Bollettino_Salesiano_193707


Bollettino_Salesiano_193707



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ANNO LXI - NUMERO 7
1° L u g I i o
1937 xv
SF'EOIZIONE IN ABBO•
NAMENTO POSTALE

1.2 Page 2

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BO.. LLETTINO PERIODICO MEN-
SILE PER I COO-
Anno LXI N. 7
LUGLIO
S A L E S I A N O PERATORI DELLE
OPERE E MJSSIONI
1937 - xv
Spedizione in
DI S. GIO. BOSCO
abbonamento postale
SOMMARIO: Il Centenario della nascita di Don Rua, - Sollo la cupola dell'Ausiliatrice. • In famiglla: Italia,
Egiuo. • Dalle noit:re Mission.i: tndia. - Grazie a11rlbuite all'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e di San
Giovanni Bosco. Lettera di Don Giulivo ai giovani. - Necrologio
Il Centenario della nascita di Don Rua.
La commemorazione del/'Em.mo Card. Salotti.
Ardentemente attesa ed accuratamente pre-
parata, la commemorazione del centenario
della nascita del primo successore di San Gio-
vanni Bosco, il Servo di Dio Don Michele
Rua, assurse, il 9 giugno u. s., ad una gran-
diosa manifestazione di ammirazione e di ve-
nerazione per colui che avendo fatto, tutta la
vita, a metà col Santo fondat0re, e ornai dalJa
Chiesa ufficialmente avviato a dividerne le fasi
della glorificazione coll'introduzione del pro-
cesso apostolico per la beatificazione e cano-
nizzazione. Lo splendore della sacra porpQra
di due Eminentissimi Principi di santa Chiesa,
la presenza di Ecc.mi Vescovi, di autorità e
personalità del clero e del laicato e di una
folla di Cooperatori diede· alla cerimonia il
fasto delle grandi celebrazioni. L'oratore, Sua
Eminenza Rev.ma il signor Cardinale Carlo
- - 145

1.3 Page 3

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Salotti, giunse lm noi la vigilia, accolto alla sta-
zione <li Pana Nuova dall'Ero.mo Cardinale
Arcivescovo di Torino, dal Rettor Maggiore
col Capitolo Superiore, Ispeuon, Direttori e
rappresentanze ùi tutte le Case salesiane della
città, e da distinti benefattori che, in un ma-
1,:nifico corteo cli macchine, lo accompagnarono
all'Oratorio, ove la folla dei giovani dei nostn
istituti tributò a Sua Eminenza il più fervido
omaggio, scandito dalle note briose della banda
musicale e vibrante nell'indirizzo ùi un gio-
mnc alunno. L'Eminentissimo Prindpe rispo~e
con commosse parole ùi de,.-ozione a Don Bosco
e di affettuosa simpatia per l'Opera salesiana,
impartendo a tutti con effusione la sua benedi-
zione.
li convegno dei Decurioni
dei Cooperatori.
La giomar.a commemorativa si aperse col
convegno dei Direttori diocesani e Decurioni
dell'Archidiocesi di Torino e delle Diocesi di
Pinerolo, Salw:zo e Susa.
Lo presiedette l'Em.mo Cardinal Arcive-
scovo :\\Iaurilio Fossati circondato dal nostro
Rcttor Maggiore, da S. E. i\\Ions. Ugliengo,
,escovo di Susa, da S. E. 11ons. Coppo, ve-
scovo salesiano, dai Direttori dioc1..-sani, dai
Superiori del Capitolo con alcuni Ispettori e
Direttori salesiani.
U regolatore Don Fasulo porse a tutti il
benvenuto, elevando il primo pensiero alla cara
figura di Don Rua che, nell'attività multi-
forme, ebbe il icnio della organiz;r.azione dei
Cooperatori secondo il pensieru e lo spirito
del santo Fondatore. Fatta quindi una rapida
rcla1.ione dei convegni già tenuti nelle altre
parti d'Italia nei me:;i trascorsi e proposti i
temi assegnati, pregò il Rettor :\\laggiore ad
aprire ufficialmente il convegno colla sua auto-
revole parola. Il sig. Don Ricaldone, salutato
dai cordiali applausi dei duecenlCl sacerdoti,
rese omaggio a Sua Eminenza ed aJl'Episco-
pato, ringraziando tutti i presenti della loro
preziosa collaborazione all'attività salesiana.
Poi, accennando al programma delle feste per
l'inaugurazione dell'ampliamento della basi-
lica di Maria Ausiliatrice, prospettò il vasto
programma di apostolato cui mira la Società
~Llc:;iana con questi nuovi incrementi di pietà
e di zelo esortando i Decuric,ni a continuare
,·erso i figli di Don Bosco quella cordialità di
assistenza che è il segreto della fecondità delle
opere e dell'azione salesiana.
Le relazioni vennero seguite col massimo
interesse. Il primo tema Organiz~a::im1f' ed
azione fu illustrato con vera maestria, praticità
-- - -.
q.6
-.
pastorale e calore apostolico dal Tcol. An~ri-
sani, parroco di N. S. delle Grazie in forino,
il quale insistette sulla organizzazione dei De-
curioni da cui dipénde la viralità e l'azione dei
singoli gruppi di Cooperatori: organi;r..7azione
che dev'essere ade~ata ai bisogni dei tempi
e ~:;tenuta da profondo spirito di sacrificio e
di apostolato. li relatore propose: l'aumento
dei Decurioni; un convegno nazionale pel
prossimo anno, cd il reclutamento di nuovi
Cooperatori, curando la diffusione del Bollet-
tùw salesiallo. La relazione, brevemente inter-
rotta dall'ingresso di Sua Eminenza il Cardi-
nal Salotti cui l'assemblea tnbutò una calorosa
dimostrazione di devoto ossequio, condusse
a pratiche conclusioni. L'assemblea votò per
acclamazione la proposta del can. Mii.ano di
invitare tutti i Parroci ad assumere l'ufficio
di Decurioni salesiani, e quella di un Con-
gresso nazionale di Cooperatori pel prossimo
anno.
li secondo tema fu trattato da Mons. l\\la-
rino, Direttore diocesano di Saluno che, par-
tendo dalla propria esperienza, illustrò le pos-
sibilità di sviluppo del culto a 8. Giovanni
Bosco. Confortò la relazione di i\\.lons. Marino,
~Ions. Baroneuo, Direttore d iocesano cli Pi-
nerolo, che e!>posc il successo del culto di Don
Dosco nella sua diocesi, ornai diffuso in quasi
tutte le parrocchie. A favorire lo zelo dei par-
roci, il sig. Don Ricaldone offerse a quanti
desiderino la reliquia ed il quadro del Santo.
li terzo tema, affidato a S. E. Mons. Ugliengo,
trovò nel ,·enerando Vesco,•o di Susa rutta
l'anima salesiana del suo predecessore .Mon-
si~nor Oùtlone che benedisse la prima pietra
· del santuario di Maria Ausiliatrice. S. E. rac-
comandò soprattutto l'intonazione dello zelo
pastorale allo spirito di Don Bosco, di.retto
spt.-cialmente alle masse ed alla società operaia,
la più bisognosa di aiuto ai nostri tempi. Pro-
pose: l'adesione ai pellegrinaggi indetti pel
prossimo anno alla ba_<1itica di Maria Ausilia-
trice ed una celebrazione ~eoemle di S. Gio-
vanni Bosco in tutte le parrocchie. Acclamate
le conclusioni, prese la parola l'Ero.mo Car-
djnal Fossati per ringraziare ed incoraggiare
i Decurioni e~ortandoli ad imitare i salesiani
anche nello spirito liturgico nella cura del de-
coro delle chiese e delle sacre funzioni. Pregò
quindi S. Eminen7.a 11 Card. Salotti a benedire
l'a...scmblea. S. Eminenza salutò con affetto il
clero piemontese, formato alla scuola di San
G111seppe Benedetto Cottolengo, di S. Giovanni
Bosco e del Beato Cafa.~o e, congratulandosi
pcl suo spirito sacerdotale tanto apprezzato
anche lontano, in1parti di cuore la benedizione.

1.4 Page 4

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All'agape fraterna parlarono il Teol.
Frasca, di Lanzo ed il Preside della
Provincia di Torino Gr. Uff. avv. Orazio
Quaglia che, con una meravigliosa im-
provvisazione, suscitò un'onda cli am-
mirazione ed un subisso di applausi. Il
Rettor ~[aggiore rinnovò il suo ringra-
ziamento e quello di tutta la famiglia
salesit\\na e Suo Eminenza il Cardinal
Salotti chiuse con una ,Ùata esaltazione
dello spirito salesiano.
La cerimonia ufficial e.
Sta,•a per essere compromes!>a dal
tempo, che s'imbronciò all'improvviso
e cominciò a pio,ere. :\\la, quando a
malincuore la folla degli invitati tentava
invano di stiparsi in teatro, si ridus,;e
a miglior consiglio e ci regalò proprio
un sereno di ciclo. In un attimo le due-
mila sedie disposte nel cortile centrale
furono occupate, ed ali~ 17,45, Sua
Eminenza il Cardinal .\\rcivescorn :\\1au-
rilio Fossati prende,·a posto sul palco
d'onore, dominato da un fotomontaggio
che riproduceva l'immagine di Don Rua
al naturale. Con S. Em. erano gli Ecc.mi
Vescovi l\\Ions. Ugliengo e :\\lons. Cop-
S. Em. Il Card. Salolll Inizi• Il dL.co"0 commcmor.,tivo
po; l'Avv. Grand'Uff. Beretta, che rap-
presentava il Prefetto; il Conte Gloria
pel Podel;tà; il Col. Russi pel Fede-
rnle; il Gen. Bartano per S. E. il Gcn.
Gro:i~i; S. E. Ricci, Primo Presidente
di Corte d',\\ppello; il Preside della Pro-
vincia Gr. Uff. Avv. Quaglia; S. E. Ferri:
il R. Provveditore agli Studi, S. E. Ca-
soli; il Sen. Anselmf; Mons. Barlas.'>ina,
Superiore delle l\\Iissioni della Conso-
lata; Mons. Coccolo, Vicario Generale;
Fr. Leone delle Scuole Cristiane; il
Tribunale Ecclesiastico inc.iricato del
processo apostolico del Servo di Dio;
rappresentanti di altri Ordini e Con-
gregazioni religiose ed alcuni parenti
di Don Rua. Ai primi posti il Con-
siglio Generalizio delle Figlie di l\\taria
Ausiliatrice. La hnnda aperse il pro-
gmmma con una marcia d'introduzione
e coll'inno a Don Rua. Al termine
dell'inno, apparve l'oratore ufficiale, S.
Eminenza il Cardinal Carlo Salotti che,
:;aiutato da uno scroscio di applausi,
prese posto accanto ali'Arcivesco,,o di
Torino eù al Rettor l\\foggiore cd,
m,coltato l'indirizzo di un gio\\'ane <lel-
s. Em. Il Card. Salotti benedice ,,. corona dalla cupola minore.
- - l'Oratorio e l'esécuzione di un madri-
147

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gaie di grande effetto, passò alla tribuna per
l'orazione commemorativa.
• U 9 giugno - ,ominciò Sua Eminenza il Car-
dinale - è un i:riomo memorando per la So-
cietà salesiana, perchè legato alla storia e alla gloria
di tre grandi nomi. Il 9 giugno 1929 Don Bosco,
dopo l'apoteosi di Roma, laseinva la tomba di Val-
salice, dove per 40 anni era rimasto in attesa del
giudizio della Chiesa, e, accompagnato da un po-
polo acclamante e commosso, attraversava le vie
della città come un trionfatore, per ricevere gli onori
del culto nel tempio di M. Ausilintrice. Il 9 giu-
gno 1837 Michele Rua nasceva in un angolo oscuro
di questa città, sulla quale avrebbe riversato i tesori
della sua bontà e attività apostolica, e nella qua'e oggi
dopo un secolo i suoi concittadini, memori e grati,
si radunano per sentirne celebrarè le · gesta ma-
gnifiche. n Q giugno dell'anno 1868 veniva con~n-
crato dall'Arciv. 1\\,fons. lliccardi il tempio di Maria
Ausiliatrice, il quale, se fu testimone delle ardite
intraprese di S. Giovanni Bosco, rimane altresl do-
cumento perenne delJ'attivìtà di Don Rua, che at-
torno alle mura della venerata Basilica lasciò tracce
profonde di un apostolato salutare e benefico.
La storia dell'uno s'intreccia con quella dell'altro.
È un intreccio mirabile di luci che si riflettono a
vicenda, e, congiunte nel vincolo di una luce eterna,
rompono le tenebre di questa misera terra che illu-
minano di sorrisi e di gioie non caduche. Una delle
glorie più belle del Fondatore è quella di aver for-
mato Don Rua, di averne plasmato l'anima e di
averln guidata verso quelle alte vette, ove avrebbe
raggiunto la perfezione evangelica. E un'altra gloria
di Don Bosco è stata quella di averlo scelto a suo
collaboratore, affidandogli un patrimonio di opere e
di istituzioni magnifiche, facendolo crede del suo
pensiero, del suo programma e del suo idt'llle. Glo-
ria di Don Run è quella di essersi messo intieta-
meote nelle mani del wande suo Padre, di essersi
lasciato docilmente plasmate, e di avere accettnto
di esserne durante 35 anni il luogotenente e colla,-
boratore fedele, per di,·enire poi per 22 anni il con-
dottiero valoroso della milìzin salesiana t.
L'oratore passa ad illustrare con episodi pa'-
pitanti d'interesse, la formazione di Don Rua, dal
giorno in cui s'incontrò con D o n Bosco 6:oo al
28 luglio 1860, quando ascese al saçerdoz.io. La
mano del maestro lo gdida ndle grandi prove, lo
addestra nella coltura, nell'esercizio della gontà e
nelle battaglie dell'apostolato, tanto che Rua di-
viene il capo ardimentoso di quel piccolo stato
maggiore, che nella primavera eroica della So-
cietà Salesiana si nffennò coraggiosamente, affron-
tando durante il colera del 1854 i fischi, gli urli e i
ciottoli dello canaglia inumana che preferiva la morte
dei miseri alle cure fraterne della carità cristiana.
Mentre altri fondatori di Ordini religiosi - os-
serva l'Ero.mo - si scelsero, qualì cooperatori,
uomini provetti di età, di scienza e di esperienza,
Don Bosco invece con uno dei -suoi lampi di genio,
formò dn se stesso i suoi collaboratori, sceglien-
doli proprio trn quei ragazzi che aveva -raccolto
nel suo primo oratorio. Don Rua fu il primo e
più efficace collaboratore, che per sette lustri lo
assistette, ed aiutò io tutti i campi e in ogni ge-
nere di missioni. Collaborazione meraviglios11 e
feconda, pe1·chè Don Bosco aveva fatto di Don
R ua un altro se stesso Tutto ebbero in comune:
gioie e dolori: lavoro e responsabìlità. Due uomini,
due personalità distinte che, pur avendo un tempe-
nmento diverso, armoniz;,,arono pienamente nel-
l'identità di vedute e nell'unità e passione di un
immenso amore per la gioventù. Due intelligenze
superiori. Nell'uno spicca la originalità e a genialità.
L'altro non si allontana dalle vie comuni; ma l'in-
tuito fine di cui era fornito, la comprensione rapida
e singolare delle oose e il criterio straordinario che
manifestava in ogni congiuntura, lo rivelarono fin
dalla giovinezza maestro insigne e condottiero insu-
perabile.
Tale fu veramente Don Rua, quando, alla macte
del suo veneiatissimo Pndre, assunse le redini del
potere. Vi furono allora spiriti gretti, i quali anda-
vano vociferando che la grande opere del Fondatore
avrebbe subito un formidabile crollo. Taluno pensò
perfino che per salvare In giovane Societ:11 Salesiana
convenisse innestarla al tronco di qualche vecchia
congregazione. Don Bosco era stato un uomo tall!o
straordinario da far pensare che fo:-~e hen difficile
trovare un successore che lo eguaglias!\\e. La per-
soMlità di Don Rua non era ancora del tutto nota
alla pubblica opinione. Egli era vissuto nell'ombra,
anche quando operava. Era il discepolo che aveva
obbedii& agli ordini del Maestro, seguendone fedel-
mente le diretti\\fe. Tutto il lavoro di Don Rua, per
quanto immane e incredibile, si riteneva come una
emanazione del Fondatore. Era questi che giganteg-
giavo. e domionva le coscienze del tempo. Don Rua
era con.~idernto come un satellite ag1drantesi attorno
all'astro maggiore, come uno strumento nelJe mani
di un artefice incomparnbile, come un semplice col-
laboratore, la cui massima g'oria era quella di aver
lavorato a fianco di un gigante •·
Sua Emin. il Card. Salotti mette quindi in rilievo
l'abjlità somma del nuovo condottiero, il quale era
nato per il comando. , Camminando sulle onne di
Don Bosco, non ebbe che una preoccupazione: non
discostarsi mai dal Maestro, non alterarne lo Spirito,
mantenerne intatto il programma. Alle prime prove
si '1ide che in Don Rua la sagge7.7.4 e la prudenza
di chi assumeva la responsabilità di un ònere in-
gente era congiunta con la risolute?.za e l'energia
del condottiero che voleva guidare le sue le,gionj alle
conquiste e alle vittorie.
Scorso appena un breve periodo di sosta, durante
il quale dovette freruire l'e..~ubernnza e l'entusiasmo
dei giovani pronti' a tutti gli ardimenti e o. rutte le
bat1aglie, si accinse a quella vasta opera di espan-
sione che ha consacrnto il suo nome all'immortalità •.
L'eminente oratore raccoglie in una lucida sintesi
tutto il lavoro compiuto da Don Rua nei 22 anni di
governo: rievoca l'attività instancabile di quest'uomo
che con la parola, cogli scritti e coll'esempio fu un
potente animatore e suscitatore di energie. • Vo-
lontà ferrea, mente equilìbmta, spirito ordinato e
:::::::.

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metodico, aveva una visione esatta di tutti i problemi
e affrontava con serenità e con In certezza della vitro-
cin ogni ostacolo. Ebbe anch'egli ,I suo Calvario,
ma 'o sa'! eroicamente, senza sm.arrirsi, confortando
i fig'i col suo ~pirito di fede e co1la cristiana forte1,za
de! suo gran cuore. Fu un pilota intrepido che,
legato al timone, diresse abilmente la nave. Anche
se gli occhi versav:mo lacf"ime, la mano rimase salda
e l'anima impavida».
TI Cardinale, dopo a-vere eispresso il suo pensiero
intomo alla santità di Don Rua, i,rià preannunziata
da Papa Sarto, cosi chiudeva la sua o·a,;'one:
• Non è solo Torino che va superba di que-
st'uomo cui dette i ruitali, 'l'rui ne va altiera l'Italia
che. vedendo dissefT\\Ìnate nelle sue terre le Opere
salesiane, rivolge istintivamente gli occhi al primo
successore di Don Bosco, che lavorò infaticabilmente
per dare alla madre patria cittadini integerrimi e
lavoratorj cristiani. Ne va altiera la Chiesa di Cristo
che scorge in Don Rua una di quelle figure lumi-
nose, che con la virtù_ alimentatrice del bene e col
fervore dell'attività apostolica, dimostra la perenne
giovin~.za del Cuttoltcismo, che fra gli odi e le per-
secuzioni si afferma sempre più bella e vigorosa.
Ne vt1 altiem anche la civiltà, che nelle due persona-
lità di Don Bosco e di Don Rua, saluta i gloriosi
pionieri che nel nome del Vangelo hanno fatto sen-
tire, anche 111 di là degli oceani, quel palpito di fede
e di restaurazione cristiana, cne solo pub ridonare
alle genti affaticate, ed oppresse dal più ignobile
egoismo, la pace e la giustizia sociale•·
La benedizione della corona
della seconda cupola.
Una calorosa ovazione ringraziò l'Emi-
nentissimo dell'alta entusiasta commemora-
zione- e lo segul per le scalette mentre saliva
sulla nuova cupola del pre~biterio della basi-
lica, intensificandosi al suo apparire sul vertice
per la benedizione della corona dorata. Un
religioso silenzio raccolse quindi gli animi al
breve rito conchiuso da Sua Eminenza con
queste parole: Da questa altezza la Vergine
Maria Ausiliatrice ripete la sua be-11eclizùme
sopra gli Istituti salesiani, su tutta la città di
Torino e su tutta la giO'IJentù qui raccolta, che è la
spera11zadell'avvenire della Chiesa e della Patria.
Fu la corona della grande. giornata, chiusa
in un tripudio di cuori affascinati dalla gran-
dezza delle virtù di Don Rua e dal sorriso della
Vergine Ausiliatrice.
S. Em. il Cardinal Salotti rimase ancora
con noi l'indomani per Yisitare le nostre case
di formazione più vicine; ed il giorno II, ce-
lebrata la messa della comunità all'altare del-
l'Ausiliatrice, reso un devoto omaggio al no-
stro Santo Fondatore ed al Ven. Domenico
Savio, cipartl per Roma, seguito dall'affettuosa
gratitudine di tutta la famiglia salesian'<l.
SOTTO LA CUPOLA
DELL'AUSILIATRICE
Il mese di Maria Ausiliatrice, iniziato, se-
condo la tradizione, col sermoncino del Rettor
Maggiore a tutti gli alunni interni della Casa-
madre, ed infervorato dai predicatori, ha visto
accorrere alla basilica per le varie funzioni una
folla di fedeli e di pellegrini anche superiore
a quella degli altri anni. Oltre alla consueta
preparazione, una cerimonia eccezionale aveva
attratto il 18 aprile alla basilica migliaia di gio-
vani settimanaliste per la funzione di chiusura
della << Settimana della Giovane n indetta dal-
1'Azione Cattolica diocesana. Chiesa, piazza,
adiacenze erano letteralmente gremite quando
l'Era.mo Cardinale Arcivescovo sall il pulpito
per i ricordi e lesse la formola di consacrazione
a Maria Ausiliatrice. La benedizione eucari-
stica, impartita dall'altare e sulla piazza, congedò
tante buone figliole che alle loro case porta-
rono oltre i propositi sviluppati ai corsi delta
settimana, l'entusiasmo della divozione alla
Vergine Ausiliatrice.
11 2 maggio fu dedicato alla festa esterna di
San Giovanni Bosco con solenni pontificali di
S. E. Mons. Coppo e la messa della comunione
generale celebrata dal Rettor Maggiore. Il
giorno 6, cominciarono i pellegrinaggi degli
Oratori salesiani cittadini: convennero in basi-
lica gli Oratori di San Luigi, Valsalice e Cro-
cetta. Lo stesso giorno l'Unione Insegnanti
« Don Bosco », dopo aver ascoltato la santa
messa celebrata nella cameretta di Don Bosco
dal sig. Don Ziggiotti, tenne la sua adunanza
annuale.
Alle 9 giunsero 350 pellegrini da Concorezzo
(Milano). Celebrò all'altar maggiore il loro
parroco in rito ambrosiano. La messa solenne
dell'Ascensione fu cantata dagli alunni del-
l'Istituto missionario « Conti Rebaudengo )).
Il giorno 8, pellegrinarono a Maria Ausilia-
trice un bel gruppo di studenti genovesi col
prof. D. Andrianopoli e 50 alunne delle Suore
Canossiane di Monw. La domenica 9, pellegri-
naggio degli Oratori cc Michele Rua " e « Re-
baudengo ~- Alla messa solenne la schola can-
tonm, della Casa-madre esegul la Messa a tre
voci composta dal M.o D. Pagella come omag-
gio al ven. Domenico Savio. Impossibile se-
guire tutti i pellegrina~ che affiuirono in
seguito. Ricordiamo quelli da I~go e da
lncirano (Milano), dalla Madonna della fon-
tana (Chieri), da Bariano (Bergamo), dal-
- - l'Austria, dall'Università Cattolica di Milano,
1 49

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da San Damiano d'Asti, da Chivasso, da Lu-
gano (Svizzera), da Castagnole Piemonte, da
Caresana, da Murate, da Lodivecchio, ecc...
Il giorno 13, convegno annuale dei fanciullj
di Azione Cattolica, onorato dalla presenza del-
l'Ero.mo Card. Arcivescovo Maurilio Fossati.
li giorno 15 cominciò la novena della Madonna.
Pellègrinaggio delle Patronesse degli Oratori
di S. Luigi, Monterosa, Crocetta e Rcbau-
dengo. Visita di S. E. Mons. Peruzzo, vescovo
di Agrigento. li giorno <li Pentecoste, pellegri-
naggio dell'Oratorio di Borgo San P aolo: 700
giovani e 600 padri di famiglia. La corale del-
l'Oratorio di Monterosa cantò la « Messa giubi-
lare~ del Vittadini. Nel pomeriggio, omaggio
dei parrocchiani di Maria Ausiliatrice alla Ma-
donna. Folle di pellegrini da vari paesi del
Piemonte, Lombardia e Liguria. Il r7, anni-
versario deUa incoronazione di Maria Ausilia-
trice, cantarono la messa i Novizi dell'Ispettoria
centrale del Sacro Cuore. 11 18, a sera, ricevi-
mento solenne del Rcttor lvlaggiore, reduce da
Roma, ove aveva partecipato col sig. D. Gi-
raudi e il sig. D. Tirone alle feste giubilari della
Basilica del Sacro Cuore. Rinnovando il gesto
di Don Bosco, il sig. D. Ricaldone impartl ai
giovani, in cortile, la benedizione di Maria
Ausiliatrice.
Il 19, un pellegrinaggio francese: 600 Lore-
nesi. Ascoltarono la messa e ripartirono per
Lourdes. 11 20, pellegrinaggio delle Patronesse
dell'Oratorio San Paolo e dell'Oratorio di Val-
salice. Il 21, pellegrinaggio del Comitato Cen-
trale delle Dame-Patronesse dell'Opera Sale-
siana. Celebrò in basilica il sig. D-On Ricaldone
che rivolse un affettuoso discorso impartendo
a tutte la benedizione della Madonna. U 22,
p~llegrinaggio dei Novizi dell'Ispettoria subal-
pma.
La festa di Maria Ausiliatrice.
La vigilia dell'Ausiljatrice, festa della SS.ma
Trinità, concorso strabocchevole di pellegrini
che, fatte le devozioni in basilica, passavano
ad ammirare i lavori Ji ampliamento, meravi-
gliati di vederli cosl progrediti cd ammirati
della bellezza dei marmi che facevano pompa
in una delle cappelle, e parte della galleria
messa provvisoriamente a disposizione del pub-
blico. Celebrò la messa della comunione gene-
rale S. E. Mons. Coppo, che pontificò poi
anche ai primi ed ai secondi vespri. La messa
solenne fu cantata dal nostro Istituto Teolo-
gico internazionale e celebrata dall'Ispettore
D. Zolin. A sera, illuminazione e concerto
della banda dell'Oratorio: tempio, cappelle,
cortili e piazza gremiti fino a tarda notte. Alle
22 cominciò la veglia santa ed alle 0,30 le
sante messe: comunione generale, tutta la notte.
Il giorno della festa, il Rettor Maggiore ce-
lebrò per la comunità degli alunni artigiani e
S. E. Mons. Coppo per quella degli studenti.
Cantò messa pontificale S. Em. il Cardinale
Arcivescovo 1\\!Iaurilio Fossati con tutto lo
sfarzo della sacra liturgia e fece un ~nifìco
-
::::::
L 'aspeuo del cortile centrale durnnle la comme morazio ne

1.8 Page 8

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panegirico il teol. Angrisani, ex-allievo, parroco minabile e dall'illuminazione della basilica e
della chiesa di N. S. delle Grazie. Il programma di tutte le adiacenze.
musicale, colla messa del Mercanti, fu egre- S. Eminenza impani la benedizione col
giamente svolto dalla Sc/10/a Contonim del- Santissimo dall'altare e sulla soglia del tempio:
l'Oratorio coadiuvata da quella del nostro la piazza era una testa sola. Chiuse la giornata
Tstituto Teologico Internazionale. Nel pome- . la banda dell'Oratorio Ji .Borgo S. Paolo con
riggio, due solenni fun'iioni prima della pro- un ottimo concerto, e fin quasi a mezzanotte
ce,;sione, per comodità dei pellegrini, con pre- la chiesa fu gremita di fedeli che passavano a
dica del salesiano D. Serafino Falerri e di fare omaggio alla Vergine Ausiliatrice ed a
P. Fedele O. F. 1\\1., e benedizione eucaristica. riceYerne la benedizione. li perfetto servizio
All'inizio dei secondi v~pri. pontificati da degli altoparlanti permise l'assistenza a rutte
S. E. Mons. Coppo, cominciò pure a sfilare le sacre funzioni, l'audizione delle prediche,
l'imponente proce;;sione cui parteciparono tutti della musica e dei canti.
gli istituti ed oratori salesiani e delle Figlie di La predicazione al popolo continuò fino alla
Maria Ausiliatrice della città, l'Azione Catto- fine del mese e fu chiusa dalla conferenza
lica maschile e femminile con vessilli e sten- salesiana.
dardi, cinque bande musicali ed una folla Tra i pelle~rinaggi degli ultimi giorni ri-
di fedeli. Pre..iedette la procei!Sione l'Em.mo cordiamo quello dell'Oratorio del Martinetto;
Cardinale Arci..,esco,·o in cappa ma~na, assi- quello dei giovani ili A. C. de1 nostro Liceo
stito dai canonici Dues, Passera e Boria e pre- di Valsalice che poterono assistere alla messa
ceduto dalle LL. EE. Rev.me Mons. Gionali, del Rettor Maggiore nella Cameretta di DM
Mons. Piaardi e Mons. Coppo, da distinti Bosco; quello di 200 alunni delle Scuole Pa-
parroci della città e da numeroso clero. La rini e Jdl'Oratorio femminile della Casa Madn:
statua della Madonna, su un pittoresco carro Mazzarcllo.
trionfale passò tra le acclamazioni di una doppia Il 3 1, giunse l'Arcivescovo di Evora (Por-
folla di cittadini e di pellegrini che faceva togallo) S. E. Mons. Em. l\\tendez che si trat-
siepe per le vie e specialmente lungo il corso tenne Jue giorni con noi.
Regina Margherita. Quando alle 20,40 riap- Preghiere e comunioni pel Santo Padre nella
parve in piazza fu salutata da un'ovazione inter- ricorrenza del suo 81 genetliaco.
I lavori progrediscono e... le spese aumentano! I generosi sotfoscrif"
tori di colonne e di lesene sono quindi pregati di venirci in oiufo.
del Servo di Dio Don MJcbcJe Ru~, tenuta d11J Card. S11toui.
- - 151

1.9 Page 9

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IN FAMIGLIA
ITALIA - Roma. - Il giubileo d'oro della
Basilica del Sacro Cuore.
Gioroate di intenso fervore ha vissuto la nostra
Basilii;a del Sacro Cuore dal 13 al 16 maggio u. se.
dunnte Io svolgimento del programma dei festcg•
giamenti commemorativi del giubileo d'oro deUa sua
consacrazione avvenuta il 14 maggio 1887 Pre-
pamto dalla pre<licazione del mese mariano, te-
nuta da1 ~ele,iiano Oort Don Castano, il triduo
gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi l\\,fonsi~ott· Bar-
tolomasi, Ordinario Cnstrense; Pascucci. Segretario
del Vicariato, Direttore Diocesano dei Cooperaton
Salesiani di Romn; Adinolfi, Vescovo di Anar{Di;
Della Vedova, Vlscovo cli Tivoli; Emanuel,Vescovo di
CasteUammare d i Stabia· Migliorelli, Vescovo lit. d_j
Samo· Budelacci, Ausiliare di Frascati: Grassi, Ve-
scovo tit. di Damiata adc,enti gli altri Ecc.mi
Vescovi del Lazio
L'ADFSIONE DEL CARDINALE PROTirrrORJl. - Non
ostante l'inclemenza del tempo, il conco,so fu una
nuova eloquente affermazione dell'affetto che lega
i Cooperatori alla Società Salesiana. Tra il clero no-
ranuno lvfons. Borgia della Segreteria di Stato, il
Vicario Generale di VeUetri Mons. Onne.Ili, il Camer-
lenit0 dei Parroci di Roma Padre Leone de Caluso
e numerosi altri parroci. Tra i laici, l'on. Cingolani,
i commendatori Croci, D'Alessandro, Di Rien.zo,
Longo, Santovetti, il conte Salvatucci, il gen. Co-
relli ecc. Dopo la preghiera di rito, il reyolntore Don
Fasulo rivolse il saluto ai convenuti, rendendo parti-
colare omaggio all'Em.mo cardinale Hlond e agli
Ecc.mi Vescovi. Diede quinru lettura di una af-
fettuosa lettera dell'Eminentissimo signor Cardi-
nale Eugenio Pacelli, Sei;rretario di Stato, Protettore
della Società Salesiana, impeclito all'ultimo momento
di intervenire al COD\\•egno. Sun Eminenza, espri-
mendo il suo rammarico, assicurava la spirituale
unione coi convenuti, .iJ:np1orando le divine benedi-
zioni per la fecondioì dei propo~iti che avrebbero
formulato:
Dal Vaticano, 12 maggio 1937.
Roma. L 'alta,e_ di Maria AusiJla trice
nella Basilic,i del Sacro Cuore.
fu pr.:ceduto da wui conferenza sulle Opere Sale-
siane tenuta dal nostro Don Fasulo neU'Isrituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Via Dalmal!ia,
aUa presen?.a di un elctti~imo pubblico presicdutu da
S. E. jJ Gr. Ammiraglio Paolo 1.'haon di Revel, Duca
del mare e dalle LL. EE. l'Arcivescovo Mons. Fe-
lice Guerra e J\\,fons. Angelo Ficarra, Vescovo di Patti.
Il convegno dei Decurioni Salesiani del
Lazio.
SeJ.?Ul il convegno dei Decurioni Salesiani del
Lazio, presieduto dall'Em.mo card. Augu>tto lllond
-----Primate di Polonia, ed onorato dalla presenza de-
SECRl!TERIA l>I STATO 01 SUA SANTJT,\\
N. 161868
Rcv.mo Signore,
Nemma occasia11e pot(!.'IJa esiermi ta11to gradita per
trovarmi i11 mezzo ai cari Salesiam e alla loro terza
famigua-que/la dei Decr, rioni II Cooperatori- qt1anto
il rom·tg110 di domani, che aprirà le fene cit,quanu-
nwie della Basilica del S. C,wre. Persone e LIJ,Of!hi,
attori ti testimoni di tanta ti Ulnto benefica attitJità,
m'invitano mn uguale. attraltroa, e al awre del Car-
dinale Prott1ttart1 offro110 motÌfli di bn1 calde e oppor-
tune parole E con turro quttsto, eccomi impedito -
ri.r:orotamente impedito - di amwire a un desiderio
11011 m se più loro e/te mio Dobltumw dunque, !'11nn e
l'altrn paru, i11chi11arci ad una imprescmdihile >lllM--
sità; e mentre sacrijicllèremo vole11tim quesla occp-
sione alla 11olontà di Dio, ne aspetteremo w pace ,ma
11on meno facorevoh per realizzare co11 maggior co-
moda il camune proposito.
Doma11i i11ta11to sarà con loro WI.Li 17 mio spirito e
il mio ruo,e. E non le dico se Jarèi voti al Sigr1ore
perrM l'Opera di S. Gi11t•a1111i Bouo trovi nella fm,.tta
data di q,111,to solenne Citlf/Ua;T1le1tario w1 suo nuovo
punto di partenza per i felici i11cre11umti che egli stesso
- l'Apostolo della giuuentù mai sazio di bene- auspira
presso Dio di veder realizzati sulla terra 118ll'n1teresse
delle amme e del suo diletto Paese.
Cm, questi ,•Mi mi abbimro domani presente a fianco
de[l'e11,i111mtini1110 e a me carissimo Carditw/e llla11d,

1.10 Page 10

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ROMA
Il giubileo d'oro
della Basilica del
Sacro Cuore.
~
Salesiani e g iovani alunni
dell'1.<<lilulo Sacro Cuore,
annesso alla llasilica.
La llasllica del Sacco Coo•
re al Castro Pretor·io, con•
sncrnla Il 1-4 maggio 1887
alla presenz.a dl S. Glo•
vanni Bosco.
Associazioni organiz•
zate del florence Ora1orio
festivo dopo la Messa ce-
lebrata da Don Rubino.
::::::::
1 53

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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che vo"à cerio essere ottimD interprete del mio pen-
siero e tUI mio affttto. Con l11i benedico di cuore i
.ringoli intt1Tvenuti. E mentre aug11ro olle feste ci:t1q11an-
tc1arie il pierw successo spirituale che è nelle intenziom
dei promotori e al Com;egno dei Demrioni II Coopera-
tori LUI.ti i l1111ri e le grazie del cielo, sono particolar-
"umte lieto dsll'incontro per professarmi
dtlla S. V. Ret-.ma
dl!tJ.mo ntl Signqre
.E. Card. PACELLI.
L'OMAGGtO ~ SM<,o PADRE- - L'assemblea sa-
lutò calorosamente l'adesione dell'illlllltre Principe
della Chiesa, quindi appro\\'Ò con vivo entusiasmo
i seguenti telegrammi di omaggio al Santo Padre e
al Cardinale Protettore.
• Srm Santità Pio XI - Castelgandolfo. - Decu-
rioni Salesiani raccolti Convegno Regionalii lst.ituro
Sacro Cuore intervento Cardinale Hlond, presenti
aderentl Vescovi Lazio, rapp1escntanza Coopera-
tori Ex-allievi, aprendo celebrazioni giubileo d'oro
basilica, solenne monumento ricordo attaccamento
Don Bosco Sede Apostolica p1otestano ubbidienza
piena devozione fili11le Pontefice glorificatore Santo
provvidenziale. - Mons. PASCOCCT, Direttore Dio-
cesano •·
Em.mo Cardinale Poeti/i - Città Vaticano. -
Decurioni Salesiani raccolti Convegno Regionale
Istituto Sac10 Cuore intervento Cardinale Hlond
presenti aderenti Vescovi Lazio rappresentanza Coo-
peratori Ex-allievi grati commossi affettuosa ade-
sione Vostra Eminenza rivolgono devoto pensiero
Cardinall' Protettore. - J\\.IARCOAU>I, Ispettore Sale-
siano - FASUL0, Incaricato (:Qopcratori •·
LB RELAZIONI, - Don Fasulo propose poi il du-
plice scopo dell'adunan;,,a; la oorrispondenza all'ap-
pello del Rettor Ma!{giore per le solenni celebra-
zioni del 11138, cinquantenario ùclla morte di San
Giovanni Bosco e inau!lurazione dell'ampliamento
della basilica di Maria Ausiliatrice; giubileo d'oro
della basilica del Sacro Cuore. Fotta una rapida
rassegna dei Convei;_'Tli tenuti nelle altre parti d'Italia
pregò il rappresentante del Rettor J\\,faggiore rev.mo
Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale della So-
cietà Salesiana, reduce dalla visita alle case di Egitto,
Palestina, Turchia e Persia, ad interpretare i senti-
menti del sig. Don Ricaldone.
Il sig. Don Tirone, ricordando come, dopo la
grazia di Dio, i Cooperatori siano lo strumento più
efficace dello Provvidcn7.a divina per l'attività sale-
siana, sintetizzò i sentimenti del Rettore Maggiore
nell'espressione della riconoscenza di tutti i Salesiani
per lo spirito di solidarietà dei (:Qoperatori che per-
mette ai figli di Don Bosco di continuare le opere del
Padre non solo presso In basilica del Sacro Cuore,
ma in tutte le parti del mondo.
Data quindi lettura della relazione del C-Onvegno
precedente, il regolatore invitò l'Em.mo Cardinale
Hlond a intonare una preghiera di suffragio pcl
oompianto 'Em.mo Cardinale Pietro Gasparri e pei
Direttori e Decurioni defunti. Dopo quest'omaggio
di pietà cristiana, Sua Ecc, Mons. Grassi tenne la
relazione sul primo tema: Organi::za.-ione ed OJ3-iorre
saluiarta, additando soprnttutto ai parroci il prezioso
elemento di collaborazione all'attività pastorale
offerto loro da Don llosco nella Pia Unione dei
Cooperatori Salesiani. Insistette per la form37..ione
di veri Cooperatori salesiani, secondo lo spirito di
Don Bosco, facendo voti che, coll'aiuto di questi
preziosi elementi, le apostoliche fatiche del clero
incontrino il più ampio successo sopra·tutto nel
campo dell'educazione giovanile e nella tutela della
moralità della stampa, del cinema e della radio.
La relazione del secondo tema: Grubileo d'oro della
Basi/ira del Sacro CU(}rt, fu tenuta da Sua Ecc. Mons.
E-mmanuel, Vescovo di Castellammare di Stabia, il
quale, alunno nel 1887 dell'Oratorio salesiano di
Valdocco, ebbe la ventura di assistere alle feste della
consacrazione della chiesa, intervenendo con tutti
i cantori per lo svolqimento del pro,:rramma musicale
sotto la direzione del compianto n:u1estro cav. Do-
gliani. Sua Ecc., dopo una rapida descrizione delle
fasi storiche della costruzione del tempio, commosse
fino alle Inerirne col racconto dei sacrifìc.i incontrati
da Don Bosco per aderire al desiderio del Santo
Padre e rendere al Sacro Cuore questo solenne
omaggio della sua devozione. Ricordò la celcbrn-
z.ione del Santo all'altare di Maria Ausiliatrjce nella
basilica appena consacrata, le sue freqllenti interru-
zioni di pianto alla visione del primo sogno e della
sua mirabile attuazione secondo i disegni della Prov-
videnza. Conchiuse formulando il voto che la chiesa
e l'ospizio annesso possano continuare la rn1robile
missione di bene iniziata dal Santo Don Bosco
UN Pm.LEGRJNACGI0 A TORINO, - La prepara-
zione al cinquantenario della morte dì Don Bosco e
alle solenni cclebmzioni del 1938 per l'inaul{Urnzione
dell'ampliomcnto della basilica di Maria Ausilia-
trice in Torino fu affidata all'eloquenza di Sua Ecc.
Mons. Dudelacci, Ausiliare di Frascati, il qu1lle in
una vibrante relazione, ricordondo lo scopo del-
l'Opera salesiana ed il trionfo ra~giunto negli anni
trascorsi dalla morte del Santo Fondatore, invitò i
convenuti: 1) a fissare bene la fi~ura luminosa di
Don Bosco per apprenderne e viverne lo spirito;
2) a concorrere nlte spese per l'ampliamento di quel
tempio che fu il sogno più caro del Sanco e il monu-
mento delJa sua devozione alla Vergine Ausiliatrice.
Al contributo finanziario che raccomandò allo zelo
dei singoli Decurioni e Cooperatori altgiunse pure
)'.invito per l'organizi>.azione di pellegrinaggi a To-
rino in occasione delle foste.
L'assemblea accolse all'unanimità le proposte
plaudendo all'iniziativa di un pellegrinaggio laziale.
Chiusa la discussione dei divel'$i temi, Don Fasulo
pregò l'Em.mo Card. Hlond ad impartire ai pre-
senti la sua benedizione.
DON Bosco li lL PRtNClPB CZART0RISKY. - Sua
Eminenza ricordò allora un'altra data particolar-
mente cara al suo cuore: l'accoglienza del giovane
principe polacco Augusto Czartorisky nella fomiglia
salesiana. li principe aveva incontrato Don Bosco a
Parigi proprio nel 1883, quando il Santo si era re-
1 54

2.2 Page 12

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caro a questuare per la erezione della basilica del
Sacro Cuore in Roma, gli aveva servito la Messa e
più tardi gli aveva manifestato la sua vocazione.
Dopo quattro anni di prova, a Roma, Don Bosco gli
diede la risposta fa\\'orevole, sollecitata dallo stesso
Leone xm, ac.cogliendolo affabilmente dopo la
celebrazione della messa nella basilica del Sacro
Cuore, con queste parole che erano una risposta ad
un segreto smarrimento del principe: • Don Bosco
è vecchio, non è più buono a nulla; ma, con la grazia
di Dio, potrà ancora portare a salvezza l'anima del
principe Augusto Czartorisky t . In realtà il principe,
mentre Don Bosco celebrava con tanto stento,
aveva pensato fra sè: Don Bosco non mi dà una
risposta decisiva perc.hè ornai è troppo ,"ecchio e
Il 14 mag~io, anniversario della consacrazione,
fu dedicato al Santo Padre; e turte le preghiere ven-
nero offerte secondo l'intenzione del Sommo Ponre-
nce. Celebrò la Messa della Comunione gQ:nerale
S. Em. il Card. Pietro Boetto con J'intervento di nume-
rose rappresentanze degli istituti salesiani di Roma.
Alle 10,30 tenne solenne pontificale S. E. Mons.
Federico Emanuel, salesi11110, Vescovo di Castellam-
mare di Stabia.
Alle 18,30, dopo il rosario e il canto delle litanie,
S. Em. il Card. Carlo Salotti pronunciò il primo
discorso del triduo, svolgendo con impareggillbil!!
maestria il tema: L'amore di S. Gi~am,i Bosco al
Papa. Dopo il canto dell'inno della dedicazione
musicato dal maestro ReJìce, impartl la trina be.ne-
c.
Studenll di teologia e di filosofia col novlzi salesiani dell 'Ispeltoria Romana
a11orno al Card. Htond ed al Rettor Maggiore.
non riesce a comprendere la mia vocazione •· li
Santo aveva intuito il pensiero, gli aveva letto nel
cuore. Sua Eminenza rilevando il successo del
Santo in questa sua missione di condurre le anime
a Dio, confortò la fiducia di tutti nell'assistenza e
protezione del Santo, ed impartl di cuore la sua be-
nedizione.
Al convegno segui l'agape fraterna in cui parlarono
Don Fasulo, Mons. Onnelli, !'on. Cingolani e l'Ispet-
tore Salesiano del Lazio, dott. Don Evaristo Mar-
coaldi, il quale, rivolgendo il suo ringraziamento a
nome di tutti i Salesiani ai convenuti, raccomandò
in modo particolare lo zelo per le \\•ocazion1 eccle-
siastiche mettendo le case di formazione a disposi-
zione dei giovani più poveri. Gli alunni salesiani
studenti alla Pontificia Università Gregoriana e i
giovani dell'Istituto, che già avevano allietato il
Comregno con ottime esecuzioni, rallegrarono an-
cora i commensali Con brindisi graziosi.
fL TRIDUO I! LB FESTI!. - Il triduo si svolse dal 14
al 16 maggio col concorso di una folla strabocehe-
rnle e la massima solennità.
djzfonc eucaristica S. Em. il nostro Cardinllle Au-
gusto Hlond Pcimàte di Polonia.
Sabato 15 maggio, - giornata della Patria -
tutte le preghiere vennero offerte per la prosperità
della patria. Oltre ad un sempre crescente numero
di fedeli, la basilica accolse le iappresentànze degli
Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Celebrò
la S. Messa della Comunione generale S. E. Mons.
Francesco Pascucci, Vescovo titolare di Sion, Se-
gretario del Vicariato.
·Alle 1-6,30 giunse dalla parrocchia di Maria Ausi-
liatrice un devoto pellegrìnaggio guidato dal parroco
Don Rotolo. Dopo la recita del rosario e il canto di
lodi sacre, diede il benvenuto spiegando lo storico
significato di quel pellegrinaggio il salesiano Don
Emilio Fogliasso. Ricevuta la benedizione eucaristica,
j pellegrini passarono a visitare la cameretta abitata
da S. Giovanni Bosco dumnte il suo ultimo sog-
giorno a Roma.
A sera, S. Em. il Cardinale Salotti illustrò il se-
n condo tema del suo triduo: sogno dell'apostolato.
lmpartl la benedizione S. Em. il Card. Lorenzo
Lauri, Penitenziere maggiore.
::.::::
1 55
-

2.3 Page 13

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ALESSANDRIA D'EGITTO
Inaugurazione della chiesa de-
dicata a S. Giovanni Bosco
e delle nuove scuole
professionali.
L'cslemo
della
p_uova
chiua.
rapp.resen -
tanzc assi•
s tono al so-
lenne pon•
tlficale del
Delegato
ApOStollco.
::::.::: U laboratorio di ele1tromeccanica.
Il nuovo 1e:u~o p:y-

2.4 Page 14

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A 1inistra:
S. E. Il De.legalo Apostolico Mons. Testa
durante JI solenne J)<)nllficale.
A destra:
Alla porta del templo dopo la funzione
col Console Comm. Cameranl e l'Arei•
vescovo slro Mons. Bahkacbe.
tnterno
della cbie•
sa durante
il ponWl•
cale.
p:uaJl~lo alla chiesa.
L·a chiesa. le scuole elementa.ri e
medie e i refettori vl.!itl dal cortile.
-
157
-

2.5 Page 15

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Domenjca 16 maggio fu la w-an festa, destinata a S. Em. il Card. Salotti saJl il pergamo pel terzo
commemorare in modo speciale la S. Messa cele- discorso non c'era più spazio nel vasto tempio.
brata da$. Giovanni Bosco all'altare di Maria Ausi-
L'Em.mo Oratore, abbandonandosi alla sua fasci-
liatrice il 16 maggio 1887 Celebrò allo stesso altare nante eloquenza, dopo aver deljneato a tratti sug-
il s,g. Don Ricaldone, quarto successore dj Don gestivi quello che è lo Casa di Dio, cioè la chjesa,
Bosco. Era la giornata delle vocazioni: tutte le pre- dove vi è un altare, una croce, un tabernacolo nel
ghiere vennero quindi indirizzate od onenere dol quale si asconde l'Agnello Divino, e una lampada
che arde giorno e nolte; e dove ricchi e poveri,
sofferenti e diseredati vanno a chiedere con la pre-
ghiera l'aiuto e il conforto che il mondo non sa dare••
cantò l'epopea della basilica del Sacro Cuore che
ha tante attrattive in Roma, perch.è è la chiesa di
Don Bosco, da lui donata a Roma, consacrata dalla
sua presenza, bagnata dalle sue lacrime e Sul!gellata
dal suo sacrificio. Essa, dopo cinquant'anni, canta
l'epopea del bène che i figli del Santo vi hanno
operato.
• ln questo centro di azione - ha detto l'Em.mo
Principe - si è svolta l'attività dei Salesiani. Uomini
di lavoro che non si sono risparmiati nello dura
quotidiana fatica; uomini cli zelo ardente che si sono
consumati nello zelare la gloria di Dio; uomini di
Yirtù adamantina che hanno rispecchiato gli esempi
del loro foodotore e perciò si sono guada!(llllti lo
unive.rsale simpatia dei fedeli. Il loro lavoro è stato
tutto consacrato alle Opere salesiane, rivolte princi-
..
palmente n formare una gioventù cristianamente
operosa che onorasse lo Chiesa e la Patria. Attorno
poi a questo tempio è una fioritura meravigliosa di
azione cattolica maschile e femmirule che coadiuva
il parroco nelle opere del suo ministero e gli permette
di esrendere la sua attività benefica a tutti gli angoli
della parrocchia. Ani\\-ità provvidenziale che soste-
nuta dalle Conferenze di S. Vincenzo de Paoli, dal-
l'Apostolato della preghiera e dall'Unione ex-allievi
n Reltor Maggiore celebra la Messa G iubilare.
di Don Bosco, ha fatto di questa parrocchia dell'E-
squilino una delle più fiorenti di Roma•·
L'Oratore è passato quindi a magnificare i solenni
Signore numerose e sante vocazioni; ed il Rettor
Maggiore, celebrando il giubileo d'oro della messa
dj quel grande apostolo delle vocazioni sacerdotali
che fu S. Giovanni Bosco, ebbe la consolazione di
vedersi attorno all'altare un bel numero di preziose
· speranze: 130 studenti dell'Istituto lnternazionale
di via Marsala, 90 dell'Istituto Teologiço di S. Cal-
listo, 85 dell'Istituto Filosofico di Lanuvio e 40
novizj salesiani di Amelia.
Alle 10,30, con tutto il fasto della liturgia tenne il
solenne pontificale $. E. Mons. Felice Guerra, .$aie-
siano, Arcivescovo tit. di Verissa. La scl,ola ca111.J)rum
dell'Istituto Internazionale di via Marsala esegui la
Messa eucaristica del 1\\1.o Perosi. Intanto nella cap-
spettacoli di fede che la basilica ha offerto in un
cinquantenruo di vita: la consacrazione dell'Ame-
rica latina al Sacro Cuore fatta nel 1899 alla pre-
sen1.11 di 53 vescovi americani; i pellegrinaggi degli
anni giubilari del 1900 e del 19z5 1J convenuti; le
feste annuali in onore del Sacro Cuore e di Maria
Ausiliatrjce celebrate con tanto entusiasmo di popolo;
i tridui solenni pel le beatificazioni o canonizzazioni
di Maria Alacoque, del Cottolengo, del Cafasso e
principalmente del venerato Don Bosco, che richia-
marono folle immense di popolo esultànte; le consa-
crazioni di Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi e la stessa
consacra:cione episcopale e giubileo sacerdotale d
Sue Eminenza.
pella interna si raccoglievano i giovani dell'Oratorio
Ecco i fasti della cara basilica - diS!)e il Cardi-
festivo e delle Associazioni maschili di A. C. per lo nale. - Qui si perpetua lo spirito di Don Bosco:
messa della comunione generale celebrata dal Con- spirito di fede operosa e di amore fiducioso nella
sole Generale Grand'Uff. Don Michelangelo Ru- Provvidenza, dalla quale il Santo attinse energie e
bino, che al Vangelo, commemorando le feste della risorse per pi:odurre tutto quel bene che oggi am-
consacrazione della basilica del Sacro Cuore, ri- miriamo. Qui rifulge e si concretizza giorno per
cordb commosso di essere stato anch'egli prescelto giorno l'ideale dell'apostolo, scritto nella sua ban-
tra i giovani cantori, per prendere parte a quelle diera: Da mihi a11i111as, coetera tolle. Poichè il suo
celebrazioni. Alla sera, preceduta dalla consueta programma non fu la politica umana o l'interesse
funzione per l'Oratorio festi,,o, si svolse la cerimonia terreno, sibbene la santificazione delle anime. Chi
di chiusura. Uno spettacolo imponente. Quando
- 158 ::::::
pub conta.re le anime che ha santificato in vita, le

2.6 Page 16

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legioni di convertiti che ha restituito a Dio, le legioni
dì laici divenuti apostoli della verità c. le schiere in-
numeri di sacerdoti che ha donato alla Chiesa e al-
l'Ap<>stolnto? I figli del Sanm, qui, tra Rii archi e le
colonne del tempio, hanno conservato vivo e fiam-
mante l'ideale del Padre, per procurare a Dio messe
abbondante dì anime •. L'Eminentissimo chiuse
il corso triduano dicendo a D,m Bosco:
•O Santo, i nostri padri ti 5aluta.rono qui cingu:lnta
anni or sono, e tu li benedicesti nel pianto. Oggi,
dopo me2.zo secolo, noi vcmamo a salutarli doman-
dando la tua beneclizionc e tu ce la doni, non nel
pianto, ma nel gaudio. Ciascuno dei presenti ha
qualche cosa da dirti, perchè tutti qui in questa
chiesa, in una circostanza o nell'altta abbiamo a,•uto
rapporti con te; qui t'Jnte volte abbiamo pianto, pre-
gato, supplicato. Sfogliando le pagme della nostra
vita, ne troviamo qualcuna in cui vi è la dolce eco
dei ruoi ricordi. La tun benedizione ci rinfranchi
lo spirito; faccia di ognuno di noi un apostolo del
bene; carezz.i nme le culle; discenda sulle tombe dei
nostri morti e sia lo squillo della vita e della risurre-
zione; porti la pace e la gioia in ogni focolare. Oh,
discenda generosa sulla Patria nostra perchè non
conosca mai le ii:tnominie di quei paesi dove il nome
di Dio è ripudiato, il Cristo fucilato, le chiese sac-
cheggiate, i sacerdoti massacrati; ma dalle sul! tra-
dizioni tragga novelle energie per continuare la sua
missione storica di pace e di lavoro, di fede e di
civiltà •·
Terminato il fervido discorso, S. Em. il Card.
I llond intonò il Te Deum e impartl la benedizione
eucaristica. A corona e suggello delle feste giunse
la benedizione del Santo Padre con telegramma
indirizzato al Direttore dei Cooperatori, S. E. Mons.
Pascucci:
Città del Vaticano
Su.a Santità ringrazia /dia/e omaggio Cmrvegno
Decurioni Salesiani feliume,1te associato Giubileo ba-
silica Sacro Cuore e a1,~,,, ra11do da doppia celehrazio,ie
m;oi•o fervore molreplici opue testi111011ù111ti grandezza
apostolato San Giueamzi Bosco invia di wore singoli
interoe,wti patenrb be,zedù:il)lle. Card. PACEr.1.1.
Roma. - Il primo anniversario de lla con•
sacrazione della Chiesa di Maria Ausi-
liatrice.
P articolare solennità ha assunto quest'anno il
primo anniversario della conncrazione del tempio di
Mllria Ausiliatrice in via TuscuJana, anche per la
presenza de l nostro Rettor Maggiore in Roma il
quale vi ha celebrato la messa della comunione gene-
rale. Tenne 1n predicazione D. Gaggino e fino al
24 maggio si successero in funzioni e pontificali le
LL. EE. Rev.me i Monsignori Arcivescovi e Ve-
scovi: Capettini, Lisson, Grassi, Traglia, Guerra,
Migliorelli, Giordani, Pcrlo Filippo e Perlo Gabriele.
Cetebrò la messa della comunfone generale, il giorno
del.la festa, S. Em. Rev.ma il Sig. Card. La Puma,
e chiusero le giornate del triduo colla benedizione
eucaristica le Loro Eminenze Rev.mc i signori Cardi-
nali Enrico Gasparri, Luigi Maglione, Camillo Cac-
cia Dominioni.
Ben sette parrocchie di Roma or)?anizzarono de-
voti pellegrinaggi parrocchiali nel ciclo delle feste,
ed, il 25, il Consiglio Diocesano guidò al tempio
oltre 2000 Donne dei Gruppi di Azione Cattolica,
le quali fecero ali'Ausiliatrice l'offerta dei ceri e
ricevettero la benedizione dall'Em.mo sig. C.-.rd. Giu-
lio Serafini.
- 59 Torino. • I Decu rioni intervenu ti al Convegno del 9 giu gno attorno a lle Loro _EmineMe ì Card.J.na lJ Fossa ti e 5310111.
1

2.7 Page 17

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ALESSANDRIA D'EGITTO
lnautura.zione dei nuovi
locaJ1:
Il nuovo te.acro dura.ore la
conferenza delf'avv. Ros-
seul. - Il Console comm.
Cameranl taglia Il nastro
simbolico. Le autorità
prima del commiato.
160 :::::::

2.8 Page 18

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EGITTO - Aless3ndrin. - La prim.a chiesa
salesiana dedicata a S. Giovanni Bosco.
Alessandria d'Egitto ha il \\-anto di &\\"er fonaJ1.aro
la prima chiesa pubblic:a salesiana dedicata I San
Giovanni Do~co- La munifiet:nza di due illu,;tri bene-
fattriCJ, la sil{nora Fanny Lam11nna e la contessa.
Carola De Tomich ha conet.'550 ai Salesiani que,ta
ambita consolazione di offrire al Padre, in tre ann,
dalla sua canoninazionc, un be.I tt'mpio di stile pre-
\\"lilentemente romanico moderni,;zn.to ad uniet1 no-
\\"\\\\ia di 850 mq. dl supl·rficie e 21 m. di altl'7.za,
tianch~to, alla facc;iata, da due campanili di 38 m
di altezza eia.~cuno, pa\\ imentato in marmo di Car-
rara con inqundruture in • verde , delle Alpi, illu-
minnta da flJ"!IZiose trifore a vetri colorati in dolci
tinte con un 1lt11r magaìort' che e un vero tripudio
di cn.ndore. Vi domina il marmo bianco che trionfa
nel pnlliotto raffigurante la Ceun di Leonardo da
Vinci e nei due ang;ol1 che, agli c,tremi, reg,:iono
fiaccole di luce artificiale. Di grande dfetto il wa-
dino in pannelli di alabastro che riRettono, alla luce.
magie colori Un ricco quadro del Crida. prellenta
il 8nnto sorridente d1dl 'alto tra i giovani in una
cornice di anitioli. Arredato di turto punto, il sacro
edificio fu sub1tn dotato d1 un organo modernissimo
d1 3 . 000 CRnne dclln Dma Balbian1-Vegt'Zz1 Bossi
d, Milano e da un concerto di campane di Bassnno
del Grappa da far invidiR alle chic-,e migliori.
Devotissimo un ,:iran Crocifisso in proporz1om
naturali benedetto pc~onalmente dal S Padre
Pio Xl in Romn ed arricchito di pre:r,iose indulgenze
Culla chi-, l'Istituto Salesiano, fiorente di oltre
tn-<:cnto 1?10,11ni distrihuiu nelle !IC\\lolc elcmenlari,
rzinna.,inli, profcsi1ionali e tecniche, ha pure inau~'U·
rato nuovi laboratori d1 mcccan1c:a, e falegnameria.
r.artoria, cal:wlcria, 1iru11rnfia., lcr,cntoria, nttre7.7..Bti
secondo lt- esirzcnze modcrne, ampi refettori per
~~riori ed alunni ed un modernissimo ~alone-
tratro capace d1 mille cinquecento persone. Ln ceri-
monia inau~urnle fu inCll~tonata in un ciclo di fe-
stc:11111amenli che non potevano nu~circ più 11randiosi
e solenni. Intervennero le autorità r-di,ziosc, con"O-
lari e scola~tich.-, con a c,1po il Delewito A1W5tohco
ddl'Egitto, il Vicario Apostolico Mons. :--uri e
l'ArcivC$COVO ,iro-cattolico, vicarfo patriarcule del
Dtha del '-110, numcrt,,e e di~tinte pet"'()nal1tà. ed
unu folla di cx-allievi, Coupemmri ed amici ammirati
l.'d orgogliosi d('lla geninle sistema,:ione dell'Orera
!,lllc-<iana
.\\lAcxIFtCO f.'ICl!El'tlP.TO. - Cogh edifici inaugu-
rati e coll'aln dell'Oratorio festivo, ultimatn in questi
mesi, la provvida istituiione ha completato infatti il
~un piano r.-gol.atore offrendo, nell'armonica di~posi-
7.Ìone, l'i-V\\ponente spetucolo della riena efficienza
dell'attività sak-sjana. Un prodi,rio, se si pensa alla
,hniltà delle origini, nllc dclìcienu dd meni, alle
diffidenze, B\\-Vcrsità e contrasti che contesero all'opera
cotanto sviluppo. Fin Jal 1886 Don Bo,;co era stato
invitato dal ~limstro d«i;li E_qteri d'Italia, conte di Ro-
l>il11nt, a fondare un Istituto in Ei;:itt<> ed ìl S:1nto,
preoccup~to roprattuuo della cura d~li emigrati,
a"rehbc voluto aderire immediatamente a.Il'in\\;to; mJl
la cnduta del l\\linistro, la t.ear.iczza di penionalc: e dif-
ficoltà di carattere transitorio non Jrli pe.nniscro di
rc,1lin:are le iue nobili Bf'('~tolichc upirazioni. Fu il
sun Succe!lsore. il Servo di Dio Don P.'lichrl<' Rua.
raccogliere anc:be il pio paterno disegno e a concre-
ta.re l'Opera sak-siana m Egitto coll'mvio dei primi
Salesiani dalla casa di Betlemme, sullo sC<>rcio del
1896. Epici m1;r.i d'un glorioso 11vvenire 1 Allo~ti
in unn "eec:hia prigìone-fortct.1.a ceduta • buon
preZ7.o dal Governo eg1z10no, i figli di Don Roqco s•
trovarono fra muri spc,19i fino a 1ei merri, finestre
strette difClle da doppie robuste inferriate, porte
ddle celle spesse otto centimetri, foderate di la-
miera e tempestnte d, grossi chiodi, scale 8èn1.a rin-
ghiera, pn"im<'nti in rovina, rifugio d'insctti, di topi
e dJ serpenti, senza un cortile, nell'ambiente più
contras~nte collo spirito salesiano. i\\la la c::1ma fece
il prodigio Ripuliri i locali cd ordinate le Rule, co-
minciarono ud acco.allert.> i lt"iovani che, vinte le prime
ripu~= della coinruzione. trov.irono n<'lla cor-
dinlit:l\\ salesmna le m1ghor1 risonie per la lom educa-
zione morale e civile, nella abilità e nell'abne~zione
dei figli di Don Bosco i riù validi sussidi olla loro
istruzione ell•mentare, recnica e profecsionale. In
breve v'affluirono anche i 61?li d, ottime fami1die
che assicurarono all'opera la fiducia, il creduo. la
simpatia generai<' E venne la provvidenza'I E colla
provvidenza ~comp.a1 ve la vecchia fortezza 9mantel-
l11ta e ra'ln al suolo. e sorsero al suo posto due corpi
di eleganri edifici con ault' spazi0<1e ed aerate, labo-
rurori ampi ed attr<'7.iut1, mentre ,:tli oni vicini si
mnve.rth'llno in allei;rri <.-ortili ad accrescere In J?-ioia
di rnnta baldn giovine1.za Le b<·ned.iz:ioni di Dio,
l'uiuto del Go,.,emo italiano, il concorso di anime
izcnerose sci;tnnrono le tt1ppe del progressivo sviluppo
che doveva ~sere coronato, per In cnnoni:r.zn:r.ione di
Oon Bo<co, dalla munifioen:r.a dl·lle insi~i bcnefat-
rnci, siR'f!Or& Fanny Lamanna 1: contessa Cnro!ft ~
Tomich, dnllR coopernzione degli ex-allievi ed nm-
mirutori dell'opera colla splendido chiesa dcc-dicata
ol Santo, coi nuovi lnhnrntori e refettori col .,,.Jone-
teatro
LE s01.r:-.:-..1 CERJ!\\!Ol',;IE INAUGl'HALI. - Le fc5te
si iniziarono il 29 aprile colla benedizione della
chiesa e la consacraz,one dell'altar ma,:i~1orc dedi-
cato al Santo, compiuto da S. E. Re,·.ma l\\lon,;ignor
firmo Xut1, Vicario Apostolico J'll"r l'Egitto, alln pre-
~nzo dt'lle benefattrici e dei superi<>ri delle comu-
nità cart<>lichc latina, izreca, maronita e copra Ce-
h:brb la prima :l.l= il direttore dcli'lqtituto prof
D. Libero Biondi, distribuendo la S. Ctlll'lunione
alla folla dei ltiovani e dei fedeli che gremiva lette-
ralmente il tempio Cogli allievi dell'T~tituto e lr
alunne delle Figlie d1 '\\laria Ausilllltrice cnano ben
r11ppresentate le R Scuole ltnliane con alunni ~
professori. Nel porncriR'gio si iniziò il triduo predi-
alto da Don Guido Favini. L'affiue.nza dei fedeli
fu tanta che la rnsm chiesa parve subito troppo an-
1,!USta. lmp.trtl la bcn-:dizione I'> 1.tc:sso Ecc.mo Vi-
curio Apo~tolico.
L'indomani celebrò il parroco d1 Sanr.\\ C.iterino
:::::::::.
161

2.9 Page 19

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S. E. lJ Vicario Ap. Mons. Nutl consacra l'altar maggiore.
P. Mansueto Cecconj O. F. M. sotto la cui giurisdi-
zione sorge la nuova ch.iesa.
Il maggio fu dedicato alla inaugurazione uffi-
ciale dei nuovi locali. Al mattino celebrò l'Arcive-
scovo siro-cattolico $. E. Mons. Bakhache, Vicario
Patriarcale, nel suggestivo rito orientale. Nel pome-
riggio, salutato dagli inni nazionali, il Console Gene-
rale d'ftalia comm, Camerani, alla pre!jenza di S. E.
Rev.ma Mons. Gustavo Testa, Dele~,,ato Apostolico,
di S. E. Monsignor Bakhache, delle autorità religiose,
civìli, politiche e scolastiche e di una eletta schiera cli
personalità, tagliò il nastro tricolore aprendo la vi-
sita inaugurale ai superbi laboratori. S. E. Mons.
Gustavo Testa presiedette quindi colle autorità e
colla folla delle personalità la commemorazione ci-
vile del Santo, tenuta con gagliarda cloquenm e con
profondo sentimento cristiano, nel magnifico salone-
1catro dal comrn. avv. Roberto Rossetti di Cairo,
ex consigliere reale. La banda dell'Istituto ed il coro
dei giovani incorniciarono di gioconda allegria l'alata
orazione. La giornata si chiuse coll'inaugurazione di
una graziosa kermesse che si protrasse l'indomaru.
Le funzioni della festa s'iniziarono colla liturgia
siro-cattolica di S. E. Mons. Bakhache e colla Messa
della Comunione generale celebrata dal sig. Don
Tirone, rappresentante il Rettore Maggiore.
Alle 9-,30, presenti il Console Generale com.m.
Camerani, coi vice-consoli conte Oscar de Mjnerbi
e dott. Gentile, tutti in alta uniforme, il Segretario
di zona comm. dott. Cignolini, il Preside delle
Scuole Littorie dott. Arangio Ruiz col Capotp"uppo
delle O.G.I.E. colonnello Chanoux e le altre auto-
rità consolari, politiche e scolastiche, rappresen-
tan?.e degli ordini e congregnioni religiose m:\\_Schili
e femminili, il progettista ing. dott. Loris Pagano,
e il costruttore cav. del lavoro Ernesto De Farro,
S. E. Mons. Delegato Apostolico Gustavo Testa
fece il solenne ingresso nel tentpio pel pontificale,
assistito da Mons. Carlo Perico e scortato dal comm.
Dassetto, direttore generale della Fiat-Oriente, cava-
liere dell'Ordine di S. Gregorio Magno.
ln presbitero assisteva S. E. Mons. Dakhache. La
schola cantom111 deU'Istituto, preparata e qiretta dal
M 0 G. Accad, esegul magistralmente la Messa a quat-
tro voci dispari C1m1 i1,bi/o composta per la circo-
stanza dal maestro cav. uff. Ettore Cordone.
Dopo il panegrrico, S. E , Mons. Delegato Apo-
stolico impartl la benedizione papale.
A sera il canto del Te Demn e la benedizione im-
partita dal sig. Don Tirone suggellarono il ciclo
dei granwosi festeggiamenti.
Cosi la giornata di domenica, - ha scritto il
Giomale d'Oriente - sintesi di gioia e di raccogli-
mento, ha coronato il triduo che lascerà nel cuore
di tutti coloro che l'hanno seguito, un ricordo impe-
rituro poichè in esso è stata degnamente esaltara la
figUTa di un grande Sacerdote, di un grande Maestro
w vii tù, w 11n grande Santo.
Il giorno 12 seguente, onomastico del Santo Pa-
dre, l'Ispettore delle Case salesiane d'Oriente, dott.
Don Giovanni Battista Canale, benedisse anche il
nuovo organo che ebbe sole.nne collaudo con un
magninco programma. ).l'ell'autunno si inau~ure-
ranno i nuovi locali per l'Oratorio festivo e l 'Opera
salesiana potrà allora offrire l'efficienza di tutto il
suo provvido apostolato riproducendo anche in
Alessandria d 'E.i;dtto la Casa-Madre di Torino
Superiori ed alunni deU'lslituto Don :Bosco di Alessandria d'Eeitlo attorno al Visitatore Don Tirone,
:::::::::

2.10 Page 20

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DALLE NOSTRE MISSIONI
KRISHNAGAR (India).
Fr u t t i c o n s o l a n t i.
Amatissimo Padre,
Al chiudersi delle sol~nnità pru;quali, con
l'animo pieno di dolci consolazioni apo:,toliche
raccolte in questo periodo di grazia, mi è caro
darle notizie della Diocesi di Kri~lmagar.
Lei conosce benissimo quante e quanto gravi
difficoltà incontriamo in questo campo di la-
\\"Oro: clima noci\\'O, po\\'enà senza pari aggra-
,·ata dalle disastrose inondazioni dell'agosto
scorso, fanatismo mussulmano che da parecchi
anni a quei;ta parte non solo è passivo e refrnt-
tario all'opera di evangelizzazione, ma adùirit-
tura invadente e, in alcuni casi, perseguitante...
Tuttavia, anche in condizioni tanto difficili,
con la grazia di Dio i suoi figli di questa Dio-
ce:,i hanno potuto compiere consolanti pro-
gressi nell'anno testè decorso.
Cc;R.l DEl CE.VTRO. - Fu nostra in-
tenzione, quest'anno, di sistemare definitiva-
mente le varie opere educative del centro della
Dioce,i. Grazie al buon Dio e all'opera Yera-
mente eroica delle buone Suore della Carità
della Bc:1ta Capitanio, l'educazione delle ra-
gazze e delle donne bengalesi è as'-ai ben siste-
mata e dà frutti consolanti. Spc:;:,c volte si
deve all'opera, all'e;empio e alla fortezza delle
ragazze, educate in qualcuno <lei varii istituti,
se in molte famiglie la fede si conserva ancora.
Yi furono ùelle giovani le quali, piuttosto che
tradire 1a propria fede, soffersero e continuano
a soffrire qualsiasi vessazione, compresa la pri-
vazione c.lcl cibo, le percosse e anche l'isola-
mento totale.
La stessa opera di educazione e di bene ab-
biamo cercato e cerchiamo di fare col nostro
sistema salesiano per i giovani. La scuola,
iniziata con umilissimi mezzi anni or sono,
a\\'eva preso tale s,·iluppo da richiedere urgen-
temente un'amplific.1-zione adeguata di locali.
La Divina Provvidenza ci venne in aiuto, e
potemmo comperare un ,·asto terreno con fab-
bricato capace di alloggiare 1 1iO giovani in-
terni cd esterni, che ne frequentano la Scuola
superiore. Da quesr.a istituzione speriamo di
prendere l'elemento necessario per formare i
catechi!-tÌ e, a 010 piacendo, anche i futuri
apostoli di quc3to popolo così tenacemente
attaccato alle proprie tradizioni nozionali.
Ma come in altre parti <lell' Iodia, cosl nella
nostra Diocesi di Krishnagar, non è col molti-
plicare le Scuole superiori che si provvede ai
bisogni del tempo. e del popolo indiano: un
numero esagerato di tali scuole crea l;Olo degli
spostati, incapaci di trovare impiego che dia
loro modo <li guadagnarsi da vivere. Urge in-
\\'CCe avere delle S<."1.10le professionali, dove,
assieme alla coscienza cristiana, si fonni abile
la mano dell'operaio il quale, uscito da queste
istituzioni, migliori immediat.:unente la pro-
pria condi:f.lone sociale e concorra a perfezio-
nare anche quella del suo Paese.
Ci mettemmo dunque all'opera e, eon l'aiuto
di due nostri bravi confratelli coadiutori, che
dodici anni prima ave\\'an già dato prova della
loro abilità a Shillong, si potè impiantare la
Scuola Industriale Don Bosco. A un anno da
quella <lata, la bell'opera è in pieno sviluppo.
E quando, nel gennaio scorso, il signor don
Candela visitò questa nostra Scuola, rimase
sorpreso nel constatarne il rapido progresso e
l'interesse e l'amore che questi giovani benga-
lesi, per natura così irrequieti, hnn saputo de-
dicare al loro lavoro.
Non solo i nostri cristiani, ma anche i pa-
gani e le autorità tutte ven~ono con piacere a
visitare e a osservare il... miracolo operato dal
sistema di Don Bosco.
Sempre poi con l'intento di sah-are la gio-
ventù pagana e crisùana, quest'anno siamo
riusciti a fare, con regolarità e succt'SS0, l'Ora-
torio quotidi:mo e il catechismo quaresimale.
Questo trionfo di g1oventi1 allegra, piena di
virn, è la nota caratteristica <lei nostro centro
di Krishnagar, che ci ha servito assai bene
per rinnovare lo spirito crisiiano in mezzo alla
nostra gente. Si constata infatti con piacere
come, fr:t i mille cattolici che risiedono at-
torno alla cattedrale, lo spirito di pietà e il
senso cristiano si facciano pii, intensi. L'impo-
nente processione eucaristica, tenuta.si con
tanto sfarzo e solennità nel gennaio scorso, e
quella commo\\'enùssima S\\'Oltasi nella notte
del Venerdì Santo attraverso la città pagana di
I<rishnagar, hanno dato ai nostri cattolici un
senso di fortezza e di coraggio nell'esplicare la
loro fede, suscitando nei pagani un sentimento
di de\\'oto rispetto e di ammirazione profonda
per la nostra santa religione.
Com'era hello vedere i pagani piegare la
fronte sulle palme gil.l,(ltC in segno di rispetto
e for"e di amore ,·erso Gesù che, maestoso e
benedicente, passava portato in trionfo dai suoi
- - fedeli 1 In mezzo a tanta solennità, avvolta in

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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una luce sfolgorante fra canti e suoni echeg-
gianti armoniosamente da un capo all'altro
della strada, furono udite queste parole sfug-
gite di bocca a gente protestante: «Qu_i sl che
c'è veramente devozione e fede! Questa è
proprio la religione di Cristo I... ».
UNA VECCHIA STAZIONE MISSIO-
NARIA CHE RISORGE! - l n terra di mis-
sione, uno dei problemi più importanti da
risolvere è stato sempre quello della forma-
zione dei catechisti. Senza catechista, il povero
missionario, anche affaticandosi eroicamente,
potrà raccogliere ben pochi frutti. Proficue e
benedette senza dubbio son sempre le visite
che il missionario fa spesso alle sue comunità
spar,;e un po' ovunque; ma, se dopo la sua
visita non rimane nel villaggio chl possa se-
guire le sue direttive, nè i cristiani progre-
discono ne i pagani si convertono. Do\\'e c'è
un buon catechista, dal cuore apostolico e
bene istruito nella fede, tutto prospera invece
e la chiesetta del villaggio, anche se priva del
tabernacolo, diviene centro di attrazione.
Non c'era quindi da perdere più tempo per
cominciare un'opera atta a fornire, almeno al-
orni di questi indispensabili collaboratori del
missionario. Raduna.re giovani dai 15 ai 20
anni, ben disposti, fomiti di una certa, almeno
mediocre, .istruzione culturale, tenerli costan-
temente uniti sotto la gU-ida di un missionario,
in un'atmosfera di pietà, ai piedi Gesù Sa-
cramentato: ecco quanto urgeva di fare! E cbn
la grazia di Dio ci riuscimmo.
.
Cercavamo un posto per alloggiarli, e non
trovammo di meglio che riaprire l'antica ab-
bandonata dimora del primo Prefetto Aposto-
lico del Bengala centrale a Jessore.
In questa gra~osa cittadina, che vide nel
l855 venire il primo missionario il quale vi
lavorò, sofferse e diede la propria vita per il
trionfo di Cristo, i primi aspiranti catechisti
si stabilirono il 31 gennaio u. s. Alternando
lo studio con la preghiera e col lavoro manuale,
il piccolo gruppo si prepara alla grande opera.
Le difficoltà, specialmente economiche, an-
che in questo campo non difettano; ma siamo
decisi a qualw1quc sacrificio, pur di sostenere
e di alimentare questa fiamma, che dovrà aiu-
tarci mirabilmente a vincere tutti gli ostacoli
per l'avvento del regno di Cristo in queste terre
1·icche di tradizion.i superstiziose e di pagane
credenze. Fra quattro anni contiamo di poter
raccogliere i primi frutti.
KHULNA, /1LLE FOCI DEL GANGE. -
Intanto un movimento di conversioni si va
accentuando lungo le rive e alle foci del
Gange, il grande fiume sacro. Il dovere ci
spinge a provvedere sollecitamente ai bisogni
di queste anime asseta.te di Dio e tormentate
continuamente da tante sétte. Se finora fu
possibile assisterle dalla stazione missionaria
cli Jessore, era oramai tempo che anche questa
promettente regione avesse il suo missionario
fisso e residente. Col ritorno di Don Righetto
dal suo giro in Italia, ci fu possibile sodùisfare
questo tanto sospirato desiderio. Non in ter-
reno nostro, non in una casa nostra; ma in
una piccola dimora presa in affitto, ci recammo
il 2r fehbraio u. s., per aprire questo nuovo
centro.
La piccolissima stanza, riservata per Gesù,
non conteneva neppure il numero esiguo dei
fedeli intervenuti... Quando potrà avere il Si-
gnore una dimora meno indegna in questa in-
dustre e frequentata cittadina bengalese? Non
sappiamo. Ma intanto, di qui, i due missio-
nari, costeggiando le rive nord e sud del grande
fiume, potranno stendere le loro reti e, a Dio
piacendo, ritirarle piene di pesca abbondante.
AVVENIRE P.ROMETTENTE. - E che
ci sia veramente la benedizione di Dio lo con-
statiamo dappertutto. Nell'antico distretto mis-
sionario di Bhoborpara si tenne l'anno scorso
l'annuale processione del Corpus Domi11i, che
fu un avvenimento davvera consolante. Nume-
rosi i cattolici intervenuti, numerose le comu-
nioni, edificante la pietà e il contegno cli tutti,
compresi i pagani, i mussulmani e i prote-
stanti, che ammiravano silenziosi e riverenti il
suggestivo passaggio di Gesù...
D ove si nota pure un movimento accentuato
di conversioni è nel D istretto di Shimulia, fra
i cosiddetti << fuori-casta,,.
1r D iversi paesi - mi scrive il missionario
Don Lazzaro - chiedono di farsi cristiani:
urge mettere dei catechisti ambulanti; e sa-
ranno dei nostri! ,,.
Amato Padre, gioisca con noi e ci sostenga
con la sua paterna benedizione, mentre tutti
noi suoi figli, insieme con tutti i nostri cristiani,
pregheremo per lei e per tutti i benefattori,
affi.nchè ci rendano possibile ciò che senza della
loro carità non potremmo mai condurre a
compimento.
Kri.slmagar, 28 marzo 1937.
Mons. VINCENZO ScuDERI, il.mm. Ap.
-
-Trovafeci nuovi Cooperafori e mandafep l'indirizzo preciso.

3.2 Page 22

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GRAZIE
nostro caro figlio - restituito in piena saiute
ricorninciavn a frequentare regolarmente la scuola.
altribuite all'inte,rcessione di
Uniamo unri piccola offerta in ringraz,amento.
MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICE
e di San Giovanni Bosco.
Tonmgo Ca11m·err, 28-V-37,
Coniu11, FRASSATO.
Un vuo p,ndtgio. - Il 26 i::enna,n u. ~- nostro fi,;lio
Pietro, dicia~settennt', reduce dal la scuola ne lla vi-
R,1uomandiamo t·it•nmcnll!. ai Jlr@oli, uri rasi d,
/lllOr,p,1011e, di spuifirnre sempre IKne la malattia e le
ciru,.1to1,ze più imp<,rta11/i, ,. di seg11a re chiaromrute
la propria firma Non si Jmhh/uano mugrolmmte le rr-
/0,:10111 di 11ra:ztt arwmme, o firmate colle sn,1p/iri
im::w/i.
cma Bassano del Groppa. dopo aver nun1?iato usci
a .111ocare con altri comrmgnr, a palle di ne,-e. Oupo
un'ora cirCll, rientrò in casn, accusando un f(lrti:
dolore dj te~t.1.
Chiamato d'uni;enza aJ medico locale ~lt nscontrò
un edema polmonare e sintomi indubbi d1 meningite
emorragico, Gli fece ~ub,to poten t i inièzioni e po,,
Grazia sc11110/ata. - li 24 sertcmbre 1935 un lieto vi~to il ceso gravissimo, fece chiamare anche il diret-
e\\·ento rallel-(n1va la nostra famiitliola. mu la none tore dell'ospedale d i Bassano. C,la prat,mrono pro-
del 26 onobre io mi llJUtrnvai t11lmente ,fa far accor- fonde incisioni alle hmccia per rrocum, gli lo fuoru-
rere il medico dott. Riva che, vedendomi in gravis- scitu del snngue, mo non giovarono II nulla. Eru
sime oondi7.ioni, giudicò nec;es...v,a la tra.fusione del tutto ghiaccio. li profcsi;ore ■ llorn ,;i vol~e 111 Cuppr:1-
sangue e, mancando la penson.1 odattn, v, suppli con la.nn, l(ià occorso al c.,pczzale, per dìrJ;Clì che ommi
un'ipodennoclisi. Ln mnttim1 Sel(uente fu c hiomnto non c'ero p1i1 nulln a fare: pensusse quindi ai ~on1i
d'urucnza il prof. Lampugna.ni ,·ù e1tli pure mi 1r1u- socramem,. Intanto sostennero l'infermo con altre
dicò m imminente pericolo d, vita, L'indomam Hnne .- 1nrez1oni. ,o, allora, un,ti al Cappellanu, lo \\'Otammo
d'url(enza anche il prof. Agnolrtto di '.\\l,lano e mi al j!'mn S,,nto Giovanna Bosco, protettore della gio-
riscontrò di,·erse malattie tuttt' in fom,a a~sai grnve. Vèntù. A lle ventitrè circa. trovammo nostro figlio
A qu~o vtrderto, il marito ~confortato e sfiduciato tutto lordo di ollll,llUe: la circolazione a\\'cu unpro\\'n-
dt'i rimedi umani, mi ~• a,~icinò e mi di~e: , Rocco- s:imcnte ripreso il ,uo cor.m. Il cuore ,, aperse alla
mandati ft S. Giov. Bosco e promem di andare a spcrllnza. Senonché, 11 30 dello stesso mese. sabato,
Torino e d1 fare un'offerta per le Opere sue ~e ci vo:r~o le 18, ~i sviluppò in pieno la menìn1tite <cmor-
01tit'ne la lfTI}Z1a. Tu non afTaucart, a preR3re, ma rlll(1ca Ebbe altri collassi che ci fecero temere di
con la menti: ~egui le preghiere che recito 10 qui perderlo; ma 11 Santo wglia,a. I medici gli fecero
vicino a te •· Erano le preghiere de!ln novena n San o tempo una prima punrurn lombnrc: il liquido
Gin. Bosco. Seguii il ,uo c:on~iitlio e nc:-i lunghi mesi sieroso era qua~i nero per il sana:ue diffu~ Traspor-
d, wfferen7.a continua, ad m,·ocare ferndamente il tato all'ospcd.tle fu potuto cumre e ne usci guarito
Santo linch~ non fui comple1.1mcnte guarita Ora oompletamentc, se si eccettua un po' di strabismo
sciolgo la mia pre11h1era di rin11ra7,i11mento e la pro- all'occhio dc~tro. Noi speriamo di ottenere la gu,1-
m...,,a fattal(lt di un'offerta Jl(lr h: Opere salesiane, M!lione anche da questo difetto ed attribuiamo la
tanto più che, essendo ancoro a lui ricorsa in vari graz,n all'intcrcessionl' di S. (;iovannì l}zy.;co, di cu,
bisogni dì fnmiglia, constatai aempre In ~ua potente serbammo Rcmpre re!aquia ed immagini sotto il suo
e ,alida protezione. Con riconoscenza
~,mciale.
Castano I, 25-V-193;.
MARIA Lt!VA COLLI.
A parte, 11 mezzo vaitlia, inviamo la nostre ofl'crt0
per assoJ,.crc: al voto f.nto.
i'isibil~ i11trn•t11to. - Kcl m~e di fobbroio 11. ,se.
un mio fmlt'llo fu improvv1somcnte sorpr~o da peri-
l,fu.smlmte, 29- I V-1-937.
Lnc1 e ALRI~\\ l\\lts1'1>.
tonite e lo t t dovettt' operare d'urgenz.1, corr quella
P. S. Faccio fede al caso st111orùinario succe,..o e
incertezza di succe~so che presentano i.imiti casi nlh1 grazia nllribuitu II S. Gio"nnni Bo~co. Fui k~ti-
disperati In tonta an®scia, cn, confr:ttdlì. parrnti mone cli 0)..'1'11 cosa e coi suddct11 genitori feci il ,·nt.>:
l'll :tmict, ricorsi fiducioso all'niuto di '.\\laria Au..,ilia- la guarigione è anenuta ed ha prodotto nei medici e
trìce e di S. Gio,-nnni Bosco. Tutto riu1ci felice- in tutta lo popol~z1one l(r,mde ammirozionc. Si
mente. La hcnedfaionc di Dio e l'interces..~ione di prc~ di pubblicare quanto prin'la nel Bolft.ttino Sale-
\\laria S~- t di D . DMco fu st'nsibile non solo nel- siat10 che ~mpre lel(!l"•mo con tanto pu1cerè.
l't'stto dell'operazione, mn anche nelle ,arie elligenze
dèlla cura. Con profonda nconoscenza,
Alussole11u, 3-Y-37-X\\'
l i Capprllrmo rii NlussolmtB
Torim,, 24-\\'-37
R.ic Lt·rot BECCUTI
Oon AsTONIO S~RrORF'Tl'O,
Snlrmmo.
Rnud,re tma diffinl~ opaa~ione. - Do,·endo su-
Ln Jl,fadu111111 ci ha salvato il figlio. Il nostro bire una ,econda opl'razionl." nllo stomnco per asre-
/
Vincenzo nel mese di 11cnnaio u. Si" wniva colpito nosi pilorica, mi rivuh1 con fiducia al Si~ore mter-
repentinamente da gr.ive bronco-polmonite a cui si ponl'ndo l'interc~,mne dt San Gio,·.inni Dosco,
Rl?l(1Ungev11 m seguito la pamlun deti. larin~e. Uma- che cbb, la fortuna d1 conoscere come alunno del
n.11nenre purlando non vi cm più speranza. l\\'1.1 non
,enne ma, meno la nostra fiducia in Maria Aus1ha-
1rice. Qu~'11a fede ebbe il suo trionfo. '.\\'ell'aprilc il
primo suo Oratorio festivo. La notte precedente
l'operazione, m.i parve di .,edere il Santo in sogno che
- - calma.-n i miei timori e mi infonde.,-a Jiùuc,a. Difatti,
165

3.3 Page 23

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il mattino seguente, l'operazion e riuscl cosl bene, ascesso, ed il piccolo fu operato. L 'esito, buono
che oggi, dopo un anno, non bo ancor risentito il mom entaneamente, apparve presto compromesso:
più piccolo disturbo. Con riconoscenza.
ogni giorno gli si doveva togliere dalla schiena una
Tori110, 15-V-1937.
LUIGI TASCHBR0.
gran quantità di pus, con conseguenza di alte febbri
e di continue preoccupazioni. Invocammo allora
Guanto da m,giocolite epatica, - Mio m,1rito fu ancor più fervorosamente la grazia di Dio per inter-
sorpreso da angiocolite epatica e ridotto in condizioni cessione di 1.Vfaria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco
disperate. Tutti i professori cJranti finirono per e mettemmo una reliquia del Santo sotto il guanciale
dirci ebe solo un miracolo lo poteva sakare. Invo- del piccino. Quando, la domenica lo andammo a
cnmmo allora l'intercessione di $. Giovanni Bosco trovare, tutto en> ben risolto.
con tanto ardore che ottenemmo la grazia deside-
Con imperitura rico.noscenza.
rata. Il fegato cominciò a migliorare e i professori
stessi ne consuuarono il carattere prodigioso.
Tori110, 2-V-T937
Famiglia Grur-FRlDA
Ora, grazie a Dio, si è ristabilito complet11mente.
Conrimw protezio11e. O ra che superando rutti
Con profonda riconoscenza invio una piccola of- gli esami .ho finalmente coronato i lunghi anni di
ferta.
studio, con animo grato sento profondo il desiderio
Firen::e, 19-Ill-1937. AnBLI! BARANTINI
di manifestare pubblicame nte la mia riconoscenza
a Maria SS. Ausiliatrice ed a S. GioYanni Bosco,
Evita l'amputaaione. - Ero affetto da ostiomielite per quanto ottenni, sempre mediante In loro prote-
acuta all'avambraccio sinistro. Dopo circa sei mesi zione ed intercessione, sia come allie,·o dei collegi
di cura, il medico curante tenne consulto con un salesiani per 11 anni, sia in SCJ.'(uito come ex-allievo.
professore di l\\lilano e decise l'amputazione, a
scanso di pericoli maggiori. Ma la mancanza di
tempo da parte del chiru1go impose il ritardo di
alcuni giorni. Fu provvidenziale. Nel frattempo feci
più fervorose pre,:ihiere a S. Giovanni Bosco al
Caresano (Vercelli), 15-V-1937.
Dote. B&LTAR0 B,\\SILI0
l\\,fedico Chimr1:o
Ritrova la rnotodcletta. - n sig. Aldo Vandini,
quale sempre mi ero raccomandato e proinisi anche economo dell'O.M. I. di Roma manda un'offerta e
un 'offerta alle Opere Salesiane Tre giorni dopo, rende pubblici rin~raziamenti a S Giova-;,ni Bosco
, dolori erano quasi completamente scomparsi e il per unn grazia ricevuta.
pus che prima usciva dalle fis tole io gran copia eia
Da 15 giorni aveva comprata una bella moto,
quasi cessalO. Pensai di farmi visitare da un marca • Guzzi •· Il mcrooledl 21 aprile, essa scom-
altro chirurgo il quale mi consigliò di ricusare J'am- parve dal cortile intt:rno della casa in Via Palestro,
puta.zione perchè non eta necessarie. .lVIi limitai ove fin? allora era stata custodita. Accortos.enc il
quindi ad una lunga cura, ed oggi il braccio, che proprietario, avvisò alle 9 la Questura ed in pori
allora era completamente inerte alle dita, al polso e tempo la Direzione cli quest'O1pizio, perchè si pre-
al gomito, io lo posso muovere e adoperare libera- gasse$. Giovanni Bosco pel felice esito delle ricerche.
mente, tranne che al polso, se non proprio con la Ebbene: la Questura non s'era ancor mossa, quando
forza di prima, tanto da poter riprendere il mio alla sera si presenta al detto signore un giovane
con~ucto lavoro.
completamente ignaro della denuncia fatta a quella
Ringrazio pertanto S. Giovanni Bosco della sua e l'avverte che la sua moto trovavasi al sicuro in una
intercessione, e compio la mia promessa.
casa di Monte Mario. Ambedue vi si recarono ed alle
Pratogiono Chiar;enno (Sondrio), 16-TIT- 1937.
22,30 la tenevano già nelle loro mani.
M.\\s1•t,J GIUSEPPE.
Moria Austbatnc~ ci ha esallditl. - Da parecchio
Roma, 26-TV-1937.
Don ANNTBALB B0RT0LUZZI.
tempo il nostro piccolo Mario, di anni 4, soffriva di
Due belle gr(lZie. - Con animo profondamente
un fortissimo dolore alla parte destra della schiena grato invio un'offerta per le Opere di Don Bosco
ove si manifestava anche un gonfiore che aumentava come segno di imperitura riconoscenza per diverse
di giorno in giorno. Lo portammo ad una visita al- grazie concesse dal buon Dio alla mia famiglia ad
l'ospedale Maria Vittoria cd i medici dissero che si intercessione di Maria SS Ausiliatrice e di $. Gio-
trattava soltanto di una forte nevralgia. Ma il bam~ vanni Bosco. Ne segnalo appena due.
bino deperiva a vista d'occhio mentre il male faceva
Due anni or sono mm marito fu sorpreso da una
pr0,1?1 essi fino a fa1ci passare terribili momenti. Lo infèll:ione gravissima facciale, estesa all'apparato la-
riportammo alla visita di altri dottori e questi ci dis- crimale. Occorreva un'urgente e difficile operazione
sero apertamente che si trattava di una pleurite ed chirurgica. Con la mia famiglia mi raccomandai
occorreva un'operazione che lasciava però tutta l'in- all'intercessione cli S. Giovanni Bosco. ll giorno
certezza della riuscita Immaginarsi il nostro sgo- stesso in cui si doveva procedere all'atto chirurgico,
mento I Il bimbo fu trattenuto all'ospedale, e noi,
ritornati a casa, ci inginocchiammo pia~endo ai
piedi di un'immagine della Vergine Ausiliatrice
implorando disperatamente 111 salvez7,a e promettendo
l'infezione scomparve quasi improvvisamente e
segul in pochissimi giorni la guarigione completa.
L'anno scorso mio figlio è stato operato al piede
sinistro inutilizzato da paralisi infantile e la Madonna
un'offerta per l'ampliamento della basilica. Passò benedisse !'op. azione con ottimo successo.
una settimana in osservazioni, studi e discussioni.
1n fede.
Celle Lig11re (Savona', 30- IV-37.
Infine i medici convennero sulla diagnosi di un grave
- -- 166
DAMONTE BATTISTINA.

3.4 Page 24

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Lettera di Don Giulivo ai giovani.
L'apostolato dello sport.
Caris~imi,
no,r rredo QM t!i sorprenda ii 610/.o di q~ta /4Jùrina.
Voi neu tutti inlfllì11e,1ti e capiu bnùuirnt1 cl,e ar,c/1e lo
sport p1<0 essere ele,.vllo a _fun,.;o,u: dj aPostolalo. Urt b,wn
cattolico anzi non dot1reb~ mai cmu:epire lo sport come puro
e srmpfiu diporto t n~pure come profr.ffirmt della 1[io'IJÌ-
ntn11. Lo dl!f'I! irn•cra rig1wrdau come ttuin:o .-f}icaa di
roil11ppo e di potm:;iarruinto di quel corpo che i tempio d,t-
l'anima, e cht, q11anto più robusto e wli.fo, tanto pii) pre-
moro riesu all'anima stessa pe compiere ogni miniane di
bt11e n~ ,norido. Pi,, qunto Do11 Bo"o gli ha fatto tantn
posto 11el progrm1111w da suoi ortUori ed isLiiuJj_ Inteso per-
tanto e fJ4Jorwato con çpirilo crutiano, lo 8J>Ofl, mentre
Jnvorisre, col rigoglio delle for:;re naturali, i moggiari trionfi
della ,rraaÙJ a le eroicl,e ascese nella flirtù, assurga anche ad
,wa ~•era " propria nuuion11 apolog,tica di apostolato,
liq,ùdondo i cieti bcrte{!giamenti anlidni&ali rhe calumria-
11ano la chiesa dj atrofh:,:are I'ed~azione fisica ihi giovani
e di allevart generm:io,ri di bigotti nmffiti. A11che •• Mn
,i ,mol ri~o,dau la storia (IJttica, re.•ta dimo,trato al giorno
d'oggi che si pu/J essere cattolici o ti p,di _,. Bartali nello
stuso t,nnpo. Non ; t,ero? Gino 13aT1sli ~ giustamtnte una
gloria cn,ttolicn oltr«h~ italiana, rhe drn,1,rtra coi fatti come
/'edr«a:rio11e dolla Chiesa sa no11 solo rispettare, ma orga-
tticammzte ru,are. la pi~nn ltffi,eitmt::a dl tutto l'org(mi.smo
ummro, 1an10 spiritualo, quà11to mJJJeriale. L'importante
i corri~nd..-e alla sua opera educatrice. Alla fli11ilia
d,l/a tappa di Gardone, Gino è stalo invervistato ,In
Scandone, inviato tk la Gazzetta. del Popolo. In con-
di::èoni di eectidonal~ fr~:ra, Rii fee• sorridendo
il co11to di quanto a~·eva guadQl/nato, 1500 • lire per la
tappa; altrl'tl«nlecome premio al mtJrilo; 2000 dtll' Eiar •;
un premio rf)er-ia/e della Srifln •; dlll premi dtl/n .'\\,[011-
tagna e quali /111/i. i rraguardi a p,,-ettriu dal Pasro di Roll,;
all'oniro. fn piil, ~li auva 011U1i raeghmto Mollo n~lla
c/auifica gmerale del Gran p,..,,,io della ,"1onta11no e si
1ralltJfla, ìn easo di vittoria finale, ,li u11 altro pr,mio, di
ben dieei l,iglietti do mille.
- ;uo dit·idm'i coi compagni - dis,e subito Gùw gu.ar-
da11,il,lo coi suoi occhi b1w11i.
E poi ,og_Jliw,u:
- Ora sono conten10 e ne rendo gra,;ie al Signore.
Lo dlca agli allrl: ecco cosa $l guadngJlll a Care vita
buona e a osservare la legge mo-raie.
Si g1uulagna anche il ucorido f(N'O d'Italia, co,ne l'ha
guadngnntn lui. !',fa sj Kuadalf"a 1opro.tt11Jto il giro de0a
vita, ,olt-ando,i po s<ffllPr• nel giro della ,,,,,,,,. Intervi-
stato dopo la ,·ittorio fi,rale J a L'Italia, Gino /10 chiuso
/e s11t! dich.iarazio1ù con qr,ut« ,oftmnt aff~rmtl;sion~: <tSo
che. nlc.u.nl vedono in me un « Ceoomeno >> .sportivo e ••.
spirjruaJe. Sono sempHccmente un'atle1-a che non ri•
nuru:ia alle propcle convinzioni e irae anzi da esse
la forza dJ Iollare e di vincere».
Pigliate 01l!fnp,o. ,njei cari, anche da q11e,to 1,•l)Slro com-
pa,:no. E, mentre nel rono delle vacmrore ritmnprerele le
vostre for!lte fi.,it:/.,.,, rieordatl!Vi che lo sport puo essere "
de,!,ssere m1rhe palestra delle più nobili t:irlrì r,li,:iou,
civili e patriottiche. Cosi rreuerere tor ti e puri co,,,,, vi
desidera il Santo Padre, il qURle ancora nell'ultima
,ulim,:a co,,una ai d;rillt!lltÌ e pre;iden.1i dell' A:tione Cat-
tolica, il 2q 'fUUliflO " · s,., ~i rallegrava dei pr11(JOJ1ti rhe
es.ti m;,:vnm> f.,tto po i;rtuoe /orli e puri. « Forti e puri
- soggi,mgf!t•n - fortJ nella purezza, puri per es.5ere
forti. la fon.a per la pw:ez.za e la purezza per la
forza. Purezza e forza pcrche l'una dà la forza all'altra:
quale magnifica sublimità!».
Ricordau lt1 qtrenna del RLttor .Wagl!iore? S. G Bosco
111 aiuti ad essere fedeli al 111blime progra,mnn.
wstro aff.,no Don GtULJVO.
NECROLOGIO
Salesiani defunti:
BOVJO D. FRANCESCO, sac. da Ilellinze.to (No-
t vara), a Torino Oratorio 1"8 giu~no 11.s. a 61 anno di età.
Ordinato sacc;rdo1e nel t QOO e laureato quattro anni
dopo in Sacra Teologia ebbe per qualehe tempo l'ufficio
di maestro dei novil!i, quindi fu preposto all'ufficio cdi-
1oria.le salesiano.
J,'in!;egno eletto ed il fen'Ore del suo s;,irito rcli~ioso
gli aveva cattivato tanta fiducia dal succesllOre irnme,:liato
di S. Giovanni Bosco, il Servo di Dio Don Michele
Rua. Ma, quando il suo lavoro fioriV11 nelle migliori
promesse, una paralisi progressiva lo reletitava in una
cella dell'infecmeria dove pu 27 anni s'immolll lenta-
mente, tro indicibili $Offerenze, "Opv<>rtate con eroica
rasse!(IlllÌone, offrendo tutte le sue pa1c ,.cr la salvezza
delle anime. Dio solo sa ~uello che egli ha soflcrto nel
$UO lungo martirio! Poichè ci1li celava a rutti i suoi do-
lori, confortandosi còll'in"ocazione dei nomi di Gesù,
di Maria e di Giiueppe, che costituivano la sua giacu-
latoria prediletta, e sublimando!<! d, giorno in giorno
nella virtù e nella perfezione.
RINETTI D. GIUSEPPE, ,;ac. da Morucmagno (Ales-
t u.ndria), a Como il 3-IV-1937 a 83 anni di età.
Riceve11e l'abito religio"o da O. Bosco nel 1870 ed
incoraru,:iato dal Santo r&J?l!(iunse il sacerdozio nel 18n.
D'ins:egno e di buon cuore, ma soprattutto animato d,i
vero apirito salc,,iano. svòlse un pre1;i~o aµOfltolato nelle
varie case cui fu assegnato dall'ob'bedienzB. Ma l'ufficio
che gli fu più caro fu qu~llo di segretario del Servo di
Dio Don Michele Rua che gli permise per alcun, anni di
ammirare le vinù singolari del primo Sue<:essore di D.
80t1Co. Aveva una cura panicolare dei Cooperatori ed
era assai apprezzruo pel sacr() ministero.
DAVll,A EVANGELISTA, coad. da Chisc3s (Co-
lombia), t o u,\\j (Colombia) il 3-l-1937 a 54 anni cil età.
TA.1ilJURLJNI DINO, coad. da Amaro (Udine), t o
Bernal (Argcnt ina) il 10-Tr-1937 • 32 anni di c,à.
BRUGNOLJ D. PIETRO, 511c. da S. Ilario d'En7.a
(Reg1tio EmiHe), t a Maccrera il 12-IV-1937 o 62 anni
di e1à.
SILVA TO.llLl\\,lASO. eh. da Arequipa (Perù), t a
T orino (CrQce1ta) il 4-IV-1937 o 24 anni di età.
DEFJLJPPI GTOV.-JNNI, coad. da Verolengo (To-
rino), t ivi il 14-lll-1937 a 18 anni di ca\\.
Cooperatori defunti
S. E. .Rtt1.ma Moris. ANGELO GIACINTO SCAPAR-
t DlNI ArcÌWSC/lfJO, Vesco,·o di Vigef]w10. il tS maggio
u. se. a -,6 anni di età.
Ordjnarn $llcerdore nel 1884, occupi> uffici di govllrno
nei S<:min•ri della diocesi ili·!'-:ovara, in,;egnandovi S1oria
ecclesiaslica, Sacra Scriuura e Tcnlogia morale.
Nel 1899, già .:a.nonico della cattedrale. diede addio al
mondo enrn,ndo nell'Ordine Domenicano.
Nell'aprile «)09 fu eletto da Pio X Vescovo di
Nusco; mg vi sretre meno di un anno perchè chi&InlltO
all'ufficio di Delegato Apos1olico del Perù e della BoUv,a.
Nel r9r6 Bènedetto J.."V lo promovevtl da Jnrernwizio del
Perù, Bolh-i•. Equa1ore 11 Nunzio del Brasile.
Uurnnte gli anni dello :-Sunziaturn l\\,1onsignor Scapar-
dini ebbe a cuore la formazione del clc;rn. :\\"ell'a-
zione diplomatica seppe mamenere Ollimi rapporti coi
Governi; e come ~unzio del Brasile fu il principale fat-
tore di quella cordialità di relazioni clte culminò con In
visita del Presidente del Brasile Epimci<> Pesoa al Sommo
Pontefice (20 mlli:?gio 1913). A questa attività congiunse
quella pastorale sosroncndo per il bene spirirunle di quei
popoli ,·iaggi hmghis~imi e pericolo~i. 1 suoi meriti eb-
bero ricono<JCimento dulln San19 Sede che elevò la Nun-
ziatura del Brosilc a primo grado. mentre lino allora era
di secomlo grado.
:Via tanta operosità rese le sue condi,;ioni dj salute
usai penose, onde per con,jglio dei medici nel r920 ri-
- nuncil> alla sua missione e tornò in patri•.
-

3.5 Page 25

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Il 27 agosto 192, fu nominato Vescovo di Vigevano
con designa~ione personale di Arcivescovo. Qui profuse
per 16 anni ancora i suoi rari taleniì di go,·erno ed il suo
zelo pastorale. Cooperatore ~alesiano, legato d'affetto e
di ,•enerazìone a Don Bosco, ebbe sempre cara l'Opera
nostra in ]talin cd all'Estero.
S. E. fitw.ma ,Mons. EMILIO BONGlORNl, Vescovo,.
t titolare di Sasi,na, A"siliore della diocesi di Brescia, il
18 maggio µ. se. a 73 anni di età.
Eletto alla sede titolnre di Sasima il 31 gennaio 1916,
fu dei,ur.simq cooperatore del compianto Mons. Gaggin,
e continuò a prestare la sua opera preziosa a S. E. Mons.
Tredici. Animo mire, pastore 7,e]antis,imo, tutto dì Dio,
ebbe una grande predilezione per l'Opera salesiana e per
l'Oratorio locale.
Comm. Dott. COSTANZO RJNAUDO, t a Torino
1'8 moggio u. se. • 90 anni di etò con tutti i conforti di
nostra santa reiigione.
Nato a Busca (Cuneo) nel 1847, conseguiva nel 1867
nella Regia Università di Torino 1n laurea in Lettere a
pieni voti SMoluii e con pari cs,ro consegui\\'a nel 1868 la
l~urea in Filosofia e nel 1869 nella ste$$ll Univet11it1\\ la
laurea in Teologia. Nel 1876 vinse il concorso per l'àg•
gn,gazione alla Facolr,\\ di Lettere e filosofia. Nel 188o fu
nominato titolare alla Scuola di Guerra, dapprima per le
Lettere italiane, poi per le Scienze e per la Storia generale;
insegnamento che conservò fino al 1920, quando venne
coUocato a riposo per limiti di età. In questo fosegna-
mento, specie della Storia patria, rifulsero le sue impa-
reggiabili doti di mente e di cuore, che valsero a formnre
n.J vero amor di p1ttria centinaia e centinaia di valoro11i
ufficiali dell'esercito. Per incarico del Ministero della
Pubblica fstruzione tenne pure nel 1890 confcrcnze sul
Risorgimento itnlia.no ~i maestri della provincia di To-
rino. Occupò numerosissime cariche nelle amministra-
zioni civili della sua città natale e di Torino. Di quest'ul-
tima fu consigliere apprezz.,uissim<l dal 1889 ininterrotta•
mente fino al 1920; nel qual periodo fu anche per 12
anni misessore por le c}c,:;ioni, per t'istruZ1one pubblica e
per le finanze.
Scrittore elej?llnte e profondo, pubblicò pre)levolissimi
lavori, specie nel campo storico e apprezzatissimi 1es1i di
Storia parrin per le class; elementari, complementari,
ginnasiali, normali, liceali e di Istituto tecnico. A parecchie
riviste diede il suo ,·alido contributo come fondatore o
come ricercatissimo collaborntore.
Ma iopra11utt0 a noi eare, l,e rèlazioni di cordialissima
amicizia del defunto con S. Giovnnni Dosco e con l'Opera
Saltsinna. Fu allievo del Santo nei primnrdi dell'npern
sua, e compagno di sèuola del secondo suc~cssore di Don
Bosco, D. Paolo Albera, di f. m. E del Santo della gio-
,·entù conservò sempre cosl filiale cd Rffettuoso ricordo,
che negl, ultimi suoi anni di vi1a basra,-a nominargli Don
Bosoo, perchè el!li. si inte.neris,;e fino alle lagrime.
Kegli anni della sua vita pubblica non mancò di c;sal-
tRTe Oon 8osè0 e l'Opera sua ogni qual volta gli si
present&\\'& l'occa,inne. E per non dire delle annuali
adunanze degli amichi allievi, neUe quali frequen-
tcmcn Ie face\\'a udire la sua commossa riconos~-enw.
ricordiamo i •uoì discorsi tenuti nelle sedute municipali
di Torìno nel 1910 in morte di D. Rua, nel 1914 per
l'erezione di un tnonumcnlo a O. Bosco, nel 1916 per
il Card. Caglicro, nel 1918 per la !\\lessa d'oro di D. Al-
bera. Ricordfamo pure alcuni suoi articoli in Rarsegua
111e11siu numicipale di Torino, specie sul{li Tsti1uti Salesiani
•cti\\l, nel H/29 e in morte di D. G1ornnni Francesia nel
1930.
Per questo e per altre sue benemerenze, i Salesiani di
D. Bosco consen-eronno sempre per l'estinto il più curo
ricordo.
DOi'o1IENICA BARBAGALLO t a Pedara (Catania)
il s aprile u. se. in età d 1 85 ann,. Con lei si è reciso !'ul-
timo filo d'oro, che le~ava all'ottima e pia sua famiglia,
il locale lstituto Salesiano, che in gran parte de,·e ud essa
la sua esistenza e il consolante $UO sviluppo.
Fu un'otnima ,·eramente eletta che in una lunga \\'ita
di umili rinunzie e di laboriosa attività conobbe soltanto
la nobile soddisfazione di fare del béne a tutti. Devotis-
sima di S. Giova.noi 8oSco pel quale ancora vi,·o nutrl
la più sentita ammirazione, si reputò ben fortunata di
spiegare per quarant'anni verso i figli di lui chiamati a
hworare nella sua nntia Pedru-a, raie cordiale e maremo
interesse da r iprodurre al \\'ivo la soave figura di mam{llll
Mnrgherltà.
Ebbe l'alto, invidiabile conforto di vedere l'opera sua
largamente bcnedètta dal Signore, nellc innamere\\'Oli vo-
cazionj, che procurarono alla Chiesa e specialmente alla
Società Salesiana tanti sacttdoti e tanti zelanti missionari.
li suo nome unitamente a quello del venerato fratello
88C. Alfio e della sorella Concecrina, che la preced1mero
nel sepolcro, snrà sempre in benedizione presso i Salesiaru
di Sicilia.
Dott. Car,. G10VANNJ GIROS. Uomo colto e intel-
ligente, amò la giustizia e la rettitudinè reQgendo più
vohe le sorti del suo paese come Sindaco. Trovò neUa
pratica della reli~ione la colma nelle pene della vira, e
nella preghiera la rassegnazione cristiana, l'ascesa dello
spirito in Dio e l',unore olla SS. Vergine. Cooperatore
entt111iasta beneficò largamente le Opere salesiane.
DOROTEA 1-'.rlRALDA Ved. 8ERGAMASCH1 t a
Vercelli il 16 aprile 1937. Donm di grande piett\\ e carità
non dimenticò, nelle sue beneficen2e, le !\\.Lissioru Sale-
siane istituendo una Borsa missionaria in memoria del
figlio defunto.
GUGLIELMETTO MARIA, modello di madre pet
l'educazione cristiana impttrtita ai figli, per la fede indo-
mita nella Divina Provvidenza, per l'open di àpO~tolato
svolta prima nelle Confraternite e poi nell'A. C., per gli
aiuti continui dari alle Opere Salesiane, alla quale fu
lieta di donare un figlio.
COLOMBARA GIUSEPPE t in Morbello di Acqui
il 27 aprile a 67 anni dl età, dopo un anno di sofferen7.c
sopportate con unn fede e unn pazienza edificanti.
La religione, la patria, le opere dell'a:<ione cattolica, la
cura dei poveri, dei pellegrini, dei fanciulli abbandonati
formarono il progràmma della sua anfrità generosa. Alla
famiglia salesiana fu felice di dare due sacerdoti e nutri
uno particolare devozione a Maria Ausiliatrice, n S. Gio-
vanni Bosco e al servo di Dio Don l\\lichele Rua.
FRANCESCO PADER.I t n Sanluri (Cagliaci) il
18-IV-u. se. Cooperatore fervente e padre esemplare, so-
stenne ~pecialmeme le opere locali delle Figlie di l\\,L Au-
siliatrice, zelando con affe,tuosa sollecitudine la de,•ozione
alla 1\\Ladonna e a S. Giov. Bosco.
Altri Cooperatori defunti:
Allevi ca,·. Ernesto, TrM·iglio (Bçrgamo) • Arietti Se-
condina, Jl,fo11ra11aro (Torino) - A,'1llle Oomenicn, Cl,alil-
lon (Aosta) - B.'U'toccini l\\laria, Umbertide (Perugia) -
Bedini Yinecnza, Roma - Bcllora Giovanni, Torino -
llenedetti Vincenzo, FraJcati (Roma} - Boldi Giuseppe,
Po::,::,aglio (Cremona} - Bonini Fanny, Fosciandorn (Lucca)
- Borgo1,ono Pietro, Bem:,1agie,111a (Cuneo) - Cllrtocci Giu-
seppina, RtmUJ - Casalegno Giuseppa, Verol~,go (Torino)
- Corongiu Elio, JHa11das (Cagliari) - Corte Fortunato,
AurtJ,roo (Belluno) - Cro,·ato Giulio, Bre,dn - Cu,1?Usi
Costanza, Roma - Dal Toso Giuseppina. ,\\Jom•l(alda
(Vicenza) - Doneda O. Ignazio, S. Giov. l1<1s01i (Ikn,:amo)
- Facchini Maria Ycd. Borino, ,',i/athi Torinese - Facchino
Angela, ,Uontn/d,o (Aless.) - Ferrnrn G ,ardina Rosina,
Lt"rcara - Fcrrari l\\larghema, Campo Ligure (GenQva)
- Festa Mariano, Desem:n,ro al St"rio (Bergamo) - Gan-
delli Angelo, Boario (Bergamo) - Giacomuzzi Gabriele,
Ziano (Trento) - GlJ.l!'lielmerto :\\!aria. Bro::olo (Torino)
- Guglieri Pàolo, Borgom.aro (Jmpcrin) - Leone Clara
Bonal{lin, Pùw,z::u, (Torino) - LosaM l\\ln.ria. Pi11ero/o
(Torino) - Loss l\\larie, lmu (Trento) - Lotti ,\\merì11;0,
For,raci di Bhrga (Lucca} - Manzoni Prof. :\\I., B,meva-
K'·em,a (Cuneo) - Mellarè Gio,iinna, Godega S. Urbano
(Trevis<>) - Meri, Ercole, L11ino (Varese) • :\\!ichel fa.
mini&, Tori,ro - l\\Jironc Vincenzo, So,rdalo (Sondrio) -
Molinari Melania, Tori110 - Motta !\\,buia, Basilea (S\\'iz-
2era} - Panin An11elo, Gorgo (Udine) - Purtel Antonio,
Zia110 (Trento) - Pozzi Gustavo, Rimini (Forll) - Richiero
Luigia, Bru:olo (Torino) - Run GtO\\'anna, Castel.delfino
(Cunc!o)-Torta Qr,iola vcd. Maritano, B11ttigliern d'Asti -
Varalda Dorotea, Verctllì- Demièhelis Sr. lfigcn,a, Ni::-:a
Monferrato (Asti).
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