Bollettino_Salesiano_194706


Bollettino_Salesiano_194706



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BOLLETTINO ANNO LXXI
NUMERO 6
SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI S. GIO. BOSCO
PER I REVERENDLSS!M l DlRETTORl DIOCESANI E DECURIONI
Olre~lono Ge n e ral e - Tori no (109) - Via Cottolon ro, 32 - Telefono as-117
15 MARZO 1947
L o spirito di preghiera. Note e corrispondenze:
Conegllono, Parma, Varazze Venczlo, Anllllc.
Lo carità del Papa.
Lo spirito di preghiera.
Il primo apostolato che Don Bosco affida
ai suoi Cooperatori è quello di promuovere lo
spirito di preghiera (Regol., c. I). Forse non
è abbastanza avvertita questa precedenza. Qual-
che volta non si cura sufficientemente l':issi-
stenza spirituale che il Santo vagheggiava, e
si limita l'azione salesiana alle due conferenze
annuali ed alla raccolta delle offerte.
Dobbiamo rifarci alle genuine intenzioni del
nostro Fondatore, se vogliamo davvero ren-
dere utile al prossimo la Pia Unione sopra-
tutto ai nostri giorni. Questo dopoguerra è
minato da un sovYcraivismo religioso che mira
a travolgere tutta la civiltà cristiana ed a pre-
cipitare i popoli nella schiavitù e negli orrori
della barbarie. Premono alle frontiere ideo-
logie minacciosamente anticristiane e molti
non esitano a prestarsi, per un po' cli de-
naro, anche nella nostra Patria, a facilitare la
devastazione e lo sterminio.
L'ignoranza rcli~iosa ed una pietà superficiale
espongono il nostro popolo al pericolo del più
obbrobrioso è fatale asservimento nella totale
materializzazione della vita. Non potremo riu-
scire ad una bonifica spiriruale se non svilup-
pando adeguatamente la prima parte del pro-
gramma che Don Bosco ci ha affidato: promo-
vendo lo spirito cli preghiera. È lo spirito che
deve regolare i rapporti dell'uomo con Dio.
Presupposto indispensabile per la normalizza-
zione dei rapporti degli uomini fra loro. Per-
chè la religione ci insegna, e l'esperienza ci
documenta ormai con secoli cli storia, che solo
quando si rispettano i rapponi degli uomini
con Dio, armonizzano i rapporti degl i uomini
tra loro.
L'umanità oggi stenta a respi rare perchè
le si è ridotto l'ossigeno della preghiera.
Denutrita spiritualmente, è ben facile preda
del materialismo, che contagia soprattutto le
masse.
Don Bosco, cresciuto agli albori del processo
di scristianizzazione del nostro popolo, si è
votato a questa cura ricostituente delle gene-
razioni più minacciate. E, come ha voluto che
gli stessi asili di ricreazione che egli offriva
alla gioventù cent'anni or sono, fossero degli
Oratori cioè dei luoghi di preghiera, e non dei
semplici ricreatori: così volle che la Pia Unione
dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane
fosse anzitutto un'associazione di pietà, ani-
mata dal più fervido spirito di preghiera, per
diffonderlo nelle famiglie, nelle scuole e nella
società che si cominciava a laicizzare. Egli

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ebbe, anche in questo, un senso <li singolare
discrezione che lo preservi> da formule com-
plicare; ma tutto il suo zelo si è prodigato per
riallacciare e rendere sempre pit1 i.ntim.i e cor-
diali i rapporti <legli uomini con Dio con un
sincero spirito di pietà. Limitò infatti al mi-
nimo le «pratiche~ propriamente delle «di
pietà•>; ma cercò di improntarne tutta la vita,
mirando a quella che S. Francesco <li Sales
ch.iama bellamente la preghiera t,-illlle. Scrisse
sant'.\\gostino: Sapie11'::a dl'i/'1101110 è la pietà...
Or pietà è sen•ir Dio, 11è Dio si seroe altrimenti
che r111umdolo (V. l'ita cristiana, c. IV). E chi
volesse sintetizzare l'apostolato e<luc:itivo di
Don Bosco, lo potrebbe concentrare nel con-
cetto fondamentale cui l'ha ispirato, definendo
la pietà: il compimento del proprio dovere per
amore di Dio. "fulta la sua scuola ha mirato a
formar nei gio,·ani la coscienza religiosa per
assicurare;: una condotta degna dei figli di Dio
in qualunque condi1aone di vita e nello svol-
gimento di qu.ilsidSi attività.
Quanto alle pratiche di pietà, è interessante
una scorsa al Giot•ai1e Proi"lJl'duto, compilato
proprio cent'anni or sono, per mettere i.n mano
ai giovani un manuale adatto a loro. Le divo-
zioni sono limitate alle principali: divozione
a Gesù Crocifisso e Sacramentato, a \\lana
SS., a San Luigi, a San Giuseppe, all'.\\ngdo
Custode. La vita spirituale è impostata sulle
preghiere quotidiane, l'assistenza alla santa
Messa, la frequenza dei Sacrnmenti e l'eser-
cizio mensile della buona mone. Aggiunti il
vesperale delle domeniche l. feste principali,
il piccolo Ufficio della Beata Vergi.ne e 1'Uf-
ficio dei defunti. Ma la parte fondamentale
è dedicata alla fonnazione della coscienza con:
sci brevi istruzioni sulle Case 111:cessarù· ad 11n
gioi•a11e per divenir virtuoso; sette sulle Cose
da fuggirsi massùnmnente dalla gioventù; e Setti'
co11sidt'ra:::ioni per ciascun giorno dell'011110, a
mo' di brevi meditazioni. In fine, un rapido
riassunto dei Fondamenti della religione cat-
tolica. Si chiude con una scelta di salmi, di
cantici e di laudi sacre.
Per l'inaugurazione della chiesa di l\\laria
SS. Ausiliatrice, 1868, provvide anche a tutti
i fedeli con la compilazione d.i Il cattolico prO'l,'-
veduto per le pratiche di pietà. Ed anche in
questo piissimo manuale si uttcnnc ai criteri
seguiti per• li Giovane prowcduto ~- Due cose
si ebbt'ro specialmwte di mira - rileYa nella
prefazione - Guidare il c1is1iano olle fonti da
cui tali pratiche traggona origine, osseroando
come tsse fo11dansi s11/la Bibbia o sopra i.stitu-
:::ioni ecclesiastidu totalmente conse11ta11ee a
q11t111to è rivelato nei libri santi. lii secondo
6:
luogo, si prifemcrmo lt- prt•ghiere t gli eserm:1
dit-oti cui smw mmesse le s<mte i11d11lf?e11:::e, pu-
d1è, mi-ntre ,•ssc racchi,ido110 l'apprrrm::io11e ec-
clesiastica, servono sempr,• più li ftn conoscerr
i tnori i11PSa11ribili chr la di'l•iua 111isnimrdia ha
confidato a/l' i11/allibil, magistero della Chiesa
per ,;:,mtaggw dl'i fedeli. i,, quanto pui alle pre-
ghù-re furono di prefer1•11za scelte quelle composte,
dl'fft', u approi•ate dai snnti, opp11re usate nella
liturgie, dl'ila Chù·sa.
Si apre con una serie di istruzioni sulla
preghiera, sul segno ddla croce e sulle prin-
cip11li orazioni ùcl cristiano. Tratta quindi della
santa l\\lcssa, della divina parola, della retta
intenzione, <lcllu santificazione ùelle azioni quo-
tidiane e delle giaculatorie. Poi dà alcune «re-
gole di vita cristiana ,>. Qui.odi offre tante
belle preghiere. Ma s'indugia specialmente sui
Sacramenti dell'Eucaristia e della Penitenza
e sul Ririto mensile pcl quale suggerisce an-
che opponunc meditazioni e rifh:ssi. Ancor
oggi Il cattolico proviirduto sta tm i mi-
~liori manuali di pietà cristiana. E lo si può
raccomandare utilmente soprattutto ai nostri
Cooperatori, ai quali nel ca.p. \\ ìll del Rcgo-
lnmC"nto il Santo propone quanto Sl.!guc:
1) A i Coop1·ralori Salesiani 11011 è prescritta
cllnma opera esteriori, ma affinchè la loro 'tita
si possa i11 q11a/r/,e modu assimilLlre a quella di
chi •vive in comunità rel~1tio.w, loro si mccoma11da
la modestia negli abiti, la frugalità 11el/,1 mensa,
la m11plicità 111'1 suppellellile domestlCO, la ca-
stigatezw 11ci discorsi, I'esallezza ttti dm:eri
dl'l proprio stato, adoperandosi che le -perso11t>
dipe11deuti da /uro osseN•ilu, <' santificltino il
giomo festfro.
2) S0110 co11sigliati di fare ogni a11110 almeno
alcuni giorni di esercizi spirituali. L'ultimo di
ciascun mese, od i11 altro giorno di maggior co-
modità, faranno l'eserci::io della Buona Morte,
co11fessa11dosi e comu11ia111dnsi, come realmente
fosse l'ultimo dilla t"Ìta. Sia negli esercizi spi-
rit11ali, sia nel giorno in cui si fa l'eserci.-:;io
della Buona Morte, si lucra l'Indulgenza ple-
nari::i.
3) Ciasc1111n reciterà ogni giorno un Pater
Ave, a Sa11 Francesco di Sales, secondo l'inten-
zione del S01111110 Pontefici'. I sacerdoti e coloro
che recita110 I,• ore cano11iche o /'11.l]ido della
Beata T'ergine, sono dispmsati d,1 qursta pre-
ghiera. Per em basta rlll' nel din,10 ufficio
aggiungano t1 quest'uopo la loro inten:ione.
-1-) Procurùw di accosllllsi colla maggior fre-
q111'11~a ai stinti sacramenti della Co11fessùme e
della Comw,iam·, cilJ esstndo ordinariamente pre-
scritto per lucrare l'Indulgenza plenaria.
(Contimw).

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Note e Corrispondenze
CONEGLIANO (Treviso) - Festa e com -
memorazione di Don Bosco al Collegio
" Immacolata " .
L'annuale festa intima del Santo ha avuto
quest'anno, al Collegio Immacolata, intona-
zione particolarmente solenne e festosa per
la presenza di S. E. Mons. Vescovo che vi ha
portato la nota più bella e più entusiastica-
mente gradita. L'attendevano, all'arrivo, l\\llons.
Emilio Antoniani, Arciprete del Duomo e il
Parroco di S. Martino, P. Remigio Prof. Bu-
rello, col Cappellano del Collegio, la Diret-
trice e le Suore. Il mondo giovanile era già
tutto raccolto, anzi stipato, ndla troppo an-
gusta cappella e ne!J'adiacentc coretto: una
massa di oltre 500 giovani fra Asilo, elementari,
scuola media, istituto magistrale e una rap-
presentanza di ex allieve.
All'entrata in cappella Sua Eccellenza 1\\lons.
Zaffonato fu accolto dal Sncerdos et Pont1fe.\\·.
Seguì la S. Messa, cui risposero in massa tutte
le fanciulle, con fervente pietà. Al S. Vangelo
Mons. Vescovo parlò alle giovanette. Dal-
l'elogio ardente di Don Bosco, passò a persua-
sive ed accorate considerazioni pratiche, ri-
volgendosi particolarmente alle allieve del-
l'istituto magistrale. Fece loro intendere il
senso di responsabilità che ciascuna deve avere,
vivo e profondo, per il privilegio inestimabile
di essere educata in una scuola cattolica, nella
scuola di Don Bosco, dimostrando l'inutilità
della cultura e della scienza non illuminata
dalla fede da cui prende luce la nostra vita che
è la ragione del nostro lavorare, del nostro
soffrire, del nostro sperare. Dopo la S. Messa
e una rapida e allegra colazione in palestra,
allieve ed cx allieve si affollarono sulle
ampie gradinate della sala a<l attendervi il
Vescovo, per una manifestazione di affettuoso
omaggio. S. E. fu accolto dalle Accla111atio11es
del Caudana cantate da un coro pieno di oltre
trecento voci giovanili, vibranti di fervido en-
tusiasmo. Un'alunna del corso superiore de-
clamò alcuni distici latini esprimenti al Ve-
scovo la devozione, l'amore, la dedizione fi-
liale di tutte le compagne. Bimbi dell'asilo
e delle elementari interpretarono, con affet-
tuoso e candido slancio i piccoli compagni
presso l'amato Pastore; un coro poderoso, a
quattro voci cantò un difficile pezzo del Ma-
gri: Lavoro e prFgliiera cui S . E. pregò facesse
seguito il coro popolare Don Bosco ritoma
pieno per lui di cari ricordi, al quale volle
unire la sua bella voce sicura con immensa
gioia di tutti i presenti.
Distribuì quindi a tutte un'immagine del
Santo interessandosi paternamente degli studi
e delle famiglie delle allieve.
La partenza fu un ultimo trionfo: l'autovet-
tura si mosse a fatica fra due fitte ali di gio-
vinezze acclamanti, che si riversarono all'esterno
per salutare ancora una volta il buon Padre
benedicente e sorridente.
Nel pomeriggio di domenica z febbraio, al
Collegio << Immacolata>>, i Coneglianesi par-
teciparono in gran numero alla bella e fervida
comnumora-:;ione di S. G. Bosco tenuta nel
salone dal Prof. Don Bedin.
Il trattenimento fu aperto da un inno corale
delle alunne dell'istituto magistrale. Seguirono
vari pezzi al pianoforte; quindi la conferenza.
L'oratore delineò brevemente le varie tappe
della vira umile e meravigliosa del Santo, il
fiorire e l'espandersi prodigioso delle sue opere,
il segreto ùd suo fascìno e delle sue conquiste.
Mise in rilievo soprattutto la sua azione sociale
in tempi di tenebrose ideologie, paurosamente
minaccianti la fede del popolo e l'opera della
Chiesa. Accennò alle persecuzioni e ai crimi-
nali attentati <la cui Dio più volte scampò
misteriosamente il suo apostolo. Conchiusc
affermando con fierezza che, se ieri la persc-
cu zione fo per Don Bosco, oggi è l'ora nostra:
a Don Bosco e a noi, come a Cristo. Ma Dio
non muore!
La conferenza fu seguita con attento inte-
resse dall'uditorio, numeroso e distinto, e ap-
plaudita con sincero entusiasmo.
La bella riunione ebbe il suo coronamento
nella cappella, ,empre troppo angusta, con
la santa Denc<lizione Eucaristica e il bacio
della reliquia del Santo.
PARMA - Festa di S. Giovanni Bosco e
Conferenza salesiana.
li nostro collegio di Parma dedicò alla festa
di S. Giovanni Bosco proprio il 31 gennaio.
Vi intervenne 8. Ecc. Mons. Evasio Colli,
\\'cscovo diocesano il quale celebrò la Messa
della comunione generale ed, al Vangelo, svolse
il seguente pensiero: << Penso che se D. Bosco
vi parlasse in questo momento, yj sottolinee-
rebbe l'importanza del problema della " scuo-
la". Ne&suno più di lui ha sentito l'importanza
della scuola: senza tanti aiuti, senza programmi
stampati, egli andò al sodo: istituì scuole di
ogni specie: dalle serali alle diurne, dalle gin-
nasiali alle professionali; ne istituì per gli

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orfani, per i poveri e per i ceti medi. D. Bo-
sco volle l'istruzione, perchè partì dal concetto
che l'uomo è animale ragionevole, che deve
dirigersi non colla volontà o _col sentimen~o.'
ma colla ragione; quindi è chiara la n~cess1~a
di coltivare la mente, affinchè essa sappia logi-
camente distinguere la via del bene e possa
praticare con coscienza la vita cristiana ». Esoi::~
poi gli alunni a seguire con impegno tutti 1
doveri di studio per continuare a far onore
alle tradizioni delle scuole salesiane.
Il giorno 2 febbraio fu la volta della nostra
parrocchia di S. Benedetto. Anche a questa
partecipò S. E. Mons. Vescovo celcbrand?
la Messa della comunione generale. Svolse 11
pensiero che D. Bosco fu l'uomo che santificò
il lavoro e si preoccupò dei lavoratori efficace-
mente, apprestando laboratori attre~zat_issim!
e provvedendo alla formazione det g1ovam
operai che entrano nella società fo1mati non
solo tecnicamente, ma ancora moralmente a
tutti i compiti dei lavoratori.
Nel pomeriggio del 2 febbraio, alle ore 17,30
nella chiesa parrocchiale di S. Vitale, (di cui è
prevosto il Direttore diocesano dei Coopera-
tori, rev.mo prof. D. Orsi Giuseppe, alla
presenza di S. E. Mons. Colli, il salesiano
D. Primo Gianoli tenne la conferenza an-
nuale. I Cooperatori vennero opportunan:ent~
convocati con inviti personali e manifesti
murali.
D. Gianoli presentò D. Bosco come l'uomo
provvidenziale del suo tempo, inquadrò l'o-
pera sua nella storia della Chiesa come ele-
mento di sana modernità. Additò ai Coopera-
tori le opere più significative di D. ~osc~:
gli Oratori, i collegi, le scuole pr~fess10nah,
le Missioni· li esortò a farsi apostoli non solo
nel sostene;e quanto è già fatto, ma iniziando
opere nuove per la gioventù in aiuto ai parroci
e all'Azione cattolica. La conferenza fu se-
guita con molta attenzi~ne per la ~h_iarezza
del pensiero e per la bnllante espo_s1!1onc.
La funzione si chiuse colla benedizione eu-
caristica. I canti furono eseguiti dagli alunni
del collegio salesiano.
VARAZZE - Una devota funzione si
tenne nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice per suffragare l'anima di Suor Caterina
Tavella, t a Torino, Casa-madre il 14-xn-1946,
e per confortare la piissima mamma sig.ra
Battistina Piccone ved. Tavella insigne Coo-
peratrice Salesiana, che amò far passare tra
le mani delle proprie figliuole la larga benefi-
cenza prodigata alle Opere di Don Bosco in
città.
VENEZIA - Giornata salesiana.
La domenica, 2 febbraio, il Patronato S~le-
siano Leone XIII di Castello ha festeggiato
Don Bosco con un programma straordinario
Predicò il triduo l'ex allievo prof. Don Erme-
negildo Fusaro nella chiesa di S. Franc~sco
di Paola. Celebrò la Messa della comu1uone
l'ex allieyo prof. Don Giuseppe Bosa, Assistente
diocesano della gioventù maschile di A. C.
Dopo la Messa fu offerta ai giovani un~ buona
colazione. La funzione più solenne s1 svolse
nella Cattedrale di S. Pietro ove fra lo splen-
dore dei marmi e dei damaschi, sorrideva la
cara immagine di Don Bosco, che troneggiava
dall'altare maggiore.
La Schola Cantornm del Patronato esegui
la Messa a tre voci dispari dell'Al\\tonelli, con
accompagnamento d'orchestra.
Celebrò il Direttore Patriarcale dei Coope-
ratori Mons. Giuseppe De Biasio, che tenne
infra Missam un caldo discorso di_ circost~za,
esortando le centinaia di ragazzi presenti a
rimanere sempre affezionati a D. Bosco e ai
suoi successori.
A mezzogiorno, l'Unione ex allievi dell'Isti-
tuto Coletti e la Compagnia di S. Vincenzo
del Patronato offersero il pranzo ad una cin-
quantina di bambini in una sala del Patronato.
Nel pomeriggio l'Oratorio fu nuovamente
gremito di giovani per la funzione eucaristica,
seguita da un trattenimento, eh~ ha coronato
degnamente la indimenticabile giornata.
DALLE ANTILLE - Pro Catechismo.
Una delle forme ùi apostolato più fiorenti
nelle Antille è quella delle Catechesi. A San-
tiago di Cuba, sette Suore, figlie di Maria Au_-
siliatrice, già ben occupate con le ~cuole,_ il
modesto Internato, il fiorente Oratono festivo
e le affollate Scuole serali per operaie e giovani
di servizio analfabete, trovano ancora tempo
e modo di dedicarsi a provvidenziali Catechesi
nella campagna: tre al sabato e una alla dome-
nica. Vi accorrono in ciascuna più di 200 fan-
ciulli, in gran parte neri e poveriss_ii_ni, se~za
la minima idea di religione, ma doc11!, affezio-
nati e pronti a ri~pondere alle cure ricevute.
In un anno di lavoro le Missionarie hanno
avuto già il conforto di abbondanti raccolti,
preparando più volte vari gruppi per il Il~tte-
simo e la prima Comunione. Quando ntcn-
gono che i piccoli candidati siano suffic_iente-
mente istruiti, improvvisano alla meglio un
confessionale e invitano il Parroco, il quale
sempre all'aperto, sotto gli alberi, in mezzo
allo schiamazzo delle galline e d'ogni altro

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genere di animali da cortile, tra cani che abba-
iano e bimbi che piangono, esamina, battezza
e confessa. All'indomani mattina - e con
quanto sacrificio, essendo cosl poche - le
Suore vi ritornano per raccogliere la schiera
dei comunicandi ed accompagnarli in tram alla
Messa nella lontana parrocchia.
Coi fanciulli, come dovunque, gettano semi
di vita cristiana nelle famiglie; perche in
non pochi casi, nessuno, nè dei genitori nè
degli altri adulti è battezzato. Che mèsse vasta
e copiosa - scrivono le Missionarie - e che
struggente pena essere cod poche da non po-
terla abbracciare tutta come il cuore vorrebbe l
Anche a Ciudad Trujillo nt:11'Isola di San
Domingo, alle altre Opere hanno aggiunti que-
st'anno i Catechismi nel popoloso quartiere
*Galindo •>. Le Suore si portano ogni dome-
nica mattina dopo la Messa delle otto, accolte
sempre con la più grande contentezza dalle
turbe di fanciulli laceri e svestiti che, al loro
apparire, sbucano da ogni parte. Non vi è per
raccoglierli se non w1 tratto di terreno compe-
rato e offerto allo scopo da S. E. l'Arcivescovo
Mons. Pittini ; non un locale, e neppure una
tettoia o alcun riparo per difendersi dai cocenti
raggi del sole tropicale; ma le Missionarie non
badano ai disagi.
Poche di numero, sono coadiuvate da un
gruppo di piccole catechiste: le alunne della
Scuola, le quali, terminato appena lo studio
elementare del Catechismo, aiutano le suore.
LA CARITÀ DEL PAPA
Jl/enlre la uinéa degli empi co11tin1ta la /arida
campiigna di drnigrazio11c e di caltmnia contro la
Chiesa, gioverà. tener presenti i primi dati del bi-
lancio defla, carità del Papa p11bblicati da.i gioma!i.
Ufficio informazioni: a tutto il 30 novembre
19+6: trasmessi a mezzo Radio, I .262.920
messaggi; a mezzo posta, 2.277.945 messaggi;
a mezzo corrieri diplomatici, 5.783.558 mes-
saggi. T otale: 9.324.423.
Autoparco S. C. V. Ha rifornito Roma du-
rante l'occupazione tedesca di 10 milioni di
kg. di farina.
Assistenza Pontificia: distribuiti 35.000 pacchi
a degenti in ospedali e case di cura; 2.500.000
compresse antimalariche e 3250 fiale di atebrina.
Pontificia Co111111issio11e Assistenza: fino al 30
novembre 1946: Ricerche e rimpatrii: 662
viaggi, 77.132 profughi rimpatriati; 33.200
ricerche; assistiti 3.456.+50 reduci e profughi.
Assistenza libici: 2026 bimbi libici assistiti.
B efana del Papa: pacchi dono nel 1945 e nel
1946: 54.24·1; più 17.652 a malati e profughi.
Totale viveri: kg. 123.950. Totale indumenti:
47.387 capi vestiario. Totale Lire: 67.730.000.
Per quella del 1947 in distribuzione: 250.000
pacchi per 1.000.000 kg. di viveri.
Colonie bambini: 995 colonie continuative,
con 256.135 bambini assistiti. Speso 1 miliardo
e 613.650.500 lire. Colonie domenicali: 255.200
bambini, al 30 novembre kg. 3957 viveri per
L. 571.750.
Convivenza: assistiti 87.892 conviventi in isti-
tuti, ospedali, cliniche ecc. con kg. 10.716.000
di viveri per L. 2 miliardi 423.927.425.
Refettori del Papa: 1998 refettori: minestre
72.614.700; viveri distribuiti kg. 8.713.764.
Spese di Roma: L. 243.475.754; fuori Roma
L. 653. 532. 300.
Assistenza detenuti: dal luglio 1945 al
30 novembre 1946: 8 carceri con media gior-
naliera di 53 50 assistiti; viveri kg. 1.450.500.
Speso L. 1 q milioni.
Assi.stenza agli indigenti: dal marzo 1944 al
30 novembre r946: sussidi in denaro per L.
15.958.590. Capi vestiario 467.876 per L.
L. 5.304.680; viveri kg. 4.074.606 per lire
488.952.760. Generi vari per L. 1.878.830.
Totale: 1 miliardo e 12.884.807 lire.
Ufficio collegamento UNRRA: distribuzione
soccorsi a 63 Comuni della Provincia di Roma
per l'assistenza a 7000 ragazzi della strada.
Viveri trasportati, kg. 4.967.668.
Assistenza sanitaria: Visite mediche 200.000:
medicinali distribuiti per L. I ro milioni a
600.000 assistiti.
A questo c'è da aggiungere tutto quanto è
stato fatto dal S. Padre per l'assistenza agli
sfollati, ai ricercati, ai politici ricoverati: dalla
Villa di Castel Gandolfo (oltre 14.000 ospi-
tati per interi mesi) agli Istituti, Collegi, alla
sua stessa Casa (S. Giovanni in Laterano,
Città del Vaticano ecc.); il Santo Padre mise
tutto a disposizione. Inoltre l'assistenza ai
Reduci, sia con generi di conforto, indumenti
ecc., offerti al loro sbarco in Italia, sia con
!t'asporti gratuiti. Ricordiamo solo il Treno
Pontificio col quale migliaia di reduci vennero
trasportati alle loro case.
Pubblicazione autorizzata N° P. So A. P. B.
Con approvazione Ecclesiastica.
Off. Graf. della Società Editr. Internazionale . Direttore responsabile: D. GUIDO l!AVINI. vin Cottolcngo. 32 - T orino (109),
6$