Bollettino_Salesiano_193905


Bollettino_Salesiano_193905



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


Anoo LXIII Numero S
1° MAGGIO 1939-XVII
SpedlL In abbon~mento postai,

1.2 Page 2

▲back to top


f'EIHODTCO MEN-
SILE PER 1 COO-
PERATORI DELLE
OPERE E MISSIONf
DI S. GIO. BOSCO
BOllETTJNO
SJ\\lESJJ\\NO
Anno LXIII - N. s
MAGGIO
,1939 - XVII
Spedizione in
obbonamento postale
SOMMAKJO: 14 maggio: "Djes natalill " della Beata Maria Maz:zarello. - I lavori di restauro e la solloscrizione
alle opere di decorazione del Santuario dell'Ausiliatrice. - La pr1ma Omelia del Santo Padre al solenne Ponli6calc
di Pasqun. - ln famiglia: Dalla Spagna liberata • li disastroso terremoto del Cll_e - J ralia - Belgio • Smirne -
Tunisi • Ad onore della Beata Maz:zarello. - Dalle nostre Missioni: Ass11m - Slam. Crociata Missionaria. - Let•
tera cll Don Giulivo al giovani. Necrologio.
14 MAGGIO:
"Dies natalis" della Beata Maria Mazzarello.
Quando s'inco11tinciò a parlare d'introdurre
la causa di beatificazio11e della 11-lazzarello, una
veneranda Suora che le era stata a fiar,.co fino
dai pri,,wrdi, quasi si allarmò, perchè temette
che questo non dovesse piacere alla 1'11adre,
avet1.do essa amato e cercato sempre di stare
nascosta. J\\'lirabile semplicità, e 1:nsieme preziosa
testimonianza! !Ma se tanto amore al 11asco11.di-
mento, 1mito alla umiltà della famiglia , all'o-
Scttrità del luogo nativo e alla impossibilità di
sviluppare co,, lo studio i naturali talenti, 1w11
era valso in vita a tenerla sollo il moggio, tanto
meno avrebbe avuto per effetto di sottrarla al-
l'ammira:::ion.e e alla venerazione dei posteri.
Ricorrendo in questo mese di maggio il mo
dies natalis, come La Chiesa suole chiamare il
giorno della nascita dei Santi alla vita del Cielo,
ci sembra opportuno ravvivare nel presente nu-
mero del Bollettino il ricordo di lei e della tma
recente glorifica...,--io11P.
1.'re cose principalmente sono pùt atte a f ennare
. . .. l'altenzio11e di chi legge la Vita di questa Seroa
di Dio: l'età prima, un incontro, la missione.
Il b11011 dl si conosce al mattino. Fanciulla e
zitella, /1,Jaria Domenica s'imponeva spontanea-
111e11te alle coetanee che avessero qualche relazione
con lei. Nessuna infatti la eguagliava in com-
postezza di modi, amabib:tt) di linguaggio efervore
di pietà cri.stiana. Imparò presto a santificare
con la preghiera il lavoro e si strinse con 1-e mi-
gliori del paese, suscitando fra esse una gara di
O'Oa1izarsi nella pratica della virtù. Le mamme
generalmente la seg11ava11.o a dito, q11a11do pre-
dicavano alle loro figliok l'obbedien:::a, la mo-
destia e l'operorità.
Che Dio 11011 l'twesse fatta nascere da sem-
plici agricoltori, in un remotissimo angolo del
1l1I01iferrato, per fame una co11tadina di JV!ornese,
si pot1•va già i11dovinare al suo enil'are nell'a-
dolescew::a. Le simpatie, di cui si vedeva circon-
data, am:ichè lusù1garne la vanità, la invoglia-
rono a servirsene per iscopo di bene ossia come
mezzo di apostolato loca/,e. Non esisteva ancora
quella che noi oggi chiamiamo azione cattolico;
ma la Alazzare[lo prese a spiegare in quel senso
un'attività senza tsempià. Diciamo senza esempio
precedente, che gliene fornisse l'ispirazione e le
ojfrisse 1rorma d'indirizzo; perchè qui, in questa
s,pecie di anticipazione, sta l'onginalità de' suoi
esordi. D'àccordo col parroco e chied.endo con-
siglio al propriò direttore spirituale, si- lanciò
i11 1t1ezzo alla gioventù f emmi11ile del luogo con
zmo zelo di bene che la divorava. Radunare le
giovine/le, istruirle nelle verità della fede e in-
segnar loro a fuggire il peccato divenne il mo
sogno, la suo occupozfone prediletta, quasi la
sua preocc11pa.-;::io11e, per quanto glielo permette-
vano i doveri di casa e i lavori campestri.
Una prOV'lJide,r:::iale malattia, scemandone le
forze, la strappò alle fatiche dei campi. Allora,
imparato a fare La sarta, aperse wi laboratorio,
dove, insegnando a cucire, attirava Le ragazze,
/1;1 accudiva da mane a sera, le preparava ai sa-
cramenti e per il loro tramite agiva salutarment.è
mlle famiglie. Associatesi a/cime cornpag11e, al-
largò la ma sfera di a:::ione, creando, e anche
qui senza esempio, m, vero oratorio festivo, con
allettamenti ai cateclu·smi e alle pratiche divole.
Siccome poi da cosa nasce cosa, la fervente
apostola, tocca dal'abbandono in mi vedeva
Languire alcune povere bambine, che 11011. ave'llano
citi direttamente si occupasse di Loro, attrezzò
addirittura 1m minuscolo ospizio. I limitati gua-
dagni del mestiere le somministravano l'i1tdispe11-
sabile per sostenere le Site opere. 111 queste ella
aveva messo tutto il mo cuore, 11è le cadeva in
mente di potere giammai comecchessia varcare i
recinti del proprio paesello.
- - l'lfentre Maria Domenica viveva così quasi
129

1.3 Page 3

▲back to top


assorbita tf.RI suo piccolo mondo, ecco che Afonwse
fu teatro di un avvenimet1lo: una visita di S. Gio-
va,mi Bosco.
Il sacerdòte Pestarùio, confessore della Maria
e delle sue compagne, 1w aveva parlato lo1•0 più
volte come di un Santo; arde'i)ano perci/J tutte dal
desiderio di vederlo, Maria più delle altre. La
noti:sia d1mpte della ma ve,mta inise sossopra la
popolazione, che gli fece wt'accoglienza trionfale.
Man·a e il gmppa delle me amiche ebbero da lui
1m'11die11.za e ,ma be11.edi;:;io11e a parte. Egli notò
le buone disposfr:ioui di quelle figliole, e intuì
l'emùumte virtù di colei che si te,u·va nell'ultimo
/)Osto. Il Santo parti da ,'1omese co11 un disegno
ben drfinito 11ell'i11timo del cuore.
Don Bosco si era fino allora dedicato esclusi-
vamente alla gioventù masc/U:le; ma da più parti
,tfli JrÙmge'IJatLO sollecitazioni, perclzè anche alla
t;Ù>Ventù femminile volesse estell(kre le me cure.
Lo stesso Pio IX, se 11fm gliene jlce un comando,
ve lo esortò coii calori'. Ogni drsukrio del Papa
/11 sempre l1•gge per il Santo. Ruminava appunto
fra sè iu q11al maniera accingersi alla mwva im-
presa, quando gli parve d'i11co11trare 11ell:umile
stuolo delle giovani mor,wsine quello che a11dava
cercando. Aveva ùi animo di fondare una Con-
grPgazimU' di Suore sullo stampo della Società
dei Saksiaui e divi.sò di prendere le pietre
fondamentali dell'ideato edificio. Preparato ada-
gio adagio il terreM, ne gettò le basi. Di ma.110
in ma110 che l'opera si allontam,va dagli inizi,
sempre più le prime ektte si rivelavano rispon-
denti al fine vagheggiato; la Mazzarel/o poi
appariva 11ata fatta per divenire la chiave di
volta. Godeva stt tutte 1m indiscttsso ascendente
morale. Non aveva studiato: sapeva appe11a
11,ggere; ma D. Bosco non aveva bisogno di una
illtellettuale. Gli occorreva i11vpce un'anima do-
cile e virtuosa, che, lasciandosi guidate, g()'l}er-
nasse le sorelle secondando le vedute di lui, non
i dettami del proprio cervello. Umile e mallea-
bilR, strumento ne(/e 111ani d,!I Fa11.datore, la
Mazzarello spiegò, secondo la frase del Papa
Pio Xl, 1m « talento di governo n, che soltanto
1m occhio sagace come quello di D. Bosco aveva
saputo divinare.
Era ben grandiosa la missione, a cui i•eniva
assu11ta La modestiuima collabo1·a1rice. Lo sguardo
di Don Bosco abbracciava il mondo i11te1·0 e
come egli tllle,ulroa a organizzare tm eserciti)
di educatori e di miss1:011ari da spingere fino agli
ultimi confini della terra, cosl intnzdeva dar
vita a umz istituzione di relig1:ose, che senza li-
m,:t; di f rontin·r gli somministrasse menti e cuori
femminili pronti a sacrificarsi in molteplici ini-
:tiative di educazione, di carità e di apastolato
a pro dell'altro sesso. L'e1;e11to rispose all'aspet-
tazione. Oggi l'istit11:::;io11e esiste e vigoreggia ed
~ 1miversal111et1te 11ota, n~ si potrebbe immagi-
11are, se la storia non lo dicesse, da quale ttucleo
prese incremento un'opera di gigantesche pro-
porzioni. Poichè le prime Figlie di lvlan·a Ausi-
liatrice furono quindici Suore provmienti quasi
tutte dalla campagna. Una sola, venuta da
Torino, aveva un po' d'istm:::ione, che mise a
profitto delle consorelle, compresa la !Vladre Su-
periora. La J)Jadre però era ,ma santa.
La sa111ità della A1az::rarello, temprata fin
dai teneri a,mi di abnegazione, di zelo e di pre-
ghiera, si mostrava allora, TZel g()'l}enw della fa-
miglia soffusa di una matemità, che della madre
av1;va tutti i tesori sen:::a le possibili deboh•zze.
Alle professe della prima ora si aggiunsero via
via nella medesima casa le novizie, le postulanti,
le educande; poi cominciò lo sciamtire per l'Italia
e per la Francia e succedettero pur a11clte i voli
oltre l'Oceano. La 11ecessità di una sede più ade-
guata alle cresce11ti esigenze impose l'abbandono
totllle d('[ primitivo alveare; sorse così la Casa
Madre di Nizzt1 l\\fonferrafo. Co11 l'evolversi
della comu11ità centrale, con il 1110/tiplicarsi delle
fondazioni, con l'elevt1rsi dl'l livello culturale
aume11tava110 pure le difficoltà del go1Jerno; ma
tutto c011tù111.ava a procedere nelltl forma più
tra11q11illa che si potesse desiderare. Tant'è vero
che, 11.onostante le sue riluttanze, avvalorate da
vive mppliche, di scegliere tm'altra Superiora
che fosse, direbbe taluno, all'altez:::.a dei tempi,
J'l.laria Mazzarello fu rieletta nel Secondo Capi-
tolo Generale a una11imità di suffragi. S. Gi()'1)a1tni
Bosco plaudl alla rielezione e la notizia riempì
di gioia tutte le Figlie di Ma,-ia Ausiliatrice.
Questa rielezione purtroppo preced.1.,ue di poco
la morte della Serva di Dio, partita per l't:tf'r-
nità il 14 maggio 1881; ma il buon lfrvito da
lei immesso 11011 cessò mai pizi di esercitare la sua
azio11.e. Le Suore, da trecento che erano allora, si
sono oggi moltiplicate pe-r trmta, sparse iti tutte
le ua::fo11i civili e /a/lCÌale in terre di missione.
Orbe,ze imo è pur sempre fra r•sse l'ideale: far
11:vivcre i11 ogni dove lo spirito di Alomese. 11'/u-
tando i 1wmi delle persone e sostitun1do ufficio
a ufficio, si possono applicare alla p1ima Nladre
dell'Istituto le parole proferite du Don Bosco
per il mo primo mccessore. Se Dio gli avesse
detto: - Sugli una persona di tua fiducia P
chiedi per lei quante gra~ie, virtù e carismi le
credi necessari per essere tuo braccio destro
presso le Figlie di ./li/aria Aus-iliatrice, chè io
giù/i doro - il Saulo 11011 avrebbe saputo quale
SC1;lta e quale domanda ftrre, vedendo già tutto
nella 11ladre ,Uaz:::arello.
130 .__

1.4 Page 4

▲back to top


I LAVORI DI .RESTAURO
e la sottoscrizione alle opere di decorazione
nel Sanfuario dell'Ausiliatrice.
Le feste solenni celebrate nel giugno del-
l'anno scorso per l'inaugurazione dell'amplia-
mento del Santuario dell'Ausiliatrice, furono
deg1umente coronate nE-1 dicembre da quelle
svoltesi per la Beatificazione <l1 llaria Dome-
nica l\\Iazzarello, prima 8uperiora generale
e Confondatricc delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice.
I pellegrini, accorsi numerosi da ogni parte,
poterono ammirare l'armonica grandio:;ità del-
l'ampliamento, lo splendore dei marmi nei
nuovi e momnneutali altari, nelle agili colonne
che girano intorno all'ampio presbiterio, nel
rivestimento di una parte <leUe grandi pareti
del tempio. Tutti spontaneamente e concor-
demente espressero e compendiarono In loro
alta meraviglia e la loro piena soddisfazione
con le parole stesse che Don Bosro ripeteva
quando venne nella deliberazione cli innal-
zare questa chiesa alla sua cara l\\ladunna:
Noi fabbricheremo, egli diceva, una chie:-a che
sia bella, grande, magnifica! ~tille e mille ,·oci
commosse:, oranti e plaudenti, durante i re-
centi festeggiamenti ripetevano in coro: bella,
grande, magnifica!
Quanto finora si fece lo dobbiamo certa-
mente al materno intt:rvento dell'Ausiliatrice
e alla prOvl.'idenziale a:.sistcnza cli Don Bosco
che ci procurarono le offerte di tanti generosi
Benefattori, che noi ricordiamo ogni giorno
nelle nostre prc~hiere, pcrchè il Si,rnorc con-
ceda loro, anche in terra, il centuplo ddla
loro carità.
:\\ta l'oper;i iniziata non è ancora compiuta;
m'llto ancora rimane da forc. I lavori, so:.pesi
al principio di giugno, furono ripresi nel di-
cembre, subito dopo la celcbr-az1one delle
feste sopru ricordate, e da più di quattro mesi
la navata principale, dalla porta centrale alla
cupola maggiore, è diventata un grande e
sonante c,mticre.
Le opere principali che sono in cor.-o di
e;ccuzionc comprendono:
t) Il rivestimento marmoreo delle grnnd1
c1lonnc e lesene nella n:w.1ta principale e nel
t.ranscn.o dell'altare di S:in Giuseppe.
2) La decorazione della volta a cassettoni
con rosoni di riJjevo, e iI restauro del grande
affresco del Rollini raffigurante la gloria di
San Francesco di Sales.
3) La preparazione della Cappella e del-
l'altare dedicato alla Beata M. Mazzarcllo.
Ne faranno parte rari e preziosi marmi e pit-
ture che illustreranno episodi della vita della
Beata.
4) Il restauro e il completamento marmoreo
dcrorativo della Cappella di San Francesco
di Sales, che accoglierù anche le sacre 11poglie
dell'angelico giovinetto allievo cli Don Bosco,
il Venerabile Domenico Savio.
5) Il nuovo altare con Lrirtiro e la decora-
zione della Cappelletta del Sacro Cuore.
6) La rimozione della vasta tribuna del-
l'orE,rano e della cantoria, che era all'ingresso
dt:l tempio e che ha trovato miglior posto in
u11a delle grandi tribune a fianco dell'altar
maggiore.
7) La sbtema.zionc delle pareti di fondo
della na\\'ata principale, liberate dall'organo
e <.lalla tribuna e rese tutte ,1sibili, con l'aper-
tura di due nuove ampie finestre.
8) Lo preparazione, n sinistra della fac-
ciata, della s1:condn galleria <l'ingresso al San-
tuario.
9) La costruzione, presso la cripta con-
tenente le Reliquie d1:i Santi, d'una nuova
C.1ppclla eletta dell'Apparizione, ch1.: ricor-
derà come la Vergine apparve in sogno a Don
Bosco e gli indicò il luogo dove i gloriosi mar-
tiri di Tonno, Solutore, Av,·entore cd Ottavio,
soffrirono il martirio.
10) Completamento dell'altare dì San Gio-
vanni Bo:;co con la collocazione cli cluc grandi
statue (m. 2,20 <l'altezza) rappresentanti la
Fede e l,1 Carità.
IJI
_

1.5 Page 5

▲back to top


Elenco delle sottoscrizioni offerte
ai nostri Cooperatori e Benefat-
tori, ai devoti dell'Ausiliatrice e
di S. Giovanni Bosco per alcune
parti dei lavori in corso nel San-
tuario.
Ln statua marmonta simboleggiante Ja Fede, cbe ornerà
l 'altare dJ S. Gìovanni Bosco In corrlBJ)on.denza a q uella
simboleggiante la Car-ltà.
I nostri Benefattori non ci abbandoneranno
certamente in questa ripresa di lavori destinati
a completare e a coronare l'omaggio filiale
che la Famiglia salesiana vuole rendere alla
Vergine Ausiliatrice e al Fondatore e Padre
nella prossima ricorrenza del primo centenario
deU'inizio delle Opere di D on Bosco, che sarà
celebrato nel 194r.
Invochiamo aclunque ancora una volta la
carità di tutti, cd elenthiamo qui appresso
alcuni dei lavori in corso che possono essere
sottoscritti, come già in passato, con speciali
intenzioni ·cli omaggio alla celeste Ausiliatrice
per ottenere grazie e benedizioni, o per ono-
rare la memoria di qualche caro defunto.
30 grandi colonne e lesene mar-
moree. Caduna
L. 12.000
2 colonne di marmo, nel presbi-
terio, al lati deU'altar maggiore,
portanti un'artistica lampada in
bronzo per 11 SS. Sacramento.
Caduna
n
4 .000
2 grandi statue in marmo (alt.
m. 2,20) ai Lati dell'altare di
S. Giovanni Bosco, rappresen-
tanti la Fede e la Carità. Cad. )) 15.000
2 artistiche pile marmoree per
l'acqua santa all'ingresso della
Basilica. Caduna .
» 3.000
q. stazioni della Via Cnids, in
bronzo. Caduna
2.000
Quadro della cappella del Sacro
Cuore (il S. Cuore con Angeli
adoranti) .
))
6.000
Decorazione della Cappella del
Sacro Cuore
» 5.000
Decorazione della volta della Cap-
pella della Beata l\\IazzareJJo » 5.000
Decorazione musiva dell'arco sopra
il quadro
li 7.000
4 pre:r,iose colon,ne di verde Is-
soire sull'altare della Beata. Cad. » 4.000
La balaustrata della Cappella .
Il 10.000
Pavimento della Cappella mq. 20.
Quota di sottoscr. per ogni mq. » 200
2 grandi vetrate a colori nella na-
vata principale, coi simboli del-
l'Eucaristia, l'altra di l\\Iaria Im-
macolata. Caduna
n
5.000
Statuetta dell'Ausiliatrice in marmo
con decorazioni in oro per la
cappella dell'Apparizione
»
3 .000
Quadro dell'Apparizione della Ver-
gine a Don Bosco
5.000

1.6 Page 6

▲back to top


Quadro del martmo dei
Santi Solutore, Avven-
tore e Ottavio nella
Cappella dell'Appari-
zione .
L. 5.000
Ricca decorazione musiva
della parte frontale
della nicchia della Ma-
donna nella cappella
dell'Apparizione . »
7.000
6 grandi lampadari in
bronzo còn 13 globi
luminosi nella navata
maggiore. Caduno ,i
2.000
16 lampade votive distri-
buite nelle diverse cap-
pelle sopra accennate.
Caduna .
»
500
4 ricche lampade votive
ai lati dell'altare di
S. G. Bosco. Caduna ,1
1.500
Altorilievi della t(Via CrucJ.s». La prim.a staziune.
Ai generosi Benefattori che certamente ga-
reggeranno nell'affrettarsi a sottoscrivere qual-
cuna delle opere elencate, comunichiamo che
il versamento dell'offerta corrispondente alla
sottoscrizione potrà anche essere fatto a rate
entro gli anni 1939 e 1940.
In questi giorni ci sono giunte le seguenti:
NUOVE SOTTOSCRIZIONI
30 Grandi colonne e lesene da L. 12.000
caduna:
1. Cooperatori e Cooperatrici della Lituania.
2. Prelazia di Araguaya (Matto Grosso-Brasile).
3. I spctt. Salesiana del Matto Grosso-Brasile.
NB. Ne restano a sottoscrivere 27.
Due colonne di marmo con ricca lam-
pada di bronzo pel SS.mo Sacra-
mento (L. 8000) ed il quadro della
Cappella del S. Cuore - Trittico del S.
Cuore con Angeli adoranti (L. 6000):
Sorelle Masera (Torino) in memoria dei
loro cari defunti.
16 lampade votive da L. 500 caduna:
- Ottavia Marchisio Scagliotti (T orino): due
lampade.
- Racca. Ester (Locarno): 1111a lampada.
- Bice Bossi (Milano): una lampada.
- G. S. in memoria dei loro pii genitori:
tma lampada.
- Carmelina Lizzio in Santonveito (Catania):
una lampada.
- Castagnara dott. Mario e SoreUe (Padova):
tma lampada.
NB. Ne restano a sottoscrivere 10.
Una delle artistiche pile per l'acqua santa.
4 lampade votive da L . :r 500 caduna:
- N. N. (Torino): tutte e quattro.
1 33

1.7 Page 7

▲back to top


LA PRIMA OMELIA DEL SANTO PADRE
ul solenne Pontificale di Pasqua.
La pace sia con voi! - Poiclzè l'odierna
solennitii pasquale Ci riserva anche la gioia di ri-
.i,olgere il Nostro paterno saluto a voi, deg1tissimo
Senato della Chiesa, a voi, i11sig11i rapprese,itanti
d~ll'episcopato, della romana prelatura, del clero
r~mar~o .e ~egli Ordini religiosi, a voi l1ttti, figli
dilettzssmn - per contenere la cui pia devozione
questo immerzso tempio è ormaidive11llto angusto-
n:m crediamo poter meglw iniziare il Nostro dire
che ripetendo la mblime parola che il Divino
l\\!Jaestro, usàto glorioso J!alla tomha, rivolg/!'()a
oggi stesso agli Apostoli suoi: «Pa.x vobis! »
(Grov., XX, 19).
È il saluto e l'auguri(} della pace I Premmm1-
ziato, t1Pi secoli dell'attesa, come il Principe
della Pace (ls., IX, 6: Princeps pacis); accom-
pagnato, al suo nascere, dalle note angelid1e in-
11 'ggianti ,, glwia nel cielo a Dio n e ,, pace in
terra agli uominidi buona vo/01itù11 (Luc., II, 14),
il DivinRedentore fit, secondo la bellll immagine
de/!'IL,Postolo Paolo, il bandito're e il portatore
della pace: Evangelizavit pacem{H/., Il, 17). No11
ww pace sen:;,a contrasti o set1.:a battaglie; ma
pace co11quistata attraverso un.a lotta mirabile
tra la vita e la morte mors et vita duello con-
Aixere miran?o. (D,~lla sequenza di Pasqua):
pace Jrutto di vittorUl gu.adagnala a prrzzo di
sa11.gue poichè Egli «pacificò il cielo e la terra
col sangue della sua croce)) (Coloss., I, 20).
Beti dunque a ragione San Paolo non solo
così spesso ripete la consol<mte invocazione:<< Dio
della pace, Signore della pace» (Rom., XV, 33
e altrove) ma, facendosi ancora una volta eco
della voce dei profeti (Aficlrea, V, 5: Et erit iste
p.ix), addita Gesù comr ltz nostra stessa pace:
Ipse est pax nostra (Ef., II, q.).
Queste co_1~dera:::ùmi Ci sembrano· partico-
la~11~r7:te utili a rall~grare e tl rianimare gli
.1~inti, "W'!itre tanto e da tutti proclamala, de-
sider~la, invocata la pace: la pace è, infatti,
- d1rn110 co11 S. Agostino - ,m bene così gr-an.de
che nulla mo/ essere più gradito all'orrcchio
nulf~ d~ più degiui puo desiderarsi, niente di megli~
p110 mfme ott,,m·rsz· (De Civitate Dei, XIX, r r)
.ll~a P_11rtroppo a nemm tempo, forse, come
ai gwmt che trascorriamo, possono applicarsi le
parole_ del profeta: t( Gridavano pacf, pace; e
non ,.,, era pace!» (Diccmes: pa.x, pax: et non
c~at pax. Gt!Tem., VI, r+; VIII, 11; R::rech.,
XfTT, 10). Se, infatti, volgiamo intorno lo
S,,~tw;do, quale triste spPitacoln Ci si preset1ta!
E diffuso nel 111011do un srnso di agitazione e di
scontwto: sembra regnare i11 molte 1·1>giò11i tm
134
pm~r~so squili~rio f ori~ro di mali più gravi: glt'
animi son presi da ansia e sgomento quasi' si f on·e
alla vigilia di giomi peggiori.
Il mondo senza pace. - T11llo ciò è ben
lontano da quella sere11a e sicttr(l ,, tra11q11illità
nell'ordi~ie~ (S. AGOST, De Civitate Dei, XlX, 13)
che ~ostttuisce la vera pace. E come puo aversi
la piena e vera pace, me11tre anche figli di una
stessa terra, dinumtichi spe!is0 della com1111e ori-
gine e della comune patria, soti cosl profo11da-
mente divisi da ai•denti e implacabili lotte di
partiti e di interessi? Come puo aversi fa pace
me11tre a tante migh'aia di 110111i11i manca il la-
voro - quell'011esto lavoro che ,um solo man-
tiene la vita agli individui e alle loro famiglie,
ma che rappresenta altresì l'esplica::titme neces-
sari.a. e decorosa delle 111olllfort11i energie, di cui
natura, ese,•cizio, studio han110 dotato e ,morato
la dignità della persona ,muma ? Chi non vede
che in lai modo si i1adano fom1ando erwrmi masse
cui l'IJ'lJ'ililimento e la miseria - tanto più esa-
rperanti perchJ in stride11te c01,trasto col lusso
e fa sovercl1~a agiatezza di quei pnvilegiati che
110n sento!:o d dovere di aiutare chi soffre - ren-
do110 facile preda degli illusori miraggi, i11sidù-
samente proposti dagli astuti propalaLori di teo; ie
dissohitrici? Come può aversi la pace se pr,r-
troppo anche tra_ le Nazioni manca spesso quella
1m~t11a co~1pre11si~ne che s~la può incoraggiare e
spmgere t popoli 11elle vie luminose del civile
progresso, mentre patti solmnemente sanciti e
la parola data ha11110 perduto quella sicurez:::a
e quel valore, che sono base indispensabile della
reciproca fiducia, sen::ra la quale il tanto drside-
~ato_ disarmo materiale e moTjlle riesce di giorno
m giorno meno attuabile?
Di fronte a così pericolosa trmpesta esortiamo
vivamente tut~i a tornare al R e pacifico, al Ri-
sorto, dal Cui fabbro abbiam raccolto le conso-
lanti parole: Pax vobis. Egli ci darà - come ha
promesso - fa pacP: la pace $1la, quella che il 111011-
do non può dare, quella che sola calmerà ogni tur-
bamento, dissiperà ogni timore (G10v., XIV, 27).
Il fondamento della pace. - 1v. la poidiè
la pace est_eriore non p,w essere che il riffosso
dr/la pace wterna, occorre i,manzi tutto pe11sare
alla pace della coscien:::a: procurarla, se 110n la si
ha: custodirla e coltivarla, se già la si possiede.
Non fu infatti: senza una prof1mda raf'ione che
N. S. Gesù Cristo proprio oggi, nella S~ta prima
apparizione agli Apostoli, volle aggiungere al sa-
luto della pace tm inestimabile dono di pace, il

1.8 Page 8

▲back to top


sacramtmto della Confessione, affmchè nel giorno tuibile della vera pace, non è però, da sola, ba-
stesso della Stta Rismrezio11e gloriosa nascesse stante a superare i reali ostacoli c/1P si oppongono
quella salutare istituzione che ridona alle anime la bene spesso alla ma ap,plica:::ione. Se alla stretta e
grazia, trionfo della vita sulla colpa, che è la fredda giustizia 11.011 si unisce in fraterna armo'IIÌII
morte. A questa sorgent~ inesauribile di perdo,w e la carità, troppo fadlnunte l'occhio divime cùcu
di pace la Chiesa, nei santigiorni pasquali, chiama per vedere i diritti altrui. L'orecchio dif.•iene sordo
con patema insistenza i moi figli. Se tz,tti acco- alla voce di quella equità, dalla cui saggia evo-
gfiessero l'amoroso invito si avrebbe così tm lar- lonterosa applicazione possono sorgere a11clre nelle
ghissimo e rigoglioso fiorire di ,ma nuova vita iti più ardue controversieragionevolie i1itali soluzio11i.
Cristo, col godimento ineffabile di quella pace
dolcissima che dà ali'anima il <Ù>minio delle
passioni 11ell'amorosa e perfetta obbedienza al
Sig110,e. u Vuole l'am·ma ttla ,, domanda Sant'A-
gostino «vincere le tue passioni? Sia sottomessa
a Chi è in alto e vincerà ciò dre è in basso. E sarà
in te la pace: vera, m1'ra, ordinatissima. Quale
è l'ordù1e di questa pace? Dio comanda all'anima:
l'anima al corpo. Niente di pit't ordinato». (N/i-
scellanea Agostiniana. Voi. I. S. Augustini ser-
111011es post Ma11rinos reperti, pag. 633, 15-18).
Pace e carità. - E quando diciamo cari'tà,
intendiamo ta generosa e feconda carità di Cn'sto.
Quella carità che trasse lui a morire per ciascttno
di noi: Dilexit me et tradidit semetipsum pro mc
(Galat., Il, 20): quella carità che urget nos
(ll Cor., V, 14); e fa sì che « qlll'lli che v ivono,
mm più a se stessi 'llivano, ma a Chi per loro
morì e rimscitò n (fl Cor., V, 1 5): qur/1.a can'tà
che lo spinse a prendere le sembianze di servo
(Fiupp., II, 7) ajfi11chè divevissimo tutti f ratei/i i11
Liti, il Primogenito (Rom., IX, 29), figli tutti
Pace e giustizia. - Ecco dunque, Venerabili dello stesso Dio, eredi dello st!'sso reg110, chia-
Fratelli e diletti figli, la base, unica e incrollabile, mati ai gaudi della stessa vita sempiterna.
metti riposa la vera pace: Dio; Dio conosciuto, ri- Segli nomini lOl'neram,o a provare il' dolcezze di
spettato, obbedito. Di111ù111ire o di.strugggere questa q1umo amore, e si ripol'Manno in esso, sorgerà final-
obbediem:a al Divino C,·eatore è lo stesso che rur- mente nel mo11<ÙJ il sole radioso della pace. Alle ire
bare-o completaménte distruggere la pace negliindi- eccilatrici subentrerà la calma ragionatrice: alla
'iliduicomenellefamiglie; nelle singole nazionicome disordinata co11corre11za la collabora;s-ione cordia-
nel mondo intero. Solo Dio, infatti, uparla di pace le: all'avversione laco111prensio11e reciproca: alla
per il suo popolo, per i suoifedeli e per chi torna di pericolosa eccitw::io11e degli auimila fiduciosa sere-
cuorea Lui~ (Salmo 84). Solo sotto lo sguardo del- nità degli spiriti. Si t,ornerà sulla via delle mutue
l'01mipote11te - mpremo tutore dRlla giustizia e amichevoli ir1tese, dove i giusti interessidi tutti sia-
s 1pre11W elargitore della pace- «giusti::ia e pace no valutati con equo e be,u,volo ap-pre=amento,
si abbracciano insieme» (Salmo 84) perchè, come dove non si rifu.gga da sacrifici periibene supcriorr
ca11ta il profeta Isaia: «Opera della giusti.zia sarà dell'umana famiglia, d{J'l)e regnino sovra,ze la b1umn
la pace ed effetto della giusth;ia sarà la quiete e voloutà e la fedeltii esemplare alla parola data.
la sicurezza in sempilemo » (Isaia, XXXII, r7). Pl!Tclzè sia così, parche questi Nostri arde11-
Come, irifatti, 11011 può darsi pace senza ordùze, tissimi voti si compiano, Noi non possiamo che
così non puo aversi ordine senza giusti;::ia. La rùmO'l1are agli ù,dividui, ai popoli, ai govema11ti
giustizia esige che l'autorità legittimamente costi- quel fervido appello alla pace - pace 1tefla gi11-
tuita sia dai sudditi 1-ispettata e obbedita: che sti:::ia e nella carità - che volemmo a tutti gi1111-
le Leggi siano sapientemente ordinate al bene gesse non appma fummo assunti al Supremo
comune I' da tulli coscieri::riosamenfe osservate. La Pontificato. Ma più che altro Noi leviamo le
giustizia impone che siano riconosciuti e tutelati braccia e lo sguardo al cielo - al Re dei Re e
i sacrosanti diritti della umana libertà e dignità; Signore dei Dominatori (I Timot., VI, 15) -
che siano convenientemente distribuiti quei beni i1111alzando supplichevole la Nostra preghiera
e quelle ricclze::::::e che lddio ha profuso nel mondo al Signore, comi' ce la pone sulle labbra la odierna
per il vantaggio dei suoi figli. Gi'usti:::ia vmole liturgia della 111essa. O Signore, Tu in questi
che no11 venga contrastala e osteggiata l'azione sa- giorni inviti - con la voce della T11a Chiesa -
ltitare della Chiesa di Cristo, Maestra infallibile tutti i figli Tuoi ad accostarsi ai santi Misteri,
di verità, sorgente itwsaim'bile di vita per le a11i- a nutrirsi della Tua Camr e a di.ssetarsi 1tel Tuo
111e, i11.ng1w benefattrice del civile consor::io. Ove Smig,w. T1t li v11oi tutti raccolti intorno al sacra-
ùmece al nobile scettro della giusti::ia si sostituisca· me11J.o Tuo, dono inestimabile dell'amore Tuo per
L'arma della viole11za, 1wssrma potrebbe meram- noi, srgno e vùu:olo dell'amore che a Ti· ci 1111isce e
gliarsi di veder appan're s111/'oriz-sonte, in.'lJece che frtl noi ci affratella. Ebbmt>, o Sig11orl', /argisci
dell'attesa alba di pace, foschi baglion· di guerra. cd i11f011di ai Tuoi figli lo spirito dPL Tuo amore e
e 1\\fa se còmpito della giustfrria stabilire e con- con la Tua bontà unisci nella concordia coloro c/ze
servare le norme di quell'ordi11e che è base insosti- Tu hai saziali con il saq-a111M1to pasquale.
135 -

1.9 Page 9

▲back to top


I~
Il I n O
IIII
S~rrl6 (Barcellona). • L'lstllulo $alcsl~no dopo la 1ormcnta mar,.i,,1a.
l..'cdlllclo Salvo II le rovine del laborut<>rl rnul saltare coo la dln.&mlle.
IN FAMIGLIA
Dalla Spagna liberata.
Comincimw a gi1111gcrci noti::ie dalla Spagna
liberata dall'eroi.smo dti suoi figli migliori e
dei 1105/ri valorofi volontari. Le cum11ru'clure11w
111u11 mano ai 11ostri Cooperatori etti raccoma,i-
diamo caldamente co1,jratelli ed opere.
Ecco la prima da Ba,.cellona:
Amatissim1J Padre,
D..o gratias! Finalmente siamo liberi I liberi,
am.1tissimo Padre!
Liberi dai marxisti clic, per lo spaz"io di due
:inni e mezzo, ci htlnno perseguitato con umi-
liazioni e motteggi, con carceri e tormenti e
con la minaccia continua di morte. Quanto
buono è stato Iddio con noi che non lummo
deini di seguire il cah'llrio fino alla Yctta come
altri nostri confratt:lli, gloria della nostra Con-
gregazione e della nostra Patria! Ora il cuore
si apre alla speranza. Il seme che con tanti
sacrifici hanno generosamente gettato tutti i
buoni Salesiani, irrorato <lai sangue dei nostri
eroici confratelli che hanno saputo morire per
Cristo, non tarderà a dare i suoi frulli. Abbiam
quasi finito di sbarnzz~uci da tutt,1 la lorilura
che hanno lasciato i rossi in questa nostra
ca,a di Sarrià, insieme alle rovine dalle quali
- - non ci potremo rimettere tanto presto.
Ella non può immaginarsi come ho troYato
questa cara casa, quando ne presi possesso,
un'ora appena <lopoch!! parte dei nostri labo-
ratori erano stati fatti saltare, mer\\lrc entra-
vano le truppe iiberntrioi. Dal 26 febbraio fino
ad oggi non abbi.un fatto che pulire. Oggi fi-
nalmente respiriamo. E ci sentiamo in casa
nostra, dopo avere peregrinato in varie case
privare <li cui la carità ci ha aperto, con grave
rischio, le porte, negli anni di inferno.
Io non le so dire quel che ho provato nel
rimetter piede in questa casa ove c:ro entrato
all'età di r t anni e n'ero uscito a 57, dopo più
di 40 anni di continuo b"oro tra figli di ope-
rai, scacciato colle pistole puntate alla gola,
perc1uisito e minacci.Ilo di morte, se non fossi
scomparso all'istante.
Cacciato di casa, come gli altri confratelli,
randagio per le strade, ho tro\\'nCO anch'io
nella fede e nello spirito salesiano la forza d1
sopportare gli innumere\\·oli maltrattamenti
di chi ci perseguitava come fann•dloni, come
arnesi inutili, come nemici della cultura e
della classe operaia I
I .ci può quindi comprendere la g101a pro-
vata nel poter ritornare e prendere nuovamente
possesso di questa casa, abitata, durante la
dominazione dei rossi, da nemici noslri im-
plucabili I l\\1a la consolazione più grande fn
quella di poter rintracciare e radunare tutti
gli altri confratelli Jispersi Lil quest:i città e
dintorni, ognuno con la sua terribile storia

1.10 Page 10

▲back to top


di sofferenze inaudite. Man mano che
ne compariva uno, era una emozione
indescrivibile. Eravamo circa una doz-
zina e stavamo raccolti in conferenza
spirituale nella Cappella di D on Bo-
sco, quando comparve il Sig. Ispet-
tore don Massana a farci la prima
visita ed a portarci La sua benedi-
zione. Ora il numero dei ritrovati è
salito a z5. Si fa vita regolare e di La-
rnro. Si cerca di ricuperare ciò che
fu rapito al collegio. Abbiamo già
ricuperato tutto il materiale della
tipografia, che ha ripreso subito a
lavorare. Il laboratorio dei falegnami,
tutto in rovina, l'abbiamo provviso-
riamente montato in un altro locale
per far porte e finestre, e le ripara-
zioni indispensabili alla casa eh::
deve ospitare nuovamente j giovani.
Abbiamo già scoperto Je macchine
della falegnameria che furono aspor-
tate qua e là e speriamo di riaverle
tutte quanto prima. Cosi puce il ma-
teriale della sartoria. Per quelle di
meccanica ci vorrà un po' di tempo;
ma ne abbiamo già ricuperato una
buona parte. Lavoriamo tutti con
grande entusiasmo.
Ieri 9 marzo abbiamo inaugurato
ufficialmente la nostra nuova Comu-
nità. Abbiamo invitato i Cooperatori,
gli ex-allievi e gli Amici dell'Opera
e la chiesa si riempl completamente.
La cerimonia riuscì molto commo-
vente. Ora, siamo ai suoi orruru, di-
sposti a tutto; ma soprattutto ad es-
sere sempre buoni Salesiani.
Eccole in particolare come abbiam
trovato le cose.
Tutta la Casa di Don Bosco (l'an-
tica prima residenza che ospitò il
Santo nel 1886) orrendamente sud:-
cia e deteriorata, è intatta e l'ab-
biamo subito abitata. Ora la stiamo
disinfettando ed imbiancando.
li teatro ha perduto solo il pal-
coscenico.
La parte antica della casa, intatta,
con cortili, portici, scuole e dormi-
tori: si sta ripulendo e disinfettando.
Intatti anche il parlatorio, la por-
tineria e la tipografia.
La chiesa: l'edificio è intatto; m'..l
altari, pulpiti, confessionali, Via Cru-
cis e banchi, tutti bruciati nel cor-
tile. L'abbiamo ripresa a funzionare
Sarrlà-BarceUona.• Le rovine de\\l'edilbio delle nostre scuole pro-
fessionali di•lr•lle dai rossi. - Maèeh.lne rlcupcralè e provvlSoria-
_menlc impiantau, In cortile. Particolari delle rovine.
137
-

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


alla meglio fin dal giorno seguente al nostro
ritorno.
Incominciammo con l'atto della riconcilia-
zione secondo il rituale. La chiesa era gre-
mita di gente, e continua ad affollarsi a
tutte le funzioni che celebriamo. Così abbiamo
feste~iato S. Francesco di Sales e il nostro
Santo Padre Don Bosco con un concorso stra-
ordinario. Stiamo ricuperando alcuni para-
menti sacri, trafugati qua e là.
L'edificio delle scuole è pur esso intatto.
11 pianterreno coi portici era stato convertito
in fabbrica di materiali da gucrm.
I refettori e la cucina, tanto dei giovani
come dei confratelli, mtatll. Così pure l'in-
fermeria. Sono invece scau distrutti: i labo-
ratori dei falegnami, dei sarti, degli scultori
e indoratori, la scuola di disegno, ccc.: tutto
fatto saltare. Durante il terrorismo, i rossi
avevano ad ibito l'edificio, con enormi padiglioni
costruiti da loro nell'orto, a fabbrica di guerra,
in particolare per fucili :\\fauser e munizioni
da cannone. Kon è rimasto che un mucchio
di macerie! ~aruralmente, di tutto il deposito
dei lavori di stampa, di lihreria, ecc. non ri-
mane più nulla. Tutto asportato o distrutto.
Bisogna ricominciare da capo. La stessa sorte
e toccata nl reparto di arte sacra: sculture,
immagini, stampe; tutto frantumato o bruciato.
L'organo 1.lclla chiesa, harmoniums, piano-
forti, tutti rovinati. Un vandalismo 1
Non si possono ancora calcolare i danni.
Amatissimo Padre, ci son rimasti però in-
tatti più di tutto la volontà e lo spirito salesiano;
e in nome di Dio faremo tutto quello che uma-
namente è possibile per riattivai<: In vita ordi-
n~ri_a dcli~ scuole. Ci sono ancora delle gra-
vtss1mc difficoltà, non essendo ancoro tenni-
nata la guerra. Tra le altre, la difficoltà di
approvvigionamento. Cc ne vuole a mettere
insieme il , itto pei 25 che siamo in casa: ma
ci facciamo coragjtio e speriamo di risokere
presto anche questo problema. :\\li preme
~oter _raccog_lic:e quanto prima una cinquan-
tina d1 orfani d1 guerra; siamo già in trattative.
Piovono domande di accettazioni Ja tutte le
parti. Qualcuno speriamo di poterlo accettare
in aprile. I confratelli sono in pieno fervore.
Tutti la salutano e salutano con lei tutti i
Superiori del Capitolo. La terrò al corrente
di quanto facciamo e<l abbiamo in mente di
tare. Grazie di rutto. Per rutti
Suo aff mo in C. J.
Barctlluna, 10 marzo 19w.
Sac. Cuc1.m,Mo V1--;As.
-
Il disastroso terremoto del Cile.
(Lettera dell'Ispettore 111 Rettor l\\1oggiorc).
Rrv.mo sig. D. Riu,ldo11~,
solo oggi, a due mesi di distanza dal terri-
bile terremoto, il più spaventoso che la storia
del Chile ricordi, che in un minuto e mezzo
distrusse città e villaggi ripieni di ,·ita e di ani-
vità, posso scriverle alcuni particolari dei danni
da 1\\0i sofferti.
In realtà, subito dopo il terremoto, il 25
gennaio, alle prime notizie della spaventosa
catastrofe, ,·olli partire per il Sud del Chile,
ma non potei ottenere il permesso desiderato
dalle autorità competenti, sic-chè p:!r tre giorni,
con pena ed angoscia indicibile, fummo del
tutto privi di notizie sulla sorte dei confratelli
e giovani di Talea, Linares e Concepci6n.
Al quarto giomo i Dirctton cli Talea e Li-
narcs poterono comunicamii che non s'ave-
vano a lamentare disgrazie personali, e alla
sera, mentre i confratelli recitavano le orazioni
ricevetti una lettera per posta aerea dal Di-
rettore di Conccpciòn, in cui mi assicura,a
che anche i confratelli d1 quella Casa erano
tutti salvi, sebbene con gra\\'issimi danni ma-
terìaii.
Ne ringraziammo subito il Signore coll:i
recita del 1'e Drnm.
Finalmente, ottenuto il u Libero-condotto 11
dal Governo, in compagnia di D. Kinast, po-
tei partire per la zona d~olata, pn:munito con
,accinnzione contro la tifoidea e il vaiuolo.
Impossibile descri,·ere ciò che i miei occhi
videro e le impressioni provate. La città <li
Chilhln, perla del Nuble, omllli non è altro
che un cumulo <li rovine. I suoi 55.000 abi-
uuui furono sepolti in gran parte nelle proprie
case, convertitesi in tombe.
Da Chillan fino a Concepcion, desolazione
e morte. Alle undici di ser-J, dopo q. ore di
..-iag1-,>-io in treno, giungemmo alla mèta.
La bella ed elegante città, che a,·cvo ammi-
rato qu,1lche settimana prima, non si riconn-
sc.eva. Le sue , ie, senza luce e ripiene di ma-
cerie, erano del tuuo <le~rtc: nempivano l'a-
nimn ùi tristezza.
Nel collegio potei abbracciare, non so ùirlc
con quantu affetto, i nostri cari confratelli c<l
uùire dalle loro labbra i prodigi che ì\\Iaria
Ausiliatrice e San Gio,·anni Bosco ottennero
da Dio in loro favore.
In colle~io si trovavano circ:i trenta confra-
tcl11 e nessuno rimase ferito, nemmeno Jeg-
gc1mcntc.
Tutto l'<·t.lificio fu smosi;o violememente;

2.2 Page 12

▲back to top


qua e là il tetto cedette e per grandi aperture
lascib vedere le stelle che brillava.110 in ciclo;
caddero più pareti delle varie camere, ma sem-
pre dal lato opposto a quello in cui dotmiva
qualche confratello.
Alcuni confratelli rim3sero ermeticamente
chiusi in camera, sen1,a poter fuggire in alcun
modo ed in ciò trovarono la loro sal\\'ezza.
Un nostro sacerdote :mziano, riposava t ran-
quillamente nella sua camera a pian terreno,
ed il movimento sismico lo trasp ortò in mezzo
della camera nello stesso letto.
Nei qu:1ttro angoli della camera caddero
numerose ro,•ine, ma il tetto del centro resi-
;;tette e protesse il confratello.
Un allro confratello si senti togliere dal
letto da una forza misteriosa che non sa spie-
gare, ed, appena fuori dal letto, vide cadere
su di questo quintali di pietre e mattoni che
l'avrebbero senza dubbio schiacciato.
Con facilità potrei narrare altri episodi di
questo genere che cantano la bontà di M aria
e la protezione di Don Bosco.
I d,tntli rnate1iali sono però molto ingenti,
a'SSai piu gravi di ciò che a prima vista poteva
sembrare.
Tutto il secondo piano della facciata, tli
circa 120 m., si deve riedificare o gettare al
suolo; cosf l'edificio che separa il cortile degli
studenti da quello degli oratoriani, destinato
a scuola; il grande salone-teatro, al secondo
piano, deve sparire; il coro della chiesa fu del
tutto dh;trutto. Tutto il collegio ha bisogno
ùi cs..wre rafforzato con colonne e cordoni di
cemento armato.
Anche nei due colle~i di Talea e d i Linarcs
cd in Valparaiso abbiamo avuto danni notevoli,
sebhenc non tanto gmvi come in Conccpcion.
Non ci vorrà meno di un milione <li lire,
per le riparazioni indispensabili ai ,·ari collegi
e per rimettere in efficienza quello di Con-
ccpci6n.
Ma la divina Provvidenza non ci lascerà
mancare il soccorso dei nostri Cooperatori.
Con questa fiducia, subito dopo il terremoto,
e cioè il 26 gennaio u. s., ricordando gli ~empi
datici da Don Bosco e dai suoi degnissimi
successori, diressi all'Eccmo. si~. Pr~sitlcnte
della Repubblica, Doll. Pietro Aguirrc Cerda,
una lettera in cui gli dicevo:
Sebbene non conosca ancora la gravità
dei danni ~offerti nei nostri Collegi del Sud,
particolJnnente in quello di Concepcion, credo
compiere un dovere p;1triottico mettendo su-
bito a disposizione del Supremo Governo
20 posti del tutto _gratuiti per accogliere nei
C,lllegi S;1lcsiani altrettanti ragazzi rimasti
orfani di padre o di madre, dai dicci ai quat-
tordici anni•·
Visto poi l'immenso disastro, assai superiore
a ciò che si era creduto, il 26 gennaio, in altra
nota, inviata pure al sig. Presidente della Na-
?ionc, misi a sua disposizione I nostri Col-
legi per riceyere quanti ragazzi abbandonati
il Go,·emo avesse creduto bene inviarci dalla
zona del terremoto.
Attualmente nei soli Collegi della (< G ratitud
Nacional » e del $ Patrocinio ~ sono più di ci11-
q11a11ta i ragazzi ospitati che godono dèl bene-
ficio dell'educazione salesiana: gli uni del tutto
gratuitamente; altri a pensione ridotta o come
e~terni. Lei sa pure, amatissimo Padre, che
in Santiago, nell'Oratorio Don Bosco, ahbiamo
u n Collegio gratuito frequentato attualmente
da 350 alunni , ed in T alea ve n'è un secondo
di circa 500 alunni diretto da D. Buj.
Questi, sebbene il suo collegio sia stato dan-
neggiato gravemente, continua la su a opera
di carità e di sacr ificio.
Cosl D. Gavirati, direttore di Linarcs, ha
riaperto il collegio parrnc-chiale, interamente
gratuito, e già frequentalo da 150 alunni.
Potevamo noi, in circostanze così doloro;-e,
agire di\\'ersamente?
Il sig. P residente <lella Nazione ebbe la
cortesin di rispondere alla mia prima nota
per mezzo del Direttore-capo, se~retario della
Presidenza, sig. Umberto Aguirrc.
Alla seconda nota rispoc:e lo stesso Ministro
degli Interni, sig. Dott. Pietro Enrico Al-
fonso B., r ingraziando cordialmente a nome
del Governo.
Amato Pad re, oggi più che mai ci accom-
pagni colle su e preghiere e col suo consiglio
e si raccomandi alla carità dei nostri ca.n
Cooperatori e delle no5tre buone Cooperatrici.
S"'itia,go, 30 marzo 1939.
Aff.mo in G. C.
D. GAUDENZIO MANACllINO, Ispettore.
ITALIA - Corleone. - Una bella inizia-
tiva per onorare S. Giovanni Bosco:
la carità ai poveri.
Nell'archidiocesi di Monreale, Corleone è
all'avanguardia nella <livozione a S. G im anni
Bosco. Centro è la chiesa dcli'Addolorata in
cui per opera del Rettore D. Sah:atorc Torto-
rici, si celebra ogni a1mo con crescente solcn-
nit11 la festa liturgica.
Un apposito comitato di signore ne cura la
preparazione con grande fervore. Que~t'anoo
1 39

2.3 Page 13

▲back to top


Cile. - \\'educa &èncralc dc,I nostro collegio di Concepcl6n prima del lattmoro.
Li cdcbr:i1.ione non si è limitata alle solite
funzioni di chiesa - Comunione generale,
l\\lessa cantata con panegirico detto da D. Si-
mone Vitale: e funzione serotina di chiusura
- mn si è voluto rendere un :itto di speciale
omagJ:iO al Santo, organizzando delle opere
di carità cristiana. Il suddetto Comitato in-
fatti, a sue spese, la vigilia della festa offer-.,e
un pranzo ai povc;:ri del Ricovero del SS.mo
Salvatore, e, il 3 l gennaio, distribul agli altri
po,·eri del quanicre ben cinquanta chilogrammi
di pane.
Segnaliamo volentieri la caritatevole ini-
ziativa che ha integrato cosl provvidamente
il programma religioso della festa ribpooden<lo
in pieno allo spirito del Santo che fu ben de-
finito II un gigante della carità ,.
Potenu. - Un altan a S:in Giovanni
Bosco nella Chiesa Cattedrale.
lt venerando Vescovo diocesano S. E. Mons.
Augusto Bertuzzoni ha avuto la gioia di sod-
disfare un suo ardente voto dedicando a San
Gio,'llnni Bo~co un magnifico altare nella
Ch:esa Cattedrale. '.'-e diede egli stt."-SO l'an-
nunzio sul Bollettino diocesano con queste
parole:
:'\\e' primi giomi del prossimo febbraio,
verrà dedicato un altare della no•trn Cattedrale
di Potenza a S. Giovanni Bosco. Da tempo
- qo
sentivo il bisogno, con un segno tangibile, di
dire a Lui, al gran Santo della mia giovinezza,
tutta la mia gratitudine, e, nello stesso tempo,
porre sotto la sua potente protezione, tutta la
gioventt'i nostra, che è la pupilla degli occhi
del Vescovo. Per diverse circostanze s'è fatta
attendere la preparazione della Pala dell'al-
tare, innanzi alla quale verranno le madri ad
offrire i loro figli, ad innalzare prej!hiere, :1
n ~rsare lagrime per quelli che sono spiritual-
mente e moralmente lontani; ma verrà pure
In nostra gioventù a doman<lare lume e forza
per le lotte della vita».
Ed il giorno 25 gennaio su' muri della
città fu affisso un manifesto che conteneva un
caloroso appello <lei \\"cncrato Pastore a' suoi
cari Potentini: o. Vi invito ad unirvi a mc nel-
l'assoh-cre un grande debito di riconoscenza
che dc,·o al padre della mia giovinezza S. Gio-
, anni Bosco. Ho voluto che - nella nostra
Cattcdr:ile - gli venisse dedicato un altare.
perchè l'omaggio della nostro venerazione
attiri sulla cara gioventù lo sguardo paterno
del Santo, la sproni col suo esempio alla
virtù, la sostenga con la sua intercessione nel
cammino burrascoso della vita.
11 l fo inteso pure di richiamare a' piedi del
grande Educatore quanti si dedicano alla for-
maidone intellettuale, morale e spirituale dc'
nostri giovani, per apprendere alla sua scuola
la ~ramlezza e sublimità della lare, missione,
ed il metodo solamente efficace della vera cdu-

2.4 Page 14

▲back to top


cazione: ed anche perchè - nelle loro gravi Diocesi, pose Ja sua opera pastorale sotto la
preoccupazioni - trovino nel cuore di Dol\\ protezione del Santo.
Bosco Santo un potente intercessore oltre che Compì l'idea di restaurare la Caltedralè
una guida ed un maestro impareggiabile. La che cm ridotta in condizioni deplorevoli.
vostra unanime partecipazione alle nostre c:e- Impresa paZ1-csca - dissero taluni - ci vuole
lebrazioni dica al gran Santo la venerazione, mezzo milione, e come farà questo sogna-
l'amore, la riconoscenza di tutta Potenza cat- tore a trovare tanta somma, in mezzo a gente
tolica•·
povera?
Atl'appcllo co9l comprensivo, tenne d'.ctro Ma Mons. Bertozzoni, uomo di fede, af-
il programma delle feste che s'iniziarono il fidò a Dio ed al Santo D. Bosco l'impre.-..,.
2 'ebbraio. Il triduo ,•enne predicato da S. Ec- E la speranza non fu delusa: oggi la Cattedrale
cellenza Mons. Pietro Tesauri, Vescovo di è una vera opera d'arte.
l semia e Venafro. La Cattedrale - ogni .'\\Ile 18,30, dopo i Vespri Pontificali, Mons.
sera - fu gremita fino all'im·erosimile. La Tes.1uri di~ il panegirico del Santo presen-
bellissim1 imagme di D. Bosco, operd del Prof. tando D. Bosco come un Santo modt•rno, pà-
Prayer Mario di Dari, Lroncggiava sull'altare palc, italiano. La massa di popolo che pendeva
maggiore circonfusa di luce e circondata di dal suo labbro, fu pervasa dal più sincero entu-
fiori b;anchi. La parola semplice e convincente siasmo, ed anebbe certamente fatt<> sentire
dell'oratore estasiò tutti, pcrchè, come in ul\\a calorosi applausi, se avesse dimenticato In
,·isione smagliante, fece pa!lsare tutta la vita del ri\\•erenza che si deve al luogo santo. Dopo
gran Santo che-animato da fede viv.1-trion- il solenne Tt Deum e 1a Trina Benedizione,
in mezzo alle lotte ed alle contraddizioni l\\lons. Bertazzoni disse a' cari Potentini la
di ogni genere.
sua parola commossa ùi ringraziamento. A tutte
Le feste culm:narono il giorno 5 febbraio. le funzioni fu largamente distribuita una ima-
Alle 8 celebrò :\\lessa prelatizia :'\\lon'3. Tesauri, gine di S. Gio. Bosco che - a tergo - ponava
che distribuì la comunione a centinaia e cen- stampate le seguenti parole: « Le solenni ce-
tinaia di giovani e uomini. Dopo la Messa, lebrazioni in onore di S. Giovanni Bosco fe-
solenM distribuzione delle tessere agli Uo- condate dall'apostolica parola di S. E. .Mons.
mini di A. C. dell'Associazione D. Bosco •. Alle Pietro Tesauri, Vesco,,o d'Isernia e Venafro
ore 10,30 Mons. Vescovo diocesano tenne so- ci ricordano: 1) il più ardente desiderio del
lenne pontificale. E la Cattedrale si rivelò in- Santo: la salvezza ddJe anime; 2) il suo su-
sufficiente perconienere il popolo devoto. Dopo blime ideale: l'educazione cristiana della gio-
il Vangelo il venerando Pastore sali il pergamo, wntù; 3) i suoi mezzi preferiti: i SS.mi sa-
e p:irlò con cuore entusiasta e commosso. cramenti, la divozione alla Madonna, l'Aposto-
~Ions. Bertazzoni ama chiam-.irsi figlio di lato.
D. Bosco. Ed a ragione.
Alunno dell'Oratorio
Salesiano di Torino, il
15 a~osto r886 si ac-
costava alla Prima Co-
munione nella Chiesa
di l\\laria Amiliatrice
ed alla sera rice,·eva da
D. Bosco stesso nella
sua cameretta i ricordi
del pii1 bel giorno di
sua ùta. L'affetto che
lo strinse al Santo fu
così vivo che, durante
l'ultima malattia di D.
Bosco, egli con altri cin-
que compagni offrl la
sua giovane vita perchè
fosse conservata la Yita
del paùre dei giovani.
Ele\\'ato all'Ep1scop3-
to e raggiunta la su.1
:,mfrru, • Au1orl1à e clero auorno al'Arclv~vo Mons. DbCulft
- dopo le run~lonl in onoro dl S. Giovanni Bosco.
14.t
-

2.5 Page 15

▲back to top


La soave imagine di S. Giovanni .Bosco ora
spicca nel suo altare, che si trova nel cappel-
lone del SS.mo Sacramento, a destra d i chi
entra.
BELGIO - Grand-Bigard. - Oasi spiri-
tuale.
Il 24 maggio dello scorso anno, festa di
Maria Ausiliatrice, nel nostro Istituto di Grand-
Bigard, il Vicario generale dell'Archidiocesi
Mons. Tessens, Delegato dal Card. Van Roey,
ha benedetto sole.nnem.ente Ja prima pietra
della Casa per gli Esercizi Spirituali, resa ornai
necessaria dall'affluenza della Gioventù di Azio-
ne Cattolica, di dirigenti ùi Oratorii e di opere
sociali, nonchè dai nostri ex-allievi ai corsi di
Esercizi che i Salesiani offrono da tre anl'ti a
tante anime anelanti alla perfezione cdstiana.
Una generosa benefattrice ha permesso ai Figli
di Don Bosco questa sistemazione che col fio-
rente Oratorio ed il Noviziato salesiano porta
il progetto dell'opera nostra ad un bel pro-
gresso. Chissà che presto uon si possa ancora
affiancare una buona Casa di formazione dei
nostri Coadiutori !
L'Oratorio gode le simpatie di tutta la citta-
dinanza che nelle scorse vacanze fu attratta da
una mostra singolare egregiamente organiz-
2:ata. Una mostra molto interessante destinata
a far conoscere tutte le risorse dell'Oratorio di
Don :Bosco per rallegrare, educare e formare
cristianamente la gioventù. Dai giochi di sala
e di cortile, alle scuole di religione, alle Com-
pagnie e<l alle pratiche religiose, si aveva un
quadro completo <li tutta l:J potenza educatrice
lli quella che è l'Opera prediletta del Santo dei
~iovani. L'iniziativa merita larga imitazione.
SMIRNE. - Ad onore di San Giovanni
Bosco.
italiane, i superiori di tutte le Comunità reli-
giose e le nostre scolaresche. •
Sua Eccellenza· tenne al Vangelo l'omelia
tratteggiando e loquentemente la figura morale
del Santo e la sua attività nel campo sociale
educativo.
La parte corale fu disimpegnata, come d'or-
dinario, dalla Scltola Cantonmz parrocchiale,
composta in maggioranza da cx-allievi sale-
siani. A tutti i presenti VCf\\nC regalata un'im-
maginetta del Santo.
TUNISI - S. Giovanni Bosco celebrato
alla radio.
I giovani del nostro Oratorio ,, Sacro Cuore>>
di T unisi, hanno commemorato quest'anno
San Giovanni Bosco in modo eccezionale,
attraverso le onde della Radio-Tunisi.
La sera del 5 febbraio, la « Filodrammatica
Don Bosco» dell'Oratorio, promotrice della
radiodi1-Iusione, dopo il discorso commemo-
rativo letto da un antico allievo, interpretò
egregiamente alcune scene dell'operetta alle-
gorica di Don Cimatti 1, Alba Fiorita ", su
adattamento radiofonico curato d:ùl'antico al-
lievo Giovanni Silvestro in collaborazione col
M0 Antonio Rigo organista della Cattedrale
di Tunisi.
Annunziata dalla stampa locale italiana e
francese, nonchè dalla stazione trasmittente
stessa, la commemorazione venne ascoltata con
vivo compiucimcnto dai cattolici tunisini e in
modo particolare dai nostri connazionali che
nutrono tanta divozionc a S. Giovanni Bosco
e tanta simpatia per l'opera salesiana. Il Quo-
tidiano italiano "L'Unione ,1 ne diede un lu-
singhiero resoconto e numerosi Cooperatori
ed ammiratori espressero la loro soddisfazione
al Direttore ed ai suoi collaboratori.
Smirne cattolica, che conta, fra le diverse
comunità religiose, anche una fiorente casa
salesiana, ha celebrato con particolare solen-
nità, il 5 febbraio u. s., la festa di San GiovaQ.ni
Bosco.
Preparata da un triduo di predicazione, la
popolazione vi partecipò con fervore.
Assai prima delle 10,30 la chiesa dei PP.
Domenicani era grenùta di fedeli accorsj anche
dai paesi vicini per assistere alla l\\1cssa pon-
tificale di S. E. Mons. Giuseppe Dcscuffi, Ar-
civescovo di Smirne.
Assistettero ufficialmente il R. Console Ge-
nerale d'Italia, Corum. P. A. Rossi, il Diret-
torio del Fascio, i Direttori delle Istituzioni
-
Ad onore della Beata Mazzarello.
ITALIA - Lugo.
Dopo un triduo solenne predicato nell'in-
signe Collegiata dal nostro Don Stile, il Gran-
d'Uff. Avv. Giuseppe Gavazzana di Milano
ha tenuto la commemorazione civile della
Beata nel salone del Politeama Venturìni alla
presenza di tutte le autorità civili, politiche
e religiose e di immensa folla. li giomo della
festa, 29 gennaio, celebrò la ?\\lessa della Co-
munione generale S. E. Mons. Tribbioli,
Vescovo di lmula e pontificò la Messa solen,nc
S. E. l\\fons. Guizzardi, Ausìliare dcll'Em.mb

2.6 Page 16

▲back to top


Card. Arcivescovo di Bologna. Lo stesso Mons.
Guizzardi tenne poi nel pomeriggio il pane-
girico della Beata Confondatrice dell'Istituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
ARGENTINA
Preparata con fervido zelo dalle cx-allieve
delle Figlie di Maria Ausiliatrice per mezzo
della stampa, della radio e di migliaia di fo-
glietti volanti lanciati dag1i aeroplani, la gior-
nata della Beatificazione ebbe grandi mani-
festazioni in molte città della Repubblica.
Importante soprattutto quella della capitale
federale Buenos Aires, dove si degnarono di
dare la loro adesione al Comitato per i fostcg-
giamenti, il Presidente ed il Vice-Presidente
della Repubblica, Ministri, Senatori e membri
del Corpo Diplomatico, nonchè molte altre
illustri personalità.
La solenni~sirna cerimonia si svolse nella
cattedrale, parata coi suoi migliori addobbi,
alla presenza di S. Em. Rev.ma il Card. Co-
pello, Arcivescovo di Buenos Aire!-; di S. E.
Rev.ma Mons. Fietta, Nunzio Apostolico;
delle L.L. E.E. R.R.me Mons. Devoto e
Mons. Rocca, Vescovi Ausiliari; di S. E. il
Ministro della Marina, Viceammiraglio Scasso;
dell'Ill.mo Reg;o Incaricato d'Affari d'[talia,
Barone Serena di Lapigio; dell'on. Senatore
nazionale Snntamarina; deU'lll.mo Presidente
<lei C. N. di Educazione, sig. Lc<lesma; di
numerose altre autorità nazionali e cittadine,
d'una larga rappresentanza di Istituti e Co:i-
gregàzioni religiose e di immenso pubblico,
che già molto prima dell'ora fissata gremiva
il vasto tempio.
In posto distinto vi assisteva anche un ni-
pote della Beata, il signor Luigi MazzareUo
colà r~idente; l'Ispettore Salesiano con tutti
i Direttori delle Case vicine e altri nll'Q'lerosi
sacerdoti. Gran parte delle navate laterali erano
occupate dalle educande ed allieve degli Isti-
tuti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dagli
alunni dei nostri collegi.
Alle 10,30 ebbe luogo il canto del Te Deum,
dopo il quale Mons. Borgatti, Vicario Generale
di Viedrna, tenne il panegirico della nuo,,a
Beata, lumeggiandone, con vibrnnte parola,
le mirabili virtù, e soffermandosi particolar-
mente ad illustrare le opere dell'Istituto che
si onora d'averla per sua Confondatrice e
Madre.
La benedizione eucaristica impartita dal-
l'Em.mo Canlinale chiuse la sacra funzione,
a cui donarono lustro e decoro gli studenti in
filosofia dell'Istituto Salesiano di Bemal, con
riuscitissime esecuzioni musicali, e cento gio-
vanetti del piccolo clero del nostro Collegio
«Pio IX•>, i quali prestarono servizio all'altare.
Poco J.opo, da un balcone del vicino palazzo
arcivescovile, S. Em. Rev.ma il Card. Corcllo,
insieme a Mons. Borgatti, a S. E. il :Ministro
della Marina, all'Ispettore Salesiano e ad
altre personalità, si degnava di assistere alla
bella sfilata di cinque battaglioni dei nostri
Esploratori e del lungo corteo delle allieve
delle Figlie di Mai ia Ausiliatrice, compiacen-
dosi paternamente delle entusiastiche accla-
mazioni di tanta serena e fervida giovinezza
educata nelle Case di Don Bosco.
Anche Bahla Blanca offri un largo omaggio
di venerazione alla Beata M. ì.\\fazzarello. La
sua Inunagine, dalla grande tela dipinta dal
pittore Monacelli, campeggiava fra un ricco
trofeo di fiori e addobbi, sull'altare maggiore
della cattedrale, affollata di gente, accorsa alle
ore 10 per la solenne cerimonia.
Avrebbe dovuto presenziarla lo stesso Ecc.mo
Vescovo Mons. Leandro B. Astelara, il quale
con patema bontà aveva riserbato a sè l'onore
di tessere il primo panegirico della novella
Beata; ma, suo malgrado, per motivi di salute,
non pC1tè poi farlo personalmente.
La Schola Cantorum della nostra Casa di
Fortin 1\\1ercedes eseguì un scelto programma
musicale con vari cori a quattro voci, cli splen-
dido effetto.
CILE
Anche nel C:le la grande ora della Beatifi-
cazione di M. Mazzarello fu celebrata con
particolare solennità. Ricordiamo soprattutto
l'imponente Te Dt!m,1 cantato nella cattedrale
di Santiago che attrasse una vera folla di
personalità, di rappresentanze, di gioventù e
di fedeli d'ogni ceto, uniti nel tributo di rive-
rente- omaggio alla novella Beata.
Vi presenziò S. E. Rev.ma l'Arcivescovo
Mons. Campillo, a cui fecero degna corona
S. E. Mons. Lombardi, Incaricato di Affari
de-Ila Santa Sede, gli Ecc.mi Vescovi l\\lons.
Del Canto, titolare cli Adraso e Mons. Jara
Salesiano - or-a purtroppo già strappato dalla
morte al suo diletto Vicariato Apostolico <li
Magellano - i Canonici del Capitolo l\\fetropo-
litano e numerosi membri del clero secolare
e regolare.
Disse il panegirico l'eloquente Can. Car-
vajal, il quale concluse il suo discorso congra-
tulandosi con l'intera Famiglia Salesiana per
la gloria della nuov-.i Beatilìcazione, ed espri-
- - mendo il più ferv;do voto di veder presto la

2.7 Page 17

▲back to top


fronte della B. l\\l. 1\\lazzarello circonfusa del-
l'aureola dei Santi.
Le nwnerose schiere delle alunne degli Isti-
tuti delle Figlie di \\Iaria Ausiliatrice che
avevano già salutato l'arrivo dell'Arèivescovo
con le note del Sacerdo1 et Po11tifrx, cantarono
in ma~sa corale, dopo la Benedizione, l'inno
della Beata, mentre il Tantum ergo e scelti
mottetti a quauro \\'OCi ,·enncro eseguili dal
poderoso coro dell'fatituto Teologico Sale-
siano.
MAGELLANO
?\\on meno 1,olenne riusci la giornata della
Beatificazione a Magellano, nell'estremo lem-
bo cileno delle terre australi, dove non è ancor
spenta l'eco delle grandi Feste per il cinquante-
nario di fondazione delle Case Sale$iane e l'.elle
Figlie di itaria Ausiliatrice.
La cerimonia, presenziata dal Pro Yicario
della Dioce.~i, si svobe nella cattedrale, alla
presenza delle Autorità civili, de.ll'On. Corpo
Consolare, di Religiosi e di fedeli in gran nu-
mero.
L'Ispettore Salesiano Don Aliberti tesr.è
l'elogio della Beata, illustrandone le mirabili
,inù e preparnndo gli animi a sciogliere con
fervida voce l'inno del commosso ringrazia-
mento a Dio.
Al termine della funzione, l'Ecc.mo lnten-
dente della PrO\\'Ìncia, insieme alle Autorità
locali, si compiacque di assistere alla sfilata
degli Esploratori di Don Bosco, i quali, in
oma~gio alla B. :\\I. !\\Iazzarello, avevano pre-
stato servizio d'onore nell'interno del tempio.
MESSICO
Di particolarissima importanza sono le brevi
note venute anche dal provato Messico, le
quali ca dicono che pur là si ebbero belle, e
possiamo djre ,·eramcntc preziose cclebr.izioni
della nuova Beata.
Grazie allo spontaneo interes.-.umento delle
ex-allieve delle Figlie da :\\lana Ausiliatrice
e dei nostri Cooperatori la festa riuscì dt ge-
nerale soddisfazione, sotto la presidenza del-
l'Ecc.mo ..\\rcivesco\\'O, con nolevole aJlluenza
di persone, e del tulio indisturbata, malgrado
le persistenti locali difficoltà.
PARAGUAY
Preceduta da un triduo di preparazione in
cui, più volte al giorno, furono trasmes"i per
rndio d1~cors1 e notizie sulla Be.1ta, la festa Jel
- - 20 novembre sì celebrò solenncmeme nella
cattedrale di Asunci6n. \\"'intervenne lo stesso
Presidente della Repubblica, vari membri del
potere esecufo·o, il R. :\\linistro d'ltalfa con
larga rappresentanza della colonia italiana,
autorità cittadine, istituti, associazioni reli-
g10se, ecc. Il quadro c'.ella Beata risalLava tra
la bandiera nazionale e italiana, in una can-
dida cornice di freschi gigli.
S. E. Rev.ma ~1ons. Mena Porta. celebrò
la santa i\\lessa, infervorata da sacri mottetti,
eseguiti dag-li alunni del Collegio ,, S. José 11 ;
e il nostro D. Contcgranùe tenne il panegirico.
n sacro rito, che s'era iniziato con le festose
note del Jlag11ificat, si chiuse col canto <lei
Te Dermi e la solenne benedizione eucaristica.
PERÙ
A Lima intervenne l'Ecc.mo Nunzio Apo-
stolico l\\lons. Cento, il lJUale nella cappella
della Casa lspcttonale delle Figlie di '.\\!aria
Ausiliatrice tutta bianca nel candore di , csti
e di \\'cli delle centinaia e centinaia ùi gio\\ani
convenute dai vicini collegi, intonò l'inno del
ringraziamento e diede la benedizione euca-
ristica.
S. E. si compiacque di presict1ere anche
un, brc\\'e accademia, tenuta subito tlopo all'a-
perto, aggiungendo,•i la sua parola vibrante
sempre d'affetto verso la Famiglia Salesiana
e in quell'ora particolarmente fervida di con-
gratulazione e d'incoraggiamento per la luce
<li gloria irradiata dalla l\\1ndre sulle sue Figlie.
Prima di lasciare l.t Casa, acclamato quale rap-
presentante del Papa <li Don Bosco, chiuse
la significari,·a cerimonia, impanendo a tutti
la benedizione ,tpostolica.
URUGUAY
A Montevideo fu splendida cornice all'esal-
tazione della Beata la grande chiesa metropo-
latana, che apparve, come per le più grandi
solennità, gremita tìn nelle tribune, con larga
rappresentanza di personalità religiose e ci-
vili, e di istituti.
Dopo il canto del Te D, 11111, l'Ecc.mo .\\rci-
vescovo di ìvlontevideo, Mons. G. Francesco
Ar-agone, con calùa ed enmsiasta parola, esalti>
le ,irtù della Beata, dinaalzi alla sua immagine
che spiccava trionfalmente sull'altar maggiore.
Ottime le esecuzioni mu~icali della Polifo-
nica «Don Bosco•·
lmpanit.a la trina benedizione eucaristica,
il sacro tempio risuonò tielle lodi alla novella
Beata, cantate a coro dalle alunne delle Figlie
d1 :\\Taria .\\u:::iliatnce e seguite giocondamente
Jal popolo festante.

2.8 Page 18

▲back to top


DALLE NOSTRE MISSIONI
ASSAM
La suora salesiana in m.issione.
Rro.mo sìgnor Doti Rical.done,
LA CA.SA DI TEZPC.:R. - Da tre anni
ahbiamo aperto una casa per le Figlie di
:\\lana Ausiliatrice a Tezpur e ci senliamo
profondamente grati al Signore e alle ze-
lanti Suore pcl bene immenso che com-
piono con l'oper.i loro. t una casa prettamente
mic:s1onaria, attrezzata per le esigenze d'un
distretto eminentemente missionario. Oltre
alla continua visita ad Paganos D nei vil-
lag~i cristiani ed in quelli pagani, le Figlie
tli l\\Iaria Ausiliatrice hanno organizzato in
Tczpur l'Opera della Santa Infanzia, il Cate-
cumenato femminile e ad una scuola speciale
di educazione femminile per preparare degne
madri alla società.
IV .lIISS/0.\\'E. -Emule del sacerdote mis-
,.
sionario anche le Suore lasciano periodica-
mente la pace della loro residenza per se-
Asnm. - Alla fonlllna tU Tczpur.
Asu.m. Acconcla1ure eurlo,c nella 1rlbò del O;afhl.
guire il missionario nei ,•iaggi di missione e
complet;1me l'opera di evangelizzaz1one. Col
cuore scmrre ardente di zelo e col sorriso
,;uUe labbra affrontano volentieri i disagi che
i viaggi rnis;ionari importano ine,;tahilmente
riguardo al vitto, all'alloggio e specialmente
ai mezzi di trasporto, che 11 più delle mite si
riducono al semplice ca,allo di San Fran-
cesco•·
Il sole cocente dell'India non risparmia;
la sete tormenta i.mplacahilmcnte, e innumere-
voli zanzare tentano di inoculare germi di
malaria, quando l'acqua delle paludi e i miasmi
dei pantani non procurano di peggio. :\\la le
umili eroine affrontano tutto colla coscitnza
del dovere t colla gioia di poter soffrire col
Signore per la salvezza ddlc anime. E fanno
mirac<>li I Nei poveri villaggi, nelle mi~urc
capanne ove si soffre, si langue e si muore, la
loro parola calda di affetto fraterno consola
e istruisce, solleva e ~ublima, mentre la loro
m:mo paziente allevia i dolori fo,ici, recando
sanità e gioia. Per quf'Sto 1I loro arri'\\~O :1 un
- - villaggio è festa per LUtll. Ragazze e donne
145

2.9 Page 19

▲back to top


vanno a gara per condurle in casa, nelle loro
misere capanne di fango e paglia, ove soffrono
malati, o attendono catecumene, anelanti al
Battesimo.
I-Io potuto avere una statistica dell'attività
svolta in sei mesi: villaggi visitati 4 t; istruzioni
catechistiche 224; medicin e distribuite 3540;
famiglie visitate 202.
Ma come tradurre in cifre il bene spiri-
tuale?
Chi conosce la situazione della donna in
India può comprendere il valore di questo
apostolato delle Suore. La suora missionaria
è la vergine cattolica che, imitando l'eBempio
della l\\fadonna, attraversa pianure arse e
montagne scabrose per compiere opere cli ca-
rità e di santificazione. Ilo chiesto a qualcuna
le impressioni del primo viaggio Mi sentii
rispondere con semplicità: <' La prima notte
del mio primo viaggio missionario, la passai
in una misera capanna di un più misero vil-
laggio nella vera jungla. La novità della cosa,
il tavolato che ci serviva per letto ·e special-
mente il ronzlo delle zanzare, mi tenne sveglia.
L'ululo degli sciacalli a bre,·e distanza mi
impressionava tanto più che al loro urlo fa-
ceva eco quello di molti altri animali che n on•
sapevo ancora identificare. Ma l'impressione
s'accrebbe quando sentii un ripetuto fruscio
nelle vicinanze, come se una mano robusta
strappasse parte delle pareti della nostra po-
vera abitazione. Non volli svegliare la mia
compagna e le ragazze che ci avevano accom-
pagnato; ma quel rumore continuo, interrotto
solo da brevissime pause, non mi permise di
chiudere occhio tutta la notte: solo al mattino
mi potei spiegare la causa di quel rumore. l
cristiani, saputo <lclla nostra visita al ,·illaggio
avevano costruito una capanna nuova, lutta
per noi; e la paglia fresca aveva attirato alcune
magre vaccherelle affamate che ne avevano
fatto una scorpacciata n.
Il loro lavoro si ripete ugualmente in tutti
i villaggi: raccolgono i piccoli e le donne di
ogni età per insegnare loro le preghiere, i
canti, per prepararli alla confessione e alla co-
munione <lei giorno seguente; poi fanno vi-
sita alle case per istruire nella religione e pre-
stare cure e medicare secondo il bisogno, ccc.
Col loro aiuto il Sacerdote, in poco tempo, riesce
ad accudire tutto il suo gregge spirituale.
NEL CATECU!llENATO E NELL'O-
PERA DEI~LA SANTA. JNFA.l'vZJA. -
Quando ritornano alla residenza di Tezpur
aiutano le consorelle rimaste soprattutto nel-
l'opera del catecumenato femminile che, fre-
-
qucntato tutto l'anno, è poi frequentatissimo
in quaresima. t uno spettacolo vedere una
SC$Santina <li ragazze che lasciano il villaggio,
portandosi seco il riso sufficiente, e passano quei
santi giorni in casa delle Suore che le pre-
parano con pazienza al santo Battesimo I li
e Loro letto una semplice stuoia, come al vil-
laggio; ma esse non cercano comodità: pen-
sano solo ad istruirsi il meglio che possono
nella religione. Lungo il giorno, dopo la santa
Messa, sparse pel giardino ripetono in canto
le preghiere; assistono alle prediche ed alle
istruzioni ed hanno pure una lezione g iorna-
liera d'igiene della persona, del vestilo e della
casa. Cosi imparano a I.avare, cucinare e cu-
cire. Quando tornano al villaggio rigenerate
al Signore col santo Battesimo, portano con
sè i germi della civiltà.
Trenta pargoletti allietano per ora la casa
e l'Opera della Santa Infanzia che è una vera
beneclizione pel distretto. Quante misere crea-
turine vengono raccolte, batte'Zzale e allevate
.in questa casa benedetta! Nate al dolore e
all'abbandono, trovano nelle Suore tante buone
mamme che, oltre al loro bene spirituale, ne
curano l'istruzione e l'educazione e ne fan,io
tante brave ragazze che sarm.ao un giorno il
nucleo di buone famiglie cristiane.
Se si domandasse la storia alle bambine,
qualcuna potrebbe dire:
«Non ricordo di aver avuto nè padre, nè
madre, nè casa, nè paese. Ricordo solo di es:;ere
stata per tanto tempo in casa di persone cattive,
cattive... Poco r iso, molte busse. Un g.iomo, in
cui forse avevo fatto qualche scappattella, me
ne diedero tante che ancora conservo le cicatr;ci
sulla testa, ed un dito della mia mano ha per-
d uto u na falangetta... Il buon Dio che veglia
sugli orfani e sui derelitti parlò al cuore tli
un buon uomo che, sebbene ancor pagano,
mi portò alla Missione, dove trovai cure ed
affetto. Ben presto il Battesimo mi fece nglia
di Dio".
PER LA VITA. - A compimento delle
opere suaccennate le Suore tengono in
Tczpur anche un corso speciale di un mese
per le ragazze che stanno per unirsi in ma-
trimonio. A questo corso si deve la for-
maziònc di tante buone famiglie. Già più
di un centinaio son passate a prepararsi al
passo più importante della loro vita. E con
grande interesse! Perchè la scuola è tutta ad
indirizzo pratico. Annessa all'Opera della santa
l11fanzia offre un ottimo campo per addestrarle
all'igiene ed alla pulizia dei bnmbini. Fu una
grande consolazione pel mio cuore di Pastore

2.10 Page 20

▲back to top


quando ultimamente potèi unire in matrimonio Parecchi cristiani m'accompagnarono alla
\\'enti coppie in un giomo solo!
stazione, mentre facce camuse di bimbi dagli
Maria Ausiliatrice ci ottenga gli aiuti ne- occhi d'onice s'affacciavano timide agli usci
cessari, attrnverso alla carità dei nostri Coopera- tli ca~a e berciavano: 11 Straniero, straniero!>►•
tori, per ùare il ma.."simo incremento a questo Abbozzavo sorrisi, agitavo la mano in segno
prezioso apostolato delle Suore ed assicurare di richiamo, dicendo: Venite piccini, lo stra-
così famiglie veramente cristiane alla società niero vi \\'UOI bene ~. :\\.fa essi, sorridendo,
del domani. Lei ci rnccoman<li e preghi per correvano acl abbracciar le loro mamme.
noi.
Suo aff.mo in C. J.
Nei pressi della stazione, mi s'accostò una
vecchietta e, izettandomi in faccia due limpidi
►~ STEF,:-.o FERRA"mo
i escovo di Shillong.
occhi, mormoro alcune parole di saluto; poi
mi lasciò cadere nelle mani un piccolo involto
coi risparmi di un'intera annata... Il Signore
la ricornpcn-;i della sua carità.
Il lreno mi trasportò in una zona afosa che
SIAM
m1 fece sudare ininterrottamente. Paesaggio
brullo, arso dal solleone; campagna sabbi,,sa,
chia7.7.ata d1 cespugli rinsecchiti.
Un viaggio attraverso il Sfam
meridionale.
All'una del pomeri,l!giO arri,·ai alla solitaria
stazinneina di S11rnt. D'intorno verzicava
qualche prateria coi ciglioni aduggiati <la cocchi
..
Rrt•.mo sig,wr Dm, Ricaldo11(',
e da tamarindi. Davanti s'ergeva un colle am-
manwto ùal verde fogliame d'una densa bo-
ho contlotto a tcnnme un lungo viaggio scaglia, con le falde lambite dall'acqua frcttf!-
attraverso il Siam meridionale e m'affretto a losa del fiume.
mandargliene una detta~liata relazione. La Raggiunto l'imbarcatoio, presi posto su <l'un
prima tapp.1 in programma fu la città Ji l/1w- baucllo a vapore, e intavolai con\\'ersaz1one
l/ù1. ove un manipolo clt ferventi cristiani m'ac- coi passeggeri più vic11\\i. Un bimbetto, ,rinta
colse con feste e saluti, e m'accompagnò la ritrosia dei primi istanti, mi salutò e mi
alla casetta <lei missionario.
gritlò gongolante: Tu i;ei straniero, vero?
Passai la n<>tte tranquilla e<l all'alba ccl<..~ Ebbene, papà presto mi manderà, se sarò
brni la :\\Ic.~!m all'aperto di fronte al mare, al buono, ad istniinni all'estero».
cnnto largo e solenne delle onde che lambivano a Dove, piccino mio?
11 lido. l fedeli assi"tettero de\\'otamcnte cd ~ A Bant? llok! ».
JSColtarono con attenzione la p.1rola di Dio. Caro fanciullo: la Capitale della sua patria
Kel pomeriggio raggiunsi X11m Pho11, e era già all'estero per lui I...
sostai a visitare e benedire le case dei no- Le sponde del fiume eran disseminate <li
~tri cristiani sparse nella piccol.1 città. To. - fittis_-.ime palme. Qua e qualche ingiallita
nanùo alla ca~a che m1 ospitava, lun~o un abitai1ont: lacu-;tre rompeva la monotonia di
scnnero, crn i campi, mi si fece incontro quell'intern11n.1bilc doppio colonnato. Trov·:u
un uomo abhronzato dal sole e madido di su- la città <l1 Bandon in festa. L'approdo palpi-
dore. Mi si gettò ai pie<li, baciò e ribaciò la tava cl'innumercvoli bandiere garrcnli e di pal-
m,a ,cstc balbettando parole ùi gioia: era un loncini ùai mille colori; le vie brulica,ano di
buon cristiano tutto felice d 'incontrare tinal- gente g.i.ia e rumorosa; le case slo~g1avano al
mcme un sacerdote.
sole rossi festoni di carta ptnnclfat.a di cuh'-
Il mattino seguente, celebrai in una ca.~ tali A"hirigori cinesi; da più parti il crepitio
cristiana trasfonnata in cappella. !',;on av,.l\\'o delle 1mmancahili castagnole e le disperate
da,,anti agh occhi lo splendido panorama <lei note tl'una musica aritmica risonavan pel ciclo
giorno precedente; ma ero circondat,1 d.1 mentre imbrunha.
anime di fede profonda. Rivolsi a tutti un Alloggiai in una motlestissima cafia. Il viag-
sermoncino in lingua cinese, e mentre parlavo, gio m'aveva st;in~.lto e, scese le prime ombre,
notai che 11 maestro della piccola scuola lo<..·ale già pregustavo il nposo che il soru10 m'avrebbe
dava di gomito ai vicini, con espressioni di en- apportam. :.\\fa, ohimè! la notte non fu che
tusiastico consenso.
l'eco dei brusii, dei cicalecci e dei rumori e.li
Giunta l'oi-.1 del distacco, tutti quei cari fe- tutta la gente tld vic·n,1to.
deli si prostrarono per ricc,·crc la bcnedizion.:.
con una pietà che mi commosse profondamentc.
L'indomani celebrai con particolare fervore.
- pensando che Dio, per la prima \\'olta, sccn-
.

3 Pages 21-30

▲back to top


3.1 Page 21

▲back to top


deva a benedir quelle plaghe. Feci visita al
Governatore della città il quale m'accolse cor-
dialmente professandosi amico dei missionari,
e mi disse che un suo figliolo, ora laureando
in medicina all'Università di Manila, anni
addietro aveva studiato in una scuola cattolica
della capitale.
Percorrendo le vie cittadine, vidi ragazzi
dappertutto. «Forse - pel\\sai - il Signore,
un giorno, ci chiamerà qui... ,,. E, sognando
ad occhi aperti collegi e giovani, presi la
strada verso la scuola governativa.
Trovai il cortile brulicante di alunni: circa
un migliaio.
Un ometto sorridente, che poi conobbi es-
sere il Direttore della scuola, mi si fece in-
contro, mi salutò affabilmente e mi presentò
ai maestri, dando ampie informazioni dei
preti cattolici di Bang Nok Khuek. Come mai
ci conosceva? «Il vostro nome - mi disse -
già riempie tutta la città. Conosciamo i successi
delle vostre scuole; inoltre parecchi dei nostri
giovani ricevono la vostra dilettevole rivista
JaO'IJasan (Giovinezza) ».
Può immaginare, amato Padre, la mia gioia!
Visitai i locali scolastici; poi, ossequiato dagli
alunni, mi recai ad ossequiare l'Ispettore di-
dattico. Questo bravo signore si disse felice
ed onorato d'ospitarmi anche per brevissima
ora. « Voi cattolici-esclamò-date un'educa-
zione seria ai nostri giovani. Presto, vedi, man-
derò una mia figlia a studiare presso le Suore ,,.
Riservai il pomeriggio alla ricerca di even-
tuali cristiani. Fu sull'imbrunire che trovai,
alle porte occidentali della città, due giovani
sposi, uniti in matrimonio civile da qualche
mese. Con immen~ loro gioia ne santificai
l'unione, e li lasciai, invitandoli alla Messa il
giorno dopo.
A sera, durante la cena, mi si presentarono
un uomo ed una donna di giovanissima età.
Si dissero forestieri, da poco stabiliti in città.
Il giovane ancor pagano narrò come i suoi
parenti lo molestassero spietatamente, non vo-
lendo ch'egli si convertisse e sposasse una cat-
tolica. Stanco delle ripetute vessazioni, aveva
abbandonato il borgo natio, e saputo del mio
arrivo, era venuto a chiedermi il battesimo per
potersi sposare cristianamente. Cominciai ad
interrogarli ambedue sul Catechismo e, tro-
vatili sufficientemente istruiti, li feci preparare
per l'indomani.
All'alba del nuovo giorno i quattro sposi
m'aspettavano alla porta dell'albergo. Confessai
i cristiani, battezzai il catecumeno, poi celebra.i
la santa Messa e benedissi il suo matrimonio.
Rivolte a tutti alcune esortazioni, li lasciai con
-
l'animo commosso d'aver gettato in quella
città forse le basi di una futura cristianità.
Risalii il fiume fino a Sttrat e, verso mezzo-
giorno, montai in treno, diretto alla città di
Nak/1011.Sithammarat. Il paesaggio che mi si
parò dinnanzi è forse il più bello e suggestivo
di tutto il Siam meridionale.
Lasciata la stazione, il treno si lanciò in
una estesissima prateria coperta di verde e
<lolcemcnte acclive, alla cui estremità s'ader-
geva un'ampia cerchia di colli verdeggianti.
Raggiunti i primi contrafforti, la vaporiera
rallentò la corsa, ma rafforzò i suoi rabbuffi,
impegnandosi in una lotta faticosa e lw1ga su
per l'erta. Lottava, ma la sua corsa, torno
tomo ai colli, la portava lentamente verso la
sommità. Quando, ripiegando subitamente a
destra, si buttò all'assalto d'una piccola mon-
tagna, potei rendermi conto del terreno gua-
dagnato e rimirare la bellezza delle colline
digradrnti intorno e delle valli a=antate di
erbe e bagnate dal lucido corso del fiume.
Superata la corona alpe,tre, il treno sce,e
rapido e verso le due del pomeriggio entrò
nella stazione di Nakhonsithammarat. La città,
animata, presentava il caratteristico aspetto
delle cittadine di provincia: strade e straducole
mezzo aafaltate, con ca,e basse in muratura,
variamente colorate. Ogni casa era una bot-
tega, un negozio. Passai l'intero pomer;ggio
all'albergo. A sera mi si pre;:entò un giovanotto
<lai volto sereno, dai capelli lunghi, nerissimi.
Era un cattolico. :M'accorsi che Ja mia pre3enza
lo riempiva di gioia, ed ebbi subito la netta
impressione di trovanni davanti ad un'anima
buona.
11 Domani, Padre - furono le sue ult;me
parole - sarò a tua disposizione. Verrò a pren-
derti colla mia automobile e ti condurrò ove
tu vorrai. Buona notte! ii.
Il giorno dopo, alle ro del mattino, il gio-
vane era all'albergo.
Fatta visita al Governatore della città, e ot-
tenuto da lui il permesso di vistare i poJti più
notevoli, filammo alla pagoda «Phra That
(la Grande Reliquia), immenso cumulo di ca-
seggiati e di torri recinti da un muro sbiancato,
a quadrangolo, che correva tra giganteschi al-
beri sfrondati e palme alte e diritte. Distrat-
tamente ci dirigemmo verso la guglia centrale,
scortecciata, macchiata di erbe e di afronitro,
che si dice racchiuda un osso di Budda. Do-
mandai ad un uomo che mi stava vicino:
e<Potrei vedere questa vostra insigne reliquia? »
<<Impossibile! - rispose. - Essa è sepolta
sotto questa montagna di mattoni, in fondo...
molto in fondo... ,1.

3.2 Page 22

▲back to top


Prendemmo allora la via del Museo e della
Biblioteca modestamente forniti di statuette
di Budda in oro, pianticelle d'argento, vecchie
monete siamesi e inglesi, qualche decina di
libri recenti, trascrizioni siamesi dei libri sacri
11 Traipidok » (le tre corbe).
Nel pomeriggio uscimmo di città e ci diri-
gemmo verso i] villaggio di Rong Phibwz.
Tanto per non lasciarmi infastidire dal rombo
del motore e dal canterellare della pioggia che
cadeva a fitti goccioloni, intavolai discorso col
giovane. Suo padre, mi disse, era morto da
un mese, lasciando due figliuoli eredi di un
L'indomani, un dottore americano venne
ad invitarmi ad una visita al lebbrosario della
città. Mi fece salir sulla sua automobile, di-
mostrandosi molto affabile e mi portò al laz-
zaretto. Attraversato un prato erboso, giunsi
al gruppo di case~giati: sei belle ville di legno,
ai lati d'un piccolo viale; in fondo, la chiesetta
pulita, ma troppo arida per le sue nude pa-
reti.
Quasi ogni stanza aveva un quadro di Gesù
Crocifisso, dipinto dagli stessi lebbrosi. Ma
la cura spirituale era in mano di un pastore
protestante...
Slam. La cristianità di Betong.
ricco patrimonio: grandi roagazzeni di riso,
un assortito bazar in città, terreni in mano
di fittavoli a Rong Phibun. Mi confidò pure
che egli e suo fratello pensavano d'erigere
una scuola in memoria del padre. Prendendo
la palla al balzo: «Perchè non pensate sug-
gerii - a una fondazione cattolica?». «Già! -
rispose - ne parlerò con mio fratello e stu-
<lieremo la proposta insieme».
All'imbocco del paesetto il giovane si fermò
e mi fece far la conoscenza del brigadiere dei
carabinieri e d'un giovane commerciante, en-
trambi cx-allievi dei Fratelli di San Gabriele,
ma ancora pagani.
Veduti i terreni, corremmo alla non molto
lontana miniera di stagno, una delle più grandi
di tutto il Siam.
Ritomato all'albergo, preparai i bagagli e
m'avviai alla stazione accompagnato dai due
fratelli orfani, i quali, giunti al treno, mi ba-
ciarono ripetutamente la mano, promettendo
nello stesso tempo d'adoprarsi per erigere in
città un collegio cattolico.
Alla stanzioncina di KhU{!n Nien salirono
nel mio scompartimento il sig. Thuan, Diret-
tore, e un Professore della Scuola Agricola di
Ilaad-Jni: cattolico l'uno, e neofito l'altro.
Incominciammo una cordialissima conversa-
zione e giungemmo alla Scuola Agricola che
già annottava. Il Direttore mi presentò la sua
sposa la quale, prcparan.do la cena, non finiva
di rivolgermi domande sulla santa religione
e sui nostri paesi. Dopo cena, conversammo
- - ancora un poco; poi mi accompagnarono a
1 49

3.3 Page 23

▲back to top


riposare in una casetta tranquilla, nel grande
silenzio dei campi.
L'indomani celebrai nella villetta ed i tre
assistettero con grande fervore accostandosi
ai santi Sacramenti con commovente divozione.
Dopo Messa, battezzai il t1'glioletto dei due
sposi, primo della loro felice unione. Vollero
consacrarlo a Maria Ausiliatrice e dargli il
nome del Sommo Pontefice Pio Xl.
Verso le dieci e mezzo il Direttore mi con-
dusse a visitare la Scuola Agricola. È una
stazione sperimentale eretta dal governo, il
quale dimostra di comprendere bene come
l'avvenire del popolo siamese stia soprattutto
nello sviluppo dell'agricoltura. Gran consola-
zione per me il vedere affidata questa prima
Scuola Agricola governativa ad un direttore
cattolico!
A sera egli mi fece omaggio d'un curiosis-
simo fiore indigeno, il« Dok kadaknga », ancor
tutto incartocciato nei verdi sepali: s'apre una
volta sola e solo di notte; dato il suo saluto
alle tenebre, si racchiude in se stesso, avviz-
zisce e muore.
Il seguente, il direttore colla sua sposa
ed il professore si riaccostarono ai santi Sa-
cramenti con vivo fervore. E il piccolo Pio,
contrariamente al suo solito, non strillò affatto.
Fuori la pioggia scrosciava squassata dal vento.
Mi trattenni ancora rutto il giorno con loro.
L'indomarti verso le nove il sig. Thuan mi
portò alla graziosa cittàdina marittima di Sin-
gora. Si dice che l'abbiano fondata alcuni na-
viganti portoghesi o spagnoli approdati circa
350 anni fa. Colpiti dalla meravigliosa bellezza
della località, essi l'avrebbero denominata Se-
i'iora, donde l'odierno nome di Singora o
Songkhla.
In città fui colmato di cortesie da parte delle
autorità e di alcuni lettori del nostro Jaovasan.
Visitai la scuola normale maschile e; femmi-
nile, frequentatissime e dotate d'una graziosa
sala di lettura. Ebbi poi l'impressione che i
maestri fossero persone serie e molto atte al-
l'educazione. Il Direttore didattico mi riferl
con compiacenza come il Prmcipe Danmivat
gli avesse parlato entusiasticamente della
nostra scuola di Dang Nok Khuck; e si disse
desideroso di mettersi in relazione coi nostri
maestri.
Al palazzo del governatorato mi imbattei
in un vecchio capitano danese, il sig. Wosbein,
il quale, fattomi salire sulla sua automobile,
mi condu~se alla sua villetta. l\\Ii circondò di
mille cordialità e mi narrò le avventure mari-
naresche passate. Abbandonata la patria e per-
corsi i mari come mozzo, egli era gmnto alfine
- 150
a diventare capitano di una nave mercantile
siamese. Terminò la narrazione con w1 inno
alla sua vecchia pipa, compagna impareggia-
bile di tutta la sua carriera. Al momento di
congedarmi, entrò nel salotto un figlio del ca-
pitano. Mi salutò garbatamente e si disse ex-
allievo dei Fratelli di San Gabriele. «Sei cat-
tolico? 11 gli domandai. Il giovane con tutta
semplicità rispose: «Dovevo essere battezzato
in collegio, ma... (e qui buttò sul padre un'e-
spressiva occhiata) il desiderato e chiesto con-
senso di papà non venne ,1. - li capitano,
confuso e rosso in volto, balbettò: " Ma... se
io t'avevo già dato oralmente il permesso... ».
Continuai la conversazione col giovane, e
constatai che egli ricordava ancora il Cate-
chismo e ne credeva fermamente tutte le ve-
rità. Quando seppe che io sarei partito nel
pomeriggio, s'accasciò. Entrata in quel mentre
la madre, cattolica, anch'essa non sapeva darsi
pace d'una visita così rapida che non permet-
teva di soddisfare i loro santi desideri, e solo
si calmarono quando li rassicurai che sarei
ritornato il sabato seguente.
Mi recai quindi da una distinta famiglia la
cui figliola, cx-allieva .delle Suore di Penang,
desiderava da tempo il battesimo; ma capii
che il padre non voleva e rimisi la grazia al-
l'ora assegnata dalla Provvidenza.
Il capitano mi fece visitar la città e mi portò
anche sulla cima del colle che domina il mare.
Uno spettacolo magnifico! Sotto il mio sguardo,
l'immensa distesa dell'acqua e due verdeggianti
isolotti, dalla forma caratteristica che ha fatto
loro dare il nome di 11 topolino e micio >1.
A sera feci ritorno ad Haad-Jai. Prima del
riposo si parlò delle persecuzioni che affiig-
gono un po' dovunque la Chiesa Cattolica.
1, E perchè mai? )1 si domandava il sig. Thuan.
Sua sorella, ancor pagana: «Semplice che sei!
- l'interruppe. - Perchè? Perchè essa sola
è la vera Chiesa di Dh il.
L'indomani, prima che io prendessi la via
della stazione, il Direttore radunò i suoi ses-
santa alunni che mi batterono calorosamente
le mani. Rivolsi loro qualche buona parola
esortandoli ad arricchirsi l'animo non soltanto
di cognizioni ma anche di virtù e regalai loro
un bel pallone.
Da Tlaad-Jai proseguii per la cittadina <li
Pattani bagnata dal fiume omonimo. Un gìo-
Yane cattolico benestante m'offerse la propria
automobile per la visita alla città. Attraversai
velocemente il quartiere malese che trovai mi-
serabile. Bello invece il panorama che offri-
vano il mare e<l il porto animati da mille im-
barcazioni. A sera, tornai stanco all'albergo

3.4 Page 24

▲back to top


cinese. Ma non potei chiudere occhio. In una recai coi cristiani al piccolo cimitero. Diressi
stanza contigua alla mia ave\\"ano preso allog- la recita del santo Rosario, poi benedissi le
gio un indovino e un ipnotizzatore assediati tombe disposte a semicerchio sul dossale di
di clienti.... Bisognò rassegnarsi a sorbirsi le una verde collina. Tornando alle loro case, i
loro curiose conversazioni. Un povero can- cristiani si manifestavano a vicenda la loro con-
tonese, sentito che gli sarebbero morte nel- solazione.
l'annata la moglie e la figliola, dictle in taJi
Amatissimo signor Don Ricaldone: eccomi
!>-pasimi da far pietà. Quanto male fanno questi ora di nuovo fra i cari confratelli coll'animo
imbroglioni!...
pieno di emozioni e di dolci speranze. Da
L'indomani, il giovane cattolico venne ad questi rapidi appunti lei può rilevare quanto
ac:collare la santa l\\lc:!''-a, poi mi condusse a sia favorevole il terreno al buon seme di Cristo.
,-1s-itare alcuni ex-allievi dei collegi cattolici Ci benedica perehè: lo possiamo spargere a
di Pcnang. }:el pomcriei;io ritornai ad J laad- piene mam.
Jai in compagnia tl1 alcuni bonzi. 11 loro su-
periore intavolò conversazione con mc e non
Suo aff.mo in G. C.
rifiniva dul lodare i missionari, desideroso di Bm1g-Nok-Khu1.:k, 10-xu-1938
vederli stabiliti a Pattani per diffondere l'istrn-
zione. Mi disse poi d'avere due fmtellmi che
stavano compiendo i loro studi nel\\' .\\s-
J\\lons. PASOTIT
Prcfllto Apostolico di Rajaburi.
sumptiou College 11 di Bangkok. :\\li lasciarono
ad una st.-izione intermec.lia, inntandomi ad
..
alloggiare, in un'altra mia escursione, nella
loro pagoda.
fl giorno tlopo, per tempo, ripresi la via di
TESORO SPIRITUALE
Si11gora. Grandi cose mi am·ndc\\'ano colà.
Tr:1 la commozione tlei parenti e degli amid',
r Caopcratori che, rrmfnwli e comunirnt,, v1s1-
amministrai il battesimo nl figliolo tlcl capitano rano una chiesa o pubhlica cappella (i Rch~'.•Osi e
\\\\'osbein e ne benedissi l'unione matrimoniale le Rcliuiosc, la loro cuppcllll privata) e quivi pre-
con unn iiiovane cattolica. 11 vecchio lupo di gano secondo l'ìntl.'nzione ùel Sommo Pontefice
mare, a funzione finita, mi buttò le braccia p0~6ono .1cquistnrt:
al collo e pianse a lungo. A sera lasciai la ri-
dente cittadina marinara col cuore ricc>lmo di
santa letizia.
Viaggiai in auro fino a Btt,mg, auraver,-antlo
L'INDUI.CE::--:ZA PLE:"\\ARI,\\
1) Nd _..iorno in cui c.llnno 11 nome 111l'U11io11t' dei
Cn,,pu,1tori.
estesissime coltivazioni <l1 caucciù e di cocco, z) Nel giorno in cui per In prima volta si consa-
c<l arrampicandomi su graziose collinette ri-
Hano ol Sacro Cuore di Gt."Sù.
ùcnti tli ,·enle.
Betong i: posto di frontiera. Sicchè, appena
giunto aUe pone della città, mi vidi incontro
un ufficiale della Guardia Confinaria. l\\li at-
tcntlern chissà quale ispezione; invece quel
bravo signore, baciatami la mano, esclamò:
u Son lrc settimane che vi attendiamo! ,. Era
J) Tutte le volte che per otto .1?1orni continui at-
tendono aE!li F~rciii spirituali.
4) J,r p1111to di ,,.,,,,,., &e, confessaci e comunicati,
o alrnomo contriti, imochcronno divotamentc il
Santi~~uno nome ùi Gesù, colla boc,.i, se po-
trnnno, ud almeno col cuore.
un fervente cattolico. Feci subito un giro per
Oc;-.:1 ,11:sE:
la piccola città, ricc,cnc.lo saluti e feste ùa non 1) In un giorno del mc•~ a loro scclt11.
pochi c-.tuolic1 accc,rtisi del mio passa~iu.
:\\Ti fcmllli due giorni. Potei confessare e
comunicare un bel numt:ro di cristiani e ri-
volgcr1: loro parole di consiglio e <li conforto.
2) li giorno in cui fannu l'Escrri::ro di B11ri1111 /.forte.
3) 11 ~•orno in cui partecipano alla Co11/ercnza
m<11silc solesicma.
Potei pure parlare coi principali commercianti
)sIU. lllliSli DI l\\lAr;c;JO ANCHF.:
canoltc1 c.ld posto. Tutti mi supplicarono a
piant.,rc le tende assicurandomi del loro effi-
cace .,iuto. Se Dio vorrà, li accontenteremo.
L'inclomani, festa th Tutti i Santi, vidi la
chiesetta gremita d1 fedeli, e rivolsi loro af-
fettuose parole di ci rcrn>Lanza.
1) Il giorno 3: lm·cnzionc della Santa Croce.
z) Il giorno S: Apparizfone di S. l\\,lu:hc:le Arcan-
i:eln.
3) Il 11iumo 18: Asccn~ione di N. S. G. C. nl Cielo.
4) Il giorno z4: Festa di i\\Tann SS. Ausiliatrice.
Il 2 novembre, dnpo la santa :\\lessa, mi
- 5) Il g1omo zS: Pcntc,ostc.
151
-

3.5 Page 25

▲back to top


Crociata missionaria
Borse comple te.
Bor~a S. LINO, omaggio della Diocesi di Volterra
a S. E. Mons. Dante Munerati - Somma prcc.:
143,p,35 - Landi Giuseppina, 20 - Raccolte
dal comitato fra i cooperatori e le cooperatrici di
Volterra in occasione del XV anniversario della
consacrazione episcopale di S. E., 5800 - Tot.
L. 20161,35.
Borsa ANTME DEL PURGA.TORIO (J•)-Somma
prec.: 19609,6o - Vittoria Bar~agli, 10 - Canepa
Maria ved. Tavella, 50 - l\\1aria Armellin, 25 -
N. X. a compimento, 305,40 - Tot. L. 20.000.
Borsa RUA D01Y MfCI-lELE (3•) - Somma prec.:
18095 - N. X. 100 - In memoria dell'Avv.
Scalo Stefano, 100 - Pro scuola cristiana, 130
- In onore Jel S. Cuore di 1\\laria, 125 - N . .N.
1000 - Tuscano Carmelo, 20 - In onore di
S. Espedito, 200 - N. N. 100 - S. E. 150 -
Tot. L. 200-zo.
Borsa UBALDI DON PAOLO, a cura delle ex-
allieve della R. Università di Torino - Somma
prec.: 19122,50 - A compimento 877,50 -
Tot. L zo.ooo.
Borse da completare.
Borsa ANIME DEL PURGATORIO (s•) N. N.
2694,6o.
Borsa BALDI DON LUIGI - Somma prec.: 1980
- Ferruccio Foresi, 10 - A. Grignolo, 50 -
N. N., 50 - Tot. L. 2090.
Borsa BELTRAMI DON ANDREA (4•)- Somma
prec.: 3290 - Sac. Crocefisso Zanella, 100 -
Tot. L. 3390.
Borsa BIANCHI S.4LVATORE - Somma prec.:
500 - versamento, 500 - Tot. L. 1000.
Borsa BEATA MARIA lVUl.ZZARELLO - Somma
prec.: 28o2 - Moroni Colomba, 5 - Tot. L. 28o7.
Borsa BLANDINO GIOVAl'lNI - Somma prec.:
2560 - RieJla Mario, 40 - Chianale Bernardo,
10 - Anna Picco ved. Biondino, 100 - Tot.
L. 2710.
Borsa COSTAMAGNA MONS. GIACOMO (za)
- Somma prec.: 611 - Sorosio Agnese, 1:0 -
Tot. L. 621.
Borsa DAL NEGRO MONS. GIOVANNI, a cura
della pia unione per l'adorazione del SS. Sacra-
mento nellp chiesa di S. Spirito in Udine- Somma
prec.: 3592,50 - N. N. roo - Tot. L. 3692,50.
Borsa DIVINA PROVVIDENZA CONFIDO IN
VOI, a cura dei coniugi Camilla e Lodovico Peani
- Somma prec.: 2000 - Nuovo versamento,
1000 - Tot. L. 3000.
Borsa DIVTNA PROVVIDENZA - Somma prec.:
9248,50 - Boine Fiorenza, 5 - Boglione Fran-
cesco, 20 - C. E., 10 - Tot. L. 9283,50.
Borsa DOGLIANI CAV. GIUSEPPE, a cura di
Pozzi Francesco - Somma prec.: 50$6,50 -
Remondini Pietro, 100 - P. F. 100 - Tot.
L. 5266,50.
Borsa DON BOSCO EDUCATORE(4")-Somma
prec.: 3931,50 - Rag. Guido Berta, 10 -Beatrice
Castelli, 100 - Tot. L. 40.1,1,50.
DorSll. DON BOSCO PROTETTORE DEI CIO-
VAl\\,7 - Somma prcc.: 5699 - Fratelli Nascim-
bene, 30 - Dc Conti Elvira, 50 - Coniugi Gia-
nola, 30 - Tot. L . 580").
Dorsa DOi\\' BOSCO S.-U.V,-lTEI i\\"OSTRI FIGLI
(2~) Somma prec.: 6108,50 - S. Z. Bol?.ano, 50
- Tor. L. 6158,50.
Borsa FERRllNDO G. B., a cura degli ex-allievi I!
cooperatori salesiani di Novara - Somma prec.:
12785 - Prof. Giuseppe Butti, 365 - F. A. No-
vara, 100 - Tot. L. 13250.
Borsa GESU', MARIA AUSILIATRICE, DON
BOSCO (3a) - Somm" prec.: 720~ - Antonin
Guzzo, Columbus, 209 - Fiorasi M.::irfo, ro -
Tarta~lino Ercole, 100 - Tot. L. 7527.
Boi:sa GIRAUDI D02\\' FEDELE (2•) - Sommu
prec.: r9694,25 - Dosso Rosinu, 20 - Pardo
Prof. Michele. 100 - Maria Luisa di Benevello, 5
- Tot. L. 198 19,25.
Borsa INFANZIA .1BBANDONAT.-1 - Somma
prec.: 5122 - :Merlo Luigi, 100 - Tot. L. 5222.
Borsa LAIOLO DON AGOSTLVO - Somma
prec.: 2135 - Coniugi Amerio, 5 - Laiolo Er-
nesto, 50 - 1'ot. L. 2 190.
Borsa MADONNA DELLE GRAZIE DI CA-
STELMONTE, a cura degli ex-allievi salesiani di
Udine - Somma prec.: 6418 - Giordani Sabina,
25 - Ottavio Battaglia, 5 - Unione e.x-allievi, 10
- Loria 1\\-laria, 20 - Rina Collo, 10 - Diversi
cooperatori, 50 - Offorte varie, 60 - Tot. L. 6598.
Do:sa MADONNA DELLA CIVlTA, a cura della
casa salesiana di Gaeta - Somma prec.: 4652 -
Giovanna De Simoni, r593 - Giacomo Franco,
50 - Offerte varie, 688,50 - Tot. L . 6983,50.
Borsa MA.tWMA MARGH.ERI1'A (3") - Somma
prec.: 1800,75 - Mattirolo Giuseppina, 10 -
Pentenero Maria, 5 - Tot. L. 1815,75.
Borsa MADONNA DI LOURDES - Somma
prec.: 1416,55 - Antonio Fedele, 5 - Can. Raf-
faele Abbataogelo, 50 - Tot. L. 1471,55.
Borsa MARIA AUSJLIATRICE, o cura del Cav.
Sebastiano D 'Urso - Somma prec.: 416o - Li-
breria Donato, 10 - ~- N., 10 - Tina D'Urso,
10 - Tot. L. 4190.
Borsa MARIA AUSILIATRICE, a cura di E. P.
- Somma prec.: 5500 - Nuovo ,·ersamento: 500
- Tot. L. 6000.
Borsa MARIA AUSTLIATlliCE (26•) - Somma
prec.: 18663,30 - Suor Raffaella Bottinelli, 160
- M. I. M., 30 - Maria Petroni, 6 - Sac. Cro-
cefi~so Zanella, 100 - Maria Casella, 25 -
Tot. L. 18984,30.
(Segue).

3.6 Page 26

▲back to top


Lettera di D. Giulivo ai giovani.
Carissimi,
L'Osservatore Romano, l'autorevole giornale
quolidia.110 cattolico che si stampa Mila Città
del Vaticano, ha segnalalo recentemente 1111
nuovo volume di Antonio ,'1onti <e La giovinez::ra
di "Vittorio Emanuele II», ed ha ripmdotto l'au-
tografo di wm pagina di Carlo Alberto in cui
l'11llimo Re di Sard:gna e primo Re d'ltalia
dava agli augusti figli un'istruzione pratica per
hm prepararsi alla Confessione. Ve fa trascrivo
alla Lnttera perchè vi offre materia per un ottimo
esame di cosciem:a e vi rivela come il gran Re
fapeva educare cn'.stianame11te i Principi reali.
Non ho io detto delle bugie ?
Non son io stato vano ed orgoglioso ?
Non son io stato distratto, pigro, inappli-
cato alle mie lezioni ?
Non son io stato goloso ?
Non son io stato curioso?
Son io stato modesto ?
Non ho io fatto di nascosto ciò che non
dovevo fare?
Finalmente mi son io corretto di qualche
difetto?
PREGHIERA
Oh Signore, p~rdonatemi i falli che ho com-
messi oggi e datemi, vi prego, forza e grazia
per corregiermene pcrchè io possa amarvi,
mio Dio, ogni giorno di più. Cosl sia.
(( Sono io stato distratto nelle mie preghiere,
specialmente nel tempo della Santa ::.\\1essa?
Son io stato obecliente, docile, rispettoso,
mansueto e paziente?
Non ho io parlato male del mio prossimo?
Non ho io rilevato i suoi difetti, specialmente
quelli di mio fratello? Non ho io litigato con
lui? Non gli ho io cagionato del dispiacere?
Non mi son io rallegrato di ciò che gli faceva
dispiacere, o afflitto di ciò che gli faceva pia-
cere? Non gli ho io dato cattivi esempi, l'ho
io indotto a disobedire?
Non ho io fatto dei giudizi temerari sul mio
prossimo, in pensieri o in parole ?
Voi non siete figli di Re; 111a siete figli di Dio
e dovete educarvi a questa delicatezza di co-
scienza se volete riuscire a correggervi dei vostri
difetti e formarvi cristianamente alla vita. Fate
adunq11e a qua11do a quando questo be/l'esame
di coscienza e prendete efficaci riso/11;::t'oni. Vi
assi.sta la V ergine Santa Ausiliatrice, Clli COIL-
sacriamo questo bel mese di maggio, e vi facci.a
sempre più docili alla Grazia di Di.o.
Vostro aff.mo
DON GtULIVO.
- Tei;pur. Le .Figli., di Maria Ausiliatrice <ra le catccumcne (v. pag. 145).
153
-

3.7 Page 27

▲back to top


.N E C ROLO G I O
Sa lesiani defu n t i:
S. E. R ev..ma Mons. ARTURO JARA MARQUEZ
V.emn•o titolare di Archelaide, Vicario Apostolico di
tvfagella110 e delle isole Mo.lville, t a Santiago del
Cile, il 10-11-u. s. a 59 anni d1 età.
Orfano di padre nU'et:à di otto anni, venne religio-
samente educato dalla madre che fu l'unica sua ma-
estra, finchè Mons. Fagnano non l'accolse per gli
studi ginnasiali nel nostro Collegio oParrocinio di
San Giuseppe della capitale, ove senti sorgere in
cuore la vocazione salesiana. Vestito l'abito talare
nella nostra casa • S. Luigi di l\\lacul si plasmò
presto allo spirito di abnegazione e di sacrificio che
esige la missi<me dell'educatore, sicchè fu tra i pri-
missimi giovaRi cileni che, sulle orme di Don Ca-
milio Ortuzar, applicarono con particolare fervore
il ;.istcma educativo di Don Bosco fin dagli anni di
tirocinio prntico iniziato ndle scuole dello stesso
collegio nel 1897.
Inviato nella nostra casa di Sucre (Bolivia) per
corroborare la sua salute, terminò il corso di teo-
logia e raggiunse il sacerdo?.io nel 1908. li suo pro-
fondo spirito religioso e la maturità di senno lo de-
:ugnarono quasi subito alla direzione del nostro
Istituto Commerciele di lquique che tenne per più
cli dodici anni accreditando all'Opera salesiana ri-
nomanza e presticio.
Colle preclare doti di insegnante rifulsero in lui
il talento del governo e la pietà sacerdotale. Nessuno
quindi stupl quando nd 1926, dopo un anno di ri-
poso trascorso in viaggi all'estero per arricchire il
~uo patrimonio pedagogico, fu nominato ViC11rio
Aposlolico di Magellano e delle Isole Malvine,
c-'.>me successore del primo Vescovo Cileno di quella
regione, Mons. Abramo Aguilern pure salesiano.
Preso possesso del Vicariato, prodigò tutto il suo
zelo all'incremento della vita religiosa: costrul chiese
e cappelle nelle zone più remote ; si prese a cuore
l'organizzazione dell'istruzione pubblica e lo svi-
luppo dei collegi cattolici; visitò più volte il s uo
esteso territorio sopportando eroicamente i rigori del
clima. A Punta Arena.~, a Natales, a Porvenir diede vi-
goroso impulso alle istituzioni di carattere religioso,
patriottico e culturale, nll'Azio11e Cattolica e alle
opere di carità e di beneficen7..a. Autorità politiche e
civili l'ebbero collaboratore instancabile I' saggio
consigliere in t11tte le attività sociali a vantaggio del
popolo e specialmente delle classi più bisognose.
Da buon salesiano, curò con particolare diligenza
la buona i;tampa: diede vita a l\\ilagello.no alla libreria
editrice cattolica; fondò fogli e _periodici e fu uno
dei più nrdent1 sostenilOri del giornale • l -~ Union •
per cui spese tutto il suo patrimonio familiare.
:-.rei suoi ultimi anni si preoccupò particolarmente
della condizione dei poveri 1ndi Al:tcalufos e, pre-
cedendo ncl nobile compito le stesse autorità, s'a-
doprò quanto gli fu possibile a mhi:liornrne la situa-
zione economica e sociale, come ne fece pubblica-
mente fede il generale Javier Palncios Hurtado, Go-
- - v.irnatorc della regione, che in un'informazione uffi-
cinle al suo Governo si diceva: • conrinuam<lnte tem-
pestato di domande da parte del Vescovo Jnra Mar-
quez, auspicanti appoggio al suo programma sociale•·
All'inizio del 1938, Mons. Jara contrasse in Punta
Arenas una bronco-polmonite che mise a repentaglio
la sun vita. Riusci a reagi!'e; ma la sua salute fu cosl
indebolita che la S. Sede lo sollevò dalle fatiche
della reggenza de.I Vicariato nominandolo Ammini-
stratore Apostolico.
Aggravatosi improvvisamente alcuni mesi or sono,
rese la sua bell'anima a Dio in Santiaito il 10 feb-
braio u. s. U profondo rimpianto suscitato in tutti
gli ambienti è confortato dal ricordo e daitli esempi
della sua santa vita e della sua preziosa attività
a_postolica.
PONTEPRINO LUIGI, coad. da Monesiglio
(Cuneo), t a Sangradouro (Brasile), il 13-1-1939 a
77 anni di età. Passò tutta la sun vita religiosa ndle
nostre l\\lfaisioru del Matto Grosso edificando col
suo spirito di sacrifizio, e colla sua pieta e laborio-
sità esemplare.
Aft,fERTO D. CARLO, sac. da San Marzano Oli-
veto (Alessandrin), t a L a Serena (Cile) il 5-1-1939
a 76 anni di età. Accolto nell'Oratorio di Torino
da Don Bosco stesso, parti ancor chierico per le
Missioni di America e, tlivènuto sacerdote, spiegò
il suo zelo infatic.1bile ed il suo spirito salesiano nella
fondazione e nella direzione di vnri nostri istituti,
i"'pcimendo ovunque un m.i.rahile fervore di opere
che ne perpetuano il ricordo cd il rimpianto.
AUDJSIO GI USEPPE, coad. da l\\1oncalieri
(Torino), t a Faenza (Ravenna) il 18-11-1939 a 69
armi di età. Fu aooolto dn D . Bosco all'Or:itorio d i
Torino e prestò con fervore la sua attività nelle
nostre scuole profC!l&ionnli e nei:tli oratori festivi.
BERTOLOTTI GIOVA.V.VI, coaù. da Legna•o
_(Spezia), t La Paz (Solida) il 26-x11-1938 a 68 anni
di età. Un altro buon coadiut0re, formato ai tempi
d i Don Bosco nella Casa di Sampierdarena, che
esercitò l'arte s ua con spirito religioso in Italia cd
in Bolivia nelle nostre scuole profes\\,ion:1li.
SAVIO AGOSTINO GIOVANNI, coad. da
Castelnuovo D . Bosco (Asti), t a Perosa Arg,mtina
(T orino) il 30-1- 1939 a 67 nnni d i età. Trascorse
quasi cinque lustri nelle .vtissioni della PatRgonia
e chiuse i suoi g iorni in Italin santificandoli colla
sofforenza e colla preghiera.
BRODA D. PIET'R.O, sac. da Chozow (Polonia),
t a Ba~ieté (Brasile) il 5- XI-J938 a 66 anni di etì.
Anima semplice e cuore St:mprc aperto alla carità
prodigò il s uo apostolato nelle nostre Case del Nord
del Brasile con ;,:clo in.~tancabile ed ammirabile spi-
rito di umiltà.
MORA.NO GIUSEPPE, coad. da Dut1iglieru
t d'Asti (Asti), a Frnscnti (Roma) il zo-11-1939 Il
62 anni di età. Entrò undicenne nell'Oratorio di
Torino, l'anno della morte di Don Bosco, e trascorse
poi la sua vita nella Società Salesiana d<!dicandosi
tutto all'insegnamento.
CUCCO LUIGI, coad. da Verolcngo (Torino),
t n Cancll.i (Asti) il 18-n- 1939 a 23 an·ni di età.

3.8 Page 28

▲back to top


Cooperatori defunti:
S. Em. R.ma il sig. Cardinale
DONATO SBARRETII
Vescovo Suhurbicariò di Sabina e Poggio Mirteto
Segretario della Suprema Sacra Congrega..-ione del
Sant'Uffizi-o, t a Roma il 1-1v u. s. a 83 anni di età.
Compiuti gli studi nel Seminario di Spoleto
esplicò il suo zelo sacerdotale nella cura delle anime
finchè fu chiamato come Minutante nella Sacro
Congregazione de PropfWa1tda Fide, donde nel 1892
passò a Washington come Uditore della Delega-
zione Apostolica. Fatto Vescovo dell'Avana nel 19001
fu promosso nel 1901 alla Sede Arcivescovile tito-
lare di Cortina, tramutata poi in quella di Efeso,
e nominato Delt:gitto Apostolico nel Canatlà. Nel
1910 tornò a Roma, come Segretario della S. Con-
gregazione dei Reli)a(iosi, d:llla quale passò quattro
anni dtlpo come Asses~ore alla Suprema S. Congre-
gazione dd Santo Offizio.
Nel Concistoro del 4 dicembre 1916 Benedetto XV
lo elevò alla Sacra Porpora e nel 1919 lo nominò
Preft:uo della S. Congregazione del Concilio.
Nel 19281 optò per In Sede suburbicaria di Sa-
bina, e nel 1930 Pio Xl lo nominò Segretario
della Suprema Sncrn Congregazione del S. Offizio.
Nei delicati altissimi uffici rifulse per profonda
pietà e zelo instancabile suscitando attorno alla sua
persona sentita ammirazione e profonda venera-
zione. Ebbe cnra la Società Salesiana e favori
ovunque le Opere di S. Giovanni Bo;;co.
S. E. Rev.ma Mons. FILIPPO M. MANTINI
Vescovo di Cagli e Pergola, t il 13-m-1939 a 58 anni
di età.
Un improvviso malore ha sorpreso lo zelante
Pastore alla funzione di rin1,.1Tnziamento per la de-
zione de-I nuovo Papa ed in pochi giorni l'ha rapito
alln Diocesi cui prodigava da sette anni il sacro mi-
n:stero con tanto fervore. Sollecito del bene delle
anime, dirigendo e sostenendo le varie forme di
apostolato, favorivo cordialmente l'Opera Salesiana
e nutriva una grande divo1.ione a.I nostro santo fon-
datore Don B().,,co.
CAN. ANDRE11 8IBILLA, t ad Alassio il 17-m-
1938 a 72 anni di età.
GrdtO sempre al nostro Collegio di Alassio cui si
professava debitore del compimento dei suoi studi,
nutri un affctro speciale per l'Opera di $. Giovanni
Bosco, cui prodigò il suo zelo pieno di fervore come
sacerdote, Parroco di Roccabrun.'l, e poi Rettore
ddla chiesa di S. Anna in Alassio. ~on passava
giorno senza che nl mattino non si prestasse p<lr le
confessioni dei nostri àllie,·i e nel pomeriggio non
ntomasse a fore la visita a Gesù in Sacramento
nella chiesa del Collegio. Gli nllie,i perdcrtero in
lui un padre pio, retto e affettuoso; i Salesiani un
grande amico cd un generoso benefattore.
DON PTETRO ,llUSSANO, t a Palazzo Cana-
vc.~e ìl 22-x11-r1J38 a 75 anni di c1à. Allievo di Don
Bosco, serbò al Samo In più tenera divozione. De-
curione dei cooperatori s'adoprò con zelo a diffon-
derne lo spirito nel $11Cro ministero e specialmente
nell'educazione della gioventù cui dedicò come
maestro le più sollecite cure.
MONS. GIACOMO PREVE, t ad Alassio il
21-v111-r938 a 74 anni di età. compiaceva dj aff.;r-
mare che egli mpptesentava tutta la storia del col-
legio di Alassio, perchè avevo iniziato in esso gli
studi nell'anno stesso in cui San Giovanni Bosco
aveva aperto il collegio, e in esso aveva compiute
tutte le scuole medie, compreso il liceo. Passato nel
seminario di Alhcn,za, diventò sacerdote e fu suc-
cessiv:unente insegnante di diritto, canonico della
cattedrale, e per molti anni zelante Vicario generale
della Diocesi. Fu sempre amico affezionato e fer-
vente cooperatore dell'Opera Salesiana.
t GlUSTO CLOTILDE, a Var.uze il 3-m-1939.
Anima semplice e profondamente cristiana, fer-
vente Cooperatrice, dedicò, per molri anni, lutto il
tempo libero dalle sue occupa7.ioni nell'aiutore le
Figlie di Maria Ausiliatricè nelln cura della lingeria
del collegio. Si gloriava di aver parlato a Don Bosco
e di averne avuto preziosi consigli. Conscia della
gravità del suo male, chiese ella stessa gli ultimi
Sacramenti e si raccolse per prepararsi e1 grande
passo invocando Maria Au~iliacricc e S. Giovanni
Bosco. Le sue poche sostanze le lasciò tutte in be-
neficenza.
RAMPONE ÈNRlCHETTA, t a San Aurelio
di Gabiano il 3-m-1939 a 92 anni di età.
In un suo lontano incontro, che non dimtnticò
mai, con S. Giovanni Bosco, nel Collegio di Boriro
S. ~tartino, si sentl pronosticare il su<) avvenire:
« Lei non si farà suora, ma sarà maestro nella
scuola in casa e fu.or di casa •·
E fu p.roprio cosi. La buona Maestra assunse l'in-
segna.mento come una missione nella ~orgata ùi
IMincengo e lo tenne per 45 anni edificando tuttt
col suo spirito cristiano e col fervore della sua bontà.
GALLTA CARLO CAMJLLO, t a Torino il
26-11- u. s. ad 86 anni di età.
Padre esemplare nella lungo vedovanza, ottimo
cittadino e fedele cristiano, ebbe la consolazione di
dare UJl suo figliolo alla Società Salesiana, utrua.1-
mcntc direttore a Pisa.
AVV. FRANCESCO VAGLIASTNDI, -t a
Randazzo il 3-1-u. s.
Degno figlio del compianto Cav. Giuseppe Vn-
gliasindi che nel 1879 chiamò pel primo i Salesiant
io Sicilia, a Randnzzo, fu educato nel nostro Col-
legio S. Basilio. Cittadino esemplare, rifulse di
cristiana rettitudine, di p.rovvida carità pci bisognosi
e di particolare e sincera amicizia per la Famiglia
Salesiana. Affezionatissimò cooperatore, visse co'
suoi lo spirito di S. Giovanni Bosco.
MONTECCHJO GIUSEPPE, t a Pernumia
(Padova) l'u-m u. s. ad 84 anni di eta.
La pratica dell:1 vita cristirula e la cura della nu-
merosa famiglia furono gli ideali cui tese con tutto
il suo fervore, $Cmpre piamente confom,andosi ai
volen divini, con filiale abbandono e fiducia in Dio,
nnirnato da grande spirito di sacrificio e di intensa
1 55

3.9 Page 29

▲back to top


pietà. Ripeteva sempre che il suo più grande con-
fono era quello di aver dato due ngli alla Società
Salesiana.
CAROLINA FIORETTI, t a Mila.no il 25-x-1938.
Con la compianta sua mamma fu tra le prime
cooperatrici del Comitato Salesiano Milanese per
le opere di S. Giovanni Bosco, e fino all'ultimo ne
zelò indefessrunente la diffusione.
Fulgido esempio di cristiane virtù domestiche
e di pietà profonda, volle anche in morte generosa-
mente ricordnre i continui bisogni delle opere nostre.
ANTONIETTA ALBERTARIO, t a Milano
il 20-x-1938.
Madre cristiana esemplare visse unicamente per
Dio e per la fam.iglia, alla quale profuse i tesori del
suo nobile cuore.
Pia, caritatevole verso gli Istituti di beneficenza,
ebbe sempre particolare affetto pel nostro Istituto
di l\\1ilano che beneficò generosamente nnche in
punto di morte.
GAETANO GERL/, t a lVlilano il 26-x-1938.
Primo di otto fratelli, orfano di padre a soli 17 anni,
fu il conforto della vedova madre, modello e guida
ai fratelli, tenero sposo e padre affettuòsissimo. Be-
nefico ncl nascondimcnto, seppe trasfondere nei
numerosi figli la sua fede p,ofonda e le sue predi-
lezioni per l'Opera salesiana.
AVV. COMM. GIUSEPPE CIO/A, t a Milano
il 7-xn-1938.
Probo, retto, abilissimo professionista, era ricer-
ca1:o quale prezioso ed intemerato amministratore
da enti pubblici e priva.ti, perchè O\\'UJlque portava
In tempra di una adamantina fede in Dio. Con l'ot-
tima sua consorte, niutò fin dai suoi inizii l'Opera
salesiana in Milano e ne segui con commozione
il crescente sviluppo.
CONTESSA FANNY DAL VERME Ved.
PARRAVICINI, t a Milano il 6-m-1938.
Fervente cooperatrice salesiana fin dalla fonda-
zione del n<>-~tro Istituto di Milano, s'adoprò sempre
col suo compianto consorte a propagare gli alti
ideali di Don Bosco a favore della gioventù povera
ed abbandonata.
Discendente da una delle più antiche famiglie
patrizie milanesi, si valeva del titolo per fare quanto
più poteva per le istiruzioni di beneficenza con par-
ticolare predilezione per l'Opera nostra.
Altri Cooperatori defunti:
Allanfr:anchini Luigia, ved. Borra, Noi1ara -
Andreis Caterina, Breseia - Azzolin.i Rosa ved. Gi-
rardi, Verona - Baccalini Battaglia Isabella, Mo11ti-
celli Pavese (Pavia) - Barbero Angela, Valenza (Ales-
sandria) - Bellazzì J\\,L-lria, Novara - Biasin Lina,
Arzignano (Vicenza) - Boffano Angiolina Gobbi,
Reggio Emilio - Bonomi Esterina, Barze$10 (Bergamo)
- Bortolotti Pompeo, Tre11to - Rei?ina Boscolo Bossa,
Chioggia (Venezia) - Boseglav Maria, Triestl! - Cal-
cagni Rachele, Roma - Compioli C.ssa Anna, Mo-
dena - Caslini Elisabetta, Dervico (Como) - Cendali
Mons. Lorenzo, Fiesole (Firenze) - Colombara Giu-
seppe, l\\,forbello (Alessandria) - Colombo sorelle,
Lurago li'Erha (ComQ) - Conti Can. Teol. Giuseppe,
Pia-zza Armeri71o (Enna) - Cresta Lu.igia. Casello
(Genova) - Damiani Angelo, Lodri>lo (Brescia) -
De Cnro ved. Isabella, Triggiano (Bari) - Demartini
Can. Giacomo, Genova - De Polo Angela, Tarzo
(Treviso) - Dessiomone ' 'arvello Angela, Grm,a
J\\101,J. (Asti) - Dezzani Ernesto, Oakla11d, Gal. (U.S.A)
- Di Criscio lsolina, Roma - Di Luca Virgin.ia, Roma
- Dotti Carlo, Passirano (Brescia) - Dotti Eu_genio,
Passirm10 (Brescia) - Elia J\\1atteo, Tori110 - Fa' Giu-
seppe, Vignale Monf. (Alessandria) - Fabaro Muria,
Poirino (Torino) - Fanetti Rita, Casttgnato (Brescia)
- Fcrrnri l\\fotildc, Isorella (Brescia) - Figoli Ferruc-
cio, Roma - Franclùni Carolina vcd. l\\lelchiorri,
Varallo Po)11bia (Novara) - Frere Emma, Roma -
Furlanctto Giuseppina, Adria (Rovigo) - Calati
Prof. Pietro, Alcamo (Trapani) - Galeoni Ernesta,
Roma - Gnllia Carlo, 1'or1110 - Garibaldi Edvige,
S. Ste/0110 al J\\forc (Imperia) - Gatti Locatelli Eu-
frosina, Temo d'isola (Dergamo) - Gay l\\Iichele,
S. Damiano d'Asti (Asti) - Gerli Callori C.ssa Ciuli,i,
Pisriua (Torino) - Guardabassi Clelia, Perugia -
Guido Giuseppe, Pu11tedecimo (Genova) - Guz7.etti
Carlo, Cislago (Varese) - Laccb..; Enrico, Livorno -
La Duca Calogero, Valledolmt> (Palermo) - Lardone
Agnese, Torino - Locatelli Villo Ester, Terno d'Isola
(Bergamo) - Lodi Amalia ved. De Arcangelis, Monte
Celio (Roma) - Lombardini Paolina, Busto Arsizio
(Varese) - Maggioni Amalia, Osnago (Como) -
Marcone Catterina, Vinzaglio (Novara) - l\\rlatta-
chini Zecconi Maria, J\\,1ez-::omerico (Novara - Mat-
tioli Elisa, Roma - l\\rierJo Maddalena, Salw:i::o (Cu-
neo) - Molteni Riccardo, L11rngo d'Erba (Como) -
Moriconi Elvezia, Sutri (Viterbo) - Moro Carolinu,
C<1stelvecc.011a (Varese) - Mosca Lorenzo, Livomò
Ferraris (Vercelli)- Mulas~ano Caterina, Bra (Cuneo)
- Musetti Carmela, Roma - NapoleOni Adele ved.
Anniba.li, Roma - Negri Giuseppina, Torino - Ne-
grocto Cambiaso Francesca, GemYlla - Niccoli Anna
Maria, Roma - Nova Emesra, Lesmo (Milano) -
Palandri Domenico, Pisa - Palmerini Giacinta,
Rnma - Palmieri Costanza, Roma - Penatti Rosina,
ved., Brembate Sopra (Bergamo) - Poggi Elena,
Varzi (Pavia) - Poggio MaddaJena ved. Boccalatte,
Lit Mo,if. (Alessandria) - Polnnga D. Luigi, S. Era-
clio (Perugia) - Porzio Giuseppina, Ro111e111i110 (No-
vara) - Provcnzi Caterina, Fomovo di S. Gioi•a1111i
(Bergamo) - Reali D. Ercole, Roma - Rinald.i Gio-
vanna, Tri11ità (Cuneo) - Boncarolo Pietro, Pezzana
(Vercelli) - Ruggeri Anna, Roma - Sanna:,.zaro-Merlo
Leonilda, Nizza 111011/. (Asti) - Santarini Pia, Tiz-
i::a110 (Pistoia) - Savio Rosa, Tori110 - Scricciolo Gia-
como, Città della Pieve (Perugia) - Serragli Avv.
Pier Francesco, Fire11:::e - Sfoczini Roberto, Cuneo
- Stegagno Nordera Luigia, Vicenza - Toffanello
Pietro, Jolo11do di Tezze (Vicenza) - Tomiello Maria,
Piovene (Vicenza) - Verardi Pietro, S. Pietro in
Casale (Bologna) - Vercelli D. Secondo, Torra::za
Piem. (Torino) - Yitale Lucia, S. Pietro o Patierno
(Napoli) - Zappa Alfonso, Alosrio (Savona).
-
Coo permesso deU-Autorllà Ecclesiasllca. - Tip. S.E.r., Corso Regina Marghetlla, 176
Direllore respoosabile: D. GUIDO FA VIN I, Via Collolengo, 3a Torino 109