il ,·essillo dell'educazione cmt1ana integrale,
massime tra la classe più numerosa della so-
cietà. Quando il nostro Santo scese in c:1mpo,
il naturalismo invadente s'impadroniva r.l!mpre
pi~t <lell'anirna giovanil1.: nell.1 scuola :1pcrta a
tutti. Le teorie pedagogiche più in vogn pre-
scindevano affatto da qualsiasi presupposw d1
elevazione a un ordine superiore, se pure non
vi si levavano contro ostili. Non di rado anche
i huoni, trascinati ùalla corrente, sacnficavano
chi più chi meno alle tendenze del tempo.
Don Bosco, nulla sdegnando del buono che
la modernità gli offriva, ponern. molto più in
alto il suo ideale.
Com'egli concepisse l'educazione, lo dava a
conoscere fin dal momento, in cui riceveva i
giovani che veni,·ano a lui: li riceveva come
dalla mano di Dio. - Dio ci ha mandato,
diceva, Dio ci manda, Dio ci manderà molti
"iovani. - Sapeva \\)ène che i loro parenti e
benefattori glieli affidavano, pcrchè li facesse
istruiti nella letteratura, ndle scienze, nelle
arti e nei mestieri, cd egli rispondeva a tale
aspettazione; ma nelle istruzioni a' suoi aiu-
tanti andava ripetendo: - li Signore ce li
munda, a!linchè noi ci interessiamo delle loro
anime ed essi qui trovino la via dell'eterna
salute. Perciò tutto il resto deve qui da noi
considerarsi come me;r,zo; il nostro fine su-
premo è di farli buoni e salvnrli eternamente.
- Onde subito nel primo incontro parlava
loro dell'anima; anzi su questo punto :weva
un'opinione, che fors1.: cagionerà qualche sor-
pn:sa. Riteneva che se all'entrata di un gio-
vane il Superiore non dimostra amore per la
sua eterna saln:',:za, se temt: di parlargli pru-
dentemente delle cose di coscienza, se parlan-
dogli dell'anima usa mezzi termini o gli dice
in modo vago, ambiguo di farsi buono, <li farsi
onore, di uhbiùirt:, studiare, lavorare, non pro-
duce effetti durevoli, ma lascia le cose come
sono e non se ne guadagna l'affezione. t un
passo falso cd essendo il primo, riesce difficile
correggerlo; tanto gli aveva insegnato una
lunghissima esperienza. - Jl giovane, soleva
dire, ama più che non si creda di sentirsi par-
lare dei suoi interessi eterni e capisce da ciò
chi gli vuole e chi non gli vuole veramente
bene. - Nè u far ciò dev'essere soltanto il Su-
periore della casa; ma raccomandava che se-
gnatamente in principio dell'anno tuui gli
altri nell'insegnare, nell'assistere, nel correg-
gere, nel premiare facessero vedere ai giovani
essere là unico movente il bene dell'anima loro.
Dai maestri voleva che si consideras.'le la
scuola come un mezzo per fare del bene. - Voi
siete, diceva loro, come i parroci nella propria
parrocchia, come i missionari nel campo del
proprio aposcobto. Pcrcio <li quando in quando
mettete in risalto le , erità cristiane, parlate dei
doveri. \\'ersn Dio, dei sacramenti, della divo-
zione alla l\\ladonn:1. - Vok·,·a insomma che
le loro h.zioni fos!\\cru cristiane e che nell'esor-
tare gli alunni ad essere buoni cristiani si
mostrassero franchi e amorevoli. - Ecco, di-
ceva, il gran segn.:ln per affezionarsi la gio-
,·cntù e acquist.imc tutta la confidenza. Chi
ha vergogna di esortare alla pietà, è indegno
d'essere maestro; eù i giovani lo disprezzano
cd egli non riuscirà ad altro che a ~astare i
cuori che la divina ProvYiùcnza gli ha affi-
dati (1).
Ogni superiore, ogni maestro doveva ricor-
rere costantemente a Dio per aiuto t tutto a
Dio riferire il hcne operato. Quando taluno
si Iamcntava della sua scuola, d'ordinario egli
c<>minciava a domandargli: - Preghi tu per
i tuoi scolari ? - Nei Ricordi co11fide11:;iali ai
Direttori raccomandava a og-nuno di essi:
<< Nelle cose di maggior importanza fa' sempre
breve elevazione della menti.: a Dio prima di
*· <lclibernrc E nel Regolamento delle Case,
a conclus1one degli articoli preliminari o ge-
nerali, dichiara essere a tutti in<lipensabile con
la pazienza e la diligenza molta preghiera, senza
In quale egli crede inutile ogni buon Regola-
mento. Quando poi si fosse s<>tldisfatti dei ri-
sultati ottenuti, il suu pensiero era: - Bisogna
umiliarci <lavanti a Dio, riconoscere tutto da
lui, pregare e specialmente nella santa ?\\lessa,
all'elevazione dell'Ostia, raccomandare sè, le
proprie fatiche, i propri alunni. - Dnl canto
suo, dopo la ripresa regolare delle lezioni, in-
cominciava a illustrare variamente e sapiente-
mente i tre articoli fondamentali del suo pro-
gramma: fuga del peccato, frequente confes-
sione, frequente comunione. Introdurre e man-
tenere Dio nell'anima dei giovani costituiva la
massima delle sue sollecitudini.
L'argomento potrebbe condurci ancora molto
lontano. Dal fin qui <letto però appare già ab-
bas anza quanto per Don Bosco l'elemento
religioso nell'educazione fosse essenziale, anzi
prevalente; senza quello l'educazione, secondo
lui, non solo era seni-..,. efficacia, ma non aveva
nemmeno significato. In un Ai,viso Saao, dal
medesimo stampato e diffuso nel 18+9, si
legge questa sentenza: • La sola religione è
capace di cominciare e compiere la grnnd'opera
ùi una vern educmdone ». Cosl dicendo non
intendeva certo una religiosità vaporosa, astratta
senza pratiche...
( Co11ti11ua).
(1) JJ,m. Blo1r., ,-. X, p■ir. 1018.
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