Bollettino_Salesiano_196606


Bollettino_Salesiano_196606



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No i non ci. fermiamo ma.i;
vi è sempre cosa ch e incalza. cosa...
D al momen~ che noi ci fermassimo,
la nostra Opera
comincerebbe a deperire
DON BOSCO
BOLLETTINO
SALESIANO
ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI
A , XC , N. 6. 15 MARZO 19Ge. DIREZIONE GENERALE : TORINO 712. VIA MARIA AUSILIATRICE, 32. TELEF. 48.29.24
NEL 150o DELLA NASCITA DI SAN GIOVANNI BOSCO
CONVEGNO SACERDOTALE INTERREGIONALE
U 1500 anniversario deUa oascita di S. Giovanni Bosco ha sUBcitato grandiose manifesta•
zioni e solenni commemorazioni in tutti gli ambienti salesiaoi.
L'eco più fervida ai rbbe tra i Cooperatori e gli Exallievi, che condividono più intima-
mente le ~oie della nostra vita.
L'Ufficio Centrale dei Cooperator i in noione con la Federazione degli Exallievi d'Italia
ha pensato di indire a Torino nella Cua Madre un
CONVEGNO INTERREGIONALE DI SACERDOTI COOPERATORI ED EXALLIEVI
PER IL PROSSIMO 28 APRILE
r rivolgo l'invito ai Sacerdoti Cooperatori ed Exalliev1 del Piemonte, della Lombardia e della
Liguria, che possono pii1 facilmente compiere il viaggio di andata e ritorno in una giornata,
rimandando il progetto di un Convegno Nazionale al 1968, per il centenario de.Ila co.o.sacra-
zionc del Tempio di Maria AUBiliatrice.
I Delegati lspettoriali dei Cooperatori e degli lxallievi deDe tre regioni sono incaricati,
con quc!.ta nostra comunicazio,..., di organizzo.re la partecipazione per le rispettive zone. Entro
il 20 aprile l'Ufficio Cen1rale deve avere i nominativi (cognome, nome. titoli, cariche e residenza)
dei Dirmori diocesani, dei Decurioni, dei Sacerdoti C-Ooperatori e anche di Sacerdoti amic, che
volessero godere di una giomata di spiritualità salesiana. I Delegati lepettoriali si facciano
piute attiva presso i Delegat i locali: noi, per rapidità, comunich eremo direttamente coi Centri
l spettoriali.
'
Sua Eccellenza Rev. il Vescovo di Verona, Mona. CrosEPPE CAim.ABo, ExnWevo dell'Oratorio
di Valdocco, svolgerà il tema di evidente attualità:
I problemi dei giovani dopo il Concilio
La giornata si svolgerà secondo l'orario che r iportiamo nelle pagine seguenti.
Col nostro Rev. Rettor Maggiore e con i Superiori, ha assicurato la sua preaenu l'Ecc. Arci-
ve.scovo di Torino, Mons. Michele Pellegrino.
Sarà per noi un onore avere presenti gli Ecc. Vescovi che potra.nno aderire alJ'inv1to dei
Delegali Tspettoriali.
1J Rettor Maggiore ofil-e a Lutti il pranzo in lraterna cordialità.
Occorre clie cmro il 20 aprile l'Ufficio Centrale abbia le adesioni per provved er e convenien-
temente a tutto.
l\\ell'atteaa vi ringrazio e affido alle vostl'e preghiere il buon esito di quei.la cara miziat1va.
Aff. in C. 1. Don Lmc1 Frou
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ACQUA
VIVA
I Cooperato1·i Salesiani
alla luce del Capitolo Genm·ale
La Pia Unione <lei Cooperatori Salesiani, " u11a
Assooia:i:ione per noi hnportantissima, che è l'anima
della nostra Congrcga:i:ionc, e che ci ~ervc di legame
a opera.re il bene, d'accordo e con l'aiuto dei buoni
fedeli ch e vh-ono nel secolo" (oo;,i sosco), fonna
con la Congregazione Salesiana e l'Istituto dell<'
Figlie di Maria Ausiliatrice una insosti&uibile for;a
in:_eerotiva della missione apostoliru, che la Chiesa
affida ai Salesiani.
La Pia Unione dei Cooperatori è un doveroso
a B impegnatit:o campo di lavoro per i Safosiani.
La cura della Ter:a Famiglia SalP-siana rw
dovere ecclesiale, oltre che un interesse salesiano, in
quarti.o che la Pia Unione dei Cooperatori molti-
plica le possibilità di adone apostolica della Congre-
gazim,e, a servino della Chiesa.
Il servizio reso alla Terza Famiglia Salesiana
risponde alle seguenti istanze ecclesiali e salesiane:
l. E: formalmente voluto dal Santo Fondatore.
" Ho s11ulia.to molio si,/ modo di fondare i Coopera-
tori Salesiani. Il loro vero scopo diretlo non è quello
di coadiuvare i Sn1esi11Di, ma di prestar aiuto alla
Chiesa, ai Vescovi, ai Panoci, sollo l'alta direzione
dei Salesiani... Essi l;Ono strumento nelle moni
del Vescovo'·.
2. F11 inteso ,·osì fin dall'ini--io. Ne al,bicmio un(I
dichiarazione trasmessa da don Lcmoyne. La ser11
del 16 febbraio 1884, dopo aver rtdito lo relazione
deJ/a conferenza di doi& Po:.:an a Pt1dova, lo stesso
Vescouo, Mons. Callesari, spiegò al s110 clero cli"
la Pia Unione non era solo a servizio della Congre-
gazione Salesiana, ma per il bene di wua la ChirJJn,
e definì i Cooperaiori "altrettante braccia in aiuto dei
Vesrovi e dei Parroci", parafrasanc1, mirabilmente
la clefini::ione dàu, stesso Fondatore, che li cliiamarn
la sua longa manus.
3. Fu proclamato così anche dagli ultimi Sommi
Pontefici.
Pio XII, nel citato discor.~o ai Cooperatori Sal~-
siani, di.sse: " ... lo uostra Pia Unio11e non ila per
s110 fme immedimo di venire in aiuto alla Congre-
ga:ione, da cui prendete il nome, ma pircJtosto... di
portare aimo alla Chiesa, ai Vescovi, ai Parroci.
sotto l'alta direzione dei Salesiani".
Giovanni XX III, ricevendo a Roma i Coopera-
tori Salesiani, si espre.sse con qrieste parole: "Coope-
ro.tori è iermine alto... J;; parola sacra e ricca di sig11i-
fica10... essa si estenck a tutto ,m impegno di uita
u11 sen•irio generoso e costante".
4. Fu swipre ribadito in tutti i Capitoli Generali
Dagli Atti del Capllolo Generale XIX
della Società Salesiana (pp. 155-158)
I giovani e la TV
Mentre rinno1•i11mo ai a051ri Dtlf'8ali e Zelatriei un caldo inrito
a pron1111woro fiscré:io11e all'AIART (Auarituione T1aliana
À11COlta1ori Radio Tol!JSJ)mntori) """ solo rra i Cooperatori ma
q,,.,w ll'a tUJli J?,li one,ti. riporti<1mo i,, part~ un ,micolo di li tele-
spettatore 1ull'11rg•n=a di
ap0swfa10 in riftrimmto ai
giorani; apostulato rh, d'a/uonde rfomrn nrlln ctm,.rnigna di
quat"ann<> r ntllo mi~rionr ,lei Cooperatori pn- In difesa « drl
buon rMt,.mt » della i:im•r,.uì.
È il trmn su cui è inc1mtrata l'atLività clell'AIART
per l'anno 1966: quanto mai interes8antc e impegna-
tivo. Vediumoue qualche aspetto che ci stimoli a
profonde con11iderazioni &ulla nostra responsabilità.
Gli effetti della TV prr i giovani sul piano psico-
logico, nell'età evolutiva (dall'infanzia, all'adole-
scenza, alla giovinezza), sul comportamento e sulla
formazione dei sentimrn1i e modi di vedere, sono
gravi e delicati.
La profonda e preci~a conoscenza che i nostri
figli hanno non solo degli spettacoli, ma di tutte
le noti1.ie che riguardano i personaggi, cantanti e
attori che compaiono in televisione, ci dimostrano
quanto tale mezzo sociale sfa da essi soguiLo; e
Dio volesse che ponessero la stessa diligenza nella
cultura scolastica!
Il compito nostro però non è negare l'evidenzo
e la realtà, ma educare i nostri giovani telespetta-
tori a ricavarne fmtli benefici.
La spinta acl assumerci precisi compiti e res pon-
sabilità ci deve ,·eniro ancora dalla con.sid.erazio11c
che abbiamo alte pcTcenluali di telespettatori ra-
gazzi e di giovani e chr mentre per i primi esisu•
la TV-Raga7.z.i, peT i '<ccondi nulla è stato fatto.
Il giovane di fro11tr al , ideo rischia di non es-
sere (lÌll ae stes~o. Dimentica la vita reali: ed è
disposto li vivcTe, sia pure per 1n (forata dello
spel tacolo. quanto gli verrà offerto in televisione.
La sua vita è incentrala nd. mondo e nei perso•
11~i del video: l'imprc.•sione spe;:so rimane a tal
punto. tla modificare convinzioni. 1,uscitare nuovi
desideri, determinare ambizioni, intaccare tutln
l'educazione precede11Lemente ricevuta. Neccs~ila
rautocrit ira: gli educatori dovrebbero condurre o
questo: i genitori <lovrebbcro realizzarla sempre in
famiglia. 'ioi so,,tenemmo che la TV ha avuto il
merito di riU11irc la famiglia che tra cinema, calcio.
bar, si era divisa; altri invece insistono che la T\\
divide: for:ic è vero, ma in questo senso, cb e unis1·c
materialmente e fisicamente tutti intorno a1 video
(nell'ora di cena. magari) e la dh ide spiritualmente
date le diverse inOuenze c ripercu~,..ioni del mezzo
sui vari soggetti: e qursto soprattutto perchè 0011
,i ha l'nbitndinc c la "olontà di trasformare l'wùonr
di prebcnza fisica di cui sop-ra in u.nione interiore
con una comune rriLica e familiare di~cussione.
Pre~o coscienza ili quanto sopra, pensiamo aUa
nostra parte di educutori respon~abili. Facciamo
comprendere ai gio,ani la oppor1unità di rinun-
ciare a certi spettacoli e sopraltutlo i-cluchiumoli
a capire e giudicare eia il mezzo televisivo che il
suo prodoLto.
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I CONSIGLIERI NELLA UNIONE
DEI COOPERATORI SALESIANI
(continuazione dal numero precedente)
Collaborazione
TI terzo ufficio dei Consiglieri è quello di prestare
dirPtta collaborazione ai Delegati e ai Decurioni
nel fi.mzionamcnto della Unione: a rat;gio interna-
zionale, per il Consiglio Superiore; ispeltoriale e
regionale, per i Consigli ispettoriali e regionali;
locale, per i Consigli locali.
Il Consiglio S11periore collabora esclusivamente
quando il DireLLore Generale lo eo:nvoca, e per i
compiti specifici che gli assegna volta per volta.
Gli altri Consigli banno una fon.zione detenni-
nata dalle esigenze dell'ulficio, della formaz:ione e
dell'apostolato.
l. Esigenze d'ufficio. Le esigenze di ufficio si
possono ridurre a tre: a) cura dello schedario e del-
l'archivio; b) corrispondenza; e) propaganda.
2. Formazione. La cw:a della formazione :impegna
alla programmazione, alla organizzazione e allo
svolgimento delle pratiche mensili, annuali e straor-
dinarie che servono al progresso spirituale dei
Cooperatori. Conferenza ed Esercizio mensile della
buona morte, Corsi di cultura religioso-sociale,
Solennità o rfoorren.ze religiose, Conferenze an-
nuali, Esercizi spirituali. Giornate di ritiro, PeJJe-
grinaggi ...
3. L'apostolato può abbracciare un campo più o
meno vasto, secondo l'efficienza dei Centri, le ne-
cessità contingenti e ambientali, le esigenze straor-
dinarie. Don Bosco nel Regolamento indica quattro
settori particolari:
a) Pratiche religiose: « Promuovere novene, tri-
dui, esercizi spirituali e catechismi, soprattutlo in
quei luoghi dove si manca di mezzi materiali e
morali (Reg. c. II, 1).
b) La cura delle vocazioni.
c) La dijfu,sione della buona stnmpa, a cui dob-
biamo aggiungere la cura della moralità di tutti
gli altri stnm1enti di comimicazione sociale (cine,
radio, televisione, teatro, sport, tempo libero).
d) La cw:a della educazione cristiana della gio-
ventù.
e) Elemosi11a e soccorsi materiali (Reg., c. Il,
2-3-4-5).
Oggi occorrerebbe aggiungere: l'Assisten:.a sociale
è le Missioni, a cui già si presta il -par. del Rego-
lamento su.esposto, ma a cui molti Cooperatori pos-
sono anche collaborare attivamente.
Sono forme di apostolato dj attualità, a ctù ogni
fedele può e deve dare la sua collaho:razione. Tanto
piu un'assocfazione come queUa dei Cooperatori
Salesiani, che « porta Ml nome l'in$egna: cooperare »
col Clero e con l'Azione Cattolica « nel campo
della carità, <klla ben.eficem:a, della buon.a stampa,
delle vocazioni, dei catechismi, degli Oratori festivi,
delle Missioni, della ed11cador1e della gioventù po-
vera e pericolante » (Pm XII, Discorso 12 settembre
1952).
Con queste precisazioni il Santo Padre Pio XII
ha aggiornato il programma di apostolato assegnato
da Don Bosco nel 1876, prospettando in un quadro
completo i settori dell'apostolato più urgente ai
nostri tempi. Qualcuno di questi settori potrà be-
nissimo abbinarsi ad altri nella stessa persona,
quando u.n Centro non è troppo numeroso e ha
limitate disponibilità d'impegni.
Anzi, uei Centri ordinarj che non superano il
centinaio di Cooperatori efficienti, potrebbero ba-
stare tre Con.s·iglieri: uno per i servizi di ufficio o
di segreteria, uuo per le attività di formazione e
per l'apostolato religioso, uno per le altre forme di
apostolato possibili nel luogo.
Il primo consigliere, addetto al segretariato, po•
trebbe anche essere il rappresentante del Centro
nelJa Consulta Parrocchfale.
Il secondo e il terzo Consigliere, quando avessero
lavoro di emergenza potrebbero farsi aiutare da
qualche Zelatore o Zelatrjce adaLta.
Nei Centri Inaggio:ci i Consiglieri possono essere
quattro o sei. In qualche Centro molto numeroso
si potrà giungere fino a otlo.
Come distribuire il lavoro?
1. Se vogliamo esser pratici, converrà, ordina-
riamente, affidare a un unico Consigliere la colla-
borazione di ufficio: cura dello schedario, dell'ar-
chivio, della corrispondenza e deUa propaganda.
In periodi di punta potrà farsi aiutare da qualche
Zelatore disponibile.
2. Anche l'attività formativa e religiosa, in ge-
nere, converrà affidarla a un unico Consigliere,
con libertà di farsi aiutare da Zelatorj disponibili
in casi di emergenza.
3. Converrà invece distribuire fra più Consiglieri
la collaborazione per l'apostolato, dove il numero
dei Cooperatori efficienti supera il centinaio. Sta
ai Delegati e ai Decurioni valutare, con senso rea-
listico, gli impegni che il rispettivo Centro si potrà
asswnere e la concreta attività che potrà svolgere,
per fissarne il numero. Come anche vagliare la di-
sponibilità di ogni singolo Consigliere, per non cor-
rere il rischio di scegliere una persona insufficiente
o di sovraccaricarla di un lavoro eccessivo.
Lasciando al Direttore Generale i criteri di scelta
e di impegno dei Consiglieri del Consiglio Superiore,
che possono solo da lui essere vagliati, anno per
anno, indicheremo nei prossimi numeri i criteri
generali per la formazione dei Consigli ispettoriali
e dei Consigli locali, e ]e rispettive mansioni.
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- -- - - PENSIERI PER LA CONFERENZA MENSILE
Il Laico unito a Gesù
Introduzione
Gesù è prcscntr in alrune pcr~onr (i membri
della Gerarchia) per fare un dialogo visibilmente
con ciascuno di noi, per proporre' a noi, per..onal-
mente e concretamente, un «pollo». Qurùe sarà
il risultato clella nm,tra accet1 azione?
La rispo:.ta può cs,,ere contenuta in questa frase
tanto semplice: rwione con Lui. Iu real tà si tratta
di un tesoro imnwnso (MT., 13, 44-116) che ogni
membro del popolo di Dio, e quindi ogni laico,
porta sempre con i-è. Per cui, se in avvenire ci
capiterà ancora di lasciarci scappare la frase:
"semplice fedele", quando vorremo indicare "il
laico", saremo noi i primi a sorriderne. come se
avessimo detto: "un semplice... miliardario")
Ora cercheremo di comJlrendere quest'unione con
Gesù, per mezzo della quale un uomo diventa figlio
nella famiglia di Dio, nella Chiesa; realtà grande
cbe - ricordate la prima conversazione? - della
Cbiesa è "il cuore". Proveremo a descrivrrla per
farcene un'idea; e per aiutare la memoria clircmo di
essa due sole cose, quelle rh1· sembrano le piì:1 impor-
tanti: essa è una unione personale, è un'unione totale.
,.
UNIONE PERSONALE
come fa una mamma die dà r~a sttssa al fii:tlio il
cuorr con cui egli la amerà!
Sappiamo tutti molto bene - ogni tanto lo sen-
tiamo rjpeterc - che akr.mi hanno tanta stima di
quest'unione "voluta'', che uorrebbero ritardare il
bn11esimo al momento in cui è capaci di "volere".
Con, iene far loro comprendere che non si vede
proprio nessun motho per non anticipare, poten-
dolo. il segna con cui Dio Padre mostsra la "sua"
decisione patrrna di u1ùre a come figlio quel
bambino; non ha già forse anticipato que!l"to '·se-
gno" per tulli con la incarnazione e morte di Ge5ù?
Si è tentati di pensare che clii insinua quella dijfì-
coltl'I creda che l'amor di Dio e del prossimo (diciamo
pu.rr: i dieci comandttmenti!) sia solo roba da cri-
sti(lni e non di ogni uomo: o che il cristianesimo sia
tutto un "os~t'nTarc" il venerdì, un "assistere"
alla '\\lessa. un "fare" la Pa.~qua...; Lutte piccole
--scomodità" di cui fi si può caricare le spalle se
"personalmente" lo si crede. Non ci si accorge di
connnrttu.re u1t equh·oco: si scambia "persorrole''
con ''fllcoltativo". Un esempio per chiarire: l'amore
che un figlio deve ai geni.tori è, e dev'essere, pro-
fomlamcnte "personale", cioè cosciente e voluto,
ma non sarà mai "facoltativo".
Era proprio per mettere bene in rilievo questa
dccii-ione personale che avevamo parlatQ di "patto",
parola tanto usata anche dalla Sacra Scrittura.
Insomma. l'unione a Gesù non si fa 1,enza accor-
gersene, come ci si trova per caso Yioini a un altro
in treuo...
Cosa significa? Un'unione nella quale uno SI rm-
pegna fino in fondo, non solo a parole. Prt>cisiamo.
I. Si traUa di uri'rmione "voluta".
Ricorclinmo UDa scena illustrata talvolta dal Bol-
lettino: u11 battesimo di odrdto in paese di missione.
Gesù, pre~ente nel minisLro propone ad un infedele
di di\\l'entarc figlio di Dio, rovesciando il 1,uo modo
di vivere. L'alLro abcolLa. ci pensa - il catecumr•
nato è tullo un a~coltare e un riflettere seriamenU•
sull'annun<'io fatto da Gc.iù, un preparar.ti alla
rii,pobta - e finalmente decide, cioè, "vuole"
unirsi a Gc~ù, rs11tre con lru .6glfo del Padre. E
muuifesta questa ,;ua decisione in modo sensibile
(clice: "crl'do") a Gesù pre ente, che in quello stesso
momento ~arantisce a lui, sempte per mezzo di
un segno {pensiamo all' "abluzfoue" e alle parole
chr l'accompagnano) che l'unione ba avuto il suo
compimento. Ecco perché dicevamo: w1ione "vo-
luta".
Intendiamoci. P(•rchè lui arrivassr a questo punlo,
cioè a pren<lere questa decisione, Gesù... non I} stato
con le mani in mllno. ma se le Ì! Ja~ciatc trafiggere
da chiodi, e poi gli ha dato una mento che potesse
capire certe coi,c, e un cuore capace di amark•;
2. Unione personale t•1.1ole anche dire: "di persona
a persona".
La parola "patto", detta or ora, andava bene
per rirordarci che l'lllljone è volontaria; ma non
si presta più così bene per esprimere questo nuovo
aspello della nostra unione con G-esi'.t.
La parola '·alleanza" - truasi w1 ''legare in-
sitme" - è molto simile a "patto", ma viene usata
solo in circo:otauze molto importrulti. Si presta
meglio al caso nostro ancb.c per questo; ma ,;pecial-
mcnte perchè l'impre.sr,ionc di parlare tli.retta-
mente di '·persone", che col fare l'alleanza, i,i 1,ono
come legate insieme, vincolate, u11ite. O.ra quando
la proposta che ci fa Gesù, presente nel nun.istro,
e la nostra accettazione si inrontrano e viene mani-
fes-tato quest'incontro con un segno prestabilito
- il rito del sacramcfilto - la sua persona e la
nostra si uni,.cono ~lrtlttissimamente, come a for-
mare una i<ola misterio,,a pl'r,ona. ~l'l]a S. )lessa,
in una preghiera che il sacerdote recita sot.tovoce
all'offcrtorfo, si parla di queRt'wùo11e; viene para-
gonata all'un.ione di alcune gocce d'acqua al vino
che c'è nel calice. Per esprimere la sua prafondità,
raflìgurata in quest' mmagine, <liriamo che ò una
unione Lotalc.
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Il.
UNIONE TOTALE
pronta, l'immagine del Padre, che è Gesù stesso.
Per questo noi diventiamo suoi fratelJi, figli del
Padre: siamo uniti a lui.
Facciamo s ubito e bre,omente un chiarimento
necessario. Abbiamo parlato appena ora di " un"
segno, il sacramento; e ahbiamo iniziato la nostra
conversazione con l'esempio del "solo" hatte1<imo.
Può clari>i che, per questi motivi. qualcuno creda
che per unir;,i a Gesù basti il Battesimo. E così
non pensa più alla Cresima e all'Eucaristia.
Noi siamo portati facilmente a pensare così
dall'usanza di ogni paese cristiano di dare subito
il battesimo ai bambini (abbiamo già detto perd1è
è giusto fare così) e si rimanda a più tardi la Cre-
sima e l'Eucaristia. Però è anche vero che questa
usanza, se non si sta attenti, può far pensare alla
Cre.Qima e all'Eucaristia come a due sovrappiù: se
ci sono, tanto meglio; se no, pazienza! M~ allo~a
come sarebbero ancora vere le parole d1 Gcsu:
"Se tUIO non nasce dall'acqua e dallo Spidto non
pu3 entrare nel Resno di Dio" (G1ov., 3, 5); e ~e~e
altre: "Se uoi non mangerete la carne del Figlio
dell'uomo e non berrete il s110 sangue ,ion avrete in
voi la vita" (Grov., 6, 53)?
Per non commellere quest'errore ricordiamoci di
questo paragone: chi tira il_capo di_una ':°rda, tira
la corda intera e anche gh oggrlll lcgao ad essa!
Così chi dice a Gesù il Ruo "sì" nel Battc~imo,
dice di "si" anche per Cresima e per Eucaris tia,
anche se allora non può ricen:rli. La co..a c'è già.
e si rimane in attesa, cioè col "desiderio", rhe ~ia
manifostata con quei segni. Del resto, non capi-
tava già qualcosa di simile per il Battesimo, quando
una per~ona lo desidera, a e non poteva rieC\\ erlo?
Perciò ricordiamo sempre bene che l'unione to-
tale a
Cresima
Gesù è si~n\\fìcata in~ie!»e ~a Ba~tesimo,
ed Eucar1stla, porche e umo11e dL mente,
di cuore, di corpo. L'unione è wiiea, ma con tre
aspetti.
1. Unio11e di mente.
Per il peccato or4,ainale nasciamo tutti:.. pi_ccoli
laicisti; e per ogni peccato personale lo ~1ve11t1a~o
sempre più! Ricordate? È co~e se avessimo Ruh1~0
un incidente agli occhi, che ci fa vedere a rovtscio
tutte le cose e tutte le persone: tutto voltato i11 giù,
lutto e solo ""erso di noi" e "per noi", invect- che
verso Dio e per Dio.
Per guarire bisogna rovesciare.. il__noslro_ mod~
di vedere, correggerlo con quella v1S1one di f_ede
di cui abbiamo parlato nella ,,econda con\\'er1,az1onr.
Essa è come una lente miracolosa che raddrizza le
immagini, e fa veder in profondità, fa vedere le
cose come le vede Dio. Durante il rito del Batte-
~imo Gr~ù, presente nel miniistro.. c~iede se si_ a~-
cella di metterisi dal suo punto di vista per gmd1-
care del vero valore di tutt.c le cose, di Lutti gli
avvenimenti, di tutte le persone. Domanda: "Crecli?".
La rii,posta affermativa - "credo" - compie una
prodigiosa trasformazione nella nostra mente. S"'.elle
la radice di ogni peccato: il nostro modo sbaglialo
e irreligioso di pensare. Ma fa di più. La nostra
mente, come se fosse cera molle, riceve così l'im-
2. U11io11e di. cuore.
La fede unisce a Gesù, ma non totalmente. La
nostra anima è totaLncnte unita a Lui solo quando
accettiruno non solo ùi '·vedere", ma anche di "ama-
re" come ama Gesù. Quando a\\'vicne questo, il suo
amore per il Padre. c-1,e è il st,o Spirito, diventa
amore nostro, Spiri.lo 11ostro, cli figli del Padre. Da
quel momento tutto ciò ch e era oggetto deU'amorc
suo diventa oggetto dell'amore nostro. Abbiamo lo
Spirito del Figlio. una forza immensa, che ci vivifi<_•a
e, se non la o,tacoliamo, ci spingerà irresistibilmente
ad opere di carit à verso il Paùre e i fratelli.
Questo, lo sappiamo tutli, avviene perfettamente
con il sacramento della Cresima.
3. Uniti anche nel corpo
Questo potrebbe sembrare ~trano, ma è pur
tanto vero, perchè la Comunione "siunifica" ciò
che compie. E lo significa tanto bene! ~on è forse
vero che un pezzo di pane mangiato si unisce pro-
fondamente al nostro corpo? Cosa poteva faro di
meglio Gesti, per significare che il suo corpo si
univa al nostro, che cambiare un pezzo di pane
nel suo corpo e poi dirci: "Prendete, mangiate"
{~iT., 26, 26)? E lo stesso si dica per il Yino-sangue.
Questo fatto è così misterioso che veramente si
stenterebbe a crederlo, se Gesti stesso non ce l'avesse
garantito: "Chi. mangia la mia carne e beve il mio
sangue rimane in me, ed io i,L lui" (Gxov., 6, 56).
T primi cristiani erano così convinti di questo fatto
che lo portavano come motivo quando insegna-
vano che bisogna avere rispetto del proprio corpo
e di quello degli altri (I Cor., 6, 15).
Da questa verità ne deriva un'altra, molto im-
portante. Ciascuno di noi, perchè unito in questo
modo a Gt-sù, è suo "consan~uineo"; e tra noi siamo
t1uti veramente "imparentati' , perchè uniti, come i
membri di una famiglia, attraverso la carne e iJ
sangue: la came e il sangue di Gesù. Questo fatto
sbalorditivo ci viene garantito da S. Paolo (I Cor. ,
10, 17).
Ora, forse, ci riesce più facile comprendere pcr-
cliè l'Eucaristia porti a compimento la costrn:iorte
della famiglia di Dio, la Chiesa: imparenta tutti i
fedeli tra loro unendoli nella stessa carne e nello
st!'sso sangue. La riunione dei membri di tutta la
famiglia alla stessa tavola (durante la celebrazione
dell'Eucaristia) diventa segno di quest'unità fami-
liare, segno della Chic~a costituita. Come dobbiamo
volerci bene!
Conclusione
Ognj laico trova la ragiono del suo essere cri•
i,,Liano e del suo agire crist..iano (e quindi anche il
lsenso della sua vocazione: cousncrare questo mondo
al Padre in unione a G-esù) riferendosi cpstantemente
ui "segui reafizza to ri della salvezza", nei quali si
è concretata la sua u1Lione personale e totale a Gesù,
unione neUa sua mente, nel suo cuore, nel suo corpo.
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I ESEMPI I
NOVARA
Incontri di studio sull'apostolato dei Laici
Pcrchè i deliberati conciliari pouatto
~=re l'anuoo di ogwrno è ncccs-
'"'"" poterli merlitnr~. \\ qocno mira
l'inizintivn de.i Cooperntori aal~iani di
Nornra che. docili all'io, ito del Rettor
Mnggiorc «a stndiore e nttunre gcnero-
t amentc ìl Decreto ftull'Ap<>~tolnto elci
Loie.i» hanno progrnmmoto 11110 ijerit
di <·Orlfe:renze pr,;sso l'bliluto ~nlcsinno.
Ad e,.., hnnno invitato tuui i l\\ovaresi.
l~cone l'denco,
I. Apo•Jo/ou, d,i Laici e Sirurncnli d,lla
Co,rwru,;a=i,me Sociale
Relatore: prof. don ,\\lfon..o Boldctti
Sabato 12 fwhraio, ore 17
2. l'alori~o=wne dsi Laici ,econdo In Co-
~titu:.io116 « De EccfoJio » • il Decreto
111lrApo,toloto dei Lnil-i
Relatore: prof. Ilennto ri-foro
Sabato 19 febhrni<), ore 17
3. Laici , laicùù
Relato~e: pror. don Luigi Dema![istrl
Sabato 27 febbraio, o:re 17
~. I Lairi nello tutimonian::a a Cristo e
nella prrdicozione di Cristo
Rrlntore: rng. M.ariano Via.-;co
Sa bni.o ~ mnrzo, ore l 7
5. E,ercizio d,,/l'Ufficio rep;a/o dei La1'çi:
« I<> Cttriul »
Relatore prof. don Arturo Virilli
Sabato 12 mar,,o, are 17
6. Rc/o.%ioa. ira Laici ,. Gerard,io
Rclntora: nvv. Grasso prof. Piero
Ventrdl 18 ,nano, OJ'e 21
7. Spiri11111/it,l Jegli apostoli f. aici
Relatore: )lons. Eugenio Lupo
Saboto 26 marL.o, ore 17
Convegni di Cooperatori e Zelatori
I Comigli,ri e gli Zelatori IOno la
« •pina dor3alt",. dJln 11oitro T,.,-.a Fcr•
mil(lin. T loro conccg11i annuo.li 1101& iouo
m1110 ttNCJsari di qurlli doi D~/,,goti
locali. Don BO$CO /,a conctpi10 i Coopera·
tori Soleaiani com• « l'urri,me dei buou, >).
cd audio per questo /,a r/,iomou, 'Ullione'
In. .rua rwoua Famiglia.
I ro,u:tgni unuo:ntano l'union, tll'llli spi·
rili e 06•icurano unitd di a;ioM. Pe,
quuto oggi non e'• piìr D,.frgato ispmo-
riala o ngion.ale cht< non orgcrfli::Ì ol-
m,no un COIIC<'gllO annuale dei auoi Con•
aiglieri e Zelausri. Tali conr"ll11i possono
ustre fatti per cotegorie o I'"' :ano n
secomlo dell'oppor11miri1, Qui diamo ro•
pi;li con11i d'i quelli di rui ci a pervenuta
r,/ruiane • aarenao fiati di parlare nei flU•
meri &ucceufoi di qwdJi che crrrerno a
conoscer,.
NAPOLI
La l!iometa di pl't'l{hiern e di •tndio
fu npertn con nno l ,itur,lfio Biblica.
Quindi dne reiezioni riempirono la nllll•
t inuta: I. Il Concilio, i T.oici, D011 Bosco;
li. Il problema dello Vota:loni. Notevoli
uclln prirno qué!llé 11fTcfrml!iolli di
don L' \\reo: ·'Oggi il Condlio hu nb.ia•
rito mal te idee e ho aoolito lt- di~tenr,e
trii In Ch.irsa e i Lnfoi. Tutte queat.e idre
~ull'o1>rrn e sn.ll'importann dei laici
enino st.alt già concepii.e e attuot<" da
Dun Bosco con la ii.t.itu:Lione dei Coope-
raton amlcsiwù, che ebbero l'onore di
- •e dl'fìnili dal Papa Pio Xll: "p:li
nttivùu.l della cousu del bene, de•tin11t.i
a gettnrc nrgli unimi i germi dallo ve-
rità, dcll11 virt(I o della fede». Per ctù
ai puèl tliro cbe Don Dosco, vis~uto
nu aecolu fo, è il Sauto del Conrilio
Vaticano li, a che le sue idee sull'apo•
stolato dei laici e rolla sua T,u..,,a h1•
miglul hnnoo avuto do! Concilio •ll'~'W'I
piBla e 11u1orcvole conf= •·
La rduione ml problema delle V~-
1.ioni tenuto dn ,!on Valnstro ha con-
vinto tutti dello u,-cessità di collnborttre
attivament«- n Wlll campagna cosl ur•
genie t ilt>termiuonte.
TI pomeri(!gio fu ~peso non meno pro•
6cuamentc nello discu,sione "" n-rgo-
rnenti di org,mi:::o;ione, -<;0prattutto di
fornuuio11e 11cni01iole dei Con.•i~lieri e
Zeln1ori; e, aome tutti i salmi 6nis4,ono
in glorio, .; fu unnnimi nel eoncludere
rbe ,.,,,. ~ possibile per i Consiglieri
~li Z,latori UJ~r, apostoli •ffu:ari u nM
•i/011110 ogni anno gli &ermi Spirituali.
Durante lo S. Messo il signor lspNtorc
consej!nb oi purt~ciponti in forma solt'nuc
e con pnrole appropriate il testo conrilinre
,11ll'Ap1i-11,luto dei Laici.
MADRID
Il 9 ,renruuo nella Casa ispettoriale
tbLe lonl{o 111 prirn1t riunione di Delcgntl
o Con•iglitri. I temi ua:ttati furono i
piìi semplici, trallnndm,i ili gettnrc le
b113i d i ,m mo,·iru.cnlo orgnuizzato. Un
Col15iglie,re di '>fodrid-Aleala svolse il
temo: « TI Cooperatorr ,alNinr10 apo~tolo
/11ico alla luce del Concilia"· li Dele•
,:ato nazionale «po•e a 1trandi linee il
f11n2.ioll8mento un Centro. Una Con•
~igliera del CoMiglio Ìllpettorillle pre-
>enlò la campagno nnnuolf'. Le riunioni
terminarono con uno c,,posizione iute•
re"•note e islrutt.ivo •ulle rliverse atti-
vità dei CenLri.
ASUNCION (Paraguay)
Fu un con,·"W'o che, C)()nu, tutti gli
altri, ebbe la suo pone Leotica nem,;,.
~aria ~r ehiaritt le idee, ma iliedo
molta imporumza alla parte pratica.
Ecco qunlche argomento: l O Come ti.a•
borare la no1tro ,piri1u11lità cruiiana B
1aluiono (ritiri, ~ttcid spiriluoli ecc.);
2• Carne rendere ~Oirienti i Ctm$Ìgli lo-
cali (non bastn che i Co,uiglieri siano
bnooi; devono es•ere nliivi); Come
renlu~are un Cet11ro Cio1•n11ilt di Coope•
rotori (richiede cure p11rt1colari e qual-
che attività •l)ecifica); .t,o Com<! e<mci•
liore i nostri impegni oposrolici con i
do,,,,.; Jel proprio nato (i do, eri di stato
,ono i primi per dlrilto naLu.talc); S• Come
opplicorr in forniglio td ure,1dtrt fiwri
ra,o I,, p,dogo&ìa di Oorr Bosro (nnri•
luuo con l'esempio dci risultati otte-
nuti in ea~n); 6• Come 114are il sistema
prctirntivc, por t1~utrali1':are i cattivi effetti
,le/l'ambiente corr111ivo in cui si muove
la gionntù di og,;i: rino, 11ampe, campo·
gnio ec,-. (nou ha•tono ttU inte:n•enti
Dql8-tivi: occorre l'opern 1>0ùti,..-a dJ!{di
orntori, dei ~nt ri g:io-iu,ili, della dift'n.
,iunc della buona otampo ecc.).
VALENCIA
Le rhrnioni di Delegali e Consiglieri
uniti furono I.re, org1111i1,zn1.e per zone
nei tre centri di Zaragoza, Alicante,
Valennfa. Furono ,:iol'llllto di stucl.io e
di formazione, caratlerin111c da un vivo
...:nso di 1!8lrsinnitia, che crca,·a un sim-
patico ambiente di fomÌ{(lia. Il clialogo
ai 5\\--olse su dne punti-bnse: lo studio del
''fanuole DirigMli e la Campnp,.a annuale.
Si conclwie ~-oncentrnndo i fruLti dei
convegni su alcnni punti e@•enziali, come
gli Eserci7..i Spirituali, i Ritiri ~linirui,
l'istituzione degli Z.,lntori con uffici ben
definiti, o.ucloi dì Coopcrotori giov=i,
intel\\SÌ6cnto lavoro pu ln C..mpagm1
nnnuale.
D &igno_r lspelloro P"'"iedelle, inter-
•·enne orientato in tnll~ 1~ rioruoni. éOn
lo si ~ inttns~ c<>n eu.i ai dedico alle
~ue maggiori auivitl.
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~ ---........--..----~...........---.~~
~--..,..,-I-N----~B~ RE
VE
...._..._
_
_
~
Roma Una inizi ativa da imitarsi
l Cooperatori sale,inni dell'Ispettoria Ro·
mnna hanno promosso una iniziativa
,empre attuale e necessarin: la promessa
cinematografica, che 1n1potta l'asten-
sione da spettacoli cinematografici che
affermano princìpi contrari alla dottrina
del Vangelo o non rispettano lo nonne
della morale cri.stiB.llil. Con tale atto
hanno anche inteso prestare ossequfo a
quanto inculca il Concilio Vaticano II
nel suo decreto s11gli strumenti di Co-
mun:ienzione Sociale.
Roma Colla borazione col segre-
tariato per la moralità I Coope.ra·
tori salesiani, in esecuzione delle fraterne
intese di collaborazione nel settore spet-
tacoli, hanno segnn.lnto alla Polizia Fem-
minile per l'opportuno intervento presen•
ta,.ioni di film vietati ai minori durante
la proiezione di film per tutti in alcuni
cinema di RoUlll (dalla Rela:io11e del
Segretario Generale per la 111orolit.à).
Novara - L'impegno della mamma
crìstiana oggi , Un bel gruppo di
mamme Cooperatrici della città e deivicini
Centri di Galliate e Pernnle ha commemo-
rnto llinmma Margherita nel 150• élella
nescit.a del suo santo Figlio, W1Sistendo
a una couferenzn della signora Rina
Musso, Cooperatrice cli Novara nota per
le due belle istituzioni: la Casa del Divin
Redentore per gli ex carcerati e quella
della Protezione della Giovane per gio•
vani impiegate e •luclenti. Trattò il
tem11: L'i111pegr10 della mamma cristiann
oggi, ponendo in malto la figura di
Mamma l\\fa.rgherita e di tante altre
mamme di oggi che haru,o ancora vivo
il senso della loro responsaMlit1i nei
confrouti dei :figli.
Madrid (Spagna) - Industrie che
pagano i giorni d edicati agli Eser-
t cizi Spirituali , oua iruziativn vcrn-
meute deg,m di rilievo, Alcune imprese
della Spagna - di due ci parla il nost:r:o
Delegato d.i Madrid don Talavera - pa-
gano i loro dipendenti anche nei giorni
che consacrano alle "ferie dell'anima",
qnali sono gli Esercizi Spirituali, i Corsi
di Studi Cristiani, i Ritiri ec·c. Tali
giorni non vengono conteggiati nelle ferie
at:uiunli, siru:hé i Cooperatori di buono
volontà possouo compiere i loro Eser-
cizi Spirituali s1mza cliffi.coltà finanziarie
o di lavoro. Unica condizione: avvisare
in tempo in modo che non ne scapiti
l'andamento del lavoro,
Magdalena del Mar (Perù)• Coope-
ratori e Oratorio , La Municipalità
di Magdalena del Mnr ba conferito la
Medaglia d'oro al salesiano don Frnn-
cesco Vaccarcllo, direttore dell'Oratorio
salesian.o loca.le. Tra l'altro, l'Oratorio
somministra a giovani poveri 300 ra-
zioni a colalione, pr=w e cena. Questo
può fa.rio perché un bel gruppo di gio-
vani Cooperatori salesiani dà nn valido
ainto a don Vaccarello in tutte le atti-
vità oratoriane.
Moramba (Ecuador) - I Cooperatori
e la scuola gratuita Salesiana
L'aLtività dei Cooperatori di quel Centro
,ri è prafissa lIDO scopo snlesinnissimo: fa-
vorire in tatti i modi la Scuola Gratuita
Salesiana, che ncooglie giù 275 allievi, ai
qnali si offre ogni giorno la refezione e
quanto può loro abbisogna.re. In va.rio
occasioni dell'anno preparano per loro il
« pacco-dono » e stanno organizzando
an0he tm Laboratorio di cucito Lutto per
Conveano
Sacerdotale
lnlerreaionale
Giovedì 28 aprilef966
Ore 9,30 • S. Messa comunitaria celebrata. da nn Eccel-
lentissimo Vcseovo
On 10,30 • Convcg110 nel Solone-'I'eatro
aperturn di don L11igi Fiorn, del Cons.iglio Superiore;
Salato agliEccellentisai,ni Vescovi e al Rettor Maggiore
(mons. Luigi E'iovesana)
J pro blemi dei giov ani dopo il Coneilio
(S. E. morui. Giuseppe Cn.rraro);
I g io,rani e il pr(1blema delle v o e uzloni
(S. E. mons. Giuseppe Angrisani);
La trattazione dei temi sarà seguita dalla discussione.
Parole del Rev.mo Don Luigi Ricceri, RcttorMaggiore.
Conclude il Convegno S. E. mons. Michele Pellegrino.
Ore 13,15. Gruppo fotoz:rafico
Ore lS,30 Pranzo offerto dal HetU>r Maggio.re.
Ore 14,30 Vi~ta libero alla Casetta natio cli Don Bosco
qu,·i ragazzi. Per attirare le benedizioni
del Cielo sulle loro molteplici attività, si
sono as~icnrate le preghiere di due co-
munità di Suore Cooperatrici: le Car-
melitane e le Madri Francescane del-
l'lmOJAcoluta.
Merida (Venezuela) - Cooperatori
e ragazzi poveri , Il Centro è fiorente
per zelo e per assiduità alle conferenze
men~ili e all'esercizio della buona morte.
La preoccn pazione costante di qnci Coope-
ratori sono i ragazzi poveri dell'Oratorio,
che frequenta.no ogni domeruca fa nu•
mero di 300. Essi sono riusciti a creare
trll i ragazzi nn invicliabile clima di
allegria e di interesse per la scuola di
cateclù611lo: pen._"fln0 ulla me.renda. pro,•-
vedono i premi e fanno scnoln di catc·
chismo. C'è da augnrarsi che in tutti i
Centri deUa P.U. si senta 'l'lCslo amore
e i1tteresse per l'Oratorio, che è il primo
scopo per cui Don Bosco li hn fondati.
Concepcion (Paraguay) - Un Cen•
t ro Giovanile di Cooperatori , r Co-
operatori salesiani formano non famiglia;
in essa non p08oono quindi 1na.ncare i :;?io..
vani con l'apporto lo.ro proprio di ener-
gie fresche, di entusiasmo, di gioia e
ottimismo, di superamento e rinnova-
mento. Questn In ragione che lui indotto
i Dirigenti Cooperatori di C..once_pcilin a
fondare un gruppo di Cooperatori gio-
vani, che hanno subito agganciato e
interessato aprendo loro un campo di
apostolato e creando per lor o una scuola
di Catechisti approvata dall'Autorità dio•
ce.sano. Anche altri Centri si propon-
gono di imitame l'esempio, proponendo ai
giovani Cooperntori il motto-programma
di Don Bosco: "Fro,ue alta (chiarezza di
ideali)... pas,o franco (azionecoraggio~a)".
Ypacarai (Paraguay)• Un esempio
da imitare , li 17 ottol>re scorso,
27 uuove Cooperatrici hanno ricevuto il
diploma creo.udo il Centro Cooperatori
''San Pio X", in omaggio ul primo santo
Cooperatore salesiano, apostolo del cn-
tr.chlsmo. Si tratta di un gruppo di
anime apostoliche che con In loro pre-
stazioue personale e con le catechesi
mantengono fiorente l'Otat11TÌ0 festivo
locale. Ultimamente es!!e banno avuto
la gioia di vedere 35 ragazzi partecipare
a nn ritiro di due giorni e ritprnru:e
complctameote tra,formati.
Yaguron (Paraguay) Ritiri Spiri-
tuali minimi Questo Centro di Coope•
rotori diede il via a queijt a pratica ormai
indispensabile per avere degli apostoli
uLtivi. Il Delegato Nazionale clei Coope-
ralori hn deciso di eirtenderla a tutti i
Centri in questo forma: cominciano il
sabato pomeriggio e du.ra,10 tutta h1
domenica. Si è notato che la durata di
un gi.9m1> e mezzo li rende efficaci sia
dal punto di vista fonnativo come da
qucllo apostolico.
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Sr.e~lzlone In abbonamento po-
stale • Gruppo 2° 21 quindicina
La nuova biogralia
scritta
con le immagini
DON BOSCO
178 lotografle d i Leonard von Matt
THto e diducalie di Henrl Bosco
Formato: cm. 17x24. Pagine 2.44
Rilegalo In tela con sopraccoperta a colori
L, 5000
Con una tecnica nuova, Leonard von Matt - un
artista fotografo svizzero che ha creato un nuovo
tipo di biografia religiosa - ricostruisce con fe-
deltà ciò che rimane ancora di Don Bosco, della
sua epoca, della sua opera. I documenti da lui
raccolti sono ,1 frutto di uno studio profondo, di
una ricerca precisa e fedele.
Il breve testo di Henri Bosco (noto scrittore fran-
cese cugino di San Giovanni Bosco) completa e
arricchisce Il racconto delle Immagini.
Per ordlnazion, rirolgersi alla
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
Corso Regina Margherita, 176 - Torino - C. C. Postale n. 21171
BOLLETTINO SALESIANO
I" SI bblt
t• del mese per I Cooperatori Salesiani
pu ca /115 del mese per I DlrlgenU della Pia Unione
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattori
e Amici delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione:
via Maria Au siliatrice 32, Torino T elefono 48.29.24
D irettore responsabile Don Pietro Zerbino
Autorizzazionedel Trib. di Torino n. 403 del18febbralo1949
P er Inviare offerte servirsi del conto corrente postale
n. :z.1355 Intestato a:
Dlrozlono Generale Opere Don Bosco • Torino
P er cambio d'in.d,irizzo Inviare anche l'indlrluo precedente
Officine Grafiche SEJ • Torino