Bollettino_Salesiano_196801


Bollettino_Salesiano_196801



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BOLLETTINO
SALESIANO

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IN QUESTO NUMERO:
Il Rettor Maggiore ai Cooperatori Salesiani
Dopo un'esperienza missionaria: ,, Per me la vita incomincia ora... ,i
Il Card. Beltrami prende possesso del suo Titolo di S. Maria Liberatrice
Il Rettor Maggiore in Polonia
Un servizio moderno per i giovani di oggi: il Centro Salesiano di Orientamento
In Congo il sereno dopo la tempesta
Maria, Aiuto dei Cristiani de/l'Australia
IN COPERTI Al
Il quadro taumaturgico di Maria Ausiliatrice, che si venera da cento anni nella Basilica di
Valdocco. In primo piano Il cero dell'Anno della Fede che arde perennemente nel tempio.
"L'Anno della fede e il Centenario delle Basilica di Maria Ausiliatrice sono per noi un
unico, armonico ed efficace richiamo in questo particolare momento storico della
Chiesa e delle Congregazione" (Don Luigi Ricceri).
Una sosta nei lavori del Sinodo Episcopale. Il Santo Padre
Paolo VI s1ntrattiene amabilmente con I Padri del Sinodo, tra
i quali il nostro Rettor Maggiore, che scrive: ·Durame Il Sinodo
ho avuto pure la gioia di rendere omaggio a S, S. Paolo VI,
H quale, come sempre, è stJJto di una amabllitll p/11 che patema
parlando delle Famiglie salesiane, che Egli ben conosce•. "f

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Il
Rettor Maggiore
ai Cooperatori
Salesiani
Torino, Immacolata 1967
BenemerÙl. Cooperatorl· e Cooperatrz'ci
All'inizio di un nuovo anno e nel solco della nostra
tradizione è motivo di intima soddisfazione per me,
come Superiore della Famiglia Salesiana, riconfermare
il vincolo di spirituale solidarietà che ci lega nel nome
di Don Bosco e rivolgervi la mia parola di augurio
e di riconoscenza. Man mano che il mio ufficio mi
porta ad allargare iJ campo dell'esperienza, vengo co•
statando il numero crescente di quanti sono stretti
attorno alla nostra opera e la collahorazione che essi
portano alle nostre attività con ogni forma di aiuto
spirituale e materiale. Resto ammirato di questa ge•
nerosità e traggo, con tutti i Salesiani, un valido in-
coraggiamento nel proseguire insieme con voi la mis-
sione che Don Bosco ci ha aperto nella Chiesa.
Si è concluso da poco il Sinodo dei Vescovi e, avendo
parlecipato a questa grande assemh]ea con altri Su-
periori Religiosi, ho potuto comprendere più chiara•
mente quali gravi e urgenti compiti ci attendono per
partecipare efficacemente al r~ovamento che è in
atto nella Chiesa dopo il Concilio. Voi siete uniti alla
nostra Congregazione proprio perchè volete condi-
videre con noi, nella vostra qualifica di laici, le re•
sponsahilità dell'apostolato: per questo prospetto alla
vostra attenzione il programma che ci proponiamo
per il 1968.
L'Anno d.ella Fed.e
Paolo VI ha proclamato per il Centenario del mar-
tirio di San Pietro e cli San Paolo l'Anno della Fede
e ha mobilitato a questo intento tutte le forze della
Chiesa. « Arride a noi la speranza - ha detto - che
la commemorazione centenaria si risolva principal-
mente per tutta la Chiesa in un grande atto di fede ».
Questa ricorrenza, ha soggiunto il Papa, è « una felice
occasione che ]a divina Provvidenza appresta al Po-
polo di Dio per riprenderè esatta coscienza della sua
fede, per ravvivarla, per purificarla, per confermarla,
per confessarla ». Egli ha indicato anc]1e concreta•
mente il modo col quale chiede che sia attuato il Suo
proposito ed è in atto, in tutte Je parti della Cattolicità,
una Jarga serie cli iniziative su piano dottrinaJe, devo-
zionale e apostolico, perché la Fede si rinnovi tra i
fedeli e, ravvivandosi, porti a una cristiana animazione
del mondo.
Il primo impegno al quale vi esorto è quello di jnse-
rirvi valida111ente nel fervore di fede di tutta la Chiesa,
sia perchè come Cooperatori il vostro compito ha un
carattere schiettamente ecclesiale, sia percbè il rifio-
rire della fede neUe nostre anime e nella vita della so-
cietà è l'unico scopo a cui ci guida Don Bosco. Egli
fu uomo cli fede e la irradiò con la parola e con l'e•
sempio, Ja difese in un'età di difficili contrasti, ne fece
la profonda ·ispirazione delle sue opere, ne illuminò
la sua concezione di vita contro l'affermarsi del laicismo
e di altre tendenze più o meno rivolte a sconsacrare
la vita. Egli ci ha lasciato questo messaggio di fede
e noi non potremo considerarci suoi eredi spirituali
se ci limitiamo a ripete.re aspetti temporali della sua
figura e della sua opera.
Mentre vi invito a seguire tutte le iniziative che si
svolgeranno per l'Anno della Fede nell'ambito della
vostra parrocchia e della vostra diocesi, mi sia lecito
incoraggiarvi, con accentuato interesse, a intensifi-
care la vostra istruzione religiosa. Essa è il presupposto
di una coscienza cristiana, di una coerente pratica
religiosa e del nostro strettissimo dove.re di apostolato.
Vorrei che questa cultura religiosa la cercaste que·
st'anno secondo quelle che sono le vostre co.ncrete
esigenze di vita, con i metodi e gli strumenti più adatti
a1 nostro tempo, attraverso tutti i canali per cui vi
può arrivare. Ci sono tante possibilità di scelta: leggete
qualche libro che illumina prohJemi di vostro preciso 1

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Torlno-Leumann
Il Céntro Catechistico
Salesiano
con la Libreria
della Dottrina Cristiana
interesse; sentite il bisogno di ascoltare le trasm1ss1oni
radiotelevisive di carattere religioso e abbonatevi a
qualche rivista di informazione cattolica; frequentate
corsi specializzati. Si possono moltiplicare gli esempi e
anche la nostra Famiglia, con le sue iniziative e le sue
pubblicazioni, si mette a vostra disposizione per questa
rinnovata catechesi del cristiano del nostro tempo.
L'essenziale è che in tutti ci sia la volontà decisa di
rifarsi una fede consapevole, robusta, integra, luminosa
e irradiante che sia veramente degna della nostra
vocazione di Figli di Dio. Ognuno deve domandarsi:
che cosa faccio, più di quanto non faccio ordinaria•
mente, per rispondere al dovere che mi è imposto
dall'Anno della Fede?
Per conèretare la nostra adesione all'appello che
Paolo V1 ha rivolto a tutti i fedeli, ho fissato su questo
tema la s1renn1, del 1968: a questo si abbina il secondo,
sul CenLcnario della Basilica di Maria Ausiliatrice, che
illustrerò subito dopo.
« Accogliendo con filiale devozione l'esortazione del
Sommo Pontefice per il Centenario dei Ss. Pielro e Paolo,
invito tutta la Famiglia salesiana a celebrare l'anno
della fede col generoso e fervido proposito di
approfondire il valore au.tentico della fede;
ravvivarne /a coscienza e l'efficacia nella propria vita;
renderle testimonianza nell'ora presente con coe-
renza crisiiana.
La Vergine Ausiliatrice, valido sostegno e difesa della
fede, nel centenario della consacrazione della sua Ba-
silica in Torino ci conforti nel nostro impegno».
Il Centenario d.i Max·ia Ausiliatrice
Ricorre quest'anno, il 9 giugno, il Centenario della
Consacrazione del tempio di Maria Ausiliatrice. Questo
fat-io costituisce il secondo grande interesse della
2 Fainiglia Salesiana nel 1968. La Basilica di Maria
Ausiliatrice è tale parte della nostra vita e richiama
a valori tanto essenziali per _noi, che vogliamo dare
il massimo rilievo alla celebrazione del Centenario.
La chiesa di Maria Ausiliatrice è il monumento
che Don Bosco ha innalzato alla Madonna attraverso
una fioritura di prodigi che è tra le più meravigliose
del nostro tei:npo; è il centro spirituale, l'alma mater,
della Casa di Valdocco, dove ebbe origine la Congre•
gazione, e sotto le sue volte si custodisce la nostra
più genuina ricchezza spirituale; è il punto di irradia•
mento della Congregazione nel mondo, perchè dalla
sua soglia sono partite e continuano a partire le schiere
dei suoi missionari; è il luogo dove la Madonna fa
sentire con predilezione la sua presenza e a cui si ri•
volgono con nostalgia, come a raccogliere ancora il
segno della sua benedizione, tutti i Salesiani, le Figlie
di Maria Ausiliatrice, i Cooperatori, gli Exallievi, gli
allievi da tutte le parti del mondo. La nostra Famiglia
poggia e si regge sulla forza apirituale che la Madonna
ha diffuso dal suo tempio di Torino e d'altra parte
la divozione alla Madonna sotto il titolo di Ausilia•
trice dopo il Concilio ha una vivissima a~ualità e una
risonanza universale: l'avverùmento riguarda in certo
modo tutta la Chiesa.
Noi non vogliamo esaurire la celebrazione in fatti
esterio,ri, anzi miriamo ad altri risultati: von-em.mo
che si rinvigorisse la devozione alla Vergine secondo
le concrete direltive del Concilio Vaticano Il, che la
Madonna fosse sentita ancora come la grande ispira•
trice di tutte le nostre opere e che essa ci facesse ri•
trovare tutta la genuinità del nostro spirito, come
Don Bosco l'ha vissuto alle origini del Santuario,
perchè potessimo attuare, per suo mezzo, il grande
rinnovamento conciliare. La Madonna, che è stata « la
prima dei credenti », renda sempre più viva e solida
la nostra fede: in quésto senso, essa non ci distoglie,
ma ci rafforza nella attuazione dell'Anno della Fede.
Troverete in altre pagine del nostro Bollettino il
programma delle celebrazioni a cui vi invitiamo a
partecipare.

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Le nostre nuove attività
Secondo la consuetudine salesiana dovrei ora darvi
un ragguaglio delle nostre opere, con particolare ri-
guardo a quelle dell'anno testè trascorso. L'elenco delle
nuove case (come potete vedere dal prospetto sotto
riportato) è molto esiguo, perchè di proposito, come vi
dicevo già lo scorso anno, più che a una crescente
espansione quantitativa la nostra Congregazione, come
l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, mirano
in questo momento a una revisione delle opere esistenti,
all'adeguamento di esse alle esigenze postconciliari e
alla qualificazione del personale per le nuove attività.
Il Concilio Vaticano II e il nostro recente Capitolo
Generale vogliono tale ' orientamento.
Cogliendo l'occasione di questa lettera, vorrei piut•
tosto rivolgere la vostra attenzione su talune attività
che stiamo sviluppando in questi ultimi tempi e meri-
tano di essere conosciute nel loro insieme e nella loro
reale incidenza pastorale. In queste attività, non meno
che nelle opere tradizionali, si esprime lo specifico
apostolato salesiano.
Ho accennato sopra alla campagna catechistica che
deve caratterizzare l'Anno della Fede. In questo set•
tore debbo segnalare una notevole affermazione del-
l'Istituto di Catechetica del P AS, del Centro Catechi-
stico di Torino con la sua Editrice - la Libreria della
Dottrina Cristiana - e di altri Centri fuori d'Italia.
Le attività promosse da questi centri sono state sva-
riatissime: studi di carattere scientifico e pastorale,
conii di preparazione per esperti di catechesi c per
professori di religione (come, per esempio, quelli che si
svolgono da vari anni alla Mendola), convegni di studio
a raggio locale, nazionale e interna.zionale, partecipa•
zione ai lavori dei massimi organismi catechistici della
Chiesa, edizioni di carattere scolastico e sussidi au•
diovisivi. Abbiamo avuto autorevoli riconoscimenti per
queste attività; e se la Fede si alimenta alla chiarezza
dell'insegnamento religioso, l'Anno dèlla Fede trova
un validissimo aiuto nei nostri Centri Catechistici.
In questo settore noi attuiamo uno degli scopi speci-
fici e caratteristici della nostra Congregazione.
Un altro settore in cui si è molto lavorato in questi
ultimi anni è quello dei Centri di Orientamento. La
psicologia offre ottimi sussidi alla formazione, ma pre-
senta anche i suoi pericoli quando non sia cristiana-
mente illuminata. Ahhiamo istituito diversi centri in
varie Ispettorie e alcuni di essi, per attrezzatura e per
preparazione di uomini, sono tra i più completi e meglio
quotati. Vi si svolge consulenza psicopedagogica, si
preparano collaboratori psicologi per la scuola e per
altri servizi, si presta un sicuro aiuto per la scelta
della professione e in modo speciale delle vocazioni
religiose e sacerdotali. Ci si affianca, con mezzi scienti•
fici, alla famiglia, alla scuola, alle associazioni giova-
nili per un'azione educativa sempre più efficiente e
più consona alle esigenze della personalità giovanile
nella complessa società moderna.
Questi centri sono strumenti efficacissimi per l'edu-
cazione dei giovani e per affermare, inilirettamente,
con la loro serietà scientifica e col loro prestigio, i sani
princìpi della nostra pedagogia. La nostra presenza
SALESIANI
EUROPA
ITALIA
Potenza: Parrocchia, Oratorio quotidiano.
Selargius (Cagliari): Scuole professio-
nali, oratorio.
AUSTR IA
Wien-Erlaa: Parrocchia.
BELGIO
Bierbeek: Noviziato.
FRANCIA
Paris: Casa ispettoriale, Centro propa-
ganda, Libreria.
I UGOSLAVIA
Zelimlje: Noviziato, Studentato, Parroc-
chia.
SPAGNA
Villagarcia (Pontevedra): Scuole elemen-
tari e professionali.
Fregenal de la Sierra (Badaj6z): Scuole
secondarie per interni ed esterni, Ora•
torio.
la Roca (Barcelona): Opera sociale.
AMERICA
ECUADOR
Quito-Cumbaya: Aspirantato, Centro vo-
cazioni.
NUOVE FONDAZIONI
1967
FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
EUROPA
Italia
S. Benigno (Torino) e Trieste: Scuola
materna, Oratorio festivo e Opere par-
rocchiali.
Cagliari: le stesse opere. oltre l'erigenda
Scuola Professionale e Pimsionato per
Studenti Universitarie.
SPAGNA
Barcelona Montbau: Scuola Professio-
nale.
Villagarcia de Arosa (Pontevedra): pre-
stazioni domestiche presso l'Istituto Sa-
lesiano.
ASIA
INDIA SUD
Tlruvottiyur: Orfanotrofio per bambini.
AMERICA
ARGENTINA
S. Miguel: Casa per Esercizi Spirituali.
BRASILE
Belém do Para: Centro Sociale con
Scuole elementari e professionali, Ora-
torio e Catechismi.
Porto A/egre (Rio Grande): la Casa
lspettoriale della 6• lspettoria, con Ora-
torio e Catechismi.
COLOMBIA
Bogota: una 9a Casa con Scuola popo-
lare, Oratorio e Assistenza sociale.
Duitama (Boyaca): la direzione di una
Scuola elementare e ginnasiale, e Ora-
torio.
la Ce/a (Antioquia): una 4a Casa con
prestazioni domestiche presso i Sale-
siani.
EQUATORE
Quito Cumbaya: prestazioni domestiche
presso l'Asplrantato Missionario.
STATI UNITI
Passaic: Casa per l'apostolato catechi-
stico tra i portoricani.
3

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in questo settore tende a opporsi alla invadenza di
una pedagogia indifferente o negativa nei riguardi
della religione. Ci pare che sia stata questa la direttiva
pratica di Don Bosco: aprirsi a ogni risorsa della scienza
moderna, restando fedeli al patrimonio educativo cri•
stiano.
Sempre nel campo della educazione, in questi ultimi
anni più che aprire nuove scuole e nuovi istituti, si
è voluto procedere a nuove o a rinnovate esperienze pe•
dagogich e. A ~emplice titolo indicativo ne segnalo
alcune. Si sono incrementati durante i _mesi estivi i
Campiscuola e i Campi di orientamento vocazionale,
cercando rispettivamente di formare i dirigenti delle
associazioni giovanili e di guidare j giovani nella diffi-
cile scoperta della loro vocazione. Si sono creati in
varie nazioni dei Centri giovanili, cl1e, sviluppando la
formula degli Oratori, impostano la loro organizzazione
in modo da corrispondere alle attuali esigenze della
società. Si stanno esperimentando nuove istituzioni,
come Je Scuole di orientamento apostolico, che tendono
a creare ambienti idonei nei quali si possa scoprire
e favorire la vocazione dei giovani all'apostolato eccle-
siastico, religioso o laicale. Si incrementano varie ini-
ziative utili alla formazione, come quella dei Cinecir-
coli per il retto u so degli audiovisivi, e le nuove
forme associative di carattere religioso, culturale e
ricreativo.
Abbiamo anche avviato puhblicazioni periodiche
varie come « Dimensioni » per gli adolescenti, « Due•
mila » per i ragazzi, « Meridiano 12 » per le famiglie,
« Scuola Viva » per i professori della scuola media e
delle scuole superiori, e stiamo svolgendo un' azione
di rinnovamento e di incremento delle nostre editrici
in primo luogo della Società Editrice lnternazional;
(SEI) e della Libreria della Dottrina Cristiana (LDC).
Vari organismi sono stati creati a livello ispettoriale,
nazionale e internazionale per coordinare e animare
il lavoro educativo tra i giovani o l'apostolato tra gli
adulti, specialmente per i Cooperatori e gli Exallievi.
. Per co_ordinare e animare il movimento di queste
idee e d1 queste attività, sono in programma per il
l 968 tre grandi riunioni di tutti gli Ispettori salesiani
del mondo a Roma, a Bangalore (in India) e a Ca-
racas. ~i farà il punto su tutto il lavoro a cui è impe-
gnata m questo momento la Congregazione e una
specie di verifica s ulle direttive che sono state date
dal Concilio e dal Capitolo Generale.
Per un rinno vato fervore d i anJ.me
Ho colto qua e là, senza pretesa di completezza,
alcune attività cl1e esplichiamo attualmente per mettere
~ evidenza le linee s~condo le quali si sta svolgendo
11 nostro apostolato. E un periodo intenso di ricerca,
di sperimentazione e di rinnovamento che esige un
grande impegno.
Conosco con quanto interesse seguite le nostre cose
e come desiderate collaborarvi in tutte quelle forme
~ solidarietà che vi sono possibili. Per questo vi ho
mtrattenuto su un tema che possiamo considerare co-
mune, certo che da quanto vi ho esposto trarrete 1o
spunto per conoscere meglio e per svolgere qualche
attività di apostolato, con preferenza per quelle che ri•
guardano i giovani.
L'Anno della Fede e il Centenario di Maria Ausilia-
trice sono buone occasioni per dare impulso alla nostra
azione: agli atti di devozione aggiungiamo opere con-
crete e attività ohe restino come monumento vivo di
queste commemorazioni centenarie.
A Torino stiamo restaurando la facciata della Basi-
lica di Maria AusiliaLrice e allestendo, nella cripta,
una mostra che illustrerà la storia e la vita della Con-
gregazione. Sono cose belle, si, però materiali: vorrei
~he_ la Madonna potesse offrire al Signore soprattutto
il nnnovato fervore delle nostre anime e uno slancio
nuovo di opere degne del tempo postconciliare.
Lo chiedo con tutto il cuore nella preghiera, mentre
vi assicuro che insieme ricordo voi, le vostre famiglie,
tutte le vostre intenzioni. La benedizione di Maria
Ausiliatrice ci porti a quella « autentica e sincera pro-
fes11ione di fede » che il Papa per il Centenario dei
Ss. Pietro e Paolo vuole « salga dall'intimo di ogni
cuore fedele e risuoni identica e amorosa in tutta la
Chiesa ».
DON LUIG I RICCERI
Retto, Maggiore
Fontanazzo di Fassa
( Trento)
Incontro di universitari
animatori di cinedlbattiti,
provenienti dalla Toscana,
dal LaZJo e dalla Sardegna

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Dopo un'esperienza missionaria
"'Per.nie
. l·l...l..1.C. aviai 01..J......1.... UlC •...._..._ 1a
012.••• -'-'
!TORNANO... » aveva scritto
a grossi caratteri sulla pri-
ma pagina del Comunicato
n. 8 don Ugo De Censi,
l'animatore della speclizione di gio-
vani laici, voluta dai protagonisti
stessi componenti l'<< Operazione Mato
Grosso & e realizzata nello spirito del
Concilio. E sono ritornati maturi di
quattro mesi di esaltante esperienza
diretta in terra brasiliana, a Poxoreu,
nella grande foresta, il classico "Mato
Grosso" delle piane amazzoniche, tra
una popolazione priva dei mezzi di
sussistenza che offre la civiltà. Nel nu-
mero di novembre, il nostro Bollettino
ha parlato a lungo di questa singolare
impresa che hanno compiuto due
sacerdoti e un coadiutore, figli di
Don Bosco, tre signorine e una ven-
tina di giovani, quasi tutti gravitanti
nell'orbita delle attività dei salesiani.
<< Questo è un giorno che prepa-
riamo da un anno, ed è una giornata
piena di sole», annotava nel Comuni-
cato n. 1 don Ugo, ricordando 1'8 lu-
glio 1967, allorché a Genova stavano
per imbarcarsi questi volontari. E
chi ha potuto seguire, con crescente
commozione, le notizie che man
mano affluivano d'oltre oceano, avrà
notato quanta "luce" ha rischiarato
e riscaldato il cammino, intriso del
lavoro, delle rinunce, dei sacrifici
di questi nostri fratelli, realizzatori
di un'idea che non mancherà cli
trovare in seguito altri generosi imi-
tatori.
Splendeva il sole aoche al ritorno
dei volontari dell'« Operazione Mato
Grosso », allorché l' oAnna C. & della
compagnia armatoriale Costa, li portò
dal mare ,tra le braccia dei genitori,
parenti, amici, superiori, convenuti
alla "Superba" per un appuntamento
che intendeva essere anzitutto un
atto di ringraziamento al Signore.
Durante la cerimonia religiosa che
si è svolta nell'antica chiesa di San Be-
nedetto a1 porto, un gruppo di gio-
vani di Arese, con la loro brillante
musica sacra moderna, ha commen-
tato quella che voleva essere una
commovente azione di grazie. Si è
inteso ringraziare il Signore, che
aveva fatto fiorire l'idea dell'iniziativa
e aveva dato il coraggio per intra-
prenderla e portarla a compimento;
i genitori, che avevano permesso ai
loro "ragazzi" quella esperienza; e 5

1.8 Page 8

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Poxoreu (Mato Grosso)
Ai ragazzi sopranutto hanno voluto dedicare
I quattro mesi di missione
i volontari dell'Operazione Mato Grosso
Don Ugo De Censi,
l'animatore dell'Operazione Mato Grosso,
ritiene che een pi~ che un episodio,
debba essere un inizio
destinato ed avere
un seguito provvidenziale
i protagonisti della medesima, che
con la loro opera offrivano ad altri
giovani la possibilità di raccogliere
quel messaggio per moltiplicarlo, in
nobile gara cristiana.
« Per me la vita
incomincia o ra... »
Don Ugo de Censi ci parla degli
insegnamenti di questa <• Operazione
Mato Grosso», che egli definisce
anzitutto un mezzo di formazione
dei giovani, perché prima di essere
una risposta ai bisogni della povera
gente, ha voluto essere una risposta
alla domanda di maturazione della
gioventu attuale. In sostanza si è
scoperto che il coraggio di rispon-
dere alla Populorum Progremo serve
a riempire un "vuoto" nel cuore
dei giovani, soddisfa il loro bisogno
di avventura, invita al dialogo con
gli adulti, risponde al desiderio di
fare qualche cosa di serio, di misu-
rarsi con le difficoltà. In una parola
è consono al loro bisogno di crescita.
Sintomatico e confortante il fatto
che ali'« Operazione Mato Grosso>>
non si è giunti per sillogismi e ragio-
11amenti, ma piuttosto facendo strada
con i gùYVani. Anche nella forqia-
zione umana si verificano svolte e
rotture che non cancellano i valori
della vita già trascorsa, ma li forzano
a liberarsi per crescere. In questa
spedizione oltre oceano, questa rot-
tura si è presentata come una realtà
provvida, favorita dall'ambiente di
miseria e dal lavoro faticoso e costante.
È stata un'avventura vissuta in un
contesto d'insieme cristiano, in cui
ogni giovane ha partecipato cosciente-
mente al disegno sociale di cui il
gruppo era portatore. È stata una
scoperta di valori, un approfondi-
mento di gioia, una serena matura-
zione di spiriti. Al punto che uno
dei volontari della spedizione doveva
affermare pi u tardi: «Per me la vita
wcomincia ora... f.
Richiamandoci al primo i.nvio di
missionari, da parte di Don Bosco,
allorché nel suo spi rito profetico
previde che da quel piccolo seme
sarebbe sorta <e una grande pianta 1>,
ci auguriamo ora che dopo le nume-
rose spedizioni di Salesiani e di
Figlie di Maria Ausiliatrice, seguano
nel nome di Don Bosco partenze di
missionaTi laici, nelle prospettive
nuove aperte dal Concilio alla Chiesa,
che è per sua natura missionaria.
Forse sta qui il valore essenziale
di quella che e stata chiamata «av-
ventura Mato Grosso»: come espe-
rienza nuova allarga il problema e
l'interesse molto al di fuori dei
giovani che vi hanno partecipato e
delle famiglie che hanno fatto il
temporaneo sacrificio. Quella che
all'inizio si definiva immentata respon-
sabilità dei cristiani fatti finalmente
adulti, non è che un segno della
maturità della Chiesa stessa, nello
spirito del Concilio. Ecco perché
questo "ritorno" non può essere
una conclusione, ma un inizio.
Alla loro partenza
gli indigeni hanno pianto
La prima giornata "italiana" dei
reduci dalle foreste amazzoniche è
stata punteggiata da incontri e con-
versazioni che hanno avuto il loro
epilogo nella conferenza-stampa,tenu-
tasi alla Terrazza Martini, all'ultimo
piano del piu alto grattacielo di Ge-

1.9 Page 9

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nova. Questi magnifici rag~zzi hanno
parlato con semplicità, senz'ombra
di retorica, schivi di pubblicità e
ben lontani dall'atteggiamento del-
l'eroe. Ci han parlato deUa miseria
Un conto è immaginare la povertà
e un altro è vederla nella sua tf!Trifi-
cante realtà... »); delle capanne coperte
di frasche, dove -in uno o due vani
vivono famiglie con anche 15 figli;
dei bambini che giocano mezzo nudi
nel fango, con ventri grossi, gonfi,
pieni di vermi All'inizio continua-
vano a guardarci con certi occhioni
11eri, con la forza solo di sorridere alle
11ostre domande... »); della fame che
viene saziata unicamente, e non
sempre, con riso, fagiuoli e mandioca
Perchè non vai a pranzo?~- «Oggi
tocca a mio fratello mangiare... >>).
Una signorina ha descritto la ca-
panna dove portano a morire coloro
che non hanno nessuno. Se qualcuno
passa e vuol mettere la testa dentro,
bene; altrimenti muoiono là, senza
la minima assistenza. «Noi ragazze
siamo entrate, abbiamo soccorso un
uomo che non riu$CÌva più ad alzarsi;
gli abbiamo fatto un po' di compagnia.
Dopo tre giorni è 111orto. Sorio cose
che non si possono di:menticare... ».
Hanno parlato degli eroismi dei
missionari, di don Piero, che è il
parroco salesiano di Poxoreu; del-
l'a,nicizia che è fiorita nel loro gruppo;
delle lacrime versate dagli indigeni
alla loro partenza, mentre li suppli-
cavano di restare con loro...
Ci hanno commosso le loro dichia-
razioni su questa esperienza, breve
ma sufficientemente lunga per per-
mettere un immediato contatto con
la realtà, che è stata una scossa salu-
tare nell'incontro con un ambiente
quasi del tutto sconosciuto e tanto
lontano dalla nostra mentalità. Ai
bambini soprattutto hanno voluto
dedicare i quattro mesi questi gio-
vani, costruendo per loro la scuola
e l'ambulatorio.
"Qui sei certezza
dalla testa ai piediJ>
Ma i veri beneficati sono stati 1
giovani stessi che hanno partecipato
alla spedizione, e le loro famiglie,
in quanto hanno saputo, gli uni e le
altre, captare il valore formativo del-
l'esperimento. Scriveva una mamma,
mentre il gruppo era ancora in Bra-
sile: <t Abbiamo ricevuto posta da nostro
figlio, che è così contento e soddisfatto
del suo lavoro. Tutto ciò ci ha riem-
pito di gioia, malgrado la tristezza di
averlo lontano. Bisogna proprio fare
del bene, per sentfrsi felici... ».
Dal Mato Grosso dichiaravano i
protagonisti:
<< Senza dubbio, l'esperie11,za che ho
fatto vale quanto dieci anni già vis-
suti>>.
«Pemo che ciò che oggi vivo sta
dando una direttiva definita alla mia
vita; ha tracciato e traccerà solchi
profondi nella mia esistenza».
«Ci sarebbero tante altre cose da
dire, per documentare, pl!T dire ai
diffidenti che il Vangelo vale ancora ».
«A Milano non si può capire;
stando qui si respira miseria, si è
immersi nella miseria; a Milano non
si può capire... ».
Le testimonianze ricavate da let-
tere a parenti e amici sono numerose:
«Penso che la verità che noipossiamo
portare al nwndo sia proprio il rispetto
e l'attetizione alla persona ».
~ Il cristianesimo consiste nel com-
prendere e piegarsi sempre più Vf!TSO
chi mi vive accanto».
Un gruppo di volontari
appena sbarcati a Genova.
l giovani ponano anche sul volto Il ricordo
della loro missione
«Tutti i pensi'eri che mi hanno attra-
versato la mente da quando sono a
Poxoreu, - scrive un geometra alla
mamma - tu li puoi trovare (espressi
un po' meglio) nella Popolorum Pro-
gressio: io l'ho letta solo qui. È bel-
lissima!».
Ecco l'accostamento che fu già
fatto da queste colonne tra il celebre
documento pontificio e il lavoro svolto
da questi "ragazzi" nel Mato Grosso.
Bisogna non lasciarsi sfuggire la por-
tata dell'uno e dell'altro. Questi gio-
vani hanno cercato di realizzare al-
meno un frammento di questa magna
charta della carità umana universale.
Solo alla luce di queste "realtà" è
possibile comprendere tutto il signi-
ficato di quest'altra "meditazione"
che riassume tutta la spedizione Mato
Grosso: «Qui sei solo quello che fai,
sei certezza dalla testa ai piedi...
Tutto è così reale che non ti racca-
pezzi quasi più, tzeppure co11 la religwne:
senti il bisogno di un altro schema.
I sentimenti, le aspirazioni, le sco-
perte, come le intmdevo i11 Italia
valgo,w u11 bel 11ie11te. Non devi arram-
picarti sui vetri, qui, quando leggi il
Vangelo: trovi tutto, per così dire,
per la strada... ~.
7

1.10 Page 10

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PBBIL
DELLA BASILIO.&
DI V 41-DOOOO
I pellegrinaggi al Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino
costituiscono un elemento dominante dell'Anno centenario.
Si distinguono due categorie di pellegrinaggi:
1. Pe llegrinaggi promossi dal Comitato de i f esteg-
giame nti.
Tali sono quelli dei Cooperatori (25 aprile), delle Exallieve
(12 maggio), delle Figlie di Maria Ausiliatrice (14 maggio),
degli Exallievi (23-24 maggio), dei Pueri Cantores (fine
giugno), di gruppi di scuole e di giovani, di ammalati, ecc.
2. Pellegrinag gi p romossi per iniziativa pa rticolare.
- Sono i pellegrinaggi indetti dalle parrocchie, dagli isti-
tuti, dagli oratori, ecc.
- Tutte le nostre Opere quest'anno daranno la preferenza
al Santuario di Valdocco su ogni altra meta di pellegrinaggi.
- È necessario che gli organizzatori si intendano pre-
ventivamente, per la data e lo svolgimento del loro pellegri-
naggio, con il Centro di Torino, per evitare interferenze e
confusioni.
- A tale scopo sono costituiti a Torino tre Comitati sotto
la responsabilità del Rettore della Basilica.
a) Comitato Pellegrinaggi: dà informazioni e consigli per
l'organizzazione e lo svolgimento dei pellegrinaggi, li acco-
glie al loro arrivo alla Basilica, li assiste nelle visite e nelle
varie manifestazioni. Detto Comitato prepara la « Busta del
Pellegrino» con il numero unico sul Santuario, la Guida
di Valdocco e la Guida dei luoghi salesiani di Torino e din-
torni, ecc.
b) Comitato liturgico: accoglie i pellegrinaggi in Basilica
e ti assiste nelle funzioni religiose (predicazione, Santa Messa,
confessioni, ecc.). Tale Comitato cura la pubblicazione di
un fascicolo per le funzioni religiose.
c) Comitato logistico: dà informazioni e presta la propria
assistenza per gli alloggi. le refezioni, i trasporti, ecc. I con-
tratti però dovranno essere stipulati direttamente dai respon-
sabili di ogni pellegrinaggio.
NB. 1. Per i singoli pellegrinaggi, oltre la funzione reli-
giosa, si potranno organizzare altre manifestazioni di carattere
salesiano nel teatro, visite alla Casa natale di Don Bosco,
a Mondonio, ecc. 2. Per informazioni rivolgersi direttamente
al Rettore Basilica Maria Ausiliatrice, 10152 Torino.
Il nostro Retto, Maggiore nella sua lettera di capodanno
ha annunziato ufficialmente il Centenario della Basilica di
Maria Ausiliatrice. In attesa di dare maggiori particolari,
presentiamo un prospetto generale delle celebrazioni.
23 aprile : Inizio dei festeggiamenti solenni con l'apertura
del mese di Maria Ausiliatrice.
24 mag g io : momento culminante delle manifestazioni
esterne in coincidenza con la festa di Maria Ausiliatrice.
9 giugno : anniversario della consacrazione della Basilica.
che sarà commemorato con celebrazioni di carattere religioso.
Durante tutto l'a nno : I pellegrinaggi potranno effet-
tuarsi durante tutti i giorni del Centenario, secondo le esi-
genze dei singoli gruppi.
In ottobre e nove mbre: « Giornate Mariane» per le
varie categorie (sacerdoti, educatori, genitori, giovani).
8 Immacolat a 1968 : solenne chiusura dell'Anno centenario.
Per far partecipare più attivamente la gioventù dei Sale-
siani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice alle celebrazioni del
Centenario è stato proposto un Concorso Mariano, che ha
lo scopo di orientarli a una devozione verso la Madonna
sempre più cosciente e solida.
Il Concorso è articolato in tre gruppi:
° il 1 per i ragazzi dagli 11 al 14 anni (scuola media);
- il 2° per i giovani dai 15 ai 16 anni (biennio);
- il 3° per I giovani dai 17 ai 19 anni (triennio).
Il programma è triplice: culturale, artistico, fotografico.
Il programma culturale di ogni gruppo consta di tre parti:
1. la Madonna nel Vangelo; 2. la Madonna nel Concilio
Vaticano Il; 3. la Madonna nella vita di Don Bosco.
La finalissima del Concorso Nazionale Italiano è fissata
a Torino per il 19 maggio prossimo. La premiazione del Con-
corso per i vincitori di tutte le Nazioni partecipanti si svolgerà
a Torino il 7 dicembre 1968 alla conclusione del Centenario.
Mostra salesiana
Nella cripta della Basilica sarà inaugurata per il Centenario
una Mostra nella quale sarà rappresentata la storia, l'organiz-
zazione, l'attività della Famiglia Salesiana in rispondenza alle
esigenze del nostro tempo. Essa servirà di complemento alle
funzioni religiose per meglio illustrare ai pellegrini la mis-
sione di Don Bosco e dei suoi figli nella vita della Chiesa.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Il Cardinale
Beltrami
prende possesso
del nuovo titolo
di Santa Maria
Liberatrice
al Testaccia
Nella solennità di Cristo Re la sia soprattutto per i frequenti in - coli... Il patrimonio che brilla al
Parrocchia di Santa Maria Libera- contri e l'aiuto prestato ad essi Concilio di Efeso, che ha fatto
trice al Testaccio ha accolto il suo durante la sua lunga e proficua scrivere pagine fulgenti da San-
primo Cardinale Titolare, l'Em.mo missione diplomatica al servizio t'Agostino, da San Bernardo, da
Giuseppe Beltrami, con un esem- della Santa Sede quale NunziQ cento Padri e Scrittori ecclesia-
plare spettacolo di entusiasmo e Apostolico nell'America Centrale, stici; le nostre Basiliche dedicate
di fede.
Colombia, Libano, Olanda.
a Maria, la miriade di capolavori
Compiuti gli atti prescritti dal
Sua Eminenza, dopo aver ele- nella pittura e nella scultura si
cerimoniale, il Rettor Maggiore vato un riconoscente pensiero a adergono a protestare e a impe-
don Luigi Ricceri presentava al Paolo VI e aver ringraziato il Ret- dirlo. Maria fa parte della nostra
Porporato l'omaggio dei Salesiani tor Maggiore, « la cui presenza anima e della nostra ossatura. Il
e della comunità parrocchiale. Ri- - disse - mi onora altamente e suo culto è antico quanto la
cordava il lavoro dei salesiani al il cui indirizzo mi conforta e mi Chiesa e si basa su quelle parole
Testaccio e i confratelli che nel commuove», ha esortato i fedeli del Vangelo, "Dalla quale è nato
corso di circa sessant'anni vi han- a una sempre maggiore fedeltà alla Gesù", cioè sulla sua divina ma-
no profuso le loro energie; tra gli Chiesa e a pregare perchè la Ver- ternità...
altri, il servo di Dio mons. Luigi gine liberatrice liberi il popolo cri-
La Madre di Dio - conclu-
Olivares, primo parroco di Santa stiano da ogni oscuramento nella deva - ha liberato la Chiesa da
Maria Liberatrice e poi Vescovo sacra dottrina, la renda anzi sem- mille errori nel corso dei secoli;
di Nepi e di Sutri. Esprimeva pre più pura, illumini gli erranti e questa Madre benedetta che veglia
quindi la soddisfazione di tutta la infonda in tutti un amore sempre sulle sorti di tutta la cristianità,
Congregazione per avere il Santo più grande per il Vicario di Cristo. Auxilium Christianorum, si ado-
Padre elevato la chiesa alla di-
Il Cardinale Beltrami rilevava peri anche oggi presso il trono di
gnità di titolo cardinalizio e per ancora che anche sulla Madonna Dio, affinché fa tunica inconsutile
aver designato quale primo tito- si sono detti degli errori. « Noi non di Cristo non soffra strappi. Oggi
lare il Cardinale Giuseppe Bel- possiamo perdere - affermava con è l'ora dell'unione di tutti i cri-
trami, già tanto legato ai salesiani energia - questo patrimonio spi- stiani - supremo anelito di Ge-
sia per le sue origini piemontesi, rituale che abbiamo da tanti se- - e non di nuove divisioni... ». 9

2.2 Page 12

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UN CANTO DI RAGAZZI
IN ITALIANO
TRA IL FILO SPINAID
DI OSWIECIM
Il Rettor Maggiore visita i salesiani della Polonia - La
commozione, la gioia, l'entusiasmo di 800 confratelli che
da 42 anni attendevano il Successore di Don Bosco
nella loro tribolata Patria - Fedeltà dei cattolici polacchi
- Le due ricchezze dei salesiani polacchi: povertà e
catechesi - Un segno di speranza, anzi di certezza
Erana 42 anni che un successore di Don Bosco
non si recava in Polonia. L'ultima visita era
stata compiuta dal servo di Dio don Filippo
Rinaldi. Molti confratelli polacchi ricordano
ancorn di aver ricevuto la veste talare da lui; altri di
aver emesso alla sua presenza la professione religiosa.
Si può quindi immaginare l'ansia dell'attesa prima,
l'entusiasmo poi quando il Rettor Maggiore don Luigi
Ricceri giunse in quel Paese tanto provato.
Il sesto successore di Don Bosco si è recato in Polonia
con due scopi precisi: dare e ricevere.
Anzitutto dare con/orto e riconoscimento. Dare - a
nome della Congregazione - a quei cari confratelli
conforto per quanto è avvenuto nella loro patria, in
questi ultimi 25 anni. E con il conforto, il rico11osci-
mento delle loro sofferenze, delle prove durissime
- talora uniche - a cui sono stati sottoposti: dare
insomma un segno tangibile che la Congregazione è
vicina, è presente, è accanto a loro.
Ma dare anche notizie. I salesiani polacchi erano
<<affamati•> di notizie: sulla Congregazione, sulla Chiesa,
su quanto accade in Occidente. Volevano conoscere la
vita della Congregazione nel suo evolversi, nei suoi
sviluppi.
Il Rettor Maggiore ha potuto avvicinare 754 confratelli,
quasi la totalità dei salesiani delle due ispettorie polacche.
Ha parlato e ha tenuto conferenze anche a molte Figlie
1o di Maria Ausiliatrice. Si è intrattenuto soprattutto con
gli ispettori, i consiglieri ispettoriali, i direttori, i nostri
parroci, con gli studenti di teologia e filosofia, con i
novizi. Non con gli aspiranti perchè non esistono pur-
troppo aspirantati. Le vocazioni provengono in gran
parte dalle parrocchie cittadine accudite dai nostri.
Da parte di don Ricceri discorsi, conferenze, buone
notti, conversazioni private, fra un entusiasmo «incan-
descente•> - l'aggettivo è dello stesso Rettor Mag-
giore - ; da parte dei confratelli polacchi: commo-
zione fino alle lacrime, dimostrazione di attaccamento
sincero e tenace alla Congregazione, ai superiori. Non
solo i salesianj, ma i fedeli, soprattutto i giovani, accor-
revano per vedere, per rendere omaggio al Successore
di Don Bosco. Moltissimi vollero dirgli qualche parola,
«parole - confessa il signor don Ricceri - che non
capivo, ma che interpretavo dalle espressioni del volto,
che dicevano commozione, venerazione, gioia».
Fedeli al loro altissimo senso di ospitalità, i salesiani
polacchi hanno fatto, nella loro povertà, l'impossibile
per testimoniare quanto erano riconoscenti per tanta
visita.
Un popolo che canta
Il Rettor Maggiore ha avuto lunghi colloqui con il
Cardinal Primate di Polonia, con l'arcivescovo sale-
siano monsignor Baraniak, con l'Au,;iliare di Varsavia,
figlio di Don Orione, con l'Arcivescovo di Breslavia

2.3 Page 13

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Poznen (Polonia) Il Rettor Maggiore
distribuisce dolci ai ragaui
che hanno eseguito una danza folcloristica polacca
in suo onore
Il Retto, Maggiore davanti alla Case di Oswlecim,
l'unico istituto che parzialmente funziona.
Alla sua destra don Ter Schure
del Consiglio Superiore
monsignor Kominek. In quest'ultima città, alla presenza
di oltre 120 sacerdoti, ha dovuto parlare del Sinodo,
rispondendo alle pressanti domande dell'Arcivescovo
e dei suoi sacerdoti.
Particolarmente commoventi gli incontri con le
popolazioni dove i nostri · sacerdoti lavorano come
parroci: con gente di ogni età e condizione.
Ovunque una delle manifestazioni più toccanti era il
canto. Il popolo polacco è un popolo che canta. Esprime
con la musica i suoi sentimenti. E col canto i fiori:
ciclamini e garofani nei colori bianco e rosso: quelli
della bandiera della Polonia. Con i canti e i fiori inten-
dono manifestare i loro sentimenti più nobili, anzitutto
la loro fede, che si identifica con l'amore alla patria,
alla libertà. Una fede vivissima, tutta particolare, hanno
nella divina grandezza della Madonna, che è una cosa
sola, e come «impastata J> con la Polonia: non si può
concepire questa nazione senza il culto alla Vergine di
Cestokova, che il Rettor Maggiore volle venerare nel
celebre santuario con intensa commozione.
Il popolo polacco è un popolo gentile, forte, grande,
di profondo, squisito sentimento cristiano, legato alle
sue tradizioni cattoliche millenarie. «Noi vogliamo
essere fedeli alla nostra fede, alla Madonna, al Papa o,
ha detto una bambina, in italiano, in un indirizzo di
omaggio a don Ricceri.
Per mantenersi fedeli, i polacchi devono lottare a
tutta prova. Episcopato, clero e fedeli, formano un vero
blocco monolitico, proteso nella resistenza e intento a
immunizzare.
I salesiani si distinguono anche per la loro fedeltà
a Don Bosco e alla Congregazione. Non potendo, per
esempio, stampare libri di spiritualità salesiana, li
moltiplicano nei dattiloscritk. «Ho visto bibliotechine
- afferma il Rettor Maggiore - che hanno formato
con volumi collezìonati in questa maniera, perchè non
si spenga la fiamma della salesianità e perchè le nuove
generazioni abbiano questo fuoco sacro che le mantenga
nella fedeltà>).
La ricchezza
della povertà e della catechesi
TI Rettor Maggiore è andato in Polonia per dtrre,
rna anche per ricevere. Ed è rimasto edificato e commosso
per lo spidto ecclesiale e salesiano che regna tra quei
nostri confratelli. Ha trovato, con lieta sorpresa, che
fiorisce tra loro una vera ricchezza spirituale, anzitutto
quella che egli definisce evangelicamente • la ricchezza
ckll.a loro, povertà )), Nelle loro persone e nelle loro case
i salesiani polacchi sono veramente poveri.
Essi lavorano quasi esclusivamente nelle parrocchie,
nçw potendo svolgere altre attività. Vivono anche in
sette, otto, dieci, in vecchie canoniche, costruite un
tempo per ospitare due o tre sacerdoti. I mezzi di sussi-
stenza li ricavano dai prodotti dell'orto, degli animali 11

2.4 Page 14

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In alto: Varsavia La gioia, l'entusiasmo
e !I bello spirito di famiglia caro e Don Bosco
hanno caratterizzato la permanenza
del Rettor Maggiore in Polonia
Sopra: Pogrzebien Le Figlie di Maria Ausiliatrice
rendono omaggio al Superiore
dopo che ha assistito a una brillante accademia in suo onore
Sotto: La cappella-sacrario che ricorda
i sacerdoti morti nel campo di Auschwitz.
Unica eloquente decorazione: l'abbondante filo spinato
domestici ccc. Il popolo li aiuta, percbè vede il loro
lavoro e i loro sacrifici. «La benevolenza del popolo
per i nostri confratelJj - afferma il Rettor Maggiore -
è in proporzione della loro povertà e della loro de-
dizione».
Altra ricchezza dei salesiani polacchi è la catechesi.
Quasi tutti - eccetto quelli impegnati nelle case ili for-
mazione - lavorano nella. catechesi: non un'ora al
giorno, ma otto, dieci ore, talvolta dodici ore: a turno,
naturalmente. Questa forma di evangelizzazione è
la salvezza della Polonia. Giorno per giorno bambini,
adolescenti, giovani, si dànno il cambio nelle canoniche,
in locali attigui alle chiese o nelle chiese stesse.
La situazione locale porta tutti a interiorizzars~ a
perfezionarsi nella fede per rendersi più agguerriti di
fronte alle difficoltà. Tutto, però, si mette in atto so-
prattutto per salvare la gioventù. «I salesiani mostrano
proprio di avere questa autentica vocazione, questa
passione per la gioventù 1>, commentava un Vescovo.
Nonostante difficoltà non facilmente immaginabili,
la fedeltà di cui il popolo polacco ha dato e dà magnifica
e costante prova, non mancherà di condurre a una
nuova primavera per la Chiesa in quella nobile nazione,
anche se per il momento non se ne vedono i segni.
Siamo ancora in inverno in Polonia; ma anche l'inverno
prepara la primavera.
Il Rettor :Vlaggiore ha pure visitato quanto ancora
resta del ben tristamente noto campo di sterminio di
Oswiecim, dove perirono, tra le centinaia di migliaia
di vittime dei nazisti, anche tredici sacerdoti salesiani.
Alcuni di essi fecero una morte che ha tutti i caratteri
del martirio. Tra ili essi uno fu trucidato perchè rifiutò
di violare il segreto di confessione, un altro perchè si
ribellò al comando di calpestare il Rosario, un terzo
volle morire al posto del suo direttore, e al momento
dell'esecuzione offerse la sua vita per la conversione del
capo del campo di concentramento, il quale poi effetti-
vamente morì riconciliato con Dio. In un ex blocco
del Lager, riservato alle SS, i salesiani hanno ora una
chiesa pubblica. Essi vivono nelle povere stanze attigue.
Nel seminterrato, già magazzino delle SS, ci sono le
sale per il catechismo ai ragazzi. Sopra la chiesa, la
cappella-sacrario dei sacerdoti morti nel campo di
Auschwitz: unica decorazione, l' abbondante filo spinato.
~la lasciamo la parola al Rettor Maggiore: «Mentre
uscivo dal sacrario, ho sentito con infinita commozione
cantare un gruppetto ili ragazzi: quelli che frequentano
la scuola di catechismo. Cantavano con voci d'angeli
la lode mariana "iVlira il tuo popolo..." in italiano. E
che bell'italiano I Erano ragazzetti di otto, nove annj.
Pensavo: questo caro confratello chissà quanto avrà
lavorato per far imparare quelle strofe!... Poi un altro
canto: "Nome do[cÌS$Ìmo..." a due voci, sempre nel
nostro iilioma )),
Don Ricceri commentava con voce velata dal pianto:
«A me è sembrato quasi un fiore che venisse fuori dal
deserto. Questi ragazzini che i salesiani coltivano pro-
prio in quello che fu un campo di maledizione, sono
invece una benedizione: sono un segno di speranza,
anzi di certezza ,i.

2.5 Page 15

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Un servizio moderno per I giovani d'oggi
Il CENTRO SALESIANO
01 ORIENTA ENTO
« Tlo scelto fo carriera dell'i11seg11a-
mento e segu.endo questi corsi penso
senz'altro di poter assolvere meglio la
mia missione... ».
« Sono madre di famiglia. Lo st1idio
che compio in questa sede mi serve
inclubbiamente per aiutare i miei bam-
bini, ma anche, direi soprattv.t-to, per
risolvere altri c<1si che mi vengono
presentati da famiglie amiche... ».
« lo sono nell'ind1LStria: queste le-
zioni mi sono utilissime per fnrmi una
base di conoscenze teoriche e pratiche
che quotidianamente poi valuto e sfrutto
nel mio lavoro, al sernizio del personale
ciel/a mia azienda. nel settore psit·o-
tecniro e di formazione... ».
Queste risposte sono di alcuni al-
lievi e allieve che frequentano il
Centro di Orientamento che ha sede
all'Istituto salesiano Rebaudengo in
Torino. Sono soltanto alcune "voci";
riassumono però i motivi di interesse
di coloro, sempre più numerosi, che
hanno scelto questa qualificata Scuola
Superiore di Psicologia per la loro
pre1>arazione professionale o come
integrazione e Hpecializzazione di
st-udi fatti altrove.
Due elementi importanti emergono
subito dal colloquio con coloro che
frequentano i corsi al Cent.ro di Orien-
tamento. Tutti sono concordi nel-
l'affermare che nel Centro ricevono
la formazione scientifica che sta alla
hase di questi con;i. « Qui otteniamo
una completezza professionale che,
ptirtroppo, non tutte le a/m, sr1tolc
del genere offrono... ». E ancora
- sono parole di un noto docente

2.6 Page 16

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torinese - « Ho l'impressione che
qui ci sia proprio l'orientamento pra•
tico: inutile o quasi, riempire i cer-
velli di teorie se poi gli interessati non
sono in grado di esaminare, validare
i "casi" clie loro si presentano o ela-
borare i dati dei tests e interprelarne
il valore psicologico ».
TERAPIA
DI APPOGGIO
L'altro fattore su cui concordano
i giudizi sul Centro è costituito dal
clima di collaborazione totale, tra
allievi e docenti, nelle aule e fuori,
che qualcuno ha definito - richia-
mandosi ai metodi di studio soprat•
tutto in Paesi anglosassoni - « non
italiano ». E intendeva dire che il
dialogo, la conversazione è, a questo
Centro, parte integrante del lavoro
d'insieme.
Al Centro Salesiano di Orienta-
mento in Torino si va quindi anzi-
tutto per ricevere una formazione
eminentemente scientifica e pratica.
È ancora la madre di famiglia che
racconta come, ad un dato mo-
mento della sua attività, ha capito
che, per dovere umano e cristiano,
non poteva lavorare soltanto a Ull
livello empirico, ben sapendo quanto
sia facile errare nelle valutazioni di
consuJenza psicopedagogica e scola-
stica. L'impiegato nell'industria con
compiti non solo di selezione ma di
formazione del personale, trova a
questo Centro quell'integrazione che
gli permette di segui.re nella sua
azienda - nella preparazione delle
maestranze e dei quadri dirigenti -
non soltanto un criterio psicologico,
ma addirittura un metodo di psico-
logia clinica: almeno p er quanto
concerne il gruppo di capi di prima
linea, quelli più a contatto con l'e-
lemento uomo nella fabbrica.
A questo Centro si formano pure
molte assistenti sociali che domani,
nelle indagini proprie della loro pro-
fessione, devono avvic_inare ragazzi
e famiglie per evidenziare, nel dialogo
con gH uni e le altre, le cause remote
o presenti di certi squilibri che tur-
bano non pochi adolescenti al giorno
d'oggi. Possiamo senz'altro affer•
mare che il Centro ha lo scopo pri-
14 mario di aiutare, direttamente o in-
direttamente, la famiglia con quella
che potremmo definì.re terapia d'ap•
poggio. Chi esce da questo corso è
in grado, almeno con il consiglio,
indirizzando cioè a eventuali altri
Centri di consultazione, di offrire ai
genitori e agli adulti in genere quelle
delucidazioni che servano anzitutto
a far comprendere l'importanza di
questi aiuti, oltre che a gauntire
immediate, talora urgentissime forme
di assistenza. Per il fatto poi che
sono quasi tutti insegnanti coloro
che partecipano a questo corso di
studi, la loro parola qualificata, nei
consigli di classe, le loro valutazioni
soppesate in merito a certi allievi
particolarmente "inquieti" intellet-
tualmente o som.aticamente, non
possono non essere di grande aiuto
per un sereno lavoro scolastico e pe1
la tranquillità delle famiglie.
IL PROGRAMMA
DI STUDIO
Il Centro di Orientamento in To-
rino, piazza Rebaudengo 22, risale
ai primi anni dell'Ateneo Salesiano
(1938-41), qnando sorse in seno al-
l'Istituto di psicologia. Ebbe vita
autonoma nel 1959, all'epoca del tra-
sferimento a Roma del medesimo
Pontificio Ateneo.
Fu uno dei primi istituti a iniziare
in Italia un'assietenza sistematica
psicologica e pedagogica agli alunni
della scuola secondaria, con fini
specificamente orientativi; divenne
quindi un vero centro-pilota per
altre istituzioni del genere, che sor-
sero man mano nella penisola: a
Roma, Arese, Vcrona, Mogliano Ve-
neto, Catania, ecc.
In particolare-, il Centro torinese
svolge la sua attività a servizio di
enti educativi, pubblici e privati, e
a favore anche di singoli individui,
nei settori dell'orientamento scola-
stico e professionale (scuole secon-
darie iuferiori e superiori); della con-
s ulenza psicologica e vocazionale
Caspirantati, seminari, noviziati);
della consuJenza psicopedagogica sco-
lastica (scuole elementari e seconda-
rie). Proprio nelle prossime settimane
il Centro offrirà la sua collaborazione
a un gruppo di scuole della cintura
del capoluogo piemontese e della pro-
vincia per diagnosi psicoattitudinali
e per l'assistenza di ragazzi bisognosi
di particolari cure.
É un'indagine autorizzata e soste-
nuta dal Ministero della Pubblica
Istruzione: una convalida, assieme a
molte altre, della stima che le auto-
rità competenti hanno per questa
nostra attività.
Il Centro inoltre presta la sua con-
suJenza a importanti complessi indu_-
striali a Torino e a Biella.
Tutti gli esami individuali, com-
piuti da professori specializzati, si
svolgono su appuntamento e com-
prendono un insieme di prove che si
estendono su un tempo, secondo i
casi, che va dalle tre alle otto e anche
dieci ore di lavoro.
Il servizio è aperto al pubblico, in
linea di massima, da settembre a luglio.
La lunga esperienza d'insegna-
mento e di servizio pratico nei settori
della psicologia da parte dei profes-
sori e la costante collaborazione di
medici specialisti, neurologi e psi-
chiatri, hanno permesso a questa
scuola non solo di affermarsi come
strumento di servizio p sicologico, ma
anche di imporsi come ente culturale
e di studio, in modo particolare n el
settore educativo, a favore degli
insegnanti.
IL TITOLO
DI "COLLABORATORE PSICOLOGO"
I corsi di perfezionamento e spe·
cializzazione in psicologia, sotto l'e-
gida e l'approvazione d.el Centro
Didattico Nazionale per la scuola
media (decreto ministeriale 7 lu-
glio 1966) furono iniziati nel no-
vembre dello stesso anno, in locali
appositamente attrezzati, presso l'I-
stituto Conti Rehaudengo. Compren-
dono un biennio di insegnamento,
più un anno di lavoro personale con-
trollato, per la tesi di diploma. Al
termine dell'iter di studio, si con-
segue ~l titolo di "collaboratore psi-
cologo" nelle specializzazioni, a scelta,
di consulente psicopedagogico e orien•
tatore di professione.
Il primo anno si chiude con il con-
ferimento del diploma di "testista",
che qualifica il candidato all' applica-
zione delle principali tecniche dia-
gnostiche dell'intelligenza. Questo

2.7 Page 17

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Il Centro è fornito di modernissime
apparecchiature audiovisive e didat-
tiche e dispone di una moderna im-
postazione tecnica per ricerche stau-
stiche relative ai tests, con calcola•
tore elettronico a schede magnetiche
Esami individuali, compiuti da profes-
sori specializzati, permettono, dall'in-
sieme delle prove, di trarre concrete in-
dicazioni per la valutazione dei giovani
T
« Diploma di perfezionamento di-
dattico in psicologia » è valido agli
effetti dei concorsi, di incarichi e di
supplenze. È un ciclo di studi que-
sto che offre la possibilità di un'ampia
in.formazione di base nel campo psi-
cologico, utile nella scu_ola per u_na
approfondita conoscenza degli alunni.
Il corso di qualificazione in psi-
cologia permette di inserirsi nei com•
plessi scolastici ed educativi, nei
centri psicomedici-pedagogici, nei
centri di orientamento, nei labora-
tori psicotecnici delle industrie, nei
centri ENPI, nelle aziende pubbliche
e private.
Il programma (nei due anni sono
previste 420 ore di insegnamento)
non solo si svolge su un piano teo-
rico ma comprende pure il corso
pratico: ogni alunno è obbligato a
fare esercizi sperimentali e ricerche
personali e di gruppo, da discutere in
"seminari". Le discipline interessano
la psicologia generale, quella dell'età
evolutiva e ~ociale, la neurofisiologia,
la caratteriologia e tipologia, le tec-
niche psicodiagnostiche, la deonto-
logia professionale, la statistica, la
legislazione scolastica, l'igiene, la
metodologia dell'orientamento pro-
fessionale, l'analisi del lavoro, ecc.
Il Centro, diretto dal professor
do1t Mario Viglietti, salesiano, si av-
vale dell'opera di altri qualificati do-
centi, sacerdoti e laici (specialisti,
medici, professori, dirigenti di centri
psicotecnici di grandi industrie).
Questo appassionante lavoro si in-
serisce in un vasto quadro di rinno-
vamento e di aiuto alla società, a
cui l'arte dell'educatore offre gli ele-
menti più preziosi e validi. Già nel
1951 Pio XII dichiarava che i for-
giatori di intelligenze e di volontà
devono « adattarsi all'ctà1 al tempe-
ramento, al carattere, alle capacità,
ai bisogni e alle giuste aspirazioni
dell'alunno; adattarsi a Lutte le cir-
costanze di tempi e di luoghi, adat-
tarsi al ritmo del progresso generale
dell'u.manilà ».
Chi ha còme missione di pre-
parare il mondo di domani, deve
sentire l'impegno di dedicarsi a que-
sti studi e a queste ricerche, se non
vuole essere tagliato fuori dalla
realtà che ci incalza, dove hanno
valore i cervelli più che i muscoli;
se intende adattarsi, come affermava
Pio XII, « al ritmo del progresso
generale dell'umanità ».
16

2.8 Page 18

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Educhiamo come Don Bosco
.•
Fumetti si,
fumetti no
Un giorno Carlo Tomatis in-
contrò Don Bosco che teneva
un fascio di bozze in mano.
Erano le bozze del suo nuovo
libro Storia ecclesiastica. To-
matis rivolse a Don Bosco
una domanda piuttosto cu-
riosa. Gli chiese:
- Come fa lei, Don Bosco,
a trattare punti difficili e a dir
male di un personaggio che
magari è un eroe nazionale?
- Dove posso dir bene, lo
dico - rispose Don Bosco; -
dove dovrei dir male, taccio.
- E la verità, allora, dove
la mettiamo 7 - continuò a
chiedere Tomatis.
Don Bosco dette una rispo-
sta meravigliosa:
- lo non scrivo per i dotti,
per gli intellettuali; io scrivo
per il popolo e per i ragazzi.
Ciò spiega perchè Don Bo-
sco si fece un instancabile vol-
gar,izzatore e propagandista di
letture popolari. « Il buon li-
bro - diceva - entra persino
nelle case dove non può en-
trare Il sacerdote. Presentan-
dosi, non arrossisce; trascu-
rato, non s'inquieta; letto, in-
segna la verità con calma.
Viéne l'ora della solitudine o
della noia o della necessità di
svago: il libro apre i suoi fogli
e si rinnovano le meravigliose
conversioni di Sant'Agostino
16 e di Sant'lgnazio... ».
Ma oggi nelle mani dei ra-
gazzi, più che il libro, circola
la stampa periodica. Un'in-
chiesta di qualche anno fa ha
appurato che, sommando tutte
le edizioni dei li bri del Salgari,
si ottiene un totale pari a
quello dei giornalini a fu-
metti pubblicati in una sola
settimana, con una spesa su-
periore ai 1O miliardi.
Un'indagine statistica con-
dotta fra duecento ragazzi dal
12 ai 13 anni rivelò che To-
polino, Paperino, Pippo, Pluto
e gli altri personaggi di Walt
Disney rappresentano da soli
oltre un terzo delle predile-
zioni dei ragazzi intervistati.
S' impone quindi la neces-
sità di avere sempre l'occhio
aperto sui fumetti che leggono
i figli. Ne abbiamo parlato lo
scorso anno in un articolo
che ebbe fortuna.
Qualche suggerimento an-
cora al riguardo. tenendo pre-
sente che una robusta educa-
zione generale del ragazzo è
la migliore premessa per pre-
pararlo ad una buona scelta nel
campo particolare delle letture.
Non lasciate assolutamente
mai in mano ai ragazzi i "fu-
mettj neri", pieni di delitti e
di orrori o di storie d'amore
che sono un miscuglio di vio-
lenza e di volgare erotismo.
Gli effetti dei fumetti neri sul-
l'animo dei ragazzi sono ne-
fasti. La visione del mondo
serena e buona, tanto neces-
saria per lo sviluppo armo-
nico di una personalità an-
cora in boccio, naufraga in
quel pantano di crimini e di
sconcezze; il rispetto del cor-
po - tempio dello Spirito
Santo - si sbriciola sotto i
colpi di tante profanazioni.
I ragazzi leggono di prefe-
renza le avventure fantastiche,
le pubblicazioni dedicate a
piccoli animali. a protagonisti
avventurieri che guidano velo-
cissime aut9mobili sport, par-
tono per lo spazio interplane-
tario senza darsi pensiero dello
spazzolino da denti, e non
sono crudeli. In genere la let-
tura di questi fumetti è un
passatempo innocuo.
Preferite tra i fumetti quelli
cne hanno molto umorismo.
L' urnorisrno è un commento
al nostro tempo. Sfogliate per
esempio un fumetto dove la
scena pullula di spie interna-
zionali, di elicotteri e di scien-
ziati bizzarri; vedrete la strega
Nocciola schivare satelliti me-
teorologici, mentre vola a ca-
vallo della sua scopa; frat-
tanto, giù al Quintagono, dove
regna la costernazione, gli ar-
chivi so.no contraddistinti:
«Segreto», « Non tanto se-
greto», e « Noioso». Si pub-
blicano ogni anno migliaia di
pagine di queste baggianate.
Eppure quella fantasia sbri-
gliata e umoristica, che fa in
un certo modo una satira be-
nigna del nostro tempo, può
introdurre i ragazzi nella vita.
È sbagliato prendersela con
i fumetti in genere e dire che
rovinano i ragazzi. I ragazzi
non accettano questa nostra
condanna radicale e indiscri-
minata. Genitori ed educa-
tori, leggeteli voi per primi.
Allora conoscerete quali sono
i fumetti che possono offrire
qualcosa di valido e dì con-
siderevole valore e sarete voi
stessi, col vostro interesse, a
guidare i ragazzi nella lettura.
Farete una delle cose più belle
se in questo campo ridivente-
rete piccoli con i piccoli, ra-
gazzi con i ragazzi, per edu-
carli e impedire che letture
credute innocue deformino le
loro giovani menti e per orien-
tare, col vostro gusto sano, la
non facile scelta dei vostri
figlioli. I genitori debbono sa-
per leggere coi figli, come
anche giocare e seguire il
campionato di calcio o il giro
d'Italia.

2.9 Page 19

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Ho 11 speso bene i miei soldi"
Il 26 ottobre scorso, verso le 16,15, il nostro don Luigi
Terrone, novantatreenne, che lo scorso dicembre ha cele-
brato la sua "Messa di platino" (70 anni), mentre dalla piazza
di Maria Ausiliatrice stava per entrare nella Basilica, vide una
donnetta che con un braccio gli faceva cenno di fermarsi.
Pensò ohe volesse un'elemosina e in cuor suo si rammari-
cava di non aver modo di accontentarla. Ma poi notò che
teneva in mano qualcosa.
- Reverendo - disse - prenda questa offerta.
- Per quale scopo?
- Vedo che fanno grandi lavori per la Basilica...
- È vero: vogliamo ricordare il centenario del Santuario
costruito da Don Bosco nel 1868.
Sono contenta... lo vengo da Penango Monferrato.
- Oh I anch'io sono stato a Penango.
- Un mio bambino è stato dai salesiani a Montalenghe...
- Anche a Montalenghe io ho lavoratol... Grazie del-
l'offerta, che sarà destinata alla facciata della Basilica. La
Madonna la benedica!
Quelrofferta di 200 lire richiamò subito al venerando sale-
siano che conosce a fondo la vita di Don Bosco, un'altra
offerta fatta cento anni fa alla Basilica in costruzione.
Una vecchietta, passando davanti alla chiesa e sentendo
che si trattava di un tempio alla Vergine e che da ogni parte
affluivano offerte e già si ottenevano grazie, entrò nell'Oratorio:
- Anch'io voglio contribuire a questa costruzione - e
consegnò 2 lire.
Dopo molti mesi, a costruzione ormai ultimata, ebbe occa-
sione di ripassare a Valdocco e, ammirando la grandiosità
della chiesa, esclamò in buon torinese: « Bella. proprio bella I
Sono contenta. ho speso bene i miei soldiI... ».
• • • • •••••••••• ••••••••
Ci auguriamo che molti devoti di Maria Ausiliatrice imitino
il gesto della brava donnetta, che 'ha aperto il primo secolo
di vita della Basilica di Valdocco, e di quella non meno brava
che lo chiude col suo obolo, tanto piccolo ma tanto gradito
al cuore materno di Maria Ausiliatrice, perchè frutto di un
amore filiale che nella propria povertà ùova ancora qualcosa
di superfluo da offrire alla Mamma del Cielo.
• • • ••
• • • • ••••
17

2.10 Page 20

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I miracoli della carità alla uoon Bosco Sc~oo16' di Calcutta
Chi non credesse ai miracoli della carità non avrebbe che
da recarsi alla giovane « Don Bosco School » al Park Circus
di Calcutta e visitare il reparto meccanici inaugurato il 26 ot-
tobre scorso.
Nel 1958 accadde il primo miracolo. A Calcutta, in via
Durga 23, c'era una giungla quasi impenetrabile di arbusti
spinosi. Nel breve periodo dì un anno quella giungla fu tra-
sformata in una delle più moderne e belle scuole di Cal-
cutta. La carità cristiana della « Misereor» {la nota orga-
nizzazione dei cattolici tedeschi avente per fine di aiutare i
Paesi sottosviluppati) e la carità di tanti umili e modesti
lavoratori italiani hanno finanziato Il grandioso progetto.
Il nome di don Doro. ideatore dell'opera, e di don Guido
Colussi, esecutore del progetto, sono rimasti in benedi-
zione. Don Alessi, l'ispettore. di allora, nel 1958 ebbe la
gioia di vedere la scuola, appena aperta, riempirsi immedia-
tamente di allievi. Ancora oggi il periodo delle accettazioni
diventa una continua battaglia tra i genitori e la direzione.
Calcutta, che viaggia con grappoli di gente aggrappati an-
che ai paraurti degli autobus, sulle balestre dei tram e sui
predellini dei treni, preme e insiste sempre, anche se si è
già arrivati ai 2000 allievi.
Ma la scuola affollata non aveva risolto il problema più
grosso. Anche dopo una promozione brillante, che cosa
avrebbe fatto quella massa di giovanotti? Sarebbero forse
andati ad aumentare i milioni di disoccupati. Bisognava
pensarci e prowedere. A quei ragazzi. col certificato scola-
stico, occorreva possedere un mestiere che li qualificasse
come tecnici. La soluzione di questo problema è stato il
secondo miracolo. Si compì in tre anni e fu ufficialmente
riconosciuto il 26 ottobre 1967 dall'Arcivescovo di Cal-
cutta mons. Alberto D'Sonza, dal Console per gli affari
culturali della Germania Occidentale, dott. Hermann Ren-
trop, dal signor Salvatore !fori, Segretario generale del Con-
solato italiano a Calcutta e da centinaia di parenti presenti
all'inaugurazione. La benedizione del moderno macchinario
composto di cinquanta unità tra torni, fresatrici, pialle, sal-
datrici, ecc. è stata la conclusione di tre anni di dialogo
tra la carità del popolo tedesco e del popolo italiano e l'in-
digenza di tanta gioventù in Calcutta.
Lacrimoni g_rossi di gioia sgorgano dagli occhi increduli di
tanti papà mentre costatavano, in mezzo al ronzio dei mo-
tori, il progresso dei loro figliuoli, che vi lavoravano da pochi
mesi. Profondo interesse hanno mostrato anche i due degni
rappresentanti della Germania e dell'Italia n'el vedere l'abi-
lità degli apprendisti e la perfezione dei loro lavori. L'Ar-
civescovo di Calcutta, accompagnato dall'ispettore don Ro-
sario Stroscio, che ha portato a compimento il piano va-
rato dal suo antecessore don Paviotti, e dal direttore don
Lo Groi, visitò attentamente ogni macchina e l'interessante
mostra dei lavori.
«La nave è stata lanciata - ha detto il dott. Rentrop. -
Voi, giovani apprendisti, siete i membri dell'equipaggio: col
vostro amore al lavoro e al progresso, con la vostra costanza
scoprirete il nuovo mondo dell'industria, del benessere, della
pace e della gioia per la vostra grande nazione».
18

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Don Bosco ritorna alla cascina Moglia
Questa volta Don Bosco è tornato alla cascina Moglia in
immagine, richiamatovi dalla devoz.ione della famiglia Casa-
legno. Tale famiglia. per un ramo femminile, discende dai
Moglia, che accolsero Don Bosco fanciullo e l'ospitarono
dal febbraio del 1828 al dicembre del 1829.
Allora Don Bosco era tredicenne e in casa. con la voglia
matta che aveva di studiare per diventare sacerdote, non
ci poteva più stare a motivo del fratellastro Antonio. Costui,
un po' rude, lo voleva nei campi a lavorare, per far fronte
alle difficoltà che creavano la carestia e le guerre, in ag-
giunta alla scarsezza nativa dei mezzi e delle braccia.
Giovanni, - divinamente illustrato con le ispirazioni, i
"sogni" e quell'innata propensione alle cose di religione
che lo avevano reso maestro prima ancora che scolaro, -
mal si adattava alla prospettiva di passare la giovinezza e
la vita intera in mezzo ai campi, a servizio della poca terra
che la famiglia aveva ereditato dal padre, prematuramente
scomparso. Sollecitava perciò, sia con l'attitudine innata
allo studio che con l'assidua lettura di quei pochi libri sui
quali riusciva a mettere le mani, ta comprensione e l'aiuto di
quanti erano disposti a condividerne le ansie e te aspirazioni.
Prima fra tutti la madre, che lo difese sempre contro inge-
renze di terzi, e poi don Lacqua che a Capriglio gl'insegnò
a leggere e a scrivere. e infine lo zio m,aterno Michele Oc-
chie"na, ricco di senno come sua madre. Ma un triste giorno
mamma Margherita, pur di farla finita una buona volta con
le scenate, si vide costretta a invitare Giovannino a cer-
carsi un' occupazione fuori di casa. Dove 7 Non lo sapeva
neppure lei. Avesse cercato alla cascina Campora, sulla
Serra di Buttigliera dove era già stato qualche tempo prima;
al Bausone, magari; che se poi non avesse trovato Il. si fosse
rivolto alla cascina Moglia, dove lei aveva qualche conoscenza.
~ un discorso che fa gelare il sangue nelle vene, tanto più
quando si pensa che Giovanni era un ragazzo. La stagione
poi - si era in febbraio - non era la più adatta per man-
dare allo sbaraglio una creatura, che aveva il solo torto di
vedere più lontano e più chiaro degli altri. A buon conto,
Giovanni partì; girò alla Serra; sbucò al Bausone; e infine,
bussò alla cascina Moglia, dove entrò risoluto di non tor-
nare indietro.
Vi si fermò infatti quasi di prepotenza e, dopo le prime ine-
vitabili incertezze, si fece amare. sbalordl i grandi con le
sue prestazioni, edificò grandi e piccoli con la sua pietà
e quando, dopo circa un paio d'anni, parlò di andarsene,
nessuno era più disposto a permetterglielo, a costo di rad-
doppiargli il salario. A cavarlo di Il fu appunto lo zio Mi-
chele che, trovatolo a Moncucco in un giorno di mercato
e avuta conferma del suo persistente desiderio di studiare,
lo prese con sè e lo riportò ai Becchi, disposto ad assumersi
tutta la responsabilità del suo improvviso rientro.
Ma quante cose non aveva mai fatto il piccolo Bosco in
quei pochi mesi alla cascina Moglia I E tutte cosi geniali,
cosl grandi, che ancora se ne parla come se fossero successe
ieri. Alla Moglia vi mostrano ancora adesso la vigna che
egli ha sarchiato, i campi che ha arato, l'arco di portico sotto
il quale era solito recitare l'Angelus, il prato dove fu sor-
preso più di una volta fuori dei sensi, la camera dove dor-
miva, il gelso alla cui ombra intratteneva i ragazzi della bor-
gata in amene conversazioni, la stalla dove d'inverno ve-
gliava con la famiglia leggendo e commentando // Leggen-
dario del Santi.
Tutto questo fu detto la domenica 22 ottobre, quando dal
parroco di Moncucco don Antonetto, fu benedetto il busto
in bronzo di Don Bosco, precedentemente scoperto dal suo
quinto successore don Renato Ziggiotti, venuto dal Colle
apposta con la Schola cantorum. Sulla facciata della ca-
scina c'era già una lapide; ma ai Casalegno pareva troppo
povera cosa in confronto dei benefici che ne avevano rice-
vuto. E allora gli decretarono quel busto, che parve a tutti
di buona fattura e di nobile espressione.
Per l'occasione si era raccolta non solo la parentela, ma
anche un nutrito numero di devoti, contenti che a Don Bosco
venisse data quella ennesima tes1imonianza di amore e di
gratitudine.
19

3.2 Page 22

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11 Cardinale Raul Silva
~ ecc·,
Il Cardinale Raul Silva, salesiano, arcivescovo di
Santiago e primate del Cile, la domenica 22 ot-
tobre, ha celebrato la giornata missionaria con i
salesiani di Brescia. Ha visitato le opere parroc-
chiali, il Centro giovanile salesiano e l'Istituto
Tecnico Industriale Don Bosco, soffermandosi
particolarmente con i giovani. Ancora in mat-
tinata fu alla Sede dell'Editrice « La Scuola».
accolto dai dirigenti e redattori, con i quali ebbe
uno scambio di idee in ordine ai problemi edito-
riali inerenti alle attività dell'editrice. Nel pome-
riggio ha raggiunto il Santuario della Madonna
di Valverde in Rezzato dove, sul piazzale anti-
stante al tempio, ha celebrato la Santa Messa
alla grande folla accorsa a onorare il terzo
porporato che visita Il celebre santuario, dopo
San Carlo nel 1580 e il card. Ottoboni, vescovo
di Brescia, nel 1660. Nella foto: il card. Silva tra i
giovani studenti dell'Istituto salesiano di Brescia.
Il Cardinale
Gustavo Testa
al settantacinquesimo
i S""l.......i- . "l
Presiedute dall'exallievo più illustre, il
Cardinale Gustavo Testa. si sono svolte
a Treviglio (Bergamo) le celebrazioni
dei 75 anni di lavoro salesiano in quel
fiorente Collegio. Vi hanno preso parte
autorità e popolo in un alone di simpatia
che dice quanto sia stimata l'opera dei
figli di Don Bosco nella città e nella
zona bergamasca. Il Rettor Maggiore
era rappresentato dal Prefetto Generale
don Albino Fedrigotti. Erano presenti an-
che I Vescovi mons. Stella e mons. Li-
vraghi. Il Consiglio Comunale ha conferito
la medaglia d'oro di benemerenza ai Sa-
lesiani, «che ormai costituiscono - ha
affermato il sindaco Riganti - parte
attiva del patrimonio civico cittadino».
LA COLLANA: QUADERNI PER L'APOSTOLATO DEI LAICI
Voluta dal Superiori e curata dall'Ufficio Nazionale Cooperatori, la collana ha lo scopo di dare ai laici un aiuto
pratico per la loro formazione personale e per il loro apostolato. È composta di eleganti volumetti di piccola mole,
a prezzo modesto, scritti in forma accessibile anche a persone di media cultura.
La collana è formata da due serie:
Serie A ("Formazione")
G. Favini, Cooperatori salesiani di Don Bosco
A. L'Arco, Che sai tu del Concilio 7 (orientamenti conciliari)
(In preparazione)
Spiritualità salesiana (In pr-eparazlone)
Serie B ("Sussidi")
G. Clementel, Orientiamo la gioventù
R. Vignate, Stampa. veicolo di idee
Al servùio della gioventù (In preparazione)
20 Edizioni Cooperatori Salesiani · Viale dei Salesiani, 9 - 00175 Roma

3.3 Page 23

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,
Il 19 novembre scorso la Basilica di Maria Ausiliatrice ha risonato delle
preghiere e dei canti di oltre millecinquecento militari, che hanno aderito
spontaneamente alla giornata per l'Anno della Fede indetta per loro.
Ha celebrato la Santa Messa e ha rivolto loro la parola l'Ordinario
Militare Arcivescovo mons. Luigi Maffeo. Hanno assistito nel presbi-
terio il Comandante della regione nord-ovest, generate Cassone, nu-
merosi altri generali e alti ufficiali del Comando regione.
L'on. Moro
I
t
r
Domenica 15 ottobre scorso l'on. Moro ha accolto l'invito a presiedere
alla premiazione dei giovani del « Don Bosco» di Pordeno~e. ~ccom-
pagnato da uno stuolo di autorità, accolto dalla banda cittadina, ha
fatto il suo ingresso nel teatro gremito dei 450 studenti e dei loro
familiari. Il direttore don Tassello ha ringraziato l'on. Moro per la sua
venuta « nella casa salesiana che 43 anni fa, movendo i primi passi
sotto la guida di don Renato Ziggiotti, poi quinto Successore di
Don Bosco, si era svilupp11te rapidamente creando un centro di cultura
e di educazione che ha dato a Pordenone e al circondario abili
dirigenti e professionisti, capaci e onesti cittadini». Il Presidente h~
consegnato i premi agli alunni e il berretto goliardico ai 24 studenti
del Liceo maturati nel 1967; ha quindi espresso un vivo riconosci-
mento all'operél dei salesiani nel campo educativo, culturale e sociale.
Il Concilio dice:
« Le associazioni di laici che
abbiano per scopo /'apostolato.
debbono diligentemente favorire
la formazione all'apostolato»
(Oeçr. Conc. Apostolato dei Laici)
Per questo i Cooperatori Salesiani
hanno organizzato una
SCUOLA DI FORMAZIONE
ALL'APOSTOLATO DEI LAICI
LA SCUOLA
Si articola in due settori:
Per gruppi (formula A)
Per corrispondenza (formula B)
t BIENNALE e comprende per
ogni anno:
Venti giorni di scuola
Studio e lettura personale
delle Sacra Scrittura e dei do-
cumenti conciliari.
Lavori scritti
Cinque esercitazioni pratiche
CONDIZIONI RICHIESTE
Età di regola dai 18 ai 45 anni
Cultura almeno media
Obbligo di frequenza (perì grup-
pi) e di corrispondenza (per gli
altri) - Quota di L. 6000 (com-
prendente tasse di iscrizione e di
frequen:za, testi, dispense. sussidi
vari, spese postali)
MATERIE DI STUDIO
Primo Anno
CULTURA RELIGIOSA (Introdu-
zione alla S. Scrittura - Dogma -
Morale)
TEOLOGIA DELL'APOSTOLATO
PSICOLOGIA (principi)
PEDAGOGIA (principi)
5 esercitazioni pratiche
(fuori orario)
Secondo Anno
CULTURA RELIGIOSA
(Dogma-Morale)
STORIA ECCLESIASTICA
SOCIOLOGIA
METODOLOGIA PASTORALE
5 esercitazioni pratiche
(fuori orario)
Al termine del biennio, superate
positivamente le prove di un ela-
borato scritto e di un esame orale
(formula A) o di una valutazione
(formula B), verrà rilasciato agli
iscritti un particolare attestato.
Per iscrizioni:
Formula A (gruppi);
presso il Centro Cooperatori che
organizza la scuola
Formula B (per corrispondenza):
Ufficio Nazionale Cooperatori Sa-
lesiani - Viale dei Salesiani, 9
- 00175 Roma (c.c.p. 1'52186)
Per informazioni:
Ufficio Nazionale Cooperatori
Viale Salesiani. 9 - 00175 Roma 21

3.4 Page 24

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ID
Giovane $Uonatore della banda "I Bengala" def Fratelli Saveriani, che lavorano nel Vicariato di Sakania
Monsignor Lehaen, Vescovo
di Sakania, trac.eia una pano-
ramica sul Congo di oggi.
Passata la tempesta, i mis-
sionari hanno ripreso l'opera
di evangelizzazione con nuovo
slancio, ben assecondati dal-
le ferventi comunità cristiane,
decisi ad attuare il monito di
Paolo VI nel «Messaggio al-
l'Africa»: «Rendere vivo ed
efficace l'incontro del cristia-
nesimo con l'antica tradi-
zione africana»
22
Per la Chiesa Cattolicanel Congo
gli anni 1966-67 hanno segnato
un bilancio positivo. Agli anni
sanguinosidel '64e '65, dmante
i quali 181 missionari sono caduti vit-
time della ribdl.ione dei Simba (Simba
in Swahili significa " leone", titolo
che si applicarono i ribelli), è seguita
la rinascita con la ripresa dell'apo-
-stolato nelle zone liberate e col rin-
novamento deJla vita cristiana sotto
l'impulso dinamico del Vaticano Il
nelle regioni che non hanno cono-
sciuto torbidi, come la nostra diocesi
cli Sakania.
Alcuni dicono che la ribellione nel
Congo è liquidata. Altri pretendono
che essa covi tuttora. Si sarà vicini
al vero dicendo che vi è ancora
qualche residuo dì Si:mha nelle dio-
cesi di Wamba, d'Uvira, di Bondo,
d'lsangi, d'ldiofa e di Kisangani
(Stanleyville). Questi xihelli non pre-
sentano molta resistenza pcrchè in-
deboliti, ma continuano a menare
vita di fuorilegge, protetti dalla fo-
resta equatoriale. In queste regioni
occupate dai Simba non vivevano
più che alcuni missionari, ostaggi
più che uomini liberi: due s acerdoti
europei e due religiosi congolesi,
membri della Congregazione dei Sa-
cerdoti del Sacro Cuore, oltre cinque
s uore congolesi della Sacra Famiglia.
Un sacerdote europeo e due fratelli
laici congolesi furono liberati la
notte di Natale nella regione di
Wamba. Il colonnello Pietro Olembe,
comandante dei Simba a Waniha, fu
fatto prigioniero. È lui che aveva
ordinato la distruzione di Wamba
il 25 novembre del 1964, quando

3.5 Page 25

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il sereno
dopo la tempesta
rinascita s pirituale e sociale del Paese:
ovunque gli abitanù hanno rico•
struito spontaneamente scuole e
chiese dis truLte dai ribelli; nelle re-
gioni disorganizzate dal punto di \\·i~ta
amministrativo, i capi indigeni hanno
ripreso d'autorità gli affari nelle loro
mani, provvedendo alla sicurezza del
Paese.
Il più gTande ostacolo al rinnova-
mento pastolare non proviene dun•
que dalJa popolazione, le cui dis po·
sizioni sono ottime e l'apertura di
s pirito assai fa vorevole; l'os tarolo
maggiore è di ordine materiale. La
ricostruzione e la ripresa della , itn
iu ogni settore non si fanno facil-
mente in que,,te regioni isolate per
mancanza di mezzi di trasporto ade-
guati e a causa dello stato generale
delle vie di comunicazione. l'i0I set•
tore del riforrùmento di cibi e di me-
dicine la « Caritas-Congo », il « Ca-
lholic Relief Service » americano,
con la collaborazione protestante,
hanno contribuito a sollevare molte
mis erie,
Si riprende
..Il ,.,;~·• _._, Cc ci'=-
perirono il vescovo mons. Joseph
Wittchols e sette dei s uoi missionari,
tutti sacerdoti <lei Sacro Cuore. Lui
trucidò anche con le sue proprie
mani la suora congolese Ma.ria Citi•
mentina (Alfonsina Anwarite), che
morl marlire per la virtù il lo di·
cemhre 1964 all'età di 25 anni.
Scuole e chie e risorgono
Nei territori da poco liberati dolle
mani dei ribelli comincia a regnare
un senso di ottimismo. Le diocesi di
Lolo, di .Buta, di Bondo e di Ba•
sanknsu, sono s tate completamente
Mons. Lehaen in visita pastorale,
mentre viaggia sul Lampulo
liberate. NelJa diocesi di Wamha,
cosi duramente provala, sei missio•
nari di sei nazionalità divel'Se, assi-
stiti da tre o quattro preti congolesi,
attendono da soli a otto missioni.
Gli anni '66 e '67 sono segnati dal
ritorno d ei missionari nell'Uele al
nord; dal rinforzo del personale a
ltnri. al Maniema a l'est e al Kwilu
a l'ovest; dal rilancio dell'apostolato
in tutte le parti del Congo e dalla
ripresa dell'insegnamento; si sono
anche iniziate alcune opere econo•
mico·sociali.
D'altronde le popolazioni congolesi
non. sono rimaste indiH'erenti alla
Sono i ve covi che. tomando dal
Concilio, hanno dato il via nelle loro
diocesi a un grande rinno,amenlo
spirituale organizzando, conforme al
desiderio del Sunto Padre, il giubileo
conciliare, Fu un contatto dirello
del Vesco, o col ~uo gregge, un , ero
dialogo col popolo congolese e una
rii;posta di questo all'attesa del
Sommo Pontefice.
Nel corso del 1966 le riunioni dei
, •escovi per pro, ince ecclesiaslic:he,
come la riunione del Comitato Per•
manentc degli Ordinari del Congo,
rivestirono un carattere particolar-
mente importante: esse dove, ano
preparare la Conferenza Plenaria del-
l' Episcopato del Congo del 1967, la
prima dopo il Concilio e parimcnli
la prima dopo la ribellione.
È in questo st esso anno che l'e-
piscopato congolese è aumentalo cli
sei unità: mons. l\\1ulindwa, arcive-
scovo di Bukavu; mons. BakoJe,
vescovo ausiliare di Luluabourg;
mons. Kataliko, vescovo di Béni;
mons. Onyembo, vescovo di Kiudu;
mons. Pirigisha, vescovo di Ka•
songo; mons. Mulolwa, vescovo di
Badouinville. Cosi il numero dei
,escovi africani nel Congo è attuai- 23

3.6 Page 26

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mente di 18; tra di essi tre arcive•
scovi, 12 vescovi residenziali e 3 ve•
scovi ausiliari.
Nel quadro del rilancio delle atti-
vità missionarie, come in quello della
realizzazione concreta del Vaticano II,
banno servito di stimolo i lunghi
viaggi missionaTi elfettuati dal Nun-
zio Apostolico a Kinshasa, mons.
J. M. Maury.
Sacerdoti diocesani e missionari
si dànno la mano per essere gli ani-
matori diretti e .instancabili di ogni
apostolato.
I sacerdoti congolesi sono, secondo
le ultime statistiche, 634, di cui 72
appartengono a Ordini o Congrega•
zioni religiose. Si constata con soddi-
sfazione <:he aumentano i semina-
-risti maggiori.
I sacerdoti éliocesaui, come i mis-
sionari esteri, sacerdoti e laici, cer-
cano di realizzare il loro aggiorna-
-mento. J primi hanno tenuto riu•
nioni e organizzano giornate di ri•
nascita e formative nelle differenti
diocesi, riunendo talvolta i;acerdoti
di più territori ecclesiastici.
Nella stessa sollecitudine di aggior-
namento e di adattamento è stato
fondato il CENFO o Centro di for-
mazione sociale-religiosa, dove nu•
merosi missionari esteri, che hanno
già una pratica di almeno tre anni,
completano la loro formazione e
confrontano le loro esperienze. Per
questi missionari religiosi il rinnova-
mento è stato studiato nel corso di
un convegno che ba riunito 65 supe•
riori maggiori, rappresentanti 44 con•
gregazioni e circa 2000 membri.
TI ritorno delle suore missionarie
nelle regioni liberate dalle mani dei
ribelli avviene più lentamente di
quello dei loro fratelli emuli nell'apo·
stolato. Tuttavia c'è un fatto note-
vole cd è l'assemblea plenaria del-
l'Unione delle Superiore Maggiori,
che ha riunito a Kinshasa 90 supe•
riore aventi la responsabilità di
3500 suore 1nissionarie, di cui 910
congolesi, :ripartite in 80 congrega•
zioni operanti su territorio congolese.
In netta ripreso la scuola
Le attività missionarie continuano
a essere numerose e varie. Esse si
svolgono principalmente nel settore
clell'apostolato diretto, dove tutti
- sacerdoti, suore e fratelli laici -
24 hanno continuato a realizzare il rin-
novamento nella pratica sacramen·
tale con una liturgia meglio adattata
e con una catechesi posta a un livello
più elevato perchè più biblico. I vari
centri catechistici, gli istituti supe•
riori di scienze religiose per la forma-
zione cli catechisti qualificati, ne
sono la prova.
I movimenti giovanili in generale
sono sopravvissuti ai torbidi della
ribellione nei luoghi dove questa ha
incrudelito. Ma i quadri sono do-
vunque insufficienti.
Le realizzazioni nel settore dcll'in•
scgnamento sono notevoli. Tra gli
otto Paesi del mondo che possiedono
una rete d'insegnamento cattolico, i
cui membri passano il milione di a).
lievi, il Congo occupa il quarto posto
venendo J.opo gli Stati Uniti, l'Italia
e la Francia, e prima dei Paesi Bassi,
del Belgio, dell'India e del Canada.
In linguaggio di cifre ciò significa
che l'insegnamento primario è im•
partito a 2.228.226 allievi, con un
aumento dell'l1,6% sull'anno pre·
cedente; che l'insegnamento secon•
dario raccoglie 117.164 studenti dei
due sessi con un aumento del 26,9%
sul 1965; l'insegnamento normale
ha dal canto suo 26.936 allievi e l'in-
segnamento professionale e tecnico
19.705 artigiani.
TI coronamento di questo edificio
d'istruzione cattolica è l'Università
« Lovanium » di Kinshasa: essa conta
18 facoltà e 13 istituti superiori con
un totale di 2150 studenti.
Nel suo « Messaggio all'Africa» il
Papa ha pensato anche alla popola-
zione scolastica e alla numerosa gio•
ventù africana ancora priva del bene-
ficio della scuola: « Con speciale af•
feuo ci rivolgiamo a voi, studenti, ri-
cordandovi che l'insegnamento che ri•
cevete nella scuola vi deve e.Dèttiva-
mente preparare alla professione che
avete scelto e all'opera che l'Africa
aJtende da voi per il suo futuro svi-
luppo. Attorno a voi, nella vostra.
terra, sono ancora moltitudine quelli
a cui non sono accessibili la scuola e
lo studio. Siate disposti e lieti di di-
ventare ministri del sapere, trasmet•
tendo ai vostri fratelli, come insegnanti
rtelle scuole, il dono che vi è stato
dato».
l a diocesi rii S akati,ia
Di questo insieme fanno parte le
.Missioni Salesia11c, che operano in una
delle regioni me110 popolate del Ka·
t-anga. La diocesi di Sakauia infatti
non ha nessun centro industriale,
nessun agglomerato che superi le
10.000 anime. Le nostre missioni si
possono tuttavia annoverare tra le
più fiorenti.
Una delle ragioni è senza dubbio
il carattere pacifico e lo spirito aperto
della nostra gente. Per lJUesto le
nostre missioni non hanno mai ces•
sato le loro attività e hanno sempre
potuto contare sulla collaborazione
dei laici.
Le cifre sono spesso più eloquenti
delle parole. Su di una popolazione
totale di 133.459 abitanti, quanti ne
conta la diocesi di Sakania, vi sono
63.635 callolici e 3003 catecumeni.
Non disponendo che di 29 sacerdoti,

3.7 Page 27

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Kashobwla
La Mìssione dl S. Michele.
ceduta ai Salesiani
dal Beneditrini nel 1960,
~ la Missione più a nord
della diocesi di Sakania
Le Figlie di Maria Ausiliatrice tra gli orfanelli di Kafubu
compiono una missione squisitamente materna
e sono l'ammirazione delle autorità e della popolazione
In ltalìa come nel Congo e nel mondo Intero
una sola parola: mamma I
dei quali 20 totalmente consacrati
al lavoro pastorale, ne segue che ogni
sacerdote ha la responsabilità di
2000 anime, senza contare i non
cattolici.
Nel campo dell'insegnamento, pres-
so di noi come in tutte le diocesi del
Congo, abbiamo rimesso la direzione
delle scuole primarie nelle mani dei
laici congolesi. Noi però continuiamo
a interel;lsarcene perchè il Vescovo è
riconosciuto nfficialmente come il
"Potere Organizzatore", che ha di-
ritto cli assu.mere liberamente, di
cambiare e di dimettere il personale
insegnante e direttivo. Ogni superiore
di missione è a sua volta rappresen-
tante del Potere Organizzatore presso
le autorità locali.
Quailto a scuole d'insegnamento
medio e secondario (collegi, scuole
normali, artigianali,, professionali o
tecniche) non trovando sul posto un
personale laico sufficientemente qua-
lificato, noi continuiamo per ora a
dirigerle e ad assicurarvi l'insegna-
mento come prima.
Senza dubbio le scuole formano nn
settore assai importante dell'azione
missionaria della Chiesa. Per questo
cerchiamo di fornire a tutti i ragazzi
i mezzi d'istruirai, ma ci rendiamo
ben conto che le nostre 192 scuole
primarie sono insufficienti per rag-
giungere questo scopo. Noi siamo pie-
namente convinti che i 18.537 sco-
lari di grado elementare non rappre-
sentano la totalità della gioventù di
cui noi abbiamo la responsabilità.
Lo stesso avviene degli adolescenti:
la loro condizione è anche più grave
perchè la nostra diocesi di 63.250 km.
(un quinto dell'Italia) non conta che
otto scuole medie e secondarie con
un totale di 1650 allievi e allieve.
Più che mai i popoli guardano a
noi; è dalla Chiesa che attendono la
salvezza. In questi tempi di rinascita
in tutti i campi, in quello spirituale
come in quello temporale, molti si
rendono conto che per evitare il
crollo che stava per avvenire in pas-
sato e in cui tutto rischiava di som-
mergersi. tutti devono lavorare, for-
marsi e disciplinarsi. E per galva-
nizzare tutte le forze intellettuali e
morali, una élite cristiana collabora
strettamente con i sacerdoti, decisa a
conservare questo grande e bel paese
nel solco tracciato da Cristo.
MONS. PIERRE FRANS LEHAEN
vescovo di Sakania (Congo) 25

3.8 Page 28

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aiuto dei cristiani delYAustralia
Tra gli omaggi da offrire a Maria
Ausiliatrice in quest'anno cente-
nario del suo Santuario di Val-
docco, vogliamo che non manchi
un giro d'orizzonte sulla diffusione
del suo culto nel mondo. In questo
articolo don G. Ayers presenta in
sintesi l'interessante storia della
devozione a Maria Ausiliatrice nel-
1'Australia, devozione che ha pre-
ceduto di oltre un secolo l'arrivo
dei Salesiani
Sunbu,y Il ••Salasian College·•.
centro d, d1ffus,one del cullo
e Maria Ausillattlce
Q uando i Salesiani arrivarono
in Australia nel 1923, eb-
bero una gradita sorpresa.
In Europa usavano invocare
l'Ausiliatrice come «Madonna di Don
Bosco t, ma qui trovarono che tale
devozione li aveva preceduti da piu di
cento anni; esisteva di fatto ancor
prima della nascita di Don Bosco. In
questo Paese del Sud da poco scopeno,
videro con gioia la prima Basilica
del mondo dedicata all'Ausiliatrice
( r821); la terra che fu la prima a
scegliere come sua Patrona princi-
pale Maria «Aiuto dei Cristiani»
(1842); il Paese che fu il primo a
celebrare la festa di Maria Ausilia-
trice come festa nazionale (1844).
Come tale devozione, che ha le
sue radici intrecciate nella storia
dell'antica Europa, venne a sbocciare
26 in questa giovane civiltà? Da molti
indizi risulta che ve l'hanno intro-
dotta i laici.
Per i primi cinquant'anni qui la
colonia era composta di un gruppo
di condannati. ~ Questi immigrati
irlandesi - molti condannati poU-
tici e religiosi - avevano portato
con sè questa devozione ali'Ausilia-
trice dei Cristiani; e perfino nel
loro straziante esilio senza un sacer-
dote, questo tesoro di fede fu con-
servato nelle loro anime sofferenti •·
Cosf ha scritto il card. Moran.
La nostra devozione nazionale a
Maria Ausiliatrice incominciò quindi
quando il popolo, oppresso dall'in-
giustizia sociale, ricorse all'aiuto di
1\\1.aria: è lo stesso comune senti-
mento che aveva spinto i primi cri-
stiani, stretti dalle difficoltà, a rivol-
gersi alla Madre della Chiesa nella
Pentecoste.
È evidente in questo fatto che a
diffondere questa devozione nella
terra del Sud non furono i sacerdoti.
In Australia tale devozione sorse
spontaneamente tra il popolo laico;
fu una classica illustrazione della
relazione che Maria ha con la Chiesa
nelle pagine della storia.
Maria e i condnnnati
La storia mariana in Australia è
sorprendente. Nel 1606 l'esploratore
spagnolo De Quiros aveva desiderato
anzitutto di costruire in questa terra
del Sud u,ia cappella dedicata alla
/11adonna di Loreto•• come scrisse
al re di Spagna. Ma De Quiros
e gli Spagnoli non trovarono la terra
del Sud.
Si parla nuovamente di Maria

3.9 Page 29

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r2 anni dopo la prima fondazione
inglese, avvenuta nel 1788. La piu
antica lapide sepolcrale, eretta alla
memoria di una bambina di 6 anni,
Brigida Egan, nel r8oo, mostra una
croce intrecciata con la corona del
Rosario, un simbolo mariano molto
espressivo per i desolati esuli irlan-
desi.
Nell'era dei condannati, dal 1788
al 1840, a quegli infelici, prima di
imbarcarli nella città di Cork in
Irlanda furono dati libri di preghiere
e rosari. Come abbiano usato quei
rosari ci è narrato in un commovente
resoconto contemporaneo di quel
viaggio di 12.000 miglia: 11 Diedero
il permesso a u11 co11dam1ato politico
di radunare i rei cattolici sul ponte
della nave a recitare il S. Rosario.
Nell'emisfero del Sud s'imbatterono
in una tremenda tempesta e furono
spinti da w1 vento furioso verso ima
montagna di ghiaccio. Recitarono il
S. Rosario e la tempesta cessò>>.
Un chirurgo della marina reale
testificò nell'Assemblea dei deputati
britannici che i condannati recita-
vano il Rosario sulJa nave. Un'altra
testimonianza ci mostra un reo, certo
Giovanni McCreman, che preferiva
essere condannato ai ceppi piut-
tosto che gettassero lo scherno sul
suo Rosario.
Confrontando queste prime testi-
monianze, non e difficile un paragone
tra la Chiesa Australiana nata nelle
catene, e la Chiesa Apostolica per-
seguitata, assistite da Maria.
Maria e le c o lo nie
Non ci fu una Federazione Austra-
liana prima del 1901. Fino a quel
tempo i sei Stati esistettero come
colonie indipendenti, seguendo tutti
un sistema molto siipile nello sviluppo
della propria Chiesa. Ciascuna colonia
attraversò un lungo periodo di tempo
senza sacerdote. I fedeli si raduna-
vano regolarmente in una casa pri-
vata per la recita del Rosario. Poi,
al giungere del primo sacerdote, si
iniziò il periodo della cappella prov-
visoria, finché il gruppo crebbe e
si consolidò e si stabilì la gerarchia.
Tale rapido sviluppo sembra ancor
piu notevole quando si consideri lo
stato anticlericale dell'Europa di quel
tempo. Apparve allora evidente la
protezione di Maria, << Aiuto dei
Cristiani,>, ~ Aiuto dei Vescovi l>, Ma-
dre di quella giovane Chiesa di
Australia.
La storia cattolica di Sydney è
tipica. Per 12 anni, come pecore
senza pastore, i pionieri si raduna-
vano ora nella casa del signor Davis,
ora in quella del signor Reddington
o del signor Dempsey a dire il
santo Rosario ogni giorno. Final-
mente giunse un prete: don Giovanni
Giuseppe Therry, che fabbricò la
chiesa madre d'Australia nel 182r.
Non si dubitò affatto circa il titolo.
Chi fu la Patrona scelta dal popolo
e dal loro pastore don Therry per
le chiesa madre ? Maria, la Madre
di Dio, sotto l'invocazione di "Aiuto
dei Cristiani". Quel titolo si può
leggere ancor oggi sulla lapide ricordo
della Cattedrale attuale. La stessa
storia si ripete nelle altre cinque
colonie.
Patrona dell'Australia
La proposta di adottare ufficialmen-
te il titolo<< Aiuto dei Cristiani* come
titolo patronale dell'Australia venne
da don Therry. Nel 1844 la Chiesa
e la gerarchia vi erano solidamente
stabilite. Al Sinodo Provinciale te-
nuto in quell'anno si stabili di dichia-
rare Nostra Signora << Aiuto dei Cri-
stiani » principale Patrona della nostra
terra australiana. Questa decisione
fu accettata a Roma nel r847 e for~
malmente approvata nel 1852. Cosi
nella prima adunanza della Chiesa dei
domini britannici, dal tempo della
Riforma, Maria fu rimessa al posto
d'onore. Era ormai lontano il tempo
in cui Walsingham in Inghilterra
era stata data in dote a Maria, quando
la città di Sydney offerse a Nostra
Signora la terra del Sud.
Un giornale di Sydney, *La Cro-
naca del Mattino» del settembre
I 844, riporta: « Giovedì 25 settembre
1:844 ci fu una Messa votiva in onore
dèlla Beata Vergine, sotto il titolo
"Aiuto dei Cristiani", titolo col quale
la Santa Madre di Dio è invocata
q11ale Patrona l>.
Nell'aprile 1847, la Sacra Congre-
gazione di Propaganda rispose affer-
mativamente a una richiesta mandata
a Roma dall'arcivescovo di Sydney
mons. Polding, che chiedeva fosse
concessa una indulgertza plenaria a
tutti i fedeli che avessero ricevuto la
Santa Comunione il 24 maggio, festa
di Maria Ausiliatrice. Poi, di nuovo,
alla conclusione del primo Sinodo
generale, fu offerto alla Vergine il
seguente tributo ufficiale: «Si renda
ogni onore e lode alla gloriosa Regina 27

3.10 Page 30

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Don Bartolo Fedrigotti, primo ispet•
toro salesiano in Australia e apostolo
di Maria Ausiliatrice
I due teologi salesiani dell'Australia,
che studiano al Pontificio Ateneo Sa-
lesiano di Roma foto9rafati a Oakleigh,
Melbourne. prima do panlra
del Cielo, Madre di Dio, co1u:epita
senza peccato, Au$iliatrice dei Cristiani,
Patrona di questa terra del Sud».
Durante la corsa dell'oro, in Vit-
toria, la devozione mariana non fu
dimenticata. L'arcivescovo di Mel-
bourne portò a Pio IX due chilo-
grammi d'oro, offerto dai minatori
dell'Australia. Su loro speciale richie-
sta quell'oro fu usato per le medaglie
papali, commemoranti la definizione
del dogma dell'Immacolata Conce-
zione. In nessun posto questa solenne
definizione venne celebrata con mag-
gior entusiasmo che nella chiesa di
Maria, <! Aiuto dei Cristiani ►>, di
Sydney. Per nove giorni consecutivi
la festa si svolse nella Cattedrale
affollata. Un calendario liturgico del
I 862 classificava il 24 maggio come
<t doppio di prima classe>>. E fu
durante questo periodo che il vicario
generale di Sydney scrisse una spe-
ciale lettera pastorale, in cui chie-
deva ai fede)j <1 di raccomandarsi alla
protezione di Maria "Aiuto dei Cri-
stiani">>.
Verso la fine del secolo scorso, la
devozione sembrò affievolirsi. Per
opporsi a ciò, il cardinale di Sydney
cominciò a radunare i ragazzi della
scuola diocesana nella cattedrale di
Santa Maria, ogni 24 maggio, per
una messa solenne. Ma sfortunata-
mente la devozione della nostra Pa-
trona non ha piu ripreso il suo pri-
mitivo fervore e molto dell'antico
entusiasmo è scomparso. A nostra
vergogna Maria è diventata la dimen-
ticata Patrona dell'Australia.
'I -•-3/;;o ogr,;
Tuttavia negli ultimi anni Maria
Ausiliatrice ha avuto in Australia i
suoi centri di devozione. La diocesi
di Townsville del Nord ha dato
l'esempio. Ogni anno il 24 maggio si
svolgono funzioni che durano intere
settimane e culminano con la proces-
sione eucaristica per le vie della
città.
Don Giuseppe King, cappellano
militare australiano, fece molto per
dare incremento a questa devozione
mettendo sopra l'altare maggiore della
sua chiesa parrocchiale un quadro che
riproduce il quadro di Torino.
Un altro parroco distribuf migliaia
dj immagiru della nostra Patrona da
esporsi nelle chiese, nelle scuole e
nelle case. Un editore di un giornale
cattolico del Queensland ha fatto
altrettanto.
Nel 1932 i seminaristi del Victoria
ottennero che una preghiera venisse
recitata in tutte le chiese, ogni dome-
ruca, in onore della nostra Patrona,
mentre autorità ecclesiastiche, quali il
cardinal Gilroy, i defunti arcivescovo
Manrux e mons. Mc Covern, e il
vescovo Fox si adoperano per pro-
muovere tale devozione. In una let-
tera alla diocesi di Arrnidale, nel
1961, papa Giovanni XXIII attri-
buisce la notevole crescita della fede
in Australia alla ~ Madre della Chie-
sa*• che ha dato vita a nuovi figli
in questa nuova terra. Circa 200
chiese in Oceania portano il suo
nome.
I figli di Don Bosco possono im-
parare anche dai laici in fatto di
devozione a Maria, «Aiuto dei Cri-
stiani ». Modestamente hanno con-
tinuato ad alimentare l'amore a Maria
Ausiliatrice, innaffiando un seme pian-
tato molto prima del loro arrivo. Ol-
tre allo zelo pastorale che hanno
esplicato nel promuovere questa de-
vozione in Australia, hanno curato
varie pubblicazioni, tra le quali:
<• L'Aiuto dei cristiani~ (Rivista);
un numero speciale del Bollettino
Salesiano (1965) e un opuscolo della
CTS intitolato La Dimenticata Pa-
trona dell'Australia. Ogni sacerdote
dell'Australia e della Nuova Zelanda
ricevette una copia speciale della
<< Benedizione di Maria Ausiliatrice ».
Infine possiamo aggiungere che il
nuovo noviziato e studentato sale-
siano di Lysterfield è stato intito-
lato «Auxilium College ~-
La nostra devozione all'Ausilia-
trice dei Cristiani in Australia è
cosa unica nel mondo cattolico: è
l'eredità del laicato australiano, è
una devozione popolare, spontanea
e tuttavia liturgica. Qui noi siamo
fieri di una Chiesa vigorosa e bene
organizzata: perla brillante della Ver-
gine, gemma vivente sul manto di
Maria << Aiuto dei Cristiani*, impre-
ziosita dall'azzurro oceano Pacifico,
sotto la luminosa Croce del Sud.
don GIOVANNI AYERS salesiano

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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L'Ausiliatrice
completa l'opera dei chirurghi
L'anno scorso dovetti essere ope-
rata d'urgenza all'unico rene che mi
rimaneva, operazione difficile e ri-
schiosa pcrchè il rene era malato
di pielonefrite e di calcoli. In tale
occasione mi raccomandai a Maria
Ausiliatrice, unica mia speranza. Nel-
l'operarmi trovarono che un calcolo
era incrostrato nel rene in forma di
rocchetto. Lo specialista d'accordo
con un mio familiare, anch'esso
medico, decise di lasciarlo per evi-
tare danni maggiori. Terminata l'ope-
razione, prima di cucire, disinfetta-
rono il rene e con loro sorpresa i
chirurghi videro che il calcolo in
questione, che era il più grosso, era
uscito da solo insieme con una garza.
Maria Ausiliatrice era intervenuta e
aveva maternamente completato l'o-
pera dei chirurghi. A Lei debbo la
mia sopravvivenza.
Madrid (Spagna)
CARMEN MUNOZ
L'avevano giudicato inguaribile
Un anno fa circa mio padre cadde
ammalato. All'ospedale, dove fu rico-
verato, la diagnosi fu sconfortante.
I professori, dopo aver praticato
tutte le cure P.ossibili, l'avevano
giudicato inguanbile; anzi nessuno
osò tentare l'operazione, tanto erano
convinti di un esito funesto. Allora
mi rivolsi a Maria Ausiliatrice e a
Don Bosco, promettendo una gene-
rosa offerta se riuscivo a convincere
i dottori a operarlo. Ottenni la grazia
e gli stessi professori stupirono al
vedere il male ridotto di gravità e
di proporzioni. Ora mio padre sta
bene. Attribuisco la grazia a Maria
Ausiliatrice e a Don Bosco.
Vercdli
GIUSEPPE DONO
Definiscono il suo caso
« miracoloso »
Mio fratello Edoardo in una caduta
si era fratturato tre vertebre cervi-
cali. Il verdetto dei professori fu
doloroso: bisognava subire un'opera-
zione delicatissima e con esito pro-
blematico. In quel frangente sup-
plicai Maria Ausiliatrice e Don Bosco
di ottenergli la guarigione senza
intervento chirurgico. Fui esaudita.
L'operazione non fu fatta e i pro-
fessori dichiararono il fratello guarito,
definendo jl suo caso miracoloso.
Ora è ritornato in seno alla sua
giovane famiglia e ringrazia Maria
Ausiliatrice e Don Bosco, pregan-
doli di continuare la loro protezione
sulle nostre famiglie.
Ag/iar,r, d'Asti
GIUSEPPINA DACASTO AMERIO
Non si vedeva alcuna via d'uscita
Circa due anni fa, nella mia famiglia
ci trovammo al centro di una que-
stione estremamente complessa, dalla
cui mancata soluzione avremmo avuto
conseguenze molto serie. D'altronde
non si vedeva alcuna via umana
d'uscita. Con molta fede mi rivolsi
allora a Maria Ausiliatrice, a San Gio-
vanni Bosco e ai Santi salesiani,
pregandoli in ogni ora del giorno.
Quando ogni speranza sembrava per-
duta, si è profilata la salvezza. Pro-
fondamente grata a Maria Ausilia-
trice e :ri nostri Santi intercessori,
prego di voler pubblicare questo in-
tervento, che per le circostanze in
cui si è svolto, ha del miracoloso.
Term
MARIA PACE
At1.lllo e Lina Peruzzo (Curtarolo - PD)
porgono un vivo grazie a M. A. e a S. G. B.
per visibile as$istenza ricevuta. Il marito per
infarto carwaco era caduto in stàto di coma,
a cui si aggiunse la broncopolmonite. Con
ferventi preghiere tutto fu superato.
Francesca Bo,.lo (S. Cristoforo - AL) invia
offerta di ringraziamento a M. A. per la
bambina salvata da gravi ustioni.
Maria Venture.Uo (TorittQ) ottenne da M. A.
la guarigi9ne ili pem!flll can.
Bonnle Fe_rllll$0n (S. Francisco, Ca!. - USA)
investita da UD8 macch.iru,, fu ridotta in
gravi condblioni. Ma le cure sanit4rìe e
l'assilitenza di M. A. le ridonarono la salute.
Maria Rita Lluzzo {Palenno) pregò arden-
temente M. A. di salvuc il padre afflitto da
grave ulcera e fu eS11udita.
llruna Sillarl (Rivarolo Can. - TO) ringrazia
M. A. per la saluuo riacquistata da due con-
giunte.
Frn.nca Protti (Vercelli) ringrazia. vjvamentc
S. G. B., S. M. Mazzardlo e D. F. Rinoldi
per il ftlice esito di una operazione.
Lola Selene Lemme (Mendoza - Argentina)
wchiara di aver ottenuto da S. C. D. la gua-
rigione da un forte male di stomaco e cli fegato
che lo tormentava da tempo.
Angela LavateW (Novara) invG<:ando M. A.
e S. G. B. ebbe salvo il marito, già degente
in condizioni disperate.
Riccardo Cordero (Priocca - CN) da témpo
aspettava un impiego confacente col suo
titolo dj studi. Rivoltosi a M. A. ottenne
ampiamente èjuanto desid.,rava.
N. Mlncblante (Torino) per la protezione ili
M. A. e dJ S. G. B. ebb" evid~nò aiuti in
circostanze difficili.
Maria AvaJle (Carmagnola - TO) da piccola
fu salvata da un invesùmento e trl! anni fa
guarl da un esaurimento pericoloso.
R. B. (Ancoi,a) porge ringra-ziamenti a S. G. B.,
a S. D. S. e ai Santi salesiani per grazie
ottenute in. molte circostanze.
Giovanna GalJl (Varese) per esaurimento e
sintomi ili una ffrave malattia temeva cli dove~
interrompere l'Jnsegnamento, ma ç_ol rosario
quc;,ùdiano e la fiducia in S. G. B. potè rimet-
t<>rsì in salute.
Maria Leva {Castano T - Ml) con l'assistenza
ili M. A. e di S. G. B. potè ·superare felice-
mente un grave intervento chinirgico.
Caterina Russo (Mussomeli - CL) in una
rovinosa caduta rimase ferita in più parti
del cof'J)o, ma pregando M. A. guarl senza
speciali interventi chirurgici.
Rina Pozzoni Riva (Treviglio - BG) ricove-
rata d'urgenza all'ospedale con appendicite
perforata, peritonite, broncopolmonite, usci
salva con In protezione di M. A. e S. G. Bosco.
Coniugi Lora (Santo Stefano Belbo - CN)
avevano un bambino ammalato cli nome
Giovanni, che da 20 gionù non prendeva
pjù cibo. e il medico non riusciva a fare una
diagnosi sicura. Nel pericolo di perderlo
fu raccomandato a Don Bosco e guarl senza
•pedali cure.
LuJgl Bonorn (Binasco - MI) raccomandò
,a M. A. e a S. G. B. un anuco gnvemente
infortunato e ricoverato all'ospedale in caso
disperato. Dopo due mesi era clinicamente
guarito e dopo otto riprendeva i suoi lavori
con riconoacenza al celcsù protettori.
Colomba Sorba lAntìgnano - AT) ottenne
per la nipotina la guari~one da ui, asce11so
senza foterVento chirurgico.
Maddalena Allori Pium;11U (Bra - CN) con
la protezione di M. A. ebbe buon esito da
un'operazione di calcolosi renelc.
M. P. (Pi9ssasco - TÒ) ricuperò · 1a pace in
famiglia raccomandandosi a Maria Ausilia-
trice.
Rosalia Bertllllll (Trino - VC) colpita da un
improvviso traUma al capo, rimase tre giorni
priva di sensi. Ma per l'intercessione di
S. G. B., si riprese improvvisamente.
Gina Gotta (Torino) ringrazia sentitamente
M. A., S. G. B., e S. D. S. per essere rimasta
salva da peritonite ~ cistifellea in condizioni
già disperate.
29

4.2 Page 32

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Anna Torrlsi (S. Al.fio - C'T') soffriva di vari
disturbi, ma raccomandatasi a M. A., riebbe
la salute.
Caterina Pisani (Soverato - CZ) ottenne la
guarii;ione di un .figliuolo io gravi CQndizioni,
raccomandandolo al S. Cuore di Ge11ù e a
San Giovonru Bosco.
Emilio Saglio (Ornavasso - NO) ottenrte da
M. A., da S. G. B. e da D. F. R., la guari-
gionè del marito gravemente infortunato in
uno scontro di auto.
Pàolo Fenice (Rango di Blcg-gio - TN} rac-
comandato a M. A. e a S. G. B., guarl da
paralisi infantile.
St"(ano Thea (Castelletto Molina - AT)
ringrazia M. A. e S. G. B. per In sua guari-
gione da disturbi di esa1.1rimen~o nervoso.
"Ernùnla Melancelli {Parre-Ponte Selva - BG)
ricorrendo a M. A. ebbe ,::uarito li marito
che in una n:11n1era di i.inco aveva riportato
gatve frattw:a del capo.
FamJ11lla Grasso ('l'orino) ringrazia. M. A.
per insii:rtc favore ottenuto dal lir;:ho Sal-
vatore.
Ude Ca.stlgllon i (Castcllan1,a - VA) rimasta
cieca per quindici rtiorni, ricuperò la vista racco-
mandandosi a M. A. e a San Giovanni
Bosco.
Suor Maria Nieves Garcla F. M. A. (Lima -
Perù) con l'assistenza di S. G. B. e una ope-
razione chirurgi<;a riacquistò l'udito.
Severino Seorzan (Settimo - TO} pregando
M. A. guarl da gravc faringite, ricuperando
la parola.
Sebastiano TltnJ (Moretta - CN} raccom4n-
dato a San Giovanni Bosco, in tre giornì
guarl da meningite.
G1useppina Tagliorelli (Tradate
NO}
pregando M. A. e S. G. B. fu liberata da
malattia rc11ale.
EUde Chlarabelli (''t'orino) in una caduta
della corriera su cui viaggiava riportò solo
alcune escuriazioni per evidente mterv1:nto
di M. Ausiliatrice.
13. M. (Milano) con una novena a M. A.
ottenne la (l"Uarigione di un nipote infortu-
nato a un occhio.
Carlo e ~ ita Garelll (Mondovl - CN) rin-
graziano M. A. per In guarigione dt!.lla pic-
cola Robcna.
Angela Banlì Fen-ar-1 (Garbagnat~ - MI)
con una novena Otknne la guarigione del
fratello operato due volte di stenosi.
Celebrazioni salesiane
Al t ermine di gennaio ricorrono le annuali feste salesiane di San Francesco
di Sales (29 gennaio) e di San Giovanni Bosco (31 gennaio) con la tradizio-
nale prima Conferenza annuale ai Cooperatori Salesiani.
Siamo certi che i nostri Cooperatori. Benefattori e Amici non manchera nno
di intervenire alle celebrazioni che si svolgeranno in ogni Centro dei Salesiani
e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. In particolare invitiamo i C,ooperatori e le
Cooperatrici a prender parte alla prima assemblea annuale della nostra Terza
Famiglia, che si suole tenere in ogni Centro Cooperatori.
A Torino le feste si svolgeranno con la consueta solennità second o il
programma che verrà comunicato.
Cl HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE
Abate Maggiorino Alde11heri Carmela -
Aliberti Giovanna - Allcmand Giov·a:n.na
Amateis Domenica - Amicizia Costaoza -
Andrigbettoni Mercede - Arbini Maria ...
Arcadi Maria Caterina - Ardore Maria Tere$a
- Are.na l\\iL Ter-esCt - Atf;(enta Gina • 1\\ttuoni
Tore•ina Azzom Giannina - B11dule Jolc -
Baenati Ersilio e Lucia.na - Baiocchi Lina -
Balistreri Salvatore - Balul.'io Gémma - Ban-
dera Pool• - Bardò Angela Maria - B1trn•b9
Ciwepp(n,i - Barresi Giuseppina - 13uttaglia
Fiorenza ... Batti.sta Concettina - Bcnasso LuiRi
- llerardinelli Adal11isa - Berlendri Luigi -
Ben Lucia - Bertolino Margherita - Be,to-
nclli Palmira • Bianchi Silvana - Bolatto
Renato - Bonaventura Viuon• - Boschi El-
vira - Dottini Gina - Brivio Cesarina - Bruns
Caterina - Bruno cav. Francesco - Buffit
Giuseppe - Calcagno Maria - Oalizinno Gio-
vanni - Camerini POrLi Giovanna - C:;.nS1ano
Francesca - c,nQni~ don Giusdppe - Carne-
vale Fhm, - Carpinetti Arj!ia - C..Sade1 Clnu-
dino • Cassc:rtllri Rtm1 - CasLcW Fiorenuna -
Catitti Rnnalli Gisella - Cattai Attilio - Cav3nna
Giuseppina ved. Cravino - CavczzoJe Luigia
ved. Ra,tclli - Cavigioli Oattaro CorQhna -
Cellitti Antonio - Cetrone Maria - Ciampelli
Giu$cppma - Ciofalo Vincenzina - Cominotti
Caterina - Compèri Glu•eppe - Conte Ales-
sandro .. Con\\•e:rsano Zenia - Coppo Giuseppina
- CoppQI• Adalgisa - Corti Lidia - Costa Maria
Cristiani Serra Tereaa - Croci Lui:gio - Culi'ato
M . Assunta - Dagnino Carla - Dona Vecchia
Renato - Damianl Elews - O'Angelo Anionino
- D'Eboli Gact2-no - D~ Frunceschi Adele -
De Grandi Pietro - Dc Pretto Lena - Dc
Rubeis Marictta - Di Carlo Franceaèo - Di Fran-
cesco Anna Di Natllle Vincenu. - Dottori
Froneèsca - Dovico Lui$a - Duranti Giovanni
- Eliodeni Emma - 1-'abcici Caterina - Fasano
30 Re Emilia - Favèrio Marin - l'erro Paolin•
~ Fcrrotti ljlanJim - Ftari Pelletti Elide -
rrartini Patrizia - Freriu11lia Fabiola - Frola
Francesca - Gamhà Marfa - Gardoni MariA
,•ed. Consoli - Gattone Giacinta - Gaudio
Giuseppe - Gauola Clelia - Chio Ada - Gia-
ninetto Giov:inn;i .. Gianoctto Anconict,ta -
Giannone Carmela .. Oirnrdo V1rginia - Gior-
dano ;\\lfìo - Gìooni Rita - Giuffrida Melina -
Giuliani Rina - Giusti Lidio e Carlo - Gnocchi
Franca.
Greço (Juattrone lmmaco1ata -
Grivetto Paolina - Guala cav. Ale•sOJ1dro -
CuaHc:t fam. - Gua1na.zz:a. J•"e-rrc.tti LuJSa - Jacood
Maria - Jamn Speranza - La Greca Curolina
- La ;\\>lartiru1 Salvatore - Lartdo Teresa -
Leone Elisa - Lordo Dalmazio - Licata Rina -
Lobba Gìuseppe - .Lo Cascio PrOvviùenza -
Lombardi ;Emma - LonJl"O Emma - Lo,acco
Edvige - Losi Mirella - Ma«annì !tosa •
Madeo Sartora Maria - Ivi.alfe, Erminia -
Matavolta En-io - Ma11>ino Santo - M•mma-
luechi Rosina - Mana-velia Lucia - Mangia-
rotti Tina - Mango Francesca - M•nzcllo
Rosalia - Maquignaz Bt!rnardetra - Marchi
Elvirn - Marehisnone Margherita - Mariani
Alceo - Mariconti Mariella - Marin S1cfania
- Mirini Giancarla - Marino Ter~a - M-arti-
nelli Franca - Martino Lui~ - M ..oero 1\\n-
giotina - Musenno tam. - Medina Giwep-
pina - Mchmi Dloa - Meneghini Anselmilla -
Meoni Dina - Merloni Filippo - Messi Isidoro
- Michetti Ve:cio - Milane&e l~clicitn - MilatCI
Màcrl Demartino Liliana - Milone Maria -
Mola Modesto - Molin•ri dort. ing. G iaom
- MonragniJl"no Olimpia - Morandlni Matteo
Morlmdo Caterina - Moranoni Tere•ina -
MoreaJc Maria - Morino Anna Maria - Morosi
Anna - Muraro Pelloio M.aria - Nasi Delfina
- NoVllretti ,orelle . Oliveti Lojacono Romilda
Olivieri Franecsea - Olivieri Giacinta ... Olmo
Barbera Giuseppina - Ù(ecchioni Ninu.ccla -
Pagano Vinconz:a - Pag:liarello Maria - Pa11liano
l'ìtcfano - Paier Tu.chèl Ofcli• - Palmi Maria
- Palmieri Vaccaro Giovanna - Pa-lombi Ma-
riotci M--ari-R - Parisi Adolfo - Pavese Anna -
Pavesi Teresa • Pellegrino Rosalia - Pellitteri
Vjnceru:o - Pelosi Oolorcs • Pepino Giusep-
pina ved. Serra ... Perazzino Pietro e Cesarina
- Perucca Cesarina - PeLrone. Michele " Pic-
cin Claudia - Pira Mari• - Jloggi Giuseppina
v.,d. Ponti11lin - Porro Cclestiru1 - Porenzonl
Caterion ved. .Raffa - Prete Ettore e Lim -
Pretti Primin• - Profeta Giuseppina - Prudenza
Rosa Ramelli Còrinna - Rattlnl Tercu -
Re.velli Fiorenzo - Rivas-i Antonietta -. Riz.-
zouo Gemma - Rocchi Anide - Rossetti
Maria - .Rossetti Pasqualina - fl<,sso B;rt1a11lia
fortunata - Rottignì Maria - Ruosotto Vin-
4;:cnza - Saceavini Maria ved. Sinicco - Sàlvi
Alessio Ti'na .. Sanca.'ìsani Piera - Sanna.z.z.aro
Maria .. Santaern Gionnnn e Carmelo - Sa•
rscca Carina ved, Borrini - Savoini 1'-"elicitA -
Sbirziala Diagio - Selvaggio Marjll1lna - Scardin
Gina . Schillaci Giuseppe - Siccardi C-Orinna
- $pataro Cutrò Paolina - Stella Flora • Soriano
M. Pio - 1'abarbone Clementina - Tal.omoni
Giuocppina - Tcd..cbi Momeliano Maria -
Tesauro Olivieri - Paolo Tig•no Jolc e Salva-
toro 'l"illl Giuseppina - •romasfo Candida -
Tosi Bruno - Tovo MariM - Trotter Bernardi
Ermini• - Trovnto Giovanna • Tru•oli Luigi
- Turello Vincenza - Ubbiali Carlo - U11liano
Anna - UH,,tti F'iorenza - Umana. Agrippina -
Unganilli Ancllioa - Valletti Luigia - VareM•
Ma.ria . Vecchie& Enrica - Vecchio dott. ing.
Giuseppo - Ven:,.i Melania - Veronesi Giovanni
- Vc~oli Angelo • Viguti Emma - Vinci iru.
M.iehclc - Vi,conti Domenica - Visinta.ine.r
Alfonso Vitello Clemente - Vitrano Salvatore
- Vittonc Lina - Zanella Pietro - Zanc:,tti
Ag<>stino - ZappolA coniugi - Zappanìgo Ada -
Zappatu coniug:i - Zavattaro. Terrsa.

4.3 Page 33

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Era rimasto a lungo
in stato di coma
Mio marito fu colpito da paralisi
progressiva che lo tenne per lungo
tempo in stato di coma. Quando i
dottori lo dichiararono in fin di vita,
rjvolsi un'ardente preghiera a S. Do-
menico Savio che mc lo salvasse.
Fui esaudita: mio marito si può
considerare completamente ristabi-
lito. Ringrazio e, sperando sempre
nella sua protezione, allego l'offerta
promessa.
Fouan(I (Cuneo)
FRANCA TRUCCO
Un'ora dopo l'incidente stradale
Del mio caso banno parlato j
giornali. Viaggiavamo a velocità so-
stenuta verso la clinica di Santa Ma-
ria di Seregno. Guidava mio marito
e mi accompagnava l'ostetrica signora
Fernanda Cappelli. In un incrocio
avveniva fatalmente lo scontro della
nostra Fìat 1100 con una Fiat 2300,
su cui viaggiavano altre tre persone.
Le macchine nell'urto si sono quasi
sfasciate. Tutti rimasero feriti, anche
se non mortalmente. Solo la sotto-
scritta è rimasta illesa e, soccorsa
dai passanti, veniva trasportata nella
clinica dove, un'ora dopo, nasceva
felicemente la piccola Ombretta.
Attribuisco la grazia a San Dome-
nico Savio, a cui avevo già affidato
l'evento e del quale portavo devota-
mente l'abitino.
Cutu10 Modenw (Milano)
LU1GfNA RONZONI in BOGA
Lo .chiamano « il miracolo
di S. Domenico Savio »
Mia nipotina Marina è vissuta in
pediatria a Padova per sei mesi,
spedita da tutti i medici, sempre
alimentata con l'ipodermoclisi. Pe-
sava due chili e mezzo e sembrava
un mostriciattolo. I medici dicevano
che se anche fosse vissuta, sarebbe
rimasta anormale per tutta la vita.
Nella diagnosi si leggeva: enterite,
intossicazione, nefrite, ernia, intol-
leranza dci grassi, sospetta occlusione
intestinale, soggetto distrofico.
Familiari e suore pregavano S. Do-
menico Savio. Una sera mia sorella
mi chiamò percbè la sua bimba
aveva più poche ore di vita. Le fu
ammimstrata 1a cresima e mentre
mia sorella piangeva disperatamente,
io cucii nel cuscino della morente
l'abitino di San Domenico Savio:
poi dissi alla sorella (che di giorno
lavorava e di notte vegliava la sua
Marina): «Vuoi morire anche tu?
Questa notte l'affidiamo a San Dome-
nico Savio e vedrai che lui ci penserà 1>.
E riuscii a farla andare a casa. Quella
sera dissi a Domenico Savio che
era impegnato a guarire Marina,
anche per aumentare la fede di mia
sorella. Il mattino seguente la nipo-
tina era guarita: cominciò a nutrirsi
e in poco tempo fu dimessa dal-
l'ospedale. Ora ha due anni, è nor-
malissima, sta bene ed è la gioia
di tutti. La chiamano <t il miracolo
di San Domenico Savio*·
Pado:r;a Sr. ROSE'ITADALLALIBERAF.M.A.
Mamme felici
La signora Isabella Baldoni in Tra-
balza (Cannara - Perugia) dìchiara:
<t Più di una volta ebbi da Dio il
dono di una creatura, ma purtroppo
la morte fece sempre la sua preda.
Un giorno una pia signora, exal-
lieva salesiana, mi parlò di San Do-
menico Savio, esortandomi a por-
tarne l'abitino e a pregarlo con fidu-
cia piena. Ed ecco che il caro Santo
mi ottiene dal cielo un fiore di bimbo ~-
La signora Antonietta Prizzi(S. Ca-
taldo) scrive: «Lo specialista mi
aveva detto che solo a condizione
che mi fossi sottoposta a un inter-
vento chirurgico, avrei potuto avere
la gioia di essere mamma. Allora
.mi affidai con tanta fede a San Do-
menico Savio e dopo un anno di
ferventi preghiere, venne ad allie-
tarmi la piccola Serenella ».
La signora Alma Tra&umi (Ser-
ravalle all'Adige - Trento) ci comu-
nica: ~ Da cinque anni eravamo
sposati e non avevamo figli. Un
giorno la mia mamma mi fece avere
un abitino di San Oomenico Savio.
Lo indossai e pregai con viva fede
per un anno ed ecco la grazia di una
graziosa bambina, che ho chiamato
Domenica Maria i>.
La signora Maria Pattepinto in
Munì (Cammarata - Agrigento) dopo
essere stata assistita da San Do-
menico Savio nelle difficoltà della
sua seconda maternità, ottenne che
il suo bambino che si presentava
con gli arti inferiori deformi, fosse
prodigiosamente guarito dal piccolo
Santo.
I coniugi Rosina e Pieri110 Termzi
(Roma) scrivono: «Da circa sei
anni e mezzo P.regavamo il Cielo
che benedicesse 11 nostro matrimonio
con la nascita di una creatura. Tre
volte si accese la speranza; tre volte
fummo delusi. Per provvidenziale
circostanza conoscemmo una suora
salesiana che ci consigliò di pregare
con viva fede San Domenico Savio.
Lo pregammo insieme senza stan-
carci. Ed ecco il nostro sogno diven-
tato realtà: un grazjoso bambino è
venuto a rallegrare la nostra casa •·
Auguriamo a queste mamme felici
che S. Domenico Savio continui a
benedirle facendo crescere i loro
bambini sani e soprattutto buoni.
Fiorenzo e Olga Galdo (Torino) ringraziano
S. D. S. per la felice nascita della loro Laura
Domenica e inviano offerta.
Anna Sammartaro Jn PattJ (Padova) ~ac,:o-
mandb a S. D. S. il figJjQ, che fu opetato di
appendicite acuta e ottenne la grazia di -una
completa guarigione.
Anna Rossi {Momo - NO) in un caso diffi-
cile indossò l'abitino di S. D. S. e si sotto-
pose all'intervento chirurgico, appena in
tempo per aver salva la sua creatura.
Tosca Quarlsa in Guerretta (Mignagola di
Carbonera - TV) raccomandandosi a S. D. S.,
dopo tre giorru di penose soffercru:e, potè
avere felicemente la sua Domenica Rossella.
Rosanna Fiorentino Del Coco {Lecce) dopo
due giorni di arl$ie e di dolori, stringend.o
l'abitino di S. D. S. potè avere il suo secon-
dogenito sano e .salvo.
Co.niugi.Prandlnl (Malcesine - VR) ringraZÌl>-00
di cuore S. D. S. per aver preservato la madre
dal pericolo della vita nella nascita del bam-
bino.
Rachele CasottiinMazzoleni (Mazzoleni - GB)
invia offena a S. D. S. a nome della figlia,
scampata da pericolo di morte per un fibroma. 31

4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Sac. Seblutiano Tcobaldl t ad Alauio (Savol1ll) a 86 annl.
Sac. Ghueppe BrusadcUi t a Pios,uco (Torino) a 83 anni.
Sac. Emlllo Rtco t M edcllin (Colombia) a 83 anni.
Coad. Paolo Baplb t a C,erwin•k (Polonia) a 82 anni.
Sac. Gustavo Sct>JafflnJ t • Romll • 79 anni.
Coad. Ghueppe Vandewal t a Hechtel (Belgio) a 79 anni.
Sac. Andrea Cocco t a Santulussurgiu (Cagliari) a 77 anni.
Sac. Francesco Boat t a Cape Town (Sud A(rica) a 66 anni.
Sac. Mariano Kubl'ycht t a Aleksandrow Kujawski (Polonia) a 66 anni.
Sac. Luigi RoaU t a Fiesco (Cremona) a 58 anni.
Sac. Francesco VWanueva t a Merida (Spagna) a 57 anni.
Coad, Ma.N:CllO Harcn t a Kigali (Rwanda) a 55 anni.
Coad, Gtuacppe Mauucc.belH t • Milano • so anni.
Sac. Gluacppc Rota t a Fatumaca (Timor) a 41 anni.
Sac, Cado Rudolp.b t a Richmond (USA) a 29 anni.
COOPERATORI DEFUNTI
Mom. Luigi caruso t a Caltagirone (Catani.a) 90 anni.
Era Vicario Generale della Diotesi e Decurione Diocesano dei Coope•
ratori Sales.i.ani. Fu discepolo di don Sturzo e compagno di studi a
Roma di Pio XU. Sacerdote colto, zelantt, generoso, legoro al dovere
.fino agli ultimi giorni della sun. vita, fu prei,ioso collaboratore dei vari
Ve-scovi della Diocesi. Ma fu anche il sacerdote di tutti: l" sua s.cmpli-
cìtà, umiltà e disponibilità lo rendevano accessibile • quanti a lui accor-
revano.
Per Don Bosco ebbe un affetto immen,o. Pu tra i primi Cooperatori
della città. Per propagore la divozione al Santo, nella chiesa di S. Chiara,
dE.data a.Ile sue cure, collocò un quad,ro di ceramica dj Don Bosco,
circondato d a quadretti rievocanti episodi della sua vita; e volle collo-
cato in alto, nel prou,etto principale della chiesa, un altro grande
pannello di ceramica del Santo. Impossibile dire di quanto affetto e
aiuto furono da lui circondati i figli di Don Bosco. Nella SWl bontà
parlava sempre con cntusìnsmo del.l'Opera salesiana in generale e di
quella locale in particolare . l •alesiani non dimenticheranno questo
grande loro benefattore e a·mico.
Mons. Pier Paolo Starace t a Cutellammare (Napoli) a 82 anni.
Guida spirituale di molti..imi sacerdoti della sua diocesi e cappellano
milita re stimatissimo, portò il suo spirito gio,iale e salesiano nel semi•
nario come in caserma. Affezionatissimo a Don Bosco e ai suoi figli,
partecipava con giovanile ardore alle adunanze dei Cooperatori, fedele
al proposito da lui scritto sulla scheda di is cri%.ione: e Cooperato,~
Sale,iano fino tilla n,orte •·
Canonico Ernesto Guerlnl t a Derll"l\\mO.
Il Vescovo di Bergamo mons. Clemente Gaddi, nel discouo funebre
disse era l,altro: • Fu sacerdote pio, intemerato, zelante, amante della
Liturgia•· In questo autorevole elogio è racchiuso il pensiero di quanti
hanno goduto i frutti dei suoi 67 anni di aacerdozio operoso e sacrificato.
Paolo Scgagllart t a Serravalle Scrivia (Alessandria)
Fu Cooperatore dall'animo e.ntu~iasticamt-nte aperto. Partecipava
attivamente agli incontri mensili., portandovi la sua esperienza e capa-
cità. È passato lasciando un vivo ricordo della sua bonti semplice,
de11a sua genuina pietà e rettitudine~ Suo vanto e sua gioia: l'aver con-
oacrato a Dio la figlia Sr. Severina F.M.A.
Aristide Gllardl f a Como.
Apprezzato cultore di studi storici e giornalista, diresse per oltre
vent' anni la redazione della pagina di cronaca sul quotidiano cattolico
L ' Ordini!. Cooperatore convinto, fec;e della penna un magnifico aposto-
lato, realizzando uno degli aspetti essenzfali dello spirito di Don Bosco,
del quale fu semptc devoti..imo.
Giovanni Bambara t a Villa S. Giovanni (Reggio C.) a 74 anni.
Uomo semplice e buono, spese la sua. vite per Dio e per il pr03simo.
Devotissimo della Madonna, ne curò il culto nel vicino Santuario delle
Graz;ie, e la Madonna lo chiamò nello festa del S. Rosario.
Avv. Giuseppe Zaprclla t a Villa S. Giovanni a 77 anni.
Cristiano di fede granitica, la inculcò ancho ai suoi cinque figli. Nella
sua attività professionale fu largo di aiuti a] prossimo. Era amico intimo
dei aalesiani e si stimava onorato di aver parlato più volte col venerabile
Don Ru.a. Mori quasi improvvisamente strina:endo al cuore la rcliqu.ia
di Don Bosco.
Francesco Arachl di Coriglia.no t a Salice Salentino.
Cattolico fervente e di comunione frequente, ebbe un cuore di apostolo
e fu anche benefattore della nostra Opera di Corigliano d'Otranto.
'l'ra le grazie che gli concesse il Signore ci fu quella della vocazione
di una figlia nell'lotituco delle FiG'lie di Maria Ausiliatrice.
cav. Mario Salvuccl t a Savona.
Devotissimo di Maria AmiJiatrice. e d.i S. Giovanni Bosco, aveva una
predilezione particolare per l'Oratorio salesiano di Savona. Sebbene
colpito da dolorosa malattia, volle prodigarsi fino alla fine in favore
della nostra Opera1 lasciando di sè il più caro ricordo.
Costanza Daniele ved. Gralno t • Caluso (Torino).
Donn& d.i fede pratica e profondamente pia, fu nùrabile esempio di
bontà, di amorevolezza e di fortez.zo. d'animo nel sacrificio. Informò
allo spirito cristiano la. famiglia che educò nello spirito salesiano. Amo
Miu:ia Ausiliatr.ice, le Opere parrocchiali e, con affetto pa,rticoJare,
l'Orfanotrofio.
EllsallcHa Stocco nata Glacomcllo t a 84 anni.
La morte l'ha cotta con tra le mani la corona del Rosa.do, e.be recitava
ormai continuamente. Nella sua vita aveva pregato tanto, specialmente
Maria Ausiliatrice e Don Bosco, dei qWLli era devotissima. Madre di
nove figli, uno dei quaH, don Armando, è salesiano, inaegnb loro ad
amare la preghiera, la pove.rtàJ la aemplicitll. Le erano e.ari aoprattutto
i cinque nipoti missionari 1&leslani: don Ivano Giacomello (Assam),
coad. Augusto (Cile), Sr. Marghèrita F . M.A.; e i due giovani aalesia.ni
Paolo e Renzo Stocco (Vene2uela).
Palm~ Corlgllano t a Villa S. Giovanni (Reggio C.).
Anima ricca dj vita interiore, nepuno l'accostava senza 1e.nt::1rs1 mi-
gliore. Fu tra le prime a ìscrive,.i tra le Cooperatrici dcl Centro di Villo
San Giovanni.
hlzone Maria vcd. Oddonc t a Pomaro (Alessandria) e 94 anni.
Si è spenta undici meai dopo il marito, Oddonc Andrea, morto nel dicembre
del ,966 • too anni di età. Madre esemplare, educò i suoi numerosi fi.çli
al sacro timor di Djo, a.ctettò con profondo spirito cristiano venti mesi di
gravi iolferenze.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Arese Pess.ione Teresa • Baldoni Renato • Baronti Anna Dernacch[
Luigi - Botticini Celeste • Caputi Fran=co • Ciampolillo don Giuseppe
- Costa.magna mons. Giacomo • Cuochi Assunta - Oalmasso Giovanni -
D'Antino Ade.le • Del Punta Guido • De Sio cap. Annibale • Grossi
Ettote • Guazzo mons. Giovanni • Imperia! Giuseppe Lucchesi
Irma - J'\\llansini Panena Maria • Monaco Rosa • Nobili Assunta -
Pianta Pozzi Maddalena • Pistoia Umiltà - Ramella Mario • Rizzi
Luigia • Robustellini Oraolino - Subrizi Rachele • Teata Teresa •
Trcmolada Ca.rio Vannini Sofia.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può legalmente rice•
vere L11gati ed Erediti. Ad evitare possibili contestazioni si consiglianò le seguenti formule:
Se trattasi d'un legato: «.•. lascio all'Istituto Salesiano per 111 Missioni con sede In Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile
sito In..• ».
Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula pOtrebbe essere questa:
c... Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino,
lasciando ad e.,so quanto mi appartiene a qualsiasi titolo•·
(luogo II data)
32
(firma per estaso)

4.5 Page 35

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TOTALE MINIMO PER BORSA L 50.000
Avv ertia mo che la p ubbllculone d i una B orsa ln co mpleta ■I eff■ttua
quando Il versamento Iniziale raggiunge la s omma di L. 25.000, o vvero
quando tale ■omma viene raggiunta con off■rte suc:c■uhle
Non potendo fondare una Borsa, al pub contribuire con qualalaal 1omma
a completare Borse già fondate
CROCIATA
MISSIONARIA
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, int•o-
,ando g ra.::ì•, 11 cura di Antonio Rossi (Piu-
vene Rocchette Viccma}. L. 50.000.
Bona Maria Autllbtrice e Don Bosco, in
111ffragìo t mnmrria dtUa Sig.na Afaria R8'a,
• cura di Mons. Franceico Bitetto (Mola di
Bari). L. 50.000,
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