Bollettino_Salesiano_196503


Bollettino_Salesiano_196503



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1.1 Page 1

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1.2 Page 2

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IN COPER r A
Il Fli-Yama, un vul-
cano che è un dio.
Molti giapponesi
ancora oggi gli ren-
dono culto, ma sulle
sue falde da qualche
mese sorge una sta•
tua di Maria Ausi-
liatrice. la Madonna
presenta anche ai
giapponesi Il suo
Gesù, che è ' Via,
Verità, Vita•.
(Servizio a paglna58)
Bombay, 4 dicem-
bre 1964: Paolo VI
dona un calice d'oro
alla chiesa salesia-
na di Maria Ausi-
liatrice, consacrata
durante Il recente
Congresso Eucari-
stico.
(Servizio a pag/na34)

1.3 Page 3

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UN
GRAN DONO
DI DIO
ALLA
CHIESA
Il Concilio ha donato alla cristianità un documento ili importanza fouda
mentale per la spiritualità della Chiesa nei pro:isimi secoli: la Cohtituzion,•
~u'la Sacra Liturgia.
È il frutto maturo del movimento liturgico che dagli i1tizi del nostro
sernlo ha dato nuovo senso e vigore alla pietà liturgica, che si era lasciata
sopraffar/' daff□tYasionc de, ozionalr e si prrsentava « come fossilizzala nelle
sue forme rituali, fino a di\\'entare qualcosa tli c~Lranco all'uomo cl'o~~i >>.
1·omc~ afferma un perito conciliare, il P. Ba.raùna.
li rinnovamento della Liturgia ci ha portat.i a un ripensamento d~lla
Chiesa stessa: la concezione piuttosto giuridica formulala dal Concilio Tri-
dentino per controbattere l'offensiva protestante è .,tata riequilibrata in
favore ili una Chiesa più sacrale, nelJa quale l'aspetto giuridico, organizza-
tivo e visibile è subordinato a quello ~piritualc e mini~leriale, l'esteriore al-
l'interiore, l'impalcatura umana all'anima divina.
Cristo, La Chiesa, la Liturgia, nella nuova visione ciel documento cOtlci-
1.iare, sono insciu<libili, quasi un'unica r:nisleriosa reallà ~acramentale in cui
il divino in,isibile viene trasme"so all'uomo attraverso i segni umani e visibili.
Gesù agisce nella Chiosa e nella Liturgia; ,. Lui che battezza e assoln·.
che annuncia la Parola di Dio e consacra, che benedice e santifica.
La Liturgia è la storia della salvezza oh.e avanza sull'arco storico rbe
claU'Ascensione del Signore si pl'Olunga fino alla grande conclusione del
Giorno Finale. Il piano preordinato da Dio per salvare gli uomini, adom-
hrato nell'Antico Testameuto, si è realizzato con pienezza nella persoua cli
Cril:lto. nel mistero della sua Passione, Morte e Resurrezione. La Liturgia
rende continuamente presente e operante il mistero pasquale cli Cristo Sal-
vato.re fra gli uomiJ1i: il Battesimo li innesta nella sua Morte e Resurrezione.
la Cresima consolida questa inserzione, l'Eucarestia la approfondisce sempre
più: dovunque è Gesù Risorto, presente e operante, 80tto il velo dei segni
liturgici, per portare l'umanità alla sua Risurrezione.
La Liturgia diventa così il vertice e la sorgente della vita profonda deUa
Chiesa. E i fedeli sono chiamati a non essere più spetta1ori muti o isolati di
un rito indecifrabile, ma a costituire un'assemblea viva che partecipa alla
celebrazione litur{•,ica con piena comprensione, una corm tltà in cni ciascuno
assolve il sno compito in virtù dei diritti conferili nel Battesimo.
In tfUCSto spirito 1a Famiglia Salesiana si prepara al primo grande mo-
mento della riforma liturgica, che si aprirà con Ja pros&i.ma Qnaresima.
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1.4 Page 4

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Una ragazza Indiana offre al Santo Padre preziosi oggetti d'avorio, dono degli studenti di Bombay

1.5 Page 5

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PAOLO VI
AL "DON BOSCO"
DI BOIIBAY
Don Archimede Pianazzi
DEL CAPITOLO SUPERIORE
Le persone che avevano assi-
stito ad allri grandi Congressi
EucaJ"istici internazionali, hanno
definito quello di Bomhay un
trionfo senza precedenti. Molte
cose hanno contribuito a questo
successo. L'ambiente, per e•
scmpio.
Il luogo dove si svolsero le
principali manifestazioni del Con-
~resso, fu lo splendido Oval,
un prato immenbo che sorge
come un hocciuolo in mezzo
alla città di cinque milioni cli
abitanti, circondato da palazzi
moderni, servito da strane ampie
e abbellito tutt'attorno da una
corona cli palme. L'esoticità del
luogo e le molle manifestazioni
folcloristiche - come il balletto
indiano, le danze manipuri e la
danza dei famosi Nagas - che
vi si svolsero, des tarono in Lutti
un interesse i:;traordinario.
t
La via prospkiente la chiesa di
Maria Ausiliatrice e il Don Bosco ',
all'arrivo di Paolo V I
35

1.6 Page 6

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Mons. Mathias (a sinistra), Il decano dei Vescovi sale•
slani dell'India, durante la visita del Papa al 'Don Bosco'
FU U
TRIONFC
DELU
BONTj
1 pelJegriru europei rimasero
toccali ancor più dalla pietà
convinta <lei cattolici indiani e
dal religioso rispetto dinwstrato
dalla massa enorme dei pagani.
Senza La collaborazione amiche•
vole, sollecita e generosa d<"gU
indù, il Congresso non ~i sarehhc
potuto tenf:"re.. !\\folti pellegrini
h.uom, ospitati in cabe e anche
in istituzioni non cattoliche.
)la nuila co11Lribuì tanto alla
riuscita del Congresso quanto la
visita del Papa. TI suo arrivo, la
sua partenza e ogni suo movi·
mento per la città furono seguiti
da tutti con simpatia e con entu-
siasmo. Fu un vero trionfo il
suo. tanto pi'ù grande quanto
in.al lCbO e ti]lOUtaneo. Bombay
tlon aveva mai viiato nulla cli
simile: l'entusiasmo contagiò tutti.
Fu anche un trionfo della bontà
personale del l)apa: « Trasuda
bontà», di~se di lui uno spetta-
tore. Ma fu più ancora un trionfo
religioso, perchr la folla UO[L ac•
correva prr una banale C'w:iosità,
ma per il desiderio di avere
da.rslum, cioè di vedere il san-
t'uomo che - seconclo la cre-
denza indù - porta benedizione.
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1.7 Page 7

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I
SALESIANI
DI
BOMBAY
a sinistra
Paolo V I abbraccia uno studente
universitario tra lo scrosciare
degll applausi della folla stu-
dentesca
In alto
Il Papa percorre l 'Immenso cor•
tlle salesiano affollato di stu•
denti, salutando e benedicendo
In basso
Il Santo Padre benedice I fe•
deli che gremiscono li templo di
Maria Ausilialric""
l salc,,.iani hanno in Bomhay
due grandi isLiLuli e una ter:lla
opt'ra in costruzione. che prcslo
,crrà inaugurata: non potevano
<·erlo e;.;.ere a1'<-cnti in questi
giottù glorioi,i della t.hiesa nel-
l'fndia. Dall'Assam, lontano cin-
que giorni dj estenuante viaggio
forroviario, concluss<'ro a Bom-
bar 1700 pellegrini. E i saJc-
t-iarti drlla cinà si prodigarono
in ogui modo. coop<·rando con
gli al Iri religioi-i e i cattolici ùcl
luogo per la riui-cha del Co11-
grcsso. Furono membri di vari
comitali, dircs::1ero alcune mani-
fe.-.Lozioni, b'mcarfrorono del la-
, oro fotografiro. collaborarono
prt•Qso il segretariato pl'r le varie
truduzioru, ercl'tcra.
La scu ola << Don Boi,co » o•
~ritò parecchie murti.fes-tarioni
councQ~e col Congresso. La s ua
brlla chie"a 11uo"a fu una delle
riuallro consacrale atrinaugura-
ziont> dd Congrl'bbO. Il 2 dicembre
,., oi tenne il primo Coffvegno
uazionale dei Cooperatori sale-
~inni in<liaru. Erano presenti 300
tra Cooperatori e C:ooperatrici. i
tre bpeuori dell'India e vari
Ye,co, i :.alesiani. Ebl>i !'onori' di
pr<'~it•tlcrlo a no1111• d<'I Rettor
Moggiore e pulai !\\u Don Bosco
e l'Eucaristia. L'ibpctlort' rli Cal-
cutta don Pa, inll i 1111 ratte.une i
,•on, 1•n11ti -,ull apo,tolato moder-
no. mons. Stefano Ferrando il-
lu..tr<l i compiti del cristiano
di oi;iti in India, e lii\\ Coopcra-
ton· di Marira8 parlò ~ui doveri
dl'Ì j!t>n.ilori nell'educazione dei
figli.
\\nclw gli Ex am.,, i ;;i riuni-
ro110 e tennero il loro primfl Con-
, cgno nazionale. Erano g:iunli
11um1'rosi a Bombay da lulte
le tla rl i della grarulc naziont-,
no11o~tanle le cnornu ùi~La11zc.
~Io,ts. l'bnto D'Rosario. ,·esco, o
lii Dihrugarh. prl'i,ietlcue le riu-
nioni. che furono animate da
l'Jllusiasmo e da intima familia-
rità, nonostante le diffncnze di
razza. di lingua e perfino di re-
li~ione. Non erano porlù gli ex
allif', i non cattt>lir, ,. non erano
tra i meno enlu~ia~ti. Si discus-
liero le regole clcll'nS$OCÌazionc e
si approvarono. Si in,;tarono
gli cx allie, i cauolici a iscri-
vcri,i anch!' tra i Cooperatori
(~ono tutti ferventi cri..tiani) e :-i
decise la fonda:i:ion1· della Fede-
razione na:i:io11al1• indiana Ex a l-
lievi Don Bo~eo.
Anche ma11if.,~1 uzioni non ~o-
lebiane ebbero la loro ,ede nella
IIOblra Scuola. du• ha una bella
chiel'a, ampir tiAh· ,, il cortile più
grande di quull,iai-i altra scuola
di Bombay. LI giorno 3 dicemLr<'
~i s"olse.ro le ri1111ioui dei pcllt-•
gr1ru per nazio11i I' ~ritaliani a--
~l~tcllero alla \\le,,a urlla uo~t ra
chit'sa. poi tennero in casa nostra
i loro con, cgni. Parlarono mo11,-.
Boccadoro, prcoirlout e iLaJia no th·i
Congressi, e il Ministro della
Difc,,a Anùrcotti.
Lo stesso giorno tennero prP,l'0
di noi le loro adunanze i nume•
ro~i..~ pcllet,rrini tamiliani. LI
gio rn o prima i medici cat I olit•i
dcll'A~ia avevano anch'cS.'!i li'·
nuto le loro riuruoni specia-
lizzate.
4 DICEMBRE:
GIORNO
INDIMENTICABILE
E,identemt•ute. come in tutto
il Congre..,,,o. aur·lw in ca~a ,,aJl•·
~iaua. il punlo rulminante fu la
, isila del Papa. 11 1 dicembre il
Papa venne al << Don Bosco » pc·r
inc•ontrare e herll'din· gli Hudenti
,li Bornbay. Ci i-i a!:>pettu"a un
30.000 stude111 i e qualche mi-
gliaio di pen.ont• c·he a,evon<l
ricevuto il bigliello speciale <l'in-
, ito. ma, un'ora prima dell'ar•
rivo del Papa, la poli~ia dovellr
rhiu<lcre l 'acCCbSO al cortile. Te•
meva di n on poter più controllar!'
la folla n è mantenere la strada
sgombra per fo macchine del
37

1.8 Page 8

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rorteo. Erano infatti tra i 50 e
i 60.000 quelli che già 1-i affolla-
,ano davanti al paJco preparato
per il Papa. e molte scolaresche
e molti invitati agitavano in-
vano i loro biglielti d'invito
dietro i cordoni clella polifila,
chiedendo di passare.
TI Papa arrivò , er110 le 10.
Lo rice,etti con i Vescovi e gli
Ispettori salesiani e gli espressi
la gioia e la riconoscenza del
Retto.r Maggiore e di tutta la
Congregazione per l'onore che Ye•
niva fatto alla noAtra Famiglia;
ma iJ Papa. stringenrlomi le ma1ù,
m'interruppe: « Sono io, è la
Chiesa che vi dcYe ringraziarn
per aver eretto istituzioru come
quc«ta ». A tali parole io rimasi
co~ì confuso che non ~eppi più
che cosa rispondere.
Paolo YI entrò nella chiesa
ammirandone il bello stile in-
diano, i marmi, i mosaici, le fi.
uestre istoriate, di cui lo zelo di
don Aurelio ,1a~cbio l'ha ador-
nata. e benedi,~~e una q atua di
'laria Ausiliatrice. Quindi, fra le
o, azioni della folla. ~i dires~e al
palco preparato nel cortile. Al
vedere la massa elerminata degli
studenti, la faccia del Papa si
aprì a un largo sorriso e le sue
braccia aperte parvero voler ab-
bracciare tutti quei cari giovani.
chi' gli gridavano la loro gioia e il
loro amore. La hancla suonò
l'inno papale e l'inno nazionale,
:.i canlò il Credo in laLino;
uno studente uuiversiLa.rio gli
lebse un indirizzo e in ginocchio
ne ricevette La benedizione. Quan-
do si alzò. anche il Papa alzò
con lui e l'abbratciò. Fu un u.rlo
ili ~orpresa e tli gioia e poi uno
:.cro:.cio di applau,i a non fi-
r nire. n vero d elirio. Jl Papa,
ritto in piedi, facc>va larghi gesti
di ~aiuto.
Venne ancora un hatnhino e
lo inghirlandò rieromlo il costume
indiano: poi due ragazze gli of-
frirono un mazzo tli fiori e i
doni degli studenti. preziosi og-
getti d'aYorio e un grande vas-
eoio di rame ìntar,.iato.
AOLO VI
ARLA Al GIOVANI
Quindi il Papa parlò. Di,sc
fra l'alLro: « Yorrei lasciarvi un
pensiero: cercate sempre di co-
noscere Gc!iù e di conoscerlo
meglio. Studiatene la viLa, le
azioni e le parole, così che pot..•
siate ricopiare meglio iJ suo
esempio e begufrlo, poichè Egli è
' la , in, la verità e Ja ,ita ·.
TI VO lro flCOJ)O nella viLa, ,·oi lo
sapete bene. è di cono~cen',
amare e scn ire Dio qui sulla
terra per poi p;odcrlo per i,empre
in cielo. Procurate dunque di
conoscere meglio Gesù o co~l
non mancherete di amarlo e tli
servirlo fcdelmen te e bene.
Come btgno del mio amore.
i;ono felice di impartire· la t!Ùa
affet tuo~a l>cnedizione apo..,tolica
i>u ,oi, sulle vo;;tre fami~lic, sui
VOSLTi inSCf?:nBnti e su t1.1lli quelli
<'he voi portate nel <'UO.rc... ».
Ringrazii, tu tli. volle 111c1w,io-
nare in modo speciale i '<ah-•it111i
P le loro opere di Bomba). e
terminù dicendo: Jav Hinrl. \\ ha
l'Inclia! portando le· mani giunte
alla fronte nel bel saluto indiano.
Salito sopra una jeep bianca,
fece il giro del cortile fra i
gruppi clii,ciplinalissimi degli sLu•
dcnti " IuLti lo poterono H'·
dere da , iC'ino. Passò come un
padre tra i suoi figliuoli, ~aiu-
tando e benedicendo. Poi, ri-
presa la i,ua auto, ci rivoJ,..c an•
cora un affettuoso saluto e partì.
I commenti cl1•1la s tnm('a alfa
visita del l'apn furono senza C<'·
cezionc alfcttuo8i ed cn tusiasti.
\\ alga per tutti quello del gior-
nale più irreli~io,o della cillà.
In prima pa~inn dice, a C'ht> <'Ort
tanti dei e elce. r<' <' regine <'
primi r:ni.ni~1 ri dw cr.1110 passali
per Bomba~ . non ~i era ancora
mai vì,,Lo un !'imile trionfo. E
c he negli altl'i CO'-i la presenza
<lclle folli' plaudc•nti era organiz-
zata e impo~ta. mentre nel <"Bl;O
del Papa era ,-tat11 spontanea e
libera. Ln altro giornal.e appli-
cava a Paolo ' I il detto di Ce-
~are: Ve11i. 1·i<li. 1·ici. D Papa.
con la sola ,..ua presenza, ave,a
conqui.~tato il n1ore dell'lndia.
Tul.P couqui~La affretti il giorno
in cui il cuore dell'India pos~R
essere offerto intieramcnte al Cuo-
re di Colui del quale Paolo YI ì:
il dolce Yicario in terra!
38

1.9 Page 9

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LA NOSTRA CAMPAGNA:
FAMIGLIA EDUCATRICE
Nell'anno 1926, il vecchio capo
d'industria Henry Ford decise che
tutti gli operai dei suoi stabili-
menti automobilistici lavorassero
solo cinque giorni alla settimana.
Un coro violento di proteste si levò
allora contro di lui, ma una ven-
tina d'anni dopo, nel 1948, una
legge rendeva obbligatoria in tutti
gli Stati Uniti la settimana corta
di cinque giorni larnrativi. Oggi
i sindacati americani pretendono
ancora di più: reclamano una set-
timana cortissima con soli quattro
giorni di lavoro.
La settimana corta in Olanda è
di legge già eia parecchi anni, in
Svizzera è in vigore dal 1963, in
Germania viene introdotta que-
st'anno, in Inghilterra funziona
per larghi strati di maestranze.
Anche in Italia viene applicata su
scala sempre più vasta. Eppure
cent'anni fa molti operai in questi
Paesi lavoravano fino a 80• 85 ore
settimanali.
Oggi il tempo della fatica è di-
mezzato, il tempo libero è rad-
doppiato. Alcuni studiosi hanno
fatto questo calcolo: nei Paesi in-
dustrializzati l'uomo ha oggi
22 anni di tempo libero in più che
i suoi nonni, grazie all'accresciuta
media della vita, alla settimana la-
vorativa più corta e alle ferie pìù
lunghe. Le macchine hanno com-
piuto il miracolo: con la produ-
zione in serie e l'automazione è
come se si vivesse più a lungo.
E che se ne fa, l'uomo d'oggi,
di tutto questo tempo in più?

1.10 Page 10

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Sol oro por produrre~
o ei ore por consumare
L'uomo ò lmmo1•so
In una marea di n,ossaggl
Un manifesto diffuso l'anno
scorso <la un ente interessato ai
prohlemi sociali, recava a caratteri
cubitali questo slogan: , ·a1orìz-
zate Ja \\'OStra personalità nel tempo
libero ~- La frase racchiude in sè
1 desideri, le preoccupazioni, le
sollecitmlini, gli im·iti degli stu-
diosi di sociologia, delle autorità
responsabili civili e religiose, di
chiunque s'interessi ai problemi
della nostra epoca. TI tempo libero
è infani un grosso problema. Esi-
stono forse dieci modi intelligenti
di occupare bene il tempo libero,
e mille modi di sprecarlo (e spre-
carlo vuol poi dire sprecarsi, per-
chè alla fin fine è la propria vita
che ne va ùi mezzo).
Il tempo libero dovrebbe per-
mettere a ognuno di coltivare me-
glio la propria personalità, arric-
chire la cultura, vivere più a lungo
nel tepore clcll'imimità familiare,
partecipare atti\\'amenle alla \\'Ìta
sociale, politica e religiosa, essere
più uomo, insomma più figlio di
Dio, più cosciente e responsabile
dei propri destini terrestri e ultra-
terreni. Perchè tempo libero non
significa tempo vuoto, tempo da
disporre comunque. È tempo di
libt!rc scelte, di esercizio libero
delle atti,itò che ricreano dalla fa-
lica, diYerlono ed espandono la
personalità.
invece ceco quel che succede.
L 'uomo d'oggi spesso sciala pro-
digalmente le sue ore libere. È
immerso e travolto da una marea
di messaggi, di stimoli, di inviti
che gli piornno addosso da tutte le
direzioni e lo costringono quasi a
fare del suo tempo libero un uso
irriflesso e imposto dall'esterno.
L'aria che l'uomo d'oggi re-
spira, è di continuo attraversata
da suoni, immagini, colori, parole
che sciamano dalle telcscrivenri,
dalle rotative, dai nastri magnetici
e dalle antenne della radio e della
televisione; le strade ch'egli per-
corre sfoggiano capziosamente i
manifesti multicolori, le insegne
luminose, le belle ve-trine, le sale
cinematografiche, i bar, i ritrovi,
i juke-box, le edicole dei giornali;
in casa egli preme un pulsante e
la casa gli si riempie di discorsi,
canzoni, inchieste e telequiz; in-
fila la chiavetta nel cruscotto "
l'automobile lo inebria di velocità.
Ecco: c'è qualcosa al di fuori
dell'uomo - anzi, ci sono migliaia
e milioni di cose - che lo spin-
gono a camminare, correre, com-
perare, leggere, ascoltare, gustare,
sperimentare, stordirsi.
ì;: la sottile rh incita della mac-
china, che prima dona il tempo
libero, e poi se lo riprende. La
civiltà della macchina si serve del-
l'uomo per sfornare una quantità
impressionante di prodotti, e si
serve dell'uomo per consumarli.
La giornata dell'uomo ha ancora
oggi - come una Yolta le sue
dodici ore la\\'Orative: sei per fab-
bricare i prodotti, e sei per con-
sumarli. Se il ciclo produzione-
consumo s'interrompesse, il si-
stema entrerebbe in crisi.
La civiltà della macchina ha
prodotto la civiltà dei consumi.
Oggi l'uomo quasi è costretto a
occupare il suo tempo libero con-
sumando i prodotti dell'industria.
Sembra che non ne possa più fare
a meno, che debba consumarli
pcrchè ciò fa parte ormai ciel co-
stume sociale, perchè egli si sente
stimolato in forma subdola e sua-
dente da mille persuasori occulti,
pcrchè i: abbindolato dalle tec-
niche pubblicitarie più scaltrite.
Sociologia, psicologia e psicanalisi
sono a servizio Jei venditori, stu-
diano l'uomo e i suoi bisogni, e per
ogni bisogno suggeriscono un
prodotto e il modo di venderlo.
Se non basta ancora, inventano
i bisogni artificiali, per vendere
di più.
L'uomo d'oggi a volte non è
più libero neppure di scegliersi un
dentifricio: quando va dal dro-
ghiere e dice:• Voglio questo den-
tifricio*, spesso non sceglie un bel
niente; è la televisione che sceglie
per lui l'ultimo tipo di dentifricio
reclamizzato sul video.
Condannato
al divcrtlmontl forzati
Se la civiltà delta macchina ha
creato la ci\\·iltà dei consumi, la
civiltà dei consumi ha creato a sua
\\'Olta la ciYiltò del diYert1mcnto.
40

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Il moti\\'O è che il di,ertimcnto, tra
tutti i prodotti, è quello che vieni:
consumato più volentieri.
Oggi divertirsi è diventato ne-
cessario. Anche se si ha sonno,
occorre resistere da\\'anti alla tele-
visione sino alla fine, perchè do-
mani il collega d'ufficio domanda:
«Di', l'hai visto il ' Giaguaro'?»
e non gli si può rispondere: , Sono
andato a letto •, perchè lui sgrana
tanto d'occhi per la meraviglia cd
esclama: «l\\1a insomma, in che
mondo vivi tu, sulla luna? ».
Così l'uomo, volente o nolente,
si diverte. Dicono i sociologi che
è apparso all'orizzonte un nuovo
tipo di uomo: l'Uomo ludens,
l'uomo che si diverte, e considera
iJ gioco e l'evasione come le sue
principali occupazioni.
Che ne è rimasto di tutto il
tempo libero che le statistiche at-
tribuiscono all'uomo d'oggi? A
che si riducono le sue scelte libere
e personali? Briciole.· ~teno che
ai tempi dei nonni che lavoravano
80 ore alla settimana. L'uomo
d'oggi rischia di dkentare un con-
dannato ai consumi forzati e ai
divertimenti forzati.
Vacanza dal lavoro,
vacan%a da Dio
Anche la sua religiosità viene
compromessa. Il sentimento re-
ligioso è un dato insopprimibile:
c'è un istinto elle orienta a Dio e
nessuna formula sociale lo potrà
'mai sopprimere, ma la civiltà dei
conswni e del divertimento ne
rende difficile l'alimentazione e lo
sviluppo spontaneo e normale.
Il fatto è che la ci,·iltà dei con-
sumi vive senza Dio: le macchine
non pensano; e quanto agli uo-
mini intenti a divertirsi, senza
il ricordo di Dio... si divertono
meglio.
Il proclolto della civiltà dei con-
sumi è di solito un prodotto laico,
agnostico, finalizzato al temporale
secondo canoni edonistici. La pub-
bl\\cità insegna come guadagnare
di più, come vivere di più, come
divertirsi di più. Le preoccupa-
zioni ultraterrene per lo più non
sono prese in considerazione. L'uo-
mo d'oggi, che impiega il suo
lempo libero secondo i modelli di
comportamento della sua epoca, è
insensibilmente portato a vi-...ere
senza Dio.
Per di più, la civiltà dei consumi
ostacola l'incontro dell'uomo con
Dio. In passato, la Chiesa avc,·a
organizzato bene il ritmo delle
feste: il lavoratore usufruiva d'un
alto numero di giorni di riposo,
ben distribuiti lungo l'ureo del-
l'anno; la\\'oro e tempo libero si
compenetravano armoniosamente.
li nuo\\'O sistema invece impone
che, per produrre e consumare di
più, i tempi di larnro e <li svago
siano concentrati al massimo. li
concentramento degli s,aghi ha le
sue conseguenze sui rapporti con
Dio. Quando si spegne la tele\\ i-
sione alle vcmtitrè, con i ragazzi
che cascano dal sonno, recitare le
preghiere dell.1 sera diventa un'im-
presa eroica. Le gite rendouo pro-
blematica la messa domenicale.
Durante le ferie si vive in am-
biente sofisucato, in cui le tran-
quille abitudini della , ita normale
stentano a rivivere: sovente la lunga
vacanza dal lavoro divent:.1 anche
vacanza <la Dio, e l'allentamento
dei vincoli sociali si tnisforma
in allenlamento dei Yincoli morali.
11

2.2 Page 12

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Atteggiamenti sterili,
timidi e lmpaoalatl
..
, wwwo ~
n
Questa situazione sta maturando
più o meno in tutti i Paesi a forte
industrializzazione. I cristiani im-
pegnati avvertono con pena il pro-
cesso di scristianizzazione e rea-
giscono come possono, a volte
anche assumendo posizioni er-
ronee.
C'è l'atteggiamento sterile della
semplice condanna ; «Dove fini-
remo con questi divertimenti s~m-
pre più invadenti e pericolosi? >>.
La domanda è pertinente, ma non
è scuotendo il capo con disap-
punto che si risolvono -i problemi.
C'è l'atteggiamento timido e
impacciato della semplice difesa
imperniata sull'osservanza di al-
cuni imperativi morali. (( Attenti
alle segnalazioni ufficiali, alle indi-
cazioni degli organi competenti,
ai pericoli... 1). Le segnalazioni di
pericolo sono utili, ma non ba-
stano da sole a rinnovare le strut-
ture sociali.
Liberare la 1/bertà delPuomo
Di fronte alla nuova realtà, oc-
corre un atteggiamento realistico.
In primo luogo, accettare i dati di
fatto. N on si può misconoscere che
il divertimento è un'esigenza della
natura umana, e ha una funzione
insostituibile in rapporto all'equi-
librio fisico e psichico. La società
d'oggi è in grado di soddisfare a
questa esigenza in modo assai più
ampio che in passato. L'Homo lu-
d.ens che ne scaturisce è un feno-
meno innegabile, nuovo, dinamico,
irreversibile. Ma anche l'Homo lu-
dens è stato redento da Gesù Cri-
sto, e dev'essere salvato.
Queste certezze aiutano a tro-
vare la giusta soluzione al problema
del tempo libero, per noi e i nostri
fratelli. L'uomo è originariamente
Libero ma La sua libertà minaccia
di finire schiava della macchina e
dei suoi prodotti: e'è da liberare
la libertà dell'uomo.
Le contromisure devono mirare
a umanizzare e cristianizzare. L'uo-
mo che si diverte va guardato senza
prevenzioni e con simpatia, per-
chè è ormai l'uomo nuovo, dei
nostri tempi, il compagno della
nostra avventura terrena. Ciasc11no
di 11oi è un ' Homo lude11s ' : per
quanto cerchiamo di sottrarci al
nostro tempo, non ci riusciremo
mai del tutto.
Occorre imparare a distinguere,
tra i vari modi d'impiego del
tempo, quelli che arricchiscono lo
spirito e che umanizzano.
Oggi, per esempio, tutti sono
sportivi. Ma chi si limita a urlare
e sbracciarsi dagli spalti dello sta-
dio, non costruisce un bel nulla,
si spersonalizza, si fonde e si perde
nella massa. Lo sport è utile se
praticato, non se visto.
Occorre organizzare il tempo li-
bero della famiglia (ritorneremo
altra volta su questo problema,
troppo importante per essere trat-
tato in poche parole).
Occorre imprimere alla festa
l'impronta del sacro: la gioia del
divertimento deve scaturire come
prolungamento della gioia provata
nell'incontro con Dio.
Il compito è grande e bello:
battezzare il nostro tempo libero e
renderlo degno del cristiano.
•12

2.3 Page 13

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EDUCHIAMO COME DON BOSCO
regalategli
una parolina
all'orecchio
Ona sera in refettorio, a metà
cena, Don Bosco improvvisamente
si fece serio. Si voltò a don Ruf-
fino che gli era accanto e gli sus-
surrò sottovoce:
- In questo momento, vicino al
rubinetto dell'acqua, in cortile, vi
sono due ragazzi che bisogna sor-
vegliare. Manda subito qualcuno
che li riporti in ricreazione con gli
altri.
Don Ruflino inviò un assistente
che, tornato, raccontò:
- Alla fontana non c'era alcuno,
ma ne vidi due (e li nominò) che
in quell'istante se ne stavano allon-
tanando. Li interrogai da dove ve-
nissero e mi risposero: « Da
bere».
Dopo le preghiere della sera don
Ruffino chiamò i due ragazzi:
- Che cosa facevate stasera voi
due?
- Niente - risposero.
- Allora venite con me; DonBo-
sco vi aspetta. Ha qualche cosa da
dirvi.
E li condusse da Don Bosco.
Il Santo li fissò per un istante
con quel suo sguardo profondo,
poi disse loro una parolina al-
i'orecchio. Avvamparono di ros-
sore come una brace, Chiesero pe.--
dono per i cattivi discorsi che ave-
vano fatto e promisero a Don Bo-
sco di non farli più e di compor-
tarsi meglio.
. Ecco una lezione di Don Bosco:
è assolutamente necessario da parte
dei genitori e degli educatori sor-
vegliare il risveglio dell'adole-
scente. Sta qui tutta la pedagogia.
Occorre anzitutto che i genitori
ammettano un'evoluzione 11el loro
figlio adolescente. Devono rendersi
conto che egli cambia, che sta
cambiando sotto i loro occhi.
Però, qualunque cosa si faccia,
il ragazzo si mostrerà o.mbroso,
per una specie di reazione di auto-
difesa. Più sarà restìo, meno biso-
gnerà prenderlo di fronte; bisogna
catturarlo senza che se ne accorga.
Di più ancora: dovrebbero inter-
venire su di lui soltanto coloro che
hanno saputo meritare la sua con-
fidenza. Qui nasce il problema del
dialogo fra genitorì e figli. Don
Bosco i ragazzi se li sapeva conqui-
stare in maniera meravigliosa. Il
suo segreto? Questo: « Non basta
amare i r_agazzi. Bisogna far loro
sentire che li si ama ».
Un'azione buona o cattiva del
ragazzo non dovrebbe mai passare
inosservata; è uno dei più elemen-
tari doveri di chi è educatore il
distribuire, secondo un giudizio e
una giustizia esatta, elogi e biasimi,
ricompense e sanzioni.
Solo cosl, un'osservazione qu_a-
lunque, una lode o un rimprovero
avranno un effetto decisivo, sa•
pranno incidere sull'animo del ra•
gazzo e portarlo a un migliora-
mento o a una resipiscenza.
R-3ccontava recentemente una
persona anziana di Milano, di es-
sere stata colpita da una frase del
grande direttore d'orchestra Arturo
Toscanini. Era in un crocchio di
amici e conoscenti; Toscanini a un
tratto, dopo di aver parlato dei suoi
genitori e della sua famiglia, chiese
ai presenti:
- E voi, se poteste fare a vostro
figlio un solo regalo, che cosa gli
regalereste ?
Chi rispose una cosa, chi un'al-
tra. Toscanini sorprese tutti di-
cendo:
- Io gli regalerei l'entusiasmo
e ogni giorno una parolina al~
l'o,;ecchio.
43

2.4 Page 14

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ANCE
LA
CONGREGAZIONE
HA I SUOI
CONCILI
Nell'aprile pro.~simo. la Con-
gregazione Sc,lrsicwa terrlÌ
il $110 clicia111101•esimo Ca-
t pitolo Generale. 11t1 pic-
colo ronrilio', ed l• dan·ero
·ecumenico' per fu varietà
dei moi parte_ripami. R
a11cllf 1111 'pirrolo conrlal'1!0 ,
perchè vi si ell'ggo110 il Re1tor
Maggiore e gli altri Sripe-
riori dello Co11grega..-ione.
// Bollctt ino Sah•><iano ora
pas.~a in breve r1Jsseg11a la
storit1 tfoi prece<lo111i Cap·i-
toli generali, e si propone
i,, di informare
seguito i
suoi lettori sulle t•icende di
quello prossimo.
Per le> fami~lie rl'liEtiose, i Capitoli Generali ri-
H~tono u11'importanza fondamer11ah.,. Sono la loro
mn~sima a~~«•mLlea h·gi-1lat:iva, clw periodicamrnte
,,l,•ggl' i Superiori. in1npreta a11torcvolme11Le le
re-gole e lo spirito cll'll'ii-t ituto. ne- adetrUa le strut-
ture al mutnrc dPi tempi. t>mana quando orcor-
rono nuo,e lci:f!i.
1 Capiloli G1•11prali ilélJn Società Salesiana - dal
primo che Don Boiaco ,·ouvocò 11 Lanzo nel 1877.
al prossimo convocato rlall'auualr Rettor l\\fag-
~iore - ra~giunj!ono ~ià il nunwro di diciannove.
Quattro volte ,,i s, ol-11•ro ,i"·ntc Don Bosco, sei
solto il .rettoralCI tli don Rua, una con don Albera,
«lue con don Rinaldi. 1re con don Ricaldone, e Lre
(rompreso il prossimo) con don Ziggiotti.
llu" vesti pao11li7"11 f,... le tunir.hP. nere
Quando 1<i Lenne il primo t:apiLOlo Generale,
Salesiani erano 363 e le loro case erano J7; oggi
SaJ,i,iiaui &ono 22.042 e le loro CaRt> 1348.
TI collegio di Lanzo, 1a11to caro al cuore cli Don
Bo;,co, o~pitò i primi duP Capitoli: undici furono
ll'nuù neU'accogUcntc ea,-a di \\ al~alice sulfo col-
liu1• torini'si, che dopo la morte di Don Bosco ne
custodì le sacre spoglie: uno ~i svolse ali' ls lituto
Rebaudengo cli Tori.1111. ,. quattro 1tclla Ca,;a madre.
eU..VT Il Capitolo G1•nrrale comparvero, fra le
ronache nl'rr, auche lr , r.sti paonazze dei primi
1lur. \\'l'Sco,i i,alr.siani. Nf'i Capitoli seguenti, i vi-
cari e i prc•fc•tti apoi-.tolici .!!ule:;iani proveni1·nti
dall,• mi;.~ioni aumentnrono fino al XV Capitolo,
qonndo fu rl1•rii-o chi• 1um intervenis~ero più.
44
Desidero che questo capitolo faccia epoca
Tre sunti parteciparono al primo C!lpitofo Ge-
nerale nel 1877: Oon Bosco, il Beato rlon Luigi
Cuanella e il Venerabile don Rua. Don Bosco lo
aptl la iaera del 5 l'cttcmhre, e lo chiuse lo sera del
5 ouobre: durò un mese inLe ro. Vi pnrtct1iparono
23 membri, tutti gio\\.anissimi e l'resciu1i alla scuola
di Don Bosco. trannt> don Cuanr.lla e don Lcmoyne.
Il Santo chiamò a partecipar, i alcuni ·e;,perti'.
come il conte Coyi,, già d1•p11lato al Parlam,•nto
Subalpino e allora chierico salesiano; d.iiamò anche
alcuni 'osser vatori', come i due eminenti g~uiti
padre -econdo Fron<·o. maestro di ascetica, e padre
Giovan Battista Ho1:,tagno, C!-pnto cano,ù:;La.
« Siccome è il 1Himo Capitolo - disse Don Bosco
nel ditc1corso di apertura - intendo che lo i-i celebri
mollo solennemente. Desidero cht• que~lo Capitolo
faccia epoca nella Congregazione: così. morendo io,
si vedranno le cot11' già tutte 1:1istemalc ».
I vari argomenti tla esaminare furono discussi
con calma; nella quinta scùuta però <1ualruuo si
dimo,trava piuttosto preoccupato di affrettare le
conclu~ioni, roa Don Uosco intervenne r.ncrgica-
mentc dicendo: « Non affrettiamo nic11lt•, perchll
da quel'tC adunanze dipenderà in gran parte l'av-
' enire ÙE>lla nostra Congregazione ».
Si trat I ò a lungo del Bollmi,u, Salesio110 e elci
Cooperalori. TI Bollr1tino era uscito per l11 prima
volta soltanto un mese prima. Don Bos('o n<· trac-
ciò il programma e ne dettò personalmt'nlf• la pre-
1,cnta1.ionE> ai CoopE>ratori qual,, organo dc>lla Pia

2.5 Page 15

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Capitolo generale del 1892,
uno del primi.
Al centro il ven. Don Rua
e mon,. Cagllero
Capitolo generale del 1958.
l'ultimo.
Pio Xli, un padre tra I figli
Unione. Note, ole in essa que11t a aua affermazione:
« Si dicono Cooperatori !'ale,inni coloro che dc,i-
derano occupar~i di opere caritatevoli non in gene-
rale ma in specie. d'accortlo e secondo lo spirito
della Congregazione di San Francc!'<co di Sales».
Don Bosco disse: cerchiamo di conoscere
i nostri ternai
Il secondo' Capitolo generale. tenuto a Lanzo nel
1880. fu un prrft>zin11am1>11ln 1lrl precedente. del
quale v1>nnero promul~at,• I,· ·t11•lihcraz.ioni·. '\\t'l
pre11entarlc ai salesia1ù, Uon llo~co i;crive, a: « Lo
sdluppo della nostra Pia S0C'ieli'1 in Europa e in
America è un sicuro indizio clw Dio la bcncdi<"e
in una maniera speciale ».
Poco pri1ua del ter;o Capi1r1lo generale (1883),
Don BoQco in un sogno rìreHI Ie questo consiglio:
« Prendi un falcetto beat• arrotato e fa cla buon
YÌgnaiuolo: taglia i tralci ~crchi o inutili per la vite.
\\llora f'~sa diverrà ,igorosa e forù buoni frutti, e
quello che importa assai, frullerò prr molto tempo».
Perciò Don Bos co esortò i membri ùel Capitolo a
regolarsi secondo questo criterio: « Quanto qui si
tratta deve sen ire di norma da oggi a djeci. a venti,
a cento anni di distanza; bi@ogna quindi fare come
qu<-1 pillorc che diceva: ,uternitr,ti pi11go, io dipingo
per l"etrrniLÌI ».
Evidentemente Don Il«hCO parla, a di prindpi
soi,Lauziali. pcrchè in una .,etluta successiva riHli,
la ~ua apertura dicendo: « Bi.~ogna che cerchiamo
di 1•oirn~1•pr1' i nostri tempi e di adattanici ».
Don Bosco decideva con slcurcua
Il quarto Capitolo (1886), l'ullimu presieduto d.a
Don Bol->co, ri, "'"' c quasi j} carattere sacro di un te·
stamenLo. Don \\Ibera lasciò quei-ta tcstimorùanza:
« Ciascuno e•pone, a con calma e delicatezza il
proprio modo di , edere e, fiu:it a la discu~11ione, si
aspettava che Don Bosco sciogliesse le difficoltà.
decidesse le questioni. e con ,,icurezza e precii;ione
indicasse la , iu da tenersi. Quelle as~emblee erano
altrettante ~cuoi<', dove il venerato maei,tro, sen-
tendo vicino il giorno in cui au~•bbr do, uto la-
!'ciare i ~uoi amati di;,cepoli, 1►arevn , ole•'<e con-
densare in poche parole i suoi inRegnnmenti I! tulta
la sua lunga ei-pail'nza ».
Nel SPlll.'mhrc tlcl 1889, venti nu•i--i dopo la morte
di Don Bosc·o. 1lon Rua nell'aprire a \\ al;,alice il
quinto Capitolo di,,-e con un tremito nella voce:
« Un peru-1ero ci addolora: manca Dou Bosco ».
Segui una pau,n di commos~o ~ileniio. « Però con-
~oliamoci - continuò - perchi- ,-iamo ,irini alla
sua salma, che i<arà per noi fonte di benedizione.
mentre il s uo spirito ci guiderà e ci illuminerà».
aa I sei Capitoli presieduti don Rua mirarono al
consolidamento e aUo sviluppo della Con~egazion"
in assoluta f'ecfoltù allo spirito di Don Bol,('(l. T.a
cosa non gli riu,rì rliffirile. pen·bè i memhri di
quei Capitoli el'ano ,-tali formali tutti da Don
BO!'CO. o .,olio i ~uoi occhi.
1n quel primo Capitolo svoltosi senza Don Bosco.
don Rua 1-i rivelò degno di succedergli nel go,·erno
della Congregazione. 1anto rlw i com110nen1i del
45

2.6 Page 16

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Capitolo generale del 1&10,
A l centro don Albera,
neo Rettor Maggiore.
Alla sua deatra
mons. Costamagna
e don Rinaldl;
alla s ua slnlrua
mons. Fagnano
e don Giulio Batberls.
L'ultimo a alnlstra
di chi guarda
è Il biografo di Don 8 01co
don Lemoyne
I membr} del Capitolo del 1931
al lavoro
y
Capitolo Yollero firmare una dichiarazione nella
quale :-i dicevano unanimi nel la~ciare « al loro
amati!,~imo Superiore pieni poterj di sviluppar1.·.
a~giungere o modificare tulio quello che egli crc-
dc~sc di doYer sviluppare, aggiungere o modifi-
care per il progresso clolla Società Salesiana ».
Prima di separarsi, 1,otto~crissero pUie una peti•
zione all'arcivescovo di Torino perchè volesse co•
minciare il Processo diocesano Rulla fama di santità
« del Sen o di Dio Don Giovanni Bosco ».
È Dio che fa tutto: noi siamo strumenti
Ai rnembri del sesto Copitolo don Rua noi l 892
ricordò come fosse la prima volta che si compiva
l'elezione tlei Superiori magt,•iori senza Don Bobco.
iC Ma - soggiunse - la sua memoria è cosi v iva
in mezzo a noi, che lo pos,iamo considerare come
presente ». Poi lesse alcuni dati in hru;e ai quali
risultava che l'opera i-alcsiana in un sessennio iji
era duplicata quanto a meml.lri e q11anto a casr.
Vjdc in ciò l'aTI-·eramento òi una parola detta cln
Don Bosco ad alcuni Cooperalori pochi giorni
prima dell'ultima malattia: « Pregate p ercbè io
possa fare una buona morte: andando in Paradii;o,
io potrò fare per i miei figli e per i poveri giovani
molto di più che non po~ga fare qn.i in terra ».
el settimo Capitolo !<i discu~se a lungo sulla
neceshitù ru adeguare l'educazione ai bisogni dei
tempi. « Ogni giorno cli più - fu detto - tti fa
sentir vivo il bisogno di dare alla gioventù cli qual-
46
siasi condizione un'istruzione religiosa ben fon-
data e per t{uanto è possibile completa, corrispon•
dente alle C'-igenze speciali dei nostri tempi. ~oi
sale1>iani potremmo ilire di aver fatto ben poca cosa.
se non ci <lc~,;imo la massima ~ollecitudine per
preparare .seriamente i giovani uscenti da11e nostre
case c·ontro i pericoli e gli assalti sempre più incal-
zanti dcll'incretlulità ».
L'ottavo Cc,pitolo vide la rielezione plebiscitaria
di don Rua a Rettor )iaggiore. Don Rua, confuso
per quell'incondizionato segno di 1otima, disse che
non .-apeva ,;piegare la :,Ua rielezione se non come
un omaggio reso a Don Bosco d,e l'a,eva voluto
suo , icario, e com e un segno cli de, ozione al Papa
che aveva riconfermato la scelta di Don Bosco.
« È Dio che fa tutto - conclu~e u1nilmente - noi
non siamo che strumenti ».
Il 110110 Capitolo può vantar~i d'aver portato alla
seconda carica ùella Congregazione - quella di
Prefetto generale - il Servo di Dio don Rinaldi.
Desideravano rivedere Don Bosco
Nel clecimo Capitolo Don Rinalcli approfittò d'una
momentanea assenza ili don Rua ormai avanti
negli anni, per raccomandare che non lo si affati-
casse nelle udienze, che egli concedeva a chlunque.
« Contentiamoci - disse - ùi a,•erlo in mezzo
a noi, giacchìl questo rallegra il i,110 cuore paterno ».
Sempre in questo Capitolo clon Rua p.reparò ai
partecipanti una grande gioia. Tutti ardevano dal

2.7 Page 17

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dc,-i<lcrio di vedere i re~li ili Don Bosco, sepolti
a Vabalice. Don Rua ottenne il permesso di rie-
sumare la ~alma. alla presenza dell'Arcivescovo
di Torino. Aperta la cassa, gli occhi di tutti si po-
sarono su quel volto benedetto. La pelle e la cat:-
nagi.one della faccia e delle mani erano intatte.
Purtroppo gli occhi erano scomparsi, « quegli occltl
che - come $crisse Don Rua - tante volte ci ave-
vano mirati con ineffabile LonLà: aeJ resto la fi-
gura di Don Bosco conservava ancora quasi tutti
i lineamenti della fotografi.a presa il giorno della
,,ua morte ».
La profezia di Don Bosco
Don Rua morì nel 1910. Il Capitolo per la ele-
zione del nuo,o Reuor Maggiore s'iniziò il giorno
dell'Assunta. Allo 1:1poglio delle schede, due nomi
soltanto risonavano: quelli di don Albera e di don
Rinaldi. Man mano che lo scrutinio (>rOcedeva,
. don Albera appariva sempre più pallido ed emo-
zionato; don Ri.naldi invece restava tranquillo
come se la cosa non lo riguardasse. Gli altri nota-
vano questo diverso comportamento, c non sape-
vano spiegarlo. Alla fine don Albera risultò eletto,
e tutti gli tributarono un caloroso applauso. Appena
terminato il battimani, don Rinaldi s'alzò in piedi
e domandò la parola. Cli fo concessa. Allora lesse
un breve promemoria che egli aveva scritto molti
anni prima, esattamente il 22 novembre 1877.
Nel promemoria erano contenute le parole pronun-
Capitolo del 1947.
Al centro don Rlcaldone.
Alla sua destra,
don Berrutl e don Glraudl;
alla sua sinistra,
don Tirone e don Zlggiotti
ziate da Don Bosco in cruell'anno lontano: una pro-
fezia sulla persona del suo secondo successore, un
nome, proprio il nome di don Paolo Albera. Le
votazioni ave\\·ano realizzato in pieno Ja predizione
di Don Bosco.
·
Da quel 1910 al 1958 si susseguirono altri sette
Capitoli, con periodicità irregolare, dovuta soprat•
tutto alle due guerre mondiali. Furono tiensi di
contenuto e ricchi di frutti; diedero a Don Bosco
altri tre successori: nel 1922 il Servo di Dio don
Filippo Rinaldi, nel '32 don Pietro Ricaldone, e
nel '52 don Renato Ziggiotti.
Ora l'attesa per il prossimo Capitolo è vivissima.
Per la prima volta i,i svolgerà a Roma. Verranno
eletti il Rettor Maggiore e tutti gli a1tri superiori.
Si studieranno gli aggiornamenti necessari per
adempiere sempre meglio la missione affidata da
Dio ai salesiani nel mondo d'oggi. Sarà la più
salda e sicura premessa per un pieno adeguamento
dello spirito r dell'apostolato salesiano al nostro
tempo.
E tutto sarà fatto in piena e filiale adesione alle
recenti direttive di Paolo VI: « L'opera principale
a cui i Capitoli generali devono dare la massima
cura - ha detto il Papa - è quella di adattare
continuamente le loro leggi alle mutate condizioni
dei tempi. Ma ciò va fatto in modo che r esti salda
e indenne la particolare natura dell'~stituto e la
sua disciplina. Ogni famiglia religiosa ha infatti
un s uo specifico compito, e a questo deve necessa-
riamente restare fedele; in ciò si fonda la fecondità
di vita di un istituto, e per questa via non verrà
Jnai meno l'abbondanza delle grazie celesti ».
47

2.8 Page 18

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Il Iì novembre, festa d1 San Re-
nato, il nostro Rettor Maggiore
era a Roma in piena attività con-
ciliare, La sua festa onomastica fu
quindi trasferita al 20 dicembre
scorso,
La vigilia, durante l'accademia
in suo onore, risonò dominante la
nota del l'affetto rn iaie. Il direttore
della Casa madre don G1liberti in-
terpretò i sentimenti dei Salesiani
e delle Figlie di Maria Ausiliatrice;
il dott. Andrea Burzi, quelli degli
ex allievi; il prof. Arnaldo Som-
movIgo, quelli det Cooperatori.
Gli aspiranti missionari d'Ivrea e i
ragazzi d1 Valdocco gli resero
omaggio a nome delle nostre masse
giovanil i. Un chierico indiano del
Pontificio Ateneo Salesiano rap-
presentò al vivo l'universalità della
Famiglia che onora don Ziggiotti
come Padre. Brillanti esecuzioni
mus1cal1 della 'Schola' e Banda
d1 Valdocco e dei chierici del
Pontificio Ateneo accrebbero la
letizia del trattenimento familiare.
Un numero particolarmente inte-
ressante fu costituito dalle parole
di don Pianazzi, Consigliere sco-
lastico generale, che r ievocò la vi-
sita del Papa al ' Don Bosco' di
Bombay, completando con le sue
note personali le relazioni neces•
sariamente concise della stampa.
Degna cornice all'accademia ru
l'esposizione dei paramenti e og-
getti sacri offerti dalle Coopera-
trici dei 140 laboratori d'Italia, che
rivelò al pubblico il prodigio delle
loro mani. Non minor compia-
cenza il Successore di Don Bosco
aveva manifestato qualche giorno
prima per la mostra di arredi sacri
allestita dalle Dame Patronesse del
Comitato Centrale.
Il giorno seguente la festa si
svolse tra il fulgore delle celebra-
zioni liturgiche, e si concluse col
fervido invito della Chiesa alle im-
minenti feste natalizie,
Una nota nuova portò alla festa
l'inaugurazione della nostra prima
«Scuola Appl 1caz1oni Fotografiche~
per fotografia, fotomeccanica, ci-
nematografia. 11 Rettor Maggiore
benedisse i locali e il macchi-
nario, si compiacque della rea-
lizzazione e augurò risultati effi-
caci nel campo tecnico come 1n
quello dell'apostolato, Erano pre-
senti varie personalità dell'indu-
stria e del commercio. L' istru-
zione che vi s'imparte abbraccia 1
vari settori delle applicazioni in-
dustriali della tecnica fotografica.

2.9 Page 19

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I COOPERATORI
ROMANI
PER I FRATELLI
CHE HAN FAME
INIZIATIVE DEI COOPERATORI
(
- ----=-=---~~- -.&
RISO
PER L~INDIA
L'iniziativa venne lanciata il 4 no-
vembre scorso, nella « Giornata di
studio per Consiglieri» dei Ceotri
Cooperatori del Lazio. In quella
occasione vi fu chi disse: « Non
possono i Cooperatori ignorare gli
appelli della Chiesa per gli aiuti alle
popolazioni sottoalimentate o ad-
dirittura affamate»· E la parola
calda e vibrante di un Vescovo mis-
sionario in India confel'lllò la ne•
cessità di « dare da mangiare agli
affamati ».
Con entusiasmo fu accolta l'idea
di raccogliere fondi all'insegna
dello slogan: « Riso per l'India».
Una goccia d'acqua in mezzo al
mare, si disse, ma sono le gocce
che formano gli oceani...
Venne subito lanciato un appello
ai ·membri della terza Famiglia
Salesiana del Lazio: raccogliere of•
ferte da convertire in 'riso', in ra•
gione di L. 200 per ogni chilo-
grammo; far partecipare il più pos-
sibile i bambini con i loro risparmi
e il ricavalo delle loro rinunzie,
dopo averli opportunamente istrui•
ti (scopo educativo dell'iniziativa);
il tutto come mezzo di prepara-
zione al Congresso Eucaristico di
Bombay, al quale i Cooperatori
avrebbero così partecipato spiri-
tuahnente e concretamente.
Una cooperatrice, la prof. Luisa
Palumbo, del Consiglio Ispettoriale
dei Cooperatori, nel rappresentare
tutti i membri del sodalizio a
Bombay, avrebbe consegnato il
dono a uno dei tanti Vescovi della
grande India. L'attenzione era ca•
duta suJJa Missione di Tezpur
(Assam) di recente costituzione,
alla quale era stato preposto da
poco tempo mons. Oreste Ma-
rengo.
L'appello ebbe un'accoglienza su-
periore ad ogni aspettativa. Nei po•
chi giorni concessi per la raccolta
(il Congresso era ormai immi-
nente) vi fu come una mobilita-
zione generale in piccolo. Umili
offerte giunsero numerose insieme
ad altre più consistenti. « Sono di•
soccupato e non posso dare di più;
ma non voglio che manchi il mio
chilogrammo di riso... », cosi scri-
veva un offerente. Non pochi, ai
quali la Provvidenza ha dato mag•
giori possibilità, hanno offerto per
un quintale. Un Cooperatore ro-
mano avvocato ha offerto per cin-
que quintali.
Molte Cooperatrici s.i sono mobili•
tate per questuare (nella cittadina
di Fondi, due Cooperatrici hanno
raccolto casa per casa L. 100.000);
alcune Cooperatrici insegnanti han-
no ottenuto l'adesione completa
delle loro scolaresche; la signora
Maria Belfiore, Cooperatrice di
Runia, raccolse l'offerta per 50 chi-
logrammi di riso, e ne spiega la
provenienza cosi: « I donatori sono
i bambini degli edifici di via Co-
stamagna n. 34, 55, 56 ». In molte
lettere si leggono t'rasi come que•
ste: (( I bambini di mio nipote
mandano le loro piccole econo•
mie». « La piccola Pia le ba tolte
dal suo salvadanaio >>,
Si è giunti cosi alla somma di
circa 3 milioni, inviati aJJa Mis•
sione indiana di Tezpur (Assam).
Martedì, 15 dicembre scorso, al-
l'aeroporto di Ciampino Wl gruppo
di Cooperatoti fu ad accogliere la
fortunata rappresentante degli of-
ferenti di ritorno da Bombay. Essi
poterono ascoltare il messaggio di
riconoscenza inviato da mons. Ma-
rengo a nome dei beneficati,
49

2.10 Page 20

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NEL MONDO
SALESIANO
co .. LE Ot BOSCO
Una inquadratura dell'ab5ide
del Tempio, visto dal cor-
tile dell' Istituto. Nell'interno
fervono i lavori per l'allesti-
mento della chiesa inferiore
LE PERLE
« Quel giorno a Tam·
haram (centro di un
EI DIAMANTI
DI UN
rnss ONARIO
vasto distretto missio-
nario nei sobborghi di
Madras-India) c'era aria
di festa. Persone di-
Da una lettera
di don Mario CasarotU,
Madras
stinte vendevano dol-
ciumi e organizzavano
giochi: una specie di
.fiera di beneficenza.
Animatore di tutto, don Orfeo Mantovani,
che io ero andato a visitare. Lo trovai assie-
pato da una vera folla di poveri. 1\\fio Dio,
quanta miseria! 11 -vestito, se c'era, era un
cencio. Ma tutta la loro persona era un cen-
cio. Molti erano lebbrosi. Erano uomini,
donne, vecchi e bambini. Notai che si senti-
vano a casa loro nel « Centro cli assistenza »,
sempre aperto. Guai per loro $e non ci fosse.
Cercai <li contarli, ma erano troppi. In mezzo
a loro, sorridente di un sorriso che viene dal
cuore, c'era doa Mantovani con una squadra
di giovanotti e ceste e ceste di roba. Rimasi
1ra la folla guardando silenzios_o tutto quel
bene che si faceva nel nome di Gesù, a Gesù.
Mi venne spontaneo pensare a ciò che si
legge di un eroico missionario salesiano:
don Michele Unia, che fu il primo tra noi a
sacrificarsi per i lebbrosi.
Ho visto alcune statistiche. In due mesi ha
dato la colazione a 6200 poveri, pranzo a più
di 8000, cena ad altri 9000. Ha curato g!i am-
malati, ha provveduto ai neonati, ha vestito
500 tra bambini e adulti. E ora sogna un vil-
laggio in cui 25 famiglie di lebbrosi trove-
ranno una capanna, una scuolctta per i loro
bambini, che non sono accettati in altre
scuole, e una cappella per la preghiera...
Tutto questo lavoro è ammirato e pubbli-
cato dalle autorità locali; ma lo stimolo più
efficace per don Mantovani è la benedizione
speciale del Santo Paéue, che in una udienza
p:rivata, dopo ave:r benedetto una statua del-
l'Ausiliatrice per il Centro di Assistenza\\
gli ha detto: ' Dica ai suoi poveri che li amo,
che sono loro vicino, che li porto nel cuore.
Porti la mia benedizione e il mio compiaci-
mento a tutti i b enefatto_ri dei suoi poveri e
dica loro tutta la mia gioia e consolazione per
la loro opera'. E volle con un dono convali-
dare le sue parole ».
50

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Verona Il laboratorio di meccanica del Centro Professionale durante l'inaugurazione
Nella dttà di Verona
UN CENTRO
PROFESSIONALE
A VERONA
in Borgo Milano è sorto
il uuo, o Cenlro profe1>-
1;ional1• Sa,1 Zt•rw, che
Yient• ad aggiungersi al
, ecchio ,. glorioso lsti-
tuto Don Boi;co.
Qua11Lo è l!tato r,•alizzato t' :1olo uua prima
parte. ;,ufficiente a<l accogliere i Cori<i per
trecento allil'vi di meccanica e ljpeciaJizzazioni
varie. TI p roi::simo sviluppo C'dilizio sarà la
sede di un Magistero Profes1,;ionale per prepa-
rare fuluri Istruttori dei Centri di .\\ddet1tra-
mcnto. A questo sviluppo dell'Opera guardano
con fiducia anche il Comune t' la Provincia di
, crona, per la i;oluzioue dèl grave problema
della qualificazione di Istruttori Profeia~ionali.
Un Centro Psicotecnico, organizzato con
larghezza di ambienti e di attrezzature e le-
galmente riconosciuto dal "inistero compe-
tente, concorre a dimostrare con qualt> serietà
e impegno il nuovo Centro ha realizzato quanto
era nelle attese comuni.
La cerimonia inaugurale è stata presieduta
da don Ernesto Giovannini, direttore generale
delle Scuole professionali salesjane, e Jal Sot-
tosegretario all'Induslria e Commercio, sena-
tore Olha. Erano presenti le mru;sime auto-
rità veronesi. Il Sindaco della città, prof. Gior-
gio Zanoui, tenne il discorso inaugurale.
51
DON BOSCO vi consigliamo
questo libro
Un lussuoso volume di
leonard von Matt ed Henrl Bosco
Nello gloriosa tradizione delle 11ÌtP di Santi s'inserisce
con proprio originalissima i·olto q11e.st'opera. frntto
della piì, aggiornala concl':ione dpl libro a figure. in
cui te~lo e illustrnzioni 1•an110 di pari pa.~.~o, e fo
egual misura (Ontribuiscono a evocare la vila, l'am-
biente, le opere, la personalità di Don Bosco.
Con ,ma ternira nuot·a Leonard t•o11 Jiatt - un
artistn fotografo svizzl'ro che lw (reato uri riuovo
tipo di biografia rt>ligiosCI, rirostruisfe con fedeltà ciò
che rimane ancora di Don Bosco. della sua epor-n. della
s"a opera. 1 dorumenti da lui ra((olti sono il frnuo
di 111111 stridio pmfo11do. ,Ii 11110 ricerra precisa e fedele.
ll brf't'I' testo di llenri Bo~ro completa e arrfrrhisre
il rarco11to delle immagini. Henri Bosco è u11 noto
scrittore franresc di Ar•ignone, lontano rugino di
San Giovanni 13osco.
li libro è un rero mon11me11to iro11ografico elevato a
Don Bosco nel JS()o an11i1ersario della sua 11ascita.
L 'edizione italiana esce i11 questi giorni presso la
Società Editrice lnterntt:io11ale. S0110 in corso di
stampa le edizioni ili lingua francesi', spagnola, por-
toghese, ingle.~c, tedesca, olamlese.
DON BOSCO - 157 fotografie di Leonard von Matt. Teato e dl-
dascalle di Henrl Bosco Splendido volume In formato 17x 24:
24-4 pagine, delle quali 145 di fotografie stampale In rotocalco
dall'Edltrlce "Imago" di Zurigo - Rilegato In tela con 1opracco-
perta II color! - Edito dalla
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
Ccx10 R~fna Mll/lhfflla 176, Torino C.C,P. 2 171

3.2 Page 22

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Le nostre Scuole Gra-
TRE
fiche di Milano, di
SCUOLE GRAFICHE Venezia-San Giorgio e
SALESIANE
di Genova-Sampierda-
rena hanno ottenuto
il riconoscimento del-
l'ENIPG, ossia dell'Ente Nazionale per l'lstru•
zione Professionale Grafica.
L'ENIPG è l'organizzazione istituita dai
Sindacati e dalle Categorie padronali operanti
nel campo grafico italiano. Essa per ottenere
un'organica sistemazione di certi aspotLi del•
l'istruzione professionale grafica su piano na-
zionale, aveva chiesto la collaborazione di
Scuole, Esperli e Organizzazioni competenti
in ordine ai problemi didattici del settore gra-
fico. Fin dall'inizio l'ENlPG incontrò l'ade-
sione e la collaborazione della Direzione Ge-
nerale delle Scuole professionali salruùane e
delle singole Scuole grafiche salesiane d'Italia.
Questa solerLe attività ba cousenlito ili rea-
lizzare alcuni documenti fondamentali di co-
mune utilità, come i profili professionali, i
programmi d'insegnamento e d'esame, l'inizio
del convenzionamento della termlnologia pro•
fessionale, il conferimento di uno spct'iale at•
testato agl'insegnauti tecnico-pratici del campo
gra6co, e il riconosdmenLo delle scuole gra-
fiche in ha11e a uno speciale regolamento.
Le Scuole Grafiche sale~ianc nominate sopra,
col riconoscimento ottenuto dall'E IPG, han-
no acquistato automaticamente il diritto di
rilasciare « qualifiche » valide anche sindacal-
mente: pe.r questo gli allievi diplomali da
queste Scuole avranno iJ titolo di operaio qua-
lificato ed entreranno nella terza categoria a
norma del Conlratto Collettivo Nazionale di
Lavoro per i Grafici, godendo del diritto di
preferenza e precedenza nell'assunzione al
lavoro.
52
COLLE DON BOSCO
Gli allievi dd Collegio S11lcsinno di
Canelnuo,·o Doo Bosco, tuui giovani
profughi lituani provenienti dalla
Gennania, Inghilterra, Belgio, Italia,
Venezuela e Stoti Uniti d'Americo,
banno voluto iniziare l'nnno atoln-
Blico sotto lo &gu11rdo della Madrmna;
non poundo vwtlue aJeon Sonluario
della Vergine o~lln Lituania cnuolica
oggi sotto il giogo comunbW. .J re-
carono in pellegrinoggio a1 Sau1 unrio
di Mnrin AUJ1iliutricc presso In rn~elto
natio di Don Dosco. Qui hanno offerto
alla Vergine Au•ilintricé un mano di
fiori e banno pregato per la Patria
perscguiblta, per il Papa. per il Con-
cilio e per In convcl'tlione dello Ru..in.

3.3 Page 23

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UNA(! CASA
Nel centro studente-
sco di Varcsc, domenica
DELLA STUDENTE>
INAUGURATA
A VARESE
18 ottobre scorso, si è
inaugurata la nuova
<< Casa della studente >>
diretta dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice. L'o-
pera, una costruzione
moderna e ben attrezzata, è sorta per ispi•
razione e con l'incoraggiamento dell'allora
Arcivescovo ti.i Milano cardinal Montini.
.Alla cerimonia d'inaugurazione interven-
nero il Vescovo ausrnare mons. Schiavini e
molte autorità.
Don Cuido Fav:ini, prendendo lo spunto dal
centenario dell'incontro di Don Bosco con Ma-
dre Maria Mazzarello, illustrò il mirabile fiorire
dell'Istituto in questo suo primo secolo di vita.
Monsignor Schiavini commentò il pro•
gramma che le giovani del nuovo istituto
fanno proprio: << costruire interiormente, per
costruire la Chiesa fuori, in testimonianza di
fede e di opere»: e concluse con l'augurio che
(( quel terreno preparato da Don Bosco e
nel quale le sue Figlie vanno gettando gene-
rosamente il buon seme, possa dare il cento
per uno, concorrendo alla bonifica, oggi tanto
invocata, della gioventù femminile ».
Il Santo Padre, che nella sua visita pasto-
r ale del maggio 1961 aveva invitato le Figlie
di Maria Ausiliatrice a realizzare presto l'opera
dicendo: (<Verrò io a inaugurarla >>, volle essere
presente con un t elegramma di paterni auguri.
Ancora sangue di martiri
La triste notizia che un Vescovo e tanti Missio-
nari sono stati crudelmente trucidati nel Congo,
addolora profondamente la Famiglia Salesiana che,
mentre trepida per I suoi Missionari operanti in
ventun centri del Congo, prega per le eroiche vit-
time e fa proprli i sentimenti dei cattolici e di tutto
Il mondo civile espressi nel corsivo de L'Osserva-
tore Romano che qui riportiamo:
Ancora sangue di martiri, ancora delitti, an-
cora violenze. Delitti gratuiti, violenze e crudeltà
senza aggettivi.
Questo sangue è tristissimo, questo quadro
riempie di angoscia. Sono colpiti i missionari che
reca110 luce e carità evangelica e umana; e co11
essi sono aggredite persone la cui responsabilità
è soprattutto di essere presenti in quella terra
africana cui avevano recato il loro lavoro e af·
fidato la Loro speranza.
Le luttuose e gloriose notizie del martirio del
vescovo mons. Wittebols con diciotto missionari
di Stanleyville e dei tre sacerdoti Comboniani
italiani, oggi confermate, illustrano all'evidenza
le accorate espressioni del Santo Padre, nell'af-
fettuoso e patema auguri.e di pace rivolto a tutti
i popoli nella festività del Capodanno, discorso
venato di grande mestizia e turbamento, laddove
rileva le gravi situazio,1i di quella parte della
vi.ta internazionale, contraddittoria alle spera11ze
e alle attese dei popoli.
<< Vada questo nostro augurio di pace>> ha detto
Paolo V I, «laddove ancora oggi i fratelli at-
tentano alla vita dei fratelli, dove ancora oggi
scorre sarzgue umano, dove ancora si perzsa che
sopraffazione, la vendetta, la guerra, siano
strumenti di ordine e di pace; vada là dove i re-
sponsabili della vita dei popoli decidono della
sorte della storia presente 1>.
Oggi, intanto, il pensiero si leva revere11te,
l'a11imo si inchina 11ella preghiera per i missionari
aureolati del loro sangue nell'oscuro e glorioso
compimento della loro missione, portatori di un
messaggio di verità, di dedizione, di carità e di
educazione, di presenza spirituale e umana per
i popoli.
Col vescovo Wittebols e i suoi sacerdoti appar-
tenenti alla Congregazio11e del Sacro Cuore, sono
i Padri Comboniani, veri figli spirituali del-
['Africa, a dare il loro sangue.
Sono evangelizzatori e come tali non incon-
sapev;oli del retaggio di martirio che ha la sua
promessa e il suo esempio nel modello divino.
Sono i portatori della croce e come tali pronti a
111onre, come si dimostra, su di essa.
Ma se ai martiri va la corona, la riconoscenza,
la devozione della Chiesa e dei fedeli, agli uo-
mini tutti compete un immenso compito di paci-
ficazione, di vittoria morale sulle dottrine della
violenza, di appello al rispetto verso la penona
umana, di bontà e di carità per tutti. Nonchè
un dovere di iniziativa 11elle sedi internazionali
idonee ed opportune, per vie di pace, onde elevare
sul mondo un grido efficace di disarmo morale e
materiale e di iniziativa che faccia cadere l'odio
omicida.
53

3.4 Page 24

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AUSTRALIA
lncouh·o con gli abo1i.getii
Il m1SS1onario salesiano don Tibor
Strnisko, che in Australia cura gli emi-
grati slovacchi, si è incontrato con gli
aborigeni che vivono nel cuore del con•
ùnente. l suoi primi contatù aono !Stati
buoni: i selvaggi si sono clinu1strati ncco-
glienù e rispettosi. Ciò che più ha colpito
il missi.onori(), è In serietà dello loro vita
morale.
AUSTRIA
Coope1·atori e stu<leuf.i
per la Colm1ia esti'1:a
I CoClperatori della parrocchia salesiana
di Gra,; e un gruppo di studenti onivel'!!i-
tari belgi e olande~i hanno prestato il loro
aiuto per la costr,rnione di uno colonia
e5tiva. I Cooperatori hanno offerto i fondi,
e gli ,tudenti le loro braccia dorante le
vacanze seolnstichP. La colonia estiva
sorge a 35 chilometri da Graz, è dedicata
n Domenico Savio e durante l'anno ospita
ritiri mensili, torsi. cd esercizi •pi.rituali.
BOLIVIA
Pe1· ono1-a1·e
la Madonna di Loret-0
Su iniziativa dell'Associazione « Nostra
Signora di Loreto », che accoglie un
gruppo ili mogli di aviatori boliviani, è
stata posta la prima pietra di una chiesa
in onore della Madonnn di Loreto, pa•
trono dell'Aviazione, e di on Istituto in-
dm,triale, che sorgeranno in « Villa Lo-
reto». Chiesa e istituto saranno affidati
ai Salesiani, e rispondono 11 unn vera ne-
cessità di quella zona dcprcs9a.
BRASILE
Giubileo à'oro
<li un Aspirautato Salesiauo
A Lavrinbns (Lonna-Bras.ile) l'Aspiran-
tttto salesiano ba celebrato il suo giubileo
d'oro. For:se nessun alt.ro Btipirantato sa•
lesiono ba preparato per la Congt"egazione
e per la Chiesa tanti uomini: tra i suoi
ex allievi annovera infatti 2 arcivescovi,
l vesco~i, lJ ispettori salesiani e 307 sa-
cerdoti. Alle feste giubilari ha celebrato
la Messa pontificale il vescovo diocesano
mons. Melhado, alla presenza del cnr-
filll\\lle Motto, arcivescovo di Aparecida.
FORMOSA
Primi passi
del Collegio di Taiuan
ÙI nuova opera salesiana di Tainan pro-
mette bene. Gli alunni nella loro divisa
nnova fiammante banno partecipalo per
la prima volta n una cerimonia sfilando
ne1lo stadio EportiYo in oeeasione della
festa nazionale. In parrocchia !ii sono avuti
i primi battesimi: nove adulti e sette bam•
bini. Il rito Bi è svolto in lingua cinese
ed è stato •egùito con molto interesse.
GERMANIA
Utìa sct40la in wia fabb,·ica
di l)i1'1'a
A Rouenbucb le Fi1die di Mana Awiilia•
trice brumo agirinnto élle opere preesi-
stenti una « Scuola per maestre di asilo ».
La loro casa occupa una parte deU'anti-
cbii;simo couve.nto di monaci fondato nel
secolo TX. Dapprima vi eressero un no•
viriato, un al!pirantato e una « Scuola
per maestregiardiniere». Ora hanno acqui-
stato n11chc l'antica fabbrica di birra dcl
convento e l'hanno rime5lòa completamente
a nuovo pc.r ospitarvi la « Scuola per
TIUlC!'itre di a,iilo ».
ITALIA
Una Jlfost,•a salesiana
A Ca\\>alese in pro-vincia di Trenlo i Sa-
re,ijani hanno 11llestito uno mostra mis-
sionario. realizzata alla luce del Concilio
Vaticano II. I temi svolti nei vari 1tands
sono. oltte n quello missionario, quello
della catechesi e della stampo, la fame
nel mondo, le vocazioni, la Chiesa del ai-
lel'lzio, il tempo libero e la scuola.
Hanno riordinato il cin1itero
del paese
I ragazzi dell'Istituto di Milano, in va-
canza a Pestarena, hanno rimesso in or-
dine il piccolo cimitero del paese. Ilanno
aggiustato e ridipinto il cancello in ferro,
hanno tolto le erbacce, ridillegnato i via•
letti, rinnovato le scritte e le croci. L'ul-
timo sera di permanenza in colonia, sono
ritornati ul cimitero in processione con
le Lòrce occese e, circondati dalla simpatia
della popolazione, hanno recitato un•ut-
ti.rna preghiera per i defunti.
Una mamma ·visif,<J il figlio
missiona1•io in Assam
La signora Anna Tnrco, mamma del mis-
sionario sélesiano don Ugo Torco, è an-
duta a t.rovado nella sua missioncinA&~am.
La buona &ignora, già avanti negli anni,
temeva di non vederlo piil. Le hanno fntto
un posto su una nave diretta a Bomhay
in occasione del Congresso Eucaristico.
Ha partecipato ai festeg~amenti di Bom-
bay, e poi conun viaggio in treno di oltre
duemila chilometri ha taggionto il figlio.
PORTOGALLO
.1\\Tuouo parrocchia salesiana
Sua Eminenza il rard. Patriarca di Li-
sbom1 hn affidato ai Salesiani la nuova
parrocchia di « Nostra Signora dos
Prnzeres » in Lit!bona, che avrà la sua
sede nella Chiesa dos Triunfos, e la
quasi-parrocchia nella chiesa di Moria
Ausiliatrice. La nuova pnrrocclua è sita
in una delle zone più povere di Lisbona.
La Vergine Ausiliatrice da! suo nuovo
tempio hn attratto molte anime che vi-
ve,'81lo lontane da Dio.
SPAGNA
l '-n altare sulla vetro
del 1noute
Sulla vetta del monte Calvitero. il picco
piil alto delln catena montagnosa del
Bejar, un groppo di cx allievi salesiani hn
innalzato un altue monumentale alla
Madonna. Cli ex allievi hanno raccolto i
fondi: uno di ossi, lo sc:u.ltore lìrancisc:o
José Pnso, ba realizrtato l'opera, e sette
giovani del collegio di Dejar l'hanno mon-
tato lavorando una settimana attendati
sul monte. 11 monumento misura due me•
tri e mezzo d'alteua, ed è formato do
14 pesanti blocchi di marmo.
THAILANDIA
Nttove costn,zioni
a Ban Po1ig
L'opera s-alesiana di B,m Pong è in pieno
sviluppo. Accanto al già affermato col-
legio « Sarasith » sta soriendo u_n nitro
edificio che si stenderà ou una Iroute di
100 metri. Un terzo dei lavori sono già
ultimati e don Archimede Pianazzi, del
Capitolo Superiore, ha benedetto i locali.
A edificio completato, saranno disponi-
bili 36 u,uo, e aule per 1400 allievi. Sta
sorgendo anche una nuove chiesa e i fe.
dcli di Bnn Pong, pur essendo poveri.
dannò con generosità il loro contributo.
VIETNAM
500 canlo,•i
pel· Domeuico Savio
Nel piccolo ~eminarlo snlesiono dell'Im-
macolata Concezione, a Thu Due, oltre
500 piccoli cantori provenienti da una
ventina di pazrocchie viciue banno fe-
steggioto insieme il decimo anniveraario
della caounfazortione di Domenico Savio.
Ilarrno cantato nella Messa del Delegato
apostolico mons. Angelo Palmas, poi al
pomeriggio si sono esibiti in una simpa-
tica accademia musico-letteraria.
54

3.5 Page 25

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L'aumento rapido della popolazione nel mondo,
sia nei paesi di missione che nelle regioni già cri-
stianizzate, rende insufficiente il numero di sacerdoti
di fronte ai bisogni immensi della Chiesa d'oggi.
S'impone dunque una soluzione rapida e urgente.
Quale? La migliore sembra quella di inviare nelle
zone missionarie e nelle parrocchie scarse di sacerdoti
degli ausiliari del clero, cioè dei catechisti accurata-
mente preparati a quel compito. Questo è lo scopo
dell'Opera di San Paolo Apostolo, parallela a quella
di San Pietro Apostolo per la formazione del clero
indigeno. L'iniziativa è posta sotto la protezione di
San Paolo, infaticabile nell'evangelizzare i pagani cioè
le masse che popolavano iJ mondo di quel tempo.

3.6 Page 26

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~--
•- - I
MISSIONE DEI CATECHISTI
Il catechista è destinato a sostituire il sacerdote
nel villaggio e nella parrocchia in tutto cib che
non richiede l'ordinazione sacerdotale. A questo
ausiliario del sacerdote che può essere uno
sposato, un capo-famiglia, spetta amministrare
il battesimo, assicurare l'intervento della gente alle
cerimonie religiose della domenica e dei giorni di
festa, completare l'istruzione religiosa dei fedeli e di-
stribuire la comunione, assistere come testimonio
della Chiesa alle celebrazioni dei matrimoni, presie-
dere ai funerali. Egli assicura inoltre l'istruzione
catechistica dei bimbi e dei catecumeni, prepara
i fanciulli per la prima comunione e cresima, istrui-
sce i fidanzati in vista del loro matrimonio. Deve
anche visirare i malati, confortare le famiglie,
promuovere la pratica della carità cristiana e il per-
dono delle offese. Nei paesi di missione il catechista
mantiene il contatto coi pagani facendo loro co-
noscere le verità della fede. Tutto questo lo deve
fare secondo un programma già stabilito e con-
lroUato regolarmente dal parroco o dal missionario
responsabile.
UN CENTRO DI FORMAZIONE PER LORO
Convinto della necessità di questi ausiliari, soprat-
tutto nei paesi di missione, mons. Mathias nel 1962,
accanto al suo seminario di Madras, ha fondato un
centro di formazione per Catechisti. È un palazzo
di 50 camere destinate agli allievi catechisti, con sale
di studio, cappella, refettorio. Porta il nome di
Centro San Paolo per la formazione dei Cate-
chisti •>. Quest'istituto accoglie non soltanto i futuri
catechisti destinati alla diocesi, ma anche quelli che
inviano per lo stesso scopo gli altri vescovi dello
Stato di Madras in cui si parla la stessa lingua, cioè
il tamil. I corsi di formazione durano due anni e il
Centro riceve 25 cwdidati ogni anno. Dalla sua fon-
dazione ad oggi la casa ha avuto lutti i posti esauriti.
11 PRnr.RAMMA DI STUDIO
Questo: istruzione catechistica tutti i giorni, corsi
di storia sacra e di storia della Chiesa; nozioni di
morale, di diritto canonico, civile e penale; corsi cli
addestramento a parlare in pubblico e a insegnare il
catechismo; corsi di canto, di solfeggio e di ar-
monium. E per mettere i catechisti in grado di pro-
56

3.7 Page 27

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curarsi qualche risorsa nei villaggi generalmente po-
verissimi in cui verranno inviati, vien data loro anche
una formazione professionale: giardinaggio, apicol-
tura, falegnameria, meccanica ecc. Queste conoscenze
permetteranno inoltre di rendere preziosi servizi alle
popolazioni in mezzo a cui vivranno; ciò contribuirà
a farli stimare da tutti.
COME SI REGGE QUEST'OPERA
La pensione di un catechista costa quanto costa
in Europa uno studente di ceto medio. Il manteni-
mento di 50 candidati (quanti furono nell'anno 1963-
1964) più lo stipendio conveniente per pagare quelli
che sono già all'opera nelle zone missionarie e hanno
famiglia, costituisce un peso considerevole per il bi-
lancio di un vescovo missionario. Ecco perchè
mons. Mathias, non più giovane, non esita a girare
l'Europa per questuare e fare appello alla carità
dei buoni.
UN PO' DI STORIA DEL CENTRO
«Nel mese di giugno 1962 - racconta mons. ~Ia-
thias - inaugurammo il ' Centro San Paolo Apostolo
per la formazione dei Catechisti ', che avrebbero così
cominciato il loro primo corso di formazione della
durata di due anni. La maggior parte erano ancora
celibi. Gli sposati potevano lasciare il Centro al ve-
nerdì sera e ritornarci al lunedì mattina. Nel giu-
gno 1963 i primi candidati cominciarono il loro se-
condo e ultimo anno di formazione. A quel gruppo
venne intanto ad aggiungersi una seconda pattuglia
di 25 che cominciavano il primo anno. Così nel
giugno 1964 io ebbi la gioia di consegna.re a 24 can-
didati, che avevano già fatto gli esami, il diploma di
catechisti. A ciascun catechista offersi in quell'oc-
casione una bicicletta e una piccola biblioteca con
la Sacra Bibbia, il catechismo e diversi libri di
formazione spirituale. Faremo sempre così finchè i
mezzi ce lo peanetteranno. I 24 catechisti che rice-
vettero i diplomi furono distribuiti nella diocesi di
Madras-Miliapore, che ne ebbe 16; gli altri 8 scia-
marono in diocesi confinanti. Oggi hanno un posto
in missione e lavorano sotto la responsabilità di un
sacerdote. Attendono a istruire i bimbi e gli adulti.
Può darsi che un giorno il loro compito possa es-
sere allargato in modo da sostituire il sacerdote in
tutto ciò che non richiede l'ordinazione sacerdotale,
come del resto facevano i diaconi nella Chiesa
primitiva >).
57

3.8 Page 28

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il4RIA AUSIWTRICE
SUL
Don GIOVANNI MANTEGAZZA
Pareva impossibile, ma poi è ne-
caduto davvero: sul Fuji-Yama
- il monte sacro del Giappone,
anzi una delle più potenti divinità
della religione shintoista - Sale-
siani e Figlie di Maria Ausiliatrice
hanno collocato una candida sta-
tua della J\\ladonna. Per capire che
cosa significhi, occorre compren-
dere bene chi sia questo monte
Fuji, simbolo del Giappone.
Potentissima tliv inità
Gli antichi giapponesi ne aH'-
vano un sacro terrore. TI suo cra-
tere ogni tanto sprigionava fiamme
e boati, ed era la porta dell'inferno:
perciò stavano lontano e nessuno
osava scalarlo. Il Fuji era un dio
iroso, a volte mollo malefico. L'ul-
tima volta che s'arrabbiò sul serio
fu nel 1707, e con un'eruzione fece
di Tokio un'altra Pompei. Lo
chiamarono dio del terrore. Poi si
calmò, smise di brontolare e tacque
per sempre. Di,·enne così ìl dio
della serenità e della gioia. La sua
cima, perennemente innevata, nel
fluire delle stagioni e delle cose ri-
mane sempre uguale, e rappre-
senta il principio dell'immortalità.
\\'edere il Fuji è una benedizione
degli dè-i. Ogni giapponese lo scala
una volta nella vita; due volte
- ha assicurato un saggio disce-
polo del filosofo Lao-Tse - sa-
rebbero troppe. Centinaia di mi-
gliaia di pellegrini ogn.i anno s'iner-
picano lungo le sei strade che con-
ducono alla sommità del suo cono;
ci vanno per devozione (gli scet-
tici solo per turismo). Ma i mo-
naci shintoisti sono installati sui
fianchi del loro dio, lo proteggono
dai profani e gli rendono onore e
culto durante tulle le ore del giorno
e deUa notte.
'.\\[oltc cose son cambiate in
Giappone da quando le bombe
atomiche caddero su Hiroshima
e Xagasaki; il shintoismo non è
più la religione dello Stato (perche
un decreto militare di l\\Iac Arthur
nel 1945 l'ha declassato), ma ri-
mane pur sempre la religione dei
giapponesi, e il Fuji è ancora uno
dei più potenti tra gli 800 milioni
di dèì che popolano il sovraffol-
lato olimpo shintoista. Lui è ri-
masto - come prima - ~ l'ono-
revole signor Fuji i>.
Sapendo queste cose, ci volle
del coraggio per metterci sopra
una statua della :\\ladonna.
Giunsel'o t elefonate
i nti ni itlato,·ie
Accadde che Madre Elba, del
Consiglio Generalizio delle Figlie
cli ì\\Iaria .\\usiliatrice, l'anno scorso
visitò le sue sorelle del Giappone
e fece un'escursione anche sulle
pendici del Fuji. Contemplò l'aspra
bellezza di quel vulcano perfetto
e le frullò in mente questo pen-
siero: Quassù starebbe bene una
statua della Madonna ». Ne parlò
alle suore; le Figlie di Maria Au-
siliatrice ne parlarono ai Salesiani.
Tutti erano d'accordo che sul
monte Fuji una starna della '.\\-la-
donna sarebbe stata proprio bene.
E fecero dei passi presso le au-
torità, per sentire che vento ti-
rasse. La risposta fu negativa e
scoraggiante. Sembrava che il vec-
chio dio se ne risentisse; come
d'un affronto.
58

3.9 Page 29

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Anche l'Economo generale dei
Salesiani, don Ruggiero Pilla, fece
una visita in Giappone, e anche a
lui parlarono della statua. Egli
tagliò netto: << Procuratevi il per-
messo, e io vi faccio avere Ja
statua, in marmo bianco di Car-
rara».
Il permesso: era una parola. Fu-
rono scomodate le più influenti
persone amiche. Si ottenne qual-
che primo consenso. Poi le pra-
tiche trapelarono al pubblico, la
stampa se ne interessò, e i giornali
fecero il diavolo a quattro. Arri-
varono perfino delle telefonate in-
timidatorie. Per fortuna le auto-
rità finirono per essere favorevoli.
Il Prefetto della provincia che
comprende il Fuji nel suo terri-
torio, dette il permesso, e il sindaco
del capoluogo considerò un onore
partecipare all'inaugurazione.
Dall'Italia arrivò la statua pro-
messa, le Ispettorie di mezzo
mondo salesiano offrirono le pie-
tre per il basamento. La cerimonia
venne fissata per il 7 ottobre, festa
del Rosario.
Il Fuji nascose la vetta
nella nuvolaglia
La mattina del 7 ottobre, un
magnifico sol levante investiva con
barbagli di luce i nevai del Fuji.
Sembrava una giornata fin troppo
bella. Difatti giunse la comunica-
zione che il sindaco; per impre-
visti impegni urgenti, non poteva
partecipare all'inaugurazione della
statua, e supplicava di rimandare
la cerimonia al giorno dopo. Si po-
teva dire di no a un così compito
signore giapponese? Fu accon-
tentato.
L'indomani niente sole, e piog-
gia dal mattino presto. Il vecchio
dio Fuji si difendeva come poteva.
lV[a all'ora stabilita, salesiani e
suore, alunni e alunne, persone
amiche e autorità d'ogni rango sal-
tarono sulle macchine e partirono
alla volta del Fuji. Man mano che
procedevano, la colonna di auto
e di pullman s'allungava. Ferma-
rono a quota 1600 metri. Accanto
segue
59

3.10 Page 30

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MARIA AUSlLlATRICE
SUL FUJI-YAMA
(contlnu1tzlone da pa11. 59)
alla strada, s'allargava un pianoro d'alberi
e prati che la pioggia metteva a lucido. La
Madonna la si indovinava al centro del
pianoro presso un muretto, modestamente
nascosta sotto un lungo ,elo di seta
bianca.
I con\\'enuti smontarono dalle macchine
e s'immersero nella pioggia. I1 sindaco ri-
servò a l'onore di tagliare il nastro che
circondava lo spiazzo erboso. Poi un bimbo
vestito all'europea e una bimba in kimono
con un ciuffo di margherite nei capelli, le-
\\'arono il lungo velo bianco e In :\\ladonna
apparve sorridente, col suo Gesù stretto al
cuore. Un attimo di stupore, poi un applauso
lunghissimo. I fotografi armeggiavano sotto
gli ombrelli. Poi l'Ispettore salesiano bene-
disse la statua.. Allora si accorsero tutti che
l'acqua aveva inzuppato i vestiti, e che biso-
gnava tornare al più presto. li vecchio Fuji
intanto nasconde,•a la ,•etra dietro una densa
nuvolaglia.
Il discorso <lel si1u1aco
~ell'ampia hall d'un albeq~o si tennero i
discorsi. I più degli oratori non erano cri-
stiani, ma tutti ebbero parole commoventi
per la ì\\la<lonna. Il sindaco improvvisò: ilo
non sono un uomo molto relig ioso, ma di-
nanzi alla vostra Madonna ho provato una
commozione particolare, che esula da qua-
lunque mia precedente esperienza. Mi ha
quasi trasformato •· Poi lesse il suo discorso:
Fin dall'antichità il monte Fuji è sacro per
il popolo giapponese; i pellegrini salgono la
montagna vestiti dj bianco e recitano la pre-
ghiera della purificazione. Perchè ? Perchè
per salire questo monte bisogna aver puri il
corpo e l'anima. Cosl anche per avvicinarci
alla Madre di Cristo occorre purificare il
corpo e l'anima, altrimenti la :\\Iadonna
non ci dari\\ il cibo spirituale che andiamo
cercando•·
E concluse: Sono contento che la ì\\la-
donna sia venuta tra noi; ci difenderà e ci
otterrà la pace di cui abbiamo tanto bi-
sogno•>.
Ora l'incredibile è compiuto: il Fuji, vec-
chio dio declassato da un decreto di i\\.fac
Arthur, ha fatto posto a :\\!aria Santissima.
E i giapponesi cristiani hanno ora un mo-
tiYo nuovo per pellegrinare al monte sac.ro
del Giappone: vi troveranno la statua della
Vergine col Bambino, alta tre metri, in
marmo <li Carrara, candida come le nevi
eterne dell'onorevole signor Fuji.
60
I
Chiede aiuto per sdebitarsi...
Mio marito soffriva da otto mesi di forti do-
lori ad una gamba. Jf nostro dottore gli pro-
digava cure assidue, ma senza esito. Gli con-
sigliò quindi una visita da un professore di
Genova, che gli riscont rò l'ernia del disco
e dichiarò che bisognaYa operarlo. Io mi
rivolsi con tanta fede a :.\\Jaria Ausiliatrice e a
Don Bosco porchè ci ottenessero che guarisse
senza operazione. Con gioia posso attestare che,
dopo la degem:a d i 21 giorni all'ospedale, è
guarito bene senza operazione. "Non so espri-
mere la mia riconoscenza per una grazia cosl
grande e chiedo l'aiuto di chi leggerà per
sdebitarmi con i miei Intercessori.
Comrìrntì (Genova) Jl,tAJllA BOTIINl IN Sl!RAPIOE
Sentiva che il mondo non era per lei
Dol'o tre mesi di noviziato, fui dimessa per
motivi di salute. Il medico non aveva dato
speranza che io potessi guarire da quel male.
:\\la la mia fede rimase viva e continuai a cre-
dere assolutamente che la l\\Iadonna non mi
avrebbe lasciata nel mondo, che sentivo non
essere per me. Rimasi due anni in fanliglia fa-
cendo ininterrottamente la novena a l\\larin
Ausiliatrice. Finalmente, contro ogni previ-
sione, il male che impeùiva di realizzare la mia
vocazione scomparve e potei rip_rendere il mio
no,iziato. Ora sono Figlia di l\\Iaria Ausilia-
trice e ringrazio la Madonna soprattutto di
questa seconda grazia, che per me è la più
grande.
Catuni11
SUOR ANITA SCACCO l'.~I.A .
L'Ausiliatrice « in atteggiamento
preoccupato »
li 2c novembre, mio figlio Claudio, uscendo
dalla scuola, stava attraversando la strada quan-
do fu sbalzato da un'auto in velocità Andò a
finire, non si sa come, sul cofano che sfondò,
sfondò pure il parabrezza e poi cadde bocconi
dall'altr'J. parte, senza riportare la minima le-
sione e neanche il più leggero e/wc.
Per illuminare meglio qul.!Sta grazia devo dire
che, sentendomi poco bene, mi ero coricata e
nel breve sonno avevo visto proprio nel mo-
mento in cui capitava l'incidente - l'Ausilia-

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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trice del nostro bel tempio del S. Cuore in
atteggiamento preoccupato e di difesa dei miei
bimbi. Svegliatami di soprassalto, capii il si-
gnificato del sogno solo quando mi annuncia-
rono che Claudio era stato investito senza
alcuna conseguenza. E ra la festa della Presen-
tazione di Maria SS. al T empio.
f,iV<JrtlO
WANDA TANGANF.LLI VED. POPOLI
Ro.a De Luca (S. Agata I! Battiati-CT) prc"a da
terribili dolori in S<!JlUit0 od attacco cnrdiaco e blocco
renale, si raccomandò a r.1.A. e potè riacquistare la
primiera s.alutc.
Ma.ria Glon (Pcrrero-TO) affidò a J\\.1.A. il fil!'lio
colpito da ncvrin- spasmodica a una nuno, om:ncndone
la flUArigiOn<!.
Maria Pa1ano110 (Torino) ottènne da M.A. la jl'UBrigione
dt'lla cognat.~ che versava in condizioni dispèrate di
..-.Iute.
Giulia Ratto (:s;iz:,;a :\\fonferrato•AL) comunica di aver
ottenuto da l\\l.A., da S.G.13. e da S.D.S. la RUGrigione
d~l m:trito dn ulcera varicosa, del i;ol(l'lato da pulmonite
doppia, del fi111io da un gnivc disturbo al cuore,
Sac, D. MeschJnl (L-OCamo Muraltc>-SvaZZC!rll), dcvotis-
$1mo di S.G.B., caduto dal letto dopo UnA grave opera-
zione, potè rial;carsi senza naentimc alcun male. Invia
ollcrta d., ringrozuuncnto.
An~clll Inria (-:,,;anno-TN) comunica che il auo bam-
bino di due anni, già mc:lllO sotto 11. protezione d1 :\\l.A.,
d1 S.G.B. e d1 S.D.S., cadde dal tetto a scm: metri di
ahcna senza fann alcun male.
N. N. (Vernnntc-CN) raccomnn<ll) 11 1\\1.A. e a S.G.B.
lu figlia ncgl111ente, c qu,sta all'improwiso si mise a
sn.idiarc con<cll'tlendo la promozione
Lucl:,na Rustlcbelll (Torino) si unl alla cogru,18 nel prc-
g•rc M.A. e S,G.B., ottenendone la guarigione da tu-
more maligno.
Ro<.urla Mandrln (Torino) ringrazia S.G.B. per la prote-
rione sulla nipotina Ro anna, bu11ata a tern. da una
macchina.
A, M. (Antillo-ME) rin11razia l\\l,,\\, per favore ot-
tenuto.
ldla Calle11arl (L.-rici-SP) dopo due gravi opcrnzioru
al lc1111to pote rimetter.. 1n salute grazie all'interccu1one
eh '1.A.
Teresa Bo<!chlno (S. Rcmo-1:\\1) riacqui$lata la salute
sdo.opo.s.una dd,cntiuima operazione, ringrazio. M.A. e
Pietrina Furfllro In Bnlno (~Iistc.rbianco-CT) colpita da
mnrh,llo, ii affidò a ~1.A. om,nendo improvvi.a vuari-
g1onc.
Matilde Veraota to (CordovnJo-UD) omnne d~ M.A.
IA 11uarigionc Jcl figlio 11ra,•emcnte usrionuto, c dd
nipote che, 1vcndo inrier110 una immagine con uno
spillo, ne rimuo: illeso.
Fa.ml11lla Gra.'>So (CaY11gl11l•YC) invocò (ervidamcntc la
prntc7.ione di 1\\1.A. e dei Sunti salesiani ,ul pndre sotto-
posto a una delicati.simo operazione, che ebhe e~to
fa,orc.-vole.
Conce11ia c:a-ua.rl (S. Pellegrino in Alpe-LU) per in-
tercos,ione di S.G.B. guul da cnc.:fulitc virale.
Piera Monti (Tortonn-Al,) affidò a M.A. la guarigiune del
m:,.rito da iucri,:iu e mal 1.h Ccgato e fu esaudilll.
01 HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE
Abà Andrdn■ Abrila G;ovanna • Ace-ardi Caterina •
Ac.-eti )'cli • Aw11nl Antonia J\\lbcrto Pool• • Aliberu
Giovanni • Alincri lubclla - Arnico Vitale Oiulia An•
aald i FellclB • Appi~no Adele - Dadini L1brlni Mo.ria •
lùlzana Flora - Barberi, Luigina • Bubieri ;\\lcrc:edc,1 •
Bariatti Clawlia - llarone Bice • Baroni: Rita • B:aui lku•
schetu Alfredo • Banuza Ciro - B111istini ltalina • Bel-
loli Antoniett• - Bcn10 Maria - Berena Giulia • 8<'1'g11alio
Rina • Ber11am1.s0hi Leti"lla Bcrnardl Erminia vcd. Trort<r
- Berti F•nutti To1ollnd1 - Bertoc fam. • Bia Ester • lli-
11lioli EliHbetta • Boalli•tto Onol• • Boloana Maurilio •
Bonttin• Emma • Bonarw fam. • Bononn Mvi• - Bot•
tuo Teodora • Rruno Cillleppo - Buni è\\1arinoni l.ruo■
Buuafuoco Car~rin■ Outtarello J\\laria Calam■ri Emma •
Calandra Maria Catoi Maria - Campogno!i T ina - C■m•
po.ri Angela - Cantin,orrl P ierina Capitò P,nu - Carav•ir~i
Prusede • Caregnato Nives • Carli,rti Lucio Carta Se•
netre Franceaca - Cutaano Bunordo Cau:ani~• Attilio -
Ccrruti \\taria - Chiarle Tnesa CiTcosta .\\driana • C,-
rincione J\\ntonino - Civcra Cnarina - Concu Maria -
ConWonleri - Conti Ang-elo - Conti Giuseppe Corbtl-
lini Adelnide - Cordaro Palm.na Corgnic.r Annetta •
Cort.,,e OinA - Corttsc Ignazia - Cosimi Drsvi Sandra -
Costsblo7 !ria • Covi Litetu • Cri11l1ni Teretlna • Dainouo
J.uivi• - O'Alba Nicol■ - Oamiani Arri,io - O'Angelo
Carmela Danna Ceccrina - O'Antuono F.mllio Deaio•
vannini I .u!gia - ne Luca Suor Oi1U1eppina • De Marchi
Carerlna -
Oimichino
EDa leem-a rot i n..ic oSntzeif aDnoo m•c nDi uc n-a rOi aorn dHocr nn cAd cdtet ole
-
Oo,er Emerico - Ferrara Anaelo - Fcrrari Cdcrtin.a •
Fonl2J\\A l\\lario • Francionc T,tina • Frasulc Carlo - Frea
Rin• • Furlan Tero1 ~1rliano Rita Oamorino Caro·
lua • Oarrone Mario - Ccnnari 1..beJJa • 111arah•rir:a
Ghione LulRia - Ohivarello F.rnasto - Oianctto Ma,lo •
Ciani Giovanna - C!hili•co Maria - Giludini Meschini
,\\D.Q:ela • C1lioli Ciuac~pins - Oiuffrida A1r2tina God,no
Raffaele • Goma BonAudo - Craui Estcrin• • lanni l'e•
licia • l.a1n1 Maria - L■redo Tcrota • Ltone Lucia • Le-
nnti :\\far11h<ritn • l.ivoti Caterina - Lo l'resu Pietro -
J,oronton .\\lbina • l\\bcnrio Teraill• - Malau11na Emmn -
l\\ulni• Rotn - l\\11tn1,·clla Olimpia - Mancwo Ciovnnna •
~1arcclhno AIJio • l\\1nrchi~io Guali..tmo • Muen110 Pri•
nulda Marra Sabattno - Mutrnenghi Carlo - Martin,
\\1aru l\\luocro Ci•como - ~la11alli Arsenio Milancoo
Pierina - Mior Valerio Molordc• Regina Mondln!
Fern~nda Monte! Silvio • Monu Maria • Moroni Oiu•
••ppina - Muratore Gcminia • Muauraca Cecilia • N••
tali Lucia - l':ava Clementina • Neirotti Felice - Nicol•ci
\\larghcrita • :-iero Nellp • t-:ovcllo Maura • Ottglia IJc
Andrei• Maria • Oni Augu11a • Oni Trcnti Muia • Or-
t.1.lda D•lmutro .-\\d,lina • P1la1a J,'erdinando - Pan,nllo
Angtla • Parlangeli Oiu,~ppina - Pa,.ojjume Glutcppina •
l>ellittori Tcr""a - Pcrron Emma • P..ce Ca.rmeta • Pcz-
zana Elsa • Piccim•u Molinari 1\\dcle • Pie11u«i Serg,o e
Gianfninca - Pi!!Clli Guw:ppe - P11i. eia;. - Porte! Y11-
1oria - Prat.,.i Mario • Pra10 S«ondin> - Pra,enoni B•m•
bina - Puppn Lina - Qu•draro R061l - Ranaoanìni Elvira
Rebora Pio - Restclli Inca - Rinaltl, Ines - R1ttori neruu
- Rino flr!S!i<la - Rino M1tru1 - Roncb.•i C•l••tlno - Rollll
Santina • RoHo Maddalma • Rubano ;\\lartino • Ruffini
Giovanni RUSS&tto S1lv2tore • R1>110 Angela ved. l'a-
uw: - . abfia Anna • Sanrelli Anna • Saracco Lui&ì
~arti Eleonora - San.in• Maria • Scalabrini Antonietta •
Scapoli• Adelina • Sc•rrl,no Tindon, l\\llr•nda • Sca-rpi•
I cnJ - Sciaccalulf.l C.ienna • S11n<>not10 Oesirello Frt1n•
cesca • Siracu•a Adele • Sonn A~nNc • Soracco Gemmo •
Spina Ciu1epPJ1 - Spinola Oio,·anna • Sr.n.cquadanio Car•
mela • Tad~ Crotti ~hri• • Tana" Giovanna • Tarantino
Lidia • 'fll\\'crna !\\lana - Tempo Elena - Tentori Ester •
'ferranov• Moria • Tcullri Anconic11a - Te1rollni Ida -
Tind Gemello • Toduchìnl Ann• - Tolo11I M.,rianru,. •
Tomu!nl Maria - Torrio~ fam.• Tra,ilio Matilde • Tn-
podi \\'1DCcrui:o - Triumo Sarina • Talum..tlo Oiwcppe -
Valorio .-\\n11cto - \\'anna !\\!aria• \\'2rano Te,..a • \\'asche:m
Anrui • Verccllin La~icr Gioconda - Ylrcialin C■rmeli.n~
Viviano 'l'er~•. Zannicr Oiacomin~ Z•ppanico Oiuscppe
• 2;n11olu Noney.
61

4.2 Page 32

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Salva il nostro angioletto
All'annuncio che il Signore stava per c.lonarci
un angioletto, eravamo in trepido nnsia perchè
i due fr:itcllini che l'aYC\\'ano preccc.luto erano
volati in paradiso appena nati. Fummo con-
sigliati ùa una nostra sorella, Figlia di i\\Iaria
Ausiliatrice al Collegio Immacolata di Cone-
gliano, di affidare il nuovo tesoro a San Dome-
nico Savio. Ricevemmo con fiJucin l'abitino
del piccolo Santo, ne esponemmo in casa l'im-
magine tn un posto d'onore e pregammo tutti
con grane.le fervore. Oggi siamo lieti di dichia-
rare che San Domenico Savio ci ha esauditi:
una graziosa e florida bimba rallegra ora la
nostra casa e la sua mamma gode ottima salute.
Trtt•iPttOno (\\'enaia)
COX!UGl ,\\DA E A.'\\GELO 7.A\\11\\I.E..'\\GO
Oltre ogni speranza
Oramai dispera\\'O di gust?re 1., gioia di
essere m1mma, pcrchc o~ ,·olt., che si
profila,:i una spcramrn, la nua attesa si rra-
sformwa in dolore. L'opera di uno specialista
non migliorò la situazione.
Un giorno ricc\\'ctti da un mio cugino,
sacerdote salesiano, l'abitino di San Dome-
nico Sa\\'io. Lo misi subito al collo e da quel
giorno ngsieme a mio marito incominciai ad
in':o~ar!o con fede. OJ;gi sia~o i ~enito.ri
feltc1 d1 una bella bambina. i\\'110 manto e ,o
desideriamo ringraziare pubblicamcme San Do-
menico Sa,·io.
1.UICJ E LUIGI:-.;.\\ CERA'.'.TOL.\\
I dottori non andavano più a trovarla
La mia piccola era stata colpita da malattia
che non dava nessuna speranza ed era già gra-
vis;;ima. I dottori non venivano nemmeno più,
perchè dicevano che le prolunga,·ano soltanto
l'agonia. Noi, tutti uniti, abbiamo pregato con
grande fede San Domenico Savio e abbiamo
messo al collo della bimba l'abitino del Santo.
O~ni giorno che pa.'lSava si notava un piccolo
miglioramt!nto. Oggi sta bene e noi tutti rin-
graziamo tli cuore San Domenico Savio.
N,111bro .(Bcri(amo)
NICOLE'il'A CAVAONIS
62
ACna Fantln (Yarc,;c) nonostanl• la sua dc.boleua, poi~
• sere mamma di un bambino quando ,; raccomandi>
• S. D. S. porlllndo l'almino.
Oemma Pcrlno Qw,rlino (Rnra di Chieri - Torino) offre
un s•i:no di ncono1c~n1.a • S. D. S. pt·r In fcli~e na9C1ta
dd ,cc1mtlo1:en1to e p<:r iruarigiorie da euurimento.
Bruna Vcntudnl (!\\l•t"'"" - Brescia) invia. nfft"rta di nn-
gruiamcnto • S. O. S., che: ha a,;si,,1110 lei • i suoi du~
lii:hunli
Ellubl:tta Salndori ('rorino) con animo commo<so co-
munica I■ •u.a ricnn<>8<'1·nza a S. D. S., che l'ha as,i"itu
alln nnscita della prirnogcniUl.
Lina Mcli (Comiso - Ral(U.•a), inferma di dL&bcte, ,bagllò
un'iniezione che le causò una inft,.ionc fatale, ma r~c-
comondandos.i a S. D. S., J>òlè ricup,,rart la sanità.
V. Lcvrlno (Torino) raccòn\\ruldò a S. D. S. il figliuolo
sonorono a opc.ruwne " lo riebbe ulvo.
Olownna Ralll (P.,lcrmo) mrntrc do,·cva eucre ingc,s-
.at• per la rouur11 tl1 du~ costole, foce ricono a S. D. S.
Dopo quindici giorni, evitnta l'inl(c11Mlt1rn, era dispo,tn
n riprt•ndcre le ,ur Occupa7.ioni,
Totnm:1$0 Marino (.-\\,·cl'llll - ~apoli), di,·010 di S. D. S.,
in onore drl qUJ1lc fa celebrare la iut<1 tutù gli anni, ~
•Ulo prcmrato con una n1tosa gr,uia. Su.a madre era in
coma p<r uombooi cerebrale e rl m,-dico la dava come
pcrJuui; ma una preghiera a S. O. S., I• fc•c. ritornare
in e r,oi guarire.
Madn ed .Enzo Pedi (Crfnlù - Palermo) unnunziano con
l(tOi,, che In loro fam11:ha t ~tllta rallr11rntn da una bimba,
mrntl'< rivolgc,-.no preghiere a S. O. S. con l'uso dd-
l'ab,uno.
Maria Furica Molinad (S;,luzzo - Cunro) raccomandi> a
S. D. S. ~WI mnJrc che s,:mbruva a/Tena da un turnor,
al f<-11010 impossibile • operarsi, e fu cuudita.
Elena Uva (Genova) n n11razin S. O. S. per n,·cr prototto
vi~ibilmentc uno sun coril(iunta nlln naa~,ta di due gc-
mrlli.
Ma«lmlna Vtt'Slno (V,llu Foc:chiardo - Torino) oncnm·
prc:g~ndo S. D. S. Juc 11rai1e e la n.ucita di una bimh1t
aana " robu•u
Terna Tlnnitl (Sovcruto - Catanzaro) minacciata tl11
11r,1vc Clèclu.sione eh,· rr,hicd""a l'intervento chirurgico,
si raccomandi> a S. I), S. e il mnlc ac-omparvc.
IM. Amalia Viuallni (\\ nJfurvn - Sondrio) rende gruic a
S. D. S. per la felice nucita della qu..rta bambina.
Rita Rufflno (Cigliano - Ycrcelli) in,u olkrta pc,r nn-
i;r1121are S. D. S. Jdla i;uang,one Jrlt. su.a bambinii.
Oohn.ide Amadio (Torino) contro onor prcvision• ha
pututo aver la Kiou1 di t:~'¾!rL: mAmm:i tli una bamb1m1.,
11rnzic nlln pro1e2iunt• lii S. D. Snvu,.
Ch. Roberto Ghuno (:VlnJ.1-liano v~n. - Trcvi~o) comunica
eh, un nirotino, raccomandato con una novena a S. D. s..
si riebbe da un• llra'~"Ìffill crw ritornando in otnma lllllutc-,
C&rmen Brusad, anl!C)ll('Ìata per la aua piccoh, Susanna,
gu\\ monbonda, 111 111ccomandò con \\f\\'D 111anu. a S. O. S.
t>tlcnt·ndolc la compl•ta puarigionc.
Onorina e Giovanni A\\llltaneo (Poinno-TO) rin~razinno
di cuore S.D.S. p~r In fdice nascita tld piccolo Fabri210
e, invoncandonc b prote2.ionc, ,nviano offerta a.Ile :'\\lis-
1inn1 SJ1Jesianc.
Brl1hu Enlns In De&&y (Cagli.ari) comunin, la prodi111ou
maarigionc della 6gl1a e del bimbo ricov.rari alt'Ollpcd•le,
011.nuta per interc,:ss1nnc di S. D. Sa,·,o.
Florina Sandra (Chiu,·aiza-VC) dopo otto anni di nn.,e,
invoc,mdo S. D. Savio fu l".illcgrnta tlnlln nascita di un
bimbo ,·ispo e aano.

4.3 Page 33

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Liberata da un male ribelle
Mia nipote, Maria de Lourdes Braga, quat-
tordicenne, ha sempre sofferto fin da piccina
di un forte, persistente e ribelle mal di capo.
Le varie diagnosi dei medici e le cure pre-
scritte furono sempre senza risultato. La po-
vera ragazza per poter studiare doveva ricor-
rere a pillole. Mossa a compassione, mi rivolsi
con grande fiducia a Don Rinaldi promettendo
di pubblicare la grazia. Da un anno la nipote
non soffre più di mal di capo e può applicarsi
liberamente agli studi. Ricqnoscentissima, chie-
do al Servo di Dio che protegga sempre i
miei cari.
Lws (Brnsile)
lRENILDA DE VASCONCELOS
Era affetta da gravissimo glaucoma
Un consulto medico, dopo un diligente e
serio esame, aveva dichiarato la mia mamma
affetta da gravissimo glaucoma. Un intervento
chirurgico sarebbe stato inutile, anche in vista
dell'età e della debolezza fisica. Pensai allora
dì affidarla a Don Rinaldi e consigliai l'inter-
vento, fiduciosa nella protezione del Servo di
Dio. L'operazione riusci benissimo e la cara
mamma guarì perfettamente. Sono ormai tra-
scorsi sci anni e non ha più avuto sintomi di
glaucoma. Riconoscente, mando un'offerta per
la beatificazione di Don Rinaldi.
81./0 J-lori::onl~ (llnìllile)
CARNEIRO CONCEiçAO
« Don Rinaldi non fa le grazie a metà »
A sessantatre anni di età dovetti essere ope-
rata d'urgenza per un tumore. Le mie condi-
zioni erano cosl gravi da far temere per l'inter-
vento come per le conseguenze. Mi affidai a
Don Rinaldi. L'operazione, compiuta da un
grande chirurgo, ebbe un esito felice; ma dopo
alcune ore il cuore cedette. La ripresa fu real-
mente straordinaria e gradualmente scompar-
vero anche le altre gravi complicazioni soprag-
giunte. Sono passati vari anni ed io continuo
a stare bene e a costatare la protezione del
Servo di Dio su di me e sui miei cari, e ad
avere la certezza che Don Rinaldi non fa le
grazie a metà.
Toritto
MARIA OREGLIA POINTINGlm
Due volte dichiarata in fin di vita
Una mia sorella, residente negli Stati Uniti,
dopo avere subito un intervento, a breve di-
stanza, dovette subirne un secondo che la
ridusse in fin di vita. Avvertita telegrafica-
mente della gravità, pregai e feci pregare
Don Rinaldi perchè ci ottenesse la grazia
della guarigione. Fui esaudita, ma non com-
pletamente. Superata la crisi, l'ammalata con-
tinuò a sentirsi malissimo. D opo poco più di
due mesi, fu deciso un terzo intervento per la
asportazione di un rene. Anche questa volta
fu dichiarata in fin di vita dai professori cu-
ranti, i quali più di una volta diedero il loro
sangue per le varie trasfusioni. Ma Don Ri-
naldi, vivamente invocato dai familiari, che la
circondavano e la vegliavano giorno e notte,
da me e dalle mie consorelle, ci ottenne la
segnalata grazia della guarigione. Ora da un
anno gode buona salute e io adempio la pro-
messa di pubblicare la grazia.
Palagonia (Calllnia) SR. GIACOMINA BISSI F.M.A.
Giulia Verna (Torino), c\\<>vendo subire urui operazione
difficile, si affido ton tnnta fiducia al sru-vo di Dio O.F.R.
e cos,.atò il suo sensibile intcn·ento, che la p<irtò alla
guarigione.
Pierina Todeschinl (Milono) attribuisce a D.F.R. la
guarigione della nuora d., gn1ve forma polmonaTe.
N. Glrotti (Ca$tenedolo-BS) raccoITUilldandosi fervida-
mente 11 D. F.R. ottenne che la dialtllOSÌ di un tumore allo
stomaco $1 risolvesse in semplici oderenze non pericolose.
Mario Amerio (Torino) rini:,-azui di g,:ancuoreD.F.R. per la
guarigione del fratello da gravissimo esaurimento nervoso.
Domenica Mortillaro (Palenno) fu esaudita da D.r.R.
con la guarigione della pròpria 1TU1drirta di 85 anni da
contusioni, lesioni costali e broncopolmonite.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede In TORINO, eretto In Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può
legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare posslblll contestailonl si consigliano le seguenti formule:
Se trattul d'un legato: «... lascio ali' Istituto Sales/ano per le Missioni con sede In Torino a titolo di legato la somma di Lire..•
(oppure) l'Immobile sito In... ».
Se trattasi, Invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa:
«... Annullo ogni mia precedente disposizione testamentarìa. Nomino mio erede universale l'lstllulo Sales/ano per le Missioni con
sede in Torino, lasciando ad esso quanto ml appartiene a qualsiasi lltolo ».
(luqgo et data)
(firma per esteso)
63

4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFIJ.NTI
Don Am"rogio Tuelli t a Magdalena del Mar (Lima) • 9z anni.
Ern l'ultimo reliquia vivente dru tempi di Don Bo-Seo, il tesoro della.
nostra l!Jptttoria e specialmente della Casa di forrn.azione di Magd;.1-
lena del Mar,, Cosi l'Ispettore del Perù nel comunicarne 1A morte al
Renor Maggiore.
Avevo. compiuto Ielicèmcute i 75 anni di professione religiosa salesiana
e li aveva vissuti nella più assoluta fedeltà.
Ne.1 novembr·e del 1885 entrò neU'Orntorio di Torino e per tre anni
godet.te della presenza di Don Bosco. .:\\s~i$rerte ai suoi miracoli, .alle
sue • buone notti :t: potè parla.re e confessarsi dal Santo e accompa-
gnarlo a Roma ins.ieme con i cantori del Maestro Dogliani per la con...
sacra:;,ione del Tempio del Sacro Cuore di Gesù, Condivise con gli
altri figli di Don Bosco il dolore dello morie del Santo in quella gelida
mattina del 3r gennaio 1888,
Quello stesso anno jJ giovane 'l'irelli entrava nel novizi.uro e lo term.i-
n11va emetttndo subito la professione perpetua. Da q_ueJ giorno co-
minciò ad avverarsi la parolinn che Don Bosco gli aveva detto all'orec-
chio: • BstQ ul gìgas ,id curr!.ndas vias Domini: Si i come un gis-antc
nel e+orrere le vie del Signori:•· L'invito del Santo fu profclico nqn solo
pèr l'alto grado dj santità che n\\rrebbe raggiunto don Tirelli, ma anche
per fa molta suoda che avrebbe percorso attraverso il mondo salesiano.
Lavorò in lre continenti, se:mpre occupando posti di fiducia. Venne
ordinato aaetrdotc nel 1897 ad Algeri nell'Africa. Nel 1904 tornb in
Europa e fu w.ccessi\\"amonte direuore a .Lisbona .n,e.l Portogallo, a
Barcellona e a Geron• ne_Ua Spagtlll, A Gerona fu anche moest.ro dei
novizi. Nel 19.23 fece la sua prima traversata dell'Ath•ntico e fu di-
rettore e poi ispettore ne.I Brasile. L'intenso Javoro svolto anche nelle
J\\1ìssioni del Rio Negro gli mini) l• $3lute. P"roiò nel 193:,. fu t.ruferito
in clima più mite nel Perù, dovt: per 18 anni fu maestro dei no,riii e con~
tinuò fin<> alla morte a insegnare le due lingue predilette: il latino e il
t,treco agli a$piranti e ai giovani salesiani.
Una grave cadutn lo fermò .nel lavorò, ma ne rivelò ln virtù eroico.
Alfa sua sco1np:usa tutta la stampa di Li.ma par.10 di questo grande
salesiano, definendolo vero 11igante della santità e dc!l'_apostolato sa-
cerdotale.
Sac. Gi useppe Fu t in pri._qione 3 Sbangh>.i nel 1951.
Soltanto in questi uJtimi Tempi abbiamo u.vuro noti:zfo della morte
in prigione di qu~to s:mto .sacerd.otQ !!:3l~iano, avvenuta oltre r-re..
dici anni fa nelle carc~ri comuniste di Shaoghai. Fu imprh;tionato
dopo una riunione <li sacerdoti inc.ltua eta.i cornunia.ti a ~ha.nghai, nello
quale, in termini equivoci e in apparenza ortodossi, sJinvitnrono gli
ecclesiastici e religiosi R firmare uno dichiarazione di adesione al 1no-
vimen10 detro delle t Tre autonomie•. 1 te-rmini subdoli nei qu111i
ln dichiarazione- era stata redatta indusstro molti a persuadersi deJ.
l'ortodossia della cosa. l\\1-Ja ecco sorgere in piedi don Fu e gridare:
Contro il Papa e la Chiesa non si put> assoluta.mcmte andare/•. La e.o.
raggiosa proreara ,ma.ndb a. monte la riunione e non si firmò: ma don Fu
,·enne portato in prigione. l salesiani che l'hanno conosciuto e sanno
che vita si conduce nelle prigioni comuniste, non esitano 11 defiru..clo
martire della fede.
Don Giuseppe Prieri t • Torino a 88 anni.
Don Giovanni Demunter t a St. Oenijs-Wesrrein (Bèlgio) • 75 anni.
Don Raimondo PeUetler t • epron (Francia).
Don Marcello Prlgent t ad ;\\ndresy (Fnincia) a 53 anni.
Coad. Giacomo Ramondo t a Fortaleza (Brasile) a 85 anni.
Coad. Tommaso Supple t a Melbourne (Australia) a 79 anni.
Coad. Alronso Al:&puru t • Puertollano (Spagna) a 7s anni.
OOOPERATOR/ DEFUNTI
Don Felice Martino Ayminl, prevosto di Boschetto di Chivasso
t a So anni.
Animn npostolic.a e ardente Coope.ratorc, s'ispirò a Don BO.sco in tutto
il suo ministero sacerdotale. Ne visse lo spirito, ne ricopiò il metodo
nel luvornre tra la gioventù. Fondb un be.U'Oratorio, nel guale senti
sempre -giovane coi giovani. Fu udito escJamere: fl Se. nasc.ess.i un•aJc.ra
volta, mi farei salcsia:no per sure $ernp.re con La gioveotù •·
Suscitatorr! di \\'Ocazioni, vide fiorire tra le altre queUn di un sacerdote
salesiano e di qualtr() Figlie di Maria Ausiliatrice.
· Il suo ottimi13mo e il costante .sorriso, alimentato ai piedi di Gesù Eu-
caristico e all'altare della Vergine~ lo resero caro 0 tutti.
Cesare Rubatro t • Carrara a 54 anni.
Affezionato e-x allievo dell'Oratorio di Valdocco, amava rjvcdere i
luoghi della sua prirna giovinezza per ritemprare lo spirito alle: dure
lotte che gli furono compagne inseparabili n ella vito. Il buon Dio Jo
colse proprio quando si prodigava con zelo per il bene di una fam.i~lia
col ria vvicinarne i cuori, e Jo volle con sè nlla vigilia di una festa da
lui stcno preparata con tanto cuore, quella del giubil~o d'oro di vita
religiosa delu Superiora delle Figlie della Carita, operanti nel civico
Ospedale di Carrara, dove il caro estinto per molti anni profuse le sue
migliori doti di ammjnislra.tore sncrìficato e infarl~bile.
Ottavio Tosco t a Cirlè (TorLno).
Era un veterano dell'Unione .Ex allievi dell'Oratorio San Giuseppe in
Torino. Anche quando per forza di cose quell'Oratorio, già fondato
d:a Oon 8oaco. cessò di funzionare, l'Unione Ex allievi rimase in viu,
riunendosi almeno ogni anno alla fesu, dell'lmmacolAta. 11 vecchio
TQsc.o non maocava inai, perche vi era affezionatissimo, e too )a faci]é
parola tutti sape\\!la animo.re. Colto da mal di cuore, presentl che que-
st'anno non avrebbe potuto trovarsi alla riunione: • State allegri e s.e-
reni - soriss.c - io satò con voi in ispirito. ricordando\\1i nella mio
santa Comunione •· E proprio quel giotno I' ln1macolatn prendeva lo
sua bell'B.nima e. la portava alla comunione d~finitiva con Dio in Cielo.
On gli a.mie.i e parenti lo pensano eternamente sereno e felice, in pos..
sesso de.I premio ben meritato.
Pasquale Lamparelli t a Terlizai.
Ou.cante la &ua vita tradusse in pratica il motto salesiano: e Lavoro e
temperanza•· Ciò gli ottenne la grazia di un figlio sacerdote. A t"\\Jtti pnr-
lava dei salesiani e cercava di diffondere ovunque l'amore R Do.o .Bosco.
Sua delizia, passare q_1.1alche minuto in una casa salesiana, c::he egli con..
siderava oasa p ropria.
Giuseppe Piras t a Sa.nluri (Cagl(ari) a 78 anni.
Cristiano es~.mplare, Cooperatore secondo il cuore di Don Bosco,
offri al Signore come religiose tre sue figliuole, una delle gu•li tra le
Figlie di Maria Ausiliatrice.
CSilaericspeenPrieagsegrtco.nBamreiantne
t a Genova.
u l t r nn ovn.ntenne,
confortnta
da
u.nn
particolare
benedizione del Santo Padre. Insigne Coope.nitrice salesiaJ1a, S'i prodigò
sitenzi~amente rutta la vita a sollie\\'O dei ragazzi poveri e in ope-rc di
beneficenza. L'Istituto Dou Bosco di Sampiurdoreoa, l'Albergo dei
C.neiulli di Genova e tutta la Famiglia salesiana hanno avuto in lei
e nel compianto suo marito ing. Carlo non solo del grandi benefat-
tori, ma quasi un padre e uno madre 1n Don Bosco.
Giuseppina Floridi a t • Modic3 Alta (Ragusa) a 66 anni.
Di vita cristiana fervente e assidua a.i Sacramenti, nutriva una. parti-
cQlare d.ivozione. u t\\.laria Ausiliatrice e a San Giovan.o.i BQsco, le c.u.i
opere aiutava generosamente. '"l'ra l'altro, volle lasciare u.n pre-zio.so
reliquiario gelosamente custodito in famiglia d3 antica data con la
reliquia di Santa Croce e di vori Santi, al locale Istituto. Accettò
con edificante conformitll alla volontà di Dio le sofferenze dell"ultima
malattia.
Angelo RlpamontJ t a Costellanz-a (Varese) a 74 anni.
Lascia di un soave rinordo, fatro di bontà delicata, di deferente ri-
spetto per tutti, di premurose atten2ioni, ma soprattutto di piet.à sen-
tita v~no Gesù Euca.ris.tico e Ivlaria Ausilìatrict:. A ohi si dimastr-ava
50rpr-eso ne.l vederlo tt'aacorrere ore e ore in cappclla, rispondeva:
e Faccìo .il Cooperatore salesiano. Non potendo pili lavorare e non
-avendo ricch.ezzo d-" Qffrire, prego perché i Salesiani e le Figlie di
Maria Au,-:iliacrice compiano be.ne la loro miu:ione c. salvino tutta la
gioventù eh.e la Madonna manda loro •.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
;\\mprimo :Vladdalena - Andre,ma Emma - ,\\ndreoli ing. Guido -
Antonioui Rosa ved. Noli - Audino B:ttti•to - Aymin.i D. Felice Mar-
tino • Bacchi Vismara Aurelia - Racci Angelina - .Bagnoli Ferdinando
• Bag-noli Stefano .Uaimo Domenico - Bnldizzone Cristirui - Bellini
rng. GiU.$Cppc - Ucltrami M 0 Ida - Bernardis l\\.'laria - Dertinotti Luigi
- Bonino Margherita - Dosio Irene .. Brocchetta Vittoria ved. Ruzzino
- Busso Chinffredo - Butri1,>nol Rosa - Cabiddu Boi Tcresfna - Caffio
Camtt.ssa Cosi.mina - CaJdini Cunegonda - Calle-ri Nina - Carmine
Lisa - Cattaneo Agnese • Cayallotti Clelia - Cecçarelli ing, Stanisla~
• Cbeccacci Rita - Chierichini Le_ontino - Ciancio eol. Gennaro -
Cibelli L ucia - Ciresa Moria Ro.a - Colombo Alesson dra - Colombo
C lelia Rosa - Conte avv. A.milio - Cornaletti PictrQ - Corrias Miche-
lina - Costantin Crescenza - Cremaschi Mario • D'Agostino Oronzo
• Dalla Zana Maria - Del Curto Fortunato - Deledda Maria Antonia
- Duca D. Santi - Evangelisti Caterina - F-abbriziani Alcide - Famoni
"Erminia - Perran do F rancesco - Ferrarl Giweppe - Filippini Maria
.. Fiocchi Frida - Fissare O. Gio,r. Battista - Fo-00.cci c.av. Natale ..
Forneris 1\\llaria - Fracca Camilla • Franco Pasquale - Fusarini Pia -
Galli Aristide - Gallo Vincenzo • G.ariglio Tcroa - Gasraud 'rere11a -
Gazzcra Lucia - Gerosa Annetta ... Geuna Camilla - Giannotti Gio~
conda - Grassi T,eresina - Guglielmi Angela - Gugole Giu&eppe -
Guspini Beccu Giovanna Maria - Ilari Tommaso - Lanfranco Vincenzo
- Lavarini Michele • Ligato Elisabetta • Lo(li O. Ilio - Lonardl Moria
- Longoni D. Luigi - Manzani Attilio • Martinelli Augusta - l\\llassano
Caterina - Massano Mughecita - Melzi O'Eril Adelaide - Mezzadri
rag. Mario - Miglio Cateriaa - Milani Massimilla - Milesi Gfocomo -
Mondenesi Roberto - Monticon e Angela - Monza Laura - Monzanl
Anna • Muzio Margherita - Navone Serafina - Novi D. Guido - Obinu
Lucia - Oliveto Antonio - Palmardita av". Guido - Pelli:<zatti Gio-
vanni - Perdonò Elisa • Piaggio Brfon Clarice - Pinne• Alfredo - Pianoa
D. Giuseppe - Piazzoni Rosa • Pietrogrande Adriano - Pioli l\\1aria
- Poli Mari_a • Porcellana Rosa - Pozzi Orsola - Provino D. Giovanni
- Putrino Nunziata - Ragazzini E l eonora - Rastelli Giacomo - Rialti
Natalina - Rinaudo Luigi . .Ripamonti Angelo - Romano Maria -
Rondena Agnese - .Roscila i\\1.aria - R049i Angelina - Rostagno Gabriella
- Rovcro Mario - Sabarini llosina - Soldi Giovanni - Salerni "F'ilo-
mcnn - Samadel Cesira - Scapino Pietro .. Stampa.noni Gioachino
- Traverso Tommaso - 'l'russardi Lorenzo - Vandoni Luigia - Villa
Romilda - Zaccaria Anselmo.
64

4.5 Page 35

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CROCIATA
MISSIONARIA
TOTALE MINIMO PER BORSA L, 50.000
Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa Incompleta si effettua quando il versamento ini•
ziale raggiunge la s omma di L, 25,000, o vvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate
BORSE COMPLETE
Borsa, San Gfovanni Bosco, proteggi il mio
Paolo e tutti i miei cori, a cura di N. N .
L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, in suffragio di
Maria e Marcello 111er,aglia. L. 50.000.
Borsa: Lona:inotti lamiglia, ricorwscente p.
g. r. (Parma). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, p. g. r, e invocando
protezione, a cura di Marche.Ilo Maria (To-
rino). L. 50.000.
Borsa: Mio Dlo, misericordia di nol, e conver-
te tutto il ttumdo a VDi, a cura di Donato
Giovanni. L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San Giovanni
Bosco, a cura di Rosalio Pizio (Bergamo).
L. 50.000.
BorSa: Maria Ausllfatrice e Santa MarJa Maz•
zarello, a cura di Giulio Bartolini (Pisa).
L. 50.000.
Bo,sa: Clero indigeno, a mezzo di don F. Ave-
natti. L. 50.000.
Borsa: Berrutl D on P ietro, perchè ottmga
alla Chiua mmiero,i e degni sac,rdoti, a cura
di E. T. Z. L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, chitdt11do la ma
protcriotit sui miti ,ari t1il1ent'i e in suffragfo
dei cari defu11li di Rosi11a Smtr,u:ci (Cuneo).
L. 50.000.
Bom: A San Giov.lnnl Bc>tco, perthé mi pro-
tegga msitme a mio marito, a cura di Anna
Fornò (Roma). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San O. Bosco, i11
suffragio di Zais France1co (Alessandria), a
cura della vedova. L. 50.000.
Bol'$ll: Maria Ausiliatrice e San O. Bosco,
a cura di N. N. Brusson (Aosta). L. 50.000,
Borsa: Sacro Cuore di Gesu, Maria Ausilla-
tdce e tutti I Santi, p. g. r. e da rict!Tlere,
a cura di. M. L. C. (Genova). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia•
trlce e San G. Bosco, i11 suffragio dei !!•ni-
tori e sorella A11,unnaria, a cura di Giusep-
pina Prevignaro (Alessandria). L. 50.000.
BorSa: Granero Maria, i11 memuria wffragio
(Torino). L. 50,000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Filippo RI•
naldl, per la sal11te ,nia e dei fi~li ~ a rujfragio
del marito, a cura di E. M. F. (Pavia). L . 50.000.
Borsa: Rinaldl Don Filippo, Servo di Dio,
in ,u.ffragio dei gtttitori e implorando gra-::ie
spirituali, n cura di Gravino Giu11eppina
(Alessandria). L. 50.000.
Borsa: In onore di tutti i Santi, a ,,,dfragio
di 111a.,ino Giovarmi, a cura di Masino Mnria
Madellalen (Cuneo). L. 50.000.
Borsa: Immacolata Ausiliatrice (2•), a cura
di L osana Pietro (Torino). L. 60.000.
Borsa: Don Bosco e Santi saleslanl, a cura
di Delia Maffei (Ancona). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, pregate secondo l e
Intenzioni m.le, a cura di Scortega_gnn B. e
M. (Vicenza) (,i•). L. 50.000.
Borsa: Madonnina delle Lacrime di Siracusa,
a cura di C. E. 13. (Catania). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San G. Bosco,
protegg~t~mi in t1ita e in morte, a cura di
Borean Maria (USA) California (1•). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San G. Bosco e Santi
salesiani, proteggete i mieifigli, a cura di Borean
Maria (USA) California (2•), L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San O. Bosco, in
s11jfTagio dei miti genitori e parenti, cura di
Borean Maria Martin (USA) California (3•).
Lire 50.000,
Borsa: Maria Ausiliatrice e San G. Bosco,
in suffragio di mio marito e defunti sr,o;, a
cura di Borean Maria (USA) C•lifornia (4•).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San G. Bosco,
in mjfra3io doli'offerente, per quan<lo .wrri
morta, a curu di Maria Borean Martin (USA)
California (5•). L. 50,000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, per la salve::r:,a della
mia anima, a cura di Borcan Maria (USA)
California (6•). L. 50,000.
Borsa: Rossi ToffolonJ Linda, a cura dei figli
Gaetano, Rina, Antonio, Margherita Za-
non (Vicenza) (341 ). L. 64.000.
Borsa: Rossi Toffoloni L1oda, a rura dei fi-
gli Gaetano, Rina, Antonio, Margherita Zn-
non (Vicenza) (35•). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, proteggi l miei
ftUli, a cura di Orlando Giuseppe (Venezi.a)
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San G. Bosco e
Santo Curato d'Ara, vegliate stl noi, a curo
dei coniugi Cerntti (Torino). L. 50,000.
Borsa: Cloato Don Eligio, missionario nel-
l'India, i,, S•tffratio e ricordo, a cura di I.
E. R. M. Rina Goria 12.000. Tot. L. 57.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San G. Bosco,
in 011ore di Don Verucchio (Forll). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di Navone
Giuseppe {Torino). L. 55.000.
Borsa: Sacro Cuore, Maria Ausiliatrice, San
O. Bosco, concedeteci la guarigione, a cura
di Mez-zadri-Daveri (Piacènza). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore dJ Gesù e Maria Ausilia-
lrice, pregate per me e Eongi,1111i e per il ri-
t orno a Dio dei popoli slavi, a cura di V. M.
(Grosseto), L. 50,000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesu e Maria Ausi-
Uatrice, protoggde in tiita e in morte Maria
Ricolfi (Torino). L. 60.000.
Borsa: San Giovanni Bosco e San Domenico
Savio, p. g. r., a curo di Gaspa Luigi (Sas-
sari). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Sa.n O. Bosco e
San Domenico Savio, proteggete Ada, a cura
della famiglia De Guglielmi Giuseppe (lm-
peua) (1•). L. 50.000.
Borsa: Saluzzo Don Lorenzo e Borghino
Lult1l, ili memoria e rnffragio. L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi Salesiani,
p. g. r., a cura delle sorelle Basetta (Pavia).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San G. Bosco e
San Dom.enico Savio, a cura di O. M. (To-
rino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrlcc e Sanù Salesiani,
i11 suffragio dei cari defuuti e p,r l'a11ima
dell'offerente G. P. ,\\f. (Torino). L. 50.000.
Borsa: Primo anniversado della m orte. i11
s11ffragio di Jl,fario e Gi11seppe Corvi, Satii
Corvi Clemeutina, a cura di Corvi Emma
(Piacenza). L. 50.000.
Borsa Consolatrlx Afflictorum, a cura di Isa-
bella Martini Ceccberini ~orna). L. 50.000.
Borsa: Rinaldl Don Filippo, a 110,ne di N. N.,
tramite don Pietro Lucchini (Milano).
l,. 60.000.
Borsa: Sacro Cuore dJ Gesù e Maria Ausi•
liatrlca, ottetretemi qu•l ritarna a Dio, cura
di N. N. (Genova). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, MarJa Ausilia•
trice e San Giovanni BoHco, a cu.ra di Fran-
cesco e Maria Rotond (Roma). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San Domenlco
Savio, a cura di Gilda Fugazz.a Zerioli (Pia-
cenza). L. 50.000.
(CONTINUA)

4.6 Page 36

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Spedizione In abbonamento po-
stale Gruppo 21 t• quindicina
,->...
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PIERGIOVANNI BONARDI CP TIBURZIO LUPO soe
L'IMITAZIONE DI CRISTO
E IL SUO AUTORE
V o I u me p r i m o , Pagine XVl-348 con due cartine
e 17 tavole fuori testo di cui una a colori L. 4500
Vo I u me secondo Documentazione. Pagine Vlll-375
con 49 tavole fuori teato di cui una a colori • L. 5000
I due volumi si vendono anche separatamente
In quest'opera, lungamente meditata, si presenta anzi-
tutto il valore letterario e spirituale del capolavoro del-
1'Ascetlca e della Mistica Cattolica, del quale si dà pure
una sintesi organica che, svelando il filo conduttore
dei quattro libri di cui consta, serva di guida a una
più proficua lettura. Gli Autori, un Passionista e
un Salesiano, guidano poi il lettore alla graduale sco-
perta della vera paternità dell'immortale capolavoro,
per tanto tempo controversa • La convergenza di
tutti gli esami - storico, paleografico, critico, testuale
e filologico - mette In evidenza un unico nome:
quello dell'abate benedettino Giovanni Gersen, al quale
San Giovanni Bosco intestava le otto edizioni dell'Imi-
tazione uscite dalla sua prima tipografia 111875 e il 1877
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