Bollettino_Salesiano_198407


Bollettino_Salesiano_198407



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


3
ANNO 108 N. 7 2" QUINDICINA 15 APRILE 1984
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
BS- per I Cooperatori
Cooperatori: continuate a vivere il meraviglioso ideale salesiano nella
famiglia, nella società, sul lavoro, nella scuola... Giovanni Paolo 11 (3 settembre 1980)
La famiglia salesiana
celebra con il Papa
il 50° della canonizzazione di Don Bosco
Il saluto del Santo Padre
U Papa. prima della recita dell'Angelus,
con pamcolare affetto ci ha salutato.
Ricorre oggi il cinquantesimo anniver-
sario della canonizzazione di San Giovan-
ni Bosco, che il Papa Pio XI iscrisse so-
lennemente nell'Albo dei Santi il giorno
di Pasqua del 1934, al termine dell'Anno
Giubilare della Redenzione.
Nel ricordo di questa luminosa figura
di Sacerdote, che tanta scia di bene ha la-
sciato dietro di sé, specialmente in fa-
vore della gioventù, saluto i suoi Figli e
le sue Figlie, che so essere presenti in
larga schiera oggi in questa Piazza per
celebrare questa lieta ricorrenza. Ad essi
ed all'intera Famiglia Salesiana rivolgo
l'augurio di essere sempre fedeli agli in-
segnamenti ed al carisma del loro Fon-
datore.
n breve discorso del Rettor Maggiore ai
piedi della statua di Don Bosco: «Fra-
telli e Sorelle della Famiglia salesiana,
viva la santità di don Bosco! Abbiamo
partecipato ad una celebrazione in cui ci
è stato possibile vedere altri stili di san-
tità con benemerenze secolari e abbiamo
potuto percepire con maggior chiarezza
che Don Bosco è un Santo dei tempi nuo-
Mentre stiamo andando in
macchina si sta celebrando il
Giubileo della Famiglia Salesiana.
Il prossimo numero recherà una
cronaca dettagliata dall'avveni-
mento.
vi. Vuole che la nostra santità, come la
sua, sia un fermento efficace nella vita
del mondo: essere Chiesa al servizio del-
l'umanità, avere incisività di azione pa·
storale, far fermentare il mondo perché
in esso ci siano cittadini e credenti im-
pegnati. È una santità che ci compromet-
te a fondo. E qui, nella Basilica di San
Pietro, sulla tomba di San Pietro, ai piedi
della statua di Don Bosco e dell'imma-
gine di Pio IX che lo guidò nella fondazio-
ne della nostra famiglia, noi dobbiamo
rinnovare il proposito di questa santità,
una santità che vuol essere incisiva e che
vuol fermentare la città. Per questo vo-
gliamo essere Chiesa, vivere come mem-
bri responsabili e impegnati della Chiesa.
Per questo due elementi orientano la no-
stra maniera di santità: il primo è la Ma-
donna, che è modello, profezia e aiuto
della Chiesa e che ci insegna ad essere
membri attivi, instancabili della missio-
ne per la Chiesa n secondo è il Papa, la
figura del Papa, il ministero del Papa, il
successore di Pietro, Vicario di Cristo
che guida l'azìone della Chiesa insieme
con i Vescovi e i pastori di tutto il mondo.
«Don Bosco ci ha lasciato come ere<lità
una chiarezza in questa adesione al mi-
nistero di Pietro. Alcuni anni fa alcuni
giornali presentarono il nuovo Rettor
Maggiore dei Salesiani dicendo che ave-
va una mentalità montiniana. Adesso,
qualche giornale ha parlato dello stesso
Rettor Maggiore dicendo che ha una vi-
sione wojtyliana. Don Bosco ci ha inse-
gnato a non gridare «evvia Pio IX», ma a
Don Egidio Viganò è stato ricon-
fermato dal Capitolo Generale
XXII Rettor Maggiore.
A lui la stima, l'affetto e la rico-
noscenza deJ Cooperatori Sale-
slanl.
gridare «viva il Papa», ci ha insegnato
cioè ad essere Chiesa e a impegnarci con
la Chiesa facendoci guidare dal ministero
di Pietro e dai suoi confratelli e collabo-
ratori, i Pastori di tutto il mondo.
« Portiamo nel cuore, oggi, cinquante-
simo della canonizzazione, del nostro Pa-
dre fondatore, questo messaggio impor-
tante per la nostra Santità: sentirci im-
pegi1ali nella Chiesa che vuole fermen-
tare il mondo per costruire un uomo nuo-
vo e una città degna di questo uomo nuo-
vo. Siamo dunque Salesiani con Don Bo-
sco per essere praticamente operosi nel-
la trasformazione della società.
«Viva don Bosco, viva la santità dei sa-
lesiani» (c.d.l.).
Durante la Messa si era pregato in-
fatti: «Per tutti i membri della Famiglia
Salesiana, religiosi e laici, presenti a que-
sta celebrazione per ricordare il 50" an-
niversario della Canonizza.zione di S. Gio-
vanni Bosco: perché, sull'esempio del
loro Fondatore, impareggiabile educa-
tore dei giovani, sappiano essere dispo-
nibili verso i fratelli e aiutarli a crescere
in sapienza e grazia».
l /33

1.2 Page 2

▲back to top


Ricordando Madre Rosetta
Madre ROSEITA MARCHESE
nata il 20 ottobre 1922 ad Aosta
morta 1'8 marzo 1984 a Roma
Superiora Generale
delle Figlie di Maria Ausiliatrice
dal 24 ottobre 1981
L'anima mia magnifica O Signore!
dalla sua •parola•
Chiedo allll Madonna di esprimere per me il
suo FlAT e anche U MAGNIFICAT. Tutto
ho ricevuto dall'lstl:uto ed ora l'lstiuto ml
dona se stesso•.
24 ottobre 1981
« •.•mai altra intenzione mi passò
per la mente e rimase fissa nel
cuore - soprattutto nei momenti
di maggiore sofferenza - se non
questa: M la santità della Congre-
gazione e, di conseguenza, la saJ.
vezza delle anime giovanili" •.
Circ. 3 settembre 1982
« Stiamo vivendo un richiamo
M unico" alla santità. Se tutte sa•
premo rinnovarci dall'interno, ac•
costando in umile meditazione le
Costituzioni rinnovate, l'Istituto ve-
drà una nuova primavera feconda
di frutti di santità•.
Circ. 24 dicembre 1982
« Nelle lunghe ore di ospedale mi
è divenuto ormai consueto spazia•
re per tutto il nostro caro mon-
do... ciascuna di voi è presente
alla mia povera anima. Tutto ciò
che la Madre vive in queste gior•
nate diventa offerta affinché ogni
figlia risponda in pieno al piano di·
vino e la Congregazione intera di•
venti disponibilità alla Parola del
Signore».
Circ. 2 settembre 1983
2/34
Madre Rosetta Marchese nacque in
Aosta il 20 ottobre 1922. in una famiglia
dalla fede cristiana profonda e fervida.
Fin da fanciulla conobbe e frequentò le
Suore di Don Bosco, maturando accanto
ad esse la sua fede e ìl suo ideale di
consacrazione totale a Dio.
Giovanissima lascia la famiglia per
prepararsi ad essere Figlia di Maria Au-
siliatrice, e Figlia di Maria Ausiliatrice
missionaria. Dopo la prima professione
religiosa (1941) completa gli studi a/l'U-
niversità Cattolica del «S. Cuore» nella
sezione staccata di Castelnuovo Foglianl
ove, nell'ultimo anno di frequenza, con-
cilia studio e funzioni di coordinatrice
delle studenti universitarie appartenenti
a svariate Congregazioni religiose.
Dal 1947 al 1958 è Insegnante di let-
tere ed anche vicaria nella Casa missio-
naria •M. Mazzarello» di rorino, ove se-
gue con particolare attenzione le giovani
suore che si preparano a partire per le
missioni. Lei, chiaramente, dovrà segui-
re un altro disegno di Dio.
Dal 1958 al 1966 svolge compiti diret-
tivi in Sicilia, a Roma, in Lombardia. Per
un sessennio regge, con Intelligente
operosità, la vasta lspettorla romana -
allora con l'unico centro di via Marghera
- e successivamente quella di Milano,
lspettoria «M. Immacolata».
Ovunque si rivela persona attenta alle
esigenze della Chiesa locale e ai segni
dei tempi, suscitando stima e apprez-
zamento da parte delle autorità religiose
e civili.
Contemporaneamente ricoprì cariche
di responsabilità nell'USMI, impegnando
Intelligenza ed energie per favorire una
partecipazione fraterna, unita e costrut-
tiva della vita religiosa nella Chiesa.
Particolare attenzione ha sempre di-
mostrato nei confronti della Famiglia Sa•
lesiana, entro la quale svolse pure deli-
cati incarichi di animazione. soprattutto
nel periodo siciliano.
Il Capitolo Generale XVI del 1975 la
e/esse Consigliera Visitatrice. Nel ses-
sennio successivo svolse il suo incarico
con intuito e saggezza, con prudenza
comprensione e squisita sensibilità. Vi-
sitò le lspettorie del Belgio, della Fran-
cia, con I relativi luoghi di missione (Ga-
bon e Tunisia); quelle della Germania,
Austria e Zaire, ed un certo numero di
lspettorie italiane.
Il Capitolo Generale XVII, nel primo
scrutinio del 24 ottobre 1981, la eleg-
geva Superiora Generale.
In una delle prime lettere inviate alle
Figlie di Maria Ausiliatrice - novem-
bre 1981 - la nuova Madre così espri-
me il suo essere presente a tutta la real-
tà della grande Famiglia Salesiana: «Alle
carissime allieve ed oratoriane, alle Exal-
lieve, al Cooperatori, alle VDB, ai genitori
e al collaboratori laici delle nostre opere,
vada il mio saluto riconoscente e /'assi-
curazione della mia preghiera•.
A distanza di soli otto mesi dalla sua
elezione. mentre già i suoi progetti di la-
voro di un incalzante post Capitolo si
stendono con dinamismo e chiarezza,
giungono le prime avvisaglie del male
che l'ha colpita e che si rileva subito nel-
la sua inesorabilità. Lei, che aveva detto
con serena adesione il suo flat» a tutto
ciò che sarebbe scaturito dal fatto della
sua elezione ad una maternità cosi este-
sa - oltre 17 mila figlie - ora, nella ca-
mera del «Gemelli. si interroga con lu-
cida obiettività, e scrive: « Più volte mi
sono chiesta in quale chiave debba es-
sere letto il "segno" di questa prova,
che tocca non solo la mia persona, ma
l'intero Istituto». Per circa venti mesi
Madre Rosetta, con l'intera Famiglia Sa-
lesiana, ha cercato di interpretare que-
sto segno come richiamo di fede e di
speranza. Nel lento dissolversi delle for-
ze insegnò a tutti noi che cosa significhi,
in concreto, resortazione paolina: « Siate
lieti nella speranza, forti nella tribolazio-
ne, perseveranti nella preghiera» (Rom
12, 12).
Nella circolare del 24 ottobre 1982,
primo anniversario della sua elezione ad
una maternità che ormai si esprimeva
nel dinamismo misterioso della sofferen-
za, concludeva il suo magistrale inse-
gnamento augurando a tutte le figlie di
lasciarsi contagiare da Don Bosco «di
nostalgia acuta del "bel Paradiso"», per
entrare nella via della santità con una
volontà senza ritorni•.
Certamente è questo il fulcro di quel
«segno• che siamo stati invitati a leg-
gere nella malattia e nella morte di Ma-
dre Rosetta: riscoprire l'esigenza della
santità e tendervi con tutte le forze.
Ripetutamente aveva espresso la sua
riconoscenza per il coinvolgimento di
preghiera, di interessamento e di offerta
dell'intera Famiglla Salesiana, e si era
compiaciuta di avere ormai nelle vene il
sangue offerto/e da fratelli e sorelle sa-
lesiani (cf. circolare del 3-9-1982). Que-
sta commossa e commovente solidarietà
l'accompagnò - in fede e spe~anza -
fino alle soglie de/l'Eternità che varcava,
serenamente e consapevolmente, al tra-
monto del/' 8 marzo e.a
Ora possiamo chiedere alla sua inter-
cessione presso Dio, di aiutarci a fare
della nostra vita un FIAT espresso sem-
pre nel sereno e generoso MAGNIFICAT
della Madonna. cosi come ha saputo far-
lo lei.
Madre Rosetta ci aiuti «a prestare
fede alle modalità misteriose con le quali
Dio entra nella nostra storia personale,
nella storia delle nostre comunità [e fa-
miglie], della Chiesa, del mondo• (Cir-
colare 24-5-1982).
Allora, come per lei, anche per noi
sarà veramente PASQUA!

1.3 Page 3

▲back to top


LI HO AMATI PRIMA
E CONTINUERÙ AD AMARLI
Vogliamo qui riproporre un brano del saluto che Madre Rosetta Marchese
neo eletta Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice volle portare al
Terzo Congresso Nazionale dei Cooperatori.
Cosa devo dire ora io che comincio adesso,
che non sono ancora convinta di essere Madre
Generale? Ho già scritto qualche riga che mi è
stata richiesta per il Bollettino dei Cooperatori.
Certamente non posso che mettermi sulla linea
seguita dalla nostra Madre Ersilia che ha capito
anche lei bene la vocazione del Cooperatore e ha
sostenuto le sorelle incaricate nei vari Centri dei
Cooperatori delle nostre case. Non posso non
mettermi in questa linea. Mi ci metterei per con-
tinuare il lavoro di Madre Ersilia, ma già ci sono
perché i Cooperatori li ho amati prima e conti-
nuerò ad amarli.
Proprio prima di venire in aula, parlando con
le suore qui presenti, abbiamo esaminato i pro-
blemi che loro hanno a livello ispettoriale nel loro
lavoro, e ho loro detto di lavorare senza scorag-
giarsi e di lavorare soprattutto per ringiovanire i
Centri dei Cooperatori e di avere un occhio par-
ticolare per i Cooperatori giovani e di lavorare in
accordo con le delegate delle Exallieve, là dove
l'incarico non è riunito nella stessa persona, per-
ché è proprio dalle migliori exallieve che dovran-
no venir fuori delle Cooperatrici giovani. Quindi
ho lasciato questa parola d'ordine alle suore. Bi-
sognerà rinnovare, fare ancora degli incontri tra
le delegate delle Exallieve e quelle dei Coopera-
tori a livello ispettoriale, perché ci sia sempre
maggiore unione di lavoro, perché l'Associazione
delle Exallieve dovrebbe spontaneamente, se ben
condotta, alimentare i Centri dei Cooperatori.
Questa è la linea secondo la quale vorrei por-
tare avanti il lavoro, sostenendo i Centri che già
ci sono e facendo in modo che veramente, fin
dove è possibile, non ci sia Casa delle Figlie di
Maria Ausiliatrice dove non esista un Centro di
Cooperatori. Fin dove è possibile, perché non
dappertutto abbiamo piena libertà di movimento.
Ma anche laddove ci sono associazioni parroc-
chiali e non si può fare un Centro di Cooperatori,
si può sempre trasmettere lo spirito nostro, arri-
vando a collaborare con i parroci e con i laici im-
pegnati per far scoprire loro questa vocazione
nella Chiesa. Questa è la linea nella quale cerchia
mo di restare, perché già ci siamo, ma miglioran-
do sempre secondo le nostre possibilità il nostro
lavoro in questo ramo della Famiglia.
Posso veramente assicurare che l'argomento
della Famiglia salesiana e quello dei Cooperatori
hanno avuto un'attenzione particolarissima nel
Capitolo e perciò certamente da esso verrà un
impulso nuovo collaborare con tanto entusiasmo
anche in questo campo.
Auguro anch'io una bellissima festa dell'Im-
macolata: che veramente questa «Madonna del-
1'Annuncio» che ora ricevo sia la Madonna di tut-
ti, perché tutti dobbiamo annunciare il Signore,
l'unica parola che dobbiamo annunciare è proprio
Lui. Perciò è l'augurio che ricevo e che faccio:
che tutti possiamo diventare annunciatori del Si-
gnore Gesù.
LA PAROLA D'ORDINE DI MADRE ROSETTA MARCHESE
A vere un occhio particolare per i cooperatori giovani
Alimentare i centri cooperatori con le migliori exallieve
Fondare un centro cooperatori in ogni casa FMA
3/ 35

1.4 Page 4

▲back to top


VITA DELL'ASSOCIAZIONE
PIETRAPERZIA
tesagbi, Giuseppina cantù
(che ricopre l'incarico di Se-
Il 29 gennaio festa grande a
Pietraperzia !
Don Roccasalva ha accolto
la Promessa di sei nuove Coo-
peratrici, Candolfo Enza, Asa-
ro Serafina, Amico Lina, Tru-
bia Agata, Polascino Franca e
Tolaro Maria in Milia ed ha
consegnato il Regolamento a
tre aspiranti: Messina Damia-
na, Di Natale Ausilia, Micci-
ché Mariuccia.
La Celebrazione della funzio-
ne, preparata dalla nostra De-
legata Suor Concettina, ha se-
gnato un momento di gioia per
la nostra Famiglia Salesiana
che ha accolto nuovi Coopera-
tori nelle sue file.
A sottolineare questo mo-
mento forte e per condividere
la scelta comune sono giunti
da Palermo Suor Maria Zam-
buto nostra Delegata lspetto-
riale e da Catania il nostro De-
Pietrapenia. 29-1-1984 - La gioia di appartenere alla Famiglia Sa-
lesiana traspare da ogni volto: «Benedetto il giorno in cui mi sono
fatto Cooperatore Salesiano».
legato Ispettoriale Don Gior-
gio Roccasalva. il quale. fedele
all'impegno preso con il nostro
Centro, ha rinunciato ad an-
dare al suo paese natale dove
nella stessa giornata il Dele-
gato mondiale Don Mario Co-
gliandro doveva consegnare
altri attestati.
Questa festa profondamente
salesiana ha rinnovato .la ~ioia
e l'entusiasmo nel cuore d1 tut-
ti i partecipanti. Tutti insieme,
con i neocooperatori, abbiamo
rinnovato l'impegno di seguire
nella vita quotidiana l'esempio
di Don Bosco e di ammirare
ciò che la Provvidenza divina
svolgerà nella nostra vita.
USignore si manifesta attra-
verso i segni dei tempi e noi
Cooperatori non possiamo te-
nere gli occhi chiusi.
La celebrazione si è conclu-
sa con un momento per gli au-
guri e consumazione di dolcini
preparati dalle Cooperatrici.
PROMESSE A LECCO
Festa di gioia tipicamente
salesiana domenica 29 gennaio
a Lecco dove, presso il Centro
Cooperatori di Via caJdone 18,
è entrato a far parte dell'As-
sociazione un gruppo di 13
amici.
Una data scelta apposita-
mente perché inserita in un cli-
ma fortemente carico di signi-
ficati cristiani (vanno ora spe-
gnendosi le ultime eco delle fe-
stività natalizie) ed in partico-
lare salesiani: coincide infatti
con la prima conferenza an-
nuale, con la festa di S. Fran·
cesco di Sales cui I'Associazio-
ne è dedicata ed è vicinissima
alla festa di S. Giovanni Bosco,
i1 Fondatore.
Da tempo a Lecco si era ma-
nifestato il desiderio di dare
nuovo vigore alle attività del
Centro, in primo luogo accre-
scendo il numero dei parteci-
sono così coinvolti amici, co-
noscenti, ex-allieve dell'Isti-
tuto «Maria Ausiliatrice»,
estendendo l'invito per mezzo
del settimanale cattolico li Re-
segone a rutti i possibili sim-
patizzanti.
Grazie all'attenta ed instan-
cabile guida della Delegata Sr.
Claudina Cardani, è emerso un
gruppo di collaboratori since-
ramente interessati alle atti-
vità salesiane; essi hanno ac-
cettalo incarichi di responsa-
bilità neU'ambito del Consiglio
locale e di sostegno ad altre
iniziative, quali il laboratorio
missionario, maturando nel
tempo la propria vocazione lai-
cale. L'esigema di renderla
manifesta con l'ingresso uffi-
ciale tra i Cooperatori è sorta
spontanea; quale compimento
di questo cammino di prepa-
razione si sono tenuti alcuni in-
contri specificamente dedicati
alla Promessa.
greteria Coordinatrice), Lina
Car:rera, Ivana Cerviatti, Giu-
seppina Colombo, i coniugi
Santina e Giuseppe Corti,
Agnese Dell'Oro, Adele Losa,
Rita Mapelli, Anna Maria Pie-
trella e Giovanna Riva sono ì
nuovi Cooperatori lecchesi.
Le presenze quasi esclusi-
vamente femminili testimonia-
no ancora una volta, è appena
il caso di ricordarlo, quanto fin
dai tempi di Gesù e di S. Paolo
le donne siano fra le più attive
ed entusiaste divulgatrici del
messaggio cristiano neì suoi
vari carismi.
Le cerimonia delle Promes-
se si è tenuta presso la cappel-
la dell'Istituto «Maria Ausilia-
trice» nel corso di una solenne
S. Messa concelebrata dal De-
legato Ispettoriale don Giorgio
Zanardini e da don Enrico
Mozzanica, due sacerdoti ai
quali i Cooperatori di Lecco
sono particolarmente affezio-
nati per il costante aiuto offer-
to alla crescita spirituale del
Centro.
Seguita dalla prima confe-
renza annuale, la festa delle
Promesse si è conclusa con un
breve rinfresco e tanta alle-
gria da parte dì tutti.
Rinnovati impegni attendono
ora i1 Centro, che ingrossato
nelle sue fila e alimentato da
una nuova carica di entusia-
smo, può puntare a nuovi
obiettivi, quali allargare la
propria presenza nel territorio
e rendere più incisivo l'interes-
se verso i giovani.
Benché l'odierna realtà so-
ciale sia per molti aspetti osti-
le al mondo giovanile e il com-
pito dei Cooperatori al riguar-
do, qui e nel mondo intero, di-
venga tanto arduo da sembra-
re a volte impossibile, la cer-
tezza dell'aiuto celeste di Ma-
ria Ausiliatrice, di Don Bosco
MariaMiccicM panti alle varie iniziative. Si Miranda Badoni, Luisa Bar- e dei cari Santi Salesiani por-
4/36

1.5 Page 5

▲back to top


terà senza dubbio ciascuno a nile si è esibito in costume in
superare ogni difficoltà.
danze popolari.
Osvaldo Mazzolenì A conclusione della giornata,
una bella celebrazione eucari-
stica ha raccolto i cooperatori
ASSEMBLEA GENERALE intorno alla mensa del Signo-
re: all'offertorio è stata pre-
Reggio Calabria (12-2-1984). - sentata una copia della Let-
I cooperatori della caJabria tera 1984, simbolo dei nostri
sono accorsi numerosi dagli rinnovati propositi di aposto-
estremi limiti della regione, lato e santità salesiana. E pri-
con un viaggio di quattro ore in ma di lasciarci uno spuntino a
autobus per alcuni, a Reggio base dì dolci caserecci. Poi
Calabria per celebrare la loro ognuno si è avviato per il ritor-
ASSEMBLEA ANNUALE. no a casa, con la speranza di
Erano un centinaio di tutte le rivederci tutti a Soverato il 18
età, accompagnati da delegati marzo per l'Assemblea della
e delegate, ansiosi di rivedersi, Famiglia Salesiana. Cordiale e
di stare insieme, in gioia e pre- fraterna, come sempre, è sta-
ghiera, di conoscere e ascol- ta l'accoglienza della direttri-
tare il delegato nazionale, Don ce e delle al tre suore dell'lsti-
Luciano, che scendeva per la tuto Maria Ausiliatrice: gra-
prima volta in Calabria.
zie.
L'incontro è stato semplice e
F.A.
I nuovi Cooperatori lecchesi con il Delegato lspettoriale don Giorgio
Zanardinì e la Delegata locale suor Claudina Cardani, nella Cap-
pella dell'Istituto FMA.
cordiale, di quelli che non han-
I
I Cooperatori di Modica festeggian.o ... Notare il sorriso soddisfatto Gioventù entusiasta attorno a Don Bosco. Assemblea regionale Coo-
di don Mario.
peratori a Reggio Calabria.
no bisogno di apparati esterio- lL PROGRAMMA
appartenenza al Centro e al- Metodo
ri per riuscire; perché i Cala- DI UN CENTRO
bresi vanno alla sostanza,
i'Associazione, sia a livello lo-
cale che ispettoriale.
Spirito di Famiglia - Dialogo
prendono le cose sul serio, san-
no capire quando vale la pena
di dare il cuore: perciò l'hanno
dato a Don Bosco. La conver-
sazione di Don Luciano è stata
seguita con attenzione e di tan-
to in tanto sottolineata con ri-
sate ed applausi, specialmente
quando egli, con il sorriso tra
l'ingenuo e il saputo, tirava
fuori le sue battute. Poi sono
intervenuti i rappresentanti di
alcuni gruppi in cammino di
«Accogliete gli uni gli altri come
Cristo ha accolto voi per la gloria
di Dio»
(Rom. 15,7)
Obiettivo generale
Cercare di stimolare in cia-
scuno e nel gruppo, attraverso
gesti e interventi concreti, at-
teggiamenti di CONVERSIO-
NE, per arrivare alla COMU-
• Usare la PREVENTIVI-
TA in o~i evenienza, si da eli-
minare ti più possibile accanto
e con cui ci troviamo a contat-
to, atteggiamenti di maturità
elle si traducano in esperienze
concrete .di COMUNIONE, di
ACCOGLIENZA, di AMICI-
ZIA, di AMOREVOLEZZA.
• Accettare le persone come
sono per aiutarle a divenire
come dovrebbero essere, ve-
vero - Rispetto - Cuorerande,
in una parola SlSTEM PRE-
VENTIVO.
Impegni
- Capacità di ascolto
- Attenzione e apertura al-
l'altro, specie a chi ci è più
scomodo
- Vedere l'altro come
DONO
formazione (Petrizzi e Cori- NIONE autentica, ali'ACCO- dendo in loro i germi di comu- - Correzione fraterna
gliano-Rossano) per parlare
delle loro esperienze apostoli-
GLIENZA fraterna, acquisen-
do quella MENTALITÀ di
nione che lo Spirito sparge nel
cuore di ognugno.
- Spirito di servizio e cuore
missionario
che salesiane e per dichiarare FEDE che ci fa riporre ogni • Avere sensibilità per gli
che desiderano diventare coo- nostra SPERANZA in Cristo e exallievi lontani, per quanti si
- Perdono sincero
peratori.
ci aiuta a vivere UNITI a Lui,
Dopo il pranzo al sacco, con- presente nei Fratelli.
sumato in condivisione frater-
na, è bastato il ritmo di una ta- Obiettivi particolari
rantella per far muovere tutti
giovani e anzianL Un gruppo di • Far crescere maggior-
vedono poco o addirittura mai.
• Curare quelli più sensibili
per dare la loro risposta a Don
Bosco passando da semplici
collaboratori a Cooperatori.
- Tutto attraverso un pro-
fondo spirito di preghiera che,
pur avendo i suoi momenti spe-
cifici e irrinunciabili, specie
nella Parola di Dio e nell'Eu-
caristia, diventa offerta di tut-
ragazze di quel centro giova- mente i membri nel senso di
ta la giornata nelle sue ore lie-
5137

1.6 Page 6

▲back to top


campi di lavoro nel Friuli per za di vita insieme. Abbiamo
smontare le baracche e questo sperimentato notevoli difficol-
VITA DELL'ASSOCIAZIONE
•grazie» ad alcuni giovani di ta nella organizzazione della
Foggia e agli Obiettori in ser- giornata, dei momenti di pre-
vizio della Parrocchia. Ogni ghiera, delle riunioni, e a volte
volta siamo stati ospitati nella il peccato, il pessimismo e la
casa di alcuni amici Friulani. sfiducia rischiano di avere il
U progetto di insediamento è sopravvento e di creare di-
stato fatto da alcuni architetti sgregazione e incomprensione.
te o tristi, ìn quelle di disten-
sione, di stanchezza, di mono-
tonia, ecc.
- Grande confidenza e fi.
ducia in Marta, come Colei che
è presente sensibilmente ac-
canto a ciascuno. Ricordare la
preghiera del Ro~io _e le J:e-
ste o commemoraz1orn mana-
ne, in particolare il 24 del
mese.
Attività
(per settori dil·ersi)
• Telefono Amico (a turni)
• Laboratorio missionario
(settimanale). ln vista di rac-
colta di fondi per le missioni
• Disponibilità per l'Orato-
rio, a livello di consiglio ora-
toriano e di animazione al sa-
bato, oltreché tutte le volte in
cui c'è da preparare qualcosa
• Inserimento di qualcuno
nel Consiglio della P.G.S. e di
WJ Cooperatore nel Consiglio
diocesano.
• INCONTRO MENSILE di
PREGHIERA e di FORMA-
ZIONE (1° lunedì del mese)
sul tema RlCONClLIAZIONE,
• Momenti di festa annuale
per incontrarsi con i fedeli, ma
particolarmente con i più lon-
tani, non disgiungendo mai Fe-
sta da Celebrazione.
LACOMUNITA
DJ EMMAUS CI SCRIVE
Foggia, 16-12-1983
Carissimi,
è ormai da molti mesi che
non facciamo sapere nostre
notizie. È stato un periodo
molto ricco di avvenimenti: è
iniziata la costruzione del VIL-
LAGGIO «Emmaus», un vil-
laggio fatto di prefabbricati,
che ci permetterà di intensi-
ficare la nosra esperienza
comunìtaria e di aumentare
le nostre possibilità di acco-
glienza.
È un'opera che sta nascendo
per i contributi di persone ed
Entì che sono il segno che la
Provvidenza divina esìste ed è
straordinario vedere come
tante forze confluiscano verso
un'opera di bene.
Il Sindaco di Tarcento, uno
dei Comuni terremotati aiutati
dalla nostra comunità parroc-
chiale nel 1976 con più campi
di lavoro, ci ha donato 10 pre-
fabbricati, che ci permetteran-
no appunto di iniziare il nostro
villaggio.
L'Amministrazione comu-
nale di Foggia ha stanziato 75
milioni per il nuovo insedia-
mento e l'Amministrazione
Provinciale ci ha dato un con-
tributo di 10 milioni per ìl tra-
sporto dal Friuli.
Sono stati organizzati tre
e geometri che, vedendo con Fortunatamente sono solo
simpatia la nostra esperienza, momenti: e poi prevale in noi
continuano a seguirne i lavori. la consapevolezza di sentirci
A Emrnaus, quindi, sta nascen- gestori di un progetto che ci
do qualcosa che supera le no- supera e che va avanti per vo-
stre forze e che da soli non lontà del Padre. Allora diventa
avremmo mai potuto realiz- bello continuare e credere che
zare.
le tensioni ci devono servire a
La stessa solidarietà l'abbia- migliorare il nostro stile di vita
mo riscontrata anche in altre e a crescere nell'accettazione
cose. Adesso abbiamo un nuo- reciproca, ognuno con le pro-
vo trattore (Fiat 580), grazie prie diversità.
anche all'autotassazione di voi Sono arrivati in questo perio-
tutti, italiani e stranieri. È per do parecchi giovani: Peppe di
noi un valido aiuto per i lavori Massafra, che è qui da mag-
agricoli, che ora si stanno por- gio, adesso rientrerà al suo
tando avanti e che ci permet- paese per fare una verifica del
tono di arrivare a una certa suo cammino e cercare un la-
autonomia economica e poter voro dalle sue parti. È con noi
vivere dei frutti del nostro la- anche Filippo detto il «Ma-
voro.
stro» perché coordina il lavoro
L'esperienza più grande in ai prefabbricati; Donato, che è
questo senso è stata quella del- diventato socio della Coopera-
la produzione di pomodori. La tiva agricola; Oscar, l'argen-
prima volta abbiamo provato a tino, l'imbianchino del villag-
coltivare tre ettari a ortaggi, gio; e Alan, un ragazzo fran-
e... ci è andata abbastanza cese, che vuole condividere
bene. Ora stiamo andando per un periodo la nostra espe-
avanti in questa direzione con rienza; e poi gli ultimi acquisti
fave, spinaci e, fra pochi mesi, della squadra Milena capocuo-
con sei ettari di pomodori.
ca e Michele De Vita, braccio
Tutti questi lavori si stanno destro di Marino.
facendo ad EMMAUS 2, dove, «Altra esperienza forte• è
come saprete, abbiamo sca- stata per noi la malattia di Ni-
vato un pozzo: l'acqua ci per- cola. Starà via ancora alcuni
mette, per circa 8 etari di ter- mesi per fare un periodo di
reno, quelle coltivazioni pro- convalescenza a casa sua e poi
gettate dal piano di sviluppo parteciperà al capitolo Gene-
aziendale.
rale Salesiano a Roma.
La coltivazione dei pomodori Sentiamo la sua mancanza.
e l'installazione dei prefabbri- E le sue riflessioni da lontano
cati ci hanno permesso di dare sulla nostra vita comunitaria
del lavoro retribuito ai giovani cl incoraggiano nel cammino.
che vivono con noi. Abbiamo Da una lettera che ci ha scritto
preferito fare i lavori in eco- dall'Ospedale di Napoli dove
nomia per dar lavoro a giovani era ricoverato:
disoccupati, piuttosto che af- «E vi dirò di più, la stessa so-
fidarli a una impresa, anche a lidarietà e fraternità ospeda-
costo di far procedere il tutto liera e "Campana" che mi ha
più lentamente.
ricoperto di attenzioni e deli-
ln questi mesi abbiamo pre- catezze tanto concrete, sor-
so la decisione di togliere de- pendenti al di là di ogni desi-
finitivamente gli allevamenti derio hanno le loro radici nello
di conigli e di galline ovaiole in spirito e nell'esperienza di
gabbia: questo va contro i no- Emmaus, perché fa da cornice
stri ideali, che mirano a una ri- e da orizzonte a me come a voi
cerca di nuovo equilibrio con tutti. Dunque anche a distanza
la natura e gli animali.
Emmaus agisce senza che noi
Abbiamo accettato finora lo sappiamo. Emmaus con la
questa situazione consideran- sua evangelica e sofferta espe-
, dola provvisoria, ma non vo- rienza, con i suoi tentativi di
gliamo che entri nel piano utopia, con il suo carico di spe-
aziendale definitivamente, con ranza e di futuro, con le scelte
strutture stabili. Per ora vo- delle sue persone, ispira e su-
gliamo provare a concentrare scita solidarietà, condivisione,
tutte le nostre forze nell'espe- dono, capacità di sacrificio e di
rienza agricola.
amore, speranza, gioia, pace,
Attualmente la Comunità Vita•.
Cooperatori di Trento a Roma per il Giubileo.
vive divisa in due sedi e questo
non giova affatto all'esperien-
Comunill1 Emmaus
6/38

1.7 Page 7

▲back to top


PRESENZA GIOVANI
Ancora una volta siamo qui a proporvi alcuni temi scottanti che in un
modo o in un altro ci pongono di fronte a degli interrogativi che magari ci
fanno nascere dei bei propositi che però molto spesso cadono nel nulla.
Così diciamo «No all'emarginazione!», ma quando ci troviamo a contatto
con persone che hanno bisogno del nostro aiuto, siamo pronti ad assumere
un atteggiamento di pura pietà perché il muro della nostra mentalità ci im-
pedisce di guardarle diversamente.
Parliamo di «paternità e maternità responsabile» con un concetto del-
l'amore che non sempre è quello di una mentalità di fede. Ancora una volta
vi invito a partecipare attivamente con noi per la realizzazione di questi ar-
ticoli, dateci dei vostri giudizi, il vostro contributo.
Invito inoltre tutti coloro che hanno giornalini locali a mandarceli, potremo
così far conoscere a più persone i bisogni e le iniziative di ogni singolo
centro.
Daniela
ANDANDO IN GIRO
Da giugno a oggi ho avuto modo di in-
contrare Ire gruppi di GG.CC. di tre re-
gioni diverse e sinceramente sono vera-
mente contento di questa triplice espe-
rienza.
In Calabria, alla fine di giugno, ho pre-
so contatto con giovani veramente entu-
siasti e formati che, pur non avendo alle
spalle una grossa tradizione in fatto di
GG.CC., fanno sperare in un futuro flori-
do, con frutti ottimi e abbondanti. Mentre
prima solo alcune zone calabre conosce-
vano questa esperienza, ora ho notato
che la mappa si è arricchita e si lavora
con molta serietà.
Del Convegno Straordinario del Trive-
neto, rilevante sia per la particolare cura
con cui è stato preparato, sia per i risul-
tati che per la collaborazione giovani-
adulti, vorrei sottolineare due fatti che mi
hanno colpito e che hanno fatto la LED
(ora non si dice più «spia•... o no?) sulla
maturità raggiunta.
11 primo riguarda la prevista parteci-
pazione di coppie di sposi con figli non
facilmente «sistemabili• in quanto piccoli.
Non solo previsti ma accolti con grande
pazienza, e quindi segno di un Gruppo
Cooperatori tale non solo in astratto
(come spesso capita) ma concretamente
proteso alla soluzione dei problemi reali
elle si mani.f.estano nel suo ambito. Ciò
contribuisce alla soluzione dell'altro pro-
blema tanto sentito che è quello della
scarsa partecipazione di trentenni-qua-
rantenni, cioè di quella fascia di età in
cui si aifrontano i primi problemi familiari
che condizionano sovente una più assi-
dua presenza.
Altro momento importante che ho avuto
modo di vivere nella stessa occasione è
stato quello dell'incontro accoglienza, del
tutto imprevisto, con un gruppo di giovani
motorizzali, un po' brilli, alla ricerca di
qualcosa o di qualcuno che scuotesse la
monotonia del loro fine-settimana. Per
molti dei partecipanti al convegno è stato
del tutto naturale instaurare un colloquio
con questi ragazzi, non certo molto pro-
fondo data l'abbondanza del Sauvignon
(se non sbaglio nome) ingurgitato daì loro
vivaci interlocutori, ma sicuramente frut-
tuoso vista la loro cordialità e serenità
che ha caratterizzato l'ultima parte del
loro incontro (malgrado il tempestoso ap-
proccio iniziale). Ambedue i fatti riportati
mi sembrano segno di una notevole ma-
turità che già ha dato notevoli risultati ma
che non mancherà di portarne altri an-
cora, e migliori.
Infine, a gennaìo, eccomi a Colle Val
d'Elsa, in provincia di Siena, !erra di lun-
go apostolato del compianto D. Giovanni
Raineri. Ho avuto modo di partecipare al
Supercorso per Animatori organizzato dai
GG.CC. che, a parte i contenuti comun-
que ricchissimi e stimolanti ma che non
prendo in considerazione in questa sede,
mi ha dato modo di conoscere un am-
biente in cui l'accoglienza è di casa e
massima è la fraternità e la semplicità.
Altrettanto notevole è stata la collabo-
razione, direi «a contatto di gomitoa fra
giovani, adulti e anziani, quest'ultimi im-
pegnati in un lavoro oscuro, ma fonda-
mentale, di vettovagliamento e servizio
che ha reso l'incontro accogliente ed eco-
nomico, in altre parole salesiano.
Ho voluto, in poche righe, raccogliere
alcune mie impressioni, ma è evidente
che ci sarebbe stato tantissimo altro da
dire, sugli incontri in sé stessi e su quanto
ho raccolto dai lunghi dialoghi personali
avuti con numerosi partecipanti. Mi man-
ca lo spazio e la capacità di trasmettere
tutto, ma ne farò tesoro nella mia attività
al servizio dell'Associazione.
ciao/ Enzo
STORIA DI UN GRUPPO
NATO... PER CASO!
«D Caso è lo pseudonimo che Dio usa
quando non si firma personalmente». Ho
ricordato questa frase di una scrittrice
francese mentre mi apprestavo a scrivere
«Il nostro gruppo è nato per caso... •. E al-
lora si, è stato per caso che a Satriano è
arrivata una testarda e coraggiosa suora;
per dirigere il piccolo asilo delle F.M.A.;
considerata all'inizio quasi una rivoluzio-
naria dalla gente del paesino calabro
7139

1.8 Page 8

▲back to top


PRESENZA GIOVANI
che, come quasi tutti i paesi. sotto una pa-
tina di civiltà e progresso, nasconde tabù
e pregiudizi ben radicati. E: stato dunque
per .-caso» che questa suora, a novembre
del 1980, decise di chiamare un manipolo
di ragazzi per formare un non meglio pre-
cisato Gruppo Giovanile. Cresciuti alla
scuola della indifferenza e privi di qual-
siasi tensione verso ideali culturali o so-
ciali o religiosi, questi giovani in verità ne
avevano abbastanza di bighellonare
quotidianamente per le noiose e sempre
uguali strade del paese, o di passare le
serate al bar. E poi un gruppo misto era
un'idea allettante. Furono quasi costretti
dalla situazione (il solito «caso•?) a ri-
spondere alla chiamata; e anche se all'i-
nizio si cominciò a lare qualcosa di cui
non si comprendeva a pieno il signillcato,
c'era netta la sensazione che era qual-
cosa di diverso. Da allora, e non è una
esagerazione di comodo, la loro vita mutò
radicalmente. Man mano il gruppo si co-
struiva, prendeva forma modellato da
mani abili e invisibili, diventava realtà
viva, chiesa in cammino. A piccoli passi e
nelle cose semplici, ma sempre in cam-
mino: i primi lavori teatrali, la schola can-
lorum, le feste con danze, la squadra di
pallavolo, anche il lavoro manuale per
l'oratorio.
E ricordo i primi esercizi spirituali a
Martinairanca. Nessuno ci voleva andare
perché d'estate ci sono altre cose da lare,
più divertenti (si dice). Infine si riusci a
mandarne quattro. Ma quando le «cavie •
tornarono si leggeva sulle loro lacce che
qualcosa l'aveva colpiti, qualcuno mi
confidò di aver pianto alla fine di quella
breve ma intensa esperienza. L'estate
successiva furono otto i giovani di Satria-
no agli esercizi di Castelbottaccio e tutto
il gruppo si era impegnato durante l'anno
per finanziare la spedizione.
Continuando nel suo cammino il grup-
po sì definiva meglio; la parola di Dio, il
regolamento CC., la vita di don Bosco
erano alla base delle nostre riunioni set-
timanali, l'oggetto delle nostre meditazio-
ni e di accanite discussioni.
Ovviamente, come tutte le lunghe mar-
ce, non tutti i partenti riuscivano a man-
tenere il passo; molti per vari motivi si
perdevano per strada. Per loro forse era
più difficile essere parte attiva della chie-
sa, un ruolo che richiede fede, speranza,
amore verso l'uomo, fiducia nella possi-
bilità di costruire una comunità che lavo-
rasse con e per i giovani. Certo i superstiti
non eravamo immuni dalle famose «crisi»
o da debolezze terrene. In certi momenti
la lede era fragile e insicura e la speran-
za moriva di fronte a certezze devastanti.
E l'Amore, quello perfetto della Croce,
sembrava un ideale irrangiungibile osta-
colato come era (e com'è) dalla violenza,
l'ingiustizia, l'indifferenza, il cinismo, i no-
stri errori. Inoltre la comprensione, il dia-
logo costruttivo, la capacità di sopporta-
re, l'accoglienza non sono qualità che si
possono acquistare facilmente al negozio
sotto casa. Ma, nei momenti più critici,
c'erano le solite mani invisibili che rida-
vano forza e vitalità al gruppo. E altri gio-
vani entravano a lame parte, accettali
con la loro realtà personale, le ansie, i
problemi, i sogni e le delusioni tipiche di
noi giovani; e cosa più importante, con il
loro desiderio di non aspettare ma di
agire.
E la Fede maturava, la Speranza rina-
sceva, l'Amore sembrava meno lontano.
E si procede fra scossoni e rinunce, in
un continuo cadere e rialzarsi; attingendo
e ricevendo continui doni dal!'alto ma an-
che dalle varie esperie112:e: gli incontri
con le altre comunità, il Convegno nazio-
nale dei CC, gli incontri regionali. A mar-
zo dell'83 per alcuni aniva il momento
della promessa e le responsabilità sono
maggiori. Adesso è necessaria la testi-
monianza pratica, si deve passare dalle
parole ai fatti.
L'estate scorsa gli esercizi. spirituali
sono stati organizzali, in proprio questa
volta, a Riace. Molti erano di Satriano, al-
tri di Petrizzi, un paese vicino dove pare
sia arrivata, per «caso• (!), una direttrice
testarda.
I problemi non sono finiti, anzi proprio
adesso il gruppo sta attraversando un pe-
riodo abbastanza dillicile, ma c'è fiducia
perché stiamo scoprendo che il «Caso»
non esiste. E che si possono anche pas-
sare le serate al bar, ma con uno spirito
diverso e con più att.enzione verso gli
altri.
Mimmo Calabretta
NO, All'EMARGINAZIONE!
Il problema degli handicappati, no-
nostante l'anno dedicatogli, non è stato
risolto. È rimasta la netta divisione tra
«noi» e «loro», la barriera che li fa con-
siderare «diversi», quasi che la limita-
zione cha hanno sia un torto fattogli dal
Creatore.
Questo è il muro da abbattere, il
muro della nostra mentalità che non ci
permette guardare al di là e di ve-
dere nell'altro un mio fratello bisognoso
sopratutto di amore e di affetto prima di
ogni altra cosa.
Solamente considerandoli una realtà
della vita, persone da accogliere, ma
non nel senso pietistico o morale, diven-
teranno una ricchezza per noi.
L 'ingiustizia e l'indifferenza sono gli
ostacoli da abbattere; incontro, amici-
zia, condivisione le parole chiave.
Credo che tutto questo in una società
come la nostra, sempre più sperzonaliz-
zata, dove l'indifferenza e l'egoismo do-
minano, il recupero del volontariato,
contribuisca a riscopire la «vocazione
cristiana» dell'aiuto ai fratelli che sof-
frono o che sono nel bisogno. Deve però
essere un servizio sentito e vissuto come
risposta personale, perché, nonostante
abbiano molta importanza l'idoneità
delle strutture sociali e dei relativi stru-
menti specifici per una appropriata a.s-
sistenza, chi soffre ha una particolare
sensibilit6: e avverte l'esigenza di un af.
!etto reale e disinteressato e la delicata
disponibilità di chi si offre.
Cosi il volontariato inteso in questo
senso riesce a ridare fiducia e speran-
za a chi l'aveva persa.
L'efficacia consiste proprio in questa
testimonianza che cerca di attuare il
mandato evangelico.
Inoltre un elemento interessante è
quello di creare un clima di famiglia e
sopratutto di rendere consapevoli gli
assistiti delle proprie possibilità e il de-
siderio di rendersi essi stessi utili nei
confronti dei più impediti, dei più gravi.
Si attua così uno scambio continuo,
un dare e ricevere che riesce a far su-
perare l'inevitabile scoglio dell'umilia-
zione di non poter essere utili e di dover
sempre dipendere dagli altri.
Tutti questi scopi sono alla base del-
l'OAMI (opera assistenza malati impe-
diti) creata nel 1962 da Don Enrico Nar-
di della diocesi di Fiesole.
L'associazione ha due direttive fon-
damentali:
I) assistenza e domicilio diurna e not-
turna agli impediti e agli anziani attra-
verso gruppi di volontari;
2) creazione di Case-la.miglia, per
impediti fisici gravi, irrecuperabili, soli
e privi di assistenza e di affetto familia-
re. Solamente in questo modo gli han-
dicapp diventano una presenza che
rompe gli schemi del nostro egoismo e
ci permette di scoprire nuovi modi per
essere insieme, e si superano le divisio-
ni «malato» «sano» valorizzando l'uni-
cità della persona.
È questo un modo per superare il ri-
schio della nostra società; quello «del-
l'isolamento e dell'emarginazione» del-
la cosi detta popolazione «non attiva»
quasi che il valore della persona si
debba misurare solamente in base alla
prestazione fisica!!!
Daniele
8/40

1.9 Page 9

▲back to top


uomini diminuiscono le risorse per farli
vivere; da uomini, dico.
Dunque, si conclude: dobbiamo stare
attenti, anzi attentissimi al numero dei
«commensali» visto che i posti a tavola
sono tutti occupati e stiamo raggiungen-
do, come suol dirsi, il livello di guardia.
Questo «ragionamento» è falso da
ogni punto di vista. Dire che sono poche
le risorse (per es,, che è poco il grano
per dar da mangiare agli abitanti deila
Russia chiamata, sino a tempo la, «il
granaio d'Europa»), è fare un discorso
fraudolento. Basti ricordare che le «se-
dute» per ridurre gli armamenti, a Gi-
nevra, stanno consumando le •sedie» e
«altro». Ma la testardaggine guerrafon-
daia regna ancora sovrana.
E possibile - o non è invece diaboli-
camente infame - che si spenda un mi-
liardo di dollari al giorno per fabbricare
OSSERVAZIONI SUIJA PATERNITA
RESPONSABILE
strumenti sempre più sofisticali per am-
mazzare gli uomini a milioni, a miliardi,
distruggendo nazioni, continenti; an-
nientando, per es., tesori d'arte di valore
Se volessimo dare una definizione del- incalcolabile? Insomma per distruggere
la vita umana, non potremmo forse tro- il mondo?
varne una migliore se non dicendo che Le risorse: ma ce ne sono in numero
la vita è amore, è dono.
incalcolabile, o sepolte negli oceani o
NeIJa nostro società ci sono molti falsi suIIa terra, non «condivise» per /'egoi-
concetti deIJ'amore. La lotta per J'aHer- smo che impera dapperlutto. Quando il
mazione di una mentalità e di una etica Figlio dell'uomo verrà, troverà ancora la
che siano veramente a favore dell'uomo fede operante, l'amore del prossimo? (Le
è realisticamente la prospettiva che oggi 18, 8). E si che il cristianesimo è amore
d troviamo di fronte.
del prossimo {cfr. Mt 5, 43). !: permesso
Per questo motivo vogliamo proporvi allora, dire che la nostra è una società
un articolo ripreso da un giornale in cui cristiana? No, certo.
viene trattato il tema «Paternità respon-
sabile•. Crediamo che anche se non in-
teressa direttamente i nostri lettori, fa Controllo delle nascite
parie integrale deila nostro vita, del no-
stro modo di essere, di pensare e di porsi Non si può dire, tuttavia, che il con-
a confronto con gli altri.
trollo delle nascite sia un falso proble-
Il «fatto• del controllo deile nascite ri- ma; il mondo cammina e agli uomini
guarda l'umanità intera, e ad interessar- non è consentito fermarlo. Il cosidetto
sene e a gettare grida di allarme sono «già» è passato; c'è, davanti a noi, il
sopratutto la statistica e la sociologia. In cosidetto «non ancora». Ci muoviamo
Cina vivono un miliardo di uomini e la verso di esso e abbiamo l'obbligo di ri-
crescita è 80 milioni l'anno; il Parli/o costruirlo «dalle fondamenta: trasfor-
ha ordinato - ma non viene obbedito - marlo da selvatico in umano, da umano
l'uccisione delle bambine e del secondo in divino: vale a dire secondo il cuore di
figlio. In India sono 700 milioni e il rad- Dio» (Pio XII).
doppio - si verifica ogni trenta anni. Quando - peraltro non moltissimi
Come dire che, quasi metà della popo- anni fa - si Ieee avanti il problema di
lazione mondiale è là: con mille proble- pianificare la famiglia, il magistero
mi che non sarà certo Madre Teresa di pontificio cui sì affiancò quello episco-
Calcutta a poter risolvere. Intanto in In- pale, distinse subito e chiaramente il
dia si muore di fame, mentre la bomba fine che bisognava raggiungere dal
atomica c'è già:con tutti i suoi annessi e mezzo che poteva essere usato per rag-
connessi.
giungerlo.
Si dice oggi: siamo già troppi e lo di- Sulla liceità e talvolta sulla consiglia-
verremo ancor più se continueremo a bilità del fine, non nacquero problemi.
muoverci con gli attuali ritmi di crescita. Si disse: la fecondità che genera la vita
Si insiste: mentre cresce il numero degli coinvolge l'intima essenza dell'amore e,
dunque, i genitori cristiani salutano con
gioia la venuta al mondo dei loro figli; li
conforta in questo, la parola di Dio:
«Ecco: dono del Signore sono i figli, è
sua grazia il frutto del grembo» (Sal
126, 3). Tuttavia la pianificazione della
famiglia ha un significato esistenziale
per la vita dei coniugi e per le prospet-
tive future della famiglia stessa. Di qui
la possibilità e anche l'esigenza che ci
si ponga responsabilmente la doman-
da dell'accettazione di un nuovo figlio.
Il «metodo»
E qui si [a avanti il problema riguar-
dante il «mezzo• da usare per questa
regolazione delle nascite. E per la so-
luzione di esso si sono pronunciali i
Sommi Pontefici - da Pio Xl a Giovan-
ni Paolo II - con una univocità di sen-
tenza che deve almeno impressionare
tutti e più ancora far testo per chi vuol
essere cristiano nella Chiesa cattolica.
Pio XII, che nel 1951, parlando alle
ostretiche, disse: «Se a vostro sicuro ed
esperimentato giudizio, le condizioni ri-
chiedono assolutamente un «no», cioè
la esclusione della maternità sarebbe-
un errore e un torto di imporre e consi-
gliare un «si»..., ammorù, con !orza, che
poteva essere usato solo il metodo na-
turale. Il Concilio, dopo aver affermato
che spetta ai genitori stabilire il numero
dei figli, dice: «Però nella linea di con-
dotta, i coniugi cristiani siano consa-
pevoli che non possono procedere a
loro arbitrio, ma devono essere retti da
una coscienza che sia conforme alla
legge divina stessa: e siano docili al
Magistero della Chiesa che interpreta
in modo autentico quella legge alla
luce del Vangelo».
Humana.e vitae
I lettori che vogliono farsi un'idea di
come Paolo VI procedette, si leggano il
discorso cosi umano, cosi commovente
che egli pronunciò nel decimo anniver-
sario di quella enciclica. Egli parla di
vera e propria angoscia; di «inadegua-
tezza della nostra povera persona,
wni'.mamenle parlando»; di trepidazio-
ne • davanti al dilemma d'una facile
condiscendenza alle opinioni correnti,
ovvero d'una sentenza mal sopportata
dall'odierna società, o che fosse arbi-
trariamente troppo grave per la vita co-
niugale». «Dopo tutto questo» (condi-
derazioni d'ogni specie, consultazioni
quasi innumerevoli, esami di coscienza
9/41

1.10 Page 10

▲back to top


PRESENZA GIOVANI
approfonditi, soste, riprese ecc.) «sol-
tanto dopo tutto questo non abbiamo
avuto dubbio sul dovere di pronunciare
la sentenza nei termini espressi dall'En-
ciclica•. Ebbene: Paolo VI mentn! non
è contro la regolazione delle nascile
con il metodo naturale, condanna sen-
za esitazione l'uso dei contraccettivi.
Giovanni Paolo II è tornalo sull'argo-
mento non a caso o, figurarsi, per ca-
priccio; ma perché aveva dinanzi 50
partecipanti ad un «seminario• svoltosi
sul problema della paternità respon•
sabUe alla luce della scienza, della fi.
losolia, della teologia.
Il Santo Padre ha ripetuto la dottrina
morale della Chiesa: nessuna contra-
rietà a una saggia pianificazione della
famiglia; peccaminosità dell'uso dei
contraccettivi; liceità e consigllabilità
dei metodi naturali. Questi - gioverà
notarlo - non sono rimasti fermi al fa-
moso •Ogino-Knaus•, ma stanno pro-
gredendo sempre cli più ad opera cli
scienziati che, mentre aiutano di fatto la
predicazione e la pratica dei principi
morali, rimettono ordine nel grave di-
sordine fisiologico e anohe psicologico
creato dalla vigente, dUfusa, nefasta
«cultura• moderna su questo fonda-
mentale compo della vita intersessuale.
Già la semplice osservazione empi-
rica, e poi la scienza prima ancora del-
la morale, dicono quale sia, realmente,
il «metodo naturale•: all'atto coniugale
- non si dice agli effetti cli esso -
l'uomo né la donna possono artificial•
mente aggiungere o togliere qualcosa
riguardanti i due caratteri essenziali cli
esso: quello cunitivo• e quello «pro-
creativo•: che son.o, tra loro, interdipen-
denti.
Quando l'uno o l'altro dei due essen-
ziali caratteri dovesse mancare, si
avrebbe un atto oggettivamente illecito
del punto di vista morale.
Lo stesso Concilio tuttavia sa che
«spesso i coniugi che vogliono condur-
re armoniosamente la loro vita coniu•
gaie, sono ostacolati da alcune condi-
zioni della vita cli oggi, e possono lro·
vare circostanze nelle quali non si può
aumentare, almeno per un certo tempo,
U numero dei figli; non senza difficoltà
allora si può conservare la pratica di
un amore fedele e la piena comunità di
vita. dove. infatti, è interrotta l'inti-
mità della vita coniugale, non è raro
che la fedeltà sia messa in pericolo e
possa venir compromesso il bene dei fi-
gi.i; allora corrono pericolo anche l'e-
ducazione dei figli e il coraggio cli ac-
cettarne altri• (GS 51).
IJ lesto si limita a porre U problema.
10/42
Ma una non trascurabile luce per la SO•
luzione pratica, ci viene da un preciso
documento della Sacra Congregazione
del Clero (aprile 1971). Vi leggiamo: le
particolari circostanze corulizionano un
atto oggettivamente cattivo; mentre non
possono farlo oggettivmnente buono,
possono farlo incolpevole soggettiva•
mente. diminuito nella consapevolezza
o soggettivamente sostenibile•.
Se dunque si tratta di coniugi seri,
cristiani, non ribelli; se essi - valutato
il «pro e Ucontro • - deddono, per es.,
cli salvare la vita e la ledeltà coniugale
con il ricorso a metodi non naturali,
sembra, a molti, che non debbano es-
sere inquietati o trattenuti alla Comu•
nione. Il discorso, qui appena aocen•
nato, trova spazio - come è ovvio -
solo nel «toro interno• dove non lo si di-
mentichi - U sacerdote è giudice: in•
caricato, dalla Chiesa, di «mediare•
fra una chiara innegabile legge e chi,
per ipotesi, ne avesse lrasgtedita la
norma, per fattori soggettivi che ap•
paiono dill.icilmente contrastabili.
P. Virgilio Rotondi 11.J.
BEALlZZARE UN PROGETI'O
Cari cooperatori, colgo l'occasione
per salutare sia qu.anti di voi ho avuto
modo di incontrare personalmente sia
coloro che per validi motivi, suppongo
non hanno potuto prendere parte agli
ultimi incontri, riunioni, ecc...
Ringrazio cli cuore mio, dei coopera•
tori missionari e di quanti con questa
opera collaborano giù a Trelew a tutte
quelle persone che in questi anni ci
sono stati vicini; spiritualmente, mate-
rialmente ma che al cli sopra cli ogni
cosa hanno amato e sentito loro U pro-
getto Trelew e ci auguriamo continue-
ranno a farlo anche in futuro. A tutti co-
storo va Unostro sincero grazie. Spesso
parlando con qualcuno cli voi ho sentito
al.eggiare nell'aria (anche se concre•
tamente non è stato esprèsso) un inte-
resse formale, di circostanza, per quan•
to rigucnda la nostra missione e lascia•
re invece a pochi l'iniziativa, la realiz•
za:zione dì essa.
Tutto questo mi ba dato modo di ri•
Uettere e desidero farvene partecipi. Mi
è parso che si guardasse ad alcuni
come tossero affetti da «psicosi Trele•
wese• e praticamente chiusi ad altri
progetti o iniziative di diversa orienta•
zione. Questo non è vero e comunque U
futuro dove dobbiamo riflettere noi coo-
peratori è un altro e cioè: chi già da
qualche anno ha preso l'incarico di
-- ......
di 11111' dlt I Ui Slfffll01l.
tU,-.,111111111:
ltslrl..., la IIIÌl'I lff'SI al
t la lalra i nlll dld . .
lt arpr dli' vai •pll'lllt.
sa lr - , r dli hrabo:
uln.n.,d..tik,-l,fclf--.
.. . . . , t r n i r w , t 1 • - , i 1 r .
..dnllllltlli!lalldrdr,ti~
portare avanti U progetto-Trelew al-
meno per un determinato tempo? Sap-
piamo che è stata l'Associazione dei
cooperatori salesiani italiana e quindi
quanti formano parte cli essa. Per cui
tutti noi CC.SS. dobbiamo sentirci chia-
mati in causa e fare il dovuto esame di
coscienza e cioè: io..., non quello della
sedia accanto, che cosa sto facendo
concretamente per la mia missione?
Chiaramente, miei carissimi, occorre
fare ad un certo punto una scelta radi-
cale, non possiamo stare a tentennare
tutta la nostra vita, ne andrebbe della
nostro dignità cli cristiani. Non dobbia-
mo dimenticare che alla base cli tutti i
buoni propositi è necessario avere fede
nel Signore. Troppo spesso ce ne di-
mentichiamo. ei dieltiariamo operai
della sua messe però quando lui ci
chiama o ci mette di fronte alle realtà
troviamo milioni di scuse, abbiamo già
mille altre cose da lare, già siamo trop-
po occupati. Sarà possibile che tutte le
persone che da secoli hanno dedicato e
dedicano la loro vita o anche una parte
a persone meno fortunale e alla reali:i:-

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


zazione di un mondo più giusto e uma-
no sono tutte da considerarsi disoccu-
pate e che banno cosi trovato la manie-
ra di riempire le loro giornate vuote?
Lascio ad ognuno la risposta dettata
dalla propria coscienza. Tutti sappiamo
che campi di azione ce ne sono in ogni
angolo anche qui in Italia e voglio spe-
rare a chi non si sente chiamato a par-
tire possa lavorare attivamente nella
propria zona, ma ripeto noi cooperatori
come impegno dobbiamo sentire prin-
cipalmente Trelew. I bambini, i giovani
di quella cittadina forse non ne sono
colpevoli ma banno tanto bisogno di
amici autentici che nutrano nei loro
confronti un sincero amore.
Alcuni dei cooperatori che attual-
mente lavorano stanno per rientrare in
Italia perché il loro impegno volge al
termine. Noi qui cosa stiamo facendo?
Che don Bosco che in questi giorni stia-
mo festeggiando ci carichi di vero spi-
rito di sacrificio e di donazione e faccia
di noi tutti veri salesiani laici coopera-
tori.
Rosa Ottaviano
GENNAIO SALESIANO A TOBINO
Da qualche anno i Giovani Coope-
ratori e i GEX (giovani exallievi) della
lspettoria Centrale si impegnano a ce-
lebrare il mese di Gennaio come mese
Salesiano promuovendo iniziative varie
che puntino sulla riscoperta, in seno ai
gruppi giovanili della città e cintura,
della attualità concreta e della ricchez-
za del messaggio educativo e spirituale
di D. Bosco. E bisogna dire che questi
giovani hanno trovato risposta genero-
sa, sempre in crescendo, al loro impe-
gno e alle loro proposte.
Sono essenzialmente tre i momenti di
aggregazione «salesiana» proposto da
questo dinamico gruppo di giovani.
Un primo incontro si effettua nelle
Camerette di Don Bosco, a Valdocco,
(fortunati loro che lo possono fare) a
pregare insieme per ringraziare Dio
del dono chiamato «Don Bosco•, pro-
prio dove il Santo ha meditato, pen-
sato, costruito la sua Congregazione, in
quelle stanze testimoni di innumerevoli
colloqui ira Santi, di sogni profetici, di
preghiera...
L'occasione quest'anno olliiva anche
la proposta ad una rimeditazione sul
Sacramento della Confessione, tema
del Sinodo dei Vescovi e fulcro della
Spiritualità Salesiana.
Un secondo momento fortemente ag-
gregante e Salesianamente intenso è il
DON BOSCO 2000 giunto quest'anno
alla sua edizione. Si tratta di un gu-
stoso spettacolo offerto dai gruppi gio-
vanili salesiani attorno a canzoni di im-
pegno, a messaggi mimati, a folklore
«giovanile», ìl tutto per «celebrare» la
festa, come moderna risonanza alle fe-
ste che Don Bosco allestiva coi suoi ra-
gazzi quando voleva lare capire loro
che vivere onestamente e in Grazia di
Dio portava necessariamente alla
gioia... o se, si vuole, quando « amava
le cose dei ragazzi» perché essi poi
amassero le cose che piacevano a lui.
Il tutto, certo, in chiave moderna, con
ampi spazi anche sulle espressioni cor-
porali, alla danza... Il capace teatro di
Valdocco ha ancora una volta offerto lo
spettacolo del «tutto esaurito» e della
gran calca per forzare (si fa per dire) le
entrate in cerca di spazi, in realtà ab-
bondantemente occupati, anche se gli
organizzatori (forti delle esperienze de-
gli anni scorsi quando centinaia di per-
sone non sono numeri gonfiati dovettero
tornarsene a casa) avessero scisso la
manifestazione in due serate. Quindici
gruppi s'alternarono cosi fra scrosci di
applausi in un atmosfera calda di en-
tusiasmo, fortemente salesiana e par-
tecipata, a lanciare messaggi con le
loro canzoni, a creare spettacolo con le
simpatiche danze, i significativi mimi...
a costruire visibilmente la Famiglia Sa-
lesiana Giovane, quella del domani o,
forse già quella di oggi...
Il terzo momento, più riflessivo e litur-
gico, lo vissero il 31 di Gennaio, lesta
del Santo, con una messa tutta per loro
e con un atteso incontro - sempre nel
gremito teatro di Valdocco - col Vica-
rio del Consiglio Superiore, Don Scrivo
Gaetano, (veramente aspettavano il
Rettor Maggiore), a parlare di vocazio-
ne salesiana, di speranza della Chie-
sa, di impegno dei giovani, di spiritua-
lità, attraverso una simpatica e impe-
gnativa intervista.
Un Gennaio dunque tutto Salesiano,
vissuto nei singoli Centri e al livello cit-
tadino da alcune migliaia di giovani
per confermare l'attualità di Don Bosco
e per assicurare che nonostante le la-
gnose lamentele di questi tempi brutti
di crisi i giovani che 'ci credono' ci sono
ancora e sono tanti e sono sinceri e
vivaci, proprio alla maniera di Don
Bosco.
L'ISTITUTO STORICO SALESIANO
L'Istituto Storico Salesiano ha in progra=a la pub-
blicazione completa ed integrale (= edizione critica)
dell'Epistolario di Don Bosco.
L'Archivio dell'Istituto possiede circa 1500 lettere au-
tografe di Don Bosco; di altre circa 1000 esiste la foto-
copia; di altre, invece, solo copie manoscritte autenti-
cate e si vorrebbe conoscere l'attuale ubicazione di ta-
luni originali già pubblicali in copia. Si chiede pertanto
ai Cooperatori e a tutti gli Amici di Don Bosco di segna-
lare la presenza di lettere autografe di Don Bosco pres-
so di o presso singole persone o famiglie, presso ar-
chivi pubblici o privati, presso Fondi statali o ecclesia-
stici.
Ogni informazione al rigua rdo può essere data o ri-
chiesta alla Segreteria dell'Istituto Storico Salesiano
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Casella Postale n. 9092
TeL (06) 69.31.341
Contributi pervenuti all'Ufflclo Nazionale dal
1.3.1984 al 31.3.1984 pari al 25% dell'Intera som-
ma raccolta dal Centri, relativi all'anno sociale
1983-84 (N° 12 Centri).
Aosta-FMA (25.000); Arborea (100.000); Asti-
o.Bosco (20.000); Conegliano (30.000); Erco-
lano (20.000); La Spezia-S. Paolo (50.000); Mon-
crivello (5.000); Alessandro Pistoia (30.000);
Roma-Via Dalmazia (75.000); GG.CC. Roma-V.le
Togliatti (100.000); Roma-Via Marghera
(100.000); Torino-Richelmy (70.000); Trecastagni
(50.000).
Totale L. 675.000
l t/43

2.2 Page 12

▲back to top


IN FAMIGLIA
Mario Tamburello Cooperatore di Bologna,
marito e padre è diventato Diacono
Bologna, 9 febbraio 1984
Rev.mo don Bassi,
a Le,~ ai membri del Consiglio lspettoriale e a
tutti i Cooperatori di Bologna esprimo un grazie
di cuore per i sentimenti di partecipazione che
mi avete voluto manifestare nell'imminenza del-
la mi_a ordinazione diaconale.
Anche se i miei nuovi impegni non mi per-
mettono già da qualche tempo di essere presen-
te ai vostri incontri e di partecipare alle vostre at-
tività, sono e resterò sempre un cooperatore
convinto.
Dalla Famiglia Salesiana ho ricevuto tanto e
non dimenticherò mai che i pnmi segni della
mia vocazione ad un impegno più pieno di ser-
vizio al Signore è maturato fra i cooperatori e
con l'esortazione e la guida appunto di Sacerdoti
e di Suore salesiane.
Ricordatemi nelle vostre preghiere e chiedete
per me al Signore la grazia di poterlo servire con
dedizione piena tutti i giorni della mia vita.
Tutto si compia per l'intercessione di Mana
Ausiliatrice e con la paterna benedizione di Don
Bosco.
un saluto in Cristo
Mario Tamburello
Un servizio per la Famiglia Salesiana
Castellammare di Stabia (NA) è definita «Me-
tropoli delle acque, dei climi, del mare...». Situa-
ta al centro del golfo di Napoli, distesa sul mare
all'inizio della penisola sorrentina, sovrastata dal
monte Faito, è ricca di 28 sorgenti naturali di ac-
que medicamentose.
L' Istituto Salesiano 5. Michele di Castellam-
mare di Stabia (via Solaro, 12 - Scanzano 8()()50 -
tel. 081 /8717114), che va riprendendosi dai di-
sagi conseguenti al terremoto, sito in posizione
panoramica e vicinissimo al moderno Stabili-
mento termale, offre decorosa e familiare ospi-
talità, preferenziale ed a favorevoli condizioni, ai
membri della Famiglia Salesiana per un soggior-
no climatico, terapeutico e distensivo, special-
mente nei mesi di luglio e di agosto.
È nato Gianluca
La famiglia Nicastro (Lello, membro della
Giunta nazionale, e Susy) è stata allietata dalla
nascita di un bel bambino. A tutti congratula-
zioni!
Il CeMM, Centro Meridionale Maumedia, diretto dai
Salesiani a Castellammare di Stabia (Na), presenta
ai Centri Cooperatori
ai Gruppi Giovanili
alle Famiglie
alle Panocchie
una serie di AUDIOCASSETTE. valide per le riunioni, rl-
Deaaioni peraonali, regali.
- Don Bosco una vita per i giovani (SA Ol)
- Don Bosco sorridendo educa (SA 02)
- Amme gioire soffrire: Sr. Valaé (SA 03)
L. 3.~00
L. 3.500
L. 3.500
- La strenna '84 presentata dal Rellor Mag-
giore (SA 06)
L 3.500
1,:, - L'impegno di una coppia salesiana: d .
Aubry (SA 04)
L. 3.000
- Credere nell'amore cristiano: d . Aubry
(SA 05)
L. 3.000
- La speranza - La bontà: d. L'Arco (PE 01) L. 3.000
- La gioia - L'amicizia: d . L'Arco (PE 02)
L. 3.000
- Il sistema preventivo - Il dialogo: d. L'Ar-
co (PE 03)
L. 3.000
- La felicitò coniugale - Una presenza ma-
terna: d . L'Arco (PE 04)
L 3.000
- Favole e sapienza di vita: d . Del Mazza
(F 01)
L 2.500
- Corso di Pastorale Giov.: d . Tonelli 9 cas-
11ette (P 1)
Tot. 20.000
- Volontari perché: audiovisivo 48
dia+ caaa. (V l)
Tot. 20.000
- Un c uore grande (canti inediti per d . Bo-
sco) D segreto della felicità (favola musi-
cale) (C l )
Tot 3.000
NOTE:
- Spese di spedizione a carico del destinatario. Per ri-
chieste superiori a 10 cassette, a carico del CeMM.
- Nella richiesta indicare il numero di codice che è tra
p a r e n te si.
- lndiriz:zare le richieste a : CeMM - Salesiani via So-
laro 11 - 80050 Scanzano
12/44

2.3 Page 13

▲back to top


TRELEW
LA NOSTRA
MISSIONE
È TORNATO
OLIVIERO
È tornato Oliviero.
11 15 marzo è tornato da Trelew
Oliviero Zoli.
È rimasto nella nostra missione
dell'Argentina dal 13 luglio al 15
marzo 1984 esclusa una breve paren-
tesi in occasione della grave malat-
tia e della morte del padre.
Ha lasciato grande ricordo di
e si porta dietro il desiderio di im-
pegnarsi in Italia a diffondere l'idea-
le missionario laicale.
Qui, in Italia si sta formando una
équipe di reduci, «reduci con nostal-
gia di ritorno». Di ritorno alla mis-
sione: di ritorno a Trelew, all'Africa
al mondo.
Daniela, Oliviero, Rosa formano
l'ossatura di questa équipe il cui sco-
po è:
1) di tenere viva tra i GGCC l'idea
della missione: «andate» è un impe-
rativo, non possiamo tenere le cose
buone solo per noi, passare il tempo
a ·contemplarci; la gente il mondo ha
bisogno di Dio e del Figlio suo Gesù
Cristo;
2) difendere e diffondere uno stile
di presenza nella missione: lo stile
dei GGCC, il cosidetto «METODO
TRELEW» che consiste in questo:
sotto la direzione pastorale dei Sa-
lesiani una fetta di lavoro (scuola,
oratorio, dispensario, residenza mis-
sionaria...) è condotta con respon-
sabilità autonoma dai GGCC.
Carissimo Don Luciano,
abbiamo ricevuto la sua lettera, con gli
atti della sua vita qui a Trelew: le promettia-
mo farne oggetto di riflessione, magari ap-
pena terminerà questo periodo di «fuoco" ,
non solo per la quantità di attività ma anche
perché abbiamo una temperatura di 36/38
gradi tutti i giorni. Dopo la sua partenza le
attività sono state queste.
• Festa della madre.
Abbiamo avuto più di 60 mamme presenti.
Dopo la Messa all'aperto nel cortile, abbia-
mo organizzato un piccolo trattenimento
con l'esibizione di danze folkloristiche, la
\\
Mons. Toure si intrattiene con la Comunità di Nuestra Senora del Carmen.
consegna di premi e di un piccolo porta-
monete (che lei conosce) fatto dalle bam-
bine del laboratorio M. Margherita.
• Il 5 novembre abbiamo celebrato la
chiusura del Primo anno di Catechismo con
una convivencia. di tutto il giorno; al ter-
mine della giornata sono stati battezzati 13
bambini, del primo corso di Catechismo, che
ancora non avevano ricevuto Il Sacramento.
Dopo la Messa tutti i parenti e I compagnetti
di Catechismo hanno festeggiato i neobat-
tezzati.
• Il 7 novembre abbiamo celebrato anche
noi «El Dia• assieme al gruppo giovanile,
con un incontro di preghiera sulla vocazio-
ne, con una Messa nella quale abbiamo cer-
cato di coinvolgere la comunità, spiegando
il significato di questa celebrazione ed esor-
tandoli ad unirsi a noi nel ringraziare il Si-
gnore per tutti I suoi doni di grazia lungo
questi sette anni del progetto Trelew e per
chiedergli la benedizione per Il «futuro• di
questo progetto.
• Il 13 di novembre, nella Parrocchia, 14
ragazzi del nostro Centro Comunitario han-
no ricevuto la Cresima dalle mani del Vesco-
vo Mons. Moure.
• Il 20 novembre si è celebrata la Prima
Comunione di 64 bambini e bambine. La
Messa, celebrata eccezionalmente alle 11
del mattino è stata partecipatissima dalla
grandissima quantità di parenti ed amici dei
comunicandi, In un buon clima di silenzio e
raccoglimento (quasi non sembra vero...).
• Il 27 novembre «amichevole• di Palla-
volo tra le squadre «Capilla Nueslra Senora
del Carmen. e «Capilla Cristo Obrero •.
• Attualmente stiamo cercando· di far vi-
vere con particolare intensità Il periodo del-
l'Avvento; con il gruppo giovanile riflettiamo
e meditiamo sulle letture delle domeniche;
ieri, 4 dicembre, i ragazzi hanno partecipato
ad una giornata di ritiro guidati da Padre
Renzo presso i locali del Collegio di Raw-
son. Oggi ci prepariamo a celebrare 1'8 di-
cembre col cerchio mariano. nonché il pri-
mo anniversario dell'arrivo di Marco a Tre-
lew e... il mio compleanno! Si prospettano...
sontuosi festeggiamenti!... Stiamo già pre-
parando il presepe vivente che avrà luogo la
notte del 24; questa settimana inizieranno
già le prove, mentre sta in cantiere l'organiz-
zazione di un torneo di giochi che si affian-
cherà alla Novena di Natale; contempora-
neamente stiamo programmando la colonia
estiva che si terrà dal 2 al 6 gennaio. In quel
periodo verrà a visitarci e a conoscere Il no-
stro progetto una ragazza di San Raffael
provincia di Mendoza che sembra da tempo
sentire una chiamata missionaria.
Ora termino questa lettera perché mi ren-
do conto che per scrivere sono più che un
«disastro•. Le auguro da parte mia e di tutta
la Comunità un santo e sereno Natale. Con
affetto.
Maria Concetta
Carissimi,
sono appena ritornato da un giro che Pa-
dre Renzo ed io abbiamo fatto all'interno
della provincia:
siamo partiti martedì per Telsen, merco-
ledì abbiamo seguito per Gan-Gan e. lo stes-
so giorno siamo stati a Chagay, Gastre eri-
torno a Gan-Gan, oggi da Gan-Gan a Tre-
lew.
Tanto per farvi un'idea, andata a ritorno
sono circa 900 Km. (tutti di strada bianca) e
abbiamo incontrato 11 macchine!... Il paese
di Telsen conta circa 400 abitanti, Gan-Gan
600, Chagay 100, Gastre 550.
Praticamente in ogni luogo slamo andati
per la Messa. giocare con i ragazzi e. alla
notte proiettare qualche filmina.
Questa zona è sempre stata affidata ad un
Salesiano: Padre Ernes che, purtroppo per
un'epatite «strapazzata•, adesso è In Italia e
la supplenza la fa D. Renzo che però, con-
temporaneamente. ha i suoi impegni in città.
Dopo Pasqua penso che rifarà il glro per la
Messa del Gloria.
Il viaggio è andato molto bene se non fos-
se che al ritorno ha piovuto; la pista di terra
diventa stagno. letto di torrente distesa di
fango, ecc. ecc.
Ormai non si contano più le «case. (sem-
pre mi riferisco al pollai di lamiera e terra) in
ammollo In seguito alle piogge stagionali,
quest'anno particolarmente abbondanti... e
il fango «domina• la situazione... Per la gen-
te di qui, è la storia di sempre, la povertà di
sempre.
Dire che si prova indignazione, è poco an-
che perché, se da una parte c'è una miseria
Innegabile, dall'altra non la si vuole accet-
tare e riconoscere e per questo nessuno fa
niente o, se si fa, si fa poco e male (Intendo
l'amministrazione municipale, la provincia,
lo stato...) Ma è anche che la passività, l'i-
gnoranza. il fatalismo, alimentano nelle
strutture pubbliche il disinteresse generale.
Mi sembra giusto ampliare a voi la cono-
scenza di questa realtà, aggiungendo. in
13/45

2.4 Page 14

▲back to top


breve, alcuni dati che, possano aiutarvi a
comprendere la portata delle esigenze e Il si-
gnificato del vostro contatto.
Il centro comunitario cNuestra Senora del
Carmen• è una struttura della parrocchia
che sviluppa il suo intervento principalmente
al servizio di due quartieri: barrlo Norte e, il
quartiere dentro il quartiere, barrlo S.
Martin.
Ouesrultlmo di recente costruzione
(1979) è composto di 282 appartamenti po-
polari. In tutto si tratta di una popolazione di
circa 6500 persone di cui 2028, la cosidetta
gioventù, tra I 5 e i 24 anni.
Il municipio della città di Trelew Intervie-
ne, non sempre efficacemente, a Uvello sa-
ni tario-assistenziale con centri di salute
(consultori) e refettori scolastici ma ben di-
verso occorrerebbe l'intervento in una realtà
periferica sovrapopolata e priva di servizi
fondamentali.
In questo contesto si Inserisce Il servizio
offerto dal centro comunitario che è, prima-
riamente, rivolto al giovani.
Circa 350/ 400 ragazzi usufruiscono et-
tuatmente delle strutture messe a disposizio-
ne dal C. Comunitario, inseriti nelle attività
catechistiche, sportive, ricreative, formative
(gruppo giovanile...) ecc.
La partecipazione degh adulti è limitata
° alla catechesi (genitori dei ragazzi di 1 co-
munione...) alla presenza alle liturgie, ad un
gruppo spontaneo di mamme, al laboratorio
di maglieria e confezioni.
Insomma né più né meno, l'attività di una
parrocchia.
Se consideriamo Il bisogno, forse è an-
cora poco: se confrontiamo quantità e qua-
lità quando si era appena cominciato. 7 anni
fa, è moltlsslmo.
Ecco quindi, semplicemente In poche
righe prendere un più senso Il vostro
sforzo.
Adesso, più di tutto necessitiamo d1 vo-
cazJonl mi ssionarie e il vostro contributo più
prezioso sarà la preghiera.
Certo che non mancherete anche a que-
sto Impegno vi saluto e ancora vi ringrazio.
Anche noi ricorderemo le vostre necessità
al Signore.
Padre Renzo dirige i lavori per la coalnlenda cVivienda.».
P.S . - Come già sapete Rosa è tomaia in Ita-
lia cosicché, essendo In quattro con le stes-
se attività ci slamo spartiti• equamente an-
che I suoi Impegni.
È probabile che il prossimo anno, dopo
giugno. tempo 1n cui dovrebbero partire an-
che Olimpia e Concetta, resterò solo. Spe-
riamo che nel frattempo qualcun altro si de-
cisa a partire. Con D. Luciano, riguardo que-
sto fatto, si è arrivati a proporre una scaden-
za di tempo per questa missione, vale a dire I
10 anni: 76-86, cioè fare uno sforzo affinché
!'associazione garantisca una presenza mi-
nima di 3 persone almeno fino all'86.
Staremo a vedere.
Scriveteci - vi rammento l'Indirizzo:
Cooperadores Salesianos
Parroqula Maria Ausllladora
S. Martin 236
9100 Trelew (Chubut)
Argentina
Qui le attività hanno ripreso normalmente
dopo la fiesta patronale anche se la nostra
■normalità• sono gli ■ imprevisti• e I ■ fuori
programma•.
Con I ragani del gruppo giovanile del no-
stro centro comunitario abbiamo comlnclato
a costruire una •Casetta» (tutto è relativo mt
6x3) per una coppia di anziani che attual-
14/ 46
Giovani del gruppo giovanile partecipano ai lavori di c:ostruzione di una emetta per una fa-
miglia povera del Barrio.
mente vivono quasi constantemente sotto li
livello di un canale che a chiamarlo con il
suo nome vero sarebbe una «fogna aperta•·
Lei è ammalata di artrite deformante, lui
ha 73 anni, vive con loro, Inoltre, un nipote
di 10 anni.
Al di là dell'inizlatlva, già dì per posltl·
va, credo che questa casetta sia un fatto im-
portante per I nostri ragazzi che cominciano
ad affinare una certa sensibilità ai problemi
del barrlo, alle necessità che forse essi stes-
si hanno vissuto e superato grazie a un In-
teresse estemo.
Da utenti di un certo servizio si stanno
trasformando In prestatori di servizio e que-
sto credo sia Il senso di questo nostro es-
sere qui.
Per quanto riguarda los canillitas, vorrem-
mo dare più spazio alle loro necessità e per
fare dobbiamo un quantificare e qualifi-
care I problemi reali che essi vivono. Stiamo
prendendo contatti con la pollz.ia femminile
e gli uffici provinciali per la protezione al mi-
nore affinché si possa avere una schedalura
precisa degli Interessati e, per mezzo di essa
si possano anche controllare le condizioni di
lavoro.
Il centro comunitario deve ancora essere
terminato in alcune parti, manca Il consul-
torio medico, l'abltazione per le ragazze mis-
sionarie, alcune aule e quindi Il grosso della
spesa si concentra nell'ultimare queste
strutture.
Questo che vi so dicendo non è certamen-
te Il quadro completo di come vengano uti-
lizzati i tondi che riceviamo perché le opere
di carità non le abbiamo lstltuzlonallzzate e
quindi In un certo senso sono lndefinlblll.
Spese per medlclnall, contributi alle zone
povere (o più povere) delta nostra parroc-
chia, la costruzione di una casetta per una
famiglia, interventi con materiale o alimenti
che si possano programmare e che devono
essere sempre ben valutati perché tendono
ad essere anche ■educativi » e non solo as-
sistenziali: sono tutte opere che si possono
fare grazie agli aiuti che cl giunyono dall'I-
talia.

2.5 Page 15

▲back to top


OFFERTE PERVENUTE dal Marzo
al 31 Mano 1914 a favore della no-
ltrll Mlnlone cli TRELEW.
ENTRATE
CC. La Spezia-$. Paolo
100.000
CC. Brescia
200.000
lii Elementare - Dolzago (CO) 50.000
Rosaria Masidda - Cagliari 50.000
Evelina D'Enne - Roma
100.000
TotaleS00.000
Breve sosta per il pranzo, dopo una mattinata di duro lavoro.
MESE DI MARIA
.! c~operatori Salesiani, fedeli all'insegnamento di Don Bosco diffonderanno la devozione a Maria
Ausili_atnce, vedendo nella imitazione di Maria la via migliore per arrivare aJla conoscenza e all'amore
del Signore.
Si f~c~iano perciò promotori di iniziative opportune per tener vivo tra il popolo il culto della Madon-
na Santissima.
lettere a Maria
,
Il dono di se
Madonna cara, più cammino per
questa strada della mia consacrazio-
ne religiosa e pia mi accorgo che è
fantastico, è fantastico seguire Cri-
sto. Questo non vuol dire che mi
vada sempre tutto bene; anche per
te, del resto ci sono stati i giorni dif-
ficili, ma ho capito che proprio que-
sto seguire Cristo, è ciò che rende la
vita piena di amore e di gioia.
Continua a guidarm~ Maria, verso
l'unico e vero sole che è Cristo.
Tu che per prima l'hai amato e an-
cora lo ami più di tutti: tu che per
prima hai saputo donare tutto a Lui:
tu che l'hai portato sulle tue braccia
per l'offerta al Padre e l'hai accom-
pagnato sul Calvario per il dono to-
tale: tu che l'hai visto Risorto e hai
contemplato la sua vittoria, aiutami
a dire di sì.
Madre del Divino Amore, fammi
conoscere ciò che Dio aspetta da
me: insegnami le parole e i gesti che
portino aiuto a coloro che hanno bi-
sogno di me. Insegnami a vedere, in-
segnami a fare.
Ascolta la mia preghiera:
Maria, donna dell'ascolto,
tu hai saputo,
nel raccoglimento
e nel silenzio,
individuare la chiamata
di Dio.
Maria, donna della gioia,
in te si è compiuta
la Parola di Dio,
a Lui hai offerto
tutta la tua piccolezza
e hai lasciato
che si incarnasse in te.
Maria, donna della speranza,
tu hai saputo sperare
e rischiare
tutta la tua vita
sulla Parola di Dio.
Maria, donna della fede,
tu hai saputo
risalire la corrente
fidandoti solo di Dio
e non di ciò
che vedevi e sentivi.
Maria, donna dell'amore
in te, nelle più profonde'
e inesplorate vie
del tuo cuore di donna
è passata l'ondata serda limiti
dell'amore di Dio,
l'amore puro,
libero da ogni egoismo,
l'amore che si dona
e che crea perennemente.
Tu Maria,
donna dell'ascolto,
della gioia, della speranza,
della fede, dell'amore
chiamami ad essere
con te e come te, '
una donna capace
di ascoltare, gioire,
sperare, credere, amare.
Gabriella
15/ 47

2.6 Page 16

▲back to top


Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicina/e di Informazione e di cuttura rellg/osa
L'edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinata al Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 C.P. 9092 • 00100
Roma Aurelio • Tel. 69.31.341.
Direttore responsabile: GIUSEPPE COSTA
Redattore: LUCIANO PANFILO • Via Marsala, 42
00185 ROMA Tel.: 495.01.85; 49.33.51.
Autortzz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949. - e.e.
Postale n. 2·1355 Intestato a: Direzione Generale O1)f!fe Don Bo-
sco • Torino. - C.C.P. 462002 Intestato a Dir. Gen. Opere Don
Bosco . Roma. - Per cambio d'Indirizzo Inviare anche !"Indirizzo
precedente.
- - - - - - - - - - Specialmente per v o i - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - .
COOPERATORI FIDANZATI O SPOSI
ecco due libretti che costituiscono un sussidio valido tanto per la crescita del vostro amore quanto per ìl vostro
originale contributo alla vita dell'Associazione. L'autore è conosciutissimo, ha già scritto per noi tante cose, in
particolare Cooperatori di Dio. Ma questa volta non si è sentito il diritto di scrivere da solo: si è fatto aiutare e
controllare da una coppia di fidanzati per il primo volume, da una coppia di giovani sposi per il secondo.
JOSEPH AUBRY
ENZA PAPOTTO e ALBERTO BELLOCCHI
TESTIMONI DELL'ALLEANZA
1. COOPERATORI FIDANZATI (128 pp.)
JOSEPH AUBRY
VITTORIA e ROBERTO LORENZINI
TESTIMONI DELL'ALLEANZA
2. COOPERATORI SPOSI (200 pp.)
Prezzo: L. 5.250 1° volume e L. 6.750 2° volume
Inoltre, ogni volume offre:
«piste per la riflessione personale e lo scambio tra noi" dopo ogni capitolo;
documenti ecclesiali o di esperti del matrimonio;
160 pensieri sul matrimonio di autori famosi;
poesie, lettere, preghiere...
La presentazione è stata particolarmente curata:
- stampa in offset a 4 colori;
- formato comodo tascabile 20,5 x 13 cm.;
- 30 foto artistiche a colori a piena pagina o a metà.
Destinatari diretti:
fidanzati o sposi Cooperatori, ma la maggioranza dei capitoli è valida per tutte le coppie credenti. I due libri saran-
no quindi un bellissimo regalo da offrire ai vostri fratelli, sorelle, amici, amiche, compagni e compagne di studio, di
lavoro, di apostolato...
Dove procurarvelo?
Nei vostri Centri, al prezzo (modesto!) di L. 5.250 (1° volume) e L. 6.750 (2° volume).
Due libri che sicuramente vi piaceranno, vi rallegreranno, vi aiuteranno a far riuscire il vostro itinerario di fidanzati
e di sposi, per la vostra felicità e quella di molti altri, permettendovi di diventare testimoni vivi dell'Alleanza di amo-
re che Dio ha voluto concludere con l'umanità nel suo Figlio salvatore.
Richiedete a: Ufficio Nazionale Cooperatori Salesiani
Via Marsala 42
00185 Roma
Tel.: (06) 49.50.185
16/48