ACQUA
VIVA
L'anno della Fede
Paolo VI ha indeLLo l'Anno della Fede, una solenne celchra-
"ione commemorative del XIX Celllenario del martirio dei
Santi Pietro e Paolo, che avrà inizio il prossimo 29 gingno.
Dalla esortazione ponti6cia " Pet.nm, e1 Paulnm Apostolos"
stralciamo alcuni pensieri di meditazione, utili a disporre il
nostro un.imo a vivere lntcllSrunentc la centeno.rin ricorrenza.
• Riteniamo di fare cosa consona al Nostro mini-
stero apostolico esor1a11do voi tutti, Venerabili Fra-
telli, a promuovere, spiritualmente a Noi 1initi, cia-
scuno nella propria diocesi, una devota celebrazione
della memorfo, diciannove volte centenaria, del mar-
tirio, consumato in Roma, tanto dell'Apostolo Pietro
scelto da Cristo a fondamento della wa Chiesa, e
primo vescovo di que~t'alma Città, qua,nto dell'Apo-
stolo Paolo, dottore delle genti, maestro e amico della
prima comunità cristiana in Roma.
• I,i che cosa consiste praticamente il Nostro invito?
Come insieme celebreremo il significativo mmi-
versario?
È costume di questa Sede Apostolica, quando in-
tende rendere sol.enne e universale qualche singolare
ricorrenza, elargire qualche beneficio spirituale (e non
Ci rifiutiamo dal fa,rfo ar&che in que5ta occasione);
ma q1iesta volta, piu che donare, Ci piace domanda.re;
pi(i che offrire, vogliamo chiedere. E la Nostra do-
manda è semplice e grande: Noi vi preghiamo tutti
e singoli, Fratelli e Figli Nostri, di voler celebrare
la memoria dei Santi Apostoli Pietro e PMlo, testi-
moni con ICI parola e col sa11gue della fecle di Cristo.
co11 una autentica e sincera professione della mede-
sima fede, quale la Chiesa da loro fondata e illustrnta
ha raccolto gelosame11te e au~orevolmen-te fonnulata.
Uria profes$iOne di fede vogliamo a J)io offrire, al
cospetto dei beati Apostoli, individuale e collettiva,
libera e cosciente, interiore ed esteriore, wnile e franca.
Vogliamo che questa, professione salga dall'intimo
di ogni cuore fedele e risuo11i identica e amorosa in
tutta la. Chiesa.
• Ci piacerà sapere che il "Credo" è stato reciia10
espressamente, ad onore dei Santi Pietro e Paolo, i11
ogni Cattedrcrle, presenti il Vescovo, il Pre1;bilerio,
gli Alunni dei Seminari, i Laici cattolici militanti
per il Reg110 di Cristo, i Religiosi e le Religiose, e
quanto piu numerosa possibile la santa assemblea
dei, Fedeli. Analogamente faccia ogni Parrocchia per
la propria comunità. E parimente ogni C<1Sn, reli-
giosa. Cosi suggeriamo che tale professione di fedr
sia, i,i 1m giorno stabilito, emes.sa in ogni singolo
ca-sa ove dimori ima famiglia cristiana, in ogni asso-
ciazione cattolica, i,i ogni scrwfo cattolica, in ogni
ospedale cattolico e Ì1l ogni luogo di culto, i11 ogni
ambiente e in ogni riunione, ove la voce della fede
possa esprimere e rinfrancare l'adesione sincera alla
rommre vocazione cristiana.
Sa,tlilà 1aletia1ta
DOROTEA CHOPITEA ved. SERRA
Coope ratrice Salesiana
La Serva di Dio Donna Dorotea Chopitea nacque
a Santiago del Cile il 5 giugno 1816. Trasferitasi
poco dopo con la famiglia nella Spagna e sLabili-
tasi a Barcellona, vi rimase fino alla morte. Es-
sendo i genitori di agiata condizione e di sentimenti
profondamente cristiani, educarono i 18 figli come
si addieeva alla Loro condizione. Fin dall'infanzia
Dorotea si mostrò docile, ubbidiente, pia, rispet•
tosa, compassionevole verso i poveri.
A 16 anni contrasse matrimonio con Giuseppe
Serra, ricco commerciante cQn cui trascorse 50 anni
di vita cristiana fatta di pace, concordia e amore.
Dal suo matrimonio ebbe sei figlie che amò tene-
ramente e formò sul suo stampo. Ogni giorno ascol-
tava la S. Messa e riceveva devotamente la S. Co-
munione, visitava Gesu in Sacramento e recitava
il S. Rosario in famiglia.
Ma dove piu si distinse la Serva di Dio fu nella
carità verso il prossimo: non badava a spese e
sacrifici pur di promuovere e fomentare in ogni
forma le opere di misericordia, assecondata in
tutto dalla cristiana pietà del marito. Fondò opere
pie, collegi, asili, ospeflali, Laboratori, case di rifugio
per fanciulle pericolanti... e eoni rihu{ al sostenimento
di mohi altri istituti di carità.
Promise inoltre a Dio di dedicare al bene dei
poveri tutto il suo tempo e il lavoro: essi dovevano
essere il pruno pensiero, dopo i doveri della famiglia
e del suo stato. E tenne fede alla parola data:
visitò e soccorse bamJ)in:i, vedove, vecchi, disoc-
cupati e ammalati, compiendo verso gl'infermi e
bisognosi i piu umili servizi.
Dopo la morte del marilo avvenuta nel 1882,
inten_silìcò ancora di piu la sua mirabile carità
verso i poveri, e favori in modo s peciale, appena
le conobbe, le opere salesiane maschili e fen.un.i.n:ili.
S. Giovanni Bosco, volendone premiare la completa
<ledizione e l 'affetto veramente materno, la rice-
veue personalmente fra le Cooperatrici salesiane
e la chiamò col dolce nome di "Mamma dei Sale-
iian:i di Spagna".
Un ultimo dato. Nel 1886 Donna Dorotea aveva
consegnato alle figlie la parte di eredilà che loro
Rpcltava, riservandosi 70.000 pesetas per quanto
potesse occorrerle negli ultimi anui. Ma un giorno,
avendo saputo che mancavano proprio 70.000 pe-
setas per la fondazione di un collegio di Maria Ausi-
liatrice, esclamò con viva commozione: "Dio mi
vuole veramente povera: lo sarò!" e consegnò im•
mediatamente la somma senza alcun rimpiant·o.
La Serva di Dio mori a Barcellona il 1° aprile
1891, a quasi 75 anni ùi età. La sua Causa di Beati-
ficazione ha fatto rapidi progressi e si s pera che
presto la Chiesa possa riconoscerne l'eroicità delle
virtu e proclamarla "Venerabile".
26