Bollettino_Salesiano_197609


Bollettino_Salesiano_197609



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Chiesa
Aborto: un impegno sul piano delle
idee. 16
Di fronte a diritti e doveri, 31
Mondo dei giovani
Ma che sport proponiamo al ragazzi?, 2
Insegnategli che c'è una Mamma. 5
r:-,miglia Salesiana
39 esperienze forti di Dio. 22
Congresso Exallievi ne/l'oriente del
mondo•, 29
Un rito insolito in Uruguay, 30
Nell'azione
Bolivia. Arriva /'Ispettore. 31
Brasile. Per fare del bene ai piccoli, 15
Da semplice popolo a popolo di Dio. 18
Ecuador. Il piccolo governo Shuar, 9
Filippine. Scuola per i marina/, 30
Francia. Franck e I suoi cagnolini, 11
Giappone. la montagna maledetta, 28
Gran Bretagna. 12 mucche con pedi-
gree, 28
India. Riso, curry e rosogo/a. 28
Toglieranno le ipoteche, 29
Italia. Quando gli scluscià diventarono
Ragazzi di Don Bosco. 12
la Scaletta compie dieci anni, 29
Rischiatutto con Don Bosco, 30
I 50 anni de/1'/spettor/a Centrale, 30
Medaglia per mons. Massa, 31
Mozambico. Testimoniare nella rivolu-
zione, 6
Spagna. Messaggio ai giovani, 29
Operazione veleno, 29
Thailandia, Cristo è sbarcato a Ko Sa-
mul, 10
Protagonisti
Una croce vicino al Sempione, 20
Mamma Faresin, 15
Missioni Salesiane 1675-1975
Giappone. Nove scolaretti con la bar-
ba, 24
Rubriche
Libri, 8 e 17
Ringraziano I nostri santi. 32
Preghiamo per i nostri morti, 34
Crociata missionaria, 35
la copertina
Foto di José luis Mena
da un dipinto di Leopoldo Espàriz
MA CHE SPORT
PROPONIAMO
Al RAGAZZI?
Ecco la siiunziune: sportivi seduti, atleti mercificati, ra-
gazzi murali in città d'asfalto. E ecco un compilo non
facile m a slimolrmie: promuovere uno sport che non
sia visto m a vissuto, ch e sia gioco, confronfo leale,
comunione con gli altri, f estn e libertà.
Ecco la storia di Pallino, ragazzo
cittadino col pallone. La raccon-
ta a fumetti un certo A. Brasioli su
« Stadium ». « E ' indispensabile affron-
tare il problema con metodo scienti-
fico! », esclama Pallino buttando in
aria il pallone. « Fattore numero uno,
ci sono troppi palazzi. Fattore nume-
ro due: mancano gli spazi verdi. Fat-
tore numero tre: in fondo è sempli-
ce, basterebbe stabilire che ogni « tot >>
palazzi fosse lasciato un proporzio-
nale spazio destinato al verde ». E in-
tanto Pallino girovagando con il pal-
lone giunge davanti a un sospirato
spazio verde. « Ace! ...» Pallino ha vi-
sto un cartello: « Vietato calpestare
l'erba ». E se ne va mogio, con il pal-
lone in disuso sotto il braccio.
Lo sport potrebbe essere per tutti
un notevole fatto culturale e sociale,
in funzione di un'autentica promozio-
ne umana. Invece motivi di specula-
zione, di prestigio politico, di mercifi-
cazione dello spettacolo, riducono il
fenomeno sporrivo a divismo, evasio-
ne e alienazione. Il cittadino diventa
tifoso, e non sporcivo. Detto in ci-
fre : solo il 3% degli italiani prati-
ca qualche sport; il 97% si accon-
tentano di fare da spettatori.
La situazione
Vale la pena tracciare anzitutto una
rassegna di carenze e colpe.
Speculazione. Con o senza pia-
ni regolatori, i quartieri e le 'città sor-
gono troppo spesso senza verde e sen-
za strutture per lo sport popolare. In
canti posti la speculazione edilizia la-
scia al gioco dei bambini soltanto sot-
tili strisce d'asfalto da contendere alle
auto. Ci sono in Italia 9.000 scuole
senza palestra, e una piscina ogni
160.000 abitanti. Un bambino su due
è paramorfico (con apparato muscola-
Direttore
DON ENZO BIANCO
Collaboratori
Sr Giuliana Accomero • Pietro Ambrosia .
Tere,slo Bosco Carlo De Ambrogio - Sr Maria
Elia Ferrante - Jesus Méllda
Fotografia
AMonio Gottardt
Archivio: Guido Cantoni
Composizione e Impaginazione
Scuola Grafica Salesiana Pio Xl Roma
Stampa
Officine Grafiche SEI - Torino
Responsabile
Don Teresio Bosco
AutorlzzHlone del
Tribunale di Torino n. 403 del 16,2.1949
BOLLETTINO SALESIANO
Rivista della Famiglia Salesiana
fondata da san Giovanni Bosco nel 1877
Quindicinale d'informaz. e cultura religiosa
ANNO 100 · NUMERO 9
1• Maggio 1976
Viene inviato gratis ai membri della Fa-
miglia Salesiana e agli amici delle Ope-
re di san Giovanni Bosco
Esce in 34 edillonl nazionali
e In 14 lingue
con 960.000 copie mensili
Direzione e Amministrazione
Via della Pisana, 11 11 - C.P. 9092
00100 Roma-Aurelio
Tel. (06) 64.70.241
C.C.P. t/5115 Intestato a:
Dlrellone Generale Opere D. Bosco - Roma
Per ricevere il Bollettino Salesiano
rivolgersi alla Direzione, oppure a:
Via Maria Ausiliatrice, 32
10100 Torino - lei. (011) 48.29.24
Per il cambio d'indirizzo
comunicare con Il nuovo anche l'in-
dirizzo precedente

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,11L1'i d'asfalro, hambini cht· imparano
l.1 narur.i visirnn<lo lo zoo... Che Jire
dì questa sirunzionc:'
Fa tto sociale. i\\n;titutto. che lo
'l"<lrl non può e"cre )'HÙ con~1der:uo
un fauo privato, dei ,ingoli cittadi-
ni (occorrono impianti, attrezzature,
1.hc solo la società può fornire); e
,wppure un fotCo di 1:1 1te:. Suona falso
lo blogan « lo sport agli sportivi », co-
me se fosse riscrv.110 a pochi supcr-
m,m che lo praticano sotto un'aset1i-
,·.1 campana di vetro Lo sport riguar•
.l.1 o <lonebbe riguar<lare 1utri è cioè
un fatto sociale.
Per addomes ticare. E come viene
n: insull icicnti:) n Ro11rn. N,1poli, P.i ,.-c. pr\\Hl11, .1 1,.·,,1,:I\\.' , ,n~ul.iru, .1,,1... u ge~ti10? In praticJ. ~ovcntc è sottopo-
]ermo, C.1gli11ri. E intanto glì speCl1- rato ( un tanto JWr caviglia), ccduw, sto alla. pressione dei po rcnli mecen,1-
l:11ori (m11 non solo quelli cdilizi) fnn- imprcstulO.
Li e dei grossi gruppi fin nnziari, in vi-
no a g.1ra II chi mangia più erba e
ammucchia più miliardi.
Pres tigio. L'Olimpiade ì: ceno uno
spe11acolo entusiasmanre. Viene pre-
senrnrn come compeùzione esempi.ire
all'insejln,1 del dilecrnnri,mo più di-
sinteressato, e in nome della frarcllnn-
za univeralc dei popoli. Ma qu1:sta
imm11gine idilliaca è mollo lontJn:1 da l
Evasione. Se l'atlera-atrorc reci1,1
bene la sua J)Jrte, diventa una ~pccic
di « canale d, scarico,. per alle,·iare
le ,·arie frus1raz1oni - personali e so-
ciali - ddlo « sportivo seduro ». Se
recita mole, la differenza è minimn:
<livenrn oggcno da strapazzare e vio
le ntare. in ~enso figurato e qualche
volta anche reale. il « canale di sc,1
sta <li un più o meno pulito profit-
to economico, mn a V(lhc anche <li
una manipolazione culturale e politi-
C3 Sembra suo obi1mi,·o quello di ad-
<lome~ticarc l'uomo. per rcn<lerlo sem-
pre più funzionale a un <letcrminam
moJo di concepire la v1111, per inregrn-
rc acriùcamcntc i giov,ini in un si-
stema (l'a11ualc: consumis11co).
vero. Olimpi.1di che costano centinaia rico » continua a funzionare. Gli psi
Modelli pericolosi. Jn concrem lo
di mila.mli di pnssi,•o sono orgoni.mm: cologi chiamano questo fenomeno spon-spettacolo propina ai nostri ra-
pcr 11ffermare il presùgio n,1zionalc. « identificazione ,. Le frustrazioni in g,tui dei modelli che Mmo pericolosi.
Sotto sotto c'è una lotta di mdu~1rie fabbrica e in ufficio. la metliocrità I giovani che: nello spori ~ono con-
che reclam,uano i prodotti. E le po· nella vita quo1i<lian.1, magari un'inft.e- d.mnati al ruolo di spettatori seduti,
tcnzc « ,1llcn1no in bam:ria » Jtlcti che lice cspericnz,1 m,11rimoniale e fami- sono falsi sportivi. e trov;ino nel tifo
,1 ,uon di record esaltino questa o liare, J)0S~ono finalmente trovare un.1 un modo sb.igliato d1 ltbcrnrsi <l,1lle
quella idl·ologi:i Accade a livello na- volto alla seu imano Ila domenica, n,·1 loro intime frustmzioni. L'atleta-divo,
iionnle, mondinle. e anche n livello lo stadio) il loro « lcgiLtimo » ,fogp. chc essi adonmo, risulta in11.:gra10 qua-
di campanile: gli cmi locali investono
Allor,1 la viuoria e la sconfitta <lei lunquisticamen1c al ~1ste111.1, e riflet-
fior di milioni nelle squadre e squn- divo sono percepite come vitmria t te is1intìv::1men1e i v,1lor1 di una mo-
drc11c di calcio, per tenere alto il pre- sconfitta personale Idenùficandosi, c1 rale borghese dccis,1mcnte lontana d.il
stigio ci1L1dino o paesano. Ma chi pen- si sente q11,1lcuno. Senza peraltro che cri,ti,mcsimo.
Sil alle attrczz.11ure sporm•e per la venga richic:s10 alcun apporto posiu
A milioni di adobccnti che aspi-
genrt·? Int:1n10 Pallino che sognava vo dell'individuo. !Tra questJ m,in• ram1 a diventare c.1mpiom !>i propone
un',1bi1.1ziont· .1 <limensioni umane, nel- canza di prcno e di sforzo persona il mo<ldlo dcll'uomc1-rect1rd. dell'uomo-
la ca~;1 11noni,na di periferia non s,1 le, e la diHus,1 irre~ponsabilllà del spettacolo, che per r.1~giungerc In sua
dove git1carc e si scnrc mura to vive>. comportamento di massn, c'è un ncs- « performan,c » deve.: ripc1ere migliaia
Me rc ificazione. Lo ~pon per il
97( o degli i1.1liani non è il prato o la
pi,1,1 dove tum possono correre li-
hcr.1mentc. non è la pi~m.1 per tUL·
ti. l.1 p.1lcsm1 per 1ut1i le a11rez1..1
ture <l1 4uarticre, la praticJ sponiva
per tu11i. Ji tuui. con LUt1i. Di fot-
to lo ,port è un privilegio riserva-
to ai «campioni>>; è dìvcnrn10 uno
spettacolo che vuole i suoi <livi . Lo
stadio è palcoscenico. è circo c4uc-
s1re. è .1ren.1 dove alcuni <livi, alcuni
J!l.1<lrniori e alcuni simpatici p::i~liacci
so molto preciso).
Il risul rnto, maj!ari con.,apcvol men-
te perseguito, è di far dimenticare k•
palesi s1ru1turc sociali. mettere J 1.1-
cere le ingiustizie umane, concilì,1rc
sfnmn11 e sfrutt.11ori. " Che ne rcn•
:.a lei dcll.1 guerr.1 del Vietnam? ».
domanda l'inchicsLarore. « Non ,,1prci.
fo leggo solo la G.1zze11a ch~llo Spore ».
Lo ~porr <liwnttt così uno s1upcf11
ccntc, utile .i chi non lo prcndc ma
lo :;ommintstr.i
di volte lo stesso gesto automatico:
nuota per oceani nel chiuso di un.i
vJ,ca. E' vi1ammiu;110, ormonizz,1to,
clemostimolato, imh,1mboh1to. E' co-
)treuo a vivere in un uni,•er.;o a
stante, dove i problemi veri. anuali,
urgenti dell'uomo e <lc:1111 società (hwo-
ro, studio, fede, cultura, politica) so-
no solo elementi Ji di,turbo e perciò
d,1 allontanare ( i campiuni <lel calcio
~1,no famosi le11ori di Topolino).
Questi modelli sono fuorvianti per
IJ gio\\'entù, e v.mno demi11u.a1i.
divcnono la gente che pag.i il bigliet• Che dire di q uesta situazio ne?
IO. L p,1g,1 le scommesse, C p.1g.1 le
Il vero ,•ollo. o~corrc riscoprire il
vero volto dello ~port . Lo sport in-
'>Ched1nc.
Sportivi sl'dut1, utlcti ulìemui Idi 1cs11 come prntic~ .Hti,·.i. cumc gicx:o,
Qu,1n1u ,ill'.1tlcta, è divcnt:110 mcr- vcnt,iri co,c, merce), ragazzi murnd in cumc ronfronto leale rnn j!.li altri, in J

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,,111:1 eumpc.:tiz1one perch( non ,i \\'UO! suliaw. della vittoriu. della selezioni.:. Quindi ncll'intc.:rno del gruppo d"
1.m.: ddla \\'iL1~1ri;1 un rnilO 11Ì; delLt Jdla comprn-vendirn.
vono senrir~i non degli etero-diretti .
:,t.:onlirt,1 un dramma. Lo ~pc,n .,llorn
C'Ì; da assicurarsi che lo sport non ma dei protagonisti, capaci d i - e
di\\·enta formiJ,1hile mo.:ao per cn.:,i.:i.:rc.: sia solo gu,irdaw ma vissuw, soprat- chiamati a - scegliere i fini, i r.:-
,,1111. ,i fa c.:lemento Ji igiem: 1m·nt,1- tutto <la coloro che ne hanno più bi- sponsabili dei ruoli sociali e tecnici.
lc, momemo di confronto eh,· pnwo- sogno per l,1 salute.
il m<.:rodo d i virn. E ciò :ti di fuori di
ca fr~ta e libert.ì, eh..: gc.:n.:rn comu-
D,1 assicurnrsi che non si,t solo « scl!- un cerro mecenatismo e paternalismo,
nion.: con !)li ,1ltri.
rirn » <ldla vi talità repr.:ss,1 dalla vita punroppo così fre4uenti in un certo
(;i.:nimri i.: t·duc.:.1wri con,,11w\\·oli. 4uoti<lian:1, ma diventi espres~ione li- mondo sportivo.
,,inno chc.: <lt:t'l)rrc.: liht·r,1re lo sport
dd nc),tri f!iov,tni d,t 1111Tc.: I.: t'ru,1 r,1-
zi0ni ddorma111i. perdi<.: din:n1i un
diritto d i ru1ti. un l :1110 11111.tnin,tntt·
p,·r 1,na "'cic.:t:ì pii, l'<J11i lihr;11,1
bera. naturale. creativa. dcll'individuo
nd gruppt).
1\\,,irnrarsi che no n sia occasione.:
per un'aggregazione impcr~on,1le e fonu-
1ic.1 <li giov,mi. mu motivo per costrui-
r,: un associaii,mismo c.liver:;o.
Colorn che ~ono sci.:lti u ricopri-
re i posti di responsabi lità dovrebbc-
rQ rinunciare ,1gli atteggi:1memi auto-
ri tari e verricistici, per farsi invece
,111i111:11ori. non preoccupati <l i ma
cduc,tlivamèntc attenti e « centrati •>
La dimens ione psicologica. Stu• ,ul !!ruppn.
,lio,i di 1.1u\\.'sti problemi sostengono lnfine il gruppo sporr ivo va salda-
l'iw pc.:rché si ubbia u110 sport picna- mente inserito nel proprio contesto so-
111e111" umano, vanno rispeuute le sue ciale. per avvenirne la realtà. le csi-
diml..'11',mni p~irnlogicu e pedagogica. g<"nZt'. e i bisogni veri, per collocarsi
~~il pt11110 p~icologico dicono che lo nc.:IL1mbiente come un servizio sociale
,pnrt. pur nt'I pieno rispetto delle offerto alla maturazione di tut ti i ra-
rcµnle, J.:v'cs~erc.: essenzialmente un gazzi, compresi i soliti emarginati o
gioco. capace cioè di produrre anzi- esclusi.
I o sI>u r 1 ~i .t nun solo g uunla1u nu, \\ is•
,uto. L~t scuola pc)rt i lul ti i ragazz i
.olla prat ica sportiva.
Per uno s po rt più umano
C'è in yui.:,10 c,tnipn un compi10
nnn f.t{ile per il cri,tiann. il gt·nitme.
l'i.:,luc,uore, il figl io d1 Don Bosco.
Guardarsi a ttorno. ,\\nzitutw c'è
da gL1ard.1r,i ,li torno. Vedc.:rc.: yual i ti-
pi di ,pori ,i prnt icann ni.:I propri<1
umhierrn: i famiglia. p,1rrncchia. orat0-
rio centro gim·,1ni le.:). Si avrà m,lj:,Hi l,1
~orpresa Ji ,cllprire che ~i srn imitando
il modello ddln sporr-,pcu,1coln. uno
,pon che non produce.: crt'.~Cit,1 un1a-
n,1. Non ha,ta eh.: sia ca,a s.t lesiana,
C;1mpo ,portiv<> s,1le..i,1110. perché diven-
ti si..'nz'altro umhicnte di rmuurnziLJm:
per i giovani. C,ma il «come» si
praiic,1 In sporr.
Ndl'or.tturi<' pu,sonn rendtr,i prc.:-
se111i le ,1esse :lbt'.rrazioni e strumen•
tut w fcs1:1, gioia. lihenà. Ndlo spit-
g:1re il suo si,rcma educativo Don Bo-
,co ,crivc.:v,i: << Si Jia ampia libertà
di snlrare, correre.:, schiamazzare a pin-
..:imc.:nto. Lt ginnastica... le passeggia-
ti.: sonn mezzi efficacissimi per ottc-
m:rc la dh.ciplina. giovare alla morn-
litJ e alla salure ». E l'igiene menrnle
m"dcrna cunsiùera il gioco una « g,1-
n1n1i,1 di sicurezza,,, una stru ttura di
dife,.i conm, i pericoli della soliwdi-
n,· l'. ddl'inconlllnicabilità.
Ancora, lu ,pori dcvl' favorire -
nL·ila lihL·11:1 - il bisogno e.li mm·i-
tn\\.'ntu. inteso come esigenza di di-
~pen,.1 re l'c.:ni:rgia fi:,ica. come sc;1rica
hiulogica, ma più ancnrn co111c gusto
dcll'cspc.:rii.:nz,1 espressiva del corpo
nl'llo spazio.
Infinc lo sport dc.:vc provocare una
.-nrnpcrizionc.:, per favori re una giusta
cd cyuilibrnt:1 affermazione di sé. C'è
da di,tingucre tr:1 la combattività (d<!-
mento positivo) e l'aggressività. Que-
st'ultima compare quando il ragazzo
nun può affermarsi positivamente e si
sente spi1110 a adouare componamenti
negativi; la combattività invece è ca-
ratu:rbtica dello sporrivo· che si sia
impossessato costrnttivamenre della
struttura della competizione.
La dimensione pedagogica. Lo
sport di solito d iviene anche « fatto
associativo». a cui gli educatori devo-
no essere molto attenti. Una società
~puniva ntm dovrebbe mai ridursi so-
lo a << s4uadra », ma diventare un grup-
pct as~oci,11ivo carntterizzato da un cer-
to modo di convivere. Come.:?
E ' necessario ... Non bastano dun-
4ue le: muncinzioni di princlpi, non
bastano le: denunce contro i m,111ipo-
lamri. E' necessario un impegno per-
sonale fortemente educativo.
E non è meno neressario un impe•
gno concrcro miran te a procurare gli
spazi per lo sport. DCJn Bosco ha dato
l'esempio. E' imma!?inabile una casa
salesiani! sen7.a cortil i per il gioco dei
ragaoi? Forse i prt1~ettisti delle cit-
tà furu re rossono imparnre qualcosa
da um> che non se ne intendeva di
piani regolawri, ma i ragaz21i quelli
li aveva capiti. Una società come l'at•
111alc, che non crea sufficienti spazi
per lo sport. è una società che di fa rro
ignllra i giovani; e qui ndi non deve
slllpirsi se essi si _ribellano.
E' necessaria quindi una presenza
nel « sociale » , nelle associazioni che
si occupano del tempo libero, nelle
assemblee di quartiere, negli enti che
si dedicano alla difesa della nawra e
del verdt'.... in tutto ciò che può crea-
re unu spazio per lo sport.
Dall'impegno multiforme, generaliz-
zato e diffuso degli adulri, potrà ve-
nir fuori uno sport che ha al suo
centro non la speculazione o la mani-
polazione di pochi, non il risultato d i
prestigio nazion:tle, ma lui: Pallino.
Cioè il bambino, il ragazzo, il giova-
ne. Cioè l'uomo.
Riduzione e libero adattamento dal
« Dossier dei giovani>> n. 2: « Pro-
ceJ.W allo sport » di Claudio Bucciard-
1,tlin.1zitmi dello ,por1-,pL·ttacolo: ,i
Anzitutto i soci nell'aderire al li. («Dossier dei giovani •> è 111111 Jt'·
,, Jlicvano » e non ,i educ.1110 i gio- gruppo devono sentire di compiere rie di /uscicoli monografici che a//ro11-
\\·:111i ,p11r1i\\'i, ~i n:ali:u,ino vivai fi- un'e~ptrienza ;m,ociativn. in pien~ li- tu110 i problemi pirì ,,ivi del nostro
4 1.tl·11.11 i .,IIn rio.:rç,1 o,,i:,,i,·a dd ri- hertà.
tempo. Ed. Ldc, Lire 250 ciascuno).

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EDUCHIAMO COME DON BOSCO
, insegnategli
CHE C'E UNA 111■■1
Durante la notte dal 9 al 10 aprile
del 1886 Don Bosco fece uno stupe,.,.
do sogno. Gli pareva di essere vicino
alla casa nativa presso Castelnuovo
su un poggio detto Colle del vino •·
Di lassu lo sguardo spaziava. Ed ecco.
ode lo strepito e il chic1sso di una
numerosa moltitudine di ragazzi. Poco
dopo se Il vede spuntare dinc1nzl e
corrergli incontro per gridargli: Ti
abbiamo aspettato tanto, ma finalmen-
te ci sei e non ci sfuggirai •.
Don Bosco li guarda e si chiede che
cosa vogliano da lui. A un tratto vede
avanzare un immenso gregge guidato
da una Pastorella che. separati gli
agnelli dalle pecore. si ferma dinanzi
a lui per dirgli: Guarda ciò che ti
sta dinanzi. Ebbene: ricorda il sogl"/o
da te fatto a nove ann, di eta •. Con
un sorriso fa venire attorno a Don Bo-
sco I ragazzi. e gli dice: Guarda ora
da questa parte: spingi il tuo sguardo.
Anzi, spingetelo voi tutti per leggere
quanto sta scritto. Che cosa si vede? •.
Scorgo montagne, poi mare e altri
monti e mari• risponde Don Bosco. lo
leggo Valparaiso trilla un fanciullo.
E io Santiago interloquisce un
ragauo.
Adesso - continua la Pàstorelfa -
volgiti a guardare da questa parte•.
Scor go montagne, colline e mc1ri •.
soggiunge Don Bosco. No, leggiamo
Pechino esclamano i ragazzi. E Don
Bosco vede un'immensa città attraver-
sata da u•1 largo fiume su cui si scor-
gevano ponti lunghissimi. Bene •,
approva la nobile e stupenda Pastorella,
che sembra la Mamma di tutti quel
giovani, Poi aggiunge: Ora, tira una
sole linea da un'estremità all'altra. da
Pechino c1 Santiago; fa ' centro nel mez-
zo dell'Africa, e avrai un'idea esatta
di quanto dovranno fare i tuoi Sale-
siani •. • M a come è possibile fare
tutto questo? - obietta Don Bosco. -
Le distanze sono immense. i flloghi
inaccessibili; sono pochi i Salesiani... •.
Non ti turbare. Faranno questo i fl/oi
figli e i figli del tuoi figli e i loro figli
ancora: ma si procuri di conservare lo
Spirito della tua CongregazioT'fe .
Poi c on uno sguardo profondo la Pa-
store/la aggiunge: Mettiti di buona
volontà. C'è una sola cosa da fare:
raccomanda ai tuoi figli che colllvino
costantemente le virtù della Vergine
Madre •. • Ebbene - conclude 01111
Bosco - predicherò a tutti ql/este pa•
rote•. Sta' attento però con quelli
che studiano le scienze divine, perche
la sciema del Cielo non si deve mi-
schiare con le cose della terra •. Di
colpo. tutto si eclissa e svanisce. Don
Bosco non vede piu nulla.
Quando Don Bosco raccontò per la
prima volta questo sogno. gli facevano
coro•1a alcuni sacerdoti che di tratto
In tratto esclamavano: Oh, la Ma·
donna! •. E Don Bosco sottolineava:
Ella ci ama assai. E' Mamma •.
Don Bosco aveva capito l'impor-
tanza insostituibile dell'amore mater-
no. L'amore di una mamma terrena co-
stit uisce l'esperienza piu importante
nella vita dell'essere umano. Bisogna
perciò insegnare al giovani ad amare
soprattutto la Mamma Celeste.
Un antico proverbio talmudico
dice che Dio, non potendo essere dap•
pertutto, creò le madri [e anche il loro
equivalente: poiché ogni individuo, ma-
schio e femm ina, purché capace di dare
amore al fanciulli. può essere l'equi-
valente della madre biologica) . Certo
la piu grave perdita per un ragazzo è
la mancanza dell'amore materno Ma
l'autentica vera Madre è la Madre di
Gesu e Madre nostra, Maria.
Il ragazzo si fa un'immagine de l
mondo soprattutto attraverso i suoi
contatti con la madre. A seconda che
la madre sia affettuosa o no, il fan-
ciu llo sentirà il mondo ben disposto o
mal disposto verso di sé.
L'amore è una forza creativa e
arricchisce in mille modi la vita. E'
l'unica cosa al mondo dr cui non si
può mai dare e ricevere troppo. Il vero
amore materno, amore sincerissimo,
ha una sua fermezza, una sua disci-
p lina che sono insostituibili: non può
mai feri re, né inibire, né danneggiare:
può soltanto essere benefico.
Don Bosco faceva osservare che,
senza l'amore alla Vergine Santa, viene
compromessa la crescita spirituale del
ragazzo. Delinquenza. r ibellione. nevro-
si, psicopatie, atteggiamenti anti-so-
clall e altre forme di cattivo compor-
tamento del giovane possono nella
grande maggioranza dei casi attri-
buirsi a una carenza di amore, o a
una instabilità emotiva derivanti dal non
avere incontrato la Tutta Luce. la
Tutta Pura. la Tutta Bella che è Maria.
• A ogni ragazzo è indispensabile il
sorri so della Madonna. Se riesce a
farglie lo capire fosse solo per un
istante. tutta la sua vita ne risulta illu-
minata. Perche li sorriso di Maria è
un sorriso di bontà, dl tenerezza. dl
misericordia, cioè di amore. Ciò che
non si puo vedere con gli occhi del
corpo lo si può percepire con gli occhi
dell 'anima attraverso la tede.
Ogni ragazzo deve imparare che
ha una Mamma in Cielo la quale lo
ama molto, gli è vicino e gli sorride.
La Madonna lo alL1terà col suo sorri-
so, perchè il suo sorriso materno è
una luce, una forza, una sorgente di
carità.
Carlo De Ambrogio
5

1.6 Page 6

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Testimoniare
nella rivo azione
I f iyli di /)on /fosco n el Jlo:::wnbico hanno uislo le loro
OJ)f'rl' educ(lliue e sanitarie r efJUisil<' dal _qouer110 del Fre-
limo, secondo un piano di f/fllfrnle na::ionftli::::::(l::,ione.
Mentre la Chiesa dl'i Mo:::.ambico sl(l uiuendo ore diffi-
cili e decisiue, 11i mission(/ri Pcn11li dall'Europa Piene
of/Nla /'opporl1111ilà di tzn'ordtw il'siimo11i(lfl:::(/ di f ede.
Cm.ne u~ diario, d,'. un'opera ~ale-
s1ana in Mozamb1rn.
Ottobre 1975. Nvnosrnnre la na-
zionalizzazione delle scuole avvenuw
il 25 luglio scorso, la noslra scuola
e il nostro internato funzionano per
ora regolarmenre, com<.: se nulla fos~e
avvenuto.
30 ottobre. Due elementi governa-
tivi in una riunione di rutti gli inse-
gnanti hanno affidato la direzione del-
la scuola a i re professori. nomin:iti
provvisoriamente dallo stesso corpo in-
segnante. La comunicazione del cam-
bi:1mcnto ci è stata fatta in quesli
termini: « La scuola è dello stato, la
scuola è orientata secondo le diretti-
ve del Frelimo (Fronte di Libera;:io-
ne del Mozambico, d i orient,1men to
marxista-maoista, attuaJe detentore del
potere - ndr). Il padre cessa di essere
il diret tore. Tutto ciò che si rrov.1
nelle aule e negli uffici appartiene
allo sraro, e resta ben chiaro che lo
stillo non indennizza nulla, perché non
si comprende che il popolo debba in-
denniuare per quelle cose di cui è
stato spogliato ».
S novembre. Oggi alla scuoi.i è
srnm nom inato un direuorc unico e
defini tivo. A noi sono concessi 4u in-
dici giorni di tempo per abbandon,l-
rc la residenza parrocchiale con l'an-
nesso internato, e Irovarci una casa
d'affiuo da qualche pHte. « T1 padre
non comanda nell'internaro. 11 padre
deve consegnare le chiavi della ca~.1
e della cassa. 11 padre può preg;ire in
chiesa. Si dorn:mda al padre che si,1
assennato, che non crei problemi. Noi
possiamo prendere decisioni serie nei
suoi con fronti ».
generale: mobili e i1,111wbili Jella se-
zione maschile e ll'.111111inilc, della re-
sidenza parrocchiale, dell'amica resi-
denza delle suore. Vemiquattro aule,
un laboratorio di sartoria, una scuola
di da u ilografia... Ai missionari riman-
gono esclusivamente la chiesa e la
sacrestia.
9 novembre, domenica. La co-
munità p,irrocchiale venuta alla messa
si mo~rra lriste. Cerco di animare rut-
li, dicendo che l'accaduto scava nella
linea delle nazionalizzazioni, e che tul-
to era avvenu10 lranquill.tmeme.
22 novembre. Duranre i 15 gior-
ni concessici per 1rovare un al1ro po-
sto, abbiamo potulO rimanere tranquil-
li nella nostra residenza. Intanto ab-
biamo trasportato i registri parrocchia-
li dall'ufficio alla sacrestia, abbiamo
affittato un appartamento di tre stan-
ze 11 200 met-ri dalla chiesa , e abbia-
mo dam il bianco ali..: p,ireti. Al coa-
ùiutore O. è ~t,tto propos10 Ji rnnti
nuare a lavorare nella scuola, conw
impiegaw. Hanno detro che la sua prt
senza è indispensabile. 11 paure, per-
ché è <• padre>>, è dispensaro ùa tul-
to, e « può pregare nella chiesa ». Ma
il laico (che è religioso, e lo sanno
bene), può continuare a lavorare. Ora
cht: ,i di,cute rnnto il prohlcmn del
coadiutore sa lesiano, questo fo tto capi-
ta a proposito. Don Bosco sapeva quel
che si faceva. Prima di accertare l'in-
vito, il Signor O. ha voluro che si
sentisse il parere dei ragazzi. e tutti
furono d'accordo che restasse nella
scuola.
Fin gui la lettera-cronaca dal Mo-
zambico: anche in mancanza di altre
notizie dirette, è già sufficiente per u n
4uadro della si1uazione. Prima dei re-
centi capovolgimenti poli1ici e socia-
li, c'erano in Mozambico 28 salesi:mi
(al lavoro dal 1907) e 58 PMA (da l
1952) impegnati in atrività missiona-
ria tra la geme nera Bamù, (che cosri-
lUisce il 98% della popolazione). Ora
le opere una dopo l'alt ra sono state
nazionalizzare.
Ore decisive
I [igli <li Don Bosco in Mozamhi-
co condivkfono la sorte de lle nl r re·
missioni cattoliche. <: ddla stes~a Chi,·
6 novembre. 11 nuovo dirt:ttore e Bambini bianchi e neri in una scuola delle Figlie di Maria Ausilìatricl!. Fi.im·11
6 •·.1µtnre giudiiiurio fanno l'inventario a fianco, impardvano a non distinguere il colore della pelle.

1.7 Page 7

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sa locale. Una Chiesa che st;1 VIV\\.'.n·
do ore difficili e decisive.
I nuovi governanti non hanno lesi-
naw critiche feroci alla Chiesa. Anzi
:illc chiese: cattolica, protestante. e
all'islamismo. Parlano di « Lradimento
inaudito verso il popolo », di « lacchè
dell"imperialismo e del colonialismo».
Il capo del Frelimo, Samora Ma•
chel, l'indomani della presa del po-
tere (25-6-1975) ha espresso senza pe-
li sulla lingua il suo punto di vista.
« Sia la Chiesa cattolica che l'I slam
hanno appoggiato il colonialismo per
distruggere.: il Frelimo, quindi per di-
struggere il popolo mozambicano... "·
« Noi non vogliamo nel nostro paese
società <li alcun genere, n~ islamiche.
né cattoliche. protestami ... ». « Per
alcuni la religione è come una malat-
tia. I h,unbini non <levono esserne
c:ont,1minnti... "· << Non vogliamo che
la Chba c,molica mobil iti il popolo;
chi deve mobilitarlo è il Frelimo... ».
Le parole taglienti del nuovo prc-
:,idente 111ozambicano si sono poi tra-
sformate punn1almente in una serie
di decreti emJnati dal Consiglio dei
/\\linimi (2-1-7-1975), che contempla-
vano:
la natura laica del nuovo staro (il
governo de.I Mozambico non si iden-
Lifica con nessuna religione);
l'abolizione della proprietà privata
(anche la terra appaniene al popolo
e verrà controllata dallo stato);
la nazionulizzazione di tutte le scuo-
le private, comprese quelle missio-
narie;
la direzione di tutt i i centri edu-
cativi affi<lata a un delegato del go·
verno o a un commissario politico;
la n,izionalizzazione di rutti gli ospe-
dali, compresi quelli delle missioni;
l'invito urgente alla Chiesa di « non
occuparsi di politica»...
Le nazionalizzazioni sono ora un fat-
to compiuto, anche se io molte opere
il governo chiede che il personale ri-
manga al suo posto (e ne nascono si-
tuazioni di conflitto, con tensioni e
incomprensioni). E di tanto in rnmo
si registra l'espulsione dal paese di
qualche missionario sotto l'accu!.a di
essere « un rcnzion:irio », o la sua con-
danne\\ ai lavori.
Tre orientamenti
T missionari ora si interrogano sul
loro futuro. C'è ancora posto per i
missionari europei in Mozambico? Si
parla di una futura legge che dovreb-
be regolarne lo « status ». Semplici vo-
ci, ma non campate in aria, prevedo-
nn che il governo potrebbe porre co-
Lourenço Marques.
La linea in colore
separa la chiesa ri-
masta ai missionari,
dagli allri edicifi na-
zionalizzati perché
scolastici.
me condizione per la loro pcrnunenz,1
l'esercizio di una prolc,sionc o di un
lavoro produttivo; ciò comprom..:11..:-
rebbe la posizione sia dei mi,~1on,tri
dediti all'insegn:.1mento (con le !orci
scuole nazion.1lizzate), e sia di 4uelli
in cura d'anime. Anche quesr,1 arri•
vità non sarebbe riconoscima dallo
staLO laico, ufficialmente ateo, che non
ne vede l'utilità. ( « Nessuno deve an-
dare di villaggio in villaggio per fare
proseliti - ha dichiarato Samorn Ma-
chel - non permeneremo ciò"). In
questa prospettiva rimarrebbe posLo
solo per i missionari che accertino <li
venire impiegati nelle scuole e negli
ospedali « dello stato».
E i missionari si interrogano se deb-
bano o 110 rimanere:. Un documc:nrn-
ro art.icolo apparso su « Il Regno »
( I 5-2- 1976l prospetta Lre orientamen-
ti. « Molti misbionari nelle condizioni
atruali di impotenza preferiscono orien-
tarsi verso l':ibbandono del campo. Se
non è possibile evangelizzare, che sen-
so può avere la loro presenza? » . « Al-
tri rimandano la decisione in attesa
degli eventi, visto che per il momento
il lavoro fondamentale di assistenza re-
ligiosa è non solo possibile, ma soven-
te tranquillo ed efficace». « La linea
prevalente tuttavia è diversa: ammesso
che è bene che molti missionari, in-
capnci di convertirsi a un memdo com-
pletamente diverso di presenza, se ne
vadano; ammesso che toccherà nlla
Chiesa locale assumersi in prima per-
sona il compito della mediazione, il
restare sul posto - magari come pre-
ti aJ lavoro - avrà un valore di te•
stimonianza. Vale la pena tentare con
sincerità. I cristiani del Mozambico
apprezzeranno la solidarietà dei loro
pastori ... ».
Gesti di buona volontà
All11 base di una qualunque scelt.t
e Jcci~inne, ,1:1 <lunyue un giudizio
da espri,m:re st1lla stmazione ,lltuale
e sulle prospettive tuwre. Circa l.1
n:uura marxista-maoista del Frelimo
non ci scino dubbi. E risulta i.empre
p1L1 chiaro il suo modo di reggere la
cosa pubhlica. l n campo educativo per
esempio. si sra imponendo « u~, uni-
co s1sLema, basato su un vero cate-
chismo" marxi~ta. rarforzaro da una
"pratica" obblig,noria dei nuovi pre-
cetti: non è possibile - neanche per
il missionario - dispensarsi dal me-
todico indourinamenm. E nei casi più
gravi, vige il campo di rieducazione»
(sempre da« Il Regno»).
Come è prassi ormai consueta per
i paesi che cadono sotLo il regime co-
munista, il nuovo corso viene realiz-
zato attraverso una « impo~izione im-
mediata e forzosa » delle nuove strut-
ture, cht: non rispetta più la libertà
del singolo. TuttO questo, va da sé, è
inacçertahilc per il cristiano.
D'altra parte la rivoluzione in Mo-
zambico si presenta con quel " lato
morale che distingue le vie c inesi al
comunismo: appello continuo all'im-
pegno, mobilitazione delle coscienze,
ferma lotta conrro i vi2-i sociali, aboli-
zione del privilegio, austerità di vita,
grandi riforme ~ociali... » .
I vescovi mozambicani. in una « Let-
tera di Natale» (1975) ai loro fedeli
hanno compium un gesto di buona vo-
lontà ispirato all,1 fiducia: « E' natu-
rale che la nut>v,1 situazione turbi pnr-
cicolarmente quei cristiani che si era-
no abiruari a vedere nella Chiesa più
l'isti tuzione che lo Spirito... ». Rico-
n<>scono: « Viviamo ora in uno srnro 7

1.8 Page 8

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LIBRI
l nJ s.:ularcsca furcst ..llc a Lhi\\n:, ncll'inll!mu do:! ,\\l0L,1111hicu, assistila lino
., qualche te mpo [a dai figli di Don !3osco.
laico in cui la Chiesa non goc.le di
alcun privilegio, non è di sua compe-
tenza mantenere servizi paralldi a
quelli dello staio (scuole, ospedali)... >}.
Tncorag~iano: « li frnnare della strut-
tura mb:.ionaria tradizionale non deve
sp,1venrnrci... •>. Si impegnano: « De-
sideriamo impegnarci ncll.i rivoluzione
che si sforza di trasformare radic,1l-
m1:11Le la società mozambicana. e lo
facciarm1 in connmione con tutt i
111u1ambicani di huona volontà... » .
Povertà è spendersi
l figli di Don Bosco rimasti (at-
tualmentc sono 13 salesiani, fo rse me-
no: e 26 Figlie di Maria Ausiliatri-
ce, forse meno). cercano ,mch\\:ssi un
modo concreto di rendersi utili alla
Chie,a e alla gente per cui da tanti
,mni lavorano. Hanno dovuro lasciare
le opere educative e sanitarie, ma
'-lu,1lcuno e.li loro vi è rimnsto come
« impiegaro ».
Nella capitale Lourenço Marques i
salesiani avevano due ccnLri: uno con
parrocchia, scuola cli circa mille alun-
ni, internato con un cen tinaio di ra-
gnzi in maggioranza neri; e poi un
liceo. A Namaacha, 50 km. dalla ca-
pitale, avevano un ospizio. A Moati-
ze, sulle sponde dd fiume Zambesi.
avevano apcno da poco una missione
con piccola scuola. Tutte queste ope-
re sono staLe requisite, eccello la par-
rocchia. Lguale sorte è roccata alle
opere delle FMA.
« Non sappiamo ancora bene come
sarà d'ora innanzi la noslra vita -
dice una testinmnìanza diretta giunra
d,1lle ope re salesiane - . Tcoricamen-
8 t<' il l.11·oro ,1postolico dovrehhe esse-
re limiunissimo. St:condn lu legge non
sarebbe possibile riunire per il ca•
techismo i raga1.zi inferiori ai 18 unni.
Alla messa domenicale vengono un mi-
gliaio e.li fedeli, in maggioranza adulti.
Il popolo ci è amico e desidera che
noi rimaniamo sul posto. Vuole an-
che solo la no~ua presenza fisica ».
La lt:Stimonianza prosegue con con-
siderazioni insoliLc su aspetti cli so-
lito poco avvertiti della povertà reli-
giosa: « In questo momento ciò che
pit1 mi raurisrn non è tanto il veder
mi privato di casa e e.li beni. mn la
mia ''povertà um,ma" di vedermi li-
mirnto nel ca.mpo dell'azione. cli veder
misconosci,tro q\\rnnto abbiamo fatto
per la promozione cli 4ues1.i gente du-
rame 17 anni di duro lavoro. E que-
sto solo perché sono chies;i, sono sa-
cerdote, sono strnniero. Prima pcn-
savt> che la povertà rdigiosa e cri-
stiana consistesse nel non spendere o
nel non spendere male; ora mi accor-
go invece che consiste nello ~pendersi.
Prima pensavo che fosse solo un non
possedere; ora vedo che con.siste nel
non possedermi, non essere più pa-
drone di me s tesso».
La Chics,1 e.lei Mozambico ( un pae-
se vasto due volre e mezzo l'Italia,
con quasi nove milioni di abirnnri cli
cui 1-560.000 cattolici) non è per ora
perseguitata nel vero senso della pa-
rola. Ma è sicuro che le nuove circo-
stanze l'obbligano a interrogJrsi. Non
perseguitata, ma molto interrogata.
fn quesra cornice di evemi c.lrarnma-
Lici, un pugno di Figli di Dnn Bosco
è a sun volta messo alla prova. Per
testimoniare nella rivolu7ion1:. e cre-
scere nel!:1 fede.
GIOVA NNI BOSCO
Scritti spirituali
A cu ra di Joseph Aubry. Ed. Città
Nuova, 1976. Due volumi inscindibili,
li re 5.500.
Capire Don Bosco attraverso le pa,
ro le s tesse di Don Bosco. Senza inter-
mediari più o meno autorizzati e sen-
za le alte razioni del loro personale
punto di vista.
I due volumi costituiscono un'anto-
logia di scritti dall 'indole più varia, ma
lutti stesi da Don Bosco • a caldo •
nell'esercizio concreto del suo magi•
stero spirituale.
Ma Don Bosco fu scrittore di spi-
ritualità? La domanda - che Il cura·
tore della raccolta si pone all'inizio
della sua interessante , Introduzione
- ha una risposta semplicissima: cer-
tamente no. Però don Aubry si do-
manda pure: Don Bosco fu un maestro
spirituale? E la risposta è ancora net-
ta: certamente si. E poiché non ha
scritto trattati in forma sistematica,
ma ha trasfuso ne lla vita il suo inse-
gnamento. ecco la difficoltà - dav-
vero ardua per chi l'affronta - di in-
dividuare nell 'enorme mole deglì scritti
di Don Bosco quei testi che risultino
più densi e significativi.
L'impresa ora è felicemente termi-
nata. Sono 230 brani compiuti in se
stessi. arri cchiti da brevi note quan-
do occorrono, resi faci lmente repe ri-
bili da tre indici. L'opera è pratica,
dai mille Impieghi. Libro da capezza-
le, da meditazione. da lettura spiritua-
le. Per preparare conferenze e predi-
cazione. E. va da sé. anzitutto per
l'approfondimento personale.
FOLCO OU ILICI
India un pianeta
Fotografie del l'Autore. Ed. Sei 1976.
Pag. 420, lire 8.000.
Un tipico libro della c ivil tà delle
Immagini. in cui testo e foto si fon-
dono in un 'unita di discorso che di
solito manca nei libri semplicemente
Il lustrati •. Perché testo e foto que-
sta vo lta sono nati insieme. dai viag-
gi di questo irrequieto e instancabi le
giornalista, reg ista e documentarista.
Che non ha bisogno di presentazioni.
PIERO GHEDDO
Vietnam, cristiani e comunisti
Ed. Sei 1976. Pag. 360, lire 4 000.
E' la storia della Chiesa cattol ica
In Vietnam fino all'autunno 1975. com-
presi quindi i primi cinque mesi di
vita sotto la rivoluzione. E forse pro-
prio l'ultimo capitolo. dedicato a que•
sto periodo, costituisce l'aspetto più
interessante di un vo lu me destinato
a rimanere un , testo •.

1.9 Page 9

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Il piccolo governo cu,1 h.1 il ,uo o~pcd.1k-. fonJ,1w J,111,1
fe,kraz1onc, ci son<> warhui Jispen-
s.iri, m,1 occorre aumt:nrnre gli inlc.:r-
mieri e migliorare la Imo preparazit1ne.
C'è i,npornmriss1mo per gente
del popolo Sbuar
che esce dallJ forestll - il prohlem.1
dell istruzione Gli s(oi.1rc11i sono tJn•
ti. c'è fretta di arriv,m.: ,1 tuui. e I.i
Fe<lcnwionc ha messo su un·emiuen-
1.: che diffonde ogni t,:iorno la ,n10-
la r.1Jiofonic,1. Sono 3 200 pic:rtni che
.I S11cw1 11('/ !/<'Hll<IÌ<> scorso si è f('flll/a lfl J,1• .-tss<'mbl,•t1 frcquent.mo le prime quarrro cl,hsl
tld/11 Fcdr m :ione Sluwr. Tanfi yruppi dnià 11rimilì11i
<il'IL\\m<·ric11 /,nlin<1 si slunno le11/a111c11fr spc_c;11c11du;
1110 yli Sluwr - eh,• i missio11"ri S(l/esirrni S<'!/ll<JllO (/((
82 unni risultano in pÌ(' /l<I riprt's<1, t' a1111ir1/i a !/l'·
slirc cl,r soli il loro ,1u11,•11irl'.
clemcnt:1ri In ogni centro c'è un « te•
lc-au,ili,1r10 ». una sp1:cic <li m:1es1ro
cht: r,1tcoµli1: i r.igazzi, li ,1iu1t1 c..lu-
rantc l'.1scoll0. concrolln compiti e le-
zioni. p,,i riferisce al " minh,tero dcl-
l'e<luc:1zilme » 1n que,to modo risul-
ta pos)lbile raggiungere un numero
molco più grande <li r,1gaui che non
II puhblico è rimasto ammiroto,
(< ira l'altro, per la disinvoltu•
r.1. 11 modo di prc~enrarsi e l.1 m.1-
tum~1 Jimos1ra1J <l.1 questi ,1borige-
ni » Gli aborigeni <li cui sta parlan-
do il giurn;1le di Quito "LI co-
mcrl·io". sono gli indi dell,1 Federa-
zione Shuar organizzata dai mi)siona-
ri salesiani ncll'Orii:nrc Ecu.1tori:1no,
c il pubblico rimasto ammir,110 è: 4ucl-
lo 1clcvisivo, che sulla fine dello scor-
so gennuio ha 11~s1Sli10 ,1 un progrnm-
m.t ~ugli Shuar difluso contempora-
n~·amcnti: a (Ju1tu è Guaya4U1l
D,1ll.i c.1pit,1lc ,1vn·ano m,m<l.110 a
Surua le 1elecanwrc e tulio il rc~lo,
pmpno per coglu.;rt sul Llltc> e inter-
v1sLarc gli Shu,1r, durante la I>" As-
~e111hlt:.1 <lcll.1 loro Fcdemz1one. Una
fct.lcrazione che cum,1 I 16 Centrì. e
otj.?.u'lizza sul pi,tt'lo soci.ile qu.isi ven-
1imll.1 indi~cni.
E' <lun4uc l.1 tredicesima volrn che
i capi - una spL-cte di piccolo p,ir-
quelle terre su cui vivevano d,1 ~eco•
li e Sl'Coli. e or.i devono din:<lcrscle
fra loro s1:condo ~ius1izi.1. mcnm: lo
stato ~, e n:.cr\\',IIO d1 lcgalizz,1re quc
s1;1 <lis1ribuzion1: /\\I.i ,ulo per H Cen-
tri il lnvoro è st,HO già reulizz,Ho,
mentre per gli !litri si v,1 a rilcnw -
lamenu iI pn:,identc nella sua re-
luz1om: - anche ,1 causa <lei d1,in-
1erc,,e (dl""preocup;1cicin) <ldla bum-
cr.1z1,1 loc,1le. Tu1 co il 111011<.lu è pJese.
Incoragg1ante invt:ce risulto l.1 si ,
iuaziun~· dell'alkv,urn:ntu c.Jd bc,ti,1-
me (diffu,o giii 111 68 l.cnrri ). wmc
pure la C(>Struziune Ji alcune infr.1-
scruuurc un ponte sul rio UJMno.
alrri piccoli ponti e le pr:nil'hc ,tn·
chc se rischiose 1ar,1bir.1s Cscgg1u,·1L
« fores1.1li » . per il trasporto di pd-
sont: e cose e.la unn sponda alL1lt r.1
dei fiumi. funz1on.1111i J motore o a
forza muscolare)
(..'è il probh.:m,1 delL1 ~.1l11tc \\u-
con gli internati delle mbsioni.
E ~i as~icura ~nchc un 'isuuzio111.:
rcligios,1 ben fatta. Oµni mattino le
lezioni si :1prono c.:on un progr,1mmil
t.!.i venti minuti, fono in lingua ~hu;ir
con ,dcc e spumi che partono dati.,
culturn shuar (e d;1l loro .. antico 1e-
s1am1.:nlll). li programma è curato c.J,1
un mi~,;ionario competente e prcp.1•
rato, c è fa1to cosl bene cht: i r,tgJZ·
zi corrono puntuali J scuolu per non
perJen: le lezioni tli ,. padre Aijiu "
1al secolo A lfredo Gcrmnni ).
Ma l.1 quarta dementn rc og~i nnn
basta neppure per i h,1mbini c.Jcll.1
fore,rn . Perciò l'Assemblea esamin.1 1
piani r,cr Jggiungcrc I.1 llUinta e se-
sta classe element.Jre nl più ptc\\tll,
e poi un ~orso pos1-pr1111nrio. Dev·e~,c-
re re,diz,wto tutto sul posto. pcrch~
« non c'è un modello d1 e<luCllzi<>tW
che so<l<li,faccia Il g1ov,mc ,hu.1r wn
za disirui:gcrlo cultuntlmeme "· P,·1
4ue,10 è s11110 deci~o l'i1cq111sro di 1111
lnmenro - si riuniscono, e i missio-
nuri qucs1J volta ~ono sta11 ~opra t-
LUtlb a guardare. Perchc: ormJi gli
!:ihuar sono disinvolti, sanno prc~n-
•= I componenti di una scuola radiofonica gli alllcvl, i tele-ausiliari , e qualche
mamma anch'es_~a curio,., di imparare.
tJr)I, sono proprio maturi come dice-
va « El comercio ».
L'Assemble:1 ha avu ro luogo nei
giorni l-t/ 18-1-1976, e ha VÌ)IO riu-
niu nel centro della Federazione 125
<ldcgaù e 32 os~ervaiorj: i <lde~ati
Jei Ccnrri g,j federali. e os,er\\',ll0rl
<li Ceneri non ancora associali ma cu-
rio~i e desiderosi di mettersi insie-
me. Si sono riuniu per fare il pumo
sulla situazione, ve<lt!re che co~:1 fun-
zion.i e non iunziona. e pr~rJmmare
I problemi affrontali sono st,ui d.iv-
vcro quelli di un piccolo pt1polo d11.:
si nu10-governa. Per esempio il « pro-
hlt.:11111 c..lell:1 leg,1lizznzion1: c.Jcllc ti:r-
re »: in pas,,uo ~li ShuJr :wcv .mo
<lo\\'Uto lottare perché fosse riconvsciu-
11, il lnro diri110 alla proprie,:, d i

1.10 Page 10

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tt:rzo « µnippo » della potenz,1 di IO
KW. che dovrebbe entrare in fun1.io•
ne ùal prossimo ottobre per i nuovi
precedente Prcsidcnte, il prof. Domin
go Antun; ha scelto il Vicepresiden-
te e gli altri « mm1stri » che si occu-
lo speuacolo di un cido e Ji un 111,ire
stupendi. <li una vcrJe collina (che
gli abiranti generosamente chiamano
corsi scolastici
Ma c1 sono altri problemi: chi p,1-
go gli ,1t1uJli 230 tele-ausiliari? Per
una settanlina ci pensa il governo ve-
pano dei terreni, del Lavoro, del com-
mercio, dell'educazione, della cultura
religiosa, dell.t sanità della comuni-
cazione soci.ile ..
« montagna » anche ,e tocca appena
i 650 metri), di cascate, l.1ghi e bo-
schi ancora intatti. I ciuffi verdi del-
le palme di cocco ,i ,tendono a per•
ro, quc.:llo di Quito, ma per gli altri
Forse questa degli Shuar è l'uni dita d"occhio e sono l.1 principale TI·
cerca di provvedere almeno in p.trte ca organizzJzione di indigeni dell'Ame- sorsll naturale: h: pi,tnt.1µioni forni-
il piccolo governo shuar. Che Jcve rica Lmina gestita veramente dagli in- scono ogni ann() trcntJ milioni di no-
anche .1iurnre i ragazzi mt:rircvoli di dios stessi. Un dato impressionante, ci di cocco, le 11it1 pri:gi:11e Jdla Thai•
continuare altrove gfi studi Il ➔ 2 h,in- frutto di 82 unni di lavoro missio landia, che i 50 rnihi abirnnri dell'ar-
no già potuto prendere un <l1plom,1
nelle scuole dello sta10).
La I3" thscmblea della Federazio-
nario (1 [)rimi Slllcsiani sono arriva
ti in queste foreste nel loncano 189➔ ).
Gli sccssi Shu,1r riconoscono il ruo•
cipelago raccolgvno con la collabora-
zione strav:igamc m:i preziosa delll!
i.cimmie ( ebi,C bi nrr.1111picano \\'cloci
ne Shuar ha affrontato cutti quc~ci
problemi e unti alni. E h;.1 c.:lc.:tto
il nuovo "go\\·erno »: h,1 riconfcrm,1-
10 in carica con 115 voti su J25 il
lo determìn,1ntc svolto dai missiona-
ri. Dicono: « Siamo exallievi salc~i.i-
ni, e vogliamo continuare la loro O[)C·
ra nelle missioni ».
sugli alberi, scelgono le noci m,uu-
rc, la stacc.mo e le h1sci.tno caJcre;
poi salcnno spericol,1rnmcnte d,1 un al-
bero all'altro pcr continuare il lavo-
ro della raccol111 ).
In quella pace quasi irreale i mis-
sionari provano nnchl! la ~oddisfaz.io-
Cristo è sbarcato
a Ko Sam ·
ne di lavorare frn gente buona e ben
disposta. Pochi~simi er.mo sull'isola i
cristiani, una dozzina in tutto, e pro-
venienti per lo più 1.l.11la capitale.
Ora essi trovano adeguata assistenlll
spiriruale. Quanto ni giov:ini, hanno
cominciato .i popol,1re il « Centro gio-
vanile Don Hosco » nssai prima che
fosse ufficit1lmcn1c in.rngurato ( i S11-
lesiani accanco :illa cappella hanno co-
SLL qu<•s/'isola incnlllr•uol<• nel Golfo di T hailan dia n on struico a proprit: spese la residenza,
ancora ini<iccala dalla corsa al b<'lll'SSNe, i Salesiani
han no rrali::::alo un centro giouanifr. /<,' ne aprireb-
bero molli altri da q1u•lle parl i, solo che il \\ 'escr)l}O
possedesse u na certa macchina...
i locali. del Centro, e gli impianri
sport.ivi).
Alla cerimonia d 'in,1uiurazione. av-
venuta il 25-8-l 9ì4. mon,. Carretto
spit:gò alfa gente I., presenza dei s,1-
lcsiani: « Essere J servizio <lei gio-
eristo è sbarcato nell'isoh1 Sumui,
e grmde n un exallicvo sah:s1u•
no che hu donato terreno e chi1:s.1
per un centro giovanile, ha piantato
la sua K-nd.i in mezzo a una gio\\•Cn•
che non lo conosceva ancor.i.
Samui è la principale delle 6➔ iso-
le di un arcipe11go tropicale che Ja
sa - tllHrambe d i nome Anna - ha
voluro dedic,1rl11 alla mamma della Ma-
donna. Orm3j da quasi due anni i Sa-
lesiani (prima uno, poi due) lavorano
a Samui, con loro pienu soddisfa1.ione.
Nei suoi 288 kmq l'isola, fascii11.1
da un,1 ~1)i,1ggia incomp,1r,1hilc, offre
vani con il cuor1.: c lo ,p,rito Ji Don
Bosco»; e il capo dc.:I distrettO rin-
gruiando assicurò tutto il suo appog-
gio per la riuscirn c.lell'opcrJ.
11 Centro a11ira non ,olo i gio,·ani
m:1 anche le loro famiglie , in unu
sforzo educativo comune e cordiali:
Qu.mto ai r,1i:,1zzi , , i impegnano in
essa prende nome, si tua1:1 nel golfo
di Thailandia a 500 km. d:1lla capi•
tale Bangkok. Si trova a 50 km dal
cenrro dcllu diocesi di Surat Th,mi,
ancora avvolta nell'incantesimo di un,l
virn semplice nel cuore della naturn
intJlta. Ed era anche, nei sogni del Ve-
scovo s,ilcsiano mons. Carretto. luo~o
ideale per un'opera salesi.inJ. li p,,s·
saggio dal sogno alla realtà è iivvenu-
to nel 1974.
li signor Yok Nam, exallicvo cat·
rolico della scuola salesiana « S:1r.1si1 »
di Ban Pong, aveva acquisrnto 1errc:ni
sull'isola, e ne ha donttto a mons
Carrello quanto basta per rcJlta,ire
il « centro giovanile» con i suoi c,lm•
pi ~ponivi. A sue spe~ ha pure co-
struito la piccol.1 chies,1, e in om,1g
10 gin a ll:1 wn mamma t: ull,i su., spo• Il Centro giovanile Don Bosco• di K o Samui, inauguralo nel 1974

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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;mimare !!are sport.ive, e frequentano
a cuuo spiano.
« Cerchiamo di cescimoniare Cristo
non solo a parole ma con i farti »,
scrive il missionario <lon Natale Ma-
né. E racconta che due anni fa una
fabbrica di cordami aveva fatto fa].
limento lasciando settanta famiglie sen-
za lavoro. « Noi stiamo intervenendo,
e cerchiamo di procurare ai capi fa.
miglia una nuova occupazione. Fornia-
mo barche con reti, per la pesca del-
le aragoste. Ogni barca richiede tre
persone, e quindi serve per tre fa.
miglie. Abbiamo già consegnaco due
barche; altre rre sono in costruzio-
ne; speriamo di poterne avere ancora
dieci. T pescatori con il loro guada-
gno pagheranno a poco a poco la loro
barca, e con i soldi ricuperati ne po-
rremo acquistare e distribuire delle
altre ».
C'è anche qualche lebbroso sull'iso-
la, con cui i missionari hanno preso
i primi contatti per assicurare le cure
mediche.
Sono piccole cose. ma la gente guar-
tla _già con simpatia ai missionari, e
comincin a interessarsi al « loro Dio».
Don Mané è già stato invitato. a Na-
tale, a illustrare nelle scuole il s1-
gnificaro di questa festa; e poi a te-
nere lezioni sul cristianesimo. Ma i
risu.lrari matureranno soltanto col
tempo...
Intanto il metodo educativo di Don
Bosco nel Centro giovanile sta otte-
nendo buoni risultati. « L'idea dei Cen•
rri Giovanili - ha scriuo recente-
mente mons. Carretto - si sta fa-
cendo strada anche tra i buddisti, gra-
zie al dialogo che abbiamo avviato
con loro. Ci chiamano un po' ovun-
que. lo sono persuaso che questo sia
il modo migliore per evangelizzare
questi giovani buddisti e le loro fo.
rniglie. D 'altronde, è il metodo del
nosrro padre Don Bosco... ». Difat-
ti mons. Carretto, in visita all'isola
di Phan Gam {la seconda per gran-
dezza dell'arcipelago) si è visto offri-
re dal capo del villaggio un ampio
terreno perché faccia sorgere anche
il Centro Giovanile.
L'idea è splendida, però chi met-
terci a lavorare? Ha commentato il
vescovo: « Bisognerebbe avere una
macchina che io non ho ancora: quel-
la che fabbrica i missionari ».
CESARE CASTELLINO
Al mattino seguente Franck vkm:
a scuola renuro per mano da un papà
che era stato presente al raduno. ,< Si-
gnora direttrice, permette? Devo fare
un discorso serio con Franck ». E pas-
sano tutt'e tre in parlatorio.
L'uomo parla a Franck come a suo
figlio. Gli mette davanti il suo com-
ponamenro ineducaro, e gli prospetta
le conseguenze poco buone che potreb-
be avere la sua condona se lui non
s'impegna a cambiarla. Franck abbas-
sa la testa. Si sente colpevole.
E' tempo di passare al tono affet-
tuoso: « Cosa vorrai fare da grande? ».
E il viso del bambino s'illumina im-
provvisamente: « Lo scultore! >>.
« E va bene. io t'insegnerò. Vuoi
che cominciamo domani? >>.
« Domani! » risponde il bambino.
Una stretta di mano che è una re-
ciproca promessa, e per la prima vol-
ta Franck entra in classe meno scon-
troso. Ma quel papà ora è preoccupa-
to... Non è suo mestiere quello dello
scultore! Non ne sa nu,Jla. Ma ha pro-
messo! Imparerà con il bambino.
E il giorno dopo va con Franck a
comperare arnesi e mareriale, e inco-
mincia un lavoro di redenzione.
Franck
e i suoi cagnolini
Un es<'mpio semplice e persuasivo di collaborazione fra
scuola e genitori, nel clima ideale del sistema preven-
tivo insegnalo da Don Roseo.
Parigi. Presso Ja scuola elementare
dolle Figlie di Maria Ausiliatrice
« La Providence », ogni sabato i bam-
bini divisi in gruppi si dedicano al
<< lavoro prefeàto » esplicando le loro
capacità. Alcuni sviluppano fotogra-
fie. altri scolpiscono, dipingono, pre-
parano fiori. La scuola si trasforma in
un piccolo « ateJ ier ».
E ci sono anche i papà e le mam-
me, quel giorno, che si fanno impren-
ditori. Quanto sia valida Ja loro col-
laborazione lo dimostra la storia di
Franck.
E' un bambino introverso e aggres-
sivo. In classe la maestra non riesce
a ottenere la sua attenzione; in cor-
tile bisticcia con i compagni, e alza le
mani contro di loro; per la strada. di-
ce p:1role sgarbate e persino ingiurio-
se ai compagni e anche a qualche
mamma.
In un raduno di genitori si senro-
no parecchie lamentele. Si fa stratla
una richiesta: « Franck sia allontanato
dalla scuola, perché ostacola l'azione
educativa dello stesso ambiente! ».
La direttrice ascolta, e poi rispon-
de con il cuore di don Bosèo: « Franck
ha dietro di sé una situazione fami-
liare dolorosa. In un disegno sponta-
neo ha messo in primo piano i due
cagnolini di casa, poi la sorellina, poi
lui, poi i genirori. Segno che non si
sente amato accettato. Se lo
allontaneremo dalla scuola si sentirà
rifiutato da Lutti, e ne faremò un in-
felice per la vita. E' necessario invece
srudiare il modo di aiutarlo ad avere
fiducia in e negli alrri ». I parenti
sciolgono il raduno pensosi.
Se a dicembre qualcuno di voi aves-
se avuto l'occasione di andare a l'« Eco-
le de la Providence » in rue des Haies
a Parigi, avrebbe trovato Franck fe-
lice: « Preparo il presepe per la
classe! ».
Ha rifatto il disegno della sua fami-
glia: questa volta ba messo per or-
dine papà, mamma, lui, la sorellina.
l due cagnolini all'ultimo post.o.
Cosa è avvenuto nel mistero di que-
sta piccola vita? Semplice: la pedago-
gia dell'amorevolezza ha compiuro an-
cora una volta il suo miracolo.
Sono i frutti di una ben intesa col-
laborazione fra scuola e famjglia, nel-
lo spiriro del metodo preventivo di
Don Bosco, esteso e partecipato an-
che ai genitori.
11

2.2 Page 12

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Condensato dal \\Olume " Il Borgo di Don Bosco", di Cadmo Bia\\'ali.
Quando gli sciuscià
diventarono
ragazzi di.Don Bosco
l 'n esile 111<JllSiynore 2.5 unni /o inn11y11r1111" rtl Forlt•
Preneslino di Ronzo i lohor<1lori 11110/Ji del « /foryo
/foya::::.i di /)011 Bosco ». O!JrJi qw•l 111onsi!Jnorc si cltia-
nicra torte, ,•'è chi ne l.1 usti ( l,1 po
lizia spani con 1m ignoti w:ilig1.11<1ri
di vagoni .ili.i S1:1zionc C..a,ilin,1: 1111
Jelin4L1cnte mdc .,1..:cch111> è Ll ll 1.1.
111t1 P(lo/o \\ '/ . E aneli <• JH'I' ricordart· /',,iulo concrt·lo
cli<' <'!Jli tlit'd<• nl'i I f'(IS[orma re !Jli sciuscùi cli U omo
in R<1!Ju:::i di /)on !fosco, é stufo scritto 1111 libro : <111!
,:aamo di 12 .111011
E ,'ì:. ,1ppunt,1, .inchL' chr in,·t,r,1
pietà. I n quc,1i r.1g,1zzi. molto più
\\'ittimc che colpn·oh. l,1 ,·cr.1 e pn>•
,,rimo l)ir<'llnr<· del « Horyo » . com,· « 1111 ,tifo di 11.f-
Jl'lluo.<w simprilia f)t'r i rnyu::::.i di /Jon / fosco ».
pria dcgcnrr.u111nc non è 1.11111, fre
4ucntc. l,1 lnro ,p,1,·cnto<,,1 l.1du1.1 si,
vcntè n,111 11.1 c11invt1ltc> le r;1Jid tkl-
s~ l'anim,1
un,1 lll,ln(l C.lfl'Z/C\\'Ok si
R omr1, 19-H J..1 cillà è ,1.11;1 Jj.
hcr:ll.l. nnn 11iù rcra1c tc.lc.,clw,
non piì'.1 le ~lrl'Oc <lell\\111,irmc ,\\l.1 i
dr,1mmi non ,ono finiti. r-:· n;11.1 1111,1
11110\\';1 catq:on.1 d1 ' "!!'1zz1. d,111'ari,1 du-
ra. ~graz1>1t11 , hdL1 rd,1. C,li ,c 1L1st·1:1
f'igli ch:l l:1 gll(:rr;1 I µcn i1ori mnrr 1
-.<lltll i hnmh.1rJ,1 1m:nii. cmij!l',lli.
0111 eh ,,:i Jo\\'t' I se h.rnno un,1 m.1m-
111,1 <c,irmiµlr;11,1, l,1u:rn. ,ctl✓,I , pil··
ru d r nlj:hc precoci (i figli p1c.:ol:
l 'no ,,:i.m11: immc.:11•<11. ,c,1m1e1.1tt1,
l,lnJ!l"''· di r.1g.11✓ i m11i .1 1u11i i \\'i-
11. ladri ,1 wth.: .umi, 1r,1ffa·.m1i di
111rp1 l·11111111l·rn. OJ!J!l'IIII d1 di,prL'/•
.w. e quukhc.: vol t.I .mc:hc di pit•1.·1,
Ci vorrebbe Don Bosco
( L' ,I , , 111,·11, ,,,ntr.• ,I; l11ro 11r
din.mN ,,,,·r,·. , ·,: dii •m,...1 l.1 1111
posa ,ul luro capo non lu~nnu. Dr-
,·cnt.mu timidi Sorridono. "ono ,,,.
lo p1u b.1111hin
Ed ecco, ~111.1lcunn un l!iorno dio::
,. ( :i \\'l1rrd1bc Dnn Ho,co ,, L.1 Ir,,,l.
:q1p:1rc ,u un 1tairn;1lc. e h:1 ,11h1111 il
,,1pon: di 1111,1 vt·ri1.'1 o,·vi11. t·1 ,, ,111
pi,cc d1 111111 .1vnci pcnsaw 1•r1111.1.
l'.u:i, 1I P,111.1 P" X11 . ,l1l' i1111·1
\\ 1~·nc: ,, D11L· .11 ',,1, ,, 1 1.liL· .Il,
,kri.1m1, dll· •" , "nnd.m" , 1r.1 d
,nnn un pc,n, lJt1dli granJi un,1 di-
,pl'raziunc.: 1.
Luro. J!IÌ ,,·iu,dì1. rnn i piedi nudi
infil.111 in vc.:n:hl ,tilrp,mi J.1 .1d11li1
con ,·e,11 .1 hr.111dc.:lli L'hl' l.1,l·1.111"
'lllfJ!l'rc membra "t.1rn11c. ,udrcrc. 111
k ..1.ue J.1 in,l·tti e foruncoli ,\\hi1.1
no - 4u.mJu h.tnno un.1 ,. c,1,.1 ,,
I r.1 lc.: m,Keril·. ndlc.: h,1racchc.: 111111,:11
gli ,te4ucdtlll1, ncllc.: horgatc dc.:ll.1 1111
l.1\\'Ìl,1. Di profc,~1one - 4llandn 11011
111: e,crci t,tno di inrnnfrssahili - sono
\\T11di10ri ,il m11111to d1 sigarc.:rrc. por
t.1111ri di ,·.il1g1..-. snprnt1u110 lu,tr,1
,,,1rp<" pL'r le trnppt· d'ncc11p.11Ìtllw
I .1 lnn• ,,111,l.1 i: l.1 ,traJa, d11n· ,
in,nm,1 il lin~u.1..:µiu (ior'tu Jti l.1,
d1i11i e Jd J,,m,,merì,ti \\'i\\111111 ,111.,
J!lnrn.11.1. ,en1,1 •per,1111,1, seni.i n:rt,·✓
Il' "'liii il ,nk ,.. ,nltn Lt !un.i. l)tir
1111 ,1111 ,, d,11,· c.1l.1 l,1 ,er.1 "· twi 1 1
•:11 ,klh "1.11inm· lc.:rmmi. n.-11,· J!,lh
12
il,'. ( .1111p\\l,1gh•. nd 51111 \\ 111
l ,,:,.--,.,,. I. ,Ju:n,1n1 ,i rÌ,<•llllll< 1.1
.1, ., l n L·... it.._• \\1o u,it!nur-.· inau,-.:u,
25 .u1ni I..., at J>n:ah:~tiuo
lld lh1rµ11 H .ti:,1111 ili l>nn Hn"'"
nun, i l,,hur.1101 i

2.3 Page 13

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qu.1kunt1 su un giornale - che yuc
srn parola di nuovo conio venisse wl-
1a dallo sconvolto vocabolario dei no-
,tri giorni. Chiamiamoli ragazzi di Don
Bosco». La proposta ha il pregio di
l·ssere centrata. e il nuovo nome en-
tra nell'uso.
Alla prossima occasione (ancora
un'udienza del Papa, nel gennaio 1946)
g.li ex sciuscià alzano fieri verso il
ciclo i cartelli con il loro vero nome
,1ccanro al nome dei loro 24 centri:
« Ragazzi di Don Bosco».
qm,_,i rJi,1zzi :1bb,mdom11i e tr.1via-
1i. e facciano quanto Don Bosco ispi-
rcrii loro •>.
li 25 gennaio 19-15 (l'lrnlia è an-
wrn ,pe7,iata dal ironce della guer-
ra I il Vicario del Rettor Maggiore a
Roma don Pietro Berruti scrive in
una circolare ai suoi Salesiani: « Cari
conrr:11L·lli. lanci:1111oci alla salvezza
Ji questa povera gioventù. Facciamo
quanw ì: pos~ibile per togliere i r:i-
g,1zzi Jalln straJa, per strappare dal-
le ~ssociazioni a delinquere quelli che
1·i appartenessero... ». E i Salesiani
escono per le strade, tentano i primi
contatti, ,i <tupi,cono di un':irrende-
volc.u.a in~o~pet tata, incanalano quei
rngani dispcra1i. che hanno più bi~o-
gno di rrmicizin eh..: di pane.
Gli ~ciuscià nccorrono nei cortili
s:1lcsiani di via MarsRla (a due p:issi
dal!J St.u.ione Termini). Jel Mandrio-
ne. presso le stazioni Casilina e Ti-
burtina. al Te~raccio, pres~o le cata-
rombe di S:111 CalliMo, al Pio Xl ... In
hr<'\\"l' tcmpll, Salesiani e Figlie di M.1-
ri,1 t\\usiliatrirc hanno aperto in Ro-
mu 14 eemri di raccolta. Il Quartie-
re Generale di tutta l'attività è al Sa-
cm Cuore di vi,, M,irsala, dove i chie-
rici s,1lesinni si preparano t1I sacerdo-
zio, e orienrn1i dai loro maestri. non
chiedono che di spemlersi per quei
ragi1zzi.
l\\'cll'ottnbre 1945 il Papa riceverà
in un,1 singolare udienza 2.300 rag,12-
11 Jcll,1 srn1da. e di c~~i 2.100 ri,-u l-
t<:r,mnu i111.1uadrati nel!'« Oper,1 Sak--
~iana Ji t\\s,i,tenz,1 Sociale»,
Chiam i a m o l i
Ragazzi d i D on Bosco
( ),p 1.1rL !!'1 ,dLJ,,·:,ì p,·r q 1.1kb, ,ir.1
il gH•nH I d.ir l11ru un p.1,t,, p,·r ,.1
zi,1re la fomc più 111:r,1, 1111n ri~olve i
problemi. RisPgn,\\ fare yu,1kosa di
più. Bi,ogna dare a questi ragaai un
tetto. Tanto più che ora multi guar-
dano con ~impa1ia all"iniz.i.1tiv,1 sale-
sinn,1. Se ne in1cress,1 mcm, Carrol-
r\\hbing, dirctt0rc Jd W.ir '" lief Scr-
vice ,1111ericano e iamo,o p1 r le sue
« città Jei r,1g,1ui >>, il Pleni ,>,itenzia-
rio inglese presso la San ta .:icde, e
in nome di Pio Xl i un esile monsi-
gnore dnl tra 110 :1Herruoso: Giovanni
Ballista 1v1omini.
l Salesi,mi ottengono d,11 Provve-
diton1t11 agli Studi ùi ,i,temare gli
sciuscià più bisognosi nei smrerranei
di un,1 ,cuoia s1:11,1lc che ~orge in via
\\lari.;Sl'., ~l:mprc: vicin<> alla Siaziont
T~rmini. Un piccoill nido provvisorio.
Quattordici camerette, un,1 cappclli-
na. e i muri dipinti a fumetti. Qual-
che cla%e clcmcniarc.
Cominci,mo ,1 piover, i visit,1iuri:
il c,ml. Spcllman. poi il sind.1cu di
N..:w Y11rk fiorcllo Lt Gu,1rdia, poi
il cardinale primate d'Jnghiltcrrn, poi
il cclcbn: gcncrak inglese 1\\lorgan.
poi l't1mh:1sci,11orc dcgli S1,11i Uni ,i
Duna ... Speci.1l111cnte all.1 sera si for-
ma un dimi1 Ji i:imigliu, si ride e ,i
scherz,1. C'è rnnw povertà. ma tallla
simp:11i,1.
l camhi.imeni i piì1 profondi li ope-
m il mcwdo di Don Bo,cn: il gio-
co spcn,-icrato. In confidenza. l'incon-
tro C(m il Signor<:. Ragaz~i che fino
:1 ieri avevano a,,1,dw senza batte-
re dglin alle piLt rl•,di,tiche br.tvure
ddla ,11hurrn. ricuper.1110 il sen,o del
pulilll, ,i rimprun:r,,nc, le ewntuali
p:1rP!acee. n1rro11t• :1 con,egnare un
,,,11·1.11°<1).!li" t r.>1 :ito per via...
,,r- '-,lllhli:1, Lu,11".N:,1rpl'f Ba,t;i, ljLIL:·
,1,1 no111i)!l111lo anµl11,r111111ln!i~l'O ~
k1h , \\" •· ',;irc.:hhl· 1,·111p11 - ,n l'l'
Al tempo delle rondini
Un ~1orno alcuni giovani ~alesia-
ni, spinti,i oltre i margini delh1 cit-
tà. s'imb,utono in una dh-,tcs;1 di ca-
p,1nnoni ,lllinemi come sentim:lk:. Su-
no rnserme. ;,...1a vuote. Mentre « il
gu.inier genernll'. » Ji via M,1rs.tl,1 ri-
gurgita, e viu Varese è zeppa mmc
un uovo sodo. « Qui s:trà l:1 ca~,1
dei nosni ragazzi 1 ». si Jicono i gio-
vani salesiani.
Magari. E' il forte di via Prencs1i-
na. un baluardo difensivo Fano CO·
struire ai st1oi tempi da Pio IX in
posizione strntegic,1 ~opra una collina.
e è come un. sogno. Un sogno che
presto diventa realtà.
Nel luglio 19-16, il Demanici mili-
tare concede ai salesiani l'ampia zona
del forte. Nel marzo 19-17 si bcnc:dice
il terreno. Una camionata cli n1gazz1
Ja via Varese viene scaricata suI po•
sto, perché i rngazzi vedano. e sim-
bolicamente prcnd,ino possc~so. « Qua
se magna... Qua \\e gioca a p,dilmc.. ».
II forte di via Prcnestina c.1mbi.1 no-
me e <livc:nta « Borgo dei lbgani Ji
Don Bosco».
Terminati i litvori di adatt,1mcn10,
al tempo che le rondini volano sotto
il tetto. i ragazzi sci~mano nelln 1(1-
ro nuova sede. Lu prim:1 ,...-ra. è u11:1
sarnhanda. C'è da si,tem,Ht' IL· 111:i-..-
seriz1c:, d,1 fare i lcnini, d!I 111e11...-r su
rucin:t. Le caldaie ,i ribellano e non
tunzfonano. il fumo rnvadc la casa.
Si improvviMI il fuoco .1ll',1pc:rto, e
mai pasta :1sciu1ta fu più gu,rosa. Ser-
re giorni dopo, fra interni cd e,tcr-
ni. i rngazzi dt:I BMgo Don Bmco
sono una nidiata di quasi mille.
Ci sono ~nchc gli c1rat0riani, che
arrivnno dai yuunieri limitrofi e non
sono meno bisognosi degli ohri rn-
gazzi. Quc!Lt pc~iferia [o'rsc µude di
f:im,1 eccessivamente impi...-ws,1. n,,1
cerio le bnracchc: mi,ere da quelle
r,1rti abbunJ,ino. E in cs,e l,1 mi,...--
ria, la promi,-cuitii, la mal:tl'ita. L la
« banda dd g(1hho ». rjnc,111,11,1 in ri
h,ildcric di \\',trio ):L'llerc. ,\\1.1 ,, '"L ,'
,nflto i f:l)!il:ni ,on,> <,mi. p;, r,.1111, 11
Il rnup,-r;1hili. ~ 1L·n.111n" ·i..:11pv .1• 13

2.4 Page 14

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Qt1asi un migliaio di rngazzi al Bor-
go, una festa per loro, e l'assillo gior-
naliero per i salesiani che devono prov-
vedere a tutto il necessario. e conti-
nuare a costruire per mettere in pie-
di dormitori. laboratori, cortili...
Soffiano dentro g li strumenti
La virn a poco a poco si organiz-
za. I ragnzzi a dire il vero sono « spe-
ciali». Molti in ritardo, come svilup-
po mentale, per la loro età; molti in
difficoltà nell'adatrnrsi allo studio e
al lavoro; molti portati a combinar-
ne di t.utti i colori; molti restii ai
princìpi del galateo e dell'igiene. Ma
ci sono anche i lati bt1oni. Sono vi-
vaci, spigliati e simpatici. Sono po-
veri ma disinteressai i. Precoci nel ma-
le. ma lo abbandonano appena ne ca-
piscono la malizia. Turbolenti nel gio-
co. ma generosi nel perdono. Esube-
ranti ma capaci di preghiera. Indi-
sciplin:ui ma affettuosi. Fatti su mi-
sura per il sistema preventivo. Sono
ragazzi romani. Sono ragazzi di Don
Bosco.
Lcvara al mattino presto, incontro
con il Signore, scuola. laboratorio, pa-
~ti, giochi. Giochi. laboratorio, scuo-
la. pasti. Ogni giorno. vorLicosamen-
re. senza soste e senza noia. Dome-
niche e feste per scaricare la voglia
di fare. E a sera la buona norte. che
i ragazzi interpretano in modo più
denso degli altri. Al termine aspe1-
rnno il superiore fuori della chiesa per
un'amichevole stretrn di mano, una
carezza, un augurio. Se chi ha par-
lato è un forestiero all'oscuro delle
consucrudini, vanno a invitarlò fuo-
ri della chiesa perché << je dovemo
la bbona notte puro noi».
Sulla porta della Direzione c'è una
buca da lettere, per la posta ester-
na ma anche per comunicare con il
Direttore. Basrn mezzo foglio di qua-
derno. « IIo tanto bisogno d i un paio
di scarpe,,. « Il campionaro un'ingiu-
stizi.i. Perché giocano quelli che han-
no nove in condotta?» (nove, al Bor-
go. è considerato un voto orribile).
ì\\la i più grandi domandano: « Dove
sarà mio padre? » ( un padre che for-
se non hanno mai conosciuto). O di-
cono eh.: non vogliono pii1 stare in
collegio perché hanno il ct1ore cari-
co di no~ialgia.
Il Borgo cresce con i rag.izzi. Le
prime aule erano nelle baracche. 1: ri-
cevono a poco a poco una sistema-
zione digni10sa. Così i laboratorj, che
man mano si arricchiscono di macchi-
ne moderne. Così i cortili che diven-
1;ino asfaltati.
Si forma la handa. I ragazzi sof-
14 11,1110 ,kntro gli strumenti fim:hé n<e
ApriJe 1951. La prin-
cipessa Elisabe tta -
ora regina d'Inghil-
terra - visita il
Borgo. E natural-
mente va a vedere
cosa bolle in pen-
to la.
esce in modo sopponabik l'lnno di
Mameli, e allora si può andare a SLIO-
mulo in Vaticano quando il Presi-
dente della Repubblica rende visita nl
Papa. Poi in visita al Papa arriva
il Presidente francese Coty, e i ra-
gazzi del Borgo vanno a suonare la
Marsigliese. Poi il Presidente della Re-
pubblica Tedesca...
] ragazz:i di Don Bosco hanno tanti
amici che vengono a tro\\'arli. Tl sin-
daco di Roma. i cardinali Pizzardo,
Aloisi Masella, Jaime Camara del Bra-
sile, Wyszyski della Polonia. l'attore
Tyrone Power, gli ambasciatori ameri-
cani Myron Taylor e James Dunn. la
prindpessa Elisabetta futura regina
d'Inghilterra, il ministro dell'Istruzio-
ne thailandese, l'arcivescovo di Ma-
n i la ...
E intanto si sviluppano le scuole.
Accanto a quelle elemenrnri è sorto
l'avviamento, poi la scuola professio-
nale. Tanti nuovi edifici, spaziosi e
ariosi.
La « mano provvidenle
di Pio XII »
E' possibile costruire perché tante
persone buone, e sovente sconosciu-
te, danne> una mano. Tra gli altri il
rninisrro Scelba e vari direttori del
Ministero degli Interni. Gli Exallie-
vi salesiani di Roma e dintorni. che
trovano macchinari per i laboratori:
quelli che lavorano alla Banca d'lta-
lin. che: ogni anno premiano con li-
bretti di risparmio i ragazzi del Bor-
go. E il pit1 affezionato di rmri, mons.
1'vfontin i.
Veniva Ji per,ona, mand,1va i suoi
Jmici, combinava per i ragazzi l'udkn-
za Jal Papa. Diventò « la mano prov-
vidente di Pio XII ». Portava i suoi
doni, i pacchi della befana, le « bi-
ciclette del Papa ». Finché un btl
giorno (o bruuo) fu farro Arcivesrn-
vo di Milano. Fu un bruno giorno,
perché al Borgo non lo videro più.
Prima di ps1nire donò al Direttore
del Borgo un busro in marmo di Don
Bosco: « E' della sCL1ola del Cano-
nica -'- disse - . Apparteneva a mio
padre... Qui a Roma mi ha faLtO sem-
pre compagnia. Lo poni al Borgo co-
me mio ricordo, per llltti quei fi-
glioli».
Quel busto ora è là, proprio all'in-
gresso. soprn un bel pieJ1s1nllo.
Diventano exallievi
Jn mezzo a ianti cambiamenti che
si operano nel Borgo. chi cambia di
più $Ono proprio i ragazzi. Erano sta·
ti una massa disarmonica e scompo-
sta, un gcuppo incerto e flunuante
emerso per caso dn un mondo di vio-
ltnza e sopraffazione. di lor rn ftroce
per la sopravvivenza. Richi~miivano
alla mente quel filosofo che defini-
va gli uomini lupi gli uni per gli t1l-
1ri. E lupi del resto c'erano sra1i un-
che nel « primo sogno,, di Giovanni-
no Bosco: lupi ché egli avrebbe tra-
sformato in agnelli. Proprio cosl acca-
de al Borgo.
I ragazzi ~ono condotti alla « ~o-
cialità » attraverso l'accetrazione di
una salutare forma di au1ori1à (mol-
ti non avcv,ino conosciuto un padre.
nccessirnvano di un pois() fermo). At-
traverso la condivisione: delle diHicol-
e l'aiuru reciproco, COl11l: di fr:111.:l-
li. Attnivcrso la prepar.11.iom· all:t 11llll-

2.5 Page 15

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vu vi1a che li auendeva al termine
tiella scuola. Perché un bel giorno an-
che al Borgo si deve parlare ormai di
exallievi.
Ma sono exallievi particolari, diver-
si dagli alrri che desiderano solo di
terminare gli studi per tornare a casa
loro. Questi non hanno casa. fuori
dell'opera salesiana, per molti di loro
c'è la Roma immensa. la me1ropoli
aUucinan1e che prima risucchia e poi
rifima. C'è la srrn<la.
Trovare lavoro tante volle è un pro-
blema, e la direzione del « Borgo » si
trasforma in ufficio di col locamento.
Trovare un tetlO è ancor piL1 diffici-
le. Così non pochi ragazzi. termin,lli
gli studi, rimangono ancurn nell>t « lo-
ro» casa. prima di spiccare il volo.
E anche quando se ne sono andati.
non vengono abbandonati: un'ngguer-
rita Associazione Exallievi li segue,
anzi li raggiunge con tante iniziative::.
Finché questi ragazzi un j!ÌOrno wr-
na □o al loro Dirertore non più soli.
ma con la loro rag,1zza. Sono fidan-
zati, e nrngari gli chi..:Jono di spo-
sarli. L1 uno strano erfcuo ricordarli
come erano negli nnni pass:ni. e s,·o-
prirc d'improvviso che son diventati
uomini. Com<: li desiderava Don Bo-
sco: « buoni cris1iani e onesri cit-
tadini».
Cinque lirette
Oggi il Borgo è un'alLra cosa. E'
un impommre « Centro di formazio-
ne professionale» che prepara centi-
naia di giovani al lavoro. Per i sale-
siani i tempi eroici, di una cerra spre-
giu<licatà scapigli.tturn. sono p,tss:ni.
Artorno al Font: le baracche h,inno
ceduto il posto a case modt:rn<:. e i
ragazzi del Pr..:nestino ~ono ragazzi a
modo. La Madonna di Don Bosco.
cht: i piccoli sciuscià impar.i rono a
pregare con tanto fervore, conLinua a
proLeggere i suoi figli. La Provviden-
za, che non ha mai lasciato mancare
nulla allora, continua ad aiutare an-
che oggi.
Una Provvidenza che Leneva in gran
conto anche le cinque lire portate cla
un bambino. L'episodio risale a quel-
l'anno 1950 in cui rnon~. Montini an-
d6 a benedire le officine nuove. Si
erano costruite senza avere un sol<lo
in tasca, ma sollecitando l'aiuto di
rutti. anche <lei ragazzi. Ed era ve-
nuto fuori quel ragazzino di seue an-
ni. a penare le sut: cinque lirc1te di-
cendo: « Ecco 1u1t0 quello cht: ho»
Fu appunto percorrendo questi im-
prevedibili seni ieri della generosi rà.
che tanti sciuscià di Roma diventa-
rono Ragazzi di Don Bosco.
ENZO BIANCO
a aes1n
Scrive mons. Cam/1/o Faresin, ve-
scovo salesiano In Mato Grosso.
E' proprio vero - come accennava
mons. Carretto sul BS di aprile -
che le vocazioni sacerdotali sboccia-
no più facilmente dal cuore delle mam-
me, nel tepore delle famiglie cristia-
ne. lo sono il quarto di dieci figli:
il secondo è don Giovanni Battista,
sacerdote secolare; la terza è suor
Gabriella-Anselmina (morta al Gotto-
lengo a 33 anni: di lei hanno scritto
una bella biografia); il settimo è don
Santo. salesiano con me nel Mato
Grosso ...
La nostra mamma. Anselma. fu una
vera mamma Margherita: chiesa e ca-
sa, lavoro e preghiera. Mai ci disse:
Vorresti diventare sacerdote. suo-
ra? », ma la sua vita valeva per noi
più di qualsiasi esortazione. Fu felice
di essere la mamma di sacerdoti e
religiosi, anche se senti molto ogni
distacco. Sempre però ebbe la preoc-
cupazione che fossimo degni del la no-
stra vocazione, che lei viveva con noi.
Ricordo quando partii per il Mato
Grosso, nel novembre 1934. Al mo-
mento del distacco. il babbo scompar-
ve nei campi in mezzo al granoturco,
e gli altri piangevano. La mamma (al-
lora i contadini non avevano case CO·
mode come adesso) mi chiamò in di-
sparte in mezzo alle botti, e mi disse:
• Senti. Camiletto. Te ve missionario
per salvare anime: serca prima de
salvare la wa. E se te si en peri-
colo, vien a casa ca te tendo mi
[vieni a casa che di te ml occupo
10) •.
Durante la seconda guerra mondiale
ero sacerdote, e mi fermavo a casa
più del solito per aiutare nei lavori:
mamma ml controllava dove andavo e
cosa facevo. A sera non mi dava da
mangiare se prima non avessi ffnito
tutto il breviario. Una sera si accorse
che ero andato a dormire senza reci-
tare compieta: mi fece alzare e do-
vetti finire il breviario davanti a lei.
Anche da vescovo. dopo le orazio-
ni e il rosario in comune, quando
ero già a letto veniva a domandarmi
se avevo recitato l'atto di dolore. Ave-
va una vera teologia della grazia di
Dio: la viveva e ce la faceva vivere.
Sul letto di morte ha domandato al
fratello don Giovanni: • Avete scritto
ai tosi? (a me e a don Santo In
Brasile) . Si. mamma •. • Dite loro
che preghino per me, ma che non si
muovano. Hanno tanto da fare, e io qui
sono trattata bene •·
Ora che è tornata alla casa del Pa-
dre, ha lasciato un gran vuoto in noi.
Ma un vuoto che si riempie di dolci
ricordi: più che piangere la sua mor-
te, ricordiamo la sua vita.
mons. Camil/o Far~si11
PER FARE DEL BENE Al PICCOLI
Mons. Bonifacio P1ccinini, arcivescovo coadiutore di Cuiabà in Brasile. si
è scelto un motto episcopale da vero figlio di Don Bosco: • Bonum lacere
parvulls •. ossia • Fare del bene ai piccoli •
E' nato In Brasile nel 1929. Ha un fratello salesiano. due sorelle Figlie di
Maria Ausiliatrice. quattro altri fratelli sposati, e 19 nipotini. La foto (un mo-
mento della consacrazione dr mons. Piccininf) esprime l'annientamento di
e la disponibilità agli altri che la re$ponsabilità episcopale richiede ______.15

2.6 Page 16

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118S" RISPONDE
Aborto, un impegno
sul piano delle idee
Nell'attuale dibattito sull'aborto, che ha mobilitato tante energie in Italia
e altrove, che cosa possono fare concretamente persone singole o gruppi che
vogliano contribuire a una soluzione umana e cristiana di questo grave problema?
Alessandro Ramboni Milano
Non si può mal approvare l'aborto,
ma è necessario anzitutto combatterne
le cause. Tutto ciò include un'azione
poliUca...
• Ma bisogna nel medesimo tempo
1nc1dere su, costumi. bisogna impe-
gnarsi attivamente per tutto quanto
può aiutare le famiglie. le madri e i
bambini ..
E non si agirà efficacemente sul
piano dei costumi. se non s1 lotta
ugualmente sul piano delle Idee• (•Di-
chiarazione su/l'aborto procurato •,
n. 26-27)
Cosi un documento della Santa
Sede. pubblicato nel novembre 1974,
descriveva a grandi linee il • che cosa
lare concretamente " su cui lei. signor
Rambonl. cl interroga.
Non mi è possibile in poche righe
sviluppare questi vastissimi temi. Mi
soffermerò solo su quella • lotta sul
piano delle Idee • che Il documento
della Chiesa pone come premessa per
l'efficacia di ogni altra iniziativa.
Cl tocca cioè mettere oggi un argi-
ne alla mentalità abortista "· che si
va dìffondendo a macchia d olio con
gravissime conseguenze sul modo d1
pensare anche dei cristiani.
Fra I motivi addotti per giustificare
l'aborto vengono enumerati la salute
della madre, la prognosi infausta per
lo sviluppo del nascituro, le situazioni
economiche e sociali.., Altre volte
l'aborto viene richiesto come qualcosa
di necessario .. o addirittura d1 • nor-
male per salvaguardare Il proprio
benessere •. la personale " feHcnp •.
per disporre ad arbitrio (espresso ,·on
la parola. •gestire ..) della prupr,,
sessualità e della creatura concep11,1,
come si disporrebbe.. di una ciste
delle unghie o dei capelli
In lutto questo • cl pare di ravvi-
sare - scrivono i Vescovi italiani -
uno dei segni più tipici di una società
e di una cultura, che tende a esaltare
la libera decisione dell'uomo come va
lore assoluto e autonomo, a riporre nel
benessere economico e nel piacere
l'ideale della propria esistenza. perse•
guendolo anche col sacrificio della vita
altrui».
Cosa si può lare di fronte a questa
mentalità e a questa cultura, cosi oppo-
sta al senso. al valore e al rispetto
della vita?
In questo momento mi sembra che
l'azione più umana e ragionevole sia
informare le persone di ogni ceto e
cultura, Intorno alle reali dimensioni e
alla gravissima portata del problema
dell'aborto. Dare idee chiare, convin-
centi, accessibili; formare cosi perso-
11e responsabili delle proprie azioni, e
capaci scelte coscienti e libere. In
definitiva chi autorizza o compie l'abor-
to e sempre una persona in carne e
ossa. e non una legge
Non bisogna dunque dimenticare che
la vera battagl 1a contro l'aborto va
combattuta a livello delle coscienze.
L'opera di coscientizzazione e respon-
sal11huazione nel momento attuale deve
mirare ad almeno tre fini immediati.
che illustro brevemente.
1. Ridimensionare le cifre
Tale ridimensionament o va fatto sia
in relazione al numero degli aborti
clandestini. e sia soprattutto in rela-
zione al numero delle donne decedute
per aver abortito.
Il computo degli aborti clandestini
che avvengono in Italia - per il fatto
della clandestinità - è sempre e solo
oggetto di supposizione. Mentre al-
cune statistiche arrivano alla cifra di
1.200.000, sembrano più attendibili i
dati deJl'lstat (141 .447 nel 1972).
Quanto al numero delle donne dece-
dute per aver abortito, esso andrebbe
ridotto da 20,000 (cifra talvolta con-
clamata dalle femministe) a più o
meno 600. (In Italia muoiono ogni anno
circa 10.000 donne fra i 15 e i 45 anni,
per i motivi più vari. Come possono
morirne... 20.000 solo a causa del-
1'aborto?) .
2. Informare sui progressi
della medicina
La medicina e la tecnica hanno com-
piuto molti progressi, che ridondano
oggi a favore delle gestazioni perico•
l ose.
, er esempio la medicina offre oggi
rimedi sicuri nei confronti della tuber-
colosi. delle malattie di cuore e dei
reni. E la tecnica - grazie a incuba-
trici, sonde per l'alimentazione. ecc. -
permette di mantenere io vita il neo-
nato dopo il sesto mese. Ora. essendo
proprio negli ultimi tre mesi di gravi-
danza che le malattie della mad, P rns
16

2.7 Page 17

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,;ono riuscire di pericolo alla madre e
al feto. col ricorso al parto prema-
Iuro tale pericolo è evitato
Del resto, è stato costatato che mol
te volte il trauma dell'aborto, cosid•
detto terapeutico. risultava psicologi•
camente più nocivo alla gestante che
non la prosecuzione pura e semplice
della gravidanza
Due illustri cl1nlci. Giovanni Revol-
tella e Giuseppe Pinoli. hanno scritto
• La morale religiosa ha certo contri•
bu1to enormemente in Italia a circo-
scrivere il dilagare dell'aborto provo-
cato per ragioni mediche In un certo
senso. la morale religiosa ha prevenu-
to l'attuale acqu1s1zione medico-assi•
stenz_iale secondo la quale la pre-
senza dell'uovo In sviluppo in un orga-
nismo sano impegna bensì maggior-
mente le funzioni de, singoli organi.
ma nella grande maggioranza dei casi
un tale superlavoro è ben tollerato
E in caso di malatt,a. mediante un ade-
guato e precoce trattamento si può
per lo più cont rollare Il decorso del
male senza Interferire sull'andamento
della gravidanza. e senza che questa
influenzi l'evoluzione della malattia ,
3. Denunciare le cause del movimento
abortista
Sembra che alcune fra le cause più
Influenti di questo movimen to, sorto
come d'improvviso e ora cosi esteso.
siano queste
la vita fortemente secolarizzata Con
l'eclissarsi del senso di Dio d1m1nu1-
sce la percezione del significato della
vita umana Questa. liberata dal con-
testo divino nel quale aveva un signl
ftcato di centralità tra le creature. di-
venta una semplice avventura fra le
cose. Nel grande mondo del valori seco-
lart l'embrione umano diventa una pic-
cola cosa. e l'aborto viene ritenuto un
gesto di poco conto La tragedia del-
l'uomo moderno sta nell'aver reciso
Il cordone ombelicale che lo lega alla
Trascendenza. Ingabbiandosi nell'imma-
nenza. La • morte di Dio , porta con
la morte dell'uomo.
Uno stile di vita ostentatamente
edonista. Il benessere, spinto alla mas-
sima intensità, esclude dalla vita il
sacrificio, come • espressione di
oscurantismo • Siccome ogni gravi•
danza Implica dei sacrifici, viene re•
spinta. I vivi. nella ossessiva volontà
di difendere la libert à. sopprimono chi
viene a limitarla.
La nostra soc/eto violenta. Cl siamo
assuefatti ai crimini. sia della guerra
che della vita quotidiana: non abbia-
mo quasi più pietà dei vecchi: non ci
accorgiamo dei minori soli o disadat-
tati. In questo clima di violenza, la
gente stenta sempre più ad avvertire
il valore di un piccolo • essere • . che
è quasi nulla. e non riesce fac ilmente a
sentire la cattiveria del gesto abortivo
C'è qui sotto la paurosa teorizzazione
LIBRI
SUL PROBLEMA SCOTTANTE DELL'ABORTO
Cinque libri tra piccoli e grandi so-
no uscit i in ambien te salesiano sullo
scottante problema. Ecco le cinque pub-
blicazioni. dal la plu snella alla più vo-
luminosa. tutte di lettura non faticosa
ma nello stesso tempo sicura sotto Il
punto di vista scientifico.
PIERO BONGIOVANNI
l 'aborto. Principi. problemi, indicazioni
pastorali
Ed. Ldc 1975. Pag. 48, lire 400.
Un'Informazione rapida ma esaurien-
te. L'autore dapprima considera l'abor-
to alla luce della tede e della ragione,
e nel casi limite Passa poi a elen,
care i possibll1 Interventi a livello di
coscienza. d, legislazione e di azione.
Aborto problema d'oggi
A cura dell'Ufficio Nazionale Coopera-
tori Salesiani. Roma Pag. 70
Opuscolo ancor più pratico. se pos-
sibile. del precedente. Oltre ai prin·
capi. presenta • proposte per le per-
sone di buona volontà •, e un'interes-
sante serie d1 testimonianze.
AUTORI VARI
Discussione sull'aborto
Ed. Libreria Ateneo Salesiano. Ronrn
1975. Pag. 68, lire 1 000.
Raccoglie studi di Bertone. Leclerc.
Milanesi, Palizzi e Ouarello. docenti
dell'Università Salesiana. Il problema
dell'aborto è affront ato sotto i più sva-
riati aspetti sociologico. biologico.
psicologico. g iuridico. ecclesiale, mo•
raie. Ne risulta una sintesi del pensiero
cattolico attuale sull'argomento, con-
dotta a livello scientifico, ma acces-
sibile anche al lettore non spec1allz•
zato.
MICHEL SCHOOYANS
l 'aborto problema politico
Ed. Ldc 1975 Pag 72 lire 800
L'aborto non può essere ridotto a
un semplice problema della coscienza
1nd1viduale: interessa tutta la comuni la
politica. E non sol tanto quella naz10-
11ale. ma quella di tutto il mondo
L'opuscolo e uno studio profondo e
semplice al tempo stesso. che aiuta
a liberare lf dibattito dal caso con•
cre1o e ind1v1duale (che rischia di
spingere verso soluzioni passionali.
con incalcolabili conseguenze per li
futuro della società)
H. VAN STRAELEN
Aborto. la grande decisione
Ed Ldc 1975 Pag 296 lire 2.600.
Un libro che parla chiaro L'autore,
docente universitario. ha all'attivo qua-
rarrt'anni d1 esperienza con medici e
pazienti in cinque diverse nazioni. li-
lustra la situazione maturata nei vari
paesi che hanno Iiberalizzato l'aborto.
espone le consoguenze fisiche e psi-
chiche dell'aborto procurato. presenta
la posizione sul problema dei medici e
delle grandi religioni
Il volume e gia uscito in edizione
olandese. franc ese, tedesca e spagno-
la In quella Italiana reca la • presen-
tazione • dol card. Michele Pellegrino.
del • diritto del singolo alla propria fe-
licità individuale •
• Poichè - afferma C. Cafarra -
prima o poi la mia felicità s1 scontra
inevitabilmente con quella dell'altro.
la vita associata finisce per poggiare
su un rappor to d i fo rza. Per questo la
nostra società è una società violenta.
che calpesta inesorabilmente chi è p1ù
debole. chi non ha voce, chi non ha
sindacato•
Il movimento lemm,msta Esso cerca
in tutti i modi di esasperare il discor-
so del diritto ad abortire.
11 d iritto alla sospensione del trutto
del concepimento è preteso come ri-
valsa contro Il maschio. che ne ha de-
terminato l'insorgenza. costringendo
cosi la donna a una gravidanza inde-
siderata.
la notizia di errori cromosom,ci, e la
prospettiva di malformazioni a livello
somatico e psichico. Questo spinge la
gestante a un atteggiamento di rifiuto
in nome della scienza e dell'lnfellcilà
eventuale del nascituro. Un sottile e
inavvertito sp1r1to razzista ed egoista
fa si che la madre si ritenga quasi
giustificata nel suo gesto d'interruzio-
ne della gravidanza.
A conclusione di queste ind1cazion1
propongo alla meditazione dei lettori
del Bollettino alcune ritlessloni del
Card. E Florlt, pronunciate nel corso
di una funzione liturgica'. • Quando una
civ1lta. nell esaltazione del benessere
come unico valore. eleva ,I sesso a
suo dio. e fa di tutto - tramite la
dllangante pornografia. l'immoral11a ri•
voltante dello spettacolo l'irrisione
della legge per scatenare l'Istinto,
non le resta che ricorrere al deli tto per
cancellare • iqlenìcamente • le conse-
guenze del suol disordini. Una società
che non ha l'onestà e il coraggio di
accogliere e di sostenere i suoi mem-
bri più deboli e meno dotati, come
sono le creature appena concepite.
defrauda se stessa. non ha più nulla
d1 umano e prepara la sua autodistru-
zione •.
Piero Bongiovannl
docente di Teologia Morale
17

2.8 Page 18

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o
o
Campo Grande (Brasile). Una
delle prime missioni salesiane.
quella tra gli indi Borore e Xa-
vante. ha celebrato i cento anni
di attività missionaria dei Figlì
di Don Bosco. Al centro delle
manifestazioni, l'inaugurazione
di nuovi locali del « Museu Dom
Bosco » che da 25 anni racco-
glie i cimeli dei Bororo e dei
o « Meritavano l'attenzione di Don
Bosco », ha detto l'oratore ufficiale.
Sono indi Xavante, giunti apposi-
tamente da una colonia indigena
per festeggiare il Centenario delle
missioni salesiane e inaugurare il
" loro " museo.
8 L'inaugurazione: un Bororo e un Xa-
vante sciolgono il nastro. Sono i
rappresentanti di due tribù un tem-
po mortali nemiche, e oggi affratel-
late dai missionari nel nome di
Cristo.
o L'interno del nuovo Museu. A si-
nistra, col bastone, don Cesare Al-
o
bisetti, 88 anni, in missione dal
1914, autore dell'enciclopedia Bo-
roro giunta al terzo volume: una
vita per gli indios.
o Danzatori Bororo. Nei festeggia-
menti non potevano mancare le loro
danze. I Bororo intrecciarono quelle
in occasione dei funerali e un can-
to di gioia; gli Xavante danzarono
per allontanare gli spiriti.
o La giornata del centenario comincia
con la messa. La « Missa Missio-
miria »: i canti, accompagnati dalla
chitarra, sono composizioni di due
chierici salesiani.
o E tutta la gioventù di Campo Gran-
de accorre a festeggiare con i sa-
lesiani il centenario. Prima la mes-
sa, e poi...
... la sfilata per le vie della città.
Sfilano i ragazzi delle scuole, le
loro bande musicali, e sfilano -
guardati con la massima curiosità
- gli indi Bororo e Xavante. Giu-
sto: a pensarci bene, è la loro
18
festa.

2.9 Page 19

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DA SEMPLICE POPOLO
APOPOLO DI DIO
Xavante, al la presenza festosa
degli stessi indi, venuti apposi-
tamente dalle loro colonie.
Nel 1883 i Salesiani avevano
aperto la prima casa in Brasile
(Niteroi). e nel 1894 erano a
Cuiabà nel cuore del Mato Gros-
so, per gli indigeni. Ora nella
zona del Mato Grosso hanno
un'lspettoria (di Campo Gran-
O
de, con 22 case e 198 confra-
telIi) e una Prelatura (di Guira-
tinga, 150 mila Kmq, 7 centri
missionari e 52 salesiani per 125
mila abitanti, di cui 120 mila
cattolici). Anche le FMA hanno
nella zona un'lspettoria, con 13
case e 195 suore.
« li Brasile è un continente di
giovani - ha ricordato alla ce-
o
rimonia commemorativa J'exallie-
vo oratore ufficiale - e perciò
meritava l'attenzione di Don Bo-
sco apostolo dei giovani • . Con
gli oratori festivi, le scuole. le
missioni per gli indigeni, le par-
rocchie - ha aggiunto - i mis-
sionari hanno trasformato il Ma-
to Grosso « da semplice po-
polo a popolo di Dio •.
f)
o
~ ~ :-··
' .. .. "
-~~~....
19

2.10 Page 20

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Ull CROCI
vicino al Sempione
A I turista dbtratto può accadere
dj ol trepassare il confine itt1lo-
svizzero senza accorgt:rscne (il punto
esatto è indicnro da un'iscrizione su
pietra, nel bel mezzo della lunga 1r,1-
vcrsata del tunnel del Sempione). Spie
g.ibilissimo. quindi : si viaggia per
quasi venti chilometri di ferrovia sot-
terranea. e si rinuncia a guardare d.1I
finestrino finché non ritorna la luce.
E fuori, l'occhio tende a spaziim:
verso gli squ,1rci d1 panorama oflcrti
dalle montagne. Anche allora il turi
sta che si aggiri disir:mo pom:hbc
non notare un ,1ltro « segno». meno
geografico e meno ufficiale. ma pie-
no di significati « per chi sa ». Acc;m
to alla chie~a parrocchiale di Briga.
là nel Cantone Vallcse, c'è una mo-
desrn croce. Non indica un confine, è
la prova di un dono di sé consumato
in un amore :.cnza confini,
Su quella croce. un nome: « Suor
Martina Bernasconi. Fma ,._
Due giorni e due notti
fra neve e vento
[ra stara un'invernata veramente
lunga. quella dei primi mesi del 190 I.
settantacinque anni fa. Era ormai il
terzo anno che si la\\•orava al traforo
dd Sempione: un lungo « tunnel nel-
le viscere di uno dei maggiori gi-
ganti alpini ». co111c si esprimevo il
« Bolleuino » del Consiglio ceniralc
di assistenza agii operai emigrati Tm
presa resa difficile e pericolos:1 d.,llc
continue e imprcvedihili irru1ioni di
acqua calda I13 temperatura 1occ:wa an-
che i 50-') fr.1 improvvise correnti di
;1ria ghiaccia.
Vi erano impegnati da cinque ., M.!i
mila operai indiani. divisi frn il vcr-
saote italiano ., sud. muovendo cl.,
lseUc (Novara). e il ver;anre w1ne
ro presso Briga. d,11 norJ. Con loro
erano le famiglie· abit.wano in \\'ill.1).!-
gi di baracche, con sbtcmaz1oni d1
fortuna, in cundi;.:ioni precarii.: sotm
ogni punto <li vista. Di que~t<.' f.1mi-
~lic - sopra11utm dei bimbi i.: tkl-
i:iuvani - ~i <•ccupcr.inno dall'apri
k 19(11 le r-iitlic di \\IJri.1 Aubiliatricr.
20 '\\d fcbbr;tio dun Run ne J\\' C\\'a f.11 ,
l)urnnlc il lruforo d el Sl'mpione ( 111w dl'lle lwifl' r c<l-
li::rr:ioni 11ma11<' loslric11le cli 1u•so11li :wcrifici e sof-
f ercn:e). suor Marlin <t accanto ai mirwlori riusci "
« uiucrc tanfo» in pochi.'isimo frmpo. E la croce dl'lla
sw1 s em plice tomba si lroun ancorn lassi,, 11ici110 ullu
chies,, porrocchfole di lfri!J"·
10 espresso invito alla Superiora ma-
dre C 1terina D.1ghcro. « Il no,tro ca-
ro confratello Jon Giuseppe Oddone
mibsionario per gli italiani in Briga,
aspetta con an~i:1 tre Figlie di M.1ri.1
Ausiliarrice. E1di hJ preparato il po
s10, e per 11 resto confidiamo nell.i
Provvidenza. R,1ccomando culd:1mcnte
la cosa ». Di a poco più di un me-
se. le tre suore p3rtivano dalln casa
m,1d re di Nina Monferrato.
~e:, Il viaggio. non hreve facile in
per la si1u;11ionc meteorologic.1 di
quella primavera eccezionalmente ri-
gii.la divenne rischioso come una ,pc.
dizione nlpinisuca. Una valangu d1
ghiaccio il giorno innanzi :1vcva invC'-
s1i10 la strndn, bloccandone la viahi-
lità per oltre un chilometro. Era l,1
strad,1 facrn cosi ru1rl! csacramente un
secolo prima da N.ipoleonc. sul trac-
ciJto dell'anttco sentiero percorso da
Annibale nel terzo secolo :ivanti Cri-
sto. Le suore dovettero deviare dJ
Torino :1 i\\1od;1nc, cd entrare in Svi?
zcra dal lago di Gincvrn.
Furono due giorni e due notti spe-
,e ad avventurarsi f ru neve e Vl'nlll.
mentre una ridda cli punti intcm1~.1-
tivi danza\\•,1 come nevischio mtorm,
ai loro pensieri. Arrivarono lu :.er,1
del 2 aprile.
·
La nuova ca~a-missione delle rm.1
~orge con i connotati propri delle ope-
re <li Dio: privazioni e disagi, scet1i-
cismo o indific.:rcn,rn da pane dell,1
gente del posto. degli stessi dcstin,1-
t.m della loro mi,sione. Qualcuno com-
menta con s,1rc.1~mo quell'andare fin
lassù, arrane;indo f.iticosamente frn nc-
1·e e gh1,1ccio, « ~enza stipendio e ~en-
ia essere srarc chi.1ma1e » per condi-
videre i disag i e gli ~tenti di I Lllli.
Ci sono ek·mcn11 di.:lla massoncri,1 che
p~ghcrt:bbcr11 volentieri :11ll: sucm· ti
\\'i,1&!!ÌCl Ji riturnt1 I prot~·~1.1n1i ,.,n,,
a due pnssi. e sarebbero ben lieti
anch'essi di pLltt:r intervenire... Sguar•
di freddi. incredulità. mezze p,milc bo-
fonchiate a fior di labbra. Ovum1uc,
attorno. come una parete di ghi,1cc10.
li disgelo \\'crriì.. m.i... :1 prima,•era
inolrrara. C non prima che un « chic-
co di frumento» Ct1Ju10 in qucllu ter-
ra ne abbin fouo scnturire. attrnvcrso
una piccola croce. rigoglio di nuova
vita e for-1..1 di amore che vince
Vivere tanto in pochi anni
Martin:. Bern.,sconi. nativa di Rnn-
cate (Svizzeni) è un.1 giovane m.1e~1m.
Entranl.lo a vent'anni nell'lst11uto del-
le Fma .ivcva scelto definitiv:lll1l:nle
la via delh1 generosità Un (1bie11ivo
Da un'antica stampa: la i:allerla del
Sempione. dun,nlc i l,l\\·o ri.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I.: stava particolarmente a cuore: lei,
svizzera, era pronta a cuuo per la
preservazione della fede nel suo po-
polo. « Mi offro vittima, benché inde-
gna - fu trovato nei suoi appunti - .
Signore. fa' di me ciò che vuoi, ma il
mio popolo sia salvo dalle invadenti
eresie». Con questa limpida disposi-
zione di spirito percorrerà la sua vili,
brucerà fa sua esistenza.
Da rempo del resro le urge in cuo-
re il presentimento di «dover vivere
tanto in pochi ,inni».
Suor Manina è una delle tre suore
giunte a Briga il 2 aprile L90I. E su-
bito si mette all'opera. La domeni-
ca 7 si apre l'oratorio, e intanto ci
9i preoccupa di trovare un ambiente
un po' riparato per l'asilo infantile.
Bisogna andare a Naters, a quine.lici
minuti di cammino. Il locale è ina<lat-
to: offre come unica suppellettile cer-
te grosse panche da trattoria, su lle
quali i bambini si eserciteranno in
continue arrampicare acrobatiche. Per
scendere definitivamente quando è
l'ora del riposo, e coricarsi per ter-
ra... Eppure questo povero stanzone
dalle pareti piuttosto sudicie è già pre-
feribile alle altre alternative: la stra-
da e l'abban<lono. oppure l'angustia
esasperante delle baracche affumicare
e rrasudanri umidità.
Suor Martina si senza posa. Quan-
do la temperatura lo consente porta
i bimbi in un frutteto anig1.10 alla
stanza-asilo. per farli giocare e respi-
rare aria buona. GiocanJo insegna lo-
ro a leggere i segni del creato nel
codice elementare e sublime Jella na-
tura. dei colori dei fiori, del ciclo e
dei momi... La giovane maestra di-
mentica se stessa in quell'apertura di
maternità che percepisce nei piccoli
figli del popolo i prediletti del Mae-
s1ro c.livino. Una luce nello sguardo,
Da una stampa del 1903: I bambini del-
l'asilo infantile di Naters, con cinque
FigUe di Maria Ausiliatrice.
un sorriso farro sbocciare sui vo lti
trisri dei piccoli esuli, sono per lei
ricompensa sufficiente per ogni iati-
ca, sono un sollievo a qualunque pri-
vaztone.
Con occhi lavali dal pianto
Ben presto suor Manina è costrct-
1a a « rico rdarsi » di ~é: di quel ~uo
non volersi più appartenere che l'ave-
va messa nelle mani di Dio. Sono rrn-
scorse poche settimane, e avverte un
diffuso dolore al dorso. Ovviamen-
te il medico lo considera una conse-
guenza dello strapazzo del viaggio, o
<lei freddo intenso. Dice lombaggine,
ordina frizioni e app)icazioni calde.
Dovrebbero risolvere il caso. Le altre
suore cercano di procurarle ogni sol-
lievo, per quanto lo consente l'es tre-
mo disagio in cui vivono.
Ma non fanno in rempo a ramma-
ricarsi di non poter fare di più: en-
tro pochi giorni una certezza desolan-
re si fa strac.la fra le vagh·e appren-
sioni del primo momento: suor Marri-
na si sente come irrigic.lire e inchio-
dare. E' paralisi a lla spina dorsa le.
Progres9iva e irreversibile, e a rapido
decorso. Prova dolori spasmo<lici, e.lai
quali il suo giovane spirito sembra
emergere ogni volta corroborato per
un,1 rinnovata offena.
Il -l maggio il frumento cade nel-
la terra, suor Martina muore.
Ma crescerà in una m<>ltirudim: Ji
spighe. « Suor Martina - dice l.1
"Cronaca della casa'' di Briga - fe-
ce dal ci.:lo. in poco ternpn. .1ssai più
di quanto avrebbe potuto realiz7.are
sulh1 terra in lunghi anni di lavoro» .
Si videro infatti appianate, quasi di
colpo, le rame difficoltà che prim:1
si crnno opposte all'auività delle suo-
re. All'orn1orio, o rmai fioren1e e alli-
vo, si pmè aggiungere una scuola per
un centinaio di ragazzi. I bimbi della
scuola materna - una cinquantina
agli inizi - raggiunsero presro il nu-
mero di 180, e ottennero anrczzaturt
adatte in ambienti decorosi.
Tanti cuori, inJuriti dalle fatiche e
amarl!l5giati dai disinganni, si apri-
rono. Mamme e papà, prima ostili o
indifferenti, partecipando al comun~
cordoglio per suor Manina capirono
la capacità di dono silenzioso. il se-
greto <li quelle suore senza stipendio
a cui nessuno ancora ,iveva detto
«grazie».
Con occhi nuovi, perché hivari dal
pianto condiviso, mamme e papà « les-
sero,, il messaggio di quella mode-
sta croce piantata presso 111 chiesa
parrocchiale di Briga: << Una giov~-
ne vita si è spenra in mezzo a voi.
Questa suora era venuta qui per fare
buoni i vostri bimbi. Ma Dio l'ha vo-
luta in Cielo. a pregare per loro. Non
la dimenticate».
Quando, dopo una quindicina e.li
giorni si iniziò la regolare frequenz11
della scuola materna nei locali adat-
tati. pareva che da un momento al-
l'altro la figura fragile e minura di
suor Martina dovesse sbucare da qual-
che parle e chinarsi su quei piccoli,
già « suoi ».
Venne la prima sern. Nel hreve mo-
mento in cui si ringrazia Dio per la
giornata. una vocetta piccola e deri-
sa si levC:1 inattesa ~ulle ultime silla-
b.: ddb preghiera corale: « Un',\\n·
pe r la piccella suorn eh.: (;.:,t1 ,
prcs,1 C(lll sé... ».
21

3.2 Page 22

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Silenziosa come la luce
E finalmente viene il bel tempo.
L'atteggiamento ora ricettivo dei là-
vorarori consente una graduale presa
di contatto, per interventi catechisti-
ci sempre più appropriati. Nel duro
Javoro e nei disagi del soggiorno che
tende a prolungarsi oltre il previsto,
gli operai e le loro famiglie si sen-
tono sostenuti dall'interessamento fat-
tivo delle suore, che si aggiunge al-
l'assistenza già organiz.zata dai sale-
siani nel loro «Segretariato» e nel
« Circolo operaio ».
Due anni dopo il loro arrivo, le
suore - ormai apprezzate e stimate
da rutti - sono richieste con insisten-
za per prestare la loro opera anche
nell'ospedale di Naters. « Siamo re-
nute in considerazione come se fossi-
mo le prime autorità del paese », scri-
vono alla Superiora nel girarle la ri-
chiesta avanzata. Ma non sarà possi-
bile accontentare la gente. La casa-mis-
sione di Briga allarga sempre più i
suoi impegni, e assorbe l'apporto del-
le nuove braccia che giungono dal-
1'1 calia.
I figli dei minatori crescono di età
e di numero, e la Parola di Dio pe-
netra in profondità, <li pari passo con
l'azione delle perforatrici nella roc-
cia nera e umida del tunnel. Ma in
questo lavoro non occorrono mine,
né ci sono boati a sottolineare ogni
passo avanti. E' una penetrazione si-
lenziosa come Ja luce: riscalda e fa
vivere. Cadono. sl, i massi, franano
le barriere, ma sono quelle della dif-
fidenza e dell'osrilità. E su quel ro-
vinìo silenzioso si costruisce una ca-
Anno 1906: I treni transitano sotto il
Sempione, e uno di essi riporta In Ita-
lia le suore c he avevano contribuito a
cos1ruire la galleria.
22
pacità nuova di ascolio, e di Ùòi:di1.ì
alla grazia.
La prima pietra della nuova cosrru-
zione - come dimenticarlo? - è sta-
ta la piccola suora che La paralisi ave-
va incatenato per sempre alla terra
rude su cui si .ippoggiavano, come
modellini di plastica per il gioco dei
bambini, le povere baracche del vil-
laggio operaio.
Siamo servi inutili
Nel 1905 i lavori furono ultimati
nel caatiere sud: i minatori del ver-
sante italiano avevano al loro attivo
sei anni e 207 giorni di lavoro. A
quelli del nord occorsero altri undici
mesi per superare gli ulcimi metri del
percorso sorrerraneo, che inconten ibi-
li cascate di acqua caldissima aveva-
no reso di difficile accesso.
E il 19 maggio 1906 cominciarono
le celebrazioni inaugurali (dureranno
quindici giorni!). Era - come disse
Vittorio Emanuele [II nel discorso
d'occasione - « la celebrazione di una
vittoria della scienza e del lavoro ».
Una vittoria che univa i popoli nel-
la solidarietà fraterna, per il progresso.
Nessuno pensò mai di contare le
giornate lavorative delle umili missio-
narie che avevano affiancato quell'ope•
ra gigantesca. Né sarebbe stato pos-
sibile: lavoro e sacrifici senza nume-
ro erano noti solo a Dio. I << contraf-
forti » di fede e di vita cristiana CC>·
struiti accanto al traforo col silenzio
di una donazione serena e serenante
non saranno mai fotografati né com-
memorati. Ma nessuna valanga potrà
abbatterli.
Il traforo è compiuto, le famiglie
una dopo l'altra lasciano il villaggio.
Anc.he le missionarie scompaiono dal-
la scena. nel mese di luglio dello stes-
so anno. Percorrono in treno quella
galleria che anch'esse hanno contri-
buito a costruire. « Quando avrete fat-
to tutto quanto vi è possibile. dire-
i<.:: siamo servi inutili».
Oggi a distanza di settant'anni, i
figli di quegli operai in _diverse con-
trade del mondo non avranno dirnen-
ticat0 l'esilio della Loro infanzia, i
primi passi mossi fra le rocce del Val-
lese nel loro cammino verso Dio. For-
se racconteranno ai loro nipotini la
prima Comunione nella chiesa di Na-
ters, le premiazioni catechistiche. i
saggi di fine anno alla presenza del
viceconsole, il re d 'Italia andato a
inaugurare la galleria...
Qm1lcuno ricorderà anche l'ultimo
commosso saluto dato, prima di par-
tire, alla minuscola croce di suor Mar-
tina.
Sl 'OR GtULTANA AccORNERO, FMA
p~
er me è stara un'autenrica ri-
( scoperta del cristianesimo. Ho
avuto più di quanto speravo. Pensa-
vo che nella pace di un luogo isol.1-
to avrei trovato un po' di sollievo
spirituale e basta; mi sembra invecl:
di essere completamente rinnovato nel-
la fede». E' la testimonianza di un
cooperatore salesiano che aveva pre-
so parte - con un certo distacco al-
l'inizio - a un corso di esercizi spi-
rituali, ma che tornato a casa sentì
il bisogno di scrivere per ringraziare.
Gli esercizi spirituali, questa « espe-
rienza forte di Dio », sono per i Coo-
peratori salesiani una real!à che vi-
vono da molti anni. si può dire da
sempre. Già Don Bosco nel loro pri-
mo Regolamento (che guest'anno com-
pie un secolo di vita) scriveva che i
cooperatori « sono consigliati di fare
ogni anno alcuni giorni di esercizi spi-
rituali ». E il nuovo Regolamento con-
sidera la proposta degli esercizi come
un impegno forrn~tivo che l'Associa-
zione deve presrare verso i suoi ade-
renti: « L'Associazione aiuca e soslie•
ne la formazione cristiana e salesia-
na dei suoi membri ... Sono m1z1a11ve
specificatamente formative... i corsi di
esercizi spirituali ».
In realtà ogni uomo ne ha bisogno.
Per raccogliersi. per ritemprare In ,pi-

3.3 Page 23

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E
mo. perché - come ha <letto P.10-
lo V[ - siamo ,, assordati dai tanti
rumori, dai t:lnti ~1rcpi 1i, dJJJle tante
voci della nostm chiassosa e ipen,cn•
sibilizzata vita moderna ».
Nella Famiglia Salesiana. per ere.ire
necessad momenti silenzio e di
a~colto intcrioriuato <le.Ila Parol.1 e.li
Dio. sono st,He costruite in varie par-
li d'Italia e dd mondo delle apposi-
te « case di ritiro». l i fenomeno tn
Italia data da quindici anni: le prime
opere ad aprire i battenti furono quel-
le di Muzzano (Vercelli) e di Zaffe-
r::ina Etnea (Co wnm), nel 196 1 Nel
'63 era la volta di Loreto. nel '6-t <li
Pacognano (Napoli), e poi via \\'ia dì
verse altre. Camerette modernamente
a11rezzate, parchi ombrosi e raccol11,
saloni per le confcrcnz<.:, e le pìccok
chiese raccolte. Se ne torna 1rasformuu.
Per l'estate 1976, w110 m progrt1m-
mt1 per i cooper<1torr 39 corsi d1 eser
cizi spiritual,. un po' m tutte le pari/
d'll<Jli.i. Lt1 t.ibella qui di j,anco l,
,•ft.nca. La nparfl1,ione geografica ha
solo intenti pratìd, cbi1111q11e pub dare
,·h,·il nume o 1111 corso d, una regiom•
110 11 JÌII ltJ Sll<I
P,·r informa:.iom e iscri::1011ì. ì CCJO·
paatrm polrù11110 rfrolf!.ersi ùl Cum1
J!.l111 lspt'llor111/e de/111 loro ::Ollù.
l!iS~ CIZI SPIRITUALI 1976
PER COOPERATORI
Calabria
Campania
Lazio
---
Liguria
Lombardia
Marche
Piemonte
Toscana
Veneto
SOVERATO (CZJ
28 sett.-1 ott anche cooperatrici
PACOGNANO DI
VICO EOUENSE (NA)
FRASCATI {Roma)
28 giug.-2 lug .
6-10 settembre
21-24 giugno
5-8 settembre
anche cooperatrici
--
anche familiari
e giovani
- - BOCCA DI MAGRA (SPJ 16-19 settembre anche cooperatrici
COMO
28-29 giugno
- - 28-31 agosto
LORETO (AN)
30 ag.-3 sett.
MUZZANO (VC)
16-19 agosto
VALLOMBROSA (Fil
18-21 agosto
CISON DI
VALMARINO (TV)
24-28 agosto
anche coniu_!!I
TORREGLIA (PD)
26-29 agosto
SASSO DI NOGAREDO 9-12 settembre anche coniugi
PER COOPERATRICI
Lombardia
Marche
Piemonte
Sicilia
--
Veneto
-COMO
TRIUGGIO (Ml)
12-16 luglio signore e signorine
15-19 settembre
VARESE
-
ZOVERALLO (NO)
4-8 settembre sìgnore e signorine
7-11 settembre
LORETO (AN)
-
CASELETTE (TO)
24-28 agosto
5-9 settembre
MUZZANO (VC)
1-5 agosto
7-11 agosto
1-5 settembre
- ·ROCCAVIONE (CN)
NICOLOSI (CT)
23-27 agosto
1-5 settembre
corso di orienta-
- BAGHER.IA (PA)
7-11 settembre mento per signorine
- - SAN FIDENZIO (VR)
2-5 settembre
CISON DI VALMARINO 8-12 settembre
PER GIOVANI COOPERATORI
Calabria
Campania
Puglle
Veneto
BOVA MARINA (RCJ
VICO EOUENSE (NAJ
SANTA FARA (BA)
CONCENIGHE (BL)
16-19 settembre anche simpatizzanti
19-23 settembre
27-30 settembre
25-31 luglio
anche simpatizzanti
1-8 agosto
PER SOLI CONIUGI
Lombardia COMO
Piemonte MUZZANO (VCJ
2-5 settembre
12-16 agosto
PER GRUPPI DELLA FAMIGLIA SALESIANA
Marche
LORETO (AN)
18-22 agosto
Sicilia
BAGHERIA (PA)
ZAFFERANA ETNEA
30 giug.-4 lug.
21-25 settembre
per famiglie
di cooperatori
Veneto
BELLUNO
1-7 agosto
23

3.4 Page 24

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SCOI ARETTI
NLABARBA
/)u c lt•Jt,•n· sul 1<1110/0 - L'na cmw comc 111w S('{t/olrt
di conf<'lli · « Il n ostro cuor<' è com<' il uoslro » - /)11r
f'(l!JO:::dli dissero « 1/an:::.tti.' » - Cn clinw cli<' smcriyliu
!Jli 110111i11i ( 'nu pu::ia prr la ,1lr1don11f/ - /,o sch,·r:n
t/i/)(•nla 1111<1 cosa seriu - « Nicorclo c/1,• mi uas,1r<J110
tldf'"c<1w1 sulla ll'slu ».
1923. I superiori dei Sub111ni. a
Turino, rìcc:vuno un.1 comunÌtal'ione
mcr\\'atissima tfa Roma. fl Giappone
~1.1 estendendo l,1 sua inOucnu e i
suoi domini tn Asì.1. e si prt.>sentJ co-
me uno dei pmh.,hili domin,nmi del
futuro in yuestu vasta p.utt dt!l mon-
do. Per LJuc,w il Papa ha deciso di
affrontare ogni s;1crificio per c<;1cnde-
rc le rnissmni c:.111oliche in térr.i giap-
pone~e. T S.ilc,1,tni ~ono inv11,11i d11I
S.1nto Padre ,1 ~t.1hilirsi nelle provin-
ce Ji Miva1,,1ki e di Oita: un milio-
ne e me;.w di ,1bitanti, trecento cat-
mlici ~erviti da tre missionari. L'in-
vno d1 Rom.1 dice tcscualmenic- « Oc-
corre che i mb,ionari si.mo do1.1ti di
non comuni yualità, chi: siano in gra-
do di dirigcrc scuole superiori e isti-
tuti di educazione ».
Proprio in yucll'.mno. don Cimarti
~,rive al ~upcriurc dc, Salcsrnn1· « Mi
mwi un posto nella missione più po-
vern, più forico,a, più abb11n<fon,1ta.
Nelle como<lirà. si,1 pure rdutivc, non
mi ci trovo. J\\li esaudisca una bu\\lna
volta! ».
Don Cimatti è, in quel momc:nico
uno dei sabi.mi più brillanti. ()u.m
d'era uo bimh1:tto di tre ,mm. , 11.1
mammn l'ha sollcvat0 sulle bmcc1.1
nella chiesa di F.ienza. perché potes-
se vedere Don Bosco, di passaAAio per
l,1 città. A 17 anni era già salesiano.
Si è laureato in Scienze Na1urali, in
Filosofia e Pedagogia, ha avuto il di-
ploma di compo~izione al Conservato-
rio di Parma. E' l'anima della gr;1n-
de Casa salesiana di Valsallce, in To-
rino. dove i 11,iovani chierici si pre-
parano a essere i sacerdoli s,tlcsiani
di domani; è Jssistcntc, m,1es1ro Ji
musica, insc11,nante, preside. direttore.
Congrc:gazionc Sale,iana, si trov,1 Mii
rJvolo d.1 lavoro le due lc1tcre· 4ud-
h1 di Roma che chiede m1ssi0Mri e
qucll,1 di don Cim.mi. che chiede di
.1nd11rc in missione Si dom,m1fa non
sarÌI c1uesta un:1 coincidenza volut.i dal
Sigm1rc? Scrive R Ruma chiedendo 18
mesi per prepanirc gli uomini.
18 giugno J925. Sul suo wccuino.
don Cimatti gcu,1 giù alcune righe
affrettate: « St.1notte 1ramonto di 1.:,,.
ric:i. lnizio un nuovo corstl di pen-
~ieri c aspirazioni ... Il Sol Lcvnmc,
i fiori di ciliegio. il crisantemo, il ri•
~o. i ,,ulcani, i 1errcmoti .. un .1r.e-
n,1lc completo d1 ,1oria natur.1lc in
11zione. Piango e µ101~co. I I Giappo-
ne! Ora sì che ,wrò bisogno del Si-
gn(:)rc. Tu110 un uricn1amento nuovo
ulln mia vira. Ci s.ir,1 da ridere as~ai,
m,1 ,tnche da so(frire in 1ut11 i ,cosi "·
Don Rin,tldi 1:li hJ annum:1,110 1.:he
i:11i1k•r:1 I., ,pcdizionc: m1~s1on,1ria ~aie:
,i.in., in l~TLl gi.,pponL-,,e.
29 dicembri:. SullJ n.wc « Fuld.1
a Ccno,·a. gli uliinu ahbracci. L1 no,
~t.1lgi.1 del primo tr,1mon10 sul m,1rc
Don Cim1mi la sente 1u11a, con la s1m
~cmihdit~ finissim,1 Ma la vince sca
tenandu a bordo la sua allegria e l.1
sua mu~icJ. Scrive ,1gli ,1Jlievi di V al-
,alicc: ,, Canti:imo. ,uoniamo. bJlli,1-
mo persino! E giochh1mo a barrn ml•
tn. Nt1n so cosa penstno di noi 4udli
che ci v<!dono. Ceno ridono anche
loru, i bnmbini, i fanciulli, i marin.1i,
e per-.mo J !.w,rnda1 cinesi. Purrroppo
mnnca il T.1bcrnacolo a bordo, m,1
prcghrnmo lo stesso, preghiamo per
tutti ».
Una casa come
- - - - - - una scatola di confetti
i\\laumo del1'8 fobbrnio 1926. La
nebbia si dirada nel r,orto di ~loji
(Kvushu) e i mJV1: ~.,Icsiani veJono
per l.1 prima ,•olta l.1 terra gi,1ppt1-
ncsc. Don Cimaui annota rapid11111L·n•
1c: I<olc coperte di fitti boschi. C,1·
tene hiancheggiant i ai ruggi del sol,·,
una pi11mc~ca m11g111ficcnza di cn,1:
addossute ol pendio dei moni i ». In
fondo ,il cuore però ha una srretrn
ansiosa « E ora cosa faremo! I.
duro ~hMc11re in una terra i;con11,l'Ì11•
IJ. d11lln lilljtua scono,ciut,1, 11n,1n.Io
ncs,uno ti ,lltl'.nde.. "·
Due lettere sul tavolo
Don hlìpp<l Rmaldi. il terzo ~11c•
24 , --1•re Ji Oon Bo,co all.1 tc~IJ dclt1
R.i11ani, ornwrlo, lc.itro. I r.1gaul di \\U~.uakl Impa rano d.il mi~~innari l,1 rc-
clto,lone, e I missionari a loro n>ha lmpar.inu lu lini:ua.

3.5 Page 25

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,\\l.1 l'LU! un ùif>p<.:llo s\\'l'ntol:tl'<.:, uniI l>on C.:imalli con una ouova gen erazlo- ui,11:111l'. ,\\ I tl'rminc, ,...-n~sl· .1 ,l,,11
harbn brnnca ll!(tlilrsi e ac:c-cndcrsi di ne di oratoriani, nel 1957.
Ri nnldi, in l rnl ia : « l nost ri pmTll
11n sorriso. E' p,1dre Manin, th.:llc
Vede~se Cl'rtt: st,1mberghe. Neppurl·
,\\ltss1oni Esrcrc di Parigi, mantlato dal
vescovo di Nagas,1ki ad accoglierli. E'
come incontrare un fratello.
La prima ca~a giapponese: picnila,
grnzios:1. tome una scatola di confetti.
Per lo prima volrn. sul l,1 sogli.i, i no-
no all'alwre e prega. Ecl ecco quactro
donne anziane gli si avvicinano, e sus-
surrano piano piano:
« li nostro cuore è come il vostro».
« Chi siete? Da dove venite? ».
Gesti nella c.1pannn di Berlemme. B<.:
ne, ora siamo in c.1sa nostra, e ci met•
reremo subito a evangelizzare i po-
veri ».
Come cominciare? « f-acciamo CO·
me Don Bo~rn - dice don Cimar-
ve salesiani si sfilwo le scarpe e in-
« Si:tmo di Urakami; là tutti sono ti - . Oratorio, musica, e appena pos-
fi lano lc pbnclle. su cui scivobno dello stesso cuore come il nos tro ». siamo ,cuoletta per i ragazzi poveri ».
goffamente di stanz<.:tta in stanzctrJ,
Unikami è un quartiere d i Naga- La c.1s:1 è affiancata cla un o rw e da
altcnii a non scuntcre troppo h.: sm- saki. Padre P<.:titjeiln intuisce di esse- un minuscolo ma bellissimo giardino
rili pareti di legno e cli cart,1 fiorata. re allJ presenza dei discen<lenti degli giapponese. Vengono spianari. e i ra-
Nng,1s:1ki. Attorno alle alte guglie amichi cristiani. Ne ha la conferm,1 gazzi entrano :1 fore le prime cor-
svettanti è il nucleo più consistente quando si seme <lomantlarc:
se e le prime risa.e.
dei cattolici giapponesi: 60 mila. La
« Dov'è la st,llua della i\\lladonna? ».
Ciò che manca è la lingua. « I ra-
lom storiJ è colorata di sangue.
Li conduce all'altan:: di M,1 ri;1, e ~cop- gazzi parlano di noi, discutono di
TI grande missionario san France- pia a pi.1ngcrc.
noi - scrive don Cimatri - . Noi li
sco S:1vcrio giunse fin qui nel lon-
tano l 5-19. J missionari che lo se-
guirono continuarono la sua opera. e
verso il 1590 i cauolici ernno circa
300 mila. [J diuawre !Iidcvo~hi sca-
Solo nel 1873 l'editto <li proihizio-
ne viene revocato, e solo nel 1889 la
Costituzione concederà la libertà re-
ligiosa a tu11i i ciwu.lini.
guurdiamo, ridiamo. ma siamo come
st,llut: mute ». La stanza cl,, pranzo è
rrasformatn in scuola. la lavagna su
un arm,tdietto. Si comprnno i Lìbri di
prima elementare e viene un maes tro
1enè1 la prima persecuzione: Ventisei
cutolici, ,1rrestati nella ciuà di Kvoro.
Due ragazzetti dissero « Banzai! »
dei bambini. nella divisa del pri mo
giorno tl i scuola. <( Siamo nove sco-
lurono fatti camminare SOi[() la sferza
fim i n Nagasaki, e q11i crocifis~i. Sono
i primi 26 martiri gi.1pponesi. Ma
pn.:sto seguirono mol ti;simi altri.
A M iyazaki er,1 pronrn la casetta per
i misi.ionari sa lesinni. Vi arrivarono
nell.1 mauina dd 16 febbraio. C'era-
no due ragazzet ti_ S'inchin,1rono. sor-
laretti wn la harba » annora don Ci-
matti.
Un clima che smeriglia gli uomini
« Il nostro cuore
è come il vostro »
Il decreto che bandisce la rdigio-
risero, e gridarono « Banzai! » (viv.i! ).
;\\,1em re gli a Itri prcndev:rno possesw
ddlc poche srnnzc, don C'imatti volle
lare una rapida v1sirn alle famiglie
Il nord del Giappone si trova alla
lati tudine clclla Svizzera e il sud del
G iappone si trova alla latit ud ine del
,\\.fa rocco. Le sue qu;tttrn isole sono
ne cn~t 1:1na verrà rc.:v(,cam ~olo nd
1873, ma già nel 186.3 i missionari
un po' più grandi dcll'l talia. Il cli-
ma è di rudezza sconcertante: t utto il
francesi ottengono il pcrrnc.:,~(1 dt n•-
Giappone centrale conosce inverni ri-
~tru1re una chics:t a Nagas:iki. L.1 d,
gidi. e la città più vicina all'equato-
MISSIONI SALESIANE Jic,tno ai 26 primi martiri gi,tppone,
11 1:woro ùei missitm.1ri è .1riJo.
re, Kagoshima, conta ogni anno in me-
di.i cento giorni di gelo . l i clima
J:!U:ird,110 con ostilità dalla j.!entc. i\\l.1
,meriglia gli uo mini e li indurisce.
1H75a, il 17 marzo 1865 si verifica un f.ittn
strano. Un gruppo insolito di popo-
1.ini ,i appressa guardingo ali.i porrn
dclh1 chics,1. E' chiusa Padn.: Pc1it-
jl':rn, che li SBI osscrv,rndo. si ,l\\',tn/,1,
'.\\!l'll'arcipelugo giapponese si con-
1.111n 192 vulcani, di cui 58 attivi. A
I l.1knne. si cuociono le uova nelle c!o-
,lin ,nrgenti di ;1cq ua calda dw pul
l11l.111n dal Fuji-Yama. I si~mografi rl··
apre la porta, e senza dir null.1 v.t fi-
~1,1 r,rno parecchie centinaia di ,..:o,,,· 25

3.6 Page 26

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siliatrice - annota don C ima rti nel
suo diario - fu celebrato in fami-
glia. Alla messa semplice delle 9JO
era presente con noi un solo fanciu l-
li, pagano... Come non pensare a Don
Bosco con Banolomeo Garelli. e alla
nostra missione fra la gioventù pa-
gana?».
Un grappolo di ragazzi
attorno al pianoforle
" Suno apparsi dei hon1ci che hanno un sistema tutto nuovo e J!Cnialc nella pro -
paganda relig iosa ~. scrivono i giornali. Sono don Cimalli, Margiaria e Livia-
hc.lla, che s uonano e cantano, raccolgono applausi e [iorì, e seminano simpatia.
d i tcrrèmotO all'anno è gli annali dèl
Giapp<me segnalano 61 spaventosi ter-
remoti dal 250 avanti Cristo a oggi.
11 più recente, quello del I" settem-
bre 1923. fece 100.000 morti.
La storia di questn nazione si per-
de nella notte dei tempi. I libri nazio-
nali nammo che Jimmu Te11110 fu il
pri mo imperatore, e che ascese al tro-
no l' 11 febbraio del 660 ava nei Cri-
sto. D,1 allora l'impera tore fu sempre
la massima autorità del Giappone, ma
il potere effettivo fu cosrnntementc
nelle mani di un shogun (generalissi-
mo) scelto dall'imperacore o 11 lui im-
posto dalle caste più potenti.
La storia del Giappone moderno
infaiò nel 1868, quando l'imperatore
Mutsuhi10 Meiji decise di rompere
l'isolamento in cui la nazione viveva
e di avvicinarsi rapidamente al siste-
ma di vira occidentale.
Tra la prima e la seconda guerra
mondiale ( il tempo in cui arrivano i
primi missionari salesiani) la casta dei
milicari ha un fortissi_mo potere negli
ambienti governativi. L'obiettivo che
vuole raggiungere è u n vasto « im pe-
ro asiatico », che ponga il Giappone
come nazione-guida del continente.
Di questo spirito se ne rendono con-
to anche gli « scolaretti con la barba».
La prim a parola che imparano è Rana,
fiore, la seconda è Sakurr1, fiore di
ci liegio. Ma la prima poesiola è Heitai,
soldati. I libri sono preparati dal Mi-
nistero deJJa Pubblica Istruzione, e
devono far crescere nello spiriro di
esaltazione nazionalistica. Nessuno de-
ve vivacchiare come il /iore di came-
lit1. che appassisce pigramente sullo
26 m·l1,. L'esempio viene dal /iore di ci-
lh:gio, che al primo apparire <lei sole
lasci,1 docilmente c:1dcre i suoi peta-
li, freschi e imani, iino a coprire il
suolo di un candido tappeto: così il
giapponese <leve essere pronto a dare
gioiosamente la vi ta per l'Imperatore.
Una pazzia per la Madonna
Con il I" febbraio 1927. i missio-
nari salesiani devono entrare piena-
mente in servizio, sostituendo nella zo-
na loro affidata i due sacerdoti delle
J\\lissioni Estere di Parigi, che per orn
continuano la loro opera. Entrambe le
province <li Miyazaki e di Oica ( 16.072
Km9 ) cadranno sulle braccia dei sa le-
siani. Non c'è proprio tempo da per-
dere.
E' vicina la festa di Maria Ausi-
liatrice, e don C imatti propone d i fa-
re « una pazzia ». Ognuno scrive un
discorseao semplice semplice, lo tra
duce in giapponese con l'aiuta del
maestro, lo impara a memoria, e lo
recita in chiesa davanti ai ragazzi e
alla gente. C i stanno, anche i coadiu-
tori laici, anche Gu.aschino il cuoco
che s'addormenta regolarmente a me
lezion e, e a chi lo scuote rispon-
de: « Tanto è i nutile, ho la testa
dura io».
I ragazzi ascoltano, capiscono, e su-
biro dopo in cortile si affollano at-
corno allegri, vogliono spiegazioni, vo-
gliono parlare. Ma quegli strani mis-
sionari sono tornati muti come pri-
ma, e i ragazzi concludono delusi: « In
chiesa parlano tanto bene, e fuori
nemmeno una parola. Valli a capire:
tu, gli stranieri! ».
<( IJ 24 maggio, festa di Maria Au-
Ricorre in quell'anno 1927 il cen-
tenario di sa n Francesco d'Assisi. I
missionari francescan i preparano una
grossa festa, e pregano don Cimatti
di mettervi un po' di musica. Don Ci-
matti non aspettava altro. e si butrn a
c,1pofi1m. Nella provincia di Kagoshi-
ma. centro dei festeggiamenti, dà cin-
<.jue concerti di musica italiana ne.I
mnssimo te,aro della città. Gli danno
una valido mano don Margiaria. che
,i esibisce come tenore, e don Livia-
bella. I l successo è strepitoso, supe-
riore a qualunque previsione. r gior-
nali nazionali escono con articoli e
fotografie sull'avvenimento. Il quoti-
diano buddista di Kyoto scrive: « Sono
comparsi dei bonzi che hanno un si-
stema del tulio nuovo e geniale nella
propaganda religiosa in Giappone».
Don Cimaui torna a Miyazaki de-
ciso a sfruttare fino in fondo questo
nuovo met0do di apostolato. Organiz-
za un concerto in un vasto salone, e
nel bel me7-ZO ci pinza una confe-
renza in italiano che un brillante sa
t:<.:rdote giapponese (che ha studiaco ,1
Roma) traduce. La foga delle sue pa-
role. l'impeto delh1 musica che s:i rrar•
La libreria callo lica dJ Miyazaki, nel
giorno della sua benedWone (29-1-1934).

3.7 Page 27

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n: dal p ianoforre, mandando in v1s1-
bilio specialmen te i ragal..zi, che al
termine battono le mani e gr ida no di
entusiasmo. Non sembrano più com-
posti giapponesini, ma rumorosi scu-
gnizzi napoletani.
Allora don Cimani si scatena. Fa
il clown, improvvisa pantominc per
i piccoli: suona con i gomiLi, picchia
con il naso sulla tastiera, canta con
la sua splendida voce da baritono. l
ragazzi sono in visibilio.
Da quesLo giorno la musica ripren-
de uno dei primissimi posti nella ca-
sa dei Salesiani. Attorno al pianofor-
te di don Cimatri c'è sempre un grap-
polo di ragazzi, divenuti suoi amici.
Per la musica, e per la sua bon
delicatissima.
Lo scherzo diviene
una cosa seria
Ogni giorno, sul tavolo del pranzo
e della cena, i nove salesiani fanno
il compito: versione dall'italiano in
giapponese. Don Margiaria una sera
ha un'idea felice: invece di tradurre
pezzi di giornale. perché non pren-
dere le pagine d ella vita di san Do-
menico Savio scritta da Don Bosco?
Così, sera dopo sera, sul tavolo del
pranzo e della cena viene confeziona-
ta il primo libre1to per i raga7.,zi giap-
ponesi. Fatica, erroracci che il mae-
stro corregge severamente. Ma in un
paio cli mesi la vira del piccolo san-
lll è pronta.
Uno scrittore cattolico di Kobe la
r ivede, da Torino arrivano le illu -
\\ l rnzioni, e il libretco viene srnmpa-
ro. E' accolto con simpatia non solo
dai c-Jttolic.i. Alcune scuole di stato
lo adouano come « libro sussidiario
di educazione mora le ». Comi ncia co-
sì, quasi per scherzo, l'aposLOlato del-
la srampa. Seguiranno la vita di Don
Bosco, i Vangeli in lingua popolare,
la B ibbia. Lo scherzo diventa cosa
seria.
l\\'el 1927 i nove salesian i si divi-
dono. Ripren<liamo direttamente dal
diario di Don Cimatti: « Ci dividem-
mo il campo di lavoro nei tre grup-
pi stabiliti dai superiori : don Cimat-
ti, don Cavoli e il coad. Guaschino
a Miyaznki; don Tanguy, don Margia-
ria e coad . De Mattia a Oita; don
Piacenza, don Liviahclla e coad. Mer-
1ino a l\\'akarsu; e si incominciò il
lavoro con questo programma gene-
rale:
1. propaganda missionaria;
2. propagand,1 salcsi,ina;
3. propaganda stampa...
« Iniziammo in ogni luogo con la
formazione dell'oratorio; poi con la ri-
cerca e la cura dei cristiani, nel ri-
chiamare all'ovile i fratelli erranri, e
nel diffondere rra i pagani la cono-
scenza degli insegnamenti del Signore.
Mezzi principali: oratorio, predicazio-
ne, d iffusione della buona stampa.
conferenze e serate con proiezioni lu-
minose e la musica...
« Ricordo c he mi versarono
dell'acqua sulla testa »
(< Alla presa cli possesso delh.t mis-
sione potevamo contare poco piL1 di
trccenm cri&riani carnlog~1i. buona par-
t 'up~• a s al csh,,nil ll\\!I l:uurc t.li .\\li~ C1l.Jki, oggi. Es!\\a c:un11>rl"nclc Ira l 'altro un
ginnasio-lkcu e w1a facoltà unive rsitarià di Commercio.
re dei qwili ~parsi qua t.: là, che bi-
sognava andare a rintracciare. Si per-
corse la missione in lungo e in largo.
Quale gioia al rirorno poter fare re-
lazione del lavoro compiuro. Ma quan-
ti giri a vuoto! ... Quante delusioni!
« Venticinque anni fa ricordo che
uno straniero come voi mi ha versa-
LO dell'acqua sulla testa... ma non ri-
cordo più nienre.
(< Veda. P ad re, ecco l'immagine
della Madonna, ed ecco la corona del
Rosario che vado recitando; ma non
vado più in chiesa.
« O Padre, i figlioli, ora che sono
grandi, non vogliono più sapere di
pratiche rdigiose...
Altri, che ricevettero il bauesimo
da piccoli, affidati poi, per la morte
dei genitori, a mani pagane, non san-
no neppure di essere cristiani. Oh,
Padre, grazie della sua visita 1 La no-
stra povertà non ci permette neppu-
re di venire al la Missione nelle gran-
di feste di Natale. Pasqua e Assun-
zione della Madonna. Abbia pietà dei
nostri figlioli. Venga il più sovente
possibile. Vede? L'altarino è pronto...
« Il bilanc io generale dopo le vi-
site fatte si può così riassumere: se
si fa eccezione di Miyazaki, che ha
un raggruppamento di circa duecento
cristiani, gli al tri cristiani sono sparsi
lontano dai centri, e alcuni senza co-
modità cli trasporto; bisogna provve-
dervi con visite sul pos10. Tali fami-
glie sono in genere di condizione po-
vera, dediLe al l'agricolrnra, di scarsa
influenza sociale, perché r itenute dai
pag,1ni di casta sociale inferiore; va-
rie <li esse abbandonate da anni a se
stesse, prive di istruzione e di con-
forti religiosi, hanno bisogno di forre
istruzione catechistica. S'impone così
una regolare catechesi, la predicazio-
ne. il dare comodità per la frequen-
za dei Sacramenti, le belle funzioni,
il riun ire le forze nelle associazioni re-
ligiose, di ca rità e di azione cattol ica,
le frequt:nti visite alle famiglie di-
stanziate.
<< Per predicare Gesù s1 iniziarono
gli Oratori, con annessi e connessi (di-
vertimenti, musica e teatrino, passeg-
giate, dopo-scuola, premiazioni, ccc.).
« A imitazione poi di Don Bosco si
pensò fin dagli inizi all'opera della
buona stampa, come mezzo di propa-
ganda. Si Iaceva fare una breve con-
iert:nza con proiezioni luminose ri-
guardanti la vi ta di Gesù o la sroria
sllcra, seguite sempre da qualche co-
mica per divertire. All'uscirn, distri-
buzione di brevi foglie1ti richiamanti
massime mo rali urili per tut ti. Anche
la musica ci servl come mezzo im-
pensato di propaganda missionaria... »
TEREStO Bo~co 27

3.8 Page 28

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NELMDNDO
SALESIANO
12 MUCCHC CON PEDIGRr[
I ragani e le ragazze della scuola
• Don Bosco •, che I Salesiani e le
Figlie d1 Marea Ausiliatrice dirigono
insieme a Chertsey [Gran Bretagna).
hanno partecipato con entusiasmo a
una • marcia • in favore d1 una mis-
sione del Kerala [India). contribuendo
alla sua piena riuscita.
La marcia era organizzata dal Ve-
scovo dt Brighton, e il ricavato dalle
iscrizioni era destinato all'acquisto di
dodici • mucche con pedigree •. per
assicurare al ragazzi poveri di quella
lontana missione il buon latte della
colazione Il cospicuo incasso realiz-
zato ha consentito non solo l'acquisto
delle dodici mucche, ma anche di un
• toro con pedigree •, sempre per la
missione; e Inoltre, l'acquisto di ap-
parecchiature tecniche per un • Cen-
tro di subnormali • che sorge a Whlte
Lodge. (Ans)
LA ~~m·· t Gr,A ~~ALEDrT
Fu per caso che Il gruppo • Cate-
chesi d1 M1yazaki (Giappone) si oc-
cupo del villaggio di Toroku sulla mon-
tagna maledetta. Ma e rlsllltato prov-
videnzia le.
• Catechesi • è, nella casa salesiana
di Mlya1aki. un club per lo studio della
religione cattolica. lo dirige don Fran-
cesco Higashiki un giovane sacerdote
che si preoccupa di trasmettere ai
suoi giovani non soltanto delle verità
ma anche il coraggio di metterle In
pratica. Con tutti, ma non meno con
i malati di Toroku.
Toroku è un villaggio sorto venti-
cinque anni l a, In una verde conca
(allora, si, era verde) tra i monti a
nord di Miyazaki. Sorto all'apertura
della maniera, si era riempito di mina-
tori e delle loro famiglie che spera-
vano in una vita meno grama In-
vece ...
Cominciò presto a diffondersi una
malattia misteriosa. che mieteva vIttI-
me. E le cause erano Ignote Ma un
giorno dalla miniera si sprigionarono
In abbondanza gas micidiali; li verde
della montagna in breve scomparve, e
1 malati e I morti crebbero In modo
Impressionante La causa della miste-
riosa malattia era diventata chiara e
lampante. Bisognava chiudere la mi-
niera sulla montagna maledetta. e la
direzione mandò I suoi grossi bulldo-
1r.r a riversare tonnellate di detriti nei
28 pozzi e nelle gallerie
SI pensava che tutto sarebbe tor•
nato normale. e piu nessuno si curò
del villaggio di Toroku Ma quattro
anni fa uno studioso condusse un con-
trollo, e vi trovò 101 morti e 250 per-
sone ancora malate Un bilancio di-
sastroso, e dette l'allarme
Fu da allora che il gruppo d1 Ca-
techesi • cominciò a occuparsi di To-
roku. Quella povera gente sulla mon-
tagna andava aiutata. 1 malati avevano
bisogno di cure Don Higashiki e I
suoi giovani portavano aiuti. interes-
savano I buoni, raccoglievano quanto
la carità metteva nelle loro m0111. Ma
non bastava, bisognava fare di più.
Per questo un giorno andarono a
Toroku armati d1 registratori e mac
chine fotografiche. Intervistarono I ma-
lati. fotografarono tutto. C'è lì un mo-
numento-simbolo di questa nostra ci-
viltà che distrugge e uccide: e la
casa vuota della famiglia Kiemon. vuo-
perché tutt'e sette i componenti di
questa famiglia sono deceduti a causa
dei miasmi velenosi. Hanno racco lto
anche questa testimonianza. Poi. tor-
nati a M iya1.akl. hanno allestlto una
mostra Titolo • Il vero volto di Toroku
Inquinato• E una domanda· • Che cosa
possiamo tare noi'
Era agosto dell'anno scorso. la ri-
sonanza è andata al di là delle atte•
se: i giornali hanno mandato I loro
reporter, la televisione ha girato 1
suoi servizi sulla mostra e sul gruppo
• Catechesi M a non è finito tutto Il
L'opinione pubblica si è scossa. tanti
ora si danno da fare. la gente aiuto
Don Hìgashikl e i suoi vedono cosi
il loro impegno cristiano ricompensa-
to. e le v1tt1me della montagna male-
detta non sono più abbandonate a se
stessi
SCUOLA STATALE
INTITOLATA A DON CtMATTI
Una nuova scuola elementare. sorta
nell'area della parrocchia San Giovan-
ni Bosco a Roma. ha deciso di int1-
tolarsl a Don Vincenzo Cimatt1 Sono
stati concordi nella scelta gli inse-
gnanll. I genitori e gli alunni Questi
ultimi si sono preparati alla cerimonia
dell'intitolazione attraverso ricerche
scolastlcho sulla figura del grande
missionario, pedagogo ci musico han
no composto poesie. canti preghiere
e sono cimentati in un concorso
la scuola di Roma ha anche stabi-
1ito un gemellaggio con la scuola Seibi
che le Figlie d1 Maria Ausiliatrice di-
rigono a Tokyo · una scuola fondata
da don Cimati, Ora un quadro del
simpatico figlio di Don Bosco accoglie
09111 giorno, dall'atrio della scuola, gli
alunni che la frequentano.
RISO, CURRY E ROSOGOLA
Una foglia di banana la da piatto
Il curry è il condimento gustoso da
mettere sul riso. r: rosogola è un
" dolce .. indiano. All'oratorio presso fa
cattedrale cattolica di Krlshnagar (Ben-
gala). per i 350 ragazzi che di solito
lo frequentano, è siato un giorno da
festa Il loro armco ora lontano. li
missionario signor Fausto Pancolini,
non poteva d1menucarli Da un anno
1I medico lo aveva costretto a tornare
In Italia, perchè il suo cuore e troppo
malandato Ma li signor Pancolinl non
riesce a Vivere lontano dai suoi amici
tanto poveri. \\;he non tutti i giorni pos-
sono mettere insieme un vero pasto.
Dice. Per morire di crepacuore in
Italia, tanto valeva morire di mal di
cuore in India •. Ma 91orn1 fa ha rice-
vuto in dono qualche soldino, e subito
lo ha mandato ai suoi piccoli amici di
Krishnagar. per un buon pasto e una
giornata di allegria.

3.9 Page 29

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ALESIANOS
« LA SCALETTA "
COMPIE DI EC I ANNI
Anche quest'anno - e e il deci
mo - si svolgera a Roma la manife-
stazione • La scaletta •. con la parte·
cipazione di gruppi giovanili delle ope-
re salesiane. Sarà, come sempre, un
incontro dì amicizia e fraternità. senza
mini-divismi. per lanciare agli altri ra-
gazzi un messaggio attraverso la re-
citazione, la musica, la danza, la gin-
nastica artistica, il folclore...
Il tema che • La scaletta • intende
illustrare quest'anno è • la civiltà del-
l'amore •, l'ideale che Paolo VI ha
proposto agli uomini in chiusura del-
l'Anno Santo. Perciò • Insieme con
gioia verso la civiltà dell'amore" di-
venta il suo slogan. Lo tradurranno
in spettacolo gruppi maschili e fem-
minili provenienti dall'Italia (da Pie-
monte, Liguria, Toscana. Campania. Si-
cilia, Sardegna) e anche dall'estero
(da Germania, Irlanda e Thailandia)
Lo spettacolo avrà luogo in Roma il
6 maggio, festa di san Domenico Sa•
vio, e sarà ripreso dalla televisione che
lo manderà in onda il 27 maggio, fe-
sta dell'Ascensione, nella rubrica La MESSAGGIO Al GIOVANI
TV dei ragazzi .
Una mostra per ricordare Il centenario delle missioni salesiane e stato
allestita a Madrid nel Palazzo delle Esposlz10111. e è rimas ta aperta dal 24 Ili
CONGRESSO EXALLIEVI
,, NELL'ORIENTE DEL MONDO "
31 gennaio scorso, festa di Don Bosco. Giornali. radio e televisione se ne sono
occupati Visite illustri nella foto. Donna Sofia, la regina di Spagna s1 intrat-
tiene con I numerosi • indietti e giapponesine • che accolgono I v1s1tatori
Gli Exalllevl salesiani dell'Estremo E grande mteresse dei giovani. La mostra voleva essere soprattutto un mes-
Oriente e Australia terranno il loro saggio ai giovani· dal pannelli degli stands i popoli del terzo mondo gridavano
primo congresso a Hong Kong. nei ai paesi sviluppati la loro fame di pane. di cul tura. di libertà e d1 Dio,
giorni 26-28.11.1976. 11 congresso si
propone. nell'anno centenario delle
missioni salesiane, di far conoscere
l'identità dell'Exallievo e il ruo lo del scorso Natale, e ha avuto la 9101a di TOGLIERANNO LE I POTECH E
Movimento exallievi di Don Bosco in accompagnare allo stesso rito, nella
questa parte tipicamente missionaria Pasqua 1976, la moglie e I figli .
La Famigfla Salesiana del Veneto
della Chiesa Di qui il tema generale:
Nel loro congresso gli exallievl del- Ovest ha voluto sottolineare il cente-
Gli Exallievi di Don Bosco nell'Orien- l'Oriente avranno per la prima volta nario delle missioni di Don Bosco con
te del mondo " ·
occasione dì prendere coscienza del la due iniziative di vera solidarietà a fa.
Il tema si articola in sottotemi, che loro consistenza come gruppo. e delte vore della comunità cristiana di Go-
saranno affrontati nel carrefours. Esat- loro possibilità concrete di azione nella laghat (India Nord-Est) . Si tratta di
tamente sei, 1n stretta connessione fra società.
loro Verrà presa in considerazione la
situazione della gioventù nell'Oriente.
togliere le ipoteche che gravano sui
terreni di molti contadini della zona,
e di fornire la località di due pompe
e la necessità di promuovere i valori
della persona umana (valori culturali,
sociali. morali e religiosi): si esami-
nerà la risposta che la Congregazione
di Don Bosco è in grado di dare a
questo problema, e quindi Il ruolo del
Movimento exalllevi: si passerà infine
a proporre formule concrete di soli-
darietà fraterna.
Gli Exal llevi dell'Oriente costituisco-
no un gruppo di Federazioni nazionali
OPERAZIONC VELENO u
" Chi da piccolo non è stato sana-
mente avvelet1ato dal desiderio di leg-
gere. difficilmente prenderà In mano
un lìbro quando sarà adulto •. Questo
enunciato quasi lapalissiano ha mos-
so professori e alunni dell'opera sale-
siana di Elche [Spagna] ad affrontare
criticamente il problema della lettura.
E per risolverlo concretamente. i
da irrigazione.
Molti agricoltori di quelle parti si
erano fatto prestare denaro dalle ban-
che per l'acquisto dei piccoli campi
su cui vivono con la loro famiglia .
Ma per tante difficoltà non riescono
più a raggranellare il denaro neces-
sario per riscattare i terreni. Si 11
caso di contadini che rimangono per
venti e anche t renta anni In una spe-
cie di servitù della gleba per non po-
a cui aderiscono: India, Bhutan, Sri
Lanka, Cina (Hong Kong, Macau. Tai-
wan), Birmania, Thailandia, Viel Nam.
ragazzi hanno messo per aria le loro
case. rrugando in armadi e soffitte,
e riporta ndo alla luce libri vecchi e
ter estinguere debiti anche esigui, ma-
gari di cento rupie (10.000 lire...). E
sovente alla base di questa situazione
Giappone, Korea, FIiippine e Australia. nuovi. Portati a scuola, sono stati se- sta la mancanza di acqua, che com-
Non tutti questi exallievi sono bat- lezionati per bene, e poi introdotti promette tanti raccolti.
tezzati. Ma pur continuando a prati-
care la religione in cui sono nati,
molti di loro vivono veramente secon-
do la spirito di Don Bosco. E a volte
dopo qualche anno giungono alla con-
versione. E' il caso del presidente de-
gli exallievi koreanì, Le Ki-Jo, che ha
ricevuto il battesimo la vigilia dello
nelle • biblioteche di classe • per un
robusto avvelenamento • collettivo.
• Regalare libri è da persone intel-
ligenti • . dicono adesso i ragazzi che
hanno condotto l'operazione veleno,
forse anche nella speranza che il mon-
do degli adulti voglia dimostrarsi...
molto intelligente (Ans)
La consulta della Famiglia Salesiana
del Veneto Ovest (salesiani e FMA)
- interessata dall'Ispettore e dalla
Ispettrice di quei lontani posti di mis-
sione - ha deciso di interven ire in
aiuto del fratelli di Golaghat.
I missionari hanno compilato un'ac-
curata llsta di 154 famiglie cont adme 29

3.10 Page 30

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NELMONDO
aventi I campi da d1slpotecare. e ac-
canto a ciascun nome hanno indicato
l'importo occorrente (a volte veramen-
te piccolo). Si passa da un minimo di
80 rupie a un massimo di 3000, ma
la media si aggira sulle 500-800 (unc1
rupia al cambio vale cento lire) Il
riscatto di tutti I campi comporta la
spesa di otto milioni; l'acquisto delle
due pompe 17 milioni.
La Famiglia Salesiana non solo del
Veneto è invitata a collaborare a que-
sta 1nmativa benefica: salesiani, FMA,
cooperatori, exalllevl, gruppi giovanili.
ecc. E se. come è probabile. si co-
priranno le spese per Golaghat. altre
proposte sono già pervenute da mis-
sioni vicine: Jorhat ha urgente biso-
gno di due pompe. a Doomni i campi
sotto Ipoteca sono numerosi. e tante
famiglie sono condannate a una vita
grama per mancanza di un tetto (ca-
sette economiche verrebbero a costa-
re 700.000 lire l'una) .
SCUOLA PER MARINAI
Il cor tll,: della casa salesiana di
Tondo (Manila) è una festa di colori:
!>andiere marinare d1 svariate nazioni
sventolano daII·a1to dei muri e delle
colonne. E sul palco una serie di per•
sonalità gallonate della Marina Mer-
cantile filippina Sono venute a distri-
buire i diplomi a 99 marinai nuov, di
zecca: tanti sono I ragazzi del popo-
loso quartiere di Tondo che hanno
concluso il corso. e presto salperanno
su navi di varie nazionalità.
Quello del marinaio era forse un
mestiere che I salesiani nel mondo
non avevano ancora insegnato. Ora
lo Insegnano a Manila.
E' stato un Insieme di circostanze.
Anzitutto il fatto che I flllpplnl sono
bravi marinai per natura. Sono resi•
stenti alla fatica. e capaci di adattar-
si ai cibi più diversi. Poi hanno negli
orecchi e sulla lingua quel tanto di
inglese che basta per cavarsela D'al-
tra parte le marine d1 tutto il mondo
sono in cerca di buoni marinai. Tondo
per parte sua era piena di giovani in
cerca di lavoro. Sarebbe bastato pre•
pararlì. ..
E prima ancora. prepararsi. con l'In-
traprendenza di Giovannino che Im-
parò un po· tutti , mestieri. Perché i
Salesiani sapevano di navigazione pres-
s·a poco quel che avevano imparato
da Omero, leggendo l'Odissea.
Da alcuni anni ormai I corsi (an-
nuali) si susseguono: e sono otto-
cento i marinai di Tondo. sfornati dal-
la scuola salesiana, che girano ora
per il mondo (magari indossando an-
cora l'antica maglietta con la scritta
• Don Bosco-Philippines •J.
A volte questi ragazzi si Incontra-
no nelle città più remote. ricordano
la loro scuola, e fanno festa Poi scri-
vono una cartolina ai loro antichi mae-
stri Dall'Africa, dal Sud America. dai
mari del Nord. Don Bosco è rimasto
nel loro cuore. Una settimana di eser•
cizi spirituali (gli unici forse della
loro vita) verso la fine del corso. li
ha segnati per sempre. Qualcuno - è
la dura legge della vita - è già
tragicamente scomparso in tondo al
mare. Ma alla scuola Don Bosco si
era preparato anche a questo defini-
tivo viaggio verso l'ultima Sponda.
(Ans}
IN URUGUAY
UN RITO INSOLITO
Il 31 1.1976 a Montevideo, nella chie-
sa dei • Talleres Don Bosco gremita
di fedeli. durante la concelebrazione si
è svolto un rito insolito: i Salesiani
e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno
fatto la consacrazione religiosa, e an-
che trenta Cooperatori - In maggio-
ranza giovani - hanno pronunciato la
loro promessa In mattina avevano pu-
re emesso I voti le prime quattro Vo-
lontarle di Don Bosco, dando inizio a
questo Istituto secolare nell'Uruguay
Che diversi rami della Famiglia di
Don Bosco si trovino Insieme a formu-
lare il loro Impegno davanti al Signore
e un fatto ancora Insolito, ma il rito
pare esprimere mollo bene l'unità
d'intenti del figli di Don Bosco.
t CINQUANT'ANNI
DELL'ISPETTORIA CENTRALE
Il prossimo 28 maggio I salesiani ri-
cordano Il 50'' di fondazione della loro
lspettorla Centrale La ricorrenza non
può passare sotto silenzio. dato il
ruolo unico svolto da questa lspetto-
rla nella vita della Congregazione sa-
lesiana.
Non legata a una particolare • ter·
RISCHIATUTTO CON DON BOSCO
ritorialltà • (come sono Invece tutte
le altre lspettorie). essa fu posta a
I ragazzi della scuola media salesiana a San Benigno Canavese sanno tutto
sul Santo dei ragazzi Durante rintero mese d1 gennaio s1 sono cimentati ,n
un concorso m cut ciascun allievo - rispondendo a questionari sulla vita
di Don Bosco - poteva procurare punti alla propria classe. E alla vigilia della
festa di Don Bosco, I rappresentanti delle classi si sono dati battaglia al pul-
santi C'era proprio tutto: luci colorate. colonne delle materie. microfoni. elet•
Ironica. Jo11y e rischio Un Mike e una. valletta (li ragazzo piu paffuto. e con
parrucca) Quattro. rappresentami per classe Ogni classe partiva dal punteggio
cumulato nella prima fase della gara. Ha vinto la Terza B. fra Il tifo
servizio di tutta la Congregazione, con
lo scopo preciso di formare Il perso-
nale salesiano, in particolare le voca
zioni missionarie. Centinaia di salesia-
ni sono cresciuti nelle sue case di
formazione. moltissimi sono partiti per
le più varie parti del mondo. 36 sono
divenuti vescovi, due cardinali.
Ora che la spinta vocazionale si è
atenato dei compagni In premio, merendone con spumante. Ma in realtà smorzata. l'lspettoria Centrale conti-
l nno avuto tutti un premio. ora tutti conoscono meglio l'amico dei giovani, nua In forme nuove nel suo servizio
gli sono più amici.
alla Congregazione. sia a livello na-
30
zionale che mondiale.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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LA VISITA DELL'ISPETTORE
l
Sono davvero Imprevedibili le v,e
del Signore Don Rinaldo Vallino. no-
minato Ispettore dei sales1an, in Bofl•
via ha cominciato a pantaloni rimboc
cali la visita alle case della sua lspet•
torla.
MEDAGLIA ALLA MEMORIA
PER MONS PIETRO MASS~
La Fondazione brasillana dell'Indio
ha conferito la medaglia d'oro alla
memoria al salesiano mons. Pietre,
Massa, che tq vescovo del Rio Neg,o
negll anni 1941-68
La cerimonia della consegna si è
svolta a Torino Valdocco Il 18-1-1976
Erano presenti vari parenti di mons
Massa (tra cui il prof Giorgio Ma•
gnano che ricevette !"onorificenza) .
mons. Alagna attuale vescovo del Aie,
Negro. mons. Giovanni Marchesi vete
rano di quella missione e molti sale-
siani.
In vita mons Massa aveva già n
cevuto altri riconoscimenti (tra cui.
dal governo brasiliano. la Gran Croce
del • Cruzelro do Sul •l. ma questa
medaglia d'oro viene a sottolineare
l'opera coraggiosa e sacrificata da lui
svolta in favore degli Indigeni prima
come sacerdote e poi per 27 anni
come vescovo.
D RONTE A D RITTI E DOVERI
Alla decima Giornata Mondiale del-
le Comunicazioni sociall •. che si ce-
lebra nella Chiesa il prossimo 30 mag-
gio, il Papa ha assegnato un tema
che invita alla riflessione e alla coe•
renza. le comunicazioni sociali di
fronte al diritti e ai doveri fondamen-
tall dell'uomo•.
Per una vita piu a misura d uomo
è tnfatti neces!:ario un reciproco e fat-
tivo riconosc,mento d, questi d1ritt1 e
doveri; e nel rnAIL1rare la soc,eta sulla
linea di questo riconoscimento gli stru-
menti della comunIcaz,one sociale gio-
cano un ruolo sovente dec1s1vo Sono
I
essi che formano (o sformano] le co-
I
scienze. e spronano afl'azlone.
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4.2 Page 32

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I
PROPRIO IL 24 MAGGIO
La mia nipotina
di appena sette me-
si nel mese di mag-
q,o fu assalita da
Iorte febbre. e fl
respiro le divenne
faticosissimo. Por-
tata d'urgenza al-
rospedale. il pedia-
tra confermò che
versav.J lll cattive condizioni, anche
parche non si riusciva a scoprire l'ori-
gine del male. Ma proprio il 24 mag-
gio, festa d1 Maria Ausiliatrice di cui
I
lo sono tanto devota, la causa fu sco-
perta: un fib roma In gola. La piccola
I
fu operata e si ristablli in fretta. Con
infinita riconoscenza
I
V1llate991a (Tor,no)
ELSA CRAGLIA
I
I
LO STESSO 24 MAGGIO
I
Il 24 maggio 1975 ritarnavo a Lus-
I
semburgo dopo un brewi soggiorno In
I
patria. Poco dopo le 22. mentre avan-
zavo con , fari anabbai,lianti perchè
I
stavo per Incrociare un altra vettura,
..
Eo
""
I
mi vidi Improvvisamente la strada sbar-
rata da una mandria di mucche. L'urto
I
fu inevitabile. L'ammale :nvestito pro-
vocò lo sfondamento del cofano e fu
I
catapultato al di là della macchina, che
I
finì in un prato. lo avevo riportato
qualche ft-rita. ma potei ancora uscire
I
dall"auto P. invocare aiuto. Bastarono
pochi giorni di clinica per restituirmi
l
guarito alla famiglia. Desidero ringra•
I
ziare Maria aiuto dei cristiani che ho
imparato ad amare nelle case di don
I
Bosco. e che invoco in ogni necessità.
I
Lussemburgo
GIUSEPPE ORSELLO
I
I
GUARITO ASSAI PRIMA
DELLE PREVISIONI MEDICHE
I
I
Risiedo in Venezuela dal 1948, ma
sono nato a pochi chilometri dal Colle
I
Don Bosco Conosco bene le vostre
opere: Maria Ausiliatrice e Don Bosco
I
sono sempre stati i protettori della
I
mia famiglia. L'anno scorso mio figlio
Riccardo d, 17 anni si ammalò di nefr1•
I
te acuta. tanto che il medico gli pre-
scrisse tre mesi assoluti a letto e al•
I
trettantl di convalescenza Potete Im-
I
maginare il nostro dolore nel vedere
un ragazzo di quell'età immobile in un
I
letto. e con la sicura prospettiva di
I
perdere l'anno scolastico! Ci rivolgem-
mo con fiducia all'Ausiliatrice e a Don
I
Bosco, e le nostre preghiere sono state
ascoltate. Dopo soli due mesi Riccar-
I
do poteva già riprendere gli studi; ha
I
potuto sostenere l'esame di maturità e
iscriversi all'università. Voglio rendere
I
i

4.3 Page 33

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pubbliche grazie. invocando la prote-
zione dei nostri Santi su tutta la
famiglia.
Barqulslmeto (Venezuela)
DOMENICO ROBERTO FCAAEAO
Lauretta Bsrazzon/ (MIiano) ringrazia
Maria Ausiliatrice per li coraggio e la
forza con cui ha potuto superare una
difficile operazione.
Giuseppina Martino (Novara) attesta
d'aver ricevuto per intercessione di
Maria Auslfiatrice una segnalatissima
grazia a favore della figlia. che unisce
il suo grazie pieno di riconoscenza.
Al/onsa Balblan/ (Bellano. Como) si
è raccomandata con fìducia a Maria
Ausiliatrice e ha superato felicemente
un dlfflcile intervento.
Caterina Fumagalli (Civate. Como)
ringrazia la Madonna per aver ricupe-
rato un poco del suo assai debole udi-
to. e Le chiede la forza per superare
le sofferenze della vita.
CON GRANDE MERAVIGLIA
DEI PROFESSORI
Ho 87 anni, e gra-
zie a Dio godo ani-
ma salute. Ma il
giorno di Santo Ste-
fano caddi e ripor-
tai la frattura plurl-
frammentata del-
1'ornero sinistro con
scomposizione del
frammenti e altre
co111pllcal1oni Avrei dovuto subire una
operazione chirurgica, con mesi di in-
gessatura, terapie, ecc. lo misi nel
braccio ingessato l'immagine di Don
Bosco e lo prega, con fede. Dopo soli
20 giorni ero perfettamente guarita
con grande meraviglia dei professori.
Un fatto che ha del miracoloso!
Roma CANDIDA GROSSI CONDI ved ZARA
ENTRAI TRANQUILLA
IN SALA OPERATORIA
Dopo due gravi•
danze interrottesi
al quinto mese, an-
che la terza si pre-
sentava difficile. Ml
fu detto che al ter-
zo mese avrei do•
vu10 subire un de-
licato intervento. e
che avrei dovuto
os::.crvarc npuso assoluto a letto. lo
avevo gIa sentito parlare di San Dome-
nico Savio, e della sua fama di • santo
delle culle•. Un'amica poi mi fece per•
venire l'abitino del Santo proprio la
mattina dell'Intervento. Entrai tran-
quilla in sala operatoria, e tutto andò
bene. Il giorno dopo iniziai con fervore
una novena, seguita da molte altre.
Così. sotto costante controllo medico
e sempre a riposo, arrivai alla fine del-
l'ottavo mese. Una notte ebbi una
emorragia Improvvisa, e i medici pen-
sarono subito al taglio cesareo. Invece
tutto passò, e dieci giorni dopo nacque
felicemente li mio bambino. a cui ho
voluto dare anche li nome di Dome-
nico. E' bellissimo, gode di ottima sa-
lute, e ha portato la gioia nella nostra
casa.
Colli al Volturno (Isernia) ANTONlffiA LEVA
LA DIAGNOSI
ERA SEMPRE NEGATIVA
Avevamo tanto desiderio di avere
una creatura, ma nonostante tutte le
visite e cure mediche, la diagnosi era
sempre negaliva per un difetto conge•
nito. Mia cugina FMA mi mandò l'abi•
tino di San Domenico Savio consiglian•
domi di portarlo e di pregare con fldu•
eia questo caro santo. Iniziai un'altra
gravidanza, e nonostante I timori è na•
ta una bimba bellissima, sana e buo,
na. Riconoscentlsslma.
NANDA e BEPPE LINETTI
Pietro Gavig/Jo (Capriata d'Orba,
Alessandria) ringrazia San Giovanni
Bosco per la guarigione di un occhio
gravemente malato.
Sr. Ernestina Magnagh/ (Vallecrosia,
Imperia): • Più che settantenne mi sot•
toposl a non facile operazione, che riu•
scl bene. Come da promessa fatta, ren•
do grazie a san Domenico Savio, a cui
mi ero raccomandata •.
Vittoria e Nino larocca (Soverato)·
• Temevo di dare alla luce una crea-
tura soffocata perché le mie forze era•
no !Imitate. Disperata, Invocai l'inter-
cessione di san Domenico Savio, e..
sentii le grida del neonato, a cui diedi
il nome Eugenio Domenico •.
Gesllda Giordano (Roma) ring razia
San Domenico Savio per una duplice
grazia ricevuta a favore del nipote.
Ml AFFIDO NELLE MANI
DI QUESTA SANTA "
Un'alunna dello
istituto Magistrale
delle FMA di Sove-
rato scrive: • Mia
zia da tempo sof-
friva disturbi alla
testa. e dietro
rorecchlo destro le
era venuto uno stra-
no rigonfiamento.
Furono mterpellat, vari specialisti, ma
dopo cinque mesi nessuno più la vol-
le curare, perchè pensavano che aves-
se un cancro, per cui ogni cura sa-
rebbe stata inutile. lo le ho parlato
molto di santa Maria Mazzarello, e la
zia prima di recarsi In clinica mi disse:
Angela. mi affido nelle mani di que-
sta Santa di cui mi hai tanto parlato •.
le nostre preghiere sono state esau-
dite. la zia è tornata a casa, le analisi
non hanno riscontrato nessuna traccia
di cancro, ed essa ogni giorno riacqui-
sta forza e salute •.
Glrllalco (Catanzaro)
ANGELA SIGNORELLI
Cl HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE
Rosina Cerutti aveva la mamma in
pericolo di vita in seguito a un grave
incidente e a sopraggiunte complica-
zioni. Con disperata fiducia si rivolse
a Maria Ausiliatrice e a San Giovanni
Bosco. Dopo soli sette giorni la mam-
ma veniva dimessa dall'ospedale, e ora
esprime tutta la sua rìconoscenza.
Ca/er,na Serra (Assolo. Oristano) rin-
grazia San Giovanni Bosco perché in
due diverse circostanze mentre era
ornai ridotta in fin vita è perfetta-
"'nte guarita
Afcssandna \\ ,uor,n.a • \\lm1n1 ~l. T<rt,:a • \\n-
$rlm1 .\\njl<I• - \\pn·•ll., ''"" - R,lbo f'r.nn,•c•
- 8..tm.i S.-h1n• • lh.-Uomo (;m~ppa HdlnnlO
~tana - IJer-um (;,uh.a .. H"~nuhn<, Jt;.4olu • u~,.10-
liss.io .\\r,nn - Hi.rndr;.\\tc Pit!tro - fhn.1 G1;u.:omc,
- Ronisson~ l....,uum;, Uordone. G1u.liepp1n;1
Bordone :i-lnrghcrirn Unrìu (.'ri:$.tin.a - HO'i-" ,\\mm
- llosom.n !\\turi., • Hrun., ='-1,,r!,,!hrritJ - Brwwtll
C'ris.tinil: - Urun1 rir.uidc.• <.:on..:ctta - Urunud
'Tcf"'i1lla ... Onut:1;t.1r1 I .un., .. C:utfa c;ra.~"i - (·,imSH,l•
c:11- lin Ros;euu - l",1r-.wr,ulu ltuu • (;..i.rt.1"1\\t'l?n.1 '.\\.a•
ta!in.l - (,'.1,"1:'!, (.\\1n1'1t:· 111.I • L11~~Z7..il B:i.s1ho -
e,•,~ , .1ft'n Lu,a:ra - t:ccc·n \\1t,1l.1, ... C.:-.-11.i Sc:-nuo .. (.',•r--
,10 .\\ngcl.a •
h,~ .\\ltu• Ch;a-.ot('U(" IM>lma
• Chauùn M.r«II., (.hd10 Ilomenaca • C'occolo
:'\\Si.1n.;a - Cun,,~ho Ekn.. .. (.'c,T11"-0 G1U'4:ppm.1
- Coast.1 \\nna - c.•r.u, (".alo.;.tcna - C:urt:•rz: Lu1t..a.
- Cu.ruli :'\\bnutt.:1,, • 1>,·I u.irc.us :\\tomc..1. - l>cnl.utè
rha - ne l1;10H Tcl"IIJ.a -. I>< Pol,J (~h:rm.1 •
l)~,·J.1 c.·m,tanun., - Di G1m.1 ~(ouhJ. DomJì
Clcme.nuna • l)C,)lllll1 ld.1 IJ'Onofno 11\\c.t\\
Uu110 Giuu_ppe • l'accluncllo l.u,a,a P. - Fati-
schia ii\\lffla - Fallahrino ~ladd.aten.t • F:ffR
,\\ugus10 Tersilla • Fcrran1e (huho - F,ruri
Cluud1;i Fe:rra.n Vena - t-·t!rrari, l""u11=1n., - Ft'r--
rnro ~1aria - Ferrcro Jo~CI .. J-"crr~ro .\\.1.J.dda.len.:1
- Fcrrinn Enneo - Fou:lrnla \\'inC"t•nz.o Fontana
Eh~,, - Fragole F1Jom~nn - Fr~nthi .\\~otu1nn -
Francini !\\'uccia - Fr.1nco Snrt.•llc - Froio \\'1uorio
• C•uu,oli .\\ngdinn • C•~lmt•o l.ucrn Gandolfo
lnt'\\ -- (;a.aia Anna !\\1ar1J - tia!Jirur1m (;iu1cppinu
.. U;1tti .\\1ariano - G~llt!rit G10\\ "'""., - Gclmim
Cn:1,ufor:t .. G.:nn• Suor l~ln (;1;,1;c,·om~ U1anca
.. (i1omer.a Oli,.a .. G1offrtdl ~hrii.t - (;ioluo ~l.u-
telu:nt.l - Giordano .\\nru Gc:,1,1. - Gionhrno Lu-
çu, - Lm1n1 JoJ.md.1 - Coh,~no G,u,cp~ • Gr~u-
so nncn-co - (.;re.n1..-i \\hn.t • C.rallonr Ro,tn...i
• Gn»-'O Rosella. - t;u.dc,.t \\1Jr1a ... Gu.1;rmen
011111A .... Gu1;,hdmc1.o tJ1tnna - C...urdohm G,:a-
,m,u • vuzzo P..qualc - l..i HOl.l R.,,.,rw · J,:a.
,·,1,1,:no Gcmmli • Lt'\\,l ~lJ.r.:h..·n1.i - L,~;1m.1t,,
1'1~uu - Lo C.,s-cao ..-\\nn11 • L,u \\lun,H·n .\\n~elJ 33

4.4 Page 34

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SALESIANI DEFUNTI
Sac.. Enrico Ta1amo t ·• i\\tes.S1n.a. a '12: anm,
:"\\d 1tJOO tu tn 1 pum, .-..rur~1H1 s:all""1:im1 d1.·ll:a
Stolta. (.:.ir.tth:rc.- '-1\\,ut", dmO e d1 ,i,1,cat:a
inccltntrnx:.. •q dt'-unse pr"to ndlo 11tud10 ddh.
lms:n.1t' \\.la.•11t.:ht', d1 ~u, d1, tmln \\ ,tl~ntl'. ,1pJlt~l--
iaro 1n"'i\\'.,Wmrntt.', ~b .1 t,O .inni lo ~.1lutc, du.• t•f"-1
scmr,rt' arnto cal(ion~,·olc. lo t:ostrinse 11 \\.u,crnre
l'inscgn:unc:nlo. Spest il rc1i:10 ddh, tun lun..:u
vua 1n .1u1,11à mnio smru:w-n.i111,c. mn L.1ntn 11re•
zìos.c per ,1 buon ond3mcnto d, una e•_,• rdt"aOllia,
Coad. Filippo D 'Anna t • S. Gregono (C■l•nt•l
a 'li anni.
Tra--iC()r-.c h, !flO\\'IOe'lZ" nttlu seml'lidta ddlu
,·it:, dt:1 ç,1mp1 1: ddla pu11uwni~1:t, ma in ruore
col1i\\'n\\"11 un , i,·o de!liidt.•riu d1 consacr..in:i • Ilio
ndht , 11.- rdie-iosa. Entn) in Con1tr-cl,(~t.ionc n
40 ;mm p.iq.11u, e s, dcd,c-ò ..:on genero,tu :11 1:i-
\\'Oro..\\ S.tn CircR(>nU ,um I• fauori:a prr 15 1nnt.
m 1hrc- Cd<c tu -uc-re1r.1no e wu.-rdarob1nc, tinche
tomo Llm.·or.a a Ran Gn:uono. h'l rr:ucorsc gli
ultimi .1nna .,-dLfic-an<lu I confr,uelli con h• 1ut1
profnnd.1 r11ct6, sp1ccuramcntl! manana, e c<>n
l'acc,·ttu1.1ont.' i;erc:na e rorAggiosa degli accinc-
chi pori.li d•ll'•lll.
Sac. C IUM:pp~ Reoen t • :-.:o,·ara " 76 anni.
G10,·;a.ne thu:riço en1 s1a10 wud1c:uo d1 moha
bonLi, "Jk:'1:11! nl:"ll'u,!S11tc:n1.a; p,o t- rc-l•nlt: .
CotJ1 n,.uuri, uma ~non;.ahttt 101.:nsa. 1h:hu.~tta e
sincer.-, tOntrnuegnatn U" fode opero-a, tratto
rh:crv.ttu e grande bonu\\. Dt'll,1 scuoht ftt.:e l.i
suu ac~:ondu ,·oazJ1)nf, .: ,., 1i1nco~h~\\;\\ c.:on 111,pe•
gn.o co&t.1ntc e me:saur,b1lc: ;1morevole1.:1.a. Pu.sb
g_li ulum1 J.+ :mm il s~n IArcr~o d1 ~O\\.tin,
m sempre più profond.a Jon1%1one .al S1anott e
afte 2in1mc~ speci;.t)menct _. queUm de, st10\\"an1.
Sac. Ciusc,ppe Anzulnl t od Anconu àl> •nm.
Entri> m C.:ongrcg"zaone dopn 1-'l morte tlcllu nu.,m..
mo, J 50 uJ1n1. e u11;.:cnr&c la sua vitn iule8hm:I
nell1amlnt'nte parrocchiult'. 1~.n, buono ~ card1ule
con 1utu, mi, in rnodo rMrtu;nlarè ®n ~h •n:t:1an.ì
e glì 4.Mm.aUlti. the , is.1u, 1i1 ..1,ssidu:imt·nh~. t .o
dLS.t1nL..'\\IC\\.a pure un ,nncno :affetto per la Con..
grqu,1onc e I Super10n.
Sac. Giuseppe Savio I a Trc,·i•o a 63 •nni.
Deue 11 mcl;(l10 della au:l culturn umnniiltu,;a e
ddh, JULI profonda con\\ ln1.wnc r t!li1t1u,1, e :ca•
cerdQtalc in 33 anni di in11c:~n1&mm10 e d, pun•
tuah.ss1mo tt"r\\'17io m , ,u,c- ca.se del \\'t'ne10, ~
dal ·57 ;Jlla monc .i Pordc:nonc. Stnt1 "·i\\ amc-ntt"
l"1m))C)rt.sn.u dtlb ~cue1IA ro,nc me-.a.o J, form.a•
z.1one Cl\\ 11c- e cnsa:ma. dei v·10\\·anl, e , 1 !lt dèdtèU
con 1mpeano e SC'nittJ. cducall\\ll, f..,,~rc•to ,I m,..
ni$tero !lLICerdotole~ tJ)~1u1 nul !'ilcn~io, \\'()n\\·lnto
che li;1 urot.Ht di U10 e: t'trnprc operan1c in chi
\\'UOI Lire della suu ,i1Lj un!il dunuz,:on~ .all~ iinimc.
Co3d. FrancéSCo Crancrls t a Ool011n• • 61 •nni
s-,-ol!\\C 11 JUO la,.-o.ro dt l Jp(> la.boo.torsn falea
~name c::b.1n,ct3 - a. Torino \\"'aJdo<'co, .a San
Bt'n1uno e"na, tse 1: .t "\\o,.tn. Le c-on,eaucnze
dt un u111:r\\ 1.:nto ch1rUrJ,:1co non dd tuuo nu..-e1to
lo ços, nn~('tro :i '-'.1mhu,rc occup3z1onc: prestò
:,lloro1 ti •uo s~n·izic.-. i.t.:n.:roJ.o e ~acnfir,m, nef:li
uflìci th ~unm1ni5tTI111011c.' l' 'll.'j?TCll.'n11 Jdlc t:ase
d1 ~\\n•1u,• C' &IOJ,lru, L<· C'(tr11phci1.l.1()n1 lfl'C"trte
dnpo un •l·condn 1nlt.'nt:ntn th1rur11uu ah -.1run.
c.1ronn I.a \\ at.L Lucido fino ..alla. fine, Ju:cttO con
n.l'mr,);ar~ ,t-,..r1uri lii , -olont.t dJ Diu.
t Sue. JAcopo Nuti a ·rClrino J 5.9 anni.
S,accrJ011: e fi.,1k-Mh\\no pìurw lii 1.elrt, mohir,11.
c.a,'lll le imz1uch·c c-hc ricc.Hcro am11re 1'11r.1111n11.
pn.·m,·1.:up.-to dd bc::m: 111,dcri11le l." ~pirll\\hllt! d~i
1,:10, .uu, N,•Jeli ulnm1 211 unnl fu \\ itcparrot·o nello
p1trmc< !ua • S:m I )omen1co Sa\\'iO d1 'l'orino,
e &1 J1mo"tro un ia,u,-:.ture ÌMt.;uu,.tb1I..- si11 nd-
l"uftu.10 fUrn,t'ch1.alc clu- nd C\\l.r.lrC' 11 dc:"eoro
di!U.1 rtu~ e ddlc funz:mn1. ~'-on d1t~, ,1 m•u
d1 no. non 1.1 prese m.11 un ,:iomo d1 npctl4. Tante
fam1wl1r cl.l lui bcnt-h~.U(' r,i.1ns.e.n, parttt1pando
al .suo (unl!rule.
Sac. Mario Pe:tzale t • \\'cr<cllì a 52 anni.
l)od1c1 anni di mal~nin lo matuntruno pmft1n-
damcntc n\\•1IJ comp.n-n,aonc- del probic:nu, del
dolor" e nella sua atuttn,onc. come mclZ.O dt
errou:1onc e dt ahrua m umonc ron f.1 croce
da CriJno. L.i fon~ con cui soppartll\\.l lii sor..
r\\"ren1.o1. 1.a ftde '---On cu, SJpc,-;a \\"lllonu:uJa, ~r.11no
un t11emp1O e uno 111molo per qu,1n1i ,·t\\'C'\\'ano
con lui o lo andn,•.mo II nsìrnrt.
Sac. FrancKCo Conve.r1lnl t , Kn•hn:,gnr
(I ndl•I • 77 anni.
En 01110 m pronncia d1 Hari. e dJ,f'nlato t.1Je-
s1:tno C'rloi p.a.ruro mfi,Htnano per l*lnd1J. Il ,uo
i.do non conosce,·J. hm1t1, e lo pOrh\\\\t.l '1 molu-
plu:llr~
m11ni, .,
,
c
ucionoHffHrit\\i':\\cnonr
1111
uu
nmici
bl!.l don
hindu
o dd
s
e. ffiU!,Ul-
uo tpirno
ecumenico: hi bontà. (n tuttt le fami~li~. nnzn
d1s-ttnl1on~ d, reHg10nt', d1 e:asu o d1 li, cito so-
ciale'. era 11 be,wcnuto. ~l'lri in,roc:mdo la su.a
,.,,il. m.1mmm, la ::\\b.donn11. che avc,'1.l sempre amalo
e onflir.lto 1n tum1 la
COOPERATORI DEFUNTI
Sac. Simone Ravizza t od Asti a rn unn,.
R1rc,ette 111 tes.strn 1,h C:QOpc.r.uorc dallo stesso
non Ru,1, ~ -:onservU tt<'rnpre nel cuore. lo !iipirito
di non Bosc:o, A CU1 Il ispirò nellu su~, )UOJ;::1 e
i01cn"~' \\·na di parroco. (Juundo don~ttt' nur~"i
pu limiu di e.t.à, M nttnn~ fonun~•o d1 abita.re
, ,nno alla C.,_,:a ~ales1ana. e Ofi.?:ni g1omu rrucor--
re,.a qu.tkhe or.a con I suoi • n.n ulN1.uu •
lu:to dt e-«e-re- uul~ nd miniS'tcro ~.u.~rdotalc
:11 1t1n, nns C' Jt sac-erdou. Eri.1 ìl decano r, l'"mma-
tort J.:1 Cooperatori di A11;1i, t non munl'tt\\'J !l
nesiunu. riunione. Lo tteNso ve-scovo mot\\a~ Co-
\\--:lOn~ ne \\'Olle offir1u,rc i fune.rull m:1111 nuo\\'a
ch1tu del • !)on llolco d, .\\su.
Fr.1ncuca Casttlll t ~d •\\l~<andria a 87 ,nni.
~ell;1 1uo1 lunfrr-1 \\"lta du\\ t:lll affrontare molte i:
dure pro, t. ma non le \\'enne mru meno l*cqw-
ltbnc, •piri1u.1le e h, sercmtà, sa.ldamrnlé fondati
tu un11 fede inconcm,11.;1, una grnnd~ 1per0nza
e un nrdcnti: nn1orc. Dedicò i suoi ~nni al lavoro
e •Il• r.m1~1Lll, rhc ••flfle ..,.,cncr< •pcc1.,lmc-n1c
ne-Ile ore p,u buie, con la SU.i m,"1dJ:,b11" •:ai;:_i.:c.zza
C! cnn I.a ,u. fon2- d'ammo. Era dc-\\·ouw1m11 di
;\\h1n.1 \\us1hau1ct" e dt1 Sanu nlc:s-ii1n1. I SJn-
1u2n d1 Torino, del Coli• Don Bo,,tc, e d, i\\lor-
ne1e cm.no meta rr~quenu: dei suo, heu ~ devoti
pellt)Cr1n11u~i.
Domenica Ramonl In Clmini t • 'l'eran,o a
85 ;inni.
Donna da fede. d1Jnò 1uc~ se stesn ~•Il~ famiglia,
m hn oro a,~idUQ e- •1lc.nl.1cno.· ~ ;al IQ("etU'-0 di
qu.m1i ru.·orre,.,.nn .,ll.1 su.a ~nMUA. "\\on solo
non c,,rtu ~2tatn1a, "'•' offl"rse :i 1>10 quanto
,JSt"\\',l Ji più pr~.1,10~0 1 ~\\IQI du~ fiJ,th, uno ~:,cer-
dntt• •1ilt•"'1!mn, l' 1'.1hr,1 rl'lu?iOS:l d..:-11.l c~rìtB
di """.int,1 \\nuda Tho11rc1. I .L' u 1111n,• ,~.1rol,• n•
,ohl' 11! hl!ho dopo uni:1 brc,·e ,~i-sitD Corono. :'\\on
C""I r1\\cUtt•mo pJù, rilu (o sonn pront,1: Mai rrnn-
QU11lo · \\ t , Dio ,·nl1c du! 1 figli Jlotc,.•u:rl(,J "81-
~u•rl,1 nel )UO ·wrcno tr.1i,a...,n, prcrliriillU d.1 Jun-
if.6 ru,r,,tCZZ,,J. <' 1nten•l.l pre1,tllicra.
Fina Trrranow vc,d. Umana t 3 Gr..mm•chd~
(C.uoni.1) • 8-+ onni.
~t.u.lrt· ,d-ftnuos.1, "Nl'OII, cscmplorc, fn1nc,1; r
C"t1rdml~ l·on tuiti, 1llu111ml.l .:on 111 fod~ li: •uu ,•if.1
fortl' e soan:, c. insl'~nn tOn l'esernptfl ,, h1
lu. um1a. dl n,·er~ cn~1 ••urnmcnh.· 1 urritl\\·1
1f.li:1drooh.,
nu1on~ e 1'.1mort: a Dio e Al pr03-1o11mn. 1fo do-
n~,o 11 ti:2ho dQn \\hdwlc :dia Con"rt',w:u1one
~l<,1.-na. e: due hi,rlt-=. .;,1.II~ Suorl! Oom\\·n1c.a.nc.
Elwi Bleu-esa10 Mcnegazzi t 88 •nm.
Dt.mn.1 d'tntens,, nieh\\ d1 profondo ,,nr110 th fodc.
atun1c rorz.1 in tutte 1c difficoltà dntl\\1morc \\ er~o
l,1 \\.J,,donnn1 eh.: 011t1rb con 13 rccit.1 quotidbm,
dd Rouno e J"' fn•qucntc in,·oc.ixion\\· · ~lari.a
Au.x1hum Cnri.stumorurn •. \\"isst _p.:r U,o e per
I.a fll.Jl\\Jti:ha, cw dedico tun~ le ncC'hè'uc: dtl suo
c:uort". \\mò b. Cona,re-aauone S.alt!'(iJ.na, t:hc- 3m•
miro1\\11 •~mpre p1u nella lettura dtl Bollc.:tuno,
e dono con g101~ nconu~cente 11:1 pru·n;1 figha,
Mercede, ,ll'J.1111110 dolle FM.\\.
Paol~ Arlaudo vced. Dullo t • Cuneo :1 81 anni.
l n.i lunJL.t \\'ita. di UcNfic-i <' di dcd11tont" :alla f.a-
m1tha. Oonn:ii umile. ma ncca d, fc-dl· e d1 bont.à.
Fu dc,·otiuima d, ~bna Au.sili.atncc, C' ne pro-
P"2Jl4\\lil l:a de,·ozaonr, filiale, fthce d'a.n:r don:110
I• tiwli•, Suor ;\\!on•, all"hrituto delle F\\I.\\.
L:.a tiu1t esisu:n:1.:a ru <'08Umte tnumoniu.nz.A di
fede e di impejfnO s:cn~roso.
Ub2ldo comm. dr, Clabaul t 9 C'1lltìglion•
Torinese a 67 2nm.
Frec,ue-ntò rora1or10 1orinc:se d .i ~An P.to)C') fin
d11 primordi; fu membro delle Conlt«nu di
S:m \\ mcenzo e dtl1'.\\zion~ Cattnh\\·1,; poi :stfcr-
mAtO professionum1, pr~s1d~nte di .,.,~,,c1:\\z1oni
~anlturic, bendìcht<, e coopn·:uort.• 111t1le!lrnno.
*' I-;ra in rap~rto JJ)CC'1_almcnte ~011 lt., f\\Qittrc miS•
sit.ln1 del C1apf>()Ot> p1u q-;ht.' n rt•l"O ,uJ .tbbn~-
ci.u~ mon.t. C1m:1u1 e I confr.tlc."ll11 nwntre ora
coapttaxa prr b jU,, Mlori.ficv~tom.·: cor-1 (·on le
m,-,u1n1 d•ll• Tha1l,nd1• e dell"lnd... S.tJH!''ll
\\Ì\\erc lcalment~ 11 cri..stu.nl."5.ÌD\\O, e " prod1ea,--a
o, unqu• po,...e far rJd bene.
Antonio Bressan f " l'arabin~o (Mi i.mo) n 64
ann,.
'.'.dia 1ua fomit,:li-1 •i rur,int\\'8 ilrhl 11;.1leiana.
Jnf11tb, du~ SUOI fr◄h-lh sono Ota t;,i('i•tduu s,;a.
le:,1.1m. don Gmo m S.ardt!'gn2 ~ dnn ~I.trio •
Rom,1. E CQn ~ulc ,_.ln1Jno in un ehm.a di se-r-e-
ftlh1 e ù1 fede, ,·Ju"u 1 1Ju01 canriuc tlli:li. \\ma\\.-a
LI mu;.1ca. e- n~ tu "'n,.,,1hìlt! mt.1!.rpr~cc: ron Il.I han•
d:t p11rro~chìnl1: rht' i'nndo C S05tl1nn~. Fu prca
sente rn molu c,11nJ)I di apo8tol,uo, ommando
ln AUa M,1dw ani\\ 11.·1 i·on la rttd1: <'he lo 'lm\\enni•
fin() Jll'ulum.1 or.•. qui.1nJo sj abbandun(, hdunoso
ndlc: brv«1a di l )10.
Anlonino """· Brunello t • S. Ttr.,.a Rin
(l\\tcrnn.11 a 63 nnnl.
Fu un umndc. ,nnlunonuo di Don T-lo1eò, che
soh-vu chrnman: • ,1 nuuro s;ulto padre Pro-
P"w't 11 suo c-ultn t' \\lUc..•llo di I\\1,\\riit .\\u-.,11:urice
urs:unuz..1ndo (tt,rni anno ndl.1 sun. p11rrocdna f"
1n 1u110 ,1 paese la loro tc'!i&.a solt:nnc. (.'on :unon:
e ,a,·nfino CUI'() cc:•t.1nh:•mcntr 11 C-t-nlto C.~pe-
ntun, 10lp<'gn.Jndni1 .1 bn: i nduni e a tenere
le tonfc-ttni-e h.n wu,~.,o, qui.ndo non rote:,1i
nH1rc 1t dclc:gilto ull·1rnno. l suoi funur;1h 1,~ ~\\OI•
~l'tu pr,1prio il 1<1orno ddl'1 fesrn di non llosco,
,1 \\ I J,H.-llllJJO.
Per quanti ci hanno chiesto inlormazloni. annunciamo cho LA DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede In ROMA, riconosciuta giuridica-
mon1e con D. P. del 2-9-1971 n. 959 e L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, evenle personalità giuridico per Decreto
13•1 1924 n. 22, possono legalmente ricevere Leg11tl t1d Ertdltlt. Formule legalmente valide sono:
se 1ra11asl d'un legato: e ... lascio alla Dltezione Gener•I• Opere Don Bosco con seda in Rom• (oppure all'/Uituto Saksl1no pe.r le missioni ,;on sede
in Torino) a utolo di legato la somma di lire ......... (oppure) l'immobile sito in .... 1.
se trauasl, Invece, di nominare erede dl ogni sostanu l'uno o l'altro del duo Enti su Indicati:
( ... annullo ogni mio precedente dlsposiz,one testamentorio. Nomino mio orede universale lo Direzione Generale Opere Don Bosco con sede in Rome
{oppure l'lsticuto Ssleslano per le Missioni con sede In Torino) lasciando ed esso quanto mi appartiene o qualsiasi titolo».
34 (luogo data)
(fifm• per disteso)

4.5 Page 35

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Borsa: S. Giovanni Bosco, ntl r,ntt-
norro dtlle Missioni Saltsiane, a cura
di N.N. Coopcrotrice Salesiana dcl-
i'Unione di Modcno, L. 300.000.
Borsa: S. Giovanni Bosco, i"""•
cando proll~,·ont t tn suffrazio dn
m,t, gt'niton, a cura di Anachllo
Maria, A,·ersa (CE), L. 100.000.
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di Sardclli Anno, Pagani (SA), L.
100.000.
Borsa: Maria Auslllatrice e S.
Giovanni Bosco, invtxando a,uto t
,-ra~ra, I cura d1 Mo,-illi V•leria,
Alessondrio, I,. 100.000.
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Giovann i Bosco, a curo di N.N.
Gattirura (VC), L. 100.000.
Borsa: S, Giovanni Bosco e Beato
D. M. Rua, t,tr DllmLre una 1razia
tanto dmderata, a cur11 di t\\.1'.
Gattinara, L. I00.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, • curo
di N.N., Strada Casentino (AR),
L. 100.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S.
Giovanni Bosco, ,m:ocondo la gua-
rìtwn, d,l frar,llo, cura d1 N.K.,
L. 100.000.
Borsa: Don Angelo Amadel, a
curo di Rizzolio Guido, L. 75.000.
Borsa: Maria Ausiliatdce, n cun
dr Mospcr Don Celso, Ancona, L.
75.000.
Borsa : Don Bosco, cura di M••per
Don Celso, Ancona, L. 75.000.
Borsa: S. Domenico Savio, B cura
di Masper Don Celso, Anconu, L.
75.000.
Borsa: S.ta Maria Mauarello, a
cura di ~1asper Don Celso, Ancona,
L. 75.000.
Borsa: In mtmoria e 1uf/ragio di
Talchi Ftlict t familiari, a cura di
N.N., L. 70,000.
Boraa: Santi Salesiani e Papa Gio-
vanni XXUI, a suffragio d, Lodo-
uco Fon.tana, cura della moglie
e dei figli, P,uro, L. 60.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S.
Giova.nni Bosco, r'n ringrazinmrrito
r ,'n 1uffragio dri nostri d~Junti, a cura
di V.M. Vergnano, Chieri (TO),
L. SS.000.
Borsa: Maria Au.illatrice e S.
Giovanni Bosco, ,,,, ouen,r, una
1ro~ia tanto lfni1/rrara t muwort
prott~ione per me e f>t!r mia fi1lin,
i cura di Banchero Luisa, L:1 Spe-
zia, I~. 50.000.
Borsa: S. Giovanni Bosco, a cura
di ~lariani ~11nsa. Novara, L.
S0.000,
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Ma-
rin Ausiliatrice e Santi Salesiani,
in ringraziamento /Mr grazù ric:n•ut,
, chi,dtndo contt'n1,1a prou:ziont f,tr
la famiglia, a cura da QU1urini O1or-
g10 e Giuliana, S.-larg,us (CA), L.
50.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce
Giovanni Bosco, otUndtmi
e S.
la ,,a-
~ia tonto ihsidtrato, cura di Chirico
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