Bollettino_Salesiano_198403


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ANNO 108 N . 3 2" QUINDICINA 15 FEBBRAIO 1984
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
BS- per i Cooperatori
Cooperatori: continuate a vivere il meraviglioso ideale salesiano nella
famiglia, nella società, sul lavoro, nella scuola... Giovanni Paolo Il (3 settembre 1980)
MESSAGGIO
dei Cooperatori Salesiani al CG 22°
Il Segretario della Consulta Provvisoria Mondiate, Luigi
Sarchefetti, all'apertura del CG22° della Congregazione
Salesiana ha letto a nome anche degfl altri membri laici
della Consulta il messaggio qui riportato.
Con gioia profonda e con animo colmo di speranza vi salutiamo affettuo-
samente In comunione di ideali e di spirito. come fratelli e sorelle in Don Bo-
sco, nostro comune Fondatore e Padre.
Formuliamo un sincero e caloroso augurio di buon lavoro per questo CG
22". «momenI0 privilegiato di ledeltà alla vostra vocazione• . Guardiamo a voi
con grande interesse, perché sappiamo bene che • nessun ramo da solo è
tanto sal"51ano da non aver bisogno degli altri rami,. Speriamo che - come
nel precedenti Capitoli - anche in questo, pur tanto Impegnato nella revisio-
ne delle Costituzioni, troviate Il momento opportuno per riflettere sulla coope-
razione salesiana. I Cooperatori. da parte loro. si sono mobilitati per essere
presenti ora al CG22 - come prima al Capitoli lspettoriall - con la preghiera,
I messaggi e la parteclpallone diretta, se Invitati.
Rlngrazlaml!flU
1 Al CGS e al CG21 per averci dato In Don Giovanni Ralneri una guida
sicura che, con chiarezza dl Idee e fede entusiasta fino al sacrlflclo, In 12 anni
ha Impresso alla nostra Associazione un ritmo di crescita qualitativa (forma-
zione dei Cooperatori) e quantitativa (circa 30.000 CC che operano rn più di
1,000 Centri).
2. Al Confratelli del CG21 per la Costituzione del Dicastero per la Famiglia
Salesiana, che - a nostro avviso - si è dimostrato determinante e prowi-
denziale per n conseguimento di tanti progressi; per la risposta al nostro Mes-
saggio e per l'Invito nell'Aula capitolare.
3. Al Retto, Maggiore per averci seguito da vicino nella Consulta Mondia-
le, per avere Incontrato I Cooperatori nel suol frequenti viaggi. per aver trat-
talo di noi nella •Lettera sulla Famiglia Salesiana• e avere approvato quanto
di noi si è detto ln documenti di altri Superiori, nella •Ratio e nei Manuali del-
I·Ispettore e del Direttore.
4. Al Superiori tutti - Consiglieri regionali, Ispettori, Direttori, Delegati -
che hanno dimostrato tangibilmente tanto amore e tanta comprensione per 1
CC e Il hanno tenuti presenti negli orientamenti di alcuni Olrettorll• e Piani
Dal 1° gennaio 1984 il nuovo indirizzo è:
Cooperatori Salesiani Ufficio Nazionale
Via Marsala, 42 - 00185 ROMA
Telefoni:
(06) 49.50.185 Ufficio
(06) 49.33.51 Portineria
(06) 49.14.97 lspettoria
c.c.p. N. 452.56.005
Ufficio Nazionale Cooperatori Salesiani
Via Marsala, 42 - 00185 ROMA
pastorali. Essi sono stati gli anelli preziosi di quella catena che ha stretto sem-
pre più i vincolo della nostra Associazione con la Congregazione.
Domande
1. Auspichiamo che nelle Costituzioni - mentre vrene riconfermato
l"art. 5 - se ne aggiunga uno nuovo sui Cooperatori. Tra le tante motivazioni
ci permettiamo ricordarne alcune:
a) La memoria di Don Bosco cl offre la figura del Cooperatore come com-
ponente che Integra la vocazione salesiana con una spiritualità tipica, In unio-
ne con le altre forze apostoliche;
b) la realtà ecclesiale lo esige come membro impegnato per prolungare li
carisma salesiano;
e) la Congregazione salesiana cura la conoscenla, la formazione e l'a-
nimazione del CC non solo attraverso l'azione di Ispettori, Direttori e Delegati,
ma di lutti i Confratelli.
2. I CG precedenti si sono pronunziati sulla preferenzialltà del Coopera-
tori ed Exalllevl tra I collaboratori laici nel prgetto educallvo pastorale. È pos-
sibile un confronto tra quanto detto at vertice e quanto recepito alla base?
3. Per aiutarci ad essere quello che slamo - Cooperatori di Dio con lo sti-
le di Don Bosco - . per una più incisiva pastorale vocazionale, per una mag-
giore chiarezza nei rapporti con SOB, FMA e le loro opere. è posslblle che si
realini (come è stato suggerito da più parti) una , Consulta di coordinamento
per la F S., a livello ispettortale?
4. Alla luce del Vaticano ti e dopo la promulgazione del Nuovo Codice di
Diritto Canonico non sarebbe opportuno per l'Associazione uno «Staio giuri-
dico• più preciso e una mlgllore definizione sia della nostra Identità che del
rapporti SOB--CC?
5. VI chiediamo intine uno speciale aiuto per la preparaz.lone del 2" Con-
gresso mondiale In programma per Il 1985e per i relativi Precongressi. Saran-
no per noi occasione di riflessione. verifica del Nuovo Regolamento, slancio e
Impegno nella FS e nella Chiesa.
Offerte
Dichiariamo:
- d, accettare corresponsabilmente quanto è stato Indicato e deliberato
nei nostri confronti dal Capitoli Generali:
- d, collaborare per la costrulione della F.S., l'Incremento del Movimen-
to «Amici di Don Bosco. e Il rilancio della devozione a Maria Ausiliatrice:
- di essere sempre più aperti alla cooperazione nelle scuole, oratori,
parrocchie, missioni, corresponsabili - Insieme - nella programmazione. at-
tuazione e verifica della comune missione verso I giovani del 2000.
I prossimi anni della nostra attività si svolgeranno nella luce radiosa di Don
Bosco Santo. Il 50° della Sua canonizzazione e Il Centenario della Sua morte
saranno per noi occasione meravigliosa per farlo conoscere e amare In tutti
gli ambienti dove Irascorre la nostra vita e per diffondere la «salesianità• in
ogni parte del mondo.
Preghiamo lo Spirito Santo, autore di ogni dono perfetto. e Maria Ausilia-
trice, Madre e Maestra, perché concedano a questo CG22 di rendere più si-
cura la vla alla santità nelle Cost.ituzionl rinnovate, affinché attraverso la vo-
stra generosa consacrazione sia rinvigorita la comune missione e ta comunio-
ne della Famiglia Saleslana.
I membri
della Consulta Mondiale Prowlsorla

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D. GIOVANNI RA/NERI
Consigliere per la Famiglia Salesiana
Sabato 10 dicembre 1983 Don Giovanni Raineri'ci ha lasciato. Instancabile fino a 10
giorni prima nei suoi itinerari apostolici (tornava dal Messico) e nella sua •passione• per
la Famiglia Salesiana è stato aggredito dal male in modo inesorabile tanto da lasciarci sbi-
gottiti per la repentinità in cui tutto si è consumato. Riportiamo la scheda biografica e al-
cuni passi del diario, del Testamento e dell'Omelia del Rettor Maggiore che non si leggono
senza commozione.
TESTAMENTO SPIRITUALE
SCHEDA BIOGRAFICA
È nato dal Francesco e Anna
Morandi a Ronco dì Schilpario il
27-2-1914.
Entrato nel Collegio salesiano di
Benevagienna, ha fatto il Noviziato
a Pinerolo, emettendo la prima Pro-
fessione religiosa il 17 settembre
1931 e la Professione perpetua 1'8
settembre 1937.
Ha frequentato la Teologia all'U-
niversità Gregoriana di Roma dal
1937 al 1940. Fu ordinato sacerdote
Il 17 dicembre 1939 a Roma, per
l'imposizione delle mani di Mons.
Francesco Pascucci.
Dal 1940 al 1942 fu insegnante di
Teologia fondamentale nello Stu-
dentato teologico di Monteortone
(Padova).
Nel 1946 si laurea in Storia eccle-
siastica alla Gregoriana, e Insegna
poi la stessa disciplina al Pontificio
Ateneo Salesiano di Torino fino al
1950.
Dal 1950 al 1956 è Direttore-
Parroco nella Parrocchia di S. A-
gostino in Colle Val d'Elsa (Siena).
Dal 1965 al 1971 è chiamato al-
l'incarico di Ispettore nell'lspettoria
salesiana Ligure-Toscana.
Il Capitolo Generale 20° nel 1971
lo elegge Consigliere Generale
della Congregazione salesiana, in-
caricandolo della pastorale degli
Adulti; e il Capitolo Generale 21°
nel 1977 lo conferma nell'Incarico
come Consigliere Generale per la
Famiglia Salesiana.
Muore a Roma, al Policlinico
Gemelli, il 1O dicembre 1983.
2
Nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo. Amen.
Il Signore abbia pietà di me, per-
doni i miei peccati e mi conduca alla
vita eterna, vicino a mio padre, ai
miei fratelli, alle persone che mi han-
no tanto amato, a tutti quelli che la
sua misericordia ha salvato lavandoli
nel sangue dell'Agnello; possa io ve-
dere il volto di mia madre e sentire la
sua carezza.
Padre, perdona a me tutte le mie
colpe, come io perdono a quanti mi
hanno offerso; anche tutti coloro che
ho offeso, anche involontariamente,
mi perdonino.
Mi vengano incontro nell'ora della
mia morte la Vergine Santa a cui sot-
to il titolo di Madonna del Carmine
mi ha consacrato la mamma il giorno
del mio battesimo; spero di morire
portando il suo «abitino~; se non l'a-
vessi prego chi curerà il mio povero
corpo di metterlo, perché la madonna
mi riconosca e mi soccorra, anche se
non sempre sono stato degno del suo
amore.
Desidero dire a tutti coloro che mi
hanno conosciuto che preghino per
me, che mi considerino povero pecca-
tore, bisognoso della misericordia di
Dio, che mi considerino debole e insi-
curo, bisognoso della sua fona, cieco
ed incerto nel cammino; che ha biso-
gno della sua luce, combattuto e stan-
co, anelante alla sua pace.
Non mi sono mancate nella vita le
difficoltà e le tentazioni; non sempre
ho visto chiaro, anche se un'ansia di
andare avanti, di seguire le rapide
trasformazioni del tempo in cui, per
disegno del Signore ho vissuto, mi ha
spinto sempre, per il desiderio di dare
una risposta agli interrogativi miei e
degli altri. Non avevo l'animo di ribel-
le, ma una acuta sensazione che il Re-
gno di Dio è Regno di giustizia e che
noi dobbiamo cercarne l'attuazione.
Anche mi ha sempre stimolato, den-
tro il Vangelo destinato ai poveri,
vino nuovo che rompe gli otri vecchi,
il desiderio di rompere quanto, invece
di liberare il cammino degli uomini
verso la verità, la giustizia, la frater-
nità, lo sbarra. Sempre ho cercato la
sicurezza non dell'uomo che si sente
arrivato, ma dell'uomo che cerca il
cammino lungo il quale l'avventura
del cuore umano inquieto tende a ri-
posarci, finalmente, in Dio.
Ringrazio il Signore di quanto mi
ha dato; la povertà dell'infanzia che
mi rese più capace di godere la ric-
chezza dei sentimenti di cui era piena
la mia famiglia; la fatica di una con-
dizione modesta condivisa con i geni-
tori insieme con lo sfono per soprav-
vivere, per migliorare; la serenità del-
le amicizie semplici; la solitudine qua-
si di una famiglia di esuli nel proprio
paese; la vocazione che mi mise in
cuore grandi attese coltivate, come
germi vivi, dai miei genitori, anche
dal babbo la cui resistenza iniziale
servi a chiarire a me stesso, a lui, a
tutti, la verità della chiamata di Dio;
come non ringraziare il Signore della
rettitudine di mio padre provato nella
tribolazione quando rifiutò di piegarsi
alla violenza del partito che lo isolo?
Come non ringraziare il Signore della
dolcezza forte di mia madre, della sua
fede semplice e profonda, della sua ca-
pacità di leggere nel mio animo lepri-
me tempeste? Come non essere rico-
noscente alle zie Adelina e Caterina
- che il Signore ha colmato di anni e
di serenità già qui, quasi anticipazio-
ne del premio che ha loro preparato
- per avere tanto amato tutti, ma
specialmente me? Per me si sono sa-
crificate, condividendo con la mamma
la povertà ed il lavoro e continuan-
domi a lungo il dono del suo amore
materno!
Di tutto questo, Signore, ti ringra-

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zio, come ti ringrazio del dono della
vocazione, che mi ha fatto godere qui
in terra la casa di Don Bosco, la fra-
ternità dei confratelli, la gioia dei gio-
vani e, negli ultimi anni, il sogno e.sal-
tante della Famiglia Salesiana che di-
veniva tanto più grande quanto più
sembrava lento il suo cammino! Pur-
troppo io ero, lo sono stato sempre,
impari a tutto questo e ho sempre
piuttosto ritardato che accelerato il
compiersi della volontà di Dio!
Questa sera, prima di andare a let-
to, dopo una intensa e non facile gior-
nata, sgorgano dal mio animo questi
sentimenti; forse il modo di esprimerli
è inadeguato a quello che io provo;
ma non posw esprimerli altrimenti.
Li colloco nelle mani della Madonna
di cui oggi si onora il Santissimo e
Dolcis.5imo Nome; EUa li purificherà,
li sublimerà; poi alzerà le mani verso
il Signore, il suo Figlio, lo Spirito, il
Padre; poi prenderà me per mano e
mi condurrà verso la Volontà in cui «è
nostra pace!«. Amen.
12 settembre 1979
Don Giovanni Raineri
DALL'OMELIA DEL RETIOR MAGGIORE
« Nella sua uita di sacerdote per la
gioventù ha lauorato innanzitutto
nell'Owtorio a Roma e a Torino:
quanti amici, quanti giovani hanno
collaborato con lui nell'Azione Catto-
lica, nelle iniziatiue di costruzione di
una Chksa aperta e profetica.
Per vari anni fu docente nella for-
mazione di sacerdoti.
Più tardi sviluppò un lungo mini-
stero di parroco a Colle Val D'Elsa, in
una situazione dove appunto si ri-
chi.edeua l'intelligenza, l'audacia, la
tattica e /,a profondità del sacerdote
competente nel Vangew di Cristo e
sensibile alle esigenze dei tempi, in
diawgo con una mentalità ormai per-
meata da una ideol.ogia atea.
Infine, un lungo seruizio al/,a Con-
gregazione Sal.esiana, con la respon-
sabilità di Superiore a livell.o mon-
diale.
È con la bella caratteristica di
"primo'' Consigliere per la Famiglia
Salesiana che ci ha /,asciato l'ultima
sua testimonianza, il suo grande
ideale di riscoperta e rilancio di uno
dei ualori più strategici per il futuro
dell,a uocazione salesiana nella
Chiesa.
Il coinuolgimento di tanti laici e
consacrati nel uasto mouimento apo•
stolico di Don Bosco per lavorare a
fauore della giouentù e del popol.o im-
pegnandosi a promuovere una cul-
tura permeata di Vangel.o.
La Famiglia Salesiana e i suoi pro-
bi.emi sono stati i suoi ultimi grandi
ideali, i suoi sforzi, e anche le sue sof-
ferenze. Lui era felice, era contento di
essere stato riuestito di questa missio-
ne. Soffriua sol.o per non poterl,a rea-
lizzare con più efficacia».
UN DECENNIO DI VITA CON LUI
Il saluto di Luigi Sarcheletti
Come par/,are di Don Raineri mor-
to quanto ci pare di vederl.o, e di sen-
ari.o ancor più viuo che mai in mezzo
a noi? Erauanw tanto abituati alla
sua presenza anche «fisica» che ,wn
riuscivamo a tenere una riunione, a
effettuare un conuegno senza di lui.
Piuttosto che rinunciare alla sua pre-
senza rimandavamo l'incontro.
Dodici lunghi e intensi anni di vita
della nostra Associazione li abbiamo
passati con lui. Sono stati tanti, e
hanno caratterizzato u,w dei più im-
portanti e decisiui periodi della no·
stra storia, quell.o del tempo del «do-
poconcilio» e del «dopo Capitol.o Ge-
neral,e Speciale»; gli anni del rinno-
vamento eccl.esiale, del grande rilan-
cio del l.a.icato nella Chi.esa, della Fa-
miglia Salesiana, della rivitalizzazio-
ne dell'Associazione dei Cooperatori.
Si è presentato a noi per la prima
uolta il 13 gennaio 1972, sul BS!CC,
in una foto sorridente e con parol.e
semplici ed umili. Succedeua come Di-
rettore Generai.e dei Cooperatori a D.
Luigi F'iora, e si chiedeva se sarebbe
stato capace di fare bene come Lu.i.
Ma, aggiungeua subito: «Di una cosa
sono certo: che ui amerò con tutto il
cuore!». Erano le parol,e di Don Bo-
sco per i suci Cooperatori.
Noi qUeJ,to amore l'abbianw spe-
rimentato, giorno dopo giorno, sem-
pre più forte, più impetuoso. Un anw-
re fatto non di sdolcinature (l,a sua
tempra di bergamasco ,wn gliel.o
avrebbe mai consen.tito), ma forte, es-
senzia/.e, ricco di umanità; quell'u•
manità che gli ueniua dall'auere ope-
rato a lungo tra i giouani di Azione
Cattolica, tra gli oratoriani, tra gli
emarginati, tra i lavoratori cresciuti
nell'odio nella sua parrocchia tosca-
na e che pure era riuscito a rendere
suoi figli devoti.
Ho uissuto con lui, gli anni della
Consulta Mondial.e, della preparazio-
ne al primo uero Congresso Mondiale
dei Cooperatori, del/,a 2° Consulta,
delle assembl.ee pl.enarie e nell,e fre-
quenti riunioni di Segreteria esecuti-
ua, del Congresso Europeo dei GG CC
in. Spagna, delle prime manifestazio-
ni della Famiglia Sal.esiana (Simposi,
settimane di spiritualità, pellegrinag-
gio europeo), dei Congressi nazionali.
E poi dei grmuii viaggi in tutti i Con-
tinenti; quando partiua e quando
rientrava all,a Casa Generakia ce ne
rendeua sempre partecipi: quanta
esperienza, quanti insegnamenti ci ha
donato!
Il nùo carattere purtroppo è tale
che non sempre accettauo tutto quell.o
che egli donaua e, tawolta, tra ,wi si
verificavano delle scaramucce (non
oserei chiamarl.e diversament:e, anche
se forse gli hanno causat.o qualche
dal.ore). Ora che ci ripenso, riconosco
quanta saggezza era in lui, quanta
lunginùranza, quanta uera capacità
profetica! Dotato di un carattere forte
e uolitivo - che I.o inchiodava per
giorni e giorni al suo tavol.o di l,auoro
- si faceua uiolenza e dominava i
suoi sentimenti al punto che rispon-
deua alla «provocazione» con un sor-
1iso e la uoce ve/,at.a da un tono di im-
percettibile dolcezza. Incapace di por-
tar rancore ri.usciva a trouare media-
zioni anch,e per le posisioni più dif-
ficili.
Le sue attenzioni per noi sono state
infinite. Da vero figlio di Don Bosco
sedeua volentieri alla nostra mensa, e
non ci faceua mai mancare... I.a buona
botti.gua e il dolce. I doni che riceveva
erano per noi Cooperatori, per le uo-
lont.arie e per gli exallieui: i suoi
grandi amori.
Uomo dotato di intelligenza e di ca-
pacità veramente superiori (non per
nulla i Capito/,ari per ben due volte
l'aueuano prescelto e posto a dirigere
il Dicastero non fac.ile e nuouo dell,a
Famiglia Sal.esiana) sapeva trovare
3

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parol,e facili e comprensibili a tutti,
mai retoriche, che puntavano sempre
al concreto e all'essenzia.l,e. E metteva
tutti a /,oro agio quando parlava con
quella sua oratoria cosi spontanea
che {l.uiva con facili.t.à e ricchezza dal-
la sua bocca. Le omelie profonde, i di-
scorsi preparati amorosamente, /,e sue
«conchtsioni» al termine delle riunio-
ni lasciavano sempre un segno in chi
ascoltava. Conserviamo gewsamente
a/,eune registrazioni: e dovremo an·
dare a riascoltarl.e per scoprire oggi,
a distanza di t.empo, verità che sow
hti aveva intuito.
Ricorderemo ciò che ci ha insegna-
to, con l'esempio più ancora che con
la parola, con /,a testimonianza di
una viw. vissut,o, con dedizione che
giungeva al sacrificio di sè, che l'ha
condotto al supremo sacrificio della
vita; l'amore sconfinato per Don Bo-
sco (e già sognava /,e grandi manife-
stazioni centenarie in suo onore), per
Maria Ausiliatrice, per il Papa, per
la Chiesa, per la Congregazione che
per lui era tutto: la madre, la fami-
glia; per il Rettor Maggiore (era felice
quand-0 ci sentiva ripetere che l,o con-
sùferavamo nostro Superiore e Pa-
dre); per il mondo operaio, per /,e vit-
time dell'ingiustizia, per i giovani
d'oggi che accettava con tutti i wro li-
miti e incongruenze ma anche con 'le
loro ricchezze; per la Famiglia Sa/,e-
siana, nella quale ha creduto e che ha
sognato sempre più unita e grande,
fino a comprendere anche gli «Amici
di Don Bosco», soprattutto dopo che
Don Viganò ne parli> nella « Lettera
sul/,a Famiglia Salesiana»..
L'ultimo suo insegnamento è stato
quell,o di sapersi disw.ccare da ciò che
più si ama: ci aveva preparati al suo
ritiro dal Dicast.ero e dalla sua re-
sponsabilità nell'Associazione. Noi
non vo/,evamo crederci, ci ribel/,ava-
mo, ma la sua decisione e la sua se-
renità aveva inw.ccato /,e nostre cer-
tezze. Ora il mistero è in parte svela-
to. Lo presagiva?
Grazie, caro D. Giovanni! Lascia
che ti chiami così e che usi il familia-
re «tu», come tu facevi nei momenti di
intimità, quando sentivi prepotente il
bisogno di affetto da part,e dei tuoi
amici e fratelli. Grazie per la saggez-
za che ci hai donato, per l'esempio
fort,e; grazie per averci fatw credere
con la tua presenza com'è possibile
che Don Bosco ritorni più vivo tra noi
a 100 anni dalla sua nwrte, a 50 dalla
sua gloria!
Luigi Sarcheletti
II CONVEGNO
NAZIONALE
COOPERATORI
SPOSI
Dal 9 all'll dicembre 1983 si è te-
nuto a Pacognano (Napoli) il Il
Convegno Nazionale dei Coopera-
tori Sposi.
Un primo Convegno, molto mo-
desto, si era svolto a Frascati quat-
tro anni prima (I-4 novembre
1979), suscitato dal fatto che, nel-
l'Associazione rinnovata, stavano
crescendo e moltiplicandosi coppie
di fidanzati e giovani sposi. Cresce-
va ugualmente la coscienza del be-
neficio straordinario che Coppie e
Associazioni si portano recipro-
camente: le coppie portano all'As-
sociazione la tipica ricchezza del
loro amore fresco, forte, dinamico
e l'Associazione porta alle coppie le
ricchezze dello spirito salesiano,
dell'ampia area di lavoro offerta
dalla missione salesiana, dell'am-
biente fraterno e fervente di tutta
la Famiglia salesiana (furono pro-
prio questi i due temi trattati a Fra-
scati).
Nell'ottobre del 1982, il VII Con-
vegno Nazionale GG CC a Roma,
prendendo atto della continua cre-
scita di quelle coppie, ribadiva, nel-
le sue conclusioni, la necessità di
proseguire lo sforzo di provvedere
alla loro maggiore formazione ed
efficienza.
Deciso dal Consigliò Nazionale
CC dell'aprile 1983 ma poi forse un
po' dimenticato, questo II Conve-
gno si è svolto con grande soddisfa-
zione di tutti i partecipanti: una
ventina di coppie che rappresen-
tavano le regioni Campania, Lazio,
Liguria, Puglia e Veneto Ovest (il
freddo della stagione e la difficoltà
di rendersi liberi per questi giorni
hanno impeclito la partecipazione
di diverse altre coppie). Ancora
modesto numericamente, il Con-
vegno tuttavia ha permesso di ve-
rificare il «salto di qualità» delle
coppie salesiane. Le due conferen-
ze di don Joseph Aubry (autore dei
due preziosi sussidi Testimoni del-
l'Alleanza): Credere all'amore e al-
l'amore cristiano in un mondo che
perde fiducia nell'amore,
- L'impegno di una coppia sa-
lesiana, Le sue caratteristiche,
sono state oggetto di scambi e pun-
tualizzazioni cli grande valore.
Le testimonianze di Rosalba e
Goffredo Alviano (Caserta), di An-
gela e Gerardo Oronzio (Portici) e
di Vittoria e Roberto Lorenzini (Ve-
rona) hanno illustrato in modo ec-
cellente tre aspetti dell'esperienza
della coppia salesiana: «il nostro
BIBLIOGRAFIA
Gigi Avanti, Pianeta amore. Viaggio
verso il matrimonio. Paoline, Roma
1980, pp. 314.
Rosina e Gino Costa, Progetto sposi.
LDC 1983.
D. Tettamanzi, L ·esortazione Familia-
ris Consortio. Introduzione testo,
sussidi per incontri pastorali, Mas-
simo, MIiano 1982, pp. 254.
Vedasi altresì il Documento « Orien-
tamenti educativi sull'amore uma-
no. (1° novembre 1983) della Sa-
cra Congregazione per l'educazio-
ne cattolica.
H. Caffarel, Pensieri sull'amore e la
grazia. La Casa, Milano 1966,
pp. 350.
L. Cupia, La piccola chiesa domasti•
ca. Paoline, Roma 1982, pp. 154.
J. Aubry. Testimoni dell'alleanza. Edi-
zioni Cooperatori, Roma 1983,
pp. 195, con ampia bibliografia.
Collana «Servizio dell'urità» n. 40
Orientamenti educativi sull'amore
umano. Editrice Elle di Ci, 1983.
4

1.5 Page 5

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Facce cfr,ertite e serene al tavolo dei relatori ed organiz-
zatori. Buon segno!
Il gruppo dei partecipanti al 11 Convegno Nazionale delle coppie: il passato. il
presente. il futuro.
sposarci in chiesa», «accettazione
ed educazione dei figli», «il nostro
impegno a favore dei giovani».
La vita liturgica è stata intensa e
la vita fraterna allegramente sale-
siana. Nella celebrazioni eucaristi-
ca finale, le coppie hanno rinno-
vato il loro impegno sacramentale,
rinfrescando in loro la grazia tipica
del loro matrimonio.
In conclusione dei suoi lavori, il
Convegno ha discusso e adottato
un Invito e degli Orientamenti ope-
rativi, che adesso propone in spi-
rito fraterno alle coppie di tutte le
Ispettorie e di tutti i Centri.
Documento conclusivo
APPELLO
I convegnisti rivolgono un appel-
lo a tutta l'Associazione, segnata-
mente ai Delegati e alle Delegate e
ai membri dei Consigli ai vari livel-
li, perché sia continuamente stu-
diato, riscoperto e attuato l'impe-
gno cristiano nella famiglia e nella
vita rnatrirnonjale con particolare
riguardo ai problemi della progres-
siva educazione all'amore e alla
vita di coppia.
Ogni Consiglio Ispettoriale (o Re-
gionale), perno di questa attività
promozionale, organizzi, anche con
l'istituzione del settore famiglia, in-
contri, conferenze, convegni, atti a
preparare e sostenere la vita matri-
moniale degli associati, come ric-
chezza non solo dell'Associazione
ma di tutta La Famiglia Salesiana.
In ogni centro vi sia un respon-
sabile del settore famiglia con lo
scopo specifico di raccordare que-
ste attività. Strumento base di for-
mazione sia il testo «Testimoni del-
l'alleanza».
ORIENTAMENTO OPERATIVO
Vengono individuate due linee di
intevento:
A) Linea della preparazione e
della fomazione permanente
- i fidanzati cooperatori: si pre-
parino attraverso lo studio e la ri-
flessione alla scope1-ta dei valori
autentici dell' amore cristiano e si
aiutino con la prèghiera e con il
dialogo, specialmente nella Dire-
zione Spirituale, a vivere questa
realtà in un mondo che tante volte
li banalizza e disprezza.
- gli sposi cooperatori: la mu-
tua crescita e maturazione cristia-
na è, al pari della maternità con-
sapevole e responsabile, un dovere
primario degli sposi cristiani: si
ascoltino, si sostengano, si aiutino,
imparino giorno dopo giorno a
condividere Je gioie e i dolori, le de-
lusioni e le speranze della vita quo-
tidiana, dando spazio alla preghie-
ra e alla riflessione della parola di
Dio in famiglia, e sappiano, nella
comunità ecclesiale, essere umili
testimoni del mistero di unione tra
Cristo e la sua Chiesa e perciò si
sforzino di vivere un'intensa vita di
grazia attraverso la partecipazione
serena e convinta ai sacramenti
della Riconciliazione e dell'Euca-
restia.
B) Linea dell'impegno pratico
(«Cooperatori salesiani, ossia un
modo pratico per giovare al buon
costume e alla civile società»).
Il proprio sacerdozio di battez-
zati sia vissuto in pienezza e con
grande responsabilità. Vengono in-
dividuati alcuni campi di interven-
to, propri delle coppie di coopera-
tori salesiani:
nella famiglia: l'educazione dei
figli al senso cristiano della vita
avrà un'importanza fondamentale
e porterà tutti i membri della fa.
miglia alla apertura verso i proble-
mi dei poveri e degli emarginati (si
pensi alle varie forme di volontaria-
to e alle possibilità offerte dalla
Legge per l'adozione e l'affida-
mento);
nella Società: campo privilegiato
delle coppie dei cooperatori sale-
siani saranno le strutture pubbli-
che, soprattutto quelle che toccano
le realtà della famiglia e della gio-
ventù, quali la Scuola perché in
essa i ragazzi vivono la maggior
parte della loro vita.
Il Consultorio familiare perché in
esso, tra gli altri, i problemi della
vita incipiente vanno continua-
mente scoperti e valorizzati;
L'Oratorio-centro giovanile o il ri-
creatorio come luogo di accoglien-
za e punto di riferimento per i tanti
giovani che vivono situazioni dif-
ficili e tristi;
nella comunità ecclesiale: le
coppie di cooperatori salesiani si
renderanno disponibili, e dove è
necessario prenderanno l'iniziativa,
per la catechesi in generale e so-
prattutto nella linea del Sistema
Preventivo, per la guida e la for-
mazione dei preadolescenti ai va-
lori autentici dell'amore cristiano,
nonché ai corsi di preparazione al
matrimonio per i fidanzati
Pacognano, 1I dicembre 1983
Susy e Lello Nicastro,
Giulia e Lello Criscuolo
a nome delle coppie presenti
Don Luciano Panfilo,
Delegato Nazionale Cooperatori
5

1.6 Page 6

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Ufficio Nazionale
RENDICONTO ANNO SOCIALE 1982/83
(dal 1-10-1982 al 30-9-1983)
(Si stabilisce di comunicare i bilanci consuntivi ai vari livelli
dal locale al mondiale -C.N. 23-25 Aprile 1983)
ENTRATE
Contributo dell'Economato Generale S.D.B.
Edizioni
Diritti d'autore
Finanziamento (contributl dai Centri)
Convegni, consigli, seminari, ecc.
Offerte per Bollettino Cooperatori
Offerte varie
Viaggi e Vacanze:
- Pellegrinaggio in Terra Santa
- Vacanze a Fontanazzo
Contributi diversi per spese di segreteria
Rimborsi spese e ministero del Delegato
Nazionale
Perequazione Viaggi
Prestiti
L. 2.500.000
" 13.186.370
»
39.437
» 6.768.100
» 1.226.550
,. 482.000
,. 1.381.341
» 204.000
",.
1.190.600
100.000
»,.
,.
2.725.000
215.000
2.600.000
TOTALE L. 32.618.398
USCITE
Saldo parziale debiti anno sociale 1981 /82 L. 11.204.651
Tipografie per edizioni
» 4.117.916
Ciclostilati e fotocopie
» 344.710
Onorari per conferenze
" 100.000
Abbonamenti: quotidiani, riviste, libri, au-
diovisivi, ecc.
» 288.550
Retribuzione lorda personale di segreteria 8.683.350
Spese di rappresentanza e contributi
associativi
» 656.250
Spese per viaggi e locomozione
1.690.000
Assicurazione, bollo e manutenzione auto » 242.000
Spese postali e telegrafiche
" 1.201.610
Spese telefoniche
,. 1.499.600
Cancelleria, manutenzione e varie d'ufficio 676.290
Perequazioni viaggi
» 300.000
Contributo annuale a Uff. Centrale CC.SS. » 302.500
TOTALE L. 31.307.427
TOTALE ENTRATE L. 32.618.398
TOTALE USCITE L. 31.307.427
SALDO ATTIVO
L. 1.310.971
CREDITI al 31 dicembre 1983
Per Edizioni e Varie
6
L. 3.891.630
DEBITI al 31 dicembre 1983
Oneri Sociali Sett.-Dic. 1983
Retribuzione lorda pers. segreteria (Set-
tembre '83)
Prestiti
EDIZIONI:
- Cooperatori di Dio
- Lo spirito Salesiano
- Da collaboratore a Cooperatore
- Lettera 1884
- Testimoni dell'Alleanza (Voi. I e Il)
L. 1.686.855
"
795.503
2.600.000
2.283.200
" 4.743.000
,. 1.348.200
11 .368.000
" 20.398.705
TOTALE L. 45.223.463
FINANZIARE LA PROPRIA ASSOCIAZIONE
È INDICE DI MATURITÀ
Può essere utile rammentare che dal 1° ottobre, inizio
del nuovo anno sociale, è aperta la campagna 1983-84 per
il finanziamento dell'Associazione.
Gli organismi associativi, ai diversi livelli, dal locale al
centrale, offrono un servizio qualificato ed insostituibile,
che fa da supporto alla vita dell'intera Associazione. Un
servizio che richiede continui potenziamenti ed adegua-
menti alle crescenti necessità dei tempi.
È indice di grande maturità comprenderne l'importan-
za e sostenerlo concretamente anche con Il proprio ap-
porto economico.
Per questo il Cooperatore, anche se fuori sede o im-
pedito a frequentare il Centro, sente l'impegno di offrire,
per ogni anno sociale, il proprio contributo (libero e, se
vuole, anonimo) proporzionato alle proprie possibilità (si
indica come punto di riferimento l'equivalente di una gior-
nata di lavoro o di pensione).
La celebrazione della GIORNATA dell'AUTOFINANZIA-
MENTO e la pubblicizzazione dei bilanci consuntivi ai vari
liv~llì, come ribadito dall'ultimo Consiglio Nazionale, do-
vranno essere validi strumenti di sensibilizzazione sull'ar-
gomento.
Restano valide le norme fissate dal C.N.: il 50% dei
contributi resta al Centro; un 25% va all'Ufficio lspettoriale;
il restante 25% all'Ufficio Nazionale che ne invierà il 5% al-
l'Ufficio Centrale.
L'inoltro della quota destinata all'Ufficio Nazionale,
che è distinta, e non va confusa con te offerte che si è so-
liti raccogliere per il Rettor Maggiore nelle due conferenze
annuali o che si inviano alle Missioni o alle Opere Salesia-
ne in genere, venga effettuato mediante il c.c.p.
N. 45256005 intestato a: Cooperati Salesiani - Ufficio Na-
zionale - Via Marsala, 42 - 00185 ROMA.
Cordiali saluti.
Mauro Sarandrea
Segretario amministrativo

1.7 Page 7

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SUSSIDI
PER LA PREPARAZIONE
Son Giovanni Bo8oo
LETTERA 1884
lnlrodl.lzlooe di ENZO 8IANCO
... ,,,
---TRA I IIOIIUI
CON CORAIIIO
1 rar VSZPW - - -
1. Lettera 1884
a) con introduzione di Enzo Bianco:
La lettera viene presentata soprattutto ai genitori ma anche agli
educatori. Ci aiuta a scoprire con quanta cura e con quanta dedizione
Don Bosco lavorava per costruire degli AMBIENTI EDUCATIVI dove
l'impegno, la dedizione. l'affetto, la pietà fossero di casa.
Edizioni Cooperatori
b) Con introduzione di Don Biagio Amata:
Lettera ai giovani di S. Giovanni Bosco
Per ordinazioni rivolgersi a:
Don Biagio Amata
Piazza dell'Ateneo Salesiano, 1
om39 ROMA - Tel. (06) 813.20.41
2. TRA I GIOVANI CON CORAGGIO
di Nicola Palmisano
« Don Bosco è l'uomo che va coraggiosamente incontro a, giovani,
e quindi necessariamente è l'uomo delle ipotesi, dei tentativi, delle spe-
rimentazioni, dei rischi».
«Nelle cose che tornano a vantaggio della pericolante gioventù o
servono a guadagnare anime a Dio, io corro avanti fino alla temerità».
Per una conoscenza più approfondita della originalità di Don
Bosco
L.D.C. Collana «MONDO NUOVO»
ConYnerCo
d l l l - ~edonEv,diOVigOn()
3. «NON BASTA AMARE! - Strenna 1984
Commento del Rettor Maggiore Don Egidio Viganò
Particolarmente lndfcato per S.D .B. e F.M.A.
Edizioni Casa Generalizia F.M.A.
4. Ai primi di marzo, sarà In tipografia
«RICORDANDO•
Una pubblicazione che ricorda il 1° Aprile 1934, giorno conclusivo
del 1° Giubìleo Straordinario della Redenzione.
Edizioni Parrocchia Don Bosco
Viale del Salesiani, 9 - 00175 ROMA
7

1.8 Page 8

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CINQUANTENARIO
DELLA
CANONIZZAZIONE DI Don 8QSC~
· GIUBILEO
DELLA FAMIGLIA SALESIANA
Sabato 31 Marzo
BASILICA DI s. GIOVANNI eosc~

1.9 Page 9

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Preghiamo insieme
Ricordiamo la Santità di Don Bosco
(Intervento di S. E. on. Oscar Luigi Scalfaro, Ministro dell'lnten
Facciamo festa
Ascoltiamo la Buona Notte del Rettor Maggiore
Domenica 1° Aprile
Ore 9 - BASILICA DON BOSCO
Santa Messa, presieduta dal Rettor Maggiore
Ore 12 - PIAZZA SAN PIETRO
Ore 12,15 - BASILICA SAN PIETRO
Giubileo della Famiglia Salesiana
Giubileo F.S. - Ufficio Nazionale Cooperatori Via Marsala, 42 - 00185 ROMA - Tel. (06) 49.50.

1.10 Page 10

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IO
NOTE
INFORMATIVE
A) Come raggiungere la BASILICA
DON BOSCO
Con la METROPOLITANA
(per ehi soprattutto è in città o viene con il
treno)
LINEA ROSSA
Stazione: GIULIO AGRICOLA
(uscendo dalla Metropolitana può darsi
che vediate in fondo alla via una Chiesa, è la
Chiesa di S. Policarpo: andate dalla parte op-
posta in VIA NOBILIORE, a 300 metri dalla Sta-
zione GIULIO AGRICOLA c'è PIAZZA DON
BOSCO).
Per chi viene da fuori e si trova sul G.R.A.
(Grande Raccordo Anulare)
- All'altezza di Via Tuscolana, prendere
VIA TUSCOLANA-CENTRO;
- dopo (tre) semafori (e lasciando a de-
stra gli stabilimenti di CINECITTÀ), in Piazza
Cinecittà girare a destra in Via Orazio Pulvilio,
Piazza Quinto Curzio, Viale dei Salesiani.
B) Come andare dalla Baslllca Don Bosco a
Piazza S. Pietro:
Domenica mattina 1° aprile
- mezzi propri (facendo il G.R.A. : entrare
in città per la via Aurelia)
- in METROPOLITANA dalla Stazione
GIULIO AGRICOLA alla Stazione Capolinea
OTTAVIANO (a 500 metri c Piazza S. Pietro).
I gruppi partecipanti portino con sé,
cartelli, striscioni, bandiere.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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PRESENZA GIOVANI
PRESENTAZIONE
Ciao a tutti!
come vi avevamo promesso la reda-
zione di P.G. non vi ha abbandonato
ma si presenta in nuova veste tipogra-
iica qui sul Bollettino Salesiano.
È un modo per tentare di raggiun-
gere il maggior numero possibile di
persone e per stimolare la rillessione
circa argomenti «scottanti•.
Infatti il nostro scopo principale sarà
quello di far nascere tra noi un dialogo
«scritto» il più aperto possibile: potrem-
mo confrontarci su vari temi, far nasce-
re dibattiti, interrogativi che non do-
vranno essere stimolali solamente da
noi, ma anzi soprattutto dai nostri
lettori.
Potrete farci conoscere vostre espe-
rienze, dubbi, dovrete essere il «nostro
pungolo», cosi come noi cercheremo di
esserlo per voi.
Quello che ci auguriamo è che da
queste pagine possano nascere spunti
interessanti per tutti e che soprattutto
non rimangano un qualcosa di arido
stampato su un foglio, ma qualcosa di
«vivo», di effervescente che nasca da
una vera integrazione tra quello che è
la fede e la vita.
Per questo vi chiediamo una attiva
partecipazione e collaborazione in
modo tale da mettere in pratica quello
che ormai dovrebbe essere diventato il
nostro motto: «Fatti più che parole», per-
ché solamente «rimboccandoci le ma-
nich.e» riusciamo a non rimanere pu-
ramente nell'astratto!
Augurandoci chi ci seguiate con rin-
novato interesse, vi salutiamo caloro-
samente.
La Redazione di PG.
Daniela Nardi, Manuela Nencini,
Daniela Morlelta, Lucia Pucci,
Salvatore Colavolpe e Enzo Manno
CAMPI DI LAVORO
È appena iniziato l'inverno ma c'è
già cru pensa all'estate come ad esem-
pio i creatori di moda o noi GGCC e
quando noi parliamo d'estate parliamo
di campi di lavoro.
Nella storia della nostra associazio-
ne, almeno nel suo ramo giovanile, i
campi di lavoro hanno avuto un ruolo
molto importante, per molti di noi sono
stati una vera e propria scuola di vita,
sono serviti ad avvicin.arci alla soffe-
renza della genie, a farci toccare con
mano i disagi in cui vivono molte per-
sone, sono stati lo stimolo per scelte di
vita molto impegnative, sono stati an-
che il mezzo per avvicinare molti gio-
vani all'ideale del cooperatore.
Questo però è il passato perché negli
ultimi anni i campi di lavoro sono quasi
scomparsi dall'orizzonte delle nostre
estati in parte sostituiti da altre iniziati-
ve, in parte sostituiti da niente. Come
mai? Forse sono una esperienza sor-
passata? Non credo. Io credo ancora,
da inguaribile sessantottina, alla im-
portanza che può avere per la nostra
vita una esperienza comunitaria com-
pletamente diversa per la maggior par-
te di noi dalla vita abituale quale può
essere quel mese estivo passato al
campo.
Non credo sia un caso il fatto che Lil-
lina, Daniela e Marco abbiano sulle
spalle una lunga esperienza di campi
di lavoro, non so se la loro scelta mis-
sionaria sia na1a ai campi ma credo
che senz'altro l'esperienza del campo
ha avuto una sua notevole influenza.
Il campo quindi può essere l'occasio-
ne per cambiare la nostra vita. può es-
sere il mezzo che il Signore ci dà per
scoprire o intuire la sua volontà su di
noi, può essere il terreno in cui fare
esperienze che possono diventare de-
termindnii: per la nostra vita, può es-
sere forse tante altre cose a patto però
che si faccia l'esperienza, un esperien-
za che è anche un modo per incontrarci
tra cooperatori di diverse parli d'Italia.
un momento per conoscerci e scam-
bicrrci le esperienze, per allargare i
confini al di là del proprio centro. Non è
quindi una moda, ma almeno per noi
cooperatori ed è per questo che non è
bene che muoia e quindi coraggio per-
ché l'estate non è poi tanto lontana.
Le regioni che hanno più program-
mato un campo di lavoro per la pros-
sima estate sono pregate di inviare al
più presto una comunicazione all'Uffi-
cio Nazionale con indicazione del luo-
go, data e delle attivìtà previste.
VI PRESENTO
UN GRUPPO NUOVO
Ci sono scelte nella vita che conti-
nuano a sconcertare, come quella di
P. Albino Campilongo. t un nome come
tanti altri per chi non lo conosce, ma im-
menso per la sua opera. Io sono una ra-
gazza del gruppo «Orizzonti giovani»
fondato da quesfuomo, forse la meno
adatta per lracciaré o: grandi linée la
nascita e lo svilupo del mio gruppo.
Questo gruppo nasce negli anni '70
per opera ed impegno di questo uomo
che, ritornato dalla missione cilena in
Calabria, per motivi familiari, insegna
religione in una scuola media, ma il suo
spirito salesiano non è appagato da
questa sola attività, vuole avere più
contatto con i giovani per non sentire
discrepanze nel suo spirito missionario.
Sente questo bisogno di inculcare va-
lori alternativi in quei ragazzi che ve-
deva crescere in modo superficiale e
borghese. La sua opera non fu ben ap-
prezzata in un primo momento, ma ten-
ne duro. I frutti si raccolsero dopo molti
anni di campeggi, di ritiri, ecc. nell'.81
11

2.2 Page 12

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col campo di Teora (paese della Cam-
pania disastrato dal terremonto del no-
vembre 1980). Andarono ll sette giovani
Ira i più grandi, di cui tre ragazze e
quattro ragazzi. La loro testimonianza e
la loro personalità forgiata da questa
esperienza ci fece capire la grande
opera di quest'uomo e il suo insegna-
mento ad affrontare tutti gli ostacoli del-
la vita e superarli in modo alternativo.
Perché la vita è uno specchio: sorride
se la guardi sorridendo. Seconda tap-
pa è stata Taizé. Siamo stati li nell'a•
gosto '83, e per noi questa è stata la
tappa più importante di questi anni.
Abbiamo capito veramente cosa signi-
fica appartenere alla «famiglia di Dio»
e vivere concretamente le conseguenze
rivoluzionarie di tale verità. Purtroppo
le attività del nostro P. Albino non sono
più come una volta per motivi di salute.
Un ictus cerebrale e un soffio cardiaco
lo limitano e lo legano in un stanza, dal-
la quale per mezzo del telefono svolge
t le sue attività. pronto sempre ad ac-
coglierci ed a farci vivere qualcosa di
alternativo. Noi del gruppo cerchiamo
di portare avanti la testimonianza di ciò
che abbiamo ricevuto. C'è infatti in
ogni persona un desiderio inestinguibi-
le, che lo contraddistingue fin dall'ini-
zio, di proteggere e di essere protetto.
Lucia
UN MARGINE AL
SEMINARIO MISSIONARIO
Nel momento in cui vi scrivo, sono
passati circa due mesi dal Seminario
Missionario: mi pare quindi il momento
di rimeditarne alcuni aspetti con voi, in
modo che possiamo verificare insieme
la crescita della nostra sensibilizzazio-
ne missionaria. Non si può pretendere
certo che una volta tornati dal Semina-
rio, abbiamo fatto le valigie e ci siamo
imbarcati per l'Argentina, ma cosa ab-
biamo fatto di concreto? «El dia di Tre-
lew• ad esempio, come è stato vissuto?
E tu, che dici di non riuscire a tovare il
coraggio per partire, stai ancora aspet-
tando «le voci?~. Cristo non verrà certo
a dirti che ha bisogno di te, non è una
visione da crisi mistica: è negli occhi
dei bambini che hai visto nelle diapo-
sitive di Trelew, è nella genie che vedi
al Telegiornale, immersa nella miseria
più nera: la vuoi più evidente di cosi,
questa chiamata? E ricordati di partire
anche dal tuo consumismo, da tutte
quelle cose che potrebbero lare di te,
anche se tu volessi partire subito, una
sorta di colonizzatore. La scelta di es-
sere cooperatori missionari, l'hanno fat-
ta altri ragazzi prima di te e ti garanti-
sco che non erano né eroi o superman,
che hanno certamente anche loro avuto
difficoltà, esitazioni... Eppure sono par-
titi ed ora sono li, in ARGENTINA, tanto
12
lontani sulla carta quanto vicini ai no-
stri cuori: hanno solo una preghiera,
una domanda da farci: chi di noi sarà
capace di fare un atto di amore e an-
dare a dar loro una mano? e se proprio
non potessimo partire, ci sono tantis-
sime cose che potre=o fare anche da
qui per loro, come ad esempio l'ani-
mazione missionaria dei Centri e (per-
ché no?) presso gli SDB e le FMA che
troppo spesso non ci conoscono... Sono
solo alcune idee; io ve le porgo con as-
soluta semplicità, sperando che le vo-
gliate meditare un po', ed anche, pra-
ticare...!
Manuela
PER COSTRUIRE
UNA cm.TURA DELLA PACE
Una catastrofe m ondiale p servire
a parecchie cose. Anche a trovare un
alibi davanti a Dio. Dov 'eri Adamo?
«Ero alla guerra mondiale».
Uno degli aspetti centrali dell'attuale
missione della Chiesa è la costruzione
della pace.
Lo è stato in ogni tempo, ma il carot-
iere indilazionabile ed universale che
oggi ha assunto il problema della pace,
pone la Chiesa in stato di allerta e l'im-
pegno per la pace ai vertici delle sue
preoccupazioni.
Dal tempo del Concilio, infatti, la
corsa al riarmo nucleare si è andata
intensificando sempre di più e l'ango-
scia per la guerra nucleare è divenuta
un elemento tangibile e visibile del no-
stro tempo tanto più evidente nelle sof-
ferenze indicibili dei popoli dei paesi
più poveri, nelle condizioni poste dal
co=ercio delle armi, nelle forme di
isterismo collettivo provocate dalla di-
minuzione del senso di sicurezza, nei
numerosi conflitti armati che insagui-
nano il mondo.
Emerge dunque la necessità di ana-
lizzare i motivi delle tensioni e delle
guerre, per poterli affrontare in modo
non violento. E si scopre molto facil-
mente che alla radice delle guerre ci
sono le avidità e gli egoismi di coloro
che trovandosi in una condizione di pri-
vilegio, la vogliono difendere ed accre-
scere a tutti i costi e a danno dei più po-
veri e dei più deboli.
Di fronte a questa realtà la Chiesa in
tutte le sue espressioni ha il compito di
incarnare concretamente la sua missio-
ne di costruttrice di pace, sollecitando
tutti gli uomini di buona volontà, per vi-
vificare ed intensificare una cultura
della pace che sia profondamente ispi-
rata ai valori evangelici.
Per questo motivo i giovani e non solo
loro, sono soggetti particolarmente sen-
sibili alle questioni che concernono la
pace ed hanno suscitato notevole inte-
resse quando hanno centrato la loro at-
tenzione su questi temi.
L'autenticità della loro partecipazio-
ne conferma come oggi i problemi del-
la pace siano più vivi che mai nel cuore
della gente, e come sia necessario -
per non correre il rischio di reagire con
risposte emotive - lo sviluppo dell'in-
formazione e del dialogo sui temi che la
pace contiene in sè, quali: la riconver-
sione delle industrie degli armamenti,
la richiesta di studi di questo tipo nelle
università, il volontariato come scelta
di un servizio alternativo al servizio mi-
litare.
t necessario quindi superare l'aspet-
to negativo della pura contestazione ed
educarci all'apertura, alla collabora-
zione, al dialogo, e alla comprensione
di tutti.
Per costruire la pace occorre far leva
sulla catechesi e sulla evangelizzazio-
ne, per la formazione di uno spirito non
dedito al potere ma al servizio, capace
di cogliere i valori là dove sono, e di in-
tegrarli all'interno di un rapporto che
vede come protagonisti la propria fede
e il proprio impegno laico per la costru-
zione di una cultura della pace, ispi-
rata dall'amore che Cristo ci ha donato.
Tutto ciò rappresenta un impegno
reale soprattutto per noi cooperatori sa-
lesiani, che alla luce della esperienza
vissuta al VII Congresso nazionale dei
giovani cooperatori, dobbiamo rendere
vivo il pensiero di Don Bosco, quando ci
chiama ad impegnarci con «dinamismo
nella fedeltà» piegandoci «sulle esi-
genze moderne, purché non si abbia a
fare contro coscienza» (MB. XIII, 283).
Salvatore
AUTOFINANZIAMENTO
CONRIBUTI PERVENUTI all'Utflclo Na-
zionale dal 1°-12-1983 al 31-1- 1984 pari
al 25% dell'Intera somma raccolta dal
Centri, relativi all'anno sociale 1983-84
(N.20 Centri).
Agliè (15.000): Altofonte (30.000);
Bologna - S. Cuore (50.000); Bra
(25.000); Bolza no (100.000): Como
(25.000); DI Tommaso Salvatore
(50.000); Ferrara (30.000); Novi Ligure
(55.750); Padova - Parrocchia Don
Bosco (40.000); Palermo - S. Lucia
(65.000); Palermo - M. Mazzarello
(30.000); Pisa CEP (lab. M. Margherita)
(75.000); Roma - Via Marghera (35.000);
Rovereto (100.000); Ruvo (25.000);
Savona (11.000); Schio (75.000); Siddi
Daniele (30.000); Torre Canavese
(35.000); Verona - 1st. Don Bosco
(50.000); Vercelli - 1s1. S. Cuore (15.000).
Totale L. 966.750

2.3 Page 13

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GIUBILEO DEI GIOVANI
«Aprite le porte a Cristo•! dice la Chiesa
per bocca del Papa ed è indubbiamente
una esortazione di cui ognuno di noi ha bi-
sogno.
Si, perché spesso si moltiplicano non
solo le porte blindate degli appartamenti
ma anche quelle dei nostri cuori. Anzi, di-
rei che è abbastanza frequente il caso che
quelle degli appartamenti sono il segno di
quelle dei cuori.
Ma, a rifletterci, perché corrazzlamo le
entrate delle nostre case? Per proteggere
dai ladri cose spesso superflue e futili, a
cui siamo legati In modo quasi morboso.
Se la nostra casa è caratterizzata da mo-
bili lussuosi, oggetti preziosi e delicati,
tappezzerie raffinate e costose, come po-
tremo mai accogliere un fratello bisognoso
dl cure e abbandonato? E se le sue scar-
pacce ci inzaccheranno la moquette? E se
ci ruba il candelabro d'argento o il sopra-
mobile di Capodimonte? E se sanguina,
come potremo stenderlo sul sofà di velluto
pregiato?
Se è vero che il Vangelo non ci chiede
di essere degli avventati, è pur vero che
come cristiani non possiamo non assu-
mere dei rischi per andare incontro agli al-
tri. (Sarà bene dare un'occhiata a quanto
ha detto Don Palmisano all'ultimo Conve-
gno GG.CC. sul coraggio di Don Bosco).
In questo periodo abbiamo tre impegni
contemporanei: prepararci al giubileo, ap-
profondire ìl tema annuale, e riflettere sulla
Pasqua. A voler guardare bene la sostanza
di fondo è unica: guardare a Cristo come
centro della nostra esistenza ed in tale
prospettiva accoglierlo nei nostri fratelli e
vivere la nostra yera Pasqua attraversando
una volta per tutte quel Mar Rosso che di-
vide l'uomo vecchio, arido, avido e sco-
stante dall'uomo nuovo, dall'uomo vero,
l'uomo salvato, l'uomo risuscitato, l'uomo
dell'accoglienza.
Ogni attimo della nostra ~ita deve es-
sere una conversione, il nostro protender-
ci all'Ideale, cioè Cristo, non deve avere
mai fine, ma ci sono dei momenti decisivi
che dobbiamo saper cogliere: in questi
momenti si fanno le scelte fondamentali, e
da queste opzioni dipenderanno le nostre
scelte successive.
La Chiesa e l'Associazione ci propon-
gono una possibilità di riflessione unica,
approfittiamone coinvolgendo anche chi ci
sta vicino in casa, a scuola, al lavoro, sulla
metro. Talvolta basta poco per trasformare
una vita; Dio si serve di tutto.
Per i GG.CC. c'è l'occasione di farsi ani-
matori in mezzo a tanti giovani, affinché Il
giubileo possa essere un fatto sostanziale
e non solo la partecipazione ad un viaggio
organizzato o a una delle solite funzioni.
Con le porte del nostro cuore sbarrate non
ha significato tutto Il resto. (Enzo Manno)
Dal nostro inviato in India...
Sono una ragazza che ha avuto una for-
tuna particolare, (tale la reputo), quella
cioè di aver potuto fare un viaggio alle
Missioni dell'India.
È stata una esperienza importante e
penso che quello che ho provato e visto
non riuscirò a renderlo a parole, sono sen-
timenti e visioni che ti rimangono nel cuo-
re e nella mente e forse è ancora troppo
presto anche per scrivere ma lo faccio
ugualmente per far partecipi anche altrl
della mia esperienza.
Ho sempre sentito parlare delle Missioni
e dell'enorme lavoro che svolgono questi
nostri fratelli dedicando tutta la loro vita al
«se~izio• degli altri, ma sinceramente
sono state parole che ascoltavo ma non ml
toccavano profondamente.
Ho dovuto però constatare di persona
quanto bisognerebbe fare per aiutare que-
ste opere che cercano di portare sollievo a
bambini abbandonati e denutriti, a lebbro-
si, orfani, persone anziane.
Sinceramente devo dire che la mia Idea
era molto diversa da quella che è la realtà.
Suore, pretì e anche giovani che tra-
scorrono la maggior parte della giornata
con questi poveri, lavorano dalla mattina
alla sera donandosi completamente agli
altri e nelle mille difficoltà che incontrano
sono ugualmente capaci di sorridere.
Ho visto cosa significhi veramente la pa-
rola «povertà•, cosa vuol dire la parola
«fame~, bambini che ti si aggrappano ai
vestili elemosinando non tanto soldi quan-
to un «pezzo di pane», una caramella,
qualsiasi cosa purché commestibile.
Devo dire che il mio primo giorno in In-
dia è stato scioccante perché arrivata a
Bombay ho visto gente dormire sulla stra-
da, tuguri incredibili costruiti sui marcia-
piedi, bambini nudi giocare in .mezzo alla
sporcizia e poi tanti lebbrosi riuniti in una
zona recintata da dove non possono usci-
re perché li controlla a vista la polizia.
Appena Il pulmann che cl portava si è
fermato nelle vicinanze si è verificata una
scena raccapricciante: tutta questa povera
gente aggrappata al finestrini dell'auto
mostrava le proprie deformazioni (mani
senza dita, moncherini Incarniti) per Impie-
tosirci a dare loro qualcosa, un vero infer-
no che non dimenticherò mai!
E in mezzo a tanto male, a tanta miseria
ecco i missionari che portano il loro con-
forto: nel fango, nella sporcizia si danno
da fare per salvare da morte sicura. que-
sta povera gente e riescono a trasformare
questo inferno in paradiso!
Sono una «goccia» in mezzo al mare di
sofferenza che esiste, ma è pur vero che
sono l'unica loro ancora di salvezza.
Visitando le loro missioni si può com-
prendere quanto incitano in pratica la fra-
se del vangelo: • Qualunque cosa avrete
fatto a uno del più poveri tra i miei fratelli,
lo riterrò fatto a me».
Sono veri testimoni dell'amore che
spendono la loro vita per l'elevazione so-
ciale e morale, per amare «quelli ct,e nes-
suno ha il coraggio di amare».
Purtroppo ml sono dovuta rendere con-
to quanto sia facile dire a parole di essere
•cristiani», di «amare il prossimo» e quan-
to poi sia difficile metterlo in pratica: infatti
andando nel villaggio dei lebbrosi a Ma-
dras avevo paura a scendere dal pulmann,
mi sono sentita una vigliacca.
La messa più bella è stata proprio quella
celebrata In questo villaggio dedicato a
Papa Giovanni XXIII, insieme ai lebbrosi
che alla fine, in segno di affetto hanno vo-
luto donare ad ogni partecipante una ghir-
landa di fiori.
Ho visto come in quel luogo di miseria e
di dolore regnasse «sovrana la gioia..
Nessuno era scontento o disperato, sicu-
ramente anche per la costante presenza di
suore donatesi completamente a «seNire
Lui• In questi fratelli: è proprio vero che la
carità di Cristo non ha limiti!
Ogni Missione che ho visitato è riuscita
a farmi vedere 11n aspetto diverso di quello
di cui è capace la «forza dell'amore•.
Così, ho trovato le «suore del sorriso•.
suore che hanno accettato di vivere tra I ri-
fiuti della società, nel tuguri accogliendo
tutti coloro che gli altri rifiutano. Si trovano
in viuzze rigurgitanti di gente e piene di
fango e maleodoranti.
Hanno deciso di vivere qui per farsi «po-
veri con i più poveri•, sempre serene per-
ché convinte e sicure che accanto a loro
vive Gesù povero e sofferente, sono una
viva testimonianza!
E poi ancora tante altre missioni e tante
altre vite spese a se~izio del grande ideale
missionario. Tutto questo ci fa riflettere: di
fronte alla tragedia di questi fratelli che
muoiono di fame o consumati dalla lebbra
non possiamo rimanere insensibili, siamo
tutti responsabili!
È facile dire non posso risolverlo da
solo, non tocca a me, è facile fare dell'ac-
cademia, non è la mia vita che ne va di
mezzo. Gesù è stato esplicito: «Chi non
ama il fratello che vede, non può amare
Dio che non vede•.
Siamo tutti impegnati in prima persona:
basta pensare che con Il valore di un gior-
nale si può mantenere un bimbo indiano o
con l'equivalente di un pacchetto di siga-
rette una intera famiglia.
Una nostra rinuncia del superfluo può
salvare un'esistenza o ridare il sorriso ad
un bambino!
Non possiamo e non dobbiamo tirarci
indietro, per questo Invito tutti a fare no-
stro il comandamento di Cristo: «Da que-
sto vl riconosceranno miei discepoli, se vi
amerete l'un l'altro!• (Daniela Nardi).
13

2.4 Page 14

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TRELEW
LA NOSTRA MISSIONE IN ARGENTINA
Il Gruppo GG.CC. di Rovereto ha rac-
colto tutta la corrspondenza intercorsa
tra Trelew e il Centro Nazionale: vuole
ora offrire alla nostra riflessione alcuni
temi di vita tratti dalla viva esperienza di
giovani cooperatori salesiani che hanno
scritto e vissuto.
Il Gruppo GG.CC. di Rovereto lo offre
a tutta l'Associazione Nazionale nella
speranza che anche qui il GG.CC. sale-
siano possa condividere la «missione» af-
fidata all'Associazione nello stesso clima
spirirutale dei fratelli in «Missione» là a
Trelew.
Il fascicolo comprende alcuni temi fon-
damentali:
povertà
bambini e gente
rapporti con i giovani
la comunità
la preghiera
i sacramenti
feste/momenti liturgici
la festa: momento importante
aiuti materiali: come?
vocazione
Ecco alcuni stralci:
Povertà
Trelew: non è facile descrivere questa
città cosi diversa dalle nosLre e piena di
contraddizioni in se stessa.
Quando siamo arrivati qui, siamo subi-
to andati al Bar.rio Norte, il quartiere (se
si ha il coraggio di chiamarlo così) dove
dovremmo lavorare noi e subito sorto di
noi è apparsa, in una specie di valle inter-
minabile, una quantità inverosimile di
baracche e bareccheue, ima cosa im-
pressionante.
Nel Bar.rio la gente vive nelle case
composte, per qualche fortunato, con
blocchi di cemento, le pareti e il tetto di
cartone; per gli altri invece tutto è solo
di cartone occupando meno spazio pos-
sibile, dove vivono più famiglie composte
da tanti elementi.
La povertà del Barrio man mano che
viviamo con lui, ci appare sempre più
14
grande, sia in vastità che in profondità.
È gente che davvero non ha niente da
perdere e che appunto per questo ha una
dignità tutta sua, davanti alla fame, da-
vanti alla sofferenm, alla morte, dignità
che poi si perde in una povertà morale
veramente grande; ma che fargliene?
Bambini e gente
Don Bosco aveva rivelato ad un gesuita
che voleva sapere come faceva ad at-
trarre così i ragazzini, che il suo segreto
era: «AMARLI».
Si, si vede ogni giorno, basta dare un
briciolo d'amore ed i nostri poveri ed ab-
bandonati ragazzini non lo scordano più.
Prova ne è il fatto che al momento del-
la partenza di Daniela tanto i bambini
quanto i ragazzi e le famiglie si sono riu-
niti per salutare Daniela e ringraziarla di
tutto ciò che ha fatto per loro. Hanno
portato piccoli doni, lettere cartoline e
insieme abbiamo partecipato a una bel-
lissima Messa nella quale i bambini han-
no pregato specialmente per lei nel modo
semplice e commovente in cui son capaci
di farlo quando veramente vogliono tanto
bene a una persona.
Nel Barrio abbiamo potuto constatare
che la maggior parte deUa gente non è
sposata, non saprei in che misura, ma di-
rei un buon 80-90%; da qui ne derivano
tutte le conseguenze di abbandoni e cam-
bi continui di coppie. Stiamo preparando
un corso di due o tre incontri per parlare
del matrimonio e seguitare poi col bat·
tesimo; la gente è molto ben disposta,
ma non vogliamo correre il rischio di es-
sere asacramentalizzatori1t, un rischio
molto grosso in un ambiente come
questo.
·
Vogliamo creare le basi di una comu-
nità cristiana autenlìca, anche se questo
richiede tempi molto lunghi.
L'unica cosa che ci dispiace e che non
c'è molta gente lassù (noi, sul mappa-
mondo, stiamo a testa in giù) che vuole
raggiungerci. Vi assicuriamo che lo stare
a tessta bassa non fa venire il mal di te-
sta, anzi fa bene...
Rapporti con i giovani
All'inizio i primi contatti con i giovani
sono stati difficili... siamo riusciti ad ag-
ganciare quaJche giovane di Trelew, mol-
ti sono venuti ad aiutarci varie volte, al-
tri vengono una volta ogni tanto, ma ora
c'è un guppetto che mi sembra si stia sta-
bilizzando: la mattina viene ad aiutarci
una ragazui dello stesso Barrio che ha
fatto le scuole medie e che segue quelli
che non sanno leggere né scrivere (che
generosità si scoprono tra i poveri...).
Con i giovani quello che abbiamo otte-
nuto fino ad ora è il formare un gruppet-
to che ci segue nel lavoro del Barrio, ma
anche con loro il discorso è tutt'altro che
facile; certo non hanno i problemi del
Barrio, ma alle spalle non hanno assolu-
tamente niente di quello che è cultura re-
ligiosa, gruppi impegnati.
La Comunità
La nostra vita comunitaria, se pur con
qualche normale problema, è soddisfa•
cente e questo non è solo il parere di uno,
già che quando si discute su questo punto
sembriamo tutti più o meno d'accordo.
Noto che le cose stanno migliorando
gradualmente per quanto riguarda l'im-
postazione del lavoro.
Grandi in que1to senso sono gli incontri
mensili con il Padre Renzo. Se ben sfrut-
tati i ritiri ci possono dare una carica no-
tevole per poter continuare con ottimi-
smo il nostro lavoro e il nostro cammino.
L'importante è dare il giusto valore at
momenti che viviamo.
E da parte di tutti c'è l'impegno di mi-
gliorarsi per poter vivere bene.
Preghiera
Il suo Amore è veramente immenso. Il
Signore chiede solo un poco di buona vo-
lontà e Li ripaga con tanta, tanta gioia nel
cuore... Quando ci si rende conto della
propria •pochezza» e dei doni che nono-
stante tutto, il Padre continua a darci,
l'atteggiamento più spontaneo è la gioio-
sa gratitudine.
La logica assurda del Vangelo «chi la-
scia tutto, trova tutto e anche più...» la
stiamo vivendo giorno per giorno, animo
per attimo senza soste... e chi crede che
queste siano solo chiacchiere si sforzi di
vivere queste parole o, ancor meglio ven-
ga qui ad aiutarci: divideremo con tanta
gioia questo centuplo che il Signore ci dà.

2.5 Page 15

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I sacramenti
I sacramenti sono una delle basi impor-
tanti per la vita crtstiana e tra la gente
del Barrio c'è molto bisogno di far cono-
scere e capire la loro importanza e la
loro attualità.
La riconciliazione se è veramente sen-
tita, diventa festa di amici nuovi!
Il 16 abbiamo cominciato la Novena ap-
profittando il periodo di vacanza inver-
nale. Alle ore 15 si riunivano i bambini
zione a Marta anche le manifestazioni
esteriori hanno la loro importanza.
Domenica 25, alle ore 17, c'è stata la
processione con l'immagine della Madon-
na per le strade del Barrio e, dopo, la
santa Messa.
Alle ore 18,30 si è fatta la premiazione
dei vincitori nei giochi del «Mundialito
82» e l'esposizione e vendita dei lavori
realizzati dai bambini durante i novena-
rio così pure dei lavori fatti nel laborato-
rio «Mamma Margherita• di taglio e cu-
n Vescovo Mons. Moure ha definito il Barrio Norie la corona cli spine cli Trelew.
per giocare insieme e poi, alle ore 17, si
faceva un momento di preghiera.
Da lunedì, abbiamo avuto la fortuna di
poter partecipare ogni giorno alla S. Mes-
sa. Sabato 26, alle ore 11, abbiamo fatto
una celebrazione Penitenziale con i
giovani.
È stato veramente un bellissimo incon-
tro con il Padre che perdona. Dopo ci sia-
mo riuniti per mangiare insieme.
La finalità di questo pranzo era riunire
le famiglie e passare insieme un momen-
to di fraternità ed allegria.
Vi hanno partecipato più di 150 persone
in un clima cordiale di festa. Tutti sono
rimasti contentìssimi.
Con il Gruppo Giovanile abbiamo co-
minciato lo studio del documento dei Ve-
scovi argentini sulla Riconciliazione na-
zionale .
Tutti i Venerdì i giovani del nostro Cen-
tro Comunitario, insieme con altrt gio-
vani della Parrocchia si riuniscono per
approfondire alcuni argomenti sui sacra-
menti sotto la guida di P . Renzo.
Feste/Mome nti liturgici
In questo periodo dl particolare devo-
cito e maglieria sotto la guida dì Olimpia
e M. Concetta.
Vocazione
Però soprattutto amate senza stancar-
vi tutti quelli che incontrate nel vostro
cammino. Cercate di formare comunità;
accettate l'altra persona come è, anche
l'altro che sta vivendo la stessa esperien-
za ha diritto di essere se stesso.
Non giudicate il suo componamento o
il suo carattere (spesso si ignorano le lot-
te che tiene questa persona nel suo inte-
riore). Anzi amatelo di più, manifestate
sempre di più la vostra amicizia. Aiuta-
telo con la preghiera. Non dovete domi-
nare nell'altro, anzi lasciate che sia lui a
prendere l'iniziativa. Non imponete idee
vostre, cercate la collaborazione dell'al-
tro, il suo consiglio. Cioè essere d'accor-
do quando si devono realizzare alcuni
progetti.
Vi chiedo tanto amore, carità, pazienza
per i giovani; più di voi stessi, anche i più
difficili, perché proprio loro hanno biso-
gno di tanto amore e di tanta amicizia.
Insomma dovrete essere per loro au-
tentici e sinceri amici.
OFFERTE PERVENUTE dal 1° dicembre
1983 aJ 31 gennaio 1984 a favore della
nostra missione di TRELEW.
ENTRATE
Bortolotto Giorgio
Rosalba Santoro
CC. Pavia • FMA
GG.CC. Lombardia
Moclugno Anastasia
GG.CC. Ottaviano
Dal Il Convegno Nazionale
Sposi (Pacognano.
8-11 /12/1983)
CC. Roma, Viale Togliatti (in
occasione Giornata per
Trelew, 10-12-1983)
CC. Verona • Don Bosco (La
b. M. Margherita)
CC. Schio
CC. Padova • Don Bosco
(FMA)
CC. Albarè
CC. Padova - Parrocchia
NN.
Siddi Daniele - Cagliari
GG.CC. Cerignola
GG.CC. Puglia
CC. Puglia
CC. Santeramo (El Dia De
Trelew)
N.N. Alessandria. Via Ga-
gliaudo
Rita Manganiello • Roma
CC. Ferrara
Vanick Tecla
CC. Napoli - Vomero (Lab. M.
Margherita) (Ricavato du-
rante la Mostra Missionaria
4-11/12/1983)
NN. (Don Bosco -Clneclttà)
CC. Gualdo Tadino
Radiana Amoclio
CC. Monteortone
Bolzano (Lab. Margherita)
CC. Roma - S. Cuore (Per
onorare Memoria D. Ange-
llnl)
CC. Roma - S. Cuore (Offerte
dei fedeli raccolte nelle
Messe del giorno, 11-12-
1983)
Offerta del Circolo (Scuola
Margherita di Savoia • Tor-
re Annuzlata)
CC. Aosta - FMA
CC. Novl Ligure
CC. Trino
Offerta da parte del parteci-
panti al •Natale del CC.•
riuniti a Pacognano il 18-
11-1983
40.000
50.000
50.000
50.000
10.000
100.000
100.000
200.000
300.000
100.000
50.000
345.000
100.000
20.000
600.000
200.000
84.000
82.150
110.000
50.000
49.500
25.000
50.000
500.000
100.000
150.000
50.000
100.000
250.000
300.000
300.000
122.000
100.000
100.000
35.000
100.000
Totale L. 4.972.650
USCITE
Contributi (IV Trimestre 1983)
Medicinali
Spese postali
363.530
14.000
20.000
Totale L. 398.480
15

2.6 Page 16

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Spedìz. In abbon. poitale • Gruppo (70) • 2• Quindicine
BOLLETTINO SALESIANO
Ouindlc/na/e di informazione e di cultura religiosa
L'edlz:lone di metà mese del BS è particolarmente de-
1tlnata al Cooperatori Salealanl. Direzione e ammlnl•
strazlone: Via della Pinna, 1111 • C.P. 9092 • 00100
Roma Aurelio Tel. 69.31.341.
Direttore responsablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: LUCIANO PANFILO Via Marsala, 42 •
00185 ROMA Tel.: 495.01.85; 49.33.51.
Autortzz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949. - e.e.
Postale n. 2·1355 Intestato a: Direzione Generale Opere Don Bo-
sco Torino. - e.e.P. 482002 Intestato a Dir. Gen. Opere Don
B011CO Roma. - Per cambio d'Indirizzo Inviare anche l'lndlrluo
precedente.
- - - - In occasione del 50° della canonizzazione di Don Bosco---
Giù dai colli
S.Rastello
Jm .~ ì ~ ~
M,GREOORIO
-i= n]UJ
i? /il-J { ~ - ,9J1; J-!@ Giù. dal col . li
1
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j ii
un d,• lon. ta. n.:> col.la
j:
if~JLJ qì;~, so.la madr~ccan.to,sei ve.uu.to a questo piano dei tuoi
I J- J1 lt.iìc:]iUJNl
~t:m#4io-:,. Et if:di• Jì•' i ~ ~
so- gnj_a.1 dolcrJn. can. to.
O. ra I
Pa-----:-
dre non più
1
Ij
giù dal co l li scend!__a-nco.ra;di tuoi
~Jc-L~f II J .PJ½!i ki-ltt-- &
fi-gliimmèhso stuolo t'accom.pagn'!!'luadi mo ral
Ma Valdocco, allor deserta
d'ogni vita e d'ogni gioia,
era incolla, piano, oper1a,
sol rilugio. una telioia!
Ora guarda, Padre amato:
vive un popolo felice
sotto l'a mpio monto auro1o
di Mario Ausiliatrice!
Don Bosco ritorna...
Si, ritorna sorridente:
l"apra tua il mondo ocdama·
ora è vila rilulgente
quel che fu già sogno e bramai
Tomo e guardo a mille a mille
stanno i figli all'apre intenti,
!'ore scorrono tranquille
tra il lavoro ed i concenti!
Don Bosco ritorna..
Do ogni parte osservo, o Padre
quanta gente a te si dona.
di fanciulli immense squadre
fanno dolce o le coronai
Oltre I mori ed oltre i monti
chiara splende tua persona;
fino agli uJt.uru orizzonti
il tuo nome echeggia e suona.
Don Bosco, ritorna...
16
Fra noi Tu venisti - col volto irradiato
dal nimbo soave · del tuo sorriso;
or cmge tua fronte - più vivo splendore
che irradia do Dio lassù in Paradiso.
Ci desti per Madre · lo Madre tua stesso
del popol cnshano l'Aiuto potente;
cibasti nostr'alme col Pane divino
che nutre e ristora - la vita languente.
D. Bosco..
D Bosco, procedi! Ti attendon le madri
che supplici i figli · Ti porgon fidenti,
perchè tu li segni col segno di Croce,
perchè Tu li guardi cogli occhi fulgenti.
E mentre Tu passi - si desta un lragore
qual d 'onde agitate d 'ocecmi umani
e un grido prorompe dai petti concordi
ascoltaci, o Santo fra noi qui rimani]
D. Bosco...