Bollettino_Salesiano_198702


Bollettino_Salesiano_198702



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ANNO 111 N. 2 2• QUINDICINA • 15 GENNAIO 1987
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
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~·-=:~....-ti....- :•
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1Bn
.
31 gennaio
'87
li Fondatore:
un uomo
mandato
da Dio
Per contribuire alla salvezza
della gioventù, <<porzione la più
delicata e la più preziosa dell'u-
mana società>>, lo Spirito Santo
suscitò, con l'intervento materno
di Maria, san Giovanni Bosco.
Formò in lui un cuore di padre e
di maestro, capace di una dedizio-
ne totale, e gli ispirò un metodo
educativo tutto permeato dalla ca-
rità del Buon Pastore.
Lo stesso Spirito, al fine di
continuare ed estendere questa
missione, lo guidò nel dar vita a
varie forze apostoliche, tra cui i
Cooperatori salesiani. Don Bo-
sco, convinto che << le forze deboli
quando sono unite diventano for-
ti >>, li volle presto collegati io una
<<Pia Unione>>, in seguito deno-
minata Associazione. In essa la
Chiesa, con la sua approvazione,
ba riconosciuto l'autenticità dell'i-
spirazione evangelica.

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La prima buona notte!
DORMÌ ACCANTO AL FOCOLARE
DI MAMMA MARGHERITA
Mentre organi.Z1.avarno l'istruzione
religiosa e scolastica, fui costretto a
pensare a un'altra necessità grande e
urgente. Molti ragazzi immigrati a To-
rino volevano sinceramente lavorare
e vivere da buoni cristiani. Ma trova-
vano serie difficoltà: nei primi tempi
non avevano né pane né vestiti con-
venienti. Specialmente non avevano
un alloggio. Tentai di ospitarne alcuni
che alla sera non sapevano dove an-
dare a dormire. Preparai un fienile
con paglia e qualche cosa da coprirsi.
Ma erano poveri ragazzi: molte volte
mi rubavano coperte e lenzuola. Alla
fine mi portavano via anche la paglia,
per andare a rivenderla.
Una piovosa sera di maggio bussò
alla nostra porta un ragazzo di 15 anni,
tutto bagnato e intirizzito. Ci chiese
pane e ospitalità. Mia madre lo fece
entrare in cucina, vicino al focolare.
Mentre si scaldava e si asciugava, gli
diede pane e minestra. Intanto gli do-
mandai se era andato a scuola, se ave-
va parenti, che mestiere faceva. Mi
rispose:
- Sono un povero orfano. Vengo
dalla Valsesia a cercare lavoro. Avevo
tre lire, ma le ho spese tutte e non ho
trovato lavoro. Adesso non ho più
niente e non sono più nessuno.
- Hai già fatto la prima Comunione?
- No.
- E la Cresima?
- Nemmeno.
- Sei già andato a confessarti?
- Qualche volta.
- E adesso dove vuoi andare?
- Non lo so. Per carità, lasciatemi
passare la notte in un angolo.
Silenziosamente si mise a piangere.
Anche mia madre piangeva, e io ero
profondamente turbato.
- Se sapessi che non sei un ladro, ti
terrei. Ma degli altri ragazzi mi hanno
portato via le coperte, e forse tu farai
come loro.
2
- No, signore. Stia tranquilJo. Io
sono povero ma non ho mai rubato.
- Se sei d'accordo - disse mia ma-
dre - per questa notte lo faccio dor-
mire qui. Domani Dio provvederà.
- Qui dove?
- In cucina.
- E se porta via le pentole?
- Farò in maniera che non succeda.
- Allora d'accordo.
Aiutata dal ragazzo, mia mamma
uscì fuori e raccolse dei mezzi matto-
ni. Li portò dentro, fece quattro pila-
strini, vi distese alcune assi, mise so-
pra un pagliericcio e preparò così il
primo letto dell'Oratorio. La mia buo-
na mamma, a questo punto, fece a
quel ragazzo un discorsetto sulla ne-
cessità del lavoro, dell'onestà e della
religione. Poi lo invitò a recitare le
preghiere.
- Non le so - rispose.
- Allora le reciterai con noi - glì
disse. E pregammo insieme.
Per non correre pericoli, la cucina
fu chiusa a chiave fino al matti-
no dopo.
Questo fu il primo ragazzo ospitato
nella nostra casa. A lui se ne aggiunse
presto un secondo, e poi altri. Ma in
quell'anno 1847, per mancanza di spa-
zio, abbiamo dovuto limitarci a due. I
Salesiani hanno affettuosamente visto
in questo dlscorsetto di mamma Mar-
gherita la prima •buona notte» (una
buona parola del capo della casa) con
cui si è soliti chiudere la giornata nelle
case salesiane, e che Don Bosco di-
ceva «chiave della moralità, del buon
andamento e del successo».
N uove stanze e nuova musica
Ero persuaso che per molti ragazzi
ogni aiuto era inutile se non gli si dava
una casa. Per questo mi sono dato da
fare per prendere in affitto altre stan-
ze, e poi altre ancora, nella casa
Pinardi, anche se il prezzo era esa-
gerato.
Di giorno, queste stanze servivano
anche da classi, e così potemmo ini-
ziare la scuola di musica e di canto.
Quella nostra scuola pubblica di mu-
sica (iniziata nel 1845) fu la prima.
Per la prima volta la musica veniva
insegnata in classe a un gran numero
di allievi contemporaneamente. Pri-
ma d'allora, ogni allievo si cercava
un maestro che gli desse lezioni in•
dividuali.
Moltissimi giovani si iscrissero.
Ogni sera, alle mie lezioni, avevo degli
spettatori illustri: I maestri Luigi Ros-
si, Giuseppe Bianchi, Cerutti, il cano-
nico Luigi Nasi. Era un fatto contrario
al Vangelo, dove si legge che il disce-
polo non può essere superiore al mae-
stro. Io non possedevo nemmeno un
milionesimo della sapienza musicale
di quelle celebrità, eppure facevo da
maestro davanti a loro. Ma essi non
venivano certo per imparare musica.
Volevano invece conoscere il nostro
metodo di insegnare, quello stesso che
oggi è usato in tutte le nostre case.
(Dalle «Memorie dell'Oratorio»)

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COMMENTO
ALLA PROMESSA
Il Rettor maggiore D. Egidio Viganò il 4 ottobre u.s. ha conse-
gnato _il Reg<?lamento di Vita Apostolica a ca. 900 Cooperatori con-
venuti a Tonno, nel Santuario di Maria Ausiliatn"ce, da tutto il Pie-
monte. Nella solenne concelebrazione, all'omelia, tra l'altro, ha
commentato l'art: ~O d~l RVf1:. Ne trascriviamo alcuni passi, che po-
tranno essere ut1lzzzat1 daglz Animatori in occasioni simili.
I. Prometto di essere fedele disce-
polo di Cristo nella Chiesa cat-
tolica
Cari Cooperatori, di questo c'è
bisogno oggi nella Chiesa. Cos'è la
società? Non è più, come ai tempi
di Don Bosco una società ciistiana.
Adesso la società e 'pluralista. Vuol
dire che non tutti la pensano ugual-
mente, e non solo in politica - chè
è un ambito libero - ma sulla re-
ligione, sulla fede. E allora il primo
punto della promessa è proprio
questo: istruirsi sulla propria fede
cattolica, per testimoniarla. Biso-
gna leggere il Vaticano Il; bisogna
sentire il Papa e i Pastori, e bisogna
riunirsi per ascoltare in profondità,
secondo queste indicazioni, la Pa-
rola di Dio.
IL Prometto d'impegnanni a Ja.
vorare nel tuo Regno, special-
mente per la promozione e la
salvezza dei giovani
Don Bosco voleva che i Coope-
ratori salesiani si dedicassero alla
pratica della carità... diceva di sve-
gliare i cristiani buoni, perché sap-
piano far percepire nella società
che esiste e si muove «l'energia del-
la carità».
La carità cristiana deve essere un
valore sociale, una forza immersa
nella storia, un'energia che aiuta a
rinnovare e a costruire una società
più umana e più giusta. Ma allora
bisogna mettersi a fare qualche
cosa, ognuno nel suo ambiente.
Non bisogna mai avere paura di
fare poco. Tu puoi aggiustare solo
l'ambiente della tua famiglia (e ti
pare poco?). Fare qualcosa nel tuo
quartiere, neJJa tua professione.
Queste parole della promessa signi-
ficano far diventare «apos tolato•
lo stato di vita, la professione, iJ
tempo libero.
Ah, se noi potessimo riunire im-
mense schiere di Cooperatori con
queste promesse coscienti e con-
crete! Aiuteremo la Chiesa a rin-
novare il mondo.
IIJ. Prometto d'impegnarmi ad
approfondire e testimoniare
lo spirito salesiano
Per essere un buon cattolico bi-
sogna vivere iJ Vangelo. Però il
Vangelo si può leggere in tante ma-
niere. Qual'è «la lettura del Vange-
lo» di Don Bosco? Lo spirito sale-
siano! una lettura popolare, pra-
tica, semplice: realizzare il Vangelo
nel quotidiano, nel lavoro, nella
propria famiglia, secondo la grande
visione della spiritualità salesiana
di S. Francesco cli Sales, con la
quale si può raggiungere la vetta
del Vangelo in qualunque stato di
vita E Don Bosco è stato capace di
portare agli altari persino un ragaz-
zo: Domenico Savio, il primo, in
venti secoli di esistenza della Chie-
sa, ad essere proclamato santo per
il semplice compimento dei suoi
doveri quotidiani. Questo spirito
salesiano è descritto sinteticamente
nel progetto evangelico che è il Re-
golamento di Vita Apostolica.
IV. Prometto di collaborare, in co-
munione di Famiglia, alle ini-
ziatJve apostoliche della Chie-
sa locale
Come Cooperatore salesiano e
membro della Famiglia salesiana, il
Cooperatore, insieme a tutta la Fa-
miglia, è chiamato a dimostrare
che ama la Chiesa locale, la sua
Diocesi, la sua Parrocchia, e che es-
sere Cooperatore salesiano
come essere Salesiano, Figlia di
Maria Ausiliatrice, Volontaria di
Don Bosco - significa essere tra i
più impegnati e sacrificati collabo-
ratori della pastorale della Chiesa
locale.
Mi domando: questi sono i con-
tenuti delJa Promessa... e che cosa
aggiungono di speciale a ciò che
ogni cristiano dovrebbe fare? Ag-
giungono di speciale: chiarezza, co-
munione, collaborazione, sentirci
in molti. Siamo molti, vogliamo es-
sere molti di più. Per avere coraggio
di testimoniare, di lavorare come
voleva Don Bosco, dobbiamo sentir-
ci uniti, guardarci in faccia, sapere
che il bene è più. forte del male. I
buoni non so se sono più. dei cattivi,
però i buoni sono potenti; e Don
Bosco diceva che se i buoni lavoras-
sero con intensità e coraggio, chi
dovrebbe avere paura nella storia
non sono i cattolici - che sono con
la Chiesa e con Dio - ma i loro ne-
mici. E invece, punroppo, succede
spesso il rovescio.
Ecco allora, can· Cooperatori e
Cooperatrici, il significato di questa
cerimonia così bella: il rilancio di
un grande progetto apostolico di S.
Giovanni Bosco; un rilancio che im-
pegni soprattutto i laici, per vivere
quella profezia che il Vaticano II ha
lanciato venti anni fa e che vuole es-
sere la linea conduttn"ce del Cristia-
nesimo del terzo millennio.
Siamo chiamati dunque per il fu-
turo, siamo chiamati per testimonia-
re il mistero di Cristo, siamo chia-
mati per far vedere che il dono ri-
cevuto da Don Bosco era un seme
che doveva crescere, e con noi in-
comincia a svilupparsi molto dipiù.
Che Don Bosco interceda e che la
rinnovazione delle «promesse» sia
un gesto di speranza e un proposito
di impegno!
Don Egidio Viganò
3

1.4 Page 4

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MESSAGGIO AI GIOVANI
EALLE GIOVANI DEL MONDO
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE
DELLA GIOVENTÙ
Domenica delle Palme 1987
Cari giovani, cari runici,
ccNoi abbiarrw riconosciuto e creduto
all'arrwre che Dio ha per noi...»
(1 Gv 4, 16)
1. L'8 giugno scorso, ho avuto la grande
gioia di annunciare che la prossima Gio1nata
Mondiale della Gioventù si terrà a Buenos
Aires la Domenica delle Palme 1987. Con
l'aiuto di Dio, starò allora compiendo la mia
visita apostolica alle nazioni del cono sud
dell'America Latina: Uruguay, Cile e Ar-
gentina.
A Buenos Aires avrò la grande gioia di
incontrarmi non solo con la gioventù argen-
tina, ma anche con molti giovani provenienti
da tutta l'area latinoamericana e da altri
paesi del mondo. In quell'incontro tanto at-
teso ci sentiremo tutti in comunione di pre-
ghiera, di amicizia e di fratemità, di respon-
sabilità e di impegno con tutti gli alt1·i gio-
vani che, riuniti attorno ai loro Pastori, ce-
lebreranno questa Giornata nelle Chiese lo-
cali di tutto il mondo; ci sentiremo altresì
uniti a tutti coloro che cercano Dio con cuo-
re sincero e vogliono impiegare le loro ener-
gie giovanili a costruire una nuova società
più giusta e fraterna.
Non è certo privo di significato il fatto
che, questa volta, la Giornata abbia come
epicentro la terra latinoamericana, popolata
in maggioranza da giovani, animato1; e fu-
4
turi protagonisti del cosiddetto «continente
della speranza». La Chiesa latinoame1;cana
ha espresso a Puebla de los Angeles (Messi-
co) la sua «opzione preferenziale per i gio-
vani» ed ora si dispone a una «nuova evan-
gelizzazione>> per ritrovare le sue radici, e
ringiovanire la tradizione e la cultura cri-
stiana delle sue popolazioni alla soglia del
«mezzo millennio» della sua prima evange-
lizzazione. Ma il nostro sguardo spazia sui
quattro punti cardinali e la nostra parola
vuole convocare tutti i giovani del Nord e
del Sud, dell'Est e dell'Ovest, gli uomini e le
donne del 2000 che la Chiesa riconosce e ac-
coglie con speranza.
2. Il tema e il contenuto di questa Gior-
nata Mondiale pongono dinanzi ai nostri oc-
chi la testimonianza dell'Apostolo San Gio-
vanni quando esclama: «Noi abbiamo rico•
nosciuto e creduto all'arrwre che Dio ha per
noi...» (1 Gv 4, 16).
A questo proposito desidero ricordarvi
un pensiero espresso nella mia prima Enci-
clica: «L'uomo non può vivere senza amore.
Egli rimane per se stesso un essere incom-
prensibile, la sua vita è priva di senso, se non
gli viene rivelato l'amore, se non s'incontra
con l'amore, se non lo sperimenta e non lo fa
prop1io, se non vi paii;ecipa vivamente» (Re-
demptor hominis, 10). E quanto più valida è
questa realtà per i giovani, in una fase di
speciale responsabilità e speranza, di cresci-

1.5 Page 5

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ta della persona, di precisazione dei grandi
significati, ideali e progetti di vita, di ansia
di verità come di ricerca di autentica felici-
tà! È il momento in cui più si avverte il bi-
sogno di sentirsi riconosciuti, sostenuti,
ascoltati e amati. Voi sapete bene, dal pro-
fondo dei vostri cuori, quanto siano effimere
le soddisfazioni offerte da un edonismo su-
perficiale e come lascino un vuoto nell'a-
nima; quanto sia illusorio rinchiudersi nella
corazza del proprio egoismo; come l'indiffe-
renza e lo scetticismo contraddicano i sub-
limi aneliti di amore senza frontiere; come le
tentazioni della violenza e delle ideologie ne-
gatrici di Dio portino solo a vicoli ciechi.
Posto che l'uomo senza amore non può
vivere né essere compreso, vi invito tutti a
crescere in umanità, a porre come priorità
assoluta i valori dello spirito, a trasformarvi
in «uomini nuovi», riconoscendo ed accet-
tando sempre più la presenza di Dio nella
vostra vita, la presenza di un Dio che è Amo-
re; un Padre che ama ciascuno di noi da tut-
ta l'eternità, che ci ha creato per amore e
tanto ci ha amato da dare suo Figlio Unige-
nito perché fossero perdonati i nostri pecca-
ti, per riconciliarci con Lui, per vivere con
Lui una comunione di amore che non avrà
mai fine. La Giornata Mondiale della Gio-
ventù deve quindi disporci tutti ad accoglie-
re il dono dell'amore di Dio che ci plasma e
ci salva. Il mondo attende con ansia la no-
stra testimonianza di amore, una testimo-
nianza originata da una profonda convinzio-
ne personale e da un sincero atto di amore e
di fede in Cristo Risorto. Questo significa co-
noscere l'amore e crescere in esso.
3. Le nostre celebrazioni avranno anche
un'esplicita dimensione comunitaria, esigen-
za inelusibile dell'amore di Dio e della co-
munione di coloro che si sentono figli del
medesimo Padre, fratelli in Gesù Cristo e
uniti dalla forza dello Spirito. Poiché voi sie-
te incorporati alla grande famiglia dei reden-
ti e siete membra vive della Chiesa, speri-
menterete in questa Giornata l'entusiasmo e
la gioia dell'amore di Dio che vi chiama al-
l'unità e alla solidruietà. Questo appello non
esclude nessuno; al contrario non conosce
frontiere, ma abbraccia tutti i giovani senza
distinzioni, rinforzando e rinnovando i vin-
coli che li uniscono tra loro. In quest'occasio-
ne dovranno essere particolarmente vivi ed
operanti i legami con i giovani che soffrono
le conseguenze della disoccupazione, che vi-
vono in povertà o in solitudine, che si sen-
tono emru·ginati o che portano la pesante
croce della malattia. Che il messaggio di
amicizia anivi anche a quanti non accettano
la fede religiosa. La carità non transige con
l'errore, però muove sempre incontro a tut-
ti per indicare la via della conversione.
Che belle e luminose parole ci rivolge al ri-
guardo San Paolo nell'inno alla carità! (cfr.
1 Cor 13).
L'amore di Dio che lo Spirito Santo ha
posto nei nostri cuori (cfr. Rom 5, 5) deve
renderci più che mai sensibili alle impellenti
minacce della fame e della guerra, alle scan-
dalose disparità tra i pochi ricchi e i troppo
poveri, agH attentati ai diritti dell'uomo
nonché alle sue legittime libru1:à, compresa
la libertà religiosa, alle manipolazioni, pre-
senti e potenziali, della sua dignità. Ho sen-
tito vi.ve e forti la vicinanza e la preghiera
dei giovani in occasione della Giornata Mon-
diale di preghiera per la pace, svoltasi il 27
novembre scorso ad Assisi, e alla quale han-
no partecipato rappresentanti delle confes-
sioni cristiane e delle religioni del mondo.
È più che mai necessario che gli enormi
progressi scientifici e tecnologici della nostra
epoca siano orientati, con sapienza etica, al
bene di tutto l'uomo e di tutti gli uomini. La
gravità, l'urgenza e la complessità dei pro-
blemi e delle sfide attuali richiedono dalle
nuove generazioni capacità e competenza nei
campi più diversi; tuttavia, aldilà degli in-
teressi o delle visioni parziali, occorre dru·e
primazia al bene integrale dell'uomo, creato
ad immagine di Dio e chiamato ad un desti-
no eterno. In Cristo ci sono stati pienamente
rivelati l'amore di Dio e la sublime dignità
dell'uomo. Che Gesù sia la «pietra angolare»
(cfr. Ef 2, 20) della vostra vita e della nuova
5

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civiltà che dovrete costruire in solidarietà
generosa e aperta. Non può esservi un'au-
tentica crescita umana nella pace e nella giu-
stizia, nella verità e nella libertà, se Cri-
sto non si rende presente con la sua forza
salvifica.
La costruzione di una civiltà dell'amore
1ichiede tempre forti e perseveranti, disposte
al sacrificio e desiderose di aprire nuove
strade alla convivenza sociale, superando di-
visioni ed opposti materialismi. È questa
una precisa responsabilità dei giovani d'oggi
che saranno gli uomini e le donne di domani,
agli albori del terzo millennio cristiano.
4. Nell'attesa gioiosa del nostro incon-
tro, vi invito tutti a una profonda e medi-
tata preparazione spirituale che accresca il
dinamismo ecclesiale della Giornata. Met-
tetevi in cammino! Che il vostro itinerario
sia scandito dalla preghiera, dallo studio, dal
dialogo, dal desiderio di conversione e di mi-
glioramento. Camminare uniti partendo dal-
le vostre parrocchie e comunità cristiane,
dalle vostre associazioni e movimenti apo-
stolici. Sia il vostro un atteggiamento di ac-
coglienza, di attesa, in sintonia con il perio-
do dell'Avvento che ora iniziamo. La liturgia
di questa prima Domenica ci ricorda, con le
parole di San Paolo, «il momento in cui vi-
viamo» e ci esorta a «gettar via le opere del-
le tenebre» per rivestirci «invece del Signore
Gesù Cristo» (cfr. Rom 13, 11-14).
A tutti i giovani e le giovani del mondo
invio il mio affettuoso e cordiale saluto. In
particolare ai giovani argentini. Ho seguito
con grande interesse i vostri pellegrinaggi
annuali al Santuario di Nostra Signora di
Lujan e l'Incontro nazionale dei giovani te-
nuto l'anno passato a C6rdoba, come pure
«l'opzione gioventù» sulla quale si è concen-
trata per anni la pastorale generale del1 'E-
piscopato Argentino. Fin dalla mia prima vi-
sita al vostro paese, nel 1982, cosi carica di
dolore e di speranza, conosco il vostro im-
pegno per la costruzione della pace nella giu-
stizia e nella verità. Di conseguenza so che
collaborerete con entusiasmo alla prepara-
6
STRENNA
del Rettor Maggiore per il
1987
Insieme verso 1'88
come vasto movimento
di «MISSIONARI DEI GIOVANI »
zione della Giornata di Buenos Aires, che sa-
rete presenti a quell'incontro con il Papa e
che saprete accogliere con ospitalità gene-
rosa e con amicizia e disponibilità i giovani
di altri paesi che vorranno partecipare a
questa festa di profondo impegno con C1'Ìsto,
con la Chiesa, con la nuova civiltà della ve-
rità e dell'amore.
Invito tutti i giovani e le giovani del
mondo a celebrare con particolare intensità
e speranzaa la Giornata Mondiale della Gio-
ventù, la prossima Domenica delle Palme
1987. Raccomando la preparazione e i frutti
della Giornata a Maria, la giovane Vergine
di Nazaret, l'umile ancella del Signore, che
ha creduto nell'amore del Padre e ci ha dato
Cristo «nostra Pace» (cfr. Ef 2, 14).
Cari giovani, cari runici, siate testimoni
dell'amore di Dio, seminatori di speranza e
costruttori di pace.
Nel nome del Signore vi benedico con tut-
to il mio affetto.
Vaticano, 30 novembre 1986
Prima Domenica di Avvento
Joannes Paulus II

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Missionary Sisters of Mary Help of Christmas nella F.S.
Ai Responsabili Maggiori
dei Gruppi della Famiglia Salesiana
Roma, 8 luglio 1986
Con gioia vi comunico che in data 27 giugno 1986 è stata accolta dal Rettor
Maggiore col suo Consiglio la domanda di appartenenza ufficiale delle Suore Mis-
sionarie di Maria Ausiliatrice, fondate a Gauhati (Assam - India) nel 1942 dal Ve-
scovo salesiano Mons. Stefano Ferrando.
Dal 1945 di diritto diocesano, con «Decretum laudis» del 21 marzo 1977 sono di-
venute di diritto Pontificio.
Attualmente sono 350 Suore professe e 42 novizie: lavorano in una cinquantina
di comunità in dodici diocesi e in sei Stati indiani del Nord-Est.
Per trent'anni sono state aiutate con solerte bontà dalle Figlie di Maria Ausi-
liatrice. Dal 1976 sono pienamente autonome, e la Superiora generale è Madre
Mary Rose Thapa.
il loro scopo specifico è missionario: evangelizzazione della gioventù dei vil-
laggi con attenzione speciale all'elemento femminile (bambine, giovani, fidanzate,
mamme) e ai poveri e sofferenti.
Lo spirito salesiano è vivo tra esse, con caratteristiche sue proprie: preferenza
per la gioventù e i ceti popolari, preghiera e lavoro, spirito di famiglia, metodo pa-
storale della bontà, semplicità, gioia, ottimismo, fraternità attiva soprattutto con i
Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Di fatto, quindi, il loro è uno degli Istituti che già viveva «l'appartenenza alla
Famiglia Salesiana».
La dichiarazione ufficiale ci impegna tutti ad accompagnare queste sorelle
con più vivo senso di parentela spirituale per camminare <,avanti e insieme», nel
servizio alla Chiesa e al mondo contemporaneo.
Possa la «dolce Ausialiatrice» (come essa la chiamano) maternamente assi-
stere queste nostre care Sorelle nel loro generoso lavoro missionario.
Le accompagna la gioia, la solidarietà e la preghiera di tutti i membri di una
Famiglia in crescita.
In comunione di ideali.
Don Egidio Viganò
Salgono così a 5 i Gruppi fondati da salesiani con riconoscimento uf-
ficiale di appartenenza alla Famiglia salesiana. Gli altri 4 sono:
1. Hijas de los sagrados corazones de Jesus y de Maria (D. Variara) .
2. Salesiane oblate del S. Cuore (Mons. Cognata).
3. Suore apostole della Sacra famiglia (Card. Guarino, Coop. Sal.).
4. Caritas Sisters of Miyazaki (D. Cavoli, D. Cimatti) .
7

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Si è svolto a Roma, nella sede della
Domus Aurea- il seminario nazionale
missionario, organizzato dalla Asso-
ciazione dei Cooperatori e preparato
da convegni ed incontri locali ed ispet-
toriali.
Questo momento di riflessione e di
studio è stato voluto per approfondire
la dimensione missionaria del Coope--
ratore Salesiano attraverso una veri-
fica di esperienze fatte e di altre In atto
nella Associazione.
Ne è risultata, per la validità dei con-
tenuti e per l'Impegno dei partecipanti,
una ricchezza da comunicare e far vi-
vere nei Centri.
Le relazioni siano riprese special-
mente nei Consigli lspettoriali ed op-
portunamente tradotte in iniziative
concrete.
In sintesi!
SEMINARIO
ll'Cl!O VOCIZ10IIC
.. Cl'!IMIO Ml IIIONO
1. Necessità di far crescere
la «coscienza missionaria•
La dimensione missionaria è una
delle dimensioni essenziali che rinnova
l'Associazione.
Dall'intensità missionaria dell'A.C.S.
nascono I missionari.
Non sembra presente e sentito lo
spirito missionario dal quale trae ori-
gine il servizio missionario.
Si sente il bisogno di un approfon-
dimento della «missionarietà• nella
Chiesa e questo si può ottenere so-
lo attraverso un preciso itinerario for-
mativo.
2. Pluralismo di Iniziative
Vanno moltiplicandosi nelle lspetto-
rie iniziative locali di volontariato e par-
tenze di Cooperatori per terre di evan-
gelizzazione per breve o lungo tempo
e non solo legate al progetto Africa.
Questo è evidentemente segno di vi-
talità, ma richiede un impegno neces-
sario per la preparazione dei «parten-
ti• e per l'accoglienza al loro ritorno.
Si awerte anche l'urgenza di una
maggiore informazione e di un indi-
spensabile coordinamento per raffor-
zare l'appartenenza.
In questa prospettiva occorre anche
maturare una nuova mentalità di coin-
volgimento nei progetti missionari
ispettoriali.
3. Il progetto Trelew
Ha fatto da sfondo un po' a tutto Il
seminario, anche per la presenza
vari Cooperatori che vi hanno lavorato.
È ancora forte il legame a questa
esperienza.
Da tutti si auspica, pur nella nuova
realtà missionaria ed attenti ad altre
sensibilità, di continuare una «presen-
za• a Trelew anche con modi diversi.
Si è insistito inoltre di far tesoro di
questo servizio ed evitare di distrug-
gere quanto si è costruito attorno a
questo progetto.
I partecipanti invitano i Consigli
lspettorlall ed Il nuovo organismo na-
zionale a promuovere forme nuove di
collaborazione con il Centro di Trelew.
Hanno apprezzato ìl lavoro fatto per
raccogliere il tutto sul Progetto Trelew
in un «dossier» unico.
8

1.9 Page 9

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VIISSIONARIO
PRESENZE
Sicilia: D. G. Roccasalva, Angelo
Platania, Carmela Tommasello, Enza
Mezzasalmo.
Campania: Teresa Ranieri, Rossella
Sinopoll.
Puglia: Giovanni Pignatelli, Marzulli
Ave Maria.
Lazio: Lillina Attanasio, Tiziana Fa-
rina, Massimo De Santis, Gianna
Zappi.
Lombardia: Daniela Beretta, Olivie-
ro Zoli, Giuseppe Belardo, Vincenzo
Sabatti.
Toscana: Debora Madrigali, Car-
mela Maiurano, Piercarlo Bernini, Sil-
via Rossi, Silvia Taddei.
Torino Centrale: Enrico Sacchi, Cre-
ma Adriano, Crema Paola.
Veneta S. Zeno: Annamaria Cam-
pagnari.
4. Impegno D.B. 88
È stato ripreso quanto diventò scelta
dei CC durante l'ultimo Consiglio Na-
zionale di Ariccia, in particolare l'im-
pegno al rilancio dell'Oratorio: è stato
il tema di fondo della «tavola rotonda».
Tra l'altro si è espressa la volontà
che non resti una semplice esortazio-
ne, ma diventi occasione di studio sul-
la identità dell'Oratorio Salesiano e so-
prattutto di un maggiore coinvolgimen-
to del cooperatori in questo specifi-
co settore.
5. La partecipazione
Otto Centri ispettoriali rappresenta-
ti con circa 30 presenze. Assenti al-
tri otto.
È un dato su cui riflettere. Si nota in
questo campo una sensibilità diversa:
non tutti i Consigli lspettoriali si sono
fatto carico dell'importanza di questa
occasione di studio e di confronto.
Emerso anche la poca chiarezza o
efficienza dell'incaricato Missioni sia
a livello lspettoriale che Locale; caren-
za che si ripercuote sulla animazio-
ne stessa.
I presenti hanno mostrato Interesse,
vivendo anche un felice momento di
fraternità.
*
Due Cooperatrici missionarie, del centro di A/bar~ (V~ron~)
hanno ricevuto il Crocifisso il 4 ottobre nel Santuar,o dt Marta
Ausiliatrice a Torino dalle mani del Rettor Maggiore. nel con-
testo della 1168 spedizione missionaria, composta da 16 Sale-
siani 12 FMA, una Salesiana oblata del S. Cuore e le due Coo-
peratrici, Daniela Marconi e M. Teresa Sometti, in partenza per
il Brasile.
9

1.10 Page 10

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Convegno Giovani Cooperatori
Roma, 1-3 maggio 1987
Consegnare il Concilio ai giovani
I vescovi, convocati in Sinodo straordi nario, a 20 anni dalla conclusio-
ne del Conci lio, hanno rivo lto un appello ai giovani, perché «prendano parte
attiva alla missio ne della Chiesa, assumendo e prom uovendo con dinamica
operosità l'eredità del Concilio».
Il Rettor Maggiore, come cammino verso Don Bosco '88, ri lancia que-
sto appello e i Cooperatori lo fanno proprio, per approfo ndire i contenuti del
Concilio, la sua carica d i ri nnovamento attraverso un incontro d i st udio con
l' impegno a parteciparlo ai giovani delle proprie lspettorie.
PROGRAMMA
1 Maggio
Ore 10,00: Arrivi e sistemazione
Ore 11,00: Preghiera e saluti
Presentazione del tema
«Consegnare il Concilio
ai giovan
Ore 13,00: Pranzo
Ore 15,30: Ripresa lavori
Ore 19,30: Vespro - Buonanotte
Ore 20,00: Cena
Ore 21,15: testimonianze
2 Maggio
Ore 8,15: Santa Messa Colazione
Ore 9,30: Relazione e gruppi di
studio
Ore 12,00: Assemblea
Ore 13,00: Pranzo
Ore 15,30: Ripresa lavori
Ore 19,30: Vespro - Buonanotte
Ore 20,00: Cena
Ore 21,15: Testimonianze
10
3 Maggio
Ore 8,15: Santa Messa - Colazione
Ore 9,30: Criteri di coinvolgimen-
to nelle proprie ispet-
torie
Riflessione sul Movi-
mento giovanile sale-
siano
Conclusioni
Ore 12,30: Pranzo - Partenze
NOTE ORGANIZZATIVE
SEDE: Suore Ancelle di Cristo Re
Via Monte Cucco, 25
Tel. 523.3730 - Roma.
Quota di partecipaz.ione: L. 65.000.
Per raggiungere la sede: In auto:
percorrere la Prenestina f ino al bivio
di Via del Trullo. Proseguire fino al
servizio «Total» dove inizia via
Monte Cucco: al n. 25 vi è l'ingresso
al parco, proseguire fino alla casa.
Con il Bus: Da Termini prendere il
64 fino al Largo Argentina e qui
prendere il 718 che porta fino al ca-
polinea di Piazza Mosca. Scendere
e raggiungere un cancelletto, attra-
verso via G. Poz.zo, che immette
nel la casa.
Prenotazioni: Entro il 15 marzo
1987!
N.B.: Per la coincidenza con il pri-
mo maggio, se ci sono difficol tà, è
possibile, preawisando, arrivare il
giorno prima.
Verranno anche predisposti dei ser-
vizi per le ore 9,30 dei giorno primo
maggio da Via Marsala, 42 (Termini)
per raggiungere la sede.
Si avvisa anche di portare con sè i
testi conciliari. È possibile l'acqui-
sto anche in sede di Convegno.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Roma, 12 dicembre 1986
Carissimi amici
Dopo la pausa estiva ed un periodo di avvio, mi rivolgo a voi per augurarvi un buon la-
voro ma soprattutto per avviare il discorso sul Convegno Nazionale dei CC CC. che si terrà il
prossimo anno.
Dalla lettura del programma annuale approvato dall'ultimo Convegno Nazionale avrete
dedotto che si svolgerà dal 30 aprile al 3 maggio m quanto il Papa ha deciso di effettuare il
suo biennale incontro con i giovani in America Latina, a Buenos Aires, e pertanto non coin-
ciderà con il nostro incontro come due anni fa, cosa che sarebbe stata doverosa ripetere se si
fosse svolto a Roma. Chiarita la data è necessario parlare dell'argomento di cui tratteremo.
Alla luce del Tema generale proposto dal R.M. per la preparazione dell'anno centenario
dalla morte di Don Bosco, si è pensato di proporre il seguente tema: «Raccogliere l'eredità
del Concilio, fedeli al progetto educativo di Don Bosco, in sintonia con i giovani d'oggi».
L'argomento sarà articolato in tre relazioni da affidare a persone esperte fra cui un laico.
L'incontro, che si svolgerà a Roma (precisamente in località Montecucco sulla Via Por-
tuense), sarà riservato ai soli Cooperatori Giovani che hanno già ricevuto l'attestalo.
Viprego di iniziare una buona preparazione personale e di gruppo.
Speriamo di potervi fornire un sussidio che vi possa aiutare ad approfondire gli argo-
menti nell'ultimo periodo.
Dovrebbe essere superfluo, ma preferisco sottolinearlo ugualmente: il convegno fatto
solo di parole, un tema fatto solo di discussioni non so che valore possa avere. Ognuno di
noi dovrebbe, ammesso che non lo faccia già, rendere vita il messaggio che il R.M. ci ha pro-
posto, e portare la sua testimonianza all'incontro di maggio 1987.
Ciao.
Enzo Manno
Torino Valdocco. 24 maggio 1986.
« Laboratori
Mamma Margherita»
Per il centenario dell'88
una mostra nazionale lavori
« Laboratori M.M. »

2.2 Page 12

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Delicatezza di fratelli
Una lettera originale, tipico esempio di amorevolezza salesiana, per richiamare
Cooperatori che si sono allontanati per vari motivi
Carissimi fratelli Cooperatori,
cominciamo col dirvi che speriamo
state bene in salute, voi e i vostri cari.
Desideriamo informarvi un po' di ciò
che stiamo vivendo e che vogliamo
condividere con quelli di voi che non
hanno potuto continuare la vita nei ri-
spettivi Centri, per vari motivi.
Stiamo riscoprendo di giorno in
giorno nuove ricchezze in quella me-
ravigliosa vocazione alla quale siete
stati chiamati. Vocazione bella e spe-
ciale, perché è delicata, preziosa, di-
namica, aperta alla ricerca sempre di
quel che è meglio per i nostri giovani.
Sappiamo bene che non siamo soli, e
che ciascuno di noi costituisce una for-
za. Una forza che sì traduce in servizio,
generoso, gratuito e sempre gioioso.
Vogliamo anche dirvi che ogni gior-
no ricordiamo la bella « Promessa» fat-
ta davanti al Signore, che ci ha aperto
le porte della Famiglia salesiana e ci
ha impegnati con noi stessi e con gli al-
tri per sempre. Nel rievocarla, ci sentia-
mo rinnovati in letizia grande.
Però questa letizia non si gusta to-
talmente se non la si condivide. È per
questo che, attraverso queste poche ri-
ghe, vogliamo invitarvi ancora una vol-
ta, come ha già fatto prima il Signore,
ad un ritorno. Ogni Centro è una co-
munità di grandi ricchezze spirituali, di
persone generose, di fratelli che vi
aspettano a braccia aperte, con mani
tese, con un sorriso salesiano.
Abbiamo fiducia in voi. Nella spe-
ranza di incontrarci presto insieme nel
nostro Centro, vi diciamo: «Arriveder-
ci» . Cristo ha bisogno di voi. La no-
stra Associazione senza di voi non è
completa.
Fervidi auguri, saluti e preghiere.
I vostri fratelli Cooperatori
del Centro « Union )> di Mexico
La comune vocazione e l'appartenenza alla stessa Ass ociazione rendono i
Cooperatori fratelli e sorelle spirituali.
« Uniti un cuor solo e un'anima sola», vivono in comunione fraterna. con i vin-
coli caratteristici dello spirito di Don Bosco».
(RVA 19,1)
12

2.3 Page 13

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MEDITARE NON FA MALE!
Quando cadono gli dèi
Se il cielo si vuota di Dio - ripeteva
Karl Barth, il grande teologo - la terra
si popola di dèi. È quel che è avvenuto in
questi secoli: l'uomo della città secolare
non è ateo, come egli stesso crede forse
di essere; in realtà, è idolatra.
Ma ora, all'Est come all'Ovest, tutti gli
dèi che avevano sostituito Dio sono ormai
in agonia: muore l'idolo del progresso
senza cadute e interruzioni; del benes-
sere sempre più alto e sempre più dif-
fuso; dell'avvento sulla terra del regno
della libertà, della giustizia, della pace
assoluti. Agonizza ogni altro feticcio
creato con l'argilla che caratterizza ogni
cultura contemporanea: la negazione del
peccato e dunque «l'uomo buono per na-
tura>>, corrotto solo da una società male
organizzata; l'onnipotenza della scienza
e dell'economia guidate dalla politica;
e, quindi, per risultato finale, il paradiso
in terra.
Le g randi montagne hanno partorito
un topolino; anzi, si direbbe talvolta, un
mostruoso ratto. Non vi è speranza che
non sia stata tra dita: la scienza doveva
deliberare l'umanità e ha invece creato
gli strumenti per la sua distruzione; la
tecnica doveva umanizzare la natura e
l'ha invece devastata; la storia doveva
mostrare il suo volto di cammino di li-
berazione ed è invece finita dietro il filo
spinato.
Il promesso regno della vita e della
pace è in realtà un mondo che soprav-
vive solo g razie a uno spaventoso e pre-
cario equilibrio d e l terrore. Alla minac-
cia di morte si affia nca la morte realiz-
zata: in questo secolo ventesimo, i morti
in guerra sono stati finora 90 su mille,
contro i 15 su mille del meno «progredi-
to» Ottocento.
Dov'è finita la fede (questa sì una
«consolazione») nel Dio progresso quan-
do, stando a tutti i sondaggi, la stragran-
de maggioranza delle persone prevede
che tra dieci anni la «qualità della vita»
non sarà migliorata ma anzi molto peg-
giorata? Sono proprio il fallimento e la
caduta degli dèi che, togliendo la spe-
ranza nel futuro, rendono più dure e so-
litarie la vita e la morte.
Vittorio Messeri
,,Scomessa sulla morte»
*
Un testo per lo studio e la conoscenza
del RVA: semplice, pratico, prezioso!
«GUIDA ALLA LETTURA
DEL REGOLAMENTO DI VITA APOSTOLICA
di D.J. Aubry
Per la richiesta: rivolgersi all'Ufflclo Na-
zionale CC.
Prezzo: L. 3.000.
13

2.4 Page 14

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ASSEMBLEA NAZIONALE
dei Consigli lspettoriali d'Italia
24-26 apriIe 1987
Istituto Suore Rosminiane - Roma - Via Aurelia/ 773
Come deciso nell'ultimo Consiglio Nazio-
nale (aprile 1986), e a norma dell'art. 47 RVA,
tutti i Consigli lspettoriali d'Italia si riuniranno a
Roma dal 24 aprile (ore 15,30 arrivo) al 26
aprile (ore 15 c. partenza) p.v. per costituire la
Conferenza Nazionale Italiana.
AU'ordine del giorno:
1) Stesura dell'atto costitutivo della Confe-
renza Nazionale.
2) Approvazione delle norme per lo svol-
gimento dei lavori dell'Assemblea.
3) Approvazione del regolamento interno
della Conferenza Nazionale Italiana.
4) Elezione del Coordinatore Nazionale.
5) Varie:
Itinerario formativo e sussidio.
Collana « Mondo Nuovo».
Impegno '88.
Progetto missionario.
Convegno cooperatori insegnanti.
Ristampa « Cooperatori di Dio».
Suore Rosminiane. Roma, via Aurella, 773.
14
Il regolamento interno della Conferenza Na-
zionale che verrà presentato in Assemblea sarà
il frutto dei lavori fatti precedentemente dai sin-
goli Consigli lspettoriali e pervenuti al « gruppo
centrale di lavoro» (ex giunta nazionale).
Ricordiamo a questo proposito che le os-
servazioni dei consigli lspettoriali sulla 1a bozza
di regolamento devono giungere all'ufficio na-
zionale entro il 15 gennaio 1987.
Data l'importanz<1 che avrà per l'Associa-
zione ciò che verrà deciso in questa Assemblea
sembra superfluo ricordare che dovranno es-
sere presenti tutti i Consigli lspettoriali. Ogni
Consiglio Ispettoriale avrà cura di essere pre-
sente con tutti i suoi componenti e comunque
con non meno di 2/3 dei componenti il Con-
siglio stesso, avendo cura di salvaguardare
la proporzione tra laici e religiosi prevista
nel RVA.
Eventuali osservatori verranno accettati
solo se ci saranno posti disponibili dopo aver
soddisfatto le prenotazioni degli aventi diritto.
Per praticità è opportuno che ogni consi-
gli9 ispettoriale invii le adesioni in un'unica so-
luzione e con evidenziato accanto al nome del
consigliere l'incarico ricoperto all'interno del
consiglio.
Notizie tecniche più dettagliate verranno
fornite in seguito direttamente ai Consigli lspet-
toriali.
A tutti buon lavoro e buon anno!
Roma, gennaio 1987
Il gruppo centrale di lavoro

2.5 Page 15

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RIVENDITA
«MONDO NUOVO»
1987
COME APRIRE
LA RIVENDITA
È sufficiente inviare all'Ufficio Nazionale dei Cooperato-
ri in Roma la cedola qui unita, compilata in tutte le
sue parti.
I pagamenti, a materiale ricevuto, vanno fatti diretta-
mente all'Editrice Elle Di Ci, mediante Conto corrente
postale n. 8128.
L'Editrice si assume tutte le spese di imballo e spe-
dizione.
PERCHÉ NO?
Gentile Signore/ a
già conosce, forse, la collana di opuscoli tascabili
«Mondo Nuovo»: iniziata nel 1977, ha disseminato per
l'Italia più di 3.000.000 di fascicoli, offrendo una lettura
cristiana dei problemi e avvenimenti del nostro tempo.
La collana è promossa dall'associazione dei cooperatori
Salesiani (particolarmente sensibili, sull'esempio del
loro fondatore Don Bosco, ai problemi dell'informazio-
ne cristiana), e viene realizzata in collaborazione con il
Centro Catechistico Salesiano di Leumann.
I fascicoli, impostati con criteri di solida divulgazione,
hanno incontrato accoglienza molto favorevole: centl·
naia di simpatizzanti se ne sono fatti «rivenditori•, e li
diffondono nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, tra
amici e conoscenti.
Ora «Mondo Nuovo» giunge al giro di boa del secondo
decennio di vita, e si ripropone a parrocchie, scuole,
associazioni e singoli perché istituiscano nuove Riven-
dite. Anche lei può associarsi a questo generoso impe-
gno di diffusione e di evangelizzazione. Tante gocce.
come la sua, formano l'oceano.
Le modaJità di associazione sono semplici, l'impegno
meritorio.
E I FASCICOLI
GIÀ PUBBLICATI?
La collana ..Mondo Nuovo» ha già superato gli 84 titoli,
quasi tutti ancora in elenco perché sovente ristampat i.
Questi titoli sono elencati in quarta di copertina di cia-
scun fascicolo.
Chi ha aperto la Rivendita può acquistare tali fascicoli
con lo sconto di favore del 20% sul prezzo di copertina,
purché l'importo complessivo dell'ordine raggiunga
Lire I 0.000.
GLI ULTIMI TITOLI
DELLA COLLANA
LE CONDIZIONI
Ogni anno l'Editrice Elle Di Ci pubblica una serie di otto
fascicoli di 32 pagine, prezzo di copertina Lire 700 (800
quando superano le 32 pagine).
L·apertura di una Rivendita (con durata di almeno un
anno) comporta l'Impegno di acquistare un minimo di
IOserie degli otto fascicoli. Oprezzo dei fascicoli, per le
Rivendite, è in ogni caso di Lire 600, fino al 31 dicem-
bre 1987.
Ulteriori sconti sul prezzo di Lire 600 sono concessi ai
rivenditori che richiedono più di 20 copie:
• il 10 % da copie 21 a 50;
• il 20% oltre le 50 copie acquistate.
Nell'anno 1986
81. li Rosario preghiera giovane?, di G. Ghiglione
82. Dibattito sul diavolo, di G. Gozzellino
83. Violenza sul bambini, di C. Fiore
84. Responsabnl della creazione, di S. Bocchini
Nell'anno 1987
85. Educare oggi come educava Don Bosco?, di
E. Bianco
86. Inchiesta sugli angeli, di G. Gozzelino
87. La Bibbia: parola umana, parola di Dio, di M.
Galizzi
88. Bambini e televisione, di B. Ferrero
VENDITA PER CORRI SPONDENZA
Spedizione In 11bbonamento postale - Gr. V 1° semestre
1987 · n. I bl.s.
Proposta, e<:cettazlone. invio e peg11mento del prodotto, si
realizzllno 11ttr11verso U servlzlo postale CCP n. 8128 inte-
stato 11:
Editrice ELLE DI O - 10096 LEOMANN (TORINO)
15

2.6 Page 16

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BOLLETTINO SALESIANO
Quindicina/e di informazione e di culture rellgiosa
Spediz. in abbon. postale Gruppo 2° (70) 2• quindicina
L'edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
sUnata al Cooperatori Saletlanl. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 • 00100
Roma Aurelio Tel. 69.31.341.
Direttore responsablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO Via Marsala, 42
00185 ROMA - Tel.: 495.01.85; 49.33.51.
Autortzz. del Trib. di Torino n. 403 del 1a febbraio 1949. - e.e.
'°° Postale n. 2-1355 Intestato a: Direzione Generale Opere Don Bo-
Torino. - C.C.P. 482002 Intestato a Dir. Oen. Opere Don
Bosco Roma. - Per cambio d'Indirizzo lrmare anche l'lndlrtzzo
precedente.
- - -Collana _ _ _ _ _ _ _ _ _...
MONDO NUOVO
a----a-,.
==~:..~,-=.....
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