Bollettino_Salesiano_193606


Bollettino_Salesiano_193606



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


ANNO LX - NUMERO 6
GIUGNO
1936 XIV
Cooto corrente con la posta

1.2 Page 2

▲back to top


BOLLETTINO Pf'RIOOICO ME~-
Anno LX - N. 6
SILE PER I COO.
PERATORI DELLP
GIU GNO
S A L E S I A N O OPJ::RE E MISSI0:"11
01 S. 010. BOSCO
193 6 - XI V
CONTO CORRllN1'Jl'
CON LA POST\\
SOM..\\.iARJO: La Fcsua dJ S. Giovann i Bo~o tlJ>5aua P"r la Cblo,sa u n iversale al 31 gennaio. • ProchunaZ-lonci
dcli• Ylr11) eroiche della Ven. J\\1.aria Domenica Muurc,Uo. • Sono l,i cupola deU'AusllJa1rlc11. • OaJle nostre
Missioni: lndia (A5sllm), L'Incendio della nOlitJ'a MiaIone di Sblllon• • Uno sguardo alla Mlnlone. - Lettera
di Don GlulJvo aJ &lov;&nf • Grazie aurlbuha all'Inter cessione d i Maria Au5Ulatrlc:e e di San GlonnnJ Bo5co. •
Necrotoalo.
LA FESTA DI S. GIOVANNI BOSCO
fissafa per la Chiesa universale al 31 gennaio
URBIS ET ORBIS
Festum Sancti Joannis Bosco, Confessoris, ab uni.versa Ec cle-
sia, cum Officio et Missa propria, celebrandwn decernitu.r.
DECRETUM
U11iverso clmstio110 populo rummae laeltlloe
/1ut, quod sacro rer11rrtmte decimono110 sneculo
a salvifica udemptio11r, supre111Qs caelitmn lto-
nores Beato Joanni Bosco S11m11ms P<mtif1-ç
Piur Papa Xl dearoerit. Quo e:i: tempore 110n
Salesiana Famil,a tuntum red et quam pluruna,
dir,eceses Eum vel11ti i11t•t>11iut1s patrem pen1-
lian lto11ore proseculat mnl. Succrescrnte vtro
i11 dies devotione, 11/ 11beriores sanctìtatis frwtus
111 fid1,fi11111 praesertim i11ve1111m animis cff!ore-
sr:rre11t, imwmeri sarrorum Anh°stites S11111m11m
Amtificem Pium Papam Xl lu11mllim1s et i111ta11-
li/ms precihus rogm:er,mt ut ad 1mivustJ111 nle11-
dtret11r &clesiam c11/t111 lm1t1 viri, de re ratlw-
lica optime meriti. Sm,ctitas porro Sua, rrfe-
reulr infrascnpto Cardinale Sacrae Rituum Co11-
gregationis Praef1•rto, in audimtia diei 25 11wrtii
l936, vola tot S. R. E. Cllrdùwliwu, .lrrliùpi-
scopor11111 et Episcopomm be11ig11e exripù•m, Fe-
st11m S(mcti Jommis 81Jsco, tnmquam ronfes-
iom 111m pontificis, uh 1111kersa F.crlrsia, sub
ritu duplici minori, c11111 Officio et ilfi.s,a, /mie
drcrtlo adiectis, dir 3 1 liltllULTÙ alt>brand11111
decrevit, l1a11slato ad d1em 28 immnriì Festa
S. Petri No/asci, cc,11/essons. Co11trtmis non
obsta11tibus q11ib11sc11111que.
Dall1111 Rnmae, ex Sccretaria S. R,11111111
Congregationis, dir 25 murtii 1936.
(L. ~ S.)
C. Car<l. L.\\URE.'JTI, Pracj,'Ctus.
A. C\\RT:O.Cl. Secrelarms.
DECRETO
Fu somma gioia per tutto il popolo cristian\\>
che il Som.mo Pontefice P io Papa XI abbia de-
cretato i supremi onori dei santi al Beato Gio-
vanni Bo:1co nell'anno XIX centenario di nostra
santa redenzione. E subito non solo la Famiglia
Salesiana, ma moltissime <lioecsi lo presero ad
onorare in modo speciale come padre <lei gio-
vani. Ma crescendo di giorno ir giorno la de-
vozione, innumerevoli Yescovi, al fine di susci-
tare più ahhondanti frutti di santità fra le
anime dei fedeli specialmente dei giovani, ri-
volsero al Sommo Pontefice Pio Papa XI umi-
lissimi; e caldissime preghiere perchi: venisse
esteso all3 Chiesa uni,·en;alc il culto dì un uomo
cosl grande, cotanto benemerito della cau,-a
cattolica. Onde Sua Santità, uùito il parere
dell'infrascritto Cardinal Prefetto della Sacra
Congregazione dei Riti, nell'udienza del z5
marzo 1936, accoglicndu benevolmente i voti
di tanti Cardinali, A.rc1,·csco, i e Vcscovi .di
Santa }{omana Chiesa, ùccretò che si celebri
la Festa di San Giovanni Bosco, come con-
fessore non pomefice nella Chiesa uni,·ersale,
.con ,ilo doppi.a minore, secondo l'Uffirio t la
11/essa 11ggù111Li a questo decreto, il giomo 31
gennaio, trasferendo la Festa di S. Pietro No-
lasco, confessore, al z8 gennaio. Nonostante
qualunque cosa in contrario. Dato a Roma,
dalla Segreteria della S,icra Congregazione
- dei Riti, il 25 marzo 1936.
129
-

1.3 Page 3

▲back to top


PROCLAMAZIONE DELLE VIRTÙ EROICHE
della Venerabile Maria Domenica Mazzarello
Confondatrice dell'lstilulo delle figlie di Maria Ausiliatrice.
Come abbiamo annunciato nell'ultimo nu-
mero del Bollettino, il 21 aprile u. s., aUa pre-
senza del Santo Padre si e tenuta nel Palazzo
Apostolico-Vaticano la Congregazione Generale
della Sacra Congregazione dei Riti per di-
scutere sull'eroicità delle virtù di Madre Maz-
zarello. La Congregazione ebbe esito felicis-
simo e la mattina del 3 maggio u. s., terza
domenica dopo Pasqua, solennità della biven-
zione della S. Croce, nella Sala del Concistoro
del Palazzo Apostolico Vaticano, la Santità di
Nostro Signore Pio Papa XI ordinò la lettura
del Decreto che proclama le virtù in grado
eroico della Venerabile Serva di Dio Maria
Domenica Mazzarello, Confoadatrice dell'Isti-
tuto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Seguiamo la cronaca de l'Osservatore Ro-
mano:
A tale scopo, aUe ore n, il Santo Padre reca-
vasi nella Sala suddetta, ove seùevasi in Trono.
L'Augusto Pontefice era circondato dalla Sua
Nobile Anticamera Ecclesiastica e Laica al
completo, con a capo S. E. Rev.ma l\\1onsignor
Arborio Mella di Sant'Elia, l\\'Iaestro di Ca-
mera, e S. E. Rev.ma Monsignor M.igone,
Elemosiniere Segreto; e i Camerieri Segreti
Partecipanti Monsignori Venini e Toraldo,
La cerimonia si svolse sotto la direzione del
Prefetto deUe Cerimonie Pontificie Mons. Carlo
Respighi e del Maestro delle Cerimonie Ponti-
ficie Mons. Giuseppe Ferretto.
Erano presenti nell'Aula le Loro Eminenze
Reverendissime i Signori Cardinali: Camilla
Laurenti, Prefetto della Sacra Congregazione
dei Riti, Alessandro Verde, Ponente della Causa,
Eugenio Pacelli, Protettore della Pia Società
Salesiana di S. Giovanni Bosco e dell'Istituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice; gli Officiali
della Sacra Congregazione dei Riti: S. E. Reve-
rendissima Mons. Alfonso Carinci, Segretario
della Sacra Congregazione dei Riti con gli
Ill.mi e Rev.mi Monsignori: Salvatore Na-
tucci, Promotore Generale della Fede, Luigi
Traglia, Assessore e Sotto-Promotore Generale
-della Fede.
130
-
Hanno assistito alla solenne cerimonia
l'Ecc.ma Sorella di Sua Santità; S. E. il Conte
Capello, Ministro del Nicaragua con la Con-
tessa; S. E. la signora De Estrada, consorte
dell'Ambasciatore di Argentina; il Comm. Cas-
sm1s, Consigliere dell'Ambasciata d'Italia;
S. E. Monsignor Lorenzo Del -Ponte, Vescovo
di Acqui - con la rappresentanza della Dio-
ce.,;i: Monsignor Ponte, della Sacra Congrega-
zione Orientale, il can. Rapetti, parroco di
Cassine e l'economo del Seminario Don Ca-
ruzzi - i Monsignori Borgia, Fontenclle,
Eras; il Rev.mo Don Pietro Ricaldone, Ret-
tore Maggiore dei Salesiani, il Procuratore
Generale Don Tomasetti, Postulatore della
Causa, Don Giraudi, Economo Generale, Don
Candela, Consigliere Generale per le Scuole
Professionali, Don Trione e Don Persiani,
delJa Procura Generale, il Vice postulatore
Don Maccono ed altri superiori e direttori
salesiani; $.E.la Contessa Macchi <li Cellere,
l'on. Cingolani, il comm. Gessi, Don Carmelo
Blaj, il P. M.i.ccinelli S. J., il P. Maia, Pro-
curatore Generale degli Scolopi, il cav. Valo-
rani, folte rappresentanze di cooperatori e coo-
peratrici. di ex-allievi ed ~x-allieve.
Intervenute, inoltre, la S uperiora Generale
delle Figlie di Maria Ausiliatrice Madre Luisa
Vaschetti, con il Consiglio Generalizio, la Vi-
caria Generale Madre Enrica Sorbone com-
pagna de.Ila Ven. Mazzarello, la pronipote cli
San Giovanni Bosco Madre Eulalia Bosco, le
Ispettrici d'Italia e le rappresentanze delle
Case di Roma. Con esse erano la Superior:i
Generale delle Figlie del Sacro Cuore, la Su-
periora Generale delle Suore della Presenta-
zione con la Segretaria Generale, la Superiora
Generale delle Suore della Sacra Famiglia e
del Sacro Cuore, ed altre rappresentanze di
Ordini e Congregazioni Religiose.
Appressatosi al Trono Pontificio S. E. Reve-
rendissima Mons. Carinci, Segretario della
Sacra Congregazione dei Riti e ottenutone dal
Santo Padre il consenso, faceva la lettura del
Decreto di cui diamo la traduzione italiana.

1.4 Page 4

▲back to top


Roma. • La proclamazione dell 'er oicità d elle vl.rcù d ella Ven. Madr e M aria M azzare llo.
Il Santo Padre ascolta l'Indirizzo del Retlor Maggiorè.
DECRETO
CIRCA LA CAUSA DI DEATll'ICAZIONE. Il CANONIZZAZIONE
DELLA VllNlmABILll
MARIA DOMENICA MAZZARELLO
CONFÒNDATRICll
DELL'nrrtTUTO DELLE F1GLIB DI MARIA AUSILIATIIICll
SOPRA IL DUBBCO
Se cons ti de ll'er oicità d elle virtù teologali:
F ede, Speranza e Carità, verso Dio e verso il
prossimo, e ins ie m e delle virtù Cardinali:
Prudenza, G ius tizia, Temperanza, Fortezza e
delle altre lor o annesse oel caso e all' effetto
d el quale s i tratta?
ldd,o, dopo che ebbe creato l'uomo, disse: Non è
buona cosa che l'uomo sia solo: diamogli un aiuto
simile a lui tGe11., IJ, 18).
S1dla pri111fl metà del secolo scorso, lddio :msritò
un r,01110 ,,era11ie11te mirabile, Giovanni Bosco, il quale
prr portare 1m rimedio ai ta11ti t sl grandi mali che tra-
vagliavano il mondo fondi, la pia Società di San Fran-
usco di Sales, la qual~ oggi, lw1ga111e11te diffusa per
l'orbe intero, immmerevoli anime, specialmente di
giovani, condrtsse a Cri.sto. Pio IX, di santa memoria,
c1111sidera11do i copiosi frutti raccolti dalla stessa Società
11elltì educazione dei giO'f•a>ù, mosso come da di1Jif10
impulso i diede ad i11roraggiare lo $lesso Santo perchè
ponesse in atto il proposito, già roncepito nell'animo,
di fondare ,ma analoga so,-ìetà per l'educazione delle
fanciulle. Ed il misericordioso lddio, im;ocato co11 fer-
ventissime preghiere dal s,,o servo, dispose nel mirabile
consiglio della ma PMvvidenza che S. G10vmmi Bosco
trovasse un aiuro simile a e seco11do il suo spirito
in i'•laria Domemca lvla!lfzarello, delle cui eroic/11!
virllÌ si tratta 11e[ presetrte decreto.
MOTia Domenica Mozzarella, primogenita tra sette
figli, nacq11,e i11 11,fomese, 11ellò diocesi di Acqui, q1,as1
a}_l'ombra di una cappella dedicata alla Beala Vergme
A usìliatrice, il 9 Maggio 1837, da Giuseppe e da Maria
Maddalena Calcagno, pii ed onesti contadini, e nello
siedo giomo fa battez:zata. E P<idl'e e madre si davano
massima e veramente esemplare cura di ed1Jcare sa11ta-
mente i figli,,oli: cosiuhè i primi germi delle virlll
cristiane ft,ro110 profondamente piantati fr1 Maria
Dome11ica fin dalla prima p ueri:.ia, gPrmi che coll'aiuto
e l'opera del piissimo Sacerdote Dome11ico Pest(lri110
sempri! più si svilupparo110. Non app1ma ammessa a
1/Utrirsi del cibo euraristico e confermata colla Santa
Cresima, Jece mirobili progressi 118ll'esercizio delle virtù
cristiane. Somma rura ella si </ava di fare ogni cow
della vita ordinaria rolla massima perfezione.
Amar11issima della Sa11ta Eucaristia, di primo mat-
tino, 11ou essendo d'inverno ancora giorno, 11j freddo,
11è neve la trattenevano dal portarsi ad ascoltare //1
S . lv/essa, ed accostarsi alla S. Com1mìo11e: e se alla
sera 11011 le era concrsso di andare in Chiesa, dalla pro-
pria casa rivolta verso la Chiesa, trascorreva moltissimo
tempo in preghiera.
Iscrittasi sui dfoiasette anni tra le Figlie di l\\rlanu
Immacolata, intraprese ge11èrosa111e11te 1111a vita di mag-
gior pc;,:fezione, preparandosi così a compiere , diseg111
di Dio.
Come già S. Giou,znm Bosco, dapprima !at,orò uel
campo paur110, di poi si esercìtò nei lavori di etu-ito,
nelle quali occupazioni, colla mente elevata a Dio, ogni
cosa si pienamente èd uni1a111e11te compiva i11 sua glo-
,.;a, rhe inle11deva trasformare in atto d'amore vtl'SO
Dio fino ogni singolo punto che tirasse coll'ago. No11 è
q14i11di a mer(Wigliare se una t•olta in pi,bblico s1 na.
accusata come di pecrato per avere trascorso 1m quarto
- - d'ora della giornata senza pensare a Dio. Acce.a di
1 31

1.5 Page 5

▲back to top


:::do fWr t. animr, arJ,111,111,111, fa«~·a q1u111to ua
,n sm, f'M,rt' p,r g,u,dagnnrlr a CrisJo.
C,tra I unno 186<) S. Gmnwni Bo.<rn diedt! tm re-
g11/t1111111tl'> di v,1a a Jfarm 1J,.111niica the fin d11l 1865
,·it·n•n ìt1,1irme ad alnmc sue comp<IRllr in 111w casa
,·iri11u alfa PaTTotchw,
Q1«w.Jo poi, in •tg111t1J al ronsiglio dr molte buone
furintt, e le loro 111riJUnt1 rarcmnmrdnzwm, pr<sto
n aggiu11st, l'aut,,rn·olr Ct>1mglio di Pio I X, lo sttsso
s,mto ,Mu, ~ta/,1/ìto ,li imhtmrt a11d,-, ,mn so1'irttl prr
J'rd,umirmc del/, giot·a111, ro11.m/1<11i all'm1p11 D . Pe-
.1tori110 t'd il Vescin.•o di Arqui, a. fo11da111rnto ddla
1111•"'" Snncltl sc,/,c il gruppo ddlc Fig{,r dr/I'lmma-
c"l"tfl Co11,·r;:;io,1t~.
Prr i<> dir. il 5 o_f!OJIO 18;2 lr Figltr J, i\\f,,rw lmma-
ralatu /•resero 1'ab,to di qurstn m,in <1 SofleUl, e .\\taria
Dm11t11tCtJ rmise , n1t1 rtl1;;,11ri nlla prtstt1:.:11 dr! Ve-
;, m:ri I ti, S. Gio1:a11111 bort(},
:li tll'fl.•1·/lo lst,11110 da S. Gù,-i,011111 .f11 ,/11/n il nome
di Fii:!,~ di :\\faria Ausiliotric,·, ed ,I .sT<O ,I(''' ,·mo,
prima o,n potrstò t:iwrrn, /11 11ffidato a ,\\l"""':la qrwle,
tr<11<0rsi dt•~ anm, ,.,n mumimr ,·ota::;,011,: ddlr Suore
e w11 1/ plauro ddlu struo S. Giat:un,.i, fu rlrlla Su-
prnorn Cwn-ale 1'011 (>1ow 1111/nrità.
!'ù/ IJ11llh affilio jf mtmn "lit mr frg/,e f>t rjrt11rnma
eumf)itJ cli ogni 1,frt1ì. Scbhrnc ,fos.<e S11prriorn Ge11e-
ralt', a11ch1• m ra.<a ,l'i11fnn11trì, ,ro,r si prrmiu- mar
d'tsim, rsi dai d0t·rri d('//a Cn,mmità: a111011tim111a ddla
Jmi stu1tt1 pvr:ertà. po11t>t·u la sua gioia 11d/'1uarc t·esti
l<>gnrc, t1h1tare ima ramucllu Sf)<Jf![ia di og11i <<>SO m-
per/111<1. tJstwersi .rp,·ss11 tltJ o,:11i campa11<1tiw e perfino
da 'l•ul/r rC1sc part:fl,!,m rltr qua/du t·olw <omftttris-
uro alla 111111sa comrmr. l:'sst11do umilissima t' d,Jj,drmdo
,1, s~ si ,rt1 fatta frl/llt so/~11111 di infor111ar.ri tt11nph1a-
menl1 ullo tpirito S. Giot·mmi BQ<CO ,• d, dipmdere
m 1111/0 ,lni n,oi u,,,.,.
Dal ra11to suo S C.r1c,t·<1m11 Bmro, brn t·t1l11tm1do le
sur f'irt,ì , lt doti ddl'n11i1110 mo, lt· asr,11116 1111 pro-
f ri11 dcltgatn per l'assist, 11u1 sperialmente spirituale e
srrissu I, rrgC1lc, 1110 voli,· 1111/nt•ia ch'eua fosse libera
11d J.ftJf.•1•1·110 dell'lstit11to, riò che fu hm .ra,:gia cosa,
<01111!' }lii rt't11ti ro11fcr111oro110.
,1/ur,a w/alli gwu110 l'utilrtto co11 twlta pn1dmza,
rii, q1i,su,, lei ,·n•e11tl!, si sn'l11ppò mirabtl111wtc, e diede
wpiusis,imi e l1diui111i (nllti: di reu11te po, apprur:nto
Jall11 Sule Apostolita ronfa J,fià oltrl' seiu11to tose
,parn prr 111110 il 111rJ111lo e 11ti luoglti d, 1\\.l1ss1011e
trn }lii brfrdeli, e più 111111/inia di Suo11! c/11•, ommate
dallo sprrito dri d11t· fomiatrJri, rl/1,str,1110 la Cfiitsa
d, Dio mila loro attir-i.,rimo Pietà.
\\lar,11 Domenira rìf,Jst dd candorr d, u11u t:ita
111110<1:111/srima: accettò «m a'1Ìmo tra11qt1i!lo, sveno e
giorn11rlo (!/i e,1mti , ; /irti tlu• trisll, 1i prosprri, e/te
cmrtrr.rii, come doni di D10. Avn·n rc/igìr,so t t'1'l!is-
•·11110 trmf)orto t•rrso la dir1ir1a Eucaristia, come se
nrlose prt•smte rn,:li o«hi .oun, Guii. Amò la Beata
Vagmr ,011 trocriss1111a dt't.·o::1011t, F,ra111nr1t m1d1e
IS!CI 111:nM,e f><}t11to ,lire 10//',;lf,ostnlo Pan/o: La
nostm con\\'ersaziont· i: nel ciclo. A qrustn mtm,a
1111in11e ,011 Dio s1 dn:,• ,,., q11ns1 i~11ara d, lttllrt', «·ppe
saf>fflll< 111111tt par!tJre r Mrirere, 11/dìo la ornai,;
dl'I do110 ddlo scruto ro11c ,I, i mori r di 1110/11 altri.
D,1 r, sto rw,mm so11111u11ur11fr aulorc,Joli a111111rraro110
-/o Jlltl 1<111111<1
132
-
C<,/p11a •n t-·i:: ca Jl<;,ifu.-ato da grm e phunte,
ronforftlta dai Su,ramc111i, rauoma11dm1do alle St~
fi1die 111 cnritò, l'umiltil ,: l'obbedienza, w1ornT1do i
1a11ti 110,ni di G,M), Alari" e Gimepp,·, n·u• /'mrimll
111a Jmris,ima a Dfo il 14 magf{io 1881 111/',tà di qua-
rm1tnqu,1ttro mm,. La s11a preziosa PII0rlt' ]11 ug11ita
dalla fama J, sa111ità. Pn lo du dal 1911 al H)l7
J"rono rstmiti tttlla Curia I •,srot•i/c di .-lrqui, col-
l'orJ11wria potestà, i prouHi sulla J/,ssa fama, tll![lì
scrlflÌ, l' mll'obbeJi,11:tl ai duuti dr Url>n110 1'11[
sul dit·i, lo ,li preYtare mllfl ai Sen:i dì Dio. Cui s,
allJliwrutò dtu rogatorir ridi,• diocu1 di fl1101os Ayrcs
, di S G1mtftf,e di Co,tarirn.
Or•, rt·n'o qtùll/lO > di dirll/o, la S"r' a Co11guga-
zio11e dei Riti e,msc, drrreto fm:01 n nl, mg/, srritti il
15 /uglw 1924. Il 27 mflggio ,ldl'a11110 tlttUSSlf.'O. StUI
Sm1titcl Pi(} Papa Xl si ,legnò firmau di prnpria 111n110
In Ct111111ri.uio11e de/l'l,1tr,1</11:::i1me della Cama. Il 23
RÌll!.f/W d,•! i926 la Sarrt1 Co1rgrt_(!a:::;,mc dfi Riti
ri{l,11obbe du~ le disposfaim1i d, Urbano J'/11, i11 qllmtto
mnrcrm: il wltn, ,mnu Hate osscn·ate. lslnùto il
pr,,,-.uso o(>ostolicn 11cll11 Curia d, Acqui, per ,I t:n/ou
gi11ridiro di q,,,110 " di quello informati1·"• r111is11 dt-
<rt'to ,/ 23 ,:iug110.
T ,lllo rii, O I/OY/11() l!IIIIUiiro co111pi1110 11cl/o 5(1JISO
011110 ai 21 di frlibrnio si ebbe la Cou.r:n•fla .w,1r n ·1ti-
pri parol11ria n,{/t l'irtrì, n/lu presemm di S,w Em. il
,igmir C11rdit1al, Al1ssm1dro l"crde, Rdutorl', «i al 19
di 11Ut'1'111brl' ri ebbe la Co11grego:io11t Prtparotr,rio.
T..a Co11gre,:a:::i1111t' Gt11< rnlt: alla pr(J(ll:a dr sru1
Sm1titil ti tenne il 2 1 dr/ tcstÌ' daorso t1pri!t• I II e.<$11
lo ;feHo Cardì,ra/e Relutort pro/)011 allo d1su1.ssio11,
J/ dubbia: Se coMti delle virtù tcolo,z,ili Fede, Spe-
ronia e Carità ,·er$0 Dio e \\'Crso il pro~sirno, nonchè
dr quelle Carclinali: J>n1den.w, Giustizin, Temperanza,
Fon~1.1.a e delle :altre nd C$Se connesse l~ercrtare
in iiraJo eroico nel caso cd all'effcuo dr cui ,c,i tratta.
L,, LL. EEm. Rn·.111r i SiR11ori Cari/inali,. ·gli U,Oi
eiali Prtlati e , Padri CtmSttltor, dir,lao il loru
t•llto. li Santo P(ldrc però, lra111011d1) l'rn1wriazio11r
del suo J.flttdizio a quesl(} gwmo sacro all'Jm;cnzio11e
de/h, S. Cron, accìo,, lt~ coli, reiterati' prrghitre iu
ro"' di tw,to momento co11 maggw, chiarc::::::a foue
da Dw 1/lu111i11ato.
Per la q,wl cosa crld1rato 1/ sa11to S11a1ficio e chio-
111nli " sr le LL. EEm Rrt!.mc i Si,i;,iori Ct1rdi11ali
Cwnil/11 /..a1,re11ll, Pre/ello della Sac,11 Ca11gug11zitme
,1,; JWi 1·d Alns,mdro i"i·rde, Rtltltort ddla Causa,
11onrM il Rtt·.1110 Padre Saltmt,11·c Natt1ai
Pro111r,tort Gc,rcrn/-, drl/a Frde e 111,• ùrjrascr1t10
s,.1!1'<'/arm, ass, ri const,iro: dt?lle Yirtu trologalì· Fede:,
!-peroni.a e: Carità wr,o Dro e \\'erso 11 pros~imo
non<'hè di quelle: Cardm11li: Pruden7.II, Giustizia.
Trmpcran:i:a e Fc,rtczz,1 e delle altre ud esse an-
nc~se l'llercitate in ~rndo eroico dalln Scr\\'11 di Din
l\\Iariu Domenica :\\.Tazzurdlo nel coso <'d all'effetto
n di cui ,.; tratta. Orrliud p1Ji che pro11mlg,we qti~!tr,
durrto ~ si i11serisse llf'ltlÌ nfli ddla Satra Ct>11grcga-
::itmr da Riti.
Dato in Roma il 3 ma1rnio 1936.
~r~ CMIII.LO Card. LAtJHf:'\\,'11
P,rfetto dt·ll" s,,rm Co11grfgnzfom tld Ritr.
A1.1,os~o CAni,,,;1, S, rrrtano.

1.6 Page 6

▲back to top


Terminata la lettura e baciato dagli Officiali Ben conscia dl'lla sua oriitinaria debolezza, lu
dei Riti il piede al Santo Padre, avvicinavasi Mazzarcilo seppe far sua la forza dell'Uomo d, Dio
al Trono il Rev.mo Don Pietro Ricaldone,
Rettore Maggiore dei Salesiani - accompa-
gnato dal Postulatore Rev.mo Don 1◄·r2ncesco
Tornasetti, dall'Avvocato Mons. Della Cioppa
e dal Procuratore comm. Mclandri - e dava
lettura del seguente devotissimo indirizzo di
gratitudine a Sua Samità, esprimente nella
nel quale ravvisava il suo Padre e 11,foestro e al quale
si mantenne, fino all'ultimo. Figlia devorn. e docile
discepola. «Cc le ha date Don Bosco, dicevo alle
sue religiose nel consegnare loro le Regole, e Don
Bosco sa che cosa vuole· da noi Maria Ausiliatrice •·
Nel governo poi della Comunità si guardava bene
dal mettere 1nnnnz1 le sue personali vedute, sulle
quali pure tanto lume si rifletteva dall'alto, ma cm
luce delle virtù del.la nuova Venerabile, la sua abitudine appoggiarsi all'autoratò. del Santo ri-
viva riconoscenza delle due grandi Famiglie petendo a ogni occasione: • Don Bosco ,uole cosl ;
Salesiane.
Don Bosco dice cosi•·
Dio benedisse la sua umiltà, moltiplic.indo prodi-
L'indirizzo del Rettor Maggiore.
giosamente le Figlie di :\\foria Ausiliatrice e le loro
case, nelle quali si propagava lo spu-ito di Don Bosco;
Beatissimo Padtt,
spirito di pietà eucaristica, spirito di fragrante p\\Jrez-
È ben lieto il motivo che riconduce ai piedi della
Santità Vostra i Fjgli e le Fie;lie di San Giovanni
Bosco.
Allorchè venne procl:unnta l'eroicita delle virtù
di Don Bosco, si disse da più parti e si scrisse, che
Egli non solo aveva in modo eroico operata la pro-
za, spirito di lavoro indefesso e santificato nell'am-
biente dj una serena allegria e di fiducioso ottimi-
smo. Di tanw fecondità ~piritunle la Madre .Maria
Jvlazzarello vide i promettenti inizi, mentre le Fi)i!lic
non hanno cessato mai di vedere i mirabili incre-
menti.
pria santificazione, ma era stato anche un grande
Perchè questo andamento di cose abbia a perpc-
plasmatore di Santi. Quest'asserzione, fondata nella ruarsi nell'avvenire, molto attendono le Figlie di
,.
<ttoria della sua vita, riceve oggi una seconda sovrana
conferma. Infatti, dopo il giovane alunno Domenico
l\\laria Ausiliatrice in ques10 giorno di sovrumana
letizia dalla benedizione che, a nome loro e <li tutt.i
$avio, ecco ora una figlia spirituale ciel Santo avviata, In Famii,tlia Salesiana, Cooperatori, Cooperatrici,
per volontà della Snntità Vostra, nll.a più solenne delle ex-allievi ed ex-allieve, io umilmente imploro dnlla
itlorificaz-ioni.
Santità Vostra.
..
Di umili origini, Maria Ml)z7.arello sembrava de-
stinata a vivere oscurae negletta entro la breve cerchia
Il Discorso del Santo Padre.
del remoto villaggio nativo; la Provvidenza invece
dispose che la sua virtù non fosse lucerna sotto il
A tale indirizzo il Santo Padre rispose con
moggio, ma sul candelabro a u-radinre la sua luce una mirabile esaltazione della virtù fondamen-
nella Ca~.i del Padre Celeste.
tale della santità della Venerabile: l'umiltà.
Gesù 8acramentato fin dai teneri anni le rapi il
cuore; una purezza angelica fu, n guisa di calamita,
che attrasse intorno a Lei alunne, giovani conter-
ranee, bramose di imitarne gli esempi di virn cri-
stiana; un assiduo lavoro santificato dall'unione con
010 riempiva le loro giornate. Cosl elevavano se
stesse, edificnnclo il loro prossimo e preparandosi
" Ex hoc heafam me dicenl omnes gene-
rafiones ".
È per felice, e 11011 per fortuito i11co11tro -
incominciava Sua Sm1tità - che ci trovia,im
adunati proprio in questo gionzo, e pe,· il sog-
inconsape\\'olmente ai disegni di Dio.
getto che la Ve11. Serva di Dio 111.aria Domenica
li degno sacerdote che le dirigeva nello spirito,
Don Domenico Pesmrino, confidente di Don Bosco,
nch,amò l'attenzione del Santo sul minuscolo ce-
nacolo di Mornese, pigliando da Lui norma sicura
per ben fonnarne le anime fino al giorno in cui le
rimise del tutto nelle sue mani. E S . Giovanni Bo-
sco, che non aveva tardato n s_corgere nella Mazzarello
l'ideale di una vergine cristiana atta a governare una
JUazzarello ci presenta. StCl'lJa bene infatti quella
riunione ù1 questi primi &d::i del mese sacro <l
JIIaria, del mese di maggio; stava bene che i11 tale
congù.mt11ra ci si occupasse della Serva di Dio,
che i11 11ome di Lei ci si adunasse, di Lei che fu
l'antica Figlia di Man'a e che p,-oprio agli i11izi
di un mese di maggio vide la luce della vita, e
grande famiglia di anime consacrate a Dio, quale il nella prima metà di tm altro mese di maggio
suo zelo apostolico vagheggiava, la iniziò insensibil-
mente :ùl'alta missione.
Nulla di più edificante del vedere come la Maz-
zarello, mercè la sua umile corrispondenza alla grazia
divina, si facesse a poco a poco provvidenziale .stru-
mento a suscitare dal granello di senapa di Mor-
nese l'albero rigoglioso che, a salvezza della gio-
ventù femminile, stende, sotto gli occhi nostri, i
suoi rami benefici ormai su tutta quanta la faccia.
aprl gli occhi alla luce eterna.
La Venerabile /11 esemplare figlia di Maria:
c'è già qualche cosa di grande in una vita clie si
$VOige e si esplica sotto lo sguardo e la guida di
tale Madre. Ma, oltre a ciò, ecco che al pn·mo
aspetto, e tl07l soltanto al primo, que.sta Ve11erabile
si presenta con tutti i caratteri - e non sono fa-
cilmenle Ti.trovabili nella misura da Lei avutd-
della 1erra.
- della più tlmile semplicità.
1 33
-

1.7 Page 7

▲back to top


Una semplice, semplicissima figura, ma d'una
semplicità propria dei corpi più semplicz, come,
ad esempio, è l'oro; semplice, ma n'cca di tante
~pecialtssime prerogative, qualità e doti. Proprio
così fu quCJLa umile Serva d, Dio. ll Decreto
letto infatti e il beffo, edifica11lissimo commento
che il Padre Maggiore delle gra11di Famiglie
salesi·ane vi aveva aggzunto, già eloqm:ntemente
avevano detto i molti particolari di santitcì di
questa figma del!" Venerabile ll!ana Martza-
rello e della sua vita. kla c'è una parola proprio
11el Decreto che splendidamente accenna appunto
al centro di questa ~antità ed im,ita alla co11side-
ratri.011e più confacente al caso: è quando dice
che il Signore ha benedPtto in modo speciale
la umiltà della Serva di Dio.
È veramente questa, l'umiltà, la nota cara1-
t6rìslica della vita della V enerabilo. Una grande
umiltà la sua: s·i direbbe proprio una piena co-
scie11za, e il continuo pratico ricordo dell'umile
sua origine, dell'umile sua condizione, dell'umile
suo làvoro. Contadinella, piccola sarta di paese,
di umile formazione ed educazi.one: educa::::ione
cristiana è vero, quindi oltremodo preziosa, ma
alla quale era mancato, si può dire, tt1lto quello
che comunemente si intende per educazione;
anche la più modesta istruzione, sia pur nella
più modesta misura. Restava quella semplicità
che lddio, l'unico preparatore di anime, aveva
appunto predisposta in cost eletta anima; e sem-
brava proprio al Sa11to Padre di e11trare nei
gusti di Dio e della stessa Venerabile seg11e11do
e studiando il segreto della vita vissuta dalla
Serva di Dio e della vita postuma che Ella vieue
espHcando in tanta sopr=iven.:::;a di persone e
di opere.
La sua umiltà. Fu così grande, dc1 im•i-
tare noi a domandai-ci che cosa vede Iddio be0
nedetto in un'anima umile, veramente, pro/011
da.mente umile, che, app1111to per l'umiltà, tanto,
si direbbe, Lo seduce, e gli fa fare fino alle più
alte meraviglie in favore d, quella stessa anima
e altre meraviglie per mezzo di essa.
C'è da fare anzi-tutto una constatazione:
questa piccola, semplice, povera contadi11ella,
che aveva soltanto una formazione rudimentale,
dimostra ben presto quel che si dice tm talento,
u110 dei pit't grandi talenti: il talento del gO'lJemo.
Grandissima cosa questa: ed ella dimostra di
possederla e la possiede a tal punto che un uomo
come San Giovanni Bosco, il.famoso don Bosco,
così profondo conoscitore di uomini, e così in-
telligente ed esperto nel gO'lJemo di uo111ini e
di cose, scorl(e subito quel raro e prezioso ta-
Rom.a. - li Cons.l_glio Ge.nerall:tlo dell'\\slhuto dc11e Figlie dJ Marja AuslHatrice col Rettor Maggiore
-
1 34
-Superiori, Ispettori ed Ispettrici, dopo l'udienza pontlficJa.

1.8 Page 8

▲back to top


lento, e se ne vale. Clzissà allora quanti avranno
detto: che cosa mai viene i,1 mente a don Bosco?
Ma pure la scelta 11011 poteva essere migliore;
e quella scelta fu il frutto della scoperta di quel
talento; e la opportunità e l'efficacia di scelta
vem1e dimostrata non solo dal fondarsi stabile,
sicuro della nuova Famiglia di Maria Ausilia-
trice, ma m1clte dal rapido, meraviglioso i11-
gra11dirsi e propagarsi del fiorente Istituto. Eccoci
fovero dznanzi al linguaggio /)iù che eloquente
dei 11111neri: 11el 188 1, il 14 maggio, la Serva di
Dio era ancora in vita, ed elio aveva guì veduto
in pochissimi anni, l'opera sua dilatarsi, molti-
plicarsi. All'ora che viviamo ben 734 sono le
case, 66 le case di missione, 8352 /e suore, le
religiose, 1100 le ,wvizie. È qui - commentava
Sua Santità - la grande eloque11Za, la grande
poesia dei numeri: vera meraviglia, vera poesia
che rende legittima la domanda: che cosa dunque
vede Iddio in questa vera, profonda, totale
umiltà da dimostrarsi così largo dei suoi doni
più preziosi, giacchè qui s1.· tratta di ,zm così alto
talento, di s1 grande opera, di così diffusa molti-
plicazione di anime?
Quando si pensa Ì1!fatti al valore del!'anima
- il Signore ha dato la sua vita per me, e.sciama
l'Apostolo - che cosa, dunque, nell'111niltà che
l'adorna vede il Signore? La domanda s'im-
po11e, speciab11e11te quando si riflette per con-
trasto, a quell-0 che nell'umiltà vede rl mondo.
Rare volte il mondo s1 dimostra cos¼ in;;ipiente
11élla sua albagia e nell-a sua supposta sapienza.
Per il mondo l'umiltà, la semplicità è povertà 11el
senso più miserabile e compassionevole della pa-
rnla. Clte cosa invece nell'umiltà vede lddio?
Egli stesso, il Signore, si eprl'sa la cura di scio-
glierci questo problema che umanamente si pre-
senta in modo sc01·aggiante. Ce lo ha detto in una
delle più belle parole di San Paolo, aIlorche fa
dire all'Apostolo e proprio all'indirizzo dei 11011
umili, dei superbi, di coloro c7ze credono di po-
tersi vantare e glor1·arsi d1 qualche cosa: qualìtà,
gesta, opere, la parola cost solenne, così ammo11i-
trice: Quid h.abes quod non accepisti? si au-
tem accepisti, quid gloriaris quasi non acceperis?
Ecco tutto il segrelo dell'umillà.: per essa l'anima
stima ·e vede reali splendori di verità, maestà
di giustizia, dolcezza d1 riconoscenza: ; rapporti
cioè chi' devotw intercedere tra l'anima e Dio.
Per l'umiltà l'anima vede t:he cosa è Dio, nella
verità; sa che cosa a Dio deve, nella giustù:ia;
compie ciò che è obbligo verso Dio, nella ricollO-
scenza. È qut la sostanza della umiltà: nella
verità; per risalfre all'origzne prima; gzacchè
l11Ho v ie,ie da Dio: che cosa tu hai che non hai
da Dio ricevuto?; tiella giustizia: nell'attribu-
-::io11e de/I.a gloria a Dio: non nobis, Domine
sed nomini tuo da gloriam; nella riconoscenza
intera, completa per i dom, per la liberalità
divina, per la perfetta gratt,ità propria di Dio-
e 11ella Sua scelta e nella Sua larghezza.
Quello che Dio vede nell'umiltà, le vedute di
Dio ci-rea l'umiltà sono perfettamente all'op-
posto di quanto vede il mo11do. Che cosa dunque
tiede Iddio? Vede 11ell'mmltà, nell'am·ma umile
una luce, una forma, una delineaz1011e dinanzi
alla quale egli non puo resistere, poichè Gli raf-
figllra nella ma bellezza pirì sapiente e nelle
linee più fondamentali e costruttive, la fisionomia
del diletto suo Figlio 1111ige11ilo. Ed è questo 1111
pensiero espresso dallo stesso divino 111aestro.
È lui stesso che dice, a questo proposito: " Tmpa-
rate da me ». Che cosa imparare? «Imparale
da me che sono mite ed umile di cuore n. Vera-
cw mente noi non riterremo mai abbastanza
che di.cono queste poche parole: 11Imparate da
me che sono mite ed umile di cuore i1. È il Maestro
Divino, portatore di tulti i tesori di Sapienza,
di Sci.enza, di Santità, che ci dice: e, Imparate
da me che sono mite ed umile di cuore », come se
non avesse altro da insegnare a 11oi, a questi
poveri uomini, a questa povera imzam:tà che
aveva perduto anche le tracce della verità, anche
il filo per rintracciarla e che aveva ltitto, tutto
da imparare. Vien dal Signore detto ad essa,
vien detto a tutti gli uomini: « Imparate da me
che sono mite ed umile di cuore ", come se non
avessimo altro da imparare, come se, questo
imparalo, fosse da 11oi appreso tutto quello
che ci abbisogna per la ricostrw:ione dflle anime,
per la ricostruzione morale del mondo.
Ecco delle lezioni - continuava l'Augusto
Pontefice - che soltanto l'infinita sapienza di
Dio poteva darci; ecco, altraverso infinite tra-
sparenze, quello che Dio vede nella umiltà. E
fin dove sia arrivata I.a simpatia ii.ivina del Cuore
di DIO per l'umiltà, ce lo dice oggi, ce lo ricorda
la Santa Chù•sa. in questo giomo della bmen-
zione della Santa Croce, quando ci fa rimeditare
q11elle parole, grandi parole che richiamano po-
te11tn,u•11te le sommità delle vie percc,rse dal Divi,1
Verbo Incarnato: Jlumiliavit semetipsum...
usque ad mortem, mortem autem Crucis.
Ecco fin dove è arrivato l'amore, la simpatia
divina per l'umiltà: a 11na sommità di amore, a
una sommità di umiliazione che conduce anche,
però, a una sommità di esaltazione, di glon·a,
di ricompensa: « Propter quod Deus exaltavit
Illum, et dedit llliNomen, quod est super omne
nomea, ut in Nomine]esu oro.ne genu flectatur:
coelestium, terrestrium et infemorum... 11. Il
mondo 11011 pensa, 11011 è capace di pensare che
tutta questa universale ge1111flessione, adorazione,
- - esaltazimie del Nome divino è il ric1mosci111enlo
1 35

1.9 Page 9

▲back to top


delle 1ttmlia...-ioni, della umiltà esercitata, fin dove
poteva esserlo, dall'amore di Dio. Ecco qualche
C-Osa di ben prezioso e di wi si può ringraziare
la V en. JIIJazzarello, per il ricordo che ce ne dà.
Da bi, infatti, ci viene questa indicazione, e
l'intera sua vita ed opera sono appunto in questo
ordine di iiiee, in questa divina tiìdascalia, e di-
vina scuola di umiltà.
11 Santo Padre 11011 vo/ei)a aggiungere se 11011
la Benedizione che quei diletti figli Oli ave-uano
e/nesta, e pe, tutti i loro confratelli, per tutte le
famigli.e di San Giovanni Bosco e della Ven.
Mazzarello, la esemplare, antica F•glia di Man·a.
E di ]Viaria altresì Ella ci ricorda e ci ripete la
somma lezione di umiltà, giacchè la Madre di
Dio escla,mO'l)a doversi la sua elez.ione e gloria alla
umiltà: u Respcxit humilitatem ancillae suae ».
La llfadre di Dio si chiama la serva, l'ancella
di Dio; e quindi, « ex hoc beatam me dicent
omnes generationes i,. È be!lo considerare la Ve-
nerabile Maria Domenica Mazzarello in questa
luce, nella luce stessa di 111aria. Anche Ella può
ripetere: il Signore ha guardalo con in.finita beni-
gnità la mia umiltà, la mia semplicità e per questo:
<• Beatam me dicent omnes gcnerationes ». Ecco
infatti tutte le genti del mondo già conoscono
il nome suo, le case, le opere, le sue religiose;
t>cco che proprfo in questo giomo che ci richiama
e ci ricorda le gra11d· umiliazioni della Croce, si
melle in vista, con la proclamazione delle virtù
eroiche, la possibilità che la Serv.a di Dio possa
un giorno ripetere, e in modo più llppropriato:
u Beatam me dicent omnes generationes ».
Terminato il Suo dire il Santo Padre im-
partiva ai presenti la Benedizione Apostolica;
quindi, dopo la presentazione, fatta dal Po-
stulatore, di una copia del Decreto letto, rice-
vuto l'omaggio dei Cardinali e delle personalità
presenti, lasciava la Sala.
L'indomani Salesiani e Figlie di Maria
Ausiliatrice colle rappresentanze dd Coope-
ratori ed Ex-allievi venivano ammessi in
udienza privata e ricevevano ancora un'affet-
tuosa benedizione del Vicario di Cristo.
Avete mandato la vostra
offerta per l'ampliamento
del Santuario cli Maria Au-
siliatrice ?
--
SOTTO LA CUPOLA
DELL'AUSILIATRICE
Fra i misteri della Passione, il mese di aprile
si è iniziato con un intenso fervore di prepara-
zione alla santa Pasqua. Le funzioni liturgiche,
in Basilica, furono celebrate dal Rettor Mag-
giore e dal Parroco. Artigiani e studenti si
disposero alla comunione pasquale coi santi
spirituali esercizi; gli Oratoriani e le associa-
zioni di Azione Cattolica con tridui assai fre-
quentati ; la parrocchia con consi di sacre mis-
sion,i. Suggestiva, come sempre, Ja funzione
della lavanda dei piedi, compiuta dal R ettor
Maggiore, la sera del giovedì santo. Rappresen-
tavano gli Apostoli i giovani migliori scelti
fra studenti, artigiani ed oratoriani. La Pasqua
fu una gran gioia per tutti; ma specialmente
per l'Oratorio festivo che, ricorrendo proprio
quel giorno il 90° di Fondazione (12 aprile,
Pasqua 1846), la volle consacrare alla benedi-
zione ed inaugurazione dei nuovi locali.
Benedizione e inaugurazione dei nuovi
locali del primo Oratorio Festivo.
Alle 7,30 il Rettor Maggiore celebrò la messa
nella chiesa di S. Francesco di Sales, distri-
buendo la comunione agli effettivi delle asso-
ciazioni giovanili di Azione Cattolica, delle
varie sezioni organizzate ed agli Ex-allievi, cui
rivolse affettuose parole di circostanza.
Dopo la messa del Rettor Maggiore, la chiesa
si gremì di nuovo completamente della massa
degli oratoriani: centinaia di frugoli distri-
buiti, secondo l'età, nelle diverse classi di ca-
techismo.
All'uscita, colazione a tutti. Quindi prepa-
razione alla cerimonia ufficiale. Alle 11, tutti
gli Oratoriani si · raccolsero al centro del vasto
cortile presso l'atrio d'ingresso ove era stato
predisposto il palco pei superiori, ed attorno
alla schiera dei bimbi e dei giovani si strinsero
gli Ex-allievi del Primo Oratorio, le rappresen-
tanze di tutti gli Oratori salesiani cittadini, gli
alunni artigiani e studenti della Casa-madre,
Dame-patronesse e zelatrici, Cooperatori ed
amici. La banda degli interni e la fanfara del-
l'Oratorio salutarono l'arrivo del sig. D on Ri-
caldone, accompagnato dai Superiori del Capi-
tolo, dall'Ispettore e daJ Direttore della Casa
Madre. L'attendevano sul palco la madrina
signora Matilde Robiolio-Bose ved. Rasetti,
il comm. Mulassano, il Presidente della Gio-
ventù Cattolica Diocesana prof. Brezzi, il Di-
rettore D. Foti e varie altre personalità.

1.10 Page 10

▲back to top


TORINO. - Benedizione e d inaugu-
razione dei nuovi !<><:ali del primo
Oratorio festivo.
Dall'alto i11 basso:
il Rettor Maggiore legge la formola rlluale
La Madrina taglia Il nastro simbolico.
Il Presidente del Giovani di A. C. legge Il
discorso In.augurale.
- --- 137

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


Torino.• Il nuovo edificio del prlmo Oratorio festivo di Don Bosco.
U coro imponente dei giovani cantò l'inno
della canonizzazione Campnne suonate; quindi
il Presidente del circolo dell'associaiione ora-
toriana di Azione Cattolica, Angelcri, prese la
parola per celebrare iJ fausto compimento della
sistemazione definitiva del Primo Oratorio fon-
dato da S. Giovanni Bosco. Con rapida sintesi
percorse le tappe della sua vita gloriosa dalla
presa di possesso della tettoia Pinardi {12 aprile
1846) all'anno corrente, rilevando la messe di
bene, raccolta nel corso di 90 anni, e ringra-
ziando il Rettor Maggior per la magnifica tra-
sformazione edilizia che permetterà nuovi svi-
luppi dell'attività salesiana.
Il signor D. Ricaldone rispose rallegrandosi
coi giovani dei nobili sentimenti e dell'amore
che portano all'Oratorio e ri\\>olgendo la loro
gratitudine alla carità dei benefattori che diede
al successore di Don Bosco i mezzi materiali
per l'edificazione dei nuovi locali. Chiuse in-
vocando le divine benedizioni su tutti i bene-
fattori ed esortando i giovani aJla frequenza
dell'Oratorio ed alla corrispondenza generosa
all'opera educaùva ch'esso svolge secondo lo
spirito di Don Bosco per formarli degnamente
alla vita, ottimi cittadini e perfetti cristiani.
Cessati gli applausi che coronarono l'allocuzione,
il Rettor Maggiore indossò la cotta e la stola
cd impartì secondo il rito la benedizione, per-
correndo i singoli locaJj, appena la Madrina
ebbe tagliato il simbolico nastro, e consta-
tando con piacere l'efficienza delle varie sezioni:
Antichi allievi, Circolo Auxilium (Seniores,
Effettivi ed Aspirantj), Gruppo Charitas, Amici
di Domenico Savio, Piccolo Clero, Compagnia
di S. Giuseppe e Compagnia di S. Luigi,
-Fanfara « Don Bosco u, nonchè le 16 classi ùi
Catechismo. Con particolare riconoscenza be-
nedisse l'opera delle Dame Patronesse e delle
Zelatrici che soccorrono maternamente ai bi-
sogni dell'Oratorio, ed infine si affacciò al bal-
cone per chiudere la memoranda cerimonia
con una grande benedizione generale. La cara
giornata seguì il suo programma all'Oratorio
co1le funzioni vespertine e la rappresenta-
zione della Passione del Signore.
In Basilica, afflusso straordinario ai santi
Sacramenti e alle solenni funzioni celebrate
dai Superiori del Capitolo e <laJ Direttore.
Numerosi soldati in partenza quello stesso
giorno per l'Africa fecero la loro Pasqua in-
sieme ai nostri alunni che li accompagnavano
con fervide preghiere.
Pellegrinaggi,
Colle belle giornate riprese sensibilmente
anche l'afflusso dei pellegrini alla basilica di
Maria Ausiliatrice ed all'altare di S. Giovanni
Bosco. Segnaliamo il pellegrinaggio dei Com-
pagnons de St Fran;ois - un bel gruppo di
intellettuali del mondo universitario - che
sostarono all'Oratorio il giorno 6 di apriJe,
guidati dal P. Laurent e diretti ad Assisi per
la settimana santa. Era con essi il celebre pit-
tore moderno Maurice Denis.
Ma il più imponente fu senza dubbio quello
deJla Bo11ne Presse, diretto a Roma per cele-
brare nella capitale del mondo cattolico il
XXXVI Congresso de La Croix e della Borme
Presse e fare omaggio a L'Osservatore Romano
nel suo LXXV di fondazione. Il pellegrinaggio
era guidato dai Padri Assunzionisti e su 325
pellegrini conLava ben 95 sacerdoti con a capo
il Vicario Gener;ilc dell'Archidiocesi di Padgi.

2.2 Page 12

▲back to top


In men di due ore, la mattina del 15 aprile,
tutti i sacerdoti poterono celebrare la santa
messa in basilica e nelle varie cappelle, mentre
i pellegrini facevano con tutto agio le pratiche
di pietà e , isitavano la Casa-madre.
U giorno 18 il registro segna un pellegrinaggio
dalla Renania (Prussia): 50 pellegòni; il 19,
una trentina di alunne delle Scuole Professio-
nali Femminili di Lugano (Svizzera); il 20,
il pellegrinaggio della Società Euganica di
Elettricità di Padova; il 2 r, settanlatrè giovani
dell'Oratorio S. Luigi di Busto Arsizio; il 25,
un gruppo di giovani di Azione Cattolica di
Reggio Emilia; ecc. ecc.
Convegno Ex-Allievi.
Il 19, l'Oratorio rivide con piacere oltre due-
cento Ex-allièvi accorsi pel convegno annuale.
Lo presiedette il sig. Don Fascie il quale ce-
lebrò anche la messa della comunione generale.
Cara sorpresa per tutti la nuova sede delJ'Unio-
ne, inaugurata con fervide allocuzioni del-
l'Ispettore D. Fanara e del Presidente nazio-
nale avv. comm. Felice Masera.
La festa di Don Bosco.
Il 23 aprile cominciò regolarmente il mese
mariano dell'Ausiliatrice, che s'aperse col tri-
duo e la festa di S. Giovanni Bosco. Alle tre
funzioru tradizionali parlarono eloquentemente
del nostro Santo il can. Arisio. il teol. Garavini
e P. Finelli dei Redentorisù. Tenne i solenn
pontificali S. E. l'Arcivescovo Salesiano Mons.
Felice Guerra, ed il Rettor Maggiore celebrò
la messa della comunione generale. La coin-
cidenza del giorno festivo attrasse alla basilit·a
una folla straordinaria anche da diversi paesi.
I lavori per l'ampliamento.
Verso la fine di marzo si sono iniziate le
opere di consolidamento del Santuario la cui
esecuzione venne affidata alla Ditta lng. Rodio
di .Milano. Queste opere riguardano per ora in
modo particolare i _quatto piloru delJa cupola
e le murature della crociera. Per mezzo d1
puntazze e con l'aiuto di iniettori idraulici
speciali, vennero giornalmente praticate, tutto
il mese di aprile, e si continua ancora, delle
iniezioni di cemento liquido, al terreno e alJo
strato di fondazione, onde ottenere una mag-
giore base di appoggio e murature più solide
e compatte. Il lavoro iniziato ai due piloni, dal
lato del presbiterio, ba già comportato il con-
sumo di 1200 quintali di cemento.
In elevazione, le murature perimetrali ed i
pilastri di cemento armato, raggiunsero la
quota di metti cinque dal piano terreno. Si deli-
neano già i vani, la grande sagrestia, i depositi,
la galleria. li cantiere corrunciò ad ospitare
parte delle colonne in marmo arabescato, ca-
pitelli e trabeazioni in attesa del loro rialzo.
- Torlno. • 1 lavori di ampliamento nel mese di aprilo.
139
-----

2.3 Page 13

▲back to top


L'INCENDIO I
DI SI
A simstr
Il fronte
dell'Episc<
parrocchia
A destra
Lo stude1
ziato.
Sotto:
Istantanee
Le rovine
- -- 140

2.4 Page 14

▲back to top


DELLA MISSIONE r
,HILLONG
tra:
i della Cattedrale,
copio e della Casa
iale.
ra:
entato ed il novi-
:e dell'incendio. -
/
:::::::
--

2.5 Page 15

▲back to top


DALLE NOSTRE MISSIONI
INDIA-ASSAM
Gustas, salito sul tetto per tagliar la via alle
fiamme e tentar di salvare il grandioso organo
L'incendio della nostra Missione
di Shillong.
della cattedrale, cadde col tetto al suolo, senza
riportarne conseguenze gravi. Tra i sacerdoti
e chierici impegnatisi coi soldati a contendere
Non siamo ancora riusciti ad avere una re- arredi e mobilio alle fiamme, vari uscirono ustio-
JaziQne dettagliata dell'immane sciagura che nati e leggermente feriti; ma nulla di grave a
si è abbattuta sulla sede centrale delle nostre nessuno. Si salvarono pochissimi arredi, parte
missioni in Assam; ma ùalle affrettate corri- dell'archivio e qualche altra cosa. I danni sono
spondenze dei confratelli e dai telegrammi immensi. Oltre la distruzione dei locali, le
del Vescovo e dell'Ispetlore, abbiamo potuto perdite del mobilio e del corredo personale,
raccogliere i dati essenziali, cui alleghiamo più di cento confratelli si salvarono solo con
le raccapriccianti fotografie giunte in questi quanto avevano indosso. La cattedrale, l'epi-
giorni (vedi pagg. 140-141).
scopio e la parrocchia, costrutte, come la mag-
Si ignorano a tutt'oggi le cause del disastro. È gior parte degli edifici in Assam, in legno, su
e,cluso ogni corto circuito perchè, ad incendio basi di cemento, a cagione dei terremoti, con
già sviluppato, l'impianto elettrico funzionava tetto di lamiera di zinco corrugato, erano co-
regolarmente e tulle le valvole erano intatte, .state tante spese ai Padri Salvatoriani che le
quando l'elettricista si precipitò in cabina per edificarono ed a S. E. Mons. Mathias che prov-
togliere..il concatto centrale. Tutta la comunità, vide alle riparazioni ed ampliamento in questi
sacerdoti, coadiutori e chierici, novizi e stu- ultimi anni, mentre costruiva dalle fondamenti
denti di filosofia e teologia, insieme coi fedeli gli ampi locali dello studentato e del noviziato,
stava raccolta in cattedrale pel canto ddl'« Uf- dotati dai cooperatori di tutto il necessario per
ficio delle Tenebre", presieduto dal Vescovo l'insegnamento, compreso un modernissimo ga-
S. E. Mons. Ferrando. Era la sera del Venerdl binetto e laboratorio di fisjca, un prezioso gabi-
santo verso le ore 18,30. L'incendio ebbe inizio netto di chimica donato dal Governo Italiano,
in una stanza del noviziato adibita a depo- una copiosa biblioteca, strumenti musicali assai
sito di bauli, e, favorito da un vento impetuoso costosi, ecc. Nuovo era l'organo della chfosa del
divampò rapidamente per tutto l'edificio as- noviziato e nuovissimo quello elettrico della
salendo anche lo studentato. Superato veloce- cattedrale stimato il migliore dell'India: tutto fu
mente lo spazio di una ventina di metri che arso dal fuoco.
lo separavano, si diresse verso la cattedrale, In tanta sciagura fu di grande conforto il
l'episcopio e la casa parrocchiale. Quando i pronto interessamento delle autorità del luogo,
Salesiani al termine dell'Ufficio uscivano dalla la carità dei fedeli e la commovente partecipa-
cattedrale, si trovarono di fronte alle prime zione degli stessi infedeli e dei protestanti che,
•.rampate, ed ebbero appena il tempo a sgom- accorsi al baglior delle fiamme anche da luoghi
brare e a far sgombrare la chiesa, che il fuoco r!;lmoti, si prodigarono con mirabile slancio nei
già l'aveva attaccata con violenza inaudita. primi soccorsi. Il Governatore dell'Assam, sir
A nulla valsero gli eroici sforzi dei confratelli, Michael Keane, fu subito sul luogo del disastro
a nulla il pronto intervento delle autorità con e, mentre cw·ava l'opera dei soldati e dei pom-
a capo lo stesso Governatore, dei soldati del pieri - disgraziatamente contrastata dalla scar-
Presidio, gli intrepidi Gurkha, della popola- sezza d'acqua e dall'irregolare funzionamento
zione intera che passò tutta la notte sul luogo delle pompe - apriva la sua residenza ai sale~
<lei disastro sforzandosi di aiutare a salvar siani e li provvedeva di coperte militari per la
qualcosa e soccorrendo i nostri giovani chie7 notte. Contemporaneamente la sua Signora
0
rici. Il fuoco fu inesorabile. Alle quattro del accorreva all'Istituto delle Suore a salvar Suore
Sabato santo, della cattedrale, dell'episcopio, e ragazze dal pericolo di una più vasta propa-
della casa parrocchiale, del noviziato e dello gazione dell'incendio, che fortunatamente fu
studentato non restava più che un mucchio scongiurata. Mirabile la gara del popolo, del
di rovine fumanti, di lastre di zinco in fusione. buon popolo, che senza distinzione di casta e
Fu grazia di Dio che non si ebbero vittime di fede, prestava aiuto nello sgombero delle
umane. Il sacerdote accorso a ritirare il San- macerie, offriva cibo, vesti e perfìn qualche mo-
tissimo non ebbe che leggere scottature. Don
- ---
neta ai poveri confratelli, mentre le Suore del

2.6 Page 16

▲back to top


L?rrto Com.•ent si prendevano cura dei feòri.
Superata l'India, la notizia raggiunse in un
baleno le più lontane regioni suscitando un
plebiscito cli cordoglio. Il Santo Padre telegra-
fava immediatamente la sua benedizione e
Propaganda Fide si preoccupava sollecitamente
delle sorti della fiorentissima missione. L'Arci-
vescovo Mons. Perier pensava all'ospitalità dei
nòvizi e degli studenti, e il Superiore dei Padri
Gesuiti, P. Fallon, della Provincia Belga, met-
teva senz'altro a disposizione la loro casa di
Kurseong. Lo stesso Arcivescovo lanciava
quindi un caldo appello sul grande giornale
cattolico di Calcuua flerold e si sottoscri\\·eva
per primo con 500 rnpic... La carità dei buoni
si commo~e prontamente e largamente. Ond'è
che confidando in Dio e nell'aiuto dei coope-
ratori, mandati i chierici ed i novizi pressò i
Padri Gesuiti a Kurseong, S. E. 1Ions. Fer-
rando, coi pochi confratelli sacerdoti ospitati
in città, ha ripreso la dura fatica della ricostru-
zione, preoccupato soprattutto delle anime cui
tanta sventura ritarda i benefici della Reden-
zione.
TI noslro Rettor Maggiore, nel suo recente
s'>ggiomo a Roma si è recato personalmente a
r'.ngraziare il Rev.mo P. Preposito Generale
cblla Compagnia cli Gesù, P. Ledochowski, ed
ha fatto pure giungere la sua parola di gratitu-
dine alle autorità ecclesiastiche e civili che
hanno confortato i nostri Confratelli nella tra-
gica situazione. Noi raccomandiamo nuova-
mente l'opera a tutti i Cooperatori, mentre, a
ricordare il mirabile incremento della vasta
missione. riportiamo l'ultima coITispondcnza
del Vescovo cli Shillong sulla sua prima visita
pastorale.
Uno sguardo alla Missione.
Amatissimo Padre,
Nei mesi di febbraio e marzo ho v1sitato
akuni distretti della Missione di Assarn, che
la bontà della Santa Sede ha affidato alle mie
cure pastorali. Prima di incominciare la mia
relazione, debbo esprimere la mia gratitu-
dine e ammirazione per il primo Vescovo di
Assam, Mons. Luigi Mathias, che è stato il
vero Apostolo cli Cristo in questa regione.
Ho viaggiato con i più svariati mezzi di
comunicazione, non escluso l'elefante, attra-
verso l'immensa Diocesi. Ovunque ho potuto
constatare l'abbondantissima messe spirituale
e l'esiguo numero di operai evangelici. La
Vallata del Bramaputra in Assam è larga più
di 600 chilometri ed è fiancheggiata sulla riva
sinistra dalle colline Garo, Khasi Naga, ecc.,
mentre sulla destra si innalzano i pruru con-
trafforti dell'Imalaya. Forse nessuna regiooe
del mondo presenta tanta varietà di razze
come l'Assam, ed essa si può ben definire
il paradiso degli etnologi per lo stu<lio di
centinaia di tipi differenti che formano un
mosaico interessantissimo di trihù aborigeni:
dai terribili Nagas, antichi tagliatori ùi teste,
agli intrepidi DaBas, dai miti .\\bor ai fieri
Game simpatici Khasi. Ma per il :\\Iissionario
l'Assam è un altro paradiso: queste popola-
zioni semplici e primitiYe pre3entano un ter-
reno propizio per ricevere il seme evangelico.
Non è esagerato il dire che, con maggior per-
sonale e più abbondanti mezzi, si a, rebbero
conversioni in massa, e i 6000 Battesimi an-
nuali si potrebbero facilmente raddoppiare.
E quale gioia provò il mio cuore nel sentir
lodare e benedire il buon Dio in tante lingue!
una vera Pentecoste! Il ·povero Vescovo do-
vrebbe essere un Cardinale l\\lez-,:ofanti. Queste
tribù, che per secoli e secoli furon lasciate a
sè, ora si destano a una nuova vita; il Cristia-
nesimo tende loro la mano, li solleva con
l'istruzio11e, con provvidenze sociali e, so-
prattutto, con quella fede che tanto ci sublima.
A Gahauti fui salutato dai rappresentanti di
otto tribù differenti. Quivi abbiamo una scuola
Professionale molto bene attre.z:-.,mta. Il giorno
di San Francesco di Sales benedissi i locali
e le macchine di una nuova stamperia, indi-
spensabile ormai per poter pubblicare gior-
naletti, libri e fogli di propaganda nelle varie
lingue della pianura. A Cherrapoonjee, nelle
Khasi Hills, vidi un altro spettacolo di fede
e di entusiasmo. Questo centro ha un primato
mondiale: è il (I re della pioggia,,. Ma altra
acqua spirituale e di grazia ora feconda quella
contrada profumata dagli aranceti. Quei bei
canti, quell'entusiasmo e quelle feste, che ral-
legrarono il cuore cli Lei, amato Padre, nella
sua visita a Cherrapooajee, si rinnovarono per
il Vescovo. Le da1-rae khasi, che rappresentano
l'avvenimento nazionale più solt:nne e tradizio-
nale, si svolsero nei loro smaglianti costumi,
alla presenza di una folla enorme, èhe con
gioia vede come il Cristianesimo non distrugge
quello che trova di buono o di innocente, ma
che tutto santifica e conduce a Cristo. Ammini-
Cooperatori, aiutate i nostri
poveri. m1.ss1. onat1. tanto
provati.
--

2.7 Page 17

▲back to top


strammo 60 Battesimi ad adulti, e il Pontifi-
cale si dovette celebrare ali'aperto per la
grande folla di popolo accorsa da ogni paese
vicino e lontano.
A TURA SULLE CARO HILLS. I Garo
sono confinanti coi Khasi, ma dense forest~,
impraticabili e popolate cli belve, non per-
mettono alcuna comunicazione. Da Shillong
scendemmo al piano e, dopo aver percorso la
vallata del Bramaputra per 180 chilometri, ri-
salimmo le colline, per raggiungere Tura a
1000 metri sul livello del mare.
Tura è un grosso villaggio, che si dà qualche
aria di città, percbè è sede del Distretto. I
Garo, fino al secolo scorso, erano una razza
di guerrieri predoni, _che dalle loro colline
discendevano al piano, portando il terrore e
la morte coi saccheggi, cogli incendi e con le
distruzioni ~ ab imo ll. Al ritorno festeggiavano
la vittoria con feste, danze e orgie, esponendo,
come trofei ambiti, le teste dei nemici uccisi.
Robusti e tarchiati, con un largo turbante
attorno alla testa, con un vestito ridotto ad una
semplice pezzuola legata ai lombi, volto sereno:
ceco il ritratto dei Garo.
La nostra Missione è agli inizi. I nostri due
confratelli sacerdoti vivono in una casetta,
che mal li ripara dal sole e dalle intemperie.
Le buone maniere, l'affabilità hanno incomin-
ciato a conquistare i cuori, tanto che un Uffi-
ciale governativo mi diceva: «Tutte le sim-
patie sono per voi. Fate presto; e i Garo tutti
saranno cattolici i1. Il mio iUustre predecessore
Mons. Mathias per Tura aveva concepito
l'erezione di un lebbrosario e aveva già com-
perato un terreno per l'impianto della Colonia
dei lebbrosi. E infatti quanti infelici, colpiti
da questo terribile morbo! Quando io mi
trovai in mezzo a loro e vidi lo strazio inde-
scrivibile che la orrenda malattia fa nelle loro
carni, quando vidi questi corpi viventi con
le stigmate della morte, alcuni dei quali,
anzi, tendermi le mani con le dita già ampu-
tate... mi ricordai della scena evangelica, e
mi parve di udire le parole: « Se tu vuoi puoi
mondarci I JJ. E veramente ci dissero: (l Quando
verrete voi? 1>. Amato Padre, io confido molto
nella Divina Provvidenza che ci manderà i
mezzi per continuare l'opera pietosa di Mons.
Mathias.
TEZPUR. È una bella cittadina nel centro
della vallata. La casa della Missione è situata
su di una collina in riva al Bramaputra. Era
l'antico Club ùei Tea-Planters. A Tezpur vi
fu la riunione distrettuale dei cristiani. Avvi-
- - cinandoci a Tezpur col treno, incominciammo
1 44
a vedere, in varie stazioni, gruppi di questi
cristiani che salivano, carichi cli commestibili
e combustibili, per non essere troppo di peso
al Missionario.
Furono tre giornate di fede e di pietà in-
tensa: 4550 Comunion~ 150 Battesimi, 656
C1·esime, 26 Matrimoni, arruolamento di cen-
tinaia di uomini e donne nella Lega Cattolica
clivisa per associazioni, e, infine, solenne Pro-
cessione Eucaristica.
Se avesse visto, amato Padre, la scena dei
Battesimi I Erano vecchi già dal pelo bianco;
erano donne e mamme, stringentisi al seno i
figli piccoli; erano giovani e fanc-iulli; e tutti
gridavano la loro rinuncia a Satana e alle sue
pompe; e tutti piegavano, con fede e amore,
il capo, per ricevere l'acqua rigeneratrice. Le
funzioni si protrassero per cinque ore; ma
il relativo disagio fu largamente ricompensato
dalle consolazioni spirituali.
DJBRUGARH. È un Distretto vastissimo
con più dì 20.000 cattolici, la maggior parte
Oraoo e Munda, che lavorano nei giardini di
tè. L'Assarn è la più grande regione pro-
duttrice d.i tè dell'Impero Britannico, e pos-
siede più di rooo giardini, modelli cli organiz-
zazione perfetta, in cui sono adibiti più di
500.000 lavoratori emigrati da altre province
dell'India, specialmente dal Chota N~pur,
centro deJla fiorente Missione dei PP. Gèsuiti.
Il nostro caro Don Piacecki, con i suoi due
collaboratori, ci preparò feste solenni e mani-
poli ubertosi di bene, come a Tczpur. Questi
tre missionari sono veramente i commessi-
viaggiatori del Re dei re, perchè debbono vi-
sitare almeno 200 Comunità.
A Dibrugarh all'Ospedale civile sono ad-
dette le Suore di Maria Bambina; le Figlie di
Maria Ausiliatrice sono in quello di Gauhati.
La loro opera di carità e il loro spirito di sa-
crificio hanno già fatto cadere tanti pregiudizi
e guadagnato la stima di persone d'ogni ten-
denza, persino di quelle avverse a tutto ciò che
viene dall'Occidente.
Le Suore di Maria Ausiliatrice apriranno
pure una Casa a Tezpur il giorno 25 marzo.
Sarà un centro d'irradiazione di be.i1e a favore
di tante ragazze d'ogni età e condizione.
Eccole, amato Padre, un'affrettata relazione.
Altri Le scriveranno sulle feste di Shi!long,
che manderemo la prossima settimana. A me
non rimane che presentarle, ancora una volta,
tutta la Missione dell'Assam, perchè Ella la
offra a Don Bosco Santo e a l\\faria Ausiliatrice.
Shillong, 18-3-1936. Suo dcv.mo in C. J.
ffi STEFANO FERRANDO, Vescrn:o.

2.8 Page 18

▲back to top


Lettera di Don Giulivo ai giovani.
Un émulo del ven. Domenico Savio:
LEONE BURGER
Carissimi,
questa volta non più du;, parole di complimenffl e d,
eiorta-.io11e, ma una lunga leUara che t•oi leggerete
urto con i-nteresse da rapo a fondo. Devo prese11taY'VI
w1 eumlo del ve,1. Domenico Savio, alwmo dei nostr1
collegi di Germania, morto in concerto di santità a
18 mmi, l'S qe1111à10 1910. Ne lta seri/lo fa vira il
Direttore del nostro lstituto di BnrRhar1;en, Do11 Gio-
vam,i Lecltermmm, suuitando grande ammirazio1u in
Germm,ia ed all'estero. L'm,tor,tà eccftsiMtiw ha
.rtià approoato wia pre~ltiera per 011e11ernt da Dto la
gt,mjicazione e si ric~•ono già relaziani di grazie alln-
buite alla sua mtercesmme. Scorn11do11e la biografia
par di leggere fa pro.a chiara e se,11p/ice di Dori Bosco
111-1/a ,1ita del um. Do,111:riico Savio, , t.raltt caratteri-
stici della fisitmomia morale del lmon Leone trapas-
umo in quelli dell'anf?e/,co a/r,nno di Don Bosco, la
ta.<n salt-sia1ra di B11rglta1,sen si allarga ntdla t•a•t1tà
dell'Oratorio di Torino. Sono dr,e a11n11e sorelle, la cw
nff/11ità spiritHa(e è dot'14la i11 gra11 pwte alla comrwe
educazione sale.ra11a. Come Savi.o, Leone ritrae m
it1co11ffJt1tl,b,li i caratteri d, questa ed,uazio11e otte-
stt1t1do11D ancora mia t·olta ,I valore 1miverrn1e e so-
p, a1mat111·ale.
Nacq,u iri "" ameno paesello della Svrola 1Grrrna-
11 a\\ Hergt!tmceiler, adagiato nel 'Verde, con lo ,fondo
dei mo11ti e, /011/ano, l'azz11rro palpitar del lago di
Co.f/am:a, il 23 settembre t912. L'ambiente fmniliare
ou i11 trasrorse la sua fnfanzia e fa ma fa11nullezza
.<'(J1ega In .ma solida educazt011e cri.ltia11a: egt, però
11011 11e auetlò passii·amente l'mf/1,sso, eristnl/,zza11dosi
111 ,ma bo11tà tradizionale che ignora se stessa, incapace
dd mal,p, ma vi cooperò conquisto,ndo ogm giorno ,ma
bonui migliore. Il padre, ed i due fratelli maggiori, ora
mlesia11i, a/lesta110 che 11011 ebbero mai a lame11tarsi
di /,li.: egli era obl,edieme, pro11to, servizievole, pre-
veniva i desideri dei genitori, amab11e con wtti. li
fascino di. questa .sua bontd gÌOfJanile era tanto, che
noi dooevamo volergli bene •· confessano i fratelli, e
i {ltmitori vedevano str,piti i coetanei accorrere spo11ta-
ntàmer1te a lui. Segno che la sua bontà erà di buo11a
lega, allegra, ammite der giochi e degli cme,<ti ,o/lazzi,
11011 musona ed isolante.
Norz gli 111a11cavario dei difetti: traspariva soprattutto
urta certa inclina::::ione all'ira; ma, fatto accorto, con-
verse tu/ti i moi sforzi colllro di essa e rit4Scl ad acqt4i-
srare u1I Rra11de dommio di sè stesw. Da qr,esta lotta
t:oraggiosa e sen.za tregria, il si,o carallere am,me po,
un torio di riservatezza che maturò w1zi tempo la sua
formaziomi spirituale. Fit1 dalk classi elemet1tari ri-
vel6 u11a itztelligen:::a aperta. congiurita a grande dil1-
ge11.ira e amore insolito allo studio, ed ,ma pietà ange-
lica gli brillavo it1 volto assai prima della prima co-
m1.mio11e. La chiesa gli era del resto familia.re: vi an-
d®a ogni giorno coi fratelli per la santa Messa, ehe
sovente servifla egli Jtesso. Nelle solennità poi era
la sua gioia prestarsi ad adornare la caso di Dio.
Termi11ate le !Cuole elementad al paese, volle {re-
V'•wtare l'istitmo tecnico nella vrcina citta di Lindau,
il che importava 71071 poco .tacrificio: drwl!'IJa essere
in piedi alle cm,rue e mezzo per prendere •I ITeno, e
faTe cosi tutti i giorni la spola fra il paeie e Linda11.
I profe.,sori lo ebbero caro tanto pe,, fa sua i11tell1ge11zo,
qua/Ilo per la sua bontà: l'esito degli studi fu più che
brillante. Però 11011 era qi,ella la suo strada: Dio che
lo volei•a più vici110 o si!, avl!f/a posto it1 lui il germe
aivi110 della i•oc<U-ùme salesiana. I S11<Yi due fratelli
maggiori fTeQMntm;a110 già l'aspira11da/() salesim1n d1
B11rgha1iset1, ed egli prese ad mtei·e..1sar.ri 111tet1fa111e11te
de/la loro vita, dei Salesia11i, dell'iuitwo. Nel Nattde
del 926 chiese ai genitori come regalo di poter se,:wre
i frate/I, Ife/la vocazione. La risolw1io11e no11 fi, i111prov-
'Visa, e i genitori 11011 se ne meravigliarono: tttllavia,
Leone Burgcr.
per loro com,glio, fece prima 1111a 11wena alla Nladonna
pregando istantemente giomo e notte. E la Mado1111a.
gli dil!lie la co,,ferma dt/Ja sua vocazione.
Il 22 gennaio del 1927, qt1itidicem,e, facl!t!a t"l suo
ingresso 11ell'istitnto salesiano di B11rghm1se11, e vi .•i
trovò btme fin da principio, se11tendosi di poter svol,:ere
a tutt'agio le me ,,,ag;,ifiche qualità morali, in armonia
colle -111e non comrmi capacitd ù1tellettual1. Nu» gli
mmzca,0110 difficoltà e prCl'lle. li passaggio dafl'istitutn
teouco al ginnasio richiese da li,i 1m affretiaJo swdio
del latino, resogli più _gravoso dalle esigenze dell'i11-
seg11a111e. Ma egli, lr,11g, dà/ lagnarS'I e doll'=ilirs,,
vi si impegnò con tutta rmrima, trionfando a poco a
poco di ogni difficoltà.
E tosto si distinse per esatte=a e pw,wal,tà all'ora-
rio della Gasa, cat1iva11dosi la stima di tutti per la sua
g,mtilez::ra rispettosa e preveniente, per la sua pere1111e
gioco11dità e pel suo grande spirito di pietà. La bontà,
portata dalla famiglia, matu rd rapidamente, 11e1 tre
mmi che ebhe a passare a Burgha1tSen, esprimendo chia-
ramente le caratteristiche della santità salesia11a, de{la
santità giovanile dei nostri tempi: sa11tità eucaristica
e mariana, conciliata armo11icame11te con le com-
plessÌfle esigtmze della vita odierna. N11lla di e.sage-
rato nella sua pietà t1ltta interiore, che permeava og11ì
- - sua azione e diffondeva 1m incanto celeste attorno alln
1 45

2.9 Page 19

▲back to top


s11a perso11a. O!{11i giorno si accostooa alfa santa co11,w.
11io11e, ma s,111prt: con tafltO Jtrt1ort, rlu• partn_,a rin-
novasse S/Jm/)rc fa prima ,omu11io11e. L1111go la gior-
notn fact:,}n frtqtm1ti wsite a Gesii i11 Sarrommto, 11
int'Ìtcn:u semprr con garbo t: 11at11rale::::a qualcJ1e com-
pagno. Qu,mdu 11110 trrmouin malattia lo mdriodo sul
ldto di 111oru, <1tli m:era 1m'1mica umau:::::o, qu,·/Jo d,
110n pour run·l.'Ye ogni giorno il suo Signor,. 111 una
lrJlt:ro srrit.•n·a: Bret'i, troppo brC'f'Ì Jono i mommJ1
in tm mi ~ dato di dire: Gnù "" 10 u111110 ima cosa
sola. Dm•m1ti af tabernacolo siamo G.:s,ì cd io. 1',,1Jla
di più bellu. •· Pietà mcaristira, la n1a tra a11rhe wza
pietà moria110. S'ascrisse subito offa cv111pa!l11ia de(/a
Jlfado1111a e fu detto prrsto pres1dtnU, t11W:1ias111m1do
ed acctndt11do turti dtl mo /mriuimo amore alla Ver-
gine, rltr e,fl1 rl11amm•a la mia car11 mamma •. p,.
u110 dei fondatori dello compogma dr/I'• lnlfll(Uo/ato •·
co11 lo sropa rrrruo d, touJerr alla prrjl'z1t1tte $~tm-
dosi de, due ,111.-:-i: esatto adl'mpi111r11to dti propri
dovrri rd illimitata .fol,ma ttefla ,l/admma. Alla
lrfado11110 si era consarrato col/n rnttsnrra:::io11e del
beato Gr,.1111011 d6 Mo11tfort, compiendo timi i propri
dwtri per J!.1arra, con .~foria, ÌII Aftiri(I •· Ern ""
OJIIQre /ilio/e, pieno di co,,jidem:a e di u11crn::;;a, d,r
formcn:a 11tllo stnso ttmpo il piri alto t11i111i:nto tp1-
riwa/e dr ll~tt.- lr nie T.·irlù, sprc,almrnte di quella
pun::;a, the rirto111Jara la sua t,aJ<111a di rm alone d1
gr<Um e d1 ((lllJore.
Obb,dimtr t rordialmmte osuqiunl( t'l'YSO , supe-
riori, ero rarum110 a t1,tti , romp11i:11i per la ma afle-
gria e g1m•ia/1tà V1t1arissù110 11tl ,?toro, ronuroa'-10
però sempre rmrhe 11elle paz~e rorre, 11rllc< d11assose
partite, il dominio di s~ e delfr sue inr/ma:11oni. Spesso
nel /tn•ort d,,f gioco srnmparit•a pn brt'f:i 1sta1111 e
co"et'CI ,n rl11esa. /1,el gioco ero dt u11a obil,uì ùico11-
trastata: non tra wr tifoso, ma gioc1n•<1 ,·olt·111ieri al
ca/rio, 1apt't•o pattmore rgregiammU, i'rn imbattibile
mila rorsn e 11rl rruoto. Ilfai che lo si f.•cJesse truu, so-
litario. nu,glwto: il suo sorriso fiorn·a rm,pre, sempre
ugu11le pcr fritti, m tutti! le picrolt , grarid1 triste:::;e
della ma ,.;,,,. J compagni lo comidtrm•,mo 1·011111 il
pi,ì jrde/,: cd il più intimo amico, td rgli i11ftrtssa11dosi
di t1111i, an'l'0 speciali attffl11:io11i per du Jo~st triste
od addr,/orato; prtndeva sempre dtr/Jnmmte /11 porti
dm deboli, non tollt'rava mancan:;;11 d, riguardo o di
carrtd verso gli altri. Il dolor11 lo trasfigurò e diede
aspetti eroiri alla sua giooine:r:::a.
"°" li 1 ~ luglio dtl 1929 parflt10 per le 11ocnm~e, sta11ro,
1110 sereno. A questa stand1t::tta d,r
srompori·t,
on:11 si acuntrlÒ snnpu. pirì, oggmnse una toss,,
i11sutmte. Troppo tard, n ronobbt la graritti del
mo stata. Fu costretto a tt'11crr il ll'tto, i' 11011 patè
p11i rral::ars-,. Al pitì piccolo mov1mmto, impeli d1
tosst gli 1quossmio110 il petto minacciando di soffo-
car/o. Egli sperat•a tultcn:in 110/ln g1wrigione. Srr,-
ve11do al dire/tor~ affermn,•a d,e se la malattia fo co-
tri11i:wa a letto, egli aaettai•a ,•ol1mtÙ!rÌ w, tal socn-
ficio p,rr ,t Signore: Del rtsto - soggi1111g~a - /
pur bello, ~ 1111 r«o balsamo prr /'01111110 furigi dal
111011do, parv parlare intimamellfc col Sig11orl'. lo lw
ora nat11rnlme11U tempo per uttt:11dere alle mit dn:o-
zioni vers11 lo Aladomw. Lr~o spt.uo nel Libro d'oro
dd beato Grigno11 .\\10111/ort. che mi appare Olflll
giorno più l1tllo td idruttlf'o: dn1dirrr,,, solo du:
queJta di,•o:::iotte si diffo11dl'Sse mawriormentr nel
mondo. Recito og11i giorno /'11jjìrio dr/la l\\~adow,a.
U110 sola cosa deploro, di 11011 pr,ttr n11dare i11 rhieS/1
a rur,.•rre il mio divi11 Salt•otort
Le fnr~e lo abbmuio11aro,io a poro a poco. U11a
grarr ure lo tormentm,a, ma 110n Rii era permesso d,
in}!hiott1rl' più d1 q,tald1e goccia ,l'nrq11a. Da 11/timo
11011 potn•a p11i redere, m pt1r/nr,, st11za gra11de dif-
firoltà. Eppurt 11011 ebbe m/ll 1111n pt,rola di lo,11e1110:
Dio fa tmto bene... E(fli P"r111rtte d1'10 roffra, sia
fatta la ,rr10 ,•olo11tò •· La sna 111nlterabile stret,itcl
11011 Lo abba11do11ò mai; il suo sorriso, se 11011 m;eua la
pien,211:a rii u11 tempo, Qf!t,,•a moi:11ior l11re i11teriort.
Senno 111 Dii> comt1 era vissuto, s, addormentò 11el
S1g11ore /'8 ,:c1111aio 1930.
Speriamo d'ar:er presto la t ffl/0flt 110/iona della
sua biografia. /ntanlo, td1fiumJ001 dei umii de' siu11
esm1p1, prt((a/e perclzi n compia la t!Olo11tò d, Div
a11dit pu la xlor,fiea:::io11e del rnro gio,;i,zetto. e nr,,1
di1111•11flratt
il vostro ru'f rno DoN Gmuvo
Uur11h~u1,en. - L'lstllu10 ~:.teslano.
---

2.10 Page 20

▲back to top


Un'altra gara aperta alla
carità dei nostri Coope-
ratori ed alla pietà filiale
dei divoti di Maria SS.ma
Ausiliatrice.
SESSANTA LESENE DI MARMI PREZIOSI
La generosa corrispo11denza dei nostri Cooperatori ci ha
permesso di chiudere in due mesi la sottoscrizione per le
colonne della galleria che, secondo ii progetto di amplia-
mento del Satituario, si svolgerà intorno alle vaste cappelle
in costruzio11e a.i lati dell'altare di Maria Ausiliatrice.
Abbiamo pubblicato l'elenco dei sottoscrittori nel Bollet-
tino precedente, additando/,' alla comune ammirazione, ma
sentiamo il bisogno di rinnovare l'e.pressione della nostra più
viva riconoscenza, 11umtre ci accù;giamo ad assecondare il
desiderio di altri Cooperatori, aprendo, come abbiamo già
anmmciato, una seconda sotloscriziotie per le lesene che cor-
risponderanno alle colonne: sessanta lesene di preziosis-
simi marmi di cui offriamo un modello nella fotografia qui
accanto. Come le colonne, miche le lesene saranno formate
dai seguenti manni: zoccolo di ser pentino verde mare, base
e capitello di zandobbio perla, fusto d 'arabescato rosa,
trabeazione d i breccia orientale.
Offerta per o g n i 1es e n a : Li re s e i ni i 1a .
Su ogni lesena verrà scol.pito a caratteri d'oro il nome degli
oblatori.
No110stante le d(flico/tà dei tempi·, noi confidiamo i11 una
nuova gara di affetto e di carità generosa che ci consenta
di attuare così gradatamente il grandioso progetto in tutti
i suoi dettagli per offrire alla Vergine Ausiliatrice un mo-
nwmmto degno della sua grandezza e della sua bontà, ed
al suo apostolo S. Giovanni Bosco im altare corrisp01ldenté-
rtlla gratitudine di tanti cuori. Aprendo quindi la sottoscri-
zione, preghiamo il Signore colla invocazione dello stesso
Santo: Dio benedica e ricompensi tutti i nostri benefat-
tori (S. Gm. Bosco).
- - 147

3 Pages 21-30

▲back to top


3.1 Page 21

▲back to top


Un bel qvaw-o del prof. Carlo Morgari pec h• nostra
chiesa parrocchiale di Ancona.
formazione, nell'agosto scorso, in se-
guiro a forti strapazzi nell'iissisterc
parte dei giovani affetti do gcippe,
cadde egli stesso gra\\·emente ,1mmn-
lato ranto da suscitare la più vh-n jn-
quietudine, anche per l'età avnmmta di
78 anni compiuti. Ospitato in un;1 cli-
nica <li Bnhi11 Bianca e assistito da \\"a-
lenti medlci, s'andò tutravia aggcn-
vando di giorno io giorno. Il 30 ago-
sto un telegramma ci nnnunzio\\O che
il caro ammalato era agli estren1i e che,
secondo i medici, non avrebbe pa$$RIO
In noue. Parve ranro sicuro e tanto
prossimo il decesso che già si ernno
prese disposizioni pei funerali e si erano
iniziate le pratiche pel trasporto della
salma a Carpinone (Campobnsso-ltalia)
patria del buon Dottore. Ma non la
pensavano cosl la nostra buono mamma
:\\laria Ausiliatrice e il nosrro caro Padre
Don Bosco: poichè mentre ogni umana
$peranza era ,;vanita e l'arte medica non
a,·eva più nullo a fure e \\'urnmalato,
come si suol dire, avevo quasi tutti e
due i piedi nella b:)ra, inten·ennero
con il loro patrocinio e strappanmo al
Signore la gro.ziu che Salesiani, Chie-
rici e Aspiranti da parecchi giorni im-
ploravano con grande fervore.
La reazione si iniziò la stessa notte del
30; in pochi giorni fra la meraviglia di
tutti il caro nostro dottore potè rito1·-
nare a Fortin lVIercedes accolto a festa
dall'intera comumtà esultante.
È nel cuore di ognuno che, se non di
un miracolo, si tratta certamente di una
grazia straordinaria per cui rendiamo
le più vive grazie alla nostra cara
Ausiliatrice e u San Giovanni Bosco
incitando gli affiitti II mettere tutta la
loro fiducia nella loro potente inter-
cessione.
Forti11 11-ler.-edes, ottol;,re 1935.
Sac. Lmct l\\1. GAl..l.1
Ri,ttore del Srmlll«rio di
llfaria At1srliatrice.
GRAZIE
attribuite all'intercessione di
MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICE
e di San Giovanni Bosco.
Raccomandianw vitJamente ai graziati, nei casi di
guarigione, di tpecificart sempre bcrre la malattia e le
drcostan;:1e più importanti, Il di segnare chiaramente
la propria firma. Non si pubblicano integra!111e11te le
rela.."'Ìoni di grazie anonime, o firmate colle semplici
iniziali.
IL medico di casa. - Il dottor Ernesto Petrunti,
- - medico ed insigne benefattore di questo Casa di
Salvo proprio per m,racolo. - Nel mese di set-
tembre del 1933 percorre,·o in bicicletta l:l strada
Gardesana Campione-Salò, quando, colpito da im-
provviso malore, preéipitai a terra e per miracolo
ebbi salva la vita. To l'attribuisco alla protezione di
l\\,1aria Ausiliatrice e di Don Bosco Santo, che sempre
invoco. Riconosciuto da alcuni passeggeri, fui raccollo
e lrasporrato n casa più morto che vivo. Sottoposto
ad energiche cure rinvenni, ma perdetti affatto l'uso
della favella . U dottore curante conosciuta la gravità
del male consigliò il sollecito trasporto all'ospedale
di Riva, ma il caso era disperato e non si a vevano spe-
ranze di guarigione sia pure lontana. Coi miei cari
e colle Figlie di Maria Ausiliatrice ricorsi allora
fiduciosamente oll'interce,;sionc della l\\,fadonna e del

3.2 Page 22

▲back to top


suo fcdcl Servo San Giovanni Bosco, e dopo lunghi venne un terzo dottore che constatò invece un'avan-
mesi di sofferenzn, di trepidazioni e di speran7,e. 2ata difterite. Gli fece subito un'iniezione antidifte-
potei ritornare in famiglia guarito completamente ricà ed il bimbo fu salvo.
sebbene mutilato dell'arto destro per una cancrena
sopr::iggiunta. Temevo di non poter più riprendere
il lavoro e questo pcnsit•ro mi causava un'an~oscin
infinita, ma su di mc \\'('ghava la bontà dei potenti
mrei lntcrccssod e dopo due anni preghiere e di
supplkhc fervorose ottenni finalmente quanto de-
sideravo.
Con tutta la gioia di cui è capace il mio cuo1e
ringrazio l\\loria Ausiliutnce e Snn Giovanni Bosco
e invmndo l'obolo della riconoscenza prometto di
oon dimenticare nini la g1·ande Mr&Zi.i ricevuta.
Ca111pio11e 511/ Carda, 6-4-1936
ISNENGHJ NINO
Tori110, 24-3-1936.
NATTA G!OR.<:to e Bll::-11'..0l!.'l'TA
Gt1ar1sc0110 ombi!d11t'. - Nell'agosto scorso s1 am-
malarono improvvisamente e contemporaneamente
di polmonite con infezione intestinale mia sorella
e mio nipote.
In otto giorru si pggravncono al pun,o da far dispe•
rare della loro salvezza, ond'io ricorsi all'aiuto di-
vino, cominciando una novena a '.\\laria Ausil1atricc
cd a S. Giovanni Bosco pcrchè ci ottene-;s.ero la
guarigione di ambedue. La i;traz1a non si fece atten-
dere. Ambedue gu.-u-irono perfettamente. Ricono-
scentissima raccomando alla r..ladonna cd a Don
Dopo lunga forzata disocmpazio11c. - Ero da Bosco anche una persona car11 combattente in A. O.
tempo disoccup3to e ormai disperavo di trovare perchè rni ritorni sana e salva.
lavoro. l\\[i raccomandai di cuore alla bontà materna
tli l\\Jaria Ausiliatrice e all'aiuto potente di San Gio-
vanni Bosco. Feci novene su no"ene e promisi
anche un'offerta per le \\lission.i salesi11ne qu..-.loro
fossi stato esaudito. Ottenuta alline la ,:?razia sospi-
ratissima ringrazio pubblicamente Maria SS. ed il
grande Santo D. Bosco, ed adempio la promessa
fatta.
Tomm~o 28-3-t936. LODOVICA J\\.IONl'lllXO
Soli·a il 111io b1w1bltw. - !'v1io .figlio di quindici
mesj fu colpito dopo la metà di marzo da bronco-
polmonite capillare in form11 cosl violenta che lo
ridusse agli estremi.
Ad aggravare il suo staro, contribui un improvvirn
collasso cardiaco che minacciò inesorabilmente d1
spt'gncrlo. Nt:I cuor della notte, cercammo desolati
CosT,\\MAGl'.A FMNCESCO.
uno specialista, che diede ancora al piccino qua!c:he
on1 di vita. Tn tanta angoscill, come e,.,c.aJJievo so-
Gt,nnta da artntide reumatica e pleurite. - Lo le~ìano, io invocai con grande fede D. Bosco, feci
scorso autunno, mia figlia Gemma, di nnni 16, fu applie11re ~ul petto dell'ammalato una .reliquia del
,
colpita da artritide reumatica e da pleurite che misero Santo e promisi di pubblicare la gru?:ia e di fare
in serio imbara7.z0 i medici curanti. 1'el timore di un'offerta.
perderla noi ricorremmo con g-nm fe<le all'aiuto cli-
Da quel momento ,I cuore del malato riprese la
vino interponendo l'intercessione di l\\Iaria Ausilia- sua resistenza ed in breve il piccolo fu dichiarato
trice e S. Giornnm Bosco. Cominciammo a pregare fuori pericolo. Ora è convalescente.
cd a far pregare per l'ammalata, e, vista l'assoluta
RicOno~ccntissimo, sciolgo il mio voto pubbli-
inefficacia delle cure mediche, le facemmo inter- c-.mdo la gruzia e inviando l'offerta promessa.
rompere l'uso di tutte le medicine. La nostra fede
fu presto premjata. Come altre volte già potemmo
Borgoriuo-S. Eufemia - Padoi1a 31-3-1935.
esperimentare, l'aiuto divino ci soccor~e rapidamente
l GINO IlEl..LATO.
collo perfetta guarigione. Riconoscentissim:.t
Tre graz,e. - Nel giugno 1929 mi trovavo in
Aztglio, 8-9-1935.
SA~NA MAlUA.
fabbrica lUlta intenta al mi<> lavoro, in mezzo u
Guarisce da em,,rimento 11er-Joso. - Colpita da
forte esaurimento nervoso che mi cagionò anche
U1l3 preoccupante atonia alle corde vocali, mi affidai
nt Signore implorando l'intercessione di S. Giovanni
Bosco, che aveva cominciato a venerare negli anni
di collegio, ed ottenni presto completa guarigione.
Nci'l!e, 2-0-3-u136.
Ro,;J:NA 'l'nAVERSA, ]11segna11te.
materie incandescenti, quando ad un tratto mi sentii
invasa da unn fiammata. In preda a "ivissimo terrore
mj misi a gridare: • Don Bosco I Don Bosco! • cer-
cando di spegnere le fiamme che. stavano lamben-
domi le ca.rni. ln brevi istanti divenni come un11
torcia vivente... ma invocando con maggiore fede
l'aiuto potente del nostro caro Santo, riuscii pro-
prio per miracolo ad estinguere le fiamme e,..-jtnndo
gravi scottature alla mia persona e il pericolo che
Salvo da difteriu. - Il nost-ro unico bimbo Mario, il fuoco si sviluppasse ulteriormente con gravi danni
di anni 6·, cominciò ad accusare un forte mal di al materiale infiammabile accumulato in fabbrku
i::ola che progredl rapidamente fino a minacciare e alle mie comp:.tgnc di lavoro.
di soffocarlo. Due professon dichiantrono che s1
:Nel gennaio del 193t mi feci un profondo taglio
trattava di angiru1, mn le cure prodigale noo fecero allà m.nno con conseguente pericolo di cancrena.
che aggravare le conwzioni de.I piccino, il quale Ricor!li fiduciosa all'intercessione Ji S. Giova,mi
pregava continuamente Gesù Il non lasciarlo morire. Bosco c in breve tempo mi trovai risanata.
{I male giunse 111 punco da for te.mere di perderlo,
Nell'aprile del 1930 ero molto afflitta per la ma-
ed io allora applicai al bambino un'immagine di lattia mortai.! di una mia parente: si trattava Ji
S. Giovanni Bosco con reliquia, raccomandandolo tr<1,sportarla dn un ospedale dei .dintorni nello città
cal<l:.unentc alla sua intercessione. Due ore dopo,
- - di Torino. Chiesi la grazia di non dover trasportare
149

3.3 Page 23

▲back to top


un cadavere e fui esaudita. L'ammalata sopportò
il viaggio e spirò serenamente appena giunta io
cnsa.
Torino, marzo 1936.
PLOTIB GIOVANNA.
supplica per ottenere altre grazie soprattutto spiri-
tuali di cui ha bisogno la nostra famiglia.
Trento, 14-4-1936.
-
Ch. GrnSBPPE PADOAN, Salesiano.
Um:i bella gra:ua! - Nel febbraio scorso faceva
rirorno in fumiglia un mio figliolo .sorpreso improv-
visamente da forte febbre e da acuto dolore al fianco
sinistro. li dottore, prontamente aocorso, dichiarò
trattarsi di bronco-polmonite. Un'amica dj famiglia,
cooperatrice salesiana, conie dai salesiani cd ottenne
una reliquja di San Gio,·anni Bosco che applicai
alla parte malara, invocando !"aiuto del Santo pro-
tettore della gioventù. r dolori cessarono all'istante
e in breve il malato si trovò ~uarito.
Ma Don Bosco non cura solo j corpi, cura anche
le anime aiutandole a ticoncilinrsi con Dio. Difatti
mio figlio, che da parecchi anni non si era più ac-
cos-rato ai santi Sacramenti, sistemò le cose dell'anima
sua e potè ricevere la Sunta Eucarestia.
[n ringraziamento invio una tenue offerto pel
nuovo nltare da erigersi in onore di Don Bosco
::ianto.
l\\llussolinia di Sard.g11a, 15-4-1936.
l\\URTINASCO GRAZIBTTA.
Guarita dal tifo. - Nello scorso ultimo giugno
fui colpita dalla grave epidemia tifica propagatasi
in città, in forma ritenuta dai medici seriamente
prooccupante. Io e mio marito invocammo Don
Bosco e riponemmo in Lui la nostra fiducia per la
guarigione completa. 11 mio stato prese, q uasi d 'im-
provviso, a migliorare, ed in capo a quaranta giorni
di decorsu clinici) potei lasciare il letto constatando
con emozione profonda che la tremenda malattia
non mi aveVll lasciato alcun postumo apprezzabile.
Rinnovo pubbliche grazie per il favore che la bontà
Divina per l'in tercessione del suo servo fedele
mi ha riservato e chiedo anche per mio m:irito sia
inserta la mia umile testimonianza nel relativo Bol-
lettinu. lnvio l'offerta promessa.
!VIARIA Lt!ClS.
Ringraziano ancora della loro intercessione
Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco:
Guarisce. da gr<Ne frattura. - U giorno 27 dfo.
1935 mio fratello stava lavorando nei cantieri navali
della Giudecca a Venezie, presso una fresatrice,
quando, circa le trè pom., misurando alla macchina
un blocco di ghisa, accidentalmente s'impigliò con
la manica sinistra della giacca tra i coltelli della
fresa. Questo, con la sua grande for.ta motrice, tra-
scinò braccio e corpo sotto dj fino al collo. Tro-
v.mdosi egli ormai perduto, si mise a gridare con
quanto fiato aveva. lddio, nella sua misericordia,
volle che la sua voce fosse udita pur tra il rombo di
tutte le macchine.
La macchina fu subito formata e due operai le-
varono mio fratello che aveva il braccio sinistro
penzolonj e rutto il collo sanguinante. Fu traspor-
tato d'urgenza all'Ospedale Civile dove, dopo
un'accurata visita, fu coostntata la frattura dcll'o-
mero sinistro con piccole lesioni ai collo.
Dopo trn giorni e tre notti passati sotto doloro-
sjssima attmzione che impediva qualsiasi movi-
mento, trasportato in sala operatoria e fatta In ra-
diografia, si vide il suo osso come segato in due, tanto
era netta la frattura. Alla radiografia segul l'ingessa-
tura di tutto il braccio in posizione poco comoda e
di metà del busto. lo tale stato lo vidi anch'io e
n'ebbi grandissima pena.
Quarantacinque giorni stette in tali condizioni
fino a che, tolta la prima ingessatura e lasciatane
una più piccola, fu tolta anche questa. Riottenuto
con lunghi massaggi il movimento delle articolazioni,
potè riprendere dopo tre mesi il lavoro e ora si può
dire, grazie a Maria Au,ili:itrice e a San Giovanni
Bosco, perfettamente guarito.
Giomi fo egli si è recaco colla sua piccola famiglia
in chiesa a rendere pubbl,che grazie ai Suoi celesti
Intercessori e desidera ne venga pubblicata la grazia
a sola maggior glorie di Dio per ringraziamento
--- ---- della guarigione ottenuta e, nello stesso tempo, come
Begliatti Giuditta (Ceva) per una grazia segna-
lata.
Famiglia Canta.messa p.:!r tante gta1;ie ricevute,
implorando continua protezione.
Bosio Severfoo (OsMio di Pancalieri) per grazia
ricevu ta. rnvia una cospicua offerta in suffragio del-
l'anima di Òrella Giovanni fu Antonio e paren ti.
N . N. per grazia ricevuta, in attesa di un'altra di
cui ha tonto bisogno.
Rosa Patria Negr(I (Ponte di S. Pietro) per la
vittoria ottenuta dal figlio Guido nel concorso al-
i'Accademia Littoria dall'O.N.B., éhe gli ha assi-
curato un posto qci·atuito ed aperto l'avvenire.
Sac. F. l-1. C. (Roma) per In guarigione del fra-
tello da un male al braccio ribelle alle cure mediche
dopo quattro anni di sofferenze.
Una cooperatrice (Antibes) pel buon esito di una
difficilissima operuzione ul fegato, che assicurò la
guarigione completa.
E. I. (Torino) per grazia ricevut.'\\.
Bisca/di Amalia (Mortara) per aver fotto trovar
la,·oro al figlio forzatamente disoccupato.
Famiglia Ri,ta (Lu Monferrato) per la guarigione
del babbo, già munito degli ultimi Sacmmenti, pro-
prio il giorno della Canonizzazione di Don Bosco
e la consolazione di averlo tutt'ora ,·egeto e sano,
senza alcuna traccio del male.
Giuseppina Vigol (Comedo Vicentino), ricono-
scente per essere stata esaudito nell'avere una ni,.
potino che cresce con tutte doti intellettuali e
fisiche richieste, invio l'offerta promessa, con la
certezza che San Giovanni Bosco continuerà a pro-
teggere la cara piccola e la sua famiglia unita nella
riconoscenza anche per altri favori elargiti dal grande
Santo.
Fontana Rosa (Mortara) per la protezione e as-
sistenza paterna prestata al figlio che, quasi sempre
disoccupato, trovò un buon impiego.

3.4 Page 24

▲back to top


J\\,Ioditz Ne,,gebaner Lucia (Fiume d'I talia) per
l'aiuto ottenuto in due penose circostanze della vita.
Una CoQJ)eratrice Salesiana (Dueville di Vicenza)
per l'ottenuta guarigione del mnrito dopo due anni
di sofferenze. Riconoscente ha fatto imporre il
nome di Giovanni ed un bimbo infedele.
N . N. (Cene di Bergamo) per l'ottenuto impiego.
D. P. Cooperatrice Salesi(111a (Altofonte) per l'ot-
tenuta guarigione del padre· che, colpito da grave
infezione allo stomaco, guerl ol contatto di una re-
liquia del nostro Santo.
Gandini Filippo e l\\,laria conmgi (Alessandria) per
l'ottenuta pe,foLta guarigione di un bambino col-
pito da bronco-polmonite.
Vitirenti Gaspari11i Nata/i11n (Comerio) per l'ot-
tenute i;:uarigionc della sorella Ernesta che, pure
di età a,·anzata, subi felicemente un'urgente opera-
zione chirurgica.
Boetto Rita (San Grato di Bagnolo Piemonte) per
segnalatissime gra-6ie ricevute da lei, dulia mamma e
dalla sorella Domenica.
Cleme 1"1t1ra (Montaggio) per la riacquistata sa-
lute e per altra sospiratiss.ima grazia ricevut'\\.
Cr-istini J\\,Taria (Orzignano) per l'ottenuta gua-
rigione do lunga e penosa rualattia.
Oliva Giusrppina (Rochester S.U.A.} per due
segnalatissime lll"uzie ricevute.
CaliHardi Lea (S. Protaso di Fiorenzuola d'Arda)
perchè, colpita da grave malore migliorò per inter-
cessione del nostro Santo.
N. N. (Lesa) per la gioia di un bimbo dopo 5 anni
di matrimonio.
Cltlarla Elt-ira (Torino) per il felice esito di una
grave operazione chirurgica.
Lì11g11anll D e Cristiforò Franca (Scortlin) per
l'ottenuta guarigione del fratello, colpito da tifo.
Dnl Moli11 Elisabetta (Parigi) per segnalatissime
grazie ricevute.
Ri;:zo Rot(l {Orsara Bonnida) per l'ottenuta J:tUU-
rigione da frattura di due costole in seguito a grave
caduta.
Cortassa Lorcn:so e Mana coniugi (San Bernardo
di Carmngnola) per l'ottenuta guarigione del figlio
Gabriele, colpito da otite con pericolo di mastoi-
dite.
Perosino ll1aria (Tigliole d'Asti) per una impor-
tantissima grazia ricevuta.
Da/mazzo G. G. (Torre Mondavi) per una grande·
grazia ottenuta.
Saffirio Nina (Barolo) per l'ottenuta guarigione
del fratello Guido che, colpito da grave esaurimento
nen·oso, guarl dopo 5 anni di ~offerem:e.
Frisiero Maria (Vaglio cli Pettinengo) per l'otte-
nuta guarigione, senza operazione, d.i un forun-
colo maligno.
Ret1le Gorma110 Eleonorn (Villa Maria di Cordova.
Argentina) per l'ottenuta guarigione della figlia
Elidia.
E. S. (Alessandria) per una segnalatissima grazia
ricevuta.
A. F. (Vinchio) per varie grazie ed assistenza
ricevuta.
NECROLOGIO
Salesia ni defunti:
BOEM D on 0/0VANNl BA:TTJSTA, Sac..
da Goricizza Codroipo (Udine) t a Torino, Ora-
torio, il 13 maggio u. s. a 69 anni di età.
Aveva atteso regolarm ente al suo ufficio, come
segretario dell 'Eeonomo Generale, fino alla sera
del giorno 12. Nella n otte lo sorprese un po' di
affanno, che sembrava rutt'.ivia leggero: ma, appena
calmato, il cuore improvvisamente mancò. Era
un'anima forte, volitiva, intransigente nella fedeltà
alla regola ed ai doveri d'u fficio fino al sacrificio.
Ogni giorno all'alba era in piedi per la prim.i
messa all'altare dell'Ausiliatrice, e non trovava ri-
poso .al suo lavoro che nelle pratiche di pietà. Lo
raccomandiamo ealdnmente alle preghiere di tutti.
GHTSLANDJ Don PIETRO Soc., dn Bergamo,
t a Bahia (Brasile) il 5-3- 1936 a 62 anni di ecà.
Dal seminario di Dergamo, segui chierico la vo-
cazione salesiana raggiungendo nel 1900 le nostre
case del Brasile ove divenne presto nbile clirettorc
di vari Istituti e legò il suo nome alla fondazione
e dfrezione del grandioso Collegio di '.\\1anaos.
Carattere affabile, dotato di sode virtù religiose,
seppe cattivarsi dovunque l'affetto e la stima di
tutti, prodigandosi nell'azione salesiann col \\'ero
spirito di D. Bosco.
l\\WRAS Don ENRICO ANGELO Sac., da
Buenos Aires (Argentina), t a Buenos Aires (Ar-
gentina) il 6- 1-1936 a 53 anni di età.
CASTRO DON GlOVAJ,rNJ Sac., da i\\fontill.i
(Spagna), t a Calcutta (ln<lia) il 7-3-1936 a 33 anni
di età.
BUSSI LUIGI, eh. da Vinchio (Asti), t a Pios-
sasco il 13-4-193(i a 16 anni di eta.
CAIMO Don ANGELO Sac., <la Cuttico (No-
vara), t o Torino-Oriuorio, il 28-4-1936 a 75 anni
di età. Fu accolto fanciullo du Don Bosco Santo
all'Oratorio, e quivi, nel cuor della notte, sentl h1
chiamata di Dio, ed ebbe appena tempo a ricevere
gli ultimi sacramenti, ~hc voi,iva al cielo chiudendo
cosi la suu vita di oltre 50 anni di saccrdoz.io ollil!-
tati d u.e anni or sono dalla Messa d'Oro. D'ingegno
spiccato e di sode virtù religiose, aveva il cuore
sempre aperto alla carità verso i poveri e i soffe-
renti, che erano i prediletti del suo ministero.
PIWKO TADDEO coad., da Lesna (Polonia),
t a Genova-S. Pier d'Arena, l'S-4-1936 a 60 anni
di e1:à.
Co o p e ratori defunti:
CAN. ANTONIO CASARICO, t a Como il 30
marzo 1936.
Improvvisa ed inattesa ci è giunta la notizia della
morte del venerando Canonico che era un vero mo-
dello dei Direttoci Diocesani dei nostri Cooperatori.
- - Piissimo sacerdote, anima d'apostolo, cuore aperto

3.5 Page 25

▲back to top


ad ogni opera buona, zelava infatti l'azione salesiana Don Bosco, si prodigò per tanti anni alla cUJa spi•
con un amore straordinario, prodigandosi non solo rituale dei giovnni dell'Istituto Paterno di Castel-
per la loro organizzazione in Diocesi, ma per la nuovo Don Bosco con paterno affetto e grande spi-
valida cooperazione dei soci a tutte le iniziative di rito di sacrifizio.
famiglia. Lo raccomandiamo pertanto di gran cuore
ai suffragi di tutti i Cooperatori e confidiamo che
Altri Cooperatori defunti:
D on Bosco Santo gli affretti dal Signore il premio
Accame Giuseppina ved. Rossi, Pietra Ligure
di tanto zelo.
(Savona) - Aghemo Anna ved. Giacchetti, Tori110
ANTONIO MARTINOLLI, t a Fiume il 15
marzo u. s. a 64 anni di età. I cantieri di Pola e di
Fiume l'ebbero per 50 anni artefice coscienzioso e
tecnico apprezzatissimo, tante opere pubbliche della
città godettero della sua assisten7.a e del suo aiuto;
ma l'opera prediletta del suo gron cuore fu l'Ora-
torio di Fiume cui dedicò non solo le più sollecite
cure della sua perizio tecnica edilizia, ma la più
valida e cordiale èooperazione materiale e morate,
interessando industrie, negozi e privati a sostec;n9
della provvida istituzione. La sua carità sgorgava
da una fede ardente ed illuminata, da puro siprito
evangelico, da un grande omore ai piccoli, ai poveri,
agli operai. Salesiani ed alunni non lo dimentiche-
ranno mai.
DON ERNESTO VERCESJ, t a Milano il 9
aprile 1936 a 63 anni di età. Pioniere delta stampa
cattolica ha legato il suo nome nl gtnnde apostolato
della buona st.impa come giornalista, filosofo e sto•
rico. Acuto ingegno, fine spirito di osservazione,
saldezza di principi e larghezza di vedute lo serba•
rono sempre all'avan,:tuardia per l'orientamento dei
buoni nelle vicissitudini politiche e sociali. Affe7;io-
nato a Don Bosco ed all'opero salesiana mise più
volte la sµa penna a servigio delle nostre istituzioni,
consacrando bellissime pagine all'esaltazione del
nostro santo Fondatore.
Amore Don Giuseppe, Marmorito (Asti) - Assan-
dro Tersilla, Torino - Avolio Colonn. De Martino
Francesco, Napoli - Barale Bartolomeo, Piasco,
(Cuneo) - Bertolotto Quintina, Mosso S. Nlaria
(Vercelli) • Boano Maolo, Ca/lia,w (Asti) - Bordone
Francesca, Cameri (Novara) • Borgarello Nicolao,
Cambiano (Torino) - Bussoìini Antonia, Casorall!
Sempione (Milano) - Cappellino Casaleggio Rosa,
Mo111iglio (Asti) • Casalone Icaro, Refra,,core (Asti)
Cassinoni Grassi Rosa, Nlilano Cerra Ter~,
Pavia - Clementoni Teresa Veronica, Ri111i11i (Fori,)
• Colombelli Pesenti Maria, Bergamo - De Giulio
Can. Prof. Ettore. Borgo L(I'IJezzaro (Novara) - De-
martini Edvige, Torino - Fo, nera Marietta, Rocca•
pietra (Vercelli) - Fsanciscono Angela, Alice Castello
(Vercelli) - Franco Domenica, S. Bonifacio (Verona)
-Gallo Angelina ved. Incatasciato, Mineo (Catania)
• Gallo Teresa ved. Ro\\'etta, Bubbio (Asti) - Gartuso
Lo Pinto Giovanna Cimimw (Palermo) - Geno•
vino Don Francesco, Porio (Napoli) - Ghiddi An-
gela, Mo11Jestino (Modena) - Gianelli Teresa, Siina
(Novara) - Grammatica Aqueri Don :\\1:irio, Calta•
girone (Catania) - Guerra Carlo, Chiesa (Sondrio) •
Guglielmino Antonio, Monla/e11ghe (Aosta) - Livio
Paolo, Coma • Loni Foglio Enedina Biella (Ver-
celli) - M.nritano Rosa, Giaveno (Torino) - Marra
Marcellina, Chivasso (Torino) - Merlino Don Fran-
cesco, Granozzo (Novara) - Mignacco Padre Fi-
LUJGI MALGARTNJ, t a S. Eufemia (Padova) 1ippo S. J., S. Re-ma (Imperia) - Minozzi Camillo,
it 12-3-1936 a 53 anni di età. Consacrò lutta la sua Ca11111cia (Arezzo) - MirabelJo 1\\/Iargherita, Termim
vita alla cristiana educazione dei cinque figli. Am• lmerese (Palermo) • l\\lfolina Don Giuseppe, M1ira-
miratore dell'Opera Salesiana•e zelante Cooperatore dalo (Piacenza) • Moncalvo Giovanni, S. Raffaele
si stimò fortunato di offrire un figlio olla Società Cimtma (Torino) - Moreschi Lucia, /Ylalom10 (Bre-
salesiana di S. Giovanni Bosco, che ritenne sempre scia) - lVIoronclli lng. Edoardo, Tivoli (Roma) -
come principale patrono della sua famiglia e che Musso Don Pietro, Pralormo (Torino) - Nicolet1i
invocò con grande fiducia, specie negli ultimi istanti Masicro Maria, S. Pietro Viminarin (Padova) -
del suo sereno trapasso.
Ognibene Maria di Marco, Palermo - Oioli Cat-
ADOLFO LANDUCCJ, t a Roma it 20 febbraio
1936. Fervido cooperatore fino dal 1894. si ricordò
anche in morte delle opere salesiane soccorrendo le
nostre missioni.
D. ANGELO BJNA, t o BoloROa l't 1-3-u. s. o
70 anni di età. Per oltre 20 anni parroco di Monta-
sico, fu uno dei nostri più affezionati cooperatori e
lasciò, morendo, anche i suoi beni all'lsrltuto Mis-
sioni Salesiane. Le grandi virtù praticate nel corso
della sua vita feconda di bene gli avranno già pro•
curnto il premio eterno; noi lo raccomandiamo tut-
tavia caldamente ai suffroiv di tutti.
terina, Aranco (Vercelli) - Oltiveri Barucco Donata,
Tori110 - Pianaro Corrado, Bassano del Grappa (Vi-
cenza) - Pistoia Dclfrate Luigia, Vigevano (Pavia) •
Pi;,:zoli Mario. Mo11torio Romano (Roma) - Porti-
nari Graziosa, S. }.fichele Extra (Verona) • Quadri
Argia ved. Chierici, S. Cascia110 Bagm (Siena) •
Rabbi Carolina, Torino - Ramone lVlarin, 1'1011/e
Grazie (Imperia) - Rissone Bernardo, S. Damiano
d'Asti (Asti). Roletti Luigi, Cn/liaT10 (Asti) - Ronchi
Anna, Bergamo - Saglia Colombini Vittoria, Fide11:;a
(Parma) - Sala l\\Iaria, Temo D'Isola (Uergamo) -
Sclerandi Giacomo, Tori110 - Seghczzi An~ela,
Premolo (Berf;(amo) • Vagni Ettore, Valfabbrica
TEOL. DON GIUSEPPE AMORE, Prevosto (Perugia) - Vcnturini Casati Angela, S. Pietro i11
di Marmorito, t il 15-4-1936. Uomo tutto di Dio, Cariano (Verona) • ViJJardi Leopoldo, Rrmcà (Ve-
sacerdote esemplare e zelantissimo parroco, rifulse rona) - Zanimacchia Lucia, 11ilartiìJ11a11a di Po (Cre-
per pietà e candore nell'esercizio del saoro ministero mona) • Zoffi AscaneUi Argia, Rave,,11a - Zuccali
e nello sviluppo della vita interiore. Divoti$simo di Mostacchi Caterina, S. Giova1111i Bia71l"O (Ber~amo).
-
-
Con permeHo de/J'Aulorll8 E,;clcsio•Uea. - D!relto,c reap0Mabll•1 D. GUIDO l'AVINI
Torino - TipogroS.. della Socl• IA Edilricc l nlc:rDaz.il/oole, Cor,10 Reglaa Mo.rghcrilo, 176.