Bollettino_Salesiano_196605


Bollettino_Salesiano_196605



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IN QUESTO NUMERO:
I giovani e il Concilio
pag. 1
Don Bosco
ha la sua basilica in Roma
pag. 7
Nei loro dossier i problemi
della Congregazione nel mondo
pag. 14
Come si inventa una diocesi
pag. 25
IN COPERTINA
Il maestoso templo romano di San Giovanni
Bosco è stato Insignito del titolo di Basilica
Minore (vedere a pag. 7)
Paolo VI ammira Il francobollo commemorativo di cui Il Governo Araenllno ha disposto /'emissione per onorare Il primo cardinale
salesiano Giovanni Caallero. L' omaggio è stato presentato al Santo Padre da mons. Giuseppe Borgalli, Vescovo di Vledma, succes-
sore del Cag/iero e banditore Infaticabile delle benemerenze religiose e socia/I del grande apostolo sales/ano della Patagonia

1.3 Page 3

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I g1ovan1
e il Concilio
« Ai ragaui e alle ragazze del mo11do intero il
Concilio dice: S iete roi che vi accingete a rice11ere la
fiaccola dalle mani dei ,·ostri maggiori e a vivere
nel mo11clo nel momento delle più gigcmre.~che 1ra-
sforma=--io11i delta stia storia ».
La piazza gremita e-be aveva ass1sl1to alla
:Yessa papale e viveva il grande m omento di chiu-
r,ura del Concilio, scnlì queste parole daJJa voce
del card. Agagiaruau. Milioni di t elespettatori ca-
pirono in quel momento che, fra le categorie di
persone più importanti e in8uenti nella vita del
mondo modemo, il Concilio aveva inclw;o i giovani
di tulli i popoli e pae i, e rivolgeva loro un mes-
saggio particolare.
Con tono giovanile, il JUessaggio si avriva col
richiamo all' immagine olimpica della fiaccola. Ciò
che le ~enerazioni precedenti hanno costrnito di
grande e di valido, e anche i mali chr e,,;ic hanno
causato, pas»ano in ercditit a questi ragazzi che si
affacciano alla vita in un momer1Lo delicato e
tumultuoso. Trovano e~11i un mondo iu trasforma-
zione più complesso certo di quello che aveva ere-
ditato a s uo tempo chi li ha ·preceduti nella storia.
Un gran numero di problemi nuo'\\-; e di esigenze
eccezionali rende difficile ai giovani di oggi la com-
prensione piena di tantr realtà sociali che li cir-
condano, rende difficile a mol ti di loro una assun-
zione ade1,'1.1ata, cosciente o serena, dello responsa-
bilità che li attendono nella vita. Si intrecciano
talora difficoltà familiari e di lavoro, di studio e
di inserimento nelle profesl.ioni. Il mondo cultu-
rale apre nuove problematiche, il divertimento
Yiene propagandato spesso come valore primario,
molti fattori un tempo giudicati secondari ora
giocano ruoli <li rilievo. Vi sono giovani spersi in
queRLa cc,mplei;t-ità di !lituazioa.i, altri che sentono
ecces~ivamentc il pe~o dell'impeg110 o il fascino ùcl
divertimento tosi beu reclamizzalo.
:\\"ella giovinezza ci son o qua.,i sempr e però
splendide energie, anche se non ..empre accompa-
gnate dalla pazienza sufficiente per attendere il
momento più opportuno, la maturità n eCt'Ssa.ria, i
modi migliori di incanalare ques te risorse giovanili.
Impazienza, imprudenza, insoffertnzn sono sot-
tolineate ,sovente con molto pci.o-imismo. C'è chl
non ha alcuna fiduria nella giovl'ntù di oggi. chi
ne drammatizza e ne teme gli aspetti peggiori,
chi non la giudica capace di fede, l'ntusiasmo, se-
rietà, lavoro.
Anche Don J3osro si imbattè in tempi dif}icili,
di rinnovamento e assestamento, di fronte a gio-
vatLi in cui molli non riponevano la mi1ùma 6-
duria. Don Bosco si tiforzò di capirli, ne comprese
la genuinità di sentime nto, la bo1ttà di fondo, nu
ebbe fiducia. 011 sopravalutò le aberrazioni che
11011 mancarono in ne~suna epoca, i casi incorreg-
gibili, gli inevitabili inouccei;:-i. 11 Concilio Va-
ticano ha fatto ora altrettanto, con quale soddisfa-
zione, con quale entusiastica adesione di chi segue
Don Bosco, e crede al suo metodo, è facile imma-
ginare.
La Chiesa ha dimostralo immensa fiducia nei
giovani. Ha det to loro cose estremamente impe-
gnative. Con l'immagine della fiamma olimpica non
1

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fascina e trascina col ~uo entusiasmo, con la sua
onestà, non manca di conoscenza realistica del
pross-imo e dei suoi problemi, sa i6piranii alle verità
evangeliche, guardare a Dio per amare i fratelli:
ecco ciò che il Concilio, la Chiesa desiderano.
Purtroppo oggi si parla spesso delle giovinezze
incerte o fallite, e poco dei giovani, e sono molti,
che si affacciano alla , ita e-0n questo spirito e con
questo stile.
li ha invitati ad accettare comunque il passato e
tutto quan'to ha opcTato; li ha invitati ad analfa-
zarlo con equilibrio e senso di responsabilità, ad
accettarue gli ideali e le realiuazioni più valide
"raccogliendo il meglio dell'esempio e dell'insegna-
m ento dei genitori e maestri".
La Chiesa sa che i giovani migliori non si lasciano
vincere dalla frenesia cli rinnovaTe tutto comunque,
e di respingere in blocco, con leggerezza, le e!!pe•
rienze del passato, 8enza averne apprezzalo ogni
elemento positivo.
Sfruttando anzi proprio queste espeJ:ienze, la
nuova generazione, secondo il messaggio conci•
liare, dovrà preoccuparsi che la socie1,à fondata su
di esse "rispetti la dignità, la libertà, il diriu o
delle persone". Per realizzare questo i giovani non
devono "cedere alle filosofie dell'egoismo e del
viacere", devol!o d.ifcndl}Ie e difi'o11dere la fede,
"tesoro sempr e antico e sempre uuovo", vivenclo
la quale sono invitati ad attingere "forza e gioia".
Si d elinea così un ideale di giovane ricco di
gioioso e sereno ottimismo, di senso di responsa·
bilità, di ficlucia. Un giovane che crede, conosce la
vita, no apprezza i valori autentici, sa capire gli
altri, sa incidere nelle esperienze della società, af-
l i Concilio si è rivolto a loro anche nel 12° Capi-
tolo del '·Decreto sull'Apostolato dei Laici". Consi-
derato l'influsso che i giovani esercitano ormai nella
società, le nuove esigenze e le condizioni sociali ed
economiche che si vanno evolvenJo, la Chiesa
chiede ai migliori fra loro una "corrispondente al•
tività apostolica". E coi,tata come questi giovani
più. dotati "col maturare della coscienza della pro-
pria personalità, spinti dall'ardore della vita e della
loro Clluberanza, aRsumono le loro Tesponsahilità,
e desiderano prendere il loro posto nella vita so•
ciale e culturale".
È un atteggiamento, 1>ono desideri che il Con-
cilio apprezza, dicendo che si pO$SOno sperare "ab-
bondantissimi frutti", se questo zelo impregnato
dallo spiTito di Cristo e animato da obbedienza ed
amore verso i pastori della Chiesa".
Si delinea cosi, iu quei,te ultime pSiole. anche il
compito che Don Bosco ha lasciato ai suoi figli:
conquista.re i giovani con la bontà, l'intelligente
avvicinamento educativo e apostolico, l'amicizia
sincera verso quell'amore delicato, infaticabile e
santo di cui fu maestro, di cui parla ora il ConciUo,
per ottenerne obbedienza non forzata ma convinta,
per portarli a fede profonda, a zelo nel bene al ser•
vizio dei fratelli.
Molte splendide giovinezze già seguono su queste
linee gli educatori salesiani. Anche ogni Coopera-
tore può sentire la gioia di costituire una grande
famiglia religiosa ed educatrice, in piena armonia
con i desideri e le indicazioni conciliari.
Portino t\\1tti l mrmbr~ della t,erza famiglia di
Don Bosco lo stesso spirito anche nelle proprie case,
con i propri figliuoli, e continuino a seguire con
rimpatia lo zelo salesiano, cbe liÌ sentirà ancor più.
animato nella missione educativa che gli è propria,
dopo aver meditato le splenclirle c,,pressioni conci-
liari o averle sentite cobl vicine alle felici intui•
zioni di Don Bosco.
2

1.5 Page 5

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Perchè giovinezze con gli ideali indicali dalla
Chiesa al Concilio continuino a formarsi nelle case
di Don Bosco, fioriscano anche in ogni ca$a di Coo-
peratore e trovino i più adatti ambienti di sviluppo,
possiamo rileggere e rimeditare anche il documento
conciliare suJl'educazione. Anch'esso ci dà la gioia
di costatare come l'educazione salesiana sia in
perfetta sintonia eol Concilio.
L'opera educativa - raccomanda il documento
conciliare, come raccomandava Don Bosco -
deve tendere allo sviluppo delle facoltà del giovane
secondo tutte le dimensioni della sua persona,
portando a una completa formazione non solo
morale e religiosa, ma anche fisica, inteUettuale,
culturale, sociale.
A quest'opera i genitori, la scuola·, le associazioni
giovanili, il sacerdote devono contribuire, ciascuno
per quanto gli compete, in cordiale collaborazione,
integrando e armonizzando con cura la loro opera.
L'intesa profonda creerà così intoruo al giovane
una serie di ambienti autenticamente cristiani e
gioiosi, capaci di incanalarne il dinamismo in modo
simpatico e utile, di aiutarlo a crearsi una giusta
gerarchia di valori, spinto di donazione, dedizione
al dovere, u.u vai.to ed equilibrato orizzonte di in-
teressi, u.n impegno sincero per contribuire al bene
proprio e di tutti.
Perchè i cristiani di oggi e di domani siano così,
la Chiesa si è riunita a rinnovare con lo Spirito
Santo ideali e programmi. Perchè questi ideali fos-
sero offerti alle giovinezze in u.n clima giovanile
e sereno, ma .insieme responsabile e impegnato,
Don Bosco ha compiuto la i,ua missione e ha dato
alla Chiesa le sue famiglie salesiane, anche quella
dei Cooperatori.
La sintonia della nostra missione con. i moniti
e i program_mi conciliari, la gioia di senti.re ancora
una volta autenticalo il nostro spirito dalla Clùesa
in circostanze solenni e in documenti ispirali, .rin-
vigoriscono 1a nostra dedfaione e c'invitano a la-
vorare "con Don Bosco e coi tempi" per fare dei
nostri giovani, cristiani autentici alla luce del Con-
cilio.
3

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Giornata spl,mdida quella del
24 gennaio scorso al Colle Don
Bosco: splendida non tanto pe rch è
luminosa di sole e bianca di neve,
quanto per -il valore che ha as-
sunto nella vita della Congrega-
zione Salesiana.
L'avvenimento rientra nel qua-
dro delle celebrazioni del lSQo
della nabcita di D on Bosco, ma
si tratta di una commemorazione
unica, del momento pii) luminoso
tra le cele brazioni giub.ilari che
vanno succedendosi in ogni parte
del mondo.
Il R ettor Maggiore don Luigi
Ricceri, assistito da don Ziggiotti
e dal Consiglio Superiore, volle
fare in quel giorno, a nom e di
tutta la Famiglia Salesiana, una
solenne promessa cli fedeltà a
Don Bosco e alla tradizione sale-
siana. L'umilissima casetta na-
tale clel Santo offrì l'a.mhienLe
ideale. Qui infatti si accese quella
luce che da 150 anni risplende
nel ciclo della Chie8a e che la
fedeltà dei figli conlinuerà a
far risplendere sempre più lumi-
nosa nel mondo.
A disporre i cuori fu Don Bosco
st.osso, attraverso la lettura di
vari pensieri del Padre e Fon-
datore t<ulla fedeltà che i suoi
figli dovevano mantenere alla
autentica tradizione salesiana. In
quella casetta e in quell'ora le
parole di Don Bosco apparvero
profetiche per il secolo di vita che
la Congregazione ha già trascorso,
e programma tiche per il suo av-
venire: « La nostra Congregazione
- ammoniva Don Bosco - è
destinata a cose grandissime, e la
sua gloria sarà duratura, se i
Salesiani saranno sempre fedeli ».
Ma non ci si fermò alle parole
del Padre; si volle seguire rome
un filone, il filone d'oro della
fedeltà salesiana atlraverso il
pensiero dei primi cinque Suc•
cessori di Don Bosco. Poi la pa-
rola di don Ricceri completò la
preparazione degli animi al grande
atto. Egli fin dal primo momento
della sua elezione aveva avuto una
intuizione e u_na e~pr essione fe.
lice: presentare al mondo un
« Don Bosco vivo », mediante
un comune impegno di fedeltà;
non di una fedeltà da archivio,
ma di una fedeltà che, guar-
dando avan1 i, doveva fare sua la
parola d'ordine dataci dal Papa:
"Progredi,re!" Progredire nella fe-
deltà al patrimonio del passalo.
Riportiamo le parole ilei V1
Successore di Don Bosco perchè
sintetizzano lo spirito e le fina-
lità della « Giornata della fe.
deità » che si è celebrata in t u tta
la Con gregazione e che ha avuto
nell'atto compiuto dai Superiori
Maggiori al Colle Don Bosco
la sua sinte$1 felice.
Siamo qui raccolti, fra queste
pareti tanto povere rna ta,nto be-
nedette, elle hanno visto 150 a.nni
fa la nascita umilissima e poi la
travagliata ma edificante f anciul-
lezza di Giovannino; han visto le
notti illuminate dai sogni miste-
riosi del piccolo orfano predesti-
nato a diventare il Padre di molte
genti, di folle giovanili, affamate
di pane e di amore, e insieme il
Padre di ciasccmo di noi.
Tocca a noi, chiamati dalla
Provvide11za alla responsabilità di
conti1mare integra l'opera del gran-
de nostro Padre, la gioia e il pri-
Il Rettor Maggiore e I membri del Con&iglto Superiore,
giunti al Colle Don Bosco, ascoltano le campane del Tempio,
che suonano a festa per Il loro arrivo
4

1.7 Page 7

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viiegio di valutare in tutta la sun
pienezza quale dono abbia fatto il
buo,i Dio nll'umanitò., alla Chit.sa,
alla giovcntì1 comunque bisognosa,
col f'F,lio di Margherita. c,111iamo
ILLIW la i:eritò. della parola di Pupa
Gio11an,ri: « Nel lontano 1815,
in questo umile casolare, .~i è ar-
Cl!Stl ,ma, grande luce benefico a
feconda, che oggi illumina e f,m·ia
cli gioia e di grazia il mondo
intero ».
La visione di tanto bene ope•
rato, frutto evidente della fede
sconfi1tata, dell'umiltà profonda,
della ca-ritò. arderne, della docilità
alla grazia e insieme della tenua
e filiale confidenzn di Don Bosco
con la Mamma A 1tsilia1rice, spinge
i 11os1ri cuori a sciogliere l'i11no del
rir,sra:iamento al Datore di ogni
bene e a Colui che è stato il dori/e
strum,1110 della 11olontà di vina.
Ringraziamo il buon Dio che ri
ha dato un tanto Padre, che ci lta
scelti ad essere suoi figli e conii•
,iuatori della .~ua missiorte ,re/l(I
Chiesa.
l'Ifa ben comprendiamo e/re Ulnto
privilegio importa una responso·
bilità, un impegno per noi. Per
questo noi Membri del Consiglio
Superiore della Congregazione, in
questa casella dot·e sentiomo ·villo e
operante il dolrissimo Padre, co1t
la sincerità di figli, ma pure
consapevoli di rnpprese1ttare i1t
questo momento t111ti i membri
dello Famiglia Salesiana e le
opere rhe 1>ssi 1111,umo nel mondo,
intendiamo solennemente promet.•
tere la nostra perso11ale fedeltà a
Don Bosco, (ll[è Costituzioni, cloNJ
è tutto Don Bosco, al suo genuino
spirito. all'<111te11tiro tradizione so-
lesiona, e comt uperiori promet•
tiamo tutto il ,rostro impesno, sulla
linea costarr/.f dei Successori di
Don Bosc·o, percl,è lo FQmiglia
Solesiana mantenga vivo il fuoco
sacro e purificante della fedeltà
generoso e conuirlla a DorL Bosco.
Per questo, 11uali docili figli di
Colui che fu « sen•itore fedele e
generoso delta Cl,ie8a », ri impe•
gniamo a far t•it-ere la nostrn Fa-
miglia 1tello spirilo l'Ì1•ificame del
Co11cilio Vatirmio [J. Uniti 11ellG
m 1Lt11a carità e nell'amore sincero
e fattit•o 1•rr.~o il nostro Padre,
promettiamo pure di fare ogrLi
sforzo per ottuare e far uttua-re
douw1q1te cordialmente i deliberati
del Capitolo Generule XIX e per
diffondere i prind.pi e le idee da
cui essi soM animati.
Sicuri così di sen•ire lo Chiesa
e la Congregazione focendo vivere
Don Bosco tra gli uomini e i gio-
va11i di qiiesto nostro tempo, in-
1,mdiomo fare nostra la po.raia
d'ordirre dataci dal Stmto P(ldre
Paolo V l a coroname11to del re•
cente C11pitolo Generale: Progredire!
Serrtiamo e/re questa parola del
Vicario di Cristo ~ quella del
nostro Padre. Per questo rioi con
illuminato coraggio t'oglimno es•
,;11rne i realhzatori, ma con lo
sgu11rdo sempre rir•olto al Podre
s11ggio e sicuro, pere/,(, ci dia la
sua .~e11sibili1ò., la ,ma l,mgimi•
rnnzci per comprendere le esigenze
dei tempi Tl<!llo fedeltà al suo ge•
,rnino e perenne spirito.
Affidinrru, i nostri propositi al-
l'Ausiliotrice; a Lei rlre è Virgo
6delis, e lia guidato pl'r nwno
il nostro Padre, affidiumo i nostri
t'Oli di figli I' di Padri.
Ci aiuti Lei 11 darr 11[ mondo di'/
nostro tempo, a quello giovanile
speciolmente, Don Bosco vi-vo.
Nella casetta natale di Don Bosco
Il Retlor Maggiore e I Superiori del Consiglio promettono fedeltà
al Fondatore e Padre della Famiglla Salesiana
5

1.8 Page 8

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I Superiori
ucono dalla ca■etta
di Don Bosco,
dopo la prome11a
di fedeltà.
Nello sfondo
Il nuovo Templo
Nella chiesa Inferiore
del Templo.
In una solenne
concelebrazlone
Il Rettor Maggiore
con I suol Conalgllerl
affida a Dio
Il proposito
" di dare al mondo
del nostro tempo,
a quello glovanlle
specialmente,
Don Bosco vivo"
T
Con queste disposizioni il Rettor
Maggiore e tutti i membri del
Consiglio Superiore pronunciarono
la solenne promessa di fedeltà.
Il canto del Magnificat, in quelle
s La.nzette che avevano visto scen-
dere la Vergine per svelare al
piccolo predestinalo la s ua fu.
tura missiouc, divenne il grazie
commosso di Lulta la Congrega-
zione a Dio e a Maria Ausiliauice,
perchè un'altra volta Dio aveva
fatto cose grandi e aveva esal-
tato gli umili.
Compiuta la cerimonia nel-
l'intimità della casetta natale, i
Superiori salirono al Tempio per
affidare a Dio in una solcru1e con-
celebrazione i propositi e gli
impegni assunti. I Salesiani e
gli allievi del Colle furono lieti
di inserirsi nel vivo della manife-
stazione eseguendo le cerimonie
e i canti liturgici, tutti intonati
al peru<ie.ro della fedeltà a Don
Bosco.
il nuovo tempio che sorge sul
Colle è un monumento d.i ricono-
scenza e di affetto da parte di
tutta la Famiglia Salesiana al
Santo Fondatore; la promessa di
fedeltà al suo spirito e alla sua
opera è la te11timonianza pii'l viva
e più bella che corona ques to 150°
ùella nascita del Padre.

1.9 Page 9

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DON B se
HA
LA SUA BASILICA
IN ROMA
Roma L'interno della Basilica in onore di San Grovannf Bosco "Il Sacerdote del Papa, Il Prete Romano" (Giovanni XXIII)
Il Tempio rQmiw.o di San Gio-
vanni Bosco è stato elevato alla
dignità di Basilica Minore. Così,
nientre Maria Ausiliatrice, "la
Madonna di Don Bosco", ha la
sua Basilica in Torino, centro
dell'Opera Salesiana, San Gio-
vanni Bosco, "fedele servitore
della Chiesa e del Papa", ha la
sua Basilica in Eoma, centro
della cattolicità, quasi a simbolo
dell'universalità del culto reso al
"Padre e Maestro della Gio-
ventù".
Il titolo di "basilica" è un ti-
tolo onorifico congiunto con certi
diritti, privilegi e onori, che viene
concesso alle chiese più insigni.
Com'è noto, le basiliche si di-
stinguono in "basiliche maggiori"
e in "basiliche minori". Le Ba-
siliche Maggiori, dette anche Pa-
triarcali, sono quattro: la Basi-
lica del Salvatore sul Celio, che
è la cattedrale di Roma, detta
anche di San Giovanni in Late-
rano per la speciale venerazione

1.10 Page 10

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in cui vi 1,ono tenuti i sani i Gio-
vanni Rallista ed Evangelii,ta;
prc;,so dl essa fino al secolo XIV
c'era La residenza abituale del
Papa; la Basilica di Sani u Muria
Maggiore iiulJ'Esquilino, la Basi-
lica «li San Pietro sul \\' aticano
e la Bnl'iliru di San Paolo sulla
via Osticn~c.
Il tit.olo di Basilica minore t'
conccsh0 alle chiese pitl celebri
J>cr antichità, per valore arLi-
stico e religioso, per frequenza
e splendore di cullo. Il Tempio
di Don Bosco in Roma, chr circa
un anno fa era s tato ele,·11to
a "titolo cardinalizio", anche
se di coslruzione rercnllbSm1a,
è ora insignito di quel!tO allis-
simo onore.
Lo si ]>Oleva prevedere fin dai
giorni della sua consacrazione
° - dal 1 all'll ma~gio 1959 -
che furono definiti le "giorna le
romane di Don Bosco" e s upera-
rono ogni aspettativa, ogni im-
maginazione. Solo chi Il stato
prPs(mUl può avere una idea delle
folJe accori,e in qnei giorni a ve•
nerare il Sanlo, la cui urna era
stata portata a Roma ecl e~posta
alla venerazione dei fedeli nel
suo Tl'mpio. Vi si volle r ecare
anche Papa Giovanni XXIII.
Lo sLe~so Osservatore Romarr.o
nf'I parlare della visila drl Papa
al nuo, o Tempio, la <lefinirn
«memorabilr"' e ne rilevava co1<ì
l'eccezionale grandiosiLà: « Quanto
accadde iei:i sera ha del porlen•
toso. Ben~hè l'uscita del Papa
dal Vnticano per arrivare alla
via l'useolan.a si sia svoi ta nella
cun!'ueta forma privala - due
sole , ettu.re oltre quella di i,taf-
fetta - la meta, il perrorso e,
soprattutto, l'arrivo indicarono
un im·onlro di imponenza giam-
mai vista sinora nelle zone lon-
tane rlalla Piazza San Pietro.
Le consuetudini hanno un loro
pet-u, r nessuno uno a ieri poteva
supponi' che l'evento dl mollilu•
dini solite a rillllirsi entro il re•
cinto berni_uiano potesse verifi-
carsi an('htl altrove. Lo fu. Parve
infatti che, per la cfrcostauza,
un arcano sentimento avesse in•
dotto ben oltrr centomila ro-
mani dt·i quartieri circo taut i al
nuovo Tempio di San Giovanni
Bosco a conr,,riungcrsi, in ben più
impres11ionante ed ideale• corteo,
al seguito del SuprPmo Pa1<lOre.
» Ieri, in~irme col Papa, sem•
hrò rbe anche il naturale rom•
plemento esterno clel suo pon-
tificale ministero, la Basilica e
la Piazza di San Pietro, il qunùru
cioè insuperahifo del popolo che
ivi ,,uole accorrere intorno a Lui.
si fosse trasferito entro e intorno
al nuo, o Tempio, per offrire un
palpito, e tullo romano, di , ita
cristiana ».
Giovanni XXIII prega
davanti all'urna di Don Bosco
espoata
alla venerazione del Romani
nel suo nuovo Templo
Ma la commozione e la gw1a
toccarono il vertice 1'11 maggio,
qnando il Vicario di Gesù Cri!ltO
vollr. chr. Doo Bosco aves;,c gli
onori del trionfo per le vie cli
Roma e nella Piazza di San Pie-
tro, accanto al santo Pontefice
Pio 4
Papa Cio, anni. definendo c1ucl
tardo pomeriggio <lell'11 maggio
"sera di connuozione e di amore",
non a, rrbbe poluto Cijprimcre
meglio iJ forte ijCilSO di cummo•
zione da cui era perva$o l'animo
al pen~iero delle -vie mirabili
della Pronridenza che, al com•
piw,i del primo qnarLo di secolo
dalla suprema glorificazione Ji
8

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Don Bosco, aveva voluto ono-
rare in Roma qucslo grande Se·r-
vitore della Chiesa I' del Papa
in una forma eccezionalntf"nte
grandiosa e quasi con una se-
ronda canonizzazione.
Gli onori di quel trionfo ac-
canto a un Papa e nella città dei
Papi erano un premio all'amore
di Don Bosco per il Papa e al-
l'OfJera da lui svolLa per farlo
amare e per difenderne l'autorità
in tempi particolar1nente difficili,
era l'epilogo di Lulli i riconosci-
menti che i Papi avevano avuto
per Don Bosco, viventi' e dopo.
Lo rilevò ac.utamcnte Giovanni
XXIII, che vide nel trionfo ro-
mano di Don Bosco "una con-
forma della provvidenziale dispo-
sizione. che stTetlaJ11enle a\\'vinse
il Santo piemontese e la sua in-
cipiente opera a Roma, come
sede del Successore di Pietr(l.
Non si può infatti comprendere
appieno lo spirito che semprP
animò San Giovanni Bosco - pro-
seguiva il Papa uel Messaggio di-
retto al R ettor Maggiore - se si
dimentica la sua s1><•ciaUssima de-
vozione alla Cattedra Romana.
D'altra parte i nostri gloriosi
Predecess<;>ri palesarono per lui
w1a paterna stima e una pro-
fonda fiducia: Pio [ X, infatti, lo
incoraggiava a fondare la o1ua
Società, e Leone XII[ gli affi-
dava l'erezione della Basilica del
Sacro Cuore. Sicchè il ritorno di
Don Bosco a Roma, in occasione
dl'l mae»toso SanLuario a Jui de-
dicato. assume il valore di un
nuovo, splendido epi~odio dd suo
amore all'clerna ciLLà, ed altresi
un tributo di riconoscenza di
t1uesta verso di lui".
La "romanità" di Don Bosco
vc1u,e anr.ora felicemente esprt~sa
e ~inletizzala <la Giovanni X . lU
nella niirahiJe allocm:ionc che
tenne iu Piazza San Pietro la
sera dell'l l maggio nel solenne
epilogo del trionfale corteo per
lr vie <l.i Roma, quando definì
Uno scorcio della Baslllca
di San Giovanni Bosco
In Roma
Una stazione
dell'artistica Via Crucis
In altorilievi di bronzo
9

2.2 Page 12

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La Basilica romana
di Don Bosco
è anche parrocchia
Il geniale
cancelletto della
balaustra formato
da due angeli
che sostengono
lo stemma saleslano
Riquadro In bronzo
della balaustra
con angeli e
simboli eucaristici
Don Bosco "il Sacerdote del Papa,
il Prete· Romano". A questa de-
finizione dovettero esultare le
ossa clel Santo, esposte davanti
alla Basilica di San Pietro ac•
canto a quelle di San Pio X.
L'amore al Papa, la difesa del-
l'autorità del Papa - lo rivelò
s ul letto di morte - _ra stato
un segreto suo, il fine della sua
Opera, e avrebbe dovuto esserlo
anche per i suoi figli.
In questa lucè deve essere
vista la Basilica romana di San
Giovanni Bosco: essa è il ricono-
scimento della romanità di Don
Bosco, la conferma concreta e
monumentale di un riconosci•
mento che è già stato dato dal
popolo di Roma a. Don Bosco e
alla sua Congregazione; in essa e
da essa Don Bosco, oggi vivo
come non mai, continua il suo
"servizio" al Papa, alla Chiesa,
.e non si stanca d'invitare coloro
che sono, n el senso più largo
della parola, della sua immensa
famiglia, a vivere il suo program-
ma: "Col Papa, per il Papa,
amando il Papa".
Il clima post-conciliare che vi-
viamo oggi e il lSOo anniversario
della nascita di Don Bosco sono
per noi cu-costanze felici perchè
"la nostra vita - come vuole il
Successore di Don Bosco - sia
testimonianza di fedeltà allo spi-
rito del Fondatore, e perchè,
imitando la sua profonda devo-
zione al Papa e alla Chiesa, pos-
siamo vivere l'ansia di rinnova-
mento apostolico del Concilio
Ecumenico Vaticano II, attuan-
done generosamente, in tutta la
nostra attività, le sapienti du-et-
tive".
Una parrocc.bia unica nel suo genere:
periferica, popolare, numerosl5S1JD.8
(70.000 anime), sorta in pochi anni at-
torno al Tempio <li Don Bosco, la cui
prima pietra fu posta alla fine del 1952,
quando della parrocchia non esisteva
neppure un palazzo.
Come territorio non è diffusa (ha un
raggio di 400 m. di massima), ma è fitta
di un ventaglio di palazzi costruiti in
modo che tutti confluiscono al Tempio
e formano il "Quartiere Don Bosco'\\
con aJ centro la "Pja.zz--a Don Bosco..,,
che si allunga nella "Via Don Bosco",
e forma un tutto stilisticamente armo•
nico col Tempio che la domina, dando
in qualche modo l'impressione di una
moderna Piazza San Pietro.
I panocchiani sono divisi in 12.500
complessi familiari composti in media
di 4-5 per,;one. In genere sono famiglie
giovani. Vengono in prevalenza dal Snd.
Rari i romani (il 10%), nnme:rosissimi i
siciliani, pugliesi, cal,abresi, abruzzesi,
laziali. Pochi i provenienti dal Nord.
In ienere s.i tratta di impiegati statali
che vivono dello stipendio.
La vita religiosa defla parrocchia è
intensa. 11 grande Tempio alla domenica
è aflollato. Si nota un particolare im-
pegno per ascoltare la S. M~ a anche
nei giovani sposi, i quali nfilniscono nu-
merosi in_ chiesa portando i hrunbini,
che costituiscono una nota simpatica,
1t11che se c.biassosa.
Sacramenti amnùnistrati durante il
1965: battesimi 1171, C,esime 821,
Sante Messo celebrate 19.000, Comu-
nioni 411.000, prime Comunioni 874,
funerali 124, matrimoni 232. Ogni do-
meniea e (esta si celebrano 12 Sante
Messe con commento liturgico e spiega-
zione catechistica.
Abbonda la _predicazione, fiorenti le
opere caritative, ben attreizati e fre-
quentati gli Oratori maschile e femmi•
nile, attive le varie associazioni parroc-
chiali. Nell'ambito della parrocchia svol-
gono altre attività organ.izz-ate la Com•
missione Stampa, l'Ufficio Catechistico,
il Centro Turistico, il Comitato Civico
e il Comitato Festeggiamenti.
10

2.3 Page 13

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OillA NASOTA DI s caOVAN!'ll BOSCO
LA
COMMEMORAZIONE
UFFICIALE
Il "dies natalis" di Doo Bosco
- la Chiesa chiama cosi il giorno
della nascita al cielo di un santo -
parve ottima occasione per cele-
hrare il 150o della sua nascita
sulla terra. La solenne commemo•
razione si svolse la sera del 29
nel teatro di Valdocco, presenti le
Autorità di Torino, il Rettor
Maggiore col Consiglio Superiore,
la Superio-ra Generale delle Figlie
di Maria .Ausiliatrice col 'suo
Consiglio, i salesiani e i giovani
dalla Casa Madre e numerosi
cooperatori, exallievi e amici.
Al canto dell'inno a Don Bosco
apparve sul palco, stagliata su
di un fondale azzurro, la casetta
natale del Santo. Fu una visione
che servì a creare un clima sug•
gestivo e a dare ai presenti quasi
la sensazione di veder uscire da
uno di quegli usci Mamma Mar-
gherita col piccolo Giovanni. Ac-
crebbe la suggestività dell'aro•
hiente la lettura di alcuni brani
delle Memorie, in cui Don Bosco
stesso racconta la sua infamia
travagliata ma ilhiminata dal mi-
sterioso sogno dei 9 anni, nel
quale era adombrata quella che
oggi, dopo un secolo e mezzo,
appare una stupenda realtà.
L'on. Scalfa,ro, presentato dal-
l'avv. Quaglia, tenne la commemo-
razione ufficiale parlando nel tono
sereno, familiare e arguto, che
tanto si adattava alla figura di
Don ,Bosco. « Ho l'incarico -
disse - di presentare gli auguri
a Don Bosco per il suo com-
pleanno: 150 anni non sono nean•
che molti di fronte agli anni della
Chiesa di Dio. Tanto piu che
Don Bosco è vivo, più vivo che
mai: è vivo nelle sue opere ed è
soprattutto vivo nei cuori. Che
cosa rende ancora vivo Don Bosco
in questo suo 15Qo compleanno?
Mi pare che sia anzitutto l'aver
egli creduto. l\\:li fanno sempre
11

2.4 Page 14

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tanta impressione le persone che fu tanto amato; nella storia delle
credono e pagano di persona per anime, nella storia del patrimonio
la loro fede. Se vi è cosa con- umano conta saper amare. Aman-
traria a.i princìpi cristiani è il do mi sento più ricco... San Gio-
calcolo, il calcolo gelido, la tavola vanni Bosco amò senza confu1.i.
pitagorica... Don Bosco ha cre• Per questo :rimane vivo, e r.imar.rà
duto. Ha creduto alla voce di tale fino all'ultimo tramonto.
Dio attraverso i sogni, ha cre- L'amore è quello che porta
duto alla chiamata di Dio e ha l'uomo a dare tutto per un ideale,
risposto di "sì". E se avesse detto a consumarsi per la famiilia; che
di no al Signore che lo chiamava? porta la donna, la mamma delle
Forse non ci sarebbero tutte nostre case a far diventare fresco
queste opere, questo movimento ciò che ripete ogni giorno per
di anime nel mondo; forse anche 10, 20, 30 aJll'.li: le solite cose, i
ci sarebbero, perchè Dio si serve soliti tegami, i soliti panni, la
degli uomini, ma non ha bisogno solita pulizia; perchè ogni giorno
degli uomini. Ma tutto questo non pare che si accendano di una lnce
sarebbe disceso dal "sì" di Don nuova, che siano vita nuova;
Bosco. Quanti altri "sì" sono stati perchè è il calore dell'amore ma-
condizionatidal "sì" di DonBosco! terno che rende i giorni freschi,
E quanti altri "si" sono condizio- nuovi, e il trasporto di fare
nati dal nostro "sì" alla voce di una cosa con la gioia con cui si
Dio, che si fa sentire dentro fa la prima volta. La gioia di
tenue, delicata ma profonda, in- amare! San Giovanni Bosco la
sistente... Il santo è qui: siamo un ebbe tutta, la sua vita la diede
impasto di grazia di Dio e di tutta su questo piano di amore... ».
miseria umana. Le mani della Ma- « Che cosa rimane allora di
donna operano questo impasto... ». Don Bosco? - concludeva l'on.
Qui l'on. Scalfaro rileva come Scalfaro - ecco: rimane la sua
Don Bosco abbia creduto alla ricchezza interiore, la sua fede, la
Provvidenn di Dio con una sua donazione, il suo amore scon-
fiducia che ha creato il miracolo finato perchè partecipe di quello
della sua Opera. Quindi si chiede di Dio, che è l'Amore. Mentre
di nuovo: « Che cosa vive in rivo~iamo l'augurio di buon com-
San Giovanni Bosco? ». E ri• pleanno a San Giovanni Bosco
sponde: « La sua donazione, la e lo contempliamo in quella sua
ricchezza del donare. Ricco non figura piena di pace, con quel suo
è colui che ha e per quanto ha, sorriso inimitabile, noi vogliamo
ma colui che e nella misura offrirgli un dono: quello di cam-
che dà. Solo quando sarà scritta nùnare per le stesse sue strade
la "Storia dell'anima di San Gio- . della fede, della sofferenza e
vanni Bosco" si potrà intuire dell'amore, aperte anche per noi.
quanto Don Bosco abbia donato Ma anche Don Bosco -vuol
di sofferenze intime, di povertà fare un regalo a noi: insegnarci
lieta, di incomprensioni, di oppo- un suo segreto, insegnarci a
sizfoni, anche da parte di gente voler bene alla Madonna, almeno
in buona fede. Non vi auguro un po' di quanto ne volle lui;
- diceva argutamentel'oratore - metterci quindi sulla strada della
di trovare uno che vi pesta i santificazione, perchè voler bene
piedi perchè sente che ne ha alla Madonna sul serio vuol dire
avuto incarico diretto da Dio, partecipare della ricchezza della
perchè allora non vi salvate più ». sua unione con Dio, vuol dire
Una terza volta l'on. Scalfaro fare ogni giorno uno sforzo pieno
si chiedeva: « Perchè è vivo di pace per vivere in grazia di
Don Bosco?». E .rispondeva: Dio, vuol dire accendere una luce
« Don Bosco è vivo perchè ha nella povertà della nostra gior-
saputo amare. Non c'è niente di nata e irradiarla con un raggio
più ricco al mondo che l'essere del sorriso buono di Don Bosco ».
capaci di amare. Non ho detto: Terminata la conferenza, che fu
San Giovanni Bosco è vivo perchè ascoltata con commossa edifica-
zione, la Schola CatLtornm del-
l'Oratorio volle offrire un omag-
gio a Don Bosco, suo primo
maestro di musica, eseguendo
la cantata a quattro voci di-
spari A Don Bosco Santo, com-
posta da don Giovanni Pagella
su versi di don Rufillo Uguccioni.
Dirigeva il maestro Lamberto, ac-
compagna va l'orchestra della Ra-
diotelevisione italiana.
Caratteristica nella cantata la
ripetizione di un motivo musicale
composto da Don Bosco stesso.
È la lode che t.licc: Ali, si canti
in suon di giubilo - ah, si canti
in s1wn d'amor. Il maestro Pagella
aveva inserito nella cantata anche
l'inno Cantiam di Don Bosco da
Jui composto nel 1915 per il cen-
tenario della nascita del Santo
ed eseguito per l'inaugurazione
del monumento davanti alla basi-
lica. L'esecuzione fece risentire
attraverso lo voci dei giovani
cantori tutto il fascino della
meravigliosa epopea di Don Bosco.
LA FESTA
DEL 31 GENNAIO
Quest'anno alla solita folla, al
consueto splendore di riti si è
aggiunta una nota nuova e assai
gradita: la prima visita dell'Arci-
vescovo di Torino e il pontificale
celebrato nella basilica gremita di
fedeli e trasmesso per radio.
La cantoria ha eseguito la
Missa Sacrosanclum Concilirim del
nostro don Nicola Vitone, una
messa a 4 voci dispari che con la
sua maestosità ricordava le se-
dute conciliari affollate cli Padri.
Al Vangelo l'Arcivescovo, :rie-
vocati gli anni in cui, semplice
sacerdote, il 31 gennaio, amava
immergersi nella folla dei fedeli
per pregare Don Bosco nella sua
basilica, ha intessuto l'omelia sui
temi liturgici della Messa. La
prima lezione è data dalla lettura
del Vangelo, che fa pensare a Don
Bosco apostolo della gioventù.
E mons. Pellegrino ha rivolto ai
genitori una pressante esorta•
12

2.5 Page 15

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zione, in linea col Vaticano II,
a prendere l'occasione della festa
di Don Bosco per riflettere sui
loro doveri nei riguardi dell'edu-
cazione dei figli.
L'Epistola dice lo spirito con
cui Don Bosco ha lavoralo e
ne ritrae l'ottimismo e l'aper-
tura a tutti i valori: non solo
a quelli della fede ma anche
a quelli semplicemente umani.
« [l Santo dei giovani - ha
detto l'Arcivescovo - è stato
anticipatore di quanto il Concilio
ha affermato nella costituzione su
"La Chiesa e il mondo moderno",
in wi s'invitano i cattolici a
g1wrdare al mondo di oggi con
fiducia e a non abbandonarsi a
inutili lamenti ».
« Ricordo - ha soggiunto mons.
Pellegrino - con quanto entu-
siasmo il mio indimenticabile
maestro don Uhald.i. in questi
stessi cortili, mi parlava della
messa che si stava preparando in
onore di San Giovanni Bosco e
di questo brano di San Paolo, in
cui vedeva come fotografato l'ot-
timismo di Don Bosco ».
« Don Bosco - concludeva
l'Arcivescovo - è un modello di
straordinaria qualità anche per le
attuazioni conciliari: in un tempo
in cui molti cattolici, anche in
buona fede, nei moti risorgimen-
tali e nell'inquietudine delle masse
vedevano solo segni negativi.
Don Bosco seguendo i valori
autentici del tempo, ha saputo
essere un grande realizzatore,
soprattutto nel campo della edu-
cazione della gioventù e in quello
della stampa e del lavoro. Per
questo può dire con San Paolo:
Ciò che avete imparato, ricevuto e
udito da me, ciò che avete veduto
in me. praticatelo. E il Dio della
pace sarà con voi ».
Nel pomeriggio si è. rinnovata
1a·benedizione dei bambini e degli
adolescenti davanti all'ui:na di
Don Bosco. Più tardi mons. Fran-
cesco Bottino, Vescovo Ausiliare,
ha pontificato i vespri solenni, e
il salesiano don Ludovico Za-
nella, concludendo il triduo, ha
tenuto il panegirico di Don Bosco,
seguito dalla benedizione euca-
ristica.
13

2.6 Page 16

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J/
Nei loro "dossier" i
PAA
La Chiesa Jel Concilio con lo Schema 13 ha
fatto suoi i proble1ni <lel mondo. E la Congrega•
zione salesiana, che è' a servizio della Chiesa, sente
nel suo piccolo la necessità di inserirsi efficace-
mente nel vasto programma d.i rinnovamento spi-
rituale della Chiesa. Ecco il pcrchè di un Capitolo
generale - quello tenuto a Roma nella primavera
scorsa - che si è preoccupato di adeguare le tee•
niche dell'apostolato salesiano alle esigenze dei
tempi moderni. Ed ecco il perchè dei viaggi intorno
al mon<lo compiuti, Lra il 15 novembre e il 15 gen-
naio scorso, da cinque membri del Consiglio Supe-
riore.
Le nuove struttu.re della Congregazione salesiana
si sono così messe in moto. I « Consiglieri incari-
cati di gruppi di Jspeltorie », istituiti apposita•
mente per creare un collegamento più stretto tra
i confratelli e i superiori, hanno preso contatto
con le Ispettorie di tutto il mondo per studiare le
nuove situazioni e j nuovi problemi. Ritornati,
non hanno potuto nascondere, insieme con le non
poche preoccupazioni, la gioia per la calda acco-
glienza incontrata. A decine di migliaia di chilo-
metri da Torino si sentivano dire dai confratelli:
« Ora ci sentiamo più. imiti, e&bbiam.o chi raccoglie
le nostre inquietudini, i nostri desideri, e ne parla
al Rettor Maggiore; abbiamo chi ci comme111a il suo
pensiero e le S!le disposizioni ».
Gli Ispet1.ori, raggruppati nelle varie « Coufe-
renze ispettoriali », hanno trovato la possibilità di
studiare insieme i problemi comuni e di prendere
iniziative su vasta scala, altrimenti impossibili. I con-
fratelli, avvicinati solo occasionalmente nelle brevi
visite, hanno dimostrato il vivo desid.erio di con-
ferire spesso con i superiori, per esporre situazioni
e punti di vista e per ricevere una parola ili inco-
raggiamento.
Ma ecco, di questi cinque viaggi alla scoperta
dei problemi <lel mondo, gli itinerari, le impres-
sioni e le sorprese, colte dalla viva voce dei pro-
tagonisti.
14

2.7 Page 17

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~roblemi dello Congregazione nel mondo
Attuando le decisioni
dell'ultimo Capitolo generale,
cinque Consiglieri si sono incontrati
con gli Ispettori salesiani
nelle diverse parti del mondo,
per puntualizzare
i problemi della Congregazione
a servizio della Chiesa.
Ecco una rapida carrellata sui loro viaggi
TI superiore che ha fallo il viaggio più corto,
don fHovuuni Ter Scl1w·•·• è stato in Iugoslavia,
Austria, Germania, Berlino Est, Belgio, Olanda e
Francia. Paesi del henesserr, qui.mli, e Paesi d'oltre·
cor tiua.
« Nei Paesi del benessere - dice - da tempo si
stava J>Mdendo il contatto con le masse, il con-
tallo col mondo, cioè con lullo quel che non è
c ristiano e anche con quel c be l!i dice cristiano e
non lo è. Gran parte della gio\\'entù non ha più
upporti col cristianesimo: viv'-' pagana. Le grosse
città si possono considerare terra di .missione: Gesù
non vi è conosciuto. Solo nel subcosciente è rimal!tO
ancora qualcosa di cristiano. Credo che i giovani
siano huoni, ma che oggi manc hino le pos~ibilità
di far rivivere le risorse profonde della Joro anima,
questi $upers liti valori cris Liaui.
« Tuttavia - aggiunge don T er Schure - oltralpt!
l'interesse per le conscgue11z1' e le realizzazioni
del Concilio è vh":Uìs:i.mO, t-OprallutLo ne'i riguardi
dello Schema 13, dei s uoi problemi e dell'alteg•
giamcnlo nuovo che la Chiesa ha ass unto. La
riforma liturgica ha incontrato mollissimo».
Doo Ter Schure è il membro più giovane del
nuovo Consiglio superiore, ha 43 anni appena, è
olandese. Dice: « Che <'Osa può fare la Congre·
gazione in quei.ti Pae&i del heocl>Scre? Da soli non
c'ì: da sperare che riu~ci re mo a mollo; rna possiamo
e dobbiamo cooperare con le altre organ.izzazioni.
Le iniziatiYe che raggiungono in qualche mo<lo i
giovani si moltiplicano sempre più: rcligio!-e, laiche
e statali. Noi dobbiamo cooperare con gli altri,
lavorare in équipe, per portarn ai giovani il mes-
saggio del Yan~elo, della carità.
« La scuola - rileva - può essere uno stru·
mento di apostolato, se ,•iene usa10 bc1ui. Ma con
ei;sa si raggiwigono troppo pochi giovani, una mino•
ranza di privilt•gia1 i. Come si può raggiungere
la massa dei gio,ani che frc,1uc ntano le ~cuole
statali, dei giovani cbe lavorano? Gli Oratori sono
~empre campi \\'alidissimi cli apostolato, ma vanno
ripensa ti e ris trull urati. Come'! E cco i problemi
da risolvere ».
Don Ter Schuro ricorda alcune coraggiose forme
<li apostolato che ha incontrato nel suo viaggio:
s tudenti di teologia d1e tentano approcci con i
taulo discussi « Blousons noirs », e con i « barboni »,
in mezzo ai quali toi inlrufolano per eompr rnderli
e aiut.arli, perchè anclt"essi hanno un'anima da
salvare. In una casa i,aJesia:na hanno aperto una
curiosa officina di riparazioni per motocicli, una
tipecie di self sertJice in cui i ragaz:r.i ron minima
s pesa trovano i pezzi di ricambio, si aggiusta110 il
motorino e iutanlo nasce il contatto tra due mondi
prima sconosciuti.
Don T er Schure parla già bene l'italiano, ma su
un argomento si mos tra reticente: riguardo i Paesi
d'oltre cortina.
Des crive però volentieri Benino Es t , roi,ì come
è apparsa ai s uoi occhi. l salesiani. vi tengono ùn
pensionato universitario, forse l'urlico cal tolico in
tutta la Gcrmaoia. Dice: « Mi ha colpito molto la
diversità fra le due Berlino. Diversità che si nota
già alla frontiera, quando si e,-ibiscono i docu•
menti. I miei sono stati girati e rigirati. Mi hanno
lirato fuori ogni sorta di pretes ti e cavilli. e ce
15

2.8 Page 18

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n'è volulo prima che potessi entrare. Subito oltre
la Porla di Bra1,deburgo s'incontra qualche palazzo
nuovo, ma più avanti sembra di essere tornati
nella Berlino del tempo d.i guerra. È una città
morta. Ci sono a1Lcora macerie. Poche luci. Niente
insegne luminose. Auto vecchie, impossibile tro-
vare modelli recenti. La polizia è arrogante come
quella dj Hitler che avevo conosciuto irl Olanda.
La vita è molto cara. Il nostro pensionato è
povero, ma i giovanotti che ospita ne sono con•
tenti perchè hanno una cameretta individuale per
studiare tranquilli. Sono tutti hravi ragazzi. ma i
salesiani devono muoversi con la massima circo-
spezione ».
Don Ter Schme, lo ,;i vede, avrebbe tante altre
cose da aggiungere, ma anche Lui si muove con la
massima circospezione...
Don Segarra accenna alla difficoltà per i salesiani
dell'America Latina ru raggiungere le masse ster-
minate dei giovani. Quasi il 70% della popolazione
Ìl al di i;otto dei 25 anni. Il Nuoro Mondo è
un mondo di giovani. Possiederà qu.esto m,ondo clii
conquisterà i suoi gio·ua.ni.
« Le diJiicoltà sono molte - prollegue don Se-
garra - soprattutto nel Centro America. La na-
tura si è sbizzarrita a costruirvi paesaggi stupendi,
ma quel territorio è frazionato in piccoli Stati
con molte cliflicoltà economiche. Anche qui il
c·ristianesim.o deve metlere radici più profonde.
Le vocazioni scarseggiano, e su questo pw1to
si concenlrano gli sfor~ della Congregazione: si
costruiscono Case di formazione moderne e con-
fortevoli.
« Le Antille - prosegue don Segarra ripercor•
rendo mentalmente il suo itinerario - sono l'Ispet•
toria salesiana più provata. Bastano ,due nomi:
Cuha e Santo Domingo. A Cuha sono rimasti un-
dici confratelli, in quattro pa.rroccùie. Ora si sta
verificando un certo disgelo, e for»e altTi confra-
telli potranno raggiungerli. La burrasca del castri-
smo ba avuto per reazione i suoi aspetti positiYi:
si nota a Cuba un iSOrprendente risveglio del cri-
stianesimo.
« A Santo Domingo invece il momento è ancora
hrnuo. Quando vi giunsi, uno ~ciope·ro grnerale
bloccava la città. Si temeva un cataclisma, poi
per fort1u1a capitò nulla. I.a Lcn~ione è forte ma i
confratelli ci si sono abituali e lavorano rego•
larmente ».
Don Segarra all.arga le sue considerazioni. « Penso
che nei prossimi anni, a cau.~a del forte incremen.to
Un altro menlbro del Cousiglfo Superiorn, don Isi-
doro Scgnrra, ha visitato la Penisola Iberica, il
Messico, il Centro America, le Antille.
« Il grande problema della Spagna e ùel Portogallo
- dice - è di dare 1nofondità al cristianesimo.
Il popolo è radicalmente erislia110: nessuno riuscirà
a separarlo da Cristo (lo si è visto nella persecu -
zione spagnola); ma a volte vive il cristianesimo
in superficie.
« Anche in Messico - aggitrnge dou Segarra -
i;i na una situazione analoga. È un Paese all'ava11-
guardia. Da :?5 anui ha pace e realizza co11 rego·
larità i suoi piani economici. Il suo cristianei,imo è
uscito tempralo dalla pe-i:sccuzione. Le leggi ostili
alla Chiesa esistono ancora, mà Lh pratica non
vengouo applicate. l salesi:rni aumeulano di nume ro
vert1g111osamcnte: 17 confratelli nel 1942, oggi
oltre 500. Tra quinùi<'i anrti, di questo pa~so, i
salesiani arriveranno a 2()00. U Paese l1a bisogno
di opere sociali, e i salesiani fanno del loro
ru meglio per fornirgliene sempre più efficienti».
delle 110.scite, il cristi,a,iesimo sposterà il suo rentro
geografico nell'America Latina. si trorerà il mag-
gior numero di cattolici. Ora noi salesiani in Amt>rica
siamo la Congregazione cou maggior numero di
membri: di qui la nostra enorme .responsabilità.
1n un continente giovane, una Con.gregazioTLe per
l'cipostolato gi.nvanile.
« Sono giovani buoni, quelli de!JlAmerica Latina.
Quelli dc-ll'Europa hanno dietro di sè esperienze
enormi, $0no ~maliziati. Al giovane Ialino-americano
si puù forse rimproverare un p o' di lihertà morale,
ma clove è seriamente impegnato risponde be11e.
È diSJ)Osto ad accettare il cristianesimo senza mezze
mfaure.
« Ma come comprendere questi giovani? Hisogna
g uardar(' a] futuro. Oggi la settimana corta lascia
d1te giorni di libertà su sette. Tra qualche tempo
i giorni liberi saliranno a Lre. li tempo lihero ac-
qui,,ta un'importanza sempre maggiore. Percliè
Don Bosco nnn potrebbe essere il santo del tempo
libero? A pensarci bene, lo è stato, c tocca a noi,
liUoi figli, far che contÌllui a esserlo ».
16

2.9 Page 19

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Don Ernesto Giovannini e don Pietro G-arnero
hanno visitato il resto dell'America Latina. Don Gio-
vannini è stato in Uruguay, Argentina, Cile, Perù,
Ecuador. « Sono Paesi a economia prevalente-
mente agricola - dice - e s ulla strada dell'indu-
strializzazione. C'è una gioventù immensa da rag-
giungere. Occorrono scuole agrarie e professionali.
Ce ne sono già, ma non bastano.
« La scuola salesiana del Manga, in Uru.,,uuay,
licenzia periti abrrari in parte notevole assunti dal
governo come " assistenti agricoli regionali": pos-
sono svolger e buona opeTa di penetrazione. In
Cile ci sono sei scuole agricole e sei professionali.
Il Perù vanta la casa salesiana più alta del mondo,
quella di Puno, a quasi 4000 metri ».
Ogni nome, ogni località, per don Giovannini si
arricchisce di cose, di figure, di problemi. Soprat-
tutto problemi. « Per esempio - dice - il per-
sonale scarseggia. L'Argentina ha cinque ispettorie,
e non bastano. Ha costruito molte case di for-
mazione, che sono piene di giovani e di speranze:
forzo vive che saranno ingaggiate nella lotta per
la fede tra quindici anni. Tra quindici anni: mentre
le situazioni vanno affrontate subito.
« Intanto i comunisti non dormono. Poco tempo
fa, in Perù, fu scoperto un deposito di armi moderne,
provenienti da Cuba (sembra), scaricate in un
aeroporto clandestino tra i monti. L'esercito fece
irruzione pochi giorni prima che l'insurrezione
scoppiasse. Caddero centinaia di morti da una
parte e dall'altra, e alla fine l'esercito ebbe la meglio.
E se non se ne fossero accorti in tempo?
· « Occorrono scuole agricole - conclude don Gio-
vannini - perchè sono Paesi a economia pre-
valentemente agricola. E occorrono scuole pro-
fessionali perchè si stanno industrializzando. Ma
scuole continuamente rinnovate, per aggiornarle al
progresso tecnico che non si ferma, anzi accelera
il passo».
Brasile, Pa.raguay, Bol1'.via, Colombia, Venezuela:
ecco i Paesi visitati da don Gal'ncro. Un -viaggio
di 35.000 chilometri (poco più, ed è iJ giro del
mondo).
« In Sucl America - dice don Garnero - au-
mento vertiginoso della popolazione e aum~nto
quasi insignificante del clero costituiscono j termini
del grave problema religioso: la fede è in pericolo
per mancanza di sacerdoti ».
Anche don Garnero mette in evidenza la parti-
colare responsabilità dei salesiani in Sud America.
« Sono la Congregazione più numerosa, hanno molti
vescovi (29), lavorano per le classi più umili e più
esposte al pericolo di smarrire la fede.
« I collegi sono zeppi di ragazzi (a San Paolo
del Brasile un nostro liceo ha 2500 alunni). Ma
l'apostolato salesiano non si ferma lì. Si tengono
molte parrocchie, organizzazioni catechistiche, cap-
pellanie nelle caserm e, nelle carceri, nei riformatori.
Si organizzano missioni volanti. Si lavora nel campo
della stampa. Nel Paraguay funzionano oratori molto
efficienti (si direbbe che quei salesiani abbiano l'i!>tinto
dell'oratorio). In Bolivia autorità e privati ricer•
cano la nostra opera: il governo ha donato la scuola
agraria di Muyurina nuova di zecca, che quest'anno
licenzia i primi baccellieri; il « re dello stagno »
Antenor Patino ha costruito un'altra scuola agra-
ria per ragazzi poveri, specialmente indi, e l'ha
donata. In Colombia svolgiamo intenso aposto-
lato sociale. In Venezuela le compagnie petroli-
fere, che estraggono tre milioni ·e mezzo di barili
di petrolio al giorno, vogliono i salesiani a prendersi
cura dei figli dei loro dipendenti. La compagnia
Créole ci ha affidato due collegi, uno maschile e
uno femminile, per 2000 ragazzi. La Shell sta
costruenclo una scuola agraria con 500 ettari di
terreno e 300 posti gratuiti.
« Si lavora - conclude don G-arnero - si fa
tutto quel che si può. Poi ci si guarda attorno,
e si vede che rimane ancora tanto da fare... ».
17

2.10 Page 20

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Don Bernardo Tohill, ha davvero compiuto il
giro del mondo, zigzagando lungo l'equatore. Ha
toccato India, Thailandia, Vietnam, Hong Kong,
Corea, Giappone, Filippine, Aiistralia, Stati Uniti
e Inghilterra.
Viaggio pittoresco. Primo scalo nell'India povera
con ispettorie salesiane ben organizzate, scuole
stimate e molte opere ca.ritative. « Il nostro don Man-
tovani - racconta don Tohill - ha occupato un
pezzo di terreno senza il permesso del municipio,
vi ha costruito un ospedaletto e vi accoglie malati
e lebbrosi. Accoglie anche 300-400 ragazzi che
imparano a compitare. Non si preoccupa delle
autorità. Dice: " Quel che faccio io dovrebbe farlo
il governo. Ma non lo fa. D11nque... ". Ci sono molte
vocazioni; in India Sud il 90% dei confratelli sono
indiani».
Poi don Tohill passa in Thailandia. « Bangkok
non è più la Venezia dell'Oriente, perchè sta riem-
piendo i suoi canali e li trasforma in vie larghe e
comode. L'ultima sera che mi fermai, si festeggiava
il compleanno del re. Spettacolo fantastico: sem-
brava orchestrato dalla regìa di Walt Disney. In
camp o salesiano: nuove scuole, "illaggi di neofiti
che si costruiscono la chiesa, missionari che a tempo
perso allevano pitoni e imbalsamano animali stra-
nissimi.
Completamente diverso il Vietnam. L'aeroporto
di Saigon è in assetto di guerra. :8 enorme, e conti-
nuano ad allargarlo. Ha 39.000 atterraggi al mese,
più di mille al giorno. I cattolici dimostrano una
fede robusta e sono decisissimi a resistere al comu-
nismo. Nel silenzio . della notte si ode il cannone.
Notte e giorno i" jet" che atterrano e decollano la-
cerano gli orecchi. Mentre parlavo ai confratelli,
dovevo sovente interrompermi e lasciar passare il
"jet" prima di riprendere il discorso. A Saigon si
sono abituati al frastuono da un pezzo. C'è un"a
primavera di vocazioni. Il lavoro è febbrile. In Viet-
nam si gioca il destino dell'Oriente. Se gli Ameri•
cani capitolano, nessuno più ferma il comunismo.
Laggiù lo sanno, e agiscono di conseguenza ».
Poi don Tohill salta a Hong Kong. « Stiamo
aprendo la settima casa salesiana, con scuola media
e liceo. 7000 allievi in tutto, altri 5000 ragazzi negli
oratori. Le suore fanno altrettanto. I comunisti
cinesi hanno aperto grandi empori e vendono i
loro prodotti a basso costo. Lo fanno un po' per
propaganda e un po' per procurarsi moneta stra-
niera (devono pagare il grano acquistato in Canadà).
Peccato che questi magnifici empori non li aprano
anche oltre la cortina di bambù, in casa loro.
« Ho fatto una rapidissima puntata anche in
Corea, ma non ho potuto visitare nulla perchè il
freddo mi ha bloccato in casa: 25° sotto zero. In
Giappone ho sostato a pregare sulla'. tomba di
monsignor Cimaui Nelle Filippine ho visitato un
« Centro cattolico » unico nel suo genere, quasi
ultimato; c'è di tutto: dalla banca all'ufficio viaggi,
alle piscine. Per la prima volta sono stato in Au-
stralia, e mi sono rifatto del freddo della Corea:
c'erano più di 400 all'ombra. Una scintilla in un
bosco avrebbe procurato un disastro. La radio
non si stancava di ripetere questa disposizione della
polizia: " Chi viene sorprei.o ad accendere fuochi
all'aperto sarà punito con multa di •200 sterline
(300.000 lire) e sei mesi di reclusione". Sono poi
passato negli Stati Uniti: 18.000 allievi, 110.000
iscritti nei " Clubs Domenico Savio ", molte vocazioni.
In Inghilterra case nuove e case che si rinnovano.
« Dovunque - conclude don Tohill - ho tro-
vato un vivace risveglio liturgico. La gente parte•
cipa alla nuova liturgia con simpatia e con fervore.
È senz'altro il frutto più appariscente del Concilio.
Quanto al mondo salesiano, si sente un bisogno
estremo di personale. Non basta. I vescovi missio-
nari chiedono, gli ispettori chiedono, sia quelli
che hanno poche vocazioni che quelli che ne hanno
molte».
Don Tohill chiude il dossier del suo viaggio. Ogni
fascicolo un Paese, a volte un Continente, situazioni,
uomini che lottano e che sperano.
I cinque consiglieri tornati dai loro viaggi hanno
nel dossier le speranze, le inquietudini, i desideri
e la volontà della Congregazione, volontà di colla-
borare, nel suo piccolo, a risolvere i problemi della
Chiesa nel mondo. « Per una goccia che cade - diceva
Pascal - è tutto l'oceano che si solleva».
18

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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La città di Firenze ha un po•
sto eminente nella vita di Don
Bosco. Fu tra le prime città
d'Italia ad amare Don Bosco e
a interessarsi delle sue opere.
Il nostro santo Fondatore go·
dette della carità di insigni bene•
fattrici fiorentine prima ancora
che ne potesse fare la conoscenza
personale. Quando, cento anni fa,
potè :finalmente soddisfare con la
sua visita il desiderio dell'Arci-
vescovo, di distinte personalità
del clero e del laicato, delle gc•
ncrose dame che già gli porta·
vano tanta venerazione, si legò i
cuori per se=pre; e legòil suo cuore
con benedizioni e prodigi, anche
straordinari, alla Città del Fiore.
A Firenze Don Bosco foiziò
pure quella delicata missione di-
plomatica tra L'Italia e la Santa
Sede che doveva riportarvelo più
volte negli anni seguenti. A Fi-
renze potè infine stabilire l'opera
sua che, attraverso difficoltà pro-
trattesi nel tempo, realizza oggi
il suo benefico sviluppo.
Per tutte queste ragioni la
città di Firenze ha voluto dare
carattere ufficiale alla celebra-
zione del centenario del primo sog-
gforno fiorentino del San1.o.
Riportiamo dal Giornale del
Mattino del 20 dicembre scorso:
« Nel quadro delle manifesta•
zioni svoltesi ieri nella nostra
città in ricorrenza del primo cen·
tenario della venuta di San Gio-
vanni Bosco a Firenze, l'on. Oscar
Luigi Scalfaro ha tenuto in Pa-
lazzo Vecchio la commemora•
zione ufficiale dell'avvenimento.
.Alla cerimonia erano, fra gli
altri, presenti il cardinale arci•
vescovo Florit, il prefetto, Ecc.
Prosperi Valenti, il commissario
prefettizio clottor Monarca, il vice·
questore dottor Anania, i parla-
mentari Nannini e Vedovato, e
don Ricceri, rettor maggiore dei
Salesiani e sesto successore di
Don Bosco.
Quella dell'on. Scalfaro è stata
una commemorazione calda, sim-
patica, _piena di spunti e di aned-
doti di una estrema freschezza.
"La città di Fu-enze ha avuto
un posto di grande importanza
- ha iniziato l'oratore - nella
vita di Don Bosco. Già prima
della sua venuta in questa città
la sua fama era giunta in To-
scana e molti benefattori gli in-
viavano aiuti sostanziosi per i
suoi raga:t.zi. Nell'autunno del
1865 il Santo decise di venire
nella nuova capitale d'Italia. Non
era spinto da altro interesse che
quello di vendere biglietti di u:na
lotteria di heneficenza per la co-
struzione del Santuario alla Ma•
donna a Torino, di cercare abbo·
nati a Letture Cattoliche, di tro-
vare nuovi benefaLtori che lo
aiutassero nella sua gram,liosa,
anche se condotta con la mas-
sima modestia, opera".
L'onorevole Scalfaro ha quindi
proseguito:
"Don Bosco non ha lasciato
un diario t.l.i quelle sue giornate
trascorse a Firenze, ma si cono-
scono molti particolari della sua
permanen:t.a. Un bambino gra-
vemente malato, in punto di
morte addirittura, viene visitato
dal Santo e guarisce immediata-
mente. Si grida al miracolo e la
gente si stringe ancor più attorno
all"'Apostolo dei ragazzi". Le fa.
miglie più ricche della città lo
vogliono come ospite. Rifiuta con
gentilezza e con la modestia che lo
contraddistinguono: gli sono suffi•
cienti"illetto,ilpanee la minestra"
che l'Arcivescovo gli ha promesso.
Giunge presto il giorno della
partenza.
- Si fermi, signor Don Bosco -
gli dice una signora.
- I miei giovani mi aspettano,
bisogna che li provveda di pane,
e se io non =i do da fare non
avranno da mangiare.
La donna gli offri diecimila lire
per i "suoi giovani", e il Santo
rimase qualche altro giorno."
(La famiglia benefattrice era la
marchesa Isabella G-erini, prozìa
del sen. Alessandro Gerini, fon-
datore della grandiosa Opera "Te-
resa Gcrini" di Ponte Mammolo
in Roma].
19

3.2 Page 22

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Concludendo la sua rievoca•
zione, l'on. Scalfaro ha detto:
"La figura di Don Bosco as-
sume maggior vivezza oggigiorno,
proprio per il suo contrru;to evi-
dente con la vita del mondo at-
Luule. Fu un povero con la P maiu-
scola e uou si vergognò di ele-
mosinare per i suoi poveri, per
In sua chiesa, per i suoi ragazzi.
E questa sua povertà fu per lui
origine e motivo di serenità, ra•
gione per la sua fiducia estrema
nella Provvidenza divina. Ed è
tanto JJiù degno cli ammirazione
e di rispetto proprio perchè non
trovò le cose facili, ngl in mezzo
all'incomprensione e trovò sulla
sua strada un'infinità cli osta-
coH. che riuscì a i;uperarc grazie
alla sua grande fede".
Al termine della commemora-
zione, il cardinale arcivescovo
S1ia Eminenza Florit lta rivolto
al parlamentare alclifle parole di
vivo ringraziamento per la sua
brillante e appassionata rievoca-
zione, e ha quindi impartito agli
intervenuti alla cerimonia la sua
benedizione».
Succeb1>ivamentc in S. Firenze.
chiesa precliletta da Don Boscu
perchè ivi c'era un suo grandl·
amico, il P. Metti dei Filippirù,
si svolse una concelebrazione te-
nuta dal VescOYO ausiliare mons.
Bianchi coi direttori ,;alesiaui
della Toscana. Alla concelebra•
zione assistevano i Cooperatori e
gli Exallievi. salesiani. ella se-
rata il Rettor Maggiore celebrò
la santa Messa nella nostra par•
roechia della Sacra FamigUa. Vi
a('corse in massa la popolaziouc,
che volle onorare Don Uosco nel
suo successore. ci pomeriggio
gli Exallievi a,·cvano tenuto il
loro consiglio regionale, onorato
dalla pre..enza di don filcce.ri e
dei v icepresidenti nazionali on.
C-atta e prof. Angelirti. In pre-
cedenza erano stati intcri,~sati gli
Educatori con una conferenza su
"La prospettiva educativa di Don
Bosco e la sua attualità", tenuta
dal nostro don Giuseppe Cemmel·
laro del Pontificio Ateneo Salesiano.
Firenze Sua Eminenza Il Cardinale Fiorii
chiude la commemorazione centenaria
In onore dl Don Bosco
A Plllauo Vecchio,
mentre l'onorevole Scalfaro commemora
Il centenario delle prima visita
di Don Bosco alla C!tlà del Flore
20

3.3 Page 23

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NEL MONDO
SALESIANO
Sotto la presidenza del rev.mo don Gae-
tano Scrivo, consigliere generale per la pa-
storale giovanile, si è svolto, nei giorni 27-29
dicembre 1965 nell'Istituto S. Zeno di Ve-
rona, sede di un attrezzato Centro di forma-
zione professionale e di un Istituto tecnico,
un convegno al quale hanno partecipato
120 aalesiani insegnanti nelle scuole profes-
sionali del settore meccanico, provenienti
dall'Italia, Spagna, Francia e Belgio.
Finalità del convegno: aggiornamento di-
dat~tico degli insegnanLi, scambio di espe-
rienze a raggio europeo, formulazione di
orientamenti didattici comuni.
Numerosi confratelli e graditissimi ospiti
(citiamo il sen. Limoni della commissione
della pubblica istruzione al Senato, il dott.
Vivenza direttore dell'ufficio provinciale del
lavoro di Verona, l'ing. Ricci direttore della
scuola aziendale Pirelli, il dott. Daverio am-
ministratore delegato della ditta Grazioli,
l'ing. Gentil direttore della scuola professio-
nale svizzera di Le Locle) si sono succeduti
al tavolo degli oratori per parlare sui seguenti
argomenti: problemi della scuola e prospet•
tive della formazione profei;sionale in Italia,
scuole aziendali, collaborazio:ne scuola-indu-
stria, sussidi didattici (preparati dall'Ufficio
Tecnico Centrale) per tornitori e per &esa-
tori, princìpi didattici fondamentali che deb-
bono ispirare una scuola meccanica moderna
per una qualificazione polivalente, capola-
vori d'esame, progettazione e funzionamento
di una scuola di meccanica, comunicazioni
dei rappresentanti esterL
Torino • Nella Basilica di Maria Ausiliatrice Il 23 gennaio scorso mons. Carlo
Maccarl, Arcivescovo-Vescovo di Mondovl, ha tenuto al Cooperatori Salesiani di
Torino la prima Conferenza annuale Intrattenendoli sul tema "I laici nella storia
della Chiesa" ed esortandoli a prendere viva coscienza della loro vocazione al-
l'apostolato, che deve essere Illuminante, vivificante, unificatrice e docile alla
gerarchia. Mons. Maccarl ha poi voluto assistere, accanto al Rettor Maggiore,
all'omaggio famlllare del Cooperatori al Salesiani e del Salesiani al Cooperatori
Verona Al convegno
di aggiornamento
delle scuole professionali salesiane
21

3.4 Page 24

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Nel Tempio di Maria Ausiliatrice in Roma,
Sua Eminenza il Cardinale Luigi Traglia,
Vicario Generale di Su_a Santità, per mandato
del Capitolo Vaticano, ha incoronato la statua
della Madonna Ausiliatrice con corone d'o,ro
benedette in precedenza dal Santo Padre.
L'Em.mo Presule ha fatto ingresso nel
Tempio preceduto da oltre 50 Vescovi in pi-
viale e mitra bianca, nonchè da tre hamhini
recanti, su cuscini di velluto cremisi, le due
corone e lo scettro, dono dei fedeli.
Il parroco, don Giuseppe Piemontese SDB,
ha dato lettura del Decreto con il quale il
Capitolo Vaticano dava mandato all'Em.mo
Card. Luigi Traglia di incoronare la statua
della Madonna Ausiliatrice in nome del Ca-
pitolo medesimo. Successivamente Sua Emi-
nenza ha parlato della Madonna "Ausilio de.i
cristiani", con particolare riferimento alla
spiccata devozione di Don Bosco alla Vergine
Santissima. Ha quindi ricordato come lo
stesso Don Bosco, nel 1887, celebrando la
Messa all'altare di Maria Ausiliatrice, nella
nuova chiesa del Sacro Cuore al Castro Pre-
torio, in Roma, piangesse per ben quindici
volte e poi, in sacrestia, parlando con don
Rua, colui che gli doveva succedere nella di-
rezione della grandiosa opera salesiana, pre-
dicesse l'erezione del Tempio a Maria Ausi-
liatrice al Tuscolano.
È seguito il rito della incoronazionè. Dopo
averle incensate, il Porporato ha posto le
corone sul capo del Bamhino Gesù e della
Madonna, tra gli scroscianti applausi degli
astanti, mentre dall'alto della cupola echeg-
giavano gli squilli delle tromhe d'argento.
T011 C Le Dame Patronesse Salesiane del
Comitato Centrale, il 18 dicembre scorso, nel
primo incontro ufficiale col nuovo Rettor
Maggiore, vollero rendergli un caloroso omag-
gio. Dopo la santa Messa, celebrata dal mis-
sionario don Badalotti del Rio Negro (Bra-
sile), si radunarono nel salone dove avevano
allestito una ricchissima mostra di oggetti e
paramenti sacri per le Missioni salesiane.
Il folto gruppo fu presentato al VI Succes-
sore di Don Bosco dalla Presidente Contessa
Bianca di Chiusano Parea. Dopo la :relazione
letta dalla Segretaria, il Rettor Maggiore
ringraziò dei doni ed esortò a continuare a
lavorare per le Missioni, ricordando che il
Concilio chiama tutti i cristiani ad essere in
qualche modo missionari con la Chiesa.
22

3.5 Page 25

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IN BREVE
ITALIA
Scuola statale
intitolata a Don Bosco
Per iniziativa del Pre~ide e del Con•
siglio scolastico, la Scuola media sta-
tale di Troina (Enna) è stata intitolata
a San Giovanni Bosco. Un'immagine
del Santo ò stata collocata nell'aula
magna e nn'altra nel corridoio dove gli
allievi trasconono i periodi di intervallo.
In occasione della festa di Don Bosco
un opuscoleUo contenente una breve
biografia del Santo è stato distribuito in
dono ai ragazzi perchè possano cono·
scere meglio il Patrono della loro Scuola.
Un giard,ino iHtitolato
a San Donteuico Savio
Ai numerosi istituti, chiese, scuole, vie
intitolate a San Domenico Savio si è
aggiunto 1111 giardino pubblico, frequen•
tato da frotte di ragazzi e di bambini.
La Giunta municipale di Torino, con re-
centi delibere, mentre ha .intitolato vie
e piazze a personaggi particolarmente
benemeriti, come ai Sindaci torinesi re-
centemente scomparsi, avv. Peyron e
ing. Anselmetti, ha pure dedicato un
giardino pubblico a San Domenico Savio,
"coal benemerito della capitale subalpina,
che egli onora con la fama della sua san-
tità riconosciuta dalla Chiesa e diffusa in
tutto il mondo ".
ECUADOR
Attività
dell'« Editorial Don Bosco »
Notevole contrihuto alla cultu.ra e
vero apostolato svolge la "Editoria! Don
Bosco" di Cuenca (Ecuador). .Apprez-
zate e adottate in sempre più largo scala
sono le s_ue edizioni scolneticbe. Novità
sono quest'anno i testi preparati per gli
istituti tecnici e redatti dn salesiani.
Nel settore specifico della formazione
morale, i lihri di dottrina cristiana e di
storia sacra hanno avuto tiratw:e che
vanno alle centinaia di migliaia di copie.
IDtimamcn te le "Editrice Don Bosco"
ha messo in circolazione la Bibbie illu•
strato in trenta piccoli album. Due in-
teressanti e utili novità sono pure i
grandi cartelloni biblici e le fìhuine sco•
lastiche, catechistiche e vocazionali.
HONG KONG
Le SUf)Te Antiunciab·ici
del Signore in festa
Le suore della Congregazione delle An-
nunciatrici del Signore, fondate dal
aervo di Dio mons. Luigi Vei:siglia nella
diocesi di Shlu Chow (Cina), banno fe-
steggiato il 25• di professione religiosa
della superiora mo.r Maria Cbeung. Ce-
lebrò la Messa l'ispettore don Massi-
mino. Nel pomeriggio il venerando sale-
siano don Galdino Bardelli, di 82 anni,
ricordò il battesimo da lui amministrato
niln Superio-.:a e rievocò le origini della
Congregazione, che oggi svolge la sua
opera anche nel lebbrosario delle isole
Colonne a l,lacao. Don Bardelli cele-
brava in quei giorni il 60• della sua
professione religiosa.
PERÙ
B.:icorclato u n g1-ande Vescovo
sulesinno
La diocesi di Piuro nel Perù ha ce•
lehrato il 25° anniversario della sua ere-
zione. In quell'occasione è stata rievo-
cata la figura di mons. Fortunato Chi-
richigno, che ne Iu il primo vescovo e
governò la diocesi per L4 a.uni. Egli si
era proposto due mete: creare il semi•
nacio vescovi.le, edificare la cattedrale.
L'opera pastorale svolta da mons. Chi-
riohigno ha il suo suggello nell'affetto e
nella gratitudine che gli serha tutta la
popolazione e in modo speciale il clero.
Una via è intitoJata a mons. Chiriehigno.
Nel municipio un suo grande ritratto
è stato collocato fra le persone più no•
tevoli della regione e della città.
POLONIA
La consncrazione Mariana
dei « m.illennto »
La P olonia si appresta a celebrare so-
lennemente il suo Millennio di Cristia-
nesimo, portatovi da San Metodio e più
tardi, nel 966·, col battesimo del re Mies-
zko I, introdotto ufficialmente nella na•
zione. Al termine della grande "Novena
del Millennio", durata nove anni, si
sono suaseguite straordinarie iniziative,
_promoss,, dall'Episcopato Polacco. T.rn
queste, sul monte Chiavo di Czesto-
chowa, la consacrazione di tutti gli Isti-
tuti Religiosi femminili alla « materna
schiaviJù della Madre della Chiesa, per
la libertà della Chiesa nd mondo intero ».
Le Figlie di Maria Ausiliatrice vi pre•
sero parte con particolare compiacenza
perchè la Madonna di Czestochowa, Re-
gina di Polonia, è anche onorata sotto
il titolo di "Virga Auxiliairix".
STATI UNITI
Per i " leade-,·s" cattolici
di dmnani
Mille giovani appartenenti a cento
scuole dell'archidiocesi <li Los Angeles
(Stati Uniti) si sono radunati nella
Scuola Tecnica Don Bosco di South
San Gabriel per il 10° Convegno Gio•
vauile. Questo convegno ha luogo 'ogni
anno nello stesso tempo della conferenza
sull'infanzia e gioventù che si tiene allo
Casa Bianca. Scopo di questo "Sale,ian
Youth Forum" è di coltivare il terreno
dove vie.ne gettato il seme che dovrà
dare .i leaders cattolici <li domani. Per
questo i giovani invitati a parteciparvi
"\\<engono scelti tra i migliori.
UGANDA
Una Associazio1ie Ea:allievi
In Uganda non ci sono fondazioni sa-
lesiane. ma un buon groppo di sLudenti
dell'Univei:sitù di Kampalo, pròvenienti
dall'Uganda, dal Kenia, dall'Europa e
dall'India, hanno fatto le Scuole medie
presso i salesiani. Essi recentemente
hanno voluto riunirsi in .Associazione
Exallievi, e tennero la loro prima rin•
nione plenaria con la Santo Messa nella
festa di San Giovanni Bosco.
VIETNAM
T.,a 1Ua<ionna Pelleg·rinn
t&el tormentato Vietnam
La statua della Madonna di Fatima,
benedetta dal santo Padre, ricevette il
primo fervidissimo omaggio di migliaia
di fedeli i,ella cattedrale di S~on. Poi
passò nell'istituto salesiano di Go Vap,
dove il direttore consacrò alla Vergine
di Fatima l'opera salesiana del Viet-
n am, che conto quattro case. Da Go
Vap la Madonna Pellegrino fu portata
alla città di Tam Ha, nella chiesa par·
rocchiale. Malgrado l'ora calda, nessuno
era rimasto a casa, neppure i vecchi,
lieti di onorare la Madonna di Fatima,
che nel Vietnam è veneratissima. Dalla
parrocchia In statua paasò all'aspiran-
tato delle Figlie di Maria Auailiatrice e
al piccolo aspiraotato salesiano di T.hn
Due. Questa visita fu per tutti nuovo
motivo di speranza e di conforto nelle
angustie e nei pericoli dell'oro.
23

3.6 Page 26

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Ora ha superato i 75 anni e
le sue mani sono stanche di
maneggiare i mattoni, la cazzuola
e il filo a piombo, ma non per
questo rimangono inoperose. Si
chiama Santi Mantarro e nella
"casa dd Padre" fa il muratore,
sempre pronto dove c'è una chiesa
da costruire o un muro da met-
tere in piedi. È uno di quei rari
uomini niente parole e tutto fatti
che il buon Dio ogni tanto manda
in terra perchè insegnino agli
altri come si devono usare le
cose di quaggiù per farne una
scala e arrivare lassù.
Il coadiutore Santi era nato in
un villaggetto della Sicilia dal
curioso nome di San Fratello,
e forse Il sarebbe anche morto,
se un giorno non ci fosse capitato
durante una delle sue numerose
peregrinazioni apostoliche il quasi
leggendario salesiano don Fasulo.
Don Fasulo era solito parlare
con fervore pentecostale, e la
sua predica a San Fratello in-
cantò il giovane Santi che decise
di farsi coadiutore salesiano.
Ma condurre a termine l'anno
di noviziato fu per lui impresa
più difficile che costruire un pa-
lazzo. Infatti era appena entrato
nella casa di formazione di San
Gregorio, e dovette lasciarla per
il servizio militare. Dopo due
anni di ferma ritornò a San Gre-
gorio, ma di nuovo dovette ve-
stire il grigio-verde perchè era
scoppiata la guerra di Libia.
Quando fu congedato ritornò a
San Gregorio per fare il suo novi-
ziato, ma non gli lasciarono finire
l'anno e lo rimisero in divisa
perchè c'era la prima guerra
mondiale. Anche quella finl e
Santi, assolti fino all'ultimo i suoi
doveri nel!'esercito della patria
terrestre, riusci finalmente a con-
cludere il suo noviziato e ad ar-
ruolarsi in servizio permanente
nell'esercito della patria celeste.
Sua specialità era fare il mu-
ratore, ma se la cavava bene
anche come cuoco, come maestro
di banda e insegnante di cate-
chismo all'oratorio. Quando partì
per le sospirate missioni, a San
Gregorio piansero la sua perdita.
Monsignor Mathias, vescovo in
Assam, fu invece ben felice di
averlo tra i suoi e lo mandò
subito a costruire una chiesa a
trenta chilometri da Shillong.
Una comoda strada carrozzabile
passa ora non lontana da quella
chiesa, ma allora la strada non
esisteva neppure in progetto. Tutto
il materiale edilizio fu trasportato
a dorso di mulo, attraverso la
foresta. Santi e un gruppetto di
indigeni ai suoi ordini fecero
tutto il resto, anche i mattoni.
Monsignor Mathias gli aveva re-
galato una forma speciale per
cuocere blocchi da costruzione.
La si riempiva a mano e la si
pressava a forza di braccia. A
uno a uno nacquero i blocchi
che ora formano una bella chiesa
a tre navate, dedicata a santa
Teresa del Bambino Gesù. Oc-
corsero tre anni per costruirla,
e per molti altri anni rimase
l'unico edificio in muratura di
quella regione.
Intanto a Shillong era successo
il disastro: il fuoco aveva distrutto
"" Sl)nli Mantarro
davanti alla prima chiesa
da lul costruita
~ Jow11 (Assam - India)
la cattedrale di monsignor Ma-
thias. A pensarci bene, i danni
materiali non erano molti, perchè
era bruciato soltanto un po' di
legname; ma quel poco legname
era tutta la cattedrale di mon-
signor :.\\llathias. Un ingegnere
tracciò il progetto di una nuova
cattedrale in muratura, e Santi,
col suo gruppetto di indigeni,
di nuovo fece tutto il resto.
A monsignor Mathias occorreva
anche uno studentato teologico,
e Santi lo costruì. E poi altre
chiese e altre case. Capitò anche
nella località più piovosa del
mondo, la famosa Cerrapungi, e vi
lasciò una chiesa con la sua finna.
Questo muratore della "casa
del Padre" un brutto giorno sentì
che qualcosa dentro di lui non
funzionava più a dovere. Lo
fecero visitare e risu.ltò che il
cancro gli rodeva un polmone.
Tutti dicevano che per lui era
la fine, ma Santi non Ja pensava
cosi. Lasciò ai medici in sala
operatoria il suo polmone intac-
cato, e con il polmone buono
ritornò al suo lavoro.
Ora il bravo Santi, con i suoi
75 anni suonati, ha il fiato un
po' corto, ma che importa ? Quan-
do termina la sua giornata lavo-
rativa non si ritira in camera sua
a curarsi gli acciacchi ma dedica
la serata all'oratorio; vi organizza
le associazioni e dirige la banda.
Gli hanno proposto di tornare in
Italia per riposarsi, ma non ha
accettato. Sente che dovunque è
"casa del Padre", e dovunque ci
sono muri da costruire e pareti
incrinate da rinforzare.
24

3.7 Page 27

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Oggi la diocesi di Guaranda
è una delle tante diocesi ben avviate
della Chiesa In Ecuador.
Otto anni fa mancava Il clero,
mancavano le chiese,
mancava l'episcopio
e mancavano anche I mezzi
per metterli su.
Il salesiano monsignor Candido Rada,
primo Vescovo di Guaranda,
ha trasformato
un semplice decreto
in una realtà di fede e di opere.
Undecreto, con tanto di
fume e bolli e ciiralacca, può tri•
gert· sulla carta geografica una
diocesi nuova. )la la diocesi vt>ra
rcsla da fare. T 170.000 ecuado-
riani che il 20 dicembre 1957
, tnnero !!laccati dalla diocet-i di
Riobainha per formare la dio•
cl'i-i nuova di Guaranda, quel
giorno neppure se ne avvidero.
Fu necCl,HBrio che qualrurto mon-
ta,-i-c la loro diocesi pezzo per
pezzo, che la i11ventas1;c di ~a na
pianta. Oggi. a 1futamm tli Otto
anni. i 170.000 ecuadoriani che
vivono all'ombra del Chimho-
rai:o incappucciato di oevi, sen•
tono che è pa"'~ato sulle loro
lcrre qualcosa come u na p rima•
v~•ra insperata: l'ha portata mon•
~il!;nOr Candido Rada, il primo
Vescovo cli Guaranda.
PRIMA
: E DOPO
Qua11do giunse a Guai:anda,
monsignor Rada trovò la chfosa
cat1edrale senza pavimento e do-
vette cercarsi un alloggio a pi·
gione perchè la residenza vrsco-
vilc semplicemente non esisteva.
Ora ha un edificio d'angol o sulln
piazza principale, con tre p ia ni
in architettura moderna. Al primo
piano ha collocato la libreria
cattolica e, accunto, la tipogr afia
ddJa dioct>,ci che i,forna un i,ellÌ·
manale. Al secondo piano ha
messo la s tazione radio-cmittcntr
che, obbedendo agli ordini di
Ce1:1ù Cristo, proclan1a "sopra i
letti'. le ,·erità del Vangelo.
Arrivando, monsignor Rada
trovò 12 sacerdoti e 26 suore in
tutto. Ora ba 43 sacerdoti e
11O suore. Tro, ò uno studente
Ji teologia, uno di filoso6a e
14 seminaristi minori. Ora ha
12 studenti in teologia, 9 in fì.
losofìa e 65 seminaris1 i minori in
25

3.8 Page 28

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un seminario nuovo costruito per
loro. Trovò nove parrocchie, e
oggi ne ha venti. Le associazioni
cattoliehe quasi non esistevano,
ora pullulano.
Un elenco,redatto l'anno scorso,
delle opere da lui realizzate o ini-
ziate, conta più di quaranta voci
come: parrocchie erette, chiese e
scuole costruite, terreni aoqui·
stati, strade aperte, opere sociali.
In tutte le parrocchie clella
diocesi, dopo ogni visita pasto•
rale, si abbattono muri vecchi,
si alzano pareti :nuove, si restau-
rano chiese, si rinnova la casa
parrocchiale, si avviano opere di
beneficenza, si fanno distribu-
zioni gratuite di latte in polvere,
farina, vestiti.
Ora il Vescovo può girare in
jeep tutta la sua diocesi. Due
difficoltà gli impedivano prima di
farlo: mancava la jeep e in molti
posti mancavano le strade. Ha
provveduto all'una e alle altre.
IL MOTORE
SI ~ MESSO
A GIRARE
Questo cumulo di opere si svi-
luppa secondo un piano preciso.
L'azione del Vescovo segue due di-
rettrici: l'educazione dei giovani e
la promozione sociale degli adulti.
Da autentico figlio di Don Bo-
sco, ha aperto scuole per i ra-
gazzi: otto scuole elementari, un
collegio e due istituti magistrali;
tre altre scuole secondarie sono
in costruzione.
Per gli adulti. Venti "Casse di
rispaunio" molto attive sottrag-
gono i "campesinos" alle grinfie
degli usurai che prima li sfrut-
tavano senza misericordia. Le
"Cooperative della casa" hanno
trasformato la fisionomia urbana
e risolto il problema dell'abita-
zione per decine e decine <li fa.
miglie. I miglioramenti ottenuti
nell'elettrifìcazion,e della regione
permettono già di impiantare le
prime timide industrie. La rete
stradale allaccia ora tutti i centTi
importanti e garantisce la circola-
zione di uomini, cose e idee. Gli
autoveicoli erano appena trenta
in tutta la diocesi, ora sono più
di quattrocento.
Create queste infrastrutture,
monsignor Rada si prefigge ora
la rieducazione degli adulti. Ha
dato vita a quattordici piccoli
laboratori di cucito forniti di
duecento macchine da cucire im-
portate dal Giappone. E soprat-
tutto ha dato vita a due "Centri
polivalenti" per la formazione
dei contadini e delle contadine.
Il Centro femminile funziona
già da alcuni anni, con ottimi
Tisultati. Vi si sono svolti già
sette corsi trimestrali, a ciascuno
dei quali hanno preso parte,
come interne, gratuitamente al-
loggiate, nna cinquantina di donne
tra i 18 e i 35 anni. Sotto la
guida delle suore e del personale
assegnato dal Governo, hanno
imparato economia domestica e
puericultura. Ogni parrocchia
della diocesi conta almeno una
dozzina di donne reduci dai corsi,
profondamente trasformate e cari-
cate moralmente, che agiscono come
il lievito nella massa e diventano
le migliori aiutanti dei parroci.
Il Centro per gli uomini è in
fase di costruzione e quasi ulti-
mato. Ingegneri agricoli e medici
inviati dal Governo terranno i
corsi. Finora questi dipendenti
statali svolgevano la loro opera
aggirandosi nei villaggi della cam-
pagna, ma senza raggiungere risul-
tati apprezzabili. Non potevano
influire efficacemente, e si scorag·
giavano. Lavorando al Centro,
non perderanno più il loro tempo.
Da duecento anni la chiesa di
Gu~anda era proprietaria di
diecimila ettari di terreno, com-
pletamente incolto. Era così ab-
bandonato, che un ente stava
per incameratlo e farlo suo. Mon-
signor Rada dovette far valere
i suoi buoni diritti, e quando
l'ebbe ottenuto lo frazionò in
tanti appezzamenti e li distrihui
a 450 famiglie. Fu un esempio.
Tre anni dopo, il governo pro-
gettava la riforma agraria per
l'abolizione del latifondo.
Occorre guaTdarle tutte insie-
me, con un solo colpo d'occhio,
queste iniziative. Strade, case,
chiese, scuole, Casse di risparmio,
cooperative, laboratori, stampa,
radio, elettricità, automobili e
autocarri. È tutto un agitarsi di
braccia, un formicolìo di uomini
e strumenti, un fervwroso darsi
da fare.
Monsignor Rada, alto, slan-
ciato, signorile, guarda attraverso
le lenti scintillanti degli occhiali
tutto questo movimento e - un
colpo allo sterzo, un colpo al
freno e un altro all'accelera•
tore - lo avvia verso i traguardi
religiosi e sociali che il Concilio
ha additato.
PRESE
IL CAPPELLO
IN MANO
Ma dove prende i mezzi, mon•
signor Rada, per realizzal:e tutte·
queste opere? Senza i mezzi non
la si inventa una diocesi, e far
saltare fuori i mezzi è appunto
una parte cl.ella sua invenzione.
Vendette le proprietà della
chiesa di Guaranda e raggranellò
qualcosa, ma pochino, perchè i
suoi "campesinos" erano poveri
e pagarono da poveri.
Prese il cappello in mano e si
mise a viaggiare. Le organizza-
zioni caritative americane ed eu-
ropee gli vennero incontro; al-
cuni cattolici benestanti si fe.
cero nn gruzzoletto di menti. rn
cielo scncendo le loro borse ri-
gonfie.
Il Governo gli mise a disposi-
zione molto macchinario per le
costruzioni (monsignor Rada col-
labora con il Governo, e il Go-
verno ha molta fiducia in lui).
La popolazione offrì quel ohe
aveva: le sue braccia.
C'era per esempio da costruire
il "Centro polivalente femminile".
Il primo giorno si presentarono
mille operai, giovani e volonte•
26

3.9 Page 29

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rosi. Se ne fece del lavoro, quel
giorno; e poi gli operai continua-
rono a venire, a turno.
C'era da costruire una strada
per riallacciare una parrocchia al
resto del mondo. Il Vescovo parlò
alla popolazione, cd ecco che a
turno venti uomini prestarono la
loro opera, 6.nchè la strada di
21 chilometri non fu compiuta.
Con un po' di acume, di tatto
e di buona volontà, i mezzi si
trovarono.
non la si vince con le distrihu-
zioni gratuite, ma insegnando
agli affamati a pescare. Questa
è la mia filosofia ».
Le scuole aperte, i centri so-
ciali in attività, i nuovi fondi
agricoli messi a lavorrudone, sono
Li a dimostrare che la sua filo-
sofia mette solide radici nel ter-
reno della sua diocesi.
TI bacillo del comunismo co-
minciava a contagiare i suoi fe.
deli. Ora il pericolo sembra scon-
risce mandarli a studiare al-
l'estero, soprattutto in Europa.
Ci sono 110n pochi vantaggi: Ri
preparano in paesi di profonda
tradizione crisùana, ritornando
in patria sono aureolati dal pre-
stigio che circonda chi è vissuto
all'estero, e durante gli studi
trovano con facilità buoni ve-
scovi che li ospitano gratis. Sono
vescovi italiani, svizzeri. al.lSlriaci,
francesi, che non hanno sacer•
doti da regalare a monsignor
••••
UN VECCHIO
E SAGGIO
PROVERBIO
e• s:~s.:
Mo11signor Rada, che fu un
tempo insegnante di filosofia, ha
messo una filosofia alla base della
t sua invenzione. ruriosa e fon-
data non tanto sui princìpi primi
deU'cssere quanto su un vecchio
c saggio proverbio cinese ohe dice:
« Fai bene se dài aU'affamato un
pesce da mangiare,
ma fai molto meglio se gli insegni
a pescare ».
« Regalando un pesce - è so•
lito commentare monsignor Ra-
da - non si risolve il problema
dell'a.lfalmato, perchè questa so-
luzione dura il tempo di una di-
geslione. Cosi, la fame nel mondo
giurato. « lo non ho comunisti,
adesso - dice il Vescovo. -
Del .resto, dove t rovado un co-
munismo migliore del nostro, dal
momento che qui tutti lavorano
per il bene di tutti?».
UN SEGRETO
CHE CONFIDA
VOLENTIERI
Per fare una diocesi, si sa, non
bastano i mezzi: ci vogliono an-
che gli uomini. Rimane da ca-
pire come abbia fatto monsignor
Rada a quadruplicare i suoi sacer-
doti. Alcuni glieli hanno regalati
(ilvescovo di Pamplona in Spagna,
da solo gliene ha inviati quin-
dici). Gli altri se li è tirati su lui.
Per i suoi teologi non ·vuole
un seminario maggiore e prefe-
Rada, ma pur di fare q·ualcosa
per lui pagano le spese ai suoi
giovani leviti.
Monsignor Rada, a chi va a
I rovatlo riserva sempre un se•
greto che confida moho volen•
tieri. Si affaccia a una finestra
e indica una collina. In cima alla
collina, t ra il verde cupo degli
eucalipti e degli aheti, spicca
una macchia rossa: una casa in
costruzione. Sarà un monastero
cli stretta clausura: le Carmelitane
hanno tracciato il progetto del-
l'edificio e verranno ad abitarlo.
« Queste creature angeliche- dice
il Vescovo - saranno come il pa-
rafulmine che trattiene i castighi
del cielo sopra gli uomini pecca•
tori e disgraziati, saranno come
la calamita che altira le benedi-
zioni del Signore sopra Guaranda
e la diocesi intera ».
27

3.10 Page 30

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I
La macchina si ferma e retrocede
Viaggiavamo in nove familiari su di una
Land-Rover sulla strada Valencia-Alcoy, qua.n-
do cominciò a piovigginare. All'improvviso la
macchina slittò girando sopra se stessa e
danzando da una estremità all'altra della strada
come se viaggasse sopra una pista di ghiaccio.
Era inevitabile, per quan.ti assistettero alla
scena, che dovessimo andare a fracassarci
contro iI parapetto del ponte su cui passa-
vamo o precipitare giù per la scarpata. In
quell'istante di assoluta impotenza contro
l'inevitabile, invocammo di gran cuore Maria
Ausiliatrice e vedemmo, con grande nostro
stupore, la macchina, dopo la sua danza, fer-
marsi delicatamente e marciare all'indierro fino
a collocare le ruote {>Osteriori sull'orlo del terra-
pieno, senza il minimo danno per l'auto
per i viaggiatori. Vari turisti e camionisti ave-
\\'llf\\O assistito a quello spettacolo di nuovo ge-
nere e tutti videro in esso qualcosa di straor-
dinario. Un camionista anziano, con gesto di
autorità, sentenziò: t Credete a me, voi in questo
momento siete nati una seconda volta i>.
Godtlltta (Valenda-Sp11,'TUI)
I. ARAClt. G.
Guarisce nonostante il succedersi
delle complicazioni
Mio padre soffriva da tempo di disturbi
alla regione addominale, che si aggravarono
improvvisamente lo scorso giugno e lo co-
strinsero a non posticipare più l'operazione.
Senonchè dopo pochi giorni di decorso post-
operatorio normale, insorse una prima gra-
vissima complicazione e poi altre ancora che
lo tennero per una ventina di giorni in pe-
ricolo di morte. Per di più nel momento
più difficile si rese necessaria una seconda
operazione. Appena conobbi il gravissimo
stato di mio padre, iniziai un.a novena a
Maria Ausiliatrice, invocando anche San G io-
vanni Bosco e San Domenico Sa,,io, e la con-
tinuai con fede sempre vh·a, mentre le com-
plicazioni si accumulavano. E la \\' ergine non
ci deluse. Oggi infatti possiamo ringraziarla
per averci ottenuto l'invocatissima graziu della
vita di mio padre, che da un mese ha ripreso
il suo lavoro. Sarò sempre riconoscente al-
l'Ausiliatrice, che mi ha protetto anche tante
altre volte.
ScaMa110 di NtrpQ/i CUTDO SORRENT.11'0, exa/lievo
28
Esaudite le preghiere di un'intera famiglia
La mamma era stata ricoverata d'u rgenza
all'ospedale di Chieri con broncopolmonite
scompensata. Le prime cure risultarono inef-
ficaci: il suo stato era tanto grave che anche
con l'ossigeno stentava a respirare. Persa ogni
umana speranza, ci rivolgemmo con grande
fiducia a Maria Ausiliatrice e a Santa Maria
l\\lazzarello. Il giorno dopo Le riscontrarono
anche un forte diabete, che rendeva sempre
più difficili le cure mediche. Le fu quindi
somministrato l'Olio degli Infermi. Subiro
dopo con grande nostra meraviglia l'ammalata
incominciò a riacquistare la calma. E nono-
stante le perplessità dei dottori, polè presto
lasciare l'ospedale e riprendere le sue occu-
pazioni. Ora continua a star bene.
Ca.mlm,otJo Don Bosco
Famiglia MUSSO
Teneva la reliquia di Don Bosco
vicino al cuore
Ripetute complicazioni di broncopolmoniti
e la mia tarda età di 82 anni lasciavano poco
sperare per la mia guarigione. li medico,
visto che tutti i rimedi della scienza a nulla
servivano, aveva avvisato la famiglia che la
mia fibra stava per cedere e che oon potevano
farsi illusioni. Allora tutti i parenti tntensifi-
carono le preghiere a San Giovanni Bosco,
la oui reliquia tenevo vicino al cuore, inten-
dendo di raccomandarmi alla sua interces-
sione ogni volta che vi accostavo la mano.
T familiari fecero voto con mc che se avessi
ottenuto la guarigione, sarei andata di per-
sona al Santuario di Maria Ausiliatrice a
ringraziare la l\\Iadonna e San Giovanni Bosco.
Or.i adempio il voto e desidero che la grazia
venga pubhlìcata.
L11semma (Torino) CATERl:-IA CEROTI"I in (llOSIANO
Le molte cure non l'avevano guarita
Era appena trascorso un mese dalla dipar-
tita del caro papà, quando la mamma si ammalò.
Una sciatica la costrinse a letto e nonostante
le molte cure, non vi furono miglioramt!Dti.
Si rese quindi necessario il rico,·ero all'ospe-
dale. :\\la le cure ospcdaliere, st:bbene più
intense e più dolorose, non ebbero miglior
esito. Che fare? Non ci rimaneva che intensi-

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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ficare le nostre preghiere e confidare nel-
l'aiuto divino. Con fiducia illimitata affidammo
la nostra cara ammalata alle cure materne di
Maria Ausiliatrice, invocando con insistenza
anche l'aiuto dei Santi della Fami~lia Sale-
siana. E fummo esauditi: la mamma in brevis-
simo tempo guari. È già trascorso un anno e
il dolore non si è più fatto sentire, ed essa ha
ripreso i l consueto la,·oro. Riconoscenti per
la grazia inviamo modesta offerta invocando
continua prolczionc.
Morio,uio Torittr.rn Fratelli VIARJStO fu CARLO
Franca Fontan:a (Torino) ringrazia M. A. e S. G. B.
per l'operazjone ben riuscita della bambina.
Dina Provera (Mirabello Monferrato - Alcaaandria) rico-
noocwce a M. A. la prega w continuare la aua prot<:zione.
Arcla Pac;ch.lonl (Torino) invia offerta ai Missionari
Salesiani per grazia ricevuta.
Sorelle Ramus (Edolo-Mu - Brescia) ringn,zinno per
una ru loro guarita da appendioite.
Silvio Perolo (Dfolla - Vercetti) ricorrendo a S. G. B. ottenne
un rruglioramcntc, progressivo da un mal di gambè.
Maria Tirabosc:hl (Oltre il Colle - Bergamo) invia offerta
a M. A. per l'inttio della gllllrigiooc ùcl 6gljo da t.b.c.
doppia.
Maria Bombardieri Musuraca (Riace - Renio Calabria)
col ring:rUiamcnto invia offerta a M. A. e a S. G. B.
per doppia guarigione da flebite.
.Emma Mena.Ido In Zanc1to (Tora.uo Bidlcae - Vercelli)
onennc da S. O. D. la guarigione del mnrito da grave
malanno.
Laura Piccoballa (Avi11liana - Torino) nu:comandandosi
a M. A. e ai Santi Salesiani, fu libera ùn suapcna ulcera
perfomta.
Glovann:11 Cniala ved. cau (Masullas - Cngliari) anni
fa ottenne da S. G. B. la j!Uarigionc della fuilia da polio-
mielite; ona di un nipote da un rnal«s('re sconosciuto.
C. Magnino (Cuorgnè - Torino) ottenne una grazia
da M. A e tla S. G. B., e ne implora un'altra.
Antonino Augello (Cnltaniseetra) guarl da adntica e da
depressione 6sic11 ii1Vucando con costnr'lZu M. A.
Pierina QulntaroUI (V...rona) 1>ffrc l'anello nw.iale a
M. A. e a S. U. S. per una grave mal11tti11 scongiurata.
Marianna Busnardo (Ba,sano del Grapp11 • \\'ic,,nza)
supplicò M. A. e S. G. D. a salvule un li11lio 11ravemcnte
infon:unato in un ,ncideotc ■uromobilistico, e fu cnuwta.
Claudlo Moroso (Bri1111 - ;\\'ovara) sc,o)(he promessa ru
ringraziamento II M. A. per la guaril(ionc del padre
colpito da infarlo.
Margherita Martin! (Roccaforte - Cun<,o) ottenuta grazia
per da M. A. e da S. G. B., rnccomandn loro il figlio
vcr la salute corporale e spirituale.
Suor Serena Belloll. F.M.A. (C..,,,caa • \\lcnczuela) esau-
dita p<"r I.i ••Iute, chiede ancora una gretia a M. A.
5a.ra .Boem1 loppOlo (Catania) ringTU.ia M. A. e S. G. fl.
per la g11ariir/unc del marito e pu la ftl"c nascita dclla
sua Maria Au.,lia.
Giovanna
ristabilito
1dCao1rl1nroaviI.nsimCahlmabaloaltltoia
(Torino) cbl>c il
dt1po r,rcghierc a
marito
M. A.
e ai Santi Sslcaiani.
lras Bugaml ('forin()) ituar\\ da grave cSBurimcnto ner•
voso mettendosi sotto la protezione ru S. G. O.
01 HAIIIIO PURE SEOIIALATO ORAZIE
Abbùtti Lina - AbenavoU Rosa Agnesc Vittorio - Aiuaa
Errncn,gilda - Albera Piana Valeria - Alcnì Carmelina - Ali-
berti Domenica • Alic:ino Giovanni Alo\\'cri Palmira - Amodeo
Tronconi Vittorino - Angelino Saui Enricn - Arreghini Lujgi -
Aspeoi Botzol1 Giovnnna - Avezzano Orncll~ - Babini Dìesco
- Bado Francese• - Barbera :Rito - Berbieri Mercedes - B:ir-
masse Eliubcna - Battaglia Carlo - ~il•ntc Maria - lkl"llll-
mino M4ria • Dem,ni Gina - lkretto Erminia - Ba.rturo Te-
resio - Dutolino Rita - Besoonc l\\l...imo - Bianchi Caccia Anna
- Bianco R.i11 - Biui Yirginia - 8i11oni Antonietta - Bioelio
Emma• BÌtOl[lio No,·elll Lina - Boloan<'li Adriana - Boruigiuoo
Maria - Dordono l'uqualina - Borgo Alfrcdo - Boria l'lcrina
- Boochctti Cucmno - Bosio TètUII - Bonari Santina - Bot-
tini Domenico - &zon Virginia - llozzano Libero - Bracchi
Maria Lui1a - Dr11ri Danesi Fran<:c8Cll - Brcaciani Orio Vittoria
- Bretti Luciano - Brignante An11cl• - Dnnati Carol!oa -
Bu.tgay Ive• - Bu,.1to Pietro - Buuono F.mma - Campiddll
Palmirn - Canducci Fam. - Con~ Ida - C•ntn Linda - Cap.
pcllctti Teresa - Carena Carlo - Carena Pic1ro - Carletta Gruia
- Camuo Onavla - Casali Mcrcedet Cur.ano DOtDffliça
- C.tania Tercn - C,cc,h..iti Ardcmawni Ada - Ccrrato Fran-
cesco - Ch,arou,no MJ1:rgher11a C,lio M. Pia - Ckrico
ci«<. Lena - Cic:ollna Nd<h - Colcttl Rosalia - Colombo cvc-
lina. Co011iU Couu Gìovanaa - Coruriu V,norio Conti Luiaa
- Corteae laAA•ia - Cosim, Manno - Coe1anzi T<Odoro
Cni,·eno Maria Crtmonesi Arduino - De C,u,,te .Beatrice -
D e ~are Gcno~efTa - De D onoto Grazi• - Dell'Acqua Gian•
franoo - Dell•cnx.-c Tonino - Giove Provvidenu - Di Go1i
Giuseppe - O, roola Salvatore - DI Pldrra Giuseppe e Mc•
Una - Dogier Condida - Dn,go T ere10 - Enrico Caterina e
Murinnna - Erwlc Maria - Faccio Giu.•cppina - Fusino Or-
nella - Favino Mn.ria - Funuis Antonia - Ferro Sergio - F.,.ta
MaTia - Fiorilo Lina • Fiori& Renaio Foinl Ciocomo e Ma-
riuccia - Formia Apolloni• - Franc-1,in, Emilia - Franco
Stefano e Gemma - Frisone Giampiero Frola Muà - Frola
S. - Fusi 0,uxppina - Gaballo Alina - Oalbani Tcren - Gallo
Ann• - Gallo Emilia • Garrone Ezio • Ganui Ceaarina - Gar-
zini Iolanda • Gaviolì Liliana - Cento Andrea - Germono
FnJ1CC1CA - Ccr,,l Au..ilia Ved. Cavalli - Glovannini Luigi
- Giuliano Lullrl - Gnootto Mari• Ved. Sirarbosu - Grami.alla
Franca - Grannto Vorisço M. Rosa Crepp, Secondo - Griffa
Lena - Gr!1roletto Muin - Gua.,co l~• - fmldi Paolo - ùola
Antoi>io - La Malfa Moria - Loddo Giovannina• Lo Giudico
Cl<>tilw, - Lovo Mor11hcrita Macc:ill Gioconuna - l\\13ddalo
Ann• - Maqiarotto CiUM:ppe - Ma1tC11• Ca~rina - Molino
Antonio • Mahnvemi Maria - M1l0kttl Annamaria - Man-
cioi Caterina - l\\-~ni Fam. - Marin Floriana • Mari.noni
Liliana • '.\\lari<>Cto Eraldo - Ma...-, Gillkl'PI! fu Pietro -
Mdano Mana Merctti Pisani Pi~ - Milano ROia - !\\loito
Angela - Molano Giacobino Virgirua - Montaldo Luigi - Mon-
tanaro T. G•• '.\\lunoro Maru - Mu,..1ti Coniugi - ~a.tali
AJll\\- - Nocro Giovanni - Novan L. N. - Ogiio Lina. Olt11•
gini Erminia • Omede Luigi o Dorru,n,ca - Onlngher Mori11
- Osetla Pkrfm, - Polomba Jolandn
rod.i Altilia - l'a11liuso110 Franca a
MaPonn.ol-aal'Vaiirnocneenzla\\1-"dPinna-
- Pautas>O C.,urc- Pc11or•ri Natalino - l"él'ino i;;lvio e Dom,,nica
- l'esa,·cnto Ehu Pezzi Cionnn1 - Pi17.n 13,,niamino - P,i:-
ci°"llì Palma • Pìccinotli Giulio - l'ilelta Rosina - Pi•onu
Maria G,u.ta - P,•inis Angdo - Porcu DdiJria Gi.,_pina
- P-bon .:\\laumio - Prevenno Albc:rto d, M,,rco - Primo
Ida - l'Nnollo Ida - Pu~u Angdina • Quaranta l\\1ichelma
- lùguu ,\\J'lton,na - Ra,•in• P11,:rino - Rcmotti Pietro • R,,-
petto ,,,.._ - Repouldi I unni Anicia l\\essù, Cristina
ved. Rolandt> - Rc,vello Giusepl)è - R,bcrh Fou..to - Roaltna
F,im. - Rocro Rota - Ronco Eugenio Rosì Romilda ved.
Boero - Roni I). Giuseppe Ro,si F,lomcna - Sala Luriu -
SalUS!IOlin O lwa • Santombrosio Marinn~cl" - Sartori Tina -
Sa510 :M..dtl•lcna - Savinini Spc,ralU',., - So.·.,inl l\\laria - Scàf-
Adi Mario - Scavarda Luigia - Scghcni AJde vi,d. Re - Sme•
riglio Fra"""""° - :.reranu :I.lari• - Spinello Gruiclb - Spoto
Coocctta - S1opparu .\\lbcrtma - Suor Lucia - Talimucci Gemma
- Taricco Mal'l!hcrita • Tic:oaulli Carla - T,mto La Corte
Anlxmina - Tom..sonc G,0,,1,nni - Trucco Fam. - Truffa
Piero - Tri-lio C:armdina - ,·alcntin, Giulia - V■llèf"ll&
Luigia - \\"allioo Sabina - Vuchetli J\\taria - \\'tnnini lldc -
Venturcllt Amonia - Vercelli l\\'uddalcna - Veroncac Ameha
- Veronese C,ullan• - Virzl •uor Kunziatlna - V/tali Giuuppm11
.. Zampognu Tj~#JlO Muria - Zfl.ncni (;Iuli■ ... Zaninetti Anna
- Zaninetti J\\.11tri11 - Zonini JVLiriu • Z•1tl C,nc:rlno - Zcrllil
Carmeliru, • ;',1b1ltli Ro:I• - Ziraldo D!nn.
29

4.2 Page 32

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Hanno chiamato il bimbo Domenico Savio
Sposata da oltre dieci anni, dopo sette de-
siderate maternità non portate a termine
malgrado le cure e le precauzioni del caso,
conobbi, per una fortuita occasione, una
zelatrice salesiana, la quale mi confortò esor-
tandomi a pregare con viva fede San Domei:uco
Savio. Subito ne indossai con fervoi:e l'abitino,
mentre chiesi di essere iscritta tra i Cooperatori
Salesiani.
Oggi posso dichiarare con gioia indicibile
che è nato un florido bimbo al quale ho messo
il nome di Domenico Savio, affidandolo alla
sua protezione.
Con viva riconoscenza al prodigioso Santo,
mio marito e io, felici, inviamo una modesta
offerta.
Napoli
IMMA PELLICCIO
Preferisce affidarsi a San Domenico Savio
Una sera fui colpita da grave colica renale
dovuta a calcoli. Il medico insisteva perché
mi lasciassi condurre all'ospedale per essere
operata d'urgenza. Io preferii affidarmi a
San Domenico Savio, indossai l'abitino del
Santo e pregai con tanta fede. Non era passata
un'ora che potevo liberarmi da un grosso
calcolo, sentendomi guarita.
Anche la mia cara nipotina Marialetizia,
affetta da lussazione congenita, dopo tante
preghiere a San Domenico Savio, ora cam-
mina, corre e va in bicicletta.
Per queste due grazie non facciamo che rin-
graziare il nostro Santino e inviamo un'offerta
per le opere di Don Bosco.
Pot1tecchio P. (Rovigo)
AMELIA SACCHETTO IN FOGAGNOLO
Un caso di peritonite definito disperato
Nel nostro Ospedale italiano di Lugano
fu ricoverato un bimbo di sette anni, Giorgio
Ren. Le sue condizioni .fisiche si rivelarono
subito gravissime, l'intossicazione causata da
peritonite, in. sta~o a~at?· Dop? l'~ter:
vento chirurgico 1 medici dissero a1 genitori
che non restava nessuna speranza umana.
Al bimbo non davano più di tre giomi di vita.
Fu allora che il Direttore del locale Istituto
30
Elvetico, da noi informato, fece indossare a
Giorgio l'abitino di San Domenico Savio e
invitò i suoi ragazzi a pregare per ottenere
la guarigione. Il piccolo superò quei terribili
tre giorni, ma non si notò alcun miglioramento.
Si decise allora di ricorrere ad un altro inter-
vento, anche se il caso era stato definito di-
sperato. Ma il caro Santino si commosse a tante
preghiere e da quel giorno Giorgio si riprese
rapidamente fino a completa guarigione.
Riconoscenti, i genitori diedero al loro se-
condo bambino, che nacque proprio in quei
giorni, il nome di Tiziano Domenico.
Ot-pedale italia110 (Lui,:ano)
SUOR LUISA, FIGLIA DELLA CARITÀ
Rosalia Matrascla ved. Muni (Cammarata - A~igento)
ottenne la valida protezione cli S. D. S. sul nipote sotto-
posto a due delicatissime operazioni.
Africa Spada In Storace (Ravenna) mise sotto la prote-
zione di S. D. S. la bambina in grave pericolo per un
enfisema cistico polmonare e la ebbe salva.
Anna. OUvero Belliardo (Dronero - Cuneo) per le tante
grazie ricewte da S. D. S. si propone un pcllegriru1ggio
al Santuario di Maria Ausiliatrice.
Domenica Parisl ($occorso - Messina) supplicando fer-
vorosamente S. D. S. ottenne in breve tempo la guari-
gione del figlio da un pericoloso ascesso interno dietro
l'occhio.
Caterina Bona di Giuseppe (Roncourt - Francia) con le
preghiere a S. D. S. guarl senza l'operazione giudicata
necessaria.
Laura Rusconl (Milano) ringrazia S. D. S. per !'assi-
• ~ avuta nella nascita del suo Stefano.
Domenico Paz:zano (Basicò - Messina) è stato salvato
mfracolosamente da S. D. S. in una pericolosa caduta.
Ausilia Margagllotta (Cammarata - Agrigento) pregando
S. D. S. potè guarire presto dalle conseguenze cli una
caduta.
Ausilia Pa:neplnto (S. Vito - Sicilia) portò il suo ane~o
nuziale alla statua di S. D. S. venerata nella Parro"':hia
per doppia, preziosa assistenza a lei e alla bambma.
Margherita Sguauoni (Cam,obio - Novara) in una caduta
riportò fratture cosi gravi e multiple che dovette essere
operata due volte; ma raecomandandç,,u a S. D: S.,
guarl cosl bene che non le re,stò alcuna menomazione.
Ada Schln:u (Iglesias - Cagliari) attribuisce a S. D. S.
il buon esito dell'operazione subita.
Giovannina Salerno In Renna (Altomonte - Cosem,a)
ringrazia S. D. S. per aver concesso a! figliuolo di scon-
giurare una pericolosa broneopolmomte.
T....esa Mare.neo (Mondovl - Cuneo) dopo molte infrut-
tuose .riçerche di lavoro, fil rivolse a M. A, e u $, P. S,
e fu preSto esaudita.
Rosa Lodoli in Cavazzonl (Villaggio Sisma - Novar~)
con animo commosso ringrazia S. D. S. per aver assi-
stito lei e la sua creatura in gravi difficoltà.
Domenica Russo in Arcuri (Vibo Valentia - Catanzaro)
ringrazia S. D. S. per sè e per il bambino nato bene,
mentre sembrava votato alla morte.
Regina Vriz (Raveo - Udine) ringrazia pubblicamente
S. D. S. per aver protetto una figliuola colpita da grave
disgrazia, e altri due figliuoli negli esami.

4.3 Page 33

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un. LNl VOSIILIA L AIN!l Hl.TRAMI
WU VICIIÌA
ZUFIIIIIO IWIUIICllÙ
In quella notte stessa
Da molto tempo ero travagliata da una
dolorosa manifestazione allergica al piede e
a parte della gamba destra, residuo di una
tromboflebite. Io sono tanto devota di Mons.
Luigi Versiglia, cli cui ho sempre ammirato
l'eroico martirio subito in Cina con Don Cal-
listo Caravario. Mi rivolsi quindi a lui con
tanta fiducia, chiedendo di migliorare in modo
da poter sbrigare i miei lavori casalinghi. In
qu~lla n?tt~ stessa, caso insolito, riposai tran-
q~:,1 e 11 giorno seguente notai commossa un
~gli~ramento sensibi~e sotto ogniaspetto. Sento
viva riconoscenza per 11 santo Martire salesiano.
Mond()f)/ Pi=za (Cuneo)
ERNESTA BERTONE GER.BJNO
Scrive la cognata di Don Andrea Beltrami
Riceyo da ~ew ~ork una. lettera nella quale
una mia cugina mi comunica una grazia se-
gnalata ottenuta dal nostro Don Andrea Bel-
~ami. _Ne tra~crivo u~ tratto:« Il figlio mag-
giore di Carl improvvisamente fu colpito da
un male al cervello che gli impediva di cam-
minare diritto. Il medico lo mandò all'ospe-
~le, dove lo specialista prospettò una opera-
zione al cervello. Puoi immaginare la nostra
preoccupazione. Subito mandai alla mamma
un'immagine di Don Andrea perchè la desse
al ragazzo e tutti si unissero a noi per strappare
la grazia di evitare l'operazione al cervello.
E la grazia venne. Anzi si temeva fosse neces-
~r!a una lunga degenza all'ospedale; invece
ieri ha potuto tornare in famiglia ».
Nel comunicare quanto sopra mi è gradita
l'occasione per porgere all'intera Società Sa-
lesiana i miei profondi ossequi. Firmato:
Omegna (Novarn) ESTER GIAVANI VED. BELTRAMI
Cognata dal no,tro coro Don Andrea
Ricupera la vista all'occhio spento
e salva l'altro
Ai primi di ottobre del 1959 perdetti com-
pletamente la vista all'occhio destro.
I professori dell'Ospedale Oftalmico di Torino
mi dissero senza reticenze che avrei dovuto es-
sere operata subito per non perdere anche la vista
dell'~ltro occhio, che ritenevano già contagiato.
Mia sorella confidò la sua pena a una Figlia
di Maria Ausiliatrice, la quale c'incoraggiò a
ricorrere alla Serva di Dio Laura Vicuiia.
Incominciai con fervore una novena chie-
dendo ai medici di attendere tre giorni prima
dell'operazi?J?-e già fissata. ~el_ frattempo,
fidente ne!! aiuto .della Serva.di .Dio, ne portai
con me l munagme con reliqwa, esperimen-
tand~ un _sens~ di coraggio nelle prove ed
esami a cui veruvo sottoposta.
AJ terzo giorno, quando mi tolsero le bende
mi accorsi con mio grande stupore che dal~
l'occhio completamente cieco incominciavo a
vederci. Infatti dalle prove della vista risultò il
ricupero di cinque decimi. L'assistente sor-
preso, chiamò il professore e gli altri m'edici;
consultarono la cartella clinica, esaminarono
attentamente l'occhio e infine dovettero convin-
cersi del fatto inspiegabile della vista ricuperata.
~lora dis~i ~ profess~:e che avevo appunto
chiesto la dilazione dell mtervento operatorio,
p~rché attendevo la grazia. Egli non rispose
d1rettamente, ma volgendosi all'assistente dis-
se: << Talvolta vale più una fede cosi ~icura
che tutta la nostra opera; ora però dobbiamo
completare la giiarigione con le nostre cure >>.
E mi prescrisse una speciale terapia.
Mentre ringrazio Laura Vicuiia d'avermi
ridonata la vista, mi faccio un dovere nel mio
ufficio di consulente presso varie Ditte, di
propagarne la conoscenza, soprattutto fra
gli operai coi quali mi trovo in frequente
contatto. E posso assicurare che in molti
casi vidi affermarsi sensibilmente la prote-
zione della Serva di Dio.
Torino
MARIA DOCCHI
Guarisce da anormalità mentale
Il nostro Vittorio Ugo di dieci anni, colpito
da una grave anormalità mentale, non poteva
continuare gli studi. Essendo sempre stato uno
scolaro diligente, soffriva e piangeva vedendo
i compagni progredire, mentre lui non riu-
sciva più a studiare. Perciò, dopo avere ri-
corso invano agli specialisti, ci rivolgemmo a
Zeffirino Namuncurà, il caro indietto santo
che da anni occupa un posto di predilezione
nelle nostre orazioni. Perseverammo nella
preghiera e in breve il nostro piccolo Ugo
ha ricuperato la salute e ha ripreso i suoi studi,
allegro come e più di prima. Grazie, caro
Zeffirino, e auguri che salga presto all'onore
degli altari con San Domenico Savio.
Lr,ja11 d• Cuyo (Mendoza-Argentina)
VITTORIO L. BEHR E FRANCESCA C. DE BERR
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4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Don Michelangelo Fava t • Torino-Valsalice 1'11-1 -1066, a 62 a nni
Don Fava era figura assai nota negli ambienti salesiani del Piemonte,
prima per l'intelligente apostolato svolto come educato re dall'appa-
renza austera, ma paterno e C!omprensivo; poi come ltpcttorc delle
Case salesiane dcll' lspcuc-riu SubaJpins. Pii.I tardi resse le nostte Case
del Veneto e, recentemente, la grande Opera salesfona ronun a che
sorge accanto alla Basilica di San Giovanni Bosco, portando ovunque
un acu to senso rettitudine, d i sriusti2ia e di preoccupazione per
far _regnare lo sp1,ri ro dì Don ;Bosco.
Ai solenni funerali ehe si svolsero al nostro Liceo di Vals.alice lo $lesso
Rettor Maggiore, che avevo celebrnto il rito funebre, volle dire pa-
terne. com.mosse parole di addio al caro don Favo• - come pjù
volte si espresse - e sintetiizarnc. lu vitJ definendolo un salesiano
che seppe dir~ di si, semp:rc: un si deciso e volitivo, dr-ttato dalla sua
grande fède. ma anche dall'amore. Un • sl, fatto di donazione e di
dedizione alle anime, soprattutto alle anime dei giovani, che amò
oon l'amo.re stesso di Don Bosco. Don Fava disse di si anche quando
i S u periori gli addossarono responsnbilità oncroseJ fino a U'uhimo,
quando H Signore volle da lui J'estremo e più difficile •si,, chieden-
dogLi il sacrificio della vi ta. F. consumò il suo oloc..1usto pienamente
consapevole, assistendo al proprio dissolvimento giorno per giorno,
valutandone t utta la grnvit;l e affronrnndolo con generosità.
Dopo la sua morte, seguendo una t radizione. della Cosa d.i Valsalice
che ebbe l'onore di ospitare per 40 ann_i la venerata so..Lma di Don Bo-
sco, fu portato sulla tomba del Padre, qua$i un invito a riposar~. fi.nal-
mente. Don Fava ayeya lavorato tutta 1B vita fhtnco a .fianco cc,n
Don Bosco, logoran dosi con Lui e per L ui: era giusto e-be ormai ripo-
sasse accanto al Padre e ne condividesse il premio.
Don Angelo Rossetto t a Sàntiai;o (Cile) a 75 anni.
Don Giuseppe Lasaga t a Vnlen~ia (Spagna) n 75 ann i.
Don Edoardo Robfnet t n Montes (Fronciu) a 74 nnni
Don Glovannl Hlubik t in Slovacchi.a a 69 anni.
Don Antonio Saino t Torino n 65 anni.
Don
Don
Leone Draun t •
Amedeo Corrado
Tt iaad.SaNlweu.zsotad(Ct u(nGeoer)maan4i6a)ana ni6. 2
anni.
Coad. Carlo Fleuret t o Mnrsiglin (Franci11) n QJ anni.
Coad. Giulio Carlo Orions t a Elisabethville (Congo) a 77 anni.
Coad. Gimeppe Donnelly t a Rosario (Ar,:entina) a 59 anni.
Cb. Giuseppe Càllari t a San Cataldo (Caltanissetra) a 26 anni.
Cb, Marco SteOi t a Fort[n Mercedes (Argentina) a 24 anni.
COOPERATORI DEFUNTI
Mons. Angelo Danti t a Melzo (Milano) a 66 anni.
Coopera.tare zelante è nffciionatissimo Exnllicvo del nostro Istituto
di IVlilano1 nei 40 onn i di ministeri;) p-nstora.le a I\\llelzo, per i giovani
fu un vero amico e fratello, e per iJ suo pppolo il pastore buono e amato.
Mons. Banfi coltivJ.va in mezzo ai Jriov11ni e ni fedeli le tre. djvozioni
d1 Don Bo,co: l'Eucaristia, la Madonna e il Papa. Nella parrocchia
la festa di San Giovanni Bosco e di San Oornenica Savio erano cele-
brate con grande solc_nnità e precedute da un triduo di predicazione
che mirava a renderle fiuttuose specialmente per i giovani. E volle che
In Peregrinatio !'Vlaritte ncll<: fan:Ughe fosse fatta con Pimmagine dj
;\\laria Ausiliatrice.
Kel ll)SQ chianiò a Melzo Jc Figlie di Maria Ausiliotri-ce, che vi svol..
gono un fruttuuso apostolnro tra le oratoriane, i bambini dell'Asilo,
Je Scuole elementari e medie e i vecchietti dc-Ila Casa di Riposo.
11 compianto Monsignore godeva al p~nsiero che tra i Salesiani e tra
le Figlie di r.,faria Ausiliatrice ci fossero alcuni che avevano matu◄
rato la loro -.·oeazionc tra i suoi or:t.LCJcian1 e p.t.rrocchiani. Ora ne gode
le bcncJ.izioni e i riconoscenti suffragi.
Emilio Valente t a Verona a 83 anni.
Animo d elicato e nobile. fu sempre. generoso e pronto per ogni oper a
1,uona, per ogni nece.s~ità de.i suoi fratelJi in Cristo. Era un autentico
lavoratore cristiano che sapevi 1rasfonn.aire iJ lavoro in preghiera.
Don Bos<·o fu la 11un devozione speciale~ plù volte ebbe a esperimentar ne
Ja paterna protezione. Del resto, se l'er" merit-ate donandqglì genero-
samente Funlco 6gli09 don Druno, e in.stillando nelle figlie un amore
tenerissimo per il S~nto.
Col. Carbone dott. Rocco t a Roma a ;5 anai.
Esemplare figurn di padre di fami~lia, dì fervente cristiano e di Coo-
peratore salesiano, fu l'uomo deJla carità e mirò a fare della iua profes-
sione un'autentica n:iissionc. di bene. La :iantit-à fu l'a~pirazione pro-
. fonda della sua anima. E sembrò che il buon Dio l'appagasse ancora
nell'ultima lunga e dolorosa malattia, che egli sopporto con piet¼ e
rasscgna:l.lonc e.difioanti,
Matteo Dal.sano t a Cerignola a 6~ anni.
.Padre buono ed esemplare, spirito aperto, fu nmnto da quanti l'hanno
conosciuto. Da autentico Cooperatore~ vollè rilettcrsi u servizio del
par.roco e per l 5 anni si offrl a lavor-are con zelo come cassie.re nel-
J'Unione Uomini di Azione Cattolica. Col suo fervore e col suo esem-
pio trascinava alla pietà e in piarti<:olare alla devozione al sunto Rosario.
Anima generosa, donò al Signore le iue uniche due figlie nell'lstituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
cav. Angelo 8roggf t a Varese a 85 anni.
E.xnllievo e Cooperatore affezionato. aveva vissuto il suo ideale di
apostolo quale pioniere e milite ardente dell'Azione Cattolica. Si era
a n che disti nto per le cariche di fiducia che aveva ricoperto, ma,
&0pr a1tuno come benef.attore dei bimbi. dei poveri e dei veccru.
Sen. P aletta avv. Noè t a Va.rese a 76 anni.
Scompare c.ol sen. Noè Paìetta u.n militante pop-ola.rissi mo schietto
e con.vinto dell'ideale cristiano. Da diversi annì frequentava la nostra
cappella e con e,emplare pietà .si nccos,ava spesso ai santi Sacramenti.
Anni or sono aveva chiesto di appartenere alla Te.ria Famiglia di
D on Bosco e aveva ricevuto LI d iploma di Cooperatore con tanta rico...
noscenia. JI suo norne rimane- in benedizione presso i Salesiani♦ i
Cooperatori e presso tutti i cattolici varesini.
Monico Rosa ved. Cremaschi t a Opera (Milano) a So anni.
Nell'aspetto, nella conversazione. ne..lla vita q uotidiana. richiamava
dj colp9 Ja mamma di Don Boscu. Era felice d'essere stata .scelto da
Dio come madre di d ue sacerdoti salesianì e non finiva di ringrazia.rr
la Provvidenza per tutto ciò che o,,eva disposto nella vita sua, dei
figli, dei nipoti. Con la sua incantevole umiltà e il suo costante otti-
mismo svolse un apostolato molto semplice ma indimenticabile.
l\\tlamma Rosa era stara preceduta in Paradiso dalla sorcHa Maria,
morta tre settimane prima, lei pure Cooperatrice salesian3 di pnri
umiltà f: serenità.
Maria NicoleUo val. Pcdoia t a VarC11e il 6 gennaio 1066.
Cooperatrice affezionata e attiva, ave.va visto con viva soddisrazionc
sorge.re accanto alla sua villa l'opera salesiann in Varese. 11 compianto
rnarìto ing. C. Pedoia aveva curato con affetto la costruzione de.Ile
scuole salesiane. Lascia nl con~iunti esempi preclari di virtù cristiane.
N. D. Lind a Mootalto ved. carrano t -a S. Marco dei Cavoti (Bene-
vento) • 82 anni.
Rimas.ra vedova ancora in giow,tc età, si donò tutta ai cinque figli e
alle opere di bene. Meritò a nche un'altra lode da lei molto ambita:
fu la mamma di u11 salesiano!
Insegnante Italia Moschetto t a Perosa a 82 anni.
Amò la scuola che fu tanta parte dello. su-a vita. Amò l'opera salesiana
di Pe:rosa Argentina a cui fu $empre r.o.nto vic.ina col suo incoraggia-
mento, la sua e,omprensionc, it suo aiuto. lJ Signore le diede Ja gioia
di -.rcdere sacerJote salesiano uno dei suoi affezionati nipoti, don Piero.
Maestra Pia Focacd fn Landi t Strada Casentino a 90 anni.
Educò cristianamente generazioni di scolari e, devotis.si ma di Dun Bo-
sco, prestò generosamente la sua as-sistcnza all'Istituto Salesiano Joe:ale.,
seni.a cessare di amare Don J3osco e la sua Opera~ anche qu.ttndo, con
suo dis_piacere, l'Istituto fu trasferito I P1etrasanta.
Maestra Carolina Turco t a Castelnuovo Don Bosco • 81 anni.
La scuola fu la palestra ideale per il suo apostoJato. Intelli.q-en~a
aperta e cuore scnsibjlissimo, ebbe viva percezione della 11upenda
missione di una insegnante elementare ricca di fede e di sensibilità
umana e cristiana. Per questo nei cinquant'anni di insegnamento
profuse i tesori di bontà e di sapienza che solcva attingere aJla sor-
gente salcsiAna, studiando appassionatamente lo spirito e il metodo edu-
cativo di Don Bosco. Le offriva ottime occasioni per questo studio
l' ufficio di Segretario dell'Unione I nsegn anti Don Bosco, che tenne
per lu.nghi anni con zelo ammirevole. e att:ivitò intaancabile, stima.ndosi
onorata di poter contrìbuU'e a far conoscere, amare e imitare da tanti
insegnanti Don Bosco educatore. L ' ultin1a malattia Bkgiunge alla aun
corona lit iemma della soffer enza santificata.
ALTRI OOOPERATORI DEFUNTI
Allois Giacomo - Alvisin! C lementina - Aragiusto Vittoria - Arigo
Gnetono - Ballesio Angelo - Bava Giusep pe - Bestoso Emilia - Bona-
cina Giuseppe - Bosticco Ernesto - Botte.Ili Gu.ait:a Giuseppina - Bran-
chi Maria - Bravi Domenica - Brugnano Fra ncesco .. Bussonì don Gio-
vanni - Capra Maria - Caputo Giulia - Cargnello L uigia - Carruba
Pietro - Castioni Patrucchj Antonietta - Carterin Oiovanni - Cavagli!\\
Giovr,nna - Cavalieri Rosaria - Cava.torta Dimma - Cenzl Maria -
Cera prof. cav. OUmpia-dc - Cerri Giovanni - Chlarabaglio Giulio -
Cicu Fantino Clotilde - Ciprianì Palmira - Collnrcda Emilia - Colli
Adele - Collino Rqsa - Conte prof. Emilio - Cotti Orvieto - Cnivero
Paola - Dalle Carbonare don A n tonio - Danicle tto Clemente - Desi-
deri Vincenzina - Dessi Efi,sia - Dr ago Ernesta - D u cato Nicolò -
Fantino Clotilde - Ferrano Biagina - l'"erre.ro Teresa - Fiotio Pietro
- F lore Giuseppe - Foco .Domenica - Fogu prof. Gavino - Forlenza
Donalo - Gaio Giuseppe - G11llo Pasqualina - Gaspa Luigi - Gili
Vittorina - Giordano Margherita - Giussani Ambrogio - Gonzo An-
gela - lordan Anselmo - Leonard i Meschi L idia - Licciardo Olga -
Lombardi Paride - Longhini Vittoria - Maìnero Carlo - MaJinverni
Costame - Marchese Vandoni Rosinn - Mariani Elenn - Martini Age-
nore - Mazzoleni Cristina - Moise Luigia -- Molinari Assunta - Monta-
gnani Pietro - Monterumici Maria - tvlo nzeglio Evelina - Morando
Natalina - Nezer Maru - N"icolini Ca~lo - Novella Edelmina - Odi-
fredi Giovanni - Ossola Emilia - Ottolina L uigia - Patini avv. Aurelio
- Piana Maria ved. Oliveri - Piccione don Vincenzo - Pitt,.torc avv. Carlo
- Ponciglione prof. Luigi - Porru Giovanni - Pozzoli Maria - Puppi
Giuseppe. - Rècu.lcati Artu ro ... Riva P ietro .. Ro,:gerinl Stefano - Rota
Adelaide - Rotn Maddalena - Roveda don Carlo - Sacchi Rosa ved.
Lucotti - SBita Ambrogio - Sanna TrigeUia - Scansetti Carlo - Scelti
don Salvat ore - Scortegngna Giov. Battista - Scrpierl Eugenia - Si-
monetti Giovanna - Smilzo Maria - Sobrito Annetta - Sozzi don Al-
fredo - Spinelli Giovanni - Strada Caterina - Tagliaferro Madda-
lena - Toppi Enrichetta - Tosi Adele - Turi• Giuseppe Maria - Uboldi
Maria - Vagli Corrado - Valsecchi Lor-en~a - Venier Giovanni - Vol-
l11ro prof. Giuseppe - Zanetta dott. F ranco - Zav11.,:nin Giovanni.
32

4.5 Page 35

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CROCIATA
MISSIONARIA
TOTALE MINIMO PER BORSA L, 50.000
Avvertiamo che la pubbllcazlone di una Borsa Incompleta al effettua quando Il versamento ini-
:rlale raggiunge la somma di L, 15.000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte succusive
Non potendo fondare una Borsa, al pu6 contribuire con qualalaal somma a completare Borse già fondate
Borsa: Don Giuseppe Luigi Ghcouo,nleslano
mor10 a San Paolo del Brulle, a cuni del
nipote rng. Giorgio Boeri e famiglia. L. 50.000.
Sonia: Maria AUJll!alrlce, in 111.ffrogio di Lo-
rmao, Domenico e Seve.-..·no, a cura di Taddea
Novara (Tigliole d'Asti). L. 50.000.
Bon:a: Do.n Filippo Rinaldl, a cura dj Gnctano
Baralli (f'acnu). L. 50.000.
Bona: Maria Ausllialrlce, S. G. Bosco e
anime del Purptorio, a cura dei coniugi
:Vlartina. L. 50.000.
Borsa: Ma.fa Ausi.liatrl~, pr~go. per noi, a cura
di Paounti Marinella (Torino). I.,. 50.000.
Boraa: Maria Auslllalrlce, per lo formo.:,ion, di
un minionnrio, implorando grazie, n curn di
Gritti Marin Luisa (Gcnovn). L. 50.000.
Borsa: Maria AuslUatdce, Don Bosco, 11 cura
di Macchi Teresina Gabriella (Torino).
L. 50.000.
Borsa: Valll An1onla, in suffragio, a cura della
figlia Macchi Terna Gabriella (Torino).
L. 50.000.
Borsa: Maria Aus:Ui:atrioe, Don Bosco e
Don RIJU!dl, a cura di Costanzo Alessandro
(Roma). L. 50.000.
Boraa: Ma.rio Auslliatdce, SanU Salesiani "
Papa Giovanni xxm, prego.te per lo mio
salvozzo etema, cura di Tecla La Gambo
(Grosseto). L. 50,000.
Borsa: Maria Au.sUlatrice, S. O. Bosco, Ven.
Don Rua o S. D. Savio, secondo l'intenzione
di Mary Garbin (Crest Hill-lllinois). l,. 5:2.700.
Boru: Maria Ausiliatrice, proteggi i misnonari,
a cura di Dal :\\bistro Giuseppe (Vicenza).
L. 50.000.
Bona: S. G. Bosco, per la Jormo..rrione di un
missio1,ario, a curn ru Zinctti Giuseppina
(Verona). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco, S. O.
Savio, a cura di N . N. (Gattinara-Vercelli).
L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrloe, {'rtgo ptr noi, a
cura di Zanola Ma.rio (Vesogné). L. 50.000.
Bona: Mons. Vlnce.nw Cimalll, matSlro indi-
1t1Lntuo.bile di spirito cristiano e di pedagogia
10/niana, a cura di R. T ., L. 50.000.
Borsa: Don Rlnaldl, Don R.icaldone, Don
Z1'11lo1U, Don R.icceri, Don Bonvlclno,
a cura di Pellcrino (Savona). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco, a cura
di Perla Bernocchi Bono, alla memoria del•
l'indimcnticabilc marito •Pino• (Alassio).
L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce e S. G. Boseo,
i11 memoria ll,ffrogro di lgi,ia Dol,:e, a curn
(!j Antonio Dolce (Pescara). L. :250.000.
Borsa: Plzzl nl vod. Ma.zzonl Ida, ;,. memoria t
s11ffeagio, a cùrn dd maestro Carlo Alberto
Pi:ozini ( Roma). L. 50.000.
Borsa: Grazie a S. G. Bosco e Papa Giovanni,
a cura di l\\(Hsucco Giownni (:,.;ovi Ligure).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
Santi Salesiani, prtgaù ucando le mu inttn-
::ioni in vita e in murte, a cura di Luparia
Giuseppe (Moncalvo-Asti). L. 50.000.
Borsa: s. O. Bosco, per uno. voco.zio11e sacer-
dotale, a cura del Sac. B.roggiato Antonio
(Napoli). L. 100.000.
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