Bollettino_Salesiano_193708


Bollettino_Salesiano_193708



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1.1 Page 1

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ANNO LXI - NUMERO 8
1° Agosto
1937 xv
SPEDIZIONE IN ABBO·
i.AMENTO POSTALE

1.2 Page 2

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BOLLETTINO P RIOPrCO •lE
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S A L E S I A N O Pt-:R,\\TORI DEI t.E
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JI 1. 01.appOn , I m Grazli! aurtbulu, all ' lnll,rceil lon~ di lari.Il
n I nni B -. - L m, <lì Oon Giulivo 1Jo .ani. iec:n,I Il ,
Alla cuoia di an Giovanni Bo co.
LA PIETA EUCARISTICA
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Bo· - r6 ag o 1 5 - il pen,:;1ero corre
spontaneamente n ro an o Fonclncore e
Padre he, qu '
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endo comune a tutti i ·anti, ha in
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mente provvidenziale.
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e li di~e il lpo mortale allo spirito gia™e•
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lezz di forma, ma con organicità d, m t do
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e li anetà di pro rumma, or1enundo, J..
perfetto ducatore, tutte I anime verso l'Eu -
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i rii ono sempre con indicibile
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ia per~rinazi n dal C nvitto
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mon •lii, confessati magnri in ur, prato, e di-
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uom minentem1:.-nte rg nìzza re
un ù tore nato - ù nche qua
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1.3 Page 3

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cedeva colla massima semplicità, non faceva
mai nulla di saltuario e d'incompleto: tutto
studiava ed ordinava, su criteri di fede, ad
efficacia costruttiva e costitutiva.
L'assistenza alla Santa Messa.
Don Bosco l'inculcava quotidiana. Su questa
pia pratica, e sulla comunione frequente fondò
anzi il suo sistema educativo. La frfJ(Jttente Con-
fessione, la frt>que,ite Cmmmicne e la !Messa quo-
Liiliana SQTUJ le colonne che devono reggere wi
edificio educativo, solcva dire. E su questo prin-
cipio impostò la di$ciplina religiosa dei suoi
istituti. Nei Collegi impose l'assistenza quoti-
diana alla santa Messa, con una seconda Messa
letta o cantata, per divozione, nei giorni festivi;
ai giovani degli 01·atori la raccomanda, dispo-
nendo c.:he i direttori ne offrano la massima
comodità anche nei giorni feriali. Ancor oggi
le chiese e le cappelle dei nostri Oratori si
aprono ogni giorno agli Oratoriani; e nulla più
edifica quanto il concorso dei giovani migliori,
operai e studenti, che si fanno una gioia di
assistere alla santa Messa anche nei gìomi
feriali, prima di recarsi all'officina o alla scuola,
tante volte digiuni per poter fare la santa Co-
munione. Egli, che nella quotidillna celebra-
zione della $anta Messa trovava il maggior
conforto alle sue fatiche, alle sue lotte e alle
sue pene ( e), che celebrava come un serafino
e voleva che tutti i suoi sacerdoti si distingues-
sero all'altare per la massima divoz-ione, non
aveva u fioretto ,1 più comune in occasione c;l.i
tridui e di novene pei suoi giovinetti, cht:: quello
di sentire e servire la ll1tssa COfl speciale djoo:do-
11e. L'anno 1861 la raccnmandò anzi come
<t strenna »: Fatevi un grande impegno per ascol-
tar bene la santa Jl,Jnsa e t:iascwio per parte
sua si adoperi nel promuov11rne la divota assi-
stenza. Aveva ragioni particolari per questa
insistenza e le accennò ai giovani con queste
parole: Quest'anno ho molto bisogno che voi
facciate ciò eh~ vi mcco11u:mdo e mi sta molto a
cuore l'(l[te11erlo. Noi sinmo mi.nacriati da graudi
disastri. La santa Messa è il gran me;::;;o per
placare l'ira di Dio e ti>nere da 11oi lonta11i i
castighi.. Ma queste ragioni, che possono ap-
parir secondarie, valevano a far capire ai
giovani che noi non abbiamo risorsa più po-
tente, nelle contingenze ùella vita, per la nostra
salvezza, che il sauto Sacrificio dell'altare. Ciò
che abitualmente soleva inculc.'lre colle paròle
cl.i sant'Agostino, il quale assicurava i fedeli che
non sarebbe pen'to di 11111/a morte dii ascolta
divotamente e con assiduità la sa11ta J\\,Jessa.
-(r) Mtrn. biogr.. voi. lll, png. 354
:::::::
La Comunione frequente.
Nella stessa u strenna» ùel 1861 Don Bosco
ripeté l'altra raccomandazione che aveva suUe
labbra ogni momento: u Si metta pure in pra-
tica quel bel consiglio del Concilio di Trento:
Ogni volta che assistiamo al.la santa 1l1es.~a,
procuriamn di tell(.,'Tci ù, tale stcLlo da poter fare
la nostm saJJta Comunio11e e così maggiormeute
partecipare a quest'augusto sacrificio. I no-
stri Cooperatori non hanno bisogno di molte
citazioni pt.:r persuadersi deU'apo-,tolato del
Santo per 1a freguen7.a della santa Comunione.
Son troppo note le sue industrie e le sue esor-
tazioni. Quello che invece forse è poco noto è
la genesi storica della Comunione quasi ge-
nerale quotidiana che commuove profonda-
mente in tutti i suoi Istituti. Un profano che
assista nei giorni feriali alle Messe di comu-
nità nei collegi salesiani o <lelle Figlie di l\\faria
Ausiliatrice. vedendo giovani e fanciulle ac-
costami quasi ovunque in massa alla balaustra,
potrebbe <;redere a qualche disposizione rego•
lamentare. Nulla di più falso. Don Bosco, che
aveva un vero terrore dei sacrilegi, non ha
nulla di tassativo al riguardo nei suoi regola-
menti: pei giorni ferìali, nè pei giorni fe-
stivi; non fissa neppur un giorno delf'anno per
Comunioni di divozione. Il suo principio è
questo: la mass,:11za lihertd e la massima comodità.
Nla.ssima libertà tanto pel tempo quanto
pel modo d'accostarsi alla Comunione. Egli
preferl anche il disordine apparente ddla li-
bera uscita dai banchi, all'ordine vigente in
altri istituti ove si fanno uscire i comunicandi
banco per banco, per eTitare ogni idea di con-
trollo con danno della spontaneità e della
sincerità.
:Ma, colla massima libertà, la massima como-
t(ità: sempre confessori a disposi7jone dei gio-
vani che hanno bisogno di riconciliarsi, fer-
venti esortazioni, soda istruzione religiosà, ii;Li-
tuzione <li C,ompagaie religiose con programma
essenzialmente eucaristico. E, più che tutto,
l'esempio. L'origine di queste, che ben poc;-
siamo chiamare co,,.vmioni generali qun,ti quo-
tidiane, è frutto spontaneo di w1 movimcuto
giovanile cli corrispondenza alla sua pietà
eucaristica. Basta leggere le JJ.lemorÙ> biogra-
fiche, voJ. V, pag. 478:
Dopo la Conf~en-?Ja di S. Vincemill, ,reil'Orotcmo
di S. F'ra11c1uco di Sales si orga,1izztX1.1a 11el 1856 u11a
nucva Comp'-4:11ia. Da l)lm(che tempo b, alami allievi
era;, raffreddata. alquanto, colla pieta. la diligenza
n,gli studr; è parei:o cl~ la Cma non procedesst. con
quella regolarità di primo, stante if nw111]1'0 cr~sduto
dei giQVmu di f/arle indoli. td11cazi'o11e e prcwim:e.
Un mattino. di •((t'orno fi!riale. cosa i11solita. nernmo

1.4 Page 4

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SOTTOSCRIZIONE
PER LE
COLONNE
E LES E NE
MAGGIORI
L. I 2 .ooo caduna
Come OgUJ"er.\\noo le colon.ne e te lesene mag•
giorl s ,u pllastrl prinoipall del Santuado.
Raccomandiamo cal-
damente ai nostri Coo-
peratori la sottoscri-
zione per le grandi c{)-
lonne e lesene di marmo
che rfvesfiranno i pila-
stri principali del San-
tuario (v. Bollet tino di
marzo u. s., pag. 60).
Quindici sono già sot-
toscritte. Ne daremo fe-
lenco flei prossimi nu-
meri. Rimangono ancora
diciannove.
Prezzo di caduna:
Lir e i- :LO O O .
G li alunni artigiani
e studenti della Casa-
madre si sono assunta
la spesa pei due angeli
di marmo bianco che,
sostenendo una corona
regale, formeranno il
trono per l'esposizione
del SS. Sacr<1mento al-
-i'altar maggiore.
17 r
:::::

1.5 Page 5

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erm, pre1entato alla balmu1ra 11 fare la S1JJ1ra Cf>-
munione: e Do11 Bosco, eh~ ulehrava lo santa Messa,
uoperw la pinidt, m.·etm dòmto senza piiì n"coprirfa
e riporla 11el tabernacolo. Il nwva11e Celestmo Dti-
rando, ch'ero emroto 11e/l'Orator10 /'1,/timo gionw di
aprile, e, sh,dente d, umanito,freqmmtMJo in t,uest'al'IRO
il _qinnnsio dd Co/1~-gio Nf1-..•,io11ale al Com,ine, accom-
pagnato;.· con B,mgwcm,m Girm:ppe, dus fflJ'l!im.,asi
olle srr<Oll' prit1ote, !(li disu, gimdo al Rrmdò. - llai
trÌ$IO .ttoma11e? Don Bosco 11e avrà prwato 1,rr,m
dispiacerei - E ritornati ombid,u, a rasa, srabilìrono
roi Mmpagm Bmll!lli. Màrcellino Rocrl1istli, Va-
srlieu., e /ò,a di formare fra di loro un'unione i cu,
membri seegheS!le:o un giorno feriale della settimana
per nccostarsi alla sacra mensa. in modo che tutte
le mauine vi fossero alcuni wmunicandi E cosi
rmme fotto con grande <--01uola~1rme di D . Bosco. Va
p;n', normo rh6 alla drm,cmro la comw1io11e potel.lSÌ
dir sempre gemrra1'. Sm.,io Domenico m>eva odl'Trto
con 1/anrio a qu,!sta pia 1mi01rl!, ~ pnisò, <onsiglinto
da D. Bouo. a renderlo durevole. Gwdoro ~li adu11-
qus dallt1 solita itrrlmtrioso StUJ car,UJ, sc:elst m.cum
dei 11«,t fidi cm11pag11i e li 1111,itò ad 1min1' inrie,111!
cotJ /w P" {,,,-mare ,ma Compagnia della délf'lm-
,,uu:0/010 Concezione. lo ,tropo era di assirurarsi. lo
prt;tezio11e della gran Madre di Dio in vita e rpecial-
t11E!Ilfe in pwito di ni,,,-ce.. Due me=i propo11eva ,1
Smno a questo fine: esercitau I! promt1(Jt)trl! fJ1'fl1id1e
,h pietà ;,, onore eh J',1faria lmmamlara. e la frequente
Comunione
L'iniziativa dei buoni ebbe un successo
trionfale. L'esempio dei pochi guadagnò la
massa, e la cappella di S. Francesco di Sales
prima, poi la basilica di Maria Ausiliatrice
videro sempre affollarsi la balaustra nei giorni
fe$livi e nei giorni feriali. li magnifico spetta-
colo continua tutt'oggi. Divino collaudo della
<liscrezìone e del fervore del Santo che, senza
fissar date, Sèn.za imposizioni, tras.,;e le folle
affamate al « Pane della v1ta l') dirigendo tutto
il suo apostolato a coltivare nei giovani l'amore
a Gesù SacrrunentaLo. Non parliamo della
Compagtria del SS. Sacramento, nè di quella
del Piccolo Clero, fondate espressamente per
favorire la pietà ed il culto verso la SS. Eut'll-
ristia. La stessa divozione alla Madonna, da lui
tanto promossa e diffusa, come appare anche
da quanto abbiamo riferito sulla fondazione
delJa Compagnia ùell'lmmacofata, ba uno scopo
soStanzialmente eucaristico: portare le anime
fra le braccia di Maria al Cuore Sacratissimo
di Gesi1, palpitante di amore nella santissima
Eucaristia. Nella proùigiosa novena a Maria
Ausiliatrice, da lui consi!(liata, la prima pra-
tica è la recita di tre Pater, il.ve, Glon·a al
SS. Sacramento colla giaculatoria • Sia lodato
e ring.raz.iato ogni momento il Santissimo e
divinissimo Sacramento »; e la seconda è
quella di accostarsi ai SS. Sacramenti; mentre
la raccomandazione finale è di « aver molta
:::::::
:::::::
fede in Gesù Sacramentati) ed in Maria Au-
siliatrice ».
Veramente ammirabile la sua delicatezza in
tanto .zelo ed evidente il suo criterio pedago-
J!ÌCO nella soda form:1Z1one delle anime alla
pietà eucaristie.a. Tutto egli faceva convergere
a questo scopo. Educatore cristiano, sapeva
bene che noi abbiamo un solo Maestro: Cristo;
e che il Divino Pedagogo senza del quale non
possiamo far nulla (J) ha la sua cattedra nel
t.abemacolo più che sul pulpito.
La visita al SS.m_o Sacramento.
Per questo inculcava anche la visita al
SS. Sacramento che raccomandava quotidiana
ed anche più volte al giorno, soprattutto nelle
ore di lotta spirituale o di particolari bisogni.
Una visita breve, di pochi minuti, ma affet-
tuosa, sl da affiatare l'anima con Dio neUa
confidenza filiale che l'Eucaristia, non solo
permette, ma domanda. Riportiamo l:c sue
espressioni più abitual1: Voli'ff che il Sig,wre
vi faccia molte grazie? visitatelo smm,te; vo-
le:te che ve 11e /accia poche? visitatelo di rado.
Volete che il demonio vi assolti? visitate di rado
Gesù m Sacramemo; volete die fugga çla voi?
visitate sooeizte Gesù. Volete vin.cere il demonio?
r1fugiatevz soo1:11te ai pi.tdi di GeslÌ; volete esser
vinti? lasciò.te di visitare Gesù. Mùì ctrri, la
visita al Sa,cramento è tttl me::::o troppo 11eces-
surio per viucere il demonir,. Andate dunqtll! so-
vente a vi.si.tare Gesù, ed il de111Q11Ìo non la
vincerà co11lro di voi (LEMOYNE, Vita di S. Giov.
Bosco; voi. 11, pag. 241).
A questa scuola s'è formata la tradizione
della visita quotidiana a Gesù Sacramentato
in tutti i suoi Collegi ed Oratori: i giovani vi
accorrono spontan~mcnte nelle ore di ri-
creazione, e basta quel contatto col « Dio -ehe
rallegra la nostra giovinC7..za ~ (2) per rendere
più gaia ogni ricreazione.
D N dono della parola n in lui caratteristico,
quando parlava dell'Eucaristia assumeva un'ef-
ficacia decisiva. E ra il santo, era il padre, era
l'amico delle anime che lasciava traboccare dal
suo cuore tutti i palpiti eucaristici, conchiu-
dendo i suoi discorsi con questa appassionata
esortaziont: Cari giovani, vogliamo essere allegri
e eonf.tmti? A,m·amo a,n tutto il cuore G11.nì in
Sacrame11to (.Mem. Biogr., voi. IV, pag. 457).
Ebbene, la scuola del Santo si estende ora
al mondo intero. L'eloquenza del suo fervore
encaristico ispiri ed infonnì la pietà cristiana
di tutti i Cooperato.ci.
( x) Situ me ni/ùl pou,,11.sJacl!Te (G10., XV, 5).
(2) Ad Dtt,m qui faet.i/icat 1ut1ent1tlem meam (Salmo,
XLTT, 4)

1.6 Page 6

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SOTTO LA CUPOLA
DELL' AUSI LI ATRICE
Li visita del M0 Mascagni.
li mese di giugno fu inaugurato da una
visita illustre; una ~ra impro"'·isata.
Verso le 18,30 giunse in porti11eria S. E. il M 0
Pietro Mascagni, Accademico d'Italia, accom-
pagnato dalla consorte Donna Lina, per visitare
le camerette cli Don Bosco e !'Oratorio. Appena
riconosciuto, accorse l'Economo generale Don
Giraudi e fece da guida all'illustre visitatore,
montre il Rettor Maggiore ordinava l'adunata
dei giovani àrti.giani e studenti nell'ampio cor-
Lile e si affrettava a raggiungerlo nelle came-
rette del Santo. Quando il Maestro scese, si
trovò schierati su due ali i 700 giovani ac-
clamanti, al suono della banda. Il sig. Don
Ricaldone pregò il Maestro a gradire l'omag-
gio: non aveva voluto privare i giovani del-
l'onore e della gioia di conoscere personal-
mente tanta gloria d'Italia e dell'arte mu-
sicale. S. E. ringraziò commosso e rivolse ai
giovani nobili parole: « Lascio a voi - disse -
il mio saluto ed il mio augurio. Voi siete for-
tunati di crescere all'ombra di quel grande,
glorioso uomo, affatto superiore, che è Don
Il1>Sco; di camminare sulla strada maelìtra.,
fomiati da questi suoi allievi e degni succes-
sori che vi faranno grandi e buoni, grandi nel
bene, nelL1 religione e nell'amore di patria.
Poichè l'opera di Don Bosco è opera di vera
civiltà. Questo deve darvi tale entusiasmo da
farvi pensare a cose veramente grandi, da farvi
aspirare e desidera.re di raggiungere i più
sublimi ideali, a gloria deUa religione anzitutto
e della patria. A voi quindi il mio saluto e
l'augurio del cuore,,_
J giovani risposero con uno scroscio di
applausi, mentre la banda attaccava unà marcia
brio$a e<l il Rettor 1\\-laggiore accompagnava
S. E. alla cappella delle Reliquie, dove, prima
del commiato, gli fece omaggio di una preziosa
reliquia di S. Giovanni Bosco.
Pellegrinaggi.
Il registro segna numerosi pellegrinaggi or-
ganizzati nel mese di giugno. Rileviamo: un bel
gruppo di alunni del collegio di Roveredo (Can-
ton Ticino) tenuto dai Guanelliani; altri
alunni delle scuole elementari cli Genola
(Cuneo); l'associazione Poligrafici T orinesi
con Messa e benedizione del gagliardetto
Il MV M"l,cllgn.i colla $lgru,r;i
Ira Il Rem>r Ma(glore e l'Economo Generale.
impartita dal direttore della Casa Capitola.re
D. Mussa nella cappella delle Reliquie:
associazioni e devoti da Casorate Sempione,
da Venegono Inferiore, da Cernusco suJ Na-
viglio, dalla parrocchia di S. Eustorgio i.p
Milano. ll gìomo 7, passò a Valdocco tutto il
Seminario vescovile di Casale l\\fonferrato:
ascoltarono la Messa celebrata dal loro Rettore
nella cappella delle Reliquie ed ossequiarono
il Rcttor Maggiore; poi proseguirono per Susa.
TI giorno 8, un pellegrinaggio da S. Paolo
del Brasile. A sera, arrivo di $. Eminenza il
Cardinal Salotti per la commemorazione di
Don Rua (v. Bollettù,o precedente). Il-giorno r,,
arrivo di S. E. lVfons. Gjura,-vescovo di Durazzo
(Albania). Il giorno 12, gli alunni artigiani e
studenti fecero la loro passeggiala annuale
alla Sagra di S. j\\1.ichele scendendo pel pranzo
al nostro istituto di Avigliana. La domenica, 13,
pellegrini da Castellanza, da Rho, da Locate
n Varesino... 14, visita di S. E. Mons. Fac-
obmetti, Vicario Ap. della Tripolitania, che
celebrò all'altare di Maria Ausiliatrice e rivolse
affettuose esortazioni ai giovanL Nei giorni
seguenti, altri pellegrinaggi da Grana Monfer-
rato, da Magliano d'Alba, da Cernobbio. Nu-
merosi pellegrini, il giorno 20, per la festa
della Consolata.
Il 231 visita deJ dott. Hynck di Praga, venuto
a Torino per una dotta conferenza sulla S. Sin-
done a.I Teatro Carignano. Pellegrinaggi da
Imperia e da Cavenago d'Adda.

1.7 Page 7

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Nelle domeniche si sono distnouite le feste
esterne del SS. Sacramento, colla processione
eucaristica per le vie della parrocchia, del Sacro
Cuore di Gesù e di S. Luigi, patrono deglj
studenti e dell'Oratorio festivo. Funzioni so-
lenni, comunioni generali, llluminazione e spet-
tacolo pirotecnico.
La festa del Rettor Maggiore.
Il 29, festa onomastica del Rettor Maggiore.
Secondo il programma tradizionale, fu prece-
duta, la vigilia, dall'inaugurazione dell'esposi-
zione di arredi.. sacri preparati dal Comitato
Centrale delle Dame-Patronesse e dalla solenne
accademia serale. •
La cerimonia di inaugurazione fu presieduta
dal Rettor Maggiore, il quale, udita la relazione
annuale della Segretaria e l'omaggio del rnissio-
nacio D. Ruffini alle benemerite Dame-Patro-
nesse, colse l'occasione per consegnare solenne-
mente alla M.archesa Cam1en Compans di Bri-
chanteau Challant ed alla Contessa Maria Te-
resa Camerana la Croce pro Ecclesia et Pontifice
conferita dal Santo Padre Pio X I all'i1lustre
Presidente ed alla infaticabile Segretaria.
L'eletta assemblea salutò colle più vive accla-
mazioni l'alta onorificenza pontificia che decora
ad un tempo tutto il Comitato. n sig. Don Ri-
caldone ringraziò quindi le Dame-Patronesse
della generosità crescente nel loro sub)jme
programma di apostolato e di carità missio-
naria ed, accennanùo ai futuri festeggiamenti
per l'inaugurazione dell'ampliamento della Ba-
silica di Maria Ausiliatrice, invitò il Comitato
a collaborare con tutto lo slanc.10. La seduta si
sciolse con un inno di devozione al Vicario dj
Cristo, che il Rettor ì\\1aggiore promise di inter-
pretare nella prima udienza del Santo Patire
Pio XI.
L'inclemenza del tempo non pcrm.i::ie l'ac-
cademia nell'ampio cortile centrale. La folla,
delle rappresentanze degli Istituti salesiani,
delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dej Coope-
ratori e degli ex-allievi s.i raccolse quindi nel
salone-teatro gremendolo tutto. La banda salutò
l'ingresso del Rettor Maggiore che, fra le ac-
clamazioni dei giovani e del pubblico prese
posto sul· palco con S. E. Mons. Felice Guerra,
arcivescovo salesiano, il Teo!. Barale, rappre-
sentante S. Eminenza il Cardinale Arcive-
scovo, il Conte Olivied di Vernier, il Presi-
dente degli ex-allievi comrn. Masera, i Superiori
del Capitolo, vari Ispettori e Dfrettori salesiani
ed altre distinte personalità del clero e del lai-
cato. Dopo l'inno ufficiale e la presentazione
dei doni, il Teol. Angrisani, Parroco della_
chiesa di N . S. delle Grazie, apri la serie degli
omaggi, a nome dei Cooperatori ed Exallievi,
protestando l'adesione cordiale allo spirito del
Tor-ino. - An1pllamcn10 della Basilica di Maria Ausillatr1ce. [,o staio dei larnrl al r0 luglio
1 74

1.8 Page 8

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Sampierdarena
Dall'alto ht lxuio: IJ Card. Minorcu.l prov• I nuovi banchi dello Scuoio Pro fesslo•
1iall. • li nuovo fabbricalo delle Scuole Prolesslonall dall'anitoto dJ Via M=•
•\\lcco e Via Don Bosoo. Un'ia.laruanea della cerlaton la Inau gurale.
1 75

1.9 Page 9

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anto ed alle direttive del Rettor Maggiore.
eguirono gli alunni interni ed estemì del-
l'Oratorio1 un diacono dello studentato teologico ·
internazionale ed i rappresentanti delle Case
missionarie, alternando i colla schola cantorum
colla banda che allietarono il programma con
apprezzatissim esecuzioni.• umero fuori pro-
gTam.ma un'alata poesia di D. Rastello, diret-
tore del nostro collegio di Ferrara. A tutti ri-
sp se il sig. D. Ricaldone, ringraziando degli
omaggi e degli auguri, ma oprattutto della gene-
rosa corri pondenza all'appello lan ·ato per l'am-
pliamento della basilica di Maria Ausiliatrice.
itò in particolare l'esempfo delle Figlie di
1\\laria u 'iliatrice, rappresentate dal Consiglio
,eneralizio e da varie Isp ttrici e Direttrici,
che impegnarono non solo tutte le case ma
tutte le loro organizzazioni a concorrere alla
realizzazione dei grandiosi progetti. E ortò
giovani, -allievi e operatori a prepararsi
per le grandi celebrazioni dell'anno venturo
ed invocò u tutti la b nedizione di Maria Au-
siliatrice.
fl iorno di S. Pietro, il Rettor Iaggiore
celebrò la Messa ai giovani studenti, il Cate-
chista generale ig. D. Pietro Tirone agli arti-
giani ed il sig. . Ziggiotti cantò la messa
solenne. A sera, d po i vespri ed i1 panegirico
del anto, il R ttor laggiore impartl la bene-
dizione eucaristica. Chiuse la festa l'Oratorio
fe tivo con un riu cit ettac lo pirotecnico.
IN FAMIGLIA
ITALIA - Genova Sam.pierdarena. - So-
lenne inaugurazione delle nuove Scuole
Pcofes ionali ''Don Bo co".
. el luo:lio 1927 una ivave diswazia s'abbatte,
sul nostro Istituto di Sampierdarena Un incendio
di trUggeva completamente il laboratorio-scuola dei
fale!!Dami, che dovettero adattarsi allo megho per
dieci anni nel teao-in Ma la Divina Provvidenze
fece sorgere da queUe fiamme, come una luce, l'idea
dcli costruzione di nw:ivi l11h ratori-scuole, nell'am-
pia area di propri dell'Istìruto, che poressero de-
gnamente so titui.re. i vecchi laboratori in parte ro-
vinati, quRSi tutt, inadatti alle esi.ll'enze moderne.
L'idea vivamente caldeggiata d i vari direttori e
nelle riunioni degli eir-allievi, prese coni,istenza
aU'affiusso delle continu pres nei domand , che
si dovevano respi~e a ca.usa delle nstr ttezza dei
locali. Nel settem.br del 1935 se ne iniziava la
realiz.zazione e in meno di due annj l'opero era
compiuta
lmponente di mole ~ elegante di linea. la nuova
costruzione rJsponde alle ultime sigenze tecnicbe
ed igieniche e rge su un'area di 2:300 mq. 1 con una
lunghezza perimetrale di m. 170 ed un' ltezza di 15.
ul fronte, che guarda la Vili Mar..:ucco, ol pianter-
reno trovasi la cuola Tipog-rafi, Compositori ed
lmpressori e quel! dei Legatori. ll'llngol lT1l via
MtJ7..zucco e via . Giovanni Bosco un ampio sa-
lone, destinato alla Scuola Elettm-Mecca.nici I
primo piano, ampi locali per le Scuole dei arti e
dei lzolai, due grandi auJ ed un imlonc per la
Scuola di Disegno. Al secondo piano un vastissimo
dormitorio (m. 45 per 13,50) e due sale da studio
Dal fronte su via. S. Gio"'n.nni Bosco al pianterreno
la cuoia di Meccanica (m. +6 per 10), al primo
pia_nq L-t cuoia Falegnami-Ebanisti della tessa am-
pie27,a, con annessi locali macchine e maWlZZ,eno.
Al secondo pian ette nulf scoiastiche con ampio
corridoio. Alla ~mndiosù:n delhi nuova costruzione
contribuiscon non poco i vasti porticeti e terrnzzi
interni, cbe scorrono lun~ i vati piani (m. 109 per -4 ,
utilissimi per la ricreazione nei giorni di piogl{ill
Le mi~liori ditte hanno profuso lc loro cure per
abbellire e dotare di tutte le comodità moderne i
nuovi locali. I disegni dell'Architeno alesiono Giulio
Valotti vennero attuati con rara perizi.o dall'imprese
costruttrice Cav. Giu eppe Stum e Figli; la ditta
G. arto, io ha curato gli impianti igienici e di 1isaJl-
dam nt ; la ditta G. Frac;à ì gli impianti elenn i;
gli allievi Fnb rì-Meccanici e F legnami banno
c:on.corso col loro lnvoro alla pro,•vìsta delle can-
cellate, porre, finestre, . banchi, ecc
LA CERIMONIA fNA GURALE. - Tanta opera me-
ritava davvero di essere consacrata con una ceri-
monia Jenne, che in oerto m do compen..~asse
umanamente i sacrifici, le fatiche ed i di~agi sopp cr-
tari per In re.oliZ?AZione della grandi costruzione
dai alesiani, dai Cooperatori e dagli ex-aUievi.
E venne fissam la dato del 31 maggio, 1' genetliaco
di S. S. il Papa di Don &~co
Alla data fissara, grazie al lavoro febbrile accelerato
n.-gli ultimi giorni, il grand fu.b ricato guardava
lindo sui vasti cortili interni, divisi da una 10dovina-
tissim11 rerrv.za costtutt.11 finitB all'ultimo momento,
pronto per l'inaugurazione.
lruiugurazione solenne per l'intervenco delle mas-
~1me Autoiità e personalità citradinP; e nello stes,;o
tempO familiare per l'intervento di e ·-Direttori
dell'Istituto, ex-alllevi e oopemtori
Alle u ,30 s~ periori ed alunni accolsero con inde-
scrivibile entusiasmo il Rettor Maggiore il quale
giunse accompagnato dall'Economo Generale. O
nuovo edificio era tutto un trionfo di tricolori, di
gonfuloni pontifici e d I comune di enova intom
ad un grande quadro rappresentante Don .Bosco
anto. All'indìri22-0 di omnggio di un giovane alunno,
il sig. don Ricaldone rispose con un paterno af-
fotruoso saluto, eugurnndo che i nuovi locàli con-
servino per sempre il profumo della loborfosi e
delle virtù dei prinii giovani ohe li hann occupati,
come i calici conservano il profumo del primo li-
quore.
Alle 15 cominciò l'afflusso degli invitati, in anesa
dcll'orrivo dell Autorità. Alle 16 giunse suo Emi-
::::::::

1.10 Page 10

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MACERATA
Decurioni Saleslant ln -
enutl .al Convegno••
~e::'bslde di!lla chiesa "
1 dell' Istituto. • Gli
par e ex-alllevL
- - 177 -----

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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nenza il cardinale Minorem, Arcivescovo di Genova,
ossequiat() dal nettor Ma~iore , dall'Ispettore Don
Antonio! e dal direttore Don Garbarino, e salutatu
dnllc acclarna?.ioni del pubb)jco e dei giuvnni. Sua
Eminenza prese posto con S. E. il Prefeno Albini
ècl il sìg. Don Ricaldone oell'appos.ita tribuna. Fnee-
vano corona agli illustri ospiti il Comm. Rossi in
rnppresenl.anZà del Podestà, l'On, SenatoreBroccardi,
il Cumm. Brichetto in rappresentan7.a del Segretario
Federale, il prof. Cav. Monaèo per l'On. Provvewtore
agU Sturu, il Comm. Chiarella, -Presidente onorario
dell'O. N. B., il Cuv. Sparviero per il Fiduciario
del P. N. F. per Sampierdarcnn, il Cnv. B..1lbi per
il gruppo A. Mussolini, iJ Tenente Colonnello Ber-
toni per il Comandante del Porto, ìl Commii,..qrio
cav. Lucchesi per il Quesroré, l'Avvocato Genero.le
Comm. Voena per il Procuratore Generale del Re,
il Civ. G. B. Buzzo Còmmi...sario Podestarile di
Sampierdllt'cna, e tutw un seguito di penionalità,
tra cu1 li Cnv. Stuta e Figli, il Gr. Uff. àvv. Mangini
Ptesidènté dell'Unione ex-nllievi, il Gr. Uff. Avv.
Viale., l'On. Avv. Boggian-0 Pico, il Don. Danovaro,
il Sig. Sartoris, il Cav. Casagrande per l'Unione
ex-alUevi di Novi, il sig. Nino We-rle per l'Umone
ili Savona, il Cornm, lng. DufoUT, ed altri numerosis-
simi cx-allievi ed amicì dell'Opero Don Bosco.
Dopo ìl suono deUu Marcia Reale e di Giovinta.za
un gio,·nne nrtiginno diede il ben venuto all'Em.mo
Cardinale ed alle Autoriclr, qwncli l'On. Avv. Emilio
P,irodi lesse il discorso uffi.ciale. Riassumerlo ,Sarebbe
impossibile, tanto fu denso cli pensiero e di rievo-
caz.ioni stotiche: fu un'esaltezione dell'o1;>era benefica
Bosco e di nmn l'nzione dei fig)j di Don
ma special-
mente delle Scuole Professionali, confortata cl.,I
va.lor delle cifrè documentanti l'opera che i Figli
cli Don Bosco svolgono in tutto il mondo per l'edu-
cazione cristiano e patriotticn della gioventù più
bisognosa.
Cnnmto l'inno a Don Bol!Co del !\\'[li doI) Pa~ella,
prese la parola S. Em. il Cardinale Minoretti, cbe
paterruunente esortò i giovani a compiere con spi-
rito di cristiani e italiani il loro modesto lavoro di
e artigiani-, pensando che mm il po1,to cl1l! ùmalza
gli uomini dava,rti a Dfo, rna il modo ron mi quel
posto, alto o modesto, :,i ou,4pa.
Quindi l'Em.mo impartl Ja bem:dizione di rito,
fra 11 reHgioso raccoglimento degli intervenuti, i
quali seguirono aubito le autorit,ì nella visita de.i
nuovi locali, nm.nùrando i giov,mi artigiani che nel
frattempo avevnno già ripre,;o il loro postu di lavoro.
Numerosissimo pubblico continuò poi le visite
ai nuovi locali od oll'csposizione dei lavori n-ei giorni
successivi.
Macerata. - Inaugurazione del tempio a
S. Giovanni Bosco.
L'Istituto di Macerata nelle sue fiorenti orl!3-0tz-
zazioni di Cooperatori, Dame patrc,nesse, ex-allievi
ed 11lunni, sustenuto e incoraggiato da una falange
di arruci, è riuscito m due anni o oostnJlre un bel
tempio dedicato o S. G10\\1lUllli Bosco, progettato e
e.urato daJl'Arcb. P rof. GillllCppe Felici.
Affiancato aJI ' Istituto, con la focciat:1 prospiciente
sul Viale Umberto r, nella semplicità delle linee, è
un edificio imponente, pieno w luce e di gaie2za. La
grande navata centrale, larga quasi dieci metri, è
M acerata. • L ' lalll uto Salesiano nl completo.
::::::
::::::

2.2 Page 12

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coperta a volta a tutto sesto, e divisn in tre grandi
campate più una in fondo che ha servito a rica,•ilre
la cantorÌìL. La lunghezza della nav,11ta dalla pnrete
interna del prospetto alla balaw;tra del presbiter9 è
di m.. 251 50; e l'altezza, aJ culmine della volai, è di
m. 12,40. Jn corrispondenza delle tre campate si
aprono latemlmente tre arcate formanti come sei
cappelle mcs.~e in comunicazione tra di loro da una
serie di archi costituenti due altre piccole navate
laternli, Di fronte alla na~'llta centrale è l'abside,
larga m. 7,50, l)rofonda m. 91 a calottll sferica, illu-
minata da due finestroni Interni.i. Complessj,'lllllente
quindi la chiesa risulta lunl(ll m. 34,50 e larga m. 15.
Davanti nl prospetto del tempio sori,! un portico
o nartèce, che si a.rmoni.z~ con la facciata e che co-
stituisce l'accesso degli esterni al teatro e alla chiesa
Le feste di inaugurazione sì sono s,i>lte con un
v:uto programma diretto sopra rutt-0 a raccogliere
àttomo a Don Bosco la $(rande famiglia Salesiana
delle l\\tarché
LA BRNJIDIZ"IONP. Dfil. Tl!MPJO, - Giovedl 20 ma~-
gio S. E. Rev.ma l\\tfons. Domenico Argnani, vescovo
di Macerata, ha benedetto solennemente il tempio
che subito do()O ~i è riempito di ~iovani, di Cll:•allievi e
di Cooperatori. al canto degli inni a Don Bosco e .alla
Vergine Aw:iliacu Cè, Si iniziò quindi il triduo
predicato da S. B. Rev.m11 Mons. Fe .ice Guerra,
che imp11rt1 pure la BenedìzÌ()ne Eucarì.'<tica.
Segui i1 convegno dèl Direttori diocesani e De-
M ace~a11>. - ln.lnr.no della chl.c..a dl S. GJu. Bosco.
...
curioni che fu onorato della presenza ddlc LL. EE.
Mons. Argnani, Vescovo di 1\\facerata, 1\\1ons. Guerra, proporzionl, ben arieggiato ed illu.minnto. LI.I plntea
Monsc. Gion:lllni e Mons. Lonltinotti. L'aperse Don contiene comodamente 500 sedie e 300 la g11llerin..
Fasulo che porse il saluto del Rettor Maggio, e e
li programma maugurale comprese pure il sa~-
propose i temi affidati ai rev.mi relatori: mons. Ra- gio ginnastico degli alwmi che si svoll!e alla presenza
,1tnini, mons. Ginstozzi ecan. Mariani. In fine l' lsp.et:- di S. E . Mons. Guerra, di S. E. il Prefetto della Pro-
tore don Evaristo ?.1arconldl rinl{raztò le Loro Eccel- vincia., del Federale, del Podestà, del P~idenre
lea:ze dellu penonale adesione al convel{llO e si dcll'O. N. B. e di molte altre Autodtà
compiacque con i nwmtrosi intervenuti della OQOpe-
li ciclo si chiuse colla solennità cli Maria Ausil•a-
rJzione efficace che prestano alle Opere Salesiane. trice, che, celebrata con tanta devozione, prelu~e
Chiuse S. E. Mons.. Argnani con paterne parole di al fe.r-vorc della vita spirituale che il nuovo tempio
benrdizione.
va onnai alimentando secondo le care tradizioni d1
n 211 D. Fasulo tenne pubblica oonferenza sulle S GioYanni Bosco
Opere Salesianeillustrandola oon proiezioni luminose
LA OIOR.'IATA S01.RN"NE, - La domenica z3 maggio,
il tempio ngurgitava di giovani, di ex-allievi e di
amici. La Mc.s,sn della Comunione gcner11le, celebrata
da S. E. Mons. Guen11, fu un vero trionfo eua,.ti.stico.
Grande solennità assunse poi la Messa cantata <:on
assistenza p<mtificale di S. E. Mons. Argnani. Fu
eseguita la Messa del .M0 Antoliseì Tu lumorem S. loan-
w·, Bosco, con acoompagnamento di archi.
Gli ex-allievi, chil avevano provveduto con offerte
personali l'allar TllJl!{giorc. colsero l'occasione per
tenere il loro annuale convegno e procedere al-
l'elezione del nuovo consiglio.
La pre.c;enza dell'antico direttore D . Giovanni
Simonctti, dell'Ispettore D. l\\larcoaldi e del comm.
Poesio rì!SC più cara l'adunata che si clùu&e èoU11
acceltllzione degli alunni di s" ginnasiale ne.lJa fio-
rente Unione, presieduto dnll'avv. Ciaffi.
Nel pomeriggio sj inaugurò l'ampio teatro rica-
vato nel piano sottostante alla chiesn, colle medesime
Nizza Monferrato. - Com.m.etn.orazione
della Venerabile Serva di Dio Madre
Maria Mazzarello.
li 9 mnggfo l'Ts-6tuto delle FigJje di Maria Ausi-
liatrice ha celebrato nella Casa Madre d, Niz7.a Mon-
ferrato il giomo centeruuio della nwscita della sua
Confoncfatrice., la Venera.bile M-a.ria Domen,cn M1i:c-
zar~Uo.
il.anno onorato di loro presenza le cerimonie della
gioruatn S. Eccellenza Rev,ma Mons. EV11sio CtlJU,
Vescovo di Parma, il nostro Rettor Mal:(giore col-
l'Economo Geneiale, le Supedore del Co0$iglio Ge-
neralizio, il Clero e le Autorità di Nizz.1, e gaie schiere
di a:~allievc accorse a centinaia con le loro Diret-
trici e Suore dai vari centri dd Piemonte, della Li-
guria e della Lombardia.
Fin daU'alba i fedeli banno affollato il Santuario
:::::: 179 ::::::

2.3 Page 13

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GENOVA-SA~
rSo :::.:::
Inaugurazione delle .nuove Scuole P1"ofessionall Salesiane.

2.4 Page 14

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PIERDARENA
Istantanee della cerimonia e veduta cli alcuni labora1ori,
-

2.5 Page 15

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d1 N. S. delle Or.me assistendo alle sante Messe che
SJ sono susseguite nella mattionra.
Alle ore 7 ha celebrato il sig. Don Ricaldone, il
quale, additando l'esempio della semplice e pu111 vita
della Venerabile, h:1 pronunzìato commoventi parole,
esortando i fedeli ad un rinnovamento pratico degli
ideali cristiani, che il mondo tenta di solfucare, di-
struggendo con ciò la .stessa sorgente dell'umano
benessere
La OU1ttinata è trnscorsa tra le festose accoglienze
delle pcrsorutllrli ed ex alunne, cm la devota sfil111'8
alla tomba della Venerabile e la visita alle opere
da lei fondate e affidate all'ap<istolato ~Ile sue Figlie:
l'educandato con gli ampi cortili e luminosi locali
che accolgono oltre duecento fanciulle, le scuole ma-
i:tistrali dove le giovinelte i.nizi&no e portano a compi-
mento la loro preparazione d1 allieve-mae.~tre, i lo.
borntori di cucito e di ricamo, le sale d1 musica, dì
pirrurn e la palestra ginn1Mico
Alle 16 si iniziò l'accedem1a commemorntiVII.
Uopo ~i inni e le acclamn7.ioni artisricnm..,nte ese-
~te dalla scuole di canto, S. E. Mons Colli, con
l'ornatll sua parola, tenne il discorso ufficiale esal-
rando nella Venerabile • semplice, forte e ~ia •.
In donna forte • del Vanirclo.
Germogliat:, da llll1I fam' glia essenzialmente cri-
sr,ana. si ell'vo sullo ~telo della sua Jtiovinezza • finre
d'oro di ~ntità •· Già creatura di S. Giovannì
Bosro per l'eletta dist1osiz.1one d.ell 'indole sua,
quando la Provvidenz.a l'awicmò al Santo, Ella lo
riconobbe e gli fu fii,tlia fedelissima, assimilandone
la parola con forza tale dn trru1metterla alle o:ugHaio
delle sue fi!{lie sen?.a menomarla. Mo!ritò l'elogio
biblico e n'ebbe anche il premio: • col frutti' dt)Jle
sue mani piantò una vi~R
Ecco iruan:i tutte le genti deJ mondo già. conOllCono
il nome, le cnse., le op""'· le sue Religiose.
L'oratore conc.luse con la rjevoaizione di un epi-
sodio parrirol11re: nel 19z8 al ternp<> deU'eruzio11e
ddl'Etnn, n Nunziata nei pressi di Catania, l'imma-
gine di Don Bosco espo,,'111 sull'alt<> di una casa da
una Piglia di Maria AusWatrice, tratteneva a 7 metri
dal pae$e l'irrompente lava di fuoco che lo andava
stringendo con cinque orrendi tent-Jcoli. e Cos
- arufiunse l'oratore - le Figlie della Venerabile
fanno con la loro larga e sorridente bontà affettuoso
argine intorno alle fanciulle contro il male che le
insidia e le preme •
All'elevata paro'a cli Sua E~llenza rispose com-
mosso il si,g. Don Piclro Ricaldone, ringraziando
Mons. Colli dei momenti felici , fatti cra11co1 rere
al pubblico nel delineare l'attraente figura della
Vene1abile. Come mimuore • S. E. aveva saputo
sca-vare nella ricca apinroaljtà della Venerabìle Madre,
traendo dalla prnfondirà dell'umilissima sua vita le
preziose perle delle vinil caratteristiche. f1 Rettor
Maggiore poteva oonfennar11 che davvero la Vene-
rabile ebbe il frutto biblioo promesso, perchè da
un'estremità all'altra del mondo fiori$oono, in ric<;a
fecondità, le opere delle sue figlie, le Figlie di Maria
Ausiliatrice
La vasta accolta sciolse quindi un evviva di omBg-
- - 11:io alla Venerabile, bene augurando per la SUJI ulte-
riore esaltazione; e il coro delle educande proruppe
mae11toso in trionfali note cli gloria.
L:i celebrazione centenaria si chiuse nel Santuario
oon la benedizione eucaristica.
NeUe altre case. - Come Nizza Monferrato,
che oustod1sce le spoglie mortali della Venenbile,
tutti gli Jstituti delle Fi~lie di Maria Ausiliatrice
hannQ celebruto il centenario della nascita con riu-
s.citissnne commemorazioni. Ma le scarse pagine
del Bollt1tti110 non bastano neppur.: a brevissimi
cenai.
Ci açcontentiamo di ricordare che nella Cllsa che
porta il suo nome, a Torino, borgo S. Paolo, tenne il
cin,oorso commemorativo S. E. Mons. Umberto
Rossi, vescovo di Asti, e nella CaJ1a gcnera.lizia di
Torino l'Ispettore $11{esiano dott. D. Roberto Fanara.
Mussolinia di Sardegna. - La prima festa
di Maria Ausiliatrice.
Da circa un anno, i Salesiani lavorano nella Par-
rocchia di MUS!lolinia, e insieme con la divozione a
S. GioV11.Dnj Bosco vi hanno portato anc;be quelu
della sua Madonna •·
L'Arciconfretemita di Maria Ausiliatrice conta già
fra uomini e donne drea 500 inserirti. Particolare
solennità ha assunto la prirna festa celebrata in suo
ooore al termine del ml.'$e cli 1nnggio rutto predicato.
LI 24, fu dedirnto alla Patria e santificato colla co-
munione generale della giovenrù. Commovente,
In sera della festa del Corpus Domùii, la bcnedi:,;ione
dei bambini e l'offurtn dei fiori 111la Madonna
Il 30 maggio, numerosissime le $. Comunioni
a tutte le MCS$i!. TI coro dei buoni itiovani mezzadri
cantò con maestTia ta Messa di Haller, e disse le
~orie di J\\lariB il P. Emiliano, Cappucc-ino. Quindi
la bella Statua della Madnnm1 p:.ù\\sò pe.r le strade
di Mussohnia benedicendo rutti. Alli porta del
tempio tutto il popolo riunito attorno allé autorità.,
sentì ancora una volta In parola ispirntn del predi-
c11tore e accolse dcV'Ptamente la benedi?:ione di Gesù
Sacramentato.
La bella giornata si chiuse col Te Dei.nn di ringra-
ziamento al Sil{nore pel Principino di Napoli che il
' giorno dopo veniva battezzato a RomJ1,
O culto di S. Giovanni Bosco.
Fiorisce oma.i non solo in tutte le case salesiane
e negli istituti delle Fi~lie di Maria Awiliatrice, ma,
possiam ben dire, in tutta la Chiesa. Non c'è quasi
centro di Co9peratori o di ex-allievi in cui la sua
festa non assurga a solenni.ti. È f)Oi una gara per
dolare chiese e scuule di quadri o di statue del Santo.
Non tutte raggiungono l'ideale dell'arte; ma tutte
documentano l'inèremento della divozione. Segna-
liamo le inizi,nive man mano cbe ci giun~no.
Gr.AVllJ:i,O ba colto il mese di maggio per inaugu-
rare due gruppi di statue: uno dellaMadonna, l'altro
di $. Giovanni Bosco. Le benedisse S. E. Mons.
Perrach.on, dopo Wl4 pittoresca fiaccolata Esposte

2.6 Page 16

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alla venerazione nella Collegi~ta parrocchia.le di
$. Lorenzo nel corso del triduo, vennero poi portate
in procelllilione, il giorno della festa, dai Reduci
dolla campagna in Africa Orientale, tra l'entusiasmo
di una folla immensa di cittadini e di forestieri Gli
~-allievi sì fecero vcrnntente onore.
Vim0NA ha inaUJrorato un bel gruppo smtuario
rapp.rese.ntanre Don Bosco fra i ~iov1,oi, con un
triduo solennissimo predicato dal Vicario generale
Mons. Mnnzini ne!L~ monumentale chiesa Santa
Eutemia e co11'nssisten7.a pontificale di S. E. Mons.
Vescovo diocesano Gerolamo Cardinale. 11 gruppo
statuario rimane in ,-enernzione nella cappella ùe.1-
l'lstituto salesiano in anesa dclla progetmta chiesa
pubblica ohe si spera di iniziare quanto prima.
Vt!NEZIA-Ln>ò. Gli c,c-allievi han concorsn coi
Salesiani a donare un aruSIJCO quadro dl r>on
Bo;;_co alla Scuola ElemèntaTe che porta il oorue del
Santo, alle Quattl'o Fontane. Le autorità scolastiche,
con a capo l'Ispettore prof. Dt.lSBO, 1'nccolsero a
festa, ed il Dm,ctore p1"of. La=rotto ringraziò gli
offerenti con nobili parole nel cort\\O di una grazi053
acl!lldemia in cui insegnanti ed alunni cantarono le
glQrie del Santo educatore col più fervido enwsiasrno.
Convegni di Decurioni salesiani oell'lspet-
toria Lombardo-Emiliana.
Questo te.-zo ciel<;> di convegni si iniziò fdiccmentc
nel collegio S. 'Benedetto cl.i Parma, l'R aprile. Vi
partèc.ipa.rono decurioni e sacerdoti delle diocesi tli
PHnna. FidenZA, Pjaceoza e Rcggjo Emilia; un nucleo
distinti) di Cooperatori e Cooperatrici della città; e
l'onnntrono deJ loro intervento gli Ecc.mi Vescovi di
Parma e di Fidenza: Mons. Col i e Mons. Vinncllo
I Vescovi di Piacenza e eh Reggio Emilia, impediti
di trovarsi personalmente, inviarono affettuose ade-
sioni.
Don Fasulo fissò gli scopi e i cararter, del con-
vegno; il direttore del collegio Don Frnnoesèo fui.
stello, d è il b11nvenu10 n.i graditi ospiti; quindj, dopo
la lettura del can,·CW1U precedente fatta dal segre-
tru:io mons. Grassi, si passò allo svolgimento dell'or:--
ùine del giorno, unico per rutti i convegni: r) or-
ganizzazione e azione; 2) culto di S. Gio,=i Bosco:
3) cioqllJllltenario delln morte del Santo
Ne furono brillanti, applauditi relatori i n:v. Don
Aldo MllBini, prevosto ùi S. Giuseppe in Panna;
Mons. marchese Emilio Pallavic.ino, direttore dio-
cesano di Parmn; e il rev. Don Giuseppe Romanj_
p_:irroco di &silieaizoiano
Alle relAzioni seguirono animate, pmtiebe, discus-
sioru cui parteciparono molti dei presenti. Per le
Cooperarrici parlò la sig.na Adriana Arrighi, s~e-
u1ria del Comitato Dame Patron1!3Se, d, cui ricordò
le benèfiehe attività. - Yn1To sewio a particolari mn-
niiesta:t.foni di ,ìmparia, portò il saluto, 1'adesione del
Vescovo e della diocesi di Reggìo Emilia, il Vicario
Generale, .novello direttore diocesano, Molll!, pTof.
Leone Tondelli.
Dopo l'espressione della riconoscenza snlesiana
rinnovata dall'Ispettore Don Colombo, a nome del
~
Rettor Maggiore, chiusero il riuscitissimo convegno
la parola e la beTicdizione degli Ecc. mi Vesco,'Ì 1\\:1.ons
Colli e Mon,i. Vianello
Il =ndo convegno, tenuto nel collegio salesiano
dj 'l'revigho, il t5 aprile, fu onorato dalla prcsc.-nza
dèlle LL. EE. Mons. Franco e Mons. Bernareggi,
Vescovi di Crema e di Bergamo, e dall'ad«ione di
S. E. l\\iom. Ca.zzani, Vescovo di Cremon11 S ..1a Emi-
nenza il Card. Schustcr aveva mandato la sua bene-
dizione.
Porse il :;aiuto salcsì11J10 ai convenuti iJ direttorl'
.del collegio, Don Dc Agostini; fu chiamato a fure da
Ségretar:io e lesse la rela:tione del convegno prece-
dente il comm. Rametli, presidente degli ex-allie,·1,
i quali erano anche rappresentati dal neo-cavaliere
sort. Vincclll'A) Stella.. Frn gli applausi dell'as.'>embleo
fu consegnato il diploma d.l condirettore diOOt$ano al
rev. Don Ge-neiuo Ferrari di Cremon11,.
L'ordine del J(iomo fu trattato e illustrato esau-
rientemente in una cnlda, spigliata discU!,-sipne cui
parreciparono I direttori diocesani Mons. &ssi di
Crema e Don Giuseppe Vava..-.sori dì Bergamo, re-
,,.,,rendi decurioni, e gli stessi Ecc.rru Vescovi che
infine CQnfortarono voti e delibera~oni collo pa'!l.O-
ralo benedizione
Fra l'altro fu stabilito che il convcwio dei deèu-
rioni sia tenuto periorucamente ogni anno alter-
nando le sedi: "Bergamo, Ctema e Cremona e di
indi•e pellegrinaggi di ciascurui diocesi a Torino,
per le feste del 1938.
Al convegno, tMuto iJ 20 aprile nell'btituto sale-
aiano S. Giuseppe di Modena, intervennero decu-
rioni delle djocesi di Modena e Nonantola, di Carpi
e di Guastalla, con a capo l'Ecc.mo Arcivescovo
Mons. Bussolari e gli Ecc.mi Vescovi Mons. De
Ferrari e Mons. Zaffrani.
Furono panicolarmente festeggiati i novelli diret-
t<;>ri diocesani: ccv. Don Bruno Menoçrl di Carpj e
l'arc. Don Francesct> Bassoli di Guastalla. Le. brevi
relazioni, fatte dal direttore dell'Istituto, prof. Don
Domenico Dall'Osso, e dai neo-dfrettorì diocesani,
furono intercalate da nutrite e ,·arie discussioni che
approdarono a prmiche conclusioni; fra le altre,
quella di promuovere un pellegrinaggio interdioce-
sano a Torino per il 1938.
Espressero sentimenti di riconoscenza salesi.nna
l'Ispettore Don Colombo e il sig. Don Seriè; senti-
menti di soddisfazione e di pieno incoraggiamento
$. E. l'A,rcivescovo Mons. Bussolari e gli Ecc.mi
Vescovi di Carpi e <li Gu1stalla che impartirono
c<>n effusione la pastorale benedi2ione.
Il copv<'gnO tenuto due giorni dopo, 2-2 aprile,
nell 'lsrituto salesiano di Faenza ebbe <'.&rattere regio-
nale. li salone-teatro alle ore , o era affollato di decu-
rioni e sacerdoti venuti dn tutte le diocesi di Ro-
magna e di larghe rappresentaru,,e del clero, del se,ni-
nario, di Cooperatori e Cooperatric;i della città.
Nel palco della prcsidmza a S. E. Mons. Antonio
Scarante, Vescovo diocesano, facevano corona il
Vicario generale; il sig. Don Seri~; Moru,. Mauri,
direttore diocesano di Rimini; Mons. Veroli, diret-
tore dìoce$ano di Faenza; Don 81'1Jneri, direttore
- dioc;esano di Imola. Don Fasulo, dopo avere comu-

2.7 Page 17

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Cagliari • 1..'0r.uorlo sa.lc,,J1n,o ha fn.aucurato U •uo XX.V con un bel praJUo :a JOO _pove.rl.
nicato numerQSC e autorevoli adesioni, fra le quali
quelle di tutti i Vescovi della regione, diede la parola
al dm~nore dell'bututo, Don Umberto Caramuchi,
che porse il gnito saluto egli ospiti, e al ~rc1ario,
Don Alfredo Bandien1, che lesse il resoconto del
®nvegno precedente. Fecero rilievi su l'ordine del
giorno, avviando la di~cussionc, il rcv. d1>tt. Don
Mi.chele Gregorio, il rev. prof. Don Michele 13<,ine•
detti e il can Don Vinccru:o Livemni. Ad opportuno
commento del primn t~ma: • organiu.az,one t' 11,eione
les•ero applaudiui rt'lazioni sulle attività delle lnme
Patronesse faennne la sciuctaria, s,g.m Anna Placci
Soleri, e sulle ani,·iàl dt'll'lJnione cx-allìeV\\ il segre-
tario, sig. SCC()ndn CuadaJtnini.
A nome del Rctt,;r l\\111gi:tiore, Don Serit rmgru:iò
commosso per lo spettaoolo cli vlVII 11dcsione ed affe.
:1il)ne offerto dalla Rornngna all'Oporu Snlcsiru,a.
Chiuse Mons. Scnr.inte invitando i Sllcerdot1 ad
11ttuare nel lorc, mm1,itcro sacerdotale e ru1rrocchiale
1tl'msegnarnenti, 1 metodi e l'apostolato d1 S. C.
Bosco
Il conveyno, tenuto ti 28 aprile nel eolll!j{IO S. Am•
bl'Ollio di ;\\lilàno a cui partcciparc,no decurioni delle
dioc~i di l\\Llano, Lodi e Pavifl e una lnrJ(a schiera
di Cooperatori e d1 Coopcratl'ici della c1rtà, fu aperto
dall'Em.mo Card Schust«r. Rilevando in S. G Bosco
lo spirito di pre,:rh111ra, pur nell'intcn,11:à in~santc
e 1nailmntc dello attività esterion, e la prc,fond11
umiltà, pur nel!a ticchena privilcgiatu di doni nati.I•
reli e sovrannaturali, l'Efn.mo Presule esortò tutti
:::::
ad una pietà fervente ed a$Sidua, 11egreto del successo
ne!Jc opc:-rc dr tl.poStoluto e d1 bene.
JI rc,icconto del com 'clltln, tenuto nel 34 in ()CCII•
sione delle feste della caooniz1t.1zione ds S. G. Boooo,
fu ltttc, dnl lle~tano, Mons Mario Barb=chi.
rettore di S. Raffaèle.
,
Relatore del primo temn fu 1\\fons. lreneo Ba~,,.
direttore diocesano di Pnvin. Il mnncato ìntl•rvcnto,
per indisposizione, del relatore del ~econdo tema
cuhn di S. G. Bosco moltir,lic:ò gli oratori giucch~,
invitati dal ~latore, prc!Sero In parola numerosi
decurioni dtllc tre diocesi II tN.t1moniare il crc<1cence
alla1gllJ'Si, in estensione e in forvorc. de.Ila dh:cmone
ver;o S. G Bo!ICO in Lombard111.
Tcr,,o rcfatore fu il prc,•osm di Busto Arsizio,
Mons Norberto Perini, il quale, pur comun,cundo
l'ClSpl•rien:w di più consolanti frutti spirituali (mc!•
nuti dn pellegrinaggi e 2ruppi pnrticolari, caldt1tgiò
la propOijm, fervidamente eccoltn dall'assl'mblcn, d1
un ,rmndiO'IO pellegrinal!lfio lombardo, l'11nno pros•
simo, .il santullrio ampliato di Valdoco,
Nel conv,,gno, tenut<J il 1tiorno dt>po, 29 aprile, •
Sondrio (}er la Valtellina, i relatori 3e't{lllllarnno la
ricorrenzu del 40° anruven1urio di fondazione del·
l'Istituto S. Rocco
Il direttore, Don Lc,rcn?.o Saluzzo, dopo avere
comuniaito le cordiali adesioni del Vescovo di Como,
S. E. Mons. Macchi, e dd no,,-ello diretmre d1occ,
sano, rev. Don Bentivogho '1oschim, dolenti di non
potere partecipare per.;on11lmenre al convci:mo, ri-

2.8 Page 18

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Somlrio, m:I r •utrP
a.n d11un, Walo ro ), U m oJlar!O al lavoro col Bororo
lo c,l.on Ioni,
I no lri issionori implorano oiuli. on li 6bbondonale.
So len te~ colla va lro C6rifà.
- - I .-

2.9 Page 19

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DALLE NOSTRE MISSIONI
\\ MATO GROSSO (Brasile).
quanti la vedono. Quc:1tà ruota magnifica
aziona, oltre alle macchine per la lavorazione
Agricoltura missionaria.
della canna. della man<lioca, e per la brill:1tura
dd riso, anche una sega circolare e una a na-
Amolunmo Pudre,
stro, una buona piallatrice, due torni, cui uno
meccanico, un mulino. una perforatrice, for-
t bello immaginare il miss.iooano con la croce mttnuo una bella officina che! è in muratura
in mano in atto di predicare la djvfoa parola... co-pcna di Oltìme tegole pure dt nostra pmdu-
Eppure quanle volte egli deve almeno alternare 7.Hlllt:.
la croce con la zappa, col badile, con la c:;cure,
Non è poi da dimenticare la dinamo che
col martf'llo, con la caziuolal Allora è chiamato illumma ottimamente tuua la residenza nostr;t
11 pioniere di civillà •, ma sempre m1Sllionario e delle Ruore, e ci diverte lantn quando si ap-
et.e lavora; e non pt.:r guadagnare, ma per am- plica al cinematografo.
mae;,trare e per a, ere il cibo per e per 1
ln tutto questo non ,; e un vasto campo Ji
......
suoi neofiti e cristiani.
atti\\'iÙI per il missionario catechi,ta? Sicuro
Co-;ì avviene in questa Missione che dalle che v1 è•.. E il Signore ne mandi molti di buono
vaste piantagioni di rii;o, di canna da zucchero, spìrito.
di granturco, ùi mandioca, trae quel neces-
Scusi, wnato Padre, se l'ho intrattenuw ù1
sario che non polrebbc aYcre per altre vie. E il cose che potrebbero apparire di poca impor-
lavoro è benedelto dal Signore.
taID'.a nella vita di un missionario; ma esse
Oltre alle suaccennate coltivaztom che si formano come una cornice, che inquadra il
direbbero o base •• il missionario sì sforza di lavoro spirituale di questi suoi figi.i m Don
introdurre e di acclimatare anche svariate qua- Bosco Santo.
lità d1 ortaggi, di uva e cli frutta, fm cui il
Sw,gradouro, 19 marzo 1937.
pesco de] quale già gustammo il frutto s11poroso.
\\nni or sono, il Bollettino (maggio 1932) si
Aff.mo in C. J.
occupò anche di un tentativo di coltivazione
dt frumento; e orn la fotogrnfìa documenta
l'ottimo risultato della... campa~a. li mazzo-
Sac. CESARS AL.BISETTI
Jl.J,ssitmario Salesia110.
lino di cinque anni fa ci ha dato dei hci co-
\\'Oru. Cosl ci facciamo le ostie per la santa
messa col frumento qui prodotto, e credo si
possa dare per definitiva e costante tale colti-
GIAPPONE
va7,ione adatta in qu,ùunque giorno dell'anno.
Pt>rb la pianta~ione che produce la ipiga nel
Fervore di opere di carità.
1empo dellt· pioj!ge è incerta, perchè il ~nino,
invece cli maturare, facilmente imputridisce o
germina nella medesima 11pi1?A. Più :-icura e ùi
Amatrssimo Signor Don Ricaldcm6,
miglior risultato è la piantagione fatta in prin- Lo spumo per la mia povera abituale rela-
cipi.o di mar..-:o, In quale produce la spiga al zione mensile mi è tlàto 1.kt alcuru pensieri,
principio del tempo della ~ secca ,,.
desunti da un quotidiano buddista in un arti-
Per completare e facilitare il lavoro agncolo, colo daJ titolo: Il cattolicisrno in Giappone
abbiamo un insieme di macchine a7.Ìonnte da comincia a svilupparsi come cattolicismo giap-
una ruota idraulica. QueUa ancora del tempo pont:,;e •·
dell'indimenticahile don Balzola e:;sendo oramai Scri\\"e dunque il giomah,,rn· ..I mi:;,,ionari
111 condirioni deplorevoli, si arnschib, quan- stnmicn non sono che seminatori, che la~ciano
tunque senza maestro-falegname, la costru- le terre che hanno evan~tilìzzate quando hanno
zione di un'altr,.1 con l'opera esclusiva di due compiuto il loro ufficio di seminat0ri... Lu
~iovani bororos. E,c:;si, sotto la semplice dire- Diocesi di Nagasaki e di Tokin (e potevll anche
uone del missionarw, riuscirono a costruire aggiungere la Prefettura \\postolieà di Kago-
una ruota idraulièa in lei,10 con quattro metri shima) se sono state affidate a Y esco,; giappo-
- di diametro, la qWlle desta l'ammirazione di
::::::: 186
nesi, non dipende tanto dal fono che da qualche

2.10 Page 20

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J,
Beppu 1Giappone1. - L 'o11pedaJc, cattol1C10 salesiano
tempo il Giappone sente sempre più coscienza
della sua razza, quanto piuttosto dallo svolgi-·
mento naturale della Chiesa cattolica... Questo
nuovo fervore di giovani preti giapponesi, che
sono dispo,ti ad abbracciare l'apostolato della
cura delle anime è senza dubbio un segno del
tempo, il risultato dello spirito di oggi...». Pro-
segue poi, parlando tlel gran Seminario regio-
nale di Tokio, come casa di educazione fom1a-
tiva dei preti cattolici, e conclude: « •••noi pen-
siamo che l'avvenire promene grandi speranze
se questi giovani preti giungeranno a compene-
trarsi del fondamento di questa religione catto-
lica e del fervore cli sentimento dei giapponesi
in quanto tali... ».
Non è il caso di polemizzare con l'articolista,
di cui ho riprodotto solo i punti che fanno al
caso mio; e neppure Le voglio parlare degli
ideali giapponesi e del fervore specifico di sen-
timento di questo popolo, dell'identità istintiva
e unive!$ale di reazioni spirituali in loro, che
forma la manifestazione più splendida del-
l'unità del Giap.pone e la sua miglior caratte-
ristica: sentimento, che è presente ovunque e
dirige tutta la loro vita. Sarebbe argomento
interessantissimo e che spiega La massima parte
dell'agire ili questo gran popolo; ma rifletto
a quanto la Chiesa vuole da noi come missio-
nari, a quanto Don Bosco, si può dire con vera
passinnc, ha lasciato ai suoi figli missionari
come massimo insegnamento: «..• per le l\\liis-
sioni studiare e coltivare le vocazioni indi-
gene n.
f.: bello veclen: che anche i pagani cominciano
a capire l'importanza e l'ufficio di tali istituti
educativi i ma è più bello ancora vedere il fer-
vore dei nuovi apostoli giapponesi, come pure
il fervore d'azione di tutti i missionari nello
studiare e nel coltivare le vocazioni indigene.
Quest'anno il Gran Seminario di Tokio (filo-
sofia e teologia) conta JOI allievi, che, sotto
la dire1;ione degli zelanti Padri delle Missioni
Estere cli Parigi, si addestrano ai futuri lavori
dell'apostolato in patria Loro. Di questi, anche
la nostra piccola 1\\1.issione annovera già 2 teo-
logi e 9 filosofi, mentre la nostra Pia Società
conta in Noviziato 2 chierici e 1 coadiutore e,
già confratelli, 2 chierici filosofi e 2 coadiutori.
L'aspirandato di Nakatsu, con i nuovi ele-
men6 di quest'anno, si allieta di 21 reclute, e
il piccolo Seminario di Miya7,aki di 50 allievi.
Sono dunque 89 giovanj promettenti voca-
zioni che, sotto la vigile e materna protezione
di Maria A us.iliatrice e di Don Bosco, si ven-
gono educando al futuro apostolato cui si sen-
ùranno chiamare dalia PrO\\'videnza. Siamo
persuasi di seminare e vogliamo seminare a
piene mani... Non tutti i semi giungeranno a
maturazio11e1 ma è nostro do\\·ere, e della più
pura tradi,,ionc nostra, lavorare in questo
campo: quindi, non c'è da terg-iversare. Do-
- - manùo a lei, buon padre, e ai fratelli, agli al-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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lievi e ai Cooperatori tutti, grandi preg:htere
per questo scopo.
Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice, tutte
comprese della importanza e necessità di questo
vitale problema, hanno lavorato e laVV>rano
con assiduità indclcssa, e già contano 3 conso-
relle, 5 novizie e un buon numero di aspiranti,
tanto a Beppu che a Miyazaki. Jdenticamente
le Sorelle della Carità, nell'Ospizio di Miya-
zaki, già contano una quindicina di aspiranti
all'opera loro benefica..
Fonli auive di uli vocazioni sono i nostri
Orar.orietti e ~e opere di carità che si tenta di
sviluppare sempre più fortemente in l\\1ìssione.
Per ciò che riguarda le opere di carità, la chia-
mata di queste care anime alla fede, è il prin-
cipio dirM:tivo di tali opere. [_n occasione del
centenario della nascita della Venerabile Madre
Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausma-
tricc a Deppu inaugureranno il nuovo padi-
ilione 11, Giardino di piccoli gigli n per i loro
cari bambini, oramai divenuto mè.ta, come
l'Ospizio di Mìyaza.ki, di visite nwnerose e
benefiche,
La città di Beppu, con le sue fonti termali e
fanghi (le più celebri del Giappone), è continua
meta non solo di giapponesi, ma anche di nu-
merosi stranieri, che vi sostano, data pure In
bellCZ7/4\\ pcl paesaggio (la Napoli del Giap-
pone} con la caratteristiea delle fonti, dei la-
ghetti, delle sorgenti continue e intermittenti,
durante i loro viaggi di piacere o di istruzione.
I cattolici vengono volentieri alla l\\lissione,
dando cosl buon esempio alla cittlldinanta, e
visitano le opere cattoliche della città. Merita
particolare rilievo la recente ,·i.sita, precisa-
mente a Beppu, dell'incrociatore francese
,, Lamotte Piquct ». S. E. l'Ammiraglio venne
all'Orfanotrofio delle Figlie di Maria Ausilia-
trice e al nuovo ospedale cattolico, e permise
al concerto mutiicale di dare una riuscitissima
esecw.ione nel cortile della lvlissione, il quale
fu letteralmente invaso dalla cittadinanza, am-
mirata non solo dalla finissima esecuzione, ma
anche dal contegno impeccabile di tutto il
personale superiore e subalterno. Anche questa
è ottima propaganda di fede e di apo-
stolato.
Mentre sì cerca di dar più largo impulso alle
ConJerenze ·di San Vincenzo, la Provvidenza
invia nella nostra Missione una nuova fonte di
carità e di ottima propaganda di bene in un
ospedale-tubercolosario (Giardino di b,ce), fon-
dato recentemente a Beppu da alcune volonte-
rose signore cattoliche. A un altro tempo la
storia interessantissima di questa istituzione,
- adattissima in una città come Beppu, mèta di
:::::: 188
migliaia e migliaia di persone in cerca di salute.
Gesù ci viene consolando con queste maniicsta-
zioni di carità, richiamo potente di anime a
lui. Oh sia, questa 1m~va istituzione, vero
giardino di luce per tante e tante anime che
non lo conoscono ancora I
Preg-hi per noi, amàto Padre, e ci benedica.
"fl/Iiyazaki, 31 mar::<> r937.
Mons. VINCENZO ClMATTI
Prefetto Aportolico.
SIAM
Visita del Ministro degli Esteri.
1lmatùswio P"'i.re,
I giornali della capitale hanno parlato in
questi giorni, con larghezza di particolari,
della visita di S. E. il Ministro degli Esteri,
Lua-llg Pratlit Manutham, ai Salesiani del
Siam.
A.ccompagnato dalla gentile consorte, dai due
figlioletti e da S. E. Phra Riem, già Ministro
plenipotenziario presso il Governo Italiano,
giunse Lra noi alle 9 del mattino del 19 aprile.
Venne ricevuto all'entrata dell'umile residenza
di llua Hi.11, dove si trovavano i confratelli
per un breve periodo di necessarfo riposo.
La nostra piccola banda intonò l'inno na-
zionale, mentre le bandiere palpitavano alla
brezza marina. Stretta la mano aJ no5tro Visi-
Latore straordinario, signor Don Candela, che
felicemente si trovava in mezzo a noi, ossequiato
dal Superiore della Missione e dagli altri sale-
siani, fu invitato a passare nel refettorio, adat-
tato per la circostan7.a a salone di ricevimento:
modestissimo salone, i cui arredi, se si eccettua
una modesta poltrona, si riducevano a rozze
panche e a poclù scanni... 1vla c'era, in com-
penso, tanta vita, tanta luce, tanta gaiezza, che
supplivano a tutto il resto.
Tra canti e suoni, brevi indiril'-zi. TI nostro
chierico Andrea Sanit fece rilevare, in modo
speciale, il motÌ\\'O che aveva spinto lui e i suoi
undici compagni siamesi a dare il proprio
nome alla Società Salesiana: il pensiero,
cioè, di essere cosi interamente, esclusivamente
consacrati al bene della gioventù siamese. Parlò
pure, brevemente, il chierico Ulliana. Ringra-
ziò, a nome di tutti, l'ospite illustre per l'am-
bita visita con espressioni di alta ammirazione
e di stima; lo informò delle varie attività proprie
della nostra Società, specialmente delle Scuole

3.2 Page 22

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di Arti e Meslieri ed Agricole; e infine auspicò
di veder presto realizzato il desiderio di aprire
una scuola profes:;ionalc anche a Bangkok.
S. E. il Ministro rjspose manifestando tutta
la sua gioia e ringraziando tleU'accQglienza
avuta. Rivoltosi quindi ai confratelli sia-
mesi: 1, Mi congratulo poi con voi - disse
- che avete dato il nome a questa hene-
roerit,a Congregazione, che tende a far del beni:
ai figli del nostro Paese, a istruirli, a educarli,
a renderli ossequienti alle leggi della nostra
e amata Patria... ed una Congregazione com-
pletamente estranea ad ogni politica...
ij La Costituzione, che da quattro aruù
regge le sorti del nostro Paese, assicura alla
religione, sia cristiana che buddista, libertà e
protezione. Noi siamo nitti fratelli, e dobbiamo
solo avere di mira la prosperità della nostra
terra aiutandoci l'un l'altro. A nome di questa
nostra patria, porgo a monsignor Paso~i e a
tutti ,,oi i più vh,j ringraziamenti per l'educa-
zione che da anni impartite ai j!Ìovani affiocbè
crescano buoni cittadini. Nel farvi i miei più
fervidi auguri perchè possiate sempre più al-
largare la vostra cerchia di azione e di lavoro,
mi metto con vera gioia a vostra disposv.ione
per tutto ciò che vi pos:,~ abbisognare nell'am-
bito delle mie attribuzioni ».
Pensi, amato Padre, alla nostrn contentezza
nel ricevere cosl alta approvazi<me del nostro
umile laYoro, e come tli cuore ne ringra?..iammo
rddiol
Cantato l'inno nazionale a qunttn, voci,
S. E. si degnò pure di visitare il nostro povero
donnitorio, il cui arredamento è composto sol-
tanto da wruli stuoie disseminate sul pavimento
ùi legno... E sorrise qmlndo gli raccontammo
che il venerdì precedente, per circa due ore
della notte, quel dormitorio, ancora senza pareti,
era stato bersagliato da un impetuoso vento di
bUirasca con 1m'acquazzone torrenziale, e glì
inqujlinj - una cinquantina, compre3o il si-
gnor Don Candela - con una coperta sulle
spalle, avevano cercato invano un angolo che
li risparmiasse.
Infine, il Ministro cm fragorosi 1t evviva 11
lasciava il nostro nido, esprimendo ancora una
volta la sua ~' Ìva soddisfazione, specialmente
avendo saputo che 20 chierici salesiani avc,•an
<lato con molto onore l'esame ùi magmtcro
nelle Scuole del Governo, e che alcuni cli essi
presto avrebbero frequentato l'Università di
Bangkok.
Amatissimo Paùre, voglia benedire i suoi
figli tlel Siam, porche siano sempre più degni
del loro compito in questo amato Paese, ispi-
rnri sempre alh: tradizioni e allo spirito di Don
Bosco Santo.
llm, Jfi11, 26 apn"le 1937.
Suo aff.mo m C. J.
J\\lons. GAh,ANO PAsoTTc
Prefetto Apostoli.codi Rajabwi (Siam).
Hua Hin (Slam). -
---- 11 Minisu-o d~ Esteri col si g. D. Candela e Mons. Pasotù.
::::::

3.3 Page 23

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GRAZIE
quasi tre mesi ha potuto per la pdma volt:11 uscire
ed accompagnare il babbo oll4 basilica del S. Cuore
attribuite all'intercessio ne di
per oddisfare la Wl promessa,
MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICE
e di San Giovanni Bo. co.
Roma, 24 nprile 1937.
Dul! Figlie di ~"'1- A,~iliatrice.
Grazie a J\\faria A1jsiliatnce, a S. Gù:r1.1a1111i Bosco
Rauomaudiamo 11i1 a111e111e ai gra~ali, 111'i tmi rii
g11al'iido11r, di speri'fira•e sempre bene la malattia e le
cirro<tu11ze pilì importami. e di seg11art' rl1iara111e11te
la propria fir111lL on si p,,bh/ù:ano hueg-ralrmmle
lt rel=io,,i di grazie rmo1ri,m,, o firmate col/11 sem-
phri i11i~iafi
e a D. R,UJ. - È con animo pien1UT1ente grato che
elevo i miei ringraziam nei a lVI:aria S . usiliotrice, a
io. Bosco e n Don Rua. 1i trovavo in una dol ra
situazione e non po evo spemre pii.I nessun irtler-
vento umano per ris lverla. Il vuot :ittomo a me
eiu completo e ogm soluzione p~ spettata era com-
pletamente fallita. Ancora pochi giòmi e poi non
11a grama temporale ed rma sp1rlh,ale. - f1 25
dicembre 1936 fummo c.hiamnte tel1:fon1cam..nt-e da
R mn per recarci dnlln nO$lnJ mnmmo che ,,ersav:i in
gravis&ime 01 ndizioni
Essa soffri,,a da parecchio t mpo di una miocar-
dite cronica. contratta nella spa0 J1ola d ·I 1918. ( m
in sl!gllito atl url forte raffreddore le soprnvvenne uno
evrci potuto plù avere la forza di lottare. Avevo· da
tanto tempo pregato Maria Wlill trice e Don Jlo.<lco
ed, al colmo di tJgru w1.111.nu resist nza, ho nncoin
pre_ga.to cd invocato fervid:Jm nte il loro aiuto. M,
,•enne empestivamente, qunndo tutto embruva
congiurare contr di me. Di canti altri -fuv ri nvuti
nel pa sam debbo n11coru rin~rnziare D n BosC(l!
Quante volto in circostanze dolorose ho in\\•ocato il
grave bronchite diffusa eh nello spazio di pochi
t,•iorni In ridu$S<: in fin di vita.
I! medico cw-ante non ,:;i pronunzia,•a, essendo \\a
prc,ig:no i molro inctrta per I 1<llarmanti condizioni
del cuore che, non aY•nùo risorse, funzionava me-
diante concinui mt'dk-ame.nci. Chiumttto in consulto
suo aiut(l e fui solle1·l!t I Quante situa,:ioni p •n se
risolt-e nll',mprovviso senza oh11 nessun indizio umano
pote:ise in alcun modo dar adito a speranze I !\\,bi
vogli ancora rin~rllinre on Miohel Rua che,
m, in1'0cato per ottene unn grazia c n la condizioni!
che fosse repentina e subitanea, soddisfece com-
uno dei primi cardiolugì di Romu, confermò la di. -
gnosi del medico curante e ci disse che il pericolo·
pote\\,a anche .:,ssere imminente.
Con questa prospettiva, n n ci rimaneva che aHi-
plct:ameore: la mia volontà si fece forte, il mio ca-
rattere cambiò tomlmente ed a tutt'oggi non ebbi
più nessuna dc,-iazione.
he 1aria
iliatriee, an Gio,11nru Bo co
darci completamente alla bontà e intercess.ione del e Don Rua crmtinuin a ma.ntenetmi la 1 ro prote-
nostro amato Padre Don Bosco, del quale avevamo
gill t,mte olte spe..imentato b potenza. Appli-
cammo all'inferma In reliquia del nnto e~poi co-
minciammq o pregare con tutlll la fiducia possibjle.
zione sino al iomo che li rnggiunga in cielo
Savo11a, 21-IV-37.
CARLO NtCOLÒ CUP.RSO
E:>: allievo.
Con noi pregavano le nostre buone consorelle e le
orfanelle delle case di no ra residenza, per ottenere
la desiderata grazia. 1 gio, ni passa no, ruo le condi-
zioni della no ·tra cara mamma ancia,,ano sempre peg-
giorando... 11 primo dell 'nnno credevamo proprio
che fosse l'ultimo della sua vita; ricevette i anti
aeramenti; il sacer.dote che l'nss:isteva vedendo che
era agli tremi recitò le preghiere deqli 11-goniZ7.anti;
nQJ eravamo tutti ,ntomo nl suo I tto, affranti dal
dolore o.spettnndo l'ultimo respiro.. qu;llldo no~ ro
papà avvicinandosi alla mamma e pnmdendo tra le
sue mani la reliquia ùi Doo Bosco che era appl'
o.I peno dell'informa, tra i singhiozzi, gli prt'fmis 0 che
se lu mamma fosse guarita, avrebbe fa1co la S Comu-
nione in ringni.7,Ìamemo.
'oi due figlie suore, che eravamo più vicino, nel
sentire simile prome~ re,'Vivammo la nostra fi.
Snlvaio da certa mtJrte! - Ero in bicicletta e avevo
appena iniziata la discesa su di ll.Cl3 strada ripid
selciata a ciottoli qu.'l.ndo i freni improvvisamente
cessarono di funziollllre ed io feci una volata dl 150
' metri prima dj poter sterzar verso una a. Mi
fermoì, trai enuto da una mono mi terio a, s nza
aver riportato In minimn fer:itu e senza nver procurnto
danno nlcuno ai viandanti che in quell'ora fucevm
la mia sre.s strada. Tutti quelli che ru;,,istetter al
mio volo disseto c.he S()(o un mi acolo m'aveva potuto
salvare ille I
Avevo con me un'lmmai;:inc del
u re.di Gesù
che mi ottenne, pe.r interce sione di Maria WI, e di
Gio. Bosco, la sah•ezza.
Castellarano, Jo-[X-1936.
lh1tTOLANI Auo, so.
ducia nel nostro amoto Fondatore e lo scongiuran,mo
Don Bosco mi $alva ili u11 pm,roso i11ridenh1 m,tomo-
di concederci le doppiu grazia. No tro papà dal gi rno bilistico. - La d meniCll delle Palme avevo fotto
del suo matrimonio, circa 40 anni, non si era più una gita sulln nostra montagrut, a P<1rretta, con al-
accostato ai an1i aeramenti. TI ignore ospena va cuni amici, due tenenti., un medico e due studenti.
questa triste occasione per toccargli il cu re I
Avevamo passnt la giornata 1n sana ali gria. O po
Vi fu anco qualche giorno di ansia indicibile, aver percotso felìct:mente strade de far venire il
ma sempre piene di fidlfcia speltllvamo la grazia... C-Jpogi-r. , eravamo omni suJL-i ia del ritomo, a
quando (}Oco II poco, I.a mrunma migliorò e il peri- cirra 10 chilometri d11 Pistoia, a. Cìreglio. Discesa
colo scomparve, tra h1 meraviglia di tutti,
ripidissima, burroni e scoscendimenti. Forse per LI
----Ora, grozie ,a Dio e al nostro caro Santo, dopo
::::::
tetreno ba({nato, la mncchina (una Fiar 1500) slittò

3.4 Page 24

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sulla strada. Un miracolo soltanto goteva salvarci,
tutti e sei, cl.a una morte omai Cèrta, Ad uno S\\olco,
l'auto urt \\•io!entemen contro il parapetto un
grns;;o muro, che fu usportnto completamente per
oltre cinqu metri sopr.i un ripido scoscendimento
che scendevn per più di un chilometro... L'automo-
bile fu resp10tn dall'urto, girò .su se s ssa fuccado
un netto dietro-front. sbattè uJ ciglione dall'altro
lato d Lia strada e, nuovamente respinta, perchè il
tenè.nte cl)l' la i;ooduçeyu a, ~-a ornai perduto il
controlJo dì sè e della mt1cchin , urtò nuovamente
sul r~to d ·I pan1petto cm asportò nettàmenre
una parte assai maggiore della prima
To eh devo sul dile posteri re, quasi non m'ac-
corsi del primo urto; non feci a tempu ad av.ere
paura: ebbi $oltnnt la sen.azione dello per,tt1ione
de-ll'automohile sul vunto, nl secondo urtlJ
Restai lmo: in quc,m casi non c'è t •mpo di over
paurn. Ebbi la sensszion d Ila morte vicino, inevi-
t:abile, e portai jJ mio pen111ero a Dio ed alla m iii
forniglilf. Nell \\.rrto, ~li nltr1 mi vennero dd o e
restai quakhe attimo col respiro impedi t . G u~-
d11i il dottore che sedeva \\•1cino a mc. o meglio
ci guardammo. E mcntr• asp tta o la fine, mi
rrovni invece dall'altra parte della strad:i L'auto-
moh,lo, frata~sar ; soltat1ro uno di no1 rif)-OrtÒ u na
s,:affiatun, La conrrospinta d I muro che :rn ro -
busto ? no. la mano di Dio l
Un particolar : un (mente 11,·eva leg:ito al " ll• nte
In e rona del Rosario; mn senza da.re troppq peso
alla l!l!Sa, a va d ·tto: • l\\lè la mi e in ta. ca la me,nlllll
prima delle manovre... t lo VC\\' oon me la reliquia
di Don Uosco. eh non lasci mai. ·u mille proba-
bi lioì ne avemmo soltanto una di sòpra,•viv re. Bi-
sQgnerehbe \\'ed ere il luoQ:O, il mllro lll!POr to , l'au-
rumob1le ... Anche quo,st:J non riportò rutti j danni
che p e, 1iportare ! Rin graziamo insieme il S:-
wior . In d .
Pi,tuia, 27-3- 1937-XV.
D tt. VTNCEXZO 'A.RDI
e. a/Lia~ sal&ia110
Lettera di Don Giulivo ai giovani.
Ini z i a ti v e .
Cari .simi,
~•amo nel mesd dcllr, noJciur J; .. G(O'l'tJll/11 8r,,cn. 16
ai:ruto 1815, ,e, vede,ulo nella hasilìc.a d, Maria Amilin-
trict' 01mzi ÙtQ/traJi , lm..-<,ri J•w (a ~ostru:n'oill' di'/ mn al-
4"r. "" /1ar cli pormi raceomandou 1111 po' di r,ropu;um i,i
per c1mrorrrr11 alu: 1<ro11di 1pe.,e. V11i t·i gn lde /;, t 01lre
f!Ocanae ìn famiglÌà, Otit!t e comointd di tltlfJicinllre umt,•
buoM pt!rromt: ebbette, ,•.,,,,·1at,;IJJ o far qualrht! 1,JJ,;rra per
l'a111pli0111mto della bosilica di A1.aria A,uiHaJriu e per
la rortru:rÌ11t1t' del/'a/Jar~ a Do11 B()sco, Il uostr() r11or~ ~
fl('lli!l'Oso, sapt<t~ fare tanfn bene: illduttriotei:i anche M'
questa sa,,ta 1111/)rMal Cino Bartali, apptna vit1to il Il
l[ITO d'ltalìll, feu ttitita al Cardinale Areìt-cs~ot'IJ di Mi-
limo , gli afjuu una pari,, rltllo 1011111111 gr.ada •11a.1JJ. per
la ,oçtnu.io11 rM/t ehiue 11eUa periferia dilla citi().
s,,,,i,, I s~• d~lln Con1f>(lgm a S. Lt,i!!i della R. n,oln :"1iISChilt1
Italiana Dura degfì Abruzzi• di
appo/ittarrliò
del passoJ!11in chi 11nuro Caiechisla G,merale, i,, ris,t,, ali,
•tose cl'Oriffllt, fecero fra foro ,ma colletta. all'i11,aputn
t/t,i Superiori, ,. tonseg11<rrono al s-ig. Do11 1'irom due lire
(arta11i /,1m:e!) e111zi11J1e rii~ t•algor1o d11eccmo lire italiatu, ,
proprio pttr l'a11,plia1110,to della hw;iUcn di Nlaria Aust'/i'a-
Lrirt ~ per la co>,tnc::ione del/'a/wr;, o Don Bosco anto ..
Btlle itri:ii,uiru,! di roi si ,,, eapad anche t,oi.•. r rom~!..
Corarudo adunq,..,... fntenri sa~r,; i =st,i rucctJui
Dio ti he11ttlica • ._.; crmsuoi semf>r~ allq:ri e s,mpr~
buo,u..
Votnro aff.mo
D n G1 wvo,
NECROLOGIO
Salesi.anj defunti:
SCHJ, RLB D. !iUGENl O. &ac. da Gailinllen (Baden)
t a VaJdjvi11 (Chili) il 24-V1 II-r936 a 65 anni di etil
A vele bisogno di grazie speciali?
Ricordatevi che San Giovanni Bosco ha for-
mato a ltTe anime alla santità e che per rag-
giu:ngcTe la beatificazione e canonizzazione non
basta che la Chiesa document· l'eroicità deUe
,, irtù da loro praticate: occorr anche il i-
gillo di Dio, il corredo dei miracoli. Quando
pertanto avete bisogno qualche grazia ri-
correte fervorosamente anche agli altri servi
di Dio di cui abbiamo in corso le cause: al
l'ei1erub,le Dom,mieo avio, alla vm rabìle !11adre
.Maria l'vfa~zarello, a Dim Mirlule Rua, a Da,i
A11drtta &ltrumi, ecc . e mandateci accurahl re-
lazione della grazie che riceve te. Cosl, mentre
esperimenterete la bontà di Dio contribuirete
pure alla loro glorificazione documentando
la loro interce ·ione.
'l COLETTI D. GIOVANNI, $ac. da San,' r n-
gelo ( orli)\\ t a B lt'm, Pan (Brasile) jl 28-l-1937 a
53 nMi di eta.
u un veto apo tolo per In noscrn missione di Porto
elho (Rio ew-n) ove si protl.iRQ stcnZD ri11p,rrm,o, ~u-
scirando la più \\'i,-.. ammll'!lZione e fuccnù o w1 jlran b~m•
nel camp aivile rcligio o
TEMLI. D. STEFANO, -"""· de Beltinci (J111?osla-
via), t a L1ubljana (Juw,slavia) il 26-n- 1837 a 35 anni
dJ là,
DIAMOND D. PA.TRIZTO, ae. da Kibrca (l rhtnd ),
t a San Fruncisço ( lifomia) il 2.6-U l - 19.\\7 a 7-+ ann 1
di e1à. Fu uno dei prin,i Trland •• aecolti da Don Bosco
aU' rucorio di Torino. Segul, a.neor chierico, ;\\fons . n-
glìero nella PaJagonfa e, dopo parecch; nni di fecondo
lavoro, r rnunò i uoi giorni con\\e perr cn nelln oos•ra
ch1esa del tlr(>1ts Clrrist, in , Franri.uo Cal1for11ia
BARA D . GTUSEPPE, 11&c. da Bnernlm (f'olonl I.
a Os1n:cs6w (Polonia) il 4-rY-1937 5t\\ anni di età.
POirsf;_ D. FRA 'CESCO, sai,. da Mokronoi: (Ju~n-
slàvìa), t Murska oboca (Ju~oslevfa) il 6-IV-rr;17 a
$9 anni di eu\\
~

3.5 Page 25

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Jl10Ll1VARJ D, EUGHN/0 S>lc. da, vldano (Impei:ia),
e1.-. t a • veraro (Reggio lnbria) il 18-IV-1937 a 81 lllllli
di
Direttore di parl"Cchie no,tr Case, eppe c i-
,..-ar,n onmque afferto e vctu,rauone pel suo zelo aposco-
lieo, pel uo splriro di pre~htero e p<ir la sua attivita ilen-
zrnsa e cosrunte
PERBGO JUAURO, cosd. da lul(giò (Milano), t a
Panna il , • • r937 a 74 anni d) età.
t B ~lRBERJS PAOLO cMd. da To,ino, a Pio. asco
(Torino) il 25-V-37 a 68 anni dj u\\ .
A 52 anru, dopo a-vet" coplll"to ottimi uffici, nella &ua
qualità di ;t ometm, i nscrisse alla ociet,\\ Salesiana e
, I prodigò 111 sua !lhilihl t~cniéjl finchè II mnl che non
pe,rdona gli pro~rrò le fu :<e sublimandolo nella virtù
e ndl'am()r<' cL Dio con edili ntè progresso spiritu.1le.
.lfE.\\'GH!Nl El RJCO coad d11 Pomporu;11eo (Man-
tova. t a Roma (Pio Xl) il -Vl•HJ37 a1. 61 anni di eui.
Ottimo mtol(Liatore, fu pr~t,oso rnaestr d'err,• nelle
nostre C1U<è di ;\\,lilano, erano, Roma ~ J>io Xl , . d un
moddlo di r li~ioso pel suo piri10 ll'tleiti no di pr~ghi1:r11
d, tlll.crificit>
C ooperatori defunti:
Cm·. Dott. l!RN'ESTO PETRWNT/ t in U hia B!an,;,,
geRrina ìl 4 11.prlle p. p. in .età di 8o nnru
Nllt(\\ il 2 !{ÌUIVlO r 857 in Car pinon ( apoll) da pia
e n hil,o fnmi~lin .e cn;:sduro nella p.ietò e nello studio,
coronavo i ~uoi brillu.nti studi univèrsi1ari nel 1885 m
Nap<1li collo laur1:11 in medi ina. (nuntn olla m ta, non
pew,ò eh,. ad esser,, fed I.i imita ore di quel gr11nde mar-
tire della carilà CTÌstiano che fu il dottore Giuseppe fo-
,; .
pimo dal ,•iyo de{lrd<:rio dj aiutare e solle,,ar • n Ile
loro nece ità emi figli d'Italia che nelle Yergini ten-e
llltlerlcsne danno ,anri selnpi di o hriet e di la,•oro, l=i
il bel gulfo psrtenapeo e la sua urtala PatTia per H-ci.rsi
n Ila .Repubblica ,\\n:emina, QuJvi con,·alidaro ìl s.uo tìtolo
a Còn:I ba I stabili in an Andres de Giles, ,•icino a
.Bu nos Aires, d ,·'ern un buon nucleo d'ì1aliuni .
.Ben pr 10 &'att;irò le simpati di t\\ltt): medic:o pprez-
7.:ltiss,mo, ertt consultate> da molti altri medici in =si di
gmvitn; nè'Chi poYijfi 11nuv1UlO in lui il loro padre e be-
n Fartor<i; cristiano ferven1 o le,.,. eh dove cn1ras etili
~ &anMe i corpi, =t·ms e pure il sucudoie a cumrne
Wli1n ,
Fude!ejlllto consolare-per parecchi anni in premio delle
•u" l,éno,menenze . M. il Re d'hali" l'insigniva della croce
c,wallere dellii orona d'Italia.
Conosciuta l'o~ra di Don BoBCO, l'amò e ne volle es-
Bèl't! zelante cooperatore. ozi, nel 1932 domand ed
otfènl'l,e tlì trascorr re 11li ultimi anni di ~l,IA ,~t11 nella
casa salesiana di Fortin lercedes, oasi sperduta nclle
immense pmnpas: patagonich , che col ~ntuario dell' u-
iliatrice la Ca.sa di fon:na.zione sai i=a canta mu-
nificenr.e di Maria, di Don Boseo anto. dei uoi
mi i nari e bt:ntfartori.
Quivi ri~plcnde11e il cumul delle vlnu del ,·enerato
do!inre. • n osmnte la oua avanwm età VQlfo confor-
mami In ul'lo alla vitij di comunità, nel vitto e vestito p -
vero ed o~dinnrio, e ncll pro iche di pietà, che adempiva
,;on visibile raccoglimento e fervore.
1n Forrin Mercedes profuse rurti , resori delh1 .suu
acicnza, della ua cant c la sua Sf<:&"8 ,;t:a. E ""OKl!Ì quella
asa di forrnazion vede erigersi maeaiosi nuovi edifizi
riJirl,IT!{Ìtonti dì balda gionnÙl nt'I ed ali g:,a eh ti pre-
pani all'apostolato, lo d,•ve in gran parte qu~s10 .angelo
<li Cllcità ch fu il eompianto clort. Em"");o Perrunti
BOGGERO CARLO t a Caq,cneto d'Acqui il ~' di-
oc,mbn, 1935 n 87 ,mni di età.
E:x;-allie,·o di Don Bosco cW 1 63 aJ J 6:5, crebbe e.Ifa
!IClJDln d.cl amo ottimo educato.re, consacrando i per
oltre 40 anni All'in eg11amen10, li to ~i offrire una 6-
jjliola all"htirutD delle Figlie di Maria :usiliatric"
Do,r AMBROGIO BERNINI t il 20 settcmbre u.
llie,·o di Don Bosco, che gli impose l'obito teh,rc, fu
per 42 anni parroco di Robecco Puv e, ispirando al an o
il suo zelo nposrolico per 1s cura deUe Bmme.
t LT!ONARDJ LUIGI a SpCZ7,lUlO (Modena) 11 13
s aprile u . s., nd anni di et;\\. Cooperau1re fin dnl te.q,.po
di D. I.losco, e istriuo cb Lul 9t so, ,;di, . empre la dif-
fusione dell'Opera &ale5iom1, ~occ;.,rrenclolu econdo le
~ue pol!Sibilità e di\\<ulirnndo la conoscenza dello lìguru
e deUo santità del Fondatore collo diffusione, delle SUI!
b,n,-rafìe e del Bol!1Jttù10 Saluùwo.
cn. frof. LUIGIDI::VOTO t n Mìlano il 20-Vfl-,ç~h
a 72 a.nnì di età. Nella _ uola e nelle cli.r\\ic;he, ton spirito
l!ri11liane>, eompl un:, grand1: mis~fonè educando i dille""
poli all'111J1.on, del ]'!'Polo e dei;ili operai. Anmurato.r" di
Don Bo,ico e forv1do cooperatore predilesse • so,o,.,.nru:
le Opere s;,lesiane i::on cordi t., affetto.
u,:. Ca.,, D(111 l1L4TTEO MO SO t • · magnr,Lt
il 2-n-937 a 66 anni di eri\\, Allievo d, . Gio~-.umi Roseo
profu.se e=rgie, dènllri e sopmttuno hl carità d I suo cuor.-
nella cura d~i giov11nj chc imparò ad amare dul Santi;
Fondatore nel suo prim,o O1'11.rorio. Zelatc>ré dei Coope-
racori, em (rlicc guandll pol"\\'11 iàarivem 1fol nuo,; c
soccorrere in qOll! he modo !'Opero ~alcsiana .
Do11 SERAFINO ZA, ONE t a l3iellt> il 15-111-u.
a 75 anni di età. Per 36 anni Parroco di olla di "etro,
i prpdi,qò per le anime ·on :r.elo pastor le sanr:i abne-
gll:tione, conncrando o/ìni rispnrmir, al.la bendkenza ed
ella riti\\, mic:n de.li pera aale8il'IIUI, lu fo,•orfvit in
rutti i mocll.
P. EMILIO ZUMAGLINl dei ·tllppini t n Biella
" 7 anni di età. Entrato nella n,,:regn1.ione di . Fi-
lippo nel 1892, dal 1916 fu supedoT delln
di Bielln
Uomo di Dio, ave,,. ,I dono del consiglio ed era rice.r-
cmiss.imo per la direzioni! pir,iumle delle .anime. Per
Don Bo(<Co e peì olesi•ni, cari im lllnico e ,:élon e
coope:nuore.
Altri Cooperatori defunti:
Bagnati Giov. Bat1. fu Giac. Bel1111;,ago ( ·ovara) - B ,,_
1ti11◊ Nino, Ca,alet:rm~lli (A,fosssndria) - .Bava nneLm,
Pino (Torino) - Begginto Antonictlll, Pad(J'l)tJ - Betreg
Catecina, Jmer (Trenco) - Boccalane Luigia, C,mzano
(Aie s.) - Boggio Federico, Torino - BroU GiuBepp~. S. 0,-
,ola (Trento) - ap,ito Giucomo, Frtillo Pok i1U! (Ro,•igo)
- tena Lo Giudice Ali11., Rmtdrn1zo (Cat11niK) - Co,:zn-
niga Suor s..,,eria, Ton'no - CMìano sorèlle, Fo'rno C,.,,,a-
r:t.tt (Torino) - Chiasso Maddalcnll, Prolorrno (Torino)
- Con;essa Oro,:lo, Agira (Erma) • Cost1' Angr:lo, Tor-
riglia (Genova) • Cozzoni Danè Luigia, Sp~o Ùupdo
Sohatore, G,mtn."'•S. Pierdareno - Del Ptlro Frnncesco
fu Gius., Cisurna (Asri) • Dian~ lnminin, Roma - Fran-
cone Giuseppina, Mo11toru1To (Torino) - Gncsono 1\\l11r-
gheriru, B~ono (Vicen7..a) • Grassi olombn, • em'rnè
{Asti) - Guiglio Cttrlt>, lJl!/JinJ;fngo (, ovora) • Lìoy Vin-
cenzo fu Felice, Veno$<1 (l'otenz.11) - Moll1:umì Mnrgb -
riro, f,,,.so (Aosta) - Mongino Orsola, TQri!II) - Monti-
C(lne Angela, '1'1.'lkliùno ( uru,Q) • Mo~ etti Roi<u, Mor-
èor1mgu (Torino) - Muzzanj' Va li ggillni Giu~cppa, S.
Giorgio l..1JnL (Pavia) - Oliveri ndd lena fu Atlgefo.
ompo Ligure (G nova) - Osmlll nrichellll Ved. Regia,
COE1111p1eto Po (Torino) • Pa1ncris C..v. mbeno, Torino
PaYoni Teresa, GOJ11;::oniga (Ber~rno) - Peclroli · uor
Vittoria, Aviglionn (Torino) - Pressi D. ilvio, Cm,rp,,-
longo (Trevisn • O=r11 Pietro, Torino - Rabai:ni
Annunziata, Borgo,110,,~ro ( ovorn) - RA0 Anlonio, a-
,iùaiti (Agrigeuto) - RoRlta Francesca ed. Pnnt ·i,
alu.z!Zo (Cuneo) • Ru..ri;:eri Eugcniu, Pirri (Cll!lli ci) -
iler Giacomo, Pad()f,•o - Sulemn Antonia, Trmifi ('l'o-
nisia) - ~ Suor 1aria Antonietta, 1'fifll11t1 - torato
FilomèJlll, Mot11eb6lo (Vìeenn)
::::::
Coo permesso deu· u tor llà Ec clesJJ1Stica. • Direttore responsabile: D . GUlD O FAVlNI
T or ino - Tipoerafia dell a och,tà Edi trice Tnte rnazfonale. Corso R eii!ln<1 Mllrgh erita. 176