Bollettino_Salesiano_196706


Bollettino_Salesiano_196706



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Noi non ci fermiamo mai;
vi è semp re cosa che . incalza oosa...
Da l momento ohe noi ai fermassimo,
la nostra Opera
I
I
comincerebbe a deperire
DON BOSCO
Spedi2ione 1n abbonamento pos!ale - Gruppo 2• - 2• quindicina
A. XC I. N. 6 1 5 MARZO 1967. DIREZ I ONE GE N ERALE : TORI NO 71 2. VIA M A RIA AUSILIATRICE, 32. TELEF. 48.29.24
Non perdiamo di vista l'essenziale
Perchè sarebbe veramente un danno grave, sarebbe
come un fallire nella propria vocazione sale,siana.
Cosa è "l'essenziale" per un Cooperatore? E rag-
giungere lo scopo per cui Don Bosco ha fondato
questa sua famiglia religiosa. Cioè: "far del bene a
se stessi con nn tenore di vita per qwmto si può si-
mile a quello che si tiene nella vita comune". In altri
terrruni Don Bosco sembra voler dire ai Coope-
ratori: Entrando a far parte della famiglia sale-
siana voi dovete tendere alla santità come i Sale-
siani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, pur con una
maniera di vivere conforme alla vo1;tra condizione
di persone che vivono nel mondo, senza voti e senza
vita comlme. Il fine vostro è identico a quello delle
altre due famiglie salesiane, come sono uguali i mezzi:
l'apostolato, "la vita a Itiva nell'esercizio della ca•
tità" (Regol. 1) e la sp'iritualità salesiana.
Ecco allora che viene spontaneo un rilievo:
attenzione, Cooperatori, (e tanto piì1 voi, Zelatori e
Consiglieri): c'è un rischio. e grande, nella vostra
vita salesiana: quello di dare il primo posto al
lavoro organizzativo, al mondo delle piccole o grandi
iniziative - pur necessarie - e perdere di vista
ciò che invece deve stare al vertice dei vostri
pensieri: fa, vostra santificazione, la vostra risposta
affermativa alla vocazione 1uiiversole alla santittÌ,
che il Concilio ci ha ricorllato a chiare note.
Il discorso ora va spontaneo ai mezzi spirituali
nec.essari per vivere una vita ricca di grar,ia, senza
dei '{Uali ogni apostolato sarebbe inefficace, sterile.
Nel Regolamento Don Bosco invita i Coopera-
tori a usa.re ogni anno del grande mezzo degli Eser-
cizi Spirituali, e ogni mese del Ritiro; ad accostarsi
con la maggio.re frequenza ai Simti Sacramenti.
mentre nella vita pratica li vuole amanti della
povertà, esemplari nella purezza, docili nell'obbedienza.
Ora potremo avere dei Centri "vivi ed efficienti",
dei Consigli che siano come la "spina dorsale" cleJ
Centro stesso (come ci ricorda il Manuale Dirigenti)
se Cooperatori e Consiglieri non saranno persone di
preghiera e di Yita sacrame11-tale? se non frequen-
teranno un buon corso di Esercizi Spirituali, per
rianimarsi e ricaricarsi spiritualmente, e se ogni
mese non faranno con serietà il Ritiro? Se non si
avvieranno alla pratica costante della meditazione
quotidiana e della direzione spirituale?...
Rileggiamo una importantissima pagina del De-
creto Conciliare sui Laici:
« Siccome la fonte e l'origine di t1ttto l'apostolato
della Chiesa è Cristo, mandato dal Padre, è evidente
che la fecondità dell'apostolato dei laici dipende dalla
loro vitale unione con Cristo, secondo il detto clel
Signore: "Chi rimane in me ed io in lai, questi pro-
duce molto Jru.tto, perchè senza di me ,,on potete far
niente" (Io. 15, 5). Questa vita d'intimità con Cristo
si alimenta nella Chiesa co11 gli aiuti spirituali conmni
a trùti i fedeli, soprattutto con la partecipazione attiva
alla sacra Litmgia; e questi ainti i laici devono rtSarli
in modo che, mentre compiono con rettitudine gli stessi
doveri del mondo nelle condizioni. ordinarie di vita,
non separino dalla propria vita l'unione con Cristo,
ma, compiendo la propria attività secondo il volere
divino, crescano sempre più in ess<,. Si, qitesta strada
occorre che i laici progrediscano» (C. 4).
Quanto imporla dunque non perder di vista l'es-
senziale! Con l'aiuLo del sacerdote, ministro del
Signore (nel numero scorso si parlò di una ma{;giore
disponibilità del Delegato per la (orroazione spiri-
tuale dei Cooperatori), non sarà difficile fare rapidi
progressinella vita spirituale. "Vuoi davvero avviarli
alla devozione? Cerca qualche uomo spirituale che ti
guidi e ti conduca. È questo l'avvertimento degli av-
vertimenti". È la nota massima del nostro San Fran-
cesco di Sales, che faremo bene a non dimenticare.
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ACQUA
VIVA
L' "Acqua viva" di questo mese è attinta alle opere di
S. Francesco di Sales, nostro Patrono e Titolare, nella
cui spiritualità vivono i Cooperatori salesiani.
S.a,itità ~aleN-iana
La Terza Famiglia Salesiana ha già dato alla Chiesa dei
santi ufficialmente dichiarati tali? Vi sono Cooperatori di
cui è awiata la Causa 7 Queste le domande che talvolta
ci vengono fatte. Pensiamo di far cosa gradita ai nostri
Dirigenti iniziando questa rubrica nella quale presente-
remo, in sintesi, le figure dei nostri Santi. Siamo grati al
rev.mo Postulatore Generale dei Salesiani don Carlo Or-
lando. della collaborazione che ci ha assicurato offrendoci
dati e indicazioni da cui ricaveremo i profili biografici.
Due sorla di person.e debbono comunicarsi spesso:
i perfetti, perchè essendo ben disposti, scapùerebbero
molto a non accostarsi alla sorgente d'ogni perfezione,
e gli imperfetti per poter conseguire la perferione;
i forti per non diventare deboli, e i deboli per diventare
forti,; i =alati per guarire, i sar1.i per non cadere
malali.
Non lasciare la santa Comunione per pi.ccoli
mancamenti che non provengono tanto da c11ttiva
volontà q1tanto da sorpresa e debolezza, mci ricevila
anzi come rimedio contro di quelli. Non lasciarla
nemmeno per causa delle tu.e distrazioni, freddezze,
aridità, quando t11tto qriesto proviene dai sensi e
dalla parte del cuore che iion è interamente a tua di-
sposizione.
Comincia fin dalla sera avanti a prepararti
alla santa Comunione... Se ti svegli di notte meiti
siibito nel cuore e nella bocca parole fragranti che ti
spandano nell'anima il loro profrimo e la disponga1to
a ricevere lo Sposo d·ivilto, il q1,ale veglia mentre tu
dormi... La mattina, levandoti, gioisci della fortuna
che speri di avere, e va con tu.tta confidenza, ma anche
con profonda umiltà, a prerulere quel cibo celeste che
ti nutrisce per la vita immortale.
"' La principale intenzione che devi avere comuni•
candoti si è di avanzarti, rassodarti, deliziarli nel-
l'amore di Dio: poichè bisogna far servire all'amore
quello che il solo amore ci fa dare.
.. Una Comimione sola e ben fatta è atta a renderci
santi e perfetti.
Ricevi spesso il santo Sacramento per iniparare
a riceverlo bene, perchè d'ordinario quello che non si
fa spesso non si fa bene.
Sì, comunicati con frequenza e con la maggiore
frequenza possibile, secondo il consiglio del padre
spirituale; poichè con l'adorare e fare t,uo cibo la
bellezza, la bontà, la pu.rità stessa, in qiwsto divino
Sacrmnento, diventerai tutto bello, tutto buono,
tutto puro.
ALESSANDRINA MARIA DA COSTA
Cooperatrice Salesiana
Dopo anni di intensa preparazione, il 12 gennaio
u.s. si è iniziato solennemente presso la Curia arci-
vescovile di Braga nel Portogiùlo il Processo ordi-
nario informativo per la Causa di beatificazione di
Alessandrina Maria da Costa, Cooperatrice salesiana.
La Serva di Dio nacque nel paesetto di Balasar,
non lungi da Oporto (Portogallo) il 31 marzo 1904.
A 14 anni, per salvare la sua purezza dalla passione
di un uomo penetrato in casa, saltò dalla finestra,
ma cadde così male da risentirsene per sempre.
Infatti n el volgere di pochi anni si vide inclùodata
nel suo letto, affetta da paralisi che le causava
atroci dolori.
Da principio non poteva rassegnarsi a quello
stato; ma poi, a poco a poco, meditando durante le
interminabili ore del giorno e della notte sull'amore
di Ge.sù per noi, sulle pene e i dolori della Passione,
e vedendolo ripagato con tanta indifferenza e con
tanti peccati, si accese d'amore per lui, gli o:ffrl
le sue sofferenze per risarcirLo di tante offese e
lo pregò di accettarla come vittima pel' la salvezza
dei peccatori.
Gesù gradì la sua offerta, la ricompensò con fre-
quenti visioni ogni venerdì dalle ore 12 alle 15,
le fece sentire i dolori spasimanti della Passione, e
per 13 anni la volle priva di ogni alimento e bevanda
sostenendola con lii, sola Eucarestia.
Quando nel 1944 conobbe il movimento dei Coope-
ratori Salesiani, chiese ardentemente di essere iscritta
e per 11 anni, fino alla morte, offerse preghiere e
sofferenze per i fini specifici della Terza Famiglia
Salesiana, essendone ricambiata con affetto dai
salesiani del Portogallo.
Il 13 ottobre ] 955, dopo essersi consumata e
"immolata" per la salvezza dei peccatori, volava
al cielo lasciando a questi un testamento che, scol-
pito sulla sua tomba, commuove fino alle lacrime
le numerose persone che accorrono a visitarla:
"Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono esservi
ntili per salvarvi., avvicinatevi, passatevi sopra,
calpestatele finclré spariscano, ma noti peccate più,
rion offendete più il nostro Gesù! Peccatori, vorrei dirvi
tante cose: no,i basterebbe questo gra,iàe cimitero pèr
scriverle tutte. Convertitevi, non offendete Gesù., non
vogliate perderlo per t11tia l'etemità! Egli è tanto buono.
Basta col peccato! Amate Gesù, amatelo".
Ora attendiamo fìdnciosi la parola infallibile
della Clliesa sulla santità di Alessandrina l\\faria
da Costa, fulgido esempio nell'apostolato della
preghiera e della sofferenza ai Cooperatori Salesiani.
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Attualità
dei
problemi
di diritto
familiare
"La famiglia cristiana educa-
trice" deve essere per i Coo-
peratori un campo di lavoro
"preferenziale" e di sempre;
non limitato cioè a una Cam-
pagna annuale. Anche le nor-
me del diritto possono aiutare
la famiglia se improntate ai
princlpi sempre validi e attuali
della morale umana e cristiana.
Per tenere i nostri Cooperatori
informati su quanto avviene in
Italia in campo di diritto fami-
liare e aiutarli a formarsi una
coscienza cristiana a questo
proposito, abbiamo chiesto a
S. E. il dott. Ernesto Eula, già
Primo Presidente della Supre-
ma Corte di Cassazione e mem-
bro del Consiglio Superiore dei
Cooperatori Salesiani, il suo
autorevole parere sui problemi
familiari che attualmente sono
dibattuti in Italia.
Molti e gravi sono i problemi che si agitano in questo periodo, sul piano
governativo e parlamentare, nella delicata materia del diritto familiare.
Problemi che .interessano profondamente e dividono l'op:inione pubblica,
con determinati riflessi anche di online etico, cristiano.
Primo, certamente, quello del divorzio, esacerbato attraverso accese
dispute c poleuùche. di or<li11e costituzionale, giuridico e sociale.
Problema, peraltro, non propriamente attuale, in quanto estraneo al
programma del Governo e affidato solo a una iniziativa parlamentare che,
considerato il lungo iter che dovrebbe percorrere, non ha alcUJ.1a probabilità
di essere portata a conclusione prima della chiusura clella Legislatura.
Già senz'altro attuali, invece, e non meno importanti, sono i problemi
affrontati nel progetto Ministeriale, ora presenlato alle Camere, per la mo-
difica cli alcune norme fondamentali del Codice civile sui rapporti familiari,
con particolare riguardo alla convivenza coniugale e alla società domestica.
Tale, anzitutto, il problema affrontato dalle norme che tendono ad ade-
guare al precetto costituzionale di uguaglianza la posizione della donna,
della moglie, nella comunità Janùliarc.
Pur essendo naturale, invero, che la cosiddetta promozione sociale della
donna trovi applicazione anche in quel domestico focolare ove dovrebbe
es.sere il suo regno, sorge tuttavia un problema di limiti: nel senso di non
sospingere l'eguaglianza sino a creare una pericolosa diarchia, la possibilità
di un antagonismo dissolvente di poteri, in quell'in~o sacrario dove do-
vrebbero albergare solo l'amore, la reciproca comprensione e la cooperazione.
Il progetto vorrebbe conciliare queste divergenti esigenze Ml proclamare
all'articolo 3 p. p. che "i coniugi stabiliscono d'accordo l'ùidiri.zzo unitario della
vita familiare", soggiungendo peraltro, che, "in caso di disaccordo, prevale
la decisione del marito", e aLilitaudo, poi, la moglie dissenziente a far ricorso
al giudice: con che il Magistrato viene elevato a moderatore e arbitro del-
l'equilibrio familiare.
Ma, con tutta la fiducia che può aversi nella "prndentia" dei giudici, può
quanto meno dubitarsi sulla opportunità di far penetrare una autorità esterna
nel geloso riserbato ambiente della vita coniugale, tenuto conto, d'altra
parte, che il ricorso al Magistrato presuppone spesso, o potrebbe far pre-
cipitare, quella rottura, quella frana dell'unione familiare che si dovrebbe
invece, a ogni costo, evitare.
Anche più delicata è l'innovazione relativa alla proposta ammissibilità
cli una dicltiarazione sostanziale di paternità, da parte del genitore coniu-
gato, a faYore dei figli adulterini, con l'attribuzione anche del nome, e la
possibile introduzione nella casa del genitore, alla sola condizione della sus-
sistenza fra i coniugi, al momento della dichiarazione, della separazione
personale.
È certamente giusto e umano assicurare ogni tutela giuridica e sociale anche
a queste innocenti infelici creatui:e, se pur gene:rate da UJ.1 amore colpevole.
Ma qui si impone il paragone e l'esigenza cli una adeguata tutela anche e
soprattutto per i figli legi'ltim.i, a loro-volta innocenti, anche se l'unione fami-
liare è turhata e tenuto conto che essi sono sempre il frutto cli una legittima
1
unione, che nella sua stabilità ed elevazione è al cardine anche della stabilità
e dell'armonia della compagine sociale. Per cui potrebbe essere pericoloso
introdurre una sostanziale lcgittimitabilità, quanto meno rispetto ai .figli,
delle unioni adulterine, affiancandole e quasi inserendole, sotto l'egida dello
stesso nome, nella società familiare, con danno evidente del prestigio e della
eticità cli questa, appena temperato, anche qui, dall'intervento moderatore
equilibratore del giudice.
Sono problemi, questi, veramente di estrema gravità e delicatezza; per cui
sarebbe necessario, più che mai, che l'opinione pubblica fosse portata a pene-
trarne il profondo, ad assimilarne l'essenza e i riflessi, anche in senso sociale,
cristiano. E a questa opera di sensibilizzazione capillare diffusa, penso,
potrebbero essere particolarmente clùamati, e adatt..i ad esplicarla, i nostri
Cooperatori, a immediato contatto come sono con le far:rriglie e con i loro
problemi, considerati con quello spirito moderno e pur profondamente cri-
stiano che caratterizza la istituzione salesiaua.
Roma, febbraio 1967
ERNESTO EULA, Cooperatore Salesiano
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Per una animazione cristiana della società seguiamo
lo spirito e il metodo del dialogo voluto dal Concilio
Dialogo e Apostolato
SPUNTI PER LA CONFERENZA MENSILE
I INTRODUZIONE
"Il figli,:, del'uomo non ,,c,m~ per farsi servire ma a ,.,·,iirt'' (l\\fT. 20, 28).
Og11i servizio pen:a.•a dallo spirito di carità A apo•tolatn. Ogni opera di apostolala
dev"essere un .,crvi.zio anche se non Sl'mpre il S<'T'llizÌO è opero di apostolato.
e(
1.
Non si può avviare il colloquio quando non ~ mnturo nel dialoga.nte il sm•o della vita
comunitaria. La parrocchia è apptmto l'ambir111e nd quo/e il l(Jico puì> dialogare con
:E
DIALOGO DI
l'umanità, partecipare alla gra;ia di Cristo, fondersi con gli altri senza co,,fondersi
PARTECIPAZIONE con ~•si, ricevere un vivo patrfmonio di dourina godere del ruolo di protagonista
w
nel dramma liturgico.
:e
(J
2.
DIALOGO DI
AZIONE
Un'nd81!ione smuplicement~ teorica a formalo alla verità sarebbe un dialogo passiva.
n laico de,:e penetrare nel m81!•nggio della salve;za, di,ffanderlo con ogni me::zo e testi-
maniarlo con l'eMmpfo, la parola e lo spirito di carità.
cn
n lavoro apostolico non deve essere per t~ una ir11,1ilo complica,zion~ o un ingombranto
COLLOQUIO
dooere, ma un problema di coscinu:a che 1/ spinga a vivere, a partecipare, a prodigarti
per la diln1cuio11e del reg110 di Dio. I "piecoli" laici formaJi da Don Bosco a./l'apo•
,tolato erano i precunori delrAzione Cattolica.
Introduzione
- Non è possibile impostare questa conversa-
zione senza aver letto Matteo (20, 25-28).
"Voi sarete che i capi delle nazioni !;J>aclroneg-
giano su di esse e i grandi dominano; tra di voi non
deve essere così, ma al contrari.o, chi vuol diventar e
grande tra voi dovrà essere vostro servo. Chi fra
voi vuol essere il primo dovrà essere vosuo schiavo.
Sull'esempio deJ Figliuol dell'uomo il quale venne,
non per farsi servire ma per servire e dare la sua
vita per _il riscatto di molli".
- Da questa citazione del primo Vangelo emerge
una prospettiva di clialogo: quella del servizio,
dell'apostolato per i fratelli.
- Certo il servizio può anche non essere aposto•
lato quando è compiuto senza lo spirito di carità
soprannaturale. Ma l'apostolato non può mai non
essere servizio, pena lo scadimento dell'apostolato
stes~o a livello di una qualsiasi mansione eseguita
senza lo spirjto vivificante delPamore.
[D Dialogo di partecipazione
Il dialogo dell'apostolato si può dunque idcnli•
ficare con un colloquio di amore nel quale lo spirito
dell'uomo si concreta in modo più generoso, proiet-
tandosi verso l' "altro", il prossimo, che non è mai
lontano Ja ciascuno di noi, anche quando è dislau•
tissimo.
- Non si p u ò proporre il clialogo se il dialogante
è privo dello spirito comunitario. Ma la comunità,
a sua volta, se noll Yuol restare sul piano di puro
aggregato umano, egoista ed esclusivista, deve ren•
dersi capace di una visione unitaria.
Il laico, consapevole della sua appartenenza
alla conmnità ecclesiale, sa cli occupare un posto
nella famiglia parrocchiale.
- el "Diario di un curalo di campagna" di
Georges Bernanos, è scritto:
"La mia parrocchia: frase q-uesta che non si può
pronunziare senza emozione e senza slancio d'amore".
l. "So c/ie la mia parrocchia esiste".
Non è poi tanto difficile e per nulla eccezionale
scoprire dei "buoni" laici che ignorano persino
quale sia ]a loro parrocchia.
2. "Che siamo l'imo nell'altra per l'eternità".
Per qualcuno è mollo pesanle "sentirsi" parroc-
clliano e r espirare l'aria della parrocol1ia. Eppure
è attraverso questo organismo che ciascuno è in-
serit o nel mistero del Corpo Mistico cli Cristo. La
parrocchia è nella Chiesa come tu sei nella parrocchia:
ambedue formate "il Cristo totale" (Sant'Agostino).
3. "Che è una cellula della Chiesa imperitura".
Va percepita come realtà concreta, che anticipa
l'innesto alla Chiesa trionfante, comunità eterila di
l lttti i beati.
4. "Che non ~ un apparato amministrativo e buro•
cratico".
Quanti scambiano la parrocchia con un qualunc_f11e
ufficio islituiLo per smaltire alcune mansioni buro·
cratiche e considerano il parroco un automatico
distributore cli certificati.
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- La prima dimensione del dialogo con la par-
rocchia è quella di:
a) partecipare alla sua vita,
b) percepire la sua realtà concreta,
e) riconoscere il suo ministero come un collega•
mento con Dio,
d) vedere in essa una com1mio11e di spiriti: - che
credono nelle stesse verità - che ascoltano le stes11c
parole - che parlano lo stesso linguaggio - che
si nutrono dello stesso cibo - che cantano gli stessi
inni - che respirano lo stel!SO clima - che assa-
porano la gioia di vivere nella comunità del popolo
di Dio.
- Sentire con la Chiesa, vivere nella parrocchia,
significa:
a) dialogare con la comunità dei credenti,
b) partecipare alla grazia del Cri.sto vivo e opc•
rante nelle anime,
c) fondersi con gli altri per realizzare il "cor unum
et anima una" delle prime assemblee cristiane,
d) inserirsi nella storia, nelle tradizioni. nel
costume di una immensa schiera di Cigli cli Dio,
e) ricevere in eredità un mcl'aviglioso patrimonio
cli dottrina affidatale da Cristo,
f) accettare una morale che lega e perfeziona tutte
le dimeru;ioni dell'uomo,
g) godere il ruolo di pTotago1ùsta nella drammatica
rappresentazione liturgica che, attraverso i testi
sacri, rievoca i m.is-teri cristiani.
[fil Dialogo di azione
- Natunlmente il dialogo non può limitarsi
ad una adesione teorica e formale accettandone e
condividendone i princìpi. Non si tratta di osser•
vare e approvare l'azione degli altri dicendo loro:
"Ma che bravi! siete davvero bTavi!".
- Il laico spinge il suo colloquio all'apostolato
attivo perchè sa che nell'ambito della Chiesa è
diventato " adulto". Oggetto del dialogo è sempre
il messaggio della salvezza. Che cosa può fare il laico
di fronte a questo messaggio? • Penetrarlo - Dif-
fonderlo Testimoniarlo.
- Chi fa il suo ingresso nel campo dell'apostolato
è convinto di essersi messo in condizione di donare,
con gioia spontanea, una collaborazione personale.
Il primo impegno che gli deriva dal messaggio di
salvezza è:
I. Penetrarlo. Dal Concilio Vaticano II è venu to
un poderoso stimolo ai problemi Cris tologici. Fio-
rfacono settimane cli studio, incontri cli cultura re-
ligiosa ad alto livello. L'editoria callolica - ed
anche quella non cattolica - offrono pubblicazioni
di notevole interesse. Vi sono molte riviste scientifi-
che, sociali, Leolof?che, ped agogiche, psicologiche.
I mezzi di comurucazfone ora si sono più aperti.
La televisione e la rlldio programmano trasmissioni
ricclie e suggestive. E tutto un lodevole intervento
per aiutare e favorire la penetrazione del messaggio
cristiano al fine di in.sel'ire: in un dialogo chiaro
illuminante ed efficace.
2. Diffonderlo. Con ogni mezzo. Con la parola,
gli scritti, la ,cri.ta. Nessuno ha tante occasioni
quanto il laico. I contatti che egli ha col mondo
sono assai più frequenti, piì:1 intimi, più pro1>izi
di quelli del sacerdote. Dialogare con il mondo del
lavoro, della cuh-w:a e dell'arte non è al tro che
incontrarsi con l'occasione di far conoscere la gran•
clczza di un amore che avvolge tutti gli uomini
senza cliscri minazione di razze, colori politici, icliomi,
costumi.
3. Testimoniarlo. Dove? Tra gli uonum. Nclla
vita professionale, sulle cattedre universitarie, sui
seggi del Parlamento, nelle assemblee popolari,
nelle manifestazioni pubbliche, nelle officine, nei
campi. È tutto un inYito a vivere -in ogni azione -
il messaggio della salvezza:
- con il fascino dell'esempio,
- con lo stimolo della parola,
- con, il fr,oco della carità.
Colloquio
- Una domanda te la elevi p ouc: che concetto
hai del dialogo come apostolato?
- Lo ritieni una complicazione inutile, ingom-
brante, scomoda?
- Lo pensi una indebit a ingerenza nel campo
S(Hlci6co del sacerdote, cni spetta, per missione
ricevuta dalla Chiesa, la conversione degli uomini?
- Povero te se ragioni così. Hai dimenticato che
il Concilio rivedendo la tua posi.-.ione, ha riscoperto
il tuo "sacerdozio" e la tua missione "profetica.".
- Eccoti le parole di un credente che siede Pre-
sidente, alla Camera dei Deputa1:i:
"L'invi lo al dialogo è un appello alla propria co•
scienza che implica un'alta considerazione della
coscienza altrui" (Bucciarelli Dacci).
- Ti è lecito commentarlo così:
a) vivere consapevolme11te nella Chiesa,
b) partecipare alla 11ita della Parrocchia,
e) prodigarsi a seminare Cristo nella società,
d) è un problema di coscienza.
- Al tempo di Don Bosco i laici non erano orga-
nizzati in veri e propri movimenti di Azione Cat-
tolica. Ma Egli organizzava i suoi Cooperatori e
insegnava ai giovani le "tecniche" dell'apostolalo per
mezzo di associazioni nelle quali fiorivano dei "pic-
coli" laici generosi, spontanei, scattanti. Il dialogo
con il " Padre buono" li aveva abilitali ad una azione
apostolica spicciola, miuula, preziosa, santificante.
- Basta che t u rir,0rdi San Domenico Savio, Mi-
chele Magone, Besucco Francesco e tanti altri.
Nel Centro la Conferenza mensile ha acquistato il tono del dialogo, o è ancora
un "monologo" del conferenziere} È questa una domanda che debbono porsi
i Consiglieri, per favorire quel metodo voluto dal Concilio e raccomandato
particolarmente quest'anno dalla campagna annuale
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Date e iniziative da ricordare
Le due Conferenze annuali. I Centri che non aves•
s_cro anco~.a s, olto ~(I prima Conferenza annuale, , ogliano
larla al p1u presto, mtauto programmino suhilo la seconda
(data? conferenzirrc?). Si mandi poi se1111m~ la relazione
all"Ufficio l azionale, tramite il Delt•gato ispelloriale, c
l'offerta direttame11Lc alrUfficio Centrah•, servendosi del-
l'apposito modnlo di c.c.p.- Si ricorda ancora cl.te il tema
da trattare è quello imlicalo per tutti i Conlri. Per la se-
ronda Conferenza di quest'anno il tema è: ll dialogo nel
sistema edttcativo di. Don Bosco, applicato ai nostri tempi.
Precetto pasquale. Un'attività alla quale oh'lli Coope·
ralore deve dare &%olutamenle il suo appoggio è quella
deUa buona riuscita del pree<>tto pasquale (parrocchie, azien-
de, posti di lavoro, conoscenti.•.) e delle prime Comunioni
e Cresime.
Trasmissione "Famiglia e vocazione sacerdotale".
La TV trasmetterà una puntata della 110111 rubrica "Vivere
i11siemc" sul tema •·Famiglia e voca::ionl' sacerdotale".
.And_rà in onda la settimana santa. ;,ul primo canale, alle
ore 21, e quasi cer lamentc il mercoleJì santo. Delegati r
Consiglieri per le , ocazioni approfittino cldJa bella circo•
stanza e propagandioo molto la trasmissione. Ai medesimi
incaricati delle Yocazioni si ricorcla che jJ 9 aprile (domenica
del buon Pastore) si terrà in tutto il mondo la Giornatcl di
preghiere per le voccizioni, vol uta da Paolo VI.
Dono dei Laboratori al Rettor M aggiore. I Centri
che hanno Laboratori souo invitati a partecipare al dono per
la festa del Rettor 'J\\fogsiore, inYiando il materiale all'Uf-
ficio Centrale (Via Maria Ausiliatrice, 32 - 'forino) entro
aprile possihilmcntr.
Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
È annunciata per il 7 maggio la "Prima Giornata mon-
diale delle eomurlicaiioni sociali". La Co11frrenza Episco-
pale I taliana darà indicazioni al 1¾,«uarclo.
Validità delle Indulgenze. Ci è giunla qualche do-
manda riguardante le Indulgenze concesse ai Cooperatori.
a seguito del noto documento pontificio circa la nuo,·a di-
st·iplina in m.ater.ia. Jllentre confermiamo che sono tuttora
, alide dette Indulgenze, informiamo che nel prossimo nu-
mero pubblicheremo un articolo clriarific:atore i11 p_roposit.o.
Convegno Nazionale peri Consiglieriispettoriali.
I Co11siglieri ispeltoriali vogliano preudcre nota ili quanto
segue: 1. Il Convegno.Nazionale a_ lo~o ri.ser, ato si terrà
dalla sera del 21 aprile al pomeriggio del 23 seguente,
nell'accogliente Casa "Divin Maestro" ad Ariccia, suJ
lago di .Alhano, a 20 km. da Roma. 2. È assolutamente
necessario prepararsi remotamente attraverso lo studio
e la lettura attenta delle pubblicazioni già indicate ai De-
legati ispeltoriali. 3. Diano la propria iscrizione al Con-
"egno al Delegato ispeuoriale entro mor::o e non oltre.
Lo stesso Rettor .Massiore, rev.mo don Luisi Ricceri, ha
gi.à assicurato la sua presenza.
In occasione della Pasqua il Consiglio non <limentichi
ili porgere gli auguri ai Superiori Ecclrsiastici (Vcscovo,
Ispettore e Ispetlrice, Direttori...) e alle altre organizzazioni
ili apostolato con cui si ÌJ in rapporti di lavoro. Soprattutto
si curi la visita ai Coopl'r<ùori ammalati, pcrchè la lor o
Pasqua sia più lieta e sentano la nostra spirituale vicinanza.
Pelle~rinaa~io Nazionale
A FATIMA
in occasione del 50° delle Apparizioni
(con visita ai principali Santuari ma-
riani e opere salesiane della Spagna, e
con transito a Lourdes).
1) GRUPPO ORGANIZZATO
DALL'UFFICIO NAZIONALE
Partenza da Genova: ore 7 dell'11 luglio.
Arrivo a Torino: ore 21 del 28 luglio.
Itinerario:
Costa Azzurra - (Monaco - Nizza) -
Marsiglia - Narbonne Barcellona (Vi-
sita alla città e al Tibidabo) - Santuario
di Montserrat - Manresa - Saragozza
(Santuario del Pilar) - Madrid - Toledo
(Visita all'Alcazar) - (Escurial e Valle
dei Caduti) - Lisbona - Cascais - Fatima
- Coirnbra - Salamanca - Burgos - Vi-
toria - San Sebastian - Lourdes -
Torino.
Viaggio:
su pullman da gran turismo con guida
e bar a bordo.
Passaporto:
individuale.
Iscrizioni:
presso il proprio Delegato lspettoriale,
fino a esaurimento dei posti disponibili.
Quota:
Viaggio, alloggio in buoni alberghi, vitto
(escluse bevande), dalla partenza del-
1'11 luglio alla sera del 28 luglio (cena
compresa), mance, visite guidate in città
e ai Musei, e busta del Pellegrino (esclu -
se le escursioni straordinarie): L. 108.000
NB. Per eventuale alloggio, a Genova
all'andata, e a Torino al ritorno, l'orga-
nizzazione del Pellegrinaggio potrà in-
teressarsene ma occorrerà versare una
quota suppletiva.
2) Per i gruppi organizzati dai De-
legati lspettoriali (che si dovranno
t rovare a Fatima per le funzioni ufficiali
dalla sera del 21 luglio al mattino del
23 seguente), ogni Ufficio lspettoriale
farà il proprio programma particolare.
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NOTIZIARIO
e alla redazione del periodico della
Parrocchia.
2. Catechismo - Si impegnano ad
insegnare il Catechismo ai bambini
dell'Oratorio.
Alla Consulta Gene rale
Il 9 febbraio scorso presso la « Do-
mus Mariae » in Roma, sotto la presi-
denza di S.E. mons. Franco Costa, si
è tenuta una riunione della Commis-
sione « Problemi della famiglia)) della
Consulta Generale dell'Apostolato del
Laici, alla quale furono presenti i no-
stri Dirigenti Nazionali.
Tema trattato: « Il divorzio in Italia,
In relazione agli ultimi fatti parlamen-
tari».
I rappresentanti delle varie opere
di apostolato presero l'impegno di far
studiare il problema dai propri asso-
ciati, di attuare iniziative in difesa del-
l'indissolubilità del matrimonio, e di
servirsi dei propri organi di stampa
per la diffusione dei principi cristiani.
Nell'occasione fu presentata la pub-
blicazione che l'ICAS ha edito di re-
cente: "Non separi /'uomo ciò che
Dio ha legato" (L. 800).
di qualificazione necessaria perchè si
distinguano dagli iscritti ad altre As-
sociazioni portando nel loro aposto-
lato "lo stile di un appartenente alla
famiglia di Don Bosco".
. Del resto sempre, ma in modo par-
ticolare oggi, dopo il rilancio dell'apo-
stolato dei Laici, fatto dal Concilio,
non si può fare a meno di questa for-
mazione che renda i "buoni cristianl
atti a conservare la fede tra il popolo''.
Per ottenere ciò, senza trascurare
il reclutamento tra gli anziani che
danno speranza di riuscita e cercando
di intensificare la disponibilità degli
iscritti, abbiamo pensato a quello che
Don Bosco fece ai suoi tempi ri-
guardo alla riforma della Società.
meglio rivolgersi alla gioventù che
è malleabile come l'argilla, e prepa-
rarla perchè sia immessa come lievito
tra il popolo e possa rinnovare le ge-
nerazioni future...".
Del resto Don Bosco stesso nel
Regolamento dei Cooperatori invita
3. Turismo - Dirigono e organiz-
zano tutta l'attività turistica della par-
rocchia che si articola in pellegrinaggi,
gite, escursioni al mare e sulla neve.
Negli incontri settimanali viene
spiegato il Regolamento dei Coope-
ratori e vengono trattati argomenti di
interesse vario.
Al termine dell'anno a coloro che
avranno dato prova di maturità, e di
convinzione nelle opere di apostolato
a cui vengono gradualmente awiati,
verrà dato il Diploma di Cooperatore.
In questo anno centenario della
nascita di San Francesco di
Sales raccomandiamo ai nostri
Delegati, Consiglieri, Zelatori il
seguente volume di meditazioni:
SAC. DOMENICO BERTETTO
SAN FRANCESCO DI SALES
meditazionitratte dalla .sua Opera
LIBRERIA DOTTRINA CRISTIANA
Giornate d i studio e Conferenze ad iscriversi coloro che hanno com-
suì Cooperatori
piuto sedici anni di età (perciò già da
TORINO- LEUMANN - L 1500
Per una più profonda conoscenza
della Terza Famiglia Salesiana, nel suo
spirito e nelle sue strutture, da parte
dei salesiani delle case di formazione,
i Delegati ispettoriali hanno program-
mato Giornate di studio e Conferenze
per i novizi, gli studenti di filosofia e
di teologia e i coadiutori del magi-
stero. Già si sono svolte a Foglizzo
(studentato filosofico), Bollengo (stu-
dentato teologico), Seiano di Vico
Equense (noviziato), Bagnolo (novi-
ziato), Colle Don Bosco e Rebau-
dengo (magistero per coadiutori),
Istituto Superiore di Pedagogia e
Scienze Sociali (Figlie di M. A.).
Il 20 marzo si terrà a Monteortone
una importante giornata di studio, da
tempo preparata dagli studenti di
Teologia in quella casa salesiana.
Prossimamente sarà la volta delle
case di formazione di C/son di Va/ma-
rino, Genzano, Messina e Lanuvio.
Il Pontificio Ateneo Salesiano ha
quell'età si può essere Cooperatori).
Per questi motivi nella nostra Par- Convegni
rocchia abbiamo cercato di "aggan- di Cooperatori insegnanti
ciare" un gruppo di giovani che hanno
già avuto un periodo di contatto con
i Salesiani (nella Scuola - nel Piccolo
Clero - nelle altre Associazioni) e li
abbiamo riuniti in gruppo chiamato dei
"Giovani Cooperatori". Hanno una sala
per le adunanze formative settimanali
e per i loro incontri. Abbiamo anche
favorito il nascere tra loro di iniziative
a sfondo apostolico. In particolare si
sono organizzati i seguenti gruppi:
Numerosi in questi mesi i Convegni
per Cooperatori insegnanti, i quali
hanno studiato il problema dell'orien-
tamento vocazionale. Siamo a tono-
scenza che si sono tenuti a Napoli
(15-1-67), Roma (18-12-66), Go-
rizia (28-2-67), Cuneo (2-3-67),
Torre Annunziata, Caserta e Salerno
rispettivamente Il 4, 5 e 6 marzo. Il
Promotore nazionale vocazioni, don
Giuseppe Clemente!, ha prestato ge-
1. Buona Stampa - Collaborano nerosamente la sua opera, parteci-
.......... ............ ........ alla diffusione della stampa cattolica pando di persona.
.....................~ _ , , ......,,....._,,.,.,.
,.,.~
..,,
...,............................,
L'Ufficio Nazionale, per aderìre alle richieste dei Centri, si è messo in grado di
fornire il cliché riproducente il distintivo dei Cooperatori, in diverse dimensioni
utile per carta intestata, programmi di celebrazioni, ecc.
'
effettuato un incontro di studio nella
domenica 5 marzo.
Cooperatori giovani:
un esperimento
Il Parroco della popolosa Parroc-
chia di S. Giovanni Bosco in Roma
(Cinecittà) don Luigi Pace, ci scrive
a proposito di un esperimento che sta
facendo per la formazione di giovani
Cooperatori:
« Il desiderio di vedere aumentare
il numero dei Cooperatori, special-
mente uomini, viene ostacolato dalla
difficoltà di dare ad essi quel minimo
• • N.1
N. 2
N. 3
N. 4
I Centri che lo desiderassero ne facciano richiesta al/ ufficio suindicato, indi-
cando il numero corrispondente al cliché desiderato.
(L Importo è identico per ogni tipo: L. 1400 ognuno).
2a

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Spedizione In abbonamento po•
staia Gruppi 20 2• quindicina
L'unica risposta a/l'ateismo delle masse
dev'essere una Chiesa fraterna
che annuncia al mondo la paternità di Dio.
Tutto il Vangelo procede
fino al Mistero pasquale
in una progressiva manifestazione
del Cristo come Figlio di Dio
che glorifica il Padre.
Cosi tutta la S toria Sacra del mondo
procede verso la manifestazione
dei figli di Dio riuniti nella Chiesa
per la gloria del Padre
,.->e..
0z
LOUIS LOCHET
FIGLI DI DIO
Traduzione di Frida Ballini
Pagine 359 - L 1900
Collana SAGGI
SOCIETA EDITRICE I NTERNAZIONAL E
Corso Regina Margherita 176 - Torino
(c.c.p. 2/171)
BOLLETTINO SALESIANO
I" SI pubbllca 1• del mese per I Cooperatori Salesiani
Il 16 del mese per I Dirigenti della Pia Unione
S 'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattori
a Amici delle Opere Don Bosco
Direzion e a amministrazione:
v ia Maria Auslllatrlce 32, Torino Telefono 48.29.24
D irettore respon sabil e Don Pi etro Zerbi no
Autorizza zione d e lTrib. di T o rino n. 403 del 18feb bralo1949
P er Invia.re offerte aervlral del c onto c orrente post ale
n. ~ 1355 intestato a:
Direzio n e Ge n e ra le O pere Don Boaco • Torino
Per c a mbio d'lnd lrluo Inv i•• a nche l'lndlrluo pre cedente
OflclH Grafiche &El • T or ino