Bollettino_Salesiano_193705


Bollettino_Salesiano_193705



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ANNO LXI - NUMERO 5
1° Maggio
1937 xv
SPEDIZIONE IN ABBO•
NAMENTO POSTALE

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BOLLETTINO PERIODICO MÈN-
Anno LXI • .'<. S
SlLE PER I COO-
MAGGI O
S A L E S I A N O PERATORI DELLE
OPERE E MISSIONI
1937 . xv
Sped~ione io
DI R GIO. BOSCO
•bbonammto pootalc
SOMMARIO: Una dlvozione di atluaUtà•• Sollo la cupora dell'Ausiliatrice. • Il Centenario della nascita della
Ven. Madre Maria MauareUo. • ln famiglia. • Lettera di Don Giulivo al giovani.• Dalle nostre Missioni: Anam,
'.Equatore. Siam, Giappone. Graz-le allrlbuJle aU'lnte~cessione di Maria Auslllat.rice e di S. Gio. Bosco. • Necrologio.
Una divozione di allualilà.
È la divozione alla Vergine SS. sotto il· ti-
tolo di Autiliatrice del popolo cristiano: Au-
x11 tlJ:\\1 CmusTIANORUl\\l. Questo è infatti il
titolo eh~ riflette la funzione, potremmo dire,
sociale <lella Vergine Santa nella Chiesa Catto-
lica e la sua missione particolare di tutela e di-
fesa del «Mistico Corpo cli Cristo» in quanto
società \\7 era, organica e <livinamente perfetta di
tutti i fedeli sotto la guida invisibile del divino
Capo e Fondatore Gesù Cristo, rappresentato
visibilmente dal Papa. E la sua ragione, come
l'origine della tlivozione, fondata rigorosamente
sul <logma della Divina Maternità, è appunto
nella storia, solennemente documentata, del
pubblico intervento del patrocinio di Maria
nelle ore più minacciose della vita della Cri-
stianit.à. Lepanto e Vìenna segnano le vit-
torie più strepitose della Vergine « forte come
un esercito schierato a battaglia 11 (Cant., VI, 3)
contro i formidabili assalti sferrati dalla bar-
barie alla civiltà del popolo cristiano; mentre
Napoleone, ,, segno d'immensa invidia e di
pietà profonda - J'inestinguibil odio e d'in-
domato amor» incarna tutti i persecutori che
nel corso dei secoli hanno tentato di dissolvere,
di schiantare o di asservire la Chiesa di Cristo
all'orgoglio sfrenato del potere.
:-ci.Ìimn Chris tianorum; dopo quella cli Vienna,
Innocenzo XI approva l'erezione in Monaco
di Baviera di un'ArciconCraternita sotto il ti-
tolo cli Maria Ausiliatrice. Tornato a Roma,
dopo la prigionia, Pio VII istituisce la festa
della Vergine Ausiliatrice da celebrarsi ogni
anno in Roma il 24 maggio, data della firma
dell'abdicazione cli Napoleone (24 maggio 1814).
Le tappe gloriose.
Epperò, il 1571, il 1683, il 1814 non segnano
che le tappe più salienti della marcia trionfale
di '.\\faria Ausiliatrice, cui corrispondono gli atti
ufficiali di oma·ggio dei Sommi Pontefici. Dopo
la vittoria di Lepanto, S. Pio V universalizza
colla sua autorità l'invocazione ùi Maria Au-
Siam. • La statua di Maria Ausiliatrice
- - nell'esposizione floreale organ.l.z:zata daj nostri giovani,
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L'anno seguente 1815, nasceva ai Becchi
ùi Castelnuovo colui che avrebbe dovuto es-
:;.cre l'apfJrto!o prO'VUidmziale della difJo::ione
all'Ausiliatrice in tempi non meno procellosi
per la vit.'l sociale clelln Chiesa di Cristo. Contro
le insidie degli empi, smaniosi di fare i funerali
alla :\\ladre dei santi ,, Don Bo.;co sor.;e a rav-
vivare la fede nella di\\'ina missione della Ver-
eme ::\\fotlre <li Dio; e, mentre salvava l'Italia
clal pervertimento settarie <lei Risorgimento,
disponendo gli animi de, veri patrioti a quella
Concilìa1ione dte awcbb~ riJ,tto alfa Patria
la 'Secolare grandea..a, mdica,·a al popolo cri-
stiano il valido presidio dell'assi-itenza materna
di 1\\Jaria, destinata da Dio alla difesa della
compagine cattolica del mistico Corpo di
Cristo. Fu una grazia <li l\\Iaria Ausiliatrice, e
Pio IX la riconobbe solennemente, anche se
non ebhc la con!-olazione di "ederla tutta com-
pita, approvando ed erigendo canonicamente
111 A.rciconfratcrnita nel nostro santuario di
Torino l'Associazione dei Divoti di Maria
Ausiliatrice, con suo bre1Je in data 16 marzo
1870, cd altri successivi.
Leone XIII, il Papa della Rerum ,u,varum,
coi brevi del 18 gennaio 189+ e del 25 feb-
braio 1896, concesse al Rettor Maggiore la
facoltà di erigere in tutte le chiese ed oratorii
salesiani la pia associazione e di aggregare
anche quelle che si erigessero in qualunque
altra chiesa elci mondo cattolico ali',\\rcicon-
fratcmita eretta nel santuario di Torino.
Quindi, commosso dai frutti portentosi della
provvida divozione e pii1 che mai preoccupato
dagli errori sociali che germogliavano il sovver-
sivismo, col bretJe del r3 fohhraio 1903, de--
cretò l'incoronazione dell'Immagine tauma-
turga, delegando a suo nome ed autorità
l'Em.mo Carù. Arci,·escovo di Torino Ago-
:,tino Richelmy.
Ugual fiducia ripose nella Vergine Ausilia-
trice l'Angelico Pio X, il quale nelle ore più
trepide <lei suo pontificato scriveva: Noi siamo
pamasi che, nelle vicende dowrose dei tempi clte
rorr<l1U), non ci restano altri co11forti che quelli
dr! Cielo, e tra questi l'i11l.ercessione potente di
quella bt:11cdetta che fu fo ogni tempo l'Aiuto
dei Cristiani.
E con brt!fle del 13 luglio 1911 elevava il
santuario della Madonna di Don Bosco alla
dignità di basilica minore.
Che <lire poi di Benedetto XV, sorpreso
da quell'immane conflagrazione che fu la
guerra europea, all'inizio del suo Pontificato?
C~li la.rgf preziosi indulti liturgici alla basilica
di Maria Ausiliatrice ed offerse pcl cinquan-
- - tenario del sacro Tempio la preziosa pianeta
che oggi riYeste la salma gloriosa del !tanto
Don Bosco cd un'artistica pisside, dichiarando
nell'autografo del 12 maggio 1918 che inten-
de,a raccomandarsi in modo spaiale, i11sÙ'me
CM tutta la Chiesa ali'aiuto potentfo·ùno dr/la
Madre di Dio. L'apposizione dell'aureo t-Scet-
tro, fatta d.tll'Em.mo Card. Cagliero, il 9 J?iu-
gno dello lltesso anno r9 r8, fu prowsta solenne
di gratitudine mondiale per la materna in-
tercessione <lell'Ausiliatri1..x: nelle procelle dei
tempi passati.
L'ora delle tenebre.
~fa. che cos'erano quei tempi, rispetto ai
nostri ? Che cos'erano le schermaglie ùcll'anci-
clericaltsmo d'allora, rispetto alla guerra co-
lossale organizzata oggi dai senza Dio u e
condotta su un fronte ,•asto quanto il mondo,
con t:ittica diabolica, che va dalla propa~anda
antireligiosa - a base. di calunnie e cli carica-
ture, colla stampa, nella t<Cuola, col cinema-
tografo, colla radio fino nlle leggi di proscri-
zione, fino alla vero persecuzione, alla caccia
al clero ed ai fodeli, alla tortura dì anime inno-
centi, al massacro di intere popolazioni abban-
donate dalle stesse aut<>rità politiche alla cru-
deltà spietata di pubblici criminali insatanas-
siti? Milioni di vittime in Russia in vent'anni
di carneficina, mi~liaia in Messico, centinaia
di mi~liaia nella Spagna, mutilate, martoriate,
abbruciate, sepolte vive dopo lo strazio di se-
vizie inaudite che as.<;0mmano, quando non su-
perano, le brutalità degli antichi imperatori <li
Roma pagana, l'efferata barharie degli infedeli,
le :;u.-sse atrocità ddla mezzaluna. Si tratta <li
una lotta tit.mica, studiata e preparata con odio
e scaltrezza satanica, con programma totali-
tario cd obiettivi mondiali, su un piano siste-
matico di sovvertimento intem.a1.ionale, d1e
tende a sopprimere rutti gli onesti, tutti i cre-
denti, a distruggere la fede e la coscienza rcli-
gio~a per in!tuurare, sulle a~ognate rovine della
Chiesa, la tirannide d'una nuova barbarie senza
nome. Tutte le risorse degli empi sono ornai
ac;scrvite a questa lotta immane che minaccia
di assumere proporzioni ancor pit1 l'{igantesche
complicata com'è <la losche passioni, da in-
trighi polittci, da abbominevoli specul~ioni,
mentre potenze capaci di frenare l'irruenza di
tanta barbarie, trnviate da un nuovo spirito
pagano, angustiano la Chiesa d'altra parte, con
una persecuzione merio barhara nelle fonne,
ma anche più sistematica e deleteria nel
proct::iSO, steriliZ7.ando la Yita della Chiesa e
pervertendo l'educazione cristiana tiella gio-
ventù.

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Le due colonne in mez~o al mare.
Noi sappiamo, e l'ha ricordato tante volte il
Papa, a comune conforto nelle ore angosciose di
tante persecuzionì, che la Chiesa ha con le
divine promesse: Portae inferi 111Jn praevale-
bunt: le porte dell'i11femo non prevarranno
(M.Arr., XVI. 18). Venti secoli di esperienza
- secoli di altre persecuzioni che, lungi dal
distruggere la Chiesa, l'hanno purificata, forti-
ficata e santificata - accreditano tutta la no-
stra fiducia. Ma sappiamo pure che, come
nella vita di Cristo ci fu l'ora degli empi e
della potestà delle tenebre - llaec est hora
vestra et potestas flmebrarum (Luc., XXII, 53)
- cosi anche nella storia della Chiesa si al-
ternano i giorni di passione con quelli di
risurrezione. E sappiamo, di più, che Colui
che disse: Ecco ch'io sono co11 ·voi fino alla
fine dei secoli (MATT., XXVIII, 20), ha isti-
tuito la SS. Eucaristia per protestarci sensi-
bilmente la fedeltà alla sua promessa, ed ha
destinato la sua stessa Madre l'vlaria Santis-
sima a tutela della sua Chiesa, costituendola
autiliatri.ce del popòlo cristia110.
Il sogno di Don Bosco nel maggio 1862,
quando vide la nave di Pietro assalita da mille
altre navi, ci ammonisce che il trionfo della
Chiesa è legato alla due colonne delJa divo-
zione a Gesù Sacramentato ed a Maria Au-
siliatrice. Ma forse è questo il tempo di rea-
lizzare in pieno la profezia fatta dal Santo
ne «La nuvoletta del Carmelo » (Lettt,re Cat-
toliche 1877) quando nella prefazione scrisse:
Tempo verrà che ogni buon cristiano ,:nsiéme
con la divozione cd SS. Sacramento ed al
Sacratissimo Cuore di Gesù, si farà Wl vanto
di professare 1111a tenerissima divozume a Maria
Ausiliatrice.
Il Santo Padre Pio XI, nell'Enciclica Divini
Redemptoris del 19 marzo u. se. - la prima
della mirabile trilogia papale che ha richia-
mato il mondo sull'orlo del baratro spaventoso
aperto dal comunismo ateo e dal razzismo
neopagano - ha invitato formalmente tutti
quanti i fedeli a queste divozioni. Dopo aver
accennato ad altri rimedi, egli infatti ag-
giunse:
l't!a « se il Signore mm sarà il custode della
città, indamo vegHa coltri che la custodùg »
(Salmo CXXVI, 1). Perciò, come ultimo e po-
te,i issimo rimedio, vi raccomandiamo, Venerabili
Pratelli, di promuovere e intensificare nel modo
più efficace nelle vostre diocesi lo spirito di pre-
ghiera congiunta con la crisria11a peniten:::a.
Quando gli Apostoli chiesero al Salvatore perchè
11011 a'l!11ssero essi potuto liberare dallo spirito
mali.g,w 1m demoniaco, il Signore rispose: t( De-
moni siffatti non si scacciano, che con la pre-
ghi.era e col digiuno» (S. MATTEO, XVII, 20).
A71che il male che oggi tormenta l'umanità
non potrà euer vinto se non da una universale
santa crociata di preghiera e di penitenza; e
raccomandiamo singolarmente agli Ordini con-
tem,plativi, maschili e f e111mi11.ili di raddop-
piare le loro suppliche e i loro sacrifici per im-
,m petrare dal Cielo alla Chiesa valido soc-
corso nelle fotte presenti, con la possente interces-
sione della Vergine Immacolata, la quale, come
un giorno schiaccio il capo ali'antico serpente,
così è sempre il sicuro presidio e l 'i11·vi11cibile
«Aiuto dei Cristiani>>.
Ricorriamo adunque alla Vergine Ausilia-
trice in questi giorni di prova e soprattutto
in questo mese di maggio, ed invochiamola
sotto il titolo di Ausiliatrice, non tanto pei no-
stri particolari interessi spirituali e materiali,
quanto per ottenere il suo valido patrocinio
sulla Chiesa Cattolica e sul suo augusto Capo,
il Romano Pontefice, pel trionfo della pace di
Cristo nel regno di Cristi) che è il programma
specifico del pontificato di Pio XI. Programma
quanto mai urgente, in questi anni di tragiche
esperienze in cui tutti i nemici di Dio e della
Chiesa pretendono di dar la pace al monùo
con altri mezzi e non fanno che terrorizzarlo
con cataclismi fatali. Solo la pace di Cristo
nel regno di Cristo può salvare il mondo, perchè
non c'è salvezza all'infuori di Cristo: no11
est in alio aliquo salus; nec enim aliud 110men
est sub coelo datum hominibus, in quo oporteat
nos salvos fieri: non c'è salvezza in nessun
altro, perchè non c'è so'tto il cielo alcun altro
nome dato agli uomini, dal quale possiamo
aspettarci d'essere salvati (Atti degli Ap. IV, 12).
L'attuale Pontefice ha fatto di tutto per svol-
gere quest'unico programma di salvezza. L'in-
segnamento, la preghiera, la sofferenza, tutto
fu da lui impiegato per l'instaurazione della
pace éli Cristo nel regno di Cristo. L'insegna-
mento: forse nessun Pontefice si è prodigato
tanto in questa parte del sacro ministero.
Pio XI s'è innalzato un monumento coi suoi
discorsi diretti volta per volta ad illuminare il
mondo colla luce della verità •in tutte le que-
stioni della vita religiosa, sociale, internazionale,
dando, coll'insegnamento, l'esempio della sana
politica del Pater noster. La preghiera: quanto
ha pregato e quanto ha fatto pregare il Papa
per la pace del mondo, pel trionfo della giu-
stizia, dell'onestà, della carità!... La sofferenza:
per vari mesi, all'apostolato dell'insegna-
mento e della preghiera, egli ha aggiunto gene-
- - rosamente quello della sofferenza: spasimi
99

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atroci offerti al Signore per la pace di tutto
il mondo e segnatamente per le nazioni deso-
late dalla guerra religiosa: Russia, Messico,
Spagna, Germanfa.
Ma occorre vincere ostacoli colossali opposti
dall'iniquità degli uomini « senza Dio » e
t, neopagani » per riuscire alla pacificazione e
prosperità universale. Ebbene, noi preghiamo
Maria Ausiliatrice perchè soccorra il Roman,o
Pontefice e tutta la Chiesa in questa divina
missione cli pace; preghiamola non solo a di-
fendere l'una e l'altro, ma ad ottenere la libertà
necessaria alla religione per compiere l'alta fun-
zione di educazione e di reùenzfone, di salvezza
e e santificazione del gt-nere umano. Non solo
questione infatti di difendere persone e cose
sacre: si tratta di salvare la verità dall'errore, la
pace dalla guerra, la civiltà dalla barbarie. Pre-
ghiamola colla preghiera composta da S. Gio-
vanni Bosco nel 1884: ~ O ]Maria, virgo potens,
tu magnum et praeclamm in Ecclesia praesidium:
tu singulare Au:xilium Christianorum: tii lern·-
bilis ut castrormn aci-es ordinata: tu cu1ictas
lzaereses sola interemisti in unive7'So mundo: tu
Ì1I a11gustiis, tu in bello, tu i11 necessitatilms nos
ab hoste protege, atque in aeterna gaudia in
mortis hora mscipe: O Maria, vergine potente,
tu nostro grande e glorioso p1esidio nella
Chiesa: tu straordinario aiuto dei Cristiani: tu
terribile come esercito schierato in campo: tu
hai annientato da sola tutte le eresie in ogni
parte del mondo: tu nelle angustie, tu nelle
lotte, tu nelle strettezze, d ifendici dal nemico,
e nell'ora della morte accoglici negli eterni
gaudi ».
SOTTO LA CUPOLA
DELL'AUSILIATRICE
Il mese di marzo, nonostante i capricci del
tempo, ha segnato un crescen<lo nell'affluenza
dei pellegrinaggi al santuario di Maria Ausilia-
trice.
Il giorno 4, vi convennero numerosi Coo-
peratori, Ex-allievi e rappresentanze degli Isti-
tuti salesiani e delle Figlie di Maria Ausilia-
trice, dell'Unione Insegnanti « Don Bosco>> e
del Comitato Dame-Patronesse pel funerale di
trigesima del compianto signor Don Fascie.
Col Remar l\\la~iore erano S. E. Mons. Coppo,
i Superiori del Capitolo, il Consiglio Genera-
lizio delle Figlie di Mai-ia Ausiliatrice e molte
- Suore, il conte sen. Eugenio Rebaudengo, la
100
marchesa Carmen Compans di Brichanteau,
l'avv. cocnm. Masera ed altre personalità.
Cantò la messa di req11ùmz il sig. don Serié
ed il dott. don Alberto Caviglia, legato per
cinquant'anni da cordiale consuetudine col-
l'Estinto, disse l'elogio funebre rievocandone la
figura nei tratti caratteristici con commosse
elevazioni.
La pietà dei giovani e dei parrocchiani as-
surse al massimo fervore per la festa di San
Giuseppe, alle funzioni della Settimana Santa,
celebrate dal Rettor Maggiore, e specialmente
il giorno di Pasqua. Il popolo venne preparato
dalla predicazione quaresimale, i giovani dai
cors.i tradizionali di esercizi spirituali.
Il giorno 30 sostò all'Oratorio S. E. l\\fons.
Audollent, vescovo di Blois col Rettore del
Gran Seminario. Lo stesso giorno giunse da
Roma, ove aveva assistito alle feste pasquali,
un imponente pellegrinaggio Cecoslovacco,
composto di professori e studenti d'Università
e Scuole superiori. Ascoltarono devotamente
la Messa celebrata in Basilica dal prof. don
Limpouch e fecero la Santa Comunione in-
fervorati da una vibrata allocuzione dello
stesso celebrante. Visitarono quindi l'Orato-
rio, la S. E. 1. e l'Istituto Rebaudcngo, ri-
partendo entusiasti colla promessa di orga-
nizzare altri pellegrinaggi. Il secondo è già
fissato per l'estate con mèta a Parigi, Lourdes
e Maria Ausiliatrice.
L'ultimo giorno di marw, trecento pelle-
grini francesi, provenienti da Lis1eux, Parigi e
dintorni, diretti a Roma, per commemorare la
visita fatta da S. Teresa del Bambino Gesù,
50 anni or sono, al Papa, per ottenere la di-
spensa ad entrare nel Carmelo, fecero tappa
all'Oratorio per le pratiche cli pietà e la visita
della Casa-madre.
Il nuovo Direttore Generale degli studi
ed il nuovo Segretario Generale.
Per Pasqua il Rettor Maggiore colmò anche
l'ultimo vuoto lasciato nel Capitolo Superiore
dal compianto sig. Don Fascie nominando il
rev.mo dott. don Renato Ziggiotti, Ispettore
in Sicilia, a Direttore Generale degli Studi;
mentre il rev.mo sig. don Salvatore Puddu,
Direttore della Casa di Istambul, era già stato
eletto alla fine di febbraio a Segretario Generale..
Al loro arrivo all'Oratorio i nuovi Superiori
ebbero le cordiali accoglienze della Casa-madre
e celebrarono le prime messe all'altare.dell'Ausi-
liatrice e di San Giovanni Bosco.

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IL CENTENARIO DELLA NASCITA
DELLA VEN. MADRE MARIA MAZZARELLO
1837 .. 9 maggio .. 1937
No11 tll't11ulo spazio per seg11alare tutte le ro11m1emora-
zioni ehe sifarmmo del c~1unario della uast:ita delia
Venerabile Co11fo11da1rice delle Figlie di Mana
Arisilialrice, riportiamo la rara/teris'lira riroora-
zio11e fatta da1 nostro Do11 Cai,iglia.
11 mondo salesiano celebra, in quest'anno
1937, il Centenario di due nascite provviuen-
ziahnente coeve: quella del Servo di Dio Don
Michele Rua, e quella della Ven. Madre Maria
Mazzarello: le due anime suscitate da Dio per
«fare a metà con Don Bosco " nella sua mira-
bile impre.c;a. E se per il primo Successure e
continuatore del Santo l'attenzione è più fa-
cilmente attratta dalla connessione che la vita
e l'opera di lui ha con quella del Fondatore,
sì che la sua storia in gran parte rimane come
inscindibilmente legata e perfino assorbita in
quella del Santo, - per la buona Suora, intorno
alla quale Don Bosco raccolse le prime Figlie
di Maria Ausiliatrice, ponendola come pietra
fondamentale della sua seconda istituzione,
per essa, diciamo, viene ora destandosi il ri-
ch.iamo, specialmente dacchè, nel proclamare
eroi.che le virtù di lei, il Santo Padre Pio XI
ha colla sua altissima parola dimostrato quale
e quanto ne fosse il valore intrinseco, che poi
si riflette ed effonde « nella vita postuma e
nella sopravvivenza di persone e di opere ».
E già il Sommo Pontefice, nel memorando di-
scorso del 3 maggio 1936, vedeva avverato per
lei il Beatam me dicer,t omnes generatùmes,
giacchè, per la prodigiosa espansione dell'O-
pera, tutte le genti ormai conoscono il suo nome
e ne venerano ed esaltano la memoria.
Sicchè 1a ricorrenza centenaria della sua na-
scita si rivC$te d'una luce finora inopinata, che
il mondo non saprebbe vedere, avvezzo, cQm'è,
a sciupar le parole della gloria attorno a nomi
esumati a cui nessuno più penserà.
Ma qui sono valori che rimangono incancel-
lati, e che anzi col tempo diYengono sempre
maggiori e più fecondi: tanto per l'edificazione
della santità, quanto per l'efficienza storica
dell'opera sua personale e postuma.
Pensando col Vicario di Cristo, è questa la
grandezza, la sublimazione dell'umiltà: la Maz-
zarello ha il merito di ridonarci, colla sua intera
vita, il ricordo della divina didascalia, della
divina scuola di umiltà lasciataci dal Figlio di
Dio e dalla Madre Sua. Essa fu in ogni t empo
del viver suo un~ personificazione dell'umiltà;
e questa fu la caratteristica della sua vita: la
piena coscienza e il pratico ricordo di tutto ciò
che di più umile era in lei e intorno a lei.
Iddio, « unico preparatore di anime» l'aveva
appunto segnata per trame la grande impresa
che poggia sul suo nome e sulla concezione
santa di Don Bosco.
Col Santo essa ebbe comune l'umiltà e la
somiglianza delle origini, e in lei, ancor fan-
ciulla, si rivelarono i medesimi trasporti d'in-
traprendenza amorosa per l'apostolato educa-
tivo della gioventù povera. Quando, prima del
1864, non conosceva ancor Don Bosco, essa
era già salesiana per istinto, e il grande Fonda-
tore, nell'assumere lei e la piccola opera sua di
Mornese, pN estendere al mondo femminile
l'opera e lo spirito ch'egli da trent'anni eserci-
tava per i giovinetti, e formame, nel 1872,
l'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, non
ebbe che ad innestare sul rigoglioso e vitale
coppo salesiano quel virgulto sano e vivace che,
101

1.7 Page 7

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Mornese. • La cas,i ove nacque la
Venernblle Madre Maria Muurello.
istante, e di quella scoperta è frutto la scelta
ch'egli ne fece per la sua Opera: sicchè in lei
si rese vero il detto di Gregorio l\\lagno: in
l111111ilitate '/,'era 11ascit11r aurtoritas. Non fu in-
dustria umana, ma saggcna poggiante su cose
non terrene, quella per la quale l'umilissima
opcnt di Mornese si era dilatata, nel 1881, alla
mone dell'umile gran Donna, in ventotto Cnse
e tre spedizioni missionarie, ed è ora fiorente
(son cifre ricordate dal Papa) di 734 Case, con
66 Case di l\\lissione, e tra otto e novemila
Suore, con 1200 novizie. « Grande eloquenza
e poesia dei numeri, diceva il Santo Padre;
vera meraviglia, vera poesia »: che dice appunto
la grandezza dell'umiltà agli occhi e nelle mani
di Dio.
Il Papa Pio XI, e per lui la Chiesa, si esalta
in code..-;te umiltà trionfanti, che sono la prova
più luminosa delle lezioni del Yaneclo, e la
pilt eloquente s,miione dell'antimondo. Sono,
in ogni senso, grandi figure storiche, e solenne
è la rievocazione centenaria del loro app,1rire
nel mondo: perchè intorno a loro si adunano i
gr-.mdi fatti della vita della Chie._--a.
Il nome della Yen. l\\la?.zarello sta accanto
a quello cli S. Giovanni Bosco nella storia
delle gesta salesiane; storia e gesta di carità
e di conquista· d'anime, e di rinno\\'amcnto
cristiano: clocwnento non perituro della vita
storica e della perenne, indefettibile fecondità
spirituale della Chic.,;a di Cristo.
affine nella natura, sarebbe rimasto solitario
ed incolto. E da quel tempo, anzi dal '65, la
l\\lazzarello non chbe più C'he una parola, non
volle più alLro che impersonare il carissimo
suo paradosso: <( Viviamo alla presenza di Dio
e di Don Bosco ». E per lei esistette ed ebbe
vita il mirabile ~ccondo ramo del granù'albero
w Don Bosco. È un merito storico, al quale
non deve mancare la gloria della celebrazione.
Ed un altro merito, ed è anzi il valore più
forte della sua figura storica, sta nell'avere in
se stessa e nell'Opera sua, - cresciutale tra le
mani, tra quelle umili mani di umile contadi-
nella, che non lasciarono mai la calza, e poche
volte, e a stento, usarono la renna, - inserito e
reso vivente e pratico per la donna l'indirizzo
religioso e spirituale, quale Don Bosco ha ap-
portato nella vita cristiana moderna: nell'avere,
perciò, inserito anche nell'educazione femminile
il verbo educativo del Santo Pedagogo.
Gli è che la Divina Sapienia, nel preordinare
quell'anima, componendola di squisita umiltà,
le diede "" talento inesrirrwbile e raro: quel
talento del go,erno » che il PP. Pio X l ha
- - segnato in lei, e che Don Bosco scopri dal primo
102
Tomba della Ven. M. Maria Mu-arello
a Nina Monferrato.

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IN FAMIGLIA
Convegno di D ecurioni Salesiani in Li-
guria e Toscana.
L'appello rivolto dal nostro venerato Rettor .Mag-
giore alle .famiglie salesiane dj disporsi a celebrare,
nel prossimo anno, il Cinquantt'!nario della morte
di S. Giovnnni Bosco, è stato accolto con entusiasmo
dai nostri Cooperatori. Ne abpiamo una consolante
prova nei convegni dei Decurioni salesiani che si
sono già svolti e continueranno a svolgersi in tutte
le regioni d'Italia.
La ripresa <li questo movimento, del quale ab-
biamo rilevato più volte il carattere e i frutti, si è
iniziata nell'Ispctroria ligure-toscana con quattro
riuscitissimi convegni.
li primo si tenne nell'Jstituto Don Bosco di Ge-
nova-Snmpierdarena, il 1 ° febbraio, per l'archidio-
cesi di Genova, e le diocesi di Bobbio, Chinvari e
Ravonn; il secondo si tenne nel Collegio Municipale
di Alassio, l'n febbraio, per le dioccsj di Albenga e
di Ventirruglia; il ter'1.o nell'Istituto S. Paolo di
La Spezia, il 16 febbraio, per la Lunigiana; il quarto,
il 19 febbraio, ndl'Is titutn Immacolata di Firenze,
per le diocesi della Toscana orientale.
A tuUi i convegru furc:mo presenti l'Ispettore Don
G,ov. ".B, Antonio! e il nostro Don Fasulo, che ne fu
il regolalore. Nei convegni di Genova-S11.lllpierda-
rena e di Alassio il Rettor Magj(iore fu rappresen-
tato dal Sig. Don Giorgio Scriè del Capitolo Su-
periore.
L'Ordine d.,J giorno, rispondente agli scopi per
cui i convegni erano su,ti indetti, recava tre punti:
O ·ganizzazionc e azione; Culto di San Giov.
Bosco; Cinqua.nten:irio della morte di S. G. Bosco.
Al coovegno di Genova-Sampierdarena portò il
lustro della parpom e In sun forte parola l'Em.mo
Cardinale Arcivescovo Dalmazio 1\\Iinorctti. • Ormai,
disse tra l'altro l'Eminentissimo, non ci possono più
essere compromes.si: o cort Cristo o contro Cristo:
ecco i due partiti, si permetta la parola, che si con-
tendono la vittoria nel mondo. Di chi sarà la vittoria?
Bello e consolante ve4ere un'organiz7..azione come
quella di Don Bosco, che abbraccia tutto il mondo.
La vittoria è certo del partito di Crisro. Ma nessuno
di noi deve Timancrc semplice aspettatore. Occorre
cooperru-e per la causa del bene, se vogliamo essere
partecipi della glortn e del trionfo di Cristo. Racco-
gliere i giovani, istruirli, educarli, secondo l'esempio
e lo spirito di S. Gio,•. Bosco, è il mezzo migliore
per salvare la società dalla rovina •·
Dopo Ju relazione del convegno precedente, fotta
dal Direttore ddl'lstituto, Sac. Don Angelo Gar-
barino, riferirono sui tre punti dcll'O. d. g. il
parroco di S. Gaett1no in Sampierdarena, Don Vir-
gilio Raschio, il Rev.mo Mons. David Sanguinetti,
Arciùiacono delln Metropolitana, Direttore dioce-
s11no dci Cooper.itori, e il Rev. Don Mario Garba-
rino, parroco di Receo.
Ad Alassio intervenne $. E. Rev.ma Mons. Cam-
biaso, Vcsèovo di Albenga. S. E. Mons. Rousset,
Vescovo di Ventimiglia, si fece rappresentare dal
Prevosto della cattedrale, Rev.mo Mons. Antonio
Borea, nuovo Direttore Diocesano. Furono rcluto, i
il Direltore del Collegio Municipale, Don Luigi
Besnate, e Mons. Brunello, Vice Assistente GencJ'ale
dei;ili Uomini di A. C.
A La Spezia intervenne S. E. Rev.ma Mons.
Costantìni. Si rese interprete della riconoscenza sale-
siana verso i convenuti il Direttore dell'Istituto Sac.
Don Giovanni Caz7,0Ja. Furòno relatori Don Fasulo
e il Direttore Diocesano di La Spezia, 1\\1ons. Felice
Chiàppari. 11 sig. Chiappone portò il saluto e l'ade-
sione degli ex-allievi.
li convegno di Firenze fu onorato dall'intervento
e incorag:g1ato dalla parola dell'Ero.mo Cardinal
Arcivescovo Elia Della Costa e del Vescovo di 1\\-lon-
repulciano, Mons. Emilio Giorgi. L'Eminentissimo
Arci"vescovo raccom."lndò ai presenti di non fermarsi
ad ammirare in S. C. Bosco <! nella sua opera ciò
che è esteriore ed appariscente, ma di penetrarne e
::tudiurne lo spirito interiore. Dopo nvere accennato
alla minaccia che incombe da parte di potenze av-
verse sul cristianesimo e sulla civiltà, si domandò:
• Che cosa farebbe Don Bosco se vivesse in questi
tempi? E rispose: S. G. Bosco certamente al bol-
scevismo, che è sistema di odio, opporrebbe lo spi-
rito di Gesù Cri~to, che è caritli •. E continuò esor-
tando tutti a lavorare ne, campi ddl'npostolnLo sul-
l'esempio di S. G. J3osèo1 con lo spirito di carità
richiesto più che mai dalla crisi che il mondo at-
trave[lla.
Diede il saluto agli ospiti jl Direttore del Collegio,
Don Giuseppe Bertonccllo. Fatta la letturo del ver-
l,::1le del convegno precedente dal priore Don Tor-
quato Tassi, s'iniziò lo svolgimento, in forma viva
e spigliata, dell'O. d. g. Ne furono relatori il par-
roco di Ricorbolo dott. Don Angelo Di Giorgi, il
cnn. Diego Sarti, Direttore Dioc1:Sano di Prnto e il
prof. Don Domenico Novasio. Parlò a nome degli
e.~-allievi il P residente Tegìonale prof. cav. uff. Car-
melo :\\1eli.
Alle relazioni brillanti ed applaudite seguirono
in tutti i convegni "delle animate discussioni di ca-
ratrere pratico cuj parteciparono molti dei presenti
e che portarono alla più fervida rispondenza agli
appelli del Rettor Maggiore.
A Sampierdarena e a Firenze fu stabilito di indire
due grandi pellegrinaggi regionali: uno ligure cd
uno toscano al Santuario ampliato di Valdocco, nel
1938.
Ad Alassio e a La Spezia fu stabilito di aderire ai
pellegrinaggi regionali e ru promuovere inoltre dei
pellegrinaggi di plaga.
Il Direttore Di0Cèsano di La Spezia Mons. Chiàp-
pari, propose di promuovere una sottoscrizione fra
i Cooperatori per contribuire ai lavori di amplia-
mento della Basilica di Maria Ausiliatrice. La pro-
posta è stata approvata, non solo ip quello di La
Spezia, ma in tutti gli altri convegni. Sono state
costituite delle commissioni per l'attuazione delle
due deliberazioni.
Altri riuscitis»irru convegni si sono sYolti nella
- ---- Campania e nelle PugUe; altri se ne svolgeranno
103

1.9 Page 9

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,rum mano nelle ,-arie regioni d'Italia. Li seguiremo
con la più viva simpatia e ne daremo relazione.
Ai benemeriti Direttori Diocesani e Decurioni e
a quanti vi hanno partecipato, agli Eminentissimi
Porporati, agli Ecc.mi Vescovi che li hanno onorati
e incoraggiati della loro presen?.a e della loro parola,
esprimiamo i sensi della più sentita riconoscenza n
nome del Rettor Ma~iore.
Conferenze salesiane.
In occa$ÌOne dei convegni dei Decurioni in Li-
i:(urin e Toscana, Don Fasulo ba tenuto delle coa-
ferl.lnze su S. G. Bosco e le sue Opere: a Busalla,
nell'Ornrnrio di S. Bernardo, per iniziativa del de-
curione Are. Don Giuseppe Ba!(hino; ad Albenga,
nel teatro dell'Istituto Sacro Cuore, ,ld iniziativa del
Direttore Diocesano Mons. Isola; ad Arma di Taggia,
nel salone parrocchiale, ad miziatjva dcl Decurione
Are. Gauni; nd Alassio, nel teatro del Collegio Muni-
cipale; a Ventimiglia nella chiesa di S. Francesco,
presente il Vescovo S. E. Mons. Roussel, ad ini-
ziativa del Direttore Diocesano can. Borea e del
parroco di S. Francesco; a Bordighera nell' Istituto
Magistrale Maria Ausiliatrice; a Sampierdaremi
nell'Istituto S. Giovanni Dosoo, per il Seminario
Metropolitano.
Altre conferenze del nostro propagandista furono
promosse dai Comitati di Azione Salesiann: a La
Spe.:ia nell'Istituto Maria Ausiliatrice, a Carrara nel
Politeama Verdi e ad Arezzo, nella Sala S. Ignazio.
Ivi presentò l'oratore il R. Provveditore agli studi
cav. prof. Roberto Palmeracchi. Intervennero il
Vescovo, S. E. Mons. Mignone, S. E. il Pefetto
dott. Agostino Podest.à, il Conte Guido Ghe7.zi
Preside della Provincia e con altre autorità un
numeroso e scelto pubblico.
BAGNOLO PIEMONTE. - Scuole dedicate
a S. Giovanni Bosco.
Con gemile pensiero il Podestà Cesare Calava ha
dedicato il nuovo l.'dìfìcio delle Scuole Elementari del
Comune a S. Giovanni Bos.co, motivando il gesto
coll'esempio di altre città d'Italia, e col senso di
samo or,:;oglio e di profonda simpatia che lega il
Comune di Ba~o·o all'Opera Salesiana, rappresen-
tala dal loca1e [stituto :vlissionario ,, l\\1onR. Versiglia
e Don C11ravario •.
Lettera di Don Giulivo ai giovani.
Carissimi,
tra i sermoncini tem,ti da Don Bosco ai giovani,
la sera, dopo le orru:io11i, pel saluto pater-t10 della
buona notte, tl'adi.zionale nelle case sales1'a11e, ce 11'~
uno in mi il Santo esorta gli abmm· dèll'Or<Tforio a
far bene la nat•ena di Maria Artsiliatrice ed a chiedere
una gra-:ia spl'rialt che mi pare, ;,, questi tempi, di
eccezionals attualità. lo desidero - egli disse -
che rutti in questo mese ed in questa novènn di Maria
Ausiliatrice domandiate a questa buona Madre la
grazia di essere liberati da tutti i pericoli del secolo•.
Forse ,•oi non 11e tfI/)ite ancora lt.tla l'importa11::m,
perclzè, vit,oendo tranquilli e sereni nelle vostre fa111f11lie
o;,, istituti di cduc(Tzìone, non sospettare nepp,.re tutto
il mnle rhl' c'è nel mondo. J',,[a è proprio fa gra::i"
più grande c/1.e il Signore ui poss« Jare. Timo il
mondo - sm,,e l'a{>Ostolo S. GiO'l•atmi - sta sotto
al maligno: mundus totus in maligno positus est•
(I G10v., V, 1_9). Ed oggi non c'è proprio bisog,,o di
lenti per ~edere C()me il 1iemcmi(I imperver.ri in questo
f,O'fJero numdo: t ,ma tornll'nta i1,fer1w{~ rhe mitrarcia
ogni cosa ed og11i persona sacra, ogr1i ordine ed ogni
bene sodale. S'è dovmo cmrùrre fir,o un t't!Tbo fflWl'O
per definire l'orren.da situa::io11e intenrar:i<malt! 11 si
dice molro be11e che il monuo è insntanassito. Il comu-
nismo_ da mm parte, il r,eop(f[(Q11Ui1110 dall'altra co11-
giurarzo insieme alla rot•illa delle anime. F. fa proprio
pe11a, dopo tanu e t,,1110 orrende stragi, sentire 011rorn
della gente che s'ill11de di travare nel sovver.ri1•ismo
mondiale della religio11e il benessere sociale. Ma fra tante
voci ingannatrici, s'è le•vata la voce del PfI/)a a sma-
scherare la perfidia del/'1.mo e la malizia dell'altro:
11 chi si 'VUOie veramente s<1lvare, e salvare co11 sè la
società e le nn.,:,io11r, $O rome orie11tarsi. Ha poi sempre
efficacia per rutti fa preghiera di nostro Signore Gesù
Cristo nell'11ltit11a &erta, q1u111dQ, dopo m.•ere ammo11ito
gli Apostoli d~lla malizia del mondo, sì rivolse al
Padre e disse: Padre, io non ti prego che h, fi tolta
da/ mondo, ma che li scampi dal male: non T<lgo ut
tollas eos de munda, sed ut serves eos a mnlo •
(Grov. XVII, 15). Ebbene, co11fidondo nella preghiera
del Signore, voi rltiedete i11 11011111 s,,o e colf'iriterres-
sione di Mwia SS. qtMsta stessa gra:::i<T; co11servattrt•i
fedeli alle direttive del Santo Padre; 11011 lasciatevi
i1lgan11are da thi osasse parla.rw diversamente; e .,.,;
sal••trete dallo spirito del mondo maligno, ra.~i1mge11do
sicuramente r,n giorno il porto della felicità.
Vostro aff.mo Don G11n.1vo.
La lira mensile.
Avete risparmiato la lira mensi.le p ei lavori del Santuario?
Le grandi colonne.
Chi può sottoscrivere qualcuna delle grandi colonne e lesene da L. 12.000?
Uniamo il modu.lo del nostro conto corrente perchè sia più agevole
-
- mviare le offerte al R ettor Maggiore.
10 4

1.10 Page 10

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DALLE NOSTRE MISSIONI
Tezpur (A,;sam). • La casa salesiaua spunt11. tra il ver de s ulle rive del fiume.
ASSAM (India).
La visita del Console Generale d'Italia
alla Missione.
Amatissimo Padre,
Una cara sorpresaI
Il R Console Generale d'Italia in Calcutta,
comm. Camillo Giuriati, venne a visitare la Mis-
sione salesiana dell'Assam. A tutte le stazioni,
anche le più remote e difficili, ove era un ita-
liano, volle portare personalmente il saluto
della nuova Italia. I nostri missionari, dai
posti più avanzati delle Garo Hills, sperduti
nella giungla, a quelli di Dibrughar, ,,erso i
confini della Cina, apprezzarono il gesto sim-
patico e gentile del rappresentante d'Italia, fatto
unico finora nella storià delle Missioni dell'India.
Il Console trovò poi largamente ricom-
pensate le sue fatiche, per i viaggi lunghi e
penosi, dall'accoglienza festosa dei missionari,
degli orfanelli, dei cristiani. Ovunque constatò
i benefici dell'Opcr:;i salesiana, specialmente a
favore della gioventù, che lo salutò con i canti
della Patria e col sorriso e l'entusiasmo dei
suur· .igk
_.
Egli espresse a tutti la sua ammirazione per
lo spirito di sacrificio e di abnegazione dei
missionari e delle suore, il suo compiacimento
di catt0lioo e di italiano per l'opera di reden-
zione e di civiltà che i missionari compiono
nel nome di Gesù Cristo.
Una lunga escursione.
U oa lunga escursione apo3tolica ai piedi delle
colline Dafilas, che segnano il confine tra l'As-
sam e il Tibet, mi ha fatto assistere ancora
una volta alle meraviglie della Grazia.
È una fioritura meravigliosa di conversioni,
che in mezzo alle strettezze e privazioni tanto
ci consola ed incoraggia. L'anno teste tra-
scorso segnò un bel passo innanzi nella no~a:a
giovane Mi~sione di Tezpur. F urono ammuu-
strati 2300 battesimi, di cui 1450 di adulti. Si
aprì una trentina di nuove e fiorenti crist ianità
raggiungendo così la conso~te ~ifra_di 12:835
cattolici sparsi in 135 fra v1llagg1 e ptantagaoni
di tè su ambedue le sponde del Bramaputra.
Il nuovo anno si schiude tra le più rosee
speranze ed è con un senso_ d i -~tima gio!a e
di viva soddisfazione che noi m1narno la ucca
messe che biondeggia nei campi. Sono intere
tribù pagane che si orientano verso _il ~ristia-
nesimo e che ci domandano con mstStenza
d'inviar loro maestri e catechisti indigeni. È
questo iJ nostro maggior problema. Abbiamo
già un centinaio di zelanti catechis~i, -~ ~o~o
ancor troppo pochi per curare le cnst1an1ta gtà
formate e specialmente per dedicarsi all'apo-
stolato fra i pagani.
NUOVI VILLAGGI CRISrIANI.
Siamo nella bella stagione: la vera primavera
dell'India. li periodo dei calori opprimenti e
- delle piogge torrenziali è passato. Ora il cielo
105

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Assam. - Il Console d'llal.la comm.. Camilla Glurlali
fra duo " Nagas " deJla nostra Missione.
è sempre sereno e il missionario ne approfitta
per le sue escursioni apostoliche che si pro-
traggono per lunghe settimane. I mesi di no-
,,embre e di dicembre ci trovarono quasi sempre
in giro, negli angoli più lontani della nostra
Missione. Don Sanchez si portava fra le pian-
tagioni di tè e i villaggi ai piedi del Bhutan
mentre don Devalle, dopo una visita assai frut-
tuosa nel Mongoldai, risaliva il Bramaputra
e si spingeva nel Boroi orientale.
Due Figlie di Maria Ausiliatrice precede-
vano il missionario nei villaggi, fermandosi
qualche giorno ad istruire i catecumeni e a
prepararli al santo battesimo. È meravigliosa
l'opera che esse, con zelo e sacrificio senza
pari, compiono specialmente in mezzo alle
donne e fanciulle che il missionario difficil-
mente potrebbe avvicinare. Recentemente, in
seguito alla visita delle Suore cb,e distribui-
rono medicinali e curarono parecchi ammalati,
un intero villaggio pagano si è fatto cristiano.
In compagnia di due zelanti catechisti, par-
tivo, ai primi di novembre, per perlustrare la
zona settentrionale del Darrang. Qui avevo la
gioia di poter avvicinare parecchi villaggi pa-
gani e di incominciare l'opera di evangelizza-
zione che a suo tempo non mancherà di rendere
copiosi frutti. Poi, piegando ad occidente, mi
portai in mezzo ai catecumeni di vari paesi da
-me visitati in aprile, e che sapevo esser già
1c6
pronti a ricevere il battesimo. Non dimenti-
cherò mai i due giorni passati a Bergaon, un
simpatico villaggio all'ombra di grossi banani
presso il fiume Pachnoil Quei ferventi catecu-
meni avevano essi stessi innalzato· un capan-
none, sul quale avevano inalberato una croce,
e l'avevano adibito a cappella. Qui si raduna-
vano ogni sera dopo il lavoro faticoso nella vi-
cina piantagione e vi passavano lunghe ore per
apprendere dal catechista i rudimenti della
Dottrina cristiana e per elevare canti e pre-
ghiere. Quando seppero del mio arrivo, mi
vennero incontro con cembali e tamburi e mi
condussero festanti nella loro chiesetta, che
avevano cercato di abbellire con fiori e palme.
Come descrivere l'intimità e la gioia di quella
serata, trascorsa in mezzo a loro sino ad ora
inoltrata, perchè troppe cose avevamo da rac-
contarci dopo una si lunga assenza?
La mattina dopo, il catechista mi presen•
tava 45 catecumeni ch'egli aveva preparato al
santo battesimo; 45 fiori profumati, ch'io po-
nevo sul povero altare a far corona all'Agnello
che toglie i peccati del mondo... Tenn.inata la
santa Messa, uno dei neofiti mi si avvicinò e:
«Padre » mi disse, « ora che hai scacciato il
demonio dai nostri cuori, vieni a scacciarlo
anche dalle nostre case! ,,_ E cosi, in proces-
sione, si fece il giro di tutto il villaggio reci-
tando il Rosario e sostando dinanzi ad ogni
capanna, che veniva aspersa con acqua lu-
strale.
Da Bergaon mi portai a Rikamari per una
riunione dei catechisti e dei membri di Azione
Cattolica di questa zona lontana. Sono queste
riunioni mensili sottoclistrettuali che tengono
viva e cementano l'unione fra i vari villaggi cri-
stiani. Un buon miglio fuori dell'abitato, mi
vidi venire incontro un gruppo compatto di
uomini e donne appartenenti all'Azione Catto-
lica. Al mio apparire, tutti s'inginocchiano per
ricevere La benedizione, e poi due fanciulle si
avanzano per lavarmi le mani e gettarmi al
collo una collana di fiori, secondo il simpatico
costume indiano; quindi sì procede, fra canti
e suoni, verso il villaggio, che occhieggia di
fra i folti bambl'1. Tre anni fa avevo percorso
questa stessa via: la ricordo bene. Allora ero
solo con Zacc;ha.rias, il giovane catechista. Fa-
ceva tanto caldo e non trovavo Wl sorso d'acqua,
perchè qui non c'era neppure uu cristiano e i
pagarù mi chiudevano la porta in faccia. Ecco,
qui ci doveva essere un tempietto al dio Ga-
nesh. .. Guardo attorno, e la commozione mi
sale dal cuore... Sento Johan che intona il
Cliristtts vincit.
Benedetta l'Azione Cattolica! Quanto bene

2.2 Page 12

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essa opera nella nostra Missione dell'Assaml
Con che slancio e ardore questi baldi gio-
vani coadiuvano il missionario nel propa-
gare il Vangelo! Sono essi che ci preparano la
via e che continuano il nostro lavoro. ebbi
una magnifica prova a Rowta, una piantagione
di sulle sponde del Dhansiri. Qui si erano
trasferiti tre giovanotti appartenenti all'Azione
Cattolica di un altro villaggio. A Rowta non
trovarono un cristiano, e allora si misero al-
l'opera per preparare il terreno. Poi chiama-
rono il missionaro che, vista la loro buona vo-
lontà, battezzò tutti i bambini: una quarantina.
Ora parecchi adulti erano pronti e insistevano
per essere battezzati anch'essi. Quella mattina,
la Chiesa contò 56 figli di più.
FEDE DI NEOFITI. - Fu durante questa
escursione che provai un'altra grande consola-
zioni, quella cioè di constatare quanto sia
profonda e radicata la fede dei nostri neofiti
e catecumeni. Mi ero inoltrato nella jungla per
seguire una scorciatoia e arrivare a Orang prima
del tramonto. Quale non fu la mia meraviglia
quando, dopo un buon tratto di cammino
giunti in un villaggio che credevamo pagano,
ci vedemmo venire incontro alcuni uomini che
ci salutarono col saluto cristiano: Yesu ki
barai! (Sia gloria a Gesù!). Da essi appren-
demmo che in quel ,,il!aggio vi erano cinque
famiglie cristiane, e ci pregarono di fermarci
a passar la notte. Rimasi ben.volentieri. Presto
fummo circondati da tutti i cristiani e da un
buon numero di pagani. Venni a sapere che
qualche anno prima si erano stabiliti in questo
lontano e sperduto villaggio e che da allora non
avevano più visto il missionario. Si affrettarono
ad assicuranni che erano rimasti fedeli alle
pratiche religiose e che una volta alla settimana
si radunavano nella cappella per cantare e
pregare. Mi condussero infatti in una capanna
appartata dalle altre ove, su un piccolo altare
di bambù, scorsi un'immagine quasi irricono-
scibile del Sacro Cuore di Nostro Signore. Ci
inginocchiammo tutti; io ero profondamente
commosso e spontanea mi sali dal cuore alle
labbra la preghiera di ringraziamento.
Più tardi tirai fuori il piccolo cinematografo,
che è ormai il mio fedele compagno di aposto-
lato, e passammo una bella serata. I cristiani
erano fuori di se per la gioia, mentre i pa-
gani rimanevano conquisi.
Dopo qualche giorno giungemmo a Kan-
kata, il villaggio Maria Ausiliatrice. Fu qui in-
fatti che la carità e lo zelo delle Suore seppero
guadagnare alla fede quei pagani sino ad allora
refrattari al Vangelo. Ora, eccoli tutti attorno
ad insistere per ricevere l'Acqiui che purifica
Mc.ndcz (Equa1ore). Klvarelli a scuola.
- 107

2.3 Page 13

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PROGETTO DEL NUOVO ALTARE
DI MARIA AUSILIATRICE
Il ro aprile scorso, terzo anniversario della Canonizzazione di Don Roseo, furono ini-
ziati i lavori di fondazione per l'erezione dell'altare monumentale al nostro caro Santo.
Contemporaneamente sono stati ultimati gli studi per la preparazione del grande modello
per il nuovo altar maggiore del Santuario cli cui diamo, qui a fianco, una riproduzione
perchè i devoti dell'Ausiliatrice, ammirando il progetto dell'omaggio che desideriamo ren-
dere alla Madonna di Don Bosco, si sentano anche animati a diffonderne sempre più il
culto e a raccogliere offerte per questo santo scopo.
Il disegno è opera dell'architetto salesiano G. Valotti, progettista dcll'ampLiamento
del Santuario. L'ubicazione dell'altare fu determinata dal desiderio che la grande maggio-
ranza dei fedeli che si troveranno nelle nuove Cappelle laterali possano vedere il sacerdote
celebrante durante le funzioni religiose. È stato quindi collocato all'estremità della parete
di testa, con proporzioni alquanto maggiori di quello rimosso per dar luogo ai lavori che
sono in corso.
L'altare, ispirato alla forma del Rinascimento ed elevato con cinque gradini di marmo
verde issorie dal pavimento del presbiterio, avrà serene e liete note di colore con il dia,;pro
di Garessio, il verde ,intico e l'alabastro orientale: nella decorazione dei riquadri e nella
corona di testine d'angeli figurerà il marmo roseo di Candoglia. Fisso sopra il ciborio e ben
visibile ai fedeli si mostra il Crocifisso che sarà di bronzo dorato con ric::hc decorazioni sim-
boliche: più in alto e alquanto arretrati daJla linea frontale del ciborio, due angeli in marmo
bianco sostengono una corona regale e formeranno trono al Santissimo esposto all'adora-
zione dei fedeli. li paliotto sarà decorato da un'artistica riproduzione in bronzo della Cena
del Leonardo.
Nettamente separata dall'altare cosi da permettere al sacerdote il passaggio per l'c~o-
sizionc del Santissimo nelle feste solenni, sorgerà la costruzione marmorea che forma la
grandiosa incorniciatura del quadro del Lorenzoni dedicato a l\\Iaria Ausiliatrice. Una
teoria di angeli portanti lampade e armonicamente disposti nel fronte e nei fianchi in nicchia
a curva ribassata fanno corona alla Vergine e costituiranno elemento cli fusione tra i marmi
colorati che sono intorno a loro e le balaustrate dorate delle vaste tribune laterali. In alto,
nel timpano, decorato con fregi e grande raggera di bronzo dorato, verrà ricollocato l'antico
ed artistico mosaico eseguito su disegno del p ittore Reffo e raffigurante l'Eterno Pa<lrc.
Il disegno che pubblichiamo illustra sufficientemente quanto abbiamo sopra esposto cd
accenna anche all'agile cupola che sorgerà sopra il nuovo presbiterio e dalla quale attra-
verso a clodici vetrate a colori, come da una corona di dodic~ stelle, scenderà la Juce che darà
vita e colore all'altare che accoglier.\\ il Santissimo e alla grande cornice marmorea dove sarà
collocato il quadro, tanto caro a Don Bosco e dal quale continuerà a sorridere e a benedire
la dolce e materna immagine dell'Ausiliatrice.
Attendiamo da tutti i benemeriti Cooperatori e le benemerite Cooperatrici le offe1 te
- - per realizzare questo filiale omaggio alla Vergine Ausiliatrice.
108

2.4 Page 14

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.,.
- 109

2.5 Page 15

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l'amma. Scelgo quelli che mi sembrano meglio
preparati e istruiti. Alcuni, pet timore di es-
sere omessi, si mettono a recitar forte le pre-
ghiere e si fanno ripetutamente il segno di
croce. Non so se sorridere o piangere di gioia
apostolica! E la funzione, sempre cosi sugge-
stiva e solenne, del battesimo ha principio
sulla radura del villaggio ove, sino a pochi
mesi prima, s.i facevano i sacrifici pagani. Sono
sessantadue voci che rispondono alle domande
del missionario. « Sì: rinunciamo al demonio;
si: crediamo; sl: vogliamo il battesimo!». Sono
sessantadue teste che ora si curvano sotto
l'acqua purificatrice. Sono sessantadue anime
rigenerate a nuova vita.
Finita la cerimonia, il catechista passa con
un paio di grosse forbici e recide loro il codino
che è associato a superstizioni e riti pagani. Poi
ne fa un bel maz~, che vien bruciato fra grida
di gioia e colpi di tamburo.
NATALE IN MISSIONE. - Il Natale mi
trovò a Bara Dikrai, un grosso villaggio cri-
stiano a pochi passi dalla frontiera del Nord.
Fu un Natale veramente missionario. Tutti i
400 neofiti vollero assistere alla Messa di mez-
zanotte e accostarsi ai santi Sacramenti. Al-
l'Offertorio tutti passarono dinanzi al presepio,
deponendo ai piedi del Bambino una focaccia
che poi gli altri... bambini fecero scomparire!
Dopo la Messa, il presepio fu trasportato sul
piazzale di fronte alla capanna-cappella; e, in
o.nore del Divino Infante si organizzarono canti
e danze al suono dei cembali e allo sparo dei
mortaretti. Belle e innocenti, queste dam:e na-
zionali I Mentre gli uomini girano nel centro
battendo grossi tamburi, le donne in vari gruppi
di otto o dieci, con le braccia allacciate l'una
con l'altra, formano dei semicerchi e, con una
mossa ritmica dei piedi, si spostano ora avanti
ora indietro, alternando, con i giovani del
centro, canti di carattere prevalentemente reli-
gioso, desunti dalla storia sacra. È un vero dia-
logo in musica, c'1e vita e movimento alla
danza e che serve cosi bene a insegnare e ri-
corclare fatti biLlici. È indescrivibile l'effetto
di questo spettacolo nel silenzio della notte,
mentre l'argentea luce lunare avvolge ogni cosa
e infonde nell'animo tanta pace e tranquillità...
VERSO NUOVE MlsTE. -Amato Padre,
i suoi figli dell'Assam vogliono esser fedeli alla
sua parola d'ordine: « Sempre più e sempre
meglio!». Ma siamo appena al principio: i
pagani sono ancora tanto numerosi! Al di là
del Bramaputra ci sono le inospiti colline dei
Mikir, e noi volgiamo ad esse il nostro sguardo
--- - e i nostri desideri. È una tribù forte di 140.000
IIO
anime, che ancor non udi la lieta noYella. Dica
ai nostri benemeriti cooperatori di organizzare
una crociata di preghiere e di aiuti, perchè
presto la Croce di Cristo venga inalberata sulla
cima più alta delle Mikir Hills.
Tezpur, 1 g1mnajo 1937.
Aff.mo io don l3osco
Don LUJGI RAvAL1co, Miss. sales.
EQUATORE
" Sinite parvulos venire ad me " .
Amatissimo Padre,
Mentre le scrivo, la piccola campana della
Missione diffonde i suoi squilli festosi ad an-
nunziare anche ai figli della foresta la nascita
del Redentore.
Nlolti accorsero da ogni parte fin dalle prime
ore del mattino. Un bel gruppo di kivarctti
della Missione ha ricevuto il Divino Infante
nel cuore accostandosi devotamente aJla Sacra
Mensa. Il Sangue dell'Agnello Immacolato non
cadrà invano a irrorare questi teneri fiori della
selva mentre appena sbocciano alla vita. Dietro
i figli aspettiamo i padri: presto o tardi, non
importa: ma verranno. È il metodo di don
Bosco e non può mancare di portare ai più
brillanti risultati, come in tutti gli altri campi
missionari salesiani.
Ci siamo messi oramai più decisamente su
questo cammino, grazie ai nuovi contributi di
fora: che lei, amato Padre, ogni anno ci invia
dall'Italia. In ogni Casa-Missione, un piccolo
drappello viene cristianamente educandosi al-
i'ombra della Croce.
UNA GRAVE DIFFJCOLTÀ. - Ma
mentre da una parte il cuore del missionario si
apre alle migliori speranze, dall'altra si trova
dinanzi a una penosa difficoltà che viene a col-
pii:e proprio sul vivo il nostro sistema di evan-
geliY.zazione. È una difficoltà di ordine etico,
tutta propria della nostra Missione: voglio dire
la psicologln del kivaretto.
1 fanciulli kivari, nelle loro capanne, godono
della libertà più assoluta, senza distinzione di
età. Qualsiasi capriccio diventa un sacrosanto
diritto che nessuno, neppure il babbo, potrà
menomamente intaccare. Se uno non vuole
qualche cosa, nessuno mai gliela impone. Nes-
suna ombra di sanzione da parte dei genitori,
pone dei limiti alla sua libertà. Fa sempre ciò
che vuole. Si alza al mattino quando vuole e
passa 1a giornata giocando in casa coi fratellini

2.6 Page 16

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o scorrazzando per il bosco a caccia d'uccelli Giunti alla Missione, nell'indossare il ve-
che, cotti sulla brage, divorerà poi avidamente; stitino bello e nuovo, godettero un mondo.
oppure andrà al fiume a pescare. Quando sente Ma la gioia non durò a lungo. Gli interni, che
gli stimoli della fame, eone dalla mamma e da mesi abbiamo in casa, hanno già un po'
ottiene, senza tante insistenze, una buona tazza di docilità agli ordini disciplinari. I tre, invece,
della famosa ciccia e, se non basta una, ne sentirono quel giogo intollerabile e tornarono
awà due, tre, ecc., lìnchè, ben soddisfatto lo alla loro capanna. E si noti: solo perchè udi-
stomaco, si butlerà per terra e farà una solenuc rono l'assistente dare un ordine un po' impe-
dormita. Poi, di nuovo a correre e a salta.re... rioso. Quel tono li spaventò: non l'avevano
Arduo problema quello di attrarlo e tratte- mai udito in casa loro. Quella pressione alla
nerlo nella Missione! Se la casa del rrussio- loro incondizionata libertà fu, anche per i pa-
nario non gli presenta maggiori attrattive di renti, motivo più che sufficiente e giusto pcr-
quel1e che ha nella foresta, oltre la libertà, chè i bambini abbandonassero la Missione.
non viene; e, natural.mente, nessuno l'obbliga
a venire. Tuttavia un'apparenza di disciplina CONSOLANTI RISULTATI. - Con-
ci vuol pure; ma dev'essere una disciplina tale quistarli con le buone, adescarli con regalucci,
che non pesi nè su di lui nè sui suoi compagni.. surrogare la mamma, indovinare i loro gusti,
Basta che vedano fare un po' di pressione ad contentarli se non sono cattivi e, se cattivi, cor-
uno, perchè gli altri, nel timore che tocchi un reggerli con modi benevoli, senza che s'accor-
giorno la stessa soi:re anche ad essi, subito gano che debbono far cosi, non perchè cosi si
pensino di ritornare a godersi la libertà incon- vuole, ma perchè è cosa più ragionevole, perchè
dizionata dèlla selva. E in tal caso i parenti la vuole Iddio. Se sul giogo pesa un po' l'uomo,
non han nulla a ridire.
non l'accettano. È quello che facciamo, procu-
Il figlio perde il bel vestitino che gli si rando di imitare, nel più alto grado possibile,
alla Missione? Non importa; se gli piace di lo spirito di soave bontà e di dolcezza di don
più stare in casa col suo rudimentale abito Bosço.
f
selvaggio, noi dobbiamo rispettare la sua pre-
ferenza. Non vuol più imparare a leggere e a
scrivere? Neppur questo deve importare.
- Tu sai - dicevo un giorno a un padre
di famiglia - tu sai com'è bello poter vedere
su di un pezzo di carta il pensiero di uno che è
lontano; oppure saper man.dare il tuo pensiero
lontano lontano, senza bisogno di recarti tu
stesso fin là.
- Sl, sl, capisco! - rispondeva. - È una
cosa molto bella. Vorrei avere imparato anch'io;
vorrei che i miei figlioli imparassero pure...
Ma, se essi non vogliono, che ci vuoi fare ?
TRE PICCOLI DISERTORI. - Pochi
giorni or sono don Ghinassi, visitando la Mis-
sione di Chinimbi; vi trovò tre frugoli che
si decisero a seguirlo fino a Mendez col pro-
posito di rimanere col missionario. Prima però
i parenti tempestarono di domande il Mis-
sionario per assicurarsi che i loro figli nella
Casa-l\\1ìssione avrebbero trovato un tratta-
mento come in casa loro.
- Vorranno tutti bene ai nostri figlioli? Non
saranno trattati duramente ? Piuttosto che es-
sere trattati duramente, restino con noi! -
E conclusero ammonendo: - È necessario
che in casa tua trovino l'affetto che noi sen-
tiamo per loro, e anche di più, perchè tu hai
più mezzi per tenerli contenti...
Pienamente rassicurati, li lasciarono partire.
Equatore. _ Sono gli sguardi dell"Auslliatrice Il Vescovn
--- - raccoelie I Klvaretll che han ratto Ja prima Comunione.
III

2.7 Page 17

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Nonostante tutte queste difficoltà, un bel
passo verso l'ideale s'è già fatto. Abbiamo nei
vari centri 150 tra kivaretti e kivarette, rispet-
tivamente educati dai Salei.iani e dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice. E tutti bene incamminati.
Centocinquanta I Quando li conto, mi riempio
di giubilo e dico al Signore èhe aiuti me e i
miei carissimi missionari affiochè neppur uno
vada perduto. Che commozione la mia, quando
al mattino mi vedo questi piccoli, or non è
molto ancora barbari, accostarsi a Gesù Euca-
ristico e riceverlo nei loro cuori! Li sento, du-
rante la Messa, recitare devotamente le loro
orazioni, il santo Rosario, cantare le lodi della
Madonna, in quella loro stessa lingua finora
asservita al demonio. Li udii anche, per la
prima volta, cantare la Messa degli Angeli con
grande edificazione dei coloni cristiani che vi
assistevano. Imparano con relativa facilità a
servire la santa Messa; e a Macas, tra i kiva-
retti, vi è anche il.Piccolo Clero, assai nume-
roso. Mi assistettero - i miei chierichetti -
con un contegno impeccabile, al solenne ponti-
ficale che potei celebrare colà.
Ho sotto gli occhi un beJ pacco di letterine,
scrittemi da loro, per augurarmi buon Natale.
Dopo gli auguri, esprimono candidamente i
loro desideri, ora curiosi, ora assai significa-
tivi. Eccone qualche saggio. Uno mi scrive che
ha grande bisogno di una « camicia nuova »;
un altro vorrebbe «giocattoli » per sè e per i
compagni; i più grandi « ,•estiti belli»; altri il
«pallone n per il gioco del calcio. Un lùvaretto
da Gualaquiza mi comunica la sua nomina a
sagrestano e, dopo gli auguri, si affretta a dirmi
che la cappella è molto povera, che gli mandi
qualche cosa ,1 per farla più beila, e cosi Gesù
vi si trovi meglio"· Parecchi mi ringraziano,
e benedicono il Signore di averli fatti entrare
nella Missione, e promettono di non abbando-
narla mai più. Uno mi chiede« orazioni perchè
il Signore lo faccia diventare più buono». il
seme, fecondato dal sudore di tanti missionari,
che fruttifica.
L'8 dice!"llbre di quest'anno ebbi la consola-
zione di dare la Prima Comunione a un gruppo
di otto tra kivaretti e kivarette di :i\\tlendez. Le
mando la fotografia ~ei cinque kivaretti. Voglia
Gesù che i loro cuori conservino sempre la
bellezza e la fragranza dei fiori di cui oggi sono
adorni.
I MEZZI. - Come si fa a mantenere nelle
Missioni tutti questi frugoli ? Il primo aiuto è
l'obolo del.la santa Infanzia di Parigi, che però
è ben lungi dall'essere sufficiente. Mi son ri-
volto ai nostri collegi dell'Equatore, nei quali
si son formati dei gruppi di Amici della Mis-
sione. Questi piccoli missionari s'impongono
dei sacrifici e raccolgono una pensione mensile
per tenere nel.la Missione un selvaggetto. li
mio plauso e il mio « grazie! ", specialmente ai
due collegi di Guayaquil, « J. D. Santistevan »
e <1 Cristobal Colon ,,, all'Istituto di ,, Bene.lì-
- 11ang Nok K.huek (Siam). - Chiericl salesiani ed aJu.ruù alla scuola prallca di agricoltura.
ll2

2.8 Page 18

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Siam • Moru.. PasoLtl ed il Governatore rri I premìatl deU'Bsposlzione agricola.
cenza <li signore» della stessa città, al tt Gruppo
missionario 1} dei giovani del nostro collegio di
Quito.
Che ricchezza di meriti avranno questi cari
piccoli missionari, che sanno già sacrificarsi
per contribuire a conquistare anime a Gesù
Cristo! Dio susciti molti che li imitino in
un'opera così santa! Oggi, per mantenere un
kivaretto, basterebbero 500 lire annuali. Con
e questa modica somma un'anima che sarà
istruita ed educata nella nostra santa religione
e salvata per sempre!
Benedica, amato Padre, i nostri sforzi e i
sacrifici di tutti coloro che ci vengono in aiuto.
fe11dez, Natale 1936.
Suo devotissimo
83 DoMEmco CoMIN,
Vicario apostolico di Jlcndez e Gualaquiza.
SIAM
Esposizione agricola a
Bang Nok Khuek.
Amatissimo Padre,
Il 17 gennaio 1937, il Gruppo Gi.ooatzi di
Azione Cattolica di Bang Nok Khuek orga-
nizzò una esposizione agricola. Era un tenta-
tivo in un campo ancora inesplorato nella re-
gione, ma riuscl una manifestazione che fece
parlare i giornali della capitale e destò larghi
conce.nsi e simpatie tra la popolazione dei din-
torni e anche nelle sfere ufficiali.
J numerosissimi ag,-icoltori cristiani e pa-
gani se ne interessarono, soprattutto, perchè,
non solo erano esposti i migliori prodotti, ma
perchè, da una serie di esperienze pratiche,
diagrammi, statistiche, potevano facilmente im-
parare il modo di ottenere il maggior rendi-
mento. Opportuni cartelloni e disegni richia-
mavano inoltre la necessità del risparmio,
l'amore alla terra, la nobiltà <lel lavoro, spe-
cialmente se santificato dal pensiero sopranna-
turale.
Prezioso contributo portarono - e fu w1a
rivelazione ammirata, specialmente per i pa-
gani - le due sezioni organizzate, una a cura
dell'incipiente colonia agricola salesiana di
Thavà, e la seconda dagli alunni dello Studen-
tato salesiano di Bang Nok Khuek. Fu una-
nime il consenso di lode a queste due sezioni,
non solo per i prodotti esposti, ma anche, e
soprattutto, per J'alto significato cli esempio di
amore al lavoro, di avvicinamento alla classe
lavoratrice, al paese, di religiosi che dedicano
le ore di libertà in esperienze ;.gricole.
Sua Eccellenza il Governatore cli Samut
Songkhram, Phra Bamrung Buri.rat, volle in-
tervenire, prima a inaugurare la nuova mac-
china tipografica della stamperia Udomphan,
poi a distribuire i premi agli espositori.
- - Egli, fra l'altro, aisse: Mi Q'IJevano invitato
IIJ

2.9 Page 19

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imun. • L'aula dell'Esposlzlone •trlcola organ1ua1a dai SaJulanJ.
a t-·cdere rma iUostra preparata da ragaz-::i. ,l/a
fo -.:i co11/us,1 che, se at-'essi saputo di frqrare qui
ciò che ora /u, visto, (JV)rtri portato ron me tutti
i maestri e i capi-villnf.t!ÌO di tutta la provincia.
E, seduta stante, voile l'assicurazione che si
sarebbe OrJ!aniz7.at:a una nuova c.-;posi7ione nei
nostri locali e sotto la nostra direzione esten-
dendo la partecipazione a tutta la provincia.
Fedeli servitori di questo Paese che amiamo
~ con tulle le nostre forze, ahbiamo accettato,
pur non na~condendoci quanto po,~a costare.
Mi sono affrettato, amatissimo Padre, a ren-
derla partecipe della nostra gioia nel vedere
questa afl..:nnaziooe di giovine73.n, perchè so
che le no-;tre piccole consolazioni sono pure
con.'>Olazioni del suo cuore paterno.
Sono i primi. passi dei nostri organizzati,
che hanno concepito e attuato questa esposi-
zione con un senso di apostolato; per dare al
lavoro il scn,,o di nobiltà, in cui lo pone la
concezione cri.~tiana della Yita, e anche -
contribuendo, secondo le piccole loro forze,
agli sfor.1.i, degni di ogni lode, che compie il
Governo siamese in favore della classe agri-
cola - per testimoniare il proprio sincero
amore alla Patria, e per far cono:,ccrc che, tra
i vantaggi del cristianesimo, vi è anche l'amor::
al lavoro e la prosperità del lavoratore.
Col pensiero a queste schiere di giovani cri-
stiani e buddisti, di cui sentiamo di possedere
- - un po' il cuore, noi ci apprestiamo a celebrare
il Santo, che la Chiesa in\\'Oca ufficialmente,
in tutte le parti del mondo, ,. Padre e :\\laestro
dei giovani 11.
E lei, amato Padre, che di don Bosco con-
tinua tra noi la parola e l'esempio, benedica
tutti i suoi figlioli del Siam, affinchè, tra i gio-
vani, sempre giovani anche noi di cuore e di
attività, possiamo fare del bene a tunt.
Dalla Prf'jrttura Apostolica di Rajah11ri,
20 .r:,•nnaio 1937.
Dcv.mo in C. J.
l\\,lons. GAETANO PASOITI
Prejtllo Apostolico.
Le Figlie di M. A. in Giappone.
Revert>ndissimo signor don Ricaldone,
Sapendo con quale paterno interesse ella
segua gli umili sforzi con cui, in questa lon-
tana ì\\lissione giapponese, le Figlie d, l\\Jaria
Ausiliatrice cercano di coadiuvare la prodi-
giosa attività dei Salesiani, ci è caro, metterla
a parte di una grande gioia che ha rallegrato
questa Casa • Madre :\\1azzareUo <.11 Beppu,
O\\'C da sei anni si lavora alla formazione del
personale indigeno.
11 giorno 8 dicembre, nella luce di candore
della Immacolata Concezione, vi fu la seconda
vestizione relig-iosa di cinque gio,·ani giappo-

2.10 Page 20

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ncsi. S1 sarebbe voluto poter rifare nuova la
nostra chiesetta, ma ci dovemmo accontentare
di farla allargare quel poco che fu possibile,
perchè almeno tuno il personale di casa po-
tesse trovarvi posto. Quel giorno <.-S.<;a com-
parve bella di gigli e di luci.
Intervennero i parenti delle vestiende e gli
invitali, fra cui qualche personalità pagana.
Tutti furon presi dalla solennità di quella fun-
zione che, già sempre commovente in se, ha
in Casa di l\\lissionc e particolannente in Giap-
pone, un più profondo significato. In cappella
~i sarebbe udito il volo di una mosca La parola
chiara e incisi,-a di l\\Ions. CimattJ, che inter-
rogava quelle giovani biancovestite chiedendo
che cosa volessero e se sapessero ciò che im-
porta di sacrificio quel loro desiderio, risuonava
grave nel silenzio e le risposte scendevano nei
cuori portando spraz1:1 di luce nuova: infatti,
qualche pagano, tutto preso dalla loro profonda
bcllczr.a, chiese poi in impre~tito lo stesso for-
mulario per poterle considerare e meditare.
E quando quelle cinque giovinezze rientra-
rono tutte chiuse nei grandi veli neri, la com-
mozione avvolse lutti. Un solenne Te Deum,
regu1to cl.alla benedizione di Gesù Sacramen-
tato, chiuse tutto in un'onda di Paradiso.
All'uscita, un doppio servizio giapponese ed
europeo radunò sacerdoti, parenti e invitati nei
due parlatori, seguìto poi da un gruppo foto-
grafico, a suggello e ricordo della bella gior-
nata.
Qunle rugiada è scesa oggi nei cuori ? Non
tutto ci è dato conoscere, ma la madre di una
novizia, ancora pagana, decise di farsi cri-
stiana; un alto impiegato del .l\\1unicipio, com-
mosso, non faceva che ripetere: .. Che hclla fun-
zioneI cl.e bella funzinnc! •· E un a:;se~ore
comunale, incaricato di fare nelle scuole un
ciclo di conferenze sulle opere sociali, volle
fare argomento di una di esse l'Opcr.i dei
Saiurl di Beppu, perchè disse: e Ilo scoperto
il segreto della loro opera, I.a sorgente a cui
attingono il loro spirito di sacrificio».
Un'altra belL'l giornata, che ha segnato un
gran passo in avanti per la nostra piccola Santa
Infanzia, fu quella del r3 dicembre, giornata
del bazar. ll ba.zar in Giappone è il gran mezzo
per b:ntere cassa e fare propaganda. Non v'è
scuola che non lo prepari annualmente; ogni
Opera fa il suo piccolo assegnamento sui ba::ar:
chiamar gente, ricavare qualche cosa dalla
, cndita delle proprie confezioni, farsi cono-
scere... è lo scopo. u Fate un bazar! ,1 ci insi-
nuavano alcuni dei più caldi ammiratori della
no~tra Opera. «Aprite un giorno le porte a
tutti! tanti desiderano venire e non osano... .
Poic;hè, se è v-ero che da qualche tempo attorno
all'wnile Opera nostra si venivano suscitando
onde di entusiasmo e da varie città del Kiushu
e della Grande Isola, e perfino dalla capitale,
venivano sovente visitatori anche a gruppi, e
anche vero che dei Beppesi ben pochi fino allora
si erano spinti fin qwssù ad assicurarsi dc ,:i.su
- IIS Beppù (Giapp<>neJ. - Gruppo eenerale dopo la fum:ionc della vestuione ncll:1 Casa "Madre Maz:tarello ".

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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cli quel che si faceva e si diceva. u Aprite dunque
le porte a tutti I» insistevano. uFate un ba-
zari ». Eh si! poterlo farei ma siamo assorbite
dal lavoro intorno ai nostri quaranta piccini...
e poi, lontane, sulla montagna: verranno? Ave-
vamo inoltre poca pratica nell'organizzarlo in
stile giapponese... Tutto ci poneva nell'imba-
razzo e ci teneva esitanti ne] timore di un in-
successo. E nondimeno il consiglio fu accolto.
Si vide allora un membro dei Consiglieri
della città dat-si attorno per fare in nostro fa-
vore una settimana cli propaganda anche con
conf.crenze nelle scuole. Un funzionario del
Municipio si assunse il lavoro della composi-
zione e pittura cli un centinaio cli affissi, nonchè
della distribuzione dei manifestini e della pro-
paganda anche a mezzo dei giornali. Un altro
si incaricò della vendita anticipata dei biglietti
mettendo in moto tutta la sua famiglia e solle-
vando mezza città con la sua influenza, cosi
che a noi non restò se non la cura della con-
fezione, esposizione e vendita degli oggetti.
A tutto il resto, compreso il bar (senza cli cui
un bazar in Giappone perderebbe i tre quarti
della sua attrattiva), pensarono e provvidero
i nostri buoni amici, che il mattino della
festa, alle 8, puntuali come impiegati, se ne
stavano già al loro posto di guardia con sul
petto il nostro distintivo, a guidare i visitatori,
a ricevere gli invitati, a sorvegliare su ogni
cosa, a fare, in perfetta etichetta giapponese,
come noi non avremmo saputo, nè potuto, gli
onori di casa.
Furono più di un migliaio i visitatori che
in quel giorno, dalle 8 del mattino alle 5 di
sera percorsero in lungo e in largo la Casa,
tutta addobbata a festa, sostando con visibile
commozione ùinanzi alle culle dei neonati, nei
dormitori dai lettini bene allineati, nella ca-
mera ove i bimbi giocavano lieti.
Due giorni dopo fummo confortate perfino
dal prezioso riconoscimento di S. E. il Prefetto
di Oita il quale, accompagnato dalla sua gen-
tile consorte e da autorità provinciali e locali1 si
degnò cli visitare ufficialmente la nostra casa.
Profondamente aromi.rato dell'opera, espresse
in termini lusinghieri la sua ambita approva-
zione e oltre a una generosa offerta, volle,
con delicatissimo pensiero verso i poveri orfa-
nelli, offrir loro in regalo tutti i giocattoli e
tulli gli indumenti <li un suo angioletto, morto
alcun tempo prima, pensando che avrebbero
servito ottimamente ad allietare e sollevare
questi bambini privi del conforto dei loro ge-
nitori.
Ella, veneratissimo Padre, che ha visto di
presenza le difficoltà del lavoro missionario in
Giappone, è in grado cli giudicare quale impor-
tanza possano assumere per noi questi primi
progressi e quali speranze di bene da compiere
ci schiudano in cuore. Voglia farci la carità d i
una preghiera ai p iedi della Celeste Ausilia-
trice e crederci, quali ci professiamo d i essere,
devotissime Figlie d i Maria Ausiliatrice
Bep_pu, 8 gennaio 1937.
Suor LETIZIA BEGLIATir, diretlr.
Beppu (Glapponc). - La seco nda vestizione delle Flclie di MarJa Ausillatricc.
Le glov1toi novizie g iap ponesi p r iina e do po la ( unz ione.
Duplichiamo 1 Cooperatori di Don Bosco Santo!
Ogni Cooperatore ce ne procuri alm.eno uno nuovo
-
II6
-e ce ne mandi l'indirizzo preciso.

3.2 Page 22

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GRAZIE
attribujte all'intercessione di
MARI.A SANTISSIMA AUSILIATRICE
e di San Giovanni Bosco.
Raccomandiamo vii-amentt ai graziati, nei cnsi di
guarigione, di specificare sempre btme la malattia e le
circostam::e pilÌ. importanti, e di seg11are chiarame11te la
pr<1pn·a firma. No11 si p1tbblicano i11tegralmeme le re-
lazioni di gra::ie anonime, o firmate colle st>:mplici
i11iziali.
Due volte invocato, due volte mi ai.uta. - Due anni
fa fui colpita da una grave malattia. Le sofferenze
non mi davano treinia nè giorno nè notte. Fatta fidu-
ciosa ricorsi a Don Bosco Santo e fui consolata con 411
sensibile migliommento. Ma, per gravi dispiacerr,
ricaddi poi più gravemente nel mio male trascinan-
domi per parecchi mesi in tristi oondizio,ni. Final-
mente ricorsi di nuovo con fede al mio Intercessore e
egli mi insegnò a liberarmi dall'incubo che mi op-
primeva. Ne segui una calma e consolazione che non
avevo mai provata; il male .fisico cessò come per in-
canto ed ora, molto migliorata, attendo la completa
guarigione.
l\\1or,cucco Torinese, 24-x11-1936.
VBRCELLJI-/O AN~BTTA ved. LAGNA.
Gtu,rita da bro11copolmonite. - Con l'animo ri-
pieno della più sentita gratitudine, sciolgo l'.nno del
ringraziamento a S. Giovanni Bosco per aver esllu-
dite le mie preghiere.
Colpita da bronco polmonite, la scorsa ~tate, ap-
pena qualche mese dopo il mio matrimonio, sof-
frivo per me e più ancor-a per l'ottimo mio marito
che, addolorato pel male che minacciava 1a mia
ancora giovane esistenza, non aveva .rispamùato
nulla, ricorrendo, anche, all'intervento dei dottori
primari della città. Nonostante le più in~elligenti
cure dei medici e di quelle affettuosi'ssime di mio
marito, il male- proseguiva tenacemente e paurosa-
mente.
Fu allora che con tutta la fiducia, mi ri...-olsi a Don
Bosco santo ed egli, benigno, venne in mio aiuto
riottenendomi la primiera salute. Riconoscente,
prego sia pubblicato la se&rnalatissima grozia, fidu-
ciosa che il caro Santo vorrà continuare su me e sul
mio diletto marito, la sua efficace protezione e
mnntenerm.i in salute in un clima sl diverso da quello
dello mia Italia lontnna.
Calcutta (India) Tezpur, 3 gennaio 1937.
ADIILl? BAJllSON"E.
Dr,e gra!::ie. - La nostra piccola Anno, cli due llilrl.i
e mezzo, nel settembre 1936, mentre stava giocando,
aveva messo in bocca una bacchetta di legno appun-
tita. Saltellando, inciampò e cadde, conficcandosi il
legno nella gola, con conseguente fiotto di sangue.
Consultato il medico, dopo circa tre ore dall'acca-
duto, data In lontananza, ci dichiarava apertamente
trattarsi di un vero miracolo che la piccina fosse
salva, perchè la fcrira prodotta nella gola aveva rn-
sentato la carotide e la morte sarebbe stata inevita-
bile. Questo miracolo l'abbiamo attribuito all'int~r-
cessione di S. Giovanni Bosco di cui la bambina
tiene clevol:t\\Jllente al collo una meda,1:dierta con-te-
nente uno reliquia del Santo.
Nel mese di gennaio abbiamo ottenuto un'altra
grazia: guarigione da risipola ad una gnmba della
stessa piccola che soffriva atrocemente, e l'abbiamo
ottenuta pure per intercessione cli S. Giovanni
Bosco e di Maria SS. Ausiliatrice.
Con prc>fonda riconoscenza.
Varallo Sesia, 29-1-1937.
MARGHERITA e J:-ms BERTONCINJ.
G11arito da gastro-e11terite. - U nostro Gian Do-
menico affetto da gastro-enterite con febbri altissime
si trovò in condizioni disperate. Fidenti in Don
Bosco nostro protettore ci rivolgemmo a lui per
ottenere dal Signore la guarigione del caro piccolo.
Con gran stupore del professore curante, il terzo
giorno accennò un lieve miglioramento ed i11 breve
fu dichiarato fuori pericolo. Ora è pienamente risra-
bilito; e noi riconosce.ntissim.i inviamo un'offerta per
le Opere salesiane.
DoMITILI.A e DAmo CAPELLO.
Anche i dottori di~eravano di salt•arlo. - Nello
scorso agosto ero in grande angoscia per la grnve
malattia di mio figlio, padre di cinque tenere crea-
ture. Anche i dottori disperavano di salvarlo. Con
grande fede e devozione mi sono rivolta a Maria
Ausiliatrice ed n Don Bosco, e, dopo quaranta
giorni di ospedale, ebbi la consolante notizia eh!
mio figlio era completamente guarito, con g n,de
sorpresa dei dottori. Gram e riconoscente, soddisfo
la promessa fatta, inviando una modesta offerta.
Tre11to, 30 gennaio 1937-,-'V.
RosA Ved. BARATIERT.
Pie11a111et1te esmldito. - L'anno 1936, alli 21 otto-
bre, la Direttrice dell'Istituto femminile Maria Ausi-
liatrice ai Piani di Vallecrosia (Bordighera) mi avvi-
sava che una mia nipote Pizzio &uistina era amma-
laru di appendicite. Il caso si presentava grave. Il
profei.sore Moro nella sua clinica l'operava d'ur-
genzo e trovava l'appendice già perforata in due
parti. L'operazione riusci ottimamente.
Ma io avevo raccomandato la mia parente all'in-
tercessione del Santo D. Bosco, promettendo che
se mi avesse ottenuta la guarigione della nipote avrei
pubblicato sul BQ/letti110 Salesimu, a glorio di Dio e
ad onore dJ lui, la grazio ricevuta.
La grazia fu completa. Mia nipote gunrl perfetta-
mente ed io adempio al mio voto con questo scritto
lodando lddio e magnificando la bontà del g lorioso
Santo Don Giovanni Bosco.
Poggio Sanremo, 4 febbraio 1937.
D. C1ov. Bt.TT. PI.Zzto, Arciprete.
Salva in una pericolosa cadr.ta. - Sento il bisowio
di attestare la più viva riconoscenza alla Vergine Ausi-
liatrice e al Santo Don Bosco per una grande grazia.
Il 14 febbraio u. se., la mia Giuseppina cadde
malamente dall'alte'.e:za di 5 metri. La caduta avrebbe
dovuto esserle fatale. Ma, nel tremendo spavento io
- - invocai Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco, e
ll7

3.3 Page 23

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ln mio Giuseppina non si foce nulla. Cercheremo cli mezzunotte essa si svegliò di sopross:Llto chiedendo
essere sempre più devoti della Madonnn e del caro con insistenza di mangiare In rt!liquia di S. Gio-
Snnto, ed intanto inviamo una modesta offerta se- vanni Bosco. L'accontentammo. Ed ecco che appena
condo le n~tre povere forze.
inghiottita, con meraviglia nostra, la maJaro si acquie-
Tormo, 20-11-1937.
SAUCE INES.
e riposò sin quasi al mattino. Lungo la scttimann
Sm::.a oprm::io11e. - A 14 anni ~ubii un'opera-
zione d'appendicite, e quando crcde,·o d'essere com-
pletamente guarita fui sorpresa da un altro male.
Causate doll'appencliote rnt si ernno formate nel-
l'intestino delle aderenze, cl)c mi portavano molto
dolore tanto da dover ricorrere qualche volta ad inie-
zioni di morlìnn. Essendo vuno ogni rimedio, i me-
dici furono d'accordo nell'affermare che solo un
altro intervento chirurgico avrebbe potuto liberarmi
da tento mille che ormai dura,11 da quattro anni.
:\\h rivolsi allora a San Giovanni Bosco e lo pregai
ebbe ancora alternative e crisi di bene e di male,
ma noi bcmpre fidenti che Don Bosco ca avrebbe otte-
nuta la grazia, 11nendc,11mo il giorno della sun festa.
La nostm speranza non fu wna. Proprio il 31 iten-
naio, l'amnu.lnm cominciò n mi~liornre; g1i affanni
e le crisi di soffocamento diminuirono, ed in pochi
giorni il medico meravigliato 111 potè dichiarare fuori
pericolo. Om è in via di )CWlrigione.
Riconoscenti per la .l?razia racc"uta inviamo I'or-
fe1111 promessa.
12-11-1937.
ELIOR BEU.OTTI.
con fede:, incominciando la novena. Dal 26 aprile
1936 non ~offro più.
Bia11rm•illa, 30-1-1937.
CONCP.TTI?s'?. SANGIOROIO CATALIOITl.
Gu,mta da t,eritonit~ arotiui11111. - La mia billll-
binn Annamnna di anni sc1te fu 1mpro\\'visamen1e
colpita d11 dolori addominali ne-I pomeriggio del z8
ottobre u. s. Pensai ad un colpo di freddo e non mi
Giwr1sre wz 11ostro compog110, - Novizi Salesiani di
Sicilia, siamo lieti di attestare la nostra riccmoscenza
aUn potente Ausitiatnce dei crist1uni per unn grazin
SCb'llalata, otrenuta mediante la ~ua valida interces-
sione.
Si 1rau11 della 'tU,lrigionc di un nOlllto compagno,
colpito da gnn-c malatùa, che n • ~uno dei rimedi
suixgcnti dall'arte medica riusciva n vincere.
:\\1cntre ~• era io ansio per gli cffc1t1 dolorosi che
si tcmcvnno dal prolun1r.usi dtlla mulauio, noi, ani-
nllnrmni, pcrchè non c'era fchhre. Ln notte passò
tranquilla. Al mattino però la temperatura era sali1n
a 38.4 e ben presto a 38.9. Chiuanlli il medico. I do-
lori non fecero che numenmrc, accompagnati da
,·orntto. Il medico capi subito che 11 ca"O ern di~pe-
rato e giudicò opponuno l'intervento chirurl?ico. Si
tratt.iva di perironrte acutis~im11. NeU'an~scia dd
timore di perderla, invocai ripetutamente S. Gio-
,11nni Bosco e lo supplicai di prc~llr Gesù a non
prendermi In mia bambina. J\\l,mti-e la piccoln su-
mati dn un Mmtimento di vha 1iduci11 nella potenza bivn l'operazione, iniziai In nownn in suo onore,
di Maria, ci rivolgemmo a lei, chiedendo alta sua prnmiRi 11n'offcrtn e la puhblicniionc della gmzm.
in1erce:1&ione quello che dagli um11ni rimedi pareva
L'nppcndiee aveva un'ulceru con una 7..ona perlo-
non potersi oma1 più sperare. E la SS. Vergine si
compiacque di ascoh:ue le nostre preghiere one-
m,ndo heniJ:!llameme dal Surnore quello che con
rura e cancrenatn. Il pericolo non era scomparso.
S1 teme,11 l'intossicaz1onc del qnl?Ue l\\Ia ormai mi
senti\\"o tranquilla. Don Bosco n•gliava sulla mia
filiale fiducia avc,·amo domandato.
- Annamarm.
Ora attendiamo ancora dnlli, cclcsre Madre la
I primi giorni passarono 1m an~ic e timori, ma
grazia ben più importante: cli cs~erc fedeli fino alla sen:r,a sintomi di peggioramento. All'ottava mattina
morte nlln nostra vocazione, sulle orme di Don gli sforzi della forte tosse che n\\'evn colpito la mali
Bosco Santo.
bambina, fecero riaprire In ferito e provocarono
S. Gugorùi di Cata11ia, 11 fchlm1io 1937.
I 111n•izi Salesiani.
Salva. '-. Il giorno II del mese scor$0, mia so-
rella Letizia venne colpita da forte bruncop-0lmonite
influcnwle che in pochi giorni la riduKse in fin di ,·fo1.
Il medico curante non ci nascose subito In gravirà
dd male, datn anche le sua età di 69 anni. Due medici
chiamali in ,eguito a con.1ulto giudicnrono il caso
disperato: non c'era più nulla da fare.
Nella no~tru angoscia ricorremmo nllora con
grande lìducia n S. Giovanni Bosco, di cui proprio
quel Riornn cumincia"a la novena, fnc:.endo pregare
tnnte pen,one pie e specialmente i no~lri nipoti sale-
l'usciia di una parte di omenw. Urgevo un nuovo
intcl"\\lento chirurgico. Tornai u supplicare e ad in-
VOOlre diRperatamente ancora S. Gio,-anni ~co.
Anche la seconda operazione riusci bene. Dopo un
mese di degenza all'ospedale, mia figlia ritornò gua-
rita m seno alla proprio famiglie, l medici, con me,
111tnbuiscono In guarigione od intervento divino.
Non mi rei.ro che a ringrazmre pubblicamente
S. G. Oosco e a pregarlo A prolegi;iere sempre lo
m.it, bambina e lo mia fornil{lu1 tllnlll bisognosa della
benedizione del Cielo.
Ba.ss0110 del Grappa, 27-1-37.
MARIA Bc:>!'IA\\IIGO FOR.S:ASIEIU,
siani e J')romett.:ndo un'offer~ pc-r 1., sue Opere.
Oprl'a:rio11,. scongiurata. - l\\lio rnaritc> Vinci Sal-
L'ammala1a, già rassegnata a mcmre, aveva rice- \\1ltore fu Salvatore da molto tempo soffriva atroce-
\\'Uto con irrande divozione il Santo Viahco e l'Estrema mente <'d era tormentato da acuii dolon che deriva-
Unzione.
vano da un cancretto che aveva -rroprio sotto l'o-
!\\ella notte dal 2z al 23 gcnnoio presentava lutti recchjo destro. J medici diclullttlrono necessaria l'ope-
i sintomi di una pros.~im:i fine, e noi m.·pidnnti attor- mzione, pcrchè il male di giorno in giorno si anda\\"U
niavamo il suo letto, recitando le preghiere degli ago- diramandn sempre più; mn mio mo.rato non "oleva
- --- nizzanti in n1tcsa del suo ultimo trarnsso. Ma a
118
ahsolutamcntc saperne. lo 111l11rn mi 1Hmni di frdc

3.4 Page 24

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e di coraggio, lasciai la scienza umana e mi rivolsi
alla scienµ divina. Mi misi sotto la protezione di
S. Giovanni Bosco e con vera fede incominciai la
novena. Ebbene, dal momento in cui cominciai a
pregare, mio marito cominciò a migliorare; i dolori
scemarono di giorno in giorno ed i medici con grande
meraviglia constatarono che non c'era più bisogno
di operazione. Ora mio marito non soffre più nessun
male; è perfettruneQte guarito e lavora invocando
sempre la Madonna Ausiliatrice e San Giovanni
Bosco.
Canicattì, zS-1-1937.
Dt ROSA CARMRLA D1. STEFANO.
Guarito da bro11co-polmo11ite capillare. - Ci sen-
tiamo veramente riconoscenti al Santo Don Bosco
per la grazia ottenuta al nostro hambmo affetto. da
grave bronco-polmonite capillare.
Le cute del medici specialisti non valevano a
nulla; il bimbo era da tutti spacciato... Scnonchè
una pia signora ci portò unn reliquia di S. Gio.
Boset~ e ci prcgb di metterla addos.50 a l paziente.
Subito il bimbo commciò a migliorare, ed in
breve fu dichiarnto, con sorpresa di tutti, fuori peri-
colo.
Brualgltelle di Mansuè (Treviso), 10-11-1937.
BARBARO'ITO MAURO e l\\;hLJEITA.
Sensibile i111ervmto. - Nell'ottobre passato mio
marito, per un incidente accadutogli mentre guidava
in una discesa un carrozzino, rimase schiacciato tra
una pianta e il carro stesso.
Trasportato al l\\lauriziano di Torino, fu operato
d'urgenza all'intestino che minacciava di andare in
cancrena. Ma vi era anche un rene in cattive con-
dizioni: non funzionava e metteva sangue. L'illustre
Pr<>f. Massa vedeva fa necessità di asportarlo, ma
attendeva sempre, anche perchè era sopraggiunta
la pleurite.
Fiduciosa in San Giovanni Bosco e nel Ven. Do-
menico Savio incominciaj subito una novena e posi
la reliquio sull'infermo. NeJla notte la febbre da 40
gradi scese subito a sS, mio marito disse di sentirsi
guarito e difatti al mattino il professore constatò
che non c'era più bisogno di operazione, ammettendo
un intervento superiore.
i!: facile immaginare la mia gioia dopo tanti giorni
di angustia.
Ora che mio marito è completamente guarito
faccio pubblicare, come avevo promesso, la grazia,
accompagnandola da un'offerta.
Torino, z8 febbraio 1937.
LUlGlNA MASSAIA.
U11a bella grb::ia. - li 6 nove.rnbre 1936 una grande
gioia allietava la mia casa col mio second~genito.
Ma una subitanea prova doveva turba.re la nostra
letizia.
A quattro giorni dalla nascita del bimbo, un im-
provviso e acuto attacco di appendicite colpiva mia
moglie. L'immediato intervento chirurgico, che in
tali casi si rende necessano, era estremamente ri-
schioso. Lo si doveva perciò scartare. D'altra parte
si andava incontro a probabilissime complicazioni
non meno pericolose. Medici e specialisti erano per-
plessi, il caso era grave e poteva provocare funeste
conseguenze.
Nella terribile angoscia cj affidammo interamente
al Saèro Cuore di Gesù al quale la nostra famiglia,
sin dal suo sorgere, &i era consacrata. Iniziammo su-
bilo una novena a Mar-ia SS.ma Ausiliatrice e a
S. Giovanni Bosco, e deposi sorto il guam:iale della
carissima infenna una reliquia del Santo.
Durante il compiersi deUa novena fo fase perico-
losa venne superata e il male si risolse nel modo più
favorevole.
Ora mia moglie è ristabilita e nella nostra rinno-
vata letizia esprimiamo a l\\;Iaria SS.ma Ausiliatrice
e a S, Giovanni Bosco la nostra immensa grntitu-
cline, mentre invjamo l'offerta promessa per le
Opere Salc.~iane, invocando ancqm e sempre su cli
noi la potente intercessione di l\\faria SS.ma At1xili11111
Cltristianonm1.
Ovacla, 26 febbraio 1937.
A.."'iCEl..0 REl'ETIO.
Per intercessione di Don Rua.
La sjgnora Gianotti l\\ilagheritn, di Carmngnola di
anni 65, il 18 agosto scorso mentre stava commionndo
scivolava malamente, e riportava .la frattura della
gambn in prossimità della caviglia. Trasportata in
casa, fu obbligata a tenere il letto per oltre due mesi,
e, cpso strano, in tutto quesro periodo di tempo non
sofferse male ebbe febbre ed ora trovasi preiisochè
guarita. Essa, che ccoobhe personalmente Don Rua,
e da lungo tempo è solita raccomandarsi a Lui in
ogni circostanza, attribuisce tale grazia alla valida
protezione dei Servo di Dio.
Anribuisce pure all'intercessione del medesimo
un altro fatto prodigioso occorso quasi nel mede-
simo tempo a suo figlio Giuseppe. Questi assieme
ad alcuni compagrù di lavoro stava un mattino
dello scorso settembre percorrendo in bicicletta la
via per recarsi a Torino quand'ecco veniva violente-
mente urtato da un'automobile che percorrc\\'ll la
medesima via, e sbattuto sulla superficie asfaltata
della strada assieme ad altri cinque compagni che lo
seguivano. Mentre la bicicletta per la violenza del
colpo era ridotta in stato inservibile, il Giuseppe non
ebbe a lamentare fratture di sorto, ma solo alcuni
dolori alle spalle che guarirono in poch,i giorni.
Carmog11ola, 3 febbraio 1937.
Sac. D. PIFmo ConTASSA
Parroco dei Ss. Michele e Grato.
Per intercessione di Domenico Savio.
Mi tro\\'avo in grande necessità di pagare gli operai
che lavoravano pe.r la costruzione della nuova Cap-
pella dell'Istituto. Mi rivolsi con una novena fidu-
ciosa al venerabile Domenico Savio e fui pronta-
mente esaudita: al terzo giorno della novena, una
persona mi regalò una bella somma, al quarto trovai
chi mi fece un prestito e oosl potei soddisfare all'ur-
gente dovere. G~ie al -caro Domenico.
Chiari, 10-1-1937.
- Una Cm1ossia11a.
119

3.5 Page 25

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NECROLOGIO
Cooperatori defunti:
t Sat:. cm,. PAOLO CANTISANI, II L.'lgonegro
1'11-lli-u. se. Zelantissimo sacerdote, si spose tutto rei
bene delle anime o ricordò anche in morte I;: Opere di
S. GioVll.lllli Bosco.
Do11 UMBERTO CITTADONJ, t a Montefalco il Altri Cooperatori defunti:
19-JJ-u. se. n SQ anni di età.
Ern parroco di Morcicchia di Ginno. Sacerdote se-
condo il cuore di Dio, si prodi,119w con zelo ammirabile
Agostini TereM Ved. Falla, Ver~lli - Aloisio viario
Ved. Savona, Trapa11i - Arnholt Vii toria Bar.•sa Benti-
voglio, /llotlen.a - Avnlle Clara n. Be<:chio, Casalgrasso
nella curo delle enime, sostencmdo il suo apostolato col
forvore d, u11n pietA ardente e generoSll.
Missionario di lpirito, lasciò 1u11e le sue sostonie nJ-
(Cuneo) - Beretta Lorenzo, 'l'oriuo - Bettinclli D. Fran-
cesco. Sl!Yexuo (l.\\lilano) - Bisio 'l'icola, Tas1aro/o (Ales-
sandria) - Bonaldo D. Giuseppe, Vemzia - Bt>nifncino
l'Jstituto Missioni Sslesi11ne. Sirunogli larghi dei nostri Remigio, Giu.ma/la (Savona) - Bosco C.••• Clementina,
suffragi.
Torino - Bosco Luil[ia, Torino - llotli Adol~i••• Z,wata-
BOS!O GIACOMO CRISTOFORO, t n San Cristo- rello (Pavia) - Brianese Moria, Soave (Verona) - arian7,a
foro (Alessandria) il 12--Il-u. se. a 78 anni di età. Iscrmo Vicnrdo Francesca, Cr',liar,I) (Mila.no) - Rngnole D. Vin-
tra i Cooperatori da Don Bosco stesso. fu ammiratore cenzo, Borgo11ot•,1 (Gcno,•a) - Cnlvi Giud,rra V.xl. Mnr,,i-
cntusiosta dell'Opera Salesis.na. Anima semplice, 6chiet- rotto, Ca"i (Vicenza) - Canziani Mai.simina Ved. Besca,
1ameme crist iona, alla fede ispirò runa la sua vita.• Servo Ol~11gio (Novara) - Caporale Dom<"nico, Rotlnllo (Ao~tu)
huono e fedele d~I Si1,no«•. mirò con serenità il tro- - Cappa B,1ttista fu Battista, Co1t1111~on<1 (Vercelli) -
monto della sua luminosa giornata, e "' •pçns~ consolato Camnza.no Giorgio, Cn,ulm,m•Q D. B//sro (A•ti) - Carisio
dal pensiero di lasc:iare dw, fil(li sacerdoti salesiani.
Elisabetta, Porzdtra110 (Vercelli) - Cnsonato Alfredo, Ca-
SEGA GIUSEPPE, t ad Adria (Rov,go) il 16-Tt-u. se.
Tuua la ,~tll esemplarmente cristinnn spese nell'esercizio
della carità, edificando fomilinri e c-onoscenti colle virtù
singolari della sua bell'anima. Chiamato do Dio all'eterno
premio, lasciò tutte le sue sostanze all'Istituto l\\lissioni
Sult:sinne. Lo raccomandiamt> caldamente ai comtmi
ijUffrJgÌ.
TAMAGNINJ ADALGISA Vcd. PISANI, t a Casi-
nslho (Modena) il 16-Xl-1936 a 55 anni di età.
Cooperatrice salesiana, nutrivo una tenerjssimn devo-
;,;ìone n Mario SS. e o Don Bosco Santo, che fon~damente
propaga"a, e ne sostene,·• le Opere locali con affettuosa,
co•t~nte solleci1udine, secondo le sue forz.e, sempre col
des.idcrin di rotei- fare di piu. Madre ....emplare, rrasfu•e
lo. profondo. sua f"Cle cristiana ne!J'rouca1.ione delle. tre
figlie e dei nipoti, lie10. di dare la sua prima fi,:?liohl alle
l'iglie di Mn.ria Au,iltatrict:.
Sue. VINCENZO BRJGNOLE, t a Rapallo il z aprile
misano (Vicen7.a) • Cattaneo lloslna, Ci1<·rm10 (Bergamo)
- Cenni llattìsta, Bariano (Bergnmo) - Chiari Francesco,
Borsir:litlllo (Lucca) - Chiecchio Caterina, Bossola,co
(Cuneo) - Coccanarì Clelia, Pcrugin - Cngno Ant,.,nio,
Bouon di Va (PudoV3) - Cravcs;ino Margherita, Cltirt.sa
Pesio (Cuneo) · Cumino Amoruo, '/'clii Rivo/; (Totino)
- Cuttic,i Clotilde. Acqui (Alessandria) - Dallemullc Te-
re,,n, Cqstel Tes;,,9 (Tremo) - De 1:rancesco Mana n.
Grdsso, 'Cata11ia - Dt Medici Martino, Briga ,\\Jarirtima
(Cuneo) - Eco Angelo, Tn"e Anmm::i'lta (-"l11po li) -
Fnldelln Felicira Ved. Frano, Va,a110 Borghi (Varese) -
Familune Maria Vittoria, llfourara Ferrogullini Muria,
Torino - Gubotto Mn-rgheri1a fu Gius.. Locamo (Vercelli)
- Gallo Giacomo, Borgo D'Ale (Vercelli) - Gamba Gio-
vanrti, Sl!f'iàte (Bèriramo) -· Gnris Anl(ela, Vinm·o (Torino)
- Ghizzardi Elisa, Irma (Brescia) - Giario Rosalia, Bme•
Vfl![Ùm11a (Cuneo) - Gino l\\fonnuccia, l'•.:iua lltm,f.
(Asti) - Oitone Giuseppe, T'ùtliallO Bui/. (Vcrccllì) -
Giroudo Ba,·tolomeo, S. Bl!f'11ardo (Cuneo) - Goglino
1936 a 6o anni di età. Sacerdote pio e zelrnic. cm fcn·ido Teodolinda, Bouo ~\\farangQ (Al~ss:Lndria) - Grillone Avv.
nostro Cooperàtorc da molti onni ed aYe,·a una grande
clh·oz.ionc a S. Gio. Bosco.
MQ11s. Ca11. Teo/, PIETRO BERTINJ, t ad lweo li
Ca,-. Eugenio, Ccmale (Cunl'Q) - Gnssoni Ida, S. Lao,:,aro
Al(Jero,ri (Pinctnzn) - lnvérnizzi Ru~. Gius,ippe, Nirort•Q
(Pavia) - lvaldo Giu.seppina Vcd. Giacone, Finole Mnri11q
2-1-JJ-u. s. ad 82 anni di età. Condiscepolo del SHnto (<:1tvona) - La Barbt:m Frnncesco, Palen11n Lnndinj
Padre Pio Xl al Colle11io Lombardo m Roma, spese tuL\\a Suor Paolina, Cr,,mo11a - Lan2.a Puronilla, Tiirinr,
la sua vita pel hene ddla dioc<Uli d'Tvrea, come pmfea- Lconori Luigi, Roma - M,rnno 'vlichel,, Q11ort11 S. Eleua
sore in Seminario, scrittore e predicatore apprezzatis- (Cagliari) • Marchcllo Giacomo, T<>ri110 - :1-Ta.~tti Co-
sìmo. Era arcidiacono della Cartedrole e godeva la SI ima rinna, Trento - 1\\1a$sio Carola, Cir~rano (Ber1s<1mo) -
di lutti per la eua cultura e per la sua grande bontà di Medaglia Emanuele, LlJdi (Milano) - Mdis Vincenza
cuore. Cooperatore offeziona1issimo, amò e S0$tenne le n. Loddu, Gm,òni (Nuoro) - l\\Iordiglia Maria, Vigna/e
Opere salesiane, zclando la divoiione a Maria Ausìlia- l\\1inf. (Alessandria) - Mussini Adelaide, Cal,·enM110
trice ed a S. Giovanni Bosco.
(Ber~mo) - Olivazzo Angela Ved. Loris,o, Colun:og110
GIOVINE MICHELE, t n Ni~a Monferrato il 20-
IT-u. s. a 92 anni di età. Padre esemplare, cristiano del-
l'antico stampo, pieno di fede, di cn-rità e di zelo, Yissc cli
preghiern, di sacrifizi e di lavoro. Cogli esempi di una
vi1a integerrima seppe crescere cristianamente nove fì.
glitloli, stimandoii fommato di offrirne due alla Chiesa,
di cui uno alla Società Salesiana. Divotiasimo di S. Gio.
llosco ne sostene,-a le opere con annue offerte e fervide
pre)lhicre.
Contrua MARIA ARBORIO MEL(,A CUSANI
DI SAGLD1NA, t a Vercelli il 15-J-u. se. n 81 anno di
etll.
Le grandi virtù tradizionali della suo antica, lllustre e
religiosa famiglia rifulsero nel suo cuore colla carità di
Cristo. Animirntrice fervida e devota del nostro Santo
Fondatore e Padre Don Bosco, ogni anno, nella •uo larga
bennficen,.a, ds buona Cooperatrice e benefaLtrice, soc-
corre,·a generosamente le Opere Salesiane. Don Bosco le
nffreu:i retema ncompensa.
Ca11. Don ANTONIO SPADA, t a Clusone il 27-I-
(Alessandria) - Opez1.o Giacomo, Cosran~ana (Vercelli)
• Orsenigo Flora, Como - Po.rolo Giuseppe, Leg,,ano (Mi-
lano) - J>ed1tJI1<1Jtte Eboli Luigia, Alass-io {Savona) - Pe-
raro Pietro, Grez::a,ra (Verona) - Perdoncin Bortolo fu
Luigi, Schiat'C/tr (Vicenza) - Pinnsro Giu~eppina, C,1111i11i
(ReSl'io Cal.) - P1>1lnni Bonelli Cristina, Roma - Poloni
Angelo, Rovetta (Dergamo) - Porro Lena, Vig11a/1: J1,1onf.
(Alessandria) - Renai Redcgonda, Pn-o,a Argl'11/i110
(Torino) - R uffino Giovnnni, Gin,;1110 (Torino) - Ronchail
Argentina, Clu'itil/011 (Aosta) - R omano Prof. Benedetto,
Susa (Torino) - Rogi;,,ro Fra11cesco, La J).,fo"à (Cuneo),
Ricolti Elisabcrtn, Tori110 - Ricci Marianna, S. Leo11e
(For lì) - Spadacino Lucia, Cm-dito (Napolì) - Socci Flora
Castelfidardq (Anctma) - Simonotti Carlo, ,l1(ll?girtt< Sltf/.
(:-lovnra) - Santoro Pietro fu Vi10 S. 1\\1icl,ele Sak111it,o
(Drindisi) - Sargenti Luigi, J'fagadino (Sviz1..ern-Ticino)
- T avoini Gianc.i.clo, ugna110 (Milano) . Surdi Giuseppe,
Soltmt' (Trapani) - Taroni D. Luigi, Fam::a (Ravèilrta)
- 'T'orricini Marillnna, Firn,:zc - Toso Lucia, Cortigliou
d'Asti (Alessandria) - Veliero Suor Antonietta, Torino -
Vanoli Marina, Volucca (lkrgruno)·- Venni Prof. Avv.
u. se. a 71 anno di c1à.
Antonio, Simn Verra Donato, Demoni~ (Cuneo) -
Cinquant'anni di attività sacerdotale svolta con instan- Vicrin' Luigi Isidoro, Aosta - Vietti Angcla, Do!llìa11i
cabile zelo e tatto finisaimo gli guadagnarono la ,•enera- (Cuneo) - Villatn Margherita, Fiorano Cm,. (Aosta) -
zione d1 1Um, e lo grnthudino piu-tico'are dei poveri che Zambelli Paolina, Viam:a Znvattaro Teo!. Tomaso,
eruno i suoi prediletti. Fu un apostolo delle Yocazioni Vabnocca (Alessandria) - Zennnro Dott. Giovnnni, Man-
-secondo lo spirito d, S. Giovanni Bosco.
cega/da (Vicenza).
120
Con permesso d e ll'Autorità .Eocieslastlca. - Dh-ettore resp<m&ablle: O. GU IDO FAVI N I
Torino - Ti1>0gra6a della Società Editrice Tnterna:tlonale, Corso :Regina Mare;heritn. r76.