SÌ ALL.ORA DI RELIGIONE?
Orientamenti per una scelta libera e responsabile
1° motivo: il contesto culturale
segnato dal cristianesimo
Partecipare o no all'ora di Religione?
Una decisione personale
■ Con la revisione del Concordato
è stata introdotta nella scuola italia-
na una grossa novità: prima si era
iscritti automaticamente all'ora di
!'eligione (e per esserne esclusi si do-
veva fare domanda di «esonero»);
adesso, la volontà di partecipare op-
pure di non partecipare ali'«inse-
gnamento della religione cattolica»
deve essere espressamente dichia-
rata all'atto dell'iscrizione alla scuo-
la, compilando un apposito modulo.
■ Come si vede, ora viene impe-
gnata la decisione personale dei ge-
nitori e degli allievi, che dovrebbero
scegliere in modo libero e respon-
sabile; ma ciò richiede di essere ben
informati su che cosa è e a che cosa
serve I'•insegnamento della religio-
ne cattolica".
Perché l'«insegnamento
della religione cattolica» nella scuola?
■ Questo insegnamento è una
possibilità che viene offerta dalla
scuola a tutti gli allievi - qualunque
sia la loro situazione religiosa -
perché conoscano in modo adeguato
il cristianesimo nella sua espressio-
ne cattolica. La ragione di questa
proposta è cosi indicata nell'Accor-
do di revisione del Concordato: « La
Repubblica italiana, riconoscendo il
valore della cultura religiosa e te-
nendo conio che i prindpi del Cat-
tolicesimo fanno parte del patrimo-
nio storico del popolo italiano, con-
tinuerà ad assicurare, nel quadro
delle finalità della scuola, l'insegna-
mento della religione cattolica nelle
scuole pubbliche non universitarie di
ordine e grado» (Art. 9,2).
■ Anche solo da questa sintetica
affermazione appare evidente l'im-
portanza di partecipare all'«inse-
gnamento della religione cattolica»;
ma è bene chiarire meglio i motivi
che inducono a tale partecipazione.
Gli allievi della scuola italiana vi-
vono in un contesto storico, sociale e
culturale che è stato segnato, e lo è
ancora fortemente, dal cristianesimo
nella sua espressione cattolica. Sen-
za una conoscenza adeguata di
esso, non è possibile comprendere in
profondità la storia, la cultura e la
situazione sociale del nostro Paese.
La scuola - che ha il compito di
guidare gli allievi alla comprensione
critica della realtà italiana - deve
garantire loro un'informazione suffi-
ciente anche sul fatto cristiano: ciò
può realizzarsi in modo corrètto solo
attraverso un insegnamento specifi-
co, chiamato appunto «insegnamen-
to della religione cattolica».
2° motivo: la ricerca
di un senso per la vita
Oltre ad esigenze di ordine stori-
co, culturale e sociale, sono presenti
negli allievi istanze più profonde,
quali la ricerca di un senso ultimo
per la loro vita e quella di un «Asso-
luto» su cui fondarla. L' «insegna-
mento della religione cattolica»,
proprio attraverso un confronto am-
pio e motivato con la proposta cri-
stiana, guida gli allievi a riflettere sui
grandi problemi dell'uomo (la vita e
la morte, il bene e il male, la gioia e
il dolore, l'amore e l'odio, la comu-
nicazione e l'incomunicabilità, la so-
lidarietà e la violenza, la pace e la
guerra...) e a trovare ad essi unari-
sposta per la vita.
In tal modo I'•insegnamento della
religione cattolica» contribuisce alla
formazione integrale della persona
umana: ed è per questo che la scuo-
la lo garantisce e lo propone a tutti
gli allievi.
Un servizio formativo
non sostutuihile e proposto a tutti
■ L'insegnamento della religione
cattolica» compie un servizio che
non può essere effettuato con la
stessa efficacia da nessun altro in-
tervento educativo.
• Infatti non può essere sostituito
dal!'attenzione al fatto religioso rea-
lizzata nell'insieme delle materie
scolastiche, in quanto essa resta
sempre occasionale e non organica.
• E non può essere neppure sosti-
tuito dalla catechesi ecclesiale, che
ha altri obiettivi e altra metodologia.
■ Da quanto si è detto finora ap-
pare chiaro che I'« insegnamento
della religione cattolica• non è un
servizio per i soli allievi cattolici, ma
per tutti indistintamente gli allievi.
Così possono trarre vantaggio dalla
partecipazione a tale insegnamento
tutti coloro che:
• sono aperti alla verità, e per
questo intendono combattere ogni
genere di ignoranza, compresa
quella religiosa;
• sono preoccupati di un dialogo
sociale e culturale che porti alla
comprensione vicendevole e alla
collaborazione anche tra persone
che la pensano diversamente;
• non rifiutano il confronto con la
visione religiosa della realtà e la
conseguente impostazione religiosa
della vita.
«Avvalersi» dell'insegnamento
della Religione è segno
di maturità culturale ed educativa
■ Sarebbe culturalmente ed edu-
cativamente assai grave rinunciare
al contributo formativo dato dall'in-
segnamento della religione cattolica:
• per ragioni di comodo, quali l'a-
vere una materia in meno da studia-
re o un testo in meno da acquistare...;
• per pregiudizi, quali l'inutilità
dell'insegnamento della Religione,
l'ingerenza indebita della Chiesa
cattolica nella scuola, l'impossibilità
di parlare correttamente del cristia-
nesimo fuori dal contesto ecclesiale...
■ «Avvalersi» dell'insegnamento
della religione cattolica - corret-
tamente realizzato - è invece utiliz-
zare un'occasione unica per la ma-
turazione personale, che permetterà
a ciascun allievo di confrontarsi con
il cristianesimo (e più ampiamente
con la religione) in modo libero e re-
sponsabile.
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