Bollettino_Salesiano_198504


Bollettino_Salesiano_198504



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


ANNO 109 N. 4 2• QUINDICINA • 15 FEBBRAIO 1985
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2" (70)
BS- per i Cooperatori
MESSAGGIO AI COOPERATORI
SALESIANI D'ITALIA
Frascati, Villa Tuscolana, 8 dicembre 1984
Offriamo ai Cooperatori e in modo
particolare ai Respon.wbili di ani-
mazione questa prez.ima rijkssif>ne:
dfrenti per tutti occasione di st:udio,
di confronto, di stimolo pu il cam-
mino de/l'Associazione.
Cari fratelli, sorelle ed amici.
Premesse
Ho aspettato fino all'ultimo mo-
mento per intervenire. Non volevo
interrompere o condizionare le vo-
stre riflessioni. Ringrazio il Consi-
glio Nazionale, il Delegato per aver
accettato la mia richiesta di parte-
cipare a questo Congresso. Mi con-
gratulo con tutti quelli che hanno
preparato i contenuti e l'organizza-
zione di questo incontro. Sono venuto
a condividere le vostre esperienze di
Cooperatori. Sapevo della vostra
adesione e fedeltà a Don Bosco e
sono venuto ad imparare.
Anche se parlo alla fine dì questo
Congresso, vorrei salutare ognuno di
voi, ogni Centro e Consiglio lspetto-
riaJe deU'Associazione.
Vorrei avere l'efficacia della pa-
rola come Don Bosco, per dire a voi
che i Salesiani e le Figlie di Maria
Ausiliatrice vi stimano; vogliono es-
sere i veri fratelli nella vocazione sa-
lesiana... pregano, studiano, soffrono
per voi e vi accompagnano nel vo-
stro itinerario di vita.
Nel nostro ultimo Capitolo Gene-
rale, studiando Don Bosco fondato-
re, abbiamo ricevuto la stessa ere-
dità vocazionale: ci unisce lo stesso
spirito, la stessa missione, lo stesso
sforzo di far presente oggi tra i gio-
vani, il cuore apostolico di Don Bo-
sco: conoscendo il nuovo testo delle
nostre Costituzioni e Regolamenti,
vi accorgerete di questo.
Come l'abbiamo sentito e accet-
tato, questo Congresso è servito per
chiarire e per approfondire la nostra
identità salesiana, l'essere, il vivere
come Cooperatore Salesiano; questo
incontro ha avuto la virtù di confron-
tarci con la proposta fondamentale
che ci ha fatto il Signore, «essere sa-
lesiani nel mondo•. ll Congresso ci
ha offerto l'opportunità, lo spazio
per riflettere sul presente e sul fu-
turo dell'Associazione qui in Italìa. Il
realismo de!Ja situazione, l'adesione
e fedeltà alla vocazione, l'impegno
per i giovani sono certamente parte
di questa lettura, guardando special-
mente il futuro personale e associa-
tivo.
In questo clima di riflessione, di
preghiera e di famiglia, vorrei ri-
chiamare la vostra attenzione su al-
cuni punti di interesse vocazionale.
I. Il Regolamento
dei Cooperatori Salesiani
Non è indifferente per noi questo
momento della storia dell'Associa-
..
Don Sergio Cuevu rivolge U1\\10saluto e
U sun messaggio al Coopera1o ri d1talla.
2.ione: la revisione della Regola di
Vita o Regolamento. È un dono di
Dio, per chi si apre all'azione dello
Spirito, è un dono di Dio per chi ac-
1/17

1.2 Page 2

▲back to top


cetta di vivere, in pienezza d'impe-
gno, questo progetto di santità.
Questo Regolamento, maturato
nello sforzo di Don Bosco di fedeltà
allo Spirito di Dio e alla storia dei
suoi giovani, è motivo oggi della no-
stra risposta come figli di Don Bo-
sco, per consolìdare estendere, e per
approfondire in noi ed in altri, que-
sto progetto di santità salesiana e se-
colare.
A questo proposito sono opportune
alcune considerazioni sul Regola-
mento che oggi abbiamo discusso e
che domani verrà revisionato ed ap-
provato.
Questa Regola di vita, appare
come il Codice del!'Alleanza tra lo
Spirito Santo e un gruppo specifico
nella Chiesa: è un libro di vita, spi-
ritualmente direttivo, aperto e col-
locato nel livello più alto della vita
cristiana secolare ed impegnata:
esige pertanto la conoscenza, l'ap-
prezzamento personale e la fedeltà
nel quotidiano. Diventa così una for-
te esperienza di Vangelo.
Infatti:
1) È un cammino vocazionale: è
un modo insigne per rispondere ad
una chiamata. Questa Regola di vita
ci offre un'immagine completa della
propria vocazione, e lo fa con certez-
za ed autorità.
Rifacendosi al Fondatore, svilup-
pa con autenticità l'itinerario evan-
gelico per vedere i valori e i dina-
mismi spirituali ed apostolici; offre
una piattaforma di sicurezza spiri-
tuale che sostiene e stimola la crea-
tività di chi s'impegna in questa de-
cisione di vita.
Inoltre, come Regola, orienta in
forma stabile la ricerca della pienez-
za della carità, specialmente pasto-
rale, salesiana. Guida con realismo
lo sforzo ascetico e fa crescere nello
Spirito del Fondatore.
È, in qualche cosa, una ispirazione
dello Spirito che offre al Coopera-
tore una modalità stupenda per vi-
vere il suo impegno cristiano. È una
proposta di vita, alla quale si rispon-
de con una vita veramente impe-
gnata.
2) È un modello carismatico: lo
Spirito Santo nel dono alla Chiesa di
questa vocazione specifica, fa sì che
questo strumento - la Regola di
vita - definisca i tratti fondamen-
tali del carisma, come espressione
unitaria di questa vocazione; supera
così qualsiasi diversità culturale.
Come forza di unità carismatica
integra e fa convergere i dinamismi
personali in una vera unità perso-
nale peculiare, dove Cristo, il Signo-
re, è il centro principale, esistenziale
di chi è chiamato a vivere questa
chiamata. Chi opera unito a Cristo
rende nuova la storia e diventa mo-
tivo di salvezza di molti, specialmen-
te dei giovani. Quindi, comporta una
forza per vivere la propria integra-
zione personale, centrata nel Signo-
re Gesù, e fa sì che il Cooperatore,
nella trasparenza della sua vita, di-
venti una persona completa, fattore
di unità nell'esperienza dello Spirito
e della missione salesiana, e testi-
monianza di unità vocazionale nella
Chiesa nel Servizio ai giovani.
3) È un costante confronto col
Vangelo: la Regola di vita indica
con concretezza e realismo le scelte
da fare per vivere oggi il Vangelo,
segnala gli elementi ascetìci e p~-
tici per assimilare Io spirito del Fon-
datore, rende chiara la mente e il
cuore del Cooperatore, come laico
impegnato, mettendo al confronto la
propria missione salesiana con altre
possibilità di vita e d'impegno cul-
turale ed apostolico.
Offre delle possibili.tà di espressio-
ni profetiche per saper annunciare il
vero servizio all'uomo, ai giovani, e
per saper denunciare con coraggio
quando la legge del Signore non è ri-
spettata o quando si calpestano i di-
ritti della persona nella odierna so-
cietà. Indica i mezzi e gli atteggia-
menti per una testimonianza fedele,
umile e valida per iJ nostro tempo.
È sostegno nelle difficoltà, ed è
cammino di pace interiore e di gioia
spirituale nella ricerciella volontà
di Dio. È la chiave di in rpretazione
per amare e salvare i gio ani, come
inquietanti ed esigenti destinatari
dentro le problematiche vissute da
una società in trasformazione cul-
turale, sociale e politica. La Regola
di vita è il modo concreto, salesiano,
per vivere con sincerità il Vangelo di
Gesù Cristo.
In sintesi: la volontà del Signore,
manifestata attraverso la Regola di
vita, secondo l'ispirazione di Don Bo-
sco, non esonera, non toglie l'inizia-
tiva, né la responsabilità personale.
Liberamente si entra nell'Associa-
zione, liberamente si rimane e libe-
ramente si può andare via. Ognuno
sappia rispondere con responsabilità
alla chiamata del Signore. La Re-
gola non tratta di una enumerazione
di cose da fare; ma è un ideale da
raggiungere, è un compito da svilup-
pare, è una missione da portare
avanti come cammino di santità e di
salvezza.
Allora, come comportarsi di fron-
te a questa Regola di vita?
1) Conoscenza e studio. La Regola
di vita è un impegno serio, persona-
lizzato; suppone una conoscenza
adeguata delle mete che si vogliono
raggiungere, e dei mezzi che si de-
siderano adoperare.
Quindi:
si richiede una conoscenza atten-
ta, personale, costantemente aggior-
nata ed illuminata attraverso dei
commenti, studi e orientamenti va-
lidi. Questa conoscenza fa parte di
una cultura salesiana, di sintesi tra
la storia che si vive e i valori e le
scelte proprie dell'impegno preso.
Inoltre si deve estendere alla pro-
pria famiglia, al gruppo o Centro di
riferimento salesiano in modo da ga-
rantire un certo livello culturale ne-
cessario per le intese, gli accordi e i
lavori comunitari.
Ignorare la propria Regola di vita
è segno di disinteresse vocazionale,
è manifestazione di decadenza spi-
rituale ed apostolica, è indice di su-
perficialità nel modo di far conosce-
re le proprie convinzioni e scelte nel-
la vita di ogni giorno.
2) Simpatia e coerenza verso la
Regola di vita: implica condividere
la stessa visione, gli stessi sentimen-
ti, e la stessa missione del Fondato-
re; è amare Don Bosco, e con Lui
amare Gesù Cristo, la Madonna, i
giovani bisognosi; è dimostrare sti-
ma verso il patrimonio spirituale e
apostolico ricevuto da Don Bosco e
viverlo coerentemente in famiglia.
Simpatia, infine, per chi vi accom-
pagna in questa vocazione: i vostri
fratelli salesiani e le Figlie di Maria
Ausiliatrice; simpatia e cordialità
verso ogni gruppo della Famiglia Sa-
lesiana.
3) Limpida e generosa adesione:
se c'è vera conoscenza e sincero ap-
prezzamento, allora ne segue una
adesione attiva, operosa, creativa
che incarna ogni giorno questo pro-
2/18

1.3 Page 3

▲back to top


getto di santìtà; l'adesione persona-
le, cosciente, testimoniata, è frutto
di un movimento interiore, libero, di
sintesi convinta, che dimostra coe-
renza con quello che si conosce. Nel-
la pratica quotidiana si vive quello
che si scopre come necessario e si
ama anche nel sacrificio.
L'adesione generosa porta al rag-
giungimento dei fini. La missione di-
venta una realtà che influisce nel de-
stinatario, insieme ad una spiritua-
lità apostolica che si fa robusta e
contagiosa. L'adesione, inoltre, ren-
de operativa un'adeguata pedagogia
per saper intervenire nel tessuto ec-
clesiale e sociale, con la saggezza
dell'uomo di Dio.
cora U nostro pensiero: è un triplice
invito.
a) Assumete, oggi, più che mai,
questa ereditll vocazionale, con la
piena coscienza che si tratta di un
Dono di Dio.
Questo implica perspicacia per
scoprire la profondità, la larghezza,
l'ampiezza del Dono di Dio. È in gio-
co la fede adulta, responsabile del
vostro sJ al Signore. Un'eredità si
riceve col cuore aperto, viene ap-
prezzata, si guarda secondo l'inten-
zione del donatore, ci si confronta
con la qualità e la ricchezza del
Dono. Si riflette, si vive, si fa espe-
rienza per rendere qualitativamente
valida questa eredità nell'impegno
1
L'eredità, anche nelJ'ordine cari-
smatico familiare, va curata e con-
segnata arricchita agli eredi, ai po-
steri.
Questa eredità va vissuta in Co-
munione: in unità di spirito e di mis-
s ione.
Don Bosco ha vissuto fortemente
la passione per l'unità e la comunio-
ne della Famiglia che ha ereditato il
Dono di Dio.
L'unità e la comunione è wl'esi-
genza non secondaria nei piani di
Don Bosco. «La comunione è indi-
scutibile. Il collegamento con Don
Bosco e con la Congregazione non
può essere messo in dubbio. La mis-
sione da compiere dall'Associazione
perché risponda alla sua costituzio-
ne, rendono indispensabile e ricer-
cata l'unione con i Salesiani e le Fi-
glie di Maria Ausiliatrice. Non sono
possibili i Cooperatori staccati dalla
corrente di simpatia, di spiritualità e
di apostolato salesiani» (Martinelli,
Costruire insieme la Famiglia Sale-
siana, 377). «Dal 1888, dalla morte di
Don Bosco, la storia dei Cooperatori
sì fa con la storia della Congregazio-
ne, mettendo subito in chiaro un at-
teggiamento che è nelle origini, nel-
l'atto della fondazione stessa e dal
quale non si può prescindere in nes-
suna circostanza• (ivi, 364).
f
n Rettor Maggiore Insieme aJ Giovani Cooperatori di Subaugusta-Roma.
Il. U no sguardo al futuro
L'associazione dei Cooperatori Sa-
lesiani dell' Italia, nel suo futuro, è
nelle vostre mani. È un'opera dello
Spirito, consegnata a voi, per ren-
derla storicamente attuale e fecon-
da nella salvezza «dei giovani pove-
ri, abbandonati e pericolanti•.
Noi, della Famiglia, i Salesiani, il
titolare del Dicastero per la Fami-
glia Salesiana, saremo insieme con
voi, assecondando i piani di Don
Bosco.
Tuttavia, come confratelli {e, in
questo caso, come responsabile di
questo settore) vogliamo dirvi, an-
compiuto. Si tratta di saper rispon-
dere come nella parabola dei talen-
ti : cosa farò con questo bono, in
quest'ora della mia esistenza, a que-
sto punto dell'itinerario della mia
vita?
li rendimento personale di questa
eredità passa, ln questo caso, attra-
verso la dimensione, l'ambito e le
esigenze del mondo secolare. Questa
eredità è al servizio della salvezza
del mondo, e quindi dovrà assumere
i tratti e l'esperien1.a del laico. Me-
rita di essere inculturizzato nel se-
colare per purificare, realizzare e
rendere questo mondo aperto alla
trascendenza.
b) L'essere cooperatore salesiano e
Cooperatore di Don Bosco esige, tra
le altre connotazioni attuali un de-
ciso itinerario spirituale ed eccle-
siale.
Oggi non si avanza nella testimo-
nianza e nel servizio ai fratelli, senza
una forte e consistente esperienza di
fede. Qualsiasi movimento laicale,
ecclesiale, o gruppo organizzato a li-
vello ecclesiale fonda la sua esisten-
za in una forte e robusta spiritualità
di taglio evangelico (e Salesiano, per
noi). La Chiesa cresce anche con il
ritmo e il passo del laicato. L'uomo
quotidiano, l'uomo in situazione, è
più facilmente raggiunto in vista del-
la salvezza, dal laico... Moltissimi
uomini non possono né ascoltare il
Vangelo, né conoscere Cristo se non
per mezzo dei laici che siano loro vi-
cini (AG 21).
«È evidente che la fecondità del-
l'apostolato dei laici dipende dalla
loro unione vitale con Cristo• (387).
La fonte unica e definitiva dell'apo-
stolato del credente è solo il Cristo.
Non c'è bisogno di altra deputa-
zione..
-
3119

1.4 Page 4

▲back to top


«Ciascuno è chiamato per nome,
ricevendo doni e carismi propri per
il bene di tutti. Divenuto «nuova
creatura» in Cristo, e quindi parte-
cipe del suo amore missionario, il
laico credente non deve attendere
un mandato più o meno esplicito per
impegnarsi apostolicamente; in
realtà il mandato primo e inaliena-
bile è fatto risuonare potentemente
dallo Spirito nella profondità dell'es-
sere cristiano» (390).
Vita spirituale esige un impegno
eucaristico, mariano, liturgico, ca-
pacità di discernimento, di vita di
preghiera, amore alla Parola di Dio,
carità pastorale verso i giovani, ecc.
c) Essere cooperatore salesiano
implica rendere testimonianza cri-
stiana nel centro della vita umana.
Siete chiamati a fare esperienza sa-
lesiana nel cuore della società, nel
centro del tessuto sociale, economi-
co, politico, familiare, creaturale.
Siete invitati a preoccuparvi dei gio-
vani, là dove si decidono le politiche
e le strategie che incidono sul mondo
dei giovani: scuola, lavoro, tempo li-
bero, amicizia, cultura popolare, co-
municazione sociale, orientamento
vocazionale; ed anche dove emer-
gono i grandi problemi: la disoccu-
pazione, la droga, la frammentarie-
tà sociale, familiare, Io scontro di
generazioni, l'educazione all'amore,
le ideologie, i problemi della pace, il
destino dell'uomo, la fame, il sotto-
sviluppo, il progresso scientifico, il
nichilismo, il rifiuto della vita, ecc.
Contemplando Don Bosco, ed es-
sendo portatori dell'amore cli Dio ai
giovani, siete chiamati ad essere
persone che amano la storia per tra-
sformarla, per rendere «abitabile»
lo spazio e l'incontro sociale:
- studiare e riflettere sulla real-
tà, le trasformazioni socioculturali,
ecc.;
- scoprire la capacità e la forza
del nostro intervento come cristiani
impegnati.
Qui conta il senso dell'urgenza del
Regno, l'amore sacrificato del Buon
Pastore, l'assumere i problemi del-
l'uomo, del prossimo, come propri...
« Il destino del mondo è nelle mani
di Dio, ma anche nelle mani dell'uo-
mo. La storia del mondo è, in gran
parte, la storia della libertà umana.
Ecco perché siamo invitati a vivere
col cuore salesiano i misteri dell'In-
carnazione e delJa Resurrezione.
Cristo ha vinto le forze del male e ba
immesso nella storia «la potenza del-
la Resurrezione, cioè una forza di li-
berazione e di rinnovamento dell'uo-
mo e del mondo, una forza che fa
nuove tutte le cose» (AG 21).
Vi invito quincli a penetrare con il
cuore oratoriano, nel centro delJa
vita della società italiana e delJa
Chiesa, con la forza spirituale ed
apostolica che animava, e spingeva
Don Bosco:
- valorizzare lo studio e le deci-
sioni programmate;
- dare respiro ampio, intelligen-
te, con degli impegni validi, ai Gio-
vani Cooperatori;
- acquisire l'esperienza dell'es-
sere animatori laici.
È un atto di disponibilità vocazio-
nale... - e guardate - se noi diven-
tiamo dei sorcli e dei muti di fronte
alle sfide dei giovani in questa socie-
tà, il Signore susciterà altre forze
più audaci, più forti, specialmente,
più pronte a servire e a salvare. A
voi la risposta. A noi l'impegno di
non mancare nell'animazione e nello
sforzo per la vostra santità sale-
siana.
D. Sergio Cuevas
Consigliere generale F.S. e C.S.
«Pellegrinaggio in Terra Santa»
4-11 aprile
per CC. e amici F.S.
Un'esperienza forte di fede.
Un'occasione per partecipare alle solenni
liturgie pasquali nella terra benedetta dal
Signore.
Un momento di fraterna amicizia con altri
pellegrini.
Quota L. 1.025.000 con alloggio in camere
doppie.
Prenotarsi c/o Ufficio Nazionale CC. - Via
Marsala, 42 - Roma - Tel. 4950185 entro feb-
braio
In collaborazione con la Direzione di «AVVE-
NIRE» è stata organizzata una campagna di diffu-
sione del quotidiano cattolico.
Per un mese verrà inviato gratuitamente ai let-
tori del BS. CC. copia del giornale.
Fedeli al nostro spirito cooperiamo per la diffu-
sione della stampa cattolica.
4/20

1.5 Page 5

▲back to top


Roma, Solennità dell'Immacolata, 8 dicembre 1984
AI COOPERA TORI SALESIANI
e, per conoscenza,
ai MEMBRI di tutta la FAMIGLIA
Cari Cooperatori,
oggi, 8 dicembre, ho avuto la gioia di promulgare la Regola rinnovata dei Salesiani. Considero
questa data mariana come un felice auspicio di futuro per tutta la famiglia.
Ho chiesto insistentemente a Maria, nostra Maestra e Guida, che anche voi possiate a"ivare,
presto e bene, al traguardo finale del vostro Regolamento rinnovato.
Intanto, preso atto dell'iter proposto dalla Consulta mondiale per la celebrazione dei precon-
gressi locali, ispettoriali, nazionali e regionali, e avendo costatato che essi sono già stati attuati - in
forma positiva e fruttuosa -, considero giunto il momento di convocare il
2° CONGRESSO MONDIALE DELL'ASSOCIAZIONE
dei Cooperatori Salesiani
nel (<Salesianum>> di Roma (Pisana 1111) dal 29 ottobre al 4 novembre 1985.
È a tutti noto che il<< Regolamento>> dato da Don Bosco ai Cooperatori nel 1876 è stato aggior-
nato al Concilio Vaticano II e al Capitolo Generale Speciale dei Salesiani (1971) nel <<NUOVO
REGOLAMENTO», promulgato dal mio predecessore, don Luigi Ricceri, nella Pasqua del 1974.
Dopo oltre dieci anni di sperimentazione è opportuno che esso possa venir perfezionato da ulteriori
arricchimenti che lo rendano ancorapiù stimolante e attuale, in fedeltà allo spirito del Fondatore.
Le proposte di modifica, opportunamente studiate da una Commissione internazionale prepara-
toria, saranno presentate ai Congressisti. La presenza dei massimi responsabili, il bagaglio di espe-
rienze nuove e l'apporto delle varie aree culturali saranno validi elementi per la ricerca di una più
efficace vitalità ecclesiale dell'Associazione.
Nel programma del Congresso è anche prevista una presentazione dello stato dell'Associazione,
una relazione su <<La missione del Cooperatore tra i giovani>> e la verifica degli impegni assunti nel
Congresso del 1976.
Dopo questo evento incomincerà per l'Associazione, come è già iniziata per gli altri Gruppi
della Famiglia, una tappa nuova di maggior concretezza e slancio nella testimonianza della Vocazio-
ne Salesiana.
Lo Spirito Santo, fonte viva di tutti i carismi, visiti il Congresso con la su.a santificatricepotenza.
Maria Immacolata, Ausiliatrice e Madre della Chiesa, Don Bosco, i Santi e Beati della nostra
Famiglia, e i Cooperatori avviati all'onore degli Altari, imerceda.no per l'esito dei lavori e li rendano
fecondi a bene <<deipiccoli e dei poveri>> a cui siamo stati inviati per l'edificazione del Regno.
Abbiate fiducia, il Signore è con voi!
Cordiali saluti a nome di tutta la Famiglia Salesiana.
Con affetto e riconoscenza,
Don Egidio Viganò
Rettor Maggiore
5/21

1.6 Page 6

▲back to top


VITA DELL'ASSOCIAZIONE
CENTRO COOPERATORI SA·
LESIANI - ISTIT<ITO « S. C<IO-
RE» Ruvo (Bari)
Relazione « Giornata Trelew»,
12-11-1984
Si premette che il nostro cen-
tro è un paese agricolo. Si avvi-
cina novembre, mese dedicato
aHa Missione di Trelew per la
quaJe ci è difficile una buona rac-
colta dj Offerte ma più facile con-
tribuire con il « Laboratorio Mam-
ma Margherita» . Infatti aHa fine
dell'anno sociaJe invieremo un
comJeto d'Altare: tovaglie, ca-
mici, purificatoi, ecc.
Guarruamo il programma an-
nuaJe:
in dicembre c'è il «NataJe dei
Cooperatori» e bisogna arrivarci
con le macchine... il pullman
spara una grossa somma;
ci sono gli auguri aHa Direttrice
e Comunità, con un pensiero
concreto che facciamo con spi-
rito ru fraternità;
in gennaio abbiamo il 1° ra-
duno annuaJe e il ricavato si invia
al Rettor Maggiore;
in febbraio: la GIORNATA
MISSIONARIA SALESIANA,
ecc...
Ci chjediamo: volendo inviare
anche una modesta offerta, svuo-
tiamo la cassa o iniziamo dal pri-
mo incontro formativo a chiedere
offerte?
Ecco che una giovane aspiran-
te vicina alla PROMESSA sugge-
Giornata d1 trelew del CC di Ruvo - D. G. De Blase Giuseppe tiene la relazione al partecipanti
sul tema delle mlsslool
risce:sorteggiamo un quadro, lo
dipingo io. Nel giro di una setti-
mana il quadro è pronto, gli fan-
no mettere una bella cornice. I
GG.CC. preparano le sèritte per il
salone.
Così, lunedì, 12 novembre, ci
ritroviamo tutti, adulti e giovani
nel salone dell'Istituto. Una Con-
sigliera parla con calore della
Missione di Trelew, come del re-
sto aJtre volte; prospetta l'inizia-
tiva del sorteggio e si comprano i
biglietti, non si arriva a metà
blocchetto. Il Salesiano tratta l'ar-
gomento mensile, seguono inte-
ressanti interventi, infine il sorteg-
gio. Il fortunato professor Biagio
Bruni è contento. Scattano le
foto. Rjcavato? L. 150.000.
Una somma modesta, ma me-
glio che niente.
Accludiamo delle foto che pre-
ghiamo anche ru pubblicare su
COOPERATORES a cui il Centro
è abbonato e al « Bollettino Sale-
siano» , per incoraggiamento e
stimolo dei nostri cooperatori, af.
finché il prossimo anno si possa
fare quaJche cosa in più per la
nostra cara Missione di Trelew.
Ruvo, I O dicembre 1984
Le Consigliere locali
e la Delegata locale
Suor Bianca Gulllaro
F.M.A.
6/22

1.7 Page 7

▲back to top


VASTO, 13-12-1984
Sono ormai dieci anni che il la-
boratorio « Mamma Margherita»
di Vasto con la collaborazione dei
Cooperatori salesiani e l'aiuto di
alcune signore di buona volontà
organizza una mostra-mercato di
lavori artigianali eseguiti da loro
stessi.
Vi sono esposti magnifici ri-
cami, merletti eseguiti a tombolo
e con l'uncinetto, maglie e lavori
in pittura.
La mattina de11'8 dicembre,
giornata tanto cara ai salesiani, è
festa grande in parrocchia per l'a-
pertura della mostra.
Non manca il saluto del sin-
daco, del direttore salesiano e la
benedizione del parroco.
Quest'anno l'inaugurazione è
stata particolarmente solenne per
festeggiare il decimo anno.
U «nastro» è stato tagliato da
don Stella Lidney uno dei fonda-
tori della comunità salesiana di
Vasto, giunto apposta da Manop-
pello.
Alle signore che con il loro la-
voro permettono la realizzazione
di questa iniziativa, è stato con-
segnato un diploma ricordo.
Tutto il ricavato della vendita
dei prodotti è donato in benefi•
cenze, specialmente aJle missioni
più povere.
Quest'anno nelle giornate di
esposizione, è stata inserita una
lotteria, il cui ricavato sarà do•
nato alla comunità Incontro (per
il recupero dei tossicodipendenti)
di Ortona.
I Cooperatori di Vasto, fedeli
allo spirito di Don Bosco, hanno
scelto quelli che forse oggi sono i
giovani più « poveri e abbando•
nati».
Una cooperatrice
Incontro ad Arborea
Domenica 20 gennaio 1985, si
è svolto ad Arborea un incontro
tra i Cooperatori della Sardegna.
Ha partecipato ad esso il De-
legato Nazionale don Alfonso Al-
fano. Si è trattato di un incontro
di fraternità, il primo dell'anno so-
ciale 1984-85.
Centoventi Cooperatori sono
Un grup_po di animatori mitalonart dJ Ruvo con un quadro che vale... ama cbuona colletta•
per Trelew.
convenuti ad Arborea, presso l'J.
stituto Salesiano, provenienti da
quasi tutti i centri dell'isola.
IJ tema dell'incontro è stato il
tema delJa strenna annuale del
Rettor Maggiore per il 1985, che
pone in evidenza lo spirito delle
Beatitudini che deve animare i fi.
gli spirituali di Don Bosco nell'an-
no internazionale dei giovani.
Don Alfano ha esordito facen-
do un quadro della condizione
giovanile oggi , rilevandone le luci
e le ombre, i motivi di speranza
nonostante le incertezze e le mi·
serie che in essa si riscontrano e
che attanagliano la vita di molte
giovani esistenze.
Una costatazione amara: oggi i
giovani non fanno più notizia, o
non fanno più notizia come la fa-
cevano alcuni anni addietro. C'è
una specie di indifferenza per i
problemi giovanili che serpeggia
sia nella società civile, sia nelJa
comunità ecclesiale.
Ha, ancora, insistito affinché i
figli di Don Bosco sappiano ve•
dere in ogni situazione più ciò
che è positivo di ciò che è nega·
tivo, e cerchino di far leva su ciò
che porta a sperare per operare
in modo fruttuoso.
Cercando di vedere ciò che
manca alla generosità a volte
eroica, dei giovani d'oggi, don
Alfano non ha esitato a ricono-
scere nell'assenza di Cristo, il
vuoto che crea tanti scompensi
ed avvilimenti nel mondo giova•
nile del nostro tempo.
Poi è passato ad illustrare le
Beatitudini che Matteo ci ha de-
scritto nel suo Evangelo.
Non potevano mancare alcune
considerazioni sul tema della ri-
conciliazione che proprio in que-
st'anno la Chiesa italiana si accin-
ge a studiare e meditare.
Prima della relazione del De-
legato nazionale il visitatore per la
Sardegna don Varese aveva rivol-
to alcune parole di saluto e di au-
gurio, ed ancora spronato tutti
alla preghiera per le vocazioni.
C'è stata anche una parola ri-
volta ai Cooperatori Sardi con-
7/ 23

1.8 Page 8

▲back to top


VITA DELL'ASSOCIAZIONE
venuti, da parte del Segretario
Coordinatore lspettoriale uscente
Silvio Milia che ha voluto richia·
mare alcuni punti:
- preghiera per le vocazioni,
per le missioni (in particolare Tre-
lew), per il congresso mondiale
da parte dei Cooperatori malati
che offrono la loro sofferenza al
Signore;
- diffusione della buona
stampa (in particolare Mondo
Nuovo);
- formazione;
- Anno internazionale dei
giovani.
Concludendo ha presentato i
risultati delle elezioni per il rin-
novo del Consiglio lspettoriale.
Per ultimo ha preso la parola il
Delegato lspettoriale don Casti
che ha insistito sulla preparazione
per l'anno 1988 anno centenario
della morte del nostro Santo Fon-
datore.
La celebrazione eucaristica ha
concluso la mattinata.
Nel pomeriggio si è avuto un
«recital» curato da alcuni giovani
Cooperatori e dal «gruppo degli
incontri di amicizia e spiritualità».
Ha avuto termine così una fra-
terna giornata Salesiana dei Coo-
peratori Sardi.
Non ci sono stati discussioni e
dibattiti. Si è voluto solo avere un
incontro fra fratelli nel nome del
loro Padre comune, Don Bosco.
Silvio Milia
La proposta di « Strade Nuove»
Un quadrimestrale originale e
vivace di documentazione di at-
tività è pubblicato dai GG.CC. di
Nizza Monferrato.
Vi leggiamo iniziative di forte
impegno apostolico e incontri di
festa vissuti in amicizia e in...
umorismo.
Fatevi ancora sentire... e ma-
gari anche «vedere» in qualche
fotografia.
Giornata di spiritualità
e di amicizia
Domenica 20 gennaio s1 e
svolta a Maddaloni (Caserta) la
seconda giornata di spiritualità
per GG.CC. della Campania e
della Basilicata.
Nel! 'Auditorium della scuola
media locale D. Italo Sammar-
ro, accolto con simpatia ed affet-
to dai molti giovani presenti,
ha commentato la Strenna del-
!'anno.
Il tema è stato approfondito in
gruppi di studio e conclusioni in
comune.
Il pranzo al... sacco, la «ricrea-
zione», come sempre, sono stati
occasione piacevole di fraternità
e di festa.
La preghiera di Vespro ha con-
cluso la giornata.
« Tra di noi»
È il titolo del foglio di colle-
gamento per i CC dell'lspettoria
Centrale. Congratulazioni!
È uno strumento di informa-
zione e di comunicazione utile ed
efficace. Aiuta a crescere nell'u-
nità, stimola ed incoraggia a so-
stenere iniziative e favorisce l'in-
terscambio della Famiglia Sale-
siana.
Interessante per gli obiettivi
che si pone è l'indicazione dell'i·
tinerario formativo; è la strada da
percorrere per la preparazione
alla Promessa.
Dal vostro giornalino appren-
diamo anche che sono ripresi i
lavori alla casetta di S. Domenico
Savio.
Il vostro S.O.S merita una
maggiore conoscenza.
Perché non inviarci ulteriori
e dettagliate informazioni sul
Progetto, sulla conduzione e fina-
lità della casa, corredate da foto-
grafie?
Incontro annuale
Delegati lspettoriali S.D.B
Il 5 febbraio si è tenuto a
Roma l 'incontro annuale del Set-
tore CISI F.S., riservato ai Dele-
gati lspettoriali Salesiani d 'Italia,
che ha il compito, sotto la re-
sponsabilità dell'Ispettore della
«Romana», di coordinare, a
nome della CISI, il servizio di ani-
mazione, presso i Cooperatori e
gli Ex Allievi.
Prt!senti D. Sergio Cuevas e D.
Mario Prina sono stati esaminati
alcuni punti:
- La F.S. nel territorio alla
luce del C.G. 22.
La crescita della laicità nel
cc.
Scelta e formazione dei
nuovi CC.
- Aspetti organizzativi. Co-
municazioni.
- Iniziative varie a livello na-
zionale.
Per gU Aspiranti Cooperatori
del Lazio
L 'Ufficio lspettoriale CC del La-
zio ha organizzato degli incontri
formativi per preparare i nuovi
CC alla « Promessa>) .
È un momento insostituibile
per la vitalità dell'Associazione e
per la qualificazione e formazione
dei nuovi associati.
Gli Aspiranti CC sono invitati
ad approfondire insieme le moti•
vazioni di fondo della vocazione
laica, lo spirito apostolico con
cui è vissuta tale vocazione e le
strutture organizzative dell'Asso-
ciazione.
Gli incontri sono tenuti a
Roma, via Marsala, in orario e
giorni concordati con gli interes-
sati stessi.
a
8/24

1.9 Page 9

▲back to top


PRESENZA GIOVANI
COMUNIONE
COMUNITA
Il volontario è segno della carità evangelica.
In una società dominata dalla brama dell'avere e del
VOLONTARIATO
possedere per consumare il volontario fa una scelta ti-
RIFLESSIONl
picamente cristiana, afferma il primato del donare,
esplica la sua missione a servizio dell'uomo.
Al volontario che deve essere munito di una specifica
Come meravigliarsi che nelle co-
munità cristiane quando sono gio-
competenza professionale e tecnica e contare su di una
vanilmente vive e pulsanti, ger- personalità matura è necessario un adeguato tempo di
moglino, come su di un terreno pri- formazione.
vilegiato di coltura, gruppi di vo-
lontari desiderosi di mettersi al ser-
vizio della fraternità universale per
la costruzione di un mondo più giu-
sto e più umano, secondo il prov-
vido disegno di Dio? Il volontariato
infatti è come il segno e l'espressio-
ne della carità evangelica, che è
zione eucaristica in una continua
conversione ai valori evangelici,
questa motivazione fondamentale,
che dev'essere e rimanere alla
base delle vostre scelte. Da essa
potete attingere sempre nuova ispi-
stanziale per andare verso una
evasione, ma scaturirà da una pie-
nezza spirituale, per orientarsi ver-
so la costruzione del Regno di Dio.
Voi non intendete esportare
ideologie, o imporre modelli cultu-
dono gratuito e disinteressato di se
stesso al prossimo, particolarmente
ai più poveri e più bisognosi. In
una società dalla brama dell'avere
razione e nuove energie creative.
In tal modo la vostra opzione di
vita non nascerà da un vuoto esi-
rali. Voi guardate con simpatia e
amore l'uomo nella sua concretez-
za e nella vera e totale realtà del
e del possedere per consumare,
voi avete compiuto una scelta tipi-
camente cristiana: quella del pri-
mato del donare. È nel mistero del-
la libera e totale donazione di Cri-
sto al Padre e ai fratelli che il vo-
stro volontariato ha la sua fonte e
trova il suo alto e convincente mo-
dello. «Cristo ha dato la sua vita
per noi» - scrive l'apostolo San
Giovanni, che da tale costatazione
trae la conseguenza: «anche noi
dobbiamo dare la nostra vita per i
fratelli» (1 Gv 3,16). Divenuti disce-
poli e imitatori di Cristo, voi vi met-
tete al servizio dei fratelli non solo
per realizzare la giustizia sociale,
ma spinti in primo luogo da «quel-
la forza più profonda che è l'amo-
re» (Encicl. Dives in misericordia,
n. 12).
Dev'essere preciso:mente questo:
dimensione di fede e di carità a
qualificare la vostra opzione e a
conferire un'impronta tutta specia-
le al vostro progetto di vita e al vo-
stro stile d'azione di volontari cri-
stiani.
Vorrei invitarvi ad approfondire
e ad interiorizzare nella meditazio-
ne, nella preghiera, nella celebra- Uoo del· tand momenti dJ contatti del Papa con J glovaol.
9125

1.10 Page 10

▲back to top


suo essere e del suo destino. La vo-
stra missione è di favorire una pre-
sa di coscienza della dignità uma-
na e cristiana integrale, che pro-
muova un processo di maturazione
della comunità nella quale vi inse-
rite.
Questo sviluppo il cristiano non
lo riduce alla sola dimensione eco-
nomica, sociale, culturale e politi-
ca, per importante ch'essa sia. Se
infatti l'attività rimanesse limitata a
questo solo piano essa sarebbe in-
sufficiente e rischierebbe di risul-
tare ambigua. Nell'orizzonte della
fede, che vi ha fatto scoprire in Cri-
sto che cos'è l'essere umano e qua-
li sono le sue esigenze ed il suo fine
supremo, voi esplicate la vostra
missione a servizio dell'uomo nella
sua totalità di essere materiale e
insieme di soggetto trascendente,
creatura di Dio, redento da Cristo,
chiamato alla comunione di vita
con Dio e alla fraternità universale,
sul fondamento della giustizia e
dell'amore.
Chi lo affronta deve essere, per-
ciò, munito di una specifica com-
petenza professionale e tecnica, e
deve soprattutto poter contare su di
una personalità matura. Non ci si
può improvvisare «volontari» solo
sulle ali dell'entusiasmo, senza le
necessarie e comprovate qualità di
carattere. Tale servizio, infatti, esi-
ge spirito di povertà, capacità di
prestare la propria opera senza
ostentazione, ma con discreta e
cordiale amicizia. Esso postula an-
cora allenamento al sacrificio, at-
teggiamento di ascolto, sensibilità
ai valori culturali e spirituali del-
1'ambiente, prudenza nei giudizi,
discernimento nelle scelte, testi-
monianza di vita autenticamente
cristiana. Solo a queste condizioni
sarà possibile aiutare i fratelli e
le comunità a «crescere», fino a
divenire i protagonisti della loro
storia.
Giovanni Paolo II
ai Soci del FOCSW
~,,,,,;-:'~~~~-:~,..~---~~:-~-r~.":.r·-.-'., .
.J,a,,,., ,~~ "'~:"-~;&~..:.;-.. '._. : - ~--
D volontariato richiede sacrificio e dlsponfbllltà a tutto.
preparato dall'Ufficio Nazionale è
quasi esaurito, segno evidente di
interesse per questo strumento di
lavoro.
Ma un anno di semplice studio,
di incontri, di conferenze... deve
servire a creare tra di noi una co-
scienza cristiana di servizio, deve
maturare menti e cuori apostolici
tra tutti gli associati, è una cam-
pagna contro l'intimismo, contro
l'egoismo, contro ogni forma di pi-
grizia.
:f: l'invito «ai fatti», senza fermar-
si alle parole.
Ai Centri locali non manchi in-
ventiva e generosità!
Per la giornatadella Page del l 0
gennaio il Papa ha scelto un tema
suggestivo e ben intonato all'anno
dei giovani e al nostro attuale cam-
mino: «la pace e i giovani cammi-
nano insieme».
Non sono mancate e non man-
cheranno un po' ovunque manife-
stazioni, aggregazioni di ogni tipo
e cultura, contro la violenza e la
guerra, a favore del disarmo e del-
la pace. :f: tutto? Non credo.
Il pacifismo superficiale è il peg-
gior nemico della pace.
:f: il rischio di chi agita bandiere
--
...
«LA PACE ED I GIOVANI
CAMMINANO INSIEME»
Ai CC è stato affidato, come og-
getto di riflessione, il tema del Vo-
lontariato, un aspetto concreto del-
lo studio del piano pastorale Co-
munione e Comunità. L'opuscolo
10126

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


La Giunta nazionale ha avviato una aeria revisione. alla
luce anche del tema dell'anno. dell'impegno missionario del-
1'Asaoc:iazione.
Sono molte• varie le iniziative del settore: Trelew. Noi
per loro (India). Progetto A&ica...
Si aente l'urgema di una verifica e di una Proposta uni-
taria sul volontmiato laico missionario.
Si • iniziato con una aerie di incontri con i Cooperatori
che hanno operato a Trelew e una prima riflessione in Giun-
ta. Si continuerà rivedendo la struttura del settore miufona-
rio di Giunta. incontrando i GG.CC. a fine mano e poi nel
Consiglio nazionale ad aprile.
linea questo tipo di egoismo. Per i
responsabili dell'Associazione sia
quest'anno una occasione per una
profonda verifica del proprio pro-
getto sul volontariato laico ovun-
que e comunque esso si debba
esprimere.
Per tutti, specialmente i giovani
Cooperatori, resta l'impegno a tra-
durre nel concreto proposte di
pace e di servizio.
Riprenderemo in seguito questa
riflessione per rendere possibile
nel nostro piccolo, con l'aiuto di
Dio, il cammino dei giovani verso
una cultura di pace.
D. Alfano Alfonso
TRELEW 8-1-1985
Olimpia ~ rientrata dopo oltre Ire anni da Trdew - Nella foto prima di partire, riceve U cro-
c.lflsso dal Reuor Maggiore.
e lancia slogans, di chi si schiera
per la pace anche senza sapere
cosa sia la pace.
Occorre vivere i grandi temi del
disarmo, della pace, reagendo alla
tentazione del «pressapochismo» e
all'influsso delle facili emozioni e
costruendo una cultura di pace.
Non basta urlare «no alla guerra,
è necessario «dire si alla pace»,
passare da una cultura di_paura
della guerra a una cultura che ci
veda amici e costruttori di pace.
E questo è un cammino giovane
per giovani: con i giovani è possi-
bile creare un'etica di pace, con
loro è possibile e necessario creare
una storia nuova per gli anni Due-
mila.
E oggi anche il volontaricrto si fa
messaggio per una cultura di
pace: frutto per molti di maturazio-
ne cristiana e di sensibilità aposto-
lica, il volontariato è una presenza
giovanile fresca, libera e liberante,
è una testimonianza eccezionale
per la pace, perché scardina all'o-
rigine la mentalità della guerra. La
guerra si fa per motivi di ordine
economico, di ordine egoistico:
egoismi di gruppo, egoismi etnici,
egoismi culturali, egoismi ideolo-
gici.
Il volontariato spezza su tutta la
Caro don Alfonso,
come promesso nell'ultima mia
lettera ti mando una relazione del-
le nostre manovre finanziarie.
Non sono un economista e nep-
pure un ragioniere e forse non sarà
ben fatta però spero che sia suHi-
ciente per dare un'idea.
La cassa dei Cooperatori, da ora
in avanti, passerà a Giuseppe già
che io tra pochi giorni partirò per
Nenquèn.
A proposito della mia partenza,
desidero conosca un poco la cosa.
Sui motivi, che ho già esposto nella
lettera precedente, non intendo
spendere nemmeno una riga, ma
per lo meno del luogo dove vivrò
nei prossimi mesi mi sembra giusto
ne sappia qualcosa.
Si tratta di una zona, della pre-
cordigliera, destinata dallo Stato a
riserva indigena dove infatti vivono
organizzate secondo il loro proprio
costume varie comunità o tribù Ma-
puche (questo è il nome della razza
indigena).
è un padre salesiano missio-
nario, p. Francisco Calendino, che
si occupa di questa zona, abba-
stanza ampia e che fa capo alla
parrocchia salesiana di Chos
Matal.
Quando ho presentato il caso al
p . Calendino, lo stesso mi ha con-
sigliato di stabilirmi in una comu-
nità e vivere 11, fisso, con la possi-
bilità di muovermi secondo le esi-
genze in altre comunità. La riserva
dove dovrei stabilirmi si chiama
Colipilli; è dotata di una cappel-
lina e una abitazione al lato.
11/ 27

2.2 Page 12

▲back to top


Il tipo di lavoro e i tempi sono da
inventare considerato che le neces-
sità sono molte e l'ambiente è molto
particolare e delicato e perciò ogni
programma «importato» rischia di
portare solo scompiglio.
Così, in breve, è quello che so;
anche per me molte cose sono sco-
nosciute ma piano piano si farà il
cammino; credo comunque che il
Signore in questa esperienza avrà
senz'altro qualcosa da dirmi... e
Lui alle promesse non manca.
Bene mi sembra che è tutto.
Ti faccio tantissimi auguri per il
tuo nuovo incarico; spero possa
trovare un valido aiuto in coloro
che ti stanno vicino ma soprattutto
in colui che chissà da quanto tem-
Durante una pausa del lavori... per «riscaldare gU animi e l corpht attorno al camino.
Foto ricordo (da slnbtra) - Olimpia, D. Lu-
ciano, Maria Concetta, D. Alfoll50, Rosa, Da-
niela, le 2 figliuole di Romano, Domenico.
po ti aveva preparato questo posto.
Quindi forza e coraggio!!!
A tutta la «truppa» manda i miei
saluti e auguri per questo nuovo
anno.
A riserntirci.
Un abbarccio...
Marco
INSIEME PER CONFRONTARSI
Non è facile dire in poche parole
ciò che ho vissuto in una giornata
insieme ad un gruppo di giovani
generosi. Devo farlo brevemente.
12/28
pazienza.
Tutto è cominciato tempo fa
quando don Alfonso ha proposto di
incontrare tutti i «reduci» da Tre-
lew per uno scambio di idee.
So di aver usato una brutta pa-
rola, ma è la sola che mi viene in
mente. Certo un po' di verità lo
dice: se «reduce» è colui che ritor-
na a casa dopo una battaglia, bi-
sogna ammettere che loro sono ri-
tornati da una battaglia, da una
guerra contro le miserie materiali e
morali; però, al contrario di tanti
reduci di guerra essi vorrebbero
tornare nel cuore della battaglia. E
se non possono, per cause diverse,
rivivono quella loro vita con nostal-
gia, con sofferenza, nella speranza
di poter comunque contribuire alla
soluzione di quei terribili problemi.
Non è stata questa, penso, una
inutile premessa a quanto breve-
mente vi riferirò, bensfun tentativo
di esprimervi il clima nel quale ho
vissuto quello poche ore con Rosa,
Maria Concetta, Olimpia, Daniela
e Oliviero.
Finalmente ho avuto modo di
ascoltarli, direttamente, e non leg-
gere le loro lettere; cogliere dalle
loro labbra le loro impressioni, le
loro idee sul progetto Trelew, sulla
missionarietà, sull'Associazione in
rapporto a questi problemi.
Sono stati molto schietti e ciò ha
contribuilo non poco a farci un'i:
dea più chiara di tutto, cosa non
facile per chi, come noi, è lontano,
fuori della mischia.
Ma non voglio parlare dei con-
tenuti in quanto di essi si avrà
modo di dilungarci in altra sede,
bensl riferirvi del come siamo stati
insieme.
Siamo giunti a Corchiano (Rosa,
don Alionso, don Luciano ed io)
dopo un non agevole viaggio in
automobile (nessuno di noi cono-
sceva la strada) verso le IO e 30 e
ci hanno accolti affettuosamente
Marta, la moglie di Romano, e le
sue simpaticissime bimbe insieme
a Olimpia, M. Concetta, Daniela e
Oliviero, giunti col treno da alcune
ore.
La mattinata è stata dedicata al-
1'esame dei problemi più urgenti di
Trelew e dei limiti nella realizzazio-
ne del progetto.
Un bel coniglio alla cacciatora,
preparato da Marta è stato il
«clou» della grande tavolata che
ci ha permesso di rifocillarci, il tut-
to innaffiato da un buon vino e
completato da un dolce siciliano,
di cui non ricordo il nome, offerto
da Maria Concetta.
Rimessa ogni cosa a suo posto
(per preparare la tavola si era fat-
ta una piccola rivoluzione in casa)
una bella passeggiata «post pran-
dium» ci ha permesso di digerire
meglio e di scambiare a piccoli
gruppi idee più o meno allegrotte
(a seconda della resistenza al poco

2.3 Page 13

▲back to top


alcool ingurgitato) per chi aveva
voglia cli scherzare, mentre per
qualcuno è stata l'occasione per
approfondire quanto si era discus-
so in mattinata.
Una volta raccolti di nuovo intor-
no al caminetto si è cercato cli ti-
rare le somme e si è deciso cli far
incontrare nei giorni seguenti i soli
missionari per la stesura cli una se-
rie cli considerazioni e consigli in
base ai quali ricominciare la revi-
sione del progetto Trelew e rag-
giungere almeno l'obbiettivo mi-
nimo che i primi anni di attività
hanno evidenziato come necessa-
rio.
Poi i saluti e via, noi verso Roma.
loro verso un meritato riposo in at-
tesa cli riprendere il lavoro, più in-
tensamente, l'indomani.
Lo spirito cli questa giornata mi
auguro si possa ricreare il 29 e 30
marzo nell'incontro per GG.CC.
che si terrà a Roma a cui parteci-
peranno alcuni cli questi nostri fra-
telli tornati da Trelew.
Sarà l'occasione per confrontare
le nostre idee e la nostra generosi-
con chi ci proporrà concreta-
mente un modo di spendere la no-
stra vita cristiana e salesiana:
come risponderemo? Spero in tanti!
Ciao.
Enzo
CONSEGNA STRENNA
ALLA F.S. DEL LAZIO
Il 13 gennaio nell'Auditorium
dell'Ateneo Salesiano in Roma il
Rettor Maggiore ha presentato e
commentato alla F.S. del Lazio la
Strenna del 1985.
Dopo la preghiera e il canto
sono state proclamate le « Beatitu-
dini» dal Vangelo cli Matteo.
Il Rettor Maggiore ha iniziato
congratulandosi con i presenti, mai
«visti cosi numerosi» alla consegna
della Strenna.
Dopo l'apprezzata e applauditis-
sima esposizione cli don Egidio Vi-
ganò i giovani del Centro giovanile
Don Bosco hanno presentato un
originale recital sulla pace, tecni-
camente e artisticamente valido e
ricco di messaggio.
I ragazzi hanno voluto evidenzia-
re come si è parlato e si parla sem-
pre tanto cli questo problema e cli
come purtroppo ancora non ne ab-
biamo preso coscienza.
Ci sembra un argomento tanto
lontano da noi, ma in effetti è intrin-
seco nella nostra vita quotidiana.
Il filone del recital si è basato su
interrogativi comuni come le con-
seguenze cli una guerra nucleare, il
domandarsi cosa significa vera-
mente e soprattutto come gli inte-
ressi egoistici dell'uomo possano
portare ad una tragica soluzione
solamente per propria autogratifi-
cazione.
L'originalità dei balletti ha fatto
da sfondo e ha coronato questo
messaggio, e ha lanciato quasi un
invito a tutti i partecipanti con la
canzone «Risponderemo».
f: una proposta fatta ad ogni sin-
golo, è una domanda che invita ad
interrogarci, a non sopravvalutare
«la pace» considerandolo un pro-
blema degli altri, ma una richiesta
cli disponibilità di cuore e quello
che è poi il messaggio evangelico
di «amore per il prossimo», ma non
quel prossimo astratto cli cui si par-
la spesso, ma quello reale che vive
ogni giorno accanto a noi.
Diciamo quindi un bel grazie a
questi ragazzi che sono alle prime
anni, perché in quei 90 minuti cli
spettacolo hanno saputo dare degli
ottimi spunti!
Daniela Nardi
_____CORRISPONDENZA-----
Carissimi Cooperatori
Gentilissime Signore
del laboratorio di Mamma Margherita!
Lodz,
Natale '84
In questi giorni, nella vicinanza delle Feste Natali-
zie ho sfogliato l'elenco delle persone che ci hanno
dimostrato la loro benevolenza ed il loro buon cuore.
Ne sono alquanto confuso. Ce ne sono tante tante.
Ho deciso di farmi vivo in queste specifiche circostan-
ze e oltre gli auguri sottolineare i nostri (si tratta
di tanta gente) sentimenti di gratitudine e di ricono-
scenza.
Il motivo?
Abbiamo piacere costatare che il loro sforzo non è
andato in vuoto.
Le testimonianze?
Siamo riusciti a montare due Laboratori MM e gli
altri quattro stanno per spuntare. Questo processo so-
ciale è un risultato del loro esempio e del loro discre-
to impulso.
Quale sarebbe quell'impulso?
I loro pacchi con tanta roba permeato del loro
apostolico cuore. Vogliamo quindi ringraziare d1 cuo-
re ed avvisare che loro apostoliche pratiche comincia-
no a portare i benedetti frutti nella terra lontana, ma
vicina al cuore di Don Bosco, e a tutta la Famiglia Sa-
lesiana. Quindi abbiamo una gioia comune. Loro,
Gentilissime Signore, possono gioire che la loro inizia-
tiva rinvigorisce e rifiorisce in un paese lontano, in Po-
lonia. E noi possiamo gioire che abbiamo trovato le
anime gemelle.
Vogliamo essere sinceri e non possiamo nascon-
dere un altro fatto: la nostra presente situazione non
favorisce un pieno sviluppo di una iniziativa molto
importante e utile in mille modi per il semplice mo-
tivo che la nostra situazione economica del Paese ci
priva di molti fattori coadiuvanti. Cerchiamo però di
cavarcela. Usufruiamo tutte le circostanze favorevoli e
tutte occasioni per trovare una giusta soluzione.
Le nostre Signore dei Laboratori fanno come lo
fanno le buone Mamme. Cercano di dividere il Pane
dando a tutti secondo le possibilità e secondo i biso-
gni. Il resto lasciano nelle mani della Provvidenza.
Come vedono io non ho potuto coprire col silen-
zio ciò che si sta facendo con loro aiuto. Ho sentito il
bisogno di dar loro una piccolissima relazione di ciò
13/29

2.4 Page 14

▲back to top


Don Aleul huleme al suoi carl
lebbrosi di Bombay è riconoscen•
te per l'aiuto di «Noi per loro».
che con loro sostegno, con loro pacchi hanno risve-
gliato. Quindi GRAZIE! GRAZIE! Il Signore conceda
loro la grazia della umana soddisfazione che il loro
sforzo non è andato nel vuoto.
Gentilissime Signore, gradiscano i miei e della no-
stre Signore i migliori e sinceri Auguri di BUON NA-
TALE e FELICE CAPO d'ANNO! Gesù Bambino bene-
dica con grande abbondanza. la materna premura
del la Vergine Santissima ottenga dal Suo Divin Bam-
bino la gioia e la buona salute nel servizio apostolico
e familiare.
Carissimi saluti ed ossequi al loro bravissimo e ma-
gnifico Assistente.
Preghiamo a vicenda. Don Bosco sia contento di tut-
ti noi e delle Loro apostoliche premure.
D. Jozef Krol
CATHOLIC CHURCH
Sonaighuli-SAWKUCI P.O.
GUWAHATl-781 013
ASSAM - INDIA
Carissimo don Alfano,
tante grazie per il suo continuo interessamento a
nostro favore. Le siamo tanto grati e riconoscenti.
Ogni giorno l a ricordo nella Santa Messa e lo farò
in modo tutto speciale la notte di Natale.
Pregheremo perché Gesù Bambino la ricomi di
tante grazie nel suo lavoro a Natale ed ogni giorno
dell'anno 1985.
Voglia estendere i nostri auguri a tutti i suoi col la-
boratori e cooperatori nella sua campagna di cari-
tà. Assicuri tutti del nostro ricordo.
Preghi per me e mi benedica,
Aff.mo in Don Bosco
Don Mario
14/30
COOPERATORI SALESIANI
Ufficio Nazionale
Via Marsala, 42 - 00185 ROMA
31-1-1985
(Festa di 5. Giovanni Bosco)
Caro Amico di Mondo Nuovo,
siamo ormai al termine di gennaio e costatiamo
con soddisfazione che ci sono pervenute quasi tutte
le riconferme delle «RIVENDITE MONDO NUOVO»
per il 1985.
Ma ora da un primo sommario esame, rileviamo
che manca il suo nominativo. Non vogliamo farle un
rimprovero, in quanto siamo certi che questa dimen-
ticanza sia dovuta più agli onerosi impegni quotidiani,
che alla effettiva volontà di non rinnovare la «Riven-
dita». Siamo comunque ancora in tempo, purché lo si
faccia subito.
Un piccolo atto di buona volontà, procurerà un
anno di lettura cristianamente orientata, piacevole e
anche economica.
Il libro entra anche nelle case dove non può en-
trare il sacerdote, è tollerato perfino dai cattivi. Pre-
sentandosi non arrossisce, trascuralo non si inquieta,
letto insegna la verità con calma» (Don Bosco).
Coraggio dunque, nonostante le difficoltà.
In attesa di ricevere al più presto la sua conferma,
esprimo a nome del!'Associazione Cooperatori Sale-
siani la più viva riconoscenza, per la collaborazione
che offre.
Cordiali saluti.
Domenico Scafati
IMPORTANTE,
Se nel frattempo la riconferma è stata spedita, non tenga
conto de/la presente.

2.5 Page 15

▲back to top


RICONCIUATI
lf CRISTO
E NRU CH.IESA
- ucP a-tt lrlrl m va•­-
t"";'..~. "'"ntllJ
I-~
------___.
DUE GENERAZIONI
A CONFRONTO:
DALL'ACCUSA
Al DIALOGO
O 2000
MONDO NUOVO
In programma per Il 1985
GIOVANI, NON SIATE I GRANDI ASSENTI -1985, Anno
dei Giovani. Ansie, speranze, responsabilità della nuova
generazione nella parola di Giovanni Paolo Il.
LA SFIDA 01 SENTIRSI FRATELLI - Il perdono del Papa
ad Alì Agca, della figlia di Moro agli assassini di suo padre,
del fratello agli uccisori di Bachelet: i grandi gesti della ri-
conciliazione in un tempo di lacerazioni profonde.
LA SCUOLA CATTOLICA - I genitori hanno diritto. sen-
za spendere di più, di scegliere la scuola che preferiscono
per i loro Figli? Perché solo in Italia rimangono certi ana-
cronismi per cui l'unica privilegiata è la scuola di Stato?
RELIGIONE E RELIGIONI - Tutte le religioni sono ugua-
li? Attraverso a tutte si arriva a Dio?
MAFIA, CAMORRA, 'NDRANGHETA - La coscienza cri-
stiana si ribella. Cosa ne pensa chi si gioca la vita in que-
sta lotta, mons. Riboldl.
EUTANASIA - Che significa «morire con dignità• . È le-
cito affrettare la fine a un malato «terminale•? Una tragica
parabola: dall'aborto all'eutanasia. Una civiltà che ha pau-
ra della vita e della morte.
OROSCOPI, MAGIA, OCCULTISMO - Che significa il
loro «boom» nel nostro tempo? Cosa deve pensarne il cri-
stiano? Tolto Dio, stiamo ritornando agli idoli?
ABORTO E COSMETICI - Un allarme recente: con i feti
dei bambini abortiti si fanno cosmetici per le cure di bel-
lezza? Rivelazioni agghiaccianti per chi crede ancora nel-
la dignità della persona umana.
Alcuni tltoll fra quelll già usciti
Gruppo Abele, Prevenire l1 droga
G. De Rosa. Marxismo, comunismo e crt1U1nestmo
P. Gheddo, Perché I mtulonart
P. Rossano, La fede e 11 tpetanZa del crtsUanl
G. Penco, 01 fronte alla legge dell'aborto
G. Gatti, Messaggeri di Dio nella tamlglla
N. De Martin!, La preghiera rivoluzione dell'uomo e del mondo
Tosco-Maclnlo. Noi e Il nostro bambino
G. Basadonna, CreaU per amare
L. Baracco. La tamtglla e gll anziani
G. Mattai, Il lavoro secono papa Wo)tyla
L Bettazzl. Il crtsUano e la pace
F. Molinari, Martin Lutero Ieri e oggi
N. Palmisano. Tra I giovani con coraggio
D. Colombo. Nuove religioni In Italia
S. Dìanlch. Cristo si, Chiesa no?
CEDOLA DI COMMISSIONE
Rttagllare (o trascrtvere) e spedire In busta a:
UFFICIO NAZIONALE COOPERATORI SALESIANI
Il sottoscritto .........................................................................
Via ..........................................................................................
Cap .................. Città ........................... Provincia .................
aderisce alfa iniziativa MONDO NUOVO
e si abbona a n. ............ serie di otto tascab/11.
15/ 31

2.6 Page 16

▲back to top


SpediL in abbon. postale Gruppo 2° (70) 26 quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicina/e di Informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del es è partlcolannente d&-
aUnata al Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 . 00100
Roma Aurelio - Tel. 69.31.341.
Direttore responaablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA Tel.: 495.01.85; 49.33.51.
e.e. Autonzz. del Trtb. di Torino n. 403 del 111 febbraio 1949. -
Postale n. 2-1355 Intestato a: Direzione Genenile Opere Don Bo-
sco Torino. - C.C.P. 462002 Intestato a Dir. Gen. Opere Don
Bosco - Roma. - Per cambio d'Indirizzo Inviare anche l'lndlrtuo
precedente.
16/32
UFFICIO CENTRALE COOPERATORI SALESIANI
Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092
00100 ROMA-URELIO
RICHIESTA DI PUBBLICAZIONI
Copie ...... Mldali, Commento al Nuovo Regolamento
,.
,.
...... Midali, Storia e documentazione
...... Manuale Dirigenti e Guida formazione
,. ...... AA.VV., Il Coop. nella società contemporanea
,.
,.
,.
..
...... Forze vive (Atti del 1° Congresso mondiale)
...... Costruire insieme la F.S.
.,.... La direzione spirituale nella FS (Atti Settimana)
...... Viganò La Famiglia salesiana (ed. it. ingl. tr. sp.
COLLANA IDEE
,.
,.
es .·.·.·.·.·.·
Midali, Dimensione secolare dello spirito salesiano
Aubry, La vita spirituale del nel mondo contem-
poraneo
,. ...... Aubry, La nostra testimonianza cristiana e salesiana
» ...... Aubry, Carta d'identità del Coop. sai.
,. ...... Pedrini, Alle fonti: S. Francesco di Sales
,. ...... Cogliandro, Giovani Cooperatori salesiani
,. ...... Martinelli, rapporti tra Salesiani e Cooperatori
,. ...... Viganò, La direzione spirituale (ed. it. e fr.)
" ...... Viganò, Le beatitudini evangeliche
COLLANA MODELLI
,. ...... Castano, Dorotea Chopitea, Venerabile
,.
,.
...... Montonati, Giuseppe Toniolo
...... Pasquale, Alexandrina da Costa
,. ...... Borrego, Bartolomé Bianco Marquez
,. ...... Martin, Francisco Benitez
Distintivo del Cooperatore
L. 4.000
2.000
1.500
6.000
4.000
12.000
10.000
700
600
500
500
400
400
500
500
500
500
500
400
400
400
400
1.000
Indirizzare a:
Cognome e nome ............................................................................................
Via ......................................................................................................................
C.A.P. .............................. GITTA ....................................................................