Bollettino_Salesiano_196702


Bollettino_Salesiano_196702



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Noi non ci fermiamo mai;
vi è sempre cosa che incalza cosa...
Dal momento che noi ci fermassimo,
la nostra Opera
comincerebbe a deperire
DON BOSCO
i BOLLETTl,NO
ISALE, SIA.NO!
ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI
Spedizione In abbonamento postale . Gruppo 2• 2• quindicina
A. XCI. N. 2 16 GENNAIO 1987. DI REZIONE GENERALE: TORINO 712. VIA MARIA AUSILIATRICE, S2, TELEF. 48.29.24
/dee chiare
Nell'incontro di studio dei Delegati ispettoriali
d'Italia svoltosi a Roma il 25 novembre scorso,
avemmo l'onore c il dono della presenza e delle
parole del Successore di Don Bosco, rev.mo don Luigi
Ricceri.
Come sempre, portò all'incontro la ricchezza della
sua particolal'e esperienza nel settore dei Coopera-
tori Salesiani. esperienza di un uomo che vede chiaro,
vede lontano, mette a fuoco le situaziom, affronta
i problemi e porta un contributo decisivo alla loro
risoluzione.
Sarà utile ai nostri dirigenti e collaboratori leggere
qualche sLraleio delle J)aIOle da lui pronunciate in
quell'occasione. Sono idee che dohl,iamo ·assimilare
e tradurre decisamente in pratica.
1. Cooperatori giovani
« Cooperatore non vuole dire gente vecchia. Coope•
ratore vuol dire gente attivo, genle dinamica, e la
dinamica è ùmanri tutto 1m'arte del giovane. Don Bosco
non ha mai pensato a faJr c1ei Cooperatori vecchi o degli
m1ziani o dei maturi. Questa è 1m'ideache bisogn<, avere
e propaga1ulare nel nostro mondo, nel nostro ambiente.
Ora io vorrei che 'voi usciste dal convegno con questa
idea da irradiare. Se non si vince questo ostncolo
psicologico di abito mentale, si batte a ,vuoto, si com-
batte con dei mulini che non potete mai raggiungere... » .
2. Da Collaboratori a Cooperatori
« Quanto ai nostri Oratori mi sembra che sia la
via giusta, indorinaw, quella cli far diventare (lo dico
in u11a forma un po'... plastica) fratelli nostri coloro
che s0110 stati figliuoli nostri, o comunqtte collabora-
tori. È qui il punto: valorizzare! Nell'oratorio, nelle
nostre attività queste brave perso11e, questi bravi
giovani fanno tutto queTlo che fa il Cooperatore. Ma
p erchè non diamo loro la gioia e il premio di sapere
che sono diventati nostri confratelli? ».
3. Individualismo: No!
« Io vedo p er la prima volta bellissimo questo
nella storia della Congregazione in Italia) seduti allo
stesso tavolo, con il desiderio di collaborare, i Dele-
gati narionali per la pastorale giovanile. per i Coope-
ratori, gli Exallievi, gli swdi, le vocazioni.
Ecco laparola che vi lascio: cari confratelli, dobbiamo
lavorare tulli insieme per combattere nn virus di ciii
la Chiesa, nei suoi uomini, tante volte è vittima, e di
cui siamo vittime anche noi: il virus dell'individuali-
smo, dell'ordine sparso, dell'vgnuno per proprio conto.
Abbiamo bisogno di avere delle forze convergenii, non
divergenti, e non vogliamo nepp11re delle forze parallele.
Vogliamo delle forze che co11jlrtiscano in modo che il
funiculus triplex di Don Bosco (vedi introdurione al
regolamento dei Cooperatori Salesia11i) sia ima realtà».
È facile vedere in questi concetti quanto di più
urgente si deve attuare nei nostri Centri. Meditiamo
le parole del R ettor Mag1,•iore, facciamone oggetto
di studio, di discussione e di approfondimento nelle
riunioni di consiglio e di Centro, e soprattutto tradu-
ciamole in consolante realtà. Alcuni Centri hanuo un
bisogno indilazionabile di "snellirsi", di svecchiarsi,
cli acquistare un touo di sana modenlità apostolica.
Altri debbono aprirsi alla collaborazione generosa
con altre organizza;,,ioni salesiane (specialmente
Exallicvi c associaziorù giovanili) e non salesiane;
tutti, crediamo, possono dalle parole del Superiore
lran:e sprone per un balzo in avanti, si da dare
alla Chiesa una fala~e di laici apostoli in senso
pieno, al passo con la Chiesa de] p ostconcilio, con
la spiritualità sempre attuale di Don Bosco.
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Organizziamoci!
Casella bianca
Credo in Oeum
Non vi siti fastidioso, uomim pensosi, 11011 vi sfo
vano, uomini cre<lenti, ritornare con energia spirituale
nl ricordo incancellabile ài Dio: di Dio mistero e
realtà vivente. di Dio luce e principio d'ogni ordine
e d'ogni sapienza, di Dio fonti' d'ogni esisten:a e ra-
gione profonda d'o~ni legge scie11t~fica e morale, di
Dio centro inalienabile d<'lla nostra. ·vita, di Dio bontà
inejf<ibile vegliante a colloqui.o col nostro umile di-
scorso nella quotidiana esperienza.
Noi ripeteremo ciò che altrn volta dicemmo: dob-
biamo stare in guardia dal pericolo dell'itlofotria
moderna. Oggi. l'uomo è tenttllo di adorare se stesso.
di fare di il termine snpremo non solo del pensiero
e della storia, ma della realtà, e di credere che egli p11ò
da sè, con le sole sue forze, veramente progredire e
salvarsi; tentato di cercare, in altri termini, la sola
sua gloria. 1101, la gloria di Dio.
Questo tr1J11tendo e fatale .~postamento dell'asse del
vivere umano sta avnnendo sotto i nostri occhi; da
teorica Lo negazione di Dio sta divent(mdo prntica:
da ristretta ad alcune menti speculative sta diventando
mito delle folle; all'ateismo rariorralista e scolastico
sta succedendo l'ateismo materialista e socinlv. Sta
affermandosi una mentalità falsamente nmanistù;a
imbevuta di radicale egoismo, perchè chiusa alla cono-
scenza e all'amore di Dio, e forHlamentalmente ùiquieui
e sovversi'Va, pcrchè chiusa alla luce e alla speranza
di Dio. (dal Badiomessaggio Na1.afuio di Paolo VI - 22-12-66)
Nel dialogo
non compromettiamo la Fede I
Ariclie riel nostro tempo la fe,le il bersaglio di ta111e
negazioni Non rii tutti è la fede» scrive S. Paolo)
ed è campo di tante controversie anche fra i credenti.
Forse sono giunti anche a voi echi di opinioni errate,
che osano sostenere interpretazioni. arbitrarie e offen-
sive di verità sacrosanta della jfule cattolica; si sono.
ad esempio. sentite voci - poche, per la verità, ma
spurse nel mondo - che tentano deformare dottrine
fondamentali, chiaramente professate dalla Chiesa di
Dio, - cin·ii, ad esempio, la risurreriorie di Cristo,
la realtà. della sua vera presem:a nella Eucaristia,
ed anche la 11erginità della Madonna e di co11seguenzo
il mistero augusto dell'lncania--ione ecc. - E ciò
che spaventa non è soltanto la gravità di queste
false afferma..-ioni, ma altresì l'audacia irriverente
e temernria, co11 cui sono pro11u11ciatc, lasciando i11-
tra11edere che si insi,mci q1ia e il crit(!rio di giudi-
care le verità della fede a piacimento, secondo la propria
capucità di intendere e il proprio gusto di interlo-
quire nel campo teologico e religioso.
(Paolo VI 1-12-66)
Quattro sono le qualifiche che in un candidato
Cooperatore vanno tenute in considerazione ed
espresse nell'atto di iscrizione: ExalHevo, Genitore
(o _parente) di Salesiani o di Figlie di Maria Ansi•
lialrice, Insegnante, Dirigente cli Associazione. I
nuovi moduli d'iscrizione. subito accanto alla colonna
della « da La di iscrizione» scelta e proposta da]
Delegato locale, hanno la casella delle « qualifiche
del soggetto ». Si tratta proprio e solo di queste
quattro qualifiche, lr quali perciò vanno espresse
per norma di chi deve convalidare la proposta
d'iscrizione (il Delegalo ispetloriale) e di chi deve
rilasciare il Diploma a nome del Hettor Maggiore
(Ufficio centrale).
Per tutte le altre determinazioni, come ad esempio
"casalinga", "operaio·', "studente", "professioni-
sta", "pensionato", ecc. non occorre punto far
cenno: si lascia... casella bianca.
La casella bianca non vuol dire però « assenza d.i
qualifica», ma significa solo « sottintesa la quali-
fica essenziale, comune, ossia cli base », che tutti i
candidati debbono possedere o almeno sforzarsi cH
possedere: quella dello spirito $alesiano. Essa è tlav-
vero la qualifica "radicale", in quanto sta alla radice
stessa di ogni proposta di iscrizione. Lo spirito di
Don Bosco infatti è la condizione indispensabile per
inserire un buon cristiano neJl•apostolato salesiano,
clichiarandolo « salesiano esterno » o « nostro con-
fratello nel mondo ».
Nell'ultimo Convegno dei Delegali Ispettoriali
d'Italia, svoltoirl a Roma il 25 novembre attorno al
Delegato Nazionale, una delle tre relazioni in pro-
gramma recava per titolo « Il Cooperatore qualifi-
calo».
Chi si attendeva una discrimina:rione fra Coopera-
tori dotati o meno dotati, fra giovani o non pit1
giovani, fra ultradinamici o tempisti, è rimasto
deluso, percbè il Delegato della Subalpina, don Boffa.
ha incentrato tutte le qualifiche dell'apostolo sale-
siano nella sola veramente essenziale: quella dello
stile salesiano. Solo chi è formato sullo stampo di
Don Bosco può agire, pregare, parlare, insegnare.
vivere da salesiano, in qltalunque campo (anche .non
giovanile) e in qualunque ambiente (anche in un
ospedale). Se un Cooperatore deve essere un « sa·
lesiano nel mondo» dobbiamo preoccuparci anzitutto
della sua formazione tipicamente salesiana, ossia
dol>biamo qualificarlo come salesiano. E in ogni
campo ci si q1.talifica con lo studio e con l'esercizio.
Chi non è Exallievo, o in contatto fanùliare con
noi, deve prima acquisire, almeno allraverso il
Bollettino Scilesiano, la conoscenza dello spirito
dell'opera a cuj vuole cooperare.
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Cooperatori giovanil
Su questo argomento trattato dal Delegato ispettoriale dell'ispettoria Adriatica, don Giuseppe Ferri, all'incontro tra
i Delegati ispettorialì d'Italia del 25 novembre scorso a Roma, numerosi furono gli interventi dei presenti.
Servirono a chiarire il problema, a incoraggiare, a sfatare "mni", e a far conoscere le prime positive esperienze. Ed
era giusto che fosse così. "Cooperatore" non è termine che stia a indicare un apostolato riservato agli adulti o addirit-
tura ai vecchi.
C'è però una realtà di cui dobbiamo prendere atto, ma da/fa quale dobbiamo assolutamente uscire fuori.
La realtà è questa: la maggioranza dei nostri iscritti è di età adulta o avanzata.
Urge quindi anche per il nostro movimento il problema del ricambio, delle nuove leve.
In altri termini è giunto il momento in cui dobbiamo assolutamente rivolgere la nostra attenzione e la nostra cura
ai giovani che desideriamo vengano a portare nuove energie ai nostri Centri.
I Delegatì ispettoriall si sono impegnati a sollevare il problema nella zona di loro competenza, ad aiutare i centri a
risolverlo, a far fare esperimenti e a creare sezioni o centri giovanili di Cooperatori, cosi come, del resto, in alcune regioni
d'Italia già da tempo si sta facendo.
Da queste colonne rivolgiamo un caldo appello ai Delegati locali, ai nostri benemeriti Decurioni e ai Consiglieri af-
finchè affianchino il lavoro del Delegato ispettoriale. Non sarebbe un vero controsenso in una organizzazione "salesiana"
qual è la nostra, che mancassero proprio i giovani? All'opera dunque, con coraggio, con fiducia, con tenacia.
Qui diamo alcu11e idee e suggerimeuti che potranno
servire ai Delegati nel lavoro di formazione dei giovani
all'Apostolato Salesianb t ra i Cooperatori.
È chiaro che il primo - ma non esclusivo - campo
dove cercare e reperire i giovani è proprio quello più
vicino a noi, q_1wllo degli Oratori e degli I stiluti.
Nelle masse giovanili ivi educate non mancano
giov1mi generosi i quali si sentono particolarmente
llttraui ad un opostolato nello spirito di .Dori Bosco.
I seguenti suggerimenti valgono specialmente per il
reperimento negli, ambienti solesiani.
1. Preparare i giovani
Negli Atti del Capitolo Generale XIX appare in
maniera evidente che la Pastorale Giovanile Salesiana,
per mezzo della Comunità Educativa, vuol dare alla
Chiesa giovani che abbiano « capacità e desiderio di
assumere un pos to efficiente nella società temporale e
nella Chiesa d.i oggi... siano memhra vive del Corpo di
Cristo... chiamati a partecipare alla funzione missio-
naria della Chiesa » (pag. 182). Vi si legge tra l'altro:
« Si preparino laici autenticamente cristiani per
i movimenti ufficiali d.i Azione Cattolica e di anima-
zione cristiana» (pag. 187). (L'organizzazione Coo-
peratori Salesiani è un movimento ufficialmente ri-
conosciuto e approvato dalla Chiesa come movimento
di apostolato dei laici).
« Il traguardo della nostra opera educativa deve
essere il cristiano apostolo. La nostra Con,,aregazione,
sin dai tempi di Don Botco, risponde a questo ideale
mcdia11te l'organizzazione della Pia Unione Coopera-
tori Salesiani » (pag. 158).
« Gli elementi più qualificati a diventare Coopera-
tori Salesiani sono i soci delle Compagnie e dei Circoli,
sia degli Istituti che degli Oratori, dchitamcute
•orientati e preparati» (pag. 159).
«Sicuri l'inserimento deiSocinelleorganizzazionidi
A. C. e nella P.U. deiCooperatori Salesiani» (pag. 201).
2. Le nostre preferenze
Ejfett1ia1a la prevista prcpara:ume dei giovani dei
nostri ambienti all'Apostolato, e passandc, alla fase
« inserimento in organizzazioni specifiche di apo-
stolato » la P. U. Cooperatori Salesiani dovrebbe
essere tenuta, nel rispetto della libertà del giovane,
in particolare evidenza, e godere di una speciale
preferenza da parte nostra.
E ciò per più motivi;
1. I più idonei ad essere Cooperatori sono proprio
coloro che già sono impregnati del nostro ~pirito.
2. L'ingresso tra i Cooperatori non esclutle la pre•
seuza attiva e simultanea in altre organizzazioni.
3. I giovaui più grandi, specie dei Circoli, giò
allenati nell'Apostolato•, troveranno una l ogica con-
tinuità al loro lavoro se diverranno Cooperatori.
3. Come effettuare l'inserimento
1. Facendo prima di tutto conoscere i Cooperatori
ai giovani (conferenze, lettura delle opere classiche
stilla P. U., contatti con centri giovanili già fon•
zionanti, partecipazione alle conferenze annuali...).
2. Istituendo - dopo seria preparazioni' degli
elementi più qualificati - sezioni o centri giovanili
d.i Cooperatori, cou vita a stante, che abbiano
LLn senso di sana modernità (ACG. pag. 159).
A. questo punto sarà necessario chiarire agli interes-
sati che non si vuole costituire un Circolo o Club a ca•
rallere o cu.lturale o ricreativo, ma che ci si deve met-
tere su.lJito su di un piano di intenso imp':{$,w religioso
e apostolico. Ciò farà che il sorgere d1 un Centro
Cooperatoci in seno ad esempio all'Oratorio, non
c:rei disagio per altri Circoli giovanili ivi già esistenti).
3. Per ora si potrebbero fare in ogni Ispeuoria
degli esperimenti concreti, ai quali poi potrà seguire
una normale istituzione di veri Centri giovanili.
4. È consigliabile comi11ciare con pochi elementi
scelti bene e possihilmcute non impegnati in altre
orgauizzazioni. Al nucleo iniziale sarà poi facile
agganciare altri giovani. Ma si diu subito loro da
fare, interessandoti direttamente alla ~celta delle
attività. I giovani sono fatti così: vogliono « ve-
derci chiaro » e realizzare subito.
5. Uno dei segreti perchè l'« operazione giovani»
riesca è che il Centro giovan ile (o la sezione del
Centro già esisteute) abbia w1 volto vivo, ogile,
sanamente moderno.
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Per una animazione cristiana della società seg uiamo
lo spirito e il m etodo del dialogo voluto dal Concilio
Pericoli del dialogo SPUNTI PER
LA CONFERENZA
MENSILE
E Nono~t11n1e le appar,m:c contrarie, il pa"anesimo che caratterizza il mondo di oggi
non è legato a motivi di crisi spirituale. dominato invece dalln suggestione dei heni
INTRODUZ IONE materiali. Come può essere ricuperabile una Società che lìa lasciato .,pegner• l'a11,ia
dei problemi dell'anima? In que.,ta situa~one che fa trepidare la CJ,iesa. l'avvio del
~
~
w
,.
I dialogo - come minimo - corre il pt1ricolo di arenur$L
Occorre approfondire e m-0demi;zare le ricerche con quella pa:;ienza cl,1t ci aiuta a
IL DIALOGO
scoprire anche le verità nascoste mlle opinioni altrui, ci obbliga alla lealtà del dialogo,
DELLA PAZIENZA ci di.pone a far accettare la lenta. assimilo.-.ione della verità, ci abilita al magistero.
:e
2.
DIALOGO
Bisogna operare bene la scelta degli strumenti pcrd1i il dialogo risulco sempre u.ri
e.,perimento incerto. OC(;orre non irrigidirsi 11ell'immobilismo, se~no di costituzionale
(J
MULTIFORME
incapacità al colloquio. Paolo VI invita ad immedesimarsi nello formo di vita alt.rui,
a farsi fratelli e amici di coloro cl,e •i vogliono accostare alla fome della v•rità.
Cl)
Non 6"ere pigro e vile di fronle al pericolo cl,e presenta il dialogo. Apprqfondisci la
tua Ì8tru...-ione religiosa, crea la pre.,enza, offei la. tu.a tcstimonian;:a e riconosci one-,ta·
COLLOQUIO
menle la rettitudine del tuo pro•simo. Don Bosco t'ins•gna la 1..:nica dell'amicizia.
Abbi coscienw dd sacerdozio comune c/10 è la consacra:ione dei lai,:i. Percepi,ci il
ministero profetico dell<a tua fedel1d cristiana.
Introduzione
Una domanda angosciosa: è rusponibile oggi il mon•
do ad un dialogo che proponga valori estraterrcstri?
- L'impressionante fenomeno della società at-
tuale - secondo una drammatica analisi del Presi-
dente della CEI all'inizio del 1966 - è il distacco
dalla vita cristiana:
- rum per motivi di crisi spirituale
- ma per suggestione dei beni materiali.
- Si è standardizzato wi. modo di vivere affan-
noso, irrequieto che alterna convnlilivamente c a
ritmo costante e monotono, lavoro e svago, occupa-
zione c tempo libero con margini sempre più larghi
a evasioni ru fine settimana. La vita sembra una
vacanza in continuazione.
- La situazione è questa:
a) Non c'è più, posto per Dio;
b) Non si trova più il lempo per l'anima;
c) Si è sempre meno disponibili alla parola di Dio;
d) Si omette la santifu;amme della festa.
- Come può essere ancora ricuperabile al dialogo
w1 mondo così atrofizzato? Ecco il grande interro-
gativo della società contemporanea.
[I] // dialogo della pazienza
- Affinchè il dialogo si attui e diventi efficace
deve percorrere:
a) sentieri nOll comuni;
b) approfondire e modernizzare le sue ricerche;
c) rinnovare il suo ling1taggio.
Sarebbe come dire: ogni via è buona, ogni ricerca
utile, ogni tentativo dev'essere affrontato.
- Per corre:re questo triplice ca1umino è indispen•
sahile una virtù. molto rara: la pazienza. Essa infatt.i:
1. « Ci farà scoprire elementi di verità anche nelle
opinioni altmi ». Oggi il cattolico, nella vita profcs-
siouale, è sempre a contatto con i non cattolici o
tali solo di nome. l'fon bisogna mai dimenticare che
verità ed errore uon vivono sempre in un divorzio
assoluto e continuo. Talvolta si confondono in un
ibridismo che sconcerta ma genera la passione della
ricerca. Un dialogo cosciente, prudente e paziente
deve dedicarsi alla scoperta di quei frammenti ru
verità che il buon Dio sparge un poco dappertutto.
Anche nella mente cli coloro che noi ci ostiniamo
a ritenere perduti c irricuperahili. Il Concilio Va-
ticano II ha inferto un colpo mortale a quel mani-
cheismo cattolico che pretendeva la separazione
netta tra errore e verità. Da una parte tutto il bene
e iJ vero, dall'altra tnl1:o il male e la menzogna.
- Un dialogo avveduto <leve cercare e scoprire
il bene e il vero deve ci sorro:
a) essere allenato a riconoscerlo;
b) pronto ad accoglierlo;
e) disposto ad ammirarlo.
La pazienza poi:
2. « ... ci obbligherà ad esprimere con grande lealtà
il noslro insegnamento ». È bene riconoscere che:
a) l'irifai,iazione superfi.ciale,
b) il trionfalismo croni,co
conosceva.no soltanto il linguaggio dell'apologia. Si
esigeva il colloquio rua non a parità ru condizioni.
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La lealtà cui accenna Paolo Vl, in fondo, non è che
la cosciente umiltà di colui il quale, allraverso il dia-
logo, sa di essere ·1111 semplice strumento della verità
da comunicare e cerca di proporla senza sicumera.
3. « Ci sarlÌ il merito per la fMica di averlo esposto
nlla altrui obiezione e all'àltn,i lenta assimilaz:ione ».
P er molli~ ancora oggi, come ai tempi di Gesù,
il messaggio della salvezza ò"scandalo" e "stoltezza",
oggetto di una colluvie di obiezioni ritrite, di pre-
giudizi scontati. La realtà è che bisogna sapere
ascoltare con umi] e pazienza, risponcle:re con
calma e chiarezza affinchè, a poco a poco, si apra
la via ad una laborfosa e « lenta assimilazione ».
4. « Ci farà sapienti, ci farà maestri ». Il magistero
della verità conosce una sola pedagogia, quella del
buon senso e della carità. Si ricordi il comportamento
c.1i mons. Angelo Giuseppe Honcalli nel Medio Oriente.
Non è saggio solo colui che possiede la verità ma
colui che la comunica, la adatta ai dissidenti, la cala
nel fondo delle loro anime dove diventerà lievito
che farà fermentare la massa della -vita. Fu questa la
tattica del Roncalli in Bulgaria, Turchia e Grecia.
I]] Dialogo multiforme
Il colloquio con il mondo ha le sue pause -vuote,
le sue incertezze, i suoi pericoli. La salvezza è per
tutti gli uomini, ma non arriva a tutti allo stesso
modo e per la medesima strada. Le vie del Signore
sono molteplici, perciò il dialogo da intraprendere
con « gli altri » si presenta con varie alternative.
Bisogna usare prudenza e attenzione nella scelta
degli strumenti, poichè il dialogo:
1. {< • •• obbedisce a esigenze sperimentali». .Al cuore
dell'uomo si può giungere per La11Li cunicoli. Occorre
wrn decisa volontà, una sanla o&.Linazione per espe-
rimentarli tutti finchè s'inforca quello giusto. E la
Lccnica degli speleologi, che esplorano ogni anfratto,
ogni forra con tatto sagace e speranza fi.nchè, inaspet-
tatamente, ecco una breccia della gi;:azia concessa come
premio alla perseveranza umana. E il primo successo.
2. « Non si lega a vari apriorismi ». I pregiudizi,
nella tecnica del dialogo, rappresentano la nebbia
fitta di una strada sconosciut a. Sono generati da
sfiducia, da settarismi biasimevoli, da opposizioni
irrazionali preconcette, inutili, eversive, nemiche di
ogni possibilità d'intesa. Pregi.udizio, infatti, è giu-
dicare prima di conoscere.
3. « Non si fissa in espressioni immobili ». L'im-
mobilistno e l'integrismo vivacchiano solo dove c'è
w1 inconfessato interesse a non muovere le acque.
La verità destinata ad alimentare il colloquio è
dinamica, si espone al rischio pur di t occare e muo-
vorc il cuore degli uomini. È questa la sna forza.
Un dialogo che si rincantuccia nell'austerità del
dogma scoraggia e inasprisco l'interlocutore. Il
dogma non può essere un involucro opaco che na-
sconde la verità, ma un vaso di cristallo traspa,-
rente che la mostra in tutto il suo splendore. E
vero: l'enciclica si preoccupa del reale pericolo di un
relativismo che può incrinare dottrina II morale;
però P aolo V1 invita pure a:
a) immedesimarsi nelle forme di vita di coloro
cui si vuol porlare il me.ssaggio di Cristo:
b) asroltare prima di parlare;
e) farsi fratl'lli degli uomini per diventare loro
guide;
d) mettere il dialogo su.l piano dell'amici.ria sin-
cera e del servizio disinteressato.
Colloquio
- Ti domanderai quale vantaggio trova il tuo
spirito nel pericoloso sforzo di comunicare con chi
n.on ha la stessa fede.
- Non è esporsi inutilmente al pericolo del nau-
fragio? ne vale la pena?
- Attento bene innanzi tutto che questo tuo in-
terrogativo non rampolli dal desiderio di quietare
la tua coscienza che forse è iugolfala nella pigrizia
o irretita dall'ignavia.
- Il dialogo ti può fornire, pur tra difficoltà e
pericoli, l'occasione di:
1. approfon.àire i problemi della religione, che na-
scoudono spesso zone di ignoranza colpevole e banchi
di nebbia impenetrabili:
2. stimolare il tuo spirito a una testiruo,ùanza do-
verosa e a una presenza sofferta e consapevo~e;
3. scoprire negli "altri" un.a insospeuata generosità,
una autentica onestà professionale e,soprattutto, una
decisa convinzione messa al servizio delle proprie idee.
- Non hai ripetuto anche tu, qualche volta, che
dovremmo essere convinti delle nostre idee come i
comunisti sono convinti delle loro?
Don Bosco, intransigente sui principi dottrinali
e morali, ti lascia vivi esempi di carità verso gli
ebrei e i protestan:Li. Il suo dialogo era sempre im-
prontato alla fermezza ma raddolcito dall'amicizia.
Aveva molta pazienza.
- Il Concilio invita i laici (con un documento
che devi studiare: « La costituzione dogmatica sulla
Chieso ») a partecipa:re alla sua missione con l'eser•
cizio dei tre uffici: sacerdotale, profetico e regale,
rievocati in un appassionato studio dei tesi i della
Rivelazione.
- Come vivi il tuo "sacerdozio"?
- Come eserciti il "ministero profetico" del dia-
logo con il mondo?
- Come senti la tua "dignità regale" di figlio
tli Dio?
- Sono tre domande alle quali devi dare una
risposta con la tua vita.
Si dia alla Conferenza mensile un p,u accentuato tono di dialogo, riducendo
la durata della Conferenza e favorendo il libero scambio di idee tra i presenti

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Date e iniziative
Feste Salesiane: 29 gennaio: S. Francesco di
Sales (il nostro Scmto Titolare): 31 gennaio: S. Gio-
vanni Bosco (il nost.ro Fondatore).
li Consiglio prepari gli iscritti ti celebrare deg11ame11te
qiieste ricorre11zP.
Giornata del suffragio. È bene farla il 30 gen-
naio, se è possibile. Si ricordino i Cooperatori del
Centro deceduti durante l'anno e si invitino i soci
a offrire la S. Comunfone e fo recita del S. Rosario.
Prima Conferenza annuale.· è preferibile svol-
gerla nel periodo di fine gennaio. Si stia a quanto dice
il Manuale Dirigenti. Tema: Don Bosco esempio e
maestro del Dialogo (aspetlo storico). Lo schema
è stato inviato a parte. Si mandi la relazione della
conferenza all'Ufficio Nazionale (Roma, Viale dei
Salesiani, 9) e l'offèrta a Torino, servendosi dell'<rp-
posito moditlo di c. c. p.
Giornata Missionaria Salesiana. Per molti
Centri forse il mese di febbraio è il più indicato per
questa giomata. Il Consiglio la programmi per tempo.
Date e località per i corsi di Esercizi. Si
pregano i Delegati ispettoriali di inviare al più presto
gli elenchi che dovranno essere pubblicati sul B. S.
Non si dimentichino i corsi per i Sacerdoti del Clero
Diocesano (Cooperatori, Exallievi e Amici) e dove ~
possibile quelli per genitori dei salesiani e per coniugi.
Inchiesta in preparazione al Congresso mondiale
dell'Apostolato dei laici. Sarà mandato quanto prima
il relativo questionario. È desiderio dei Superiori che
i nostri associati partecipino rrnmerosi a questa in-
chiesta (saran110 date norme a pari.e).
T 11 i lodiamo, o Signort,". È il titolo del libretlo
provvisorio delle pratiche di pietà che i Delegati ispctto-
riali hanno chiestoper i. Centri. È 1ttilissimo per il ritiro
mensile, esercizi spirituali,pellegrinaggi ecc. (Per ordi-
nazioni rivolgersi all'Ufficio Nazionale CooperatoJ'.i).
SUGGERIAMO
al Consigliere della istruzione religiosa (e ai Coope-
ratori di almeno media cultura) l'iscrizione ai corsi di:
TEOLOGI A PER CORRISPONDENZA
che l'Istituto di Cristologia della Pro Civitate Chri-
:.-riana di Assisi ha programmato per il 1966-1967
Bibbia
"La strada al Messia'" di Andrea Carraro
D o m ma t ic a
"L'annuncio della salvezza"' di Luigi Bovo
Liturgia
"Pasqua e comuniW' di Secondo Mazzarello
M o ra l e
"SI alla vita" di Pietro Castelli
Iscrizione a un corso L 2000; a due L. 4000; a
tre L. 5000; a quattro L. 6500; a cinque L. 8000.
Condizioni speciali per gruppi.
Per informazioni e iscrizioni:
Istituto di Cristologia, casella postale 46 - Assisi
BIOGRAFIE DI DON BOSCO
Il Cooperatore desideroso di formarsi salesianamente
andrà alla scuola di Don Bosco. La lettura di una bio-
grafia del Santo è il minimo a cui deve attendere. Ma
occorre penetrare di più e meglio in questo autentico
"Gigante della Caòtà" per attingere a larghe dosi dal
suo esempio e dai suoi insegmunenti.
Pensiamo fare cosa utile informando i Centri sulle
principali pubblicazioni attuHlmente in commercio, ri-
guardanti la vita del nostro Fondatore, il suo spirito,
la sua multiforme opera.
lliportiamo qui un elenco di cui ci si potrà servire
per arricchire la Biblioteca del Centro o per una diffu-
sione di copie specialmente in occasione del prossimo
31 gsmuiio.
EDIZIONI S .EJ. (Corso Regina Margheòta, 176,
Torino)
LEMOYNE G. B. Vita di San Giovanni Bosco, 2 vo.
lumi, L. 4000.
SALOTTI CARLO Il Santo Giovanni Bosco, L. 3500
FAVJNJ GUIDO San Giovanni Bosco, 1~. 1150
FANCLULU ClUSEPPE San Giovanni Bosco, L. 1450
MATT (voN) L.-BOSCO H. Don Bosco, L. 5000
CASSA'-10 GIOVANNI Dai fatti più belli della vita di
San Giovanni Bosco, L. 450
PELl.ISSIER MARCELLE La magnifica avventura, L. 950
FANClULLI GTUSEPPE San Giovanni Bosco. Il Santo
dei ragazzi presentato ai ragazzi. Nuova edizione a
cura di M. Pucci, con illustrazioni a colori. Pa-
gine 176, legato tela, L . 300:>
EDIZIONI L.D.C. (Torino-Leumann)
aosco HENl;ll San Giovanni Bosco, L. n.oo
BARGELLINI P. • Il Santo del lavoro, L. 2.00
EDIZIONI CANTJJ.GALLl (Siena)
PILLA EUCBNIO I sogni di Don Bosco. Pagine 565,
L. r8oo
EDIZIONI M rz (Piazza Maria Ausiliatrice 9 - Torino)
Don Bosco (1965), L. 300
Una buona notizia
Da tempo attendevamo una nuova edizione delle
principali opere del nostro Santo titolare San Fran-
cesco di Sales ad un prezzo accessìbils ad un largo
pubHico. Ora la Società Editrice Internazionale ha
accolto il nostro voto e tutti i Cooperatori hanno la
po~sibilità di acquistare le pubblicazioni che qui elen-
chiamo. Esse sono adatte per meditazione e letture
spirituali.
La Filotea ossia b1trodw,,io11e alla vita devota. Nuova
traduzione italiana del sac. E. Ceòa. Pagine xx:rv-537,
L. 600. Edizione luglio 1966
Nel.la tua realtà e nel tuo xnomento. LettPre a molti.
A cura di M. Barbano. Pagine 52.5, L. 600. Edizione
luglio 1966
Il Teotimo ossia Trattato dell'amor di Dio. Traduzione
di E. Ceria.
Voi. 1°: Lii,ri I-VI. Pagine xxxn-6o7, L. 600. Edizione
settembre J 966
Voi. 2°: Libri VII-XII. Pagine 587, L. 600. Edizione
luglio 1966
TISSOT GIUSEPPE L'arte di trar profitto dalle proprie
colpe. Secondo San Francesco di Saltis. Pag. xxm-2.+o.
L. 350. Edizione luglio 1966
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Prepariamo
I
giovani
al
loro
domani
La famiglia di domani dipende dai giovani di oggi. Prepararli al matrimonio dovrebbe essere un'attività
"privilegiata" dei Cooperatori. - Abbiamo rivolto alcune domande alla signora Paola Spada, Consigliera
lspettoriale dei Cooperatori, che cura il settore "gioventù", organizzando veri corsi per fidanzati
1. Da quanti anni il v ostTo VIJtcio Jspetto1·iate
m•ganizza it co·•·so per fidanzati?
L'anno 1967 sarà il quarto anno in cni nella nostra
città viene organizzato e svo]Lo il corso per fidan·
zati in preparazione al matrimonio. a cura dell'Uf-
fìoio Ispcltoriale Coope·ratori. Fu un'iniziativa presa
rlurante la Campag11a "Famiglia Cristiana Educa-
trice". Andò bene la prima volta e l'abbfamo sempre
continuata.
2. il clii i•ivolgete il vostro invito e quante
coppie adm•iscono?
L'invito viene rivolto a tutti i fidanzati indistinta-
mente, 110n solo ai Cooperatori. Riguardo al numero
possiamo dire con soddisfazione di aver costatato
un progressivo aumento: al corso dell'anno 1966
sono intervenute in media 160 persone.
3, Quali a,•go-rrtenti vengono b·attati?
Gli argomenti trattati sono i seguenti: psicologia,
morale, medicina, spiritualità, pedagogia ed espe-
rienza di vita in due. Naturalmente vengono trattati
in riferimento al periodo del fidanzamento e al ma-
trimonio. Abbiamo scelto il sahato perchè ci è
sembrato il giorno pjù adatto. Il corso si conclude
con un vero ritiro cli mezza giornata.
4. Quali flni vi 7n·oponete di Taggiungere?
Desidero anzitutto prccisar:c che vedo questa at-
tività Ìn perfetta Jinca con quanto prescrive il nostro
regolamento a proposito della cura della ~ioventù.
Noi Cooperatori ùobbiamo considerare "pencolante"
oggi la gioventù che si prepara a mettere su fa1niglia.
Tutti conosciamo l'attuale situazione della famiglia:
situazione causata, nella gran maggioranza dei casi,
dalla immaturità della coppia, dalla ignoranza asso•
luta delle responsabilità che il matrimonio comporta,
dalla mancanza di conoscenza reciproca, o dalla
illusione che dopo... tutto sarà più facile.
Organizzando un cor so per fidanzati non preten-
diamo di risolvere tutti i problelllÌ presenti e futuri
della giovane coppia, ma vogliamo aiutare i giovani
a r:ivedere ognuno la propria situazione alla luce
degli argomenti trattati da persone qualificate.
Ci proponiamo soprattutto di attirare la loro
attenzione sulle responsabilità che essi si assumono
daJ momento i11 cui diran:no "Sì": responsabilità
di fronte a Dio.
È per questa ragione che rencliamo obbligatoria
la presenza di ambedue i fidanzati: essi infatti deb-
bono avere la possibilità, in un secondo tempo, di
aiscutere, commentare e approfondire insieme, ron
particolare riguardo alla propria personale si1 uazione.
ciò che è s tato loro detto sotto forma di idee e di
princìpi, necessariamente sempre un po' generali e
teorici.
5. Come corrispondono i fidanzati?
Posso dire che i fidanzati hanno sempre dimostrato
un profondo interesse e molti di loro ne hanno dato
prova discutendo con i conferenzieri e sollecitando
anche incontri iJ1dividuali. Le aspettative sono state
sempre superate.
6. Ritieue che il m .oltiplica,•si di questi co1·si
sia un bene?
Il moltiplicarsi di questi corsi non può essere
che un bene, a patto che siano bene organizzati
e che siano tenuti da persone preparate e qualifi-
cate. Ci auguriamo che in tutti i Centri, di città o
paese, dove ancora non si svolge un corso per fi.
danzati, si prenda questa iniziativa; e noi siamo
pronti a mettere a disposizione di chi lo domanderà
il materiale dei corsi precedenti, la nostra esperienza
e il nostro aiuto.
e In occasione del 1• cinquantenario
delle apparizioni della Madonna a Fatima
(1917- 1967) si effettuerà un pellegri-
naggio nazionale a quel celebre San-
tuario nella prossima estate. Sarà inviato
a tempo opportuno relativo programma
7. Quali consigli dm·ebbe a chi pm· la p1•ima
volta si <&ccinge ad, m·gan.iz;m,•e tm co,·so <lei
r1ene1·e?
Iniziare con un b .reve ciclo di confereuze da tenersi
in ambiente accogliente. scegliendo le giornale nelle
quali si prevede una maggiore partecipazione.
Chiedere la collaborazione di conferenzieri non solo
qualificati, ma anche convinti dell'utilità e positi-
vità del corso. invitandoli eventualmente da altri
cen'lri. llivolgere l'invito a tutte le giovani coppie,
sia a voce che con inviti personali scritti, con ma-
nifesti affissi 11clle st-rade, con diffusione di volantini.
I Cooperatori del Cr..:ntro debbono essere ovviamente
i più iutcressati a collaborare. Richiedere la presenza
dei due fidanzati e dar Joro la possibiHLà cli appro-
fonclire quanto ascoltato con una libera discussione
al termine di ogni conversazione.
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Spedizione In abbonaman10 po-
stala • Gruppo 2t 2• quindicina
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della triplice famiglia di S. Giovanni Bosco
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L'Autore, che da oltre un ventennio è con-
sultore della S. C. dei Riti per le Cause de,
Santi, traccia in rapidi profili una vasta e mol-
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I" Si pubbllca t• del mese per I Cooperai-Ori Salesiani
Il 15 del mese per I Dirigentidella Pia Unione
S'Invia gratuitamente al Cooperatori, Benefattori
e Amici delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione:
via Maria Ausiliatrice 32, Torino Telefono 48.29.~
Direttore re-11ponsabile Don Pietro Zerbino
Autorinazione dal Trib. di Torino n.403 del 16febbraio1949
Par Inviare offerte servirai del conto corrente po1ta1,
n. 2·1355 Intestato a:
Direziona Generala Opere Don Bosco Torino
Percambiod'Indirizzoinvlue anche l'Indirizzo precedente
:.---------Officine Grafiche 6EI , Torino