Bollettino_Salesiano_198608


Bollettino_Salesiano_198608



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ANNO 110 N. 8 ~ QUINDICINA • 15 APRILE 1986
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Giovani tristi, perché non hanno un amico sincero...
I tanti problemi delle famiglie e dell'educazione...
I mass-media...
La collaborazione responsabile nella parrocchia...
L'evangelizzazione dei non cristiani...
I vari problemi sociali, religiosi...
TEMPO DI...
((NUOVE PROMESSE>>
Dei giovani (uomini e donne) PROMEITONO a Dio
di impegnarsi come Don Bosco, loro fondatore,
per la soluzione cristiana di tali problemi:
sono le COOPERATRICI e i COOPERATORI salesiani.
1149

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L'INNO DELL'AMORE FILIALE
Noi tutti, quando soffriamo, in-
vochiamo la mamma; Gesù invece,
quando raggiunge il vertice del do-
lore, non invoca la madre, ma ce la
dona; dunque Egli non può essere
soltanto uomo! «Gesù disse a sua
madre: "Donna, ecco tuo figlio". Poi
disse al discepolo: "Ecco tua ma-
dre". Da quel momento il discepolo
la prese in casa sua» (Gv 19,26).
La Madonna entra nella casa del
secondogenito, Giovanni, da madre
e quindi da padrona; similmente
deve entrare nella casa di ciascuno
di noi, che è il miliardesimo genito,
da padrona e soprattutto da madre.
E noi la Madonna la faremo entrare
non solo a casa nostra, ma anche nel
nostro cuore, di cui le daremo le
chiavi, e le diremo con trasporto:
«Tutte le realtà mie sono tue, o
mamma».
Nel rapporto con la Madonna non
cresceremo: resteremo sempre bam-
bini. Infelice colui nel cui cuore non
si sente più la voce di mamma! E
sradicato dall'infanzia ed è sul pun-
to di morire psicologicamente. E
sempre un bambino colui che pian-
ge, tanto a cinque come a cin-
quant'anni, specie se con le sue la-
crime bagna il collo della madre.
La Madonna è disposta a deter-
gere, ad una ad una, le nostre lacri-
me di dolore, e a cogliere come perle
quelle di gioia. Come sarebbe bello
se faces&lllo versare anche a lei la-
crime di luce, fatte sbocciare dalla
gioia sulle sue ciglia di gloria, so-
prattutto quando la salutiamo ad
ogni aurora e prima di concederci il
riposo notturno.
Da bambini affettuosi dobbiamo
dare sempre il bacio dell'amore filia-
le alla mamma più mamma di tutte
le madri. Questo bacio ha un nome e
si chiama «Ave Maria».
L'«Ave Maria» è proprio un bacio
che il cristiano sempre da bambino,
qualunque sia la sua età, imprime
sul volto della Madre del Cielo.
Questo bacio d'amore che è anche
un inno di speranza, sbocciò in Pa-
radiso, fiori nelle prime giornate cri-
stiane e i suoi frutti ubertosi lun-
gg i secoli.
Tutta l'umanità, più o meno co-
sciente, aspettava il Redentore e
pregava per il suo avvento, ma in
forma decisamente cosciente lo at-
tendeva il Popolo Eletto. Come
un'agave secolare esprime il meglio
di sé nel suo fiore, così Israele espri-
meva il meglio di nella figlia di
Sion, che è appunto la Vergine-ma-
dre annunciata da Isaia. In sintesi
sublime in Lei si armonizzavano
tutti i valori dell'umanità in genere
e del Popolo Eletto in specie, perciò
da Lei si elevavano più sublimi l'a-
spirazione e l'implorazione per l'av-
vento del Redentore.
Se paragoniamo ad una fiamma
gigantesca l'amore che si sprigiona
dall'umanità e sale a Dio, la Vergine
è rappresentata dalla lingua più
alta. L'implorazione per l'awento
del Redentore nel cuore della Ver-
gine in preghiera acquista il mas-
simo della coscienza e raggiunge il
vertice del fervore umano. Lei è la
personificazione del Popolo Eletto e
perciò è la Figlia di Sion e diventa la
lingua ed il cuore di ~aele.
Il profeta Zaccaria, vaticinando la
venuta del Messia, si rivolgeva alla
Vergine-madre ed esclamava: «Ral-
legrati, figlia di Sion; esulta figlia di
Gerusalemme! Ecco, a te viene il
tuo re» (Zc 9,9).
n mese di maggio: un'occasione propizia
per rinnovare e promuovere
la devozione mariana
Tre secoli prima il profeta Sofo-
nia aveva cantato: «Rallegrati, fi-
glia di Sion; manda grida di gioia
Israele» (So/ 3,14).
La Santissima Trinità aveva su-
scitato i profeti per annunciare la
gioia alla figlia di Sion, ossia al po-
polo di Israele, ora manda l'arcan-
gelo Gabriele ad annunciare la gioia
alla futura madre del Messia, alla
Vergine che è anch'essa figlia di
Sion perché è la personificazione del
Popolo Eletto.
Il fiore del cosmo, Maria, apre la
sua corolla alla rugiada del Paradiso
ed esaltail profumo dell'adorazione.
L'arcangelo le porge il saluto che
è stato formulato nel seno della SS.
Trinità e che ora egli traduce in ter-
mini umani: «Rallegrati, ave!».
Recitando l'Ave Maria, noi fac-
ciamo nostro il saluto dell'angelo,
saluto a cui diamo il calore, il colore
del nostro sangue, la vibrazione del
nostro spirito, e ci congratuliamo
con Lei per essere diventata la Ma-
dre del Redentore. Lei, a sua volta,
col suo sorriso materno, si congra-
tula con ciascuno di noi: «Rallegrati
anche tu che sei diventato figlio nel
Figlio, dal quale sei stato redento.
Tu hai avuto un posto nel Paradiso
ed un altro nel mio cuore, che è il
cuore cli mamma tua».
Il nostro Ave è un eco fedelissima
e dolcissima del saluto dell'arcan-
gelo.
D. Adolfo L'Arco
2150

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Testimonianze-Volontariato_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
PER UNA CULTURA DELLA SPERANZA:
IL VOLONTARIATO GIOVANILE,
UNA RIPOSTA DI GRATUITÀ
La nostra è un'epoca di transizione, ma aper-
ta alla speranza. Tra tanto individualismo e con-
sumismo, tra tante forme di violenza dell'uomo,
sta sorgendo in molti giovani un'esigenza di ade-
rire alla causa della liberazione dell'uomo e di
affermare il primato dell'uomo concreto.
Questi uomini, dal cuore grande come il
mondo, sono un segno di speranza e di vita in
una società di indifferenza e di morte.
«Esiste un piccolo nulla - affermava l' Abbé
Pierre - senza il quale la macchina della crea-
zione intera non può vivere, è l'amore di quelli
che scelgono di dare la vita intera, la loro intel-
ligenza, o almeno di dare qualche mese, qualche
anno della loro vita per portare rimedio al tra-
dimento, alla diserzione».
Ecco il volontario, l' uomo che dona se stesso,
«un cittadino che adempiuti i suoi doveri di sta-
to (famiglia, professione) e quelli civili (vita am-
ministrativa, politica, sindacale), pone se stesso a
gratuita disposizione della comunità; egli impe-
gna la sua capacità e il suo tempo in risposta
creativa ad ogni tipo di bisogni emergenti, prio-
ritariamente dei cittadini del suo territorio, cioè
attraverso l' impegno continuatìvo, di preparazio-
ne, di servizio e di intervento a livello individua-
le o preferibilmente di gruppo, evitando ogni
utile parallelismo con l'attività dello stato» (con-
vegno delle associazioni di volontariato, Viareg-
gio 1980).
La caratteristica centrale del volontariato è la
gratuità. Il volontariato è segno della carità e
dono disinteressato di se stessi ai più poveri e
più bisognosi per realizzare non solo la giustizia
sociale, ma per vivere «quella forza più profonda
che è l'amore». Il volontariato non può essere
monopolio del mondo cattolico. Matrici culturali
diverse e parimenti rispettabi li sono alla sua ori-
gine. Èquindi pluralistico e deve muoversi all'in-
terno di una cultura diversificata.
Nel mondo cattolico poi è necessaria molta
attenzione ai diversi modi di concepire ad espri-
mere il volontariato e quindi alla loro pari digni-
tà e cittadinanza, oltre che ai vari momenti del
volontariato stesso. Prima di tutto alla sua quali-
tà, occorre, cioè liberarsi dalla logica dell'assi-
stenzialismo e anche da un certo atteggiamento
pietista nei confronti del povero e del biso-
gnoso.
La scelta del servizio volontario poi deve es-
sere libera e autentica mirante principalmente
nel promuovere la partecipazione della gente.
«Abbiamo davanti un campo sterminato -
ha affermato Luciano Tavazza, da anni in prima
linea sulle tematiche del volontariato - anche
se lo Stato diventerà capace di amministrare il
pubblico, lo spazio nostro sarà sempre infinito,
immenso, perché ci sono zone dove lo Stato non
potrà mai arrivare, dove la nostra presenza di cri-
stiani sarà sempre necessaria: potrà mai lo Stato
rivitalizzare la vita di un anziano, stabilire rap-
porti di vicinato, dargli la sensazione che vale
ancora la pena di vivere? Potrà mai lo Stato risol-
vere il problema di una mamma o di un papà che
da dieci anni non si muovono, non vanno a un
cinema, non hanno una serata per loro, perché
hanno un figlio handicappato che gli ha paraliz-
zato la vita? Evicino magari c'è una comunità ec-
clesiale che non è capace di inventare un volon-
tariato che dica: «Uscite stasera, uscite insieme,
perché vengo qui io tre ore in questa casa e sta-
bilisco tra l'altro con l'handicappato un nuovo
colloquio che non sia il colloquio consumato tra
tre persone che vivono insieme... ». Abbiamo in-
torno uno spazio infinito dove la comunità cri-
stiana può, se crede, uscire dall'opera di carità
isolata, dalla commozione natalizia, per diven-
tare invece un elemento di continuità della vita
civile.
Peppe Ceci
CS - Maddaloni (CE)
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Testimonianze-Volontariato_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
CENTRO ACCOGLIENZA DON BOSCO
Roma - Via Magenta
La Provvidenza volle che, esat-
tamente cento anni fa, sorgesse a
breve distanza da questa stazione
un'opera a favore dei ragazzi e dei
giovani in precaria condizione.
Un'opera complessa con parroc-
chia, oratorio, scuola, libreria. Ma
da quasi tre anni si è ampliata
dando vita al «Centro di acco-
glienza Don Bosco .. per giovani
stranieri (per lo più del terzo mon-
do), destinando ad essi locali suf-
ficienti e comodi. Un vero rifugio
per chi non sa a chi rivolgersi nel
primo impatto con la città, dove
andare, a chi chiedere aiuto in
caso di necessità primarie.
Il Centro è collegato con la Ca-
ritas diocesana e con gli altri Cen-
tri simìlari della città, esprimendo
così partecipazione alla pastorale
d'insieme. Nel contempo si sforza
di mostrare l'amore in Cristo ai
giovani con lo stile di vita e lo spi-
rito diffuso nel mondo da un santo
che di giovani se ne intendeva
molto: Don Bosco appunto.
A difesa della dignità umana, al
di là delle differenze di razza, di re-
ligione, di sesso cerca di operare il
Centro, attuando l'evangelico
«amatevi gli uni gli altri•, non per-
dendo di vista «l'ero forestiero e
QUANDO UN FORESTIERO DIMORERA PRESSO DI VOI
NEL VOSTRO PAESE, NON GLI FARETE TORTO,
IL FORESTIERO DIMORANTE FRA DI VOI
t LO TRATTERETE COME COLUI CHE NATO FRA DI VOI:
TU L'AMERAI COME TE STESSO
PERCHI= ANCHE VOI SIETE STATI FORESTIERI
NEL PAESE D'EGITTO.
IO SONO IL SIGNORE VOSTRO DIO.
(Levitico, 19, 33-34)
mi avete accolto». Lo spirito che
aleggia nel Centro è quello della
famiglia: alla base, una fraterna
amicizia, un reciproco rispetto, un
aiuto vicendevole. Si cerca di pas-
sare il maggior tempo possibile
con maggiore efficacia a dialoga-
re per conoscersi meglio e inter-
venire.
Il «pater familas.. , attualmente
Don Ciccarelli, è sempre sulla
breccia, pronto ad intervenire con
il suo grande cuore. Convinto che
un solo pasto al giorno, anche se
ottimo, non è sufficiente, ha or-
ganizzato fin dall'inverno '85 una
cucina da campo, e, con l'aiuto
della casa salesiana di cui siamo
parte e di tanti che portano viveri,
organizza una cena calda che ri-
suita validissima specialmente nel-
le fredde serate dell'inverno (e
sono sempre in tanti a consumar-
la). Contemporaneamente, da
buon padre e da buon salesiano,
si preoccupa di creare un ambien-
te gioioso con l'armonia di un'or-
chestrina.
Mentre si studiano nuove pos-
sibilità di intervento non si trala-
sciano attività già avviate. Il servi-
zio guardaroba, lavanderia e sti-
reria continua a fornire coperte,
maglioni, scarpe, capotti, e a la-
vare e stirare gli indumenti.
I corsi di lingua italiana conti-
nuano ad essere seguiti da un
sempre maggior numero di ragaz-
zi; gli acciacchi vengono curati e
seguiti da medici volontari con vi-
site, analisi e fornitura di medicine.
L'ambulatorio è stato completato
con il gabinetto dentistico. Conti-
nuano sempre arrivi, partenze e
tanti problemi. Non è sempre fa-
cile seguire tutto, ma non si di-
mentica di seguire la formazione
spirituale ed umana dei giovani.
Tutti i sabati pomeriggio nel
coro della basilica del S. Cuore
Don Giovanni Bosco Kosta, sale-
siano del Rwanda, presiede la ce-
lebrazione eucaristica in francese.
Molte domeniche mattina, sempre
Don Giovanni con altri tre chierici
salesiani continua a far conoscere
Roma con visite alla città. In pre-
parazione alla Pasqua scorsa, riu-
scito ritiro presso le Catacombe di
S. Callisto presente anche padre
Bresciani, comboniano, con il
quale il Centro mantiene contatti
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sempre esaudita dal nostro Signo-
re. Non so proprio come ringra-
ziarvi.
Riguardo il tribunale per la do-
manda di asilo politico ancora nul-
la è stato deciso. Ciò avverrà a
Monaco e non qui dove mi trovo.
Aspetto sempre. La decisione e il
tempo verrà da Lui stesso, il buon
Dio ...
Planzl Kamosl Zaira
*
per una reciproca collaborazione.
Il problema dell'alloggio è sem-
pre all'ordine del giorno ed è quel-
lo più difficilmente risolvibile. È
vero che vi sono sei roulottes, ma
non sono sufficienti. Si ricorre di
tanto in tanto alle pensioni, alcune
delle quali, con vero spirito carita-
tivo, ci offrono dei pernottamenti a
tariffa ridotta. Un aiuto ci è stato
offerto dai salesiani di Frasca-
ti-Capocroce che continuano ad
ospirate dodici studenti, mentre la
parrocchia del «Gerini » ospita
dall'anno scorso uno studente. È
stato possibile anche affittare un
appartamento dove sono ospitati
altri sei studenti.
Durante l'inverno 1985 e l'attua-
le, particolarmente rigido, il Centro
si è subito mosso spalancando il
portone e accogliendo tutti, rifocil-
landoli, coprendoli, dando la pos-
sibilità di stare in un ambiente ri-
scaldato ed offrendo un posto per
dormire negli stessi locali del Cen-
tro trasformati in dormitorio. Certo
la sistemazione era da emergenza,
i posti erano a contatto di gomito,
si arrivò anche a cento presenze
per notte, ma il gelo e la tramon-
tana della stazione Termini erano
assurdi.
Il nostro Centro Accoglienza è
sorretto, ma forse potrebbe esser-
lo meglio, da tutta la Famiglia sa-
lesiana: Salesiani, Figlie di Maria
Ausiliatrice, Cooperatori, exallievi,
oltre che da amici, ed è grazie a
questa collaborazione che si pos-
sono risolvere i problemi.
... VOCI
DI RITORNO!
Horneburg, 6-2-1986
Non posso iniziare questa mia
senza augurarvi buono e felice
1986. Che Dio nostro padre vi pro-
tegga e vi aiuti sempre ad attuare
questa grande missione che vi ha
dato.
Vi scrivo in ritardo perché ho
cambiato indirizzo. La mia salute è
migliorata, le persone del servizio
sociale qui mi vogliono bene ed
hanno deciso di darmi un appar-
tamento di due camere dove ora
vivo. Dico sempre nel mio cuore
che la vostra preghiera è stata
Prego gradire i miei migliori sa-
luti dopo un silenzio di due mesi.
Dopo che ho lasciato l'Italia ero
in Francia ma le cose non sono
andate bene; finalmente l'ho la-
sciata per venir in Spagna.
Qui vivo presso un amico spa-
gnolo, ma la mia situazione per il
momento non è cambiata. Non di-
menticherò mai le vostre gentilez-
ze e la vostra bontà.
Saluto tutti quelli che lavorano
al Centro Don Bosco: io ho fiducia
in voi. Ciao, ciao, arrivederci.
L.D. (Senegal)
*
Eccovi mie notizie. Prima di tut-
to niente male qui a Cotonou (Be-
nin). Sono arrivato in buona salute
e ringrazio mille volte i dirigenti del
,r accogl1en1a
OON SCO
5/53

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Testimonianze-Volontariato __________________
Centro Don Bosco per i servizi che
hanno reso nel mio soggiorno in
Italia. Non lo dimenticherò mai
nella mia vita, ma sarò sempre ri-
conoscente verso di voi.
Vi mando i miei migliori auguri
di buon anno, di buona salute, di
prosperità e di riuscita del vostro
lavoro.
t: S.K. che vi parla da Cotonou
*
Buon giorno caro padre.
Vi scrivo da Israele dove sono
arrivato per studiare. A/l'inizio di
questo nuovo anno, vi auguro
buona salute e lunga vita.
I miei voti di fraternità a tutta la
famiglia salesiana. Che lo spirito
dell'Onnipotente per mezzo di
Gesù e il nostro padre Don Bosco
sia nel cuore di ognuno su questa
terra.
Vi raccomando dia pregare per
me e per tutti i poveri e i miserabili
del mondo...
I.C. (Senegal)
*
Vi scrivo dalla Francia.
Dovete sapere che vi sarò sem-
pre grato. Vi voglio bene e dovrò
seguire il vostro esempio nell'aiu-
tare gli altri...
Oggi ho trovato un po' di calma
e giuoco al foot-ball. È l'équipe del
calcio che mi paga il soggiorno e
gli studi. Ho già segnato un punto
su tre partite. pensatemi e pregate
per me.
Non mi dimenticate... Datemi
buoni consigli e che Dio conservi
la nostra amicizia.
M.P. (Cameroun)
*
t circa un anno da quando ho
messo piede al Centro Accoglien-
za Don Bosco. Ricordo ancora,
era il giorno in cui è nevicato a
Per Invio delle offerte aJ Centro:
C/c postale n. 59297002 Intestato a
lsUtuto Salesiano «S. Cuore» - Via
-=------- Maraala, 42 - 00185 Roma, specifi-
cando nella cauaale del vet'Nfflen-
to: «PER IL CENTRO ACCOGLIEN-
ZA DON eosco•.
6154
Roma. In tra anni a Roma dal 1982
era la prima volta che vedevo la
neve qui, allora, come tanti che
non avevano casa ho trovato un
amico che veniva al Centro per
trovare un posto caldo dove ripo-
sarsi dal freddo, ed allora sono ve-
nuto con lui. Siamo rimasti qui tut-
to il giorno per via del freddo. La
sera, Don Nicola ci ha offerto una
cena calda per la prima volta
dopo tanto tempo che ero a
Roma. Confesso che non sapevo
nemmeno di trovare più del caldo
qui dentro, e solo per il giorno. Ma
grazie a Dio, ho trovato anche una
coperta ed un tetto che mi ha pro-
tetto dalla neve e dal freddo.
Erano molti i ragazzi che ho tro-
vato al centro, ma anche trovan-
domi fra africani come me mi sen-
tivo un po' come straniero, perché
la maggior parte parlavano fran-
cese, e tuttora è cosl. Forse è sta-
to questo che mi ha messo un po'
fuori giuoco, parlando io inglese,
e poi ero nuovo e non sapevo
come funzionava il Centro, che
compito aveva e in che modo
vi entravano i giovani del terzo
mondo.
Piano piano, ho cominciato a
capire il grande aiuto che il Cen-
tro offriva. Stando a Roma fin dal
1982 (ottobre), non so come mai
non avevo sentito parlarne.
Shon (Sudan)
*

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____Tema per la seconda conferenza annuale _ _ _~
COMUNIONE
A cura di
Antonio Martlnelll
ECOMUNITÀ MISSIONARIA
,__________ Appunti per il
incontro di formazione __________.
IN MISSIONE SPECIALE DI SERVIZIO CARITATIVO
L'OBIETTIVO dell'INCONlRO:
I) trattare insieme, come credenti, un tema che spesso crea difficoltà e incomprensioni: si sussurra ma non si
parla, si esprimono giudizi ma non si ha la foIZa di difender/i. Anche perché c molta confusione in merito.
Fare allora quel poco di chiarezza che è possibile;
2) prendere coscienza che è un tema al quale, prima o poi, bisogna approdare, quando ci si vuole impegnare
come credenti con stile missionario, come per tutto l'anno si è cercato di inculcare. Se solo si riuscirà a
comprendere e a far comprendere che restare «neutrali, non è possibile, un reale passo in avanti è stato
compiuto. Un po' tutti scappiamo o nel deserto o tra le nuvole, quando siamo tirati per foIZa dentro la vita
concreta;
3) Awlclnarsl con umUtà a/l'argomento. Non sembri un obiettivo da poco. lo personalmente, innanzitutto, fac-
cio dichiarazione di umiltà, perché ciò che verrò dicendo non è né nuovo, né straordinario, né completo, né
definitivo. Quando tutti saremo anivati a una dichiarazione simile, regnerà maggiore concordia e ci sarà più
partecipazione e corresponsabilità.
Ml sto riferendo al tema de/1'JMPEONO POUTICO DEL CREDENTE.
PRIMA PARTE - Premessa
Polivalenza del concetto «Impegno politico»
Non basta affermare che per il cristiano la politica è una maniera, oggi particolarmente urgente, di vivere il
suo impegno di carità.
È importante capire l'ambito in cui muoversi, per saper evitare gli estremismi, anche verbali, quando si
parla di politica.
Si dice da una parte: «È una cosa sporca... che non mi interessa•.
Oppure: «È la salvezza di tutto e senza di essa non è possibile vivere» .
Ci si renda conto che usare la parola, qualunque parola, in una situazione di trasformazioni, in un clima
culturale attraversato dal pluralismo, in contesti che si pongono in contrapposizione, è facile che risulti poliva-
lente, se non ambigua.
Provo a chiarire gli ambiti del termine.
a) Un primo ambito AMPIO e GENERAlE: la politica è tutto ciò che è relativo al bene comune, ai valori e
alla qualità deUa vita.
Rappresenta, in altri termini, una dimensione sociale e culturale dell'uomo.
b) In senso STRETTO e TECNICO: la parola politica si riferisce solo a ciò che ha attinenza con la ricerca e
l'esercizio del potere.
Questo modo di intendere la politica tende ulteriormente ad esprimersi come PRASSI IN SCELTE OPE-
RATIVE e STRUMENTALI.
e) In senso perciò PIO DETERMINATO e PARTICOLARE ci si riferisce all'ATTIVITA PARTITICA che fa
della politica una specie di «professione» civile. Cosi per i partiti, i sindacati, i responsabili dell'economia...
Fa parte della chiarezza prendere coscienza che nell'ambito politico è l'ambito del «limitato» e del «pos-
sibile». Voler troppo è come voler nulla, è sfuggire nell'utopia irresponsabile o nella mistificazione idolatrica.
1155

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Le istituzioni politiche fondate come sono sul potere, non possono essere riconosciute mai quali ultime
garanti della qualità giusta ed umana della convivenza sociale.
La polivalenza del te.rmine aiuta a concludere che se prima parlavamo di politica come dell'arte di gover·
nare i popoli, oggi nel processo di socializzazione e di liberazìone che stiamo vivendo è da riformulare nei suoi
contenuti. E soprattutto è da riformulare l'atteggiamento con cui accostare la realtà politica.
Perciò oggi si parla di un dovere: un dovere di coscienza; si parla di un impegno di carità, perché rappre-
senta la traduzione pratica dell'amore in un contesto storico e geografico particolare; si parla di un gesto di
maturità, in quanto chiama in causa la coscienza e la responsabilità di tutti.
SECONDA PARTE
Problemi di vita quotidiana
1. L'UNffA POLITICA DEI CATTOLICI
La storia italiana ha posto spesso questo problema ai cattolici.
Che dire'? e che fare'?
Per chiarezza mi esprimo attraverso tre proposizioni, da leggere ms1eme:
Prima proposizione. Ci possono essere momenti in cui l'unità politica dei cattolici tomi ad essere un dove-
re. Però la norma è quella dell'autonomia di giudizio politico da parte dei cristiani, sempre in coerenza con i
valori fondamentali della persona umana e della società.
Seconda proposizione: C'è da ripetere continuamente un'indicazìone di Paolo VI, che è carica di sapienza
e di orientamenti pratici: cUna medesima fede cristiana può condurre a impegni diversi.
Nelle situazìoni concrete e tenendo conto delle solidarietà vissute da ciascuno, bisogna riconoscere una
legittima varietà di opzioni possibili» (Octogesima Adveniens, 50).
Il pluralismo di orientamento politico è legittimo per i credenti.
Terza proposizione: L'unità dei cattolici in politica non è un fatto automatico, né è sempre possibile. Quan-
do c'è, deve essere rigorosamente distinta dall'unità della fede e deve essere motivata con considerazìoni non
confessionali, bensì etico e politiche, e perciò aperta al consenso anche di chi credente non è.
2. IDEALE t RJMANERE NEUTRALI
DI FRONTE AGLI OPPOSTI SCHIERAMENTI
Ci si può collocare su gradini diversi in questa scala di impegno.
Enuncio, senza molti commenti, per non allargare troppo il discorso: si può fare i puritani (di chi non vuole
niente a che fare con una realtà immonda); si può pensare ad una pacifica divisione di competenze (di chi
affida il mondo ai politici e il cielo ai credenti!); si può puntare su un messianismo politico (di quanti dànno
dignità all'istituzione politica); sì può scegliere la strada della teocrazìa (di quanti pensano il regno di Dio come
un regno di uomini), ecc. ecc.
Perché non è possibile la neutralità?
Per lo stretto rapporto che esiste tra evangeliz.zazione e politica, intesa quest'ultima nel suo significato am•
pio e generale, di cui ho detto prima. Anche qui per chiarezza di impostazione procedo con affermazìoni pro-
gressive, da considerare in tutt'uno.
Prima affermazione: Non c'è spazìo per una confusione tra evangelizzazione e politica.
La missione della Chiesa è quella di e annunciare e istaurare in tutte le genti il Regno di Cristo e di Dio»
(dr. LG 5; AA 2, 6).
Seconda affermazione: La dottrina conciliare si esprime con le seguenti parole: « La missione della Chiesa
non è soltanto portare Umessaggio di Cristo e la sua grazia agli uomini, ma anche animare e perfezionare l'or-
dine temporale con lo spirito evangelico» (cfr AA 5; LG 13; GS 39, 40, 41, 42).
Da queste indicazioni si deduce che l'impegno della Chiesa nella storia è intimamente legato anche all'at•
tività politica dei popoli. Ciò fa sì che non si può restare neutrali di fronte alla storia degli uomini.
Graham Green afferma giustamente: « La Chiesa condarma la violenza, ma condanna in modo ancora più
preciso l'indifferenza. La violenza può essere espressione d'amore, l'indifferenza mai...
Terza affermazione: La missione evangelizzatrice della Chiesa ha sempre avuto e continua ancora oggi ad
avere dimensioni politiche evidenti ed efficaci.
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L'impegno per la giustizia è parte integrante del suo annuncio.
Il fronte dell'impegno ecclesiale è molto ampio, sempre rivolto alla trasformazione dello statu quo verso
una società di partecipazione comunitaria.
Per concludere quest'aspetto si può dire che l'insegnamento e la vita cristiana incoraggiano il pieno coin-
volgimento nei problemi sociali e politici, e sconsigliano ogni forma di isolamento spiritualistico.
3. È MEGLIO INSERIRSI NEU'AMBffO DELLA SOCIETÀ CMLE
CHE NON IN QUELLA DELLA SOCIETÀ POLITICA
Oproblema è affrontato qui nei principi e non tiene conto dei doni dei singoli e delle situazioni concrete
che ciascuno e ciascuna comunità sono chiamati a discernere.
Sono necessarie alcune precisazioni e determinazioni per collocare in modo corretto il problema e vede.re
le possibili uscite.
Per società è da intendere un gruppo umano con legami di interdipendenza reciproca. Non basta un in-
sieme di persone che non hanno rapporti. I legami costituiscono la società: legami assunti dalla libertà e respon-
sabile decisione. È evidente che insieme ai legami volontari ci sono anche aspetti involontari.
Societi dvile è proprio que.sta complessa rete di legami tra gli uomini, e attraverso questa si viene incon-
tro a esigenze ed aspettative delle singole persone e dei raggruppamenti, in vista della crescita e della realizza-
zione dei fini per cui ci si mette insieme e si stabiliscono rapporti.
La societi politica è Invece l'organlz.zazione, con potere legittimo, e l'orientamento dei legami in vista
del bene comune. Ascrivere alla comunità politica il «potere» significa riconoscere che possa intervenire in
modo coercitivo nei confronti della volontà individuale e di gruppo.
Dire che ha un potere «legittimo» significa che il potere va esercitato nei limiti e per gli scopi definiti dalla
legge.
Ho voluto precisare le parole utilizzate per concludere con due osservazioni.
la prima: La società politica è necessaria. Solo mediante un impegno d 'insieme, organizzato e orientato, si
può avere la capacità e l'efficacia di costruire una società nuova in consonanza con le esigenze della giustizia.
Allora è meglio inserirsi nell'ambito civile o nell'ambito politico?
Nessuna delle due realtà va a priori esclusa!
la seconda: La società politica è per la società civile.
Il concilio si esprime con le seguenti parole: « La comunità politica esiste in funzione di quel bene comune,
nel quale essa trova significato e piena giustificazione e che costituisce la base originaria del suo diritto all'esi-
stenza» (GS 74).
Si potrebbe ancora ripetere la domanda se è meglio inserirsi nell'ambito civile o nell'ambito politico. La
risposta non varierebbe.
Una cosa deve restare certa ed assodata: i credenti non possono rinunziare ad inserirsi con competenza e
con reale servizio di carità nell'ambito della società politica; verrebbero meno alla loro vocazione.
TERZA PARTE
Impegno politico dei credenti
come impegno per la giustizia
1. C'È DA AFFERMARE INNANZITUTTO CHE C'È
aN REALE IMPEGNO DEI CREDENTI NEL CAMPO SOCIO-POLITICO
Ed è guidato da due affermazioni complementari, in quanto esprimono l'aspetto negativo e quello positivo
dell'intervento.
Negativamente: il credente sa che la sua fede costituisce un principio di opposizione intransigente e critico
nei confronti di ogni pretesa eccessiva e totalizzante dei poteri politici, qualsiasi siano le motivazioni. Alcune
volte si parla di nazione, altre volte di civiltà o d1 razza o di classe.
Positivamente: il credente inoltre sa che la sua fede gli suggerisce una partecipazione attiva e dinamlca alla
vicenda politica.
9/57

1.10 Page 10

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2. COME POSSONO ESSERE DESCR/7TI
GU IMPEGNI DEL CREDENTE?
I. • Imparare a conoscere le situazioni in cui si è immersi e in cui tante persone sono costrette a soffrire
l'ingiustizia.
Riconoscere, in altre parole, i dati di fatto contrari alla carità evangelica e alla giustizia umana.
Pensare alle disuguaglianze, alle sperequazioni, alle oppressioni, agli abusi di potere, aUa manipolazione
dei mezzi di comunicazione di massa, alle persecuzioni razziali e ideologiche e religiose, alle situazioni subuma-
ne. È una lunga lista di miserie da non ignorare.
Il. Prendere coscienza che accanto al peccato legato al cuore dell'uomo, c'è anche il peccato legato alla
struttura che soffoca l'uomo, non permettendo di crescere e di riuscire.
lii. Operare concretamente per la liberazione dell'uomo.
Combattendo, in primo luogo, l'invadenza del politico. È vero che la complessità della società civile in-
duce a chiedere l'intervento politico. È vero che il futuro, incerto e carico di tensioni e di paure facilmente si
trasforma in problema politico, in senso stretto e tecnico.
Ma non si può vivere delegando in continuità le scelte ad un ristretto numero di persone che esercitano il
potere.
C'è da essere attenti all'invadenza dell'aspetto politico in tutti i campi, da quello del tempo libero a quello
del lavoro, dell'educazione, ecc.
IV. - Diffondere attorno una mentalità interessata soprattutto al bene comune. Cioè curare gli atteggia-
menti di solidarietà sociale e comunitaria, per il superamento di un'etica individualistica; vivere da cittadini che
conoscono diritti e doveri; formarsi un concetto sano di potere e una rispettosa considerazione della funzione
dell'autorità pubblica; lavorare per la promozione della pace; educarsi all'obiezione di coscienza dando spazio a
visioni nuove e diverse rispetto alle tradizionali; non strumentalizzare mai le persone e non lasciarsi strumentaliz-
zare dagli altri.
Come si può notare non sono pochi i compiti che attendono di essere realizzati.
V. - Lavorare, secondo le capacità e i carismi personali storici di società.
Iniziando dai processi più semplici e dalle realtà più vicine. Il discorso si fa molto concreto quando ci si
riferisce ai quartieri e alle sue istituzioni; ai diversi organi collegiali che vivono sul territorio; alla partecipazione a
consulte, commissioni, gruppi di lavoro e di ricerca.
La missione speciale di servizio di carità trova in tutto ciò materia abbondante per espimersi.
VI. - Guardare alle organizzazioni locali e nazionali in difesa della persona che lavora, con simpatia e con
diretta partecipazione, dando il proprio contributo alla vita del sindacato.
O personale modo evangelico di considerare l'uomo e la società, i suoi obiettivi e valori fondamentali
avranno certamente da dire e da dare qualcosa di positivo e di ricco ai propri fratelli.
VD. Educarsi ed educare gli altri, particolarmente i giovani, a guardare alla politica e all'impegno diretto
e personale nella politica come un reale servizio e una vocazione: la comunicazione dello spirito delle beatitudini
aiuta a contenere e a superare le immancabili tentazioni del potere.
VIII. Certamente alcuni credenti sono chiamati a esprimere il loro amore a Dio e al prossimo attraverso
l'impegno politico: tirarsi indietro non è solo mancare la propria vocazione, ma privare gli altri di un dono rice-
vuto per il bene di tutti.
INDICAZIONI PRATICHE
per lo svolgimento dell'inc~ntro
1. llTILIZZAZ/0/YE DEL SUSSIDIO
È il caso di partire da alcune esperienze locali, da analizzare alla luce degli orientamenti offerti. Se non si sa
essere oggettivi e tolleranti tra cooperatori in un momento di riflessione... è segno che c'è molto cammino an-
cora da fare per educarsi all'impegno sociale e politico.
2. STROME/YTI UTILIZZABILI DAL DELEGATO
E DAL SEGRETARIO COORDINATORE
Raccomando tra i molti testi possibili, solo il capitolo 4 della seconda parte della costituzione GAUDIUM
ET SPES: La vita della comunità politica.
10/58

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2.1 Page 11

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VITA ASSOCIAZIONE
MADDALONI
(Caserta)
Si è conclusa domenica 2 febbraio
con una serata di amicizia vissuta al-
l'insegna della gioia «salesiana,. la
3e edizione della «Nove giorni con
don Bosco» dedicata quest'anno al
tema del volontariato giovanile.
DConvegno regionale di studio, le
manifestazioni sportive, il concerto
dei musici di Calatia e ancora la mo-
stra missionaria e la mostra fotogra-
fica dedicata ai giovani tra « rabbia
morale, disperazione e speranza,.
sono state le iniziative salienti pro-
mosse dal Centro Salesiano di Mad-
daloni dal 23 gennaio al 2 febbraio.
«Per attualizzare l'insegnamento
del Santo della gioventù - è detto in
un comunicato-stampa diffuso dal
Centro Salesiano - si è prospettata
quest'anno una proposta che tenes-
se conto dell'esigenza, presente in
molti giovani, di aderire alla causa
della liberazione dell'uomo e di affer-
mare il primato dell'uomo concre-
to». «Non è più tempo di lacerazioni
e di divisioni, ma è tempo di riconci•
liazione contro la frammentazione
per creare una cultura della speran-
za, una cultura della solidarietà. Per
questo si è ritenuto opportuno -
conclude il comunicato dei salesiani
cooperatori - creare momenti di
confronto tra i responsabili che ope-
rano nel volontariato per gettare le
basi per un lavoro comune nel-
1'A.NA.VO. (Associazione Nazionale
Volontariato) sorta di recente a Mad-
daloni e che nel suo primo anno di
attività tra gli obiettivi si pone: l'avvio
di un corso di formazione per i volon-
tari e l'approvazione da parte del Co-
mune di Maddalonl del Regolamento
di istituzione del servizio di aiuto alle
persone ...
Nella presentazione della « Nove
giorni,. si legge: «Per classica defini-
zione, volontario è il cittadino che,
adempiuti i suoi doveri di Stato (fa-
Maddalonl: Conclu.done «Sei giorni D. Bosco•.
miglia, professione, ecc.) e quelli ci-
vili (vita amministrativa, vita politica,
sindacato, ecc.) pone se stesso a
gratuita disposizione della comunità.
Egli impegna prioritariamente sul
suo territorio le sue capacità, i meu
che possiede, il suo tempo, in rispo-
sta creativa ai bisogni emergenti... La
caratteristica centrale è la gratuità,..
Molti sono stati i giovani, anche
dei comuni limitrofi, che hanno ac-
cettato la proposta di volontariato e
che hanno vissuto quest'avvenimen-
to culturale.
Un segnale di speranza e di ripresa
del protagonismo giovanile ci viene
dunque da Maddaloni grazie all'o-
pera dei «volontari,. che si rifanno
nel quotidiano al carisma di don Bo-
sco, padre e maestro della gioventù.
MARINA DI PISA
Durante una suggestiva e raccolta
cerimonia incentrata sulla S. Messa
celebrata nella Chiesa dedicata a Ma-
ria Ausiliatrice hanno fatto la promes-
sa, dopo vari incontri di preparazio-
ne, 7 nuovi Cooperatori Salesiani:
Marcello Benvenuti, Maria Grazia Fa-
brini, Lucia Persichetti, Ferdinando
Pierini, Beatrice Rapuano, Paola Vi-
gorelli, ed il loro parroco don Giovan•
nl Santucci, arciprete diocesano.
I nuovi cooperatori hanno ricevuto
l'attestato dalle mani e «dal cuore,.
del Delegato Nazionale CC. don Al·
fonso, che ha presieduto la concele-
brazione eucaristica cui hanno par-
tecipato, oltre a don Giovanni San-
tucci, il Delegato ispettoriale don Al-
fredo Biassono e il Direttore-Parroco
di pisa Cep don Gastone Baldan.
Erano presenti alla cerimonia la
Delegata ispettoriale Suor Vera Car-
rai - che, sempre buona e caritate-
vole, sa effondere con cordialità ed
entusiasmo le sue belle doti di sen•
sibilità, precisa e zelante competenza
e fervente amore a don Bosco-, la
Direttrice della casa Marina di Pisa
Suor Rosetta De Sica, che senza ri-
sparmiarsi nella fatica e nel sacrificio
anima con simpatia e genialità le at-
tività del Centro (aveva anche coor-
dinato e organizzato la cerimonia!),
Pierangelo Fabrinl, membro della
Giunta Nazionale dei Cooperatori, i
Consiglieri ispettoriali e locali dei CC.
(Maria e Carlo Barbieri, Piero e Carla
11/ 59

2.2 Page 12

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Alfano a guidare l'incontro e a pre-
sentare anche se sommariamente il
Nuovo Regolamento.
È stata una preziosa verifica e an•
che un momento simpatico di fra-
ternità.
Si apprezza e si incoraggia il la•
voro di animazione e di rilancio av-
viato dal nuovo Segretario Coordi-
natore.
Le sue visite ai singoli Centri, l'in-
contro personale con gli Associati,
l'avvio di un organo di collegamento,
il Bollettino CC. Liguria, sono segni
di un impegno che non tarderà a
dare i suoi frutti.
Marina di Pisa: Nuovt Cooperatori- Riceve l'attestato anche D. Giovanni, parroco dloc:esano.
Bernini, Emilio Stefanini, Aldo e Ma-
riangela Berretta, Qabdella Falchi),
Religiose anche di altri Ordini, rap-
presentanti di Associazioni Cattoli-
che, autorità civili, Cooperatrici e
Cooperatori dei vicini Centri di Pisa
Cep e di Livorno.
È stata una vera festa della Fami-
glia Salesiana, vissuta con gioia e se-
renità - e anche con un pizzico di
commozione - , cui hanno parteci•
pato con sincero slancio e affetto fra-
terno parrocchiani e fedeli.
Il clima in cui si è svolta la ceri•
monia, e la serenità ed il fraterno col-
loquio che hanno animato anche i
momenti di gioia caratteristica sale-
siana che subito dopo hanno goduto
insieme i presenti, sono la miglior
premessa perché tutti - come han-
no tenuto a sottolineare i nuovi Coo-
peratori durante la promessa - pos-
sano continuare, con rinnovato vi-
gore e con la necessaria reciproca
collaborazione, a svolgere quell'azio-
ne di apostolato che deve impegnare
quanti sono responsabilmente dispo-
nibili nella comunità parrocchiale a
vantaggio e a servizio della Chiesa e
della società.
GENOVA
Domenica 9 marzo si sono incon-
trati in Assemblea i Cooperatori della
Liguria, per un confronto con la vita
dell'Associazione nella Regione e le
prospettive emerse dal Congresso
Mondiale dei CC.
È stato il Delegato nazionale Don
TORINO:
Momenti di formazione
La formazione a un impegno laico
serio e convinto nello spirito salesia-
no è ormai un'esigenza sentita un
po' ovunque. Si moltiplicano i mo-
menti per aiutare i Cooperatori in
questo cammino di conoscenza della
propria identità. ln questa prospettiva
sono state organizzate alcune gior-
nate di formazione e di spiritualità
nell'lspettoria Subalpina: in marzo tre
pomeriggi a Torino, 18-19-20, in pre-
parazione alla Pasqua, in aprile
18-19-20, a Castelnuovo Nigra per
un approfondimento della spiritualità
laica.
PUGLIA
Marina di Pisa: Festa al n.uovl Cooperatori.
12/60
Domenica 13 aprile si è svolta a
Lecce la « IV giornata regionale della
Famiglia Salesiana»: un momento
forte di unità, di comunione e di fra-
ternità, espressi nello slogan della
giornata " Nord-sud-est-ovest: una
sola pace».
ln un'aria di festa, di gioia e di im-
pegno, i numerosi presentì s.i sono
dati appuntamento nel meraviglioso
Tempio dedicato a S. Domenico Sa-
vio e nei vari locali dell'Opera Sa-
lesiana.
Perfetta l'organizzazione non solo
nella presentazione del tema della
giornata, nella celebrazione eucaristi·
ca, nell'offerta dei doni, ma anche
nei segni esterni, adesivi, bandiere,
striscioni, e nei momenti di fraternità.
Tanta partecipazione di coopera-
tori e di Amici di Don Bosco è cer-

2.3 Page 13

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Castello dJ Codego: Laboratorio •Mamma Margherita•.
,...--:>r.'.:,e.:
~ ~~...
~?
Castello di Codego: Cooperatori In... bld.
Raccolta per le Mlaslonl.
tamente espressione concreta di un Michele De Paolis, salesiano, diret•
fecondo lavoro nei Centri. Complì· tare della Comunità di recupero
menti e... « avanti insieme!».
dei tossicodipendenti « Emmaus » di
Foggia. Moderatore il Prof. Giusep-
TERZIGNO (NA):
pe Ceci.
Perché un convegno sulla droga a
Droga e prevenzione
Terzigno? L'interrogativo è d'obblìgo
perché si ritiene che fino ad oggi, nel
piccolo Comune vesuviano, non si è
Droga e tossicomani è il tema di in presenza di un preoccupante au•
un convegno organizzato dal Centro mento di tossicodipendenti, nè si sa
Cooperatori Salesiani di Terzigno. Al di episodi di gravità tale da far rite-
convegno hanno partecipato il Prof. nere la situazione allarmante.
Biagio Lo Scalzo, docente di farma• On convegno sulla droga serve an•
cologia alla prima facoltà di medicina che a far conoscere ai giovani quali
e chirurgia dell'Università di Napoli; sono i pericoli anche se oggi a dieci
Silvio Catapano, presidente dell'Or• o dodici anni, i ragazzi già sanno per•
dine dei farmacisti e membro del ché purtroppo vedono, quanta dram·
Consiglio Superiore della Sanità; maticità c'è in chi è entrato nel tun-
l'Avv. Gaetano Vairo, presidente del• nel delle tossicodipendenze. Ma un
l'Associazione giuristi cattolici; Don convegno su droga e tossicomane è
Pietrapen:la: D Centro cresce... con le •nuove Promesse• .
anche un incontro culturale, scienti-
fico che porrà un contributo notevole
alle conoscenze di genitori, educato-
ri, operatori impegnati non solo nel
recupero di tossicodipendenti ma an-
che in iniziative preventive.
PIETRAPERZIA (Enna)
li 30 gennaio 1986, in occasione
della Festa di S.G. Bosco, sei Aspi•
ranti sono entrati a far parte della Fa-
miglia Salesiana. ll Centro dei Coo-
peratori Salesiani di Pietraperzia è
stato ben lieto invitare e ricevere il
Delegato lspettoriale Don G. Rocca•
salua insieme alla Segretaria Coor-
dinatrice lspettoriale Lella Foti. Per
noi tutti è stato un giorno indimenti-
cabile, poiché Ja loro presenza ha su•
scitato negJi animi di tutti noi una ca-
rica interiore, una gioia serena ed
una ricchezza salesiana tale da farci
ritenere veramente dei fortunati.
Don G. Roccasalua, dopo aver ri·
cevuto il benvenuto da parte tutti i
presenti, ha parlato della Strenna del
Rettor Maggiore. Ha ricordato che il
Cooperatore non può starsene in di·
sparte come spettatore di un mondo
in difficoltà, ma dovrà realizzare la
propria vocazione con la testimonian•
za di una vita di fede e impegnandosi
in una missione giovanile popolare
secondo lo spirito di Don Bosco in
comunione con la famiglia Salesia-
na. Si è poi congratulato per la vitali-
tà del Centro, animato spiritualmente
da Don Pino Vitrano e da Suor Con-
cettina. Particolarmente apprezzato il
Laboratorio Mamma Margherita, che
si prodiga in modo particolare per
sostenere le Missioni.
13/ 61

2.4 Page 14

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SI È RINNOVATA
A FONTANAZZO (TN),
AL SOGGIORNO
DON BOSCO
« L'ESPERIENZA
RICREATIVA]t
PER OLTRE
60 PERSONE,
NEI GIORNI 8-15
FEBBRAIO.
Ogni festa Salesiana
ha come momento
centrale
l'incontro
con Dio
nella preghiera
e nell'Eucarestia
festosa.
14/ 62

2.5 Page 15

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.....,.... ~
.. ..'\\ ..~
~ · , ....
: .
.-
Il
,".
I partecipanti
hanno infatti
riscoperto
attraverso «l'allegria»,
in clima di amicizia
e di fraternità,
la festa
come fatto educativo
e spirituale.
151 63

2.6 Page 16

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o
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I-
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e:
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ci5
Spedii. ln 1bbon. po&1ale - Gruppo (70) - 2• quindicina
BOLLEfflNO SALESIANO
Quindicina/e di informazione e di cultura rel/Qlosa
L'edizione di metà mese del BS • per11colarmente et.
stlnata al Cooperatori Saleelanl. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel. 69.31.341.
D1rettor9 responsablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA Tel.: 495.01.85; 49.33.51.
Autortu. del Trtb. di Tortno n. 403 del 1e febbraio 1948. - e.e.
Poetale n. 2-1355 lnleetlllo 1: Dlrulone Generale Opere Don Bo-
lCO - Tortno. - e.e.P. 462002 ln!Nlllto e Dir. Gen. Opere Don
Boeco Aoma. - Per c:amblo d'lndlrtuo lnvt- anche l'lndlrtuo
precedente.
ATTI E DOCUM~NTI
DEL 2° CONGRESSO ~ONDIALE
COOPERATORI SALESIANI
ROMA \\985
Per richieste
rivolgersi a:
Ufficio CC
Via della Pisana, 1111
00163 ROMA-Aurelio
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