Bollettino_Salesiano_198606


Bollettino_Salesiano_198606



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ANNO 110 N. 6 ~ OUINOICINA 15 MARZO 1986
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2" (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
'
SIATE PACIFICI
E FACITORI
APPASSIONATI
DELLA PACE.
Vivete da disarmati,
tra le contraddizioni
della città;
crescete nello. / orza
degli inermi
per amore.
Disertate
ogni espressione
di violenza,
sposate ogni forma
di tenerezza
e di misericordia.
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MESSAGGIO Al GIOVANI
VOGLIA Tf O GIOVANI, accogliere con simpatia queste umili proposte spi-
rituali, parole di vita, per i giovani d'oggi, perché il mondo cambi in bene
e migliori proprio perché vivete vo,...
Custodite il vostro cuore libero dal maligno.
Ogni giorno la vostra vita - almeno da oggi -
resti sedotta dal lo Spirito, orientata all'Eterno e
giocata di fronte all'Assoluto. Non si spengano
mai nel vostro intimo il gusto dell'orazione ed il
sapore delle cose di Dio, la fragranza del silenzio
ed il richiamo del le realtà invisibili che cantano
altrove. Non dissipate lungo i giorni la bellezza
della grazia, che è il segreto della santità e della
civiltà più vera.
Credete all'Evangelo, questa avventura ancora
aperta, questa scommessa che sfida ogni nostro
progetto di nuova umanità. Confortati dalle
energie del Risorto, ponete cuore e mano ai
compiti più urgenti che esso vi ispira, tentando
di rendere gravido l'oggi precario, in cui la storia,
spesso vanamente, sta gemendo. Cominciate a
realiuare l'utop ia, che preme come unica alter-
nativa all a catastrofe un iversale, e anticipate con
passione il Regno ven iente.
Preservate la comunione ecclesiale da ogni in-
quinamento e stanchezza. Leale sia il vostro at-
teggiamento verso la Chiesa stabi lita nella vostra
città; intensa la comunione con i suoi diaconi, i
presbiteri, il vescovo; cordiale la vostra parteci-
pazione alla sua vicenda storica. Ponetevi come
fermento di fraternità amicale e regalate senza
sosta ai vostri fratel li e al le vostre sorel le di fede
la gioia della condivisione dei doni dello Spirito.
Non difendetevi dal fascino del futuro. la Ge-
rusalemme del cielo, ove il destino della storia si
fa lum inoso approdo, sia l'oggetto del la vostra
contemplazione e vi incoraggi alle scelte quoti-
diane all'interno della città secolare, così diffor-
me da questa immagine e sempre da riprogettare
secondo questo sogno di Dio. Pregate ogni gior-
no per la città degli uomini; la vostra intercessio-
ne indefettibile, saldata all'impegno fedele,
l'ai uti a trovare i cammini verso la città di Dio.
Come eco e anticipo del futuro, sappiate vivere
la festa. Immettete nel tessuto disamorato dei
giorni la fantasia gratu ita del p rimato del giorno
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tutto del Signore e tutto dell'uomo. Ed affrontate
così, sempre ebbri del vino nuovo, la passione
del tempo feriale: la solidale fatica, piena di ri-
schi e di disinganni, per la lentissima costruzione
della città nel mondo. Applicatevi devotamente
ad entrambe le imprese. Innamorati della Bellez-
za, che suadente ci sospinge a ritentare la dolen-
te e gioiosa avventura dell'uomo, sempre da
capo.
Siate solidali con ogni uomo in cammino. Sco-
prite i segni per tempi nuovi già disseminati nel-
la storia attuale ed impegnatevi ogni giorno dalla
loro parte. Inventatene anche voi; diventate,
anzi, voi stessi indicazioni veraci e viventi capaci
di mostrare vie d' uscita ad ogni disperazione.
Sentitevi chiamati a rendere ragione, nel grembo
oscuro ed inerte del feriale, della vostra umile
speranza a chiunque. le nuove ipotesi di uma-
nità passano concretamente anche attraverso di
voi, attraverso i vostri volti, i vostri gesti e le vo-
stre relazioni.
Siate soprattutto pacifici e facitori appassionati
della pace. Vivete da disarmati, tra le contraddi-
zioni della città; crescete nella forza degli inermi
per amore. Disertate ogni espressione di violen-
za, sposate ogni forma di tenerezza e di miseri-
cordia. la vostra coscienza sia sempre al l'erta e
«obietti» contro ogni sopruso, ogni ricorso alla
forza e non alla ragione, ogni discriminazione
vessatoria tra gli uomini. Operate per il diuturno
ristabilimento della giustizia ovunque violata,
per rimarginare le ferite di qualsiasi divisione,
per l' istaurazione della sovrana armonia della
pietà.
*

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SÌ ALL.ORA DI RELIGIONE?
Orientamenti per una scelta libera e responsabile
1° motivo: il contesto culturale
segnato dal cristianesimo
Partecipare o no all'ora di Religione?
Una decisione personale
Con la revisione del Concordato
è stata introdotta nella scuola italia-
na una grossa novità: prima si era
iscritti automaticamente all'ora di
!'eligione (e per esserne esclusi si do-
veva fare domanda di «esonero»);
adesso, la volontà di partecipare op-
pure di non partecipare ali'«inse-
gnamento della religione cattolica»
deve essere espressamente dichia-
rata all'atto dell'iscrizione alla scuo-
la, compilando un apposito modulo.
Come si vede, ora viene impe-
gnata la decisione personale dei ge-
nitori e degli allievi, che dovrebbero
scegliere in modo libero e respon-
sabile; ma ciò richiede di essere ben
informati su che cosa è e a che cosa
serve I'•insegnamento della religio-
ne cattolica".
Perché l'«insegnamento
della religione cattolica» nella scuola?
Questo insegnamento è una
possibilità che viene offerta dalla
scuola a tutti gli allievi - qualunque
sia la loro situazione religiosa -
perché conoscano in modo adeguato
il cristianesimo nella sua espressio-
ne cattolica. La ragione di questa
proposta è cosi indicata nell'Accor-
do di revisione del Concordato: « La
Repubblica italiana, riconoscendo il
valore della cultura religiosa e te-
nendo conio che i prindpi del Cat-
tolicesimo fanno parte del patrimo-
nio storico del popolo italiano, con-
tinuerà ad assicurare, nel quadro
delle finalità della scuola, l'insegna-
mento della religione cattolica nelle
scuole pubbliche non universitarie di
ordine e grado» (Art. 9,2).
Anche solo da questa sintetica
affermazione appare evidente l'im-
portanza di partecipare all'«inse-
gnamento della religione cattolica»;
ma è bene chiarire meglio i motivi
che inducono a tale partecipazione.
Gli allievi della scuola italiana vi-
vono in un contesto storico, sociale e
culturale che è stato segnato, e lo è
ancora fortemente, dal cristianesimo
nella sua espressione cattolica. Sen-
za una conoscenza adeguata di
esso, non è possibile comprendere in
profondità la storia, la cultura e la
situazione sociale del nostro Paese.
La scuola - che ha il compito di
guidare gli allievi alla comprensione
critica della realtà italiana - deve
garantire loro un'informazione suffi-
ciente anche sul fatto cristiano: ciò
può realizzarsi in modo corrètto solo
attraverso un insegnamento specifi-
co, chiamato appunto «insegnamen-
to della religione cattolica».
2° motivo: la ricerca
di un senso per la vita
Oltre ad esigenze di ordine stori-
co, culturale e sociale, sono presenti
negli allievi istanze più profonde,
quali la ricerca di un senso ultimo
per la loro vita e quella di un «Asso-
luto» su cui fondarla. L' «insegna-
mento della religione cattolica»,
proprio attraverso un confronto am-
pio e motivato con la proposta cri-
stiana, guida gli allievi a riflettere sui
grandi problemi dell'uomo (la vita e
la morte, il bene e il male, la gioia e
il dolore, l'amore e l'odio, la comu-
nicazione e l'incomunicabilità, la so-
lidarietà e la violenza, la pace e la
guerra...) e a trovare ad essi unari-
sposta per la vita.
In tal modo I'•insegnamento della
religione cattolica» contribuisce alla
formazione integrale della persona
umana: ed è per questo che la scuo-
la lo garantisce e lo propone a tutti
gli allievi.
Un servizio formativo
non sostutuihile e proposto a tutti
L'insegnamento della religione
cattolica» compie un servizio che
non può essere effettuato con la
stessa efficacia da nessun altro in-
tervento educativo.
Infatti non può essere sostituito
dal!'attenzione al fatto religioso rea-
lizzata nell'insieme delle materie
scolastiche, in quanto essa resta
sempre occasionale e non organica.
E non può essere neppure sosti-
tuito dalla catechesi ecclesiale, che
ha altri obiettivi e altra metodologia.
Da quanto si è detto finora ap-
pare chiaro che I'« insegnamento
della religione cattolica• non è un
servizio per i soli allievi cattolici, ma
per tutti indistintamente gli allievi.
Così possono trarre vantaggio dalla
partecipazione a tale insegnamento
tutti coloro che:
sono aperti alla verità, e per
questo intendono combattere ogni
genere di ignoranza, compresa
quella religiosa;
sono preoccupati di un dialogo
sociale e culturale che porti alla
comprensione vicendevole e alla
collaborazione anche tra persone
che la pensano diversamente;
non rifiutano il confronto con la
visione religiosa della realtà e la
conseguente impostazione religiosa
della vita.
«Avvalersi» dell'insegnamento
della Religione è segno
di maturità culturale ed educativa
Sarebbe culturalmente ed edu-
cativamente assai grave rinunciare
al contributo formativo dato dall'in-
segnamento della religione cattolica:
per ragioni di comodo, quali l'a-
vere una materia in meno da studia-
re o un testo in meno da acquistare...;
per pregiudizi, quali l'inutilità
dell'insegnamento della Religione,
l'ingerenza indebita della Chiesa
cattolica nella scuola, l'impossibilità
di parlare correttamente del cristia-
nesimo fuori dal contesto ecclesiale...
«Avvalersi» dell'insegnamento
della religione cattolica - corret-
tamente realizzato - è invece utiliz-
zare un'occasione unica per la ma-
turazione personale, che permetterà
a ciascun allievo di confrontarsi con
il cristianesimo (e più ampiamente
con la religione) in modo libero e re-
sponsabile.
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UN COPERATORE VERSO...
GLI ALTARI
Si è aperto il processo di beatificazione del Card. Giuseppe
GUARINO, fondatore delle Apostole della Sacra Famiglia.
Le tappe di un lungo servizio
NOTIZIE SULLA VITA
DI GIUSEPPE GUARINO
Nacque a Montedoro (Caltanls•
setta) il 6 mano 1827 da Michele
Guarino e Angela Papla.
Nel 1838, all'età dJ 11 anni, secon-
do la consuetudine del tempo, ri-
cevette la tonsura e l'ostiario; l'an-
no successivo entrò nel Seminarlo
di Agrigento.
Fu ordinato sacerdote da mons.
Stromlllo, vescovo di Caltanissetta,
U 22 settembre 1849; nel 1850, pre-
vio concorso, fu ammesso nel ce-
lebre Collegio del SS. Agostino e
Tommaso di Agrigento, che aveva
carattere e ordinamento dJ un col-
legio universitario.
Nel 1855, col permesso del vesco•
vo Stromlllo, fu segretarlo del Giu-
dice di Monarchia arcivescovo Die-
go Pianeta.
Nell'ottobre del 1859 fu nominato
Ufficiale capo del r carico degll Af.
fari Ecclesiastici del Real Ministero
e Segreteria dJ Stato.
Nel 1861 ebbe la cattedra di di-
ritto.
Nel concistoro del 23 febbraio
1872 fu pubbllcata la sua nomina ad
arcivescovo di Siracusa e U 17 mar-
zo fu consacrato vescovo a Palermo
da mons. Michelangelo Celesta.
Nel 1875 fu trasferito nella sede
di Messina e il 16 gennaio 1893 fu
creato cardinale da Leone XID.
Nel 1890 fondò le Suore «Aposto-
le della Sacra Famiglla».
U 21 settembre 1897, dopo breve
malattia, mori e l funerali si svol-
sero li 24, presenti tutte le autorità
cittadine, le associazioni cattoUche,
rappresentanze delle diocesi sicllla-
ne, dei comuni della provincia e di
Montedoro.
P.M.
4/36
Le Apostole della Sacra Fami-
glia, che si gloriano di avere avuto
a loro Fondatore il Card. GUARI-
NO, si sono messe a disposizione
della Chiesa Messinese, per portare
a buon termine un desiderio del-
1'Arcivescovo, Mons. Ignazio Can-
navò, il quale, assieme al clero del-
l'Archidiocesi, sostenuto dalla Con-
ferenza Episcopale della Sicilia, ha
voluto che la figura di un così gran-
de pastore, il Card. Giuseppe GUA-
RINO, non rimanesse nell'oblio,
ma risplendesse davanti a tutti,
come esempio di santità e di vita
cristiana. Per questo ha deciso di
dare inizio alle pratiche necessarie
per l'apertura del processo di bea-
tificazione e canonizzazione del
Servo di Dio.
Il 10 novembre u.s. nella Basilica
Cattedrale dopo la celebrazione eu-
caristica presieduta dall'Arcivesco-
vo Mons. Ignazio Cannavò, si è
aperto il processo di beatificazione
del Card. Giuseppe GUARINO, Ar-
civescovo e Archimandrita di Mes-
sina (1875-1897), Cooperatore Sale-
siano e fondatore delle Apostole
della Sacra Famiglia, appartenenti
alla Famiglia Salesiana.
Sono intervenuti i vescovi di Cal-
tanissetta, Ragusa e Caltagirone e
i capitoli della Basilica Cattedrale
e deU'Archimandritato del SS. Sal-
vatore.
Per la circostanza sono venuti a
Messina rappresentanze di Mon-
tedoro, paese nativo del Guarino;
Caltanissetta, sua diocesi di ori-
gine; Palermo, dove ricopri impor-
tanti cariche presso il Tribunale di
Regia Monarchia e consolidò la sua
formazione sacerdotale; Siracusa
dove appena eletto Arcivescovo,
esplicò la sua attività pastorale dal
1872 al 1875, prima di essere trasfe-
rito alla sede arcivescovile di Mes-
sina; Don Mario COGLIANDRO,
Delegato Generale dei CC.SS. e un
folto gruppo di Cooperatori di Mes-
sina e di Catania insieme alla Se-
gretaria Coordinatrice Lella Foti;
presenti ancora alcuni parenti del
Cardinale e rappresentanze delle
varie case dove operano le Aposto-
le della Sacra Famiglia.
Con una lettura dei verbali d'in-
sediamento della Commissione di
Esperti e del Tribunale per l'istru-
zione del processo diocesano, da
parte di Mons. Gaetano D'Angelo,
Cancelliere della Curia Arcivesco-
vile e Archimandritale di Messina,
si è aperta ufficialmente la causa di
beatificazione e canonizzazione del
Servo di Dio Card. Giuseppe GUA-
RINO, a norma della Costituzione
Apostolica del 25 gennaio 1893 «Di-
vinus Perfectionis Magister».
Il Tribunale ha il compito di rac-
cogliere le testimonianze sulla re-
cente fama di santità del Servo di
Dio, in questa prima fase del pro-
cesso.
Alla Commissione e al Tribunale
«l'incarico grave e delicato», così
ha detto Mons. Cannavò, di pren-
dere in esame in maniera scienti-
fica gli scritti e le testimonianze del
Servo di Dio, Card. Giuseppe GUA-
RINO, affinché l'indagine storico-
scientifica diventi fatto ecclesiale:
glorificazione di Dio nei suoi santi.
una ASF
*

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UNA INIZIATIVA
<<DON BOSCO '88>>
Un mini-gruppo che rappresenta Don Bosco in dialogo
con due ragazzi, e che riproduce quello già noto di maggiori
proporzioni.
Come si vede, Don Bosco lo ha già concluso il dialogo
con uno dei ragazzi, il quale guarda l'awenire con fiducia
mentre Don Bosco gli tiene una mano sulla spalla in segno di
amicizia, e come a ricordargli la necessità di una guida. Con
l'altro ragazzo il dialogo lo sta svolgendo tenendogli una
mano sul cuore.
Possiamo anche vederci rappresentate nei ragazzi le due
culture, quella di concetto e quella del lavoro manuale, ar-
monizzate dalla personalità di Don Bosco.
Questa modesta iniziativa si propone due cose:
Contribuire a diffondere la conoscenza di Don Bosco,
colto nella sua raffigurazione più significativa - anche in
vista del 1° Centenario della sua morte;
promuovere il passaggio da un atteggiamento ecces-
sivamente devozionale verso Don Bosco - atteggiamento
non infrequente tra la gente - ad una maggiore disponibilità
di ascolto del suo messaggio: e ciò, non per sottovalutare un
«modo» devozionale pur giusto, ma per aiutare a cogliere il
significato di un culto autentico dei Santi di cui parla il Con-
cilio. Cfr. LG 50 (421-422); 51 (424); PC 2 (708).
Anche per facilitare la strada a queste finalità il mini-
gruppo si presenta in veste popolare e con l'evidenza di un
messaggio.
Chiediamo ai Cooperatori una generosa collaborazione
per la diffusione di questo piccolo strumento di conoscenza
di Don Bosco.
Prezzo del mini-gruppo «dorato»: L. 28.000 (27.000) -
«argentato»: L. 45.000 (44.000).
È disponibile presso l'Uff. lsp. CC.SS. su prenotazione:
circa un mese dalla prenotazione. Pagamento alla consegna.
CIC - Via Copernico, 9 - 20125 Milano.
Con ringraziamenti.
D. Giorgio Zanardini
D. Tarcisio Strapazzon
Sul retro della base del mini-gruppo verrà applicata una
fascetta con Ie scritte:
«1° CENTENARIO DELLA MORTE DI DON BOSCO
1888-1988 »
« Non basta amare i giovani - bisogna che i giovani
capiscano di essere amati»
AUGURJO
DI PASQUA!
Se non puoi essere
un pino sul monte
sii una saggina nella valle
ma sii la migliore
piccola saggina
sulla sponda del ruscello
Se non puoi essere un albero
sii un cespuglio
Se non puoi essere un'autostrada
sii un sentiero
Se non puoi essere il sole
sii una stella
Sii sempre il meglio
di ciò che sei
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamata ad essere
poi mettiti con passione
a realizz.arkJ nella vita
Martin Luther King
5/37

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Promuoviamo la vocazione del lal
al aervlzlo ciel giovani
?~ r~\\ nello spirito di Don Bosco
._,._..1:!.1'111..,,.,-, {Reltor MICNllo<
A CONFRONTO
CON LA STRENNA '86
L'impegno del cooperatore salesiano
nello sport
Secondo le statistiche, quasi il 50% dei gio-
vani in Italia, impiega il proprio tempo libero im-
pegnandosi in attività sportive.
Lo sport oggi è una moda e, nel contempo,
un'esigenza; la percentuale dei praticanti è in
continua ascesa.
Parlare ai giovani, capire le loro esigenze, i
loro desideri, le loro aspirazioni, le loro proble-
matiche, esige star loro vicini e dialogare adope-
rando il loro stesso linguaggio: il più immediato è
«SPORT».
Nello sport è possibile prevenire le piaghe so-
ciali più diffuse nella società di oggi quali la dro-
ga, la prostituzione e la delinquenza minorile.
Molto difficilmente un giovane che pratica
attività sportiva diviene un tossicodipendente
oppure è implicato nei comuni reati.
Tutto ciò richiama ad un progetto educativo
di ampia natura sociale.
Per questo, la presenza del Cooperatore Sa-
lesiano, nella esperienza sportiva del giovane,
può, e deve, certamente, assolvere ad una mol-
teplicità di compiti positivi ed indispensabili per
fare dello sport una «cultura della vita» esigendo
che la persona venga prima dell'efficienza, degli
orari, delle gare e degli schemi, creando un am-
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biente caldo di amicizia in cui i rapporti siano
improntati a fiducia e lealtà.
Il Cooperatore/Animatore sportivo deve fare
dell'avventura quotidiana il luogo di missione in
cui misurare se stesso per essere più pienamente
capace di vivere. Egli ha un progetto abbastanza
chiaro della vita, è capace di gioia.
Don Bosco parlava dell'allegria ai ragazzi e li
voleva felici; in fondo, voleva per loro una vita
vissuta in pienezza.
In definitiva, il Cooperatore deve, lui per
primo, essere il segno di una vita diversa di
quella che si consuma ai margini delle strade e
della storia.
Il segno visivile è la gioia.
Gioia di passare il tempo con i ragazzi facen-
do sperimentare loro un ambiente, quello del-
l'allenamento dell'Oratorio, in cui è possibile su-
perare le difficoltà quotidiane, senza abbattersi,
in cui è possibile progettare con entusiasmo la
propria esistenza con margine di rischio e di
speranza.
Ma tutto ciò richiede che il gruppo diventi
davvero il luogo in cui fare esperienza dell'altro,
in cui crescere insieme, in cui donare gratuita-
mente, ma soprattutto, in cui si respira una vera
espressione di fede.
È anche questo l'ideale delle P.G.S. Il Coo-
peratore Salesiano lo fa però per scelta ben pre-
cisa non solo come Don Bosco, ma con Don Bo-
sco, perché vive una vocazione salesiana.
Anche Papa Giovanni Paolo Il, in occasione
del Giubileo Internazionale degli sportivi, par-
tendo dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi che
dice: «Non sapete che nelle corse allo stadio, tut-
ti corrono, ma uno solo conquista il premio? Cor-
rete anche voi in modo da conquistarlo! » ha vo-
luto ricordare che la Chiesa, da lungo tempo, ha
incluso fra i valori umani, utili alla formazione
dell'uomo, l'espressione sportiva.
«Lo sport è al servizio dell'uomo)> ha detto
«possa questo ravvivare in voi la consapevolezza
della necessità di impegnarvi perché contribuisca
a far penetrare nella società amore reciproco, la
fraternità sincera e l'autentica solidarietà».
Lo sport è agonismo, competizione, emulazio-
ne, ma la fede cristiana deve portarci ad aspirare
alla «corona incorruttibile» che si conquista con
l'esercizio della virtù.
Il primo, il più importante, dei discorsi che il
Cooperatore deve fare, dunque, è la propria vita.
I giovani sono al centro dei nostri progetti pa-
storali ed educativi ogni volta che vengono accol-
ti per quello che sono.
Pippo COSTA
(CS di Barcellona)

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_______ /I tema dell'anno_ _ _ _~
COMUNIONE
A cura di
Antonio MartlneHI
ECOMUNITÀ MISSIONARIA
6 ----------Appunti per il O incontro di formazione________..
UN INTERO POPOLO IN STATO DI MISSIONE
L'OBIETTIVO dell'INCONTRO:
1) rileggere in modo organico un testo del consiglio di presidenza della CE/: LA CHIESA rrALIANA E LE
PROSPETTIVE DEL PAESE, del 23 ottobre 1981. E un documento passato un po' sotto silenzio, ma ricco
di stimoli e di spunti;
2) verificare quanto la propria fede è operativa, umanamente operativa; insieme quanto la propn'a cultUia è
operosa, cristianamente operosa. Oggi paJticolarmente il problema del rapporto fede-cultura, vangelo-poli·
tica, è molto awertito dai cristiani che vogliono essere uomini del proprio tempo;
3) ricuperare una dimensione della fede e della vita cristiana che rischia di passare in secondo piano: il senso e
l'esigenza della comunità e perciò del «bene comune». E questo un tema che ha sempre appassionato i
credenti, richiedendo da loro impegni concreti ed esigenti;
4) prepararsi per essere dei militanti nei contesti civili e sociali e politici: non ci si può esimere da questi impe·
gni e non ci si può improwisare competenti ed efficaci nel diffìcile rapporto di forza e di testimonianza che
la vita sociale richiede.
N.B.: Ritorneremo con altre riflessioni sullo stesso tema, perché è molto vasto e ha bisogno di una meditazione
piuttosto prolungata per creare mentalità e suscitare vero rinnovamento.
PRIMA PARTE
La struttura del documento
1. LA STRaITllRA MATERIALE DEL DOCaMENTO
È necessario, innanzitutto, conoscere l'articolazione del documento, per riuscire poi a cogliere l'orienta•
mento che intende proporre e la ricchezza che contiene.
Non può essere un passaggio affrettato o superficiale.
a) PRIMO ELEMENTO: i'ANALiSi.
È quella parte del testo che porta come titolo: CAPIRE IL MOMENTO E AFFRONTARE LA CRISI.
Si tratta di un'analisi lucìda, precisa e puntuale. Potrà sembrare una amara presentazione: ma il servizio
alla verità e la disponibilità alla collaborazione responsabile richiedono che si vada al cuore dei problemi e delle
situazioni.
b) SECONDO ELEMENTO: la PROPOSTA.
Nel documento l'intestazione è CHIESA E CRISTIANI A SERVIZIO DEL PAESE.
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L'analisi proprio perché è fatta sulla pelle di tutti non può restare una st~e denuncia e una sensazione
di fallimento generale. Induce a saper concludere sui propri impegni, sulle reali possibilità, sul progetto di vita
che si sa offrire ai vicini, alla comunità nazionale. È esigenza della fede arrivare all'azione, dopo aver colta la
situazione.
e) TERZO ELEMENTO: i'AZiONE.
Le indicazioni sono riportate sotto il titolo: PER UN IMPEGNO COMUNE.
È un voler chiamar in causa tutti i credenti: i singoli, i gruppi, le associazioni, le comunità, i responsabili di
zona, la chiesa particolare e locale. L'impegno ha bisogno di trovare la possibilità di sviluppo su tre piani o a tre
livelli: ricerca, studio e opportune iniziative.
Un ampio campo che si apre all'impegno dei credenti chiamati a vivere con tutti gli altri uomini, loro reali
fratelli.
N.B.: Si colga la lezione che nasce anche semplicemente dalla struttura così evidenziata: i tre momenti
sono di metodologia corretta per quanti desiderano operare. Non si può partire, se si cerca l'aderenza alle situa-
zioni e l'efficacia dell'intervento, improvvisando problemi e soluzioni.
Verrebbe da chiedere: è abituale al modo di pensare e di agire passare attraverso i tre momenti descritti?
2. LA STRUTTURA CONTENOTISTICA DEL DOCUMENTO
Raccoglierò attorno a quattro nuclei tutta la struttura di contenuto. Non interessa per ora entrare nel com-
mento delle diverse affermazioni, quanto saper vedere come si articola il documento, guardando alle cose che
intende proporre a tutto il popolo di Dio, perché tutto intero si senta missionario tra la sua gente.
Risulterà forse un lungo elenco di indicazioni: la quantità non faccia perdere di vista la qualità e la ricchezza
delle cose. Certamente ogni aspetto meriterebbe una più lunga e tranquilla riflessione.
a) I CRITERI che orientano il contenuto proposto.
- li Paese non può dare deleghe in bianco a nessuno e ha il dovere di partecipare (n. 9).
È il criterio di partenza: tutti devono contribuire, donando il tutto e il meglio di se stessi e delle proprie
capacità.
- Tutti, garantendo spazio alla libera iniziativa e valorizzando i corpi intermedi, coinvolgano la responsa•
bilità dell'intero Paese sulle nuove necessità (n. 5).
È un interessante criterio di distribuzione di compiti e responsabilità in fatto di animazione dei doni di tutti.
- Il Paese non crescerà, se non insieme (n. 8).
L'affermazione è feconda di conseguenze e Investe la mentalità non solo degli... altri, ma innanzitutto quel•
la dei credenti e delle comunità ecclesiali.
È un difficile esercizio di vivere e camminare tutti nella stessa cordata.
- L'annuncio del Vangelo intero sarà possibile, se andremo al cuore delle culture, cioè fra la gente
(n. 17).
li criterio su riferito ha una traduzione precisa dal punto di vista salesiano: assistenza! È la ricchezza dell'es-
ser presente, accogliendo stimolando promuovendo.
- Conosciamo la complessità dei problemi che al riguardo bisogna affrontare. Ma innanzitutto, bisogna
decidere di ripartire dagli «ultimi», che sono il segno drammatico della crisi attuale (n. 4).
L'espressione è divenuta forse troppo abituale, in questi anni. Si direbbe, una frase abusata, e che perciò
ha perduto di freschezza e di mordente. È da ritrovare invece nella capacità di smuovere e di rinnovare. Prima
di preoccuparsi di chi da solo può venir fuori dalla crisi, c'è da preoccuparsi di coloro che da soli non ce la
farebbero mai. Loro devono essere i primi e i più in vista per la comunità.
b) IL METODO da utilizzare per una presenza efficace di chiesa. Una premessa chiarificatrice:
METODO è quella particolare selezione e organizzazione delle risorse disponibili e delle operazioni neces-
sarie, funzionale a creare le condizioni favorevoli al raggiungimento degli obiettivi.
Richiamo nel presente contesto quelle risorse indispensabili e tipiche di una comunità ecclesiale.
- Le celebrazioni liturgiche, l'Eucaristia soprattutto, devono accogliere e riflettere questa carità missiona-
ria, con un rinnovamento autentico non solo di riti, ma dell'amore che in Cristo viene celebrato (n. 19).
È senz'altro una risorsa disponibile poco sfruttata. L'esperienza liturgica non assume in l'impegno della
carità e della giustizia: resta un momento contemplativo molto privati7.zato!
8/ 40

1.9 Page 9

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- C'è bisogno di un buon confronto culturale e di una buona comunicazione sociale (n. 8).
Non c'è l'abitudine a pensare tante strutture di chiesa come ambiente di incontro e di confronto: quanti
spazi inutilizzati, quante occasioni lasciate perdere, quante possibUità di confronto evitate!
Non c'è l'abitudine a pensare le molteplici agenzie di comunicazione e di confronto come risorse effettive
che possono aiutare a vedere in modo nuovo la realtà. C'è da tutte le parti una corsa alla manipolazione, aUa
destabilizzazione, alla conflittualità ricercata, all'intoUeranza, alla violenza. Manca una cultura del dialogo, che è
cultura deU'amore sincero.
- Rlcordarsi deUa propria vocazione, uscire dalle pigrizie e dall'anonimato, essere nuovamente testimoni
del Vangelo in una vera identità cristiana (n. 24).
Riconoscere di essere minoranza nel Paese non può portare aJla paralisi e al camaleontismo.
Minoranza forse non numerica e ufficiale, ma minoranza di forze propositiva e di significatività: questo è il
reale problema.
Ritrovarsi è importante!
Una Identità, come afferma il testo del documento, da non rivendicare solo per sé, ma incarnandola nel
pluralismo deUe situazioni.
e) LA STRAlEGJA operativa più immediata.
Otesto deUa CEI richiama in più punti distinti alcune scelte strategiche da privUegiare. Risultano vari fronti
di attenzione. Per comodità li raggrupperò in due serie.
- Prima serie: i cardini del tessuto sociale.
Lo smarrimento prodotto dal consumismo pesa particolarmente sui giovani, intacca il ruolo della famiglia
e Indebolisce il senso deUa corresponsabilità (n. 11).
Siamo convinti che nel decennio in corso larga parte cli un autentico progresso ecclesiale e sociale dipen-
derà dalle risorse della famiglia, delle donne e dei giovani (n. 23).
O richiamo contiene varie indicazioni e tento di enuclearle.
Innanzitutto bisogna imparare a contare su famiglia, giovani e donne.
Sono soggetti portatori di novità e di rinnovamento, nella società e nella chiesa.
In secondo luogo, c'è da convincersi che la presenza nella società e nella cultura passa attraverso i piccoli
sistemi e quelli che sono più vicini alla vita concreta. Perciò si parla di famiglia, perciò ci si riferisce ai gruppi più
semplici e più dimenticati, I giovani e le donne.
Infine, bisogna difendere tutti e tre, famiglia, giovani e donne, dal tarlo rappresentato dal consumismo.
- Seconda serie: i punti scottanti deUe questioni politico-sociali.
La prima questione riguarda il lavoro e occupa una posizione di centralità neUa vita dell'uomo e deUa don•
na, deUa famiglia e della società (n. 26).
La seconda questione riguarda la situazione culturale del nostro Paese. È una situazione di crisi profonda,
che rivela da una parte l'inadeguatezza delle culture tradizionali e, dall'altra, il bisogno inquieto di nuovi progetti
di esistenza umana (n. 28).
Problema decisivo per l'avvenire è, in terzo luogo, il rapporto tra le istituzioni pubbliche e la gente: tra le
strutture di governo, locale regionale nazionale, e la società viva. La sfasatura esistente ormai pesa in modo
preoccupante. La gente si sente sempre meno interpretata, sempre meno rappresentata. E si disaffeziona al suo
Paese (n. 32).
Sono significativi e importanti i riferimenti del documento: il lavoro, la cultura, la comunicazione sociale e i
suoi mezzi, la presenza nelle istituzioni pubbllche. Tutti ambiti e problemi dall'ampio respiro e dall'esigenza di
preparazione e di impegno competente.
C'è lavoro per tutti I credenti, ovunque si trovino inseriti.
d) La SPIRITC.JALITA nei suoi atteggiamenti di fondo.
Raccolgo attorno a questo aspetto le condizioni principali che sono richieste per inserirsi da credenti nel
contesto della situazione civUe e politica.
O ci si costruisce un cuore capace di vivere intensamente alcune prospettive, oppure l'inserimento rischia
di divenire invischiamento senza risultati.
- Recuperare un genere diverso di vita (n. 6).
Questo genere diverso di vita riceve nel documento contorni ben definiti e particolari.
È il gusto di vivere nonostante le difficoltà che non mancheranno mai.
È imparare a vivere nella crisi con lucidità e con coraggio.
È cercare continuamente l'intensa comunione ecclesiale.
È superare la paura di andare controcorrente.
9/41

1.10 Page 10

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- Demolire gli idoli che ci si è costruiti (n. 6).
Chiamandoli per nome: danaro, potere, consumo, spreco, tendenza a vivere al di sopra delle nostre pos-
sibilità, ricerca del piacere, del tornaconto economico personale o di parte.
Non è una lista completa delle tentazioni a cui siamo sottoposti in qualità di credenti.
È un invito a riesaminare le proprie scelte, per adeguarle alle esigenze della vita cristiana.
- Dare senso alla fatica quotidiana (n. 27).
È innanzitutto non fuggire dal quotidiano, rifugiandosi in oasi irreali e marginali rispetto alla sostanza
della vita.
È essere disposti a pagare di persona per il bene degli altri, per il bene comune.
È tempo di misurarsi ormai non sul vuoto di tanti discorsi, ma su progetti concreti che hanno un senso
e una scelta chiara.
È accettare la fatica del pluralismo nelle e deUe situazioni, giorno dopo giorno nei momenti in cui animati
dalla fede e guidati dalle competenze personali i credenti cercano tra loro il confronto, tentano le mediazioni
realizzano dei progetti.
SECONDA PARTE
Vivere la Chiesa italiana
e le prospettive del Paese
Questa seconda parte è da scrivere completamente nelle singole unioni. È l'impegno più serio e il primo
indispensabile da compiere.
Si tratta di fare, alla luce delle indicazioni offerte dai nostri Vescovi, una verifica della mentalità e degli
atteggiamenti interiori che coltiviamo in noi e negli altri.
È un esame difficile e alcune volte anche crudo: ma necessario.
INDICAZIONI PRATICHE
per lo svolgimento dell'incontro
1. llTIL/ZZAZIONE DEL SllSSID/O
L'incontro va impostato su due direttrici: una più attenta al livello di comprensione delle cose qui raccolte.
È in qualche modo una scuola semplice di educazione civica e di impegno da battezzati.
I principi riportati sembrano immediati e condivisi. Se cl si proverà ad esemplificare... emergeranno subito
le difficoltà e i disagi.
Ciascuno di noi tende a sentirsi a posto e tranquillo e a giustificare il proprio comportamento.
La seconda più attenta ai riferimenti di esperienza e di situazione.
Sarà utile partire da un problema concreto che vive il quartiere, la città, il Paese. Da tentare di rileggere la
situazione concreta ricorrendo alle indicazioni del documento CEI.
Ci si prepari: non sarà facile e pacifico questo cammino.
2. STRUMENTI llTILIZZABIU DAL DELEGATO
E DAL SEGRETAR/O COORDINATORE
È sufficiente l'indicazione del documento del consiglio permanente della CEI:
- LA CHIESA ITALIANA E LE PROSPETTIVE DEL PAESE.
Il documento porta la data del 23 ottobre 1981: lo si troverà presso le librerie cattoliche, in edizioni varie.
10/42
,_

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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VITA ASSOCIAZIONE
CINISELLO BALSAMO (Ml}:
Nasce un nuovo
« Centro Cooperatori»
Da tempo era stata lanciata la pro-
posta di diventare Cooperatori Salesia-
ni ad un gruppo di laici del nostro Isti-
tuto •Mana Mazzarello». Sono colla•
boratori che insegnano o che aiutano
in varie mansioni nella nostra Scuola:
tra loro, la vice-presidente mondiale
delle Exallieve, Signora Rosadele Reg-
ge. La proposta, è stata accolta con
molto entusiasmo e seguita da una se-
ria preparazione attraverso incontri par·
ticolari e lo studio di Don Bosco e del
suo metodo educativo.
Ogruppo aveva espresso il desiderio
di fare la «Promessa» nella festa di D.
Bosco durante la Messa delle alunne
per dare una testimonianza più incisiva.
Durante il triduo, in tutte le classi
della Scuola medla e dei Corsi profes-
sionali si è parlato dei Cooperatori, cioè
di questi Salesiani laici che vogliono vi•
vere e operare per il bene della gioven-
tù, seguendo lo stile di D. Bosco, pro-
prio come i primi laici che avevano af.
fiancato Il Santo nella sua opera.
Finalmente il 31 gennaio la S. Mes-
sa solenne; i nuovi Cooperatori sono
stati Invitati dal sacerdote a fare la
•Promessa». In quel momento tutte le
alunne hanno ascoltato le parole delle
loro insegnanti che si impegnavano a
vivere la vocazione cristiana alla santità
dedicandosi alla salvezza e alla pro-
mozione dei giovani.
Un lungo applauso ha concluso la
breve funzione.
Al termine della mattina, i nuovi 8
Cooperatori hanno accettato con en-
tusiasmo l'invito a pranzo nelle co-
munità FMA: è stato il festoso coro-
namento d'una giornata Indimentica-
bile.
Ora si pensa di portare avanti il di•
Clnlaello BalAmo: Promessa del nU0\\11 Cooperatori. Compllmentf e... auguri!
scorso anche tra I genitori e le exallieve.
Riportiamo alcune testimonianze.
« •••Nel vedere la commozione di
queste persone ho provato un senso di
ammirazione, perché sono state ca-
paci di fare una scelta che io forse non
avrei avuto il coreggio di fare: decidere
davanti a tutti per il bene, vuol dire
proporsi come testlmonb ( Chiara).
« ...ln quel momento ho stimato
molto quelle persone, perché sono di•
ventate pubblicamente membri della
Famiglia salesiana, esprimerido la vo-
lontà di collaborare per il bene dei gio-
vani. Mi ha colpito anche il fatto che
ad essere Cooperatori non erano solo
degli insegnanti laici, ma anche delle
collaboratrici domestiche dell'Istituto:
ciò significa che tutti possono aderire
al progetto di D. Bosco vivendo il Van-
gelo» (Barbara G.).
• ...È stato un momento di crescita
e di esperienza tipicamente salesiana.
Don Bosco mi ha aiutata a compren•
dere questo grande gesto mettendo in
me un seme che deve germogliare: ìl
seme della vocazione a rimanere per
sempre con il cuore aperto ai giovani
nella Famiglia Salesiana» (luda C.).
È stato un momento particolar•
mente significativo: il promettere a Dio
davanti alla Comunità intera del nostro
Istituto di aiutare I giovani nel loro ar-
duo cammino, non è molto semplice.
Eppure l'hanno fatto! Ci sono di esem•
pio. Sono particolannente grata a que-
sti collaboratori perché sono sicura di
avere qualcuno che ml pensa, a cuì
posso rivolgermi per ottenere un aiuto
o un consiglio in caso di necessità.
(Alessandra T.).
« Alla funzione religiosa, quando i
nostri nuovi Cooperatori hanno fatto la
promessa, ho sentito un calore dentro
il mio cuore. Quando i Cooperatori
hanno recitato il Padre nostro intorno
all'altare è stato per me il momento
più bello della S. Messa, anzi questa
Messa è stata la più bella di tutti gli
anni, perché queste persone adulte
chiedono pubblicamente di vivere
sempre per Dio e di aiutare i giovani»
(Silvia A.).
11/43

2.2 Page 12

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«La festa di S.G. Bosco rimarrà nel•
la mia memoria come uno dei mo-
menti più significativi del mio cam•
mino umano e cristiano. Dopo aver
collaborato con le F.M.A. per circa cin-
que anni nel ruolo d'insegnante ed
aver conosciuto lo stile educativo di D.
Bosco, ho deciso con alcuni colleghi,
di diventare Cooperattrice salesiana.
L'applauso fragoroso che le suore e le
aJunne ci hanno fatto mi ha riempito di
gioia, di stupore ma anche di timore...
lo sarò capace di comunicare sempre
quella gioia salesiana?... » (Adriana V.).
« .•.Nel mio intimo ho provato gli
stessi sentimenti, le stesse emozioni
provate ne.I giorno della Prima Comu•
nione: commozione, timore, gioia, en•
tusiasmo (naturalmente da persona
adulta). Ufatto di essere circondata dal•
le mie alunne mi ha incoraggiata e im·
pegnata a lavorare sempre più per la
loro formazione, per la loro educazione
in un clima di amicizia e di serenità.
L'amore e il legame che avevo già per
le mie Suore ora si è fatto più stretto
perché posso dire di fare parte diret•
tamente della loro famiglia e il sapere
di averle sempre vicine con la preghie•
rami infonde coraggio• (Rosadele R.).
SICILIA:
Festa del Rettor Maggiore
Una giovane coppia di sposi en-
trambi cooperatori, insieme alla
piccola Chiara, presenta il dono
dei CC.SS. O dono è accompa·
gnato dalle seguenti parole pro•
damate dalla Segretaria Coordi-
natrice lspettoriale a nome di tutti
i cc.ss.
Ecco il DONO DEI COOPERATORI
SALESIANI:
- Un GRUPPO DI TERRACOTTA,
frutto di un lavoro artigianale tipica•
mente siciliano.
Rappresenta la barca « PROWIDEN•
ZA» con i due pescatori «I Malavo-
glia» di verghiana memoria.
I Personaggi, gente povera, umile,
semplice, ma unita e onesta, che lotta
e che lavora pur tra le tempeste della
vita, ricordando a noi Cooperatori:
che il nostro servizio preferenziale
è per i giovani e per i ceti popolari;
che noi «laici• siamo nella barca
del mondo e ne condividiamo le gioie
e le pene, le fatiche e le speranze;
Catania: Offerta del Cooperatori alla lesta del Rettor Maggiore.
e vi portiamo:
- la testimonianza evangelica del-
le beatitudini, vissute salesianamente,
- e il senso della «Provvidenza»
tanto vivo nel nostro fondatore, S. Gio•
vanni Bosco.
La Barca evoca anche il meraviglio-
so mare di Sicilia e il cuore dl D. Bo-
sco, «grande come le . spiagge del
mare», che faceva dire a Lui e fa ripe-
tere a noi Cooperatori oggi « DA MIHI
ANIMAS, CAETERA TOLLE».
In un anno, in Sicilia,
tre Cooperatori Salesiani
ordinati Sacerdoti
Il 1° febbraio, quasi prolungamento
della festa di Don Bosco, la famiglia
catanese si è trovata riunita nella chie-
sa dell'istituto del San Filippo Neri, per
l'ordinazione sacerdotale di Paolo Cal-
tabiano.
« La vocazione di Paolo, già coope-
ratore salesiano - ha ricordato l'ispet•
tore Don Lillo Montante - è nata al•
cuni anni fa, tra un gruppo di giovani,
tra i quali molti cooperatori salesiani,
perciò espressione di quella comunità
che operava tra le mura dell'oratorio
San Filippo Neri di via teatro Greco,
primo istituto Salesiano della città».
L'Eucarestia, concelebrata da nu-
merosi salesiani, era presieduta dal-
1'Arcivescovo Monsignor Picchinenna
il quale ha sottolineato che Paolo, di-
ventando sacerdote, sarà strumento
eletto di santificazione dei fratelli col
carisma salesiano affidato da Dio a
San Giovanni Bosco, realizzato dai
suoi figli in tutto il mondo. Egli ha ag•
giunto che questo momento è la con-
clusione più bella del centenario della
12/44

2.3 Page 13

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presenza dei Salesiani nella chiesa ca-
tanese ed ha sottolineato la pronta ri•
sposta di Paolo alla chiamata del Si-
gnore come la Madonna ha offerto Il
suo figlio. Momento •clou• della ce-
lebrazione eucaristica è stato ovvia-
mente il momento vero e proprio del-
l'ordinazione presbiterale, al quale tutti
I presenti hanno vivamente partecipato
unendosi nella preghiera.
Con li suo impegno cli fronte alla
Chiesa, Paolo si è messo alla sequela
di cristo, sulle onne di Don Bosco.
• Diamo U primo posto ai giovani -
ha esortato l'Ispettore - è questo il
modo di apprezzare questo sacerdozio
perché altre vocazioni possano sorge-
re. Giovani - ha detto al presenti -
non fate i sordi; se Paolo avesse fatto il
sordo non sarebbe quì•.
Significativo è stato, a conclusione
dell'omelia, l'augurio dell'Arcivescovo:
« Paolo, ti raccomandiamo a M. Ausi•
liatrice, aiuto dei cristiani, che ti otten•
ga luce e fuoco della Pentecoste per-
ché il tuo ministero, la tua vita di pre-
sbitero salesiano, sia una vita santa e
santificatrice•.
Enza e Me1lta Reltano
LIVORNO
Si è tenuto domenica 2 marzo pres-
so l'Istituto Salesiano U Convegno Re-
gionale del Cooperatori Salesiani della
Toscana, un momento importante per
la verifica della realizzazione del pro-
gramma annuale. Inoltre è stata anche
una felice occasione per una prima ri-
flessione sul Nuovo Regolamento, alla
luce del Congresso Moncliale. La rela-
zione su questo tema è stata tenuta da
D. Mario Cogliandro, che ha guidato Il
lavoro dei gruppi e le conclusioni del-
1'Assemblea. Dal numero dei parteci-
panti e dalla serietà dei lavori, c'è da
ben sperare per il buon andamento dei
Centri.
Catania: Ordlnm:lone A<:erclotale di O. Paolo Caltabiano.
te a sensibilizzare i Cooperatori al se-
minario missionario nazionale pro-
grammato per dicembre 1986.
Contemporaneamente un gruppo di
Cooperatori giovani fidanzati si sono
incontrati per confrontare la loro vita di
coppia sul tema « I fidanzati e l'amore
cristiano• , con la guida di due bravi
animatori: D. Gregorio Varrà e D.
Gianni Galdieri.
Sempre in Campania il 2 marzo a
Castellammare si è tenuta l'assemblea
Generale dei CC.SS. Campania-Basili•
cata, per una verifica delle iniziative
svolte alla luce della programmazione
nazionale, ispettoriale e locale.
D. A. Pelle ha trattato un aspetto del
tema dell'anno, mentre Liana Cuozzo
ha dato comunicazione sulla Setti-
mana di spiritualità ed il segretario
ispettoriale, Lello Nicastro, ha ricor-
dato alcuni impegni dell'Associazione.
LATINA: Tre sere
nello Spirito Salesiano
C'è stata aria di festa a Latina duran-
te il corso di formazione per Coopera•
tori ed Aspiranti Cooperatori, svoltosi
nei giorni 16-17-18 gennaio pres.so la
CAMPANIA
Domenica 16 febbraio si è svolta a Na-
poli Don Bosco una giornata di studio
sulla dimensione missionaria del Coo-
peratore Salesiano animata da D. Italo
Samuraro. Vi hanno preso parte i Con•
siglieri locali per le Missioni e alcuni
volontari interessati al problema mis-
sionario. L'incontro è stato anche arric-
chito dalla relazione dei centri sulle at•
tività missinarie ed è servito certamen•
Cor1gllano Calilbro: «I magnlfk:I 7• nel giorno della loro prome$sa.
13/ 45

2.4 Page 14

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Latina: Partecipanti al corso di fonnazlone.
Abbiamo anche potuto soddisfare la
richiesta di una casula e di un osten-
sorio, e di disporre alcune prestazioni
in denaro. Inoltre abbiamo contribuito
con molti pacchi di indumenti, spediti
a mezzo TIR, ad alleviare i disagi dei
fratelli Polacchi.
Ma tutto questo non sarebbe stato
possibile senza la cooperazione gene-
rosa dei Godigesi, sia col fornire in-
dumenti, cartoni, stracci, sia con pre-
stazioni in denaro e di mezzi di traspor-
to, e con la disponibilità di solerte per•
sone che hanno collaborato al repe-
rimento del materiale necessario per
assicurare al laboratorio la sua finalità
missionaria.
Parrocchia Salesiana di S. Mar<::o.
Questi incontri sono stati veramente
molto importanti e si sono rivelati per
tutti noi Cooperatori e amici di Don
Bosco, accorsi numerosi, un momen-
to di intensa meditazione sull'essenza
e lo spirito della nostra Associazione,
come volle Don Bosco e come si pre-
senta oggi nella Chiesa.
Il corso, diretto da D. Alfonso Alfa-
no, Delegato Nazionale e Jspettoriale
dei Cooperatori, ha avuto come ar-
gomento «L'identità del Cooperatore
Salesiano". Vi hanno preso parte in
qualità di relatori Iolanda Masotti segre-
taria coordinatrice del Lazio, Marilena
Gamberucci e Domenico Scafati della
Giunta Nazionale dei Cooperatori.
Abbiamo potuto in questi giorni
ricordare come sia compito del laico
testimoniare Gesù Cristo nel mondo
moderno.
L'orientamento che è scaturito al
termine delle tre sere trascorse insie-
me è stato quello di inserirsi maggior-
mente in quei luoghi nei quali è mag-
giore il bisogno di testimoni del Van-
gelo, come la scuola, la famiglia, il
tempo libero.
Questo corso si è rivelato un vero
« bagno di salesianità» e di gioia che
ha permesso ai simpatizzanti di cono-
scere meglio ed apprezzare maggior-
mente lo spirito di Don Bosco e la rea•
llzzazione vocazionale del laico come
chiamato alla santità nella missione
giovanile salesiana.
La partecipazione dei giovani aspi-
ranti Cooperatori è stata confortante e
numerosa e certamente servirà a vita-
lizzare il Centro.
La loro presenza allegra, rumorosa, è
stata il motivo più gioioso per dire gra•
zie al Signore ed a Don Bosco.
Per tutti noi questa iniziativa del no-
14/46
stro delegato D. Riccardo Macchioni e
del Consiglio Locale è stata coronata
da pieno successo e ci ha dato una
«carica» per il nostro lavoro e ci ha
permesso di ritrovare lo spirito di fa.
miglia, la gioia di sentirci fratelli, testi-
moniando agli altri la felicità che si pro•
va a dire SI al Signore, nell'apostolato
ai giovani.
CASTELLO DI GODEGO:
Laboratorio
Mamma Margherita
A tre anni dall'inizio del laboratorio
Mamma Margherita a favore dei mis-
sionari Salesiani e Godigesi siamo lieti
di presentare un consuntivo lusinghie•
ro dell'attività compiuta.
Furono spediti in questo triennio
100 pacchi vestiario con una spesa po-
stale che si aggira su L. 3.500.000.
La Spezia: Inaugurazione sala CC.
LA SPEZIA
Il 29 ottobre 1985, in occasione della
festa del beato Don Rua, si è svolta
presso l'Istituto Salesiano « San Paolo"
l'inaugurazione della nuova sede dei
Cooperatori Salesiani, che comprende
il laboratorio di Mamma Margherita ed
una sala per riunioni.
La semplice cerimonia è iniziata con
la celebrazione eucaristica nell'attigua
parrocchia di Nostra Signora della
Neve, cui è seguita la benedizione dei
locali da parte del Delegato Salesiano
Don Francesco A. Origgio, il quale si è
poi fraternamente intrattenuto con i
presenti.
Ringraziamo il Signore per i progres•
si del suddetto centro CC.SS., che nel-
l'anno '85 ha avuto la gioia di dodici
nuove « promesse» (il 24 gennaio), il
rinnovo del consiglio locale e buon in-
serimento nella realtà parrocchiale tra-
mite iniziative varie.

2.5 Page 15

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1985 - COOPERATORI SALESIANI - Italia
PROSPETTO del Centri - delle Conferenze Prime e Seconde - Giovani CC. e totale Iscritti dal 1° Gennaio
al 31 Dicembre del 1985
ISF'ETTORIE
.-----
ADRIATICA
CENTRALE
EMILIANA
LIGURE
TOSCANA
LOMBARDIA
MERIDIONALE
MERID. PUGLIE
MERID. CALABRA
NOVARESE
ROMANA
SARDEGNA
SUBALPINA
SICULA
VENETA VENEZIA
VENETA VERONA
DELEGATI
D. COLUCCI
D. ZENI
D. BASSI
D. FAORO
D. BIASSONI
D. ZANARDINI
D. MASSARO
D. LAMPARELLI
D. MASSARO
D. DURANTE
D. ALFANO
D. CASTI
D. BRUNO
D. ROCCASALVA
D. ZANON
D. CAPPELLETTO
Totali $.0.B.
CENTRI
CONFERENZE
1/ e
2/ e
I GG.CC
ISCRITTI
-
15
4
4
10
-
-
6
15
4
4
7
3
2
2
4
10
3
3
9
-
-
2
39
2
11
16
3
5
1
20
14
8
6
16
42
13
12
9
3
38
2
1
-
-
-
9
5
5
5
13
21
6
4
8
39
7
-
-
-
18
20
12
5
8
88
21
4
3
1
18
13
-
-
-
-
- 12
6
~
-
6
-
11
80
199
67
52
69
466
ALESSANDRINA
CENTRALE
EMILIANA
LIGURE
TOSCANA
LOMBARDIA S. FAM.
Sr. CASELLA
Sr. ZAPPINO
Sr. CONTI
Sr. PICCOLI
Sr. CARRAI
Sr. BASTIANELLO
22
20
20
-
-
3
1
o
4
6
17
6
7
-
4
6
2
1
-
6
11
7
6
-
9
13
1
2
-
-
LOMBARDIA IMM.
Sr. BASADONNA
LOMBARDIA S. MON. Sr. BORSANI
8
5
3
5
8
9
5
-
-
5
MERIDIONALE V/sé Sr. MARINELLI
15
4
5
2
5
MONFERRINA
Sr. PELLIZZARI
18
8
3
1
12
NAPOLETANA
NOVARESE
Sr. SERGI
Sr. PRATO
15
9
8
14
30
15
14
12
-
1
PIEMONTESE
Sr. PENNAZIO
11
5
3
1
17
ROMANA S. CECILIA Sr. RONCHETTI
ROMANA S. AGNESE Sr. PALAZZARI
SARDEGNA
Sr. SASSU
7
3
3
5
6
7
1
2
3
-
4
-
-
-
-
SICULA MORANO
Sr. ZAMBUTO
14
7
6
5
20
SICULA S. GIUSEPPE Sr. POLIMENI
VENETA S. ANGELI Sr. RELA
VENETA M. REGINA Sr. VERRI
14
2
2
6
10
15
2
2
-
10
7
3
3
-
3
VERCELLESE
Sr. CHIAVERANO
20
14
10
-
1
28
-
Totali F.M.A.
241
119
98
47
195
Questi dati sono ricavati dalle Relazioni delle Conferenze Annuali e dalle offerte pervenute al R.M. nel 1985.
Totale Giovani Cooperatori nel 1985:
Totale Cooperatori Iscritti nel 1985:
n. 116
n. 661
Si considerano Giovani Cooperatori quelli nati dal 1959.
15 / 47

2.6 Page 16

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B.e,
]
:.o
!'J
(/)
SpedìL in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindìcina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mne del BS è particolarmente de-
stinata al Cooperatori Saleslanl. Direzione e ammlnl•
strazlone: Via della Pinna, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel. 69.31.341.
Direttore responublle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: Al.FANO ALFONSO • Via Marula, 42 -
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Esperienza organizzata dalla Associazione
COOPERATORI SALESIANI per i propri soci e familiari,
e Amici Famiglia Salesiana a FONTANAZZO in VAL DI FASSA (Trento)
28 giugno - 26 luglio 1985
Sede
SOGGIORNO ALPINO
«Don Bosco»
38030 FONTANAZZO (Trento)
Tel. 0462/67113 (altezza mt. 1.400)
Sala bar, TV, soggiorno e
sala giochi. Camere a due-tre-
quattro posti letto con servizi
e doccia. Non sono disponi·
bili camere singole.
Quota individuale di par-
tecipazjone soggiorno (be-
vande escluse) dalla 2a cola-
zione del sabato alla 1a cola-
zione del sabato seguente:
Adulti
L. 210.000
Bambini (2·8 anni) L. 170.000
3a e 4a settimana: L. 214.000
L. 74.000
Nel cuore delle Dolomiti,
ai piedi dei gruppi della Mar-
molada, Sella e Sassolungo, a
due passi da Campitello e Ca-
nazei, in rinomata zona scii-
stica fornita di moderni im-
pianti di risalita...
L' iniziativa ha lo scopo di
offrire ai Soci e ai loro fami-
liari un soggiorno sereno in
clima di sana amicizia e spi -
rito salesiano nella tranquilli-
tà di un ambiente sufficien-
temente confortevole.
Gli animatori provvederan-
no ad organizzare escursioni,
giuochi e incontri di amicizia
e di informazione cristiana.
Le prenotazioni devono
pervenire, con l'anticipo di
Lire 50.000, all'Ufficio Nazio-
nale Cooperatori Salesiani -
00185 Roma, via Marsala 42, e
saranno accettate fino ad
esaurimento dei posti.
Informazioni
Ufficio Nazionale
Cooperatori Salesiani
Tel. (06) 49.50.185 (ore 9-13)
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