Bollettino_Salesiano_196603


Bollettino_Salesiano_196603



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IN QUESTO NUMERO:
Il Concilio ora comincia per noi
pag. 1
A servizio della famiglia
e della Chiesa
pag. 8
Inizi salesiani
nel Paese del Dragone
pag. 21
I nostri sfortunati fratelli:
i Mixe
pag. 24
IN COPERTINA
ROMA La parte superiore di una delle arti•
stlche vetrate del Templo di San Giovanni
Bosco, opera del prof. Luigi Montanarlnl, di-
rettore dell'Accad emia di Be lle Arti di Roma
(a pagina 6 descrizione delle vetrate fatta
dall'Auto re)
PRESENZA S ALESI ANA AL CONCILIO V ATICANO Il / 40 Are/l'escori e Yesc:or/ salesfanl r:h11 hanno preso parte al Con•
e/Ilo, con Sua Em. Il Cardinale Rau/ SI/va, aUomo al VI Successore di Don Bosco, Don Luigi R/curl, davanU a San Pietro. Eul pro-
vengono da tulle le parti del mondo: simbolo virente della catto/lcl/J della Chle~ e dilla espansione mondiale della Famlr,lla Salesiana

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Il Concilio ora
com1nc1a per noi
Nel periodo che precedette la chiusura del Con-
cilio, Paolo VI più volte espresse questo pen.siero:
« Quesla fine sarà principio di molle cose ».
I lavori del Concilio Vaticano II sono finiti; ora
cominciano le •molte cose'. Questa grande famiglia
di Dio, che è la Chiesa dopo il Concilio, fa pensare
a una famiglia che, jllf,'tanditasi e considerando le
necessità dei figli fatti adulti, decide la costruzione
di una nuova casa. Se un bel giorno, dopo laboriosi
ripensamenti, trattative, suggerimenti, i figli si
trovassero di &onte a un progetto nuovo, hello,
proprio come l'hanno sognato, frutto del sapiente
lavo~o di valenti arehltetti, proverebbero verosimil-
mente i sentimenti che proviamo noi esaminando
i "progetti" delineati dal Concilio per il rinnova-
mento della famiglia di Dio.
Sicurezza per il futuro
Anzitullo un sen.ço di soddisfazione. Si tratta di
un hel lavoro e di un hel passo a vanti, anche se
per ora in gran partG è un passo avanti solo sulla
carta. È un primo passo a cui ha contribuito tutta
la famiglia, tutta la Chiesa, e che proprio per questo
ha già avuto il grande risultato di assommare tutte
le energie e riavvicinare gli animi, rinsaldandoli
nell'unità.
Il senso di soddisfazione è reso più profondo dal
fatto cl1e quel ..progetto", con tulle quelle linee e
quei calcoli, è sorgente ili sicurezza per il futuro:
si sa con precisione a che cosa si mira. Finchè si
è nel vago e nell'indistinto, si è come a passeggio
nella nebbia, col risultato di una tensione nervosa
e d.i. una continua incertezza. Un buffo di vento di-
rada la nebbia; si vede dove si va. Che sollievo!
Sembra persino di viaggiare più svelti. Ora un soffio
nuovo è passato nella Chiesa, il soffio dello Spirilo
Santo, come in una novella Pentecoste, conferman-
doci la sicurezza che siamo condotti non solo dagli
uomini, ma da Dio, sempre presente e operante nella
sua Chiesa.
E, oltre che di sicurezza riposante, quel "pro-
getto" è sorgente di energi,a. Sembra che abbia il
potere di concentTare nell'animo tutta la forza di
decisione di cui è capace, quasi come quando si
carica una molla, per lasciarla espandere con slancio
quando si dovrà affronlarc il momento del lavoro,
particolarmente il primo momento, quello della
decisione, quando si dice il primo: « Facciamo! »
- Chi non conosce le difficoltà degli inizi? - Forse
anche noi proveremo un po' di fatica a scombusso-
lare i nostri consueti modi di vedere e di fare per
assumerci la nostra parte nell'attuazione dei "piani"
del Concilio, che esigono la mobilitazione di tutti
i membri della grande Famiglia di Dio. Ma non
biaogna lasciarsi vincere dai timori: la prima le-
zione eh.e ci ha dato Ja Chiesa è quella dell'ardi-
mento.
Nessun pericolo
di... congiuntura
Finalmente, e cosa non meno importante, quel
progetto dà la possibilità di programmare la costru-
zione, giudicare ciò che è di esecuzione immediata
e primaria e ciò che può essere rimandato; si cal-
cola quali fondi si hanno a disposizione e come si
possano impiegare, per non correre il risch.io del-
l'impresario evangelico, che sembra non abbia
tenuto conto della... congiuntura e si sia fermato
con la casa a metà (Luca, 14). E così nella famiglia
- la Chiesa - si fa una distribuzione del lavoro,
si dispone dei fondi che gj hanno, s'impegnano i
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capitali a disposizione: tutto ciò che ciascun membro
della famiglia pui'i fare per In rea.l:izzazione dei pro-
getti del Concilio. Come se in una riunione fanti-
liare '-i facesse una distril)Uzione ùei compiti fra i
numerosi membri che la rompongooo.
Qualche illlenditore, a questo pwllo, pensrrù
agli "incerti" che possono scomhussolare i pian.i.
TI prc, eoli'rn difficilmente è anche consuntù o!...
Ehhene, per rispondere 1,uUo steiòso Iono. ricordiamo
chr ogni famiglia - e qu.iudi anche la Chiesa - ha
i suoi "introiti occasionali" per la i.ua , ita. Sono
gli interventi imprevedibili, veramente prov,drlen•
ziali. dello Spirito Santo, in certi momenti partico-
larmente impor·tanti e fortunati.
Li ba mandati al capo della famiglia, a Giovanni
XXTl I, quando ebbe l'i~pirarione di com·ocarc
un Concilio Ecumenico: li ha mandati a Von Bosco,
un fratello maggiore, prr reducazione della gio-
vcnt ù quando i,ì lratta,a di affrontare questo la-
voro con me1otli nuo, i date le mutate condizioni
sociali; li ba mandati a Francesco d' \\~<-i.<.L - che.
quanflo il Papa lo sognò a ..orreggerc con le sue
spalle mingherline la Chie&a intera, non era a.nroru
diacono - per restaurare nell'edificio della Chiesa
iJ pilastro della pover1 ì1; Li manda insieme alla
gerarchia e ai laici quando qualcosa di grandio~o
per tutta la Chiei.a ista per ,erificar..i, eome quando
i;,pirò il ritorno a Roma da A,;gnonc al Papa e a
Sani a Caterina ini-icme.
Eppure San Francel'CO e Santa Caterina, nrUa
Chiesa, erano, ~i diceva allora. '•niente''; ora bi di-
rebbe "semplici fedeli". Per queisti introiti occasionali,
per questi interventi dello Spirito Santo, bisogna
avere sempre, come quei Santi, il cuore docile,
aperto alla grazia, e il coraggio di dare il contri-
buto del proprio consiglio e della propria opera per
l'edificazione della casa: la Chiesa. Siamo tutti figli
'•intcre&soti" all'impresa e 1100 possiamo stare solo
a vedere, a godere lo spettacolo di quello che fanno
gli altri.
Abbiamo pensato
a Don Bosco
Un'ultima parola prima di metterci all'opera,
prima di scendere in cantiere. Ogni figlio nella
famiglia si assume per il bene di tutti qud lavoro
cbe 1:,i ndalla al llUO fisico, al suo temperamento,
alle ~ur doti pcr!>onali; e anche quando lavora in-
$ieme con gli altri non può fare a meno di mostrare
il i;uo stile di la, oro. •l'Ila ca.•a di Dio, anche al
no~tro i.copo. ,-ono molte le mansioni.
Ebbene, i CooperaLori Salesiani lavorano con gli
altri nrlla Chiesa rol loro stili•, è ovvio; r se talvolta
t<olleciteranno dal Papa e dai Vescovi di avere affi-
dati la, ori particolari. sarà perchè, nella grande
famiglia della Chit>sa, essi sentono che quei lavori
si aclllllono al loro temperameulo spirituale, alle
loro forze. alla miStl.ione che Dio ha affidata alla
Famiglia Salesiana.
A qucfita particolare mi1<sione ci ba fatto pensare
Paolo VI nel suo di~corso cli chiusura del Concilio
Vaticano 11. H Papa parlava dell'atteggiamento
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fondamentale che la Chiesa ba tenuto verso gli
uomini del nostro tempo. In un lucidis»imo quadro,
nel quale non si sapeva se più ammira.re la finezza
dell'osservazione o la commozione dell'animo, il
Papa presentava tutti gli elementi di grandezza e
di miseria degli uomini moderni. Egli li guardava
con l'occhio distaccalo di chi ha fi~sato le sue aspi-
razioni fuori degli orizzonti umani, in Dio, ma nello
stesso tempo con tutta la partecipazione alle itmane
sofferenze che può nascere da un cuore che ama
senza confine. Se aveva affermato all'inizio del
suo discorso che il Concilio aveva considerato Dio
al centro della storia degli uomini e che il massimo
sforzo dell'uomo deve esercitarsi nel tendere a Dio,
Egli aggiungeva però che il Concilio aveva anche
rivolto tutta La sua attenzione all'uomo e si Cl'a
chinato su di lui come il Samaritano del Vangelo
si era chinato sull'uomo ferito lungo la strada per
alleviarne le sofferenze. In questo alteggiamenLO,
anzi, il Papa vedeva la cautteristica essenziale del
Vaticano II e si fermava con amore a descrivere
questo nuovo incontro della Chiesa con gli uomini
del nostro tempo, quasi volesse provare la gioia
di accostarsi a tutti gli uomini, di l11tte le condizioni,
e volesse mostrare a tutti la risona11111a che la loro
pena produceva nel suo cuore, nel cuore della Chiesa.
E noi pensavamo a Giovanni XXIII che, fin dal-
l'inizie del suo Pontificato, in una visita rimasta
famosa, aveva detto a degli infelici: « lo ho messo
il mio cuore virino al vostro ».
Pensavamo a Don Bosco che, se fu definito
« l'unione con Dio », perchè possedeva con una
adesione senza debolezze e incrinature i valori Te-
ligiosi della vita che lo portavano verso Dio, ha
saputo inchinarsi verso l'uomo, sopratlutlo verso
la gioventù del suo tempo, ]>toprio come diceva il
Papa della Chiesa in Concilio, con la carità del Sama-
ritano, "con simpatia immensa", "con otlimismo",
"con fiducia'', "con voce facile e amica", "focéndosi
ascoltare e comprendere", pronto a scendere con
amorevolezza ver0O il giovane, a riconoscerne l'ar-
cana grandezza e ad amare ciò che egli ama per
nobilitarne le aspirazioni ed elevarlo lino a Dio.
Don Bosco ha compiuto la sua missione nel clima
di umano ottimismo del Concilio e noi possiamo
perciò intendere, alla sua scuola, il senso delle parole
di Paolo VI a proposito <lei Concilio stesso. « Tl s110
atteggiamento è stato molto e volutamente ottimista.
Una corrente di affetto e di ammirazione si è riversata
dal Concilio sii/ mondo umano moderno. Riprovati gli
errori, sì; perchè çi~ esige la. carità, tiQn menQ che la
verità; mr.i per le perso1te solo richiamo, rispetto e
amore. Invece di deprimenti diagnosi, incoraggianti
rimedi; invece di funesti, presagi, messaggi di fiducia
sono partiti dal Concilio verso il mondo contemporatieo:
i suoi valori sono stati 11,0,i solo ri-spettnti, ma onorlìli,
suoi sforzi sostenuti, le sue aspirazioni purificate
e benedette ».
Singolare coincidenza
Abbiamo così il pitt alto riconoscimento all'ot-
Limismo salesiano e alla bontà conquistatrice di
Don Bosco c di quanti lavora110 nella Chiesa col
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suo spinto e col suo metodo. Tra di essj, i Coope•
ratori salesiani che, in questo periodo post-conci•
liare, sono chiamati a svolgere la loro missione di
apostoli laici, compiendo la loro parte nella coslru•
zione della casa di Dio sulle orme di Don Bosco.
f: la '·campagna" che il VI Successore di Don Bosco
don Luigi Ricceri ha bandito per foro, chiamandoli
a svolgere « l'upostolat-0 secondo la dottrina del
Concilio e nello spirito di Don Bosco », ciascuno nel
suo ambiente e secondo le proprie possibilità.
Questa dottrina e questo spirito armonizzano
in pieno. C'è infatti una singolare coincidenza di
pensiero e di 1>arola tra Dou Bosco e Paolo VI.
Don Bosco ha scritto: « Ho st1Ldiato molto sul modo
di fondare i Cooperatori Salesiani. Il loro vero scopo
diretto non è quello di coadim1are i Salesiani, ma di
1n·eshu•e aiuto u llu Cb iesu, ai Vescovi, ai Par-
roci... ».
E Paolo VI nella esortazione « Postrema sessio »
ha affermato: « / n realtà, il la1'·oro pastorale dei
sacerdo.ti non può raggiungere pienamente i suoi
scopi, qttalora non sia accompagnato dall'azione dei
laici, ai q1wli spetta por ta r e aiuto a lla Chiesa
rull'eserci:io del sacro ministero, siipplire volontero-
sam~rue all'anone dei sacerdoti, ove sia penuria di
clero, etl escogitare altresì 1i11oui metodi, con i quali
la Chiesa possa trasmeuere più adegmttamellte e con
maggior efficacia il messaggio della salve..--za agli
uomini del nostro tempo ».
II carattere di cristiani ci impegna con tutte
le nostre forze a prendere pai-te al rinnovamento
spirituale promosso nella Chiesa dal Concilio e
nessuno può sottnm,i a que:,to dovere: la qualifica
di Cooperatore acet:utua e precisa questo impegno,
che dobbiamo svolgere nello spirito e secondo le
direttive che ci sono state date da Don Bosco.
.
Un pane nuovo per la Chiesa rinnovata
Per la coTicelebrazione della Sessione pubblica con-
clusfra del Concilio Vaticano II il 7 dicembre e
per la Santa Messa celebrata iri pia;::;a Sari Pietro
/'8 clicembre, Pa.olo V l si è sen1ito di ostie fatte con
grano rhe provet1i1•a dall'estrema punta sud del con-
tine11te americano, dalla T,rra del F,ioro. « L'O;.ser-
vatore Romano» l'ha messo irt rilievo.
Piì, di wi secolo fa Darwiri aveva "profetizzato''
che in quelle terre at•rebbe regnato per sempre la deso-
la..--ione morale e materiale. Oggi la Patagonia e la
Terra del Fuoco non solo sono fiorenti di cimpte dio•
cesi rette da Vescovi so-1esiani, ma anrl1e immensa-
mente progredite economicamente - come profetizzò
Don Bosco in Ull celebre ''sogno" - sia per gli sviluppi
industriali come per quelli tlell'«otrricol11tra. 1 no!Jtri
miuionari flLrono gli u,iici rhe ebbero fede rulla pro•
duttit·ill) agraria della Patagonia, nonostante il
clima rigido di q1Ltlle latit1Ldir1i, don soffiano 1_•en1i
gelidi e la temperat1Lra d•estate no,t supera i 10 gradi.
A Porvenir, capitale della Terra del· 'F'rioco, poco
sopra il 55° parallelo Sud, clor·e s'inco11tra110 i due
oceani Atlantico e Pacifico, fiorisu la ·• Eseuela Àgro-
pecuaria de Las 1\\lfercedes", frutto dell'eroica tenacia
del compiaruo nostro don Mario Zavattaro. In essa
si dimostrò coi fatti che quelle terre, oltre i prodotti.
delle regioni fredde. come le patate, possono produrre
molti altri ortagsi e legumi. Ma il passo più decisiuo
della scuola fu l'acclimatazione del grano. Dopo varie
prove con ogni qualità di frumerito, clre d1trarono
an11i e antii, finalmente si oue11nero ottimi risultati
col fmmento della Finlandia.
1"1ons Borié, uescovo salesiano di Punta Arenas,
visitò la smola diirante le operazioni della mietitura
e della trebbiatura. Il direttore della sC1Lola don. Sa-
bino Servi.dei gli consegnò de/fa farina di quel gra110,
che il Vescoi'o portò a Roma. dove fece confezio-
nare le ostie, che presentò al Santo Pa,lre come
omaggio della Diocesi più meridionale riel mondo.
Il Papa, come si ~ detto. se ne volle serl!ire nelle due
ultime e più solenni celebra::ioni conciliari.
li giomo 7, durante la rico11ciliazio11e tra la Chiesa
di Costorrtinopoli e qriella di Roma, monsignor Borié
si sentì, r;iuamente commosso quando, leggendo il
''breviario", gli caddero sotto gli occhi queste parole:
« lo vengo dall'Aw.tro... per vi,-ita.rvi nella pace ».
Eleg(lnze della Provuiden::a! Per qi,ella storica gior-
nata il Dio dell(I pace aveva voluto ftirsi presente a
confermare iJ solenne patto di pace, sotto veli eucari
stici prorenienti dalla Diocesi più australe del mondo.
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EDUCHIAMO COME DON BOSCO
Non lasciate perdere l'occasione
I l 23 giugno r866, vigiHa
dell'onomastico di Don Bosco,
il direttore del Collegio Sale-
siano di Lanzo Torinese, don
Lcmoyne, venne a Torino ac-
compagnato da un alunno per
porgere gli auguri a Don Bosco.
Racconta: «Era calato il sole.
Tirava un fresco alito di vento
che scapigliava gli alberi. Io
salii in camera di Don Bosco
e rimasi solo con lui per due
ore. Su tutte le finestre del-
l'Oratorio ardevano le fiam-
melle dentro a bicchierini colo-
rati. La banda musicale suo-
nava. Don Bosco e io ci avvi-
cinammo alla finestra. Una
gioia ineffabile riempiva il cuo-
re. Don Bosco sorrideva. Io gli
dissi:
- Ah, Don Bosco, che bella
sera! Ricorda i sogni di un
tempo ? Ecco i ragazzi e i
sacerdoti che la Madonna le
,Jveva promesso!
- Quanto è buono il Si-
gnore - mi rispose Don Bo-
sco».
Parlarono di varie cose; ma
prima di lasciarlo, Don Bosco
manifestò a don Lemoyne l'in-
tenzione di scrivere una let-
tera di ringraziamento ai ragazzi
di Lanzo per i loro auguri. Il
Santo capiva l'importanza di
un'occasione simile per guada-
gnarsi il cuore di quei giovani
Difatti scrisse una lettera me-
ravigliosa:
«Ai miei cari figliuoli di Lan-
zo. Non potete immaginarvi, o
figli carissimi, quanta allegrezza
mi abbia recato la visita del
vostro direttore don Lemoyne,
accompagnato dal vostro inca-
ricato Chiriglione, mio buon
amico. Questa allegrezza crebbe
anche di più quando ho potuto
leggere le belle e affettuose
lettere che dalle varie classi,
dai vari ragazzi, assistenti e
maestri mi furono inviate. Le
ho volute leggere tutte senza
mai sospenderle inter.rom-
perle se n-0n per qualche fre-
quente lacrima di commozione.
Miei cari figli, abbiate tutta la
mia gratitudine. Spero di ri-
vedervi presto e ci parleremo
di cose molto importanti. La
grazia del Si~nore Gesù sia
sempre con voi e la Santa Ver-
gine ci aiuti tutti a camminare
per la via del Cielo. Amen.
Vi sono, con pienezza di affetto,
amico affezionatissimo nel Si-
gnore. Sac. Bosco GiO'Vanni >>.
Don Bosco aveva l'arte di
approfittare delle benchè mi-
nime occasioni per parlare al
cuore dei giovani.
Altrettanto dovrebbero fare
i genitori con i loro figli. Molti
genitori tirano spesso fuori la
scusa di mancanza di tempo.
Sbagliano. Il dialogo con i figli
è un mezzo educativo insosti-
tuibile.
Per le mamme molte faccende
domestiche possono diventare
un'occasione di contatto con
l'uno o con l'altro dei figli e
favorire la reciproca confidenza.
Il babbo può approfittare di
una passeggiata fatta in com-
pagnia di qualcuno dei suoi
figli per uno scambio di parole
che ravvivi la comprensione.
I pasti in famiglia diventano,
se si vuole, dei veri contatti
umani: papà e mamma pos-
sono conoscere meglio e par-
lare con i loro figliuoli.
L'ultimo momento della gior-
nata, quello della« buona sera>>,
può diventare il momento delle
conversazioni serie, individuali
o collettive, il momento del
bilancio della giornata, l'oc-
casione di un colloquio più
confidenziale.
I genitori hanno l'obbligo
di educare i figli che il Signore
ha loro affidato. La famiglia
è la prima comunità cristiana:
è ll che avviene il primo in-
contro con Dio.
Un ingegnere, morto eroica-
mente in guerra come ufficiale
degli alpini sul fronte russo,
aveva scritto sul taccuino que-
sta domanda: «So dare ai miei
figli l'atte11z-io11e, il tempo, le
parole che essi attendono? Scri-
vendo loro, so risvègliare, gid-
dare e il/umi1'1are le loro pic-
cole a11ime? ~.
Don Bosco non si lasciava
sfuggire occasione alcuna per
intavolare il dialogo con i ra-
gazzi, un dialogo sereno e so-
prannaturale.
5

1.8 Page 8

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DUE GRANDI VE7
Abbiamo presentato in copertina
1mà delle grandi vetrate che hanno
recemem.ente arricchito il Tempio
di San Giovanni Bosco in Roma.
Ci. siamo rivolti all'Autore, prof
Luigi Mo11t<111orini, Direttore del-
l'Accademia di Belle Arti di Roma,
che ne ha fatto questo descri:ione.
In essa uno sua personale in-
terpretazione di due celebri "sogni''
di Don Bosco. I,a presentit11110 ai
nostri lettori come il più autorevole
commento alla nuora opera d'arte
che si è aggiunta alle molle che
già abbellii-ano il Tempio romano
di Don Bosco.
Tema
dalle duo vetrate
Le due !,<raneli vetraie della
Chiesa di Sao Giovanni Bo~co
a Roma, da me realizzate, hanno
per soggeuo, ciascuna un "~ogno"
del Santo. La prima, a sini~tra di
chi entra nel Tempio, racconta
in modo sintetico il sogno nel
quale al Santo appare la visione
della "barca di Pietro", cioè la
Chiesa (e precisamente il Papa
con il collegio dei Cardinali)
1,resa da una grande tempesta,
chi' i-roYa scampo e i.alvezza dal
uaufragio riparando in un sicuro
porto. chiuso fra due potentis-
,;imi ripari, e cio?- la colonna sulla
quale il issato il Santissimo Sa-
cramento e l'altra colonna 1mlla
quale è issata l'immagine della
Santi,.sima Yergine.
La seconda vetrata ha per
tema un complicalo e hmgo
sogno del Santo che racconta un
viaggio attraYer o una tempC!!La,
viaggio che il Santo stesso rom-
pie navigando su di una zattera
dove 1:1000 racrolti i suoi figli.
TI racconto vuol 1<igni.6care c-ltc
chi rie,.cc a ~tare con il Santo
nella santità della vita, uon an-
nega c non si perde. Purtroppo
molti du.rantl' questa temptsta
si perderanno, e questi ult imi 11i
ved ranno inghiouire da bestie
immonde.
Le vetrate do, eva110 e~~ere
una trasposizione di questi tenù
nel mondo poetico della "pittura
fatta con vetri colorati", pittura
che impone semplicità di "espn's-
sione artistica" e uno sinteai dei
fa1ti. Si impone...-a quindi un
disegno elementare e sintetico
che raccogliendo i contorni deUe
.figure si inserisse automaticamente
nella trama dei tagli dei vetri.
•••Come le vetrate
sono statepensate
plastloamente
Perciò il disegno non pot~va, per
fini espressivi, che accogliere gli
elementi essenziali d el racconto.
6

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NEL TEMPIO DI DON BOSCO
IN ROMA
cioè le linee di un mare in tem•
pesta, linee sinuose, mosse, dram•
matiche; le linee di un cielo in
tempesta, un rincorrersi di curve
sempre più convesse; la linea
spezzata del fulmine, che si in-
serisce nel mezzo della bufera;
le linee sunholiche delle colonne
le quali reggono non più l'im-
magine dell'ostensorio con l'Ostia
Santa nè L'immagine della San•
tissima Vergine, ma il mono-
gramma M di Maria e quello
del Salvatore IHS. Nel centro
Ja barca della Chiesa chiude con
la sua vela (che è tre quarti di
circolo) questo racconto con una
linea di sicurezza conquistata.
In basso il commento delle linee
ricalca l'andamento placido del
''sonno" nel quale il Santo è
immerso.
D disegno della seconda ve-
trata è corrispondente al fatto
raccontato. Ci sono le linee della
tempesta, ci sono le linee della
speranza in aho vicino alla seritta
e al castello, ci sono le linee della
premUTa e della stabilità nella
figura verticale del Santo che
poggia i piedi sulla linea della
zattera ed ha alla sua sinistra il
segno del fulmine e vicino a sè
le curve della gioventù salvata.
Ci sono le linee parallele e in-
clinate in alto della -invocazione
ormai vana dei giovani caduti
nell'inferno; c'è il groviglio di
lint'e delle bestie diaboliche.
Il perchè dei colori è sta•
hilito e inventato ai frni di ag•
giungere a quelle linee l'efficacia .,
definitiva e completa che è pro-
pria della pittura. La scelta
dunque dei colori doveva ri•
spondcre a questa prima esigenza,
quella cioè di rappresentare l'es•
senziale del racconto senza ri-
ferimenti naturalistici ma solo
evocativi simbolici. La scelta è
caduta su colori gravi: il bruno
quasi .nero, il hleu fondo ai quali
fanno contrasto (ma con meno
autorità di quelli) il giallo e il
verde; il tutto frantumato a
strappi, come è di un cielo nu-
voloso dopo la tempesta, cam-
peggiante su di u.n fondo bianco
per dare il senso del dramma
che si svolge sia nell'una che
nell'altra vetrata.
La scelta di un fondo pressochè
bianco è stata di grande effetto,
una grande novità che ha dato
all'opera un particolare splen-
dore, nonchè una serietà e solen•
nità che be.ne si armonizza con
la liturgia della Chiesa e con la
potenza della musica sacra.
Questi occhi (così chiamo le
mie vetrate) che ci fanno vedere
come in una apparizione, non
le cose .naturali ma, attraverso
l'armonia e il significato delle
linee e dei colori, le cose dello
apirito, mi sembrano avvicinarsi
modestamente ma con grande sen-
timento, alle visioni che m'erano
state assegnate da rappresentare.
7

1.10 Page 10

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A SERVIZIO
DELLA FAMIGLIA
E
DELLA CHIESA
Il "Centro di Orientamento Giovanile"
aperto dai Salesiani a Mogliano Veneto
aiuta i giovani a scegliere la loro f ulura professione
Il servizio prestato dal Centro
è utile alle famiglie incerte sull'avvenire dei figli,
e segnala ai giovani più generosi
se hanno le qualità
per realizzare una vocazione superiore
Ho «
scoperto una cosa <lu-
cante questo corso: Dio ha bi-
sogno anche di me per miglio-
rare il mondo ».
Questa frase è sta1:a scritta
da un giovane di 16 anni che
aveva partecipato, nelle vacanze
fra il primo e il secondo anno di
liceo, a un corso organfazato dai
Salesiani del Veneto orienlale per
facilitare a giovani ben dotati lo
studio della propria peri,onalità
e delle proprie attitudini, onde
poter orientare con maggior co-
scienza il proprio avvenire.
Un altro ragano gli faceva eco
scrivendo: « Mi sono conosciuto
veramente per la prima volta;
ora RO quale sarà la mia via ».
Questo è lo scopo per cui è
stata organizzata in quella re·
gionc una équipe di specialisti
che si mette a disposizione dei
ragazzi, scuole, famiglie, c for-
nisce, operando sempre in stretta
collaborazione con parenti ed
educatori, i suMidi più validi per
8
i f. JR V
er P.so delle Led

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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aiutare a risolvere un interro•
gativo spesso mollo angoscioso:
la scelta del domani.
Corsi estivi
in località turistiche
L'anno sco.rso circa 7000 ragaz-
zi e giovani presentati da scuole
statali e private, collegi, famiglie,
oratori e parrocchie hanno ri-
sposto a questionari apposita•
mente preparati.
Si trattava di un primo son-
daggio orientativo, di un primo
incontro. Le tecniche psicologiche
modern.e, se usate da specialisti, le
confidenze dei giovani, le impres•
sioni degli educatori più capaci,
se vivono realmente a contatto
ed entrano in sintonia con i loro
alunni, forniscono indicazioni mol-
to preziose. Molti giovani, anche
di temperamento non facile a
giudicarsi, possono aprirsi, capirsi
e farsi capire se aiutati nei modi
più convenienti. È facile imma•
ginare con quale vantaggio per la
propria serenità, e con quale utilità
per le famiglie, che possono essere
così illuminate per le scelte più
impegnative riguardanti i loro
figliuoli.
Centri d.i orientamento, orga-
nizzati dai Salesiani, funzionano
anche altrove.
I giovani che risultano, in
questi pr·im.i incontri, 1neglio di-
sposti verso ideali di vita più
impegnata nel bene, vengono in•
vltati., druante l'estate, in turni
successivi a seconda dell'età, a
trascorrere alcune giornate, ospiti
dei Salesiani, in case di villeg•
giatura site in località turistiche.
Lì, a gare sportive, manifestazioni
ricreative, serate allegre e a
segue a pag. 10
Don Ziggiotti
ci informa
sul Tempio
Questo concerto di campane elet•
tronù:he è a tJue ottave c,romatiche,
dal sol grave al sol due ottave supe•
riore. L'intero concerto di venti-
cinque campane è equivalente ad
1m concerto dì bronzi del peso
romples$:vo di tret1tasei tonnellate.
Ed ecco come furiziona:
1. Orologio sonoro. L'ora è
anmmciata dal cosiddetto West-
minster clock, seguito da.i tocchi.
I quarti, la mezz'ora e i tre quarti
possqno essere su,onati, se lo si
desidera. L'orologio sonoro può
est.endersi Qlle 24 ore, opptire limi-
tarsi alle ore diurne.
2. L'Angelus suona mauino,
mezzogiorno e sera. Una camparia lo
annuncia, segue un breve scam-
panio. Alla sera vi si aggi1inge
una baUuta dell'inno di Lourdes.
3. Le Messe della tlomer1ica pos-
sono programmarsi come si de-
sidera e suoneranno automatica-
mente. Per qmille feriali: basterà
premer(} un puJsa11tea qualsiasi ora.
4. In quafonque mome11to le
campane possono essere suonate
con i rotoli perforati. Ogni rotolo
comporta fino a sette srumate con
altrettanti i11ni. È pgssibile ag•
giungere nu01Ji rotoli fino Q costi•
wire una biblioteca campana.ria.
I fovori del nostro Tempio tott•
tinuano. Sulla grande cupola dal
24 mwembre brilla la luce del faro,
luce che ha tutti i caratteri di un
simbolo. Ma in queste righe, che
.'Jcrivo riel clima festivo delle Feste
Natalizie, desidero parlarvi del
concerto di campane inaugurato
sul cq.mpanile che guarda Castel-
muwo. È un carillon elettronico
regalato dalla parrocchia del "Cor•
pus Christi" di Port Chester (Neiv
York), per iniz-iativCJ. del parroco
don Pietro Rinaldi, nipote del servo
di Dio Don Filippo Rinaldi.
5. La tastiera, posta accanto
alle cabine di controllo, si presta
per svçzriatissime suonare in qmJ-
siasi momento. Chi vi si esercita
può sentire le campane senza che
si senta,10 all'esterno.
Sopra il campanile che g1wrda
O:ipriglio saranno a suo tempo
collocate rampane vere e proprie,
il cui suono verrà parimente co•
mandato elettricamente per me,:zo
di pulsanti.
Come vedete, Cooperatori, Be-
nefatu>ri e Amici carissimi, al
Colle Don Bosco c'è aria festiva,
ma c'è soprattutto clima di pre-
ghiera per voi e per le vostre
Famiglie. Doa Bosco dal suo
Colle, vi pensa e vi benedice.
DON RENATO ZICCIOTTI
Retuira
9

2.2 Page 12

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Valgrande Comellco Superiore (Belluno) • Gruppo
di giovani che hanno partecipato a uno del corsi estivi
di orientamento glovanlle
Una rnetà di questi giovani non
presentava controindicazioni per
vocazioni superiori. Se la grazia
cli Dio lo vorrà, se i loro am·
bienti non saranno negativi, se cor•
risponderanno all'eventuale chia-
mata divina, molti di loro po-
tranno essere domani anche sa-
cerdoti o religiosi.
Di tutto naturalmente vennero
informalo le famiglie.
Per ciascuno
il posto più adatto
tutto quel v ariare di attivilà
gaie che può s uggerire l'iniziativa
e la spontaneità di un gruppo
di giovani Sf'reni, i.i alternano
lezioni sul valore della vita, sulle
diverse pos8ibilità di scelta, sulla
grandezza delle missioni più im•
pegnative.
Lo studio
delle inclinazioni
Gli ospiti mediante tests, col•
loqui psico1ogici, riflessioni guidate
e colloqui p er sonali co1L educatori,
approfondiscono la conoscenza di
se stessi e delle proprie attitu•
dini.
In certi cas i, ove pare neces•
sario, viene proposto al giovane
e anche procurato un esame
clinico approfondito.
Glì invitati ai corsi estivi si
sono rivelati ogni anno, in gran-
dissi ma maggioranza, ben do-
tali intellettualmente e moral·
mente, gener08Ì, di.religiosità equi-
librata e fervente.
TI 70% di essi proveniva da
ambienti operai o di campagna,
solo una minoranza molto ristre tta
da ceti socialmente elevati. Un
buon 25% si poteva definire di
ceto medio.
Il C('ntro continua ad avere
contatti con i giovani che lo
desiderano, 8.Jlcbe dopo i corsi,
e a svolgere per alcuni di essi,
come per istituti. seminari, e
altre iolituzioni, uoa azione molto
apprezzata di assistenza e consu-
lenza. Si svolge rosì ·una attività
intCDba, preziosa per giovani e
famiglir, e insieme preoccupata,
alla luce delle raccomandazioni
con ciliari, di indirizzare i migliori
verso quel campo c he la Provvi-
denza, attraverso le loro qualità,
mos tra di aver preparato per
ciascuno di essi.
Ogni Coop eratore, ogni fo.se-
gnante, ogni anima preoccupata
del be ne, farà cosa molto bella se
segnalerà a giovani e famiglie che
non le conoscessero, iniziative di
questo genere. Sarà anche bene
indicare ai Salesiani con cui s i può
venire a contali o, giovani che
con frutto pos,,ono essere invitati
a questi Centri di orientame nto,
utili non 1,olo pe r indicizzare vite,
ma anche per poter lanciare i
più adatti. ciascuno al pos to per
lui migliore, n elle grandi r ealizza-
zioni del bene.

2.3 Page 13

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"COOPERATORI •.
perchè?
I
Don Bosco fu un prodigio di
operosità in ogni campo; eppure
nei suoi metodi d'apostolato e
neUe sue istituzioni non fu mai
un rivoluzionario, ma solo un
innovatore. Con il suo equilibrio e
con la sua santità seppe dare un'a-
nima nuova a istituzioni antiche.
Cosl, ad esempio, il sistema pre-
ve11tivo nell'educazione non l'ha
certo inventato lui; ma fu lui a
infondergli vita e consistenza, lui
perciò a farlo trionfare nella pra-
tica educativa.
Anche l'Oratorio festivo c'era
già da secoli; ma Don Bosco gli
infuse quello spirito di famiglia
A OatunJ (Brindisi) Convegno del
Cooperatori per le Vocazioni Indetto
dall'lspettorla Pugliese-Lucana con
sede a Bari
Montanero (L ivorno) Primo Con-
vegno Interregionale Tosco-Emiliano
di Zelatori presso Il Santuario di
Montanaro
T
per cui lo rese vivo, moderno,
attraente.
E i Cooperatori? Come nome
e come istituzione esistevano già
anch'essi. Fin dai tempi cli S. Carlo
venivano chiamati " Cooreratori"
i laici che aiutavano i parroco
nel fare i catechismi, nell'assistere
i ragazzi degli Oratori, nel guidare
i pellegrinaggi, nell'organizzare le
feste.
Lruci insomma che cooperano
col sacerdote per salvare le anime
dei giovani. Erano proprio quelli
che facevano per Don Bosco quan-
d'era con una massa di birichini
ogni domenica. E allora ecco che
i Cooperaton· da nome storico di-
ventano organismo operante, da
istituzione isolata si elevano a poco
a poco ad associazione mondiale.
Attorno al giovane fondatore
non c'erano ancora i Salesiani e
già c'erano i suoi primi Coopera-
tori per il catechismo, per I assi-
Roma M111cherlne che hanno partecipato 111 concorso
Indetto dal gruppi glovanfll di alcuni Centri Cooperatori
per la " Feste del Genitori "
T
stenza, per l'organizzazione di
feste, giuochi, teatri. Alcuni,
come il teologo Bore!, erano
sacerdoti, che l'aiutavano nel mi-
nistero delle confessioni e della
predicazione; ma i più erano pro-
prio laici, di tutte le classi sociali,
dal nobile marchese all'umile bot-
tegaio, dal diligente impiegato al-
i'estroso artigiano.
Se no, quei 700 birichini chi
li accudiva quando egli celebrava
:\\lessa o confessava o istruiva un
gruppo?
11

2.4 Page 14

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FEDELTÀ ALLA CHIESA E A DON BOSCO
La fede senza la fedeltà non
conduce alla salvezza. Per entrare
nel Regno dei Cieli non basta·ri-
petere: Signore, Signore! Occorre
fare la volontà del Padre celeste
giorno per giorno, fedelmente.
È talmente essenziale nel cri-
stianesimo il fattore fedeltà che gli
stessi cristiani furono sempre chia-
mati col nome significativo di "fe-
deli". I cristiani che non sono fe-
deli alla dottrina e alla morale di
Cristo s'accorgono subito di an-
dare alla deriva, tra la massa degli
"infedeli".
I libri santi del Nuovo e del
Vecchio Testamento ci richiamano
in modo impressionante alla virtù
umano-divina della fedeltà. Nei
Profeti e nei Salmi Dio stesso si
compiace di chiamarsi "fedele"
alle sue promesse, insistendo che
Egli è fedele da tutta l'eternità e
che lo sarà «nei secoli »della storia
umana e <r nei secoli dei secoli »
che seguiranno la fine del mondo.
La Chiesa, continuazione del
Cristo e comunione di tutti i re-
denti, ci chiama oggi più che mai,
in tutti i toni e in tutte le circo-
stanze, a un grande impegno di
fedeltà. Essa con il Concilio Va-
ticano II ha chiuso in bellezza la
fase di "assemblea costituente" ed
ha aperto con entusiasmo ai fedeli
la fase più importante: quella
della realizzazione dei 16 Docu-
menti emanati.
Il nuovo anno 1966 si presenta
pieno di promesse e soprattutto di
grazie. Come la Chiesa uscita dal
Cenacolo cominciò a dialogare con
il mondo e a suscitare ovuoque
l'incendio della carità, così oggi si
ripresenta su tutte le frontiere con
lo stesso fuoco dello Spirito Santo.
Da oggi si vedranno nettamente i
"fedeli" alla propria fede, cioè i
fedeli al Cristo e alla Chiesa.
È ovvio che non basta volere e
desiderare d'essere fedeli, ma oc-
corre la grazia, a volte anzi un
cumulo di grazie, per «rendere te-
stimonianza a Dio davanti agli uo-
mini 1>. Ed è appunto per ottenere
ai fedeli questo torrente di grazia
che la Chiesa ha indetto il Giu-
bileo straordinario dal gennaio
al 29 maggio, solennità di Pente-
coste. Solo cosl si potrà affrontare
ad ogni livello l'ardua missione di
conquistare il mondo a Cristo.
I Cooperatori Salesiani, da veri
<i figli di Don Bosco nel mondo >>
saranno ben lieti e onorati di coo-
perare in pieno a questa conse-
cratio mundi. E per prima cosa
cercheranno di far tesoro delle
grazie che offre il Giubileo e di
farsi paladini cli questa straordi-
sue tre Famiglie nel clima del Con-
cilio Vaticano I affidando loro la
sua passione per la Chiesa e per
il Papa. Ecco perchè si è tanto più
fedeli a Don Bosco quanto più si
è ferleli alle direttive della Chiesa
e del suo Capo visibile.
Per ricordare alla famiglia sale-
siana questa concomitante fedtltà
alla Chiesa e a Don Bosco, il
Preghiera-Consacrazione
nella " Giornata della fedeltà "
« O Gesù che hai donato al mondo San Giovanni
Bosco, affidandogli la oùssione di additare e attuare
nuove vie nell'apostolato per la gioventù e la società dei
tempi moderni, noi Ti ringraziamo di averci chiamato
a continuarne la presenza e l'opera nella Chiesa di oggi.
Tu che, in visioni profetiche, Gli hai indicato il se-
greto della conquista delle anime, dandogli la Tua
dolcissima Madre come Guida e Maestra, fa' che ri-
splenda anche in noi il suo spirito di fede, il suo zelo,
la sua paterna predilezione, e generosa donazione verso
i giovani, oggi specialmente bisognosi del conforto
della carità cristiana.
Per questo, nel 150° anniversario della nascita del
nostro Padre, vogliamo a Te riconsacrarci, perchè la
nostra vita sia testimonianza di fedeltà allo spirito del
Fondatore, e perchè, imitando la sua profonda devo-
zione al Papa e alla Chiesa, possiamo vivere l'ansia di
rinnovamento apostolico del Concilio Ecum.enico
Vaticano II, attuandone generosam.ente, in tutta la
nostra attività, le sapienti direttive».
naria carica spirituale presso quanti
sarà loro possibile influenzare.
Così fortificati e rinnovati nello
spirito, saranno pronti al grande
appello della Chiesa, che chiama i
laici all'apostolato, e in pari tempo
alla parola d'ordine che Don Bosco
ha rivolto loro nella persona del
suo sesto Successore con la "Stren-
na" 1966: «Nell'anno giubilare
della 11ascita del nostro Padre imn.'to
a offrirgli quale omaggio un efficace
interessamento alle direttive del
Concilio Ecumenico. In particolare
i Cooperatori e gli Exallievi si im-
pegnino a studiare e attuare gene-
rosamente il Decreto sul!'apostolato
dei laici ».
L'appello di Don Bosco è in
perfetta sintonia con quello della
Chiesa. Non poteva essere altri-
menti: Don Bosco ha fondato le
Rettor Maggiore _ha lanciato una
speciale "Giornata della fedeltà"
da celebrarsi da tutti i Salesiani,
come omaggio al Santo Fondatore
nel 150° della sua nascita.
L'iniziativa è talmente allet-
tante che la proponiamo anche ai
nostri Cooperatori ed Exallievi.
I rispettivi Delegati la possono or-
ganizzare .in occasione delle Con-
ferenze annuali dei Cooperatori
o dei Convegni annuali degli Ex-
allievi. Per comodità di tutti gli
iscritti riportiamo la Preghiera
della Fedeltà, composta dal Suc-
cessore di Don Bosco. È una pre-
ghiera e nello stesso tempo una
c011sacrazione, perciò esige un im-
pegno generoso. Si tratta di rin-
novare il proprio a Dio, alla
Chiesa, a Don Bosco. Si tratta
di impegnare la propria "fedeltà".

2.5 Page 15

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NEL MONDO
SALESIANO
Nella "Scuola Vitivinicola Don Bosco " di Rodeo
del Medio in Argentina è stata creata la "Facoltà
Tecnologica di Enologia e di Ind.ust-ria Fruttiorti-
cola Don Bosco", annessa all'Università di Men-
doza.
La creazione della nuova facoltà è dovuta ai
contributi dati dalla Scuola in mezzo secolo di atti-
vità nell'arte della vitivinicoltura, ma anche alla
necessità di venire incontro aUe esigenze della vasta
e fertile regione del Cuyo, nella quale le industrie
vitivinicole e frutticole che costituiscono la base
economica della zona, hanno fatto tali progressi
da reclamare l'opera di tecnici specializzati. Mossi
da queste esigenze gli organismi competenti, quali
i Centri di Enologia, la Società Vitivinicola elo stesso
Istituto Nazionale di Vitivinicoltura1 sono venuti
nella determinazione di creare nna FacolLà di Studi
Superiori per le industrie agrarie tipiche della re-
gione.
Il piane;, di studi è stato strutturato con un du-
plice intento: uno tecnico che mira a dare basi
scientifiche alle industrie enofogiche e fruttiorticole,
e l'altro sociale, che esige la preparazione di ele-
menti capaci di assumere la direzione di una im-
presa con fini tecnici specifici.
La durata dei corsi è di quattro anni, dopo i
quali l'allievo consegue il titolo nazionale di "Li-
cenziato in Enologia e in Industria Frutti.vinicola",
con diritto a optare, mediante la difesa di una tesi,
al titolo di "DotLore in Enologia " 0 di " Ingegnere
Industriale Fruttiorticolo ".
A Decano della Facoltà è stato eletto il nostro
don Francesco Oreglia, membro corrispondente
estero della " Accademia Italiana della Vite e del
Vino " con sede a Siena, e presidente della Commis-
sione di consulta nell'Istituto Nazionale cli Yiti-
vinicohura.
La nuÒva Facoltà fu inaugurata il 31 ouobre
scorso dal Presidente della Repubblica dott. Ar-
turo Dlia che rilevò, fra l'altro, l'alto signifìca10
morale, spirituale e culturale della cerimonia.
Dopo aver illustrato questi concetti rievocando
l'opera svolta dalla scuola in cinquant'anni di la-
voro in questi tre settori, proseguiva: « Per q1us10
l'Università di Mendoza ha volum trasformare la
Scuola Don Bosco nella prima Facoltà di Enologia
e Fruttiorticola della Repubblica».
13

2.6 Page 16

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POLONIA
Una cappella nel " lager "
di Auschwitz
Oswiecim, piccola città della Galizia occidentale,
ricorda la prima Casa salesiana fondata nell'alta
Europa, in Polonia, lungo il corso superiore della
Vistola, nel 1898.
Col nome di Auschwitz la cittadina divenne tri•
sta.mente famosa per il lager nazista, a quattro chilo-
metri dall'abitato. Vi perirono anche 62 sacerdoti
salesiani. Il loro sacrificio fu seme di conversioni
tra gli stessi aguzzini e meritò l'attuale fioritura
di vocazioni, nonostante la sorda lotta antireligiosa.
Oggi i Salesiani a Oswiecim, oltre la vecchia casa
di San Giacinto del ] 898 con santuario, parrocchia
e istituto, hanno la casa di formazione intitolata a
Maria Ausiliatrice, e dal 1947 anche la cappella
e il museo del lager con annessa scuola parrocchiale
di catechismo.
Quest'ultima occupa una delle costruzioni che
sen-ivano da caserma delle S.S. accanto al campo
di concentramento. Il pianterreno è stato trasfor-
mato in cappella pubblica e il primo piano in museo.
Progettista, scultore e pittore è il salesiano don
Giorgio Schneider, che ha frequentato l'Accademia
d·Arte di Cracovia. Finora si sono potute raccogliere
39.000 fotografie di detenuti, ma le schede d'ar·
chivio riportano 380.000 nominativi. Il campo ha
Czerwlnsk ( P olo nia) Monumento eretto a Don Bosco
a ricordo del 150• della sua nascita. Don Bosco, ancor
vlvente, era già conosciuto e venerato In Polonia. Con•
tribul non poco a farlo conoscere Il servo di Dio principe
Augusto Czartoryski, quando decise di farsi salesiano
contenuto fino a 400.000 reclusi. Si crede che v1
siano passati 4.000.000 di prigionieri.
Le migliaia di pellegrini che visitano il lager sono
guidati dai Salesiani, che ne han.no la cura spirituale
e invitano a dire una preghiera per le vittime e
insieme per i loro cawefici. Si calcola che quasi la
metà del clero polacco sia stato soppresso durante
la dominazione nazista. Dei 3646 sacerdoti reclusi
ne morirono ben 2647. Il salesiano don Rokita, che
fu pure prigioniero ad Auschwitz, vide la morte
di due suoi confratelli: don Giovanni Swiere di
64 anni e don Joseph Kowalski di 31 anno, che
morirono pregando sotto i calci degli aguzzini. Se
oggi l'opera salesiana sopravvive e fiorisce in Po·
lonia, è anche merito di questi indimenticabili martiri.
Il cardinale Silva
per una
" Internazionale della carità"
Il nostro cardinale Raul Silva, arcivescovo di
Santiago nel Cile, lavora alla realizzazione di una
grande idea: creare una "Internazionale cristiana
della carità". Essa darebbe vita a una grande cro-
ciata di bene nella quale si devono impegnare tutti
i cristiani per aiutare i popoli bisognosi.
« Non si tratLa - sottolinea il Cardinale - di
compiere una distribuzione di beni materiali: non
basta fare l'elemosina. L'elemosina è la carità pic•
cola: ma il bisogno è grande. Dobbiamo trovare il
modo di vincere le cause del sottosviluppo. Dob-
biamo aiutare i nostri fratelli in maniera non pa-
ternalistica, ma fraterna; aiutarli a svilupparsi anche
spiritualmente. Molto spesso una delle cause del
sottosviluppo è la mancanza di strutture. Bisognerà
cambiare le strutture antiquate e crearne di nuove.
Anzitutto insegnare a chi può sacrificarsi che deve
sacrificarsi ».
L'internazionale dovrebbe risultare dalla confe-
derazione delle agenzie cattoliche di carità come
la Charitas, la 1\\fisereor, l'Adve11iat germaniche e
l'Agenzia caritativa cattolica dell'U.S.A. L'organiz•
zazione chiederà la collaborazione non solo dei cat•
tolici, ma anche degli appartenenti ad altre comu-
nità cristiane. « Tutti coloro che vorranno collabo-
rare ai nostri scopi saranno ben accetti », dichiara
il cardinale Silva. E parlando de!J'Internazionale
della cariLà come possibile opera ecumenica, spiega:
« Il primo passo verso l'unione è fare la carità
insieme».
14

2.7 Page 17

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A Settefrati (Frosl•
none) Il Rettor Mag-
giore don Luigi Rlcceri
ha avuto una acco-
glienza trionfale. Quella
popolazione, sempllce
e buona, che tanto ama
Don Bosco, ha voluto
offrire al suo Succes-
sore, oltre una bella ce-
ramica della Madonna
venerata nella vàlle di
Canneto, anche un
simbolico agnellino
BOSTON (STATI UNITI)
La Scuola Superiore San Domenico Savio ha
avuto il suo complcLamento il 16 ouobrc scorso,
quando Sua Em. il ca.cd. Richard Cushing benedisse
la « Savio Hall», che comp.rende: palestra, aule
scolastiche, sale di ricreazione, bar e refettorio,
costrlliti su disegno dell'architello sales.iano coad.
Fiorn Da Roit.
La « St. Dominic Savio High School », che oggi
può accogliere 400 studenti, fu la prima aperta dai
Salesiam nel 1947, nella granùe cillà di Boston,
in •seguito al racconto di un :<ogno di Don Bosco
fatto dall'arcivescovo salesiano mons. Pittini al-
l'allo.ra vescoYo <li Boston mons. Richard Cushing.
el sogno, cl1e è quello del 30 agosto 1883, alla do-
manda rivolta dal Santo al giovane Ln.igi Colle:
« Quando andremo a Boston? », il giovane rispose:
<< A s uo t empo». Il carcl. Cushing, nel suo discorso,
ricordò il sogno e manifestò tutlo il suo amore
pn Don Bosco e per i suoi figli.

2.8 Page 18

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HANNO
SCELTO
Roma • Verso l'altare...
Napoll li Signore ti
rlve1t11 dell'Uomo nuovo...
Canelll (Atti) La nuova dMaa.••
Verona In atlesa...
Il UOMO VECCHIO E UOMO NUOVO Il
Quando un gruppo di giovanotti assalta un
negozio o commette· qualche al tra malefatta,
tutta la stampa dedica ampie colonne all'avveni-
mento, puntando il dito, con commenti più o meno
appropriati, sulla crisi deUa gioventù d'oggi. Eppm-e
questa nostra giovcnt ù non è solo capace di gesta
ingloriose; è capace di gesta nobili, che non "fanno
noli.zia" come si dice in gergo giornalistico, ma
"fanno sto.ria", anzi fanno l'unica vera storia, quella
del Reguo di Dio cht' &i diffonde sulla terra. Ne
sono una dimostrazione eloquente le suggestive e
caratteri1;ticbe cerimonie della •·vestizione", che
si sono svolte nella Basilica di Valdocco, in Italia
e nel mondo salesiano, quasi a simbolo della vitalità
della Famiglia Salesiana nell'anno lSOo della na•
scita del santo Fondatore.
Quc~ti i pensieri che ci dominavano osservando
quegli adolescenti salire i gradini dell'ahare, de-
porre la giubba e indossare la veste nera, mentre
il celebrante rivolgeva a ciai;cu.no un invilO denso di
significato: (< Il Sig11ore ti svesta dell'uomo vecchio
con il suo rnodo di vivere e di agire, e ti rive.~ta del-
l'uomo nuoco, creato secondo il more di Dio nella
giustizia e nella scrntità ».
I due termini coniati da Sa11Paolo •·uomo vecchio"
e "uomo nuovo" hanno oggi un sapore di attualità:
di fronte a tanta gioventù invecchiala precocrme.nte,
molti si chiedono il perchè, e si per dono in diagnosi
diverse. La spiegazione è unica, anche se com•
plesse le cause e i sintomi: è il peccalo che (9. invec-
chiare, a qualunque età. Dio invece è "novità di
vita", giovinezza sempre Cresca. E questi giovani
che stanno rivestendo le divise di Dio, dovranno
porta.re al mondo un getlilo di .freschezza e di vita
nuova. Per questo ogni vestizione racchiude il
mistero tli una ptlma,cra. È diventato un luogo
troppo comune quello di parlar male dei giovani
del nostro tempo. Presentiamo loro ideali degni
della loro generosità e non mancheranno le nsposte
delle epoche più grandi della Chiesa.
16

2.9 Page 19

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SOTTO LE CANNONATE
SI PREPARANO LE SCHIERE PER LA PACE
Torino • Al Coadiutori Il Croclflsso..•
Torino "Lucerna lucens et ardens " •••
VIVAI PER LA CHIESA
Don Bosco, a conclusione del "sogno" s ulle Mis-
sioni, fatto nella notte sul 10 febbraio 1885, diceva:
« Il pensiero principale che mi restò impresso dopo
questo sogiio fu di dare a mons. Cagliero e ui miei
cari missionari 11.n avviso di somma importanza: 'l'utte
le sollecitridini dei Salesiani e delle Figlie di M'ari.a
Ausiliatrice siano rivolte a promuovere le vocazioni
ecclesiastiche e religiose».
Usando le stesse parole di Don Bosco, noi di-
ciamo: « In un.ione con i Salesiani e con le Figlie
di Maria Ausiliatrice, tutte le sollecitudini dei
noslri Cooperatori siano rivolle a promuovere le
vocazioni ecclesiastiche e religiose ».
Portando il nostro contributo alla soluzione del
problema urgente e grave delle vocazioni, noi asse-
c1mdiamo una delle più forvide aspirazioni del
Concilio e prolunghiamo nel tempo l'apostolato
compiuto dal nostro santo Fondatore per da.re
alla Chiesa buoni e numerosi sacerdoti. Molti
nosu-i Cooperatori e Cooperatrici hanno già com-
preso la bellezza, l'eccellenza, l'urgenza dello zelo
per le vocazioni e si adoperano a favorire in tutti i
modi i giovani e le giovani che danno segno di
vocazione ecclesiastica o religiosa, assecondando
così l'opera della Grazia, che va scegliendo e pre•
parando i .fiori più Lelli per i giardirù della Chiesa.
Non tutti potranno offrire una vocazione al Signore
dalla propria famiglia: tutti possono circondare di
simpatia la scelta di chi offre la propria vita per il
servizio delle anime.
Mentre andiamo in macchina con questo numero
del Bollettino, riceviamo una lettera dal Maestro dei
novizi cli Tram Hanh (Delat) nel Vietnam. Ne tra-
scriviamo qualche periodo:
« A rendere più cara la cerimonia della vesti-
zione, già così bella, è venuto il nostro antico lspet•
tore, oggi membro del Consiglio Superiore, Don
Tohill. La gentilezza di un colonnello americano ci
ha permesso di o-asportare i nostri novizi da Dalat
a Saigon in aereo militare. Abbiamo passato una
giornata bellissima. Le cannonate della battaglia
vicina di qualche decina di chilometri ci hanno
~nvito per la sveglia. Sono venuti ad assistere
un centinaio di parenti, tutta gente di fede e che
avevano gli occhi pieni di gioia. Alla presenza
dei circa 200-300 aspiranti di Thu Due e di Go•
vap con la loro banda, si è svolta la cerimonia della
-vestizione. Mentre don Tohill parlava, nessuno
badava agli aviogetti e agli elicotteri ohe passa-
vano sopra la chiesa per raggiungere il vicino campo
di combattimento... ».
Dio è mirabile nelle sue vie. Mentre gli uomini
si combattono e uccidono, nelle oasi degli aspiran-
tati e del noviziato si preparano le schiere degli
apostoli che dovranno ricostruire le rovine della
guerra quando sarà ritornata la pace.
J,. Torino
T Torino
L"abbracclo alla mamma..•
Gli amici completano la vestizione
17

2.10 Page 20

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NAZARETH (Israele)
I
La Scuola profei,sionale Salesiana « Gesù Ado-
lescente » è in periodo di crescita e di rjnnova-
mento e, come tutti gli adolescenti, è nell'età
critica, non certo perchè senza fama sl-rapo-
polata di allievi), ma per le spese che impor-
tano i nuovi laboratori. Tuttavia i Salesiani di
Nazareth confidano che non mancheranno
bencfauori pronti a considerare un onore quello
di aiutare i giovani concitta~ini di Gesù a mettersi
in condizione di guadagnarsi un pane onorato e
ad essere i primi per fedeltà a Cristo. Ce n'è bisogno
percbè la casa è povera e vive tli carità; e gli allievi
- arabi, quasi tutti cristiani - appartengono a
famiglie povere. Nella foto: il futuro labora1 orio di
meccanica. A destra: la nostra Basilica di Gesù
adolescente; a sinistra: la nuova .Basilica dell'An-
nunziazione; nello sfondo: il piccolo Hermon e,
al di là, la pianura di Esdrelon e la frontiera della
Y Giordania.
Fatima (Portogallo) I sette Ispettori salesiani di
Spagna e quello del Porto.gallo riuniti a Fatima per la
prima Conferenza Iberica. L'Incontro, presieduto da don
Isidoro Segarra del Consiglio Superiore, si è protratto
per cinque giorni. LII Conferenza aveva lo scopo di un
aggiornamento In base alle direttive del Vaticano Il e del
XIX Capitolo Generale del Salesiani. Nel Portogallo con-
tinentale e ult ramarino I flgll di D on Bosco hanno 24 case
con 314 Salesiani. Le sette lspettorie della Spagna con-
tano 2766 salesiani operanti In 138 case.
SANTO DOMINGO
Sua Em. il card. Sj] va
ha ben edetto il nu.ovo vasto
terreno su cui sta sor gendo
la nuova sede della Scuola
Agricola, che finora ha
funzionato a Moca. La Scuo-
la in 15 amù di attività ha
formato 91 periti agrari,
pur nella ristrettezza dei
11uoi locali che non potevano
accogliere più di 90 allievi.
Nella fow: il direttore della
Scuola, don Luigi Dalbon,
spiega i nuovi progetti al
card. Silva, al Nunzio A-
postolico mons. Emanuele
Clarizio, all'Arciv. mons.
Ottavio A. Beras e ad al-
tre personalità.
18

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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IN BREVE
ITALIA
Il C'ard. Ruf1auibu·a iuaugura
a Firle11zn il <'eutro giol'anile
11 Do11 Bos,·o »
r..,n l'intuvenln del ct1rd. Rugambw11
<' di dnque vc"<lOvi tli nllrrttauti cumi-
nrnti, è ototo inuug11r11to u Fidenza il
modtrnif!simo « Centro Giovo.nile Don
Bosco•· reali.auto dallll Dioee,.i. 1':ru
pn--,rnu, anrhe un foh11 stroppo di F.1t"I•
lir,i dilla « -ecrbi,1 r i;l<1rÌQ,a istitu.zionr
drtl'Orntorio interpum1N:hialc Don Bo,<,o,
nrl quale - ha a1Trrm3to il Y=vo
diorr-nno - prr tonti anui ki '(lno avvi-
c,,nda.li M!llo la ,iuida ,li apo,toli i11di-
menticahili (i Salot.ioni) genero1.ioni cli
tciovoni ». « San Giovanni Bosl'O - c-011-
rlu-.c mon.-. Z,rnehin e Maria AwJlfa.
trirr II cui drdiehertmo la cappella, con-
tinuino dall'alto a ~guirt wn amor,: di
predilezione il nuovo r~ntro e le ~•mt'•
razioni che ili , ..o pa,.,.rlUUlo ».
Un ,notitmtmito aW.-1usiliatrice
A Cuneo, nel dcct.'01,io di fondazionr
ddln pa.uocchiu « Son Giovanni Bo,ru »,
t stato ereno un monumrnto a '\\Liria
i\\u•ilwtriCI!. n n1onumrnto. una statuii
in manno di Carr11ra rollocata una
rolonrui aneb0 l"••11 in manno, M>rgc al
ttntro del popol•ri-•imo rione che ,i
dunmrrb ora dcli'AuftlUntrice. Alln innu-
guruzio11e la popolarionc pa.rrocchiofo
ptrcor;;e proèf"iijio11ulmc11l11 le \\'Ì~ drl
rione 3ddohbate n frno. e si coneacrì)
a Muin Ausiliutricr.
Vu mctogr<1/o ,tel Smito Pmlre
Paolo \\ I hn mamhuo 111111 leu.,,a auto,
grafa a.I salt">-iano don Giovanni B111ti,1a.
Borino, già scrhtDrt" drlln Bibliotl"cll
Yutica.ua. Egli ncentomt'ntc ho. pnbbli•
culo 5U L 'Offi'n>alorc Romano l'articolo
« t.:DJ1 parola di Gttll:nrio VIl ». quo.si
umile c,o~nlo, a,l~•i<>ne ~nta.nea •
c,ommossa all'Eociclkat « \\lbterinm f'i-
dd "· Ecc,o il tnl.o drllu lettera: « Al
dìlrtto Y~lio in Cri•to ,aeudote Giovanni
Dattblll Borino, <erittore rrnrrito della
ijjblioteca Ape1~1olicn Vaticana., mon-
diamo ,di cuore il nQ•LTo rir.onos(rnte
anluto, avendo noi lruo ron vivo ù,u,.
res"" e con ft'Nlo. rompiarenza il •ut>
1rriuo, che d<'11nnrnrnte ricorda e i1111,tr11
la fede e la pirtà dtl no,tro grand, e
inc,ompo.rabile predl'Cec!IOte Gregorio \\'Il.
veno il miAtrro ddlu prnt'nn re-.tlc di
no•tro Signor c;...n Cri,to nella Sanu.-
•ima Eucari.stiJI. \\I <'llro. nnerato e pio
•tud.io•o i nostri voti d'oKni bene nrl
f;ignore il la noitr11 opo~tolica heuedi-
zioru:. •1-XI-1965. f>oulus P. P. VI"·
C'm,mù8siotw pe ,· la recisione
" "'"" (( rotoata "
1 lna com.mi,.sionc pt'r la ~·i1,-ionc ddla
«Volgata», o&•io ,lr!la Bibbia in Ialino
in u!IQ nilla Chir•n eo11olica. è &toLa
nominuw del S1wlo Pntlrr. Prr~icdutu dnl
curclinole Bea, la ('ommi•~ione annover11
in•i1wi bil,ti,1i t'bc uppurtengono u
vari Ordini ttlif[i11•i. Tra cli ,..si il ,oJr-
~iann don Gio~io ('.n,ttllino, proft,-,sorl'
11ll'UniHrsitll ,li Rumo ,. a.I Pontificio
Au·nro Latrrnnt"ntl"', r: &<>ttosegtttnriu
ddla Pontificia C<1111111i"inne hiblira.
Cm1, "1eda9lia d 'O,·o
1&i Salesiani ,telt' lquifa
I Sol..,iani d,.ll'A11uil11 h11.11no rcl~-
brnto il trrntennio di uposLolato ncUn
rìuii. Il card. Haul Sih II hu benedcuo
il moderno c,omplt,,io drl nuo,o Oratorio
e il Sindaco doll. Albano ha cor~ato
al Direttore drll'l,1it11lo la 1\\fedairlin
d'Oro e una pergomen11 che dice,;« L'.\\111-
ministro.zinnc cornuuulr dell'Aquila allo
Sòt:ietò S11lei;inno di Don 8o&co quale
omlljQtio devoto in riconoscimento dello
trentennale cri•ti3nu obne,i:azione svolio
Il"' la pnpar11r.ionr pruft>,,jooaJr rd
el,·, arione ruorulr, rh·ilt' .,. ..,ucialc dei
fi.j:li clrl popolo aquilano •·
I ·n 7>arroco solle<'ito
di sah:are i srtoi ragazzi
A Sani'Af?DlO di l'ugliu prr .'IIÙvagwu-
dan- i giovani doll',rntlal■ di indiift•
rrntumo religioso e di immoralità che
rontamina spell~O l'nmbieute in Clli , i•
vi,no, il Parroco cli Sant'Angrlo. duu
Uomrnico Fiuru. ha ,·oluto m,tturlì
-.11t<1 l11 prou,ion<' di !-an Giovanni
flo>«,o e dj San Dorrumirn Snvio. L'arrivo
,h•lle sta.lue dei ·duo SJrtti fu celebralo
con una festu di popol., r.bc si couclus~
~,i.Ila piazza gremita di uomini e giovani.
l '11a 11uoi·o « Casa non Bosc•o »
.A San \\ìto al Taglmnu~nto (l.dinr) è
~toto ina~rato il nuo, o Oratorio mR•
1rbile intitolalo ù "an Giovanni Bost'O.
= · Il Vr...,ovo
))e Zunchc ha btmedeuo
l'Oratorio e ba esortulll i l(ÌO, uni n ispi-
rar•i sempre tlj!IÌ e~~mpc ,lrJ turo Patrono.
I.o uuova « Cruia DMt Bosco ». 11 tre
pioui, è dotata ddlc altrez:,aturc, mo•
drrne dei migliori Oratori.
Parrocchia
tledicata a Don Bosco a -~1ilauo
A Milano è ,lulll ino\\litt1rnta la cop•
pello provvisoria dl•lln nuova parroochin
S1111 Giovauni Bodcll, chr Marà coslmlta
Cjln i e<>otrihuti dei callolici ambrosiuoi.
i quali ,·ogliono co,l onorare il loro C4r-
dinale Arcive:.eovo mon•. Giovanni Co-
lomho, ric,ordandonr l'tlev111.io11e oJla
f1<1ry1QTB card.iuali~i.o.
Scuola <ledu•(1tu " JJon Bo.sco
l.a &r11ola. e,l~mentnrr ,li hernio è
otlthl intitolata al ll!llllC' del ~11.nto d~i
11io, ani e della moclrrn.i JICdui:o~iu cri-
•liana: Sàn Gio, anni Bo,...,.. La hrne-
di,-.c il \\'.,,_.,.,rn di hrn1iu "'"n•. Arbillt
1'11lmmni. prc.enti li Prrfrlto di f.am-
pohn~;;o e il Provwditol'f! 114?1i ~tndi.
L'iniziulivo do,·ulo al direttore prof.
Pi~tro Galgani, c·uadiu, 1110 dagli irue-
p;,uu,ti ciel Circolo tlidnuico.
( ·,ia cappella t:otit'a
a Scm Giovmmi Bosco
\\ Bos.·o Vultra, a1tli11 i, •tuta inaugu•
ratn uno tnppello voi i,·n a Don Bn~c,o
11 p1•re1tne ricono~cenza per o,·cr salvato
llllli i •nlda1i di l3o~co Valtrovaglia clùa-
moti per la secondn l(llrrro mondiale:
2S ehinmati e affi«luti o Don Bosco.
nhtt1tnn1i ritornati ,ani f' ,.ù, i. La
eappella t un'operu d'arte che onorll.
con il <;anto, 11nebc il pnt'St' di Boaco.
L', l11siliatriee
1,a incontJ'o a un uuot•o ]Hl rroco
li/ella conca del Fucino. in provincia
d,·11'Aquila. è sorta una nuova parroc•
ehio. Il parroco don Antonio Sciami. in
11if'uo acc,ordo c,on i ~uoi parr<>cc:hiani.
ba voluto C'be alla prr,n di po•se,;so fo,sc
t>r~nte \\fari11 ~iatriel!, tatto la cui
pm1r1.ione ba po,rn lo nuova parrocchia.
Cn,t, ai l'Onlini drlln 111~dr,i111a, moru..
\\iicnrio consei,;nù al nuovo parroco uno
nmgnificn statua dl'll'AuHiliulrfoc in legno
cli Vnl Gardena, •uJtcitumlo nri parroc-
chìnni un11 ,·h 11 ondo1 a di 11iuia e di ro-
tt11iastmo.
AFRICA
l '11 salesiano a ~m1t'Ete11a
Snut'Elena, l'ist>ln lwn notn per l'esilio
cli l'fopoleone, da 1111 anno Oijpit11 un soJc-
,iuuo, rhe è a.ru,hc l'uniro ••cerdote cat•
l<ilico dell'Isola. OQn Ho•ro nel111 sua
I>'"« "torio d'Italia • •crhe: « Sani'Elena,
ero ..,..oglio dell'o~cano Atlantil'o.
,itmllo pii1 di tr~<'l'<lt<> lr~bl" di ,li,,1.auu
du tutti i pee~i <'onoi,ci\\lti ». ,\\\\ ttbbr
unmo,iioato allora il Snnto <'hc i •uoi 61,!'.li
•Ì •nrt·bbero spinti u l11,·11rart ancltc
in •tu~ll'isole?
19

3.2 Page 22

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BELGIO
G itfbiwo della Scuola Alberto I
La Scuola Tecnica Alberto l di Ver-
vier ha celebrato i primi 50 aruò di apo-
stolato. .I,,e cifr~ dicono gli 5vilnppi della
Scuola. Cominciata con 30 ollievi, nel
1954 ne contava 574 e oggi, 1033. In
mez.to secolo la Scuola ha fonnato a
migliaia i tecnici e gli operai qua.li6cati,
che hanno reso grandi s,,rvizi all'indu-
stria e hanno contribuito efficacemente
a cristianizzare il lavoro.
BRASILE
Per 'il 1500
deUa ,1ascita di Don Bosco
A Sao Paulo si è commemorato fo data
gfobilare con po.rticolare solennità. n
prof. Ginseppe Atnliba Nogucirn, segre-
tario di Stato per l'Educa?.ione, tenne
il discorso ufficiale e l'Ero.mo Cru:dinale
volle creare una nuova parrocchia, che
dedicò a O!ln Do,co e offidò ai Salesiani.
CINA
I j1•i,tti pit"t belli
1 frulti raccolti dai Salesiani dell'Ispct-
toria c.ineS<l che lovorono nei 4 Collegi
di Hong Kong e uei 2 di M.acllO frequen-
tati da migliaia ,li allievi, sono conso-
lanti. I battesimi anuni.nistrati lo scorz!O
anno sono 354. Anche in campo scola-
stico, 11.Cl(li esami pubblici, hanno ovulo
esiti ehe hnn.no n1.tiroto l'nttenz.ione dt-lle
autorità e l'ammira-,;ione de%1 cittadi-
niui1,a. Lavoro particolarmente prezioso
i Salesiani di llor,g Ko11g svolgono negli
Oratori quotidiani, frequentati da mi-
sJiuia di giovani, perlopii) poveri, che vi
trovano, con la gioia p_ropria del.le Case
di Don Bosco, l''"sisteuza moraJe e
materiale di cui uhbisognll.llo.
FRANCIA
Scuola ele1:ata
al grado di Liceo A91·ioolo
n Ministt1> del!'Agricoltura ha ele-
vato la Scuola Ab'TÌcola Salesiana di
ReS!lins presso Na11dax (Loire) ol gN1do
di « Liceo Agricolo ». Qu,esto titolo è
slalo accordato in vista dell'eccel.lentc
insegnamento impartito da lunghi anni
nella Scuola, che mira a fare dei suoi
giovani nllievi dei tecnici lren preparutl
e dei veri cristiani.
GUATEMALA
Studentato Salesiano
riconosciuto dalto Stato
Lo Studentato Filoso6oo Snlèsiano
« S1111 Tommaso d'Aquino», aperto lo
scorso anno nello cittò di Guatemala,
è stato aggregato alla 11eculare Univer-
silà « San C:u-lo Borromeo» di Guate-
mala. Perciù i chierici Sludenti di filo-
sofia potranno ottenere titoli di studio
con pieno valore ufficiale davall:ti nl gò-
verno. Con il gennaio scorso hll.nno tetc-
minato il loro primo anno eocodemico.
INDIA
Nnovo Sfullentato
Teologico Salesiano
A BllngaJort (lndia) mons. Dtaisorny
S. Lourdusamv, arcivescovo <loadiutore
di Bangalore, • ha benedetto la -prima
pietra dello studentato teologico salesiano
dill.l'Jspettoria di Mlldras. li nuovo edi-
6cio, destinato ad ucco,?liere oltre 100
dùerici studenti di teolÒgia, sorgerà su
di uu vasto terreu,o di nitre 20 eltari,
che ~• alTaccia sulla vecchia via di Madras
a \\U\\a decina di chifomeLci da BangaJore.
PARAGUAY
Un Tempio
alla Patrona dell'esercito
del Chaco Pm·aguayo
Fuerte Olimpo ha la sua nuo,•a catte-
drale dedicala a ·Maria Ansiliatrice. A
inaug,mu:ln intervenne il Pl'.CS-identc della
Repubblica con ministri e molte autorità.
La benedisse mons. Emilio Sosa Gaonn,
salesiano, che fu il primo Vescovo del
ChAco Paraguayo. Mons. Aogelo Muz-
zolon, attuale Vicario Apo•tolico, che
ha costruito il nuovo tempio, ringraziìt
il Presideol~ e il Governo che tanto s'in-
teressano ai problemi del Chaco. l.'Au,ii-
liattic~, pat.rQna dell'E:$-eroito -del Chnco,
ha cosi il suo dcimo trono,
PERÙ
Uno Studentato Ecumenico
Lo Studentato 61osofico salesiano e la
Scuola Mrmale •nperiore di Chosica
(Perù) sono aperte non soltànto ai
salesiani del Pttci) e della Bolivja, ma
anche ad altre Congre1,1aziuni religiose.
I Fratelli Moristi, i Pa<ùi Sac·•ament.ini,
i Parn:i del Sl!cro Cuore e (lUcl.li dei Sruu.i
Apost1>li inviano ai c1>r,i di filosofie e
di pedagogiu i loro ehlerici studenti. Lo
Atudetltato, oltre i 51 chierici salesiani,
conta cos1 altri 50 chierici di vnri Orditù,
desiderosi di conoscere lo spirito e la
pedngogia di Don Bosco.
PORTOGALLO
Da 40 mmi
prepara tecnici al Portogallo
li coadiutore salesiano italiano Achille
:Marchetti, che da 40 llllDi a Lisbona
adde,;tra nelle arLi grafiche la gioventù
portoghese, ha ricevuto una distiuzioue
concessa per la prima volto a uno •tra-
niM:i: è m1tQ eletto Socio Onorario
della Confederazione Sindacati Grafici
del Paei;e. I.21 sua open è sta lii ricono-
,;cintn anche dal Governo, cbe gli ho con-
cesso la « l\\fena.i;lia al Merito Corporativo
n e dcl Lavoro ». Mi:nistro delle Corpo-
razioni, a nome dcl Guvemo, gli ha con-
ferilo personalmente la Medaglia. l
quotidiani dello capitale hanno dato
largo risnlto alla cerimonia.
SPAGNA
Concel ebnizione
in im sanaton·o per lebbrosi
Per 14 prima volta in un l,ibbrosario è
stata concel,ibrala uni, Messa da cinque
sacerdoti sani e <la un ammalato. D
celebrante principale, P. Ram6n "Fa-
bregas, che durante gli studi in semi-
nario passava le dom~ufohe tra gli
ammuluti di PQntille,i, be voluto cele-
brare la sua wcondn Messa lra i leb-
brosi èon uno di loro, n sace.rdote malato
di I.ebbra è don Jol'é J3oita, salesiano.
Egli stesso racconta la storia della sua
malattia non senza buon umore: « Lu
mia missione in India non fu uo affare
fortnnato. novetti lasciare un tene agli
Indiani e mi preai il vermicello». Con
questa espressione allude al bacillo di
Rausen, che gli è costato die"Ci anni di
sanatorio a Pootille;,. « Ora, 1,orazie ol
Signore - egli continua - sto n~eglio
e SQno ni&l)llStO n intraprendere di nuovo
quell' ·•offure" andato male 1n prima
voltn ».
1•ri,no Pt·emio Nazionale
alla rit•iSta u Jovines »
Per la seconda volta è stato assegnato
il Primo Premio, creato dalla Giunta
Nazionale della Stampa Giovanile, alla
rivi,ta salesitma « Jo'l'ines ». La Giunta
l'iBZionnle, dopo attento el!llme, bn di-
chiarato che nella citata .rivista si danno
la mn,no tutù i valori cli Jlresent.azionc,
rednrione e contenuto, che debbono
avere le pubblicazioni destinate o questo
esiget\\le e delicato settore della vita
nazionale che è la gioventù, e le ha asse•
gnlltO il Prù110 Premio 11ssoluto.
STATI UNITI
BtcQu e buon damn'O
Il nostro don Ravalico, missiona.tio
in [udi.a, ha girat.o gli Stati Uniti in
c,:rca di uiuti per le M'.is:,ioni. A Los
Angeles ha fatto visita a Ramoti Navarro,
il noto nttore messicano the ba interpre-
tnto h• parte ùi Bfil Hnr i,1 uno dei più
impressionanti film del ,ec:Qlo, :Ramon
Navarro anni addietro visiti\\ l'Opera Sa-
lr!!iana in Torino ed è devoto cli Ma.rin
Amiliatrice e di Don Bosco. Fece Yedere
al missionario una atatuetlo di Maria
Ausiliatrice avuta in dono dal Retto.e
Maggiore e che tii,nc molto cara. Quir,di
gli offrì urta taz:,;n di buon tè indiano e
uno th«jue di•.. buon danru:o americo.no.
20

3.3 Page 23

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INIZI SALESIANI
NEL PAESE DEL DRAGONE
Anche il Bhutan nel maggio scorso ha
aperto le porte ai missionari salesiani
Ora anche gli scolaretti del
"Paese del Di:agone" vanno ag-
giunti alla già lunga lista degli
alunni salesiani nel mondo.
Il "Paese del Dragone" sulle
carte geografi.che si chiama Bhu-
tan, ed è una piccola monarchia
d,i con.fine tra India e Cina, smar-
rito fra le pieghe e i coaugamenti
dell'immenso Himalaya.
Gli scolaretti bhutanesi all'aper-
tura del collegio erano otto, poi
salirono a ventidue; col nuovo
anno sono un centinaio e diver-
ranno presto duecento: sono i
migliori tra i ragazzi del Bhutan,
scelti per ordine del re.
Domani sorgeranno
le ciminiere
Il Bhutan sta vivendo tra la
fiaba e la tragedia. Piccolo come
la Svizzera, altrettanto monta-
gnoso, altrettanto pittoresco, è
un fragile vaso di creta collocato
tra i due litigiosi colossi suoi con-
finanti. t alleato con l'India;
agli indiani affida le sue relazioni
con l'estero e la sua difesa, con
loro condivide la paura del peri-
colo giallo e i rischi delle inva-
21
I

3.4 Page 24

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sioni cinesi. Ha un re giovane,
intelligente, dinamico, che la-
vora intensam.ente per incana-
lare i suoi 750.000 sudditi dagli
scoscesi sentieri delle montagne
verso le strade asfaltate della
civiltà.
La scuola salesiana, un inter-
nato per meccanici e falegnami,
è stata voluta dal re in persona
per questo semplice motivo: il
Bhutan non ha ancora u.n autista
bhutanese, un elettricista bhu-
tanese, un tipografo bhutanese.
Se si guasta un rubinetto del-
l'acqua (congegno meraviglioso e
raro in quel Paese) si deve cer-
care tra i forestieri qualcuno che
sappia aggiustarlo. I bhutanesi
per ora pascolano gli yak (le
mucche dell'Himalaya) e fab-
bricano col latte formaggi du-
riss1m1 che poi sgranocchiano
tutto il giorno. Ma non sarà
sempre cosi. Il moderno re del
Bhutan ha voluto aggiungere alle
novanta scuolette elementari già
sorte nel Paese, anche il collegio
salesiano che prepara i futuri
operai, perché dove ora pasco-
lano gli yak domani sorge.ranno
le ciminiere.
Il giorno giusto
per incominciare
Le trattative per l'apertura
del collegio furono complicate e
delicate. Bisognava rispettare le
susceuibilità dell'autorità religio-
sa (il Paese è monopolio buddista).
Bisognava ancl1e spendere poco,
perchè il Blrntan è povero. << L'e-
ducazione dei missionari cristiani
- asserivano convinti i delegati
del governo - è la migliore
educazione che ci sia, ma è
tanto cara. Pochissimi nel nostro
regno - aggiungevano preoccu-
pati - potrebbero pagare per
frequentare le vostre scuole cri-
stiane ». Quando l'Ispettore Sa-
lesiano presentò il progetto delle
pensioni, le preoccupazioni dei
governall'ti butbauesi caddero di
colpo. Don Bosco aveva pensato
proprio ai ragazzi delle classi
più povere e bisognose. Si venne
quindi all'accordo desiderato da
ambe le parti. Il governo si
impegnò di costruire il collegio e
di reperire i fondi per pagare
modestissime pensioni a ragazzi
poveri e meritevoli. I Salesiani
per parte loro prepararono il
personale.
Un giorno dell'anno scor so.,
tre missionari partirono in treno
da G-auhati, nell'India Nord, di-
retti al Bhutan-; erano l'italiano
don Filippo Girando e un sacer-
dote e un coadiu·lore indiani. La
ferrovia finiva. bruscamente a
dieci chilometri dal confine. Sali-
rono s u una jeep e proseguirono
per la strada che si inerpicava
nella valle. A un tratto trovarono
una canna di bambù messa per
traverso sulla strada: era il con-
fine. Sei chilometri più oltre in-
contrarono la prima località bhu-
tanese, che si chiama Phuntsho-
ling, cioè ' Il Principio delle Cose'.
Un po' oltre il principio delle
cose, su un b el pianoro, trova-
r ono il loro collegio, cioè due
22

3.5 Page 25

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capannoni circolari in lamiera.
un po' di materiale fornito dal
governo, i primi otlo scolaretti
e nessuno a dar loro il benvenuto.
Era il 10 maggio, festa di San Giu•
seppe Operaio, il giorno giusto
per cominciare la formazione dei
futuri operai del Bhutan.
missionari
poveri tra i poveri
I missionari subito riordina•
rono il materiale; allogarono gli
otto scolaretii in un capannone,
e se stessi nell'altro capannone;
a sera tarda trovarono il tempo
di celebrare la Messa. Alle venti•
trè, prima di prendere riposo,
dettero un'ultima occhiata agli
otto scolaretti: nei loro lettini
in fila, essi stavano già inaugu•
rando i primi meravigliosi sogni
del primo collegio salesiano nel
Bhutan.
L'indomani, domenica, Messa
con omelia: un salesiano predicò
e gli altri due ascoltarono. Alla
Messa celebrata a Phunt:sholing
accorsero alcuni indiani hattez•
zati, felici di poter finalmente
ascolta.re una Messa.
Il lunedì, scuola regolare. Poi
man mano i ragazzi aum.entarono
di numero. Venti giorni dopo,
un funzionario indiano visitò la
scuola, e i ragazzi lo accolsero con
danze., e canti in bhutanese e in
inglese. Il funzionario, stupito,
se ne andò con un problema da
risolvere: « Come fate voi cri•
stiani a ottenere risultati tanto
belli in cosi poco tempo, e da
ragazzi che fino a ieri non ave•
vano visto altro che il cielo,
l'erba e gli yak?».
Il 16 agosto il collegio festeggiò
il 150° della nascita di Don Bosco.
La sera innanzi si fece una piccola
processione con canti. al lume
delle candeline; poi parole di
circostanza e benedizione. Il gior-
no della festa si disputarono
partite di calcio con in palio la
"Coppa Don Bosco". Nel pomerig•
gio i soci del nuovo "Club Dome-
nico Savio" fecero la loro promessa
solenne. Quel giorno stesso la
Chiesa Cattolica hhutane•e, an•
cora tanto piccola, registrò un
incremento, perehè un neonato
di una famiglia critsLinna rice•
velle il battesimo.
A fine dicembre, dopo gli
esami di chiusura dell'anno sco•
lastico, si celebrò la "Ciornata
dello Sport" e si inaugurò la
"l\\lostra scolastica" che esponeva
i lavori eseguiti dagli allievi.
Era presente il Primo Ministro.
Per il nuovo anno scolastico
1,i auendono cento ragazzi e due
confratelli in.più. Era in progetto
la costruzione di un laboratorio;
il governo o.ra ne ha promessi due.
I tre missionari sono poveri tra
i poveri, ma trovano gli animi
ben disposti e confidano nel
Signore. I r agazzi del Paese del
Dragone sembrano offrire un buon
terreno al seme del Vangelo;
sono aperti, avidi di imparare,
malleabili, sempre allegri e pronti
a qual8iasi sacrificio. l\\ia solo i]
Signore sa quando i primi ger·
mogli della Iede spunteranno tra
le pieghe e i corrugamenti di
quella sperduta terra himalayana.
23

3.6 Page 26

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I
NOSTRI
SFORTUNATI
FRATELLI:
I
MIXE
In centomila, sugli altopiani del Messico, tagliati fuori dal mondo e
abbandonati da tutti stavano smarrendo la vera fede e la dignità di
uomini. Ora i missionari salesiani lavorano in mezzo a loro e li aiu-
tano a vincere i loro numerosissimi nemici: l'isolamento, la miseria,
le malattie, l'ignoranza, lo sfruttamento, le rivalità, l'alcoolismo, il
comunismo e la superstizione.
L e due spine dorsali del Messico,
le Sierre Madri orientale e occi-
dentale, dopo lunghe galoppate
a cavalcioni dei paralleli, si an-
nodano saldamente tra loro in
un groviglio di montagne verti-
ginose e di vulcani dai nomi
contorti, che riesce quasi impossi-
bile pronunciare. Lì è la capitale,
Città del Messico. Poi, man mano,
il groviglio si scioglie verso il
sud e si distende in cerca della
pianura, non senza innalzare di
tanto in tanto ancora qualche
robusta impennata verso il cielo.
Una di queste impennate rocciose
sfiora i_ quattromila metri d'al-
tezza e si chiama monte Zem-
poalt~peil, che vuol dire " Luogo
delle Venti Divinità". In cerca
di queste venti divinità arroccate
sul monte si mossero, nella notte
dei tempi, i Mixe.
I numerosi
nemici dei Mixe
Forse venivano dal Perù, e si
aprirono la strada nel sangue,
stabilendo in quella loro "terra
promessa" uno dei domìni più
forti e più evoluti del Messico
precolombiano. Gli imperatori
Aztechi non riuscirono a soggio-
garli. Uno dei conqi,istadores spa-
gnoli subì da loro una rovi-
nosa sconfitta. Cortés pruden•
temente si limitò a collocare
lungo il loro confine due fortezze
in posizione strategica. I Mixe
piegarono la fronte solo sotto il
giogo soave di Cristo, e o.fEcirono
le mani solo alla dolce catena
con la quale i missionari Domeni-
cani li legarono a Maria: il rosario.
Oggi, p_er motivi che sar ebbe
lungo ricordare, della loro antica
potenza e del loro antico fervore
non è rimasta che l'ombra.
Quando, nel 1959, la Santa
Sede compi una nuova riparti-
zione delle diocesi messicane, il
vescovo di Tehuantépec (vescovo
dei Mixe) contò con cura i suoi
sacerdoti, e ne trovò in tutto
soltanto quattro. I Mixe da soli
erano centomila, sparsi in diciotto
paesi e centotrè villaggi; e il
vescovo doveva provvedere an•
che a tutti gli altri suoi fedeli.
Come fare? Dietro suo invito i
Salesiani visitarono i Mixe e
non ebbero più il coraggio di ab-
bandonarli. Nel '62 aprirono una
parrocchia, poi 1lllil seconda, poi
una terza. Nel '65 la Santa Sede
staccò i Mixe dalla diocesi, formò
una nuova prelatura e la affidò
ai Salesiani. Ora vi lavorano
quattro sacerdoti, due coadiu-
24

3.7 Page 27

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Col pane dell'antma anche quello
del corpo: ne hanno bisogno...
7' - , .
~~~, ~
~
'-..-,,t,.,:,,~,,,, ..
tori e quattro suore. Dieci mis-
sionari di Don Bosco, in tutto,
per fronteggiare i quasi altret-
tanto numerosi nemici dei Mixe:
l'isolamento, la miseria, le ma-
lattie, l'ignoranza, lo sfruttamen-
to, le rivalità, l'alcoolismo, il
comunismo e la superstizione.
Isolamento,
miseria e malattie
I Mixe vivono praticamente
tagliati fuori dal mondo. Le loro
strade non conoscono l'asfallo.
Sono sentieri stretti, sinuosi, ri•
pidi, che si inerpicano dai 300 ai
2700 metri e oltre. Le ferrovie
passano molto lontano. Si è
ora iniziata la costruzione di
una strada in terra battuta, e i
missionari insistono perchè la si
conduca avanti presto, per allac-
ciare i vari centri abitati. Di
più non si può fare.
La povertà abita in tutte le
case, come un membro di famiglia.
Le case sono in fango cotto; le
migliori in pietra e tronchi d'al·
bero. .All'interno c'è un'uni.ca
stanza senza finestre, buia, spesso
maleodorante, destinata a tutti
gli usi: cucina, sala da pranzo,
oa1nera da . letto, soggiorno e
perfino granaio. I Mixe siedono
su ceppi d'albero squadrati e
ripuliti, e dormono su stuoie di
paglia intreeciata. Non c'è un
tavolo su cui mangiare, ma tutti
attingono a un unico piatto co-
mune. Mangiano soprattutto la
tortilla, specie di polenta cotta,
lasciata raffreddare e indurire.
Indossano vestiti rattoppati fino
ai limiti della tenuta, poi non
li buttano via ma li usano per
proteggere i raccolti nei granai.
I .missionari hanno racimolato e
distribuito migliaia di capi di
vestiario, nuovo e usato, scarpe,
giocattoli per i bimbi.
La scarsa a1i1nentazione e l'igie-
ne approssimativa causano fre-
quenti malattie. La mortalità
infantile raggiunge punte pau•
rose. In un paese ohe conta un
centinaio di famiglie, la scarlat-
tina in una sola apparizione ha
falciato centocinquanta bambini.
Sono frequenti l'infezione inte•
stinale, la dissenteria, l'anemia,
la tuhercolosi. In tutta la zona
c'è un medico solo. Salesiani e
suore hanno aperto due dispen-
sari, apprestano cure e distribui-
scono medicine gratuitamente.
Ora si dànno da fare per ottenere
la costruzione di un ospedale e
l'introduzione dell'acqua potabile.
25

3.8 Page 28

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Sensa, sauole,
sfruttati,
nemici fra, loro
Cau&a ed effetto di questa si-
tuazione è l'ignoranza. La lingua
mixe è primitiva, senza lettera-
tura e senza scritlura. Si fra-
ziona in dialetti molto differenti
fra loro, al punto che gli abitanti
di paesi vicini stentano a com-
prendersi. Appena venti persone
bU cento conoscono lo spagnolo,
appena sette su cento sanno leg-
gere e scrivere. I pochi che fre-
quentano le scuole secondarie pre•
fer iscono poi restare nelle grandi
città. Sono i migliori, e se ne
vanno.
Il governo da vent'anni cerca
di raddrizzare la situazione. Le
scuole elementari che ha aperto
sono poco frequentate perchè di-
stanti dai numerosissimi piccoli
centri e perchè i lavori nei campi
esigono anche il contributo delle
fragili braccia infantili. Il corpo
insegnanti non sempre è all'al-
tezza del suo compito, o è im-
possibilitato a svolgerlo bene.
In un grosso centro u.na maestra
deve badare a duecento allievi,
raga.z.zi guardati con sospetto
perohè sono i privilegiati a cui è
concesso"il lusso di perdere tempo
nella scuola". Il governo anni
addietro aveva aperto un inter-
nato, poi si affrettò a chiuderlo
per l'indisciplina e l'immoralità
che vi. regnava. Anche i missio-
nari hanno aperto una prima
scuola, ma è una goccia nel mare.
Le donne m.bce, tenute in
condizione di inferiorità, si ad-
dossano le fatiche più pesanti
in casa e nei campi. Sgobbano
da mane a sera, portandosi dietro
la schiena, in un fagotto, il loro
ultimo nato. Occorrono asili per
questi bimbi, e i missionari li
stanno progettando.
I Mixe vivono dei frutti della
terra: una terra ingi:ata, irta di
pendii sc<>Bcesi, e desertica là
dove divema piano. Essi prati-
cano un'agricoltura primitiva; in-
cendiano una parte di foresta e
sul terreno liberato seminano il
mais. Distrutto così il bosco, i
fianchi delle montagne non reg•
gono all'erosione delle piogge e
spesso le frane ingoiano i rac-
colti. In qualche valle più for-
tunata cresce il caffè, ma non
sempre sono i Mixe a goder i
frutti dei loro sudori. Bisognosi
di tutto, essi portano i prodotti
sni mercati cittadini e li cedono a
prezzi irrisori o in permute che
sono vere ruberie. Per esempio,
dànno un chilo di caffè per un
pezzo di sapone.
I missionari sviluppan o un'in•
tensa azione sociale. Hanno aperto
una "cooperativa di distribuzione
e consumo" che rende possibili
gli scambi in condizioni non più
iugulatorie. Le suore hanno aperto
due scuole di cucito, frequen-
tate da duecento donne mixe.
Stanno sorgendo centri sociali
che incanalano le forze esuberanti
dei giovani e degli uomini maturi.
Invece di unirsi insieme, i
Mixe come i polli di Renzo si
beccano tra loro. Rivalità pro-
fonde, a volte secolari, separano
i paesi assai più che i crepacci e
i burroni. Battaglie, agguati, scon-
tri mortali. E a ricordo del san-
gue versato, erigono sul posto
una solida croce.
C'è un paese i cui abitanti
non osano più coltivare una
buona parte dei loro campi per-
chè a recarvisi metterebbero a
repentaglio la loro vita. Per an-
dare al mercato dovrebbero pas-
sare in luoghi tenuti dai nemici;
sono così costretti ad attendere
che scendano in paese i commer•
cianti, i quali in compenso di
questa fatica impongono i prezzi
che vogliono. t la fame.
Gli abitanti di un altro paese
han dettò chiaro e tondo al mis-
sionario che non lo riceveranno
più, se continuerà a visitare iJ
vicino paese, loro nemico.
I misi;ionari si armano di pa-
zienza, cercano di smussare gli
spigoli più acuminati, e atten-
dono che la carità di Cristo
sciolga a poco a poco il gelo
dell'odio e delle rivalità.
Le due droghe
dei Mixe
Quando la vita diventa insop-
portabile, bisogna trovare il modo
di stordirsi. I Mixe banno a loro
disposizione due droghe: i fumi
dell'alcoolismo e le illusioni del
comunismo.
Ogni circostanza, allegra o tri-
ste, è buona per berci su. Bevono
perchè fa caldo e perchè fa
freddo, peTchè ò giorno di feata
e perchè è giorno di lavoro. Non
considerano l'ubriachezza un pec-
cato; in realtà è divenuta un
bisogno e wi'abitudine. L'alcool
causa risse e fa versare aangue;
a lungo andare riduce uomini
forti in stracci e incide disa•
strosamente anche sulla salute
dei loro figli. Ma molti Mìxe
non sanno più farne a meno.
L'altra droga, il comunismo,
comincia a metter radici. L'ideo-
logia tenta di inserirsi in posti
chiave, come nella scuola. Gli
insegnanti sono in buona parte
di tendenza marxista e non fanno
mi.stero del loro credo. Sono atei
e impediscono agli allievi la pra•
tica religiosa: li minacciano e li
puniscono se vanno in chiesa. I
genitori sono troppo timorosi per
reagire, se pure non approvano
l'opera degli insegnanti.
Un missionario, entrato in un
grosso paese per predicarvi la
"missione", trovò, affissi ai muri,
manifesti con frasi contro la
Chiesa e il clero. Li avevano
scritti e collocati quattro o cinque
giovanotti del paese, reduci da
un "Istituto di formazione mar•
xista".
C'è da temere seriamente che
i Mixe accettino il comunismo,
perchè bisogna pur vivere di
qualcosa e in mancanza di meglio
anche le illusioni aiutano a ti-
rare avanti.
26

3.9 Page 29

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Sono i nostri
fratelli sfortunati
Un cristianesimo autentico vis-
suto a tutti i livelli: religioso,
morale, economico, sociale, èl'uni-
ca via che possa restituire rapi-
damente ai Mixe i valori umani
a cui hanno diritto. Purtroppo
il loro attuale cristianesimo, dopo
secoli di incuria, si è involuto
verso forme di superstizione pa-
gana. Gli antichi riti e miti intri-
dono pesantemente la vera fede.
I Mixe pregano alle pietre e
alle grotte, sacrificano tacchini
e galline. Prima di seminare
aspergono i campi col sangue
di pulcini ancora vivi nei gusci.
Sacrificano sulle cime dei monti,
nei cimiteri e, di nascosto dal
missionario, nelle stesse chiese.
Pregano e si confessano a voce
alta, accusandosi e pentendosi,
davanti alle statue dei santi.
Alle statue portano anche of-
ferte: una foglia, un uovo, una
pannocchia di granoturco.
I missionari combattono la
superstizione con l'istruzione re-
ligioi,a e con l'amministrazione
dei sacramenti. Le comunioni
sono già salite a una media di
duemila mensili; molti sono i
matrimoni celebrati o regolariz-
zati, molti i battesimi. Le suore
hanno compiuto un vasto censi-
mento della popolazione, girando
di casa in casa. Le organizzazioni
cattoliche fioriscono: sei confra-
ternite, diversi oratori festivi,
due cori di voci bianche e due
leghe sportive raggruppano forze
vive che fauno sperare in un
vigoroso rilancio della fede. Il
Messico salesiano si impegna nel-
l'aiutare i dieci missionari della
nuova prelatura apostolica; col-
legi e benefattori dànno .genero-
samente il loro contributo.
Del resto la posta in gioco è
importante: centomila Mixe sono
a un crocevia e devono scegliere.
Erano partiti dal lontano Perù,
nella notte dei tempi, in cerca
delle venti divinità appollaiate
sul monte Zempoaltépetl; ora
che hanno trovato il vero Dio,
correvano il rischio di smarrirlo
di nuovo. Anch'essi sono figli
della Chiesa, nostri sfoitunati
fratelli, redenti dal sangue di
Cristo.
Da un cristianesimo ri-
dotto a forme di super-
stizione pagana I Mlxe
stanno tornando a for•
me genuine di culto
cristiano
Con una loro danza tradizionale festeg-
giano l'arrivo dell'Ispettore Salesiano
27

3.10 Page 30

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I
Guarisce dopo la benedizione
di Maria Ausiliatrice
Dopo una grave operazione nella quale
perdette un rene, mia moglie rimase con
l'altro rene infetto e co.n un grosso caleòlo.
Di giorno in giorno peggiorò al punto che il
medico una sera mi disse di aVVIsare i fami-
liari perchè non avrebbe passato la notte.
Alle II, mentre stavamo recitando la novena
di Maria Ausiliatrice, entra il direttore del
Collegio salesiano con un altro sacerdote che,
conosciuta la gravità del caso, portavano al-
1'ammalata la benedizione di Maria Ausilia-
trice. Chiesi all'inferma se la gradiva. Con un
filo di voce mi rispose di sL La ricevette con
fervore e fu per tutti una sorpresa quando,
dieci minuti dopo, la febbre da 40° cominciò
a scendere e verso l'alba il rene malato riprese
a fun,zionare normalmente. Quindici giorni
dopo, quando tutto era già preparato per un
nuovo mtervento, davanti ai medici 1'1cni di
stupore fu provato che il calcolo non cera più.
L'operazione non fu fatta e mia moglie è
guarita completamente e ha ripreso la sua
vita normale.
Per questa e per altre grazie ho fatto e sto
attuando la promessa di propagare la divozione
a Maria Ausiliatrice.
Salaman€a (Spagna)
DEMETRIO GOMEZ
Portava l'immagine di Don Bosco
sul cruscotto
Mentre percorrevo a velocità sostenuta la
statale Torino-Cuneo, all'improvviso la mac-
china cominciò a sobbalzare paurosamente e
a sbandare. Solo con grande sforzo riuscii a
trattenerla sulla strada fortunatamente libera.
Quando, dopo 1;>arecchie centinaia di metri
- giacchè i frem non reagivano più - riuscii
a fermarmi, potei rendermi conto di ciò che era
successo: la macchina aveva perso una ruota
posteriore!
Tanto io quanto l'amico che viaggiava con
me fummo d'accordo nell' attribuire lo scam-
pato pericolo ad una particolare protezione
di San Giovanni Bosco di cui, da affezionato
exallievo, porto sempre l'immagine sul cru-
scotto della macchina, immagine che qualche
istante prima aveva attirato l'attenzione del-
l'amico.
28
Ci siamo confermati nella persuasione che
era stato Don Bosco a salvarci quando, appena
entrati nella prima chiesa incontrata per rin-
graziare il Signore dello scampato pedcolo,
ci siamo trovati davanti un bel quadro di San
Giovanni Bosco che ci sorrideva amabilmente.
Mi sono già recato con la famiç-lia al Colle,
Don Bosco per ripetergli la mia riconoscenza,
e ora chiedo al caro Padre di continuare a
proteggere me e la mia famiglia dai pericoli
dell'anima e del corpo.
Torino
SEBASTIANO RENGUCCl exal/i~o
Guarito da trombosi
Nell'ottobre dello scorso anno mio nipote,
dott. Aldo Bergamaschi, venne improvvisa-
mente colpito da trombosi. Era in condizioni
cosi gravi che io, accorso al suo capezzale,
dovetti sottostare alla prescrizione dei medici,
i quali avevano assolutamente proibito qual-
siasi visita. Assai impressionato delle condi-
zioni dell'infermo e delle gravi conseguenze
che ne sarebbero derivate alla sua famiglia
ancora in formazione, pregai San Giovanni
Bosco perchè ottenesse da1la Madonna Ausi-
liatrice la ~uarigione del nipote. Avevo ap-
pena incorrunciato la seconda novena che ri-
cevetti una lettera della moglie, la quale era
ignara delle mie speciali pre~hiere. Diceva:
«Buone notizie! Aldo ha fatto m questi giorni
progressi miracolosi!». Aveva infatti ripreso a
muovere il braccio e la mano, a camminare e
a parlare. Il miglioramento andò accentuan-
dosi così che, dopo un breve periodo di con-
valescenza, potè riprendere la sua attività.
Grati per la grande grazia ottenuta, con tutti
i membri della famiglia ci siamo recati a To-
rino per ringraziare Maria Ausiliatrice e San
Giovanni Bosco.
Bobbìo (Piacenza)
DON MARIO FANCHlOTTl
Anna Anolll (Alba - Cuneo) ridotta all'inazione per gravi
soffuenze, affidandosi a M. A. potè affrontate vari in-
terventi chirurgici.
Ercole Armando (Pescara) dopo un grave incidente
st.-adale era stato dati:, cc>me morto, ma per la protezione
di M. A. e di S. G. B. potè sopravvivere.
Conluai Cerrutl (Montechiaro - Asti) ringraziano con
offerta M. A. e S. G. B. per la promozione del loro figlio
Giovanni.
Elena e l'letro l'icco ('l'orino) profes,,.no gratitudine
a M. A. e a S. G. B. per protezione avuta.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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LeandrO Timoteo (Monestero Vasco • Cuneo) dichiara
dt essere stato assistito da M. A. e da D. F. R. in una
c:adu111 che fu senza gravi conseguenze.
Giuseppina MuntwUer (Dasileu - Svizzera) rivolge_ndosi
a M. A. e .ai Santi Salesiani, ottenne una buona solu-
zione dei suoi interessi.
Lina Cristiano (Casale Monforrato - Alessandria) ebbe
d.a S. G. 13. la grazia della guarigione.
Giuseppe Giordan<> (Torin.o) applicando la reliquia
di S. G. B. pot~ vedere un sicuro avvi<> di guarigione
da bronco-polmonite, flebite e pleurite.
Glovann~ Baltlsla Mlneo (Carini - Palermo} aveva la
moglie all'ospedale in condizioni <ilsperare. Il ricorso a
M. A. gliela salvò.
Maria Morando Podestà (Ge-Sampierdarena) ~ ricono•
t,enu, a M. A. e a S. G. B. per grazia ottenuta.
Piera Drago (Veglio Mosso • Verce!Li) riebbe il marito
in salute dopo varie malattie, affidandolo 11 M. A. e
a S. G. Bosco.
B. P. C. e T. L. C. (Cegliarì) ringraziano M. A. e i Santi
Salesiani per doppia grazia concessa a una famiglia pro-
vata dal dolore.
Glusepplna Gultllelmlnotti (Torino) provata da forti
emomgie, ebbe la guarigione con prcgluere a M. A.
e ai Santi Salesiani.
B. M. (Fossano - Cuneo) attribuisce a M. A. la guari-
gione del figlio da tifo.
Franca Dl Gangi (l.,Q<:ati - Palermo) ottenne da M. A.
la guarigione del nipote da tiroid:te.
Margherita Franco (Torino) sente riconoscenza a S. G. B.
per grazie ricevute.
Teresa Bernacdi (Torino) ha ottenuto da M. A. e de
S. G. B. le guarigione di due persone.
Maria Fiorito (Stella S. Martino - Savom1) guad da
grnv~ polmonite raccomandandosi a M. A. e a S. G. Bosco.
01 HANNO PURE S EGNALATO GRAZIE
Abate Luciano - Abbo Stella Lina Accardo Bald,..iare -
Addi& Caterina ved. Brundu - Albera Sm:olle - AJbcrti Mimma
- Al<lighieri Renato - Allemanni Piera Amato Stellino Pierina
- Ambr"llctti Enrica - Amici Giuseppina Amico Maria
Ardito Santina - Ardolin6 Rooaria - Ardore Fioramonti Maria
- Arri Angioletta - Arrigoni Ausilia Artizzu Rita • Arvat
Vittoria - Audetto Anna • Avcrsc 'Dina • Azzola Rcgirui - Ba-
irruisco Teresa - Bollini Margherilll - Buravelli Mario_ Luisa•
Barbero Stefano - Bartt>lini Ennio • Basano Agnese • BaSètta
Anlj'ela - Baudin Marghtrita - Bedc.schi Marianna Ile.llanti
.Elvio - Benani Adele - Benetti Angelo • Benso Domenica. •
Bcmocco Ter,:,a - Berretta Giulia • .Bertella Luisa - Bertetto
Anna Morra - Bertolucci Giulia - Bianca Marta - Bianchini
Amelia - Bianco Sacchi Battiatina - Biancolli Elda - Bi•nconi
Angela • Biosetti Terc.sà - Biscanti Francs - Bislo Andrea -
Boero CoJlB()lina - Bollito Sabina - Bonaiti Arnoldi Giovanna
- Boni Santa - Bor11hesc Lea - Borxìalli Domenico - Boriani
Maria - Borra Catc,rjna ved. Rag=i - Boschini Manzoni
Annida - Bottegai Cassinera Valéntina - nozzano Domenica •
Brancaleone Assunta - BriOO<lhi Gianni - Brizzi Caterina
Bruni Bellucèi Erina - Bruno cav. Fran«sco - Brw~tto
Agnese - Buffi! Cristina - Buono Nocerino Francesca - BUJ<ena
$2ntina - Busio Stefania - Caccia Candida - Calama~i ~olfo
- Calvi Ter""a - Campione Salvatore - Cang:jnno Francesco -
Cantam.essa Iolanda • Cantella R(l!a Fiorenza• Capi.zz! Michela
- Cappelluti Nicoletta - C1prin Aldo - Caprioli Elsa - Cardia
Vanda - Cariota Antoniet1a - Cuocei Filippa - Casale Co-
stadone Gianna - ~ Rina - Castagno Bernardo Castéllani
Alberto - Castelli Rosa Vittorio - Cataldina suor 'Emma -
Catanzaro Emilia - Cavagnero Giovanni - Cavallaro Nunzio
- Cavallo cav. Michele • Cavèdoni Nella - Cerrato Rita Cerri
Zelinda - Chianimel!o Lucia - Chiarpotti Barbiera Camilla
• Chierchia Adelaide • Cipriani Emma e Gfo-Batl4 - Colan-
gione Lilian" - Coihi Giuditta - Conena Giovanni - Con1i
Gjov,mna - Cotbè\\lini Nedda • Corbo Caterina Costa Brigida
- Cngnolini Maria - Cremasco Giovanni CresPi Giovann.ia
- Dal Bianco Flavia - Damonte Giuseppe Dante Agne;,,e -
Danuvola Benita - D'Ardili• Clementina - Oàrin D. - Davico
Carlo • Oavico LUcisa ved. Libois - Degani Moria • Do! Giu-
dice Lucr~ia - Del Nìnno Bianca • De!1lllgistris Carlo - Pe
Marni Pier Antonio • De_mattini Ci$dla Dc Martlm> Anna
- De Paoli Frnneo - De Srcfani Luigia - Oeval Angelo • Oi
Oreirorio Michele - 01 Maur6 Carmellna - D,ont.io Franc...,o
- Pirettrice A$ilo D, Bosco - Dire,;ione Istituto S. Spirito
Facchinato Noris Maria - Farci Chiaro Mario - Farina Gjuseppe
- FenoirUo Crt.tin• Ferranti 1'ersi1a - Fiorini Anna - Fj,1-
c~l• Piiòlo - Fobelll .Florà - Fontana Rìt• - Forgiarini Santa
••ed. MJcolino - Forzoni Maria - Foschini M,ilvina - Francini
Giulia - Franco Francesca • Frani Maria - Fredio Giuseppe
- Frigo Dartola - F11Staino Giuseppina - Gabbia $carpa Carmen
• (h.eta C•rletta - Gaglian6 Antonietta - Gagliardo Maria
Grn~ia - Gaido Pietro • GaUareto Rlccabonec - Galli Wilma
- Ganiotra Gabriella - Gardini Marut - Garzonio Maria - Ga-
staltli Antonio - Gavosto Maria - Gay Angiolino • Gerussi
Laura • Ghirarcil Bice - Ghisle.rì Rosa • Ghisoni Francesca
- Giacomini Enrica - Giannini Enrichetta - Giannone prof. Giu-
seppe - Gìbelli Clelia - òiudice Maria• Giuliani M. L. - Gnec-
uh.i Celeste - Gol<JSio Giovanna - Grampossi Agnes" - Grossi
Aldina • Gruiano suor Vincenza - Grim1aldi l\\1Additleru, -
GrisetU Pier Carlo - Gu.eei Arca:ngela - Gucn:onl Fernanda
- Gullino Giovanni - locuzzo Salvatore - Ippolito Elvka •
1.$<:ppi Severina - Ival,di Clelia - Juvanon Tc;csa • Lnbella
Ignuia Landerghinl Teresa - Lanted Maddalena Lanvario
Colombina ved. Raie - Latu1'11 ltalia - Lentino Gavina - Leocata
Miria - L eto Antòrùetta - Libreria Fili_ppa e Giuseppa - Lobinn
Emma - Loeatelli Giovanni Lombudo Caruso Cr~la
Lo Monaco Elina - l.o Presti Michele - Loss Ennenegilda -
Lugano Teresina - Luongo Amelio - Maçcarìni Rosanna •
Macciò Maddalena - Maffolinì Francesca - Mainetti Luigi
- Malabu.sìni Giuseppina - Mancuso Paolirui - Mancnti Gia-
como - Maquignaz &rnfll'detta - Marabelli Chiara - Marcel-
lini R ista Ccciii• - Marchesi Ida - MIU'ci\\l•io Carolina - Mnri-
nelli Giovanni • Mortini Marghuira - Mascherpa Teresa
Masini Lucia - Massiglfa Angela - M11ttes<:o Eli$1lbettR - Ma-
viglia Edea - Mazzone Maria - Mllzzucchi Costaru;a - Maz-
11<ullo Rosa • Meinardi Albera Ten,sa - Mèn1Jo Matta Vittoria
- Merlo Pierw - Messirui Francesca • !\\{iccich6 Anna Mich,:li
Colomba - Mìche1.ini Carmeo - Mìlan Sèbutiano • MilaneSé
Pierina - Miltet Adelina - Miz:zi Rosolba - Molinnri Alberto
- Molino Luigia • Mona~tti AdalgiSll - Munisteri Venere -
Musso Anna - Musso Enninia - Nannòni Antonio - Nedri
Elf:Onora • Nicola Palmina - Nicoli Cesira • Obinu Teodora
- Onorata Angela - Oczilli Caterina • Ottone Alfred.o - Pagliott.i
Micono Annetta - Pattnarco lda - Pai.,..,ni Itala - Palmieri
Demo.dia - Papacehinì Oscar - 'Pasina Lucia - Pavia Sè1'116na
- Pazienza Egidio - Penso Eufemia - Perino Zoccocasa Antonia
- Pesavento Albèrto - Pcttinaroli Lydìa • Peveri Teresa -
Piazza Angelina - Piccini Mariuccia - Piccirilli MfU'ia - Pierac-
cioni Bat[gnani Lina - Piotti Bognoni Antonietta - Pizzi F1irt11·
natina - Pluchinot10. Concettina - Pometra Santirut • Porta
Annunziare - Porta Antònio - Potecchi Esther - Po:tzi Costanza
- P-ozzi Muia ved. Sangiorgio Prandi Paolo - Priarone An-
dreina - Provasi Maria - Punzi Maria - Rainoldi Amedea -
Raschctti Ida Re Edmea - Re Margherita - Ribero AnnQ
- Ribizzi Catetiru1 - Rlgamooti Marin - RinaIdi Csrmela • Roasio
Maria - Rob1tldo Ida - Rocca Elisa - RQggero Palma - Ronchi
Anna - R<JS!etti Maria Cecilia Rl>6si Giovanni • Rossi Mari•
Ruggcri Giuditta • Salvadori Margherita - Salvetti Delfina
- So.mmartlno Francesco - Sanguìnotti Olga - Sanna Francese•
- Sauo Anm1 - Saviottl Ginetta Savoini Pio e Maria - $carpio
Lena - Sb1'11Jli Luigia - Scrvidio Concerta - Severgnini Clelia
- Sferra=• Giw,eppina • Silipo dott. Antonio - Sirnorùni
Montanari Luciana - Simonorto Francesca - Sina Luigina -
Soldo Amelia - &menzi Camilla • Soi:i?e Pasquale - $pingardi
Maria - Spreafichl Lavinia • Tacca M~herira - Tagliabue
Pietro - Tanol RiCCllrdo - Tardìtl> Valentina - Tavella Elisa
- 'I'averi Alfredo - Tcrizzi Olga - Thea Stefano - Tirendi
Giuseppe • Tiretto Flora • 'l'or,;hio ChiUSll.Oo Gi\\lseppìnn
- Tosinl Stefano - TozzoPalmira - Troi Candida - Vacca Luigi
- Vaccbclli Salonnc - Vai Bcllola Mariuccia - Vallazza Piera
• V-altorta Muto Carlo - Vecchio Domenico e Carmclina -
Viganò Carlo - \\'igs;nb R<:llinn - Vignolo Ida - Vimercati Chia-
rina • Zane!Ji Enrico - Zanìni Angelo - Zcrho Gaetano - Zinelli
Booio Teresa • Zugolaro Nerina.
29

4.2 Page 32

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Non dava più segni di vita
Il mio nipotino Salvatore passò i primi giorni
di vita normalmente. Ma al quinto giorno
ebbe uoa crisi violenta, diventò di color nero
e non dava più segni cli vita. Appena i dottori
lo visitarono, non diedero alcuna speranza: il
bimbo era àsfittico e cianotico. Chiamammo
subito il sacerdote, che gli amministrò in casa
il S. Battesimo. Io mi rivolsi con fede a San Do-
menico Savio, posi addosso al bimbo l'abitino
invocando la grazia con fervore e feci mental-
mente La promessa che avrei fatto una colletta
tra gli amici per propagarne la devozione.
Ora i.I mio nipotinp ha otto mesi, gode buona
salute ed è abbastanza florido. Rendo pubblica
la grazia, invitando le mamme a ricorrere
con fiducia al caro Santo.
Na{J<)li-Vomero
CARMELA FERRARA
Trascinato da una moto
per quattordici metri
Il mio Nicoluccio di 10 anni, mentre si tro-
vava davanti all'uscio di casa, venne travolto
da una $'rossa moto che lo trascinò per ci.rea
quattordici metri. Trasportato all'ospedale in
condizioni disastrose, fu sottoposto a compli-
cati interventi e rimase per otto giorni tra la
vita e la morte con prognosi riservata. Non
so dire quante preghiere abbia innalzato a
Mari.a Ausiliatrice e a San Domenico Savio;
e oggi posso dichiarare che il mio bambino
è guarito bene. Anzi lui stesso ha voluto
preparare una lunga e commovente relazione
che io hp c,red11to oppo,ttµno riassume.i-e i
poche righe. Ora la Vergine Santa e San Do-
menico Savio me lo salvino da ogni nuovo
pericolo fisico e morale.
Messina
ANGELA CORONATI
Mt1llna D'Agoslino Focolano (Collesano - P.ttertno) _rac-
cpmandata 1A sua creatura a S. D. S., potè averla wva
da mali congeniti e da strapazzi subiti.
Ivano Jliltnco (Toritto) con l'aiuto di S. D. S., potè subire
un impon.ante e"4me con tranquillità e con felice esito.
Marha Gemma (S. Antioco - Cagfori) eSQrta rutte le
giovani madri a ricorrete con fiducia a S. D. S. per
essere esaudite come lei.
Lina Rublnl (Geno11a) porge vivi ringraziamenti a S. D. S.
per averle salvata la figlia e la sua creatura neU'estremo
pericolo.
MarlSa Quadri (Berg11mo) ebbe salvo per mediµione
di S. D. $. il suo secondogenito, nato rnolto prematuro.
30
lolanda Si,;ldaro (Agrigento) con l'intercessione di S. D. S.
potè aver salva la bambina colpita da h'TIIVe brnncopol-
n1enite.
Carmen da Venezia (S. Donà di Piave • Venezia) con
I.a sorellina raccomandò a S. D. S. babbo e mamma
~ttenendone la guarigione.
Vincenzo Glambrone (CammaraUl - Agrigento) operato
con difficoltà, .,bbe giorni dolorosi per una suppurazione
quasi mortale, ma raccòmllndando.;i a S. D. S. fu salvo.
Licia DI Sa:ntolD in Zutlanl (Peonis • Udine) con la pro•
tezione di S. D. S. dopo cinque anni di matrimonio,
potè avere una bambina.
Annamaria Andreis ($. Lazuro di Lavis - Taranto)
wicl salva c.b complic"7.Ìonj p~rìcolosc nella i;ua mater-
nità, grazie all'int~entO di S. D. Savio.
"Marlangela PU$lnerl In Barca (Pavia), affett:;1 c.b graw
occh.tsione intestinale (vòtvolo), nel subire la difficil•
operazione, !li 11,mtl confortala da S. D. S., e in pO<;hi
giorni si avviò a una rapida guarigioni:.
Gl<W!ppe Botionc (Bug\\lggiate - Vnr«e) rutto asJittico
~embrava votato .alla moue, ma fu salvo per la pro-
tèZione di S. D. Savio.
Secondo Greppi (Stroppiana • Vercelli) inizia.la una no-
vena a S. D. $, per li nipotino gravemente ammalato,
lo '(id~ prontamente sfebbrato e poi guarito.
Aenese Masoero (Torino) trovandosi in {ITI'vi difficoltà
di parto, ottenne da S. D. S. la grazia della vita per
e per il bambino.
Maria Peraboni (Brugherio - 1\\1Hano) dovette essere
operata d'urgenza per fibroma ehe le huicil> una ,forte
febbre e un secondo pericolo; ma invocsndo S. D. S.
si tfOvÒ preno in via di guarigione.
Agnesina Pu11l.l.ri Monarca (Se5~a Aurunea • Cll!lerta)
per intercessione di S. D. S. ha avuto la bambina guariti!
da affezione bronchi.aie,
Alina Cab.allo {Nardò - Lec:ce) bisognoi;a di aiuto, si
rivolse con i parenti a !-. O. S. ottenendo grdic llumt:r<'J$e
e commoventi.
Teresa Cappellettl (Cassolnovo - Pavia) ringrazia di cuore
S. ù. S. per la eognata salva da pve infc:z:ione tetaniéa.
Marta Pagllaro in Bdluomo (S. Stefano Camastra - Agri-
gento) per interceslione di S. l), S, fu llalva col neonato
in difficiH circQll.tanze.
Fellolano Formato (Buonalbergp • Benevento) ebbe la
bambina guarita da bronchite in cin.:ostanzo straordi-
narie, appena la raccomandò a S. D. Savio.
Eugenio Zecca (Sondrio) guarito, in pochissimi giorni
da un disturbo che dura-va da vari mesi, senre il dovere
di ringraziare S. O. Savio.
Melina Zucchetti (Salerno) con l'abitino e la divozìone
a S. D. S. ottènn~ la guarigione per sè, per una nrpote
e per un nipotino.
Giuseppe e Bruna Mancln (Torino) con la divozione a
S. D. S. ebbero una bdla bambina, quando le speranu
umane diventavano sempre più deboli.
Ausilia e Pltte{ovan.ni Gonella (Torino), hanno invocato
S. D. S. e oggi sono genitori Cd.id.
Gianstefano VMSallo (Alessandria) $Otto lo. protezione
di S. D. $. si rimise quasi miracolosamen(e.
Maria Cid (Torino) riconosce tome grazia di S. D. S.
la nascita d~ll,i. •WI piccola G~bciella.
Filomena e Giuseppe Ricco (Cesano Madem<;> - Milano)
ritengono cpme dono di S. D. S. la n11scita della pri-
mogenita.
Margberilll Caviggha (Rovasenda • Verce{li) si proclama
salva per miracolo in,,ie.rne cQn la sua bambina per in•
tercessione di S. D. Savio.

4.3 Page 33

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Chiede e ottiene guarigione e lavoro
Oal novembre 1964 ho cominciato a inse-
rire nelle mie orazioni quotidiane la preghiera
a Don Filil)po Rii:aldi, st~pata a ter~o deUa
sua immagme, chied~ndogh .d_ue grazte.. .
La prima era la mia guar1gtone, trovandosi
il mio fisico in grave stato di esaurimento
nervoso e deperimento organico, tale da essere
stato costretto a farmi ricoverare per due mesi
in clinica specializzata. Tale grazia mi fu
concessa lo scorso aprile, quando mi trovai
perfettamente guarito e in piene forze fisiche.
La seconda era inerente al lavoro, dato che
dall'agosto del r964 ero disoccupato. Anche
questa grazia, m1 fu concessa, precisamente
nell'agosto scorso. In forma del tutto in~pe-
rata e provvidenziale mi è stato posS1bile
trovare un ottimo impiego con mansion~ e
retribuzione superiori ad ogni mia aspettaùva.
Mentre da parte mia continuerò a pregare
perchè Dio glorifichi Don Rin:i,ldi, chiedo
umilmente che quanto sopra Sta stampato
nell'apposita rubrica del Bollettino Salesiano.
CarmagnoTa (Torino)
GIOVANNI CANONICA
Chiedono un segno della sua protezione
In seguito a caduta, una mia sorella ripor-
tava una forte contusione alla schiena in cor-
rispondenza della base del polmone sinistro.
A tutta prima non diede importanzà al fatto,
ma perdurando il dolore, si_ sottopone,:a a
visita medica. All'esame .radioscopico risul-
tava un versamento per cui si rese necessario
un accertamento diagttostico. li liquido estratto
attestò trattarsi di pleurite emorragica. Dopo
ripetute estrazioni perchè il liq~do_ si ri~4:>r-
mava continuamente, le condiz1oru dell Ln-
ferma non accennavano a migliorare, anzi
peggioravano, tanto che i medici _dell'ospedale
si mostravano assai preoccupati. Fu allora
ohe esortai mia sorella a riporre tutta la sua
fiducia in Don Rinaldi e a incominciare in-
sieme una novena al Servo di Dio, supplican-
dolo che per la festa dei . Santi ci desse ll;fl
segno della sua intercessione presso Marta
Ausiliatrice.
Intanto il primario dell'ospedale decide~a
di praticare all'ammalata una broncoscopia,
ma il giorno 2Q otto~re volle so_tt~porla an-
cora a radioscopia, e nmase meraVlghato osser-
vando il polmone, vedendolo schiarito, senza
più traccia di liquido.. Dichiar;ò q1;1i.ndi. i_nu~
tile la broncoscopia e diede subito d1spos1z1001
per la sua dimissione.
Siano rese grazie a Don Rinaldi, che già
in altre occasioni ha dato prova di particolare
protezione su tutti i miei cari.
/lr.roli (Roma)
SUOR MARGHERITA SANTAM'ARIA
Guarito da nefrite emorragica
Ero stato colpito da una nefrite emorragica
contratta per un colpo di freddo durante una
partita di pallacanestro a scuola. Dopo tant-<:
amorose cure da parte della mamma e dei
medici, in seguito a consiglio di don Battista
Seneci, ho chiesto la grazia al Servo di Dio
Don Filippo Rinaldi e ho pregato con tanta
fiducia e tanto fervore che dopo poche set-
timane era scomparsa ogni traccia della mia
terribile malattia. Da tempo ho ripreso gli
studi con profitto, e deJ mio male più nessuna
traccia.
Inutile dire quanta deVO'LÌone io conservi
per Don Filippo Rinaldi, a cui a ogtti più
piccola difficoltà mi rivolgo col pensiero e
continuo fidu<:ioso il mio cammino.
Vam"
SERGIO BIGNAMINI
Maria Grlol (Pinerolo-Torino}, sofferente di cuore, per
due volte colpita ds aeussì potè rimèttersi in salute con
la pnghiera a D. F. Rinaldi.
Maddalena e Alfredo Te_ppatJ (Al~Q-TOrino) in C8$0
di malattia pregllt'Qno D.F'.R, ottenendo miglioramento
e grande consolnione.
Sandro R«:sttJll (Vedano Olona-Varese) invocando.con i
Camiliari D.F.R. riottenne la salu~ al babbo col!)il() d~
infarto e bronco-polmonite.
Margber:lta Bolla (Torino) ringrazia puhbliuamente
D.F.R. per molteplici grazie ricevure.
Sac. ltentielo Bianwssi (Bognanco Terme-Novata) di-
chiara. di serbare particolare ticonoscen~ a D.F.R. per
l'assistenza avuta durante una diflkile Operazione.
Mvla Bosc1> (Pisa) raccomandò a 0.F.R. il figlio ~o-
raggiato negli studi, e gli ottenne salute e buon es,10.
Marianna Papa (Calatafimi-Trap11ni) presa ds gravi di-
sturbi in alta mt>ntagna, si sentl guarire improvvi11Bmcnte
per la preghiera di un'amiça a D.F.R. Ringrazia e invia
offenc.
Rlta ~ o (Roma) ringra'(ia 1).F.E. per il ~lio
studente, prima sfiduciato, pQi vole.nteroso e promosso,
Emma Creato (Lanzo-'I'orino) avendo un oìpotino in pe-
ricolo di vita per illllufficienu organica, lo raccomandò
a D.F.R, e ne ottenne la gu,ucigione.
Suor Maria Teresa Botsford, F.M.A. (Choaica - Perù) nel
sottomettersi a una pericolo~a Qpera:i,ione. ~ir:ur~ica si
raccom11J1dò a D. F. R. e ne ottenne la guar1g1one.
31

4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIA/11 DEFU/ITI
Don Enrico Bruckmann t a Yucay (Perù) a 89 anni.
Don Sebastiano Motta t a Roma a s, nnni.
Don Gabriele Moreno t a Campano (Spagna) a 77 anni.
Coad , Gaudenzfo Ughetto t • Piossasco (Torino) a Sa anni.
Coad. Sebastiano Amando t a Piossasco (Torino) a 6s anni.
Coad. Edoardo Essi t a Graz (Austria) a ss anni.
Ch, Giacinto D almonfco t a Taquari (Basile) a 21 anni.
Ch. Eugenio Ramircs t a Zamora (Mexico) a 21 anni.
OOOPERATORI DEFUIITI
S. E. Mons. EGIDIO LARI
Vescovo titolare di Tiro, t a. Rom.a. a 83 anni.
La Fa.miglia Salesiana gli serberà viva e duratura riconoscenza per i
molti tratti di paterna bene-volenza e per i-assistenza fattiva e premurosa
che ebbe per i Salesiani c.omc Nunzio del Santo Padre in Bolivia e
in Persia. Anche ìn Italia fu largo dì aiuti ai figli di Don Bosco, ai
quali avrebbe voluto donare un Istituto a Montecatini; non essendo
stata poHibile 111 realizzazione dei suoi generosi desideri, volle nlmeno
arricchire di una hélla chiesa l' htituto delle Fìglie di Maria Ausiliatrice.
Mons. Brizio Umberto Mario, Canonico Arcidiacono della Cat-
tedrale di Cunto, Dfrettore deU'Ufficio Amministra.tivo, Membro
della Commissione, dì Arte Sacra, Assistente Dioce,ano delJ'UDACl
f a Cuneo • 76 anni.
Una sua precisa disposhdane testamentaria ci vieta di tratteggiare la
figura di questo Sacerdote assai benemeri-to, che spese fino all'ultimo
le sue energie fisiche intellettuali e mor-aJi al $ervizio della Chiesa in
delicate mnnsionl, tra le quali quella dì aver retto la Diocesi come
Vicario Capitolare. Ci sia però lecito raccomandarlo ai suffragi dei
nostri Cooperato.ri quale Direttore Diocesano dei Cooperatori Sale-
siani della Diocesi di Cuneo, grande devoto di Don Bosco e membro
affezionato e illll!tre della noscr-a FamigJia.
Dott. Domenico Tuccf t a Caserta a 93 anni.
Circa 70 anni di professione medico hanno dato al dott. Tuccl la pos-
sibilità di mettere a servi.zio del prossimo sofferente la sua onestà pro-
fonda. lt sua squisita carità, profumata dal sac.rificio quotjdiano di s~.
il sorriso dolce e $ereno che ,i irradiava dal suo volto or-nato dal can-
dido pfazo. L a nostra Famiglia lo ricorda con riconoscenza come me-
dìco dell'Istituto Salesiano di Caserta, al quale riservò i troni più
squisiti del suo grand~ cuore-.
LeoJIJlrdo Cinellf
:Exallicvo esemplare di San Severo, condusse una vira che fu testi-
monianza luminosa del bene che l'Oratorio Salesiano ha fano al po-
polo dì quella fiorente città. Ricoprl importanti ca.tiche nei movimenti
diocea.a.ni, svolgendo Ja sua p~eziosa opera di apostolo laico.
Oeom. Giorgio Bianchi t a Torino il 3-Xll-1965.
L'amore che portava a Don Bosco. lo spinse a sostenerne le Opere
con grande zelo e geoerosa dedizione. Sempre pronto a ogni attività
di bene, si pr:odigò per alleviare. sofferenze e miserie; ebbe per tutti
una parola buona e confortntrice.
Giuseppe Malnardi t a Bricherasio il 10-xu-1965.
Lavoratore cristiano riceo di sano ottimismo, aveva creato nella famiglia
il clima adatto dello vocazione del figlio Bartolomeo alla vita salesfana.
Un anno di sofferenze sopportate senza lamenti lo preparò aJ premio.
Una bella e simpatiça rappresentanza di falesiani e di ragani del
primo Oratorio festivo cli Valdoceo lo accompagnò fino al camposanto.
Zelide ButtarelU t a Frascati (Rom11) il 20-xa-1965.
Cooperatrice fin dal 1935, presentò in se stessa il tipo della vera madre
cristian:1. Ne.Ila famigfil), ove educò quattro figli, nell'apostolato untlte
e sileru:ioso verso i bi&ognosi e nella cura delle giovani vocazioni,
esercitò le sue elette virtù. Accompagnò al sacerdo~io due figli, di cui
uno, don Armando, salesiano.
Prof. Maria Trabucchi t a Torino.
Cooperatrice zeJante e generosa, nella "Sua. m1s.s1one di insegnante
rivelò grandè bonti di cuore, e seppe donare alla acuola le sue belle
doti cli scienza, pietà e serenità. Aiutò e beneficò ge.oerosamente quanti
potè, mirando a portare tutti a Dio con la carità.
Cedlla Salamatf ved. Celan( t a Frascati (Roma) il 16-x11-1965.
Visse nel sacrificio e. nell'umiltà della sua vita semplice e generosa.
Sposa e madre esempio.re, tutta dedita aJla criniana educazione dei
figli, ne offrl uno \\Ù Signore come sace:rdote salesiano.
Maestra Prudensa QavfnellJ t a Gorgallo (Novara).
Ad amare Don Bosco fu spinta anche daJla &un missione di educatrice,
quale in.segnante nelle scuole elementari. Fu Cooper"trice. zelante e
Zelatrice del Centro Cooperatori di Gugallo. Come tale, adempivo
fino allo scrupolo i compiti che le erano stati assegnati. Era. l'anima
delle attività salesiane del paese, in pièlla armonia col Parroco Decurione.
Amabile Mantrid t a Capranica (Viterbo).
Cristiana di fede e bontà non comuni, devotissima di San Giovn..nni
Bosco, del suo spirito alimentava il suo vive.re cristiano. r funerali
furono una testirrionianza della stima di cui godeva nell'inte.ra popo-
lazione di Capranica.
Giulia Caputo t il 30-XI-,965 • Roma.
Anima eletta, aperta a ogni forma di bontà, fu Cooperatrice. Dele-
gata c. Consi1tliera locale. Convinta deJla bellezza della cooperazione
snl-esiana1 diede la sua opera con fervore e, modestia ammirevoli, par-
ticolarmente a favore delle missioni e delle vocazioni.
L mitiamo i Delegati e le Delegate dei Cooperatori a
comunicarci co11 premurosa sollecitudine il decesso dei
membri della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani,
allo scopo di affrettare agli estinti i suffragi prescritti
e di far conoscere ai nostri lettori la scomparsa di tanti
cari membri della nostra Terza Famiglia. Se poi si
tratta di Cooperatori che hamio particolari benemerenze,
sarà nostra premura, 11ei limiti consentiti dallo spazio,
darne notizia in qt1esta rubrica del nostro Bollettino
ALTRI OOOPERATORI DEFUIITI
AmbTosino O. Sebastiano .. Annaratone Maria - Antinori Luigj ...
Baldini Cav. Cesare - Barbanti Luisa in Dc Felici - Ba11iston
Antonio - Bau Vittorio - Becio Giuseppe - Bentivoglio conteu:1
Ippolita - Berneri Albina - BoccAleri Maestro Prl mo - Boggiano
Pico Sen. Prof. Antonio - Bonanomi Maria - Bonomo Giuseppe
- Bordone Edoardo - Borgatéllo Prof. Carlo - Boria Caterina -
Brunotto Giacomo - Bruaatore Dòtt. Carlo - Burla Celestina
vcd. Ricaldonc - Calcagno Michele - Callegari Emilio - Canessa
Angela - Cavallero Spirito - Cdi Giuaeppina - Cctcbiai Emilio -
Cerutti Luigi - Chior Giuseppina - Camola Lorenzo - Cònte Gio-
vanna - Dcambroais Rosa - Dc Martlni Falaguerra Rosina - Ercoli
Giuseppina - Farroni Tersilla - Fellin Giusèppina - Ferrari CelèStina
- Ferro Maria Clotilde - Folli Alba - Ga11getta Luisa - Galeone
C..iro - Gallo Ernesto - Ghio Filomena - Giordani Eliona - Giun-
toli Carolina - Goionni Dide - Italia Pietro - Lanteri Agostino -
Lenzi Lidi.a - Leotta Salvatore ... Livo Enrico - Liva Giuseppe -
Lorenzo Pietro - Lucac.cini Vincenzo - Luminari Ròsa in Antoniani
- Mambclli Antonio - Mancini Teresa - Mancuso Annamaria
.. Marini Esterina - Marino Nicolooi Maria - Masera Maria
Milone&i Renzo • Mussat Pietro - Nicola Alfredo - Nigrinelli Llheca -
Ottenga Paretti Maria - Pandolfi Vittorina - Pardi Filomena - Passa-
lacqua Angelo - Perria Spanu Efisio - Primotti Attilio - Puddu Filo-
mena - Ricaldoni Benilde - Riggio Maria - Risso Maria ,•ed. Consi-
gliere - Robotti Giulia - Romanello Adele - Rossi Angelo - Rossit
Faustino Rovera Maria in Gatavello - Saibene Pietco - Santi Dott.
Vincenzo - Santini M:~elio - Sarti D. Paolo - Scintu Felicina - Sena-
tori Bianca - Simone Alberto - Spagnolo Giovanni - Talamona Gio-
vanni - Tessaro Giovanni - Tidona Maria - Tiossi Ottorina - To-
Jentini Caterina .. Toni comm. Giulio - Torasso Giuseppe - Traveno
Gio. Battista - Unia Maria - Valapcrta ing. Luigi - Villa Maria -
Zanetti Giovanni - Zatti Felice - Zeni Margherita - Zoccbi Maria.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede In TORINO, eretto In Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può legal-
mente ricevere Legati ed Eredilj. Ad evitare possiblll contestazioni si consigliano le seguenti formule:
Se trattasi d'un legato: «... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede In Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure)
l'lmmoblle sito In... ».
Se trattasi, invece, di nominare e rede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa:
« ... A nnullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede In
Torino, lasciando ad esso quanto ml appartiene a qualsiasi titolo».
(luogo e data)
({Irma per esteso)
32

4.5 Page 35

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CROCIATA
MISSIONARIA
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
A v vertiamo che la pubblicazio ne di una Borsa Incom ple t a s i effettua quando il v e rsament o Ini-
ziale rag giunge la somma d i L, 25,000, o v v ero q uando tale som ma vien e raggiunta con offerte success ive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate
BORSE COMPLETE
Borsa: DonTommasoMasera e sorella suor Ma•
ria, salesiani, a cura di Margherita Masera
(Torino). L. 50.000.
Borsa: Marla Awilllalrlce, S. G. Bosco, maestro
e padre, e don P. Be1TI1tl, a cura di Alberto
Arnodo (7•) (Vicenza), L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco, maestro
e padre, e don P. BerruLI, a cura di Alberto
Arnodo (8•). L. 50.000.
Borsa: Brlgi don Tolmino, a cura di P. F.
(1•) (Torino). L. 50.000.
Bol'Jia: Brigi don Tolm.lno, a cura di P. F.
(2•) (Torino). L. 52.000.
Borsa: S.Marla di Nazaret, a cura di mons. Tro-
fello (Sestri Levante). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, pro-
teggete me e i mieì cari, a cura di N. N. (To-
rino). L. 50.000.
Borsa: S. D. Savlo, p.g.r. e chiede11do prote-
zio11e, a cura di Carta Antonietta (Cagliari).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
Santi Salesiani, i11 suffragio e ricordo di Gì,t-
uppe Francesco La Spina, a cura della moglie
e delle figlie (Agrigento). L. 50.000.
Bo~a: Brero Giacomo e Maddalena, 11 cura
di Brero Stefano (Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, p.g.r.
e perchè proteggano sempre i loro figliuoli, a
cura di Pietro ed Evelina Busnengo (Roma).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrjce e S. G. Bosco, otte-
mtui la gra..-ia desid•rata, a cura di Ivaldi
Carmellina (Torino). L. 50.000.
Borsa: Don F. Rinaldi, a cura della famiglia
Ca~rini (Mendoza). L. 50.000.
Borsa: Don Rua e D on Rinaldl, per la gua-
n'gio11e del frattllo, a cura di Clara (Torino).
L. 50.000.
Borsa: Artlco prof. d on Giuseppe e A. To-
gnuni, a cura di Lantleri Ferruccio (Torino).
L. 50.000.
Borsa: s. Giuseppe, secondo le intenzioni
di Giovanna Carboni Moroni (Pesaro).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, per la formazion•
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