cerdoti, maestri di spirito e di dottrina,
completamente disponibili... » (ib., 735-).
Pari soddisfazione provammo nel leggere
che la Comunità sarebbe stata sincera-
mente interessata «a formare e vincolare i
Salesiani cooperatori, per assicurare più
efficacemente la salvezza della gioventù,
motivo essenziale della nostra presenza in
un determinato luogo» (ib., 736).
Le nostre attese, consentitecelo, non ra-
ramente sono state eluse. Epiure noi non
avevamo chiesto locali, denaro e simili,
mentre è notorio che non pochi salesiani si
dedicano con zelo a gruppi ecclesiali di al-
tra spiritualità all'insegna dello spontanei-
smo.
Provate ad immaginare: quanti giovani
potrebbero essere evangelizzati se noi ci
unissimo a voi e voi a noi. Invece, non ra-
ramente vediamo Salesiani stanchi, sfidu-
ciati, impossibilitati ad attuare la mole di
lavoro, che non si aprono al progetto ge-
niale di Don Bosco.
■ Giunga un grazie, per mezzo vostro, a
tutti i Confratelli che hanno svolto un'atti-
vità vocazionale per la nostra Associazio-
ne. Ma il nostro pensiero e la nostra ansia
va ai laici operatori di pastorale nelle vo-
stre opere, istituti, centri giovanili, parroc-
chie, missioni (insegnanti, catechisti, ani-
matori del tempo libero e gli stessi giovani
degli istituti, specialmente quelli a caratte-
re professionale, ecc.), ai quali non viene
ancora fatto l'«annuncio» e la proposta a
divenire Salesiano Cooperatore (ib., 744 c).
Perché i Cooperatori non sono « inseriti
sul serio, con tutte le conseguenze, nella
programmazione, realizzazione e valuta-
zione del piano pastorale della comunità
salesiana a cui appartengono» (ib., 744 b),
sei Capitolari del CGS lihanno riconosciuti
come «i primi, diretti, necessari collabora-
tori, specificamente diversi da altri colla-
boratori laici», e hanno coraggiosamente
affermato: <(senza colJaboratori... noi non
saremmo quello che Don Bosco ha pensa-
to e voluto che noi fossimo» (ib., 741)?
Non fu «UNA» nella mente e nel cuore di
Don Bosco la Famiglia Salesiana?
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■ Ci permettiamo ora di esprimere al-
cune raccomandazioni sulla materia delle
vostre Costituzioni e Regolamenti, sui
quali siete chiamati a pronunciarvi defini-
tivamente:
1) l'art. 5 delle vostre Costituzioni: per la
ricchezza dei contenuti, per la Fedeltà al
Fondatore che ideò un tipo di Famiglia-
Chiesa che trova riscontro nella visione
ecclesiologica del Vaticano II, per la ric-
chezza dei contenuti e perfino per la felice
enunciazione, sia conservato nel suo testo
attuale. (Conseguentemente resti inaltera-
to il corrispondente art. 30 dei Regola-
menti).
2) L'art. 39 delle Costituzioni parla di
«laici associati» al vostro lavoro e ne rico-
nosce il contributo originale. Riscontriamo
una lacuna che vi preghiamo di colmare:
non si parla minimamente di formazione
salesiana di detti laici, né di qualificazione
pedagogica e tanto meno di invito alla
scelta di Cooperatori Salesiani.
3) Richiamiamo, inoltre, la vostra at-
tenzione, sull'art. 141 delle Costituzioni. Il
Cooperatore è per definizione un educato-
re come anche il CGS ha riconosciuto, e
p~rtanto è soggetto e non oggetto di pa~
storale. Nell'articolo invece, i Cooperaton
sono affidati al Consigliere per la Pastorale
degli Adulti. Si continua così ad alimentare
l'equivoco che i Cooperatori sia aJla stessa
stregua di alcuni gruppi della Famiglia Sa-
lesiana che, di per sé e come tali, sono più
propriamente oggetto tli pastorale. .
A questo proposito non vedreste v01 be-
ne affidate la cura, l'animazione e il com-
pito di collegare i gruppi della Famiglia
Salesiana, e quindi i Cooperatori, ad un
membro del Consiglio Superiore Salesia-
no?
■ Per finire, vogliamo sottolineare che
quanto abbiamo espresso, magari con un
po' di vigore, è sintesi di ciò che è emers~
nella riunione del Consiglio nazionale dei