Bollettino_Salesiano_196704


Bollettino_Salesiano_196704



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Noi non ci fermiamo mai;
vi è sempre cosa che inca.b:a cosa...
Dal momento che noi ai fermassimo,
la nostra Opera
comincerebbe a deperire
DON BOSCO
.
I
1BOLLETTINO
~-
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.
'•· I
SALESìANo·: 1
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.
Spedizione ,n abbonamento postale • Gruppo 2• - 2• quindicina
:
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.
ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI
A. XCI. N. 4 15 FEBBRAIO 1967. DIREZIONE GENERALE: TORINO 712. VIA MARIA AUSILIATRICE, 32. TELEF. 48.29.24
Parliamo del Delegato Cooperatori
Sì, rerchè ci sembra assolutamente necessario chia-
rire le idee a proposito del SaceTdote salesiano Dele-
gato dei Cooperatori {e analogamente del Decurione,
se si tratta di un membro del Clero diocesano), e
richiamare l'attenzione dei Cooperatori - e .mag-
giormente dei Consiglieri e Zelatori - sullo scopo
primo e insostituibile dell'essere membri della Terza
Famiglia Salesiana. L'importanza del ruolo del De-
legato infatli aumenta se si considera bene dove
dovrà puntaTe il Cooperatore nella sua vita spirituale
c apostolica.
IL fine dei Cooperatori - non sarà mai ricordato
abbastanza - è La propria perfezione cristiana, per
mezzo dell'apostolato, nello spirito salesiano. Il Re-
golrunento lo afferma: « I Terzi. ordini antichi temle-
vano alla perfezione cristiana nell'esercizio dello pietà;
i Coopera.tori in quello della carità ».
IL trag11a.r.do finale quindi, che non va perso ili
vista, è: santificarsi sanlifìcando, salvarsi. salva11do.
Quesla idea il Decreto sull'Apostolato dei laici la
espone chiaramente a proposito di tutti i battezzati.
A maggior :ragione vale per gli Associati di organiz-
7,azioni il cui scopo è proprio l'apostolato individuale
e di gruppo.
Ma vi è di più. Lo stesso Decreto raccomanda:
« Quei laici che, segriendo In propria particolare vo-
caz-ione, sono iscriui a qualche associazione o istituto
!Jpprovato dalla Chiesa, si sforzino di assimilare fe -
delmente la particolare impronta di spiritualità. e/re è
propria dei medesimi» (u. 4).
Ora nel duplice lavoro di tendere aUa propria san-
Lificazione al traverso l'apostolato e dell'assimila•
zione clell'ascetica i,alel'fana, è necessaria ima guida,
una mano fraterna e capace.
E appunto il Delegato, il Decurione - e, h1 un
certo senso e con determinati limiti, la Delegata -
sono li principal.m.onte per attendere al lavoro ili for-
mazione e di direzione spirituale dei Cooperatori at-
traverso il Ritiro mensile, le Conferenze ccc.
Il Manuale Dirigenti è cl1iaro a questo prop(!sito:
« Precipua mansione del Delego.io è la cura spiritunle
d"i Cooperatori » (pag. 57).
D'altrondeil Decreto Conciliare sull'Ap ostolato dei
Laici non è meno esplicito: «... (i Sacerdoti a ciò
scelti) consacrino se stessi ad alimentare la ·vita spiri-
tuale e il senso apostolico delle associazioni cattoliche
cid essi affidate » (n. 25).
Ora di quanto sopra esposto si possono Care su-
bito due applicazioni:
1. Il Delegato deve rendersi più disponibile per i suoi
Cooperatori, che hanno diritto a essere guidati e for-
mati a una vita spirituale soda e all'ascetica salesicina.
2. I Cooperatori a Toro volta IHm110 il dovere di J11-
cilitare quest.a disponibilità, assumendosi loro quella
parte tli lavoro organiz::mtivo e pratico che il Sacerclote
è spesso co.~tretto a fare per mancaTLZa di collaboratori;
e di appr<>_fittare dell'opera sacerdotale insostituibile
nell'uso dei mezzi sacramentali della Grazia, neces•
saria per la dire:done spirituale, utilissi.m.a per clii
vuole camminare verso la perfezione.
Siamo su questa linea?
Ecco un argomento che dovrebbe essere oggetto
di parlicolarc allenzi.one dei Consig"li, i quali fareb-
bero bene a dedicare una riunione a questo riesame
della situazione, per mettere - 1<e necessario - llll
po' di «ordino» nelle attribuzioni e nelle compe-
tenze, e ridare a llo spirituale il primato che gli
compete.
TI tempo di QuaretiÌOla è il più propizio per questo
urgente lavoro.
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ACQUA
VIVA
Organizziamoci!
La qualifica C.O.
Ut unum sint/...
« L'uomo e il mondo . ronll>mporaneo non possono
più concedersi il /u.sso della divisione dei cristiani, dei
calcoli tempor«li, del/(' riserne e delle confortevoli e i11-
termincibili 1liscu11sior11: accademiche. llarmo bisogno
di 1m11 risposta. E fo risposta è questa: ili m,mifPsta-
zione urgente di 1ut solo Cristo attraverso la sun 1111irn
Chiesa.
Per qrLesto le dtLe antiche Chiese cristiane, lei callo-
lica romana dell'Occidente e l'ortodossa dell'Oriente,
portano la maggi,or parte della responsabilità, e per
questo debbono. con le azioni. procedere iirditamente
avanti, verso l'unione.
Ci sentiamo pieni di gioia per U fatto che la nostw
pcirola non è un monologo, bensì un dialogo co1i il
nostro fratello venerato ed cimato, il Papa di Roma
Paolo VI, apostolo dell'w1iorte e del/n pnce ».
° - (Patriarca Ecu-menico Atenagoru 1 7-12-66)
Il dolore del Papa
« Non vogliamo wcere la triste impressione che
sempre Ci ha fatto lei bramosia di coloro che aspirano
a int.rodurre il divorzio 11ellll legislazio,ie e nel costtime
di Ncizioni, che lumno la fort1ma di esseme immuni,
quasi fosse disiloro non avere oggi tale istituzione, in-
dice di. perniciosa decadenza mural.e, e quasi che il di-
vorzio sia rimedio a quei malanni, che invece esso più
largamente estende ed aggr(l,va, favore11clo l'egoismo,
l'infedeltà, la discordia, dove dovrebbe regnare l'amore,
la pazienza, la concordia, e saçrificamlo con sp'i-et.ata
freddezza ~li interessi e i diritti dei figli, deboli vittime
di domestici disordirii. legalizzati.
Noi pe11sfomo dte sia w1 vant~io morale e socio/e
e sia un segno di. ci11ilt<ì supcnore per un Popolo
l'avere siildo, inlallo e sacro l'istituto familiare ».
PAOLO TI il 23-1-67 olla Sacra Rota)
I morto l'amore I
« Il susseguirsi con impressiona11te frequenza, di
omicidi, di atti terroristici, di violenze, di rapimenti,
di fu.rii, dì rapine fa pensare ad una vera industria
del delitto, fo quale, poichè agisce nell'ombro, può
giu.ngere alle più impensate manifcstm:ioni...
1 Vescovi sanno di p11rlare a dei cristiani, incorpo-
mti a Cristo con il santo Battesimo. Ad essi perciò
hanno il dovere di ricordare la legge dell'amore, che
llnima rutta la morale eva11gelicà. Edurare o rieducare
all'amore, ecco ciù che urge soprn1t11tto. C'è 1111 con-
lesto sociale che si fa sempre più largo, di diseducati
nell'amore. Di qui tutte le perversioni, tutte le mo-
~truosità. Le espressioni Sllranno molteplici .fino alle
piì, esaspero.te, ma il sott.ofondo è imo: è morto l'a-
more! ».
(Confereuza Episcopale It,uiana . 20-1-67)
Un professore di greco soleva ripetere che per as-
similare - ossia apprendere definitivamente - uri
vocabolo nuovo bisogna incontrarlo e tradurlo un
centinaio dl volte. Ecco perchè non ci ìlludiamo ili
essere stati defirùtivamenle compresi nello specifi-
care le quattro qualiJì.che da dichiarare sul modulo
d'iscrizione per ogni nuovo Cooperatore proposto.
P erdonate, cari Dirigenti: è so.lo la quinta volta e
non la centesima... Dunque: nella casella che reca in
testa la cl icitura « Qualifiche del soggetto » si scrive
solo nel caso che egli sia: a) Exallievo o Excillieva
(sigla EX); b) Genitore di Salesiani o di Figlie di
Maria Ausiliatrice (sigla GEN. SDB oppure GEN.
FJ\\IIA); e) Insegnante (sigla lNS.); Dfrigente di As-
sociazione (sigla DlR. A.).
Per tutte le altre quaWiche si lascia casella bianca.
Perciò niente più «casalinga» o «massaia» o (< im-
piegato», ere. La casella bianca indica che le altre
infinite professioni o s tati ciel soggetto hanuo un
comune denominatore, che è questo: « il soggeuo
proposto ha davvero spirito salesiano >>.
Oggi però sentiamo il dovere rli aggiungere una
q,1i11ta quali.fica ò.a dichiarare esplicitamente ed è la
e.o. )) qualifica ((
= Ca.tèchistCI di Ora.torio. Finora
tale qualHica era conglobata nella quarta di DIR. A.
(dirigente di Associazione). Ma è Lroppo importante
questa qualifica C.O. per doverla aggregare ad altre.
Si pensi eh.e i Cooperatori sono proprio nati nella
mente di Do11 Bosco in funzione di questa qualifica
di « Catechisti clell'Oratorio fest ivo». Storicamente
<lovrchhe anzi essere la prima e non la quinta qua-
lifica. I primissimi Cooperatori (laici cd ecclesiastici)
faceYano tutti il catechismo ai ragazzi raccolti da
Don Bosco nci prati di Valdocco. Lo stesso nome di
«Cooperatori» Don Bosco lo prese proprio dagli
Oratori Ambrosiani, dove ancòr oggi « i Cooperatori
dell'Oratorio» sono gli Assistenti e i Cawchisli dei
giovani oratoriani. Quindi la qualifica C.0. (Cate-
chisti o assistenti di Oratorio) è bene eh.e sia sempre
dichiarata nella casella solitamente hianca.
« e.O. » dovrebbe essere la qualifica più amhìta per
un vero Cooperatore, specie per un giovanotto dej
nostri Oratori. L'Oratorio infatti resta sempre la
prima e principale opera salesiana per la salYezza
della gioventù, e chi lavora in quest'opera come Sa-
lesiano o come Cooperator e, può a buon diritto con-
siderarsi in prima linea. Invitiamo i nostri Delegati
locali a fare un sopralluogo all'Oratt1ri.o (o Centro
Giovanile o Ca~a della G.iovcr1tì1) che sorge accanto
al loro centro. E che faranno la r c'lala più bella rli
autentici Cooperatori, quelli che potranno guaJifi.
care con la sigla e.O.
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IL 3° CONGRESSO MONDIALE
DELL'APOSTOLATO DEI LAICI
Prepariamoci fin d 'ora I
« Che il Sig110Tr. tWcni fi~li, henedica i vostri la-
' ori e faccio d1r portino qut>i frutti che la Chiesa
u buon dirill o ,-i attende ».
Cosi concludt•, a Paolo \\ 1 il suo saluto ai compo-
nenti il Consiglio Direttivo del Comilato Perma•
nenle dei CongreMÌ Internazionali per l'Apostolato
tiri Laici (COPECI \\L) il 19 no, cmbre u. s.
A cruali lavori ullmlcva il Santo Padre? Alla in-
tensa e ormai frbbrilc prepara:donc- al 3• Congresso
Mondiale dell'Apostolcito tlei T,<1iri, che si terrà a
Roma rlatrll al 18 ottobre di q11t•...1'anno, s ul tema
u Il po1lolo di Uio ueJ éu111111i110 tlell'uniflì ».
r Cooperatori Sale:>iani. membri tiella Consulta
Generale dl'lr \\po,tolato dei Lairi. 1-orlo ora invitati
a preparari:,i convcnicntementll allu grunde assib<'
dalla qualr i 11t1s1ri Pastori at1e11do110 un ve.ro ri-
sveglio di 1>emicro r di O])erc 1wl laicato c.:attolico, e
che costituirà una occasione <'CcczionaJt> per più at-
tuali orientamenti che non mancheranno cli rillettere
la Dottrina Conciliare sui laici.
Prep<ir<irsi, dum1uc. Ma come·?
1. La preghierti anzitutto, per il buon esito dt>I
Congrcsi;o mondiale, non dovrà rnanrore nella, itu
di pietà iaulh idualc, in quella tlci i.~oli Centri.
\\ questi proponiamo tlj organizzare un'ora di Aclo-
m::ione in ronwn<• o la celebrazioni! di una S. Afessa
comunitaria a quc~lo fine. po~bibiJmentc entro
maggio.
2. Una ri11nio111> mensile potrc:buo eccezionalmente:
essere dedicata nllo srndio di questo argomento.
3. L'lnchiestti lanriota ormai a tulli i Centri dovTÌi
csi:erc 1o slrumènto più Yalido a iil'1IBibilizzarc gli
i.l,critti al pro~~imo av,enimento, ma anche un mezzo
utile ad approfondire la ,,huazio,w po~t-concilinn·
italiana.
ISTITUITO Il "CONSILIUM DE LAICIS ''
È quanto era stato deciso dal Decreto sul-
rApostolato dei Laici: 1t Sia costituito presso la
Santa Sede uno speciale segretariato per il ser-
vizio e l'impulso delrApostolato del Laici... »
(n. 26). Paolo VI con motu proprio in data
6 gennaio 1967 ha eretto l'organismo suindicato
e ne ha nominato i componenti. In pari data è
venuta a cessare la vacatio leg1s del Decreto
sulfApostolato dei Laici ed ora i Vescovi e le
Conferenze Episcopali eseguiranno il Decreto
nelle loro diocesi e nazioni.
RITIRI MINIMI
Ci è pervenuto, per conoscenzu, uno schemo di
Programma per u11 Ritiro A1inimo di un1t giornata.
Yolentieri lo pubhlichiruno a mo' d, esempio, sicuri
che potrà el>Sere utile a quei centri che organizzeranno
Ritiri del genere.
t e,-idente che trnscorrere una giornata lontani dalle
comuni occupazioni. per attendere, nel raccoglimenro,
.il proprio spirito, è una vera necessità e un'autentica
gruzia. A p11rte poi il gronde vontnggio di conoscere
meglio i membri del proprio Centro e di studiare con
loro e col Del<'gato l'andamento gcnentle e le singole
ilttività.
SCHEMA DI PROGRAMMA PER UN RITIRO:
l->ul luogo è bene tro\\'arsÌ almeno alle ore 9.
Ore 9,15 - Ri1111io11< per inqundmrc la giornata (pre-
sentazione del Programma dello giornata e dello
scopo del Ritiro).
Uccita di Salmi o breve liturgia della Parola.
Ore 9,30 • Mrdita::io11e cli 30 minuti, preceduta dal
Vmi Creator.
Rijlemo11e ;,, tilen::sio (passeggiilndo in giardino o
altro, e).
T1m1po per confessioni e colloq11t.
Ore Il - Ri1111io11e - J,ett11ra perso11ale del Regolame11to
Cooperntori, per intero (ognuno porti la suu copia).
Ore 11,30 lstrn::;1011e su argomento ascetico.
Ore 12,15 - S • .\\lessa Com,mitar,a con S. Comunione.
Lettura delle preghiere per l'esercizio della B. :\\forte.
Ore 13 - Pran:::o.
Ricreazione.
Ore 15 - Riprtsn dei lavori.
Vfrirn di obblif!O al Banco Libri (per acquisti, unno-
tl\\7.ioni di titoli e di autori, preso dì contatto). li
Delegato spiq,thi e presenti i vari libri.
l11contro a carnttert praJico (Siruo.z1onc del Centro.•
R1.>sponsobilit1I dl'i singoli Consiglieri. - Apostolato
che si svoli:e nel Ct·ntro. - Come iml)O"t,1rc un piano
concreto dì Apo~tolato più efficiente. - Come dare
o ognuno onche un mcanco modcsm di lavoro.
Comunicazioni 1•t1ric).
Ore 16 Esame di coscienza (l.5 minuti).
Esorlazio11e eo11c/11sii•a del Predicutore 11 un impeg111.1
più profondo nell'Apostolato in seno al Centro.
Esposizione del SS.mo e Adornziooc personale
(15 minuti).
S. Benedi.:,iont o recita di Compì,ta.
Avvertenze:
I . La casa scelta sin mc::colta e possibilmente fuori dei
centri abitoti.
n. 2. bene che il Co11tig/iere per gli Jturci:::i faccia prima
una visita al luogo del Ritiro per ambientarsi.
3 I Confl'ssori sinno m numero sufficient,•.
.J. 11 Bwrco libri sia bene organizzato e abbia soprat-
tutto i hbn adatti per la formazione e medrtazione,
nonchè "arie bioi,:rulie di Don Dosco.
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Dialogo
tra
Per una animazione cristiana della societll seguiamo
lo spirito e il metodo del dialogo voluto dal Concilio
vertice e base
SPUNTI PER LA CONFERENZA MENSILE
I INTROD UZIONE
Il dinlogo ,/l'l·r affro11tnrr rùafrtrt i problnni ~ non Ma11rir1i 1ttlla p,abl,matirn
tiri/a diiu:uuio11e. Cl,i 11011 $fg11e qutsta trarrin i11sahbia il rofloquio, lo suuntn. lo r,111/e
inuri/,, so 11011 odJirit111ra danno:w.
<C ,.
1'1u1l0 Vl prospttta un dialogo di caritd, di $tt1Sibilild al 1•,ro, di 1enuina •piritunliul.
pro/Ilo a intn'l"riorsi alle voci del mondo o c11pace ,li « rond1•ri• i cnuolici veraml'llte
~
DIALOG O
INT E RN O
w
buo11i », ciM ril'Chi di drtù ,oprannaturoli, rorl6ci, capari r tl«i4i. lA tomrmità rri•
"iona è camunilà di frd• 11 di carità. SoprolWLto ntl/,, rclazio11i tra chi ,l in abo eco-
manda e rhi ~ ;,. bas10 e obbtdilee.
:e
A frustrare il dio/ago concorrono al vutiac fauJoritorismo rtlla blUe il audli1mo.
(J
2.
I NEMICI
li primo ha nulla a eh, fare con lo genuina outoritd; il aocondo è una drgrada::ioM
drll'obbedie11:11. TI vertice, in 1111io1'e di rori1à, dMJ'nsrr stm()tO in una benevola po•
U)
DEL DIALOGO
1isione di tucolto. Lo. bau. 11~/la coTl!opeuolt::;a d~i propri limiti. in 1111 vi1•0 1tnso
dtl ,oprann.oturolt.
COLLOQUI O
a Dirai che dip,cile fequ,librio. Cmo, ma ti dialogo ri obbliga o riscoprirt ogni giorno
Pumonluì dei nostri frnulli.
« Lo •piriio d'indiptndtrua di ribdlione 1roefurnro il dialogo..• in diuidio •·
Introduzione
« P er chi f.lrua la verità la cliscussioue è se)llprc
post:ibilc » (56). ;\\[a sappiamo anche che una ,·erità
che generi impegno. è scomoda. i prefeti~ce af-
Croutarc la problemaIica della veriti\\, cioè la tln,cus-
~iont', piuttosto che il proble,na della , erità, cioè la
~ua Roluzionc.
- Naturalmente, una discus~ionc che si insabbia:
a) dit-e111a fine a se stessa;
b) si esaurisce in ,ma diall'Lrica t·11ota;
e) scivola ncll'equivoco;
ti) si conlorce nel doppio gioco;
e) impedisce il dialogo;
f) non consente l'incontro sereno e aperto.
- Che dire poi qunudo i ùue interlocutori sono di-
..tanti: uno al vertice e l'allro allo base? Qui, per
vertice, non s'intende Dio, vertice sommo, col quale
il dialogo è sempre po~sihile essendo egli l'Esser!'
più disponibile. Per eertice s'intende la gerarchia r
per base i laici.
- Se questi sono i due termini ci si domanda
come debba porl!i il dialogo ndPa:mbito clf•lln Chiesa,
Lra coloro che starmo ir\\ alto e coloro che :,Or\\O iu
ba~so, fra il gregge e il pastore. il clero e il laicato.
[I) Dialogo interno
Paolo VT dc.sidererebbe che il dialogo av-. eni !>C:
a) « in pienezza di fede, di carità, di opere»;
b) « inten:.o e familiare»;
e) << scn<iihile a tutte le verità del nostro patri-
monio dottrinale»;
d) << si.r1c1•ro e commosso nclla un genuina spiri-
tualità »:
e) « pronto a raccogliere tutte le molteplici voci
del mondo contemporaneo »;
/) « capnce di rendere i cattolici veramente
buoni» (116).
- In ques te parole, più che il desiderio di colui che
occupa il sommo vertice gerarchico, i,i percepiscono
gli aneliti di un Padre che vorrebbe tutti i s uoi figli:
a) ricchi di virtù soprannaturali;
b) consci di possedere un villo patri1m111io di spi•
ritwilità;
e) capaci di, penetrare le angosce del mondo;
d) decisi a una bonw ecumenica.
- « Ma questo dci;ide:rio di improntare i rapporti
interiori della Chiesa ncllo 1;pirito proprio di un dia-
logo tra i membri di una comunità di cui la carità
è iJ principio costitutivo, non toglie l'esercizio della
virtù dell'obbedienza: s.ia nell'ord.inr conveniente tli
una ben compaginnta società. sin nella gerarchia
della Chiesa » (117).
- Dio ha l"oudato In salvezza dell'uomo nella fé:'clt,
e neUa carità, ma la fede e In cari1à trovano la loro
più nha espressione quando:
u) la fede è prestata all'ambasciatore di Dio;
b) la cariuì riscalda l'omaggio dell'obbedienza.
- Chi , olosse prc,,cindcn' da qut•~La duplfoe pri,-
"Lnzionc non vivrebbe più nella fodc, si collocherebbe
fuori della carità.
12

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In altri termini si anonllcrebbe il dialogo tra il
vcrlicr e la ba!je. L'orgoglio dello spirito, un mal con-
cepito soggettivismo, ,111 esasperalo individualismo
porterebbero la comunità crisLia11a - che è comu•
nilà di fede e di amore - alla defomùlà del sacri-
legio, rottura completa della comunione tra !'allo e
il basso. Da questo divorzio tra autorità e sudditi
rampollerebbero ribellioni ncfa:;te. Avremmo l'anar-
chia, l'eresia e l'apostasia.
[fil I nemici del dialogo
- TI collegamento tra i due estremi è rappresen•
talo da un filo sottilissimo sempre esposto alle in-
sidie di un duplice pericolo:
1. al vertice: l'autoritarìsmo, ben diverso dall'au•
torità rettamente esercitata;
2. alla base: il servilismo, che può benissimo es·
sere considerato la grottesca caricatura dell'obbe-
dienza.
- Affinchè il dialogo scorra proficuo e persuasivo,
è necessario che la verticale, cioè la linea che scende
dal vertice, e la orizzontale, cioè la linea che passa
all'orizzonte, s'incontrino, ma in un punto solo, for-
mando 11.na croce, quella croce sulla quale si è immo•
lato Colui che foce dell'obbedienza amore e del-
l'amore obbedienza.
- « L'autorità della Chiesa, istituita da Cristo:
a) è veicolo autorizzato della sua pa:rola;
/J) è trasposizione della sua pastorale carità »
(118).
- Da questa origino soprannaturale scendono due
importantissime considoraziorù. Poichè - secondo
la dottrina del Co11cilio - l'autorità è servizio, ne
deriva necessariamente che:
1. Il , ·ertice s ia se.mpre:
a) i,i posizione di ascolto;
b) in potenziale disponibilità;
e) in unione di carità;
d) in evangelica urniltà.
Sulla inscindib.iljtà di questi quattro clementi di
coesione poggia l'assurdità di un autoritarismo
tronfio di compiacimento e cli velleità infallibilistiche.
- L'aver insistito di più sul fatto che lo Spi•
rito Sanlo parla nei Superiori può aver fatto di-
menticare che lo stesso Spirito Sanlo - sia pure
in modo diverso - parla ai Superiori anche nei sud-
diti. È dovere di entrambi quindi riconoscere e ser-
vire con umiltà cli cuore questa divina ispirazione.
Questa è apptmto una delle « novità » messe in cir-
colazione del Concilio Valicano Il. L'autorità - col-
locala in questa prospettiva con.::iliarc - è confo·r-
t,ante soprattutto perch.è scongiura il dolciastro ma
disgustoso sapore del paternalismo, assurda remora
alla maturazione della base i:nvitata a collaborare.
2. La base.
Perchè all'incrocio delle dlle linee - verticale e
orizzontale - cbe rappresentano base e verlicA, vi
sia l'armonia della carità, l'elFctLiva e amorosa par•
tecipazione al compito collahoratiYo, occorre che il
laico po~i,icùa quattro specifiche qualificazioni:
a) mnturità umana, da non intendere in senso re•
~trittivo... anagrafì(·o. Non sono solo gli anni a pro•
durre la maturità;
b) obiettività digiudi~o: una dotazione di elemen-
tare buon senso può anche prescindere dalla cultura
intesa nel senso limitato di istruzione. Non è cultrira
solo il sa.pere, ma l'c,gire bene, l'intuire giu.sto, il sen-
ti-re retto;
c) competenza professionale: è l'elemento speci-
fico necessario perchè l'apporto della collaborazione
dei laici sia completo e proficuo;
d) consapevolezza dei propri limiti e vivo senso
del soprannaturale. Ogni membro cl.ella comunità
ecclesiale deve riconoscere le proprie deficienze, in-
tegrare la sua umanità con lo spirito di fede e una
completa disponibilità all'azione della grazia.
- Per concludere la metafora... geometrica del
vertice e della base si può dire che come l'area di
un rettaugolo si ottiene molLiplicando la base per
l'altezza, così l'area dei rapporti di collaborazione tra
la gerarchia e i laici si otterrà molliplicando gli sforzi
,Lella reciproca intesa nel rispetto dei valori personali.
Colloquio
- Ti sembrerà molto difficile mantenere l'equi-
librio sulla linea che congiunge vertice e base.
- Prova a meditare .queste parole: sono della
scrittrice ebrea Natalia Giuzbung: « I rapporti umani
si devono riscoprire e riinventarc ogni giorno. Ci dob-
biamo sempre ricordare che ogni specie d'incontro col
prossimo è un'azione umana. Può essere dnnque sem-
pre: bene o male, verità o memwgna, carità o peccat-0 ».
- A questa citazione letteraria fa seguito una
enunciazione di Paolo VI. La troverai molto solida:
« Lo spirito d'indipe11de11za, di critica, di ribellion,e male
si accorda con la carità animatrice delh, solidarietà, della
concordia, della pace nella Chie.sa, trasforma facilmente
il dialogo in discussio11e, in diverbio, in dissidio» (118).
- Sei un laico: il tuo inserimento nella vita or-
ganizzativa della Chiesa, comunità umano-divina, è
sereno e fecondo solo quando sa evitare gli scogli
indicati dalla Ecclesiam sir.am.
- Don Bosco, nella realizzazione della sua opera,
trovava spesso serie difficoltà e perentori ùivieti che
scendevano dal « vertice». La gerarchia non poteva
essere, neppure allora, sempre dotata di carismi pro-
fetici e poteva sbagliare anche nel giudicare un'opera
di Dio qual era quella del Fondatore dei Salesiani.
Ma egli, confidando nell'aiuto di Colei che l'assisteva
e la ispirava - Ma,ia Ausiliatrice-, trovava ilmodo
di riaprire il dialogo e ricongiungere, con eroica pa-
zienza, vertice e base con soddisfazione di entrambi.
Si dia alla Conferenza mensile un p1u accentuato tono di dialogo. riducendo
la durata della Conferenza e favorendo il libero scambio di idee tra i presenti
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Date e iniziative
da ricordare
Campagna annuale 1967 - Non si dimen-
tichi di c,nare la parte prntica, di avviare
inlzia1 ive concrete che insegnino lo spiriLo e
il metodo del dialogo. Siam'-l già a febbraio,
cioè quasi a metà tlell'anno sociale e qualrhe
Centro co1Te rischio di terminare l'anno
senza aver attua'L0 neppure un'iniziativa d~I
gcnetc.
Ritiri Spirituali - Esercizi Aperti - Corsi
di Cultura Religiosa... - Trovano ncTia
Quaresima il periodo più adauo. [ Consi-
glieri interessali (Formazione I' Cultm-a re-
ligiosa) non si lasrino sfuggire l'occa.~ione
per ben preparare e poi dare questi insosl i-
tuibili alimenti dello spirito ai Cooperai ori
del loro Centro.
L'Università Cattolica del Sacro Cuore
- Avrà la sua Giornata 1 azionale nella
Domenica l" di Passione (12 marzo). Invi-
tiamo i Coopera1ori ad aderire nelle mani-
festazioni di preghiera, di co11oscenza, di
obolo.
Inchiesta s ulla s ituazione post-conciliare
Jn /talla - Occorre sollecitare il lavol"O
di raccolta dei questionari, e rispettare
assolutamente le date indicate (entro il
20 febbraio al Delegato Ispettoriale, entro
il 24 all'Ufficio N azicmale). Ogni Centro
allegrn ai questionari un foglio ria~suntivo
dei pareri espressi, per facilitare poi il lavoro
d!'l riepilogo ispcttoriale e nazionale.
Pellegrinaggio Nazionale a Fatima
Siamo in grado di co=wùca:re la data defi-
nitiva: Partenza da Genova in pullman:
ore 17 dell'] 1 luglio. Ritorno a Genova:
ore 20 del 28 seguente. Fra giorni sarà di-
vulgato il programD1a dettagliato.
I Delegali Ispettoriali che volessero organiz-
zare un gruppo per loro conto, lo facciano
senz'altro, anche per agevolare i servizi lo-
gistici del gruppo organizzalo dall'Ufficio
azionale. Deu; gruppi « autonomi » do-
vranno però essere presenti alle man~festa-
zioni religiose organir.zate a l~atima.
Aggiornamento sche dario - Gli Uffici
frpettoriali e locali so110 invitati a proscgu ire,
con cura e sollecitu<line, nell'importantis-
simo lavoro di aggiornamento dei loro sche-
dari, fino a raggiungere un'identità completa
con lo schedario generale,
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PARTECIPIAMO
ALLA DIFFUSIONE
DELLA ETICHETTA
INTERNAZIONALE
Essa significa:
"In caso di incidente grave desidero l'assi-
stenza di un sacerdote cattolico ".
t anche un invito alla prudenza nell'uso del-
l'autoveicolo e una testimonianza di fede.
*Va applicata sull'auto e nei propri documenti.
*Ogni Centro farebbe bene ad avere un certo
deposito di etichette.
*Per acquisto (o per avere deposito) rivolgersi
alle Librerie Salesiane o scrivere a Azione SOS
Cooperatori Salesiani - Via Marsala, 42 - Roma,
(L. 100 per auto L. 50 per documento)
« Il vero scopo diretto dei Cooperatori
non è quello di coadiuvare i Salesiani,
ma di prestare aiuto alla Chiesa, ai Ve-
scovi, ai parroci sotto l'alta direzione dei
Sa lesiani nelle opere di benefice nza, come
catechismi, educazione dei fanciulli po-
veri e simili... L'unico che finora intese
la cosa nel giusto senso è il Vescovo
di Padova, il quale disse chiaramente che
non si deve aver gelosia dei Cooperatori
Salesiani, perchè sono cosa della Dio-
cesi, e che tutti i parroci dovrebbero con
i loro parrocchiani essere Cooperatori »
(DDN BOSCO. MBm, Biogr.. XVII, 25)
« Verrà un tempo in cui il nome di
Cooperatore vorrà dire "vero cristiano ...
L'Opera dei Cooperatori, l'opera del
Papa, è fatta per scuotere dal languore
nel quale giacciono tanti cristiani, e
diffondere l'energia della carità ».
(DON BOSCO, Mem. Biogr., XVIII, 161)

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NOTIZIARIO
Continuiamo nella pre,ienJe rubrica la segua/o;;;ionc di no-
tizie e atti11ilà t·arie. nella certezza di fare cosa gradlu, ntJn
solo o coloro che ne sono come i protagonisti. ma ancha a
coloro rl,c, les8mdo, potranno trarre lo spunto per ripeter,
n,I proprio Cnirro quanto nitrì ha gitl fcmo.
e L'iniziati\\'a Cineclub o Cinefamiglio è in pieno sviluppo o
Cnluniu, flmnn e Pnlcr111 0, nd opero dei ri$pettivi uffici
ispellorinli cooperatori, A P(llcrmo si è svolui con gronde
!!-UCCC8RO n.uc.he una Tresere filmica.
e All'Ufficio Nozionnlc pervengono, per vis-ione. numerosi e
ben prc.1,entnti « rnfondari dei C<x,perarori ». Sono s tati curati
ila vari Centri che hanno progromm,1to pu l'intero anno BO·
cisle le loro atlivitù.
e I Cooperatori sono presenti olla Comulta Na-donafo delle opere
di apostolMo d•i laici. L'ultima sessione i:ienerale fu tenuta a
Roma il 10 dicembre scorBO e druò l'intern giomatli. Anche
in diverse consulte diocc~ane sta avveuendo l'inserimento Jel
rappresentnnte dei Cooperatori. Ricordiamo, trn le nitre.
quello della diocesi di Sf'!Jlli (Roma) ove il Vescovo S. E.
Moru. Carli ha invitato onche i Cooperatori dell'attivo Centro
di ColJefea·ro.
e A Grosselo u11 folto gruppo di Exnllicvi sale!!iani, dopo seria
preparazione, ha ricevuto solennemente il diploma di Coo-
peratore, realizzando in tnl modo quello che è il desiderio e
l'o·rieHtnmento dei dirigenti In Confederazione Exallie,~, eh•
cioè i soci migliorino l:1 loro apparteneOY.a alla FamigLin Sa-
lesiona i~crivendosi tn i Cooperatori.
e Nei giorni 22-23 l(em1aio s:i è svolto a Aoma (Domr,s Paci,)
un convegno di Promotori salesin"i per le vaca;io,.i. Gli 1nte.r-
''CHuti hunno studiato, Lre l'altro, In rn:uùera di stringere
mnggiori rapporti con i Cooperatol'i, per una pastorale d'in-
sieme in <Jllesto loro urgente lavoro. li Delegato nazionale
Cooperotori ha assicurato l'appoggio dei vari Cent:ri., ed iu
parlicolnre dei Cooperatori insegnanti.
e Una ben riuscito Riunione di swdio e di preghiera in occa-
sione dcll'oua.v:rrio di preghiere per l'unione dei cri~tioni, si
è svolta a Roma ad iniziativa ddl'Ufficio ispettoriale Coope-
ratori, nell'ambito deJJu campagna annuale sul dialogo. Rap•
presentanti dci vari Centri della citt,, si sono dati conve,,vno
il 24 gennaio pl'esso la casa sulesio.ua del Sacro Cuore e bOllJlo
ascoltato In pnola dd delegato i•pettoriale don Stwvio
Tonniùi, del rev. canonico John Findlow, rappresentante
dell'arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede, e del
rev. Pastore Mario Sbuffi, President<J del Consiglio Federale
delle Chiese evangeliche d'Italia. L'incoutro, improntato ad
urto spirito di autentica éllrità e bontà, si è concluso con uno
commovente « celebrazione della parola ».
e Il "1voro progrrurunato per quest'anno del ringio~animrn<o
dei Centri $i stn a,·viando in diverse regioni. A lloma si è
anche costituita 11110 Consulto Giovanile. che riunisce perio-
dicamente rt1ppresentanti dei vari Centri della città. 11 15 gen-
naio scorso, ad ope.ra cli detta coiunÙla, si è svolto il primQ
Ritiro •piri111a/e per soli gwvnni dei diversi Ce.ntri o sezioni
giovanili. Presenti 81 giovani appartenenti ai Centri di
Rl)ma (Vin Appia, Testaccio, Borgo Don Bosco, Centro
F'itles, e c.,ntro l speuorinle) e di Castelgandolfo.
ln ano casa d; esercizi n Fr1\\Scuti , &i sono raccolti per
l'intera giornata, per studiare un programffill dj vite spiri-
tuale e apostolica, nel clima postconciliare, nello spirito
,Li Don Bosco.
A, Consiglieri pe, la formazione e la cultura reli-
giosa di propagandare le seguenti trasmissioni della
Rai•TV e della Radio Vaucana, valevoli per tutta la
Quaresima
Televisione
1."Tempo dello sp,rito". Rubrica settimanale d1
commento ai Vangeli, messa in onda nel pome-
riggio di ogni sabato, ore 19,40.
2. Rubriche religiose. Vanno in onda la dome-
nica mattina dopo la trasmissione della Messa delle
ore 11 . e sono dedicate ai problemi dell'impiego
del tempo libero da parte dei giovani.
3. Posta di P. Mariano Il martedl, ore 19,25
Radio Italiana
1. "Tre minuti per te'·. Rubrica quotidiana affi-
data a P. Virgilio Rotondi, in onda alle ore 9,15
sul Programma Nazionalè. Riferisce sugli avveni-
menti della vita cattolica in Italia e all'estero e sul-
l'attività pastorale del Papa.
3. "Il dialogo" " La chiesa nel mondo moderno".
Ogni martedl ore 18,05. La rubrica intende chiarire
I problemi scaturiti dalle recenti deliberazioni con•
ciliari.
Radio Vaticana
Ogni giorno: Radiogiornale, ore 14,30. Radio-
Quaresima - onde m. di m. 196 - ore 19,33;
ore 22,30 (replica).
Ogni venerdì: "// quarto d'ora del,a serenità"
ore 17 (per gli infermi).
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via Maria Ausiliatrice 32, Torino • Telefono 48.29.24
Direttore responsabile Don Pietro Zerbino
Autorizzazione del Trib. di Torino n. 403del 18febbralo 1949
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Direziona Gene-raia Opere Don Bos co • Torino
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