110 Papa, 111111 jia111111ella, l'avr-t•tmo custo-
dita g,•lusame11te durante il loro soggiomo a Roma,
durn11t. tutto il t,·iaggio, e l'avei.•ano portata a
Salisburgo ed offerta all'Arci'ilesc0t'1J al 1111Jmmto
del suo ingresso 11ella a1tlt'drale per la /tsta del
11um•o l'(lpa. Co11 qu<'lla fiammella vumero
accae t,,tte le candele d•,: sacerdoti e d ff'altare,
t'Spri111e11do si111hofica111e11te le fonti da/le quali
drrit·a la fede ct11tolica e l'amore dei credenti
,:erso In Sede di Pittro.
.\\'011 t'Ì so dire l'r1110::;io11t del pr,ptJlo, sopra
tuffo al canto sol1c1111e dd Credo, dopo la predi-
cn di S. E..Mons. Waitz! 1llag11ijìcn sp•llacolo!
J\\fiei cari: il Papa si festeggia custodendo gelo-
w111e11te quella fedi• che, trasmess(I da Gesù a
San Pietro e da San Pieho a tutti i Papi, fino
a Pio Xli glon"1Jt<1mw1c regnante, è destinata a
wlvare tutto il genere 111110110. Comerv,1tela adwz-
/Jllt! nel vostro cuore ed alimentatela sr:111pre più
co11 1111a soda istru::;io11e ret,:r:iosa, 11011 dù11.!nti-
rn11do uw,; che, se t11Ui i grandi ideali ha111w una
loro fedl, l'unica fedt' che salva, e che avvalora
t11ttt ft, altre, è la fede in nostro Signore Gesù
Cristo, attinta alla t·era unica fo11u, fa santa
Chiesa Cattolica.
vflSlm aff.1110 Do:-- G1t::L1\\·o.
Crociata missionaria
Borse c o mplete.
Uorba S. GTOVAS.Vl BOSCO {6&), acum di C. B.M.
llorsa S. .tlNNA - Somma prec.: 10485 - N. N.
in ono1c di S. Ilencdcmo. 2.87 - Rossi Pio fu
Lui~i, a compimento, 9300 - Tot. L. 20.072..
Bors e da completare.
Borsa liVC.-lRISTJCA DEL PICCOLO SERA-
FISO GUSTA r·o RRUST, a cura del Snc. Anzini
Abbondio (1o") - Summa prec.: 1783 - Val-
burgo i\\lassenzi, 17 - Suor Luigia Vnlli, 10 - Elisa
D., 40 - Germani Co, nc•lia, 50 - M. F. L., 40 -
Don Eugenio Poni, 30 - Rosato Annun:,;iata, 50
- Gmn Carlo Ceretti, 18o - S. F., 5 - Gubbi
Clementina, 10 - l\\l. F. :\\1., 50 - S. C., 20 -
l. \\\\f. G., 200 - Clara Veckeissen, 2.0 - Teresd
Ciw1rdi, 2.00 - Ceruui Maria, 20 - Tot. L. 2.725.
Borsu EUCARlSTICA DEL PlCCOJJO SER/l-
FJNO GUSTAVO BRU1\\'l, a cura di '\\. :-1. e
in memoria di Giovanni e Teresa De ;\\Iarie (8•)
- Somma prec.: 1;680 - A. Y., 100 C. I. G.,
50 - T ~-. 100 - Tot. L. 17930.
Borsa EUCi-lRISTICA ,l,f/JM,lf.4 DEL PICCOLO
SERAFT.VO GUSTAVO BRUNI, n curn del
Sac. Anzini Abbondio - Somma 11rcc. 16945,2.5
- Agnese Traieuo, 10 - Luisa C:nratti, 30 -
Fahrino Rita, 17 - Clara C., 50 Florn ~iko-
lni~en, ,oc - ::-S. B., 400 - Tor. L. 1;552,25.
BorsnGIAXSINI E.l!//,/.-1.- 1" ,·ersnment<> L. 5000.
B01so MARIA AUSJUATRICE ES. G/01'..I.V.Vl
BOSCO (6") - Somma prec.: 14788 ;-.;obili
VirAinia, 1co - Vigoni Palmina, 16 M.,. ria
Pazzi, 10 - Torri Stello, 100 - l\\l. C., 20 -
N. Giuseppina, 3
Rodolfo Castt'lli, 100 -
Zonnoni Aurora, 25 - Tot. L. 15162.
Bor,a PIO X (2•) - Somma prec.: 1537 - Buffa
Giulio, 50 - Tot. l,. 1587.
Borsa PJSCETTd. DON LUIGI (2.'") o curn del
Sac. Dott. Calvi G. B. - Sommo p1cc.: 13514,10
- Snc. Cesare Ossola, 2.0 - Casaleggi Gitminni,
100 - R. Accis, 10 - E. Spanna, 10 - D.
Dovetti, 20 - X. ~- 50 - L. Gallcl(io, r5 -
E. Costa, 50 - L. Carino, 20 - P. Tirnssa, 2.5
- T. Sordi, 10 - R. Comaglia, 15 - D.
Frncchio, 5 - O. I.omburdo, 1 - R. Accor-
ncro, 50 - N. N. 200 - Tot . L. 141 15,10.
Dor~a SAVI O DOJ\\,JENJCO (4•) - Sommo prec.:
11552,30 - Cosentino Don Bruno, 10 - Tot.
L. I I 562,30.
Bor.m S. CIOVA.\\.XI BOSCO (5•)- 8ommo prec.:
710 - \\'iola l\\lo1 io, 10 - Saccone Anno, 50 -
Luisa Lodaci, 50 - Lucca Tcrcsn, 10 Spina
l\\ lo1rgherita, 90 - Cluudia Papaliu, 50 Gar-
rnnc Luciano e :"-:. N. iJ1 memoria di Don Filippo
RinnlJì. 60 - Tot. L . 1030.
Bor•n S. G. BOSCO, .i cura di C. l. - Somma prt,c.:
8ooo - Xuo,·o ,·crsamenro, 1000 - Tùt. L. 9000.
Borso S. CUORE DI GESU' CO.\\'FJDO I.\\' r·o1
(3A) - Somma prec.: 8599 - Cnssis Elisu. 100
- Con. Gaetano Distefuno, 10 - Tot. L. 8709.
Borsa S. ALFONSO DF;' LIGUORI, a c ura di
S. F. V. di Piazza Armerina - 8omma prec.:
, 505 - X uovo versomento, 50 - Tot. L. 1~55.
Borsa S. GIUSEPPE (3•) - Somma prec.: 17+82
- Peppina Palo, 10 Francesca )loizo, 100 -
Tot. L. 17592.
Do r~u S. GIUD/l TADDEO - Somma prèc.: no3
- l\\ luria i\\laucr, 10 - 1'ot. L. 7313.
Borsa S. MARGITE!HTA D.,.1 CORTONA -
Sommu prec.: 7110,30 - Valeri Anl(~lo, 50 -
Tot. L. 716o,30.
Borsa S. RITA D.,J CASCIA - Somm;.1 prec.:
3136 - Sorelle Valsecchi, 10 - Tot. L. 3146.
Borsa SOLARO DON G,JJ.ETA ,\\tO, 11 cura di nlcuni
parrocchiani di Airuno - Somma prec.: 2440 -
- Ponzeri Enrichetta, 500 - Tot. L. 2940.
-(Segue).

3.7 Page 27

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NECROLOGIO
MADRE CATERINA MAGENTA
t a Torino il 6-v u. s. a 48 anni di età. Consi-
gliern Ge11ernli::sia delle Figlie di Maria Ausilintrice.
Soave e piissima -figura di Suora e di Superiora,
trascorse quasi tutta la sua vita religiosa io Francia;
dove la5ciò incancellabile ricordo e orme durature
dell'opera sua.
Ricca di doti squisite d'animo e d'ingegno, coo
prudenza, saggezza e materna bontà coprl degna-
mente importanti e delicati uffici di responsabilità,
tanto come Maestra delle Novizie quanto come Di-
1cttrice in Marsiglia.
Nel 1934 venne eletta Ispettrice dell'Ispettoria
Belga e in seguito di quella Francese, che resse fino
al novembre fCorso, in cui fu chiamnta a Torino
per far parte del Consiglio Generalizio, succedendo
alla compianta M. Eu lalia Bosco.
Breve il tempo del suo altissimo compito, ma suf-
ficiente perchè anche qui la Rev. Madre Magenta
si andasse circondando d'affetto e di venerazione, che
ispirava il solo suo sguardo dolcemente comprensivo.
La rapida inattesa fine la colpi sulla breccia.
Iniziata da poco la visita straordinaria alle Case
dell'lspettoria Novarese, lasciando le più sante im-
pressioni e il più vivo desiderio di sè, mentre, dopo
una breve sosta, s'accingeva a riprendere il viaggio,
fu costtetta a sottoporsi a un intervento chin.irgico.
L'esito parve felice; ma, trascorsi alcuni giorni,
un'improvvisa complicazione del male la ridusse
in breve aJlli estremi.
Jn piena coscienza fino all'ultimo respiro, abban-
donata al volere di Dio, sorretta dai Santi Sacra-
menti, amo,evolmente assistita dalle Consorelle e
dalle Superiore Generalizie, confortam dalla visim
del Rc,·.mo Rcttor Maggiore e dagli altri Superiori
Sales iani, con l'ininterrotta prcghicra nel cuore e
sul labbro spirò piamente poco dopo le ore 19.
Lo serena dipartita awenuta nel primo saba:o di
mngi;io, verso il tocco dell'Angelus vespertino, pro-
prio nella novena della prima festa liturgica della
Beata l\\1a<lre Mazzarcllo, lasciò l'impressione, pur
nell'angoscia dell'amarissimo lutto, d'un rapido in-
contro in Cielo con la novella Beata, a cantare eter-
- namente le glorie dell'Ausiliattice.
186
Salesiani deJunt 1:
DEL FAVERO D. GIUSEPPE, sac. da Lozzo
Cadore (Belluno), t a Mogliano Veneto (Treviso) il
18-11-1939 a 78 anni di età.
La giovinezza, travagliata dopo la morte del babbo
da difficoltà finanziarie, gli ritardo la gioi.i di seguire
la sua vocazione. Ma, favorito da un pio sacerdote,
pot~ iniziare gli studi ecclesiastici che completò a
Torino sotto la patema guida di San Giovanni Bosco.
Direttore per quasi un decennio del nostro Collegfo
di Mogliano Veneto, vi trascorse tutto il rt:'sto della
vita alla direzione spirituale dei Salesiani e degli
alunni cui impresse lo spirito del Santo.
ORST D. PIETRO, sac. da Pugliano (Massa Car-
rara), t a Buenos Aires (R. Argentina) il 5-11-1939
a 78 anni di età.
Fu uno <lei giovani de.ll'Oratorio che nell'ultimn
malattia di Don Bosco offerse al Signore la sua vita
per la guar igione del Santo. TI Signore non accettò
l'offerta, ma lo chiamò alla vita salesiana ed 2lle
missioni della Pampa ove fece un gran bene come
Vicario foraneo per oltre un ventennio.
CORDOBA D. LEONE, sac. da La Uvita (Co-
lombia), t a Mosquera (Colombia) il 7-11- 1939 a
43 anni di età.
Anima eroica consacrò la sua vita alla cura dei
bambini lebbrosi e dei figli dei lebbrosi pro<lignn-
dosi con ammirabile carità e spirito di sacrificio fino
all'ultima ora.
Cooperatori defunti:
$. Eminenza Rev.rna il Sig. Cardinale DO-
MENICO MARIANI, t a Roma il 23-1v-u. s. a
76 anni di età.
Nato a Posta (Rieti), fece gli studi a Roma e li
coronò colla laurea in Sacra Teologia.
Ordinato sacerdote, fu iscritto nel clero della Ba-
silica Vaticana e attese con grande diligenza alle varie
mansioni, finchè, fatto Segretai io dell 'Elemosineria
Apostolica, venne da Banedetto XV, nel 1917, chia-
mato alla Segreteri,1 della Em.ma Commissione Am-
ministratrice dei Beni della Santa Sede e alla ,-ice-
presidemm dcli 'Economato dei Dicasteri Ecclesiastici.
Per moltissimi anni Camerlengo dell'Ospizio ec-
cle&iastico detto dei Cento Preti, presso Ponte Sisto,
e membro della Commissione per le Opere di reli-
gione e dell'Ospedale del Bambino Gesù, esperì più
\\'Olte speciali incarichi di fiducia e partecipò a vacie
speciali missioni, fra cui quella che il Pontefice Pio Xl
di v, m. destino ad accompagnare il Legato Ponti-
ficio, Cardinale Lépicier, al Congresso Eucaristico
Internazionale di Cartagine nel 1930.
Fra tante occupazioni e responsabilità il compiamo
Porporato non t1alasciò giammai il ministero sa-
cerdotale, sia quello della predicazione sia quello
dell'istruzione religiosa che impar li, per più di un
trentennio, in vari istituti di Roma.
Pio XI di v. m., nel Concistoro del 16 dicembre
1935 lo chiamò a far parte del Sacro Collegio, asse-
gnandogli la D iaconia di S. Cesareo iu Pa!atio.
Anche insignito della Sacra Porpora l'illustre
Principe continuò ad attendere nl suo quotidiano

3.8 Page 28

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ainmirevole lavoro col titolo di Preposto alla Ammi-
nistrazione dei Beni della Santa Sede, dirigendo con
profonda abnegazione l'importante ufficio, e facendo
parte delle Sacre Congreg-azionì del Concilio, di
Propaganda Fide, e della Rev. F. di S. Pietro.
Amava molto l'Opera Salesiana ed aveva tanta
divozione al nostro santo Fondatore Don Bosco.
PROF. COMM. ALESSANDRO llRRÒ, t n
Torino il 19-t11-u. s. a 78 anni di età.
Per rnnti anni Ordinario di Lettere lntine e greche
al R. Liceo Cavour di Torino, mise a servizio della
gioventù studiosa la sua cultura enciclopedica, più
che col senso del dovere, colla coscienza di una mis-
sione ch'egli adempi\\'a col più puro e generoso spi-
rito cri:;tiano, offrendo ai colleghi ed agli alunni
l'esempio di una vita tutta consacrata al bene del
prossimo. Poichè anche il modesto stipendio mensi le
cd ogni risparmio prodigava in caritll. ai poveri che
lo chiamavano r,adrc e che assediavano q11asi quoti-
dianamente la sua abitazione, lieto di privarsi anche
del necessario e di soffrire egli gli stenti per sollevare
gli altri. Ma, bisoAnava vederlo in chi.,sa, nella basi-
lica di Maria Ausiliatrice, di buon mattino, a far
la s u:1 Comunione e le sue devozioni colla fede e la
pietà di un samo I Era un vero Cooperatore Sale-
siano che edificava quanti lo 0vvicinavano.
CAV. DOrF. LUIGI VERTOVA, t a Treviglio
1'11-rv-u. s. a 78 anni di età. Radiosa figuro di cat-
tolico esempl11re, coprl diverse cariche municipali
e pro"inciali e tenne anche la presidenza d.:gli Uomini
di Azione Cnttolica, apprezzatissimo per la sua in-
telligente attività e rettitutline di ~pirito. Fervente
Cooperntore, beneficò le Opere Salesiane con tutta
la bontà del suo gran cuore presrnndo generosamente
per oltre 40 anni le sue cure nel nost, o Istituto.
AVV. C.AV. llNTONIO DE FELICE, t a Ca-
stellammare di Stabia 1'8-111-u. s. a 56 anni di età.
Cristiano esemplare e zelimte Cooperatore salesiano,
era nipote del salesiano Can. De Felice, che fu con-
fondatore del nostro Istituto S. Michele. Per molti
anni Vice-Pretore, membro della Giunta Diocesana
e segretario della Conferenza di S. Vincenzo de'
Paoli, prodigò la sua carità con ,ero spirilo evangelico.
CLEOFE TORCHIO IN CICOLIN, t- .i Le-
gnago il 20-111-u. s. a 57 anni di età. Fervente cri-
stiana e madre esemplare nutri"a una speciale divo-
zione a S. Giovanni Bosco e la diffuse nclln nume-
rosa famiglia, liC'ta di dare uno dei 16 figli alla
nostra Società.
PICCININT LAURrl. Ved. Testa, t ad Albino
(Bergamo) il 21-rv-u. s. a 72 anni di età.
Donna profondamente cristiana, fu madre esem-
plare. Cooperatrice delle Opere salesiane e devotis-
sima di S. Giovanni Bosco, fu lieta di offrire un figlio
alle nostre Missioni della Cina.
LEONE STEFANO, t ad Oviglio (Alessandria)
il 28-111-1939 ad 87 anni di età. Ottimo cristiano e
padre esemplare, ebbe la gioio di dare alla Società
Salesiana due lì.gli sacerdoti. De.,,otissimo di S. Gio-
\\'anni Bosco, visse del suo spirito nel lavoro quoti-
diano e nella cura della famiglia.
CAV. CARLO ARIONE, t a Diano d'Alba il
5-1v-u. s. a 74 anni di età.
Conobbe personalmente S. Giovanni Bosco, e n ,!
concepl tanta venerazione che divenne uno dei nostri
più affezionati Cooperat01i. li Signore lo benedl
colla vocazione della primogenita dei suoi 16 figli
all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Uomo
di gran fede e di carità esemplare presiedette per
42 anni la locale Associazione degli U. C. Decorato
della Croce Pro Ecclesia e/ Pontifice da S. S. Papa
Pio X l, fu un vero modello di vita cristiana.
MARCO SALA, -t ad Aranco (Borgosesia) il
18-n-u. s. a S(J anni di età. Fervente Cooperatore,
sostenne le Opere salesiane con generosa carità, pro-
digando la sun bencficcnzo specialmente alle nostre
missioni.
Altri Cooperatoci d efunti:
Andriano Angelo, Tori110 - Barberis Vignolo Mad -
dalena, Po11:::011e (Vercelli) - Bassignani Cav. Lo-
rcrur..o, Bag11011e (Apuania) - Bcllotti Ambrosina,
Corte de' Fmti (Cremona) - Boffano Angela, Reggio
Emilia - Bonari Maria Ve<l. Favegros, Gmsola (Cre-
mona) - 'Borio Lucia, Villafra11ra (Asti) - Dorsotto
i\\'1.aria, Caraglio (Cuneo) - Bossone Mari;i, Torino
- Bruscantini Avv. Dante, Porto Civ1/f11101:a (J\\ilace-
rata) - Hruzzone Carlo, Vnra;;ze (Savona) - Casa-
grande Ann~, Torino Dall'Alba Pietro, Santorso
(Viccmrn) - o_, Grazia A, v. Antonio, Pnlermo .
Demichelis Domenica, Villaiun.>a Nlonf. (Aless.) -
Diotto Carlo, Vesime (Asti) - Ferrari Pasquale, Cam-
polig11re (Genova) - Ferraris Giacomo Vittorio, To-
rino - Follis Robatto Carolina, Borgo11,a.iit10 (Aosta)
- Gadioli Mons. Angelo, Castel Goffredo (Mantova)
- Gamba Candida, Ve'llarin Reale (Torino) - Gambi-
rasio Maria, Presezzo (Bergamo) - Gervasoni iVIarin,
Ro11~obello (Bergamo) - G ug lielmi Caterina, Valle-
bona (Imperia) - Magliano Ferdinanda, Castagnito
(Cuneo) - J\\11.alugani Bambina, Prùna!tma (Como)
- Man noni Teresa, Besmde (Sassari) - Murane Ma-
tilde di Carlo, Cassino (Frosinone) - Mortini Gio-
vanni, Bassano del Grnppo (Vicenza) - Martarrcse
Alfonso, Canova (Bari) - Micaglio D . Luigi, L11.tit1
(Rovigo) - Occhiena Vitale, Capriglio (Asti) - On-
garo D. Giacomo, Solto Collina (llergamo) - Pelli-
rano Eugenia Ved. l\\llaritano, S. Mar1theritn Lig11re
(Genova) - Piras Annetta, Tempio Pa,,sania (Sas-
sari) - Pisasale 1\\1.ichcle, Philadephin, Pa. (U. S. A .)
- Pollero Angela, Sm·ona - Preti Giovanni, Boccio •
leto (Vercelli) - Probati Giuseppina, Agordo (Bel-
luno) - Sambo Gaetano, Ve11ezia - Santagatu Felici:,
S. Paolo Di Ci1.-itatc (Foggia) - Santini Elisa, Lucca
- Santus Domenico, Gromo (Bergamo) - Scaccia
Agostino, Stipes (Rieti) - Semperboni Cattis, Clusone
(Bergamo) - Serini Maria, Civitavecchia (Rom~) -
Suppo Giovanni, Rubia11a (Torino) - Tabasso AnnJ
Veci. Giordano, Torino - Tansini Cristina Ved.
Grosso, Busto Garolfo (Milano) - Taragna Angio-
lina, Vi11ovo (Torino) - Vaniglia Angelo, Cortemilia
(Cuneo) - Vanzetta Michele, Ziano (Trento)
Viacave Teresa, S. J\\-1argherita Ligitre (Genova) -
Virvi Mons. Can. Antonino, Resutta11a Colli (Pa-
lermo) - Zanon Caterina, Zia110 (Trento).

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ISTITUTI PER ASPIRANTI MISSIONARI SALESIANI
DmEZIONE GENERALE: Via Cottolengo, 32 • TORLN0. - ISPETT0RIA CENTRALI!: Via Caboto, 27 • Tonrno.
Ai Cooperatori che zelano l'opera delle Voca:Jioni
111issio11arie salesiane i11dichiamo gli indirizzi degli
Istituii aperti per la forma:::io11e dl'gli apostoli del do-
mani:
A) PER ASPTRA::-JTI AL SACERDOZIO (CoRSo
G1NNASIALE).
1 - BAGNOLO PrEMONTF. (Cuneo). Isti/11/0 Jlfo11s. V er-
sig/ia e Don Caraw1rio, accetta ullicvi fino si 15
anni d'età. Bognolo è sulla linea Torino-Pine-
rolo-Barge.
2 GAETA (Lirroria). l.ititutn l\\llissimlflrio S. Gio-
~•a,111i Bosco, accetta gli allievi dell'Italia Meri-
dionale e isole adiacenti. È sulla linea direttis-
sima Roma-Napoli, si scende a Formia, domina
il Golfo di Gaera.
3 • lvREA (Aosta). lstill<to Mimnnnrio Card. Caglie,o,
accetta allievi anche am::inni non oltre i 21 anni.
4 - PENANGO MONFERRATO (Asti). l slifllto Missio-
11ario S. Pio V, accetta allievi fino ai 17 anni
d'età. Si trova sulla Jjnea Asti-Casale.
5 CASTELN"UOVO Do:-i Bosco (Asti), accetta allievi
per un corso p1eparatorio al Ginnasio.
B)PER ASPIRANTI MISSIONARI (COADIUTORI).
1 • TORL"I0 (Piazza conti Rebaudengo, 22). - lst1t11to
Professio11ale Conti Reboudengo, per allievi sarti,
calzolai, falegnami, fabbri meccanici. Si richiede
che abbiano almeno 12 anni e compiuto il corso
elementare.
2 - B1v10 01 Cu~tL>\\NA (Torino). Scuola Agricola
J\\llissio11aria, per allievi agricoltori. Si richiede
che abbiano almeno 12 anni e compiuto il corso
elementare.
3 • CASTEL1''UOVO D. Bosco - FRAZIONE BECCl!I
(Asti). Istituto 11Iissio11ario per i Catechisti. Si
p,eparano gli allievi ad aiutare il Mi~sionario in
tutti i lavori di prima necessità: campagna, casa,
vita domestica e soprattutto nell'inscgnmnento
del Catechismo. Si ricevono dopo i 16 anni e
non oltre i 30.
4 - lVltRAl!l!LLO lWONFERRATO Jstillllo ]\\,fissiouo.rio
per le Case salesiane d'Oriente.
ALL'ESTERO altri Istituti preparano operai e,·angelici:
in Fra11cia a Coat-an-Doc'h e a La Percile;
in Spagna ad Astudillo (Palencia); in Inghil-
terra a Shrigley-Park.
NB. - Per i11Jo111zazio11i e domande di acceflnzione
rivolgersi ai Direl/ori dei singoli l.<tituti.
LIBRI
per le nostre hiblioleche.
Le biblioteche dei nostri S tudentati filosofic i
e teologici, dei nostri Istituti s cientifici, d elle
nostre Scuole classiche, professionali ed agrar i e
cei-cano libri di cult ura, chi ne p o tesse rega-
lare abbia la bontà d ' inviarli al
Rettor Maggiore della Società Salesiana
V ia Cottole ngo, 32 • T o rino Io9
La grotta dJ Udo in provincia dl !\\fiyazaki, dove la tradizione dice sia nato il padre
del primo impera tore del GiapPone.
188 ---
Con permesso dell'Autorità Ecclesiastica. - Tip. S.E.I.. CorSo Reginn Margherita, 176
Direuore responsabile: D. GUI DO F A V I N I Via Cottolengo, 32 • Torino 109