Bollettino_Salesiano_196509


Bollettino_Salesiano_196509



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1.1 Page 1

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1.2 Page 2

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IN QUESTO NUM ERO:
Hong Kong
città di problemi
pag. 136
A Roma
la cittadella salesiana
degli studi è pronta
pag. 143
Una diocesi nuova
per Mons. Marengo
pag. 152
IN COPERTINA
Maggio: fiori cuori a Maria
!FOTO HANS IISTZGUII
U#A 8E.EIIIZIO#E lii ,,AOLO .,I
Al OOOPERATORI
Un Incontro lncltmentlcablle con Sua
SantHl PAOLO VI ha concluso l'ltl•
nerarlo turletlco-rellgloao a Roma,
organizzato dal Centro Cooperatori Sa•
IHlanl di Puglla • Lucania. La foto
mostra Il Delegato lapettorlale don Renato
Nlttl nell'Istante In cui chiede una par-
ticolare benedizione per tutti I membri
della Terza Famlglla di Don Boeco

1.3 Page 3

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rAUSILIATRICE
DEI VESCOVI
La mattina del 21 novembre 1964, a conclusione della Terza Ses•
sione <lel Concilio Ecumenico, Paolo VI promulgava la Costituzione
dogmatica De Ecclesia, che costituisce la r~posta che la Chiesa dà
al grande interrogativo: « Chiesa di Cristo, chi sei?>>. Il lungo capi-
tolo VIII è dedicato per intero alla Vergine: i vincoli vitali ohe
legano la Chic'-a e la Madonna vengono chiarificali e definiti nell"im-
porlante documento. rhe offre alla devozione mariana del no;,lro
tempo un fondamento teologico di portata storica.
1n un discorso a commento della Costituzione, Paolo VI, dopo
aver tratteggialo i problemi più gra,0i affrontati nel cor;.o dei lavori,
concludeva con toccanti accenni alla Madonna, proclamandola solen·
nemente « Maclre della Chiesa», l\\Jadre dei fedeli e dei Pastori.
,
E nella preghiera finale si rivolgeva alla Vergine invocandola col
titolo già caro a Papa Giovanrù: « Tu, Auxilium Episcoporum, proteggi
e a;,sisti i \\ e;\\covi nella loro lllbi:ione apostolica, e quanti, sacerdoti,
religiosi. laici li coadiuvano nella loro ardua fatica».
Don Bosco e i suoi Cooperatori accolgono con gratitudine queste
espre,-::-ioni che trovano nel loro animo profonda risonanza. La dife.\\ia.
il soccor:.o, re1;altazione della Chiesa e del Pontificato romano è stata
per Don Bosco la ragione cli fondo della sua devozione a Maria Au!,i•
liatrice: « La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria
Au,;iliatrice. I tempi corrono così tristi che abbiamo proprio bisogno
che la Yergine SS. ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana ».
DaUa chiara e vasta visione dogli interventi soprannaturali della
Madonna nella vita della Chiesa, Don Bosco deriva la prova concreta
della cattolicità e dell'attualità del titolo cli \\lari.a Ausiliatrice: Pio V
e Innocenzo XI, i Papi di Lepanto e di Vienna, Pio VU e Pio IX, i
pontefici dell'e1;ilio napoleonico e della breccia cH Porla Pia, sono ca-
pitoli di vita della Chieba nei quali Don Bo$CO vede, con la penetra-
zione del Santo, !"intervento protettore e liberatore della )ladom1a.
« Ella - ha detto ancora Paolo VI nel suo discorso - non man-
cherà di soccorrere la Chiesa ora che, fiorente per l'abbondanza dei
doni dello Spirito Santo, s'impegna con nuova lena nella sua missione
cli i:alvezza ».
La Madre della Chiesa, l'« Ausiliatrice dei Vescovi» o del popolo
cristiano, è la Madonna del Concilio e Jcl mondo fermentato dal Concilio.
129

1.4 Page 4

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AMARLI
CON
INTELLIGENZA
Osserva lo scrittore inglese
Chesterton:
« Ci dev'essere qualcosa
di assolutamente sbagliato
nell'educazione di tante famiglie:
hanno dei bambini meravigliosi,
che fatti adulti
diventano stracci vecchi »
130

1.5 Page 5

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Una mamma può riconoscere che suo figlio è poco
studioso, pigro, goloso, disordinato; ma c'è una cosa
che non ammetterà mai: che non sia ben educato.
Cos~ intendono però tanti genitori per figlio ben
educato? A volte soltanto questo: se è piccolo, che
non metta le dita nel nasino, dica •grazie' al momento
giusto e sia manierato con le amiche della mamma
in salotto; se è grandicello, che sappia fare bella fi-
gura nel suo vestito nuovo, guidare la 'lambretta' e
sbadigliare senza aprire la bocca. È un po' poco. Ma
è quel tanto che basta per lasciar capire come molti
ragazzi, ritenuti ben educati dai loro genitori, falli-
scano poi nella vita.
NON PIÙ BAMBINI,
NON ANCORA UOMINI
Alcuni genitori considerano il loro ragazzo etema-
me11te bambino. Ormai è alto una spanna più della
mamma, e la mamma al mattino vuole ancora petti-
nargli i capelli.
E passi per i capelli. Ma i genitori a volte non
hanno la minima _fiducia nelle capacità di ragiona-
mento e di autocontrollo del loro ragazzo. Ogni volta
ch'egli deve uscire di casa, lo tempestano di racco-
mandazioni. Lui le sa a memoria, e fa spallucce.
Intanto sulla superficie apparentemente tranquilla
del suo spirito affiorano grossi problemi, i casi di co-
scienza dell'adolescente, che egli deve risolvere. Papà
e mamma non gliene parleranno mai, perchè << è an-
cora un marmocchio, e quelli non sono problemi da
marmocchi •►. Il ragazzo finisce per considerare i ge-
nitori degli estranei alla sua vita, e per risolvere i suoi
problemi si rivolgerà a qualcun altro.
All'opposto, alcuni genitori ritengono il loro ragazzo
pùì maturo e più autonomo di quanto non sia in realtà,
e gli addossano responsabilità troppo pesanti. Il po-
vero ragazzo, messo alle strette, fa appello a tutte le
sue energie per eseguire alla meglio i compiti asse-
gnatigli; talvolta ci riesce, e a prezzo di enormi sa-
crifici acquista una maturazione precoce; ma quasi
sempre incontra insuccessi a catena, si convince che
è buono a nulla, perde la fiducia in se stesso e vede
nei genitori nient'altro che degli aguzzini.
Molte educazioni sbagliate hanno alla radice questi
errori di prospettiva: i genitori considerano gli ado-
lescenti o ancora bambini o già adulti, mentre li do-
vrebbero trattare per quel che sono, nè bambini
~dulti, ma semplicemente adolescenti.
IL PADRE AUTORITARIO,
IL FIGLIO RIBELLE
L'autorità per alcuni genitori è tutto. I figli sono
educati se hanno imparato a obbedire. Non importa
se la loro autorità è deprimente e mortificante, se
soffoca ogni confidenza, atrofizza il senso di respon-
sabilità e provoca violente reazioni.
Ecco un dialogo tra un padre autoritario e un figlio
ribelle: lo riporta don Carlo Gnocchi, l'apostolo dei
mutilatini.
- Tu mi devi ubbidire - grida il padre al colmo
del furore.
- Perchè ? - risponde il figlio con tono irritante.
- Perchè qui comando io!
- Perchè ? - replica il ragazzo ancor più indi-
sponente.
Il padre, disorientato, pensa w1 momento e poi
esclama con aria di trionfo:
- Perchè sono io che ti ho messo al mondo!
E il ragazzo con voce fredda e tagliente:
- Non me ne hai domandato il permesso.
La risposta è meritata, anche se brutale. Quel padre
avrebbe dovuto rispondere: «Tu mi devi ubbidire
perchè Dio lo vuole, ed è lui che ti comanda per
mezzo mio». Ma se quel padre l'avesse pensata così,
non avrebbe mai abusato della sua autorità, nè
avrebbe spinto il figlio alla ribellione.
Non sempre il ragazzo ha in sè la forza di ribellarsi
all'autorità esosa dei genitori. Allora la subisce passiva-
mente, diventa incapace di giudicare per conto proprio
e di compiere un vero atto di volontà. Quando si troverà
solo nella vita e dovrà decidere, non saprà come fare.
A volte l'imperiosità dei genitori può diventare
un'intrusione indebita (e perciò anche immorale). Ci
sono genitori polizieschi che vogliono conoscere i
pensieri del figlio, sapere ogni suo segreto e spiarne
in modo ossessivo la condt>tta. Sbagliato. Il giovane
ha bisogno di un angolo di sua proprietà, di intimità,
di sicura inviolabilità.
Il VA' PURE, E
DIVERTITI"
All'eccesso di autorità, fa riscontro il difetto opposto:
l'eccesso di indulgenza. I genitori rimangono i passivi
testimoni dello scatenarsi dell'adolescenza. Dolci e
indolenti, deboli con i figli, si sottomettono ai loro
capricci e ne accontentano ogni desiderio.
Laura ha 15 anni. La mamma le ha affidato l'in-
carico di rigovernare la casa. Arrivano le amiche c.
Laura corre alla porta.
- Non hai ancora lavato i piatti - le ricorda la
mamma.
- Oh! Mamma, le mie amiche mi aspettano; devo
proprio farlo ?
E la mamma con infinita dolcezza:
- Be', va' pure, cara. E divertiti.
Mentre esce, il babbo si affaccia sulla porta del
salotto, dove c'è il fratello di Laura, e lo supplica:
- Pinuccio, invece' di startene a guardare la
televisione, non potresti venire ad aiutare il tuo pa-
parino che sta facendo il tuo compito dì matematica?
131

1.6 Page 6

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Questi genitori con la loro debolezza rovinano il
carattere dei loro ragazzi. Ne faranno degli egoisti
incontentabili, e incapaci del più piccolo sacrificio.
Ma c'è di peggio. Ecco a cbe cosa possono condurre
l'affetto e la tenerezza mal intesi.
UN GIORNO VORRA
LA LUNA NEL POZZO
Carluccio ne ha combinate di tutti i colori, e la
mamma esasperata lo minaccia: «Questa sera rac-
conterò tutto al babbo>>.
È la prima volta che la mamma dice una cosa si-
mile, e Carluccio si rannuvola in viso. Man mano
che l'ora del rientro del babbo si avvicina, una quiete
innaturale s'impossessa di lui. Lancia occhiate fur-
tive all'uscio. Quando giunge l'ora fatale, il traco-
tante diavoletto va a rifugiarsi mogio mogio dietro
una poltrona.
Ecco, il babbo è giunto e la mamma gli spiffera
davvero tutto. Carluccio trema dietro la poltrona.
Il babbo ascolta il resoconto, poi scoppia in un'al-
legra risata ed esclama:
- Davvero non ha voluto cedere? Ma che ometto
in gamba I Diventerà un uomo di carattere.
- Sarà un delinquente - ribatte la mamma in-
furiata.
- Che esagerata! - esclama il babbo ridendo. -
Perchè vuoi torturare il bambino con i tuoi <1 Fai
questo e non fare quest'altro»? Se gli piace il cioc-
colato, dagliene quanto ne vuole. Per quel che costa.
A un certo punto ne sarà sazio.
- O gli verrà il mal di pancia e la febbre!
- Sei esagerata, irragionevole e tiranna! - con-
clude il padre, e si slancia in cerca di Carletto (che
è ben felice di farsi ritrovare), e lo copre di ve-.tzi e
di complimenti. Il ragazzo a un tratto gli confidc1,
perfettamente convinto:
- La mamma è cattiva.
Un giorno Carletto vorrà la luna nel pozzo. Il
babbo, poverino, come farà a dargliela ?
Ci sono dei genitori che colmano i figli di ogni sorta
di vizietti, e tolgono loro il fastidio di ogni decisione
da prendere o di ogni difficoltà da superare. Questi
ragazzi protetti sempre e incapaci di fare appello
alle proprie risorse, avranno una personalità gracile
e difettosa.
QUALCHE DOLCIUME IN MENO
E UN PO' PIÙ DI AFFETTO
Se la protezione esagerata è pericolosa, lo è ancor
più il suo difetto opposto : l'abbandono. Ragazzi che
crescono tra l'indifferenza dei genitori, piante selva-
tiche, animaletti allo stato brado.
Un abbandono totale è rarissimo, ma è frequente
un abbandono a spizzichi e per settori.
Il ragazzo ha bisogno di assistenza materiale, e in
genere questa non manca mai. I genitori si tolgono
il pane di bocca, per sfamare i figli. Un povero ope-
raio disoccupato diceva a un sacerdote: << Padre, la
fame più terribile è quella che un papà prova nello
stomaco dei propri figli •>.
Ma al ragazzo occorrono tante altre cure e atten-
zioni. Ha bisogno di affetto. Una ragazza di dician-
nove anni scrisse al direttore di una rivista: (( Sono
la maggiore di cinque fratelli. I miei genitori gesti-
scono una pasticceria e sono tutto il giorno sul la-
voro. Le poche ore che passano in casa, sono stanchi
e mangiano in fretta un boccone poi vanno a riposare.
Io sono cresciuta sola, senza confidenze e senza af-
fetto. Ho dovuto fare da mamma ai miei quattro fra-
tellini. Loro almeno hanno avuto me, ma io mi sono
sentita tanto sola e credo che ciò abbia influito anche
sulla mia indole. Dal babbo e dalla mamma avrei
desiderato qualche dolciume io meno e un po' di
affetto in più i>.
Il ragazzo ha anche esigenze culturali. U n'affet-
tuosità anche intensa, se fosse priva di contenuto e
di valori umani e cristiani, servirebbe a poco.
UNA SCUOLA
Cl1E HA FATTO UN SANTO
Fra lulli gli abbandoni di cui può essere vittima 1m
ragazzo, il pùì deleterio però è l'abbandono religioso.
Anche i genitori non praticanti a volte avviano alla
vita religiosa i loro figli, almeno finchè sono picc~li.
Ma il loro cattivo esempio di tutti i giorni soffoca
presto il delicatissimo gei.-moglio della fede.
Altri genitori pensano addirittura che bisogna la-
sciar crescere i figli senza fede, in omaggio alla loro
libertà. «Quando saranno cresciuti - dicono -
penseranno i ragazzi stessi a scegliersi la loro fede,
se vorranno averne una>). E se questi genitori senza
criterio applicassero lo stesso ragionamento all'ali-
mentazione dei loro bambini? Dovrebbero dire:
<1 Per non violare la libera scelta del nostro bambino,
non diamogli da mangiare. Quando avrà vent'anni,
sceglierà lui i cibi che sono secondo i suoi gusti >).
La fede è una pianta delicata che va protetta col
tepore di una famiglia credente e praticante. Mamma
l\\1argherita, la mamma di Don Bosco, nelle belle
notti stellate prendeva i suoi figliuoli, li conduceva
all'aperto, mostrava loro il cielo e diceva: «È Dio
che ha creato il mondo e ha messo lassù tante stelle.
Se è cosl bello il firmamento, che cosa sarà del pa-
radiso ?>>. I bimbi sgranavano gli occhietti estasiati.
A questa scuola, uno di quei ragazzi si è fatto santo.
La colpa di tanti insuccessi non sempre è dei figli:
sovente è dei genitori. Non basta amare i propri figli .
Occorre amarli con intelligenza.
132

1.7 Page 7

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Il cara. Maurilio Fossati
Uomo di Dio
Novant'anni di età, quasi settanta di sacerdozio,
quaranta di episcopato, trenta dj cardinalato: ecco
la vita del card. Maurilio Fossati, la vita este-
riore, quella che fa storia. Una vita ricca di un mi-
nistero rigoglioso e fecondo, di realizzazioni, di
fatiche e di meriti; <• una vita - come ha scritto
Paolo VI - di opere egregie e di benemerenze
insigni acquisite con un servizio sempre generoso
e sempre fedele alla causa di Cristo e della sua Chiesa •>.
Nu~ro, _Sass~ri, Torino sono le tre tappe di ui;
cammmo 1dcnuco, percorso con eguale fedeltà di
servizio, ma del quale Torino costituisce la parte
più cospicua nel tempo e nell'operosità. I trenta-
quattro anni di ministero pastorale sulla cattedra
di San Massimo hanno dato la misura di uno zelo,
di una adesione al dovere, di un senso di responsa-
bilità che non hanno conosciuto fratture o rilassa-
menti.
Non meno ncca e feconda la sua vita intima.
Anche se le apparenze potevano essere diverse, il
compianto Arcivescovo di Torino fu uomo di pietà
profonda, di intensa vita interiore o, come si suol
dire comunemente, un Uomo di Dio. Poche parole,
molti fatti, poche esteriorità, molta pietà e soprat-
tutto molta umiltà. Per il card. Fossati .il blasone
che ne sintetizza la vita e il ministero ha un nome
semplice: Humilitas, umiltà. L'aveva scelto per il
suo stemma cardinalizio, fu la sua bandiera: umile
tra gli umili, schivo di onori e di riconoscimenti.
La porpora cardinalizia per lui non fu un motivo
di orgoglio ma un impegno ad accentuare la sua
umiltà.
Aprono uno spiraglio sulla sua anima le parole
che pronunciò nell'aprile del 1964, ormai al tra-
monto della sua attività: << Voi conoscete il mio
carattere: sapete che non entra nel mio stile fare
complimenti, e che il mio dire è sempre stato sulla
linea del Vangelo: est est; n011 non... Ebbene, l'unico
rimorso che sento di non avere sulla mia povera co-
scienza è proprio quello di aver detto di no alle rj-
chieste dei miei superiori. Ordinato sacerdote, ho
promesso obbedienza nelle mani del mio Vescovo
non soltanto nel giorno della mia Ordinazione, ma
anche dopo: ho voluto essere 'Oblato' prima ancora
di entrare nella Congregazione degli Oblati dei
Santi Gaudenzio e Carlo di Novara. Quando la
Santa Sede mi propose la nomina a Vescovo di
Nuoro in Sardegna, mi sono presentato al Pap<1
Pio XI e gli ho detto candidamente che io avrei
accettato quella pesante responsabilità a condi-
zione che Egli raccogliesse nelle sue mani il mio
voto di ubbidienza a :Cui e ai suoi Successori, perchè
desideravo essere 'Oblato' fino alla morte: ed Egli
benevolmente accettò. Come sacerdote, fui Oblato
del Vescovo, e come vescovo fui Oblato del Papa.
Questa è l'unica mia gloria e sarà la mia giustificazione
al Tribunale di Dio... >>.
Non meno Uomo di Dio si mostrò con la Famiglia
Salesiana. Anche qui poche parole, molti fatti e
soprattutto molto cuore. Sempre ci fu vicino, nelle
ore liete come nelle tristi: alla morte di due Rettori
Maggiori come nella esaltazione dei nostri Santi.
Per trentatrè anni venne a celebrare il suo com-
pleanno il 24 maggio col solenne pontificale in Maria
Ausiliatrice. Sono oltre mille i salesiani che rice-
vettero l'Ordinazione sacerdotale dal card. Fossati;
due le parrocchie che volle affidate ai Salesiani;
innumerevoli le occasioni nelle quali si compiacque
di manifestarci la sua paterna benevolenza.
Soprattutto lo impressionava nella giovane Fa-
miglia salesiana la fioritura di Santi. Egli vedeva
nello spirito eucaristico e mariano di Don Bosco
un clima particolarmente adatto allo sbocciare di
fiori di santità. In occasione del 50° dell'Incorona-
zione cli Maria Ausiliatrice scriveva: «Ora la Ma-
donna sta cambiando ad una ad una le gemme pre-
ziose che i figli le hanno donato, con le altre ben
più preziose dei Santi che Essa ha formato alla
santità all'ombra del suo Santuario. L'Ausiliatrice
di Don Bosco è adunque non soltanto 'Regina delle
Vittorie', ma anche 'Madre di Santi' >>.
Il pensiero ritorna in questo suo augurio che ha
la solennità di un testamento spirituale: << Dinanzi
alla eccelsa figura di Don Bosco Santo, vi dico:
cercate di farvi tanti santi e santi da altare. Se il
primato da me raggiunto (quello di aver assistito
in San Pietro a Roma a ben cinque canonizzazioni
di Santi torinesi) sarà superato da llll altro Arcive-
scovo, ne sarò contentissimo -in Cielo, e sarà gloria,
onore e letizia per l'Archidiocesi».
133

1.8 Page 8

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QUASI
UN FILM
IN
UN LIBRO
P ietra su pietra, mattone contro
mattone, i lettori del Bolletti110
hanno potuto seguire il sorgere
del tempio sul Colle Don Bosco,
che appare ora nella sua mole,
quasi u11 monumento votivo. Esso
domina già le dolci colline del-
1'Astigiano e sembra una mano
amica levata in alto a far cenno al
pellegrino che si avvicina: è qui!
Il tempio sorge infatti a 100
metri dall'umile casetta ove ebbe i
natali 1 50 anni fa San Giovanni
Bosco, il 16 agosto. ·
Tra le tante iniziative che ser-
vono quest'anno a commemorare la
data, e'è una nuova Vita di Don
Bosco. Di biografie del Santo,
grandi e piccole, sia di lusso che
popolari, ce n'è a centinaia. Ma
quella che qui presentiamo non ne
ripete nessuna: è una novità asso-
luta nell'agiografia di Don Bosco.
134

1.9 Page 9

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Ecco: per far conoscere e amare
di più Don Bosco era necessario
un libro in cui il testo e l'imma-
gine fossero intimamente uniti e
fusi in una identica meditata ri-
cerca. È quello che LEONARD VON
l'VIATT e HENRI Bosco hanno rea-
lizzato nel volume che presen-
tiamo. Si deve a Leonard von
Matt il successo d'un rinnova-
mento dell'agiografia, la creazione
di un tipo vivo di biografia reli-
giosa in una collana che è ormai
nota in tutto il mondo e il cui
successo si rinnova all'uscita di
una nuova Vita illustrata.
Con San Giovanni Bosco siamo
all'8° volume della collana, dopo
San Pio X, San Benedetto, San
Francesco d'Assisi, Sant'lgnazio
di Loyola, San Vincenzo de' Paoli,
San Benedetto, San Domenico.
Il fotografo von Matt scrive con
le immagini: immagini che non
hanno solo il pregio di piacere o di
illustrare, ma parlano e insegnano.
Con una tecnica nuova - la
raccolta delle fotografie forma
quasi un film - von Matt rico-
struisce con fedeltà ciò che rimane
ancora di Don Bosco, della sua
epoca, della sua opera.
I documenti che egli raccoglie
con sicuro intuito artistico sono
il frutto di uno studio profondo,
di una ricerca storica precisa e
fedele. Così anche questo suo
volume fa quasi rivivere il nostro
Santo e ci pare di accompagnarlo
nella sua vita terrena.
Il testo di Henri Bosco, più
che illustrare il racconto delle
immagini, lo completa e lo arric-
chisce. Henri Bosco è un noto
scrittore francese: nacque ad Avi-
gnone nel 1888, l'anno della morte
di San Giovanni Bosco, di cui
è un lontano cugino. Ha una
dozzina di pubblicazioni impor-
tanti: romanzi, libri per la gio-
ventù, una biografia (Don Bo-
sco). Ha meritato vari premi, fra
i quali il ' Gran Premio Nazionale
delle lettere' 1959.
Insieme al tempio che sorge
sul colle della sua infanzia, anche
questa pregevole opera d'arte ico-
nografica è un vero monumento
elevato al ricordo del Santo nel
150° anniversario della sua na-
scita.
Il volume è stato preparato in
collaborazione dalla NZN Buch-
verlag di Zurigo e dall'Ufficio
Stampa della Direzione Generale
dei. Salesiani di Torino.
Esso esce contemporaneamente
in sette lingue: italiano, francese,
spagnolo, portoghese, inglese, te-
desco, olandese, ed è lanciato da
grandi editrici cattoliche: in Italia
dalla Società Editrice Internazio-
nale.
135

1.10 Page 10

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2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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citto di problemi
Hong Kong ha troppi abitanti, trop pi rifugiati, poco spazio,
poche case, poca acqua e poche scuole. Hong Kong ha
altri mille problemi, ma ha anche chi lavora per risolverli
L'.isola di Hong Kong, con i
suoi territori annessi, è mille e
novantotto volte più piccola deUa
Bolivia, ed ha prcss'a poco ugual
numero di abitanti: quasi quattro
milioni. Ciò vuol dire che dove in
Bolivia ci sta un boliviano, a
Hong Kong devono stare mille e
novantotto cinesi. HoJ1g Kong è
un formicaio brulicante di uomini
e di problemi.
Quando le cannonate delle navi
inglesi nel lontano 18,U sconfh-
sero le giunche del Celeste Im-
pero e posero fine alla ' guerra
dell'oppio', Hong Kong aveva
e no duemila abitanti, contadini
e pescatori. Ma vent'anni dopo
l'Inghilterra doveva acquistare
dalla Cina un po' di entroterra
perchè i nuovi venuti nella giovane
colonia inglese non ci stavano più.
Nel 1940 Hong Kong aveva già
un milione e mezzo di abitanti;
durante l'occupazione giapponese
essi scesero a seicenton'Lila, ma nel
'48 salirono a quasi due milioni.
70.000 ESULI IN UN MESE
Intanto Mao aveva - come si
dice oltre la cortina di hamhù -
«liberalo la Cina dalla schiavitù
DON VINCENZO RANDI
MISSIONARIO SALESIANO
Hong K ong: panorama visto d all'alto
degl'imperialisti ». Il confine di
Hong Kong co11 l'Impero (che da
'Celeste' era diventalo 'Rosso') fu
sbarrato con reticolati, vigilato
dalle guardie e di notte illuminato
a giorno con i fari. Solo nella zona
montagnosa del confine fu impos-
sibile turare llitti i buchi. Attra-
verso queste maglie alle11tate in-
cominciarono presto a filtrare i
cinesi in cerca di libertà. Dap-
prima pochi s'avventuravano sui
monti per lentare la rischiosa
evasione. Poi dive1mero sempre
più numerosi. Nell'aprile del J962
137

2.2 Page 12

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fu .una vera emorragia: settanta-
mila cincs,i sfuggirono alla sorve-
glianza e penetrarono nel terri-
torio cli Hong Kong. Le autorità
inglesi, preoccupate, istituirono
un servizio di autocarri e di mili-
tari che prelevavano i fuggiaschi
e li riconducevano al ponte di
confine, restituendoli a Mao. I ci-
nesi, ricacciati, non si davano per
vinti e riprendevano la via dei
monti per ritentare una seconda
volta, una terza, una quarta.
Accadde che un ragazzino giun-
se fino alle porte cli Hong Kong.
Non sapendo dove si trovava, do-
mandò a un signore:« Dov'è Hong
Kong? ». Il signore capì che quel
ragazzo era un fuggiasco, lo prese
per un braccio e lo consegnò alla
polizia. Il ragazzo gli lanciò un'oc-
chiata di sbieco e mormorò tra i
denti:« È l'ottava volta che tento·
ma alla prossima ci riuscirò »· '
I comunisti inasprirono la vi-
gilanza, e l'esodo s'affievolì. Ma
non si spense del tutto. Ancor oggi
entrano in Hong Kong 150 clan-
destini al giorno, molti sgusciando
su barchette leggere tra gli scogli
della costa frastagliatissima.
L'ultimo censimento assegna a
Hong Kong tre milioni e mezzo cli
abitanti, ma sono di più. I capi
famiglia non denunciano tutti gli
appartenenti ai loro gruppi, e poi
molti fuggiaschi hanno imparato
che si può vivere lo stesso anche se
il proprio nome non risulta sulle
liste dell'anagrafe.
HONG KONG HA SETE
Tutta questa gente ha sete. Ma
l'acqua a Hong Kong viene dal
,ciclo, e il cielo spesso non la
manda. Dall'aprile del '62 al-
l'aprile del '64 non ci fu una sola
pioggia degna di questo nome.
S'incominciò col razionare l'ac-
qua. Nei primi sette mesi del 1964,
i rubinetti delle case erogarono
l'acqua solo per tre ore ogni quat-
tro giorni. Le fontane pubbliche
butlal'ouo acqua per tre ore ouni
due giorni. Quindi code a non°fi.
n'ire, con secchi e bidoni. I ragazzi
saltavano la scuola per arrivare a
riempire il bidone.
Poi nell'estate scoppiarono sette
tifoni uno dopo l'altro, e cli acqua
cc ne fo in abbondanza. Intanto
si era allestito un serbatoio ca-
pace cli 25 milioni cli litri, e si
erano fatti due canali. Ma anche
l'acqua, ricchezza dei poveri, scar-
seggia a Hong Kong.
50-00 CINESI PER PALAZZO
Il prob1ema degli abitanti crea
poi il problema delle abitazioni.
I poveri, i rifugiati, s'aeconten•
tano di poco. anche d 'una ca-
panna. Alcuni anni fa le capanne
a Hong Kong pullulavano dap•
p ertutlo. NeJla stagione secca, da
settembre a gennaio, gl'incendi
erano all'ordine del giorno. Le as-
sociazioni di beneficen~a si pro-
digavano a favore dei sinistrati
sicchè qualcuno dava fuoco all~
s ua capanna per farsi soccorrel'e.
Il governo fece piazza pulita
delle capanne o le sostituì_ con
enormi palazzi di sette piani, tutti
uguali, costruiti in serie. Chi li
vede una volta, non li dimentica
più. Hanno la forma di un'acca,
con quattro bracci. Hanno 30
stanze per braccio, cioè 120 stanze
p er piano, 840 stanze per palazzo.
In ogni stanza dovrebbero stare
solo cinque persone, ma di fatto
ce n'è sempl"e cli più. Totale, cin-
quemila persone per palazzo.
I_ palazzi s'ammassano a grap•
poli, dovunque c'è uno spiazzo
libero. Ogni grappolo ha un nome
e ogni palazzo ha una lettera del-
l'alfabeto che Jo distingue. Quando
le lettere semplici dell'alfabeto
n?n bastano più., allora si raddop-
piano. In fazzoletti di t erra vivono
50.000, 100.000, 200.000 cinesi.
Anche sul mare vivono i cinesi:
cc n'è centinaia di migliaia che
trascorrono la vita in barca. Ogni
barca una famiglia, ogni gruppo
di famiglie una giunca per la
pesca. Le barche ormeggiano nei
porti, ordinate in doppie file, e
lasciano sempre libero lo spazio
per: chi voglia andarsene, come
f~m~o I~ auto nei posteggi. Le
c1tta di barche raggiungono a
volte gli 80.000 abitanti.
0
FILM ITALIANiiP ER~LEi,SALE :1
~ CLANDESTINEi ·- - - - •
- .:.. ~. ·oiJ-,-i-' r",'•· ' • 1
.-
J-~ =--~--- -
Il superaffollamento e la conse-
guente promiscuità pongono un
al tro grave problema: quello mo-
rale. Con i palazz.i 41- sette piani
nou ci sono più pericoli d'incendio,
ma si rischia compromettere la
sanità morale delle famiglie. In
più, la proiezione di film special-
mente europei influisce disastro-
samente s ui giovani. Film italiani
e francesi, famosi per la loro spor•
cizia, sono proiettati clandestina-
mente nelle sale non autorizzate.
I cinesi in morale seguono Con-
fucio, in filosofia il Taoismo e
nei riti il Buddismo. Il confucia•
nismo di per non è una religio.nt'.
TI Taoismo è una religione ma è
troppo elevata per essere com•
presa dal popolo, il quale invece
si attacca al Buddismo per avere
dei riti esterni da praticare. Al
primo e al quincliccsimo giorno
d'ogni mese lunare i cinesi bru-
ciano gl'incensi e accendono le
candeline. Si vedono candeline
per le strade e dappertutto. La
festa dei morti, al 5 di aprile, è
sentitissima. Altra festa che ha
elementi religiosi, è l'inizio del•
l'anno cines.e, che cade nella prima
luna tra il 15 gennaio e la fine cli
febbraio.
Ma le feste stanno perdendo la
loro carica di religiosità e conce•
dono molto al folclore.
MOLTE NUOVE SCUOLE
ATTENDONO
IL MISSIONARIO
Dare una casa a quattro milioni
cli persone non basta: occorre
anche dare ai loro figli una scuola.
138

2.3 Page 13

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Il governo ha fabbricato scuole
elementari in numero quasi suf-
ficiente. Mancano invece le scuole
medie. Nel '64 trentamila ragazzi
si presentarono all'esame d'am-
missione alla media, ma solo die-
cimila poterono essere accolti
nelle scuole governative o private.
Le scuole cattoliche sono molto
stimate. Alcune h.anno cent'anni
di vita, come quelle tenute dalle
Suore. Canossiane. I salesiani giun.-
se:ro a Hong Kong nel 1928, e vi
aprirono un orfanotrofio che ora
è trasformato in un grande isti-
tuto, comprendente scuole dalle
elementari al liceo per 1600 ra-
gazzi. Nel '34 aprirono una scuola
tecnica che l'onta oggi 450 interni.
In seguito v~nne la • Salesian
~chool ', che ha 1800 ragazzi nella
sezione diurna e 600 nella sezione
serale gratuita. Sulla terraferm.a
i salesiani hanno ancora la scuola
' Tang King Po ' con 1600 ra-
gazzi. Complessivamente nella sola
Hong Kong gli alunni sono 5000.
I BIMBI CRISTIANI
SONO I PIÙ OBBEDIENTI
Il governo sta costruendo 300
nuove scuole medie, e ne ha of-
ferte 60 al Vescovo cattolico. Il
Vescovo ha convocato i rappre-
sentanti delle varie Congregazioni
insegnanti di Hong Kong e ha
offerto Joro la grossa torta di
60 scuole perchè se la dividessero.
I salesiani ne accettarono diverse;
altre scuole furono prese da altre
congregazioni; le rimanenti atten-
dono operai della vigna, che per
ora non arrivano.
I genitori cinesi, anche se sono
buddisti, sono spesso felicissimi di
affidare i loro bambini alla scuola
cattolica. Più d'un papà e d'una
mamma hanno detto: « Al mio
bambino fate stuùiare la religione
cristiana. Io voglio che diventi
cristiano, perchè i cristiani sono
gente onesta e i ragazzi cristiani
obbediscono ai loro genitori più
degli altri ».
I buddisti anziani invece sono
attaccatissi=i alla loro religione,
e temono che i nipoti, divenuti
cristiani, non li seppelliscano più
secondo i riti tradizionali. Te-
mono cli venire sepolti ' come
cani ', senza i vestiti bianchi,
senza le prostrazioni, le cande-
lette e le ' carte bianche 'hultate
dietro il feretro per impedire ai
demòni di inseguire la loro salma.
Ora la Chiesa considera i riti
pagani con maggior benevolenza,
e li permette quasi tutti. In più,
i cinesi non sono insensibili alla
suggestività dei riti funebri cat-
tolici. Così anche i buddisti più
accaniti concedono ora con una
certa facilità ai figli il permesso
di farsi cristiani. E poi i figli a
poco a poco ,convertono tutta la
famiglia.
I cattolici a Hong Kong sono
qual!i duecentomila e i protestanti
poco meno, ma suddivisi in un
centinaio di denominazioni di-
verse. Tra callolici e protestanti
non c'è lotta: c'è rispetto, se non
vera collaborazione. Uno spirito
nuovo impronta le loro relazioni.
I cattolici nel 1948 erano sol-
tanto ottantamila: in questi ul-
tim.i anni il ritmo delle conver-
sioni è cresciuto vertiginosamente.
Solo la mancanza di missionari
impedisce di. fare di più. La
' Salesian School' nel 1964 aveva
650 cattolici su 1800 allievi. Le
quattro scuole salesiane dànno
alla Chiesa 400 battezzati all'anno.
Hong Kong ha sì problemi cho
si chiamano sovrappopolazione,
acqua potabile, casa, scuola; ma
ha soprattutto grossi problemi
morali da risolvere. Il governo in-
glese spiana colline e fabbrica pa-
lazzi, serbatoi, canali. I missionari
nelle scuole preparano alle fami-
glie dei ragazzi più buoni, che
portano nel focolare domestico il
profumo di Cristo e nella società
l'esempio d'una vita onesta e la-
boriosa.
Hong Kong ha mille problemi,
ma ha anche ch:i cerca di risolverli
per il meglio.
139

2.4 Page 14

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PER IL XVII CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE
PISA
Cl
Dal 6 al 13 giugno s.i terrà a
Pisa il XVII Congresso Eucari-
stico Nazionale. Tema generale
del Congresso è « Il culto dell'Eu-
caristio quale mistero della reale
presenza di Cristo in mez.::o agli
uomini ». Lo sintetizza bene il
motto del Congresso: « Nobiscum
Deu.s: Dio con noi ».
L'Eucaristia - il massimo dono
di Dio agli uomini - assume un
triplice aspetto: è il dono cli Gesìi
per noi: eccolo Vittima nel santo
Sacrificio della Messa; è il dono
di Gesù in noi: eccolo Pane euca-
ristico nella santa Comunione; ~
il dono di Gesù con noi: eccolo
Ospite in mezzo a noi.
Non è raro il caso che, mcnlrfl
si partecipa con interesse alla
santa Messa - interesse accre-
sciuto oggi dalla rinnovata Li-
turgia - mentre ci si accosta con
gusto alla Mensa eucaristica, si
dimostri un.a certa indifferenza e
trascuratezza nel culto al Cristo
realmente presente nelle no::.Lrc
chiese.
Perciò il Congresso Eucaristi('O
di Pisa si propone cli ravvivare la
fede nella presen za reale di Gesì1
in mezzo a noi e di ri-portare iii
onore l'adorazione dell'Eucaristia
e la visita -personale a Gesù Eu-
caristico.
L'interesse del tema è accre-
sciuto dal fatto che nei precedenti
Congressi Eucaristici Nazionali (il
primo fu Leuuto a Napol i nel 1891)
l'Eucaristia fu trattata ora nel
suo valore sacrificale e conviviale,
ora nella sua funzione sociale ùi
redenzione, di riparazione, di san-
tificazione, di progresso, di ci-
viltà, di pace; ma in nessun Con-
gresso si è espressamente studiato.
come si fa:rà a P isa, il dogma della
ATTENDE
reale presenza del Salvatore nei
tabernacoli delle nostre chiese.
Il tema è del massiino interesse
per noi, figli e devoti dell'Apostolo
dell'Eucaristia, perchè viene ad
alimentare la fiamma di amore a
Gesti, nascoslo sotto i veli cucari-
Hici, già cosi potente in quanli
vivono nel clima spirituale creato
da Don Bosco.
Sono note le parole con le quali
il Santo alimenta la fede dei suoi
nella efficacia della vi.sita a Gesù,
presente nell'Eucaristia: « Volete
che il Signore vi fa.ccia molte gra-
zie? visitatelo sove11te. Volete che
ve ne faccia poche? visitatelo di
rado. Volete che il demonio vi as-
salti? visitate di rado Gesù .in Sa-
cramento. Volete che fugga da voi?
visitate sovente Gesù... 1l1iei cari,
la visita al Sacrame11to è urr mezzo
troppo necessario per 1·i11cere il de-
monio. A11date dunq11e sovente a
visitare Gesù é il demonio 110n la
vincerà contro di vai » .
La nostra Terza Fa:iniglia sarà
presente con un bel numero di
memhri, che si incontreranno nella
giornata conclusiva del 13 giugno
col seguente programma di mas-
sima: nella mattinata si uniranno
per la santa Messa comunitaria
e in un fraterno convegno. Nel
pomeriggio parteciperanno uffi-
cialmente alla processione e alla
fwizione di chiusura.
I Cooperatori che prenderanno
parte al Congresso, rappresente-
ranno tutti i memhii della Pia
Unione, che si troveranno spiri-
tualmente uniti attorno all'Ostia
Santa nel suo nuovo trionfo cli
Pisa, per cooperare alla realizza-
zione degli obiettivi che si propone
appunto il Congresso.
140

2.5 Page 15

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COOPERATORI IN AZIONE
Intenso
lavoro
apostolico
delle
Cooperatrici
di
Guayaquil
Abbiamo già parlato in
altro numero dell'atti-
vità molteplice della
Pia Unione dei Coo-
peratori di Guayaquil
(Equador). Qui ci li-
mitiamo a una signifì-
oativa fotocronaca del-
1'opera caritativa che
svolgono le Coopera-
trici a beneficio del
popolare Oratorio, dei
poveri e dei lebbrosi.
'

2.6 Page 16

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'Padre Juan',
padre di tutti
A Trelew (Chubut-Patagonia) allora c'era solo un
gruppo di casupole. Ogni sabato un giovane prete
salesiano da Rawson vi si recava a cavallo e la do-
menica vi celebrava la santa Messa. Un sabato il sa-
cerdote dormiva in una stanzuccia accanto alla cap-
pella improvvisata. Non lontano di alcuni anticle-
ricali proiettavano in un rozzo bar la prima pellicola
cinematografica giunta a Trelew. L'avevano scelta
con cura. Si trattava di Elettro, un film a forte tinta
anticlericale.
Quella pellicola muta del 1905 fu estremamente
efficace: gli spettatori, terminato lo spettacolo, usci-
rono per le vie in cerca di preti contro i quali sfogare
la loro fobia. L'unico che c'era in paese, dormi\\'a
beatamente in attesa di convocarli per la !\\fossa
festiva. Contro la debole porta di quello stambugio
scaricarono una grandine di pietre e di rottami. Il
poveretto si svegliò bruscamente e, non sapendo a che
cosa attribuire una cosi nutrita salve di artiglieria,
volle uscire a vedere di che si trattava. Cn proienile
lo colpì; allora richiuse la porta, si bendò come
potè e attese, pregando, che passasse la tormenta.
Questo è il •Padre J uan', come tutti lo chiama-
vano, l'apostolo salesiano del Chubut, morto lo scorso
anno a 98 anni. Vi era giunto dall'Uruguay nel rgor.
Aveva atteso con la sua valigia a soffietto in Puerto
l\\1adryn la nave a vela che ve lo doveva portare, e
non si era più mosso da quelle terre, che amò sempre
come sua seconda patria e che oggi lo onorano tra
i loro grandi evangelizzatori.
La mansuetudine fu la sua ricchezza. ~ Beati i mili
perchè possederanno la terra •• ha detto Gesù.
Padre Juan con la sua straordim1ria mitezza si rese
padrone dei cuori.
~ Ragazzo mio ~. diceva a mezzo Chubut. E i suoi
'ragazzi' non erano solamente i mollissimi che aveva
battezzato, unito in matrimonio o riconciliato con
Dio, ma tutti coloro che la ProV\\'idenza metteva sul
suo cammino. Padre Juan, guidato dalla santa inge-
nuità delle anime semplici, precorse gl'insegnamenLi
di papa Giovanni XXIII e le disposizioni del Con-
cilio Yaticano Il. Egli ignornrn che ci fossero proi-
bizioni di comunicare con gli a.cattolici. Per lui erano
suoi 'figliuoli' tutti ugualmente, a qualunque credo ap-
partenessero. Per tutti aveva lo stesso sorriso (quel
sorriso così suo) e lo stesso abbraccio.
Quando qualche macchina passava accanto al mis-
sionario, si fermava e lo imita,'3 a salire. Chi era
che aveYa frenato all'altezza di quel pellegrino, che
viaggia.va con la piccola borsa degli ultimi conforti
religiosi? Padre Juan non lo chiedeva. Era uno dei
suoi 'figliuoli'. Poteva essere cattolico, come ebreo,
come protestante. Davanti al mite sacerdote crolla-
vano tutte le frontiere, lutti si trovavano d'accordo
e uniti in un solo sentimento, il più bello ed elevato
di tutti: l'amore.
Passò 63 anni nella Patagonia. Se ne nllontanò ra-
ramente e solo per ubbidienza. Forse l'unico suo di-
spiacere fu di non morire e là dove il ,·ento rugge ••
ma a Bahia Bianca. I superiori vollero che passasse
il rigido inverno scorso in un sanatorio di Bahia, ma-
ternamente assistito dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ma dopo aver resistito tanti anni alle rudi carezze del
terribile vento patagonico, pareva che il suo orga-
nismo sentisse il bisogno <li questo elemento di lotta.
Altri muoiono percbè manca loro l'aria; Padre Juan
dev'essere morto perchè gli mancò il vento!
Il suo funerale fu un plebiscito di amore nella
terra che egli aveva conquistato con la sua bontà.
Attorno alle sue spoglie venerate c'erano i suoi 'fi-
gliuoli'. Tutti i partiti politici, tutte le fedi, tutte le
nazionalità formavano il suo corteo funebre. Per lui
che aveva sentito la paternità nel senso più univer-
sale, che al proprio nome avc\\'a associato sempre con
tanta verità quello di 'padre', tutti erano 'figliuoli'
e si sentivano realmente tali.
La presenza di Padre Juan nelle sconfinate regioni
patagoniche andrà ingrandendo, come l'ombra del
sole, che si allunga man mano che declina od tra-
monto.
142

2.7 Page 17

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Nel giugno 1954 la Chiesa era
in festa per la proclamazione di
sei novelli Santi, e i Salesiani ono-
ravano nella gloria del Bernini
l'allievo prediletto di Don Bosco,
San Domenico Savio. Il Rettor
Maggiore Don Ziggiotti, avuta
l'autorevole parola del Papa
Pio XII, accolse l'invito di ~e-
carsi a vedere fuori di Roma un
terreno che sembrava adatto per
la nuova sede del Pontificio Ate-
neo Salesiano. L'Ateneo aveva
già un bel nome, ma una dimora
inadeguata. Da anni viveva smem-
brato con una facoltà da una parte
e un istituto dall'altra. Occoneva
pensa.re a una sede stabile e ade-
guata. al suo sviluppo. Don Zig-
giotti trovò buono il posto che
gli veniva. indicato. Comperare il
terreno e progettare la nuova
.opera non fu difficile; ma non lo
fu altrettanto costruirla. Si era
nel 1954: solo sei anni dopo si
sarebbe potuto cominciare a met-
tere un mattone sull'altro.

2.8 Page 18

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Oggi l'opera è finita: la « cit-
tadella degli studi » entra i.ii ro-
daggio ospitando il XIX Capitolo
Generale della Con.,<TI"egazione, o
nell'ottobre prossimo inizierà il
suo primo anno accademico.
Chiamarla « cittadella » non è
un'esagerazione. Comprende 14
blocchi di cdifLci, distribuiti su
un'area di oltre centomila metri
.quadrati. Sorge nella zona nord-
est di Roma, a circa dieci chilo-
metri dal Campidoglio, nel qtfar-
tiere Nuovo Salario, a metà
strada tra il Monte Sacro e la
via Salaria.
Dall'ottobre prossimo, tutto il
Pontificio Ateneo Salesiano si tro-
verà così riunito: le tre facoltà
di Filosofia, Teologia e Diritto
Canonico, l'Istituto Superiore di
P edagogia e un'altra opera dj
recente istituzione, il Pontificio
Istituto di Alta Latinità, affidato
ai Salesiani da Giovanni XXIIl
e confermato da Paolo VI con
Motti proprio del 22 febbraio 1964.
In segujto si costruirà anche la
chiesa parrocchiale con tutte le
opere e l'oratorio quotidiano, che
nelle case salesiane non può man-
care mai.
La « cittadella » avrà circa
750 abitanti. Li auendono i pacli-
glioni nuovi fiammanti: la grande
hall d'ingregso, il rettorato, il
palazzo del Latino, i due edi-
fici dell'Ateneo, il complesso delle
due chiese, i locali per le suore,
l 'ala della palestra, i due edifici
della biblioteca, il palazzo dei
servizi (refettori, lavanderia e cu-
cine) e il palazzo per il personale
di servizio.
La costruzione ha fagocitato
montagne di cemento e di ferro.
Ci sono voluti circa due milioni
di mattoni solo per la cortina-
tura esterna degli ed.i.lìci, chr
raggiungono la capienza ili com-
plessivi 270.000 metri cubi.
Si contano 60 aule scolastiche. prontato a linee architettoniche
L'aula magna ad anfiteatro ha moderne, ma sobrie e intonate con
1300 posti. Vi sono altre aule di quell'austerità che si adilice a un
grande capienza. Due aule -poi si ateneo. Dovunque c'è abbondanza
possono utilizzare come sale da di aria e di luce. I prospetti sono
proiezione e per tornate accade- tutti in cortina di mattoni, con
miche.
ampie finestre. Gli architetti hanno
Ci sono campi per il calcio, il creato giochi di movimento, rom-
tennis, la pallavolo, le bocce, e pendo le linee con profondità e
quattro ampi cortili per ricrea- sporgenze.
zioni normali.
Ci sono porticati doppi, interni
I padiglioni e i cortili sono resi ed esterni, per Ja bella stagione
più leggiadri da piante e aiuole; e per la brutta, separati da ve-
qua e là sorgono -piccoli parchi trate. Tntta a vetrate è la hall
con alta vegetazione e belle bor- d'ingresso, ampia e luminosis-
dure di bosso, mirto e rosmarino. sima, molto funzionale. I pa-
Per i 450 giovani studenti Jazzi sono collegati con gallerie e
che il P AS ospiterà, daranno ge- pensiline.
nerosa prestazione domestica le Al centro degli ed.i.lìci si eleva
Figlie di Maria Ausiliatrice. C'è un caratteristico complesso ar-
un palazzo completamente a loro chitettonico costituito di grosse
disposizione, comodo e arioso. masse affiancate e disposte in
Quando funzionerà anche la par- bella proporzione. Sono le ·due
rocchia, le s uore si prenderanno ~ chiese, quella inferiore che ha
cura anche delle associazioni fem- molti alta.ci per i tanti sacerdoti
minili parroccl1iali.
che vi cdebrerauno; e quella su-
ll <·omplcsso di ed.i.lìci è im- periore con un solo alta.re, rivolto
Palazzo della biblioteca
e Aula magna
La chiesa superiore:
interno con altare
rivolto verso i fedeli
144,

2.9 Page 19

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verso il popolo, per le assemblee
liturgiche. Da uno dei cortili, che
si trova in felice posizione pano-
rarnica, è visibile la cupola di
San Pietro.
Ora che l'opera è compiuta,
quasi non sembra vero ch e si siano
potute s uperare tante difficoltà.
La prima fu quella del piano
rego]atore della città di Roma,
ancor oggi in corso di approva-
zione.
Solo nel 1960 si poterono ini-
ziare i lavori, ma in quel pe-
riodo la mano d'opera era molto
richiesta, cara e difficile da tro-
vare. Anche il materiale da co-
struzione aumentò di prezzo. Da
ultimo, c'è stato il brutto t empo
di quest 'invern o a intralciare i
lavori. L'eccezionale nevicata del
febbraio scorso è caduta proprio
m entre si sistemavano gli spiazzi
a l l' a per to .
Come si è Ilotuta realizzare la
uuov a opera? Evidentemente la
Congregazione tutta ha dovuto
fare un eccezionale sacrificio, an-
che se l'ha affrontato con entu-
siasmo. Infatti si sono mobilitate
tut te le Ispettorie del mondo;
anch e quelle dei paesi più poveri
hanno voluto dare il loro apporto.
L' inter vento poi di un insigne
Benefattore ha facilitato alla Con-
gregazione questo sforzo econo-
mico, ch e da sola non sarebbe mai
stata in grado di compiere. Ora,
ment re ci si avvia alla conclusione
dei lavori, rimane ancora una
1>arte notevole di spese da sal-
dare; ma, come per le altre opere,
ci affidiamo alla Provvidenza, e
siamo certi che non ci mancherà.
Sul frontone della chiesa su-
p eriore c'è un altorilievo di bron zo
con la maestosa figura di Gesù
Maestro. Alla s ua scuola verranno
chierici e sacerdoti da tutti i con-
tinenti. Lì, da Gesù Maestro e dal
suo Vicario impareranno le « pa-
role di vita elerna » per ripet erle
poi in tutto il mondo, ov unque
andranno.
Mentre usciamo con questo
numero, nella accogliente
nuova sede romana del Pon-
ti{ìcio Ateneo Salesiano sono
già in pieno svolgimento i
lavori del XIX Capitolo Ge-
nerale della Congregazione.
Di esso ci ripromettiamo di
offrire ai nostri Cooperatori,
Benefattori e Amici un ab-
bondante servizio. Intanto
rinnoviamo a tutti l'invito a
intensifìcare la preghiera per-
chè si raggiungano le mete
che il Capitolo Generale si
pre{ìgge, nello spirito di
Don Bosco e in adegua-
mento alle esigenze dei no-
stri tempi.
Le chiose:
masse affiancate, disposte
In bella proporxlone
Veduta parxiale
del palano del Rettorato

2.10 Page 20

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NEL MONDO
SALESIANO
COMMEMORATO IN CINA Il MARTIRIO
DI MONS. VERSIGLIA
Le va.rie case salesiane di Macao e Hong
Kong hanno commen1oraLo il 35° del mar-
tirio di mons. Luigi Vcrsiglia e di don Cal-
listo Caravario, i missionari salesiani uc-
ci~i nel 1930 da un gruppo di pirati ci-
nesi. L'Istituto ImmacolaLa di Macao,
caMt madre dei Sal~iani nella Cina, che
ebbe in don Versiglia il suo fondatore e
primo direttore, il 25 febbraio scorso tenne
un'accademia commemc,rativa. Sul palco
,;picca.vano due grandi quadri raffiguranti
i due martiri, opera dt:l coadiutore sale-
siano cinese l\\fario Pun. Nella funzione
liturgica l'Ispettore salesiano usò il calice
eh.e don Paolo Albero, 1,ccondo successore
di Don Bosco, aveva u~ato nella sua Messa
d 'oro e poi avcYa donanto a mons. Ver-
siglia. A Macao si ricorda che quando il
Vescovo missionario prese in mano il ca-
lice per I.a prima voi La, gli si riempirono
gli occhi cli lacrime e disse: « Si, Don
Bosco vide un calice pieno di sangue di
salc.~iani martiri... Io i;ono pronlo, o Si-
gnore». Era un presentimento che quel
l!angue doveva essere il s uo?
Anche nel collegio salesiano 'Yuet Wah'
di Macao la ricorrenza fu celebrata con
la collll1lemorazione ufficiale alla presenza
del Vescovo cli Macao, dei Superiori degli
Ordini religiosi, di larghe rappresenta112e
delle comunità religiose e di 800 allievi.
Nell'Aspirantato ' San Domenico Savio'
di Hong Kong un gruppo di allievi mise
in scena, sotto la direzione dell'autore don
Pietro Tsang, un lavoro in tre atti, Ja ri-
costruzione storica del martirio dei due
missionari salesiani.
Don Krisohner ai novizi e chierici stu-
denti a Hong Kong-Cbeung Chau tenne
una conversazione di quasi due ore sulla
vita e virtù dei due martiri, accanto ai
quali era vissuto a lungo.
SANTO DOMINGO (Rep. Dominicana) • Il canto del Vangelo nel
solenne pontificai• celebrato dall'Arcivescovo per commemorare Il
30• anniversario dall'arrivo del Saleslanl a Santo Domingo. La data
fu anche ricordata con un'accademia commemorativa alla quale
parteciparono quattro Ministri e tenne Il discorso ufficiale l' Ecc.mo
Nunzio di Sua Santità, mona. Emanuele Clarlzlo; si ebbero pure
altre manifestazioni nel quadro delle celabrazlonl del Congresso
Mariano Internazionale
Tra il 18 e il 25 marzo scorso
I SALESIANI
AL CONGRESSO
MARIOLOGICO-MARIANO
DI SANTO DOMINGO
à è svolto a Santo Domingo un
Congresso Mariohgico-Miu:ian.o
internazionale, organizzato
dalla Pontificia Accademia lla-
riana Internazionale di Roma.
Il Congresi,o si articolò in due
sezioni, quella mariologica e
quella mariana.
La sezione mariologlca, con scopi strettamente cli studio,
affrontò il tema: Maria nella Sacra Scrittura. Molti tra i
più grandi mariologi di oggi sono stati presenti e han.no
collaborato ad approfondire la parola rivelata da Dio sulla
~Jadonna.
La sessione mari11na affrontò il tema La maternità spiri-
tuale di. 1\\faria con lo scopo pratico di diffondere la divo-
zione mariana in proi;peltiva cristocentrica ed escatologica.
Al termine del Congresso venne consacrato il nuovo San-
tuario nazionale mariano di Higuey e benedetto un villaggio
per i senzatetto, costruito con le offerte dei cattolici di tutto
il mondo.
I Salesiani hanno partecipato attivamente al Congresso,
E-Oprattutto nel.la persona del nos tro cardinale Raul Silva
Henriquez, arcive1<covo di Santiago e Legato Pontificio al
Congresso stesso. Col Cardinale sono stati parte attiva del
Congresso lo studioso in esegesi biblica don Giorgio Castel-
Iino, Sottosegretario alla Pontificia Commissione per gli
Studi Biblici o Perito al Concilio Vaticano II, e il mario-
logo c1on Domenico Bertetto, docente presso il Pontificio
Ateneo Salesiano.
Il radiomessaggio pontificio, una solenne processione gui-
data dal Cardinale Legato e un pontificale nella piazza del
Congresso furono le note conclusivo del Congresso mariano.
146

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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ROMA Sua Eminenza Il Card. L. Traglia, ne:l'ampia sala dell'Istituto
Saleaiano •Teresa Gerinl ', premia I vincitori della "gara per il miglior
spettacolo" tra gll alunni delle Scuole romane dipendenti dal Vicariato
di Roma. Ha meritato Il primo premio assoluto Il Collegio Ucraino, di-
retto dai Salesiani
IL TEMPIO SUL COLLE DON BOSCO Mentre fervono i la-
vori nella chiesa Inferiore In vista della parziale inaugurazione
che entro maggio si spera possa aver luogo presenti i 150 membri
del Capitolo Generale, rapprHentanti di tutta l'Opera Salesiana
nel mondo, si continuano I lavori anche nella chiesa superiore,
che per I rigori Invernali han dovuto subire una sosta obbligatoria
MAGGIO
il mese dei fiori
6 maggio
FESTA DI
SAN DOMENICO SAVIO
il Rngo.zzo Sonto. il Santo dei rap;azzi,
il Santo delle mamme e dclle culle, il
Patrono dei « Pueri Cantores », procla-
mato tale dn Pio XII.
14 maggio
SANTA MARIA
DOMENICA MAZZARELLO
Confondntrice çon Don Dosco delle Fi-
glie di Moria Ausiliatrice e primn Supe•
riora Generale cldl'Jstitnlo.
24 maggio
SOLENNITÀ DI MARIA
SS. AUSILIATRICE
Ecco la preghiera di Don Bosco a Maria
Au..oiliatrice, che si dii ehhe cornpo~ta
oggi per Maria « Madre deUB Chie'<ll »,
il nuovo titolo col quale ha voluto ono-
rarla Paolo VI.
O Maria, Vergine potente: T"
grande ed illustre presidio della
Chiesa: Tu, aiuto meraviglioso dei
Cristiani: Tii, terribile come eser-
cito schierato a battaglia: Tu, sola,
hai distrutto ogni eresia in tutto il
mondo: Tu, nelle angustie, nelle
lotte, nelle strellezze difendici dal
nemico, e nell'ora della morte ac-
cogli l'anima nostra in Paradiso.

3.2 Page 22

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TORINO-VALDOCCO Sabato, 6 marzo, nella Basilica di Maria Ausiliatrice S. E. mon-
signor Albino Mensa, vescovo d ' Ivrea, ha ordinato Sacerdoti 23 diaconi salesiani di
Bollengo. Con i molti Italiani vi erano anche brasiliani, cinesi, giapponesi eccetera.
In Italia, oltre I Sacerdoti novelli del Pontificio Ateneo Salesiano e di Bollengo, vi
sorTo I Sacerdoti novelli degli Studentati Teologici di Monteortone (Padova), di Caste l-
lammare di Stabia (Napoli) e di Messina: un complesso di oltre 100 novelli Sacerdoti
Nell'isola Coloane al
UN LEBBROSARIO
COMPLETAMENTE
RIMESSO
largo di Macao è stato
inaugurato il << Villag-
gio Madonna Addolo-
rata », che accoglie
A NUOVO
numerosi malati di leb-
bra. Il lebbrosario ha
una storia mol.to an-
tica, ma ha incominciato una nuova vita nel-
l'agosto del 1963, quando il salesiano don Gae-
tano Nicosia vi prese dimora stabile. Egli
cambiò l'antico nome di Lebbrosario in quello
significativo di << Villaggio Madonna Addolo-
rata J> e si adoperò a migliorare le condizioni
morali e materiali dei ricoverati. Interessò
1e autorità r eligiose e civili, il << Catholic Wel-
fare )) e tanti amici. Gli aiuti vennero ahbon-
danti e si potè dare al villaggio l'acqua, la
luce elettrica e creare una piccola fattoria
che tende il v illaggio quasi autosufficiente.
Il governo per parte sua volle che tutti
gli edifici fossero riparati e rimessi a nuovo.
Li provvide di luce el ettrica e acqua corrente;
aggiunse alla fattoria un pollaio e una stalla
e fece asfaltare i 250 metri clella sttada che
iitli:aversa il villaggio. t difficile dire le
migliorie spirituali che il lavoro, il canto
e le feste organizzate da don Nicosia hanno
apportato nel cuore e nell'anima dei rfoove•
rati, la maggior parte dei quali non è cat-
tolica.
L'aspetto del villaggio era cambiato così
raclicalmente che le autorità ritennero giusto
farne l'inaugutazione ufficiale. Presenziarono
alla cerimonia il Governatore cli Macao, il
Vescovo clioce.sano mons. Tavares e altre
autorità.
Sulla collina che sovrasta il villaggio .presto
verrà collocata una croce alta dieci metri;
il crocifisso in bronzo è dono dello scultore
Francesco Messina. La chiesetta del villaggio
è diventata ora Lroppo piccola. I lebbrosi
la frequentano spesso e vi trovano il con•
forto e la gioia. Nel villaggio sono venute
due Suore Annunziatrici del Signore, cl1e
curano la cucina e i laboratori cli cucito e cli
ricamo. Tengono anche corsi di lingua por-
toghese, cinese e inglese.
148

3.3 Page 23

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NORIMBERGA (Germania) La
Casa 'Don Bosco ' (pensionato per
giovani operai) Inaugurata dal Ve-
scovo di Norimberga e costruita
nel periodo di un anno e mezzo.
VI sono anche le sale par le Asso-
ciazioni della annessa Parrocchia
BELLUNO La nuova chiesa parrocchiale di San Giovanni Bosco, con l'al•
tare rivolto verso I fedeli, secondo le ultime direttive liturgiche. S. E. Il Ve-
scovo mons. Muccin l'ha benedetta e vi ha celebrato la prima santa Messa.
La chiesa è nuova nello stile, ma di un moderno contenuto, che invita al
raccoglimento e alla preghiera
149

3.4 Page 24

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ROMA Questa arti-
stica statua In bronzo
di Maria Ausiliatrice,
che domina l'ampio
cortile dei giochi
(mq. 8.300) dell'Isti-
tuto Salesiano •Te-
resa Gerlni' sulla via
Tiburtina, è una delle
ultime opere della
scultrice Lyda PreU.
La statua, alta m. 1,80,
è stata offerta dagli
alunni dell'Istituto
professionale. del
quale nella foto si
vede soltanto uno
scorcio, e che com•
prende otto edifici
collegati fra loro da
ampi portici, oltre a
tutte Ie attrezzature
sportive e culturali
'Caiari' è il nome di
RADIOCORRIERE
DI RADIO CAIARI
un'antica tribù brasi-
liana. ' Radio Caiari'
è la stazione trasmit-
tente gestita dai sale-
siani della Prelatura
Apostolica di Porto Velho nel Brasile, una
PrelaLura vasta quanto l'Italia.
'Radio Caiari' combatte la sua brava bat-
taglia per la fede e la civiltà, in una regione
dove i nemici si chiamano comunismo, anal-
fabetismo e ignoranza religiosa. A dirigerla
c'è un salesiano, don Ugo Vittorio. Se 'Radio
Caiari' pubblicasse un Radiocorriere, presen-
terebbe questi programmi.
Trasmissioni quotidiane dalle 6 alle 22,30.
Ore 6: 'Preghiera alla Madonna', 'Breve
meditazione', poi 'Un giorno nel mondo',
ossia un programma $ulle ricorrenze del gior-
no, registrato dalla Radio Nazionale.
Ore 7: •Preghiera dell'agricoltore'.
Ore 8,30: 'La palestra della maestra', una
trasmissione varia a scopo istruttivo.
Ore 12: •Sosta con Dio', cioè un pensie-
rino tratto da un lihro. Poi don Ugo tiene
una conversazione su argomenti pedagogici
di attualità, c parla da prete, senza rispetti
umani. Segu.e una gaia trasmissione per
himhi.
Ore 14: Un programma umoristico, poi il
'Catechismo per gli adulti'.
Ore 18: Recita dell'Angelzis e pensierino.
Ore 22,30: Don Ugo la 'Buona notte'
con parole cordiali, da ascolta.rsi con la testa
sul cuscino.
Di domenica vanno in onda programmi
speciali, come la Messa, la vita della Chiesa
o il Concilio. Alle 10,30 'Radio Caiari' si
collega nientemeno che col teatrino salesiano,
dove bimbi, ragazzi e ragazze si esibiscono
in canli, accompagnati da un'orchestrina
jazz di ex allievi. Al pomeriggio le cronache
s portive.
Tre volte alla settimana va in onda la
'Bibbia drammatizzata', un programma re-
gistrato dalla Radio Nazionale che com-
prende 150 trasmissioni di 20 minuti ciascuna,
e sono un i,uccesso.
Si trasmettono anche novelle, racconti,
programmi cli musica sinfonica. Due volte
alla settimana c'è il corso di lingua inglese,
e il libro di lesto viene inviato gratis a ri-
chiesta. Ci sono poi i programmi di divulga-
zione scientifica e i notiziari di vario genere.
I film che si proiettano nelle sale di Porto
Velho sono recensiti tutti i giorni dalla radio.
Tante altre trasmissioni sarebbero indicate
stù Radiocorriere di •Radio Caiari', se ci
fosse. Don Ugo dice che se arrivassero i
comunisti (contro i quali spara a zero), ègli
finirebbe nella lista delle persone da fuci-
lare, insieme col suo Vescovo, che daJla radio
tiene i quaresimali. Ciò non turba i sonni
di don Ugo, nè degli altri di 'Radio Caiari'.
150

3.5 Page 25

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IN BREVE
ARGENTINA
Ii CIPE pe,. la soluzione
dei problenti educativi
dei giovani
È stnto costiL11ito a Buenos Airlll', anche
a servizio di oltre istituzioni educative,
un centro di docurneutazione e di ricerca
sui problemi della formazione giova-
nile, il ClPE. (Centro de Tnve~tigocion
y Promoci6n educntfras). I.'iuiziativo è
dovuta ai responsabili dell'Opera sale-
siana, che da 90 anni svolge ln sua
azione culturale ed ed1.1co1 ivn nella vlll!ta
nazione sudamericana. Nelle quattro com-
missioni mediante le ,1urui il C..nt ro
OJ.,'ÌSce (Pedagogia, Didattico, Psico-pedn-
gogfa, Catecbe~i) collabora un gruppo di
studiosi t>•eparati nell'I.titulo Superiore
di Pedngogin del Pontificio Ateneo Sa-
lniauo.
Vòtcito·l'e cli tm COHCOl'SO
1ml Pellegrinaggio
di Paolo VI
L'Ente Tummo Israeliano in AJ-ge.n-
Lian, in occasione del viaggio del Pnpn
in Terra Smtn, bandi un concorso let-
terario sul medeS"imo e sulla ripercuij•
&iuM che 11el futuro a,•rcbbe potuto
avere pe:r Israele. Premio unico: un
Yiaggio a Rol1ln e in Israele. Trn i 2,10
layori giunti da tuua l'Americ.i Latinn,
lu gìurio scelse quello del sacerdote sa-
lesiano don Abel Uribe, professore nel
C.Ollegfo Dome,tico Savio di Cenerai Roca.
I,'articolo fu puhblieat.0 sui principali
quotidiani di Buenos Aires, e su varie
riviste.
BELGIO
Le « Mmnorie Biog,·aflche »
di Don Bosco
in lingua olandese
Abbiamo aunun;iaLo clte i Salesiimi
degli Stati Uniti s tanno curando J'edi-
1,ione inglese delle Memorie Biografiche
di Don Bosco. Animati ,;!allo stesso de-
siduio di for meglio conos.:ere e amare
il sunto 'Fondalc,rç, i Salesiani dello Stu-
dentato di Oud Heverlee (Belgio), fin
dal 1960 si sono accinti ulla trudnzioue
delle medesime in li:ngua olandei,e per
i Salesiani .fiamminghi, olnnde,;i e su-
dafricani. Sono già uscili: il voi. 1 11el
J 961; il II e IIJ nel '62; il IV nel '63;
l'XT nel '64; il V e X:rt neJ '65; il XVI
e XVII mciro n:no nel '66. Se il ritmo cli
due volumi all'anno pouil continuare,
tutta la coUe~ione delle MetnQrie Biogra-
fiche sucà pronta per il 1970.
BIRMANIA
Contributo alla letteratu-ra
i·eligiosa in Birmania
Dn L•Osservaloru Romano:
« T Salei;i,11li, celebrando il 25" ilei
loro -arrivo in Birmania. po"sono van-
tare un forte conlriliulo olla letteratura
religio,;a in birmano. Essi permisero ad
nno dei loro Padri di dedicare tolta In sua
vita missionaria alla buQ,11a olnmpa, èmu-
lnndo j Barnobiti, È il P. T,. Barattoni,
che ho già pubhlicnlo uua quindicina di
libri religiosi in birmano, dei quali rucuni
hanno già avuto quattto edizioni».
CILE
Pa·,.co Nazionale
« Albetto De Ayostini ,,
Uno vasto regione dello Terra del
Fuoco, nella provincia di Mugallancs,
ai confini dell'Argentina. è stuta deno-
minato Parco Nazionale « AlbertJl De
Agostiui », in omaggio al noto geografo
sole~inno, il quale esplorò e de.crisse
numerose regionì dell'America Lali11a,.
Il Parco, crealo con un decreto del :Mi-
nistero dell'Agricollurn, è formato do
380.000 ettari di boschi.
GIAPPONE
25° <lella CougJ'egazione
« Caritas »
11 missionario sole,;ia no don Antonio
Cavoli, che fn mio dei componmti
della primo spedizione missionaria in
Gioppone çon mous. Cim11tti., hn festeg•
giato il 50° di .M.essa con l'intervento
dell'Internunzio Apostolico in Estremo
Oriente. Don CavòH è il fondatore delle
Suore indi.gene della « Congregu.ione
Cnrita.s •• che han:no commemorato que•
st'enno, uUa presen.i,i di autorità ci-
vili e relitiose, il 25° di fond11zione.
Queste Suore hanno per fine la cura
dei vecchi e dei bambini a.bbandouuti,
e atte.udono ad ehm attività mi.ssionatie
proprie dei Paesi d'Otiente. Dopo 25 anni
lo Cong,:e,ttt2ione conta più di 200 rd.igiose,
con 20 case in. Giappone e 5 in Corea.
compiti cli forma.zione professionale del-
l'apprendistnto artigiano e la ngura di
San Giovanni Bosco, Patrono degli Ap-
prendisti.
È in vista wi Corig,·esso
Europeo per gli ex allievi.
È uscito il primo numero di Praeit oc
tuetur, che è il periodico della Confe-
dera1Joue mondiale dtgli CX- allievi di
Don Bosco. Esce in sei lingue e portu
ai dirigenti di ogni nazione le notizie più
iu,portonli d~J Movimento, Que$ta puh-
hlicazione apro il cammino al Congresso
Europeo degli elC allievi salesiani, che avrù
luogo o Torino nel prossimo settembre.
Premio Nazionale
alt'Associazione <t Awrilium, »
di ~izza JUon/en·ato
L'.Associn1,ione « Auxilium.» dell'Isti-
tuto N. S. delle Grazie delle Figlie di
.Maria Ausiliatrice in Nizza Monferrato,
fu proclamata la migliore osaociazione
interna di A. C. dcli'Alta Italia. A
Roma, nell'aula ma.,,"'lla della DomU$
ì\\forioe, lo presidente dell'« Auxilium »,
di.nruui alle rappresentanti di 500 Asso-
dazioni d'Italia e olla preaenu di alte
nutorilll., .ricevette il premio n~ziou:ùe
dalle mani della Presidente Nazionale,
con porok cli plauso dell'Assistente
Ecclesiaatico Centrale.
PERÙ
Pe,· gli apostoli di do·mani
, Pr~senti tutti i direttori e delegati delle
caEC salesiane del Perù, radunati pt1r il
Capitolo ispeLLoriole in prepru:azione al
Capitolo genMale, è stnta inaugurata u
Choclnoayo la nuovo cas:1 desti.rurta al
novii:iato, rimasto fino a ieci in ~ede
ptO\\'visOtill. Ln ll,medizione dei lotali
fu fatta d&ll'Ecc.mo Nunzi.o Apostolico
mons. "Romolo Carboni. Il Capitolo i.spet-
toriale volle rendere omaggio al R11p•
prèl!entante del P11pa, che colse l'occa-
ijione per e&prime:re i suoi sentimenti di
profondo olfetto e sincera ommirnzione
per lJon Bosco e l'Opera suo,
ITALIA
In onm·e di Don Bosco
Pafrono deglì Ap1n·endi-Sti
Anche gnesL'nnno, per .in.iz:iotiv11 del-
l'lNIASA (lstituto Nnzionale per l'lst.ru-
1.ioue e l'Addestramento nel Settore Ar-
tigiano), si è celebrata in molti centri
la « Giornutn dell'Apprendilita ». Com'è
noto, lo manifestazione ba lo scopo di
riunire i giovuni per illustrare loro i
PORTOGALLO
l'ia intilòlata a Don Bosco
Nell'isola di Madeira, e precisamente
nello città di Funchnl, una via è stata
intitolata al nome di San Giovanni Bo-
sco,per espressa volontà della « Camera »,
in riconosci.mento del lavoro che da
quindici anni i Salesiani svolgono nella
locale scuola profe!illionale.
151

3.6 Page 26

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pl\\i-.1STAN
\\.
LA
MIA
NUOVA J
I
1f'1PMÀL
o DIOCESI
S ull'altopiano del Tibet nasce
un fiume che, invece di perdersi in
fondo a una vallata come fanno gli
altri fiumi del Tibet, cammina e
cammina in cerca del mare. Prima
va da occidente a o,;ente, poi fa
dietro-front e scorre da oriente a
occidente, poi da nord a sud fin-
chè, dopo quasi tremila chilometri,
s'imbatte nel Gangc e con lui si
tuffa nell'oceano Indiano. Questo
fiume è il Drahmaputra. In uno
dei suoi placidi ghirigori, mentre
attraversa una lunga vallata al nord
dell'Assam, bagna un incanto di
città che si chiama Tezpur. Tezpur
è oggi la sede della mia nuova
diocesi.
" Tezpur, tu sarai la
nostra seconda patria'
I primi missionari salesiani giun-
sero a Tezpur nel 1932. Erano due:
don Ravalico e don Alessi. Partiti
con la benedizione del loro Pre-
fetto Apostolico (e con poco altro)
si recarono in autobus da Shillong
a Gauhati, poi in battello a vapore
risalirono il Drahmaputra da Gau-
hati a Tezpur. Lì affittarono una
casetta al centro della città: tre
stanze in tutto. La più bella la tra-
sformarono in cappella. Distesero
su un tavolo una carta geografica
del distretto e la studiarono. Fiunli,
giungla, foresta, poche strade e un
moncone di ferrovia. Poi partirono.
Don Ravalico si di.resse verso le-
vante, e in venti giorni percorse
duecento chilometri in barca, a
piedi, in carro, guadando fiumi,
immergendosi nel pantano delle
risaie, visitando villaggi e pianta-
gioni di tè. Don Alessi prese il
treno verso ponente, ma dopo
trenta chilometri dovette scendere
perchè la ferrovia non andava più
avanti, e proseguire anche lui a
piedi e in barca, tra la giungla e le
foreste, fino alle porte del Bhutan.
Tornati a casa, fecero i conti:
avevano incontrato cinquemila cat-
tolici, sparsi in più di cento vil-
laggi e piantagioni.
152

3.7 Page 27

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Tezpur 1932 e •••
Mons. Oreste Marengo Vescovo di Tezpur (Assam-lndia)
«Tezpur - scrisse don Rava-
lico - perla e regina del Brahma-
putra, tu sarai la nostra seconda
patria >>. Poco tempo dopo, sui
ruderi di un tempio indù di
Tezpur sorgeva una chiesa al
vero Dio.
Oggi nella grande vallata ci sono
tre diocesi, tutte affidate ai Sale-
siani. Più in alto, quella di Dibru-
garh, più in basso quella di Shil-
long, e in mezzo la mia, di Tezpur.
L'hanno fatta con pezzi di terri-
tori tolti dalle altre due, ma non
c'è da pensare che sia piccolina o
fatta con materiali di scarto. Com-
prende a nord del Brahmaputra
l'intero Stato del Bhutan, parte
dell'Assam e il NEFA; a sud il
distretto del Kowgong.
Sotto il nome di NEFA (North
Eart Frontier Agency) va tutto il
tratto montagnoso che dalla val-
lata del Drab.maputra si estende
fino alla linea ?vlc:;\\lahon. TI )JEFA
è abitato da numerose trihù ani-
miste e buddiste e, come zona di
frontiera con la Cina, è ammini-
strato direttamente dal Governo
centrale di Nuova Delhi. In tutto,
la diocesi ha oltre 130.000 chilo-
metri quadrati di superficie, quasi
mezza Italia. Gli abitanti sono
pochi, tre milioni e mezzo, e i
cattolici 48.000.
Anche se vivono in Assam, i cri-
stiani della mia d iocesi non sono
assamcsi. Yengono da molto lon-
tano, si sono trasferiti sulle rive
del Ilrahmaputra un centinaio di
anni fa, e lavorano nelle pianta-
gioni di tè. Gli assamesi -,~eri e pro-
pri praticano l'induismo e credono
nella reincarnazione; offrono qual-
che resisten7,a alla conversione.
Nella mia diocesi ci sono anche
dei maomettani e, soprattutto sui
monti, moltissime tribù di ani-
misti che attribuiscono un'anima
a tutte le cose, e le rendono
culto. Altri fanno un'insalata fra
le credenze induiste e le credenze
animiste, e le praticano tutte in-
sieme.
(segue)
153

3.8 Page 28

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Vediamo svanire
pregiudizi a sospetti
Gli animisti sono molto ben di-
sposti verso il cristianesimo, e si
convertirebbero facilmente. Pur-
troppo io non ho missionari da
mandare in mezzo a loro. I miei
diciotto sacerdoti, i pochissimi coa-
diutori salesiani e le brave suore,
devono fare miracoli per mante-
nere in vita le opere iniziate e per
assistere i cristiani già convertiti.
I cattolici della diocesi non sono
raggruppati nei centri, ma sparpa-
gliati nei villaggi, e i missionari
banno il loro da fare per visitarli
tutti.
I nostri internati maschili e fem••
minili educano quasi duemila ra-
gazzi, orfani o di famiglie povere.
Anche i pagani vorrebbero man-
dare i loro figli alle scuole catto-
liche (spesso questi giovanetti si
fanno cristiani con le loro fami-
glie), ma gl'internati non bastano
neppure per i ragazzi cattolici, e
così pochissimi pagani possono
entrarvi. Questi collegi sono un
forte aggravio per le povere finanze
della Missione; eppure dobbiamo
moltiplicarli se vogliamo consoli-
dare il nostro lavoro dando una
educazione cristiana alla gio-
ventù.
Attualmente nella vallata la pe-
netrazione del cristianesimo ha
subìto un rallentamento. T pcrchè
sono molti. L'India è un paese di
recente indipendenza, e come tutti
i paesi liberi da poco tempo,
sente molto vivo il nazionalismo e
il bisogno di boicottare ciò che
viene dall'estero; poi i pregiudizi
di casta e i legami sociali sono
molto forti. Queste barriere si op-
pongono alla diffusione del cri-
stianesimo, ma sono tutt'altro che
insuperabili. Noi missionari siamo
ancora poco conosciuti, ma do-
vunque andiamo, al primo incon-
tro vediamo svanire i pregiudizi e
i sospetti. Se ci interessiamo ai
loro problemi, subito diventano
nostri amici.
Allora perchè diminuiscono le
conversioni ? Ecco la causa vera:
i miei nùssionar.i sono tutti assor-
biti nella cura dei cristiani conver-
titi, e non possono più dedicarsi
ai pagani come in passato. Il suc-
cesso del nostro lavoro è propor-
zio11ato al personale che possiamo
impiegare. Se potessimo aprire
nuove stazioni missionarie, le con-
versioni aumenterc:bbero subito.
In tre centri i neofiti ci attendono
da anni, e chissà quanto ci atten-
deranno ancora.
Piange il cuore al vedere il bene
che si potrebbe fare, e che dob-
biamo invece lasciare incompiuto
per mancanza di braccia. E anche
se avessimo le braccia, ci manche-
rebbero poi i mezzi finanziari per
costruire le chiese, le scuole, le
residenze e per pagare i catechisti.
Hanno venerazione
par le suore
Ci vuole dell'eroismo per com-
piere il lavoro che svolgono i miei
missionari, nelle circostanze e nel
modo in cui lo svolgono. Molti
ormai non sono più giovani nè
sempre in buona salute. Il caldo
è intenso, e neppure le piogge a
rovesci nella stagione dei monsoni
riescono ad attenuarlo. Essi com-
piono lunghe marce attraverso le
giungle e le paludi per raggiungere
le cristianità. Poi si chiudono nel
confessionale e vi rimangono per
ore e ore, in cappelle senza venti-
lazione e gremite di gente. Cosl
per settimane e settimane, poveri
tra i poveri, con due pasti di riso
al giorno.
Quando tornano, passano ore e
ore a tavolino scrivendo. Chiedono
aiuti per pagare i catechisti, man-
tenere gli orfani, mandare avanti
le scuole, fabbricare nuove cap-
pelle...
Da vari anni i sacerdoti esteri
non possono più entrare in India.
Man mano che gli anni passano, il
bisogno di sacerdoti indigeni si fa
più forte. Ora li cerco quasi tutti
fuori dell'Assam, tra i cristiani del
sud dell'India. I nostri internati
cominciano già a fornire giovani
che dànno qualche speranza di riu-
scita nella vocazione, ma una per-
centuale piuttosto alta non supe-
rerà le prove.
Per ora mando i miei aspiranti
al sacerdozio nei seminari delle
diocesi vicine. L'ideale sarebbe
costruire anche noi un nostro se-
minario; ma dove prendere il per-
sonale insegnante, se i miei sacer-
doti sono già tanto scarsi ? E poi
il denaro ? Il seminario per ora è
un bel sogno.
Il' lavoro che le suore svolgono
accanto ai sacerdoti preziosis-
simo, anzi indispensabile. Le don-
ne cristiane della diocesi hanno bi-
sogno di vedere e di sentire le
suore per imparare da loro a com-
piere i loro doveri cristiani. Molte
nostre ragazze passano qualche
anno negli educandati diretti dalle
Figlie di Maria Ausiliatrice o dalle
nostre suore indigene diocesane.
Alcune suore lavorano anche negli
ospedali, e la popolazione e i dottori
hanno una venerazione per loro.
In ogni stazione missionaria cer-
chiamo di aprire un educandato
di.retto dalle suore, perchè senza
la loro opera la formazione cri-
stiana dei nostri neofiti non sa-
rebbe completa.
Anche i nostri catechisti indi-
geni ci dànno un aiuto preziosis-
simo. I missionari riescono a visi-
tare le singole comunità cristiane
in media tre volte all'anno. Per
tutto l'altro tempo le cristianità
154

3.9 Page 29

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•• T e zpur 1965
sono affidate unicamente alle cure
dei catechisti. Vi sono delle cristi;i-
nità che si radunano ogni sera a
dire il rosario. Alcune hanno pro-
messo di recitare il rosario ogni
giorno per ottenere la grazia di
essere fedeli alla promessa di...
non bere, e riescono a essere fe-
deli a tutte e due le promesse.
Quasi tutti i cristiani si acco-
stano ai sacramenti tutte le volte
che ne hanno occasione, cioè due
o tre volte all'anno. Molti al primo
venerdi del mese affluiscono alle
chiese delle stazioni missionarie
magari da lontano, e si sobbarcano
a disagi e spese notevoli.
·11 nostro lavorn è duro, ma tante
cose ci sono di conforto.
Per esempio, il sentire che molte
anime buone seguono con inte-
resse i nostri sforzi e fanno dei veri
sacrifici per venirci in aiuto.
Qualcosa di grandioso
ed entusiasrnante
Poi l'alta stima che gli assamesi
hanno del missionario. Noi sen-
tiamo il dovere di vivere all'altezza
di questa stima, di essere in parte
almeno ciò che essi pensano di noi.
Ma ciò che mi commuove di più
è assistere al meraviglioso svilup-
parsi di una nuova cristianità: la
trasformazione di un gruppo di
pagani in una comunità cristiana
è qualcosa di grandioso ed entu-
siasmante.
«A. Cristo : a Lui solo, a Lui solo
appartiene il diadema splendido e
prezioso : l'India! ».
Questa frase così cristiana è
uscita dalla bocca di un pagano,
Keshàb Ciandra Sen, il grande
pensatore bengalese, che l'ha pro-
nunciata un secolo fa.
Il sogno di Keshàb continua a
vivere in molte anime rette del-
l'India pagana, che vedono la sal-
vezza del loro Paese in un orien-
tamento verso la Croce. Qualche
anno fa una importante rivista
hindù diceva apertamente:« Presso
di noi si prende un interesse sem-
pre più vivo per la personalità del
Cristo. Tra noi ci sono molti cri-
stiani... non batter.czati l>.
Il Congresso Eucaristico di
Bombay con l'accoglienza fatta al
Papa dalla massa dei non cristiani,
ha confermato che l'India nuova
sente bisogno di Cristo e tende,
anche se inconsciamente, le braccia
verso di Lui.
Lo raggiungerà anche per lepre-
ghiere e i sacrifici offerti da tante
- anime buone, in un nascondimeoto
e in un silenzio che ne assicurano
il valore.
155

3.10 Page 30

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Il trattore era passato sulla sua gamba
Mi trovavo in campagna per i lavori agricoli
insieme con i miei familiari. Per uno sbalzo
del trattore, inavvertitamente caddi a terra da-
vanti alle ruote. 11 trattore non potè più essere
formato e passò letteralmente su Ila mia gamba
destra, schiacciandola. Per la caduta violenta
riportai anche non lievi lesioni al capo.
Fui portala d'urgenza all'ospeùalt; di Asti,
dove mi ritennero gravissima e per più giorni
senza speranza di guarigione. Dopo due inter-
venti dolorosissimi, si preparavano per un
terzo, al quale moralmente mi mancava il co-
raggio di andare incontro. Aumentai allora la
fiducia in Maria Ausiliatrice. La prega.i inten-
samente e con grande fede a volermi interce-
dere la guarigione. Incominciò allora un lieve
miglioramento finchè, con sorpresa di tutti,
fui d imessa dall'ospedale in via di completa
guarigione.
Tigliole d'A st;
SANTINA AMERIO JN ARMOSINO
còQpcratricc salt:sial1Jl
Non le resterà traccia del male
Il 29 dicembre scorso, la mia bambina di
6 anni si ammalò di poliomielite e il dottore
dichiarò che il suo stato era gravissimo e senza
speranza di salvarla. Piena di fede nella inter-
cessione di San Giovanni Bosco presso l'Au-
siliatrice, cominciai con fervore il mese in pre-
parazione alla sua festa. Per tutto gennaio ogni
sera mi recai .ùla chiesa per assistere alla fon-
7-:ione in suo onore e venerarne la reliquia.
Ebbene, oggi posso affermare che il dottore mi
ha assicurato che la bambina è salva e ché non
le resterà alcuna traccia del male. Promettiamo
perciò di essere sempre sinceri devoti di
San Giovanni Bosco. Sono una povera mamma
di famiglia e quasi non so scrivere; ma non
ho potuto trattenermi dal manifestare pubbli-
camente la nostra gratitudine al Santo della
gioventù per la grazia miracolosa che mi ha
concesso.
Sa11 Sa-/vador (El S~lvador) MARIA I. DE NUNEZ
La gamba non fu tagliata
Mio marito si era rotto una gamba in modo
tale che, a giudizio dei professori e dottori
dell'Ospedale Mauriziano di Torino, avrebbe
156
dovuto essere amputata. In preda alla più viva
angoscia, invocai la cara Ausiliatrice e i Santi
salesiani perchè volessero risparmiare una di-
sgrazia cosi grave al padre di due bambini e
in attesa di un terzo. La :\\ifa.donna ci esaudì.
Dopo giorni angosciosi, i dottori dichiararono
che la gamba non sarebbe stata tagliata. A u n
anno dì distanza posso dichiarare che mio ma-
rito ha la sua gamba e non solo cammina, ma
lavora in campagna ed è in grado di mantenere
la sua famiglia. Gli ~tessi professori e dottori
ammettono un intervento soprannaturale. Ag-
giungo che la grazia fu completa perchè, no-
nostante le emozioni e sofferenze morali di
quei giorni, è venuto a rallegrare la nostra
casa llll caro e sano angioletto. Alla cara Maria
Ausiliatrice e ai Santi salesiani vada il nostro
riconoscente grazie.
v;110,·o Ct1#dwlu (Torino)
CONIUGI GIRAUD
Esce illeso dalla macchina ridotta a rottami
::\\[entre mi trovavo in viaggio sulla strada
Cerami-Troina, a causa di una motoretta che
mi si presentò all'improvviso dinanzi in una
curva, sbandai paurosamente: uscii di strada e
andai a finire in un burrone, dopo che la mac-
china, precipitando, ebbe fatto tre giri su se
stessa.
Mentre l'auto si dirigeva inesòrabilmente
verso il ciglio Jella strada, intuendo perfetta-
mente quello che sarebbe successo, con tutto
il fiato che avevo in gola invocai Don Bosco,
mi nvvinghiai con forza allo sterzo e aspettai
che il capitombolo finisse presto e... bene!
Della macchina, una 'Wolkswagen 1:200', ri-
mase un cumulo di rottami: io invece usciì da
quel groviglio di ferri solo con qualche graffio.
Sono un ex-allievo dell'Istituto salesiano di
Catania-Cifali. La mia devozione a Don Bosco
è sempre viva e la mia fiducia totale. Ancora
una volta egli mi ha dimostrato, senza che lo
meritassi, la sua protezione, che sui suoi cx
allievi continua per tutta la vita.
Cllla11ia
DOIT. QlIIRINO TURCO
Rosa Vltto ni (Mod.,na), presi} da affanno per la fi~lia
ammal•ra, la rnccomandò a M.A. e si S111ui salesiani e
ne ottenne la guarigione senza uperazione.
Rac h ele Colom t;,"lli (Abbadia Lariana-Co) operata di
un tumore 11'\\llli~no, dichiara di nver visto lu Madonnn
e di averle chiesto la grazia di i:uarire. Gunri realmente
e tuttora god~ buonu salute,

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Cav. Raffaele Bolttno (S. Marghe_rita Ligure-GE) ca-
duto ammalato di afasia circolatoria, riebbe la salute
pregando S. G. Bosco.
Francesoa Donato (M..ss,na-Falcone) ringrazia M. A.
per il fratello, che ha ottenuto un impie~o vidrto a casa.
Alba Michlell (Ore<!nico Sup.-U D) soddisfa una sua
promessa a M.A. per il fratello, che ha superato
difficile èsamc.
MarceUa Pellegrini (Pa\\'ia) riconoscente a S.G.B. per
averlà aiutata in monenti difficili, rert<le pubblica la
grazia.
Giovanp.a La Malfa ('Ronciglione-VT) affidò a M.A.,
a S,G.B. e a S.O.S. il figlio febbricitante durante gli
enmi di ugioneria e ne ottenne la promozione.
Adele Maltese in Barbato {Spe_zzano Albanese-CS) in
condizioni quASi disperate per collasso cardiaco, rinc-
quistò la salute col rh;orso fervoroso a ;\\f.A.
Suor Maria Micbeel, F.M.A. (lnnsbruck-Austria) rin-
grazi11 S.G.B. per il felice compimento della nuova casa.
Maria BoQelll (Torino) per intercessione di M.A. i,."Varl
da una ca.Idite reumatica estremam~nte grav-e.
Regina A. in Prandi (Belliuzago-NO) rivolgendosi con
tutta la fiducia a M.A. uttennc che si risolvc$se una
malattia di fegato senza complicazioni.
Giovanna Sala (Cassolnovo-PV) ÌO\\~a offerta per grazia
ricevuta dalla ~orella col ricorso a ì\\lLA. e ai Santi Sale-
siani.
Elda Gnutti (Sarczzo-DS) preoccupata del suo stato di
salute, si rivolse fervidamente a M. A. e ai Santi sale-
siàni, e fu esaudita c,,n la nascita di una bambina.
Lctlz.la Zuccalli (Caccivio-CO) ringrazia J\\1.A. per la
fine serena e religiosa di una persona e pèr la propria
guarigione da paralisi.
Paolo Bocla (S. Giusto Can.-TO) ringcazia S.G.B. o
invoca ancora la sua protezione per necessità spirituali
e materiali,
Mario Stra1:zuUo (Napoli) manifesta la su~ gratitudine
a M.A. e ai Santi salesiani per aver ottenuto la pen-
sione al figlio minorato di guerra,
An1ela Pignatta (Torino), ringra2ia M .A . e S.D.5, per
la guarigione ottenuta.
C. P. {Milano) invocò con fede M.A, e S.G.B. in uM
crisi finanziaria dèl figlio e fu esaudita.
01 HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE
Aceto Gennarina - Ackermann Triulzi Anita .. ,\\Jb;mese
Maria - Alberganti Rita - Albeno Maria • Amaducci
Giuseppina. - .Anania. Rosina - Ansaldi Giovanni - An-
tonelli ~!da - Ari•d Giovanni - ArnolcL P1er,na • ,\\snllghi
Eva - Ati<lri Albi= - Avaro Blunda Nicolina - Avonto
Costanzo Rin.~ - Baccalaro J\\da • Bacchetta Pierino - Ba-
dino Rosalba - Bagnati Angela • ilalduzx1 Teresinn -
Barbero Santina - Barbetti Domenica - Baren)!l) Sebas,ia.no
- .Bassi Aurelin - Batragll• Vittoria - Battistlni Giorgiò -
Baudino Fam•• Bollone CtorindJ - Berardi Mana - Ber-
retta Giulia - Bortacca Maria - Bertolo VicaJirµ&. - .Beverini
lrma ved. Perfetti - Buffoni Moria Lidia • Dinsuco.i Car-
mine" Rita • BiQlia Alberto - Bin Irene - Boccaxdo .\\ma-
b1le - l;!oine Sorelle - l3onanni Domenico - Boncrti Olga -
Borgogno Giuseppe - Bosio Giovanni - Ilosio L.• Dotto
Testa Candid• - Bozzo èosta Emilia • J3roglio Mettifogo
Annamaria Bruni dott. Frnr1cesco - Bruno Caterina -
Brunoldi Teresa - Bulla Pietrina - Camnrdi Reggio Maria
- Ca mosto Antonietta - Campolieri Linn - Cané I da -
Cantù Amelia • Capomacchta Giov•nni - Cappclluti Ni-
coletta - Capponi CJeoniè:e - Carissoni Caterina - Carosso
Ottavia Carpanini Caielli Mariuccia - Casazza ~osa
Cass•i Dnma - Castrovinci t\\ntonio - Cafane!Je Lui~I -
Catell• Tina - Cattivelli l"iotina - Cav~doni .Nella - C•-
vi11ioli Annamaria • Ci.:rcl(hettf Mory - Ccrutri Ocllarolc
Emilia • Chiar!e l\\larcellin~ - C'innipi ln11, - Cicogna Ncl<la
- èi.mia1ti A,ngela - C1n11olani Amalia - CireRn• Vcrccllcm,
lllanca - Colombo .\\ano - Colombo llionchi Maria - Co-
lombo Tcresn - Conteroo .Attilio - Coppo Oìust!ppino -
Cosentino France.scà - Costn,n.ni(Ull 1\\-L1rghcrtu. - Costcn!lro
Ecugtl'l,Ìo - Crociata Màòanna - Cure.i 1\\fauritio - Duheni
Giuliott• - l)allo Costa Adelim, • Do.Ilari Dina - Dnnc,i
Rosa • Ùatrì:~ Tullio - O11,•oury Fam. - De ,.\\ndreì, Ce-
lestino - Dthò CamilliM - Dell'Antonio C. il. Fal/stino
- Oemartini Gis.dla • Dcmmi Signorine - Denaci.er Elia -
Oéttori Mario • De Vico Filomena - Di Della Giovanna
- Diol_pcnzo Concetta - o·Onofrio Clotilde - Hlis Gnbrielc
.. EJponti Luc:fon:.1 - Eh·ezia Tomasina - 1!11bi OorhHo
Anna - Falcònt Libori• - F!llzoni Morfo Ugi,lina - Favre
Oberr Oelfina - Ferruri Clorindn - Ferrere, Giuseppe -
Fi:1Seh1,rci Èlisa - l'ini Colc,ot'ina e Mnriò - Florio Moria
Carena - France,,io Maglione Domenica - Fran.io•i Lea -
G.allioo Rcnnto e lrenc - Gamerra Emrt\\a e Vittorio -
0.ndolfo Mari• - Garda. Domitilla • Gacelli don Giovanni
- Carronc Giulia - Gnzano Bordli Cffterin<t • Gi•nn,;tru
Fcllà As-siur'HJ - Gi<rvannini Severina .. Giuliani 1\\-laria -
Gncs l'lruna - Gobbi C. Governi Tdn • Oro••<> Coniugi
Grosso Emmn - Guarduc.d \\.nnettu - Guarino AntQnina
- Guer..-. Alice - Guidetri Speranza - fnzani Ettore -
Inzolia Giovanna - LnfTflloc Attilio .. Lamberto Antqnietta.
• Lana Onolria - Landi !\\tari• Luisa • Landonl Pcpp(ntl
- Lanza fufl'nelc - L:u-i:<za Oomenièll • L~o Giuseppina -
l,cone Enza - Lo Faro Guzznrdi Concerta - Longo Feli-
ciu • Lo Pre&tt Vittorio - Loro Luigi - Luchicchi Gio-
v11nna - l,upulni uonilde - I\\loerl Mària - Maggialctti
Serafina - ?vh:itcìo Scntero - Magnani Elmo - Maìmone
Rosaria• Maiocohi Rosa - MalagOdi Carmelina - Manfredi
Teresa - M3nmardi Caterina - Ma112ini L. - Man.zone
Lina - Marciti Giuseppe • Marellt dort. Franco - Modelli
Silvia - 1\\1artellett1 Cate:rinn. - !\\,1artinengo Nora - ~Tartini
Alhn - Marucchi Màrcclla - M••simo Lena - Maz?.inl
MllriO . l\\lntzol1t An,telo - Moazzini Ao11ela - Mebno
Maria - Menetto Giustina - lvlerlina Maria. Grazia. - l\\l i-
ghavncca Elcn• - Miroglia Maria - Mittino don. Marco
- Miuçcio Domenico - Modolo Antonio - Moioli Elodia
• Moionni Ru,ca l\\1ohnari Maria Enrica - Molino \\lc•-
.oan<lro - :Vlon1agnoll Anna • Montrucchio M.nrghèrita -
Morello Angiolina • Moretti Margherita - Mor~ia Adele
- Morice11 Sebasriallll - Moros.o Caterina - ll1orra Lul$clln
M<1rro•s0 Core.rin• - 1\\10,.can Perego Chiara - Motta
Mario - Muiolino Bice - Musso F'am.• Musuroca Mana
- Nardi Becti dott. Iacopo Negri Sih-io - KicolO$Ì Elena
- Novarese Matlddonu - Paclmu Pietro • Pa"ani Maria
Panero Maria - Pap!L Al!gclin• • Papa Concf!tta • Para-
disi CJnrn - Poato Lana Silvlna - Parussa Fam. - Pater-
0O$tro aVI". Leopoldo - Part•zai Angela Peirano Madda-
lena - Per-otto Eugenio - Pesct. Rosa - Pesenti Paolina -
Petrone M•ria - Pcveri Teresa - Penotti Ghirnrdelli An-
gela • Pietrantonio 'Pam. - Pii::n•th Antonia - Pi.11ein Giu-
se-ppa - Pira.zz1 Carl.i - Pittn. Moria - Porro Rina • :Porro
Ritn - Pnga .\\ndrea - Pravcttoni Bambins - Prelln Fnm.
• Preti! Primina - Quarona Lcqpol'1o - Queczoli Albuto
- Rag-io Rava-zzotto Giuseppina - Rainaudo Do:menioo -
Rsfmondo Pierina - Ra.iota Cam1efa - Rnvazzoni Clemente
- Ravern Francesca • Re Edmea - Ri biz>.i Caterina Ri-
chichi Maria Felice - Rifero ,\\nn:t - Rigano Lina - Rina
Enrico - Riz7..o.li Serafino • Robiolo Alice • Rossi '.\\1ario
Letizia - 'Roaso franco Rina - Rom Marcyr Gemmo -
Rus$o Rosa - Sallristani Flora - Saibene Lucin.nu - Sal-
moiraghi Teresa . Snsso Bruno .. Sasso ri..1alvina - $3vetna
Maria - Sbardellotto Zarnpese Anna - Scalvini Fratelli -
Scclbn Maria - Scicolone Conecua - Sena Palmira e So-
relle - Severino Pinuccia - Siffredi Gerolamo - Silingardi
Valeria - Soon Agnese - Sottile Cagliano Maria - Suglia
Anna - Stefn.ni Pierina - Stracquadaoio Carmelirut - Tam-
burto Natalino • Taverna Castelletti Paola - Tenchio Elda
- Tesoriere Caterina .. 1~esta Esterinu. - Tirendi Giacomina
- Tfto Costanza - Tola O. Marcello - Torchio Caterina
- Trabucchi Gro.ziella - Trigilo Iole - Trucchi Fam. -
Voecarone Rosetta - V,;llarino Maddalena • Vosc.hetti Anna
- \\/:uile Sara - Vecchie!! Aona MAria - VenJuri 1\\nna -
Vigato Maria • Viczl suor Nunziatina - Vìtali Fnm. - Vola
Gera Ettore - ZamblltO Carrnelirui - Za,:a Dori Elena -
Zavartarl Pierin~ - Zil(otto Elisa.
157

4.2 Page 32

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Si chiude una ferita dopo sette anni
Dal 1954 soffrivo a causa di una ferita sempre
aperta nel piede sinistro. Fu.i ricoverata al-
l'ospedale, ma non mi giovarono medici
medicine e la ferita rimase aperta fino al set-
tembre del 1961. Sfiduciata e stanca di aver
tanto pregato, non volli più pregare nessun
S~n~o. ~ un _giorno -~e ~arlai con una cugina,
Figlia d1 Mana Aus1liatnce, che mi esortò a
fare una novena a Santa Maria Mazzarello e
a posare la reliquia sulla ferita. Con fiducia
iniziài la novena, ma non ne ebbi alcun miglio-
ramento. Ne iniziai una seconda: al termine
la fe~ita si chiuse. Sono passati due anni e h~
contmuato a stare bene.
c~sm-o (Messina)
TINA ZINGALR
Le salva la gamba
Per l'ostruzione delle arterie, dovuta a cat-
tiva circolazione, ricevetti dal medico la dolo-
rosa sentenza che mi si doveva amputare una
gamba.
In tale frangente, una mia sorella, Figlia di
Maria Ausiliatrice, m'incoraggiò a ricorrere con
fede a Santa Maria Mazzarello. Cosi feci.
Giunto il momento dell'operazione, la Santa
dovette trovarsi presènte, perchè invece di am-
putarmi J~ gamba, il chirurgo si risolse per
un altro intervento, tentando un innesto di
vena lungo il muscolo.
Tutto riuscì bene e, grazie alla visibile pro-
tezione di Santa Maria Mazzarello, ho potuto
salviµ-e la gamba.
Unisco il certificato medico che comprova la
gravità del mio caso e riconoscente invio offerta.
Mtdc/liu (Colombia)
HERMILDA TOLOSA YaASQUEZ H.
Guarita da trombosi cerebrale
Ero salita con le Suore al Santuario della
Madonna che sorge ai piedi della famosa Pietra
di Bismantova. Dofo aver pregato con devo-
zione, in lieta comitiva salimmo in , etta alla
Pietra, che si raggiunge in circa mezz'ora di
cammino per un'erta mulattiera. l\\1entre, se-
dute sul prato, godevamo dell'incanto del pa-
norama, io perdetti improvvisamente la cono-
scenza. Caddi pesantemente riversa al suolo,
priva di sensi, in preda a convulsioni violen-
158
tissime. Due Suore subito scesero al Santuario
per telefonare all'ospedale di Castelnuovo
Monti, mentre le altre, rimaste per assistermi
invocavano l'intercessione di Santa Maria l\\faz~
zareUo.
Per un malinteso, i soccorsi tardarono a ve-
nire e rimasi all'aperto coricata all,a meno peg-
gio per ben due ore, durante le quali cinque
lunghe crisi si alternarono a brevi pau$e. Final•
mente arrivò una camionetta con a bordo un
~edico. <?iunta ~ll'?spedale, i medici mi giu-
dicarono m fin di vtta, trattandosi di trombosi
cerebrale, e mi venne amministrata l'Unzione
degli infermi. Ma le Suore continuarono a pre-
gare così che, con meraviglia dei medici. fui
salva.
B;bbiartu (Reggio Emilio)
PlfilUNA SILVI
L'avevano dichiarato grave
. I".vio q1;1esta offerta per le missioni salesiane
10 nngraz1amento a Santa Maria Mazzarello,
che ha ottenuto la guarigione da broncopol-
monite di mio marito, dichiarato w.-ave per
precedenti disturbi al cuore. Desidero che
questa grazia sia pubblicata suJ Bollettino a
maggior gloria della Santa. Profondamente ri-
conoscente, chiedo preghiere per meritare
sempre la protezione della Vergine SS. e dei
Santi salesiani.
D01111@ (Aostn)
ANITA CARGNINO
Mamma di tre bambini, non poteva stare
a letto a lungo
Santa Maria Mazzarello è la mia protettrice.
L'ho scelta come tale 30 anni or sono, quando
non era ancora beata. E oggi posso attestare
che ha sempre assistito, talora anche in forma
tan~ibile, mc e la mia famiglia. Ma una grazia
desidero render nota perchè veramente segna-
lata. Ero affetta da poliosi reumatica acuta. Il
medico curante, dopo aver esaminato l'esito
degli esami effettuati, dichiarò: «Da un mi-
nimo di due mesi a un massimo <li sei mesi di
letto ~- Io mi rivolsi piangendo alla Santa e,
con i miei tre bambini, iniziai una novena,
chiedendole la guarigione per la sua festa. Si
era ai primi di magiio. Fui esaudita in pieno,
sicchè potei anche assistere con i miei bambini
alla processione di Maria Ausiliatrice.
Torino
ISABELLA CANAVESE

4.3 Page 33

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S. Domenico Savio amico cli famiglia
La mia fiùucia verso il piccolo Santo è stata
sempre viva, anche perchè nella ~a famiglia
ci sono membri della Congregazione Sale-
siana. l\\Ia l'ho sperimentata maggiormente al-
lorchè dopo tante sofferenze nacque un bel
bambino, che abbiamo chiamato Domenico in
onore del santo Protettore. Il bambino è cre-
sciuto sano e paffutello. Ma appena compiuti
sette mesi, una polmonite improvvisa unita a
una intossicazione, lo portarono nel giro di
due giorni ad essere spacciato dai medici.
L'unico mio pensiero fu quello di mettergli
addosso l'abitino di S. Domenico Savio, pro-
mettendo di far pubblicare Ja grazia e di man-
dare un'offerta per le Opere Salesiane. Dopo
una settimana di cure il bambino usci dalla
clinicà sano e oggi cresce più bello di prima.
Adempio quindi la mia promessa, mentre
prego il mio caro Protettore di voler sempre
custodire il mio piccolo tesoro.
Aprilia
D 1ANTONA LUIGIA TN 01 NATALE
Si gridò al miracolo
Tempo fa, investita da una Lambretta, ne
uscii miracolosamente salva. Prima di met-
termi in via avevo invocato San Domenico
Savio, la cui immagine porto devotamente
con me.
1'la la grazia più evidente l'abbiamo ricevuta
recentemente. La macchina su cui mi trovavo
col marito e con altri, fu investita da un'altra
macchina. Le macchine si ~ono sfasçiate. La
gente accorreva da ogni parte credendoci
morti; invece tutti sani e salvi! Naturalmente
si gridò al miracolo.
È per questo che non mi stanco di far co-
noscere e amare questo Santo, cosl giovane e
cosi prodigioso.
Palermo
LUISA DAINOTTO Mo.:,rrA~A
Mamm_e ricche di fede
Fu sempre mio ideale ayere_ u!la nume~os~
fami~lia, ma purtroppo nei pruru tre a_nm d1
matrimonio le mie speranze andarono deluse
e, secondo il giué.tizio dei medici, mi sarei
dovuta rassegnare ad avere la casa senza sor-
riso di Cielo.
Leggendo sul Boll.ettino Salesiano le grazie
concesse a tante spose come me dal caro
San Domenico Savio, mi ruisi con fiducia
sotto la sua intercessione. Con fede ne in-
dossai l'abitino e incominciai una fervida no-
vena, sicura che mi avrebbe esaudita.
Il piccolo Santo fu davvero buono con me.
Ora sono mamma felice. La piccola Manuela
Dome1uca ha cinque mesi e cresce sana e
intelligente. Gra:-.i:ie, San Domenico Savio, a
Te l'affido: proteggila e difendila da og1ù male.
Pieu~ " Nie,.'ole (Pi$to,o)
LOTTI GEN?-.;AR!NA t:S. MACCIONI
Fede e carità premiate
:'.\\'lio figlio Valerio venne ricoverato all'ospe-
dale per una grave emorragia nasale. f medici
usarono Ili terapia richiesta dal caso, ma
l'emorr;igia non cessava. Allora una mia ni-
pote pensò di appendere alla maglietta l'abi-
tino di San Domenico Savio: in breve l'emor-
ragia cessò.
Guarito mio figlio, un suo amico venne col-
pito da tetano infettivo e si trovò tr.a la vita
e la mone. ì\\lio figlio corse all'ospedale e gli
appese l'abitino. Da quel momento cominciò
a nùgliorare e guarl perfettamente.
.110111:a (Milano)
LENA 130$lSTO
Antonietta D'Ambrosìo (Napòli) vide premiata 1n RUa
fiducio in S.D.S. ct>n In ruiseitu del suo primogenito.
Ines della Monica (S. Sèvero-FG) soffcr<:nte di coliche,
rivòlgcndosi a S.D.S. trovi> la iciusta curo.
Miria Gnoauo in Sgarb()ssa (l3U$ano del Grappa-VI)
raccumanda 11 S.D.S. il fratello afilitto da una infezione
polmonare in vili. di estinzione dopo una i;,rìrlla opera-
zione.
Maria e Luilfj Mauri (Caponago-\\lfl) inviann offerta di
riconoscenza a S.D.S, per la naici1.a dj un bambino.
Rosetta Ponzo (Oviglio-AL) nello sua prinui matem1n\\
S1 trovQ preoto in periuolo d, vii><, ma, ricorrendo a
S.O.S. po.rtò ogni cosa a felice. compimento.
Antonia Facchinetti (Ga~n-11niga-BG) ccln offerta rin-
f(razja S.D.S. per il felice compimento dell• sua .,,.
conda rnaternitò.1 nonostante il contrario verdetto dei
med,m.
Caterina Cravero (SavìgliaOQ-CN) invi11 un'offerta ud
onore- di S.D.$. per la guatigione dcUa nÌJ)-Ote e clelln
1,la in[ertnè.
Tere.sa Sandrl ('forino) con la prote,:ione di S.D.S.
fu ralle1:rata ~!alta ll!L~ç.ita dd piccolo S<'rgio.
Giovanna Gaspa (Osilo-SS) affidandosi a S.D.S., dopo
cinque anni inl'.ruttuosi. potè avere In sua prima crea-
tura.
159

4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Don Antonino Orto t a Cat.inra a oo anni.
Gjovani1tsimo, et'b caduto nclht tt'te dei primi a11lt-~h1ni ìnviati 11 Cn-
1onio do Don 801co nel 1885. V. fu il Servo cli D,o cordinalc Duom.r
che lo aiutb a "'incerc- le uhirnt: rt!<lattenze dei Mc.nau,ri. Dal JQ1, al
1oz8 resse l'()ro1orio di San hliPPo l'-.en. dove la Aiovcnt!> earancoc
di ,·arir- amc.r■ t1on1 e di 011ni cl4ssC: iociale imp..irb • dare. un "rnao
cristiano alla vau.. Don Orto ne fu 11 genio tutcl.tt\\:', il direttore pru..
ru Jcnte, il padre che: tutti acca~hc,a c()n l' a.ffc.uuo10 ar,pcllatl\\·o tutto
IUO di • caro•. :,;,1 sessennio 1Q:Q•IOJS isptl!Ore delle esse dtll•
Siciha, che portu ad uno ,viluppo t11lc dn pone l'hpt:rturia·1na'"l~ prirttt:,
Don Egidio Savio t n lJo,iorn (Colombrn) n 8 r onni.
Don Antonio MuJno t a )\\lon111l., (Spagna) • 77 unnr.
Don Franus~ Rerni:nyl 1 3 OuJ~pest (l.!n"horio) • sJ annr ,
Coad. Valerlo Fernandes t a Tar,qui\\ (Druile) a 80 •nru.
Coad. AJeuandl'O Morldo f a Pamploru (Sro11n1) • 7l anru.
Coad. Francuco Tuv cri t a Gualdo Tadino (l'crui:iaJ a 6, ano,
Coad. Maneo Bertollno t a Cuneo a 56 anni.
OOOPERA TORI DEFUNTI
Mons. Enrico Coda, Arciprcro ti, Rivanazzano (ru·i•).
Le s-ue doti umiuu: e- s.acerdotah lo ,,·e-vano rno e-aro • ,uui. Coop~
ntorc e dcH>10 dt ~an Giovanni Ou,co, nella patrucchi,, di SotHllCO
da lui retta sn precrdtmza, a,c,·11 fatto -costruire- Un.I chie&cu:a a ;\\laria
.\\usiliatrkc ,4:ua pnnocchia d1 H.1,·anaz:z:ano tondb l' Oratono ma--
•chjJc_, dotando1u di modtrnc •ttr~n:rnure spor1i,c ~ ricreanvr.
Suor Gels omina Zlgglottl, Fiul"' d1 Sont".\\nno, I • F1uronzuolo J'ArJ11,
Hiportfamo dul at·Lt1manale ,•ouoli«> di UcJllrtt,1uu Tene,·• il ,uo
pano dà 9"Up~rlorn or qua or h\\ lltr 1'1t.tlia. da. molli unni, e da pocft
più d1 tre annr 111' \\silo Dcmeilic1, E lo 1encvA con ule modcatlu cJ
un1ilti, con ulc •t:n.o di nucond,men10 che moh1 Bc-Uiniaijhcsi non
)J. cono,.cL•\\·1no anton. ~la clu t•ha avtjc1n,ua nr, ha riportata una
impcess1onit ds ,era fìUpenontA. Uou d '1ntdliR<"nz.1. di cuore. di am:1-
bihti la f11ct\\'ano 1um.11rr e .11n:trt: al primo contauo. \\la Jo\\'e rffl..
mcnté cm~rt:c\\·& cu nel t;ampa tlt:11.l vinù. Sçh1\\ill c.Jru;li onori tt:rrèni,
vn•tva imc:riormrntc unfra al S1unor~ jn una ttUOt1d1Anit oltcrtti
IJltrificio e d'nmure per i himht, per li: fanc.·,ullc, per 1n p:trrocd1rn
inrt.'rn. E 1cp1'lç ~esruirt.: lo Spotlu divino fin •~Jla t=roce, fin<J cill'tm-
mo1azionc della \\'lta per I pe~CllUH't. l na turbo uHmenu l'accomp:o:rnc:,
al campo..nto portec1pttndo al ,lolorc dellc,, Sunre. Jci fam11iarl, Jol
frou,Jlo_ che e ,I Rcnor :\\La1111orc dei S~ldi•nì •
Gr. Uff. Dr. Pl'Of . Ga~rano Sq b utl t ~ Fr;,s,an (Roma) a 70 anni.
l>o«nte uni\\'<'nit.1.rio, mente tlrtt• d1 atudioso ap~ru ai problemi della
ac:icn,:a gcofmca con por1.1colo.rc riQuarilo oll'•~ncoltura, nella onorata
cnrrier'n eh• lo condusse :ille ,1ltc rapon,abilrrù tlr hptriore ~•n•r11lc
del :¼ini~torc, A11rkolrura e Forcate. profuee tesori <Il ••g~ezz•, ùl h•
pere e di bonùli. C$Cmpio dj ,·i r1 1memeratn tnucorau n~lla luce dello
fede e nello 1piri10 10lesiano, a tllntu d~i 61ih di Don !losco, con i qu,ti
ç.olJ.abor-ò co,ne pre- l<lc:nte deA'li f.x ~lhc,ì. dd Sacro Cuore 1n Rom■.
Giuseppe Flora , • Cu1cll' \\lfcro d'.\\ni a ; 11 anni
\\1TrontO il !l.Acrih<'lO di un.a \\·au Juro. e bboriota pc.·r permett«t" i.,J
fis:.ho don Luìsri di ,:eiruire la ,•c,c:aiione salC'!lian1 e ,accrdotaJc.
Giov anni Florlanl t o l\\fcrnno (Uolznno) o lii anni
Fede, p1uacnz11, lnboriosltà e qrKndo hontà d'ai nuno, furono le ,·1rtu
l!~tu. 1•accornp11j(n.trono per tuttu ln n ta, Nel 1Q1R ~c-rdc.ue, ;n toli dut.-
111orni. la mo11llc • dut Jiglit Tille perdita [u l• •u• croce quotiili•no,
che Portò cnJt1an.,mc.nte ra.ue:icniuo a_tl~ \\·ol onL\\ cJ1 U10. Restò con
Juc 611h, uno J<1 quoh donò al S,~nore nella (.;on11reganonc ••lesiana.
Battista Clbln t ad •.\\lbuin..•~o (l'ado.-a) a 66 onni
Cooperatore. ftr\\ tnR cristiano. c.bbe la g-io1a Ji dunare alla Famiali.l
J1 Don lJosco ruhJmo dei suoi fh:11. l)opo a,.•c.r aorlcrto r:ristfanamcnt~
la mone impron:jsp del figl.Jo GnJtcppe, morì anch' c,:-11 trAgicamento.
GuJdo Gllll t o...co ("l'orino) • 76 nnnr.
Retto nel •entirc ~ nc-ll' opernre. lp,botlo~iHimo, pur ~ttcnJc.ndo 2 vat1c
rm,nsioni per il bene del pne41c, nf)n p.:rdettc maa di \\'iit.i la fami,tlia
111:i qu•lc luci~ 1oprattu110 l""rcdltl preziosa del nn10 timor di O,o.
Battista Albu-<o t a Colu,o (Torino).
D10. fam.Jgha. 1posrol:no compcnJ1a.no la su:a vu..1 J1 fcrv~ntc. cristiano
e di ottimo (;oupentorc. S. C. mon~. \\lcn~11, vacovo d' I\\Tea,. che •i
tr0\\"tV:l I Calu10, volte per,onalmtntc confortare lu consone, zelantt
Cooperatrice e propagandista della buona su1n1pa.
Cesare MaKltclU t a P..-cou a ◄9 anni.
tnsegnantt:, Cooperatore fen·entt:, devoto di Don Dotco, il cu1 arurito
e metodo 1.htfu,e tna i cull,l,(hi e praticò c:.un al, .1lunni. _j\\.lor\\ 111'1n•
domani dcillia Jcatn lii San G1ovJnn1 Bosco.
Ada.mo Tondi t a 75 ann,.
Padre e1cmpl1rc dt-1 Parruco Ji luogne, pc-r ht. 1ua bonta e rettitudine
non comune: 11 t::r■ conqu111Jtato la bcncvolenu da tuno il paeae. Luci»
a 1u111 cd1lk•n11 ..,mpi Ji lede e da labonooul.
Patriarca llcstltuta In Pa.neua a \\"illa 1.aun• 71 anm.
Sacri6-cò 1uu.a •~ ,1cH,a nel Ja,·oro umile e nell ;unorc alla (amu:lia,
Ne1 uog1uuto della sofferen;ca di una lunga c dolorosa malattia. nfhnb
1I -suo sp1r1to 1111 tocchi ddh, Ji'rRX•a divina. Oppurtunamente t1ul ric(jr..-
dino funol,r,• furono scrìLtt le pnrolc di Oun Hoocu: In fin Jj vita
O•• 11i mccOijlÌe 11 frutto delle buon~ op~n? •·
Angela Rol;ando t ad
co ("l'urino) a ,i •nn,.
Seppe attin11~rC!' alla r~de nell• Prn\\·ndr.nza la ro1,o1 p<'r l'adempimento
Jet do\\·erc. La m~li1tt1a d1 un dc:c.e:nnio ne rivdO la ••ld11 \\·u1ù..
Eleonora MarlnelU t a. Caro,rno (Taunto).
\\tamma e.rmphniuim.a di nun1cru11i figli, fu an...1u: Cooperatru:c 1111 ..
tava é bcntmtrhJ1 r,er l'apo~tolato 1alesiano1 ()ltr~ che per a\\lc.r Jsato
~eneros•monto " Dio un fiul,o ncltn nostra Con~regnz1one.
,·,tn Margberua Ph:slnaU in Gasparetto t 78 anni
1'bbe t.1- RICli, dc, qualj , , 1., so11r•vv1vono. l)cd1<ò la
allo f1n11glia
ed u bitCJJlnCN1, an,·ulcanJu ne, fiah reciproco amore, c:omprcn1ionc
e••• ~ aiuto. cdu-.:sandoli alla carit.1 \\:cnu t1 prossimo J'liu umile. La porca
della 1ua
fu 1cmp.re 1pcrt..a • tutti aenu duunuone.
Nov ello Fi or 1 " l'n,ol• (PaJo\\a) 67 •nni.
Tutte, dedJto •Ila famiglr• e •I l,voro. Cu per 1 •U<>1 l<lle 6gli """mrno
luminoso dl foJc \\·i.va e cL bom.t profontla. Donb con genero.1itJ •I
Sii,;tnorc H Awlio, P Tullio. ~lonfvrhtno, e tre fiuHc-. Sr. Lina. Sr. Normu.
e Sr, ~1.tr1u - tn le Fighe di ~lllrrn Ausiliat.r1cc:,
Rosa MarUano t a Duttipl,ero d' \\sti.
L"lnse-ji?'nll,n~nto fu per lei un.i m,..,1one che continuò per ·f2 annì. Cosi
a,·c,-. apprc,o d.aUc Fi~lie d, \\1ari■ .\\u~ili.atrice nella Scuola da Niua
!\\tonfcrriuo, C:oo~ratrice 1•lH1.ana, d1fn:tte con 1.clo 14 buon■ 1ump1
nella icuola c.: nelle fam.i1:lu.: Fu auo merito 1'.c due: nipoti tono OJilll'• ••·
cerdotl e un terio e: chicri o •lt•ìano.
Ester Pagani t • Mtlano.
Mamma CM<.•mplarc e di unn bonu\\ senza e!lclu11ioni1 ;ivcn, le sue pre•
fcrcnu p~r i \\'C!tchi e i mala.ti. .\\ rutti ha Juc.11Ho il ricordo dcth, tua
\\;Ol u1>,1i.1namc:nte labo.rÌO<tA .\\mu Jn Fam1ql111 11lesiana e. frequento
con 1i.~itlwt.t 1 coni annu.ah cJ,a-h E&t-rcizi Sp,rituah
M.arg.bcrlta Morena t a Pall•n•cno (:--o,·•ra),
FNvrntc CooptMltrice e dc,·ota dt San Giovann, Bosco, .1ppoiz(Ìa\\·■
l'aponolato delle Fì~lic di :\\!aria Ausiliatrice e l"Optra ul..iana.
ALTRI OOOPERATORI DEFUNTI
/\\gostinclli Corollno . .\\ictio \\"in«n>:o • Alct,nnùri \\ttilio \\ntolln•
Santo • .\\rman, fat•r • DalbrAno \\n11cla • llurbarcllo G,usepplll• •
Dub•ti don .\\nado Barbcr,, Ro,in• - 8ianchco•i .\\nnunciall • u;.
107.zi Lui. . . llisson ,\\nna • lloldc111 R,na • Bunaro Anna Ca.Jwrola
don );brio • <.:al,·i Catu,na - Cana,•esio 1\\bri• - Capr-i Adolfo • Ca-
oelli .\\,no• • (."anrero :\\hrahcnu - Ch,o,ccarcllo Romani ,•cJ. Dalla
7.nn• - Clau• Gi,«>mo - Crnnlc Giuseppe • Conti O•ctollo - Cutru-
fello Concetto • l)'/\\lcssi Giovanni • Do Ilernt1rtli t"e,orino Dell"Orto
Giustpp11u, - Jl1ctmhrino Orut.~. - Di l)onnto Li na • r)j Lu.zio lna..\\r.
mondo - l)i11II l l11'10 - D, Sch1n,1 Giuseppina • Uo11lia GiW1c1>pi11•
- Doizlia Viuonna - Dori,11uizi tiiorQ"io - Elcfa.ntc I\\'\\" \\uuusto. Fcr•
rario Ourdo • F1h,wla .\\Urcdo • hor :\\o,·cllo • l'ionm :1-lo.nll.il • Ciam•
b3riru Gìo, ,nn, • Gio.JIOh Fior• • Gior11e11i :\\Iaria - Grandi bn,ha
• Guzz1 T1.:rcsu11 ... ltali.im An~iolina • Laurctu I.dura \\:èd. Aziaro ..
Luccardi .\\dtl•rJc 1\\lacon 011a,·m - :\\fadngale \\nna - :\\t.n•~rdo
Antonio - M11r1110 Emill~ • Marra• Efisio - l\\lartino Gu~litlmo - l\\lt•
gioni Lu1,t1 • l\\loJaffnri Morì•nna • Momboll, Giuaijppina • l\\lod1<0
Gio,.-nnni - N~poleone don Clu~cppe - Pa.Qan1 l~t:ittr Pnneui !'\\l.ina
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Tcre3:t. - Perl~tto Cate-rinA ... Pt.."ttarino Lui,tita Pc:ttini Ca_ndido •
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Soini Giu,-cppin.11 - Solinu V1occni:o • Spi1Rn• \\rpahc.e. - St.abili Gto-
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Znnfrisco .,\\uu11t• • Zenti Severino.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede In TORINO, erello In Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può legal-
mente ricevere Legati ed &ed/Là. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano te Hguentì formule:
Se trattni d'un legato: « ... lascio ali'lsliluto Sa/ulano per le Missioni c:on sede In Torino a titolo di legato la somma di Lire..• (oppure)
l'Immobile alto In..• ».
Se trattasi, Invece, di nomrnare orede di o g ni sostanza l'Istituto , la fo rmula p otrebbe easere q uesta:
u ... A nnullo ogni mia precedento disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'/slllufo Sales/ano per le M issioni c:on sede In
Torino, lasciando ad esso quanto ml appartiene a qualsiasi titolo».
(luogo e data)
(/Irma per esh!so)
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CROCIATA
MISSIONARIA
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa Incompleta si effettua quando Il versamento lnl•
ziale raggiunge la somma di L. 25.000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate
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a cura dd prof. Gliozz.i G. Battista - Cornm.
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canolici amerieanì, che ne auspicruio la bea-
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breria Dottrina Cristiana (Torìno) (z•) -
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cari defunti e a p~ote::ione d;i viventi di Porctl-
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::io11i della fa111ig/ia Giareui (Torino) - vers.
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miei bimbi, a cura di Marja e Primo Avidano
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siUatdce, secondo le intenzio11i di A. G. (Asti).
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betta Giuseppe (Messina). vers. L. 45.000.
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e Pio Zanon ('T'orino). 1• vers. L. 20.000.
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San Domenico Savio, per adempimento di 11,r
voto, a eura di Baragiola Onorina (Ticino-
Svizzera). L. 50.000.
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di Coreano Rosa, a cura di Carlo e Maddalena
:vtazzini (Pavia). L. 50.000.
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te,r.::ioni di Bertozzi Auri/io (Lucca). L. 50.000.
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salesiani: don A. Ve11ero11i, don O. Tempìni,
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per il bene ricevuto dai figli al CoUegio di
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vannJ Bosco, Don Rua, Don Rlnaldl, seco11do
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via Maria Ausiliatrice 32, Torino . Telefono 48.29.24
Direttore responsabile Don Pietro Zerbino
Autorizzazione del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
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