Bollettino_Salesiano_197709


Bollettino_Salesiano_197709



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RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA DON 80SCD NEL 1877
ANN O 101 N , e
&PEOJL IN A■ IONAMEN T O PD8TA,LI ORUltPO 2 ' (70) 1• OUINOIC,NA
1 MAOOIO 1177

1.2 Page 2

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IN QUESTO NUMERO
Servizio di copertina, pag. 10
Foto: Enzo Spiri - Antonio Saglia
FAMIGLIA SALESIANA
Trenlamlla giovani Amici di Dome-
nico Savio
3
Perché Il Congresso Exallievi di
Hong Kong
30
QUESTI GIOVANI
Educhl_atno come Don Bosco:
Insegnategli a confessarsi
6
CHIESA E MONDO
Auslllatl'lce del missionari
7
GII adulll, tutti a scuola?
18
NELL'AZIONE
ARGENTINA. Padre Rondini
prima la e poi predica
24
Un progetto per Trelew
30
ECUADOR. Perché fare catechismo 29
Cristo è anche Indio
29
INDIA. Dodici nuovi catechisti
29
I Vangeli tradotti in L.alung ·
29
Cieco, muto e sorridente
31
ITALIA. Balla Santa Maria, spazio
altematlvo
16
Al Lago Verde per un 'estate
« diversa »
20
Presenti nel programmi
dell'accesso
22
Don Bandiera e le mele
23
18 suore ministre dell'Eucaristia
30
Sette campi di lavoro
30
MESSICO. Un mese un anno una
vita per i Mlxes
13
SVEZIA. La parrocchia tutta nuova 31
THAILANDIA. Tempo di dialogo
10
RUBRICHE
Educhiamo come Don Bosco
BS risponde
libreria
Ringraziano I nostri santi
Preghiamo per I nostri morti
Solidarietà missionaria
6
18
23 e 31
32
34
35
1!i i i3;] =W;,1
QUALCOSA DI SBAGLIATO
Voglio dire un grazie al BS, che pub-
blica artic.oli utill a noi genitori come
quello di marzo~ « Sei forte, papàl " · Ne
~bbìamo tanto bisogno.
Ricordo che Chestenon dìceva: « Cl
dev'essere qualcosa di assolutamente
sbagliato nell'educazione dl tante fami-
glie: hanno dei ·bambini meravigliosi. che
fatti adulti diventano stracci vecchi ».
Un saluto anche dal rnlel tre figlioli,
che cerco di educare con lo stile' di Don
Bosco.
Gianni Ferrero - Torino
CHE COSA LEGGERE
Attualità l>er la donna. Esisfono riviste
femminili scritte in stile çr/stiano? (Lore-
dana, Sondrio).
Certo: una si chiama «Alba », si è
completamente rinnovata, e è diretta da
quel grosso nome che è Angela Sorgato,
(Via San Calimero 19 - 20.122 Milano.)
Sul pos,-concllio. Vorremmo farcì un'/.
dea del post-concilio, a partire non dall'a-
stratto ma dal concreto di qualche espe-
rienza vissuta. (Uoeisti di Torino).
Perché non leggete un piccolo ma
« grosso » libro che riguarda proprio la
vostra diocesi e il vostro Cardinale? Tito-
lo: « Michele Pellegrfno - BIiancio , . Au-
tore Vittorio Morero. Edltrtce Esperlènze
dì Fossano. Lire 3.600.
Racconta un decennio e piu di po.st-
conclllo, vissuto da una delle figure più
sensiblli, coerenti e originali della Chiesa
italiana in questi ultimf anni, e dalla sua
diocesi. Troverete anche orientamenti
per una vostra presenza più fattiva nella
vostra chiesa locale.
PUBBLICATE QUESTA
...Ricorda che spesso i genitori cer-
cano nei successi del figli l'appagamento
di loro .antichi sogni rlmastl frustrati...
(L.S. - Genova).
,,.---
- E' la mia mamma...
no Salesia1
Rl..,lsta della Famlglia Salesiana
tondata da san Giovanni Bosco nel 1877
Qu1nd1clnale d'informazìone
e cultura religiosa
Direttore: DON E.NZO BIANCO
Collaboratorl
sr Giuliana Acc;ornero Pietro Aml:)rosI0
· Teresio Bosco - Carlo De Ambrogio - Sr.
Elia Ferrante. Jesus Mel1da
Fotografia
Antonio Got!-arot
Arch1v10· Guido Cantorn
Composizione e Impaginazione
Sçuòla Grafica Salesiana Plo Xl - Roma
Stampa: Officine Grafiche SEI - Torino.
Responsabile: Don Teresio Bosco
Alltorizzazione del
Tribunale d1 Tonno n 403 del 16-2-1949·
PER RICEVERE IL BS
Il Bollettino Salesiano e inviato gratis
al componenti la Famiglia Salèsiana
- e agli amici delle Opere di san Gio-
vanrn Bosco
RichJeste alla Direz.1one o all'Ufficio Pro-
paganda (vedi sotto)
P8l' il cambio d'indirizzo
comunicare, InsIeme con il nuovo.
anche l' indirizzo preceden1e
COLLABORAZIONE
La Direzione sollecr!a a inviare notizie e
loto riguardanti la Famiglla Salesiana, e
s 'impegna .a pubblicarle secondo lo spi-
rito e le poss1bllttà oel BS
IL BS NEL MONDO
Il B$ esce nel mondo con 34 ed1z1oni
nazionali (in 19 lingue diverse con tira-
tura annua d1 o"ltre 1O m1li<:m1 di °'°ple) in:
Argentina - Australia - Austria Belgio (m
fiamming.o) - Bollvia Brasile Cile BS
Cinese (a Hoh·g Kong) Colombia -
Ecuador - Filippine Francia - Germania
- Giappone - Gran Bretagna - India (In
Inglese, plil le edizioni minori In lingue
locali) - Irlanda - ttalla Jugosla..,la (edi-
2.loni in croato e sloveno) BS Lituano
(edito a Roma) - Malta - Messico -
Olanda - Perii - Polonia - Portogallo -
Repubblica Dominicana (par le Antille) -
Spagna - Stati Uniti - Thallandia - Vene-
zuela.
INDIRIZZl
Direzione e Amministrazione:
V,a della Pisana 1111 - Casella postale
9092 00100 Roma-Aurelio.
Teletono (06)64, 70.241 , ·
Ufficio Propaganda:
Arnaldo Montecchio - Via Maria Ausllia-
trlce 32 - 10100 Torino. · ·
Telefono (01 1)4R29.24
Versamenti:
su Conto corr postale. 1 / 5115 Intestato a
Direzione Generale Opere Don Bosco -
Rom11 ..
2

1.3 Page 3

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FAMIGLIA SALESIANA
Tren
Trentamila in Italia, senza contare i tantissimi altri orga-
nizzati nel suo nome nei cinque continenti. Il Movimento
<< Amici Domenico Savio >>, a vent'anni dalla sua fonda-
zione, vive un momento di piena espansione. Che cos'è
questo Movimento giovanile, chi sono i suoi animatori,
che cosa chiedono e offrono ai loro ragazzi.
T elefonano datrUniversiLà di
Roma. appena riaperta dopo i
gravi~simi disoi:dini di mano. Sa-
ranno gli i< indiani metropolitani »'1
No. per fortuna .. Sonu due giovani
universitari oriundi <li Vibo Valen-
tia (Càtaniar.o). frequen.latori de.I
locale Centro Ginvanik ~alcsiano, e
trapiantati per gli studi nella capi-
tale. Cercano il Coordinatore degli
<' Amici Domenico Savi<11>.
<< Da noi a Vibo - dicono - c'è
il centro regionale ADS per la Ca-
labria. E noi desideriamo utìli1.zare
le prossime vacanze pasquaJj per
ditfondere i grnppi ADS nella città
e nei paesi vidni. Perciò abbiamo
bisogno di luuo ciò che serve per
avviare l'organizzazione >>.
Nulla ili Straorilinarìo. in questo
incontro, ma un segno. E positivo.
Mentre i l<)ro compagni indiani
metropolitani s1 uipingono il viso e
avanzano le proposte più Strampa-
late ( ...trnsfòrmare il monurnenlO
al Milite lgn1110 in piscina), questi
raga7-z.i di Vil>o hanno eone.rete
prcoccupa:t.ioni educative, e si
danno da fare pa tradurle in pra-
tica.
Un :.,egno di speranza anche per
ti M(ivimento ADS, che dimostra la
sua attualità e vìtalità. Vanno au-
mer'lla n do q uc.s li gi ()Van i -
qualche volta sono Coopaawri sa-
lesiani - che impegnano il tempo
lil.len) ncll"avviare e sostenere i
Gruppi e i Club ADS.
E 11011 tratta 5olo di giovani. Da
Livigno (Sondrio) un' im;egnante.
Cooperalrice salesiana. informa:
<1 Nel nos1ro paese ci sono varie
attività sportive. ma poche ìnìiia-
11ve per l'edocazione cristiana ùei
rag_aZ?i. Molti genitori avevano
e~pt.esso le l\\lro preoccupaz,ioni. e il
dcsideno che si facesse qualcosa. lo
mi ~ooo sentita ~oliuale con ìl par-
mco e con que.<;t1 genitori. IIn te-
nmo una riunione di Cooperatori
sale!>iani. ho parlato degli ADS. ho
proposto di formare un Grupptt E
tutti hanno accettato. Ho sià dif-
f11so 1 ~a1ss1Ji. che sono risultati
interes~an1i e utiJJ.. ».
E' un fallo : io Italia ùltre ai
Salesiani (che organiz1.ano più cli
200 Club~ ADS). e alle Fiefi0 d1
Maria Aus_iliatrice (che ne organiz-
z-ano quasi 50). i Cooperatori e le
o,operntrici ne hanno costituiti a
loro volta quasi 200. Ai quali vanno
poi aggiunti i numerosi piccoli
gruppi a~is1i1,i tla parroci. da rdi-
giosi e religiose. fuori dell'ambilo
della Famiglìa SaleMana.
L'iniziativa dei ragazzi. Piu an-
corà S<lrprende lo spirito di ini.tia-
tiva di rngaa.i a volle adolescen1i. a
volle ancqra nella scuola media.
Sono stati appena (1rganj;,7;ati in ua
Club o Gruppn di parrocchia, di
o ratori~). <.li colleg.it). e già uanno
da fare per avviare un loro piccolo
Gruppo. o alme-no un Scmogrup-
po... Portano i l(1ro amici a CQno-
scere il ragazzo santo. vogliono
comportarsi come lui quando rac-
coglieva intorno a sè i suoi com-
pagni per vivere un'esperienzaforte
e attiva di raga,.1,i cristiani.
Scrivono al Cei1tro. Dal fascio di
lettere giunce giorno per giorno da
tutta l'Italia. ecco alcune delle pÌù
recenti.
« Le scrivo da Palermo, dove fre-
q uen tp l'fstituto Don BOSCl). Mi
chiamo Paolo M.. ho 13 anni. lio
dato vita a un Grup po ADS: è
formato <la 13 elementi. tulli prea-
dok!-centi. che è mnltc, attivo. Vor-
rei essere informato di tutte le
Vl>Stre iniziative, e ricevere 1 ~ussidi
l:he mi occom)no per il Gruppo... >).
Dall'lstiluu,, Sale~iano di Arb()-
rca (Oristan1>): «Siamo tre ragani.
e siamo interessati all'argomt..-nlo
ADS. Siam0 intimi umici, e ìnsiemc
~tiarnQ formanJ<> un Gruppo. Nelle
prime riuni(ini vogliamo parlare ai
nostri antici di questo ~anto ddla
nosmi epoca. per ~a pere più co~e su
di lui per poterlo imitare bene.
Ahbiarn11 anche intçnzione di for-
mare un Gruppo nei no.~1ri paesi.
ùiritemlolo <la qui. dall'lslituto. e
quando andiamo a casa (il sabato).
Ci servirebbero perciò dei libriccini
ùvve si p<)S'>a kggerc di Domenico
e del movimento ADS; dei tesserini
e dbtintivi: e cono:.cen: le espe-
rienze e le attivtlà <li allri gruppi in
lta lìa . Firmato Andrea. franco.
lgnaz10. stuuenti di scuola media»,
Un giovane Exallievn di 17 anni
da Ouastamernli (Ch)eli). JarncJ1ta
di aver dovuto trascurare per
qualche ~Inno - causa malattia e
mancanza di collegamel)ti - l"anl-
mai:ion.e del suo Gruppo AOS:
3

1.4 Page 4

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contento ora di aver ripreso i con~
talli. scrive: (< Spero siate felici di
sapere che c'è un allro Gruppo
ADS in Italia. anche se pi<..'COll)...
Alfonso L. >>.
E tome non essernè felici? E' un
nuovo gruppo ADS che viene
ag~ungersi aj mille e più che già
fioriscono oggi. E' un altro anima-
tore. oltre ai mil le e più che sono
già in contauo tra lor<l. con l'incari-
cato regionale. con il Coordinatore
nazionale. Soprattutto. sono altri
ragazzi che si aggiungono ai trenta-
mila e più. uniti nel nome e attorno
alla ftgura del ràgaz7.0 santo di Don
Bosco.
li Movimento si va11ta di una
certa efficienza organizzativa. ma
essa risulla senz'altro impari nei
confronti del)'entusiasn10 e della
creatività che dimostrano gli ani-
matvri e i ragazzi. Sono essi che
assicurano il progresso del Movi-
ment◊. nel bel mt:zzo della crisi
(oggi meno acuta. ma ancora per-
durante) delle associazioni giovanili
d'ispirazione criS1iana. LI fatto quasi
sorprendente è che ci sono ancora
ragazzi che vogliono tonirnotarsi
con gli eroi ·della tede; e il Movi-
mento ADS non può che avere una
positìva incidenza suUa formazione
della loro personalità in boccio, sul
loro <.lrienLamento cristiand alla
vita.
Questo rifiorire degli ADS av-
viene a più di vent'anni çlagli inizi
del Movimento. E naturalmente
avviene con criteri nuovi. con me-
todi e strulture moderne. Un (< Mo-
vimento ADS ►> che allora mosse i
primi passi. ma che a dire il vero
risale a 120 anni fa. e che ha il suo
fondal(lre e ispiratore nello stCS$0
Domenico Savi<>. Nel 1856 infatti il
ragazzo santo, $Otto 1.a sorveglianza
di Don Bosco. e con la collabora-
zione dei sooi amicì. compilava un
regolamento di associazione giova-
ni.le. e pwnunciava una promessa
solenne, che avrebbe p_oi impe-
gnato centinaia di migliaìa di ra-
ga1..2.i raggjunti dall'azione educa-
tiva salesiana in flalia e nelle varie
parli ùel monde,. Oggi il mt>v i-
mento è diffuso nei cinque conti-
nenti: da~li Stati Uniti alla Patago-
nia, dall'Etiopia a Macau e alla
Korca del Sud.
ADS è <lunquè la versìone mo-
derna di una realtà pedagogica an-
tìca e collaudata. scaturiHl dal prov-
viden7ia.le incontro di <lue santi, nel
leggenda.rio Oratorio di Valdocco.
Verso un movimento giovanile sa-
lesiano. 1n quest'ultimo decennio il
4
la Schola Cantorum di Macau è-composta di «·Amici Domenico Savio ».
IDENTIKIT l>EL « MOVIMEl\\fTO ADS
Che cos'è. Il Movimento ADS (Amici Domenico Savio) raccoglie ragazzi am1c1 tra loro,
riel nome di Domenico Salilo 11 ragazzo samo. allievo di Don Bosco. Il Movimento,
Ispirato al sistema educativo 5qlesiano, offre a fan.ciulh, prea,dofescen'I e anche
adolescenti un progetto di vita e di costruzione d'una personalità cristiana.
Per chi è. Vi possono aderire:
fanclulll e fanciulle sino agli undicranni, come plccolÌ amici;
ragazzi fino al quattordici-anni, come amici;
ragazzi oltre i quattordici anni, come animatori
L'organiz:z.a:zione. Più aderenti costituiscono un Sottogruppo o un Gruppo, secondo Il
loro numero: più Sottogruppi e GruppJ formano .un Club. Il Club è di'retto da un
Anfmatore adulto, ha una sede, spazfo, tempo e mezzi per .riunioni e attMtà. In
ltafla li Movimento ha lnc<\\rfcatl regionali e un Coordinatore nazionale.
L'Iscrizione. Può ess.ere iniziativa dei ragani stessi, dei loro genitori o educaf9ri. Può
essere fatta i ndifferentemente a un Soltogruppq, Gruppo o Club; come pure
.all'lncarièato regionale o al Coordinatore naziona'1e (che segnalano l'Iscrizione ai
CIUI? locali).
Sussldl per ranimazlone del Mol/fmento
•i Alcune pubbllcé121oni lllu,strano agli a111matori Il Movimento e le sue finalità:
« Il Movimento Ragan:I AO.S.
« I gruppi nel Club ADS :»;
~L'attua11tàdi san Domenico SaVlò ,,
«Come essere eduçatorr crfstlanl; (l'arte di far rivivere Domenico Savio nei
Fagazz1 d'o_ggi), di J. Aubry.
Alcuni sussidi sono per I ragazzi:
«· Il cOdice di vita del. Ragazzi ADS »:
« lln raQauo campione.~ (pagine attive per fanciulli):
«Un'avventura meravigliosa> (p8$line11t11ve per preadolescentì);,
«Radar collj;)gainento Clubs ADS »(schede periodiche: sono dlsponibllì ·I primi t;e
numeri def 1976•77);
Collana de1 Ragazzi ADS (profili di Ezio Marengo, Salvatore Pane e Domenico
Zartiperlettl),
Altri sussidi perl'organlz:zaz:lone:
Tesserlno:
Distintivo metallico oon spillo « ADS Club ••
Simbolo in seta autoapesNo «Ai'!\\lcl Do:menico,Savlo -»:
lmmaglnl, quadri in cartoncino e In seta, ecc.
lnformaztonl e richieste. Vanno rivolte a « Movimento ADS », Via della Pisana 1111 -
Casella postale 9092- 00100 Rorna-P,urello.
M(ivimcnto si è molto decentrato.
rispello alle formule precedenti.
An1.iluUo, perché si tratta appunto
di un mo111me1110. nel quale per sua
oatura predomina il collegamenh)
orizzontale tra i vari gruppi (mentre!
nelle assocfazio11i in genere prevale
una gerarchizm2ione verticale dei
ruoli). Ma anche perché qua e
per l'Italia ùi [alto si sono andate
sviluppando ini2iative e realiZ2.a-
,doni regil)òali ù interregionali au-
tonome. c molto significative cspe-
rieni;e locali
Evìdente-mente non mancano i
collegamenti a livello nazionale. C'è
un d()S:-ier trinwstrale «lnfoonaz.io-
ni )> per gH incaricati regionali e glì.
animatori locali. che porta avanti
idee, riferisce iniziative, facilita il
confronto. delle .espcricnZ-e. C'è un
coordinamento tra gli incaritati re-
gionali attraverso l'incontro annua-
le. Ci sono sussidi formativi e orga-

1.5 Page 5

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nizzativi -per anim-;1l0ri e ragazzi (la
st~ssa rivista << Mondo ~rre )>. pub-
blicata dal C'entro Salesiano Pasto-
rale Giovanile. viene a buon diritto
considerata rivista ideale per gli
ADSJ.
Sempre a. livello nazionale ci
sono le iniziative dei concorsi: l'ul-
timo. a conclusione del Centenario
Mi-ssi<'>n'i Salesiane, era sul tema:
(<Se.diventassi missionario... )).
Dove il Movimento ha preso più
consistenza e mantiene una éèrta
continuita. l'azione degli Animatori
è coordint'lla sopn11tu110 dagli Inoa-
ricati regionali. Cosi in Piemonte,
oel Veneto. nel Lazio (a Roma in
panicolare). nelle Regioni meàd10-
nali (con !"attivissimo Centro ispet-
toriale dl Napoli). in Sicilla e Sar-
degna. ln piena fase di organ.izza-
Li<1n.e è pure la zo.na adrja{ica:
Romagna. Marche, Ahruzz.o. Um-
bria.
lntanto negli incontri degli Ani-
matori ~he avvengono nelle varie
regioni marurano problemi, iManze
e orientamentì per il futuro. A
Loreto nel febbraio séorso sono
stati richiesti un adegvato coordi-
namento fra i Clubs e i Gruppi. e
mete educaLive- distinte per le fasce
di età elementari e medie: come
pLlre si S()OO proposte □ ucwe inizia-
tive: un raduno regionale come
(<fe~là dei .ragu4i ~ per il mese di
maggio. e un campo-scuola per
!\\%tate.
1n u_11 Slll:èessivo incontro a
Roma ~i è rentato un bilancio della
situa.zione (che al momento appare
molto incoraggiante) e si è affron-
tato un problema ormai ineludibile
per il Movimento: come assistere
gli ADS dopo l'età di appartenenza
al Moviment{l Stesso. cioè oltre i 14
anni. Risulta che negli Stati Uniti e
in India il limite di età è stato
portato ai 16-17 ano.i. All'incontro
di R~1ma si è insistiLO sulla necessità
di trova re - con la c:ollahorazione
di esperti di pastorale e degli stessi
ragazzi ex ADS - una soluzione
che tenga presente anche la pro-
speLLiva dì un << movimento giova-
nile salesiano >> capace di ricoprire
l'intera (ascia dell'adolescenza.
Cioè. dagli ADS ai Giovani Coop·e-
ralori.
Sul problema altri Animatori
sono tornati nella successiva riu-
nione di Calt.ar;,isseua, in marzo.
Hannù appunto discusso le possibi-
lità e difficoH~ di dare unastr □ Ltura
alla f~cia intermedia tra ADS e
Giovani Cooperalori, tioè t,a i 14 e
i 16 anni di età. Si è fatto notare
che ìn vari Cluhs - per esempio a
Potenza. Vibo Valentia, San Donà
di Prave, Torino - è in auo l'espe-
rienza di ragazzi collaboratori. che
possono diventare poi G'i<ivani
Cooperatori, i quali sono oggi gli
animatori ideali di Cl ubs e Gruppi
attivissimi..
Feste dei ragazzi, campi estivi.
coocQrsi. Tra le attività a livello
reqionale e_locale figurano le {< fes~e
dei ragazzi >), che s1 !>VOlg<mO 111
m;:i.rzo-maggio. Piu avanti i << campi
estivi,>. della durata di 7- 15 giorni.
per i ragazzi delle eleme·ntari e
medie. con nomi suggestivi: Savio
Duemila, Campt> Gioia, Sentjeri
Nuovi...
La più nota forse tra le iniziative
l9cali è l'Oscar Don Bosco, per i
rngazzi del Lazio: un concorso a cui
partecipano tre ragani per Club. e
che premia ogni anno con la simpa-
tica statucua <lel sa11t<) i ragaaJ che
djrnostrano dr conoRcere meglio
Don Bosco. C'è poi a Vibo Valentia
Cotne « Amici Domenico Savio -. vengono organlnatl anche I ragazzi che frequentano la nuova
opera sal&elana di Makàllé (Etiopia).
Per gli Amici Domenico Savio del La.rio
ogni anno c'è una gara, con distribuzione degli
"Oscar Don Bosco » e di vari premi.
il« Concorso internazionale di dise-
gno ►>, giunto allà quarta edizione.
in Piemonte il {< Concorso Bon-
é Studio,>, approvato dal Provve-
ditorato agli s tudi; a Legnago il
«Concorso Missionario>>...
Jn alcune regioni il Movimento
h.a il suo giornalino (in Piemonte
<< Forza otto>>. in Lazio << Adiesse ,,.
in Sic:itia << Giornali110 ADS >>).
Ma come rendere conto delle
mille e una iniziative dei tanti
Gruppi? Si lralla di lrentam.ila ra-
gazzi che si rendono presenti nelle
parrocchie, oratori. scuole. famiglie,
con un supplemento di quella
buona volùnla che li rende simili al
loro modello.
TI loro confrontarsi con Dome-
nico Savio - sotto la guida di
educatori sensibili - non porta
tanto a npctcre oggi le sue pa.(ole e
gesti. quanto a realizzare un pro-
gCILQ di vita cristiana adatta al
contesto attuale.
ln u.na par()la il Movimentè) ADS
viene. ~ offrire ai rng~zzi d'o&gi
quegli lnleressi e valon educativi
.con cui Don Bosco portò i ragazzi
di allora alln santità. E" cioè un
discorso di formazione personale e
sociale, attraverso la vita amic,-
::io. la preghierà nelle sue varie
·forme (Parola di Dìo, Eucaristia.
devozione a Maria. fedeltà al Pa-
pa). e l'a=lone. Per la crescita. nella
fede e il servizio di carità ai fratelli.
Attra.ven.o le mille e una attività,
da quelle ricreative a quelle cultu-
rali, liturgiche, missionar ie,
cari tativ o-social1.
0 IUS.E.PPE CLEMENTEL
5

1.6 Page 6

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buona contesslonè e Il demonio non po-
trebbe p!D niente contro di loro Ma per
rispetto umano non parlano: tacçlono I
loro pé(:catl, tornano più volle a confes-
sarsi senta osare mal sputa,- ruoti li
veleno che chiudono nel cuore'.
- oamm1 I toro nom,, che io II possa
m, ricorr;lar~
- Su SCflVI -
rt$pr,se
- Ma non e·è tempo - ot;netlavo io.
, M1 posi a scrivere. ma ne scrtss/
poch, perché spanrono t1Jtl1 da, mIaI oc-
chi 11 mio compagno ml dtsse va ·. CJI al
tuQ, giovani che stiano attent,. e racconta
quello che h(JI VISTO,
Rioorrt,>arve la luce che cresceva
sempre Più: ricomparvero I gio'(anf che
avevano 1/ gtf!IIO e /a rosa La luce s,
dilatava a ogni fstante lo osservavo con
una meraVJg/1a indescnvibile: la lucfl
crebbe linc!Jo esplose m una detonazio-
ne A quel tuono ml SVfìglial e ml trovai
sul letro , .
Nella notte da/1'8 al 9 agosto 1880, D_on
Bosco Ieee un sogno che narro ai suoi
giovani la sera del IO agosto
, Segnavo di trovarmi a San Benigno
Canavese 1n provI11c1a di Tonno, e preci•
samen/11 Fn una grande sala, tu/la /1/Um/-
nata. 't/1 erano mo/ti giovani a praflzc,
seduti intorno alla mensa, ma non man-
giavano La sala aveiia un·mtensa luce
dfffusa. Le posate, fe tovaglie erano
bianche e /ucenU Domandai: che cosa
fanno Il che non mangiano? Mentre di-
cevo ovesto tutt, si misero a mangiare.
, lo guardavo e vedevo tanti giovani;
non sapevo cosa dire, e domanda, al mio
compagno· 'Che cosa significa tutto ciò?'
Ml rispose ·5ta• attento un momenro e
capirai tutto '. Mentre diçe.va queste paro-
le. la tuc& divenne più tulgtdà, compar-
vero une schiera di giovani come angeli
che tenevano In mano un giglio: si misero
a passeggiare sopra la tavola senza toc-
carla coi pled, Dlstr,bu1vano g1g/J qua e
là: co/oro che Il ricevevano sollevavano
da terra come s_e fossero spiriti; appari-
vano cosi belli e splendenli che doman-
dai che cosa significassero quei g/ovanl
cht1 portavano 1/ gig(1Q. Ml fu r1sposfo ·
- Non ha, predicato tante volte la
bella virtù della pvreiza?
- S). rfsposJ
- Ebbene: quelll che hanno Il giglio In
mano sono colOro che hanno conservato
la vlrt!Ì della purezza.
,r Vidi po, comp11rire un 'a//r11 scluera di
giovani che passeggfavano sulla tavola
senza toccar/a: avevano in meno tante
rose. e /e dIstr/bulvano Chi le r,oeveva,
stavi/lava 1n vollo dt uno splendore stu-
pendo.
.- DomsndeJ al mio compagno oh, fos-
sero quel giovani ed eg/1 ml rispose·
'Sono quelll lntiammatl d'amore di Dio'.
~ A un tratto spaflfono tutlt e con loro
scompar-11e la luce. IO ffmasf all'oscuro la
quell.a oscurità vedevo facce rosse çl
fvoco, ed erano di coloro liJhe non ave-
,1tano r,cevuro ne// glglto. nè la rosa
I' Vidi atcunl che si affaticavano at-
tòmo a una cor.da che pendeva dal/"alto.
Non r.fusctvano ad arrampic.a.rvrs1 e cade-
vano a terra sporchi, Cosa significava? Ml
fu risposto 'La e.orda è la contessl<>11e:
chi sa bene attac~rvlsl arrlvera sicura-
mente In cielo. Que,11 sono quel giovani
che vanno spesso a confessarsi; si at-
taccano a questa corda ma si confes-
sano senta tutte te dlspos~z:lonl necessa•
rie, con poco dolo<e e con poco propom-
mento•. Non possono arramprcarsI. se,,
velano giù e sono sempre a terra
, /n me.z.to a un fitto buio vidi alla fine
uno -spettacolo desotame_ Alcuni grovanl
di aspetto tetro avevano attorcl(}liato irt-
tomo al col/q un enorme serpontacc,o.
Tutto tremante domanda, cosa volesse
slgnffl<;ar11 quello spettacolo. e subito mi
fu detto
'Non v11cli? Il serpente infernale, cioè Il
demonio, stringe la gola di quegll ln!ellcf
per non laselarll parlare In confessione.
Poverett/1 Se parlassero. farebbero una
Occorre far capire 111 ragazzi che il
peécato non è una lnlrallone a un rego-
lsmento, ma una rottura nella relazione
di amore tra Dio e noi suol figli, che egh
ama tener,ss1mamen1e.
Nel sacramento della peniten,:i:a (cioè
nella confessione) Il ragauo deve abi-
tuarsi a scorgere e Individuare soprat-
tulto l'lnllnlla misericordia di Dio. Di
fr()nte a lul che cl è )'>adre, 11 ra_ga;z.z:o
deve riconoscere la sua fragillta, le sue
rlbelhonl, la sua 1ndflte1enra
la conleSSlone è r,ncootro con Il si-
gnore che c1 vuol perdonare la 9101a p1u
grande di Dio è nel perdonare. « SI fa più
festa ìn cielo (cioè nel cuore di Dio) per
un peccatore ohe s1 converte e chiede
per<tono. che per 99 giusti che non
hanno bisogno di nconciHaz,one ,
Questa rl0-onclllazlone é opera di Ge,
sù. Il Crisro «sacrificato per 1 nosrri
peccat, • cl conduce al Padre Celeste.
NeUa Ctl1esa egli continua a larto per
mezzo deJ sacerdoti. che sono l testimoni
della bontè dl un Dio che cl ama così
come slamo. ctie c, 1nv1ta a tornare a
casa, e che opera in noi delle meravi-
gllose risurrezioni
E. traglc:4 che I crolli Interiori, le ca-
dute nel peccato siano più frequenti
nell'adolescenza, ln quell'età delleata
che prelude alle gra!'ldl decisioni detJ.a
vita. Proprio 1n quetreta le hnee dj oomu-
n/cazione Ila genitori, educatori e ragazzi
te()don9 a Interrompersi
C'è bisogno dell'Intervento materno di
Mana. la madre df Gesù e madre nostra_
Il suo Cuore Immacolato e Addolorato è
di una scdnfinata tenereiza per l suor figli
glovanr, I più esposti alle insidie del
demomo Ecco perché Oè>n eosco edu-
cava i svoi ragazzi al sacramento della
gioia pasquale a1trave~0 un'accresc,uta
e approlotldll~ oevoz:ione alla Mao,~a
Celeste.
6

1.7 Page 7

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CHIESA NEL MONDO
n
o MARIA Ml AVEVA PRECEDUTO
•{( Propaga/e la de110;::irJnè a Maria
Ausi/iu1ri,·e... e v,,dre1e che Cl)Sll sono
i nliraco/111. era salilo dire Don
Bosco. /:.'cc(1 la 111.,'lrmoi-1/11nza dì un
misslo11ario s,1/esimw in As.mm (In-
dia N(>rd-Est), d()11 B,1rtl.11a Busolln.
clw in n/rre venr 'unni d, lavoro apo-
stolil·o ha condolto alla fede clodici-
111ilu indiani del gruppi) iitnic'o Garo.
Un giorno - i,g/i ha scritto in
,ma ri'la:ibne - lascio la mì:,sìo11e
J1 Druma per un giro in bidclet!a.
Dl1po 30 Km Ji ~Lrada bU11, nà. devo
inoltrarmi per 1111~1 ~Lrada in riena
forèsta. E in una foresta Ji alte
piante <<il sai >>, perde\\ la ~lrl\\df\\.
Dopo tllnto pedalare. mi at>t:orgo di
e:.sere .;;olo e lvntan<.l dil ogni villag-
gio. Oltre la stanchena. sento
anche la paura. perché ìl )>t)le s ta
calando e gia i Iet)pardi fanm1 ~en-
tire la loro voce. E con lMo altre
beMi!.! 1iericolose cercano ìl loro
cibo...
Mentre ripiglh> a pt:dalare rifa-
cend0· la strada percorsa, me la
prend() un pu· i:on... la Ma.dùnna.
<< Sl>r'I\\) in gir() per il Regno del lù()
Figlio - le dico - . Dovresti ai u-
tarmi tt ritrovare il :sentiero giu:.(o...
Altrimenti. i(i rientro alla missione
e facci,> ~dopero 1>.
Ripercorro ciica 5 Kni. è scopro
alla nrn1 siniinra una specie di sen-
tiero tutto coperto dalrcrba cre-
~ciuta Jurante le piogg_~. renl() per
quel sentiero. Dopo alcune centi-
naia di metri. mi trovo in vista Ji
una capanna picc<>la e misera. Mi
consolo. pen:hé .so che capanne di
quel tipo :.i trov.ano iri vicinanw
qualche viilaggio.
Appoggio la bicicletta a un albe-
ro. e mi avvicino alla càpàlrnà.:
<< qualcurh) qui dènll'o? ►> (( Sl,
ma non entrare. Sono lcbhros0! 1>
fnvece io entr<'.I. E vedll ~çlraial<)
su di una stuoia di bambù un uomo
sui quarant'anni, orriiai di!>faltQ
dalla lebbra, Sono ch1an i ,;e-gni che
gli rimangono onuai pochi gìomi di
v~1a. Oli thiedb de1 villagg.io. e mi
dice che non è lontano. Allora
penso~ narlare un pti' con lui. << Sei
pagano o cristiano? >i <• S()no paga•
no. Anzj, ero sacer<lolt' paganù... 1>.
Comincio allora a parlargli .del
Grrulde Spirilu, p(ii t)eclla vcnuta
del ~uo Figlio per .salvarci. << É la
ç(,ndizloo,e - gli dk() - è il bàlte-
simo... •>.
Man mano che gli pa.rlo, ho.
l'impressione di riuscire a far brec-
cia nel suo .cuore. e mcomincio a
essere soddisfallo di me. Ma s1,1l più
bello mi devo convincere Ghc Maria
In questo mese di maggio,
che i figli di Don Bosco
vivono nella luce dell'Ausi-
liatrice, ecco due testi che
presentano Maria come
missionaria nel mondo.
Proposti dal valente mario-
1ogo Domenico Bertetto,
sono il primo una testimo-
nianza dal vivo raccolta
nelle missioni, e il secondo
una meditazione sulla mis-
sionarietà della Madonna.
mi ha preceduto, che aveva già
preparato lutto lei.
Era vestita proprio c osì! Si, per-
ché il 1.ebbroso. appena udita la
parola battesimo. m'interrompe·
<( Lo !>o anch' io che devo, e~sere
ba1tev.ato... 1>.
<' Dawero? - gli domando stu-
pii!) - . E chi le l'ha deLto? forse è
passato di qui qualche ca1ech1~ta? >)
(( No - rispondi.! sicuro il kbbro.so
e- . Saranm,l 5tate circa ùuc lune fa:
entrata in questa capanna una
signora ben vestita. e mi ha detto:
<t Tu soffri molto. ma non temere.
Ti OHìndcrò qui un uomo che ti
darà l'acqua che- fava l'anima, e p~1i
Li portt:rò con me in Cielo>>.
per Il rimango inter<let~ò. e
penso che il malato :stia vancg-
gifl.DùO ~otlo gli cffelli del male. Poi
m1 viene un'idea. Nel breviario ho
delle imrnasineue <:ome segnalibri.
A µna a u1ia gliele fàcciò vedere.
<( La Signora era come questa?>>
<< o ... ►>. « Qubt'al~ra? ►> <<No >>.
.{f. Questa?•> «Si, era vestita proprio
cùsi! •>; e il visò <.leJ lehbrnso ~i
ili umina per la sorpresa e la gioia.
lo rimango,~enta fiato. E.' l'immagi-
netta dell'Ausiliatdc~, c.011 i suoi .bei
colon.
paSsseato1T1saui llaav.emssaiteàrvnui ltao
dubbi in
universale
di Maria. ora :>ono scomparsi p~r
sempre. Maria - lo vedù c hiara-
mente - è una mamma amorosa.
7

1.8 Page 8

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che si preoccupa di consolare anche
questo suo figlio lebbroso. relegato
in una misera capanna. lasciato
morire da solo nella foresta.
Gli spiego alla meglio come l'in-
domàni l'avrei battezzato. e come
gli avrei portato Gesù Eucaristico.
Poi torno in fretta al villaggio. E il
giorno dopo i;ono nuovo lì: lo
battezzo. gli do la Comunione, poi
la Cresima e il SacramenlO degli
infermi. E naturalmente la benedi-
zione Maria Ausiliatnce. Poi
fisso alla parete di bambù J'imma-
gim:Ua a colori. quella che lui ha
ricono$ciuto. e lo esorto a guardare
spesso la Signora che aveva visto:
<1 Un giorno o l'altro verrà a pren-
derti per condurti in ciclo... >>.
Lo lascio. per prose_guire il mio
giro apQStolico: allri 8 villaggi lon-
tani mi aspettano. Quando rientro
alla missione. il mio cònfratello don
Calz.ani viene a dinni: «La gente
del villaggio di Tim~inna ha por-
lato la nc)tizia che il lebbroso da te
incontrato è spirato tre giorni dopo
il ba11csimo )),
Come non ammelterlo1 La Ma-
donna -àveva rredisposto tutto in
tempo. E ciò che per me era sem-
brato a tulla prima una sua non
cuTanza, cioè quel lascìanni sba-
gliare il sentiero nella foresta, ora
mi diventava luuo chiaro. Si, Maria
vuole salvare i suoi figli. Ed è per
noi mission,ìri un conforto e una
gioia sapc;rci strumenti nelle sue
mani.
Cosl don Bar.li~la Buso/in, nefl(l
sua 1es1lmonianw dal/'Assam.
@ MARIA tA PRIMA MISSIONARIA
In che cosa consiste l'opera mis-
$ionaria di Maria? Consiste nel
dare Gesù. nel portare Oe,sù, nel
seguire Gesù, nell'obbedire e. sof-
frire con Gesù. Ecco come il Van-
gelò ci descrive tutto questo.
Associata a Gesù. Appena Maria
è diventala la madre di Gr.sù, tem-
pi(.) vivo di Gcsu, compie il suo
primo Viaggio misskmario. Nt)n
aspeua che Gesù nasca. predìchi,
faccia miracoli, ma subito lo porta
alla cugina Elisabetta, prnprio
come .il missionario pnrta Gesù a
I UILÌ.
E Gesù. portato da Maria, open.i
.:.ubito da divino Missionario: ri-
colma Eli~abeua di Spirno Santo,
santifica san Giovanni Bauista. re-
stiluisce la parola al muto Zaccaria.
cb1: ei-ce in un canto di gioia. il
Bc:necffc,tu.v; e anche il (,tono della
profezia a Maria. che prorompe nel
MIO Magnifiw( di ri<:onoscen:ia.
predicendo il futuro: << Tutte Le
genti mi chrann.o beata!>>.
Dopo il suo primo viaggio mis-
sionario, Maria riporta Gesù a Na-
zareth e poi.. a 8e\\lemme. per darlo
a1 pastori e ai Magi.
Quaranta giùmi dopo la nascita
ili Gesù lo porta al Tempio. per
offrirlo a Dio Padre come prcLZo di
salvezza per Lullo il mondo: e
quando Gesù ha dodici anni, lo
riaccompagna al Tempi(> di Geru-
i;al emme, dùvc egli inizia le sue
dispute coi dollori della legge per
far loro conoscere il Padre.
Fìnalmente Gesù c0mincia la ~ua
vita pubblica: e Maria Jo ~egue: a
Cana lo spinge al primo miracolo,
ne a.,colta la predicazioqe a'Cco-
guendone la Parola nel .suo cuore. e
mellcndola in pra1ìca prima e più
dj IUtti gli allri.
Maria è poi ancora associala a
Gesù nell'obbedienza, nel dolore,
ai piedi della Croce...
Per fondlll'e la Chiesa. Un carat-
teristì.co aspetto dell'azi.tme dj Gesù
e d1 Maria durante gli anni della
loro vi La terrena. è:<j_uello ecclesiale.
ossia ri,guardante la fondazione
Jella Chiesa. Anche questo è com-
pito mìs-sìonario. perché la Chiesa.
società dei veri crilitiani. ha ricevuto
da Gesù la missione di portare la
e salvezza a rutto il mondo, C$.'>a
stessa essenzialmente missionari(,.
Come Gesù fondàto la Chie-
sa? Durante gli anni della sua vha
terrena. con gli stéssi misteri ò
I testi di questo attlcolo sono rica-
vati dal vo1urne
MARIA AUSILIATRICE
E LE MISSIONI
a cura di Dome.nico Bertetto, SDB.
CoUana « Atti de.ll'Aocademla Marlana
°. Salesiana », voi. 11 Libreria Ateneo
Salesraoo 1977. Pag. 400, lire 5000.
Questa nuova opera del Bertetto
illustra Il compito di Maria nelle Mis-
sioni çatto,liohe, quale « Maçjre della
Chiesa m,ss,onarla » e«- Stella dell'E-
vangelizzazione».
Merito. del noto marlologo salesiano
Domenico Bertetto, che ha saputo
raccogliere e coord(oare la collabora-
zione dì Illustri autori di diverse Con•
gregazloni religiose, e le testimo-
nianze vive di missionari e missionarie
di Don Bosco~
·
eventi con cuj ci l1a salva.ii.
Cominciando a esistere come
Verbo Incarnato. Gesù è diventato
pure il capo e il fondaLO(e della
Chiesa.
Durante la ~ua vita pul;iblica,
Gesù missionario non solo perdona
i peccati e predica iJ Vangelo, ma
accoglie gli apostoli pensando al
primato di Pietro. futuro capo visi-
bile della Chiesa; e presel)La il fine
stesso della Chiesa: predicare il
Vangelo. perdonare pet:catj.
Nel primo miracolo cl.i Cana,
Ge!;ù compie w1 atto di bontà; ma
intanto i discepoli dopo quel mira-
colo cred<.fao in lui. òSSia diventano
<' credenti >), membri tjella Ctiiesa.
innestati in Cristo Capo.
Con la s,ua morte e risurrczìQne,
Gesù. ci ottiene la vita soprannatu-
rale. e ottiene la vita e lo Spirito
Santo alla Chiesa: perciò comunica
agli arost0li il potere di perdonare i
pecca lì.
Con la sua ai!Censione al cielo.
Gesù manda lo Spirito Santo alla
Chiesa riunita nel Cenacolo...
Missionaria nella vita te rre-
na. Orbene, ecco la verità mariana
mirabile: Gesù poteva fare tutto da
solo; invece ha associato Maria a
questi $uoi eventi terreni.
Maria collabora con Cristo. è
concausa con Cristo (come affer-
mava già sant'lrene.o nel secolo
secondo) per procurare la nostra
.salvezza e per la fondazione della
Chiesa.
Con la sua maternità divina,
Maria ci dà Gesù Cristo non 1.olo
come salvatore che perdona i pec-
cati e dà la vita di grazia, ma anche
come capo. e fond;llorc della (hie-
:;~ Maria alla chiesa il suo
Fondatotc. -
A Cana. è Maria che spinge
Ge.sù al primo miracolo. col qu~le i
primi cinque discepoli diventano
rnen1bri della Chiesa.
~ul Calvari1), Gesù conquista la
Chtesa col suo sangut, e Maria
.soffre con Gesù, obbedisce con Ge~
sù, si Ltni.s<:e alle inLenzioni di Gesù..
perciò anch'ella coopera coi suoi
dolori a (<.conquistare•> la Chiesa.
i E nel Cena~olo a Pentecoste
Maria è presente con gli ,apo:;toli e
pdrni cristiani per implorare lo Spi-
rito Santo. anima della Chiesa, che
darà per sempre alla Chiesa la vìta
e l'efficacia ~alvifica e rni!:sionaria
per conquistare il mondo a Cristo e
al Padre.
E fin che Maria vive su questa
terra dopQ la Pentecoste. assiste
maternamente la Chiesa nascente:
8

1.9 Page 9

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Auslllatrice del missionari: cosi viene pte'ser>-
tata la Madonna anche nel dipinti della cupola
della Basilica torinese.
e il c.,-onforto, raiuto e la Madre
della Ch iesa, ossia degli Apostoli e
lici primi cristiani. durante le perse-
cuzioni e le lotte cbe Luca ci de-
scrìve negli Atti degli Aposwli.
Ancora e sempre Missiona-
ria. Ora la vita terrena visibile di
Gesù e di Maria è conclusa. Essi
son{) nella gloria celeste. Possiamo
dire cbe anche 1a loro vita missio-
naria è f_inita? {?Pp~rè ~ssi lavorano
come pnma e pnì dt pnnia?
San Giovanni nell'Apocalisse ci
presco1a Ge~ù in ciclo come
Agnello immolato per noi. e posto
continuamente di fnmJ.e al Padre
per curare i nostri interessi. otte-
nendo cht:. la sua opera salvifica.
compruta durante la vita terrena,
sia applicata a tulli i rede nti di tutti
i tempi e <.li tulli i luoghi Cino alla
fine del mondo.
Dal Cielo Gesù governa la Chie-
grazie ùclla salve-na eterna 1\\. In
unione con Gesù, pregando, ouiene
a tutti la salvezza, meritata con i
suoi dolori in unione coi d()lùri di
Gesù, durante la sua vita terrena.
Ottene~do la gra7Jà, <)ssia là vita
divina. ai fratelli del Figlio suo.
Maria ci fa diventare Chìe:;a. poi-
che la Chiesa è la simbiosi - cioè
un vìvere iùsieme - dei figli di
Dio. è l'unione nella. vita sopranna-
turale.
Perciò Maria con la sua celeste
mediazione di grazia assolve il
compiw missionario ecclesiale.
ossia dila1a la Chiesa. soslien.e la
Chiesa. aiuta la Chiesa nel suo
apostola10 missionari().
~a. la guida nella sua azione missi<)-
naria, le comunica continuamente
il sm> Spi:rito di luce e di fon:a.
perché la Chiesa sia di.vmamen te
ufoamica eo efficace neJl'apostùlato
missionario.
Gesù qui11di, anche io cielo, é
M i ssi o n a r i o .
L'autore sacro dell'epistola agli
Ebrei ci presenta Gesù come sacer-
dote nc_Lla sede del Padre. sempre
vivo a interpellare per noi·. Gesù è il
sacertlote principale che avvalora
ogni sacrificio eucaristico offerto
dalla Chiesa, è il ministro princi-
pale di ogni sacramento che viene
celebrato . dalla Chiesa. E' quindi
s-empre Missionario.
Ogni altro missionario rappre-
senta Gesù e agisçe in uniòne con
lui. perché egli è la vite e noi i
tralci. e solo c hi è unito a lùi porta
frutto nel lavoro apost0lico.
Orbene, anche Mari.a continua
dal cielo la sua azione missionaria.
Élla pensa alla salven.a di tulli
pregandù e ottcncndò per tutti (< le
Se non ci fosse prima la mam-
ma. Un giorno il card. Giuseppe
Sarto. il futuro Pio X. Papa e )anto.
entrtì vestito ùa cardinale nella ca-
mera della s11a mamma anziana.
Cra la prima volta çbe la vecchina
lo vedeva vestito· così, nello splen-
dore <.!ella porpòra, e non potè
trattenersi dalresclama.re: << Oh do11
Be.pi! Sei lutto rosso... ll.
Il cardinale risp<>se: << E tu, mam-
ma, sei tutta bianca!» Poi la
mamma baciò l'anello epìscopale
del fjglio. e mowandogli il suo
anello di sposa gli diss-e:
i< Tu non avref>ti il tuo anello, se
prima io non avessi avuto il m1t1! »
Dic;eva una grande verità. N<,n
sarebbe il sacerdote se non ci fosse
prima la ma.mina def sacerdote.
Non c1 sarebbe il missionario. se
non ci fosse prima la mamma del
missionario
Questo. è divinamente vero,
anéhe nel ca~o Gesù. Egli è Sia.I()
mandato dal Padre, è il Missionario
del ~adre. incaril.'.HlO di portare al
mondo la ,;alvez.za, il perdono dei
peccati e la dignità dei figli di Dio.
Ma il Padre ci ha da10 Gesu per
mezzo di Maria.
Mana pot~và lasciarlo sv<1lgere
da solo la sua opera missionana per
la ~alvczza del m<)ndn. poLeva riti-
rarsi o·el r,ilenzio come le altre
mammè dei mìs!>ionari. che ordina-
riamente nbll seglJor'lll il figlio o la
figlia in mis.<;ione ma rimangono a
ta~a. Per Maria non è stàt(l così. è
stata e continua a essere la prima
Mìssìonaria. in~ieme a Gesù. a ser-
viz10 d1 Gesù. con l'aiuU) di Ges ù.
E' davvero l'Ausiliatrice dei missio,
nari.
Con ragione perciò Paol<> Vl l'ha
:-.aiutata: (( Mactte della C'hiesa mil>-
sionaria •> e. << Stella dcll'cvang.elit-
zazione )).
DOMENICO B E.R1E.TTO
9

1.10 Page 10

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THAILANDIA
« Il buddismo non è una
religione - lo ha affermato
anche il re - , e non è
contrario al cristianesimo.
Né il cristianesimo è in-
compatibile con la conce--
zlone buddista deUa vita >>.
Co-sì don Ulliana, parroco
di Ban Pong.
Ecco, sul dialogo tra cri-
stiani e buddisti, un inte-
ressante servizio dl Clau-
dio Ragalni, giornalista
della « Famiglia Cristia-
na ». che l'anno scorso ha
visitato le missioni sale-
siane dell'Estremo Oriente.
empo
Pee
T hai i-ignifka lihero e Muang•
Thai. la 1 ha1lan<l1a. è il regn,>
dt•i lih,,n. almeno !>CConJo 11 ,i~nifi-
l'l)IO i;timologico. Ma ~e t'h1Nletc a
un abitanlL' d., Bangkok (1 di qua-
lunque allra llxahlà ikl rae.~e il
,emo 1.h quella pan,la. vi dirà che
<, thai 1> significa al lémpo 'ilc:i:;o
hudi/lW(J, tanto la concezione delln
vlla per il thailandc,c è h:g.itu a
quella 1foltrina. che in~egna la lìbe-
n11wnc dnl male. dal dolore. dalle
:.,1fforerm! umane. I monaci che:: :.i
inc,mtranc• per le ,1rade. con la loro
vcsk gialla e la 001'!,.1 dclrekmo:.i-
na, k cent11'li.1ia. h.- migJial.i lli pa-
gode e <li ruonasleri di,,;eminati in
111110 il pae~c. non ~ouo che il '>Cgoo
w,lhile. c;.,1cnore, dt un :111cggia-
nie11tc, ~piri1uale d1c rappr~~cn1a il
vértl te;;suto di c(>C:.ionc-de1 -.uoì 35
milioni di nhitnnli il tratto distin-
lÌV\\l ùi un popolt\\ ttaturaln,cnte
p()rtato a una visilinc concilmnlc e
~crcna della vita. aliena dalle vio-
lcn1.c e da mnnifc!.taJioni d1 for,a.
Comprano uccelli ~ li mcuono in
libertà. Il 111onast~ro. la mcdit111,io~
ne. sono l'anti<foto naturale ,ùle
prnve della vita, un meuo Ji depu-
razione degli affanni quotiduini.
Nd 1974 molli c.lèglì s1ude;:n1i che
erano sce!>i in piazzn a mantfl!l.larc
il h1ro d.i~cn,l\\ contro la pt,litka del
governo (C v'erano ~tati decine di
m1ml negli.scontri l'<m la poli1.ia). si
logo
vknt a rnanife~tut.ìoni e ri11 uffi-
ciali di 1\\gni crcd11 f 1.ri-.1iani Ol)ll
~urera no lo t),4 per ccntl) ùelltt
ib
p<>pola,,1,1ìe. 1na 1I <lato htali:-tico
ri. m•n ri~pccclna I rappnr1i Ji ccm1-
rren,ivn1.•. <lì amici7ia. di mleres,c
redpwc<> che legano Ira l11ri1 fe<leh
c rupprl.!"cntanli delle divc rhc Chic•
!>Ono p1,ì ri1irati per ~1ualchc 1empo se. Se ç'i: urta t,mu <lC!VC il (, ùialo-
lfl un m11na~1ero: hannn in<lti-.~Hu uo •> ha ,1,,;unto uu -.um1ficato con-
l'abito g1al1,, dci h11n2i ~r un pe- ~rch, e p1cn11 di ,pt;>ran1c. qucsut i:
nodo ùi nrcn~.ll!1Cr1lll cht ~ervi~<;o la Tim1lan<.lia. 1crra <lcl ltbcri.
a ritrovare la perduLa lrnnqlll llità
Jcl)() ~p,m,1.
~ Padre, la ,os1ra religione è buo-
li hudui,mo insegna la compren- na 1>. E" una storia abba!!lnnza rc-
si<tUC e il mrwtlt' <lèlla , ita. di <:ente: 111; giorn,1 di alcuni aT)ni fa .
qualsiai.i l!~erc vivent~· nl!lh.: pa- 1tel 1955. con~<.!gm1vono a c.lun Gio,
gode e nei kmpl1 della Th;11land1a vanm Ulliana. mi"1lmano hllk-
non i: d1Hidlc inc0111rare kdclì che ..,,ano in Thailondia. un,1 lc11era
comprano uccelli. h11 Larugl11:, pesu1 prove1m:nte dull..i pl\\goda di Ban-
1.· altri nnunali: dic1>no una preghil:- gkok cht: ospita il centro SllH.li <.upè•
ra. apro1w k gabli111 e li mettono 10 nMi huddi:-.ti. Il rettori! in persona
lihercà. nd nome J1:lla Ioni rdiglo- comun1\\.:.t\\'a ~I -.accnfotc ila\\iano
nc. Che i! c,scn,1i.il,ncnt-e una filo- che i suoi bon7i ,, desideravano co-
~ofio e unn stile di vita ispiralo .ti Mscerc:: a fondo il cristianc~imo 1) e
rinncìpi tli una mornlc nuturak che 111 rnv1U1vano a tenere un cor:-()
"'110 anche 1 no,tri.
:.utrarg.oml!nl<l. Don Ulliana era in
I <licci i:irccctti che c11<;tituiscono fhailanJia dal 1928. ~,no-;ceva
il coJiw J1 comporiameni,, Jcl rno- henc la lingua th ai, aveva già ap-
naoo buddh1a rid1iamam, le regole pr<.)f<,1t1Jit1, l<> :.tu<li<' del hud1.fo,mo e
Ji ce-rie c,1111unità m11nacaJ1 i;ri.,lla- delle <.uc re1wle nel dc.,1Jcrio sin-
nc: <• Non 11ccidcrc alcun essere: cero di [)01/.)r Slàbìlire un giorno un
viVCl'){e, o,,n flJba.r~. 1101\\ mancare co111att,1 proficuo con j suoi rappre-
com.ro la castità. non mentire. non i.cntan1i. Ma di rappllrti v ufficiali».
['crderc il cunlrollo cnn bèvande o iicr co~ì tlire. u(>n ce n'eram> nnC(')ra
Olàlerie inlo~<.icao11, noo prendere ,;tut1. né I h!mpi erano ancora ma•
cibi nel p..mcri~gio. non parlcci-
rare a dan7,e v teatri. 111\\n u are
ornamenti o profumi. m,n cercare
i.eggi l!lc, ali. m,n accc!lari.: dena-
turi pe1 una tale forma di ccunieui-
,01<1 Per molti il budd1,mn rima-
ne, a un:1 realtà troppo d1~1ante
dalla ct,ncczìonc cristiana. perché ~i
r,1 •>.
potesse tentare un apprncc10 qu!ll-
I li bo<ldi:,mo in llmilan<lrn è reli- .,j~i, la ricerca di un tcrrc1·111 ù'mte-
gi11nc di Stato; ma IUtle le rdigioni sa.
ricnno~c1utc ~ono Iulelate e poste Don Ulliana acceuò di buon
s0-1\\<) le\\ pmtezi~rne ùd re, che intcr• grado l"i1)vito, e andò nella pagqù a
10

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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a parlare di Cristo e del suo m~-
sagg1~l aJl'umaniLa. Raccontt'l con
semplicita dì un uumo mandato <la
Dio che si era fallo ucci<lere per
salvare il prussjmo. dei suoi inlie-
goamèòti di giu:,tizia e di amore,
del mondo concepito come un in-
sieme di fratel li. nlln di ne111id o di
antagoni~ti Alla fine. uno dei bonzi
gli si avvicinò e gli disse: « Padre,
capiw chi! )a religil>ni! vos\\ra è
buona come la nostra >}.
U n re rrc uo comune: il be-
ne, S,)110 passati più <li venl'annì
<ln allwa: il dialogo con le religioni
non cristiane iii è svilupp,1to in tutt11
il mondo ,ulla -;eia delle aperture
portale <lai Concilio Vaticano. e
anche nel sud-es( asiatieo l'inc(1ntro
con il buddismo ha segnalo nuovi
trnguan.li e.li CQnQ~cenza e di colla-
oorazione. n,1nostan1e gli avveni-
ffi\\:'nli seguiti alla guerra che hanno
allontanal() i missi<>nari callolicj
dalla Cambogia, dal Vietnam e dal
Lao~ (paese quc:-.\\' ultim<1 dove l'in-
contro .lii era particolamienLc wj-
luppato), In Thailandia. dove ci
sont1 ol ln: 200 mila rllonaci e dove
il buddismo, nella :ma ramifica-
lit)ne delta del <' PièC()IO veicolo 1> o
dèlla « Piccola strada 1> si è affer-
mat.o ~•<)me una delle esprcssjonì
piu a utc-n[jche della <l~)ll rina. quel
modei.to contano moiti aniìi fa
ha dato fruui concreti e .si è svilup-
pato in J.eguiln in una collabora-
zione ~empre più intensa. Su quali
strade e verso quali traguardi?
(< Abhiam,, trovato un tt>rrenu co-
mune ùi incontro - dice Jon Ul-
liana - in molte opere di caraltcre
sociale. ntl deside-rio (.li 11-na mas-
giorc reciproca conoscenz.a. in riu-
nio11i di amicj:r.ia Ci incontriamo
insieme quan(.i() si tnHLa di pl)flare
aiuto alla gente in occasione di
calamità. incendi. inonda:t.1oni.
come purtrnppo capitano. Ognuno
lavora e ~1pera ~eéondo i propri
principi. quello che corna è il rjsul-
lal(). in que~(n caso il bene del
prossmw. che può essere ragg.iunm
in com une >>.
La giornata del morutc.o. D,\\ ùi-
versi anni. ormai, padre UUiana ha
la~ci1.tl<1 Bangkl)I.. per una pamie-
chia <li provincia, Ban Pong. 70
chilometri a norJ. E' \\ina piccola
cìuauina di poche decine di mi-
gliaia di pcr~one-, immersa nella
campagnfl tranquilla e industriosa.
Qui. tra risaie silcnLiose e assolate,
e piantagioni <li banane, la vita
segue xitmi meno frenetici ùella
grande cillà. il sen~t) della comunità
è più prof(mdo. l'incontro lra uo-
mini di cnltura e fede diversa trova
maggiori (>Ccasi{)ni per svilupparì>i e
allarga~i.
A Ban PMg ci $Ollll un paio
pagode principali. Non t:osl ncche
di marmi e d'oro come quelle che si
vew.mo a B:tngkok; '>M{1 edifici
intaccati dal tempo, eh~ si aprono
i>U t;randi c0rtili dove si aggira~o
animali domestici dall'aria afflitta e
denutrita: cani. maia1i. qualchè gal-
lina. Dividono coi monaci una vila
di a:.tinenza. I inonaci vivono in
tal.e appartate e tul!e uguali: co-
struzioni di lt:gno modes1e. c0n
qualcht: pianta atl<lrni), di una
es1rema povena. Vecchie pietre vi-
cin.e indicano il luogo dove Mmo
c()nservate le ceneri Ji altri monaci.
già passali a vira migliore.
Ma anche qui, come neLie altre
25 mila pasode del paese, la gior-
Blmba dèlla missione salesiana. In attaggta-
mento di danza. Nella pagina precede-nle:
padre Ulltana presenla a giovani monaci bud-
disti la rellglone ctlsllana.
nata del monaèl> è scandita da
poche pratìche codifkate nd tem-
po: sveglia all'alba al -,uo1io tli
un lamburo o <li una rnmpana di
legn<I: ru~cìta per la qut"-tua gi()r-
naliera Ira I fedeli della c:omuniLà,
una dol(lla di ri~o. quakhc verdura
ratclllta nella b1>rsa che il m<>nac()
porla con sé; un unico pranzo.
tunsum:uo jn ,ikn/Jù, alle I 1.30 del
mattino, pcrèhc anche il digiuno,
come lu rnedilru.ionc e la povertà, è
un mezzo per liberare il corpo dai
pesi della vita: e molte ore di studio
e ui preghient in ~oliLudine o CQ-
munitaria: una cantilena sahn(l-
diata in ginocchio. davanti alle sta-
tue del Budda tra profumi d'inC(;fi-
so, e ritmata <la trìplid prostrazil)ni
fino al pavimento: (i Sia venerato ù
Oudda sommamente degno di ri-
spetlt); sia venerala la sua Dourin~1.
sommamente degna ili risneuo. sfa
voncrata la Comunità. somma-
met}(e <legna di rispcllo i>.
Il monaco, novizio o bonzo, gw-
vane o vecchiu che sia. non ha beni
personali al cli fuori e.lei lrc pezzi di
stoffa che -:ostituiscono la ~ua v·e~te.
non maneggia denarQ. n<)n prende
bevande alcooliche. ma gli è con-
cesso <lì fumare, non può sfiorare
neppure con una mano alcun essere
femminile. La sua è una comunità
di uguali dùve l'abate è tenuw
all"os...crvanLa delle ste~se regole, e
no11 ha privilegi. Non vi sono voti
perpetui e con~acrazioni a vita:
chiunque può intlo~are la veste
gialla <lei monaco: per un solo
giorno<) per l'intera esisten,,,a.
I buddisti erano pronti. Nelle due
pagode e.li Ban Pong. come in
quelle ddlc vicinanze. don Ulliana
è di casa. come i l}udui1-tì lo s<mo
nella sua parrocchia. L'abate Tan,
dal quale mi porta in vii>ita nella
pagoda Dum Ttm. siede maestos-a-
mente al centro cli una stanza im-
ptegnata di profumo cli incens(). tra
vasi di fiori. statue e immagini sacre
e profane; nell'iconi..)grafia ufficiali!
trovnno po~to immagini di fludda.
un ritrailo di Domenico Savio. per-
sonaggi df attualità !Olti dalle pa-
gine <lei rotocalchi. Di fronte a una
barriera di candele accese e di
va.slioi ·di fruttL c'è un vecchio che
ha portato delle offerte in natura e
chiec.Je una preghiera. Jn un ang'olq
della .stanza alcune donne l:),rigaao
run1orosameate preparando il li!
destinato agfi ospiti.
Nella traduzfone di padre Ullia-
na. I'a baie rn i spiega va che
quest'anno nella sua pagoda i gio-
vani S()Otl diminuiti ri~pello al pa:-.-
sato. ma che non tultl gli anni sonc,
uguali: ci &ono peri<>di di intense
vocazioni e penodi pìù aridi. Anche
l'abate, come milioni di orientali.
mastica foglie <li httel e tanto in
lantu allunga unù S~)Uto rossastro in
una ci01ola di franco.
Gli chiedo come vede il mondo e
l'umanità dal suo ritiro monasticQ:
<• mondo sfugge al cvntrollo della
religiùne - risponde -. C'è un
ii'nptwerimento 'di valori spirituali,
si va verso il materialismo 1>. E
quale rimetlì(1 propone? << Cer-
chiamo di dedicarci anche .ooL a
opere :-ocfali e di assistenza. di fare
conferenze tra jl popolo. Vogliamo
far capire che la religione ha cura
ùell'uo1110 )/.
In realtà, anche questa v11a di
11

2.2 Page 12

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ascetismo e ili distaC()() dagli af-
fanni terreni ha subilo negli ultimi
tempi le sollecitazioni delle tensioni
sociali che hanno scosso anche la
Thailandia, oome molti altri paesi
asiatici. I) rapporto dei monaci con
la comunita è diventato in alcuni
casi un contatto attivo e di collabo-
razione, non soltanto la proposta di
un modello personale di liberazione
dal tnondo. E l' interesse dei bud-
disti per i problemi del loro popolo,
si è incontrato conseguentemente
con la testimonianza cristiana di
una solidarietà umana. << U senso
sociale è sempre stato vivo nel
buddismo - dice padre Ulliana -
lo stesso Bu<ld~ è stato un riforma-
tore, ha abollto le caste, ha fatto la
sua rivo luzione con la pratica della
vita i>.
(tC'è da credere - dice padre
Ulliaua - che i buddisti attendes-
sero da sempre di poter collaborare
con noi, e che erano pronti ad
accettare il nostro invito a favorare
insieme per il b<!.ne della g.ente,
Ogni iniziativa li vede partecipi con
parte cattolici e buddisti ; il sindaco
stesso della cittadina è nel consiglio
dì presidenza. e la moglie presiede
il gru.ppo delle volontarié. Ma
<< l'integrazione>} è andata ben oltre
i confini della provincia: io Thai-
landia esiste un Consiglio delle
opere sociali po!itO souo il patronato
del re e. che riunisce circa trecento
enti di ogni religione. che si occt1-
pano dell'assistenza sociale; la par-
rocchia di Ban Pong vi partecipa
come membro insieme con altre
istituzioni calloliche. Lo stesso
padre Ulliana inoltre, in rappresen-
tanz;i della chiesa cattolica, è stato
chiamato a far parte di un «Comi-
tato per la moralità del popolo >>
accanto a laici, buddisti, maomeua-
ni, protestan~i, in un programma di
attività. che attraverso conferenze e
incontri mira ad a_m.algamare l'o-
pera delle varie Chic&e neJJà loro
presenza spirituale tra il popolo.
Intanto questo prìmo dialogo tra
la Chiesa cattolica e il buddismo ha
stimolato un avvicinamento a li-
vello più propriamente religioso,
I r11ga:z.zl dell11 sçuola salesiana di B.an Pong, çr19Hanl e buddisU, insieme hanno ra.:colto rifO_ da
distribuire al po'ver1. Nell'azione aoc:lale svolta In comune questi ragaul trovano una piena unità di
sentimenti.
entusiasmi>: abbiamo aperto una
scuola in una zol'la abt>andonata,
con l'aiuto dei monaci buddisti e
delle autorità locali. Il giorno dell'i-
naugurazione. presenti i maggiori
esponenti della comunità, tutti
guardavano con meraviglia i padri
della parrocchia cauolica seduti tra
i bonzi: le vesti giaJlc e le vesti
bianche confuse insieme, E pochi
mc;si dopo. alla posa della prima
pietra di una nuova scuola, il prete
callolico era insìeme coi buddisti
a spargere chicchi di grano sulla
t.erra in segno di prosperità>>.
Una Ticerca comune. A Ban
Pong è stato creato un Comitato
per l'assistenza socìaJe, di cui fanno
nella ricerca cmnune di un punto
d'incontro anche in materia di fede.
Sono fiorile allre iniziative: a Nong
Ri. cento chilometri da Bàngkok,
un missionario francese h.a aperto il
primo monastero cristiano della
Thailandia.
<< Ai cattolici - dice ancora don
Uliiana - è ora permesso parteci-
pare a matrimoni buddisti e utiliz-
zare l'acqua lustrale anche se bene•
detta dai bon~i. poiché q uest'atqua
è considerata come una forma au-
gurale, una tradizione piò che un
allo religioso. Ai cattolic_i inol.tre, è
concesso anche organizzare funerali
buddisti per q ueUe persone alle
ql.làli essi sono legati da ricono-
scenza o da o bblighi familiari. La
12
partecipazione alla cremazione e
alle altre cerimonie buddiste è già
diventata una cosa normale
qu~ndo si è invitati o quando è
richiesto da obblighi sociaJi o di
amicizia. D'altra parte è ormai
prassi comune invitare monaci e
autorità buddiste a nostre cerimo-
nie religiose >).
O buddismo, una ri.cchezza. Ma
volendo vedere al di tà deì rapponì
formali di amicizia o soltanto di
collaborazione, esiste la possibìli1à
di un'intesa più profonda col
mondo spirituale buddista?<< Di per
sé - ricorda don Ulliana - il
buddjsmo non è una religione. l'ha
affem1ato anche il re, e non è
contrario al crislianesimo. il
cristiane1,imo è incompatibile con la
concezione buddista della vita.
Budda era un ispirato e un maestro,
e si può accettare come tale. Dii:ò•di
più: si può ipotizzare fin d'ora
l'idea di un buddista che diventi
cristiano e viceversa. senza che cia-
scuno rinunci alla propria fede.
«Più in profondità, i pdncipi
della morale nat\\1.rale buddista
sono anche i nostri: il rispet10 della
vita, della persona, la tolleranza. E'
già un con1at10. Per noi c'è Dio al
di sopra di tulio. come ente supre-
mo; per loro la Legge. il << Dhar-
rùà >>. la for1.a che produce lutto: è
già U()a forma di trascendenza. E il
principio della felicj1à $Uprema. del
<<Nirvana >>. come premio di una
fedeltà alla legg_e, è già u.r) principio
teologico».
Dice ancl>ra padre Ulliana:
<< Credo che ÌI buddismo coi suoi
venticinque secoli di esistenza rap-
presenti una ricchezza morale per
l'umanità non meno della cultura
greca che il cristianesim<> ha santifi-
cato: e che non possa non conte-
nere la sua parte di verità. Sta a noi
scoprirlo. Se PI.1tonc e Aris1otele
;hanno- aiutatq a comprendere me-
glio il pensiero cristjano, pon potrà
fare altrettanto la filosofia orien-
tale?
Padre Ullìana cita un solo esem-
pio: << Non possiamo rimanere in-
sensibili quando scopriamo la spiri-
tualità di questa gente. Quando
vediamo funzionari e autorità dello
Stato, prima di ogni cerimonia pub-
blica, raccogliersi in preghiera. con
Lutti i presenti. Ve là immaginate
voi in Italia,. in Europa. una cosa
del genere? ».
CLALJD10 RAGAINJ
(Dal voftJme: Mo111ona1ì- Ragaini,
Continente uomo. Editrice Sei 1976.
Lire 5.VOO)

2.3 Page 13

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MESSICO
U mese
UD IDDO
DI vita
er 1
llixes
Storia di un ragazzo in-
quieto d'oggi, Rafael Espl-
nosa, che nella donazione
totale di nelle missioni
salesiane sta dando un
senso pieno alla sua vita.
R h'Vrd<> quando cominciai a par-
lare per la prima volta del mio
pro-getto di andate tra i Mixes. Ai
miei amici. ai Cooperatori del mio
gruppo, ai fa.miliari. Alcuni com-
mentavano: (< Per un·avventura,
non c'è male >>. Altri mi incoraggia-
vano: << Ti invidiamo ,>. I miei fra-
telli. che conoscevano la mià a.bi-
tuale inquietudine. mi provocava-
no: << Se resisterai una settimana. ti
faremo un monumento 1>. scher-
zava,:10. Dicevano anche: «Avanti!
In ciò che possiamo aiutarti. conta
su di noi ►>,
Ricordo quando partii per restare
con i Mix,es un anno intero. In città
mi avrebbero Catto un po' di festa,
in chiesa avrei ricevuto il Crocifisso
tlel missionariè>. Mia madre mi
aveva comperato un vestito nuovo.
lo le dicevo: <i Perché fare questa
spesa inutile? Lo in<losso oggi. e poi
una vohà laggiù non lo tirerò più
fuori >>. E lei con la più grande
semplicità: << Non tutti i giorni si
dice al Signore».
Ricordo quando mi trovavo lag•
giù a San Juan Juquila...
U na bottiglia e un gallo. Un
giorno entrò nella nostt'a chiesetta
un contadino mixe. Teneva in una
mano una bottiglia di mezcul (li-
quùre rica-vaLo ùa una qualità di
agave). e neH'altra un gallo rosso.
Si raccolse in preghjera per me7_z'o-
ra, posò come offerta alcune fo-
cacce di mais davanti alla statua·del
santo patrono. poi si avviò verso
l'uscita camminando a ritroso e
segnandosi davanti a ciascuna delle
immagini sacre che incontrava.
Oiunlo in piazza, puntò òeciso, con
la sua bouiglia e il suo gallo. verso
le montagne. lncuriositc1. vollì se-
guirlo.
Da quanto avevo appreso, do-
veva re:earsi in qµa!cuno dei lu<>ghi
destinati ai sacrifici. Mi tenni a
rispeùosa distanza. e quando arrivò
sul posto, osscFVai non visto. li
contadino al'zò le braccia verso
l'allò mostrando le <:ue offerte..
Dovette formulare una preghie-
ra. Poi subito sj cninò, e con rapjdi-
tagliò al gallo la testa e le 7.ampe,
che pose sopra un grosso macigno.
Il sangue sg-0rgava abbondante <lai
corpo mutilo del gallo, e il conta-
dino prese a sparterlo sul ·suolo.
orientandosi verso i quattro punti
cardinali. a cominciare dall'est E
intanto borbOLtava parole pe-r me
incomprensib11i. Dovevano essere
rivolte (mi si disse poi) alcune alla
Santissima Trinità. altre al monte
Cempoallepec, che per ess.erc con i
suoi 3.500 metri la più alta mon-
tagna della wna. << di sicuro >> era
l,llla divinità.
Terminalo questo rito, il conta-
dino afferrò la bottiglia e irn~omin-
ciò a bere; tirò fuori altre focacce e
se le mangiò. Mezcal e focacce,
nnché ce ne furono. Ques ta era la
prescrizione; bisognava consumare
hltlù Li sul pùStO. Allo ra gli spiriti
dei monti avrebbero propiziato i
raccolti.
Tornato indietro, incontrai allri
contadini mixes che si avviavano
verso i monti panandosi dietro lo
.stess() .armamentario c,lel primo. Mi
prese u1m grande t,istèZZa, e mi resi
conto del perché erQ li. Dovevo
insegnare a quella gente semplice
metodi migliùri pèr assicurarsi il
raccolto dei campi, dovev() liberare
la loro fede rudimentale dall'incro-
slazj(,ne delle superstitì.<mi secolari.
Impiegato, con inquietudini. Il
mio nome è Rafael Espjnoza. Sono
1nessicaoo, nato nel l946 a l:rapoa-
to, città nel centro del paese con
200 mila abitanti, buon sviluppo
agricolo, e promettente di inizio di
industrializzazione.
Sono il ter:-Lo ùJ dieci figli, ho
cinque fratelli e quattro sorelle, La
mia famiglia vive il cristianesimo
sul serio. l'v[io padre ci ba insegnalo
il senso del lavoro. lo ~port del
tennis, e la fiducia nella Provviden-
za: mia madre ha realizzato l'unità
familiare con il rosario recil.a.L(l ogni
sera tutti insieme.
Ho CQrupiuLò gli studi elementari
e mcdi con , Fratelli Maris1i1 che
approfondirono il mio senso reli-
gioso. E... mi fecero conoscere Don
Bosco: ricordo frate! Antonio che ci
r-'ccontava la sua vita emozionante.
e lo chiamava<< padre dei giovani 1).
Poi dovetti pensare a guada-
gnarmi il pane. Un corso acceleralo
di ragi\\meria. ed eccomi in un uffi"
cio come impiegato. {>er mio conLQ
nel tempo libero coltivavo disegno,
13

2.4 Page 14

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I f11tOgrafia. falegnameria. 1,aldatura. mmh, 1nutte$n. i Mixes lontani e
ele11rìdtà. Nei giorni di festa, ,I misteno~i irruppero nella mm v,ta.
lenni~. sull'ci.empio di papà che
.,vcva dil>lrioùito per lu casa i -,uoi
lrotc1 sportivi; Per molti anni
questa h1 la mia vita, una vita che
non 1acila\\ia le nue rnquii:1udini.
(i Ti 11,petto a On~ca >). Era -
rit:ordo b..:nç - 1I 16 febbraìo. e
cùnvcr~av1, co11 padre Agus1in. Gli
dicevo: <• Non pulrei lan1rare
anch'io 10 qudl~ missillnc1 ~
Erano :urimti i ,;alesi:loi. Nel « Guarda - mi mposc - Ho
1965. a 19 ann i. entravo ncll:1 Croce app1ma ricevuto la h:llera di un
R(h.-,a i.li lrapu1110 c,m1e vtilontu,rm pam,co e.li lagsiu C'hiede a1m1 eco-
J\\nc~e. questo _era ~1n<1... ~pon d1
fomlgha: tra 1 '>(ICI fondatori di
quella sc1it1nc figurava iJ n\\)me u1
papà, Li ho trovato un sn~cx1 <li etl5C
nomici. e chit:dl! gente IO gamba
e.be v1,ghn rimhocc.1r-.i le man1l;he.
Smc.lic-rò il tuo ca<.o •>.
11 cuMc voleva saltarmi in gola.
da imparare·. e un <;acce, di nucwi Ccmincìt11 a prcpMarmi. V11lutavo
umu:i In <lui;- anni di tJUCl>la miluia I.i m,a r~i,ten,a fi,ica durante al-
-.cc,prii la verità scooc~rtant«:. dare cune ~gn,rpatc - per i miei amici
qualco:-a di se agli altri. ~cnza pre•
1endue c1.)mpc:.nso, e fonte Ji una
i11<;o~rettata fclicità.
Intanto una ~iornatu di sp1rillla•
htù. a cm avcvv pre~d parte. rinfo-
colò in mc le mquieruJinc che c<i:-.a
ne 1>10 facendù. deUa miei viHi ori-
~tiana? C'()n una trenuna di aruici
pre:.i a frcquenlàrc un gruppn dt
erano banali e-.cursion.i - ,ulln
vicina S1ima (.k Cìuanaj1,.rnt(). Rac-
coglicv(1 llltte le nt1ti1ie che potevo
sui Mixe,. ~ollc: low 1erre. lingua.
tt<-1 e costumi (\\,n raùre ,\\ugu,tin
slud1a'vo unchc 1 probkmi dl!lla
ca lc:t hc,i e ùcll\\•vangelilnV.i<)ne.
Oi pan pa,~{> vivevo più ì111eosa-
mentc 11 mio crbtianesimt,. 1,, nu-
ri~lc:»iònc h1blil'a. A i.era Crequen- tri"" della luce e for1a ùei Sacra-
1a1 nnche un corso di agronomia.
Nel ' 69 otu.:nni una h1ìrSa di studio
rcr una speciali;,_zazionc nel )ellorc
lnlliero. Poi una l>-Ccondu borsa di
,wJ10 Due .inni a Cillà (.Id \\ifes<;i-
co. t: tanto diploma ufficiale Poi
tre anni di lavoro nd ~cttorc. e il
tempo libero 1rao;corso a fianco di
una a.-.sis1cn1c :.ociall!: il ,olito Ja,o-
ro. ricompen~atc.) dalla gioia d1 a1\\1·
tare 111 genie a 1irars1 su.
F in1an~o n lrapuat<> crnno arri-
vari 1 '-alcsiani... Una seni la
mamma 1ornt\\ tt ~ •~a. Annun~,ò
che era dìvenra1a C11opcra1rioe.
Che e'era nd futuro di lraruallJ un
(Cmpìn ua costruire a Don Bo~co.
Che :-i avvicmava la fe,1a del Santo
eloucchreia:..i.r:sasrcemb:bedefia,tulno1udniaccgi mfi.g~lia.
fummo reclutati. Cosl per la primu
vollll vidi in faccia i salc-.ìa11t
b:--i aaturalnumtc nvn si limita-
Mamma Mlxe. Nella fU'!llna precedenl41l R.tael
Espinoza net magg,o 1973 pronunola e lr&-
pualo la auo promessa di essere missionario
per un anno (alle sue ,palle, le sua mamm11).
menu. perché <.cn1ivo che 111110 era
opera di Dii,.
v,\\no a la..ciurZ>i guaruarc. Riemri• Il 19 marLtl vc:nne a lrnpua1t1
rç11w pr~to 1I mio tempo lrbero. quel parruco dei M1X:ès: padre
Riempirono anche la min ca~a. Ve- OctaYìo Vi)ches. Lt\\ ufcompagna.ì a
n1vanc., spe~s1, a trovarci. T con loro visitare lu stand (era ancora aperto.
c'era sempre un sacco di cose da alla Fic:ra delle frag(llc). e in1an111
ftlt"ì! Senzu che mc ne accorgev,i. parlanHl'll) a lungo del micl progc1-
l avevano aperto nel mio c.·utire come l•l. Combmammo p!.!.r t.1n mesi.' <li
una ferita. pi;r la quak entrava in prMa: (, Ti a<;pcl!tl a Oaxaca (I,).
mc uno 5p1rito nuoV(\\.
capitalt: dello )>tato in cui~• tro\\ano
el 1973 ero anch'io (ooperato-
r1:. la fe!>ta ùi Duo 8(11,C() ci (llObili-
1 1\\'1he~) pt:ril I aprile ,)
n 30 marw pregai con più tervo--
tavu, e noi mobilitavamo la cillà. re. (1 Se è solo un colpo Ji 1es1a.
Quell'anno una Cooperatrice pro• tutto si ridurrà a un·avve,11ura in
po~c una nuova intziativa: aprin.· più. Mn .,c. Signore. mi chiedi dav-
ra· alla ~ Ftèra delle fragole- » uno vero una tcs'linwn,an,a dcll,1 tua
-;1an<l 11tissionario. èon c<.posizwnc pre~cm.a rn1ssion11na.
che in
ddlc auivira tra i t.-tixes. In questo q ùe:-to mese ro~a vedere tutto ciò
ehc mi occorri! per un imp.cgno
duraluro. e lrovarc:. la fort.a per
r~ali1lllrl\\1 ,> P,u 700 Km Jt strada,
e 19 ore d1 nagg111 in cannon.
Il mese tJI prova. A Onxàca 1rov~11
la (, Casa del mÌ~'>ion:mo ». e padìc
Ramòn che mi auenuevu Un ccntì•
naio di chilometri ci nmunc.-vano da
rl'rwm::re. e questa v,1ltu a pied1.
Scalttmmo I.i '>11.:rra. Sulll1 spartiac-
que. a 3.000 metn. padre Ram<in
puntò il u110 ,,cN, un punto lonta-
no. nel vcn.lc · tra du1.• ,,re ,are-
mn lt\\.
L:ì era un gruppo di capanne
chimnalo \\,1atagallinal>, con in pi1ì
le.: upere m,~~i(>1H1rie òe1 ~ale~an1 e
I MA. \\rm1arnnw a11t' nove di c:era,
Si c~lebrò J'Eucari~!i.1, Ci fu la
bu(lna nolle. e venni prc~cntato alla
comunitù ~llléi;1ana e ai rngaai. che
nu a{'(,'Ol~crt• "·,1n la l\\ir\\> gi11ia C\\>nt11-
g1osa. Si, lo vedevo. em acccllalo.
Rima.t.i una Lkcina lii giMl\\i a
Malagallina,. <la.ndt) lèti\\1oi di
agronomia.
Poi. con una marcia di dicci \\>re.
llli portai 11d ,·,llaggio di Juquila,
<.l1WI.! mi aHc,H..lcvan\\) paùrc Octavj\\1
é J11i: raga11i ora1orian1 Jélla 1;11pi-
tak. 1.tuJenti univc:~it.ari. anch·c:,"\\Ì
al lavoro nelle mi~-.,~1111.
L., genie dèl ro~tn daprrima
girava iJll!t largo Ja <4uc,1i forcs\\le-
ri. ma quant.lo si ac.cor~c che era-
Htmn amici dd padre e là\\'tlravamo
con lu,. fece amic:iLia anche cc.in noi.
Ci regalavano frutta. finn. un pd d1
cllffè, Ci parl,1va11Cl un po' in ~pa-
gnolo e un po' nella lingua mioi.c; e
001.. facevam\\? altreuanh>.
(un pac.Jrc Ocuwi,1 c<impimmll la
lunga vbit,1 11 1,èth: villaggi d~i
<linl()rni. C'amnlirtanmw per ;,2 Nt:,
lra I bo~chi di pini. nel greto dei
ru:.cclh. tra le erbacce e gli arbui.ti.
fra~corrcmnw l'intera Sc1t1mana
Sania a Qu.,;t1.altl!rec. Pr1:parammt)
i rug.ia,i alla nrima 1."tin,unjonc.
mentre il mi-.:.ionario battezzava.
univa in rrtatnnwni,1. C'i rende-
vamo utili a 4uclln povera genie
e<~n la sui.I ugri1:ol tura ruuimcnlàlc.
oon le i,Ue crcdcnzc metil crhtia11c e
metil ancorn pagane. Alla no.!tlnt
p.irlcnia ti uccompagnavàn,i a
lu111,;o cantando. e c1 colmavano dei
loro ù11n1 p<)vcri ma !-inceri,
E il m<.-,,e d1 prtwa crn finit(1.
,, Padre Oc111vi,1. mi <lia la ,ua hc-
ncdi,ione. S11a ~icur(>, tl1mcrù ,1.
Primo missionario di lrapuato. A
Irarual() mi uomanuavài'IO !-e sarei
davvero tornam. e io tli<.'t'' o che ci
slavo perN1nJo. Ma un Coopcru-
e l()(t.' the mi ~·onosceva benè. !-bottc't
fuori : <◄ Non vedere che orn11u u11
14

2.5 Page 15

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m\\xe nel pensiero e nel cuore?
Glielo si legge negli occhi».
I E cantiamo oclla notte. Rieccomi 22 agosto lascio Juquifa per trasfe-
a San Juan Juqujla. dove mj auen- rirmi ad Ayutla. al ceotw della
Ai primi di maggio feci un corso
di esercizi spirituali. La mia deci-
dono padre Octaviu e padre Javier. missione. dove posso rend0m1i più
la mia piccola comunità. D(>nO utile. Mi i,enlo mo.I{.() triste. voglio
Jella genie per il mio arrivo, un bene a questa gente che lascio. E
sione era o~mai presa. S\\ampa.rono
un biglietto di invitti che diceva: «I
padd sales1iini e i Cooperatori sale-
siani hanno la gioitt di invitare sua
sign~)ria a IJ'ì mposizione del croci-
fisso missionario e all'addio ~lei
primo mìssionurio laico di l ni.pua-
l◊. ìl Cooperatore salesiano Rafael
Espinosa. Al tempio di Don Bosco.
12 maggio 1973 ore 21 •>.
Avevo il vestito nuovo. dllno
della mamma. Erano venuti. in due-
mila persone. Celenrava il padre
ca<;co di banane e - vera rarità da
quelle parli - una Pepsi .
Il mio compito è ora il dispensa-
rio meJic(') e la catechesi. La gente è
stupita çhe viva tra L sacerdoti
seni.a essere sacerdote: eh~ si~ un
fuggiasco caccialo via dal mio vii-
)aggi(>? Ma i sospelli non dura.no a
lungo, Il poco tempo libero è per
imparare la lingua e farmi amici. A
volte ci sentiam1) $tanchi. con un
()O' di nostalgia Allora padre Javier
di pigliù aJlà fisarmonica e can-
anche la gente omrni mi vuCll beoe.
sia pure a modo suo. sollo la sua
rudi! se.orza. Otto ore di s'trada a
piedi.
Ad Ayutla trovo Je comunita dei
SalesiMi e delle figlie Maria
Ausiliatrice molto pili numerose,
con molte più iniziative. e alcùni
Mixe~ già formati nella piccQla
scuola magistrale della missione
che fann() :scuolà allà loro gente. Ci
sono pure due giovani Cooperatrici,
Volanda venuta fin da mille Km
Agu!Hin, gli altri salesiani concele-
bravano. i giovani eseguivano i
canti. Il Vangelo era i,uj 72 <lisce.-
poli inviati in mi~~ìone dal Signore.
Alroffcnorio feci la mia proh,essa.
«lo Rafael Espin1)sa mi impegiw a
vivere nelle missioni salesiane di
Oaxaca per un anno. secondo lo
spirito di san Giovanni Bo~co e
lìOI w la pn)Lezione di Maria A usi-
tiamo nella nolle le belle canzoni
del folclorè messicano.
Due volte al giorno. mattina e
sera. entriamo in contauo radio con
le altre Ct)munilà missionarie. Un
impianto a benzina ci fornisce la
corrente. l,..a benzina ci è porta.ca a
dorso di muk1.
Visito i malari anche a casa loro.
Per la scuola di catechism() prepa,ro
di distanza; e Lupita venuta da
mille e duecento Km. Insegno tutto
cìò che ~o sulla coltiva.7.ione dei
campi e sull'allevamento del bestia-
me. Al mattino insegnò la teoria
nelle aule. a sera insegno la prntlca
nei campi. A notte poi vengono i
genitori uei ragazz.i. anche loro a
scuola per irnparare...
Don Ricceri. E comincia a spar-
gersi una voce: il Rcttor Maggiore
forse verrà a farci visita. Sembra
impossibile. Poi viene la conferma.
Allora llllti i gruppi si mobilitano
come pre~i ùalla febbre. Tuili
hanno quakosa da preparare. Can-
ti. balli. funzfoni. omaggi. açldob-
bi.. ..
JI 16 ottobre. vediamo davvero la
bianca (jgura di don Ricceri scen-
dere dal ci1mi.on davanti alla nostra
scuolclla, Bandiere. ba,nda. svento-
lio di fazzoletti. Ci sono tulli. anche
i gcniH)ri dei raga7.7.L quelli che
vengono a scuola di ncittc. Discorsi
in spagnùlo. in lingua mixe. e -
E poi, due lndlmenllcablll giornale ,:on Il Rettor Maggiore venuto In visita alla missione. E ~ r
dllenderlo dal sole spietato, In dono un ,:oprlc·apo mlxe.
fatiCO$amcnte imparate> .a memoria
- uno anche in italiano. Gli alunni
della ~cuoia d'alfabetizzazione
liatrice >>. Poi furono portati .all'of-
ferl(1rio il pane e il vino. e insieme
un infinità di doni utili alla vita
mis~ionaria. che mi venivanll rega-
lali. A vedere tanta generosità e
tanta fedi! nel mi(l popolo. mi sentii
piccol<J piccolt>.
Al termine del rito ci aprivamo a
fatica la 5lrada l1mg(> la navata
della chiesa. Una mamma mi porse
il suo figlioletto chiedendomi di
benedirlo. come se fossi un saturdo-
tc, 1< perché diventi come voi. pa-
dreciw •>. Quando uscii sulla piàzY.a,
era1w che cantavano. E qualcuno
i dise.gni ~ul cartone. Tengo aggior-
nati i registri parrocchiali. Il lavorn
davvero non mi manca. E quanti
probleru.i! A volle C(,n padre Octa-
vi<.1 parliam0 a lungn, fi110 alle. tre
di natte.
UtJ,a sera mi invitano alla veglia.
per un << angioletto 1>, un hambino
mt)no a pocfo mesi di età. Giungo
alla casa. e mi sorprende una
gran<le allegria invece del pianto.
La ban<la del v1Uagg10 ~uona ogni
sortii Ji v.tlzer. La gente conversa
amab·ilmente. Il cadaveri.rto è or-
nato di fiori e di fronz.oli biancl~i.
mandano anch'essi il loro rappre-
sentante.. Amando. a Leggere. o me-
glio sillabare, il fragile componi:-
rnento. Dut! giorni solo con don
Ricceri. che ad Ayulla non si ui-
mentichcrannQ più.
In quc.i giorni intensi .decido:
<< Voglio che !"offerta che ho fatto
mt: stesso nelle missioni, duri tutta
la Yila 1},
d,,. terNa elchgeiugmnio
1974 ricevo
,ivvene: la
una
mia
let-
manda <li entrare nel n(1v1ziato sa-
lesiano è slaLa accolta.
RAFAEL ÈSPlNOSA
piangeva. 1< Ma perché piangete? >> Mczèal e focaccettc Lii mais in ab- Oggi Rtifael è salesiano. Davvero si
<< Per la g.ioia. padrecito. Perche Dio bondanza snno messe Il per lui. sente mixe nel perWerc> e nel cuore, e
è mollo buono nel c.:t)ncederci
que,5ta fortuna di un 11('>Str~, missio-
nario che parte ».
perché si lrnvi bene nell'altra vita. si pr(lpara al sacerdozio per tomare
un giorno é per sempre ((in mezzo ai
I genito ri, anche loro a scuola. D xuoi».
15

2.6 Page 16

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ITALIA
Baita Santa Ila ·a
«spazio alternativo»
<< Sono arrivata quassù stordita e stanoa. Che sto a fare
al mondo? Entrare in questo alto silenzio, e sentirmi
voglia di gridare a Dio Il mio disorientamento, è stata la
stessa cosa ». In confessioni così, affidate alla grossa
agenda, sta il segreto della Balta presso Subiaco che le
FMA mettono a disposizione dei giovani.
I I n faccia a Santa Scolastica, 11
primo cenobio dell'Occidente
fondaro tla san Benedetto aglì al-
mondo sempre più in rapido de-
collo verso la <1 nevrosi da troppo
avere 1>. la Baita Santa Maria volu-
bori del sesto secolo, un cavalcavia iamcntc è all'insegna dell'essenzia-
immette in una straducola che ag- le. Il superfluo o il troppo tomodo
grec.lisce la montagna, aspra di swnerebbe soprallulto qui dove
rocce e dolce di verdargenlo ulivo. proprio il camino grida. bianco e
E' questo il sentièro che percorre rosso. una scritta stimolanle: (< Vivi
chi. giungendo da Rorna e oltrepas- se ardi 11.
sando di poco ta cittadina di Subia-. Quanti gruppi hanno fanoJ'espe-
co, si accinge a salire verS'() la Baita rienza d' una povertà-spazio all'in-
Santa Maria. dove le Figlie dì confr◊ pr.ofondo con D io e aJl'an1i-
Maria Ausiliatrice hanno organiz- cizia più fratcmal E questo proprio
zato un ambiente per la preghiera perché è una povertà «abitata >> qa
dei giovani.
Qualcun() che diventa quassù la
Per o ra si sale a piedi: Lainj in Presenza più amata.
spalla e bastone in mano. lasciando
Gesù J:!ucaristico infa\\li è nella
che la fatica stessa del cammino
séand isca la diversità d'un am-
biente che nettamente si contrap-
piccola cappella ricavata dalla roc-
cia viva. dove tutto s'in.carica .di
ricordarci: <• Clii ascolta la Parola di
pone a quello della ~ocietà dei
consumL
Tutt'intorno. mènlre il sentiero
s'i~wrpica. la natura s'incarica d'in-
trodurci gradatamente in un'atmo-
Dio e la mette in pratica è come chi
costruisce sulla rncclà >>.
Nel Tabernacolo con ostensorio
incorporato c\\.1i {a da sostegno un
annoso U'0nco di ciliegio, il Signore
sfera di preghiera. A oriente .lo qui è davvero il << Dio-con-noi >>. il
sguardo abbraccia monti inviolati e
solitari che invitano allà gratuità
della lode, a occidente la visione di
Subiaco. sullo sfondo di colli s-emi-
(< Principe della Pace>).
«Sono arrivata quassù stordita e
stanca. C'he cosa sto a1 mondo a
fare? - mi dicevo. Ebbene; entrare
nati di villaggi. sollecita a interce-
dere con Cri:-to presso Padre. per
i fratelli.
Dopo aver arrancato per una
in que~to alto silenzio della cap-
pella e sentirmi voglia di pregare
gridando a Dio il mio disorienta-
mento. è suita la stessa cosa>),
bul1na mezz'ora sul << Collelungo >>.
Sono ormai in tanti ad affermare
com'è nominato dalla carta topo- su per giù q\\JeLiù 1:hc Maria Pa~lla
grafica. sul << monte Santa Maria » scrisse sull'agenda della Baita.
come tendono a dire i nuùvi fre-
Spazio alternativo. Questù non
quentatori, ecco la Baita: una pic- vuol essere solo un luog(). ma un
cola costruzione intonacata di fre- ambiente diverso: anzi allemari110 a
sco, ma antica di ~ecoli,
qucllo creato dalla società dell'ur-
Era un rifugio per greggi .e man- banesimo. Jelfasfalto e soprattutto
drie costruito nella roccia viva. Le dei mas;;-media.
FMA, mantenendo l'aspetto rÙstico
A una natura depredata dal ce-
e tipico dell'ambiente. ne trassero mento. inquinata e (< sgorbiata» da
ur1'abita1.ione soprattutto per il linee, forme. scritte e colori pub-
week-end di preghiera. ma anche blicità e propaganda. l'ambiente
per altri brevi periodi <li vacanza.
della Baita offre tutt' attorno una
natura protetta, da riscoprire nell.a
All'Insegna dell'essenziale. Tn un sua ganuinilà di forme. voci. colori
e nelle sue risonanze biblico-
cvan_geliche: dai fiori vestiti in
modo pili ~-plendido di Sa1omone.
agli uccelli che il Padre nutre.
Contro U rumore-frastuono pro-
vo ca cc da quello che Servan-
Sd1reiber chiama << informinquina-
mento 1>, quassù è ripr<)pos10 il si-
len7,io, Dov'è? Nel cuore deU'espe-
ricnLa di preghiera che chiamiamo
<<deserto». In ch.econsi!ite~ Dopo la
lettura della Parola di Dio seguita
da breve co111mento-stiniolazione.
ognuno è invitato a entrare nei
grande. silenzio. Come? Si può re-
.'ltare in cappella o andarsene presso
il camino sulla montagna: dbve si
vuole. purché tutto serva a entrare
in cont,Uto con la Parola di Dio.
Ma in modo più sapienziale che
intellettuale. più conoscitivo che
speculativo: in una parola: << pre-
gando la Scrittura» rino a che la
Scrittura stessa rivelj e provochi
l'approfondimento d'un impegno
tra sé persona e Dio. Un impegno
legato al dinamismo di perenne
conversione.
Il s ilenzio è anche ris~perta
delle voci: da quella del fuoco
a ttorno a cui si prega un ((largo»
rosario alla sera, a quella del vento,
della pioggia. Insomma il silenzio è
un elemento per ra~colto Dio,
dell'altro. della natura. non una
cortd~ionc per favorire l'intimismo
e j( ripiegamento.
<< - scrive Maria Anloni.t - a
Roma mi sento spessissim() sola nel
bel mezzo del chiasso, e magari
quando sono con tanta gente. Qui.
anche nel deserto. faccio l'espe-
ri:em,a contraria: sono in compa-
gnia di Dio e anche ùi voi che - su
per la montagna o ìn cappella - lo
cercate come me, insieme a me>>.
Cosi agli assembramenti di gente
troppo spesso all'insegna della va-
cuità o della v1olenz:i, l' ambiente
della Baita Santa Maria contrap-
16

2.7 Page 17

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pone momenti for1j di silenzio e di
solit udi ne per l'ì1Ùeriorizzazione del
messaggio cristiano, ma sempre jn
vista d'una vita a Corpo mistico,
dove nessuno deve sentirsi un'isbla,
neppure (vorrei dire specialmente!)
quando prega.
Ecco perché è dato spazio, so--
prattuuo la sera nell'adorazione,
alla preghiera spontanea, parteci-
pata. Dopo il canto dei sa}mJ. le
giovani sono invitate a una rilettura
persqnale silenziosa del teslo, e a
ripetere poi a voce alta il versetto
del salmo da cui ognuna è stata più
colpita.
Quando si mette in comune. A
case-alveare, strullure e orari non
p1u a misura d'uomo, dove gli spazi
deg_l'inconlrì interpen;onall sono
sempre più ~offocali dalla fretta,
l'ambiente della Baita Santa Maria
contrappone la giusta gerarchia dei
valori: conta di più Dio, contano
più le singole persone in lui e per
lui. che tutto il resto.
te. Questa nostr_a società è segnata
sempre più dall'irrisione del sacro
nelJa stampa. nel cinema e nei
manifesti.
L'educazione alla preghiera qui
io Baila ne tiene conto, mirando a
fare dello Spirito Santo il grande
educatore che avvia alla riscoperta
del Dio vivente nell'infinita sua
trascendenza, nel!'<< ampiezza e
p'rofondiLà >> del suo mistero che ci
fa salvi in Cristo.
E poiché a cau.sa dell'ignoranza
religiosa cli massa, e'a volte anche
per troppa 1imidezza da paTte dj clli
educa alla fede, il sacramento della
Penitenza t>ggi è il grande dimenti-
cato, qui si ama lare la proposta
leale, cordiale, libera d' incontrare il
Signore Oes\\l nell'esperienza del
perdono.
Cosi pure l'aslensione o anche là
pratica cli ... massa della freq ueoza
all'Eucaristia. in Baita tende a tro-
vare il Sll() correttivo nella prepara-
zione comunitaria alla Messa. me-
Lontano dal frastuono della civlltà, per uno « spazio 111ternallvo • chiamato « de$erlo •· In alto,
Kcanto al lllolo: l'Ingresso della Baita Santa Marta.
Cosi il ritmo dclrespcrienza è
scandllo da preghiera e lavoro, con
ben precisi spazi dedicatì all'in-
contro interpersonale, soprallullo,
quando si metlc in com.une le pro-
prie tinesstoni sulla Parola di Dio o
le proprie esperienze di preghiera.
E' Jl che la c~moscenza reciproca
avviene in semplicità e libertà. Una
conoscenza $Càvata ai livelli più
profondi. là dove realmente tutto
tende a diveùire comunionè.
Alla scoperta de.I Dio viven-
diata dalla illuminante Parola di
Di-o..
La gioia sapersi amati. Tutto
poi g uassù ~ all'in_segna_ della gioia:
quella del più sctuetto tlmbro ·evan-
gelico e saJesian(l. Viene in mente
quello che scriveva santa Ma~arel-
lo: << Sempre una gra11ùe allegria:
questo è ìl segno d'un cuore che
ama mollo il Signore •>.
Un'amica fedelissima deJJa Baita
Santa Maria scrive: << Lassù ho ca-
pito che gioia e beatitudmi evange-
liche coincidono. Mi pare che cri-
stiana diventerò a misura e.ne do-
vunque, come io Baita, vivrò lo
spirito delle beatitudini>>.
Lo stesso << gestire >> in fraternità
gli appr<>VVìgionamenti d'acqua al
pozzo, di legna nel bosco, la prepa-
razione dei pasti frugali o la trasfor-
mazione di sterpeti in radur-e acco-
glienti: tutto è occasione di crescita
gioiosa,
E tutto diventa una specie di
rotaia liberante su cui far scorrere
la volontà bloccata oggi dal consu-
mismo. La volontà che ha bisogno
d'incontrare Una fiducia di fondo:
qu_eUa di sapersi amati d.a Dio e
salvati da Crjsto.
Così appena ci si accorge elle
l'esperienza force, tendendo a spac-
care di colpo le false sicurezze come
l'abitudine alla 01usichetta di con-
sumo, ai comodi. al compromesso.
rischia di gettare il giovane nella
consa pevolczza del proprio depre-
cabile vuoto. s'interviene. E' un
momento delicato e bisogna preve-
derlo.
L'ambiente non può essere fallo
solo di cose djvers-e. ma anche di
persone e voci diverse. Ci deve
essere qualcuno che amichevol-
mente 111a con decisione, i.o umillà e
docilità al Signore. guidi il gjovane
a lasciarsi cavar fuori dalla propria
maschera., dalla propria falsa iden-
tità, ma in una gran<< festa>>: quella
che provoca appunto la certezza
che << Dio per primo )) ci ama.
Vn seme.. Ecco: tutto qui. La
Baita Santa Maria è un seme sulla
montagna a cui j giovani SLCSSÌ
potrannb dare volto e vita. stimolati
a diventare creativi nel riscoprire in
l'immagine del loro Padre. il
'creatore.
SL la Baita è un seme di speran-
:za. Don Bosco,.. lo sa. Da giovane
sacerdote era solito condurre i suoi
giovani sulle montagne cli Lanzo
per gli esercizi a Sant'lgnazio, e
nella casetta del fratello ai Becchi,
per ritemprarsi e pregare.,
Per ora. a conforto d'un breve
camJÌljno pt!rcorso e di quello che si
apre innanzi. parla la grossa
agenda della Baita da cui .slral-
èiamo pocbe righe ùi Wilma:
<< Baita Santa Maria, tu mi sei
segno. Quassù ho èapito il senso
della domenica. il giorno da dedica-
re luttù al Signore per ritrova re in
lui il coraggio t la forLa della vila
cristiana con quel bagaglio di lotta
e sacrificio, cli dare e ricevere, di
testimonianza e fedeltà che, vissuta
.col Signore. forma la conseguenza
vera del Bauesin10 >).
17

2.8 Page 18

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« F"ormatlone permanente &; se non sbagllo Il BS tempo fa ha presentato un llbro
che parlava di questo argomento. E' un'espressione che ml stuzzica: credo la
appllchlho a noi adulU, nel senso che dovremmo tornare a scuola, quasi fossimo
rimasti plasmab111... come bambini.
lo ho 58 11nnl, faccio Il tranviere da 35, e sono ormai la1to In un c,èrto modo. Ecco, un
po' ml piacerebbe, ma ormai non me la sento più di cambiare... A p11rte gli scherzi, che
cos'è questa formazione permanente?
Giorgio s - MIiano
L 'espressione che la stuzzica. signor Giorgio da Milano, era nel titolo stesso di un
libro preserytato dal BS La formazione permanente Interpella gli Istituii rellglo-
s1 , (a cura di Pietro Brocardo, Ed. LDC 1976, pagine 460, hre 6.000).
E ta confermo subito 1n quel suo londallsslmo sospetto· le tormaz1one permanente
riguarda daWero ogni adulto Compresi I tranvieri, i parrucchieri (e non solo - come
na dt1tto un burtone - cer via della permanenle), ma proi:mo tut~ coloro che sono
nell'eia lldulta.
Il libro sopra ricordato è uno deg11 u11tm1, rn:a anche urio del tantissimi. che da
QU.alche ternpo si scrivono sull 'argomento Segno di un Interesse dltluso e legltt,mo.
E d.r un suo capitolo I processi evolutlv, dell'eia adulta », dl Ferdinando
Monluschl) deriveremo In parte te Idee-chiave per la nspoata al quesito che lei ha
posto
coloso Esiste un'evoluzione non solo nei
giovani ma anche nell'eta adulta, essi
sostengono. Il rifiuto del carr,blamen10 -
e. qui addirittura accusano - può na-
scondere soltanto un dlsfmpegno perso-
nale e soclale. una resistenza al divenire.
una nnuncra al dialogo con gli altri, Il
rifiuto di progredire come persol'la
Essi sostengono ta possibilità e la ne-
cessità di una formàzione anche dell'a-
dulto, ne, più svariati settori. e ritengono
che Il rifiuto di dlsponlbllltà a tale rl-
guard() é segno dt tmmahlntà Insomma
si puo diventare adutU e perfino anziani
senza maturare mai, come succede di
certi truUI sull'albero che al termine della
buona stagione cadono e marciscono
senza essere diventati dolci ne appetibili.
Vogliamo vedere. slgnQr Giorgio, a
quali pericoli va incontro chi, passato
dalle tens(ont tdeall della g,0111nezza
all'as.ses1amento dell'età adulta sl ritiene.
Le ri sposte anllotie non bastano più.
R1cord1 quella e canna pensante > ctie
secondo Pascal è superiore atl'unJverso
e materiale, perchè consapevole di vivere
e di rnorire: l'uomo. Una vita, la sua, che
si reallua In s1tuazJon1 concrete conti•
nuamenle cangianll· cambia ciascun ln-
d1v1duo net tempo e cambia la soc,età
auomo a 1u1.
Ora, per vivere, non basta 11 bagagllO
culturale accumulato nelle scuole
dell'ObbOgo? nelle classi superiori? all'u•
niversltà? Ecco, non pròprlo. Questo ba-
gagjlo - ohe gli studiosi chiamano
e prima tormaziooe » per dlsttnguer~a
dalla wccessiva « formazione permanen-
te » - riempie l'adolescenza e le g1ov1-
nez:za, ma senza ullerlort accresclmenu e
aggiornamenti non rìSutta sufficiente per
affrontare l'età adulta. Mentre s1 vive,
viene a mutare 11 terreno di sotto I piedi...
PensJ, gentile lettore. alle nuove sltua-
zJonl personali provocate dal matrìmonio.
dalla nascila di un f,gho, da una promo-
zione netta carriera. pensi atlp sftuazion,
nuove elle si verfftcano (anche per ~la
personale) net tempo Ubero e nelle rela-
zioni d'amlclzia, col semplice passare da
un·occupazlone a un'altra. da un gruppo
a un altro,
In pari Lempo cambia anche la realtà
sociale. Una scoperta sc;lenl1lica, una
nuova 1deolog1a, le materie ptasUohe-, la
IV, Mao e Marcuse. Da un glomo all'altro
cì si trova con la. messa In Italiano, molto
più faticosa dell'incomprensibile (e per-
ciò riposante) messa Ialina, Da vn glorno
all'allro cl sl trova cfrc:9"çjat1 di euroco-
mumsù e di e indiani metropolltanl , ...
Le nuove situazioni rlCl11edono un SUP-
plemento di tormaz:ione, perché le ri-
sposte antiche non bastano più. Ecco.
signor Giorgio, In cl1e n')odo imperioso
18
irrompe la formazione permanen1e nella
v11a dell' adulto E' una necessita. é In
un'època eorne l'attuale. Che I soc:101091
deflnlséono di profonçle e rapide 1rasfor-
maz1on1, é una necessità urgente.
Anctie se non Cl si bada. O non si
vorrebbe più oamt;ilare..•
O no? e Un po' m1 piacerebbe. ma non
me la sento p1ò di cambiare-», dice tei
Rivelando un auegglamento tipico dell'a-
dulto: La raggiunta stabilita, l'assestamen-
to
Possono oa'mbi-are I ragan;l SI allun•
gano, rinnovano I denti, calc1tìcano le
cartliag1m Sono pieni di ideali rutltanH,
sono trti111edlab1tmente sognatori. pro1et-
lati verso 11 futuro assorbiti ne, loro
grandi progetti personaJl e soc1alL Vo-
glfono diventare chissà ohe cosa, essere
chissà chi... Ma l'adulto, generalmente si
ritiene. de.v'essere semplicemente l'OP·
po:,.to di tutto ciò
La dura reallè soOiale, l'impegno pro-
le.S$10nale, il lavoro di tuttJ rglom1. spin-
gono l'adulto a rinchiudere i sogni nel
cassetto. Il vero uomo fatto guarda con
tenerezza le aspiratlonl giovanlll, consl•
dera co-n compassiona quegli adulti c,he
si ostina-no ancora ad alimentare delle
sp,nle idean, quasi fossero eterni adOre-
scenti li vero aduflo - sl ritiene - è
onnaì stabile. Più che 11 desideno di
diventare divel'$o, sente il desiderio di
possedere di plu . l'automobile. la oaseua
In campagna, una pensione sicura. Ma
quel che ha Imparalo ha Imparato, non
cambia più, d~ve aeceltarsl e farsi -accet-
tare così com'e
Ono?
Ebl:)efle, genllfe lettore. gli s1UdiOS1 di
pslcoJogfa ritengono questo modo dt pen-
sare completamente sbagliato, anzi peri-
ortnaf formato e stabile, e pensa df non
aver più nulla da imparare nella vita?
I problemi non sono lutti risolti.
Ouest(l «adulto anagrafic9 ) aqqulsta sul
plano delle Idee la massima sicurezza
riguarc:10 a tutti I problemi di tondo della
cultura e dell'esistenza, e non sente più
alcun bisogno d1 ricercare la verità Le
novità gh apparono spesso come stram-
berie, comportamenti lnglustillcatl di per-
sone inquiete e torse anormaff, e Ghe
senso ha - dice a se stesso - creare
del problemi, Quando sqno già stati risolll
e per sempre? •
Questo adulto che a1 suot tempi ha
assorbllO quanto la tradlz.1one del pass.ato
gh ha trasmesso, ora è ~no di posse-
dere tutta la verlta, e dall'alto della sua
posizione ir'lattaccàbìle respinge ogni
nuovo dato di culb,Jra, senza neppur.e
esaminarlo SI tflncera dietro un , Si è
s.empre ratto cosl •• espressione che tra~
dlsce Il suo dfsaglo e la sua dìspe,ata
res1stenmal divenire
Nòn awerte più Il bìsogno o rottntà di
continuare il suo personale cammino di
ricerca; senza avvedersene si arrocca su
posizioni sellarle, Clletro pregiudizi ìna-
movlblll C'è gente che è disposta a
morire per te proprie idee, ma non a
cambiarle.
li caso opposto. Sr da anche il caso
opposto - plu raro, ma non meno ln-
fauS1,o - d1 chi rifìuta 11 passalo e si
aggrappa senza vaglio critico a qualslasf
nuovo valore appaia all'orizzonte Nell'il-
lusione Ingenua ò1 garanurs, in -questo
mOdo una giovinezza intelle1tuale sempfe
al passo con I tempi Ma, viste certe
mamme. cne Indossano I l>IUe-,eans delle
f1.91!e e sl compa~ano come loro? Be' lo
stesso succede anche con te Idee.
Qualcuno ha detto che ruomo è un

2.9 Page 19

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autobus su cui viaggi.ano tutti I suol ante-
nati. Non li si può lar smontare. non si
può tagliare I poni! col proprio passato,
verrebbéro a mancare le basi.
Ecco dunque le due S1luaz1on1 oppo-
Sle Il rlnt.110 del presente, propno dei
tradi-zion·a11so a oltranza. e il ril/uto del
passato. proprio degll innovatori radicali.
Sono posizioni ugualmente incomplete e
sba.gllale. Qçcorre saper apprenare iJ
valore positivo del passato senza rima-
nerne prigionieri. E occorre sapéTSI
aprire ai nuovi valori senza con ciò rfnne•
gare I valori del passato
Contro I tacili cedimenti alle mode e
agli entusi;iSml passeggeri. c'è da avere
fiducia nelle proprie idee lentamente e
pazientemente.accumulate In tanti anni
di studi e rlllesslonl. Ma al tempo stesso
occorre coltivare almeno Il sospetto che
non si possiede tutta ra venta e avere Il
coraggio di rimettersi In discussione.
a dfeJogo. La persuas,orre di posse-
dere tutta la verità renc,e in pratica lm-
poSS1b1ie la comunJcazione, 11 dialogo
oon gll altri ,A.J massimo si accetta d1
esporre - anzi Imporre - te proprie
Idee. Nella persuasione che 11 mondo ha
questa tor1una lnesn~at>lle. di persone
come not capaci di lllumlnare gli altri
sulla vera vedta.
Net dialogo a senso onico che si pre-
tende di lmbllsllre, di solito 1ncon1rano
ob1etton, dlssenz1enll . persone che non
condlvldono, anz.i si oppongono Ma sono
glà giudlcatl In pat1enta: si tratta di Indivi-
dui che non capiscono, che rifiutano la
verità eterna. e cadono nell'eresia. Per-
ciò vengono condannati senza appello.
In compenso c1 s, puo imbatter-e in
alcuni pochi che lii pensano come no1.
Allora sì, CQn questi s1 diatoga O ci si
illude d1 dialogare. perché si ripetono
i --- -
-
-=
-
--
~
-
---
-
- - - - - - -----
-- :•
.-
I
Jn.sleme le stesse Idee.
Dicono gli americani: , Se io ho un
dollaro e tu un allro, e ce Il scambiamo.
alla line rimaniamo come prima con un
dollaro ciascuno. Ma se io ho un'idea e tu
un·attra. e ce le sc·am1>1amo. aua llne
abblarrlò due idee clasciJno li Questa è
torse la m1gllor definizione di dfalogo che
sia mal staia Inventata. E spiega perché
chi è pecsvaso di possooere la verìtà non
é capace di dialogare: con I suoi avversa-
ri, rlflura lo scambio di Idee: e con I suoi
amici, scambia la stessa Idea e alla fine
tutto rimane come prima
Pensi. gentile lettore, quanti casi di
questo generi! succedono ne11a vlla, Tra
lnsegnaritl e aluMI, tra 9.enitorl ·e ligJl.
Sono tragedie
L·adulto è véramente maturo quando
trova -normalmente nel dialogo la possibi-
Utà di arrrcch1rsi e di arricchire.
« Cambiate mentalità ». La resistenza
al (11Venlre a VOIie Ma effetti dlSSSllosl
dnche sullo tede. Non solo li~ lìOcfetà
civile ma anche la Chiesa sta attraver-
sando profonde trasformaz1onl In c10 che
ha di storico e contingente C'è stato un
concilio. e In atto Il rinnovamento del
pos1-conc1llo Questi ratti hanno colto
moltl credenti (mpreparatl.
Le norme del digiuno eucaristico. la
messa nelle lingue volgari, la comunrone
in piedi (an.ti tn mano!), un divel'$o modo
dr battezzare I bamt>ini e .seppellire i
morti, per qualcuno sono risultati cambi
traumatiUantl O'è perfino chi Infierisce
contro il Papa. e disobbedisce. nella per-
suasione di rfmanere cosi fedele alla vera
Chiesa. E non sl avvede di essere fedele
solo cor'\\ . le proprie Idee e. 1a pr.oprla
Incapacità di rinnovarsi
E' un fatto la novità appare sovente
con I caratteri delt'1mprevedlbihtà. e è
taclle essere colti di sorpresa. Gli scribi e
I farisei delt'anUca sinagoga attehc;levano
Il messia, studiavano e conoscevano me-
glio di ogm aJlro l'argomento; ma qualldo
Il messia 11erine. non IO riconobbero ln-
cJamparono nelle loro Pl!eudo•vefilà. e
trovarono nella toro teologia gli argo-
menti per condannarlo e metter1o amor-
te Perchti stupirsi se certe situazioni in
qualche modo s1 ripetono?
Eppure Il crlstlanestmo porta lri sè
urflst.anza irr'lnuncfablle di rinnovam'ento
permanente Le pnme parole di Cristo
nella vìta pubblica sono state: e n Regno
~ vicino. convertitevi Il tennlne greco è
perentorio:« Cambiate rnental1tà >.
lmpre11edlblle risulta pure la realta fu•
tura « I cieli nuo111 e le terre nvove J
promessi da Cristo. Il cristiano stesso
appare SUll'onzzonle del mondo come
e creatura nuova II tutta da costruire: il
battesimo è solo l'inizio di un mutamento
radicale che Impegna li cnstiano In una
ocerca e apptopriazlone delle c. ln&0nda-
b11l ricchezze del Cristo , . da rivivere In
sé e da donare ·alla propria comurnta d1
111ta.
Come mal allor.a certi cnstiani, r,ccht di
QUesti! potenz,alltà dagll sviluppi 1mpre-
vedib1li, passano tante volte per lrrlcupe-
rabill conservatori?
Le scuole parallele. Da Quanto detto,
lll fo(T!lazione permanente appare come
un processo dl arricchimento che do-
vrebbe accompagnare senza soste In 11lte
dell'uomo adUllo
Richiede d.elle scuole ve1e e proprie?
Non necessariamente. anche se or sor10,
e frequ_entate proprio da adulti. A livello
professionale so110 quanto ma, numero-
se. Docenll umvers1tan interrompono rtn-
segn1tmento per un «anno sabbatico »
come lo chiam,lno, In cui si ttasformano
In studenti. Oa quasi oenl'anni (esatta-
mente dal 1881) negli Stai! Uniti esistono
scuole oservate al dirigenti d' azienda:
questa « management .educallon :t,
queste i( business scl)oots •· sono tre•
quentate non soto da, giovani studiosi, ma
anche da grandi capi d'lndustna dopo
annl e anni 01 lortunata dfrez,one azien-
dale.
Il libro da cui ha preso avvio questa
riflessione d.escrlve a lungo I «corsi dì
formazione permanente , ohe da quaJotre
tempo vengono allesl1L1 un po· m tutto Il
mondo per I reltglos{
Ma ciò detto. va suti1to precisato c:he
per la formazione permanente possono
osultare suflic:renti le tanre «SOllofe pa.
rallele come oggi st suole dìre Cioè le
tante sit1,1azlonr e occas1on1 di apprendi-
mento che. la v1ia riserva a ciascuno. E'
assçdato che t ragani lmparàno assai
più alla telev1s1one, net fumetti e... nella
strada. che a scuola
Cond1z1one fondament~le afla rorma-
:i:lone permanente risulta Invece quell'at•
1egg1amento di rendo di cui finora ab-
biamo parlato: la disponlbllllà a cercare il
vero e ad accoglferlo GII anllchl la chia-
mavano doclbilltas e la consideravano
una virtù. Cl sono $CUOle In cui si lmpa•
,ano delle nozioni. e scuole in cui sf
Impara a Imparare Queste ultime SOflO
q1.1eJ1e valide. e tncidono su tutta la Vita
Al limite. la cultura può essere conslde•
rata - come qualcuno ha detto - clo
che rtmane dopo che si è dimenticato
quel che sl ò imparato a scvola Solo
l'uomo che conserva intatta ta capacita e
la voglia di lmparare. è i;alvo
In questa prospettil1a l'età adulta ap-
pare come periodo dinamico, in evoluz10-
ne. non cioè come punto di arrivo. né
tappa delm1!1va E co~ diventa una sta-
gio(le ricca e reconda.
L'atteggiame!'IIO di apertura verso la
venia può andare ben oltre l'età sdutta. e
coinvolgere anche te pel'$0ne anziane
Ricordo la vecc:l'tlna ohe dichiarava con
protondo sconforto; « Il mondo e tutto
camt>iato, non SI può più viverei ». Ma
ocordo anche quell'ottuagenario con un
piede nella fossa , che grane al suo SQUI•
s110 senso del tuturo seppe smentire l'a-
nagrafe e rfnnovare la Chiesa· Papa Gio-
vanni.
19

2.10 Page 20

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ITALIA
r n'estate diversa
Il << Centro Diurno Lago Verde >> di Montechiarugolo,
frutto di una singolare collaborazione tra forze decisa-
mente eterogenee, è risultato un'esperienza educativa
felice e quindi da ripetersi. E infatti sarà ripetuta.
Q ua'li tremila persone hanno in-
vaso la pàcirìca casa sales.iana
di Montechiarugolo (Panna), i suoi
cortili, il i;uo parco. il s uo lago
verde. E' la domenica 22 agosto
1976, e iJ «Centro biu,rno >} vive la
sua ultima memoranda giornata. Ci
S(mO lùlti: gLi animatori. gLi orga-
nizzatori. gli ospiti d'onore. e natu-
ralmente i 116 ragazzi pr<>lagonir..ti,
con ì !Qro genitori: fratelli e amici. e
la gente del _paese e dintorni. Per la
kèrmcsse finale.
L':tllrazione è costituita dalla
mostra. in cui '>Ono confluiti i capo-
lavori realizzati in un mese e oltre
Ji attività : pitture con tutte le tec-
nìche (con atleti, bestie feroci, Don
Bosco sorriù,.mte. Pinocchio scanz,o-
nato. il Cristo pensierOS9). qua-
drelli al pirografo, ogg,elti al trafer
ro. carte11oni sui proplemi dei gio-
vani e del mondo, e il grande
giorna!t: murale delle k1w ùlim-
ptadi.
E i diari dei ragazzi. per raccon-
tare, e valutare. con la loro imme-
diatezza.
f di ari dei ragazzi. Dino:
Quest'estate per noi ragani è stata
ùivcrsa dalle allre. Abbiamo tra-
20
scorso un mese a l Centro Oiurno.
un luogo dove si fanno attività
SC(ilastìche e sp◊rtive. Luigi: E'
stata un'id<.:a mollo bella. RoberTO:
Gli assistenti mi sembrar()n.o subitò
simpaticissimi: mi hanno fatLO ca-
pire quante> valga voler bene a un
a1nko, tni hanno insegna.io à essere
tiiù buonl1. Giovanni: Le giornate
erano varie: tra giochi. a1tivi1~,
scuola. amicizie e gioia. passavano
in fretta. Marco: Abbiamo organi7-
zato le o limpiadi! Luigi: Lll. cucin-a
delle suore è squisita. le portate
abb<>ndanti. e per i più affam111i c'è
anche iJ bis. Robeno: E poi c'è
'"l'incontro'' con l'assislente. uno
dei m(lmcnti più importanti della
giornata. un colloquio che serve per
approfondire la nostra fede e il
nostro amore per Cristo.
Un modo nuovo. All'iniziatìva
hanno concorst) gli elemenri più
svariati. Si è svolta nella Ca:-a Sale-
siana. :-,0HC la ùirczi\\10e di un sale-
~iano. Ma era ~tata proposta da un
parroco della zona. E falla propria
<,lai Cen1ro Kennedy <li Parma, ap-
poggiata da numerosi parroci della
Zùna. irn;oraggiata dal Vescovo. ben
compresa dai geniton <lei ragazzi.
realizzata da otto animatori di pro-
venienza eterqgenea, sostenuta eco-
nomicamente da varie parti (com-
preso il Centro Catechistico dioce-
sano. la Regione. il Comune. e i
genitori).
Non più ciascuno a zappettare
nel proprio orticello l)"mjtato, ma
una significativa pluralità di ap-
porti è un modo nuovo di inten-
dersi e collaborare. Anche l' impo-
stazione delle attività - proposte a
I 16 rag~zzi e ragane della scuola
dell'obblìgo, per oltre un mese.
dalle 9 <lei mattino alle 18 - è
risultata interes~ante.
La giornata. 11 ragazzo, <lùpO
un'ora che svolge un attività, è già
stanco. Ha bisognù di cambiare. E
allora gli animatori hanno diviso la
giornata in tanti periodi non pii1
lunghi di un'ora. Hanno anche ri-
partito i 116 in quuttro gruppi
comprcT}denti ciascuno ragazzi e
ragazze. delle elementari e delle
ined3e (le Stelle. gli Squali, ,gli Ufo.
i Condor). e hanno :;uddiviso cia-
scun gruppo per elà e categorie.
Riiiul 1ava perciò facile distribuire i
vari sùttogruppi nelle diverse attivi-
tà, e alternarli in conti nuazione.
Il programma di massima vedeva
subii~) al mattino l'incontro con tutti
1 ragazzi, per stabilire le attività
della giornata. Quindi un momento
d, rlfles!ìione per cia.scu n gruppo
con proprio educatore: insieme si

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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discuteva il tema formativo della
giornata. e insieme si prendeva un
impegno tla realia.are.
Seguivano due periodi dj alflwto
.1por1iva: calcio. pallavok1. altre
competizioni, Nc~sun ragazzo era
escluso dal sioco. ognuno davi1 il
suo conlributo al suo gruppo per
quanto s1'tpeva e poteva. E l\\:duca-
torc assi.steq1, arbitrava, "Piegava.
richiamava. wcoraggiava. frenava.
Poi un'ora 01 attività varie. Per un
gruppo la ~cuoia. per un altro 11
pirografo. per un altro le applka-
zioni teCJ1ichc, per altri le:d,;>ni di
nuoto o caooltnggio nel lago. F.
finalmente viene l'ora di pra11w. O.
come dicono i piccoli, 11 suona la
campana eh~ :;i mangia !>.
Seguono tJ((ÌVlliJ tli gioco liber1>.
in una ~paziosa ,;ala giochi bene
anreaata, o in pt1lestta. o all'aria
rtpcrla.
Poi. fìno a merenda, altri due
periodi di aflìvu{J 11ar1a, in modo che
ciascun gruppo durante la giornata
pa!>si attravcr-o tuue le f.variatc
attività. E dopo la merenda. allena-
me11ti spQrtivi. e gare: 100 metri.
C(>r:,a campestre, staffetta. getto del
peso. salto, dclìsmo. nuo10 e tuf(i
nella vicma piscina, canottaggio e
pe!>ca nel laghi!tlu
E quanùo hanno dato fondo a
tutte le encrs1e. eccoli riuniti come
pulcini allorno alle chiocce... per
auività sedentarie e di rif/essiomt:
filmine. canli. Jiscussionc di
(fU~tlche arg(Hl)cn10, avvisi, anjicipi
sulla giornata di uomani.
A v<>lte la p1oggta induce varianti
nei programmi: a volte ci pensano
gli animatori VJ!.Ìll! ai cenlri vicini.
unagna con cocomeraia finale.
Le idee. Le aqiviLà del C'en1ro
Diurno erano uttr..:iversate da idee
educ.ative ben precise L'intero pc·
riodo era stulo ~uddiviso in tre
tappe di una llecina ili giorni da-
scuna. ella pmnt11t1ppt1 gli anima-
tori puntarono sulla buona educa-
.tione: ordine. puli1.ia. controllò del
linguaggio. n~petro dei compagni.
Nella sec,mda. rappa si è ptel>ell-
tatO ai ragaui l'irnpegno di cre~cere
da veri uomini. sviluppando le loro
capaèità: l'intt.:Uigenza. per capire
lìC stessi. gli allri e 11 mondi): la
volontà. che deve :.pingere a realil-
1.arc il Pf0pno progetto umantl (,'()n
costanza. generosità. coraggio,
Nella lerz(l wppu gll animatori
hannv presenlalò l'aspello sociale
della propria rcali;,..1,aliooe: << Ci co-
struiamo come uomini iosieme con
gli altri fl. Quindi l'amicizia. la com-
prensfonc. \\;lonu.ione, la rinun•
da, la gratJtu<line. il sacrificio, l'e-
roismo
Un discor.w ìn chiave cris1iana.
alimentato dalla preghiera « Ho
visto che siete capaci di fate tante
cos.: bdlc - ha detto ai ragavi il
Vescovo di Parma mons. Pa11in1 -.
Sappiate che Gesù vi chiama a fare
tanto bene per tutta la vita»
I perchl:. li «Centro Diurno Lago
Verde,).
1.ione di
tcahnetehaforvziestodivlaercs<e,>lelasbtoartao-
una risposti\\ concreta a prot,lcmi
sentitL
TI probl1mu., clèlll! vacan:e. che per
i ragazzi e il loro w1luppo sono una
tappa dell'anno non meno impor~
1ante <lei pcriod~, scolastic~). Pur-
troppo nella ~cuola tante potenaa-
lità dei raga>ii rimangono represse.
e è una fonuna p1Herle sviluppare
almeno in tempo di vacanza.
C'è ìJ problema generale df!Wedu-
ca=ùme ul l<•mpu fihero, a organi.r.-
1.~r-.i. a !>C<>prire la gioia Ji facc
liberamente cose i111elligent1 e 111tc-
rc!>santi. Contro la libcnà a~oluta
- a quell'eLa ,1 ragano ha più che
mai bisogno di una guid., - di
freq utntan; la strada, le spfag!e, i
crnema. le leu,m: (spe~o clandesti-
ne) Jj giomnli e fumetti.
C'è l'opportun11a di aprm• il re,.
L'opera saleslana di .-onlechlarugOlo, (p,19- 20) un angolo del l119hello con eseTcli.ztonl di
canottaggio.
Un plt09r.-lo, lutlJ I ragani dlllenlllllO arifstl.
gazzo ai problemi del suo tempo e
dei suoi <,Ìmili. di portarle, a c(,m-
prendere la sua vocazione umana a
realii;7.are un mondo più bello, più
giusto. più buono.
C'è l'occasionè di avviare 1I ra~
gazzo a e.ff't'ricn~t• di sana umid::ia.
dj camcrattsmo. cli collaboralione
nel gruppo, di oblar.ione di:sintcrcs-
.,ata.
La parola d'ordhrc. 1 qua!li tre-
mila c:he la domenica 22 agosto
visitarono la ml)stra allestita nel
C'entro, videro certo le co-.;c fatte
dai ('agau1. ma poterono coglil:.rc
~olo ind1rcllamente te trasforma-
l.ioni avv1:nutt nel pro(ondo.
Quelle che da.-.cu11 ragauo ha ma-
turalo nel 1,110 intiml), ·gioml1 dopo
g.i()rnO. vivcnd(I ac<.-anto ai suoi tvc-
tanei. in dialogo con gli animatori,
nei momenti di riflessione e di
preghiera
A ogni modo quel giorno conclu-
sivo è stato importante. Non perché
l'arb,tro intcro:.11.ionale Micheloui
col fo.cll1etto che non pcrd<>n.i h<l
diretto le ullimc gare. non per lu
prcsen,.a dell'alknatore e dei cal-
ciaton ùt!I Parma. ddla prima1i~ta
nel _giavcllollo Fau~ta Quintivnlla.
Ji llkr SpaJacèinj con la sua or-
chestra (nomi memorandi. perso•
naggi festeggiatissimi). Neppure
quella domenica è s1a1a 1mportanic
p~r il bel pranzetto concluso dlllla
torta frilla (anch'e-,,~a molto fc,tcg-
giata). C'iò che- ha lasciato llltti
pienamente 'iOddi~faui è !>tata la
parola d'ordine con cui s1 -.uno
lasciati: « Ci rilroveremo l'anno
prossimo •~.
E infatll sono già m èorso i
preparativi - più co~plessi (; a:s-
sorben ti Ji quanto il profano im-
magini - perché anche nel 1977
l'estate al Lago Verde di Monte-
chia-rugùlll ~ìa ~ diverso~-
21

3.2 Page 22

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----------..J -ITALIA =========----=====- -=-=-=-=..=.~=-=-=_=_=_=_=_=__=_=...-...
IERI ALLA RADIO ESUL VIDEO PROGRAMIIII AUT
Pnerl e l " Tvai nona
ogr
I'
non e
Cinque trasmissioni - tre alla radio e due alla televisio-
ne, andate in onda nel febbraio_scorso - sono state il
mente avrebbe- sostenuto il contra-
rio ~e a sollecitare il dirillo all'nc-
ce$S() i cauolici fossero stati n()n il
contributo della Famiglia Salesiana alla presenza catto- 90 ma il I0%. Se ai microfoni della
lica nei << programmi dell'accesso». Una presenza che Rai-tv :.i fvsse <:11. ntinuato a parlare
non è piaciuta a tutti gli schieramenti, e forse per questo quella lingua oggi imperan1e che
viene a risultare anche più significativa.
l'on. Tro mbadori e definito<<il sìni-
sLresc 1>.
Una volta tantl) i cattolici si sono
mossi in tempo: nella prima
infornala. le loro domande di acce-
dere aj programmi aut0gesti1i -
circa duecento - costituivano il
90~ dell'insieme, co11tro un 10%
costitui10 da domande prnvenieoti
per I() più. dall'esttema sìoistra (Ra-
dicali. Lotta conunua. ecc.). Questa
massiccia presenza ha già suscitato
la contro-reazione degli anti-
cristiani... ». Così Nazareno Taddei
su <• Educa1.ione Audiovisiva>>.
Di quelle circa duecento do-
mande di accesso alla radio e alla
televisione. svariate ei:-ano state
inoltrale eia associazioni facenti
parie <lellà. Famiglia Salesiana. e
cinque souo state trasmesse nei
primi quindici giorni di program-
mazione.
L'accesso. Si tralta di una legge
di due anni fa (numero 103. del
14.4.1975). che è diventala davvero
operante solo nel febbrai<, scorso:
essa consente l'accesso di tcllli ì
gruppi sociali. politici, culturali alla
radio e alla televisione di Stato. con
Tuuo è cominciato il 14 fchbraio
scorso, a Radlodue. alle 14.34, r.:on
iJ servizio intitolato << Handicappali.
dall'esclusione all'accoglien7,a i>.
preparato dalla Carita~ Ira.liana.
L'indoma111, a richiamare i distratti.
o j·paliri della cronaca nera, a ndava
in onda: ~<C'è anc!Je Ja cronaca
bianca>>, a cura dei Cooperatori
sale!iiani. E poj avanti nei giorni
successivi al~re associazioni di ma-
trice cattolic-d, alla radio e alla
televisione, appena interròlle da
qualche apparizione di Radicali.
Lotta continua e ,imjli.
Da restarci male. << La prospeL-
Liva si presenta non alkllante - ha
scritto ,;ubito un giornale impegna.-
LO•.I!... amareggiato -- I programmi
dell'acçe.sso r)on sembra □() in grado
di delineare una svolta nel senso di
un'ampia e l11Liva partecipazione
dcmocra1ica •>- Dove è evidente,
anche se sollaciu10, che democra-
tico è tutto e solù dò che appare di
un certo colore poJitico. Come suc-
cedeva per le automobi li Ford del
famoso <' modello T •>: è rano sfor-
nate dalla fabbrica tulle colore
Le trasmissioni autogestite, al di
la delle esaltazioni e delle ~tronca-
ture interessate_ hanno «incontra-
tt) 1> nt:ll'Opinione pubblica. Anche
se vann~) m onda. specie rer la
1elevisinne. in una fascia d'ascollo
non eccessivamc:nte frequentata:
dalle t830 alle l 9, con una media
di 2.300.000 ascoltatQri per la prima
rete. e di 500.000 per la seconda_
Jader Jac.ohelli - direttore delle
<1Tribune della Rai >>. e quindi re-
s.ponso.bik di questo settore - ha
co1nmenta1~1: <1Posso dire che le
trasmissioni sono come all'inizio ce
le aspettavamo. Anzi. un po' me-
glio l>. Qualcuno ,1veva lamentato
che «~ùmigliano troppo alla televi-
~ione che ci troviamo davanti tutti i
giorni >>. che non sono <' un modo
diverso di fare télevi$ione >>: e Ja-
d er: <<Ness uno na&ce sapul().
Creare un linguaggio alternativo è
un punto di arriv<1, non di partenza.
Lasciamo che chi è impegnato a
realii'.z11-re Ct.ln /e proprie f()r2e i
programmi dell'accc~so lo faccia
con :.erietà. pa'zienza t: umiltà. Non
chiediam\\)gli cose impossibill ».
trasrnissioni proprie_ cioè - come nero_ Gli acquirenti se ne lamenta- Quakosa da dire. <• L'ìmp(>rtante
si dir.:e - autogestite.
rono con Henry Ford reclamando - ha precisato ancora Jader ~aco-
L' iniziativa è stata definita. forse altre tinte. e il re- dell'automobile bèlli - è avere qualcosa da dire».
con eccessivo entusiasmo. (( uno dei democraticameme rispose: «Sicuro. La Famiglia Salesiana. o ltre al ri-
punti più innovatori della riforma le auto dt:I "modeIJo T" possonù èlliamo alla cronaca bianca. ha af-
Rai >>- In pratica nei cantieri dell'in- essere di qualsiasi colore. purché sia frontato ìl tema della -cen.mra cine-
formazione statale viene con~entilo nero »-
matografica (che tanto spesso si
l'jngress<) ai non addelli ai lavori.
<1 Le trasmissioni dell' acce~so - riduce in una (e oper.àz:i◊ne pubbli-
Noli ancora a chiunque, ma a prnseguiva il giornale impegnalo - citaria a spese dello stato >>. in fa~
(( gruppi o formazioni socialmente rischi_àljO <li tràsf-ormarsi in una vore dei film coe ·metro lo merita-
rilevanti», che posseggano inoltre il sorta di ghetto. che potrebbe costi- no): il tema dello fr Sport a misura
requisito dell'ufficialità. ahbiano tuire un o.stacolo alla reale apertura d'uomo 1>. della ronst1le11:a psicarne-
cit1è uno statuto_ e offrano aJtre del -.ervizio pubblico tclevi.~ivo e dica (<1un diritto dc\\ giovane lavò-
garanzie.
radiofonico al la società». Natural- 1 ratore »). e della violenza nelle
22

3.3 Page 23

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mmh• t>gg,. Problemi "\\Cnlltì ndla
"'Ul"lelà. e IJl parliCllhlfC dai r1gli d,
D\\°lll Bt1M!O
L"tntroduzwnc <lc:1 progrn.111mi
dcll'acce:._"1 è un r,a,c;o avan1i per la
ucnH)crazia in lrnha: col c01nvolgl-
111en10 dei privati cittaJini trn reu-
lj·,,a111 una ...v1>tla ùi inuuhpi() va-
lore cuhurale e civili: \\fa ~i 1ra11a
,u,cdrn di ,, un Limi\\lO u1:buuo •>. ~·hc
dvvrcbhe far pt)<;IO a ulteriori wi-
luppi.
Si pensi ~Jl'impo,,ihihtà pr~~11.:a.
per le a1,sociazioni intere&.ate, di
tratt<\\re temi <.l'in1mcdiàta atl\\1ttlHà:
ùcvono pa,;sare mc~, tra la proposta
ùcgli argpmcn1i. I.i l(lro appmvu-
Llllne e In !tiro m~sa in onda.
Inoltre r c111c ~1,uak per il momèt\\ll>
non e in grado di offrire un'ade-
guata ai.si,tch1a lccnìca. almen~•
nel :sellore tek•vi..ivo.
Ma il r,riml) passo è stato com-
pium. La pre~cnt.o ,ale~iana è ~ta ta
sentila anutulll' come un Jo,crc.
un gc~to di rc..,ponsahili1a e di par•
lecipanone L a ltre tra.smis,;ioni
:iono in allc:>tiinènto
Mentre Cl ,1 J11manda 1..'\\IO un
ct>rto imbarazzo: :.l! d fosse 1lta
Don 13t >lìco. OO(l av rebbe (,1tlt1
llM lto di più?
Don ..___._era e le m I
Piero •Gh9dr/o
cambogra, rivoluzione senza amore
SEI "t976 Pagine 160, Lfre 3.000
In Cambogia I r1voluzlonar1 comunls11
stanno rea1fzzando Il capovolgimento so•
ciste plù radicale della stona. sposta-
menti in massa di mll1om di cittadini,
esecuzione sommaria degli opposltott.
Inquadramento mllna, e e colletl1V1$11co di
tutti:> Il popolo. Di questa tragedia fra te
più immani del nostro tempo, l'autore dà
un pr eciso rendiconto In questo volume.
frutto di ampia ricerca tra 1profughi e di
studio accurato delle Informazioni finora
lrapelate.
D'Arç:as Bonneto
Ma erano proprio del labu?
Libreria sateslantt (casella postale 513.
371 oo Verona). ure 2.700
A veva ~critlo: 1< L'arte t.li ed11carc
è govcrna1a tl:ll i,Cnno c dal
cuore. E dipende d:1 un cumulo di
c.:ircostan-1e. ct,e la rcndtmo una
vera pol111co iri piccolo». E ha <li-
mri~trato tale tc,i. con una serie di
aneddoti p111ore~chi <lbsenunn11
lung{I tulla l,1 vita. Pere~tmpil),..
Direttore all\\iratvrw d, Lìvoni11.
dlin Alfredo l'lnndicra un gininn
acct1mpagna a pa1,:-egg10 una lren-
tina di rag.17.7i, P~1sstmo davanti n
un frutri\\'endo!o. e un~l di quei
monclLi allunga la manv portand\\l
via una mda. Don Bandiera ~ ne
aù;1lrge Ferma la 'iq11aJra. fa u,cir
fuori il goloso, gla fa restitu ire 11
matlol)po e ad al(u v<>cè gli impar-
tisce una le1.ior,e C()I Ciocchi sul
d,>vere dcll'oneMà. 11 colpevole
piange cocenti lacrime
Una donna che pav,a col carrello
i:nrico di fnllta. knna I! inten iene
in difc~a del p,ccolu. « Reverendo,
perché mallraua cn,ì quesio pover,1
rnga;,.zino? , on ,1 "crgogna. grande
cum'è? >>.
D~m Banditra inè:.orabilc: «I la
rubato una m~·la! >l
(i Eh. per ~n.:ì mela... >>. replica
indulgente la truttivendola.
* \\h :J'? Rai;aui. prendete da
quel tarreu,, una mela ciascuno! ~
Detto fotto. il plm<•au delle mele
in un attimi, ,i Wllllta. La ..tonna
ori1 grida di,,pcrala: « MasClllzoni!
ritrabul1(! >~-
Allora clvn Bandiera interviene·
\\f Ma sigo<)ra. per una mela... •>.
La donna, che non sa cnmc n:plt-
care. :st morde le labbra. lla èap110
l,l k1.i1me. ~ Ora runcltète k tnelè al
loro poslU! n. ordina cloa Bandu:ra
e i ragal.l.i lom:1 no un(l l!op() l'.dtro
a ritirnp,re ìl p!mt•(1U ,;at'l.':heggia10.
Quèsto simpatico cducatmi: !>alc-
~iam, è m1.lrll) un anrw fa esano. il
19 aprile. a Varc:.e. rimpiànto da
un'1nfin11à t..11 anrn.:i. Ave,·a 86 nnm.
Giovane <,alc,1ano. --crivcva nei
,uoi appunti 4ue,1c.: Jc.cìsioni folgo-
ranti: << Sii s~mam.:nie lit)cw». i< (I
la"oro ~,1 r;'1 la 111~ :..a Iute 1>.
l\\l(l) pti1Y)u 111~~.,,1 aveva chi~slo
al Sìgnurc il <luno <lcllu parola. e
non c·è uut,hao che l'abbia ottt:nu-
lO Pr-edkati>n: e c1infcre11✓krc hril-
l.1ntt'. d.il c1mf~M,it1nak c<,mph:t..tvll
ma~i~tralmentc la sua upera
cdncatorc .,JJc:.innn.
,\\ Varc:.c. duvc lrn ttascon,ll gli
ultimi 36 anni. i \\U(}i Exall 1<:vi e
amici intt>o<l,ino realizzar~ e Jc<li-
carc al ~u,1 nl>me un latx,ca1orfo
ltnguistioo.
r (Da ~ Dnn B1H('t> lii li(('\\(' li)
Dalla presentazione degli eaI10,1 , La
recoote dtch,araiione del Mag1sterQ su
alcune questioni di elica sessuale he
ndestato In molte cosc,enze un·ansra vi-
vlssim·a 01 puhzia morale. Il volume è
un'aperta. vivace e ben motivata con-
ferma di questa esigenza umana e crlslla•
na Oe.dlcalo al sao~rdoll, al genitori e
educatori. e alle persone oneste, ne rei-
forza l'impegno di reagire al pansessua-
lismo della società permissiva. che ço..
stringe la nostra gioventù a crescere In
un clima di precoce corruzione ,
L 'opera. fortemente po/emica e ficca
dt spunti utih. potrà suscitare qualche
perplessllà In c111 r/1/ene cne ancl)e
questo argomento vadfJ artr.ontato con
serenità.
Bonattl - Ch/osso Dellavecehi.a -
Oeorsola
Partecipare nella c ittà
Vicende del movimento dei qttartlen
SEI 1976. Pagine 112. Lire 2.500
E posslbtle lno,-
dere sulla reanà di
tutti I g,ornl, me-
d1artte I impegno di-
retto e non delegato
ad altn. Questa é la
tOSl. e la dlmostra-
;:,one- XIiene condotta
2
avanti dal Qllàl\\rO S\\J•
tori con un·esemphh-
caz,one pratica esponendo alcune espe-
rtenze di « Comitali di quartiere , nella
Torino d, oggi
Le idee d1 fondo vanno ben oltre: fa
novità Illustrata. cioè ra partecipazione
attiva della gente alta vita della comunità
c1v1le, sta Ind1cando un lento graduala
pa~agglo dalla democrazia soltanto rqp-
presentatlva (quella. per intenderci. delle
elezioni e del parlamenti) alfa demoeraz1a
partecipalìva
23

3.4 Page 24

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ARGENTINA
Padre Cesare ondini
prima fa e poi redica
Storia di una colonia di immigrati italiani nella Patagonia.
Storia di un salesiano figlio anche lui di immigrati, e di un
numero Imprecisato di opere che ha disseminato come
noccioline a Villa Regina e nei suoi dintorni.
A rrivò a Villa Regina nei primi
giorni ùel 1959. col morale nei
tacchì delle -;carpe. Si era trovato
bene dove lavMava prima, in
mezzo a ragazzi <1 poveri e abbàn-
<lonati »come. li voleva Don Bosco.
M,) l'obbedìenz.a religiosa. a volte
rigida come La disciplina militare.
scaraveriLava in un'.opera tanto
diversa. una parrocchia, Ira immi-
grati italiani d'antica data. En-
trando nella dlladina aveva notato
le catapecchie di una villa miseria,
come chiamano certi sobborghi da
quelle pani (villa, cioè, laggiù, un
grumo di case in campagna o in
ptrifcria: meno cLi un villaggio:
quanto alla parola miseria. non ba
bisogno di spiegazioni). Presto ap-
prenderà che quella villa miseria
aveva anche un nomignolo d~riso-
rio: <e .Buenos Airei; Cb1co >>, << Pic-
cola Buenos Aires )>. Intanto, no-
tando quel rione squallido già al
suo ingresso in Villa Regina, padre
Cesare Rondini si appuntò menta1-
mente questo proposito: << Se D\\o
vorrà. verrò a lavorare propno
qui l>.
La << scuotetta Don Bosco >>. Alla
casa salesiana lo attendeva il parro-
co, un onest'uomo entusiasta del
suo operato. Aveva costruito una
chiesa parrocchiali! imponente e so-
lenne. Subito lo coodus,~e ad ammi-
rarla. « Padre Rondini. che glie ne
pare? 1) (i Ah, sl: un magnifiC(i mo-
numento al mattone! »
Il bravo parroco ci rimase male,
ma padre Rondini rincarò la dose:
<< Vt!de. se un giorno gli antìcleticali
si scatenèranno. per prima cosa ci
buueranno giù la chiesa >>.
<< Allora. eosa dobbiamo fare? 1>
<< Perché non andiamo a lavorare
nei quartieri della periferia? Ne ho
a vism u_no ... >> parroco convenne
che bist1gnava rare cosi, e in un
certo senso gliene diede l'autorizza-
zione-.
Padre Rondini qualche setti-
mana dopo capitò da quelle parti
per caso: una donna era morente,
ve lo accompagn•avano perché met-
tesse a posto almeno all'ultimo mo-
mento il suo matrimonio. Trovò fra
quelle calàpecchic, fra quei vic.HL<>li
maleodoranti. bambini a nugoli,
come moscerini. E quasi nessuno di
loro andava a $Cuoia.
Padre Cesare Rondini.
Non solo Il (anche se Ii era peg-
gio), ma un po' dappertultt) in Villa
Regina i ragazzi prendevano sotto-
ra ga111 ba scuola. Una scuola stri-
nzita, costretta a lare tre turni, ·e
a lasciar fuori tantissimi ragazzi. La
ve(a scuola era la strada. ;i Come
facciamo a predicare, e pretendere
che la gente accetti la legge d el
Signore.. se son(.1 ignoranti?>>
Uo tale g_ii di~e: << Padre. se lei
mette su una scuola qui. io le regalo
il Lerreno >>. Il terreno era proprio
nel cuore di<< Buenos Aires Chico >>,
e padre Rondini cominciò.
Era maggio. Con le sue mani
scavò le fondamenta. Con una lot-
teria ricavò duemila pesos. Con i
mattoni ricuperati da un rudere
cominciò a tirar su i ·muri. La gente
guardava da lontano, curiosa. Tutti
i giorni un uomo arrivava con la
sua cio tola del male. e succhiava
dalla cannuccia, e guardava.
U ouobre una stanzetta era
completata, e padre Rondini la de-
stinò al <1 pronto soccorso>). Il 14
aprile 1960 era pronto un saloncino
sei metri per dieci, col tetto di
lamiera, ahoparlànte e bandiera al
vento. li parroco benedisse solenne-
mente questa << scuoJett:a Don Bo-
sco >/, che avrebbe ospitato le prime
tre classi elementari per i bambini
della villa miseria.
Intanto l'uomo del male si era
avvicinato a padre Ro ndini e glr
aveva detto che desiderava aiutar-
lo. Oggi è uno degli uomini piò.
validi accanii? a lui. è Cooperatore
e salesiano. E anche la scuola cre-
sciuta: ora ha tutte le classi elemen-
tari, maschili e femminili. e tre
classi dell'asilo. Centinaia di ra-
gazzi vi hanno imparato il sill:aba-
rio e il segno della Croce, e ora vi
mandano i lo ro figli.
La scuola non bastava: biso-
gnava pensare agli adulti, alle fami-
glie, alle case. C.atapecchte cadentL
vicoletti maleodoranti. covi di ma-
lattie e di immoralità. Questa volta
padre Rondini interessò il mnnici-
pio: toccava a lui. Si fece il piano. si
disegnò sulla caria un bel quartiere,
si assegnò alla genie i terren·i, si
aiutò a costruire. La prima casa fu
24

3.5 Page 25

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inaugurala il 31 gennaio 1962, festa
di Olln Bo <X). E il quartiere (>ra si
chiama Don Bosco.
Poi sono venuù il gas. l'iJlumina-
nonc slradale, e l'acqua corren1e.
ln1anto arrivavanù da ahre parti
della cittadina e dei dintorni:~ Don
Rondini, costruisce anche da noi
una scuùla?))
Ci volevano tanti ~oldi. Se si dù-
manda a padre Rondini l'elenco
delle opere che in 18 anm ha me~w
in piedi a Villa Regina. difficil-
mente s1 otuene una lista l't.lmpleta:
ne dimentica M!mpre qualcuna. Ce
n'è per i bambini dalla nascita alla
scuola superiore. L'orfanotrofio per
le bambine e quello per i rna:,chiet-
ti. L'asikl nido dove le mamme che
lavorano depositano i lor<> piccoli
(un asilo si chiama Pimpolli10. ci<,è
Piccolo gennoglio. e un allro Pic-
colo raggio di sole). Parecchie
scuole parrocchiali. un·istitu,iorie
per rado:l.ione dei bambini di ne.,-
suno. Una scuola operaia per ag-
feste, balli. A11chc i balli. e che
fossero or'ganiv.ati da lui nes_suno s1
è mai s<:anda1i1.Lat<\\. Al v balli\\ del
curalo ~ le mamme: lasciavano an-
dare le fi~•c ~enza timon: sape-
vano che e era lui a vigila-re. Lui. se
vedeva qualch~ giovanouo che
avesse al1a10 un po' il gomito. gli
andava vicino: « Amico. forse è
meglio c~e l~ ne vai a dormire. Non
li pare? » E di solito il giovanollu
ubbidiva.
Per rastrellare pesos ha rncet>l lo e
venduto la frutta. Ha m~o ~u
penino una honega di casse da
morto (ora l'ha pas:-.ala a una rami-
glia povera. che... ci vrve).
Poi un bel giorno ha ottenuto che
il Gç,verno pagallse i macMri. Poi
anche la Provincia ha cominciato
ad .aiutare. soprattultC> per gli orfa-
ni. Lui. stanco di pedalare ma11ina
e sera da un'opera all'altra, per
arrivare prima si è oompetalo la
motoc1d~lla. Poi, per trasportare
co~e e pcl'lione. una macchina vèc-
chia ma robusta.
Plccoll Ottani, che 111J'ovano con la loro aorv99llante la gioia della l11mt11Ua.
giustatori. elcttric:isti, idraulici, tor-
nitori. Una scuola lecnica industria-
le. Una 'ICl.tO!a magistrale. C'è
anchu la stazione radio. C'e un club
e un campo sportivo. C'è il coro
Santa Cecilia. c+è l'Orchestrina dei
flauti dolci nei quali le: -Orfanelle
so((iano oon la più buona volontà
di questo mondo. strappand(l la-
crime e applausi t>vunque si pr~sen-
tano.
Ci volevano 1antì sollli per tulle
9ueste opere, sparse com<: noccio-
Ime in Villa Regina e dintomi. E
padre Rondini di soldi non ne
aveva. Nei primi 4 anni non rice-
veue sovven1ioni di sorta. Per spO·
starsi da un luogo aJraltro. una
bicicletta. Per rastrellare i peso$
nece;~sari, organizzò lotterie. teatri,
T11tt() qut!SIO in una simpa(1cà,
moderna, industriosa cittadina
della Pataioòia del Nord. popolata
di immigrati !1aliani e cileni.
Gli immigrati. Pnnu a<l arrivare
furono gli immigraii italiani. Era il
1924. Una 1< Compagnia Italo-
Argentina )l aveva ottenuto it ter-
reno per l'avvio della colorii7.Zàzio-
ne. fl nome Villa dice quanto fos~e
piccolo l'inizio, e Regina intendeva
rendere omaggio alla moglie del
Presidente argentino di quel tempo.
Quauro anni dop<) giungeva il
primo parroco, italiano anche lui.
ex cappcllan~J militare della prima
guerra mondiale.
Era gl!nle laboriosa. quella arri-
vata da oltre oceano, ùecisa ai
~acrilici più dun; ma g,li inizi fu-
rono addiri11urn t.lrammatici. La
Lcrra rl()n V(1levu ~apcrnc di produr-
re. il vc:nto di notti: rovinava
quanto mes.<.(' su di git1rno e rifa-
ceva il deserto. Quando si racco--
glicva quako:.a (k coltivazioni
erauo di frulla). diventava poi diffi-
cile venderlo. il mere.i(() non renue-
va. E i.ntanto s1 doveva pagare
affitti. tasse. ecc.
La Compagnia stava ricr fallire.
c'era già 1'1)rdinc per tutti di slog-
giare. quando intervenne il vescovo
salc1,iano di Vicdrna. mun'-. Esandi
l 011ò a lung<l per la causa di quei
poven coloni. e alla fine. ollenne
che fosse INo ncono~ciuta la pro-
prietà delle terre.
Quella prima generazione si è logo-
rata. e oggi è ql.i111>i ùcl tutlQ scom-
parsa. l low figh (in diverse 1one d1
campagna si parla ancora l'italia-
no) ora stanno bcnt.:. La 1erra pro-
duce. C'è commercio. c'è industria.
La c,ttailina i.'Onta 27 .000 abitanti
(la parrocch1a ,alcsiana, che ab-
braccia anche I piccoli ccn.ìTi attor-
no. tocca i 40.000). Ma le frange di
povcrrà sono rimaste.~ inquietanti.
lmanco. alla prima ondata mi-
graloria :.e. ne :;la !>ovrnpponendo
un allra. dal C-ile !)()pratlullò. Dap-
prima gente povera e disperala.
ra.,;.-,cgnata a1 tugun, disposta ai
lavori più pesanu e a salan di fame:
ora l'immigra,jonc cilena assume
anche colorito politico: giungono
persone che hanno huon mot1vo di
temere in patria. E. magari erario
benestanti Ma amvauo anch'esse
povere in canna. e dispcrà(e. Anche
a loro bisogna provvedere...
I più innocenti. L'attenzione di
padre Rondini è andat:\\ anLitutto ai
piccoli~imi. i più 111noceuti e i più
pun1l1 per gli errori degli adulti.
l"orfanotrofio. quelle, femminile
apcrto nel 1962. è affidato alle
su11re franc.-e.~cane. quello maschile
i; stato aperto dicci anni dopo.
r>ictro ogni bambmo, ùna storia di
dolore.
l~m-aelita i! nata ali\\> pedale; il
padre. quando l'ha vi!>ta senza
gambette. è scappato di e~. La
man1ma, dimessa dall'oi;pedale, ha
fallo altrettanto. Ora Ismaelita e
rtcll'orfanotrofio, persone pucm~
~tanno racwglit:n<lo fondi per pro-
curarle gli appart:e<:hi or1opedici e
farla camminarc.
l',;ei miei giri - racconta padre
Rondini - trova,<l sovente quattro
bambine abbandonate a :.e stesse..
J.i cui una p~•fo..,melitic-a. Un giorno
le intc.-rrogo. La mamma è fuggila
di casa, il padre lavora t: :;i disinte-
25

3.6 Page 26

▲back to top


re~~a di loro. Per n1in vederle più a
ramengo dico: venire con rne'? Sal-
tano ~ulla macthina e via ».
Allrà vt,lta incontra tre bambine
:,,ugli ollt)-undici ann i per la .strada.
Mamma e fHtpà. chì :>à <.11,ive ~ClnO'?
La sigm.ira c.:hc le tiene, qua nd<1
e::.c~ le chiutle fuori perché non
e<)rnbinino guai in ca..~a. Venite con
me'? E via anche lt1ro.
Uno barnhina raècolta il') un
bosco (ma spuntano come funghi?).
una delle prime ueJl'o,.pi ✓- i(>. :-la oni
finendo le scuole magi,trali. i:
falla una bella ragaua. gfu<lizima.
preparata: «Spcrv che si fermi a
Ubègnarc nelle nns(rc sc\\..lulc >>-
L'(ispizjo ma~chilc è C<i mindato
con ire bambini .:he avevano visto
morire La 1naùre S<>llo i l1iro occhi.
Si era -avvelenala per db,pcra7.ione.
P11drc Rc.rndini Qgni 1a1110 intonlnt
o
o
il k>ro padre: <1 Non vieni a trovare f
tut.ii bambini?•><<Una vt>lta n raltra
verrò >). Non è ancora venutl).
Situazioni <.:om uni a tulio il mcm-
dl), ma più frequenti ùove fami-
glia non ha radic:1 :,aldc, u(lvc i
ma1rin111ni non vengono c1mtralli o
vanno facil01cn1e a cau1fasdo. In
certe I.eme. ;;,li dic::ci bambini che
nascon<I. sci ~on<) figli naturali.
« Cnrnc si chiama tuo papà'? 1>
<< Qµale? quello ùi aùt:~$0 <) quello
di pnma'! »
Hanno diritto a una fami-
glia. Qut:Sli hambi11i haon(l di(il(l)
a una famiglia. (i' legge <li natura.
Per qut::-.to ogni volta che può.
paJre Rònd1ni li colloca pn!S\\()
qualche famiglia ~icnra - ne ha
sislètnati un cen\\.Ìoaio - che accetti
di offrire loro il c.ilnre dc) proprio
foco.la.re.
E tocolari. (< Hogarcs ». chiama i
suoi Jue orfanùtrofi. Dove la pa-
rola non è ~olo eukmismn p<11.!l11.:o.
Som> focolari piccoli. di non più di
60 bambirii çiascun(). con pen,onale
IIS/ì<\\ perché );opratlullo I piccoli si
affcz.ionan11 alle vigilanti. Tùlte
<• tia.~ >> 1.ie. J\\ voi Le le vigilanti si
prcnJnno un turno di ripo~o. ma è
un guaii~- Giù la~rime.. Perché pian-
gi. piccoli1w'? «Dove e tia Maria'?>>
{, Non è venuta tia Maria? 1} F" per
k1r(1 la mamma. non :,i può giocare
clln i :-.1::n(imentì dei bambini.
Quand1, i;uno un pn' cresciuti. i
« quasi nrfHni >> néi ginrni Ji fcsla
vengOn\\>. s1: possibile. restituiti alle
loro famiglie . E per gli altri. padre
RonJini cerca altre buone famiglie
che nei gi1)rn.i dj f1::sta vogliano
accoglìerli: un bene per i ragaai.
che vedonQ ~:he cvs'è una famiglia
vera (e magari d1rne-n1icano lt:
brutte imprc~'>i1mi ùdla lorn); e é
26

3.7 Page 27

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o La villa miseria « Buenos Altes Chl-
co 1>, ora quar11ere Don Bosco, ha la
scuola parrocchiale numero uno.
o
o Anche questa.é una set.1ola. O meglio,
lo era nel 1965. L'Importante per
padre Rondini è. cominciare. Difatti
oggi al posto della baracca sorge ur,a
scuola In mattoni.
o Alcuni ragauinl dell'orfanotrofio. con
pactre Cesare Rondini.
o La Cflleaa non è plu un «monumento
aJ mattone »: è Il centro di tante Ini-
ziative suggerile dalla carità.
o li Coro Sani$ Cecllla, Bambine orla·
ne, che saranno rettllulle alla società
con un mestiere e un avvenire sicuro.
o L'Orchestrina del Flautl Dolcl (bom-
blne orfane).
- La scuola Industriate: anche le ra-
gazze Imparano un mestiere.
o L'asilo lnlanllle. Mamma e papà lavo-
rano, al pie.con cl badano le « zie ».

3.8 Page 28

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un bene anch<.' per chi li a<.'ct>gliè e
ha occasione di confromarst con la
sventura e vivere un po' di carità
c r is t ia n a .
Le scuole .superiori sono aperte
agli esterni. ma $ervon<> anche a
questi ragazzi più sventurati. che
non pQ$S◊no e!>Scre rei.tituiti alla
sol;ietà ffoché non si sono resi atno-
nomi. Soprattutto le ragazz.e: sare.b-
b·ero faci Ltnente ass◊rbite da
quell'ambiente che le minava fin
dall'infanzia. Perciò studiano e si
preparano fino ai 1$ anni. fino a
una proft:ssìone che assicuri Jon)
l'avvenue. Nella scuola tecnica. o
nelle magistrali.
Una sc_uola. que~t'ultima. indi-
spensabile per i! futuro di Villa
Regina. Non ce ne s<ino altre nella
zona, e far venire gli insegnanti da
lontano era difficilissimo cd era un
rischio. Non venivano certo I rru-
gliori.
Per (>LICnerc l'approvazione della
scuola magistrale. padre Rondini
ha dovuto bussare un'infinità di
pone, fino a quella del Ministro.
Ma ora gli in!)egnanti ci sonò. pre-
parati col rnetodò di Don Bosco, e
pronti a mcllcrlo in pratica con i
!()ro scolari.
Una radio piena di debiti. Le
scuole di padre Ròndini dal 1968
hanno una <<voce>> ecceziona le: si
chiarna << Radfo Rio Negro. la Voce
delle scuole parrocchiali». Una sta-
ziorie radio che esisteva anche pri-
ma. ma il propnc1ario si riemp.iva
solo di debiti e voleva disfarsene.
« Pa~e Roridini, la prenda lei! >>
Già. una parola. G Il faceva gola.
Ne sentiva tutta l' utilità: se ri'era
servito mille volte per far sapere a
tutti le attivHà della parr(icchia. le
nuove iniziative-, e soprauuuo... le
necessità e i bisogni di aiuw. Senza
l'appoggio di quella radio. mQlle
sue opere forse non sarebbero nate.
Ma tome si fa ad ad<lossar~ene la
dirl!zione'?
Padre Rondini radunò i suoi
C'ooperatoci, i suoi amici. e con loro
deci~e: << Facciamo». Il vecchio prn-
prietario rimase dlrettore, la par-
rocchia diventò proprietaria, e
p~dre Rondini :;j caricò di debiti.
<' Per la prima settimana non sono
riuscitb a chiudere ncchìo 1>.
Poi k cose st sono sisten1ate.
Collaborazion e, buona volontà.
P\\lbblicità a pagamento. I debiti
ora sonu saldati. e si pensa a poten-
ziare l'emillenie. Cento Km di rag-
gio sono già molti, ma padre Ron-
dini vuole dì più. Dice: <( A volle
noi spendiamo tanto denato per
avere una scuola In più. un labora-
torio in pìù. una dasse in più. Per
30 ragazzi. Perché non $pendere
denaro in un'.cmiilentc che si fa
ascoltare non da 30 ma da cent()mi-
la, duecentomila?» Dice ancora:
<< Se dom.ani qui dovessimo chiu-
dere le ~cuole e lementari. gli ospi4-
tUllO. ma ci restal.sc la radio. ci
re~ta ancora molto per lavorate in
profondità>>. Dice pure: « La radio
è un apostolato pienamen(e salesja-
no >>. E ha una ventina di persone
che lavorano dentro.
A casa ha un tavolo? Un suo
assillo oggi è la nmwa ondata mi-
graLQria. quella soprallutto dal
Cile. Veng_ono io -parrocc~ia a chie-
dere un pezzo d1 terreno, un lavoro.
«Sis1~miamo una famiglia. e ne
arrivano dlle 1).
A un paio di chilome1ri da Villa
Regìna si è venuto formando un
quartiere interamente. cileno, Villa
Antartide. L'antic(> parrQco vi
aveva cos1ruito una cappellina; nel
1962 padre Rondini n1a trasfor-
mata in scuola. Accant◊ alla cap-
[?€llina c'è lJra un grande edificio
Nelle scuola iecnlca I ragani trova110 un
me11tfere e un avvenire.
scolastico per 400 alunni. più asilo
infantile, campo sporttvo. telefono
pubbllco.
Ma le maestre della scuola i;i
lamentanQ mollo dei loro alliev1.
Soprattutto quelli di recente immi-
grazicme, $Ol'l0 un disastro. (l Queslo
bambino per esempio non mi fa
mai i compili a ~a ». << GH hai
domandato - msinua con sospcllo
padre Rondini - se a èàsa ha un
tavolo? >>
<< Questi benedeui ragazzi sç>no
troppo inquieti, non riescono a fare
un po' <li attenzione>>. (< I-lai der
mandato se a casa hanno mangia-
to? » E padre Rondini pensa con
affanno come mettere su una
mensa scolastica.
Basta dargli una $pinta. Quesw è
padre Cc:;are Rondini, nato in Ar-
gcntina, ma figlio di imnugrati ita-
liani arrivati dalle Marche alla fine
del set:olo scon,o. Una razza tenace:
14 figli. 13 viventi.
A dìeci anni Cesare frequentava
da esterno il collegio salesiano.
Fino alla tt~rla media. Una sera era
tornato al collegio per una comm1s-
si0nt!, e padre Consonni - vecchio
missiònariò ora ad Al'ese - nel
riaccompagnarlo gli domanda sulla
porta. apena: (< Ti piacerebbe es$ere
come me? >1 «Sì. padre! •l E scappa
a casa. a raccontare allà mamma.
La mamma si SLrìnge nelle spal-
le: << Se papà vuole... ». Cesare corre
dal babbo. the sentenzia: (< SI:
mamma vuole... >>-
L'anm) ~eguente Ce. are pa,.rtiva
per la casa di formazione di Fortin
Mercedes. Aveva 14 anni Questo
figlio <lj immigrati è stato l'uomo
giustl) per capire gli immigrali
Villa Regina e lavorare con lt)ro.
Ru~so di pelle e di capelli come un
fiammifero. solido corne una madia
an1iC'tl, estroverso e wmunicativo.
sempre entusiasta (ma chhsà
quanto gli co~ta quell'entusiasmo,.
Come è riuscito a mellere in
piedi tante opere? <i N<)n lo so. So
sollanto che le upere si fanno co-
ntìncian,,Jole •>. A vol~e. precisa, □ ◊n
occorre fare: basta incoraggiare gli
altri. <1 Ciò che facciamo con la
gertle. è di dargli una spinta ini1.ia-
1e_ Poi le cnse vanno avanti quasi
da sole•>.
A Villa Regina ci stino appena
quallr() Salesiani. otto FMA. al-
cune Suore Francescane, e ben ot-
tanta laici che rendono possibile
tu110 il lavotò.
C'è un gruppo di Cooperatori
salesiani di piena fiducia: padre
Rondini può assentarsi per mesi, e
le cose vanno avanti anche senza, di
lui. Sono preparati. formano co-
munità di base. Si rhmìscono ogni
settimana. Partecipano l:ì incontri
formaLivi, i Carnosi <e cursillos de
cri~tiandad >). Tre giorni per ricari-
carsi. e poi il qucmo giorno. Pe-r
quarto tivrtJO si intende iJ tempo
che intercorre ~ra un cursillo e il
successivo, tuuo da riempire di coe-
renza crisiiana.
Quandl> padre Rondini fa il pre-
te'! DicoM di Iui che prima fa e poi
predica. E quando si segue questo
metodo. risulta che .non ocoorron o
più tante parole. Di fa110 ·1a gente a
Villa Regina va in chiesa molto pìil
di una volta, i matrimoni non rego-
lati sono in continua diminuzione, e
sono sempre menQ i bambini che i
genitori si dimenticano di far bat-
tezzare.
ENZO BIANCO
28

3.9 Page 29

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PERCHE' FARE CATECHISMO
Perché occorra rare catechismo,
padre Nestor Astudlllo lo ha ,capito bene
un giorno che nella peniena <11 Guayaquil
( E-i;uadot-) ha ratto Visita a una veccntna
dl 72 anni che viveva nelle baracche
Scambiale poche parola lo assale un
_sospetto e domanda:
e Nonnina. per caso oon haf ratio la
prima comunione? >
e NO padreotto •
e E perché?•
e Perché I m1eI genitori se ne sono
dlmen1Ica11 , .
«Ma sai almeno Chi si riceve nella
comunione?»
e Si padreclto:san Gtactnto , .
e Nfente affatto. nonnina bella. E Uno
molto piu su ».
« San Vincenzo! >
» e No, pensa a qual.c()sa di più bello
e Allora la Madonna s.anta >.
e 01 ptù, di più: la cosa più grande e
piu bella che sia In tutto Il mondo.
Allora. Chi s1 nceve? >
« Ma t e, pac!recito! •· conclude la vec-
china nascon(!endo cori un'arguzia le
sue vistose lacune teologiche.
DOOICI NUOVI CATECHISTI
PER LE MISSIONI DELL'ASSAM
e adulll sulla strada del Vaf\\gelo. è 11
pro1un91lmento del m1ss1onarlo Orga-
nizza l'istruzione religiosa per I catecu-
meni, è spec1alizz.ato nell'uso degli au-
diovisivi, rende posslblle l'adattamento
della lllurgia alle culture loeaJI
I catechisti delt'Assam In genere sono
gfovanl con una loro tam,glla, o m pro-
cinto di !Qrmarta. Lavorano nell'evange-
llzzaz,one a tempo pieno, .e rièevono -
come e naturale - di che sostenersi Ma
non sono certo del e salariatl » tanro
lavoro apostolico è stato possibHe in
Assam grazie alla loro fede e- alla loro
dedizione Pw1roppo (anche questo va
detto) mollo auro lavoro non è Posslblle
perché le missioni sono povere e non
riescono a sostenere lé tante spese
Intanto il Vescovo mons Abraham
Atangimattath1I e felice dei suoi selle
nuc)III calechlstJ (1 rlmanenli cinque ap-
partengono a diocesi vicine), Ora ne ha
complessivemenle 46, un numero Invidia•
bile. e tutti formali alla e Scuola per
catechlStt missionan ~ d1 lmph11I. Tutti
nnpegnati a tempo pieno a reahnare 11
comando del Signore e Predicate Il van-
gelo a tutte le creature , .
(Angel Martin Gonzalez)
I OUA~O VANGELI
IN LINGUA LALUNG
, Ag chorewana Mal tong karga »: tn
prlncrpro era Il Verbo Un missionario
saleslano francese. padre Mlchel Bata-
vome, na tradotto e dato alle stampe (o
megho. per ora al ciclostile) I Quattro
Vangeli in lingtJa Lalung.
I Lalung, appartenenti al rarno Bodo
della grande fam1g11a ctelle tribù tlbetano-
bìrmane. sono pocne migba1a e vivono
Isolali nei Megha1ava (India Notti-Est).
Nella notte del seçoll, scendendo lungo
la valle del Brahmeputra. si installarono
fra le colline del G'1ro e le coillne dei
Mlklrs nel difficile tentativo d1 soprawl-
Vefe. Parlano unu lingua propria e solo
quella. e non hanno possibtlltà d i comuni•
care col resto del mondo
I missionari salesiani da diversi anni s1
starino Interessando del loro gruppo
Padr.e Batavoine. che rlsiède a Shillong,
tra studiato .a fondo la loro llngua. e ha
trovato Il modo dt trascr,vefla in caratten
tatlnl Ha già pubblicato i primt libri in
Lalung. perrnellencl.O cosi al missiooan
salesiani di prendere contatto con Quel
gruppo etnico, e offrendo ai primi c»nver-
tlh alla le<le (sono gf-a ottocento) dei testi
per la preghiera e 11 canto 11ella loro
lìngua ora padre Balavoine ha tradotto
l'Intero Vangelo, un'opera che tacil1terà
aJ Lalung l'incontro lfberatore con Cristo.
Dodici e giovani delle tribù , oet di-
cembre scorso a lmph11I sono d1v~lall
catechisti per portare Il vangelo ai loro
fratelli. L"apposita. Scuola che li ha (llplo-
mati {un tempo a Dibrugarh, e dal 1971 a
lmphal). Ila già donato alla giovane
chiesa dell'Assarn <fecine di ques11 qate-
ohistJ, che passano di v1tlaggio in vlllag-
gìo a trasmettere la loro tede a quanti
lncont.rano, e molllpllcano così la pre-
senza dei missionari.
òttenUIO Il dlpfoma di catechlSII al
termine di un 1ur;go corso In cui hanno
studialo teologia, liturgia e catechehca. I
dodici In un 'apposita cerimonia hanno
ricevvto dal Vescovo Il mandalo ufficiale
per il loro futuro ministero. Una cerimo-
nia sofennlssima, durata un'ora e mezza.
che par8va 1.1n'ordln-az.tone sacerdotale
Perché cosi intensamente l'hanno santlta
I dodici. e I tedeli che grem111ano la
chiesa.
In realtà sono I laici che avanzano
nella Chiesa, e vengono sempre più a
occupare Il posto e le responsabllìtà che
competono IQro. Quello del catechista é
oggi un ministero ecclesiale pienamente
riconosciuto, e. prowlder\\zlale nelle terre
di missione 11 catechìsta è l'anima delle
comunità di fede, colui che avvia piccoli
Cristo è ancfte Indio. Il
volto di Cnslo e per meta
ellìgiatò seCOMò l'Icono-
grafia tradli:lonale. -e per
meta con I lineamenH
dell ·indio equatoriarto
Questa scultura lignea $1
trova nella Chiesa del
« Cemro di sp1ntualltà san
Patrizio • di Cumbaya (E-
cuad.or) Ha sconcertato
più d'uno. Ma piaCA! a, gio-
vani perché richiama forte-
mente la verlta teolog!ca
che il Verbo si Incarnato
sem:a distinzione çh raz.te.
nazionahra e popoh, aJ Ime
di rendere tuth uguali e fra-
t(!lll. L.e 1ralture, le taeera-
zionl, le dlst1nz1oni ingiuste
- ·se rnaJ - son.o frutto
òell'egolsmo umano.
E gli 1n<11os del!'Amej
rtca Latina - gruppf etnTCI
votati alld sparizione - ne
sanno qualcosa
29

3.10 Page 30

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PERCHE' IL CONGRESSO
EXALLIEVI DI HONG KONG
Subcto dopo 11 Congresso Exalfievl
dell'Asla e Australia. ctie ha avu10 luogo
nel novembre 1976 a Hong Kong (Vedi BS
d1 febbraio se.orso, pag. 11) . 1d1rigenh del
movimento si sono rìunm sempre a Hong
Kong per compiere un giro d'orJnonu
sulla sltuaz_ione. Sono emerse tante 1n1,
ziative e novità ché dfC~>no 11 lermento In
atto anche In Quella lontana parte del
mondo
Le Filippine, dove I Sales1an1 1avo,ano
da appena 25 anni, tianno per la prima
volte un delegato lSpeltorlale che SI de-
dica a tempo pieno agli Exalllev, e Padre
Ercole S0U1rol1, uomo d1 grande prestigio.
fondatore dell'opera d1 Tondo v1s1tata nel
1971 dal Papa,
11, Birmania, dove l'atti111tà dei saleslan,
esce appena ora da un periodo di stasi
per cause non certo dipendenti da loro, si
è 1enu10 di recente un incontro di 600
Exallle111, e non si sognava d1 poterne
contare tanti.
In Bhutan, piccolo stato dell'Himalaia
(ctove è uflic,almente pro1b1to l 'annuncio
del Vangelo. e dove i Sales1an1 da pochi
anni hanno aperto l'unica scuota lndu-
striale del paese), l'organ1z:zaz1one degli
Exalllevl si sta svlluppaMo con 1·1natteso
appoggio delle stesse autorità buddiste
In- Giappone è stata costituita presso
Tokyo la c;El(fe degli Exalllevl: un el{alllevo
con la sua famiglia la cust<>disce. v, si
tengono rtun1on1 e s1 Ol!Pllano exalhe.v1 d1
pa:ssagg_lo.
In Korea del Sud Il detegato don Do-
nati per organizzare gfi Exall1ev1 da dl-
verSo témpo stamp13 uli ~otitiaf10 con cui
invita gli Exatllevl a aderire ulficlalm1inte
all'assoclazmne· Il Notcz1ano è molto atte-
so. e Quasi tutti hanno accollo 1 1nv,to,
dimostrando un attaccamento insospet-
tato ai loro an11ch1 maestri
Quest'adesione corc11a1e di exa1llev1
ctie mo110 spesso non l'lanno abbando-
nato la loro rehg1one ma s1 sentono forte-
mente 1ega11 a Don Bosco, e stato li
motivo vere> per cui I dìrigentl avevano
osato proporre Il congresso di H.ong
Kong PassaMo tre anrn prima per la
stessa c1!1à, lt super,ore resl)Oflsab,le
degh Exalhevi don Giovanni Rainerl
aveva avu!O mO<Jo cfi ascoltare un exaf•
lrevo non crisoano l'awocato W,nston
Chu. parlare del -sistema educauvo cli
Don Bosco con competenza ed entusia-
smo S1 disse: «C"è: un potenziale di forze
sane nascoste anche Ira gli exalllevl non
cnsuanl, che bisogna scoprire e far fruttJ-
ficare per Il bene ,
La previsione si ò nvelata esatta. Le
lniziaUve ora s1 molllpllcano. e gia SI
guardaal 1980, anno In cui 911 ExalheY1 di
As,a e Australia torneranno a riunirsi ,n
Congresso. a Manila.
UN PROGETTO PER TRELEW
.- La prima Volla che 110 visto Il barrlo,
non sono riuscilo a dire una parola. M, ha
preso una grande angoscia solamente, e
,oavellO voglia di slrillare di rabbia. Perché
penso che tutta Qùella povertà sia
dovuta a no, all'egoismo nostro E allora
vedere quella gente cosi per COipa mia, In
pnma persona, fa rabbia Fa tanta rab-
bia ». Questa la prime reazione di Bernar-
dino appena gIvn10 a Tre1ew (Patagonia),
sul campo del suo 1a110(0 aernardino, e Il
suo compagno Romat10• .sono due gio-
vani cooperaton di cui Il BS ha già
parlato: si sono recati a Trelew per un
periodo d1 volontariato.
Il barrfo (none di perlfena) dove lavo-
e rano abitato sopratlutlo da lmmfgrall
della campagna e da protugh, del Ctle.
Condl~oni di estreme miseria, situazione
Igienica disaslrosa, mortalità lntantlle
molto alta.
I giovani cooperatori rn Italia si sono
impegnali a finanziare la costruzione çfl
un centro comunitario In OJJ1 s, prevede:
una cappe.Jla (già esistente) con alcuni
locall per riunioni , alloggetto per i 1101on-
ta11 (altri volontari dovrebbero aggiun-
gersi al due aliualt, o succedere a loro);
altri locali per consuuon medici: bagoi
pubblìci. ecc.
Questo centro sorgeri:I come opera dei
CooperatorJ. affidata totalf1iente a foro
(lavorano ìndipendèntJ, anche se d1 fatto
trovano un riferimento nella vicina comu•
nltà salesiana) Per attuare i progra:mml
messi sulla carta occorre un impegno
molto seno, 1n tutb I campi. compreso
quello economico E Igiovani cOQperaton
s1 danno da fare con spettacoli. !ottene.
pesche, offerte personali, raccolte di
vano gemere. Hannç> già messo Insieme
tre mìltonf, e Il resl o verrà,
GIOVANI COOPERATORI:
7 C.AMPI DI LAVORO
Ministre delt'EuearlaUa. A l8 Ff911ia di Mana A11SilìatrJce netta parroochìa
e Don Bosco d1 Roma staio contento 11 < m,mstero streordinano deJl'Eucan-
stia ;, e da alcuni mesi esse svo1gono 111oronuovo compito.
Éra nece.ssarìo la parrocct,la cqnta 90.000 tedeh e troppo poclii sacerdoti
~r arrivare a tutti soprattutto a, malati Il parroco don Sabino Losapp10 ha
rno11rato aomanda, e Il vescovo mons, Ter;rlnonl durante la: .sua ultima visita
pastorale ha comferHo alle suore 11 m·111isteto Una domenica, In chiesa, ~tlç IO
sguardo a ttento de, fedeli, durante la messa delle 1 I. la plu frequentata.
Le suore hanno pronunciato !'apposita prom~a- Alla comunione hanrio
aiutato it Vesoovo a dlWib1.11re l'EucanstJa ai f$II Poi il Vescovo ha
çonsegnato loro te teche perche portassero l'Eucar,sha aglf infermi della
parrocchia. .!..e suore sono slllàte lungo la navata al canto Qel Magnificat, ma I
ledeh hanno çoperto 11 toro c~to con un caldo. ,rretrenabife appfauso
L J , parrocchiani hanno accolto con pieno lavore questa innovazione, e
Circondano con grande s1mpa11a le roro..suore div~nute mtnlstre dell'Eucarrstte
I G,ovam Cooperaton organfzzano io
itaha per questa es1ate sette e Campi di
lavoro e di animazione cosha.oa • · Obiel-
hv1? Parecchi rendere un servizio alla
Qloventù, rea11uare- ranfmazione cri-
stiana della comunità ,n cw si t.avQra,
olfnre un liroolnlo pratico al giovani coo-
peraton e. ad altri giovani, lare un'espe-
rienza di vita comunllarla e di vita p.overa,
Due campi. nspetto al passato, risul•
iano nuovi, di aJeum, al momento di
andare ,n macchina, non SI conosce an.
cora 11 penodo di elfettuallone. Da se-
gnalare lt nuovo campo 1n Fnull Ma
eccoli per ordine di an:uantta
Sfancavllla (Catania) E' gtunto al
sesto anno Peoodo ancora da stabilire.
30

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Cleeo, muto e sorridente. Sl
Chiama Cedric. è uno del tanti
re1et1I che a Madras Vyasarpady
hanno trovato una CIISél net V1llag-
gI0 delle Beati1ud1nt cieco e
muto. Ma ha imparato a fr1vorare te
'iltuole e a fabbricare cestelli E a
soròdere
Alt/vita servizio di animazione cnsuana
tra I ragazzi e gli ad1Jl1i di uno zona a
prevalenu necessita catechellche e pe•
dagog1che. E 11:servato at gIovan1 coope-
rato11 della Sìcilla
Montalto di Rlonero Sannitico (Iser-
nia) Giunto al 5° anno E aperto a tultl
Per,0<10 da stabilire Attività animazione
cristiana e servizio sociale, colonia per
50 bambini. npetizio,u e eventuale lav0<0
manuale
Galllclanò (Reggio Calabria) Giunto al
So anno Aperto e lulll Periodo da stabllt-
re Attlvité. dopascuoia, servizio sociale
colonia, catechesi, e eventuale lavoro
manuale
Codigoro (Ferrara) Giunto al quarto
anno. Organizzato dal giovani coopera-
ton d1 Lombardia, e aperto a tutti Peno-
rio 31 luglio - 21 agosto AttMta anima-
zione dell'oratorio locale ed eventuali
lavori manuah
Longano (Isernia) Giunto 111 terzo
anno Aperto a tuUI Perfodo da stabllire
At11v1ta: animallono cristiana e servizio
sociale coioma per 50 bambm1. cate-
chesi nel centro e nelle fraz1onI , even-
tuale lavoro manuale
CannelQ (Frosmone). Primo anno Pe-
flOdo da stabilire Atll'Vtlil ' colonia per 50
bamb1n1 bisognosi Riservato al giovani
cooperaIon Oel Lazio
F"rlull. Primo anno. Localt/a da stabtlt-
re Periodo 28 agosto 12 se1tombre
Organizzato dat giovani cooperaton del
Veneto • aperto a tutti All,v,ta aiuto
nella ricostruzione del paese
TUTTA NUOVA
LA PARROCCHIA DI STOCCOLMA
Chiesa nuova e nuovi tocai/ per le
opere annesse, nella parrocchia che 1
salesiani amministrano presso Stoccolma
e a ser.11110 soprammo del numerosi emi
grati. Nel febbraio scorso si potuto
consacrare Il nuovo templo e Inaugurare
Il centro g,ovanue, l'asllo per I bambini e
le residenze per le suore e I salesiani
L'Iniziativa e stata l1nanzIata In parte
oaua Conterenta Episcopale tedesca e
in parte dalf'lspeuoria salesiana della
Getmama Nord {di cui la casa la parte}
La parrocchia sorge a Soderta)!e, Im
portante centro industriale a 40 ctulo•
metri dalla capllale svedese; è stata alft•
data at salesiani nel 1974 (In realta essi
sono present, nel paese dat 1930) VI
lavorano attualmente m se, Il parroco,
padre Paul Glokowskl. dopa la morte del
vescovo locale. da set mesi governa /a
diocesi come Vicario capitolare.
Alla festa della consacrazione hanrio
preso parte anche , paston della Chiesa
Luterana d1 Stato e della Chiesa Libera
Oltre, naturalmente, alla oomunlla cattoll•
ca. composta per Il 90% da polacchi
slovacchi e IugosIavl Che ora hanno Il
loro sicuro punto d1 rilenmento spintuale
Forze vlv.
Atti del Congresso del Centenar,o Coope-
ratoo Salesiani
Pubblicalo dall'Ulflcto Centrale Coopera-
tori, Via della Pisana 1111. Roma Pagine
232 più 16 tavole luon testo.
Il volume, che nfe--
rìsce ancha sul Con-
vegno Europeo dei
Giovani Cooperatori
svo1tos1 a continua•
z,one del Congresso
mondtale, diventa
oggi lndlspensab1le
per conoscere gll at•
luah orientamenti d1
questo Impor1ante ramo della Fam1glla
Salesiana al tempo stesso una miniera
di l(lee, InlZiatrvo e proposte per coloro
cNe operano nel settore e 1n1endono rin•
r,ovare la loro metodologia secondo le
esigenze det tempi
Ma tu esl,tl?
Afmma sonorizzata
Testo e m ontaggio degl, Educato, , tt G,o.
van, dt Arese
IN BREVE
Un sacerdoIe portoghese, cooperatore
1ale1iano. è diventato VHcovo: mons
Antonio Jose Rafael. E' stato nommato
AusIhare dol Vescovo d) Braganza La
Famlglla Salesiana lo ha debitamente
lestegg1ato
Al Capitolo Generate 21 , che I Sale-
siano apriranno nel prossimo ottobre,
sara preS-Onte per la prima volta un dei.-
gato di colore In rappresentanza del con-
tinente africano: padre Jacques Ntamlta-
lizo Ha 35 anni è nato a Rungu ,n
Rwanda, e e delegato Cieli lspettona
Africa Cencrale
ll1 ricerca di Dio a partire dalle espe--
rtenze det ragazzi d oggi, m una socIeta
In cui D10 ha perso l 'antica evidenza Se
O.o è amore ,1 segno che megho lo nveJa
e I amore. Ma chi non ha vissuto l'espe-
rienza di esser.e amato, diventa opaco a
010? La sua espertenia negahva diventa
un grtdo e un invocazione
Il libretto comprende oltre il Ies10 una
traccia per approfondire ,J tema. e una
celebrazione della parola
una f1lmIna na111 daI giovani, e npro-
posta ai giovani
Nel marzo scorso un exalllevo è diven-
tato diacono permanente: fl dollor Car-
mine Lenii, di Napoli, consacrato dal
Card UrSJ Il nuovo diacono. che m pas-
sato aveva ncoperto canche dJrettIve tra
Plerre lmberdìs
Ditelo col g esso
udisegno al servizio della catechesi
LDC 1977 Pagine 162 Ltre 2.800
gli Exalllevl, ha voluto essere consacrato
diacono nella chiesa salesiana del Vome-
ro.
Mondo che chiama è Il e giornale cui•
turale impegnato aperto autogestito
della Terza A della Scuola Mecfla sale-
stana San Benigno (Tonno), Pubblica
vlgnettè e salire sulla scoola, ma soprat-
tutto a1lronta grossi problemi (in marzo.
otto paginone sugli emigrali) E poi passa
all'azione
Da lempo la Terza A e In contatto con
unn famiglia di Nola che ha Il triste ,
pnmato di Quattro bambini handicappati
e mamma all'ospedale Raggranellano
quanto possono (SOIClt. vest,tl. ecc J, e
mandano Chi vuole aiularfi?
Graffito sopra un muro di Lisbona e ll1
paura dt essere libero prOduce l'allegria
Catechisti, anima-
tori d1 gruppi 9Iova-
n1II Insegnan1J, che
sI sentono tmpacciah
d1 Ironie alla lava-
gna, o addirltlura
non sanno che farse-
ne trovano m queste
specie dI e abbece--
Jano del disegno col
gesso • qualcosa che potra cambiare 11
loro modo di comunicare e educare. un
breve ma Interessante studio iniziare. poi
ùOa serte di t elementi base • per espn-
mel'SI alla lavagna por una lunga sene d1
< temi dI catechesi • svolti col gesso,
quanto basta per rinnovare ta propria
didatttca
di essere schiavo •
31

4.2 Page 32

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ringraziano
L'INDOMANI COMINCIA.I
A MIGLIORARE
Sono ormai 15
anni cl'le soffro di ar-
trite deformante e
reumatoide. Ho pro-
vato ogni upo d i
cu r a ma il male
avanzava progressi-
vamente, alternando
a periodi molto dolo-
rosi altn penod1 per
ror1una un po· sopportabili
Nel luglio del 1975 1 dolor1 aumenta-
rono a tal punto da non lasciarmi chiu-
dere occt110 per parecchie noth. M1 nu-
sciva quasi fmposslbile anctre il prender
cibo Dal dolore e dalla debolezza non
potevo p1u muovermi. Nessuna cura ser-
viva a darmi un po' di sollievo In pochi
giorni peggiorai al punto che ml parf!va di
poter mancare da un momento all'altro
Dietro mia richiesta m, ru somministrata
l'Unzione degli infermi. che ricevetti con
molta devozione
Il dottore, non s;ipendo più cosa rare,
come ultimo tentativo ordino 11 mio rico-
vero d'urgenza all'ospedale e Santa Co-
rona » di Pietra Ligure Con l'autoambu-
lanza vi glunSl alle ore 9 del t agosto, e I)
ebbi l'amara sorpresa dI essere rifiutata
per mancanza di prenotazione. Mio hglfo
Ernesto. che ml accompagnava, 1ncomln-
cI0 una vera via crucis da un Uft1c10
all'altro per supplicare la tanto desiderata
accettazione
Intanto lo attendevo su una barella, e
non ml sentivo assolutamente in grado di
affrontare il vIaggI0 di ntomo (più di 70
Km). sicura che non sarei giunta a casa
vfva Fu allora che mi raccomandai con
fede all'intercessione di Maria Auslllatri-
ce, della quale sono tanto devota: e
subito senlit una grande serenità Interiore
e attesi con fiducia Alle ore 13, dopo
aver atteso quatlro lunghe ore, mi fu data
risposta positiva e lui ricoverata
All 'indomani incominciai a migliorare.
prima ancora ohe m, iniziassero delle
cure Dopo 20 giorni. come nsusc1tata.
tornai a casa tra I mie, can.
Riconoscente alla cara Mamma Ausi-
liatrice vog1fo pubblicare la gra2Ia sul
Bollettino Salesiano per renderle omag-
gio. e per ringraziarla dt questo e d1 tanti
altri favorr tatti a me e alla m,a famiglia
Il pnmo autista che c, soccorse rimase
stupito nel trovarci non solo v,11e ma
senza ferite . Dovemmo attendere per
quattro ore sul ciglio dell'autostrada l'ar-
nvo del soccorsi. nel buio delfa notte
fredda e umida. col nsch,o d1 prenderci
un malanno o di provocare altri guai.
Finalmente arrivò 11 carro attreui tirò su
la macchina, si cambio la ruota e
quando tu tutto a posto I Carabinieri ci
permisero di riprendere fl viaggio Ma ci
consigliarono pure di accendere un cero
In cn,esa, perche, cI dissero. « In casi
slm1li se ne salva uno su mille , . Mamm,i
Santa. noi commosse ti diciamo « grazie-
Tonno Gisella F., Luigina P. Ida Fabbrm1
PRIMA, SOLO RISPOSTE
CORTESI E NEGA•1vE
Da tempo mio fi-
glio stava cercando
lavoro Aveva fatto
numerosissime do-
mande tanto per
Iscritto che dl pre-
senza. partecipato a
concorsi, sfogliato
giornali alla ricerca
di offerte dì lavoro; e
tutto SI era risolto con risposte cortesi.
ma negatlve o con deboli speranze Mi
raccomandai a san Giovanni Bosco, ed
ecco che fu invitalo pel' una prova pro-
prio nel posto pIu impensato, dove da
qualche anno non avvenivano assunzio-
ni Lo so perche In quell'azienda cl lavoro
lo, e non avevo detto neanche una parola
In suo tavore, né avevo scomodato inter-
mediari.
Fu sottoposto a prove selett,ve da una
commIssIone venuta da fuori. e dopo
venti gIornI fu assunto con parere favore-
vole I,manlme La mia riconoscenza al
nostro caro Santo e all'Ausiliatrice e 1Ul-
m1tata.
El/era (Perugia)
Gianna SefJBflCC1
Angela Vadda e famlg/1a
Sale San Giovanni (Cuneo)
Cl CON SIGLIARO NO
DI ACCE NDER UN CERO
Tornavamo da un pellegrinagg,o a un
Santuario salesiano quando all'improvvi-
so. per lo scoppio dei pneumatico poste-
riore sinistro, la nostra e 500 sbandò
Prima taglio di traverso tutte le corsie. poi
si pose a girare su se stessa. finché si
fermò sul bordo della corsia di emer-
genza con una ruota sospesa nel vuoto.
In quel tragico momento una dI no, invo-
a voce alta l'Auslllatrlce. E fum mo
salve: potemmo uscire dalla macchina
spaventate, ma del tutto illese.
Giuseppe Cogh1, salesiano, ringrazia la
Vergine Ausiliatrice perche, mentre vIag-
gIava In motocicletta. usci senza compll-
cazìonl da un difficile fràngente. Ringra-
zia pure santa Maria Mazzarello per
averlo protetto in un'altra circostanza
pericolosa, quando un cane gli sbarrò la
strada facendogli perdere per un Istante
Il controllo della moto.
Carla Tanozz1 (Marina d1 Carrara) e
famiglia si sono rivolti pieni d1 fiducia a
Maria Ausiliatrice e a Don Bosco perché
salvassero 11 figlio, ridotto In fin d1 vita da
un Investimento s1radale. 0991 Alberto e
guarito e In grado di riprendere Il suo
lavoro.
INVOCAMMO SAN MICIO...
Sposati da otto
anni, non avevamo
ancora la gioia d1 un
hgllo. Siamo ncors, a
tutti i mezzi della
sclenZil umana, ma
senza es,10 Madre
Speranza d1 Colleva-
lenza cl consigliò di
Invocare 11 piccolo
Domenico Savio. Seguimmo il suo consI-
gllo. Una notte sentii mio manto parlare
forte nel sonno. Poi mi raccontò: « Ho
visto un ragazzo vestito da chlenchetto
L'ho riconosciuto e ho gridato ·san Do-
menico. atutam,I' Ma lui non si voltava.
Allora gndal più forte. ·san M,c,o, San
Micio .: (e 11 diminutivo di Domenico tn
dialetto catanese) 'Abbi fede', mi rispo-
se, e scomparve :t.
Alcun tempo dopo ml accorsi di essere
tn attesa, nonostante i miei 43 anni Il
medico plu di una volta m, disse « Se
tutto va bene, sarà un verQ miracolo :t. E
tutto andò bène: è nata Loredana Spe-
ranza Domenica, a portare una gI0Ia
indescrivibile nella nostra famiglia
Paternç, (Catania) Antonietta Volzone
IL CORAGGIO E LA FEDE
0 1 UN A MAMMA
Dopo la nascita d1 Davide, accolto con
9101a e affello. ml accorsi d1 essere nuo-
vamente In attesa. Ne ru1sconcertata. La
nascita di Davide era stata molto difficile,
e m, aveva costretta a letto per un mese
D1fanl, la nuova grav,danz:a risulto subito
pericolosa. Al terzo mese. per scongiu-
rare un pericolo di aborto, dovetti nuova-
mente mettermi a letto per un mese. Altre
soHerenze e rischi dovetti affrontare nei
mesi seguenti
Una mia zia ml consigliò allora di
indossare l'abitino di san Domenico $a.
vio, e di alfidarml a lui. Lo feci, con molta
f1duc1a, e conUnual la mia vita ordinaria
oltre I limiti del possibile Finalmente
arrivò Il giorno fatidico, e nacque Laura
Domenica. sana. robusta e vivace. Da
allora ho affidato a Domenico Savio la
protezione dei miel bambini
Ceres(Tor,no) Llic iana Bianche/ti Corà
Liliana N (Torino) desidera ringraziare
san Domenico Savio, a cui si era racco-
mandata, per la fehce nascila di Flavio,
superando ogni dllf1coltà E poi per la
completa guarigione del bimbo da una
malattia giudicata incurabile.
R1la e Romana Russe/lo (Messina) scn-
vono per mano della mamma ~ Sape-
vamo che san Domenico Savio e amico
32

4.3 Page 33

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degli angeli, ma non credevamo che gli
fosse tac,le Indurne qualcuno a scendere
In terra per custodirci. Ma papà e mamma
lo conoscevano meglio di nol, & lo hanno
tanto pregato di trovarne due un po·
dl$0ceupat, dlet>OSII ad accompagnare,
nella v,ta. Cosl col permesso del buon
Dio, siamo fm.ilmente arrivate a casa
nostra, ed eccoci qui. Rita e Romana.
Non si sta poi tarito male, e perciò rini;ira-
:i.lamo il Signore e san- Domenico Savio,
tru11eme al nos1r, genitori che 61 dicono
felici».
Lina Davide (Napoli) ringrazia san Do-
menico Savio per fa gu9riglone della
hglla, ·rfdotta In fin di 11tta da uoa _grave
malattia
Silvana Comm /n Xi/lo (Veccelll) nngra-
zia san Domenico Savio, ,nwocato per
scongiurare la perdita della propria erea-
tura, che nacque felicemente E poi per
a11eme ottenuta tu guang_1one. dopo due
mesi e mezzo di ospedale, da una perico-
losa malattia
I DOTTORI LO CHIAMANO
Il MIRACOLATO
Mio cugino C9-
stantino, colpito due
anni fa da un Improv-
viso malore. fu tra-
sportato urgente-
mente-all'Ospedale e
subito ln sala di ria-
nimazione I dottori,
dopo molli esami,
d1agnos1tcarono mol-
ti mali e tutU gra111 , lasciando I.i lam,gha
e I parenti 11'1 un profQndo dolore, privi di
soeranie.
Tantissime persone care pregavano
per IUI perché era bèn votuto eia tutll per
la sua bontà lo, c11e pure pregavo tanto
con la m,a Comumta e con I b1mb1 della
Scuola Materna, volli un giorno fargli
vrs1ta, oortando la rellqula di don Rlnaldl.
Prima dt entrare in sala d1 riammazrone
volli panare con I dotton, I quali mi
risposero apertamente: e Solo Il Padrn
Et11mo puo intervenire nel suo c-aso; la
mee1,c1na non pu0 far Ptù nulla »
Impressionata ma non sfiduciata. en-
tra, dal cugino, e accanto a lui, sllenz,o-
s-amente. pregai. pregai, prega,.. Con
IUlto Il rervora Qel cuore invocai la po-
tenza del Signore, e lasc1a1 sul corpo
dell'lnrermo privo di conoscenza, la reli-
quia del Servo di Dio
Per tutta la giornata Costantino rimase
stazionarlo. Il giorno dopo I douorl misero
'" allarmé I familiari Ma il terzo giorrio la
lebbre cominciò a dlminutre. Poi, da un
l\\evrss1mo m1glloramen10 91ornallero s1.
passò alla guartgìone. I dotton ancora
0991 lo chiamano li t miracolato , .
Costantino, ora sposato, ha la gioia
anol'ledl un bellissimo bambino.
Con la moglie mamma. papa, sorelle e-
parenti tutti e rlconoscenttssimo al Si-
gnore e a don Rlnaldi
LISSòn& (Milano) Suor Angela. F. M.A.
INTANTO LA NONNA PREGAVA
CON INCROLLABILE FlDllCIA .
Nel pome119gro
del 22 novembre
1975 ,I Stgnor V1eua
de Carvalho volle
.
I.
fare Il sofìto giro
della sua « fazen-
da , . Prese In brac-
cio il figlio di soli 18
mes1 e monto a ca-
11a Ilo. A un tratto
scorse che le mucché dì un'altra fa.ztmda
erano nel suo t cerrado » (boscaglia
e$tesa a fitta lino a diventare Impenetra-
bile). Tentò di allontanarle, ·ma non cl
riusci. Rltenne pericoloso addentrarsi nel
cerrado col bambino, perc10 lo depose al
piedl di un alberò, raccomandand()gfl di
non muoversi d1 fl, Tornò dopo otre.i tre
quarti d 'ora, ma Il bimbo non e ·era più.
Immaginare l 'angoscia del genitori,
che SI diedero a una nc.erca alfannos.a.
mentre st-ava addensandosi un furioso
temporale Dail'allra fazerrda accorsero
una sessantfna d1 persone con cavalli.
tratton e lanterne, moltlsstme altre 11en-
nero d,atla 11lclna città, Santa Rl-ta do
AraguaJa La ricerca prosegui per tutta la
notte. sotto 1·imperversare della bufera e
della ploggla-scrosc,ante. ma senza risul-
tato Omlat s1 pensava che 11 b1mbètto
fosse stato sbranato dalle llere (clie ab·
bor\\deno nella foresta), o fosse annegato
In qualche.pantano.
Intanto la nonna, Insieme ad altri con-
giunti. pregava con incrollabile fiducia
Lauri Vlcufia: e Se sei santa. come pen-
siamo. dacci ancora una prova. salvando
Il nostro caro Ewerton • ·
Alle cinque del mattino, dopo le più
avventurose vicende, la gente decise dt
sospenaere le ricerche per riprenderle
,\\l,umo Gaetana '\\fh.rn<> Maddjlen.i - \\lcm4n,u
l::.1111n~ AH,erl l,.111111 ,\\horo ùfuseppc Alle,
~••lii 1-hsi.• Allcr• R11u Amen !.'u:tfu o liii~
Ant1'1111L,') M.1rccll4 · !Jll~IW'<C\\! Mar,11 (lun11)1
AH11n,1 ll~uc'Ch1 l'ull1• ll~rh1~rc 0t1\\\\,1t1na. -
».ir1a110 ( .umcli. 114,ctt" i\\n!el" - oà,-o ~;,u,c-
r.1c ll.1,n,1ncllos,. !'o.1.utltttu.1- Bcna.uv M,tdtla
e,.. llc1Cl1J 0111><:J>Jimij 8er1un l·u~mnt'.>
r,.,,,....... a,. . . Scrtuttll" ( ..1erirt.J ltculnt {;fl,na"I' llrnnc•m
·\\mm., ~ulc:11, I
,u lllj!Ofllll
811111111~ I 11ìii- D,>"1hl~ò <, wV1111111 IJ(I~• Clciill
R1>1tcr<1 M~rtt1 fln~ulh 1'1,n1.1110 On,tcolcn
Ani.11110 8rugna.n1 <ll11,enrc: - Bruni l-rancc..,;q
Bn,nQ Su(ina U11t;~mc h RenJ.<> <. 11l~l)rc1lµ
Antel~ \\nn~ . <"•mhur-..,iw \\ngch, - C•nnijt..
Cn111" l"~nlitJn...._,~ l.u1tun,1 C.t..c11> An111n1n~
<AJn"ti"ctltl•tlo<C":™111I1lu"n1.A11n11.1nC1,:c1r1c;ilh
An,gela C"m111
C-erutJJ Mana •cd
Fhii<tHo - ( ervi11 Aniccl~ C:cswn /\\tcw,utdl'Q
C'tllC'lll c,,n!;C'lt.1 - l,l\\isnoh Angelu r1m~111
M1Hl1lule11a e l'je1tv - C'1r.Jv~l\\u Clvlm C1111nId1 1
l)clflt13 C-t1n~ona1n I ,U~n,, Cort•-{c DIM
Cone-.e l'ino • Co,1Alun,;a C'lara - (ua( Stefonro -
C/v>ttC \\ IOCffl71>- l)ekn1h (l~n, - Oc Lui:.> "'1..in"
Otm1chtln Ru... Oc- l'rtulu llamàl'~ l)t Pc,,.,
G,u,crM D1 81hmtv l•111~ · 01n:11nce ~,llol11
MJtetn,, Jd~iano- C>14r,1~1 Mima• fa•·• C>dr.na
f 1110 l'leinna - ~ errante (ò1ulio- f cm G1v~c/1ve
I 0111on~ R11a - hun<C'l'oni 1\\ngelu (h1I ,ni,
lrnt1,1 - <ìnll11n1 l·r.111•·u G;imt,n 1\\ndteinA •
~,.,1a Oa111l11(/u
,cpr,n• .
eld~11"•·'"G":tGrT1Outt,ccpIp111M1nu.
- Gu1r,mr
Gera....
Glu-
uer.a,1 l'ro.na, - o,acom3na f'anu!,!:lia 01~111>-
1:,hn K1t1& (;1nelh ~c,wf,nn <hordano Clau1ho
Guol~ 01~• - C.1u,J""e -'\\~•unu, • Cì<'uèlu Ckmcn-
lJ114 Gtllll."11-'ran<~~• (ÌfCK'\\> Ro<o411.a <ìuonl
più taro!, dopo Il necessano riposo. Ma
tre uomini si ostlnaror,o a continuare. E li
loro ooragglo fu premialo A un tratto
scorsero le orme d1 un piede. d1 bimbo e
udirono un'indistinta voce di p1anto Era il
piccolo Ewerton, stracciato e gratt,al'Q
dalle spine e dalle hane ma sano e ~Ivo.
La gente lo accolse 10 trionfo. come Il
~ miracolato di Laura V1cul'la ,, tanto più
ehe davanti all'tmmaglne della Serva di
Dio, mal vista prima Il brmb<> diede In
vere manifestazioni di gioia,
Il parroco l' molti testimoni
Santa R,ta do Aragua,a (Bras,le)
RIMEDI CASALINGHI E TANTA ""DE
Fui morsicata da
una vipera, e doveltl
essere trasportata
all'ospedale dJstante
40 chilometri. U rnl
praticarono le oure
del caso. e quando
le analisi accerta-
rono cne non c'era
piu traccia d1 veleno.
mi rimandarono a casa. Ma il giorno dopo
cominciò a gonfiarmi Il Pl&de e 1a gamba,
che vennero neri
lo non r,usclvo a spiegarmi il fatto, e
pensavo a un·tnfezlone tetanica. Portarmi
all'ospedale era lmposs1b11e. e Jo mi ac-
contentai di 0oram11 con rimedi casaltn-
ghl. Mii Insieme r1cn1ama1 lt.rtta la mia
lede e la rnla confidenza In Maria ss. e in
Zefflrlno Namoncura, cominc,ando una
novena. Il terzo giorno li ma1e cominciò a
dìm1nulre. e alla fine era $comparso quasi
del tutto A distanza di due mes, oomp,o
Ja promessa di pubblicare la grazla
Admanda A de Velàzquez
La Ma/aaa (Argentina)
RtX:~ I 11.,., Ouuon WIima Jm11emdon Mi<1o1•
m1lto110 lnc;,rdonu, (,au~Pfl-' lng1>anu I r~n·
,,,,go cN.n · L~ RO'<I G1n11 I <i>Jhl)I rv,~nannu · ( lltl"
M~ri:1 ,\\ I ì'o11i Or.mo I
M.m~ · Lo110
Fo«., M>lcn,,i '\\nll>JllUtfU - \\fol!,llll...CO C~1 nIcn-
Manl!1l,I IJc>mcnlca - r,.fancntc f m,lto Mlln~11nc
ltma M,m·,111 i\\nn• M,v.r-> (um-annmJ.
Mot•il,., I 01n<:t"«• - r.1t1.:i,~ t, M;il\\.j .Sch.a-
&1i,nu \\lc•111c lirn,~cll:, Mot)uc,111e S,Jfl:llc
M'o,,;~1<• P•"1«11le (C.1n;id11) Mo-.ch1nt L,na
N~ltJo /\\nulla N:ilino ù,ovtt11111 Ni~,ia Moll:icc
Man" ·
Ohvierl
tVi~ctlthuto"11M11;110rg~hMrn,h1111~p1111a11?
Og1Jc111 A11n11
Al<j$u;,1.11 " l'»lu
A \\f4nu P,1Hlt0i (;r-01111 l'cl)~riru M11,1111u
Pere;. MJ.IIJ !'inni MJr,,. J)ò1't11 le.la Poicu
Vin<cn,., f',1m,11u Nun,,,, 11r:>ll G1~ppm~
l'f~crm,l (_,1n1u)!.I • k~boo, I 1n1 Ranu-..;bm
Leone RJrt...mllo (,l(l>ROOi Rct,anJ.11 M,n..
R1M,UUll SJOIC R,ccì C.11cnr>,l Rillilllu ('01111
.Camwla R1naflli (.}i~il!Jt~ Rll'ettì Carl/1 -
R.u<lan11 C'c<ttrlna R.,1I0111!11 I 1<11.i. Roncai;lionc
Gi~np1cw Ro~ello Mooe11mo kos~t 0111'\\cppc
(l"""' - n,R.n<"w•'fl
.R1S1-a...lnua
Ru.'>"mo
R.tdtelc
l)r <11J11·:uu11 -
S1t111 f nnca
SJJbegn
. S.1,1n
Rai~,~ . 'ic.ir.unc Angela in
Sc:hlne111
Giu<.ccpfl" S<!uden <311'1\\Cla SMon1 K,Ll Soklo
Giuseppe e "1.,r!lhema ~•1111>1>1 GcmlTlll $1r~no
R«... r111
·lr;,m11l1,(o1r,1,
SùlCrn
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(li!J1<:pp11
ùndan"
- Tnr@lllv
""1u~nl!rQnneM/,\\1n1J1cnlu,t1o
-
- r~-cltl l'cm1111do . l nfrc
Glu,cpp~ - fò'I fatrr- I O•:IJJ1 ('orinna Turi,..
net ,\\nmnir,3 lln,a C'.llenna • Vola G,o~annt .
Zatvh~o llrunu - Z..o,e, R.1110 ?.app11. Mele
Zimt>~rdn \\h"" /Ou't/l~ \\1an'lil - l'M,u
Ailnan•
33

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preghiamo per
SALESIANI DEFUNTI
S•r. Mari,, P eronlri<>+,, l'orino a 93 unni
Fìnchè In 5aJi1te 11> 'K!rresse, svol,e i diversi,wmplli
offidottgl, dall'obbedienza con gcncr6'ità e dili-
gcn1.a. '4el lung_p penodo poi Ji i11a11iv11à a 1'111 1(,
«>strin•e la malattia. lu <l1 e,crnpIc1 a luttJ rcr il
,w, su,1,pfrill) ~j Nragg,l);,a U<'Ull,uJ<!nC dcllu ,ol"'1Ùl
,h Di,, Cran JiB'rie <lwlJ ~i11rn111;1 la de<Ìic-0vo
al.la pregl1lera. La gio,•iallta ,·ht ~li ~~~ "'1 i:;ttterl-
s1,c., lo accompa{Ulò fmo a,!!11 tJlllrn, blanù della
vita.
Co:ld. Michele Perolli+ a Del Va lle 1Acgentin.i.) ~
88 anni
'
Dalla na11v.1 Car~l,o (Cune,,) el';J N r<*J per
l'Argcmma .-..,me sakiulnQ. e qu~si tulla fa ,<ua
<litu '" ùCUiCllt,, ~r ,urgere t:-<tl,lu ,vilu{'pO OtUa
Scuola Agrann (li Dçl Vnlle L·agrvteçnj<,11 ùi-
venne la sua ~peclallt:l. e n es.a one1Hò Hrne' le ~ue
cnpacitlt Jl ,tud10 e J, la,•oro Ma a{l'openisità
i11,,1n11çab1le unwa un pn,ft?ndo <f?lrtt0 dt 1>1età. Si
fe.rrnava lungament-, Jav,1ntt J I ·J'al>emocolo: wl-
voha hl ,; 1rov11vn ,t ,erµ lnoltrat,1 1, <.ti hu1\\n
nlàtlmo ingin,lcchiat, ,ug]I -.clil\\nl della c-~ppi:lla.
ancora o~ill d1iu,,a A chl lo interrogava risponde•
vu: M, sò1io fatto salesiano per su11e p,ù vu,mo al
Signo-,e e preg,ut'.<l, p1µ ~,
Sac. M k hd~Soll na~+ a Rorna a C,5 J1rni
Oriunlfo di_S~ntu Lu..,.,urgi,o. fu la Jlrima voc'>!1J-OnC
~a.lcswna d , quella terra Assiti dotato in1ellet1u11l-
men1e. «>ltiYò rirowlia. teolog,n e nl\\,sic~. bra
huon tono'l;Ìlllre <lei cuori. rke<t <.I1,en'>I, nrati,·11 e
<.lì uniori,mo. oltinii,~111 per mdole, rorw10 ali~
serenità e nII~ fitlud!i. Que,te <Jo11. umt.t a una
robusta fede e a un v1vo ,emo ,alcsiatt<l. lo reser<I
npprrr.1,;aio 1." arnflto nel ,un )ungo .s.cryj7110 com.e
tliret1Qre. l11rnlat.lrc ul .111d~tlll. ,egre10110 1&pe110-
rifl[c. e inlo,rre nella C•~• Gencr~li~w ~onte ,egre.
umo nél
m,s~•one
Dr1ucal.\\a1er,ùoftl!deirlcimrQa,rmQauzoi.onndeo.
L'ultima
anc;Jra
~uà
nel
picno ,del ..-igote fi'>«~ ,eppc· del mo.le inesorahile
eh.e l'àveNaeoho. •(;"U/1!'1 c,m screni1à la vol,,>n1A d1
D,o. ,. chm5e IH g1(!.fnot:1 terren:1 ,-on un.a C<!Jll•
rru,,sa profe,;,,i.oue th ft(le ~ di ri(ct1111>'tema ~ Dìo.
alla Ch1esn e.alla Congregaz,ùne_
Su. Andti-a Anelli + ~ Chumphon (ThailondlaJ a
65 anni
Era bergatrmmi cJ, <Jriginc. e da11·11s rlrnrH,111\\ \\I,
Ivrea parti per le mis.,ìoni nello. Temi dei Liben Il
,wo ,clç st manifesto wpUHtuuo nel mi1us1c.ro
fl"rr')<.'Chiale, ~vi-lito con l;lle deJ¼,one e 0001.\\ <la
O.l lirar&Ì hl ,lim~ e l'afktlt1 \\li lUltl $u1t ron1 1tcn-
,lic'a \\flÌIÌllhlle fu la Jevori(me ;,I Sat"' Cuore e
ramare alln MaJonn11.- o cui d<>rnnnlfo,a una ><>la
grall;i. quellud1 sant1fimrs1.
Co-.d. M~llia Sluga+a Opforn11'(T,,~,t~) ., ()2 mini
S1 !e~e ,~lt",ia,,o 1iua11_<J'era 11t)rt11, mulum, è pe,r
1ren1 """' 1111-on) c<ln1e rocltt'tum nell'hj'lellòl'lli
~~netu d1 _San Marco. Po, passò all'l,pcuQna
gH S..-.tlJoI IvUenn,ae.~fcrlnéo,i'1,,>ILlaicam~<>,JrlJeesì,S11111e1raPfeoitctìa()
una ,
il
olida
111 n l o
f),m llosétl e fu (c.lele /111 ne, mininu l?Q(ù~ola
n. ion1,, ncll3 prct.'t come ocl l:1vori, 411\\lllÙ•à.no. E
$Olll?"dlf_ende~e la Chtesn e la vna rdiplu_,a contro
Qgn1 1n,mJ)a11one men<:> ~orrçlla • çon m, 1>.(tm
attcggianmihl infoere111e
~
COOPERATOR1 DEFUNTI
Franéc,;co Am cdil Mlkocki-t-s Vlen~a a~I> a,,n,
Qu~tò cl':>operl!hlre ,a11l.11an() era flufrnt •• cioè
Consigliere dr Conc. IJa molti anni era 1,ure a
c~ro della orgunuJu7J1,ne a.UJ;1lturc Salvate:. l·a
,•ju, 1 d11.- wuta lu n,ga,_.,_c nindtl in Jiffic,ilr.a.
pre~lando ~iuu (foan,,iarl. ~el'Ca~iJ11 111101,gio tl
,1J<U:nendol1; nlut11Jmen1e. Jn g11~,tO n1oJ<> egli h3
;,al\\•ato t>11glkua dt piccole crc~111r~ indife,e. cl)n•
VtnlO che 1 01>1 penosi ;1 ri,ulvpno 11()11 'lftctifi-
ru,.., c~ndo slt tnno<.,enti. ma aiu1ando, madri ad
acrci_1,111i e amarli 1,c> ,011vlinea,a
f'an,1vc-
,covt1 coaJìuJOre t.ll Vienna. il Dr Ju~hym, nel ~uo
e,Iogio funehre: Comunque ,i vot'Iò risolvere il)
/\\u~tna ,I problemQ dcll'ahorw. le Mgan1w11J.onì
c<1n1e «Snlv(l.1' I,, Viw, dt qu~<ll} bTTtvo coopcrn-
1ore ,ar;11111tl ,emrire dalla parte J~_i;h ln11<x,en11.
per i.li(enJerll ~ ,:,l~arl, I
Maria Cittadino 1•ed. Yir:-d T.i Cesarò /Messina1
Vi,,e 1,ell'~mnrè Je,lf11 fai\\11@'.lw t 11cU11 fiducia ,n
t)iu '\\~iJuu lc'urit~ Jtl Jlc)lk11ino SuJ~swn,>. lu
devoti:i.,ima di Maria Au~aiatric:e e ,li ()on 60,co,
a cui ì.lieue c"n gioi,, tlut: dei suoi figli Ln fede e IJJ
progh1i;;,a le dtede•o la for1.a (!, ;,upera,c le pr<:>ve
(/el,l11 vita, !Hl ç111 qudl~ p1ù l}taJl<le, la p~r<hla del
rij!IÌ() ,Jl~ia,10 Ul)rl Vlw, 1llrlll\\l tlll ~, ~!l(/ ;t(f<!I\\()
ner 1960
Marlu Tartu~lia ved. Scialò+11, Roma
I.J >UA '(Ìt'1, ,,:goata da.I d()lure e "V~U sen,•
rwe 11,erve_p<rgH ullò. fu ;!µldatu e IO',lenul:t da sald<1
C du lortc,.zn cri\\lHln,t. LJ f\\1e._•NHjUl'U<.l111nr1 \\'
lll itoeita Jel Ro<ario e/a11tl per le, ~<'>f!J.cnte ùi
seremrà come pure 11h incontri ctln I C-oopet<Jlm'i
d el C'en\\r\\l Q cu , '1f)p~nenovt1, 1-"- ,µ« gcnero"1
l)oJjtA ~ ,a f tllll< e,e111ri1<1 e llll'< d, ~pcranr.a f?~r
tjuunll la èonòhhcro
Rosa Chilleml+a llarcelh)'rhì (M~,t,.1n~)
Fu ,emp~ v1dni.s.,1rn;i 111lc Opere d1 Don 80,co.
1an111 ~ue!re tlet ,ule,;1.1nr .-h< ,j<!lle f'M/\\ In
part1c<>h1rc aiutò te mLssionl ~un Jenat" e ..:on
l'mvl~• <J• medicinali, i.li cui c1Jme f,armad ,t;i
poteva J bp<1rre.
Al(n~ Bellini +~ Cr~nion~ a K6 ,inni
$e DQt1 11,*v ha --.,,curn\\fl la >pednle prute1J,,nç
<lei Signot-e ili ~itJI e lii puntv J, rn(>rlC .1 eh, 11vcss-t
on11rùtll In ,un ,M11iss,m11 Madre. quc,ia /orlun/t fu
,cerio aw,,rJa1a alta >Jl}•tra Agnese. Sua caralferi-
•lÌCu nno .1i l~rmin~ dtll:, '\\la 11,nga \\'Ila. ru I~
t-O..tl1'1le111v(Kui1>11~ ildl'Aust lrnuic~. ç«n lln <:\\:l!C-
1i<>m1le "1rri-<> ù, cundorc ,eh:\\tfoJ-e. ui-..·i:t "
tjuitllti la <'oollbbero ti ~et<> sen,o Jcllà pre-.cn7,a
della Madonna nella fan\\Jglia,
+~ GutNllllO Scr011Rv, ,(, 'r ,,nr11, a_ 70 111mi
Tri1>CCU'1< In v1111 nella ,emph,•1u\\ cri,iiarrn. ded,t,l
al bene Jellll fo.~tìglia ,cnt a misurare il sacrlfu;ir;,,
.,,,o rrn da rugau.o si èm :ib11ua10 "' lavoro duro. e per
aiu1are la j'~m,sli• lll'IV<>OII• .1111·hc à l J~-sidc·
,, ., dl ,w<Jitltè. !;r~ di wl!t!H ré(Jc ~ <l:t profondu
<111cs1,ì. d,é ~erro lrmftJndcrc nefl.1 11ropri:i /~mi-
glia. inslemq fiducttl e ufl1m,ra.w.Jne per Don
Bosco e la su:i Qper~. Il Sign,)r<' 1<1 chian,ò .il
1}rem10 atJ,aver,,c, µ11 lun~o c:tlvarw di ,,,trcreo,.c,
<t1'cgli ,cppc wnr,orìarc 'IIO feJr e t\\lfaggil-,
crlrnarib.
A~q l"ìcolosi +~l'edorn (<.:ataniaJ a 31 Hnm
Figlia. \\p()sa e mnili:è esetll'rlnre, Hu uhiu>O troppo
p(e~i\\l lfl ~ua vit,\\ 1errcnn rmt>riO ta v1giliB della
fe<1a di Don Ouscc), verso lo ~u, upera fu sempre e
nascos1amente. genero:,,a, Lu sempllce rna :-;en,a
fonnurione e>pirituale. a1tu11u all'Orat<>no delle
FMA (h Pedara. la ,orrç,sc ndl~ pr(tvc, tra. c111 la
pe(dita del papà ~vvcrililù qualche llllllll prima,
An1ell~ Ange.lioi+-a llolzano a '/Chrnn,
Donri.r, ~emphcc. ~uç,oo ~ gonero~a. ha d~dtcalo
)?•Ile dell,, wa ,hing:1 vita Pile. ca,ey1l'es,an e di
rulrnez~o (ove I a~eva ,nv1t;lta 11 cug}nO sa l.11>0 1ano
'dOJ) Alllllo). e J , Sfi1J Mùnno. As.s1<Jua lellrlce ilei
Bollcniqo SalC.>Jano. v,~e ~elio sr,Jrito di f>ò'f1
Bosco, de\\tlW J, Mana Il u~1l1a tnce. afk1.mna ,a e
rièlll\\\\),e>:ntc VCNI Il, Fainlr,;lln sore,1an11.
Lttigia Y•lt nt voo. 8 >1cc:i+a Pavi~ .1 74 bnnl
Coopcra1nee assiduo alle odurt.in,e e ai ltivon dt
grup.p\\l. persevqù nel hcnc con unu lrn cvangelìca.
1uu.1 cJeJiw ;ilf'"ssisfcn,a del mari1t1 mlem19, al
4uale
re..ie,
rn>dig,) i tih<>rl 1Jcl ,un .,rl~ll" é
NC$li ulllmi mc,i ,perimenr,'ì e<m
Jleallu.,_(lrsrueJ--I
renz.:1 f1,aca lu 1n,te1.1a <lelln ,ofit1uline, Ma ~i
spen,c •~rcnnmente. heia d' nver domtto urn1a
r•rl~Jl ,e , tes,a • ,hi nca,ev~ b1<Qgn,).
Giu,<:j1pl11~ Pcro~ino in L~zzari'f' il Povia a HaMl
I l suo """""· ln ,un oor1csia e'delit'ate,.lii erano
note ~ tu111 lncon tmrsi con lei era •empre una
gl<l.la e un arncchin)cQIO per lo ,p11110. J\\r,n
manc;,,un,1 ~hlcc1 e pre.oçeup.1.don~ ma ,apevl(
ui111enticure tuno e donare la ,ua pan,w ui
C<lllronll e U\\(X)roggi,)mCnlO agli alln. Ne .\\MO
1~M.1mm11 la ~ San V wcenro :+ parrocchia.le:, di Oui
(u rer !~ anni 1::1,,,er~ imp~règgi~l>ile: l'Utuooç
( '(l()_pemtnci e l'1\\,i,1m: C'a11olka,in cu, '1a lascio111
l'e,;emnlo Ilei!~ ,ua (ed-e e tlelltl wo gldrn
Sai·, Aldo Quutlropane+a Oab,ano tAlossandl'taJ
a 511 ,1nni
I 11 de<urio11e ,.eJun1c, 1,1~ncc(),<,q e rio. Non "'P"'"•
,l11e Ji nt• .i nes,uno, Donò a tuttt tioo 1A. ~'ltufi~c\\l•
,~. fi\\!uda in Dio. coo il ,uo t•1>,,1an1t !;<'Jrris,:1, ,1nche
ndla lunga malanl,a. accetuHa e ofrerrn l'eril hefte
Jchuoi giOl'llni e dei p_arruc-~h,am.
+ Oonienko Oélla (,a_sl)èr-a a Yi&<l0OV(l (POni'c-
ntmCl
Ern un 11nmo ftu >IO e onc,10, che seppe eJurore i
rigli nCIIB lede e nef 1irno1 , h f)11l, Am:wa nperere:
t 'iiu fo.11a 1., v11luntit J, Dio! •· Oev1Hi,,im\\1 di
Marfn A\\1~1lra1rìre e d1 l)i,n llo~,1. fu lcliçe ill
Jon:.,re l'ultimo Uèl ~uoi molti figlì. J11q l)an1e,
_alla lamiel1a si1le,,in,1~. l\\nchc nell'ulLiMa malìu-
trn, ~u-µn<l<, urrn~1 non riusciva più a ~rtarc•.
1lin1<hl~nva IQ si1a biintA e la ,u~ ricono<.ee111.~ con
un Ilei \\<lrri~tl
Elena Pacinl In h uneht+n Chrnvan • 80 nllnl
!>wcbh<' lung<> elencare le d.-crse o,i;aniu.aLJ0111
\\li h9ntfi II cui Elèn~ de,hçi, !,, st,a lunga vita,. I•
Cwçc Ro,,a, l'Op~m Nazi-0011le r-.,w.•m,~i ç ln-
fanziQ. l'A1fone Cl!t<>llca. I,; .~au Vrncen:z.d. l'Apo'·
,1olnto dellh pre&hicra , l1ì particolare alut6 le
,foc.,ç e i rar,;uu1 poven. lu <;<>operatrice ùei
,ule-,-ian1 e ir-11hl~ b~ne/.,1\\rice J.e; m1~>111non d1
llon Ilo,.;,) u T,ikyo tJrnl d111111a ùcl lull,J cscmrla-
re. d1e rire1e ,111_ ,er(v l'in vìw ev~nseliw J O<l11
~CCl<m\\llare les,m , ulla terra. OIU t>rer-e- ouunc per
11ciel1,.
Giu,oppe Amtf!II(, • Nuhtll11;1 <;apra •cd. Vagint1> -
Hi1lc0111ho Ca= •éd. Di S1efano Ann~ Moriu
Fo~ulln ,ed, C,imlia n • Caterina (.;arino In Chiad/1 '.
k osa Gol• ,ed. Dalluvallc. S<'(!ondo Cota ,- A1rna
Piumutti • P iern lhmoinl) ç111~~11nì Ra riotQ
()1Lu1fa R~ H'II. C•suz.ii i\\'ladd.ilcno St'llgli()lle.
Lint• 1\\>swrc.
Per Quanti cl harino chiesto Informazioni, annunciamo c LA DIRE-
ZIONÈ GENERALE OPERE DON l:!OSCO con sede In ROMA, ricono-
sciuta •giuridicamente con D .P. del 2-9.1971 n . 959 e L'ISTITUTO
SALESI ANO PER LE MISSIONI con sede In TORINO . avente personalità
giurrdica per D~reto 13- 1-1 924 n 22. possono legalmente ric;evere
Le,gatl ecJ E:recJlfà Formule r_egalmer1te valide sono.
se trattasi d' u n legato· «.. lascio alla Dir~lone Generale Opere Doti
Bosco con sede /n -Roma (oppure a11'/s//t1110 Sales/13no per le missioni con
sede in Torino) a titolo di legato la somma di lire , • . . • (oppure)
!'Immobile s\\to in . . .• . per gli scopi perseguiti dall'Ente. e particolar-
mente di assistenza e benelrcenza. di 1struz1011e a educa z,one, di culto e
dt religione >.
se trattasi, Invee-e, di nom,nare erede di ogni sostanza l'uno o l'altro dei
due Enfl su ind,caU·
e ..annullo ogn, mia prec11den1e dfsposlzione testamentaria. 'r-lomino mio
erede universale la Direzione Genenile Opere Don Bosco con secfe In
Roma çoppure l'/s/iltllo Sa/es;ano per le M/ssioiil cM sede /n Torino)
tasciand(l ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo, per gli scopi
perseguiti dall'Ente, e parlicolarmente d_i assistenla e be.neticenza, di
,stnnipne e educa~lone, di culto e di rel1glone »,
(luogo e data)
(firma per d/Steso)
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solidarietà
Boria: S. Gio,annl lltl'Cò, o(lcrw
t.l<_.11ta JUr.\\lllC U, ._ ~l(,'-ll ,efe-
br~ia ,1I wo .,bure nel .isomo Jclla
,~~ olal Reno, M•~•"•< pc, gt,
l'~JIII~., è Co,1r~tatton 111 I onnç L
1is..1,011
Bor;.a: Maria Auslliutrkc e :,,. Gio-
"unni ,8Q,cp, , ,1r<1<v1,,d1111(· 1,r<1u::,011r
"'"" mlu /,1111/g//11 1wI1,1 h/ro1,r11~ 111 ti,
,111110, ,1 rum Ji R,1h111l"' Fli-11 V~lle
11,fo,,atVC'j L IWOOO
8(1NJ1: !). (;io,,.,1111 lfowu, r,,:/{p nmr-
,..,, a J,'i/11 I/la j,•1111, /111nç,111d1> aiuU>
•/'1n11taf~ f'<'f "'" •' JNl(t"ll/1, CUtJ. Ji
vn coullk.o n,.,n<><tcntc. \\ncotu,, L
1$0,(0l
ll1>N1: ~brfa Au,lll~trkl", S. Gio--
•~1111I llo,co. r11 m,w111rii, ,. t1f/lr,~lo
,M 11,rnrt wri 1/c'hmrl, H ~11rn l•er-
l'IUHJt,. (\\11enn,1 e Hr:auic-e. Oert,)Vb:,
l 1~11 (~lU
lloK•: S,. T rinità, \\!\\Uri» \\ tt,111.uri-
c,·. D<,11 llo...-o. /11 .,ll{(r,11:.11• di l/1ga111
,usi 1""''"· .i Mlr.i JcUu 11,.,.,ttc. \\fofqi110
\\I 100.lll~I
80,,,a: S. Gio,...1nl llo~u, cura ili
s~11lelli Attn,1 l'agJn, ISAI. L
llkl.1)011
Ron,11; M:irh /\\11<lll01rl(1• e S, Gì~
1u1111I 80,ro, u (111•11tr Jt u,t 11•m/111i-
N<111 r,1wrò, li tur,1 i.li À lj;Clllll Moria
Cri<bno Mifono. L )00 Ciji(J
8un,~: R11·QM«••nJ11,. 11 pira di Leoni
<.,tn:m1• è P.un1gh&. I l(llJ/JC~I
Rn"": M•ri• ~1Nll.91ri<o, r ·"-- Gio-
1'8.11111 Bo.co. in 11dcmp1mr111t1 di un
v,,~ 1t·nt11 ,. unv14·a.11dq due ~r";,r .lprnHmf,.
~ ~un, J, \\'1 me Sc~k. t11 Vdm
1rrnn,1,1). L ll~!t~~)
fior.a: In 11u•mu11u d61 ,:M,11111 i' d~/
(1,11,1/111. J CUl'll .J, M.(,, VJgvnc (TQ).
I 100(~10
Bn.r~u:. /,, nit!muria ;J1 C,,trl.> I /ltteimtJ,
a curo <h Cu«o Vu~inm. Tonno. L
Hl.l,IIOO
RONI, MariJI Au-illalnCf, o,m 8o-
, co. /111,,.-4,yh li lo,o '11411<1 prr,/,:i(>-
nr. a cura di R '\\ . I orino. I llkWOO.
8or.a: M:nla Au..Jlla1rlc., e Sauli
S•l~i•ni, fle, a,·rr,• In ,/r'1,f111J p11,rf
:/1J11<' .,·u Jf mf 1· <11/ 111/tl t'i1rl, u cur:i
ùvnghà Ol1mpu. Sanicm, ( IOJ. L.
l(Wl,(.1(1(1.
r,.u~u,, llor,-a: 4 111Jj'rag_1n J, Pt/11/hl ,111<1111w.
U t UI.J. del
IJ1>11 r•cpp,111>,
L,n~a~l<Nà (CT1. I lllll.100
,,,,u,·, 1101"<11.. Mnrla Au,lliarrirt <- llon Un-
'-;C"• pt,• ,;,
t•11~ èil lnitfH. uml11
.,,.,,-df'<I pmr, ;1,mr. 2 cur.a d, Cart,un,
\\nnl,I• \\ l,11ilde l h1avao !(ìl ). L
flVll)(lll
8t1~a• D11n 01orglo Seri.è. iti mt'mnnn
,k//a m,,~/('(' Cr/1111,a. o curo Ilei mij
mo ,',l/,~n,o. lì•nr,mQ ( IM ), l
1\\)/l.tl(X/
BorsLS: M·orfo A1i--iUutricc ,. S. Cio-
1<11m1I Ho,eo. 111111/artmdo ·~r,m, r h,·
1mh:.i,in1 ,11//11 /um,xlw 11/J//,>. \\.,,,,..••
m<>. J. /(lii !Il«/
llor<•: /11 "'"'""n", suffra,:u,di \\I;,:/,
p·Jnq1w111tlol'~ifllA,Cfon1trt,r,lMlan.>.nlQ!J.ccu~ra-.ivr1ik. vl ~1111-
""""'IR \\J. I I00.(~111.
8uf'lia: /11 ,nr-nuJrt,z d;,/ ((J1;1p11nor.
1/,111,w r mi&s,onflr1<1 ~o/eyfull/J /)011
H,rr/fm <,"mt'/,~111. " c ura dei rmm1<1-
eh111111 -!1 M1101ulri> Ot'rn !TO) I
J!HWl(!,
OoNO: S. G io~anni Bosco e 010,tfri
"1011-. Vcnli:11• ., Oon (Jra,,uio.
,m,11,(,•11,I,, 11n"'"' ,<>n (iJµ, /u 'lurllù
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PERVENUTE AL BOLLETTINO SALESIANO
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4.6 Page 36

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo (70) - 1• qulndlcina
AWISO per il PORTALETTERE
In caso di MANCATO RECAPITO
inviare a:
TORINO - CENTRO CORRISPONDENZA
p er la restituzione al mittente
che s 'impegna a corr ispondere
il dir itto fisso di lire 70.
Guido Boslo
MARTIRI
IN CINA
Mons. LUIGI VERSIGLIA
e don LUIGI CARAVARIO
nei loro scritti
e nelle testimonianze
dei coetanei
PROFILO STORICO
~ E' un documento
a cui dovranno ricorrere
quanti nel tempo
vorranno riprendere
il d;scorso
su questi due Figli
di Don Bosco
martiri
e sulla linea missionaria
sales;ana dei primordi».
Don Luigi Rlccerl
EDITRICE LDC 1977- PAGINE 500 Ure 5.500
! ~ "' Speff: LDC:Spedlt~mi contrass: gno (più spese postali)
~ n._
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copie di:
Guido Boslo
MARTIRI IN CINA
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i5 NO"!f e cognome
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C.A.P.
Citllt
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EDITRICE ELLE DI Cl
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