Bollettino_Salesiano_199706


Bollettino_Salesiano_199706



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Mensile Anno CXXI - nr. 6
Spedizione in Abb. P.T. · comma 27. ort. 2. legge 549/ 95
Spedizione nr. 6/ 1997
Autorizz. Direi., Prov. P.T. 35100 Padova · C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE DEL
GIUBILEO/
MENTALITÀ CRISTIANA
Presi da molte esigenze e proposte, trascuriamo di vedere
alla luce della fede le questioni che sfidano la vita.
Così la stessa pratica religiosa può svuotarsi di valore, perché
non ha alla base una fede davvero consapevole e motivata.
La menta-
lità, il pen-
sare secon -
do la fede , è
oggi uno dei
punti più
impegnativi
e compro-
messi. Ep-
pure è parte ir-
rinunciabile del credere . Su
ogni questione importante il cri-
stiano deve confrontarsi con opi -
nioni diverse alle quali conseguono
scelte pratiche . Esempi quotidiani
sono la solidarietà e il sistema eco-
nomico , l'amore e la sessualità, il
matrimonio e la famiglia, la bioetica
e la paternità-maternità responsa-
bile e, più a monte , la libertà e la
coscienza, il senso della vita e la
condizione umana, il bene e il ma-
le. A chiarire problemi di questo ti-
po sono state dedicate le principali
delle ultime lettere di Giovanni Pao-
lo Il. Le difficoltà per giungere a
una valutazione coerente di fede su
tali questioni, risiedono nella loro
complessità e nel fatto che coinvol-
gono il comportamento. Anche la
molteplicità di pareri , appoggiati da
corrispondenti argomenti , ci scon-
certa e ci rende insicuri . Ci diso-
rienta l'idea, sottesa in molti mes-
saggi , che un comportamento si giu-
stifica dalla sua diffusione.
Incide però in forma determinante
lo scarso approfondimento della fe -
de : ignoranza religiosa , si dice in
parole povere . Occupàti da molte
esigenze , stimolati da molteplici
proposte , trascuriamo di applicare
la luce della fede alle questioni che
sfidano la vita. Così le espressioni
religiose stesse possono svuotarsi
di valore perché non hanno alla ba-
se una fede sufficientemente con -
sapevole e motivata.
I..--.,.
,11vsr11At
Don Juan Vecchi è ritornato
nel mese di aprile nella sua
Argentina, dove ha avuto incontri
con la Famiglia Salesiana, autorità,
amici e familiari. Don Vecchi è
nato a Viedma, ed è quindi il primo
rettor maggiore non italiano.
Eccolo al suo arrivo, all'aeroporto
di Bahia Bianca.
GIUGNO 1997 BS

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La fede, l'affidarsi a Cristo, com-
porta un modo di pensare e valu-
tare la realtà , la natura, le persone
che ci stanno attorno, l'uso del de-
naro , la finalità del piacere, l'impie-
go del corpo , il senso del lavoro e
simili . Il Vangelo di Giovanni è attra-
versato da un motivo: la luce . Gesù
è la luce del mondo e di ogni uomo
che viene a questo mondo . Gli dà il
senso del valore e della vita. Poiché
è il Verbo, secondo cui tutto è stato
creato, insegna a guardare le cose e
la storia dalla prospettiva giusta. Nel
Vangelo lo vediamo intento a istrui-
re i discepoli. Egli accettò il titolo di
Maestro e lo è realmente non solo
delle verità religiose, ma del modo
giusto di giudicare gli avvenimenti e
le realtà quotidiane : la dignità di ogni
persona, il rapporto con le autorità,
il pagamento delle tasse, la natura
del potere, le solidarietà legittime o
chiuse , le felicità vere e quelle in-
gannevoli . Lo scarto tra sfide della
cultura e mentalità di fede va colma-
to con una riflessione religiosa adat-
ta ai tempi. Essa oggi non è un op-
tional, uno scomparto culturale tra-
scurabile, ma necessità vitale per so-
pravvivere da credenti . Al primo ca-
techismo della fanciullezza deve se-
guire una nuova e più seria forma-
zione che aiuti a far luce sugli inter-
rogativi dell'età adulta.
La Chiesa sta vivendo oggi due
fatti significativi. Il primo è la diffu-
sione dei catechismi, che ripropon-
gono in forma organica il contenuto
della fede: c'è quello della Chiesa
cattolica, ql!ello dei giovani , quello
degli adulti. E una lettura che prende,
somiglia a una conversazione in fa-
miglia sugli interrogativi reali. Il se-
condo è il moltiplicarsi delle oppor-
tunità di formazione per gli adulti : stu-
dio di problemi , riflessione di fede ,
lettura del Vangelo, giornate di ritiro .
La fede è luce e sostegno quando
viene responsabilmente applicata
alle situazioni. Si rafforza quando
viene riflettuta e comunicata attra-
verso la testimonianza e la parola.
A ciò ci invita il cammino verso il
2000. Ogni ramo della Famiglia Sa-
lesiana si assuma l'impegno dun-
que di estrarre dalla fede rivelata i
tesori antichi e nuovi .
Giugno 1997
Anno CXXI
Numero 6
In copertin a:
marito e mogli e,
non solo una famigli a.
A l problema dell a
coppia, la rubrica
« Come Don Bosco»
a pag. 36.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE RESPONSABILE :
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Maria Antonia Chinello - Giancarlo
De Nicolò - Franco Lever - Francesco Motto
10 SOCIETÀ
Ripensare lo stato sociale
14 PROTAGONISTI
Così ho conosciuto Don Braga
18 MEDIA
Le 300 radio cattoliche
21 DOSSIER MISSIONARIO
NELLE MISSIONI DELL 'ECUADOR
Missionari con le ali
Le Figlie di Maria A usiliatrice
Tra i tagliatori di teste
34 ON UNE
Suor Elena corre per l'Africa
Nell'inferno delle miniere di diamante
38 NUOVE FRONTIERE
Siamo in debito con Cuba
di ALESSANDRO RISSO
di MONS . GIUSEPPE ZEN
di SILVANO STRACCA
a cura di FERDINANDO COLOMBO
di GIANNI FRIGERIO
di MARIO VALENTE
di MIGUEL ANGEL MORAL
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore - 4 ll punto giovani - 6 In Italia & nel mondo - 8 Lettere - 13 Prima pagina -
17 Zoom - 29 Box - 30 Libri - 32 Il doctor J. - 33 Carta di comunione - 36 Come Don Bosco -
4LI nostri morti - 42 I nostri Santi - 43 D011 Bosco a f, Jmetti - 46 Solidarietà - 47 In primo piano
Collaboratori : Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Cationi - Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Margherita Dal Lago - Serge Duhayon - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto - Angelo Monto nati - Giuseppe Morante
- Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Gralico SEI
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie)
in: Antille (a Santo Domingo) - Argenti na - Australia -
Austria - Belgio (in liammingo) - Boemia - Bolivia -
Brasile - Canada - Centro America (in Guatemala) - Cile -
Cina (a Hong Kong) - Colombia - Croazia - Ecuador -
Filippine - Francia - Germania - Giappone - India
(in inglese, malayalam, tam il e telugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
Messico - Olanda - Paraguay - Perù - Polonia -
Portogallo - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Sri Lanka -
Stati Uniti - Th ailandia - Ungheria - Uruguay -
Venezuela - Zaire.
Edizione Cooperatori. A cura dell'Utticio Nazionale
(Gian Luigi Pussino) Via Marsala 42 - 00185 Roma -
Tel. (06) 44.60.945.
Registrazion e: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa: MEDIAG RAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
parte del prossimo numero.
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a questo indirizzo: www.sdb.org
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intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS GIUGNO 1997

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
LAVORO/L'AMBIGUO
ccFAI DA TE,,
Si moltiplicano gli «expolavoro», con occasioni di incontri
e confronti per mettere i giovani in contatto con le imprese,
la ricerca, la formazione, l'informazione, l'università, il mondo
del lavoro. Ma di vera occupazione per i giovani se ne vede poca.
T elefono. Mi hanno detto di farlo
perché si tratta di centri per
il «primo lavoro » gestiti
da un'importante associazione
giovanile cattolica . È mattina alta,
ma non risponde nessuno all 'altro
capo del filo. Cambio chiamata
e città, per una, due. tre , sette volte
e altrettante città. Non risponde
nessuno. Sono le stesse ore in cui
L'fstat diffonde le cifre aggiornate
che stimano la disoccupazione
giovanile salita al 34 per cento .
E gira l'informazione che per i primi
125 aspiranti imprenditori pugliesi
e campani che hanno superato
la pre-selezione sono partiti i corsi
di formazione , al termine dei quali
verranno individuati i progetti
meritevoli del prestito statale.
Le domande pervenute per accedere
ai «prestiti d'onore » lanciati
dal governo per sostenere
l'imprenditorialità giovanile
nel Mezzogiorno erano state 26mila.
Quei 125 si saranno sentiti
appartenenti a una classe se
non di privilegiati almeno
di grandi fortunati .
SEMBRA SCOCCATA PER
I GIOVANI L'ORA DI INVENTARSI
UN LAVORO. È il tempo del
«fa da te », perché la concorrenza
così impone. È suonata anche
la campana per il vecchio «stato
sociale ». Ora il nostro paese
è chiamato a una grande verifica :
c'è chi si schiera per il rinnovamento
del Welfare, modificando i capitoli
di spesa, c'è chi spinge
per sradicarlo, ritenendolo un peso
insopportabile per la spesa pubblica.
Da come andrà a finire la storia
dello stato sociale, ne risentirà
anche l'occupazione dei giovani
in futuro .
DAL CORO DELLA MERITOCRAZIA
e dagli osanna alla «competitività »
ritenuta necessaria per una nuova
GIUGNO 1997 IJS
storia sociale, si stacca anche
Giovanni Paolo Il. Nelle stesse
ore dei corsi di formazione
per i 125 aspiranti imprenditori,
parlando a 4mila giovani
di 60 paesi , il papa andava
giù duro nei confronti
del libero mercato inteso
come 'unica v.ia rimasta dopo
la caduta èfel mito del collettivismo.
Un'idea - ha detto papa Wojtyla
del mercato - che apre la via
a un'economia «selvaggia »
che porta in sé gravi fenomeni
di emarginazione e disoccupazione,
quando non anche a forme
di intolleranza e di razzismo .
L'antidoto è la solidarietà,
opere socialmente utili,
programmi di promozione sociale
e di assistenza, per costru ire
una società ispirata al vangelo .
I RAGIONAMENTI
DEGLI ADULTI SUL LAVORO
e sull 'organizzazione sociale
si muovono tutti a partire dal profitto
che dalle cose si può ricavare.
La visione cristiana rovescia
quest'ottica e parte dalla centralità
della persona. Non sembra,
ma questo è una rivoluzione ,
perché programmare a partire
dalla centralità della persona
significa anche mettersi sulla
lunghezza d'onda dell'essere uomini
e donne. Un'esperienza complessa,
non sempre gratificante, dove non
tutto luccica e non tutti sono geni o
rampanti . Ma tutti hanno la stessa
dignità. Anche i disabili e i meno
dotati . Non tutti si sentono
,, competitivi », ma non per questo
hanno meno diritto al lavoro.
Se i giovani sono anche frutto
tiell'educazione che ricevono ,
si capirà anche cl:1e la formazior:ie
céllturale e professionale
che ricevono , non li abilita ai tempi
nuovi del m~rcato.
I Giovani e lavoro.
Dal primo impiego al «fai da te» ,
un mondo di difficoltà
per dei giovani non preparati
alla competizione sociale.

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1- IN ITALIA&NEL MONDO
ROMA
« SENZ AT ETTO
TE CNOLOGI CI »
PGS SEMPRE PIÙ
EUROPEE
Internet, satel liti , tiv ù interat-
ti ve: la ragnate la di strum enti
sempre più sofisticati ci con-
segna in casa un mondo com-
plesso, messaggi e informa-
zioni che non sappiamo come
collocare nella nostra vita rea-
le. Ci vuole la giusta chiave
per leggere in questa rea ltà
« ipermediale», con la qua le
occorre fare i conti. S u questo
tema si è soffermato Roberto
Giannatelli, promotore e pre-
sidente del MED Media edu-
cation »). « Siamo tutti immer-
si in un amb iente dal quale
anche la Chiesa viene chia-
mata in causa e in una certa
misura sfida ta », dice. « È ve-
ro che i medi a, nel profi lo che
stanno ass umendo non ci con-
vincono del tutto, ma non può
dispiacerci la crescita della co-
municazione, cioè la mo ltipli-
cazione delle opportun ità d i
contatto tra ind ividui , società,
culture e identità, favor ito da
un vill aggio mai come oggi
"globale". Nemmeno ci piace
lo strapotere dei modelli di
consum o occidenta li , né il d i-
vario tra chi " ha" (co mputer,
tivù, internet, oltre al tempo
li bero per usarli) e chi ne è
I« Il villaggio digitale
attende nuovi santi,
integri e competenti ,
aperti e tenaci »,
dice Giannatelli,
presidente del MED
(Media education).
privo, i « senzatetto tecnologi-
ci », come li ha defi ni ti il fu -
tu ro logo americano Nicho las
Negropo nte». Ma di questo
uni verso, sempre più in mano
a mercanti e affaristi, il cri-
stiano deve occuparsi, per non
piegarsi al di ktat del consum o:
« Q uesto è il mondo in cui ci
è stato dato di vivere: sbaglie-
remmo a demonizzarlo. Le nuo-
ve tecno logie sono e lementi
di speranza, a condizione che
i recettori siano preparati. Se
la grande maggioranza vorrà
da ess i solo il c irco equestre,
que llo solo av rà. Per questo
dobbiamo alfabetizza rci ai me-
dia, partendo da lle scuo le ».
Diec i sq uadre hanno rappre-
sentato l' Ita lia ag li VlII G io-
chi PGS (Polisportive Giova-
nili Salesiane) che si sono te-
nuti ad aprile-magg io in Polo-
nia. Quest 'ann o hanno con-
ferm ato la loro partec ipazione
Spagna, Portogall o, Francia,
Germ ania, Austria, Irlanda ,
Malta. E da ll ' E uropa d i Cen-
tro-Est: Polonia, Rep ubblica
Ceca, Sloveni a, Croaz ia, Slo-
vacc hi a. Ma questa vo lta, al-
larga ndo i confi ni per una so-
lidarietà e ami cizia che non
vuole chiudersi, hanno preso
parte anche B ielorussia, Bo-
sni a, L ituan ia, Russ ia, Ucrai-
na. S traord inaria da un paio
di anni la presenza de l Brasi,
le; mentre in passato vi hanno
partecipato anche Egitto, Li-
bano e Palestina. È lo spo rt
che supera i confi ni e costrui-
t~S
~.-.-.- 5 ~
::,lll"t"1991
truire una nuova E,uropa
G\\Ovani in f esta per cos
sce l' Europa de i g io vani . Ac-
canto allo spo rt, la celebrazio-
ne eucaristi ca , momenti fo l-
c loristi ci di festa e d i socializ-
zaz ione, il pe llegri nagg io all a
Madonna di Czestochowa. Cre-
sce eia queste es peri enze la
nu ova Europa: l'Europa de lle
persone, capace cli fo ndersi
nell a va ri età de lle culture e
dell e lingue.
A GUAND DONG CON
AMORE. Una regione gran-
de quasi come l'Italia. Si
chiama Guand Dong, che
significa « la provincia o-
rientale della grande terra
del popolo giallo ». È una
zona molto industriale della
Cina , che conosce però an-
che povertà e degrado. Qui
l'ultra ottantenne , « missio-
nario dell 'anno 1995 » don
Gaetano Nicosia e i suoi col-
laboratori provvedono a 33
centri per lebbrosi adulti . In
collaborazione con il VIS
( Volontariato Internazionale
per lo sviluppo) è stata rea-
lizzata un'officina per co-
struire gli arti artificiali e una
sala operatoria. Nelle foto ,
laboratorio e applicazione
di un arto artificiale , la sola
possibilità di vivere e di
muoversi .
GIUGNO 1997 BS

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SAVIO CLUB. Chi pensa che gli «Amici Do-
menico Savio » ADS »), oggi più noti come
«Savio Club», siano scomparsi , deve
..
,.
ricredersi . Dal Veneto alla Sicilia, pas- Associazione J.lfflf(HJ.{fìJ
sando per il Piemonte , sono attivi e
iona <li 1vfessina
ben organizzati. Il movimento ADS, un tempo
fiorentissimo, soprattutto negli Stati
Uniti e in Italia, si ripropone oggi agli
adolescenti e ai giovani, con nuovi
progetti e sussidi. Nelle foto , gruppi di
ragazzi ADS di Sicilia e Piemonte e
una pubblicità della rivista «Savio Time,,,
che collega i giovanissimi siciliani.
:" ,
SPAGNA
IL FANTASMA
DELL'OPERA
Già da 14 ann i gli allievi del
coll egio di Atocha, Madrid,
portano avanti un 'esperi enza
singo lare di grande successo.
Guidati dal professore cli mec-
canica M iguel Angel Lopez,
ogn i anno mettono in scena
un grande spettaco lo - da Ma-
ry Poppins a Les Miserables,
da Je. us Chri st Superstar a
Cats - che coinvo lge un gran
numero di giovani e molte mi-
gliaia di spettatori . Quest 'an-
no è in programma un dram-
ma cli grande impegno, « El
fanta sma de la opera », che è
anelato in scena per due anni
consecutivi a Londra e New
York. Si tratta di un mu sical
cli Charles Hart e Ri chard Stil -
goe, con una ceneggiatura
comp li cata e prez iosa. Due
spettaco li ogni sabato, nella
sa la ciel collegio, 400 posti. Nel
compresso una sessantina di
repliche, da gennaio a giugno.
Molti gli exa lliev i che ritor-
nano per vedere l 'es ibizione
dei loro am ici.
PARIGI
GIORNATA
MONDIALE
DEI GIOVANI
Probabilmente si batterà ogni
record cl i presenze per l ' incon-
tro a Parigi cl i Giovanni Pao-
lo li con i giovani de l mondo
il pross imo agosto. Si parla
già di 800mila giovani , ma sa-
ranno cl i più. « Maestro, dove
abiti? Venite e vedrete»: si
apre così il messaggio-invito
a questa esperienza irripetibi-
le e forte, che non vuole esse-
re so ltanto una parentesi e tan-
to meno una vacanza alterna-
tiv a, ma un momento ancora-
to all a vita de i partecipanti ,
per dare un senso pieno al pro-
prio ori entamento di vita e al-
i'esperi enza di ogni giorno.
Perché, dice Giovanni Paolo Il ,
« il cri stiano è e deve essere
pienamente uomo del suo tem-
po e vivere dentro la storia,
fianco a fianco con i nostri
contemporanei, condividendo-
ne le ansie e le speranze ».
I
XWMf JOURNEE MONOIAlE
DE lA JEUNESSE
IAtocha (Madrid).
« El fantasma de
la opera ". Il cartellone
e gli attori sul palco,
per un lavoro prezioso
e di grande impegno.
PARIS 1997
I Parigi. Il manifesto-
invito all'incontro
giovanile di agosto.
BS GIUGNO 1997

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....................•......••.••••
BS DOMANDA
QUALE SCUOLA. «Sul- della scuola no n è un cer-
la scuola si sprecano tan- vello pieno, ma un cuore
te parole. C'è chi si la- se reno.
menta che è allo sfas cio e
chi invece ne dice tutto MA LA SCUOLA È CO-
sommato bene. Per non SÌ, CIOÈ FORMATIVA,
parlare del!' antagonismo ne ll a misura in cui lo è iJ
tra scuola statale e scuo- corpo insegnante. Il bene
la pubblica lib era non e il male che si può dire
statale. Molti preferisco- della scuola è dete rmina-
no quest'ultima p erch é to dalla di ve!si tà deg li
dicono che è "p iù.forma- in seg nanti. E in genuo
tiva". Ma penso che qui pe nsare che gli stude nti
ci sia un equivoco. È pos- protestino solo pe r l' ina-
sibile che la scuo la dia deg uatezza de ll e struttu-
solo istruzione ? Infondo re . Ci si accorge d e ll o
non diventa formativa o sfascio della scuol a, solo
"diseducativa" comunque quando d e ntro l e class i
e per se stessa?» (Rita Vit- non avviene niente di in-
to1i a , Prato).
te ressante . Ho visto ra-
gazzi organi zzare festini
Risponde Riccardo Mi- riu sc itiss imi e pieni di al-
chielan . Siamo orma i a l legria in scantinati quasi
termine di un anno sco la- fatiscenti. Strutture, pro-
stico. Mi rifiuto di pensa- g rammi e suss idi didattici
re all a scuol a come a una si animano di interessi al
g rande m acc hina che a contatto di persone che li
sette mbre in goia ragazzi vivono e li trasmettono
puliti , pettin ati (qu a lche con passione.
vo lt a), co n qu ade rni e
cartelle firmate, e a g iu- RIGUARDO POI AL
gno li sforna con in testa RAPPORTO SCUOLA
un fru ll ato di scibile uma- STATALE E NON STA-
no e nella fronte iI ver- TALE , la ri spos ta l 'ab-
detto di un voto.
biamo già a nti c ipata e
A sc uo la s i v iv e , s i fa de l resto l' ha detto anche
ami c iz ia, c i si inseri sce in le i, affe rm a ndo c he la
un gruppo, si vi nce la ti - sc uo la è com unque ed u-
mid ezza, s i affro ntano cativa o di seducativa. È
l' umiliaz ione e il sacrifi - a u spicabil e c he tutti la
cio, s i e ntra in relazione vog liano "educativ a". Ed
con g li in segnanti , c i s i educa re vuo l dire addita-
innamora e c i si lascia, s i re e orientare verso un a
maturano i grandi pe ns ie- stessa meta. Perc bi so-
ri sul mondo, su se stess i, g na ave rl o, questo obiet-
su Dio, s i parla, s i gioca, tivo comun e, e poss ibil -
si ride e si piange, si liti - me nte anche dichiararlo.
ga e c i si riappacifica, s i La sc uol a catto li ca h a
compe te, c i s i autovalu - se nza dubbio un a · m eta
ta .. . È un mondo che cre- comune. E mi pare a nche
sce e si sviluppa. S iam o c he la di chi a ri in modo
prima uomini che studen- esplicito.
ti! Il « prodotto finito »
GIUGNO 1997 BS
IL VOTO AI SEDICENNI.
« li voto ai sedicenni (cf BSI
marzo) mi semb ra inopportu-
no, almeno per ora . Pensino a
studiare con profitto e maturi-
no. Il nostro è uno strano
paese ... proced iamo con cal-
ma. Prima il voto si conceda
Il Bollettino Salesiano
esce dal la tipografia dieci
giorni prima del nuovo me-
se e viene sped ito con so l-
lecitudine . Sappiamo pur-
troppo di notevoli ritardi e di
copie che vanno smarrite.
ag li italiani fuori dei confini
Ogni mese le poste ci
della patri a, si dia lavoro ai restituiscono alcune centi-
di soccupati , spec ie ai giovani naia di cop ie che non sono
che hanno conseguito un di-
ploma o una laurea, si ponga
fina lmente mano ai problemi
della famig li a, dell a scuol a,
del la giusti zia. E infine, caso
state recapitate ai destinata-
ri. Questo causa a volte l'in-
terruzione dell 'abbonamen-
to, nonostante la nostra buo-
na vo lontà.
mai, ove le c ircostanze lo con-
Se qualcuno si vedesse
sentano, si esamini pure 1'e- interrompere l'arrivo della
stensione dell 'e lettorato attivo rivista per due numeri con-
ai sedicenni. Quanto a ciò che secutivi , sarà sufficiente che
avv iene altrove, non penso
lo faccia sapere e rimet-
debba influenzarci. C iasc uno
emo immediatamente in
fa la sua politi ca ».
Dott. Corrado Gigante,
so l'abboname nto.
------1
Napo li
vrebbe ri chi amare milioni di
I FUMETTI DI DON BO-
SCO . « Una mi a amica, mam-
ma di quattro ragazzi e due
ragazze, più un ragazzino di
cinque anni , mulatto, adotta-
to, mi ha fa tto sapere quanto
hanno gradito il fumetto di
Don Bosco. Anche a noi suo-
re piace tanto. Ogg i ho 85 an-
ni e 67 di professione. Ho co-
nosciuto Don Bosco e il nostro
Istituto tramite il Bollettino
Sa les iano ne l lontano 1929! ».
pellegrini a Roma. La grazia
di Dio raggiunge gli uomini
solo in certe bas iliche? Non
bas ta celebrarlo ne lla propri a
di ocesi e nell a propria chiesa?
Se il Giubi leo è un avveni-
mento spirituale, come si di-
ce, perché il governo itali ano
ha stan ziato, per il momento,
g 3.200 mili ardi per far fron-
te a questo avvenimento? È
questa la novi tà de l terzo mil-
lenni o: un a grande manifesta-
zione esteriore di massa? Ge-
Suor Ma ria, Padova ha sotto lineato che la pre-
Sono stati molti a esprimere
soddisfa zione nel vedere sul
BS la storia di Don Bosco a
jì.1111etti . E 110 11 solo ragazzi.
Grazie al fum etto di Bosco-
Gattla abbiamo centrato un
ghiera è atto sp irituale: ve-
nuto il tempo in cui su
questo monte, né in Gerusa-
lemme adorerete il Padre ... i
veri adoratori ado reranno il
Padre in spirito e verità" ».
doppio obiettivo, quello di ri-
Anna Maria Bel/ardine/li ,
cordare i cento anni del pri-
Luxembourg
mo f ume/lo e di fa r conoscere
anche in questo modo « leg- ASPETTANDO L 'ESTATE.
gero » e simpatico il Santo dei « Ho 2 1 anni , diplomato in
giovani.
agra ria, ma sono uno dei tan-
tissimi disocc upati de l meri -
QUALE GIUBILEO. « Rice- dione. Sfrutto il mio tempo li -
vo il BS e trovo la pubblicità bero curandomi in parrocchi a
di una serie di libretti per pre- dell 'anim azione dei più pic-
pararsi al Gi ubileo del 2000. coli . Si tratta d i una parroc-
Vorrei es porre al ri guardo al- chi a di periferi a collocata in
cune mie consideraz ion i. Se il un territorio pi eno di gravissi-
Giubileo ha come fin e quello mi disagi sociali. Un vostro
di ravvivare la fede, non rie- affezionato lettore ha pratjca-
sco a comprendere perché do- mente fondato un oratorio/cen-

1.9 Page 9

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tro g iovan ile. Sono varie le ma preventivo » di Don Bo-
attività che facc iamo. A parte sco. Puntare tantissimo sulla
il catechi smo, l' ACR, i grup- forma zione degli animatori. I
pi di pregh iera, facciamo tea- fogli si concludevano con il
tro, coro polifonico, « di scote- punto n° 5: « Costiluire un
ca», calcetto, aerobica, kara- "Consiglio del/' Oratorio" per
té, corsi di artistica, escursio- il coordinamento delle atti vi-
ni e altro ancora. Il motivo e per la redazione del prq-
per cui scri vo è che abbiamo gelto pas1orale di anno in an-
intenzione di organi zzare per no ». Spero che qualcuno sifa c-
la prossima estate il « Grest » cia vivo e vi dia qualche sug-
e non abbiamo la competenza gerimento su come organizza-
necessaria. Quali attività? Co- re al meglio il «Gresl ». Richie-
me strutturarlo? Come coin- dete intanto gratuitamente al-
vol gere gli enti locali e ave re la editrice LDC 10096 l eu-
contributi (pullman , ecc.). Chi mann (To) un catalogo com-
meg lio di voi sales iani può pleto de i sussidi per l'estate.
consigli arc i?».
Fernando Argentino
Via Turati , 72
96012 Avola (Siracusa)
il tuo fax è giunto esattamen-
le a un mese di distanza da
quello di Gianluca l nturri,
che ci parlava del vostro ora-
torio e ci mandava l' elenco
completo delle attività. Avete
inaugurato un salone di 300
posti , organizzalo un torneo
di calcetto (piiì di 70 parteci-
panti), doposcuola ai bambini
de l quartiere, ecc. Tra le fin a-
lità del vostro oratorio: 1. to-
gliere i bambini e i ragazzi
dalla strada; 2. fare di essi
deg li onesli citladini; 3. e,
perché no?, degli onesti cri-
stiani. Metodologia: il «siste-
ITALIANA IN CANADA.
«Da nove anni vivo a Montreal,
in questa grande metro poli
canadese. Sono di ori gine ita-
li ana. Quando vivevo al mio
paese, facevo parte de l! 'asso-
ciaz ione cattolica de ll a mi a
parrocchia. Arri vando qui , l' im-
patto è stato così forte da sen-
tirmi male. Sono andata dal
dottore, che dopo avermi con-
troll ata, mi ha preso le mani e
mi ha detto che la sola cosa di
cui avevo bi sogno era di riav-
vicinarmi all a mi a reli gione.
Me ne andai un po ' scetti ca,
ma seguii il suo consiglio e ho
ripreso a partecipare alla mes-
sa domenicale ne lla chiesa di
Maria Ausiliatrice, ed è stata
~ - e ~r .,.--._;;;) A_//'---------.
"!' ,,
.•
,. ::•:" l,_0
\\ ··· .:5::L e:.:c::..~~> i.;..5=_\\.,,.:._'• ._..__,._____...,.~ ·•(·· •': ~ ~({j\\-)
... ..: ......~
.. ,_ ... .,v:/\\=_'. ".?.-
'<{frc>/.;}'.i·}::> /, ... :: •-·
.. ·:..::.
la mi a ancora di salvezza. Ho
comi nciato a stare meglio. Ed
è proprio in chiesa che ho tro-
vato la vostra rivista ».
Velia , Montreal, Canada
ADOLESCENTI. « Ap parten-
go a un a fa mig li a dove Don
Bosco è di casa, vuoi per le-
gami di fa mili ari appartenenti
all a congregazione, vuoi per
la grande fede dei miei geni-
tori , di cui vi1do orgog liosa.
Sono mamma di un ragazzino
di 14 anni , che ora m i procura
qu alche problema. Ho sempre
cercato d i essere disponibi le
nei suoi confronti, face ndo lo
parlare e ragionare. E le pag i-
ne educative dell a ri vista mo l-
te volte mi sono di aiuto. Fino
a qualche anno fa mi o fig lio
era stimato da l! ' oratori o e dal
parroco. Era un ragazzo buo-
no ed edu cato. Ora è diventa-
to maledu cato, manesco, ne-
glige nte. D ice che noi genito-
ri pretendi amo soltanto. Ma
no i non chi ed iamo l' imposs i-
bile: ci basta un po' di ed uca-
zione. A lcuni suo i compag ni
freq uentano casa nostra e ab-
bi amo senti to da loro molte
volga rità. Lo abb iamo detto a
nostro figl io e ag li altri: da
noi sono di casa onestà ed
educazione . Ma a quanto pare
a casa loro questo linguagg io
non fa problema. E ora a casa
nostra non vengono più , per-
ché siamo stati categori c i. A
volte, ne ll e mie notti insonni ,
rileggo le vos tre pag ine. Ma
non so che cosa fare di questo
ragazzo che continua a trova-
re a scuo la questi compagni
(dice che sono i suo i migliori
amici) e passa le domen iche
facendo scemenze, al posto di
andare all ' oratorio ».
l ettera firmata
UN APPELLO. « Sono all a ri-
cerca di ban (testo e accord i)
perché vorrei pubbl icarne un
libretto. Prego an imatori e
g iovani di in viarm eli. Sarà un
serv izio a tanti altri gruppi
g iovanili . Sped ire a Giancarlo
Panico, via De Lauzieres , 19A
- 8005 5 Portic i (Napoli) ».
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
di rizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Pe r la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
IJS GIUGNO 1997

1.10 Page 10

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
RIPENSARS SOCIETÀ
LA RIFORMA
DEL WELFARE-STATE,
CHE TOCCA OGNI
FAMIGLIA. MA SULLO
« STATO SOCIALE»
SI È GIÀ DEffO ,uno
E IL CONTRARIO
DI TUTTO.
LOSTATO
SOCIALE
di Alessandro Risso
S tati Uniti e Svezia sono due
paesi ricchi . Di cu ltura simile
sotto molti aspetti, invece sono
fare-State, ad affermare che è « fun-
z ione de llo Stato proteggere i suo i
c ittadi ni contro la di soccupazio ne di
assai distanti sulla concezione del massa, in mani e ra non me no de fini-
Welfare -State, lo « Stato del benesse- tiva di come è ua funz ione difende-
re» o, all ' italiana, « Stato social e» .
re i c ittadini contro le aggressioni da l-
Nei pronto soc-
1' esterno e con-
corso di Chicago
o San Diego pri-
ma di 1icoverare
un uomo colpito
da infarto, c'è
una solerte im-
« Non abbiamo un vero Stato
sociale, ma piuttosto uno
Stato assistenziale, che non è
affatto a favore dei più
deboli», dice mons. Charrier.
tro i furti e le
vio lenze a lI' in-
terno. Già que-
sta difficoltà di
gi udiz io su l mo-
del lo ame-
piegata che si ac-
ri ca no
ce1ta se il malcapitato o qualcun o per fa capire quante variabi-
lui (parenti o ass ic urazione) s ia in li condizionino l'opi-
grado di sostenere le spese.
nione su)J' 3.1·gomen-
A Stoccolma invece c ' è la Casa to centrale de l
della C ultura, dove oltre a lla stermi- dibattito politi-
nata biblioteca, all 'emeroteca inter- co odierno, la
nazionale , a ll a discoteca forn itissima riforma del
(undici diverse esecuz ioni de lle sinfo- W e lfare -
nie di Beethove n! ), alle sale per scac- State, un
chi, bridge e altri giochi , vi è un am- tema che
pio salone a vetrate dov e è poss ibile tocca o-
farsi dare una tavola con le tempere gni fa mi-
o un blocco di creta per dare libero g li a ne l con-
sfogo all 'a.Jtista che è in ognuno di noi. creto delle pe n-
Chi porta a casa « l'opera d 'a.Jte » paga s ioni , della sanità,
la materia prima, altrimenti il diverti- dei provvedimenti
mento è offerto dallo Stato. Qui è tu- contro la disoccupa-
telato anche il « diritto alla creati v ità »; zione; un tema su
negli Stati Uniti viene subord inato a i c ui si è detto tutto
denari pers ino il diritto a v ivere.
e il contrario di
Troppo semplice però condannare tutto.
aprioristicame nte il s istema america-
no. È logico rifiutarlo vede ndo mi-
lioni di cittadini esclusi da lle forme
di sicurezza soc iale , ma intanto il
LA BABELE
DELLE
tasso di di soccupaz io ne USA è al 5
per cento, mentre in Italia e G erma-
PROPOSTE
ni a, nazioni meno liberi ste e più soli- Come orientar-
daristiche, supera il 12 pe r cento. s i in una babele
Non è forse indice di civiltà dare a che vede pur-
tutti un lavoro? F u proprio sir Wil- troppo i palad ini
liam Beveridge, l' inventore de l Wel- dei de boli e del
GJUGNO 1997 IJS
i forza politica e
soluzioni di inter-
e, spesso, opposte?
o domandato a Gian-
ando, deputato, relatore
ziaria '96 » e responsabi-
artimento econom ico del
o lare: « Propongo tre con-
1) C hi difende lo Stato
le riformare. 2) Lo Sta-
1ncorporato ingiustizie,
quindi chi chie-
de più equità lo
vuole cambiare.
3) Lo Stato so-
c iale è organi z-
zato intorno a
grandi appara-
ti burocratici:
riformare si-
g nifica resti-
tuire funzio-
ni e compe-
tenze alle
per un
dea chi ara: decider
L'idea dello
« stato sociale ,.
nasce per venire
incontro
alle esigenze delle
categorie più
svantaggiate. Oggi
però è il ceto medio
a sentirsi a disagio.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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, ..•....•.•..••••.•.........•..•••..•••.......•••.•••••.•..•.•.•...............•..•••.•..••
Il problema della casa,
della salute, dei lavoratori,
dei giovani, degli anziani.. .
Lo stato sociale intende
provvedere ai bisogni
di fondo della società.
. ~ç;f\\
7
-, 1 r · •··· ··
Lo stato sociale
presentato ai ragazzi
su « Popotus » , l'inserto
di Avvenire per i giovanissimi.
LE SPESE SOCIALI.
CONFRONTO ITALIA-EUROPA (DATI 1993)
Tipo di spesa rapportata al PIL (prodotto Interno lordo) Italia Europa (media)
Spesa sociale complessiva
. Pensioni
. Malattia
. Invalidità e infortuni
. Disoccupazione
. Aiuti alle famiglie
. Maternità
. Aiuti per la casa
25.8%
15,4%
5,4%
2,2%
0,5%
0,8%
0,1%
0,0%
28,5%
11,9%
6,5%
2,4%
1,9%
1,8%
0,3%
0,5%
CRESCITA SENZA OCCUPAZIONE. « Nelle nostre so-
cietà post-industriali il conflitto non è più del tipo « avere
di più o di meno »: il vero conflitto si gioca nella dialettica
« inclusione ed esclusione », che diventa la categoria per
capire i paradossi della presente fase di svi luppo ». Lo
scrive Domenico Ricca, cappellano del Ferrante Aperti di
Torino e nuovo presidente del settore Servizi civili e so-
ciali/Emarginazione e disagio giovanile dei salesiani d'Ita-
lia. Che spiega: « È il fenomeno della jobles growth, cre-
scita senza occupazione . Infatti non è più sufficiente pro-
durre di più per generare più posti di lavoro. Anzi può es-
sere vero il contrario: per produrre di più bisogna tagliare
posti . Chi licenzia oggi non è più l'azienda in crisi, ma
quella che vuole rafforzare la sua posizione competitiva.
Il jobles growth, è la più grave causa di esclusione. Avre-
mo sempre più cittadini che percepiscono un reddito sotto
forma di cassa integrazione , cassa guadagni, reddito mi-
nimo vitale, che consentono di superare il livello di sussi-
stenza, ma che escludono dal processo di creazione o
generazione della ricchezza ».
e gestire al li vello più basso , più vi-
cino ai cittadini , tutto c che non ri-
chiede un intervento superiore de ll a
pubblica ammini strazione .
Entriamo nel campo di quei « va-
lori » che ass umono un significato
etico. Farà forse rabbrividire qualche
rozzo pseudo-esperto di economia,
ma le « leggi di mercato» non posso-
no essere sv incolate da considerazio-
ni etiche. « Uno Stato che in mi-
sura eguale a tutti i cittadini , è uno
Stato ingiu sto », afferma Morgando,
riecheggiando un celebre pensiero di
don Mil ani: « Non es iste ingiusti zia
BS GIUGNO 1997

2.2 Page 12

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
LA PIÙ GRANDE INVENZIONE. Molti storici e sociologi ritengono che il We/fa-
re-State sia la più grande invenzione del XX secolo. Ma le sue radici sono ben
più lontane. In un certo senso rappresenta il tentativo di real izzare concretamente
quel « diritto alla felicità » di derivazione illuminista ed espressamente previsto
nella Costituzione americana. Se però si considerano gli interventi e le politiche
di assistenza in difesa di chi nella società sta peggio, cioè i poveri , risaliamo an-
cora di parecchi secoli. Ricordiamo a esempio le distribuzioni di grano alla plebe
dell'antica Roma o i diritti di raccolta legna e frutti selvatici concessi dai signori
feudali. Per tutto il medioevo comunque la povertà rimane un fatto individuale,
regolato da un rapporto di carità tra chi mendica e chi, per salvarsi l'anima, elargi-
sce l'elemosina. Diventa un problema sociale in Europa dopo la grande peste del
1630, quando i poveri aumentano di numero, si trasformano , agli occhi di chi
possiede, in vagabondi , ladri , rivoltosi. In Inghilterra già nel XVI secolo si ha una
legislazione repressiva contro i mendicanti , che trova la sua sistemazione nel
Poor Re/ief Act (1601 ), legge di Elisabetta I che trasforma la povertà in problema
di stato. Vi si stabilisce il censimento dei poveri , il loro obbligo a risiedere nel
luogo d'origine e il divieto di mendicare in pubblico. Ma oltre l'aspetto repressivo
prevede una tassa che serve ad assistere invalidi e vecchi , a insegnare un me-
stiere ai giovani , a istituire depositi di materie prime (ferro , lana, legname, ecc.)
per chi ha bisogno , a cura di funzionari pubblici , i Provveditori dei poveri.
L'AVVENTO DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE impone di sciogliere i vincoli alla
mobilità dei poveri, richiesti come forza lavoro nelle officine. Il Poor Law Amendment
Act del 1834 apre in Gran Bretagna le porte al libero mercato della mano d'opera. I
poveri diventano proletari , e le politiche sociali si adeguano: il lavoro fa vivere, chi
non può lavorare per malattia, invalidità, disoccupazione , viene via via protetto,
tra fine '800 e gli anni Venti , da nuove leggi che si estendono a vedove e orfani.
IL TERMINE WELFARE-STATE compare nel 1942 in un rapporto per il governo
redatto da William Beveridge, deputato ed economista inglese, dove si pianifica
una previdenza estesa a tutta la popolazione per coprire i rischi delle malattie e il
periodo della vecchiaia, oltre alla piaga della disoccupazione , tra le principali
cause della rapida ascesa al potere del nazismo in Germania. Da allora tutta
l'Europa ha camminato verso lo « Stato sociale », con tempi e modalità proprie di
ciascuna nazione, ma con sostanziali analogie. E la crisi odierna di questo mo-
dello di organizzazione sociale tocca egualmente tutti i paesi , con le stesse diffi-
coltà a porvi rimedio : da Roma a Parigi a Berlino si manifesta contro i tagli alla
spesa pubblica. Ma non è colpa solo delle forche caudine di Maastricht.
AI.R.
maggiore del fare parti uguali tra di-
seguali ».
Ne deriva che lo Stato eq uo deve
saper distinguere: « Invece », conti -
nua Morgando, « i grandi apparati de l-
! ' amministrazione non ne sono capa-
ci. Si fatica a individuare i livelli di
reddito delle persone, così diffic ile
fi ssare i criteri della riforma fi scale e
di quella della prev idenza ».
Il sistema pensionistico è nel miri-
no di chi vuole dare un futuro allo
Stato sociale e non si fe rma allo slo-
gan « Le pensioni non si toccano »,
elettoralmente premiante nel breve pe-
riodo. Solo i furbastri fanno finta di
non vedere che già oggi in Italia ogni
lavoratore attivo, oltre a costruirsi la
sua pensione, ha a proprio carico un
pensionato; che il deficit INPS sale
inesorabilmente di 3-4mila miliardi
ogni anno, e che l'odierna fuga dal
pubblico impi ego di insegnanti , mi-
litari, fun zionari - per mantenere le
migliori condi zioni di pensione - è
destinata ad aggravare la situaz ione.
GIUGNO 1997 BS
RIEQUILIBRARE PESI
E VANTAGGI
Le linee di intervento per la ri-
forma sono ben riassunte dal vesco-
vo di A lessandri a Fernando Chanier,
pres idente della Commissione Affari
Sociali della CEI: « Non si possono
abbassare que ll e che già in realtà
sono pensioni da fame, ma si posso-
no rieq uilibrare pesi e vantaggi, cor-
reggere abusi: intendo le pension i
baby, le pensioni d ' oro, i prepensio-
nati che lavorano, magari in nero, e
fruiscono così d i due fon ti di reddi to.
E in positivo occoITe realizzare una
riforma fiscale e inventare nuove fo r-
me pensionistiche aperte al privato ».
Se la Sanità ai privati , sul modello
USA, crea giustificate inquietudini,
non è detto che la previdenza debba
essere per fo rza incanalata ne l car-
rozzone pubblico. L ' INPS non è ine-
sorab ilmente destinato al co ll asso?
« , e per questo bi sogna interveni -
re », ri sponde Morgando. « Ma nello
stesso tempo, per mantenere lo Stato
soc iale, vanno riformati gli apparati
ammini strativi. Nell a Sanità, a esem-
pio, non servono leggi nuove, l'attu a-
le organizzazione va bene; manca
però un 'efficiente cultura gestionale.
Per far capire cosa intendo, racconto
questo epi sodio emblematico: cono-
sco un giovane disabile che ha biso-
gno di uno speciale tipo di scarpe or-
topediche, molto costose. La Regio-
ne, tram ite USL, le ha pagate un mi-
li one e 100 mil a lire. Le stesse scar-
pe, comprate dalla mamma del ra-
gazzo, sono costate 570 mi la lire ».
Quando manca l'effic ienza viene
messa in di scuss ione la solidarietà.
Ne è ben cosciente anche monsignor
Charrier: « Non ab biamo un vero
Stato sociale, ma pi uttosto uno Stato
ass istenziale, che non è affatto a fa-
vore dei più deboli. Bisogna reali z-
zare un nuovo Stato sociale che sia
insieme solidale ed efficiente ».
Alessandro Risso

2.3 Page 13

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,'.
PRIMA PAGINA
Stefano Torrisi
ANCORA UN TRAGUARDO
È NECESSARIO
Lo spagnolo don José Reinoso, per 1Oanni delegato centrale dell'associazione
dei cooperatori salesiani, ora passa la mano e ritorna nella sua patria di adozione, le Filippine.
<< LJ associazione dei cooperatori non ha bisogno di mano "l'abbandono pastorale" di quelle masse e avrei vo-
chiedere permesso a nessuno per crescere», ha luto influire su di loro. Quando mi chiamarono tra i coope-
scritto nella sua relazione finale, che è anche un quasi-bi- ratori , pensai che potevo aiutare dei laici a crescere nella
lancio di un lungo e positivo lavoro di animazione. Cosa fede e in un impegno di presenza cristiana nel mondo, per
intendeva dire con quelle parole?
rendere Cristo "vivo" - o "contemporaneo dell 'uomo d'og-
REINOSO. " Vorrei dire subito che non è un bilancio del
mio lavoro. Ho cercato di spiegare il cammino che l'asso-
ciazione sta percorrendo , nella cui animazione mi sono
trovato coinvolto con tante altre persone laiche e religiose,
dove ognuna ha dato quello che poteva dare. Vorrei che i
cooperatori prendessero coscienza che non devono atten-
dere da altri lo stimolo a crescere , ma che essi stessi in
prima persona sono i protagonisti della vita dell 'associazio-
ne. La missione dei cooperatori h<jl orig ine da Don Bosco
gi ", secondo una felice espressione dell 'indimenticabile
don Viganò - nella società e così attraverso loro contribu i-
re a raggiungere quelle persone che non sentono la pre-
senza della Chiesa.
Passare la mano è ciò che si fa nella staffetta. Uno fa la
sua parte e poi si affida all 'équipe, ai compagni che devo-
no portare la corsa a buon fine. Il mio sentimento è anche
di augurio per la persona che viene a sostituirmi , che cer-
tamente è altamente qualificata ».
ed è la stessa dei
salesiani. Credo che
un giusto sv iluppo
passi attraverso que-
sta consapevolezza:
" La rivista " Coope-
ratores " è al 25° an-
no di vita . Ha avuto
dei cambiamenti no-
di poter crescere au-
tonomamente utiliz-
tevoli, particolarmen-
te con la sua pubbli-
zando a questo fine
cazione in quattro lin-
le tante risorse a di-
gue e ora per la ve-
sposizione ".
ste grafica .. . "·
REINOSO. " Anche la
" Con i cooperatori ha
diffusione si è quasi
trascorso uno dei pe-
raddoppiata negli ul -
riodi più intensi. L'as-
timi dieci anni. È que-
sociazione ha messo
sto un traguardo im-
negli ultimi anni le ba-
portante , trattandosi
si formative, in con- Castellammare di Stabia. La Consulta mondiale al suo primo
di uno strumento che
tinuità con un lavoro
incontro. Con il compito di portare i cooperatori oltre il Duemila.
mantiene la comuni-
già iniziato preceden-
cazione all'interno del-
temente. Si ritiene soddisfatto di questo lavoro? ».
l'associazione , permette la condivisione di esperienze e
REINOSO . " Negli ultimi trent'anni l'associazione non ha
cessato di crescere nella sua autocoscienza. Si è data gli
strumenti necessari per arrivare al terzo millennio con una
grande capacità di proposta, e dovrà continuare in quel
offre costantemente spunti di animazione. La Consulta è
convinta che sarebbe necessario pubblicare la rivista in
altre lingue , migliorarne ancora il contenuto e la veste
grafica ».
processo di crescita che questi strumenti vogliono appunto
promuovere. Ricordo in particolare il " Regolamento di Vita " Uno degli obiettivi della Consulta non del tutto raggiunto
Apostolica (1986) , che mostra il volto moderno del coope- è l'autonomia economica de/l'associazione ».
ratore salesi ano , seguito nel 1990 dal " Commento "; il REINOSO. " L'associazione deve preparare sussidi e mo-
« Manuale per i Responsabili " (1993) , a servizio dell 'ani- menti qualificanti per l'animazione e questo porta a im-
mazione, e il piano di formazione del cooperatore di oggi, battersi subito col problema economico. Manca degli stru-
t che è dell'anno scorso e ha per titolo " Linee Direttive per menti più normali di collegamento , tanto più che la Consul-
la Formazione ».
ta mondiale fatta di persone molto lontane tra di loro .
L'associazione, cioè, non riesce a svolgere in pieno i suoi
" E cosa prova nel momento in cui passa la mano? "
compiti di an'.imazione perché non dispone delle risorse
REINOSO. " I sentimenti sono tanti. A parte quelli di gra- economiche adeguate. Gli stessi Consultori mondiali non
titudine verso tante persone , mi concentro in uno: credo riescono a muoversi nelle loro regioni per mancanza di
che noi religiosi incidiamo nella società nella misura in cui mezzi e stru npenti. Si deve arrivare a un 'autonomia econo-
incidiamo sui laici . È una convinzione che porto con mè mica degna di un 'associazione estesa in tutto il mondo, e
sin da quando nel mio quarto anno di teologia in Francia sarà possibile solo con il coinvolg imento di tutti ".
feci un 'esperienza di lavoro in una fabbrica . Toccai con
fJS GIUGNO 1997

2.4 Page 14

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Mons. Giuseppe Zen è il nuovo vescovo coadiutore di Hong
~
COSI HO di monsignor
Giuseppe Zen
CONOSCIUTO
DON BRAGA
S ono nato a Shanghai.
Avevo 12 anni quan-
do finii le medie. Si
era nel 1944 e c i trovavamo
ne l pieno del! 'occupazione
g iapponese. Mio padre era
sem iparali zzato e no i era-
vamo in cinque fratelli,
me ntre la città era in un
momento di estrema diffi -
coltà econom ica, pe r il per-
durare di una guerra ini zia-
ta ne l 1937. Quando papà
era sano ed efficiente, mi
portava ogn i mattina a mes-
sa e, all a domenica, a cin-
que messe. Era un cristiano
che aveva preso la fede sul
serio, ma non era gretto,
bi gotto. All a scuola ele-
mentare ero il capo dei
ch ierichetti della mia par-
rocchi a. Mio padre s i era
conve rti to quando freq uen-
tava il liceo. Voleva diventare sacer-
dote, ma il mi ss ionario che lo aveva
battezzato gli disse: « T u sposati .
Manderai poi tuo fi g lio a fa rsi prete ».
Mio padre aveva un carattere estro-
verso, era simpatico e gli pareva che
io fossi il fig li o adatto per avverare le
parole de l mi ss ionario. A nzi vedeva
c he io ero molto portato all e cose di
c hiesa ed ero un chieric hetto esempla-
re. Mia mad re, in vece, non era pe r
nulla entusiasta, perché ero il primo
maschi o, e si sa che in C ina il primo-
gen ito è q uell o destinato a pe rpetuare
la discendenza. Nel 1944 le cose pe
erano notevolmente camb iate. A cau-
sa dell 'assenza di mio padre, inc hi o-
dato nel suo seggiolo ne, e dei compa-
gni che avevo trovato nella scuo la
media, non ero più il bravo ang ioletto
di un tempo. Mio padre continu ava a
GIUGNO 1997 BS
pregare sul suo segg iolo ne, non po-
tendo fa re di più, e mi a madre e ra di-
spe rata. Povera mamma! Con un ma-
rito bloccato dall a parali s i e con cin-
que fi g li da mante nere in tem po di
g ue rra, aveva anche il primogenito
che ini z iava ad andare per traverso.
Ma pe r di spos izione del la Provv iden-
za, una compagna di liceo d i mia
mad re aperse un o spirag li o di speran-
za. S uggerì a mia mad re di mandarmi
dove g aveva co ll ocato un suo fi-
g li o lo, c ioè nell ' aspirantato de i sale-
s iani. Mia madre tuttavi a non fu e ntu-
s iasta d i que l suggerimento, perché
non vedeva in me a que l punto, nes-
suna stoffa. A conti fatt i però, piutto-
sto che perdenni del tutto, pensò che
fosse megli o regalarm i ai preti.
I salesiani chi erano? Mia madre
non li conosceva. Del resto, pochi nell a
I Don Carlo Braga in un dipinto
di Albino Pacheco Borges,
di Macao.
Il vescovo coadiutore
di Hong Kong ricorda
don Carlo Braga, il
«Don Bosco della Cina».
Leggere queste pagine,
vuol dire conoscere
due bellissime
storie di vita.
Hong Kong . Mons. Zen con
l'attuale ispettore don Peter Ho.
città di Shanghai, cos i vasta, conosce-
vano i salesiani . Erano g li ultimi arri-
vati , tra i miss io nari , e aveva no la
sede fuori c ittà nel sobborgo di Nan-
dao. Io, però, li conoscevo. I salesiani
avevano inventato un modo efficace e
simpatico per fa rs i conoscere. A llesti-
vano de ll e sp lendide operette e invita-
vano la gente ad ass istere ag li spetta-
coli. L ' ingresso era gratuito e tutti an-
dava no vo lentie ri. Insomma i sales iani
si facevano una di screta propaganda. La
grande sede, che tutt i chi amavano la
« casa rossa », per il co lore con c ui era
stata d ipi nta, era un 'enorme costru zio-
ne che osp itava g li stude nti di teolo-
gia, di ftlosofia, i novizi , e molti aspi-
ranti: viveva però in estrema povertà.
Ma ne ll a casa salesiana c'era tanta al-
legria. Erano preti simpatici, e aveva-
no creato un ambiente al legro e gioioso.

2.5 Page 15

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Kong. Nato a Shanghai, è stato accolto tra salesiani da don Braga.
IL GIORNO
DI SAN VINCENZO
U n g iorno mi a madre mi chi amò e
mi di sse, sospirando: « Andiamo a ve-
dere se i sales iani ti prendono». Ri -
cordo che ri sposi: « Ma certo, perché
no? ». Andam mo difatti il giorno J9
lugli o, festa di san Vincenzo de ' Pao-
li , onomastico di mio padre. Arrivam-
mo mentre si ce le brava la messa so-
lenne, con un nugolo di chierichetti e
canti tanto be lli e di così perfetta ese-
cuzione che neppure nella nostra par-
rocchi a, che pure era una delle più im -
portanti de ll a città, si erano mai senti-
ti. Finita la messa, don Braga c i rice-
ve ne l suo studio, che era tanto picco-
lo e modesto da sembrare più un bu -
g igatto lo che una sala di 1icev imento.
Don Braga era rimasto bloccato a
Shanghai dall a gue1Ta e tutto faceva
capo a lui . A nche l'accettazione degli
as piranti era lui a farle. Noi eravamo
, in pi ed i, e lui era sed uto. Dietro a
lui , in piedi , c'era un prete magro,
alto, un au striaco , che era l'incaricato
degli aspiranti. Mia madre si sedette
davanti a lui . Io restai in pied i. Mia
mad re iniz iò a parlare. Invece di pero-
rare la sua causa e vendere al meg li o
la sua merce, ini ziò a mettere in guar-
dia il suo cli ente: « Guardi , padre,
questo ragazzi no non è più tanto bra-
vo . Forse non è adatto per essere ac-
cettato qui. Io non vorrei che le i fosse
ingannato. Ah, sapesse quanto mi ha
fatto di sperare in quest' ultimo anno!
I Torino. Don Braga
bacia le mani a don Giuseppe Zen
subito dopo
l'ordinazione sacerdotale.
Non sapevo proprio cosa fare. E se
fa di sperare anche voi qui , me lo
dica pure, che io verrò a riprenderlo
s ubito ». Don Braga di ceva che di ci-
nese sapeva tre dia letti : ma li parlava
tutti e tre insieme. Certamente il shan-
ghaiese non era il s uo fo rte . Il prete
a lto e magro gli faceva da interprete.
Don Braga, invece di ri spondere mi
guardava negli occhi . Io pure lo guar-
davo, ma a testa bassa. Mi sentivo un
imputato, anziché difeso dal mio av -
vocato. Ma il g iudice era dall a mia
parte. Con lo sguardo mi ha profonda-
men te capito subito e meg li o di tutte
le spiegazioni di mia madre. Egli stes-
so, scri ve ndomi parecchi anni più
tardi , si ap plicava le paro le de l va nge-
lo: « Intuitus, dilex it eum » («Fissato -
lo, lo amò ») . E da que l g iorno non
ebbi più dubbi sull a mi a vocazione .
Non solo mi aveva accettato, ma d isse
a mi a madre di pre para rmi il corredo
e di riportarmi presto all 'aspirantato,
perché tra pochi giorni si sare bbe an-
dati in campegg io. Ritornato dopo
due g iorni pote i constatare meg li o
quanto la casa fosse povera. A casa,
qualche volta ci toccava sa ltare il
pasto, all 'aspirantato il pasto non si
sa ltava mai . Ma in compenso spesso
ci si alzava ancora con tanta fame.
Tutta la vita era molto di sciplinata,
eppure quanta all egria! E quale il se-
greto? Penso che fosse quell o stesso
di Valdocco dei primi tempi : la pietà,
lo spirito di fami gli a, e lo sguardo di
don Braga. Pensandoci adesso, credo
che dovesse esser per lui una grande
sofferenza il non poter parlare il d ialet-
to shanghaiese. Ma ciò non g li impedi -
va di venire spesso tra noi asp iranti ,
facendosi capire con i gesti e con il
di aletto « hakka » che sapeva bene.
Anche noi gli davamo una mano.
LA SUA PRESENZA
AMOREVOLE
C 'era la guerra e naturalmente non
mancavano i bombardamenti . Non
avevamo rifugi. Al suono delle sirene
(erano gli apparecchi americani che
veni vano a bombardare le città occu-
pate dai giappones i) noi tutti , asp iran-
ti , chieric i e superiori , andava mo nel
salone-teatro a pian terreno. Non è che
fossi mo protetti , ma se c'era da mo-
I Don Braga con i due Zen:
Giuseppe (al centro) e Giovanni.
Entrambi diventati poi
suoi successori alla guida
dell 'ispettoria cinese.
rire, almeno si moriva insieme. La pre-
senza d i Don Braga infondeva corag-
gio e una incredibile sicurezza. Il cuo-
re umano è ben strano. Con lui erava-
mo sicuri come il bambino in braccio
alla mam ma, anche la più indifesa.
Furono que lli i fo rtunati tempi del
« tri onfa iismo » e del « paternalismo ».
Si usava bac iare la mano al superiore,
si facevano le solenni feste dell ' ispet-
to re, le accademie musico- letterarie, a
cui partecipavano anche molte auto-
rità importanti . Noi eravamo orgo-
gliosi di avere un superiore così sti-
mato da tutti . La guerra era una gran
brutta cosa, ma tratteneva Don Braga
a Shangha i: questo era tutto per noi.
Quando finì la guerra e si poté viag-
giare, altri suo i figli reclamarono la
sua presenza, spec ialmente al Sud del-
la Cin a. Prim a de ll a sua partenza per
il Sud , dopo la cena, anche noi aspi-
ranti fummo ammess i a far festa nel
refettorio dei superiori , assieme ai
chieri c i. E si passarono molte ore a
scherzare, a cantare, a commuoverci .
Non c'era in nessuno des iderio di an-
dare a letto e si prolungava il tempo
dello stare insieme, perché il giorno
dopo sare bbe partito il padre di tutti
noi. Don Braga, in quegli anni , dovet-
te fare un vi aggio in America, per que-
stuare per no i: eravamo andati a rice-
verlo al porto. C'eravamo tutti : noi , i
chierici, i superiori e i rappresentanti
dell a scuo la. Due bande si a lternava-
no quasi ininterrottamente. Sulla stes-
sa nave ri tornava dall ' America anche
un genera le cinese. C'era, per quel ri-
torno, una picco la banda militare. Noi
eravamo tanto fi eri. Il nostro ispetto-
BS GIUGNO 1997

2.6 Page 16

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Hong Kong. Mons. Giuseppe Zen
festeggiato dai salesiani.
re, con due grosse bande, valeva più
di un generale! Avevamo preparato
camion addobbati con mille strisce di
carta e appe na arrivò lo facemmo sa-
lire su una vecchia macchina e, con
un corteo trionfale, lo portammo a ca-
sa, per le vie dell a città, tra la merav i-
glia della gente.
INDIMENTICABILI
FIORETTI
Don Braga era così v1cmo a noi ,
così um ano! Ricordo che, quando io
giocavo, mi scaldavo molto nel g ioco
e non posso dire la mia contentezza
nel vedere Don Braga prendere tanto
su l serio il gioco. Anche lui , quando
giocava a bocce nel cortile, dove noi
facevamo ricreazione, si misurava in
grandi partite con altri superi ori e ci
metteva più fuoco di no i. Il g ioco per
Don Braga era una necessità, sia per
lui , che per ed ucarci. Quando da noi
si giocava al calcio, lui era il tifoso
più impegnato che si possa pensare.
Non dimenticherò mai , a questo ri -
guardo, un episodio avven uto nel
1948. Eravamo novizi. Don Massim i-
no era il nostro « maestro ». Eravamo
andati a una nostra scuol a di Hong
Kong, per celebrare insieme agli alun-
ni interni, la festa della Immacolata.
Tutto bene al mattino: messa cantata
solenne, una bella recita e poi, la gran-
de sfida di calcio tra noi e gli alunni
della scuola. La partita era ini ziata da
pochi minuti , ed ecco il primo goa l,
ma segnato dagli alunni del col leg io.
Un goal che mandò in crisi tutte le
speranze di don Braga che sbottò: « Ma
è possibile che i novizi perdano dai
ragazzi del collegio? Che sarà del
prestigio del novi ziato? ». Si mostrò
tanto desolato che ci lasciò per ritor-
nare al suo tavolo di lavoro. Rimase
don Massimino che ci fece capire il
disappunto dell'ispettore. Alla fine del-
la partita don Mass imino telefonò al-
1' ispettore, che chiese subito con an-
sia: « Com'è andata a finire la par-
tita? ». Don Mass imino, con la abitua-
le pacatezza rispose: « Sette a uno ».
GIUGNO 1997 BS
Dall'altra parte del
filo i udì don Bra-
ga deso lato : « Che
vergogna! Che ver-
gogna! Non è mai
cap itata una cosa
simil e! Questi suoi novizi non valgo-
no proprio niente. Eh , non sono come
quelli di una volta! ». Don Massimino
lasciò dire e poi, con il candore che
g li era proprio, rispose so ltanto: « Ma
vede, signor ispettore, sette a uno sì ,
ma per noi! ». Dall 'altra parte del filo
c i fu un lungo attimo di silenzio. Ma
siccome il superiore, a quei tempi,
doveva aver sempre rag ione, ini ziò
una nuova requi sitoria, con lo stesso
tono: « Ma questa è una mancanza di
buona educazione. Dopo che ci hanno
ospitato, ti pare il modo di ri compen-
sare la loro gentilezza? ».
LA GRANDE FESTA
In Cina si usa festeggiare il nuovo
anno del calendario lunare. È la più
grande festa popolare dell ' anno. Molta
gente, allora, lavorava tutta la settima-
na, domenica compresa, perché in
Cina si celebravano solo le feste del
calendario e non c 'erano le domeni-
che. Ma quando atTivava l'anno nuovo
era tutta una festa comune. Alla vigil ia
del capodanno tutte le fam iglie si ra-
dunavano per il cenone. Anche noi
aspiranti usavamo fare il cenone all 'a-
spirantato e passai·v i il primo dell'an-
no in allegria. Il giorno dopo si andava
in fam igli a a fare gli auguri ai genitori ,
ai parenti, agli amici: questa è una tra-
dizione tra le più sentite da noi, in
Cina, e delle più attese. L ' ultimo anno
di guerra a Shanghai si era al lumici-
no, in quanto a vettovag lie e anche
nella nostra casa si sopravviveva come
si poteva. Perciò alcuni superiori ave-
vano proposto a don Braga di lasciarci
partire tutti per fa re il capodanno a
casa nostra, in modo da fai·e il rituale
cenone con qualche cosa sotto i denti .
Don Braga si oppose energicamente.
« Gente di poca fede », disse ai suoi sa-
lesiani, « vi prometto che faremo il più
lauto cenone di tutti questi ann i». E
così avvenne. Come abb ia fatto don
Braga a intendersela così bene con la
Provvidenza nessuno lo seppe mai.
Di questi gesti pi eni di umanità fu
oggetto anche il mio buon papà, che
fu visitato più vo lte, mentre, parali z-
zato, era sed uto sul suo seggiolone.
Noi abitavamo in una stanzetta pic-
coli ssima, posta immediatamente
sotto il tetto. Non avevamo neppure
una sedia decente. Don Braga si se-
deva, con naturalezza, su un baule.
Una volta congedandosi, in vitò mio
padre a fai·c i una visita a Nandao, al-
1' aspirantato. Gl i di sse: « Noi fa remo
la festa. Basterà che lei arrivi fino
alla soglia del nostro portone e poi
non si preoccupi più ». Mia madre,
che era una donna molto discreta,
cercò di dissuade re mio padre da
quella visita, perché avrebbe causato
molto disturbo a tutti . Mio padre, al
contrario, che era un carattere si m-
patico e amante dell a compagnia e
delle fes te, tanto disse e tanto fece
che la convinse ali ' impresa. Appena
mio padre arrivò al portone della no-
stra casa di Nandao, quattro robusti
chierici lo posarono su un seggiolone
e lo portarono su e giù, finché lo con-
dussero in chi esa, sistemandolo vici-
no a l presbitero per la messa solenne.
Durante il pranzo don Braga lo volle
accanto a sé. Dopo il pranzo lo fece
trasportare nel corti le, per assistere ai
giochi. Scherzi de ll a Provvidenza! In
quello stesso corti le, molti anni pri-
ma, mio padre, giovane e sano, aveva
g iocato tante vo lte. Dire la felicità di
mio padre è impossibile. Portato qua-
si in trionfo, su ll a sedia gestatoria, egli
godette una giornata indimenticabile.
Nel 1948 entrai nel novi ziato e a
predicarci il ritiro venne don Braga in
persona. Le sue prediche ci piacevano
moltissimo, perché ricche di vita, di
esperienze sa les iane e soprattutto di
aneddoti di Don Bosco. Ciò che più
colpiv a era il modo in cui ci guarda-
va, uno per uno, e il modo come ci sor-
rideva. Qu ando Don Braga ci parlava
noi eravamo presi non solo dai pen-
sieri semp lici che diceva, ma anche
dal fatto che in lui traspariva tutto lo
spirito di Don Bosco, tutto il suo cai·at-
teri stico entusiasmo e tutto l'amore che
portava alla Cina e a c iascuno di noi.
Questi alcuni dei miei ricordi su
don Braga. Sono soltanto una goccia
di ciò che vo1Te i e potrei dire di lui :
ma come è poss ibile contai·e tutte le
gocce di un oceano?
Monsignor Giuseppe Zen
vesco vo coadiutore di Hong Kong

2.7 Page 17

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MILANO . Al « IV Salone
del libro e della comunica-
zione religiosa » erano pre-
senti anche le editrici LDC,
SEI , LAS e la rivista « Pri-
mavera " · Nella foto, suor
Graziella Boscato , attuale
direttrice di Primavera, è
con madre Graziella Curti,
che ha diretto prima di lei
la rivista.
,
NIGERIA . Al Don Bosco
Training Centre di Onda, il
salesiano Quinto Salvetti
affiancato dai primi collabo-
ratori , Julius Olaolu e Yinka
,._ Fasehum. I due , dopo il
corso di studi tecnici , si
sono fatti " apprendisti »
per diventare buoni istrutto-
ri dei ragazzi. Yinka è an-
che il " primo vicepreside» .
...
ETIOPIA. I salesiani festeg-
giano dieci anni di presenza
ad Adigrat, dove si occupa-
rono subito delle vocazioni
locali. Poi il noviziato si
spostò ad Addis Abeba ,
dove oggi ci sono 16 no-
vizi. Tratti dalla loro gente,
presto si dedicheranno alla
crescita sociale e cristiana
dei loro fratelli. Nella foto,
ragazzini di Addis Abeba.
,
LITUANIA. Alcuni soci del-
1' « Associazione memoria
storica granata » sono riu-
sciti a ottenere per i giova-
ni di Kaunas maglie, scar-
,._ pe , calzettoni e persino
borse delle formazioni gio-
vani Ii della squadra del
« Torino Calcio». Un sim-
patico ponte di amicizia e
solidarietà con un oratorio
salesiano lituano!
COLLE DON BOSCO. Ad
aprile , un grande Conve-
gno di ministranti - ragazzi
e ragazzine - insieme -
dalle diocesi del Piemonte
e dalle case salesiane. 01-
tre duemila i partecipanti,
per una giornata ricca di
animazione e di festa. Pre-
senti molti genitori, alcuni
vescovi e l'ispettore don
Luigi Testa.
,
ROMA. 200 lettori di « Pri-
mavera » sono stati ricevuti
al Quirinale dal presidente
Scalfaro. Un incontro sem-
plice amichevole, rallegra-
.... to dall'Orchestra Musicain-
sieme di Acqu i Terme . La
visita a Roma faceva parte
di una serie di in iziative
sull'Europa, a 40 anni dalla
firma del Trattato CEE.
BS GIUGNO 1997

2.8 Page 18

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••••••••••••••••••••••••••••
IL « CONSORZIO DELLE
RADIOTELEVISIONI
LIBERE LOCALI»
(CORALLO), RIUNISCE
CIRCA 250 RADIO
E 3 5 TELEVISIONI
DI TUTTE LE REGIONI
D'ITALIA.
di Silvano Stracca
/< R adio DJ » per la musi-
ca dell a tribù c he bai-
'
la. « Talk Radio » pe r
c hi vuole ascoltare sto ri e d i v ita.
« R adi o News » per un ' info rmazio-
ne a 360 gradi ...
G irando con la
banda sull a mo-
dulazione di fre-
quenza, ce n'è
pe r tutti i g usti .
E po i « Pay T v »
pe r que lli c he
vog lio no vede rsi un be l fi lm in
pantofole, « Pay per w iew » per se-
g uire la sq uad ra de l c uo re. Tele-
vendite a iosa pe r picco le staz ion i
c he sopravv ivono tra le fo rc he
caudi ne de l fa ttu rato e deg li ind ici
di asco lto . .. Ma fra me lod ie no-
stalg ic he de l passato e assordanti
ri tmi ps ichede li c i, c'è spaz io an-
che per emitte nti c he no n vi vono
so lo per il business e l'audience. E
face ndo zapping tra i cana li , ci si
può im batte re pure in ante nne che
non pro po ngono so ltanto d roga te-
lev is iva.
LE MILLE ANTENNE
ITALIANE
L'arcipe lago delle mille ante nne
è un fe no me no che non ha eg uali
al mo ndo. D a Domodosso la a Lam-
pedusa convivono sulle fro ntiere
de l! 'etere, magari gomito a gomito
con altre che no n hann o le stesse
idee e la stessa vis ione de ll a v ita.
Cond iv ido no pro blemi angosc iosi
c he ag itano e, di volta in vo lta, al-
lo ntanano o avv ici nano il variegato
pi aneta de ll e radio e te lev isioni lo-
GIUGNO 1997 BS
ca li . Ogg i, ai margini de l « duo po-
li o » te lev isivo nazionale, il plu rali-
smo è garantito da oltre duemila
radi o e settecento telev isioni. Il mi-
racolo non è ne l loro numero, ma
ne ll a scommessa de ll a loro so prav-
v iven za.
Non è davvero fac il e l'im presa
de l legis latore c hi amato a mette re
o rd ine ne ll a giung la de ll e frequen-
ze, deg li spo t pubblic itari , dell e
agevo laz ioni governative. A reali z-
zare una riform a del s iste ma radio-
telev is ivo, che libe ri spaz i pe r pro-
poste alte rn ative a que ll e legate al-
la lotti zzaz ione, al me rcato , ai di-
segni de i grand i network c he pre-
mono per partec ipare a ll a sparti -
zio ne de lla to rta e del potere.
Sarà du ra, dunq ue, per le rad io e
le telev is io ni di area eccles iale.
Trecento e più . Una grande, sor-
pre ndente realtà. Nata dall'intui-
zione di pi o nie ri che, tra incom-
pre nsioni e solitudine, venti e più
anni orsono mi sero su una radio o
anche una tv, do po la sentenza che
dichi arò leg ittim a la trasmi ss ione
di programmi telev isivi via etere in
un raggio di q uindi ci chil ome tri.
Que ll a radio, quell a te levis io ne, pre-
sto avre bbero costituito uno dei pr i-
mi nod i di una rete po te nziale. Da
all ora alcu ni hann o amm ain ato la
bandiera. Mo lti hanno res istito al-
i 'a llu vione di ling uagg i e messag-
g i, continu ando a fare cul tura. E
oggi le rad io ass ic ura no la qu as i
totale cope rtura de ll a popolazione
ita li ana, me ntre le tv res idue si
rimboccano le mani che pe r recupe-
rare il terre no perdu to.

2.9 Page 19

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••
,1AEROPAGOn
Un patrimoni o di strumenti e di
operatori , insomm a, l' universo del-
le antenne di ispiraz ione cattolica.
Ognun a con un suo spazio ritag li a-
to ali ' interno de l territori o. C iasc u-
na fa tta e gestita, con magg iore o
min ore profess ionalità, da laici o
sacerdoti , assoc iaz ioni , parrocchi e,
di oces i. Uni tà nell a diversità po-
trebbe essere il motto di questa
presenza diffe renziata dalla Va lle
d ' Aosta all a Sic ilia. Se la diversità
è certamente una ricchezza, il fin e
comune è l'annuncio del vange lo
in quel « moderno areopago », co-
me l' ha definito Papa Wojtyla, che
è il mondo de ll a comunicaz ione
soc iale.
Le emittenti eccles iali sono co-
munitarie o commerciali , povere o
ricche, con o senza messagg i pub-
blicitari. Molte vanno avanti , se p-
pur con fati ca, grazie alle offerte e
al volontari ato; altre sono sempre
all e prese con deli cate strateg ie di
sopravvivenza; altre ancora sono
condotte in maniera manageri ale e
raz ionale. M a tutte, radio e tv, han-
no come obiettivo ultimo la mi-
gliore utili zzazione delle potenzia-
(< RADIO MERIDIANO 12 »
I salesiani nei cinque continenti e le inedite
frontiere della comunicazione. Radio, televisio-
ne , satelliti , Internet... Sarebbe bello fare
un 'inchiesta dall 'America Latina agli Stati Uni-
. ifVIeridianol 2
ti , dall'Asia all'Africa, dall'Oceania all'Europa, 11 nuovo Logo
quella dell'Ovest e quella dell 'Est dopo la
di cc Radio Meridiano 12»
caduta dei muri. Scoprire successi e insuc-
cessi , problemi e prospettive di una presenza che nasce da un minimo comu-
ne denominatore. La consapevolezza che solo entrando a pieno titolo nell 'uni-
verso dei media, si riuscirà a parlare ai giovani in questo scorcio di millennio.
DAL « VILLAGGIO GLOBALE » ALLA REALTÀ DIETRO L'ANGOLO. « Radio
Meridiano 12 », emittente salesiana dell'inflazionato panorama radiofonico roma-
no, è una radio ancor giovane, nata soltanto nel '90 dalla fusione di tre antenne
parrocchiali. Una radio regionale con un raggio di trasmissione che copre tutto il
Lazio. Dalla capitale a Viterbo , a Rieti , a Civitavecchia, a Frosinone, a Cassino,
a Latina. Naturalmente in FM, modulazione di frequenza, per un migliore ascolto
sino ai monti del Reatino e al golfo di Gaeta. Con una programmazione giorna-
liera di 24 ore su 24, da settembre a giugno, « Radio Meridiano 12 " non fa solo
informazione, ma vuole comunicare idee , diffondere cultura, proporre modelli di
vita e di comportamento secondo il progetto educativo salesiano . Puntando su
un linguaggio immediato e diretto, l'emittente si rivolge soprattutto ai giovani dai
15 ai 35 anni , anche se la fascia d'ascolto prevalente è quella dei venticinquen-
ni. Con quattro dipendenti e una cinquantina di collaboratori volontari, « Radio
Meridiano 12 " è un punto d'incontro per giovani conduttori, redattori e tecnici ,
con il mondo della radio prodotta e non solo ascoltata. Un laboratorio, dun-
que, di produzione e di formazione. Ma il sogno nel cassetto del giovane e
dinamico direttore don Carlo Pepe è quello di una radio che abbia un contatto
reale con le diverse realtà diocesane del Lazio e sia un punto di riferimento
per tutte le iniziative di pastorale giovanile a Roma e nel resto della regione .
S.St.
lità di questi « media » per colm are
il di vo rzio fra fede e cultura, tra re-
lig ione e v ita, che era l'ass ill o di
Pao lo VI. Da « Radio Tau » di Bo-
logna a « Radio Ste ll a » di Salerno,
e « Radio Onda Libera » di Nicosia;
da « Bergamo Tv » a « Radi o Don
Bosco » che trasmette da Ragusa, i
metodi e i linguaggi cambi ano, ma
lo spirito è il medesimo.
CONSORZIO
RADIOTELEVISIONI
LIBERE
LOCALI
LE RUBRICHE RELIGIOSE ALLE RADIO
E TV NAZIONALI
Tutte le mattine
Radio 2
ore 7.17
cc Vivere la fede »
Al sabato
RAI UNO
RAI DUE
ore 18.10
ore 16
cc Settimo Giorno
Le ragioni della speranza »
cc Prossimo Tuo »
Alla domenica
Radio 1
ore 9.10
ore 9.30
Radio 2
ore 11 .15
RAI UNO ore 10.45
ore 11.45
CANALE 5 ore 9
RETE4
ore 10.05
cc Mondo Cattolico »
cc La santa Messa »
cc Vivere la fede - Angelus »
cc La santa Messa »
« Settimo Giorno - Angelus »
cc Le frontiere dello Spirito »
« La santa Messa »
Sard egn a
Sici lia
Emittenti radiofoniche
e televisive collegate al « Corallo ».
BS GIUGNO 1997

2.10 Page 20

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I ••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••
IL CIRCUITO
aCORALL011
Non es iste altra catena di emit-
tenti con altrettanto definita ide n-
tità . A live llo nazionale un ' asso-
ciazione, il « Corallo », riuni sce cir-
ca 250 radio e 35 televisioni di tut-
te le regioni. « Corallo » è la sigla
del Consorzio delle Radiotelevisio-
ni Libere Locali , presieduto da
Luigi Bardelli , con sede a Roma. Il
« Corallo » nasce ne l 1981, in terra
lombarda, come « punto di riferi-
mento de ll ' emittenza privata che
dichiari adesione ai principi cristia-
no-sociali ». La maggior parte delle
antenne , quelle con i più e levati
standard professionali , sono tuttora
concentrate al Nord , in particolare
nella Lombard ia.
li « Corallo » raggruppa un venta-
g lio vastissimo di esperie nze e sen-
sibilità che ri specchia le mill e c ul-
ture del nostro paese. Il panorama
interno è estremamente dive rs ifica-
to. Si va da e mittenti il c ui palinse-
sto ha obiett ivi essenzialmente li-
turgici, a quelle che usano lo stru-
mento radiotelevisivo come pulpi-
to amplificato dell'opera di evan-
gelizzazione. S i passa da ante nne
che limi tano il messaggio religioso
a spazi ben definiti , la messa della
domenica , e puntano più sul di-
scorso cu ltu ra le, a stazioni c he ap-
parenteme nte non sembrano diffe-
renziars i da que ll e puram ente com-
mercia li , ma in realtà tutta la pro-
grammazione s i ispira a un prec iso
ori entamento e propone un chiaro
stil e di vita.
A l « Corallo » aderi ce anc he
« Radio Maria », che ragg iunge tut-
ta l' Italia co n 750 ripetito ri sull'in-
tero territorio naz ionale e una me-
dia g iornali era di 1.800.000 ascol-
Negli studi
di « Radio Proposta» a Torino.
tatori. Varie emitte nti si sono poi
co ll egate in circ uiti regionali e in-
terregionali per usufruire di pro-
grammi comuni trasmessi sia via
e te re che via satellite. Il più impor-
tante è il « Circuito Marconi » per il
Nord . Tutte le radio e le tv de l
«Cora llo» sono collegate via satel-
lite e hanno la possibilità di riceve-
re quotidianamente i servizi rea-
li zzati dall ' agenzia d ' infonnazione
« News Press ».
LA uNEWS PRESS11
E ra il 199 l quando la Conferen-
za e piscopale italiana decise di im-
pegnarsi direttamente nel mondo
della radio , dando vita a una strut-
tura ad hoc. Appunto la « News
Press », frutto della decennale espe-
ri enza del « Corallo », che comin-
c a offrire all e e mitte nti associate
servizi quotidiani attraverso ponti
radio, suppo rti magnetici , telefax,
telefono. Ne l ' 93 « News Press » è
stata la prima agenzia d ' informa-
zione radiofonica a diffondere i
suoi servi zi via sate llite in collabo-
razione con la « R ad io Vaticana ».
Ne l ' 94 un altro passo importante:
« News Press » avv ia anche un 'atti-
vità di produzione te lev isiv a. Oggi ,
sul fronte televisivo , l'agenzia ga-
rantisce due dirette alla settimana
per l'Angelus domenicale e l' udien-
za genera le del Papa del merco ledì,
se i edi zio ni del « Tg Ecclesia » e un
rotoca lco settimanale. Per la radio,
la programmazione prevede un ap-
puntarrie nto quotidiano di un ' ora,
dal lunedì al sabato,
composto da ser-
vizi informativi , ru-
briche, « speciali »
c urati anche da al-
tri. Il circuito delle
I« Comunicare
Gesù » è il tema
della Giornata
mondiale delle
comunicazioni
sociali 1997.
radio collegate
è costituito es-
se nz ial men te
da stazioni de l
« Corallo » .
Per le tv, inve-
ce, alle 35 emittenti ecclesiali se ne
aggiungono più del doppio che
sono stazioni commerciali interes-
sate a un certo tipo di produzione e
segnalate comunque dalle diocesi.
Al « Tg » e « Gr » si affianca ora un
nuovo canale di comunicazione,
un 'edizione quotidiana su Internet
con testi e audio.
A Pasqua anche il Vaticano è ap-
prodato su Intern et. Il mondo è
sempre più , dunque, il « villaggio
globale » della metafora di McLu-
han. Guardando al Duemila, lo
stesso Giovanni Paolo II ha ricor-
dato che il prossimo Giubileo sarà
« il primo dell ' era telematica ». De-
lineando un suggestivo parallelo
tra la sfida che la Chie a affrontò
all ' inizio del secondo millennio e
quella che deve fronteggiare alla
vigilia del terzo. Allora contribuì
in modo decisivo ali 'evangelizza-
zione e alla civilizzazione dei po-
poli, ponendo a loro servizio, attra-
verso i monasteri , i tesori della spi-
ritualità cristiana e della cultura
classica. Ora, con altrettanto corag-
gio, deve porsi di fronte alla svolta
epocale che assume il volto di
un 'autentica rivoluzione tecnologi-
ca e telematica, animando cristia-
namente anche il « nuovo areopago ».
Nel villaggio globale , ormai nel
processo di formazione c ulturale
inc idono più i med ia c he la scuol a.
In uno scenario dove la povertà de i
valori in Occidente ha spesso sosti-
tuito la pove rtà materiale, la Chie-
sa deve contrastare la confusione
di quell a che Simone Weil chiama-
va « marme llata cultu ra le» . Punta-
re sulla promozione di valori forti .
Non attrave rso prediche e messaggi
in codice, ma proponendo un ' infor-
maz ione concreta. In questa linea
pare andare il futuro de ll e radio e tv
ecclesia li . In defi nitiva, la ripropo-
sta de ll a realtà de ll a v ita in antitesi
all a fi ction, che è un ' invenzione
dei grandi network che perseguono
solo l'ascolto in nome del busi-
ness. Una scommessa affasc inante.
Silvano Stracca

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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DOSSIER
a cura di Ferdinando Colombo
Tra una popolazione in crescita numerica, lavorano salesiani non tanto giovani,
ma veramente appassionati. Per annunciare il Vangelo e promuovere
una crescita umana, affrontano problemi giganteschi.
Il miracolo è aver dato origine a strutture sociali che hanno creato storia e dignità.
Conoscere queste realtà è motivare altri giovani a gettarsi nell'awentura
di donare interamente la propria vita a Cristo nella missione.
NELLE MISSIONI
DELL'ECUADOR
Ecuador. Sciabolate di luce
sulla foresta amazzonica.
't
Q uando il sole sorge su Wa-
sak'entsa, iITompendo con
sciabolate di luce nell 'umi-
dissima foresta, padre Domingo Bot-
tasso ha già terminato di celebrare
l'Eucaristia, le ragazze Ach uar stan-
no già tagliando la yucca e i ragazzi
hanno racco lto la legna per la cuci-
na. Inizia un a nuova giornata nella
missione più interna alla foresta
amazzonica ecuadoriana. A questa
missione si può aITivare percorren-
do a piedi sentieri fa ngosi e guadan-
do i numerosi fiumi che impigrisco-
no con maestosi meandri nella folta
fo resta: da Macas, ultima città dove
g iunge la strada ci vorrebbero alme-
no dieci giorni, con tutti i rischi , la
fatica, la necessità di acq ua, di cibo
per un viaggio dai risultati incerti.
I Tribù Siona-Secoya.
Illustrazione a cura del Centro
studi Abya-Yala
(sotto, il logo dell'editrice).
Abya-Yala
BS GIUGNO 1997

3.2 Page 22

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ECUADOR
Superficie : 283.560 kmq , di cui il 51 % è foresta
Popolazione : 10.890.950 abitanti
Abitanti: da 0-14 anni 36%; da 15-64 anni 60%; 65 in su 4%
Tasso di crescita annuale: 1,95%
Mortalità infantile: 37,7%
Speranza di vita : maschi 67,83 anni ; femmine 72 ,99 anni
Gruppi etnici: meticci 55%; indigeni 25%; spagnoli 10%, neri 10%
Religione : cattolici 95%
Lingue : spagnolo (ufficiale) , lingue indigene (specialmente Quechua)
Governo : repubblica, unicamerale; indipendenza dagli spagnoli: 24 maggio 1822
Capitale : Quito
Prodotto Interno Lordo per persona: 3.840 $ (1994)
Inflazione : tasso del 25% (1994)
Debito estero : 13,2 miliardi di dollari
zo dell a città che si allunga per 80
chilometri in un a verd issima valle
circondata dalle vette innevate cli
vulcani famosi come il Chimborazo
e il Pichincha. Da questa catena
delle Ande si può scendere o verso
l'oceano Pac ifico, nella zo'na indu-
stri ale di Guayaquil, il porto più im-
portante cli tutta la costa, o verso la
fo resta amazzonica.
Noi in vece siamo arrivati in 50 mi-
nuti volando su un Dornier bimoto-
re del «Servizio Aereo Missionario ».
Abbiamo sca ricato sale, ri so, me-
dicine, carburante, un pannell o sola-
re, una pompa, quaderni. Al bordo
della pista ci attendeva un gruppo di
persone che hanno prontamente riti-
rato il carico. I nostri posti sono
stati pres i da una mamma che reg-
geva un bimbo gravemente amma-
lato, eia un uomo sd raiato su una ba-
rella con una gamba rotta e vistose
fasciature macchiate cli sangue. li
resto dello spazio è stato pres to
ri empito di prodotti della foresta da
commerci alizza re e anche da.. . al-
cune lettere eia spedire. Tra un 'ora i
malati saranno ali 'os pedale, i pro-
dotti al mercato e l' aereo riprenderà
i suoi giri . Ogni giorno, dall e prime
luci al tramonto, tre aerei de ll a
« flotta » sales iana co llegano in inter-
rottamente le mi ssioni e i vi ll agg i
deg li Shu ar e deg li Achuar.
ECUADOR
PROBLEMATICO
Quando atterri a Quito, 3000 me-
tri sul livello ciel mare, hai l'impres-
sione cli entrare direttamente in ca-
sa, perché l'aeroporto è nel bel mez-
Wasak'entsa (Ecuador). Don Domingo Bottasso (a sinistra),
responsabile della missione, e don Colombo, autore del reportage.
GIUGNO 1997 BS
Padre Luis Bolla. Lavora tra
gli Ashuar nella zona peruviana.
L'Ecuador conta I0.890.000 abi-
tanti con un a densità molto bassa e
purtroppo, un tasso cli mortalità in-
fanti le molto alta (37,7 %). La con-
dizione politica del paese è molto
tesa, dov uta alla tassaz ione molto
pesante dell e class i più indigenti ,
soprattutto degli indios; la con-uzio-
ne pubblica, l'enorme debito estero
( 12.600 miei. $), l'inefficienza dei
servi zi soc iali, iI pagamento del! 'as-
sistenza sa nitari a crea un clima cli
forte conflitto sociale. Il clima estre-
mamente diverso, e le situazioni
ambi entai i hanno fac ilitato la for-
maz ione di moltissimi gruppi etnici ,
meticc i 55 %, indigeni 25 %, spagna-
ii I 0%, neri I 0%, caratteri zzati eia
culture diversificate che convi vono
in questo mosaico ri cco di co lori, di
mu sica, di feste , di rei ig iosità. I sa-
lesiani sono presenti in Ecuador dal
1888 e hanno strutture ed ucative e
pastorali nell e principali città.

3.3 Page 23

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Wasak'entsa (Ecuador). Qui e a destra, ragazze e ragazzi Ashuar.
TRA SHUAR E ASHUAR
Le stazioni missionarie sono di-
stribuite dai 4000 metri delle zone
montagnose ai 300 metri de lla intri-
catissima foresta amazzonica. Il vi-
cariato apostolico di Mendez e Gua-
laquiza, di cui è vescovo il salesiano
monsignor Pedro Gabrie lli , com-
prende il territorio della provincia di
Morona-Santiago, zona di fro ntiera
con il Perù ancora ogg i oggetto di
contesa annata, è ab itato sia da co-
loni discendenti dag li antichi con-
q uistatori dell a zona sia da indigeni.
La popolazione indigena della zo-
na è composta da circa 50mila Shuar
sparsi su un territorio molto esteso e
perlopiù raggruppati in piccoli grup-
pi attorno ai vill aggi dove normai-
mente si trovano la casa com unale,
la scuo la e l'eventuale cappella. Mi-
noranza nella min oranza, gli Achuar
che sono circa !0mila e che risiedo-
no nella foresta che in parte è ecua-
doregna e in parte peruviana. Nella
zona peruviana lavora padre Luis
Bolla, salesiano, e nella zona ecua-
doregna la stazione principale è
que ll a di Wasak 'entsa.
D
Un servizio aereo che ha già salvato innumerevoli vite,
ha permesso la realizzazione di strutture sanitarie, scolastiche, pastorali, sociali.
MISSIONARI CON LE ALI
E ra il 1 marzo 1975 quando
padre Adriano Barale dava il
via al primo volo con un pic-
co lo aereo a quattro posti tra le per-
plessità dei missionari che non vo-
levano snatu~are le scelte di povertà
che avevano fatto. Padre Barale,
dopo un an no di servizio era in gra-
do di dimostrare che almeno 500
vite umane erano state salvate, che
il mi ss ionario poteva ridurre tempo
e fat ica degli spostamenti (un 'ora a
piedi = un minuto in aereo) per de-
dicarsi , con tutte le sue energie, al
lavoro apostolico. Questi aerei han-
no permesso di costruire e rifornire
di cibo e di tutte le altre cose neces-
sarie scuole, internati , centri di salu-
te. Oggi nella foresta ci sono circa
430 vi ll aggi seguiti dalle 14 stazioni
missionarie, ma le pi ste di atterrag-
gio in terra battuta sono l 80: è la
popolazione stessa che pensa alla
manutenz ione soprattutto dopo le
vio lente piogge tropical i.
Macas (Ecuador).
Padre Adriano Barale, fondatore del « Servizio Aereo Missionario ».
BS GIUGNO 1997

3.4 Page 24

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Macas (Ecuador). La flotta aerea.
A servizio dei missionari e della popolazione.
Macas (Ecuador). Trasporto
aereo di un malato.
UNA RETE EFFICIENTE
Padre Barale è g iu stamente orgo-
glioso del perfetto fun zionamento d i
questo servizio che è garan tito dall e
strutture di appogg io che ha saputo
sapi entemente reali zzare con l' aiuto
di benefattori da tutto il mondo. Lo
stesso Dornier, che può ca ri care 12
persone è un dono dell a dioces i di
Monaco in Germ ania. Ci porta a vi-
sitare l' officina e il deposito dei
pezzi di ricambi o: tutto in ordine,
computeri zzato. I meccani ci sanno
con precisione quando e quali pezz i
vanno revi sionati, sostituiti. Ogni ora
di vol o richi ede tre ore di manute n-
zione: una rapida d igitaz ione al com-
puter e ne esce il rapporto: da l 1988
al 1996 sono state volate 18. l 09 ore.
La DAC, ente che sov rintende all'a-
viazione , ha ri conosciuto a quest' of-
ficina la capacità di garantire ufficial-
mente la manutenzione deg li aerei.
Ma le sorprese non sono finite:
ogni missione è dotata di radi o rice-
trasmittente e anche altri 50 vill aggi
hanno la radi o. Ogni mattin a e ogni
sera un operatore, in qu esto caso
una gentile operatrice, Daniela San-
galli, volontari a VIS , collega eia Ma-
cas ogni punto radio, info rmandosi
sull e necess ità della gente, sullo
stato dell e piste, sull a nu volosità,
ecc. Vi ene così preparato il piano
razional e dei coll egamenti aerei . li
vertice tecnologico è sugli aerei:
ognuno è dotato di una strumenta-
zione che in collegamento con la
rete de i satelliti , gli permette d i sa-
pere ad ogni istante la sua posizio-
ne, gli scostamenti dalla rotta previ-
sta e tutte le altre info rm azioni che
rendono possibile un vol o tranquill o
e preciso. Al termine de lla visita
mentre stringo la mano a padre Ba-
rale, non posso trattenere la com-
mozione: il suo servi zio fedele da
22 anni ha moltiplicato enormemen-
te la capacità di intervento dei mi s-
sionari : ha salvato innumerevoli vi-
te, ha pe1messo la realizzazione di
strutture sanitarie, sco lastiche, pa-
stora li , ha permesso a 60.000 perso-
ne cli vivere nel loro habitat, ma in
contatto vitale con tutto il resto del-
la naz ione.
O
PROGETTO AMAZZONIA
di Ferdinando Colombo
Volontariato
Internazionale
Il VIS (= Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) ha allo studio un pro-
per lo Sviluppo
getto per creare una struttura di ricerca scientifica e di formazione culturale
e tecnica che permetta agli abitanti dell 'Ecuador e in particolare agli indigeni
dell 'Amazzoni a di prendere coscienza del patrimonio biologico di cui di-
spongono e di garantire che sia a servizio della popolazione amazzonica.
Da due anni il VIS intrattiene rapporti di collaborazione con il vicariato apo-
stolico di Mendez Gualaquiza. La nostra presenza ~ qualificata da due vo-
lontari : Daniela Sangalli , avvocato milanese, che da duéanru.a Macas se-
gue i problemi sociali e i diritti umani degli indigeni. Il secondo volontario è
Silvio Verga, che all'interno della foresta amazzonica, a Wasak'entsa, or-
ganizza i medesimi indigeni nelle loro attività cooperative , commerciali e
sociali . Da questa presenza e dalle visite al VIS del vescovo e dei salesiani
impegnati su questa frontiera missionaria, don Silvio Broseghini e don Do-
menico Bottasso , è nato il progetto UPSA, attualmente in corso. La conser-
vazione della foresta è una sfida che, per quanto riguarda il mondo sale-
siano , tocca sei nazioni: Ecuador, Colombia, Venezuela, Brasile, Perù , Boli-
via. In questi due anni , studiando la possibilità di intervenire ci siamo resi
conto della complessità del problema e contemporaneamente della inade-
guata preparazione del nostro organismo per affrontarlo. Per questo abbia-
mo studiato le possibili collaborazioni con università italiane e ecuadoregne.
I
Macas (Ecuador).
Don Barale tra Sandro Medici
e Daniela Sangalli, volontari VIS.
GIUGNO 1997 BS

3.5 Page 25

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A partire dall'anno 1902 anche le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA)
iniziarono il loro lavoro missionario tra gli Shuar. Un lavoro che ha subìto numerosi
cambiamenti per rispondere alle sempre nuove esigenze.
LE FIGLIE DI
MARIA AUSILIATRICE
O g~i _in questo territorio di
m1sswne es istono sette co-
munità d i FMA, de lle qual i
tre si dedicano alla pastoral e de i co-
loni e qu attro all a pastorale tra gli
Shuar. Tutto questo per un totale di
45 religiose. In alcune miss ioni , que l-
le di M acas, Lim 6, e Sucua, le FMA
si dedi cano alla pastorale de i coloni
attraverso la scuo la e l'oratorio, e
collaborano con i sa les iani nell ' a-
zione pastorale nella parrocchi a.
Le comunità che si sono dedicate
all a pastorale Shuar sono Bomboi -
za, Chig uaza, Sevilla e Yaupi. La si-
tu az ione delle comunità indi gene ,
disperse ne lla fo resta, ha indotto le
suore ad aprire degli internati dove
le ragazze possono ri siedere , alter-
nando mesi di studi o e mesi di ritor-
no in fa miglia; questo permette un
effettivo progresso ne llo studi o e il
mantenimento dei rapporti fa miliari
e delle abitudini culturali. L' attiv ità
educativa delle FMA copre l' intero
arco dell a form azione dell a donna:
dalla scuola elementare di Sucua, al-
l'Istituto Normale Superiore «Inbish »
di Bomboiza per la fo rm azione dei
maestri indi geni ; dai laboratori arti-
gianali , come quell o di Chiguaza
che ospita 96 ragazze Shuar, al co l-
legio d i Sevilla D on Bosco, che è
stato fo ndato nel 1944, dove le gio-
vani studi ano per acqu isire il diplo-
ma in agronomia. Possono anche di-
plomarsi in Scienze dell'educazione
a Yaupi che è la miss ione più lonta-
na. Nello stesso tempo vengono se-
guiti i giovani che si diplomano at-
traverso lo studi o a d istanza. In que-
sto modo acquistano una professio-
ne che loro la possibi lità di mi-
g liorare il propri o live llo di vita, ri -
cevono una solida fo rmazione cri-
sti ana e nello stesso tem po vengono
Chiguaza (Ecuador).
Ragazze Shuar della scuola gestita dalle FMA.
Yapi (Ecuador). Canto dell 'i nno nazionale.
Sono i ragazzi Shuar della scuola FMA.
JJS GIUGNO 1997

3.6 Page 26

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preparate perché possano essere del -
le catechiste ne i loro centri di pro-
venienza.
SUOR
MARIA TRONCA TTI
La giornata di lavoro generalmen-
te s i svo lge in du e tempi: durante la
mattina si svo lgono le lez ioni e, ne l
pom e riggio , s i lavora nella "Cha-
cra" (campo) per provved ere agli
alime nti che servono alla prepara-
zione quotidiana del pasto. Questo
corrisponde all a c ultu ra del luogo,
poiché oltre a i lavori domestici le
giovani si occupano anche del lavo-
ro nei campi. In tu tte queste opere
le FMA realizzano un lavoro con-
giunto con i sales iani .
A Suc ua si trovano l'asilo infanti-
le, la scuola elementare e l'ospedale
«Pio XII», fondato da suo r Maria
Troncatti e nel quale ell a lavorò fino
all a sua morte avven uta il 25 agosto
1969. Suor Maria Troncatti, tra le
prime mi ss ionarie in Ecuador, avviò
molte delle opere in favore deg li
Shu ar. Per la sua vita di eroica ca-
rità e di dedizione incondi zionata, a
favore cli tutta la popolazione, è
stata avviata la ca usa per la sua ca-
noni zzazione. Nel le nostre mi ss ioni
la sua memoria è ancora viva e vie-
ne in vocata con affetto e fiducia.
I Suor Maria Troncatti,
FMA leggendaria e serva di Dio.
Con dolcezza, tiene le mani
sul capo di una donna Shuar
durante un 'estrazione dentaria.
TRA I TAGLIATORI DI TESTE
N e l 1893 fu affidato al salesia-
no mons ignor Costarnagna il
vicariato apostol ico di Men-
dez e G ualaquiza c he s i estendeva
su larga parte ciel la foresta amazzo-
nica ecuadorian a. G li indigeni che
l'abitavano, i Kivari , erano conosciuti
come i « tagliatori cli teste» per la
loro bellicosità, ma anche per l'abi-
lità con cui sapevano ridurre le di -
men s ion i delle teste tagliate e con-
servarle in casa come trofeo cli guer-
ra. Il nucleo più importane è il po-
polo Shuar; l'altro gruppo, simile per
lingua e tradizioni è quello Achuar:
in totale erano all ora 20mi la perso-
ne. Nell '800 si pe nsava c he stessero
estin gue ndosi, ma la presenza attiva
de i sa les iani capovo lse la s ituaz ione
e ogg i queste popolazioni sono in
cresc ita e hanno g ià ragg iunto le
60mila unità.
GIUGNO 1997 8S
Pikiur (Ecuador). Il vescovo missionario mons. Gabrielli (con il cappello)
tra ragazzi Shuar, al suono di un potente corno di bambù.

3.7 Page 27

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L'attuale attività m1ss1onaria ha
come suo centro la città di Macas ,
dove ri siede mons ignor Pedro Ga-
brie lli , e come artico lazion i operati-
ve tredici stazioni missionarie ali ' in-
terno de ll a selva.
Il confronto-conflitto tra la c ultura
di questi popoli e gli interessi com-
merciai i della soc ietà industriale ha
segnato profondamente l'attività sa-
les iana. Nel 1969 i co loni brucia-
rono la mi ssione sales iana di Sucua
che operava in favore degli indigeni
e che difendeva i loro diritti. La con-
servazione dell a foresta amazzonica,
ambiente di vita pe r queste popola-
zioni , era ed è insidiata dallo sfrutta-
mento dei giacimenti petroliferi, dal-
la presenza di minera li rari, dal la-
tifondi smo, da un allevamento ani-
mal e attuato in modo se lvaggio bru -
ciando g li alberi per ottenere pasco-
li . La vita de ll a foresta è legata al la
presenza degli indi geni e viceversa.
UNA RETE DI
INIZIATIVE CULTURALI
I mi ss iona ri sa les iani hanno cer-
cato di creare strutture c he mentre
soste ngono la vita e promuovono la
dignità degli indigeni , tendono a con-
servare e valorizzare la foresta amaz-
zoni ca. Anzitutto la sc uola biling ue,
shuar-spagno lo, via radio. Da Ma-
cas ogn i giorno vengono irradiate
Il dinamico mons. Gabrielli
che attraversa il tratto tranquillo del fiume Mangosis.
su freque nze dive rse le lez ioni per
ogni ordine e grado cli sc uol a, fino
all a sog li a cle ll 'Unive rsità. In ogn i
vi ll aggio, inte rno alla foresta, c'è
un ' aula dotata cl i radioricevente e di
un « in segnante » ad hoc che pe rmet-
te ag li allievi indi geni di raggiunge-
re, con titoli ri conosc iuti da ll o stato,
l'accesso all ' uni versità . L'U nesco ha
dichiarato che questo è il popolo più
alfabetizzato del la te rra.
Hanno operato iI passagg io dall a
Iing ua parlata a que ll a scritta, con
gramm atica, vocabo lario, racco lta d i
miti , tradi zioni , leggende , riti re li -
g ios i. Sono g stati pubb licati ne ll a
loro lingua centinaia cli vo lumi cli
alto valore scie ntifico . Hanno aperto
l' UPS (U nive rs ità Politecn ica Sa le-
s iana), con sce lte strutturali ed eco-
nomi c he tali eia pe rmettere ai poveri
e in partico lare agl i indi geni, cli lau-
rearsi. Ini ziatore e soste nitore e ret-
tore magnifi co è padre Juan Bottas-
so. La sede princ ipal e è a Quito, con
succursa li a Guayaqui l e Macas.
Da vent'an ni fun ziona « Abya Ya-
la » (= Terra Madre): centro studi e
ricerch e antropo log iche a c ui è as-
sociata la casa editri ce omonima
c he ha già pubblicato mill e vo lumi
cli rice rche e studi da tutto iI mondo .
Ini ziatore e d irettore è sempre padre
Juan Bottasso, c he è ritenuto un o
dei piLt competenti antropo log i a li -
ve ll o mondiale.
Attività Shuar. Pesca con le mani.
Di fianco, il taglio della testa di un Bradipo. La testa poi verrà ridotta e portata come trofeo.
BS GIUGNO 1997

3.8 Page 28

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CATECHESI
INCULTURATA
li gruppo di miss ionari salesiani
che attualmente lavora nella pasto-
ral e indigena, nel l oro sforzo di fe-
deltà alle linee del Concil io Vatica-
no Il per un serio impegno di incul-
turazione, ha elaborato negli ultimi
25 anni una seri e impress ionante di
testi liturgi ci e catechetici nella loro
lingua, frutto di un a seria investiga-
zi one sulle loro tradizi oni, i loro mi-
ti, le loro credenze religiose. Il l avo-
ro pastorale diretto e gli incontri
Macas (Ecuador). Allievi delle classi elementari.
frequenti per riflettere insieme e per
verificare l e linee pastorali hanno ligiosa paragonabile a quell a del po- di v iduo (il Di o di A bramo, di I sac-
generato una forte convinzione sul po lo ebreo nel Vecchio Testamento, co e di Giacobbe.. .), a un Dio del
fatto che questo popolo indigeno ha passando da un Di o, Arutam , perce- popolo; da un Di o che ti protegge
v iss uto nei seco li un 'esperienza re- pito in rapporto personale con I 'in - contro i nemi ci e legittima la loro
ucc isione, o addirittura te l a coman-
da, a un Dio che ti invita a osser vare
«BIODIVERSITÀ», PATRIMONIO DELL'UMANITÀ. La maggiore «biodi-
versità » è concentrata nelle foreste tropicali e l'Ecuador ha un elevatissimo
numero di specie vegetali e di ecosistemi, risultando il paese con maggior
quantità di specie per superficie in America del Sud . Ma nonostante questa
grande ricchezza di «biodiversità », il paese non intraprende una politica
integrale per arrestare lo sfruttamento irrazionale delle risorse biologiche e
la depredazione delle risorse naturali , che minacciano l'alterazione dell'ha-
bitat: lo sfruttamento estensivo del legno, la distruzione indiscriminata delle
personalmente la legge morale per-
cepita come l ' unico modo di real iz-
zare veramente l a v ita.
Qui si pone una domanda teologi-
ca molto del icata: si può ritenere
che nella vicenda cli questo popolo
Shuar sia presente la « rivel azione»
del! ' unico Dio? Gesù Cristo può es-
foreste primarie, la coltivazione intensiva e a monocoltura, il pascolo, la sere presentato come l ' unto di Dio,
contaminazione e l'introduzione di specie esotiche, la ricerca petrolifera.
Tutto ciò ha provocato la progressiva perdita dei prodotti locali e in generale
l'allarmante distruzione dell'ecosistema.
ri ve lazione definitiva di A rutam? Si
possono va lorizzare le loro tradi zio-
ni , i loro riti , fi no a farli confluire,
POTENZIALE TERAPEUTICO E ALIMENTARE. Tra l'altro la maggior
parte delle specie vegetali esistenti nelle foreste amazzoniche non sono an-
cora state studiate nei loro aspetti chimici e biologici , utili sia per l'attività far-
come preparazione e modalità espres-
siv a, nei sacramenti cri sti ani ? E le-
cito giudi care come negative e da
macologica, che per quella industriale e alimentare. Il 60-70% delle specie distruggere le tradi zion i di questo
vegetali si trovano in America Latina, specialmente nelle foreste pluviali tro- popolo, o semplicemente far finta
picali e molte di esse potrebbero sicuramente essere fonte di nuovi farmaci .
che non siano il patrimoni o cultura-
l e ed esistenziale di ciascuno di loro
e chiedere di accettare l a fede cri -
sti ana come un ' aggiunta esterna alla
loro cultura?
Certamente va ammirata l a serietà
del loro l avoro di raccolta delle loro
tradizioni e di trascri zione dei miti e
leggende, senza dimenticare che han-
no dato fo1ma scritta con i caratteri
universalmente accettati dai glotto-
logi, alla l oro lingua parlata dagli
indigeni. Così è nata la gramm atica,
il vocabol ario e tutte le altre pubbli -
caz ioni. Artefici di questa impresa
antropologica, che L ev i Strauss ha
giudicato merav igli osa, sono soprat-
tutto padre A lfredo Germani, padre
Miazal (Ecuador). Ponte di legno nel fitto della foresta amazzonica.
Si ro Pellizzaro , padre N atale Pulici.
GIUGNO 1997 BS

3.9 Page 29

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IN LIBRERIA
TIMOR EST
NUOVO VESCOVO
ha auspicato « che da questo
gesto brutale possano germo-
g liare i fiori de ll a tenerezza e
del perdono ». A Cali, in Co-
lombia, è stato ferito e ne avrà
per sei mesi , Dario Soto, che
si occupava di un programma
di riabilitazione dei « pandille-
ros », giovani di strada che si
organizzano e si armano per
rubare e delinquere. 300 dol-
lari il loro bottino. Tuttavia ,
grazie a questo programma, la
violenza sta diminuendo ne l
territorio.
COOPERA TORI
NUOVO DELEGATO
MONDIALE
Mons. Basilio do Nascimento
Martins è il primo ammini-
stratore apostolico de lla nuo-
va diocesi di Baucau. li nuovo
vescovo, che è nativo dell' iso-
la e ha studiato pastorale e ca-
techesi a Pari gi, è da sempre
in ottim i rapport i con il pre-
mio Nobe l mons. Filipe Belo.
DONNE
QUANTE LE MADRI
SINGLE
Le donne capofamiglia sono
fortemente in aumento in Ita-
lia, come de l res to in Europa.
Ed è un fenomeno che riguar-
da soprattutto il centro nord.
Secondo l' ultimo censimento
Istat, sare bbero 1.260.000, di
cui il 68,7 % vedove, il 5 %
nubili e il resto separate legal-
mente o divorziate. Particolar-
me nte preocc upante la loro si-
tuazione profess iona le ed eco-
nomica: il 32% so no prive di
un reddito autonomo, essend o
casalinghe o disocc upate. Ol-
tre il 65 % ha almeno un fi g lio
minore a carico.
IN BOLIVIA E BELGIO
A PREZZO DEL SANGUE
Due sa lesiani impeg nati tra i
g iovani a ri sc hio hanno paga-
to a caro prezzo le loro scelte
educative difficili. Padre Jean-
Pierre Pierart, 58 anni , è stato
ucc iso a Blandain , in Be lg io,
da due giovani di 16 anni,
ospiti della s ua comunità di
ricupero sociale. Sbalorditi g li
altri giovani . Du rante il fune-
rale l' is pettore don Jeanmart
ECUMENISMO
'1<,eco n cìéìfttÌbn
gift of God and source of new lite
VERSO GRAZ
Dal 23 al 29 giugno si terrà a
Graz, Austria , la seco nda
Assemblea ec umenica di tutte
le c hiese cristiane d ' Europa.
Un migliaio i de legati e rap-
presentanti . Tra i re latori , i1
ca rdinal Martini , il patri a rca
di Mosca Alessio Il, il patri ar-
ca armeno Karekin e la fonda -
trice del Movimento dei Fo-
colari Chiara Lubic h. Il tema:
Ri conc iliazione, don o di Dio
e so rgente di vita nuov a.
A DANTE DOSSI
UNA VITA
PER I CARCERA TI
li premio naz iona le « Leo nar-
do Murialdo », conferito dagli
exa lli ev i e da g li amici dei
Giuseppin i di Foggia, è stato
dest inato a Dante Doss i. Di
questo salesiano bergamasco,
scelto tra un ' ampia rosa di
ca ndid ati, è stato sottolineato
il lavoro di 40 anni a favore
dei giovani in difficoltà, in
modo particolare dei carcera-
ti. Dante Doss i è consigliere
nazionale del Segretariato enti
assistenza carceri.
L'australiano Patrick Laws è
il nuovo de legato mondiale
dei coope ratori e succede allo
spagnolo don José Reinoso.
Nato a Dendenon g nel 1934,
don Laws è stato ordinato sa-
cerdote a Napoli nel 1962, do-
po gli anni di teologia a Castel-
lammare di Stabia. Insegnante
al corso di studi salesiani al
Co lleg io teologico cattolico di
Melbourne, per vari anni è
s tato incaricato is pe ttoriale
della Famigli a Salesiana.
DIECI ANNI
LA RIVISTA " QUI TGS »
« QUI TGS », rivi sta uffic iale
dell ' associazione Turismo Gio-
vanile Salesiano, è nata dieci
ann i fa per iniziativa dell'in-
segnante siciliana Liliana Bru-
no , segretaria naz ion a le dal
1984 e vice pres idente nazio-
nale dal l 987 a oggi . Le è sta-
to chiesto, in occasione di que-
sto decennale : « Non pensi che
la srampa sia un media un po'
superaro risperro alle reri tele-
mariche? ». « Non penso affatto
che la stampa sia un mezzo su-
perato », ha ri sposto. « La stam-
pa è per i ragazzi e i g iovani
un primo livello di comunica-
zione e consente tempi di rifles-
sione più lunghi , una possibili-
tà di ripresa de i contenuti che
altri mezzi non forn iscono ».
Collana
« Mondo nuovo »
Una serie di libretti di 32
pagine su temi di attua-
lità, religione, educazio-
ne, società.
Ultimi libretti pubblicati:
Mario Galizzi
IL VANGELO
LIETA NOTIZIA
DI SALVEZZA
Ecco l'affascinante storia
della " lieta notizia ,, por-
tata dal Signore e diven-
tata il libro più amato del
mondo.
Rosina e Gino Costa
IN DIALOGO
CON I FIGLI
La comunicazione: del
padre, della madre , con il
figlio unico e co n più figli.
La scuol a, le amicizie , l'a-
more , la fede . La lode, il
rimprovero, il "senso del-
la vita ».
Itala Berti - Gino Moro
IL DUEMILA
COMPLEANNO
DEL SIGNORE
Non fermarsi a una pro-
clamaz ione a parole, ma
tradurre il Giubileo in pro-
gramm i e gesti concreti.
Florindo Refatto
BATTEZZAl:,0,
DIVENTA CIO CHE SEI!
Un cammino di riscoperta
del Battesimo , a partire
dalla Bibbia , dai Padri e
dalla Liturgia.
Ciascun libretto, lire 1500
Presso le librerie
cattoliche
o direttamente alla:
ELLE DI CI
10096 LEUMANN - TO
Tel. 011 /95.91 .091
c/c Postale 8128
BS GIUGNO 1997

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
RIMETTI A NOI
I NOSTRI DUBBI
Dall a cometa alla busso la
spaziale una lantern a con-
ti nu a a far luce sui nostri
passi .
di Sergio Zavoli
SEI , Torino 1996
pp. 244, lire 24.000
La testimonianza di qu e-
sto «laico », nell a molte-
plice e controversa realtà
del nostro tempo, illumina
le ragi oni de ll o smarr i-
mento e dell a speranza a
chi è in ricerca re ligiosa.
Si tratta certo di una testi-
monianza accompagnata
dalle inquiete cautele del
dubbio, ma appare anche
be n ill uminata dal biso-
gno di certezze .
T ro vo ev id enz iata un a
singolare fusione di valori
um ani , spirituali e razio-
nali, che arri cchiscono via
vi a di ulteriori si gnifi cati
coloro ch e sono in ricerca
di valori religiosi unificanti
in una cultu ra fram menta-
ta e confusa.
La rifl essione si offre qu a-
si come un viaggio spiri -
tuale alla ricerca del sen-
so ultimo , fatto al lume di
una «lanterna » (una fede
debole?) che rischiara
qua e là l'inquieto andare
d el l' uo mo a nc he nei
meandri più oscuri dell a
vita dove il se nso non si
lascia subito intravedere.
GIUGNO 199 7 IJS
~~~
ANGELI E DEMONI
Il ritorno dell'invisibile
di Giacomo Panteghini
Messaggero, Padova 1997
pp. 204, li re 24.000
Giacomo Pantci:hini
ANGELI
E DEMONI
nritorno dell'invisibile
Il ritorno di angeli e demoni
nella no stra cultura è un
dato sempre più ev idente .
Che si tratti di una nostalgia
dell 'invisibile , dopo il fa lli -
mento della «dea ragione »?
Se questa interpretazione
può avere un fondo di verità,
per il cristiano si pongono
però alcuni interrogativi : si
tratta di angeli e demoni veri
o proiezioni delle nostre
paure? Sono testimoni del-
l'invi sibile o prodotti dell 'in -
con sc io ? E soprattutto , co-
me accettare un certo ange-
1is mo com mercia le o un
certo satanismo violento ? Il
volume ch iarisce il significa-
to che angeli e demoni as-
sumono nella visione cristia-
na , sve landone la funzion e
umana e naturale all a lu ce
della teologi a che pone Cri -
sto al centro , senza trascu-
rare i complessi influssi dell e
diverse culture e tradizioni
religiose.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA . I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttamente alle rispettive
Editrici.
I SANTI
Utopia realizzata
Quindi ci scrittori di fronte al
mistero e al la concretezza
della santità
di Bruno Forte e altri
San Paolo, Cinisello B. 1996
pp. 250, lire 28.000
Il cri stianesi mo è la religione
che si definisce imitativa del
modello Cristo. E come tale
ha generato e genera una
galleria di tipi fedeli a quel
modello e allo stesso tempo
molto diversi , i santi . La san-
tità infatti è il campionario
più vasto della ricchezza
umana ispirata al vangelo.
Da questa rasseg na emerge
che i santi non sono scom-
parsi dall a sce na del mondo ;
che è possibile parlare in
modo pi ano , affabile, fami-
liare ; che il loro firmamento
non è una galassia irrag-
giungibile dall 'uomo.
Tutti i sa nti qui presentati
appaiono come uomini felici ,
che hanno trovato il loro ve-
ro punto di riferimento . Men-
tre il mondo vive una specie
di cupa infel icità.
In questo libro, quindici noti
scrittori di oggi presentano ,
ciascu no a proprio modo ,
quindici modelli di santità,
antichi e moderni. E ne met-
tono in evidenza caratteristi-
che eva ng eliche di riferi -
mento a Cristo e attualizza-
zione di messaggio.
CHIESA E
COMUNICAZIONE SOCIALE
I documenti fondamentali
di Franz-Josef Eilers
e Roberto Giannatelli
LDC , Leumann(To) 1996
pp. 540, li re 45.000
Il secolo che se ne sta an -
dando può essere qualifica-
to come il secolo della «co-
municazione di massa » che
ha influen zato nel bene e
nel male la storia e la cultura
dell 'uomo. A questa «comu-
nicazione » la Chiesa ha
guardato con fiduc ia, ac-
compagnata da vigilanza cri-
tica . Lo attestano i frequ enti
interventi del Magistero.
FRANZ·JOSEF EILERS · ROBERTO GIANNATELU
!o curo di)
CHIESA E
NICAZIONE
SoCIALE
I clo1:umentl fondamentali
EDITRICE ELLE DI CI
Questo volume ne raccoglie
i documenti fondamentali
articolandoli in tre sezioni:
1. Encicliche dei Papi e
Istruzioni della Santa Sede.
2. Messaggi pontifici per la
giornata mondiale delle comu-
nicazioni sociali (1967-1996).
3. La comunicazione sociale
in altri docum enti di Chiese
lo ca li.
Tutti questi «documenti » so-
no inquadrati nel loro tempo ,
e sono preceduti da una bre-
ve presentazione chiarifica-
trice . Costituiscono perciò
uno strum ento di lavoro indi-
spe nsabile e un valido testo
di studio per gli operatori
della comunicazione sociale.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~
LA DIFFICILE
RICONCILIAZIONE
Il «contesto»
del sacramento
di Carlo Maria Martini e altri
Àncora, Milano 1996
pp. 204, lire 24.000
CELEBRIAMO LA VITA
pp. 158, lire 15.000
CELEBRIAMO LA PAROLA
pp 176, lire 15.000
di Guido Novella
LDC , Leumann(To) 1996
LA
~DIFFICILE'
RICONCilJAZIONil
Ii "contesto"del sacramento
EDn'RICEÀNCORA MIL-\\NO
Questo testo pone al centro
della riflessione (a più voci
convergenti) il tema della
riconciliazione . I credenti
(preti , religiosi e laici) vi pos-
sono trovare un valido stru-
mento per un approfondi -
mento e una seria verifica
della prassi celebrativa, nel-
la comunità cristiana , di un
sacramento che in questi
ultimi tempi ha conosciuto
una crisi profonda.
Tenendo volutamente ampio
il raggio dell 'attenzione , per
meglio cogliere la moltepli-
cità dei significati che il ter-
mine ricopre , si mette so-
prattutto in evidenza il con-
testo del sacramento per
farne emergere tutto il valo-
re medicinale e promoziona-
ie. La ricognizione viene
condotta con l'aiuto di diver-
se scienze (filosofiche , psi-
cologiche, ecclesiologiche,
celebrative) .
Questi due sussidi eviden-
ziano lo sforzo per rendere
comprensibile il mistero sal-
vifico celebrato nella liturgia:
un tentativo di approfondi-
mento e contemplazione
della Parola, attraverso la
sua celebrazione , per com-
prenderla e tradurla nella vi-
ta . Si tratta di una serie di
celebrazioni su varie temati -
che bibliche e antropologi-
che suggerite dall 'esperien -
za quotidiana.
Sono «celebrazioni ,, che uti -
lizzano il linguaggio delle co-
se, degli oggetti che fanno
parte del quotidiano e che so-
no utili per raccontare la vita di
fede con il linguaggio dell 'i-
neffabile : cioè il mistero del-
l'uomo e il mistero di Dio. Si
tratta di semplici elementi
umani che possono trasfor-
marsi in simboli di fede per
la forza evocativa che susci-
tano nell 'uomo. Cioè ferialità
che diviene lin guaggio del
Trascendente .
--------
CELEBRIAMO
LA VITA
--------
Gvido No.ella
··········:
r::·.··.·.·.H..o...M..E..:.~..~..~..E..~---··_-:
'
SEMINATORI
DI SPERANZA
Per in iziativa del Movi-
mento Giovanile Missio-
nari o delle Pontificie
Opere Missionarie è
stata proposta que-
st'anno la videocasset-
ta « Seminatori di spe-
ranza ,, della durata di
25'. Sono narrate tre
delle storie di chi ha
dato in modo cruento
la vita per la mi ss ione:
padre Tullio Favali , Antonia
Locatelli , padre Ezechiele
Ramin . A presentare le tre
storie , brevi interventi di
Vittorio Citterich.
La videocassetta è stata pre-
parata in occa sione della
giornata di preghiera e di-
giuno a ricordo dei missio-
nari martiri , ma può essere
utilizzata utilmente anche
per altri incontri .
La videocassetta
va richiesta ad
« Associazione
Missioni
Don Bosco »,
via Maria
Ausiliatrice , 32
10152 Torino
Tel. 011 -52.24.619
Fax 011 -52.24.695
Per richieste (offerta di
20.000 lire) e per il catalogo
delle opere disponibili,
rivolgersi a: PONTIFICIE
OPERE MISSIONARIE
Servizi audiovisivi
Via di Propaganda, 1/c
00187 Roma
Tel. 06/699.41 .224
Fax 06/6988.01 .50
E-mail pom@rm .nettuno.it
TALITA KUMI
Centro per la promozione
della donna
Durata 14'
Realizzazione : Missioni
Don Bosco Media Centre
L'opera salesiana di Alta
Verapaz , San Pedro Car-
chà, in Guatemala, dove pa-
dre Jorge Puthenpura ha
fondato il centro «Talita Ku -
mi », rivolto esclusivamente
alla promozione delle donne
appartenenti a un'etnia mil-
lenaria, l'etnia Ketchi.
Acco mpagnate dall 'opera
dei missionari , queste ra -
gazze sono diventate da
semplici allieve , maestre di
vita tra la loro gente. Sensi-
bili al lavoro, alla ricchezza
della loro cultura e tradizio-
ni,alla dignità della donna.
COME IL PADRE
HA MANDATO ME
Giovanni Paolo Il a Manila
Durata 14'
Realizzazione : Missioni
Don Bosco Media Centre
I giovani e il Papa a Manila
per la Giornata Mondiale
della Gioventù . Un filmato
su un grande evento in cui i
sorrisi , le parole e i gesti di
centinaia di migliaia di gio-
vani diventano un inno alla
vita.
I giovani si sono uniti al Papa
per una grande preghiera uni-
versale, nella comune volontà
di divulgare e promuovere il
Messaggio di Gesù.
Giovanni Paolo Il ha detto lo-
ro : « Come il Padre ha man-
dato me, anch'io mando voi.
Andate e predicate la Buona
Novella che redime , fatelo
con la felicità nel cuore e
diventate comunicatori di
speranza, comunicatori di fe-
de, comunicatori di amore ».
La videocassetta va richie-
sta ad « Associazione
Missioni Don Bosco »
via Maria Ausiliatrice , 32
10152 Torino
Tel . 011-52 .24.619
Fax 011-52.24.695
BS GIUGNO 1997

4.2 Page 32

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- IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
IMPARARE
A ESSERE FELICI
<< e aro doctor J. , sono una
ragazza piena di sfortuna.
Tutto ciò che incomincio, va di tra-
verso . È il mio destino. Si direbbe
che la mia sfortuna sia iscritta nei
miei cromosomi. Sono così malde-
stra, che papà e mamma non mi
chiedono nessun servizio, per pau-
ra che combini dei guai. Mi convin-
co tanto più di questa mia maledi-
zione, quando vedo attorno a me
gente a cui tutto riesce bene. I miei
vicini dicono che per essi la vita un
tempo era difficile, ma la felicità era
a portata di mano. Allora, perché
avviene il contrario oggi ? Dicono
che non mi manca nulla per essere
felice , ma io non lo sono. Mi do -
mando se noi giovani d 'oggi non
siamo più capaci di essere felici. Ci
dicono che siamo troppo fiacchi,
che ci hanno reso la vita troppo
facile . Anche lei è del parere di
quelli che dicono che ci vorrebbe di
nuovo una bella guerra per rimet-
tere le cose a posto (Valentina) .
Cara Valentina,
forse non siamo tutti uguali davanti
alla sfortuna , ma nessuno ne è
completamente esente. Tutti devo-
no affrontarla. Alcuni che si credo-
no forti , scoprono improvvisamente
attraverso un evento doloroso co-
me la vita resti sempre fragile . Devi
fabbricarti uno scudo ? O scommet-
tere al contrario sulla tua grande
sensibilità? Problema di sempre. In
ogni caso , non occorre nessuna
guerra : la nostra società è già a
sufficienza dura e aggressiva, inuti-
le agg iungere altro . Non serve a
niente neppure crearsi illusorie bel -
lezze . Alcuni dicono che i cartoni
animati giapponesi , con la loro vio-
lenza, preparano meglio ad affron -
tare il mondo duro e crudele , più
che le sdolcinature di Walt-Disney
dove tutto è sempre bello (ma
questo mi sembra senza
dubbio ingiusto nei confronti
del bravo Walt, che ha pro-
dotto anche dei personaggi
ripugnanti). La vera questio-
ne sarà piuttosto : imparano i
giovani a «incassare », senza
perd ere per questo la loro
sensibil ità?
Bisogna corazzarsi. ,
ma l'amore riuscirà ancora a
farsi strada? Bisognerà rinun -
ciarci? Credo piuttosto che si deb-
ba cambiare storia d'amore, o l'idea
che talvolta uno se n'è fatta . Non
possiamo ridurlo a quel sentimento
romantico che trasforma le persone
in vittime passive . L'amore deve
essere fo rte , perché deve vincere
la morte! È in certa misura fede , e
la fede non è sogno , ma è l'impe-
gno a cui ci sottopon iamo in vista
del domani. Il vero eroe ha cuore ,
ma si batte . Quando il mondo è in
crisi , i più si chiudono , diventano
timorosi . « Non è il momento di
mettere al mondo dei bambini »,
dicono . « Saremmo incoscienti ».
Non si può più , veramente più, cor-
rere questo rischio? Eppure ciò che
dona voglia di vivere è essere pa-
dre o madre, avere figli e figlie! Si
può rag ionevolmente rinunciare a
questa felicità? Lo sai: anche quan-
do il mondo avesse risolto i suoi
problemi economici , alcuni rimar-
rebbero nelle loro paure , perché
non osano immaginare un sorriso
sulle labbra di un handicappato ...
...MA(:PlAJUpNe.sAsuR.A.,.
Quando il popolo ebreo in esi-
lio era circondato da nemici , il pro-
feta Geremia raccomandava, contro
tutte le ragioni apparenti , di pian-
tare , seminare ... ! Il nostro mondo
non ha mai avuto a disposizione
tante risorse per rendere la gente
felice . Può far nascere dei Mozart o
dei campioni sportivi. Di fatto abbia-
mo in noi una forza incredibile . Mol-
ti , nel corso di una gita in monta-
gna, o di un viaggio in bici , hanno
scoperto in loro delle risorse che non
conoscevano. Le difficoltà ci rivela-
no a noi stessi . I genitori non pos-
sono evitare ai loro figli , ai giovani ,
di fare delle esperienze dolorose.
Se una «chance» c'è, è quella
di tenersi legato a del le radici so-
lide : una famiglia, un gruppo di soli-
darietà, una parrocchia. Perché
essi permettono di crescere bene.
Ma questo non vuol dire « iper-pro-
tezione »! Attenzione alle pedagogie
GIUGNO 1997 BS
Non avere paura. Apri
la tua finestra e affronta la realtà.

4.3 Page 33

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troppo affettive che rendono inadat-
ti ad affrontare le realtà . Sovente ,
la violenza delle situazioni risiede
nel fatto che i genitori si lasciano
subito prendere dalle loro paure .
Per superarle , essi propongono il
loro modo di vedere le cose e la fe-
licità. Non si tratta tanto , forse , di
dare amore, quanto di lasciarlo cre-
scere! E l'amore sa come crescere
da solo .
Sono i genitori infatti che affi-
lano le ~rmi dei loro figli, e questo
è bene. E in famiglia che si impara
a trovare il proprio posto e a tener-
lo . E questo non si fa senza lotta, e
i veri genitori vi spingono ad affron-
tarla . Bisogna imparare a incas-
sare. Scoprirai che alcuni sono
molto forti perché hanno dovuto lot-
tare molto. E non vuol dire che sia-
no diventati insensibili. È un vero
miracolo, e ne vale la pena : svilup-
pare delle difese , senza chiudersi
agli altri.
Noi abbiamo diritto alla vita.
Ma, allora, bisogna anche accettare
che abbiamo diritto alla morte .
L'una non sta senza l'altra. La vita
e la morte sono come le nostre due
mani. Non però una mano, la mor-
te, che viene a sovrapporsi all 'altra
e a ricoprirla. lo vedo piuttosto la
vita e la morte come due mani con-
giunte . Tutta la vita è una preghie-
ra ... La felicità è una preghiera!
Credimi, la vita ti offre molto.
A te cogliere la tua chance. Soprat-
tutto , puoi prendere meglio co-
scienza di ciò che metti in gioco e
che crea della felicità attorno a te,
e per te. La felicità, è dare un sen-
so alla vita. Con gli altri , tu sarai
meno fragile . La strada ti sembra
faticosa? Continua : la strada del
Paradiso è già il Paradiso!
o
CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
IN FAMIGLIA,
CIASCUNO
A SUO TITOLO
,"~-=;f. -
/ ..::-::;; r,N,,.
/4c, //~_!'o-,,.:''é\\L.,y...,..-,..l.~.,.._.'t"-""_. -..:::·--=::
;,/-~/---;-)~r;,',-...?, '-,,~/,',_~l
i
-
:{~
i (-.....!~ / / I @;i '~
I,_),-., 'I
:::::\\_)'I .I, / -._ ,,..)/
4i(_.._-_-__-. ,.,
I,~:.,! 1~',. f I'-½-~ li
h . ('.
·.:Y1IW
7 Il carisma di Don Bosco ha oggi il volto \\\\~ \\\\
\\1. \\\\ di movimenti laicali e famiglie religiose
con la stessa passione educativa. L'obiettivo non cambia:
i giovani sono il nostro campo di lavoro. Ma la fraternità
che rende «famiglia» è già testimonianza ed evangelizza.
Articoli 5 e 6: « Il termine fami-
glia è continuamente adoperato
nella tradizione salesiana per
indicare i legami che intercor-
rono tra i vari gruppi. Il legame
è l'espressione esterna della
comunione interiore carismati-
ca. La Famiglia Salesiana vive
un cuor solo e un 'anima sola,
realizzando esperienze di co-
munione fraterna e apostolica».
L'espansione del carisma sale-
siano suscitato da Dio in Don Bo-
sco per il mondo giovanile è una
grossa realtà che richiede lo sfor-
zo congiunto , non solo di intera-
zione , ma soprattutto di comu-
nione fra tutte le forze che gravi-
tano attorno a esso . A questo
scopo stanno impiantandosi espe-
rienze di comunità tra salesiani ,
suore FMA e laici che a vario ti-
tolo vivono consapevolmente nel
carisma di Don Bosco.
O Non solo il classico incontro di
programmazione, ma veri momenti
completi di comunità in cui , unita-
mente a un confronto dialogico e
propositivo, si prega insieme e, attor-
no a una tavola, si fraternizza,
facendo crescere una con-
divisione umana e di carità
pastorale tra persone e grup-
pi di diversa provenienza.
che la sera del 26 gennaio 1854
con Don Bosco si impegnano a
lavorare per i giovani , sono diven-
tati una grande famiglia. Le Figlie
di Maria Ausiliatrice e i coopera-
tori dapprima, poi via via tutta una
germinazione di gruppi e movimenti
amplificano e realizzano, a diverso
e specifico titolo di appartenenza,
il carisma originario di Don Bosco.
O Attorno al «lavorare per i gio-
vani » si è sviluppata una sinergia
tra persone consacrate e laiche
che, contemporaneamente all'im-
pegno di animazione nella scuola
e nell 'oratorio , approfondiscono
una spiritualità comune a reci-
proco sostegno per richiamare lo
stile e l'anima che ha modellato il
capolavoro degli inizi.
O La Carta di Comunione confer-
ma e fissa l'apporto innovativo e
complementare di una multiforme
presenza laicale, esterna rispetto
alla comunità religiosa su cui gra-
vita, ma interna a essa per un lega-
me spirituale che fonde obiettivi e
impegno nello spirito di Don Bosco.
o
O « Famiglia » è la parola
nuova e antica che rilancia,
in una riscoperta fisiono-
mica d'insieme, tutte le for-
ze operative come soggetto
educativo nella missione
giovanile .
O I salesiani, da sparuto
gruppo di quattro chierici
I A un incontro della Famiglia Salesiana.
Ciascuno con il suo stile incarna
il carisma di Don Bosco.
BS GIUGNO 1997

4.4 Page 34

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Ll/1/E-
SUOR ELENA CORRE di Gianni Frigerio
PER LAFRICA Era una promettente
1
e affermata atleta,
campione mondiale
indoor. Poi è diventata
suor Elena e ha scelto l'Africa.
I
Dar-el-Salaam (Tanzania). Suor Elena (a destra)
nel quartiere di Temeke. In alto, in veste di atleta,
prima di farsi suora. Di fianco, il mare di Dar-el-Salaam.
S uor Elena è oggi una giovane Figlia di Maria Ausi -
liatrice missionaria. Qualcuno sulla storia della sua
vocazione avrebbe voluto scrivere un libro , ma non
riuscì a convincerla. E resta ferma nel non voler parla-
re di sé. Eppure la sua vicenda ha del singolare, an -
che se lei non la pensa così. A sorpresa, si è raccon-
tata finalmente nel mese di marzo a un giornalista del
quotidiano «Avvenire ». E si è visto quali sorprese pos-
sa nascondere il sorriso di una suora che vive in
Africa tra i poveri del mondo .
Il vescovo di Mbujimayi ha scelto
Don Bosco come patrono
della gioventù e modello
degli educatori della sua diocesi.
Nel discorso ha attirato l'attenzione
di tutti sul fenomeno dei ragazzi
scavatori di diamanti
e dei ragazzi del mercato.
N elio stadio di Mbujimayi , il vescovo monsignor
Tarcisio Tshibangu ha presieduto una messa so-
lenne alla presenza di migliaia di giovani e delle auto-
rità della regione e della città. Convenuti da Lubumba-
shi, vi partecipavano anche l'ispettore dei salesiani in
Africa Centrale e l'ispettrice delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice suor Marie Dominique Mwema. Con quella ce-
lebrazione domenicale si concludevano tre giorni di
manifestazioni per la gioventù della diocesi , iniziate
con la festa annuale di San Giovanni Bosco.
BUON CONOSCITORE DI DON BOSCO e suo ammi-
ratore fin dalla giovinezza passata nei pressi di
Lubumbashi , mons. Tshibangu ha scelto Don Bosco
come patrono della gioventù e modello degli educatori
GIUGNO 1997 BS
NELL1INFERNO
di Mario Valente
della sua diocesi , decidendo che ogni 31 gennaio sia
ormai un giorno riservato alla festa dei giovani di
Mbujimayi. «San Giovanni Bosco sarà un Padre e un
Maestro per i giovani della nostra diocesi », ha detto .
« E un modello e un appello anche per ogni genitore,
ogni educatore , ogni responsabile , soprattutto in que-
sto momento in cui il male della nostra società con -
danna molti giovani a mancare d'inquadramento fami -
liare e sociale, di educazione e di avvenire. Noi desi-
deriamo attirare qui l'attenzione di tutti - soprattutto di
coloro che hanno la responsabilità spirituale, econo -
mica e politica della nostra società - sul fenomeno
inquietante e angoscioso dei ragazzi scavatori di
diamanti e dei ragazzi abbandonati , detti ragazzi della
strada o del mercato . Noi siamo tutti tenuti a rispon-
dere alla questione sconvolgente postaci dal gruppo
dei loro rappresentanti alla sfilata del 31 gennaio
scorso : "Esclusi dalla famiglia , dalla società e dalla
scuola, quale sarà il nostro avvenire?". Questa gioven-
tù disoccupata, se non è forse già oggi una minaccia
per la società agiata e tranquilla del momento, lo sarà

4.5 Page 35

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« Cl SONO MEDAGLIE CHE NON VERRANNO MAI
CELEBRATE , ma che valgono più della gloria spor-
tiva, perché sanno di sudore , fatica , sacrificio ». Co-
mincia così Riccardo Maccioni nel suo articolo « La
campionessa che corre con gli ultimi ». «Suor Elena
Rastello , 37 anni , salesiana, deve essersi detta qual-
cosa di simile il giorno in cui , riposte in soffitta tuta e
scarpette chiodate, ha smesso di correre . O, meglio ,
ha cambiato registro e obiettivi : ieri erano le gare e la
voglia di record , oggi le baraccopoli africane e il desi-
derio di dare una vita migliore a chi non possiede
nulla ». « Facevo mezzo fondo a buon livello », rac-
conta suor Elena, però non ero un'agonista esaspera-
ta. Non ho mai considerato l'atletica una ragione di vi-
ta. Era soltanto una finestra aperta su un futuro an -
cora tutto da disegnare» . In realtà le cronache sportive
raccontano che a 21 anni , quando appese le scarpe al
chiodo, aveva già ottenuto successi di prestigio come
la vittoria sui 3000 metri nell 'incontro Italia-Canada
svoltosi a Montreal o il record del mondo indoor,
conquistato a Genova sulla distanza dei 2000 metri .
Correva a livello nazionale per la Libertas-Torino. Le
avversarie si chiamavano Dorio, Possamai, Gargano.
« NON RIMPIANGE MAI UNA VITA DIVERSA, non
sogna le medaglie che avrebbe potuto conquistare se
avesse continuato a correre? », le chiede il giornalista.
Risponde : « La gloria umana, anche quella sportiva,
dura un soffio. Non può riempirti l'esistenza ». E ag-
giunge: «Ma poi , chi l'ha detto che non corro più?
Corro , corro . Corro per dare un po ' di conforto alla
gente disperata. Corro per testimoniare, anche se in
modo imperfetto e lacunoso , l'amore di Dio ».
Elena, dopo la decisione di farsi suora, si laureò in
pedagogia e, qualche anno più tard i, partì per l'Africa :
prima in Kenia e oggi a Dar-el-Salaam , capitale della
Tanzania. Qui, insieme a due consorelle , una indiana
e l'altra polacca, ha dato vita a un progetto di recupero
e avviamento al lavoro della gioventù locale.
A TAMEKE la presenza della comunità salesiana rap-
presenta, in qualche modo, una sfida. Dei 240mila abi-
tanti , infatti , solo 1.300 sono cattolici . Il 40 per cento è
costituito da musulmani , il resto della popolazione se-
gue le religioni tradizionali. « Viviamo in un quartiere pe-
riferico , in mezzo alle baracche. Di chi è emigrato alla
ricerca di un impiego senza trovarlo. Siamo in affitto e
questo ci aiuta a capire la precarietà, il non sapere
cosa ti riserverà il domani ». La loro casa non è un
convento separato dal mondo, ma una giovane comu-
nità immersa in un tessuto sociale poverissimo, dove
l'energia elettrica è un bene che nessuno possiede, e
molti muoiono di miseria. O di Aids. Nella casa sale-
siana, una tettoia è adibita a luogo di incontro. Nelle
aule scolastiche e nei tre campi sportivi , passano
giovani , soprattutto ragazze, alle quali vengono offerti
corsi di formazione professionale, una biblioteca popo-
lare , la possibilità di stare insieme. Il centro offre ospi-
talità, insegna a confezionare abiti che poi saranno
venduti sul mercato locale , mette a disposizione un
orto i cui frutti vengono distribuiti tra le famiglie più
bisognose .
DELLE MINIERE DI DIAMANTI
Mbujimayi (Zaire). Mons. Tarcisio Tshibangu
Iha proclamato Don Bosco patrono dei giovani. Alla sua
destra, l'ispettrice FMA, suor Marie Dominique Mwema.
Alla sua sinistra, don Mario Valente,
ispettore dell'Africa Centrale. La moneta a fianco
testimonia il dramma economico vissuto dal paese.
Un'inflazione inarrestabile.
domani , quando essa si
rivolterà contro una società
le cui ingiustizie sono alla
base della sua miseria.. . ».
Il Vescovo continuava il suo
discorso augurando che
l'esperienza dei salesiani
possa aiutare a far uscire almeno i giovani minori di
18 anni dall'inferno delle miniere di diamante ...
NEL LORO MESSAGGIO, I GIOVANI hanno ringra-
ziato calorosamente il vescovo , congratulandosi per la
scelta dell'« Amico dei Giovani », mes-
so sul loro cammino come patrono ,
modello e guida . Si sono quindi im-
pegnati essi stessi su vari punti pre-
cisi , in vista del loro vero sviluppo.
Specialmente hanno citato come ne-
cessaria la lotta contro l'immoralità
sotto tutte le sue forme per poter
diventare in avvenire dei buoni geni-
tori ; la lotta contro i « matrimoni pre-
coci », contro la corruzione e la menzogna, soprattutto
negli esami di stato.
BS GIUGNO 1997

4.6 Page 36

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- COME DON BOSCO
di Bruno Ferrero
I GENITORI SONO
ANCHE UNA COPPIA
Un ipotetico <<decalogo» per genitori dovrebbe incominciare così:
« Dovete avere molta cura di voi stessi se volete aver cura
dei vostri figli. Il primo dovere di un padre verso i suoi figli
è amare la loro madre. E viceversa».
P apà e mamma dovrebbero ri -
cordarsi sempre di essere an-
che marito e moglie e che il loro
amore deve crescere insieme ai
loro figli. Se il rapporto che li unisce
rimane vivo e forte , di solito , in fa-
miglia tutto funziona bene e i pro-
blemi si possono risolvere . Faccia-
mo alcune semplici considerazioni
su questo tema, talvolta dimen-
ticato quando si parla di educazio-
ne dei figli.
I poli opposti si attraggono.
C'è sempre un modo femminile e
un modo maschile di vedere e af-
frontare la realtà e i problemi . Que-
sta diversità deve essere visibile ,
non soffocata. I ruoli di mamma e
di papà non devono essere rove -
sciati con leggerezza. Uno dei due
finirebbe per sentirsi escluso. Sono
le diversità ch e si completano , si
armonizzano e formano un modo
"fam iliare" di considerare le cose.
Rinnovarsi e cambiare. È im-
portante non piombare nel grigiore
delle abitudini , né mantenere sem-
plicemente un livello accettabile .
Crescere significa rinnovarsi, spez-
zare la routine , ascoltarsi , accor-
gersi dei cambiamenti che avven -
gono . Non parlare automaticamen -
te alla persona
che è stata o a
quella che si è fis-
sata nella memo-
ria , ma a quella
che è ora . Gli uo-
mini devono anche
ricordarsi che le
donne si sobbar-
cano il peso della
responsabilità do-
mestica e che per-
ciò raramente rie-
scono a dedicare
del tempo a se
stesse . Una madre
ha scritto: « Come
sarebbe bello se
qualche volta si
accorgessero che
sono un essere
umano , con i suoi
momenti di avvili -
mento , di noia, di
debolezza. Che so-
no insomma una come loro e che
dispongo ancora di ampie riserve
d'amore, di cui potrebbero approfit-
tare , a patto di considerarmi una
compagna a tutti gli effetti , non una
mucca da latte ».
Anniversari, feste , regali , scampa-
gnate e biglietti augurali possono
interrompere la plumbea coltre del-
le abitudini.
Abbattere i muri intorno al
cuore. Un'antica storia racconta di
due eremiti del deserto che vive -
vano in grotte vicine . Uno dei due
si credeva ormai vicino alla perfe-
zione e disapprovava le frequenti ,
anche se minuscole, mancanze del-
l'altro . Per fargli toccare con mano
quanto fosse ancora lontano dalla
santità, il primo decise di posare
una pietra all 'imboccatura della
grotta ogni volta che l'altro commet-
teva una colpa. Dopo qualche me-
se davanti alla grotta c'era un muro
di pietre grigio e soffocante . Tal -
volta intorno al cuore costruiamo
dei muri , con le piccole pietre quoti-
diane dei risentimenti , le ripicche , i
silenzi , le qu~stioni irrisolte , le im-
bronciature . E importante dimostra-
re i sentimenti , mantenere viva la
sensibilità al dolore dell'altro. Accet-
tare l'inevitabile imperfezione altrui .
Le donne hanno bisogno di comu -
nicare i propri sentimenti, di sentirsi
ascoltate e protette, gli uomini han-
no bisogno di sentirsi apprezzati
per quello che fanno .
Tenere sempre aperta la porta.
La porta dell 'intesa viene brusca-
mente ch iusa con la perdita della
fiducia , della considerazione , della
stima, del rispetto , dell'accettazione
e della comprensione. Avviene quan-
do tutto comincia a irritare, quando
ci si ferisce per un nonnulla, quan-
do tutto ciò che sembrava «carino »
diventa detestabile . La situazione
diventa pesante quando marito e
moglie sono sempre sulla difensiva
e si sentono attaccati quando l'altro
sta semplicemente comunicando
quello che prova.
G//UGNO 1997 BS
IDonna e uomo,
moglie e marito:
un compito.
Una unione
che punta
all'integrazione.
Amore, romanticismo, fedeltà.
La famiglia funziona quando è un
nucleo affettivo stabile. Occorre re-
spirare un amore costante e con -
creto , perché questa è l'iniezione
quotidiana di speranza di cui i figli

4.7 Page 37

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hanno bisogno per sopravvivere in
questo mondo. Marito e moglie de-
vono ri-innamorarsi periodicamente.
Rispolverare periodicamente i rituali
romantici , dai fiori al guardarsi negli
occhi mentre ci si parla..
Il vero insidioso nemico della fami-
glia è la distrazione. Di solito non
sono i grandi problemi che distrug-
gono e dividono , ma la ruggine del-
la distrazione. Cose da niente, ma-
gari , come la consapevolezza di
essere capaci , in una situazione
estrema, di rischiare la vita per sal-
vare lui o lei e poi non riuscire ad
alzare un cal zino sporco da terra
per farle un piacere. In una società
del provvisorio e del « più o meno ,,
come la nostra, l'impegno della fe -
deltà, vissuto e riaffermato , è per la
famiglia come l'acqua per i fiori.
Trovare il giusto equilibrio tra
dipendenza e autonomia. Una fa-
miglia non può essere una specie
di caserma con comandante e su -
balterni , né un 'impresa con padro-
ne e dipendenti. E necessario arri-
vare alla vera concordia. Comuni-
cando molto e, soprattutto , ascol-
tandosi molto. Innamorarsi e spo-
sarsi si può fare sulle ali degli an-
geli .. . Ma vivere insieme non è
automatico : richiede p.pprendimen-
to , fatica , sacrificio. E come impa-
rare a ballare: quando uno fa un
passo avanti , l'altro fa un passo
indietro . Una volta ciascuno . Ma lo
si può fare solo se ci si tiene stretti .
Vivere insieme una missione.
È forse questo il grande segreto : il
matrimonio è un'alleanza per uno
scopo più alto . Non c'è gerarchia.
Si prendono le decisioni insieme .
Con mansioni diverse , responsabi-
lità diverse. Ma è necessario tenere
gli occhi fissi a uno scopo che vada
oltre i ristretti orizzonti di un convi-
vere sotto lo stesso tetto per aiutar-
si a « tirare avanti ».
DIZIONARIO PEDAGOGICO
a cura di Jean-François Meurs
P adre . Don Bosco è padre.
Gu arda i giovani dell'oratorio co-
me a suoi figli. Vi è in Don Bo-
sco una radicale esperienza del-
la figliolanza. E in questo è mol-
to moderno, perché tutti i filosofi
contemporanei mettono l'accento
sul fatto che diventare uomo/don-
na è prima tutto accettare una
figliolanza , situarsi conveniente-
mente come figli e come figli e
davanti a un 'esperienza di
paternità e di maternità. Don
Bosco rimanda sempre a un
Dio che è padre e alla grazia
che ci fa essere figli di Dio.
~W Il sistema salesiano vuole
permettere ai giovani di vivere
una sana esperien za di figliolan -
za di fronte alla paternità divina.
Questa figliolan za dev'e ssere
mediata da un 'esperien za di
« paternità-maternità ,, simbolica
educativa. Simboli ca in senso
forte : fa entrare nell 'ordine della
comunicazione .
~
:f jClp
a:
'5
.,o ,
i
F elicità. La nostra società con-
danna ai « piaceri forzati ,,. Oggi
ci si agita come dei forsennati.
Ma non c'è attitudine alla felicità
senza desiderio di vivere, non vi
è desiderio di vivere senza un
senso alla vita, non c'è senso
della vita se nza gioia. E cosa
sarebbe una gioia che non foss e
condivisa da tutti gli altri.. . e da
Dio?
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BS GIUGNO 1997

4.8 Page 38

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Il clima che si respira oggi nell'isola fa sperare in una ripresa
J ••
I ciiba,:,,i non harm9
perso la loro dignità
e ld libertà interiore.
E per assurdo ;,
ciò che hanno vissuto
_li Jia resi p(u sicuri di sé.
A volte le cifre di cono poco,
ma in questo caso vale la
pena fa re qu alche considera-
zione. Oggi i salesiani a Cuba sono
un a quindicina. Molti di loro sono
anziani e stanchi . Provengono dal-
l'Itali a, dalla Spagna, uno dall 'U n-
gheria, uno dall ' Argentina. Alcuni
sono cubani. Essi sono il picco lo
« resto » di quella che fu l'ispettoria
de lle A ntill e. In quegli anni iI gros-
so dei sa lesiani e delle opere si tro-
vava a Cuba: più di cento sales iani ,
varie opere, case di form az ione, una
grande devoz ione a Don Bosco. Seb-
bene mai sia venuta meno questa
presenza, ci siamo ridotti al lum icino.
Da molto tempo c i è permessa solo
l' attività strettamente sacramentale.
È un fatto che la devozione popo-
lare a Don Bosco rimane molto sen-
tita ovunque, anche dove non ci so-
no i salesiani o le Figlje di M aria
GIUGNO 1997 BS
A usili atrice. Mo lte parrocchie , chie-
se e centri sono dedi cati a lui e la
sua imm agine è presente in tante fa-
miglie. Questa popolarità è nata dal-
l' attività della prima ora, quando il
racconto dell a vita di Don Bosco
veniva trasmesso per radio, c 'era il
Bo lloéttino Salesiano e altro ancora.
D ' altra parte la nostra presenza a
Cuba ebbe sempre questo carattere
popolare e quando il regime accusò
la Chiesa di essere « dall a parte de i
ri cchi », noi non fumm o coinv olti.
La simpatia per Don Bosco è pre-
sente in ogni strato soc iale , ma noi
siamo ce1tamente più vi c ini alle fa-
sce popolari. Il lavoro all ' in terno
de lla stru ttura parrocchi ale c i assor-
be molto, ma non fino al pun to da
farci perdere la nostra identità e il
nostro cari sma, che non sono circo-
scritti a un determinato sistema so-
cio-politico.
Cuba. Il Malecon de L'Avana.
Giovani ovunque.
Cuba. L'Avana,
oltre due milioni di abitanti.

4.9 Page 39

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della presenza salesiana, un tempo fecondissima.
L'ATTIVITÀ
PARROCCHIALE
Chi arriva a Cuba e guard a le co-
munità salesiane, le vede modeste:
due salesian i per ogni comunità. Le
nostre parrocchie non si differenzia-
no dalle altre. Certo, siamo attenti ai
più giovani e ai poveri , ma il nostro
slancio mi ss ion ario è frenato. Co-
munque ci siamo messi a migliorare
le strutture, anche di quelle che non
sono di nostra proprietà. E in gene-
rale abb iamo ambienti discreti per
le attività pastorali, anche se ci ap-
paiono così modesti, quando guar-
diamo a ciò che viene fatto altrove
nel mondo. Ci vorrebbe più per-
sonate, proprio in questo momento,
quando il clima generale sta un po '
cambiando. La congregazione sale-
siana ha lanciato in questi anni il
«Progetto Africa »; dopo 1' 89 ha
pensato allo sv iluppo dell'Est euro-
peo; si sta ora aprendo su l fronte ci-
ne e, mentre ha preso al!o della
nuova situazione di Haiti. E tempo
che affronti seriamente anche il ca-
so Cuba.
Chi si trovava qui negli anni '50,
fu costretto ad andare a lavorare al-
trove, su altri fronti. E fece fiorire il
nostro carisma dove si trovò a la-
vorare. Oggi a Cuba siamo pochi.
Non intendiamo piangerci addosso,
chiediamo però che la congregazio-
ne prenda sul serio Cuba. Don Bo-
sco se lo aspetta, c'è un lavoro enor-
Habana Vieja (Cuba). In alto e sotto, giovani dell'oratorio Maria Ausiliatrice.
Propaganda antiamericana nel centro di l 'Avana.
BS GIUGNO 1997

4.10 Page 40

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Cuba. Alle_va'!1en~o1 tabacco, canna da zucchero e pesca
sono le prmc1pall risorse dell 'isola.
me d~ fare, e noi appena lo sfioria-
mo. E vero che non manca l'entu-
siasmo verso la scelta salesiana e
stanno arrivando vocazioni locali.
Ma il fatto di trovarci in un momen-
to favorevo le ci costringe a non per-
dere l'opportunità. Ce lo chiedono i
vescovi. Crediamo umilmente di po-
ter occupare un posto di grande uti-
lità nella Chiesa e nella società cu-
bana di oggi.
LA NUOVA CUBA
A Cuba sono cambiate tante cose
~ non senza lasciare il segno. Oggi è
111 atto un processo di cambiamento
che ci coinvolge tutti. Fin ita la
« guerra fredda » - il mondo diviso
in due blocchi -, si è conclusa an-
che l'epoca della dipendenza dal-
l'URSS. In questi anni '90 viviamo
un tempo davvero particolare, che
se è caratterizzato prima di tutto
dalla recessione economica, che co-
IN ATTESA
DI GIOVANNI PAOLO Il
Fidel Castro a Roma per il vertice
della Fao , ha incontrato anche
Giovanni Paolo Il , che sarà a Cu-
ba dal 21 al 25 gennaio 1998.
Renzo Giacomel li per l'occasione
aveva parlato con il card . Jaime
Ortega y Alamino, arcivescovo del-
1'Avana. Gli ha chiesto in partico-
lare : «Quando il Papa a Cuba? ».
«_Credo che i tempi siano maturi ,
s1 sta lavorando per questo ».
''. La _comunità cattolica cubana oggi
e p,u ascoltata e sta crescendo? ».
« Ora si riesce a trattare più facil-
mente con i ministri competenti:
dei poveri , degli anziani , del siste-
ma educativo. Dell 'ingresso a Cu-
ba di preti e suore dall 'estero .. .
Da una decina d'anni il numero
dei battezzati è in aumento . Au -
mentano anche i preti . Sono ora
ci rca 250. Le suore sono 500 (era-
no_poco più di 200 negli anni '70)
e I seminaristi sono un centinaio
(erano una ventina dieci -quindici
anni fa) ».
« Che cosa pensa dell 'embargo
economico imposto a Cuba dal
Jaime Ortega, presidente
della Conferenza episcopale.
Governo degli Stati Uniti, recente -
mente rafforzato ?».
«La Conferenza episcopale cuba-
na ha denunciato più volte questo
embargo. Quanto a me, ribadisco
che è inaccettabile ogni misura
economica mirante ad accerchiare
il paese , eliminando le possibilità
di svi luppo e minacciando perfino
la sussistenza del popolo ».
« La società cubana sta cambiando
anche dal punto di vista politico ?».
«Non si notano veri e propri cam-
biamenti su questo piano , anche
se in effetti c'è chi parla di mag-
giore apertura in un futuro che
non si sa quanto sia prossimo ».
o
GIUGNO 1997 BS
stringe tutti all'indispensabile, offre
scenari davvero nuovi. In questi an-
ni è cambiato tra i cubani il modo di
vestire. Non più l'uniformità «so-
cialista ». Ci si veste con semplicità,
ma come fanno nel resto del mon-
do. Il cambio poi è più profondo di
quanto appaia all 'esterno. In Cuba
le parole hanno un valore, però la
realtà è un'altra cosa. Ufficialmente
in Cuba non sta cambiando niente:
si dice che non sarebbe opportuno,
che non è il momento giusto, che il
potere non si tocca. Però i cambia-
menti sono reali. Non sappiamo se
siamo all'inizio, al centro o al ter-
11:i~e del periodo rivoluzion%rio, ma
viviamo un momento di trasforma-
zioni evidenti. Non lo vede solo ch i
non vuole vedere.
UN PAESE SPECIALE
I cubani sanno di essere gente un
po' speciale e ne sono orgogliosi.
Hanno una personalità forte, una
certa aria di superiorità. Così è an-
che dell'iso la dal punto di vista na-
turale, che ti offre spettacoli incre-
dibili. Anche i salesiani risentono
non poco di questa mental ità e vivo-
no della nostalgia di quanto esisteva
in passato, dell'attività che si è svol-
ta qui, al centro di una ispettoria.
Il popolo è stato domato, ma non
ha perso la sua dignità e la libertà
interiore. E per assurdo ciò che ha
vissuto lo ha reso più sicuro di sé,
ne ha accresciuta la sua consapevo-
lezza. Del resto, ciò che è stato è
stato: adesso dobbiamo guardare al
domani. E non facciamo fatica, dal
momento che il presente è segnato
da una povertà così diffusa, da
mezzi tanto poveri. Il guardare al
domani è davvero l'unica cosa che
ci è possibile.
Miguel Angel Moral

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I NOSTRI MORTI
ELSAKKERS sac. Juan, salesiano
t Santafé de Bogota (Colombia)
il 23/10/1996 a 86 anni.
Nato a Zevenbergen , in Olanda, lavorò in-
defessamente durante più di 40 ann i nei
lebbrosari , soprattutto ad Agua de Di6s .
Religioso e sacerdote fedele ai suoi impe-
gni re ligiosi e sacerdotali , nelle d1ff1colta e
nei sacrifici dimostrava la sua fede , la for-
tezza d'animo e la carità. Si preoccupò del
benessere fisico e del bene spirituale dei
fedeli e lasciò diverse opere a beneficio
dei suoi lebbrosi.
ROSA CARDINALE sac. Cesare ,
t Caselette (Torino)
il 12/10/1996 a 70 anni.
il suo lungo servizio . Quando le forze sono
venute meno , ha accettato con pazienza il
lungo periodo di inazione e ha accolto nel-
l'obbedienza l'ultimo trasferim ento nella
casa di riposo di Alassio.
FOTI sac. Orazio , salesiano,
t Randazzo (Catania) il 28/1/1997 a 84 anni.
Sessant'anni di inseg namento, prima nelle
scuole d'avviamento e poi nell e medie
superiori. Nella sua vita si è distinto per l'a-
more al bene delle anime, così come per la
cultura che ha trasmesso come valore alle
varie g'enerazioni giovanili del co llegio _sa-
lesiano « San Basilio" di Randazzo , prima
casa salesiana in Sicilia, fondata e voluta
da san Giovanni Bosco.
Fu a lungo docente e a nim atore nella
scuola , tra i ragazzi e poi in parrocchia.
Era un educatore amabile e ricco d1 spiri-
tualità. Fu un infaticabile promotore degli
« Amici di Domenico Savio » nelle scuo le
statali e l'iniziativa si rivelò fonte di voca-
zioni alla vita re ligiosa salesiana . Fu ap-
prezzato direttore di spirito: la sua era una
spiritualità semplice, cordiale, mariana.
FAVA Silvia , cooperatrice,
_
t San Donà di Piave il 28/1/1997 a 95 anni.
Ogni giorno la santa Messa e il ,rosario con
il gruppo dei cooperatori e dell assoc1az10-
ne Maria Au siliatrice (ADMA). Sua cara1te-
ristica fu l'umiltà, il non parlare male di
nessuno, la devozione a Maria.
DAVEZZA suor Caterina ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Torino il 26/12/1996 a 81 anni.
Era partita giovanissima per il Brasile. Lì ,
con fervore missionario, aveva fondato nu-
merose presenze tra le giovani e le ragaz-
ze. Considerava questo paese come la sua
seconda patria. Il ritorno in Italia, nel 1968,
anche se sofferto, non le tolse lo slancio
per dedicarsi ancora a tempo pieno, nella
nuova Casa generalizia di Roma, al servi-
zio delle superiore e dei servizi centrali.
L'oratorio festivo era la gioia di suor Cateri-
na: poteva, con la sua 9i_oia e la sua sem-
plicità, incontrare bambini , bambine e geni-
tori e offrire loro le parole buone che 11cuo-
re le dettava. Visse gli ultimi anni a Torino al-
l'insegna della carità e della gratitudine.
SANTILLI sac. Armando , cooperatore ,
t Isernia il 3/12/1996 a 83 anni.
Sacerdote di esemplare dedizione , fu par-
roco per lunghi anni nelle diocesi di Monte-
cassino e Isernia, profondendo con gene-
rosità le sue doti, specie nella predicazione
e nella catechesi. Diventato cooperatore ,
sostenne sempre da parroco il local e
Centro. In avanzata età fu apprezzato co n-
fessore , penitenziere della ca1tedra le di
Isernia.
TESSAROLO Pietro , exallievo,
t San Giacomo Romano (Vicenza)
il 12/12/1996 a 83 anni.
Exallievo prima di Foglizzo (Tor_ino), _poi di
Santiago, Talea e La Serena (Cile), rimase
fedele agli insegnamenti _ricevuti e la_ sua
vita fu dedicata al serv1z10 della famiglia ,
della società civile, co me amministratore, e
della sua parrocchia. Quotidiane la sua
presenza alla celebrazione eucaristica e_ la
reci ta del rosario. Leggeva volentieri 11
Bollettino Salesiano. La sua famiglia è rico-
noscente per quanto i salesiani hanno tra-
smesso a loro a11raverso la sua persona.
MAGGIO Emma , cooperatrice,
t Napoli il 27/1/1997 a 91 anni.
Esemplare , fedele e ricca di zelo ap_ostol i-
co , soprattutto missionario. La corrispo n-
denza con grandi missionari lo conferma.
Largamente generosa, di cara1tere ilare ,
riusciva sdrammatizzare sempre, infonden-
do seren ità e pace. Frequentò con assi-
duità il suo Centro fino a 90 anni e si man-
tenne sempre in contatto telefonico quan-
do non poteva essere fisicame_nte presen-
te. Fu per parecchi anni consig liera_ 1spetto-
riale e locale, responsabile delle m1ss1on1 e
dei laboratori Mamma Margherita.
CABRA$ suor Jolanda,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
_
t Alassio (Savona) il 1/1/1997 a 90 anni.
Ha speso la sua lunga vita in un 'intensa
attività educativa in diverse case della
Toscana e della Liguria. Valida insegnante
di lingua francese , precisa ed esigente ,
seguiva con impegno e interesse le_ alun-
ne . Ha vissuto nella fede e nella ded1z1one
r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni , annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MJSSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1 924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
« ... lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire... , (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'eserci zio
del culto, per la form azione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cri sti ana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l' altro dei due Enti su
indic ati :
« . .. annullo ogni mi a
precedente di sposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure /' Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasci ando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
forma zione del Clero e dei
Religiosi, per scopi mi ssionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. li testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
BS GIUGNO 1997

5.2 Page 42

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- I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
Mamma Margherita
AL COLLE PER
RINGRAZIARE
Afflitta da continue vertigin i e
capogiri per dieci anni , risu lta-
te vane tutte le cure mediche,
mi sono rivolta a Mamma
Margherita, supplicandola con
viva fede di guarirrpi dai miei
terribili disturbi. E passato
ormai un anno e ora sono
andata al Colle Don Bosco a
ringraziare Mamma Mar-
gherita per la grazia ricevuta.
Fumo Maria Addolorata, Asti
FU DECISA
L'AMPUTAZIONE
DEL PIEDE
In coinci denza della chius ura
de l « processo » di Mamma
Margherita desidero dare
testimonianza di una grazia
straordinaria ricevuta per sua
inte rcessione . Mio genero
Paolo aveva avuto un'infezio-
ne al piede per la caduta di un
pezzo di marmo : ne seguì una
cancrena al calcagno anche
per la presenza del diabete.
r QUANDO
SI TEMEVA
IL PEGGIO, GUARÌ
Desidero dare testimoni anza di
una grazia concessa per inter-
cess ione di san Domenico
Savio alla mia nipotina Marian-
na in occasion e della sua nasci -
ta e dei suoi primi giorni di vita.
Il parto si prospettava difficile :
durante il taglio cesareo , la pic-
cola aveva inghiottito del liquido
amniotico che penetrando nei
polmoni le aveva subito provo-
cato seri proble mi re spir atori.
Nonostante le cure prodigate i
disturbi si erano acce ntu ati al
punto da far prospettare la ne-
Ricoverato all 'ospedale fu
decisa _l' amputazione del
piede . E facile immaginare
l'angoscia di mio genero e dei
miei familiari davanti a questo
verdetto. Si pensò ad un altro
ospedale meglio attrezzato e
con camera iperbarica . Fu
allora che io mi rivo lsi con tan-
ta fiducia a Mamma Marghe-
rita per ottenere la sua guari-
gione promettendole la pubbli-
cazione della grazia se l'aves-
si ottenuta. Nonostante che il
decorso sia stato molto lento a
causa della gravità del male,
tuttavia il calcag no pian piano
è andato migliorando. Ora mio
genero è guarito, può cammi-
nare e guidare anche la mac-
ch ina. lo ringrazio di cuo re il
Signore e Mamma Margherita.
Giuffrida Maria Santi, Torino
È TORNATO IN
FAMIGLIA
Un mio nipote si era allontana-
to da casa ed eravamo tutti
molto preoccupati anche per-
ché era ormai lontano dal la
pratica religiosa, pur essendo
stato a suo tempo molto devo-
to di san Giovanni Bosco. Un
giorno leggendo le grazie otte-
nute per intercessione di
Mamma Margherita, mi sentii
spinta a mettere questo caso
sotto la sua protezione: le feci
alcune promesse, tra cui an-
che quella di pubblicare la
grazia. Ora mio nipote è torna-
to in seno alla sua fam iglia, e
per di più , è tornato alla pratica
re ligiosa. Appena possibile de-
sidero recarmi nella Basilica di
Maria Ausiliatrice per esprime-
re tutta la mia riconoscenza.
Olivero Gina,
Polonghera (Cn)
cess ità di un ri schioso interven -
to chirurgico per ce rcare di ripri-
stinare la no rmale dil ataz ione
polmon are. Angosciati abbi amo
allora invocato la protezione del
piccolo santo: la madre indossò
l'abitino e si diede inizio alla no-
vena. Durante la notte stessa ,
mentre si temev a il peg gio , la
neo nata improvvisa mente co-
minciò a migliorare addormen-
tan do si pl aci da men te e sve-
gliandosi solo per il pasto. Ora
Marianna ha sei mesi, è vivace
ed allegra. Non ha più subito ri-
cadute . lo ch e ne sono la zi a
ringrazio Gesù e Domenico Sa-
vio per la sua intercess ione.
Chiara Comdetto Sepertino,
Sa vigliano (CN)
r UN TUMORE AL
CERVELLO
A sei anni di età, al mio nipotino
Salvatore fu ri scontrato un tu -
more al ce rvell o e lo si dovette
sottoporre ad intervento chirur-
gico. lo avevo ricevuto poco pri-
ma un abitino di san Domenico
Savio . Lo feci subito recapitare,
dalla Svizzera dove mi trovo, al
bambino che si trovava in Sici-
li a. Lo indoss ò du ra nte l'inter-
vento e questo riuscì beni ssimo
con grande soddi sfazio ne del
chirurgo . Oggi , a distanza di
due anni , si può dire che è com-
pl etamente gua rito e i medi ci
sono ottimi sti sul suo fu turo.
Passanante Francesca,
Butzberg (Svizzera)
San Domenico Savio
r NON EBBE
PIÙ ALCUN
PROBLEMA
Una mia sorella, alla sua prim a
gravid anza, ha avuto qu alche
probl ema con minaccia di abor-
to, per cui il medico le aveva or-
dinato di stare a ripo so. Ma ella
non po teva atteners i a qu esto
ordine, perché doveva assistere
la suoce ra costretta a lett o da
paralisi. La situazione perciò era
dive nuta quanto mai pericolosa
e c'era il rischio di perd ere il
bambino . D'altra part e lei non
voleva sottrarsi all'impeg no pre-
so di assistere la suocera. Una
mia coll ega d'ufficio , molto vici-
na ai salesiani , avendo saputo
di questa mia preoccupazione,
mi proc urò un abit ino di san
Domenico Savio e mi p arl ò
delle grazie che il santo elargi-
sce all e mamm e in att esa. lo
non avevo mai sentito racconta-
re tutto ciò. Portai quindi l'abiti -
no a mi a sorell a la qu ale con
molta fede lo portò addosso per
tutto il tempo della gravidanza.
Da allora non ha avuto più alcun
pro bl ema e du e mes i fa le è
nata una bellissima bambin a.
Maddalena Spatola, Palermo
r ÈSTATO
UN PARTO
MERAVIGLIOSO
Ho una fig lia sposatasi a ve nt'an-
ni . Il Signore la benedisse subi-
to col dono della maternità. Tutti
ne fummo feli ci. La gravidanza
proce dette ben e fino al se sto
mese quando sorse il peri colo di
un parto prematu ro con poche
speranze per il bambino. lo allo-
ra mi recai dalle Figlie di Maria
Au siliatri ce che mi diedero l'abi-
tino di san Domenico Savio .
Lo feci indossare a mia fi glia e
intanto inizi ammo s ubito un a
no ven a al san to delle culle. La
gravidanza proseguì molto bene
e si conclu se c on un parto
meravigl ioso che diede alla luce
un bambino, incanto di tutta la
famigli a.
Teresa Lambiase, Latina
r POTEVA
COSTARGLI
LA VITA
Un mio pronipotino di venti mesi
all 'improvviso accusò forti ssimi
dolori intesti nali che continuaro-
no per parecchi giorni senza tre-
gua. La pediatra non riu sciva a
trovare la causa e i rimedi effi -
caci per cui fu deciso il ricove ro
in ospedale. Il primario disse su-
bito che si tr attava di un caso
grav issi mo e dall'esi to molto
incerto. lo insieme a tutta la mia
com uni tà mi rivo lsi co n tanta
fidu cia a san Domenico Savio
pe rc hé ri solvesse lui qu es to
caso così grave . Dopo un inter-
ve nto molto ri schioso il pi ccolo
Roberto cominciò a riprendersi
pia n pia no. O ra sta bene . La
ri conoscenza ve rso san Dome-
nico Savio è aumentata da
qu a nd o abbi a mo sa put o c he
quell'intervento avrebbe potuto
costargli la vita!
Una FMA, Milano
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lei/ere non
firm ate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
GIUGNO 1997 BS

5.3 Page 43

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IL RAGAZZO DEL SOGN0/6
P1=1<? CONTINUARE
A !3:>TLJDIARE,
BISOGNA RAGGIUNGERE
LA SCUOLA DI
CASTELNUOVO,
CING/UE CHILOMETRI
AL MATTINO
PEii! A.NDA/i?E , E
ALTRET7'ANTI
LA SEl<!A PER TORNtlRE...
A DICEM8'2E
GIOVANNI
SI METTE IN !::>r=Dl1
CON IL SUO
PRANZO NEL
GAVETTINO.
.. ,A~,~'~..,_
. ';~..., .~,
-
' ~1ù:-::i ...
__
F ~ ~~,<
•, - - , ,• n- •, ti , •~ ,
,..-f'.
I . •~
i - f• - . .
_Al . ' I
--
I
I
{ · 'Il t I
.
----~~--- - _..._ -._J..,_
- ••
r
._-;.;;..·:~ "
.~
.
,...;
....
-
f !~
Il' . ,✓,
, ) / . ....:.
Lo ACCOMPAGNA LEI
~TESSA tlLLA CA=>A DEL
SIGNOR R08ERTO,
CON LA
NEVE LA !::>Tl<'AOD.
E ' DIVENTLI.TA UNA
PISTA GELATA. NON
PUOI CONrJNUARE
COSI', TROVEREMO
UNA !:::>ISTEMA -
ZIONE A CA!::>TEL·
NUOVO.
AL LA SCUOLA DI
CASTELNUOVO
SI TROVA CON RAG4Z-
ZINI DI DIECI, UNDICI
ANNI , DIVIENE IL
BE/<!3:>AGLIO DI
SCI-JE/i?NI E
CANZONATUl<'E.
e>JGNOR
ROBERTO, MIO
FIGLIO PER VENI-
RE A !é:>CUOLA "'¼
PERDENDO LA
<;;,,ALUTE. ME LO
ACCETTATE A
PENSIONE."
BS GIUGNO 1997

5.4 Page 44

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L'ANNO ':::JCOLA!?TICO
E ' FINITO. GIOV,LJ.NNI
LASCIA IL f:7IGNOR
;;?OBERTO.
NO, VADO
AL ~US0AM-
l3RINO, UNA CA-
SCINA CHE MIO
FRATELLO GIU0EP·
PE HA PRE00 A
MEZZADRIA. GLI
DO UNA MANO
NEL LAV ORO E
POI C'E' ANCHE
MIA MADRE.
GIUGNO 1997 BS
MA A
VOLTE PERDO
CORAGGIO.
CE LA FARANNO
MIA MAD12E E
MIO FRATELLO
A PAG4RE
LA PEN -
!::>IONE?
NOTTE NEL SONNO RITOl<-
SOGNO CHE EBBE A NOJ/E ANNI.
GREGGE E LA e,1GN:::HYl O/E

5.5 Page 45

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CH!Ef2I E' UNA CITTADINA
A DIECI C/-1/LOMETRI D"1
T0/2INO. IN GLJE&LI ANNI
E ' AFFOLLATA DI TE::>SI-
TORI E 01 'i::>TUDENTI.
DA UN
V EDOVA ,
FACCIO D
VITORE
'::,UO
A
VEDRAI CHE
LA !'!>TAGIONE PIU'
DURA E ' L'/NVER't--10.
STUDIAMO A FUOCO
0PENTO > AVVOLTI IN
COPERTE. e,QLO CON
GLI ZOCCOLI Al DIE-
DI !'!>I RIE!:X:E A
NON GELAl2E.
MAMMA, PEN'OA
CHE !::>OLO DOPO GUAT••\\.-!!:!!o!!llt=c:.__ _ _ ....::J
TRO ME'ol DI RICUPERO
~NO '::,TATO AMMESSO
ALLA QUARTA CLASe>E .
I MIEI COMPAGNI HAN-
NO PERO' G.UA'::,I TUT-
TI TRE ANNI ME- / ---..;_
NO Df ME.
/
.,/
PRoFE=-=>ORE
VINCENZO Cl
LA 0/f:x;/PLJNA
ENTfi!ARE 0/0
G.UALCO -
SA DI MEZZ O.
!::>ONO UN POVE-
RO GIOVANE ,..__ _ _
CON TANT.C.
E>UON.C. VO-
LONTA' .
BS GIUGNO 1997

5.6 Page 46

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VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
Rivolgiti alla più vicina
casa salesiana o contatta
i responsabili della tua regione
ADRIATICA
Giancarlo Manieri :
tel. 071 /84.314
LAZIO
Patrizia Militi :
tel. 06/84.17.081
Silvano Missori :
tel. 06/444.07.721
LIGURIA /TOSCANA
Nila Mugnaini :
tel. 0586/81.41 .74
Paolo Gambini :
tel. 010/646.92 .88
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Silvia Biglietti :
tel. 051 /70.21 .40
Maurizio Spreafico :
tel. 02/670.74.344
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Mariangela Cecalupo :
tel. 080/53.43.379
Carlo Tucci :
tel. 081 /75.11 .970
PIEMONTE
Manuela Robazza:
tel. 011 /43.65 .676
Egidio Deiana:
tel. 011 /52.24.238
SARDEGNA
Sandra Bona:
tel. 0785/70.293 ; 70.895
Giuseppe Casti:
tel. 0783/800 .238
SICILIA
Gina Sanfilippo:
tel. 095/76.49.433
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tel. 095/72.11 .201
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Gianfranco Ferrari :
lei. 045/80.70.793
M. Cristina Zanaica:
049/80.21 .666
GIUGNO 1997 BS
~
SOLIDARIETA
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
Mexicali (Messico). Promozione della musica
tra i ragazzi del « Centro Juvenil Don Bosco ».
Rossett i, a cura cli Rossetti Lucia,
L. 200.000.
Ma ria Ausiliatrice e Don Bosco per
continua protezione del figli o Mario,
a cura di Lai M iranda, L. 200.000.
Ma ria Ausiliatrice, in vocando pro-
tez ione per la famiglia, a cura cl i
Roveda Giovan ni , L. 200.000.
S. Giova nni Bosco, in suffragio di
L ina e Giuseppe Ballaira, a cura
dei fi gli , L. 200.000.
Ma ria Ausiliatrice, Don Bosco e
Don Rin aldi , in suffragio dei nostri
defunti, a cura di Maria e Att ilio
Teli , L. 200.000.
Don Bosco e don Rua in suffragio
dei miei genit ori, a cura di Merlo
Luciana , L. 170.000.
Ma ri a Ausiliatrice e Don Bosco,
in suffrag io di Ful via Vogarono e
don Vincenzo Onorati, a cura di
Silvestro And riollo, L . 150.000.
Ma ria Ausili atrice e Sa nti Sa le-
siani , in suffragio cl i Naret to Gio-
vann i e Gioacchino. a cura cl i Na-
retto Mati lde, L. 2.000.000.
Don Bosco , in memoria cl i Teresa e
Piero Orione, a cura del nipote Ma-
rio, L. 1.000.000.
In memori a cl i don Pietro Zerb ino,
a cura di N.N. L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Don
Rinalcli , invocando protezione in vita
e in 1110I1e per me e la famiglia, a cura
di M.S. , Dogl iani, L. 1.000.000.
Don Bosco, per protezione di
Raffaell a, a cura d i Lepo ri Rita ,
L. l. 000.000.
Maria Ausiliatrice, Domenico Sa-
vio, Don Rinaldi , in suffragio dei de-
funti Rinaldi-Benoglio, a cura di Re-
nata e Carlo Bertoglio, L. 1.000.000.
Don Bosco, in suffragio cl i De Biae
Giuseppe, a cura di Teresa De Fran-
cesco e Ester Zucca li, L. 1.000.000.
Mari a Ausiliatrice e S. Giova nni
Bosco, a cura di G uadagno Anna
L ucia, L. 1.000.000.
S. Cuore di Gesì1 , Ma ria Ausilia-
trice e Don Bosco, in suffragio e
ricordo di papà e mamma. a cura di
Renzo Co lombano, L. 1.000.000.
Mari a Ausiliatrice, Don Bosco e
Domenico Sav io , per grazia ricevuta,
a cura di Ilda Zabiasi , L. 1.000.000.
Maria Ausili atrice, Don Bosco e
Domenico Sav io, in memori a e suf-
fragio di A lby Gi useppe e Maria,
a cura di A lby Gemma e fra tel li ,
L. 750.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
Domenico Savio , in memoria e
suffragio di Fiorenzo e Romano, a
cura di A lby Gemm a, Irene, Mari o,
L. 750.000.
Mari a Ausili atrice e Don Bosco,
in suffrag io di Massag li a Olga e
genit ori, a cura del fra tell o A ldo, L.
500.000.
Ma ria Ausiliatri ce , Santi Sales ia-
ni , a cura di G.C., L. 500.000.
Ma ri a Ausil ia trice a cura delle so-
rell e Ma ifred i, L. 500.000.
Ma ri a Ausil ia trice e Don Bosco.
in suffragio dei miei genitori, a cu-
ra di E.Z., L. 500.000.
In suffragio di Nico lao Giacobba e
Fontana Lodov ico a cura di Font a-
na rag. Ezio, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice, Madre Mora-
no, Mamma Margherita . pregate
per noi, a cura della fam. Gaiotto,
L. 300.000.
S. Cuore di Gesù, Ma ria Ausili a-
trice e Don Bosco, in suffragio di
Piero e Giacomo, a cura di Pitt arel-
lo Margheri ta, L. 300.000.
In memoria di Pietro Sartori e pe r
protezione di Francesco lori , a cura
di Sartori Luc ia, L. 300.000.
Ma ria Ausiliatrice e Don Bosco per
ringrazirnnenro e invocando protezione
a cura di Forno Cesare, L. 300.000.
Santi Sa lesiani , in memoria di Roc-
co Rosa e Vi ncenzo, a cura di A nna
e Maria Li oy, L. 300.000.
Maria Ausili atrice e S. Giova nni
Bosco, a cura di Teresa De lntinis,
L. 300.000.
Ma ria Ausili at rice e Don Bosco,
in suffrag io dei genitori Cheru bina
e A nton io Repossi. a cura del la fi-
gli a Rosina, L. 300.000.
Mari a Ausili atrice e Don Bosco ,
a cura di Mengotti Vo lpi Mariella,
L. 300.000.
Maria Ausiliatri ce, in ri cordo di
padre Baracca, a c ura di B.C.P.,
Torino, L. 300.000.
Ma ri a Ausili atrice e S. Giova nni
Bosco , invocando protezione in vi-
ta e in morte, a cura di Sofia Mari-
no, L. 250.000.
Ma ria Ausili atrice e Don Bosco,
per aiu to e protez ione, a cura di
Morella Elisabetta. L. 200.000.
Ma ria Ausili atri ce e Don Bosco.
invocando protezione, a cura di
N.N., L. 200.000.
Ma ri a Ausili atrice e San Domeni-
co Savio, in vocando protezione per
Gi ulia, a cura di Th iebat Barbara,
L. 200.000.
In suffragio dei defunti Fami gli a
Borse missionarie da
L. 100.000
Mari a Ausiliatrice e Don Bosco, a
cura di Pl at Rosina. - S. Cuore di
Gesù, Maria Ausiliatr ice e Don
Bosco, per ringraziamento e prote-
zione, a cura cl i A nsaldi Giuseppina.
- Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
in ringraziamento e in vocando parti -
colare grazia, a cura della Famigli a
Massagl ia. - Ma mma Ma rgherita ,
implorando protezione per tutti , a
cura di una nonna. - Gesù sac ra-
mentato, Maria Ausiliatrice, Don
Bosco, Mamma Margherita invo-
cando protezione e grazie, a cura di
C.R., Vercelli . - Maria Ausiliatrice
e Don Bosco, in memoria del mio
caro Francesco, a cura di Zagaria
Angela. - Ma ria Ausiliatrice, Don
Bosco, Mamm a Margherita, invo-
cando protezione, a cura di G. Baz-
zana. - Mari a Ausili atrice e Don
Bosco , ringraziando e invocando
protezione, a cura di M .C. - Ma ria
Ausiliatrice e Don Bosco, in suffra-
gio dei miei defunti e invoca ndo
protezione, a cura di Cam1en Renna.
- Maria Ausiliatrice e Sa nti Sa le-
siani in memoria di L uigi Castagno
e implorando protezione, a cura
della mog lie Rosa e fam il iari. - Ma-
ria Ausiliatrice e Don Bosco, per
ai uto e protezione, a cura di Morel-
la El isabetta. - S. Giovanni Bosco,
a cura di Pomat i Michel ina. - S.
Teresina e Giovanni XX III , a
cura di Maria Santi si. - S. Cuore di
Gesù e Mari a Ausiliatrice. a cura
di Piovano Maria Giuseppina. - Don
Bosco e Mamma Margherita , a
cura di Santi L idia. - S. Domenico
Savio, proteggi i mi ei nipotini So-
fia, Eli sabetta e Cesare, a cura di
N.N., exa llieva. - Ma ria Ausiliatri-
ce e Sa nti Sa lesiani , per ri ngrazia-
mento e invoca ndo protezione, a
cura di A lby Gemma e fra telli. - Ma-
ri a Ausiliatrice e Sa nti Salesiani ,
a cura di Parl an i Giorgina.

5.7 Page 47

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I Marco Ulla, 14 anni.
Primo ministro
della « Repubblica dei Ragazzi "
Scuola media
di Torino-Valdocco.
Chi ha scelto per te questa scuola ?
« Mi a madre, che mi aveva g ià messo dall e suore sales iane a Sass i
nell e elementari. I mie i genitori lavorano entrambi , ma non è solo per
questo che ho sce lto Va ldocco . Abito da l! 'a ltra parte dell a c ittà e non è
prop rio comodo venire qui , ma con i sales iani mi trovo bene e i mie i
geni tori sono contenti ».
Repubblica dei Ragazzi. Sei presidente. Quali sono le qualità che
hanno spinto i tuoi compagni a votarti? E come siete organizzati?
« Non sono presidente, ma " primo ministro" . C'è anche un "vice" e
ci sono se i ministri : dell 'ecologia, dell o sport, de ll a cultura, del tesoro ,
del culto e dell a solid ari età. Penso di essere stato e letto perché sono
estroverso e simpatico. Facci o teatro e presento g li spettacoli. Il Con-
siglio dei mini stri si rad un a ogni lunedì mattina. Po i comunichiamo a
tutti le nostre decisioni e le ini ziative della settimana. Nos tro coordi-
natore è il preside . M a ogni professore si occupa dell a pro pri a cl asse,
dove ci sono 8 assessori , uno per ogni mini stero ».
Siete stati anche alla televisione...
« Sono venuti quelli di Canale 5 e hanno passato una g iorn ata con
noi. Poi hanno presentato la Repubblica dei ragazzi a «Stud io aperto» e
al TGS».
Tra i ministri ci sono anche ragazze?
« Per essere ministri bisogna fare terza med ia e le ragazze sono en-
trate nell a nostra scuo la solo q uest'anno, quindi fann o tutte prima
medi a. Ma tra loro ci sono deg li assessori. Comunque le ragazze da
noi si trovano bene e la loro presenza ci è gradita. L' inserimento è
stato fac ile . Per alcune iniziative sono segui te a parte da un ' insegnante-
anim atri ce ».
Va ldocco. Si sente la presenza di Don Bosco oggi?
« Certo , molto. Facciamo con solennità ogni sua fes ta. Una volta al
mese and iamo in basili ca, altre vo lte nell a chiesa di san Francesco di
Sales. La nostra scuo la è intitolata a Domeni co Savio ... ».
Stai per.finire la terza media. Un altr ' anno cosa fara i?
« Andrò al liceo e ancora dai sales iani. Non mi sono stancato, con
loro mi trovo bene. Sanno organizzarci bene e l' ambiente è curato , ci
educano in modo con-etto ».
oc s
FILIPPO, 19 ANNI
È stato ucciso di malfina. Scor-
ta va abitualmente una donna peru-
viana , madre della sua ragazza ,
per proteggerla dal!' ex -convivente
che la minacciava di morte. Aiuta-
va la donna e le due .fi'glie, immi-
grate a Torino, a inserirsi nella
nostra società .
L' uomo ha sparato all a donna,
Fil ippo s i è posto in mezzo, sono
morti entram bi. Ne l pomeri ggio
l' omi cida si è suicidato. I compa-
gni cl i scuola e gli ami ci di F ilippo
sono costernati. Aveva 19 anni , fa -
ceva la q uinta liceo dalle suore sa-
les iane de l San Pao lo a Torino. Fi-
lippo era stato bocciato in seconda,
ma ora, in morte, è stato promosso
da ll a vita. Ne l momento de l peri -
colo ha riparato la donn a col suo
c o rpo .
La dec isione d i un istante - por-
re se stessi, la propria intera vita,
tra l' assass ino e la vittima, con la
certezza de l rischi o mass imo - non
nasce in un istante. È il frutto pre-
zioso d i una vita breve ma chi ara,
matu ra.
Fo rse ha capito la lezione di Fi-
lippo pe rsino il suo sc iagurato as-
sassino. Volendo uccidere la donna
av fo rse pe nsato a lle conseg uen-
ze pe r sé; ma l'interposizione del
ragazzo deve essere stato un im-
previsto sco nvo lgente anche per
lui . Da i noti ziari, mentre era in
fuga, avrà sap uto di av erl o ucciso.
Perché pensa re che s i è sparato
so lo per sfu ggire all a cattu ra e alla
condanna? Perché escludere che il
vedere la maggiore estensione de l
male eia lui fa tto lo abbi a indotto a
pre ndere su di il male infe rto ad
altri? Può dars i che Filip po abb ia
salvato il suo assassino.
BS GIUGNO 1997

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
éQ)
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
corso Regina Margherita, 176 - 10152 Torino
Etica e poetica
in Karol Wojtyla
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a cura di Lorenzo Leuzzi
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Religione, pag. 184, L. 24.000
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.!l! Omaggio dei docenti delle Università
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romane , statali, private e pontificie,
al «collega » Wojtyla in occasione
del 50.mo di sacerdozio. L'opera
""e'' scientifica (filosofa e teologia)
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del Papa come la sua produzione
'iii poetica hanno come tema centrale
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la persona umana, tema sul quale
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Egli ha impostato la sua azione
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magisteriale e pastorale di Pontefice.
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L'urgenza di ridisegnare l'uomo,
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fin dai primi passi del suo percorso
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è approdata alla testimonianza
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coraggiosa e dolente con cui
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nell'economia e nell'etica
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ETICA EPOETICA
IN KAROL WOJTYLA
a cura di Lorenzo Leuzzi
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