Bollettino_Salesiano_195507


Bollettino_Salesiano_195507



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


I
I

1.2 Page 2

▲back to top


n. ,·on nn, \\: ( '11t11pu11t> ,li l't1Nq11a! , I t11tti i nostri Ctmpe1·ntm·i e ,1111iri n?c-hi110 1'1111111111cio
,,,...tosti tlt•/l(l l?islLl'l'e-:itllll' ,, ,,, SifJIWI'(' ,, l'flllfflO'ÌO (li Wt l'ÌJIIWl'(l(O ft'l'l'(ll'e ,li rit11 ,,,,;...timm.
I SS. SACRAMENTI
Penitenza
l\\lAt t:OUH.\\XT F. Del Sacramento della penitenza. hitru.zione
pratica. ' l'rad. 1\\1. Al nnu. Volume in-16 di pag. 184.
L. 250
Eucaristia
Colloqui eucaristici. Tr«tte111111w/1 m11 Gesù Sacm111111/ato per
<>JtllÌ.!fiomv del/'a,mu. edizione. \\'ohunc 10-_p <li pag, 218. L. q.o
Fn.ll'J Sac. lcruo. Manuale e ucaristico. PrrghiNt' i' pra1id1e
111 mwre del SS. Sacrammfo secondo /,1 liturgia. \\'olumc tascabile
di pag. 250. ,.:on lc~atura in tela tk;;..,;ibile, fogli rossi.
220
'.'.:O\\l'l tA P. PAOLO, S. J. - Gesù viene, andiamogli incontro!
/,ilm1 p1·i f1111ciulli d11: si pre-p1111wn <,lln Prima Co1111111io111', Volumi.:
in-, 6 di pag. 1 1 2.
I,. I 20
Poxzo:-.1 Sac. CARI.O. Pane di vita. Rus11rio eucarÌ.llirn di 50 prr-
f'tJl't1ZÌu111 e n·11gra:::ia111mfl alla Sa11/<1 ('0111111,;one. \\'olumc in-16 di
pag..p8, con lcgarura in tela e fogli rossi.
L. 350
Predicazione e studi sulla SS. Eucaristia
RRAl'CI P. Gnr:-Tl'10 \\J., Barnabita. Victima sancta. Pm!.itm,
dottrina I inse,[ft1<1me11/o tld wn1n d11lltJrt lgoslirw mli'1'.'11mristia, rrm
0J1/mr/1111i riliPVi hio;:ra(ìri pasturali; v111din cl'i11dole t1j1r,l111tl'lira. Vo-
lume m-16 di p,tg. 420.
L. 400
La Confermazione
1\\1,,r•c·oNO Sac. FEIUJINA:-.oo. - La Santa Cresin1a. fslruziom,
prt-Rhitw e consigli. \\olumeLto taseabilc di pag. 260. In brossura.
L. 200
Chi desidE:ra. conoscere tutte le opere religiose edite dalla
SOCUTÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
chieda a.Ha Sede Centrale cli TORI!O - Corso Regina Margherita 176
l'apposito catalogo. Gli verrà subito inviato gratuitamente.

1.3 Page 3

▲back to top


Quel ricco signore di Gerico non sape1·a proprio spie
goni come mai gli fosse mrlo ifl cuore un desiderio strano
e mai pro1•ato: vedere Gesù e parlargli.
Di l.ui aveL•a sentito molte volte discorrere, nia non
se n'era interessato. Gesù eru fuori dalla ma sfera di
azione, tutta protesa a far denari.
E poi non era facile andare a Gesù, perchè Egli cam-
mina,·a sempre serrato fra una follo immen,a, e il ricco
signore aveva uno statura inversamente proporzinnale alle
sue ricchezze.
Ero un omino così piccolo!
Inoltre egli ci avei·o un motii·o personale per nrm
accostare il Maestro in pubblico: gli pote11a toccare una
brutta parte, perchè le sue non erano ricche:.:ze one~1e.
A rompere le monete delle sue cassefr,rfi, c'era peri-
colo che ne spicciasse sangue... sangue dei poi-eri!
l.ppure l'idea gli si face11a (issa e il desiderio intem.''1 ·
gl, pareva che, visto Gesù, la 1•ifa gli sarebbe diL1enuta
come dire? - pii, bello e l'animn più tranquillo.
Oggi /o pranzo da te
Ed ecco un giomo spargersi la notizia che Gesù sfa
per arril'are o Gerico.
Il cuore batte forte al ricco usuraio: un 1msto di
amore, di curiosità, Ji timore e 11ergagna gli mette l'animo
in s11ssalto.
Come sarebbe riuscito a 1,edere senza farsi ,,edere?
La soluzione è pronta.
Di fronte al suo palazzo, sulla via principale, c'era
un be/l'albero: nascosto tra quel fogliame ... e per di pili
nessuno l'avrebbe vi&to.
n1

1.4 Page 4

▲back to top


Proprio allora il servo, da lui mandalo a prendere infor-
mazioni, arriva per dirgli che Gesb era già entrato tra una
calca enorme di gente, e che suppergiù sarebbe giunto entro
un quarto d'ora.
La gente si affacciava alle fìnestre oppure andava incontro
al Maestro, e il nostro, d'un balzo, fu in cima ali'albero.
Si udiva il lontano rumore della folla, si intravedeva
una massa indis'tinta arrestarsi, ondeggiare, procedere.
Poi rumore e folla si fecero più distinti; poi nel mezzo
della folla apparve, alto e mite, il biondo Maestro.
Che cosa il piccolo uomo provasse, nascosto tra il fogliame,
neppur lui sapel'O ... i suoi occhi non riusciFano a staccarsi
da quel volto amabile.
!via quale non fu la sua meraviglia quando vide Gesù,
arrivato presso Etll'albero, fermarsi, levare il capo e scandire:
<• Zaccheo, discendi, oggi fo pranzo da te!».
Saéttato da mille occhiate, egli discese rapidamente e
rapidame-nte fendette la folla, mentre intorno si levava un
sordo mormorio di disapprovazione che Gesù, per mangiare,
andasse proprio a finire in casa di un peccatore.
La visita di Gesù
Che bella visita fu quello!
Basta pensare che, prima che il Signore lasciasse quella
cas-0, Zaccheo gli si prostrò ai piedi a dire: << Signore, do
la metà dei miei beni ai p011eri e se ho imbrogliato qualcuno,
gli rendo quattro volte tanto».
Di fronte a disposizioni così belle e rare, il Signore esclamò:
<< Oggi su questa casa è discesa la benedizione di Dio 1>.
Cari Cooperatori, Gesù in -questa Pasqua desid-era farci
visita.
Accogliamolo con la gioia e la preste2za di Zaccheo .
Sufi'anima nostra discenderanno moltiplicate le sue benedizioni.
Ma non accontentiamoci di andare noi sali a far Pasqua.
Con le buone maniere curiamo che anche tutti i nostri fami-
liari adempiano a questo doFere.
Se poi ci guardiamo intorno, quante anime distratte e
disgraziate in questo povero mondo!
/ fanno tante cose inutili da fare e dimenticano l'essenziale.
Una no.stra buona parola, detta da amico, le può richiamare
a questo grande dovere.
- Hai fatto Pasqua?
Quante volte Don Bosco lo chiedel'a ai suoi cooperatori,
ex allievi, amici!
Forse qualcuna di queste anìme ci è legata da vincoli
speciali: forse abbiamo già tentato altre volte, e fummo ama-
reggiati da un rifiuto.
Ma la grazia di Dio ha le sue ore, e la parola che un
giomo non tro11a rispondenza in un'anima, può in altro giorno,
specialmente dopo intensa pregbiera da parte nostra, susci-
fan,i un'eco mera11igliosa.
Facciamo dunque con fiducia questa opera di apostolato
e di richiamo al soprannaturale!
Che la prossnna Pasqua sia daivero giorno di risurre-
Z/One, e che la gioia di Cristo risorta si diffonda in tanti
suoi -figli, decisi anch essi di lasciare il buio di un sepolcro, per
respirare, (inalmente, al soffio luminoso della grazia dfrina.
12-2
<< Ogni fedele che sia giunto al-
l'uso di ragione deve almeno
una volta a1ranno, a Pasqua -
ricevere Ja S. Eucarestia )>.
(CrJdicr di Dirillt, Cmw11ic1J,
e
can. 8.59, 1)
<< L'acqua naturale non rompe
il digiuno eucaristico».
(PIO XII, u-1-1953)
« I fedeli che non possono os-
sen,are il digiuno eucaristico
per infermità o per altro grave
incomodo derivante dalla pro-
pria occupazione, dall'ora tarda
in cui soltanto possono avere
tra loro il sacerdote che celebra,
<I da lungo cammino necessario
per giungere alla chiesa, pos-
sono prendere qualche cosa a
modo di bevanda o di vera
medicina, esclusi gli alcoolici:
a) per infer.mità, in qualsiasi
tempo;
/i) per gli altri motivi sud-
detti, fino ad un'ora prima
della S. Comunione».
(T.<trn::::irme del 8. Fff,-Ì/1, li-1-r9 53)
«Le ragioni di grave incomodo
devono essere prudentemente
valutate daJ Confessore (anche
fuori di confessione). Senza il
suo consiglio i fedeli non pos-
sono fare la S. Cotnunione non
digiuni H.
( t,,,)
«Per poter fare la S. Comunione
aUa Messa della sera occorre:
a) Astenersi da ogni cibo du-
r,ante le tre ore precedenti alla
S. Co.munione.
b) Astenersi da ogni bevanda
al.meno per un'ora prima della
S. Comunione.
f) Astenersi dai liquori du-
rante tutta la giornata ». (/1'1)
<< I cristiani che andranno dan-
nati non avranno nulla da re-
plicare, quando il giusto Giu-
dice .mostrerà loro il torto che
ebbero a morire della morte
spirituale, mentre sarebbe srato
cosi facile mantenersi in salute
col mangiare il suo Corpo, da
lui lasciato proprio a questo
scopo. "Sciagurati, dfrà, per-
chè siete ,norti, mentre avevate
a vosira disposizione il frutto
e il cibo delfa vita?" >).
(S. i;'nA:\\C'. Ili S.~LES, Filotea, c. XX)

1.5 Page 5

▲back to top


OO1\\l RUll
Nel 45" annuale
della uwrte del 1n·i1110 Sut·cessm·e
di Duu no~l'<>
di lronte a OO1\\l BOSCO
Somiglianze sintomatiche
Don Rua nacque il 9 giugno 1837, quando
Don Bosco, ventiduenne e già sufficientemente
provn:duto di <• sogni•> pe1· il suo avvenire, fre-
quentava il secondo corso di filosofia nel Semi-
nario di Chieri.
Don Rua \\Ìsse 72 anni, 9 mesi e 28 giorni;
Don Boscc, 72 anni, 5 mesi e r 5 giorni. Don Rua
fu l'ultimogenito della famiglia, come Don Bosco.
La madre di Don Rua Giovanna l\\faria Ferrero
aveva sposato un vedovo con prole, proprio come
Margherita Occhiena, madre <li Don Bosco.
Don Rua ebbe, come Don Bosco, fratelli e fra-
tellastri: come Don Bosco 110n ebbe sorelle.
Don Rua perdette il padre in gioYanissima età,
come il suo J\\lao;;stro. Ebbe, come lui, per
quanto in forma pii, attenuata, contrasti da
parte dei fratellastri quando si trattò cli voca-
zione ecclesiastica. La madre di Don Rua, come
quella di Don Bosco, Yissc fino alla morte ac-
canto al figlio, dedita al lavoro salesiano. Don Rua
cclebrù l'ultima volta fa 8. Messa il q febbraio
del 1910, <lopo di che ,issc ancora 50 giorni;
Don Bosco a,·eva celebrato l'ultima volta J' u <li-
ccmhrc 1S87, dopo di che era vissuto ancora
esattamente 50 giorni. Finalmente, la salma di
Don Rua ehbe, corm: quella di Don Bosco, se-
poltura provYisoria nella casa salesiana di \\ al-
salice.
nato, serio, pulito, anche elegante: .:ostume di
cittadino. Intelligenza non comune, , olonti1
rettilinta, cuore sensibilissimo, trova senza che
dehba cercarlo tra mille intoppi, il pascolo
adeguato: educazione religiosa in famiglia, istrn-
zionr religiosa presso il Cappellano della Fucina
delle ca1111e, formazione intellettuale e religiosa
presso i Fratelli delle heuole CrisLiane, (.;, 4i1an<lo
tutto questo ha già dato un avvio all'anima
ardente, l'incontro. a otto anni, con Don B<,sco.
Il quale, si sa, do,·ctte a lungo cercare non la
propria ,ocazione ma i mezzi per risporn:le.rvi;
J\\fichelino Rua non dovette eerrnre ma scher-
mirsi da quelli che: se lo contendevano.
Due istituzioni benemerite c coi quadri in
piena efficienza gli Jecero un lusinghiero invito:
i Fratelli delle 8cuole Cristiane e l'Istituto della
Carità fondato daJ Rosmini. Don Roseo con una
grande istituzione ancora, diremmo, sulla carta,
gli offerse cli fare a metà, e Michelino Rua. ce-
Jendo al fascino del gio,·ane apostolo, divenne
la seconda colonn:i Jella nuO\\·a .istit1.17.ione.
Irriducibili differenze
Queste somiglianze sono sintomatiçhe, eppure
tra i due intercedono irriducibili differenze. ~es-
suna somiglianza tra l'infanzia e l'adolescenza
di Don Rua e; l'infanzia e l'acloJescenza di Don
liosco. Queste sono ricche di drammaticità, ma-
gnetizzate da un temperamtuto tccezionalis-
simo, quando non folgorate w irruzioni <l.el
soprannaturale. La vita. dell'atlolesèente lvlicbe-
llno Rua si svolge calma alla periferia di una
grande città in sviluppo, ed egli presenta la
~agoma de.I fanciullo di buona famiglia, ordì-
Jl ReltOI' Magt;:iorc in conversazione con S.E.1',,f.liurizio -Zonetn,
Ministro della Pubblica Istruzione della RepubbHca J.ibanese.
123

1.6 Page 6

▲back to top


Capì subito che era alla scuola di u.n santo,
e ne profittò, si direbbe, ingordamente. Bazzica
coi santi e non resta ind.ietro a nessuno. Dome-
nico Savio è suo scolaro; Giuseppe Cafasso gli
dii il parere decisivo per il Sacerdozio; lavora a
fianco dd servo di Dio Leonardo Murial<lo.
e L'opinione comune è che :.Vlichele Rua un
santo. Dal lato della santità e della fonnazione
intellettuale Don Bosco gli ha dato molto e
Don Rua era e si mostrò atto a molto ricevere.
Ebbe grandi maestri e fu granilissimo scolaro.
Sempre il primo della classe e, nella vita, maestro
di colorn che sanno.
CATENA DELLA LUCE
per la
diffusione di
Meridiano 12
LETTURE CATTOLICHE
Crescono gli anelJi e con essi la luce!
Sul BolletliltQ di frhbrnio ahbi,urt,) pubblicato
I• prima li~ta. Ora aggiunjliamn altri artd li,
rappr<!Sentati <l•~li offPrenti che sègu◊no:
Figlw di 1'vt A,, Cooperntori e Loopcratri1--:-1
di Via Uonvèsin. Jvlilmw (L. ro.ooo) - Ze-
duri Dl<ltnlhtvi /Je,gomo (L. 6500) - l\\il<·bele
Migliuolo, Nopn/i ([,, 4800) - lst1tulq Sale-
siano, Fogli:zzo (L. 2400) - Figlie di 1\\l Ausi-
liatrice, Br,,scia - Ccciliai\\foJ?1\\ctta,Gatlf11ara -
Aurelia Paginoni, Gul/iut, - C'l<>tilde Br,._'113.SC;t,
Pie, F rii T,ro - l\\lichdc Ttu;ci, Rom/J - Maria
Zanotti Baresi, Chiori - Giuseppe Cavallo.
Mati - Fcrru1ndo Montarol11. C1w1/e Nlo11Jà-
rnto . Uorwlo Zaneni, Capriolo - Maria Por•
rati Paglied - An~ela Occeli - Adelaide Uc-
vercelli - Est~r Carbonttto - Emma B:iratto
Stefaninn Maffioli - Augusto D'Enrico.
NB. - Gli ahbo11amenri frntto della Carenn
della Luc<e ,,mgQno im·i11li <1/{e persone o Q/!,li
enti i11dicatio dall'otfermlè f, 111 111,mcan::a di
.~e.g.n<1lo~iQ11i, tJ qu,,lJi du!. d imlirnno i nos-tri
Deleçoti di tutta [tu/iJ1.
Chi volesse carpire l'ultimo perchè dell'in-
contro a Porta Palazzo nel 1845 del sacerdote
trentenne con il fanciullo di otto anni, se lo tro-
verebbe formulato in termini cli altissima teologia
in un recentissimo libro che ritratta il grave pro-
blema della predestinazione. << Principio sovrano,
vi è sciitto, nel governo divino, troppo evi<lentc
per non essere visto, troppo luminoso per venire
e compreso, il principio tiella libera predilezione
divina, per cui nessuno sarebbe migliore di un
altro, se non fosse da Dio più amato•>.
AnalizzandO' questa libera pl·cdilczione divina
non riesce nè difficile nè illogico scorgervi da
una parte in Michelino Rua un prediletto da Dio
perchè si imbatte con un altro prediletto, e d.il-
l'allra il libero slancio di una volontà che libe-
ramente predilige Colui dal quale è liberamente
prediletto.
Salesiani di Don Bosco
La sera del 26 gennaio 1854, ci ha tramai1-
tlato il chierico Rua, furono per la prima volta
chiamati salesiani quei pochi che si proposero
cli collaborare con Don Bosco.
Questa qualifica era impegnativa perche Don
Bosco, tra i propositi formulati alla vigilia della
sua ordinazione sacerdotale, aveva segnato quello
di lasciarsi guidare in ogni cosa dalla carità e
dalla dolcezza <li ~- Francesco di Sales, ma
soprattutto pcrchè essa indicava una tradizione
di spiritualità dai contorni molto precisi.
Gli storici mettono in evidenza il fatto che
S. Francesco di Sales è da solo una scuola di
spiritualità; affermano che i suoi discepoli sono
legione, che nessuno di essi ha aggiunto qualche
cosa d'importante al suo pensiero.
Il compianto carllinale Ildefonso Schuster
scrisse, quando Don Bosco era solo venerabile:
,, Due fiorenti istituti n:ligiosi rappresentano ora
nella Chiesa la posterità spirituale di 8. Fran-
cesco cli Sales e sono le Monache della Visita-
zione da lui direttamente istituite e la Congre-
gazione salesiana che il venerabile Don Ilosco
ùeriv() dal cuore stesso e dallo spirito del santo
Vescovo di Ginevra•>.
Don Bosco, inserendosi nei quadri della spi-
ritualità salesiana, ha creato un nuovo tipo: i/
salesiano di Do11 Bosc,:o.
ì\\"on è la dottrina, si dice, che ha fatto l'origi-
nalità di S. Francesco, ma la maniera d'inse-
gnarla e di viverla. Chi attinge al Vangelo non
può pretendere che questa originalità, la quale
a sua volta, è le_gata a fattori umani psicologici
e storici. Difatti è voce concorde che la spiri-
tualità di S. Francesco è legata al suo tempera-
mento• alle qualità della sua anima, al fascino <lei
suo spirito.
Sotto questo aspetto, Don Roseo è nato sa-
lesiano. Però nel fondo <lell'anima e.Id Vescovo
di Ginevra non vi erano solamente dolcezza e
tenerezza. Egli sapeva pure essere fermo neUa
sua direzione, atteggiarsi a uomo di governo che
vuole e ottiene quello che vuole; solo che tale
atteggiamento gli costava sforzo.
Se la maniera così detta forte fosse pure stata
uno degli elementi del fondo dell'anima cli Don
Bosco, egli era tuttavia nella necessità ili non
usarne per conservare intatta la sua spirituale
paternità; ed ecco che la. Provvidenza gli mise
al fianco Don Rua, uomo d'autorità, fermo di
fronte alle resistenze, il quale si addossiJ tutto
quello che in un goYerno ci può essere di antipa-
tico. Quando p9i Don Bosco scomparve, si assi-
stette allo sforzo cli Don Rua per risalire la china
del suo temperamento ed essere, come i suoi due
modelli, dolce, paterno, mansueto.
124

1.7 Page 7

▲back to top


In cerca del gregge
S. Francesco, dicono i suoi biografi., esercitava
un fascino personale, reso squisito da una edu-
cazione di gran signore; sapeva essere amabile
e tale era senza sforzo; la sua persona cosi squi-
sitamente distinta non dava la minima sogge-
zione; qualità che mirabilmente gli giovò nella
direzione delle anime. Don Bosco, per quanto
nato in un casolare, era, in questi riguardi, una
copia fedele del suo modello, se non lo superava
in qualche punto.
Kon cosl Don R.ua. Come ha scritto un suo
brillante biografo, mentre Don Bosco lo si sa-
rebbe raffigurato sotto le forme del Buon Pa-
store, affrescato sui muri delle Catacombe nel-
l'atto di attirare a le pecore che gli corrono
dietro; non cosl Don Rua; le pecore non gli
corrono dietro, ma è lui che deve muovere alla
loro conquista, o, per lo meno, fare il primo
passo verso di esse. Ma quando le aveva rag-
giunte, esse non lo abbandonavano più. Don Roseo
aveva solo da farsi vedere e i cuori volavano a
lui; l'altro in un primo tempo incuteva timore,
ma, una volta avvicinato, incatenava anche lui,
sebbene in diversa maniera. È permesso di dire
che Don Bosco era nato salesiano e che Don Rua
divenne tale più in grazia di sforzi che di tem-
peramento?
L'ascetica del lavoro
La spiritualità italiana del Cinquecento aveva
insegnato che l'anima devota può essere intcri01·-
mente mortificata, e mortificata fino all'estremo
limite, senza manifestare all'esterno questa inte-
riore e profonda austerità.
S. Francesco aveva fatto suo questo insegna-
mento e questà prassi, che divennero uua nota
della salesianità. Don Bosco e Don Rua erano
cultw·alme.nte molLO più umanisti di noi; Don Rua
aveva fatto studi non superficiali di greco e di
ebraico sotto la guida del celebre ellenista ed
ebraista, l'abate Amedeo Peyron; però l'umane-
simo cristiano del pnmo era più aderente al mo-
dello che quello del secondo; l'esteriore di Don
Rua traili sempre la sua mortificazione interion:.
8i è detto che i discepoli di :-ì. 'Franu:sco
non hanno fatto che 1·ipeterlo senz'alcuna origi-
nalità. Questo sarà vero se s1 tratta di scrittori;
non è vero se si considerano quelli, i quali non
si sono contentati di ribadirne i princìpi, ma li
hanno applicati a materie nuove dimostrandone
cosi la fecondità. TI lavoro è stata la materia
nuova, tra le altre, alla quale Don Bosco ha
applicato con splendidi risultati i principi di
S. Francesco di Sales. Non sarà irrispettoso per
Don Bosco l'affermare che il tipo perfetto ili
lavoratore salesiano è stato Don Rua.
<• Primo aiutante di Don Bosco, prefetto ge-
nerale e direttore spirituale della Società Sale-
siana, direttore dell'Oratorio di 8. Francesco <li
Sales, predicatore e confessore regolare nel
Santuario, visitatore ed esaminatore delle Case
salesiane d'Italia, direttore dell'Istituto delle
Figlie di Maria Ausiliatrice, nel 1876, quasi tutto
questo ed altro ancora non bastasse, fu nominato
confessore e direttore spirituale dell'Oratorio
aperto dalle Figlie ili :'.'v'Iaria Ausiliatrice in VaJ-
docco; e, sul finire dell'anno, in assenza del Ret-
tore del Rifugio, dalfa Curia Vescovile, veniva
CATENA DELLA LU~ l
per la
diffusione di
Meridiano 12·
LETTURE CATTOLICHE
Con le offerre dei benemeriti Coope-
ratori e Amicj che hanno già aderito
alla provvidell7'jate iniziativa. abbiamo
eseguito questi abbonamenti:
Carceri S11nt'Agat.ll (Bergàmo) • ll,co,•cm d,
Pie,•e di Tero - Ospedale Civile di Molfoua -
Ospedale l\\'lartin~z di Genova - Carceri Oi11-
uiziarie1 èasu di Reclu~ione. Sanatorio, O,p.,...
,la!.- Civìle, Ospt:dale Psirhiarrico di Ales-
sandria - Carceri Giudiziarie e Caso d,
redu8ione di Casale Monfen-oto - Carceri di
San Remo - C!IJ'cère deUc .Mantellate d,
Rllma - Ospedale d, Cattinora - Carcen
Giudiziarie cl, :VJ,lano (5 copie) • Istituto
l'aJa;,,zulo di Miluno (5 Qopie) - Cappdlano
V.remo di Lanzo - Varie pu,o,re flO••.re 11111allùe,
delle quali tacciamo, per 01,1,ie r,1g_io11i, il 110-mr.
+ GI, abbonam.enlt a 1H E R.1 DIANO I 2
(Italia l.. lZoo, V.stero: L. 16oo)cum,/eo_lferte
per lo « Catena della Lucè » s'indiri:.:a,w al-
i' Amministrazion~ L. r, C. - Vin Maria A11-
siliatrirc1, 3-z - 1'orim,.
Servirsi del C. C. P n. 1 127.196 in<s.,,IOIU :illa
L. D. C - Torino via l'vlaria Autilintrice, 32.
provvisoriamente incaricato anche della direzione
spiri.tuale di quel!'Istituto 1),
~cssuna di queste cariche era onorifica, nes-
suna un semplice riempitivo; tutte esigevano
lavoro, e Don Rua lo compieva con serenità ed
esattezza. Don llosco non era persuaso cbe 1
salesiani morti giovani fossero stati uccisi dal
lavoro. Chi si potrebbe, concluse una volta,
chiamar vittima tlel lavoro è Don Rua.
La grazia perfeziona la natura, non la di-
strugge. La grazia produce la santità. Solo Dio
può valutare chi dei due, Oon Bosco e Don Rua,
fu più santo. Noi constatiamo che le due nature
non furono distrutte ma conservarono per tut1:a
la vita e in ogni circostanza i loro tratti fonda-
mentali, documento della varietà e della libertà
dei figli di Dio.
r25

1.8 Page 8

▲back to top


~a pagina dei Cooperatori
La pagina Jei cooperatori di questo mese me-
riterebbe d'essere scritta a lettere d'oro tanto è
ricca cli preziosi insegnamenti, di fervore d'apo-
stolato e di sincero affetto all'Opera di Don Bosco.
Le meravigliose risorse delle quali dispone la
terza grande famiglia salesiana emergono dalla
prima Conferenza annuale, tenutasi in occasione
ùelle feste dei nostri Santi Patroni. È commovente
Una cooperatrice di Bizzozero (Va-
rese), alla quale era stato consegnato
da alcuni giorni il diplomino di
cooperatrice salesiana, diceva com-
mossa alla Direttrice dell'asilo, ac-
compagnandole tre dei suoi piccini:
« Stanotte non ho potuto dormire,
pensando alla possibilità di acqui-
stare tanti meriti e tante indulgenze.
Temevo persino di aver letto male,
e ho dovuto riaccendere la luce per
accertarmene. Com'è stato buono il
Signore a farmi conoscere questa
bella Associazione! È vero: la vita
è faticosa ; i miei nove figli, il ne-
gozio non mì dànno troppo tempo
per pregare; ma da Don Bosco ho
imparato a fare del lavoro preghiera.
Sono proprio contenta! ».
leggere le moltissime relazioni che ci sono per-
venute e che da sole formerebbero U110 stupendo
libro di glorie familiari.
Forse non mai come ora, se si c::sclude l'età
aurea della presenza e della parola viva del santo
Fondatore, i cooperatori e le cooperatrici sono
stati così opportunamente messi nel quadro e
nella luce in cui li vide e li volle Don Bosco.
>.on la sola lusinghiera qualifica di henefottori,
di simpatizzanti, di ex allicYi di Don Bosco ha
emerso nelle conferenze salesiane, ma anche e
sopraU-utto quella cli membri di famiglia, t'On-
fratelli in Don Bosco, suo braccio, sua mano e
suo cuore.
U ris,·eglio che si è notato o,unquè, per me-
rito dei Dirigenti lspettoriali e locali della Pia
lTnione, non ha soltanto dilatalo il campo dl•lla
carità dei nostri Cooperatori, ma ne ha creato
per cosi dire lo stato ili famiglia, ingrossate le
file e, sotto certi aspetti, moltiplicato il numero
ùei salesiani e delle Figlie cli Maria Ausiliatrice.
Tn questo senso uno ;r,elante Parroco, dopo la
conferenza, ha potuto esclamare: <• Non auò più
soltanto cinque suore a lavorare nella mia par-
rocchia, ma tanti salesiani quanti sono i coope-
ratori, con l'aiuto dei quali spero di ,eder presto
rifiorire la pil'tà e ì huoni costumi tra i miei
parrocchiani >1.
Lo spazio non ci consente ùi documemare lo
slancio e il fervore che h:mno carattc::rizzato la
prima conferenza annuale. A Jloljella (Ilari) la
tenne lo stes.so Ecc.mo ,-e.sco\\'o Mons. Aclùlle
Salvucci in parecchie città, come a Genova,
N!ila,zo, Torino, Alessandria, si dovetk tenere
in varie sedi e rioni e in ore diverse per dar modo
ai cooperatori di parteciparvi comodamente.
Il segretario generale Don Fa~ini, invitato nel-
l'Tspettoria Meridionale e in quella Sicula, vi trovò
un fervore di organii:zaziolle consolante. A molte
conferenze assistettero prelati, parroci, sinJaci e
altre distinte personalità. A 1\\lapuli presiedette la
conferenza il Direttore Diocesano S. E. :Mons. De
Nicola. A Castellammare S. E. .l\\ions. Agostino
D'Arco offerse. l'ampia cattedrale e assistette
personalmente alla conferenza_ Grazioso l'epi-
sodio di Aversa. Un giovane appena entrato
nel sedicesimo anno di età, chiese con un indi-
rimo vibrante di amore a Don Bosco, di costi-
tuire il nucleo dei cooperatori giovani, ed offerse
un bel mazzo di garofani bianchi. A Catania
la conferenza assU11sc un carattere solenne per
la presenza del Vicario Generale Mons. Ciancio,
nuovo Direttore Diocesano, del Sindaco dott. La
Ferlita e di altre personalità. Ad AN M{trina il
Parroco espresse tutta la sua soddisfa2ione per
l'atlluenza degli uomini cooperatori salesiani al-
l'istruzione domenicale. Anche le conferenze or-
~anizzate dal decano dei cÒnferenzieri salesiani,
Don Fasulo, ebbero esito lusinghiero..\\ Palermo
fu tenuta dallo stesso Direttore dei Coopera-
tori Rcv.mo ì\\Jons. Giuseppe Pctralia e ad .lcqrti
dall'On. Avv. llaracco, senatore di Asti, presente
l'Ecc.mo :\\1ons. Vr;;scovo
La prima conferenza salesiana è stata O\\ unque
un felice incontro tra le tre grandi famiglie cli
Don Roseo per una pii, intima conoscem1a, una
più cordiale intesa, un più fermo proposilo di
cooperare con la gerarchia ecclesiastica t.: il suo
capo augusto il Papa per l'avvento di un mondo
migliorn.

1.9 Page 9

▲back to top


Le Suore ·(:atèCluste tra I fanciulli fc,;tantl di LIBRINO (Catania).
Il Sinduco di Catania ~ LIBRINO.
\\ -ti maggio dell'anno scorso IIJ5-I-, 1111 b11011 cri-
slìano di /,ibrino si fece i11co11tm a una Figlia di
,\\lari" ,Jusiliatrice, esc!ammulo cuu occe11fo su/>--
plirhl"l:n/~: << Sorella, dateci Dio!,,.
Librùw é una località a <ru.ahhe chilometro da
Catania, ove da 111e,;i 11011 si relelm:rra la S. ~lessa,
oi·e neppure esislevu una chiesa, CJ'i)f! la maggior
partl dei fedeli a maggio inoltrato 11m1 aveva a11cur
adempiuto al precetto pasquale.
Una tip1ca ::;una di per~feria. doI·l' i parroci
(mcJu, zelantissimi, impari al bisogno, mm possono
arri'l'are; una delle 1a11te...
J\\la Dil'I euwtlì il desiderio del buon cristiano i11
modu sorprendente. La Figlia di Maria Ausilia-
trice parlò a un gruppo di ferventi coopera.lori ta-
la11esi, i 1;nali risposen, tosto m11 11111.1 i11iziatì<t•a
'1Jeramt'11te apostolica.
l'oidn1 11011 e.,isteva11u mezzi di conumica:::irme,
alrn11i di essi offrirtJ//0 la macchi11a per porfllre
lassù due surm per il Catechismo e 1111 socl!rdole
per la \\lessa.
I '11 su/aia r,/f7-•erml' chiesa, la l,uo11a gente, con
ri$j)(lrllli comperò le sedie I' in porhi mesi si orga-
nizzò 1111 centro di pietà cl'istiaua.
Librino fu l'inizio di uno splendido apostolato,
poid,è i cooperatori pe11.wro110 a11clte ad alh'i p1wti
di periferia, disagiati e gravemente mi11acciati
dalla propaganda comunista e protestante: S. Gwr-
gio, 8. Giuseppe l'Arena, S. Maria G01·etti, Bi-
cocca, i due centri di Nesima. Si organizzò addi-
rittura 1111 servizio di macclti11e, fomite dagli ze-
laJJtissimi cooperatori. A migliaitJ le anime cafe-
chiirzate. 1\\/a il bello venne dopo. I cooperatori,
recandosi ogni domeuica snl posto, presero amo-
scen::;a della popol11zio11t•, dl!;:li 110111i11i .,-prria/111e11fe,
e 11f 11acq11e 11;w refaz-irmr di cristir111a amiri::ia e
di carilafe'l.mle t1i11tu.
_.J. Librino si }<mmi una l'ia l '11io11e locale,
composta dai miglim·i e più intmpre11de111i rristia11i
del luogo, i quali f,11tdaro110 1111 Circolo Do11 Bosco,
chP t,a sedi! ì11 ima ,çta11:::a posta a loro .disposizimie
dallo stesso Sindaco.
Proprio 1'1,gregio signor Si111lacu di C'aU111ia
Ai,r. La J•'erlita, cat1olìco integrale e zelante
cooprrattJrè, accompagìlato dal Dolf. Sciacca vice-
si11daw, dalla sig11oril1a Doti. Gemmei/aro, dal-
l'lng. D',1711ico,da/l'illg. l'rzì e da altre perso11alità,
jr(1 le quali il r("l.}eremlo P. '\\lusumeci, parròt11
della loralitiì, si recb, la vigilia del \\'awle 11. s.,
a 'l;'Ùitare Librino per curarvi l'n-ezùme di 1111a
thiesa con a1111es.fÌ. i lucali per le c1du11a11:::e I l'Ora-
torio. li terreno fu ge11erosamt11te offerto dai cou-
peratori signori Firlwra.
In hreve fu fatto 1111 progetto di 11wm111a e cer-
tamente fa chiesa, sospiru dei buoni /,ihri111•si, sor-
gerà q11a11tò prima.
l11sie111e con la luce dt'l!'n11ima , cu11 le acque
dellt1 grazia, Ubri110, in seguito a guelfa benefica
visita, ai,rà anche la luce elettrica e l'acqua pota-
bil-e, di cui em priw.
Nell'attesa, la sera, dopo il lai•oro, i buoni coo-
peratori del Circolo Don Bosco si radu11a110 al
lume patriarcale di u11a lampada a petrolio; leg-
,:0110 e commentano in$ieme il catechismo, impa-
rano ti seguire la S. Messa col 111essuli110 e, perchè
noi' bevono i11 santa allegria 1111 bicchiere di quf'I
buono alla salute dei co11.Jratelli catanesi, clte tanto
li ha11110 benfjicati.
127

1.10 Page 10

▲back to top


DonBo
In onore di San Giovanni Bosco
Non è nostra intenzione parlare delle feste celebrate in
onore di Don Bosco in ogni parte del mondo. Ma. non pos-
siamo tacere di alcune di cui ci è giunta notizia e che meri-
tano un cenno per qualche speciale circostanza. .!', A San Se-
vero (Foggia) fu associata a quella del suo santo Allievo. Lo
stessoEcc.mo Vescovo l\\lions. Francesco Orlando volle predicare
personalmente il triduo e tenere la Conferenza salesiana.~ A
Salemo lo si festeggii> per la prima volta. Il «colle del Gelso>>,
oggi «rione Don Bosco•►, ha visto sorgere in poco tempo
un'opera grandiosa, di cui già sentono i benefici effetti gio-
vani e popolo, finora abbandonati e lontani dalle chiese.
Originale e commovente l'investitura dei << Cavalieri di Don
Bosco ». Ben ottantun uomini furono insigniti di quest'onore,
ricevendo il collare e la mcdag-lia. .! A Trani le ACL[ hanno
festeggiato nella propria sede Don Bosco quale Santo dei
lavoratori, mettendo in risalto i molti mestieri fatti nella sua
prima gioventù. ~ A Vallecrosia (Imperia) fu scoperto
un busto marmoreo al Santo, nd piazzale antistante la
chiesa parrocchiale, a suggello di una lunga serie di lavori
di restauro e di abbellimento dell'ingresso della chiesa.
'- A Panama (Rep. di Panama) la festa di Don Bosco è diven-
tata un avvenimento di cui s'interessa letteralmente tutta la
città. Pur esscn<lo giornata lavorativa, il grande tempio per
nmo il giorno si riempi e vuotò ininterrottamente. /\\Ila pro-
cessione accorse il popolo in massa.
SUA EM. U CARD. LERCARO a Cllstel de' Bdttl per l'Inaugurazione del
nuovo salone per spettacoli. intitolato a Don Bosco. sorto presso 1'0..f.ano-
tròlio salesiano per Iniziativa e murlto del nostro don Antonio Gavlnelll.
dellQ
Divina Provvidenza
Il detto biblico che Dio scherza
nel mondo, non si applica solo alla
storia dei popoli ma anche al
breve decorso della nostra vita.
Ecco un episodio, i.o cui è facile
ravvisare uno scherzo della Di-
vina Provvidenza che vede, pre-
vede e provvede a tutto.
Sul ponte del piroscafo che 1:5
anni fa mi riportava alla mia
sede arcivescovile di Santo Do-
mi.ago dalla prossima isola di
Puerto Rico, mi trovai con due
Sacerdoti provenienti dalla città di
Boston. Con sorpresa nostra sco-
primmo che avevamo lo stesso
nome. La combinazione di tre
Riccardo sul ponte di una nave
non è di tutti i giorni. L'identità
del nome affratellò le nostre anime.
Uno di essi, l'allora Don Riccardo
Cushing, oggi Arcivescovo di Bo-
ston, tni domandò se avevo qual-
che opera tra mano. Gli risposi
che mi premeva conii.ociarc una
chiesa i.o onore di Don Bosco in
un rione popolare della capitale.
Don Riccardo Cushing, tesoriere
della Propagazione della Fede in
quella città, _mi stese su due piedi
un assegno bancario di cinqllemila
dollari. - Eccole il nostro con-
tributo, - mi disse sorridendo.
All'indomani l'invitai a pranzo.
Se per Enrico IV di Borbone Pa-
rigi valeva bene una Messa, cin-
que:mila dollari valevano belle un
pranzetto! E con esso restò sigil-
lata una amicizia che ancora per-
dura.
Cinque anni più tardi, essendo
io in un ospedale di NewYork,
l'infermiera una mattina mi lesse
la notizia che il mio Don Riccardo
Cushing era stato nominato Ar-
civescovo ili Boston. Pensai subito
al sogno di Don Bosco, secondo
il quale il Santo, in compagnia
del santo giovanetto Luigi Colle,

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


n monument I TRA JONIO E Tm1lEIVO Ma i Au iliatriee
È stato solennemente benedetto il 6 febbraio scorso a l3ova Marina (Reggio Calabria) un artistico
monumento, eretto dalla pietà dei salesiani e loro cooperatori a Maria Ausiliatrice, quale ricordo del-
l'Anno Mariano. È opera del prof. Arrighini, tutto in marmo bianco di Carrara. La base, alta 8 metr~
occupa un'area complessiva di 36 metri quadrati. Sul tronco prospiciente il mare è incisa l'epigrafe:
lTALIAE ORAS TUERE MATER - FIDEM DEFF.NDE - DARBARICOSQUl, REPELLE IKCURSUS - llT CHRI.STUS -
VINCAT REGNET JMPERET; mentre sul retro spiccano le parole: A!\\"10 MARCANO r954 - SALESIANI F. POPOLO.
Sul monolito della colonna sormontato da un artistico ca-
pitello, si erge la statua slanciata di Maria Ausiliatrice, che
posa i piedi sul globo. Il monumento è circondato da
aiuole, oleandri e palme. Gli fa da sfondo iJ palazzo del Mu-
nicipio in stile arabo. 11 sito non poteva essere meglio scelto.
Sceso il velario, apparve il bellissimo monumento salu-
tato da una interminabile ovazione. S. E. Mons. Giovanni
Ferro, Metropolita della Calabria, lo benedisse e, dopo iJ
saluto dell'On. Murdaca e del Sindaco, prendeva la parola
il Ministro Cassiani, oratore ufficiale, che svolgeva con pro-
fonda pietà ed eloquente chiarezza un tema quanto mai at-
tuale e inte1·essante: La Madre di Dio protettrice do,l/a dig11ità
e nobiltà del lavoro. Quindi S. E. l'Arcivescovo con paterne
e nobili parole esortava tutti a porsi sotto il manto della
Madonna, che come Madre buona offre il Figlio, e pre-
senta Io scettro di Regina e Ausiliatrice potente.
= ~r LIPPIRr '9
r,
Riportiamo un brano di lct-
L tera ~:ll'Ispettore ~3!esi~no
della Cina e [sole Fihpptne,
Don Mario Acquistapace, che
dice quale fuoco di amore susciti Don Bosco anche nel cuore
della gioventù filippina.
Dopo un viaggio veramente tranquillo, sono arrivato a lvlanila
la notte di domenica 30 gennaio, vi!(ilia della solennità di Don
Bosco, proprio mentre al nostro Oratorio di Makati si conclu-
deva la festa anticipata e vissuta da oltre ottocè1/to giovanetti.
Ho avuto così la consolazione di passare la sole1111e giornata
a Mandaluyong, nel santo frastu.0110 di ù1111tmerevoli giovani
oratoriani oranti, applaudt:nti, divertentisi, dal 111attill0 alle
sette fino alle undici di llOlte, quando terminò la rappresenta-
zione del film di Don Bosco dato nel cortile.
Il banchetto Eucari.stico cosi ben freque11tato, la processione
della sera colla statua di Don Bosco benedicellte, il mare di gio-
vani dei due Oratori di Nlakati e i\\lla.ndaluyo11g, le parole di
1,t"vo e fattivo affetto di S. E. Ji,Jons. Arcivescovo sia dopo la
S. Messa come all'apertura dell'esposizione professionale, furono
altretta11ti doni del Signore per ogni cuore salesiano.
Domenica sette, preparata dn triduo relìgioso-gi1111ico-dmm-
matico, sarà la volta di Victorias, mentre, preceduta da Novena
e con ui rappresentazione del melodramma << Occhio di Falco~,
si a1111unci.a solen11e e sa/.f!$ianamente gioconda fa festa del Santo
dei giovani alla «St. JoJm Bosco Academy 1> di Tatlac.
A Cebù, nella povera e provvisoria baracca, la festa del
Padre degli or/ani 11011 e rimasta, per entusiasmo, indietro alle
altre, pur nel numero limitato di orfanelli che occupano tutti i
buchi disponibili del << Boys Ce11ter ,>, in attesa di portarsi alla
fine del mese nella prima parte del fi,turo grande << Cebù Boys
Town » in costruzione.
fece il celebre viaggio per aria
dal mare delle Antille, attraverso
l'allora sconosciuto interno del
continente am.ericano, fino all'e-
stremità sud della Terra del Fuoco.
Quando il giovanetto gli propose
il viaggio, Don Bosco disse che
preferiva andare a Boston, dove
era stato c~ato. « No, disse il
giovane, ogni cosa a suo tempo».
Subito pensai che il tempo per
l'andata di Don Bosco a Boston
fosse giunto.
Insieme con l'arcidinamico I-
spettore salesiano Don Giovannini,
scrivemmo a Mons. Cushing che
egli era il predestinato a portar
Don Bosco a Boston, come l'aveva
fatto anni prima in Santo Do-
mingo. La risposta non si fece
attendere: l'Ispettore condusse su-
bito una piccola comunità sale-
siana per iniziare in Boston una
scuola professionale, destinata a
grandi sviluppi nell'avvenire.
Don Giovannini caricò su di un
grande camion il necessario per
la vita di !Te confratelli, coprendo
tutto con quattro materassi. Al so-
praggiungere della notte, i tre con-
fratelli con l'Ispettore si stesero
co.modamente sui materassi e fe-
cero il viaggio da New York a
Boston sulla magnifica strada po-
stale, sotto l'amichevole luccicar
delle stelle. E andando forse can•
tarellavano la nota inelodia della
Tosca di Puccini: E lucean le
stelle!...
La piccola scuola oggi è una
grande scuola di Arti e Mestieri
capace di 1200 app.rendisti, nel
cuore stesso della città. Ecco lo
scherzo della Divina Provvidenza,
iniziatosi con l'incontro dei Ire
Riccardo e terminato in una delle
più belle Opere della Società Sa-
lesiana: la Scuola Don Bosco di
Boston. Sarà prossimamente inau-
gurata ed io farò iJ possibile per
essere presente e rievocarvi l'in-
contro dei tre Riccardo sul ponte
del piroscafo che solcava le onde
del mare delle Antille.
11:4 RlCCAllOO PtTilNI, S. D B.
Arcivescovo di Santo Domingo

2.2 Page 12

▲back to top


Le rovine ancora rumanti delle nostre 8cuole Prores,,ionall di TOKYO.
Q l l l l l l i l Xata solo <la un anno, la nostra casa <li Katpadi, che ospi-
talità e istn.1.zione professionale a 200 orfani e giovani bisognosi
di tutto, ha già ottenuto un riconoscimento ufficiale dal Governo.
Lo stesso l\\finistro <lei Lavoro e <lell'In<lustria Dott. Krishna Rao,
disse, in quest'occasione, parole di profonda stima per il lavoro <lei Missionari salesiani che, lolti
dalle strade i ragazzi, li avviano alla piL1 completa formazione tecnica in<l1.1strialc.
Citiamo alcune parole significative del Dott. Rao:
<• 1 Salesiani ham10 completato in larga misura il lavoro del G01,1emo e delle istituzioni focali a questo
riguardo. Nei loro istituti alto è il livello di disciplina e di lmioro: 11essu11a meravigli" quindi se i loro 1,,,i:
allievi hanno 1m brillante successo e nelle unii•ersità e negli altri campi della vita sociale•>.
Le Scuole Professionali salesiane premiate in un concorso
nazionale. Lo Stato spagnolo ha creato per la formazione tecnica.
sociale e cristiana del giovane operaio grandiosi Centri di Forma-
zione professionale.
Tali Centri hanno un orientamento decisamente cristiano e molti sono affi<lati a Congregazioni
religiose, per quanto riguarda l'educazione cristiana e, nella misura del possibile, anche per la for-
m.izione tecnica. f Salesiani hanno una decina di tali Centri.
Per eccitare l'emulazione in rutti questi Centri, il Ministero <lei La\\·oro organiz7,a tulti gli anni
un Concorso di forma:::io11e professionale operaia, al quale sono ammesse anche le Scuole private rico-
nosciute. T vincitori locali concorrono ad una gara regionale, e i prescelti sono ammessi alla gara na-
zionale.
Sono giunti alla gara nazionale allievi dei noslri Collegi di Deusto (Bilbao), di Pamplona (~a-
rnrra), di Sarrià (Barcellona), di San Fernando (Madrid) e dell'Istituto Sindacale della Paloma (1\\.ladri<l).
Esaminati i concorrenti dalla Giuria nazionale, risultarono campioni nazionali del laYoro i
seguenti allievi dei nostri Istituti: 9 della Paloma, uno di San Fernando, uno ,li Pamplona e uno
di Sarrià.
Lo stesso Generalissimo Franto ricevette i vincitori nel suo palazzo ùi El Pardo e conscgn/J per-
sonalmente i premi e i diplomi. I giovani operai tributarono un'entusiastica manifestazione al Caudillo
e ora si preparano a mantenere il titolo di campioni in w1 prossimo Co11corso lnlemaziv11ale.

2.3 Page 13

▲back to top


L'lNCENDJO DI TOKYO
L'eroico gesto di un Salesiano
È noto che 1111 n'ole11/o incendio 110//urno il T5 febbraio u. s.
si s,:ilrtppò nella nostra Scuola pro_f'essioualc de! rione S11f.{i11m11i
di Tokyo, dlstruggendo[a per oltre mèf{l del suo complesso.
Ma il foto più tragito e doloroso dell' 111ce11d10 fu il sah1at11ggio
delll' persone. f gim•ani che tlor111iva11u al primo piano furono tosto
messi in saf,,·o attrai•ersv h· finestre, msl pure que[/i che dor111ii•a110
al piano superiore: 11tl udt1ataggio alcuni saldit111i l'i{>ortaro1w
forti bruciat1rre alle mani e• al 'l.'Ùt'J. L'am11u·11istrt11.ore, Do11 Adiuo
Roncato, giovane sacerdote q11ara11tem1e, ill'cere di pe11..are a sa1'vare
se stesso, come O'l.'rebbe potutv fare ron tutta facilità, i•olle accertarsi
che i co11frate[/i che al,itarnno 11elfa parte più 'l.1ià11a al Jiioco l'i fos-
sero salvati tutti. lnft//ti IT<J"l'Ò il giovw1e coadiutore sa/mano 11fyo-
ga110, giapponese, incapace di muoversi: lo prese sulle bmccia e si
ar.1011:::iJ per uscire; ma 1w11 fece in tempo ad approfittare 11è della
scala né della finestra, entrambe gùì Ìln.•au dalle fi<1mlll<', perd1i!
il pavimmto sprofondò ed mtrambi rimasero vittime del fuoco. 1
loro corpi furono trovati carbo11i,::zat1, I'u110 stretto all'altro.
Do11 Roncato, saamlolt pieno di zelo e già parroco missionario,
offriM le più lusinghiere speranze per il lmwo apostoliro. TI sa-
lesiano coadiutore giappo11eJ·e, di soli 26 a1111i, era 1111 angelo di
bontà e a'/)eva eroicamente offerto la vita pi>r la sahtezza dt'i
s111Ji allù•vi.
Le Aulrirità civili ed ecclesiasticl,e aaorsero pre11mrose r1 pre-
sent.ore le loro condogliauze per la disgra'.l'iia e per le 'l)ittime; i co11-
fratelli delle Case vicine e le Figlie di i1f. A. furono solleciti a por-
tare quanto era di 1J1aggior necessità per il momento,
Ai .funerali partecipa.ra110 /'lnter1m11z10 e il Getente de/l'A111~t1-
sciata italiana, il quale d11àe al Gcrveruo italit111ò di coi(ferire la
medaglia d'oro al valor civile a Don Roncato, che per sah>are ll!l
giapponese avn_1a sacr{(ica.to eroica.niente la propria vita.
11 nostro i spettore Don 'l'ttSsinari chiede a lulli gli amici del-
!'Opeui salesiana in Giappone generoso e sofledto soccorso per ti-
mettere in efficenza l'Istituto, ()pera t!i cristiana carità e cù1iltà
assai appre;;;zata in 'l'okyo.
LE VITTIME DEL DRAMMATICO INCENDIO DI TOKYO
DON ADINO RONC;\\TO
GIOVANNI MYOGANO
li primo in un impeto di cristiano eroismo sacrificò la vita per salvare q u ella
dt!l s~condo. Le loro saune furono trovate strette ìn un fralern o amplesso.
* Per iniziatin1 tleli'Oratori(I Sàle-
siano cl.1 S. Benedetto, quest'anno è
risona a FERRARA Urnl tradizi(mt'
di carnevale, innesmndosi sul lron co
vitale tlelln gioventù. Qua le ri~ullalll
abbia :wuto questa pruno edizione
dèl carnevale giovanile nella cirtii
estense lo liBnno d~Ho l'entusiasmo
è gh applausi con 1 quali la folla
ha accompa_gnato la sfilata dei C:lrri
" ,!elle maschere per , princi1,ali
~or$i cimtùini.
* A coronamc.nro del l'inrc,n,u k 1H>1'11
s\\·olto nell'Anno :Vlanano, domenica
a~ fchbraiQ i Salesiani di VIBO
VALENTIA (Cawnzaro) hanno mau-
gtlrato una gramlè- e bella statua di
i\\liria Ausiliacrice, postn sull'nm1>io
IN BREVE
portale <lella chiesa a Lei dedicata.
Fu benedetta solennemente fui S. E.
il Vesco1•0 1\\-Tons. De Chfara, pre-
senti autorità e popolo festante.
* li nostro Don Aurdio Maschio,
fonda1ore dcll'imponcn1e opero sa-
le.siana di BOMBAY (l ndia ), per
le sue benemerenz-e nel cam po edu-
tatin>, ba ricevuto l'onorificenza
della Stella della So!ùlmùllÌ l!alùma,
conferit-.lgli da S. E. il Presidente
Einaudi. dietro pro.posta del Con-
sok Generale d'Italia a Bomhay.
* Solenni celebrazioni giubi lari ~i
sono S\\Olte n !-;h rigley INGIDL-
TERRA - ln quella nostra Casa
missionari.,, che in soli 25 anni lw
dato alla Chiesa oltre 1oo sacerdoti,
mentre nitri +o sono ~1viati all,1
stessa mè1:1.
* Con grande solennit,1 a Campos,
nello Stato di Rio de Janeirò
- BRASlLE - è Sl'-\\ta cc,llocata hl
prima pietra di w, Istituto salesi:ino,
che sorgN/1 su di un'ampia arca
donata alla Diocesi dll un ind u,;triale.
C'ompì la cerimonia l'Ecc.mo Ve-
scovo diocesan!l, munifico pronm-
tnre del!'<>rera.
* Nclw Scuola s1)lcsi,1na Yuc1 \\\\'nh
<l1 MACAO quest'anno, ()!tre r3
h,1t!esimi Ji allied, si sono U\\·uti
anche quelli degli insegnanti pagan i,
1 qual, a uno a uno si sono fatti cat-
tolici. Il colpo di gmzin per la loro
conversione lo ebbero dalle ripetute
recite di un in1pressionante dra.1m11a
;;ul (, J,'igliuol Prodigo•· In ultimo
si com orti anche l'numre.

2.4 Page 14

▲back to top


Dai palmeti profumati dell'India Meridionale
il nostro venerato Rettor Maggiore si portò a vi-
sitare le Missioni e Opere Salesiane deU'lspettoria
« S. Giovanni Bosco» nell'India Nord, bagnata dai
tre fiumi sacri: il Gange, il Bramaputra e l'lrra-
waddy. È questa una delle lspettorie più vaste
e più fiorenti della Congregazione. Dal delta del
Gange all'Alto Bramaputra, dalla metropoli del
Bengala alla capitale deUa Birmania, i Salesiani
e le Figlie di Maria Ausiliatrice vi hanno fatto
fiorire un complesso di 45 centri di attività mis-
sionaria.
Per il Reltor Maggiore fu questo un mese di
gioie apostoliche perchè potè vedere coi suoi
occhi i frutti ubertosi e abbondan1i delle fatiche
di quei suoi Figli missionari, che hanno portato
nell'ovile di Cristo più di centomila pecorelle.
La Chiesa ha voluto dare un segno della sua rico-
noscenza elevando alla dignità vescovile tre Sa-
lesiani nella vecchia Diocesi di Krishnagar nel
Bengala e~ nelle nuove Diocesi di Shillon_g e Dibrugarh nell'Assam. Fu appunto nell'Assatn che
il Successore di Don Bosco pianse di gioia vedendo cosi perfettamente realizzata la visione nella quale
il Padre aveva visto una moltitudine di giovani di ogni lingua e tribù che gli gridavano 1a loro
gioia di averlo tra loro: Ti abbiamo aspettato tanto tempo: ora non ti lasceremo più partirei
LUNGO I FIUMI SACRI
Nel cuore del Bengala
Il signor Don Ziggiotti comincia la sua visita
con volo Madras-Calcutta, dove lo attendono
S. E. Mons. Morrow e l'Ispettore Don Alessi con
parecchi confratelli. Il Rettor Maggiore si cong~da
dall'Ispettore Don Pianazzi esprimendogli la sua
gioia e commozione per le meraviglie contemplati!
nell'India Sud, quindi parte in auto per f<rishnagar,
nel cuore del Bengala, dove il 16 gennaio celebra
la festa di S. Giovanni Bosco. La cattedrale è
gTemita di giovani e di fedeli, che si accostano
in massa alla S. Comunione. All'uscita un chias-
soso benvenuto a s'uon di banda al Successore di
Don Bosco. Nella giornata visita le opere catto-
liche, che formano un complesso org;rnìco per
l'assistenza ad ogni categoria di persone.
Nella grande accademia in onore di Don Bosco
e del suo Successore c'è tanfo cordialità che Don
Ziggiotti ha l'impressione cli trovarsi in una grande
famiglia.
Il giorno seguente lo dedica ai confratelli e alla
Scuola professionale Don Bosco, che trova bene
attrezzata e in pieno rigoglio.
Il 18 g,mnafo, dopo la me~sa celebrata nella cat-
tedrale a tutta la gioventù maschile e femminile,
parte in auto per Calcutta. A Ranaghat fa una
breve sosta per visitare quella nostra parrocchia
Prima di arrivare alla Casa ispettoriale della vasta
metropoli bengalese, attraversa un quartiere molto
povero, entra quindi nella parte moderna, ricca di
palazzi e centro della vita commerciale, dove sorge
la Cattedrale cattolica, affidata alle nostre cure,
con accanto una grande tipografia diretta dai sale-
siani. Il Rettor Maggiore vi ammira le macchine
e visita l'esposiziòne dei h,vorì. Nel pomeriggio
S . .E. Mons. Perrier S. I., Arcivescovo di Calcutta,
gli e>ffre un tè d'onore. li giorno dopo è accolto
festosamente nella Scuola professionale di Liluah,
che sorge nella zona industriale della grande Cal-
cutta e che ospita giovani anglo-indiani, cinesi, bir·
mani, bengalesi.
Luccichio di stelle, splendore di fede
ll 20 gennaio, dopo tre ore e mezzo di auto
in una regione fittamente popolata e seminata
di fabbriche, sulla strada che costeggia il fiume
Hooghly, una delle bocche del Gange, arriva a
Bande!, il famoso Santuario di N. S. del Buon
Viaggio, il più antico del!' India del Nord. lnconteni·

2.5 Page 15

▲back to top


bile la gioia degli aspiranti salesiani, ai
quali il Rettor Maggiore fa rilevare l'in
vidiabile fortuna che hanno di custo·
dire un sì celebre Santuario. Nel po
meriggio rallegrc1 con lo sua presenza
il \\ icioo Istituto delle Figlie di M. Au·
siliatrice, che hanno unc1 Aorente scuola
elementare frequentatcJ dai Agli delle
migliori famiglie della zona.
Il giorno appresso di nuovo all'ae·
roporto di Calculla. Sorvolando il Pa
l<istan orientale, entra nell'Assam, salu
tate dalld catena dei monti Caro, e
dall'illto benedice quelle tre florenti
stazioni missionarie. L'aereo segue ora
il corso del Bramaputra e atterra, dopo
sei ore di volo, nei pressi de.Ua simpa·
tlca cittddina di Trzpur.
I giorni zz·z3•z4 genn.iio resteranno
a caratteri d'oro negli annali di quella
missione. LI Congresso Eucaristico pre
parato con un mese di predicazione in
tuUi i centri del distretto e la visita
del Rettor Maggiore altrassero a Tezpur
la massa dei cristiani. Quando Don :1g-
giotti fu in vista delfo missione, do·
\\ ette scendere e pa5"'1re trionfalmente
fra due file di popolo festante, fìnchè
giunto sotto un arco trionfale, due bam-
bini biancovestiti gli offrirono acqua
limpida per le abluzioni e lo inghirlan
darono con una lunga corona di t1ori ,1
vari colori. Quindi fra canti e suoni di
tamburi lo accompagn.irono fino alla
chiesa, dove il buon padre parlò inler·
prctato dall'Ispettore.
Tezpur domino una fertile zona del
medio Bramapulra, dove abbondano le
coltivazioni di tè. La nostra residenza
è posta nella parte migliore, di fronte
al grande fìume che in questo punto
raggiunge la sua massima larghezza:
25 miglia! La trionfale processione eu
caristica si svolse sull'Imbrunire, sotto
il luccichio delle stelle, snodandosi in
riva ai laghi, mentre le migliaia
lampioncini a vari <"Olori portati dai
fedeli, col riflesso dclii? loro luci nelle
acque sottostanti, d.ivano all'intermi·
nabile teoria un aspetto incantevole
e fantastico, reso più suggestivo dai
canti echegglant, nel silenzio della
notte.
Innumerevoli i p<1gani ad assistere al
passaggio 1rionfole di Gesù portato dal
Rcttor Mag'giore. lnde~crivibile l'entu·
siasmo del ritorno al Santuario di
S. Giovanni Bosco, illuminato a giorno
da migliaia di luci. Solo la fede di
cristiani che h,1nno fotto Hno a So km
Il piedi portandosi a spalle pentole,
legna e riso, può spiegare simili spet
tacoli.
Eccellente la collaborazione delle F!
glie dì Maria Ausiliatrice.
(dt1/ralto) L'omaggio di GOA (India Porto~he,-e) al Sue•
,:c,;,;;ore di Don Bosco. - li Rettor Mag~iore col i.i~. Ispet-
tore don Alessi e i saleo;iani dirigenti Ja Scuola arti
grafiche di CALCUTTA. - Più catdo del sole indiano
che obbliga all'ombrello è il saluto dei panocchiani di
MADRAS, interpretato dal Presidente di A. C.
1 33

2.6 Page 16

▲back to top


Dibrngarh:
bella ma sventurata terra indiana
Tre quarti d'ora di aereo nel pomeriggio del
z4 portano il Re.ttor Maggiore a Gauhati. In questo
lrnportante centro dell' Assam, che riVa1eggia ormai
con Shillong, sorge una nostra opera con una
scuola che gode fama anche nell'ambiente pagano.
Circa ;oo allievi appartengono appunto a distinte
famiglie pagane. Si sta pure organizzando un pen-
sionato universitario, perchè Gauhati è centro di
studi. Anche le Figlie di M. A. hanno una scuola
e prestano la loro opera nell'ospedale cittadino.
ln tutti e due gl'Istituti è accolto a festa, ricevendo
nel primo la tradizionale ghirlanda, assistendo nel
secondo a canti e danze. Non manca di far visita
alle Suore che lavorano nell'osp,!dale e si compiace
nel constatare con quanto zelo e tatto si adoperino
per la salute corporale e spirituale degJ'infermì.
fl z.6 spicca il volo per Dlbrugarh sul!'Alto Bra-
maputra, estremo limite di terra indiana incuneata
tra il Tibet, la Cino e la Birmania. All'aeroporto
è c1ccolto da S. E. Mons. \\ilai-engo, che è appena
disceso dai monti del Manipui-.
È questa una Diocesi sorta da soli ; ann, m una
delle regioni più belle ma anche più i;venturate
del!'India per causa delle frequenti alluvl.oni e
dei terremoti. Conta già 30.000 cattolici, sparsi
pe,· le valli e i monti su un'area di 75.000 kmq.
Il Rettor Maggiore, parlando quella sera al gruppo
dei Missionari accorsi dalle a1tre cinque lontane
stazioni, si disse fortunato di assistere a questa
rnagni:flca fioritura di vita cristiana e salesiana.
Delle intense giornate passate nella Diocesi di
Mons. Marengo non cl è possibile fare la descri-
zi.one; ci limitiamo a elencare le visite fatte al-
i' Istituto delle Figlie di M. A., a quello delle Suore
Indigene di M. A. fondate da Mons. Ferrando,
all'ospedale cittadino, dove prestano la loro pre-
ziosa opera le Suore di Maria Bambina. Si spinse
pure 11no alla residenza missionaria di Dum-Duma,
dove i salesiani si prendono cura dei cristiani
che lavorano nei giardini di tè.
Da DibrugaTh vola su Gauhati e di si dirige
in <1uto per Shillong. Passando per le vie di Cnuhoti
la stra attenzione è attratte! da cortei di studenti
che portano in trionfo la statua della dea Sara·
.
~ U,d,ejJ,,o, l'atteso volume del nostro
swati (la dea della sapienza} che poi getteranno
nel fiume Bramaputra. È appunto il tempo di una
delle feste religiose indù, che si prolungçi tutta
la notte con nenie e canti interminabili.
" Ho visto il volto
paterno e sorridente di Don Bosco "
A 7 miglla da Gauhati comincia la salita sulle
montagne Khasi e la strada serpeggfa tra le fol'este
innalzandosi flno ili 2000 metri in un paesaggio
incantevole con continue variazionL Dopo un'ora di
corsa si arriva a Nongpoh. Appena la macchina è in
vista, un com di voci esplode nel canto Don Bosco
ritorna e una folla di ex allievi attornia l'auto, com-
mossa e plaudente. Quindi il corteo si snoda per
la tortuosa autostrada che porta a Shiltcmg. Dopo
;o l<m di viaggio, al posto di blocco di "'vla""lay,
altra sosta: una folla di cristiani, salesiani, cx al-
lievi, Figlie di M. Ausiliatrice e di curiosi circondi!
il buon Padre, che risponde col suo largo swriso
a tanta festa Preceduto ora da un più lungo corteo
di macchine e l'alle.grato dal suono fest.PS<.1 della
banda degli ex allievi e oratoriani, passa per le
vie di Shillong, costretto però a fermarsi quasi
improvvisamente di fronte ad una folla di cristiani
che ad alcuni chilometri dalla Cattedrale attendono
il Successore di Don Bosco. ~ fra una suggestiva
corona di fiacc.ole ardenti vidi per la prima volta
il volto paterno e sorridente di Don Bosco vivo
nel suo Successore ~: sono le parole di un ex al-
lievo. E Fu sotto la guida degli ex allievi accorsi
da ogni parte dalle colline Khasi che la folla s'in-
colonnò cantando e precedette · processionalmente
la macchina del Rettor Maggiore. Ed ecco raggiunta
la meta. Fra uno sfolgorio di luci, la statua m.ir-
morea dell'Ausiliatrice dall'alto della Cattedrale
parve accogliere e.on un materno sorriso tanti figl i
che, col Padre, el'ano venuti a riunirsi, ancora una
volta, sotto il suo manto.
Ma i momenti piì1 solennì furono quelli del
;o gennaio, festa del Savio. Commovente l'omaggio
degli ex allievi, che formano la gloria delle nostre
scuole i:he li hanno formati alla vita cristiana.
Essi offrono al Padre un dono simbolico: un arco
d'argento con te frecce e lo scu~o. Anche all'agape
fraterna gli ex allievi, che amano molto la musica,
DON PIETRO BRAlDO p,.,.idc dcll'l,t,tuto Superiore d, P1"1ni:01;ia del Pontificio .\\isP«> Std,siuno
IL SISTEMA PREVENTIVO DI DON BOSCO
J,'autore,·ole giudizio del
massimo storico di Don Bo-
sco, D. Eugenio Ceria:
li presente lavom, se11;:(I
STalutnre n/c,mo dei prece-
denti, è Jir11,,·a il saggio /nù
comp/etn " 111etodiro ml .ti-
sce11111 t,rl!~·e11ti1•n 1w/l'ed.JJ.etl-
ZÌ(llle della gioi-enflì, quale
Don 130.<ro lo ,-onrepi, il>
a111uì e lo i11,-ulcò per oltre
q11ara11t'111mi ron In parola
~•ii•a e co11 l'ese111pio rJllòli-
diano... Trarto:::ione ampia,
condo/fa cm, metodo, .valesia-
J1t1111P1!/.e 11rtodossa... D. Pi<'•
trii Brnidò me/le iii otrima
l.uu l'òrigi11alit<l delfo pedn-
Volum e dì pagine 500 L. 15-00
f(ol{tn d, Dm, Bosro nelle
,·m·,e 11//1u1::cim,i ispirlJ/(1 dalla
.wa qualità di ·mrerdnte.•Ye:;-
mno /ì11orn ha ilh,~·trn/11 111111
dico -meglio, ma eg11a/111e11te
bene questo ptml.o, per il
quale l'azione edut<ili'lm di
Dn,. Rmwi si disM11zii1 ria
tn/te le altre t,edaw,giu
Per ordinazioni
nvolgersi aJl'ls1itwo S11pe1 iort di Ptdagoflla Pìa2.za Rtbaud~n~o, z2 - 'l'orine). Per 1 \\'l'T'Samènd
scrYirs1 del conto c,,;orrente postai.e ~"umcro 2 11717S - /stir11to Solesiano Rebmalcmto - •rorin,l.
134

2.7 Page 17

▲back to top


rnllegrano la llll.'ns,1 con J'orche.strir1c1 e con cani,
l1hi1si, ìtaliani e pecs!no napoletani.
Dopo le funzioni sacre, grande accc1demic1 po·
polare all'aperto, nella quale non mancano h- dc1n=c
dei guerrieri e delle danzatrici khasi, vesilte nei
l!dratteristicì costumi, carichc di collane e ron un,1
corona d'argento sul capo. Anche I.i massa dei
cristiani offn il ~uo dono: una colldna lucente di
,,ri e argento, che ('5~i st~si vollero appendergli
.il collo. Le dan:e, i c.inli e il tdpudJO generale
diedero al Retto,· t\\h,i,:giore lo spunlo per il discorso
11nale, che si può !'!assumere così. 1• QuestcJ nostra
gioia è do110 cli Dio ccl è di questa stess,1 gll1ia chi!
gioi remo in paradiso, do\\•C tutti insieme danz:en:1110,
canteremo e .saremo felici in eten10 !...
Capitano di una pacifica armata
Il 'I I gennaio, resi.i di S. Giovanni Ro~CIJ, è il
Shillong-Mtmlu)1, Ira i nostri studenll di teologia
e i p,1rrocchi,rni del S. Cuore. È il giorno ch·l Pudre
e tutti i llgll e le Oglie della Diocesi di Shillong
si radunano per udire la c,mferem:d dt>I Rettor
Maggior~.
Il giorno seguente è consacrato alld nuova Par-
n•cchia di S. Giuseppe a Sliillong-Mu11,khc,r, dovc
, iene rice, uto dc1 una turbc1 di bambini. Qucst<1
parrocchia si trova In un centro protestante. Co-
minciò due c1nni fo con pochi cattolici Or.i , i
sono zooo fedeli e oltre ;oo ragazzi frèc1uentano
l'Oratorio. Il z febbrùiO tiene conferenza alle nlret
trici delle I ·Igllc di M. A. clell' lndi.i Nord.
A ;o miglia dil Shil!ong, in posizione prominente
.sopra gh ultimi speroni dei monti J,hasl, in vi~ta
della pianur.i Bengalese, sorge Cherropunfi:e, il
luogo più pio, oso del mondo. Il Rettor Maggiore
vi è accolto il 4 febbr.iio da un bel numero di
fedeli venuti anchl• di lontano.
Proseguendo il vi.igg-io arriva a ,\\lurhi,u, una
delle residenze pi11 florcnli, con cristiani lcrvorosi
e semplici, che vanno incontro festosi .il sig. Don
Ziggiotti e poi lo accompagnam, nella loro bella
chiesa per sentirlo parlare e 1·,c.evernr lJ bcnedi-
:::ione. Subito dopo lo 1>nor,mo con tipiche danz.e
locali, dopo le quali gli offro110 armi 1-h.isi, che il
Rettor :\\'laggion:, in segno d1 gradimento, impugna
tr.J le grida di e, 11ivd degli astanti.
Nel ritorno sale sull.i parte più alta dei monti
Khasi, a Upprr·Shil/011g, a poche miglia dal capo-
luogo, dove id Provvidenza ci ha profurato un
terreno ili bellissima posizione per il noviziato.
Il ,; febbrnio è nuovamente a Calcutta. A cena
è ospite graditissimo S. E. l'Arcivescovo Mons.
Perrier. Nei giorni seguenti visita lo studentato
filosofico delle due lspettorie a Sonada, bella casa
a zooo d'alte.:::a tra foreste e campi di 1è. All'ar-
rivo del Padre la gioia dei figli esplode ,n un'ac-
coglienza piena di affetto. \\'i sono anche i ~lovani
aspiranli alla vita Stllesian.., che interprct,ino bril-
lantemente un bozzetto su S Domenico Savio in
lingua latina. Nei giorni che trascorre d Sonada
gli si offre la possibilità di salire fìno ai 3000 metri,
alla ,, Tiger Hìll ", donde :;i gode uno dei pnno,·ami
più suggestivi del mondL,.
Tra i buddisti deila Birmania
Ali'dlba dell' 11 febbraio dal grande aeroport,,
di Calcutta pr<.'ndc l'aereo pc1· la Bir1111111ia. Un
\\/iking dcli'Aìr Jndia lo trasport<1 con volo
tranquillissimo sul delta del Gange e lungo le
costt> b1rm.in.- Ono alla capitale Rangoon, dove.
,m ,. presso I.i Procura delle 1\\liss,oni Cattoliche, qene
offerto un pranzo in MIO onore, il cu1 sono
tali S. E. 1'.lon~. Luc-,,s, Internunzio dell'India e
Birmilnia, ~- I:. Mons. Lanfranconl P.I.M.E.,
S. E l'Vlons. Har111 e altre personnlii:1. Piu tardi
ha un cordiùle colloquio c(II Minbtro della Pub·
blica lstru::ione, che aveva espresso il deside.-io
di conoscere ,I Rettor Maggiore dei Salesiani,
dei qu.ili ammira l'opera educativa.
.Eccolo quindi nella nostra incipiente opera, che
sorge in un c1uùrt1erc po\\erissimo ddl., capitale
e che, appunto per questo, ha ottime prospettive
per l'avw111rc. Il buon popolo gli fa fest.t e lo in·
ghirla11dù, mentre il Rettor Magii-iore si compiace
di for rilev,1rc che fu la Mado1111u stessa a chiamare
ì salesiani nellcl capitale e che li ha preceduti col
suo 5i111ulacro, trovatosi in una chll'sa dcllc1 città.
Il 12 febbraio viaggia su Manclaluy, sorvoland-0
, astis:.ime foreste, a cui succedono catene di monti.
Mandalay è uno dei grandi centri buddisti di
Oriente ed è tutfo disseminata di p.igode e di
monasteri. Sono circa 12.000 i bonzi, e s'incon
trano ovunque con il loro caratteristico manto
giallo, l'ombrello ros!\\o e una pignatt.1 sl,tto il braccio
per la cerca del riso.
L'apparecchio tocca terra il Ile 1.! e il Rcttor
Maggiore :;i vede circondato dc1i mìlle allievi del
nostro Istituto, che lo accolgono al suono della
banda e con grida di evviva. Un rnga::zo gl'impone
nell'aeroporto stesso una prima ghirlanda e gli
il benvcnut-, In italiano. Poi un lungo correo
di macchine, preceduto da giovani in bicicletta,
scorta il sig. Don Ziggiotti lìno all'Istituto, de·
stando l'ammirazione della città pag,rna.
Visitata la belld e grande chiesc1 gotica, opera
del compianto Podrc Lafon, fondatore e donatore
dell'Istituto, e impartita la benedizione di M. Au-
siliatrice, sale sul palco preparato nell'ampio cor-
tile per il ricevimento ufficiale. Caratteristici i
canti, la danza birmana e i doni, tra cui la veste
e l'ombrello del bonzo. Durante la !ua perrn.a-
nen...--a a Mandal.iy ha un cordiale incontro con
le autoriw ecclesiastiche e civili e s'intrattlene
paternamente con tutti e singoli i suoi lìgli sale-
siani. li 15 febbraio, accompagnato d.i tutti i gio-
vani, si reca all'aeroporto, donde vola su Rang-oon
e di là, clando un nostalgico saluto .ille lspettorie
lndiane, parte per Bangkok per cominciare la nuova
non lieve ma dolre fatica della , i~lta alle opere e
mÌ5SiOni del Sì.im.
li miglio1 commento alla nostra rela=ionc ci
pare un brano di lettera del !>UO segretario:
« Il Re\\ ,1110 Rettor Maggiore sta bene, non(l
stante lc1 dura prova cui è stato sottoposto nella
visita alle due lspettorie Indiane. Non le descrivo
la gioia e le feste al suo pas:.aggio nelle vc1rie case!
È un incontro dJ cuori, una giolù reciproca, una
iniezione ti, entusiasmo, una vera benedizione... '·
1 35

2.8 Page 18

▲back to top


MONDO MISSIONARIO StlLESIANO
Nel numero precedente Don Colbacchini ha narrato come era riuscito a ottenere che
una nuova tribù di Xavantes venissero a costruire la loro aldea accanto alla .residenza
del Missionario. Ora descrive le avventurose vicende di un suo viaggio sul Rio das Mortes.
Sangue di martiri, seme di cristiani
Quanto rnirabiTi le vie della Provvidenza!
Vent'anni or sono i due missionari salesiani
Don Giovanni Fuchs e Don Pietro Sacilotti1
stanchi di tante fatiche, esausti dalle febbri ma-
lariche, ma più che tutto avviliti per non aver
avuto la grazia di avvicinare i selvaggi, persuasi
ormai che non si sarebbero più avvicinati, deci-
sero di scendere il fium-: e recarsi alla più \\icina
casa salesiana. Dopo pochi giorni di viaggio, il
r0 novembre del 1934, verso sera, avendo scort<>
in una svolta del fiume alcuni selvaggi sulla riva,
animati dalla speranza di 1m felice incontro,
tentarono di avvicinarli per portare a quei figli
della selva il primo bacio di Gesù. Col Crocifisso
in mano avanzarono \\7erso di essi, ma i barbari
selvaggi si .precipitarono furibondi sugli inermi
missionari e li trucidarono. Cosi il Signore volle
che si bagnassero di sangue salesiano le zolle del
Rio das Mortcs. Ora, dopo vent'anni giusti,
nello stesso luogo, condotti come per mano dalla
:vladrc Celeste lYiaria Ausiliatrice, gli stessi sel-
vaggi vcngon1, spontaneamente a chiedere al
missionario di costruire i] loro villaggio presso
di lui!...
Don Roseo aveva prèdctto che i suoi figli coi
sudori, le fatiche, i sacrifici e il sangue. nelle fo-
Dal primo Santuario Diaria.no
BANDEl, (Calcutta) - All'ombra del piil a111ico Santuario
dcll'Jndia Nord: un bel gruppo di aspiranti saleslanl lndlanl si preparano ad essere gli apostoli tlel loro connazionali.

2.9 Page 19

▲back to top


mpra) I piccoli dei ternòili Xavanu:s hanno
trovato 11impatico il sorriso di don Bellido,
ma soi,petti gli armeggii del fotografo.
reste e sui fiumi di queste regwni inospiti avreb-
bero eretto la Cmn· e i popoli barbari le si sa-
rehhero cun·ati dav.mti, dl'poncndo l'odio e I.,
vendetta, baciando b mano ai messaggeri d1
l'risto e c:u1tando loùi a Dio e alla \\'ergine. Noi
tocchiamo con mano la realt.1 di tali profetiche
parole.
Poesia e realtà
Giunse il giorno della partenza. Non poteYamo
prolungare la dimora per non perdere l'aereo che
ci dove\\'a port.arc a S. Paolo. Salutato il buon
Don Igino Fasso che, non senza sacrilicio, do-
veva rimanere ~olo, partimmo con la speranza di
giungere a X.n-antina il giorno dopo.
Era I alba. I.e primL ore di \\'Ìaggio furono
ottime. [I motore funzionava a meraviglia. Di-
scorreYnmo allegri contemplando In bellezz~ del-
l'esuberante natura trop1càlc, che ve,;tì, a le sponde
del fiume di un , ariopinto manto di \\ erdc e di
fiori: un continuo splendiùo giarùino. Accompa-
gna\\amo il volo dL-glì uccelli, che rapidi si tuf-
f:rn:mo nelle acque e ne uscivano tem:ndo streuo
nel lungo becco un pcsc1ohno che andavano a
inghiottire su ,1ualche r.imo sporgente sopra
l'acqua <lei fiume. Uccelli variopinti, farfalle
splenùcntì di tutta l'iride dei colori, lo specchi.m;i
<lei venie della foresta e dei rami lìorìti, cru per
noi un così bello spettacolo che quasi non ci la-
scia\\'a ~cnure le incessanti punture <l1 miriadi di
lell'INDIA
Rm,del. z I gennaio 19,,
Carissimi l1gliuoli,
trovandomi presso uno dei più celebri santuari l\\1ariani del'india, La Madonna del Ruon
\\ iaggio •, è 11atural~ che il mio pensiero voli a ,•oi, che ai·etc fo forfu11a di abitare ali'ombra di
\\1ari11 Au51fiutrice e, come que5f1 brun lflOl'am asp1ru11ti, {ate du paggi d'onore alla \\ ergine Santa.
Vorrti ruccontan-i fante e tante cose del mio ,·iaggia, ma un semplice foglio di corta da lct-
terCJ no" bmta a descr11,ervi le wariale e 11111nerosc 1mpress1oni. Vi m•rei ,,o/uli wn me ad cm,mi
rarr le vetu~tc Piramidi tl'Egilto, il grande Museo del Cairo, il canale ti; Suez, fa 'ferro di Gesù
con I famo,i santucm J1 Geru,all'mme, Betlemme, ,\\ a::arefh; le desolate solitudini Jl'I mar ,Worto;
Jr grandi pianure della Siria co11 le città di Dama\\Co vd Aleppo. Beiruth, le catene del libano e
le famose rovine romane Ji Baalb1·k; in T elwran, le alti,sime montagne e gli immensi altipiani del-
/'Jra11... Soprattutto ,·orrei 11arrarvi le mer1111iglie dcli' India, cni suoi ·350 milioni ti! abitanti, le
11randi città, le foreste, gli animai, di ogni ~p,·cie ele/011ri, tigri, .<cimmie ecc. Non 1·i parlo poi della
frutta, per non {ari·t l'e11ire l'oCf/UOlina m bocca.
Mentre voì sietr imbacuccali e trem,w/1 di freddo, io deb!Jf1 scrivervi a porte ~ f,ne~ire a11crfc,
puchè qui tmche in g1•nnaio fa 11/uttosto rnldu. Tuff() al/'intornu è un ri!i{uglio di piante tropil'ali
e o pochi pa\\~l dal/'i5fituto scorre il fiume H,J11gh/y, uno dei ram, 111ù im11ort"nt1 del D1•/ta Je/ Gonge.
,\\la c1u che mi weme {at1·1 ,opere ;, il consolanti\\ imo Sl'lluppo delle opere salc•.,wne. Abbiumo
de, colleg, molto grondi e con numerosi allic1•1, che imparano ad Cimare /1.laria Aus,/iatrìce e D011
Bosco, anche se malti di essi non hanno t111cora la fortuna di Of1pl1tfenere alla Chiesa Cattolica.
Se a qualcuno ti, 1•oi arride fidealc missionario, sappia cbe l'India è un cumpo di lo,·oro
meravig/10,0 lutti pero potete e"ere m1>s1onari con le vostri' preghiere, coi piccoli sarrific1 quoti-
diani e con I r,1/empimento esatto di ogni 1·osfro doverr, seguendo l'esempio di San Domenico Sa,•io.
Figli(lo/i carissimi, vi saluto d, gran cuore e con me 111 salutano tutti questi vostri comJiagni
che vogliono mettere la loro fìrma perchè li ricordiate ne:/ Sont11ario del/' A11siliatrice, come l'l\\i ri
cordano 1•01 m questo Santuario liiariano.
Vo~tro aff.mo Sac. RENAIO ZIGGICITTI
117

2.10 Page 20

▲back to top


mo;;cerini di tutte le :-pl·cit'. che ;;ono il continuo
rormt'nto di chi \\ ing~ia su qu1:sti numi.
t\\n·vamo supcraW da poco una diflicilc.: ra-
pida l' ci snrriùcv,1 il pensiero che lutto sa-
rchht· andato ottunamt·ntc, quando all'iippro1·-
1 iso il mmorc si ierma. Per 4uanti tentativi si
focci:tno, non ;;i riè~cc a metterlo in molo. I .a
corrente intanto ci porta fatalmenk alla deriva.
La rapitla del liunn: i.· , icina, gù si s1·me il fra-
Donne xa,'Unln ùd !'-11110 Grosso CRrn~llc) ln1i,n1c
., ricoprire Jn nuO\\'":l c,tfr.'nn~ con fos, :.lk tll r,alm.J..
gore delle onde cht• s'infrangono nelle pietre.
Bisogna accostare.: la sponda perchc'. la , iolenza
dcll:i corrente non ci getti nel lurhinlo delle
ac4uc. Con l'unico remo che abbiamo di risen'a,
sudando e pregando possiamo finalmente rag-
giungere la sponda e legare la ban:a ad un tronco
d'albero che sporgl'. Tra l'insopport.tbiie tor-
mento delle punture dt una nuvola di mo:;cerini,
sollo i raggi del sole che ci bruci.i, semn1 un
filo di ombra p<:r rit;lorarci dal calore, si passa-
rono ore cd ore in l'ominui tentati\\ i per rimettere
in funzione il motore, ma nitto fu inutik·.
Temporale nella foresta
1ntanto era giunto il tramonto. 8u1Porizzontc
era anùato addensandosi un temporalan·io e nere
nubi foriere lii tempeste salr.·ano su di noi. Il
brontolio del tuono ci confcrrn.1\\a che presto
iivn-mmo avuto la pioggia. Che lare' Do,·e ri-
fugiarci ? Ci addentrammo nella fon:i;ta, dove
trovammo, unico rifugio, un enorme j"tuba, al-
hct'o chiamalo il «gigante della forc.sta », i cui
rami aprendosi in , astu circonferenza, forma\\'ano
un'immensa cupola n·rde. li tronco misura,a
all'incirca Jue mi:tri di ùi.imetro c ritto si ergern
p1.:r decine di metri e in alto si aprivano gros.,;i
ra1ni. Sotto qut:sto ml·ra\\'lglìoso esemplare della
furcsla tropicale l'Ì <-rano alberi cd arbusti. Sgom-
brato attorno il tcrrt'no con le act·etk. legammo
;1 due alberi , idni le nostre amache. si acce:;e
un buon fuoco e si ammucchiarono rami s<:cchi
per tenerlo v1,o pl·r tutta la notte, anche sotto la
pio~gia, precauzioni: necessari.i per tenere 1011-
L.mc le visite d1 ,miowli feroci, coml' il giaguaro,
i lupi e i cinghiali, che alle mite a:,;~altano l'ac-
l11111pamcatu in branchi di centinaia, quan<lu
non , i arde il tuot'o. Intanto il temporale si a\\-
' il·io;n a rapido. 11 , cnto sc1H11t:, .1 rnn imprc:--
,,i,manle ululato k lime dei grnm1i alberi e pa-
l'l\\il che tutta la foresta fremesse. Lt prime gocce
dt pioggia vennero a colpirci dure e gelide. Get-,
lata .1hbondantt legna nel fuoi.:u, calato ormai la
notte, sotto quell'immenso tcn,, Ji mmi 1.: di
foglie, ci rannicchiammo nelle .unalhe, ma la
piriggm non ci risparmio cadcmlui:i addosso a
diluvio, mmc aniene in questi llimi tropicali.
Quando la furia del tcmporak si calmò e la
pioggia cessò, tutti hab1-nati e trt•111a11li di freddo,
ci mettemmo anorno al fuoco l rU\\, i,·ammo la
fiamma. che tremula sparge, a i :suoi bagliori
ndl'o:;cucità tiella notte, formanllo attorno a noi
1111 grande circolo luminoso, oltre 11 4ualc le te-
nebre si rizzavnno come un nero altissuno muro.
l\\iscaldati e in parte asciugati. t·i ricoricammo.
Notte a ciel sereno
\\i primi albon eravamo in piedi e in preghicni,
J\\h:ssi1 nello stomaco 1111 po' ùi forina di man-
<lioca, si cercò di nuovo <li scoprire la causa del
gu,lslo al motore. Finalmente, dopo ore di proVl·
e riprcwc, il motun· riprese a funzionare. Ci sor-
rise allora la ~pcranza d1 poter continuare il viag-
gio, l'I si preparò con gioia, c'ìmharcammo e
vin!... Amara Jdusione! Poco dopo, il motore si
formava nuovamcntl·. Tenta e ritenta, rotto fu
inutih:. Ci cra,amo intanto accostati ;1lla spiaggia
arenosa di una piccola i!<ola del fiunw e, an-ici-
nan<losi la sera, non ci resta, .1 d1c rassegnarci
a passare la nulle in quell'isola. La spiaggia era
un.1 bcUa di:.tcs,1 di bianca sahhia; non ,i erano
arbusti e meno ancora alberi per sospendere
l'amaca. Unica risorsa, coricarsi sulla nuda sah-
hia, a ciel sereno, senza riparo alla rugiada che
<.·ade copiosa nei tropici. Con qualche ramo secco
port.ito dalla piena del fiume, potemmo accen-
dere un po' di fuoco. Per fortuna il cielo era
st·rcno. Rare nubi si tingevano d'oro ai raggi
del sole in tramonto. Accontent;mùoci di 1111
po' di farina ili mandioca con acqua pura, dopo
"'t•r pregato, ci stendemmo sull.i sabbia e in-
\\ ocammo il i.Onno.

3 Pages 21-30

▲back to top


3.1 Page 21

▲back to top


Cosl è la vita del Missionario
1\\Ia il .,;onno quella none a mc non nnh-a. c:uardarn il odo,
contemplavo le :nelle, vede, o e sentivo Dio , icino come non
rn.ti in quella solenne, quh:ta bellezza JeU,, natura. Quanti ri-
cordi cd emozioni nelle ore insonni lii quella notte! Tutto il
mio lungo passato mi.~ionario mì passò <lav.mti. Quante notti
trascorse nella foresta, ora al pallido d1iarorc delle stelle cd ora
sotto l'infuriare della tcmpct;ta ! Quante , nlu: :in·,·o sentitn presso
(Jualr lepldnz., sta ra-.:,onunda Don
7..ig1iot1i ai a:io,·ani indiani tU Shìlfonq?
Sul R.10 OAS MORI i,;S (Ma10 Grolilio) le rna•~ime autorJIJ tlcllu 1\\,115sio11c ~lu-
iilano t punii più stn11e11lcl per la conqul.ota tl~ftnitlva dei Xavantes a Cristo"
(da switl"l) Coad Funu11d!,.•:l, D h1: o. I J,sp.;.rturt I) Tiorra. 11 \\'u 1t,,torc trrt11rLi1-
n.1no R-e~·-m-, r> rt<:ltido. Il n ( olh~1c1:hm1 ~u, l~·,.J&ao ( Mdoso
di me il sibilo del serpente, il tintinnio dd tarihilc sonagli, il
hramito tetro de l giaguaro, l'urlo dei lupi e il ~rido malaugurato
degli uccdli notturni! Qwntc peripezie e da qtunti pericoli la
mano e.li Dio mi an!\\.t sal\\'ato ! Quante \\Olte la morte mi a, crn
sfiorato e quasi ghermito, m.i poi lasòato per la m:ttcroa rrotc-
zionc delln Vergine! A questi ricordi 1111 saliva al n1ore un'onda
di gioia e ringrazi11rn il Signon· ò'awrm1 scelto, scn;1,a alcun mio
mento, portatore dì luce e di pace Fìnalmt·nte mi t·olsc il
sonno e mi svegliai solo c1uanJo il cidu ad orit:ntt- corninci.1, a :1
tingersi dei più svariati colori.
_.\\ fonrn di braccia, con lunghe pcruchc e con l'unico rt·mo
cht: avc\\amo, spingemmo a,.mti la harca fatic,mdo a , im:ac
la corrente. Con nugoli di mosi:eTini che ci sucd1ia, ano il sangue,
sen2a alcun cibo, bevendo di tratto in tra tto un po' J'acqua per
inganoarc lo stomaco, si spiogc\\'a la piroga con I.i spcrnm;.1 di
arrivare \\ crso sera alla capanna di 11n m<:til·cio, che da pnco si
era st11bihto sulla sponda del fiume. Don ~hanlcllono si atfali-
cava e sudava !ll'l1Za posa. :\\ l a ll'impru\\'dso lo vedo accasci;irsi
:sul banco Jelln canoa. preso d11 11n tn:miro con,111s0. Lo ,l\\'l'\\ a
colto un ucccsso lii fcbhrc n,,ùarica! 'l'rl·marn di freddo sotto
un sole d1 fuoco. Inghiotti 4ualchc pastiglia: null'altro pcm·i of-
frirgli. Così è la vita del missionario...
Fra le tremende mandtbo·e di gigantesche formiche
Si spcra\\'a di arrivare ,tll'ah1lazionc dc:1 meticl"io. Là a,Ttmmo
trovato un po' <li nstoro. l\\l:i, 1rnnostanH· tutti i Mstri sforzi, si
Khziblei!
Gli Ex allievi Indiani
al Rettor Magl!iorc
/\\1110tissi1110 P.:idrc,
la sua i·enutu in me::::o a nni
è un m·Hntmento eh,· mm si ri
1•tl.:ril p,u nella nostw 1·ita. È
came I'<lf)puri:;Jon.• di u11u CIJ•
mdt1 nrll,;1 l"ita ,/1 1111 Iwmo.
Padr<· t111wtls.imo, q11,111to siamo
fieri Ji esitrc fìg/, J, Don Bosto!
l II nosfr11 g1uia lei lu n·Je m•i
110.1/ ri occhi,
r Per fur /ìorire S;J/1/f'rl' J)IÙ us·
"'CIUZJO/le, ,n 1/Ut\\li 11/t,mi anni
,-, siamo ruJ11nat1 p:11 so,•en/e ,.
11hbium1J f(I/ fil c;uulrhe 11asso in
M·anli. \\ edrtì che frn non molt,1
full, gli n ,dlie1·1 J, 11uestu
,cuolu ~urun111, " " ' "1 ali' Assu·
nozione, co,1 11111 fuc,/1111:nle pu-
·/ranno e~sere luce ,li-I mn11do.
\\ orremmo rwere lt, ,,arolu di
,,u{)nn Bo~co t• la 1·oce 1/etth angt!li
!friJar<! tutto ìl mr,lrn umore,
"1 n11~tra g,a111 e la 1111,frt1 n"co-
11o~cen:o " lei, Don BrJ"çfo /11
,nez=u a ""'
I.a m>~lru 1,regh1t·r11 /eri ~nle
,CJle, irr sct(nll di grul1t11J11re, al
trono Jell' Alt11~imo e chiede che
il lavoro dello Congregu.:,vne Sa
/e,iun11 ,; e,lt-ndu ,empre più per
,I bene,!, tuff, 1 r:1m·an, del mondo.
hhublci! Rt·1·ue111lr1 "f: D1111
::.,gg,otti. Con questo cfofce 110-
'"la noi f<ha,, chiediomo a Du1,
" \\luna A11sil10trice, a ',an Gìn
1·1mni Bnm, che hem·Jicono lei
e I'interu fumig/i/J wh•~icmu.
Lei, a1mdo 1>adre, ,·, ca11servi
tu/ti nel ;ut1 cuore e tornando 11
Turino, d,cu u Don Bo,ro ,·h,• i:li
dic,um(): l~hublei!
Gli l:, <1llievi l~h,tsi Pnar
139

3.2 Page 22

▲back to top


fece tardi e nuo\\amentc ci colse la notte, obbligan-
doci a passarla nella foresta. Accostata l'imbarca-
zione alla sponda del fiume, salimmo la rampa e cer-
cammo nel hosco un luogo allatto per pernottare.
Legate tra le piante le amache, ammucchiata legna
e acceso un bel fuoco, ringraziando il buon Dio
per il tempo buono, stanchi e sfiniti per la fa-
tica e per la fame, ci coricammo. Ma non durò
molto la nostra quiete. Un esercito innumerevole
di formiche ci sorprese mordendoci ferocemente
e tagliuzzando con le loro tremende mandibole
la nostra roba. Questa specie di formiche chiamata
saùva è una vera calamità per queste terre. In
quantità enormi assalgono le pianLagioni e di-
struggono tutto in poche ore, tagliando le foglie
a pezzettini, e trasportandoli nel loro nido.
Capanna ospitale
Grazie a Dio, <lon Sbardellotto si sentì meglio
e al mattino presto riprendemmo il viaggio.
Finalmente, verso mezzogiorno, arrivammo esausti
alla capanna sospirata. Ci accolsero con grande
cordialità e appena seppero della nostra triste
sorte, si affaccendarono per preparare qualcosa
da sfamarci. La moglie di quel buon uomo ci
fece subito il caffè, privandone se stessa, e mise
a cuocere un po' di riso. Cosi con quel poco
riso cotto nell'acqua e sale e con un pe--t:zctto
di selvaggina abbrustolita sulla brage, tacitammo
lo stomaco. Poi quell'ottimo uomo ci offerse il suo
figliuolo per aiutarci nel lungo tratto che ancora
ci rimaneva da risalire per arrivare a Xavantina.
Aspra e dolce vita di portatori del Cristo
Questa umile vicenda della nostra vita mis-
sionaria sul Rio das Mortes potrà dare ai nostri
cooperatori e amici un'idea delle difficoltà, sacri-
fici, privazioni, peripezie e dolori che vien co-
stando ai figli di Don Bosco dar nuova vita
all'opera missionaria iniziata vent'anni or sono e
soffocata subito nel sangue. La nuova missione
tra i Xavantcs, che posa sulle solide basi del
martirio, pur tra spine e dolori, proseguirà vit-
toriosa alla conquista della mèta che Dio [e ha
assegnato. Per essa il Regno di Cristo si dilaterà
per questi reconditi meandri di fiumi e for<.:ste;
i selvaggi udranno la buona novella e impare-
ranno a invocare il nome santissimo di Gesù e
quello dolcissimo di Maria Ausiliatrice Questo
l'ideale sublime che sorregge e conforta questi po-
veri sperduti missionari nella loro aspra e dura e al
tempo stesso dolce vita di po1iatori del Cristo.
Sac. ANTONTO CoLBACCHINI
mtssionario salesiano
Xava1ttina, Rio das viortes (Brasile)
(sopl'a) Il signor Don Ziggiotti e Monsignor Feuando con un gruppo danzatrici assamesi.
Ogni giorno nuovj paesaggi, uuovi popoli, nuovi costumi e per tutti un sorriso dal oucces1torte di Don Bosco.

3.3 Page 23

▲back to top


Al PIEDI DELL'HIMALAYA
L'entusiasmo di un popolo
primitivo che può dire con orgoglio:
« Abbiamo anche noi la chiesa!».
Era la prima chie:;a che sarebbe stat.a solenne-
mente benedetta dal Vescorn neTia diocesi di
Dibrugarh. La prima grande festa, che s1 sarcbbc
celebrata in North Lakhimpur, angolo remoto e
sconosciuto in questo Norù-India! E quanti
sono potuti venire, hanno portato il piccolo
fabbisogno per il giorno e per la notte, che a, n:b-
hcro dovuto passare lontano dalle loro l"asc.
Arrivavano a gruppi, a piedi o con autobus
riservati, cantando e battendo entusiasti i loro
pesanti tamburi, attirando cosi la curiosità dt:i
non cristiani, ignari del perchè di tanto concorso.
Ed entrando sotto un povero arco di bambù,
prepnrato in mezzo ad una seh-a di bandierine,
accompagnando i loro canti con la danza, davano
il loro saluto, il <• Jisu ki barai!• a :'.\\Ions. Ve-
scovo che, felice, li accoglieva come un padre
i figli.
Era con noi anche Don Cerato, pioniere
questa plaga, che per forsi la prima residenza
aveva dovuto sboscare In foresta. Aveva prepa-
rato un'umile casetta per i missionari, sognando
la chiesa. E finalmente;, aiulato dal caro Don
S, irnelis, lituano, ,l\\·eva potulo reaJiZ7.arc il suo
sogno.
J !imani residenti m America e altri bcnefotton
si 1:r.mo impegnati di costniire la ch1csc1ta e
nel giro di un anno il sogno diveniva realtà.
::Vfons. Yescovo, con il suo Vicario Generale
e altri t.accrdoti confessarono varie ore, prepa-
rando così i cuori alla festa che avrebbe dm uto
a\\'erc per centro il Banchetto Eucaristico. Più
tardi, si levarono al ciclo i cantt, mt•ntrc altri
gruppi, al ritmo dei tamhuri esegui\\'ano le loro
danze, c08Ì serene e modeste da farcì ricordare
come ~i debba servire il Signore in santn letizia.
lmpos.<1ihile donrurc la notte. E chi lo poteva
alla , igilia di una festa da anni attesa? Lt man-
canza di comodità mot.!cmc, la difficoltà di aLLÌn-
gere acqua, tanto necessaria, i1 dover cucinare il
proprio nso all'aperto, non valsero ,a diminuire
!'entusiasmo dei cristiani, che anzi continuarono
i loro canti fino a tarda notte.
E r,ii1 alk cinque tlcl maltino t'.rano promi per
la funzione.
.\\I \\ ',mgclo ::\\lons. \\ ·cscm o parlò.
Era felice nel contemplare Lanci suoi figliuoli
venuti d.1 lontano, uniti nella casa d1 Dio, rm:-
cohi in preghiera.
Duo Siro Righetto, ml!»lonarlo ntl NORTH
l.AK~OMPUR. ha vinto.. l'lnrcrnah, ~crpcnte•
Centina1.a e centinaia di sante Comunioni, di-
stribuite da vari sacerdoti, avranno attirato sul la
missione e sui henefattori h.: hèncdizioni celesti.
.-\\ colazione si poti: distribuire ;,bbonda11te latte
in polvere, ricevuto prO\\";denzialmente in quc:i
giorni dai hcoefallori..
Alla seconda :\\lessa, cantata da Don Cerato,
accompagnai la 1li:rstt de .rl11gelis, cantata dalla
maggioramrn dei presenti che, in fatto di musica,
in quel giorno fecero dan·ero prodigi.
Dopo la S. L\\lessa, J\\Tons. \\·cscovo conferì
la s. Cresima a 130 cristiani.
:--e! pomeriggio l'omaggio della riconoscenza
al Pastore.
Gruppi tli cristiani, catechh.ll, donne e ra-
gai,...ze p.ts!\\arono davanti a lui camando, dec:h1-
rnando e offrendo il loro dono. Fra questi ci fu-
rono ancht· sei caprette, che ora d fanno clispc-
ran: in t"l.lS;J, ;\\la non per molto tcmpo 1
La chics;1 è dedicata a 7\\ (aria S~. Ausihatrict·,
che in questa lontana missione è 1mocata con
la stessa fcdc, con lo stesso amore e slancio con
cui Essa i: invocata nel granck ~antuario cli
Valclocco.
Vogliano i nostri cooperatori pregare perchè
la divozione alla \\'ergine Ausiliatrice sia conforto
ai nostri cristiani e ,ia alla , crità pa quelli d1c
sono ancor prid c.ldla luce ddla fede.
Sac. S1Ro R1GHF1· ro
1111:tsionario_ salesi1111u

3.4 Page 24

▲back to top


TERRE Chiese COOPERATIVE
I
di S . E . Mons. PIETRO CARRETTO, Vicario Ap . di Rathuri (Thailandia)
Il dono del 31 gennaio
La festa del nostro amatissimo Padre Don Bosco
ci ha portato una grazia che da anni attendevamo .
Verso la fine di gennaio, una lettera di un amico
cattolico mi annunciava che aveva trovato un ter-
reno che poteva servire per l'impianto di una nuova
residenza a Bandon . Questa cittadina, a 650 chi-
lometri da Bangkok, divide per metà la distanza
tra la nuova residenza di Thung Seng Arun (chi
lometri 354 da Bangkok) e Haad Fai (933 da
Bangkok), l'ultima roccaforte della Missione di
Ratburi . E un centro che va continuamente au-
mentando d'importanza, e dove tanti ci desiderano
perchè vi apriamo una scuola . Anche i protestanti
tengono gli occhi sul posto, e stanno cercando un
terreno per le opere loro .
Dato uno sguardo all'orario dell'espresso inter-
nazionale Bangkok-Singapore, mandai subito un
telegramma : « Arriverò lunedì mattina » . Era pro-
prio il 31 gennaio, festa del nostro amato Padre .
Giunsi colà dopo una notte di treno e mi recai
subito a vedere il terreno : la posizione era ottima . . .
ma il prezzo? S'immagini il mio disappunto quando
appresi che proprio in quei giorni un terreno vicino
era stato venduto a 40 .000 ticali al rai (un rai
è metri 40 per 40) .
Ma ecco gli scherzi della Divina Provvidenza
e le belle sorprese del caro nostro Padre . Andai
a parlare alla padrona . Quando essa seppe che
volevo il terreno per una scuola, s'illuminò nel volto .
« La mamma, morendo -- disse - mi aveva ma-
nifestato il desiderio che questo terreno servisse
per scopo utilitario, preferibilmente per una scuola :
se lo volete per questo scopo, io vi do ancora un'ag-
giunta di 4800 metri quadrati gratuitamente : in
tutto facciamo 35 .000 ticali . E quando farete la
scuola, anch'io ci metterò il mio sassolino» . Si
pensi la mia gioia e la mia sorpresa! Proprio
nel giorno di San Giovanni Bosco abbiamo così
messo un piede a terra in Bandon con un terreno
di 16.000 metri quadrati! Vogliano i nostri coo-
peratori e amici dire per noi e con noi a Don Bosco
un sentito grazie .
La chiesa se l'è fatta la Madonna
La Missione del Siam, che con l'Anno Mariano
chiudeva il XXV di lavoro missionario in questa
cara terra, ha cercato di fare qualche cosa per ono-
La cooperativa «Aiuto dell'Agricoltore» nel giorno dell'inaugurazione, a THUNG SENG ARUN (Thailandia)
1 42

3.5 Page 25

▲back to top


li san1uar,o dcdlca1n alla Mruloruu ,kl Rosario ~
rkordo dell',inno Mariano ~ LAK Il,\\ (Thailandia).
1m1 la nustr(I b11u1w l/am11111. li .t:iomo 7 dìnmhre,
a I.ok Ha avevo I" ((ioia di br11Pdire la 111101H1
rJ,ii·sa della ltado1111a del S. Nosario. Ouesfa
chirsa s, pmì ben dire clic .re l't: fatta la :1ladm111a,
pirtm P" pt"etm, s11 ,endosi del 11u.flro coro D1111
. fodn•,1 rirra111J. Co11trib11ir1J11u 111/a (1Jslrn~1u11f
tuflt , rnstiani della Thailn11dia, ~·i può dire. Ot-
limtJ 1m•::;::o per sm·àtare la carit,ì, oltre rhe il
di_hu1uil'Yt '" ditro::,011(' alla \\/admma, f11m110 I
fuochi arlifirù1li, di mi s1 servl 1/ nostro 111imn11t1r11J
per mlle~rare e rwdere sofen1ti 11· feste pa1ro11ali
d, qua.si tutti i antri. I.a mwi·a chiesa, ru d1s,,~110
d, /)011 .·lndrerz Cl:('rarel!i, misura 31 metri di /1111-
,1,:ht::::a e J.fJ di larghezza. L(I guglia raggi1111gt i
31 metri. Q11a11/e .~razie e fatll cr1111111m•e,1h' f"11rr>110
operati dalla 1/ado,ma i11 aiullJ di roloro chr t:0l-
lt1horarom> ad er(t:ei Le il tempi,,!
li l{ll>l'IIU st:g11e11te te1111; po11t1fimlr nèllll 1111m·a
rhiesa, gremita a mm dirsi, e• im,ifni lutti: lii 'fl/lll
1:fomo roiJ ram al rnore di ogni jukle, ad offrire
,1/la .1/odo,mn ;1 tempio a11corc1 più pre;;ivsu del
proprio cuore. Trruuiwta la procrssùme, dava111t al
simufurru della l trg111r, a chiusura de/1'.lmw l/a-
rin11u, rrritai la fom111la della c1J11sarm::.ione d, tutto
il I icarìato alla l ergi11e b1111wmlala Ausi/iatricr.
I.a rhiesa 11u111m c111rura di dernr,1~1tJ11e inIrma:
andu " questo pt11sn,i Don I llrmw col su,, pc-,1-
11dl" xià assai e1ppn zwto 11dla ,Hi.~sione. La .lla-
do111111 rt·rtamenle v•orrà co11tì1111t1r1 " 1·enirgl1 111
nì11t11 f>t'tthè tutlo 1ùsrn degno della .!fra11diY Rr,((i1111
dr! C'ù·/o.
Abbi fede, cesserà!
A Dhekiyajuli, centro missionario ai piedi
dell'l-f1mala1a, a 40 chilometri da Tezpur, il
crepuscolo dell'Anno Mariano s1 Illuminò di
luce st.rao,•dinarid nel trionfale Congresso
Mari,ino, che fu celebrato subito dopo le
annuali fei;te pagane Eali e Durga Pu;a •,
quasi im ìto alla Vergine a puriflcare quei
popoli dalle rnostruo)1tii dei riti paJ!'ani.
Il recinto della Mi~sione sembrava preso
d'assalto per l'affluire dei cristiani da tutte
le d1re:1oni. Ve ne furono di quelli che fe-
cero a piedi più di 40 km portandosi sulle
spalle lc1 legna e le pentole per cuocere il
loro ni;o, Che fede! si pensava cnntcmplando
qu,·ll'alveare umano. I.a µioggicl dr! militino
parvr smorzarn alq11~11to il fervor<' dei con-
vrnull, ma \\ erso sera pow snodarsi lo1 grande
proce5sione notturna, alla quale presero p<1rte
h11tl i cattolici portando in mano un pe::::o
di bambit ben deccrato \\! sormontato da un
lumil'ino. \\.lolti pagani si erano allineati
lu ng•, iI percorso e contemplava no c~1a1 ici la
statuJ di Maria Ausiliatrice, ornata con gusto
e con orte dalle ~uc figlie e dalle Suore
Natìvc Diocesane. L.1 campa-gna e l'azzurra
volta stc:IJata risona\\ano di cantici e d'i1wo-
caz1on1· Pra11am ~!tt")'G... Ave l\\laria I >,
111entre la pietà, il r,iccoglimento e I.i disci-
plinJ dei ct'istiam commovevano profonda-
mente quei paga.Ili ,abituati alli: orgie in·
compo,;te dei loro riti.
M.i ci fu una nota dolente. vlancò il \\
scovo, S. E. \\,1ons. ferrando.
La pioggia dlro1ta, le vacche sacre suIla
strada, il Ferry-boat 1>arlito e il po11te sul
Ciabru saltato in .iri.i: tutto aveva congiu-
rato contro il suo 11iagg1,,. N \\ ederlo fu una
festa per tutti. Si dispose subito per la :-.lessa
della Comunione. l\\ la la cappella era troppo
piccola. Ordinò quindi che si preparasse
l'altore fuori. ~ Ma piove, Monsignore ~. az-
zardai. •• J\\bbi fedr, cesserà•. Fu profeta.
-'\\ssisteth! alla celebr,1z1one una fìumana di
fedeli, dei quali millequattrocento si comu-
nicarono. "?\\la appcn.i il vescovo ebbe pro-
nun::iato le ultime preghiere: Cor Jesu sa-
crat,s~imum, la pioggl<> scese a catinelle di-
sperdendo tutti.
La fe~ta continuo nel pomeriggio. A sera,
i nostri attori interpretarono il figliuol
prodigo•, un dramma che. secondo l'u50 di
questi popoli, flni al canto del gallo.
I a noslr-1 gioia fu tanto pii, grunde in
quanto si poterono raccogliere quel giorno
i primi frutti dell'apostolato svolto dur,rnte
l'Anno 7\\ lariaoo, la frequenza ai Sacramenti
e la recitcl del S. Re:,ario nelle fo111iglie.
':iac. 'l.1ARIO Fhnro
missionurio "''l!\\iono

3.6 Page 26

▲back to top


Cristiani e pagani credono ai fatti
J nostri cooperatori ricorderanno clte a Thung
Seng A run, da ormai 4 a_,mi_ stiamo lav~ra'.1do
per d1~truggere la foresta e impzat1lare m~ov-1 giar-
dini di cocchi, ananas, banane, ecc. Il primo armo,
durissimo, fu spe.so quasi completamente nello sb~-
sramento. Sors:e poi la piccola residenza del 1111.s-
sionar'Ìo. Lo sforzo massimo della Iltlissio11e l'anno
passato fu quello di ùnpi~ntare .ta .;w;uola. Q_ue-_
st'anno, con l,a cvllabo1·azwne dei piu Jacoltosz dr
Bang Nok Khuek, siamo n'useiti a lanciare una
cooperativa o sindacato agricolo. Impresa tut-
t'altro che facile, data la scarsità dei mezzi e il
nostro programma: << Nessun guadagno: lavorare
per l'esclusivo benessere dei contadini, specie
dei più poveri>>.
Pet' grazia specialissima della rwstra .potente
Ausiliatrice, tutte le difficoltà furono felicemente
superate, e ormai la cooperati-1.1a (< Aiuto dell'agri-
coltore>> è un fatto compiuto. li giorno 18 gennaio,
festa della Cattedra di San Pietro a Roma, cele-
brata la S. 11lessa, cui tutti i 110stri agricoltori.
parteciparono accostando.ti i11 b11011 numero ai
santi Sacramenti, benedicet·o i nuovi locali, il nuovo
trattore il camion e i desideri dei nostri cari cri-
stiani. 'Terminata la cerimonia, ricordai a tutti
gli i11tervenuti il fine della cooperativ~ ~ lo spiril~
che la deve animare. In quattro a1m1 s1 era sosti-
tuita una parte enorme della foresta con utili pian-
tagioni. Aumentato il lavoro, ecco cli.e ii Signore
dava a tutti 1m forte mezzo per migliorare lè proprie
finanze. La nuova cooperativa avrebbe aiutato a
va/orùszare al massimo i prodotti delle tene di
og11uno, e si sarebbe impegnata. a provi•edère a.
tutti gli articoli di prima 11ecessrtà al prezzo de1
grandi mercati.
J..: certamente un guin passo anche per la pe11etra-
zio11e e:uangelica. Ai pagani accorsi ho detto chia-
ra11umle che la nostra cooperazione 11011 conosce
barriere di religione: siamo tutti per tutti.
Ancora due passz· importanti dobbiamo fare al
più presto in questà zona: aprire un dispensari,o
e affrettare il progetto di una casetta decente e
sicura per tutti. Con l'aiuto che il Santo Padre
be11igname11te ci lw. concesso, st~amo realizza?ido
una prima serie dì 1 o casette: ma ti fine da raggum-
uere è m1Jlto più ampio e confidiamo di realizzarlo
~on fa coopera.zio11e dei buoni. Cito ad esempio la
Dottoressa Nlargherita Redekjova, prima m1ss10-
11aria laica di questa .iVlùsione: essa dà generosa-
mente tutta se .rtessa per la salute dei corpi e delle
anime di questo caro popolo. Se altri ci verranno
in aiuto, speriamo di attuare il sogno di 1111 piccolo
ospedale, che sarebbe un'altra eloquente prova deUa
carità di Cristo e di quanti ne preàicano la dot-
trina redentrice. È questa della carità la nostra mi-
glwr amia sia per diffondere il cristianesimo e sia
per impedire la propaganda comu11ista: la gente. cr~de
all'amqre... e specialmente alle opere che esso ispira.
►B PIBTRO CARRETTO
Vicario Apostolicò di Ratbun (Siam)
[,a Ja/a11ge salesiana dr/I'1/nam-Indja
(sò1>ra) Messaggeri di Crist1> di ogni colore e lingua come un sol cuore auorno al quinto Successore di Don Bosco.
1 44

3.7 Page 27

▲back to top


~
iAU-· IlIA1RI€~ ~~
Inaugura il suo novantesimo di età preci-
pitando dal prÌlno piano. Una st'ra stavo
per scendere la lunga sç;_da rustica che dal primo
piano porta al refettorio, quando ad un trano
mi sentii sospesa nel nwto: rotolai dal primo
all'ultimo gradino e stramazzai a terra hattt•ndo
fortemente la testa contro uno spigolo.
-il!rtria!... Jlarù1.I ... gridai e mi credctti finita.
llna signorina pensionante vide il mio volo e
la mia caduta mortale; spaventata diede l'alla1111e
e fu un correre fraterno della Direttrice e tlcllt:
Suore, le quali, addoloratissime, apprestarono i
primi soccorsi, mentre il sangue fluiva sul mio
viso ininterrottamente.
Di pt-so mi portarono a letto. Chiamato u:m•
pcsti, amcnte il dottore, curèi subito le spar:;c
ferite· pcricolose quelle clcll'occhio destro, delle
tempie e dell'osso frontale. Alle cure solerti seguì
il miglioramento cd ora sono guarita.
\\laria .\\usiliatricc mi ha sah-ata da morte
certa e ha \\'oluto col suo .!\\"viso materno fannì
vctlcrc uno sprazzo <lcll'ctemità sul principio del
mio 11m•,111tesimo anno.
Grai1ic, o Maria! continuami la tua prntczionc
e col'Uledimi di spirare tra le rue braccia e col
tuo nome sul labbro, o ì\\laria!
Vapoli, Istituto S. Caterina da Siena
Suor _:'IJAR1"1"l'.-\\ SORBO'.'-'E, F. l\\l. A.
Promisi di fondare una Borsa missionaria.
Ero ammalato di diabete <la un anno. Un
gwrno decisi <li camhiarc.; professore. Il nuovo
medico mi suggerì di farmi fare nuovamcntc
l'esame del sangue.:. Prima ddl'esamc, entrru m
una chiesa e- promi.~i .1 ì\\l Ausiliatrice di fon-
dare una Borsa missionaria se mi a\\·esse guarito
senza ulteriori spc_,;e. L\\:same risultò negativo,
come in pC;rsona saon. E quello che piÌI ~·onta
~ che da allora sto bene, perciò adempio la mia
promessa.
Seriate (Bergamo)
LUIGI PEl.l,lCCIOI.I
Guarito prÌlna dell'operazione. - Qualche
tl·mpo fa un mio carissimo congiunto Ycni\\'a
rico\\'crato m una casa ui cura per una apicitc
polmonare, lasciando a casa, bisognosi Jcll'as-
sistenza e dt·I sostegno paterno. un bambino e la
consorte.
Mi rimisi allora piena di fiduna a Don Bosco,
ven;o il quale ho sc:mprc nutrito una filiale de-
vozione. .'.'!on fui ùclusa.
Prima ùell'intt,-n-cnto operatorio, piuttosto de-
licato cd importante, a cui a, rchhc dovuto essere
sottoposto l)Ud mio parentc, si constatò da parte
2 3 apttile
Solenne lnJzlo del
Mese di Maria Ausiliatrice
Sacri oratori: ore 8,30: D. Giuseppe Bassl
ore 17: D. Llllg1 Bogliolo
ore 20,30: P. Navone, 8. L
Col mese di Maria Ausiliatrice co•
mincia la buona stagione e con essa
l'afflusso dei pellegrini al nostro caro
Santuario.
Mentre diamo fin d'ora il più cordiale
benvenulo nella Casa della Madre ai
cooperatori salesiani e divoti di Maria
Ausiliatrice che accorTer.mno a Val-
docco, preghiamo i Dirigenti della Pia
Unione dei cooperatori e: i Rev.mi Par-
roci e Sacerdoti che organizzeranno pel-
legrinaggi a voler preavvisare il Rettore
defia Basilica, indicando pos'libilmentc
il numero dei pellegrini, l'ora dell'ar•
rivo e l'altare preferito per la celebra•
rione delta santa Messa,
dei medici stessi che le ferite (-i erano prodigio-
samente saldate e non c'era pii, bisogno dell'opc•
razione. Lo dimettevano perciò quasi subito
dall'ospedale e, dopo un hren: periodo ùi con
\\'alesccnza, egli ritornava in famiglia e riprcn-
de\\·a il suo lavoro.
Torino
E:\\IMA CHIAPPA
1 45

3.8 Page 28

▲back to top


L'Ausiliatrice le tende la mano e la gua-
risce. - Crisi al cuore ne a, evo già avute, ma
quel giorno fu molto più gra,·e del solito e mi
paralizzò i reni e le gamhe. Mi trorn\\'O tra la ,·ita
e la morte cd ero sola in casa. Perciò invocai con
fede M. Ausiliatrice e Oon Bosco affinchè non
permettessero che monssi senza ,·edere i miei cari.
E la prima grazia mi fu conc1;:ssa, perchè potei
farmi udire dalle Figlie <li l\\'T. Ausiliatrice , icine,
che mi prestarono k pnrnt· c ure. Si:guirono due
giorni di martirio, nei quali chiesi nuovamente
a l\\J. Ausiliatrice e a S. G. Roseo la grazia <lella
guarigione oppure di farmi n,orirc. La notte
seguente vitli la Yerginc Ausiliatrice nell'atto di
tendermi la mano. Oa quel momento cominciò il
miglioramento che mi portò la salute. J~'offerta
che invio è picéola, ma la riconoscenza mia e dei
e miei cari grandissima.
Pias.1·asm (Torino)
CJ\\TERTNA Dtl\\TARC'lll lll j\\,fQLD,'FRIS
Stette tra la vita e la morte quattro giorni.
- 1\\lio figlio Claudio d1 anni 2 fu colpito da
gastroenterite fulminante. Ricoverato all'ospedale
di Arona, i professori Milani e Ricci dissero che
non c'era più niente da fare. Tuttavia aggiunsero:
,, Tentiamo!"· E così mio figlio stette tra la vita
e la morte quattro giorni, mentre io continuavo
a ti.ire a Don Ilosco c:he ave_sse pietà di me. E
Oon Bosco mi esaudì. Ora non mancherò alla
promessa di vivere da vera cristiana.
Ci firmiamo ì suoi genitori
Lt:IGl e GTU:sEJ'PIXA VfINFLLA
Mette da parte tutte le _medicine. - Da
un mese ero tormentata da forti dolori di sto-
maco e di visceri. Non digedrn quasi più nulla
e i rimedi preseritti dal medico curantt: non gio-
rnvano. La notte di capodanno mi sentii ispi-
rata a cominciare una novena a S. G. Boseo e
a mettere da parte tuttt: le mtdicine. Così feci e
ne ebbi subito un miglioramento, che mi portò
alla guarigione completa al termine dcli.i novena.
Tutti i màli scompan·ero senza medicine e con
non piccola mcravig:lia del medico. Ora sto be-
nissimo.
Torre del Greco (l\\'apoli)
CARM.EU, BORDlLLO ,·ed. CL-'.RAvo1.o
" La cattiva sorte toccò aJla mia Sandra ".
- Un giovane salesiano, a c\\li mi ero rivolta pe1·
preghiere., mi mandò un libretto con la novena
a S. Gio,·anni Roseo. Finitala, affidai alla ,·alida
pr,itezionc del Santo mc e le mie due bambine,
perchè ci aiutasse negli impre,·isti. Proprio iJ
giorno della festa di S. G. Bosco, la mia Sandra
di anni + chiese di andare a giocare con una vi-
146
cina di casa. l\\Ient.re adraversavano la strada,
un'automobile che veniva in piena velocità si l'ide
costretta a investire o l'w1a o l'altra, perchè le
bambine si erano llivise. La catfo·a sorte tnc.cì1
alla mia Sandra. 1 presenti gridarono spaventati
e voltarono inorriditi lo sguardo per non vederne
la tragica fine. Ma quanuo videro che, nonostante
avesse una gambina rotta e alcune contusioni,
essa si muoyeva e chiamava i geni.tori, tutti, me-
raYigliati e rnmmossi, g1·idarono al miracolo.
Riconosco il prodigioso mtcr.-ento eh S. (;. !losco,
che esaudl prontamente il mio ricorso a Lui.
Goito (:\\fantova)
'tfARCEI I.A MARCONI
R in~razio con cuore cli figlia :\\lana Ausiliatrice e
S. G. Bosco per diverse gr,1zie concesse ni mieì
familiari, prin\\n frn tutte ht prodigiosa guarigione cli
mia zia, Madr<'. Anna di San Gioad1ino, Carn'lelitann
Scahrn nel convento di S. Tttrc~a <lei 8;1mbino Gesi,
di Monselice, grazia ottenum dopo b benedizione di
J'\\fari,1 Ausiliatrice, a lei impartit,1 del Rei .mo Tlettur
Maitgiore.
Tm i110, l'asn .:\\I. j\\L,zzarello
~uo,· fA1'--XY ZA\\ \\TT.\\HO, F. .:\\I. A
JI 23 maggio p. p. fw colpito ,la edem,1 polmorw.rc
acuto. ('hiamato il Dott. Rocco B,uberu, dichiarò
il caso grave. Mi furnno amministrati 11li ulthni :;{aera-
menti, e giù era prossima la mia 111(,rte. Mft ern lo 1·1-
gilia dellà fes·ta di :Via.ria Ausiliatrice, tanto vene.raia
in questo paese. e la buona !\\Lamn>a, ,m·ocnm dai miei
cari e eia :1nime buone. mi ottenne la guari,{mne, che
si effettuò in pochi giorni.
Foglic,::q (Tol"ino)
A,-.;-ro:,,;10 Ft·sEHO
c1rcu due mesi fa pcllegrinai a 1\\faria Ausiliatric,,
con l'animo angosciato perchè non trovavo la-
voro e preoccupato per l'avvenire della mia fami-
1/lia. Al Santuario fui consigliato cli a,·er fiducia in
:Via.ria Ausiliatrice e di promettere che se avessi ot-
tenuto la grazil1, ne ai-rei dato pubblico atti). È quanto
sto facendo. Cii, lto aperto unu borsa ,li studio intiro-
1.na a • Gesù Operaio" e chiedo 1•eng:1 pubhlicaw sul
Bollet1i110 Safesia110 come per intercessione della Ver-
gine f\\u$ilinrrìce abbia trovato un posto Lii Llirigt'.rtte
in una dittu di trasporri ed a condizioni tnli d;J dovi,.rc
esclamare: 1, 'l'roppa grazia!•. Ma poiéhè so a Clii
sono dehirore, userò di quanto mi fu concesso in so-
prappiù per la Suu mar:gior gloria.
T,,rw/l, via Vi(1, 13
Rag. G1nEPI'~ (;111111
Dw due mesi circa la forte recrudescem.a di una
forma reumatica mi impediva ogni applicnzione
,ilio studio. La santa ubbidienza a sua volrn mi aveva
destinato ad una casa alquanto umida. Mi afHdHi perciò
fllla Vergine Au~iliatri<;e con una fervorosa nnvena,
coadiuvato dalle orazioni dei superiori e de, compagni.
E nel giro ùi pm:hissimi giorni, il male !<!)ariva cotnple-
tamenre con grande meraviglia cli tutti.
[,os Teques (Venezuela1
u. Ch. A'.'IGF.J, O BIT~AOLIA, I>. D.

3.9 Page 29

▲back to top


sono pregato c.lalla s1g.ra Cùsulini Cattaneo Rosetta
di procurare lu puhhlicuzione <li una grazia segna-
lata. Prossimll a divenir madre, trasforita alla Clini01
Ostetrica di Parma e sottopostfl ad un difficile inter-
vento chirurgico. A.ll'operru1ione sopra,,·enne una
broncopolmonite: nel pericolo si l"llCCOmanùò cnn li-
ducia a l\\1aria Ausiliatrice e fece prei:(are nella Casa
salesiana rer cui passava la Vergine Pellegrina dcl-
l'lspettoria Lornbardo-1:miliana. La Madonna esaudì
le preghiere. La l\\1amma l! la bambin,1 gQdt1nn nrn
perfetta salu te.
Parma
Don J\\lhmo BAss1, Direuore
1127 npnle scorso un mio nip<>tinn di suli 5 anni
veniva colpito <la violente cou,·uls ioni prodoue da
intossicazione. Viste inefficaci le cure mediche, mi
venne un'idea. Presi un BollPtlÙUJ S,,/,sia110 con l'ef-
fige Jella Vergine Ausiliatrice e lo posi sotw il ca-
pezzale del bambino chiedendo alla lVladonn:.1 che lo
guarisse. L'cffeun fi.J pr()nto, la guarigione rapitl..1 e
completa.
I srn sul!'1Mii,
\\•rnGJXIA G IJJ.\\RO
c irça un anno fa mio 11lilrito ùo1·cva concludere un
contratto che aveva molta importanza per noi.
Senoncliè sopraggiunsero compl icazioni tali da ren-
derlo .impossibile. AUora mi rivolsi c,m fede Hl 11110
curo procetcore S. Giovanni Bosco promettendo un'of-
ferta e la p u bblicazione del la grazia. Contro or_:ni prc-
,·isione tmro ,i nsolse felicemente. Don llosco mi ha
anche guarita da una noiosa informità .iJ una gamba,
che da tanto tempo mi affiiggeva, e in modo che ha
del pr<>diginso.
T()rb,o
MIO figlio Giovanni, tornando Jn l la\\'oro, ru invc-
,ntn do una m>1echina e ridouo in fin di ,·ira per
commozion e cercbrnle. Portato oll'ospcdale, tentarono
di operarlo. RimilSe {!Uiodici giorni Lra la , ita e la
morte, senza pnrlm·e. :Vla noi n on ci stancammo d'in-
vocare Maria Ausiliatrice e :i. Giov-anni Bu~cu, che
ce lo ridon aro no bell'e gua n to.
&11vicwo (Cuneo)
Coniugi l\\.Luu,, e G1rnEPrE Rosso
G da tempo, desidernndo [orm11n11i u na famiglia,
Y cer cavo qudla che il Signore t1YcYa destinato a
mia compagna. l\\lli rh olsi alla l\\fadnnna I enel':lta da
H. U. Ilnsco e reci , oto di far pubblièare ht grazia
~u l Bolletti110 Sa/esin110 e d'inviare un'offerta alle l'.\\lis-
sioni Salesiane, o ltre ad ascoltai·e ,ùetme smte \\fosse,
se la l(razin fosse giunta con caratteri d'intervento so-
prannaturale. Fu realmente cosi ed ora che sono fe.
licemente .accasato, sciolgo il voto e rint,tra1.in l'Ausi-
liatrice e D. ilusco, chiedendo la lo ro celeste protezione
s ulla mi~ famiglia in modo che pnssiRmo scn ire in-
sien1e il ~if::norc con an ir)io sereno e crist.h:tnn.
Ud111e
RENATO 8"lrlE!.l.1s;1
È da augurn:rsi die tutti i nostri fì,f!liuoli: si preparino
al gr,wde t).fto cq11 tm,w .MrÙ!tà, fede e .~piritn cristimw.
(N. ù. R.)
Altri cuori riconoscenti
G. M. Ugazìo ,. 1·icunoscem~ n ::l,l \\. <" 11 S. C.. 1l. per
fe-,~istenza m•11t-o in un'nperazit)th! cJ,iru.r.~ic,\\.
Emilio Marlot tl (Fano) r,md e grazie a .\\I. \\. p<:r numerosi
fovorr e spec-inln1entc- per la guarjg:1one deJfa sua pir;cnlu
;\\ltturn.
Giovina Nieri (Lu...;ca) hn pon1to e~pei inwntnre qu-:into
sJU vnlidu l'aiuto J.i \\I. A. l." t:onfiUà aueora nwlto per l'av-
\\·c-nirc.
\\ uJ;!ust,. Bonavero (An:.:li11na) chbe la !{razia <lello J,lullri•
~ione J.a Jw.,- tuuu,rl, cYittitu.lo il "(r,:p;j1.;.sin1,, ptrii.:nllJ di
p,·rllert6 la Yl'ìta
Margherita Carena (\\, il la.srnUooc) rene.le viY1s~ 1111e urazie
a ;\\J A. e n S. G. B. p<'r h1 guarigione del frorello Lorenzo
da .!:,..'1·.avi.ss,ma 1nul-at1ia.
Anselmo Mancra tlcsìtlcm 111ilnifr~rn1·c fa !--Ua 1.!rH1ltt1dinc.
pe;.--r un:'t grazia ritr\\·uta dii S. G. Bo9cù.
·
Maria Tèresa Rossi rende U/lti1 la 11u11ti11iom· ,lu 3pp,,11<1i-
~ih: pc.~rfonua.
RJna Bosso (l:itrnppiana) nr1!(rozia ;\\J. .\\. <: :,;_ li . B. p.-c
t,:\\·1tata opcr-dz.lOne e per l'mcolutntrù del n1nriro <la pèrico-
losi.ssin1A caduta.
Ernesto F wnal('1ill (Ilari) 1m1.1ml•>•r ufaoc~upato 1r1 wia
t.:1tlà ~cnno~cìt1ta L" dd curro pri,~n tfi appo1,.rgi un~ani, -.i n-
vnl1•A' a Don Bo~t:o e nttcm'\\t una buoua s-istc1na2.iont·.
Maddalena SJri in Robbiano (,\\cq11i) rmgrmna :\\I. .-\\
che gli salvò ìl m.iritQ Un. forte ~morra(liii 1niti~-0.nd1\\gli nuche
i d<llori li.Lia col<mo,1 1·cnd,ralc. Rende p1ire nota In propri;1
~uarigione.
camlllo Martinoui [Casale :vtm,t.J mvoc:mdo ;'\\I. ,\\. "
::;_ <.;, B. guari dn yjolcJua brnncopoln.,on1te.
P orta Csrlevaro Ester (St<S,amc) colpita J.1 una i;ra1·~
f11rma di esaw·.ùnL·nto e ricoverata in. una clinica, "' ri-vol:,e
a S. ç. Il. e potè tornare guarita alla SWI cara fan1iglia.
An gda Pisan o (Arbus) deya il ,11<> ringrnzUlmcmu a \\•I. A.
e a S. G. 1:3. pi:r una sin~oLtTil$~Jm;i gràzfa ~lttcnut~ -n favore
del fratello.
Ivo Lavoy er (Chambade) ,offr in• da mesi cl i torre c.,;au-
r.irntnro ncn ()!-;O. S l riv,>lsc eon fede n M . .\\. e a :-3, G . B.
~ da quel J(iorno conunc1ù a m,tdiorarl, fino a ~•Hlnu-ionc con1-
pluta.
Luigi Pirotta (Vcu.iano d , \\ ppiano (;em.i le) m occasione
'1ella ru1scit11 di un liglio <lttennc w1 bclli•siruo in1t.rventv
Ji M. A. e d i S. G . B., che s11lvarono madre e lìi;:lio d• gnn·e
pt·ricolf) dovut() a pree~is:.ttnlt.' culic.iAtite.
Suor Maria lghina, f. :\\l. \\ . (MontoJ?!(io) i1wia ~enernsa
o1Tèrta a nome di una sibrnorn c he ottenn~ <li ~ubirc fdicc-
mente ima dlfficile Opècazionè.
I'illppo Rossello (Spiipi<> \\ fonforrato) d<>Yenclu subire la
~TftVC operazione di un re.ne ~iù cane.renoso. si racc01nandò
co_n t1.:1tta la fomi,:dia a S (",.-. Jl. e fu a\\utato in fon.ne St.·n-
•ihilc.
Geanna Pilot (Vcne2ia) è ricon6scente a \\I. A. e a S. G. B.
pt:.r una ~razfa che tanto le sta\\'il a cuore.
Adriano Serra (Torino) rcnu<, pubbliCI< 18 dsibil~ prote-
zi<me d i \\ ]. .\\.... Jj s. r:. n. ,ulla mamma, che dovcllc
Mibire unll seconda del ica.ti:;,;ima op=ionc al fegnto.
Maria Gb.igo ('.forino) da tre anni in cura per un'ulcera
var icosa sen1prc con esito negativo, :::i affidò a ~-1. A. e
a S. G. Il. e Jlel g iro di pochi l,fiorn1 pro<lunusa11u:nto
.gujt.rì.
Silvia Nicol.i (Bol7.llnO) nmdc nnto che una parcrite, m-
n,st ita da uita macchina e ùll.:1.iiaratn inb'l1arihilc dai rnèdici1
fu salva p er le pre((hierc in nnlzatc a Don Bosco.
Antonietta D e Marco (Scigliano} dichiar• L"Onmiossa eh~
:-; <.,;. B. e S . D. Sayio le hanno guarito la nuora ti.a .ip-
pendic1te àcut111 M!O.za l'npcra¼iont: dic.hiarara urgL~ntt- d~tl
11 1èdico.
Ada C uc u gliaro (Roma) pubhhca il suo grazie a \\I. :\\. pcf
t'aiuto che ebbe in una buona sisten1n7,ione 1nutr-irnonialc-.
Anna Maria M arescottl (Non L igure) ,erba ,-11,1 gra tit u-
Jine n S. G. B. per vnritt l!r:.ude, trii cui il ldkc -1i1pl'l't1111d1to
di ,·sami wflìciL.

3.10 Page 30

▲back to top


Argia Adorni (S. Michelino di Parma) rin~razia M A. e
S. G. 8. per la sistcmaziorl" del fratello.
F..ster Turlettl Rolando ringrazia M. A. e Don Bosco, che
in un momento delicato e cruciale l'arntarono iu una si-
stemazione nccessana..
Dina Da.llari (Cre111ona) con due novent: consecutive
fatte 11 M. A insieme con la oognata, onenne al fratello di
evitare una grave e difficile operazione.
Bianca RiccìardJ (Mestre) r~de vive grnz1e a M. A. per
aver allontanato da una sua cara nipolina la minaccia di
una ,(lreve rn-al~ttta.
Lina Tuva (Erbu~co) dopo aver invocnto l'aiuto di H. G. B.,
ottenne uoa pensione di vecchiaia.
Teresa di Mario In Termine (E.nn~) ricorse a .\\L A. e n
S. G. 1,3. per la gunriJnane della mamm11 m•lara Ji cuore e
fu <?SauJ ira.
Pina Palmenlà (Reggi,) Cal.) commossa c rièonosccnte per
l'evidente aiufo di S. G. H. dn lei invt1C.Uto in una grave
<.•rjsi dj salute, Jc;:iidcra ringr.aziarlo pubblicamente.
Edvige FiJ!azzolo (berrulun11a Cre") rende grazie. u 1\\1 A.
~ a S. G. B. per la gi-arnle protezione a,<'onfatale durame
l'iut'nm,tò della figlia e per varie alt.re gcraz,c.
Mario Betta (Alessanw-Ul.J sofferente di ipertiroidismo con
,risi cardiauhc nbdl1 alle cure mcd.ièhe, confidi, m i">. G. B.
e Ht.· e.bbu un m1}s:liora.mc.nto umanamente in~plegahile.
Giulia Cinitro Ceryini (Firenze) dichrnra di non cSSere
mai nc11rs" mnuHJ a M. A. e n S. G. B. A loro affido le
cause più delicate, i ca~1 pili <liflicilì, e sempre fu ttSauditR,
Dina 'l'ctuzzi (Lentate) operata al rene. destro, esperi-
mentò l'aiuto di J"vf A. e di S. G. H., perc,o pro111ctte
otfcna mensile.
Carmela Cassar Scaglia (Ispica) ottenne la gua-r,g,one del
hamhioo senza. portarlo all'ospedale. evitando un luugo e
dispendioso viaggio.
Maria Alessio Gario e figli (Casale Nlonf.) rmgrazinnQ
:\\1. A e S. G. H. per la guarigion" dd figlio e fratello dnlfa
grave malattia dettn 1norbt1 di Pot.
l I Ci hanno segnalato grazie
otte11utr per /'i,iurcessio,re di !>foriu .41L<1Jìutn"ce di S. Gio-
tamn Bosco, d, S. JWana Nfozzarel/o, d, S. Dom~mro Savio
,, degli u/tri Sen.ii di Dii> - alcuni luumo o,ithe i,iviola offerte
ed elemos:"ne per ;a11te ;li-esse d1' rinprazi<Jtuento - i srRuenti.
Acuto:\\.. Alessi N .• Anselm, O., Ansclm101 G.. Ardu,no C..
Audino R.. Azzeri V., Az7.olini !\\A L., AymonC>d E., Ba-
cìl,cri F., Soldi A., Balma A., Barberi~ C., Bassine T.,
Uattag!1110 I... Heccuti M., Bdlcnghi P., Bergoglio A.,
.Uertali A., Tiertnlm1<> '.\\1., l:lcrtoldo L. Bertolntto 1\\1., Be1·-
1oni l'., Bcnega G. B., llillllcn C., Bìllrlchi L., l:liolè
Marrn e Ro~a, B1se0ldi S.• llcmJooj :VI., llorgino C.:. • A.,
Jfosi R.. Bo,,.. !ò:., llova T., Brandl.Ì M .. Bro,~e L., Brutto M.,
Euttufarca A., C'alfnrari R., Calcmmi Oon. A.. Calzato O.,
Cninos~o 1\\.1.. Cruictto O., Cannlzzaro P., Canni:tz.aro V.,
Ca11unica M., Canuto :Vl., Carnici \\., Cappo11i F., Carosso O.,
Casarunc ll., Cnscavilla M. A., Castii,;lionc T., Cessimelli G.,
Ca!;taQn:i M., Ca.tumeo A., Chines A.~ CibrnrJo L .. Clerici
1)011 i\\., Coccio E.. Colosi A., Confiem:a C., Cunibcrti I.,
C.:urto
lJcmu
G
ro
., D
C'.,
ad:udio
o~ Viv
F.,
o F.
Dnv
, Di
1c
B
o
~
r
R.1
nar
D.av1c
dr, V.,
u
O
V.,
iP
De
Jolo
Cesari
Mons.
R.,
L.,
Drago M., Elli C., Ft1mi11l1~: llnb:ilin, Bocc•. Cappn.runi
l'amnassi. Cbu1mpo, Gdpi, l\\lelloni, \\1enta~ti, l\\folin, Noè,
Sabattni Scarzeilll e 'l'urinétro; Ferrern B., Ferrari V., Pia-
sella L.. Fiore IVI., Fon\\ana Il., Furnasier G., Frandi.t1t1 P.,
Frnnt:n F., Fricgnan, M., fuma11alli G. Gnbbi•ni A .. G:1-
1:lio E., Gai-ir,ne M., G,,staldi f., Gastoldi G., G~ndiRno E.,
Gelfi G., Gelfi P., Crt>nnaro 1\\1. T. e G., Ghignonè R., Gbi-
solfi L., Giacchino D., Cioda \\IL, Girardi P., Giudici R.
ved. Ferrari, Giustctlo L., Gor11;csi I., Grasso l'.. Gu11hel-
mctti M., lm·ernìzzi P., Lento I., Loni,:o L. e R., Macchia M.,
Maggioni E., \\Iai:ni T'rof. G., J\\,laiandi E., Maiotti :W
Manzelln G .. \\•lacchi S.. Marconi M., Marella O., Morengo
A., Mariani R., 1\\,lnri<> e Alice, l\\far~,li C,. l\\llar1ini R.,
l\\lerlo )'vT., Mera E., Mii:huno M., Mignone A. 7'1., Milnni C.,
M.inardi E., MinettQ M., l\\-linola L., .Minuto C .. Minuto M.,
'V(ncca G., Monragninn C., :\\foro A., Mussinato A. :\\1.,
);~pione C., :\\ci;?ro G., Neri L., Nicrnlini P., ()rl»mli !'vL.
Ortolani A., Osti A., Ouobone E., Paglia.no M., Papino 1\\1.,
Passaroni A., Patron~ G., P~drazzolì V.. Penna E., l'&andcro
G., Potrotti L., l',, roiti l\\L, Pemuto 8. Piccolino A., P·it:eni R.
nd. :VT~ntelli, Polcnghi M., l'onzoue T., Prei:-no T., Preve-
rino A•• Rub-.rti A.• Ramint,, I., Ratti C. Rcssirt il., Re-
velli C., Riechiurdi M., Ricei M. e S., Ricuperatti n., Ri-
U1lld, G., Rivazio G., Roberto C., Ronw A., Ropolo l'l.,
Rostagno E . Rossi L, Sahadini A., Sucristani r-., Saglia F.
e N ., Sung:uinetti, Sartta :\\., Santacroc"C D .. 'Snvino F-. Sca-
varda F.. !:iconfienza 1\\1.. Selmo A., Sura G., Testa (,.,
T<:st11 E., Testa R., Te-zr.a (}., The.a M, Tonetti E., T,:,-
n1etti 1\\-I., 'l"orriani L., Tortorol1 P. Gj, Toscano T., To-
,sel l, f .. Toselli G., Trente L., 'l'ruccano D., Turrini B.,
Vali" C., Valli R., Verri C .. Vmco ì\\-I., Vittonato 1., Vnlter-
rani G e T. Znncrto P., Z-occhi T
O Reltor Magglo~c a cordiaJ-, colloquio
con Sua Ecc. Monsignor Isidoro Fatta!,
Metropolita dl ALEPPO /Siria).
Raccomandiamo caldamente alle preghiere
di tutti i deioli di ;\\[iJr/<1 1l11,i/ia/rire , ,ii S Gitmunm Bnsca
le parucolan. 111l1.111z10m delle ,~eg11ettt1 persoue.:
Aganone P., Alessi N., Ancssi l'olombaro I. llad1 Tug.,
llauducco M .. Barraglio O., !Jert1nett1, Bold, A., Ilormida-
llertolotto, Bo,·one :--., Canonica M., Cantmo A,. Cappella l.,
Caruso l\\l., Ch,anglione I-'.• Chl<lln :'\\IL, Clov,s A., Colombo T.,
Coniui:r, Prcvcdelli, Debernardi P. Oe-lp1ano :vi.. Durelle l\\lf,
Faletto M .. Fumighe: lfollat,, Garosci, '.Vlarchisio, Trompctm
e Turinetto; Fontana R .. Fracc:hia E. Franco F., FranzLno l\\11.,
Gallino T .. Castaldi Il., Gh1ral<,lo R., Ginetta A., Guret ,\\ ,
Guasco K, Lamena M. R., !\\fono e Alice, Marocco :'\\Il.,
J\\forlm M. C.. Mocchrno Z., l'iccotino .\\., Rigazio C., fu-
11aldo P., Samero L, Sola M .• Valetti !:itellio E., Veronico G

4 Pages 31-40

▲back to top


4.1 Page 31

▲back to top


"Per il piacere d, morire senza
pena, vale la pena vivere
senza piacere ".
Don Bosco dal letto
di moi·te ci ha da-
to un appuntamento:
Amvederci in Pa-
radiso/ - Per que-
sto c1 raccomandò tre
cose:
*
Grande amore a Gesù
Sacramentato.
*
Viva divozione a Mana
Santissima Ausilialrice.
*
Grande rispetto, obbe·
d1enza, ed affetlo ai
Pastori della Chiesa,
specialmente al Som-
mo Ponìefice.
È questo il ricordo
che anch'io vi lascio:
procurate di render-
vi degni figli di Don
Bosw.
YEN. MICHELE RUA
_I
Don Rua intercede per un modesto operaio. - Il 5 giugno
ultimo scorso, mio padre, già sofferente per attacchi muscolari
dolorosissimi, mentre si recava al lavoro, fu preso da svcniml'fltO
per l'improvviso acutizzarsi Jtl mak e ricoverato d'urgenza al
Polichmco di Romn, nel reparto malanie ncrvosl, awndo i me-
dici pensato erroneamente trattarsi di paralisi.
\\ cnncro in seguito alrrc complicazioni· 1:·ongc,-tion1: allo sto-
maco e alla vescica con conseguente progressivo avvch.mamcoto
del sangue, che lo trasse in fin di nta.
JI Padre Cappuccino cltt: andl, ad amministrargli l'Esm:ma
Unzione si lamentò fortemente col personale ùi scn;zio, pcrche
era stato chiamato proprio al lunite estremo <lei possibile.
Quando giunsi presso 11110 padre, capii che solo un inten·ento
dall"alto pf)teva sah:arlo. i\\.'1 affrettai quindi a procurarmi una
piccola reliquia di Don Rua e, approfittando cli un momento
fa\\'ore,·olc, cercai ~h spiegare all'mfcrmo come Don Rua abbia
fama di mstam·abilt: lavoratore e che pcrci/1 sarebbe stato il piì1
indicato a<l intaessarsi di lui du:, nonostante la completa cecità
che lo afll,gge ùa 12 anni, CQntinua H lan>rare pcr sosttnere la
famiglia.
Il malato fu entusiasta dell'idea e si w11 con gran fede ,11lc
nostre preghiere.
1.a guarigione non fu 1strmtanea, ma \\'enne e mio padre è
riconoscente a Oon Rua che gli ha pcrm1.:sso di sfuggire alla
morte e di nprcnden• in mano pialla e sega.
Bollengo (Torino), Istituto Teologie<> Sal1.:siano
( h. AU>O Cl'OMO, s. D. B.
Cristina Gabba l,,.sak Pop<1l1J1 chic,~ a :'Il -\\. um cimala,., gn,1.1,, mterpo-
n~ndo i+-intt•rt.1 essionl" del V&.·n, non Ru" e: fu tts:-i.udìtn
l'abiola Uecca.:ci ,cJ!nala l'rnt<rYenl<> pro<l1110,,n d,·1 wn. Dnn Rua in una
gn, t- nt'Cn.,.,1,à famaban·..
V. Ricca (Cumo) rendi· pubblica unn belh1 l(razia utrenu111 mvcx:-nndo Don
Rua " Don llmald, ai quJI' chiede anche ptl l'an·ro•rc proiezione u tunn I•
farn,ulii.
Coniugi Glùsolft (Tornw) so1111 ~iconusccn1, nl ven, Don l(ua e al Servii di
Dio Oon Rinold, rcr uno f!J'.Ande M-r•:tw ricevu10
Marni LR11agna (Tònno), 1otl1ma dd vcn. 0011 Ruo rende puhbhcu l:t '1fU7.ia
della !,'Uari11ione del consorte. dkhiarato dai uwdici i11ituaribilc
Rina Le11oa-ni (Saronno) ouennc uruo hdla grnzia, d,,po d1 •ver 11rome,,,o di
far conosct-re il putrre di Uon Rua ,sul Cuore di G,,ì, An,·hc in prccedenv,;i
avev,1 ut'renuto che fosse arpagatu il ~unto dc•idcrin tli una pcrson11 po,·eo a e
pri,'11 di m,•zzi.
G10,·annl Sura (To~mv) rèndc ~ra11c al vcn. Don llva pn nvc1 onen1110,
mcdiM1te novena-. una segnalata grazin.
1 49

4.2 Page 32

▲back to top


Due cause messe in buone mani.
Per questione Ji tUla eredita L'm blato cirato
111 tribuna!«.: 1.:on calunnie grn, 1 che intacca-
l'ano l'onore mio e della Chiesa. i\\ lisi la difesa
nelle mani Jcl p1ii cdebre a, rncatu ili Shil-
lonj:!. Ma la lt:ggc non era in nostro favore. In
talc trangentè mi rai.:comandai al SL·rvo di Dio
Don Filippo Rinaldi promettendo di pubblicare
la grazia. Vi furono momenti <li !(I ,mdc trepida-
zione, bcnchè fo~scro chiare le intenzioni <lel te-
statore chl lascrnva casa. terreno l parte del suo
avere per un'opera cli carità. l\\la Don Rinaldi
fece tro\\arc il handolo della complit·ata matassa
e si giunsL' ad una soluzionç felice con vittoria
completa. La lite termino seru:a strasciclù di
rancori, proprio come a,·c,·o domanJ,1to a Don Ri-
nu_ldi: la parte an ersaria riconohhl.' i nostri di-
ritti e cbie$C pL·rJono.
Si desiderava comperare un nppczzaim:nto di
terreno cun ca!la nd centro del111 citti1 d1 Shillong
per l'erezione tl'una chiesa parrocchiale. Già
a\\·c,·amo , crsato tome caparra una somma consi-
dcrc,·olc, ma l'inquilino della casa, che era a,-
vocato e sindarn della città, conosceva lutti 1
ca, illi della lc.:ggt· e troYava scmpn pretesti pu-
rcstarc. Ci raccnmandarnrno anl'orn ,1 Oon Ri-
nal<li con lu prumt·ssa di puhblie;Jrì.• la grazia.
Quando tinalnwn11.. si crcdctll' dr a1cr raggiunto
il porto e si 1rattarn :,olo di fim1are i tlucumenti,
H·nnc un ordine dd Governo che proihiva la
,cndita di quel t.:rrcno. J\\loltiplicammo k pn:-
ghiere e ancor.i una rnlta Don Rmaldì ci aiuto
.1 vincere le Llifficolt.à. Oggi dtllu chiesa di S. Giu-
e seppe ~ià rnslruita la c:ripta, che funziona
1.:ome cliicsa parmcchìale.
Pcr questi e- .,Itri farnri segnalati ~dolgo la nùa
promessa, pi<·nn di gratitudinc al Scn o di Dio.
►l< :-iTl'l•,\\'.l;O fEl{RAl\\ì>O
I'1.11·ui•1 J1 Shillong
compio l:J prùl11CS,a di pubblicare I llrll: ~r:iz1c otte-
nute pc:r l'int..-rces~i,,nt' d, Oon Filippo Rinald,.
1) lin giovane re,idcnlc u Rtrorb1Jo, m;1l,1to <l,
Hcbilc oppl1cò l'immo1111u: cli Don Rirn1ld1 ._. suhiro
i dolori diminuirono.
2) l loa persona ,1 111..- cnra, colpito d,1 c~111Jri1nen10
,. 11cm crata in casa di ,urn, 11uarl dopo che l,t fomi1Clia
pregò Oon Rirwldi.
3) Lnu miu ~nrclla, prCl(.tndo il !-ien·o J, Dio,
crovi, un allogllio più confocèntc ni hiso!:ni della la-
1111glin.
Anche alla sottosnill,1 J)on Rinaldi h11 ,·om e,su un.1
11r:1zm segnalata.
()i tri (Nornra),
A ttrìbu,,;co ad una pa111col,n1,-s1m:1 .1»1,tcnz.1 de-I
Sen·o di Dio Uun Filippo Rinaldi l.1 mia 11uari-
11i1,nc da sord1cà cotali.' cnnn,mitancc e con,.,guente
un:1 lunl(-1 mlilattia li parroco Don l uil(1 1'11110 m,
consii,:lil, di unire pn•1thit·r1: per la cuus11 d1 ht:atitko
.Gi1;1w del !'ie.rl'O d, Di,, nel ,:iorno ~l(:fi,;o clrll In Ma-
donna Ausiliatnct: n:111," pcllel!rina ,n ca'<u mia. Pre1,,.,,i
con fede: ~ fem1a spcr,1nz,1 per tre nm·enc nin•,'(:Ull\\'e
e l.1 i,ruzm , enne. Or., mi pare di essere ri,u,cit.1lll "
IIUl>\\11 \\ Ìta.
.','m·eu11" l Caianz,110)
0RH1N>IA G \\i 1.\\:-;o, wopna/r1<1 SfliuÌ(11m
Oome.nia Dc.nt•rchi fJ\\.,1111ul M4 nrt' un.a 111..unusn:rt)!,t
, i,·juim..w a U. R. prr un.e 1nolr1tutlinc e.li RMIZtC'! utti:ntHt:
Ul\\ ,,can,lo ~ s~r,. ù J i Dio
Maddalena Fernrn (\\luuc..alicri) s1 raccornando a D. R.
r<< ,I buon L-,,110 ,IL·i:li L'S!lrni dd figlio e p<r uHcncr~I, la-
\\'Ul"o <' fu t'SBuditn.
E. Pulvircn1i ( \\n ~.irir•Antonwl c..·on turrn l~t tHnu..:IHl
priw, D. R. per lu 1,1uor11<1om della munmw du trumbosi
ulfH test~ co11 nfo~rn t: fd>hn t·• .ill-u 1erz;1 11on.•nlt. ottenne
J..a grazm
Cbiarlrcdo Gok ( \\11'"°,tno-llusu), tribul•10 d• una
c,:nlN.·istitc .t...:uta cl1t" -10 i:iunu Ji o:i-pt·dal,: non +1H·\\11n" gua-
rua. m: fu liberato m, oaind1, n,,n Rinald
\\ 1.C~I.Dl.2 Com.ba cr:-n,s~,~v - l 1mt."rolu) raCC(lJn;anJv .i
I). I!. I., m:munl. cb.- p.-r In r»tturu dd fc"mort cru di,g~nte
:ill',,i}'h:Julc- m c.:unJ11:ù,ta J1ffinh per :iupruqg1urdt· cum-
plit.·.1:1111ni1 ... n,· olH·nnt In g1.rnr1anm1:.

4.3 Page 33

▲back to top


PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
Salesiani defunti:
Sac. GJ.J('(),\\4() JTEZZA(, JS,-1, t n. Tarino 1•~-1t-n155 o
84 n11ni.
'-.:ato il 17 i,tcrutaio 1871 " Valk _\\go.rdina, nel C,iùor~,
all'età cli 16 anni entri> n,ll'Ornttlri•> di ValdOCé<1, vivente
Dun Boi.,:o. Fattl)-.i ~ah:ftiano, rra"eorse dieci anni in Pa-
lestina. cloYC pc,ti· imparare li11guc nricntali c spprol<nlù1rsi
ndlo studio clelle «:;enzè hibli<·he. Pa~s/1 quindi un anno a
C:irtal(ine, t•milfar;zzandosì con gli studi ercheologiei. Potè
Ct')SÌ so~lènerc n Roma, tra i primi~s.in'll, i difficili esami clclln
fauren in s11c:"ra $C:rnn1.ra. di recente istitl:.z10ne, n1eritandosi lo
stil'Qa di San P,o X. c-he lo volle u-s i pi·ofcssori della Facoltn
Pontificia drll'Apollinare.
:\\Ta 11 quRral].tenn,o più fecondn ddln suo vira lo spese in
Piemonte, 1nterprewndo le Sacre Scrittun.: ~ Fogliz7o, poi al
Pontìfic_io Ateneo Sale~iano e, per qualche tempo, ancht> alla
Facultii ì'colngica e.Id Clt~ro tori.nl:St·~ ,e1 H)17 \\~CJ1ivn in.,.-i-
t~to dal Presidente d,•11• Pontfficia Commissinne Biblica, a
nome cli P•pa. Beneclett(I XV, a collaborare a unn nuova
\\'crsi<ma i1à.lian11 cli 1utta la Bibbia, cntrand<l 11cllo sccltissinw
nun1erc, dei q uattro colh1hnrnrori e- trnducendn Ja parte più
ardua ddlR Bibbia: i Pro/di "''l/11!iori e 111/IJori e i p,-1Jv1:,-1>ì,
versioni che entm.rtmo ne,lla popolari~irhit ,, B1bbiG. Fiorèn-
t111a r,, ancor og-~i assidunn1ente ristampata.
C.:11ndido, arguto, modesto e bon81'10, non fece mai sfoggio
ddlo sua eulturn, 1na nservò s-en1pre le ~uc sm1p.1r ic per 1
piccoli, per gl, umili. Per essi volle farsi intellettualmente
pi~colo e distillorc il nwgliò dellH .iua anima in limpillisl,.Ìmi
l"" pittoreschi :-acconti: una Vit1.1 t/i Grs14 assidµnmente tìsran1-
pala., ~ una Sloria Sarm, che dopo tssere app•rs,, nell~
Letture Caltoliche ", sta per riapparire in fom\\;llo di libre.
Srudi,,so ed erudito, macqtro lieto c amato, Don l\\l',•21.a-
casa fu -sopratrunc, uomo di Dio, umile, scru!a pose, adorno d,
una ~razia infantile, dt una letizia in~enua ~ di una fede
candida chr lo resero una viva immagine delle bont,, di Dio.
,"'.)i -sl'lpe-nsc con In sercT' irh dlii patriarca chiumato a l premio1
la-sciando m tutti il p 11.1 l'JVO rn nprnnto, il piU edificante
rit~ordo.
Siu• .ILFJ~r-:no S.·IVOJ.-1, I ,l Fa~nza ,I fì·I 11)55 a
SJ anni.
Set.-. \\" IRC/SO Fl?R,\\ Al\\ DHZ, t n l\\1a<l r ,d n 76 ~an,
dt età.
t Sn,. R01V.-H'E1\\ TUR.d Z.lRBÀ D'.-JSS<JT?O, a Ca-
tan:a-Harrwra il 1 7-XII- ")54 • 74 nnni.
Snr rR..-IXCHSCO F.-IZ.l, t n Gualdo Tatlmo il a-:\\71-
1954 11. 72. anni.
Sn~. (;J()f'. B.lTT. FlLIPPUZZJ. t a Fornn \\'le:rcc-dtlS
il 26-xn-195+ " .13 en111.
Còtul, /INTON/0 C.lS,IROTTO, ·f- a \\'crona il 2.5-x11-
11)_H a 34 a!lni.
Cooperatori defunti:
Ctw. CF,S -lRF: BARTOT,I, pr~vosto di ,\\ rcisatc ( Vnrcsc},
t il JO-H<)55.
Fin <lai primi anni Ud ::;un saccrd.,,zù> fu zchmtc- roopcra-
wrc clcllc Op<>r~ di Oun Jlos~o. Aveva una gronde tlh·ozionc
al nostro santo Fondatore e u11 ossequio sp~ciA.lt: prt i $:uui
fil'!li spirituali. Era feli,·issimo quando poteva avere nella
sua Parrocchia qualche sah."sisno ptr il sacro n,;nistero.
GIUSEPPE SF.Gl,fl:'. 'f- 11 Castelnuovo l)on Br,sc<l il
2.5 -Xl-1Q5+ ,1 6<) aimi.
~iporc di don 8econdo :\\lurthisio - il n,Jto apostolo del-
1' \\u~ilietrir-e - f\\1 tri~tinnu fcrvc.ntc 1.: padre csc1nplarc.
D1..,l1:1 su.l tlivo.zionc a Don llos.co ~ pnl\\tft clo(Juenr~ l'es~er:-;ì
reso person:.t!n1ente pm1not.ore: de) rambia111ento ùtlla ùeno-
JHinaz ionc d1 Caj·te.bmot•o d'As.ti in Ca..'iUt/111101)0 Don Rmr.lJ.
OSVALJ)O PEDR.AZZJ, t u Milono il u-"11-195+ a
R; unni.
Bontà, s·erenilj <' p,1verrn c-arartcriz,mro1'o !a i;ua lu1,ga
vjw. Marito e padre csernplarc, fu per i /igeli Ji continuo in-
t:jt11numtu ul bcnt.·. t ·na fie:JiA ~ mi~~Ì('maria tm le Figlie di
i\\lnria \\u!ti11J1tricl!.
GlACOHO FOR,\\'F,RD, ·f· .i. Hu,~« {l:wtcoJ 1I 1•-u-1955
a 77 anni.
R1?ttit1.1<linc:, b11ncl, ~prritn CT1sti,1no, lo l'c.;M;n, ':-Stia1alu ~
cnru .:t llltt1 i ~upcriori l' cnu1pa,Q"uj dl l.nY,1ro. 1:-""u tlivotl~~irnv
di Don Bnsço, al qunle donò con sacrific,o un suo foit,uoln.
!'li spense al chiudersi della fest<i t.lcl Santo,
MARL-1 GIUSEPPIN;l OLTRASJ lN S . 11 ·. rni:,
i" il 24-11-1955 a Lodi (;\\Iìluno) in c:1~ di 7.1 anni. \\ladre Ji
un Sacerdolc salesiano e di umi Figlia di l\\laris ,\\usiliatri<'c.
VI.SS<' nel nnscondiruento, nella pre'{hicrn e nc.:I sacrltìdo, arnàtu
e venenna per la sua fede viva e pc:r le sue .1trantfi v1rti1.
T~ sue ult11ne pa-roJe fµrono: \\Iodnnna .\\us.ifiau[ct.'"!...
Uto 1... 1,.
EMILI.1 DC'CIIINT, t il 2.f· TX-1054.
Ex ntlfo-va e oratoriana ù<.·Jle Figlit <li J\\.f. A .. iu t·'.'tcmruo
cli bontà, ~em:plicità li fortez:m cri-srinna Cooperò dlic~1-.:c-
n1entt: atl~ Opere sales.iane e ~pc-0ia?mc.nte ellt.• ~!1s.siorti.
D(Ul&\\JCO M.llUOTTf -t- n l\\-hl<'eratn teltrin I Pesaro\\
il 4-rx- r954.
l_;na ft•tlc t'"iva t: i.tucn,s.amcutc \\ i:-..,-utu Jk d1n:~"e tUltA
la ,·ita è lu su!\\tcnnc l' l·<>nfflrtò nt'lle sòff..t"-rt'"n7e dt una lUnJ,ra
ma1nttlu. Spiro con la ~ionl di an.~r dnruittì uno dct ~uoi fi..
gliuoli a Dou Bo,ct'>.
Altri Cooperatori defunti:
.\\Jbonç,rtt <1i'>va.nnma - _\\l.~ust.ino \\n1on1t;llu -\\ndructtn
..\\UJrUSla - Anl'ossu Ag,·ofogli Angela - Beltrami· leh·slina -
Dehram, Lufrtìa - Rerg~retti Giacon,o - Bfonchi..ni Rosa -
Huno (jjuseppino - B,}aru Luigia - Bnnu 'fM•io R:ilfodlo -
Borg-stell,, D. C~s-ar, nnrre!!a \\furia - Bruno \\laria Con-
cetta - Uunzi I .ina - Calznrnra :\\!aria - Canton, Colli Elena -
CsaeJlall11 \\ ibcr11 ,1. t'arom L:11sostino '\\Jarin • C'as1i ln
C;,unn.mo - ( ·asula Ottuno - <.diaCostantina - CtriseJ'ehc11•-
t hiarn \\lnrçdla - Cbiarcopp, Lu1g1e - Colucc, Caterina- Cos(H
~lcfunn - Ddpion1hQ Pt~orin, .-\\lfon~a - Oe: :\\lag1stri G1olitt1
Tere$n • I)~ l~n1.•1uis 011.;a - D1libc1to Gi1wa111li - F.llctli
Suor 1\\.·rc~a - F.tnn.a Can . .'\\le:..."•rndro - Fa~oln. :\\Tar ictu.i -
l;crrari Pietro - Ficlclho \\,] icbelin,, - Fiunu1ldi \\'irtorio -
Fnppi,rni Emi;enio - Forc._.:ti Gin(•\\'fll - Ga.rl untl(> D. G iovanni
- r ;au i Guido - Gl'lai Antoniu - G<)Tmt:oa Pierin~1 - Ghezzi
Giulia - Ghllnrd, Manm,1 - Cmi Hauuis;;ard lnn,x:rnza -
Olraudi Gion1nni - Girlàndu Lui~i - Giu~ta Don'hmica -
CrazioE Giuùit1,1 - ()unlandn-. Rjna - C ol!fielm.ino Giu-
scppinn - Laurenri .\\del•· - Leoni Giu,eppma - Lunar, Vit-
rori-a - Macm•tti Adele - i\\.Talou Val~nlino - :\\lnnazirn Cnrlo -
'.\\lanaaza IVl;iddalenn - i\\foncin, Ada - Munella Jnnocenzo
- 1\\l(1rini Emilia - ..\\. lann~tto Gildo - ~1.-urtinasco Grf,tZ1cllu -
\\[aij<Jlti 'J'ran,1uill~ • !Vfnritano .-\\lessro - Melone Ro,;a -
.\\letclli Giuseppina - \\>1.aseUj CaY. 1-'ranctscu - :\\Jondin Don.
(;_ Battista - Moron, Luir!i - Dliva Ri1a - (),torer<1 :\\larghe-
rita - Pag_lii,ri Rosa - Pa~~crioi l·Jis~c - Pave:'.i D~,n,cnic.i
Peri Co~lantina - Perrotta l'rof. Ital.ia - l'olli Vin.::.inzo
P,·et·cr Annetta - Pujatti Dott. Prof. D,m,,.nieo - Regc Fdicc -
Regc Cambrin ì\\laggiorina - Rclfuzzoni .\\tlulfo cd Erl,,ìge -
Ressiu D. Chiaff-rcdo - Rcy Lorenzo - RìMlcli Filippo -
Hodolfì Defen<fonte - Rolanda Felice - Rossi Giacom,i ·
Rot1Jndo Olw, - Saglja Lana Caterfoa - Sala C•rl,, - Signa
Enuna - 8oln: Rosalia - Terzugo Oott. Pietro - 'l'avern.a
J\\la<l<lalcna - V1re1to Lefr,rn - Zanellaw Stella.
l-'lSTrTUTO SALESIANO PER L,E MISSIONI cou
~t!de- in TORl.NO, c-rit:ttu in Ente \\.1nralc 4..'0n DccretO
13 gennaio 192+, n. 22, pui, legBlmentt rkeven~
Legati écl Er,ditd. Acl ~vitarc possib ili co11ttstaziuni
si L·on~igliano le ~e,.nwnti forn1:nle:
S,· tratta.i d'un LPgato: , ... lasc10 ijlJ'ht1t11to
Salesiana per lt:. .1[iJsioni C(Jtl urie lu Ton ,w a titolo
(.11 legato la somma li, Lire... (oppure) l'immobile
sit11 in .•, n,
!'1e trattnsi, inYecc.:. J1 non-rinan~ t'n.~dt1 d, n~'TI1
sos-tanZil l'l~t.ÌlUtl.,11 li.i forJntila polrt:hh".. ~~t:r riu~-
~t.a: ... ~nnullo ogni miil pre(•rdente dispo~iziont.'
te.:.t.nmenrnria. Nmnino nt.io crede un in.•n;.alt: I' !r-11-
11110 Sùl,,-inno per le ,IJitsio,ii ,·nu .1cdr i,i '[',,,.;.,.,,
lu~ciandu ad e-sso quanto rni appnrtH!TW H qualsiru.i
titolo ,
<Luouù t dalù).
,,w (Fi, f1t:>· eslfit>).

4.4 Page 34

▲back to top


CROCIATA
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
Borse da completare
Uo,-11 S, G BOSCO aiurnti, n cura cli 'l'. V. (Genovn) -
1" vcrs. 5000
Borsa S. G. UOSCO. u cura di C.:. T, (Jlmrllilll - t" vc:rs. 30.000. llc,1-.n S, G. BOSCO, a curn ud 1890 (Faenza) - wrs.
l!nr"'1 S. .-IJHU,I.Vù, a cura di V. I' (Vrr, ,·tlil - 1" \\"ers. 1000.
10.000.
Donm S. G. ROSCO E AJH.UE nr:L PllRG,ffOR/0, art- llorKB S. \\IART..J DR/ .\\.JJR.·IC(}f,/, .\\!orw di Lit·t:110«
L-ordn d1 {'wt1urtlla Fr1.1nusro, n ruu ddl.11 con:!lorte- (Roma)
(Trc\\'lso), ~ cura d1 Ci. R. Summ• pr<ec. 5000 - ~. ,·t-r,
- Somm• prcc. booo - ;:>;. ,·crs. J,l,000 "l',,t. "jt;.ooo.
5000, Cormnu St:otu 5000 - Tot, ,5.000.
Bona S. G. /IOS<"O E D. Rr.\\',11.DI. 111111(frngr<> .f,i rari ,J~- .IJorsa S. J \\I.\\JACOT..-11, I l'. S TAl<CISIO. in sufjr. dr/
funri, curo d1 Anna Sauro--Fil,pp~h1 (Fin·11Z<') - Somma
fi!ll,n, " cura di B:1111 G,u,, ppc (lln:sc1a) 1• ,·ers. 10.000,
prec. :u.ooo - ;,.. vers. 14-000 • "/'or, 15.000.
llurs- S. ClJORP. DJ Gr:SO CO.\\'Plf10 IX VOI, in rufl,.
ltor..,1 .'i, G. IJOSrO E D. S,-l VT<l, l,l~rulémi dn/l'wma,
a cura di Il"·~ Lhron~ (Napoli) • Somma rrrc. 2000 -
dcllu p,nf. ,l(1ft. T,111011tt .lmu1 J.tuw. a 1:uru dcj genitori
(l:1111.-.,l - ,0 ,·er,;. _10.000.
N "'', 12,000 - '/òt I 4-000.
l:lt>rsH SS. ,INJMR OF.L PUftG.-ITOIUO. m .<td}I'. del ma-
ri/o, u '""'" di tlnnRnnt Rina (Rimani) • S,unma prec.
10.000 :\\. \\'l•1·.... 15.000 - Tot. 2~.000.
Borse complete
llor,11 81:.'/.l.O,\\'T ,HARl,·1, Carbono,11 T1c1r10 (I',w1a\\
llorsa SS. S,JCU,I ln•:STO. a cura ,fa R11s:i Lmo (Trmtol
, .. 50.000
- Su111m,1 p«•<, 13.Soo - 1-tb:trdi \\lo<c 1y.300; L,bardi
Uncnslll :ioo - TM. ;3._100.
Horsa ,'i. H. \\l,IZ7..-IRT:.LLO, prn1rggrr1, li curu delle sQrelle
l!orsa F,,J_çs10 E,\\RLCO, n c11n, d1 ldJ1 Fess10 - I.. 50.000.
Han,u .\\l.11 /,'Il BOXI CU,\\SJJ./l I~ S. RIT.tl, a cura ,li
<~. C Somnia pr~ 15~ • ~ vc-r'-~ 35.000 - Tot. 50,000.
CH\\'11ll011i IAl<'M:&ndri.,) - SomffiJI p«-c. ,16,-i-oo - ~- v= Borsa S, CL'()RE Dl GESU, .li, ;H!SlLJ..A:flUCE, DO.\\'
5000: (iren10 \\dchna ~oo - 1i,t .p,hoo.
ll()SCO (27•) - Smnm:i pn-c. 40.oir · Coniu~ Guirc111
Borsa S. C ROSC(), n rnra d.1 Ho--,t !'iac. Arutdo (.c\\n7.zo)
10.000 - Tot. 50.021.
Somma 1>rcc 15 ooo - Rnmann I>. {; iu,eppe 6ooo. Hor,;,1 .\\/• .-1.('S/I.IAT!lICI~ /\\ S, G. BOSCO (105•, a
,
Rii,nlt·III ( ;. 1000; Ril(olc_ll! Rina .~oo /'111. u.500.
llorsn .S. ('l 'OUH lJT GESU, •\\J. ,ILS/1.1 l J"/UCE, DOS
nm, uclla fami!!lia del 0011 l\\ldloni (Como) - So111nu,
prrc. 30.000 - ~- wn;. 20.000 - 'J'ut. 50.000.
DOSCO ,,j tJfjitlo ""' e i mm ,uri, u curu d, Stnppino Al- Dot'llft SJ<!NORE, ABBI PJJn•,I fil ME, il cUl'll di De-
bcninù - 8<Jmtnn 1)n•c_ 14.000 .. Umt-nç-cj (;iwwppe 2000
h<•rnutdi U C. - Somnu pree. J$.0()0 - N. 1·ers. 25.000
1'u1 r/1.0oò.
·r11r. so .ooo
Bor..i1 S.JL/Ci.·IRJ SUSANN.·1 F. R<JS,l, 111 sufjrugw IJ,1t,111 _J lllGJJP.TTI Cill St:Pf'J,: (-1-•), p,1 1/ rirm1111 ,/,/
cur~ di Do '.\\,t3rnn f;l_isa-AlbertmR - Summ• pr,-c. 20.000
J,glw ,l«/lu l/.u,su, s11(fr. dr!/11 r,,11,orr,, a cura d,•lla la•
- N. '\\'t•OI. l.l.000 - 101. J:?:.000.
m,~hu - l- bo.-000.
Bor>U SC'lll,Ahf,'FfèU D. GJ<H"•.JS,\\I (2•) :-omma prec. llona S.-ll'fO IJO.\\IE.\\'ICCJ S,I \\ '1'0 (4•) - L 57,511
39.R50 • Da,,,., I•. 5000.; ReJUa igin, zooo; E. L. D. JOOO Uor,~ GHSC .UARI.-l GJUS/:'PPI:.', o ,·ura J, O. S. 1!\\ 111-
- 1 ,,t. 4<J.S50.
w,. Bor,a S l'UO/tf-' DI _V.-lRJA I-: D. Ull..J, protrg;/~t, /,
t"o<. e /,. 1111,1 Jmn., in ,ujfr. d,/1., """'""' Orru/11 (Terni).
lano) - Somma prec. 25.000 ~. nrs. 25.000 - Tot. 50.000.
llnr1,1 M .•-1L'Sll,IATRJCI,', I)_ BUSC'O, S. Ll"C.-1 !G<-
no'"al - L. 50.000.
a ,ur,l ùi .\\nt1tni1i Salotti - Sunun.1 prci:. 10.000 - "\\: vcrs. Clura:t /U \\"Af.DT D. FJLJPPV (,io-), ., curo cli L. l'i,,1u1
30.000; Stopponi 200; S. Horro ,oo • /'nt 40.500.
- I. 50.000
Ilorsrt S. /,I/('. I, />TOlf/for, d1•i /\\lt1fit1, li ritta ù 1 H. L. [Va- Uur,o1 U/Tl.01' SAC. l'UOP. /Gl\\,IZ/O . Somma prec.
res~) • Son1mi1 prtc. 15.000 N. \\·1,.• 1~. 10.000; SiL!norclli
,jk.ooo . Ventu nni M. (R_oma) -.ooo • Tor. 50.000.
prof. L,wi11iù ~ooo - Tot. 30.000.
Borse S. ('[1()/Uf Dl GESÙ. Jl. . li 'S/f,l, tTRICE, UON
BOSCO. a cur~ d, '.\\I. \\'. (J'adP,-a) • :::imnu,a prcr. 20,000
llnrstt S. CVOllF. DI Gl-:SU, :\\J, . I/JS/f.J..JTRTC'IZ, D. 110-
SCO, mi affido a I ·n, - I.. s~ 375.
ll11r,w S. CUORB D1 GJ-:S( (a~•) 111 rn/Jr. dei gr1:1/orr,
- ;\\ \\'iL-•n,~ 1000; Ha·ro Srcfa.uo rooo: \\hr,:,m;:h, 1"1na :2000,
,, cura d, :\\I. F. (l\\lil•nol.
.-\\1:,,,rrn1 l.mu 1000 - Tot. 27.000
llul'l<JI StlGf.TF.TTI .1.\\"GHI.U, GIOI', I.\\ .\\'I, GJUSF.PN:•,
Bor,;a S. G. IIUS( ()ED. RJS,/1,l)I, 11 cura di F. D. (To-
~ cura ddl'a"'·· Sa~li1·111.
nno) - :o;ouuna ~ucc. '?I 100 - tJ1rce Cnsr~nn, lZ 3000 llon;a PAGELL.-1. D. (;JOl",IS.\\J, 111 m!fr. Somma pn..:.
Tnr zf.100,
14.10b - Gu,di Camilla :io.ooo · ·n,1 54.106.
BoNt S.-11"/',l GIORGIO E .lf,-JR/,I \\"(). u l'Ura di Lui~• 11,,, a \\IOSC.-J.TI DOTT. GJUS/il'PF. - S<>mnw prec.
Satta (Cuitlhnt) - f,,1mma prc.c 27.000 N vcrs. jOOo -
Tot. 34,000
Ilur.o SC.11'ARONE DON G/0I'.-INNJ, 0" ver~ - Lan•
,f.1.140 - Vr,:gani .\\nf.!cln 10.000 - '/'<1r. 54-140.
llursu .11.lJJONNA DELLE TRT:: f,"QNT.1.NE, a ,•uro d•
P.,nd1ia11Ju-Pàrcione..F.l1;nn - Sotntnll prec. 24.000 - 1-:r•
tieri Hu,..1 1000; fam. Uaruscoui ~so - 'l'm. 1550
Bom S. M!IR/.1 .IUSILJATIUC/:' I•: S. G. BOSCO,
1Hinìo Solini 25.000; Vt•n1ur1n1 Murio 1000 - TM~ 50.000.
1!<1r•,o D. bOSCO PADR/i." Dli.Ul,l ORFANI Sommu
pr01egg,u i finii. R111:_1!ero e .\\Jm"'""· 11 cum di :;pn,ga
s. nosco. Gien. Div. l 'J.:11 - 1° vers. :w.QOO.
Borsa G.
uiu/urm, a <Urli dd Dott. Pas,arell,
Lui~, (l'J,fo,a) - , 0 ,·ers, :uo75.
.Borsa s. G. 8() ,·co cdw:atorr ,l,J/u /!1&1 r11111 Cula/,""· 11
J>rcc -fl'.073 - Vc-nturin, Man• zooo -Tot. 50.073.
1!11riu /J. BOSCO F,:D(JC.-1 J'CJUR J-; .1!,IESTRO, h,-,,,1,n
/,1 ,ma famiglia. a cura di Co,1uilord l\\laneo (Ao-"'c~l
S<>mm• pre<:• .j.8.500 -Ha11an1111 $nrdlt- zooo- Tt11. 50.500.
11orsu D. JJOSCO, pr1,f<'gi:1 r,oi, I, J\\tiui11m , •·o,a:ia111 '"'·•
cura dd Sac. F. Ciorb •.\\ric1pre1c (C11tan,.,ro} - Summa
a cura di l'alazztlll G111~cpre S•lutll ,\\ntom,a (T,·mi) -
prcc 31.48; • ;:,,.:, , ••· .1000; l'. ,\\. 1000 - Tur, JS+'I;,
Summa 5'rl'cc:demc 40.000 - N. vcrs. 10.300 - 1'ol. 50.300.
llor~a S. :\\1. AUSII 1,1 lWCE, 11 <ura dd ,S,,o (Fat'.llza) Uutsll ,\\1,IRClJESE P!FTRO, a pwrtai•m~ J,lla miu /!llm•
- ,, \\ cr4. ·l0.000.
/,inu, data in msrodin u D. Douo, :i ~ura di M. C. (Genova)
Ilc,r•,n S. ll, llOSC:O, a çura del C,r~,,Ju l\\lwuonarfo ùi
- Somn111 r,rec. 40.000 - N nr~. 10.000 - Tot. 50.000.
Gu•pini (Cnitlwi) - Somma prcc. 10.000 - 1', vcrs. 5000 llorsa RJN,lLDI D. FlLlf'PO (.p•), a cura di Per~II, E,lvil!t'
Tot t 5.000.
(Gt·ni'Vc) - I .. 50.000.
(co11111111a)
BOLLET1'1:,.;o S.\\LESrANO
1°APJIII.E fQS5 , ASSO LXXIX. N. 7
152
Autm17.Y-1xione del Tnbuna.le Ji Tc,nuo 111 d.a1a 16-2.-10,Q. n.-103, Con n.p1>mvaz-iono l"CCIC1iast1c:1
01n:tlon1 l"\\'$Pons•b,le: Sac. Don, J•1~nm Ztl<IIINO. ,·ia M•ra• A11•1halnet, µ - Tl>l"lllO (70,,1.
Officine Grafiche SI· I

4.5 Page 35

▲back to top


I!\\ n>rf:Rll!lò\\: ( 'tuupmu? tli l'<Ui(ftta! . I tutti i nostl'i Con11entl oi-i e . lmi,•i rvd1i110 1'11111111,wio
festo.-.o tlf'll11 llis1u·1-e:;im1e del Si!/1101·1> " l"tlllf/lfl'io tli 1m 1·iwwi:ato J't•1•ro,·e <li riftt ,·ri.'llimm.
I SS. SACRAMENTI
Penitenza
::'IIAH'OL.RANT F. Del Sacramento della penitenza. Istruzione
pratica. 'l'rau. 11. Ar RHIA. Volume in-16 di pag. 184.
L. 250
Eucaristia
Colloqui eucar1st1c1. Trattem111mt1 CIJII Gr.ni Sr1crc111u·11tlllu pu
o,1;11ii::iomo del!'011110. 41( t·dizione. Yolumc in-32 di pag. 218. L. 140
F F.11( r Sac. lcILIO. Manuale eucaristico. Prrghinr r pratirlll'
i11 ,;m1rl' dt'I SS. Sacrt1111mto sumulrJ (a liturgia. \\°olunH· tascabile
di pag. 250. Con lq~atura in tela flcssihilc, fogli russi. L. 220
:r-.o\\Fr t \\ P. l'AOLO, S. J. - Gesù viene, andiamo_l?li incontro!
J.ibro />111 f a11ciulli dli' si prL'f}arauo <llf<I Prima Ccm11111ir11w. \\ olume
10-16 di pag. 112.
L. 120
Po:-.-zoN1 Sac. C \\Rt.o. Pane di vita. Ro.wrio c11c1m\\rir11 di 50 prr-
I
/wra::.io,11 e ri11gra::.iu111mll alla Sa11ta Cn111u11io11e. \\·olumc in-16 lii
pa~. .µ8, con legatur.1 in tela e fogli rossi.
L. 350
Predicazione e studi sulla SS. Eucaristia
I
IlK.H:Ct P. Gn:sn:--o \\I., Bamahita. Victima sancta. Prnsirm,
da/Irina 1• i11seJ:fl(l/lte11/o <id srmf<> c/11/lort' --lgn.~lim, mli'1-:11mn.rtiu, Coli
upportu11i rilit'Vi bioxrc(/ìri paslorufi; st11dio d'ind,;ft, llflll/11gl'lim. Vo-
lume m- 16 dì pag. 420.
L. 400
I
~:,.,~:~e=~::,_ - I ....
1A Sanu C«•ò=. I>1=W"i,
L. 200
- p-r,_:t:_li_it_,,_<·_,,_,_u_m_·,_",, _'i._\\_'<-1l_11_11_1-et-ot -t-as_c_a_b_ile__t_l_i_p_a_g_. _2_6_0. _,_n_h_r_o_ss-·u_r_a_.____I_
-
Chi deside:ra conoscere tutte le opere religiose edite dalla
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
chieda. alla Sede Centrale di TORIIO - Corso Regina Margherita 176
l'apposito catalogo. Gli verrà. s ubito inviato gratuitamente.

4.6 Page 36

▲back to top


lat<>Ssuto di acute e
profonde suggestioni il volume
va oltre il valore di una. •ernplice
monog.rana per divent.1:re una.
chfove d'interpretazione, un nuovo modo di
vedere il grande poema dan1esco.
li CentQ fa coincidere il concetto- fondan1entale
delta pedagogia dl Oanie "'on il còncetlo fondamentale
il pensiero
del Vaagelo; l'amore. St& qui l'essenza del
rappocto educatore-educando, la <e condizione
bas.icani la soslanza dell'educadane cris(iaoa.
educativo di
La pedagogia della o;,.,;,,a Cor11111<>diu è la
stessa pedagogia del Vangelo, posta In versi dal
mas.simo poeta cristiano. L'oper-a è, ormai
DAITI
glun.ta alla sua 4• edlzlone italiana. La
rngione della sua rortuna ata neJ suo
indiscutibile valore lntrinseco e
Volume In-8 di pag. LZO : L. 500
nell'original.ilà di visuale secondo
cut io.vita i lettorJ a studiare
4a. ed.lzioné rivedut~
l'inesauribile poema dantesco.
Per ordinazioni
r1vo/ger,1'i alla
Sede Centrale della
SOCIETA EDITRICE
lll'IBRBAZIOBALE
CO R SO REGfNA MARGHERITA, 06 • TORINO (725) CONTO CORRENTE POSTAl,E NUMERO l/1-71
-.
Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Coope-
.iW ratri~i che le 011ere Salesia1ie. hanno . il: CÒnto. Cofrente, Postale
~
0
~-· - -~- -·_ ·.:_ .-·). .· .~~- _ .·.. . con il NUMERO 2-_135·&-(TORINO). s~tto la dÉmoini11azioue·: DIBEZIONE GENERALE
~{~--~-~~.~ ~>~ -_,.:--.·<:-'-.:~>-:.·.:~-~~--- -_..:.~~:-~_.= -.:~:. .o·PERE DI .DON BOSCO
~....
.
_-
~...--..O..:- g~m..m~...o. ·,..p~'\\u-..~ò
valerse1iif
-..--:""--:-tf';,,,.:'-•-;
co
. J"
n J·isparmio' d
.i"~.--:- -.:y· · ·.,,-,_
i•~•s
p
e-~s·à:-,.,i.~ie.-l:l.'--i:n--v
ia1;e~ '"""'t.: ....
le
......~. :..
~·tp~r
o-p
r
i
e~ ·
TORINO_(709)
~::,-:~~~.~~~,~~)=~~~~'_:~-~~-~: