Bollettino_Salesiano_199502


Bollettino_Salesiano_199502



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Febbraio 1995
ANNO 119 N. 2
Febbraio 1995
Sped. in Abb. post. (50) · Torino
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
FORUM:
GIOVANI
D'IRLANDA
L'ESORCISTA
E GLI STREGONI

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di don EGIDIO VIGANÒ
L'ASSEMBLEA
GENERALE VDB
' ' A luglio
l'assemblea
generale delle
volontarie di Don
Bosco (VDB).
Un ramo dei più
significativi della
Famiglia
Salesiana,,
2 - FEBBRAIO 1995 IJS
L e Volontarie di Don Bosco (VDB) di vita consacrata erano già solidamente
sono una realtà abbastanza recente poste , con anticipo sulla storia che si
della Famiglia Salesiana . Se ne parla sarebbe compiuta più tardi.
poco. Chi sono e cosa si propongono? Questo accresce la nostra curiosità. Ci
Siamo di fronte a un fatto così originale potrebbe dare qualche altra notizia?
che non è molto semplice cogl ierlo in tut-
ta la ricchezza di una intuizione, divenuta
oggi realtà , riconosciuta in -~aniera uf-
ficiale dalla Chiesa. Una nov1ta dello spi-
rito del Signore . Mi riferisco agli isti~uti
secolari di vita consacrata. Tra questi c1
sono anche le Volontarie di Don Bosco .
Se riesce difficile nel mondo contempo-
raneo comprendere la vita religiosa, anco-
ra più difficile è comprendere il significato
e la funzione della secolarità consacrata.
Le Volontarie di Don Bosco nel mondo
sono oltre mille . Dicd queste due parole
"nel mondo" e "mille" con tanta emozio-
ne . Penso, per esempio , all'Est dell 'Eu_-
ropa. Impenetrabile, si diceva da molti.
Eppure c'erano e operavano le Volon-
tarie di Don Bosco. Crescevano, anche
di numero.
·
Penso , per fare un /altro esempi?, all e
professioni difficili da un punto d1 vista
di armon ia tra profano ed evangelico,
Qual è lo specifico delle Volontarie di tra professionalità di ~lta qualifica e im-
Don Bosco?
pegno di vita cristiana rad 1cal_e, al
Le Volontarie di Don Bosco hanno tre
valori coessenziali nella loro vita : la se-
colarità, la consacrazione, la salesianità.
Rappresentano le tre fonti
mondo della biologia, dell'ingegneria ge-
netica e ad altre professioni di frontiera
etica. Ci sono in questi ambienti avanzati
Volontarie di Don Bosco .
della vita e dell 'azione, le
Non posso far nomi: qui è
tre motivazioni dell'identità,
d'obbligo il riserbo, quello
le tre caratteristiche della
che praticano nella vita le
loro tessera di riconosci-
stesse Volontarie. Non di-
mento.
cono ai quattro venti la
Non c'è un prima e un do-
loro vocazione: la vivono.
po fra i tre valori; si richia-
Dicevo la mia emoz ion e
mano, si intersecano , si
per la seconda parola
integrano, si sostengono e
"m ill e". Abituati ai grandi
si sviluppano vicendevol-
numeri, alle cifre astrono-
mente e contemporanea-
miche , un numero così ci
mente. Una situazione ,
colpisce poco. Esse rap-
quella della Volontaria di
presentano però una forza
Don Bosco, si direbbe og-
gi "di frontiera". Vive e
Volontarie: il sorriso
di Don Bosco nel mondo.
reale , una presenza diffu-
sa, che desta interesse e
opera nella tangente Chie-
suscita attenzione al van-
sa-mondo. Una posizione scomoda, ma gelo e alla persona del Signore ~esù.
strategica .
C'è anche da richiamare l'attenzione sul
La Chiesa organizzò in maniera struttu- fatto che si tratta di "donne consacrate".
rata le modalità di questa vita solamente Nell'attuale momento storico e culturale
nel 1947, con un documento che rimane esse vivono la responsabilità del contri-
singolare e fecondo di futuro: la Prov- buto da dare per una migliore compren-
vida Mater di Pio Xli . Don Filippo Rinaldi sione della dignità, del ruo lo e dell'ap-
operò solo fino al 1931 , anno della sua
morte. Le basi e le condizioni (anche se
porto della donna per il rinnovamento
della società.
non la terminologia) di istituto secolare
A cura di Angelo Montonati

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Mensile di informazione
e cu ltura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE RESPONSABILE:
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Margherila Dal Lago - Giancarlo
De Nicolò - Franco Lever- Francesco Motto
Collàboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Serge Duhayon - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Antonio Mélida -
Jean-François Meurs - Pietro Moschetto -
Angelo Montonati - Giuseppe Morante - Gaetano
Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
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Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro
Scalabrino
Progetto grafico e Impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Archivio: Guido Cantoni (Roma)
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
Spedizione : SEI p.a. - Torino
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa: ILTE - Torino
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403
del 16.2.1949
Collaborazione: La Direzione invita a mandare
notizie e foto riguardanti la Famiglia Salesiana e
s'impegna a pubblicarle relativamente alle
esigenze redazionali. Testi e materiani inviati non
vengono restiluiti.
Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
(Gianni Filippin) - Vi~ Marsala 42 - 00185 Roma -
Tel. (06) 44.60.945.
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali
e 19 lingue diverse (tiratura annua
oltre 10 milioni di copie) in: Antille (a Santo
Domingo) - Argentina - Australia - Austria -
Belgio (in liammingo) - Boemia - Bolivia -
Brasile - Canada - Centro America (in Guatemala) -
Cile - Cina (a Hong Kong) - Colombia - Croazia -
Ecuador - Filippine - Francia Germania -
Giappone - India (in inglese, malayalam, lamil e
M~;:~ ~~·:tt1~~~rad~
::!~f:oa--gl~~~; ~crea del
Paraguay - Perù - Polonia - Portogallo - Slovacchia -
Slovenia - Spagna - Stati Uniti - Thailandia -
Ungheria - Uruguay - Venezuela - Zaire.
DIFFUSIONE
Il BS è un dono-omaggio di Don Bosco a chi lo
richi ede.
Copie arretrate o di propaganda : a richiesta, nei
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vecchio.
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Conto corr. post.
n. 46.20.02 intestato a
Direzione Generale Opere
Don Bosco, Roma.
Febbraio 1995
Anno 11 9
Numero 2
In coperti na,
«Mamme a tutti i costi »:
il punto sull ' ingegneria
genetica, alla vig ilia
de lla «Evangelium vi tae»
(A lessandro Ri sso-a pag. I0).
10 BIOETICA
Un figlio a tutti i costi
14 EL SALVADOR
Arturo Rivera y Damas
successore di Romero
19 DOCUMENTI
L'immigrazione ci coin11olge
21 FORUM
La voce dei giovani d'Irlanda
26 ANNO DELLA TOLLERANZA
di ALESSANDRO RISSO
di UMBERTO DE VANNA
di GIANNI FRIGERID
di EDDIE FITZGERALD
Solidali 11erso i nuovi poveri
30 FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
Hong Kong, la città 11erticale
34 ATTUALITÀ
L'esorcista e gli stregoni
di BALDASSARE MELI
di MARIA ANTONIA CHINELLO
di ELVIRA BIANCO
RUBRICHE
2 11 Rei/or Maggiore - 4 ll 1'11nto giovani - 6 lii 1/alia nel 1111J1u/iJ - 8 Lettere - 13 Come 0011 Bosco -
17 Il mese in libreria - I8 Zoom - 25 Cinema - 29 Il diario di A11drea - 33 0111/e 111issio11i - 37 Osser-
"''torio - 38 / noslri san/i - 39 Visto da vici110 - 4 1/ nostri morii - 42 Solidarietà- 43 111 primo pi11110.
21 La Pace in Irlanda
39 Don Bosco visto da vicino
/JS FEBBRA IO 1995 - 3

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di Carlo di Cieco
ORA I PANTALONI
ALLE RAGAZZE
NON BASTANO PIÙ
V olevano i pantaloni, ora vogliono
la laurea. Sulla via del riscatto
femminile , le ragazze italiane hanno
raggiunto un importante traguardo
culturale. In linea con i paesi più pro-
grediti dell'occidente, anche in Italia,
ormai, sono più le lauree al femmini-
le che al maschile . Una sorpresa
uscita dal cilindro statistico dell'lstat
per l'anno scolastico 1993-94. Più
della metà degli iscritti all 'università,
nel nostro Paese sono donne. La
presenza femminile nelle università
ha superato per la prima volta il
livello del 50% sia tra gli iscritti (esat-
tamente sono state il 50,8%), sia tra
i laureati e i diplomati che sono
donne nel 52,3% dei casi.
SECONDO L'ISTAT il gruppo di cor-
si di laurea che ha fatto registrare il
maggior numero di iscrizioni è anco-
ra quello letterario che ha raccolto
quasi il 20% delle preferenze. A let-
tere c'è stato anche il più alto nume-
ro di laureati e diplomati (il 20,3%) e
la più alta presenza femminile . Le
donne sono state il 79,4 degli iscritti
a lettere e 1'83,5% dei laureati.
Resta al nord Italia il primato delle
donne universitarie, ma anche il cen-
tro e il sud non scherzano.
NEGLI STATI UNITI recenti studi ri-
levano che le donne, ragazze com-
prese, comperano più libri di lette-
ratura, arte, teatro . Qualcuno vede
questo fenomeno come una nuova,
tappa della discriminazione perché
lascia ai maschi il primato del pote-
re, della scienza, dell'economia e del-
la tecnica. Solo in apparenza. In Ca-
nada si registra una crescita con-
tinua di ragazze a legge, medicina,
farmacia . Nella sola città di Montreal
le ragazze iscritte a legge sono pas-
sate dal 37% del 1975 al 63% nel
1993. Alcuni studiosi temono che i
ragazzi nel prossimo millennio non
4 - FEBBRAIO 1995 IJS
avranno la formazione culturale ne-
cessaria per guadagnare bene . La
cultura, non solo quella umanistica,
avrà protagonisti in gonnella . Già
oggi , a scuola le ragazze studiano
di più e generalmente ottengono vo-
ti superiori ai maschi.
LE RAGAZZE sono una fascia im-
portante , a volte determinante , an-
che in ambiti di responsabilità pasto-
rali delle Chiese. Non a caso l'ultimo
sinodo , dedicato alla vita consa-
crata, ha dovuto riconoscere il ruolo
che , tra le forze impegnate a tempo
pieno nell'evangelizzazione, svolgo-
no le donne.
Il primato maschile regge ancora nel
mondo del lavoro . Le legislazioni
quasi universalmente penalizzano la
presenza e le prestazioni lavorative
delle donne. In caso cji crisi sono le
prime a tornare a casa. Ma fino a
quando durerà?
Una volta nello sport le ragazze cam-
pioni erano mosche rare. E non capi-
tava quasi mai di vedere squadre
femminili giocare a calcio, basket o
pallavolo.
PIÙ CHE MERAVIGLIARSI o predi -
re sventure per una umanità che in
futuro potrebbe crescere più al
femminile , è il caso di cominciare a
pensare in modo nuovo . Liberi da
pregiudizi e schemi culturàli legati a
epoche passate .
La dottrina sociale cristiana lo chie-
de almeno da 35 anni quando papa
Giovanni parlò di una crescita della
dignità femminile come uno dei se-
gni dei tempi. Ma il Vangelo lo ha
posto come segno di una umanità
liberata ben 2000 anni fa.
o
I In Italia le ragazze sono sempre
più presenti all'Università e si
laureano più dei maschi.

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/JS FEBBRAIO 1995 - 5

1.6 Page 6

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PIEMONTE
ALLUVIONE E
SOLIDARIETÀ
Salesiani e figlie di Maria
Ausili atrice non hanno subìto
eccess ivi danni dall'alluvione
in Piemonte dello scorso no-
vembre, tranne la scuola ma-
terna di Alessandri a-Monser-
rato e la parrocchia di Trino
Verce llese. I 600 giovani del
Movimento Giovanile Sale-
siano che si trovavano in quei
giorni a Torino-Valdocco per
un convegno sulla spiritualità
giovanile, si sono invece pre-
sentati ai centri di raccolta e
hanno raggiunto gli alluvio-
nati per mettersi a disposizio-
ne nei soccorsi. Radio Propo-
sta e Radio Asti Doc, le emit-
tenti sales iane del Piemonte,
han no contribu ito all a divul-
gazione di notizie utili ai sini-
strati e ai volontari .
Alessandria.
ILa "volontaria" suor
Maria Fiore Panelli
nella scuola materna
delle FMA di
Alessandria-Monserrato
(foto Epoca).
Bue! guiderà l'équipe, coad iu-
vato dalla conoscenza africa-
na di Jan Dingenen e dall 'e-
sperienza pratica di Eric Com-
pe rn o ll e.
" Il Centrafrica ha bi sogno dei
fig li di Don Bosco", diceva la
lettera dei vescov i, " perché si
prendano cura del milione. e
mezzo di giovani che hanno
meno di vent'anni ". È inteso
che i nuov i arri vati prima di
TRE BELGI APRONO tutto studieran no la si tuazio-
LA STRADA
ne, prenderanno conratto con
la Chiesa loca le, impareranno
Nel 1894 i primi m1 ss1onari la.lingua loca le, il Sa11go, per
francesi arrivavano oltre le ra- sentirsi più vicini alla gente.
pide dell'Elefante, a Sangui. Poi, tra qualche mese, potrà
Nel 1994 quel progetto afri- sorgere la prima opera, che ri-
cano è ~lato di nuovo ripreso: marriI gemell ata con i sales ia-
tre sa les iani del Belgio nord, ni del Belgio. Ma i tre merita-
due sacerdoti e un sales iano no la simpatia e la solidarietà
laico, sono partiti nell 'ottobre di tutla la Fam iglia Sales iana,
scorso per Sangui. Alla ri- dal momento che hanno sce l-
chiesta dei vescov i del Cen- to uno dei paesi più poveri del-
trafrica, iI Belgio-nord ha ri- !' Africa, l'ex regno del fo lle
sposto. Il sa lesiano Albert van Bokassa.
alla presenza del Rettor Mag-
giore hanno fatto la professio-
ne, impegnandosi con voto a
PRIMI CONSACRATI vivere i consigli evangelici
LAICI
nella secolarità consacrata. Don
Martinelli , che ha diietto per-
Al secondo incontro generale sonalmente queste giornate di
dei \\lo/0111ari con Don Bosco formazione e organi zzazione,
hanno preso parte giovani di ha presenziato alla cerimon ia,
Malta, Paraguay, Italia e Ve- alla quale erano presenti an-
nezuela. ln programma soprat- che i salesiani animatori e nu-
tutto la fo rmul azione del pri- merose Volontarie di Don Bo-
mo Regolamento del nuovo sco. Altri nuov i gruppi di \\lo-
Istituto secolare. A conclusio- lolllari con Don Bosco stanno
ne dell ' incontro, i primi sette sorgendo in Argentina, Slo-
Volontari (veri soci-fondatori) vacchi a e Germania.
I
Roma. Nella cappella di San Francesco di Sales,
presso la Casa generalizia, la "professione annuale"
dei primi Volontari con Don Bosco.
6 - FEBBRAIO 1995 8S
UNGHERIA «PREGATE SANT'ELISABETTA» Nei
suoi primi contatti con i salesiani ungheresi che usciva-
no da mezzo secolo di clandestinità, il superiore regio -
nale don Domenico Britschu sentì le loro amare consi-
derazioni. Essi, ormai anziani, non vedevano davanti a
sé un futuro per i salesiani nel loro paese. Don Brit-
schu mostrò loro questa terracotta ungherese e li invitò
a mettere tra i loro patroni oltre al popolarissimo santo
Stefano, anche santa Elisabetta, che ebbe un figlio - e
quale figlio - in tarda età. A distanza di pochi anni, ri-
tornando in Ungheria, vedendo che sei giovani in quel-
l'anno si preparavano in noviziato per diventare sale-
siani , don Britschu osservò sorridendo che in qualche
modo quella curiosa profezia si era avverata.

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AUSTRALIA « Se sogni da
solo, il tuo rimane solo un
sogno; ma se sogniamo in-
sieme, questo diventa una
realtà », così scrive suor
Marguerite Nguyen, una ti-
glia di Maria Ausiliatrice viet-
namita, che insieme al sa-
lesiano don Anthony Quang
ha prodotto "Study Vietna-
mese Together", un corso
audio-linguistico per lo stu-
dio della lingua vietnamita.
Il sussidio è stato presenta-
to con solennità nel giugno
scorso. La foto riprende gli
autori, da vari anni inse-
gnanti della loro madre lin-
gua nella comunità vietna-
mita australiana. Don An-
thony è autore di vari altri
libri e svolge attività pasto-
raie tra i suoi connazionali.
Sangui (Centrafrica). Un milione e mezzo
di giovani aspettano i missionari.
primi veri documentari mis-
sionari sa lesiani. "Agoni a di
un popolo che canta" è stato il
UN GRANDE AMICO primo, a cui hanno fatto se-
DELLE MISSIONI
guito decine di altri titoli , ri -
cevendo anche apprezzamenti
Da tempo il sales iano laico internazionali. Fondatore delle
Enzo Spiri aveva ridimensio- "Filmine Don Bosco" e della
nalo la sua atti vità per moti vi SAF (scuola cli applicazioni
cli sa lute, ma nessuno pensava fotografiche), alternò I' inse-
a una scomparsa così improv- gnamento nelle comunicazio-
visa. Con la sua morte cessa ni sociali agli avventurosi viag-
un 'attività mi ssionaria intensa gi in ogni angolo dell a terra.
e qualificata. La sua équipe (il Un grande amico delle ·mis-
trio Spiri-Saglia- Notario) ha sioni e dei miss ionari , un ca-
girato il mondo con la mac- rattere tenace e mite che sarà
china da presa, reali zzando i difficile dimenticare.
Enzo Spiri, al centro, con Notario e Saglia
a Papua-Nuova Guinea (foto SAF).
MADRID. NUOVO PREMIO
A DON BOTTASSO. Pre-
senti il sindaco di Madrid e
molti ambasciatori latino-
americani , don Juan Bot-
tasso ha ricevuto dalle ma-
ni della figlia del re di Spa-
gna il premio "Bartolomé
de las Casas" per il lavoro
svolto dal Centro "Abya-ya-
la" a favore delle culture in-
digene. Nella foto , alla de-
stra di don Bottasso, un in-
digeno colombiano che ha
ottenuto lui pure un premio
come rappresentante di un
gruppo che ha lottato molto
per difendere la sua terra.
IJS FEBBRAIO 1995 - 7

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VUOI RICEVERE
IL BOLLETTINO
SALESIANO?
Il Bollettino Salesiano
viene inviato gratuita-
mente a chi ne fa richie-
st~. Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi segue
con simpatia il lavoro
salesiano tra i giovani.
Diffondetelo tra i parenti
e gli amici. Comunicate
subito il cambio di indi-
rizzo (mandando sem-
pre la vecchia etichetta).
• Ogni mese le poste ci restitui-
scono alcune centinaia di copie
che non sono state recapitate ai
destinatari. Questo causa a volte
l'interruzione dell'abbonamento,
nonostante la nostra buona vo-
lontà. Sappiamo purtroppo di no-
tevoli ritardi edi copie che vanno
smarrite.
• Se qualcuno si vedesse inter-
rompere l'arrivo della rivista per
due numeri consecutivi, sarà suf-
ficiente che ce lo faccia sapere e
rimetteremo immediatamente in
corso l'abbonamento.
Scrivete a :
Il Bollettino Salesiano
Diffusione
Casella Postale 18333
00163 ROMA
8 - FEBBRAIO 1995 IIS
SETTE DOLLARI AL ME-
SE. « Due anni fa mi sono
messa in contatto con voi tra-
mite una lettera scritta senza il
mio vero nome e voi l'avete
pubblicata nel giugno 1992.
Allora vivevo nelle strettezze
con sette dollari al mese. Ne ll a
mia lettera non chiedevo nulla,
ma una signora di Genova è
Rocco Buttiglione,
riuscita a rintracciarmi e mi ha
exallievo di Catania-Citali. aiutata moltiss imo. Ora ho la
pensione più alta e vi rin grazio
tanto per quello che avete fatto
per me».
EXALLlEVI E NOTORIETÀ.
« Sono lieto che altre persone
la pensino come me, in tema
Maria Ashilw ,
Scuta ri
di spazio dato ag li exalliev i
(cf. la lettera del BS/novembre
'94). Tra le migliaia di exa llie- SONO CONTRO L'OBBLI-
vi nel mondo, penso che non GO SCOLASTICO. « Una vo l-
sia appunto "degno di interes- ta gli al unni aveva no de i mo-
se" parlare cli Berluscon i o di delli : i genitori , i più bravi ,
Pippo Baudo. Non basta esse- qualche insegnante. Ora i mo-
re stati alliev i, occorre conser- delli si impongono con la pre-
varne il comportamento. Non potenza, i leader di classe sono
basta - anzi, talvolta è contro- persone negati ve da cui i buo-
producente - essere "baciati" ni non riescono a difendersi, a
dalla notorietà e dal successo, volte neanche l' insegnante, che
per riscuotere il vanto di esse- è ci rcondato da 25 persone
re exallievi di rilievo» (Osval- estranee e maleducate che non
do Alessandria. Savona).
aspettano altro che di prenderli
« Lungi dal condividere le opi- in giro, picchiars i, bestemmia-
nioni della irritata signora cli re e ricattarti. E tu sei solo. Gli
Piombino (cf. BS/novembre ispettori e i presidi invece di
'94) per l' intervista a Berlusco- guardare i registri e la contabi-
ni , credo che questo exallievo lità, entrino in classe, control-
abbia fatto certamente tesoro lino il comportamento dei ra-
dei preziosi insegnamenti di la- gazzi... Sarebbe interessante
boriosità e operosità che sanno che qualcuno dei responsabili
impartire ai giovani i salesiani . si improvvisasse docente in
Mi stupisco che di certe antipa- incognito in qualche scuola
tie debba essere infom1ato an- medi a cli periferia ... L ' ideale
che il Bollettino Salesiano ». sarebbe poter espellere dalla
(Doti. Corrndo Gigante, Na- scuola i facinorosi. Con la
p oli )
scuola democratica c'è il ri-
schio che tutti vadano a scuo-
La pagina sugli exallievi (Gf la, ma che non si impari nien-
BS/sellembre 1994) , non era te, quando non si subisca o
1111 ' intervista a Berlusconi. impari la de linquenza. Per ob-
a Pippo Baudo. Al di di 1111 bligare uno o due alunni per
comprensibile compiacimenro classe a continuare oltre i 14
per aver avuto tra i banchi anni , perché rovi nare tutte le
perso,wggi oggi diventati fa- superiori ? ».
mosi, e che occupano posti di
responsabilità in politica e
nella società , c'era soprattut-
Luciano Rido/lt ,
Ostiglia (1\\1111 )
to il richiamo a essere exallie-
vi coerenti. Insieme alla riqf Ho rido/l o il suo scritto per
fer111azione del ' impeg no da moti vi di spazio, ma il pensie-
parte deg li educatori di -~f'or- ro è chiarissimo. Lo p11hhli-
11are "prodotti" sempre me- chia1110 perché presenta 11110
glio riusciti.
stato c/' animo diffitso. 111w esa-
sperazione di cui la srnola in
qualcl!e misura deve farsi ca-
rico. E chiaro però che molto
dipende da l tipo di rapporto
che I' i11seg11an te riesce a co-
struire con i suoi allievi.
L'OCCASION E. « Sono una
catechista. Ieri sera per caso mi
è capitato tra mano la vostra ri-
vista e mi è piaciuta molto, so-
prattutto dove parla ·dei paesi
poveri e delle miss ioni. Sicco-
me sono anche una crocerossi-
na, mi chiedevo se dovevo an-
dare in missione o no. Grazie a
voi ho capito che se non parto
sarei un 'egoista. Quindi credo
proprio che ci farò un pensieri-
no sopra ».
le llera.ftrmata,
Randazzo (Ct) .
A MARSI E TESTIMONI A-
RE. « Ho 22 anni e ho comin-
ciato a freq uentare l' oratorio
lo scorso anno dopo una de lu-
sione d ' amore. Mi senti vo so-
la e malinconica, non avevo
amici e il mio tempo libero lo
passavo in casa. Una domeni -
ca con la scusa che si faceva
la castagnata, sono andata al-
i 'oratorio. Ho cominciato a
frequentarlo come passatem-
po, poi mi sono accorta che
mi rendeva fe lice fa r fe lic i i
bambini , giocare con loro, an-
che se alla sera ero poi stanca.
Mi sono così ritrovata in un
gruppo stupendo di persone
che insieme riflettono e orga-
ni zzano con le suore la dome-
ni ca ali ' oratorio. Dopo qual-
che mese ho conosciuto Mar-
co, 23 anni . Sono Marco. Ho
cominci ato a frequentare l'o-
ra tori o per incontrare Elisa-
betta . Po i il punto d i partenza
è cambiato, adesso ci vado per
testimoniare quello che anni
fa è capitato a me: incontrare
de lle persone che col solo l'ar-
mi g iocare e sta re insieme, tra-
smettono la g io ia e il signifi-
cato della vita. Quello che sto
vivendo all 'oratorio, l'am ici-
zia con gli altri animatori, il
rappo rto con le suore, il bene
che vog li o a Elisabetta, sono

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il dono promesso da Ges ù: il
centuplo e la vita piena di
gio ia ».
Elisabetta e Ma rco,
Alassio
G IOVANNI PAO LO Il A
CATANIA . « Catani a e S ira-
cusa fin a lmente hanno potuto
asco lt are la voce de l Santo
Padre. È stata gra nde la parte-
cipaz ione e il ca lore umano
che la Sic ili a gli ha manife-
stato in occas ione de ll a visit a
per la beatificazi one de lla no-
stra beata, la sales iana Mad-
da lena Morano. 30 mil a i g io-
vani per incontrarl o all o sta-
dio. Mi auguro che il seme
de ll a parol a del Santo Padre
possa cadere su buona terra
fe rtile , e so ffochi la zizzania
de lla mafi a, cieli ' usura e de lla
droga . .. ».
Cav. Giuseppe Fraziano,
Ca ta nia
PADR E BA LBI. « È stata per
me un a gra nde soddisfazione
fa r vedere al mondo la mia at-
ti vità cli prete fra i marin ai (cf.
BS/maggio '94). Sono uomini
che vengono dal mond o inte-
ro. Oggi le nav i hann o frett a e
si fermano in porto poche ore
e se non è il prete ad anelare
tra i marin ai, essi non ri esco-
no a venire in chiesa. A set-
tembre è venuta la Ever Green,
d i una compag nia di Taiwa n:
carica 4600 contenitori e ha
un equi paggio di sole 16 per-
sone! Praticamente non si fe r-
mano mai, percorron o il mon-
do est-ovest senza sosta. lo in-
contro i marinai, celebro la
messa, li confesso. L' hann o
scorso ho visitato 1885 nav i.
Quest'estate, 190 ogni mese ».
Padre Mario Balbi ,
Newark (USA)
C . a , , Y...:;;, A.JI ' - - - - - - - - - .
BS DOMANDA
QUELLI DEL RINNO- corrono sul fil o dell ' ambi -
VAMENTO. «Da qual- g uità. È comunque ri-
che tempo sta prendendo schioso pronunciarsi in
piede un ti po d i preghiera fo rm a sommari a su qu an-
particolare: assemblee af- to ess i g iovino o dev iino
fo ll ate, tanta emoti vità, e- dati 'autentica fede. Biso-
sorc ismi , un modo spetta- gna g iudicare ogni singo-
col are cli pregare ins ie- lo caso . Qu anto più gran-
me ... Che pensare?»
de è il numero di persone
(Enrico Fra11co, Genova). che intervengo no, quanto
più sono stimo late emoti-
Risponde Juan Vecchi*. vamente, quanto più si è
Una sete cli preg hiera per- presi dallo spettacolare,
corre ogg i la Chiesa. Se ne tanto più sono g iustificate
vedono prove dappertutto. le riserve. Il nostro discer-
Si deve alle ri cchezze cli nimento comunque può
spiritualità suscitate dal vénir aiutato eia coloro che
Conc ilio Vati cano e anche sono incaricati cli regolare
al bi sogno cli senso che le espress ioni de ll a comu-
travaglia l' uom o d'oggi. nità cri stiana: i pastori.
A qu esta domanda ha dato Ma che dire de ll a parte
una risposta il movimento più sana cie l Movimento
del Rinnovamento dello per fa re un cammino per-
Spirito.
sonale di preghiera? Co-
ln esso ci sono gruppi che me tutti i carismi , offre un
seguono orientamenti veri - clono e una esperi enza va-
ficati e altri che vi si ispi- lida e, a sua volta, ha bi -
rano in forma libera e indi- sogno cli essere integrato
pendente. li fe nomeno to- con altre espress ioni de lla
tale somi gli a ad un a galas- preghiera cristiana. La pre-
sia che non consente una ghiera perfe tta è qu e ll a
valutazione unica. I primi de lla Chiesa e i criteri ri -
danno un contributo posi- spondenti al Vangelo so-
ti vo alle persone e alla co- no contenuti ne lla liturgia.
mun it~1cristi ana. Ne i radu- A una preghiera troppo
ni d i preghiera, animati in sbilanc iata sulla soggetti-
generale da persone prepa- vità e l' intimità, sarà utile
rate, si impara a meditare confrontarsi con altre for-
la Paro la, ad ascoltare lo me che portano cli più ver-
Spirito che prega in noi, a so l' impegno ne lla stori a.
esprimere i sentimenti ver- Mentre co loro che tendo-
so il Padre, a esult are con no a trasc urare la propria
spontaneit à, a condividere interiorità dovranno colti -
que llo che il Signore ispira. vare la capacità cli espri -
Le frange libere invece mersi cli fronte a Dio e
suscitano seri interroga ti - a ll a comunit ~1.
vi. Gli assembramenti , ete- La sin tes i personale dipen-
rogene i o impreparati , le de dal clono che ciasc un o
stimolaz ioni non ca lib rate ha ri cevuto eia Dio e dalla
possono portare la pre- spiritualit~1 che orienta la
ghi era fu ori dag li alvei e- propria vita. Ognuno va
va ngelic i. I fenomeni stra- plasmando il proprio modo
ordin ari poi, que llo cono- cli pregare, come va pla-
sciuto delle lingue e, ne l- smando il proprio modo cli
l' ultimo tempo, le guari- rag ionare, cli guardare e cli
gioni , gli esorcismi , il ri- parlare.
lassamento psicofi sico , o
*Vicari o de l Retlor
" il cadere ne llo Spirito"
Maggiore
BS FEBBRAIO 1995 - 9

1.10 Page 10

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BIOETICA Le problematiche dell'ingegneria genetica. Alla vigilia dell'attesa
UN FIGLIO A
36 anni, padre di due figli,
impegnato per vari anni
nel campo educativo,
l'autore affronta
i principali temi collegati
alla vita nascente.
<< I I diritto ad avere un fig lio è il
più ancestrale e nobile deside-
rio della donn a e cieli ' uomo, e va as-
sol utamente tutelato ». In questa sec-
ca affermazione cli Severino Antino-
ri, il noto ginecologo romano che,
come ha scritto il quotidiano La
Stampa, "della cura della sterilità ha
fatto un business", è si ntetizzato tut-
to il pensiero cli coloro che vedono
nella ingegneria genetica una delle
ns 10 - FEBBRAIO 1995
vie maestre dello sv iluppo sc ienti fi-
co e umano nel prossimo futuro .
IL NODO DEL PROBLEMA
È negli anni ' 70 che la scienza en-
tra prepotentemente in uno dei cam-
pi più natu ra li dell 'esistenza, quello
della procreazione, determinando
una "tecnologia della riprod uzione"
che riesce a prescindere, per genera-
re un nuovo essere um ano, clall 'e·-
sercizio dell'atto sessuale e dal ri -
spetto delle "stagioni" dell a fert ilità.
Il caso della donna diventata mam-
ma a 63 anni - proprio grazie all ' in-
tervento di Antinori - ha suscitato
un a ridda cli commen ti e allargato
anche alla pubblica opin ione i temi
cli un dibattito sino allora circoscrit-
to tra scienziati e moralisti.
È giusto desiderare un figlio a tutti
i costi? Maternità e paternità sono
un diritto oppure vanno considerate
un dono?
« È fuori discussione che una cop-
pia abbia legittimo desiderio di un
figlio e abbia diritto cli porre quel -
1'atto da cui può essere concepito»,
sostiene Giovanni Russo, docente cli
Bioetica all ' università Salesiana· di
Rom a, « ma sarebbe un assurdo in-
trodurre una norm ativa che ricono-
scesse il "diritto cli generare" alla
coppia. Per i coniugi può es istere
soltanto il diritto cli avere rapporti
finalizzati alla procreazione, e non
il diritto ad avere un figlio . Se così
non fosse sarebbe non valido, e ille-
ga le, ogni matrimon io infe rtil e».
La sterilità non è una sem plice
"malattia" da curare ri correndo a
qu alunque terapia possa dare possi-
bilit~t di successo, e non tutte le te-
rapie sono moralmente accettabi li ,
solo per il fatto che possono rag-
giungere lo scopo. Le statistiche ri-
levano che la fecondazione in vitro
ha una percentuale modesta di suc-
cessi . Meglio la microchirurgia, che
ri solve molti tipi di anomalie pur
godendo di minor notorietà nell a
pubblica opin ione.
E non va dimenticato che molti
casi cli sterilità hanno spesso motiva-
zion i psicosomatiche: il desiderio di
avere un figlio è rinviato nel tempo,
per scelte di vita, cli lavoro o per mo-
tivi economici; poi a un certo punto
viene preteso come un diritto urgen-
te, subentrano lo stress, l'ansia, che
producono un effetto inibitore.
REGOLE E CONFINI
Certo è che occorrono confini , re-
go le certe alla "riproduzione assisti-
ta", come viene chiamata la feco n-
dazione artificiale. Ma è difficile
fissarle. Aci esempi o l'età massima

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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enciclica «Evangelium vitae» di Giovanni Paolo Il.
BS
TUTTI I COSTI
di Alessandro Risso
dei genitori: devono ripetersi i casi
di mamme-nonne? Fino a che età?
E chi può deciderlo?
Ma altre sono le situazioni dubbie:
dalla madre che si fa trapiantare nel-
1' utero un embrione congelato che la
figlia avrebbe voluto per prima di
subire un incidente stradale ed entra-
re in coma - storia proposta dallo
sceneggiato Tv "Rischio d'amore"
l'autunno scorso - al caso limite,
teorico ma tutt'altro che impossibile,
di una coppia che ottiene (·'ovulo di
una donna e gli spermatozoi di un
uomo sconosciuti, e li fa impiantare
nell'utero di un'altra donna scono-
sciuta: si troverà a crescere una crea-
tura geneticamente, fisicamente e
psicologicamente, estranea. Pensia-
mo al rapporto madre-figlio che si
crea nei mesi del la gestazione:
I delicati problemi di accoglimen-
to del "figlio. in provetta" sono la-
tenti in situazioni piì:1 abituali: la
cronaca ci ha proposto casi di disco-
noscimento della paternità e richie-
ste di separazione per l'incapacità di
uno dei coniugi ad accettare il figlio
geneticamente estraneo.
NUOVI FRONTI
DI RIVENDICAZIONE
Dicevamo che oggi è possibile
procreare anche senza esercitare la
sessualità e ignorando i tempi della
fertilità. Ma anche prescindendo dal-
1'esistenza stessa di una famiglia, in-
tesa nel senso ampio di un " nucleo
sociale rappresentato da due o più
individui, legati tra loro da un vinco-
lò reciproco di matrimonio, di pa-
rentela o di affinità" (Devoto-Oli).
Infatti un altro problema dai com-
plessi risvolti etici parte dalle riven-
dicazioni dei sing!es. Anche chi vive
solo, per scelta o suo malgrado, re-
clama il diritto alla maternità. Parlia-
mo di maternità perché esclusiva-
mente donne sono coloro che si ri-
volgono a ginecologi e alle "banche
del seme", oppure avanzano richie-
sta di adozione per esaudire quel
grande desiderio. Il caso dell 'attrice
Dalila Di Lazzaro, che potrebbe riu-
scire a ottenere un bimbo in adozio-
ne dopo la tragica morte del figlio
ventenne, è stato il più clamoroso e
potrebbe avere una funzione di trai-
no per il moltiplicarsi di richieste
analoghe. E si aprono nuovi fronti di
rivendicazioni. Ricordiamo il cla-
more suscitato nei mesi scorsi dalla
vicenda ·della coppia di donne omo-
sessuali di Savona, che ha avuto una
figlia grazie all'inseminazione artifi-
ciale. In Italia è stato un fatto scan-
daloso, ma tutt 'a ltro che nuovo in
paesi come quelli del nord Europa o
gli Stati Uniti, già impegnati da anni
a dibattere se lecite o meno simili ri-
_chieste. La tennista americana Mar-
tina Navratilova, celebre per la sua
omosessualità dichiarata e ostentata
quanto per i suoi successi agonistici,
si è da poche settimane ritirata dalle
competizioni inserendo tra i suoi
progetti più immediati la nascita di
un figlio , con la motivazione di
voler combattere lo spettro della so-
litudine. E siamo di nuovo alla ri-
proposizione del "diritto" dell 'adul-
to a generare un figlio.
I DIRITTI DEL FIGLIO
Se invece rovesciamo il punto di
vista? Se considerassimo il "diritto"
di chi nasce? I diritti che ogni essere
umano deve preiendere da chi deci-
de di metterlo al mondo? Allora si
potrebbe cominciare ricordando il
BS FEBBRAIO 1995 - 11

2.2 Page 12

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MONTEORTONE (Padova) . "Giovani
de l Tri veneto, costruttori del loro futuro"
è stato il tema del primo Forum socio-
politico delle regioni Veneto, Trentino e
Friuli . Promosso dalla federazione ita lia-
na exallievi e dalla confedera zione mon-
di a le delle exa llieve , sono stati sottoli-
neati i temi della solidarietà, eti ca, lega-
lità e dell 'economi a.
BOMBAY (India). Presso la casa ispei--
toriale si è tenuto il raduno annuale de lla
presidenza degli exalliev i. Una qu aranti-
na cli persone in rappresentan za de ll e
sette ispettorie indi ane.
FERGEASSOUD (Francia). Festeggia-
ti i 30 anni de i \\lii/aggi di vaca111a fon-
dati clall ' Associaz ione edu cati.va e cultu-
ra le degli exa llievi e amici cli Don Bo-
sco frances i. L ' Associaz ione ha creato
quattro vill agg i pe r le vac an ze de ll e
fami g lie. La direzione, in occas ione dei
30 anni, ha promosso per gli associati e
familiari un pellegrinaggio sulle onne cli
sa n Fra ncesco di Sa les e Do n Bosco,
aggregandosi ali ' Associazione educatori
cattolici diretta dag li exalliev i di Lione.
Accompag nati eia don Morancl Wirth ,
vi siteranno Annecy, Torino e i Becchi.
ESTORIL (Portogall o). Il 5 dicembre
scorso si è tenuto il VII congresso degli
exalliev i d 'Europa - l' Eurobosco - sul
tema: "Famig lia e società contempora-
nea" . L'argomento è stato 11 ffrontato al-
la luce ciel recente mag istero de ll a Chie-
sa e delle temati che fa mili ari più attuali .
Vi hann o partec ipato sette rappresen-
tanti di ogni nazione e uropea dove è
presente l'assoc iazione exa lliev i.
PARIGI (Franc ia). Il presidente confe-
derale pro f. An tonio Pires ha preso parte
alla riuni one de ll ' OMAA EEC (l' organi -
smo mondia le che rappresenta tutti gli
exallievi e le exallieve delle scuole cat-
toli che). Preso att o che de lle 250 mil a
scuole cattol iche ne l mondo, g li exallie-
vi non sono meno cli 150 milioni , s i è
parlato di orga ni zzazione e di rappresen-
tanza neg li orga ni smi inte rn az iona li e
ci e l cong resso m ondi a le che si te rrà a
Ro ma Villa Ez io dal 27 a l 3 I ottobre
1995 sul tema: " Lottare contro la pover-
tìt e per lo sv iluppo umano".
12 - FEBBRAIO 1995 BS
Un figlio in provetta. L'ingegneria genetica lo ha reso possibile,
proiettando ombre inquietanti sul futuro.
diritto di nascere pe r un atto di
amore, in una dime nsione di amore,
pe r un reciproco dono di tra due
pe rsone. Poi il diritto a essere cre-
sciuto in una famiglia " norm ale":
questo aggettivo indica qui sempli-
ceme nte la presenza di un padre e di
un a madre, le due fi gure che " natu-
ralmente" rivestono un ruo lo spec i-
fi co e non sostituibile nella fo rma-
zione del bambino, che ha bi sogno
di identifi carsi con il genitore de l
proprio sesso e di di stin gue rsi ei a
que ll o cli sesso opposto pe r il pro-
prio equilibrato sviluppo . Gi à le vi -
cende della vita possono portare all a
pe rdita di un genito re o creare fami -
g li e spezzate, con problemi ps icolo-
g ici cli comprens ione e adatta mento
pe r i fi gli . Non s i capi sce pe rché s i
de bba partire con il pi ede sbag liato,
presupponend o l' assenza di un a de l-
le due fi gure di riferime nto: la " di -
ve rs ità" che il genitore single o la
coppi a omosessuale accetta pe r
non può essere sce lta a priori per il
fi g lio, che ha diritto a non vede rs i
imporre una s ituazione da lui non
ri c hiesta che lo condi zione rà psico-
log icamente e soc ia lmente.
L' in gegne ri a geneti ca, la sc ie nza
medica che modifica le strutture de l-
le cellule, mossa eia fin alità merito-
rie, cioè quando si propone di porta-
re benefici alla ricerca contro le ma-
lattie, se s i presenta come il mezzo
per " migliorare la natu ra um ana",
proietta ombre inqui etanti sul futuro .
Sottile e insidioso è il confine tra l'e-
liminazione cli un dife tto e la mani-
polazione pe r inserire o potenziare
dete rminate caratteristiche: è auspi -
cabile c he tutti i neonati s iano sani ,
ma va impedito che il sesso possa es-
sere predete rminato, così come il co-
lore degli occhi , de ll a pelle o de i ca-
pelli , l' altezza, la fo rza, l' intelligen-
za.. . La poss ibilità cli selezionare g li
esseri um ani è una prospettiva aber-
ra nte, da rifiutare. Una soc ietà di soli
beautifu/ Ridge, con il cervell o di
Einstein e cli sole C lauclie Schiffer
con una intelli genza cli una Levi
Montalcini , sare bbe la fine cieli ' uma-
nità, perché presuppone che qualcuno
la possa pl asmare e controll are. Li -
be rtà e di gnità dell 'essere umano co-
minciano proprio dal ri spetto assolu-
to degli elementi che creano la vita.
Alessandro Risso

2.3 Page 13

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di Bruno Ferrere
PRIMA CHE LA BARCA
SIA AFFONDATA
e he cosa vogliamo veramente
per i nostri figli? È la domanda
a cu i tutti i genitori devono dare una
risposta . Non è facile , soprattutto
quando si pensa a ciò che per i no-
stri figli "vuole" il mondo circostante,
impegnato com in una corsa os-
sessionante verso l'egoismo e la
solitudine . Prime vittime di questa
tendenza sono i più indifesi , come
sempre : i bambini. Lasciati soli per
gran parte del giorno, ipnotizzati
dalla banalità televisiva che tiene
loro compagnia per ore e ore; gon-
fiati dai cibi-pasticcio che inghiot-
tono in pied i, a caso , perché non
c'è nemmeno più tempo per un
tranquillo pasto tutti insieme alla
stessa tavola. Tutti insieme chi, poi ,
se il divorzio dilaga e le famiglie so-
no sempre più irregolari? Il quadro
è desolante . Si fa in fretta a dire :
"Vorremmo un mondo migliore per i
nostri bambini " Come? Da dove
incominciare?
"Ricostruendo i valori della famiglia"
è la ricetta che tutti, esperti e non,
suggeriscono. Famiglia e valori, due
parole chiave , le uniche armi pos-
sibili per contrastare il mondo così
com 'è. Valori che siano radici e ali.
Valori saldi a cui aggrapparsi, in cui
affondare le radici della vita, è ali ,
cioè forze spirituali.
Non basta, però, gridare: "Valori, va-
lori!". L'educazione, secondo Don
Bosco, è propositiva, operante, crea-
tiva, concreta e soprattutto preventi-
va. In questo nostro mondo si studia
geologia il mattino dopo il terremoto
e idrografia dopo le alluvioni. I geni-
tori troppo occupati cominciano a
buttar via l'acqua quando la ·barca è
quasi affondata. Sono necessarie
alcune strategie.
La famiglia deve ridiventare pro-
duttrice di valori, non docile consu-
matrice di quello che il mondo pro-
pone. Il più delle volte questo signi-
Educare ai valori . Insegnandoli
e offrendo dei modelli.
fica opporsi decisamente, critica-
mente, con chiarezza.
La società attuale impone i suoi
"valori " con astuzia, potenza e una
tattica asfissiante e avvolgente. Per
opporsi ad un sistema forte, occor-
re un sistema più forte ancora. I ge-
nitori devono possedere un sistema
di valori gerarchico, solido e strut-
turato . Solo così possono dotare i
figli di una vera armatura, difensiva
e offensiva. I valori devono essere
come le ciliegie : uno tira l'altro . Il
valore fondamentale che una fami-
glia sceglie "tira" con sé inevitabil-
mente una serie di altri valori, fino
a formare una specie di grappolo o
struttura. Se per esempio si sceglie
come valore fondamentale la digni-
tà della persona umana, perché im-
magine di Dio Creatore , insieme
"verranno su " pace, vita e anche
ecologia, che a loro volta tireranno
valori strumentali necessari come li-
bertà, responsabilità, solidarietà,
giustizia, creatività, interiorità, ch e
avranno come conseguenza natu -
rale degli atteggiamenti quotidiani
molto concreti.
I valori devono avere un nome e
un cognome , devono cioè essere in
qualche modo misurabili. I genitori
devono esprimere chiaramente che
cosa si aspettano dai figli nelle di-
verse circostanze.
Questi valori devono essere "in-
segnati". Il mondo insegna con mol-
ta chiarezza la filosofia del vincente,
la filosofia del "tutto subito", il culto
del corpo, il piacere come misura di
tutto, la violenza, la competitività, il
potere della seduzione fisica e della
ricchezza, ecc.
I valori nascono dal contatto. Un
bambino aggrappato al collo della
mamma, con le lacrime agli occhi ,
davanti alla porta della scuola ma-
terna gridava : « Non mi portare,
mamma, non mi portare. lo voglio
stare con te Il bambino aveva ra-
gione . Purtroppo il nostro modo di
vivere allontana dai genitori i figli
proprio negli anni più importanti per
un normale apprendimento dei va-
lori familiari. E importante approfit-
tare di ogni momento possibile per
ricuperare .
Fate e costruite cose insieme : dalla
cucina al giardinaggio al modelli-
smo. Mangiate insieme il più spesso
possibile. Trovate momenti di scam-
bio e di intimità. Ogni occasione è
buona per conoscersi meglio. Guar-
date e commentate insieme qualche
programma televisivo. Trovate mo-
menti di pace, in cui televisione, mu-
sica, giochi rumorosi siano sospesi
per lasciare spazio alla lettura e alla
riflessione .
I genitori devono fornire ai figli
dei modelli. Don Bosco aveva com-
preso chiaramente che i valori sono
nozioni astratte, mentre i modelli
concreti , visibili sono affascinanti e
convincenti. I primi modelli , natural-
mente, sono i genitori stessi. Non
solo: le persone che i genitori dimo-
strano di ammirare e stimare diven-
tano di solito dei modelli per i figli.
o
BS FEBBRAIO 1995 - 13

2.4 Page 14

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L'improvvisa morte dell'arcivescovo di San Salvador. La sua
ARTURO RIVERA
YDAMAS
SUCCESSORE
DI ROMERO
di Umberto De Vanna
Ha costruito con la sua
gente la via della
riconciliazione
e del dialogo,facendosi
mediatore degli accordi
di pace.
M onsignor Rivera, si parla di al-
meno diecimila vittime della
guerriglia , di migliaia di esecuzio-
ni. I 12 anni di guerra civile hanno
lasciato dietro di sé un bilancio pe-
santissimo di sangue. E ora , monsi-
gnore, com' è la situazione in El
Sa lvad or ?
La g uerra è ormai finita e siamo
im pegnati negli .adempimenti degli
accordi di pace, che vog li ono ri-
muovere le cause che hanno dato
origine al nostro conflitto, cause di
origine politica, sociale ed economi-
ca, per creare un nuovo paese, un
nuovo E l Sa_lvador. Nella Commis-
sione incaricata di vigilare sug li
adempi menti degli accordi, la Chie-
sa occupa il posto di osservatore,
come le Nazioni Unite.
Dopo i 12 anni di guerra purtroppo
sono rimaste nel paese ancora molte
14 - FEBBRAIO 1995 IJS
Mons. Arturo Rivera y Damas, per 14 anni arcivescovo di San Salvador (El
Salvador), è morto improvvisamente per arresto cardiaco il 26 novembre
scorso a 71 anni. Un Paese straziato per 12 anni da una dura guerra civile
alimentata dall'ingiustizia sociale e dai regimi totalitari, che ha opposto la
guerriglia al governo, e che ha fatto registrare decine di migliaia di morti e
due milioni di dispersi su una popolazione di cinque milioni di abitanti.
Succeduto a mons. Romero, assassinato nel marzo del 1980, mons. Rivera
è stato anche lui minacciato più volte di morte, ma ha continuato a fare del
suo pulpito una tribuna per denunciare ogni ricorso alla violenza e per
favorire il dialogo e la riconciliazione. Due anni fa riusci a vedere final-
mente il Paese concludere l'accordo di pace che ha posto termine alla
guerra civile. Al compimento del 25° anno del suo episcopato, Giovanni
Paolo Il gli aveva assicurato che lo seguiva "con amore fraterno, mentre,
come aveva fatto fino allora, continuava a difendere la causa della verità " .
Mons. Rivera è venuto a Roma per l'ultima volta nel novembre scorso,
pochi giorni prima della sua improvvisa morte, e abbiamo avuto l'oppor-
tunità di intervistarlo. Ne riportiamo il testo integralmente.

2.5 Page 15

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testimonianza in un paese uscito dalla guerra civile.
.------a.,s
anni, che vengono non di rado usate
per la criminalità organizzata. Non
manca tuttavia la speranza. La nuova
Corte Suprema di Giustizia è ben or-
ganizzata e indipendente, e c'è un
nuovo corpo di polizia, la Polizia Na-
zionale Civile, che sostituisce quella
che fu ritenuta oppressiva dei diritti
um ani.
Dal primo gennaio 1992, quando
governo e guerriglia hanno firmato
gli accordi di pace a Washington,
molte cose sono camhiate in Salva-
dor. Eppure non pochi dei responsa-
bili degli anni oscuri sono ancore(
a governare il paese. Prima delle
elezioni lei ha invitato la sua gente a
non votare per gli assassini di mon-
signor Romero. « Non si può votare
pensando al fi,,turo, se si appoggia-
no coloro che non prendono sul
serio gli accordi di pace », aveva
detto . Come fun zionano ora i rap-
porti con il governo ? Sono evidenti
gli spazi di libertà?
li giudizio per punire il colpevo le
dell'assassinio cli mons. Romero non
si è potuto fare, ma ciò non toglie
che la nostra gente non sappia chi
sono i colpevoli . C'è una verità che
è conosciuta dal popolo .. . Dopo gli
aécorcli cli pace abb iamo av uto un
organismo di dialogo, formato dai
rappresentanti delle imprese private,
dal governo e dai lavoratori e le cose
andavano bene. Adesso è stato sosti-
tuito da un organismo governativo,
un Consiglio di lavoro con gli stessi
fini. Comunque non c più guerri-
gli a armata. Oggi gli spazi di libertà
sono abbastanza ampi. Si può dire e
scrivere ciò che si vuo le. Sono state
fatte accuse molto forti cli corruzio-
ne contro il governo dell 'ex presi-
dente Cri stian i, è anche contro I' at-
tuale. E c'è un ' ind agine in corso per
verificare le responsabilità fiscali.
Credo che viviamo in un momento
molto interessante, la nostra gente
sente davvero di vivere nella demo-
crazia.
Cinque milioni e mezzo di abitanti
in un paese che è più piccolo della
Toscana. E con tanti giovanissimi.
I giovani sono molto numerosi e i
DUE VESCOVI MISSIONARI
A 75 anni è morto ad agosto mons. Hubert D'Rosario, arcivescovo di
Shillong (India). Nel mese di novembre è morto mons. Pietro Carretto,
vescovo emerito di Surat Thani (Thailandia) . 82 anni, mons. Carretto
era nato ad Alessandria, in Piemonte, ed era partito giovanissimo per
le missioni. Fu un vescovo popolare in ogni parte del mondo,
essendo stato attivo a sollecitare ovunque gli aiuti indispensabili a
costruire scuole e centri missionari. Della stessa famiglia sono noti la
sorella suor Emerenziana, figlia di Maria Ausiliatrice e il fratello Carlo,
che fu presidente nazionale di Azione Cattolica e poi piccolo fratello
di Charles de Foucauld. Mons. D'Rosario era presidente della Confe-
renza episcopale del nord-est dell'India. Fu un uomo dinamico e vici-
nissimo alla sua gente. Fondò la congregazione delle suore della Visi-
tazione di Don Bosco per promuovere l'evangelizzazione popolare.
Mons. Hubert D'Rosario in visita ai villaggi del nord-est dell'India.
Foto in alto, mons. Pietro Carretto in visita a Paolo VI,
presente il capo del monaci buddisti.
BS FEBBRAIO 1995 - 15

2.6 Page 16

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movime nti ecc les iali e parrocchiali
sono molto vivi . Ma c'è anche una
g ioventù organizzata pe r il c rimine
- li chiamiamo maras - che com-
piono atti di vanda li smo e rapine.
Sono g iovani che non hanno lavoro,
esclu s i dalle istituzioni .. . La di soc-
c upazione è anche qui uno dei pro-
blemi più seri. I sa lesia ni lavo rano
bene, rispondono alle es ige nze g io-
vanili , con gli oratori, le scuol e pro-
fess iona li , con le cinque opere della
Ciudadela Don Bosco, che sorge
ne ll a zona più popo lare.
Su l 'economia salvadoregna i dati
sono discordi. C'è chi dice che sia
tra i paesi pùì poveri del'America
Centrale, che vive grazie agli aiuti
americani . Lei cosa dice dei proble-
mi economici del Salvador? È f orte
la dipendenza dal 'estero?
Il nostro paese ha molti salvadore-,
gn i che vivono e lavorano all 'estero,
negli Stati Uniti , e inviano al le loro
famiglie quelle che noi chi amiamo
las remesas fami liares. Ogni ·mese
fanno affluire nel paese cento milio-
ni di dollari , una quantità che supera
il bilancio dell o stato.
Quest'a nno comunque il caffè s i
vende bene, così pure lo zucchero e
il cotone .. . Siamo un paese piccolo
come territorio, e invece la popola-
zione è molto numerosa e c tanta
manovalanza. La nostra s itu azione
economica non è florida , ma non è
comunque in diffi coltà come quella
ciel Nicaragua o dell ' Hondpras. Ci
troviamo in un paese dove ogg i
quelli che hanno denaro lo investo-
no sul posto, s icuri ·di andare incon-
tro a buoni guadagni.
«Se mi uccidono risorgerò nel po-
polo salvadoregno », aveva detto
monsignor Romero. « Morirà un ve-
scovo, ma la Chiesa di Dio non mo-
rirà... ». Si sa che da anni ogni do-
menica mattina, dopo la messa, lei
tiene una co11ferenza-stampa, in cui
per i giornalisti fa il punto sulla si-
1uazione del paese. Il mondo rico-
nosce a lei e alla Chiesa un grande
ruolo cli mediazione; la considera
un elemento -cli equilibrio, capace di
pac(ftcare. ..
Agli ini zi il dialogo s ia dall a guer-
riglia che dal governo veniva con-
siderato un compromesso inacce tta-
16 - FEBBRAIO 1995 IJS
San Salvador. Ancora troppe armi
in mano ai giovani.
bile. Poi le cose s i sono sc iolte e
sono venuti g li accord i di pace. Oggi
cerchi amo di mante nere vivo il dia-
logo con tutti e abbiamo gli occhi
molto aperti. Bisogna lasciare le
porte spalancate perché tutto cam-
mini , ma se vediamo qualcosa che
va fuori strada cerch iamo di interve-
nire. È così che s iamo accettati , per-
ché sappiamo essere nel mome nto
oppo rtuno presenti e forti.
Com'è la Chiesa salvadoregna ?
La presenza dei laici è OJRanizzata ,
attiva? Sono ancora vive le comu-
nità di base?
In Salvador, come in tutta l' Ameri-
ca Latina, la reli giosità popolare è
forte, sentita, diffusa. Abbiamo tre
radio cattoliche e copriamo l' intero
paese. C da noi molta apertura ver-
so il laicato, soprattutto nelle parroc-
c hie. Sono attivi i catech isti, gli e-
vange lizzatori , i celebranti della Pa-
rola, i ministri dell ' Eucaristia . . . de vo
dire che potrei tranquillamente met-
te rli a capo di alcune parrocchie e le
gestirebbe ro beni ss imo.
Le parrocchie sono organizzate a
settori. In ogni settore c una comu-
nità viva che alcuni chiamano "co-
munità eccles iale di base", secondo
la denominazione di Medellin. Il no-
me "comunità di base" acquista però
da noi delle connotazion i piuttosto
proble matiche, perché durante la
guerra molte di loro s i sono da te al la
gue rrig li a. ·Altri preferi scono nomi
più gene rici: parrocchia miss ionaria
o " Sine" (s ig la che provie ne dal
Mess ico e s ignifica Sistema integra-
le di evange lizzazione).
Come ha assorbito la popolazione
l' assassinio dei sei gesuiti, tra i quali
lo ,\\'lesso rettore del' università?
I gesuiti sono considerati tra co lo-
ro che sono sempre stati i più vicini
alle cause popolari . L' unive rs ità è
seria, ed è ancora la cosc ienza c riti-
ca de l nostro paese. Quanto ai gesuiti
che ono stati ucci si, hanno certo
contribui to al cambiamento. Sono
stati assassinati perché hanno detto
al paese che bisognava cambiare.
Qual è il ricordo di monsignor Ro-
mero Ira la gente? La causa dicano-
nizzazione a che punto è? Cosa pro-
va a essere il suo successore ?
Sono passati 14 anni da ll a sua
morte e viviamo ormai in un altro
mome nto storico . Ma mons ignor
Romero è una fi gura g igante nel
c uore de l nostro popolo. Il suo ricor-
do rimane vivo, il s uo e ro ico parlare
quando non lo si poteva fare, l'essere
stato voce di c hi non aveva voce, ha
segnato quegli an ni . La sua causa va
avanti speditamente. Abbiamo g
finito cli asco ltare i trentatrè testimo-
ni e al la fine di novembre consegne-
re mo il mate ri ale in Vaticano. Padre
Kolvenbach ha promesso l'a iuto di
due gesuiti pe r accelerare i lavori.
Cerchi amo di imitarlo, quando ce
n motivo. Così il nostro popolo sa
c he la Chiesa è veritiera, c he è una
forza morale che pa rla quando deve
far lo.
Un paio di a nni fa, quando g li av -
ve nime nti e rano ancora ca ldi , una
giornal ista ha chiesto a mons ignor
Rive ra: « Qu alche volta , lei non ha
paura?». « Ce rtame nte», ha ri sposto
il Vescovo. « Né io né il mio vicario
riu sc immo a dormire quando, pochi
giorni prima de ll a morte de i ges uiti ,
fummo senza alcun dubbio minac-
c iati . Ma ness uno di noi ha mai pen-
sato di andarsene. È il Signore che
mi ha messo qui. E la sentine ll a
deve rimanere al suo posto , tra la
sua gente».
Ogg i il c uore di mons ignor Rivera
y Damas s i è fermato. Un cuore che
ha amato senza ri serve il suo Paese.
E il suo successore potrà lavorare in
un paese c he ha conosci uto final-
me nte la pace.
Umberto De Vanna

2.7 Page 17

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D
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
TELEDUCHIAMO
Dopo una parte più tecni-
Linee per un uso didattico ca, le altre parti del volume
della televisione
· entrano nel cuore del pro-
di Giannatelli-Rivoltella (edd.) blema offrendo considerazio-
LDC , Leumann (To) , 1994 ni, spunti , orientamenti che
pp. 352 , lire 25.000
coinvolgono quegli educato-
ri (cioè genitori e insegnanti)
Il volume affronta il proble- che vogliano essere vera-
ma educativo provocato dal- mente responsabili del loro
la TV, che è a disposizione ruolo.
dei ragazzi per alcune ore al Si tratta di una proposta
giorno . Evidenzia la neces- educativa 0ggi assolutamen-
sità di un continuo e sapien- te ineludibile nel clima ro-
te intervento da parte dei vente di questa cultura della
genitori e degli insegnanti comunicazione sociale che
soprattutto sui bambini e sui strumentalizza sempre -di più
ragazzi, che sono i più vul- l'uomo, soprattutto quello me-
nerabili perché inesperti ed no critico e più esposto .
indifesi.
gione, alcoolismo , esilio, in cui
persone del tutto ordinarie han-
no saputo trasformarle in espe-
rienza vitale di crescita.
Sono pagine scritte con sem -
plicità, ma con grande saggez-
za, che offrono conforto e con-
solazione a chi lotta contro la
solitudine e non vuole diventar-
ne succube. Vi troviamo sug -
gerimenti pratici che servono a
diminuirne il senso e aprirsi agli
altri e a Dio .
FORZA RAGAZZI!
Racconti di una famiglia
di Pierluigi e Anna Maria Ca-
staldi
Ancora, Milano, 1994
pp. 164, lire 15.000
IL TEMPO
DELLA RESPONSABILITÀ
di Frédéric Lenoir
Postfazione di Paul Ricoeur
SEI , Torino, 1994
pp. 276, lire 28.000
una preoccupazione comune:
senza una completa rivoluzio-
ne nella sfera della coscienza
umana nulla potrà cambiare in
positivo, ed il cammino del mon-
do verso la catastrofe sembra
irreversibile.
Frédéric Lenoir
Il tempo
della responsabilità
MARCELLO CANDIA
Un manager a servizio dei più
poveri
di Piero Gheddo
Edizioni Paoline, Milano, 1994
pp. 160, lire 12.000
È un "testimone" del nostro
tempo. Marcello Candia, giova-
ne e brillante industriale milane-
se, negli anni del boom econo-
mico vende la sua industria,
una delle prime in Europa nel
Si sente continuamente dire
che tanti valori tradizionali sono
scomparsi o del tutto appan-
nati. L'etica è diventata oggetto
di dibattito pubblico, e coinvol- .
ge ogni livello della vita sociale:
bioetica, ambiente, economia e
sviluppo , impresa, mass-media,
politica.. . L'autore interpella uo-
mini impegnati nei vari campi
della società sollecitandoli ad
esprimere le loro posizioni nei
confronti degli attuali problemi
cruciali accennati. Ne emerge
settore chimico, e va a spende-
re tutte le sue sostanze e la
stessa vita fra i lebbrosi ed i po-
veri dell'Amazzonia brasiliana.
È stato proclamato "l'uomo
più buono del Brasile" e Sandro
Pertini gli conferì il Premio Fel-
trinelli "per un'.impresa di alto
valore morale e umanitario".
SUPERARE LA SOLITUDINE
Un itinerario cristiano
di Mary Alban Bouchard
Messaggero, Padova, 1994
pp. 254, lire 25.000
!lacy•Albanl1o,e~11d
~ SUPEHAHE
_...,_ L,\\ SOLITUDINE
Un itinerario cristiano
Destinato agli operatori pasto-
rali questo libro descrive anzi-
tutto le molteplici facce della
solitudine; sono raccontate sto-
rie vissute di lutti , malattie , pri-
PIERLW eNi'lt\\ MAlìlA CASTAL~
RACC ONTI
DI UN A F A MI G LI A
EDIT R IC E ~ NC O RA
M ILA NO
Il libro racconta la straordina-
ria avventura di una coppia di
sposi che si sente chiamata ad
aprirsi con sorprend~nte inten-
sità al dono dei figli. E una spe-
cie di diario scritto con il lin-
guaggio della conversazione tra
genitori e figli ; in un quadro di
vita pienamente autentica, vis-
suta controcorrente nell'orizzon -
te della speranza cristiana, si al-
ternano riflessioni e consigli. Un
libro per tutte le famiglie , per
aiutarle a risvegliare , attraverso
gioie e dolori, il quotidiano stu-
pore di fronte al grande proget-
to di Dio sugli sposi e sui figli.
È una storia che non ha un fi-
nale, non solo perché la vita
continua, ma anche perché l'in-
tensa testimonianza data da
questa famiglia sembra una
premessa per qualcosa che de-
ve ancora avvenire.
IJS FEBBRAIO 1995 - 17

2.8 Page 18

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ROMA. Università FMA
Auxilium . Tavola rotonda
sugli sviluppi del movi-
mento catechistico in lta-
lia, organizzato per la bea-
tificazione di Maddalena
Morano.
CATANIA. Madre Marinel-
la Castagno con suor Au-
silia Corallo, che ha av-
viato il processo diocesa-
no della beata Maddalena
Morano, davanti al reli-
quiario, presso l'altare pa-
pale.
ZILINA (Slovacchia) . Il for-
tunato incontro dei ciclisti
italiani - allievi e profes-
sori - del Colle Don Bosco
(Asti) con il Rettor Maggio-
re in visita alla Slovacchia.
PORVENIR (Cile). Festa
per i cento anni di fonda-
zione della città. Inaugura-
ta la nuova chiesa di San
Francesco di Sales (nella
foto) . Il parroco Santiago
Redondo Muiioz è stato
proèlamato "cittadino illu-
stre" e gli sono state con-
segnate le chiavi della
città.
LEONFONTE (Enna).
"Estate ragazzi " per la gio-
ventù della cittadina. Oltre
300 i partecipanti, più di
40 i giovani animatori. Il
tutto coordinato dalle figlie
di Maria Ausiliatrice e pa-
trocinato dal sindaco della
città.
18 - FEBBRA IO 1995 BS
CORIGLIANO CALABRO
(Cosenza). Ragazzi e ani-
matori in un momento del-
l"'Estate ragazzi ", organiz-
zata da due salesiani e sei
animatori giunti dal Pie-
monte, che, insieme ad
alcuni salesiani dell'ispet-
toria meridionale, hanno
dato vita all'attività estiva,
che ha coinvolto alcune
centinaia di giovanissimi.

2.9 Page 19

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fJ bOCUMENTi La Consulta salesiana per il disagio e l'emarginazione.
L'IMMIGRAZIONE
Cl COINVOLGE
di Gianni Frigerio
L a Consulta nazionale per il di sa-
gio e l'emarg inazione si è riuni-
ta a Palermo e sul tema dell ' immi-
graz ione ha affidato un messaggio a
tutti i sa lesiani d ' Italia, impegnati a
celebrare il loro "Capitolo ispetto-
riale". Don Domeni co Ri cca, segre-
tario della Consulta, ha presentato il
documento partendo da una consta-
tazione: « Per il mondo sa les iano
italiano l'immigraz ione è, eccetto
poche lodevo li esperienze, " un ' iso-
la" tutta da esplorare ». E ha agg iun-
to: « Molte ispettorie sono impegna-
te nella ve rifica de lle opere esisten-
ti. La nuova urgenza imm igrazione,
come tutte le altre che conosciamo
nel disagio de i g iovani , vorremmo
non fossero dimenticate in momenti
di scelte così dec isive ».
IL DOCUMENTO
Nato eia una riflessione intensa,
articolata, attenta all e voci di alcuni
extracom unitari invitati all ' incontro,
il documento è una coraggiosa presa
cli posizione a favo re dei giovani
extracomunitari presenti ne l nostro
paese. « J religiosi nell ' ambito de ll a
comunità eccl esia le hanno la loro
ragion d 'essere se sono segno di
vera libertà e di servi zio », comincia
il documento, rife rendos i al Vatica-
no II e al recente Sinodo. « Tra le
povertà oggi emergenti occupa un
posto di primo piano que lla causata
dall a mass iccia e a volte caotica im-
mi grazione di quest'ultimo decen-
nio », proseg ue il documento .
« L'Ita li a fino agli anni '60 è stata
terra di emigrazione; oggi è diventa-
ta terra di immigrazione. TI fe nome-
no ci ha colpiti di sorpresa e ancora
non siamo stati in grado cli offrire
ri sposte adeguate a live llo ecclesia-
le, meno ancora a live llo di istitu-
zioni civili. Ci senti amo combattuti
da un duplice sentimento : difendere
i diritti e il lavoro degli italiani o
abbozzare una ri sposta a tutti coloro
che vivono ne l bi sogno e che sono
fu ggiti da situazioni soc iali , politi-
che ed economiche disastrose».
L'Italia è diventata terra
di immigrazione.
Nella foto manifestazione
di solidarietà verso i terzomondiali.
IJS FEBBRAIO 1995- 19

2.10 Page 20

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Fatti &
Persone
MERURI ( Bras il e). All a bra s ilian a
Agripina Xav ier, 68 anni , è stata conferi-
ta la ' medaglia al merito Don Bosco" al
termine di una riuni one di fi glie di Maria
Ausiliatri ce e di sa les iani che lavora no
Ira Bororos e Chavantes. Nata a nord di
Cui abà, Ag ripina si trasferì nel 1937 con
le suore nella mi ss ione tra i Bororos di
Meruri (Malo Grosso), e vi rimase per
57 anni , occ upandos i di cucin a, orl o e
la va nd eria , partec ipand o ai momenti
reli giosi e comunitari della missione.
ALASSIO e GENOVA al passo co n
l' Europa. Al liceo di Genova-Sampierda-
rena è sorto un Centro lingui stico euro-
peo con corsi cli inglese, francese, tede-
sco, spagnolo, ma anche arabo e russo.
Al liceo cli Alassio invece, oltre allo spe-
rimentale, al classico e allo scientifico, si
è agg iunto il liceo linguistico aziendale,
con la possibilità del convino.
GROTT AFERRAT A (Roma). A se-
guito cli un appello pubblicato sulla ri vi-
sta Alba eia suor Giuliana Galli , mi ss io-
naria a Fortaleza in Bras il e, un lett ore
ha organi zzato per la fes ta dell ' Unità,
uno speciale stand dal tit olo " Le torte
dell a nonna", il cui ricavalo è stato de-
stin ato ai bimbi di suor Giuli ana e alle
sue ini ziati ve mi ss ionarie.
MADRID (Spag na). Rappresent anti di
tulle le ispeltori e spag nole hanno parte-
cipalo a un incontro sul tema: " Il sa le-
siano coadiutore oggi" al quale ha preso
parte anche il consigliere genera le per
la fo rmazione don Giuseppe Nico luss i.
li te ma e ra s ta io precede nte me nt e
approfondito ne lle va rie ispeuorie.
CACHO,EIRA DO CAMPO (Brasile).
Nel dicembre scorso si è svolto un incon-
tro tra i sa lesiani neri . Promosso dall ' i-
spettoria cli Belo Horizonte, l' incont ro
era aperto non solo ai salesiani di colore,
ma anche a chiunque fosse interessato al
tema. Il 60 per celllo dell a popolazione
brasiliana è di origine nera e la metà dei
giovani che frequentano le opere sales ia-
ne sono neri .
20 - FEBBRAIO 1995 IJS
I Palermo. La consulta nazionale
per l'emarginazione ha chiesto
di promuovere una cultura
dell 'accoglienza,
anche con l'aiuto dei laici.
UNA SERIE
DI INTERVENTI
E il doc ume nto s i spinge a indica-
re qua li inte rve nti s i do vre bbe ro
pre nde re per " antjare fin o in fondo"
ne ll 'attua re il cari sma ri cevuto da
Do n Bosco. An zitutto « una s ince ra
e seria anali s i de ll a "s ig nificati vità"
de ll e ope re, reali zzando , se necessa-
rio, una vera conve rs ione cli o bi etti -
vi . Gli o ratori devo no pote rsi aprire
a tutti i g iov ani c he pe r sva riati mo-
tivi sono " fu o ri .
E po i " pro fe ticamente" si chiede ai
sa les iani cli impegnarsi ne ll ' imme-
di ato concreto in queste direz ioni :
ass istenza di .pronto inte rve nto per
coloro che arrivando nel nostro
paese non riescono a vivere una
vita pi enamente umana. Un ' ac-
cog lie nza strao rdinari a e te mpo-
ranea, cosc ie nti anche de i ri schi
c he s i corrono;
de nunc iare le inadempi e nze de lle
istitu zioni c ivili de putate alla ri -
spos ta a ques ti probl e mi ;
propo rre progetti conc reti cli in-
te rve nto;
denunciare e combattere con ener-
gia ogni form a cli xeno fo bi a e di
sfruttamento che umiliano l' uomo;
• mette re in atto press ioni , politica-
mente va lide, pe r sce lte di pro-
moz ione umana pe r tune le s itu a-
zio ni di eme rgenza.
CON LA
COLLABORAZIONE
DEI LAICI
« L' incontro tra civiltà e c ulture di-
verse non può c he arricchire i s ingo li
e le comunità», 15rosegue il doc u-
me nto, invitando a una convergenza
cli ini ziative a li vello di opere e cli
Famig lia Sal es ian a. E a questo pro-
pos ito si invitano i sales iani a cercare
pe r quest' ope ra la co llaborazione
de i la ici , così dovrebbe avve nire per
ogni forma di impegno ne l sociale e
ne l politico: « Lavo rare in s ie me », si
legge, «c i spinge a fa re meg li o ».
Si propo ne infine la nasc ita cli
" patronati" c he ne ll'eme rgenza aiu-
tino gli immig rati a crescere ne l-
l' a utodete rminazio ne e ne lla gesti o-
ne autonoma de ll e dive r:e attività.
Il doc ume nto s i conclude con un
inv ito a fars i promo to ri cli un a "c ul -
tura cie li 'accogli e nza de l pove ro e
de l diverso".
Il docume nto provie ne da una
Con sulta abituata a leggere i segni
de i te mpi . E anche questa vo lta l' in-
vi to parte dall a le ttura di un a s itua-
zione di assoluta eme rgenza, c he
co invo lge mi g li aia cli g iov ani " pove-
ri e abbandonati ". « Se Do n Bosco
attraversasse oggi le strade de lle no-
stre c ittà », vi s i legge, « aprire bbe il
c uore e le case per raccoglie re i
messagg i cli SOS lanc iati dai g iov ani
c he popo lano ogg i le nostre c ittà e
ne rie mpi o no le tracie. La sua pro-
verbiale teme rari età lo po rte re bbe a
sce lte anche ri schiose pur cli venire
incontro ai loro rea li bi sogni ».
Gianni Frigerio

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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■ #•);\\•Mi ■ L'Irlanda, la pace e la situazione sociale vista dai giovani.
LA VOCE
DEI GIOVANI
D'IRLANDA
di Eddie Fitzgerald
Irlanda del Nord. La gioia della pace, dopo 25 anni di ostilità.
Ma i giovani non sono del tutto convinti.
I giovani in Irlanda
sono oggi profondamente
consapevoli di ciò
che avviene nel loro
paese. Eddie Fitzgerald
ha incontrato tre di loro.
Ciò che segue sono
alcune delle cose
che abbiamo registrato.
e he cosa pensate della tregua
raggiunta in Irlanda del Nord
nel/' agoslo scorso, dopo 25 anni di
odio e di sangue? Quali prospettive
di pace porta con sé?
Dolores: Da ciò che ho ascoltato e
letto, penso che s ia magnifico. Noi
vediamo la violenza alla televis ione
e la troviamo sui g iornali, e se ne è
parlato così tanto che s iamo diventati
quasi indifferenti . Ma quando ci ren-
diamo conto che la pace è alle porte,
facc iamo fatica a crederlo.
Pe nso che sarebbe una cosa mera-
vigli osa, ma nello stesso tempo mi
pare che que l popolo sia troppo ter-
rorizzato per gi ungere a ritrovare la
speranza. La violenza è andata avanti
per tanto tempo. E poi , con il cessate
il fuqco penso che per il popolo fi-
na lmente ci sarà la possibilità di una
vita un po' più nonnale e da questo
punto di vista è davvero belliss imo.
Prima della sospensione delle osti-
li noi siamo andati in vacanza al
Nord e elevo dire che ho visto una
reg ione in difficoltà. Vi erano barri-
11s FEBBRAIO 1995 - 21

3.2 Page 22

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cate ovunque. Ricordo che in un
giorno pieno di sole passavo da Kesh,
che è una bella cittadina di campa-
gna. I giardini erano pieni di fiori.
Ma improvvisamente, guardando in
alto , vidi un esercito con le armi
spianate. [I cielo sembrò diventare
improvvisamente nuvoloso e scuro,
il contrasto non poteva essere più
grande. Ma in un giorno di sole così,
ci fu paura. Ho vi sto una moto scen-
dere dalla collina e i soldati puntare
i fucili contro quell'uomo. In realtà
penso che fosse solo una specie di
gioco da quelle parti , perché essi
sembravano conoscerlo. Ma per me
fu un 'impressione orribile. Io non
potrei sopportare questo genere di
vita. Mi parve un paese militarmente
· occupato. Ricordo chiaramente il
senso di liberazione che provammo
quando passammo il confine. Penso
che sia ciò che provano in questo
momento gli Irlandesi del Nord.
Gerard: Ho visitato il Nord molte
volte e fu scioccante vedere tante ar-
mi in giro. Al Sud la nostra polizia
non è armata e non siamo abituati a
vedere armi per le strade. Andando
attraverso i posti di controllo al
Nord sembrava praticamente di vi-
vere la scena di un film di guerra,
con tanto di sentinelle, telecamera a
360 gradi e filo spinato.
Alcuni anni fa andando per Or-
meau Road, vidi due poliziotti con
22 - FEBBRAIO 1995 ns
le armi automatiche attraversare la
strada. Mentre camminavano, si co-
privano l' un contro l'altro . Penso
che fossero andati in strada a com-
perare il giornale o una scatola di
dolci o qualcosa del genere. Io tro-
vai tutto questo assurdo. Più recen-
temente, quando 1-_itornai là, mi ac-
corsi che c 'erano stati molti cambia-
menti: la polizia aveva soltanto armi
leggere, c 'erano molto meno pattu-
glie di poliziotti e le cose erano mol-
to più serene. Per esempio, erano sta-
ti rimossi la maggior parte dei posti
di controllo che in passato Ja gente
si era abituata a vedere.
Georgina : Anch ' io sono felice
per il cessate il fuoco , anche se fac-
cio fatica a crederlo, perché non ho
mai sentito parlare cli altro che di
contrasti al Nord. Stento davvero a
crederlo. E sono convinta che conti-
nuerà. Come si può decidere in un
batter d ' occhio che non ci dovrà più
essere violenza, e non più bombe?
Non riesco a vedere una nuova si -
tuazione fino a quando noi del Sud
non rinunceremo alle nostre sei pro-
vince e tutto sia dimenticato. E non
so se questo potrà mai accadere.
Non so se avremo maj l' unità d ' Ir-
landa. Ne sarei contenta. Ma vorrei
ci fosse anche la pace in Irlanda.
LA PACE PRIMA DI TUTTO
Che cosa pensate del processo di
pace nel mondo - in Sudafi·ica , nel
Medio Oriente - delle intese per il
disarmo tra Est e Ovest?
Georgina: Io sono solo informata
dai giornali o dalla televisione. Per
esempio, si dice che in Sudafrica il si-
stema dell 'apartheid sia 01mai sman-
tellato e tutto il popolo abbia uguali
diritti. Ma se questo sia vero o no,
non lo so. Vorrei conoscere meglio
ciò che avviene davvero da quelle
parti.
Sarà come in Irlanda. Quando la
gente sente dire che sei irlandese,
automaticamente pensa a Belfast o a
quelli di noi che vivono a Cork,
Galway o Dublino come se stessimo
tutti vivendo la violenza e i bom-
bardamenti. Non riescono a pensare
che la maggior parte della gente in
questo paese sta vivendo una vita
normale ed è lontana dalle sparato-
rie e dalle cosiddette "spedizioni pu-
nitive".
Penso comunque che per ciò che
avviene nel mondo in generale po-
trei essere abbastanza fiduciosa nel-
la possibilità della pace. Ma io sono
ancora molto preoccupata, perché è
una cosa difficile rinunciare al pro-
prio potere. E non riesco a vedere
che coloro che hanno potere nel
mondo siano preparati a: lasciarlo
molto in fretta . Io non saprei indica-
re la soluzione, ma fare i certamente
qualunque cosa per portare nel mon-
do la pace.
Dolores: A proposito di ciò che
ha appena detto Georgina. Penso
che il profondo disagio che la gente
sta vivendo sia il maggior fattore
che spinge in avanti il processo cli
pace. I giovani sono davvero preoc-
cupati. Lo vedi nei programmi dei
ragazzi alla televisione, dove essi
parlano di ciò che gli sta intorno e
del loro futuro. Tu puoi accorgerti
quanto siano davvero di sorientati di
fronte al loro domani .
Tuttavia gli adulti sembrano per-
cepire le paure de i giovani e a farse-
ne carico. Gli adulti incominciano a
capire che non possono mettere al
mondo dei ragazzi con questo tipo
cli inquietudini. Penso che cominci-
no a preoccuparsi. Sono convinta
che una certa consapevolezza che
stanno acquistando gli adulti sia il

3.3 Page 23

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risultato delle paure dei giovani. Ri -
cordo di aver letto sul Bollettino Sa-
lesiano un bel proverbio africano
che mi sembra davvero interessante:
"Il mondo non ci è stato consegnato
dai nostri genitori. .. ma ci è stato
affidato dai nostri figli ". Penso che
gli ad ulti stiano cominciando· a
scuoters i una buona volta. Da parte
mia, lo spero.
di dialogo , ma il più delle vo lte non
ci ascolti amo l' un l'a ltro.
C'è un grande bisogno oggi più
che mai di sedersi e di parlarsi gli
uni gli altri.
Nel preparare il terreno alla pace
nel Nord d 'Irl anda, il governo ingle-
se disse che non avrebbe mai trattato
con i terroristi . Ricordo quando Yas-
ser Arafat fu diplomaticamente rei n-
tegrato. Sentii pietà per quel popolo
che moriva ne l conflitto mediorien-
tale. E mi colpì molto il fatto che
mentre moriv a ancora tanta gente
ne l Nord d 'Irlanda, ci sia stata quel-
la deci sione inglese.
Comunque, io sono fiducioso per
il processo di pace nell 'Irlanda del
Nord e nel mondo. Sem bra emergere
il bisogno di concedersi una pausa di
riflessione e di conservare ciò che
abbiamo, altrimenti il pallone po-
trebbe scoppiare. Ma sono anche in
apprensione perché la gente sta an-
cora giocando con la politica, tirando
pietre o mandando in fumo ciò che si
è realizzato finora.
GIOVANI D'IRLANDA
Come vedete i giovani d'oggi?
Quale spazio occupano? Qual è il
loro ruolo ?
Gerard: C'è un grande bisogno Gerard: Penso che•sia importante
di asco lto oggi. Noi parliamo tanto capire che ci sono molti differenti
IN LIBRERIA - - - - - .
MAX HUOT DE LONGCHAMP
celebrare
e vivere
la
Confermazione
EDITRICE ELLE DI Cl
PARROCCHIA
CATECHESI
E FAMIGLIA
Sei agili volumetti scritti
dal parroco francese
Max Huot de Longchamp,
che presentano
la vita cristiana nei suoi
momenti fondamentali.
Fascicoli usciti:
1. Celebriamo il Battesimo di
nostro figlio
2. Celebrare e vivere la
Confermazione
3. Celebrare e vivere la
Riconciliazione
4. Celebrare e vivere il
Matrimonio
5. I cristiani e il tempo della
malattia
6. In preghiera per un defunto
Ciascun libretto
pp. 52, lire 3.500
Da sinistra, Dolores Connell, Georgina Craine e Gerard Bailey e durante
l'intervista presso la casa ispettoriale di Dublino.
Presso le librerie cattoliche
o direttamente alla:
ELLE DICI
10096 LEUMANN-TO
Tel. 011/95.91.091
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JJS FEBBRAIO 1995 - 23

3.4 Page 24

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Cooperatori
CIAMPINO (Roma). " Miti-re ligione e
nu ove re li giosità" (Giovan i assetat i cli
speran za) è stato il tema de l Congresso
nazionale g iovani coo peratori tenuto a
Sassone-Ciampino ne i g iorn i 5-8 gen-
naio scors i. La prim a g io rn ata è stata
dedicata al fenomeno della musica g io-
vanile, con la partec ipazione de i Pace-
donia cli Varese e de i Grove Ma chines
cli Livorno. Il tema ciel Congresso è sta-
to presentato eia Enrica Rosanna ed Eu-
ge ni o Fi zzotti.
KAHHALE (Liba no) . Ci nqu e nu ov i
coopera to ri han no fa tt o la promessa .
Ma il fa tt o cli rili evo è c he il g iovane
cooperatore Issam, è stato ordinato sa-
cerd ote diocesano maronita. Inc redibile
la festa oratoriana che g li hanno fatto. li
nu ovo sacerdote ap pariva co mm osso
per la me ta raggiunta , nonos tante le
grandi difficoltà, tra le quali l' oppos i-
zione della famiglia .
LUBUMBASHI (Za"ire). Mons. Jean-
Jacq ues Sanza Bangano, procuratore
de ll a di oces i cl i Kipushi , è entra to a fa r
parte de i cooperatori salesiani. Lo " sto-
rico" avven imento è avvenuto il 19 g iu-
gno scorso nella cappe ll a de l Collegio
san Francesco cli Sales .
BAHIA BLANCA (Argentina). Cosa
fa nno i coo peratori ? Danno qui una pre-
z iosa collaborazione all ' opera M amma
Marghe rita , che offre mensa e as ilo a
bambini di ma mme c he lavora no, cli
bambin i senza fa mig li a e accoglienza a
ra gazze-madri e a donne in difficoltà .
C ' è an che un co ns ultori o medi co e s i
fa nno corsi cli fo rm az ione profess ionale
per ado lescenti e ad ulti .
KIG ALI ( Rwancla) . Un uffi c ia le in
pensione; il cooperatore Laurent Nsen-
g iyumva, del qu arti ere cli Ntera, è stato
arrestato e fu ci lato insieme alla sua fa-
mi g lia . Motiv o de lla cond anna: hanno
prote tto famiglie di Tutzi durante la
guerra, mentre erano ri cercati da i mili -
z iani Hutu . L 'epi sodio l'a parte di un a
catena di eroi smi cli carità compiuti eia
sacerd oti e laici durante i terribili g iorn i
della tragedia rw anclese.
24 - FEBBRAIO 1995 BS
- Immagini d'Irlanda che ci hanno accompagnati per 25 anni.
mondi e che qui in Irlanda noi vi-
viamo in un a soc ietà dello sv iluppo.
Se ci paragoni amo ai g iov ani ciel
Terzo Mondo, no i qui viviamo .in un
re lativo benessere, anche se c'è chi
lavora e chi è di soccupato , la classe
operaia e il ceto medio.
Nel nostro mondo progredito, i me-
dia, spec ialmente la televisione, im-
pongono ai giovanj un loro mode llo
cli vita. Vi è un forte condizionamen-
to sui g iovani perché siano belli , per-
ché usino prodotti cli qualità, raggiun-
gano un buon lavoro e così via.
In modo pa rti co lare vi è una forte
pressione sulle ragazze pe rc hé ap-
paiano in un certo modo .
Il mondo reale però è molto diffe-
rente. Vi è un gran nume·ro cli giova-
ni in questo paese che non vanno
dietro a ciò che gli altri danno per
scontato, o alla rice rca cli quello che
viene offerto dalla fa bbri ca dei so-
gni. Molti g iov ani non mangiano
quanto dovrebbero. Non s i ri sca lda-
no abbastanza cli notte. Non hanno
un giusto livello di istru zione, pe rché
frequentano la scuola così, nelle zo-
ne ciel sottosviluppo.
Se eia una parte per i giovani c'è
sviluppo e poss ibilità di riusc ire, dal-
l' altra abbiamo un crescente gruppo
cli disoccupati senza prospettiva di
lavoro. Nelle nostre comunità di
base cristiane, per esempi o, c i sono
alcuni che hanno un buon impiego
per il loro livello cli età, e altri che
non riescono proprio a trovare lavo-
ro. È importante considerare le due
facce dell a medaglia.
Vi è un a grande press ione sui gio-
vani a consumare, ma spesso non
possono farlo. Questo ha un di sa-
stroso effetto s ulla loro es istenza .
Recenteme nte a Dublino un ragazzo
fu assalito da un gruppo di g iovani
delinquenti che lo picchiarono e g li
presero le scarpe, perc hé erano de lle
Reebox.
Georgina : Mi trovo mo lto d ' ac-
cordo con Gerarcl quando dice che i
g iovani sono sotto press ione. Cono-
sco molti dei mie i compagni cli clas-
se che sono disoccupati . Anch ' io lo
fui per un certo periodo. So c he
questo vuol dire lasc iars i anelare e
ho trovato molta difficoltà a venirne
fuori . A ness uno inte ressa se tu se i
stato in g iro senza fa r niente pe r
sette o otto mes i.
Tra i g iova ni vi è anc he una forte
tende nza a vive re nel lusso. Se lavo-
ri al supe rme rcato, la gente ti guar-
da dal basso in alto . Ma anche se
hai ragg iunto il te rzo livello cli
sc uo la , quando hai finito, non c'è cli
fa tto lavoro pe r tutti. I g iovani allo-
ra finiscono pe r dove r lasc iare il
loro paese in cerca cli lavoro. Non
c redo che vogliano usc ire clall ' Irlan -
cla. Il fatto è c he in Irl anda le poss i-
bilità cli fa rce la non sono molte.
Eddie Fitzgerald

3.5 Page 25

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l'intervista a Guido Josia scenografo
FORREST GUMP
Un film di successo, campione d'incassi.
Una vicenda singolare e la ricostruzione
di trent'anni di storia americana.
<< F orrest Gump " è stato definito un film diver- peramento accomodante . È un personaggio impreve-
tente e commovente, con una splendida storia dibile, remissivo , ingenuo, che come una piuma si la-
d'amore. Giovanna Grassi sul Corriere della Sera lo scia condurre dagli eventi , accettandoli per quelli che
ha definito "un grande film "; Goffredo Foti su Pano- sono . È un fortunato baciato dal destino . Eroe del
rama ha scritto che è "il miglior film " di Zemeckis.
Vietnam , campione di foot-ball e di ping-pong , grande
È un film gradevole e ben realizzato . La sceneggia- industriale dei gamberi. E la sottile ironia che lo cir-
tura è frizzante , il montaggio dinamico, gli aspetti te- conda lo rende un personaggio "oltre". Il suo perdersi
cnico-artistici ne fanno uno
e ritrovarsi anche con delle
spettacolo riuscito . Definirlo
trovate tecniche di reg ia ef-
però semplicemente un film
ficaci , dà alla storia un che di
divertente e commovente mi
fiabesco e di irreale. Il tutto si
sembra un po' riduttivo , perché
riassume in quella parados -
ricostruisce con arte, in modo
visivo e musicale, trent'anni di
storia americana.
Tiom Il mondo
nuu ri kl,nhumi più r. $te n o
dopo o-:crlo "'Ì1IO
ortuwe,10 glr occ~i di
Fm r111,1 G 11mp
sàle corsa finale : un correre
fine a se stesso, che lo porta
di fronte all'oceano.
Zemeckis, regista tra l'altro del
" Roger Rabbit " e della trilo-
gia "Ritorno al Futuro », gra-
Hanksè
Forrest
Non le pare che " Forrest
Gump » sia in fondo un tipico
film americano, tutto sommato
zie ai prodigi degli effetti spe-
ciali, rende Forrest contempo-
raneo dei grandi del suo tem-
po. Foti ha scritto che " li lega-
me privato-storia è il filo intel-
ligente del film ».
, Gwnp
piuttosto tradizionale ?
È un film che rispecchia la cul -
tura americana. L'americano
vincente comunque . Un film
americano dove può avvenire
di tutto, anche l'assurdo , l'in-
Il privato e lo storico si intrec-
cong ruente, la fiaba. La storia
ciano. Ma il privato non è da
di uno svantaggiato che - co-
generalizzare . La storia ame-
me è avvenuto realmente in al-
ricana è presentata in modo
tri casi in America - riesce a
quasi cronachistico ; la vicen-
farcela. In questo senso è an-
da di Forrest invece è specia-
che un film nel filone classico
le, improbabile, ed è l'elemen-
(pensiamo ai film di Frank Ca-
to di maggior interesse del
pra, fino al recentissimo Mister
film .
Hula Hoop) , con i grandi valori,
il lieto fine , la realizzazione del-·
" Forrest Gump » è la storia di
un bambino di intelligenza
inferiore alfa media, che parte
con un handicap, ma anche
molto fortunato , per il quale
ogni .disgrazia si trasforma in
IForrest Gump (1994), un film di Robert
Zemeckis, con Tom Hanks (Forrest Gump),
Robin Wright (Jenny), Gary Sinise (Dan).
Dal romanzo di Winston Groom. Fotografia :
Don Burgess. Montaggio: Arthur Schmidt.
Effetti speciali: Ken Ralston.
l'improbabile. Cinquant'anni fa,
quando si viveva di sogni , un
film così ti lasciava soddisfatto.
Oggi si rimane più guardinghi.
Il pubblico capisce che si tratta
di una fiaba e preferisce vivere
opportunità ...
con i piedi per terra, affidando·
si non alle circostanze casualmente fortunate , ma ai
Apparentemente Forrest è un perdente, ma ragg iun- progetti personali, magari più modesti, ma legati ai va-
ge risultati positivi grazie alla madre , una tipica ma- lori della propria educazione e condizionati dall'impe-
dre dell'America sana, che ha un 'incrollabile fiducia gno personale.
nella riuscita del figlio ; ma anche grazie al suo tem-
IJS FEBBRA IO 1995 - 25

3.6 Page 26

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- - - - ~ .ANNO DELLA TOLLERANZA Santa Chiara a Palermo: qui nuovi immigrati hanno
SOLIDALI VERSO I
di Baldassare Meli
Una lunga storia
di impegno a Palermo.
Le molte iniziative
qual(fzcate di solidarietà
verso ai terzoniondiali,
D agli anni ' 20 al terremoto del
l 968, che ha di strutto la Valle
del Belice, ma che ha avuto conse-
guenze negative anche a Palermo,
Santa Chiara è stato un centro irra-
diante per mi gli aia di giovani , con
l' orfanotrofio, scuola med ia, scuola
profess ionale e l' oratorio quotidiano,
frequentatissimo da ragazzi e giovani
del centro storico di Palenno.
Dopo il terremoto del 1968 le scuo-
le sono state trasferite nel nuovo isti-
tuto "Gesù Adolescente" e il Santa
Chiara ha assunto la fisionomia di
centro pilota per l'attività sociale so-
prattutto a favore dei g iovani e delle
famiglie bisognose dell 'Albergheria.
Questo quartiere, una volta residenza
delle famiglie " bene" di Palermo, or-
mai è abitato da famiglie povere e bi-
sognose.
Lo straordinario impegno di sale-
siani di frontiera , coadiuvati da un
folto gruppo cli volontari, cli obiettori
cli coscienza, eia un gruppo scout di
" Europa", da una comunità cli fede,
uno straordinario impulso al lavo-
ro in favore de i ragazzi del quartiere
e _delle loro famiglie. Ma gli edifici ,
diventati fatiscenti e pericolanti , in-
ducono a trasferire le famiglie nei
nuovi quartieri cli periferia. Ma non
26 - FEBBRAIO 1995 IJS
tutte le famiglie sfrattate ottengono
subito la casa, e alcune cli esse trova-
no ospitalità al Santa Chiara.
L'Albergheria s i sv uota cli abitan-
ti , ma la povertà rim ane.
J pochi ragazzi rimasti, con all e
Nelle foto, un lembo d'Africa
nel cuore di Palermo.
A destra in alto, don Baldassare
Meli (al centro) coinvolto
nella festa. A sinistra in basso,
la chiesa di Santa Chiara e la sede
della comunità.
spalle situazioni familiari complicate,
sono ad alto rischio: spesso diventa-
no facile manovalanza della crimina-
lità locale.
li lavoro tra i giovani a Santa Chia-
ra diventa sempre più duro e difficile.
I PRIMI IMMIGRATI
Intanto la fisionomia del quartiere
va cambiando: le case· pe rico lanti la-
sciate vuote dalle famiglie sfrattate
vengono gradualmente occupate da-
gli immigrati che arrivano sempre
più nume rosi dal Centro e Nord Afri-
ca: numerosi marocchini e tunisini ,
qualche ghanese e avariano. Questa

3.7 Page 27

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trovato una casa e un vero punto di riferimento.
BS
NUOVI POVERI IN LIBRERIA --~
È festa a Santa Chiara,
e gli ospiti indossano i loro
splendidi costumi.
CARI FIGLI
Lettere dei genitori ai ragazzi
Collana: I colibrì di Mondo
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«VOLEVO DIRVI... »
Lettere ai genitori
Collana: I colibrì di Mondo
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DI EDUCAZIONE
RELIGIOSA
di Pino Pellegrino
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AGLI SPIRITI?
di Jean Vernette
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3.8 Page 28

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presenza, sempre più mass iccia, pone
svariati problemi .
Il professor Serafino Mansueto , di-
rettore della cattedra di° patologia
medica dell ' Unive rsità di Palenno, si
pone il problema sanitario. Ritiene
importante creare un osservatorio
epidemiologico ed offrire la possibi-
lità di assistenza sanitaria per tutti
coloro che ne sono sprovvisti. Si amo
nell 'autunno del 1987. Nel rice rcare
spazi per realizzare il suddetto pro-
getto viene a bussate a Santa Chiara.
Vi sto che allora molti ambienti del-
1' istituto rimanevano vuoti, i sales ia-
ni furono ben lieti di offrire alcune
stanze. Dopo la necessaria opera di
ri strutturazione, effettuata con l' aiuto
dell' ammini strazione comunale, nel-
l'aprile del I988, viene inaugurato il
Poliambulatorio per immigrati ex-
tracomunitari. Da allora, nei vari
giorni della settimana, una quindici-
na di medic i volontari s i sono alter-
nati per prendersi cura degli immi-
grati che, via via sempre più nu-
merosi , sono venuti a chiedere aiuto.
Sono sorti così gli ambulatori di
medicina generale, dermatologia, gi-
necologia, otorinolaringoiatria, neuro-
psichiatria, oltre al g esistente am-
bulatorio di pediatria.
Palermo. A Santa Chiara si ritrovano giovani di molti paesi africani,
dal Marocco al Madagascar.
A SERVIZIO DI TUTTI
A questo primo importante servi -
zio man mano se ne sono aggiunti
altri : co rsi di lingua italiana, deposi-
to di documenti e bagag li , aiuti pe r
ri so lvere problemi legali o con la
Questura, fermo posta, recapito te-
lefonico, aiuto pe r ricerca di lavoro
o di casa.
Tutte Ie dome niche g li immigrati
organizzano a Santa·Chiara riunioni
di associazioni, fes te etniche ed in-
te re tniche.
In collaborazione con i mi ss ion ari
comboniani , le s uore comboniane, i
mi ss ionari ob lati dell ' Imm aco lata,
le figlie di Sant ' Anna, si offre la
poss ibilità di ce le brazioni liturg iche
in inglese e in fra ncese e lez ioni di
Catechesi.
Dal novembre de l 1990 inizia an-
che l'avventura dell ' accoglienza not-
turna. All ' inizio con un gruppetto di
arabi che nell'attesa di ri cevere il
tanto sos pirato permesso di sogg ior-
28 - FEBBRAIO 1995 JJS
no dormivano sotto gli albe ri della
villa antistante la questura.
Attualmente sono ospitati oltre 100
g iovani , in gran parte prove nienti
dalla Costa d ' Avorio e dal Ghana;
ma ci sono anche alcune presenze
dalla Tunisia, dal Marocco , dall ' Al-
geria, dal Togo, dal Burkina Faso,
dalla Guinea, dal Niger, dalla Nige-
ria; infine ci sono alcuni studenti
universitari provenienti dalla Giorda-
nia, clall 'Iran, dall ' lraq e Madaga-
scar. Per tutti gli altri servizi, vanno a
bussare anche mauriziani , tamil , cin-
galesi , capoverdiani , indiani, senega-
lesi, eritrei.
L' attività o ratorian a e di assisten-
za alle famiglie cie l quartiere e agli
immi grati viene portata avanti eia
due salesiani , da alc uni obiettori cli
coscie nza e da alcuni volontari.
Mi s i chiede se ci sono difficol-
tà. Certo che ce ne sono: di persona-
le, economiche, di delicato ed equi-
librato interve nto di sostegno alle fa-
mi glie ciel quartiere ed agli immigra-
ti per superare il rischio della guerra
tra poveri; il dover es igere da tutti ,
italiani e stranieri, il massimo ri spet-
to pe r tutte le diversità: eia quella et-
nica, a quella religiosa; dalla cultu-
rale, a quella sociale.
Infine c ' è da notare che tutte le at-
tività vengono svo lte in ambie nti
adattati alla meglio, visto che la
struttura è vecchia cli seco li. Già è in
cantiere il progetto per rinnovare, il
più celermente possibile, lo stabile ,
adattandolo alle nuove es igenze e
secondo i requi siti cli legge. Attinge-
re mo, certo, a tutte le fo nti che le
leggi ci permettono; ma per acce le-
rare i tempi è necessario il contribu-
to fattivo di enti e pe rsone svariate.
Nutro un sogno : che l' opera·cti Santa
Chi ara (oratorio, centro d ' accoglie n-
za per immigrati e, perché no, la
parrocchia cli San Nicol ò ali' Alber-
gheria) venga gestita da tutta la Fa-
miglia Salesiana di Palermo e della
Sicilia! Sare bbe un segno dei tempi
nu ov i e di coerenza nella sce lta per i
pove ri e g li emarg inati.
Baldassare Meli

3.9 Page 29

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di Jean-François Meurs
BEVERLY HILLS
E DINTORNI
sti è distratto. Ha scoperto un libro
di Mac Mahon e capisce che è sul
campo di battaglia che si vincono i
combattimenti. Pensa di applicare
questa strategia per sedurre Maga/i.
Romanzi rosa e telenovele : un
genere minore da prendere sul
serio. C'è chi crede di trovarvi
l'identikit del mondo giovanile.
Ma se gli adulti offrono ai gio -
vani questi modelli, come si può
dire che li amino?
l'Aids. Dal momento che Annette
non si riprende più dalla partenza
di Alberto, Jerome dichiara la pro-
pria passione per Lolita. Eccolo da-
vanti a una grande decisione: la
sua relazione romantica con Jero-
me prende una nuova strada . Ma
Lolita è pronta ? Lei desidera pas-
sare una visita ginecologica. Nella
sala d 'aspetto, incontra Lia/a, alle
prese con le sue prime mestruazio-
Ml FA VENIRE LA NAUSEA. Im-
possibile continuare così! Per ch i ci
prendono? È questo il modo di pre-
sentarci? È necessario ricostruire le
nostre piccole sciocchezze per fare
un'opera sociologica e vera?
La gente pensa che uno come me
si aspetti queste telenovele, che io
ami queste storie perché sono gio-
vane . Ma cosa sono i giovani? Un
nuovo prodotto di bellezza? A forza
di guardare la televisione finiamo
A scuola ci hanno chiesto di fare
un ritratto della nostra genera-
zione e dei suoi comportamenti.
Con i compagni, si discuteva sul
modo di farlo in fretta. Carlo ha
avuto un 'idea geniale : « Fantastico!
Basta guardare la tele : le teleno -
vele sono fatte dopo lunghi studi ,
prodotte da gente che usa il com -
puter, da chi conosce benissimo il
mondo giovanile: sociologi , psicolo-
gi ed esperti di marketing . È vera-
mente il nostro specchio, e tutti so-
no felici di specchiarsi! ».
DOPO UNA SERATA DI ZAPPING ,
non avevo trovato niente di interes-
sante da quelle telenovele. Allora ho
semplicemente preso dai giornali i
riassunti dei programmi televisivi , e li
ho messi uno dopo l'altro e mi sono
accorto che potevo davvero iniziare
una brillante carriera letteraria...
Antonio annuncia a Lola che ha ap-
pena trovato la donna della sua vi-
ta. Deluso per la partenza di Monica,
John domanda a Eugenia. di aiu -
tarlo a riconquistare Lola. Trovan-
dosi soli in casa, Virginia e Anna
invitano Luca e Gioele a pranzo.
Stanno scambiando il primo bacio,
allorché un getto d 'acqua sorpren-
de tutti. Luca si nasconde sotto il
letto e Gioele ha un dubbio terribile.
Essi decidono di fare un test sul-
ni. Una donna di più! Cosa faranno
i giovani? Decidono di risolvere la
questione con una gara in cucina :
la pizza migliore! Nicola vede che
Sebé;Jstiano è inquieto. Gli fa delle
domande e Sebastiano si confida :
non apprezza le critiche di Antonio
sul comportamento di Linda, la sua
nuova fidanzata . Quella ha reso la
pariglia e ha raccontato tutto ad Al-
berto. Sebastiano è così disperato
che vuole ritirarsi in un convento. E
chiede parere a Cristoforo. Ma que-
tutti per essere simili gli uni agli altri!
Brrrl Mi viene freddo alla schiena!
Tutti questi eroi delle telenovele
hanno dei bei principi morali. Hanno
l'aria dolce e innocente, e sanno tut-
to della vita. Non hanno bisogno di
denaro, si drogano, ma lo fanno per
gioco , perché ne escono . Non be-
vono,.non fumano . Non si uccidono
in moto.
In classe sarà meglio raccontare
qualche storia vera.
IJS FEBBRAIO 1995 - 29

3.10 Page 30

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A scuola dalle suore in una città di sette milioni
La fatica di vivere
e l'incertezza delfuturo
dei giovani
di Hong Kong.
Fra 900 giorni
il ritorno alla Cina:
NG,~
K wai Chung, Nuovi Territori . La
zona, cioè, che la Repubblica
Popolare Cinese ha ceduto, per ulti-
ma nel tempo, agli inglesi perché la
città potesse estendersi ·e svilupparsi.
I grattacieli, qui , non hanno ancora
rubato tutto lo spazio del cielo e, ar-
rivando con l'autobus, si scoprono
spazi verdi ancora tenacemente ab-
barbicati alle colline che sovrastano
la metropoli.
Sono ospite per qualche ora delle
Siu Ming Catholic Secondary School.
Una scuola incredibile, con una storia
altrettanto incredibile alle spalle, ini-
ziata vent'anni fa.
Il governo aveva concesso il terre-
no per la costruzione ma mancavano
i fondi e le nostre suore temporeg-
g iavano. Il Governo esigeva che la
scuola ci fosse e al più presto. Ci fu
un accordo: le autorità stesse venne-
ro incontro alle difficoltà della con-
gregazione e pagarono circa I' 80 per
cento de lla costruzione e di tutto il
materiale didattico e cli arredamento;
il rimanente fu donato da un benefat-
tore, il sig. Siu Ming, che chiese, co-
me riconoscimento, che il suo nome
apparisse pubblicamente. Cos'altro
di meglio se non dedicarla a lui?
La scuola, per questo accordo, è
governativa, ma le figlie di Maria
Ausiliatrice assicurano la gestione
cattolica e la programmazione edu-
cativa.
Un complesso enorme mandato
avanti da una piccola comunità, quat-
tro suore, che è il lievito nel grande
numero delle insegnanti lakhe.
Oggi , benché sia domenica , la
scuola non riposa e le attività non si
fermano. Alcune giovani stanno pre-
parando volantini, cartelloni, bache-
che per le elezioni dei rappresentanti
cli istituto e per pubblicizzare le atti-
30 - FEBBRAIO 1995 IJS
'.
Kwai Chung (Hong Kong). Allieve in festa e in preghiera.
vità che la scuola offre nell 'orario
extra scolastico. Un altro gruppo sta
facendo musica.
Incontro suor Rose Yick, la presi-
de. Mentre mi accompagna per un
rapido giro nelle aule mi racconta le
ultime iniziative che la scuola sta
portando avanti. «Da due .anni ci sia-
mo impegnate in un cammino di ap-
profondimento della democrazia. In-
sieme con le insegnanti de. iderava-
mo cambiare il modo di procedere
all ' interno della scuola rendendo le
ragazze partecipi della programma-
zione e della scelta degli obiettivi da
raggiungere come comunità scolasti-
ca. Negli ultimi tempi avevamo nota-
to una certa indifferenza, quasi pas-
sività di fronte alle iniziative, non
solo extra scolastiche, ma anche nel
rendimento e nella partecipazione in
classe, durante le lezioni. Abbiamo
voluto così provocarle a "uscire dal
guscio", a essere protagoniste ».
Ha tra le mani il quaderno che,
pensato e prodotto dalle ragazze, è
lo strumento che accompagna le
componenti della scuola n~I cammi-
no fonnativo dell ' anno. «E un qua-
derno che tutte possiedono. li per-
corso è strettamente personale, ma
non si -tralascia la dimensione socia-
le. Si vuole soprattutto che le ragaz-

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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di abitanti, con problemi tipici delle grandi metropoli.
ze riflettano su se stesse, sulle pro-
prie possibilità di dare, fare, espri-
mersi , organizzare e di assumersi in
prima persona tutte le responsabilità
delle proprie scelte».
L'ATRIO
DELLE OCCASIONI
La bacheca è stata messa proprio
qui. Il grande atrio, che si trova al-
1'ingresso ciel cortile su cui si affac-
ciano le aule, è un passaggio obbli-
gato. La grande lavagna è a disposi-
zione delle ragazze che possono
scrivere interrogativi, proposte, la-
mentele circa alcuni comportamenti
Kwai Chung (Hong Kong). Suor
Rose Yick, preside della Siu Ming.
che, secondo loro, ali ' interno della
scuola non sono in regola con la
buona educazione.
Un insegnante è incaricato di rac-
cogliere le sollecitazioni e cli rispon-
dere pubblicamente, attraverso la
stessa lavagna, alle giovani interlo-
cutrici. Non si accettano messaggi
anonimi, bisogna essere responsabili
dei messaggi, rendere ragione delle
proprie critiche e essere propositive.
«Ci siamo accorte - continua suor
Rose -, che se vogliamo fare spazio
alle giovani, dobbiamo ascoltarle e
dialogare con loro».
Fatti di storia quotidiana. Suor Ro-
se, la sua comunità e le sue inse-
gnanti credono che è ancora possibi-
le educare.
PUNTO DI ASCOLTO
Trovo suor Monica Liù in mezzo
~Ile ragazze. Le si affollano intorno.
E il momento della ricreazione e il
grande cortile di Our Lady's Colle-
ge di Hong Kong è un vociare uni-
co. A fatica si riesce a farsi largo e a
conquistare un angolo favorevole
per parlare.
Anche la scuola in cui mi trovo,
come la città, si è sviluppata verso
l'alto; le giovani, preadolescenti e
adolescenti, che la frequentano sono
circa duemila. Con suor Monica ci
sono altre figlie di Maria Ausiliatri-
ce e tante insegnanti laiche che con-
dividono la passione educativa di
accompagnare queste giovani verso
la tappa storica del 1997, anno in
cui Hong Kong ritornerà alla Re-
pubblica Popolare Cinese.
Al suono della campana il silen-
zio si impadronisce ciel cortile e le
ragazze si avviano in ordine verso
le classi. La scuola ricomincia. Pos-
so fin~lmente parlare con suor Mo-
nica. E una suora giovane, ha stu-
diato in Italia, alla Facoltà di Scien-
ze dell ' Educazione "Auxilium", lau-
reandosi in Psicologia due anni fa.
Ritornata nella sua terra, è ora re-
sponsabile del Centro Ascolto del-
1'Our Lady's College. È un'espe-
rienza nuova che l' ispettoria ha av-
viato per rispondere alle richieste
delle insegnanti di avere una perso-
na che facesse da ponte tra loro e le
ragazze. Dato il numero elevato di
alunne, circa quaranta per classe, e i
programmi scolastici, è spesso diffi-
cile rendersi attente ai bisogni, alle
situazioni, alle crisi che vivono le
giovani nel periodo della crescita.
Suor Monica, in che cosa consiste
il tuo lavoro ?
«Sono a disposizione delle ragazze
per qualsiasi problema. Esse sanno
che possono venire da me in qualun-
que ora della scuola a parlarmi. Sono
anche direttamente in contatto con le
insegnanti che mi segnalano i casi
" difficili ". In questo modo posso av-
vicinarle e· invitarle a venire e le a-
scolto. È una responsabilità che mi
spaventa, però è necessaria, soprat-
tutto oggi, qui , a Hong Kong ».
Cosa vuol dire essere giovani a
Hong Kong ?
« Vuol dire essere sommersi da un
benessere che offre tutto, compreso
il superfluo; ma significa anche so- ·
litudine e abbandono, perdita del
senso della vita, della dimensione
del sacrificio, dei rapporti interper-
sonali, disgregazione delle famiglie ».
Dove trovi le cause di questi pro-
blemi?
« A Hong Kong la vita costa. Ci
stiamo avvicinando al 1997. Il I 0
luglio di quell ' anno cesserà il pro-
tettorato inglese sulla colonia. I_I fu-
turo è incerto. Molte famiglie, so-
prattutto le più giovani, pensano al
domani e cercano in ogni modo di
assicurarselo. Non è facile entrare
nel mercato commerciale, data la
concorrenza e il sovraffollamento
della città. Per questo gli uomini,
grazie a una maggjor facilità cli pas-
saggio alla frontiera, vanno verso la
Cina interna e vi iniziano attività
commerciali che si sviluppano in
poco tempo. Si fermano tre, quattro
anni, e, alcuni , per sempre, dimenti.-
candosi della moglie e dei figli la-
sciati qui. Là s1 formano una nuova
famiglia e aumentano, di conse-
guenza, le separazioni , i divorzi. Le
JJS FEBBRAIO 1995 - 31

4.2 Page 32

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LA MORTE GIOVANE
Le statistiche degli ultimi anni sono preoccupanti. A Hong Kong si
vuole morire molto presto. Educatori, insegnanti, psicologi e genitori si
stanno chiedendo perché un numero sempre maggiore di giovani,
preadolescenti e adolescenti , cerca il suicidio.
Le cause, secondo l'ultima ricerca del 1992, vanno ricercate :
ne/l'ambiente familiare : divisioni, separazioni, disarmonia, mancanza
di comunicazione, attaccamento al lavoro e protezionismo dei geni-
tori verso i figli;
nella scuola: curriculi scolastici intensi basati sulla competizione e
sull'arrivismo, mancanza di dialogo con gli insegnanti , sovraffolla-
mento delle classi ;
nella società: forte incidenza dei mezzi di comunicazione sociale, so-
prattutto il cinema e la televisione , che illudono e presentano un mondo
· di violenza e di facile benessere che non ha riscontro con la realtà ;
nei giovani stessi: la fragile personalità, che negli anni dell'adole-
scenza è ancora in via di formazione, si scontra con le difficoltà e
con la solitudine con cui tanti si trovano a doverle affrontare.
I dati parlano da soli :
Anni 1971 -1990
10-14 anni
15-19 anni
20-24 anni
maschi 0,42%
maschi 3,31 %
maschi 9,94%
Anni 1991-1992
10-14 anni
15-19 anni
20-24 anni
maschi 0,9%
maschi 5%
maschi 9,9%
femmine 0,54%
femmine 3,92%
femmine 9,67%
femmine 1%
femmine 2,5%
femmine 8,6%
M.A. Chin.
- Suor Monica Liù, "punto di ascolto" delle giovani di Hong Kong .
32 - FEBBRAIO 1995 IJS
do nne sono costrette a cercars i un
lavoro per mantenere i fig li , e questi
vengono lasc iati so li ne ll a gesti one
de ll a propria g iornata ».
Che cosa ti raccontano le ragazze?
«La loro paura di vivere il domani ,
l' incapacità d i affrontare le piccole
diffico ltà di ogni giorno, il rapporto
con le amiche, gl' insuccess i sco last;i-
ci, il di alogo fra mmentato con i geni-
tori , la voglia di fu ggire e cli fare
esperienze diverse . .. Ricordo I' im-
potenza che ho provato quando una
ragazza mi ha confi dato che vo leva
suicidarsi... Ne ho parlato con le in-
segnanti e con alcune compagne, sue
amiche, in.vitanclole a starle ,sempre
vici no, a non lasciarla mai sola. Ma
la giovane è fugg ita d i casa e ,abbia-
mo cominciato a cercarl a .. . E stata
una corsa contro il tem po, ma ce
l'abbiamo fatta. Ora è ritornata a
casa e anche a scuola e, lentamente,
sta 1jacqui stando la fi ducia e il sorri-
so. E un piccolo passo che mi con-
sente cl i affermare, ai genitori e alle
insegnanti che incontro periodi ca-
mente, l' importanza dell ' asco lto e
del perdere tempo nei rapporti perso-
nali con le figl ie e le ragazze».
1/ Cen tro di ascolto si inserisce in
un proge!!o phì ampio di comunità
educante?
«Sì, il m io contribu to non è che
un a gocc ia nel mare. S iamo in tante
a guardare e a veg li are sull e giovani
a no i affidate. Anche le in segnanti,
in maggioranza laiche, sono persone
che cond ividono il. nostro metodo
educativo, anche se non tu tte sono
catto li che. Il progetto de ll a scuo la
ha come obiettivo cl i accompagnare
in un passaggio : dalla pass ività di
fro nte all a scuol a, all a soc ietà, alla
vita in gene re, a una presa di pos i-
zione atti va , personale , ne ll a cos tru-
z ione della propri a es isteI)Za e de l
proprio posto ne l mondo. E la sfida
dell 'educaz ione. Don Bosco a Tori-
no, cento anni fa era im pegnato pro-
prio in q uesto: ri dare vita a ch i non
aveva più voglia di vivere, dignità a
chi era schiacciato e d imenticato,
passione e impegno per g li altri a
chi pensava cli esserne esc lu so ».
Maria Antonia Chinello

4.3 Page 33

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di Piero GaviolÌ missionario a Lubumbashi
KABEDI NON È UNA STREGA
Kabedi, Godefroid, Totò: le storie di tre giovanissimi africani,
raccolte dal nostro corrispondente dallo Za'ire.
K abedi è una bambina di una dozzina di anni , NON VUOLE MORIRE . Quando ho visto Godefroid
leggermente handicappata. Ha una gamba de- per la prima volta aveva sei mesi ed era un fagottino
formata da poliomielite. Un giorno l'hanno vista aggi- leggero leggero. Sua madre era morta poco prima, il
rarsi nei dintorni dellc;J. chiesa di Kasungami. Verso padre, avanti negli anni, non aveva la forza di badare
sera, era ancora lì e non voleva andarsene . Dada
Katy, segretaria del consiglio -parrocchiale, l'avvicina
e le parla. Un po' alla volta scopre che Kabedi è sta-
ta cacciata di casa perché
considerata strega: è stata
accusata di aver fatto perdere
il lavoro al padre e di aver
mangiato tre fratellini. Che
fare? Diamo da mangiare a
Kabedi e le troviamo un buco
per passare la notte. L'indo-
ai figli. Godefroid è arrivato al centro nutrizionale di
Kasungami, portato dalla sorella più grande , undici
anni , anche lei in stato di denutrizione evidente. Suor
Aura guardò il bambino e capì
che non voleva morire . Con
poca speranza umana, ma
con tanta fede , se lo è preso
sulle ginocchia e giorno dopo
giorno, con un cucchiaino, una
goccia alla volta, lo ha aiutato
mani Dada Katy parte alla
a nutrirsi e a vivere. Le suore
ricerca della famiglia a Katu-
lo hanno poi reso alla fami -
ba, un quartiere vicino. I fatti
glia. Dopo un po' ritornò come
di cui accusano Kabedi sono
prima. Quando le suore lo han-
esatti , anche se noi li inter-
no rivisto una seconda volta,
pretiamo diversamente . Il pa-
dre di Kabedi ha perso il la-
voro in seguito alla crisi eco-
nomica. Va in campagna in
cerca di lavoro e sta fuori ca-
sa per più di un mese. Un fi-
glio va a mangiare dalla non-
na, ammalata di dissenteria e
torna a casa contagiato e muo-
re nel giro di tre giorni , dopo
aver contagiato a sua volta
lo giudicarono di nuovo spac-
ciato. Ma invece si è nuova-
mente ripreso . La dottoressa
Piera Tortore, una volontaria
italiana che lavora anche da
noi , gli ha trovato una mode -
sta famiglia adottiva zairese.
Prima erano incerti, poi, quan-
do hanno visto il bambino, non
hanno più voluto ridarcelo. Go-
due fratellini, che muoiono
defroid si è adattato alla nuova
uno dopo l'altro. Un indovino,
famiglia, sta bene e cammina.
consultato dal padre , accusa Lubumbashi (Za"ire). Un ospite
Kabedi di essere la causa di
e tutte quelle disgrazie la cac-
della Cité des Jeunes.
TOTÒ. Totò, tutti lo chiamano
così , è un bambino di otto an-
cia di casa come strega. Nessuno la vuole e arriva a ni. Anche lui accusato di essere uno stregone, è arri-
Kasungami. Dada Katy decide di prE;Jnderla in casa , vato magrissimo nella casa dei bambini della strada di
non senza un po' di paura. Don Mario Parez, un sa- don Mario. Dopo un mese, ha recuperato le forze . Don
lesiano venezuelano che si occupa dèi, bambini della
strada (a Lubumbashi ce ne sono circa duemila e
quasi tutti si portano dietro l'accusa di stregoneria),
ha raccolto anche qualche bambina e chiede a Dada
Katy di prenderle con sé. Ora Dada Katy si trova ma-
dre di cinque ragazze , tutte accusate di essere stre-
Mario lo mette di guardia al cancello per accogliere le
persone che vengono. Arriva una signora con un
ragazzo di 12 anni. Chiede di don Mario, perché vuole
lasciare nella scuola il ragazzo . Totò la guarda e poi le
chiede : «Questo è suo figlio? ». « ». « E sta con
ghe. Le tratta con amore , dà loro da mangiare, ridi- lei? ». «Sì». «Dorme al mercato? ». «No ». «Allora è
ventano come sono : bambine come tutte le altre. Di- inutile insistere : se non è stato cacciato di casa , se
co loro: non siete streghe, Dada Katy, don Mario, io non è stregone, non può essere accettato qui» .
e il Signore Gesù vi vogliamo bene.
JJS FEBBRAIO 1995 - 33

4.4 Page 34

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ATTUALITÀ Milioni di «utenti dell'occulto» in Italia. Il mondo della magia è
L'ESORCISTA
L'arcangelo Michele, tradizionale difensore della signoria di Dio.
34 - FEBBRAIO 1995 BS
L'·esorcista
don Giuseppe Capra
gestisce il suo « pronto
soccorso dell'anima »
nella Valdocco
di Don Bosco.
S0110 milioni gli " utenti dell'oc-
culto" in ltalia, soprattutto vitti-
me delle loro futili credenze, ma an-
che dei raggiri di un'industria sem-
pre più fiorente e organizzata. Spes-
so truffatori spregiudicati che an-
drebbero denunciati. «Si dovrebbe
vigilare sui falsi diplomi , le lauree di
fantomatiche università », accusa don
Capra, 60 anni, uno degli esorcisti
della diocesi di Torino. «C gente
che agli ammalati gravi fa stracciare
le ricette dei medici veri, offrendo in
cambio amuleti e riti ». Furbastri che
guadagnano anche cinque milioni al
giorno. «Le Tv private e certe rivi-
ste offrono una tribuna formidabile
ai ciarlatani», continua don Capra.
«Ma possono causare danni incalco-
labili all'equilibrio delle persone.
Molti oggi risultano intrappolati dal-
1'ignoranza religiosa, e si fanno sog-
giogare da cartomanti, sibille e fat-
tucchiere, creando un rapporto mal-
vagio con l'occulto ». Tipi che di fron-
te al loro malessere pensano che qual-
che nemico gli abbia fatto un malefi-
cio, il malocchio, la legatura.. . Van-
no dai maghi o dai caitomanti per
farselo confe1mare, sborsando cifre
scandalose e aiTivano all'odio contro
la suocera o la nuora, o il vicino di
casa, il collega, il rivale . ..
QUARANTA AL GIORNO
L'anno scorso sono stati un mi-
gliaio i sofferenti che si sono rivolti
a don Capra. Giovani di 20 anni,
qualche anziano, molti quarantenni.

4.5 Page 35

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diventato soprattutto un business d'oro.
BS
E GLI STREGONI di Elvira Bianco
Quasi tutti torinesi, qualcuno dal re-
sto del Piemonte. Ma non è un feno-
meno solo piemontese, assicura don
Capra. «A l convegno degli esorcisti,
lo scorso anno a Roma, mi è parso
che tutta l'ltalia sia messa male:
penso che gli esorcisti siano almeno
un centinaio e c'è lavoro per tutti.
Anzi abbiamo auspicato l'istituzione
di una scuola ».
A Yaldocco arriva gente stordita e
ferita dalle mille contraddizion i del-
la nostra civiltà. Gente che si sente
male. « Esiste anche un malessere
misterioso, che sfugge alle normali
reg9le del soffri re. E per esempio il
terrore e la disperazione che si im-
padronisce di chi ha creduto di sot-
trarsi alle paure e alle insicurezze ri -
volgendosi alla " religione magica",
anziché affrontare un cammino di
riflessione e conversione. Oggi la
fretta domina i comportamenti: si
cercano le form ule e i filtri . magici
per sentirs i bene subito».
E molti vanno da lui sperando che
una benedizione li liberi dalla loro
ossessione, dai danni causati dagli
stregoni e dai maghi. Per mo lti in
realtà si tratta solo di rendersi conto
che le loro malattie, g li amori che
finiscono o la crisi del lavoro non
sono una maledizione a loro ri serva-
ta, ma semp licemente l'aspetto duro
della vita.
LA PREGHIERA
DI LIBERAZIONE
L'esorcista, spiega don Capra, ha
il compito di fare il punto su ll a si-
tuazione spirituale, psicologica ed
es istenzia le della persona che viene
a cercare aiuto. ~< Da parte mia mi
sono organizzato così: ho un medi-
co di base, anche psicanalista e stu-
dioso deg li stati di coscienza altera-
ta (trance, estasi, stati ipnotici , ecc.)
che passa con noi almeno due gior-
nate al mese e controlla tutti i casi
più comp lessi. Vi sono poi una psi-
co loga e un gruppo di preghiera».
Chi partecipa all a preghiera di di-
L'esorcista don Giuseppe Capra, grande amante della montagna. Nella foto è sulla cima del Monviso.
ns FEBBRAIO 1995 - 35

4.6 Page 36

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scernimento e di liberazione ha già
avuto dei co ll oq ui privati. Don Ca-
pra chi ede c he compi ano una revi-
s ione cli vita con un sacerdote. Ansie
e paure, insofferenze e malesseri a
vo lte s i ri compongono. Li invita po i
a ini ziare un cammino cli ri scoperta
della fede e de i veri valori. « Abbia-
mo sintetizzato in dieci regole il cam-
mino di liberazione-guarigione; mol-
ti possono approfondirlo nei normali
g ruppi cl i preghiera che fa nno cate-
ches i battesimale e c redono c he Ge-
vuole la nostra guarig ione inte-
gra le cli anima, sp irito e corpo.
Altri sono troppo imped iti per en-
trare in questi gruppi ; per loro in
particolare s i fa la preghi era di libe-
razione. Lo schema fondamentale è
questo: perdonare e chiedere perdo-
no a tutti: in vocare lo Spirito Santo:
anc he con il Ve ni Creator o un ' altra
preghiera tradizionale, purché sia
tutto spi egato, compreso, deside rato
con tutte le forze; la Parola di Dio ,
anc he quella del g iorno, purc hé s ia
pregata da tutti per lodare , bened ire,
ringraziare, chiedere perdono dei
peccati e offrire le proprie soffere n-
ze; l'invocazione ciel sangue di Ge-
che toglie i peccati de l mondo ,
non so lo sui presenti , ma su tutti i
peccati della vita e cli quelli che
sono co involti nell a nostra stori a; il
Credo battesimale, bene spiegato,
perché possano usc ire da ogni ambi-
guità, e rrore e dubbio di fede; le ri-
IPare che questo bimbo russo
riesca ad attaccarsi le posate
agli occhi. In tutta
·
l'ex Unione Sovietica si stanno
diffondendo moltissimo
i fenomeni paranormali.
Le Pagine Gialle ospitano un numero sempre crescente
di maghi e cartomanti in Italia. Per milioni di utenti.
nunce bartesimali, che sono efficac i
in proporzione all a s incerità e coi n-
volgimento delle precede nti opera-
zioni (si possono ampliare mo lti ss i-
mo e toccare ogni forma di schi a-
vitù e legame che si è stabilito col
male)».
Questo cammino è più le nto, ma
sicuramente più efficace. «Tutti pen-
sano che la Chiesa abbia una benedi-
zione per liberarli dalla fa tica de ll a
conversione. Invece la liberazione
consiste proprio nella conversione.
Nie nt' altro che rifiutare le manovre
· cli Satana pe r fa rc i schi av i».
I più grav i naturalme nte hanno un
trattaniento individu ale, pe rché non
reggerebbero all 'asco lto delle pre-
ghi e re, specialme nte que ll e di lode
a Gesù Cristo e la recita del Credo:
cadre bbero in trance o url e re bbero.
COSÌ È GUARITA ADA
Ada ha 20 anni . È una ragazza in-
telligente, diplomata , lavora . A 15
anni ha avuto esperie nze paranorma-
li. La svo lta è avvenuta due anni fa.
Davanti allo specchio si sentì inva-
dere e acconsentì c he gli spiriti en-
trassero in le i. Da quel giorno Ada
sta male. Si incontra con una para-
ps icologa e ha tentazioni di mo,rte. Il
parroco la porta eia don Capra.
« Quando mi ha visto è successo il
finimondo. L' ho invitata a un ele-
mentare atto cli fede: " Gesù è il Si-
gnore della mi a vita". La reazione fu
violenta. Ada si mise a sbavare, a
rotolarsi in ogni angolo. Suo paclr~
che l' assisteva ebbe un co ll asso. «E
cominciata così la sua liberazione.
La ragazza gettò i pendolini , gli amu-
leti e iniziò il cammino cli preghiera.
Ora ne è fu ori ».
Don Capra, le faccio anch'io la
domanda che le hanno fatta in tanti :
lei non ha mai paura ? «A ll ' ini zio sì.
E ancora oggi a volte mi sento stre-
mato da questa lotta con il demonio.
Po i vedendo questa gente terrorizza-
ta in cerca cli soccorso, capisco che
elevo soccorrerli con l'aiuto cli Di o ».
Elvira Bianco
36 - FEBBRA IO 1995 11S

4.7 Page 37

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di Leo Còlcera
UNA .NUOVA ASIA
Viaggio di un gruppo di volontari italiani in Thailandia,
Cambogia e Vietnam. Alla scoperta del nuovo,
che sorge sulle rovine di una storia terribile.
THAILANDIA. Tantissimi i ragazzi e i giovani. Le no- scuola c'è la Don Bosco Children Fund che assiste
stre due scuole di Bangkok sono strapiene. Le prospet- circa 1500 ragazzi sparsi in tutto il territorio cambo-
tive di lavoro di chi esce qualificato sono sicure e la giano , perché possano frequentare gli studi. Ogni
domanda di personale professionalmente preparato è mese si distribuiscono materiali di prima necessità,
crescente . Nelle scuole , soprattutto alla Don Bosco una piccola somma di denaro a ogni famiglia e, alle
Technical Schoo/, c'è spazio per i ragazzi poveri e gli scuole , gessetti , registri , quaderni , banchi , ecc. Il
orfani. Accanto a questa realtà positiva, ci sono i ra- tutto è possibile grazie ai numerosi benefattori che
gazzi baraccati , il commercio della prostituzione infan- aiutano finan zi ariam ente questa fondazione., A noi
tile, i minori nelle fabbriche. Stringe il cuore la nostra hanno fatto consegnare a tanti ragazzi del detersivo
impotenza di fronte a questi fenomeni di sfruttamento per lavare gli indumenti, saponette e dentifricio, sale,
minorile.
latte condensato e una piccola somma di denaro. Li
ho guardati tutti negli occhi e ho visto che brillavano
CAMBOGIA. Il panorama cam-
di contentezza. In Cambogia
bia radicalmente . La povertà e
ho incontrato anche i nuovi
i bisogni emergono appena si
seminaristi , i giovani stranieri
entra all 'aeroporto . La gioven-
che fanno qui volontariato, le
tù di Cambogia è ancor più
figlie di Maria Ausiliatrice e le
numerosa di quella della Thai-
suore di Madre Teresa ...
landia. Tanti volti giovanili a
Phnom Penh , ma anche nei
VIETNAM . Quattro giorni sono
villaggi lungo il Mekong , a
bastati a sentire il termometro
sud del paese ; e al nord , nei
caldissimo dei salesiani di que-
territori controllati dai Kmer
sto paese. Durante la nostra
rossi. Un forte desiderio di vi-
permanenza, otto giovani si
ta dopo anni di distruzione e
sono fatti salesiani, altri entra-
di morte . Sono ragazzi nati
vano in noviziato; il giorno del-
dopo le stragi di Poi Pot e dei
1'Assunta , alcuni neofiti sono
suoi seguaci . La Don Bosco
stati battezzati. Siamo stati te-
Foundation offre la scuola tec-
stimoni di una vitalità giovanile
nica con specializzazione in
che ci ha conquistati, anche se
meccanica, motoristica, salda-
abbiamo perso la sfida calci-
tura, grafica-stamperia, car-
stica Vietnam-Ital ia. Abbiamo
rozzeria. Per il nuovo anno le
visto che in Vietnam i giovani
iscrizioni sono già 1300. I sale-
hanno ripreso a vivere : le chie-
siani sono felicissimi per que-
se sono piene fino all 'inverosi-
sto altissimo numero di do -
mile, ci sono belle comunità e
mande, ma sanno di non po-
ter accogliere tutti. Oltre alla
Piccoli cambogiani di Phnom Penh.
l'accoglienza è cordiale.
IJS FEBBRAIO 1995 - 37

4.8 Page 38

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a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
ECCETTO CHE
SUCCEDA UN
MIRACOLO
Dopo qualche anno dalla nascita
·della loro primogenita Barbara,
una mia nipote in attesa di un
altro bambino accusò dei distur-
bi seri ... Si può facilmente
immaginare la preoccupazione
dei giovani coniug i che tanto
avevano desiderato un fratellino
per la loro piccola Barbara. Ci
furono innumerevoli visite , non
mancarono anche alcuni inter-
venti chirurgici ma come ultimo
giudizio il ginecologo dichiarò
che la giovane donna non
avrebbe potuto mai più avere
figli. E aggiunse : «Eccetto che
succeda un miracolo». Ed ora il
miracolo è veramente successo,
grazie all 'intercessione di san
Domenico Savio . Nel maggio
scorso io avevo avuto modo di
fare un pellegrinaggio a Torino
con la nostra scuola di
Vocklabruck. Andando ai Becchi
passammo per Mondonio e fu
che io pregai tanto Domenico
Savio per la grazia che mi stava
a cuore . Il parto è avvenuto
senza alcuna complicazione e
tutte e due, madre e figlio , godo-
no ottima salute.
Suor Adele Sinn, FMA ,
Unterwaltersdorf (Austria)
ORA È NELLE
MANI DI DIO
Una mia nipote al momento del
parto si è trovata in una situazio-
ne molto difficile con pericolo di
vita sia pèr lei che per la bambi-
na che doveva nascere. I medici
erano del parere di escludere il
parto cesareo. Pregammo con
fiducia Maria Ausiliatrice mentre
la comunità delle suore invocava
san Domenico Savio. Dopo 12
ore i medici decisero di tentare
l'intervento per salvare almeno
la bimba che nacque così sana
e bella. All'uscire dalla sala ope-
ratoria non vollero però illuderci
38 - FEBBRAIO 1995 /JS
troppo e uno di loro disse: «Noi
abbiamo fatto ciò che era uma-
namente possibile. Ora è nelle
mani di Dio ». Oggi posso atte-
stare che entrambe - mamma e
figlia - dopo 40 giorni stanno
bene .
Suor Maria Carmela Segato,
Varese
QUANDO OGNI
SPERANZA
SEMBRAVA
PERDUTA
mancava da casa da 80 giorni ,
è ritornato chiedendo aiuto e
promettendo di continuare il suo
cammino per riabilitarsi alla vita
in modo normale. Nei mesi pre-
cedenti quando terminavo una
novena ricevevo sempre qual-
che sua segnalazione telefoni -
ca. Ora è tra noi. Il cammino è
ancora lungo ma è iniziato ! Noi
continuiamo a credere che
l'Ausiliatrice porterà a termine
quest'opera da lei intrapresa.
Luigia Colombo,
Castellanza (Va)
Mio figlio sposato appena da tre
mesi , si è trovato in una situazio-
ne difficile per l'occupazione. Era
stato assunto in una grande ditta
a dalla quale dovette licenziarsi
causa dei turni di notte, avendo
però trovato nel frattempo un
altro lavoro. Tutto andava bene
quando questa seconda ditta
fallì. Angosciata mi son rivolta
con viva fede a san Giovanni
Bosco e, quando ogni speranza
sembrava ormai perduta, mio
figlio è stato nuovamente assun-
to ed ora è molto sereno.
Nunziatina Toscano,
Biccinasco (Mi)
TUTTO FUNZIONA
PERFETTAMENTE
È STATO UN
MIRACOLO
Con vera angoscia avevo rece-
pito il responso dei medici
secondo cui non avrei mai potu-
to avere bambini. lo e mio mari-
to ci siamo rivolti a san Do-
menico Savio con tutta la fede
possibile. Abbiamo dato inizio
ad una fervorosa novena ed io
ho cominciato ad indossare il
suo abitino. Dopo due anni mi è
nata la prima bambina. I mediçi
meravigliati esclamarono : «E
stato un miracolo ». Non solo!
Ma a 18 mesi da questa prima
nascita ho avuto la gioia di
avere un secondo figlio . Quanto
grande è la mia gratitudine!
M.C.D.
Biancavilla (Ct)
Mia figlia Ilaria nel novembre
1992 , mentre giocava nella
scuola materna , si ruppe un
braccio lesionandosi anche il
nervo , perdendo così la sensibi-
lità della mano . All 'ospedale di
Trento i dottori fecero tutto quel-
lo che era possibile . Le nostre
preghiere unite a quelle delle
suore e maestre dell'asilo rivolte
a Laura Vicuiia furono accolte. ·
Ora mia figlia sta bene e tutto
funziona perfettamente.
Zorzi Lionello,
Ziano (TN)
È RITORNATO
Ho pregato con tanto fervore la
Vergine Ausiliatrice, mediante
novene , per più mesi. Ogni 24
del mese ricevevo un segno del
suo aiuto per il nostro problema.
E il 24 dicembre questo aiuto è
stato più chiaro: Gianluca che
CON OTTIMI
RISULTATI
Sono stato operato di tumore
alla prostata, sopravvenuto
forse per una depressione ner-
vosa in seguito alla perdita di un
mio figl io di 24 anni per un inci-
dente stradale. Come exallievo
salesiano mi sono rivolto a Don
Bosco perché l'esito fosse
favorevole . Devo riconoscere
che tutto si è svolto con ottimi
risultati . Ne rendo grazie!
Edo Montanari,
Ekeren Antwerpen (Belgio)
HANNO RICEVUTO
"GRAZIE"
Per intercessione di Maria
Ausiliatrice: Rizzo Venerina ,
Pedara (Cl) - Solinas Giovan-
na, Livorno - Valentinelli Maria,
Terzolas (Tn) - Vitanza Fran-
cesca, Caltanisetta - Di Ber-
nardo Silvana, Palagonia (Ct) -
Golinelli Antonietta, Lugo (Ra)
- M.D.C., Valleluce (Fr) - RaVi-
nale Giuseppe e Agnese, Cara-
glia (Cn) - Tatarelli Anna Maria,
Caserta - N.N. , Roma - Can -
ziani Maria, Trieste - Lanfranco
Carla, Valfenera (At). Per inter-
cessione di san Giovanni Bo-
sco: Mirano Luigina, Vesime
(Al) - Roccatagliato Mario ,
Soncino (Cr) - Velo Bruno ,
Schio (Vi) - Ventura Giorgio ,
Modica A. (Rg) - Ricci Maria,
Panzone (Al) - Ferraris Gian-
na, Alessandria. Per interces-
sione di san Domenico Savio:
De Paoli Gianna, Prasco (Al) -
B.C. , Torino - Cautero Carla,
Tarantasca (Cn) - Maria Tere-
sa C., La Spezia - Girianni An-
na Maria, Aci (Ct) - Rizza Con-
cetta, Pedara (Ct) - Cantoni
Pierangela, Linarolo (Pd) - Gal-
lari Giuseppina, Surrey - Gallo
Anna, Acqui (Al) - C.D.G., Cal-
tagirone (Ct) - Luisi Giovanna,
Bari- Testa Angela, Mineo (Ct)
- Castignoli Piera, Podenzano
(Pc) - Paolinelli Maria Rosa,
Lucca - E.P., Ischia (Na) - O.
Rossella , Nave (Bs) - Greco
Marilena, Gela (Cl) - R.B., Ori-
stano (Ca) - Corso Angela, Mi-
silmeri (Pa) . Per intercessione
del beato Michele Rua : Cara-
mello Maria, Frabosa S. (Cn).
Per intercessione del beato Fi-
lippo Rinaldi : P.F., Omegna
(No). Per intercessione di suor
Eusebia Palomino : Alessi Do-
menico e Agnese, Valmorea
(Co) .
Per la pubblicazione
11011 si 1iene co1110 delle
lett ere 11 011 j i'rma te e
se nza recapilo. Su
richies1a si potrà. 0111e1-
1ere l'indicazione del
nome.

4.9 Page 39

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di Teresio Bosco
((
EMPR
I
NI ,,
<
i chiamo Moglia Giorgio
del fu Luigi e della fu Do-
rotea Filipello, di anni '67 , nato e
domiciliato a Moncucco Torinese, di
professione contadino , proprietario
di alcuni beni stabili per il valore di
circa -ventimila lire (circa 200 milioni
di oggi) . Quanto dirò , sarà quanto
so di mia scienza, e non altrimenti.
lo ho conosciuto don Giovanni Bo-
sco quando avevo tre anni e il gio-
vane Bosco tredici, nel tempo in cui
trovavasi in casa dei miei genitori ,
in qualità di servitore di campagna.
Abitavamo già allora in Moncucco,
alla Borgata Moglia.
Il giovane Bosco si è fermato circa
due anni in casa nostra. Durante
quel tempo tutti i giorni io gli parla-
vo, perché si può dire che ero sem-
pre in sua compagnia, sia in cam -
pagna sia in casa. Anzi , mia madre
mi consegnava in custodia a lui , ed
egli lo faceva volentieri , ma ora non
ricordo nulla di quello che egli mi
diceva essendo io d'età infantile ».
DUE GRANI E QUATTRO SPIGHE
Giovannino Bosco, piccolo
« Mia madre mi raccontò che un
garzone dai Moglia (i/lustrazione
di Corrado Mezzana).
giorno il giovane Bosco, ritornato
dalla campagna sul mezzogiorno in-
sieme allo zio di mio padre, questi
stanco dai lavori si sdraiò in casa ·nascono quattro spighe ; se non pre-
per riposarsi , e vedendo il giovane gate, seminando quattro grani rac-
Bosco che, sentito il suono dell'An- cogliete due spighe". E ridendo sog-
gelus Domini (la campana di mez- giunse: "Pregate anche voi, e invece
zogiorno) si era messo in ginocchio
a recitare l'Angelus (preghiera che
ricorda l'Annunciazione della Ma-
donna), ne restò oltremodo meravi~
gliato, ed esclamò: "Questa .è bella,
di due ne raccoglierete quattro".
L'altro a ciò udire esclamò : "Oh pof-
ferbacco, che io abbia a prender le-
zione da un giovanetto?".
io che sono il principale e non ne
posso più dalla stanchezza, me ne
sto qui, ed il mio servitore invece si RACCOGLIEVA I RAGAZZI
mette a pregare in ginocchio! ». Il NEI TEMPI LIBERI E PIOVOSI
giovane Bosco soggiunse : "Oh ,
guardate, se va bene ho guadagnato « Mia zia, di nome Anna , allora nu-
più io a pregare che voi a lavorare ; bile, mi diceva che nei tempi liberi e
se pregate, seminando due grani ne piovosi il giovane Bosco raccoglieva
GIORGIO MOGLIA,
CONTADINO
Quando Giovannino Bosco, in
una fredda giornata di febbraio
del 1827; dovette lasciare la
sua casa dei Becchi per i
maltrattamenti del fratellastro
Antonio , andò a cercare lavoro
come garzone alla cascina dei
Moglia. Nell'aia incontrò tutta
la famiglia: Luigi,·giovane papà
di anni 29 ; Dorotea fiorente
mamma di 26 anni; il loro
bambino GIORGIO, di tre an-
ni ; la giovanissima sorella di
Luigi , Teresa di 15 anni ; e
Giuseppe, zio anziano di Luigi.
Quando si fece il "processo di
santità" per Don Bosco, la si-
gnora Dorotea era appena
mancata, vecchietta bianca e
fragile di 91 anni. Al "processo"
si recò suo figlio GIORGIO, 67
anni .
Rilasciò la sua testimonianza
sotto giuramento e sotto se-
greto nei giorni 1O, 11 -e 12 lu-
glio 1892, davanti ai tre giudici
ecclesiastici : canonico Stani-
slao Gazelli di Rossana, can .
Giovanni B. Ramello , can .
Marco Pechenino.
La sua testimonianza è conte-
nuta. nel manoscritto del Pro-
cesso Ordinario, copia pubbli-
ca, nei fogli 781 -793.
i giovanetti attorno a sé, e loro inse-
gnava ora il catechismo ora a can -
tare qualche lode sacra.
All 'età di quindici anni il giovane '
Bosco, per motivo degli studi lasciò
la nostra casa, e vi ritornò quando
era già chierico, e noi non lo cono-
scevamo più . Al vederlo e ricono-
scerlo tutti ne provammo un gran
piacere, e i miei genitori lo vollero
far rimanere con loro. Essendo la
madre del Bosco allo stretto d'al -
loggio , lo fecero restare in casa,
dove rimase tre mesi durante le
vacanze . In tal tempo lo si vedeva
sempre dedito alla preghiera ed
allo studio, e assiduo alla chiesa ».
IIS FEBBRAIO 1995 - 39

4.10 Page 40

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QUANDO ARRIVÒ
LA PRIMA VOLTA
« Quando il giovane Bosco venne
accolto in casa nostra da servitore di
campagna, come mi fu raccontato
dai miei genitori, era venuto via dalla
casa paterna col permesso della sua
mamma, perché era maltrattato dal
suo fratellastro. E venne a casa no-
stra un giorno verso sera. S'incontrò
con lo zio di mio padre , di nome
Giuseppe Maglia, che gli disse:
- Oh dove vai?
·
E Bosco rispose :
- Vado cercando un padrone per
prestare l'opera mia.
Allora lo zio gli disse :
- Bravo, lavora, e lo licenziava.
Quando una mia zia sentì queste
parole, supplicò lo zio di volerlo ac-
cogliere , per essere essa esonera-
ta dal condurre gli animali al pasco-
lo, e tanto disse che il Maglia lo ten-
ne in casa ».
«HO CONOSCIUTO SUA MADRE
MARGHERITA »
« Dalla mia zia Anna seppi che il
giovane Bosco era intento alla pre-
ghieq3. anche quando era occupato
a pascolare il gregge in campagna.
Ricordo ancora che il giovane Bo-
sco, essendo già chierico , io ero
andato alla sua casa, e vi rimasi
per circa tre mesi. Prima di addor-
mentarci mi faceva pregare e mi
dava buoni consigli. Fra le altre co-
se mi disse parecchie volte: "La mi-
glior opera che sia al mondo è por-
tare le anime perdute al bene, sulla
buona strada". Altre volte mi diceva:
"Chi perde il rispetto al padre e alla
madre , si attira la maledizione di
Dio", E questo mi disse, avendogli
io narrato che un giovane del mio
paese aveva maltrattato suo padre.
lo ho tanto rispetto , stima e amore
per Don Bosco, quanto ai miei stessi
genitori. E se ho bisogno di grazie
dal Signore, io ricorro a lui per otte-
nerle. lo desidero ardentemente la
sua beatificazione, e se fosse neces-
sario che io andassi a piedi sino a
Roma, io lo farei ben volentieri.
Ho conosciuto sua madre , che si
chiamava Margherita, contadina.
Aveva una piccola casa e qualche
campicello. Il padre non l'ho cono-
sciuto perché è morto quando Don
Bosco era ancora ragazzino . Sua
40 - FEBBRAIO 1995 /JS
madre era tenuta in grande stima
dai miei genitori , e presso la borgata
e dintorni , e da tutti lodata come una
madre cristiana, veramente buona ».
MIA MADRE OGNI ANNO
GLI REGALAVA LE CALZE
« Quando mio zio arava il campo , il
giovane Bosco che guidava i buoi ,
se questi andavano senza bisogno
della sua guida, coglieva ogni mo-
mento per trarre fuori un libro e
leggere .
Dopo essersi il giovane Bosco fer-
mato due anni con noi , si fermò un
anno dal parroco di Castelnuovo,
quindi andò a Chieri per continuare
i suoi studi.
Mia madre , quando egli era già
chierico in Seminario , gli regalava
ogni anno qualche paio di calze, il
che prova che essa lo considerava
come un suo figlio .
lo ho sentito la messa di Don Bosco
nei primi mesi , dopo che era stato
ordinato sacerdote, mentre trovava-
si in vacanza a Castelnuovo, e ne
restai edificato. L'ho pure sentito
predicare una volta nel principio del
suo sacerdozio , ed io ed i parenti
ne restammo bene impressionati ».
VID I LA CASUPOLA CHE FU
IL PR INCIPIO DELL'ORATORIO
« Fin da quando trovavasi in casa
nostra, il giovane Bosco nei momen-
ti di libertà cercava di attirarsi i
giovanetti , e loro insegnava il cate-
chismo, le litanie, qualche lode , e
raccontava qualche buon esempio.
Fatto poi sacerdote , accrebbe que-
sto suo desiderio di far del bene alla
gioventù , e fondò poi l'oratorio per
accogliere giovani poveri . lo stesso,
venuto una volta a Torino, vidi la
casupola che fu il principio dell'Ora-
torio, in cui v'erano già alcuni giova-
ni. In quell'occasione Don Bosco mi
disse che se conoscevo qualche
giovane povero e senza genitori , lo
conducessi pure a Torino al suo
Oratorio, che l'avrebbe accettato :
difatti ne condussi due o tre .
Il numero dei giovani (crebbe) sem-
pre più. Negli ultimi anni in cui visse,
Don Bosco mi disse che nell'Ora-
torio di Valdocco v'era più gente che
non nel mio paese di Moncucco.
Ho letto alcuni libri e fui associato
alle Letture Cattoliche che Don Bo-
sco faceva pubblicare allo scopo di
istruire il popolo nelle cose reli-
giose ».
Ml DOMANDAVA NOTIZIE
DELLA SUA VIGNA
« Mi raccontava mio zio Giovanni
Moglia che , quando il giovane Bo-
sco era in casa nostra, piantavano
insieme quattro filari di viti. Giovan-
ni coi vimini legava uno di quei filari
vicino a terra, e questo gli costava
fatica. Stanco del lavoro, si lamen-
tava del mal di schiena e delle gi-
nocchia, ma mio zio gli diceva: "Va'
avanti. Se non vuoi avere mal di
schiena da vecchio, bisogna che lo
soffra ora che sei giovane".
E Bosco continuò a lavorare . Ma
dopo qualche istante soggiunse :
"Ebbene , queste viti faranno l'uva
più bella e daranno miglior vino e
in maggior quantità, e dureranno
più delle altre ". La cosa avvenne
come aveva predetto , perché le al-
tre viti di quella terra coll'andar del
tempo andarono perdute , e invece
quelle legate dal giovane Bosco
continuarono fino al 1890 con am-
mirazione di tutti. E io, ogni qual -
volta venivo all 'Oratorio in Torino ,
Don Bosco mi domandava sempre
notizie di quella vigna.
Nel 1840 il chierico Bosco venne a
far da padrino al mio fratello Giovan-
ni. Mia madre si lamentava di esse-
re sfinita di forze, temeva di non ria-
versi in salute; al che Don Bosco le
disse: "Fatevi coraggio e state di
buon umore, voi verrete fino all 'età
di novant'anni". Difatti essa morì in
età di novantun anno. Devo dire che
essa si fidava molto di questa pro-
messa di ·Don Bosco, e benché al-
cune volte colpita da malattie anche
gravi, non volle mai prendere rimedi
prescritti dal medico, perché diceva :
"Don Bosco mi ha assicurato che
vivrò fino ai 90 anni". Essa dopo la
morte di Don Bosco, si raccoman-
dava a lui tutti i giorni , e morì col
suo ritratto sul letto.
Don Bosco morì pochi anni fa nel-
l'Oratorio di Valdocco. lo l'ho veduto
qualche mese prima. Lo trovai se -
duto su un seggiolone, sfinito di for-
ze, paziente però e gioviale. Aven -
dogli chiesto come stava, egli mi dis-
se : "Eh, siamo nelle mani di Dio"» .
o

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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TORRES David Maria , salesiano , t Torino
il 27/6/1994 a 95 anni.
Lasciata la sua patria, il Messico , dove
aveva trascorso i primi anni di vita salesia-
na, nel 1936 venne a Valdocco, portando
con sé le corone di Gesù e di Maria
Ausiliatrice, salvandole dal pericolo della
profanazione negli anni difficili della perse-
cuzione. Sono tornate in Messico 50 anni
dopo, e ricollocate con solennità nella par-
rocchia della Colonia Anahuac , prima
opera salesiana del Messico. A Valdocco
fu custode delle camerette di Don Bosco,
felice di quel servizio. Devotissimo di Maria
Ausiliatrice, fu un uomo dolce e buono , di
grande fede .
FORNASA suor Elena, figlia di Maria Au-
siliatrice, t Orta (Novara) il 21 /10/1994 a
86 anni.
Una vita semplice, tutta dedita ai piccoli e
ai poveri: così suor Elena visse la sua esi -
stenza contagiando tutti con la sua gioia e
il suo ottimismo. La precarietà della salute
negli ultimi anni la fece soffrire , ma fu
un'attesa di Dio, trascorsa tra molto silen-
zio e molta preghiera.
BARON GUEVARA sac. Marco Antonio ,
salesiano, t Medellfn (Colombia) il 9/9/1994
a 53 anni.
Da salesiano visse prima con gli aspiranti,
poi con i chierici filosofi e sette anni come
maestro di noviziato. Fu ispettore salesia-
no in Colombia, vicino alle opere e a cia-
scun salesiano. Sapeva dare fiducia e
favoriva la corresponsabilità. Era un uomo
aperto al suo tempo, sensibile ai problemi
sociali del suo paese. Accolse con spirito
di fede la sua ultima grave malattia.
QUARANTA Caterina , cooperatrice , t
Scalenghe (Torino) il 12/6/1994 a 72 anni.
Coordinatrice del centro cooperatori di
Scalenghe, organizzò convegni , pellegri-
naggi, esercizi spirituali . Donna virtuosa,
sempre disponibile al bene, devotissima di
Mar'ia Ausiliatrice, vera figlia di Don Bosco,
sem·pre presente in tutte le manifestazioni
di fede della Famiglia Salesiana.
BONURA Rosa , exallieva , t Messina il
18/9/1994 a 84 anni.
Di messa quotidiana, visse di Dio , per i
genitori e per le giovani dell'Associazione
delle Figlie di Maria, di cui fu fondatrice e
per molti anni presidente, e dei giovani
dell 'Azione Cattolica, che educava alla
pietà, alla rettitudine e alla bontà. Sorella di
suor Leonarda, figlia di Maria Ausiliatrice ,
leggeva, diffondeva e sosteneva la stampa
salesiana. Alla sua morte, "mamma Rosa",
come la chiamavano , fu ricordata senza
menzogne per le sue virtù straordinarie, la
sua bontà serena e serenante , ricca di
amor di Dio e del prossimo.
SELLA suor Lavinia , figlia di Maria Ausi -
liatrice, t Santiago del Cile il 13/9/1994 a
91 anni.
Partì per il Cile subito dopo la professione,
nel 1928, e trascorse tutta la sua vita
salesiana nei servizi più umili e svariati. La
ricordano , soprattutto, per la dedizione con
cui servì le ammalate nell'infermeria di
Santiago-Maria Ausiliatrice . È stata sem -
pre una presenza di dolcezza con una
grande capacità di ascolto, capace di con -
quistare chiunque.
CALDAROLA sac. Carlo , salesiano, t Fa-
enza (Ra) il 16/2/1994 a 85 anni.
Uomo di animo sensibile e buono, cordiale ,
rispettoso verso tutti , testimone dei valori
religiosi , lìeto della propria vocazione . Fu
un sacerdote di grande fede e interiorità,
ricco della sapienza di Dio, costantemente
sereno e disponibile , zelante pastore di
anime. Era anche un grande propagatore
del Bollettino Salesiano.
DI NARDO Giovanni, exallievo , t Foggia il
28/6/1994 a 52 anni.
Frequentò l'istituto salesiano di Venosa
(Pz) , distinguendosi per una spiccata atti -
tudine alla recitazione. Devoto di Maria
Ausiliatrice e legatissimo a Don Bosco, fu
un uomo di integra fede cristiana e di coe-
renza di vita . Seppe portare lo spirito
appreso in gioventù nella sua famiglia .
Umile e sacrificato, accettò la morte che lo
colse quasi all'improvviso.
POMATI sac. Pietro , salesiano , t Hong
Kong il 27/3/1994 a 87 anni.
Partì missionario per la Cina nel 1924.
Lavorò instancabilmente per la gioventù
cinese a Shiuchow, Shanghai , Macau,
Hong Kong e Taiwan. Si ricorda soprattutto
·1·attività nei suoi ultimi trent'anni a Taiwan .
Con il sostegno dei benefattori divenne l'ar-
tefice dell'opera salesiana in quell'isola e
avviò un'attività editoriale di tutto rispetto . In
vent'anni uscirono ben 150 titoli , alcuni in
più edizioni e ristampe. Con la scomparsa di
don Pierino si assottiglia la schiera dei vec-
chi pionieri delle missioni salesiane in Cina.
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-197 l n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13- 1- 1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
« . . . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure ali 'lsri11110
Salesiano per le Missioni con
sede in Torin o) a titolo di legato
la somma di lire... , (oppure)
l' immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall ' Ente, e
particolarmente per l'esercizio
del culto, per la forma zione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristi ana.
- se si tratta invece cli
nominare erede di ogni sostanza
l' uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« ... annullo ogni mia
precedente di sposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure I'/stiluto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasc iando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo , per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente per
l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari e
per l'educazione cristiana.
(luogo e da!a)
(firma per disteso)
IJS FEBBRAIO 1995 - 41

5.2 Page 42

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VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
Desideri conoscere e par-
tecipare al Movimento Gio-
vanile Salesiano?
Rivolgiti a uno di questi in-
caricati nazionali:
MOVIMENTO GIOVANILE
SALESIANO
Don Giovan Battista Bosco
Tel. 06/49.40.442
Suor Gabriella Scarpa
Tel. 06/57.43.855
GIOVANI COOPERATORI
Don Gianni Filippin
Tel. 06/446.09.45
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Don Ilario Spera
Tel. 06/446. 85.22
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Don Giuliano Vettorato
Tel. 06/49.40.442
MISSIONI E
VOLONTARIATO
GIOVANILE
INTERNAZIONALE
VIS : Tel: 06/513.02.53
VIDES : Tel. 06/57.50.048
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE
Don Gigi Di Libero
Tel. 051/35.85.01
Suor Mariolina Perentaler
Tel. 06/57.43.855
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
KERENG (India). Una giovane coppia, felice di ospitare
nella sua casa il consigliere per le missioni
don Luciano Odorico.
In memoria e suffrag io defunti
della Famiglia Perani , per vo-
lontà della defunta Perani Maria
Ester a cura della nipote Perani
Maria Luisa L. 1.000.000.
Don Bosco, a cura di Zoccolan
Dora Pressasco L. 800.000.
Don Bosco, per protezione dei
bimbi Paolo e Cecilia, a cura di
Rosso Angela L. 500.000
Maria Ausiliatrice, Santi Sale-
siani , in suffragio dei defunti
Agostino e Giu lia, e familiar i de-
funti , a cura della Famigl ia Bo-
setti L. 500.000.
Gesù Sacramentato, Maria Au-
siliatrice, Don Bosco, a cura di
N.N. L. 300.000.
Sacro Cuore di Gesì1, Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, a cura
di Musso Giuseppe L. 250.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a cura di Filocamo Mariella
L. 200.000.
Don Bosco e Domenico Savio, in
memoria R.C. e per aiuto della fa-
miglia, a cura M.G .M. L. 212.625
Sacro Cuore di Gesì1 e Maria
Ausiliatrice, a cura di Mapelli
Giuseppe L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, Santi Sale-
siani, invocando protezione sui
fig li Rosamaria e Riccardo, a cura
della mamma L. 200.000.
Maria Ausil iatrice, a cura della
Famiglia Maifredi L. 200.000.
Borse missionarie dH
L. 100.000 .
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
in vocando salute e protezione e ri-
poso eterno per i miei defunti , a
cura di Turato Annamaria. - Ma-
ria Ausiliatrice, Santi Salesiani
per protezione dei figli Cand ido e
Luciano e famiglia, a cura della
mamma Maria Baldo Avogaro. -
Maria Ausiliatrice, Santi Sale-
siani, in suffragio della mamma
Giambra Rosa, a cura della figlia
Rosina e di Calogero Narese. -
Don Bosco, a cura di Pino M.
Adelaide. - S. Domenico Savio, a
cura di Francese Carlo. - Maria
Ausiliatrice, Santi Salesiani, a
cura di Parlani Giorgina. - S. Gio-
van ni Bosco e Maria D. Mazza-
rello, a cura di Lombardi Orlando
Licia. - Maria Ausiliatrice, Santi
Salesiani, per protezione di Piero
Domenico e Paolo Maria, a cura
dei genitori. - S. Cuore di Gesù e
Santi Salesiani: pregate per me e
per i miei cari, i1cura cl i N.N., ex-
allieva. - Maria SS. Immacolata
di Lourdes, a cura di Babuscio Sil-
vana. - Maria Ausiliatrice, Don
Bosco, Domenico Savio, a cura di
Buno Maddalena. - Maria Ausi-
liatrice e Don Bosco, a cura di
Massa Teresa. - Don Bosco, rin-
graz iando e invocando ancora pro-
tezione, a cura cli B.L. - Maria
Ausiliatrice, a cura cli Giavarini
Maria Bettani. - Maria Ausilia-
trice e S. Giovanni Bosco, in rin-
graziamento, a cura cli Marcane
Anita. - Don Bosco, a cura cli
Melandri Aurelia Valesi. - Maria
Ausiliatrice e Don Bosco, per
promessa fatta, a cura di Dova
Carla. - Maria Ausiliatrice e
Don Bosco, in voca ndo protezione
e grazia per la famiglia, a cura cli
D·ova Carla. - Maria Ausiliatri-
ce e Don Bosco, in ringraziamen-
to e per suffragio ·defunti, a cura
cli N.N . - Maria Ausiliatrice e
Don Bosco, a cura cli Bianco Pit-
tore Angela. - Maria Ausiliatri-
ce e Don Bosco, per aiuto e pro-
tezione a cura cli Andrea, Enrico,
Valeria. - Maria Ausiliatrice e
Don Bosco, a cura di Clemente
Nerina. - Vergine Immacolata
di Lourdes, a curà cli Babuscio
Silvana. - S. Cuore cli Gesù,
Santi Salesiani pregate e proteg-
gete me e quanti porro nel cuore,
a cura di N.N. exallieve. - Maria
Ausiliatrice e Don Bosco, p'er
ringraziamento e protezione, a
cura cli N.N. - Maria Ausiliatri-
ce, Don Bosco, Domenico Sa-
vio, per protezione della famig lia,
a cura cli Bontempi Gina. - Ma-
ria Ausiliatrice, Don Bosco, Do-
menico Savio, invocando prote-
zione sul figlio Paolo, a cura della
mamma. - Maria Ausìiiatrice,
Santi Salesiani , in suffragio del-
la so rella Maria Luisa, a cura cli
Calamai Ivana. - Maria Ausilia-
trice, Santi Salesiani, per ringra-
ziamento, a cura di Libera Alda.
- Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Domenico Savio, per grazia
ricev uta a cura di L.T.M.G . - S.
Giovanni Bosco e Santi Salesia-
ni , pregate per me e per i miei
cari, a cura cli N.N. exallieve. -
Don Bosco e Domenico Savio,
per salute e pace in famig lia, a
cura cli Don Ugo Di Biagio. -
Maria Immacolata cli Lourdes,
a cura cli Babuscio Silvana. - Ma-
ria Ausiliatrice e Santi Salesia-
ni , proteggete sempre i miei figli,
a cura di Salvaclori Margherita
Fior. - Maria Ausiliatrice, rin-
graziando e ilW!)Cando protezio-
ne, a cura cli Bianchi Isabell a. -
Maria Ausiliatrice e Santi Sale-
siani , in suffragio di Maria Lui-
sa, a cura di Mensitieri Ivana. -
S. Domenico Savio, proteggi Axel
e tutti noi, a cura di una exallie-
va. - S. Giovann i Bosco, a cura
cli Ruffa M. Luisa. - S. Cuore di
Gesù, Maria Ausi liatrice, Sa nti
Salesiani , invocando salute, pro-
tezione e se renit à nella fam iglia,
a cura cli E.O. - SS. Cuori cli
Gesù e Maria, Don Bosco, per
ringra ziamento e protezione a cu-
ra di N.N. - Don Bosco, per pro-
messa fatta , a cura di Dova Carla.
- S. Giovanni Bosco, in suffra-
gio cli Cacchi Otello, a cura cli
Nino e Lina Valtorra. - Maria
Ausiliatrice, in suffragio cli Car-
nino Pietro e per protezione della
famiglia , a cura della moglie Gi-
na. - Maria Ausiliatrice e S. Gio-
va nni Bosco, ringraziando e in-
vocando protezione, a cura Sig.ra
Vai . - Maria Ausiliatrice, in
suffragio dei miei defunti , a cura
di N.N.
42 - FEBBRAIO 1995 BS

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Focus------.
Don Corrado Bettiga,
nato a Sueglio (CO).
Vive a Roma
(casa generalizia).
Da un anno è assistente
ecclesiastico centrale
delle Volontarie
di Don Bosco (VDB).
Dal!' insegnamento del diritto , alla attività in parrocchia; e ora assi-
stente ecclesiastico centrale delle VDB ...
Tre valide esperienze di vita sales iana, che mi hanno sempre fatto sen-
tire a mio agio, realizzato, contento!
Ne l I963 mi chiesero di prestarmi per l'insegnamento agli studenti
sa lesiani di teologia, prima a Castellammare di Stabia e poi a Torino;
in tutto 30 anni , unitamente a altre esperienze pastorali tra i giovani :
oratorio, insegnamento della religione nella scuola statale, incontri
con gruppi giovanili, al Centro mariano sales iano presso il santuario
dell ' Ausi liatrice a Tor in o, e finalmente come parroco. Passando dal
nord al sud e viceversa, ho potuto incontrarmi con culture diverse e
moltissima gente: le persone incontrate mi hanno sempre arricchito.
La proposta del nuovo incarico è arrivata inaspettata; ho accettato,
non perché mi sentissi preparato, ma perché sono convinto che ,senza
fare difficoltà inutili all 'obbedienza ci si trova sempre bene. E una
delle responsabilità previste dalle nostre Cos titu zio ni verso la
Famig li a Salesiana: mi sono sentito quindi "di casa" negli incontri con
le Volontarie av uti in diverse circostanze e paesi.
Come giudichi gli ann i passati nella parrocchia Gesù Adolescente di
To rin o ?
Indimenticabili! Direi i più belli e pieni. La vita in parrocchia è così: ti
divora energie e ti fa crescere nello stesso tempo. Sono riconoscente
al Signore ed alle persone che ho incontrate, soprattutto ai laici, la cui
collaborazione è imprescindibile come operatori pastorali, animatori,
catechisti. Mi hanno fatto capire tanti aspetti utili per il nuovo mini-
stero tra persone laiche consacrate.
Le VDB sono donne consacrate nel mondo e mi pare che siano in cre-
scita. Ritieni che si tratti di una vocazione di particolare attualità ?
Le Volontarie di Don Bosco nel mondo sono attualmente oltre 1230,
comprese le Aspiranti, e sono in crescita, soprattutto in America
Latina e nell'Est E uropa: la crescita numerica indica l 'attualità della
vocazione degli Istituti Secolari nella Chiesa. I laici sono in ricerca di
vita spirituale varia e intensa, cioè di santità per e per il mondo.
Nell 'a lveo salesiano sta nascendo ora anche l 'Istituto Secolare
Maschile dei Volontari con Don Bosco.
Quest' anno ci sono scadenze importanti per le VDB . ..
Sì, l'Assemblea Generale nel prossimo lugl io. Parteci peranno una set-
tantina di persone, rappresentanti di tutto l'Tstituto, che porteranno la
loro esperienza sul tema "Secolarità e Missione"; è il momento più
qualificato di unità e comunione nel! 'Istituto.
UN PO' PIÙ FELICE
«Sono sempre stato un tipo abba-
stanza insensibil e. Mi face vo i fatti
mi e i, pensavo all e corse, ag li affari.
li mi o comportame nto è sem pre
stato dominato da lla log ica, dal ce r-
ve !lo , piL1 c he dall e emo z io ni . Da
qualche giorno pe rò mi sento diver-
so. Credo di aver capit o che la vita
ha anche altri valori . Tutto è succes-
so mercoledì se ra. Rarame nte guar-
do la Tv. Ho buttato per ca so g li
occhi sull o schermo , ho notato alcu-
ne scene da l Ruanda. Sono rimasto
sco n vo lto. No n av e vo mai v is to
qua lcosa di s imil e. Terribil e, inum a-
no. Così ho pensato che pote vo , che
dovevo fare qualcosa. Ho parlato
con a lc uni fun z iona ri de l gov e rn o
a u s tria c o , c o n es ponenti d e ll a
C aritas e de ll a Croce Rossa , o rga-
ni zzando una spedi zione. La Lauda
Air ha mess o a di spos iz io ne un
Boe ing 767 . Ho convocato tre pilo-
ti , un a quindi c in a di dipe nd e nti s i
sono offe rti co m e vo lo nta ri. Fra i
sedili , nei corridoi , ne ll e stive, sono
s ta te a mma ss ate 3 5 tonn e ll ate di
c ibo , medi c inali , tend e, acqua. Ho
preso i com and i de ll' ae reo, sette o re
e mezzo dopo eravamo ne ll a cap it a-
le de l Burundi. [n 150 minuti abb ia-
mo scari cato l' ae reo , tutti ins ie me .
Ho parlato con la ge nte del posto ,
mi hanno raccontato cose orribili ,
incred ibili . Ho v isto facce spaurite ,
gente malata. Un orrore . Siamo
ripartiti verso Nairobi per fare ri for-
nim e nto . Dopo IO ore, di nu ovo a
Vi enn a. La compagnia ha pagato il
carburante, 150 mila dollari , il resto
lo ha fatto il governo. Sono pronto a
tornare per dare una mano.
Non mi sento più buono,
un personagg io d a Nobe l, so ltanto
un po' più felice di me stesso . Ho
com in c iato a riconsiderare la vita.
A co mprende re che la realtà non è
qu e lla no stra cli tutti i g iorni , c he
noi viviamo de ntro una co rni ce
dorata. Mi sono reso conto che par-
la re de i punti pers i da Schum ac her
è so lo un g ioco, che i nostri drammi
ne l mondo de lle corse sono nulla in
confronto a qu e llo che accade là. E
adesso comincio a rag ionare un po '
più co n il c uor e e m e no c o n la
testa » (Niki Lauda ).
BS FEBBRAIO 1995 - 43

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
TORINO C.M.P.
éQ)
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
corso Regina Margherita, 176 - 10152 Torino
Pier Luigi Baima Bollane
La scienza
nel mondo degli spiriti
Religione, pag 308, rii., L. 32.ooo -
L'uomo contemporaneo esprime
un notevole interesse per gli aspetti
magici , irrazionali , paranormali
della vita. La scienza ufficiale ignora
questi fenomeni , ma l'Autore ritiene
che sia un errore, dal momento
che essi , storicamente,
si accompagnano allo sviluppo
culturale delle varie società.
E questo è scientificamente rilevante .
Nel saggio sono classificate le varie
manifestazioni paranormali , se ne
traccia un profilo storico e se ne
un 'interpretazione.
Pier Luigi Baima Bo/Ione
~,,~·iif~IEL MONDO
(0 soc1ETÀ
INTER EDITRICE
NA2JONALE
TORINO