Bollettino_Salesiano_198602


Bollettino_Salesiano_198602



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ANNO 110 N. 2 2" QUINDICINA • 15 GENNAIO 1988
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
31 gennaio
Festa
di S. Giovanni
Bosco
«Ho giurato a Dio che
sin l'ultimo mio respiro
sarebbe stato
per i miei giovani>>
(D. Bosco)
Il Cooperatore partecipa
all'esperienza spirituale
di D. Bosco,
vissuta con particola,re
intensità tra i giovani
del primo Oratorio
di Valdocco.

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La memoria delle or1g1n1
Tutto nacque da una lezione di catechismo
Mi alzai e feci il segno della santa Croce per
cominciare. Mi accorsi però che Bartolomeo non
lo faceva, non ricordava come doveva farlo. In
quella prima lezione di catechismo gli insegnai a
fare il segno di Croce, gli parlai di Dio Creatore e
del perché Dio ci ha creati.
Non aveva una buona memoria, tuttavia, con
l'attenzione e la costanza, in poche lezioni riusci
a imparare le cose necessarie per fare una buona
confessione e, poco dopo, la sua santa Comu-
nione.
A Bartolomeo si aggiunsero altri giovani. Du-
rante quell'inverno radunai anche alcuni adulti
che avevano bisogno di lezioni di catechismo
adatte per loro. Pensai soprattutto a quelli che
uscivano dal carcere. Toccai con mano che i gio-
vani che riacquistano la libertà, se trovano un
amico che si prenda cura di loro, sta loro accanto
nei giorni festivi, trova per loro un lavoro presso
un padrone onesto, li va a trovare qualche volta
lungo la settimana, dimenticano il passato e co-
minciano a vivere bene. Diventano onesti citta-
dini e buoni cristiani.
Questo è l'inizio del nostro Oratorio, che fu
benedetto dal Signore e crebbe come non avrei
mai immaginato.
Dopo il catechismo, raccontare un bel fatto
Durante quel primo inverno cercai di conso-
1idare il piccolo Oratorio. Il mio scopo era di rac-
cogliere soltanto i ragazzi più esposti al pericolo
di rovinarsi, specialmente quelli usciti dalle car-
ceri.
Tuttavia, per avere una base di ordine e di
bontà, invitai all' Oratorio anche altri raga22i
istruiti e di buona condotta. Questi mi davano
una mano nel conservare un po' di ordine, e mi
aiutavano a far lettura e a eseguire canti sacri. Mi
accorsi fin dall'inizio, infatti, che senza canti e
senza libri di lettura divertente, le nostre riunioni
festive sarebbero state un corpo senz'anima.
Il 2 febbraio 1842, festa della Purificazione di
Maria (allora festa di precetto), con una ventina
di ragazzi cantammo in chiesa per la prima volta
Lodate maria, o lingue fedeli.
Ali'Annunciazione, 25 marzo, eravamo già in
trenta. In quel giorno abbiamo fatto un po' di fe-
sta. Al mattino i ragazzi si confessarono e fecero
la Comunione. Alla sera eseguimmo un canto sa-
cro; e dopo il catechismo raccontai un bel fatto.
La cappellina dove ci eravamo riuniti finallora
cominciava a diventare stretta, quindi ci trasfe-
rimmo nella cappella accanto alla sacrestia.
(Dalle •Memorie• di S. Giovanni Bosco)
Attorniato da un gruppo di addolescenti, Don Bosco
domanda a bruciapelo a un ragazzo:
<<Qual è la persona che ti è più cara al mondo?>).
E il ragazzo risponde:
<<Don Bosco».
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MILLE AMICI PER UN'OPERA CHE RESTERÀ NELLA STORIA
Un dono della Famiglia Salesiana a Don Bosco per i giovani
Certamente i tanti giovani che
stanno fruendo da un paio d'anni
delle strutture già in funzione
presso la Casetta di S. Domenico
Savio in Riva di Chieri (TO) non
sanno che tutto è «dono». E for-
se non crederanno alle tante sim-
patiche storie che dietro ogni of-
ferta si possono raccontare: di
gente semplice che ti incoraggia
con una buona parola di speran-
za, di giovani che ti portano la
loro prima busta-paga, di exallie-
vi che donano, portandolo con i
propri mezzi tutto il necessario
per costruire rm solaio, bambini
che organizzano banchi vendita
per il loro piccolo amico Santo...
o gente semplice che si impegna
per un certo tempo a sostenere
l'opera...
Sono già oltre trecento coloro Riva di Chieri: La rlC05tnlz.ione della casetta natia di S. Domenico Savio.
che si sono impegnati a sostenere
con 15.000 lire mensili, per 15
mesi, l'opera di ristrutturazione
della Casetta natia di S. Dome-
nico Savio in Riva di Chieri
(TO), ed oltre un centinaio co-
loro che con offerte varie banno
consentito di completarne un
settore. Una prima parte, infatti,
inaugurata nel novembre dell'8J
è già in piena attività e ha già of-
ferto ospitalità ad una cinquan-
tina di gruppi di giovani prove-
nienti dall'Italia, dalla Germania
e dall'Olanda. L'opera che pre-
vedeva la restituzione al suo si-
gnificato storico della Casa natia
del giovane santo allievo di Don
Bosco e la trasformazione (in
gran parte ricostruzione) della
fattoria agricola accanto, abitata
dai lontani parenti di Domenico
fino a qualche anno fa, è quasi al
completo. Ci banno pensato a so-
stenerla Exallievi e Cooperatori,
varie comunità di SDB e FMA di
tutta Italia coordinati e stimo-
lati dai nostri amici della ispet-
toria Centrale di Torino: 50 po-
la cappella, sala di disimpegno
per pellegrini (o per ricreazione),
completa di servizi igienici e di
riscaldamento, cucina attrezzata
per una dignitosa e sufficiente
autogestione a servizio dei grup-
pi giovanili per giornate di pre-
ghiera, di riflessione, di forma-
zione. Un piccolo centro gestito
completamente dai laici della
Famiglia Salesiana. Un dono si-
gnificativo a don Bosco per il
prossimo centenario della sua
morte, come segno che il nostro
Padre fondatore è più vivo che
mai nei suoi figli spirituali.
L'opera è ormai alle sue ultime
~attuf:e: mancano gli impianti
mterm del secondo blocco di la-
vori: igienici, termici elettrici
gli infissi e la pavim'entazione'.
Per questi lavori che sono ancora
in sospeso si cercano 600 AMICI
(per completare il numero di
MILLE - IL CLUB DEI MIL-
LE) che nel corso dei prossimi 15
mesi dorùno a questo scopo la
in termini diversi equivale a L.
15.000 mensili circa, o, se si pre-
ferisce, L. 500 giornaliere). Se li
troveremo potremo far fronte
alle ultime spese - non lievi-.
Un appello a tutti i Cooperatori
ed Exallievi d'Italia perché si as-
sicurino un «mattone» presso
l'opera - una delle più signifi-
cative - in onore di Don Bosco
formatore della santità di Do-
menico.
L'88 - anno centenario della
morte di Don Bosco - è assai vi-
cino. Per allora vorremmo avere
il «dono» pronto e collaudato.
Dateci una mano, o con libere of-
ferte o aderendo al CLUB DEI
MILLE (inviare a: La Famiglia
Salesiana, Ispettoria Salesiana
Centrale, Via M. Ausiliatrice 32,
10100 TORINO, su ccp. a.
12028106). Quando p~rete di
li (10 km. dal Colle Don Bosco,
patria di Don Bosco, 25 da To-
rino) potrete dire che un pezzo di
quell'opera è anche vostra.
sti letto, 2 saloncini per incontri, collaborazione di L. 200.000 (che
D. Emilio Zeni
3

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L'ESPERIENZA DEI GIOVANI COOPERATORI ATRELEW
Relazione di D. Alfonso Alfano al seminario missionario di Brescia
Premessa
Un decennio di storia di questa mis-
sione è certamente una pagina glorio-
sa e ricca di significato per l'Associa-
zione dei cooperatori salesiani.
Mi sembra allora importante verifi-
care tale esperienza per coglierne
aspetti positivi, per apprezzare i frutti e
individuare insegnamenti ed energie
nuove per il futuro. Obiettivo di questa
riflessione non è comunque una valu-
tazione di merito o demerito, sarebbe
relativo, non solo, ma anche alquanto
azzardato, mancando di elementi diret-
ti, e neppure prendere decisioni, ma
aiutare l'Associazione a maturare
orientamenti chiari per vivere la pro-
pria dimensione missionaria.
Quanto qui si dirà sarà perciò un
dono grande per conoscere sensibilità,
desideri, problematiche, attese, dispo-
nibilità. Insieme perciò ricerchiamo,
con l'aiuto di Dio, la via per rendere
viva e vivace la missionarietà tra i
cooperatori e la via per realizzarla nel
concreto.
1) Carenza
di un plano missionario
di formazione e azione
All'interno della nostra Associazione
esistono due iniziative, suscitate, so-
stenute e portate avanti con entusia-
smo e con ottimi risultati: Trelew e
«Noi per loro». Più conosciuta la prima
tra la fascia giovani, più conosciuta la
seconda tra la fascia adulti. La prima
vissuta come impegno di azione in pro-
prio e di sostegno, la seconda solo di
sostegno. Entrambe comunque non
sono, almeno attualmente, collegate e
guidate In modo unitario, sia a livello
organizzativo centrale, sia a livello zo-
nale. Il tutto è affidato a persone sin-
gole che ai vari livelli ne sostengono la
vitalità.
L'opera di sostegno (raccolta offerte
e materiale vario), indispensabile e va-
lidissima, sembra, in questo momento,
essere l'unico aspetto o ìl più sentito,
meno invece quello dell'animazione
missionaria, certamente più impegna-
tivo e più delicato, a scapito ovviamen-
te della formazione di coscienze mis-
sionarie e di preparaione a compiti di
frontiera.
Occorre riportare a mio parere, uni-
tà, profondità e organicità nel settore
4
missionario, in un momento in cui il vo-
lontariato, nella società e nella Chiesa
è avvertito come bisogno interiore di
servire l'altro e di crescere condividen-
do con l'altro.
2) Trelew oggi:
situazione e prospettive
a) Situazione
Attualmente si trovano a Trelew Ti-
ziana e Giuseppe e con loro vive una
cooperatrice argentina. Si è intensifi-
cato anche la comunicazione tra ispet-
toria argentina, salesiani del luogo e
ufficio CC. nazionale.
Esiste una scadenza {dicembre
1986!) fissata da due anni circa, per
l'impegno dell'Associazione. In una
lettera ultima del segretario coordina-
tore, vi è espresso chiaramente il pen-
siero della Giunta.
b) Prospettive
Esiste una possibilità di continuare
l'esperienza di Trelew?
Il «si• credo sia nelle intenzioni e
negli auspici di tutti. certamente, in
caso affermativo, andrebbero miglio-
rati e rivisti alcuni criteri e orientamenti
che hanno guidato l'impostazione e la
conduzione di questi anni, proprio gra-
zie a quanto ci è stato comunicato da
chi è stato a lavorare a Trelew.
Accenno solo ad alcuni di questi
elementi da tenere saggiamente pre-
senti: la scelta e la formazione dei par-
tenti, la durata dell'impegno, il tipo e il
senso del servizio locale (autonomia,
sostegno, responsabilità...) coinvol·
glmento e sostegno morale e materiale
dell'Associazione...
Quale è stata ed è la via che l'Asso-
ciazione ha scelto per preparare le
prospettive •.
Riportare il problema Trelew nella
dimensione missionaria dell'Associa•
zione:
- ascoltare con attenzione quanti
hanno operato, operano, o sono coin-
volti nel progetto Trelew;
- •Sentire» e stimolare attraverso
pre-seminari (ispettorlall o interispet-
toriali) e seminario nazionale la co-
scienza specialmente dei cooperatori
giovani;
- giungere ad una proposta di pia-
no missionario.
3) Il problema nodale
Esistono, e non si discutono, proble-
mi e difficoltà concrete su tale argo-
mento. Ma una è di fondo, il nodo che
maggiormente ci tiene legati: la man-
canza di persone disponibili e prepa-
rate per una tale missione. Questo do-
vrebbe farci riflettere. È segno di una
mancata animazione? è segno di sfi-
ducia, di stanchezza? è paura di un im-
pegno a lunga scadenza? è frutto del-
l'incertezza della vita sociale, econo-
mica, della nostra realtà italiana? è il
tipo di progetto?
Slamo qui per una risposta, almeno
come orientamento di ricerca per una
soluzione.
E concludo.
Ho avuto sempre atteggiamento di
diffidenza per ciò che è frutto di studio,
di piani maturati esclusivamente a ta-
volino, invece ho maggiore fiducia ver-
so quanto scaturisce dall'esperienza e
dalla umile ricerca della volontà di Dio,
l'unico che può riempire le nostre
menti e le nostre parole, di sapienza e
di rettitudine. Il ritrovarsi insieme per
noi deve essere vissuto con l'animo
apostolico di chi lavora per il regno di
Dio. Perciò verifichiamo, discutiamo,
operiamo, progettiamo per FARCI
SEMPRE strumento docile dell'unico
piano di salvezza.
Per questo oggi preghiamo e affidia-
mo il tutto a Maria.

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VITA ASSOCIAZIONE
TOSCANA
Domenica 1O novembre si è svolto a
Livorno, presso U Sacro Cuore, un in-
contro tra i Centri di Livorno Colline, Li-
vorno S. Spirito e Marina di Pisa.
Attraverso testimonianze dirette è sta-
to rievocato il clima del Congresso Mon-
diale vissuto dai congressisti, la cura pa•
tema e l'attenzione costante, ma anche
piena di rispettosa sollecitudine del Ret-
tor Maggiore per il dibattito che si stava
svolgendo, l'intensa partecipazione al-
l'approfondimento del messaggio di
Don Bosco nella nostra dimensione di
laici e della salesi.anità che ci ha traman-
dato, il profondo senso di appartenenza
all'Associazione, il modo concreto e ge-
neroso di esprimere U nostro amore a
Don Bosco, la gioia grande e sincera
che abbiamo vissuto e che abbiamo sen-
tito nel vederla nel fratello che ci era ac•
canto per aver raggiunto insieme una
meta molto importante: la revisione del
regolamento dell'Associazione.
Sl.cllla: Cooperatori 1n Terra Santa.
Incaricate Laboratorlo cM.M.• a... convegno!
6
Occasione di riflessione e di medita•
zione è stata offerta, anche con l'aiuto di
una registrazione privata, dal ricordo del-
le parole pronunciate da S.S. Papa Gio-
vanni Paolo Udurante l'udienza conces-
sa mercoledì 30 ottobre, cui hanno par·
tecipato i Cooperatori congressisti.
Sono state riferite le linee principali di
pensiero delle parole pronunciate e delle
considerazioni fatte dal Rettor Maggiore
in occasione della chiusura dei lavori
congressuali. Ciascuno di noi ha potuto
approfondire i motivi trattati non solo ri-
flettendo e meditando personalmente,
ma anche intervenendo nella discussio-
ne che è proseguita nel pomeriggio.
Questo ci ha consentito un approfon•
dlmento spirituale personale e un arric•
chimento della nostra vita interiore che è
sempre in cammino verso una maggiore
maturità, per un rinnovato impegno apo-
stolico nella nostra vita quotidiana e per
segue a pag. 11

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-------'I tema del/1anno_ _ _ _____,
COMUNIONE
A cura di
Antonio Martinelli
ECOMUNITÀ MISSIONARIA
._______ Appunti per il
incontro di formazione_ _ _ _ _ _ __.
IN CRISTO SIGNORE L'UNICO POPOLO DI DIO
L'OBIETTIVO delJ'INCONTRO:
1) vivere l'ottavario (18-25 gennaio) di preghiere pe.r /'unità dei cristiani con maggiore coscienza;
2) accogliere le indicazioni di LORETO (cfr. documento pastorale della CE/, n. 52): «Questo soprassalto di
mlssionarietà apre prima di tutto al/Incontro ecumenico... e dobbiamo assicurare nuove competenze e
nuove collaborazioni sia sul terreno del/ecumenismo sia per la cooperazione missionaria»;
3) Imparare a diventare un uomo ecumenico attraverso la preghiera, l'azione, gli atteggiamenti.
PRIMA PARTE
Gli orizzonti dell'unità
1. LE PRIME PAROLE DEL CONCIL/O VATICANO Il
(così come si possono ricavare dal primo documento,
la costituzione sulla LITORGIA)
evidenziando l'esigenza di operare su quattro fronti:
- il rinnovamento (far crescere ogni giorno più la vita cristiana tra i fedeli);
- I'aggiomamento (meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a
mutamenti);
- l'ecumenismo (favorire ciò che può contribuire all'unione di tutti i credenti in Cristo);
- la missionarietà (rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa).
2. L'ECOMENISMO INTERIORE
(così come è espresso dal decreto ONITATIS REDJNTEGRAT/O n. 7):
Gli elementi che costituiscono il cosi detto «ecumenismo interiore» sono:
- l'interiore conversione: «non esi.ste vero ecumenismo senza interiore conversione»;
- il rinnovamento dell'animo: cinfatti il desiderio dell'unità nasce e matura dal rinnovamento del·
l'animo»;
- l'abnegazione di sestesst «dobbiamo implorare dallo Spirito divino la grazia di una sincera abnegazio-
ne, dell'umiltà e della dolcezza nel servizio e della fraterna generosità di animo verso gli altri;
- ll pieno eserdzio della carità «si ricordino tutti I fedeli, che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno
in pratica l'unione dei cristiani, quanto più si studieranno di condurre una vita conforme al Vangelo».
7

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3. LE OPERE DELL'aNITÀ
(così come vengono presentate
dal n. 4 del decreto UNITATIS REDINTEGRAT/O):
Una premessa diventa necessaria: non bisogna ricacciare il problema deU'unità dei cristiani nei sotterranei
dell'invisibile. l'unità visibile è una necessità secondo il Vangelo: «vedano e glorifichino il Padre che è nei cieli».
Una seconda premessa ruventa necessaria: l'unità può essere pensata con modelli diversi:
Unità cfj uniformità.
Unità organica.
• Unità conciliare.
Unità di diversità riconciliata.
I modelli diversi sì portano dentro un modo diverso di pensare la Chiesa.
Parlando deUe opere cfj unità, con riferimento al Concilio:
- eliminare parole, giudizi ed opere che non rispecchiano con giustizia e verità la condizione dei fra-
telli separati;
- valorizzare incontri e dialoghi per una conoscenza diretta della dottrina e delle caratteristiche cfj ogni
comunione ecclesiale;
- collaborare per il bene comune, per la crescita della persona, per l'incremento della pace, per risolvere
le miserie del nostro tempo, quali la fame, le calamità, l'analfabetismo, l'indigenza, il problema della casa, la
distribuzione equa delle ricchezze;
- ritrovarsi per una preghiera in comune, per esaminare la propria fedeltà alla volontà di Cristo.
ClNA PAROLA SULLA PREGHIERA ECUMENICA
L'ecumenismo nato in ginocchio aspira a convertire il mondo in una gigantesca cattedrale dove risuoni
l'UNUM SINT di Cristo.
L'orazione a sua volta si preoccupa di sostenere l'ecumenismo perché non venga meno nel suo cammi-
no, che assomiglia più che ad una marcia trionfale ad una via crucis.
L'orazione per l'unità ri.assume, in sintesi, tutta l'enorme complessità della questione ecumenica.
SECONDA PARTE
Un indispensabile vocabolario
per un impegno ecumenico
Si rende necessario approfondire le cose più comuni e inruspensabili, perché siano chiari almeno i termini
in questione.
1. ECOMEJYJSMO
U movimento ecumenico non è una crociata, un andare alla conquista dei lontani/perduti.
O movimento ecumenico non è una controversia s1,1 problemi cfj lingua e cfj affari marginali.
Il movimento ecumenico non è un'attività missionaria che cerca la conversione dei pagani.
Il movimento ecumenico non è la ricerca del ritorno a tutti i costi di coloro che non credono come noi.
«Per movimento ecumenico si intendono le attività e le iniziative che, a seconda delle varie necessità della
Chiesa e opportunità dei tempi, sono suscitate e ordinate a promuovere l'unità dei cristiani» (Decreto Unitatls
Redintegratlo 4).
2. FRATEUI SEPARATI
Sono due i richiami essenziali da fare per capire la svolta che si è verificata con il Concilio Vaticano li:
- la prima: il decreto conciliare intitola il capitolo 3° con queste espressioni: CHIESE E COMUNITA EC.
CLESIAU SEPARATE DAll.A SEDE APOSTOLICA ROMANA.
È certamente una conquista del Vaticano U la dicitura «comunità ecclesiali» riferita ai Protestanti.
Eravamo abituati a parlare con ben altri termini, a volte anche offensivi;
- la seconda: nel contesto su accennato acquista un tono nuovo la parola « fratelli separati,..
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1.9 Page 9

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Anche questa può avere due letture: quella che accentua l'aggettivo • separati» e l 'altra che accentua il
sostantivo •fratelli».
Certamente è da porre l'accento su FRATEW, così che SEPARATI non altera in alcun modo la condizio-
ne di fraternità inalienabile.
In tale spirito non si parlerà più di ritorno degU unl alla casa degli altri, ma più efficacemente di convergen-
ZJJ degU unl e degU altri sul Cristo Signore di tutti.
3. L'UNITA
L'ecumenismo riporta il discorso dell'unità nei termini radicall della riconciliazione tra unità e diversità, tra
continuità e variazione.
Il suo modello è la TRlNITA: Dio unico personale in tre persone.
O suo specchio è la Bibbia: una sola Parola in molte parole, un solo Libro in molti libri.
Nella prima parte al punto 3 nel tema delle «opere dell'unità» si è accennato ai modelli diversi di unità.
Ritorna qui il discorso se non si vuole essere astratti e confusionari.
Molte volte la parola «unità» è stata e viene ancora utilizzata in modo puramente strumentale alle proprie
vedute e ai propri interessi. Si rischia di considerare «unità» solo quella che mi dà ragione.
4. GERARCHIA DELLE VERITA
Riporto materialmente un testo del decreto conciliare Unitatis Redintegratio 11, perché è considerevole
nella metodologia che adotta e propone come capace di dialogo e unica corretta in contesto ecumenico.
• Nel mettere a confronto le dottrine si ricordino che esiste un ordine o una gerarchia nelle verità della
dottrina cattolica, essendo diverso il loro nesso col fondamento della fede cristiana così si preparerà la via, nella
quale per mezzo di questa fraterna emulazione, tutti saranno spinti verso una più profonda cognizione e più
chiara manifestazione delle insondabili ricchezze di Cristo».
5. ORGANISMI ECON/ENIC'
Mi riferisco ai due più significativi:
- CONSIGLIO MONDIALE DELLE CHIESE.
Nato ufficialmente, dopo molti anni di preparazione, nel 1948.
È il luogo d'incontro delle Chiese, di tutte le Chiese.
Ha una funzione profetica, cioè:
apertura delle une alle altre;
si adopera a spegnere ogni rivalità;
mette in circolazione i beni di ciascuna per tutte;
ricerca l'obbedienza al Signore che chiama all'unità.
Il dialogo che sviluppa è per una trasformazione dei cuori e degli atteggiamenti e per una guarigione dalla
chiusura e dalla divisione.
- SEGRETARIATO PER L'ClNITA DEI CRISTIANI.
Nato nel 1960, alla vigilia del concilio Vaticano Il.
È l'organo della Santa Sede «per continuare i rapporti con coloro che sono insigniti del nome di cristiani,
ma sono ancora separati da questa Sede apostolica - come dice il testo del documento che lo fonda-.
Ha lavorato molto durante il Concilio Vaticano Il e ha presentato all'Assemblea 3 importanti schemi per
l'approvazione:
- quello suJl'ECUMENlSMO;
- quello sulla LIBERTA RELIGIOSA.
- quello sulle RELAZIONI CON I NON CRISTIANJ.
TERZA PARTE
Il credente... ecumenico come credente missionario
1. L'IMPEGNO DI QUEST'ANNO:
.
COMUNIONE E COMllNITA MISSIONARIA
C'è da fare riferimento a tre passaggi concreti del testo della Nota pastorale della CEI:
• Perché la comunione ecclesiale sia esperienza di riconciliazione, essa deve nutrirsi di uno stile di dia-
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1.10 Page 10

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logo, che sappia congiungere la verità e l'amore.
Emerge così, innanzi tutto, l'importanza del dialogo ecumenico, che porta a vivere la tensione carità-verità
come espressione deU'amore e della ricerca che si dirige aU'unità in Cristo.
L'ecumenismo si presenta così non come un'attività fra le altre, ma come una dimensione fondamentale
di tutte le attività della Chiesa,. (n. 26).
- «Si avverte altresì il bisogno di una rinnovata fO{JTlazione civica, che sviluppi una cultura della solida-
rietà, dove il senso dello Stato venga a far parte del senso della comunità e si guardi alle istituzioni in maniera
leale e fiduciosa» (n. 38).
Certamente la cultura deUa solidarietà ha orizzonti più vasti rispetto al problema dell'ecumenismo: ma que-
st'ultimo ha senza dubbio bisogno di una tale cu.'tura per portare i frutti sperati.
- «Saper convivere, con senso di maturità ecclesìale. Comporta una promozione della cultura della co-
munione, che si esprima nella accoglienza, nel perdono, nell'ascolto, nella complementarietà dei servizi, nella
ordinata collaborazione pastorale,. (n. 48).
2. MISSIONE ED ECUMENISMO
La tentazione maggiore che sopravviene aUe chiese quando esse perdono la carica missionaria è far di-
ventare mio il vangelo.
Se viene meno l'impeto missionario, che porta ad investire sempre daccapo il Vangelo in ogni nuovo
settore umano, in ogni nuova cultura, allora si perde la capacità di fare profezia, e si preferisce sostare nella
memoria, che addirittura si fa corta.
11 dono allora cessa di essere dono e grazia; diventa possesso, proprietà privata. E spinge a vedere
negli altri dei nemici da combattere, anziché dei fratelli con cui condividere il dono del Signore.
3. IL LUOGO PIO VERO DELL1ECUMENISMO: SOITO LA CROCE
Sotto la croce si confessa il peccato, ma si scopre anche la parzialità che tutti ci separa daUa pienezza
definitiva.
Solo così ci si dispone alla Pentecoste, che fa superare tutte le parzialità, finalmente riconosciute come
complementarietà, onde proclamare la vittoria di quell'unità superiore che permette allo Spirito di parlare in
più lingue, e di far sì che si capiscano tra loro anche soggetti incarnati in lingue diverse e apparentemente
incomunicanti.
INDICAZIONI PRATICHE
per lo svolgimento dell'incontro
1. UTILIZZAZIONE DEL SUSSIDIO
- Per evitare confusioni e distorsioni sarà necessario insistere maggiormente sulla seconda parte. Chia-
rire i termini è il passo indispensabile per una corretta operazione ecumenica.
- Per impegnare seriamente le persone a crescere .e ad operare in modo conseguente sviluppare con
calma la terza parte, che è la parte di impegno spirituale, cioè di risposta alle esigenze nuove della Chiesa.
Nei tre elementi presentati (missionari, ecumenici, sotto la croce) evidenziare gli atteggiamenti e i compor-
tamenti di un credente maturo.
2. STRUMENTI UTILIZZABILI DAL DELEGATO
E DAL SEGRETARIO COORDINATORE
Si raccomanda vivamente la lettura del decreto conciliare sull'ecumenicmo UNITATIS REDINTEGRATIO.
Si dia uno sguardo non solo al testo ma anche a qualche commento (per es. quello della collana LDC)
per penetrare meglio i contenuti e lo spirito del documento.
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2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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continua dalla pag. 6
una generosa dedizione e disponibilità al
servizio della società e della Chiesa, con
amore fraterno e in unione con Dio.
Certamente anche questi momenti ci
saranno di aiuto e potranno alimentare
con la costanza necessaria la nostra azio-
ne quando dovremo tradurre nei fatti i "
nostri propositi.
Abbiamo vissuto in un vero ed auten•
tico clima di famiglia e in serena « letl·
zia• una giornata di meditazione e di
preghiera incentrata nella S. Messa e nel-
la partecipazione ai Sacramenti di Ricon-
ciliazione e dell'Eucarestia.
*
ASTI: Scuola materna
e doposcuola
Cooperatrici nelle attlvttà di dopoacuola.
Chi scrive è una cooperatrice direttrice di
una scuola con oltre 140 bimbi che da
oltre cinque anni funziona come scuola
cattolica e salesiana.
Le nostre sette Insegnanti ed il perso-
nale (3 persone) sono cooperatrici od
exallieve.
Siamo riconoscenti alla nostra Ausilia-
trice che ci ha veramente sempre aiutate
da quando cinque anni fa le FMA lascia-
rono l'opera.
Abbiamo formato un gruppo di gio-
vani coppie che si incontrano qui a scuo-
la, con un ritiro in quaresima tenuto da
Don Elio Scotti.
Il nostro Delegato Don Bruno Corrado
ci è accanto in ogni necessità e Suor Pel-
mari anche.
Qui in Asti risentiamo della divisione
che esiste tra i cooperatori delle due
ispettorie Subalpina e Novarese, speria-
mo che si trovi un accordo.
Vi ringraziamo per il lavoro che fate,
sentiteci vicine in Don Bosco.
Un saluto carissimo a tutti.
Vanda Povero Scapparioo e colleghe
*
Asti: Gn.ippo giovanile coniugi.
LECCO: Giornata
di spiritualità salesiana
La giornata di spiritualità salesiana,
programmata per il Centro Cooperatori
di Lecco, si è svolta a Samosca, con la
partecipazione d1 Cooperatori di Belledo
di Fenegrò e di Campione d'Italia, in tutt~
una settantina, animati da un unico spirito
e da uno stesso desiderio di ritemprare le
forze, per camminare più speditamente
sulla strada di Don Bosco. Don Enrico
Mozzanica, prima di dare inizio ai suoi in-
terventi, illustra brevemente il Sinodo dei
vescovi e dà, al riguardo, le notizie di fa-
miglia: ad esso, oltre ad alcuni Vescovi
salesiani, partecipano il Rettor Maggiore e
la Madre Generale delle F.M.A. ln seguito
accenna rapidamente all'attività missio-
naria che si sta svolgendo in lspettoria
per l'attuazione del Progetto Africa. In taÌ
modo l'interesse dei presenti si fa vivo e
l'ambiente si riscalda di salesianità, anche
per la comunicazione del saluto dell'Ispet-
tore, Don G.B. Bosco.
L'argomento specifico della prima
conferenza riguarda il ruolo del laico nel-
la Chiesa. Percorrendo i documenti con-
ciliari, in particolare il decreto «Aposto-
licam actuositatem", viene evidenziato il
dovere-diritto del laico all'apostolato e la
necessità della sua presenza nella Chie-
sa. Il laico non può essere un disimpe-
g?ato, ma nell'ambito del lavoro quoti-
diano, deve animare di spirito evange-
lico l'ordine temporale, e attraverso la di-
mensione sociale con i fratelli deve
giungere ad una dimensione asc'etica e
spirituale, mediante l'esercizio della fede
speranza e carità.
'
RiHettendo poi sulla definizione di Don
11

2.2 Page 12

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Bosco: «I Cooperatori sono l'anlma della
famiglia salesiana», si può capire come
l'Associazione dei Cooperatori è alla ra-
dice dell'opera salesiana.
Introdotti ne! vivo dell'argomento, con
ricchezi.a dl documentazione, si trascor-
re la seconda metà della mattinata nella
riflessione personale, con possibilità di
accostarsi al Sacramento della Riconci•
liazione.
Nel frattempo, il Rosario meditato,
condotto con sensibilità mariana e aper·
tura all'attualità, dalla Segretaria Coor•
dJnatrice, Pinuccia Cantù, tiene ancora
uniti in preghiera, per più di un'ora.
La pausa della mensa offre i'occasìo-
ne per una conoscenza reciproca e per
uno scambio di esperienze.
Alle ore 14 si riprendono I lavori e
Don Enrico presenta il dlscorso tenuto
dal Rettor MaggJore al termine del se-
condo Congresso dei Cooperatori, per
favorire il dialogo Chiesa-mondo. Questo
discorso, ricco di contenuti e di orien-
tamenti, sarà ripreso e approfondito in
altri momenti di formazione.
La Celebrazione Eucaristica, punto
culminante della giornata, raccoglie l'im·
pegno di tutti, da offrire con il pane e il
vino, perché Dio lo renda efficace ed
attuale.
Prima di chiudere l'incontro, ci si dà
appuntamento per il «Cerdlio mariano•
de11'8 dicembre, attorno all'Immacolata
e a tutti viene distribuita una pagellina-ri•
cordo.
Una gradJta sorpresa è poi riservata a
tutti dalle Cooperatrici di Belledo, sem•
pre cordiali e creative, le quali - dulcis
in fundo - offrono a tutti i convenuti un
rinfresco e un momento di allegria sale-
siana, nella loro sede. Anche questo
contribuisce a rinsaldare i vincoli di fra.
temità fra un gruppo e l'altro e a farci
sentire membri dl una sola famiglia.
Alessandria: Coopentrtd del laboratorio «Mamma Margherita•.
*
Pella: Cooperatrld agll Eserdzl Spirituali.
ALESSANDRIA:
Laboratorio
« MalT'JT1a Margherita»_
L'attività del nostro laboratorio ha pre-
so il via nell'anno 1950 con la presenza
di 8-1O Cooperatrici. Col passar degli
anni il numero delle partecipanti è au•
mentato ed a tutto oggi le Cooperatrici
che lo frequentano sono una ventina.
Le Signore che non possono essere
presenti al mercoledì dalle 15 alle 17,30,
eseguono lavori a casa e fanno perve-
nire o i lavori o i ricavati dalla vendita del
medesimi.
12
Il nostro incontro è permeato non solo
di serenità e tanta famigliarità, ma anche
da un desiderio di preghiera che si espii·
ca con la recita del Rosario.
La nostra attività maggiore è rivolta,
non solo alle missioni vere e proprie, ma
anche a quelle di casa nostra, e cioè, so-
stituire a tu.mi le Suore trasferite con la
scuola materna ed elementare nella nuo-
va sede di San Rocco, a motivo della ri-
strutturazìone dei locali scolastici dJ via
Gagliaudo. la nostra presenza in mezzo
ai bimbi si può considerare un vero e
proprio volontariato.
li nostro laboratorio ha iniziato nel
1982 a inviare pacchi alle missioni; da
allora ad oggi sono stati inviati 15 quin-
tali fra indumenti e medicinali.
Il 24 di ogni mese d trova riunite per
la celebrazione Eucaristica nella Cappel-
la dell'Istituto. Un momento forte dei no-
stri incontri è Il breve periodo degli Eser•
cizi Spirituali; sono giorni vissuti in clima
di fraternità e di pace.
Quest'anno una bella esperienza è sta-
ta l'cestate impegno», un mese di sog-
giorno a Brosso in cui tutte le presenti
(una ventina) hanno vissuto con gioia
momenti di condivisione, fraternità e
amicizia.
Ora ci impegniamo a seguire il con•
siglio che il nostro vescovo ha dato al

2.3 Page 13

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termine della Missione cittadina: la Ca-
techesi deglì adulti.
Una volta al mese questa lezione sarà
tenuta da un Rev.do Sacerdote.
*
PADOVA
(.Monteortone)
U 22, 23, 24 novembre si è svolta a
Monteortone la scuola delegati per Sa·
lesianl e Figlie di Maria Ausiliatrice del
Veneto e del Trentino. Oltre ottanta I par•
tecipantil Un numero incoraggiante che
fa sperare in risultati positivi per l'anl·
mazione dei Cooperatori. Odelegato na-
zionale ha trattato i temi del « Laico Coo-
peratore nella Chiesa, dopo Loreto• e
«Ruolo ed opera del delegato».
Suor Michelina Secco ha invece pre-
sentato «li nuovo Regolamento• e «L'l·
dentità del Cooperatore nella Famiglia
Salesiana».
È stata per tutti una preziosa occasio-
ne per riscoprire il significato della di-
mensione laica quale l'ha Intuita e so-
gmrta Don Bosco e i compiti specifici ri·
chiesti ai religiosi impegnati nel servizio
di formazione e di assistenza spirituale.
L'essersi incontrati dopo il Congresso
Mondiale ha certamente favorito la co-
noscenza di novità e sensibilità emerse
da questo momento forte vissuto dal·
l'Associazione.
Oltre l'esperienza di studio non è
mancato lo spirito di famiglia e di co-
munione tra 1partecipanti. Interessante e
applaudita la presenza significativa delle
oblate del S. Cuore, fondate da Mons.
Cognata.
Padova (Mon1eortone): Otiegatl e delepte Cooperatori L .. JCUolal
*
Monteonone: Delegati e delegate dtl FrtulJ, Veneto e Trendno alb •JCUola delegati•.
BRESCIA:
Seminario Missionario
Organizzato dai Cooperatori della
Lombarda si è svolto a Brescia, presso il
Centro Paolo VI, il pre-seminario missio-
nario lnterispettoriale In preparazione a
quello nazionale del dicembre 86.
Vi hanno partecipato animatori mis-
sionari dei centri del Nord.fuma: erano
presenti anche U delegato nazionale, il
nuovo incaricato nazionale missioni, Pie-
rangelo Fabrini e Marilena Gamberucci
della Giunta esecutiva nazionale.
Don Luc Van Loy, Consigliere Gene-
rale S.D.B. per le Missioni, ha tenuto la
relazione « Riconciliazione comunità de-
gli uomini• misslonarietà» e Don Alfano
Alfonso invece ha guidato la riflessione
sul tema «L'impegno missionario del
Cooperatore selesiano e verifica del pro-
getto Trelew•.
Non sono mancate esperienze e testi·
monlarue di animazione e di servizio
missionario seguite con interesse dai
presenti.
Il seminario è stato per il contenuto ed
il clima di disponibilità e di fraternità, un
aiuto prezioso per far crescere e matu-
rare la dimensione missionaria neU'As-
sociazione e offrire orientamenti ed idee
per l'animazione nei Centri.
*
MACERATA:
Giornate di Spiritualità
per Giovani Cooperatori
La scarsità di adesioni a questa Inizia.
tlva ispettoriale ci aveva quasi convinti a
desistere dalla sua reallzzazione. Ma la po-
sta In gioco ci sembrava troppo lmportan·
13

2.4 Page 14

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te per lasciar la cosa sotto silenzio. Così
abblamo tenuto duro e l'esperienza ha
avuto ugualmente luogo, anche se all'ul·
timo momento abbiamo dovuto perfino
modificare la sede da Ussita a Polino.
Certamente il dima della vigilia e l'a-
dattamento richiesto circa la località non
sono stati fattori che abbiano potuto con-
tribuire positivamente, tuttavia le gior-
nate con la buona volontà del partecl•
panti, hanno permesso di svolgere tutto
U programma prefissato. Esse si sono
concluse con la PROMESSA di una nuo-
va Cooperatrice di Temi. L'Intimità della
celebrazione, la partecipazione commos•
sa di tutti i presenti, lo scambio del doni
ed il clima di festa che ne è scaturito
hanno ricompesato ampiamente le diffi•
coltà dell'avvio.
Occorre favorire Incontri ravvicinati.
Per l'anno sociale 1985-1986 è stato pro-
grammato il ritiro per i Giovani Coope-
ratori: esso avrà luogo mensilmente in
ogni regione.
Se riusciremo ad essere fedell a que-
sto impegno sarà più facile costruire con
essi un cammino di maturazione che
sbocci poi nelle giornate estive di spiri-
tualità che abbiamo fissato dal 19 al 23
agosto 1986.
Speriamo che il periodo scelto sia più
favorevole alla partecipazione di tutti. Ce
lo auguriamo; per il bene che vogliamo
a questi nostri giovani fratelli salesiani
che vivono Ucarisma di Don Bosco nel
mondo, attraverso l'Associazione dei
Cooperatori.
Susa (Villa s. Pietro): E9erc:W Spirituali CC del Piemonte.
*
CAMPANIA
La prima Giornata di Spiritualità e di
Amicizia per I giovani cooperatori I'ab-
biamo tenuta a Tenigno domenica 1O
novembre u.s. Si è rivelata ancora una
volta un momento di ricarica spirituale e
di formazione salesiana. Abbiamo co-
minciato a riflettere, per grandi linee, sul-
la nuova Regola di Vita sottolineando in
particolare l'Identità del cooperatore per
confrontarla con il nostro modo di es-
sere discepoli dl Don Bosco. Il lavoro,
specie nel gruppi, è stato molto Intenso
e ha dato a tutti, all'inizio del nuovo
anno sociale, la possibilità di chiarire
bene chi sono I cooperatori salesiani e la
loro vocazione.
Un momento di testimonianza di que-
sta scelta di vita lo abbiamo vissuto, du-
rante la Celebrazione Eucaristica, intorno
ad Antonio che ha fatto la sua promessa
di Impegno ricevendo l'attestato. U suo
esempio ha aiutato tutti noi presenti (cir•
Eserdzl Splrlruall: un momeuto fone dJ preghiera!
ca 90) a capire ancora meglio cosa vuol
dire mettersi al servizio dei giovani e
come farlo con entusiasmo e disponibi-
lità.
*
PUGLIA
U 1O novembre si è tenuta a Molfetta
la prima giornata di spiritualità dei Coo-
peratori Giovani di Puglia.
L'animazione spirituale formativa è
stata affidata al Vescovo della città,
Mons. Antonio Bello, che ci ha mirabil-
mente illuminati sul ruolo del giovane lai•
14

2.5 Page 15

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co nella Chiesa di oggi con la specifica
vocazione di Cooperatore Salesiano.
U pomeriggio è stato dedicato alla ve-
rifica del gruppo con le informazioni re-
lative al calendario dell'anno, gll accordi
sull'organizzazione di particolari appun•
tamentl presso i singoli centrt, opinioni e
proposte sullo svolgimento delle attività
e sull'itinerario formativo.
*
J'liOVI LIGURE
I cooperatori del centro di Novi Ligure
hanno voluto impegnarsi concretamente
nel vasto ed impegnativo settore della
comunicazione sociale, riproponendo
un'iniziativa già sperimentata in passato
nella loro città ed in alcuni paesi vicini.
Essi si sono infatti Impegnati in una mo-
stra itinerante del libro che, in alcune do-
meniche della scorsa primavera ha toc-
cato località in cui per varie regioni non
è sempre possibile accostarsi ad un
buon libro. Il loro sforzo è stato rivolto
anche alla diffusione della nostra collana
• Mondo Nuovo• proponibUe anche a
chi non mostra eccessiva confidenza
con I libri e la lettura In genere.
Ben accolti in molte parrocchie della
zona i cooperatori hanno lavorato con
impegno per la realizzazione di un'opera
di sensibilizzazione, di promozione e di
diffusione della buona stampa, spesso
sconosciuta anche nelle nostre comunità
cristiane.
*
SAN SALVATORE
MONFERRATO
Domenica 17 novembre si è svolto,
presso la casa di spiritualità di San Sal-
vatore Monferrato, l'incontro dedicato ai
cooperatori dei Laboratori. La giornata
aveva lo scopo di offrire un'occasione di
riflessione, specialmente attraverso lo
scambio di esperienze fra i vari centri.
Attraverso questo proficuo scambio di
esperienze, I circa quaranta partecipanti
hanno potuto conoscere l'impegno at-
tivo di alcuni centri verificando la neces-
sità di risvegliare tale impegno anche al-
trove, dove si potrebbe lavorare altrettan-
to validamente. Ucoordinatore ispettorla•
le, presente all'incontro, ha sottolineato
la vocazione missionaria del cooperatore
ed ha brevemente illustrato l'impegno
della nostra associazione nel settore, ri·
ferendosi in particolare all'opera di Tre-
lew. All'incontro, oltre al coordinatore
ispettorlale Casanova Marco, era presen-
te anche la delegata delle F.M.A. di Ales-
sandria sr. Eugenia Cabella.
*
Bn OGNA
Il 24 novembre si è svolta a Bologna
una giornata di studio e di riflessione per
gli animatori dei centri CC dell'Emilia e
di parte della Romagna, guidata dalla se-
greteria Coordinatrice, Luisa Rigon.
La relazione è stata tenuta da Don Al-
fonso Alfano sul tema Itinerario fonna-
tivo alla luce del nuovo regolamento•.
Sono stati offerti utili orientamenti per
l'animazione dei Centri e chiariti alcunl
problemi in Assemblea.
Nel pomeriggio Guido Pedronl ha pre-
sentato una interessante panoramica sul
Congresso Mondiale.
La giornata sl è conclusa con la proie-
zione di un diapomontaggio sull'aiuto of-
ferto da Volontari dell'lspettoria nella
missione di Dilla, in Etiopia.
ORETTE
Entrambi operai, lasciano il posto per recarsi in un povero paese brasiliano
GIOVANI SPOSI SI LICENZIANO EVANNO ALAVORARE GRATIS
La partenza è prevista fra una decina di giorni - Domenica saranno salutati
(V.L.) - «Il bene non fa notizia ma c'è» di-
ceva Aldo Moro. i! il caso di due giovani sposi
di Forette, Annarosa Brunelli, 21 anni, e Clau-
dio Bonvicini, 22, entrambi operai in due diffe-
renti ditte veronesi, che si sono recentemente li-
cenziati dall'impiego per andare a lavorare, gra-
tuitamente, come coadiutori, in un Centro sa-
lesiano di pastorale giovanile nel lontano Brasi-
le. La partenza, salvo imprevisti di ordine bu-
rocratico, dovrebbe avvenire il 27 di questo
mese e la destinazione è Areia Branca, un po-
vero paese dello Stato di Rio Grande do Norte.
Dopo aver ricevuto mercoledi scorso a Ve-
rona in cattedrale, durante la veglia di invio dei
missionari della diocesi il crocefisso, dalle mani
del vescovo monsignor Giuseppe Amari, quale
«segno» del mandato della Chiesa, Claudio e
Annarosa verranno salutati dalla comunità par-
rocchiale di Forette domenica prossima 20 ot-
tobre, in occasione della giornata missionaria
mondiale. Il programma prevede, alle ore 10,30
la messa solenne durante la quale verrà loro of-
ferto un dono particolare e, nel pomeriggio, alle
ore 15,30 le funzioni, seguite da un momento di
festa.
La comunità di Forette ha già avuto nume-
rose vocazioni missionarie; ricordiamo suor Fe-
dele Dolci e suor Dividica Sandrini, suor Gian-
franca Silvestri, Don Giancarlo Piccolboni,
Franca Venturi ed Enzo Petterlini, ma Claudio e
Annarosa sono i primi laici ad andare in terra di
missione.
15

2.6 Page 16

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Spedlz. In 1bbon. poslale Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
OulndloinaJe di Informazione e di cultura rel/gio$4
L'edlzJone di metà m - del es à perttcolarmente de-
,unm al Cooperatori SalNlanl. Direzione e emmlnl•
■trazione: Via della Pluna, 1111 C.P. 9092 00100
Roma Aurelio Tef. U.31.341.
Dlretton responAblle: GIUSEPPE COSTA
Redattore; ALFANO ALFONSO Via Marsala, 42
00185 ROMA Tef.: 495.01.85; 49.33.51.
Autof1u. del Trtb. di Torino n. 403 del UI febbraio 1949. - e.e.
Poetale n. 2-1355 lmntelo 1: Dll'IZloM Generale Opere Don ao-
ec:o Torino. - C.C.P. 4&2002 ln1Ntalo I Dir. Gen. Openi Don
8oaco · AomJI. - P., «:ambio d'Indirizzo Inviare anche l'lndlrluo
pt!IC9del,...
Queste memorie:
perché?
Trascrizione In lingua corrente
di Teresio Bosco
San GiovanniBosco
Più volte sono stato esortato a scrivere le
memorie delle cose riguardanti l'oratorio.
L'autorità di chi mi dava questo consiglio era
grande. Tuttavia non ml sono mai deciso a co-
minciare perché non mi piaceva parlare di me.
Ora però mi è arrivato non un consiglio, ma
un comando. La persona che comanda è tale
che non le si può disobbedire. E allora comin-
cio a scrivere. Sono cose di poco valore, dette
in confidenza, ma potranno essere utili alla fa-
miglia salesiana. Perché io (lo dico subito)
scrivo per i miei carissimi figli Salesiani, e proi-
bisco di far pubblicità a queste cose sia prima
sia dopo la mia morte.
A che cosa potranno servire queste pagine?
Serviranno a prendere lezione dal passato
per superare le difficoltà future.
Serviranno a far conoscere come Dio stesso
ci ha guidati in ogni momento.
Saranno una lettura piacevole per i miei figli
quando io non ci sarò più, perché Dio ml avrà
chiamato a rendere conto della mia vita.
Se in qualche pagina trovate troppa compia-
cenza, un certo gusto di apparire, compatite-
mi. Sono un padre che prova gioia a raccon-
tare le sue cose al figli, e mi pare che anche a
lor~ debba far piacere l'esposizione delle pic-
cole imprese paterne, e il pensiero che nelle vi-
cende piccole e grandi mi sono sempre preoc-
cupato del loro bene, spirituale e materiale.
Scrivo le mie memorie raggruppandole in
periodi di dieci anni, perché in ognuno di que-
sti periodi si è verificato un notevole sviluppo
della nostra famiglia.
Figli miei, quando leggerete queste memorie
e io non ci sarò più, ricordatemi come un papà
che vi ha voluto bene, e ha lasciato queste pa-
gine come segno del suo affetto. Ricordandovi
di me, pregate Dio per il riposo dell'anima mia.
16