Bollettino_Salesiano_193601


Bollettino_Salesiano_193601



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ANNO LX
NUMERO 1
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1° GENNAIO 1936-XIV
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CONTO CORRENTE
CON LA POST\\
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1.2 Page 2

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SOMMAR10: U 1V Successore di S. Giovanni Bo~co al Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane. - Sotto J,a
cupola dell'Ausiliatrlw. - In f:unil!lb. - L.1 morte del Se,iretarlo deJ Capitolo Supt>rìore della Sociell\\ Sale-
siana Don Calogero Gusmano.• Dalle no<1re ~tlsslonl: Giappone, li trionfo della carità • Assam, s. E. Mons.
Ferrnndo vescovo di SbWong e Mons. Scuderl .\\mminlsrra1ore Apostolico di Krishnagar. - Siam, Tulli PTO•
mossi. • Equatore, Visita pastorale nell'Oriente Equatoriano. Leucra dJ D. Giulivo al giovani. • Per inter•
cessione di Maria SS. Ausiliatrice e di S. Giownnl Bosco. • Don Bosco, una i,razi.i di Maria Ausiliatrice o
te otrèrle dei Cooperatori. Necrologio.
Crociata Missionaria
BORSE DA COMPLETARE
Bor>a l'ATUOCD-IO S. C/l SF.PPF. (2•) - Somm.i
prec: 3357 - 1\\h1rio l',ilmnicri, s - Tor. L. 336.z.
Boru1 PISCETTA DO.V LUIGI (.1•) - Somm,1 prec.:
480 - "1. ~- Cumignago, 100 - 1vt. L. 5SQ.
B~rsa RTC.-lLDONE." DO.V PJETUO (3•), a cura dd-
l'L'nioru: e" allievi interni dell'Oratorio di Torino -
Somma rrec.: 15624,50 - .An~tlino Corlo, 100 -
Tot. L. 15724,50,
B,ma RICC.-JRDI DO.V ROBERTO - Somma prcx:.:
r8888,zo - Dott. :\\taddalena R,cc:ardi, 500 - Angelo
Oe Anizclis, 50 - Dott. Gandini .Pietro, 100 - Tot.
I,. I Q53b,20.
Borsa ::iACRA FJ.)JlGLJ...1 - Svu1m.1 prec.: 321t -
Gwm. Benedetto, 3 - Tot, L. 321-4-.
Borra S. CUORE DI GESU' CO.VFIDO JN VOI(3•)
- S«>mma prcc.: 1674 - \\'i113Dò J>afJlin.i, 5 - Pisanò
Giu~ppina, 75 - Odonui ..\\ngdin~, 4 - Trinchrro
Caterina, 10 - l>ouo Maria, 10 - N. N., 35 -
Tol. L. 1813.
&ma SALENTO- Somma prec.: 11y53,6o- I coope-
ratori sale•i•ni di !\\:c,voli a n1czzo Don l\\lauolli Do-
m.,nico, 736 - Cooperatori s.•lesiani di Lecce • mazo
C..n. Omni;o Bello, 30 - Tot. L. i:z719,6o.
Borsa SAVIO DO.\\IENICO (4•) - Somma prec.:
68oo,70 - Carwda :\\!aria, 15 - Gay Giacomo, 5 -
Tol. L. 68:Lo,70.
Horsa S. ANTOSIO DA PADOT'A - Summa prec.:
3.µ5 - Gavazuni :\\l~rio, 10 - Tat, L. 3435.
llorsn S. GAETA.\\'0 PREGATI!: PER NOI - Somma
prcc.: 10015 - Gallotti Giu•cppe, s - Tc,t. L. 10020.
Y,ma S. GIOVAN.VI BOSCO (2•) - Sommn prcc.:
4025,60 - R,,s,;o Gi.neomo, 50 - l'ozzonc Caro!jna, 10
A- nnDa,•i,nsot-ti
Garbclli, 25 - Q.
Alo:sso :Xina, 25 -
R., 50 - Jldlnndo
Pisnno Ro~alia, 10-
Lo Ciccro Serafina, zs - Tot. L. 424-5,6o.
&ma S. GIUDA 1'ADJJI::O - ::.omma prec.: zll6o -
Geom. BcnL-dttto, 3 - Tot. L. :t1!63,
Bona S. GJUSEPPE JJE.\\"EUE1'TO COT'J'OL/:.'XGU
- Sonmu1 prec.: 100 - X. X., 25 - Tor. L. r25.
/Jn1<<1 S RlTA DA CASCIA - Somma prtcc.: .zq1)6 -
,1.inwamtti RKC.hdtc, 25 - Bind3 Ernc-st.1, S - Fabris
,\\fona, 1.5 - Tul. L. 3051.
Bo,-,a S. TEIUiSA DEL BA,HB/1\\·o CiESU' (11•) -
Somma rrcc.: 5867,6o - Pcr11oleai F<'rru«:io, 100 -
Tot. L. 5,,67,6o.
Bort<J UB.-ILDI Do.,; PAOI.O - Somma pf'('c.: 3990
- V. E. F. L., :zoo -Carena Toa Sabma, 50 - Un'ex
nlli.:,·,t della R. Univcrs1ti1 di Torino, 50 - \\'arie
cl< allieve, 300 - Tot. L. 4590.
Borra r'IOl,A .l.\\'CiF.L.4 LJSA - Somma rrec.: 11759
- U.pp<:lla.u.1 :\\Liria, 50 - C4Dd1ds Ti.:r,"$1, so -
Vi,11.,, 50 Varie pie pcr,.one-, 230 - Tot. L. 121311.
Borse iniziate e che attendono
di essere comple1ate.
G.tllcno FtàtlCè!ICO L. 2000 - G:unbctla Gerolamo e
J\\l.11 iJ L. 5000 - Gamba Car..l. G iuseppe L. t 150 -
Garhdlunc Cav. Giov,uuù L. 10325 - Gamcro L<"'-lre
I,, 2<,05 - Gentili , \\ndrca L. 1300 - Gesù, G1UKcppe,
S . Anna e :\\lari• L. 650 - Gesù, ::\\lar.ia Aus., Uon
liosco (.z•) L. 17832 - Ge mma Galgnni L. 370 - Ge-
00\\ -,sc L . .zoo - Gc,;ù nd presepio L. 343,30 - Giraudi
Don Fedele (a•) L. 1017~.~5- Giubileo e Ricoocilia-
zione L. 3630 - Giudici Uon Luigi L. U'JQl,25 - Gli
EJuc11tori al loro Sant•> L. 4-234 - Guidazio Don l'ie-
tro ( z• ) L. r<45 - lnunacnlat.1 (.1•) L. 505<) - lmmaco-
lu1a Cu nctczfonc-, a cura Ji ;\\luc ,·d~~ Mokro Gom,z di
::iivigl1il L. 7•165 - lnfa.o:.iu abbilndonat.a L. 47~z.
(Sci.,ue).
Indulgenza del Lavoro santificato
l Sal,·siam, le Figlie di Jlaria ,-b.uiliatrrt:t, , lnro
A.llin1i, Ex ,./l{iet.·i e C()opcratori dì a111ho i stssi, prr
be11ig11a ronr~ssio11e <hl Santo Padre Pio Xl (Re-
uriua Jd 25 gitig,ro 192.2.), p-0ssorro tue.rare le ug11m11
lndulgmze, applicabili pur<! alle r;111i111e d.-1 P11rgfllario:
a) paniate di 400 giorni og,ri rnlta che tmiramm
al fm·oro ,1110/dn det•ora i,1t,orazio11e:
b) plenaria una·rnlta al ,!iomo.
~B. - Afl1nchè gl'inten:s.-;ati non abbiano a
perdere questo beneficio spirituàle, ricordiamo qui
le condizioni solite richieste per l'acquisto <li queste
lnduJl(enze:
L Per lucrare l'lndul,:e11::a par::iale, oltre all:i
devora invocazione prescritta e all'intenzione al-
meno generale di lucrare le ln<lul~enze, l'i richiede
lo stato Ji :.,rrazia.
La recita della devol3 invocazione pr<!Scritta può
essere fatta anche solo mentalmente (S. Peniten-
ziaria Ap., 7 dic. 1933).
Il. Per lucmre l'l11dulgeriza p/moria si rich1eJe:
lo Confessione, la Comunione, la Visita aJ uru1
Chiesa o pubblico Oratorio e la pre~hiern seconJo
l'intenzione del Sommo Pontefiçe.
On. J. Chi è solito conics...arsi, se non è leJ.,>11tima-
mente impedito, almn,o d11e t'Oltt' al 111fse, pub lu-
crare l'Indulgenza plenaria nei giorni in cw farà
la sanbl Comunione, adempiendo inoltre le altre
conJizioni (Can 931, 3).
z. Chi, in stato di grazia e con pia e retta inh."Tl-
zione, si accosta alla santa Comunione ogni i;:-iomo
o almenr> cinque \\'Olte la settimana, può lucrare
l'Indulgenza plenaria lUltÌ i giorni, anche se ometta
la confcssicme, sia settimanale, quinilic:inalc, mensih,,
ecc. (Can. 931, J), adempiendo le altre condizioni.
3. Per la Visil3 si richiede l'attesso ad una Chit.-sa
o pubblico Oratorio con l'intenzione generale e im-
plicita di onorare IJdi" in Sè o nei suoi Santi, fa.
cendo qualche pre~hiera vocale o menl..1le ~econdo
la pii:tà o la Jevozionc di cÌllscuno (S. Pcn. Ap. , zo,
lX, 43).
Chi vive in comunità Ji rcli1Ponc, d'istruzione,
d1 e.lucazione, ecc., pùb eompicre I.i Visita nella
Cappella della propria Comunità.
4, Si s<Xldisfa poi alla condizione di pregare se-
condo l'intenzione del Sommo Pontefice recitando,
secondo quell'intenzione, unche solo un Pata, Ai·,· e
Gloria. Tutta\\'ia si è- liberi di recitare, i;econdu quel-
l'intenzione, qualunque altra prei?hiera, ~econJn J.1
pie1à e devozione di ciascuno (S. Pen. ,\\p., zo, I X, 33) ,
IJT. I Confessori hanno la fucoltil Ji commutstre
le pie opere Ìnl,!iunte per lucrare le InJulgerur.e in
favore di coloro che, lel,rittimamcnte impediti, nni:i
possono compierle. Tali sono, nd e,;empio, gli ahi-
rualmente mfenni, i cronici, cl'inabili ad usçire di
ciu;a per quau:he impeJimcnto IÌsiCQ permanente
e sim.ili, circa la Visit.:1, la Comunione, ecc.

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BOLLETTINO PERIODICO MEN-
Anno LX · :--J. T
SILE PER I COO-
PERATORJ DELLE
GENNA I O
S A L E S I A N O OPERE E MISSIONI
DI S. GIO. 0OSCO
1936 - XIV
C ONTO CORRJ!.,N T I!
C O l'; I. A P O ~ 1 .\\
Il IV Successore di San Giovanni Bosco
,,
ai Cooperato ri ed alle Cooperatrici Salesiane.
Be11e111erit1 Cooperaton,
Benemerite Cooperatric,,
Desidero anzitutto rinnovare a ciascuno di
Voi in particolare l'espressione.. dei miei auguri
e della mia riconoscenza. A vostro conforto vi
dirò che da tutte le Case e Missioni dei Sale-
siani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice s'in-
nalzano ogni giorno ferventi preghiere a Dio,
per impetrare a Voi e alle vostre famiglie gra-
zie e benedizioni cc,piose nell'anno 1936. Vo-
gliamo che agl'individui e alle Nazioni sorrida
soave il sole della pace sempre più intensa-
mente vissuta nell'ambiente della ca-r'ità, fonte
inesausta di felicità temporale ed eterna.
Vi giunga pure il ringraziamento dei nostrj
cari orfanelli, di tante anime sottratte agli er-
rori del paganesimo, di tanti selvaggi sollevati
dalle loro miserie morali e materiali, di migliaia
e migliaia di cuori beneficati dalla vostra carità.
Quante volte mi sono domandato in certe
ore difficili, rc5e ancor più penose dalle vicende
che attraversiamo: Come faremo a sostenere
tante Opere e Missioni sparse in tutto il
mondo? E la risposta consolante e pratica
ce la <liede sempre lddio per mezzo vostro, o
carissimi Cooperatori e benemerite Coopera-
trici .
ALtraverso la vostra cnrit:à siamo riusciti,
non solo a mantenere, ma a moltiplicare il nu-
mero dei nostri orfanelli, che ogni .giorno si
nutrono col pane della vostra generosità, men-
tre si formano ai più puri ideali della vita cri•
stiana e civile.
Cosi pure ci fu possibile accrescere le schiere
dei giovani che, sentendosi chiamati ali'Apo-
stolato salesiano e missionario, affluiscono in
consolanlissime falangi ai nostri Istituti di
Formazione, per prepararsi con slancio alla
divina missione della salvezza delle anime.
Da queste Case di Formazione, ove son rac-
colte migliaia e migliaia di balde giovinezze
anelanti agli eroismi dell'apostolato, partirono
anche quest'anno numerosi Missionari. Ad
essi altri se ne aggiunsero, provenienti da pres-
sochè tutte le Nazioni: e così, malgrado le cre-
scenti difficoltà d i ogni genere, il Signore ci
concesse d i poter allestire, in questi u ltimi mesi,
una spedizione di ben 249 partenti, dei quali
179 Salesiani e 70 F iglie d i Maria Ausiliatrice,
destinati alle nostre diverse Miss-ioni sparse in
tutto il mondo.
E fu ancora l'ine.sauribile carità vostra che,
mentre concorse al sostentamento e allo svi-
luppo delle O p<:re esistenti, permise di crearne
delle nuove.
Sarà certamente di grande conforto e di effi-
cace stimolo ai vostri cuori conoscere l'elenco
delle fondazioni ·compiute nel 1935 dai Sale-
siani e daJle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nuove fondaz ioni .
SALESIANI:
In ITALI A: ad Aqmla si aperse un secondo
Istituto; a Borgo San Lorenzo (Fire11r:e) un
Istituto-Orfanotrofio con Chiesa pubblica; a
Cuneo si fondò w1 Oratorio Festivo; a Catania
si è iniziato un I stituto per Liceisti; a Sant' A-
gata di Milite/Lo (Sicilia) un Oratorio Festivo;
a Taranto un nuo,•o Istituto con Oratorio Fe-
stivo; a Torino la Casa Don Giovanni Battista
L emoyne presso l'Oratorio.
I n CECOSLOVACCHIA: a Praga si sta
iniziando una Casa con Parrocchia.
In FRANCIA: a Cotlt. e11 Doch (Bretagna)
una Casa di Aspiranti Missionari; a 1l1il/au un
- Collegio; a Remzes un Oratorio Festivo.
l
-

1.4 Page 4

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In GERMA~IA: a Kassel una Parrocchia.
In INGHILTERRA: a Blaisdon una Scuola
Agricola e Professionale.
In POLONIA: a Reginow una Scuola Agri-
cola.
In !SPAGNA: a Triana (SivigHa) Scuole
Esterne con Oratorio Festivo; a Antequera (Ma-
laga) una Scuola Agricola e Classi Elementari
Esterne.
In UNGHERIA: a llle:iiinyarav una Scuola
Agricola.
Nefla CINA: a Yiinnanfù Scuole Primarie,
Secondarie e Professionali; a Na11kino una
Scuola Professionale.
Nel GIAPPONE: a Tokyo una Casa di Novi-
ziato e uno Studentato Filosofico e Teologico.
Nell'ARGENTL',A: a Curu.r::1,-Cuatùl un
Collegio; a Par(llui. un Collegio.
Nel BRASJLE: a S. Paolo-J\\,fo111e Carmelo
un .Noviziati).
Nella COLOMBIA: a Call Scuole Profes-
sional.i; a Facatatii1d una Scuola Agricola con
Orfanotrofio.
Nel VENEZUELA: a Cumand un Collegio;
a Los Teque$ un Ginnasio-Liceo, ed ancora a
Los Teques una seconda Casa per Noviziato e
Studentato Filosofico e Teologico.
Nella REPUBBLICA DOMINICANA: a
Santo Domingo una Scuola Professionale per
munifica iniziativa dello stesso Presidente della
Repubblica, S. E. Trujillo Molina.
Nella SPAGNA;
a) In Sevi/la: hanno accettato una Scuola
Di11rna Parrocchia.le con più cli 100 alwme e
relativa Colonia Estiva.
b) a Sani.a Maria del Vallés, a pochi chilo-
metri da Barcellona, hanno iniziato una Co-
lonia Agricola e una Scuola di Economia Do-
mestica per le giovani della classe agricola
Operaia e Professionale dì tutta la Catalogna.
Nel CONGO BELGA: a Saint .,Jmand-
Musoshi, una Casa di Missione con Aspi-
randato per la formazione cli suore indigene,
Scuola :\\latema e Scuola di Lavoro per cristiane
e catecumene, Opera di protezione dei bimbi
indigeni, e Dispensario.
Negli STATI UNITI: a S. Antonio (Te-
xas) s~bilirono Scuole, Laboratorio e Ora-
torio.
Nella REPUBBLICA DI HAITI: a Port-
au-Prince le Figlie di Maria Ausiliatrice, chia-
mate dallo stesso Presidente della Repubblica,
S. E. Ste,nio Vincent, assunsero la direzione
dell'Internato e Patronato a beneficio dell'In-
fanzia abbandonata e della gioventù più povera
della città.
Nel VENEZUELA: due nuove fondazioni
a S.'Felipe e a S. Fernando, veri centri di Mis-
sione.
Nel PERÙ: una nuova Casa, con fioritura di
opere a favore della gioventù più povera, a
J,/ollendo.
FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE:
Anche le Figlie cli :\\laria Ausiliatrice, nel
corso dell'anno 1935, aggiunsero una nuova
fioritura di Opere a quelle già esistenti.
In ITALIA: aprirono nuove Case a Grin-
::ane (Cuneo), Pomaro (Alessandria), Palestro
(Pavia), Leo11/orte (Enna), 11ferco,:lùmo (Avel-
lino), Vittorio Veneto di Serravalle (Treviso),
Valdagno (Vicenza), Collegno (Torino), Monte
Zatta presso Parso del Bocca (Genova), assu-
mendo la direzione di Scuole l\\Iaterne e di
Lavoro, OraLorii Festivi, Catechismi Parroc-
chiali, Scuole di Economia Domestica, Igiene
e Lavoro, Opere Assistenzial.i a favore degli
operai, Poliambulanze, Ricoveri, Convitti per
operaie, Scuole Elementari e Professionali.
In parecchie altre Case aggiunsero nuove Opere
a quelle già in corso.
In FRANCB.: la Casa di Bordeaux-Talence
- - con Scuole Elementari e Pensionato.
2
Altre consolazioni.
Altri avvenimenti, pure assai consolanti, de-
vono ancora stimolarci ad innalzare a Dio, con
crescente slancio di riconoscenza, l'inno del
ringraziamento.
Tralascio di parlarvi di parecchie nuove
Chiese aperte al culto e dello sviluppo di nuove
importanti opere in molte Case: non posso perè,
non ricordarvi la Chiesa di Bari e specialmente
ìl Tempio del S. Cuore cli Bologna. Quest'ar-
tistico monumento, ridotto nel 1929 a un cu-
mulo dì rovine, risorgeva, grazie alla carità
vostra e all'instancabile attività del nostro caris-
simo Don Gavinelli, più bello e maestoso in soli
tre anni, e il 17 dello scorso maggio veniva
riconsacrato con un succedersi di solc,mità e
di grandiosi festeggiamenti, che lasciarono in
tutti i più soavi ricordi. }\\folto ancora rimane
da fare, ma •I pas,3ato è sicura garanzia di un
radioso avvenire.

1.5 Page 5

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L'ampliamento della Basilica
di Maria Ausiliatrice.
L'avvenimento però che ci tocca più da vi-
cino ed è seguito con crescente affettuoso inte-
ressamento dalla Famiglia Salesiana, dai Coo-
peratori e dalle Cooperatrici, è l'erezione del-
1'Altare di San Giovanni Bosco e l'amplia-
mento del Santuario-Basilica cli Maria Ausilia-
trice.
Da tutte parti ci giungono insistenti e pres-
santi let1tere di innumeri devoti, che chiedono
notizie e stimolano a proseguire con rinno-
\\'ata alacrità. È vero, i tempi sono difficili: m~
l'incoraggiamento di tante anime generose ci
fa sperare che la nostra fiducia sarà coronata
dal più lieto successo.
Il Bo/lettino vi informa man mano dello
svolgersi dei lavori. Compiuta la parziale de-
molizione, si è proceduto ai grandi scavi: e ~ià
affiorano in parte le nuove robuste fondamenta.
Frattanto si lavora febbrilmente nclla prepa-
razione dell'artistico Altare al nostro Santo.
Ebbi la gioia di vederne una pane ultimata e
non posso trattenermi dal farvi partecipi dd
giubilo che provai nell'ammirare l'insieme
maestoso delle lince architettoniche e lo splen-
dore dei marmi preziosi.
A questo pu11to Voi mi domanderete:~ Quali
opere ci propone da compiere nel nuovo
anno? ».
La risposta, o benemeriti Cooperatori e be-
nemerite Cooperatrici, l'Rvretc già intuita.
Abbiamo bisogno anziturto che continuiate
ad aiutarci efficacemente per sostenere le opere
e le Missioni già avviate; che non ci lasciate
mancare il pane e i mezzi per mantenere ed
educare i nostri cari orfanelli, e eh~ prestiate
valido aiuto al sostentamento delle Vocazioni
salesiane e missionarie, per assicurare l'avve-
nire di tante iniziative di bene.
Coloro che ldclio ha favorjto di beni di for-
tuna, e soprattutto chi non avesse eredi, si
ricordino che fondando e dotando qualche Isti-
tuto Missionario o costituendo almeno qualche
Borsa Missionaria, avranno fatto una delle
opere più gradite a Dio, più caritatevoli ed
umanitarie pel bene di tanti nostri fratelLi
avvolti ancora nelle tenebre dell'errore, più
alte a procurare il crescente sviluppo della
Chiesa e il benessere della Società.
Tutti poi, nella misura delle loro forze, col-
l'elemosina e colla preghiera, continuino ad
attirare sul proprio capo le benedizioni di Dio,
cooperando alle Sue Opere.
Ma una supplica speciale, una racco=da-
zione t"he spero sia accolta benevolmente da
tutti i cuon, 10 voglio farvi: anzi, vorrei e.be
la consideraste come fattavi dalla stessa nostra
Madre Maria Ausiliatrice e dal nostro Don
Bosco Santo, in quest'anno 1936. Ed è questa:
CONTRIBUITE TUTTI ALL'AJ.\\1PLIA-
MENTO DELLA BASILICA DI MARIA
AOSILIATRICE E ALLA EREZIONE
DELL'ALTARE DI S. GIOVANNI BOSCO.
Mentre vi ringrazio di quanto avete già
fatto, vi invito a continuare.
Vorrei che tutti vi persuadeste delle alte
finalità, che ci proponiamo coi lavori iniziaù.
Il numero dei devoti di ~1aria Ausiliatrice e di
San Giovanni Bosco deve moltiplicarsi in
guisa tale, che, se fosse possibile, nessuno sia
escluso, perchè su tutti, su tutte le Famiglie
e su tutte le Nazioni vorrei scendessero sempre
più abbondanti le benedizioni della nostra
Mamma Celeste e del nostro Santo Fondatore.
Rinnovo pertanto a tutti l'invito di conù-
nuarc ad aiutarci. Santificate coll'elemosina le
vicende liete o dolorose della vita: un Batte-
simo, un matrimonio, un onomastico, una
laurea, un affare ben riuscito o che si desidera
condurre a lieto successo; come pure una pena,
una malattia, la perdita di una persona cara,
il desiderio di suffragare i nostri Morti, un
anniversario, la supplica di una grazia: ecco
altrettante occasioni per cercare conforto e
aiuto nel cuore materno di :Maria Ausiliatrice
e nell'efficace patrocinio del nostro San Gio-
vanni Bosco. Una elemosina, sia pur modesta,
mandata nelle suindicate circostanze, attirerà
su di voi e sulle vostre Famiglie particolari
benedizioni.
Una galleria di colonne cli marmo,
monumenti di carità...
Ma mentre rivolgo a tutti quest'appello,
vorrei promuovere una santa gara tra i più
generosi dei nostri Cooperatori e ùelle nostre
Cooperatrici.
Intorno alle due vaste Cappelle create ac-
canto al nuovo Altare di .ì\\Iaria Ausiliatrice si
svolgerà, su tre lati, una galleria cli cui faranno
pane 44 colonnt: cli marmo prezioso: sul fronte
deUe Cappelle, e a sostegno delle tribune supe-
riori, altre quattro colonne, più grandiose e più
vicine all'Altar ivlaggiore, concorreranno a ren-
dere più bello il nuovo presbiterio.
Sono adunque quarantotto colonne, che at-
tendono il nome di altrettanti devoti o delle
Famiglie, che vorranno farne filiale omaggio
- - all'Ausiliatrice e a Don Bosco Santo. Il nome
3

1.6 Page 6

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1.7 Page 7

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A sinistra:
Pianta del progetto d'ampliamento del Santuarw
di Maria Ausib:atrice m cui sono segnate le qua-
rantotto colonne a cui accenna il Rro.mo Supe-
r-zore Generale dei Salesiani nella ma lettera ai
Cooperatori e alle Cooperatrici Don Bosco.
A destra:
Jlllodello di tma de/Te quarantaquattro colonne della
galleria che avranno le dimensioni dt m. 4,40
per 0 140 e saranno formale dai seguenti marmi:
zoccolo di serpe11tino verde mare, base e capitello
d1 zandobbio perla, fusto di arabescato rosa, tra-
beazione di breccia orientale.
Offerta per una colonna, Lire ottomila.
Le quattro grandi e preziose colonne a fianco del-
l'altare avranno le d1mens10m di m. 5,80 per 0,57 e
saranno cosi formate: zoccolo di serpentino verde di
Champ de Praz, basamento di giallo Siena, base e
capitello di zandobbio perla, fusto itt verde antico.
Offerta per una colonna, Lire quindicimila.
- 5 ---

1.8 Page 8

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dei Benefat(ori sarà impresso a caratteri d'oro
sulla base della colonna donata, a perpetuo
ricordo deUa loro pietà generosa: sarà pure un
invito ai fedeli, che negli anni e nei secoli visi-
teranno il Santuario, a pregare per quelli che
contribuirono cosl efficacemente a renderlo
sempre più degno della Celeste Ausiliatrice.
In altra pagina del Bollettùro viene pubblicata
la pianta dell'ampliamento del Santuario, ove
sono segnate e numerate le quarantotto colonne
col relativo prezzo.
Sono convinto che, come ai tempi di San
Giovanni Bosco e del suo Primo Successore il
Servo di Dio Don Rua, il t;antuatio di Maria
Ausiliatrice sarà decorato e arricchito dei nomi
di molti cuori generosi.
Diffondere la divozione
a Maria SS.ma Ausiliatrice.
Non dimentichiamo che il nostro Santo Fon-
datore, innalzando la Basilica di Maria Ausilia-
trice, si proponeva soprattutto di estendere la
devozione verso la nostra Celeste l'Yladre: e noi
sappiamo che, durante gli anni della costru-
zione del Santuario, le benedizioni della Ma-
donna si moltiplicarono in modo prodigioso sul
capo dei Suoi Devoti.
Mentre noi ci proponiamo gli stessi scopi,
vogliamo diiTon<lere pure la divozionc a San
Giovanni Bosco: e siamo certi che il Figlio pre-
diletto di Maria Ausiliatrice spargerà anch'Egli,
a piene mani, grazie e benedizioni su quanti
ricorreranno al Suo patrocinio.
Coraggio atlunque, o benemeriti Coopera-
wri e generose Cooperatrici. Fate un'attiva
propaganda tra i vostri amici e conoscenti, e
siate orgogliosi di aver contribuito a moltipli-
care il numero dei devoti di Maria Ausiliatrice
e di San Giovanni Bosco, di aver accresciuto il
numero dei Cooperatori e delle Cooperatrici,
di aver acceso in molti cuori la fiamma della
carità. Su di Voi e sui nuovi devoti e Coopera-
tori scenderanno copiose le benedizioni celesti.
Non dimentichiamo che, soprattutto nelle
ore difficili e quando più premono i bisogni,
è maggiormente necessario lo sfor.to della
nostra carità, che, essendo più gradita a Dio,
e caparra e fonte di favori più abbondanti.
Io ve Ii auguro e prego da Dio copiosissimi,
mentre, con rinnovati sensi di profonda rico-
noscenza, mi professo vostro
Torino, 24 dicembre 1934
obhl.1110 in C. J.
Sac. PIETRO RJCALDONE,
Rettor Alat;{!iore
-
6 - forino • Basilica di Maria Ausilialrlcc. Le rondamen1a dcU'ampliamcnto afflOr:1110 feHcemente.

1.9 Page 9

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SOTTO LA CUPOLA
DELL' AUSILIATRICE
n,,po la festa solenne d'Ognissanti, il mese
dei Morti ha ispirato i più affettuosi suffragi
ndl.1 hasiliea di Maria Ausiliatrice per i no8t.ri
cari Cooperatori defunti. La sera tld no-
vemhre tutto l'Oratorio, artigiani e studenti,
insieme ai Salesiani, si raccolse, secondo la
tradizione fatta da Dnn Bosco stesso, a reciure
l'intero Rosario, e l'111domani, dopo le ;\\h."."Ssc di
n:quicm, superiori ed alunni si recarono a
squadre al Cimitero a pregare sulla tomba ùdla
famiglia salesiana. La <lomenica 101 numerosi
cx allievi risposero all'invito della f\\-der-.izione
ed accorsero alla basilica per assistere alla
l\\Ie.~M di suffragio ~i compagni cadmi nella
grande guerra, ispirarl\\losi, in una commossa
ricrnca7ione, a nobili sensi di fede e <li pietà
cristiana.
,\\tlt:sa con panicolarc dirnzionc dai musici
,. dai cantori, la domenica z+, si cclehrb la
festa esterna di Santa Cecilia con nuo,·e esecu-
zioni di musica sacra e, a sera, con un tratteni-
mento drammatico in cui si produssero abil-
mente i nostri alunni artigiani. Giove<ll, 28
novembre, la basilic;11 parat~ a lutto, 8i affollò
di Cooperatori, rapprcllentanzc dei nostri Isti-
tuti c<l Oratori cittadini e di quelli delle Figlie
di ;\\laria Ausiliatrice, per l'anni\\'ersario anti-
cipato della morte del compianto Rcttor .:\\I~-
giorc Don Filippo Rinaldi. Cantò la ;\\lei;sa
funebre il sig. Don Fasc1e, e vi assistette S. E.
\\fons.. Coppo, l'attuale Rcttor l\\fag).(iorc sig.
Don Ricaldone, ooi Superiori e parenti del-
l'Estinto, il Consiglio Generalizio delle Figlie
di .\\Taria Ausiliatrice, autorità e personalità
dd clero e del laic.110.
I giovani di ,\\, C. del Circolo ".\\uxilium''
dt"ll'Oratorio Fc,~tin> hanno promo:.s<) dal
2+ no,·cmbre all'8 dicembre una serie tli gior-
nate di studio e di manifestazioni parroc-
chiali per le santificazione della festa cui cor-
ri.~poscro in m.1ssa tutte le Associazioni di
A\\, C. della parrocchia d1 :\\laria Ausiliatrice,
preparandosi fcr\\'oro,-amcll!e alla festa dcl-
i'! mmacolata.
~cl pomeriggio del giorno 30, solenne pre-
m1azìone delle alunne.: delle Figlie <li 1\\laria
Ausiliatrice, presso la Casa Generalizia, con
intervento di cospicue autorità e personalità.
Le piogge non permisero gran<li pellcgri-
n3ggi nel mese di no,·cmhrc; maTatHusso <lei
pellegrini alla spicciolata ha animato quasi
ogni giorno il S:1muario di intt:n:so for\\'ore.
I murntori hanno la\\'or.1to ,1uanto han po-
tuto, utilizzando tutte le ore screue. Sicchc lo
sterro si è ornai ultimato, e le fondamenta of-
frono già per due lati la base imponente delle
pareli perimetrali dell'ampliamento, utiliz-
zando il materiale delle demolizioni. Coll'aiuto
di Dio e col concorso ddla c,1rità dei buoni i
lavori prnsef!uiranno alacn.:mcnte anche du-
rante l'inverno alirettando la realizzazione del
grandioso disegno.
Rimandiamo al prossimo numero la cro-
naca del m1:.>se di dicembre, e chiudiamo quc:Hi
appumi rilevando il ma~nificu successo ùi
una carn iniziativa del Comitato Ccntrulc
delle Dome patronesse, la:
Giornata eucaristica propiziatoria per
la Patria nostra.
La indisse il Rettor i\\.Iaggiore D. Pietro R1cal-
donc pel 5 dicembre, convocando alla basilica
di Mariti 1\\usiliatrice tutti gli Tbtituti e Oratori
cittadini dir(•tti <lai Sa!t-si,111i e dalle Fiitlic <li
:Maria .\\usiliatrice a turni di adorazione dal
mattino alb sera. Fu uno spettacolo commo-
nn- vente. Le Dame Patronesse, coll'illustre Prt·-
sidente l\\larchcsa Canncn Compans di
chanteau, giunsero puntuali al Santuario per
la Ml'8Sa e l'esposizion1.: elci Santissimo Sacra-
mento, cdd,rata dal ParrCJ('(), ed offcrs~·ro
al Signore le prime preghiere propiziatorì1.:.
Quindi entrarono gli alunni artigiani e stu-
denti della Casa-)Iadre, alternandosi in fer-
vida adorazione cogli alunni del nostro l ~li-
tuto CarJ. Richelm}, con qudli del Ginnasio
Pareg~iato salesiano • San Giovanni Ernn-
gefo,ta •• coi Mstri duecento Lìceisti di \\':ti-
salice, coi nostri Aspiranti mi115ionari dell'Isu-
tuto u Conti Rebaudengo 11, e coi nostri Stu-
denti di Tc.."Oloj!ia ddl'fstituto Teologico In-
ternazionale Don Bosco, rappresentanti ben
settanta Nazioni. Agli alunni interni si iU!SO-
ciarono numerosi drappelli di giovani dei
nostri Oratori <li Va1docco, S,in Luigi, S. Ago-
stino, Valsalice, Crocetta, Monterosa, 8.rn
Paolo, e le alunne dei dicci fatituti ed Oratori
femminili delle Figlie di ;\\1aria Ausiliatricl'.
Ai gio\\'ani facevano ininterrotta corona stuoli
<li Cooperatori e di Cooperatrici, cx allic-.i
ed e, allic\\'e, Salesiani e Figlie di )laria Ausi-
liatrice, Associazioni e Comunità religiose
della città. Sicchè il sacro Tempio muorn')
tuuo il giorno di preci e J, canti, di affettuose
invocazioni all',\\ltissimo per la benedizione
della Patria, l'assistenza e la protezione Jei
- - soldati combattenti, cd il sollecito conforto
7

1.10 Page 10

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della pace. Alle diciassette la folla aveva sti-
pato fin l'ultimo angolo della Chiesa e si assie-
pava all'esterno nella grande piazza mentre il
Rettor Maggiore e le Autorità col Capitolo
Superiore raggiungevano la basilica per la
solenne funzione di chiusura, officiata dal-
l'Em.mo Card. Arcivescovo Maurilio Fossati.
Con S. E. il Prefetto di Torino, Giovara, ab-
biamo notato S. E. il Gen. Grossi, comandante
il Corpo d'Armata, anche in ràppresentanza
di S. E. il Geo. Tua, comandante designato
d'Armata, il Vice Podestà conte Gloria, il
marchese Thaon di Revel, Vice Segretario
Federale rappresentante il Segretario Fede-
rale, S. E. il Gen. Pacini, comandante la Di-
visione, il generale dei carabinieri Cantù, il
colonnello comandante la Legione dei cara-
binieri Paglieri, il comm. Taglietti, in rappre-
sentanza del Procuratore generale, il comm.
Bur.tio in rappresentanza del Primo Presidente
della Corte d'Appelio, il prof. Remondino,
Provveditore agli studi; il generale Revel per
il gen. Vandelli, comandante il primo Gruppo
Legioni, il commissario dou. Gullino, in rap-
presentanza del Questore, ecc.
Poichè le et scholae cantorum n dell'Oratorio
e dell'Istituto Teologico Internazionale eb-
bero eseguito un mottetto eucaristico, salì
il pulpito Don Favini, il quale, rievocando il
cristiano sentimento patriottico di S. Giovanni
Bosco e dei suoi Successori, raccolse le comuni
preghiere in un appassionato appello alla bontà
divina per intercessione della Vergine Ausilia-
trice e del nostro Santo ed invocò la benedi-
zione di Dio sulla Patria diletta e sul mondo
intero. Quindi, al canto dj « O Mari:-., virgo
Potens » del P agella, S. Eminenza nggiunse
l'altare per impartire la benedizione eucari-
stica che chiuse la memoranda giornata con-
fortando la fede di dolci speranze. Terminata
l'adorazione, una rappresentanza di giovani
coi Direttori di tutti gli Istituti ed Oratori
si presentarono ai singoli Gruppi Rionali ad
offrire le medaglie, le coppe, gli oggetti di
valore delle varie Associazioni con ammirabile
slancio di amor di Patria.
IN. FAMIGLIA
Nel Concistoro Segreto del 16 dicembre
u. se. la Santità di Nostro Signore Pio Papa XI,
ha pubblicato Cardinali di Santa Romana
Cruesa le loro Eminenze Reverendissjmc i si-
gnori Cardinali:
Federico Tedeschim, Arcivescovo titolare di Le-
panto, già Nunzio Apostolico in Spagna, e
Carlo Salotti, Arcivescovo titolare di Filippopoli
cli Tracia, già Segretario della Sacra Congrega-
zione de Propaganda Fide, ambedue creati e
riservati in petto nel Concistoro Segreto del
13 mar.to 1933.
Contemporaneamente l'Augusto Pontefice ha
elevato alla Sacrn Porpora le loro Eminenze
Reverendissime i signori Cardinali:
Ignazio Gabriele Tappo1mi, Patriarca di Antio-
chia dei Siri:
':
t
-
l 'orino · I detcgul degli Jstltut1 cd Orator i salesiani cihadlnl, attor no al Retto, MaggJore,
8
-con cop1,e e medaglie, prima deUa cerimonia dell'offer ta d ell'oro per la Patr ia.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Torino - Basilica di Marta AusUlatrlc,e, - I.e Au1orìlà presen1I alla rUJL10lon.c di chiusura dl!lla ctornaca eue&-
rbllca per la P1111rls.
E11rico Sihilta, Arcivescovo titolare di Side, già
Nunzio Apostolico in Austria;
Fra11cesco llfarmag_,:i, Arcivescovo titolare di
Adrianopoli di Emimonto, già Nunzio Aposto-
lico in Polonia;
Luigi Maglioni', Arcivescovo tit0lare di Cesarea
di Palestma, già ; unzio Apostolico in Francia;
Carlo Cremrmni, Arcivescovo ùtolare di Nico-
media, già Elemosiniere Segreto di Sua Santità;
E11rico Wa110 Aljrt'do Baudnllart, Arcivescovo
titolare di Melitene, già Rettore dell'Istituto
Cattolico di Parigi;
Em01mele CelesJi110 Suhard, Arcivescovo di
Reims;
Carlo Kaspar, :\\rcivesco,·o di Praga;
Gùuomo L111):i C"pello, Arcivesco\\'o di Buenos
Aires;
Isidoro Gomà y Tomus, Arcivescovo cli Toledo;
Comi/lo Cacria Domi11io11i, già Maestro di Ca-
mera di Sua Santità;
Nicola Canali, già Assessore della Suprema
Sacra Congregazione del S. Offizio;
Domenico Jon'n, già Segretario della Sacra Con-
gregazione della Disciplina dei Sacr-J.menti;
Vi11cenzo la Puma, già Segretario della Sacra
Congregazione dei Religiosi;
Federico Catta11i Amadori, già Uditore di Sua
Santità, e Segretario del Supremo Tribunale
della Segn.itura Apostolica;
Jl,,fassimo Masmm, già Decano del Tribunale
della Sacra Romana Rota;
Domenico J\\Taria11i, già Segretario dell'Amm1ni-
strazione dei Beni della Santa Sede;
Pietro Boclto, della Compagnia di Gesù.
Agli Em mi Principi di Santa Chiesa, nostri
augusti benefattori e cooperatori, la Fami~lia
Salesiana di San Giovanni Bosco, esultando
per la loro elevazione alla sacra Porpora, um1ha
i più fervidi auguri ed il più devoto ossequio.
La Causa di beatificazione della Serva
di Dio Madre Maria Mazzarello.
Prima Superiora Genero/e delle F~~lie di liaria
Ausilwtrire.
Ha fauo un passo molto importante. La
mattina del 19 novembre 1935, si è tenuta
infaui nel Pala~o Apo~tolico \\'aucano. con
l'inlervento degli Em.mi e Rev.mi Rignori
Cardinali e col voto dei R.mi Prelati Officiali
e dei Consultori Teologi, componenti la Sacra
Congregazione dei Riti, la Congregazione
Preparatoria per discutere iJ dubbio sopra
l'eroismo delle sue virtù.
Siamo quindi prossimi alla Congregazione
generale che, se sarà fa\\'orevolc, consentirà a1
Santo Padre di decorare la Serva di Dio del
titolo di venerabile.
Aumentiamo le nostre preghiere pcrchè il
- - Signore ne affretti l'attesa glorificazione.
9

2.2 Page 12

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La morte del Segrefario del Capitolo Superiore della
Società Salesiana DON CALOGERO GUSMANO
È mancato improvvjsamente, il 30 novembre
u. s., jn una clinica di Nizza i\\larittima, ov'era.si
recato il ~iomo innanzi per ritentare una cura che
l'anno scorso gli aveva molto giovato. Da cinque
anni un male insidioso, ribclle egli sforzi di illustri
sanitari, che si prodigucono proprio con intelletto
d'ani.ore, straziavo periodicamente il suo corpo wn
dolori spasmodici che: non g(j davano tregua nè
giorno nè notte. Dio solo sa quanto egli abbia
sofferto! Noi sappiam solo come ha sofferto: con un
corat,,gio ed una forza d'animo che sorprendeva
meilici e chirurghi, con uno spirito di fede e di sa-
crificio che aveva dell'eroico l Lo spasimo atroce
squassava lutto ti suo corpo, nt:lle ore più crude,
$premeudogli le lagrime dagli occhi, ed egli si
comprimeva le lobbra fino a snnguinare per smorzare
i gemiti strazianti che si risolvevano nell'ango!lciosa
invocazione del nome Gesù. Epperò, appena
scemava l'acutezza del dolore, correva al lavoro
come se nulla fosse. Temprato alla scuola di Don
Bosco e dotato d'una tenacia di volontÌI eccezionale,
non valsero ì consigli dei medici e le premu,e dei
-- --- superiori a persuaderlo al riposo, che avrebbe forse
favorito i processi terapeutici: volle morir sulla
breccia, restando al suo posto fino all'ultima ora,
e consacrare al bene delle anime e della Società
Salesiana fin l'ultimo palpito del suo cuore, l'ultima
risorsa del suo corpo stremato. E la Società Salesiana
ne sente la perdita profondamente.
Figlio di Don Bosco, trascorse quasi tutta la sua
vita all'Oratorio, accanto ai Superiori Magl(iori.
Era nato a Cesarò (Messina) il 24 agosto 1872 da
lVJichele e da Grazia Zingale. Accolto neU'Omtorio
l'anno 1885 dal santo Fondatore Don Bosco, vi
compi brillantemente gli studi ginnasiali, poi passò
a Fot;lizzo Canavese per l'anno di noviziato 1890-91.
11 venerato Servo di Dio Don Rua, che gli impose
l'abito chiericale, lo richiamò subito dopo la profcs-
~ione alla Casa-madre destinandolo alla segreteria
del Capitolo Superiore. Ordinato s:.icerdote nel 1895,
fu segretario particolare di Don Albera, Allora Di-
rettore spirituale della Società e lo accompai_'flò
anche· nella visit11 delle Case e Missioni sale.~une
di America dal 1900 al 1903. Nel 1912, successe
al compmnto Don T,emoyne come Segretario e.lei
Capitolo Superiore e mant<>nne quest'ufficio fino
alla morte. Spiccatissimo d'ingegno, di abilità non
comune e di gran tnlto, ooUe virtù religiose che
ornavano la sua beli'anima, rese incalcolabilt servigi
alla Società Salesiana m generale ed ai Successori
di Don Dosco in partioolnre, cattivandosi In loro
fiducia e porrnndo oel delicato ministero il contributo
di un'attività irut.ancabile. La quale non si c..,;auriva ·
nell'ingente lavoro di ufficio, ma s1 esplicava altresi
nel aimpo dell'apostolato e soprattutto nella curo
spirituale delle Figlie di Maria Ausiliatrice e delle
loro opere giovanili, cui proiligava l'esuberanza del
fervore della sua pietà e del suo 7,efo con ammirabile
alacrità. Quante nnime pjangono oru la suo dipartita
nel commosso ricordo della sua saggia direzione e
delle csi,nje virtù della sua vita sacerdotale! Aveva
un'efficacia particolare nel propaga,e la divozione
al Sacro Cuore di Gesù e della Vergine Ausiliatrice.
Noi ne serbiamo la memoria in benedizione, ed
adorando ~li imperscrutabili disegni di Dio, invo-
chiamo copiosi suffragi da tutti i nostri cari Coope-
ratori e dalle nostre buone Cooperatrici. Don Bosco
Santo, che lo chiamò alla vita salesiana pel delicato
ufficio, gli affretti la gloria dcl Cielo colla sua in-
tercessione.

2.3 Page 13

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DALLE NOSTRE MISSIONI
Vc,duUI 11c.nerale dell'O,plalo di Mi)'azakl .
GIAPPONE
II trionfo della carità.
Rct.1.mo sig11<Jr Don Riealdonr,
In Giappone il mese di agosto è il mese del
riposo scolastico, è il m~e delle ferie de,eli im-
piegati, cd in generale da noi è consacrato al
riposo spirituale cogli esercizi annuali. In Mis-
sione furono fatti nella tranquillità del nostro
Seminario con grandi vantaggi sotto tutti i ri-
spetti. :\\la è il primo anno che si tenne pure una
muta <li esercizi a Tokvo, ed è stata circondata
da tali caratteristiche, ·che mi sembrn interes-
sante acc..-nnargliclc anche a SWl consolazione.
Fu In casa di Novi:1.iato la dolce oasi che of-
ferse tutta la pace ed il fervore necessario al
nostro ritcmpramento spirituale.
Grazie ai nostri henefa1tori (primi fra i quali
i miei indimcntìç:ihili allievi normalisti e lke-
isti di Yalsalicc è San Giovanni, e gli Ornto-
ri:mi doi medesimi Istituti) che ci hanno per-
messo di allestire un :imbiente così propizio
alln cma delle anime! Semplice nelle lince, soli-
dissimo, como<lo, fornito degl'indii-pcnsabili
lornli per no,iziato, capace d_i un 25 allievi,
era, tempo fa, p;1rtc di un edificio della Croce
Ro~sa Giapponl.-;;e. Vi,fatto, traSportato. ri-
fauq, e rimesso a nuo\\'o (cosa relatl\\·.·uncnte
Sl·mplicc e lesta in Giappone), come un tempo
scr\\'l ad opere di carità materiale, ora servirà
a forgiare lo spirito salesiano in quanti, udendo
b mcc del Signore, desidereranno lavorare con
Don Bosco per l'espansione della Croce di
Gesì1 in questa grande Nazione. Qui fu tenuto
il nostro ritiro, e \\'Olcmmo che subito il Sacro
Cuore di Gesù prcn<lci;se solenne posses.~o di
questa Ca.'!a a Lui dedicata colla Sua introniz-
zazione. Approfittando della presenza a Tokyo
dell'ardente Apostolo del Racro Cuore P. Ma-
theo, lo invilammo a compiere la commo, enle
funzione, cd il buon Padre, che ama ardentis-
simamente Don Bosco, mentre ci raccoman-
da, a fiducia illimitata nel Cuore dolcissimo di
Gesù, ci fece pregare anche per Lei nominata-
mente, per i Salesiani e Allievi nostri e per i
nostri cari Cooperatori e Cooperatrici. Ora Gesù
attende nella devota Cappdla i buoni Novi:;,i
per avvincerli aJ Suo Cu<>re e farli partecipi
del Suo Regno d'amore.
Onorarono pure la no:.tra muta di esercizi
con due splendide conferenze, S. E. Rev.ma
Mons. l\\Iarella, D elegato Apostolico, ed ìl
nostro Padre e Benefattore l\\1ons. Chambon
Arcivescovo, che si degnò di presiedere Ja chiu-
sura dd nostro ritiro. Le parole di incitamento,
di conforto e di incor-Jggia.mento degli esimi
Presuli lasciarono in tutti orm:1 profonda, che
produrrà certo abbondantissimi frutti di ben1:.
La '.\\[essa <la Requiem per i confr.uclli fu ascol-
tata nella Cappella del Cimitero cristiano, e le
Esequie, sulla tomba del nostro compianto Don
1~iaccnza, oasi anche questa di forte medita-
zione per il :\\lissionario salesiano in Giappone.
L'OSPJZJO DI .llll AZAKJ. - Una bella
notizia, la quale, come ha inondato della più
pura gioi.i tutta la nostra po\\'cra e umile Prc-
fottu ra Apostolica, cosl son certo farà piacere
a Lei, ai Superiori e a quanti (come ricordarli
tutti in questo momento?) cooperarono i11
tante forme alla la\\'orazione di un'altra fulgida
ttcmma, che viene ad ornare la nostra ::\\lis..ionc.
L'Ospizio di ::\\Iiyazaki per i po\\'eri Yt.-cchi
- - ed orfanelli è un fatto compiuto al com-
II

2.4 Page 14

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pleto. Il 29 settembre, sacro a San Michele
Arcangelo, Patrono speciale del Giappone, fu
solennemente benedetto e inaugurato coi riti
religiosi e civili, alla presenza delle Autorità
della provincia e della città, cli numeroso po-
polo e di tutta la cristianità, mentre dal cuore
di tutti colla gioia più viva si elevava pure l'inno
della riconoscenza al Signore, che ci ha per-
messo di condurre a termine quest'opera.
Alcuni anni fa, vedendo gli umili inizi del-
l'opera e prevedendo le difficoltà ed incertezze
del momento, scmhrava un sogno la realizza-
zione. Ma mi risuonavano al cuore le forti
parole di Ozanam: « Dobbiamo fare ciò che è
più gradito a Dio, doè quello che faceva Nostro
Signor Gcsì1 Cristo, quando predicava il Van-
gelo: Andiamo aip()'l)eri ». Furono sempre nostra
guida i ricordi del nostro Don Bosco ai M is-
sionari: « Prendete cura speciale degli amma-
lati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e
guadagnerete la benedizione di Dio e la bene-
volenza degli uomini o. Le parole ammonitrici
del Padre le vediamo oggi pienamente attuate
anche in questa realtà consolante.
D'altra parte, ogni opera di beneficenza per
essere davvero utile ai poveri, dovendo anche
essere di moralizzazione e di cristianizzazione,
è da considerarsi proprio come opera di vero
apostolato missionario.
Non potevo stare dunque in dubbio e diedi
il via. Anime sante giapponesi compresero e
coadiuvarono; anime di zelanti l\\rfissionari si
votarono all'opera; benefattori di ogni calibro
corrisposero. Fortunatamente lo spirito giap-
ponese entra perfettamente nell'ordine delle
idee organizzatrici di opere assistenziali; leggi
speciali le favoriscono ed il Giappone presenta
istituzioni perfette in questo genere. La vo-
lontà di Dio e questo favorevole stato di condi-
zioni condussero aUa realtà.
Un'area di 6000 mq. in amenissima posi-
zione, nota col nome popolare di montagna
primaverile, fra campi verdeggianti e boschi di
pini, a pochi minuti dalla stazione centrale e
dalla città.
Gli edifici pieni di luce e aria, bellamente
incastonati fra giardinetti e cespugli, coprono
un'area di 1500 mq. Sono divisi in padiglioni
diversi: reparto vecchi (uomini e donne); re-
parto orfanotrofio; reparto sala custodia e asilo
(per interni ed esterni); più, tutti i locali riser-
vati al personale e quelli necessari allo svolgersi
della vita materiale e di lavoro. Non manca la
sala di riunione per manifestazioni religioso-
civili e per i divertimenti. Nel centro delle
costruzioni domina la Chiesa, dall'alto della
- - quale la statua del S. Cuore, di fattura giappo-
12
nese, benedice il suo Istituto, ed una sonora
campana, mentre lancia nei dintorni i segnali
della nostra religione, mentre giocondamente
con l'Angelus saluta la Vergine Santa, grida
ammonitrice: «Qui s.i lavora a santificare con
la considerazione di Gesù Cristo, sofferente
nella persona dei più piccoli suoi fratelli ».
E tale spirito informatore fu beo compreso,
voluto e realizzato dall'anima di tutto questo
santo movimento, il nostro Don Cavoli, e dal
suo più fedele interprete Don Liviabella. I soci
delle Conferenze di San Vincenzo, che furono
i dissodatori di questo terreno fecondo di carità,
si ispirano a queste direttive. Le Figlie della
Carità, giovani giapponesi, che hanno consa-
crato generosamente la loro vita per questa
opera cli bene, vengono formate a questa mas-
sima. I buoni vecchietti e gli orfanelli colla
preghiera quotidiana risentono gli effetti di
questa effusione di carità cristiana. Le Autorità
ed il buon popolo pagano, che ora constatano
la realtà dello sforzo compiuto, ammirano, ed
entrano essi pure nella sfera di tale azione cari-
tatevole. Ed infatti, come Le annunziai, l'opera
ha l'approvazione legale dello Stato, base es-
senziale per poter lavorare in grande in questo
Paese; ha il consenso e l'appoggio delle Auto-
rità locali, base essa pure importante per il
futuro dell'opera; ha l'appoggio della Dire-
zione Generale delle Conferenze di San Vin-
cenzo e di una pleiade di anime caritatevoli,
e, colla base indispensabile dell'aiuto di Dio,
che come non mancò mai finora non mancherà
neppure in seguito, si può esser tranquilli
anche per l'avvenire.
COME SI SVOLGE LA GIORNATA
NELL'OSPIZIO. - L'Ospizio è basato nel
suo organarnento sullo spirito informatore delle
opere di Don Bosco: pietà, moraliLà, lavoro,
spirito di famiglia, giocondità.
.
La campana dà il segnale della levata. Si
sentono voci argentine di fanciulli che dànno
dalle camerate il primo saluto a Gesù; vagiti
di bimbi; qua e per i corridoi profili di vecchi
che si avviano alla Chiesa; nella cucina le
incaricate hanno già acceso il fuoco; e per tutto
l'edificio, le Figlie della Carità si prodigano a
che quanti possono siano presenti alla prima
adunata generale, che avviene in Chiesa, da-
vanti al Padrone di casa. L'Ospizio è vera-
mente la Casa della preghiera.
Nella Cappella si radunano varie volte al
giorno i vecchi, i bambini, le giovani della Con-
ferenza di San Vince,nzo per assistere alla
Santa Messa, per le preghiere del mattino e
della sera, per la recita del santo Rosario, o

2.5 Page 15

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Mlyazakl (Giappone). • LI P rovvcdhore :11111 &1udl taglia il nastro d'c,ntra1a a l n uovo edificio
per la meditazione, per la lettura spirituale,
per conferenze ascetiche. Si pub anzi dire che
la chiesuola non è mai deserta, perchè fra
giorno si succedono con gara spontanea fan-
ciulli, vecchi e giovani a pregare.
TI momento più commovente è senza dubbio
e senza confronti quello della Comw1ione che
ogni giorno si può dire generale. I bimbi si
accostano all'altare a mani giunte e gli occhi
bassi da sembrare tanti angioletti; i vecchi
colla corona appesa al collo si trascinano lenti
sotto il peso degli anni; le giovani alla loro
volta, col libro delle preghiere in mano e,
spesso, con un pupo in braccio che biascica
un biscotto. Agli informi Gesù viene portato
nelle loro stanzette. Fede, semplicità, carezze
di angioli, intorno a Gesù, che ognuno loda
come sa e può.
Ogni mese si fanno speciali funzioni: il 10
venerdì del me::se in onore del S. Cuore di Gesù;
il 24 in onore di Ma.ria Ausiliatrice; la pia
pratica dell'Esercizio di Buona l\\Iorte; la
Santa ,'\\lessa per tutti i Benefattori dell'Ospizio
ogni prima domenica del mese.
Tutto ciò t tanto più meraviglioso e conso-
lante allorc.hè si pensi che buona parte di questi
vecchi fino a poco tempo fa erano pagani, e
tutti i fanciulli ricevettero il Battesimo in grazia
di quest'opera di carità, e pregano riconoscenti
pei loro benefattori.
Ai ricoverati pagani si lascia piena libertà;
ma è consolante vedere il loro progressivo av-
vicinamento al Signore: finora tutti furono
conquistati dalla grazia.
All'uscita di chiesa, tutti i ragazzetti in
bella schiera e con grazio~o inchino, dànno 11
« buon giorno n al Sacerdote e a quelle che essi
chiamano (poveri figliuoli!) col dolce nome di
mamma e di sorelle, mentre i buoni vecchi si
scambiano con profondi inchini le salutazioni
mattutine di uso.
Ed eccoli poco dopo nei refettori pel loro
pasto in comune. Le solerti Figliuole della
Carità ai più piccini preparano la buona pappa
di .riso e latte... ai più deboli anche l'uovo...
E mangiano tutti... e come!... Lo dice chiaro
il conto mensile. Cibo alla giapponese: riso,
verdura, pesce; e, ai pasti principali e a me-
renda, anche altro. I vecchietti e le vecchiette
intrecciano, tra una boccata e l'altra, tra un
sorso e l'altro del caldo the, briosi discorsetti,
- motti arguti, che finiscono in risatine sonore.
13 :::::::

2.6 Page 16

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Intanto i più grandicelli hanno preparato la
cartella scolastica; le assistenti banno verifi-
cato che tulto sia in ordine; le cuoche h;rnno
preparato per tutti il bentò (scatoletta conte-
nente il pranzo) e dopo aver udito brevi con-
sigli esortativi dalla mamma, si avviano ordi-
nati e assistiti alla vicina scuola comunale.
Nella sala custodia-asilo si radunano con-
temporaneamente gli altri piccoletti ed altri
del vicinato, e si inizia anche per loro l'orario
scolastico.
Poi le incaricate si prodigano per la pulizia
della casa, per la cura degli ammalati, per il
bucato, ecc., mentre i vecchi abili al lavoro si
spargono qua e là, chi a spaccar legna, chi a
coltivare ortaggi e fiori, chi a intessere corda;
altri nelle camerette leggono o vicino al pic-
colo focolare giapponese, fra gioconde conver-
sazioni alternate da golate di fumo ùella minu-
scola pipa giapponése, parlano delle notizie
del giorno o ricordano antiche gesta...
Cosl si alternano la preghiera, il lavoro, i
pasti, le ricrea~ioni in questa Casa della Carità.
Verso le 4 pomeridiane, al ritorno dalla scuola,
gli studenti sono assistiti ed aiutati nell'adem-
pimento dei loro lavori e nello studio della reli-
gione. Si fanno pure conferenze settimanali per
l'istruzione religiosa dei vecchi, delle Figlie
della Carità, e al sabato tutta la famiglia si
raduna nella sala dei divertimenti per tratte-
nimenti familiari di vario genere. Verso le 9
di sera, dopo il saluto a Gesù colla Buona notte
tutto e tutti rientrano nella calma del riposo
notturno.
Nelle linee generali cosl viene snodandosi la
vita del nostro Ospizio.
È bello pensare oggi al piccolo gruppo di
Consorelle della Conferenza Femminile di San
Vincenzo de' PaoH, che iniziò la visita ai poveri
della città cinque anni fa. Ed ogni settimana
portò con l'obolo della carità anche una buona
parola di conforto, un raggio di speranza cri-
stiana. A poco a poco cominciarono a fiorire
le prime conversioni e furono amministrati i
primi Battesimi. La carità cristiana aveva trion-
fato. Gli amici d'Italia ci fornirono i primi
mezzi necessari, che ci misero nella felice
condizione d'iniziare i lavori. Il r8 dic. 1932
fu inaugurata la prima parte dell'Ospizio con
gran giubilo di tutti. li 10-1-1933 entrarono i
primi vecchietti fra i quali due... sposini di 81
anni suonati. Quanti sono ora i ricoverati?
Un centinaio. È fra tutte una ben consol.anle
realtà! L'inno di grazie dunque a Dio, l'inno
-Miyazaki. - Un orfanello legge un Indirizzo d'omaggio agli invltatJ.

2.7 Page 17

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della riconoscenza ai Benefattori. Ed ora al
lavoro per l'inizio delle opere naturalmente
concatenate l!on questa, pcrchè presto i pic-
cini diventeranno grandi e non potranno 11em-
pre rimanere all'Ospizio.
Intanto un po' di bene si fa anche in altro
modo. Col bravo Don Margiaria abbiamo te-
nuto una serie di concerti musicala nella zona
Kyoto, Osaka, Kobe. Un ottimo Missionario,
oasi fraterne più rinfrancati nel lavoro, p1u
esperimentati, più buoni in tutti i sensi. A
Osaka, a Kobe, i Figli ·di Don Bosco sono da
tempo att~i e in qual mirabile campo di atti-
vità, fra la gioventù povera e abbandonata!
Nella Scuola Elementare (1400 allievi) situata
nel quartiere più po\\'ero di Kobe e dove ab-
biamo dato tre concerti, abbiamo H•duto mera-
viglie di carità e di educazione. Là ci attendono
Tokro (Glappon~). Il Delega10 apoFlolico Mons. :,,.1arella e l'Addello mlHtare luslano della R " Amb,uciata.
P. Re)ave, delle Missioni Estere di Pari~•. a
festeggiare il suo 50° di l\\Jcssa e 50° di aposto•
l,\\to in Giappone volle invitare anche i Figli
di Don Bosco, ed eccoci al lavoro. Si trattava
ddla glorificazione del Sacerdozio, dcli'Apo•
stolato mis:-.ionario - s1 tratta\\'a di far cono•
sccre il PrcLc, il i\\1i~ionano, il Cattolicit.mo,
Don Boscò - si potevano stringere preziose
rcla;,,ioni - la mut-ica piace a tutti e spalanca
porte impensate - non abbiamo voluto indic-
trcg!!iare. Per mc poi, quando posso trovarmi
in queste assemblee di wcchi missionari, cl1e
hanno al loro attivo i minimi di 25-30-40-45
anni e più di Missione, senza ritorni in patria,
ci godo un mondo. Anime sante, consumate di
c~rcrienza, che parlano delle loro difficoltà
(proprio quelle che pro...-iamo anche noi), delle
loro opere, delle loro speranze, della loro 1cnacc
resistenza nell'apostolato... Si parte da queste
tanti piccoli amici brulicanti per k vie - si è
già perfino costituito un piccolo rcpa~to d1
Esploratori - e il Dircttòre di quella Scuola,
qual padre amanussimo, rinunziando a posti
onorifici, vuol stare fra i piccoli po, cn sum
figliuoli; per i più pon:ri ha stabilito la refe-
zione scolastica, un piccolo laboratorio di fale-
gnameria cd altre benefiche istituzioni, per sol-
levarli al possibile dalle loro necessità... cd an-
ch'egli, benchè non ancora chiamato alla Ft.-de,
avvinto dalle dolci catene della carità, attende
per unirsi al nostro lavoro. A quando, amatis-
simo Padre, l'inizio ùi questa n<'ccssaria oasi
di bene? Appena la carità dei buoni cc lo con-
sentirà" Ne; sia pegno In sua benedizione che
le ch1eJ1amo di gran cuore.
25-X- r935.
S111> aff.mo i11 G. C'.
--- - Mons. VtNCI.NZO ClMATTt, P,rf. Ap.

2.8 Page 18

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delle nuove fondazioni enumerate dal Rettor ll-1aggiore
nella sua circolare, spe11da,zo qualche fervida tsorta-
zio11e a favore della santa impresa. Il Signore 110,z
lascerà senza premio anrhe questa attività del loro
sacro ministero, la q11ale poz cqnverge, co11 tutte le
altre, alla gloria di Dio ed al bene delle anime. Noi
li ri,zgraziamo fin d'ora e promettiamo speciali pre-
ghiere secondo la foro itztenzio11e.
Al tcr111ù1e della ronferem:a, racroglie11do le offrrte
da 111m1dare al Retto,· Maggiore, promo,10110 pure
l'iscrizione di 1111ovi Cooperatori e ne trasmettano gli
&rdiràzi precisi alla Direzione generale che s1 affret-
terà ad im•iore il Bollettino ed tmrhe il Diploma o
coloro che verranno raccoma11dat1. Pure alla D1re-
zio11e Generale po!iStmo trosml'ttere le do111a11dt d,
1scn21one alla
Per la Conferenza Salesiana.
Ricordiamo a1 be11.,111eriti Direttori Diocesani e De-
curiom la prossima data della [es\\a di S. I•nmcesco
di Sales, e li f>rt'lfhinmo calda111e11te a provvedere irt
tempo per la conferenza pre.rrri/la dal regolammto
della Pia Unione. Ora che Don Bo.tro è Sm1to, 11oi
abbiamo una fonte ufficiale d1 santità ed wz modello
di pmfezione di wande attualità da proporre ai nostri
<:ari Co()peratori per jUflorire l'opera della grazia rhe
Dio svolge 11ell<! anime loro. La nta del nostro Santo,
riflette cosl be,ie le virtù <:nratteriSliche di S. Fran-
cesco di Sales, ed è così ricca di esempi edificanti,
adatti ai tempi in cui noi ,,1lvùzmo, d1e dò materia
abbmrda11te per la cristiana formQ:rione di ogni ceto
di persone. A eosto di qualr/1e sacri/fr·io, no11 ri111m11:i1lo
quindi a com.,ocare i Cooperatori e le Cooperatrici,
a11clu nei a11tti più piuoli, per quest'opera di apo-
stolato.
La fotografia che illustra qrtesta pagma cemrale
offre 1111 vero pm1ora111a del ra11tiere di Valdorro m•e
si lavora per l'ampliame,1to del Sm,tuario di ]\\,/aria
Ausiliatrice clte attende il concorso di tutti. Mrntre
pertanto conforteranno i Cooperatori colla rassepna
ASSOCIAZCONE DEI DTVOTI
DL MARIA AUSILIATRICE
eretta i,z Arl'ic<mfratemita nel S0111,uirio-Basilira di
Torino di cw dwmo il Regolamento:
1. I divoti di '.v1arin Ausiliatrice si propongono
di promuovere le glorie deUa divina I'v1adre del Snl-
vatore, per meritarsi la protezione di Lei in vita e
particolarmente in punto di morte.
2. Due mezzj speciali si propongono: dilatare la
divozione aUa Deata Vergine e la venerazione a Gesù
Sacramentato.
3. A tRI uopo si adoprcronno con le parole, col
coruag!io, con le opere e con l'autorità a promuovere
il decoro e la divozione nelle Novene, Feste e So-
lennità che, nel corso dell'anno, si compiono ad
onore della B. Vergine l\\Iaria e del SS. Sacramento.
4. L a diffusione di buoni libri, immagini, meda-
glie, pagelle ; intervenire e raccoman-
dare l'intervento alle Processioni ;..,
onore di Maria RS. e del SS. Sacra•
mento; In frequente Comunione, l'as-
sistenza alla Santa Messa, l'aocompa•
gnamento del SS. Viatico agli infermi,
sono le cose che !i!"li Aggre~ti si pro-
::::-- 16 :::::::

2.9 Page 19

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pongono cli promuovere con tutti mezzi com-
patibili col loro stato.
5. Gli Associati si daranno massima cw-a, per s~
e presso le persone da loro dipendenti, d'impedire
In bestemmia e qualunque discorso contrario alla
religione o ai buoni costumi, e di togliere, per quanto
sta in loro, qualunque ostacolo che possa impedire
la santificazione dei giorni fe,;tlvi.
6. Ogni Associato, secondo il cunsiglio del Cate-
chismo e dei Maestri di $pirite, è caldamente ~or-
tato ad acCO\\,tarsi alla Santa Confessione e Comu-
nione ogni quindici giorni od una volta al mese, e
di ascoltare ogni ~riamo la Santa Messa, purchè le
obbligazioni del proprio stato ghelo permettano.
7. In onore da Gesù Sacrrunentato gli Associati
ogni giorno, dopo le ordina.rie preghiere del matttno
e della sera, reciteranno la giuculatoria: Sia lodato ~
ringraziato ogni momento ti S011timmo e D;vuwmmo
Sarramento, ed in onore della B. V.: lt4qrz"a, Auxi-
limn Christianor11111, ora pro 11obis. Pei sacerdoti basta
che nella Santa Messa mettano l'intenzione di pre-
gare per tutti gli Aggregati e questa pia Associazione.
Queste preghiere serviranno come cli vincolo a unire
tutd gli Associati in un cuor solo ed io un'anima
sola, per rende:re il dovuto onore a Gesù nascosto
nella Santa Eucaristia e all'augusta sua Genitrice,
e a partecipare di tutte le opere di pietà che si com-
piono da ogni Associato.
si canta una :Messa da Requiem con altri particolari
suffragi per le anime dei Soci defunti.
4. l Soci ammalati o chiamati da Dio a miglior
vita sono raccomandati rutti i giorni nelle preghiere
che si compiono nel Santuario.
5. Tutte le Messe, che si celebrano pei Soci de-
funti, in qualunque Chiesa o pubblico Oratorio,
valgono come se fossero celebrate ad un altare pri-
vilegiato.
INDULGf:XZE P)..ENARJE
1. Nel giorno dell'Ascrfoione.
2. Nelle solennità di Natale, Circo11t:imme, Ep,-
fania e Ascemio11t! di N. S. G. C., nella domenica di
Pmteroste e: nel giorno del Còrpw Domini
J. Nelle feste dell'Immacolata Co11cer::io11e, 1Vat1-
t.1ir<ì, Preser1ta~io11e al Tempio, An11r,11ciazio11e, V,.;.
tazio11e, Purificaz-ione, Assu11zio11e della B. r·. e nella
Solennità di Maria Ausilia.J.rice (24 maggio).
4. bz punto di morte, se confessati e comunicati,
ovvero se, non potendo questo, iuvoche,anno al
SS. Nome di Gesù, almeno col cuore se non pos-
sono con la bocca.
5. Il 24 di og11i mese, prendendo parte al pio eser-
cizio che si compie in onote di l\\la.ria Ausiliatrice
nella Chiesa od Oratorio pubblico <love è istitu.1t:1
l'Associ:uione.
INDULGENZE PARZIALJ
VANTAGGI
, . Di 7 an11i e di altrettmrte quaranttme in ciascun
SPIRITUALI PER GLI ASSOCIATI
giorno che gli Associati intervengano nllc pratiche
di pietà che si compiono nel Santuario in occasione
t. Tutti gli .Associati intendono di fare comunione di Tridui o Novene in onore di Maria.
di tutte le opere buone che fanno in privato e in
2. Di 300 giorni ogni tJol1a clle gli Associati reci-
publico.
teranno con cuor divoto e contrito la g1aculato1 ra:
2. Partecipano delle pratiche di pietà che si com- Ma-ria, ~,liitm Chris1ia11omm, ora pro nobis.
piono all'Altar l\\lllg~ore della Basilica dj Maria
3. Di 100 giorni una volta al giorno dicendo la
Ausiliatrice (Messe, Comunioni. Benedizioni, Rosari, sola invocazione: A1t.-.:ìliw11 Christia11orum, ora pro
preghiere particolari, ecc.). Detto Altare è anche 110/ns.
privilegiato in perpetuo ad itrstar di quello di San
4. Di 100 giorni ogni volto a tutti coloro che in-
Gregorio al Monte Ctho in Roma.
tervemmno alle pl'atiche di pietà che si compiono
3. Ob'llÌ anno, dopo la festa di l\\laris Ausiliatrice, quotidiannmente nel Santuario di l\\1aria Ausiliatrice.
-

2.10 Page 20

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tutto il Regno per la patente magistrale fu-
rono promossi 927.
La percentuale dà maggior valore al successo
della nostra Scuola Magistrale Darum,anukro
in Bang nok khuek, che presentò all'esame
suddetto tutti i suoi allievi: 7 seminaristi ita-
liani, 8 seminaristi siamesi, 7 allievi esterni.
Gli esami si svolsero nei locali del Governa-
torato della Provincia davanti ad una Commis-
sione nominata dal :Ministero senza la parte-
cipazione degli insegnanti della scuola della
Missione. I lavori scritti furono tutti corretti
/
al Ministero.
Tutti i nostri 22 candidati furono promossi.
11 trionfo ha destato in tutto il Siam una cor-
rente di grande simpatia verso le scuole della
Missione.
Preghi, amato Padre, perchè anche questo
sia un mez~o di' peneLrazione fre le anime che
dobbiamo salvare.
Bang nok lllmek, 24-X-1935.
Suo aff.mo in G. C.
Mons. GAET/\\NO PASOTTI, Prefetto Ap.
S. E. Mons. Ferr.mdo.
ASSAM
S. E. Mons. Ferrando Vescovo di Shil-
long e Mons. Scuderi Amministra-
tore Apostolico di Krishnagar.
La Santa Sede, con decreto dello scorso
novembre, ha Lrasferito S. E. Mons. Stefano
Ferrando, attualmente vescovo di Krishnagar,
alla diocesi di Shillong, richiamandolo alla sede
del suo antico apostolato, come successore
di S. E. Mons. Mathias. A reggere la diocesi
di Krishnagar ha destinato l'attuale Ispettore
Salesiano Don Vincenzo Scuderi come Am-
ministratore Apostolico. Ai Pastori delle due
Diocesi affidate alla Società Salesiana l'augurio
fervido di un lungo e santo apostolato.
SIAM
Tutti promossi.
Amatismrw Padre,
Una notizia telegrafica che le farà piacere.
Dal comunicalo ufficiale del l\\linistero della
Pubblica Istruzione abbiamo appreso il risul-
- - tato che di 1841 candidati, presentatisi in
Bang nok khuek (Slam).• Tutti i promossi fotografatl
davanU ad una pagoda, dopo t•esamc.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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EQUATORE
Visita pastorale nell'Oriente Equato-
riano.
Amatissimo Padre,
Uno dei maggiori ostacoli che si frappongono
all'evangelizzazione dei Kivari è senza <lubbio
l'enorme difficoltà delle vie di comunica?.ione.
Non è un'iperbole il dire che ogni viaggio dei
nostri Missionari per le sconfinate foresle è
una serie di eroismi da una parte e di tan-
gibili benedizioni celesti ùall'altra.
È <li pochi mesi fa la caduta quasi mortale
del Confratello coadiutore Manuel Torres con
grave frattura cranica, più recente quella di
D. Tomas Pia con una complicata frattura al-
l'avambr-accio sinistro. Questi sono due casi
degli ultimi mesi e di maggior rilievò, ma una
sequela di peripezie, che rimarranno sempre
sconosciute, procura l\\lissionari sofferenze e
privazioni d'ogni genere. Per giungere alle
residenze di Missione non vi sono strade o
almeno fiumi navigabili, come in tante altre
Missioni; bisogna contentarsi di mulattiere in-
qualificabili. Le piogge durano circa dieci mesi
all'anno producendo continue pozzanghere e
pericolosissime frane. Spesso, mentre uno meno
se l'aspetta, la cavalcatura rovescia brusca-
mente a terra il cavaliere, sotterrandolo, quanto
meno, nel fango d'un pantano. 1n alcw1e loca-
lità dove la mulalliera rasenta abissi spaventosi
si passa ad occhi chiusi, raccomandandosi
l'anima. Basterebbe che il mulo scartasse di
qualche centimetro per precipitare nel baratro.
Non meno pericolosi i ponti costruiti dalla
buona volontà dei missionari con lo scarso
materiale che a forza di stenti son riusciti a
trasportare fin là. li più delle volte sono ponti-
celLi angusti, sospesi decine ùi metri su fiumi
selvaggi, paurosamente scroscianti. Altro che
il ponte ùei sospiri I Anche il clima è un osta-
colo. Bisogna avere sempre doppio equipaggio.
In certi punti la mulattierc1 raggiunge ed oltre-
passa i quattro mila metri con venti freddi e
maligni che alle volte fulminano uomini e
bestie. Lungo il sentiero che attraversa il dorso
della Cordigliera rozze croci disseminate qua
e colà ricordano queste vittime delle tormente
andine. Poi si discende fino al soffocante calore
dei tropici. La notte si passa sempre sul nudo
suolo, nei tambQs, rustici capannoni che non
sempre riparano dall'acqua e dal freddo.
Ma tutto ciò è un nulla a confronto dei
viaggi di escursione a traverso le Kivarie dove
non vi sono sentieri e i pericoli son senza nu-
mero.
S. .E. Mons. Cc,mln.
A questa vita devono assoggettarsi missionari
giovani e vecchi, non escluso l'Ecc.mo Vicano
Apostolico, Mons. Domenico Comin, che m
questo è veramente ammirabile. Si può dire
ch'egli non fa altro che viaggiare da una Mis-
sione all'altra, senza posa, per confortare e
incoraggiare i suoi Missionari. Quante volte lo
si vede giungere a Cuenca, sfigurato e stanco,
senza più nessuna apparenza <li Vescovo, e
raccontare col suo salesiano sorriso sulle lah-
bra le più arrischiate avventure di viaggio,
come se fossero baz1..ecolc !
Alcuni giorni fa, non senza un po' d'indi-
screta insistenza filiale, riuscii a carpire a Mon-
signore tre o quattro fogli che avrebbe voluto
cestinare. Erano brevissimi appunti su una
visita compiuta al principio di quest'anno alle
Missioni di Indanza e Lim6o, appena tornato
dall'Italia, dopo le feste detla Canonizzazione
di Don Dosco Santo. Lo accompagnavano i
valenti coadiutori Ernesto l\\lfontuati e Fa-
biano Bonato. Vi trovai cose del più vivo
interesse e degne d'essere conosciute. Tra-
scrivo letteralmente.
-
-

3.2 Page 22

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Da Cuenca a lnda11:::a.
« Venerdl mattina, 11 genaàiO, partenza in
auto da Cuenca, e arrivo a Gua!aceo, cittadina
situata a piè della Gran Cordigliera, in una
valle di clima mitissimo, doYe abbondano
frutta tropicali di tutte le qualità. Alle 7,30,
parterr~a da Gualaceo coi muli. All'inizio della
salita di Culcbrilla (cosi detta dal sentiero
serpeggiante), a tre mila metri, refezione. Co-
mincia la pioggia che ci accompagna fino al
tamho di Sapote. Cappella poverissima a Sa-
pote. Cena spartana con un po' di locro (bro-
detto di patate e verdura). Dopo cena il Ro-
sario. Augurando la buona notte, invito tutti
ad ascoltare la Messa il dl seguente.
12 gennaio. Partenza verso fndanza. La strada
è orribile. C'era da aspettarsi di peggio, ma me
la cavai con tre cadute. La prima: il mulo
sprofondò con le zampe in un pantano, diede
un forte scossone per uscirne e lanciò anche
me nel fango. Mi rimisi in sella e mi rialzai
col mulo. La seconda: la bestia sdrucciolò in
una gran fenditura del terreno. Caddi in avanti
passando sulla testa dell'animale, ma mi ri-
mase un piede impigliato nelle corregge della
bardatura. Per buona fortuna il mulo si fermò;
se si fosse spaventato, chissà cosa sarebbe
successo. Ringraziai di cuore la lVladonna per
il pericolo scampato. Caddi ancora una terza
volta un po' meno tragicamente: si spezzò il
sottocoda, e sella e cavaliere scivolarono sulla
testa dell'animale. Accorse Montuati e potei
riprendere il cammino senza danno.
Verso sera si giunse a lndanza. Lieti di rive-
dere il Vescovo dopo parecchi mesi d'assenza,
quei bravi coloni e Kivari prepararono un'ac-
coglienza molto festosa.
13 gennaio. Cominciano a venire i Kivari.
Tra questi il Ramòn, figlio di Santiago Wisuma,
assassinato tempo fa. Ramòn a sua volta assas-
sinò l'uccisore di suo padre, Huajare, e ne
mena vanto. Fanno giustizia da sè. D'altronde
non v'é chi la faccia loro. Non y'è fra essi
un'autorità che s'imponga e sanzioni i delitti.
Mentre Ramòn mi diceva che aveva ucciso
IIuajare, pareva pretendere che gli dicessi:
« bravo, hai fatto bene! ,1. Un gruppo di fnn-
guelli kivaretti mi sta sempre attorno e mi fan
capire che attendono qualche cosa. Distri-
buisco loro alcuni regali e sono felici.
Intanto Bonato va a fare un po' di bu.cato.
Non v'è chi lo possa fare in luogo di lui. Nelle
altre Missioni le brave Figlie di Maria Ausilia-
trice liberano il Missionario da questa neces-
sità. Dio faccia che anche qua possano presto
dedicare la loro attività richiesta da cristiani e
Kivaros e che completa a meraviglia l'opera del
Missionario.
Montuati è chiamato doctorcilo, il dottorino.
Fece buona pratica d'infermiere. A lui si rivo!-
-
Equatore. - l bimbi della scuoia di Llmon attorno al Vicario Apostolico.
20 -----

3.3 Page 23

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Equatore. . Mons. Comin frn cercatori d'oro suJJa Cordigliera verso Indanza.
gono per curar le loro piaghe e liberarsi dai
loro malanni. Cavò qualche dente e siccome
riuscì bene, aum~ntano i clienti e... bisogna
provvederlo dei ferri necessari. Va facendo il
suo ambulatorio e lo provvede di tutto quello
che può convenire. Anche i K.ivaros banno fede
nell'abilità medica di Montuati. Fa anche
qualche operazione di piccola chirurgia. A un
Kivaro che non poteva togliersi l'enfiagione
d'una gamba, fece un taglio, lo disinfettò e in
poco tempo lo guari. Il Kivaro crede che Mon-
tuati sia un grande stregone. Gli stregoni
presso i Kivari sono medici. Che medici! Mon-
tuati ha inoltre cura del bestiame, dei campi,
degli orti e della cucina. La l\\Iissione ha latte,
uova, yuca, banane, per il sostentamento mate-
riale dei missionari.
Don Tomas Pia, Superiore della Missione,
ha ancora il hraccio sinistro che non fun-
ziona bene. Viaggiando a cavallo cadde in
un burrone e n'ebbe una dolorosa frattura.
Speriamo che presto Dio gli ridoni il braccio
del tutto sano.
La Missione d'Indanza è il rifugio di tanti
mineros, cercatori d'oro nei fiumi. Tutti i fiumi
qui sono auriferi. I 1m'11eros vagliano la sabbia
e dopo un lavoro lungo e paziente vedono bril-
lare il prezioso metallo. Ma che vita conducono
i poverini! Sempre nell'acqua tutto il giorno,
n'escono la sera pallidi come cenci e spesso
con la febbre addosso. S'ammalano con fre-
quenza. Alcuni, mi si dice, perirono travolti
dalle acque del fiume improvvisamente in-
grossato. Altri scavando il materiale aurifero
fecero cadere un masso che li schiacciò. Ma
queste disgrazie non contribuiscono a dimi-
nuire il numero dei mineros; anzi sono in un
crescendo continuo, data la crisi di lavoro e di
soldi che si patisce sull'altipiano.
La sera riempirono la cappella. Predicai
varie volte. Ascoltano con piacere. Mi piacque
vederli là tutti in cappella a recitare il santo
Rosario e le orazioni, e died-i loro la buona
notte.
14 gennaio. Continuano a venire i Kivaros,
avendo saputo dell'arrivo del Vescovo. I pic-
coli regalucci che faccio loro continuamente li
riempiono di gioia e li dispongono ad accet-
tare l'invito ad una lezione di catechismo.
Ci disponiamo a lasciare Indanza e partire
verso Limòn, colonia importante, formata da
un'ottantina di famiglie cristiane che hanno
oggi di che vivere coltivando il suolo ferace.
Nelle vicinanze vi sono numerosi Kivari. La
zona di Limon è detta Yunganza dal fiume
omonimo che raccoglie le acque della cordi-
gliera e le porta al Santiago, uno dei maggiori
affiuenti del Rio delle Amazzoni.
Prima di partire diamo un'occhiata ai nostri
-- indumenti. La biancheria lavata da Borrato ha
21

3.4 Page 24

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bisogno d'essere rattoppata qua e là. Il caro
coadi11Lorc s'accinge all'apra e ci riesce a me-
raviglia. Anche le scarpe mostrdno le ferite
causate dal lungo uso, per ~ntieri fangosi,
seminati di pietre taglienti... Bonato non si
spaventa. I nostri buoni confratelli coadiutori
sanno fare di tutto. Anche le scarpe sono pronte
e... dcc.:ìdiamo la panenza. Dopo sei ore di
sentiero (e qual sentiero!) dicono che si pub
arrivare a Limon, dove Don Pl:i si trova fin
da ieri per disporre uomini e cose a ricevere il
Vescovo.
Da l11du11za a limon per P, iio Bfa11ro (7 ore
di cammino a piedi wlto un incessante rovescio
di pioggia).
La pioggia dirolta ci lascia completamente
inzuppati. ~la, avanti, sempre avanti. 11 sentiero
viscido e fangoso; ogni tanto pozze d'acqua dove
ci s'immerge sino alle ginocchia. Una 1-.,uazza
di fango dal di !!Otto e urui pioggia continua dal
di sopra. Data l'impossibilità di evitare il fango
e l'acqua, si cammina aUa cieca come se il sen-
tiero fol>-'ìe completamente asciuuo. Che figuri
nel giungere a Pel'la Bianca I Quivi 0011 ci si
aspettava; credevano impossibile ch'io fossi
partilo, dato il brutto tempo. • Quando si Jà la
parola bisogna mantenerla osscn·ai. Sta henc
la leiionc •, risposero. I bimbi e lt: bimbe m1
vennero incontro. Canti eJ evviva continua-
rono lino alla l\\Iissione. F n1mmischiali coi
coloni i Kivaros.
li dl seguente, 19 gennaio, messa alle 7. Poi
visite di Kivaros, visite lunghe, interminabili...
• Sono venuto, mi dice Jimbitik, per conversare
con te•· E bisognò lasciarlo parlare e parlare...
di cose che non avevano nè capo nè coda.
Gongolò di gioia quando seppe che la resi-
denza missionaria, dopo alcuni mesi sarebbe
stata fissa. Sapendo che v'era anche l'autorità
ehile andai a far Yisita.
Il 20 gennaio, celebrai due messe, la prima
alle sette e In seconda alle 9,30. Durante la
prima Messa, Comunione generale delle bam-
hinc della scuola femminile che sostiene la
l\\fo,i,ione; nella st.-conda, Comunione dei bam-
bini della scuola maschile che sostiene il Go-
verno. Predicai in ambedue le Messe. Promisi
di stabilire mis-.ionari e missionarie se la Pro, -
\\·iJcn;,:a e i coloni ci aiuteranno colla loro
buona volontà.
Aspettavo che venisse il vecchio Kivaro
Ciarupi, conosciuto da me circa 18 anni fa,
quando per recarmi a 1\\-Iendcz, mi ospitò in
casa sua. Non comparve. Non s'arrischiava per
timore d'essere giustamente rimproverato dal
Vescovo perchè difatti non si diportavll bene.
1\\Ia questa era una ragioni; di più per.avvi-
ci11;1rlo e richiamarlo sul buon sentiero, e mi
rincrebbe di non averlo potuto fare.
Tornò Jimbitil, con due fringuelli che si pre-
sentano sempre nudi. Ho dovuto cercare due
stracci per coprirli.
- - 22 ---
Equatore. lndanu. Re,;ltlcnm mis5lonarla.

3.5 Page 25

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Venne anche Ciriapa, che si presenta vestito
alla civile e con lui un U~uel lg1tacio, altro
!(i-varo figlio ùel Ciarupi. Tutti e due come
Jimbitik mi domandano subito: u Quanto costa
uno schioppo in Cuenca? •· I lo dovuto ac,·on-
tentarli e dissi quanto più o meno può valere
l'arma. Ogni Kivaro vuol avere lo schioppo
per la caccia e per difendcr:,Ì e anche, purtrop-
po, per offendere.
Da Limon a C1m1ra.
21 gennaio. Alle 7 si parte da Lim6n. L'auto-
ritli civile e parecchi dei principali coloni vo-
gliono accompagnare il Vescovo. Non è piccolo
sacrificio. Si tratta di far tre ore di mulauit;ra.
Un colono m'offri una cavalcatura assai buona.
Dopo m1:;:z'ora di strada giungemmo dove un
buon colono, saputo del nostro passaggio aveva
pr.:parato pei viaggiatori abbondante latte.Tuili
ne pr~ro una ta7..za e... a, anti. Anche questo
buon colono s'unì alla comitiva. La mulat-
tiera è impossibile a descriversi. Tranne pochi
tratti dove si viaggia tranquilli perchè il suol<~
è visibile e ben solido, il sentiero è tutto un
pantano nel cui fondo s'intrecciano continua-
mente Jellc ra<lici che non si vedono e nelle
quali l'animale inciampa :;ovente e mette il ca-
\\'alicre in serio pericolo.
Verso le 5 p. m. siamo al Sapote. Nulla di
nuovo fuorchè la prescn1-a di numerosi 111i11t·ros
che, ingrossati i fiumi e quindi in\\'llSC dall'acqua
le sponde aurifere, uscirono dalla foresta per
tornare alla Cordigliera dove hanno le loro fo-
mi1?1ie. Tutti accettarono di recitare con mc,
come ù'.iltronde fanno semrre, il santo Ro-
sario e le orazioni della sera e... poi dormire.
'Jon hanno hisogno di letto. S'avvolgono nella
loro coperta e si sdraiano sul nudo suolo. I \\lis-
sionari in via~gio non fanno altrimenti..\\nche
essi hann<> la loro coperta cd il suolo è il loro
letto. La stanchezza del viaggio diurno fo si
che si dorme saporitamente. Anch'io, darn la
huona notte, scelsi il mio angolo per dormire,
nel souotcttc> della capanna. J\\l i vi recai per
una scala su; generis: una tra\\'c appoggiata alla
parèle con dei tagli distanti l'un dall'altro una
trentina di centimetri, che permettevano d'ap-
pne-giare un piede mentre l'altro s'a,·an1.ava
,·erso l'alto.
Il 22 di buon mauino tutti ci alziamo per
la sanla ~tessa. Nel discendere dal mio hugi-
gattolo mi$i il piede sull'c~trcmo d'un asse che
credcm avesse appoggio e caddi. ~le la cavai,
gr.izie a Dio, con poco danno, Cib che più
mi fece soffrire, non immediatamente dopo la
caduta, ma durante il viaggio, fu una stort,l al
piede destro, che mi rese il viaggiare a c.n.allo
sommamente doloroso. D1:0 adiurn11te, il \\'ia,1t-
gio tcnninb alle quattro p. m. e tenendo il
piede in riposo sull'auto che si prese a Gualaceo
e ci ricondusiie a Cuenca, con un poco di cura
medica, il male mi lasciò».
Fin qui S. E. l\\Jons. Comin, facendo la
relazione d'un S'blo viaggio apostolico. Se si
mettessero insieme i viaggi Ji alcuni missio-
nari, specialmente dei veterani, come per
esempio quelli di Don Albino Del Cuno, ci
sarebbe addirittura da riempire volumi inte-
ressantissima, dove c'cntrcrcbhcro tutti i /1rri-
coli e le anc11ture enumerate da S. Paolo nella
Second<1 l,ettcra ai Co,-i11ti cd altri ancora. l 11
quarant'anni <lacchè sì lavora in queste forc;;te,
però nessun missionario peri tragicamente, e
questo lo si deve ad una specialissima prote-
zione della Regina delle ;\\Jìssioni e madre tene-
rissima dei ;\\lissionari, ~!aria .\\usiliatricc.
Benedica, amatissimo Padre, questi suoi fif.(li,
affinchè dopo tanti Jiumrni sacrifici vedano
finalmente sorgere l'auror.i di quel giorno in cui
i poveri Kivaros entrino tutti nell'Ovile di Gesù
per dis.-.ctan.i alla fonte di quell'acqua \\'i,.i che
Egli promise a coloro che crederanno in Lui:
Cuenca, ottobre 1935.
Suo aff.mo figlio m C. J.
Ch. Lu1c1 BoGLIOLo
1.llissw11ario Salesiano.
Lettera di Don Giulivo ai giovani
Auguri, aul(uri, auguri...
Ct1rill111u.
QucJta ,,olta mi areo11u,1tod1 ftlf~.'i ~li atlf!Utt, p,:rd1è
r'è J,Oco<fmzit>. Efrf>crll.Sl!:mt' /n sl,rigo ron r,othe puro!.-,
non rrrd111u eh,: sremi d'w, palpito l'affr//o rht! t·i
porro. Vi (111/lW'O ,: 'Ci prrgo dnl Si!!nore tutto q11el/11
cliL tJOi desùJut,re: sit:te rolltt'nt,? i\\fn 11el/o russo ft'/1/po
,,; rirordo che, rollo gra~ia di Dio, faber sunc unus-
quisquc fortunnc: riasr/J.TIO ,l artrfiee della propria
felicità. Q11i11d1 11011 aspi ltnt, rht la forfWl(I ,.; fOt'(:sd
su/In tuta il romo d'01mi b,me, prrdz~ io f/1,U'l corno
non ~lir/'ho mai t·1sto. e poi dirnno eh,· sia rirra e Jone
anche ,m /)o' ,riatta. Qum,Je t'OIU fm,-oruu qui J"
quest,, trrra q11elli rltt: ""'"o r, lo merìta110! Pr,11<11e
a fan•1 la t>ostra felicità da voi, rollo lmo11a co111/r,1tn,
roll'esatlo ndtmpime,,to dri ,·ostri dot•eri e c<1/ln gmzin
del Sh•uore d,e potete rlùrdergli qtuindo uolttt. J,,ù-
Ull~ il t'<'ldm di,11110 modrllo. G,•s1ì Adolt.(rcnfr, ìl
quale, rome urìve S. L11r<1. cresccça e ~•irrobusti\\·J,
pieno di ,;upicnza e In 1,,razi11 di Dio era ~op1.1 tli
Lui. (T,11, , li, 40).
Stflle allegri , pregate 011,-/1c · ,m poco p,•I
i•oslto a.fJ,11w
- - Don Gll LIVO.
23

3.6 Page 26

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Per intercessione di M4ria SS. Ausiliatrice e di
San Giovanni Bosco.
Mi solv(I il fratello. - Mio frntello, che da qualche
1tnno lavorava in un'officina meccanica, verso la
fine del marzo u. s. veniva colpito da una scheggia
ad un occhio. Sottoposto olle cure dell'ordinario
di un ospedale di Milano, soffriva continuamente
senza ricevere nessun sollievo, anzi, con minaccia
di rerdere la vista.
Quando mi venne comunicata la triste notizia, lo
raccomandai alle preghiere dei miei allievi e scrissi
allo stesso tempo ai Jtenitori che si recassero nel
nostro coll1;gio cli S. Agostino in Milano e quivi
facessero dare la benedizione di J\\lnria Ausiliatrice
a mio fratello, agg-,ung-endovi una novena. E qual
non fu la mia gioia, quando nella seguente lettera
mi scrivevano: • Tuo fratello dopo la benedizione
e la novena sta meglio; i dolori sono quasi spariti
e comincia a vederci i.
Crèbbe quando in una terza lettera aggiunsero:
• I medici che finora non davano speranza di salvargli
l'occhio constatano che si trova fuori pericolo. Anzi
la stessa cicatrice sta scomparendo e ci vede •·
Difatti la leltera dei genitori era accompagnata da
un'altra, scritta di suo pugno, in cui mi ringra-
ziava delle preghiere che gli giovarono non solo
materialmente ma anche spiritunlmente. Ora è com-
pletamente guarito, ed ba ripreso ìl lavoro. Lo-
finite grazie a questa nostra Buona tvfamma celeste.
Rtcìfe (Pemambw:o), 7 ottobrt 1935.
EMILIO S1mAFIN, salesiana.
Guarùce da mem11gite cubucolart. - Adempio la
promessa fatta di publ;,licare una grazia segnalatis-
sima ottenuta per la media«ione di Maria SS. Ausilia-
trice e pe.r l'intercessione del caro Santo G. Bosco.
la aprile mio fratello Davide, alunno del Semi-
nario Serafico dei PP. Cappuccini di Trento, s'am-
malava di meningite. Ben tre medici constatarono
W\\aoimi la presenza del terribile morbo. Fu portato
all'ospedale, gli si praticò una iniezione lombare: il
caso, gravissimo, fu ritenuto dillpemto, trnttando!!i
anche di una. forma tubercolare. Venne trasportato
in tutra fretta a ca~a nostra il triorno dì Pasqua fra
la desolazione di tutti_ [n quei momenti terribili
e angosciosi mi rivolsi con tutta fiducia a Maria
Ausiliatrice e a S. G. Bosco e feci uOR novena con
promes.'la di pubblicare la grazia e di dare un'offerta
alle Open: salesiane se mi a~sero ottenuta la guari-
trlone del mio povero fratello. Fui proprio esaudita I
Mio fratello venne ben presto a star meglio e in
breV\\! si rimise in ottima salute. Da due mesi è
rientrato in Seminario e (lOtè riprendere i suoi studi
con gran meravi~lia di tutti.
Con animo riconoscente a!lsolvo il mio voto e
depongo l'offerta -a pro delle Opere salesiane.
Reiiò(1re:,1to), Z9 ottobre 1935. MARIA FHRRARI.
U110 bella l(J"OZ/(1. - Rendo le più vive grazie
alla Vergine SS. Ausiliatrice ed n S. Giovanni Bosco
che mi ottennero la guarigione di mio figlio Fronco,
- - il quale, ammalatosi di tifo, andava sempre peggio-
rando ad onta di rutti i soccorsi della scienza, fino
a far temere una catastrofe da un momento all'altro.
Essendo assiduo all'Oratorio D. Bosco in Via Nuovn
del Campo, un giorno, ebbe la visita di un salesiano
che gli portò la reliquia di D. Bosco.
, Si tentò di fargliela baciare e, mentre fino a11ora
non aveva dato segno di conoscenza, insensibile a
tutto, con m,a gronde meraviglia e gioia immensa
baciò la Reliquia e bolbettn confusamente il nome
di chi gliela porQevu.
Fu l'inizio di un progressivo miglioramento che
lo trasse di pericolo. Ora è completamente guariro.
Napoli, 4-Xl-35. XIV. RO~tNA L01\\m.~no1,1.
Una wa::ia... dopo l'altra! - Soffrendo da mesi
sen?..a saperne la cagione, dovetti consulro.-e un dot-
tore; ma prima mi rivolsi fiduciosa a l\\laria SS.
Aus. e a S. Giovnnni Bosco perehè lo illuminassero,
e fuj pienamente e~udita: mi venne indicam la cure
di cui abbisognavo ed ora sono guarita.
Anche una mia sorella e due miei nipotini abb,-
sog-navano d'una grazia grande e l'ottennero colla
intercessione di Maria Aus. e di S. Gio. Bo~co.
Io poi altra volta domandai la guarigione, da nefrite,
d'una povera donna già confortata dagli ultimi
Sncrament• e l'ottenni.
La -cooperatrice Rihba Francesca era tormentata
da un terribile mal di denti: provò tutti i rimedi
possibili e immaginabili... nessun sollìevo. Appli-
cata sulla ~,uancia una reliquia di S. Giovanni Bosco,
sull'istante fu liberata dal suo male. Ca stessa coope-
ratrice avendo smarrito un caro oggetto lo ritrovò
per intercessione del nostro Santo.
Con infinita riconoscenza.
Cnuour, 28-VlIT-1935.
BUPFA CATERINA
Don Bosco S. m1 lta 1alt1'IIO la mnmmnl - Nell'ot-
tobre scorso la mia cara mamma per un intossica-
mento diabetico fu ridotta in fin dì vitn. Onta la
i;:rave età di 70 anni ogni speranza era perduta no-
nostante le intelligenti cure cli un valente sanitar-io.
Solo un miracolo la poteva salvare I
Aveva ormai ricevuto i conforti di nostra santa
Religione, quando, nel momento della maggior
nnj?oscia, arrivò mia sorella suom di Maria Ausilia-
trice. Ravvivata la nostra fede, ci rivolgemmo al caro
Padre S. Giovanni Bòsco con una fervorosa novena,
supplicandolo e strap1Jarci dal Signore la snlve7.za
delln mamma e facemmo inRhiottire alla cara inferma
piccolissimi ritagli di una reliquia • ex indumentis >.
Subito si manifestò un sensibile migliommenro,
che continuò oon nostro _grande conforto, fino alla
completa guarigione. Il buon Padre ci aveva esaudite I
Con l'animo ripieno della più viva riconoscenza
compio la promessa fatta di ringraziare pubblica-
mente il caro Santo, mentre lo prego a conservarci
la sua paterna assistenza, e a ottenerci altre grazie
che attendo con viva fiducia.
Torino, 4 .novtm1hre 1935.
GruSEPPtNA 8ARBRRI.S.

3.7 Page 27

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Mi aiuta a (armi una posizione. - La mia famiglia,
composta di cinque persone, fra cui due vecchi
cadenti, era ridotta alla più angosciosa miseria.
L'unico sostegno ero io che, costretto ad interrom-
pere gli studi per mancanza di mezzi e per inca-
pacità, mi davo ora ad un genere di lavoro ora ad
un altro, senza mai riuscire a risolvere l'assillante
problema del pane quotidiano.
Vedevo davnnti a me come meta sicura solo il
conseguimento di un titolo di studio, ma sia perchè
impreparato, sia per eccessivo timore, non osavo
tentare gli esami.
Pregai la Madonna Ausiliatrice, di tutto cuore, che
mi ottenesse dal Sii;i:nore me.:r.zi e forza necessari
e. confidando odia sua intercessio ne, ho affrontato
e superato felicemente la prova, nuscendo ad otte-
nere il diploma di maestro elementare, che oggi mi
consente un.u occupazione degna e una vita cri-•
s tianamente modesta e tranquilla.
Di ciò rendo pubbliche grazie alla Madonna
Ausiliatrice che con tanta misericmdios:1 bontà mi
ottenne dal suo Divin Figlio tnnto benefizio.
S. f,'/orio del lo11io, 7 ottobrt: 1935.
lns. ANTONIO 1\\11/IRI-IA.
Una ,er1e d1 grazie. - Avevo oppena otto anni
quando cominciai a provare le pene e i dolori della
vita. Colpita dn parnlisi alla schiena dovetti indossure
un busto spe.cinle per 4 anni senza ottenere nessun
giovamento. Consultat.o un altro dottore, mi fece
indoi,snre un busto di gesso per 28 mesi. e per sei
mesi un busto dì ferro. Quante sofferenzeI Ma avevo
riposta ogni mia speranza nell'intercessione di Maria
Ausiliatrice ed Essa mi consolò ottenendomi la
guarigione e procurandomi lavoro conveniente per
guadagnarmi la viia.
Alcuni anni dopo mio papà venne colpito da ence-
falite e fu ancora l\\1aria SS.ma ad ottenergli la salute..
Passata a nozze avevo bisogno del permesso per
poter aprire una botteguccia e, raccomandatami a
San Giovanni Bosco, con una novena, ottenni
quanto desidd'llvo; ma, avendo il marito disoccupato,
ho dovuto sacrificarmi in tutti i modi per tirare
innanzi. Passarono così 5 anni senza ch'egli potesse.
trovare un'occupazione, quando, avvicinandosi il
giorno della Canonizzazione. dj Don Bosco ravvivai
la min fede e lo raccomandai caldamente alla sua
intercessione. Una novena dopo l'altra, continuammo
a pregare per un anno intero e finalmente la grazia
venne· mio marito trovò il sospiratissimo impie~o.
L'ultima grazia che desidero segnalare è di ordine
spirituale. Un mio cugino, figlio unico, s'era grave-
mente ammalato ed aveva posta ogni speram.a nella
intercessione del Santo. Ma Don 0nsco invece di
ottenergli la guarigione del corpo gli ottenne quella·
dell'anima facendogli fare una $Onta morte, conforta-
to dai SS. Sacramenti, a solj 23 anni.
Con profonda gratitudine
Tro.fQTe/lo, 1935.
Z11ccfl Ì! ANGELA n. MARNETro.
Guarito da più malori. - Il mio caro nipotino
Stefanino di cinque mesi, il 17 febbraio u. s. fu
colpito da polmonite, pleurite ed enterite. li caso
era assai grave. li piccino deperiva ogni giorno, e
il dottore stava per perdere ogni speranza.
In tale frangente, ricorsi con tutta la famiglia,
col cuore angosciato, all'intercessione della nostra
mamma celeste l\\1aria Aus. e di S. Giovanni Bosco.
Le nostre preghiere furono esaudite. Stefanino
cominciò a migliorare, ed ora si trova completamente
guarito senza alcuna traccia dei mali sofferti.
Tutta la famiglia riconoscente, implora continua
protezione, e manda un'offerta per l'ampliamento
della Basilica.
Val~ra11a, 15 tettembre 1935.
BENEDl!TTO GtOVANNl, Decur1011e.
J1.1, guarisce ti marito. - Immensa ~ la mia ~ati-
tudine alla cara .J\\'ladonna Aus. ed a Don Bosco
Santo per la riconquistata salute di mio manto
dopo grave e lunga malattìa.
Mornico al Se,-io, 3-Vlll-1935.
PELI.TCCIOLI lNES.
li mio dottore prega e Do11 Bosro 111teroiet1e. -
La sera del 30 agosto 1931 rincasando !rovai la
mamma, lasciata poche ora prima in perfetta salute,
stesa a terra in uno stato cadaverico. Lo spavento e
la convinz;ione che mamma fosse morta (non avevo
osservato che ancora un tenue filo la teneva in vita)
sconvolsero talmente le mie facolt:\\ mentali ed orga-
niche che per dodici ore rimasi fuor dei sensi e per
due mesi non poteva deglutir nulla. Per colmo di
sventura quando il medico mi tolse dal letto, con
straziante sorpresa di tutti, ecco urio squilibrio
completo nell& deambulazione: facevo tre o quattro
passi, poi cadevo a terra; non riuscivo assolutamente
a regge.uni senza appoggio sicuro. Dietro consiglio
del medico condotto dott. Loremr..o Porta, vennero
consultati parecchi specialisti, che pronosticarono
tuttavia la guarigione. l\\,Ia tutte. le cure, lunghe,
dolorose, costosissime che mi ordinarono non die-
dero alcun frutto. Il 7 gennaio 1935 mi misi e letto
coo febbre, tosse, raffreddore, una vera influenza.
Gli altri sintomi scomparvero in ,o giorni, ma la
febbre, dopo aver raggiunto altissimi gradi sempre
intermittente, d'un tratto si arrestò su unn massima
di 37.8. Non riuscendo il medico a Spiegare gli
scherzi della temperatura, decise di mandormi
all'Ospedale. Quivi dopo lunghi e ripetuti consulti,
dopo parecchie radiografie, ed attente osservazioni,
si concluse che 111 capricciosa fcbbricciauola era
affatto misteriosa. Rimasi circo quaranta giorni
nella casa del dolore e gli ultimi dieci li passai senza
poter ritenere alcuna sostanza alimentare. l genitori
-vista la situazione. dolorosa decisero di ricondurmi
a casa. Ma proprio il giorno del mio ritorno in fa-
miglia, il dottor Po1·ta prostrato innanzi al Corpo
di S. Giovanni Bosco nella magnifica Basilica di
Torino, si ricordò delle mie pietose condizioni e
chiese al Santo protezione, lume, ed aiuto. Due
giorni dopo era al mio capezzale e, porgendomi
un'immaginetta mi disse ~ Faccia quest'l novena:
è la sola medicina che le posso consigliare •· Com-
presi: per guarire era necessaria una grazia. La do-
mandai a Gesù con tutto il mio cuore, e con S. Gio-
- - vanni Bosco per intercessore sentivo la certezza

3.8 Page 28

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che 1'a,·rei ottenuta. li 19 maggio, ultimo ~iorno
della nOH!na, fatta con somm~ fiducia anche dai
familiari e ,falle Sezioni maggiori e minori della
G . F . di A. C., ful presa improv,iS!lmentc cln fortis-
simi dolori intestinali, scariche diarroiche spaventose,
,·omiti violenti, temperatura a 40. l\\,U sentivo mo-
rii:e l li medico accorso d'urgenza, riscontrò un forte
allacco di rolite che scopri J.1 causa della misteriosa
febbricciattola. Ai dolori colici che durarono 48 ore
seguirono quattro giorni di continue notevoli.s,;ime
emorragie intestinali: la vita era appesa a un'esi-
lissimo filo. Ma il Signore guidò il mio brayo Dottore
ed uppre$tarmi un'effic:ice cun1 di iniezioni endoveno-
se che mi salmrono. Difatti la fobbre in poco tempo
scomparve, la deambulazione riprese o poco n pocQ
l'equilibrio e il 111 luglio ero perfettamente 1/'Uarita.
Serberò l'tcrnu riconosceM:.i ul mio rnlido Tnter-
cessore
Pm•allc (.Brc;scw.), 26-X-35. GIULIA Bro:-.,.
Lri dichiara mtdiea. - Confermo che pregnndo
darnnti all'urna di S. Giovanni Bosco a Torino e
chiedendo a Lui, fra l'altro, lu grazia di pott!r es$ere
sempre d'aiuto spirituale e corporale a quelli che
ricorrc,'llno alle mie cure mi $OMO ricordato in modo
particolare della povera B,oni; confermo che quanto
è sopra esposto dalla paziente corri•ponde a ,•erit.à.
Dolt. LOHliNto POHTA.
Benedice Wtl! difficile op~o:.ione. - Riconoscente
al Santo Don Gio\\'anni Ilo~co son heta di poter
attestare che mio figlio .Eu!!enio di ann, 15 venne
fin dal mese di !rlugno soltoposto ad operazione
rufficilissima. Preoccupnm dell'esito della medesima
l'a.ffidni alla potente inrerccssione del Santo e, contro
ogni umana previsione, l'operazione ebhe esito
felice s,cchi; mio figlio è completamente l?\\Jarito ed
io compio la mia. promessa.
Vercelli, 27-X-35.
GABBA MARIA.
U11 bimbo salt'o da certa morte. - Un n\\io bambino
fu culpito da bronco-polmonite seguita do settice-
mia generale. Con persone runiche mi rivolsi all'in-
tercessione di Don Bosco Santo, mentre il male
face,"a rapidi progressi. Si tenutrono tutte le cure
per sal\\'arlo; si ricor~e ancbc alla trasfusione del
snn(!uc. l\\la tutto invano I L:na notte il malJltino
fu sorpreso dal rantolo ed O~'T1Ì mia speraoz:1 stava
per s,•anire, quando spontnncamentt! si riebhe
scoppiando in una crisi di pianto. Era la sah-ez7.a I
L:J febbre scompan·e ed il bimbo iniziava la conva-
l~scenza.
Commossa ringrozio il nostro Santo e prometto
ctcrnu rkono~cenza.
Napoli, , 3-VIII-1935. l1Alllt.L.~ A1.\\IBR1ND,\\.
."IJirncoloramen/e risanata! - Colpita d,1 malattia
polmonare fui curata per molti mesi c<>l pneuma-
torace e, pur peggiorando, non perdei la fiducfa
ndls intercessione della Vergine Au$iliatrice che
im·ocavo fen•orosamente.
Di,·enuta. mammt1 d"un ('aro angioletto, mi ras-
segnai a ridonarlo al Ciclo. lntanto il Bollettino
Sa{rsidno mi fece conoscere le 1:rrazie straordinarie
- - ottenute ·dn f.. Cio. Bosco ai suoi ùi\\·oti e aflìdui la
26 --..
mia guarigione anche alla sua interce.">.~ione. Applicai
la sua reliquia sul polmone malato e dopo tre fervo-
rose novene sentii come una potente SCOSSII per
tutta la person11: mi svegliai e mi troV<li guarita I
All'esame radiografico risultò la mia pcrfettn salute
come se mai avessi sofferto del terribile male I
Riconoscente e commossa ringrazio l\\laria Aus.
e Don Bosco Stmlo.
Padernello, 1-IX-1935. TROMBETTA OTTAVIA.
/vfi ;::,wnsce il bambino. - li mio Gilberto fu
colpito da febbri reumatiche complicate con mio-
cardite e pubniocardite che tolsero ogni speranza ni
n~edJci curanti. Allora, in uno s.la.ncio di fede, affidai
fu guarigione del fiidio all'intercessione di San Gio.
Bosco. Passarono pochi gio, oi ed egli cominciò a
migliorare ristabilendosi rapidamente in perfetta
salute.
J',fo11/l'j>t1fciano, 1935.
MORGANTI 1'iru.a.
Salva mio marìto da certa morte. - Il 3 giugno
u. s. mio marito attendeva a sistemare il fieno nel
fienile quando scivolò e cadde battendo il volto
sullo ringhiern sottostante e riportando la frattura
della ma~cella destra. Dalla ringhiera venne sbal.mto
nel porticato vicino e di là raccolto come morto.
In tanta disg-rszia ricorsi subito con fe<.lc all'inter-
ccss,one di l\\lario Aus. e di San Giovanni Bosco
esclamando: • Salvatemelo Voi I•· Accorsero un sa-
cerdote e un dottore che riscontrò in mio merito
franure complicate e, dopo le cure del caso, di-
chiarò che oc a,Tebbe avuto per ianto tempo. l\\Ia
in famiglia iniziammo una fervida novena di pre-
ghiere invoaindo l'intercessione del nostro Santo,
e al ter1.o .r,:iomo .cià l'infermo poteva !asciare il letto,
gu:mmdo in breYe completamente.
C!tiampn, ro-IX-1935.
PA:--1 PA0UNA, Cooperatrice Sales,ana.
U110 grazza straordinaria. - 11 23 agosto u. s.
improvvisa.mente mi s'incendiò un fornello 11ù alcool
e riportai ustioni di primo, secondo e terzo grndo
a tutto il viso, alle mani, parte del ca.po e al brnccio
sinistro.
In quel terribile frangente, temendo soprattutto
per la vista, invocai lo Vcr,gine Aus. e San Gio.
Bosco ed Essi mi ottennero dnl Sii:more un pronto
intervento che in venti giorru mi guarl completa-
mente. Riconoscente, invio una tenue offerta.
Torino, 15-X-1935. STRADELLA 'l'llRF.SlN'A.
,Ui g1<ari.fce il padrt1. - Mio papà nell'agosto del
19:14 era stato colpito da forte infiammazione alla
~nncia destl'8. Operato in settembre, si spera"a in
uno pronta guarigione, ma il male si osrinava. llllll
sera dell'aprile scorso appliL-ummo allu pnrte amma-
lata unu imma~mc d1 Don Bosco Santo con reliquia
• ex capsa • cd ecco premiata la nostra fiducia nel-
l'intercessione dèl novello Santo: all'indomani l.1
f,;ritu prese a rinrnrgimtre e, il 20 agnqto 1935, il dot-
tore cur,inte constatò la guarigione completa I
Un1u1men1e aUa mia famiglia invio un'offerta per
l'altare do engersi in s1.10 onore.
B11011a/bergr,, 21-IX-1935
TANCREDI ANTo:-110, C!t.co Salesiano.

3.9 Page 29

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Gua,ita a/J'istmrt~. - Nel settembre r934, Car-
cionc Angiolinu di Vincenzo e di Fontana Teresina,
di anni ro, doveva essere sottoposto ai ferri chirurgici
per ple1,ril~ purolenta. Col cuore stretto dal dolore,
i genitori già accompagnavano al Sanatorio la loro
unica figliuole. terrorizzata, quando quesm, come per
ispirazione, si rivolse ad una parente pregandola di
recarsi al nostro Istituto per una reliquia di S. Gio-
v-.rnni Bosco, essendo essa una nostra oratoriana.
Gliel11 demmo ~ubito e i genitori pieni di fede nel-
l'intercessione del Santo, gliela posarono tosto sulla
parte ammalato.
All'istante stesso, la ragazza senti nllevinrsi come
d'un pes<> e il medico sot.toponcndola ad un'ultima
S. Giovanni Bosco, e applicai sulle parte ammalata
una piccolo reliquia del Santo.
Con somma meraviglia degli astanti cominciò
subito UD norevole miglioramento, tanto che un
valente professore chiamato per tentare un atto
chirurgico dichiarò che la malattia non solo aveva
superata la tàse più acuto, ma era tanto scemato da
non esserci più alcun bisogno di operazione.
Cosi dopo brev~imo tempo lasciai il letto e in
breve mi sono rimessa quasi completamente.
Ringrazio D. Bosco d'avermi ottenuta la guari-
l!'ione, adempiendo la promessa fotta.
S. Pellegritto, 11-TX-1935.
CF.StRA LU!-IARDI.
La nuova chiesa dd ono..e di San Giovano! Bosco a Manaos nel Brasile. accanto all'Jstl1u10 salesiano
visita prima di operarla, trovò, contrariamente a
quanto aveva c,mstotato la sera innanzi e nelle ri-
petute visite, che il suo intervento non era affatto
m:cessario perchè il mali' m-a co111pletame11te scomparso.
La raga7,za gode tutt'ora perfetta salute e ricono-
scente al Saetto della ~oventù, rende pubblica la
grv.ia.
S. Agata, Settembre 1935.
Suor MARCHl!SR ADELE, F. M. A.
DiretlrictJ del/'l!tit11to Zito.
Evide111a 1111eri,.e1110. - Il 22 giugno u. s. ebbi un
fortissimo attacco di nppcndicite cui sopraggiunse
la peritonite che aggravò tanto il mio stato da farmi
consigliare l'Estrema Unzione. Mi venne ammini-
strato tre giorni dopo.
lJ 26 giuITTto straziat::i dall'eccesso del dolore, mi
rivolsi con molto confidenza ali'intercessione di
Gra::ia segnalata. - C<>l cuore pieno di ricono-
scenza adempio le promessa fatta al nostro ca,·o
San Giovanni Ilosco col rendere nota la grazia otte-
nuta per sua intercessione.
li Rettore del Reale Collegio Capizzi, soc. prof.
Vincenzo Portaro, nostro benefattore, ebbe a sof-
frire di epistassi trovandosi ripetute volte in condi-
ziom gravissime.
In mezzo alla più viva trepidazione insieme alle
Suore, ragazze e bambim dell'asilo, mt rivolsi oon
fervide e fiduciose preglùerc nl nostro caro Sanlo
Don Dosoo, perchè ci ottenes.'le dal Signore la gua-
rigione del nostro Bemifattore, con r,romcssn di
una modesto offerta per le Opere Salesiane. Il
Santo ascoltò la nostra preghiera facendo cessare
totalmente il gravissimo disturbo.
Riconoscente prego si pubblichi la grazia nel
- Bollettino Salesiano. affinchè questa mia relazione
27

3.10 Page 30

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,•alga a rendere maggiormente noto San Giovanni
Bosco e ad accrescere in Lui la divozione
Bronte, 26 aprile r935.
Sr. FORTUNATA Pmm.
D,r~tlrice dtllo SCffolo materno « Soro Rubino •·
Salva da mem11gite. - Ancora una volta per in-
tercessione di Don Bosco ho ricevuto una grande
grazio!
L'ultima delle mje figliuole fu presa improvvi-
samente da febbri terribili, e visitata da cinque
dottori, tutti constatarono che trattavasi di me-
ningite. 11 caso era disperato l Ci rivolgemmo con
grande fede a S. G. Bosco e ne fummo esauditi.
Dopo quindici giorni, la nostra ammalata potè
alzarsi da letto per la prima voltll, e camminare
liberamente ~enza provare nessuna conseguenza,
come pur troppo si verifica nella terribile malattia.
Monduvì, 26 aprile r935.
MARIA CmAVARlNO.
Grru:1a prodigiosa. - Ln mia bimba Rita, di
undici mesi, fu colpita de bronchite capillare. La
malattia, manifestatasi grave fin dall'inizio, non
faceva sperare in umi guarigione tanto che il me-
dico curante e precisamente il Prof. Di Capua, spe-
cialista di bambini, mi dichiarò, il nono giorno, che
solo un miracolo avrebbe potuto salvare la piccina
e che pertanto si facessero i preparativi per J_a im-
minente catastrofe.
Ero ormai disperata, quando mio marito e mio
fratello tornando a casa mi consegna.tono un'imma-
gine cli S. Giovanni Bosco, trOVjltB per combina-
zione nella strade e mi pregarono di metterla sotto
il guanciale della bambina. Da quel momento su-
bentrò in me una gran fiducia e con devozione
cominciai, con la mia famiglill, una novena aJ Santo.
Ma la bimba si aggravò nella notte e in una delle
terribili crisi stava proprio per losciarci. Eran ~li
ultimi sforzi del m_aJc. Poi subito si riebbe in modo
del tutto miracoloso e cominciò a star bene.
Con l'animo riboccante di gratitudine rendo grazie
al gran Santo.
Foggia.
Dott. TERESA Russo P1ccOL1.
J\\1ìgliwomeuto promeltcnte. - Colpita improv-
visamente dal mnle che non perdona, quasi alla
vigilia delle nozze, fui ricoverata in un sanntorio
dove mi si prodigarono tutte le cure possibili, m_a
senza speranza di guarigione. l\\1i votai allora a
S G. Bosco che stava per sa.lire sugli altari, e nel
caro Santo ebbi sempre fiducia nonosmnte una
pleurite che per dieci mesi m 'afflisse ritardandomi
le cure del caso. Ora sto bene e a detta dei medici
curanti potrò presto tornarmene in famiglia. Rico-
noscentissima al grande Taumaturgo invio un'of-
ferta pel suo altare riservandomi di completarla
a grazia finita.
Brescia, 24 marzo 1935.
ALilssANDRA BARONCHllLLI
dell'Oratorio di S. Agata.
Nankim (Cina). - Progetto della nLLova SCLLol:1 Proressio11ale Salesiana
Duplichiamo 1 Cooperatori di Don Bosco Santo!
Ogni Cooperatore ce ne procuri ahneno uno nuovo
-
- e ce ne mandi l'indirizzo preciso.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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DON BOSCO, UNA GRAZIA DI MARIA AUSILIATRICE
E LE OFFERTE DEI COOPERATORI
Il XVI volume ,it:/le «Memorie Bir,grofiche ap-
parso nel 111/!Se di al{osto ci dà notizia di u11 viaggio
a Pistofo compiuto dal Sm,to 11el/'agosto 1883 con
Do11 Costamagna per benedire w, malato, e narro 1111
,;razioso episodio che me11tre farà ridere i ,iostri CorJ-
peroto, i, crmfer111erà ancora 1111n ,,ofta fa storica l(t1a-
n'tfi011e del Co,,te di Clw111bord, operata da Do11 Bosco
colla benedizione di /llfana Arisilwtrice "" mese prima.
(V. r.ol. <il. capo Xl). I giornali ,mtidericn!i 11e
m•roano dato 1111<1 mriosa vasio11e rht D. Bosco ap-
prese in questo i•ia,u:io.
Trau.riv1mr10 il ·racconto come s, trO'l.,a da pag. 302.
a pag, 307.
Il Santo, arrivato a Pistoia e benedetto l'infermo,
non istette là più del necessario, ma si affrettò al
ritorno.
Alla smzione di Piacenza salirono tre individui:
un chierico che, salutati i due preti, si sedette in un
angolo del vagone; un notaio, che si mise dalln parte
dov'era Don Bosco, vol!(endo cioè la faccia alla
macchina; un com.messo viaggiatore. Don Costa-
magna ern di fronte a Don Bo~co, sicchè k loro gi-
nocchia si toccavano. li commesso entrò colla sua
borsa a tracolla, con la grossa valigia di cuoio in
mano, le saccocce piene di carte e itiornali e con un
largo cappellaccio in testa, sotto il quale splendevano
due occhi che gli davano un aspetto strano. Salutò
coloro che stavano già dentro, depose il suo baga,11!lio
e quindi con maniera di&involta estrasse un giornale
e cominciò a parlare un linguaggio barbaro, me?,zo
italiano, frnmmischinto ancora di vocaboli apparte-
nenti ad altre lingue
- Signori, hanno udito la sorprendente notizia?
Il Conte di Cbambord è guarito. Qui il giornale
racconta il fatto. Un giorno una ragazza si presentò
al Conte e gli offerse un fiore. Da quell'istante il
Conte fu risanato. È una cosa meravigliosa, vera-
mente meraviglit,sa.
- Ma scus.i, signore - g li rispose ii notaio - la
cosa non è andata cosl.
- \\.Ja come? Ln notizia è data per cerro dai
giornali. Chi l'ha guarito dunque?
- Don Dosco di Torino con la su.'! ;\\fadonna.
Don Bosco urtò allora con le s.ue le gmocchia di
Don Costrunagna, facendogli un sorriso. Don Co-
stamagna fece contemporaneamente la stessa mossa
come per dire che aspettnva qualche bella scena.
In quel momento il treno si rimise in moto. Si accese
tosto una disputa fra il notaio e il commesso che
era un belga. Il fragore del carroz7,0nc coprivo in
gran parte le loro \\'Oci; ma Don Costamagna stava
con gli orecchi tesi per seguire come poteva il loro
rngionamento. Dalle parole del notaio si rendeva
manifesto che era persona cattolica e che aveva
grande stima di Don Dosco; il belga invece appariva
un incredulo. lnfatti non solo negava che Don Bosco
avesse potuto guarire il Come, chiamandolo un
impostore, un ciurmato,e, ma diceva essere una
superstizione credere a quei miracoli, a quelle ~un-
rig,oni, di cui sovente si parlava. Fandonie, nien-
t'altro che fandonie essere e cose che narrnvnno
cli Don Bosco. -Ma che cosa è poi la benedizione
di un prete? Che cosa è un prete? Un uomo come
un altro I
11 notaio, che lo ribatteva con ragioni precise, qui
ebbe buon giuoco. - Lei si contraddice, signore.
Protesta di non credere alla Madonna e poi cniJc
ad un mazzolino di fiori; non ha fede in Don Bosco,
e poi il potere che nega a Don -.Bosco, lo accorda
ad una ragazzina. Fra credere e credere, trovo più
ragionevole la mia credenza che la sua.
Intanto il treno, rallentala Io corsa, si avvicinava
o una stazione. La disputa era cessata. Tutti tacevuno
Don Costamagna domandò a Don Bosco il permesso
di entrare nella questione. - Fa pure I - gli rispose.
Alloca Don Costamagna, rivolto al notaio: - A
quel che pare, disse, lei ama molto Don Bosco.
- Oh sl I Lo amo e lo stimo grandemente. un
uomo che ha fatto tanto bene alla povera gioventù.
- Lo conosce ?
- T't!rsonalmente no. Ma lo conosco per quello
che la fama predica di lui. Ho !erto i suoi libri cd ho
visto le sue case di Francia e specialmente quella
di Nizza Marittima.
- Sono ben contento che ella apprezzi tanto
Don Bosco, eppure le dico che non sa ancora tutto
quello che Don Bosco si merita. Veda, io ho fatto
tremila leghe di viaggio, ven~o dall'America, e so-
lrunente per vedere Don Bosco.
- Dall'America?
- Certo; io sono uno de' suoi fif{li; entrni ne'
s.uoi istituti fin da piccolino. Avevo perduto mio
padre. Egli mi ha fatto da padni con tutte le cure
po~sibiJj sia per Hmantenimenro che per l'istruzione
e l'educazione.
- È stnta unn grande Fortuna per lei I
- E questa fortuna fu divisa con me da moltis-
simi altri. In ogni citrà d'Italia sì pub dire che c'è
qunlche beneficato da lui quand'era fanciullo, ed
egli continua sempre a fure del bene alla gioventù.
Don Bosco è davvero un grande e santo uomo.
Lei dunque non l'ha mai visto?
Mai.
- Desidererebbe vederlo ?

4.2 Page 32

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- l\\1a si, certamente e con tutto piacere.
- Lei dunque dice di volere un i;:ran bene a
Don Roseo?
- Chi non vorrebbe bene a quell'uomo? Le assi-
curo che ebbi sempre per lui la massima venerazione.
- Ebbene, io sono quasi tentato di farglielo ve-
de.re Don Bosco.
- Potrà farmi vedere il suo ritratto
- Ob non il suo tttralto, ma lui in perSOna.
- Allora bisognerebbe che mi conducesse a
Torino; ma m questi momenti i miei affnri me lo
impedirebbero. Eppure ci andrei tanto volentieri I
- Non voJl'lio condurla a Torino per vedere
Don Bo~co.
- E come dunque?
Don Dosco tranquillo con un sorriso appena per-
cettibile seguiva il dialogo. Il chierico e il faccen-
diere bel,lll non perdevano sillaha. Don Cosrnmagnu o
questo punto dis~e al noinio: - Ecco qui Don Bosco.
A queste parole i tre viaggiatori, come spinti d.i
una molla, balzarono contemporaneflmente in piedi
e caddero in ginocchio. Il Belga colle mani giunte
dice,'11: - Pardon I Oh buon Dio I Ou.ale sorpresa I
Mi perdoni le mie incaute parole I - Era una scena
commovente I Don Bosco diceva: - È nulla, nulla,
non sono offeso; si alzino. - Dette quindi alcune
parole di complimento, volendo lasciar loro un
sua memoria, cavò fuori alcune medaglie d, .l\\laria
Ausilialrice e ne diede una a ciascuno.
- Grazie, gra:zie I esclamava il Belga. Oh io voglio
bene, ~a, alla :\\ladonna. Veda. - E trasse di sotto
al vestito una med.lglia che porra"a appesa al collo.
- Me l'ha Tegalata mia madre quand'ero fanciullo.
Sempre l'ho portata in dosso. Essa m'ha liberato da
tanti pericoli e specialmente in una tempesta orri-
bile dur.mte un viaggio nelle Indie. Si fece naufragio,
fummo gettati sulle coste indiane, io rimasi a lungo
fuorj dei sensi, ma potei essere condotto in sal\\'o.
Là, senza soccorsi rimanemmo tre giorni in paesi
infestati dalle tigri, dalle quali ci difcmdcyamo la
notte accendendo grandi fuochi. Finalmente una
na,·e c'imbarcò e ci portò alla nostra destinazione.
J\\,fa lei, Don Bosco, è vero che ha tanti collegi e
tanti giovani da mantenere?
Don Bosco gli dipinse con poche parole le grnn-
dezza della sua opera.
- Ma lei dunque dcv'cssere ben ricco, deve
possedere milioni I
lo non posseggo nulla
- Ma com'è possibile senza aver nulln mante:ne,e
tllnti ospizi ?
- La l\\Indonna è che li mantiene.
Mi perdoni, ma io non cnpisco. Non è possi-
bile, sono pietose fantasie.. Oggi, far supporre
aiuti celesti... sono passati quei tempi, in cui...
!\\la basta: anch'io \\'oglio concorrere per quel che
posso ad aiurn.r11 nelle sue opere. l'reodn uon piccola
---- --- offerto. - Ern una moneta d'oro da 20 franchi.
30
Don Bosco lo ringraziò e soggiunse aorridente:
- Osservi bene; lei stesso la risposta alle obbie-
zioni fatte pocanzi. Come la Madonna ha mosso
il suo cuore ad aiutarmi, cosi ne muove mi•
gliaia d'altri a venire io aiuto dei nostri gio-
vanetti.
Quando si se.pararono, il Belga volle 8cambiarc
con Don Bosco il biglietto di \\'Ìsita promettendogli
che passando per Torino, sarebbe venuto n trovarlo.
Più piccante episodio accadde nell'ultima parte
del viaggio. Ad Alessandria salirono nuovi vialf~R-
ton in quello scompartimento. Uno di essi GO·
minciò a parlar male di Don Bosco dipingendolo a
neri colori e dicendo che era un avaro e che ammuc-
chiava danari con l'ingannare i gonzi.
- Scusi, fece Don Bosco, lei conosce Don !kJg<:o?
- S'immai:-ini, se Io conosco! Sono torinese e
'ho visto spesse volte.
- Eppure 10 non cre<lo che Don Bosco abbi3
tutti quei danari cbe lei dice.
- Ma lo vuol dire a me? Don Bosco è furbo,
VU-OI arricchire la famiglia e ha già comprato molte
pos.~essioni.
- fo non so che a Castelnuovo egli nhbia posse-
dimllnti.
- Si, s1, , suoi fratelli sono dìventnri ricchi.
- Perdoni, ma Don Bosco ,n-eva un fratello solo.
- O più o meno, il fatto sta, che 11 fratello di
Don Bosco, mentre prima era povero contadino,
oro ha carrozza e cavalli.
- Ed ·o le dico c hr ù fratello di Don Bosc-o è
morto da più di vent'anni.
- Sia come si vuole, ma non potrà negare quello
che io conosco benissimo.
- Ebbene, se vuole c,.warsi la curiosità. vada
a Castelnuovo e vedrà che Don Bosco ha due soli
nif)Oti, i quali coltivano un poderetto e nullo più.
- Ma dunque lei mi vuol dare del mentitore?
- lo non le dò del mentitore; dico sofomente che
quanto lc:i afferma, non è secondo verità.
Cosi si questionò per un pezzo. I vingt?iatori si
mostravano propensi a credere vero quello che il
prete diceva. Quand'ecco a Felizzano affncciarsj
allo scompartimento il barone Cova, che, visto
Don Bosco: Oh, Don Bosco • - esclamò salurnn-
dolo e facendo per mtrattenersi l'amiliarmentc con
lui. I viaggiatori diedero in una risata e quel tale
tutto confuso balbettava parole di ~cu~a.
Don Bo~co sorridendo gli rispose:
- D<lSidererei darle un com;iglio; e sarebbe cli
non parlare mai male di nessuno o almeno guar-
da.re prima bene chi le sta vicino. Potrebbe darsi
che quello stesso con cui parliamo, sia proprio
colui del qlÌllle laceriamo la fama. li meglio però si è
parlar sempre bene di tuui e-, non potendo parlar
bencJ, lt\\cere.

4.3 Page 33

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Ringraziano ancora della loro intercessione
Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco:
Sri/ano Calogera (Algeri) per aver salvato da mutila-
zione un suo ,unico.
Pocileo C. (Napoli) per l'ottenuta guarigione ddllà con-
so=.
Capiz,.; Scarriollo Ro.<inn (San Cuwldo) pel pronto
ri~tabilimento in •alute del figlio colpito da pleurite.
Brm:o Sr. Aclelitta F. ,,1. A. (Sant:11 Cruz • Argenriru1)
per l!'Uari~ione da reumatismo acuto, Jopo tre anni di
sofferen2'e.
Vc::::.oli ,1/arco (Zandobbio) per la J!Uang1one della
n1nglie al termine d'una fervo.rosa novena.
BaldoHti .Ilaria (:li!ìl.uno) per guari1tione d'una lesione
ncn·o~n.
Vtlla Gi,rr a,ma ('.\\Jalta) per l'ottenuta .quRnlflone dj
una •orella tormentata da febbre elevaw.
,1fa,,a(i .Varia (Branzi) per la Mlvczza dl!I bimbo
Q,..,aldo Ja certa morte.
Bojlt;1 G. E. pel l't!lice 4\\lporatnento ili gravi cr:is,, dopo
J novene " Don Bosco santo.
Carbono Gi11uppi11a (Ravagne,e) per l'ottenuta .quari-
irìonc della mamma e pel felice esito di una sessione di
esan1i.
Tesla 1~resn i11 .'lllJlri (Torre dei Roveri) perchè col-
pita, 3 anni di seguito e sempre nella stessa epoca, ,fa
polmonipotè sempre superare la crisi.
in Gio'l[Ì Con111JT1 (:'llodcna) per guaril{ione da una
fiera bronco-polmonite.
For1wroli (I,, .Vforio (Piacenza) per guarij!,ione da UDA
grave affezione polmonare.
Grossi Ror11a,da fu Dm,jtfr (!'i. Bartolomeo del Cervo)
per 1'ottènut,t lìbernzione da luogo penoso.
Cl1111f,ag11a/o Attilio (Altivole) perchè più volte Ma.rià
\\ us. e S. Gio. Bosèo i:li ridonarono la saluh,.
Putri,ii Luisella (Verona) per la guari!tione del figlio da
dolnrosh1s1mn ncvrulgin che lo atraziè per z. llllni.
Loga;;,:, .Wora Bir• {Parma) per rfoupcratn salute dopo
v,iri mesi di sofferen7.e causate d11 colicèstite.
C1'mod,m, A/ice (Aldeno) per la guarijlionc del bimbo
Cornelio, di 15 mesi, ridotto in fin di vita da fiera bronco•
polmonite.
.lforng110 Da11umiro (Cowgnolo) per sjngolar~imc gra-
zie ottenute per intcn:essione dl San Giovanni li<•~co
e di Mario Au1.
·'
Ro/fo ,Jnginli,,a (Fcisoglio) perch~ colpità da improv-
,i~o e grave malore, causato da forte indigestione, scam-
pi, du morte solo per l'intM<:S.•emento paterno dcl nostrO
Santo.
Ceaato Sil~•ià (Coma) per protezione e assistenza ot-
tenuti! in un.a penosa circos:tan7..-n delfn \\~m~
lro110Tdi Clc111c11te e Jam.a (Ronco-Bedrcttc1) per l'ot-
teuuta i:uaritl'ione dj un fo~lio e del capo di casa, colpiti
dli irravi mnlori.
Jfi11nulli .\\Iorio (Auronzo-Villa Grande) per la ricon-
qu.istotn ••Iute della sua hambina.
Turri111 Cov. Gi11,,ppe (Castclhuono) per la ricuperata
salute dclla figliuola Rosertn, colpitR da angina e in-
lluen,.a.
R11.;so GirtS.I'{>µ (Delia) per la guariqione di una figliola
dnpo 15 anni di malattin mcnrnle.
.'Vtrt11n .llo,io (S. Giorgio o Cremano) pel buon esito
derili esami'di mntu.rid.
N. B. (Torino) per la guarigione di una figliuola.
E. Dell'AI(. (Sondrio) per grnzia ricevuta.
Bia Butn Piolli (SonJrio) per In guarigione dèl bam-
bino da fièt\\l polmonite.
."vlaiselli Gùuomiua (Angolo) pe.r la l{UJlrigione della
figlia da ortnte, e ndut:tu ,n tin di 1·itn
N. N. (Napoli) per aver pot\\lto regalare a Don Bosco
Santo due vocazioni.
N. N. (Zurigo) per la segnalatissima gruia ricevulà.
G. M. N. e }am,a (S. Giorgio Lomellina) per le molte-
plici grazie ricevute.
N. N. (Ci~tà di Castello) ~• l'ottenuta guarigione di
emorragia intestinale.
C. S. (Lungavilla) per l'ottenuta guariRione di per-
sona ca.m.
'V• .V. (Nizza Monferrato) pc:r lu guari11ione ili un
giovnnc colpito da tis;,
L. B. M. (Genova) per 11 guarigione dn grnvi dolori
di stomaco.
Ex allict·n dtlla Figlie di M. A. (l\\loncs,glio) pel felice
esito di esame al C<>ncorso Magistrale.
U11 IIIWt!llo sacerdote 11or,aresl! per la scgnalnt1ssimo
gru.,a t,pirltuaJe ricevuta.
A. G. (Rubiann) per la riconquistata salute dop<> 9 anni
di soffcren7e.
l. B. ~filano) rìngrnz,a Don Bosco Sanco che pater-
namente l'sss.islctte durante rcs.emc di m&J{tstcro di vio-
lino.
N. N. (Moncalieri) pd felici~&imll esito di una vcrte.nu
giudiziaria
Sa11 }1"rlino Abat1t-Ga,fa Gemma per l'assisu,ni;a ri-
cevuta durante un'oper02ionc chirurgica,
Zano,i Joln,ulo (Pollone) lieta di essere finalmente
mamma di una bambinn.
Gallardo Consolinn (Vernm Savoia) per la guarigione
da grave malatna.
F. Pio dei Padri Bia,,r/ri (Maison Carr,e - Algeria) per
aver potuto evitare l'amputa2ionc: di una gamba.
Vi11droln L11igi1' (Maddnlene Vico Carutvcsè) per
l'ottenuta guari11ionè da un penoso mal d, gola.
Fne,· Giuuppma (Santa Margherita Ligure) per awr
preservato il marito da 'lrav, conseguenze durante uno
caduta su di uno invetriata.
Da/pia.. Laura (Mezzolombatdo) per l'ouc,nuta gua-
rigione del brsccio sinistro.
L. T. (Cuneo) per aver ottenuto un conveniente im-
piego i,razie all'intercessione di S. Gio. Bosoo.
Jlferati Fclicitn (J\\.1.uggiò) invia una cospicua offerta
per le Opere Salesiane per grazie segruùotissirue ricevute
per intercessione di M11ria SS. Ausiliutricl! " di S. Gio,
Bosco.
Dnnollci, Catia ringrazia l\\Iarin SS. Aus1l111tl'1ce e
San Gio. llosco per il felice esito del •uoi difficili esnmi,
e invocando ulteriore protezione offre l'obolo della ri-
conosccnzu.
Titn Valori (l'edaso) invia uns piccola &omma per
!'alture di S. Gio. Bosco, ,,vendo per sua intercessione
ottc:nuta una grande grazia, proprio quando ogni spe•
runza 1..ra ~vanita.
Inoltre:
Gandionc Anna, G. C., Gonfiantini !\\I. Rosa, Grnffi~
gnu Lucotti Giovanna, L.V., l\\Iaccaferri Maria, Maffci
Federico, l\\.-1archese De Capi:lli, Mauri J\\Taria, :.\\'fi-
chelis Linda, M. 1\\1. di Torino, Mione Renato,
Molinaris, l\\lorero Ida, l\\Ioro Carlo, Motto Marghe-
rita, P. fam.iglfa, Pacileo C. (Napoli), Passaggio fom.,
Petrogalli Rag. Arturo, Picchio Clara, PiO".-.ZO·caporal
Benvenuto, Poggi Eugenia, Rey, Scavino Scilla,
Setti Mario, Poli Maria An11;ela, 1,, Tesio (Carma.
go.ola), Un gruppo di richiamati per le esigenze
- - dell'Africa O.. Viano Giacinta, Viglian1 l\\.lnrghcrita,
31

4.4 Page 34

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NECROLOGIO
Salesiani defunti:
PASQUALE D FR.4....VC/fSCO, sac. dll Ca-
stdletto l\\lerli (Alcs~ndna), t a \\'1cdma (R. Arau1ti-
n.1) il 17-l\\·-1935 a Ro anni di età. Accollo d1cint-
h!nne ,lo S. Gio. Rose-o nel collCJtiO di \\.Iirabclln,
n1111,1iunse il sacl•rdozio nel 1884 e prestò il •110
ministero per 21 nnno nelle cu~e Mk~inne di Frnnciit,
pnss:in,lo poi a Tunisi e quindi m Pataj?oniu ove
svol•<' un prt:7.ÌU$o upqstnla10 che ne serba la memorin
in hcni:dizione.
7.,1 \\'CTJETT..J D. '1~1RCO, soc. da Po"e (\\'1-
cenz.1), t a Victlmn (R. Ar11e11nnn) il r8-Vf-1q35
11 74 nnni cli e111.
Am:he qucsm è un veterano che, :iccolto da Don
Bo<1l-O all'Oratorio nel 1883, p.irtl ancor chierico
p<.:r la PotagoniA e ~volse ndl'Aritcntin• e nel Cile
un luneo e feconùo apostolato san1ificuro infine da
un decennio di !!Offcn•nze che circoscrissero In su11
otu,·it/1 missionaria oll'oraz10ne ed olln direzione
comune con ammirnbile disinteresse. Diede 11lla
Pama tre 6~1i caduti n.:11.i grande guerra, cd ebbe rcr
le Opere salesiane la più offettuosu cooperazione.
TVALDO Glf!SP.PPINA ved. Ciaccone I n
Caliu~1no 1'11-X-1035 n So anni di età. Dopo ~eltc
anni d, penosa mJlìlttia, sopportata con cristi.m.1
ammirohile ras:.egnu1.ione, chiU!IC la 8U3 prc1.ins;1
esisten7.a proJ;1r,111do nellu cariu\\ i suoi b,mi, con
particolare riguardo ,tlle Opere di Don Bosco.
Marstra ,,cARI,J QUARA,\\ T 1 t o Torino il
26-VJI l-1935. Consacrò tutta In sua vita allu educa-
zione dellu ~oventù, che seppe informare a , ero
spirito cmtiano ,e:iruendo il si~1em.1 di Don Ro•co
cui nutriva profondo divor,ione.
Pro/• .1RIST/Dlt Lll.LO da 1'apoli. Cooperutnre
du moltiSl>imi :rnn1. 11\\'C\\'a una tenera divozionc 11
Don Bosco Santo e prodi"8'"' olle Opere sale!'iane
il conforto continuo del suo affetto e dt'!fa sua carita.
Cm,. ARISTIDE GAl/B0.Vl dn J\\opoh. Co-
nobbe rcn;onalmente Don Ilosoo e promo~~e con
tutto il suo zelo l'azione r.alC"lmnn.
sr,irih1-1le neJJ;1 Ca,~ di \\'iedm.,.
PEREZ ARTE.'1TO, eh. da Mon~i {Colomlna),
t a J\\losquem ((.'olnmbio) il 19-\\'lll-1935 u 26 Altri Cooperatori defunti:
unni di etÀ.
R,1FFl1ELLI ALFONSO, eh. dli Volano (Trento),
t a \\'olnno il 17-X-1Q35 a 24 anni di e!à.
Acti~ Grosso Olimprn, Roda/lo - Albinio Antonin
Serrm·nllt Srrit•i<I - Angi6 Can. O. Ciu:;eppc:.
Tropea - Avaraneo Don Bartolomeo, Pmrmn -
MAI\\'.VU SAl J::HIO. cood. d11 Bitti (Nuoro), B.'lgn«ti Con. Ce<;are, Cannobio - Bcr~asco l\\l,1d-
t n Pios:.asco (Torino) il 23-X-1935 o 22 anni d1 età. dnlenn, ,\\fa!lltano d' Alhn - Bienuti Adele, SarcnnQflQ -
Cooperatori defunti:
Bond:rncllo Filippo, Traghetto - Donino Mn1 in,
Caselrtte - Boschi Marietta, Sta:::w1m Calomoncri
llons. GIOT'.l \\ \\il CO.l1TZ7.0LI, Pn,'OStn di
S. Lorenzo in Lod, t il q-X-1935. Decurione dei
no~tri Cooperatori, ncop,ò nella vir:i e nel mm1~tcro
R:1cerdou1lc le "irtù cnrattcrisl ,che di S. Fronc:cqco
di Snlcs, prodignndo nello cura ddle anunc gli
inoompambifi La.ori d'una profonJ11 pietà e d'uno
7,clo illuminato. A\\e\\'B per Don !losco una gronde
, cne, azione.
Cm,. dott. D. CAULO BALS IRI t il 31-X-1935.
Vu:urio ForanL'O, J>ievnno di Gnttico (Novom) e
Decurione dei Coop.-ratori, con~ucrò rurtn l,1 ~u11
, ,ta al bene delle onime con speciale predilezione
pei po,m e pei <offe,cnu. Affc1.ionati,.sirno II Uon
Bosco ed all'Opera snlesiann zdè, la divoz,one alla
Yer,:iinc Aus. ed ul nostro Sonio, pruùi~nJosi ue-
nero,..nneme per l'ori,'llni7-7.azinne ùc1 Cooperatori.
Dq11 ALBERTO SALSI, Parrolo di S. Zenone in
Rcin:,o Emilia t il 16-X-1935. Zcliintwuno D<"\\:U•
ricmc dei Co<,peraton, crebbe fil\\ da fanciullo nella
divozmne n l\\1aria Auff. e ne11'111fe1L110f.ll venernz,one
d, Don llosco, cu, dedicò un bellissimo altare nella
chiC!ln p1irrocchi11le, m occasione della canonizzaziune.
' C,w. A ',DREA IJINELLI da \\'l'rcelh, t il 6-Xl-
l\\1ari:i, Caltm,is•etta - Cava~ru \\1ineni Ani:clu,
Tmsrr,wle - Chic:;.~ Anc::ela, Ma"1ra, ,'\\lqr•nra - Conio
Viale llianca, S. Rm,o - Corazzini \\!aria, L11d1n110
(Svincru) - Corte~e Frnncesca, C11/trnrm - Cumina11n
GiAcomu, Can((m11to - Oamonte Domenico, Vnrn1111,
- De l\\lnria Cirnlinn, lllolnre ("iviueru) - Depuoh
Au1tu~to, Cltr,•asso - Dezzutti Ft'lice, Bosro11n·u -
D1 Rocco Fnince,sco, S. f'inun::o - Fernirìo T.-r.-s.1,
Casli110 d'Erba - 1;-crrero Fedenoo, Cistnnn - Frnn-
chmi Cnp. Vittorio, Ci,1itavealt10 Franco Cm lo,
S. Damùmo d'Asli - Gioda Giul'omo, ,Uo11dm·1 -
Giotto Giacomo, Vincn·o - Grondann lvlnrJ1heriti1,
Torrno - Lucchetti Giuseppe, Bolng11a - ;\\las,enzi
Loren1.o, Srrrara/le - '\\Jerlo Domenico, T1•rrmun•,1
,llo,if. - :\\Iilesi Fcrrct11 Antonio, A11rt111n - ;\\lincrvo
Maddahma, Surbo Monti 18ubcllo, l\\,/odr11t1
l\\Jon P,Llmiro, Casu/1111m•o Do11 8r,iro - Occhienn
Poz1.o Rosa. Butli11/1em ,l'A.rti - P,tppan:na Gaetnno,
fo.apq/1 - Penali Zamh.1iu Chiara, l,df, - P,accnrini
Carlo, Nwara - Pollai,tto l\\latt~, Tr,rino - PomiRgia
Giuditw, Longone nl Sevmo - J'uzm Lorcda1111,
Viu11"0 - Quaranln 'l'orna.so, Carmrtgnola - Roncat'ci
Francesco, ,lfurlupo - Semmara Luì111, . lg,rn Si-
lotto :\\laud3lena, Cua,:nl - Soluati O. Paolo, Ra-
193!1 n 74 anni d1 elà. Fratello di due venerati fii1li /U1u1 (S\\'t~zera) • Sonzojt(ll Cauerina, Be11:a1110 -
d1 Don Bosco, 1 comp111nti D. Francesco e D. G,u- Stefanon1 Giovanni, fot•enmo - T.trtlll{lia T.uuci,
scrpc, attinse in fumiitlin un profondo spirito cri- Torino Vergano Carolina, T't·rrelli - Zeni Don
stiuno che rese prez10sn la sua vit11 fra le pareli do- i\\lnnsucto, Castione Vrronese - Zno7..o,Rni Caterina,
mt:..t1che e nelle pubbliche cariche, o\\'e curò il bene Bl'Tenmo
- - 32
C~cm P-tt"•~ao 1,1~11•A•toritl l~"'t.-lt:ai••t,m. - D•rc.tlorc rt.tp0a.w.bil1.1 O. UUIDO f \\ VIN I
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