Bollettino_Salesiano_194609


Bollettino_Salesiano_194609



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BOLLETTINO ANNO LXX
NUMER'> 9
·ESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI S. GIO. BOSCO
DER I COOPERATORI F. LE COOPERATRICI SALESIANE
Dir ezio n e Genera l e - Torino (1 09) • Vi.a ColloJengo, 32 Te l efono 22.-117
GIUGNO I 9 4 6
Orfani e Orfanotrofi - Sotto la cupola
dell'Ausiliatrice - In famiglia: Italia, Isole
Canarie, Argentina, Stati Uniti - Aposto-
lato ed eroismi di carità sotto la bufera -
Per
g li
"
sciuscià
1
'
-
Dalle nostre Missioni:
Giappone, Australia - C ulto e grazie di
Maria Ausiliatrice - Necro lo gio. - Crociata
missionaria - T esoro spirituale.
t ~ [ NG R AZ IA M O sentit amente tutti i nostri Direttori Diocesani,
Decurioni, Cooperatori e Cooperatrici che ci banno precisato il loro in<lirizzo.
Chi non lo avt:sse ancora potuto fare, abbia la bontà di scriverci subito in-
dicandoci chiaramente quaii indirizzi dobbiamo sospendere, quali mo-
dificare e come modificare, quali continuare a ritenere come sono.
li mezzo migliore è quello di ritagliare l'indirizzo di copertina e rimandarci
il ritaglio specificandoci se va bene o come lo dobbiamo yariarc.
Ci giungono molti elenchi di nuovi Cooperatori e di nuove Cooperatrici.
.. I l nostro ufficio spedizione fa di tutto pc::r sollecitare l'invio del Diploma di
iscrizione e del Bollettino. Ma purtroppo non disponiamo ancora <li sufficiente
quantità di carta. Preghiamo quindi i nuovi iscritti ad avere un po' dì pazienza.
Un grazie vivissimo ai sigg. Agenti postali che; si fanno premura di rimandarci i
BolktLini che non riescono a recapitare per variazioni di residenza dei titolari.
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BOLLETTINO SALESIANO
G I U G NO l 9 4 6
Orfani e Orfanotrofi,
Se t•i è 111/ll stt11a::w11e tragica a 11ostri giorni è qrulla dfg/i orfa11i AJ'l:er, fa11ci11//1, se11::;a
t<llo, prid dei goutori, abbt111dmwli a se stessi, poss1J110 talorn frrrl'tlre w1 pe::::o di ptme per sfamarsi
,, 11n cantuccio m:e riposare la noti<·; ma i{ for1J villo è d,,f 111110 i11suf)icie11t1• per l'organiwm che si
s~·if11ppa,
i
7.'Nfili 11011
bastano
a difenderli
dal freddo,
d i 1111111ca1111
1111
/etio
(Ida/lo
alle
loro
/mere
membra, di cure l di mediri11e, d, libri e q11adl'T11i, l' di cento altre c/J.lf' rid1ie.<le dalla lvro età
.\\l<mca foro sopra/111/10 il (llore d1!lfa 111,111111w che 'i.'Ìgili SIIÌ ri1111rr..•ati, i11arsa11ti biso_t:11/, r /11 11111110
jt'Tl1lll dd padre r/11 li tenga sul rf'tfo se11t1rro quando st11111,,, per sba11d,1re.
Le drfor111a::;io111 della 111e11t11lità di questi f>07.•eri raga::.::;i e/re i•edo110 e imparano d1 /11/10, lr de-
t1ù1:::i<mi del muri• prii•o dell'r1111ore della 111<111111w attossicato i11·c1•c1· dar:li a11111ri frutti d1•/l'et:oim10
chf' li circonda dr ghiaccio r di rnpidigia, /'i11st11bilit,, dr/ ramlfPre c/1<' t·inrt· rn 11 caprirrio, Sl'll'::a
c1J11/rolli, se11-::a stimoli bwmr r sm:;a freni. <nJru,mo una doJ/orosa riperc11;s1,111r su tutla la loro t·1ta
t mll'an:e,1ire ddla 11a::io11e
U n po ' d i statistica.
Q11n11/1 sono oggi i ragaz:::1 orfanf e ahh(//1d1111ati? E rlri li può rontarf' ~ Sono ce11ti11aia, sono
111~t:lit1ia. sonrJ lll1111mere7.•oli.
Pensiamo w fi.f:li dei deportali che 11011 lunu·r111u10 11101 p111, w bimhr sma111/1 dm ge111/an q11a11do
erano spi11ti rom,- ma11dre d" md <1 nord per t1pcra di soldati immumi che at't"i.'(lllO il rompilr> di
rrl'are il desrr/n agli eserciti l,funlfori, agli m.fr111i delle fmm:,:lie perite tra !t· macerie di-i bo111bar-
dm11e11ti, allf' madri che morirono co11su11te dalle prh•azioni, dalla fame e dal .fr<'ddo!...
Questi pm•rrr fauriu!fi so11n nostri fratelli: il pallore di'! rolto, i ce11ri, il luridume nrm ncsrono
a coprire il ritra/lo del Creatore impresso S111la loro fronte; 11epp11re la prt•rocitcì r lo -<.Et11ardo hiuo
di molti cm1rellt1110 dal /om ,,,,fto il cara/1,-re d, creatu~e di Dio
li concetto clre il Si(ttwre lw di q11esle creat11rf' ce11ciosf' e md,ce cr /asria allonili. G!, 1w1111m,
se lr /e7.•ano rnlnrtieri di Ira i piedi: si sr11to110 i11comodati d11/ lezzo e/re c'111a1111 dal s11diciti1111· che
I,· ricopre; la soln 't.'Ì.lta defl<t loro 111iseria li 1110/esla e so!h"l.111 1111n isti11IÌ11a m•t·ersimre, a11clrc• per
l'impurtw1ità cm, mi la lom prt'senza reclamt1 w1 q11alche socrorso.
Dio Ìtn'l'Ce IIWJlra per f'ssi 1111a tenere::;::;a materna. A d1•/lt1 della Sacra Scrifltim, st rnlloca
alla loro d1•sf,a {/IWSÌ a11ge/,, tutdare, protesta rlre t:e,uiicl1trtì il disprezzo r la 11011rnrt111::;a do loro
lmof!"i ed u,a /1• rspressioni pnì pt'rmasin NI ,:ff,caci per 111d11rci a du11are ro11 ge11erosit1i, cmne
srlfllt• fare Lui. Nei Proverbi, 11c/l'Ecclcsiastico, nei Salmi, mnftiplica. le t•sprt·ssioni pirì allt·ttanll
per indrerci ad ai•ere wra dei poveri, e nel f'(lngelo ,f?,Ìlwge (Il Jmnlo di i111111edesi11wrsi cmi questi
i11dige11ti e di rit{'//ere comf' fatto alla ma Dit•i11a Perso11a q11a11to faccit11110 ud essi.
L 'O r fa n otrofio .
La Chiesa tradusse in pratrrc1 le norta::irmi drt·ine, consr.,:ml/i; nei libri .wuti, per mr-::::;" di una
d1•/le s1te belle creazioni: l'Orfwrvtrofio.
Si trofia di una IIO'l'ÌttÌ i11trodot1a d11{ Cristianesimo. Le civiltà 111if/e11arie degli Jndù, dt'/la
('iua e del Giappo11e 11011 conobbero qtusta opera emiuentemmte se 11011 dopo che i Himonari la
m1:u"o"o tra la merm:igba e /'ammirazw11e di chi 11011 m:l'i.·a mai pensalo a prendersi cura di
igliuoli che 11011 rrano mo1. l\\i11ive, ,lle11fi, ,Jte11c e Roma 11011 aut'l•o110 pensato di'Versamentt. Ci
- rn/11• il 1, mamlntum novum » di Gesù di amarci l'un l'altro come Egli ci ha amati, pu 111durre

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gii uomini a praticare una carità che distribuisce largamente a chi 110n ha diritto di rice1.'cre e no11
sarà mai in grado di restituire.
Il clero è particolarmente benemerito in questo campo. La storia registra il nome di molti santi
sacerdoti che si presero cura degli orfani: San Giuseppe Calasa11::;io, San Girolamo E111ilia11i, Sa11-
t'.411to11io llfaria Zaccaria, San Vincenzo De' PaoH, San Giovanni Battista De La Sedie conti-
1111ano, a111plim1dofa, quest'opera di caritlÌ iniziata molti secoli prima i11 forma meno organica e pirì
wzpe,fella; e, dopo di essi, l'accrescono sino a darle t•aste proporzioni i Santi e i Sen:i di Dio
del secolo XIX tra i quali emergono San Cùn:an11i Bosco e i suoi ammirabili imitatori.
L'opera dei laici.
Q11esta fioritura di opere di beneficenza a /avere dell(l gùnmitù orfana s'incentra nei capostipiti
di .famiglie religiose sorte a questo fine e nei fondatori degli orfanotrofi creati ormai dappertutto. Ad
essi com1wemeute e gi11sla111e11te si attribuisce la gloria di 1111a be11emcre11za che è tra le più grandi
the si possano avere a fm.•ore della giot•enttÌ.
E con la gloria, il merito. 1lla questo 11011 'l'a solo ad essi: gran parte è devoluto ai caritatevoli
cristiani che mettono i Santi e i loro discepoli in condizione di poter soccorrere i bisognosi. Senza
il concorso personale e l'apporto di danaro e di i11d111111'11ti delle Dame della Carità, Srm Tli11ce11zo
De' Pauli avrebbe potuto f a;e assai poco; come senza le offerte del Beato Cafasso, del Marchese
Passati, del Barone Cotta e degli altri Cooperatori della prima ora, Don Bosco 11011 avrebhe potuto
iniziart' la ma opera di b1meficenza, che poi gigante1:giò per tutto il mondo. Così che alla flue dellu
sua 'l'ita potè dire con wnile riconoscenza, ma anche coll assoluta verità: ~ Senza la i•ostra cariui
io ll'Vrei potuto fare poco o nulla; colla vostra carità abbiamo invece cooperalo, colla gra:::ia di Dio,
ad asciugare molte lacrime e a sal-vare molte anime 1>.
Sacrosanto dovere.
Questo concorso alle opere di carità che si sviluppano e crl'scow, in smo a/la Chiesa è tm doi1ere
che grm.•a sulla coscie11::ra cristiana. Nessuno ignora che i precelli del S'ignore incombono 11011 solo
ml cleru e sui religiosi, ma a11d11: t' ug1wlme11/e wi laici, perchè basta essere cristiani per solioslare
a tutta la legge e'l:angelica. ],'invito a soccon·ere l'i11d1:r;e11te ,um è rm consiglio, ma wz p,-ecelto
esposto ù1 forma perentoria: « Questo è il mio comandamento: che vi amiate a vicenda come io
ho amato voi >>.
Come Egli ci ha amato! Scese dalla sua splendida reggia per prendersi cura de 1 grande orfano
che avr-va abdicalo alla natura di figliuulo di Dio conferitagli dal1a grazia; si privi; della gioia e
delle agiatezze a cui aveva inalfrnabile diritto, per CifC0111wu1rsi alla sorte miserabile dell'uomo e
'l,'ersò tre/ suo seno gli scon.fì11ati tesori di mi il Padre lo «wva arricchito da tutta l'etcr11ilà.
Se, per ottemperare al suo conumdammfo, vogliamo amare i 11ostri frati:lli come Egli ha amato
11oi, dobbiamo scendere anche noi dal piccolo paradiso che ci siamo creati in sen.o alla famiglia, per
aiutare gli orfani che la Prm,•11ide11za mette sulla nostra via, dobbiamo don.are una parte dei nostri
beni per soccorrere chi è privo di tulio, e ridare, alme110 in parte, le cure e l'affetto dei genitori a
chi li lw perd!lti.
Compito dei Cooperatori.
Quando la Prov1:idcuza mette sul nostro rnmmi110 mr orfmU'llo, 11011 1•olgiamo a/trQVe lo sguardo:
fissiamolo in quella creatura che ha diritto alla vila tanto come noi, e clze il Sig,UJre ha dotato di
ricchezze nell'anima e nel corpo come qualsiasi rampollo della piri afta nobiltà; avviciniamolo, inte-
Tl'Ssiamoci della sua storia e delle me condizioni di. vita, e, se urge mi immediato aittto, Jacciamo il
possibile per porgerglielo, per amore del S(g11ore che protestò di considerare come fatto a sè tutto ciò
chefaremo a questi moi poi·eri fratellini.
Segnaliamo fa carità, die non esitiamo a chiamare sublime, di 1110/te famiglie cristiane che hanno
adottato come figliuoli di qu.esti orfanelli randagi, li hamio vestiti, li ltamio fatti sedere alla loro
111e11Sa e li hanno avviati allo studio o tlf lavoro come gli altr-i figliucli. Cosa ammirevole: questi
casi si sono moltiplicati soprattutto nelle famiglie meno abbienti, se non addirittura povere, di co11-
tadi11i, di operai o di wnili co-mmercia11ti, 1w1wstante le difficoità gravissime delle strettezze econo•
miche e quella ancora più grave de/l'i11cognita presentata dalla natura e dal ctU·attere dell'adottato.
Un'illimitata fiducia nella Provvidenza che dà il cibo agli uccelli dell'aria e non lo lascerà certa-
mente mancare al fanciullo da lei inviato, unita a un sano ottimismo sulla bontà nat11rale e mila
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duttilità del carattere di un ragazzo temprato dalle sofferenze hanno f ano mperare queste e altre
difficoltà inerenti a un atto di carità di natura tanto aleatoria.
Ma la fon11a più semplice e facile, e al tempo stesso possibile ad ogni Cooperatore, per soccor-
rere qualche orfano, è quella di interessarsi per farlo affettare in qualche ospizio od orfanolrofio:
ivi egli troverà dei buoni mperiori che fara,mo le veci dei genilon· perdJ,ti, e degli educatori clu 11e
plasmeranno il caratfl•re e l'avvieranno a un lavoro con wi, fatto adulto, potrà provvedere
a se stesso.
J\\la in realtà questa bella opera di carità cristiana 11011 è rhe il primo passo per soccorrere 1111
01fa110, perchè im.•ece di rùoh•ere il problema 1w11 fa eh.e spostarlo. infatti se si eccettua1to gli Orfu-
110/rofi statali, fttt.ti gli altri ha,mo rendite cosi ridotte che, con i prezzi esorbitanti di oggi, il sola
vitto di 1111 mese assorbe le entrate di tu/lo l'anno. Gli ospizi di Do11 Bosco pui non hanno a!eztna
rendita e si ma11teu1;ono unicamente co11 ltt beneficenza dei nostri Inumi Cooperatori.
Qui11di la carità fiorita e degna di ogni encomio di chi ci invia degli orfmii in realtà addossa
all'ospizio che lo t1ccoglie 1m compito che sm:e11le questo 110n sarà in grado di assolvere se11-::::a la coo-
pe_ra:::iane delle anime buone, che hanno iniziato l'op,•ra caritate•1.•ole e di ·altre che si voglio110
associare.
E qui piace mettere in riliei•o l'industriosa carità di alw11i ,wstri Cooperatori. Una madre di
famiglia reclutò tra quelli di casa i volontari della carità che si i111peg11aro110 a sacrificare, chi una
sigaretta al giorno, chi ut1a serata ci11ematografica al mese, e a versarne l'importo per concorrere
al sosltmtam1mto del loro protetto.
Un'altra ha istituito in famiglia il giorno dell'orfano, nel quale ciaswn membro cava qualc!te
cosa dal proprio borsellino, elimi1u, le spese no11 necessarie e sottrae alla mensa, d'accordo cou gli
altri, i dolci o la fmtta per consegnarne l'importo all'orfanotrofio ov'è ricoverato il proprio or/mrello.
Un impiegato proposP. ai moi compagni d'ufficio di concorrere con dieci o almeno con cinque
lire mensili al mantenimento di un orfano. Il raccolto, p11r non raggiu11ge11do la cifra occorrente, è
1111 aiuto efficace e soprattutto un'opera di squisita carità. Alc1111i operai sono persino riusciti ad
ottenere un simile concorso tra i loro compagni di lavoro.
Nè mancano i bene/attori degli orfani tra g li stessi ragazzi di istituti o di oratori festivi. 1 1 50
giovanetti orfani o assai poveri di uno dei nostri ospizi, commossi tilla descrizione della miseranda
condizione di ta11ti ragazzi 1·imasti se11za famiglia, pregarono il Direttore di riceverne 11110 nell'lsti-
/11lo e si tassarono in ragione del proprio borsellino, in modo da poter offrire al Superiore l'importo
mensile della pensione del nuovo orfano.
Nè meno a111111in-vole è il compr(}messo dei gio,vani di wt altro lstitulo. Divisi i11 gruppi, s'im-
pegn.arrmo per t11r1w a dimezzare la loro scarsa ra::::ione di 200 grammi di pa,1e per darne ai mgaz::::i
•vagabondi eh.e con quell'attrattiva .~i riusciva a fare af]luire nell'oratorio annesso, e co11ti11uaro1w
per varie settimane quell'eroico sacrificio - si prnsi che rosa sono 200 grammi di pane al giorno
per 1m ragazzo - sino a che non si riuscì a provvedere in altro modo.
Additiamo questi esempi a edificazione e stimolo dei 1wstri Cooperatori, fiduciosi che molti vor-
ranno metterci in condizione di accogliere nei nostri ospizi w, maggior 1mmero di ragazzi derelitti.
I risultati sarmi,io largamente benedetti da Dio con incalcolabile vantaggio delle anime beneficate
e della società.
Che cosa possono diventare questi po,veri ragazzi abbaudonati, se nessuno si prende cura di essi?
Un seltimanale romano ha scritto: «I cittadini d<n:rebbero rabbri1n.dire di paura vedeudo questi
ragazzi che si aggirano famelici. e scalzi. Ne,: loro occhi infossati, 11.elle loro livide gote i11cm1ale,
sulle loro labbra spente c'è la rivoluzione, c'è la sommossa che dolfla11i, forse, i11sa11gui11erà ancora
una volta le nostre contrade•►.
Che cosa posso110 diventare invece se sono accolli in seno ad una buona famiglia o i11 wi istituto
che li educhi cristianamente?
La rfrposta è data da inmmzercvoli orfani aiutati dalla carità privata, e di.venuti uomini utili
a sè e alla civile società; 11011c!tè da altn·, pure numerosi, rhe di1•entaro110 glorie dell'umanità. Basti
ricordare tra i più noli Pier Damiani, Cardinale e Santo, Newton, Ca11011a, Tata Giovanni e Don
Bosco, r.lze divenne il Padre degli orfani.
Terminiamo con le parolr che il S. Padre lza diretto a/l'Episcopato Cattolico nella ma Enciclica
del 6 gen11aio 11. s.: << Riflettiamo tulli atte11tame11te che q1testi f a11ciulli sono il fulcro dell'avvenire
e che quindi è assoilltamente necessario che essi crescano sani di mente e di corpo, perchè non si
abbia un giorno una generazione che porti in sè i germi di malattie e l'impronta del •vizio. Nessuno
a,Junque si rijìuti di dedicare energie, attività e mezzi pecurtiari a sropo tanto opportuno e necessario ».

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SOTTO LA CUPOLA
DELL'AUSILIATRICE
Dopo la solenne funzione <li propiziazione
per la Patria - che, il 21 febbraio attrasse alla
Basilica una folla straordinaria a seguire le
suppliche dirette dal P. Aramu, S. J., cd il
vibrante discorso di P. Goria. S. J., coro-
nato dalla bencdi1-ione cul:.tristica impartita
da S. E. l\\fons. Pinardi - la cronaca registra
con particolare rilievo la celebrazione della festa
ùi S. Giuseppe col programma lradizionale
curato spccialmcnle <lai nostri alunni artigiani.
Dal 7 al 1+ aprile, P. Coppo dei Sacramen-
tini cd il Can. Teo!. Adolfo Barhcris tennero
in parrocchia lt.: Sacre 11Iissi1111i con confortante
affluenza di fedeli.
Il Centenario dell'Oratorio.
La data centenaria <lella sistemazione del-
l'Oraturio in Valdocco nella tettoia di casa
Pinardi - 12 aprile - venne ricorcbta con una
funzione di famiglia, celebrata dal Rcttor i\\lag-
giore all'altare Jdla l\\fadnnna. La hasilica !cli
gremì di Salesiani, di Figlie ùi Maria Ausilia-
trice, <li gim·ani dei nostri oratori cd istituti
maschili e femminili della città. Otto sac.:rd11ti
\\1;nnt:ro impegnati conll:mporancamente a
quattro ,tltari per la distribuzione della Santa
Comunione, infervorata dalla paterna parola
del Successore <li Don Bosco. Lo stesso Rettor
:\\Iaggiorc impartl, a ~era, la benedizione euca-
ristica, ùopo il canto del 1'1• fJew11. Chiuse la
giornina, nel teatrino dell'Oratorio fosti\\'o, la
rappresentazione del i, I\\Iiracolo del p:rnc •>,
bozzetto ùrammatico del nostro D. Rufillo
Uguccioni. In sagrestia erano stati prec.:Jen-
tcmcnte collocati gli ultimi quadri dipinti dal
Crida l' raflìgunutti Don Bosco in atto Ji con-
fe:-sarc e salvato dal provvido cane «Grigio,>.
Solennissime le funzioni della Settimana
Santa, nonostante l'assenza dei nostri alunni
interni in vacanza. La Pasqua fu proprio una
pasqua generale. Comunioni numerosissime
fino oltre rrn.:zzogiorno.
funzioni parlicolari si fecero in giorni Ji-
\\·ersi per la Pasqua ~lei militari condotti dal
loro cappellano Don Ricdtiar<lone, per varie
scolan:schc cd operai.
Fra i pellegrinaggi, notevole quello della par-
rocchia di S. Pietro di Asti che venne a scio-
gliere il voto fatto nell'ora del pericolo durante
la guerra. [ pellegrini portarono una statua
di l\\Iaria Ausiliatrice che volkro benedetta nel
s·mtu:1rio per ricollocarla in t.rionfo nella loro
chiesa. Numerosi pure quelli cli :Mortara e di
-
Caraglio. Nella secondi metà di aprile ab-
biamo avuto la gioia e.li salutare l'Ispettore
delle no~trc Case d'Ingl1ilterra D. Cauche e
gli Ispettori di!lle Case di Francia D. Amiclh
e D. Faure, che, col Vicario lspettoriale del
Belgio D. Claeys, riuscirono finalmente a vc..-
n·re a Torino a dar notizie delle 1010 lspct-
torie ai Superiori.
IN FAMIGLIA
ITALIA - Aqui l a - Fortes in fide.
Dal 28 al 31 marzo u. s. il nostro Oratorio
<lell'Aquila. colla benedizione dell'Ecc.mo Ar-
civescovo :\\fons. Confalonieri, ha chiamato la
/!i<l\\'cntù aù un congresso di affermazione cri-
stiana contro il ri~pctto umano. La massa gio-
\\·anile cominciò i suoi lavori con una balda
sfilat.a per le vie della città cantando i piì.1
popolari inni religiosi dclb scuola di Don
Bosco. Oratori ben preparati hanno quindi
tratt:1to, in apposite sedute sr>tt<J la presidenza
t!cll'[spettc)re salesiano D. Luigi Colombo, del
rispetto umano nella famiglia, nella scuol,1,
nella associazione, per le strade, nei luoghi
puhblici, nei c.impi sportivi, nei cinema, ecc.
L'ordine del giorno auspicò: 1) un corso di
conferenze apologetico-sociali sui problemi del
momento; z) una protesta ufficiale alle autorità
contro la stampa pornografica; 3) un solenne
pellegrinaggio, il venerdì santo, colla Via Cru-
cis predicata dai giovani per le vie cittadine;
4) sottoscrizione della promessa di cooperare
alla diffusione della Fc.:<le e della moralità; 5) im-
pegno per uno studio più profondo della rdi-
~ione. La domenica 31 m,1rzo, i giovani si
recarono in cortc::o alla basilica di S. Bernardino
da Siena ove S. E. l'Arcivescovo celc::brò per
loro la S. Messa e li incoraggiò alla santa cro-
ciata del buon esempio. L'Istituto ospita una
sessantina ùi orfani, compre3i gli ultimi 25 ac-
colti recentcmwte da Cassino. Soddisfatto del
sistema educativo cli Don Bosco, il prof. dott.
Luigi Mcnna, libero docente in Patologia spe-
ciale chirurgica. all'Università di Bari, coll'in-
tendimento di cooperare alla ricostrnzione mo-
rale, ha offerto, in memoria cli Angelo Ricolti,
una prima oblazione di L. 20.000, per il rico-
vero tli un orfanello.
ISOLE CA.KARIE - Inat.gurazione delle
Scuole Professionali.
Il 22 febbraio u. s. la nostra nuova casa cli
Tenerife ha inaugurat,J solennemente i labora-
tori delle scuole professionali coll'intervento
delle autorità e dello stesso l\\linistro delle Opere
Pubbliche. I laboratori sono stati attrezzati in

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modernissimi padiglioni che hanno riscosso la
più viva ammirazione. Tutta la stampa spa-
gnuola ha esaltato il Gov1:rno che ha scelto e
prc,clamato Don llosco << Patrono dell'educa-
zione professionale>) della classe operaia.
ARGE:--JTINA
L a PI a t a - Per la
gioventù operaia.
Il nostro Istituto << S. Michele» in La Plata
sta completando la benefica missione dell'Ora-
torio festivo con una scuola di arti e mestieri
che provvede alla formazione tecnico-profes-
sionale della gioventì.1 operaia del popolarissimo
rione. Il 3 u. s., alla presenza delle autorità
e <li una folla cli Cooperatori ha inaugurato
la cappella, con una devota funzione officiata
dall'Ispettore salesiano. L'insigne benefattore
sig. Oreste Santospago ha quindi offerto un
ricevimento nella sua residenza, auspicando al
rapido compimento ciel progetto in costruzione.
B u e n o s A i r e s - Piazza Don Bosco.
Con <lccreto elci 31 gennaio u. s. la Muni-
cipalità di Buenos Aires ha dato il nome di
Don Bosco alla gran piazza delimitata dalle vie
Lope de \\'cga, Miranda, Calùcron e Indio.
Il decreto, ricordando che il nome <li Don
Bosco gode di univenale stima e trascen-
denza, rilevava che
" ... per le ripercussioni della sua opera ciYilizza-
tricc, la personalità del Santo è parcico!armenre
vincolata a settant'anni di storia del Paese.
Di fatti - proseguiva - il Fondatore della
Società Salesiana, San Giovanni Bosco. praticò in
grado eroico In virrù evangelica dello carità, con-
cr,:tando particolarmente In sun attiYità in favore
dei più umili, dei meno abbienti, di coloro che più
hanno bisogno di prot.,zio11c e di aiuto. Con la su:1
fondazione portò ,i benefici della fede e della civiltà
alle più lontane regioni ddla terra. La sua vita e
la sua opero sono ispirat" a questo amore ai propri
simili e il nome familiare di" Don Bosco" racchiude
la gratitudine dcllt! generazioni che lo amarono come
un Padre e lo venerano come Santo.
• Nel territorio della nostra Patria, l'opera co-
struttrice di Don llosco si è spintn fino ai suoi
confini, offrendo o quelle popolazioni, con abnega-
zione e sacrificio, fin dall'anno 1876, il sostegno
della su>. carità, la luce dei suoi insegnamenti, il
rifugio dei suoi Istituti e delle sue Scuole. Fu
opera di pionieri nt'!Ja civiliz;,;azionc dc-gli indigeni
del Sud Patagonico, fu srrumc-nto di educazione
nelle campagne per mezzo delle sue Scuole Agricole,
e nelle città per mezzo dei suoi Istituti pcdagoi:ici
per la formazione degli artii;.riani; ha contribuito al
miglioramento sociale della classe opcr::iia, ad accre-
scere cd a perfezionare le forze morali della popoln-
z1onc; ha impartito il suo insegnamento con spirito
profondamente patriottico c ha servito, ,wi suoi
,·alori più essenziali, la Repubblica Argentina, che·
il Santo Uomo di Dio amaYn fervidamente artra-
verso la sua opera e che chiamava con cordiale
offetto la sua seconda patria •·
STATI UNITI - B o s t o n - Oratodo
Don Bosco.
Il 24 novembre 1945, S, E. l'Arcivescovo
di Boston Mons. Riccardo Cushing ha inaugu-
rato solennemente l'Oratorio che, nel nome e
collo spirito di Don Bosco, si propone di con-
correre efficacemente ali'educazione cristiana
della giovcntl'.1, La cerimonia ha attratto una
folla di giovani, di cooperatori e di amici, am-
mirati del lavoro fatto in sci settimane da tre
Ralesiani inviati dall 'lspdtore Don Ernesto
Giovannini ad adattare i locali di una scuola
alla provvida missione. Tenne il discorso uffi-
ciale il rev. D. l\\latthew P. Stapleton. L'Arci-
vescovo rispose, ricordando un suo incontro
col nostro attuale arcivescovo di S. Domingo,
S. E. Mons. P ittini, il quale, alla presenza di
l\\Ions. Quinlan, gli aveva narrato parecchi anni
fa un sogno fatto da Don Bosco il 29 agosto
1883. In quel sogno il Santo aveva preveduto
la fondazione dell'Opera salesiana in Boston,
Mons. Cushing si disse lieto di vederne la rea-
lizzazione e, per assicurare i mezzi ntcess;ui alla
vita, promise di dare alle stampe il discorso uffi-
ciale e d'interessare tutta la cittadinanza alla coo-
perazione, auspicando l'istituzione di altri Ora-
tori salesiani nelle zone più bisognose della città.
Por t C h e s te r - N uova scuola p ar-
rocchiale.
e Ci giunta pure notizia della inaugurazione
ddla nuova scuola parrocchiale aperta presso
la nostra chiesa del S. Rosario in Port Chester,
il + novembre 19+5. La compi lo stesso Arci-
vescovo di New York, ora Em.mo Carcl. Spel-
lman, il quale vi giunse accompagnato da
illustri personalità del ckro, e scortato dai
Cavalieri di Colombo. Preceduto dal piccolo
clero e seguito da una folla di parrocchiani,
venne accolto dalle festose acclamazioni di
duecento e più 1.,a.mbini. il direttore del nostro
Collegio Don Bosco tenne i.I discorso ufficiale
illustrando i rapporti che devono legare la
chiesa alla scuola cd alla casa. L'Arcivescovo
si rallegrò col parroco e coi parrocchiani per
la nuova scuola; e, ricordando i suoi viaggi in
Europa e le sue visite alle forze armate, esortò
i presenti a sostenere le opere nostre. << Ho
visto - concluse - il lavoro che fanno i
Salesiani. Li ho vist.i staccati da ogni cosa e
preoccupati soltanto del bene <lei giovani che
vengono loro affidati, con l'unico desi<lerio di
guidarne le anime nelle vie di Cristo».
85

1.7 Page 7

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Apostolato ed eroismi di carità
solfo la bufera.
{Cont1nun-z:1onc:
111 mn1Zg10.1uu. 65).
L'lSPETTOlllA TOSCANA DELLE FJCI.TE Dl
MARIA AllSILIATRICE registra cinque vittime
fra le Suore. Sr. Adelina Vangioni <lclla Casa·
di Arlùmo (Lucca) - sede di sfollamento <lclla
Casa Jspettoriale di Livorno - -veniva colpitJ.
il 2 giugno 1944 da mitragliamento aereo,
mentre ritornava a casa sul calesse delle prov-
vigioni; e spirava poche ore dopo, col conforto
<lei Ss. Sacramenti.
L'8 dello stesso mese perivano: Sr. Giusep-
pina Curti, Sr. Maria Fontanini, Sr. Loretta
Lari, e Sr. Luisa Marazzini, studenti all'lsti-
tulo Apostolico di Castelnuovo Fogliani (Pia-
cenza), in viaggio verso Arliano, sorprese da
bombardamento aereo alla stazione di .Uassa
Apuania.
Altre due Suore, in viaggio verso la Liguria,
il 13 marzo precedente, erano rimaste ferite,
in modo non grave, in un bombardamento
aereo alla s,azione di Viarrggio.
Tre ferite - due giovani pensionanti e una
Figlia di Casa - ebhe altresl il 27 lugiio
1944 il Pensionato universitario di Pisa, col-
pito da nove granate, durante l'assedio ddla
città; e l'Orfanotrofio cli Art'z::ro, un bimbo
ferito a una gamb.t il 1+ luglio 194-1- nella
Casa di sfollamento a Pogi:10li.
Danni alle Case:
A Livorno il 28 maggio 1943 una bomb.1
1
caduta nell'orto della Casa Ispdtorialc, abbat-
tc;va il muro cli cinta, schiant.tva pilastri e
alberi clel viale, e produceva, insieme alla rot-
tura di moltissimi vetri, non poche lesioni ai
muri esterni. Il 28 giugno succl"ssivo un'altra
bomba, caduta ai pieùi clcll'Etlucantlato, ren-
deva inabitabile tutto il locale e danneggiava
pure il piano superiore dell'attiguo Noviziato.
La comw1ità dovette sfollare, e più tardi
- in seguito all'imposta evacuazione della
zona - la Casa rimase del tutto vuota fino al
l 4 settembre l 944·
Il 24 agosto 1944 le Orfanelle di Apuania
Carrara, sfollate a Colo11nato, ebbero appena
il tempo di fuggire da.I paese in fiamme, in-
cendiato dopo un solo quarto d'ora di preav-
viso. I letti, i materassi, le coperte, la biancheria
e gran parte di quanto vi era stato trasportato
per la temporanea dimora delle orfanelle e per
ospitare poi il resto della Comunità, andò
perduto.
Ristabilitesi in città, le Suore vi passarono
lunglù mesi tli lotte, di vicende penosissime,
di angustie e cliffo:ultà d'ogni genere, anche per
l'appr<>vvigiomuncnto dei viveri, più volte per-
duti, dopo tante sollecitudini e spese per pro-
curarli. Durante la presa della città, il Io apri-
le 1945, la Casa veniva colpita ripetutamente
da raffiche d'artiglieria, che sfondarono il tetto
in più parti, rovinarono un dormitorio, pn,-
<lussero vari crolli e lesioni, e frantumarono
porte e finestre.
Una delle orfanelle, condott,\\ in infermeria
per lt'ggera indisposizione in quella stessa mat-
tina, e quindi preservata dalla rovina del dor-
mitorio, ne portò, tuttavia, tale spavento da
morirt: ùopo quindici giorni.
A Col/esulvetli (Livorno) il 25 giugno 1944,
la Casa, per la caduta d'una bomba a pochi
mçtri cli distanza, ebbe tre soffitti sfondati,
lesioni alle pareti e porte e finestre divelte.
Il 17 luglio succcssiv,>, durante un grave can-
noneggiamento, veniva nuovamente colpita:
due camere del piano superiore, con la relativa
suppellettile, andarono in mmpltta mvina,
mentre danneggiata rimaneva pure tutta la
parte sottostante, compresa la c.1ppella, il refct-
L•>rio dei bambini e le stanze attigue.
,\\ Pisa il Conservatorio << S. Anna •►, già
danneggiato durante le precedenti in..:ursiuni
aeree, nel pniodo <l'emergenza, dal 2 agosto
al 2 settembre 19+4, venne colpit<> da parecchi
proiettili d'artiglieria, che causarono il crollo
in alcuni punti del tetto e dei soffitti e pavi•
menti sottostanti. Anche la facciata dcll,l
clùesa, per lo scoppio d'una granata, subi
non pochi danni.
Il Pensio110/o U11iversitario (< /lfaria Ausilia-
trice, della stessa città, il 25 settembre 1943,
in seguito a bombardamento a.:reo, riportò
qualche danno all'edificio. Il 27 lugliu 1944
venne raggiunto da nove granate cadute nel
cortile, mentre veniva colpito assai più grave-
mente il braccio di fabbrica attiguo, cli pro-
prietà del!'Istituto. li 10 agosto successivo
anche la chiesa riportò una larga breccia nel
tetto per lo scoppio d'un proiettile. Durante
il periodo d'assedio, la Casa subì pure un sac-
86

1.8 Page 8

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chcggio, che la privò, nei giorni di pm ango-
sciosa penuria, buona parte della provvista
e.li viveri per la comunità e le molte persone
ospitate.
A Grosseto, una bomba caduta di fronte
all'Orfanotrofio, provocava crolli e lesioni in
modo da renderlo ùel tutto inabitabile; mentre,
poco tempo dopo, una violenta inondazione
alluvionale moltiplicava i danni e le rovine
<lclJ'e<lificio rimasto privo di ripari.
Vennc poi colpita anche la Casa di Santa
Fi<lTa, donde gli orfanelli erano stati sfollati,
obbligandoli a un nuovo esodo ad Arcidosso.
In seguito, l'avanzarsi della battaglia costrinse
Suore e bambini a Fuggire in aperta campagna
e a rifugiarsi per parecchi giorni nelle fognature
dell'acqua.
Ac.l Arezzo, nello stesso periodo di tempo,
veniva incendiata la Villa Godiola, sede del-
l'Orfanotrofio « Ninci ~-
Simili danni si verificarono pure in altre
Case, con perdita di suppellettili, di viveri, ccc.
durante fughe forzate, e periodi più o meno
lunghi di requisizioni di locali.
Episodi di carità.
In quasi tutte le Case dell'Ispcttoria To-
scana le Figlie di Maria Ausiliatrice ospitarono
famiglie tli sfollati e di fuggiaschi: cosi ad
Arliano (Lucca), a Pescia (Pistoia), a Pisa, a
Scrofiarw {Siena), a Castehiuovo dei Sabbioni
(Arezzo), ecc.
A Pescia ammontarono a un centinaio coloro
che nei giorni del terrore - agosto-settembre
1944 - tra il continuo cannoneggiare e l'an-
goscia della così detta «caccia all'uomo», cor-
sero sgomenti a cercar rifugio per le proprie
famiglie tra le solide mura del ~ Conservatorio
S. Michele 1>, e scampo per sè, a fine di sot-
trarsi al pericolo delle dure deportazioni o degli
spietati cecidi. Tutto l'ampio cantinato e il
pianterreno venne lasciato a loro disposizione,
come pure vennero prestati cordialmente tutti
gli aiuti possibili. Quanto mai riconoscenti, i
rifugiati, facendo vita di comunità, assistevano
ogni 1Tiattina alla santa Messa, recitavano in-
sieme le preghiere quotidiane e il santo rosario,
e ascoltavano ogni sera la uinto gradita << buona
notte » della Direttrice. Nei pericoli cli per-
quisizioni, gli uomini ·si nascondevano nelle
condutture sotterranee dell'acqua o saHvano
nel sottotetto con delle scale a piuoli che veni-
vano prontamente rimosse.
E tutti rimasero salvi ; poichè, malgrado le
ripc-tulc minaccie, anche quando gruppi di
soldati nazisti avevano già appostato le mitra-
gliatrici nell'entrata <lcll'Istituto, wnnc sem-
pre rispettata la clausura della Casa religiosa.
Le Suore, del resto, mentre offrivano sicuro
scampo ai perseguitati, non negavano la carità
ai persecutori.
A Pisa, nel lungo e asprissimo assedio,
quando la città si trovava senz'acqua, se1\\za
luce, senza combustibili e senza viveri, le
Suore ospitarono in Casa più di 80 persone,
a cui - con veri miracoli della Provvidenza,
e sacrifici e pericoli d'ogni genere - riuscirono
a provvedere il limitatissimo necessario alla
vita. Fra la gente rifugiata - vari professori
<l'Università con le loro famiglie - si trova-
vano anche una dozzina di uomini fobbrilmcnte
ricercati. Più volte si ripeterono irruzioni di
soldati e saccheggi a mano armata. Le Suore
si videro perfino puntare al petto le rivoltelle
naziste, ma tutti i rifugiati rimasero salvi.
Per implorarne lo scampo, la comunità aveva
unito ad ogni accorgimento possibile di umana
prudenza, l'aiuto più vali<lo della preghiera;
impegnandosi ognuna della Casa, oltre all'of-
ferta della ininterrotta veglia, dei terrori con-
tinui e dell'insufficiente cibo, a fare mezz'ora
di adorazione quotidiana.
Contemporaneamente incombeva su11e Suore
!'ancor più grave preoccupazione di custodire
- dai troppo frequenti casi <li deportazioni
anche di giovanette - le studentesse universi-
tarie rimaste in Casa. Crescendo il pericolo
ricorsero alla bontà dell'Arcivescovo, che offerse
un locale a pianterreno dello stesso Arcivesco-
vado, dove, sotto l'assistenza delle Suore, le
giovani trovarono la sicurezza dell'inviolata
dimora.
Alcune prestazioni di carità furono del tutto
occasionaU; come quella - sempre a Pisa
del luglio 1944, di preparare la minestra -
dietro preghiera d'uno zelante sacerdote -
per 400 deportati provenienti da Livorno, in
marcia da tre giorni senza mangiare. L e diffi-
coltà non furono poche, nella gran penuru di
ogni cosa; ma le Suore le superarono coraggio-
samente, liete di soccorrere quegli sventurati
fratelli. La minestra prima di sera fu pronta,
e il buon sacerdote stesso con un compagno
- nessun altro si volle arrischiare - messe le
pentole su un carrettino, andò a portarla al
luogo di sosta, ottcnen<lo <lai tedeschi, dopo
molte insistenze, di poterla distribuire.
A Firenze, nelle due Case, le Suore ricove-
rarono, durante l'assedio, gli sfollati dei Lun-
garni, cacciati dalle proprie abitazio11i senza
poter prendere nulla. A molti di loro, pur nella
grande strettezza di viveri, provvidero gratui-
tamente anche il vitto. Le due Direttrici inollre

1.9 Page 9

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ftcero di tutto per aiutare la popolazione nel
periodo più angoscioso Jclla lotta in città. La
gente, non potenJo pass:1re per le strade -
per lo stato d'emergenza - raggiungeva le
Case passando clai tetti e dai muri di' cinta,
supplicando per avere un po' di ortaggi o
<l'altro per sfamarsi, o qualche hottiglia d'acqua,
faticosamente e pericolosamente provveduta,
dopo la rottura degli acqul•dotti. A tutti le
Suore davano quanto avevano, non bad.mdo
a consumare le limitate provviste, e a di, idere
i pochi soccorsi, ricc,-uti c.h quando in quan<lo
c.lalla Croct: Rossa, e quel po' di verdura che
le strssc Suore andavano coraggiosamente a
raccogliere in un campo vicino, camminando
con passo cauto fra le mmc d1e aftìoravano
dal terreno...
Essendo rotti tutti gli 1111p1ant1 cltttnc1 e
del gaz, e non trovandosi comhustihile, la
gente non sapeva <.'Ome cuuct·re il poco cibo
che 1;r-.1 riuscita .1 trovare; per questo le
Direttrici delle due Case misero :i dispo•
sìzione la cucina della Cumunità, dove veni-
,·ano poste tutte le pentole e kg.uni dei
\\·icrn1, che le faccYano passare magari dalle
finestre ...
Anche a Colll'.wh-etti (Livorno), nella Casa
pur tanto danneggiata nd piano supcnorc <lai
cannonc.:ggiamc:nw e.lei 17 lu~lio 19.H, strm-
gcn<losi in poche camere, le Suore riuscirono
ospitare nel pianterreno undici famiglie
profughe dei Piani di Pis:1. Un bimbo di sette
anni, rimasto m quei g10rn1 solo per la mnrtc
della mamma colpita da una granata, mentre
i <lu<' fratellini fenti venivano ricoverali ,11-
l'ospcdale, e 1I b.1bbo s1 trovava pngioni1;n),
fu raccolto e tenuto in Casa per circa un anno,
linchè le Suore poterono proYYclkre al suo
stabile ricm·cro in un Orfanotrofio di Li-
,·orno.
Perfino a Po1:gia/1 nella casl'lt.1 di sfollamento
liell'Orfanntrofio ~ '.\\inci •> <li .\\r1;zzo, raggiunta
fra drammatiche vicende, e già tanto angusta,
le Suon· riuscirono a far posto, per acco~here
il 29 giugno 19++ una settantina di donne t: di
bambim accorsi, tremanti e p1angentt, dalla
vicina Civitella in fiamme, dove al mattino,
durante la ;\\lessa festiva, i nazisti avevano
uccisi quasi tutti gli uomini del paei;1;, com-
preso il Parroco. Offerti i primi sflccors1 -
chè tutti erano 1ligiuni e scmisvestiti - le
Suore li sistemarono alla meglio al piant<:rrcno,
somministrando poi loro ogni giorno, con l'aiuto
ddla Prov..-idenz.1, le refczwni complete, con
porzioni da portar nascostaml•ntc anche a qual•
che uomo scampato dall'eccidio e rifugiatosi
m mt.·no ai boschi.
- 88
Alla domenica, le Suore, divenute centro
spirituale della popolazione s,•n7.a pastore e
senza alcun altro sacerdote, provvidero a radu-
nare all'aperto, sotto gli alheri, insieme alle
proprie rifugiate, i cnntaùini del luogo, per
far recitare, dinanzi a un Crocdisso, le
pre_ghiere della santa !\\lessa e il santo Ra-
sano.
Le povere donne ospitate diedero prove di
eroica fnrtcz7ù1 e <li rassegnazione cri!ltiana.
Lasciando alle Suore la custodia dei fanciulli,
tlllte - spose, madri e figliuole - andavano a
r.tccoghere I corpi dei loro c.1ri, o I miseri
resti lasciata <lai fuoco. Con l'aiuto <li un uomo
venuto da un paese vicino, focero alla ml·glio
delle casse, dove e<)mposero le povere s.1lmc
marto1·iatc, e con harelle e carr1;tle le pori.trono
al Cimitero, scavanùn le fosse e Sl'ppcllcntloi1:
con le loro mani...
rn Cas:1 non ft:c,·ro che pr,·garc, e benedire
a gr.i.n voce la carità Jdle 8uure, condivllkmlo
la vita e le angustie di quei tragici giorni, lino
,li r1 lui;lio, in cui, per l'avanzarsi del fronte,
lr<l\\'atasi la località in pieno campo di hall:.1glia,
umi do, cttero fug~1rt.· sono la raffica J, li'.1r-
lll{licria. Ln crisetta ospitale in mezzo a nuvole
di fumo e a scoppi di proidtili, l·bhe porte e
IÌnl·stre rotte e divdtc; e una scheJ!~a <li gra-
nata ferì a una gamb;1 uno dei bimbi cltll'Or-
l'anntrofio. La fuga sera le verso Ciggiano, fu
quanto mai angost.:insn, sotti> un ciclo dt le!ll·
pcsta, con tutta la schiera Ji h:1mb1111; h,un-
hm1, stanchi e spauriti. Si acc:11nparono ndla
prima notll' all'aperto, finchè la \\ ladonna non
fece dischiudere loro le purte claustr,ili delle
\\lonachc U1;ncdettint <li .\\lontl S. Savino. La
l~trità offerta pochi ~iornt pmna ai powri
scampati di C'ivitclla, riHuiva nd proV\\ido asilo
prontamente aperto, che ui,·<lc alle Suore ,lll-
che il conforto della \\lt;ss:1 e Jdla Comunione
quntidiana, di cui erano rim:iste prive Ja tre
Sl'llimanc.
A l\\.lo11tl'Calhu T<'l·mp (P1st11ia), per <ll'SI·
<leno di l\\lonsignM \\"cscovo le Suore osp1•
ttrono in Casa due ~iovancttc ebree, nu-
sn·n<lo a sah·ar!e, malgrndn <lrammat1chc n-
ecrche nel collegio e minaccie con le armi in
pu~no.
.\\.ltrc Casl offrirono cure l; .iss1stcnza ai ftntl,
come a Uio llari,w (Isola <l'Elha) e 1/amw
di i1lassa (Apuania), dove nclln 1, Colonia vl.1r-
chdti ~. essendo rimasta la popolazione pnva
di medici, dopo In sfollamento dell'ospedale, le
Suore apl rscro spnntantam,•nte e gratuitarn<:nte
un ambulatorin, che prestò soccorso a gran
numero di làiti e di :.immalati.
(Co11til111a).

1.10 Page 10

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I Per g i
''
SCIUSCia
tContinuazìont! maggio, pag. 67).
Confortt-voli succcs.:;i r:tl!l?iunscro pure m
hrevc ti.:mpo I confratelli d1 S. Tarcisio e
dell'Ist ituto Pio Xl. Alcuni signor, dcll'Q U-
nion.: Padri ùr Famiglia• ddla parrocchia tl1
\\J tria Aus1liatricc si son falli addirittura un
o nore di conclnrsi a pran'I.•> ogni domenica
qu,ilche ~ ragazzo della strad,1 ~ premmndo cosi
1 p,ii ùisp•lsli a mi~liorars,. Le Fi~fo; di .\\fari.i
.\\usiltatm:e commci;trono colle fanciulle in , ,a
Dalmazia, e poi estesero l'iniziativa a tutte le
.11tre loro case.
Prima statistica.
La prim.1 stat1s11ca pn•sentaw al Santo Pa-
dn· .ti primi di aprii~•, offriva i seguenti <lati:
:--:c{(li istituti salesiani di Roma e dintorni.
1·r; no ricoverati 200 ragazii orfani o di con-
1liz10ni ass;ii pietose. Gli sàusrià as~1dui al-
I Oratorio !< Sacro Cuore,, ernno 238: a quellu
del « :'.\\Iandnone ~. 120; a qut•llo di San Cal-
listo~. ;o; a quello dd Testaccio •• So; ,1
q11ello della Parrocchia di Tor l\\Iaranc10, 100;
;1 q•1ello della Parrocchia <lt l\\Iontcvcr<lc, r,5;
~ quello della Parrocchia dd Quartrcciolo, oltre
.:oo; a qudlo d, Cincc11tit, <JO.
In queste cifre 11011 vennero compresi, na-
l1tralmcnte, i i;io\\'inl tt, che frcquentano abi-
lllalmente i nostri Oratori fl'stiv1, e che allora
,w~li Oratori romani erano un 1700.
L'orario minimo adottato al Sacro Cuore •>
poi sut:ccssi\\'amcmc agli altri, era questo;
m~rcsso ore 13; di,•ertimcnto in conile fino
alle 14; Catechismo fino alle 15; n·fczionc,
ricreazione in cortile fino alle I 6,30. Prima ùi
rimandarli alle loro case, una buona parola e
damoro,;i scambi di saluti e di arrivederci.
I fasti della Provvidenza.
T1 problema più grave era senza dubbio
quello dell'alimentazione. Preparare ogni gior-
no la tavola a centinaia <li bocche, in mezzo
alla carestia generale, non era cosa facile.
All'Ospizio ~ Sacro Cuore » la sczionc pro-
post."\\ all'approwi~innamcnto cominciò a chie-
dere offerte in casa: salesiani cd alunni, con-
vittori e semiconvittori spontancamemc pre-
scro ,l pr1'"arsi di una park ddb ridotta nizìone
di pane per darla ai loro fratdli p1i1 po,·t•n e
his<lgnosi. Si formò un'asso-:ia;,;ionc: A. H. S.
(As..-.1stt·nza mg;,nt strada), con tesserine verdi
pe1 rag,izzi, ll°S-~·rine hianchc plr i bcnefotwn.
Poi, fuori ùi casa, a stenlk-re la mano alk-
cascrme che olfrivanc> il n:sidun del runcio
della truppa, agli enti assisu.:nziah, a bl·ncf.n-
ton insigni ùtl clt.:ro e tlel laicato, a ditte com-
merciali, alk- opne pontificie. Ogni gwmo,
il reparto trasponi rie ·n\\'a l'ambito ordin<· ùi
trmars, con l,1 carrctl.l <J la carriola a van ret':l-
piti, pn ritirare riso, pesce, Jiclu, scatole ù.i
latte o ti.i frutt,1 cand la...
Gmvani n>lonkro,;1 ddl'Oratono fcsti\\'o,
ùc!le ass<>cia;,;1(1111 d1 A. C: s, faceYano un onore
di tirare carrette e carriole per In città, scortati,
quando occorre,·a dai pii, J:?ntnd1n·lli, p, r di-
fc:;a da tt~ntatin ù1 s,·.tli,::1amu1to da parte ùi
bande ancora allo stato.. stivaggio.
Con queste provYiclen'l.c, il s<-rVi'l.ìo mig liorb
rap1damentt-
ll giorno di S. Giu~t·ppt:, , rag;1zzi si gusta-
rono un huon risotto se~uito <la una bella por-
zione ù, budino ,loie,· e tl, frutt,1 can<l.1ta. Lo
stesso giorno. \\lons Harhieri paga\\'a tUllt: le
stov,glic compr,ttt' appo~ta per gli rci11,<r1<Ì.
E proprio a lllC'Zzog1orno un c.ipitano m-
glt:sc pnrm,·a all'Ospizio nna Ycntina di ragazzi
che ng-ni g10rno, sulk dodici, si prcsenta,ano
alla sua caserma al 1\\1.icao a chieder cihu, e
s'impegnava a mandar~ quotidiananwnt,• il
rancio per le loro bocche
Alle ore q arrivavano -12 kg. di pane e dalla
Scpr.il il primo assegnamento di pnsta, p,HlltC,
legumi, olio e formaggio.
I! 20 marzo, nlla minestra segu1\\'a un piatto
con carne cli pollo e patate, frutt:i sciroppata
e fritt.\\ta. Prima che finisse il mese, coi piatti
c'erano i cucchiai nuovi fi:unmanti, e compa-
riva qualche capo ùi WRtiario e <li calzalllrc.
11 25 marzo, 12 rai.tazz, w1,·amno onorato
lavoro. Gli aspiranti di :\\. C. concorrt·\\'.tno
con uno spettacolo di hurattini.
Tanto per documentare qualche tratto di
qucll.1 materna Divina Prm-·...-idcnz:i che pensa
agli uccelli dell'aria e ai gigli dc, c:impi
(Co11ti111111).
-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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DALLE NOSTRE MISSIONI
GIAPPONE
In data 3 novembre 1945 da Tohyo, l11on-
sig11or Cimai/i scriveva, tra l'altro, al Rettor
Jl1aggiore.
· Amatissimo Sig. D. Ricaldo11e,
un nostro ex allievo di Fiume tenta di venire
in Italia: gli affido nostre notizie anche se
ripetute.
Per ora, a mezzo <li cappellani militari, mi
son messo in relazione coi Confratelli degli
Stati Uniti. Può immaginare la gioia di noi
tutti quando anche con Lei potremo essere
sicuri di comunicare.
In generale tutti bene. Grazie a D10, potei
star unito con quasi rutti i confratelli durante
tutta la guerra, con molte lettere circolari.
li Signore ci misL· veramente alla prova,
c0me il nostro Padre D. Bosco ai suoi tempi
difficili: ma con l'aiuto <lei cielo abbiamo imi-
tato il nostro Padre Santo, cd ora come lui
intravediamo la ricompensa cristiana. Ovunque
si è potuto, almeno in parte, continuare il
nostro ·1avoro: nel Kyuslty, missione, per un
mese tutti i confratelli italiani furono internati;
per<> i Salesiani giapponesi non militai; poterono
conservare le posizioni. Oltn; la guerra, due
terribili tifoni distrussero la colonia agricola,
missione e seminario di Nakatsu; le residenze
di j\\.fiakonoyo e di Oita furono bruciate. Non
cosl quella di Beppu. Per vivere non mancò
mai la materna Provvidenza di Dio. Ora le
truppe di occupazione portano contributi di-
screti di viveri e d'inJumcnti per noi e per
le nostre opere; non ci sono debiti.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice nel Kyushu
perdettero tutto, eccetto la residenza di Beppu.
Trasportarono i piccini a Mamanaka; stanno
tutte bene materialmente e spiritualmente. Le
seguo di presenza e con lettere mensili.
Per Katale avremo sei nuovi sacerdoti. Assi-
curi i parenti dei Confratelli che stanno tutti
bene.
Amatissimo Sig. D. Rical<lone, ci benedica
tutti: preghi e faccia pregare per noi; assicuri
tutti del continuo e quotidiano nostro ricordo
al Signore. Appena potrà, ci invii notizie, stam-
pati, ecc. Stiamo organizzando i quadri dei
Cooperatori e degli cx allievi; esce già il Bol-
lettino; presto si ripristineranno le Letture Cat-
loliche. La tipografia lavora in pieno. È stata
riconosciuta c<l aiutata dagli Americani; -per
essi il Bollettino è parzialmente nella loro lin-
gua. I Cappellani militari ci appoggiano ed
aiutano; noi facciamo altrettanto.
I Vescovi giapponesi hanno espresso il de-
siderio che molti sacerdoti americani secolari
e religiosi vengano ad evangelizzare il Giappone.
Dio voglia che i Salesiani rispondano presto
e in molti. Tutti i Vescovi giapponesi ci chia-
mano con insistenza.
Il generale .Mac Arthur aiuta anche la Chiesa
cattolica ed auspicò la completa conversione
del Giappone. Ciò sarebbe un gran bene per
tutti. I cristiani giapponesi, vedendo tali buone
disposizioni, deliberarono di offrirgli un arti-
stico quadro della Madonna del Giappone.
l soldati cattolici americani danno buon
esempio di vita cristiana pratica nell'ascoltare
la Messa, nel frcqnentare i Sacramenti, negli
altri esercizi di pietà e specialmente nel mani-
festare chiaramente, senza alcun rispetto uma-
no e pubblicamente la loro fede. In un pae&t:
pag-ano come il Giappone, questo esempio con-
ferisce molto al rispetto e alla propagazione
della religione cattolica; cosl i cattolici ameri-
cani, soldati, sono veri missionari in Giappone:
siamo loro riconoscenti.
L'avvento degli americani portò la libertà
religiosa e scolastica. Noi approfittiamo per
tradurre molti libri cattolici di polso, scritti
in America. Già arrivano riviste e giornali.
Vede quanto vasto è il nostro campo? Preghi
anche lei in modo particolare, assieme a tutti
i Confratelli, per il Giappone e ci benedica
tutti. Suo aff.mo
Mons. VINCENZO C1MATT1,
Tohyo, 3-x1-1945. Ispettore Salesiano.
AUSTRALIA
L ' Ispettore Don Fedrigotti, visitando la
nuova casa di Adelaide in Australia, riferisce
che i Salesiani sono riusciti a cambiare la
fisonomia del riformatorio ove una settantina
di corrigendi sono ora ottimi allievi che si
fanno onore e corrispondono alle cure dei loro
educatori. L'Arcivescovo se ne dichiara assai
soddisfatto e ne parla con compiacenza con
tutti gli altri Vescovi australiani. Si sta proget-
tando una scuola d'arti e mestieri in Adelaide.
Il nostro Don Paolo Zolin si occupa dei com-
patrioti, pei quali ha cominciato 11na missione
in una chiesa vicina. La città vorrebbe anche
un pensionato per operai come quello avviato
a Melbourne.
90

2.2 Page 12

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CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSJL/A TRICE
Un cartone di Don Bosco.
Sebbene Don Bosco abbia cominciato a in-
vocare la l\\la<lonna col titolo <li Ausiliatrice
~.olo verso il 1860, quando cioè ideava e dava
principio al ~uo Santuario in \\"aldocco, la cnn-
silkrò lllllavia anche prima !li quel tempo
come sua polente .fo.iiliatrice.
Ciò può rilc.,·arsi da un carwnc appeso a
una parete llclla sua c..1mcra, sul quale il nostr<>
:-ianto, nd 1849, auacd, cinque immagini della
Madonna. Tre portano l'cflìgc clell'lmmacol.na.
La prima di queste ritrae vari giovani in un
,.:ampo intorno a un sacerdote, alcuni in gi-
nocchi,>, altri in piedi, e tutti rivolti nrso
Maria SS., la quale appare tm le nubi cortc·g-
giata dagli angc.li, colle mani giunte, coronal.1
di c.lo<lic1 stelle e con IJ luna e il s.:rpentc sotto
il piede. li sacerdote addita loro la \\[a.donna
e sopra l'immagine sta il motto: Figliuoli mw,
Jlate dit•oti di J/Jirra SS. La seconda porla
scritto: Sia srmpre bnu·dl'lla /11 Sa11lt1 lm11uuu-
lata Crmre~ù1m•. E la terza una pn:ghicrn:
() Vergi11e Immacolata, Tu rht sola portmli
·, ittoria di tutte le a1·sù-, vie11i r>m i11 11ustw
aiuto; nm tli cuore miriamo a T,•: Aux1Ln:~1
CHRlSTI.\\NOl(l \\.I, mu i'HO ~OIHs! l)i ,;ua mano,
Don Bosc•,, s"tto, an·v:1 :u:~iunto qt1<.'-,lc p.irolc·
mde cxpertamus ru11s11/11tÌtmfm (di qui aspet-
tiamo la consolazione).
La qu.irta imm1.1~inc è quella di N. R. delle
\\'ittorie, c•11l'invocazionc: Rf'jug111111 pacatorum,
ora p,o 1wbls. ;:,.;c11.1 quinta \\lana SS., ('o)
llamhino in braccio, siede pn..-sso un tavolino,
coperto con un tappeto e sul qu:1 le sta II n
c.rnestro colmo di frutta. Il U,1mhino, colla
sinistra, solleva il vdo che scende sul viso <ldl.i
l\\ladrc, e a J..t:i con h destra pan: che metta
in mano un p.mc o altro commestibile da di-
stribuire ai bisognosi. Si lcggt sotto questt•
ligure: ,l/ater paupmm1 (La l\\1adrc dei pm·eri).
E quindi: r enite o me, o wi tutti the mi amate,
vi rico/maò dJ:i lt:111 dn quali su110 sorgmte.
Sotto queste immagini D on Bosco appiccò una
carta gcogr.1fic.1 della Palestina.
Don Giacomdli, già suo compagno di studi
e suo intimo, intravide in questo cartone come
l'intero programma <lclla sua vita e volendo
avere una memoria della sua divozionc a
Maria SS. Immacolata, la sua celeste Ausilia-
trice, gli portò via di nascosto quel cartone,
custodendolo per 40 anni come preziosa reli-
quia, che rimise, prima di morire, ai Salesiani.
Alcuni anni dopo, Don Bosco appese nelll\\
sua camera un ahro cartone, rapprest"ntantc
nella parte supcrinre la polvtricra pochi istanti
dopo lo scoppio del J 852, e nella parte inferiore
Paolo Sacchi, ai lati d el quale applicò d ue
immagini della i\\larlnnna. In has~,, ne :ippcsc
una t<:r7.a, in tutto simile alla terza del primn
carton(.', ma, dopo l'invocazione: Au:i:iliwn
('/1ristia11oru111, ora pro rwbis, il nosLro 8anl•> vi
aggiuMe in matiu: tt·rribilù 111 c,Htrorum (lr,,·s
r,rdi11ata! .\\nchc qu<>sto c.1Ctonc però suhi l.1
sorte dd primn. p.:rchè D. Giacnmclli lo so:-
trasse 11asco!-tamcnlc per conqervarlo insieme
con l'altro fino a~li ultimi anni di sua vita e
restituirlo poi all'Or,ttorio.
!.l __...,.._.,,.'"'_,~...........__,...__,'-..,...._..,_,'---'._..,._.,, ,~
j Grazie attribuite ali'intercessione di ~
l !- MARIA AUSILIATRICE e di S. GIOV. BOSCO
-. ,,,,.~...........-.,,...,..--...... ......._...-.....-.~_......._.,........,,..-.............,
Rartonwr,,Uunw nt"tmtr11lt' tll tTat'1al1, "" rm, dJ JIIHltu.1u111t.
I, rprc1(i,urt 1,mprt bt:·tt,- l,1 mn/ur,ia e lt flrtmtau::c /•1•1 ,,,,,.,,,.
tari/I, r ,I, ur11au chim,mu.,,rr la prt,p1 m /irlfto. Su,,t h,n,.,
r'1tffltf,,ln. r,r-:.•1m1.:n~ ,,,. crrt1tu,oto mrdHn
.NCJn ••• pubMuono rnt,r,1,l,.,,.,tt, lt n/,111oni dt c,a~1r anc,,w.,,,
o firmntr wll, kP1f)lin 1111: ,,,i,.
Una sessantina di casi nella letteratura
medica m.ondiale.
i: ·,, ;\\f.., mnr rn, chi, da t<.'mpo a1:cusava pn,occu-
pant1 in<l1spos1zinn,, ,l i7 marzo, ullc on• 1R, fu l'Ulm
da un violcnussim,) dolore nclrlornmal<.'. \\ crso le
19.30 fu v1slJtO chi 111l·,l co, eh<· Ù•i11:?nostidi l:t p,·r-
for.u:'o-,e di un'uk,· r11 g,,straca e p,·rsmtse l'mfom10
:l farsi port.1n•, :tndll <li notte, n11:1on,mtè i Pl·rinili
Jcl ,·inL(gio e l'lf\\ck111c1w.1 <lei t,·n;pn, all'ospc:d,1le
<li Cuorv:n~ per c~s,·rc: sottoposto ad atto operatorio,
un·ca spcr:tnzll ù1•s11lwu~1. :\\ m ~uannttc urriv:l\\'a
,-,U'ospcJnlc, all'un,'\\ cr.1 sul tavolo opcratorin. Il
chirurgo pensava lua pure a<l un:1 pcrfon1z1011c <l1
ru ulccm gasrnca. In, cce qunlc 11011 li, sua sorprc:~.1
q uanÙQ 1rovll la perfomz",,w ncll'ul1 •mo trnlto <ll'l-
l'1nt-..~uno tenui:. Caso r.1. r1s...~ nu, - attesl..3,·a il
nt<!d.ico chiruri;o. - 'ie -.amnnc> docrilti wlt.tnto
una scssnnt,na ndla lc,ttt'rnltlra medica mondiale
e diagnosticabile solo c,m la lapnmtornin o.
ru L'intervento lunl{o (2 ore in sula operatoria!),
grave l' inù.agine. F urono ùue or.:. Ji martario pca
me, che, fuori della ~alo, pian11cvo :1 dirotto. lrwo-
c.i,·o incc~san1cmen1~ con fo<lc l' \\u~1ht1tncr.:, chin-
mavo ripctutumcntc D. Bosco, promc1tcvo un'of-
forta e lo pubblicazione del.In gmz,u, Finalmente il
m edico m1 invita ad entrare. Mi faccio violen.1.11 per
comprimere l'angoscia che. mi ~offoai, e domnndo
manto: Come stai ?•· Egh, accompagn11ndo le
pnrole con un gesto i<-ggcro delle spalle, rnormom:
Sono nelle mani <l, Dio... ,.
-91

2.3 Page 13

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TI chirurgc, nutriva hrn poche sper,111ze che il
malato sopportasse un simile inter vento. J,w,·c,·,
dopo qualche gionrn ùi crisi, l'opcrnto si riprese e
andò gradualmente verso la guarigione, che oggi
goùc compkta.
S i tmttu a<ltmq,te d i un caso rnrissirno di perfo-
ra7,ione inkstinale risoltosi favorevolmente sopra-
ttltto per l'intercessione di Maria All$i\\iatricc e ùi
D. Bosco, eh..: ai mezzi umani Jicdern e l'dficac1a
e il successo. Sotto la loro prokzione voglio che sia
sempre la mia f:unila(lia.
S. Gi1tsto Gc1111wese, 9-v-19+5.
MARTl"IA DE MA!1.Cl!I.
La bomba scoppiò a soli quindici metri
dai bimbi.
l{ inu;razio la nostra Ausiliatrice del miracoloso
:iii.no prestatoci il giorno 23 aprile 19+5 durante
l'inrnrsione aerea. Centodieci bambini ddl'asilo
crnno usci ti u passeggio. q uando i.m.prov,·isanwnrc
u11 aeroplano di una formazione, che volava sopra
d i loro, lasciò cadere, probabilmente per puro caso,
una bomba ti.i grosso calib ro, che andò a cadere a
soli 15 metri dai piccoli, che restavano miracolosa-
menk incolumi, cop,·rti di terra, all'invoca>1ione • U
i\\laria Ausiliatrice, ascolta chi ti chiama ,. I p:1renti,
ncc-ors i terrorizzat i sul luogo, non ebbero che una
unica voce di lode e di ri conoscenza a l\\1aria Ausi-
liatrice che aveva sal\\•a lo i loro b imb i.
T,a D,rellrfre di Villatona di Saonarn (Padova).
«Non ringrazi i medici, ma la Madonna».
Il 30 aprile 19+5. durante I violenti scontri fra
tedeschi e partig-inni per la liberazione della città,
fui colp ito da una micidiale pallottola dum-c/11111 cl1e
mi fracassò la tibia ._. il perone ddla gamba d estra
producendo una gravissima fr,1tturn espost:i. Fui
caricalo su di tm camion tcdl·sco t portato nll'ospc-
dal,· in condizioni pietose.
Condotto subito nella casa d elle oper,nioni, ,
chirurghi volevano ricorrere alT'am pucnzione dcl-
1'.trto r,er timore ddl:1 cancrena gassosa solita a
vcriiic:.Hst 1n casi nnalog:hi. Dit!tro inia rich 1estn
volk ro tuttavia tentarè. :\\[a le cose si complicavano.
Dolori n.troci, fobbri a ltissime accompagnate dal
ddirio facevano temere ddla mia vita. Con un nuo,·o
i1\\tcr v.,nto chi<-uruico si volle ritcnrnre, mentre i
fcddi parrocchiani t: i giovani, piccoli e g-randi,
del!' Azione Cattolica. iniziavano supplich e f,,rvorose
che conti nuarono per tutro il m..:se d 1 maggio. Un
g1o"ane oratorià'no :n-eva portato nella cameretta,
a ll 'ospcdnle, un quuùrctto d ella MaJonnu Ausilia-
trice, opera <lclic:ita delle sue mani di Ji lctt.mte
pittore. Alla \\\\·rginc mi ri,·olgcvo con rrcqucnti
>lspirnz i011i abhnndonandomi totalmentè nelle s ue
11nni. Dopo tre mesi d1 degenza ,·e,m,.; effcnuata In
1,1<liografia dalla quak - co11 genc,ale sorpresa -
r isultavano pcrfctrnmcntc congiunti la tibin e il
perone rinforzati di un ca ll o osseo di ecceziona le
consistenza. La ferita pure si avviava al rimargino.
Il medico ch irurgo dott. Antonio Castdlana, rico-
nobbe in ciò un<\\ p:irticolnrissima g-rnzin e il ,:(iorno
in cui lasciai l'osp,.:ùnlè q uanJo voll i csprimergli
la mrn viva riconoscenza diss.,: Non ringrazi i medici,
ma la l\\1ar/01m(I.
Om l'arcicolazion" dell'arto è qtrnsi completa.
Rendo omaggio filiale alla mia Salvatrice. facendo
pubblicare la grazia ricevuta.
Trieste, Aprile HJ+6.
Sac. Don EMILIO BONOMI, Salesiano.
3embrava già un cadavere.
R endo vivissime grazie alla dolce Ausiliatrice
ch e ha salvato la m ia bambina di nove rnesi, col!lil:à
nel settembre scorso da improvvisa e grnvc difterite.
Portata J'urgenza atl'ospeclale vi giungeva in con-
diz,oni cosl disperate che il professore non dava più
nlcuna speranza di salvezza. T entò ancora l'opera•
zione perchè lo suppltcai di farla ugualmente ben-
chè la bimba sembrasse già un cndavere. • Solo un
miracolo può salvarla , disse il professore. ,E la cara
Madonna d i D on Bosco operò il miracolo, esaudì
le m ie suppliche. Ln piccina guarì e ora cresce pro-
sperosa e sana.
Rendo quindi grazie sentite e, serberò alla Ver.iiine
santa vivissima grati Lu<lmc. [ nvio l'offerta promess,1
e affido a lt!i sempre la mia Pinuccia perchè me In
faccia crescere buona e m c la protegga sempre.
Bist(lgno (Aless.). 10-v11-19+5.
- PrAZZA Gf\\lLL PU!RA e consorte.
LA SPE~ IA - FU .RrlSTRELLATO E DF.-
PORT.·I TO. Il 30 giugno T9H nostro figlio Gi,rnni,
d i soli 16 anni, fu rnstn·llato dai Ledcschi e depor-
tato in Germania. Vh·emmo lunghi mesi privi di
notizie sue 111 un'ansia mortale, accresciuta dal pen-
siero dcll_a sua gio,·,1111: ctii e de lla cagionevole s.ilute.
Lo racoom:indammo o;,tni giorno nlla Vergine Au-
siliatri ce e n D. Bosco, che sempre miracolosamente
lo protessero. Privi di notizie su e, nei momenti pii1
angosciosi, c i frr olgerruno n D. Bosco e sempre
fummo da Lui con.solati. Il 27 luglio scorso avemmo
la gioia di riabbrncci:irlo sano e salvo, cd oggi,
riconoscenti, rendiamo iiraz,e a D. Bosco, inv,ando
la no~trn piccola offerta.
13-1- 19 + 6.
ATTILI O e R OSA TAR"rARINL
RIVA DI CH IERI -FU JWITATA L'.-l.\\!PU-
TAZJONE. Sento il Jovcre di mandare l'offerrn
promessa e ringraziare pubblicamente D. Bosco per
la grande gra?.ia ottenutam i. In una sparatoria tra
partigiani e repubblicani fui gravemente colpito da
unn palla che mi trapassò il femore destro asportan-
d omene una parte. Il <lorto1·e trovò il caso gravis-
simo e dichiarò necessar ia l'amputazione della
f:(amba. Profondamente addolorato, ma fidente nel
grand e Santo, iniziai, in unione con la mia famig lia
una novena, applicando la reiiqurn sulla parte
malata. Al termine della novena il dottore dichiarò
non essere piit necessaria l'ampu tazione. Oh! pro-
92

2.4 Page 14

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<ligio I Don Bosco ci aveva pienamente csaudtti.
DRO-"IERO (Cunèo) - lNFEZlONE TET.4.-
Lungh e furono le cure, con parecchi mesi di degenza l\\'JCél. l i giorno z1 ottobre 194], mio ru.dio Renato,
1tll',1spedalc, m:1 ora a distanza di oltre un anno di anni 13, mentre stava gioc,mdo, fu gravt:mentc
nncomincio a camminare aiutandomi colle grucce. ferito per lo scoppio d'una bomba. Dopo 17 giorni
Groz11,, caro D. llosco: cont111ua a proteggere mc e di atroci sofferenze, quando già aprivo l'an imo alla
1 miei cari, sempre!
, :?-IV- I <;+6.
Bosco AN roNIO.
Spen1nzn1 sopravvenne un'infezione te.tunica, che in
poco tempo lo ridusse in fìn di vita. Io perì) nncora
non \\'O!lt disperare, ma liducwsa conrinuai a rivolger-
TRA\\'AGT.!ATO (Bn,;scia) - SUJJITO CO-
_H/SCJ()' rl .\\JJGl.lOR.-IRR. Nell'es tate del 19.B
il nostro cam papÌI era stato colpito da un male
allu gola, per cu, gli ~• er,1110 fatte del le piaghe, con
alt, rebbrc e impossibilità di prenden· qualunque
c,ho: salvo un po' di brodo e <li latte. Le man i
pure s1 pial.(:lrono in modo da mostrare i nervi.
~oi in fam'glia era,amo ad<lolorac:ss1mi e nve-
vamo timore di perderlo. incominciammo con fede
mi con viva fode a l\\1aria Ausili,nrice, certa che mi
avrebhe esaudiw. Infatti, dopo circa 20 giorni di
lotta fra la vita e la morte, con gioia e mcruviglia di
tutti m:o figlio cominciò a migliorare. Adesso è
complNamentc, guarito, 1a1110 che g,à h:1 rotuto
riprendt>re la scuola. In ringra~wmcnto in\\''o a nwzzo
nu(lia la somma promessa e Jesi,lcro n:ntll•r.: pub-
l> lic.1 q u ,•srn mirnco!osa i;:u;irig1<11k.
G .\\Rll.\\RINO ADR[ANA.
un·1 novena a !\\[. Au,iliatrice e a D. Uosco e subito
111commc1il a 1111gl onirc, tanto che <lopu un po' di
TORINO - JUPITO E lNC.-IRCER-lTO. li
convalescenza ora gode buona sature. :\\[»ria •.\\usi- 20 gennaio ricevevo dn casa una triste noti z1a. Una
liatrice e D. Bosco c1 hanno esaudiu nitre volte e squadra di rl'pubbhcani la m<it1111a <ld gio1110 13
specialmente facen,lo ritornare a cnsa i tre fratelli entrn,a in cnsa e mpha mio cognato. Dopo cinque
soldati prig,onicri dopo lunghi ann, d i dolorosa penosi gion"tl <li ricerche, nou si sapl·va ..incora dnvt..•
attesa.
fosse e che cosa fosse av, enuto di Ju, .
Siano loro rese infi111te grazie per questi favori.
App~na !o seppi 1ncominciai subito ,I ginrno se-
10-11-191,6.
Fam1Jllia Yll'.CENZO SALVI.
guente con viva fede una no,·en·\\ a S. Gio\\'anni
Bosco. Presi gl, opportuni accordi col sacerdote
~E:\\IBHO (Bergamo) - OT'J'O OH.E IN ,lC-
QUél. Tn· anni fa, in qualitn <li carnsrn cap. magg.
1nì trova\\"O sopra una navè 1n travtrsata 1nartUillli-l
pc·r opcrnzion, di guerra, nllorchè questa nave a un
rntto ven nc assalita <lai nemici e silurata. Pochis-
simi furono i superstiti. lo m i tTO\\J\\'O in quel
momento sopra coperta e nell'istante in cui venni
huttato ,n mare invocai con fe<le l\\larin Ausiliatrice.
Stetti orto ore in acqua, finchè venni salvato da
nostre scialupp<! <li snlvataggio accmsc da un porto
\\·ic1no.
Grato alla ì\\lndonna, invi.o offerta.
cclebrnnte, ogni mattina io scnivo la :-.. ì\\Iessa
all'altare del Sanro e il sacerdote a,·c,·a un nwmcnto
spcci»lc secondo In mia inknzione. Durante fa
S. ì\\'lessa mi comun;cavo.
I l giomo 29, termine della novl'no e fost,l del
patrono elci Saksium S. Francesco d, Sales, ricc\\'c,·o
fa nnrizia che il cognato era fina!Jnentc ritrn\\'ato.
ma chiuso ndlc cnrceri di Brcsc,o; e che qud i,:.orno
stesso avrcbbl· dovutu essere processato.
Intensificai magi;!iormcnte la fede e la prc1.d1icr.1,
specialmente ndb grandl• solennità del nosrro sanrn
fondatone S. Giovanm fiosco.
li giorno dopo h1 fèsta, fobbraio, ricc\\'1.'VO la
Febbraio 19+6.
GIUSf.PPI' B1u:;sor-:1.
cnnsolante noti7.,n che il cognato era ritornato sano
e salvo in famiglia. La lett,•ra portava la J,1ta <lt•l-
VTNCTTTO D'ASTI - NELLO SPAZIO DT l'ultimo giomo della no,·rna.
UN'ORA. In s,;-guito a protesi dcntalc mi venne un
Riconoscente adempio con gioia !u promessa di
I
•1sccsso che mi cagionò un'rnfrzione che sarebbe far pubblicare ln grazia.
stnta deleterin sfociando il pus nella fossa canina,
pl'r cui febbre 1\\ltissima e minaccia di sinusite o di
setticemia.
ì\\lentrc s1 rendeva co,i necessario l'intervento
chirurgico, conw conferma la dichiarazione me-
dica, 10 1111 rivolsi a S. Giovannj Bosco e applicai
s11ll'asccsso loc>1Ji7.zato nel mascellare supe,;ore un
lembo d, pannol,no che era stato a contatto del-
l'urna del Santo.
La mia fede è stata prem,ata e, nello spazio cl,
un'ora, scomparsa la febbre, non fu più lll'C<.'SSario
l'atto operatorio.
Invio offe1·tn, e in sel!n,, di riconoscenza per la
prote?.ionc ricevuta durante la mia prigionia, mt
impegno per l\\,rczione di una cappelletta a S. Gio-
\\·,1nni llosco.
NIZZA i\\.lONF. - QUATTRO HFST Di SUP-
PLI:L/O. Un m io ca,issimo fratello, 1mpri'"1onato
Jai te<leschi, pcrchè avverso alle loro 1dm•, venne
ripctutan1cntc sentenziato d1 n1orte1 la cui l:sccu-
zione però era sempre provviclenzialmcnt<! rinviata.
Frattanto fu sottoposto o ogni genere Ji torture,
umanamente impossibili a sopportarsi cosl a lun1zo,
tanto che lo stesso paziente è stupito d, a,·,·r potuto
sopravvi,·ere. In quelle ore 1mgosc10sc, la mi:1 buona
Supe1iora foce,11 pr~gurc la com:.in1ti1 e io pure
pregavo e mi raccom:mdavo a ll e preghiere cl, molte
anime pie, specie d!i bambini iru1occnti. Maria SS.
Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco ottennero certo la
forza di resistere pt.r <Juanro lunghi mesi n tllnto
17- 111- 19+6.
Cucom G10VM<N1.
supplizio, finchè, termmatn l'orribile gu,• rra, si
93 --

2.5 Page 15

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tro\\'Ò libero, mcru"ii.:linto e)!li stesso di l'~kl·rc potulo
scampare ulla mort-, che ,r.:l1 penùeva sul capo con-
tinu:11ncnte.
Commossa per tnnto fa"orc protc~to puhbhca-
mcnte le mia l-'T:ltitudinc.
- Uno Figlia di :Uarra Ausil1Mrire.
Fmnirz/ia Rianclri (Torino) - Per ~mz1a ricevuta
mandn un'offcrrn.
Gun,lu EJ,111 111 l?tr (Gìavcno) - Un mio prom-
pok, appena nato, fu colto da tossi: as1nir111.. M1 ri-
rnlsi a :\\[aria Ausili.ttriCt' e S. Gio". Bo~co per otte-
nere la grazia ùclhi f..'Wlril(ionc. Fui csauditn. Ed om,
riconoscente, compio In promcssn futt11, inwx:anùo
:m~om "1 protezio1,,• sulla famiglia e s111 nipoti in
gui.--rra.
Curia Como - f)ag1111 Sabina (\\'illast,•lhmc) - Rin-
i:mzio i\\lana Awulintricc per 1mmedinta grazia otte-
nuta mediank In no\\'cnn mccomandat.i d.i S. Gio-
\\'nnm Bosco. Riconoscente compio la promes.S11.
li Cl,. •1/ar/(lri Mir/u,ft (Torir,o) r inltfilZJ!I l\\Tnria
Ausilintricc e 8. Giovanni Bosco per la guarigione
Ollcnuta.
Siq. Fratelli Martino (Dnm'ano d'Alhn) mundano
off,•rtu per grnzio riCC\\'UUl.
N. S. (:\\lir-.1b,:llo) manda offerta per grazia ricc-
,,..ta.
Sì(I. O. A. (Fo~liz1.ol manda offerta p"r lòlm.7.18
ricevuta.
1//ice !\\'iuta (Sta7.ano) - In viva apprcMionc per
lo sonc del mio mnri10 fervorosamente mi sono
r,\\'oltn alla Mndonn11 e S. Giovanni Do~co e incorn;:-
J:!>nta dnlln loro quasi sensibile promessu, ho persc-
,·cmto nella spcnuu,'I fino ad ott.:n~·rc I.i grazm
completa.
Rendo ,·ivo ricono9cen7,a ai cari protettori affidnn-
dom1 uncom alla loro potc:nte intercessione.
La Sig.ra Rittà Virginia in Serra (Pin~rolo) rico-
noscente per una insigne grazia riccvutu per l'mtcr-
cc~sionc di l\\.farm Ausiliatrice e S. Ciovanni Bo~co.
:1dcmp1e la prom-,ssn fntta.
G. ;,..·. (Ycrcdli) - Tro,·andomi in gravi angustie
c<>nfidai pi.-nnrncnte in "\\larìa SS. Ausiliatrice ed
c,llc-nnr il desiùcrnto aiuto e conforto.
Gatti Agosti1w (Besano - Milano) - Poichè la
Vergini.: SS. e S. Giovanni Bosco mi hanno esauùita,
invio un'offerta, per In grazia ricevuta come si de-
siderava.
Beniardo Bur::io (Moretta) - Ringrazio Maria
Ausiliatrice e S. G1ov. Bosco per l:1 buonn riuscita
d, una pericolo,a operazione.
Ar111011di G111s,ppr (Cuneo) - Con uru, spina al
cuore m, portai ai p1cd1 del nostro trrnnde protettore
S, G. Bosco, p,·r rrc~nrlo che m'impetrn~se la gra-
zia da mc tanto dcs1dor:1tn cli levarmi dn un ;:rande
incubo, prom<·ttcndo che se fossi ~tato esaudito
avrei facto un'off-,rta. Dopo alcuni giorni dll questa
promessa, il duhhu, che mi 8.ll!,'1.1.>ltav11, svaniva.
- - Adt'mpio ora la promessa.
94
Torrirro Tuesa (Sampierdarcna) - Ammalntn
ahbaston~a gr:1vemente, ricor,11 fiduciosa a l\\.luriu
Au&1hatncc e fui gu.'lrit.1.
C11rlo Vinz::i (S. Bo,;o C,tstmo) - Scendt'nùo ù.1I
carro misi un pR-de rn fallo, t.1ddi e la ruota mi
pru,s/1 sulla gamba lascinnùomcln malconcia qunntn
s1 può immal(inare. l\\.'11 roccomand111 a ìVlarin Ausi-
liutricc e :i Don Bosco, foci I:\\ novcl\\n, e in qunmnta
g1ornr fu1 completamente 11unrito R111grnzio e invin
un'offerta come a"evo prom1·,1so.
i"it,rfaìo Luria110 (\\loriondo Torinese), :unmali110
di tifo, dnpo es,,ers1 raccom,m<lato a ;\\-lana Aust-
linlrìcc e a S. Giov. B°'co, guarì perfctllltnc1111·.
Riconoscente, ringrazia e mando la promessa offerta.
Ernellma ]Q/is (Ca:;tcl Verrèa - Aostn) - Mnndo
un'offert11 in ringra-1.iamtnto n Mnria Au~iliatricc
,. u I >on Uosco per esser !tll(lritu Ùl.1 forti dolori nllo
~tom:1co e alla schiena che du parecchi mesi sofTr"·o
e pci quali oi:ni mcdictn11 rrusciVl:I inutile.
Cara::"" (;iarinro (Lenta) - Amm 1latomi p..-r h
fotte rrt:~~ione dd s:inguc - :?8o gradi - con com
plicaz10l\\t' di nefrite acuto, il dottore mi di~se eh~
potc,·o nn1t1ncr sul colpo.
Pregni I\\luna Aus1l1nrrice e S. G. Bosco. Subito
ebhi liii forte miglioramento e dopo un mest• lii
cum, rote, riprendere il mio scr"izio.
lmplomndo altre l(razie focc10 l'offorto pronw,s.1
Cara:::o Guui1110 (Lenta) - i\\.Iio nipote AIJo,
nmmabtosi J, bronco-polmonite con altre complt-
caz•oni, dovene essere nco~cmto all'ospedale.
In un primo tempo il ùouore temeva di non po-
terlo Slllvnrc. Noi subito ci rivolgemmo a 1\\-laria
Ausilialricct: a S. Giovanni Bosco. Dopo una luni;;n
cum Aldo si trova om tn buonu salute.
Cnme dn promessa fotta in\\'io l'offcrtn e rn~o
dr pubbltcnre le grazia.
Lt> ti~.ra Gina Gun•anzlli (unm) invia un'offert3
in rin~miiamcnto a Marm Ausiliatrice e a S. Gio,•
f.losco pi:r aiuti e favori ottenuti nel corso dell'urrno.
R,.; Marin di R obe/la (1'rino) - R1ngrazin San
G io"nnni Oosc-o per grm1in ricevuta e im·ia offerta
per le Opere Salesiane.
Coniugi Lndetto Teresa e A11tonio (Ciglmno) -
Adempio la promessu fatta ù1 mandare un'offcrt,1
se Sl"ln Gio\\':mni Bosco mi t;;t(vava tutta la m1u
fanugliu ùru pericoli della ~uerra. Riconoscente dello
protezione avuta speùisco l'off~na in\\'ocandolo come
protettore e custode dei mie, qunttro Jigli. O S11n
Gio\\'. Bosco, continua n vcgliurc sulla mia famigliu I
llmedea Torrielli in Colombo (Moriano d'Acqui) -
Rinl{raZ10 l\\lnria SS. Ausiliatrice e S. Gio"· Bosco
per 11 ritorno dei miei tre figi, dalla Russia. Due si
salvarono nella ritirntJI, il terzo tornò dopo anni di
prigionia. !\\lisi questi foi:11 ~otto In loro santa pro-
tezione. Vo.1?lia In SS. Ver~ine e S. G. Bosco con-
tinunrc o proteggerli. Faccio modesta offen11 per le
Optsc Sulcsìnnc.
Tea11i 1foddale11a (Suisio-Dcr~umn) - Comt• dn
pmmc••a fatta, m,•10 una pu:cola offc,rta per rin,r.:m-
z1are :\\.lnri!I SS. Ausrlintrice Jclln protezione con-
c.,ssa a m,o lratello durante 11 perioùo della gucrr-.i.

2.6 Page 16

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Ringraziano ancora d eUa loro intercessione
Maria SS. Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco:
~1aur, rt,mr111ma per uni\\ optnt~ione di ulc"m R111ttrica
r,,,.,ro 1CUh1t1 tcl,cc-ntt·nte.
<.iumlrlli
Lor~n-;n (QtJ.1.nnti) per la scsmal1i.U.sa1mn
'fl"AZU n, ('\\'\\Ua.
C-ntrrl,110 I•. ('.\\fati Ca_m\\·c-,.d Jltr a,·er rit.:C\\'Uto nouiit" Jd
fntdlo JoJMl novt- mesi dJ .11lcn1,n.
t,•aJln .1l,.,,l•ru,i11t1 (S. '.\\t1r1ino ..\\Hltnl per la xr•ata .-npin-
t1!-'1ntl uct"\\ ut;t lkr interc~ionc dd n06tro Santo.
0/tt-tto l,mo (Monugl10) prr l'otknuta ~ni:1cme.
Ju,1il"' (,",111 ,mna (Cume1n;t) f1('r 1a i:n.1.zia rict•\\,IIU
n...\\'~/\\·..(;_ t 't,uprratriu Solftinnn hn in\\ iat tt un11 t'C>!IJ"U"...'l.1,1
offc.rrn m ncnn01'cenzs <ll grazhl I H'CVHlLI,
.'l m,m·o:.""tt 1•,,.1,0 per lt 1er11h.• <" i favori ricc,·uti inv,:x:ando
i.:onhnun JHUtC1':10Ml'.
.\\I . t .. (l•t·rUS3. An:t..'Tltln.) rer cl"o.erC" ~uta o.1uJ,tn nt'Ì 1uoi
dntdt•n,
1>1111~ ,·ll/,r,tn , .\\lima (;o,tuldi ~·r oncnuta i,:u.a.n&:lone J1
uln:-a J,1po J,ffinle opc;:u,:wnc.
( ·,,a rmr,/rt 4/ulrnu nni.•nuu pc-r un ngJrio Ji 111cti th\\iina
arr.ann u1 m1:a n,,11~ di \\·iokn1c e~ eh orrc,ri !...
Fa, ,11mo llaru: (C3-1uso) rrr Jfnt7.itt rice,·u1a proprio il
11 Q1.•nnaw,
/.'11/t-hrro Lilla n ·orin o) pd notf."'\\'olr m11,fli1,rnnK"nto in flalurc,
.lrmrm,/ .·l,rcrlu·a es, Nicnl11) ,,.,.r 14\\'(."f OlU:nuto -u.>llic\\·U Jit
llon li-OM.·o S:1nt;> Jnr,c., 7 rU1n1 th ~otft::renzc.
Il. V. (~.-n Cì,nnuo :\\1onf.) pC'r b segnahuusnn• yr;&)!III
t1(t\\UU,
(;i,,n11,,,i s,tfiJr (CC"'crano ,li F1\\:u:unol per 11.1 ~Wlngionc
rlcl fi~hn c;u•-..cf'Jl"' e rc-r quella ,l,~1 cUfllUto Cc--car"~
i\\lu1e1 Pa Jrru1 (LuìRnanul prr 011t:nuhJ ootc\\'olt rni.:tiorn•
mt.·n1n in •..-\\hllt-.
r,,,,, flm,rtt, .·lido (çh10Jmie1) r11 r dth· -.t Jn 1lnli'l!lime ~r~1.1c, nc·rvurc.
r·u/o,nhùw (<j inn-C..cnttv11) IH.:r l'mii;:pcr-,,to huun t:11110
th r'-11'1:ll...
,.-,,,,,.,, .\\t,,2~11rthttti ~r Il\\ uuaritcumc del fi.~110 Fnm:l,f'n
:'ln11n.11l:110 l1 pc:·ritnrute.
B. I .. (ltu,oh Torines:-) rcr ou1.•nuta gwacigionc. J1 un• Rr•'-·e
u:;ilJ1t1101,
\\l,,u,, ,t,.,,,mrtta ('anta 'l&rehc:rital per 1t-t:u:ab.tn.-sin1~
&..'Til•ic nr i , uh: ,. 1n a t ~ ,h ahf(·.
/·',nara f'rmrlrnda 1.:.-d. fl11ah1 · eRi, ilha Tnrin•--.t) rrr l'onf'-
nutn r,-rfr1ta 1:u.ui~io:u: dèl fiMliti Jh.•ppi,,o. d, 10 anni, che 111
1B rnc,-,1 i-1 t: rom1 ben (lU,Htrn vohc h: brm:ciu I
.~lmmw ;1,/rlrna (\\lombarum.• J'A•tl) pc1 li.a ,..uar,~ionr d i
un trcmL·11dn sn"'l tti 1,.toh,
/1ru,:o,,1 lti1t1ntu (S1,lnJ,."lli) riel fdu:e .:situ d1 or,cn111onc J 1
:irpt·ndtt Ur ,.uhau 1.l.dla. frli!.h,,.
l>1r<ttr1, t .'içur,/a .\\laltTtt" (Sc101U) per onc.nuta \\ l'ilthit..•.
proteiirin<" IUl h1111b1 10 Ji,.·trk CIO:~t.lnzc.
Br,ti}flttt G1orm11? (PUnc:m) J"CI l1 1pcc1.ale prott"n,,n(' r1t:~-
vut,1 Ja I )on lt.Mc-o Santo.
l'ùo Ratn ~ -• IP ~ne e , fi1\\·or1 concessi al li11lm Fihppo.
Lm,il,mr, t ·numn per 111 1•rt1t1a rH-l"\\'Ulri
S. Al . Il. ('f'1,rin«l) pt.·r u 1\\a tr-1f')licc m,perarn g:no:iM oth•fHll~•
Ja un1,1 t1l·u11n,1 liht·nmdoh1 cl.i un'1mm11ne per itolo...
U,,a ( 'tHlf"rnl,ict S,ùt,iflllft pt.•l \\·id 1do aiuto r1t~, uto in u n
d1ffic1k d;:\\mc d1 1uto e chiede prc~'fhi._:re.
1•oalu1 ,.\\larrh,-111a (R1,·i.1 Jt l'h1nl) ~I n,omo in Cdm,~lu1
dd fo.:ho Pt.tnet-Uo ~h:b.to in ~1<1\\111.
L,um,J,n J-",l,<itn per I• gu•nwionc d1 un ~t'S$0 ac-nu
mtc.-ncnto l hirttfVll'O.
NOVENA
consigliata da S. Giovanni Bosco per ottenere
grazie e favori da Maria Ausiliatrice.
1~ R~ 11 r per no,·c Riomi: 1rc Patrr. Arf", Glflri,, al ~~­
S;.Kr:cmento con l• e,aculatori• .'ùh Indoro ~ nlt('ta:iato ntm
rwmntM 11 SnntiuinUJ e flit ,rruumu Sa,Totrzrnto, tn S,1/t'#'
Rq,na a Marna ~S. 1\\u•ulu1tT1t•· ,·on la giaculator111 ft f tu10
Auxd1u,n ( ·J,rntùmonm,, t,ra prn ,wbi1.
z0 1\\ cco,.tu~i a i SS. Sricramcutt.
3• F.an: un'offerta scco1hlo lcr proprie fon:e per lr Opr-n•
..JosU1no.
.... i\\\\t•r moh .1 fe.dc in CeaU Sacramrnua.to e in ~11ria s:-;.m J
Aus,h:itn <~.
OR.\\ZIO:-.'E DI S, DER:-.IA RD O
Ric:urd•h. o p ii,,ima \\"c:Qllnc \\.t ana. non esserti. mai udito
c;:h,~ ~ia 1tatu •hha.ndonato c:h1 ha ncono a Te.. n nplora10 d
tuo .,u,u, chu:11lo il 1uo ~oc,ono. Ju, aninuco d• e-aie cunfi•
d~nz1, o .!\\1adrt-, VeTJ?lnc delle \\'trJllni. • Te ricorro, 1 ·T e
Hm-"o, p cccnt or(" c(1ntr i10 1 dinanT1 1 T e mi p r 011tro, llt>h, o
!\\1ndr..- drl \\ 't:'rllo, non sdeau■re lo m ie preghiere m l' HCOI•
ude r,r-opiz'-", cd esaudiscilm , Cot\\ 1it1,
m,t, ,~ ,u,,.,,; (lnd1,l1rn2a di tre am,i t>l(tu t'<Jila rh~ si rerita; P/r noria.
'"'" t·oltt1 nl
SI ,.,,,.,,a t1111i Ì
t si rmnJJIOIIO t,
alt, ~ p,ati,J,i pn,a,tu p,1r- ,~ ,n.Ju/Jttm:.e plenan ~).
NECROLOGIO
Salesiani defunti:
Sa, t.OR.-11 'Z G JUSr'Pl'E, t :1 '.\\latth:uu~n (Gcrman,al
il 1-\\· l<MS • Sl .mn.i.
l .aur..-alo 111 tcolog,:a. m fis1C'1l e ffl'lffl'ltttica a.ttt'!.e all',ruc-
~n.unt:nto con 1.anto pn:::sllHIO che nt'l ltJJ8 i1 Go\\'c-tUl'J Pubcco
lu dt.-cona\\'a Jdb Cro,cc d·oro. I.i -"'"l:lTI. lo costnrt!1 •il csr.i•
1narc. H.aJiV1UO.,t: l"haha e contmun 1'ml-'.e-i,,am<.-nu, u11 i 111~tn
m.uJcru, da hl~fu, fincht: i ..ui,ninri ,:li affidarono un.t ,h-h•
cat:t m1~ione pr~so 1 1uc.::n t·1uinn1.mns.li dj~J<x-.11.tt n t·1 J'.Ut"•,&i.
e.li !\\1on<1~,,·I. l•'çrm:no dai th17.JPltl, H'OOt'" 1mpr ig1onntn ,~. dea un
campo ull'111t ro, t mùmiu :t. M1.1t1lmu,,tn OH~ le soff~rctuc 1otrun~
carcmo 11.1 •ua p rt·Y-io~a è.si11c1i1.11.
.~ne. (.ift IZIOlt .·ILJ::SS.INl)Rc>. t a \\ ·cndro~"" lt·uino)
11 .::J•Xl•tc;»S .a 2.CJ a.nm.
Cooperatori defunti:
FRA.',f'F.,W .I .\\1.-IZZO.'JF' f'ISTOXF., t a \\ult1rllo (C.a-
umia) 1I u.-U u. !l, t t>8 anni.
P1l!'!.s1m• m•drc cri11tfona. h:l"\\'cnte n,uru:r11c,.;cc, ru twnt"1h:tt.aJi1
D1oc.:0Jln \\"t~raz1m)e di u n figlio nt.:ndnrc a ll:1 Sotitl.l S11lut.tU"'·
A l !F.1•. 1/ fJF M A RTEU .n ntl. ,tZ:/.OUNJ. I " Houno
(Vitt·ru·..a), 11 1,:.. 1H u, s. ud R1 imn1,
t\\bmrn11 ,Il un no!.t ro m1.•-.mn-1riu. chiu~,~ la •ua \\.il 1 ,. ,c,m-
,,.11 pl.1rt, vffrt"ndo , ,1uo1 Jolon 1: ,gt; rifi•·• fl<o"f le :\\tmioru ~ll-&11\\rn•.
FR.-1,\\C () (;, IHRJE.lLA,t l'onlonon, (Alc°"",l, 11
u.•.
~laJtt n-t·ntpluc, qffri 1I fia,ho l'on Ans:clo aU0111'0Su,t.a1u
~k1.Ul,nn cc,n ~rncNKiU lht' rn,i cc·nol be ~tu,ot\\\\ e r•m•
p1anto. e Jo •c11ui colle p1u fcn·hfr J'n.·chicre.
'/'Rt \\ !Hl Il,/ I /,\\'('E,\\'ZO. t od \\r.!or, -l'o.lahna), ,I 5•111 u. ,.
•1·t"nwn t.h , t·ru 1cn·cntç ,nr-u.in11, 11f1r'1 .ii ,uoi cui 1\\·,.,·m1,io
d 1 tlf'I.I vliu, e~lifo.-.ante, oltt·ncnùu J,tl S ignore ln u 111:.0h1 Jdfu
\\'l.)(;41~1onc lt1k~1itno1 n due 5Ufl1 fo~ h11t.1h
Altri Cooperntori defunti:
r1 \\ Cliii ()ftJ •W Laura. R,tdiJl/, ,nnoJ - Albe.ram l>1m11110.
Farli Al.:aron1 D. Gio,·auni. Xar <O (Btte?arnol - AIJa,('11.1
.\\ntanio. 1•,pn (lmpc-na) ••\\ndtn,H11 (;iuJia. Po/1,n:;,a (\\l.1H....
rat.A) ... ,.\\nJr~1la la,.'llazio, 1'al/~rt u (SonJriol - Aqu11.~lro Tt••
n.."'3, Pt11Ju,,fo (\\'crcelh) • ..--\\nb....on~
perii) • _.\\rrmo c;1w.eppm.1. 'h,r,r,d -
J..nricn.
Arpina
LBc.ii.rutmn,t~..o\\I,(~l"m"'.·.
/frri (Turmo) - Arriid An~clo, fl~forro {A rezz.l'>) - A~quml
frnlin. l1t1111m (lld1nt.). J\\uJ1~1t.l l-.1t~he1t11, r;n1,,1(q11f' (t·urw11)
• UeHt. 111 B,url~ht, .\\.lal,:em, (llrut11.1) - Hah-i;tn A)(ccu. S. (Jm.
rirn rurttlJ (Virciud - BaJmtlll ( ;ju!'oc:pp<: . ..\\11/anu Jl1a.rl tf.1
!--,.to'\\•rnnn, llirllo (\\"eKtlhl - B.trllt'ro Lui~. Vab1wrc11 (Alrs•.)
- llnrbc:111 C;i,\\ton,,,. F.rba11111') t Uron~,) - Han:uuj Hiouuu. J.",ro
cr»n.a) • H:h Oomtnica. Lo,urrUr,, rrrcHt.ol • llN, .udii
LT"nulu. P11t,,m - Odhru Enn.aono, l-'1rrt1u· lkJlmo '1adJ:a-
,,a,u Icn.a, I •,n1,1/ln (Cuneo) - Brlln, l"•rh,,
(Ttt'\\·i1ol - Jlt<lll'-!cl
,,11,, Fr-Jndoni R,,.,,., Pontbìo (,o'\\•t•) • llunierì .,\\n~t·l.:1. I',
(P1;1c-cn7n) • lh·rlt 0011 . (;10'\\·L11101, S. /-4az:af'o Sm·'"" f11u1•>·
~n"'l - Hrrt nl:. 1\\111:ht.lc, fluttù!ltrrtJ (A11t1) - Uc.•rtoh.h H,iJollo,
Lo,·urnm· ('l'rt•nto) - llertunc Viuorio, Gr1111t•o) n~1 1u,11 Pit·r
l lome-ruro, (im1ow Jrmica (1-ti:.-J:M io l'aluliria) - Hcj-.u .\\nh,rnu,
Villnr lf11cuol,1 (t'um:ol • lk~um1.tt ,\\ddmn, S. llrml'fw C·,rn.
(T onno) • Hrlt.il <.:cure. S. Ltn:uro Alba,,n, (1'1-'• 1:11:r.ia) -
Rc-"·ionc l':arohna. ( "a/auo (A•til lhatll.:hcllt 11l5f. c;1,t,11nnì,
.\\frlan" - llaan<l,i G1useppU111, lit/latta (t'orno) • llllli l'.m,,-1,
Sala, Grtr:.n,1,, f~hlu,o) - H1nndo ,\\JdaiJe. Ct(fo1,1,, ( \\'t.:r•
cdli) - Bmf11 .\\lMùuma, Str'1m,,,n... (l'orino) - Bot-r, H..11mnnd1.,,
roecia <Jmrt·rml • Boliirini \\'iuouu, ~'1,ltn:o - 8u1lar1t <.11U!.cf')-
pma., lsolrm:,, ( \\lns.) • Bonnft: O . Aui:c:uat P. Cam'Pf'RIIW {Ut1lo•
gnu) - Hnmhu hm,1in,,, (Jlfommrrr ( \\ u-.ta) • Bondl1 {':1r ulmi, ,
01t'ttto ('l'ct ni) - Ovn1t:iomtt Elc11nol"S\\. Nut o (SiraCU,t,itl) • llom-
fozi ttng. A\\Htu,uo. n ,,m.a - lloni ni Amhrosinn, t."orralJl,lrJ (( ·omo)
- Boninn F r.ancc-~a. Strnmli, n-tt ( r orino) - &ria Ca,·. l'u.:tr,,.
Laru:o (T orino) • Uo~ngo U•ul~t.i:1. S. Strfan., R,~rn (l"uncn)
• Bonolu,1i l obmda, Zopt,,,(o (lldinc) - Bos10 1-"r.uk,•k"O•
H•#J/H IJ'tllt f\\'crnlli) - llo'11r<o Adelina, BarJu,ru,lua (Tt►•
r,nr,) • JJotf• !\\tu.ria Tri110 (\\'<"rcc.•lh) - Uravl Fran<.CM:u. 1t:,no
l>'l1<J/(1 (Rr-ri,.rit.mo) - lirog1no Ct:Jc,.1in• 1\\lana. Ton,,,, - Urunt.T
D. Luuu, '/'rum, llruzzum: Cao::nna, Brn~RoJ• (l'unco) •
Bucci Terc,.:1, M 1hrno - B u ffa J-\\ntonio, J>iturolu rro,1110) •
('ahro7 ~,erano. S. Rem1.S{i fi (Aallitl\\) - Cacciatori E u.ccn io,
S. M orti110 J:11u1110lbtrgo ( Veron•) • Cad doo Albino, S. N iwlà
D ',1rci,lann W•llh uri) - C• lon~hi Carlo, S. La1i110 (Crcinon•l
- (.'amolclh.> M id1cle, Volpiano (Tonn<>) - t'a.mpanan l·n11<c><n.
Pod,n1tano (l'ioc~nxa) . Camurani 1\\rcan.,.,10, .\\loou ,·lbbw
.,,.nalt (R<f!lfÌo Em.) - Canepo Fra""'ra lnco. Po,rudu1100 (Gcn-0,x)
• Ulnutor~ Trrcsa V. Gau:rd10•
,\\lc,,rf_ (.\\lC"P.) • c~J,1..
me.lii RMtA,mo 1.-t·lu.-:na. B01.,.1 (<.:uneo) - Carhomn \\ Jan.na,
o.. Carbu,1ar, fl"nnto) - Carhni Gua....-ppt.. Croce dt Alamrrulombn
(Forti) - (.'1.,t1 Angehat, F.rba (<..'omo) - uuano ndrt11
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trrra (t'iso) - C•le,nino Maria, S. Cnt~rrna V illarnrota (Cnlrn-
nisettn) - ('<0l'AllO GÙ\\com o, S tqffarda (Cuneo) - Ccrc.c10
T om,nuo, P,g/1 {GCllOva) - c.,r,,,.lto Anna, A<qui IAI.-•.) -
Cerri F nnt~IOnl, rornovo ( Boniamo) - Chesoa R0>0 \\ nna,
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2.7 Page 17

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l'fani l\\lons. Prof. G1on1n111, Belluno - Colamussi (;ius-cppe.
Rutti:lmw; (llanl - Colct1i U. O!-v:.tl<lo, Cansano (Aquila) -
(...\\,h::ltu Emiliu. S. (;iurJttl, I'l'rtitltt (Pado,·:1) - Colle ;\\nµclo,
Aleam, (Udluno) - l'o\\Qnna G1useppit'Ul, Calliam, (Asti) -
C.:orhHinni G1uli11, 1\\Jila,w - C"ontc-mo C,,h:nnn. Fmig/iano
(Cunt"o) - Conti lUltornio, Afusel/(J.F<I (Pescnra) - Coppo. Ar-
can!,!ela, JJ,em~ (Po.vu) - C..:oppmi Pia, Firt-r1::t: - Coprcn, Vìr-
ginin, Saro11no {Vt1rcse) - t:urrndo Giacomo, 7~rumo11ti di
j\\h;:n (Ud ine) - Corso F.h.:onora, Cagliari - Cossall Virginifi,
l'r~nlf11o (llcrgamo) - Cnscuoli Bernordo, Avellino - Croce
Virginiu. l\\lontiglin (r\\4\\ti) - Cum Giorgio, TMralllo (Udine) -
Cusin Giul i;1. i ·t"nt'::ù1 - Unila Uarln\\ Angelo, .S'. Pietro i'1u.s-
so/im, (\\ 1L"1.:J1za) - lJall'Ostn Caterina, Pudol'ti (Rcltun<,) -
n-11z.ocC"hiu l~nrico. ~-Jlhmr,io (Trento) - Oavil;!O Teresa, Luci-
nnun ( lrnperia) - OèCUmmcda I\\larin, (~agnù (Trento) - DcgH
,\\n.i.:dinj Luisa, ChirignaRO (Ventzfa) - Delfino Vincen:t-o,
Bormida (Savur'l:i) - 01! Lilla .\\ntoniclla, Cami1tfiano (Napoli)
- Dt:ll'Erba .Anto.nio, Ruti~licno (Bari) - Dclsnnto Francesco,
C,ma/r (Cuneo) - Ue .\\lur1111 Husatin, Padolà (Oelluno) - D i
0t'1ieJ\\!1tO ;\\foria Stella, l\\'urfl (A~riucnto) - Enrieui Giacomo,
lrre<l ('l'orino) - Epis Pierina, Sca,i::orosdal~ (He.rgamo) -
F:thbrmi Elisnbcttn, F,-utta Pulair1f! (Hovigo) - Fal11sco Gcn-
n:u·o, B'l'"J.:m~ (Padu, a) - Pnlce !\\.lichcle, Britn~a (rotcnza) -
Fonda D. Bartolomeo, 7'rar10 (Torino) - Funtrn P1etro. /,ati-
iana (Lldinc) - F'1re~e: G..1-.;tnna, Piaz~olla (Napoli) - FcrrJri
Polpinj Elob-a, ()ttfJlll' (Piaccnz.l) - Ferrnris Antonietta, Bnmc
(Pavia) - Ferretti 7\\-hrin, S, Zt11u Nang/10 (Brescia) - F1ctto
Antonio, Cmmli ,t, ,\\.frusoltutt' (V ic1.:nz.;1) - Fmtoni Stclio,
Fircnzl' - Formcnti Gio\\'nnnì, Jlg11osi'11t' (Brescia) - forn,enti
Pietro, .Pt'tfrmnm~ (\\'cronu) - Fmnc1a Oio\\'anni, Ba.ttttotu!
(Apuani11) - Frc~ia. Ciust•ppina, CllfrrJ J\\lo1llt'notlr (Sn\\'onn) -
G:.1c.Jin Giovanni. S. /\\licolm (.\\ostn) - Gaglioto Fel icita, Sttlln-
ne/lo (Ha\\'ona) - Gu1do Teresa., 1'orlno Unlleni c;iulio, .4rto
(Trento) - Galli 'ic:ilpini Carmela, l'11d11/u (,;.,\\crno) - Gallo
D. ~Iichck. Palermo - Uatlouo D. "Nicola, Orriilo {Snlerno) -
(b.llotto Tcrcsu J·;110 Cor.rionc (A~tt} -- Gnmheroni \\'irginia.
Bobbiatr (\\'arcse) - Gumbìno Al\\!$S;,.11u.lro, Caruljranro (A\\'cl•
l ino) - Gs:mdollì Gambirnsio \\'ittoria, Trr,,o D'Isola (HerR,1mo)
- ( ;~)ndolfo 'l'erc.;;a C:ug.lìeri, S. LazztinJ R,•t1fr (fmpcrm) -
G:,n-nna Sofia ved. lngle~c. r·a/fr Lomtli. (Pavia) - Uar.:lftl
Jnnocc112a, Pian Camuno (Ure.scio.) - Garbolmo Luigi, Solt!
(Torino) - Gmt1 Angelo, <.;arbt1Jftfute ,\\hl. (Milnno) - Ut.-nli li
Ch. Onorio, [,'a,{l - Ghernrdclh D. Fcrdinand...,, Canuiauo
(Lcccc,) - Gh1inrdi Biiiti a, Ciso,10 Ber,:am(l$,·o (Rcrgumo) -
(,if\\i Emntu, 1-lbba,Ji,1 rllpina (Torino) • Gi1;1rdi GiO\\J_nna,
ThrÌlw - Gi\\ll inni lsnlJdlo, },lar·~lli (Aquila) - Giurl.mi Sil\\•ci:tro
Ralbcuw (Lucea) - Giusto \\ ' 1uv1ià. Tr-adate (\\'arcsc) - (;(u~ti
Vittoria. Collc-salt•,•rti (Lworno} - Grnndi Au;.:U'>ta, Rubiaua
{Torino) - GriHo Domenicn di Giov., RocragrimaJda (Aie~.) -
(.;uolfrc.do Angelo, L11 ;.\\}on. (Aiess,) - Guerra C.ssa Giuscp--
pt ml, Ap11a,1ia-AlaHn - (iucrci ,\\nnunz1:ita, Clilfomat~ {An-
cona) - Guèrini 1\\,forght!-nta Zanotti, .Warom.· (Bresda) - Gull·
Salvatore, B(Jrgia (Catanzaro) - Hcnr)' Ddlcp1anc Lu1s.;,,
T,u-itz() - Jacomcu1 R.cu,ma, Crr,-$i,ml/u (Novnm) - !oli D. t\\n-
tonio, Ponte BoJ],,m {P(!~aro) • L:igomarsino H.n.fTo.ele, Uufo
(Genovu) - La 1\\1-,.min Francesco, Canhntli (s\\ grii,,:ento) -
L.iva.tmo D. Cado, C1,stdfr110 /llnnj. (,\\less.) - Ledua S1dù1
Elvir8 J:)irr,- (Cn~ligzi) • Lc71.,n Btrtolinn., Niard() (Bn·:..cia) -
Li\\'at1~0 H.o~rio. ( 'anil"att; (A1,?rigc.n1ul - L:,mbt'rlcngh1 Catc.
nna, Plt•mp (Urt:!ooc:i(t.) - Lo-cn.u.•lli liiuS,cppina, Cottri.-:da (Ucr-
J,!timo➔ - LombarcJj Cun. Filippo, S. Gim·. Notando (Fo~otin) -
Lonl,!oni D. Giu~cppc, C'inmw (Corno) - Louo L'11~ia, Schio
(\\'iccnza) - ,\\l,tffo, '.'vlaurilio, c,,,po .1fordli (Ko'IU..J) - .\\J.affoz-
zini Uml>en.o. ('ampo "rorta,m (Sondrio) - l\\lagofo U. (,10-
vanni. Rodolfo ('l'unno) - !i.lulfatti H.s~t l.\\faria, il<1t1ur10
(Tn•f'Uò) - I\\tnpclh Cado, Cmisclfo (M ilano_) - 1\\1~rcon1 :,\\fttria,
Rtcmwti (f\\.focernta) - t\\larino Dott. Antonio, Pmri110 (Torino)
- 1\\'larino Rosim1, Ructa lmtwriafr {Cooururn) - "\\-lt~inn() Dntt.
Cumm. Giuseppe, Romu :.\\'lm,idlo D. \\'inc~nzo, J,,.'lw/i (Sa-
lerno) - ì\\h:l1'\\il Eurosia v. Aliemand, J\\J,ltaure (Torino) -
:\\lcs~in:.1 C-:cih:l ~1•rr~n1ìnn, Nap,,h - l\\lessina Geom. hom-
<.'..:sco, J\\/im·a (t:mani;1) ~ l\\lessinco Ciuscppln:-1, R1·.l!gÙ> Cala-
fJf'fo - i\\ltche.li Zignom Anna, A1l'/lt-J /)d F,111/i (Udine)• 1\\rliln, o
P ittTu. Burr:ojranro d ' ln'l'll (Torino) - Moia Angela, ~\\fango
(Cuni:G) - l\\lontcs11no Teresina, Cluaromontl' (Po1cn2a} •
l\\1ontini D. lirni.cppc, ("hianria1,o (Si~r13) - i\\lorg,1gni Giovanna,
Forll - ~1orgt1f!ni Sante, Piauw (Forlì) - l\\{urosi Ines, Crnrt
<li l\\1mtll'rofombo (Forlì) - 1\\1orossi l\\hrmo. Cimolais (Udine)
- !\\.lusm!l.flO Aoi::cla, Cwtrot'ilh"i (Cosenza) - Wlu~sauo Ant1..-
nio. Bairo (Tt>rino) - l\\1uta:z.zi Adelaide, C'ol'ttmilia (Cuneo) -
-~ad in Ca.rluz Serafino, Vi_go11ntt(} (L~dlne) - Nnvc Antonio e
J>1crm,1, Barsarm Grappa(\\ icenz:1\\ - Nosed-a Giuseppe, Oltrmw
."','.•l/ametl'(Lomo) No,·nrcse Antonio, Centallo (Cuneo)- Novelli
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- Ohcrt .•\\1,,mcsc, Aitu (Aos-rn) - Occhi Carolina, S. Gwt•. Conti-
gna(tJ (r':1rma) - Occh,uzzi Filippo, Jlc(JttflP/Jl'SO (C.:oscnz.al -
Omodci Stdc (~iudìtw, Nm•rn-a - Orsi i\\Iaria.. 1\\1'1a11d - O!mno
Francesco, Ca.1tdl'Alfr-ro (Asti) - Pj_cciani Libera, Ft'.l[lin(.'
J·at,iarno (Firenze) - Pnghen Otwvia, Fetso;:/ir, (Cuneo) -
Pidh•schì l\\1otlcsiin:,. Frmuma LII i (FroS,inonc) - P:,ncro .Fmn-
ccscù, Rortto (Cuneo) - Pansa Hina, Abbadia Alpina (Torino)
• P;.msiotti t\\:l.arl:I, Milano -- Paoletti Gioni.nrn, Gori110 - Pariet1i
\\'lttorin, 'fcmro (A~ti) - P"~c1tl1 l\\rhlria Pirori, l'omurran%a (.\\:..co-
li P.) - Pussincni Vinori:l, Clusont! (8C1")l.nmo) - Pasqualim
LJW, S. Giusr. Valdonu, (Arcz;,.,o) - Pa.v9n L1.ug1a, Schio (\\11•
ccn7.1) - P:wariao Felice, ft/ursecto (Cuneo) - Pellegrini M.a.rin,
G'usolclo (Bc1luno) - Pclleµrino \\'alenti l'Ilaria, Catauia - Pt=nnn
~laddalena, Tarino - Peonisi Di S. l\\llnrgher. b.ssa l\\ifor-ìn,
Adrca/r (l'nrnnia) - Pepe llc,.~, n \\·1.:d. Ca1.1bn). Cauhatlt (Agn-
gemc,) - Peroni Caterina. Ozegna (Tonno) - Pérucca GìuRep-
pmu, /.lotta Dti Com, (VercelU) - PC:lntcll i Giuseppina., Zihelh,
(Parma) - PiarJi Bono. Pr:z:a~t (Brescia) - P112;.1no ::\\1nr~hcrirn.
Udmt - Pina. Livio vcd. Dossi, Terno D'Isola (Bcriranio)
Pini Antonio, Castrocc,ro (.F'orU) - Pmtali lto!-ana Scurd111
(Cntanfa) - Pis"loin Gina, V1'gtvo110 (Pavia) - Ph·a l\\osma. 1\\lt'T•
ratino Ma,·uchia (Pesaro) - Polga GiQV(tnni, Udine - Pol1z:z1
1\\.11.sa Gaet'lna, Ràndaz;o (Cnh\\JlÌa) - Pollim Glu~cppc, Voghl'rtr
(PO\\-ill) - Pollio Ing. Alessandro, Aostr, - Pongini D. Andreo,
Molim D•gli Orti (Pincen"'1) - Prinotti Adelaide, Prit'To (Cuneo)
- Proni .,\\1udda1ena. Valli A1o.uo (Vercelli) - Prune.ri Giacomo,
Grfuio {Sondrio) - Pusincri Fn1ncesco, Vaprio D'Adda (Mii-o.no)
- Quarnnta B1tttista, eonfr~n·a (Cuneo) - Quiric-oni Jone, I ~t"r-
gtmull (Lucca) - Racl1 Sch~n,tiano, rlt.·nla (Siracusa) - R:tmoino
l\\.lar~hc.dla, Codg11a,,o (l'orino) - Ramitn D. Settimio, Cttlà
d, Costrllo (Perugia) - Raverberi Dmo, Reggio Enlllia - Hego-
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Giuseppina. l'tlarzanv (Purma) - Rossi Francesco, Tig!,r,l1!
(Asti) - Rossi G,u,epptno, Robucn Sul Nm i11lw (!\\lilano) •
Ross1 Mattcucci Luisu, L11g() (H~wcnnn) - Rola Pietro, Pommu
(Akss.) - Hove.ra Chiaflredo, Pagliero (Cur'lco? - Russo H.01?-;?,
Srah, 1/i Patti (ì\\l essinR) - Sabrc Giuseppe, Curmagnolo ("I"o-
rino) - S!tcca .Abmmo, Bo,:ogno (Novrir:i) - RacC"hi S:'lbin:.,
S{Jts.sa (Pa\\'Ìtt) - Sn.j,:j.(Ìn !\\1uriu, Padot•a - Samp1ctrc> ~tcfano,
Alenmu:ìo (Como) - Sanrnt;rocc Ac-ntrit:e. A1uhiu (0ari) - Sapori
Girolnino Vitln f!erruccJuo (Forlì) - Sorra l..:\\ura, 1\\Iustlla,u
(Pcsrnra) - Sartori Orn.z10, lJrrgon::e (Vi~cnza) - Sanurio l{o-
Snlll Moltcni, Tenw D' /sofo (Dergnmo) - Scagliol:\\ 'l'obi&,
Cniosso (Asti) - Sc:1h\\ Lucmno, Cerro I'er. (Verona) • Scanc.i-
rdlo N:ualt:. Ctrari Siado (Pulcrmo) - Sc.ar-.tmnl Ferdinnndo
llo11co (Vercelli) - Scarnmonciu Vittore, Sula,g,w (Vic:cnzal -
Schergn:i Elen11, ,-Jrrn (Trc1no) - Sctuavèlli lsolina Fattorini
Pr1rìn - Sch;.v:\\nrc Frnncesc-o, Ri!1 (!lllasco (Asti) - Scud,..~ri
llos.f1rio. Gfostro (M~s.au) - Scgatn Enrico, Sopr1m1011te (T1ento)
- Scnes A.ngc1ino1 CQssauie (Sas.so.rl) - Scrurini Demttrio,
("n.~t,"g/ù, Fior~11tino (Arcz70) - Sll\\'cstri Giui:i,•ppc e Giacommu,
Lit•ir:110 (Sondrio) - S imili Sebastiano, ,'\\Jinco (Lahm1:,) - SLmO•
ncll1 E lena, Sondalo (Sondrio) - Spcz1:tli All:"ssnnclro. l'alar,rflio
(Sondrio) - Sponzicllu Concetrn, Carmim10 (l.4.:c-.:c,) - Rprc-atico
R1u.faclli St~lla, ,'i'iroflt' (Como) - Squ:.uiinn \\'1rginit1, Castl'l-
l'Alftrn (Asti) - S1eloni LuiJif1, Titirm, d1 Sr,tfo (Tre11to) - Stt'
tani .Nntalc, VrrKtmoli (Lucca) - Tabuso Uio\\'annina Pcn111:-i
Acireale (C!\\rnnio) • ·ramn},!nn l\\lomillcli Virginia. s~rrm a/Jr
lifwrnn (Alc-ss.} - 'T'un1hu.zio G1useppa, Ciancia,w (Agc11.u·nto)
- Tarront! U1u::;èppc. Rllior,lrmr (Aot.;tn) - TdJ Angelo e Gero-
lamo, Tenrn D' /svia (Bergamo) - Tcu:1manzj D. Corto, Baslt.,
Garn/f,, (\\urcs•l - Tirozzo l\\larchialh Moria, Fobrllo (\\'crcclh)
- Toch:tco Oou. Lui~ì. .C.'o{uflna (\\'i(:.:-nz:.1) - 'I'omno:-.cni Album,
l:Jo,~,, Ciut?oli (r\\bccmta) • Tnme:1 l'u\\.·, ;\\chillc. iHi/0110 - Tomc:itro
Ciu~erpe, Flaml;,o (Udine) - Tnrnzio F>,:,~io,
1•aceJ/i
(Yercelli) - Torti Cnrlott.n ved. lfavonc, Noti Liguu (Alcs~.l
es, - TraYers1 Francesco, Roma - Trentmi r\\ngdh1~, ~~illa:::.znm1
(Tr\\!'ll! o) - Turre~I Rafuclc. Cu,?nruco 17.Z.-Tirino) - Turr
Arnl;llu e Giulfo, S. Cror~ Sull'. 'lr'1o (Pis.h) - Valente l':icolo,
Lallano (Urind1si) - Vunm:1111 :'\\11chclirrn , Bar/tua (H:tri) -
Vnn.ni (.:om:ett.a, f-'erg,1mrJ/i ( Lul'.ca) \\'HrroLti Ca.rrnchm, ,1\\,1ilau,#
- Varesini Annov,12zi Ida, Casaleermdli (Ah~S9.) - \\'attuonc
Catcnna Tiooctli, Rar-gcm~ (Genovn) ~ Ycn1urirn l\\1arco, raJ-
gatma (V..:ronu) • Vitali Gfacomo, Rouhctta (Anconn.) - \\'ogh
lton olo\\ Budrio (~?~ogna) - Zaml>on_ l\\fori.a Pia, Costaluuga
(Verona - Zannrd 1 1 ercsa ved. l:lcnul1. Roma - ZA:nas1 .lVln.ria,
S. Agaw Bt1fo.1:11csr (Bologna) - 6ancl1n D. Ccs:uc, AlirhellorU
(Verona) - z~nocco Gio\\·1u,nl, Ce,qm (Pavia) - Znnon Cutcrt.na,
Ziono (Trento) - Z:mtcdc..-schì !\\L1<i~ vcd. IJorn1.ldi, Torbr (\\"c.
ronn) - z~,·auaro Gabridl.1. Bftrgo S ..,1urtrno (Alc.ss.) - Zinola
C.:rigltnn, Roum:ig11ale (~:l\\'Orrn) - Zorzl tlosa Frnnct:M..f1in
z,·arm (Trcnw) - Zurle.tu Clara, rlit,·i·u·ruiria.
LETTURE
CATTOLICHE
" DON BOSCO "
J\\Lbon. :-1nnuo: L. 3ooi scmestrnle: L. 150. - lndjr,iz~rc olt'.\\mmio1stn1.z1one d~lk /_,~tJr,rt Cm-
toltd,t: KE. I. - Corso Regina Murght.:rihl, 176 - T ,mno (to<,»). ConttJ Currcnle! Pt>st.ole 2-17l.
Maggio-G111g110: l'. D. G. LINCUEGLIA, 0. M. l. - 1) L'APOSTOLO E IL TAUMA-
TURGO DELLA CORSICA (Servo di Dio P. Ctlrlo Domenico Albini).
2) S. E. MONS. BONJEAU, Arciv e scovo di Colombo n e ll'Isola di Ceylon,
Pubblicazione autorizzuta N'> .P. 80 A. P. 8 .
Con npprovazione ffoclesfa~t1c:t.
OIT. Graf. dclI:1 Società Editr. Tnu~rnaziom1le • Dfre.ttorc rcapnn.)~bilc: D. GUTDO FAVTNI, vi,, Couolengo, 3z • ·rorino {109).
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