Bollettino_Salesiano_193703


Bollettino_Salesiano_193703



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ANNO LXI - NUMERO 3
1° M a r z o
1937 xv
SPEDIZIONE IN ABBO·
t,1A.MENTO POSTALE

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BOLLETTINO P.ERIOOICO MEN-
Anno LXI - :--1 . J
SILE PER I COO-
MARZO
S A L E S I A N O PERATORI DELLE
OPERE E MlSSJONI
1937 - xv
Spedizione in
01 S. G!O. BOSCO
nbbonsmento po,tale
SOMMARIO: n Padre e I flgJ! •..• Sollo la cupola dell'Auslliatrlce. - In famiglia: Austria • Argentina - Canton
Ticino llalla. - La morte del Direuore geru!rale delle Scuole Salesiane Don Bartolomeo Fascie. - Nozze d'oro,
none di dolore e dJ sangue. - Lem,ra di Don Giulivo ai giovanJ. -Dalle nos1re Mlsslonl: Mallo Grosso • Giap•
pone • Alto Orlnoco • Padre Giovanni Batt.u;ta Ribero. Gra,:Je attribuile all'intercessione dl Maria All'<iliatrice,
di San Giovanni Bosco e del Yen. Domenico Savio • Necrologio.
Il Padre e 1figli...
L'alba dell'anno XVI dt" pontificato, 6 feb-
braio u. s., è spuntata pel Papa tra le sofferenze.
Do/01 i lancillb.11ti, senza nonU', sLTa:::iano le
a11gustl' membra, contendMdogli anche il breve
riposo della notte, dopo tantò lavoro. kla l'in-
d,(m1ita volontà 1w11 cede, e fo spirito si sublima
nell'eroica conformità alla volontà di Dio. Il
Vicario di Cristo snjfre con mirabile fortezza
d'animo e non do111m1da a Dio che la grazia di
poter soffrire come si conviene a chi fa le veci,
qui in terra, di Cristo Crocifisso. Egli vede
coll'occhio della fede, anche in questa violenta
sorpresa del dolore, 1111 tratto della divina Prov-
videri:m che, dopo averlo presertJato d(l og,u ma-
lattia jìM alla soglia dell'ottantesimo a,mo, fa-
vorendolo d'una robustezza di costituzione e
d'una floridezza di salttte veramente proporzio-
nate all'altissima m-issio11e, ora lo prova colla
sòfferenza per assomigliarlo i11 lutto al divino
11:laestro. E con questa visione soprannaturale,
Egli,pur sempre disposto a laworare ed a spendere
fatte le sue forze pel bene della Chiesa, 11-()n
chiede di guarire, chiede soltanto di poter fare
la volontà di Dio. Così risp01lde agli auguri dei,
figli devoti, cosl rettifica l'intenzione delle pre-
ghiere che si levano in tutte le parti del mondo
per la Sila preziosa salute. Anche alla Priora del
Carmelo di Lisieux, sorella di" Santa Teresa del
Bm1ihirw Gesù, nella lettera di ringr4.Ziamento
per la 11(1'1)ena irulettu dalle pie religiose, chiedeva
molte preghiere. ma per ottenere di fare, come
si conviene al Papa, la volontà di Dio.
Epperò, tra le sue abituali elevazioni a Dio,
oltre alla generosa protesta di accettazione
del dolore, c'è sempre un'ardente aspirazione al
lavoro: Non recuso dolorem, peto laborem:
non ricuso il dolore, domando tuttavia di poter
lavorare anche fra le sofferenze.
E per poter lavorare dissiumla andie i più
acuti spasimi, impegnando, coll'ussidua preghiera,
ogni respiro per il bene delle anime nel governo
della Chiesa. È 1mo spettacolo d( fede e di cri-
stiana rassegna-::-io11e, clic commuove e conforta
tutti quanti i fedeli. Così Egli continua 1·1 mp1·emo
magistero, anche dal letto di dolore, dalla mobile
poltrona apprestatagli per assecondare la sua
passione di lavòro, insegnando coli'esempio la
sublimità di quell'apostolato del dovere e della
sofferenza che fu tante volte il tema prediletto
delle sue paterne esortazioni. Poichè delle sue sof-
f erem:e il Papa fa un vero eroico apostolato. Egli
offre, ora per ora, mùmto per 111i11uto, gli spasimi
del male per tutti i suoi figli, specialmente per le
1,-ittime della satanica tormenta del còmunismo
e del neopaganesimo nella Russia, nella Spaglla,
nel Messico, in Germania. Avet•a finora pregato
e fatto pregare per questi dilettissimi fra tutti i
suoi figli, perseguitati a morte e torturati 11elle
forme più crudeli dalle orde sanguina.rie dei
«sem:a Dio»; aveva aperto le bracda ed il cuore
a tutti i profughi scampati all'orrendo eccidio
dopo avere arganizzato soccorsi agli affamati. di
Rmsia fi11chè non gli fu impedita twche la car~-
tatevç,le missione: ora egli soffre coti tutti. i sof-
ferenti e soffre per I.oro. Anche q11,a11do 11011 può
celebrare la santa Jlfessa, co1i Cristo, sacerdote
ed ostia ad tm tempo, Egli si offre al Padre
- - pel sollievo dei tribolati, per la cor1i•ersione
49

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degli empt, per la pace del mondo. Di q11esto
povero 1TUJ11do insatanasrito nel tragico gwco
d'1111a dipfo,,,azia che specula cinicamente sulla
barbarie di folle d'abbrutiti esasperate da crùni-
nali senza patria e se11za Dw, illuse di pr()'Ul)e-
dere al bene dei popoli con ecatombi di 01/.èSti...
Il Papa soffre! E d1iede e prega di sapere e
di poter soffn're cristia1,ameute, per tmire le
me sofferenze a quelle dei fzglì 'Dittt111e delle ri-
voluzioni, delle rappresaglie e delle guerre
civili, Ollde offrirle 11ello stesso calice di Cristo
per la salvezza delle anime, per la Redemrùme...
kfa i figli, cortmt()ssi alla grandezza del cuore
patnno, f 011110 dolce violeu~a al Signore della
vita perchè sollevi il Padre da tante pene e
affretti l'ora della C1Jmpleta guarigione. Da 1m
capo all'altro della terra sono milioni e milioni
di anime che offrono preghiere e comumo11i, di-
sposte a dare la loro stessa vita per la sabite del
Papa. Nelle auguste cattedrali, dai mistici ce-
nobi, sotto le umili fronde delle cappelle di mis-
sione, è 1m sol palpito d'amor filiale:« Oremus
pro Pontifìce nostro Pio: Dom.inus conscrvet
eum et vivificct cum et bcatum faciat eum in
terra et non tradat eum in animam ioimicorum
eius: preghiamo pel Papa nostro Pio: lo con-
ser'IJÌ. il Signo1'e e gli dia vita, e lo faccia fe-
lice anche in questa te"a, e lo scam:pi sempre
dalle mani dei. suoi nemici n.
Noi 11on vogliamo essere secondi a nessuno. Il
Papa è Papa per tutti, e tutti devouo immensll-
mente al suo zelo patemo. Ma, per noi, Pio XI
è anche il « Papa d; Don Bosco n, ciie ci ha allie-
tato della gioia ineffabile della beatificazione e
della canonizzazione del nostro Fondatore. Per
questo il Rettor Maggiur ha v1Jillto che la festa
liturgica di San Giovami Bosco fosse quest'armo
offerta, nella B<Uilica di 111aria Ausiliatrice,
tutta quanta pel Papa. GiovaJu·, Coo-peratori e
paffocchiani hanno rnposto ali'appello c<m slanci.o
filiale. Dal 111atti110 alla sera fu u11 succedersi
di prpg/iiere e di co111u11io11i, di sa11te messe e di
solenni funzioni per ottenere dal Signore, ad i11-
tercessio11e dPl Santo, il miracolo, se occorre,
della sollecita gu(lrigìo11e del Vi.cario di Cristo.
Ma ii f eroore di quel gi.omo non deve più scemare
finchè 110,z abbiamo ottmuto la grazia sospirata,
secondo La ,:olontà di Dio. J,i tutte le nostre
Case si c<mtinuano preghiere speria/1 i11dette
espressamente dal signor Don Ricaldo11e nella sua
circolare del 24 ge,znaio u. s. Cooperatori e
Cooperatrici si ttniscano nello stesso intento; ed
il Santo Fondatore offra gradite a Dio le comuni
preghiere di tutta la famiglia salesiana, i111plc-
ra11do, pel tramite della V ergine Santa Ausi-
liatrice, quella pienezza di salute e di forze
che permetta110 al Sa11UJ Padre di riprerulere
l'atti,1ità prezipsa del mo glorioso pontificato,
oggi quanto mai necessaria all'ori.enta111e11lo dei
buoni, alla salve.?:::ra del mo11do.
Napoli • Vomero. • Fioril11ra dl Axione Canollca oeU'Oratorio Salesiano.
- - 50

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SOTTO LA CUPOLA
DELL' AUSILIATRICE
La festa <li Capodanno, celebrata con grande
fervore, fu allietata dall'arrivo di S. E. Mons.
Em:1nucl, vescovo di Castellam:ire cli Stabia.
il quale si è trattenuto un paio di ,e:iomi con
noi celebrando all'altare di '.\\Iaria Am,iliatrice
ed a quello di 8. Giovanni Bosco.
Nel pomeriggio del giorno 3, liOi;tò all'Ora-
torio anche S. E. l\\1ons. Byrne, vescovo di
S. Giovanni in Portorico, col seguito, diretto
a Roma e quindi n l\\1anila pel Congresso
Euc:iristico Internazionale. U giorno 4, giunl>e
il Prefetto Apostolico del Nagoya (Giappone)
l\\fons. Rèniecs, che celebrò, l'indomani, nll'altare
del Santo. La sera dell'Epifania, gli alunni in-
terni iniziarono le recite di carnevale con un
dramma patriottico in tre atti cli D. R. Uguccioni
intitolato " I cavalieri del silenzio». Nel corso
<lei mese ripctel'ono poi, applauditissima, l'o-
peretta dello stc.-sso autore Remi e maschere •.
11 giorno 9, nel teatrino dell'Oratorio fci;tivo
il prof. Gedda, pr~idcntegeneraledella C. C. I.
commemorò Gian :\\Iarccllo Yitrotto :1lla pre-
senza di S. E. Mons. Coppo, del sig. D. Seriè
e di una folla di soci dell'Azione Cattolica.
li ro, l'Unione lnsegnanti « Don llosco »,
convennè, come di consueto, nella camcrctca
del Santo per assii;tcrc alla l\\lessa celebrata
dal sig. Don Fascie, il quale tenne poi subito
anche la confercni'.a annuali! sul metodo educa-
tivo di D. Bosco. Lo ste.~o giorno, il Circolo
ft Auxilium n promosse una funzione di suf-
fragio, nella cappella <li S. Francesco di Sales,
pèr l'anima del compianto Rettor Maggiore
Don Rinaldi che, 30 anni or sono, ideava e
fondava l'associazione. Celebrò il Prefetto ge-
nerale Don Berruti e tenne la commemora-
zione ufficiale, nel salone-teatro, l'an. comm.
Felice Masera. Superiori, invitati e soci par-
teciparono quindi alla inaugurazione di una
intere8santissima Mostra retrospettiva, do-
cumento della trentenne attività del Circolo
che precorse genialmente le associazioni gio-
\\'anili di Azione Cattolica con una ma~nifica or-
gani1.zazione ed ottime iniziative. Il giorno 21,
S. E. Mons. Coppo ed il sig. Don Berruti par-
teciparono ufliciahncntc all'accoglienza trion-
fale delle Reliquie i:Ji S. Giovanni Ba.ttista De
Ln SaUe; superiori e giovani passarono, il
giorno seguente, a venerarle nella cattedrale.
La sera del 22, ci regalò una rapida ,·isita
S. E. l\\Ions. Bartolomasi, arci\\'escovo Ordi-
n.irio Castrense.
S. J::. Mont. Gaude.n;tio Hintt'tCbl, vc>Covo di Pinerolo,
esce dlllla Basilica di l\\larla Ausilh11rice, dopo Il •o·
lenne pon11flcale.
La festa di S. Francesco di Sales.
li triduo del nostro Santo Patrono Iu pre•
dicato quest'anno con affettuosa eloquenza e
salesiana efficacia dal rt!v.mo Mons. Pietro
Fritz di Verona, che affascinò giovani e popolo
colla dottrina e gli esempi della ,·ira di San
Francesco di Sales. La vi~ilia della festa, giunse
desideratissimo S. E. Re".ma l\\Ions. Gau-
denzio Dinaschi, vescovo di Pinerolo, il quale
pontificò i primi Vespri. In assenza del Rcttor
Maggiore, celebrò la Messa della comunità
degli artigiani il sig. Don Fascic e quella degli
studenti il Prefetto Don Bcrruti. Alle 10, so-
lenne pontificale di S. Ecc. l\\lons. Binaschi,
il quale pontificò poi anche ai :;ccondi \\:'espri e,
dopo il panegirico di l\\lon:;. Friu, impani
la benedizione eucaristica.
Prestarono servizio il Piccolo Clero della
sezione studenti e la Schola cantornm dell'O-
ratorio coadiuvata dai ehicriei del nostro Isti-
tuto Teologico Internazionale con ottime e<;e-
cuzioru accompagnate e dirette dal :\\-1° Pa-
gella e dal l\\1° Scarzanella. Di grande effetto
la nuova Messa• del 1\\lercanti, il ~lagni-
- - 51
--.

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ficat II ed il mottetto « lustus germinavit »
del Carisio.
A sera, riuscitissimo trattenimento nel sa-
lone-teatro.
La festa liturgica di S. Giovanni Bosco.
Fu tutta dedicata al Santo Padre. Con de-
voto pensiero il Rettor Maggiore, dopo aver
ordinato speciali preghiere a rutte le Case sa-
lesiane, volle fare questo solenne omaggio al
(( Papa di Don Bosco » sofferente per la sua
malattia e più ancora per la persecuzione di
tanti suoi figli nella Russia, nel Messico, nella
Spagna e nella Germania; ed ordinò che tutte
le funzioni fossero celebrate coll'esplicita in-
tenzione di ottenere dal Signore, per inter-
cessione del nostro Santo Fondatore, la rapida
guarigione del Vicario di Cristo e il conforto
della pacificazione religiosa e civile delle povere
=ioni martoriate. Cli alunni interni ed esterni,
le alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice e
gli ex -allievi si alternarono coi parrocchiani
e coi cooperatori nell'assistere alle sante Messe,
pregando e facendo comunioni generali per
il Santo Padre. Alla Messa solenne, cantata
dal sig. Don Berruti, fece il panegirico il sig.
D. Fascie il quale, rievocando le umili origini
dell'Opera Salesiana e l'amote di Don Bosco
al Papa accese ancor più il fervore della pietà
dei figli verso il Padre comune. Nel pomeriggio
si tenne un'Ora solenne di adorazione in Ba-
silica ed un turno di adorazione eucaristica
nella cappella di S. Francesco di Sales ove i
giovani oratoriani assieparono l'altare pre-
gando ininterrottamente pel Papa. Ai secondi
vespri D. Uguccioni tenne la Conferenza sa-
lesiana prescritta dal regolamento della Pia
Unione dei Cooperatori ed il sig. Don Bertuti
impartl l'eucaristica benedizione. A sera, 11el
salone-teatro, distribuzione delle tessere ai
giovani iscritti ali'Azione Cattolica. Prolu-
sione del Direttore, discorso ufficiale del Pre-
sidente diocesano prof. Brezzi, parole di chiusa
dell'ispettore.
L'improvvisa morte del sig. Don Fascie.
La festa, che doveva essere tutta di gioia,
si convertì improvvisamente in lutto per la
morte repentina del sig. Don Fascie.
Dopo aver tessuto le lodi di Don Bosco,
alla funzione del mattino, si senti opprimere
da un malore che lo affannava da qualche
giorno, senza impedirgli però di attendere
al suo ufficio. Accompagnato in camera e con-
fortato subito della visita dei Superiori, al
-sig. D. Berruti che lo felicitava per lo splendido
52
discorso in cui aveva cantato le glorie di Don
Bosco, rispose serenamente: Spero di andarle
a cantare in Paradiso.
:Mentre s'attendeva il medico, il cuore•ce-
dette. Fu un gran rimpianto in tuUo l'Oratorio.
La notizia si diffuse rapidamente in città
e fu un accorrere di personalità e di popolo a
visitare la salma, composta piamente nella
cappella di S. Francesco di Sales.
Avvisato telegraficamente, accorse il Rettor
Maggiore ed assistette ai solenni funerali
celebrati il 2 febbraio.
Cantò la Messa funebre ed impatrl l'asso-
luzione alla Salma l'Economo generale sig.
D. Giraudi. Col Capitolo Superiore ed il Con-
siglio Generalizio delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice, erano i parenti, i rappresentanti delle
autoritì1 cittadine, il Console dell'Argentina,
il Presidente dei Cooperatori Conte Sen. Eu-
genio Rebaudengo, il Presidente degli ex-al-
lievi, comrn. avv. Felice Masera, il conte Oli-
vieri di Vernier, la contessa Camerana e varie
Dame Patronesse, il R. Provveditore agli studi
colla presidenza e numerosi soci dell'Unione
Insegnanti « D. Bosco n, il Direttore della
scuola «De Amicis» con alunni, P. Cavriani
S. I., il Superiore dei Signori della Missiane,
il Direttore dei Fratelli delle Scuole Cristiane,
l'avv. colonn. Battù, il comm. Grihaudi, ed
altre illustri personalità religiose e scolastiche;
Ispettori e Direttori, Ispettrici e Direttrici
delle Case vicine con rappresentanze e bandiere.
Nel pomeriggio la cara Salma venne tra-
sportata al Cimitero e tumulata nella tomba
della Famiglia Salesiana.
IN FAMIGLIA
AUSTRIA. - San Giovanni Bosc o Patrono
deUa Gioventù austriaca.
Il 31 gennaio u. s., festà di S. Giovanni
Bosco, nella Cattedrale di Vienna, l'Em.mo
Card. Arcivescovò lnnitzer, alla presenza delle
ma.~ime autorità, di folla immensa di popolo
e di falangi di giovani, ba proclamato solen-
nemente il nostro Santo Patrono di tutta la
giove11tù austriaca. Il gesto magnifico dell'Emi-
nentissimo ha riscosso l'unanime consenso, il
plauso e la gratitudine di tutta la nobile Na-
zione, che ascende trionfalmente a nuovo glo-
rioso prestigio internazionale sulle basi gra-
nitiche del Vangelo, al palpito fecondo del
cristianesimo. S. Giovanni Bosco risponda
alla fiducia dell'Arcivescovo ed alla devozione

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del popolo aprendo tutto _il suo cuo.-e alla
balda gio\\•entù austrbca, anelante alla pie-
nezza della vita e della gioia cristiana.
ARGENTINA. - Nobile gesto d>amor
frate rno.
Gli alunni del nostro Collegio S. Isabella
di S. lsidro (Argentina) hanno spontaneamente
rinunziato ai premi di studio e di condotta
meritati nello sco~o anno pregando il Diret-
tore a dc\\'olvere la spesa in soccorso dei giovani
dei no:.tri Collegi di Spagna. Eco la lettera
scritta al Direttore:
premi ai Colhgi Salesia11i di Spagna. I 11ostn'
libri, le nostre medaglie, si trasformaan110 in
pane, in vestili, i,, Jazzoletti per mciu.r:are le
lagrime di tanta p1>'11era gente che soffre dei ri-
sultati nefasti della educù::iorre dei sm::a Dio e
se11::a Pallia.
Voglia il cielo che il 11ostro modesto co11lributo
attiri le benedfoim,i di Dio su di n()i L" restituisca
alla .\\-ladre Patria il sommo bene della rivi/tà
cristiana, di cui noi stessi le siamo debitori..•
Lasciamo ogni commento. Il gesto proclama
ancom una volta colla più alta e suhlime elo-
qut:n:r.a la nobiltà divina della cristiana educa-
zione.
Stimatissimo signor Direttore,
1 sottoscritti, alwmi del terzo Corso Na'Jionale,
1iell'im111ùu:1i:ra della dislribuzùme dei prr.nu,
co11sidtra11do u irlgmli difficoltà materiali che
CANTON TICINO (Svizzera). · I Se-
minaristi di Lugano per la Missione
di Shillong.
attrm·ersa110 i Collrgi Salesiani della l/adre 1 chierici della se1.ione maggiori del ve-
Patri<1, come pure la pcn11ria di ta11tt famiglie nerando Seminario diocesano di Lugano (Can-
di alwmi i cui figli furono sacrificali dalle orde ton Ticino) hanno organizzato fra loro una
co1111111is/(I, e ricordando clic la carità è il miglio1· riffa a favore dei nostri chierici del 8cminario
disti11ti,,o del cristiano, ge11erosame11lr nffro110
l'importo dei premi, che codesta Direzione in-
tende dist,ih11ir l,m,, per aiutare i s11pcrwn· e
gli <1/11n11i dt'i Collegi Sall'Simù spapuo/i.
Jltmtre rncari.ca11u la S. T'. RetJ.ma di Jar
pcrv,:nirc ad essi q11rsto modest1J obolo, la sup-
di Shillong, tanto provaci nell'incendio dello
scorti<J anno. La riffa ha frullato 65 fr. in-izzeri,
che il eh. :Vlasina ha rimes.-;o ai Superiori a
n<>me dei compagm. Segnaliamo, commossi,
qu~to nobilissimo gesto, :iuspicando agli ot-
timi chierici le più elette benedizioni.
pliawo pure di informarli delle diuturne pre-
gl11'ert che giomalmwtl' rit•olgo110 al cielo per
il più sollecito ri.stabilimmw della pace crutiana
,~Ila ,wbik e amala Na--ione.
ITALIA - Casale Monferrato. - S. E. il
Maresciallo Badog lio all'Is tituto Sa-
lesiano.
(seguono le firme).
Domenica 24 gennaio, S. E. il Maresciallo
t facile immaginare l'emozione <lei giorno Pietro Badoglio, aderendo cordialmente al-
ddla premiazione, quando, raccolti autorità, l'invito dell'Unione Don Bosco, su~gcllava
superiori, parenti e<l alunni nel salone-teatro, la giornata trionfale offertagli dalla metropoli
un giovnne lesse l'indiri:1.zo d'omaggio pub- monferrina, coll'inaugurazione di una lapide
blicando il nobile ge..to.
ricordo dei gloriosi cnduti in terra d'Africa,
Prima di scendere da questo paf.co - disse il murata nella Cripta del nostro tempio dedi-
giovinetto - debbo compiere 1111 altro incarico. cato al Sacro Cuore al Valentino. I figli cli
l'.lmtrt il pensiero ll'lJM' termin<1to /'a,1110 Don Bosco gli fecero le più fervide accoglien.zc.
scolastico ci n'emp~ il cuore di co11sola:rio11e- pel li popolo accorso numerosissimo gli si serrò
prt,gress11Jallo secrmdo i 11ostri desideri e pc/ pros- attorno, festante corona di cuori, orgogliosi e
sinw ritorno alle nostr~ f anti,f!lie, l'anima nostra riconoscenti. I piccoli dell'Oratorio, gli al-
tJola ad altre 'fam(,:l,e di (l/11nni salrria111, clte lievi dell'Istituto ed una folta rapprC-$ent.an7.a
pia11go110 l'asse11::a dei fi.t:li, Immolati forst dalle del collegio di Borgo S. Martino, schierata•
orde mwiche di Dio e imofferenti di ogni disci- al passaggio, elevavano evviva di gioia al Ma-
pl111a.
resciallo che sorridendo Li accarezzava pater-
I 110stn· cuori di gir,vmii ajfe::io11ati all'Opera namente.
di Dm, Boscn, sm1 riusciti a intuire la drsf?/a-:rio,~
·ella Cripta, S. E. l\\Ions. Coppo porse al
di q1usti Collegi dellt1 Spagna Cattolica, la mi- Due.a di Addis Abeb.i il saluto di tutta I.i Fa-
seria e la carestia dt ta11te famiglie vincolate, miglia salesiana, rievocando con delicati ac-
come le nostre, a quest'Opera; e in u,i atto, centi In soave figura tiella mamma del Mare-
che 11011 chiamerò di ge,,erosità, ma di pura sciallo. S. E. Badoglio inaugurò quindi la
carità fraterna, abbiamo drriso di do,uue i nostri
- - lapide benedetta dal Vescovo salc:si.ino, su
53

1.7 Page 7

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cui coi nomi dei caduti venne incisa la seguente
epigrafe dettata da] Sac. Cav. D. Sala:
I figli dt quel S. Gi<J'V.anm Bosco - che me=o secolo
in11a11zi vaticinava l'm,spicata ConciliaJ:&io11e fra
Chitsa e Stato - voluta dalla paterna bontà - di S.
S. Pio Xl - t dal senno di S. M . VITTORIO EMA-
NUELE /Il - e che segnò la grandezza d'Italia -
consaC1"0110 oggi - XXI V Gemtaio MCJ.IXXXVll-
XV E. F. alla rico11osce11za e ai mffragi - dei poster,
- gli tpirili tletti dei - 11101,jerri,,i - caduti ttella con-
1/flÌsta - del nuovo impero d'Etiopia
DUCE BENITO MUSSOLINJ
,,,f ,ondoltt alla vittoria dal prode de, prodi - Ti 011-
f trrino MllRESCIALLO PIETRO BADOGLIO -
e nell'incideme $11 ·qt,esto marmo - , nomi gloriosi -
i111plora110 pace a, morti - prosperità ai 111,ovi fratelli
- e il ri1,fiorire di Quella Chiesa d'Africa - che fu già -
di Cipria110. di Agosti110 cli Frumettzio.
Reso omaggio alla memoria dei caduti, il
MaresciaUo, accompagnato dal Direttore, ri-
cevette con commossa effusione di affetto le
mamme dei Caduti, sfiorando con tenerezza di
figlio d'un bacio le -teste delle eroiche donne,
quasi a lenire il loro dolore, a testimoniare
loro l'immensa sua ammirazione, la gratitu-
dine della Patria.
Finita la cerimonia, S. E. sall nella basilica
del Sacro Cuore sfolgorante di luci, tutta un
fremito di preghiera, e col brillante seguito
assistette alla funzione di ringraziamento. S. E.
Mons. Albino PeUa, vescovo diocesano, nello
splendore degli abiti pontificali intonò il Te
Deum ed impartl la benedizione eucaristica.
Cosi la giornata domenicale del Maresciallo
d'Italia a Casale, iniziatasi con la Santa Messa
in Duomo, si chiuse nel raccolto splendore
della Basilica del Sacro Cuore, in preghiera
con il popolo e con quella gioventù da Lui
definita «il più prezioso oro della Patria ».
- Napoli. - FioritQ,ra di Azione Cat-
tolica.
Pubblichiamo volentieri la fotografia (v. pa-
gina 50) dei 230 giovani dell'Oratorio Sale-
siano di Napoli-Vomero, iscritti alle Associa-
zioni cli Azione Cattolica. È il fior fiore delle
Compagnie religiose del SS. Sacramento, del-
l'Immacolata, di S. Luigi e del ven. Domenico
Savio che formano gradatamente all'aposto-
lato i più fervorosi tra i 600 giovani che abi-
tualmente frequentano l'Oratorio, duplican-
dosi anche nelle solennità. Quest'anno i quadri
sono al completo col Gruppo Universitario
- F. U. C. I. - inaugurato subito con 35
tesserati, e posto sotto la protezione di S. Tom-
maso d'Aquino, e col gruppo Uomini di Azione
Cattolica, sorto in seno all'Unione Padri di
Famiglia. Bene organizzata l'istruzione reli-
giosa, l'apostolato stampa, e ben coltivata la
clivozione eucaristica e mariana.
-
"!orino. I funerali del slg. Don Fascie: la bara davanli al monumento di Don Bosco
54· ------

1.8 Page 8

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L a m o rte del Direttore generale delle Scuole Sale siane
D. BARTOLOMEO FASCIE
Cade,,a sulla breccia,
secondo il vecchio mono
•alesiano, quando più alto
era stato il pensiero e
insolitamente viva la pa-
rola nell'innalzare un mno
di lode n Don Bosco, nel
giorno della prima cele-
brazione liturgica del San-
to, stabilita per la Chiesa
universale nell'anniversa-
rio della morte, il 31 gen-
naio u s., che doveva es-
sere dedicata ad impetrare
la salute del Papa di Don
Bosco. Alla Messa solenne
nella Basilica di Maria
Ausiliatrice, aveva voluto
Fgli salire il pulpito quella
mattina, benc:hè dissuaso
da molti, a causa d'una vagu indisposiz.one la-
sciatagli dalla recente influen7.a. E i primi periodi,
detti con inconsuera solennitt\\ di parola e di con-
cetti, con ammirazione commossa per la bellezza dei
contrasti che ls Provvidenza aveva disposto tra l'u-
miltà delle origini e deii;l 'inizi e la trionfale grandio-
sità dell'apostolato del Santo, con la tenero rievoca-
zione della dolce consuetudine avuta con Lui, con
l'appassionata invocazione del suo celeste inter-
vento per la conservazione del Pontefice che lo ha
glorificato, tutto pareva far credere nel caro discepolo
di Don Bosco ad una ritornata viitoria, auspice di
lunghi giorni operosi. Ma con l'innoltrarsi del di-
scorso, la stanchezza ebbe il sopravvento, la voce
nffatie!,lta ritardava la sua parola fluida e abbondante
che incatenava l'uditorio. Concluse rapidamente, e si
ritirò: accomp~gnmo in ufficio ebbe sentore deU'ag-
g.ravarsi del male: tanto che egli, che non aveva mai
avuto bisogno del medico in vita sua, acconsenti a
farlo ,·enire, e si mise a letto. In breve il cuore ce-
ùette, e quando il medico giunse per visitarlo, egli,
nella calma d'un placido sonno, era già spiratQ.
Aveva 76 anni, c<l era ,;tato fino all'ultimo sempre
vegeto ed al.nere: e lo spinto sempre vigile e destò,
come a trent'anni: la sua meravigliosa coltura sempre
presente e la parola pronta e precisa: ed il sorriso
sempre uguale, che c.sprimeva la sua ,·olonra di vita
fraterna con lutti. E parve e.be il suo mancare a quel
modo fosse in accordo col desideri o di non dar inco-
modo a,d alcuno.
Quando il predicatore del pomeriggio, salendo su
quel medesimo pulpito per ln Conferenza Salesiana
ni Cooperatori, da,'tl l'an-
nunzio del suo transito, lu
commozione del popolo,
ch'egli avew cosi affa-
scinato al mattino, si ri-
velò immensa, e un mor-
morio di compiantQ e d i
preghiera si diffuse sotto
la cupola della Basilica. 1
Salesiani, i giovnnj, le
Figlie di Maria Ausilia•
1rice fecero un cuor solo
nel suffragarne l'anima
detta e caro.
La salma, vestita di cot-
ta e stola, venne espostn
con modesto apparato nel-
l'attigua chiesetta di San
Francesco di Sales, e tutto
il giorno seguente fu un
tvntmuQ pio pellegrinare di personaggi insigni e d
1l0polo, d'insegnanti, di ex-allievi, di Cooperatori,
commossi dall 'imprnvvisa dipartita.
U mattino del giorno 2 febbraio si fecero i fune-
rali. JI Rettor Maggiore, accorso imm.edintamente ds
Varazze, i Superiori del Capitolo, Ispettori e Diret-
tori Salesiani, il Consiglio Generalizio delle Figlie
di M. Aus., le rappresentanze degli Istituti salesiani
e Oratori maschili e femminili, il gruppo dei suoi
cugini e nipoti, una moltirudine di Cooperatori e
Cooperatrici, di am ici dell'Opera salesiana, forma-
rono il lungo corteo e riempirono la Basilica., durante
la celebrazione della Messa cantata dall'Economo
Generale, D. Fedele Giraudi. Nel pomeriggio la
cara salma venne inumata nella Cappella Salesiana
al Cimitero.
" .. "
Con Don Bartolomeo Fa.scie è scomparso il De-
cano del Capitolo Superiore, e, fra i Superiori Mag-
giori, quello che piu a lungo e piu dappresso aveva
potuto avvicinare il Santo Fondàtore. Nato a Verezzi
di Albenga (Savona) il 29 ottqbre t861, da Cristino
ed Anna Finocchio, spiccò fin da giovinetto per l'in-
gegno pronto e vivace e la tempra adamantino dello
volontà, percwrendo gli studi classici, e laureandosi
in lettere e _filosofia all'Università di Torino il 16
gennaio 1883.
Il fascino di Don Bosco, ch'egli senti potente fin
dal 1876, studente del nostro Ginnasio Liceo di
Ala~sio, e più potente ancqra durante gli studi uni-
versitari, vivendo ospite del Santo nel suo stesso
- - Oratorio di Torino, non tardò a guadagnarlo intera-
55

1.9 Page 9

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mente alfa vita salesiana. Ed egli la visse con piena
aderenza. mentre doveva diffeire ad ascrivervisi per
legali responsabilità cli famie;lia, insegnando lettere
nel nostro Liceo di Alassio, sotto la direzione ed in
intima comunione di spirito con D. Francesco Cer-
suti. E aUa lusinga di splendida carriera nel mondo,
alle profferte che gliene vennero, non consenti mai,
coltivando nel suo cuore lasuasantasecretavocazione.
l'assa10 Don Bosco alla gloria del Cielo, il com-
pianto don Luib,i Rocca suo amico e allora di-
rettore, 'o indusse o decidersi, ed egli ricevette
l'abito talare dal Servo di Dio Don Rua, di Lui
successore, e si legò in perpetuo alla Società Sale-
siana il 21 ottobre 1889. La sana e solida cultura,
la maturità èli spmto, la pietà soda e convinta, la
generosità nel sacrificio, accelerarono il giorno deUa
sUll 01dma~one sacerdotalt, che, essendo insegnante
ad Este, ricevette da l\\Ions. Callegari, Vescovo di
Padova, il .19 dicembre 1891.
Alassio, Este, A•cona furono i campi ciel suo primo
upostolato di salesiano, e l'additarono per la Dire-
zione dell'Istituto Pareggiato di Bronte in Sicilia,
ove stette, come Direttore cd Insegnante, dal 1897
al 1910, mentre ipà la fiducia dei Superiori l'aveva
elevato ad Ispettore delle Case di Sicilia. Con questo
stesso ufficio passò in seguito a Sampierdarena, come
bpettore delle Cru.e di Liguria, Toscana ed Emilia.
Infine, fottasi vacante nel 1919 la carica di Consi-
itljere Scolastico nel Capitolo Superiore, Dou Al-
bera lo chiamò per la Direzione generale degli
Studi e della Stampa salesiana: carica confermatagli
con plebiscitarie vota2ioni nei Capitoli Generali
sllSsegucnti.
La bara pas•a dinanzi al monumento dJ Don Bosco nel
cortile interno dell'Oratorio, Il lato del Santuario.
--
In tale ufficio lo sol'J)rese morte. 1\\1.a non lo
trovò impreparato. Aveva un intimo presentimento
della sua fine. Parla\\'a del suo ultimo discorso come
del canto del cigno. Al Prefetto Generale Don Ber-
ruti, che lo fclicitavn per aver cosi ben cantale le
glorie del '.Padre: • Spero, rispose, di continuare a
tantarle in Paradiso •· E Corono tra le ultime sue
parole. Nel grnn vuoto ch'egli lascia e, conforta il
pensiero che il suo sperare sia divenuto subito una
realtà, compiendosi i disegni divini in un giorno cosi
predestinato e forse auspicato da lui.
•••
Grave è la iattura che fa colla perdita di Don
Fascie la Congregazione Sal.esiana e l'Opera di Don
Bosco. Formato primamente alla scuola e alle tradi-
zioni del Santo dall'indimenticabile Don Cerruti,
ch'era stato compagno di Savio Domenico, e del
quale si 4isponeva in que$ti itiorni a sci ivere pugine
ricordative per celebrarne il ventennio della morte;
vissuto in età di piena conoscenza e a mente dischiusa
accanto al Santo stesso, egli ne aveva compreso e
fatto suo sq~itamentc il più genuino spirito, soprnt-
tutto nell'ambito religioso e pedaitoe;ico: e se le sue
cariche gli diedero mezzo d'esserne il geloso tutore,
i suoi studi, la sua profonda comprensione e l'ade-
renza totale del SUQ pensiero ne fecero l'interprete
fedele. La sua missione, il suo lavoro nella Società
Salesiana fu quello di sviscerare, illustrare, inter-
pretare lo spirito del Santo Educawre.
Don Fascie non scrisse molto, ed anzi troppo poco,
rispetto allo sua cultura e alla sua capacità. Ma, tro
quel che di lui rimane, sta quel piccolo libro Del
N.letodo Educativo di Do11 Bosco, che, adottato da
tulte le Scuole Magistrali d1talia, vi reca il verbo
del Sistema Preventivo, ed è citato da tutti gli scrit-
tori e studiosi di Pejegogio come un documento
fondamentale.
Non scrisse molto, ma la sua parola, chiara, pre-
cisa, profonda, non mai cadente, sempre abbonde-
vo.le e pronta, recò dappertutto, nei Congressi, nelle
Adunanze d'insegnanti, tra i dotti della scien-za e
tra i più modesti lavoratori della scuola, tra i Sale-
siani gìovnni e rnaturi e tra gli uomini del mondo,
il pensiero di Don Bosco fatto suo, e penetrò e con
vinse, e fu efficace e feconda di saluta ri indiri1,7,i.
[n lui la tn1dizione pedngogiai di Don Bosco s'era
fatta persona. E colla sua morte questa persona non è
più. Quelli che l'han conosciuto davvicino, queUi che
con lui hanno condiviso lo studio della salesianità
educativa, tutti quelli che possono rammentare le sue
parole, hanno quasi un dovere di fissarne la memoria,
perchè non vada disperso un tesoro cosl prezioso.
E se, pensando d, lui davnnti a Dio, ritorna la figura
del santo sacerdote, del religioso esemplare, del-
l'amico di tutti, dell'uomo dimentico di sè pel bene
altrui, quando il suo nome si colloca neUa storia e
nella vita salesiana, esso è il nome di chi, forse ul-
timo, potè dire, é disse, la parola più intima di Don
Bosco in ciò che fu la vocazione provvidenziale del
Santo Pedagogo, e rimane nella storia dell'aposto-
lato ·cristiano della gioventù e delle anime.

1.10 Page 10

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NOZZE D'ORO
NOZZE DI DOLORE E DI SANGUE
Con que.ito titolo la Gaceta Regional de Salaman"a
hn tmbblicnto nell'ottobre scorso u11 commove11/e elogio
delle Figlie di Maria A,mliatrice, che tradr4ciamo in-
fl'gra!111C11te:
li 19 del corrente mese di ottobre, giorno consa-
crato o S. Giuseppe, si compirono cinquant'anni
dall'arrivo nella nostn1 Patria delle prime quattro
Figlie di Maria Ausiliatrice, \\'enute per fondare
la prima Casa Salesiana dell'Istituto femminile e
realiz7,are cosl uno dei più bei sogni del Santo ita-
liano, apostolo del popolo e per il popolo.
Sarebbe stato un giorno da suonare le campane o
festa, esaltando ai quattro venti il cristianissimo e
patriottico lavoro compiuto in questo mezzo secolo
dalle buone religiose. lo tutte le città, in cui vi
sono Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice si sa-
rebbero dovuti fare grandi festeggirunenti, e le
ex-allieve avrebbero izareggiato nel fnr risaltare da-
vanti all'intera Spagna quanto l'Istituto delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice ba !atto per il bene del
popolo, degli umili, cioè della classe sociale, che ba
formato la compiacenza di Gesu Cristo e della sua
Chiesa. Ma la Spagna è in lutto; e le Figlie di Maria
Ausiliatrice pure. Dio le ha onorate facendo anche
di loro vittime propiziatrici dei peccati di un po-
polo avvelenato, che, nell:i sua ubbriechezza rivolu-
zionaria, ha voluto macchiarsi del più puro sangue
spagnuolo, del sangue di questi angeli del Santuario,
consacrati n Dio e al bene del popolo.
li nostro· giornale, consacrato al servizio della
Spagna, vorrebbe dedicar loro non solo un arti-
colo, ma un numero straordinario. Epperò, malgrado
ìl nostro vivo desiderio, le circostanze ci obbligano
a limitarci soltanto a questo povero elogio.
UN SOGNO DI DON BOSCO. - La venuta
delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella Spagna do-
veva essere la realizzazione di un sogno dorato
di D. Bosco. L'Apostolo aveva sognato una villa a
modo di fortezza, che, come un castello fatato, do-
veva essere la sede dell'runore e della carità cristiana,
del Vangelo vissuto e praticato dalle sue Figlie a
bene delle fanciulle più povete della città.
L'oggetto della visione del Santo era lu • Torre
della Gironella •· La Vergin: Ausiliatrice, Cole
che lo i.spirava e gli risolveva tutti i suoi problemi,
gliela aveva adclitata per la prima Cnsa delle sue
Figlie nella Spagna. Grandi erano le difficoltà da
superarsi per ottenerla, e noi ora non le esponiamo;
ma tutte si vinsero con l'aiuto di Maria e con la
protezione accordata da quella santa Cooperatrice
salesiana, che fu Donna Dorotea Chopltea.
La villo, per la quule si chiese una somma favo-
losa, fu comperata con 70.000 pesetas che Donna
Dorotea teneva in serbo per la sua vecchiaia.
LE PRJJ.'lfE RELIGIOSE. - Il 19 ottobre del
1886 gìunsero a Barcellona le prime Religiose Sa-
lesiane. Erano quattro suore italiane, delle quali
una solo sopraV\\•ivc: la rev. suor Lucia J\\'lartinez,
attuale Superiora della Casa di Salamanca, già per
ITe volte incaricata di tale ufficio nella nostra città.
Con queste quattro religiose, formate dallo stesso
Don Dosco, l'Istituto di Maria Ausiliatrice comin-
ciò a vivere nella Spagna. Furono esse il granello
di senapa, che all'ardore del Tabernacolo e ir,.orato
dalle grazie della Vergine, si è convertito in un al-
bero fecondo. Gettando uno sguardo attraverso a
questi anni trascorsi, lo vediamo crescere fino n
contare 22 Case nella Spagna e varie nitre fonda-
7.ioni in America con religiose spagnuole.
Le Figlie di D. Bo~q:, hanno lnvorato e lan,rano
tuttora nell'insegnamento primario e medio; sosten-
gono Scuole serali e professionali, Oratori festivi,
Refettorii e Colonie scolastiche, ecc.: e tutto questo
n beneficio dell'infanzia e della gioventù, special-
mente di famiglie operaie.
Oltre o queste zz Case, le Figlie di Maria Ausi-
liatrice hanno pure un Noviziato e una Casa di for-
mazione.
REGALI DEL CIELO. - Dice la grande con-
fidente del Cùore di Gesù, Santa Margherita Ala-
coque, in una delle sue lettere, che il miglior re-
galo che Gesù Cristo fa alle anime da Lui amate
è la croce. E con la eroe.e Dio ba premiato le Sa-
lesiane. Nella settimana tragica del 1909 videro
saccheggiare e profanare la loro Casa dai giovani
barbari dj Catalogna, i discepoli di Fcrrer.
Nel 1931 furono incendiati e saccheggiati i Col-
legi di Madrid e di Valenza. Magnifico quello di
Madrid a Cuntro Caminos, che Yedemmo un anno
fa non ancor del tutto restaurato, do,·e ricevevano
l'insegnamento gratuito più di 700 fanciulle; e che
nel maggio scorso fu nuo,·amente incendiato, mentre
venivano commesse gravi violenze contro le reli-
giose trascinate nella strada, ferite, e destinate a<l
essere uccise dalla turba, se non fossero state di-
fese dalle Guardie di sicure1.za a cavallo.
Anche in questo rivoluzione dovevano contare
delle vittime. lvientre stiarno scrivendo si ignora
tuttora la sorte di molte di queste nostre religiose.
A Salamanca è giunta la notizia che due di esse sono
state martirizzate a Barcellona e due si trovano pri-
gioniere a Valenza. De.Ile altre, che nelle città so·-
toposte ai rossi si consacravano al me~ifico apò-
stolato dell'educazione della fanciullezza e della
formazione delfa gioventù, . non abbiamo ancora
potuto sapere quale sia la sorte. Forse, come tante
- altre religiose spagnole, saranno state vittime sacre,
57

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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scelte da Dio per lavare i peccati di questa società
egoista e materializzllta, che ha innalzato un al-
tare al piacere e alla sensualità.
Offertasi per la salvCZ7.à della Spagna, moriva, poco
più di un anno fa, a Valverde del Camino, una Sale-
siana salamantina. Dio ne aveva fatto una vittima
di passione e di dolore. Come lei si saranno offerte
a Dio quante altre e avran chiesto che il loro sangue
cadesse sul]'altare della Patria. In nome di tutta la
Congregazione, esse han celebrato le Nozze d'Oro:
Nozze di passione e di sangue e han ricevuto la
miglior corona dj meriti che Dio potesse porre sul
capo delle Figlie di Don Bosco, la corona del mar-
tirio per Dio e per la Spawia.
Le Fi1die di Maria Ausiliatrice, vmute a noi daJ-
1'Italia, come sorelle nostre, porter.anno alla loro
Patria, nei giorru della pace, la gratitudine di una
Spagna, sorella nelJa fede, nella coltura e nella lin-
gua, e ora doppiamente legata a lei da vincoli di
eroismo e di dolore. Potrann0 allora portare con
le rose del martirio per offrirle al Santo italiano,
al Papa, al Duce, come il più sacro ncordo di questa
santa crociata per Dio e per la Spagna, che si vedrà
coronata col trionfo dei suoi martiri e l'eroismo dei
suoi soldati, difensori di una tradjzione cristiana, la
quale fu l'anima del popolo spa~uolo e che deve
essere linfa vitale per la nuova Spagna, madre fe-
conda di eroi e di Santi.
Le nostre più sincere felicitazioni alle Religiose
Salesiane Spagnuole che possono leggere questo no-
stro ricordo d'ammirazione e di simpatia, dedicato
oggi aUa loro Congregazione. Voglia la Vergine Au-
siliatrice concedere all'uruca superstite, la cev. Suor
Luisa Martinez, di poter celebrare tra breve, con la
solennità che si merl1a, la ricorrenza di questo cin-
quantenario, che ho dato tanta gloria a Dio e al-
l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Con i
nostri rallegramenti, la preghiera per quelle che sof-
frono e per le prigioniere che attendono il momento
della liberazi_one.
Chiediamo a Dio che ne abbrevi la prigionia per
i meriti di quelle che diedero già la vita, fra tµtte
le angosce che i sacrileghi carnefici a servizio di
Mosca, fan passare alJe loro vittime.
R. 1\\1. P.
Lettera di Don Giulivo ai giovani.
C-arissimi.
m marzo è il ven. Domenico Smrio dw deve parlare
al ,·ostro ,cuore. R 9 mnrzo ricn"e in.fatti l'nerm,tesimo
anniversario della sua .ranta morte. Ebbene, sentite ciò
che egli diceva son11te per spiegare ai compagni la
pace e la gioia del s,10 cuort>: Se ho q,u,Jd,,. pena i,,
mort, t•o dal confessnre, d,e mi co11siglia sero11do la
tJolontà d, Dio; gùud,è Ges1) Cristo ha detto rlui la
t;oce del confessore per noi è come la voce di Dio. Se
poi voglio q1w1rhe cosa di ,:rande, ••o a ricef!.ere l'Ostia
santa i11 tui trovasr· corpus quod pro nobis traditum
est, ci<M quello gresso corpo, satlj,'TJR, anima e di~·i11it/Ì,
rhe Gesù Cristo offerte al StJO Eter110 Padre per noi
sopra la crore. Che rosa mi manca per essere felice?
nu 11,Jla itt qtwsto mo11do; manca solo di poter godere
welato i,, cielo Colui, rhe ora con ordiio di fede miro
e adoro sulfaltare (S. Gm. Bosco, Vita del itiovi-
netto Domenico Savio, pag. 53}.
Il disegno rhe '-"- riprodu,o lo ritrae proprio nel
rotto di n'retJere qutl Din che rallel(l'a la tJ0stra gio-
t.>i11ez2a •· Imitatelo adunque, se volett vivere allexri
e ftlici. Imitatelo """ solo nella frequenza ai sa11ti
Sa.rramenti, ma mu.h« rrel.Za df!Vo:ione, nel jertJQre e
nel rarroglimento co11 cui ,i auostatJa alla santissima
Eucaristia. Così sarete i suoi miglion· amici.
Vostro aff.1110
Don GruLivo.
lmporfonHssimo: Tutte le Chiese ed Istituti Salesiani e delle Figlie di ~Maria Austliatru-e sono
incaricati di ra~cogl.ure l'eleuwsina della lira mensile invocata dal Rett.or
Maggiore nella circolare di Capodan110, per trasmetterla, coll'elenco degli offe-
Ye11ti, allo stesso signor Don RICALDONE, via Cottolengo 32, TORINO ro9.
- - 58

2.2 Page 12

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DALLE NOSTRE MISSIONI
MATTO GROSSO (Brasile).
Sulle tracce delle nostre vittime...
(Contv1utaio111 - t , d i 11!lmt:To pruulnite - ~ fi11e).
L'ultimo giorno di permanenza fu allietato
da una bella sorpresa: il transito dell'imbar-
cazione del ì\\larcbese Basily Sampierì che
colla sua nobile signora ed alcuni compagni
erasi coraggiosamente spinto in quelle plaghe
del Rio das Mortes per deliziarsi della ver-
~ine natura, pel gusto di avventure, e per
la brama di conoscere regioni inesplorate.
Impossibile descrivere la gioia dei nostri.
Fraternizzarono ~ubito come vecchi amici.
Il Marchese Basily andava a gara colla sua
Ecc.ma Signora nel confortare i nostri confra-
telli con quanto disponevano; ai nostri pareva
di sognare.
La povera capanna ospitò tutta la distinta
comitiva per un giorno intero. 11 Marchese
~·interessò subito della :\\1issione e della tra-
gica fine dei primi due nostri ì\\Iissionari;
q uindi volle che la sua comitiva tenesse la
rotta dei nostri nel ritorno per sostare insieme
sul luogo del delitto e rendere omaggio alla
memoria delle due vittime.
La comitiva del Marchese precedette però di
Appen a colloca1a la croce auJ luoao d11<ll'ecc1dlo.
un giorno, perchè egli appassionatissimo si
potesse dedicare tranquillamente alla caccia. alberi formano le balze, o zattere, che i sel-
Il 25 agosto, dato un addio al luogo ed alla vaggi usano per attraversare il fiume.
povera abitazione, i nostri, la.l\\ciando tutto in ~el bosco, si udiva ripercuotersi l'eco di un
ordine, come mei;i addietro, non senza pro- rumore come di colpi di accetta; ad un certo
fonda pena per l'infelice sorte della prima culla punto un sibilo strano che poteva essere anche
della nostra J\\,1is.,;ione sul Rio <las Mortes, ini- di qualche uccello. Indubbiamente i sch1aggi
:tiarono il viaggio di ritorno. La discesa fu si erano dì nuo,·o av.,;cin:1ti cd accompagna-
assai più facile e più rapida che la salita. "ano i nostn.
In poche ore di na,·igazione coprirono una di- D Fuchs e D. Sacìloltì nella zona della
stanza doppia di queUa raggiunta nel salire. residenza di S. Tercsìna, non avevano mai vii.lo
\\ crso sera incontrar-000 la comitiva del ì\\lar- trnccia cli ~ch·aggi, che invece apparivano sem-
chcse 13asily, già accampata, che li attendeva, pre a circa duecento chiloml·tri piì1 in basso,
cd anch'essi piantarono le tende.
proprio do,·e si trovavano i nostri.
L'indomani i nostri precedettero l'imbarca- Come i primi Missionari del Rio das :Vlor-
zione del i\\Jarchef.c, partendo di buon mattino. tcs, anche Ò. Colbacchini e gli altri confra-
La na,·igazionc corrc\\'a ottimamente da al- telli poterono constatare che, mentre in S. Te-
cune ore, l'enza nulla di anormale; quand'ecco re:;ino e nei dintorni non c'era traccia di sel-
a poca di,;tanza, tra i rami e il ,·crde dt:lla fo- vagi.:i, a duecento chilometri più in basso davan
resta, una lcggìcra e tenue nuvola di fumo. segni evidenti della loro presenza. Alla sera
Ancora il fuoco ,lei selvaggi.
il Marchese Basily raggiunse l'accampamento
Una mossa del timone, e l'imbarcazione s'ac- e narrò egli pure d'aver visto il fuoco, le l'-at-
costò alla riva. Ossen·arono attentamente; sul- tere, e d'a,•cr udito i rumori nel bosco, an:.:i
l'orlo del fiume, sollo i folti rami che i.i curva- d'aver scorto recenti orme di selvaggi sulla
Yano fin sopra l'acqua, sta\\'ano ancora alcuni riva del fiume. Era già notte oscura e ancor
fasci di rami che legati con liane e cortecce di
- stavano in amichevole conversazione scam-

2.3 Page 13

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La sotfoscrizione delle lesene nella parte ampliata del
Santuario di Maria Ausiliatrice.
Anche la sottoscrizione delle lesene è ultimata. Ecco l'elenco <legli ultimi
12 sotcoscrittori che segnaliamo anch'essi all'ammirazione dei Cooperatori,
raccomandandoli caldamente alla riconoscc111,a e alle preghiere di lutti.
61. Arcico,ifratemita di 1l1aria SS. A11siliatrire - Novar:1.
62. Ispelloria Brasilia11a Maria Ausiliatrire » delle Figlie di ?Ilaria Ausilia-
tnce - Bmsil~
63. /11 suffragio di Clementina Casaleg,w.
64. N. N. - ·Clu$Onc.
65. Antonietta D'.1rquisto - San Francisco di California.
66. Fausti/lo Stella, Caracciolo Francesco e F~~lie ùi memoria e suffragio del
compia11to marito e padre A'lJfJ. Eurico Stella.
67. J\\luria Pegolotti in Cra::::a,,i e Onidt1 Achille - Lodi.
68. Scu"/(1 Sau Frt111cesco - Watsonville (California).
fX). Cc,llegio S. l.uigi - l\\Iessina.
70. F.hirll Bear::, - Latisana.
71. .l1. e A. per gra-:.ia ricevuta - Torino.
72. J\\faestra Gim•tm11a lssoglin Cumiana.
UNA NUOVA GARA DI PIETÀ FILIALE
aperta ai divofi della Madonna Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.
Apriamo la nuova sottoscrizione per il rivestimento in marmo
dei pilastri principali del Santuario, per ora limitatamente al
nuovo grande presbiterio dove sorgerà l'altare di Maria Ausilia-
trice e alla navata che accoglierà l'altare monumentale a Don
Bosco Santo.
I grandi pilastri sono formati da gruppi di colonne e di lesene
(come appare dal progetto di decorazione che pubblichiamo qui
a lato) nelle quali figureranno i seguenti preziosi marmi:
Zoccoli - marmo verde Alpi di Issogne.
Basi - marmo giallo Mori.
Fusti scanalati - marmo giallo Siena con diaspro rosso.
Lesene - cornici di marmo verde di Varallo con specchio di
onice nuvolato a macchia aperta.
Le grandi lesene sono 18 e le colonne scanalate 16. Prezzo per
caduna colonna e per caduna lesena L. 12 mila.
Attendiamo i 34 generosi sottoscrittori i cui nomi incideremo
in caratteri d'oro per dir loro la nostra riconoscenza e per rac-
comandarli alle preghier~ di tutti i divoti dell'Ausiliatrice e di
- - Don Bosco.
60

2.4 Page 14

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l
Un fianco della navata Pd estra del Santuario di M ar.ia Ausiliatri'ce
( rogdtto di decor=ione).
- -
61

2.5 Page 15

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biandosi le impressioni, quando tra le tenebre
dell'opposta riva si vide brillare una piccola
luce che subito si spense. Poco dopo guizzò
nuo\\'llffiente tremulo tra le fogHe un nuovo
lampo di luce che durò brevi istanti, quindi
spari. Il fenomeno si ripetè varie ,·olte. Pareva
che una mano rapidamente spegnesse il fuoco
appena divampava la fiamma.
Nella notte si udi battere e gettare qualche
cosa nell'acqua, più alcuni fischi che potevano
essere di uccelli notturni. Al mattino, al primo
albeggiare, i nostri distinsero chiaramente
un'altra colonna di fumo che s'alzava dal folto
fogliame della foresta.
Certi tlunque che i selvaggi sta,·ano in quei
paraggi, si rimisero io viaggio con ogni precau-
zione: quel giorno, 27 agosto, volevano viaggiar
bene, per giungere prima di notte alla ~ Bar-
reira do Martyrio •· Vi arrivarono proprio nel-
l'ora in cui, mesi addietro, eran giunti i primi
Missionari per la stessa via e sulla stessa im-
barcazione. Da lontano nella curva del· fiume,
non vidc:ro però, come quelli, i due selvaggi.
Davanti ai loro occhi si ergeva nuda e alta
la d~rta barrt>ira, muraglia di terra e sabbia
innalzata dal fiume, quasi a ricordare che due
generooi vi a,·evano data la vita non per la
conquista di oro o di diamanti, ma del tesoro
più prc-tioso pel quale Gesù benedetto diede
la sua vita: le anime.
S'accamparono nello stesso luogo ove si erano
accampati prima salendo iJ fiume. La comi-
tiva del Marchese Basily li raggiunse rapida-
menle e sostò con essi.
Passarono la notte tranquilla. Al mattino,
celebrata la S. ~lessa nuovamente in suffragio
delle anime dei cari Confratelli defunti, attra-
versarono il fiume dirigendosi come in pio
pellegrinaggio al luogo del martiric,, colla pe-
sante croce da collocare sull'alto della costa a
perpetuo ricordo.
Commovente cerimonia.
Ci ,·olle non poca fatica; ma aiutarono tutti.
Si raccol~cro quindi in preghiera da,·anti alle
piccole fos..'le che ospitarono provvisoriamente
le salme dei due sacerdoti, nel commosso
ricordo del h1trbaro eccidio. Don Colbacchini
notò che la piccola croce ch'egli stesso
aveva rinato a margine delle due sepolture
pochi giorni prima non esii;teva più. La cer-
carono invano. Il vento non pote,·a averla
strappata e trasportata chis.'là dove. In quei
giorni non c'erano stati temporali, nè venti
impetuosi; gli animaH non potevano aver fatto
quello. Ycnne spontaneo iJ dubbio che i sel-
vaggi fossero corsi dopo il loro passaggio a
- --- sradicarla e a gettarla nel fiume. D. Colbac-
62
chini si calò senz'altro per la ripida costa e non
tardò a scoprire sull'orlo dell'acqua, parte im-
mersa nell'acqua. stessa del fiume, la piccola roz-
za croce. Era stata cert.1.tnente gettata dall'alto,
da mano selvaggia, perchè le acque la trasportas-
serolontano e si perdesse; ma impigliatasi io un
groviglietto di radici, era rimasta a provare
la persistenza di un odio antico. Risali tosto ed,
osservando con maggior cura, trovò sul legno
della croce recenti vestigia di mano tinte del
rosso« urucum o che l'avevano stretto per strap-
parlo da terra. Poveri selvaggi I...
Tutti si misero al lavoro, con accette e col-
telli, per diradarein un largo giro il basso bosco,
formando come un vasto piazzale.
Eressero quindi nel me-ao, prospiciente al
fiume, la croce preparata inchiodandovi la ta-
voletta coi nomi dei due eroi caduti. Il rito
della benedizione strappava le lagrime. «Nel-
l'al7.are la mia mano di !lllcerdote per benedire
quella Croce - scrive D. Colbacchjni - nel
chiedere supplichevole a Dio pace e riposo
eterno ai tlue cari confratelli che per lunghi
anni mi furono affezionati compagni di mis-
sione, e seguendo la ,;a del Calvario non te-
mettero di immolaJSi per Cristo, sentii il mio
cuore stringersi da tanta commozione, che ter-
minai nel pianto la nostalgica preghiera che
invoca da Dio buono e misericordioso la luce
<lei Santi, la pace dei giusti.
Mi pareva di vedere i due Confratelli ca-
dere sotto i barbari colpi e sentivo il loro spi-
rito aleggiare io quel luogo che fu il teatro
della loro vittoria, mentre sulla croce veglia-
vano gli Angeli, cantando a Dio l'inno del
trionfo e del ringraziamento 11.
Si chinò sulla nuova croce e la baciò.
Finita la mesta cerimonia, invitò il Marchese
Basily e i compagni a fare un largo giro per
veder se fosse possibile ritrovare qualche og-
getto appartenuto alle due vittime. Ma erano
pas."3li otto mesi, e, dopo piogge dirotte, era
succeduto il fuoco, che bruciando le alte erbe
secche, aveva distrutto tutto.
D. Sacilotti quando si era slanciato con santo
entusiasmo su per la co~ta, ansioso di vedere
e <l'incontrarsi coi selvaggi, teneva in mano il
S. Rosario; D. Fucbs, appena raggiunta la
cima aveva tratto di tasca un Crocifisso: forse
morirono stringendo.i al cuore i preziosi pegni
della loro fede e del loro amore; forse i seh·aggi
feroci li portarono via. I no:.tri non trova-
rono nulla.
RITORNO.
Frattumo la loro missione era compiuta. Un
addio a quel luogo, un saluto riverente ai va-

2.6 Page 16

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lorosi soldati di Cristo gloriosamente caduti,
un'ultima benedizione alle zolle imporporate
dal sangue delle vittime, una preghiera ancora
pei poveri selvaggi e... via pel ritorno... Ma
un senso di nostalgia s'era impadronito della
spedizione e non scomparve più.
Il 29 agosto i selvaggi diedero segni di per-
sistente circospezione. Il fuoco nella foresta
era vicino; verso sera, quando stavano per
fermarsi a passar la notte, i nostri vjdero sulla
riva del fiume zattere e vestigia recenti del
loro passaggio. Sostarono sulla spiaggia di
un'isola, e trovarono tracce ed oggetti dei sel-
vaggi abbandonati come in una fuga preci-
pitosa. li rumore del motore doveva averli
spa\\•entati... .. Don Colbacclùni volle pren-
dersi la soddisfazione di seguirne le orme; ad-
dentrandosi per la foresta. Invitò i Confratelli,
si mise in una piccola canoa, si recò sul luogo
oYe avevano visto le zattere e in un salto fu a
terra, seguendo per la foresta, a passo accele-
rato, il sentiero lasciato dai selvaggi. Erano pas-
sati di là, poco prima; e non in pochi: si distin-
guevano chiaramente leorme degli uomini, delle
donne e dei bambini. II Marchese Basily lo rag-
giunse e con lui alcuni altri compagni. Forse
stavano per commettere una grave imprudenza.
Il missionario non sogna che d'incontrarsi con
le anime per le quali affronta le più dure fatiche
e i più aspri sacrifici, e quando se le sente
vicine non pensa più a nulla, non riflette più
a nulla, non teme più nulla. :rv[a la fredda
mano della ragione deve ·stringere e dominare
l'impeto del cuore. D. Colbacchini sostò un
istante e pensò: si viJe in mezzo alla foresta,
a pochi passi alcuni compagni che lo guarda-
vano fissi come per chiedergli che cosa stesse
per fare. Vide tutti colle anni in mano... Capl
che si espone.va ad un grave pericolo inutil-
mente. Non avrebbe certo raggiunto i sel-
vaggi; e se anche li avesse raggiunti? Pace o
guerra?... E se guerra? Usar le anni per non
soccombere? Tanto valeva compromettere per
sempre la missione. li cuore gli batteva forte
forte: fu una dura lotta tra l'ansia apostolica
e la fredda ragione. Intanto annottava.
Le prime ombre della notte scendevano de-
cisamente sulla foresµi. Si rivolse ai compagni
e disse: - Basta, ritorniamo; è inutile, i sel-
vaggi chissà dove sono; la notte ci sorprende
in piena foresta. Ritorniamo! - Fu un buon
consiglio. L'audacia sarebbe finita in un'altra
tragedia. Delusi e pensierosi tornarono alle
loro tende.
IL GIAGUARO.
All'alba del 30 agosto erano già prossurn
alla foce del Rio das Mortes nel Rio Araguaya.
Le spiagge si stendevano vaste e frequenti,
risplendenti ai raggi del sole. Navigando sere-
namente scorsero di lontano un animale che
attraversando la bianca distesa delle spiagge
si avvicinava al fiume. Era un magnifico gia-
guaro, che scendeva tranquillo a dissetarsi.
Sorpreso dal loro arrivo fuggi rapidamente.
cercando rifugio nella foresta vicina. Ma aveva
stuzzicato la passione della caccia nella comitiva,
che volle approdare ed inseguire la fiera. Il po-
vero animale vistosi perduto, pensò di scam-
pare arrampicandosi su di una grossa pianta
ed appiattandosi fra i rami e le foglie. Ma una
pallottola lo colpì alla testa e cadde dall'alto
con un tremendo ruggito. Il viaggio non gua-
dagnò molto quel giorno: la <.accia all'" Onca »
e poi la pesca per la cena portò presto a sera.
Caimani e zanzare disturbarono quasi tutta
la _notte.
Il 31 agosto, verso mezzogiorno, incontra-
rono alcuni selvaggi Carajàs, che audacemente
si eranò spinti pc! Rio das Mortes in cerca di
tartarughe e di uova.
Non è raro che i Carajàs si avventurino sul
Rio das Mortes~ ma molte volte la pagano cara.
I Cl)avantes non perdonano. Gelosi del loro
dominio su tutto il Rio non tollerano nessun
altro. Non accettano doni, non fanno amicizie.
l nostri, nel salire il fiume, sul luogo chiamato
Barreira D. Bosco, avevano lasciati alcuni og-
getti di regalo pei selvaggi, che avevano no-
tato in quei dintorni. Al ritorno, si fermarono
per vedere se i selvaggi li avessero presi. Non
li avevano neppur toccati; ogni oggetto era
intatto, come i nostri l'avevano collocato. Ep-
pure c'erano ancor le tracce del loro passaggjo.
Segno evidente di una decisa avversione ad
ogni relazione od amicizia con chi non era
della loro tribù. L'incontro dei Carajàs tolse
un po' l'incubo ai nostri che si ·sentivano ornai
fuori pericolo. Navigarono rapiili verso la
foce. Il Rio das Mortes, prima di gettarsi
nell'Araguaya, si divide in due rami che for-
mano un delta. L'isola che si trova fra le due
braccia del fiume e l'Araguaya, è coperta in
parte da foreste vergini, in parte tagliata da
laghi e canali, che uniscono le acque dei due
fiumi. L'isola è nido prediletto di molte specie
di animali e di retti.li, che fanno paura anche
ai Carajàs.
Pernottarono sulla spiaggia ringraziando Dio
d'aver potuto compiere la difficile esplorazione.
L'indomaru partirono di buon'ora, e, dopo
una b reve navigazione, diedero l'addio al Rio
das Mortes, entrando nel maestoso Araguaya.
Vi navigarono tutto quel giorno e iJ giorno
appresso, arrivando verso sern, grati alla prote-
63

2.7 Page 17

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zione divina ed a quella della Vergine Ausi-
liatrice, sani e salvi al punto di partenza, al
Matto Verde.
L'esplorazione ha documentato una volta
ancora l'estrema difficoltà dell'avvicinamento
dei Chavantes ed il bisogno di straordinari
soccorsi c!ivini per la loro evangelizzazione e
civilizzazione. Intanto ha fruttato dati e rilievi
preziosi che eviteranno dispersione di forze
e di energie, e favoriranno largamente nuovi
tentativi. 11 sanf1Ue dei martiri fu sempre seme
di nuovi cristiani. Scoccherà anche l'ora de!Ja"
redenzione dei poveri schiavi deJJe foreste
del Rio das Mortes.
(Fi11e).
splendido carossello storico, nei costumi del-
l'epoca, richiamanti la figura del grande I m-
peratore, cui partecipano tutte le autorità della
città e della provincia, le rappresentanze del-
!'esercito, delle scuole, dei commercianti, dei
rioni de!Ja città, dei villaggi, con bandiere o
con carri simbolici o con manifestazioni coreo-
grafiche di vario genere. Bestava l'ammira-
zione, fra lo snodarsi della sfilata, il gruppo
dei giovani cattolici, vestiti negli antichi co-
stumi di guerrieri. A funzione finita, su ap-
posito palco o davanti a palazzi o negozi, ese-
guirono sul rit mo di nenie antiche, sceneggia-
menti mimici di grande effetto. Applauditis-
I SateslanJ colla comiùva del marchese BaslJy focovaCali davanct alla croce d opo l a cerimonia della benedlzlone.
GIAPPONE
Nel campo d ella carità sociale.
RefJ.mo e amai.mo Signor Don Ricaldo11e,
il mese di ottobre fra noi si chiude con le
solenni feste popolari della città di l'vliyazaki
per onorare l'Imperatore Ji.mmu, capostipite
della dinastia imperiale del Giappone. Festa
di popolo, manifestazione simpatica di devo-
zione civile e di amore al proprio paese verso
chi ha iniziato la formazione del grande I mpero.
E giustamente tutti vi partecipano, accorrendo
alla città anche dai vicini paesi. Le manifesta-
- - zioni si iniziano e si completano con uno
sitni, meritarono voli assoluti e premi dall'ap··
posita commissione dei festeggiamenti e re-
gali dai privati. Anche questa è buona propa-
ganda, e bisogna attaccarsi a tutte le occasioni
per favorirla e non lasciarla disperdere. Si la-
vora sulla gelatina o sulla sabbia... I Com'è
difficile il lavoro in profondità, il lavoro di
scasso!
TI mese di novembre si apre con la solenne
commemorazione per tutto il Giappone del
grande Imperatore Meiji. Festa nazionale di
prim'ordine. Oltre le funzioni civili fatte do-
vunque, a Miyazaki il nostro Don Cavoli
organizzò una serie di manifestazioni che meri-
tarona il plauso incondizionato e riconoscente

2.8 Page 18

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delle autorità e della popolazione che né fu a
parte. Venne intitolata la festa del pO'Vero, per-
che imperniata sostanzialmente sulla carità,
fatta alla povera gente. Jn questo momento,
per tutto il Giappone le autorità centrali e locali
dell'Impero dànno un vero impulso alle opere·
sociali di beneficenza da qualsiasi punto di
vista benefico si vogliano considerare. Bi-
sogna che tutti collaborino in questa diret-
tiva, cosl consona allo spirito evangelico, ed
anche nella nostra Prefettura Apostolica si
cerca di tener dietro a questo bel movi-
mento. Le locali Conferenze di San Vin-
cenzo e le Associazioni femminili da tempo an-
davano raccogliendo presso caritatevoli per-
sone, ditte, negozianti, ecc., vestiti, biancheria
e oggetti casalinghi fuori uso. Con calma e
pazienza, mani gentili rimisero a nuovo il
tutto. Offerte in denaro concorsero ad acqui-
stare generi di prima necessità (riso, legna,
carbone, ecc.). Nel gran Salone delJ'Asilo,
gentilmente concesso dalle Figlie di M. A., su
appositi tavoli e ripiani si disposero in bella
mostra le .migfuia di oggetti destinati alla ven-
dita ai poveri. In sale laterali attirava l'ammira-
zione una bella mostra di lavori•femm.inili delle
allieve delle Suore di Don Bosco, e special-
mente una ordinata, artistica esposizione di
oggetti di culto e sacri ornamenti. Minute spie-
gazioni scritte sui singoli oggetti o date a
voce dei Catechisti, interessavano assai i visi-
tatori. Per tre giorni la mostra bazar del po-
vero attirò una fiumana di gente, specialmente
il mattino del ter.1,0 giorno, stabilito per La
vendita benefica. Ai poveri, che si presentavano
muniti di apposita tessera di riconoscimento
rilasciata dagli incaricati della beneficenza
pubblica o dell'Ospizio, si cedevano merci a
tenuissimo prezzo. In breve ora tutto quel
ben di Dio, trasmesso attraverso a tante mani
caritatevoli, andava in possesso degli amici di
Gesù povero... Un bel concerto di campane
tubolari, dono degli amici del Missionario Don
Cecchetti alla Missione, scandiva le note del
maestoso inno nazionale, e salutava la Vergine
Maria con la popolare melodia ci la squilla di
sera... ».
A preparare gli animi a questa festa della
carità, tenuta proprio nel giorno commemora-
tivo della festa nazionale di Meiji (3 nov.), nel
gran salone della città ebbe luogo una gran-
diosa serata accademica. Vi parteciparono tutte
le istituzioni cattoliche di Miyazaki. Le allieve
delle Figlie di M. A., il personale dell'Ospizio
e gli orlanelli, il Seminario col suo bel con-
certo bandistico, guidato da Don Caro, l'As-
sociazione giovani, il noto trio musiçale Mar-
giaria-Liviabella-Cimatti; e tutti fecero del
loro meglio per onorare il folto pubblico ra-
dunatosi. Il centro della manifestazione era
b conferenza del Prof. Ogura del Gran Se-
minario di Tokyo, che seppe incatenar l'udi-
torio con un interessantissimo discorso sul
«Cattolicismo e le Opere sociali di benefi-
cenza n, tanto più efficace in quanto che il
pubblico poteva constatare la verità di quanto
udiva anche negli effetti che aveva sott'occhio,
nella visita al bazar e all'Ospizio. Serata profi-
cua per le anime certamente. Simpatica, ri-
spettosa e persuasiva risposta a un discorso
tenutosi poco tempo prima nello stesso am-
biente da un bonzo, che disse coma di tutte
le religioni... esclusa naturalmente la sua.
Le solenni commemorazioni dei Santi, dei
Defunti e del grande Restauratore dell'Impero
si svolsero dunque in un'atmosfera di propa-
ganda di carità ben riuscita, materialmente e
spiritu.a1mente. Tali manifestazioni furono
precedute e seguite, nelle varie Residenze, da
conferenze e concerti riuscitissimi, organizzati
dai nostri Don Lucioni e Don Marega.
Le prim.e ordinazioni sacerdotali.
L'8 novemb re 1936, la storia della Missione
di Miya.zaki ha segnato la data più bella, regi-
strando l'avvenimento più solenne e conso-
lante: la consacrazione di tre nuovi sa-
cerdoti, Don Bemardi Angelo, Don Braggion
Enrico, Don Tassinari Cladoveo, Salesiani di
Don Bosco. Vescovo consacrante, il grande
amico dei Salesiani, Mgr. Bretoo delle Missioni
Estere di P arigi, presule di Fukuoka. Funzione
mai compiuta da che mondo è mondo nell'am-
bito della Prefettura Apostolica; rito solenne
mai veduto dai nostri cristiani; primo risultato,
finora mai esperimentato, di formazione sul
posto di personale missionario. Un vero gran-
de« avvenimento storico di prim'ordine»; e
è certamente per la storia della Missione di
Miyazak:i, e, sotto u:.i certo rispetto, anche per
quella dell'Apostolato missionario in Giappone.
Con l'inno del ringraziamento a Dio, il vivo
riconoscente ~ grazie 11 ai Superiori e à quanti
hanno cooperato alla formazione dei giovani
sacerdoti. Giunti in Giappone nel 1929, nella
casetta dell'Oyodo (Miyazaki) sotto la guida
di Don Tanguy e Don Marega iniziarono lo
studio della -filosofia; una prima emigrazione
a Takanabe li affinò sotto la solerte cura del
compianto Don Piacenza. Compiuto il biennio
filosofico, si sparsero nelle case in aiuto dei
Missionari: a Tano, Beppu, Oita fecero le loro
- - prime prove, finchè una nuova emigrazione Li

2.9 Page 19

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trasportava ad Hong Kong per lo studio della
teologia. La povera Missione di Miyazaki, bi-
sognosa di tutto e di tutti, non aveva in quel
tempo la possibilità di far èompiere in sede gli
studi teologici, e fu fraternamente aiutata. Il
Signore permise queste prove per i suoi fini.
Non deve forse il Missionario disporsi e rom-
persi a quanto è sacrificio, rinuncia ? Non deve
dunque sapersi adattare alle più disparate con-
dizioni di clima, di abitudini di vita? Non
deve forse saper dir di no a tante cose? Ma
finalmente il Signore li ricondusse alla primi-
tiva Missione... AJ Seminario indigeno di
Miyazaki, compiuta la loro preparaz,ione, il
Signore li volle tutti suoi e... in aetemum!
scorsi, augùri, felicitazioni, musiche... quanto
è in uso in queste occasioni da11a più genuina
tradizione salesiana.
Col personale venuto dall'Italia e quello in-
digeno in formazione speriamo d'ora in poi
di avere annualmente qualche ordinazione sa-
cerdotale. Il Missionario allora spinge il suo
sguardo nell'avvenire e... pregusta il momento
in cui, aumentato il numero degli operai della
vigna, il raccolto potrà esser più. abbondante.
L'auspicarlo non è difficile: la formazione ri-
chiede tempo e mezzi, a cui deve pensare la
Provvidenza e i suoi caritatevoli ministri; a
noi l'eccitarla nelle forme possibili. Dalla
prova fatta mi pare che si possa concludere che.
I
La cerimonia deU'Ordioaziooe sacerdotale.
La funzione, svoltasi con la massima solen-
nità e seguita con tutto l'interesse dai numerosi
cristiani ed anche pagani accorsi, lasciò in tutti
la più profonda impressione. Fra l'intensa
preghiera, lagrime di commozione rigavano
il volto di molti. I nostri cari seminaristi
indigeni penso avranno pregustato il momento
del loro turno. Un neo convertito ci diceva:
"Ah, ho capito qualche cosa della sublime
dignità del Sacerdote! ». Poichè nel corso
deUa funzione uno dei professori del Semi-
nario andava lentamente scandendo 1e spie-
gazioni delJe cerimonie e preghiere in giap-
ponese..Era un figger di occhi all'altare, colli
protesi e cuori in alto I...
---Non descrivo lo svolgersi della festa: di-
66
anche·per il Giappone, la formazione del perso-
nale sul posto, quando tutte le condizioni oppor-
tune sono realizzate, è fonte di ottimi risultati.
Col cuore pieno di gioia accetti, amato Padre,
le affrettate righe che vogliono esprimere al
Signore e a Lei la nostra piena riconoscem.a.
Si avvicina a grandi passi un'altra data sto-
rica di prim'ordine: « i nostri primi Salesiani
formati sul posto ». Preghi per la felice realtà
anche di questa data e ci benedica tutti.
11,Jiyazahi, 9 11ovembre 1936.
Mons. VINCENZO Cil\\tATTJ,
Prefetto Apostolico di 11.Iiya::aki.

2.10 Page 20

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ALTO ORINOCO (Venezuela). potrà più facilmente rendersi conto dell'abne-
gazione e della pazienza che deve esercitare
Notizie dalla Missione.
Amatissimo Padre,
il povero Missionario per trarre a buon fine
questa tanto necessaria cristianizzazione delle
famiglie.
Sicuro di farle cosa grata, approfitto della Ma la nostra buona Madre, fylaria Ausilia-
venuta di Monsignore a Caracas per conse- trice, come sempre, anche in queste difficilis-
gnargli questo scritto che porterà a lei qualche sime circostanze, ci ha visibilmente accompa-
buona novella ili questa nostra Missione.
gnati e protetti. Fu destinato, già da qualche
La precarietà dei tempi, la penuria dei mezzi, tempo, in questa zona un Governatore civile
e la mancanza ili personale, tutto concorse a che un cattolico tutto d'un pezzo e che,
paralizzare in gran parte le nostre opere di venuto a conoscenza delle cose, ebbe cura di
penetrazione. Ma questa forzata inazione è scalzare l'ostacolo maggiore stabilendo che il
ridondata tutta in beneficio della popolazione Missionario viaggi in compagnia del Fun-
del luogo, perchè potemmo cosl concentrare le zionario civile e che, per tutti i matrimoni,
nostre forze alla miglior formazione cristiana si prescinda da qualsiasi emolumento. Così,
di questi abitanti, intensificando l'azione ca- a poco a poco, anche questi benedetti uomini
techistica e procurando, in modo speciale, la si son fatti più remissivi e ragionevoli, tanto
regolarizzazione delle unioni civiti, santifi- che, aJ presente, nella circoscrizione di Porto
candole col sacramento del Matrimonio.
Ayacucho non abbiamo più da lamentare unioni
Pare, questa dei matrimoni, una missione illegittime.
facile e secondaria; ma, chi conosce la legisla- In un vjaggio in Cunara, visitando capanna
zione locale, che prescrive la precedenza del per capanna e facendo cosi anche il censimento
matrimonio civile sul religioso con la conse- della popolazione, abbiamo amministrato Bat•
guente obbligazione dell'assistenza del funzio- tesimi e Cresime a una cinquantina di indi-
nario pubblicò, e in una regione dove la scarsa vidui, fra i quali vari adulti e una donna india
popolazione è disseminata a distanze enormi, e che ebbe la consolazione di ricevere il santo
povera e priva assolutamente dei mezzi per Battesimo e la Cresima e la Prima Comunione
trasportarsi al centro: chi conosce e considera insieme con i suoi quattro figli, e ili veder santi-
tutto questo, comprenderà assai bene tutte le ficata dal sacramento del matrimonio una unio-
difficoltà che incontra il Missionario catto- ne ~he veniva consumandosi da più di quindici
lico in quest'opera moralizzatrice. E se a anm.
questi ostacoli ili ordine materiale, e già ili Dando alle funzioni la maggior solennità
pe~ se stessi assai gravi, si aggiunge poi che che potemmo, celebrammo il mese cii l\\llaria
la gente è piena di pregiuruzi contro il ma- con canti e sem1oncino tutte le sere. La popo-
trimonio, e lo consi-
dera come un intoppo
alla libertà e quinru un
onere dal quale con-
viene guardarsi: che,
inoltre, in queste terre
di frontiera abbondano
gli avventurieri, i co-
sidetti cacciatori di
fortuna, i quali fanno
una vita animale e, se
si parla loro ili doveri
verso Dio e verso i figli,
che sovente hanno nu-
merosi, quando non in-
sultano il sacerdote,
adducono il motivo
futile e disonesto che
non possono abbassarsi
a dare il loro nome a
delle indie: allora anche
lei, amatissimo Padre,
----- La processione di Marla Ausiliatrice a Curiarn.
-----

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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!azione corrispose in modo veramente conso-
lante, e, il giorno di Maria Ausiliatrice, Monsi-
gnore ebbe la gioia di distribuire molte Comu-
nioni. Nel pomeriggio di qud giorno solen-
nissimo, accompagnata da tutto il popolo, fu
portata trionfalmente in processione la statua
della Madonna di Don Bosco, e subito dopo
vennero imposte le medaglie ai Confratelli e
alle consorelle della Arciconfraternita di Maria
Ausiliatrice, che in quel giorno si fondò. La
Benedizione solenne coronò quella magnifica
giornata.
Anche il mese di giugno, dedicato al Sacro
Cuore, venne solennizzato, giorno per giorno,
con particolari funzioni, e diede cansolantis-
si.tni frutti.
Il 15 di luglio poi si festeggiò l'onomastico
del nostro amato Prefetto Apostolico, Monsi-
gnor Enrico De Ferraci, con l'intervento ddle
Autorità civili e della popolazione, di cui molti
vollero offrire al festeggiato la santa Comu-
nione come atto di amor filiale e di ricono-
scenza. Nel giorno stesso, venne inaugurato
il teatrino con una commediola, che lasciò in
tutti un'impressione incancellabile.
Terminando questa breve relazione di quèl
po' di bene che la nostra Missione ha potuto
fare in quest'ultimo lasso di tempo, sento
il dovere di manifestare pubblicamente la
profonda gratitudine dei Missionari tutti di
questa Prefettura Apostolica al Generale Al-
fredo Franco, Govematoi:e del territorio, vec-
chio amico di Monsignore e cattolico fervente,
il quale nulla trascu'ra per recare aiuto e sol-
lievo al nostro difficile apostolato. Per non dire
di altre attenzioni e benefici, che l ungo sarebbe
enumerare, citerò solo due esempi, forse i più
significativi: gli or-fanelli del nostro incipiente
Ospizio vestiti e calzati a tutte sue spese, e
la chiesa di San Fernando, che trovavasi in
uno stato di completa rovina, restaurata in
suo nome.
Craz1e, dunque, siano rese a l\\1aria Ausilia-
trice e al nostro Padre Don Bosco Santo che,
·intercedendo presso il Signore, suscitano dei
benefattori che ci agevolano il CB!l\\ffiino per la
pacifica conquista delle anime al Regno di
Cristo.
Voglia, amatissimo Padre, ricordàre presso
l'Urna di San Giovanni Bosco questa Missione
tutta e in particolare questo suo povero figlio.
:Porto Ayaeucho, 27 luglio 1936.
nel Signore obbl.mo
Sac. ALFREDO MARIA BoNVEccruo
-
68
Misswnario Salesiano.
---
Un buon ministro della Provvidem:a:
PADRE GIOV. BATT. RIBERO
La sera d-eli'B febbraio u. s., a Torino, nella Pic-
eola Casa della Divi11a Provvidenza, si spegneva
santamenu il quinto surce:rsore di Sm, GirJ.Seppe Be-
11edetto Cottolt1zgt1, Padre Giovanni Battista Rif;ero,
d1e per Don Bosco e per l'Opera Salesiana ebbe sempre
il pirì cJ>Tdiale affetto.
Nato a Pratavecchia, presso Cara!flio 11e/la pro-
ufocia di Cuneo, desideroso di compiere gli studi per
raggiungere il sacerdozio, veime dal Parroco condotto
a Torb,o e presentato a Don Bosro, che s,.bito l'nuel/d
quas-i gralu-itnnumte 11el/'Oratorio; 1110 vi r-estò solo
pochi giorni, perchè la Divina PrOfl'IJidenza, che gli
riserbava ,ma missfrme speciale, disponeva chi! ~enisse
acco/tp, del 11,tto grat"ilamt11te, 11ella Piccola Casa
della Divi11a Pr0t,-vide,1::;a, doue compì gli st11di, si
ascrisse allà Congregazirme della Smuissima Tri11ità,
nel 1885 sall al sacerdozio, e nel 1916 fu a~mnto all(l
carica di quinto succes$ore dell'ammirabile Fond~lort.
Bc11 degno srucessore!
Q ,umdo q,,egli f11 ascritto tra i Bea1i, Padre Ribero
mvilava a tessl!me le lodi l'indimenJicnbile Arcivescovo
di Pisa, li Card. Maffi, il q,.mle, ammirando il prodi-
gioso sviluppo che andm.·a nmmumdo l'Opera del Cot-
tolengo, 11011 potè tralte11usi dal congrat11/ars111e con
dii 11e te11ttJa l'alta direzione. Ed egli u111il111e111e:
- Oh!, qi,i, - rispose - rhi fa tr<tto è la Dfr•ina
Provvidenza; 11oi, trilli, dal primo all'ultimo, siamo
suoi umili servi; nessrmo di noi è necessar-io, perrh~
d,i gOtJf!T71a la Piccola Casa ~ Dio, e Dio 11011 ha bi-
sogno di nessuno!
Anche d111a11tt /'1Jti111a malattia, a chi gli augurava
di poter presto riprmdere il lmmro, fu udito n"petere:
- OM la Dit•i11a Prrrovide11:::a 11011 ha bisoJf11D di
1101; noi 11011 riamo br<oni " ,mila, noi no11 Jaaiamo
nulla; {aeriamo ogni l(iorno t/ttll fila di ze:ri, e la Di-
t:it1a Provvidenza mette poi dm1nnti nd essi ,m uno,
"" due, rm tre, e tutto è nqit,stnto!
Co,, q,:esto ge,1ero.<o abbrmdo110 nelle ma11i di Dio,
Padre Giovarmi Battista Ribera calcò (edelissima-
mentt, per o 'tre tJent'urmi, le orme del Sa11to Fmrda-
to re, edificando tutti cor, la ma ,.,,;iltà, semplicità,
pietà e auità si11golar·e. Non rhit1se mai le po,tt della
Piccolll Casa a Piessrm bisognoso, .<e aveva tm posto
di$fJu11ibi/.e; pere/re diceva: - Chi dà ruiitmzn ndla
Piccola Casa è la Divina Provvidenza, e la Divina
Provvidem:a 110n dice mai di 110!... {:uesti i11frlià
sono i nostri galantuumim; son essi rht! te11!{1mo i11 piedi
1a Piccola Cara, allirandole le btmedi::rioni di Dio!
Fino all'ultimo, 11011 jus eh~ zela •e lo Sfririto del
Fondattire, sia nella Piccola Casa fra le 34 Ja,11iglil! 11
gli 8000 ricovera•,, sta 1181/e ,;wnerose filiali du: visi-
tava di frequente con ta'err-a sollec1tudi11e.
La Fa'lliglia Salesiana, mentre di"l!ìde cri;tiana-
mente il fotto della Piccola Casa. divide pure la
jiduria ch'essa a~bia tJ&(Jtlista•o un nucn•o protettore
in Cielo.

3.2 Page 22

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GRAZIE
attribuite all'intercessione
MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICE
e di San Giovanni Bosco.
Raccomandiamo t1frame11te ai grozitu,, nei msi di
g11,arigio11e, di spuifirort sqmpre bette la malattia e le
circmrta11ze piri importa1lli e di segmrre chiarame11te
la propria firma. Non si pubblicano irllegralmmte le
rda:sioni di grazie anmtime o firmale eolle semplici
infainli.
Affetta da bronchite e1onic.-a, fui curara da due
valenti dottori, che però dubitavano entrambi della
mia g1..111rigione stante l'età d[ 8:z anni.
lo ricorsi all'intercessione di Don Bosco, feci una
novena, ed al termine della novena, cominc1at n mi-
gliorare. Ora sono perfettamente guarita. Colla più
viva riconoscenza
Arqtii, z1-Xl-193f,.
PRATO FlL\\.'ICESCA.
Da lYt1poli appositame,1te per ri11!(raziare Don
Bosro. - Sono venuta espressaml'llte da Napoli
per rini:raz1Bre Don Bosco. Trovandomi in difficili
circQstaru>,c-, ricorsi con cutta fiducia all 'imcrcc.'ISione
del Sanro presso D10, promettendo di recarmi in
pellegrinaggio a Torino per venerare la sun salma
gloriosa, accostarmi ai santi Sacramenti e fare un'e-
lemosina pei lanui del Santuario. Avendo ottenuto
tutto quello che desiderava, eccomi a compiete le
mie promest<e.
Tori110, 13-Xll-1936.
EM11,1A BASSO
da Portiri (Napoli).
Tre gra:ne segnalatt. - La sera del 9 febbraio 1932
·mio fratello Isoi,i, d'nnni 20, mentre s1 recaYa, in
biciclèttn, in casa di arnie,, s'incontrò con due
compaesani sprovvisti di fanale. Egli, per e,·itore
quello che si trova,"a alla sua destra, andò addosso
all'aluo e o,.dde rovescio. I due fuggirono, lascian-
dolo solo sulla strada. JI poveretto per due volte
cercò d'alzarsi e per due volte ricadde pesantemente.
Accorsa gente, fu soccorso e condotto a casa.
Si credeva che non fosse nulla, anche perchè non
preser.tav11 tracce esterne di lesion◄, ma verso mez-
zanotte incominciò a dar segni di grande convul-
sione: pareva poca la forza di tre l(,io"ani per tenerlo
fermo sul letto. Si capi allora ch'Cl'il cosa grave. Di-
fatti l'ind~mani, il prof. Masoiti, primario dcll'O-
~pedale di S. Vito al Tagliamento, constntò urta
violenta emorragia interna. Cno puntura lombare
rivelò la diffusione del sanl!ue nel liquido sieroso del
cervello e delln spina dorsale. Fu dichiart1to gravis-
simo ed i parenti aspctmvano Con immenso dolore
la catastrofe.
Avvisnto telefonicamente, corsi a casa, raccoman-
dai il fratello a Don Bosco ed eccitai i parenti ad
aver fiducia nella ,;ua intercessione. Non fummo
delusi. li pazierue infutti ebbe altri momenti di ec-
citazione nervosa, da far teinere fortemente; ma a
p9co a poco migliorò e guarl. Ma - dolorosa sor-
presa I - rimase completamence wrdo. Anzichè
darci per ,-inti, ricon-emmo di nuo\\'o ali'interces-
sione del nostro Santo. E, contro il parere dei me-
dici, egli andò acquistando pian piano un po' d'udito,
sicchè ora, distingue bene i rumori della sl'.I'ada e, se
si parla forte, intende anche i nostri discorsi. Sor-
preso, in queste condizioni da una crisi di inoonso]a-
bile avvilimento, Don Bosco, cui fu sempre mcco-
mnndato, gli ottenne la grazia della rassegnazione,
ed egli tornò allegro lavoratore come primi. Senon-
chè le sue disgrazie non dove\\"ano finire qui. Ai
primi di ottob1e del 1935 corse pericolo di morire
bruciato, Trovavasi a Portogruaro con un autocJrro
8S$ieme al babbo ed al fratello Silvio. Nel rifornire
la macchina <l1 benzina, non si sa come, una scin-
tilla provocò un incendio nell'interno della cabina
ov'ero il rubo di rifornimento. Il giovane addetto
al garage •• nel levare in fretta la gom na, la
passò sul voho di mio fratello. Tutti e tre potc\\-ano
mos ire là dentro. s'egli, con presenza di ~pirito,
non avesse dato un colpo allo sportello e non s1
fosse precipitato fuori seguito dal babbo e da Sil-
vio. Eqli poi, col volto e col petto in fìammt>, si diede
a fuggire precipitosamente ,·crso l'ospedale. La piaz-
za era piena di gente e nessuno pensò di formarlo
o dl Còprirlo con qwi.lche cosa: tutti commisenwano
e cercavano d'allontanarsi perchè si diceva eh.e sa-
rebbe saltato il ~erbatoio del • garoire •·
Per fortuna fu fermato du un dottore chci, in auto,
venivo a quclla ,•olta e t1a.~portuto all'o~peclale ove
gli venner0 riscontrate ustioni di grado su tutto
il ,•oho e sulle mani, con .,,-ave pericolo di avvele-
mtmcnto del san,,,"Ue·. 11 poveretto di"enne irricono-
scibile. Solo chi lo vide può &re quanto eqli sof-
ferSe. Fu raccomandato a D. Bosco e gli si pose
la reliquia "ul pet1:o. PregÙrono con noi anche i
buoni giovani del Convitto di Ro,·creto. E Don
Bosco ci esaudl ancora. Non solo riuscl a sal,mrsi
ma gunrl cosi bene da non lasciar nel suo volto e nelle
sue mam qua,;i più nessun segno delle ustioni.
Una ter,.a grazia sento il dovere di pubblicare.
Nell'ottobre di quest'anno mia sorella Angela sor-
preso da forti dolori al ventre con sforzi di vomito,
non riteneva più nessun cibo. Si credeva che fosse
una semplice indisposizione, invece era un volvolo
inte$tÌnale. Tr8$portata d'urgen1.a all'Ospedale di
S. Vito fu subito operato. Se si fosse ritardato solo
di qualche orn non sarebbe più ~rota in tempo. !\\fa
se l'opera:ùonc rju~cl bene, c'em il pericolo, anzi
la psobabilitù, che l'intestino nel rjprendere I moti
peristaltici si lacerasse. 11 professore temeva forte-
mente una emouagia interna. FurQno tre giorni di
attesa angosciosa e di fervide preghiere a D. Bosco.
1 giovani del Convitto invocarono con n9i il Santo
ed egli ci ottenne la grazia e restitul la mamma ai
suoi 5 bambini.
li primario prof. Mosotti dichiarò trottarsi di una
grazia di prim'ordine. Con infinita riconoscenza
Rovereto, 3 dicembre 1936
Don DAVLDR ZAMP6SE1 Salesia110.
Ur1 f)fro prodigio. - Nell'inverno del 1926, mia
mmnma si ammalò di bronchite e polmonite acuta,
facendoci disperare della sua salve.zza. Il medico
del paese, prima, poi il prof. Gardnzzo, direttore
- dell'Ospedale Civile dello Motta di Li,•eni.a (Tre-

3.3 Page 23

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viso), la dichiararono in fin di vita. Il Purroco del
paese, 0111 defunto Monsignor Concina, avvertito da
es.otl cominciò nd ammonirmi di badare a tutto po,-
chè la poverina poteva morire da un momento al-
1'altro. Allora feci alcune elemosine e pregai e feci
pregare Don Bosco perchè intercedesse per la sua
guarigione. Non ottenni subito una l{fozia com-
pleta, mn riuscii a tenere in vita la mamma, ancor-
chè sofferente di bronchite cronica. C'on questo
disturbo giunse al 1934, quando fu colpita dn sino-
vite, primll ad una gamba, poi all'altra, tanto che le
sue membra mforiou divennero due tronchi informi
ed immobili. Fra• t."mte nffiii:ioni, io commcini una
novena n Mnria SS. Awailiotrice e e S. Giov. Bosco,
mandondo un'off-rrtn primo della gra7.ia e promet-
tendone un'ahrn dopo la J{razia. Feci fare l::t no,·ena
anche da pel'!IOne pie e di fede Ed era irù\\ inoltrata.
all'insaputa dell'inferma, quando ella stessa, chia-
mati) il Cn1>pellano del pnèSc, ordinò una S. I\\fossa
per la suo salute e ci pregò di nssistcrvi, Mentre
stavamo in chiesa, l'inferma, che era sempre immo-
bile come un palo, e che a dichiarazione del medico
era gra"~"imn, si senti rmpro~·isrunente 11uanta;
si alzò da letto e noi la trovammo scalza m cortile,
che camminav,i felice della 1un guarilrione. Nessuno
può immn11inare il nQslro stupore, la no$tra gioia e
riconoscen1-a n M. SS. Ausilintrice e a S. G. Bosco.
Era il m«:2'" d'ottQbre del 1935 Essa cammina tuttora
come una l!io,-nne di venti unni, e la Stlll guarigione
duca pcrfotta da più d"un anno.
Col cuure commos.w ~pcdisco ciò che f)OSSO e
prego pubblica.re la prc.~ente, perchè servu di monito
a chi non crede nella potenza d'intercessione dei Santi.
Prato di Pordw<>ttt ( Utli111!), 1 o-X11- Il)J6.
:i\\lD!Y.GHU, C = r B 01 Lurc1.
/1/m-iu A,oì/intricr r Don Bosro protrgl[OIU> il no-
SITO 011/(iolcllo. - Appena avemmo la ccrtez1.a del-
l'imminc:o,,a di un lieto C\\'ènto in casa nostra, mit1
moglie s1 rivolse oon fede o Marià SS. AuMillatrice,
mentre io invocavo l'intercc:,sione di S. Giovanni
Roseo, mettendo il no~tro an1t1oletto sotto la sua prò-
tez:ione e promettendo un 'offerta. Il giomQ atteso,
dopo uno nolte di sofferenze, In madre fu colla dalla
febbre, mentre i dolori continuavano senw risultati
soddisfacenti. JI medico specialista, dopo un at-
tento esame, mi facevn consmmre diverse cnuse
concomitanti che, a suo IWYiso, rendevano mchspcn-
sabile un intervento chin,irsrico.
A turda seta, afflitto e quasi stanco di assistere a
sofferen1.e <'C>Sl prolungate, uscii di casa per breve
tempo. Mentre pensavo con trepida7.ione olle argo-
mentazioni del Sanitario, 1<cntii un improvviso e
irresistibile bi!IOgno d'in\\'OCUrc l'aiuto di S. Giovanni
Bosoo. Cli promisi una ~econda offerta per il giorno
della sua fea,ta e aggiunsi che avrei pubblicatu la
i,-azia sul 801/~11;,,o. Appena ebbi firuto di recitore
un Pater, Ave, Glorfa, nu scnt11 trnnquillQ e sicuro
di essere ~audito.
Rientroto p<ico dopo in caRa, mi CQnvin~i che lo mia
fiducia an:va fondamento. Tutto procedevo bene e
D . IloSCIO da quel momento prese visibilmente a
protel'(11erc le due vite per le quo.li io trcpidorn. La
- -- febbre eni scompaTSa e la madre avev.1 acqu11<1ato
lo for7.o necessaria 1>er sopportare nitre quattro ore
di sofferenze che precedettero il compimento dei
nostri voti.
A Maria Ausiliàtrice e a S. Gio,anni Bosco la
nOlitro riconosccn?.a e la promessa che il nostro Rino
imparerà a suo tempo ad avere nello loro imerccs-
sione uno fede senia limiti,
Cnsale J\\,fo11ferrt1to, 6 .dicembre 1936.
TO\\l.MASO e P1rnA ZERB1:-.o.
TroN1 laroro t 4,rmrisce da graw mnlallia. - :\\lio
fiiilio Alberto di ~S anni cm di"Occupato e anche
malnticcio. Dopo due no,-ene ottenne un'occupa-
zione odatta olle sue condizioni; ma 3 mesi dopo
s'ummulò gravemente. Io lo raccomandai o Don
Bosco con una fervoro,;a novene e la guarigione non
tardò ad offennar.,i completamente.
Con infinita ricone>scenza
l\\'ù:::a .'\\'1011/1-,,nto, 4-XJl-193<>.
Gmc:-oxs NovP.LLI CRISTINA.
Due grazie. - 1\\1i ommalai nel , 934. Il medico del
pa~-se aveva tiscontruto un tumore maligno, eh\\· a
Bololl?la fu definito un cistom,. inoperabile. Il
duttnr Zampa di Osui(lia \\'Olle tuttavm tentare l'o-
peru1.ìone che nu,n \\'lllse a nulla. Portilta a ca,a in
ottc,n della catn11tofo, comjnciai coi miei cari 11
confidnre neU'aiutQ celeste. Facemmo una pmn.1
novena n Don Bo~co, e la ripetemmo nlcune voli.,
oon h1 ferma fiduciù di ottenere lii irra;r.ia. DoJlO un
m,-se di serio pericolo, comincia, n m11rlìorare fino a
,naari1tione complc1a, 11sccnrrata d,1110 :<te!<.'\\O dottor
Zampa, che la ritenne prodi1t1osn ùor,o l'ìnutill' in-
tNwnto della chirurgiu, Da quel tempo non ho più
alcun disturho; hworo e mi sento robusta come
quando ero sanà. l lo la certez7;a di dQ,·ere lo gn111:i.1
all'intcrct"SSione di S. Gio\\'annì Bosco.
dio stesso anno 193+ s'ammalò mia figlia, Cu-
i;ioln l\\lario in Zanetti. Il medico locale ,·i riscontrò
unt1 1writonite acuta Fu operata nù Ostiglia e poi 11
Vcrnnu. Dopo le opemz1oni l'inferma peggiorò in
modo, che i medici aq,;icurnrono dil'lìcile, se non
impo · ,bile la ,:iuurii.tione. Essa però sperando nd-
l'mtcrcess1one d1 S . G1ovnnni Bosco, ancora quan-
d'era all'ospedale d1 Verona, oommciò una no.ena.
P11ssuono sei rrutl1i di martirio, e quando i medici
ave,•11no detto vono ogni rimedio, ce>minciò invece
e mi1iliorare, linchè '1;uarl perfem,mcnte. Ora essa
non ho più alcun ùi~turbo, e con mc ringrazia il
Santo adempiendo alle promesse fotte.
.\\le/ara Po (Rqt•ti!o), 8 dicembre 1936.
R100LFJ Truu:.sA m Cucou.
Per intercessione d el Ven. Domenico Savio.
Evita l'opera:::in11e d la perdita dtlln ,,ista. - De-
gente nel Sanatorio di Borgo Valsugana ho 11,·uto
l'occ:1~ione di leg11:ere la ,,ita del Ven. Domenico
Savio. La lettura d1 questo libro acceSé nel m,o
cuore una viva fiducia verso l'RnA"ehco giovanetto,
e dn quel giorno cominciai ad invocarlo nei miei
bisogni, rjce\\'endone conforto e sollievo. Il primo
settembre essendo andat.-i a ritrovare i miei fil(lio-
letu, dispersi anch'c.,~i per necc~siu\\ di cose d,11
focolare domesttco, vidi la rrua Jole di nove nnni
in uno stato ossai J?rn,·e per un mnlnnno che l'aveva

3.4 Page 24

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colpitn all'occhio SJmstro causandole q_uasi la per-
dita completa della vista. Nell'attesa di una più
aceumta visita da parte di uno specialista, il cuore
Savoretli Sew11.di11.o (Azeglio) per aver liberato 11 ma-
nto da qravi sofferenze causate do tu more m,aUgno.
Boià110 Clelia (S. Lorenzo di Vignate) pel fdice esito di
operazione chlnirgica.
materno, presago di rutto ciò che la bimba avrebbe
Fet1Q11lio Tt!r,ra (Olmetto di Bagnolo P.) per ottenuta
dovuto soffrire nella dolorosa o·perazione che si guarigione da enterite.
prospettava indispensabile, si rivolse con fiducia al
caro discepolo di Don Bosco e lo pregò perchè si
facesse protettore di questa figliola. Anche èltre
Bo1101110 Bi.u (Felcuo Canavese) per la felice siatema-
zione di interessi.
A. A. (Moncafjeri) per una grazia ricevuta in fovonc
del figlio.
ottime person~ unirono le loro preghit>re alle mie
Gatti L11cia (S. Michele dj Carmaimola) per l'ottenuto
per ottenere con l'intercessione di Domenico Savio, miglioramento in saluLe.
che alla mia piccola fosse rispnrmiatn l'operazione
e la perdita della vista. Le nostre preghiere ebbero
prontnmente la gtazia desiderata. Quando la bam-
J\\,Ji11a Domenico e conrorle (Murello\\ per l'in11perata
guarigione del piccolo Giovannino colpito contempora-
neamenu, da morbillo, polmonite e pléurite.
Semi11arina Anmti Stefano (Genova) per l'ottenuta
bina fu visitata dallo specialista, questi constatò che guarigione d11 mastoidite dopo due anni dì $offer=ze
l'operazione non era più necessaria e che la potenza
Loreo A711011i" (Asigliano) per ·scgnalatìs~jme gruz.e
visiva dell'occhio con l'aiuto di un medicamento
avrebbe in pochi giorni ripreso il &uo ~·igore nor-
male.
concesse a due suoi nipoti.
G. C. per ev;tute disjlrazie mortali .., irreparabilJ che
potevano causare un wavc disastro edilizio.
Ylorea Gi11seppintz per essere sttttn liberata da gravi
Cosl &\\·venne realmente con rruo grande sollievo. sofTeren1.e col porre sulln parie ammalata la rcliqura d1
Esprimo oggi al celeste protettore la più viva ri-
conoscen7.a con la sicura .fiducia di godere in avve-
nire il beneficio della sua èfficace intercessione.
Borgo Va/~uf,fa11a, 26 diceinbTC 1935.
Don Il<1sco Santo.
Tarditi A. per segna!atc e •o•piraliss,me grazie.
G. P. (Torino) per una segnalatissima grazia.
Uni) /m11iglfo dn:ota d; Don Bo,eo Sonro (Aaolo) per
lo sospjra1ìssi1DJ1 conYa:sjone un figlio Clltenuta dopo
SABINA MAllCHESANl M°ARTfNELLI.
un breve corso di SS. Spirituali Esercizi.
Raffica d'influenza stroncata. - Nello seconda
quindicina di gennaio siamo stati disturbati in
collegio da una raffica d'influenza preoccupante!...
Zucca Cesarino (Morialdo-Castelnuovo) n ritardr,
ringrazia pel felicissimo esito di grave operazione chi-
rurgica e per In protezione concessa al 611lio Cesare du-
rante IA campagna in A. O. I.
Era di mercol.edl quando aYevamo a letto oltre cin-
L<,111/>1 Giovan110 fu Antonio (Cassino) per segnalatis-
quanta rn1U1Zzi e cinque superiori, con quanto dis- sime Rrazie rice,rute.
..
sesto dcll'andamentq delle scuole e dell'istituto ben
si può immaginare1
Ga11di()ne !\\[aria (Macc,llo) re..- la g,-azi.~ di una sl:sta
creaturina sana e sen7A1- difouo di oona•
Ser11i Ennio (Firenze) per varie gr:,zie ricevute, invo-
Allora mi rivolsi fiducioso a Domenico Savio pro- candr, continua protezione.
mettendo formalmente che, se per la domenica
F!Csè Maria (Marcallo) per evirat.a cancrena al piede
prossima, cioè quattro giorni dopo, fosse ristabilita
la salute in casa, avrei mandata una bella offerta.
1J pomeriggio del sabato non rimanev-ano a letto
destro.
Ferrigno Sr. .M«ria Pia (Villafmnca Tirrena), per
l'ottenuta guarigione délla nipotina Rosetta operara per
aprcndicire acuta con perfornione...
che una mezza dozzina ragv..zi; nella domenica
Mattri Athills (Gavignano Sabino) per guarigione del-
erano già tutti al?.ati. e in circolazione regolare
alunni e Superior:i.
Salute che perdurò per tutto l'anno perfettamente.
l'occhio destro da cateratta.
Ber,edm11 Caccia Ada (Monza) per essere stata preser-
vata dal male che non perdona.
Jt,.f. A. C. pel felice compimento degli scudi di persona
Ra11daz!fo, l2 novembre 1935.
Sac. GIACOMO ANOHTU!RT
Direi/ore.
Guanta da settiamuo. - Colpita da setticerma,
cara.
Corno Fede (Volp·ano) per la riacquistaru sa'.ule e per
altre gra:i:ie.
Franchi Maria (Torino-Ospedale S. Luigi) per uno
segna.latissima 11razia ricevuta.
per tre mesi la mià temperatura oscillavo· fra i 39,5
La1if,anco Moria (Torino) pcl notevole miglioramento
a 40.
La mfa famiglia chiese consulto ed i medici rispo-
sero che ormai nulla potevano fare per salvarmi.
Allora ci rivolgemmo al Ven. Domenico Savio
in salute della sorella sofferente per miocarclite.
T. E. (Castellamonte Canavese) per l'ottenuto migliora-
mento della fig-Ua, dona a Don Bosco Santo oggetti
preziosi e invoca guarigione completa.
PelrOl(l1lli C01J. Rag. Arturo rrorUlO) per una grazia
ed al termine della novena io era fuori pericolo, segnalatissima, invia offerta.
ed in brevissimo tempo potei riprendere le mie
occupazioni.
Tqrino, 29 marzo 1936.
ANNA MARIA DOLZA.
Rossi Claudio (Montechiaro d'Asti) perch~, colpita do
forte emorragia, si sentl in breve guar,ra nonostante 1
suoi So e più anniI
Gotto Mo11tieott~ (Pinerolo) pel felice esito di esame d,
stato del figlio, che da 8 anni ave,-a abbandonato gli studi.
Grillo Antonio per una segnalatissima grazia ricevuta.
Riogt'aziano anc ora della loro interces-
Brig,,one Rosetta (Savona) per molteplici gmrie e fa-
sione Maria SS. Ausiliatrice e S. Gio- vori ricevuti.
vanni Bosco:
Gl,itti Agntse (Bomo) per la guarigione da male di gola
ribt:lle ad ogni cura e per ottenuto impiego.
Garm,clli Francesco e T~ti Emilia (Suardi) per una
segna.latissima grazia ricevuta.
R. R. (Cruro) per ottcn.ut11 llbcra:i:ione da crisi penose.
Un PtlT7oco per l'ottenuta guarigione da bronco-po'-
.monile dell'organjsta, s~eta.r:io dell'A55ociazionedì A. C.
Gabride Giuseppina in Gabriele (Pantelleria Scauri) per
Fran:,i110 Domenico (Feletto Canave.,e) pel migliora- _guarigione da vespaio mali_gno, dichiarato incurahil~ e.
mento in salute del piccolo Pier Luigi.
da oùtri gravi disturbi che l'nvev:tno ridona in condizioni
Sor. A. 111. (Casale Monf.) per una grazia segnalata. disperate.
----
-

3.5 Page 25

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N E C R O L O G I O Prof. Dott. GIUSEPPE ALBERTOTTJ, t a Roma il
29-XIT-1936 a 85 anrù di erA.
Celebre oculirta, curò, col padre, il nostro Santo fon-
Salesiani defunti:
datore, che gli portnVJl vivissimo affetto. Dopo aver in-
GARLANDA D. ANTONIO, !!tic. dn Mezzann Mor-
tiglicngo (Vercelli), t a Biella (Vercelli) il rs-l-1937 a
72 nnni di erù.
Visse umile e sacrilicuto negli uffici di amministrazione
e neU'e•ercizio del sncro ministero, sostenuto da profondo
spirito di pietà e di laborioo,tà salesiana.
segnato a Modena. passò nel 1900 a Padova dove tenne
la oauedra di oculistica all'Università fino al 1935. Scien•
ziato e umanista doni> ali'Ateneo di Pndovn la hibhotecn
cordariana ed a quello di Roma losciò oltre 10.000 pub-
blicazioni di oeulistìea. La divozione a 0cm Bosco ispirò
j suoi studi a prqfondi sentimenti crisriani e lo sua scienza
a mistione di bene.
COI,OMBO D. MICHELE LUIGI, sac, da Seregno
(Milano}, t a Verona il 7-Xll-,9J6 a 71 anni di cd.
Pnni10 chièrico per l'Equutore ed ordinato sacerdote
in Quito, lavorò in qU('llc, nostre missioni finchè ne fu
caccia10 con tutti i confratelli dall,i, ri,·oluzionc. Pas.1ò
quindi alln Colombia e nel Perù, finchè, l<>goro dalle fa-
tiche, ritornò in patria a prodigare il suo ministero con
zelo inalterato fino alla morte, nei nostri htituti del
Veneto.
OREGT.JA D. GIUSEPPE, snc. da Cherasco (Cuneo),
t a Nina Mariuima (Francia) il 23-XIl-H)36 a 61 nnni
di età.
PRETI D. PIETRO, sac. da Milnno, t a Milano il
A•"'· Comm. PIETRO MELANDRJ, t II Roma il
26-XlJ-r936 a 67 anni di età.
Procuratore delle Cause di beati6cnzionc è canonizza-
2ione, curò con ammirabile dili~ènza e CQn g,-ande affetto
anche quelle del nosrro Santo fondatore, del vcn. Dome-
nioo Savio e della ven. Madre Mazza:rello. Scrirtore e
letterato felice e eohi$~imo, si era dedicato fin dalla gio-
vinezza al giornalismo cattolico, distin~endosi come
critico e come espositore e raccogliendo ovunque simpatie
e consensL Coerente .se1npre ai suoi princjpi, affuscinato
dagli esempi dei Servi di Dio di cui trattava le cause,
fece di tutta la sua vira un santo nposrolato, col ferrnre
d'un cattolico mode-Uo.
27-XJJ-1936 n 65 anni di età. '
Per :is anni resse l'Oratorio di Via Commenda in
)\\,filano, prodigandosi con1emporaneamenre nel SAcro
minist~ro e nella dfrezione spirituale delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, e cauivandosi la fiducia e la stima di tuui
per la profonda pietà e spirito di sacrifizio, per la bona-
rietà del uatto e la bontà del cuore.
ARJONE GIOVANNI, cond. da D,nno d'Albo (Cu-
neo), a Sanrjago-Macul (Chjle) il 4-X•H)36 11 58 anni
MONS. TEOL. DOTT. VINCENZO M. MUSSO,
t 11 Torino il :iz-1-u. s. a 6r anno di età.
Lo vita e le sostanze consacrò nll'npostolato special-
mente nel campo cinematografico, precorrendo con in-
gemi sacrifici ed as.solu10 disinteres.~e le odierne orgnniz-
.znzioni per la moralizz.azione di questo potenre coefficiente
di educazione. Divoti•simo di S. Giovanni Dosco, era no-
stro cordiale e generoso cnoperiltore.
dj età.
FERRAZZA D. GJUSTJNO, sac. ·da Cappadocia
(Aquila d~izli Abruzzi), t a Genzano (Roma) il 20-XII-
1936 e 55 anni di età.
Ottimo jns~g:nantc e ~acerdote esemplare., era caris-
simo RJ!li olunrù. che educava con wande affetto, e stima-
tissimo dal clero e dal popolo che ricorrevano a lui pel
••ero minis1ero. Servi a più riprese la patria come ufficiale
e come çappellano prodigando fl suo wlo pastorale con
ammirabile soUecitudine.
FAVA GERMANO, eh. da Rivedavie (Mendoza-
Argcntina), t n Alta Gracia (Argentina) il 14-XJ-H>36 a
19 anru di età.
TOSO NTNO, eh. da Cividale del Friuli (Udine),
t a Este (Padova) il 17-XIl-1936 a 17 anni di età.
S. E. Grm,d'Uff. EUGENIO CAPUTO, Genera/,, di
Corpo d'Armata nella riserva, t a Torino il 111-1-1937.
Ufficiale colto e brillante conferen.ziete ricopri im-
porranti cariche in pace, tra cui quella di ,-ice-dir<'ttore
dell'Istimto Geografico Militare di Firenze; in guerra
fu comandante della 1;:lorio•R Brigata Sassari sul Carso e
della l Divisione Fanteria sulle Tofanc. Rettitudine di
spirito e nobiltà di cuore rifulsero nella sua carriera
imponendosi alla stima ed all'artunirazione_ di lutti..
Entusiasta di Don Bosco e dell'Opera sua. leizò il suo
nome nll'Tstiruto Missioni Sale.siane con gene-rose ehtr-
gizionì.
COPP)l FRANCESCO, t 11 Casale Monferrato il
22-::\\."TI-1936 Il 7S anni di età.
Cattoljco esemplare e zelante Cooperatore fu benedetto
dnJ Signore colla vocazione d'una fìgUuola aU' Istituto
Cooperato ri defunti:
delle Figlie di Maria Auailiatrice, oggi direttrice nelle
missioni dell'Equatore.
S. E. IL CON1'E MAGGIORINO CAPELLO Mi-
nistro dtl Niearo,:11a presso lo S. Std~, t a Roma il 23-J-u. s.
a 85 anni di erà.
Avvocato insigne, assurse a fama mondiale nélla difesa
trionfale del nostro buon nome in oré di tenebre e di con-
PEGORARI COSTANTINO, t a Caspoggio 1'8-1-
1937.
Attivissimo ielatore delle Opere e Missioni Salesiane
vi dedicava tuttu la sua inBuenza e la ~ua attività.
giure settarie. Ministro di Monaco e poi del Nicaragua
ROSA MANCJNI BATTlATI Ved. PULVIRENTI
prnsso ìl Vaticano. rese preziosi servigi alla Santa Sede col t a Camnin il 13-Xll-11J36 a 86 anni di e"i\\,
suo profondo spirito cristiano ed il suo tnlro diplomatico
nei rapporti con djversi Stati. Pio X, .Benedetto XV e
Pio Xl l'ebbero cariS$imo e lo onorarono sempre della
L'umiltà e la carità furono le s\\Je virtù predilette.
Cuor nobile e generoso, amò le Opere salesiane con spe-
ciale affetto.
massima sovrana fiducia. Noi, con imperitura gratitudine,
lo raccomandie.mo caJdamen1e ai suffragi dei Coopetatori,
rinnovando le più vi,·c condoglianze alln Ecc.ma eonressn
Amalia t'd ai parenti.
CONTESSA OLIMPIA GIANAZZO DI PAMPA-
RATO, n111a NATTA D'ALFIA NO, t il 2211:ennaio 1937
a 92 anni, di età. L'aho lil'?Jlaggio, la parentela con le più
nobtli casm:e piemontesi, le cospicue ricchezze, furono per
questa grnn dama un mc~zo di spargere il bene intorno a
sé coUe buone opere e colla più larga beneficenza. Filial-
Jl.1ons. AGJVELLO MANNATO, D~curume Salesia110,
t a Napoli il 30-Xll-1936.
Degnjssima figura del clero napoletano era Parroco
in S. Maria degli Angeli a Pizzofalcone e docent<" di
Sacra Scrittura nél S.iminario Arcivescovile. Fu sempre
attivissimo Decurione dei Cooperatori Salesiani, e, devo-
tissimo di D. Bosco, ne promuoveva la devozi11ne con
ammirabile fervore.
GIUSEPPE AGAGT.,/ATE, t II Capriglio il 5-l-1937
meuu, devota a Don Bosco, a Don Rua e ai loro Succes- a 74 aruù di età. La mnmma, Rosa BQsco figlia di Giu-
~ori, fu in rutta la sua lunga vita una delle più insigni $Cppe Bosco, fratello de_l nostro Fondàtore, lo portò
b~ncfactcici dell'Opera Salesiana, alla quale ancora lasciò, giovinetto all'OrRtorio ove Don Bosco l'(.-ducò e lo crebbe
morendo, un insigne ri.cordo dclla sua generosità. I fino a farne un cattolico esemplare. Tmscon,e tuna la
Cooperai ori e le Cooperatrici ,ri as•ocieranno nella ricor- ,;m nel paesello natio fra la stima e la benevolenza di
d:1nza e n~llc preghiere ai J;igli di Don Bosco, nei quali tutti, lieto di dare un fill'.lio sacerdote alla Società Sale-
la ricono~<'n,o:n verso la munifica signora durerà impe• siana, t di prodigarsj generosamente pel bene del pros-
-rilura.
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simo.
Con permesso d c U'Autorlt.\\ Ecclesiastica. Dircltore respon•abile: D. GUlDO FAVlNI
Torino Tipogra.fla della Soelet.\\ Edllrice Internazionale, Corso Regina Margher ita, 176.